Ho Scelto Te

di Crazy Mrs Cullen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutte le strade portano a Londra ***
Capitolo 2: *** Something different ***



Capitolo 1
*** Tutte le strade portano a Londra ***


POV Ele

 

Finalmente il giorno tanto atteso è arrivato, i miei progetti stavano per realizzarsi. Io e la mia migliore amica nonchè coinquilina siamo pronte a partire alla volta di Londra, non sappiamo precisamente quello che ci aspetta ma non vediamo l'ora di vivere questa incredibile e nuova avventura. Carrie è mia amica da una vita, superiori insieme e anni di sacrifici vissuti fianco a fianco, c'è stata per me in tutti i momenti importanti della mia vita. C'era quando ho lasciato il mio primo fidanzato, c'era quando non capivo più nulla del liceo, c'era quando litigavo con i miei genitori, c'era quando mi sono diplomata, c'era quando ho deciso di andare a vivere da sola e ha pensato non solo di appoggiare questa scelta ma addirittura di venire a vivere con me. Infine c'era quando ho inviato il mio curriculum ad uno dei giornali più importanti di Londra e quando ho ricevuto l'e-mail che confermava che mi avevano presa. Abbiamo festeggiato alla grande e ho insistito affinchè lei venisse a stare con me a Londra in un appartamento tutto nostro, anche se piccolo e nel quale ci saremmo dovute arrangiare per i primi tempi. Suo padre viveva lì da anni e non avevano grandi rapporti ma un'unica grande passione li univa: l'amore per la medicina. Carrie vuole specializzarsi in medicina e io ho pensato di consigliarle di provare a parlarne con suo padre, magari a chiedergli un piccolo aiuto così da riconciliare anche un pò i rapporti. La mia Milano ormai la vedevo già lontana, certa ci avevo trascorso gli ultimi cinque anni, ma i cambiamenti fanno sempre bene soprattutto se si volta pagina in qualcosa che ci prende totalmente. Così chiudemmo la porta del nostro appartamento e ci dirigemmo in aereoporto. Io con la mia piccola valigia e Carrie con le sue tre valigie, il borsone per le scarpe e le scatole con i cosmetici. Anche essendo grandi amiche eravamo molto diverse, lei una ragazza davvero poco impacciata, decisa e amante della vita mondana ma soprattutto della moda e dello shopping più sfrenato, io tipa più tranquilla, semplice, equilibrata e che non ama gli impicci e sempre sopraffatta dal lavoro e dai tremila impegni. L'aereoporto è stracolmo di gente, e mentre giro lo sguardo riesco a notare le espressioni ricche di aspettativa delle persone che mi circondano e resto lì immobile seduta su quella panchina a fissare gli orari di arrivi e partenze. Carrie si dirige verso il bar e iniziamo a discutere su quello che poteva aspettarci.

Carrie: chissà dove andremo a finire e se per colpa tua non finisco in uno squallido luogo dove il più giovane ha cinquant'anni (dice scherzando)
Io : Bhe dovresti sapere i rischi che corri se viaggi con me...non sono "Miss Vita Mondana" (rispondo in tono altrettando ironico)
Carrie: vabbè diciamo che mossa da pietà ho deciso di accompagnarti in quest'altra enorme impresa umanitaria ma solo perchè mi hanno detto che gli inglesi ci sanno fare molto di più
Io: Non avevo dubbi sai
Carrie: Dai a parte gli scherzi andrà bene vedrai, sei brava in quello che fai, ci metti passione e poi ricordati che nulla potrà separarci quindi non ti libererai tanto facilmente di me. Anche perchè senza di me andresti conciata in giro in un modo indegno e questo non posso permetterlo (mi disse con la sua solita smorfia da snob)
Io: eh certo, ma sicuro,si si....dai brontolona andiamo si o no? O vuoi farmi perdere l'aereo?
Carrie: per carità non ho voglia di sentire poi le tue lagne, dai andiamo.
Io: Grazie. Davvero. Se non mi avessi costretta a spedire quell'e- mail ora non sarei qui.
Carrie: mi ringrazierai a tempo debito. Andiamo dai.
Così salimmo su quell'aereo e dopo poco dalla partenza mi addormentai perdendomi con lo sguardo in quelle immense e soffici nuvole che ormai vagavano fuori dal mio finestrino con il pensiero di quello che avrebbe potuto aspettarci...

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Capitolo 2
*** Something different ***


POV Ele

 

Arrivammo finalmente a Londra dopo un'ora e quarantacinque minuti di viaggio e tutto ciò a cui avevo sempre aspirato era ad un passo da me. Mi sembrava tutto così irreale da non poter credere di essere lì. Io da semplice ragazza di liceo a donna quasi in carriera, quante cose cambiano nella vita, quante nuove decisioni, quanti stravolgimenti, ed eccone uno. Dopo aver preso i bagagli ci dirigemmo verso l'uscita per poter prendere un taxi e dirigerci verso il nostro nuovo appartamento consigliatoci dal mio nuovo direttore di giornale. Questo era a dieci minuti da Londra a piedi e si poteva accedere ovunque. Londra era proprio come la immaginavo, un po' grigia ma immersa nel caos della quotidianità inglese, movimentata e ricca di uomini e donne affamati di successo. Noi davamo l'impressione di due forestiere, e in fondo lo eravamo davvero, sembrava quasi che con quel mondo non c'entravamo niente ma ben presto ci avremmo fatto i conti. Dopo aver raggiunto l'appartamentino che da lì in poi ci avrebbe ospitato e aver sistemato un po' tutto il possibile, o almeno io perché Carrie era invasa dalle sue cose alle quali nemmeno lei dava ormai più un'ordine, mi decisi a chiamare il giornale. Una voce gentile mi rispose dall'altro lato e mi disse altrettanto gentilmente di attendere in linea, finalmente parlai con il mio direttore…

 

Dir.-Salve signorina Eleonora, com'è andato il viaggio?-

Io: Bhè non posso lamentarmi, è andato tutto come previsto, tutto tranquillo. Anche l'appartamento è davvero carino poi ci staremo bene-

Dir.- Staremo? Non è sola?

Io- in realtà sono venuta qui con un'amica, anche lei qui per lavoro esclusivamente.-

Dir.- pensavo fosse in dolce compagnia se me lo consente-

Io- beh non proprio allora, dissi ridendo, e al momento è un pensiero che non mi appartiene-

Dir.- Bene, meglio se mi consente. Bene allora l'aspetto domattina in redazione. Benvenuta a bordo.

Io- va bene, sarò puntuale ( come mai in vita mia pensai) a domani. E riagganciai.

 

Passammo la giornata in giro per Londra ma senza far compere purtroppo, soprattutto per il dispiacere di Carrie. Vabbè ci saremmo rifatte non appena avremmo iniziato a lavorare. La serata passò tranquilla, ordinammo cinese, la cuoca, cioè vale a dire la sottoscritta, non aveva voglia di cucinare. Mentre Carrie continuava a sistemare i suoi borsoni mi misi a fissare la finestra della nostra piccola cucina. Londra di sera era davvero uno spettacolo e la mia mente iniziò a viaggiare per quei viali e tra quelle mille luci. Pensai di andare a letto poiché non volevo sembrare uno zombie al mio primo giorno di lavoro e così feci.

 

Il mattino seguente inaspettatamente trovai già pronta la colazione, "wow" pensai, e chi mai sarà passato? era stata Carrie in piedi prima di me ed erano solo le sette, miracolo!

Mi guardai allo specchio non ero uno spettacolo con il mio pigiamone bianco e i capelli infeltriti. Mi diedi una sistemata veloce come al mio solito una semplice maglietta e un paio di jeans, ma mi bastò arrivare in cucina per sentire i soliti rimproveri della mia migliore amica.

Carrie: stai andando a raccogliere funghi o al primo giorno di lavoro in un giornale di Londra?

Io: la seconda (dissi assonnata)

Carrie: Bene, vedi che hai ancora un minimo di ragione. Allora esigo che ti cambi.

Io: Non ci penso proprio. Tu sei matta.

Carrie: devo ripetertelo? A cambiarti, forza!

E così mi mostrò una serie di abitini ma nessuno faceva per me, alla fine pur di togliermela dalle orecchie optai per una camicia bianca, una gonna nerra di stoffa elegante e la solita giacca nera da abbinare. I capelli vennero raccolti leggermente di lato, trucco leggero e via.

Carrie: ecco a cosa ti serve un'amica come me, dai muoviti che altrimenti farai tardi e io non voglio fare la fame!

Io: va bene capo, agli ordini vado.

Carrie: ehi…andrà tutto bene e mi fece l'occhiolino ( odiava gli abbracci e mi avrebbe pestato se solo mi fossi azzardata xD)

Io: Grazie. Ti voglio bene.

Carrie: bleah…smancerie inutili, ti faccio correre eh!

Io: ok scappo allora. Ed uscii ancora ridendo.

 

Quando arrivai all'ufficio ero del tutto sconvolta dopo tre bus e un taxi era il minimo direi. Era un ambiente del tutto nuovo per me ma mi piaceva e stranamente non ero in imbarazzo, in fondo avrei fatto ciò che mi piace. Arrivai dalla segretaria, Molly, lessi sulla scrivania e fu lei a mostrarmi il mio ufficio. Era tremendamente illuminato ed affacciava sulla strada, ancora una volta a sottolinearmi la vita frenetica londinese. Così cominciai a  sistemarmi e dopo poco avrei dovuto raggiungere il direttore. Dopo venti minuti circa dopo aver notato che non mi aveva ancora fatta chiamare decisi di dirigermi nel suo ufficio. All'uscita fui invasa da un profumo di cioccolata calda e decisi di fermarmi a prenderne una bella tazzina al bar dello stabile. Notai che un uomo sulla cinquantina parlava in maniera piuttosto alterata con quello che mi sembrava essere il mio nuovo capo, così mi avvicinai un po' di più a dove discutevano. Parlavano di un servizio andato male, di alcune interviste ben poco riuscite e si lamentava parecchio. Al suo seguito c'erano due ragazzi dal volto familiare, soliti bellocci presuntuosi, forse qualcuno del cinema pensai. Mi sembrava di averli già visti il pomeriggio precedente su qualche tabloid ma non riuscivo ad inquadrarli proprio bene. Uno era alto, con i capelli neri un po' lunghetti e portava un paio di occhiali da sole molto scuri e una giacca tenuta sulla spalla da divo e tentava di giustificarsi o almeno quello si deduceva dai gesti che faceva con le braccia. L'altro stava più sulle sue, il tipo tenebroso pensai, un po' fissato, e tentava di prendere le parti di quello che sembrava essere suo amico. Era castano e portava una lieve barba appena accennata vestito con un semplice maglione nero e un paio di jeans. La sola vista di quei due mi aveva già irritato cos decisi di tornarmene nel mio studio ma sentii una voce chiamarmi alle spalle…

 

Dir.- signorina Eleonora? Giusto?

Io- Bhe si la stavo cercando…ma…

Dir.- si un piccolo incidente poi le spiego, venga mi segua nel mio ufficio

Io- certo

 

E da lì a poco avrei svelato questo piccolo "mistero"….

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