La paura di sapere

di _Hana
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Marcia ***
Capitolo 2: *** Sogni e realtà ***



Capitolo 1
*** Marcia ***


Marcia


Sfortunatamente sarebbe stato impossibile sbagliarsi.
Avvertivo dentro di me le emozioni più contrastanti: sentivo distintamente l’impellente bisogno di sapere; come avvertivo l’altresì potente necessità di voler perseverare nella mia infantile ignoranza che, fino a quel momento, mi aveva sempre maternamente protetto da ogni turbamento.
Lo sforzo che quelle lunghe giornate richiedevano al mio ebole fisico sarebbe stato insostenibile per qualunque bambina della mia età e, poiché io non rappresentavo di certo un' eccezione alla regola, ogni giorno si susseguiva all’altro portando con sé pene sempre maggiori del precedente.
Non avevo nulla di speciale rispetto ad ogni altra bambina abituata a passeggiare scalza per i boschi, avevo, al contrario, tutto quello che la natura prescriveva: un corpo piccolo e minuto, basso, tutt’ossa e dello stesso colore del latte.
Non posseggo chiare memorie di quei giorni angosciosi e pieni di sforzi; ricordo il terribile dolore che mi provocavano quelle marce forzate; il freddo pungente di quelle interminabili mattine invernali; le notti insonni per la paura, il gelo e la fame; i pianti nel buio per non essere udita; la disperazione e la rassegnazione dipinte su ogni viso; la calde lacrime che solo a fatica riuscivano ad essere trattenute; e la crescente sofferenza che attanagliava il mio debole cuore quando, volgendo lo sguardo indietro, riuscivo a malapena a scorgere il tetto della mia amata casa, ormai completamente nascosta dal paesaggio e , inevitabilmente, sempre più distante.
La nostra era una fuga, una fuga disperata, senza alcuna possibilità di ritorno.
Era successo tutto così all’improvviso: le urla, i pianti, e subito dopo quell’ attimo di lucidità, un barlume di speranza e poi quell’estrema, ultima, disperata soluzione.
A quel tempo ero ancora una bambina e nessuno durante quel lungo tragitto osò mai spiegarmi la vera ragione di quella partenza precipitosa o il luogo dove la nostra compagnia aveva intenzione di recarsi.
Il nostro era sempre stato un villaggio tranquillo , situato sulla cima più alta della collina di tutta la vallata circostante, e , a mio avviso, uno dei paesi più ordinari e modesti; vi erano fornai, carpentieri, cacciatori e tutte quelle istituzioni che servivano a garantire una società solida ed equilibrata, ed una vita all’insegna della giustizia; ogni domenica tutto il villaggio si riuniva nella grande chiesa centrale, pregavamo tre volte al giorno e celebravamo sacrifici ogni mese.
Non avrei mai creduto possibile potesse esistere paese più comune, ordinario e insignificante del nostro.
Non avevamo mai contatti con l’esterno: nessuno mercante osava avventurarsi sulla collina; nessun cantastorie, nessun cavaliere si era mai azzardato a tanto; questo per via delle antiche leggende che, ancora oggi, avvolgono con una tetra foschia tutta la vallata ai piedi della nostra collina.
Eravamo in marcia già da parecchi giorni quando, finalmente, riuscì a reprimere le mie timidezze e paure infantili, riuscendo tra i singhiozzi e le lacrime a volgere a mia madre qualche piccola domanda ,a mio avviso, assolutamente innocente, alle quali, com’era giusto che fosse, non ricevetti nessuna risposta.
Non era mia intenzione incrementare il suo disagio con le mie domande indiscrete ma ,sfortunatamente, non riuscivo a capirlo, credendo semplicemente che con il suo sguardo rassegnato e rigato dal pianto volesse nascondermi una verità quasi a dispetto.
Forse sarebbe stato meglio se avesse soddisfatto quel giorno le mie curiosità, se invece di quel riprovevole silenzio avessi udito una volta per tutte la crudele verità.
Ma non fu così.
Non avrei fatto quello che ho fatto, non sarei diventata quello che sono se quel giorno non mi fosse stata negata la possibilità di sapere.
E, ancora oggi, non so cosa sarebbe stato meglio.




 




-Off
Giorno <3
Grazie infinite per aver letto il capitolo :)
Spero vi sia piaciuto leggerlo quanto a me è piaciuto scriverlo.
Se trovate errori, imprecisioni sarei contenta se me lo faceste notare; in particolare trovo particolarmente faticoso “Eravamo sempre stati un villaggio tranquillo”, secondo me starebbe molto meglio “ Siamo sempre stati….” ma ho paura che la concordanza tempo non vada particolarmente bene.
Se vi è piaciuto è volete lasciarmi un ricordo di voi sarei ancora più contenta, ho una mezza idea che devo elaborare, ma credo che verrà fuori una cosa carina alla fine.
Grazie ancora
Un bacione
_Hana 花

 

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Capitolo 2
*** Sogni e realtà ***


Sogni e realtà

Quelle terribili giornate durarono più di quanto mi sarei mai potuta aspettare.
Pensavo che tutto sarebbe finito presto, che appena avessimo raggiunto un nuovo villaggio ci saremmo fermati, e lì avremmo costruito la nostra nuova casa. Invece non fu così.
Superato il primo villaggio continuammo a marciare, e così pure per il secondo, il terzo e così via.
Non riuscivo a capire il perché di quella decisione e non potevo concepire un’idea talmente assurda.
Eppure non chiesi nulla e continuai silenziosamente a camminare.
 
Quella sera ci fermammo per la notte in una piccola radura al centro di una piccola foresta in cui ci eravamo addentrati nel primo pomeriggio; tutti ci sistemammo secondo quelle che ormai erano divenute abitudini, e accendemmo dei piccoli fuochi. Era stata una giornata faticosa per me, resa ancora più angosciosa dagli infiniti sciami di zanzare che tormentavano quei luoghidesolati e dalla pungente pioggia fredda che aveva continuato a battermi sul viso fino a poche ore prima.
Eppure, malgrado la stanchezza, quella sera ero decisa ad ottenere delle risposte: volevo sapere il perché, il perché di tutto: se avrei mai più rivisto le pareti turchesi della mia cameretta, se quella fuga sarebbe dovuta durare per sempre, il perché non ci fermassimo in nessun paese e soprattutto perché e da chi stavamo scappando.
Ero pronta, o almeno lo credevo, mi sedetti su un tronco, e incrociate le gambe e fissai mia madre per qualche secondo prima di riuscire a far uscire tutte quelle domande a raffica dalla mia bocca.
Non dimenticherò mai lo sguardo che mi rivolse in quell’attimo: un misto tra attonimento, disperazione e tristezza, che scomparve un momento dopo per lasciare spazio ad una rabbia improvvisa e devastante, manifestata tra urla, gesti e sguardi. Ero impietrita e impaurita, in preda alle lacrime, così corsi via, nella foresta. Continuai a correre, sperando che si preoccupasse, sperando di causarle un po’ di dolore con il mio comportamento irresponsabile. Ma sapevo benissimo che non avrebbe funzionato.
Sia io che lei sapevamo benissimo che sarei tornata, come sapevamo benissimo che ci saremmo riviste tra abbracci,baci , promesse di felicità e gioie future; ci saremmo guardate negli occhi e avremmo capito: ci saremmo perdonate, così, senza dire una parola.
Ma nel mio piccolo cuore c’era troppo orgoglio per tornare da lei senza un minimo di lotta, così decisi di passare la notte lì. Mi sistemai ai piedi di un grosso albero secolare, non distante più di una quindicina di metri dall’inizio della radura, in modo tale che, se avessi avuto paura, ero in grado sia di vedere i fuochi dell’accampamento, sia di tornarvici in qualsiasi momento. Mi sistemai in mezzo alle poche foglie ai piedi del tronco, e mi addormentai.
Il mio fu un sogno agitato, tormentato dagli incubi, dalle urla e dai pianti tanto che quando mi svegliai fu difficile distinguere i sogni dalla realtà.
Era ancora poco più dell’alba e, dato che non ero una figlia poi così terribile, decisi di tornare dalla mia famiglia. Ancora con in testa i miei incubi andai verso la radura e ,man mano che mi avvicinavo, cominciai ad avvertire qualcosa, ancora oggi non saprei ben indicare cosa fosse: forse solo unpresentimento senza fondamenta, o quell’innato sesto senso che hanno solo i bambini; fatto sta che in preda all’ansia cominciai a correre sempre più veloce verso la radura, e quando finalmente varcai il confine segnato dall’ultima fascia di alberi mi si presentò davanti un terribile scenario.
A quanto pare i miei non erano stati solo sogni.
 

Megalomane
Giornomondo
Grazie mille per aver letto il capitolo <3
Come state?
Io sto crollando dal sonno, mi si chiudono gli occhi, finisco qua e sarà meglio che vada a nanna.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto :)
Chissà cosa succederà, sono curiosa!
Ditemi cosa ne pensate, non so bene che cosa ne verrà fuori ma ho un’idea mezza carina :)
Grazie ancora per aver letto <3
Un bacione
_Hana

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