Mondi oscuri

di hola1994
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La dura vita di Aro ***
Capitolo 2: *** I licantropi e i vampiri esistono ***
Capitolo 3: *** Libertà ***
Capitolo 4: *** Morti ***
Capitolo 5: *** Bugie ***
Capitolo 6: *** Aro per colpa di Elena è un vampiro ***
Capitolo 7: *** Ho fatto il primo omicidio ***
Capitolo 8: *** Essere sensibili è pericoloso ***
Capitolo 9: *** Arizona addio! ***
Capitolo 10: *** Bella ama Edward ***
Capitolo 11: *** Il parto ***
Capitolo 12: *** Stupidità ***
Capitolo 13: *** La Cupola ***



Capitolo 1
*** La dura vita di Aro ***


à Aro nasce nel 1200 ad Atene da una famiglia nobile che deciderà di trasferirsi a Volterra. Qui Aro, per tradizione, dovrà unirsi in matrimonio con una donna scelta dai suoi genitori, un'aristocratica che permetta loro di mantenere la loro posizione elitaria nella società.
Aro, però, non vuole saperne di sposarsi e per lui inizia un periodo molto difficile.
Cerca di stare a casa il meno possibile e si ritrova a passare il tempo nei posti più malfamati; non gli importa delle regole, vuole solo evadere dalla sua vita fatta di imposizioni e scelte non sue.
Passa le serate in loschi locali ai margini della città, bevendo e cercando di dimenticarsi del matrimonio, degli obblighi familiari, delle aspettative che ricadono su di lui.
Una sera, mentre torna a casa, vede una ragazza. Ad attirare la sua attenzione sono gli occhi: rosso cremisi.
Sta per dire qualcosa quando la giovane, in un battito di ciglia, sparisce.
Forse è ubriaco, non ne è certo. Confuso da quanto appena visto, affretta il passo verso la propria abitazione; meglio non attardarsi oltre in quei quartieri. Solo una volta raggiunto il portone d'ingresso di casa e aver chiuso l'anta alle sue spalle, Aro si rende conto che qualcuno lo sta aspettando nell'atrio mal illuminato.
”Aro, non mi piace che tu sparisca senza motivo. Devi sempre avvertirci prima di uscire e non puoi tornare così tardi. Se ti vedesse qualcuno...”dice la madre furiosa.
Aro ascolta la ramanzina senza dire una parola, annuendo di tanto in tanto.
Alla fine si congeda, accampando qualche debole scusa, e se ne va in camera. Dopodiché apre la finestra; l'estiva aria notturna gli accarezza il viso e i capelli legati.
Entra la sorella.”Ehi, ho sentito nostra madre arrabbiarsi con te... di nuovo.”
“Sono uscito di nascosto.”spiega semplicemente.
Lei, nel suo costosissimo vestito rosa, è inorridita.“Devi smetterla, Aro! Così ti rovini la reputazione e la salute! Smettila di fare stupidaggini!”lo rimprovera preoccupata.
“Jane, hai ragione, ma...”
“Niente ma, non ci sono scuse! Sei solo un'idiota!”lo interrompe ancora, prima che possa avanzare qualche scusante, e se ne va sbattendo la porta.
Bene, ha litigato con la madre e la sorellina in una sola sera.
Jane è sua sorella minore, ha 15 anni. Ha capelli biondi e lisci, raccolti in una sobria acconciatura, e occhi nocciola. Nonostante la bassa statura, è ben proporzionata. È sempre stata una ragazza leale e gentile, in particolare con il fratello; eppure sa bene come nascondere quella parte spietata di lei, rivolta verso chi più detesta, per timore di essere giudicata.
Il matrimonio sarà tra pochi giorni, al tramonto, quando Jane compierà gli anni. Un'espressione contrariata si disegna sul suo viso solo a pensarci.
Non ha mai incontrato la sua sposa, neppure ne conosce il volto.
Condividere la vita con una perfetta estranea non rientra esattamente nei suoi piani, sebbene non possa ribellarsi al volere delle due famiglie.
Stanco di quella giornata pesante, tra uscite notturne e litigi che avrebbe preferito evitare, chiude la finestra e si mette sotto lo coperte, attendendo il sonno.
Il sogno di Aro.
Mi trovo in un bordello con Elena, la quale mi chiede: ”Lo sa tua moglie che sei qui?”.
“No, certo che no. Se mi scoprisse....”
“Non succederà.” vengo spinto sul letto e lei si mette sopra di me a quattro zampe.
Mi bacia, le stringo le mani attorno alla vita, sento la sua pelle fredda e un brivido mi attraversa il corpo... l'istinto all'improvviso mi grida PERICOLO!
E' sempre più vicina al mio collo. Mi bacia ancora. Adesso che la guardo meglio noto che ha gli occhi rossi.
”Aspetta!” esclamo nervoso, irrigidendomi.
Ma lei non ascolta. Poi i suoi denti mi squarciano la pelle, affondando nella carne fino all'arteria del collo.
È la fine.
Aro scatta a sedere, sudato e terrorizzato dal sogno.
Guarda in ansia la stanza come se si aspettasse di trovarla lì. Davanti a sé, ai piedi del letto a baldacchino in mogano, si trova un seggio medievale senza schienale. Poco più avanti c'è un tavolino basso con sopra alcuni
libri, oltre a due sedie in legno intarsiato. Alla sua destra, sopra al comodino, una candela ancora spenta, così come il camino poco distante, accanto a una delle finestre. Va bene... basta... sono solo... nervoso. Pensa cercando di tranquillizzarsi, tirando via le coperte rosse.
Poco dopo Jane entra nella sua camera e apre le persiane delle finestre.”Svegliati! Mamma ha detto che devi accompagnarmi a comprare il vestito.”lo informa, incurante del fastidio provocato dalla luce improvvisa nella stanza.
“Non ci penso proprio! Vacci da sola, se vuoi. Sono stufo di farti da balia.”risponde lui, passandosi una mano tra i capelli.
La quindicenne allora scende furiosa nelle scuderie.
”Signorina, non può uscire da sola!” dice il fattore agitandosi.
“Certo che posso, se voglio. E ora prepara il cavallo!” gli ordina.
“Come volete... ecco! Ma non mettetemi in mezzo.”
Il maniscalco le consegna le briglie in mano e lei sale in groppa all'animale. Cavalca fino al paese, euforica di essere uscita da sola, sa però che al ritorno dovrà fare i conti con il padre. Vuole godersi quel giorno di libertà fino alla fine. Le ore passano svelte, è già quasi sera e finalmente torna a casa.
Eccola andare in salone, tutti l'aspettano impazienti e preoccupati.
Aro la guarda come se stesse andando al patibolo.
”Perché tuo fratello non ti ha portato là?”
“Lui non c'entra. È colpa mia, volevo uscire da sola almeno per una volta e dimostrarvi che posso farcela ad arrivare in paese.”mente lei rapida. Non le importa della punizione, il legame fraterno è così... non può farne a meno.
“Allora, chi dei due devo frustare?”
Aro scatta in piedi, prima che la sorella apra bocca.“Me, non lei, padre.”risponde prontamente il ragazzo spaventato.
Le catene arrivano alla pelle tracciando solchi profondi e rossi. Quando il padre finisce, lo lascia a terra svenuto.
Aro in realtà nasconde la voglia di potere dietro all'essere impaurito dall'autorità del proprio padre. Per troppo tempo ha sopportato di sottostare al volere della sua famiglia; mettendo da parte il desiderio di comando sugli altri, bramando però rispetto e controllo.

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Capitolo 2
*** I licantropi e i vampiri esistono ***


à Jane è china sul fratello, gli cura le ferite inferte dal padre in silenzio: si sente troppo in colpa per parlare.
Non avrebbe disobbedito mai più.
A un certo punto la madre entra nella stanza e, dopo aver dato un'occhiata alle ferite del figlio, svela il motivo della visita.”Ti devo dire che domani verrà a conoscerti la tua futura moglie. Non deludermi.”
Aro la guarda.“Non vedo l'ora
! Adesso lasciate che mi disperi da solo.”esclama in tono ironico  fissando il muro.
Le due escono dalla stanza.
Si dirigono verso il parco della casa.”È stato appena picchiato, dategli tempo.”dice Jane mentre passeggiano per i vialetti circondati da fiori e aiuole colorate.“Sappiamo entrambe che lui continuerà a opporsi.”fa notare la madre, sempre più seria.
“Volete legarlo a un matrimonio, mentre l'unica cosa che lui ama sono le armi... Non potete pretendere che sia felice.”se ne va, lasciando la donna a guardare un'ape posarsi su una campanula per succhiarne il nettare.
L'indomani Aro si prepara per l'occasione, tutt'altro che gradita.
Indossa una giubba medievale nera con sottili strisce grigie verticali, chiusa sul davanti da bottoni lucidi. L'indumento, essendo senza maniche, lascia in bella vista quelle della veste sottostante in pelle nera. Le bretelle sono abbinate alla giubba e all'altezza del ginocchio sono infilate all'interno di alti stivali scuri.
L'incontro tra Aro e quella sconosciuta avviene proprio sotto la pianta preferita dal ragazzo: il ciliegio.
Lo innaffia personalmente, raccoglie lui stesso i frutti quando è periodo.
La ragazza, Sonja, ha circa trent'anni e i suoi occhi, la prima cosa che Aro nota, sono di un incredibile azzurro biancastro.
Lunghi capelli neri le incorniciano il viso.
Inoltre la ragazza indossa un semplice vestito blu, così sottile da sembrare trasparente, che fa risaltare non solo le sue iridi ma anche le sue forme.”Buongiorno, io sono Sonja. Vengo dall'Irlanda.”si presenta porgendo la mano.
“Io sono Aro. Irlanda... Ne ho sentito parlare, dev'essere interessante."dice con voce piatta, chinandosi per baciarle il dorso della mano.
“Se volete domani vi racconto tutto.”propone la ragazza.
"Come preferite...
come è andato il viaggio?"domanda solo per cortesia.
"È stato molto faticoso, ma con un po' di riposo mi riprenderò presto."risponde lei pacata.
Dopo un breve scambio di convenevoli, i due si salutano.
Per entrambi quel distacco è l'unico aspetto piacevole del loro incontro.
Dopo che Sonja se ne va, il ragazzo corre dalla madre furioso.“L'avete fatto apposta a farci incontrare sotto il mio albero?"lui cura quella pianta esile in modo maniacale.
“Tu sogni troppo, figlio mio."furibondo Aro le rivolge un'occhiata di puro disprezzo, poi le volta le spalle e corre via.
Va nello stesso posto di due sere prima, vuole sapere chi è lei.
”Cerco la ragazza con gli occhi rossi.”la proprietaria la chiama
La ragazza compare e attraversa la stanza con incredibile eleganza."Come posso aiutarti?”
“Voglio stare con te stanotte.”
Elena sorride maliziosa e lo prende per mano guidandolo oltre la porta.
“Vuoi sapere perché sono rossi? Semplice! Sono malata. Ma non pensarci adesso."
Dopo un po' Aro parla di nuovo."Voglio stare ancora con te. Ogni notte. Non voglio nessun'altra."
“Non voglio che tu lo faccia per il mio problema. Non voglio farti pena.”
"Cosa c'entra quello? Credimi, non... ho smesso di pensarti dalla prima volta che ti ho vista."confessa infine.
Da quella sera la vita di Aro si sdoppia.
La sera successiva, mentre Sonja gli parla del suo Paese, arriva una lettera per lei: Cara Sonja,
Devi tornare subito! Ho trovato il responsabile degli omicidi... non so cosa fare.
Viktor
Finito di leggere quel breve messaggio, lei appare sconvolta.
Si alza e dopo delle frettolose scuse verso il futuro sposo, lascia il castello a passo spedito.
Deve dare ordine di preparare i bagagli, la partenza per l'Irlanda è imminente.
Poco importa se le nozze saranno a breve.
Dopo aver attraversato diversi Paesi nel suo viaggio, fa ritorno a casa.
Sonja si affretta a raggiungere il padre nei sotterranei del loro castello, sa dove trovarlo.
I corridoi bui e umidi conducono la ragazza a delle piccole celle poste su entrambi i lati delle basse pareti. Intravede Viktor poco lontano.
Si trova davanti a una delle celle.
Non si volta a favore della figlia, né la saluta. Appena lei è vicina inizia a spiegare.
”È un licantropo bambino! Viene dalla stirpe di William...”
Viktor Corvinus è un vampiro aristocratico e come tutta la sua specie ha gli occhi blu.
”Lascialo vivere! Può esserci utile.”ordina Sonja freddamente. In realtà non vuole fargli del male, anche se è un lupo.
”Ti chiamerò... Lucian! Sarai il mio schiavo personale.”il vampiro annuncia quell'idea improvvisa.
I lycan sono animali pericolosi perché discendono da William.
Lucian ha creato una nuova razza, più umana rispetto alla precedente, e ora possono trasformarsi quando vogliono, anche se quando lo fanno con la luna piena sono più forti.
Il bambino lo fissa in silenzio attraverso le sbarre della cella.

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Capitolo 3
*** Libertà ***


à Il sovrintendente degli schiavi mette a Lucian un collare che servirà a non farlo trasformare. Poi lo guarda minaccioso e ringhia.”Scava dentro questa galleria, lupo.”ordina con tono che non ammette repliche.
“Mi chiamo Lucian, sono un essere umano, non una bestia!”sbotta lui furioso, ma quello non pare molto impressionato.
“Il padrone avrebbe dovuto ucciderti. Io l'avrei fatto!”l'uomo lo guarda con rabbia e disgusto. Vorrebbe picchiarlo, ma non può. Conosce gli ordini.
Non sa perché Viktor tenga a quel mostro in particolare, ma come potrebbe capirlo? Per lui quei lavoratori forti sono solo soldi, carne viva... peggio degli animali annidati in quei cunicoli.
Queste persone, che per qualche pezzo di pane lavorano 12 ore e pagano troppe tasse, lo repellono.
Guarda gli schiavi che ormai quasi non notano più i cadaveri degli asini ai bordi delle rotaie, li scavalcano solamente.
Un altro giorno desolato è giunto al termine.
In questo momento sono tutti nelle loro celle. Lucian, immobile, guarda il muro e solo l'apparizione di una ragazza lo distrae: è Sonja.
”Cosa vuoi? Sono occupato.”
“Ora non più. Sbrigati, vieni!”ordina mentre corrompe
il soldato; gli consegna dell'oro per farlo stare zitto, mentre Lucian la guarda sorpreso.
L'uomo apre quella cella indifferente.”Dove andiamo? Dopo l'orario non posso uscire!”

Il vampiro non risponde, lo prende per le manette e insieme si dirigono nel bosco correndo a perdifiato, il cuore che pompa follemente. Lucian si guarda indietro di tanto in tanto, ma nessuno sembra inseguirli.
Si fermano solo una volta raggiunta quella che tutti chiamano: la Casa Dei Fantasmi, una cascina abbandonata su cui circolano molte storie, una più spaventosa dell'altra.
I contadini si tengono alla larga da quella costruzione: qualcuno settant'anni prima aveva ucciso una famiglia e l'omicida non era mai stato trovato.
Sonja gli toglie il collare, ma fa attenzione, altrimenti si potrebbe trasformare.
Lui la bacia d'istinto. .
All'inizio ha paura, poi però Sonja si rilassa.”Non farti vedere in giro... Ora sei libero."sussurra guardandolo negli occhi un'ultima volta, poi esce e lo lascia solo al buio in quella grande abitazione desolata.
Da quello che aveva visto dall'esterno, la cascina si sviluppa su due piani.
Deve avere circa cinque stanze, di cui due al piano terra.
Gli occhi da lycan, capaci di vedere nell'oscurità, notano un grande camino in quella che originariamente doveva essere la stanza principale della casa, adibita a cucina, dove la famiglia si riuniva per i pasti. Sono rimasti pochi mobili in legno, tra cui un tavolo, degli sgabelli e una credenza scavata nel muro.
Va
al piano superiore.
In una delle camere vede subito un vecchio letto e lui si lascia cadere sopra distrutto.
Prima di addormentarsi sente l'odore di paglia con cui è imbottito il materasso e tira a sé la coperta logora.

Il sogno di Lucian.
Siamo sposati... Io e Sonja. Abitiamo a Volterra. È rimasta incinta e ora siamo genitori. Nostra figlia ha gli occhi come quelli dei vampiri, però mangia come me, da umana, non beve il sangue. Al sole ci sta volentieri, anzi, si abbronza! Lavoro, nonostante non ne abbia davvero bisogno, come poliziotto della città. Umani, vampiri e lycan finalmente vivono in pace.
Proprio nel momento più bello del sogno Lucian sente un suono e si sveglia di soprassalto.
Si trasforma appena in tempo, perché un istante dopo dei lupi fanno irruzione; hanno fame perché le pecore, nemmeno quelle sfuggite al recinto, non vanno mai così lontano.
Quando si accorgono di Lucian si avventano contro di lui con ringhi furiosi. Così cominciano a combattere.
Lucian è incredibilmente forte e veloce, non impiega molto a ucciderli tutti.

Ha fame.
La carne sotto quei denti forti sembra morbida.
Viktor, intanto, a grande distanza dalla Casa Dei Fantasmi, beve del sangue.
Quel liquido attraversa le sue vene morte scaldandole.”Il lycan è scomparso!”informa agitata la guardia appena entrata nella sala; il vampiro guarda l'uomo furente!
Quello fugge terrorizzato.
Il servitore sa che è meglio allontanarsi prima che sia troppo tardi, gli occhi assatanati del suo padrone sono un segno di pericolo. Chiaramente Viktor non si aspettava questa svolta. In un moto d'ira, si alza in piedi di scatto e lancia lontano il bicchiere che ha in mano frantumandolo.

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Capitolo 4
*** Morti ***


à Sonja è sola nella sua stanza.
Affacciata alla finestra guarda fuori cercando con gli occhi la casa di Lucian, che sa essere nel bosco.

Da quell'altezza non è difficile trovarla e sospira appoggiando la fronte al vetro... ancora non ha idea di come poter affrontare il padre riguardo alla fuga di Lucian.
È probabile che sia già stato informato dalle sue guardie dell'accaduto, dunque non ha molto tempo per pensare a una storia credibile da raccontargli.
Viktor non è un ingenuo,  sospetta di lei e del suo presunto coinvolgimento nella faccenda.

Si addormenta così, il viso premuto contro la finestra.
Sogna il lycan, ripercorrendo alcuni momenti in cui avevano potuto godere della compagnia reciproca. La tenerezza dei loro sguardi e dei loro gesti è finalmente resa libera dall'illusione di un sogno, lontano dalla crudele realtà che li separa.
Intanto, nella stessa casa, Viktor cammina avanti e indietro, furioso.
Sa che sua figlia ama quel lycan e proprio per questo l'aveva mandata in Italia da Aro, sperando che si innamorassero e che lei dimenticasse quel mostro.
Il suo piano però non aveva avuto il successo sperato visto che nessuno dei due giovani aveva intenzione di sposarsi.
Ma in fondo poco importa: devono farlo.
Il vampiro spalanca la porta e si dirige al piano di sopra, verso la stanza di Sonja.
”Il lycan non è più in prigione. Sai dove si trova?”domanda non appena mette un piede nella camera.
Sonja apre gli occhi, riscossa dal sonno dalla sua voce, e lo fissa."Immagino sia nel bosco, come tutti lupi... posso andare a controllare... se volete..." dice sforzandosi di sembrare annoiata.
Lui la guarda per un lungo istante.
“D'accordo. Però quando lo troverai gli metterai questo!”le lancia il collare.
Senza aggiungere altro Viktor esce dalla stanza e lei stringe quell'oggetto tra le mani. Sente la rabbia montarle dentro, così si costringe a mollare quell'oggetto, simbolo della prigionia di Lucian. Non vuole romperlo... subito. Prima vuole avere il piacere di metterlo personalmente al collo della guardia che li ha traditi, trattandolo alla stregua degli altri lycan resi schiavi.
Un attimo dopo lei sta scendendo le scale con impazienza. Superato l'ingresso, esce in fretta in giardino camminando fino alla scuderia, dove prende il suo cavallo e parte al galoppo diretta alla casa dove è nascosto Lucian.
Quando lei entra il lycan è intento a mangiare gli ultimi resti del giorno precedente.
Attraversa la stanza a grandi passi e lo afferra per le spalle.”Devi stare molto attento! Viktor, lo sa... che sei fuggito! La guardia che ho pagato ha detto tutto e ora...”la voce fa fatica a uscire a causa della troppa ansia.
“Ehi, calmati! Non importa... adesso sono libero e senza collare!”dice lui cercando di rassicurarla.
Sonja sospira e annuisce contro il suo petto.
Rimangono qualche ora insieme, approfittando di quei rari momenti in cui possono essere sé stessi. Ma prima dell'alba Sonja deve a malincuore fare ritorno a casa."Starai attento, vero?"si premura di chiedere.
Lui annuisce e Sonja sparisce nel bosco poco dopo.
Galoppa fino al limitare del bosco, lascia il cavallo alla scuderia e si dirige a passo svelto nelle prigioni.
Cerca il soldato a cui ha dato l'oro e silenziosamente gli sgattaiola alle spalle. Con freddezza lo morde dissanguandolo.

”Non... sono... stato io. Il capo degli schiavi...”rantola quello morente.
Lei allora lo lascia e va dal sovrintendente.
“Il tuo Lucian verrà presto ucciso, generale.”
Sonja furiosa uccide pure lui, dopodiché lancia con disprezzo il collare sul cadavere.
I soldati arrivano nel luogo, allertati dai rumori, e lei con la spada taglia loro la testa senza pietà. Quando questi cadono a terra privi di vita, beve quel liquido rosso, denso, che ama tantissimo. Terminato il pasto, asciuga i denti con il vestito di un morto e con tutta tranquillità torna al castello da Viktor.
”Non l'hai trovato? Immagino sia difficile capire dove sta.”domanda lui serio.
Lei sbadiglia. “No... con tutti quegli alberi e il buio era difficile vedere.”
Al che Viktor furibondo:“BUGIARDA! TU SEI UN VAMPIRO! I TUOI OCCHI VEDONO AL BUIO! È UNA BUGIA!” grida arrabbiato, la voce rimbomba in tutto il corridoio.
Lei lo guarda con freddezza
.”Quando la smetterai di gridare parleremo. Ora sono stanca.”fa qualche passo verso l'uscita, ma il vampiro più vecchio la strattona per obbligarla a girarsi.

“Non parlarmi in questo modo! E poi il collare l'hai perso!”ringhia lui.
“No, me l'ha preso il soldato della prigione. Vai a controllare se non ci credi. Ora io vado a riposare.”finita la discussione si dirige nella sua camera.
In Italia, a Volterra, Elena si sta vestendo con un abito color lilla per il ballo che si terrà quella sera nel suo bordello.
Guardai i suoi occhi riflessi nello specchio e viene riportata indietro dai ricordi... Damon l'aveva morsa facendola diventare un vampiro perché lei era molto malata.
Stava morendo di febbre e Jeremy, suo fratello, non sapeva più come curarla...
è questo il vero motivo per cui ha gli occhi rossi.
Ora lavora come ballerina per attirare gli uomini, seducendoli e portandoli in camera dove non ottengono sesso ma vengono dissanguati. I cadaveri dopo, quando resta sola, li porta e abbandona nel bosco non lontano dalla città.
Elena alla sera, dopo lo spettacolo, porta Aro nella sua camera. Gli toglie i vestiti finché non rimane nudo e allora lo spinge sul letto.”Non stai ancora bene? Hai un'altra volta gli occhi rossi...”
“Sto bene. Ho solo fame del tuo sangue... Lo voglio bere subito!” affonda i denti dentro la pelle del giovane. Lui non riesce a spostarsi, quelle iridi l'hanno ipnotizzato. ”NO! FERMA... FA MALE!” si dimena, cerca di levarsela di dosso ma niente, è troppo forte.
“Elena, cosa fai? Allontanati subito da lui!”ordina Damon spalancando la porta della stanza, intanto che allontana quel mostro da Aro.
Lui si sfrega incredulo la ferita con il lenzuolo. Adesso ci sono solo dei buchetti piccoli e rossi a testimoniare quanto accaduto.

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Capitolo 5
*** Bugie ***


à Elena guarda Damon con freddezza, sembra soddisfatta: gli ha tolto la cena proprio da sotto il naso! Ora deve cercare altro da mangiare... la loro è una promessa, nessuno dei due può nutrirsi in assenza dell'altro. Se poi la preda è proprio Jeremy, il fratello di Elena, le cose si complicano. Il lato sadico di Damon emerge prepotente a volte e quella sera ne ha dato dimostrazione. Avrebbe ucciso il ragazzo sotto gli occhi della sorella se lei non l'avesse fermato.
Jeremy rimane a terra svenuto mentre i due si fronteggiano.

Lui allora fa qualcosa di sconvolgente: la morde.
Per Elena è un incubo all'inizio.
Rifiuta quella situazione impossibile.
Non può credere che sia successo e non accetta di uccidere per nutrirsi.
Damon allora le spiega che si fa soltanto del male a trattenersi e che prima o poi la sua sete esploderà, ma lei è testarda e protrae quell'agonia.

Damon un giorno porta due prede a casa di lei e dissangua i due uomini davanti a Elena per convincerla.
Come può resistere? Dentro di lei combattono due sentimenti: il disgusto e la sete.

Cerca di ancorarsi al pensiero che uccidere è sbagliato. La sete non si controlla più e sposta Damon violentemente dal cadavere.
Ce l'ho fatta! Come avrei fatto senza di lei? È cattivo da dire ma l'ho morsa perché la amo... l'ho fatto per me, non per lei. Stefan, mi pare di sentire la tua voce che dice: Damon, non dovevi obbligarla, ma lasciarla libera di scegliere se essere un vampiro o no; così hai scelto tu al suo posto! E come al solito l'hai fatto per motivi egoistici. Ma anche tu, Stefan, mi hai morso per non essere solo. Pensa Damon perso nei ricordi.
”Ci sei? Damon!”lo scuote.
“Che c'è?”lei non risponde, non vuole litigare.
"Torniamo a casa"taglia corto, invitandolo a seguirla.
Arrivati nell'abitazione Elena decide di fare un bagno, invece l'altro ne approfitta per prendere un diario decisamente rovinato dalla copertina in cuoio, tirandolo fuori da uno cassetto a doppio fondo del comodino. Lo ha sempre tenuto nascosto, non vuole che qualcuno lo trovi. È quello di Stefan... una pagina riporta: Volterra, posto senza nome, Maggio 1100.
Ho conosciuto una ragazza di vent'anni, si chiama Victoria. È molto bella... Ha gli occhi neri - pensa che a me sono apparsi rossi, sicuramente ho visto male io - e capelli rossi, lunghi e ricci. Il nostro posto preferito è un grosso prato su una collina, da là si vede la città.
Lei racconta sempre storie sui vampiri e per accontentarla le ho detto che io credo esistano. Sembrava soddisfatta.
Sono passati mesi ora da quando l'ho conosciuta e le ho chiesto di sposarmi: ha detto sì.
Mi ha morso sul collo ed è sparita... Sono rimasto steso sull'erba 3 o 4 giorni, sembravo morto.
Quando mi sono svegliato vedevo tutto nei particolari e stavo ardendo di sete. Non ci ho messo molto a capire che mi aveva trasformato in VAMPIRO! Quando è passato un uomo, l'ho dissanguato prima ancora di rendermene conto.
Damon passa a una nuova pagina ingiallita.
Casa Salvatore, Volterra 1100.
Salto nella camera di Damon. Non voglio farmi vedere macchiato di sangue dalla servitù. Mio fratello appena mi vede chiede: ”Sei sparito per quattro giorni... cosa stavi facendo?”decido di non girarci attorno, io e lui siamo sempre stati molto diretti."Una vampira... mi ha morso.”confesso nervoso, ho paura che mi sentano.
Lui pensa evidentemente che sia ubriaco o stia facendo uno scherzo.”I vampiri non esistono...”allora lo prendo contro la sua volontà e andiamo sulla collina dove mi sono svegliato.”Dici che non esistono... ti pare normale correre così veloce?”
“Mi arrendo... Sei un vampiro e adesso?”esclama visibilmente scioccato.
Prima che lui possa anche solo tentare di proteggersi, lo mordo e aspetto che si trasformi... quando è diventato un vampiro, torniamo a casa. Tuttavia, senza volerlo, UCCIDIAMO LA NOSTRA FAMIGLIA! Abbiamo tanta sete! L'omicidio diventa l'argomento preferito da quasi tutti gli abitanti di Volterra. Nessuno sospetta di noi.
La lettura di Damon prosegue.
Casa Salvatore, poco fuori da Volterra, 1100.
Victoria non si è più vista... mi manca tanto...abbiamo venduto la nostra casa, io e Damon, abitiamo in una cascina fuori dalla città. È meglio per tutti... un giorno mio fratello incontra Elena. Me ne sono innamoro subito e pure Damon. Vogliamo sposarci...
Chiesa Di San Francesco, Volterra, 1100.
Io ed Elena siamo sposati. Non sa che sono un vampiro! Per far sembrare i miei occhi sempre uguali, bevo il sangue molte volte al giorno. Damon mi odia; dice che deve sapere la verità, ma in realtà è solo geloso...
Ospedale Di Roma, Roma, 1100.
Jeremy la porta in ospedale... vado in quel luogo spesso. Quando lei sa che il fratello è morto, mi chiede di morderla. RIFIUTO! Ha visto i miei occhi cambiare colore, il giorno in cui fa questa domanda sono neri invece di rossi.
Volterra, 1200.
Ho ucciso un'altra persona senza saperlo. I vicini mi cercano, sono Lo Squartatore... Damon ed Elena vanno nel quartiere più malfamato della città. Prendono una casa con più piani, che diventa presto un bordello.
"Perché ti sei suicidato Stefan?”chiede Damon al foglio, come se quello potesse rispondere. Elena si avvicina a lui concentrata sul diario poi risponde al posto dell'interpellato:”Ha ucciso troppe persone... è per il senso di colpa.”
“Non è vero! L'ha fatto Victoria!”
“Che aspetto ha?”
“E' un vampiro pure lei... Ha i capelli rossi.”tenta di descriverla.
"Ancora ci pensi?"chiede preoccupata.
"Non farmi più scenate di gelosia"sbotta seccato, chiudendo così l'argomento.
Elena quindi decide di andare in un negozio e compra una parrucca di colore rosso. Poi getta i capelli acquistati nella cenere. Cerca Damon per fargli vedere la parrucca con lo scopo di convincerlo che Victoria è morta.”Hanno trovato solo questi...”Elena lo inganna senza rimorso! Non vuole che lui vada a cercarla, se quello che sa sul conto della donna è vero, Damon correrebbe un grosso pericolo.
È così innamorato da non accorgersi o forse sì?

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Capitolo 6
*** Aro per colpa di Elena è un vampiro ***


à Aro si trascina fino a casa.
Quegli occhi non riesce a dimenticarli!
Quando è ormai sulla porta, guarda i segni sul collo attraverso uno specchio nell'atrio.
Veloce si dirige verso la scalinata in mogano, raggiungendo il primo piano.
 In pochi passi arriva davanti alla porta della propria camera e silenzioso entra, sedendosi sulla poltrona ai piedi del letto.

”Sei uscito ancora di nascosto?”chiede Jane, appena entra nella sua stanza.
“Già... e mi hanno morso sul collo.”le fa vedere i buchini che da rossi sono diventati viola-neri.
“Ti fanno male? Ma chi è stato?”chiede preoccupata.
“Elena, lavora in un bordello. No, non molto, mi prude solo.”risponde dicendo una bugia. Non vuole farla agitare ancora di più. Posiziona dei cuscini sotto la testa e si mette a dormire.
Al suo risveglio vede Jane, rimasta nella stanza in quelle ore.
Ma subito gli occhi si fanno pesanti.

È ancora lì con lui; gli cura i segni, il fratello sembra morto.”ARO, CI SEI? NON FARMI SPAVENTARE!”lo scuote.
Aro ha la pelle bianca, estremamente pallida non più rosa.
Gli occhi sono rossi.
L'unica caratteristica rimasta uguale sono i capelli legati, lunghi e neri.
Il suo cuore non batte più... sente male per tutto il corpo, le ossa sembrano rotte. Si sveglia.”Ehi, non ho più male... grazie, Jane!”dice alla sorella.

Lei lo guarda senza capire.
E' agitata e confusa.
Non ha idea di cosa sia accaduto al fratello quella notte, in cui lei è rimasta sveglia per assisterlo.

"Come sarebbe a dire? Mi hai spaventata stanotte, pensavo stessi morendo!"gli grida contro preoccupata, battendo le mani più volte contro il petto del fratello. Ma a lui non sembra fare male. Senza dare spiegazioni, Aro si alza dalla poltrona e lascia la sorella nella stanza. Ha un terribile sospetto e vuole fare chiarezza su quel morso ricevuto. La risposta deve essere per forza nella biblioteca della magione.
Prende un libro sui vampiri e legge: Il vampiro non muore alla luce del sole... La sua pelle rimane come quando è sera, senza bruciature. Gli occhi sono rossi, azzurro chiaro o castano dorato; diventano castani quando bevono per tanto tempo il sangue degli animali. Alcuni, dopo che vengono morsi, sviluppano dei poteri in base al loro carattere. I vampiri più anziani sono più forti dei neonati.
Per constatare quanto letto, va sotto il sole della finestra. Si aspetta di morire, non crede al libro, e invece resta uguale.
Esce in giardino e trova sua madre. Senza pensarci le prende la mano, attraverso quel gesto vede i suoi pensieri.”Aro... perché mi tieni la mano?”
Aro vede ciò che passa nella mente della donna.
Vede i pensieri della madre.
“Aro, perché non vuoi sposarti con Sonja? Ci aiuteresti davvero tanto!” mi dispero con Jane.
”Smettetela, non lo convincerete piangendo... ci parlo io.” mia figlia prende un fazzoletto dal suo vestito rosa e me lo dà. Poi asciugo gli occhi, sono rossi. Nemmeno Sonja vuole sposarsi. Devo convincerli! Vado a fare visita a Viktor in Irlanda.”Non vogliono sposarsi. Come facciamo?”dico all'uomo agitata e lui va dalla figlia per farla desistere.
“Devi sposare Aro. Anche se ami Lucian. Fine della storia!”so che lui lo fa per interesse dopotutto pure noi.
Quella stessa notte ho scoperto il segreto di quella famiglia. Seguendo il suono di lamenti, ho sbirciato da una porta socchiusa, trovandomi davanti Viktor intento a nutrirsi di sangue. Sotto shock mi sono rifugiata nella stanza degli ospiti. Non ho mai avuto il coraggio di rivelare a qualcuno ciò che ho visto.
Viktor è un vampiro!
“Sì, scusa... non so il motivo, l'ho fatto in automatico...” risponde confuso il figlio. Adesso comunque sa tutto... la sua vita è sempre stata un inganno. ”Ah... lasciami andare, non ho tempo per te!”
“GIA', PER ME NON LO TROVERETE MAI! È INUTILE CHE MI ILLUDO!”grida frustrato Aro. In quel momento arriva Jane che li ha sentiti litigare.
”Non gridare dai. Mamma è solo nervosa per il matrimonio.”tenta di mettere pace.
“A LEI INTERESSANO I SOLDI CHE ARRIVERANNO DAL MIO MATRIMONIO!”continua infuriato.
Aro se ne va; da quando abitano a Volterra litiga quasi sempre con la famiglia per ogni cosa.
”Oh... dove vai... ora?”
“Lasciami perdere, fa come se non fossimo fratelli.”senza dire altro prende un cavallo e si dirige da Elena. La trova all'entrata del bordello che prende il sole.
”Guarda chi si rivede a casa mia.”
“Cosa mi hai fatto l'altro giorno?! Sono uguale a te!”le sussurra all'orecchio.
“Se Damon non mi avesse interrotto ti avrei ucciso, ma visto che l'ha fatto... sei un vampiro.”annuncia senza entusiasmo.
“Perché non mi hai lasciato umano? Da quando sono così desidero solo il sangue...”
“È bello sentire il cuore che batte dei vivi...” terminata quell'inconcludente conversazione, il vampiro torna nelle scuderie della propria abitazione. Non c'è nessuno, perciò resta là fermo a sentire i battiti del cuore.
All'inizio quel suono gli sembra bello, dopo però non resiste più e dissangua il cavallo. Quando finisce ha la maglia macchiata di rosso... anche i denti sono dello stesso colore.

Il maniscalco deve essere vicino, ha sentito i suoi nitriti! Meglio che sparisca da qui prima che mi noti. Elena, ha ragione: sentire i cuori pulsare è bellissimo, ti illude di essere ancora vivo e non un vampiro. Pensa Aro. Prima ancora che la mente dia l'ordine alle gambe di correre, si ritrova sul muro esterno della casa. Sale su senza fatica! I palmi delle mani non hanno graffi e nemmeno tagli, le scarpe invece sono rotte. Dopo qualche minuto entra dalla finestra.”Non riesco ad abituarmi a vederti così...”
“Sono sempre lo stesso... Jane... più o meno.”si sfila le scarpe malridotte.
La sorella che lo ha atteso per lungo tempo nella sua stanza, scuote la testa quasi rassegnata del comportamento irresponsabile del fratello. Dopo avergli augurato la buonanotte e lanciato uno sguardo alle scarpe del giovane, lo lascia solo nella sua stanza.
Il mattino successivo Jane si fa accompagnare in paese, decisa a comprare un paio di stivali neri in pelle.
Aro avrebbe di certo gradito quel regalo.

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Capitolo 7
*** Ho fatto il primo omicidio ***


à Il giorno del matrimonio è arrivato... Aro indossa un vestito nero con un mantello dello stesso colore esternamente, mentre nel lato interno è rosso.”Ti ho preso questo regalo, aprilo!”dice la sorella.
Aro allora lo scarta.
Dentro al pacco ci sono degli stivali in pelle nera, un bel dono visto che le altre scarpe sono rotte.”Oh, che belli... grazie, Jane! Mi terranno sicuramente caldo.”subito li infila, dopodiché stringe per bene i lacci di cuoio.
Nell'altra stanza Sonja indossa un vestito giallo ricamato di viola chiaro sulle maniche.
Anche lei è ormai pronta.
I due sposi si recano in chiesa e mentre cammina, Aro vede il suo albero spoglio.
È inverno, la neve ricopre tutto senza differenza, vicino a lui c'è Jane che saltella festosa.
Sonja e Aro dopo le nozze partono per l'Irlanda.
Il viaggio è faticoso.
Aro solo una volta aveva intrapreso un lungo spostamento dalla Grecia alla penisola Italica, quando era bambino.
Viaggiare in carrozza e successivamente in nave è solo una formalità.
Entrambi i coniugi potrebbero rapidamente spostarsi a piedi considerando la loro reale natura. Di fatto Aro aveva intrapreso una conversazione molto delicata con la sua sposa prima delle nozze: voleva che lei confermasse i sospetti di sua madre sul fatto che lei e il padre fossero vampiri. Non era stato facile farla cedere, era brava a mentire, ma venire a conoscenza che anche lui si era trasformato da poco l'aveva spinta a confessare.
”Allora, ti piace il mio Paese? Non è come Volterra.”il marito guarda fuori dal finestrino della carrozza: ci sono betulle, pini, faggi e querce. Riflette un po' alla domanda della moglie, poi risponde: ”Sì, è molto bello qui con tutte queste piante e i paesaggi verdeggianti.”esclama semplicemente.
Arrivati al castello lei gli mostra il posto. Intanto che salgono le scale incontrano Viktor. ”Finalmente vi conosco! È stato faticoso il viaggio dall'Italia?”domanda cordiale.
"Sì, abbastanza. Avrei preferito non dovermi separare da mia sorella, ma era inevitabile."
"Temo sia così. Amerete sempre mia figlia, vero?"
"Sì certo, perché non dovrei?"domanda retorico.
"Spero vi troviate bene..."Viktor sorride soddisfatto e conclude gli onori di casa, lasciando libero il genero. È già stato informato da Sonja della natura vampirica del ragazzo, cosa che rende quella convivenza molto più semplice.
“Vado in biblioteca. A dopo! Immagino che vogliate stare un po' con vostra figlia.”
Aro, senza aggiungere altro, se ne va e li lascia da soli.”Mi hai obbligata a lasciare Lucian... Sapete che amo lui...”
“Oh, lo so troppo bene! Dimmi dove sta!”insiste Viktor.
“NO! LASCIATEMI STARE, NON VI DICO NULLA!”grida Sonja arrabbiata.
“Perdonami, ma devo sapere dove è nascosto. Lo faccio per te.”si avvicina a lei e le morde il collo.
In questo modo Viktor vede i pensieri di Sonja.
Ho corrotto la guardia della prigione per liberare Lucian. Siamo andati alla Casa Dei Fantasmi e finché non siamo arrivati ha continuato a chiedermi: ”ALLORA TI DECIDI A SPIEGARMI DOVE SIAMO?”
“Alla Casa Dei Fantasmi, sei libero.”
“No. Non proprio in quel posto!”dice, poi si impala davanti la porta.
“Sei un lycan, non muori facilmente come noi vampiri. Entra!"lui sembra più sicuro ora. ”Ti amo Sonja. E resto qui se sei più tranquilla.”il giorno dopo vado da Lucian, che appena mi vede ci baciamo.”Attento, Viktor sa che sei fuggito dal castello.”lo avverto.
Viktor guarda gli occhi della figlia. Se potesse piangere Sonja lo farebbe, ma non può, quindi si limita a stare ferma.”Non lo fai per me, ma perché ti senti ingannato da lui.”
“Ah, tra poco c'è la riunione nella sala da pranzo. Non mancare.”chiude il discorso.
Viktor guarda le iridi azzurre della figlia.
Sa bene che avendole morso il collo contro la sua volontà il loro rapporto è spezzato. Per ora non cerca Lucian, vuole vedere fino a dove si spingeranno quei due stupidi.
Mezz'ora più tardi Sonja scende in sala.
A capotavola c'è Viktor, ai lati del tavolo siedono invece i vampiri nobili. Lei, avendo appena discusso con il padre, va a sedersi lontano. Per tutta la riunione sta zitta e fissa le pietre del muro davanti a sé, fino a quando non sente Aro.”Sono un vampiro da 6 mesi, ma Viktor ha ragione: il lycan deve morire."resta sconvolta da quella frase.
“E... tu chi sei per metterti in mezzo?!”chiede un soldato.
“E' mio marito, Aro Volturi Corvinus! Se non vuoi finire come la guardia della prigione lascialo stare.” esclama irritata, per poi pensare arrabbiata: tanto anche se fai quello che ti ho chiesto muori comunque. D'accordo che ama Lucian e non lui, ma comunque vuole bene ad Aro, anche se lo ha sposato per obbligo di Viktor."Sai almeno cosa sono i lycan o devo dirtelo?"domanda un vampiro.
”Lucian non è pericoloso... ha creato dei lycan meno aggressivi rispetto agli antenati.”Sonja specifica.
“I lycan nascono da William, sono uguali a lui.”spiega Viktor ad Aro.
“No. Da quando William è morto, tre secoli fa, sono cambiati!”ripete lei ostinata.
Finita la riunione tutti si alzano dalle sedie e il soldato afferra Sonja per la spalla.“Generale, solo perché Lucian fa la parte del buono non significa che lo sia.”esclama contrariato rivolgendosi a lei con il suo grado.
“INVECE E' BUONO! E LASCIAMI, STUPIDO!”grida la ragazza, mostrandogli le zanne. Lui però non ha paura, è abituato a quelle reazioni.
Aro più tardi la trascina nel bosco. Quando lei capisce dove stanno andando si contorce.
”Guarda che al sole non muori come credi.”la informa il marito.
“Viktor ti ha detto di uccidermi?”
“No, Sonja. Guardami, sono vivo. È un modo per non farti uscire dal castello farti credere che siamo vulnerabili alla luce del sole.”ma sua moglie non ci crede. Lui allora stanco si mette sotto la luce diretta, trascinando anche lei.
”Mi mancava il sole... è bellissimo ritornare a sentirlo dopo 50 anni!”esclama nostalgica. Il sole non riscalda nulla del suo corpo morto... le piace solo l'idea.
“Vedi che non sei morta? Scusa, voglio sapere di più su William.” dice lui alla moglie prima di allontanarsi, deciso a condurre delle ricerche.
Sonja è così contenta che corre da Lucian, mentre Aro, intanto, va nella biblioteca del castello. Cerca informazioni sull'antenato dei lycan: William. Dopo un po' trova il libro che cerca e legge: William è il primo lycan. Appena nato è stato morso da un licantropo, suo fratello, invece, da un vampiro. Da quel giorno i due fratelli si odiarono, divenendo nemici naturali! William tutte le volte che c'era la luna piena diventava un lupo e uccideva in modo feroce, squartando chi gli stava vicino anche solo per sbaglio. Se non riusciva a ucciderli, diventavano come lui. Il fratello uccise i suoi figli, non volendo che venissero creati altri mostri spietati come lui. Dopodiché fece costruire una prigione vicino Londra e mise dei vampiri come guardie; queste, però, si finsero morte e scapparono. William venne poi ucciso dal fratello.
“Avete visto che storia tragica? Noi discendiamo da loro. Signore...”chiede retorico il bibliotecario. È un ragazzo alto, molto magro, con capelli neri e occhi grigi. Non può avere più di 24 anni.
“Sì, è molto triste. Sapete che fine ha fatto il fratello? Oh sono in ritardo, scusatemi.”
Aro non fa neanche in tempo a riordinare le idee che vede una scena orribile. Una guardia colpisce con una catena il ragazzo della biblioteca.”Non dovevi fargli vedere nulla! Sai che Viktor vuole tenerlo nascosto!”lo sgrida, ma lui resta fermo senza reagire, è abituato.
Aro, senza un motivo apparente, sente che deve intervenire. Senza pensarci due volte uccide la guardia e ne beve il sangue, anche se avendo già mangiato non ha fame.
Poi rivolge la sua attenzione al ragazzo.
Quando gli toglie i vestiti vede le ferite che sanguinano e decide di trasformarlo in vampiro. Intanto che la trasformazione è in atto, prende la sua mano.
Aro vede i pensieri del ragazzo.
Viktor cerca qualcuno per la biblioteca. Amo i libri e così vengo preso. Un giorno, mentre spolvero, vedo dei fogli tutti in disordine e decido di cucirli insieme. ”Perché perdi tempo?! Devi pulire!”
“Oh... scusate, Viktor... ho trovato questi..."dico incerto.
“Alec, non devi parlarne o ti uccido. Sono un vampiro.”dice come se fosse normalissimo essere una creatura simile.
"Che mi avete fatto? Mi sento le ossa rotte e il cuore non batte!"
Aro lascia la mano di Alec. Il vampiro neonato non sa come, ma dal corpo dell'altro esce una nebbia grigia che lo stordisce.”Non tornare più. Cambia città.”sono le ultime parole che sente.
Fino al 1643 la famiglia Corvinus vive tranquilla: di giorno Sonja sta con Aro, le notti insieme a Lucian... Viktor finge di non sapere dove va la figlia.
Alec, invece, vive nelle fogne di Londra.
Un giorno delle persone vanno là sotto.
Lui sente l'odore del loro sangue, ha sete... per questo li attacca d'istinto.
Loro, però, riescono a scappare, solo uno cade sua vittima.
È un cacciatore di esseri sovrannaturali, con il suo carattere sensibile gli viene impossibile uccidere.
Il vampiro non mostra pietà e lo morde.”CARLISLE! DOVE SEI? CI SONO ALTRI CADAVERI!”chiede qualcuno.
Carlisle non risponde. ”Il vampiro l'avrà preso, era troppo sensibile per fare questo lavoro."dice uno dei compagni del malcapitato.
Sono morto, il vampiro mi ha ucciso! È tutta colpa del mio essere troppo sensibile... se l'avessi ucciso quando potevo in questo momento starei al caldo sotto una coperta. E invece sono nelle fogne di Londra. Diventerò come quell'essere?! Spero di no... se sopravvivo devo andarmene da qui o cacceranno pure me. Pensa Carlisle triste.
Vede i suoi occhi riflessi nell'acqua torbida, sono rossi e quindi si spaventa.
Esce dalla fogna che è ormai notte.
Le stelle brillano nel cielo.
Guarda tra gli alberi: c'è un branco di cervi. Ne uccide d'istinto cinque, deve nutrirsi.
Carlisle da Londra si trasferisce in Germania, a Stoccarda.

Poco fuori dalla città tedesca compra un castello... la sua nuova casa.
Se fosse rimasto in Inghilterra sarebbe stato perseguitato dai suoi stessi compagni. 

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Capitolo 8
*** Essere sensibili è pericoloso ***


à ll castello è vicino la città tedesca, si sviluppa su numerosi piani ed è circondando da un parco.
L'imponente struttura mostra le linee tipiche dell'architettura rinascimentale, mentre gli alti bastioni ne slanciano la forma, così come la presenza di quattro grandi torri circolari, una massiccia a base quadrata,  altre torrette e pinnacoli minori.
Le mura in mattoni rossi, nelle quali si apre il grande cancello d'ingresso, sono in contrasto con il resto dell'edificio in pietra bianca. Il castello, circondato da un parco con differenti specie di alberi sempreverdi, ha un aspetto quasi fiabesco.

Conducendo una vita apparentemente ritirata, il vampiro riesce a mantenere la sua natura nascosta per circa due secoli.
Carlisle vive a Stoccarda, ma alla fine dell'Ottocento inizia i suoi studi a Volterra; essendo un vampiro può spostarsi velocemente, nonostante ci sia la possibilità di alloggiare nel dormitorio. Ha scelto quella città perché spinto dalla curiosità di incontrare i Volturi, la più grande e potente congrega di vampiri, coloro che fanno rispettare le leggi alle creature della loro stessa razza.
Considerando il suo carattere sensibile, ha deciso di fare medicina.
Alla sera, quando tutti dormono, va dove vengono conservate le bottiglie di sangue.

Quando vede il sangue la prima volta scappa; lo vuole, ma non può berlo e così pensa al suo sapore.

Le ruba o se non può, caccia gli animali per nutrirsi.
Un giorno però senza che Carlisle se ne accorga, viene seguito
qualcuno.
C'è un altro essere uguale a lui e ne è contento.”Non è tardi per studiare? Vuoi venire a casa mia?”lo invita.

E ora cosa dico? Non voglio dire che rubo per berlo ma se sto zitto lo capirà! Pensa Carlisle in ansia, allontanandosi dalle bottiglie.
”Sì. Studio dopo... e tu, perché sei qui?”chiede a sua volta.
“Stessa cosa. Io sono Damon!”si presenta il nuovo arrivato.
“E io Carlisle, non mi ricordo di te a lezione.”i due hanno capito che sono uguali, ma non lo dicono. Così vanno a casa Salvatore dove si tiene una festa. Gli invitati non solo molti vestono in eleganti
abiti da sera, rigorosamente scuri per gli uomini.
Colorati e resi ampi i vestiti delle donne.
L'enorme salotto dagli scuri pannelli in legno è stato liberato dalla maggior parte dei mobili per permettere le danze al centro della sala.
 I musicisti siedono sul lato sinistro accanto ai camini lasciati spenti.

Elena e Jane salutano con un inchino.”Ehi Damon, chi è lui?”chiede la prima donna avvicinandosi.
“È Carlisle Cullen, studiamo medicina insieme! Ti presento Elena e Jane. Loro invece sono Aro e sua moglie Sonja.”informa Damon portando il suo nuovo amico da Aro prima di allontanarsi... a loro si avviccina Jane."Lui: Aro è mio fratello!"spiega festosa.
”Vieni. Devo dirti una cosa. Non è che ti agiti poi?”chiede Carlisle al ragazzo che gli è stato presentato.
Sente che può fidarsi di quel vampiro all'apparenza gentile e dirgli il suo segreto. Si fissano.
L'essere sensibilie lo aiuta a percepire la solitudine di Aro non diversa dalla propria.

”Non guardare gli occhi di Elena anche se fanno paura.”lo avverte lui.
“Io... sono un vampiro e uccido gli animali non l'uomo. Pure tu lo sei? confessa Carlisle.
“Sì e anche Sonja. A me però non piace uccidere gli animali, l'uomo ha odore loro no.”
“Se vuoi quando caccio possiamo andare assieme. La prima volta è difficile. Ci vediamo nel bosco.”
Jane e Carlisle danzano insieme, anche se lui le fa da cavaliere per gentilezza.
Crede sia sadica con gli altri, dato che prima l'aveva vista ridere alle battute macabre di Elena.
Non gli piace quella ragazza!
È una vampira come gli altri e non può fare a meno di chiedersi se suo fratello in passato sia stato il colpevole della trasformazione.
La sera dopo i due vampiri vanno fuori dalla città nel bosco, per cacciare.
Aro uccide un animale e lo dissangua solo che ha ancora fame. ”Tu come fai? Non sono sazio!”chiede rivolgendosi a Carlisle nervoso.
”È difficile farlo, però ci provo lo stesso.”spiega al compagno.
Dopo aver finito gli studi, il vampiro si reca a Chicago. Lì inizia a lavorare in ospedale come medico.
Nel 1918 scoppia l'influenza Spagnola che causa tanti morti. Lui però, anche se la malattia è infettiva, non può essere contagiato, per questo lo chiamano spesso, credendolo immune.
Chiedono il suo aiuto.
Un giorno arriva una donna Elisabeth con suo figlio Edward.

Sono entrambi malati dello stesso male.”Puoi aiutarlo vero, dottor Cullen? Stiamo morendo.”domanda agitata. Aspetta che lui si addormenti, poi di nascosto rapisce il ragazzo e lo porta a casa per trasformarlo.
Edward al risveglio ha fame, ma essendo solo scappa dalla casa e uccide dei passanti. Non ha ancora il controllo sui suoi sensi.
”Non voglio che uccidi la gente, puoi farlo solo con gli animali!”gli spiega paziente Carlisle.
Rimangono a Chicago un paio di anni, periodo in cui Edward studia medicina e aiuta il vampiro in ospedale solo quando non c'è sangue.
Gli manca ancora tanto!
Nel 1921 vanno nel Wisconsin. Durante il suo turno di lavoro Carlisle trova una donna molto bella.
Lei ha i capelli lunghi e rossi.
Non può vedere il colore dei suoi occhi perché sono chiusi.
Se ne innamora subito.
Scopre che lei voleva suicidarsi, così si era lanciata dalla scogliera finendo nell'acqua.
Decide di morderla, poi la porta a casa, intanto che la trasformazione avviene.
A Edward piace subito quella donna.

Si chiama Esme.
Carlisle la sposa e lei prende lo stesso cognome del marito: Cullen.
A loro si aggiungono altri tre vampiri in pochi decenni che lui stesso trasforma, ad accezione di un quarto ragazzo di nome Jasper.
 
Per EsmeCarlisle sono come figli.
I tre vampiri sono Rosalie, Alice ed Emmett. 

”Ci trasferiamo a Forks nello stato di Washington.”annuncia Carlisle un giorno.
È il capo branco, per questo viene rispettato nelle sue decisioni senza discutere. Quando arrivano a Forks fanno un accordo con dei lupi: esso prevede che quei vampiri non caccino nella città e nemmeno dove abitano i lupi in cambio li lasceranno stare.

Edward insieme ai fratelli si iscrive al liceo di Forks, pronti a iniziare una nuova vita.

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Capitolo 9
*** Arizona addio! ***


à Dall'Arizona arriva Isabella Swan, che si trasferisce proprio a Forks, nello stato di Washington. Bella, come è chiamata da familiari e conoscenti, ha 17 anni. Dopo il divorzio dei suoi genitori, viene affidata alla madre Renée, con la possibilità di poter incontrare suo padre Charlie solo durante le vacanze estive.
Bella ha capelli castani, lunghi, mossi e occhi marroni. A causa della sua situazione familiare è una ragazza insicura, ribelle e solitaria, oltre che diffidente con chi non conosce.
Piove.
È gennaio.
Davanti alla casa del padre incontra Billy Black e il figlio Jacob suoi vecchi conoscenti.”Charlie ha comprato il furgone da me. Jacob l'ha aggiustato...”spiega contento l'uomo, dall'aspetto tipico di un nativo Americano, dandole poi le chiavi.
I due ragazzi si avvicinano al furgone rosso.”Vieni a scuola con me? È bello conoscere già una persona.”
“Oh, no... Io frequento la scuola nella riserva.”specifica Jacob.
Bella sale allora nella sua auto tutt'altro che nuova.
 Arrivata a scuola, si appresta a fare l'iscrizione in segreteria.
 L'impiegata le consegna gentilmente un foglio con indicati gli orari delle lezioni e i numeri delle aule in cui si svolgeranno.
La pioggia batte sulle finestre.
Le prime ore trascorrono abbastanza in fretta, ha già iniziato a orientarsi nella scuola seppure non abbia quasi mai parlato con i suoi coetanei.
Tutti  cercano di fare amicizia.
Essendo ormai le 13.00 raggiunge la mensa e si siede.

”Io sono Jessika. Ma tu non vieni dall'Arizona?”chiede una delle sue nuove compagne, mentre prende posto accanto a lei.
“Sì. Forse è per questo che mi hanno cacciata...” sorride alludendo alla propria pelle troppo pallida per quel caldo Paese del sud.
“E io sono Mike!”si presenta amichevole un ragazzo.
Bella sorride un po' impacciata al compagno, non sapendo come continuare la conversazione. Jessika le viene in soccorso affermando:"Sei divertente, perché non diventiamo amiche?"
Lei annuisce, spiazzata dai modi diretti della ragazza."Sì certo, perché no?"si affretta ad aggiungere, sperando di non apparire troppo goffa.
"Spero di non vedere quei matti dei Cullen..."annuncia Mike con un sospiro.
Ma Bella non li ascolta più, non riuscendo a stare attenta nel vedere attraverso il vetro della porta quattro ragazzi entrare.”Chi sono loro quattro?”domanda curiosa.
“Oh... loro sono i Cullen. Parli del Diavolo... sono Alice, Jasper, Emmett e Rosalie. L'ultimo è Edward...”spiega Jessika, prima che Mike apra bocca; fanno a gara per dirle le cose!
Bella si attarda a osservarli incantata dalla loro eccessiva bellezza non sembrano neanche reali.
Fissa Edward.
Dal cognome si presume facciano parte della stessa famiglia eppure sono profondamente diversi.

Sente la campana e corre in classe.
 C'è lezione di biologia.
Guarda i banchi liberi in cerca di un posto in cui sistemarsi, ma l'unico è vicino a Edward Cullen.
Si siede nervosa, non sa perché ma lui le fa paura con quegli occhi dorati.”Tu ti chiami Bella, vero? Io sono Edward.”dice scontroso.

“Sì. Ti ho visto prima insieme ai tuoi fratelli o almeno credo che lo siano...”cerca di fare conversazione, seppure sia molto a disagio. Per Edward sentire tutti quei cuori pulsare il sangue è una violenza fisica, uno in particolare lo tortura: quello di Bella!
Deve trattenersi o rischia di ucciderla.
Lei non può conoscere la verità.
Ma invece di tenerla lontana, ne è attratto.
C'è una cosa che lo turba e incuriosisce al tempo stesso, per quanto si sforzi non riesce a leggerle nel pensiero, come se lei fosse immune ai suoi poteri mentali.
Deciso a conoscerne il motivo, si ripromette di tenerla d'occhio.

Oggi è venerdì. Bella ama questo giorno perché esce al ristorante con suo padre.
Alle 19.30 arriva a casa Charlie, dopo una lunga giornata di lavoro.”BELLA! OGGI E' VENERDÌ, MI PREPARO E ANDIAMO AL RISTORANTE!”annuncia appena richiude la porta d'ingresso.
“IO SONO SEMPRE PRONTA PER USCIRE CON TE..."grida in risposta dalla camera, ma si interrompe dato che sente il telefono squillare.
 Scende al piano terra con aria triste, suo padre ha risposto alla chiamata.

”Scusa, devo tornare al lavoro. Un sorvegliante dell'industria chimica è morto, ucciso da un animale.”spiega giù.
Charlie lavora alla polizia come investigatore, perciò lo chiamano a qualsiasi ora in caso di emergenze.

Bella è delusa ma non sorpresa.
Se lo aspettava.
 Tuttavia non dice nulla.
 Conosce le responsabilità di suo padre.
Anche Charlie ha un'espressione dispiaciuta, ma sa qual è il suo dovere nella polizia.
Saluta la figlia e si avvia alla porta, pronto a risalire sulla sua macchina.

L'uomo si affretta a raggiungere l'entrata dell'industria, sulla porta c'è il cadavere.
Ci gira attorno, poi si piega per studiare la vittima da vicino, finché non vede la ferita sul collo: sono dei buchi provocati da canini.

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Capitolo 10
*** Bella ama Edward ***


à A casa Bella cena da sola.
Non può fare a meno di ripensare a Edward.
Quello strano ragazzo l'affascina.
Dal loro incontro sono passate solo d
ue settimane, eppure in qualche modo si sono avvicinati ogni giorno di più, spinti da reciproca curiosità.
Aspetta biologia felice!
Durante le lezioni hanno avuto modo di parlare e conoscersi un po' meglio, ma Edward è ancora un mistero.
Con sgomento si rende conto che lo vorrebbe con lei in questo momento.
Si agita, domandandosi se non abbia iniziato a provare qualcosa per il compagno.
Sente un rumore nel corridoio, come se ci fosse qualcuno in casa.
Così prende un coltello e si fa coraggio, raggiungendo l'intruso.”Ehi! Cosa fai in questa casa?”l'altro non risponde. Tenendo i nervi saldi avanza verso il presunto ladro, ma inaspettatamente lui sembra reagire e avvicinarsi a lei.
Presa dalla paura, d'istinto, lo accoltella al petto.
 Il vampiro sfila l'arma dal cuore come se nulla fosse.

”Mi hai accoltellato per nulla. Non puoi uccidermi.”dice asciugandosi la camicia sporca di sangue.
“Edward! Mi hai fatto paura... cosa fai qui?”grida sconvolta, incredula per quello che ha appena visto.
“Voglio dirti la verità. Sono un vampiro, ma mi nutro di sangue animale.”
“Un vampiro? Non esistono...”mormora sempre più confusa.
“Guarda i miei occhi, cambiano colore. Comunque... io ti amo."spiega alla ragazza cercando di convincerla.
“Non ci conosciamo neppure, come puoi amarmi?”
“Ti ho aspettata per 150 anni! Nel mio incubo fatto di morte e sangue, tu mi hai salvato.”
Bella ascolta, rendendosi conto che neanche lei gli è indifferente.
Lo osserva perplessa, non sa se credergli o meno.
 La prima confessione era già abbastanza sconvolgente.
Non ha idea se lui sia matto o è davvero un vampiro come dice.
La scelta migliore è chiarire la situazione con calma.

“Posso chiederti di venire in camera mia? Siamo soli, Charlie non c'è...”lo invita e muove i primi passi verso la scala.
Salgono in camera.
Bella si siede sul letto facendogli poi cenno di sedersi accanto a lei.
"Dunque... dici di essere un vampiro... per questo sei così pallido e sparisci per giorni?"domanda ingenuamente, non sapendo come affrontare un discorso tanto assurdo.
"Sì, ma nella mia famiglia beviamo solo sangue di animali, non attacchiamo l'uomo."specifica a disagio.
"Quindi siete tutti dei vampiri e non siete realmente fratelli."ora si spiega la totale mancanza di somiglianza.
"Io e i miei fratelli siamo stati adottati da Carlisle ed Esme..."
"Come fate per non essere scoperti? Voi... non invecchiate..."
"Dopo alcuni anni cambiamo città, cosiché nessuno noti il fatto che rimaniamo sempre uguali. Ma la mia natura non cambia ciò che provo per te."si stringe nelle spalle; cercando lo sguardo della ragazza.
Bella sembra iniziare a credergli, ma si trattiene ancora dal rivelargli quello che pensa e prova in quel momento.
Edward allora si fa più vicino al suo volto, cerca le sue labbra.
La bacia con tenerezza e lei non si ritrae.
Lui approfondisce quel bacio e porta le mani ai lati del viso di Bella.
Non vuole che scappi.
Bella inizia ad ammorbidirsi, lasciandosi andare a quella nuova esperienza.
 Lei poggia una mano sul petto del vampiro, ma si rende conto che la camicia è bagnata.
Si tira indietro osservando turbata il sangue che macchia le sue dita.
"Ora è meglio che vada, non vorrei che tornasse tuo padre. Buonanotte amore..."lui sente dei rumori in strada.
Edward si alza.

 Le sorride. 
Lei non fa in tempo a ricambiare il saluto che lui è già scomparso oltre la finestra.

QUELLA RAGAZZA DEPRESSA E' FELICE!
La mattina dopo Bella guarda dalla finestra come sempre a Forks piove!
È sabato, non c'è lezione.
 Fa colazione con calma, poi risale in camera sua per iniziare a pulire.

Avendo acceso l'aspirapolvere non sente Edward entrare.”Sono stato sveglio tutta notte! Non sapevo come spiegartelo.”
“Non ti capisco. Cosa devi dirmi?”chiede lei agitandosi.
In quel momento sul telefono arriva un messaggio da Jessika, così legge: BELLA STASERA A CASA MIA C'E' UNA FESTA! PUOI VENIRE DA SOLA O ACCOMPAGNATA. TI ASPETTO PER LE 20.30. :)

“Tu sei innamorata di me... io però, essendo una Creatura Notturna, non ho l'Anima!”cerca di spiegare il ragazzo visibilmente a disagio.
“Tu non ce l'hai perché il tuo cuore è fermo. Ecco tutto...”
“CHI HA L'ANIMA NON UCCIDE NESSUNO!”esclama scontroso. Perché lei non capisce? Semplice... deve essere un vampiro per comprendere la realtà di questa vita. Pensa Edward con tristezza.
 Allora le prende la mano, dopodiché se la posa sul suo petto. Bella è sempre più convinta che i veri mostri siano gli umani, sono loro a essere pericolosi, non lui. Edward uccide per mangiare, non mosso da ira o cattiveria.

”Vuoi venire alla festa di Jessika con me? È alle 20.30.”lo invita, cercando di cambiare discorso.
“Un po' di divertimento ci vuole! Verrò a prenderti alle 20.15.”
Bella aspetta che Charlie torni dal fare la spesa per il pranzo del giorno seguente. Verranno Billy e Jacob a mangiare da loro. ”Ah, papà. Ti va bene se esco con Jessika?”
“Sì è meglio che tu non si sia, così cucino con calma il pranzo per domani!”
Bella allora alle 19.30 va a fare una doccia.
Asciuga i capelli poi si prepara. Infine indossa un vestito verde e infila le scarpe eleganti con dei tacchi alti.
Charlie vedendola è orgoglioso.
 Non le resta che attendere il suo accompagnatore.

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Capitolo 11
*** Il parto ***


à Alle 20.15 arriva Edward come previsto. .
Bella vestita in quel modo si sente a disagio, preferendo di gran lunga le comode tute
. Per lei la moda non conta.

Continua a specchiarsi indecisa, sentendosi ridicola in quelle nuove vesti. 
Dopo poco suona il citofono e va ad aprire.”Oh... ei più bella del solito, dovresti vestirti sempre così!”

“Mi sento stupida invece. Voglio le tute!”ammette Bella imbarazzata.
 I due escono in strada, la luce dei lampioni illumina l'area circostante.
E' sera.
Ma invece di andare alla festa vanno in un ristorante.
Appena entrati, gli altri ospiti li guardano incuriositi.
Il vampiro a sentire i pensieri altrui sorride.
Cenano insieme, anche se in realtà è solo lei a mangiare.”So che stamattina ti ho detto che saremmo andati da Jessika... se vuoi possiamo andarci.”propone Edward.

“Sto meglio qui. Io e il ballare siamo nemici..."spiega mangiando le lasagne. Lui la fissa, il rosso del ragù gli ricorda quel liquido che tanto ama.
”Io... sento i pensieri degli altri. Alcuni di noi, dopo che vengono trasformati, sviluppano dei poteri.”confessa a Bella.
Lui la guarda ammirato, è difficile credere che quella creatura, ai suoi occhi così perfetta, sia umana.

"Oddio, vuoi dirmi che per tutto questo tempo mi ha letto nella mente?"esclama nervosa.
"Non ci sono mai riuscito, anche se non ho mai capito il motivo."a quelle parole lei sembra tranquillizzarsi.
”Io voglio essere un vampiro! Non importa quale prezzo devo pagare...”esclama lei, prendendo il compagno alla sprovvista.
“Il prezzo, come lo chiami tu, è perdere l'Anima. Vuoi veramente essere così?”domanda lui dubbioso per nulla d'accordo con quell'idea.
“Ti ripeto che non importa! Voglio te, se tu sei da un'altra parte l'Anima è inutile!”ribadisce con maggiore convinzione.
Per il resto della cena quasi non si scambiano parola.
Sono entrambi tesi dopo quella breve conversazione.
Si alzano dal tavolo.
Dopo aver pagato il conto, Edward invita Bella a seguirlo verso l'auto.
La riaccompagna a casa e i due si salutano sulla porta.

Lei lo bacia teneramente.
Nelle settimane successive i due continuano a frequentarsi, non solo durante le lezioni condivise e la pausa pranzo, ma anche di sera. Escono sempre più spesso, inventando qualche scusa per tenere a bada il vigile padre della ragazza.
Per i due infatti non è facile stare insieme e condividere la doppia vita di Edward con i suoi segreti.
Eppure Bella sente quel sentimento farsi ogni giorno più profondo e legarli in modo indissolubile.

Sono ormai quasi due mesi che i due fanno coppia.
Un venerdì sera Bella invita Edward a casa sua approfittando dell'assenza del padre per un improvviso turno extra di lavoro.
Lui guarda l'amore della sua vita pulire i piatti.
Dopo aver cenato in cucina, decidono di rilassarsi un po' nella camera di 
Bella.
Ma 
lei ha in mente altri programmi.
Ci aveva riflettuto nelle ultime settimane è ora decisa a fare un nuovo passo nel loro rapporto.

Una volta entrati nella stanza, lei si spoglia rimanendo quasi nuda... il vampiro intanto la guarda dubbioso.”Vuoi fare sesso con me? E... così... il leone si innamorò dell'agnello.”chiede togliendosi i vestiti a sua volta.
“Sì. Sei bellissimo... ma perché proprio io? Potevi innamorarti di Jessika, è più bella di me...”la pelle biancastra sotto i raggi della luna è ancora più chiara.
Gli occhi del mostro ardono di desiderio nello stesso modo con cui brama il sangue quando lo vede.”Io amo te... non lei. Siete come una droga per me. Ti bramo.”sussurra salendo sul letto.
Comincia a baciarla e lei sta lì ferma lasciandolo fare.

Solo l'idea che potrebbe andarsene da un momento all'altro le mette tristezza.
Fanno l'amore, poi quando finiscono si guardano in giro.
Rimangono stupiti nel notare che hanno distrutto il letto.
Per la stanza ci sono piume ovunque.”Edward, se Charlie ti trova qui siamo morti! Tirami giù quel ripiano.”

Edward strappa dal muro il ripiano che lei gli ha indicato e lo appoggia sul letto.
Ride.

“Charlie è già qui. Sta parcheggiando l'auto nel vialetto.”spiega il vampiro mentre si affretta a rivestirsi e saltare giù dalla finestra.
Lui osserva l'uomo.
Corre attraverso il bosco fino a casa.
Charlie intanto controlla se la figlia sta bene.”Bella non è tardi per pulire? Sono le 03.45!”

“Sì, lo so, solo che è caduto questo ripiano sul letto e stavo pulendo la polvere.”
“Come ha fatto a cadere? Sembra sia stato strappato."constata Charlie incredulo per poi tirare un sospiro e andare a letto senza farsi troppe domande.
"Papà... questi mobili sono vecchissimi..."sua figlia si rilassa.
Tre giorni dopo la sveglia trilla alle 07.30, ma Bella si sente strana, perciò torna a letto quasi subito.”BELLA! È ORA DI SVEGLIARTI. SONO LE 07.30! grida Charlie dal piano inferiore.
“NON MI SENTO BENE... OGGI STO A CASA!”risponde prima di tirare su le coperte e riaddormentarsi.
Quattro ore dopo si alza e scende in cucina.
Mentre è seduta sulla sedia, in procinto di fare colazione, dentro la pancia sente qualcosa muoversi.
Teme di essersi presa l'influenza.
Proprio in quel momento il cellulare, posto sul tavolo, inizia a squillare.
È Edward così risponde.
Bella gli confessa di aver saltato la scuola.

"Sei sola a casa?"domanda un po' preoccupato per la sua salute.
"Sì, Charlie è a lavoro."
“Puoi venire da me? Abito nel bosco, ci metti 10 minuti. Siamo tutti qui... ieri notte eravamo a caccia.”
“Se è così vicino, vengo...”dice e chiude la chiamata. Intanto scrive un biglietto a Charlie: VADO DAI CULLEN, NON VOGLIO STARE SOLA. Lo appende al frigorifero, poi esce.
Guida veloce verso casa Cullen e poco dopo si ritrova davanti all'abitazione. Essa ha due piani, tutte le pareti hanno delle grosse vetrate, il pavimento è di legno chiaro.
Bussa alla porta vetrata e subito le apre Carlisle.
”Edward mi ha detto che pensi di avere l'influenza...”
“Sì, non mi sento molto bene.”l'uomo, vedendola molto pallida, la porta nel suo laboratorio. Sembra uno studio medico, ci sono macchine dappertutto. Per prima cosa Carlisle le preleva del sangue e lo analizza. Rimane scioccato dai risultati, pensa di aver commesso qualche errore.
La ragazza è allarmata dall'espressione del medico, ma aspetta che sia lui a comunicarle l'esito.
Seguendo le indicazioni di Carlisle, che afferma di aver bisogno di un ulteriore controllo, Bella si sdraia vicino all'ecografo.
Quindi lui inizia a fare l'esame.
Preme sulla pancia forte, il gel freddo le da fastidio.”Sì, sei incinta... non so di chi però. Hai fatto sesso con qualcuno negli ultimi tre mesi?”chiede incerto ancora incredulo.

“Solo con Edward, ma è stato tre giorni fa... non capisco.”lei è agitata e confusa quanto il medico.
LE COSE STANNO PER PEGGIORARE.

“L'esame dice che il bambino ha tre mesi...”dal piano inferiore squilla il telefono.
L'unica felice è Rosalie.
Risponde Edward nervoso, il quale non ha avuto difficoltà a sentire la conversazione tra Carlisle e la sua ragazza.”Bella è lì da voi? Ho letto il biglietto!”domanda allarmato Charlie agitato.

“Sì... Carlisle le ha fatto l'ecografia. È incinta, per questo deve restare qui.”
“Se incontro Jacob lo uccido! Come ha potuto essere così irresponsabile?!”grida l'uomo dall'altro lato del telefono.
Esme intanto le prepara il divano, poi l'aiuta a stendersi.
Bella fissa la parete confusa e pensierosa.”Il figlio di Bella è un Mezzosangue. Deve abortire o lui la ucciderà!”spiega Carlisle con aria colpevole.
Edward è terrificato!
La pietà però non gli permette di uccidere un altro essere vivente qualunque esso sia.”Non posso perderla. Lo farò io, a me ascolterà!”

“EDWARD! NON PUOI FARLA ABORTIRE... SE LO FAI TI ODIERA'! È CONTRO LA NATURA!”grida Rosalie. In realtà non le interessa se la vita di Bella è in pericolo, vuole che partorisca così avrà lei il suo bambino.”Preferisco che mi odi da viva, e tu non metterti in mezzo!”ringhia il fratello facendole vedere i denti. Ormai la decisione è presa: LEI ABORTIRA' CON O SENZA IL SUO PERMESSO! Esme tenta di calmarli.”Ok, allora lo farai tu e io ti aiuterò...”dice l'uomo agitato rivolto al figlio.
“Bella tuo figlio è un Mezzosangue, ti ucciderà durante il parto se non lo farà prima...”tenta di spiegare alla ragazza, ma lei lo interrompe. Nel mezzo della discussione arriva Jacob.”No. Non voglio abortire, riuscirò a partorire!” esclama decisa, seppure spaventata.
Un mese dopo alla sera ha le doglie. Con lei c'è solo Edward. Subito la porta nello studio e taglia il pigiama con i denti.”Il bambino sta uscendo... non morire!”supplica in preda all'ansia.
“E' difficile... fa male... cosa succederà a lui?”il bambino per uscire strappa la carne della madre, facendo morire Bella dissanguata sotto lo sguardo impotente di Edward.

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Capitolo 12
*** Stupidità ***


à Edward prende la neonata in braccio.
Il suo nome è Renesmee.
Lo aveva scelto con Bella unendo i nomi delle rispettive madri, un ricordo ora doloroso.
Vede che ha occhi
marrone scuro, capelli ramati e la pelle estremamente pallida, ma sotto ad essa nelle vene scorre sangue. Il cuore della piccola batte a 200.
Edward fissa quel mostro.
Con il cuore infranto lui pensa che Reneesme deve fare la stessa fine di Bella: morirà. COME PUO' AMARE QUELLA COSA?! Non capirà mai la decisione della sua compagna.
Ha bevuto litri di sangue e le si sono rotte le costole durante la gravidanza, insomma è morta inutilmente!
Non può che osservare impotente il corpo della sua amata, combattendo tra un senso di profonda disperazione e la rabbia crescente.
Tutti i Cullen, a parte Rosalie, sono demoralizzati.
Se potessero piangere lo farebbero.”Perché hai convinto Bella a non abortire? Lei è morta per colpa tua!”

“No, Edward. Io cosa c'entro? Non voglio far finta che mi dispiace.”dice Rosalie con cattiveria, sua sorella ha sempre invidiato Bella perché era umana.
Lei prende Renesmee e va in sala.
Edward guarda irrigidito quella creatura mostruosa, quindi Jasper, sentendo la rabbia del fratello, usa il suo potere per calmarlo. Le cose peggiorano quando arriva Jacob, essendo un licantropo i Cullen hanno sentito l'odore da lontano.”Ehi Bionda! Bella dorme o è sveglia?”chiama Rosalie così solo per infastidirla. Nota subito che la vampira tiene in braccio una neonata.
Si avvicina incredulo, intuendo di chi sia figlia.
Appena incrocia lo sguardo della bambina, avverte come uno spostamento di gravità che lo sconvolge. Paralizzato da quell'ondata di emozioni, nella sua mente si fa largo solo una domanda: è questo l'imprinting? Quel sentimento eterno simile ad un colpo di fulmine a cui sono soggetti solo i licantropi? Non riesce a capacitarsi che possa succedere con una creatura così piccola, quel pensiero lo destabilizza e gli crea un senso di imbarazzo.

Edward leggendo i pensieri del lupo è disgustato.”Bella è morta. Edward l'ha morsa mentre il cuore non batteva già più.”spiega Esme.
A quelle parole Jacob si riscuote. Non riesce a credere che Bella ha perso la vita per dare alla luce quella bambina. Era stato informato di quella strana gravidanza e degli alti rischi sulla salute dell'amica, nonché dell'eventualità della sua morte. Eppure non riesce a farsene una ragione, sente la rabbia montargli dentro.
“Il parassita si sente più mostro del solito, credo.
E tu non hai nulla da dire?”dice freddamente alzando lo sguardo verso Rosalie ed Edward. Se solo fosse riuscito a far desistere Bella, lei non sarebbe morta.
Piange.
Non era riuscito neppure a salvarla.
L'amore che provavo per Bella non è nulla... AMO QUESTA BAMBINA! Pensa Jacob sorpreso per quel nuovo sentimento. Edward sentendo i pensieri del lupo si innervosisce, quindi tenta di strozzarlo. Jacob lo colpisce sul petto facendolo sanguinare.”ORA BASTA! EDWARD! E' INUTILE VOLER UCCIDERE JACOB! BELLA NON PUO' RESUSCITARE!”ordina Esme esasperata mentre divide il figlio dal lupo.
“Anni fa ero considerato il vampiro più pericoloso e spietato. Uccidevo tutti senza distinzione.”dice Edward tranquillo, prima di andare a caccia nel bosco nel tentativo di calmarsi. Rosalie veste Reneesmee e facendo quelle azioni le viene in mente quanto volesse dei figli.
Ricordo di Rosalie
Vivo a Boston. Nel 1933 conosco un uomo: Royce King. È più vecchio di me, ha 35 anni mentre io ne ho 25. Vengo corteggiata da molti perché sono bella nei miei vestiti bianchi, abbinati ai fermagli nei lunghi capelli biondi e mossi. Voglio solo lui, non altri! Royce è proprietario di un'industria tessile, quindi può mantenermi. Anche se vengo da una famiglia umile, amo lo sfarzo! Un pomeriggio primaverile andiamo a scegliere i vestiti del nostro matrimonio, poi vado dalla mia amica Vera e al ritorno sul marciapiede, sotto la luce dei lampioni, vedo il mio fidanzato.”Cosa fai in giro? Sono le 22.45... è tardi.”chiedo in ansia avvicinandomi.
“Vi avevo detto che è una Dea, voi non mi credevate!”dice cercando di baciarmi.
“Ne riparliamo domani a casa quando sei sobrio. Buonasera!”tento di allontanarmi in fretta, ma è tutto inutile. I suoi amici, uno per volta, mi stuprano. CHI VUOLE UNA DONNA NON PIU' VERGINE? NESSUNO! Dopo poco, mentre sono ancora abbandonata a terra, vedo un uomo biondo avvicinarsi. Credo voglia aiutarmi, invece annusa il mio sangue e infine mi morde. Sento delle voci maschili al mio risveglio. ”Edward, non far uscire quella donna. Io ed Esme andiamo a caccia...”
“Carlisle, sai che i vampiri vogliono vendetta e amano il sangue!”i due mostri se ne vanno."Cosa c'entrano i vampiri con me?! Quei demoni non esistono... credo... sono come quell'essere della Transilvania: Dracula? Impalava i nemici davanti le mura del castello. Ucciderò gli uomini che mi hanno stuprata! Edward è di là, quindi non si accorgerà subito della mia fuga. medito tra me, decisa a vendicarmi. Scappo da lì e uno dopo l'altro dissanguo quelle persone. Poi vado dal mio fidanzato Royce. ”Pensavo fossi morta quella sera... c'era così tanto sangue...” dice lui guardando il vestito da sposa che indosso sporco di sangue secco. ”E' il sangue dei tuoi amichetti, li ho uccisi tutti e ora... tocca a te! Sì. Sono un vampiro...” non potrà mai dire a nessuno cosa sono diventata perché lo diventa pure lui.”L'hai morso! Edward siamo nei guai! Ora arriveranno i Volturi se lui non saprà controllarsi!”mi spiega Carlisle in pena per Royce, guardando però suo figlio negli occhi.
Arriva un ragazzo di 30 anni con i capelli lunghi legati, lisci e neri. ”Oh i Cullen hanno morso una persona. Chi è stato?”
“E' stata mia figlia. Non sapeva che quando mangia una persona deve dissanguarla.”spiega Carlisle mentre da la mano ad Aro. I Volturi hanno solo un desiderio: il potere. Quel vampiro decapita Royce senza pietà.
Rosalie torna al presente, cacciando indietro i propri ricordi.

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Capitolo 13
*** La Cupola ***


6.

In Irlanda a castello Corvinus Viktor gira per la sala del trono arrabbiato, sua figlia è andata a vivere da Lucian lasciando il marito! Aro ne è rimasto felice perché così ha potuto tornare in Italia. Sonja resta incinta del lupo. Viktor quando lo saprà ucciderà Lucian! Gli unici Mezzosangue sono Renesme e il figlio di Sonja. Viktor va davanti una cascina abbandonata, guarda quella casa nostalgico.

Ricordo di Viktor

Io e mia moglie non possiamo avere figli perché sono un vampiro. È notte. Vado in una cascina isolata lontano dal paese; entro nella casa... uccido tutti poi vado in un'altra stanza. La bambina mi guarda terrificata.”Non farmi male... li hai uccisi...”non riesco a dissanguarla e... anzi vado da lei. Ascolto quel piccolo cuore battere veloce. Ha i capelli neri e gli occhi grigi.”Dimmi... come ti chiami? Io sono Viktor Corvinus. Ti porterò al mio castello.”domando prendendola, quella pelle viva mi trasmette la sua innocenza.”So... nja... voi... siete una creatura della notte.”dice guardando i miei occhi azzurri.”Sì. Sono un vampiro e quando avrai 30 anni ti morderò. Non dovrai dire a nessuno cosa siamo.”spiego correndo al castello. Chiude gli occhi.”Dovrò diventare un vampiro?”annuisco. I soldati osservano mia figlia curiosi.”Dite a tutti che Sonja è mia figlia. Portatela in cucina e datele da mangiare.”ordino mettendola giù poi vado da mia moglie, è sul letto che legge quando mi vede chiude il libro.”Ti devo dire una cosa... sono incinta. Sei felice?”io devo ucciderla... se non lo faccio quell'essere le berrà tutto il sangue! Annuisco. Dorme tranquilla, vado a prendere la spada poi torno da lei e gliela infilzo nel cuore... senza mia moglie sono niente... 20 anni dopo mordo Sonja.

È curioso che mia figlia abbia scelto proprio la casa dove abitava secoli fa. Pensa l'aristocratico vampiro osservando il muro scrostato.”SONJA... TORNA A CASA! LASCIA QUELL'ESSERE MOSTRUOSO!”poiché sua figlia non risponde entra aprendo la porta. Sonja lo guarda con odio.”Non posso tornare... il Consiglio mi disprezzerebbe. Padre... sono incinta!”dice notando negli occhi del padre quel disgusto di cui ha paura, Viktor estrae l'arma perché il Consiglio vieta legami di sangue con i lupi; non vogliono ibridi quindi uccidono le vampire incinte... Sonja indietreggia spaventata.”Il Consiglio quando lo saprà ti ucciderà nella Cupola.”dice rinfoderando l'arma. Lucian si trasforma poi tenta di mordere l'uomo che lo spinge contro al muro facendolo svenire, gli mette il collare.”Liberatelo! Voi non siete più mio padre... vi odio!”ordina furente afferrando la spada sulla cassa puntando alla gola del vampiro.”NO! BASTA! HAI TRADITO LA CASATA PER UN LYCAN! TI PORTO NELLA CUPOLA!”grida prendendo l'arma dal taglio, poi lega alle corde gli amanti trascinandoli al castello. Li porta nella Cupola perché vuole uccidere Sonja sotto i raggi solari, non essendo più abituata al sole si scioglie! Lega Lucian ai ganci incatenandolo infine gli toglie il collare.”Sonja è tua figlia... abbi pietà! Viktor... uccidi me, non farò resistenza!”dice supplicando intanto Viktor sveste sua figlia poi lega Sonja al palo dopoché finisce guarda quel corpo debole e se ne va. La Cupola è una stanza grande con pavimento di marmo bianco, per uccidere i colpevoli viene aperto il soffitto tirando due catene.”Mi dispiace perdonami... amore mio... dai ad Aro il diario. Vive in Italia: a Volterra.”spiega sofferente all'uomo... è debole perché non beve sangue da ore. Lucian cerca di liberarsi dalle catene.”Ok... guardami... non succederà nulla! Ti salverò!”dice tirando inutilmente i polsi.”Non puoi liberarti. È inutile che tiri... quelle catene sono state create da William per i suoi figli, Viktor le ha rese in spezzabili usando l'argento.”spiega rassegnata alla morte inevitabile. Viktor le ha create usando l'argento perché così, quando tocca la pelle vengono feriti senza essere però uccisi. Un soldato apre il soffitto e i raggi solari illuminano Sonja.”SONJA! ANDRA' TUTTO BENE! GUARDAMI!”ordina disperato osservando la pelle dell'amata bruciarsi, il sole scioglie tutto tranne le ossa... dopoché è morta nella sala entra Viktor guardando con disprezzo quell'essere che secondo lui avrebbe ucciso sua figlia, nota nel lupo uno sguardo demoniaco! Lucian si trasforma poi rompe le catene e azzanna l'altro mostro ferendolo, Viktor lo lancia giù dalla scogliera.

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