Nove Cavalieri per Salvare il Buongusto

di Doralice
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


In principio era buio e tenebra

In principio era buio e tenebra.

Talmente buio che neppure l’Entità riusciva a vedere a un palmo di naso.

« E che è questo buio?! Luci! »

Un fascio di luce scese ad illuminare… il nulla.

« Non è esatto: c’è un pavimento. »

Un fascio di luce scese ad illuminare un pavimento vuoto.

L’Entità si schiarì la voce.

« Siamo qui riuniti… cioè, io sono qui riunita perché, in quanto Entità Suprema, l’umanità è in pericolo e ha bisogno del mio aiuto. Devo dunque fornirle i mezzi per difendersi dalla minaccia che incombe… »

L’Entità seguitò a parlare per un bel pezzo, beandosi della sua stessa voce, dacché era inverosimilmente vanitosa ed egocentrica.

« Questo narratore non mi garba affatto… »

L’Entità assunse un tono altamente minaccioso…

« Dacci un taglio! »

[…]

« Oh, adesso posso lavorare in pace… »

L’Entità si concentrò per adempiere al suo gravoso compito: evocare i Nove Cavalieri.

Li avrebbe chiamati uno ad uno, con l’ausilio di un’ancestrale e laboriosa formula…

« Che fai, sfotti?! »

L’Entità – che non era evidentemente dotata del minimo senso dell’umorismo – si accinse a chiamare il Primo Cavaliere.

« HOUSE! »

Un uomo nudo e mezzo insaponato si materializzò dal nulla.

Si guardò intorno spaesato: « Ma che diamine…?! »

« Per l’amor del cielo… copriti! »

E con un sonoro schiocco, l’uomo si trovò asciutto, vestito e dotato del suo consueto bastone.

« È una delle mie solite allucinazioni? » chiese esterrefatto – e per un tipo come lui non era facile esterrefarsi.

« Purtroppo per noi, no. – disse l’Entità in tono aulico – Gregory House, sei stato qui condotto per compiere una missione di vitale importanza. »

« Uhm… voce echeggiante, invisibilità, spiccata megalomania… » rifletté lui.

Fece qualche passo claudicante, poi si rivolse verso la fonte di luce: « Hai mai portato calzini di flanella alla rovescia? »

« Ovviamente sì, – rispose l’Entità – ma questo che c’entra? »

House assunse la sua tipica espressione da “ho avuto un colpo di genio”: « È certamente lupus…! »

« Oh, ma fammi il piacere! – sbuffò l’Entità – Ho da lavorare, io! »

E prima che l’uomo potesse replicare, chiamò il Secondo Cavaliere.

« LOGAN! »

Un altro uomo si materializzò.

Era più alto e prestante del primo – e fortunatamente era vestito. Indossava un paio di jeans sdruciti e una canottiera che aveva visto tempi migliori. E la sua capigliatura era… quantomai originale.

« Vorrei conoscere il pusher del tuo parrucchiere! » disse House squadrandolo.

Logan si guardò intorno preoccupato.

« Dove diavolo mi trovo?! » esclamò, e per sicurezza estrasse le lame.

« Bella domanda, ma prima dimmi: quanto paghi la manicure? » gli chiese House.

« Cos’è? Uno scherzo?! » ringhiò l’altro.

L’Entità sospirò: « Siete solo in due e già mi create problemi… »

« Chi sei? » gridò Logan.

« Lo saprete al momento opportuno. » echeggiò laconica l’Entità, e chiamò il Terzo Cavaliere.

« VEGETA! »

Come i primi due, si materializzò dal nulla un terzo uomo.

Indossava una tuta blu semi distrutta. Era incredibilmente atletico e muscoloso, ma anche basso… talmente basso che la sua alta capigliatura occupava ¼ dell’altezza totale.

« Tsk… e volevi sapere chi era il pusher del mio parrucchiere! » disse Logan ad House.

« Chi può avere il potere di teletrasportare qualcuno a distanza? – rifletteva intanto Vegeta – Kakaroth… sei forse riuscito a superare il Quarto Livello?! »

« Ma… parla da solo?! » aggiunse Logan.

« E la cosa ti stupisce? Ha la coda! » disse House indicando col bastone la protuberanza pelosa che spuntava dalla tuta del nuovo arrivato.

« Vegeta, – non riuscì a trattenersi l’Entità – è mai possibile che tu debba essere sempre insanguinato e sudaticcio?! »

L’uomo incrociò le braccia sul petto e voltò le spalle – a cosa non si sa, ma comunque lui le voltò.

« Mi stavo allenando nella Gravity Room prima di finire qui. » disse in tono altezzoso.

« Che novità… » commentò l’Entità.

« Ora possiamo sapere perché siamo qui? » chiese Logan.

« Dopo, dopo… lasciatemi concentrare, i prossimi due li devo prelevare insieme. »

« SNAPE! DRACO! »

E nella macchia di luce si materializzarono due persone: il Quarto e il Quinto cavaliere.

Uno era un uomo adulto, dagli unticci capelli corvini e il naso adunco. L’altro era un ragazzo, pallido, biondo e con freddi occhi grigi. Erano abbigliati con una svolazzante tunica nera, ed entrambi avevano la manica sinistra alzata a scoprire un vistoso tatuaggio nero: un serpente che fuoriusciva dalla bocca di un teschio.

« A-ah! – fece l’Entità – Stavate facendo a chi ce l’ha più grosso, eh?! »

Un silenzio tombale congelò i presenti.

« Le battute deprimenti non dovrebbero essere una mia prerogativa? – protestò House – Comunque, carino il tatuaggio… un po’ banale, magari… »

« Professore… dove siamo finiti? » chiese Draco, che cominciava a sudare freddo.

« Lo scoprirò presto, Malfoy. » dichiarò l’uomo.

« Spiacente, Snape: la Legilimanzia non funziona qui. » tagliò corto l’Entità.

L’uomo imprecò: « Cosa sei? »

Logan scrollò le spalle e si accese un sigaro: « È quello che stiamo cercando di capire da un pezzo. »

« Mpf… io me ne vado. » disse Vegeta, a cui cominciavano a spuntare venuzze pulsanti sulle ampie tempie.

Ma non riuscì a fare nemmeno un passo perché i suoi piedi erano come incollati al pavimento.

« Rassegnatevi, non potete andarvene. – dichiarò l’Entità – State buoni ancora per un po’, su, ne mancano quattro. »

L’Entità si concentrò nuovamente e chiamò il Sesto Cavaliere.

« LEX! »

Dal nulla apparve un uomo alto, affascinante e vestito elegantemente di scuro. Seppur giovane, era completamente calvo. Sembrava un manager in carriera.

House sgranò gli occhi.

« Ma sei proprio calvo! – disse allegramente – Non sono più quello messo peggio della compagnia! »

E per festeggiare trangugiò una pillola di Vicodin.

Lex gli lanciò un’occhiata furente.

« Si può sapere chi siete?! – chiese irritato – E cos’è questo posto? »

« Ce lo stiamo chiedendo tutti. » replicò Vegeta seccato.

L’Entità sbuffò: « Come siete noiosi… »

« Se è stato mio padre ad organizzare questo scherzo, ditegli che non lo trovo affatto divertente! » continuò Lex.

« Lionel non c’entra. – disse l’Entità – Pazientate, tra un po’ vi sarà tutto più chiaro. »

« Questa l’ho già sentita… » borbottò Logan.

« Ehi, fa’ meno lo sborone, tu! » lo rimbeccò l’Entità, e si accinse a chiamare il Settimo Cavaliere.

« WALTER SPARROW! »

L’ennesimo uomo si materializzò tra quelli già presenti.

Era alto, magro e vestito di abiti consunti. Lunghi capelli spettinati gli incorniciavano un volto scarno, tormentato. Attraverso i ciuffi spiccavano gli occhi, iniettati di pazzia e disperazione.

Snape sussultò: « Black?! »

« Calma, non sono ancora in grado di resuscitare i morti. » lo tranquillizzò l’Entità.

« Oh, no… – gemette il nuovo arrivato – credevo di essere uscito dalla mia follia… »

« Guardanti intorno, Walter Sparrow: ti sembra di vedere numeri 23 in giro? » disse l’Entità.

L’uomo osservò il luogo con circospezione.

« No, ma tutto questo è ancora più inquietante. » mormorò.

House gli offrì una pastiglia di Vicodin: « Ed è solo l’inizio! »

« Se i convenevoli sono finiti, avrei ancora due persone da chiamare. » disse l’Entità.

« Ma non siamo già messi male così? » fece Draco tra i denti.

« Guarda che ti sento! – sibilò l’Entità – Taci, o ricorderai con nostalgia i momenti in cui sei stato un furetto! »

Il ragazzo impallidì e tacque.

L’Entità si schiarì la voce e chiamò l’Ottavo Cavaliere.

« INUYASHA! »

E per l’ottava volta, un uomo apparve nella macchia di luce.

Indossava un bizzarro abito rosso, ma la cosa più strana erano le orecchie da cane che gli spuntavano dalla lunga e folta capigliatura, bianca nonostante lui fosse giovane.

Logan ghignò.

« E a questo cosa gli dici? » chiese ad House.

« C’è poco da dirgli. – ribatté lui osservando il nuovo arrivato con sguardo critico – Al massimo gli si può abbaiare. »

Inuyasha si guardò intorno, confuso: « Che succede?! Kagome, Miroku, Scippo… dove siete finiti? »

« Stai tranquillo, li rivedrai presto. » disse l’Entità.

« Chi sei? – fece lui in tono minaccioso – Stai con Sesshomaru? »

L’Entità sospirò: « No, non sto con tuo fratello… e nemmeno con Naraku. Rilassati, fai amicizia con gli altri… »

« Amicizia?! » la interruppe Vegeta.

« Ma tu apri bocca solo per rompere i coglioni? » sbottò Logan.

« Ha parlato Madre Teresa. – disse House, poi guardò verso la luce – Posso ribattezzarlo “Teresa”… oh, per favooore! »

L’Entità sentiva che stava per venirle un esaurimento nervoso.

« Ehi, capisco che stare tutti qui alza il livello di testosterone, ma datevi una calmata! – intervenne – Manca solo una persona, prometto che dopo vi sarà spiegata ogni cosa. »

Calò finalmente il silenzio e l’Entità poté chiamare il Nono ed ultimo Cavaliere.

« ABBERLINE! »

Niente. Non apparve nessuno.

« È l’Uomo Invisibile o una delle Charlie’s Angels che si prepara a sbucare dal soffitto con una piroetta? » chiese House sarcastico.

« Ehm… cercate un po’ in giro, non può essere molto lontano… » fece l’Entità in tono imbarazzato.

Gli otto si sparpagliarono alla ricerca.

« È qui! » gridò Walter Sparrow dopo un po’.

Il resto del gruppo lo raggiunse, facendo capannello attorno ad una…

« Vasca. – disse Lex scioccato – È dentro una vasca… è una candid-camera?! »

L’uomo era effettivamente sdraiato dentro una vasca d’acqua fumigante. E a mandare fumi non era solo quella: tra le mani aveva una sottile pipa, e fili di fumo gli uscivano dalle narici e dalle labbra.

« Ma… è morto? » fece Draco con una smorfia.

« No, – replicò Snape – è solo… »

« Strafatto di oppio…! » concluse House, chinandosi ad annusare con aria sognante.

« Accidenti… sveglia, Abberline! » gridò l’Entità.

L’uomo non mosse un muscolo.

A Vegeta spuntò un’altra venuzza: « Tsk… »

« Be’, per ora può starsene là. – disse l’Entità – L’importante è che siano presenti tutti e Nove i Cavalieri. »

« I Nove che?! » esclamò Inuyasha.

« La mamma non te l’ha insegnato che non si prendono in giro le persone più sfortunate? – disse House brandendo il bastone in direzione del ragazzo – Come fa un povero cane a cavalcare?! »

Walter Sparrow si affondò le mani tra i capelli e scosse la testa: « Ditemi che è un incubo e che presto mi sveglierò! »

« Purtroppo non è un incubo, ma la pura realtà, Walter Sparrow. » disse affranta l’Entità.

« E si può sapere perché continui a chiamarmi per nome e cognome?! » chiese esasperato.

« Il cognome da solo sarebbe più figo, ma temo che verresti confuso con Jack Sparrow. » spiegò.

« Chi?! Dove?! Quando?! » gridò una voce sconosciuta.

Tutti si voltarono e videro che Abberline si era finalmente destato dal suo anestetico torpore. Ora tentava di tenersi in piedi, in equilibrio in mezzo alla vasca sciabordante.

Calò un imbarazzato silenzio. Snape coprì gli occhi a Draco.

« Però…! » commentò House, inclinando la testa.

« Ehm… forse è meglio dargli una sistemata. » disse l’Entità.

Si udì uno schiocco: la vasca scomparve e Abberline si trovò vestito di tutto punto.

« Per favore, dategli una mano. » sospirò l’Entità vedendolo barcollare.

Lex e Inuyasha lo presero sottobraccio.

« Che succede? Dove sono? » biascicava l’uomo.

« È ciò che stavo accingendomi a spiegare. – disse l’Entità – Sono felice che anche tu sia… coscientemente presente… anche se non capisco cosa ti abbia risvegliato. »

« Il suo nome… ho sentito il nome… Jack… » mormorò Abberline.

« Oh, se ti riferisci allo Squartatore, può ancora attendere. » fece l’Entità con noncuranza.

« Ma non il Torneo Tenkaichi. – intervenne Vegeta – Quest’anno mio figlio ed io dobbiamo assolutamente battere Kakaroth e suo figlio. Catapultandomi qui hai interrotto i nostri allenamenti... »

« Tu hai un figlio?! – esclamò House scioccato – Quale donna si accoppierebbe con l’Uomo Scimmia?! »

« Hai interrotto anche me! – disse Logan rivolto all’Entità – Ero nel bel mezzo di un allenamento nella stanza delle simulazioni: se Storm viene a sapere che ho lasciato i ragazzi da soli, mi fulmina… e non in senso figurato! »

« Cosa dovremmo dire noi? – ribatté Snape freddamente – Dovevamo recarci al cospetto dell’Oscuro Signore. »

« E non è esattamente il tipo che perdoni i ritardi! » aggiunse Draco.

« Io ero a un passo dal raggiungere l’ultimo frammento della Sfera i Quattro Spiriti! – dichiarò Inuyasha – Quando mai mi ricapiterà un’occasione simile?! »

« E allora io? – protestò Lex – Se non fossi stato catapultato qui, ora avrei finalmente scoperto il segreto di Clark! »

Walter Sparrow si portò le mani tremanti al viso: « Ero quasi giunto alla sanità mentale… mi stavo rifacendo una vita… ora dovrò ricominciare con gli psicofarmaci… »

« Oh, insomma, volete stare zitti un secondo?! – sbottò l’Entità – Se mi fate spiegare… »

« Sì, qualsiasi cosa tu sia, ci devi molte spiegazioni. – la interruppe House in tono serio – Voglio una valida ragione per cui sono stato interrotto mentre fantasticavo sul culo della Cuddy sotto la doccia! »

Tutti ammutolirono e presero a fissarlo, compreso il semi-incosciente Abberline.

« Che c’è? – fece House – Voi a cosa pensate sotto la doccia, alla dichiarazione delle tasse? »

Si levò un leggero mormorio imbarazzato.

« Prima che la situazione degeneri, – intervenne l’Entità – lasciate che vi spieghi perché siete stati da me evocati. »

Finalmente, i nove uomini si zittirono e prestarono ascolto all’Entità.

Improvvisamente – tanto che il povero Walter Sparrow trasalì spaventato – si materializzò tra loro un uomo. Era vestito di nero, aveva la pelata e portava il pizzetto. Stava immobile, come pietrificato, con le mani giunte davanti a sé e lo sguardo concentrato.

« È un becchino? » chiese Logan.

« È  un feticcio cattolico? » chiese House.

« No, è la vostra giuda olografica. – spiegò l’Entità – Il vostro Virgilio, se così lo si vuol definire: d’ora in avanti sarà lui ad illustrarvi ogni cosa. »

« E perché non lo fai direttamente tu? » obbiettò Inuyasha.

« Perché Lucarelli fa più scena. » disse l’Entità in tono ovvio.

« Ah, si chiama così? – disse Lex sarcastico – Un nome da paura! »

A quella parola, l’ologramma si attivò e cominciò a parlare.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


« Benvenuti. – cominciò Lucarelli – Questa sera vi racconterò una nuova, agghiacciante storia. Una vicenda di perdizione, depravazione, corruzione, dissoluzione… e tutte le raccapriccianti parole che finiscono in “zione”. »
« Anche “polluzione”? » fece House.
Nemmeno ebbe finito di parlare, che l’ologramma si bloccò.
Seguì un forte, continuo e sinistro scricchiolio, poi con un sonoro “pop” comparve a mezz’aria una finestra di errore di Window.
I nove uomini rimasero a fissarla imbambolati per un lungo momento.
« Ctrl + Alt + Canc! » gridò Vegeta.
E tutti si voltarono verso di lui allibiti.
« Ehi, non so cosa fosse, ma è sparito. » disse Draco d’un tratto.
« Anche Lucarelli è sparito. » notò Logan.
Altro scricchiolio e Lucarelli riapparve, immobile come prima.
« Non fatelo più! – esclamò improvvisamente l’Entità facendo sobbalzare tutti – Non interrompete Lucarelli… mai! Se non fosse stato per Vegeta avrei dovuto riavviare tutto! »
Numerosi sguardi interrogativi si posarono sul saiyan.
« Ehm… mia moglie fa sempre così quando le s’impalla il PC. » borbottò lui imbarazzato.
House fece una faccia perplessa.
A Vegeta spuntò l’ennesima venuzza: « Sì, io ho una moglie! »
« Paura! » echeggiò l’Entità.
Lucarelli si riattivò e riprese a parlare da dove si era fermato.
« Insomma, andremo a scavare nei meandri del Male, quello con la “M” maiuscola. Laddove la realtà supera la finzione. – disse – Paura, eh?! »
Draco stava per ribattere che non aveva alcuna paura, ma Snape ebbe la prontezza di fermarlo assestandogli uno scappellotto.
« Vi parlerò di un fenomeno dalle radici antichissime, ma talmente occulto che la data della sua creazione e i suoi sviluppi sono tutt’ora sconosciuti. Persino gli esperti della sezione analogica del RIS di Cinisello Balsamo, nonostante le loro accurate ricerche, non sono riusciti a venire a capo delle sue origini. – continuò Lucarelli – Sappiamo però per certo che fu negli anni ‘90 che nacquero… questi! »
L’ologramma si voltò di scatto e un fascio di luce illuminò una gigantesca finestra di Internet Explorer: era aperta su un sito di fanfiction.
A quella se ne sovrappose una seconda, poi una terza e così via… fino a che i nove uomini non riuscirono più a contarle.
« Le fanfiction. – riprese Lucarelli in tono lugubre – Un morbo pestilenziale, ormai diffusosi silenziosamente ma inesorabilmente in ogni angolo del globo. Così subdolo da potersi intrufolare nella vita di chiunque… sì, anche nella tua! »
E indicò il povero Walter Sparrow, che sarebbe esploso in un urlo disperato se House non gli avesse dato una provvidenziale bastonata in testa.
L’ologramma proseguì: « Ed eccola, la fanwriter media. »
Altro scatto, altro fascio di luce: una ragazzina era seduta alla scrivania del PC, intenta a digitare freneticamente sulla tastiera.
« Quattordici anni, 50 kg di seghe mentali e molti, troppi brufoli… tuttavia non abbastanza per poter sfogare il sovrappiù di produzione ormonale che la affligge. – spiegò Lucarelli – Romanzi, film, telefilm, manga, anime, videogames… ogni cosa sfiori l’esistenza di questa creatura, è prontamente assimilata, metabolizzata in maniera distorta e rielaborata nei suoi aborti di scrittura! Paura, eh?! »
Lucarelli fece una pausa ad effetto, ma a parte il povero Walter Sparrow – ormai in preda al panico – nessun’altro sembrava particolarmente intimorito da quelle rivelazioni.
« Ma lasciamola lì, la nostra pubescente autrice, e andiamo fino in fondo a questa torbida vicenda, ossia le fanfiction. – continuò l’ologramma – Saranno le vittime stesse a rivelarci quali sciagure hanno subito a causa di esse. »
E un altro fascio di luce si accese, stavolta ad illuminare un uomo, seduto in maniera da rivolgere le spalle all’ologramma e ai nove uomini. Alto e possente, pareva abbigliato come un antico legionario romano e sulle parti di corpo scoperte si potevano notare vistose cicatrici.
« Ero morto. – raccontò l’uomo con voce profonda – Morto per difendere la mia libertà ed i valori in cui credevo, morto per vendicare l’assassinio delle persone che amavo. »
A quelle parole, si udì distintamente un singulto provenire dal punto in cui si trovava Vegeta. Ma quando gli altri si voltarono, videro che dava le spalle e fissava l’orizzonte con sguardo bieco, come al solito.
« Poi ho incontrato quella lì… che Giove Tonante la fulminasse! – proseguì il legionario – Con un banale espediente mi ha fatto risorgere e mi ha piazzato nella Roma rinascimentale, braccato e adescato da una ninfomane dagli occhi gialli nelle fogne della città. »
Gli uomini si scambiarono occhiate piene di disgusto.
Il legionario sospirò: « Riposavo nei Campi Elisi accanto alla mia famiglia e un attimo dopo ero tra le grinfie di quella sua creatura… »
Il fascio di luce si spense per poi riaccendersi pochi secondi dopo, ma al posto del legionario vi era, sempre seduta di spalle, una giovane donna. Era abbigliata con eleganti vesti dall’aria medievale, portava un prezioso diadema e dai lunghissimi capelli corvini spuntavano quelle che sembravano delle orecchie a punta. Sembrava una dama delle favole.
« Credevo di aver finalmente raggiunto la felicità in questa mia lunga e travagliata vita. – principiò con voce soave – Non potevo certo immaginare ciò che stava per abbattersi su di noi. Quella entrò nella nostra vita senza che ce ne accorgessimo e nel giro di poco tempo mio marito, il mio adorato… s’era invaghito di lui! »
Le menti di tutti e nove gli uomini – persino quella ancora annebbiata di Abberline – vennero fulmineamente attraversate dal medesimo pensiero: lui?!
La dama singhiozzò e Lucarelli le porse un fazzoletto.
« E così mi trovai a passare le notti da sola, mentre il mio amato consorte sgattaiolava via. – proseguì – Ma io non dormivo, come lui credeva… così un giorno lo seguii e li colsi in flagrante! E come potrei biasimarli?! Li compatisco: quando ci s’imbatte in un essere onnipotente come lei, non si può far altro che piegarsi alla sua volontà! » concluse affranta la dama.
Gli uomini si guardarono attorno con circospezione, cercando istintivamente un muro a cui rivolgere le spalle.
La dama emise un ultimo gemito di disperazione e il fascio di luce si spense.
Quando si riaccese, al suo posto vi era un ragazzo. Era magro, caratteristica accentuata dagli indumenti troppo larghi per lui. Aveva una massa di capelli spettinati e, per quel che si poteva vedere, portava un paio di occhiali.
Snape ebbe la netta sensazione di averlo già visto.
« Non ricordo nemmeno più la prima volta che mi è successo: l’hanno già fatto in tante... troppe! – cominciò in tono circospetto – È terribile: ogni giorno ce n’è una nuova… a quelle lì non basta mai! »
Sentendo la sua voce, anche a Draco parve di conoscere quel ragazzo. Snape e lui si avvicinarono per ascoltare meglio.
« Ne arrivano da tutte le parti: Stati Uniti, Francia, Italia, Germania… e sono tutte perfette… e tutte cercano me. – spiegò il ragazzo con voce tremante – E non si capisce come, ma vengono sempre ammesse! Maledette! Vogliono prendere il posto dei miei migliori amici, vogliono essere le mie fidanzate, vogliono salvare il mondo… non ne posso più… sono peggio delle piattole! »
Anche questo fascio di luce si spense e Lucarelli riprese a parlare.
« Abbiamo conosciuto le fonti, abbiamo visto i suoi effetti… ora sappiamo e non possiamo più ignorare. – disse tetro – Incolore, insapore, inodore… ma non indolore… questa è la fanfiction! Paura, eh?! »
E si bloccò nuovamente, per poi svanire nel nulla.
Gli uomini si guardarono intorno dubbiosi.
« Chi ha parlato questa volta? » chiese Lex.
« Nessuno. – intervenne l’Entità – È finita la spiegazione. »
« È tutto qui? – chiese House – Mi aspettavo almeno un incesto! »
« Draco dormiens numquam tittilandus! » sentenziò l’Entità.
« Ed io che c’entro?! » esclamò Draco indignato.
« È il motto di Hogwarts, piccolo impudente! » sibilò Snape cercando di dargli un'altro scappellotto.
Il ragazzo lo schivò: « A proposito di Hogwarts… quello di prima era Potter, l’ho riconosciuto! »
« In effetti era lui. – ammise l’Entità – Uhm… forse avrei dovuto scegliere qualcun altro, per rispetto alla privacy. »
« Conosci quel tipo? » chiese Lex.
« Certo, ma non siamo amici. » puntualizzò Draco.
« Sì, sì… tutto questo è immensamente interessante. – intervenne Logan – Ma a noi cosa ce ne frega? »
« Come sarebbe a dire cosa ve ne frega?! – esclamò l’Entità – Il Buongusto è stato ignominiosamente attaccato! Non è certo la prima volta, ma quando si arriva a livelli allarmanti, scatta il Codice Rosso e bisogna far intervenire i Nove Cavalieri… e direi che questo è proprio un caso da Codice Rosso! »
« Qui l’unica cosa cui si possano associare i termini “rosso” e “allarme” è il vestito di quel tizio là. – commentò House indicando Inuyasha – Lui sì che ha dei gusti allarmanti! »
Il mezzodemone mise mano a Tessaiga.
« Questo mi ha proprio rotto! » disse tra i denti.
« Qua non è questione di dubbi gusti sulla moda, ma di veri e propri attentati alla logica del Buongusto! – li interruppe l’Entità esasperata – Non siete stati colpiti da questa terribile rivelazione?! »
Seguì un lungo silenzio. Se ci fossero state le balle di sterpi che si vedono nei film western, ne sarebbe rotolata qualcuna fra loro.
« Ehm… a me la cosa ha preoccupato un po’, in effetti. » si azzardò a balbettare Walter Sparrow.
« Tu sei un ossessivo compulsivo patologicamente ipocondriaco e con gravi manie di persecuzione, dunque il tuo parere non conta. » ribatté secco House.
« Per una volta sono d’accordo con lui. – intervenne Logan – Tutta questa faccenda delle fanfiction, o come diamine si chiamano, fa effettivamente schifo, e quei poveracci che ci sono incappati mi fanno pena… ma non vedo come questa cosa possa riguardaci. »
« Ah, dunque è questo il problema: non credete che possa riguardarvi? » disse l’Entità.
Tutti e nove gli uomini annuirono in silenzio. O meglio, annuirono in sette: la testa di Abberline venne mossa dalla mano di Lex, mentre Walter Sparrow annuì solo dopo aver ricevuto un’occhiataccia generale.
« Ebbene, non volevo arrivare a tanto, ma mi avete costretta. – annunciò l’Entità con voce grave – Ecco… leggete e rabbrividite! »
Dal cielo prese a piovere una quantità immane di fogli di carta: erano fanfiction stampate. I nove uomini, perplessi, agguantarono al volo alcuni fogli e cominciarono a leggere.
Calò il silenzio, interrotto solo dal frusciare della carta.
Dopo qualche minuto, gli effetti furono evidenti.
Draco impallidì e svenne, senza che nessuno si preoccupasse di sostenerlo. Walter Sparrow prese a contare ritmicamente fino a 23 dondolandosi convulsamente. Lex corse a vomitare. Inuyasha e Logan facevano a gara a chi distruggeva più fogli, uno con le unghie e l’altro con le lame, come gatti impazziti. Poi fu il turno di Vegeta, che anche se cercava di nasconderlo in tutte le maniere, era scoppiato a piangere. Abberline cominciò a chiedere a gran voce il suo oppio. E Snape, dopo aver tentato invano di bruciare tutto con un incantesimo Incendio, appallottolò i fogli e se li mangiò.
House fu l’unico che riuscì a finire di leggere tutto. Alzò gli occhi dal foglio che aveva in mano e guardò in direzione dell’Entità.

Trangugiò tre pillole di Vicodin in un solo colpo e disse: « Hai vinto… dicci cosa dobbiamo fare. »


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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


« Bene, – echeggiò l’Entità – sono felice di avervi finalmente convinto

« Bene, – echeggiò l’Entità – sono felice di avervi finalmente convinto. »

« Questa roba convincerebbe anche un idiota! » sbottò Inuyasha.

« E lui parla per esperienza personale, eh. » disse House.

Inuyasha si voltò furente: « Adesso basta! »

Sfoderò Tessaiga e…

« A cuccia! » gridò l’Entità, e il mezzodemone si schiantò al suolo.

Prima che House potesse aprire bocca, si ritrovò imbavagliato.

« Qualcuno desidera sollevare altri diverbi? » chiese gentilmente l’Entità.

I nove uomini scossero energicamente la testa (anche stavolta la mano di Lex aiutò la testa di Abberline).

« Perfetto! Se vogliamo andare avanti... – disse l’Entità – Vi starete chiedendo in cosa consisterà la vostra missione a livello pratico. Ebbene, è molto semplice: dovrete prendere le autrici di fanfiction e catapultarle in un universo alternativo. »

Vegeta alzò una mano, da bravo scolaretto, e l’Entità gli concesse di parlare.

« Che tipo di universo? » chiese.

« Un luogo dove le loro fanfiction diverranno realtà. – spiegò l’Entità – O meglio, dove le regole della realtà verranno sovvertite a favore delle regole della fanfiction. In questo modo le autrici si renderanno conto delle immani str… ehm… sciocchezze che scrivono. E se tutto andrà come previsto, la pianteranno una volta per tutte di ammorbare in web con le loro... opere. »

Stavolta fu la mano di Snape ad alzarsi.

« Se non sono troppo impudente, posso chiedere come mai ha chiamato noi per fare questo? – domandò con voce melliflua – Lei ha sicuramente tutti i poteri necessari per realizzare l’impresa senza il nostro umile aiuto. »

L’Entità, nella sua magnanimità, sorvolò sul tono falsamente umile di Snape.

« È una questione psicologica: le autrici saranno colpite innanzitutto dal constatare che quelli che credono essere solo dei personaggi immaginari a loro totale disposizione, in realtà hanno una coscienza e dei sentimenti, e che vanno di conseguenza rispettati. »

La saggia risposta provocò un lieve mormorio di approvazione tra i sette uomini (House era sempre imbavagliato e Abberline sappiamo come stava).

La verità era ben altra, ma come poteva l’Entità ammettere che si stava divertendo un casino ad utilizzare per i suoi scopi nove tra i più affascinanti villains del mondo?

Comunque, oramai era fatta, mancava solo una persona.

« Ovviamente non vi lascerò affrontare questa missione da soli, avrete bisogno della Condottiera. – annunciò l’Entità – Stavolta sarò generosa: la sceglierete voi. »

Apparve dal nulla un uomo, sulla quartina, con un sorriso un po’ deficiente stampato in faccia, e tuttavia l’aria convinta di chi la sa lunga. Indossava abiti sportivi e un caschetto da minatore con tanto di torcia sul davanti. Teneva in mano una piccozza e, come Lucarelli, stava immobile.

House roteò gli occhi e dal suo bavaglio uscirono una serie di mugugni.

« Oh, d’accordo, d’accordo... – disse l’Entità facendo sparire il bavaglio – Ma se crei altri problemi te la cucio quella bocca! E questo vale per tutti! »

« Insomma, perché mi hai evocato? – protestò – Non posso parlare e non ci sono nemmeno casi di lupus… mi sento inutile! »

« Non farmi pentire di averti ridato la parola! – lo rimproverò l’Entità – E adesso silenzio, Tozzi vi illustrerà le varie opzioni che vi offro per scegliere la vostra Condottiera. Non interrompetelo, altrimenti si blocca come Lucarelli, però quando è zitto potete fargli delle domande… purché siano intelligenti, chiaro? GAIA! »

A quella parola, la figura prese vita e cominciò parlare.

« Benvenuti! Oggi parleremo di una delle tante specie che, a causa della scelleratezza dell’uomo, stanno rischiando di estinguersi: la Condottiera. »

Un fascio di luce illuminò una serie di teche da museo, che contenevano quelle che sembrava delle mummie.

« Grazie alla collaborazione del Gipsoteca Comunale di Pinzano al Tagliamento, possiamo ammirare alcuni calchi di fossili di Condottiera risalenti a secoli, se non addirittura a millenni fa. »

Siccome la luce della sua torcia si rifletteva sui vetri impedendo di vedere i reperti, ma non voleva rinunciarvi perché si sentiva troppo figo, invece di spegnerla, sotto lo sguardo attonito dei presenti, Tozzi frantumò senza indugio tutte le teche e procedette con le presentazioni.

« Qui abbiamo Pentesilea, la regina delle Amazzoni, che combatté durante la guerra di Troia al fianco di Priamo.

Questa invece è Boadicea, signora degli Iceni, che guidò la più grande rivolta contro l’Impero Romano mai scatenata in Gran Bretagna.

Ed ecco Giovanna d’Arco, la Pulzella d’Orleans, che condusse l’esercito francese contro gli inglesi.

Infine, Hua Mulan, la nobildonna che portò l’esercito cinese alla vittoria contro i Mongoli… alcuni sedicenti storici affermano che si tratterebbe solo di una figura leggendaria, ignorando deliberatamente la più importante fonte storica in nostro possesso: la Disney!

Come vedete, i fossili di Condottiera qui presenti sono appena quattro, ma non pensate che siano un numero esiguo: purtroppo esse erano già minacciate antichità, dunque i reperti arrivati a noi sono davvero pochissimi. Sappiamo per esempio che Brunilde, l’unica Valchiria ritrovata fin’ora, è gelosamente conservata al Museo Nazionale di Reykjavik. »

I nove uomini osservarono i fossili dubbiosi, senza capire perché diamine stavano ascoltando le parole di quel pazzo.

Solo la precedente esperienza con Lucarelli trattenne House dal fare commenti.

« Ora che le conosciamo un po’ meglio, andiamo a cercare gli ultimi esemplari di Condottiere rimasti allo stato selvatico. – proseguì Tozzi – Seguitemi! »

L’uomo si avviò verso il vuoto e gli uomini, benché perplessi, lo seguirono.

Il pavimento cominciò a farsi sempre più ripido ed irto, finché si ritrovarono a scalare una vera e propria montagna, sferzata dai venti.

Arrivati in cima ad un picco, finalmente Tozzi si fermò.

« Ed eccoci arrivati nel habitat naturale delle Condottiere. – disse mentre i nove uomini crollavano ansimanti al suolo – Come potete notare, queste straordinarie creature hanno la capacità di mimetizzarsi perfettamente con l’ambiente naturale, ma un occhio esperto le può facilmente individuare. »

Si mise dunque a sferrare picconate qua e là, con gioia quasi infantile, finché non saltò effettivamente fuori qualcosa.

« Oh, eccone una! » esclamò sottovoce (sempre che si possa esclamare sottovoce).

Gli uomini si avvicinarono incuriositi.

« Fate attenzione a non svegliarla, è in letargo. » raccomandò Tozzi.

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