Non pensavo potesse succedere a me-Sequel-

di Sasuke Uchiha_10
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2:Rimorsi e dolore ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3:Solo per il tuo bene ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4:Squadra 8:Kaito Yamanaka,Reira Yamanaka e Shou Uzumaki ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 

 


 

 

 

Spero che recensirete in parecchi! Soprattutto i vecchi fan! ^^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

< Ti vorremmo sempre bene Daisuke, non te lo scordare mai

> una voce dolce, rotta dall emozione, un volto che adesso era soltanto un vago ricordo.<br />

< Se avrai bisogno di noi saremo sempre con te

> una voce profonda, rassicurante, un altro volto seppellito dalla memoria nel quale si intravedevano solo i due occhi scuri.<br />

Un dolore all

altezza del cuore.<br />

Come se si fosse spezzato con un sottile crack.

<br />

Altre parole soffocate da un rombo spaventoso, talmente forte da credere di essere diventati sordi.

<br />

Quelle che erano solo confusi ricordi non ci sono più

adesso ad accoglierlo c è solo il buio<br />

<

 

br />

Si svegliò di soprassalto, il volto diafano coperto dal sudore il fiato corto.

<br />

Strinse gli occhi mentre serrava le mani sui capelli neri corti, non ancora

basta<br />

Ancora quell

incubo<br />

Neanche la notte poteva avere pace

<br />

Alzò le coperte candide del letto, scoprendo il fisco non più di un bambino, ma di un bel diciassettenne.

<br />

Il più bel Chunin del Villaggio di Konoha., nonché fra i più forti della sua classe.

<br />

Andò verso la finestra, aprì le tapparelle che mostravano in tutta la loro maestosità la montagna degli Hokage.

<br />

L

ultimo volto, quello del sesto Hokage, era scolpito nella roccia.<br />

La somiglianza con il quarto era impressionante, l

unica differenza fra loro erano i tre piccoli graffi che solcavano la guancia di suo zio, Naruto.<br />

Sorrise appena abbassando lo sguardo, incontrò un gruppo di ragazze che lo guardavano rosse in volte e ridacchiavano fra loro, solo in quel momento si ricordò di essere in boxer.

<br />

Richiuse in fretta la finestra tirando le tendine, ci mancava solo che anche quelle gli girassero attorno come api nel miele per peggiorare la situazione.

<br />

Qualcuno bussò alla porta scura con poca delicatezza.

<br />

<

 

br />

< Daisuke svegliati! E

pronta la colazione! > gracchiò la voce di sua nonna materna dietro al legno della porta.<br />

< Arrivo

> rispose senza entusiasmo infilandosi i pantaloni della tuta.<br />

"

 

Che palle…” pensò aprendo la porta incontrando il volto, un tempo aggraziato, ora ricoperto di rughe della parente.<br />

< Muoviti! La zuppa di verdure è pronta! > lo sgridò mentre si allontanava verso la camera matrimoniale con il cesto dei panni sotto il braccio.

<br />

< Muoviti! La zuppa è pronta! > la scimmiottò dirigendosi verso la cucina trascinando i piedi, dove incontrò il nonno nascosto dietro il giornale, da dietro di esso usciva una piccola colonnina di fumo grigio.

<br />

< ‘giorno

> lo salutò, ma l anziano si limitò a voltare la pagina senza degnarlo di risposta.<br />

<

 

br />

Il ragazzo alzò i sopraccigli sedendosi sul vecchio sgabello, la zuppa di verdure era di un verde acceso ed era sicuramente un avanzo della sera prima, naturalmente era fredda di frigo.

<br />

Era troppo chiedere a sua nonna di sfamarlo decentemente, d

altronde lui era il frutto dei lombi di un traditore, sapeva perfettamente che alla sua ava non interessava che lui fosse suo nipote.<br />

Rimaneva prima di tutto un traditore.

<br />

Prese il cucchiaio e assaggiò la minestra, doveva pur sempre mangiare.

<br />

Ne lasciò metà sapendo che l

avrebbe rincontrata a pranzo, ma non riusciva a mandarne giù un altro boccone.<br />

Si alzò andando ad indossare una maglia a maniche lunghe nera e dei pantaloni fino al ginocchio grigi, non c

era niente di più colorato nel suo guardaroba, indossò il coprifronte, anch esso nero sulla testa .<br />

Uscì di casa senza neanche salutare sapendo che sarebbe stato completamente inutile.

<br />

Quel giorno il sensei aveva dato loro appuntamento davanti ad uno dei cancelli della Foresta della Morte.

<br />

Poteva prendersela con calma, tanto il loro maestro era sempre in ritardo ed era sicuro che anche oggi non avrebbe fatto eccezione

<br />

<

 

br />

I raggi del sole mattutino accarezzarono il volto leggermente ovale della ragazza assopita fra le coperte del letto sotto la finestra nella grande villa Hyuuga.

<br />

I lunghi capelli castani erano raccolti in due code alte e le ricadevano sul viso latteo ancora addormentato.

<br />

Una donna dai lunghi capelli neri legati infondo da un piccolo fiocco azzurro, le si avvicinò togliendole le lunghe ciocche di capelli dal volto.

<br />

<

 

br />

< Nami svegliati, fari tardi per l

allenamento con i tuoi compagni di squadra > le disse dolcemente svegliandola.<br />

< Mamma

ciao > la salutò aprendo gli occhi nivei e stiracchiandosi.<br />

< Vestiti o fai tardi > le disse nuovamente Hinata uscendo dalla stanza.

<br />

<

 

br />

La ragazza si vestì con una maglia che le lasciava scoperto l

ombelico e la braccia che sfumava dal blu notte al ceruleo, le gambe erano fasciate da dei pantaloni che le arrivavano sopra le ginocchia anch essi blu, trattenuti all altezza della vita da un cintura di stoffa bianca. <br />

Il coprifronte lo legò all

avambraccio destro mentre si assicurava la fondina con gli shuriken e i kunai sulla gamba sinistra.<br />

Scese in cucina passando per la palestra, dalle porte scorrevoli socchiuse scorse la figura della zia, Hanabi, allenarsi con il nonno che nonostante la tarda età era ancora uno fra i più forti ninja del clan.

<br />

Sul lungo e grande tavolo nella sala da pranzo vide una bella colazione fumante aspettarla, ma non riuscì a mangiarne neanche un boccone, il suo stomaco era in subbuglio.

<br />

Superò in punta di piedi la cucina dove la madre stava rigovernando i piatti usati da suo padre, che visto la sua assenza era sicuramente già uscito, se l

avrebbe vista andarsene senza aver fatto colazione l avrebbe costretta a mandar giù almeno un po delle uova.<br />

Ma adesso doveva andare nella Foresta della Morte per l

incontro con i suoi compagni di squadra.<br />

<

 

br />

I primi raggi del disco solare avevano illuminato la folta vegetazione che illuminava la radura dove un ragazzo dai capelli neri tagliati in un ordinato e preciso baschetto si stava allenando circondato da armi di vario genere, che andavano dai semplici kunai alle katane.

<br />

Ad ogni suo calcio dato nell

aria la tuta verde evidenziatore molto attillata si tendeva seguendo ogni suo movimento.<br />

Il sudore veniva asciugato dal coprifronte di stoffa rossa fermato sulla fronte.

<br />

<

 

br />

<

novantotto, novantanove, cento,centouno, centodue > contava a voce bassa mentre gli occhi marroni scomparivano dietro alle folte sopracciglia ad ogni espressione di sforzo.<br />

<

 

br />

Un uomo comparve dagli arbusti osservando soddisfatto il figlio allenarsi.

<br />

<

 

br />

< Continua così Gai Junior! Duecento e per oggi hai finito! > gli urlò alzando il pollice verso di lui, il ragazzo si fermò improvvisamente.

<br />

< Papà

chiamami solo Junior e poi sono stanco e devo ancora allenarmi con il sensei! > si lamentò con il fiatone mentre si piegava sulle ginocchia.<br />

< Che cosa sentono le mie orecchie! Senza allenamento non si ottengono risultati! Vuoi superare Neji

ehm l Uchiha, no? Allora allenati! > lo rimproverò.<br />

< Oss! > (significa

"si, signore" nel karate)<br />

<

 

br />

Junior non fece in tempo a dare un

altro calcio che una donna dai capelli castani gli cinse le spalle con il braccio osservando furente il marito.<br />

<

 

br />

< Rock Lee! Ma sei diventato matto?! Questo ragazzo deve andarsi ad allenare e ha dormito a malapena due ore! Sei sadico o cosa?! > gli urlò contro avvicinandosi.

<br />

< Mia cara TenTen

cerca di capire voglio solo il meglio per lui! > si giustificò sapendo che quando la moglie si arrabbiava era sempre meglio darsela a gambe.<br />

<

 

br />

La donna lasciò il figlio e si diresse dall

uomo alzando le maniche del kimono rosa sopra i gomiti, afferrò il marito per il bavero del gilé da Jonin e iniziò a strattonarlo come se fosse una bambola.<br />

<

 

br />

< Cara

non dovresti sforzarti nelle tue condizioni > le disse riferendosi al pancione della donna.<br />

< E

stato un tuo sbaglio provocare una donna incinta! > il figlio assistette alla scena con un gran gocciolone, ma si riprese subito vedendo l ora.<br />

< Ehm

io vado ciao mamma ciao papà > gli disse insicuro afferrando il gilé rosso e correndo via.<br />

< Ciao tesoro e sii puntuale per cena! > lo salutò la madre mentre era ancora occupata a punire Rock Lee.

<br />

Il ragazzo corse come un razzo verso la Foresta della Morte, se continuava di questo passo sarebbe arrivato in orario.

<br />

<

 

br />

<

 

br />

 

 

 

 

 

<

 

 


 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2:Rimorsi e dolore ***


( Ho deciso di cambiare il colore dei capelli di Nami Hyuuga, da castani a neri ) Grazie a tutti quelli che hanno commentato e a chi ha solo letto!! ^x^






Naruto osservava la lapide nera con sguardo assente, le iridi azzurre puntate su quei due nomi, gli unici a cui teneva e non era riuscito a salvare.

Prima aveva perso Jiraya, e adesso anche loro.

Nonostante gli anni, il dolore e il rimorse per le promesse infrante erano ancora vivi ed intensi dentro di lui.

Aveva promesso a Sakura di salvare Sasuke, ma non era stato lui a far avverare quel sogno, aveva promesso che li avrebbe protetti, ma non era ci era riuscito, e adesso, aveva paura di infrangere anche l’ ultima promessa che aveva fatto a se stesso e a loro.

Proteggere Daisuke.

Ma come poteva se aveva già fallito miseramente? Come poteva riuscirci sapendo che aveva perso la battaglia fin dall’ inizio?

Strinse i pugni talmente forte da conficcarsi le unghie nel palmo della mano, facendo uscire il sangue chi iniziò a colare sugli steli d’ erba incolta che circondavano il Monumento dei Caduti.

< Naruto… > il biondo si voltò, lo sguardo velato dalle lacrime ma nonostante tutto, sorrideva.

< Kakashi-sensei! > urlò nonostante l’ uomo fosse lì accanto a lui.

Anche se erano passati gli anni, Kakashi era rimasto sempre uguale, probabilmente perché la maschera nascondeva gran parte dei suoi zigomi, solo qualche nuova cicatrice di piccole dimensioni gli sfregiava il viso.

< Ancora qui? > gli chiese osservandola lapide, Naruto divenne serio e tornò anche lui a contemplarla.

< Come non potrei esserci? > domandò più a se stesso che al suo ex maestro.

Kakashi sospirò rivelando la sua preoccupazione.

< Non devi pensare al passato >

L’ Hokage gli lanciò un’ occhiata di rabbia mal celata.

< Sentirselo dire da lei è una presa in giro, se non sbaglio anche lei ci faceva aspettare ore prima di presentarsi agli allenamenti > lo rimproverò calmandosi.

< E’ diverso… > gli disse, sembrava che il tono accusatorio dell’ Uzumaki non l’ avesse neanche toccato.

< Non è diverso per niente! >

< Obito… lui si è sacrificato per salvarmi la vita… > Hatake si voltò verso il biondo guardandolo con l’ unico occhio visibile < … ma Sasuke e Sakura… >

< Ma? Cosa? Loro non si sono sacrificati per il villaggio quando sarei dovuto essere io?! > lo interruppe mentre sentiva le lacrime scendergli per le guance.

< No, loro si sono sacrificati per Daisuke non per il villaggio, non devi sentirti in colpa Naruto, loro hanno fatto la loro scelta, non devi sentirti in colpa per loro >

< Mi sta dicendo che devo smettere di venire da loro? > gli disse asciugandosi le lacrime con la manica della giacca, Kakashi si grattò i capelli grigi per poi osservare il cielo azzurro.

< Non ho detto che devi dimenticare il passato, semplicemente che non ti devi martoriare per quello che è successo come ho fatto io… tu hai già fatto abbastanza allenando tu stesso il gruppo di Daisuke e incidendo anche il nome di Sakura e Sasuke in questa lapide nonostante fossero stati dei traditori…> gli confidò, Naruto stette in silenzio ripensando alle parole del suo sensei.

Rimasero così, in silenzio, per qualche minuto.

< E’ tardi Naruto, i tuoi allievi ti stanno aspettando se non sbaglio… >

Naruto si voltò per andarsene, ma prima di entrare in città si fermò continuando a dare le spalle al maestro.

< Kakashi-sensei? > lo chiamò senza guardarlo.

< Mh? >

< Loro non sono mai stati traditori… > aggiunse riprendendo a camminare.

Kakashi da sotto la maschera sorrise.




Nami sospirò rassegnata osservando la strada, nessuna traccia del maestro, era ormai due ore che aspettavano senza risultati.

Spostò lo sguardo sulla nuca mora di Junior che dormiva dandole le spalle russando sonoramente, si vedeva ce non dormiva da molto, e da come russava adesso stava riprendendo tutto il sonno perduto.

< Dorme piuttosto pesantemente, eh? > le chiese Daisuke vedendo dove la ragazza stava guardando.

Lei arrossì leggermente per poi voltarsi e sorridergli.

< Già, come biasimarlo… >

La Hyuuga seduta sull’ erba accanto all’ Uchiha strinse gli steli d’ erba per scaricare il nervosismo.

Il moro le era talmente vicino che aveva persino paura di respirare per non colpirgli la schiena, ma doveva dirglielo, doveva fargli sapere che qualunque cosa sarebbe successa lei gli sarebbe stata accanto.

< Ehm… Daisuke… > lo richiamò vedendo che aveva abbassato lo sguardo, ma quando lui la guardò si sentì avvampare e tutto il coraggio di prima sparì < … ecco… io… > si morse il labbro tentando di trovare le parole giuste.

Daisuke alzò un sopraciglio.

< Nami… prendi un bel respiro e poi dimmi > lei annuì e fece come le era stato detto.

< Se ti senti solo o hai bisogno di sfogarti sappi che io sono a tua completa disposizione! Potrai sempre contare su di me Daisuke! Qualunque cosa succeda ti aiuterò! Te lo prometto! > probabilmente lo disse con un tono di voce troppo alto perché il moro sembrò stordito e sorpreso per qualche secondo, però poi accennò un sorriso.

< Grazie Nami, anche quando eravamo piccoli ti preoccupavi per tutti persino per le tue nemiche… mi sono sempre chiesto come fai… > le confidò osservandola arrossire e sorridergli.

< Non mi piace veder soffrire le persone > ammise scrollando le spalle.

< E’ per questo che non diventerai mai Jonin, un ninja deve saper uccidere a sangue freddo > la rimproverò.

< Io non voglio uccidere, voglio diventare un ninja medico! > lo corresse abbassando lo sguardo.

< Nami! Alzati! > le ordinò facendolo a sua volta, la ragazza l’ osservò confusa mentre si metteva in posizione di attacco.

< Daisuke ma che stai…? > non riuscì a finire la frase che le diede un pugno in viso facendola cadere sul terreno rotolando per qualche metro.

< Se un nemico ti attacca tu devi difenderti facendogli del male! Non puoi rimanere lì! Forza! Combatti! > le ordinò mentre la studiava alzarsi sulle ginocchia mentre si puliva il sangue che le era colata da un’ angolo della bocca.

< Io non voglio farti del male! > gli urlò vedendolo avanzare a corsa.

Si parò il viso aspettandosi il colpo.

Sapeva che lo faceva solo per farla reagire, ma lei non voleva torcere un capello a nessuno, non voleva che qualcuno si sentisse male per colpa sua… era già successo una volta…e non voleva che questo riaccadesse… soprattutto con Daisuke.

Sentì i passi avvicinarsi, ancora qualche secondo e l’ avrebbe colpita…

Tre… due… uno… ma il pugno non arrivò a destinazione… si era fermato a qualche millimetro dal suo viso…




Cosa succederà ora? E chi è che lo ha fermato? ^^ E’ un cappy un po’ corto, ma serve per l’ introduzione degli altri personaggi! ^^

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Capitolo 3
*** Capitolo 3:Solo per il tuo bene ***


Grazieeeeeeeeeeeeeeeeee! Vi ringrazio per i commenti! Daisuke osservò con astio il ragazzo che li teneva il braccio, doveva avere la sua età, era un po’ più basso di lui, un ciuffo dei capelli biondi gli copriva uno degli occhi azzurri come il cielo, sul viso latteo era dipinto un sorriso di scherno.

Accanto a lui una ragazza lo osservava con aria sognante, era identica al primo, con l’ unica differenza che era l’ altro occhio ad essere coperta dai lunghi capelli biondi leggermente mossi alla fine.

Il biondo tese la mano libera verso il viso pallido del moro alzando l’ indice e scuotendolo in segno negativo.

< Daisuke… Daisuke… non sai che le ragazze non si toccano neanche con un fiore? > gli domandò con una punta di ironia mentre l’ Uchiha si riprendeva il braccio osservandolo sempre con odio.

Solo allora Nami trovò il coraggio di abbassare le braccia e assistere alla scena, ancora un po’ scossa.

< Dobe! Secondo te l’ avrei colpita per davvero?! > gli domandò voltandosi dall’ altra parte offeso dalla mancanza di fiducia.

< C’ è da aspettarsi di tutto da te… vero Reira? > domandò alla ragazza che accanto a lui, che annuì, sembrava pendere dalle sue labbra anche se a volte lanciava sfuggevoli occhiate alla schiena di Daisuke.

Nami riconobbe la faccia tosta di Kaito che si voltò verso di lei asciugandole i residui di sangue con un fazzoletto.

< Poveretta, quel bastardo ti ha colpito forte per essere solo una prova… > disse prendendole il mento fra le dita alzandole il volto verso il suo per controllare il labbro rotto.

< Kaito… lascia stare… è colpa mia… > tentò di dirgli ma lui la bloccò prendendole la mano e sfiorandola con le labbra con un lieve inchino, Nami arrossì e dovette distogliere lo sguardo per non svenire dall’ imbarazzo.

< Nami-sama non deve assumersi le colpe di quella testa calda >

Daisuke intanto rimaneva in silenzio, non sapeva se a dargli più fastidio era la presenza di quel casanova o come flirtasse tanto spudoratamente con una ragazza in mezzo a quello che doveva essere un combattimento.

Però era sicuro di una cosa: probabilmente era la persona più odiosa che aveva incontrato.

< Nii-san! Non devi perdere tempo! Faremo tardi per l’ allenamento con Sarutobi-sensei ( E’ il cognome di Asuma, a insegnargli è la figlia che ha avuto con Kurenai)! > pigolò la ragazza con una voce simile a quella di un pulcino che prega la madre di dargli da mangiare.

< Non preoccuparti Reira, c’ è Shou a coprirci e non credo che la sensei per quanto testarda sia sfiderà il figlio dell’ Hokage… > la rassicurò lasciando la mano della mora che la ritirò talmente velocemente da sembrare di essersi scottata.

< Ti conviene seguire il consiglio di tua sorella Kaito, non vorrai che altrimenti ti ci spedisca io con la forza… > lo minacciò Daisuke voltando la testa abbastanza da poterlo fulminare con lo sguardo.

Lo Yamanaka ( ho usato il cognome della madre perché quello di Sai è ignoto) scrollò le spalle con il suo solito sorriso < Non mi toccano le minacce del figlio di due sporchi traditori… >

Quella era la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, l’ Uchiha stava per colpirlo quando qualcuno lo precedette.

Nami aveva ancora la mano alzata quando Kaito si voltò per guardarla stupito, tenendosi con la mano la guancia dolorante per lo schiaffo che aveva appena ricevuto.

< Non parlare mai più così dei genitori di Daisuke… > gli sibilò la Hyuuga con lo sguardo abbassato coperto dalla lunga frangia.

Kaito si inchinò in segno di scusa, a Nami, ma non a Daisuke.

< Mi scuso Nami-sama > poi guardò la sorella che osservava ad alternanza il fratello e l’ erede della casata con la bocca aperta < Andiamo Reira > le ordinò mentre tornava per la sua strada.

< Un’ attimo nii-san! > mentre suo fratello continuava ad avanzare per il sentiero la bionda si avvicinò a Nami < Non ti azzardare mai più a toccare mio fratello e non prenderti neanche troppa confidenza con Daisuke > le mormorò voltandosi di nuovo e affiancandosi allo Yamanaka.

Daisuke le si avvicinò posandole una mano sulla spalla.

< Ci avrei pensato io… > la rimproverò osservando alcune lacrime scenderle sul mento < … ma grazie comunque… > aggiunse poi facendole abbozzar un sorriso.

< Di niente… Sakura è stata come una seconda madre per me, ti ricordi quando giocavamo insieme di nascosto anche se mio nonno non voleva? > gli domandò voltandosi e sorridendogli, non facendo nemmeno caso al fatto che stava piangendo.

< Come scordarselo… eri una piagnucolona… bastava che inciampavi e ti graffiavi che ti lamentavi per il dolore andando a piangere da mia madre >

< E tu che mi rincorrevi urlandomi di essere una femminuccia! > si ricordò offesa dandogli un pizzicotto sul braccio.

< Eh… si… e anche ora non sei cambiata >

< Invece tu Daisuke… sei cambiato tanto… > ammise Nami stringendogli la mano grande rispetto alla sua.

Daisuke appena la sentì ritrasse la mano tornandosi a sedere accanto a Junior che nonostante la confusione continuava a dormire come un neonato.
Nami abbassò lo sguardo.

Già, Daisuke non era più i bambino spensierato di una volta.

< Nami! E’ da tanto che aspettate? > gli domandò il sensei comparendogli alle spalle.

< Naruto-sensei! E’ da tre ore che siamo qua! > lo rimproverò puntandogli il dito contro al biondo che si grattò la testa ammettendo le sue colpe.

< Avete ragione! D’ ora in poi sarò puntuale! > gli promise accarezzandogli la testa nonostante fosse grandicella.

< Si… come no… > commentò sarcastica seguendo il maestro che si avvicinava agli altri due.

< JUNIOR! BASTA POLTRIRE! > gli urlò nell’ orecchio facendolo sobbalzare e svegliare immediatamente.

< M scusi sensei! > disse facendogli un inchino con le mani lungo i fianchi come si usa nel karate.

< Iniziamo questo allenamento si o no? > domandò il moro con le braccia al petto, il viso scuro.

< Certo! Forza entriamo! > urlò Naruto più eccitato dei suoi allievi all’ idea di entrare nella Foresta della Morte.



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Capitolo 4
*** Capitolo 4:Squadra 8:Kaito Yamanaka,Reira Yamanaka e Shou Uzumaki ***


< Quel maledetto… > borbottò irritato massaggiandosi la guancia, ancora rossa e dolorante, la sorella gli si avvicinò con un fazzoletto bagnato.

< Ma nii-san non è colpa di Daisuke-kun! È di Nami-san! > lo corresse poggiando la benda improvvisata dove il gonfiore era più evidente.

< Reira! Nami-sama è l’ unica erede degli Hyuuga! Che dopo il crollo degli Uchiha è rimasta l’ unico clan che spadroneggia nel Pese del Fuoco! Non puoi accusarla così alla leggera! > Kaito osservò la sorella furente, rispetto a lui era molto più ingenua e molto spesso parlava senza pensare.

< Scusami…> mormorò rammaricata < Quindi è solo per questo che la tratti con tanta gentilezza, vero? > gli domandò, in parte per curiosità e in parte perché sperava che fosse una risposta positiva.

< Gu-guarda che non sono domande da fare! Se qualcuno ti sentisse… > arrossì vistosamente, tentando di evadere la domanda, ma la ragazza sembrava aver capito perché si riprese il fazzoletto e mise il broncio come fanno le bambine quando gli viene negato qualcosa.

Kaito stava ben attento ad evitare quell’ argomento con sua sorella sapendo come era gelosa e possessiva delle sue cose.

Arrivarono al campo di allenamento 2 in ritardo di una decina di minuti, per loro fortuna la sensei non era ancora arrivata, infatti trovarono Shou a litigare con un procione che gli aveva rubato la merenda e adesso lo stava rincorrendo.

Kaito non appena lo vide non poté far a meno di pensare che fosse patetico, mentre Reira aveva iniziato a rotolarsi dalle risate, Shou, un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi grigi, non doveva essersi accorto della loro presenza perché seguito da delle imprecazioni era ancora intento a cercare di afferrare gli onigiri ( sono quegli spuntini di riso che compaiono spesso in Ranma)

< Maledetta pantegana! Vieni qui! Se ti prendo giuro che ti ammazzo e mi ci faccio un cappello con la tua pelliccia! > saltò per tentare un’ ultima volta di recuperare il pranzo, ma il procione riuscì a sgusciare via nascondendosi fra i cespugli.

< NOOOOOOOOOOO! Cosa mangio ora?! > domandò al nulla appoggiando il viso abbronzato nell’ erba.

< Che inetto… > bisbigliò lo Yamanaka prima di avvicinarsi al ragazzo tirando fuori il suo cestino per il pranzo < … Shou-san, se hai fame puoi prendere il mio… > gli disse cortesemente facendo brillare gli occhi del giovane biondino di felicità.

< KAITO! AMICO MIO! TI VOGLIO BENE! > gli urlò abbracciandolo, visibilmente contrariato il ragazzo lo scostò facendo segno a sua sorella di avvicinarsi.

< Certo che solo tu potevi farti rubare il cibo da uno stupido procione… > gli disse la ragazza guardando il punto in cui il mammifero era scomparso.

< Non è colpa mia… > piagnucolò addentando un calamaretto del pranzo dei gemelli Yamanaka < … mi… ga… presof… olle spollw… > biascicò a bocca piena facendo disgustare i due ragazzi.

< Non si parla con la bocca piena maleducato! > lo sgridò la ragazza agitandogli l’indice davanti al naso, l’ Uzumaki inghiottì il boccone e sorrise.

< Scusate… >

Kaito che era rimasto in disparte per evitare altri slanci di affetto continuava a guardare il cancello sperando che arrivasse la sensei, le sue preghiere furono presto esaudite.

Una donna dai corti capelli neri stava avanzando per il campo d’ allenamento, anche da quella distanza si potevano ben vedere le iridi rosse.

< Salve ragazzi > li salutò alzando una mano, anche Reira e Shou si voltarono facendo un breve inchino < ho una notizia da darvi… > aggiunse puntando lo sguardo sul figlio dell’ Hokage che si guardò intorno preoccupato chiedendosi cosa avesse potuto fare di male stavolta < … ci sarà un cambio di squadra > annunciò facendo rimanere sbigottiti gli allievi.

< Cosa?! Ma è da cinque anni che la squadra è così! Non potete cambiarla dopo così tanto tempo > si lamentò Kaito guadagnandosi un’ occhiataccia da Rika ( è il nome della figlia di Asuma)

< Non so come tu sia abituato a casa tua ma le decisioni le prende l’ Hokage e non vanno discusse! Quindi se ha deciso così vuol dire che c’ è stato un problema o a ritenuto saggia la sua scelta! > lo Yamanaka si voltò dall’ altra parte stizzito così Rika poté continuare < Shou, tu andrai nella squadra cinque al posto di Gai Junior >

Shou la guardò con la bocca sporca di riso spalancata indicandosi con il pollice < Io? >

< Si… tu… >

< Ma è mio padre che l’ ha voluto? > la donna annuì < e da quando…? >

< Domani > gli rispose senza lasciargli finire la frase.

< Ah… >

Reira e Kaito si scambiarono uno sguardo d’ intesa, credevano di aver capito il motivo.

< Ora non perdiamo altro tempo! Andiamo ad allenarci! > gli disse accendendosi una sigaretta, mentre gli allievi tiravano fuori i kunai.



Chiedo perdonooooooooooooo! Questo capitolo è corto solo perché dovevo fare questo cambio! Dovuto più che altro al fatto che volevo ricreare una specie di Team 7.^^
Tranquilli Gai Junior non sparirà, per adesso le squadre protagoniste sono queste, la 5 e la 8, ( visto anche che le ragazze rispetto ai ragazzi in Naruto sono in netto svantaggio e questo è il massimo del numero che è uscito fuori -.-) Per le fan della coppia ShikaTema non temete il loro figli compariranno più avanti ^^.
Al prossimo capitoloooooooooo!

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