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di maple
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 ***
Capitolo 4: *** Chapter 4 ***
Capitolo 5: *** Chapter 5 ***
Capitolo 6: *** Chapter 6 ***
Capitolo 7: *** Chapter 7 ***



Capitolo 1
*** chapter 1 ***


chapter 1


« Scemo » Mi urla contro la mia futura moglie. Ho fatto l'ennesima cazzata e ora Layla è nuovamente arrabbiata con me. Le ho chiesto di sposarmi e ho pensato di dirlo anche alla sua famiglia, a cui non sono mai andato a genio, e ora si è infuriata perchè lei non voleva che sapessero niente finchè non fosse stato il grande giorno.
« Calmati, amore » Le rispondo cercando evitare un'altra litigata.
« Louis. Come faccio a calmarmi se non riesci a fare niente senza combinare disastri? » Grida nuovamente rinfacciandomi di essere un casinista. Lei è sempre stata la classica prfettina con genitori ricchi, una media scolastica altissima e una vita perfetta mentre io sono sempre stato il buffone della situazione.
« Sbagliare è umano » Le rispondo alzando la voce. Ora la litigata è assicurata.
« Si, ma tu sei un disastro ambulante. »
« Che vuoi che ti dica? Scusa se esisto, scusa se ci siamo incontrati, scusami se ti ho chiesto di sposarmi. Non puoi cancellare quello che è successo, ma se non riesci più a sopportarmi te ne puoi anche andare subito » Dico spalancando la porta.
« Allora addio » Urlà uscendo e sbattendosi la porta alle spalle. Non pensavo che lo avrebbe fatto. Non è la prima volta che litighiamo, ma non era mai successo che se ne andasse. La rabbia che provo a causa del suo ricordarmi sempre di non essere "alla sua altezza" viene sostituita dalla paura di perderla. Esco immediatamente in giardino per scusarmi e la chiamo, per attirare la sua attenzione. Lei, appena mi sente, mi viene in contro. Non me lo sarei mai apettato, pensavo di dovermi scusare in ginocchio per farmi perdonare, invece no. Probabilmente anche lei non vuole mandare all'aria tutto ciò che abbiamo costruito in questi anni. Attraversa la strada per raggiungermi, ma all'improvviso una macchina svolta l'angolo.
« Attenta » Le grido per avvisarla di spostarsi, ma è troppo tardi. La macchina la prende in pieno buttandola un paio di metri più avanti. Un uomo esce dalla macchina sbraitando, pensando di aver investito qualche animale e appena la vede le si avvicina per controllare che stia bene. Vorrei aiutarla, ma è come se fossi paralizzato, non riesco a muovere un muscolo. Se lei dovesse morire la mia vita finirebbe.
« Ragazzo chiama un'ambulanza » Mi urla l'uomo che la ha investita in preda alla disperazione mentre cerca di sentire se c'è ancora polso. Esco dal mio stato di trance e estraggo il telefono dalla tasca. Dico l'indirizzo della via e mi avvisano che un ambulanza sta per arrivare. Mi siedo sul marciapiede e aspetto che qualcuno venga per soccorrerla. Non riesco neanche ad avvicinarmi a lei. Ho paura che sia già morta, ho paura che muoia davanti a me, ho paura di non riuscire a dirle che andrà tutto bene e di scoppiare a piangere implorandola di non lasciarmi, ma nonostante la paura mi avvicino a lei.
« Lou » Sussurra appena mi vede. Mi inginocchio vicino a lei e le prendo la mano « Sto morendo »
« Non è vero. Andrà tutto bene. Ora arriverà un'ambulanza, ti porteranno in ospedale, e poi starai bene » Dico cercando di sembrare convincente.
« Non sai mentire » Bisbiglia talmente piano che a mala pena la sento.
Poco dopo l'ambulanza arriva. I paramedici ci fanno allontanare e la mettono su una barella per poi caricarla nel retro dell'ambulanza che immediatamente parte alla volta dell'ospedale.

Lunga vita agli Umpa Lumpa

Grazie a chiunque sia arrivato a leggere fino a qua :)
Da questo primo capitolo non si capisce molto bene la trama della storia ma dal secondo o dal terzo si capirà :)
Come prologo è breve, ma giuro che gli altri capitoli saranno più lunghi. 
Scusate se mi è scappato qualche errore di distrazione.
Potreste gentilmente lasciarmi una recensione da più di 10 parole plz (?)
PS Ho creato la trama di questa storia ispirandomi ad un film Va bhe... Me ne vado che è meglio

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


Chapter 2
 

Sono nella sala d'attesa. Layla è riuscita ad arrivare in ospedale ed è stata ore in sala operatoria. Hanno detto che l'intervento è riuscito senza complicazioni e che ora è stabile, ma non si è ancora svegliata dall'anestesia.
« Signor Tomlinson? » Mi chiama un dottore. Annuisco preparandomi mentalmente a pessime notizie.
« Si è svegliata » Mi dice poco dopo.
« P-posso vederla? » Chiedo. Dopo tutte queste ore in cui ho pianto e pregato che si salvasse devo vederla, per dirle che avevo ragione e starà bene, più per convincere me che lei.
« E' ancora un po' intontita a causa dell'anestesia,ma si. » Risponde.
Lo seguo fino alla stanza dove si trova Layla e entro immediatamente non curandomi di ciò che tenta di dirmi.
« Buongiorno » La sauto avvicinandomi « Come stai? »
« Stanca e mi scoppia la testa » Risponde « Può portarmi un aspirina? »
« Dovresti chiederlo ad un impiegato dell'ospedale »
« Perchè lei non lavora qui? » Chiede con un espressione confusa. Io faccio cenno di no con la testa.
« Allora... Chi sei? »
« Layla, sono il tuo ragazzo » A quest'affermazione scoppia a ridere. E' sempre stata una ragazza spiritosa, ma questo non è decisamente uno scherzo divertente. Sta per parlare quando la porta si apre ed entra una ragazza.
« Layla » Risponde correndole incontro, per quanto le è possibile a causa dei suoi altissimi e adorati tacchi  spillo. « Ciao Louis » Dice come per mandarmi via e recepisco il messaggio. Paige era sempre e solo stata la solita barbie senza cervello che è interessata solo a cosmetici e a trucchi alla quale , come a quasi tutti gli amici e i familiari di Layla, non vado a genio.
Appoggio l'orecchio alla porta per sentire ciò che si stanno dicendo.
« Ma chi è quello? » Chiede la mia ragazza riferendosi a me.
« Louis » Le risponde Paige con un tono parecchio schifato.
« E' impegnato? » Chiede dopo qualche secondo di silenzio.
« Si » risponde l'altra « Con te ».
Continuano a parlare di cose decisamente poco interessanti e smetto di ascoltare la loro conversazione.
Dopo poco vedo passare il dottore che mi ha accompagnato in quella stanza.
« Perchè non ha idea di chi io sia? » Chiedo sperando che ne sappia qualcosa.
« Amnesia. » risponde solamente. « Dovrebbe essere solo temporanea, niente di serio. E' questo quello che cercavo dirle prima. Fortunatamente sembra non avere scordato tutto, ma solo gli ultimi anni della sua vita.»
« E quanto durerà quest'amnesia? »
« Non posso dirlo con sicurezza. Forse giorni, forse mesi o anni. » Conclude entrando nella stanza e avvisando Paige che l'orario delle visite è concluso e che deve andarsene, lei annuisce ed esce dalla stanza.
« Perchè finge di non sapere chi sei? » Domanda perplessa. « Non che mi dispiaccia, ma fino a ieri ti voleva sposare. »
« Amnesia. Per colpa dell'incidente. » Rispondo alzando le spalle e con lo sgardo fisso nel vuoto.
« Magari il suo cervello cerca di farle capire che ti deve lasciare » Ipotizza subito dopo.
« Non essere ridicola. E' solo un amnesia temporanea. Non vuole dimenticarmi » Rispondo cercando di farle capire la scemenza detta poco prima.
« Devi solo trovare qualcosa che le faccia ricordare di te » Dice, questa e forse la prima cosa sensata che ha mai detto da quando la conosco. « Come in quella puntata dei simpson » Aggiuge. Ha appena rovinato con 6 parole ciò che aveva detto. Resto in silenzio. « Che ne dici? » mi domanda.
« Non penso sia una buona idea » Commento.
« E' un piano geniale » urla attrando l'attenzione di tutti i pazienti e i medici presenti nel corridoio. « E io posso aiutarvi. ovviamente solo perchè lei stranamente è felice con te, non perchè mi interessa dei tuoi sentimenti, Louis »
Ripensandoci potrebbe fuzionare e, anche se qualcosa andasse storto, non ho nulla da perdere.

LUNGA VITA AGLI UMPA LUMPA
Ho aggiornato dopo solo 4 giorni. amatemi ( se qualcuno segue questa storia ).
si capisce la trama: Louis deve riuscire a far ricordare alla smemorina che sono innamorati.
neanche questo capitolo è molto lungo, ma solo perchè sono i primi e servono come introduzione.
potreste lasciare una piccola recensione, giusto più di 10 parole. perfavore.
Al prossimo aggiornamento, che sarà o martedì o venerdì.

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Capitolo 3
*** Chapter 3 ***


 

Chapter 3

Entro nella stanza dell’ ospedale e mi siedo su un angolo del letto.
« Com’è possibile che non ti ricordi di me? » Chiedo senza neanche salutarla. Mi sembra impossibile che da un giorno all’altro una persona possa dimenticare tutto a causa di un colpo alla testa.

« Com’è possibile che non ti ricordi del giorno in cui ci siamo conosciuti? » Erano passati diversi anni da quel giorno, ma me lo ricordo come se fosse successo ieri. A quel tempo stavamo ancora al liceo. Io avevo iniziato a lavorare in un bar, giusto per guadagnare qualcosa in modo da non dover assillare i miei genitori ogni volta che desideravo qualcosa. Era quasi finita la giornata e fuori diluviava. Non c’era anima viva nel locale e ad un certo punto entrò una ragazza . Era completamente bagnata per colpa della pioggia. Aveva i capelli rossi, appiccicati al viso, da cui cadevano alcune gocce di pioggia, le scarpe completamente infangate e con un tacco rotto in mano e il trucco sugli occhi le era calato e la faceva assomigliare ad un panda. Insomma, non era decisamente un bello spettacolo, ma qualcosa la rendeva diversa, speciale. Si mise a sedere su uno degli sgabelli accanto al bancone.
« Un cappuccino decaffeinato con molta schiuma » Chiese gentilmente prendendo il telefono che le squillava insistentemente nella borsa. « Certo raggio di sole » Risposi preparando il caffè.
« Ragazzo geloso? » Ipotizzai porgendole il suo ordine
« No. Capo insopportabile » Rispose cercando di aprire una bustina di zucchero, ma fece troppa forza e appena strappo la parte superiore della busta tutto lo zucchero si sparse per il bancone.
« Scusa » Rispose imbarazzata « Almeno adesso anche il bancone è dolce » Rispose cercando di aprire un’altra bustina di zucchero e stavolta non sparse il suo contenuto dappertutto.
Appena stava per bere il cappuccino le arrivò l’ennesimo messaggio e, appena lo lesse, sbuffo.
« Devo andare » Mi salutò alzandosi e dirigendosi verso l’uscita.
« Non mi dici neanche come ti chiami » Dissi un po’ deluso.
« Layla » Urlò quando era già fuori.


« Com’è possibile che non ti ricordi la prima volta che siamo usciti insieme? »
Da quella volta ogni giorno Layla veniva al bar. Erano passati tre mesi dalla prima volta in cui ci avevo parlato ed eravamo diventati amici. A furia di parlare avevo scoperto parecchie cose su di lei. Mi aveva detto di lavorare per un importante rivista di moda anche se i suoi compiti lì si limitavano a portare il caffè al suo capo, a rispondere al telefono, prenotare voli e hotel per quando i giornalisti andavano a aventi di moda, come la settimana della moda di New York. Mi raccontava le figuracce che faceva quando sbagliava a scrivere i nomi degli stilisti o alcune pronunce francesi. Mi raccontava della sua vecchia vita a Chicago e a quanto avrebbe voluto tornarci. Mi era sempre piaciuta sin da quando la avevo vista e avevo deciso di chiederle di uscire. Era seduta come sempre davanti al bancone a sorseggiare il cappuccino.
« Volevo chiederti… » Cominciai, ma lei mi interruppe.
« Anche io volevo chiederti una cosa » Disse
« Cosa? » Chiesi curioso.
« Vuoi uscire con me. Intendo un appuntamento »
« Stavo per chiedertelo io » Ammisi.
« Lo hai detto solo perché lo ho detto io » Ribbattè sicura di avere ragione « Allora dove mi porti, Romeo? »
« Al cinema » Risposi dopo averci pensato un po’.
« Ma come sei romantico » Disse ironicamente prima di uscire « A stasera »
***
Eravamo davanti ai cartelloni sulla parete del cinema cercando di scegliere cosa andare a vedere.
« Questo » urlò indicando un film horror
« Ti lamenti che non sono romantico e poi vuoi andare a vedere un horror? Sei strana ragazza. Perché non vediamo questo » Risposi indicando una commedia romantica. Cercavo in tutti i modi di convincerla a non vedere quel film perché a causa della mia paura avrei rovinato tutto.
« Louis, noi vediamo l’horror » Disse trascinandomi a prendere i biglietti e poi in sala.
Ci sedemmo a metà sala e dopo un quarto d’ora abbondante di pubblicità il film iniziò. Cercai di farmi coraggio, ma alla prima scena horror dopo un urlo uscii dal cinema e mi andai a sedere sul marciapiede davanti al cinema.
« Sai che urli come una donna » Disse Layla dopo avermi raggiunto. Ero talmente in imbarazzo che non risposi.
« Potevi dirmelo che avevi paura. Andavamo a vedere un altro film. » si sedette sul marciapiede accanto a me.
« Già non sono minimamente alla tua altezza, poi ti dico anche che sono un codardo. Ho perso ogni possibilità » Ribattei subito dopo.
« A me tu piaci indistintamente da una paura » Disse prendendomi la mano.
« Davvero? » Chiesi incredulo.
« Certo, scemo »


« Com’è possibile che non ti ricordi quando ti ho chiesto di sposarmi » Avevamo deciso di andare a vivere insieme. stavamo ancora portando dentro gli ultimi scatoloni.
« Sfaticato aiutami » La sentii urlare. Aveva in mano una pila di scatoloni che probabilmente pesava più di lei.
« Certo tesoro » Dissi poggiando gli scatoloni che aveva in mano a terra. « Però questo lo prendi tu » Gli porsi una piccola scatolina.
« Si» la prese « Ma ora porta dentro quegli scatoloni, Superman »
« Ai suoi ordini raggio di sole » risposi chiamandola con il soprannome che le avevo dato appena l’avevo incontrata e che le dava davvero fastidio. Presi gli scatoloni e li portai dentro.
« Perché non guardi cosa c’è nella scatolina » chiesi dopo aver portato tutto in casa. Lei annui, estrasse la scatolina dalla tasca e la aprì.
« Vuoi sposarmi? » Chiesi inginocchiandomi
« Certo » Urlò saltandomi praticamente addosso.
« Non ci speravo più che me lo chiedessi » Mi bisbigliò all’orecchio.


« Non lo so come è possibile e vorrei tanto ricordare chi sei, ma per me ora sei solo un estraneo. Ora puoi uscire? » Dice cacciandomi praticamente fuori dalla stanza.

Lunga vita agli umpa lumpa
Eccomi di nuovo qui a rompere :) 
Che dire, ho voluto spiegare un po' la storia prima dell'incidente con questo capitolo.
Mi piace più degli altri, anche se non c'è un vero e propio motivo.
Penso si capisca più che bene, ma le parti in  corsivo sono quelle raccontate da Louis, e le poche righe scritte normalmente sono quelle che stanno succendendo. Ok, si capiva molto meglio prima che lo spiegassi, ma pazienza.
Al prossimo capitolo ( che dovrei pubblicare questo week end. )

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Capitolo 4
*** Chapter 4 ***


chapter 4

Apro lentamente gli occhi. Guardo le pareti della stanza, bianche, ma ricoperte di decine di scritte colorate. Mi alzo dal letto e inizio a leggerle una ad una.
"Non scordarti mai che ti amo" È scritto a caratteri cubitali in rosso, vicino all'armadio. Layla lo aveva scritto la prima volta che avevamo litigato perchè mi ero ingelosito di un ragazzo che ci provava ripetutamente e lei non le avea detto di essere già impgnata.

" Ti o amata prima io " Scritto sopra la scrivania, lei quando lo avva visto aveva preso un pennarello e lo aveva sbarrato per poi scrivere "No, io ti ho amato prima " Appena lo aveva cancellato la scritta avevo pensato che non pensasse fosse vero, ma poi avevo visto la sua risposta.

Ci sono molte altre scritte, ma decido di non leggerle per l'ennesima volta e scendo in cucina. Mi direggo verso il frigo. la superfice è interamente ricopert di bigliettini con su scritti appuntamenti, compleanni e numeri di telefono di parenti e amici.
Lo apro e prendo il latte per poi versarlo in una tazza. Appoggio la tazza sul tavolo e mi siedo.
Vicino a me c'è una pila di numeri delle passate edizioni della rivista dove lavora Layla, le aveva messe lì qualche giorno prima dell'incidente perchè il suo capo le aveva detto di leggerle.
Il campanello suona e vado ad aprire.
« Ciao Harry » Saluto il mio migliore amico facendolo entrare in casa. lui si guarda intorno con un espressione disgustata.
« Che c'è che non va,amico? » Chiedo perplesso. Il salotto non è molto ordinato, ma è sempre stato così e sempre lo sarà.
« Queste » Dice prendendo in mano un paio di scarpe con il tacco buttate vicino alle scale. « Da quando indossi i tacchi »
« Sono di Layla. » Rispondo « Sai lei vive con me »
« Viveva. » Mi corregge « Hai la possibilità di liberarti di tutte le tue cose e soprattutto di lei, approfittane »
« Non voglio liberarmene »
« Andiamo amico, puoi trovare di meglio »
« Non c'è di meglio » Rispondo alzando il tono di voce.
« Se lo dici tu » Bisbiglia « Comunque dovresti oridinare, magari potresti spostare tutte le sue cose in soffitta »
« No, poi le dovrei rispostare quando torna a vivere qui »  Rispondo ovviamente. Lui sta per dirmi che non tornerà mai qui, ma resta in silenzio.
« Tu non dovresti andare a lavorare? » Chiede poco dopo
« Non ne ho voglia » Rispondo butandomi sul divano.
« Muoviti » Dice alzandomi a forza e spingendomi verso la porta.
Lo ascolto ed esco da casa. Salgo in macchina e metto in moto. Mi dirigo verso il bar, ma è inutile dire che dopo neanche duecento metri inizia il traffico. Odio New York.
Accendo la radio, ma a causa del suono dei clacson non riesco a sentire niente.
Dopo venti minuti abbondanti di fila accosto la macchina e decido di andare a piedi. La giornata non poteva iniziare peggio di così.
Il marciapiede è affollato e ogni secondo una persona ti viene addosso, senza neanche preoccuparsi di scusarsi continua a camminare.
arrivo davanti al bar ed entrai.
« Ciao Louis » Mi saluta Dakota. Lavora qui con me da qualche mese. I genitori l'hanno cacciata di casa e lei si è dovuta trovare un lavoro.
« Ciao » Rispondo levandomi la giacca.
« Che brutta cera » Esclama guardandomi.
« Layla » Rispondo solamente cercando di farle capire che non ho voglia di parlarne, ma lei ovviamente non ci arriva.
« Vi siete lasciati? » chiede con un tono fin troppo felice « Mi dispiace » aggiunge poi fingendosi dispiaciuta.
« Non ci siamo lasciati. C'è stato solo un piccolo imprevisto » La correggo. Lei alza le spalle e inizia a limarsi le unghie.
Il tempo passa lentamente. Sto versando un caffè ad un ragazzo quando vedo Paige entrare. Caccia il ragazzo dallo sgabbello su cui era seduto e beve il suo caffè.
« Bhe? Ancora qua? » Dice al ragazzo facendogli intendere che deve andare via.
« Ho in mente un piano geniale » Continua per poi raccontarmelo.
« Non funzionerà mai » Dico bocciando la sua idea.
« Perche? » Dhiede arrabbiata per la mia risposta.
« Perchè lo hai pensato tu » Rispondo iniziando a ridere mentre lei sembra offesa.
« Senti idiota dei miei stivali, se non vuoi farti una doccia di caffè bollente ti conviene seguire il mio piano. Capito? » Chiede e io annuisco.
« Ma... » Inizio a lamentarmi.
« Niente ma » Mi zittisce e esce.
« Sei sicuro che quella ragazza non abbia problemi mentali? » Mi chiede Dakota dopo aver assistito alla scena.


Lunga vita agli umpa lumpa
No tranquilli, non sono morta. I  miei professori si sono solo coalizzati mettendo 6 interrogazioni a tappeto e verifiche in una settimana. Stronzi.
Il capitolo è abbastanza schifoso, corto, di passaggio, scritto male  chi più ne ha più ne metta, ma pazienza è il massimo che sono riuscita fare TT
Spero che vi piaccia lo stesso.
Al prossimo capitolo, che spero di non pubblicare dopo 9 giorni

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Capitolo 5
*** Chapter 5 ***


chapter 5


Louis

« Sei davvero sicura? » Chiedo a Paige.
« Ovvio » Risponde « E guarda la strada, non me »
« Penserà che sono pazzo » Dico convinto. Oggi dimettono Layla e il piano geniale di Paige è portarla a casa nostra e sperare che vedendo le foto, le scritte sui muri e tutto il resto le torni la memoria.
« No » Mi rassicura la bionda seduta accanto a me « Pensa già che tu lo sia » Aggiunge per poi scoppiare  ridere. Ho una gran voglia di aprire la portiera e buttarla fuori dalla macchina, o meglio ancora ucciderla e poi seppellirla da qualche parte nel bosco. No,ok. E' odiosa, insopportabile, stupida, egoista e egocentrica, ma è sempre la migliore amica di Layla.
La fulmino con lo sguardo.
« Guarda la strada » Mi sgrida « So di essere bella, ma non serve guardarmi in continuazione » Sto per uccidere quella ragazza.



Layla

« Una firma qui e poi può andare » Dice gentilmente un infermiera porgendomi alcuni fogli.
« Grazie e arrivederci » Rispondo sforzandomi di sorridere.
Esco dall'ospedale, finalmente. Dopo più di una settimana lì dentro non ne potevo più. Cerco la macchina di Paige. Ma qual'è la sua macchina? Cammino per tutto il parcheggio sperando di vederla, ma con scarsi risultati.
« Tesoro » Sento urlare dopo qualche minuto di ricerca e vedo la mia migliore amica corrermi incontro.
« Dovevi aspettarmi dentro » Mi ricorda.
« Pensavo di essere in grado di trovare un'auto parcheggiata » Rispondo abbassando lo sguardo. Se non sono in grado di riconoscere una macchina come potrò mai riprendere la mia vecchia vita. Come farò per esempio a uscire di casa, se poi potrei non ricordarmi la strada per tornarci? Come farò a tornare a lavorare senza sapere niente di quello che è successo fin ora?
Paige mi trascina verso l'auto e entriamo.
« Ciao » Saluta il ragazzo al volante, Louis mi sembra.
Silenzio. per tutto il viaggio ci fu un lunghissimo e imbarazzantissimo silenzio tranne per qualche insulto di Paige sul modo di guidare di Louis, che però non si proccupava minimamente di rispondergli.
« Dove andiamo? » Chiedo all' improvviso.
« A casa di Louis » Risponde Paige « Nonostante tu venga a vivere a casa mia penso che dovrest prendere vestiti, scarpe, borse e tutto il resto. No? »
« Dovremmo andare a casa mia, non sua » Dico. Sarà anche il mio ragazzo, ma la mia roba lì quanta potrà mai essere?
« Ma noi viviamo insieme » Questa volta è Louis a parlare. Ma quanti anni della mia vita ho scordato?
Dopo qualche minuto Louis accosta l'auto e scende.
« Vieni » Dice dopo un po' notando che non mi sono mossa.
Esco anche io dalla macchina ed entriamo in casa. Il disordine regna sovrano qui dentro. Vestiti, scarpe, riviste e mille altre cose sono sparse nella stanza.
« Che c'è? » Mi chiede dopo aver visto la mia faccia scioccata.
« Sembra che sia scoppiaa una bomba qui dentro » Dico sull'orlo di una crisi isterica dovuta al disordine.
« C'è solo roba tua qui » Si giustifica. In effetti ha ragione. A meno che non mi nasconda qualcosa non credo che indossi gonne, scarpe col tacco o borse.
Vado nella camera da letto per prendere il più in fretta possibile ciò che mi serve e andarmene da questo porcile.
« Ma che è successo a questo muro » Urlo dopo essere entrata nella stanza. Decine di scritte di colori sgargianti lo ricoprono intermente.
« Dovresti riverniciarlo » Gli consiglio. Così non è che sia propio il massimo.
« Hai fatto tu tutte quelle scritte. » Dice. Non è possibile, non farei mai una cosa del genere.
Prendo in fretta e furia i miei vestiti e me ne vado.



Louis

Il piano non ha funzionato. Si è impressionata vedendo la casa, ma sicuramente non in modo positivo.
Forse ha ragione Harry. Forse dovrei davvero lasciar stare e rassegnarmi. E' schifata dalla sua vita e soprattutto da me.
I miei pensieri vengono interrotti da un messaggo sul cellulare.
Lo estraggo dalla tasca e lo leggo. E' di Paige.
"Il piano A non ha funzionato, ma con il B andrà meglio. E' un piano geniale, astuto. Insomma perfetto "
" Dimmi che non hai piani per tutte le lettere dell'alfabeto " Le scrivo.
" No. Ci sto ancora lavorando per il momento sono al piano R " risponde, spero, scherzando. 




lunga vita agli umpa lumpa

che ne pensate del capitolo? So ch non è un granchè, ma spero che vi piaccia <3
Non so propio che dire, quindi questo spazio autrice sarà più corto degli altri.

Ps: grazie per tutte le recensioni che avete lasciato alla storia. Vi adoro <3. Se non avete problemi recensireste anche questo? Vorrei davvero sapere le vostre opinioni, specialmente quelle critiche perchè spero di riuscire a migliorare e scrivere in maniera decente.
Baci. Alla fine con questo Ps lo spazio autrice è diventato lungo, ma sono dettagli u.u

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Capitolo 6
*** Chapter 6 ***


Chapter 6

Louis

 Mi siedo all'ombra di una quercia. Il secondo geniale piano di Paige, a parer mio con ancora meno possibilità di riuscita del primo, consiste nel farci incontrare in questo parco, dove andavamo spesso. Sinceramente quando mi aveva detto che questa era la sua grande idea pensavo scherzasse, ma poi ho capito che era seria.
Non ho la più pallida idea di che cosa fare. Ho paura di sbagliare qualcosa, magari di fare qualche battuta e offenderla, di fare una delle mie solite figuraccie o altro.
Sono completamente perso nei miei pensieri quando sento qualcosa o meglio qualcuno picchiettarmi sulla spalla. Mi giro e vedo Layla sedersi accanto a me.
Silenzio. Un imbarazzantissimo silenzio. Lei non parla e neanche io oso farlo.
« Come mai mi hai portato proprio qui? » Chiede dopo un po'.
« E' un bel posto, non credi? » Rispondo.
« Non pensi che sarebbe stato megli portarmi a fare shopping o in un ristorante chic? » Domanda.
« Tu li hai sempre odiato passare le ore in qualche minuscolo camerino a provarti vestiti e dici che i ristoranti con i camerieri in giacca e cravatta sono da snob » Dico. Era sempre stata il tipo che preferiva una pizza ad un'aragosta  e quella domanda mi aveva sorpreso.
« Hai ragione. Mi conosci davvero bene. »
Un altro silenzio, ancora più imbarazzante del primo.
« Vieni » Esclamo poco dopo alzandomi in piedi.
« Perchè? » Mi chiede. E' talmente pigra che non ha nemmeno intenzione di alzarsi.
« Mi hai chiesto perchè ti ho portato propio qui, ora te lo faccio vedere »
« Ok » risponde porgendomi la mano per alzarla da terra. La aiuto ad alzarsi e la porto nel bosco.
« Chiudi gli occhi » Le sussurro nell'orecchio
« Come cammino tra i boschi con gli occhi chiusi? » Ha ragione.
« Salimi sulla schiena » Le dico e lei dopo un attimo di esitazione lo fa.


« Ci siamo? » Chiede per l'ennesima volta.
« No » Le rispondo.
« Ma io mi annoio » Si lamenta. Si comporta come una bambina, come sempre e questo la rende ancora più adorabile.
« Tu non hai 50 chili sulla schiena » Dico.
« 49 » Mi corregge immediatamente.


« Siamo arrivati » Esclamo appogiandola a terra. « Puoi aprire gli occhi »
Lei fa come ho detto e rimane meravigiata dal paesaggio. Davanti a noi c'è un piccolo lago, alcune farfalle svolazzano nell'aria, il prato pieno di margherite bianche e il tramoto, che rende tutto perfetto.
« Che bello » Esclama.
« Già e poi qui c'è il nostro albero » Dico indicando una quercia poco distante.
« Albero? » Chiede perplessa
« Si. tutti hanno una canzone e invece noi, che siamo originali, abbiamo un albero » Affermo facendola scoppiare a ridere.
Lei si avvicina all'albero e appena vede la corteccia le scappa un sorriso. Sono presenti numerose incisioni, tutte fatte da noi qundo venivamo qui. Questo posto era il nostro piccolo segreto, c'eravamo sempre e solo noi e potevamo star tranquilli.
« Che ne dici di un tuffo? » Chiede avvicinandosi alla riva.
« Si, ma da lì » Rispondo indicando un ramo posto sopra il lago, lei mi guarda perplessa.
« Ti arrampichi e poi salti » Spiego.
« Solo un idiota come te si tufferebbe da là » dice non sapendo che l'ha sempendo che l'ha sempre fatto.
« Anche tu lo facevi sempre prima, raggio di sole » le ricordo.

« Ho paura » grida stringendo la corteccia per paura di cadere.
« Dai ti sei già arrampicata, il peggio è passato. devi solo saltare » le rispondo battendo i piedi per restare a galla.
« Te lo scordi » risponde continuando ad abbracciare stretta l'albero. io torno a riva e la raggiungo sul ramo.
« Non odiarmi » le dico prima di prenderla in braccio  buttarmi insieme a lei in acqua.

« Sei pazzo » urla dopo essere emersa dall'acqua.
« Se non ti aiutavo saresti rimasta lì per ore » dico cercando di giustificare la mia azione.
« Potevi avvisami che mi buttavi » si lamenta
« Poi dove era il divertimento » rispondo schizzandola.
« Ora vedi come mi diverto io » iniziamo a schizzarci e a giocare come bambini.

Dopo un po' usciamo dall'acqua e torniamo al parco.
« Mi sono divertita oggi » dice sorridendo « ma scusami, ancora non mi ricordo di te »
« Non mi interessa, ti farei ri innamorare di me ogni giorno » bisbiglio in modo che non mi possa sentire
« Che hai detto? » chiede subito dopo non avendo capito le mie parole.
« Niente di importante » rispondo.

 
Paige 

Sento la porta chiudersi e vado in salone. Appena attraverso la porta vedo Layla che ride come una pazza.
« Tutto bene? » Chiedo preoccupata.
« No » Risponde semplicemente andandosi a sedere sul divano. Aspetto che mi dia una spiegazione, ma non succede.
« Perchè? » domando dopo sperando di capire il suo comportamento.
« E' un ragazzo fantastico e oggi è stato perfetto » Quindi? La ragazza è parecchio strana. Una persona non si comporta da pazza solo per appuntamento fantastico, o almeno io non lo farei. Evidentemente assumo un espressione confusa e lei continua. « Ma per me è un completo estraneo e mi sento terribilmente in colpa »
Merda. Inizio a pensare che io e Louis abbiamo perso in partenza. Forse è un'amnesia temporanea e, senza il nostro intervento, passerà, ma se non lo fosse? Forse è meglio smettere di provare. Improvvisamente inizia a vibrare il telefono, segno che è arrivato un messaggio. Ovviamente e da Louis e chiede se sia migliorato qualcosa.
" No, forse è meglio smettere " Rispondo mettendo una faccina triste a fne messaggio. Sono davvero dispiaciuta, ma la convinzione di riuscire nel mio intento che aveva fino a poche ore fa e stata sostituita dalla paura di illudere Louis che qualcosa cambierà e farlo soffrire ancora di più quando se ne accorgerà anche lui.
" Fino a ieri hai detto di avere decine di idee e ora vuoi rinunciare" Mi scrive. Proveremo qualcosa di meglio, ci penseremo insieme e ci riusciremo.


Lunga vita agli umpa lumpa
Ciao meraviglie :) Come va? * Cerca di cambiare discorso e di non parlare del capitolo*
Mi scuso per aver aggiornao dopo più di una settimana, ma avevo il capitolo a metà e la forza di continuarlo era pari a zero.
Ho scritto l'ultimo pezzo in neanche un'ora quindi già mi immagino la merda di cane che ho postato >.<
Ho iniziat una nuova fan fiction, piuttosto particolare, se avete voglia di passare cliccate il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1826986&i=1

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Capitolo 7
*** Chapter 7 ***


chapter 7


Layla

Oggi è il gran giorno. Ricomincio la mai vita. Ricomincio a lavorare.
Sveglia alle sei. Devo essere a lavoro prima del mio capo. Sono l'assistente della direttrice di una delle riviste di moda più famose al mondo.
Struccata, vestita senza far caso agli abbinamenti scendo in cucina, per fare colazione.
Entro nella stanza e noto che c'è già Paige.
« Giorno » La saluto versando un po' di caffè in una tazzina.
« Layla. E' tardi, preparati » Mi sgrida la mia migliore amica, senza neanche salutarmi.
« Sono pronta » Le rispondo. Lei scoppia a ridere.
« Perchè ridi? » Le domando perplessa.
« Vuoi davvero andare a lavoro così? » Chiede alzando un soppracciglio. Guardo i miei vestiti. Non saranno il massimo, ma non mi sembra che stia così male vestita così. Annuisco.
« Lavori per una delle più famose riviste di moda al mondo, devi vestirti bene » Mi dice. Non solo pretendono che sia lì così presto, ma devo anche vestirmi alla moda?
« Vai » Paige mi spinge verso le scale.

Mezz'ora dopo esco di casa.
Sono in ritardo. Ho perso tempo a truccarmi e ad abbinare le scarpe con la borsa, cose di cui non potrebbe interessami di meno e, in più, camminare con dei tacchi da dieci centimetri non è propio il massimo.
Cerco l'indirizzo della redazione su google maps, me l'hanno spiegato più volte, ma ho paura di perdermi.
Dopo dieci minuti arrivo in ufficio.
« Ma quanto ci hai messo? » Esclama una segretaria appena mi vede. « La puntualità è una dote fondamentale » Aggiunge un'altra.
Cammino per il corridoio. Non c'è nessun altro oltre a me, probabilmente sono tutti dentro le stanze a svolgere il loro lavoro.
Vedo una ragazza venirmi in contro. Ha lo sguardo infuriato e cammina velocemente, per quanto i tacchi le permettano, verso di me.
« Perchè sei in ritardo? » Mi urla contro. Sono solo pochi minuti, non è un dramma. Improvvisamente il suo sguardo si addolcisce.
« L'importante è che sei di nuovo qui » Aggiunge dopo « Miranda è infuriata e chiede di te » Aggiunge. Miranda dovrebbe essere il capo.
Mi trascina letteralmente davanti ad un ufficio.
« Bentornta all'inferno. » Mi sussurra all'orecchio prima di spingermi dentro l'ufficio. Ho un brutto presentimento.

 
Louis 

Arrivo davanti casa di Paige. Dobbiamo inventarci qualcosa e, visto che Layla oggi è tornata a lavoro, abbiamo deciso di vederci a casa loro per organizzare qualcosa.
Suono il campanello e aspetto che Paige venga ad aprirmi.
Aspetto, ma nessuno si degna di aprirmi. Magari non ha sentito, quindi inizio a suonare ripetutamente.
Dopo qualche secondo e diverse imprecazioni, la bionda apre la porta.
« Potevi aspettare, invece che rompermi i timpani con il suono di quell'odioso campanello » Si lamenta e mi lascia entrare.
« Già isterica di prima mattina, wow ragazza » Dico scherzando e lei mi fulmina con lo sguardo.
« Allora? » Chiede poggiando le mani sui suoi fianchi « Perchè sei qui? »
Questa ragazza non sta bene. Poche ore prima mi dice di venire a casa sua e quando sono lì mi chiede il perchè della mia presenza.
« Mi hai chiesto tu di venire » Le ricordo.
« Certo che lo so, scherzavo » Risponde cercando di mentire, anche se dal tono della sua voce si capisce chiaramente che se ne era dimenticata « Non hai un minimo di senso dell'umorismo » Aggiunge.
« Hai qualche idea? » Chiede dopo un po' mentre si sdraia sul divano.
« Veramente no »
« Per tua fortuna ci sono io » Dice prima di spiegarmi cosa ha in mente.

Lunga vita agli umpa lumpa
Eccomi tornata, con un capitolo totalmente di passaggio, corto, brutto e scritto di fretta, ma sono tornata.
Scusate se pubblico dopo così tanto, ma ho visto che c'erano solo due recensioni al capitolo scorso e quindi ho pensato che non tutti avessero letto, poi ho realizzato che nessuno, se non quei due angeli, hanno avuto il coraggio di recensire quella schifezza.
Al prossimo capitolo

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