Mondi oscuri di hola1994 (/viewuser.php?uid=142049)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La dura vita di Aro ***
Capitolo 2: *** I licantropi e i vampiri esistono ***
Capitolo 3: *** Libertà ***
Capitolo 4: *** Morti ***
Capitolo 5: *** Bugie ***
Capitolo 6: *** Aro per colpa di Elena è un vampiro ***
Capitolo 7: *** Ho fatto il primo omicidio ***
Capitolo 8: *** Essere sensibili è pericoloso ***
Capitolo 9: *** Arizona addio! ***
Capitolo 10: *** Bella ama Edward ***
Capitolo 11: *** Il parto ***
Capitolo 12: *** Stupidità ***
Capitolo 13: *** La Cupola ***
Capitolo 1 *** La dura vita di Aro ***
à
Aro nasce nel 1200 ad Atene da una famiglia nobile che deciderà di
trasferirsi a Volterra. Qui Aro, per tradizione, dovrà unirsi in
matrimonio con una donna scelta dai suoi genitori, un'aristocratica che
permetta loro di mantenere la loro posizione elitaria nella società.
Aro, però, non vuole saperne di sposarsi e per lui inizia un periodo molto difficile.
Cerca di stare a casa il meno possibile e si ritrova a passare il tempo
nei posti più malfamati; non gli importa delle regole, vuole solo
evadere dalla sua vita fatta di imposizioni e scelte non sue.
Passa le serate in loschi locali ai margini della città, bevendo e
cercando di dimenticarsi del matrimonio, degli obblighi familiari, delle
aspettative che ricadono su di lui.
Una sera, mentre torna a casa, vede una ragazza. Ad attirare la sua attenzione sono gli occhi: rosso cremisi.
Sta per dire qualcosa quando la giovane, in un battito di ciglia, sparisce.
Forse è ubriaco, non ne è certo. Confuso da quanto appena visto,
affretta il passo verso la propria abitazione; meglio non attardarsi
oltre in quei quartieri. Solo una volta raggiunto il portone d'ingresso
di casa e aver chiuso l'anta alle sue spalle, Aro si rende conto che
qualcuno lo sta aspettando nell'atrio mal illuminato.
”Aro, non mi piace che tu sparisca senza motivo. Devi sempre avvertirci
prima di uscire e non puoi tornare così tardi. Se ti vedesse
qualcuno...”dice la madre furiosa.
Aro ascolta la ramanzina senza dire una parola, annuendo di tanto in tanto.
Alla fine si congeda, accampando qualche debole scusa, e se ne va in
camera. Dopodiché apre la finestra; l'estiva aria notturna gli accarezza
il viso e i capelli legati.
Entra la sorella.”Ehi, ho sentito nostra madre arrabbiarsi con te... di nuovo.”
“Sono uscito di nascosto.”spiega semplicemente.
Lei, nel suo costosissimo vestito rosa, è inorridita.“Devi smetterla,
Aro! Così ti rovini la reputazione e la salute! Smettila di fare
stupidaggini!”lo rimprovera preoccupata.
“Jane, hai ragione, ma...”
“Niente ma, non ci sono scuse! Sei solo un'idiota!”lo interrompe
ancora, prima che possa avanzare qualche scusante, e se ne va sbattendo
la porta.
Bene, ha litigato con la madre e la sorellina in una sola sera.
Jane è sua sorella minore, ha 15 anni. Ha capelli biondi e lisci,
raccolti in una sobria acconciatura, e occhi nocciola. Nonostante la
bassa statura, è ben proporzionata. È sempre stata una ragazza leale e
gentile, in particolare con il fratello; eppure sa bene come nascondere
quella parte spietata di lei, rivolta verso chi più detesta, per timore
di essere giudicata.
Il matrimonio sarà tra pochi giorni, al tramonto, quando Jane compierà
gli anni. Un'espressione contrariata si disegna sul suo viso solo a
pensarci.
Non ha mai incontrato la sua sposa, neppure ne conosce il
volto.
Condividere la vita con una perfetta estranea non rientra
esattamente nei suoi piani, sebbene non possa ribellarsi al volere delle
due famiglie.
Stanco di quella giornata pesante, tra uscite notturne e litigi che
avrebbe preferito evitare, chiude la finestra e si mette sotto lo
coperte, attendendo il sonno.
Il sogno di Aro.
Mi trovo in un bordello con Elena, la quale mi chiede: ”Lo sa tua moglie che sei qui?”.
“No, certo che no. Se mi scoprisse....”
“Non succederà.” vengo spinto sul letto e lei si mette sopra di me a quattro zampe.
Mi bacia, le stringo le mani attorno alla vita, sento la sua pelle
fredda e un brivido mi attraversa il corpo... l'istinto all'improvviso
mi grida PERICOLO!
E' sempre più vicina al mio collo. Mi bacia ancora. Adesso che la guardo meglio noto che ha gli occhi rossi.
”Aspetta!” esclamo nervoso, irrigidendomi.
Ma lei non ascolta. Poi i suoi denti mi squarciano la pelle, affondando nella carne fino all'arteria del collo.
È la fine.
Aro scatta a sedere, sudato e terrorizzato dal sogno.
Guarda in ansia la stanza come se si aspettasse di trovarla lì. Davanti a
sé, ai piedi del letto a baldacchino in mogano, si trova un seggio
medievale senza schienale. Poco più avanti c'è un tavolino basso con
sopra alcuni
libri, oltre a due sedie in legno intarsiato. Alla sua destra, sopra al
comodino, una candela ancora spenta, così come il camino poco distante,
accanto a una delle finestre. Va bene... basta... sono solo... nervoso. Pensa cercando di tranquillizzarsi, tirando via le coperte rosse.
Poco dopo Jane entra nella sua camera e apre le persiane delle
finestre.”Svegliati! Mamma ha detto che devi accompagnarmi a
comprare il vestito.”lo informa, incurante del fastidio provocato
dalla luce improvvisa nella stanza.
“Non ci penso proprio! Vacci da sola, se vuoi. Sono stufo di
farti da balia.”risponde lui, passandosi una mano tra i capelli.
La quindicenne allora scende furiosa nelle scuderie.
”Signorina, non può uscire da sola!” dice il fattore agitandosi.
“Certo che posso, se voglio. E ora prepara il cavallo!” gli ordina.
“Come volete... ecco! Ma non mettetemi in mezzo.”
Il maniscalco le consegna le briglie in mano e lei sale in groppa
all'animale. Cavalca fino al paese, euforica di essere uscita da sola,
sa però che al ritorno dovrà fare i conti con il padre. Vuole godersi
quel giorno di libertà fino alla fine. Le ore passano svelte, è già
quasi sera e finalmente torna a casa.
Eccola andare in salone, tutti l'aspettano impazienti e preoccupati.
Aro la guarda come se stesse andando al patibolo.
”Perché tuo fratello non ti ha portato là?”
“Lui non c'entra. È colpa mia, volevo uscire da sola almeno per una
volta e dimostrarvi che posso farcela ad arrivare in paese.”mente lei
rapida. Non le importa della punizione, il legame fraterno è così... non
può farne a meno.
“Allora, chi dei due devo frustare?”
Aro scatta in piedi, prima che la sorella apra bocca.“Me, non
lei, padre.”risponde prontamente il ragazzo spaventato.
Le catene arrivano alla pelle tracciando solchi profondi e rossi. Quando
il padre finisce, lo lascia a terra svenuto.
Aro in realtà nasconde la
voglia di potere dietro all'essere impaurito dall'autorità del proprio
padre. Per troppo tempo ha sopportato di sottostare al volere della sua
famiglia; mettendo da parte il desiderio di comando sugli altri,
bramando però rispetto e controllo.
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Capitolo 2 *** I licantropi e i vampiri esistono ***
à
Jane è china sul fratello, gli cura le ferite inferte dal padre in silenzio: si sente troppo in colpa per parlare.
Non avrebbe disobbedito mai più.
A un certo punto la madre entra nella stanza e, dopo aver dato
un'occhiata alle ferite del figlio, svela il motivo della visita.”Ti
devo dire che domani verrà a conoscerti la tua futura moglie. Non
deludermi.”
Aro la guarda.“Non vedo l'ora! Adesso
lasciate che mi disperi da solo.”esclama in tono ironico fissando il muro.
Le due escono dalla stanza.
Si dirigono verso il parco della casa.”È
stato appena picchiato, dategli tempo.”dice Jane mentre passeggiano per
i vialetti circondati da fiori e aiuole colorate.“Sappiamo entrambe
che lui continuerà a opporsi.”fa notare la madre, sempre più seria.
“Volete legarlo a un matrimonio, mentre l'unica cosa che lui ama sono le
armi... Non potete pretendere che sia felice.”se ne va, lasciando la
donna a guardare un'ape posarsi su una campanula per succhiarne il
nettare.
L'indomani Aro si prepara per l'occasione, tutt'altro che gradita.
Indossa una giubba medievale nera con sottili strisce grigie verticali,
chiusa sul davanti da bottoni lucidi. L'indumento, essendo senza
maniche, lascia in bella vista quelle della veste sottostante in pelle
nera. Le bretelle sono abbinate alla giubba e all'altezza del ginocchio
sono infilate all'interno di alti stivali scuri.
L'incontro tra Aro e quella sconosciuta avviene proprio sotto la pianta preferita dal ragazzo: il ciliegio.
Lo
innaffia personalmente, raccoglie lui stesso i frutti quando è periodo.
La ragazza, Sonja, ha circa trent'anni e i suoi occhi, la prima cosa che
Aro nota, sono di un incredibile azzurro biancastro.
Lunghi capelli
neri le incorniciano il viso.
Inoltre la ragazza indossa un semplice
vestito blu, così sottile da sembrare trasparente, che fa risaltare non
solo le sue iridi ma anche le sue forme.”Buongiorno, io sono Sonja.
Vengo dall'Irlanda.”si presenta porgendo la mano.
“Io sono Aro. Irlanda... Ne ho sentito parlare, dev'essere
interessante."dice con voce piatta, chinandosi per baciarle il dorso
della mano.
“Se volete domani vi racconto tutto.”propone la ragazza.
"Come preferite... come è andato il viaggio?"domanda solo per cortesia.
"È stato molto faticoso, ma con un po' di riposo mi riprenderò presto."risponde lei pacata.
Dopo un breve scambio di convenevoli, i due si
salutano.
Per entrambi quel distacco è l'unico aspetto piacevole del
loro incontro.
Dopo che Sonja se ne va, il ragazzo corre dalla madre
furioso.“L'avete fatto apposta a farci incontrare sotto il mio
albero?"lui cura quella pianta esile in modo maniacale.
“Tu sogni troppo, figlio mio."furibondo Aro le rivolge un'occhiata di puro disprezzo, poi le volta le spalle e corre via.
Va nello stesso posto di due sere prima, vuole sapere chi è lei.
”Cerco la ragazza con gli occhi rossi.”la proprietaria la chiama
La ragazza compare e attraversa la stanza con incredibile eleganza."Come posso aiutarti?”
“Voglio stare con te stanotte.”
Elena sorride maliziosa e lo prende per mano guidandolo oltre la porta.
“Vuoi sapere perché sono rossi? Semplice! Sono malata. Ma non pensarci adesso."
Dopo un po' Aro parla di nuovo."Voglio stare ancora con te. Ogni notte. Non voglio nessun'altra."
“Non voglio che tu lo faccia per il mio problema. Non voglio farti pena.”
"Cosa c'entra quello? Credimi, non... ho smesso di pensarti dalla prima volta che ti ho vista."confessa infine.
Da quella sera la vita di Aro si sdoppia.
La sera successiva, mentre Sonja gli parla del suo Paese, arriva una lettera per lei: Cara Sonja,
Devi tornare subito! Ho trovato il responsabile degli omicidi... non so cosa fare.
Viktor
Finito di leggere quel breve messaggio, lei appare sconvolta.
Si alza e
dopo delle frettolose scuse verso il futuro sposo, lascia il castello a
passo spedito.
Deve dare ordine di preparare i bagagli, la partenza per
l'Irlanda è imminente.
Poco importa se le nozze saranno a breve.
Dopo aver attraversato diversi Paesi nel suo viaggio, fa ritorno a casa.
Sonja si affretta a raggiungere il padre nei sotterranei del loro
castello, sa dove trovarlo.
I corridoi bui e umidi conducono la ragazza a
delle piccole celle poste su entrambi i lati delle basse pareti.
Intravede Viktor poco lontano.
Si trova davanti a una delle celle.
Non
si volta a favore della figlia, né la saluta. Appena lei è vicina inizia
a spiegare.
”È un licantropo bambino! Viene dalla stirpe di William...”
Viktor Corvinus è un vampiro aristocratico e come tutta la sua specie ha gli occhi blu.
”Lascialo vivere! Può esserci utile.”ordina Sonja
freddamente. In realtà non vuole fargli del male, anche se
è un lupo.
”Ti chiamerò... Lucian! Sarai il mio schiavo personale.”il vampiro annuncia quell'idea improvvisa.
I lycan sono animali pericolosi perché discendono da William.
Lucian ha creato una nuova razza, più umana rispetto alla precedente, e
ora possono trasformarsi quando vogliono, anche se quando lo fanno con
la luna piena sono più forti.
Il bambino lo fissa in silenzio attraverso le sbarre della cella.
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Capitolo 3 *** Libertà ***
à
Il sovrintendente degli schiavi mette a Lucian un collare che servirà a
non farlo trasformare. Poi lo guarda minaccioso e ringhia.”Scava dentro
questa galleria, lupo.”ordina con tono che non ammette repliche.
“Mi chiamo Lucian, sono un essere umano, non una bestia!”sbotta lui furioso, ma quello non pare molto impressionato.
“Il padrone avrebbe dovuto ucciderti. Io l'avrei fatto!”l'uomo lo
guarda con rabbia e disgusto. Vorrebbe picchiarlo, ma non può. Conosce
gli ordini.
Non sa perché Viktor tenga a quel mostro in particolare, ma come
potrebbe capirlo? Per lui quei lavoratori forti sono solo soldi, carne
viva... peggio degli animali annidati in quei cunicoli.
Queste persone, che per qualche pezzo di pane lavorano 12 ore e pagano troppe tasse, lo repellono.
Guarda gli schiavi che ormai quasi non notano più i cadaveri degli asini ai bordi delle rotaie, li scavalcano solamente.
Un altro giorno desolato è giunto al termine.
In questo momento sono
tutti nelle loro celle. Lucian, immobile, guarda il muro e solo
l'apparizione di una ragazza lo distrae: è Sonja.”Cosa vuoi? Sono occupato.”
“Ora non più. Sbrigati, vieni!”ordina mentre corrompe il soldato; gli
consegna dell'oro per farlo stare zitto, mentre Lucian la guarda
sorpreso.
L'uomo apre quella cella indifferente.”Dove andiamo? Dopo l'orario non posso uscire!”
Il vampiro non risponde, lo prende per le manette e insieme si dirigono
nel bosco correndo a perdifiato, il cuore che pompa follemente. Lucian
si guarda indietro di tanto in tanto, ma nessuno sembra inseguirli.
Si fermano solo una volta raggiunta quella che tutti chiamano: la Casa
Dei Fantasmi, una cascina abbandonata su cui circolano molte storie, una
più spaventosa dell'altra.
I contadini si tengono alla larga da quella costruzione: qualcuno
settant'anni prima aveva ucciso una famiglia e l'omicida non era mai
stato trovato.
Sonja gli toglie il collare, ma fa attenzione, altrimenti si potrebbe trasformare.
Lui la bacia d'istinto. .
All'inizio ha paura, poi però Sonja si rilassa.”Non farti
vedere in giro... Ora sei libero."sussurra guardandolo negli occhi
un'ultima volta, poi esce e lo lascia solo al buio in quella grande
abitazione desolata.
Da quello che aveva visto dall'esterno, la
cascina si sviluppa su due piani.
Deve avere circa cinque stanze, di cui
due al piano terra.
Gli occhi da lycan, capaci di vedere nell'oscurità,
notano un grande camino in quella che originariamente doveva essere la
stanza principale della casa, adibita a cucina, dove la famiglia si
riuniva per i pasti. Sono rimasti pochi mobili in legno, tra cui un
tavolo, degli sgabelli e una credenza scavata nel muro.
Va al
piano superiore.
In una delle
camere vede subito un vecchio letto e lui si lascia cadere sopra
distrutto.
Prima di addormentarsi sente l'odore di paglia con cui è
imbottito il materasso e tira a sé la coperta logora.
Il sogno di Lucian.
Siamo sposati... Io e Sonja. Abitiamo a Volterra. È rimasta incinta e
ora siamo genitori. Nostra figlia ha gli occhi come quelli dei vampiri,
però mangia come me, da umana, non beve il sangue. Al sole ci sta
volentieri, anzi, si abbronza! Lavoro, nonostante non ne abbia davvero
bisogno, come poliziotto della città. Umani, vampiri e lycan finalmente
vivono in pace.
Proprio nel momento più bello del sogno Lucian sente un suono e si sveglia di soprassalto.
Si trasforma appena in tempo, perché un istante dopo dei lupi fanno
irruzione; hanno fame perché le pecore, nemmeno quelle sfuggite al
recinto, non vanno mai così lontano.
Quando si accorgono di Lucian si avventano contro di lui con ringhi furiosi. Così cominciano a combattere.
Lucian è incredibilmente
forte e veloce, non impiega molto a ucciderli tutti.
Ha fame.
La carne sotto quei denti forti sembra morbida.
Viktor, intanto, a grande distanza dalla Casa Dei Fantasmi, beve del
sangue.
Quel liquido attraversa le sue vene morte scaldandole.”Il lycan
è scomparso!”informa agitata la guardia appena entrata nella sala; il
vampiro guarda l'uomo furente!
Quello fugge terrorizzato.
Il servitore
sa che è meglio allontanarsi prima che sia troppo tardi, gli occhi
assatanati del suo padrone sono un segno di pericolo. Chiaramente Viktor
non si aspettava questa svolta. In un moto d'ira, si alza in piedi di scatto e lancia
lontano il bicchiere che ha in mano frantumandolo.
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Capitolo 4 *** Morti ***
à
Sonja è sola nella sua stanza.
Affacciata alla finestra guarda fuori
cercando con gli occhi la casa di Lucian, che sa essere nel bosco.
Da quell'altezza non è difficile trovarla e sospira appoggiando la
fronte al vetro... ancora non ha idea di come poter affrontare il padre
riguardo alla fuga di Lucian.
È probabile che sia già stato informato
dalle sue guardie dell'accaduto, dunque non ha molto tempo per pensare a
una storia credibile da raccontargli.
Viktor non è un ingenuo, sospetta di lei e del suo presunto coinvolgimento nella faccenda.
Si addormenta così, il viso premuto contro la finestra.
Sogna il lycan, ripercorrendo alcuni momenti in cui avevano potuto
godere della compagnia reciproca. La tenerezza dei loro sguardi e dei
loro gesti è finalmente resa libera dall'illusione di un sogno, lontano
dalla crudele realtà che li separa.
Intanto, nella stessa casa, Viktor cammina avanti e indietro, furioso.
Sa che sua figlia ama quel lycan e proprio per questo l'aveva mandata in
Italia da Aro, sperando che si innamorassero e che lei dimenticasse
quel mostro.
Il suo piano però non aveva avuto il successo sperato visto che nessuno dei due giovani aveva intenzione di sposarsi.
Ma in fondo poco importa: devono farlo.
Il vampiro spalanca la porta e si dirige al piano di sopra, verso la stanza di Sonja.
”Il lycan non è più in prigione. Sai dove si trova?”domanda non appena mette un piede nella camera.
Sonja apre gli occhi, riscossa dal sonno dalla sua voce, e lo fissa."Immagino sia nel bosco, come tutti lupi... posso andare a
controllare... se volete..." dice sforzandosi di sembrare annoiata.
Lui la guarda per un lungo istante.
“D'accordo. Però quando lo troverai gli metterai questo!”le lancia il collare.
Senza aggiungere altro Viktor esce dalla stanza e lei stringe
quell'oggetto tra le mani. Sente la rabbia montarle dentro, così si
costringe a mollare quell'oggetto, simbolo della prigionia
di Lucian. Non vuole romperlo... subito. Prima vuole avere il
piacere di metterlo personalmente al collo della guardia che li ha
traditi, trattandolo alla stregua degli altri lycan resi schiavi.
Un attimo dopo lei sta scendendo le scale con impazienza. Superato
l'ingresso, esce in fretta in giardino camminando fino alla scuderia,
dove prende il suo cavallo e parte al galoppo diretta alla casa dove è
nascosto Lucian.
Quando lei entra il lycan è intento a mangiare gli ultimi resti del giorno precedente.
Attraversa la stanza a grandi passi e lo afferra per le spalle.”Devi
stare molto attento! Viktor, lo sa... che sei fuggito! La guardia che ho
pagato ha detto tutto e ora...”la voce fa fatica a uscire a causa
della troppa ansia.
“Ehi, calmati! Non importa... adesso sono libero e senza collare!”dice lui cercando di rassicurarla.
Sonja sospira e annuisce contro il suo petto.
Rimangono qualche ora insieme, approfittando di quei rari momenti in cui
possono essere sé stessi. Ma prima dell'alba Sonja deve a malincuore
fare ritorno a casa."Starai attento, vero?"si premura di chiedere.
Lui annuisce e Sonja sparisce nel bosco poco dopo.
Galoppa fino al
limitare del bosco, lascia il cavallo alla scuderia e si dirige a passo
svelto nelle prigioni.
Cerca il soldato a cui ha dato l'oro e
silenziosamente gli sgattaiola alle spalle. Con freddezza lo morde dissanguandolo.
”Non... sono... stato io. Il capo degli schiavi...”rantola quello morente.
Lei allora lo lascia e va dal sovrintendente.
“Il tuo Lucian verrà presto ucciso, generale.”
Sonja furiosa uccide pure lui, dopodiché lancia con disprezzo il collare sul cadavere.
I soldati arrivano nel luogo, allertati dai rumori, e lei con la spada
taglia loro la testa senza pietà. Quando questi cadono a terra privi di
vita, beve quel liquido rosso, denso, che ama tantissimo. Terminato il
pasto, asciuga i denti con il vestito di un morto e con tutta
tranquillità torna al castello da Viktor.
”Non l'hai trovato? Immagino sia difficile capire dove sta.”domanda lui serio.
Lei sbadiglia. “No... con tutti quegli alberi e il buio era difficile vedere.”
Al che Viktor furibondo:“BUGIARDA! TU SEI UN VAMPIRO! I TUOI OCCHI
VEDONO AL BUIO! È UNA BUGIA!” grida arrabbiato, la voce rimbomba
in tutto il corridoio.
Lei lo guarda con freddezza
.”Quando la smetterai di gridare parleremo.
Ora sono stanca.”fa qualche passo verso l'uscita, ma il vampiro più
vecchio la strattona per obbligarla a girarsi.
“Non parlarmi in questo modo! E poi il collare l'hai perso!”ringhia lui.
“No, me l'ha preso il soldato della prigione. Vai a controllare se non
ci credi. Ora io vado a riposare.”finita la discussione si dirige nella
sua camera.
In Italia, a Volterra, Elena si sta
vestendo con un abito color lilla per il ballo che si terrà
quella sera nel suo bordello.
Guardai i suoi occhi riflessi nello specchio e viene riportata indietro dai ricordi... Damon l'aveva morsa facendola diventare un vampiro perché lei era molto
malata.
Stava morendo di febbre e Jeremy, suo fratello, non sapeva più
come curarla... è questo il vero motivo per cui ha gli occhi rossi.
Ora lavora come ballerina per attirare gli uomini, seducendoli e
portandoli in camera dove non ottengono sesso ma vengono dissanguati. I
cadaveri dopo, quando resta sola, li porta e abbandona nel bosco non
lontano dalla città.
Elena alla sera, dopo lo spettacolo,
porta Aro nella sua camera. Gli toglie i vestiti finché non
rimane nudo e allora lo spinge sul letto.”Non stai ancora bene?
Hai un'altra volta gli occhi rossi...”
“Sto bene. Ho solo fame del tuo sangue... Lo voglio bere subito!”
affonda i denti dentro la pelle del giovane. Lui non riesce a spostarsi,
quelle iridi l'hanno ipnotizzato. ”NO! FERMA... FA MALE!” si dimena,
cerca di levarsela di dosso ma niente, è troppo forte.
“Elena, cosa fai? Allontanati subito da lui!”ordina Damon spalancando
la porta della stanza, intanto che allontana quel mostro da Aro.
Lui si sfrega incredulo la ferita con il lenzuolo. Adesso ci sono solo
dei buchetti piccoli e rossi a testimoniare quanto accaduto.
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Capitolo 5 *** Bugie ***
à
Elena guarda Damon con freddezza, sembra soddisfatta: gli ha tolto la
cena proprio da sotto il naso! Ora deve cercare altro da mangiare... la
loro è una promessa, nessuno dei due può nutrirsi in assenza dell'altro.
Se poi la preda è proprio Jeremy, il fratello di Elena, le cose si
complicano. Il lato sadico di Damon emerge prepotente a volte e quella
sera ne ha dato dimostrazione. Avrebbe ucciso il ragazzo sotto gli occhi
della sorella se lei non l'avesse fermato.
Jeremy rimane a terra
svenuto mentre i due si fronteggiano.
Lui allora fa qualcosa di sconvolgente: la morde.
Per Elena è un incubo all'inizio.
Rifiuta quella situazione impossibile.
Non può credere che sia successo e non accetta di uccidere per
nutrirsi.
Damon allora le spiega che si fa soltanto del male a
trattenersi e che prima o poi la sua sete esploderà, ma lei è testarda e
protrae quell'agonia.
Damon un giorno porta due prede a casa di lei e dissangua i due uomini
davanti a Elena per convincerla.
Come può resistere? Dentro di lei
combattono due sentimenti: il disgusto e la sete.
Cerca di ancorarsi al pensiero che uccidere è sbagliato. La sete non
si controlla più e sposta Damon violentemente dal cadavere.
Ce l'ho fatta! Come avrei fatto senza di lei? È cattivo da dire ma l'ho
morsa perché la amo... l'ho fatto per me, non per lei. Stefan, mi pare
di sentire la tua voce che dice: Damon, non dovevi obbligarla, ma
lasciarla libera di scegliere se essere un vampiro o no; così hai scelto
tu al suo posto! E come al solito l'hai fatto per motivi egoistici. Ma
anche tu, Stefan, mi hai morso per non essere solo. Pensa Damon perso
nei ricordi.
”Ci sei? Damon!”lo scuote.
“Che c'è?”lei non risponde, non vuole litigare.
"Torniamo a casa"taglia corto, invitandolo a seguirla.
Arrivati nell'abitazione Elena decide di fare un bagno, invece l'altro
ne approfitta per prendere un diario decisamente rovinato dalla
copertina in cuoio, tirandolo fuori da uno cassetto a doppio fondo del
comodino. Lo ha sempre tenuto nascosto, non vuole che qualcuno lo trovi.
È quello di Stefan... una pagina riporta: Volterra, posto senza nome,
Maggio 1100.
Ho conosciuto una ragazza di vent'anni, si chiama Victoria. È molto
bella... Ha gli occhi neri - pensa che a me sono apparsi rossi,
sicuramente ho visto male io - e capelli rossi, lunghi e ricci. Il
nostro posto preferito è un grosso prato su una collina, da là si vede
la città.
Lei racconta sempre storie sui vampiri e per accontentarla le ho detto che io credo esistano. Sembrava soddisfatta.
Sono passati mesi ora da quando l'ho conosciuta e le ho chiesto di sposarmi: ha detto sì.
Mi ha morso sul collo ed è sparita... Sono rimasto steso sull'erba 3 o 4 giorni, sembravo morto.
Quando mi sono svegliato vedevo tutto nei particolari e stavo ardendo di
sete. Non ci ho messo molto a capire che mi aveva trasformato in
VAMPIRO! Quando è passato un uomo, l'ho dissanguato prima ancora di
rendermene conto.
Damon passa a una nuova pagina ingiallita.
Casa Salvatore, Volterra 1100.
Salto nella camera di Damon. Non voglio farmi vedere macchiato di sangue
dalla servitù. Mio fratello appena mi vede chiede: ”Sei sparito per quattro giorni... cosa stavi facendo?”decido di non girarci attorno, io e lui siamo sempre stati molto
diretti."Una vampira... mi ha morso.”confesso nervoso, ho paura che mi
sentano.
Lui pensa evidentemente che sia ubriaco o stia facendo uno scherzo.”I vampiri non esistono...”allora lo prendo contro la sua volontà e andiamo sulla collina dove mi
sono svegliato.”Dici che non esistono... ti pare normale correre così
veloce?”
“Mi arrendo... Sei un vampiro e adesso?”esclama visibilmente scioccato.
Prima che lui possa anche solo tentare di proteggersi, lo mordo e
aspetto che si trasformi... quando è diventato un vampiro, torniamo a
casa. Tuttavia, senza volerlo, UCCIDIAMO LA NOSTRA FAMIGLIA! Abbiamo
tanta sete! L'omicidio diventa l'argomento preferito da quasi tutti gli
abitanti di Volterra. Nessuno sospetta di noi.
La lettura di Damon prosegue.
Casa Salvatore, poco fuori da Volterra, 1100.
Victoria non si è più vista... mi manca tanto...abbiamo venduto la
nostra casa, io e Damon, abitiamo in una cascina fuori dalla
città. È meglio per tutti... un giorno mio fratello incontra Elena.
Me ne sono innamoro subito e pure Damon. Vogliamo sposarci...
Chiesa Di San Francesco, Volterra, 1100.
Io ed Elena siamo sposati. Non sa che sono un vampiro! Per far sembrare i
miei occhi sempre uguali, bevo il sangue molte volte al giorno. Damon
mi odia; dice che deve sapere la verità, ma in realtà è solo geloso...
Ospedale Di Roma, Roma, 1100.
Jeremy la porta in ospedale... vado in quel luogo spesso. Quando lei sa
che il fratello è morto, mi chiede di morderla. RIFIUTO! Ha visto i miei occhi
cambiare colore, il giorno in cui fa questa domanda sono neri invece di
rossi.
Volterra, 1200.
Ho ucciso un'altra persona senza saperlo. I vicini mi cercano, sono Lo
Squartatore... Damon ed Elena vanno nel quartiere più malfamato della
città. Prendono una casa con più piani, che diventa presto un bordello.
"Perché ti sei suicidato Stefan?”chiede Damon al foglio, come se quello
potesse rispondere. Elena si avvicina a lui concentrata sul diario poi
risponde al posto dell'interpellato:”Ha ucciso troppe persone... è per
il senso di colpa.”
“Non è vero! L'ha fatto Victoria!”
“Che aspetto ha?”
“E' un vampiro pure lei... Ha i capelli rossi.”tenta di descriverla.
"Ancora ci pensi?"chiede preoccupata.
"Non farmi più scenate di gelosia"sbotta seccato, chiudendo così l'argomento.
Elena quindi decide di andare in un negozio e compra una parrucca di
colore rosso. Poi getta i capelli acquistati nella cenere. Cerca Damon
per fargli vedere la parrucca con lo scopo di convincerlo che Victoria è
morta.”Hanno trovato solo questi...”Elena lo inganna senza rimorso!
Non vuole che lui vada a cercarla, se quello che sa sul conto della
donna è vero, Damon correrebbe un grosso pericolo.
È così innamorato da non accorgersi o forse sì?
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Capitolo 6 *** Aro per colpa di Elena è un vampiro ***
à
Aro si trascina fino a casa.
Quegli occhi non riesce a dimenticarli!
Quando è ormai sulla porta, guarda i segni sul collo attraverso uno
specchio nell'atrio.
Veloce si dirige verso la scalinata in mogano,
raggiungendo il primo piano.
In pochi passi arriva davanti alla porta
della propria camera e silenzioso entra, sedendosi sulla poltrona ai
piedi del letto.
”Sei uscito ancora di nascosto?”chiede Jane, appena entra nella sua stanza.
“Già... e mi hanno morso sul collo.”le fa vedere i buchini che da rossi sono diventati viola-neri.
“Ti fanno male? Ma chi è stato?”chiede preoccupata.
“Elena, lavora in un bordello. No, non molto, mi prude solo.”risponde
dicendo una bugia. Non vuole farla agitare ancora di più. Posiziona dei
cuscini sotto la testa e si mette a dormire.
Al suo risveglio vede Jane,
rimasta nella stanza in quelle ore.
Ma subito gli occhi si fanno
pesanti.
È ancora lì con lui;
gli cura i segni, il fratello sembra morto.”ARO, CI SEI? NON
FARMI SPAVENTARE!”lo scuote.
Aro ha la pelle bianca, estremamente pallida non più rosa.
Gli occhi
sono rossi.
L'unica caratteristica rimasta uguale sono i capelli legati,
lunghi e neri.
Il suo cuore non batte più... sente male per tutto il
corpo, le ossa sembrano rotte. Si sveglia.”Ehi, non ho più male... grazie, Jane!”dice alla sorella.
Lei lo guarda senza capire.
E' agitata e confusa.
Non ha idea di cosa sia
accaduto al fratello quella notte, in cui lei è rimasta sveglia per
assisterlo.
"Come sarebbe a dire? Mi hai spaventata stanotte, pensavo stessi
morendo!"gli grida contro preoccupata, battendo le mani più volte
contro il petto del fratello. Ma a lui non sembra fare male. Senza dare
spiegazioni, Aro si alza dalla poltrona e lascia la sorella nella
stanza. Ha un terribile sospetto e vuole fare chiarezza su quel morso
ricevuto. La risposta deve essere per forza nella biblioteca della
magione.
Prende un libro sui vampiri e legge: Il vampiro non muore alla luce del
sole... La sua pelle rimane come quando è sera, senza bruciature. Gli
occhi sono rossi, azzurro chiaro o castano dorato; diventano castani
quando bevono per tanto tempo il sangue degli animali. Alcuni, dopo che
vengono morsi, sviluppano dei poteri in base al loro carattere. I
vampiri più anziani sono più forti dei neonati.
Per constatare quanto letto, va sotto il sole della finestra. Si aspetta di morire, non crede al libro, e invece resta uguale.
Esce in giardino e trova sua madre. Senza pensarci le prende la mano,
attraverso quel gesto vede i suoi pensieri.”Aro... perché mi tieni la
mano?”
Aro vede ciò che passa nella mente della donna.
Vede i pensieri della madre.
“Aro, perché non vuoi sposarti con Sonja? Ci aiuteresti davvero tanto!” mi dispero con Jane.
”Smettetela, non lo convincerete piangendo... ci parlo io.” mia figlia
prende un fazzoletto dal suo vestito rosa e me lo dà. Poi asciugo gli
occhi, sono rossi. Nemmeno Sonja vuole sposarsi. Devo convincerli! Vado a
fare visita a Viktor in Irlanda.”Non vogliono sposarsi. Come
facciamo?”dico all'uomo agitata e lui va dalla figlia per farla
desistere.
“Devi sposare Aro. Anche se ami Lucian. Fine della storia!”so che lui lo fa per interesse dopotutto pure noi.
Quella stessa notte ho scoperto il segreto di quella famiglia. Seguendo
il suono di lamenti, ho sbirciato da una porta socchiusa, trovandomi
davanti Viktor intento a nutrirsi di sangue. Sotto shock mi sono
rifugiata nella stanza degli ospiti. Non ho mai avuto il coraggio di
rivelare a qualcuno ciò che ho visto.
Viktor è un vampiro!
“Sì, scusa... non so il motivo, l'ho fatto in automatico...” risponde
confuso il figlio. Adesso comunque sa tutto... la sua vita è sempre
stata un inganno. ”Ah... lasciami andare, non ho tempo per te!”
“GIA', PER ME NON LO TROVERETE MAI! È INUTILE CHE MI ILLUDO!”grida
frustrato Aro. In quel momento arriva Jane che li ha sentiti litigare.
”Non gridare dai. Mamma è solo nervosa per il matrimonio.”tenta di mettere pace.
“A LEI INTERESSANO I SOLDI CHE ARRIVERANNO DAL MIO MATRIMONIO!”continua infuriato.
Aro se ne va; da quando abitano a Volterra litiga quasi sempre con la famiglia per ogni cosa.
”Oh... dove vai... ora?”
“Lasciami perdere, fa come se non fossimo fratelli.”senza dire altro
prende un cavallo e si dirige da Elena. La trova all'entrata del
bordello che prende il sole.
”Guarda chi si rivede a casa mia.”
“Cosa mi hai fatto l'altro giorno?! Sono uguale a te!”le sussurra all'orecchio.
“Se Damon non mi avesse
interrotto ti avrei ucciso, ma visto che l'ha fatto... sei un
vampiro.”annuncia senza entusiasmo.
“Perché non mi hai lasciato umano? Da quando sono così desidero solo il sangue...”
“È bello sentire il cuore che batte dei vivi...” terminata quell'inconcludente conversazione, il vampiro torna nelle
scuderie della propria abitazione. Non c'è nessuno, perciò resta là
fermo a sentire i battiti del cuore.
All'inizio quel suono gli sembra
bello, dopo però non resiste più e dissangua il cavallo. Quando finisce
ha la maglia macchiata di rosso... anche i denti sono dello stesso
colore.
Il maniscalco deve essere vicino, ha sentito i suoi nitriti! Meglio che
sparisca da qui prima che mi noti. Elena, ha ragione: sentire i cuori
pulsare è bellissimo, ti illude di essere ancora vivo e non un vampiro.
Pensa Aro. Prima ancora che la mente dia l'ordine alle gambe di correre,
si ritrova sul muro esterno della casa. Sale su senza fatica! I palmi
delle mani non hanno graffi e nemmeno tagli, le scarpe invece sono
rotte. Dopo qualche minuto entra dalla finestra.”Non riesco ad
abituarmi a vederti così...”
“Sono sempre lo stesso... Jane... più o meno.”si sfila le scarpe malridotte.
La sorella che lo ha atteso per lungo tempo nella sua stanza, scuote la
testa quasi rassegnata del comportamento irresponsabile del fratello.
Dopo avergli augurato la buonanotte e lanciato uno sguardo alle scarpe
del giovane, lo lascia solo nella sua stanza.
Il mattino successivo Jane si fa accompagnare in paese, decisa a
comprare un paio di stivali neri in pelle.
Aro avrebbe di certo gradito
quel regalo.
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Capitolo 7 *** Ho fatto il primo omicidio ***
à
Il giorno del matrimonio è arrivato... Aro indossa un vestito nero con
un mantello dello stesso colore esternamente, mentre nel lato interno è
rosso.”Ti ho preso questo regalo, aprilo!”dice la sorella.
Aro allora
lo scarta.
Dentro al pacco ci sono degli stivali in pelle nera, un bel
dono visto che le altre scarpe sono rotte.”Oh, che belli... grazie,
Jane! Mi terranno sicuramente caldo.”subito li infila, dopodiché
stringe per bene i lacci di cuoio.
Nell'altra stanza Sonja indossa un
vestito giallo ricamato di viola chiaro sulle maniche.
Anche lei è ormai
pronta.
I due sposi si recano in chiesa e mentre cammina, Aro vede il
suo albero spoglio.
È inverno, la neve ricopre tutto senza differenza,
vicino a lui c'è Jane che saltella festosa.
Sonja e Aro dopo le nozze
partono per l'Irlanda.
Il viaggio è faticoso.
Aro solo una volta aveva intrapreso un lungo spostamento dalla
Grecia alla penisola Italica, quando era bambino.
Viaggiare in carrozza e
successivamente in nave è solo una formalità.
Entrambi i coniugi
potrebbero rapidamente spostarsi a piedi considerando la loro reale
natura. Di fatto Aro aveva intrapreso una conversazione molto delicata
con la sua sposa prima delle nozze: voleva che lei confermasse i
sospetti di sua madre sul fatto che lei e il padre fossero vampiri. Non
era stato facile farla cedere, era brava a mentire, ma venire a
conoscenza che anche lui si era trasformato da poco l'aveva spinta a
confessare.
”Allora, ti piace il mio Paese? Non è come Volterra.”il marito guarda
fuori dal finestrino della carrozza: ci sono betulle, pini, faggi e
querce. Riflette un po' alla domanda della moglie, poi risponde: ”Sì, è
molto bello qui con tutte queste piante e i paesaggi verdeggianti.”esclama semplicemente.
Arrivati al castello lei gli mostra il posto.
Intanto che salgono le scale incontrano Viktor. ”Finalmente vi conosco! È
stato faticoso il viaggio dall'Italia?”domanda cordiale.
"Sì, abbastanza. Avrei preferito non dovermi separare da mia sorella, ma era inevitabile."
"Temo sia così. Amerete sempre mia figlia, vero?"
"Sì certo, perché non dovrei?"domanda retorico.
"Spero vi troviate bene..."Viktor sorride
soddisfatto e conclude gli onori di casa, lasciando libero il genero. È
già stato informato da Sonja della natura vampirica del ragazzo, cosa
che rende quella convivenza molto più semplice.
“Vado in biblioteca. A dopo! Immagino che vogliate stare un po' con vostra figlia.”
Aro, senza aggiungere altro, se ne va e li lascia da soli.”Mi hai
obbligata a lasciare Lucian... Sapete che amo lui...”
“Oh, lo so troppo bene! Dimmi dove sta!”insiste Viktor.
“NO! LASCIATEMI STARE, NON VI DICO NULLA!”grida Sonja arrabbiata.
“Perdonami, ma devo sapere dove è nascosto. Lo faccio per te.”si avvicina a lei e le morde il collo.
In questo modo Viktor vede i pensieri di Sonja.
Ho corrotto la guardia della prigione per liberare Lucian. Siamo andati
alla Casa Dei Fantasmi e finché non siamo arrivati ha continuato a
chiedermi: ”ALLORA TI DECIDI A SPIEGARMI DOVE SIAMO?”
“Alla Casa Dei Fantasmi, sei libero.”
“No. Non proprio in quel posto!”dice, poi si impala davanti la porta.
“Sei un lycan, non muori
facilmente come noi vampiri. Entra!"lui sembra più sicuro ora.
”Ti amo Sonja. E resto qui se sei più tranquilla.”il
giorno dopo vado da Lucian, che appena mi vede ci
baciamo.”Attento, Viktor sa che sei fuggito dal
castello.”lo avverto.
Viktor guarda gli occhi della figlia. Se potesse piangere Sonja lo
farebbe, ma non può, quindi si limita a stare ferma.”Non lo fai per me,
ma perché ti senti ingannato da lui.”
“Ah, tra poco c'è la riunione nella sala da pranzo. Non mancare.”chiude il discorso.
Viktor guarda le iridi azzurre della figlia.
Sa bene che avendole morso
il collo contro la sua volontà il loro rapporto è spezzato. Per ora non
cerca Lucian, vuole vedere fino a dove si spingeranno quei due stupidi.
Mezz'ora più tardi Sonja scende in sala.
A capotavola c'è Viktor, ai lati del tavolo siedono invece i vampiri
nobili. Lei, avendo appena discusso con il padre, va a sedersi lontano.
Per tutta la riunione sta zitta e fissa le pietre del muro davanti a sé,
fino a quando non sente Aro.”Sono un vampiro da 6 mesi, ma Viktor ha
ragione: il lycan deve morire."resta sconvolta da quella frase.
“E... tu chi sei per metterti in mezzo?!”chiede un soldato.
“E' mio marito, Aro Volturi Corvinus! Se non vuoi finire come la guardia
della prigione lascialo stare.” esclama irritata, per poi pensare
arrabbiata: tanto anche se fai quello che ti ho chiesto muori
comunque. D'accordo che ama Lucian e non lui, ma comunque vuole bene ad
Aro, anche se lo ha sposato per obbligo di Viktor."Sai almeno cosa
sono i lycan o devo dirtelo?"domanda un vampiro.
”Lucian non è pericoloso... ha creato dei lycan meno aggressivi rispetto agli antenati.”Sonja specifica.
“I lycan nascono da William, sono uguali a lui.”spiega Viktor ad Aro.
“No. Da quando William è morto, tre secoli fa, sono cambiati!”ripete lei ostinata.
Finita la riunione tutti si alzano dalle sedie e il soldato afferra
Sonja per la spalla.“Generale, solo perché Lucian fa la parte del buono
non significa che lo sia.”esclama contrariato rivolgendosi a lei con
il suo grado.
“INVECE E' BUONO! E LASCIAMI, STUPIDO!”grida la ragazza, mostrandogli
le zanne. Lui però non ha paura, è abituato a quelle reazioni.
Aro più tardi la trascina nel bosco. Quando lei capisce dove stanno andando si contorce.
”Guarda che al sole non muori come credi.”la informa il marito.
“Viktor ti ha detto di uccidermi?”
“No, Sonja. Guardami, sono vivo. È un modo per non farti uscire dal
castello farti credere che siamo vulnerabili alla luce del sole.”ma sua
moglie non ci crede. Lui allora stanco si mette sotto la luce diretta,
trascinando anche lei.
”Mi mancava il sole... è bellissimo ritornare a sentirlo
dopo 50 anni!”esclama nostalgica. Il sole non riscalda nulla del
suo corpo morto... le piace solo l'idea.
“Vedi che non sei morta? Scusa, voglio sapere di più su William.” dice
lui alla moglie prima di allontanarsi, deciso a condurre delle ricerche.
Sonja è così contenta che corre da Lucian, mentre Aro, intanto, va nella
biblioteca del castello. Cerca informazioni sull'antenato dei lycan:
William. Dopo un po' trova il libro che cerca e legge: William è il
primo lycan. Appena nato è stato morso da un licantropo, suo fratello,
invece, da un vampiro. Da quel giorno i due fratelli si odiarono,
divenendo nemici naturali! William tutte le volte che c'era la luna
piena diventava un lupo e uccideva in modo feroce, squartando chi gli
stava vicino anche solo per sbaglio. Se non riusciva a ucciderli,
diventavano come lui. Il fratello uccise i suoi figli, non volendo che
venissero creati altri mostri spietati come lui. Dopodiché fece
costruire una prigione vicino Londra e mise dei vampiri come guardie;
queste, però, si finsero morte e scapparono. William venne poi ucciso
dal fratello.
“Avete visto che storia tragica? Noi discendiamo da loro.
Signore...”chiede retorico il bibliotecario. È un ragazzo
alto, molto magro, con capelli neri e occhi grigi. Non può avere
più di 24 anni.
“Sì, è molto triste. Sapete che fine ha fatto il fratello? Oh sono in ritardo, scusatemi.”
Aro non fa neanche in tempo a riordinare le idee che vede una scena
orribile. Una guardia colpisce con una catena il ragazzo della
biblioteca.”Non dovevi fargli vedere nulla! Sai che Viktor vuole
tenerlo nascosto!”lo sgrida, ma lui resta fermo senza reagire, è
abituato.
Aro, senza un motivo apparente, sente che deve intervenire. Senza
pensarci due volte uccide la guardia e ne beve il sangue, anche se
avendo già mangiato non ha fame.
Poi rivolge la sua attenzione al
ragazzo.
Quando gli toglie i vestiti vede le ferite che sanguinano e
decide di trasformarlo in vampiro. Intanto che la trasformazione è in
atto, prende la sua mano.
Aro vede i pensieri del ragazzo.
Viktor cerca qualcuno per la biblioteca. Amo i libri e così vengo preso.
Un giorno, mentre spolvero, vedo dei fogli tutti in disordine e decido
di cucirli insieme. ”Perché perdi tempo?! Devi pulire!”
“Oh... scusate, Viktor... ho trovato questi..."dico incerto.
“Alec, non devi parlarne o ti uccido. Sono un vampiro.”dice come se fosse normalissimo essere una creatura simile.
"Che mi avete fatto? Mi sento le ossa rotte e il cuore non batte!"
Aro lascia la mano di Alec. Il vampiro neonato non sa come, ma dal corpo
dell'altro esce una nebbia grigia che lo stordisce.”Non tornare più.
Cambia città.”sono le ultime parole che sente.
Fino al 1643 la famiglia Corvinus vive tranquilla: di giorno Sonja sta
con Aro, le notti insieme a Lucian... Viktor finge di non sapere dove va
la figlia.
Alec, invece, vive nelle fogne di Londra.
Un giorno delle persone vanno
là sotto.
Lui sente l'odore del loro sangue, ha sete... per questo li
attacca d'istinto.
Loro, però, riescono a scappare, solo uno cade sua
vittima.
È un cacciatore di esseri sovrannaturali, con il suo carattere
sensibile gli viene impossibile uccidere.
Il vampiro non mostra pietà e
lo morde.”CARLISLE! DOVE SEI? CI SONO ALTRI CADAVERI!”chiede qualcuno.
Carlisle non risponde. ”Il vampiro l'avrà preso, era troppo sensibile
per fare questo lavoro."dice uno dei compagni del malcapitato.
Sono morto, il vampiro mi ha ucciso! È tutta colpa del mio essere troppo
sensibile... se l'avessi ucciso quando potevo in questo momento starei
al caldo sotto una coperta. E invece sono nelle fogne di Londra.
Diventerò come quell'essere?! Spero di no... se sopravvivo devo
andarmene da qui o cacceranno pure me. Pensa Carlisle triste.
Vede i suoi occhi riflessi nell'acqua torbida, sono rossi e quindi si spaventa.
Esce dalla fogna che è ormai notte.
Le stelle brillano nel cielo.
Guarda tra gli alberi: c'è un branco di cervi. Ne uccide d'istinto cinque, deve nutrirsi.
Carlisle da Londra si trasferisce in Germania, a Stoccarda.
Poco fuori dalla città tedesca compra un castello... la sua
nuova casa.
Se fosse
rimasto in Inghilterra sarebbe stato perseguitato dai suoi stessi
compagni.
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Capitolo 8 *** Essere sensibili è pericoloso ***
à
ll castello è vicino la città tedesca, si sviluppa su numerosi piani ed è
circondando da un parco.
L'imponente struttura mostra le linee tipiche
dell'architettura rinascimentale, mentre gli alti bastioni ne slanciano
la forma, così come la presenza di quattro grandi torri circolari, una
massiccia a base quadrata, altre torrette e pinnacoli minori.
Le mura
in mattoni rossi, nelle quali si apre il grande cancello d'ingresso,
sono in contrasto con il resto dell'edificio in pietra bianca. Il
castello, circondato da un parco con differenti specie di alberi
sempreverdi, ha un aspetto quasi fiabesco.
Conducendo una vita apparentemente ritirata, il vampiro riesce a mantenere la sua natura nascosta per circa due secoli.
Carlisle vive a Stoccarda, ma alla fine dell'Ottocento inizia i suoi
studi a Volterra; essendo un vampiro può spostarsi velocemente,
nonostante ci sia la possibilità di alloggiare nel dormitorio. Ha scelto
quella città perché spinto dalla curiosità di incontrare i Volturi, la
più grande e potente congrega di vampiri, coloro che fanno rispettare le
leggi alle creature della loro stessa razza.
Considerando il suo
carattere sensibile, ha deciso di fare medicina.
Alla sera, quando tutti dormono, va dove vengono conservate le
bottiglie di sangue.
Quando vede il sangue
la prima volta scappa; lo vuole, ma non può berlo e così pensa al suo
sapore.
Le ruba o se non può, caccia gli animali per
nutrirsi.
Un giorno però senza che Carlisle se ne accorga, viene
seguito qualcuno.
C'è un altro essere uguale a lui e ne è contento.”Non è tardi
per studiare? Vuoi venire a casa mia?”lo invita.
E ora cosa dico? Non voglio dire che rubo per berlo ma se sto zitto lo
capirà! Pensa Carlisle in ansia, allontanandosi dalle bottiglie.
”Sì. Studio dopo... e tu, perché sei qui?”chiede a sua volta.
“Stessa cosa. Io sono Damon!”si presenta il nuovo arrivato.
“E io Carlisle, non mi ricordo di te a lezione.”i due hanno capito che
sono uguali, ma non lo dicono. Così vanno a casa Salvatore dove si tiene
una festa. Gli invitati non solo molti vestono in
eleganti
abiti da sera, rigorosamente scuri per gli uomini.
Colorati e resi ampi
i vestiti delle donne.
L'enorme salotto dagli scuri
pannelli in legno è stato liberato dalla maggior parte dei mobili per
permettere le danze al centro della sala.
I musicisti siedono sul lato
sinistro accanto ai camini lasciati spenti.
Elena e Jane salutano con un inchino.”Ehi Damon, chi è lui?”chiede la prima donna avvicinandosi.
“È Carlisle Cullen, studiamo medicina insieme! Ti presento Elena e Jane. Loro invece sono Aro e sua moglie Sonja.”informa Damon portando il suo nuovo amico da
Aro prima di allontanarsi... a loro si avviccina Jane."Lui: Aro è mio fratello!"spiega festosa.
”Vieni. Devo dirti una cosa. Non è che ti agiti poi?”chiede Carlisle
al ragazzo che gli è stato presentato.
Sente che può fidarsi di quel vampiro
all'apparenza gentile e dirgli il suo segreto. Si fissano.
L'essere sensibilie lo
aiuta a percepire la solitudine di Aro non diversa dalla propria.
”Non guardare gli occhi di Elena anche se fanno paura.”lo avverte lui.
“Io... sono un vampiro e uccido gli animali non l'uomo. Pure tu lo sei? confessa Carlisle.
“Sì e anche Sonja. A me però non piace uccidere gli animali, l'uomo ha odore loro no.”
“Se vuoi quando caccio possiamo andare assieme. La prima volta è difficile. Ci vediamo nel bosco.”
Jane e Carlisle danzano insieme, anche se lui le fa da cavaliere per gentilezza.
Crede sia sadica con gli altri, dato che
prima l'aveva vista ridere alle battute macabre di Elena.
Non gli piace quella ragazza!
È
una vampira come gli altri e non può fare a meno di chiedersi se suo
fratello in passato sia stato il colpevole della trasformazione.
La sera dopo i due vampiri vanno fuori dalla città nel bosco, per cacciare.
Aro uccide un animale e lo dissangua solo che ha ancora fame. ”Tu come
fai? Non sono sazio!”chiede rivolgendosi a Carlisle nervoso.
”È difficile farlo, però ci provo lo stesso.”spiega al compagno.
Dopo aver finito gli studi, il vampiro si reca a Chicago. Lì inizia a
lavorare in ospedale come medico.
Nel 1918 scoppia l'influenza Spagnola
che causa tanti morti. Lui però, anche se la malattia è infettiva, non
può essere contagiato, per questo lo chiamano spesso, credendolo immune.
Chiedono il suo aiuto.
Un giorno arriva una donna Elisabeth con suo
figlio Edward.
Sono entrambi malati dello stesso male.”Puoi aiutarlo vero, dottor
Cullen? Stiamo morendo.”domanda agitata. Aspetta che lui si addormenti, poi di nascosto rapisce il ragazzo e lo porta a casa per trasformarlo.
Edward al risveglio ha fame, ma essendo solo scappa dalla casa e uccide
dei passanti. Non ha ancora il controllo sui suoi sensi.
”Non voglio che uccidi la gente, puoi farlo solo con gli animali!”gli spiega paziente Carlisle.
Rimangono a Chicago un paio di anni, periodo in cui Edward studia
medicina e aiuta il vampiro in ospedale solo quando non c'è sangue.
Gli manca ancora tanto!
Nel 1921 vanno nel Wisconsin. Durante il suo turno di lavoro Carlisle
trova una donna molto bella.
Lei ha i capelli lunghi e rossi.
Non può
vedere il colore dei suoi occhi perché sono chiusi.
Se ne innamora
subito.
Scopre che lei voleva suicidarsi, così si era lanciata dalla
scogliera finendo nell'acqua.
Decide di morderla, poi la porta a casa,
intanto che la trasformazione avviene.
A Edward piace subito quella
donna.
Si chiama Esme.
Carlisle la sposa e lei prende lo stesso cognome del marito: Cullen.
A loro si aggiungono altri tre vampiri in pochi decenni che lui stesso
trasforma, ad accezione di un quarto ragazzo di nome Jasper.
Per Esme e Carlisle sono come
figli.
I tre
vampiri sono Rosalie, Alice ed Emmett.
”Ci trasferiamo a Forks nello stato di Washington.”annuncia Carlisle un
giorno.
È il capo branco, per questo viene rispettato nelle sue
decisioni senza discutere. Quando arrivano a Forks fanno un accordo con dei
lupi: esso prevede che quei vampiri non caccino nella città e nemmeno dove
abitano i lupi in cambio li lasceranno stare.
Edward insieme ai fratelli si iscrive al liceo di Forks, pronti a iniziare una nuova vita.
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Capitolo 9 *** Arizona addio! ***
à
Dall'Arizona arriva Isabella Swan, che si trasferisce proprio a Forks,
nello stato di Washington. Bella, come è chiamata da familiari e
conoscenti, ha 17 anni. Dopo il divorzio dei suoi genitori, viene affidata alla
madre Renée, con la possibilità di poter incontrare suo padre Charlie
solo durante le vacanze estive.
Bella ha capelli castani, lunghi, mossi e occhi marroni. A causa della
sua situazione familiare è una ragazza insicura, ribelle e solitaria,
oltre che diffidente con chi non conosce.
Piove.
È gennaio.
Davanti alla casa del padre incontra Billy Black e il figlio Jacob suoi
vecchi conoscenti.”Charlie ha comprato il furgone da me. Jacob l'ha
aggiustato...”spiega contento l'uomo, dall'aspetto tipico di un nativo Americano, dandole poi le chiavi.
I due ragazzi si avvicinano al
furgone rosso.”Vieni a scuola con me? È bello conoscere
già una persona.”
“Oh, no... Io frequento la scuola nella riserva.”specifica Jacob.
Bella sale allora nella sua auto tutt'altro che nuova.
Arrivata a
scuola, si appresta a fare l'iscrizione in segreteria.
L'impiegata le
consegna gentilmente un foglio con indicati gli orari delle lezioni e i
numeri delle aule in cui si svolgeranno.
La pioggia batte sulle finestre.
Le prime ore trascorrono
abbastanza in fretta, ha già iniziato a orientarsi nella scuola seppure
non abbia quasi mai parlato con i suoi coetanei.
Tutti cercano di fare amicizia.
Essendo ormai le
13.00 raggiunge la mensa e si siede.
”Io sono Jessika. Ma tu non
vieni dall'Arizona?”chiede una delle sue nuove compagne, mentre
prende posto accanto a lei.
“Sì. Forse è per questo che mi hanno cacciata...” sorride alludendo alla
propria pelle troppo pallida per quel caldo Paese del sud.
“E io sono Mike!”si presenta amichevole un ragazzo.
Bella sorride un po' impacciata al compagno, non sapendo come continuare
la conversazione. Jessika le viene in soccorso affermando:"Sei
divertente, perché non diventiamo amiche?"
Lei annuisce, spiazzata dai modi diretti della ragazza."Sì certo,
perché no?"si affretta ad aggiungere, sperando di non apparire troppo
goffa.
"Spero di non vedere quei matti dei Cullen..."annuncia Mike con un sospiro.
Ma Bella non li ascolta più,
non riuscendo a stare attenta nel vedere attraverso il vetro della
porta quattro ragazzi entrare.”Chi sono loro quattro?”domanda curiosa.
“Oh... loro sono i Cullen. Parli del Diavolo... sono Alice, Jasper,
Emmett e Rosalie. L'ultimo è Edward...”spiega Jessika, prima che Mike
apra bocca; fanno a gara per dirle le cose!
Bella si attarda a osservarli incantata dalla loro eccessiva bellezza non sembrano neanche reali.
Fissa Edward.
Dal cognome si presume facciano
parte della stessa famiglia eppure sono profondamente diversi.
Sente la campana e corre in classe.
C'è lezione di biologia.
Guarda i
banchi liberi in cerca di un posto in cui sistemarsi, ma l'unico è
vicino a Edward Cullen.
Si siede nervosa, non sa perché ma lui le fa
paura con quegli occhi dorati.”Tu ti chiami Bella, vero? Io sono
Edward.”dice scontroso.
“Sì. Ti ho visto prima insieme ai tuoi fratelli o almeno credo che lo
siano...”cerca di fare conversazione, seppure sia molto a disagio. Per
Edward sentire tutti quei cuori pulsare il sangue è una violenza fisica, uno in
particolare lo tortura: quello di Bella!
Deve trattenersi o rischia di
ucciderla.
Lei non può conoscere la verità.
Ma invece di
tenerla lontana, ne è attratto.
C'è una cosa che lo turba e
incuriosisce al tempo stesso, per quanto si sforzi non riesce a leggerle
nel pensiero, come se lei fosse immune ai suoi poteri mentali.
Deciso a
conoscerne il motivo, si ripromette di tenerla d'occhio.
Oggi è venerdì. Bella ama questo giorno perché esce al ristorante con suo padre.
Alle 19.30 arriva a casa Charlie,
dopo una lunga giornata di lavoro.”BELLA! OGGI E' VENERDÌ,
MI PREPARO E ANDIAMO AL RISTORANTE!”annuncia appena richiude la
porta d'ingresso.
“IO SONO SEMPRE PRONTA PER USCIRE CON TE..."grida in risposta dalla
camera, ma si interrompe dato che sente il telefono squillare.
Scende al piano terra con aria triste, suo padre ha risposto alla
chiamata.
”Scusa, devo tornare al lavoro. Un sorvegliante dell'industria chimica è
morto, ucciso da un animale.”spiega giù.
Charlie lavora alla polizia come
investigatore, perciò lo chiamano a qualsiasi ora in caso di emergenze.
Bella è delusa ma non sorpresa.
Se lo aspettava.
Tuttavia non dice nulla.
Conosce le responsabilità
di suo padre.
Anche Charlie ha un'espressione dispiaciuta, ma sa
qual è il suo dovere nella polizia.
Saluta la figlia e si avvia alla
porta, pronto a risalire sulla sua macchina.
L'uomo si affretta a raggiungere l'entrata dell'industria, sulla porta
c'è il cadavere.
Ci gira attorno, poi si piega per studiare la vittima
da vicino, finché non vede la ferita sul collo: sono dei buchi provocati
da canini.
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Capitolo 10 *** Bella ama Edward ***
à
A casa Bella cena da sola.
Non può fare a meno di ripensare a Edward.
Quello strano ragazzo l'affascina.
Dal loro incontro sono passate solo due settimane, eppure in
qualche modo si sono avvicinati ogni giorno di più, spinti da reciproca
curiosità.
Aspetta biologia felice!
Durante le lezioni hanno avuto modo di parlare e conoscersi
un po' meglio, ma Edward è ancora un mistero.
Con sgomento si rende conto che lo vorrebbe con lei in questo momento.
Si agita, domandandosi se non abbia iniziato a provare qualcosa per il
compagno.
Sente un rumore nel corridoio, come se ci fosse qualcuno in casa.
Così prende un coltello e si fa coraggio, raggiungendo l'intruso.”Ehi!
Cosa fai in questa casa?”l'altro non risponde. Tenendo i nervi saldi
avanza verso il presunto ladro, ma inaspettatamente lui sembra reagire e
avvicinarsi a lei.
Presa dalla paura, d'istinto, lo accoltella al petto.
Il vampiro sfila l'arma dal cuore come se nulla fosse.
”Mi hai accoltellato per nulla. Non puoi uccidermi.”dice asciugandosi la camicia sporca di sangue.
“Edward! Mi hai fatto paura... cosa fai qui?”grida sconvolta, incredula per quello che ha appena visto.
“Voglio dirti la verità. Sono un vampiro, ma mi nutro di sangue animale.”
“Un vampiro? Non esistono...”mormora sempre più confusa.
“Guarda i miei occhi, cambiano colore. Comunque... io ti amo."spiega alla ragazza cercando di convincerla.
“Non ci conosciamo neppure, come puoi amarmi?”
“Ti ho aspettata per 150 anni! Nel mio incubo fatto di morte e sangue, tu mi hai salvato.”
Bella ascolta, rendendosi conto che neanche lei gli è indifferente.
Lo osserva perplessa, non sa se credergli o meno.
La prima confessione
era già abbastanza sconvolgente.
Non ha
idea se lui sia matto o è davvero un vampiro come dice.
La scelta migliore è chiarire la situazione con calma.
“Posso chiederti di venire in camera mia? Siamo soli, Charlie non
c'è...”lo invita e muove i primi passi verso la scala.
Salgono in
camera.
Bella si siede sul letto facendogli poi cenno di sedersi accanto
a lei."Dunque... dici di essere un vampiro... per questo sei così pallido e
sparisci per giorni?"domanda ingenuamente, non sapendo come affrontare
un discorso tanto assurdo.
"Sì, ma nella mia famiglia beviamo solo sangue di animali, non attacchiamo l'uomo."specifica a disagio.
"Quindi siete tutti dei vampiri e non siete realmente fratelli."ora si spiega la totale mancanza di somiglianza.
"Io e i miei fratelli siamo stati adottati da Carlisle ed Esme..."
"Come fate per non essere scoperti? Voi... non invecchiate..."
"Dopo alcuni anni cambiamo città, cosiché nessuno noti il fatto che rimaniamo sempre uguali. Ma la mia natura non cambia ciò
che provo per te."si stringe nelle spalle; cercando lo sguardo della ragazza.
Bella sembra iniziare a credergli, ma si trattiene ancora dal rivelargli
quello che pensa e prova in quel momento.
Edward allora si fa più
vicino al suo volto, cerca le sue labbra.
La bacia con tenerezza e lei
non si ritrae.
Lui approfondisce quel bacio e porta le mani ai lati del
viso di Bella.
Non vuole che scappi.
Bella inizia ad ammorbidirsi,
lasciandosi andare a quella nuova esperienza.
Lei poggia una mano sul
petto del vampiro, ma si rende conto che la camicia è bagnata.
Si tira
indietro osservando turbata il sangue che macchia le sue dita."Ora è meglio che vada, non vorrei che tornasse tuo padre. Buonanotte amore..."lui sente dei rumori in strada.
Edward si
alza.
Le sorride.
Lei non fa in tempo a ricambiare il saluto che lui è già
scomparso oltre la finestra.
QUELLA RAGAZZA DEPRESSA E' FELICE!
La mattina dopo Bella guarda dalla finestra come sempre a Forks piove!
È
sabato, non c'è lezione.
Fa colazione con calma, poi risale in camera
sua per iniziare a pulire.
Avendo acceso l'aspirapolvere non
sente Edward entrare.”Sono stato sveglio tutta notte! Non sapevo
come spiegartelo.”
“Non ti capisco. Cosa devi dirmi?”chiede lei agitandosi.
In quel
momento sul telefono arriva un messaggio da Jessika, così legge: BELLA
STASERA A CASA MIA C'E' UNA FESTA! PUOI VENIRE DA SOLA O ACCOMPAGNATA.
TI ASPETTO PER LE 20.30. :)
“Tu sei innamorata di me... io però, essendo una Creatura Notturna, non
ho l'Anima!”cerca di spiegare il ragazzo visibilmente a disagio.
“Tu non ce l'hai perché il tuo cuore è fermo. Ecco tutto...”
“CHI HA L'ANIMA NON UCCIDE NESSUNO!”esclama scontroso. Perché lei non
capisce? Semplice... deve essere un vampiro per comprendere la realtà di
questa vita. Pensa Edward con tristezza.
Allora le prende la mano,
dopodiché se la posa sul suo petto. Bella è sempre più convinta che i
veri mostri siano gli umani, sono loro a essere pericolosi, non lui. Edward
uccide per mangiare, non mosso da ira o cattiveria.
”Vuoi venire alla festa di Jessika con me? È alle 20.30.”lo invita, cercando di cambiare discorso.
“Un po' di divertimento ci vuole! Verrò a prenderti alle 20.15.”
Bella aspetta che Charlie torni dal fare la spesa per il pranzo del
giorno seguente. Verranno Billy e Jacob a mangiare da loro. ”Ah, papà.
Ti va bene se esco con Jessika?”
“Sì è meglio che tu non si sia, così cucino con calma il pranzo per domani!”
Bella allora alle 19.30 va a fare una doccia.
Asciuga i capelli poi si
prepara. Infine indossa un vestito verde e infila le scarpe eleganti con
dei tacchi alti.
Charlie vedendola è orgoglioso.
Non le resta che attendere il suo accompagnatore.
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Capitolo 11 *** Il parto ***
à
Alle 20.15 arriva Edward come previsto. .
Bella vestita in quel modo si
sente a disagio, preferendo di gran lunga le comode tute
. Per lei la
moda non conta.
Continua a specchiarsi indecisa, sentendosi ridicola in quelle nuove
vesti.
Dopo poco suona il citofono e va ad aprire.”Oh... ei più bella
del solito, dovresti vestirti sempre così!”
“Mi sento stupida invece. Voglio le tute!”ammette Bella imbarazzata.
I due escono in strada, la luce dei lampioni illumina l'area
circostante.
E' sera.
Ma invece di andare alla festa vanno in un ristorante.
Appena entrati, gli altri ospiti li guardano incuriositi.
Il vampiro a
sentire i pensieri altrui sorride.
Cenano insieme, anche se in realtà è
solo lei a mangiare.”So che stamattina ti ho detto che saremmo andati
da Jessika... se vuoi possiamo andarci.”propone Edward.
“Sto meglio qui. Io e il ballare siamo nemici..."spiega mangiando le
lasagne. Lui la fissa, il rosso del ragù gli ricorda quel liquido che
tanto ama.
”Io... sento i pensieri degli altri. Alcuni di noi, dopo che vengono
trasformati, sviluppano dei poteri.”confessa a Bella.
Lui la guarda
ammirato, è difficile credere che quella creatura, ai suoi occhi così
perfetta, sia umana.
"Oddio, vuoi dirmi che per tutto questo tempo mi ha letto nella mente?"esclama nervosa.
"Non ci sono mai riuscito, anche se non ho mai
capito il motivo."a quelle parole lei sembra tranquillizzarsi.
”Io voglio essere un vampiro!
Non importa quale prezzo devo pagare...”esclama lei, prendendo il
compagno alla sprovvista.
“Il prezzo, come lo chiami tu, è perdere l'Anima. Vuoi veramente essere
così?”domanda lui dubbioso per nulla d'accordo con quell'idea.
“Ti ripeto che non importa! Voglio te, se tu sei da un'altra parte
l'Anima è inutile!”ribadisce con maggiore convinzione.
Per il resto
della cena quasi non si scambiano parola.
Sono entrambi tesi dopo quella
breve conversazione.
Si alzano dal tavolo.
Dopo aver pagato il conto, Edward invita Bella a
seguirlo verso l'auto.
La riaccompagna a casa e i due si salutano sulla
porta.
Lei lo bacia teneramente.
Nelle settimane successive i due continuano a frequentarsi, non solo
durante le lezioni condivise e la pausa pranzo, ma anche di sera. Escono
sempre più spesso, inventando qualche scusa per tenere a bada il vigile
padre della ragazza.
Per i due infatti non è facile stare insieme e
condividere la doppia vita di Edward con i suoi segreti.
Eppure Bella
sente quel sentimento farsi ogni giorno più profondo e legarli in modo
indissolubile.
Sono ormai quasi due mesi che i due fanno coppia.
Un venerdì sera Bella
invita Edward a casa sua approfittando dell'assenza del padre per un
improvviso turno extra di lavoro.
Lui guarda l'amore della sua vita pulire i piatti.
Dopo aver cenato in cucina, decidono
di rilassarsi un po' nella camera di Bella.
Ma lei ha in mente altri
programmi.
Ci aveva riflettuto nelle ultime settimane è
ora decisa a fare un nuovo passo nel loro rapporto.
Una volta entrati nella stanza, lei
si spoglia rimanendo quasi nuda... il vampiro intanto la guarda
dubbioso.”Vuoi fare sesso con me? E... così... il leone si
innamorò dell'agnello.”chiede togliendosi i vestiti a sua
volta.
“Sì. Sei bellissimo... ma perché proprio io? Potevi innamorarti di
Jessika, è più bella di me...”la pelle biancastra sotto i raggi della
luna è ancora più chiara.
Gli occhi del mostro ardono di desiderio nello stesso modo con cui brama il sangue quando lo vede.”Io
amo te... non lei. Siete come una droga per me. Ti bramo.”sussurra salendo sul letto.
Comincia a baciarla e
lei sta lì ferma lasciandolo fare.
Solo l'idea che potrebbe andarsene da un momento all'altro le mette
tristezza.
Fanno l'amore, poi quando finiscono si guardano in giro.
Rimangono stupiti nel notare che hanno distrutto il letto.
Per la stanza
ci sono piume ovunque.”Edward, se Charlie ti trova qui siamo morti!
Tirami giù quel ripiano.”
Edward strappa dal muro il ripiano che lei gli ha indicato e lo appoggia sul letto.
Ride.
“Charlie è già qui. Sta parcheggiando l'auto nel vialetto.”spiega il
vampiro mentre si affretta a rivestirsi e saltare giù dalla finestra.
Lui osserva l'uomo.
Corre attraverso il bosco fino a casa.
Charlie intanto controlla se la
figlia sta bene.”Bella non è tardi per pulire? Sono le 03.45!”
“Sì, lo so, solo che è caduto questo ripiano sul letto e stavo pulendo la polvere.”
“Come ha fatto a cadere? Sembra sia stato strappato."constata Charlie
incredulo per poi tirare un sospiro e andare a letto senza farsi troppe
domande.
"Papà... questi mobili sono vecchissimi..."sua figlia si rilassa.
Tre giorni dopo la sveglia trilla alle 07.30, ma Bella si sente strana,
perciò torna a letto quasi subito.”BELLA! È ORA DI SVEGLIARTI. SONO LE
07.30! grida Charlie dal piano inferiore.
“NON MI SENTO BENE... OGGI STO A CASA!”risponde prima di tirare su le
coperte e riaddormentarsi.
Quattro ore dopo si alza e scende in cucina.
Mentre è seduta sulla sedia, in procinto di fare colazione, dentro la
pancia sente qualcosa muoversi.
Teme di essersi presa l'influenza.
Proprio in quel momento il
cellulare, posto sul tavolo, inizia a squillare.
È Edward così
risponde.
Bella gli confessa di aver saltato la scuola.
"Sei sola a casa?"domanda un po' preoccupato per la sua salute.
"Sì, Charlie è a lavoro."
“Puoi venire da me? Abito nel bosco, ci metti 10 minuti. Siamo tutti qui... ieri notte eravamo a caccia.”
“Se è così vicino, vengo...”dice e chiude la chiamata. Intanto scrive
un biglietto a Charlie: VADO DAI CULLEN, NON VOGLIO STARE SOLA. Lo
appende al frigorifero, poi esce.
Guida veloce verso casa Cullen e poco dopo si ritrova davanti
all'abitazione. Essa ha due piani, tutte le pareti hanno delle grosse
vetrate, il pavimento è di legno chiaro.
Bussa alla porta vetrata e
subito le apre Carlisle.”Edward mi ha detto che pensi di avere l'influenza...”
“Sì, non mi sento molto bene.”l'uomo, vedendola molto pallida, la porta
nel suo laboratorio. Sembra uno studio medico, ci sono macchine
dappertutto. Per prima cosa Carlisle le preleva del sangue e lo
analizza. Rimane scioccato dai risultati, pensa di aver commesso
qualche errore.
La ragazza è allarmata dall'espressione del medico, ma
aspetta che sia lui a comunicarle l'esito.
Seguendo le indicazioni di
Carlisle, che afferma di aver bisogno di un ulteriore controllo, Bella
si sdraia vicino all'ecografo.
Quindi lui inizia a fare l'esame.
Preme sulla pancia forte, il gel freddo le da
fastidio.”Sì, sei incinta... non so di chi però.
Hai fatto sesso con qualcuno negli ultimi tre mesi?”chiede
incerto ancora incredulo.
“Solo con Edward, ma è stato tre giorni fa... non capisco.”lei è agitata e confusa quanto il medico.
LE COSE STANNO PER PEGGIORARE.
“L'esame dice che il bambino ha tre mesi...”dal piano inferiore squilla
il telefono.
L'unica felice è Rosalie.
Risponde Edward nervoso, il quale non ha avuto difficoltà a
sentire la conversazione tra Carlisle e la sua ragazza.”Bella è lì da
voi? Ho letto il biglietto!”domanda allarmato Charlie agitato.
“Sì... Carlisle le ha fatto l'ecografia. È incinta, per questo deve restare qui.”
“Se incontro Jacob lo uccido! Come ha potuto essere così
irresponsabile?!”grida l'uomo dall'altro lato del telefono.
Esme
intanto le prepara il divano, poi l'aiuta a stendersi.
Bella fissa la
parete confusa e pensierosa.”Il figlio di Bella è un Mezzosangue. Deve
abortire o lui la ucciderà!”spiega Carlisle con aria colpevole.
Edward è terrificato!
La
pietà però non gli permette di uccidere un altro essere vivente
qualunque esso sia.”Non posso perderla. Lo farò io, a me ascolterà!”
“EDWARD! NON PUOI FARLA
ABORTIRE... SE LO FAI TI ODIERA'! È CONTRO LA
NATURA!”grida Rosalie. In realtà non le interessa se la
vita di Bella è in pericolo, vuole che partorisca così
avrà lei il suo bambino.”Preferisco che mi odi da viva, e
tu non metterti in mezzo!”ringhia il fratello facendole vedere i
denti. Ormai la decisione è presa: LEI ABORTIRA' CON O SENZA IL
SUO PERMESSO! Esme tenta di calmarli.”Ok, allora lo farai tu e io
ti aiuterò...”dice l'uomo agitato rivolto al figlio.
“Bella tuo figlio è un
Mezzosangue, ti ucciderà durante il parto se non lo farà
prima...”tenta di spiegare alla ragazza, ma lei lo interrompe.
Nel mezzo della discussione arriva Jacob.”No. Non voglio
abortire, riuscirò a partorire!” esclama decisa, seppure
spaventata.
Un mese dopo alla sera ha le doglie. Con lei c'è solo Edward. Subito la
porta nello studio e taglia il pigiama con i denti.”Il bambino sta
uscendo... non morire!”supplica in preda all'ansia.
“E' difficile... fa male... cosa succederà a lui?”il bambino per uscire
strappa la carne della madre, facendo morire Bella dissanguata sotto lo
sguardo impotente di Edward.
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Capitolo 12 *** Stupidità ***
à
Edward prende la neonata in braccio.
Il suo nome è Renesmee.
Lo aveva
scelto con Bella unendo i nomi delle rispettive madri, un ricordo ora
doloroso.
Vede che ha occhi marrone scuro, capelli ramati e la pelle
estremamente pallida, ma sotto ad essa nelle vene scorre sangue. Il cuore
della piccola batte a 200.
Edward fissa quel mostro.
Con il cuore infranto lui pensa che Reneesme deve fare la stessa fine di Bella: morirà. COME PUO' AMARE QUELLA
COSA?! Non capirà mai la decisione della sua compagna.
Ha bevuto litri
di sangue e le si sono rotte le costole durante la gravidanza, insomma è
morta inutilmente!
Non può che osservare impotente il corpo della sua
amata, combattendo tra un senso di profonda disperazione e la rabbia
crescente.
Tutti i Cullen, a parte Rosalie, sono demoralizzati.
Se
potessero piangere lo farebbero.”Perché hai convinto Bella a non
abortire? Lei è morta per colpa tua!”
“No, Edward. Io cosa c'entro?
Non voglio far finta che mi dispiace.”dice Rosalie con
cattiveria, sua sorella ha sempre invidiato Bella perché era
umana.
Lei prende Renesmee e va in sala.
Edward guarda
irrigidito quella creatura mostruosa, quindi Jasper, sentendo la rabbia
del fratello, usa il suo potere per calmarlo. Le cose peggiorano quando
arriva Jacob, essendo un licantropo i Cullen hanno sentito l'odore da
lontano.”Ehi Bionda! Bella dorme o è sveglia?”chiama Rosalie così solo
per infastidirla. Nota subito che la vampira tiene in braccio una
neonata.
Si avvicina incredulo, intuendo di chi sia figlia.
Appena
incrocia lo sguardo della bambina, avverte come uno spostamento di
gravità che lo sconvolge. Paralizzato da quell'ondata di emozioni, nella
sua mente si fa largo solo una domanda: è questo l'imprinting? Quel
sentimento eterno simile ad un colpo di fulmine a cui sono soggetti solo i
licantropi? Non riesce a capacitarsi che possa succedere con una
creatura così piccola, quel pensiero lo destabilizza e gli crea un senso
di imbarazzo.
Edward leggendo i pensieri del lupo
è disgustato.”Bella è morta. Edward l'ha morsa
mentre il cuore non batteva già più.”spiega Esme.
A quelle parole Jacob si riscuote. Non riesce a credere che Bella ha perso la vita per dare alla
luce quella bambina. Era stato informato di quella strana gravidanza e
degli alti rischi sulla salute dell'amica, nonché dell'eventualità della
sua morte. Eppure non riesce a farsene una ragione, sente la rabbia
montargli dentro.
“Il parassita si sente più mostro del solito, credo. E tu non hai
nulla da dire?”dice freddamente
alzando lo sguardo verso Rosalie ed Edward. Se solo fosse riuscito a far
desistere Bella, lei non sarebbe morta.
Piange.
Non era riuscito neppure a
salvarla. L'amore che provavo per Bella non è nulla... AMO QUESTA BAMBINA! Pensa
Jacob sorpreso per quel nuovo sentimento. Edward sentendo i pensieri
del lupo si innervosisce, quindi tenta di strozzarlo. Jacob lo colpisce
sul petto facendolo sanguinare.”ORA BASTA! EDWARD! E' INUTILE VOLER
UCCIDERE JACOB! BELLA NON PUO' RESUSCITARE!”ordina Esme esasperata
mentre divide il figlio dal lupo.
“Anni fa ero considerato il vampiro più pericoloso e spietato. Uccidevo
tutti senza distinzione.”dice Edward tranquillo, prima di andare a
caccia nel bosco nel tentativo di calmarsi. Rosalie veste Reneesmee e
facendo quelle azioni le viene in mente quanto volesse dei figli.
Ricordo di Rosalie
Vivo a Boston. Nel 1933 conosco un uomo: Royce King. È più vecchio di
me, ha 35 anni mentre io ne ho 25. Vengo corteggiata da molti perché
sono bella nei miei vestiti bianchi, abbinati ai fermagli nei lunghi
capelli biondi e mossi. Voglio solo lui, non altri! Royce è proprietario
di un'industria tessile, quindi può mantenermi. Anche se vengo da una
famiglia umile, amo lo sfarzo! Un pomeriggio primaverile andiamo a
scegliere i vestiti del nostro matrimonio, poi vado dalla mia amica Vera
e al ritorno sul marciapiede, sotto la luce dei lampioni, vedo il mio
fidanzato.”Cosa fai in giro? Sono le 22.45... è tardi.”chiedo in ansia
avvicinandomi.
“Vi avevo detto che è una Dea, voi non mi credevate!”dice cercando di baciarmi.
“Ne riparliamo domani a casa quando sei sobrio. Buonasera!”tento di
allontanarmi in fretta, ma è tutto inutile. I suoi amici, uno per volta,
mi stuprano. CHI VUOLE UNA DONNA NON PIU' VERGINE? NESSUNO! Dopo poco,
mentre sono ancora abbandonata a terra, vedo un uomo biondo avvicinarsi.
Credo voglia aiutarmi, invece annusa il mio sangue e infine mi morde.
Sento delle voci maschili al mio risveglio. ”Edward, non far uscire
quella donna. Io ed Esme andiamo a caccia...”
“Carlisle, sai che i vampiri vogliono vendetta e amano il sangue!”i due
mostri se ne vanno."Cosa c'entrano i vampiri con me?! Quei demoni non
esistono... credo... sono come quell'essere della Transilvania: Dracula?
Impalava i nemici davanti le mura del castello. Ucciderò gli uomini che
mi hanno stuprata! Edward è di là, quindi non si accorgerà subito della
mia fuga. medito tra me, decisa a vendicarmi. Scappo da lì e uno dopo
l'altro dissanguo quelle persone. Poi vado dal mio fidanzato Royce.
”Pensavo fossi morta quella sera... c'era così tanto sangue...” dice lui
guardando il vestito da sposa che indosso sporco di sangue secco. ”E'
il sangue dei tuoi amichetti, li ho uccisi tutti e ora... tocca a te!
Sì. Sono un vampiro...” non potrà mai dire a nessuno cosa sono diventata
perché lo diventa pure lui.”L'hai morso! Edward siamo nei guai! Ora
arriveranno i Volturi se lui non saprà controllarsi!”mi spiega Carlisle
in pena per Royce, guardando però suo figlio negli occhi.
Arriva un ragazzo di 30 anni con i
capelli lunghi legati, lisci e neri. ”Oh i Cullen hanno morso una
persona. Chi è stato?”
“E' stata mia figlia. Non sapeva che quando mangia una persona deve
dissanguarla.”spiega Carlisle mentre da la mano ad Aro. I Volturi hanno
solo un desiderio: il potere. Quel vampiro decapita Royce senza pietà.
Rosalie torna al presente, cacciando indietro i propri ricordi.
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Capitolo 13 *** La Cupola ***
6.
In Irlanda a castello Corvinus Viktor
gira per la sala del trono arrabbiato, sua figlia è andata a vivere
da Lucian lasciando il marito! Aro ne è rimasto felice perché così
ha potuto tornare in Italia. Sonja resta incinta del lupo. Viktor
quando lo saprà ucciderà Lucian! Gli unici Mezzosangue sono Renesme
e il figlio di Sonja. Viktor va davanti una cascina abbandonata,
guarda quella casa nostalgico.
Ricordo
di Viktor
Io
e mia moglie non possiamo avere figli perché sono un vampiro. È
notte. Vado in una cascina isolata lontano dal paese; entro nella
casa... uccido tutti poi vado in un'altra stanza. La bambina mi
guarda terrificata.”Non farmi male... li hai uccisi...”non riesco
a dissanguarla e... anzi vado da lei. Ascolto quel piccolo cuore
battere veloce. Ha i capelli neri e gli occhi grigi.”Dimmi... come
ti chiami? Io sono Viktor Corvinus. Ti porterò al mio
castello.”domando prendendola, quella pelle viva mi trasmette la
sua innocenza.”So... nja... voi... siete una creatura della
notte.”dice guardando i miei occhi azzurri.”Sì. Sono un vampiro
e quando avrai 30 anni ti morderò. Non dovrai dire a nessuno cosa
siamo.”spiego correndo al castello. Chiude gli occhi.”Dovrò
diventare un vampiro?”annuisco. I soldati osservano mia figlia
curiosi.”Dite a tutti che Sonja è mia figlia. Portatela in cucina
e datele da mangiare.”ordino mettendola giù poi vado da mia
moglie, è sul letto che legge quando mi vede chiude il libro.”Ti
devo dire una cosa... sono incinta. Sei felice?”io devo
ucciderla... se non lo faccio quell'essere le berrà tutto il sangue!
Annuisco. Dorme tranquilla, vado a prendere la spada poi torno da lei
e gliela infilzo nel cuore... senza mia moglie sono niente... 20 anni
dopo mordo Sonja.
È curioso che mia figlia abbia
scelto proprio la casa dove abitava secoli fa. Pensa
l'aristocratico vampiro osservando il muro scrostato.”SONJA...
TORNA A CASA! LASCIA QUELL'ESSERE MOSTRUOSO!”poiché sua figlia non
risponde entra aprendo la porta. Sonja lo guarda con odio.”Non
posso tornare... il Consiglio mi disprezzerebbe. Padre... sono
incinta!”dice notando negli occhi del padre quel disgusto di cui ha
paura, Viktor estrae l'arma perché il Consiglio vieta legami di
sangue con i lupi; non vogliono ibridi quindi uccidono le vampire
incinte... Sonja indietreggia spaventata.”Il Consiglio quando lo
saprà ti ucciderà nella Cupola.”dice rinfoderando l'arma. Lucian
si trasforma poi tenta di mordere l'uomo che lo spinge contro al muro
facendolo svenire, gli mette il collare.”Liberatelo! Voi non siete
più mio padre... vi odio!”ordina furente afferrando la spada sulla
cassa puntando alla gola del vampiro.”NO! BASTA! HAI TRADITO LA
CASATA PER UN LYCAN! TI PORTO NELLA CUPOLA!”grida prendendo l'arma
dal taglio, poi lega alle corde gli amanti trascinandoli al castello.
Li porta nella Cupola perché vuole uccidere Sonja sotto i raggi
solari, non essendo più abituata al sole si scioglie! Lega Lucian ai
ganci incatenandolo infine gli toglie il collare.”Sonja è tua
figlia... abbi pietà! Viktor... uccidi me, non farò
resistenza!”dice supplicando intanto Viktor sveste sua figlia poi
lega Sonja al palo dopoché finisce guarda quel corpo debole e se ne
va. La Cupola è una stanza grande con pavimento di marmo bianco, per
uccidere i colpevoli viene aperto il soffitto tirando due catene.”Mi
dispiace perdonami... amore mio... dai ad Aro il diario. Vive in
Italia: a Volterra.”spiega sofferente all'uomo... è debole perché
non beve sangue da ore. Lucian cerca di liberarsi dalle catene.”Ok...
guardami... non succederà nulla! Ti salverò!”dice tirando
inutilmente i polsi.”Non puoi liberarti. È inutile che tiri...
quelle catene sono state create da William per i suoi figli, Viktor
le ha rese in spezzabili usando l'argento.”spiega rassegnata alla
morte inevitabile. Viktor le ha create usando l'argento perché così,
quando tocca la pelle vengono feriti senza essere però uccisi. Un
soldato apre il soffitto e i raggi solari illuminano Sonja.”SONJA!
ANDRA' TUTTO BENE! GUARDAMI!”ordina disperato osservando la pelle
dell'amata bruciarsi, il sole scioglie tutto tranne le ossa...
dopoché è morta nella sala entra Viktor guardando con disprezzo
quell'essere che secondo lui avrebbe ucciso sua figlia, nota nel lupo
uno sguardo demoniaco! Lucian si trasforma poi rompe le catene e
azzanna l'altro mostro ferendolo, Viktor lo lancia giù dalla
scogliera.
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