Stella Di mare di Sherazade Angels (/viewuser.php?uid=155588)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Capitolo 1
Questo è un piccolo esperimento, se questo piccola shot è gradita allora ne farò una flash-fic
Pov.Bella
Qui in riva al mare a guardare questo stupendo tramonto.
Pensieri che si rincorrono in continuazione e non trovano alcun posto.
Ripenso al primo bacio, come ad un incontro di anime.
Anche in quel caso erano le nostre lingue che danzavano, si rincorrevano e scivolavano.
Riesco ancora a sentire il calore e la sensazione che mi dava.
Tu ricordi?
Hai fatto di tutto per entrare nel mio cuore, da allora non sei più andato via.
Hai avuto tra le tue mani il mio cuore, hai fatto di me tutto ciò che volevi.
Hai tracciato linee immaginarie sul mio corpo, proprio come una cartina... e non erano solo le tue mani.
Corpi sudati, pelle che brucia.
Ardo per te che adesso non sei più mio.
Ti vedo anche quando i tuoi occhi non incrociano i miei.
Ho pensato molte volte alla morte, ma quello che non so è che sono già morta dentro.
Mi considero imperfetta, piena di difetti ed il confronto con lei è inevitabile.
Penso che se tu adesso sei con lei vuol dire che a me manca qualcosa e lei può dartelo.
Sei la mia essenza.
Piano lascio scivolare la tua fotografia che viene portata via dal mare.
Pov.Edward
Eccoti finalmente. Sei sempre stata riflessiva e chiara come il mare.
Sei l'unica acqua che riesce a dissetarmi.
"Perchè?"
"Non siamo fatti per stare insieme. Bella, ti prego non rendere le cose difficili. "
"Difficili? Cosa ti dice la testa? Ho bisogno di una spiegazione, Edward."
"L'unica spiegazione è che mi sento soffocato. Adesso lasciami andare."
Ti ho lasciato andare.
Ecco l'errore che ho commesso.
Era solo paura, amore mio.
Stupida paura di legarmi per sempre a te.
Rimpiango ogni giorno quel dannato pomeriggio, al solo ricordo sento le lacrime che ormai mi fanno sempre compagnia.
Sono gia passati tre mesi.
La libertà mi ha portato tra le braccia di donne diverse, donne che non sei tu.
Non sento il calore della tua pelle, il suo odore dolce e la morbidezza delle tue forme.
Ti ho visto quella sera con Jacob, ho capito il mio errore.
Patetico.
Sono solo un patetico.
Sono qui ad osservarti e adesso ho paura ad avvicinarmi a te.
Vedo scivolare qualcosa dalle tue mani e il tuo viso rigato di lacrime.
Ti giri e mi vedi.
Sei in imbarazzo e fai finta di non avermi visto.
Stai andando via.
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Capitolo 2
Pov. Bella
Sento freddo.
Averlo visto non fa bene al mio cuore già sufficientemente frantumato.
Ho voglia di correre via, volare e non tornare più.
Dalla spiaggia prendo la scorciatoia per andare verso la casa di Jake, a pochi minuti da La Push.
Arrivo a destinazione in tempo record e trovo Jake come sempre nel suo
vecchio divano, appartenente ad un'epoca non ben precisata.
-Jake....sei sveglio?-
-Bells cosa fai a quest'ora qui? Non dovresti essere casa tua?-
-J...Jake- ho la voce rotta, sto per mettermi a piangere.
Lo capisce.
-Ehi! Stella perchè piangi? Ci sono qui io, dimmi tutto.-
-Lui...era in spiaggia, l'ho visto in lontanaza...Ero li per cercare di
dimenticarlo, ma non ci riesco. Non riesco più a farcela.-
Non posso farcela, mi ha strappato via tutto.
Ogni brandello della mia anima, mi sento nuda ai suoi occhi.
-Perchè Jake? Perchè non posso cancellarlo dal mio cuore, dalla mia anima?-
-Bells andrò a parlargli, non posso vederti in questo stato. Ti
stai lasciando andare, stai scomparendo.- Anche la sua è una
voce rotta, so che mi vuole bene come se fossi una sorella e sta male
insieme a me.
-Dove si trova la tua macchina?-
-Nel parcheggio in spiaggia...non ho potuto prenderla, significava andare verso lui-
-Tranquilla, vado io.... aspettami qui e se vuoi manda giù un boccone e qualcosa di caldo da bere.-
-Grazie, ma credo che mangierò qualcosa a casa.-
Lo vedo andare via.
Mi trovo sola in questa piccola casa, mi guardo attorno e non
c'è nulla con cui possa distrarre i miei pensieri, sempre
rivolti a lui.
Mi ritrovo a mormorare alla stanza -Ti prego cancellati dal mio cuore, non voglio più soffrire.-
Pov Edward
Faccio di tutto per incontrarla, la cerco solo per chiederle di perdonarmi.
Mi avvicino dove lei era, ci sono ancora le sue impronte.
La sua figura longilinea è ancora scolpita nei miei occhi, anche in lontananza sono riuscito a riconoscerla.
Il suo corpo mi chiama so che vuole me.
Oppure è solo la mia speranza che mi fa provare sensazioni che ormai sono sopite in lei?
Sono ancora sovrappensiero quando vedo galleggiare una cosa nell'acqua, mi abbasso per prenderla e quello che vede mi fa male.
La nostra foto, io e lei il Febbraio scorso e il nostro modo di festeggiare San Valentino.
I suoi occhi, la sua bocca.
Mi manchi.
Prendo la foto e la porto in macchina per farla asciugare.
Si è liberata della foto come se volesse liberarsi del passato.
La sto perdendo.
Ricordo perfettamente quel giorno:
-Dai ci devertiremo tantissimo, siamo una coppia fuori dal comune.-
-Cosa hai in mente?-
-Voglio che tutto sia perfetto è il nostro primo San Valentino, certo non lo voglio tradizionale...però speciale.-
-Sicuramente lo sarà- le sorrisi sghembo e le sue guance presero fuoco.
A quel ricordo sorrido ancora, per come io lo consideravo solo una perdita di tempo, il suo impegno idem.
Una serata bellissima con lei al karaoke a cantarmi "Your guardian angel".
Il suo sorriso, lei il mio angelo guardiano.
La guardiana del nostro amore che io ho letteralmente buttato dalla finestra.
La cantava con aria sognante e calore, adesso posso vedere nitidamente quello che voleva dirmi, io pensavo al dopo.
Anche quel dopo cena, dovevo capire.
Lei non è come le altre, ha voluto donarmi la cosa più preziosa che possedesse.
La sua purezza.
A casa mia, lei che continua a baciarmi e io che introduco le mani sotto la sua maglietta.
-La tua pelle è morbidissima e calda.-
Lei arrossisce e alle mie orecchie arrivano i suoi gemiti, le miei mani la stanno esplorando e spogliando lentamente.
-Edward...io... beh! vedi per me è la prima volta.-
-Sei sicura di volerlo fare con me?-
-Si.... Noi ci apparteniamo*-
Quelle parole, solo a ripensare al vero significato....solo lacrime.
Il nulla quello che mi rimane.
Prepararla per accogliermi, era stretta ed eccitata solo per me, io le facevo quell'effetto.
Lentamente entravo in lei e le sue unghia conficcate nelle mie spalle.
Quando entrai completamente in lei, mi fermai per darle il tempo di abituarsi e dare a lei il tempo da dare alle mie spinte.
Venimmo insieme, felici e ansanti.
Goccie di sudore imperlavano il suo volto, le labbra tumide per i miei baci.
La sua figura estatica come quella di una dea scesa sulla terra per farmi impazzire.
Da quella sera per cinque mesi e mezzo facemmo l'amore.....poi la mia
voglia di essere libero e di non fossilizzarmi in una relazione troppo
seria, mi ha fatto buttare tutto nel cesso.
Una voce mi distoglie dai miei ricordi, preziosi ricordi.
-Jacob....- mi guarda con odio.
-Edward, sono qui per prendere la macchina di Bella... e per parlare con te.-
-Dimmi.-
-Devi lasciarla in pace, la stai distruggendo e trovarti nei suoi posti
preferiti non le rendi la vita facile. Perchè adesso?-
-Io l' amo... davvero te lo giuro. Mi manca come l'acqua del deserto e solo lei può dissetarmi.-
-Fosse per me ti lascerei morire, non ti meriti Bella e spero tanto che
lei ti lasci li in quel dannato deserto e si riprenda la sua vita. Non
farti più vedere Cullen, intesi? Se ti ritrovo nei paraggi non
sarò così civile.-
-Chi cazzo ti credi di essere. Chi sei tu?Non hai alcun diritto su lei.
Lei è mia. Solo lei ha il potere di distruggermi.-
-Ecco bravo! E' proprio quello che tu stai facendo a lei.-
Ci incamminiamo entrambi verso il parcheggio, lui nel volvo di Bella ed io nel mio suv.
Angelo mio ti riporterò a me.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Capitolo 3
Pov. Edward
Era la sua canzone preferita.
Amava ascoltarla. Rimetteva continuamente questa traccia. Fino a rigare il cd,
che lei stessa mi aveva regalato.
La canticchiava, appoggiando una mano sulla mia. Che, feroce, afferrava il
cambio.
La ascolto, con le lacrime agli occhi.
E mi sembra di risentire la sua voce.
Dolce, appena sussurrata.
I suoi occhi sognanti, che cercavano i miei.
E quei lunghi capelli scuri, che danzavano, con la corrente del finestrino
abbassato.
"C'è ancora il suo profumo, su questa macchina."
Il traffico mi costringe a rallentare.
Mi incolonno, dietro ad un grosso autobus.
Ma non mi sento nervoso, per la confusione.
Affatto.
Darei tutto l'oro del Mondo, per vederla adesso.
Per averla al mio fianco. E non commettere mai quel patetico sbaglio.
"Coglione!"
Sospiro, tirando un piccolo pugno sul volante in pelle.
E, d'istinto, mi volto verso la destra.
"Bella."
La vedo.
E' lei, ne sono certa.
E' di schiena.
Ma quei lunghi capelli, intrecciati sulle punte, e quella tracolla, messa di
sbiego e di quel verde militare, la riconoscerei ovunque.
E' davanti alla vetrina di Marion's.
Il mio battito cardiaco aumenta, ed io immetto la freccia, parcheggiandomi di
lato.
Non me ne frega niente, se un vigile mi farà una multa.
Sono disposto a tutto, pur di parlare con lei.
Inchiodo, e mi fiondo fuori dal mio Suv.
Attraverso la strada, correndo, guardando prima a sinistra e poi a destra.
Porto un piede sul marciapiedi, a pochi metri da lei.
E la guardo, attraverso la vetrata.
Il suo sguardo è posato su un abito bianco, scollato. Colorato di fiori e
farfalle.
Bello.
Ma mai quanto lei.
Mi avvicino.
E li vedo.
Li sento.
I suoi occhi.
Puntati sulla mia immagine riflessa al vetro. Attraverso quello specchio
traditore, dietro il manichino.
I suoi grandi occhi verdi sono spenti. Non più lucenti come una volta.
Mi fissano, vuoti. Senza respiro. Senza quella luce accecante, che da sempre mi
aveva colpito.
Le labbra sono semiaperte. Dure.
E sembra stiano tremando.
Dalla paura, forse.
Ricambio quello sguardo, e la prego, silenziosamente, di voltarsi verso me.
Le faccio un piccolo sorriso, avanzando.
Ma i suoi occhi si spalancano, ed i suoi passi si muovono veloci, per andare
via.
Da me.
Di nuovo.
-No... Bella, aspetta.-
L'afferro per un polso, bloccandola.
-Ti prego, piccola. Un momento soltanto.-
-Io... Devo andare.-
-No, asp...- ma si libera dalla mia presa, strattonandosi.
Ed il mio petto si riempie d'angoscia.
"Quanto è magra..."
Vederla così distrutta dalla mia stupidità.
Ricordarla prima che tutto succedesse, il suo sorriso, la sua vitalità e
allegria...
il solo pensiero inonda i miei occhi di lacrime, amare e salate.
So di non poter cancellare il passato, il dolore, adesso mi sento più forte
pieno d'amore.
Per lei, solo per lei.
Decido allora di chiamarla ma il cellulare suona a vuoto, mi pare di vederla.
Lei davanti al cellulare, lo vede suonare ed ancora le sue lacrime.
Opto per un semplice messaggio, dove cerco di farle capire quanto sono pentito.
"Mio dolce angelo,
da quando ti ho lasciato la mia anima è buia e fredda.
Le strade così
affollate fanno di me una persona sola, perchè la sola in grado di farmi
sentire completo sei tu amore mio.
Con te angelo mio sono di trovare nel profondo del mio cuore la luce necessaria
per scaldarci, per non sentire freddo.
So di essere stato uno stupido a lasciarti e vorrei rimediare, ti prego
parlami....
Mi sento dilaniare l'anima senza di te, mi manca tutto di te....
Voglio essere con te sempre. Tuo Edward."
Già "voglio essere sempre con te" che ironia della sorte, dal
sentirmi troppo legato a volermi legare.
Ti sento dentro ogni mia cellula, nell'aria con la leggera brezza del mattino
dopo una notte insonne a cercare il tuo calore, il tuo fragile corpo.
Aspetto che tu possa tornare da me, che capisca che veramente sono cambiato.
Pov. Bella
Mi chiedo spesso il perchè delle cose e come sempre una risposta concreta non
c'è.
La sua presenza è bastata a farmi destabilizzare, più cerco di dimenticare e
più ricompare nei posti che frequento.
Sta diventando la mia
ossessione.
Non riesco più a fare nulla, mi ha rubato tutto e non mia ha
lasciato nulla.
Non ho alcuna scelta devo cercare di andare avanti, andare
via.
C’è ancora per me un’altra occasione, un’altra emozione da vivere?
Non esiste più un noi, ci sono solo io.
“Ti amo ancora…”
Non voglio sentirmi più così come un fiore nel
vento, fragile.
Non perdo alcun tempo, prendo il mio laptop per collegarmi su un sito
di compagnie aeree e prenotare il primo volo sulla destinazione più lontana.
Andrò avanti.
Prendo anche la scatola dove sono riposte buste e
fogli da lettera, in cima le mie iniziali color oro, raffinate e finemente
lavorate.
Non inizierò con “Caro…. o Edward”, solo poche parole.
Non sono piu' il
tuo Angelo.
Quello che tu
chiami Angelo, sono rimaste altro che macerie.
Addio, B.
Metto tutto nella
carta da lettere e preparo tutti i documenti che mi occorrono, riempio le
valige con quello che mi occorre.
Informo mio padre
e chiamo un taxy per farmi portare all’aeroporto di Seattle, ma strada facendo
devio verso l’appartamento di Edward per lasciargli le mie ultime parole, anche
se non gli devo nulla.
Lascio scivolare
la busta nella buca delle lettere e poi un ultimo sguardo al suo nome, vado via
senza voltarmi indietro.
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