Gocce di Memoria

di sberio
(/viewuser.php?uid=105990)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** capitolo 34 ***
Capitolo 35: *** capitolo 35 ***
Capitolo 36: *** capitolo 36 ***
Capitolo 37: *** capitolo 37 ***
Capitolo 38: *** capitolo 38 ***
Capitolo 39: *** capitolo 39 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


La clinica Villa Margherita e’ situata appena fuori citta’.

C’e’ una strada che dalla zona ovest sale verso le colline tutto intorno. Basta percorrere circa 4/5 kilometri e dopo una curva ci si ritrova davanti al cancello d’ingresso della clinica.
Ed era esattamente li’ che quella mattina mi stavo recando. Andavo a trovare la mia amica Angela. Conoscevo Angela dai tempi del college, lei studiava per il diploma di infermiera, io per quello di fisioterapista.  Eravamo diventate subito amiche e continuammo ad esserlo anche dopo nonostante lavorassimo in posti diversi.
Io avevo un contratto part-time presso l’ospedale della citta’ , non era il massimo economicamente parlando ma mi permetteva di avere i pomeriggi sempre liberi, e cosi’ ne approfittavo per arrotondare lavorando presso dei clienti a domicilio.
Angela invece era stata assunta a tempo pieno dalla clinica Villa Margherita come infermiera.
Era una clinica molto esclusiva, si facevano interventi di ogni tipo con un personale medico altamente specializzato, e il trattamento che riservavano ai loro ospiti era da hotel a 5 stelle.
Angela era stata ricoverata li’ perche’ aveva appena dato alla luce la sua bimba, le avevano concesso di partorire li’ in via eccezzionale proprio perche’ era una dipendente della clinica.
Quella mattina imboccai con la mia piccola utilitaria il viale d’ingresso verso le 11. Sul sedile accanto a me c’era una scatola di cioccolatini ed un mazzo di fiori per Angela.
A destra e sinistra del viale si estendeva un immenso parco, curato nei minimi dettagli da abili giardinieri. Li’ quando il tempo lo permetteva, passeggiavano gli illustri ospiti della clinica in via di guarigione. Non potei fare a meno di constatare quanto quell’ambiente fosse differente da quello in cui lavoravo io, qui la pace e la tranquillita’ unita ad un servizo da Resort di lusso, aiutavano molto il processo di guarigione . In ospedale invece si condivideva una stanza con in media altre 3 persone e c’era un via vai di gente continuo tra i reparti.
Arrivai davanti all’ingresso della clinica e percheggiai l’auto nell’apposito spazio riservato ai visitatori.
Scesi , entrai dall’ingresso principale e mi diressi alla reception. Mi accolse una ragazza dietro ad un bancone perfettamente vestita e truccata. Chiesi il numero della stanza della sig.ra Angela Weber e lei mi indico’ il secondo piano, stanza 105. Ringraziai e mi diressi verso gli ascensori.
Quando le porte dell’ascensore si aprirono al secondo piano, mi trovai in una specie di disimpegno.
Si trattava di una grande stanza che si affacciava sulla facciata principale dell’edificio. Su un lato c’erano delle poltroncine con dei tavolini e addossate al muro un paio di distributori automatici per caffe’ e bevande.
Sulla parete opposta un grande tabellone che indicava a destra il reparto di ostetricia e ginecologia e a sinistra quello di ortopedia.
Ero in procinto di svoltare a destra quando senti’ una voce maschile imprecare. Istintivamente mi voltai e vidi un ragazzo . Era vicino al distributore automatico e mi dava le spalle.  Aveva una vistosa ingessatura alla gamba destra e si sorreggeva tramite l’uso di due stampelle. Mi avvicinai a lui e vidi che stava cercando di piegarsi in avanti per prendere una bottiglietta d’acqua appena fuoriuscita dal distributore, ma era in seria difficolta’.
“Aspetti” dissi avvicinandomi a lui “l’aiuto io”.
Posai i fiori e i cioccolatini su uno dei tavolini, mi piegai e raccolsi la bottiglietta. Poi mi voltai verso di lui per porgergliela e fu in quel momento che vidi il suo volto per la prima volta.
Era un ragazzo bellissimo, due occhi verdi risaltavano su quel viso dalla pelle diafana.
Mascella quadrata dai lineamenti decisi,  un filo di barba che gli conferiva un aspetto ancora piu’ virile.
Indossava una semplice t-shirt bianca e un paio di pantaloni da tuta. Era una visione, solo una cosa stonava in tutta quella perfezione: una vistosa fasciatura in testa, all’altezza delle tempie.
Lui era rimasto immobile per tutto il tempo da quando avevo parlato.
Prese con una certa titubanza la bottiglietta dalla mia mano e io non riusci’ a trattenermi da dire
“Guarda che non mordo mica!”
Lui per tutta risposta accenno’ un lieve sorriso con l’angolo della bocca facendolo apparire ancora piu’ bello di quanto gia’ non fosse. Avvicino’ la mano e prese la bottiglietta “Grazie” rispose.
“Prego” dissi io. Poi continuai “Bhe, allora ciao” e feci per riprendere in mano i fiori e i cioccolatini.
“Che bei fiori” disse lui ad un tratto “vai a trovare un tuo parente?” mi aveva dato del tu come se ci conoscessimo da una vita.
La cosa non mi dispiacque “No” risposi io presa un po’ in contropiede “vado a trovare una mia cara amica, ieri ha avuto una bimba”
“Sara’ contenta di vederti allora” continuo’ lui “devi tenere molto a questa tua amica”
“si, certo...Angela e’ una delle mie amiche piu’ care” risposi io
“scusa...non volevo sembrare inopportuno. E’ solo che mi intendo un po’ di fiori e a giudicare dalla composizione che hai scelto, si vede che per te e’ una persona speciale”
Gurdai per un attimo i fiori che avevo in mano, poi alzai lo sguardo su di lui “Sei molto gentile e non vorrei sfatare l’opinione che ti stai facendo di me....ma la verita’ e’ che ha fatto tutto il fioraio. Io al contrario di te non ci capisco nulla di fiori, gli ho solo detto che mi servivano per una nascita.”
“In ogni caso hai avuto un bel pensiero. Penso che lei lo apprezzera’”
“Io credo che apprezzera’ piu’ i cioccolatini...” risi
“In un modo o nell’altro fa sempre piacere ricevere una visita da una persona cara quando si e’ ricoverati”
 “Parli come se non ci sia nessuno che venga a farti visita” gli chiesi
“Nessuno....se parliamo di persone care...ne’ tantomeno fiori o cioccolatini” rispose lui indurendo lo sguardo.
Questo suo cambio di espressione mi lascio’ alquanto interdetta e non seppi cosa rispondere. Fu lui a venirmi incontro, alzo’ gli occhi su di me e addolci’ nuovamente lo sguardo “Scusa, ti sto solo facendo perdere tempo...la tua amica sara’ impaziente di vederti” e cosi’ dicendo giro’ le stampelle e fece per andarsene. In quel momento mi si strinse il cuore a vederlo cosi’e allora agii senza pensare come spesso mi accadeva quando i sentimenti prendevano il posto della ragione.
“Aspetta” gli dissi sfiorandogli un braccio. Lui si volto’ con un aria stupita sul volto.
“Ecco, tienili tu i cioccolatini” dissi porgendogli la scatola “considerali come un augurio di pronta guarigione da parte mia”
“Ma...” disse lui “e la tua amica?”
“Non ti preoccupare per lei, i fiori andranno benissimo....e poi in questo momento non puo’ mangiare molti dolci”
“Ma..” riprese lui “noi non ci conosciamo neanche”
“a questo si rimedia subito” dissi io “piacere sono Isabella Swan, ma tutti mi chiamano Bella” e gli porsi la mano.
Lui ebbe un attimo di esitazione e io allora incalzai “mi sembra di averti gia’ dimostrato che non mordo!”
Rise di questa mia battuta e allungo’ la mano verso di me “Piacere mio Bella”
“Non stai dimenticando qualcosa?” chiesi e vidi per un attimo il suo sguardo farsi allarmato “cosa?”
“Be’ me lo dici come ti chiami?” dissi io e lui sembro’ rassicurarsi “Edward” rispose con la sua mano ancora stretta nella mia.
“Edward e poi?” chiesi io
“Edward.... solo Edward” mi rispose.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Ero davanti alla porta della camera di Angela ma non riuscivo a togliermi dalla testa il viso di quel ragazzo che avevo appena conosciuto. Chissa’ se aveva apprezzato il mio gesto o l’aveva considerato fuori luogo? Il mio gesto era stato del tutto spontaneo, per quanto il posto fosse bello, accogliente e dotato di tutti i confort, penso che non ricevere nessuna visita di persone care quando si e’ ricoverati sia una cosa molto triste.

Bussai alla camera di Angela ed entrai. Lei era seduta sul letto con un fagottino rosa in braccio. La camera era invasa da un profumo di fiori, ve ne erano vari mazzi ovunque. Il sole entrava dalla finestra accanto al letto illuminando la stanza. Angela alzo’ lo sguardo e appena mi vide si apri’ in un dolcissimo sorriso.
Le andai incontro e dopo aver posato i fiori sul tavolo, l’abbracciai commossa e diedi un bacio sulla fronte della piccola.
Restammo a parlare per circa una mezz’ora del parto, di tutti i parenti che continuavano ad arrivare per vedere la piccola principessa e di Ben, il marito di Angela, che si prodigava per la moglie e la piccola in ogni modo possibile.
Ad un certo punto non riusci’ piu’ a tenere a freno la mia curiosita’ e dissi “Angela, vorrei chiederti un’informazione”
“Dimmi Bella”
“Poco prima di entrare nella tua camera, nel disimpegno che separa questo reparto da quello di ortopedia, ho incontrato uno strano ragazzo”
“Un ragazzo?” chiese Angela
“Si, aveva un piede ingessato ed una vistosa faciatura sulla testa. Stava cercando, con molta difficolta’, di prendere una bottiglietta d’acqua al distributore automatico e cosi’mi sono fermata e l’ho aiutato.
Abbiamo scambiato due parole e mi e’ parso di capire che non riceva molte visite, anzi da quello che mi ha detto quasi nessuno. Gli ho chiesto come si chiamasse e lui mi ha detto di chiamarsi Edward, ma il cognome non ha voluto dirmelo. Tu per caso lo conosci?”
“Edward...in ortopedia...no, mi spiace, non credo di averlo mai sentito. Io non lavoro in quel reparto ma
se ci tieni tanto pero’ posso informarmi”
“Io? No, figurati la mia era semplice curiosita’...”
“Mmhh e dimmi un po’ che tipo era?Carino almeno?”
“Carino? E’ il ragazzo piu’ bello che io abbia mai visto....e mi sembra strano che non abbia uno stuolo di ammiratrici che vengano a fargli visita!”
“Bella! E’ la prima volta che ti sento fare apprezzamenti cosi’ positivi su di un ragazzo. Il massimo che ti ho mai sentito dire e’stato: non c’e’ male. Direi che valga la pena indagarci un po’ su...”
“Si Angela grazie...ma con discrezione, mi raccomando!”
“Certamente,fidati di me. Ma questo ti costera’ come minimo ...vediamo...qualche dolce sottobanco!”
“Che intendi per dolci sottobanco?”
“Che il medico mi ha vietato di mangiare dolci in questo momento e Ben mi marca stretto...ma io ne ho una voglia continua. Quindi se vuoi che ti aiuti....”
“Veramente Angela oggi oltre ai fiori ti avevo portato anche dei cioccolatini”
“Ah si? e dove sono?”
“Ehm...li ho regalati ad Edward...il ragazzo di cui ti parlavo...mi faceva troppa pena”
“Oddio! Ma allora la cosa e’ seria! e qusto tizio si e’ preso anche i miei cioccolatini....Questo ti costera’ due scatole di cioccolatini la prossima volta!” e cosi’ dicendo ci abbracciammo ridendo.
*************************************************************************************
Qualche giorno dopo, ricevetti una telefonata da Angela. Lei era stata ormai dimessa dall’ospedale e mi chiese di passare da casa sua per parlarmi.
“Ho due cose importanti da dirti” disse Angela una volta che ci eravamo sedute comodamente sul suo divano con una tazza di te’ fumante tra le mani.
“La prima e’ che in clinica stanno cercando un fisioterapista per un periodo di circa 6 mesi, in sostiutuzione di una collega che e’ in maternita’. Io ho pensato a te. Sarebbe comunque un incarico a tempo parziale, non dovrebbe crearti problemi con il tuo lavoro in ospedale, ma la paga e’ ottima. Cosa ne dici?”
“Dico che ne sarei molto felice! “ risposi io entusiasta
“Bene, perche’ ho gia’ consegnato in amministrazione il tuo curriculum e credo che a breve ti chiameranno per un colloquio....credo che sara’ giusto una formalita’”
“Ma Angela...hai gia’ fatto tutto tu...e se non fossi stata d’accordo?”
“Scherzi? Prenderai praticamente una paga doppia rispetto a quella che percepisci ora in ospedale e poi avrai l’occasione di rivedere il bel tenebroso.....che mangia i cioccolatini altrui!”
“Angela! ancora con quella storia? Ti ho portato un intero vassioi di dolci oggi!”
“Si..si, lo so scherzavo....ma non vuoi sapere cosa ho scoperto sul suo conto?”
“Certo! Dimmi tutto”
“Allora, a quanto pare c’e’ un bell’ alone di mistero intorno al tuo Edward. In pochi sanno della sua presenza, la sua cartella clinica con tutti i suoi dati personali e’ praticamente off-limits per chiunque. Non si conosce il suo cognome, sulla porta della sua camera non e’ indicato neanche il nome.
Mi hanno detto di aver visto solo e sempre un uomo di mezza eta’ venire a trovarlo, nessun altro...ah, e poi...pare che l’unica persona autorizzata a visitarlo e seguire il suo caso sia il dott. Carlise Cullen.”
“Il dott. Cullen hai detto? Ma...non e’ forse il famoso neuro-chirurgo?”
“Si, proprio lui”
“E cosa c’entra un neo-chirurgo con un paziente con una gamba rotta?”
“E qui viene il bello....ricordi cosa mi hai detto l’altra volta? Che aveva una vistosa fascaitura sulla testa”
“Si, e’ la prima cosa che ho notato appena l’ho visto”
“Gia’...a quanto pare sembra sia caduto da qualche cosa, non so se una moto o un cavallo...comunque a parte la gamba rotta, pare che abbia ricevuto una bella botta in testa e..”
“e?”
“e...a quanto si dice, sembra che abbia subito un danno alla memoria”
“Memoria? Intendi che ha perso la memoria? “
“pare proprio di si...”
“Ecco perche’ e’ trasalito quando ci siamo presentati e io gli ho chiesto se non stava dimenticando qualcosa!” pensai io ad alta voce “che figura che ho fatto....”
“Bhe, Bella tu non potevi certo saperlo” rispose Angela
“Si, hai ragione....che strano pero’....”
“Cosa?”
“Nella nostra breve conversazione mi ha detto di essere un esperto di fiori! Come poteva saperlo se ha perso la memoria?”
“Non lo so, magari qualcuno che lo conosce glielo ha raccontato....comunque sia direi che ci trovamo davanti ad un bel mistero....o forse e’ meglio dire davanti ad un gran bel uomo misterioso?”
“Direi un po’ tutte e due”
“Ah Bella, ma non preoccuparti...sono certa che saprai fare luce sulla faccenda!”
“Io? Cosa ti fa pensare che io abbia la possibilita’ di indagare su questa persona? Per quanto la cosa mi affascina...certo, non posso negarlo”
“Semplicemente perche’ stai per diventare un membro effettivo dello staff della clinica...ed e’ risaputo che i principali pazienti di un fisioterapista sono proprio quelli ricoverati in ortopedia!”
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Era passata ormai una settimana da quando avevo iniziato a lavorare part-time in clinica come fisioterapista.

Nonostante l’assenza di Angela per la maternita’, ero ugualmente riuscita ad instaurare un buon rapporto con i miei nuovi colleghi. Spesso i miei pazienti erano vecchietti o vecchiette facoltosi che avevano bisogno di fare della riabilitazione in seguito a qualche intervento di protesi per un arto.
Mi piaceva lavorare con loro, avevano sempre voglia di chiacchierare, di raccontarmi episodi della loro vita passata mentre io li massaggiavo o li portavo fuori nel parco, per farli camminare.
Spesso accadeva che , a fine seduta, li riaccompagnassi io stessa nella loro camera in ortopedia, senza dover chiamare l’infermiera, e queste erano le occasioni propizie che avevo per osservare meglio il reparto e tutti i suoi degenti.
Il reparto era composto tutto da camere singole. I pazienti che decidevano di ricoverarsi in questa struttura avevano come priorita’ il rispetto della loro privacy. Fuori ad ogni porta, era comunque collocato un biglietto con il nome del paziente che occupava la camera, questo per facilitare il lavoro dei sanitari.
C’erano alcune camere pero’ la cui porta era priva di nome ed io mi ero convinta che fosse proprio una di queste ad ospitare quel bel ragazzo il cui viso mi era rimasto tanto impresso.
Sfortunatamente da quello che ricordavo, Edward aveva ancora una gamba ingessata, quindi non era certo in condizioni di fare della fisioterapia. Ne avrebbe avuto bisogno dopo, quando gli sarebbe stato rimosso il gesso....ma nessuno poteva assicurarmi che una volta tolto il gesso, lui sarebbe rimasto qui in clinica.
Un pomeriggio stavo riaccompagnando la signora Dumm nella sua camera. Avevamo fatto un lungo giro nel parco e la poverina si era alquanto stancata. Per questo motivo l’avevo fata sedere su di una sedia a rotelle e la stavo riportando in reparto. Lei non aveva mai smesso di raccontarmi della sua vita, della sua famiglia e di tutti i suoi nipoti. Era una persona molto piacevole, con una carica vitale notevole nonostante i suoi ottan’anni suonati. Mi stava appunto dicendo di quanto le piacesse essere circondata da persone giovani e che la cosa che la deprimeva maggiormente in quella clinica, era vedersi attorniata sempre da vecchietti decrepiti.
“Per fortuna che ci sei tu Bella” mi disse “Non sai quanto mi faccia piacere la tua compagnia”
“Grazie signora Dumm, lei e’ molto gentile” risposi io
“E’ la verita’ cara” mi disse “sei una boccata d’aria pura per me. Io adoro i giovani...te l’ho detto?”
“Si, signora Dummm” risposi io gentilmente, me lo diceva ad ogni seduta.
“Si, gia’...i giovani...loro sono il futuro..ah se avessi qualche anno di meno prenderei mio figlio e gli direi di riportarmi subito a casa”
“Ma..signora Dumm, non le piace stare qui?” le chiesi
“Assolutamente no....gli unici momenti piacevoli sono quelli che passo con te cara, per il resto mi tocca passare sempre la mia giornata in compagnia di vecchietti rimbecilliti....che chiamano l’infermiera per ogni schiocchezza e stanno sempre a lamentarsi...non sai che strazio. Se almeno potessi fare un po’ di conversazione con quel bel ragazzo della camera cinque....riuscirei sicuramente a sopportare meglio la mia degenza qui...ma lui se ne sta sempre chiuso in camera...e come dargli torto? Lo farei anche io se cosi’ giovane mi ritrovassi circondato da tanti vecchi decrepiti!”
“Scusi signora Dumm...di quale ragazzo sta parlando?”
“Come cara...non mi dire che non lo hai mai visto? Quel bel ragazzo con il piede ingessato. L’ho intravedo ogni tanto quando l’infermiera lo porta fuori per fergli qualche esame...almeno credo. Altrimenti e’ sempre chiuso in camera”
“E..senta signora Dumm...sa per caso come si chiama questo ragazzo?”
“uhmm...no, mi spiace. Non hanno messo il suo nominativo sulla porta...ma mi sembra di aver sentito l’infermiera rivolgersi a lui una volta come...aspetta...ah si, sig. Masen”
“Sig. Masen” ripetei io per imprimermi il nome in testa
“Si cara, lo conosci?”
“No...mi spiace. Non ne ho avuto il piacere”
“Peccato cara....e’ un gran bel bocconcino sai?”
“Ma signora Dumm!!” risi io
“Cosa c’e’? sono vecchia ma gli occhi mi funzionano ancora sai? e so riconoscere una cosa bella quando la vedo!” mi rispose lei
“Oh signora Dumm....lei e’ il mio mito...quando avro’ la sua eta’ spero tanto di essere come lei”
“Grazie cara, questo e’ un gran bel complimento”
E cosi’ dicendo la riportai in camera. Quando lasciai la sua stanza e feci per ritornare indietro, cercai con lo sguardo questa famosa camera numero cinque. Avevo scoperto qualcosa in piu’ sul misterioso ragazzo dal viso che ormai non riuscivo a dimenticare.
Trovai la porta numero cinque, era chiusa ovviamente e non c’era nessun nomitativo indicato.
Avrei tanto voluto bussare, con una qualsiasi scusa...ma quale?e poi cosa avrei fatto una volta che me lo fossi trovato davanti? come avrei giustificato la mia presenza?
Ero immersa nei miei pensieri quando sentii delle voci provenire dalla stanza. Voci molto concitate, voci maschili ....e ad un certo punto le voci si fecero piu’ forti.....qulcuno si avvicinava alla porta.
Fui presa dal panico, mi guardai intorno. Per fortuna non c’era nessuno in giro e cosi’ corsi a nascondermi dietro ad una rientranza del muro situata proprio di fronte alla stanza. Sbirciai e vidi la porta della camera aprirsi di scatto. Ne usci’ un uomo vestito in modo molto elegante con un impermeabile sul braccio. Aveva un’espressione alquanto contrariata.
“Sara’ meglio che me ne vada” disse mentre usciva spingendo la porta in modo deciso “ne riparleremo quando ti dimostrerai piu’ ragionevole” e cosi’ dicendo si allontano’.
La porta comincio’ lentamente a muoversi per ritornare nella sua posizione iniziale.
Io ne approfittai per cercare di sbriciare dentro la camera, e allora lo vidi di nuovo. Era proprio lui, Edward. Lo vidi di profilo, era seduto sul letto, la gamba ingessata stesa, l’altra raccolta al petto. Non aveva piu’ la fasciatura in testa, lo sguardo basso a fissare il lenzuolo, l’espressione contratta dovuta sicuramente alla visita che aveva appena ricevuto.
Poi la porta si richiuse del tutto e io mi ritrovai a fissarla per alcuni istanti. Chi era quell’uomo? perche’ stavano discutendo c osi’ animatamente? e poi ripensai a lui..ad Edward,al suo viso....i miei ricordi non gli rendevano il giusto merito...anche con quell’espressione seria e conratta era la cosa piu’ bella che avessi mai visto...e allora mi resi conto che il mio interesse era ormai oltre il lecito.
Volevo saperene di piu’,  di lui e di cio’ che stava passando...gia’ ma comeavrei potuto avvicinarmi a lui?
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Il mio nuovo lavoro, a dispetto di ogni previsione, cominciava veramente a piacermi. All’inizio credevo che avrei dovuto affrontare ricchi pomposi che mi avrebbero trattata come un semplice inserviente di rango inferiore, invece mi accorgevo ogni giorno che si trattava per la maggiorparte di persone sole, che avevano bisogno di un po’ di contatto umano e di parlare con qualcuno.

Molti di essi erano in eta’ avanzata e avevo avuto l’impressione che le loro famiglie avessero trovato molto comodo parcheggiarli in quella struttura, che per quanto fosse elegante e confortevole, sempre di una casa di cura si trattava, anziche’ accudirli a casa.
In tutto questo c’era poi la questione Edward. Gia’, perche’ da quel giorno in cui l’avevo nuovamente rivisto anche se per pochi istanti, non riuscivo a togliermi dalla testa quell’espressione tanto afflitta che cosi’ mal si addiceva ad un viso tanto bello.
Volevo rivederlo, di questo ne ero certa, ma non avevo la benche’ minima idea di come fare ad avvicinarlo. Volevo ovviamente che il tutto avvenisse in modo casuale, l’ultima cose era dargli l’impressione di essere spiato da una perfetta sconosciuta che avrebbe potuto benissimo scambiare per una mitomane nei suoi confronti.
Si ma, come fare? la sua porta era sempre chiusa e raramente usciva da quella stanza se non sempre accompagnato da qualche infermiera e per brevi tragitti.
Alla fine pensai che forse la soluzione piu’ ovvia era anche la piu’ semplice: bussare alla sua stanza e salutarlo in nome di quelle poche parole che ci eravamo scambiati qualche settimana prima....chissa’ se si fosse ricordato di me?
Alla fine pensai che in fondo non avevo molto da perdere, gli avrei raccontato la verita’, che ero stata assunta da poco in clinica e che erano stati degli altri pazienti a parlarmi di lui e a indicarmi dove fosse la sua camera e che pertanto avevo pensato di passare a fargli un saluto.
Si, il mio ragionamento non faceva una grinza.
Profondamente convinta della bonta’ delle mie intenzioni, un pomeriggio, al termine di una seduta terapeutica, mi ritrovai per i corridoi del reparto di ortopedia dopo aver riaccompagnato una mia paziente nella sua camera.
Decisi che quella poteva essere l’occasione propizia per mettere in atto il mio semplice piano.
Mi avvicinai alla camera numero cinque, feci un profondo respiro e provai a bussare.
Attesi qualche secondo: nessuna risposta. Forse Edward stava dormendo oppure....un brivido percorse la mia schiena...forse era stato dimesso e io avevo perso l’occasione di rivederlo.
Piuttosto agitata da questa nuova ipotesi che si era fatta strada nella mia mente, non ci pensai due volte e provai ad aprire la porta della camera per accertarmi se ci fosse ancora qualcuno ad occuparla.
La camera era vuota.
Senti’ una  forte sensazione di angoscia e il mio sguardo comincio’ a vagare all’interno della stanza come a cercare il minimo indizio che le mie paure non fossero reali.
Mi accorsi allora che il letto era disfatto, vidi sulla scrivania di fronte delle riviste e altri oggetti personali.
Qualcuno occupava ancora quella camera. Questo pensiero mi genero’un’enorme ondata di sollievo che lascio’ subito dopo il posto ad una sempre piu’ crescente curiosita’.
Quelle dovevano essere le cose di Edward. Quasi mossa da un coraggio sempre piu’ crescente, entrai nella stanza avendo cura di richiudere la porta alle mie spalle. Non volevo certo che qualcuno passando notasse la mia presenza. Come l’avrei giustificata?
Mi avviciani al letto, le lenzuola erano spiegate e spostate verso un lato. Sopra al cuscino c’era un pigiama perfettamente stirato e piegato.
Gurdai verso la scrivania, c’erano alcune riviste e alcuni giornali perfettamente impilati. Diedi loro una rapida occhiata, sembravano per lo piu’ giornali e riviste di economia e finanza, ma dal loro aspetto direi che non erano mai stati aperti ne’ tantomeno letti.
Vicino ai giornali vidi una scatola colorata, una scatola di cioccolatini....erano i cioccolatini che gli avevo regalato io la prima volta che ci eravamo incontrati. Forse aveva tenuto la scatola per ricordo?
Mossi la mano e alzai il coperchio della scatola. I cioccolatini erano perfettamente allineati al loro posto, non ne mancava neanche uno.
Che strano pensai, forse non gli piace la cioccolata oppure non ha gradito il regalo...ma in quest’ultimo caso perche’ tenerli ancora qui? Avrebbe potuto benissimo buttarli via o regalarli.
Il mistero si infittiva.
Mi spostai nella stanza fino a ritrovarmi di fronte alla cabina armadio. Aprii la porta e ne sbirciai il contenuto. C’erano pochi vestiti, un paio di jeans appesi, un paio di t-shirt piegate su di uno scaffale  e un paio di scarpe Nike.
Tornai verso il letto, vidi che sul comodino c’era un piccolo block notes con affianco una penna. Lo presi in mano e iniziai a sfogliarlo.
Le pagine erano piene di una scrittura molto elegante e ordinata, sembravano appunti riguardanti le varie attivita’ giornaliere.

15 Aprile
- ore 10.00
          visita radiologica
- ore 12.00
          pranzo
-ore 16.00
          seduta con dott.Cullen
-ore 20.00
          cena

 

E cosi’ via per le pagine successive. Un semplice ma dettagliato elenco delle attivita’ quotidiane. Mi accorsi subito di quanto fossero frequenti le sedute con il dott. Cullen, il famoso neurologo, quasi una ogni giorno, sicuramente inerenti alla questione della sua memoria, stando a cio’ che si vociferava in giro.
Mi ero fatta totalmente prendere dalla curiosita’ e dalla voglia di scoprire qualcosa in piu’ su questo ragazzo dalle poche cose che erano sparpagliate in giro, da aver totalmente perso la nozione del tempo.
Mi ripresi solo qundo senti’ una voce provenire dal corridoio pericolosamente vicina alla porta della camera.
“Eccoci qua sig. Masen. Siamo arrivati” era la voce dell’infermiera e a quanto pare stava riportando Edward in camera.
Il panico mi assali’ in quel momento, la porta stava per aprirsi, come avrei giustificato la mia presenza in quella stanza? sarei stata sicuramente licenziata su due piedi e non solo avrei causato grossi problemi ad Angela che mi aveva caldamente raccomandata, Edward avrebbe pensato che fossi veramente una mitomane pronta a perseguitarlo!
Agii d’istinto e l’unica cosa sensata che mi venne in mente fu nascondermi. Gia’ ma dove?
La porta della camera comincio’ ad aprirsi e in un attimo io mi fiondai dentro l’armadio.
In quel momento mi immobilizzai, come una statua, per la paura che qualcuno potesse accorgersi della mia presenza.
La porta dell’armadio era socchiusa quel tanto che mi potesse permettere di vedere cosa stava accadendo all’esterno  senza che si accorgessero della mia presenza.
Vidi entrare l’infermiera mentre spingeva la sedia a rotelle su cui era seduto Edward.
Lo aiuto’ ad alzarsi e a sedersi sul letto. Poi gli chiese se aveva bisogno di aiuto per cambiare il pigiama.
“No grazie, faccio da solo” rispose lui con tono del tutto neutro.
“Bene, come preferisce” disse lei alquanto delusa “allora io vado. Se ha bisogno di qualunque cosa non esiti a chiamarmi” e usci’ dalla camera portandosi dietro la sedia a rotelle.
Che gatta morta- dissi tra me e me mentre continuavo a guardare Edward dalla fessura della porta.
Lui si mise a sedere su di un lato del letto con le gambe rivolte al pavimento. L’armadio era praticamente di fronte a lui e io con esso. Alzo’ lo sguardo e fisso’ le porte dell’armadio per alcuni istanti, io mi senti’ come se riuscisse a trapassare il legno della porta e mi vedesse, in piedi di fronte a lui.
Poi distolse  lo sguardo, si giro’ verso il cuscino, prese il pigiama perfettamente ripiegato, se lo porto’ sulle gambe e comincio’ quindi a sbottonare quello che aveva indosso.
Oddio- pensai- si sta spogliando! Se prima avevo avuto paura di essere scoperta, adesso smisi di respirare, un po’ perche’ non si accorgesse di me, un po’ per l’emozione che sentivo crescermi dentro.
Senza alcuna fretta, sbottono’ tutti i bottoni del pigiama e al termine si sfilo’ la giacca. Rimase con indosso una semplice t-shirt bianca, molto aderente....che lasciava poco all’immaginazione. Si intravedevano i pettorali perfettamente scolpiti, il fisico tonico e asciutto, senza neanche un filo di grasso...doveva essere un amante dello sport.
Ma quel poco che la maglietta potesse in qualche modo celare, divento’ improvvisamente reale ed evidente quando lui con un unico gesto se la tolse.
Era praticamente nudo dalla cintola in su ed era davanti a me.
Potevano i miei occhi sopportare tanta perfezione? Cominciai a sentire caldo...tanto caldo.
Fortunatamente o sfortunatamente, dipende dai punti di vista, indosso’ la maglietta pulita e a seguire la giacca del pigiama pulito, avendo cura di richiuderne tutti i bottoni.
Mi sentii un po’ meglio. Credevo che il peggio fosse passato quando invece mi accorsi che il peggio doveva ancora venire. Edward si mise in piedi, sorreggendosi al letto con una mano e spostando il peso del corpo sulla gamba senza gesso. Partendo dai fianchi inizio’ a abbassarsi i pantaloni.
Mio Dio- pensai in quell’istante- fa che non sia vero....sta..sta..per rimanere in mutande!
Ovviamente avrei potuto girarmi dall’altra parte o chiudere semplicemente gli occhi ma...chi l’avrebbe fatto al posto mio? non ero certo fatta di legno!
Con molta cautela si levo’ i pantaloni, rimanendo in slip e anche in questo caso non c’era bisogno di immaginare niente...era tutto molto evidente!
Pregai che non decidesse di togliere anche quelli....non sarei stata in grado di reggere oltre!
Come se in qualche modo avesse sentito le mie preghiere, Edward prese i pantaloni puliti dal letto e lentamente ricomincio’ a vestirsi.
Quando termino’, si sedette nuovamente sul letto per poi sdraiarsi con la testa rivolta verso il soffitto.
Rimase immobile in quella posizione e io feci lo stesso dentro l’armadio.
Passarono circa 15 minuti, per tutto questo tempo Edward non si era mosso di un millimetro. Mi accorsi allora che aveva gli occhi chiusi e che il suo petto si alzava e abbassava in modo regolare gia’ da un po’, molto probabilmente stava dormendo. Quello era il momento propizio per andarmene.
Aprii lentamente la porta dell’ armadio, facendo attenzione a non fare il minimo rumore.
Una persona dotata di un certo buonsenso  sarebbe sgattaiolata subito fuori da quella stanza, ma pensai, una persona con un po’ di buonsensoprobabilmente non ci sarebba mai entrata.
Decisi allora di azzardare un’ultima cosa. Mi avvicinai al letto per guardarlo mentre dormiva.
Finalmente vidi un’espressione serena e rilassata su quel volto a me tanto caro.
Era perfetto in ogni dettaglio, i capelli ramati un po’ ribelli erano scompigliati. Un ricciolo gli ricadeva da sopra la fronte fin sugli occhi. Come guidata da un desiderio incontrollato di toccarlo, allungai la mano verso quel ricciolo e lo scostai dietro l’orecchio.
Quel mio lieve tocco lo fece muovere. Io mi immobilizai all’istante mentre lui si giro’ lievemente su di un fianco dandomi le spalle e fu allora che senti’ il suo sospiro
“Mmhh Bella” mormoro’
Mi senti’ attraversare da una scossa elettrica: era il mio nome che aveva appena pronunciato ?
O forse stava semplicemente sognando qualcosa di bello....
Mi resi conto che era arrivato il momento di andarmene, anche se a malincuore, sarei rimasta ore a guardarlo dormire.
Mi avvicinai alla porta della camera, guardai fuori dal corridoio e dopo essermi accertata che non ci fosse nessuno sgusciai fuori dalla stanza.
Fui costretta mio malgrado a fermarmi un attimo lungo il corridoio. Con la schiena appoggiata alla parete dovevo dare modo al mio povero cuore di riprendere fiato, tanto mi batteva furiosamente nel petto!
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


Non avevo piu’ avuto il coraggio di riprovare ad incontrare Edward dopo averlo mio malgrado spiato nella sua camera.
Il batticuore che avevo avuto quel giorno era stato tale che avevo deciso di non commettere piu’ certe azioni avventate.
Ripresi la mia normale attivita’ lavorativa, cercando di ignorare la porta della sua camera, peraltro sempre chiusa, ogni qualvolta mi ci trovavo a passare davanti. Non avevo rinunciato a rivederlo, volevo solo trovare il momento giusto, senza paura di combinare nuovi guai.
Forse fu proprio questo mio esitare a portarmi sulla giusta strada.
Un pomeriggio infatti ero appena arrivata in clinica e mi stavo cambiando quando il mio supervisore mi avvicino’.
“Isabella” mi disse “oggi dovresti occuparti di un paziente di Eric” Eric era un mio collega.
“Sfortunatamente ha chiesto un giorno di malattia ma proprio oggi era prevista la prima seduta per un nuovo paziente.Trattandosi di un ospite di un certo rigurdo, preferiamo non farlo aspettare, pertanto dovrai occupartene tu fino al rientro di Eric”
“Per me va bene. Di chi si tratta?”
“Del sig. Masen” rispose lui
Per poco le gambe non mi cedettero al sentire quel nome. Finalmente l’occasione che aspettavo era arrivata...e non avrei dovuto trovare pretesti o scuse questa volta, stavo semplicemente svolgendo il mio lavoro.
“Mi raccomando Isabella” mi ripete’ il mio supervisore “come ho gia’ detto, il sig. Masen e’ un ospite di riguardo.Proprio ieri gli hanno rimosso il gesso alla gamba e adesso e’ necessario inizaire subito la terapia di riabilitazione”
“OK, non si preoccupi. Indosso il camice e mi reco subito da lui” risposi io.
Cercando di mascherare il piu’ possibibile la mia emozione, mi diressi verso il reparto di ortopedia.
Arrivata di fronte alla sua camera bussai e attesi risposta.
“Avanti” fece una voce all’interno di essa.
Feci un respiro profondo e apri’ la porta. “Buongiorno” dissi appena entrata.
Edward era seduto sul letto con una rivista tra le mani. Appena udi’ il suono della voce si volto’ nella mia direzione con un aria stupita.
“Ciao” ripetei io sorridendogli “come va?”
“Ciao...ma cosa ci fai tu qui?” chiese lui sempre con aria interdetta
“Be’ se non altro vedo che ti ricordi di me. Sono la tua nuova fisioterapista”
“Certo che mi ricordo di te...Bella. Ma tu lavori qui?”
“Si, da circa un mese. Ricordi che l’altra volta ero venuta a trovare un’amica vero?”
“Certo, la tua amica che aveva appena partorito”
“Si, beh lei e’ un infermiera e lavora in questa clinica. Mi ha fatto avere un incarico di circa sei mesi come sostituzione di una collega in maternita’. Quindi eccomi qui”
“Allora sei una fisioterapista?” mi chiese interessato
“Si, di mattina lavoro in ospedale, e il pomeriggio invece sono qui. Allora, direi che adesso e’ venuto il momento di cominciare i nostri esercizi.” e cosi’ dicendo mi avvicinai al suo letto.
“Deve essere interessante” disse lui gurdandomi con interesse
“Cosa?” chiesi io
“La tua vita....”
“Beh diciamo piuttosto impegnativa, faticosa...senza mai un minuto libero....ma faccio un lavoro che mi piace molto” gli sorrisi “adesso Edward mi devi fare il piacere di stenderti, devo farti un piccolo massaggio alla gamba prima di cominciare”.
Lui ubbidiente si stese. Io mi sedetti sul letto dalla parte dei piedi e iniziai a tastare la gamba.
“Bene...vedo che il callo osseo e’ ben formato” continuai a massaggiare. Lui rilasso’ completamente i tratti del viso e chiuse gli occhi.
“Se ti faccio male dimmelo pure” gli dissi
“E’ cosi’ picevole...” disse lui ad occhi chiusi
“Allora rilassati pure” gli sussurrai io continuando a massaggiargli la gamba. Andai avanti per cinque minuti, cercando per tutto il tempo di non pensare al fatto che avevo visto ben altro del suo corpo oltre alla gamba.
“Adesso dovresti tirarti un po’ su e metterti a sedere” gli dissi
“Cosi’?” chiese lui alzandosi
“OK..si va bene. Dobbiamo fare alcuni piegamenti.”mi misi in ginocchio su letto, portai il suo piede all’altezza della mia spalla e cominciai a spingere verso di lui per piegarli la gamba fino a portare il suo ginocchio all’altezza del suo torace, per poi ridistenderla completamente.
Mentre eseguivo queste manovre non seppi resistere e gli chiesi “posso chiederti come te la sei rotta?”
“Sono caduto da cavallo..o almeno cosi’ mi hanno detto” rispose lui con tono piuttosto pacato
“WOW, sai andare a cavallo? Deve essere divertente”
“A quanto pare non sono tanto bravo se sono caduto in questo modo” rispose lui sorridendomi
“Sei un principiante allora?”
“No, stando a quello che mi hanno raccontato sono anni che cavalco. Pare che l’animale si sia imbizzarrito per qualcosa e mi abbia disarcionato”
“Oh, caspita mi dispiace”risposi io “mi auguro che questo incidente non ti abbia fatto passare la voglia di riprovarci”
“Non lo so...non ci ho ancora pensato. Ma non credo debba essere un problema, considerando il fatto che non mi ricordo niente”
Sapevo benissimo a cosa alludesse, ma non volevo fargli capire che conoscevo le sue reali condizioni, non volevo pensasse fossi un’impicciona.
“Forse e’ meglio che tu non ricordi nulla dell’incidente. Potrai superarlo prima” dissi
“Il problema non e’ non ricorare l’incidente. Il problema e’ che non ricordo piu’ niente di niente”
“Mi stai dicendo che hai perso la memoria nella caduta?”
“Si, a quanto pare”
“Mi spiace...ma cosa dicono i medici?”
“Il dott. Cullen dice che c’e’ poco da fare adesso. La perdita di memoria e’ stata causata dalla botta in testa ma pare che potrebbe tornarmi improvvisamente da un momento all’altro...e’ come se qualcuno avvesse spento un interruttore nella mia testa lasciandomi al buio...ma in qualunque momento potrebbe riaccendersi. Solo che non hanno idea quando e come cio’ possa avvenire” fece una pausa e poi riprese “non sai quanto sia frustrante non ricordare niente di se’....continuare ad ascoltare i racconti di altre persone che cercano di descriverti sotto ogni aspetto...e tu stai li’ ad ascoltare e hai la continua sensazione che stiano parlando di un estraneo, invece parlano di te”
Aveva un’ espressione molto turbata mentre diceva queste parole. Immaginai che la persona a cui alludesse fosse quell’ uomo distinto che intravidi una volta uscire  dalla sua stanza.
Posai la gamba distesa sul letto. Mi voltai a guardarlo e dissi
“Edward, senti, io non posso neanche lontanamente immaginare cosa si provi a non ricordare piu’ niente di se stessi....ma prova a guardare le cose sotto un altro punto di vista. Sei caduto e hai perso la memoria ma almeno ti sei rotto solo una gamba e tra poco ritornerai a camminare come prima.
Sai quante volte mi e’ capitato di vedere ragazzi che per una stupida caduta, a cavallo o in moto, sono rimasti paralizzati dalla vita in giu’ per sempre? E non potranno piu’ tornare a camminare?
Come ti ha detto il dott. Cullen la memoria prima o poi ritornera’...si tratta solo di avere un po’ di pazienza.  Se ti da fastidio sentire gli altri raccontarti di com’eri, prova invece a cercare di riscoprire te stesso da solo”
“E come faccio se non ricordo nulla?”
“Non ricordi niente del tuo passato, ma i tuoi gusti, le tue inclinazioni, il tuo modo di essere e’ sempre lo stesso. Cerca di scoprirlo attraverso le piccole cose che ti circondano! Ad esempio...”e cosi’ dicendo balzai giu’ dal letto e mi diressi verso la scrivania “questi sono i cioccolatini che ti ho regalato la prima volta che ci siamo visti vero?” chiesi
“Si” disse lui
“Posso?” gli feci cenno di voler aprire la scatola, anche se sapevo benissimo cosa vi avrei trovato
“Certo” rispose lui
Aprii la scatola e i cioccolatini erano sempre allineati al loro posto
“Non ne hai mangiato neanche uno....ne possiamo dedurre che la cioccolata non ti piace” gli dissi
“Veramente....non li ho toccati perche’....avevo come l’impressione di sciupare il tuo regalo” disse lui
Rimasi colpita da questa risposta. “Beh ti ringrazio...sei molto gentile. Ma i cioccolatini sono fatti per essere mangiati. Forza, prendine uno” e glieli porsi
Lui mi guardo’ per un attimo, mi sorrise ne prese uno e lo mangio’.
“Allora?” chiesi
“Buonissimo...veramente !” mi rispose
“OK, vedi hai scoperto che ti piace la cioccolata”
“posso averne un altro?” mi chiese
“mmhh a quanto pare sei anche goloso!” e lui rise assieme a me mentre gli porgevo nuovamente la scatola.
“Senti Edward, ti faccio una proposta” dissi ad un tratto
“Dimmi!” rispose interessato
“Che ne dici se da domani continuiamo le nostre sedute fuori da questa stanza?”
“E dove?”
“Spesso porto gli altri pazienti fuori nel parco durante le sedute di fisioterapia. Sarebbe una buona occasione per uscire un po’ da questa stanza...hai l’aria di uno che se ne sta sempre chiuso qui dentro”
“Si in effetti sono sempre qui dentro...esco molto di rado”
“E allora forza...domai vieni fuori con me. E’ la volta buona che cominci a scoprire qualcos’altro su te stesso...che ne dici?”
“Ok...mi hai convinto”mi rispose
“Bene. Allora a domani Edward” gli dissi prima di andare via
“A domani e....Bella?”
“Si?”
“Grazie....di tutto”
“Figurati,e’ un piacere per me”

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Ero emozionatissima quel pomeriggio. Avrei portato Edward a fare un giro fuori nel parco e ne avremmo approfittato per tenere li’ la successiva  seduta di riabilitazione della gamba.

Ero eccitata perche’ amavo passare del tempo assieme a questo ragazzo, amavo la sua compagnia, il suo modo di parlare ed ero ansiosa di vedere se la mia idea potesse in qualche modo essergli utile per farlo stare un po’ meglio.
Bussai alla sua porta, e dopo aver ricevuto risposta, entrai.
“Buongiorno” dissi con tono allegro appena lo vidi
“Ciao Bella” rispose lui visibilmente compiaciuto
“Allora pronto per la nostra prima gita?” chiesi mentre portai dentro la sua camera la sedia a rotelle
“Oh” esclamo’ lui appena la vide “dobbiamo proprio usarla quella?”
“Si, Edward. Sarebbe meglio, c’e’ un po’ di strada da fare e non e’ il caso tu sforzi la gamba. Dai coraggio mettiti seduto sul letto che ti aiuto a scendere”
Mi avvicinai al letto, lui mise la gamba sana a terra, si appoggio’ alle mie spalle mentre io lo sorreggevo da sotto le braccia. Tenendo l’altra gamba sollevata, fece dei piccoli saltelli fino ad arrivare alla sedia a rotelle.
Avevo fatto quella manovra milioni di volte con i miei pazienti, ma l’emozione che provai nel sentire il suo corpo cosi’ vicino al mio fu unica.
Dopo averlo sistemato sulla sedia, apri’ la porta della camera e lo spinsi fuori.
Cominciammo a percorrere tutto il corridoio, sotto gli sguardi stupiti degli altri miei pazienti mentre io salutavo tutti facendo finta di nulla.
Arrivammo agli ascensori, spinsi la sedia all’interno e pigiai il tasto piano-terra.
“Emozionato?” gli chiesi
“Un po’” rispose lui
“tranquillo, andra’ tutto bene” lo rassicurai io
Le porte dell’ascensore si aprirono e io iniziai a spingere la sedia fuori. Passammo attraverso la reception per poi dirigerci verso l’esterno.
Edward si guardo’ intono.
“Ma io sono mai passato di qui?” mi chiese
“Credo di si, in genere i nuovi ricoverati passano da questa parte”
“Non ricordo proprio questa zona della struttura, ma d’altra parte credo di essere arrivato qui in stato di semi-incoscenza”poi si volto’ verso la reception e mi accorsi che stava osservando la ragazza seduta alla scrivania.
“Che mi dici di lei?” chiesi io
“Come? In che senso?” chiese lui sorpreso
“Be’ la stai osservando...cosa ne pensi? credi che sia carina?”
“Oh be’...si e’ carina...e’ una bella ragazza”
Non si sarebbe certo potuto dire il contrario. Lei era pur sempre il primo punto di contatto con i clienti, ovvio che la clinica optasse per una bella ragazza, vestita in modo impeccabile senza un capello fuori posto.
“E’ troppo truccata pero’” disse poi Edward
“Come?”
“Si insomma...credo che se avesse un look piu’ naturale sarebbe anche piu’ bella”
“Ma la trovi comunque attraente?” chiesi io
“Be’ e’ innegabile che non sia una bella ragazza, solo non vedo il perche’ di tutto quel trucco e...di tutti quei fronzoli che porta...si bracciali, anelli..”
“Quindi  possiamo dedurre che: primo ti piacciono le donne (non si sa mai), secondo preferisci il look acqua e sapone a quello piu’ sofisticato....giusto?”
“Si... credo che una bella ragazza non abbia bisogno di tanti ornamenti e trucco per apparire bella....come te per esempio”
“IO?” rimasi spiazzata
“Si...be’ tu sei una bella ragazza e non ti serve il trucco per farti notare....gia’ cosi’ e’ difficile non girarsi a guardarti quando passi”
“oh..be’ grazie del complimento” dissi io un po’ imbarazzata dalla cosa.
“da questo che cosa deduciamo?” mi chiese lui sorridendomi
“vediamo, che sei un tipo sincero , non ti fai troppi problemi a dire cio’ che pensi ,che sei un grande adulatore e...diciamo che hai buon gusto?”
“sopratutto che ho buon gusto” ripete’ lui ridendo assieme a me.
Arrivammo nel parco e io mi incamminai lungo il sentiero principale che si inoltrava nel boschetto.
Ogni tanto incrociavamo una panchina dove c’erano dei pazienti seduti a chiacchierare o intenti a leggere.
Il giardino era curato in ogni aspetto, c’erano aiuole ricolme di fiori colorati, piante e cespugli perfettamente tagliati, alcune fontane che zampillavano.
Arrivammo in un piccolo spiazzo. Portai la sedia a rotelle vicino ad una panchina ed aiutai Edward ad alzarsi e a risedersi su di essa.
Poi iniziammo i nostri esercizi di flessione ed estensione della gamba. Lui appariva rilassato, come se godesse appieno della natura tutto intorno. Un gradevole profumo di fiori si spandeva nell’aria, questo nuovo contesto lo aiutava a rilassarsi, me ne accorgevo dalla sua muscolatura, era piu’ morbida, non contratta...e questo mi aiutava molto nel mio lavoro.
“Allora Edward, ti piace qui?” chiesi
“Si” rispose “e’ tutto molto bello, questa tranquillita’, questa pace....sento solo il vento tra i rami e gli uccelli che cantano...” mi rispose con gli occhi chiusi
“sei un tipo a cui piace l’aria aperta allora”
“si credo di si....non posso esserne certo ....”mi rispose e i suoi splendidi occhi si velarono per un’attimo di rinnovata tristezza.
“non cercare di scavare nei ricordi, parlami solo di quello che stai provando in questo momento”lo invitai io.
Mi guardo’ un attimo in silenzio “be’ allora si, mi piace stare all’aria aperta immerso nella natura, decisamente mi piace!” e sorrise.
“vedi? non e’ tanto difficile”
“Oh, come vorrei avere la tua stessa fiducia...riuscire sempre a vedere il lato positivo delle cose come te...invece mi ritrovo spesso a pensare ‘che ne sara’ di me?se non riusciro’ a ricordare chi ero? ‘non mi basta piu’che siano glia altri a raccontarmelo...io lo voglio sapere di mio....”
E cosi’ dicendo piego’ la testa all’indietro accasciandosi sulla panchina
“e’ cosi’ maledettamente frustrante.....mi sento impotente davanti a tutto questo e...sento di non riuscire a sopportarlo”
Man mano che parlava, cominciava a delinearsi davanti ai miei occhi dei nuovi tratti della sua personalita’. Era un ragazzo gentile, educato e sensibile ma in certi momenti avevo l’impressione che fosse stato abituato ad avere sempre il pieno controllo della situazione, un modo di fare molto detrminato e risoluto insomma, tipico di chi e’ abituato a gestire grosse responsabilita’ e a prenere decisioni importanti.....
Come se si fosse ripreso da questi suoi pensieri, improvvisamente si giro’ e punto’ i suoi splendidi occhi su di me.
“Qualcosa non va?” chiesi io
“Parlami di te!” disse d’un fiato
“Come?” chiesi
“si...parlami un po’ di te...vorrei tanto sapere qualcosa in piu’ su di te....cosa ti piace fare,i tuoi hobbies, i tuoi interessi...qualunque cosa ...ti prego” mi chiese sempre fissandomi
“Si..ok, se ti fa piacere...allora vediamo un po’” e distolsi lo sguardo dal suo, non sarei riuscita a parlargli altrimenti
“Sono figlia unica, mio padre e’ un poliziotto, mia madre un’impiegata. Loro vivono in un piccolo paese a circa 200 km da qui e io cerco almeno una volta al mese di andare a trovarli, anche se spesso non e’ semplice...il mio lavoro e’ abbastanza faticoso, ma come ho gia’ avuto modo di raccontarti, mi piace molto”
“Cosa e’ che ti piace di piu’ nel tuo lavoro?”
“Be’...Il fatto di aiutare la gente, di qualunque eta’, a riprendersi......a riprendere confidenza con il proprio corpo...ma non e’ facile sai? spesso mi trovo davanti a persone che sono totalmente prive di fiducia nelle proprie capacita’.
Nel caso di gravi incidenti ad esempio, ci sono persone che ormai hanno rinunciato alla voglia di lottare per vivere...eppure io lo dico sempre e l’esperienza me lo ha confermato: non c’e’ medicina migliore della propria determinazione e voglia di guarire. Mi e’ capitato di vedere persone ormai date per spacciate, la cui forza di volonta’ invece li ha portati a rimettersi in piedi e a raggiungere livelli fisici impensabili.
Quando incontri qualcuno che ormai ha gettato la spugna e vuole solo commiserarsi, non e’ facile cercare di farlo reagire...non e’ facile....ma se ci riesci, se riesci anche a scalfire quella rigida corazza che si sono costruite attorno, be’....senti di aver fatto qualcosa di veramente importante...e se poi riesci a farli reagire e a fargli ritrovare la voglia di vivere, ti assicuro che l’emozione che si prova e’ qualcosa di totalmente indescrivbile...”  restammo un attimo in silenzio, poi mi resi conto di aver parlato da sola per piu’ di cinque minuti.
Allora mi voltai verso di lui e dissi “Scusa Edward, mi sono fatta prendere la mano...forse ti sto annoiando”
Lui continuo’ sempre a guardarmi, in modo ancora piu’ intenso se possibile di prima, come se volesse trapassarmi  il corpo e arrivare direttamente alla mia anima.
“Annoiando? Non direi proprio. Starei delle ore ad ascoltarti....”

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


Era ormai trascorsa gia’ una settimana, da quando avevo iniziato la terapia con Edward. Ogni pomeriggio trascorrevamo circa un paio di ore fuori nel parco della clinica e tra un esercizio e l’altro, chiacchieravamo tra noi.

Parlavamo di tutto, Edward mi raccontava ogni nuova sensazione che si trovasse a provare mentre continuava questa ossessiva ricerca di se’ stesso.
Aveva un modo di parlare a volte molto forbito, segno che i suoi studi dovevano essere stati di alto livello, ma a lui piaceva parlare di ogni cosa. Aveva iniziato a guardare la tv quando era i camera e a leggere i giornali che gli venivano quotidianamente recapitati. Cercava di non estraniarsi dal modo gia’ piu’ di quanto la sua condizione gli imponesse.
Spesso poi mi chiedeva di raccontargli qualcosa su di me, sogni, aspirazioni...aneddoti passati.
In quella settimana mi resi conto che Edward era veramente un ragazzo speciale, bello, intelligente e molto colto, ma anche sensibile e gentile....era difficile non affezzionarsi a lui. Scoprimmo insieme per caso che gli piaceva la musica, il pianoforte in particolare, e credo che fosse anche un bravo pianista, perche’ spesso mi diceva che quando ascoltava un brano, gli veniva spontaneo muovere le dita come sui tasti di un pianoforte.
Gli consigliai, appena ne ebbe avuto l’occasione, di provare a suonare, magari l’avrebbe aiutato a ritrovare i suoi ricordi.
Un pomeriggio eravamo come al solito seduti sulla nostra panchina ed Edward era completamente rilassato con gli occhi chiusi, mentre io continuavo a flettergli la gamba, quando senti’ qualcuno venire verso di noi.
Entrambi ci voltammo al quel suono afrettato di passi e riconoscemmo una delle infermiere del reparto.
“Sig. Masen, sig. Masen” lo chiamo’ con voce concitata
“Si, cosa c’e’?” chiese lui non appena l’infermiera ci raggiunse
“Suo padre la sta cercando”
“Mio padre?” Edward si rizzo’ subito a sedere e si irriggidi’
“Si, suo padre e’ appena arrivato e non trovandola in camera ha cominciato ad agitarsi”
“Capisco.” poi si giro’ verso di me che ero rimasta ancora immobile ad ascoltare questa conversazione
“Bella, credo che la nostra seduta oggi si concludera’ prima del previsto. Sara’ meglio che mi riporti in camera mia”
“OK Edward” risposi io riprendendomi  un attimo “ma non capisco, che problemi ci sono se siamo venuti qui?”
“Tu non conosci mio padre....e le sue assurde regole” disse Edward con sguardo rassegnato
“Sig. Masen” si intromise l’infermiera “la prego, rientri nella sua camera, suo padre e’ gia’ andato a protestare in direzione sanitaria”
“Ma..ma non capisco...cosa..” balbettai io
“Bella” Edward mi rivolse uno sguardo dolcissimo “tranquilla, tu non hai fatto nulla di male, non verrai in alcun modo rimproverata di nulla....adesso pero’ credo che sia meglio rientrare” mi rispose.
Non dissi piu’ nulla e feci come lui mi aveva chiesto. Lo aiutai a sedersi sulla sedia a rotelle e cominciai a spingerlo verso l’ingresso.
Arrivati nella sua camera, la trovammo vuota come l’avevamo lasciata. Edward si sedette sul letto e vedendomi esitare disse “Bella, credo che sia meglio che tu vada ora. Sarebbe meglio che mio padre non ti trovasse qui al suo ritorno.”
“Ma Edward, l’idea di uscire fuori e’ stata mia e, anche se continuo a non vederci niente di male, non vedo perche’ debba prendersela con te”
“Bella, ti ringrazio, ma ti assicuro preferisco cosi’. Non conosci mio padre...non potrei sopportare che il tuo lavoro subisse delle ripercussioni . L’idea e’ stata tua e’ vero ma sono stato io ad accettare. Ti prego Bella ora va...” mi disse e mi strinse la mano tra le sue.
“OK...Edward, come vuoi...” dissi io rassegnata.
Uscii dalla stanza con un groppo in gola, avevo paura di aver messo Edward in una posizione scomoda anche se , per quanto mi sforzassi, non riuscivo a capirne il motivo.
Perche’ un ragazzo come lui doveva starsene tutto il giorno rinchiuso nella sua stanza? che male c’era se usciva un po’ all’aria aperta , considerando sopratutto quello che gli era successo?
Ritornai di malavoglia al mio lavoro, e il mio stato d’animo era abbastanza evidente tanto che i miei pazienti successivi si accorsero subito che qualcosa non andava, anche se io cercai di mascherare la cosa il piu’ possibile.
Terminata la mia giornata lavorativa, non sapevo se fosse il caso di passare da Edward prima di andare via, per sapere se era tutto a posto. Ero ancora indecisa sul dafarsi, quando sentii alcune mie colleghe parlottare tra loro e non mi ci volle molto per capire che si stavano riferendo proprio a lui.
Mi avvicinai e chiesi cosa fosse successo e loro mi raccontarono che nel reparto non si parlava d’altro.
Pare che il padre di Edward si fosse chiuso in camera con lui sbraitando per quasi un’ora ma che il tono della voce era tale che l’avevano sentito tutti.
A quanto pare suo padre lo aveva riproverato per il fatto di essersene andato tranquillamente in giro per la clinica, trasgredendo alle sue precise disposizioni, che erano peraltro anche note al resto del personale.
Edward si era addossato tutta la colpa, rispondendogli che era stata una sua idea e che non poteva certo pretendere che se ne restasse chiuso in quelle quattro mura per tutto il tempo, neanche fosse un carcerato.
Suo padre aveva risposto allora che , stando cosi’ le cose, avrebbe prese le dovute contromisure e se ne era poi andato dopo aver sbattuto la porta come al solito.
Dopo aver sentito tutto cio’ ero ancora piu’ intenzionata a passare da Edward, come minimo per scusarmi per averlo messo in quella scomoda situazione, ma sfortunatamente dovetti desistere da questo mio proposito poiche’ venni a sapere Edward era in seduta privata con il dott. Cullen.
Rassegnata all’idea, me ne tornai a casa, con la piu’ ferma intenzione di passare da lui l’indomani ad inizio turno.
Il giorno dopo passai la mattinata in ospedale come al solito, ma il mio livello di attenzione era molto basso. Avevo bisogno di parlare con Edward, per scusarmi e per assicurarmi che stesse bene, prima di riuscire a trovare un po’ di pace con me stessa.
Nel primo pomeriggio, giunsi in clinica, mi cambiai velocemente e mi precipitai subito nella stanza di Edward prima di cominciare il mio turno.
Arrivata davanti alla sua porta, bussai piano e attesi...ma non sentii alcuna risposta.
Bussai un po’piu’ forte ma anche in questo caso non ricevetti risposta.
Forse si e’ spostato per qualche visita, pensai, e allora mi decisi ad aprire la porta lentamente.
Sbirciai al suo interno ma non vidi nessuno. Aprii completamente la porta e vidi che la stanza era vuota.
Forse e’ dal Dott. Cullen, pensai e feci un passo dentro la stanza.
Mi guardai attorno e fu allora che realizzai: la camera era in perfetto ordine, il letto rifatto ma....non c’erano piu’ le sue cose in giro. Questo non poteva che significare una sola cosa: se ne era andato.
Era stato dimesso e io non avevo neanche avuto la possibilita’ di salutarlo.
Gli occhi mi si riempirono di lacrime e dovetti fare un enorme sforzo per trattenerle, non volevo che nessuno mi vedesse piangere, cosa avrei detto?
Uscii di corsa dalla stanza senza neanche curarmi di richiudere la porta. Entrai nel primo bagno che trovai e dopo essermi chiusa a chiave dentro, diedi sfogo a tutta la mia tristezza.
Dopo circa 20 minuti di lacrime e singhiozzi mi sentivo svuotata ma un po’ piu’ calma. Decisi allora di voler andare in fondo a questa storia e presi coraggio e salii su al reparto di neurologia.
Arrivata davanti alla porta del dott. Cullen, esitai un attimo ma poi mi decisi a bussare.
“Avanti” mi rispose prontamente una voce.
Aprii la porta e mi affacciai sulla soglia. Il dott. Cullen era seduto alla sua scrivania intento a leggere dei documenti.
Alzo’ gli occhi e mi guardo’ con un aria un po’ stupita, per lui ero una perfetta sconosciuta.
“Si, mi dica signorina, posso fare qualcosa per lei?”
“Buongiorno dott. Cullen, scusi se la disturbo...io..avrei bisogno di parlarle un’attimo...le rubero’ solo pochi minuti..”
“Prego” mi fece cenno di entrare sorridendomi “signorina...?”
“Mi chiamo Isabella Swan, lavoro giu’ in fisioterapia e...”
“Bella!” escalmo’ lui interrompendomi “finalmente! entra pure, ti stavo aspettando....”
 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


“Bella....finalmente! entra pure, ti stavo aspettando....” disse il dott Cullen ad una Bella alquanto sorpresa ancora ferma sulla porta.

Il dott Cullen le sorrise e le fece cenno di entrare e di accomodarsi sulla sedia di fronte alla sua.
Bella si decise a muovere il primo passo e avanzo’ verso la sedia che le era stata indicata. Si sedette e aspetto’ che il dott Cullen parlasse per primo.
“Allora Bella..posso darti del tu?”
“Si certo dott. Cullen”
“Allora, immagino che sei venuta a chiedermi notizie di Edward Masen...vero?”
“Si..in effetti...si..io volevo sapere come sta e cosa gli e’ successo”
“Questa mattina e’ stato dimesso. Suo padre ha firmato il foglio di dimissioni e lo ha riportato a casa. Terminera’ li’ il resto della fisioterapia”
“Ah..” sospiro’ Bella “sono contenta per lui....chissa’ che questo non lo aiuti a ricordare qualcosa”
“Forse o forse no....non esiste una scienza esatta per queste situazioni. La memoria potrebbe tornagli in qualunque momento a causa di un dettaglio qualsiasi.”
“Dott Cullen, perche’ prima ha detto che mi stava aspettando?”
“Perche’ so che le dimissioni di Edward sono state alquanto precipitose per volere di suo padre e so anche che in queste ultime settimane tu ed Edward avete iniziato ad essere amici”
“E’ stato Edward a dirle cio’?”
“Si, durante le nostre sedute mi parlava spesso di te. Non posso etrare nel dettaglio per via del segreto professionale, ma sappi che la vostra amicizia era diventato uno dei suoi principali punti di riferimento.
Non mi stupisco quindi che tu sia venuta da me per avere sue notizie”
“Vede dott. Cullen, anche io tengo molto alla sua amicizia. Edward e’ una persona speciale, sotto tanti punti di vista...e mi auguro che possa recuperare la memoria e la sua intera vita al piu’ presto. Quello che non riesco a capire e’ perche’ dato il suo stato di salute, la sua famiglia si accanisca tanto con lui.
Non e’ la prima volta che mi e’ capitato di assistere alle sfuriate di suo padre, senza contare il fatto che mai nessuno del resto della sua famiglia si e’ mai fatto vivo.
Sono pienamente convinta che il motivo della sua repentina dimissione sia legato al fatto che spesso lo portavo fuori nel parco per le nostre sedute...so che il padre non approvava minimamente che lui se ne andasse in giro per la clinica....ma non riesco a capirne il motivo, essere trattato come un recluso non lo stava certo aiutando!” disse Bella tutto d’un fiato felice di poter dare finalmente voce ai suoi pensieri cosi’ a lungo repressi.
“Bella, vorrei farti una domanda. Cosa sai di Edward Masen? a parte l’incidente a cavallo e la perdita della memoria, cosa sai tu di lui?”
“Intende forse riguardo il suo passato?”
“Si, chi era, che lavoro faceva...cose del genere”
“Niente dott. Cullen, assolutamente niente. Solo quello che lui ha voluto o potuto raccontarmi”
“E come e’ che non hai mai pensato di cercare qualche informazione su di lui? Ti assicuro che ti sarebbe bastato andare su Google e cercare il suo nome”
“Non lo metto in dubbio, e ammetto che ci ho pensato piu’ di una volta ....ma ho creduto che fosse meglio che io non sapessi nulla su di lui”
“Perche?”
“Per non influenzarlo”
“Spiegami”
“Be’...vede, da quello che ho avuto modo di appurare, io sono stata la prima persona con cui lui ha iniziato un certo rapporto di conoscenza, dopo l’incidente. Suo padre, mi ha raccontato, non faceva altro che parlargli di com’era lui prima della perdita di memoria e questo dott. Cullen, glielo assicuro, lo irritava profondamente.
Mi ero accorta che la cosa che Edward detestava piu’ di ogni altra, era il senso d’impotenza che provava per questa situazione. Non sopportava l’idea di non ricordare piu’ nulla di se’ e che ogni dettaglio, ogni informazione gli dovesse sempre arrivare per bocca di qualcun’altro. Una volta mi disse che era come sentire parlare di uno sconosciuto, quando in realta’ era di lui che si parlava. Allora gli ho suggerito di cercare di ricostruire la conoscenza di se stesso dalle piccole cose. In fondo i suoi gusti, la sua personalita’ erano sempre gli stessi. Ecco perche’ gli ho proposta di tenere all’aperto le nostre sedute, per fare in modo che potesse confrontarsi il piu’ possibile con il modndo esterno, per quanto il ricovero in questa clinica potesse permettergli. Per lo stesso motivo decisi di non cercare nessuna informazione su di lui. Non volevo correre il rischio di influenzarlo in alcun modo. Tutto quello che sapevo su di lui doveva venire esclusivamente dai nostri dialoghi, proprio come in una normale amicizia”
“Interessante teoria Bella....credo proprio che la tua sia stata una brillante intuizione. Ti posso assicurare che da quando vi frequentavate, Edward aveva ritrovato un po’ di fiducia in se stesso e cominciava pian piano a reagire”
“Era proprio quello che speravo di ottenere...ma dott. Cullen, lei non ha ancora risposto alla mia domanda. Perche’ il padre di Edward pretendeva che il figlio se ne restasse sempre chiuso in camera?”
“Per rispondere a questa domanda Bella dovro’ necessariamente parlarti di chi sia in realta’ Edward, e della famiglia Masen in generale. “
“Ormai che differenza fa? Edward se ne e’ andato e poi credo che se non lo fara’ lei, io stessa questa sera andro’ su Google a cercare qualche informazione”
“Ok allora. Vedi Bella, la famiglia Masen e’ una delle famiglie piu’ in vista della citta’, ma non solo, e’ una delle famiglie piu’ in vista del paese”
“Davvero?”
“Si. La famiglia Masen e’ attualmente il principale azionista della International Bank, uno degli istituti di credito piu’ imporatnti del nostro paese, credo che tu la conosca”
“Certo che la conosco , sono io stessa una loro cliente. Il mio conto corrente e’ proprio in quella banca”
“Bene allora. Edward senjor Masen attualmente e’ il presidente della International Bank e ha tre figli: due maschi e una femmina. Edward e’ il piu’ piccolo dei tre. Il maggiore si chiama Emmett, poi c’e’ Alice e poi Edward. Devi sapere che il sig. Masen ha ormai designato da tempo Edward come suo erede”
“Ma non ha appena detto che ha altri due figli oltre ad Edward?”
“Si, ma dei tre Edward e’ l’unico a possedere tutte le capacita’ necessarie per diventare il futuro presidente  della International Bank. Conosco la famigla Masen da molto tempo ormai e ho visto crescere tutti e tre i ragazzi. Emmett e’ un bravo ragazzo ma e’ poco portato per questo genere di cose, ama molto lo sport tanto che e’ diventato un giocatore professionista di Rugby. Alice e’ una ragazza molto sveglia e intelligente ma non va per niente d’accordo con il mondo dell’alta finanza. Attualmente lavora presso una famosa casa di moda come stilista. Edward invece, sin da piccolo e’ stato cresciuto e istruito con il preciso scopo di prendere il posto di suo padre. Attualmente e’ vice presidente dell’ International Bank.”
“Caspita!” esclamo’ Bella “vice-presidente! Be’ che avesse un livello di istruzione molto alto lo avevo intuito dal suo modo di parlare....e avevo intuito anche che avesse un carattere abbastanza carismatico”
“Gia’. Vedi Bella, chiunque potrebbe credere che Edward sia succube di suo padre, ma in realta’ ti assicuro che non e’ affatto cosi’. Certo il sig. Masen ha pianificato la vita del figlio in tutto e per tutto, ma ti assicuro che Edward e’ molto bravo nel suo lavoro e non si lascia mettere i piedi in testa da nessuno...neanche da suo padre. Ho assistito alcune volte alle loro discussioni e ti assicuro che Edward ha sempre saputo tener testa a suo padre.”
“Si,di questo ne sono sicura. Ma non capisco ancora il motivo della sua segregazione”
“Il fatto e’ che.....nessuno sapeva che Edward era ricoverato in questa clinica”
“Che significo nessuno? La sua famiglia..”
“No, la sua famiglia lo sapeva come anche qualche stretto collaboratore, oltre a me e a qualche dipendente della clinica. Ma noi siamo vincolati da contratto al piu’ assoluto riserbo sulle personalita’ ricoverate qui. La discrezione e’ uno dei punti forti di questo posto”
“Allora cosa intende con nessuno sapeva?”
“Il mondo esterno ignora totalmente l’incidente di cui Edward e’ stato vittima”
“Ma...non capisco, cosa c’e’ di male se si viene a sapere che si e’ rotto una gamba cadendo da cavallo?”
“Il problema non e’ la gamba rotta....il problema e’ la perdita di memoria.” rispose il dott. Cullen e poi riprese “Bella, il mondo dell’alta finanza crede che Edward sia in viaggio di affari in Europa per definire i particolari di un grosso contratto di fusione che dovrebbe aver lugo tra breve con un altro grosso colosso, la Union Credit. Se la notizia delle condizioni di salute di Edward venissero rese pubbliche, l’intero accordo rischia di saltare, dato che lui e’ stato designato come la persona che dovra’ dirigere questo nuovo polo finanziari che si verra’ a creare”
Bella rimase in silezio per alcuni secondi
“Scusi Dott. Cullen, mi sta dicendo che il padre di Edward gli ha proibito qualunque contatto con il mondo esterno per evitare che si venisse a sapere del suo incidente per non rischiare di far saltare uno stupido accordo finanziario?”
“Bella...non si tratta di uno stupido accordo finanziario, si tratta di un accorda da miliardi...parecchi miliardi”
“Ma stiamo parlando della salute di una persona!!! non ci sono cifre per questo! e quindi scommetto che e’ per lo stesso motivo che non e’ mai venuto nessuno a trovarlo a parte suo padre”
“Si, e’ cosi’....avevano paura di destare sospetti nella stampa con questo via vai dalla clinica. I membri della famiglia Masen sono da sempre sotto i riflettori mediatici”
“Io non riesco ad accettrlo....mi susi dott. Cullen ma proprio non ce la faccio. Sara’ forse perche’ per via del mio lavoro sono sempre stata a contatto con la sofferenza umana, con i casi piu’ disperati....non posso proprio capire una scelta del genere.”
“Bella nessuno ci chiede di condividere questa decisione, dobbiamo solo accettarla come tale.”
“In altre parole...non sono fatti che ci riguardano”
“si, direi proprio di si”
“mi spiace solo che il mio comportamento abbia accelerato la cosa....anche se a questo punto credo che fosse solo questione di tempo. Ma sa che le dico? Per quel poco che e’ durata, sono comunque contenta di aver agito in quel modo. Sapere che Edward sia riuscito a ritrovare un po’ di fiducia in se stesso mi conferma che ho fatto la cosa giusta.....quello era il mio obiettivo, anche a costo di incorrere in qualche provvedimento disciplinare”
“Di questo non devi assolutamente preoccuparti Bella. Io ho sempre sospettato che l’idea di tenere le sedute di fisioterapia fuori non fosse stata di Edward, ma lui al contrario ha sostenuto di esserne l’ideatore...e ti assicuro sa essere molto convincente. Edward ci teneva particolarmente che tu non ne restassi coinvolta in alcun modo”
La chiacchierata tra Bella e il dott. Cullen termino’ dopo qualche altro breve commento.
Bella quella sera torno’ a casa con la testa che le sembrava scoppiasse per le troppe informazioni che avveva ricevuto in cosi’ poco tempo. Decise che se doveva cominciare ad assimilarle, tanto valeva aggiungerne delle altre e per questo motivo, appena arrivata a casa si sedette al computer e digito’ ‘Edward Masen’ su google.
Ne vennero fuori parecchi articoli, che descrivevano in modo piu’ ampio e dettagliato tutto quello che il dott. Cullen le aveva riassunto.
Ma mentre navigava su uno dei tanti link che aveva trovato, una foto la colpi’ in particolare.
Edward in giacca e cravatta, sorridente ma con uno sguardo deciso di chi e’ sicuro e padrone di se’.
Era accanto ad una limusine, sopra ad un tappeto rosso, molto probabilmente stava per partecipare a qualche grosso evento mondano. Mentre sorrideva ai fotografi, aveva la mano tesa verso qualcuno: una bellissima donna bionda in elegante abito da sera stava uscendo dalla limousine e lui la stava aiutando.
Chi era questa splendida donna? Non certo sua sorella, non si assomigliavano per niente.
Bella lesse la didascalia sotto la foto, era stata scattata circa due mesi fa, molto di recente quindi.
Nella didascalia si faceva riferimento a Edward Masen, futuro presidente della International Bank  e Tania Denali, figlia del attuale presidente della Union Credit, nonche’ sua fidanzata!
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


Bella non aveva dormito granche’ quella notte.

Aveva pensato e ripensato a tutto quello che si erano detti lei e il dott. Cullen e a tutto quello che aveva letto su internet riguardo ad Edward e alla sua famiglia.
Non si sentiva in colpa per quello che era successo, anzi l’idea che Edward aveva ritrovato un po’ di fiducia in se’ stesso grazie a lei, la convinceva di aver agito nella maniera migliore.
L’unico rimpianto che aveva era di non essere riuscita a salutarlo. Chissa’ se avrebbe mai avuto occasione di rivederlo.
Adesso che Edward era tornato a casa, era come se fosse ritornato nel suo mondo, distante anni luce da lei.
Eppure non riusciva a smettere di pensarlo. Le informazioni che le aveva dato il dott. Cullen le erano servite per delineare meglio la figura di Edward. Un temperamento deciso e carismatico, capace di tenere testa ai personaggi piu’ autorevoli in ambito finanziario, nonostante la sua giovane eta’. Un’educazione rigorosa e di alto livello, erano tutte caratteristiche che in qualche modo anche lei era riuscita a scorgere nei suoi modi di fare, ma oltre a cio’, una estrema sensibilita’, gentilezza e bonta’ d’animo erano le cose che l’avevano piu’ colpita e che, forse proprio a causa dell’incidente, erano venute a galla.
La mattina successiva, stava preparando la colazione per poi recarsi in ospedale, quando senti’ il telefono suonare.
“Pronto?”
“Buongiorno” fece una voce femminile alquanto impostata “parlo con la signorina Isabella Swan?”
“si sono io”
“salve, sono la segretaria personale del dott. Masen. La chiamo per informarla che il mio principale vorrebbe farle una proposta di lavoro. Crede che la cosa la possa interessare?”
“una proposta di lavoro? non saprei...dipende..” rispose Bella stupita
“Il dott Masen vorrebbe sapere se sarebbe disponibile incontrarla oggi stesso per illustrarle di persona i dettagli di tale offerta. “
“oggi? e quando?”
“nel primo pomeriggio, la attendera’ direttamente nella sua residenza in citta”
“primo pomeriggio? non credo di essere libera a qull’ora”
“se si riferisce al suo impegno con la clinica Villa Margherita, non si preoccupi. Il dott Masen ha gia’ contattato la direzione per informarli che ha bisogno di parlare con lei e pertanto e’ stata esonerata dal recarsi presso di loro”
“come? il dott Masen ha parlato con il direttore della clinica?”
“si e per lui non ci sono problemi se oggi non si presentera’ al lavoro. Il direttore e il dott Masen sono amici di vecchia data e il dott Masen ha fatto presente che ha bisogno di parlare con lei per una questione estremamente delicata”
Bella non era abituata a quel genere di comportamento. Lei  sola decideva dei suoi impegni e delle sue responsabilita’. L’atteggiamento del dott Masen  di volerle pianificare la giornata per i suoi scopi personali la infastidiva molto, ma era troppo curiosa di sapere cosa volesse lui da lei, per non parlare del fatto che avrebbe potuto rivedere Edward. Qunidi, seppure un po’ a mailncuore, accetto’ l’incontro.
Insistette pero’ per recarcisi con la propria auto, voleva sentirsi libera di potersene andare se le cose avessero preso una brutta piega.
La segretaria le forni’ l’indirizzo preciso e si congedo’.
Bella continuo’ a pensare a quella strana telefonata per tutto il giorno.
Cosa avrebbe mai voluto da lei il padre di Edward? Perche’ era di lui che si trattava, non certo del figlio.
Edward non le avrebbe mai rivolto un invito con tali premesse.
Terminato il turno in ospedale, Bella si incammino’ verso la residenza della famiglia Masen.
La loro villa era situata appena fuori citta’ in una zona residenziale ad alto livello.
Un muro di cinta circondava la proprieta’ Masen per vari chilometri, il cancello di ingresso era alto, imponente e con numerose telecamere.
Suono’ e subito dopo un sorvegliante le venne in contro. Dovette dargli un documento d’identita’ e lui, dopo aver consultato un lista, le diede il permesso di entrare.
L’enorme cancello si apri’ mostrando davanti a se’, un lunghissimo viale di cui non si vedeva la fine.
Bella si incammino’ lungo questo viale con la sua auto. Dopo alcuni minuti, comincio’ a scorgere il profilo della casa...era imponente, circondata da un vero e proprio parco. Un altro uomo della sicurezza le venne incontro e le indico’ dove parcheggiare l’auto.
Una volta scesa, si diresse verso quello che doveva essere l’ingresso principale della casa.
Subito un uomo le venne incontro. A giudicare dall’abbigliamento, doveva trattarsi di un membro dei domestici che gestivano la casa. La saluto’ cordialmente e le disse di seguirlo, il dott. Masen la stava spettando.
Entrarono nella casa attraverso un enorme salone da cui partiva una doppia scalinata verso i piani superiori. Tutto era arredato in maniera pomposa e tutto faceva pensare ad una reggia invece che ad una casa.
Bella segui’ il domestico lungo un corridoio ornato con quadri e arazzi di ogni genere, fino ad arrivare davanti ad una porta. Il domestico busso’ e attese risposta.
Una voce profonda e autoritaria non si fece attendere “avanti”.
Il domestico si sporse ed annuncio’ la sigorina Swan.
“Grazie Robert, falla entrare” fu la risposta.
L’uomo si giro’ verso Bella e le fece cenno che poteva entrare.
Bella alquanto titubante per la strana situazione, accolse l’invito e fece il primo passo.
Robert aspetto’ che lei fosse entrata per richiuderle la porta alle spalle. Bella si senti’ per un attimo in trappola.
Dinanzi a se’ un imponente ufficio, con una scrivania enorme al centro della stanza, una vasta libreria sul fondo di essa, difronte alla porta d’entrata.
Sulla parte laterale, un piccolo salottino con un divano, due poltrone intorno ad un tavolino,per quelli che dovevano essere gli incontri un po’piu’ informali.
Dietro la scrivania un uomo: il padre di Edward.
Era alto e imponente, proprio come Bella si aspettva. Vestito con un completo grigio ed una cravatta nera, era molto elegante. I capelli tra il grigio e il bianco, perfettamente pettinati.
Alzo’ lo sguardo verso di lei e Bella si accorse che assomigliava tantissimo ad Edward.
Inaspettatamente, il dott. Masen le accenno’ un sorriso e le fece segno di accomodarsi nel salottino laterale.
Lui nel frattempo le venne incontro e le diede la mano: che stretta vigorosa,penso’ Bella.
Non appena Bella si fu accomodata su una delle due poltrone, lui si posiziono’ di fronte a lei sul divano, si sedette e disse:
“Buonasera miss Swan, la ringrazio per aver accettato di incontrarmi.”
“Buonasera dott. Masen. La sua segretaria mi ha detto che ha una questione molto delicata da discutere con me”.
“Si infatti. Ho una interessante proposta di lavoro per lei”
“Mi dica”
“So che lei e’ stata la persona che si e’ occupata della riabilitazione fisica di mio figlio Edward, durante il suo soggiorno alla clinica Villa Margherita”
“si infatti”
“Bene, come lei sapra’, mio figlio non aveva ancora terminato il suo ciclo di sedute quando...diciamo pure che si e’ resa indispensabile la sua dimissione dalla clinica”
“indispensabile?”
“motivi strettamente privati  miss. Swan. Comunque, di fatto Edward ha necessita’ di completare il suo ciclo di sedute e io l’ho convocata proprio per questo motivo. Vorrei incaricarla come sua fisioterapista personale. Potra’ tenere le sue sedute qui da noi. Abbiamo una palestra specializzata e le faremo avere tutto cio’ di cui ha bisogno per concludere la riabilitazione di Edward”
“Stiamo parlando di circa un mese di lavoro” rispose Bella
“Si, ho gia’ fatto stendere dai miei collaboratori una bozza del suo contratto per tale periodo, se vuole dare un’occhiata” e le allungo’ un foglio
Bella lo prese in mano e la prima cosa che vide, fu la cifra ch ele veniva offerta. Equivaleva quasi al guadagno di un anno...mentre qui si parlava di un mese di lavoro.
“Allora signorina Swan, pensa che il compenso offertole sia adeguato?”
“Adeguato? direi del tutto spropositato! senta la ringrazio per l’offerta ma....non mi va di ricevere tanto denaro, ne va della mia deontologia...senza contare che in questo periodo sono gia’ sotto contratto con l’ospedale e la clinica”
“Signorina Swan, aprezzo la sua sincerita’ ma mi permetta di dirle un paio di cose. Il suo compenso non e’ spropositato, ma e’ strettamente in relazione con una clausula fondamntale del suo contratto”
“e quale?”
“l’assoluta discrezione che le si richiede”
“sarebbe a dire?”
“sarebbe a dire che lei non dovra’ mai fare parola con nessuno del fatto che lavorera’ con Edward, ne’ tantomeno dovra’ mai menzionare di aver gia’ lavorato con lui in clinica”
“cioe’ mi sta dicendo che vuole comprare il mio silenzio”
“la metta pure come vuole, io le sto offrendo la possibilita’ di terminare il lavoro che aveva gia’ iniziato con mio figlio, dietro ad un elevato compenso, con l’unica clausola che lei non ne faccia mai parola con anima viva”
“e con i miei attuali impegni di lavoro come la mettiamo?”
“potra’ svolgere questo incarico nel pomeriggio,  prvvedero’ io stesso a parlare con il direttore della clinica, in modo che il suo attuale contratto non ne risenta. E potra’ ritornare presso di loro non appena terminato il suo incarico qui”
“L’importante e’ che non apra bocca”
“esattamente”
“dott.  Masen, non le nascondo che questa richiesta mi lascia molto perplessa...sopratutto per il fatto che io non sono di certo l’unico fisioterapista della citta’ e sono convinta che lei abbia le sue conoscenze anche in questo ambito. Quindi mi viene del tutto spontaneo chiederglielo: perche’ proprio io?”
“Signorina Swan, lei si sta dimostrando essere una persona sveglia e perspicace. Ha del tutto ragione, ho diverse conoscenze nel settore....ma la risposta alla sua domanda e’ semplice: e’ stato Edward a farmi il suo nome. Vuole continuare le sue sedute solo ed esclusivamente con lei e mio figlio quando ci si mette sa essere molto testardo. D’altra parte il suo pieno recupero e’ una cosa della massima importanza tanto che sono disposto ad accettare tutte le sue condizioni”
Bella sentendo quelle parole aveva avuto l’impressione che il dott.Masen parlasse del figlio come della sua gallina dalle uova d’oro e che in nessun modo poteva permettersi il rischio di danneggiarlo, ecco perche’ era andato in cerca di lei ed ecco perche’ le stava offrendo tutto quel denaro.
Bella era molto contenta di poter continuare a lavorare con Edward, tantopiu’ che vedendo l’ambiente in cui lui si trovava, forse lei avrebbe rappresentato una boccata d’aria fresca. E poi avrebbe potuto devolvere parte di quei soldi alla comunita’ di bambini disabili dove spesso aveva lavorato come volontaria. Avrebbe solo dovuto tenere la bocca chiusa. Sebbene le motivazioni fossero ben diverse da quelle del dott. Masen, si decise ad accettare l’incarico.
“Bene, potra’ iniziare domani stesso. Al suo arrivo le faro’ trovare la versione definitiva del contratto da me firmato”
Le disse cio’ e la congedo’. Bella capi’ che quasi sicuramente non avrebbe rivisto Edward quel giorno, ma che lo avrebbe fatto l’indomani.....e sopratutto intui’ che quello molto probabilmente sarebbe stato il primo e ultimo incontro con il dott.Masen...e di questo si rallegro’ parecchio!
 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


Il giorno seguente Bella non appena ebbe terminato il turno in ospedale, mangio’ un panino veloce e si preparo’ per il suo nuovo incarico: fisioterapista personale del sig. Edward Masen.

Era contenta di poter rivedere il suo paziente preferito. Arrivo’ in prossimita’ della villa, svolto’ in direzione dell’entrata principale e come il giorno prima, consegno’ un documento al sorvegliante all’ingresso. Dopo aver atteso qualche istante, il cancello si apri’ e lei si diresse lungo il viale che portava alla casa.
Parcheggio’ e si avvio’ verso l’ingresso principale. Una volta arrivata davanti al portone, suono’ il campanello. Lo stesso inserviente del giorno prima le ando’ ad aprire.
“Buonasera miss “ le disse lui
“Buonasera, sono qui..”
“..si certo, per la terapia del sig. Edward. Prego si accomodi, le faccio strada” rispose subito Robert.
Bella lo segui’ e, come il giorno prima, la casa appariva silenziosa senza neanche uno spillo fuori posto.
Questa volta Robert prese un cammino diverso, la condusse verso un’ala laterale della villa. Dalle innumerevoli finistre si poteva ammirare il parco che girava tutto intorno alla casa. Bella intravide la  piscina e una serra in lontananza. Poi arrivarono alla fine del corridoio e Robert le disse
“miss Swan,siamo arrivati, questa e’ la palestra. Potra’ trovare in fondo lo spogliatoio femminile. Di qualunque cosa abbia bisogno, c’e’ un citofono, le bastera’ alzare il ricevitore per contattarmi.
Il sig. Edward e’ stato gia’ informato del suo arrivo, la raggiungera’ qui tra pochi minuti. Se non ha bisogno di altro, io andrei”
“No..no, grazie dovrebbe essere tutto a posto” disse Bella
“Bene, le auguro buon lavoro allora” disse Robert e spari’ da una delle porte laterali.
Bella rimasta sola, si decise a spingere la porta e ad entrare.
Si ritrovo’ in una palestra spaziosa, molto luminosa e tirata a lucido. Il parcquet di legno sembrava uno specchio, c’erano vari macchinari per l’attivita’ fisica....semprava di stare in uno di quei super centri di fitness frequentati da gente con uno smisurato amore per la forma fisica.
Bella si guardo’ intorno, caspita pensava...ed e’ una palestra privata!
Lei aveva bisogno di ben poco per il suo lavoro. Individuo’ una panca : sarebbe stata piu’ che sufficente.
Si sedette e aspetto’ per circa cinque minuti, quando senti’ la porta principale aprirsi.
Si volto’ e vide Edward in piedi che le sorrideva. Edward si mosse lentamente verso di lei, camminava aiutandosi con un bastone per non poggiare tutto il peso del corpo sulla gamba.
Bella si alzo’ e prontamente gli ando’ in contro.
Quando furono finalmente a pochi passi l’uno dall’altra, Edward parlo’ per primo, rompendo l’emozione che si era creata tra loro “Bella...sei qui! Come sono felice che tu abbia accettato questo incarico...non vedevo l’ora di rivederti”
“Ciao Edward. Anche io sono felice di essere qui....che bello rivederti. Come stai? come va la gamba?”
“Tutto bene grazie...adesso che sei qui sicuramente non potro’ che migliorare!”
“Questo lascia giudicarlo a me. Se sei pronto direi che e’ il momento di dare un occhiata alla tua gamba”
“Sono prontissimo....dove mi devo mettere?”
“Quella panca sara’ piu’ che sufficente per noi. Ma davvero usate tutti questi atrezzi ?”
“Mio fratello Emmett qui dentro ci passa diverse ore al giorno...lui e’ un giocatore di Rugby professionista ed e’ fissato con la forma fisica”
“Capisco, certo che e’ una palestra da fare invidia ai centri di fitness piu’ in vista della citta’”
“I Masen o fanno le cose in grande o non le fanno” rispose Edward con un sottile velo di ironia nella voce.
Bella lascio’ cadere il discorso e presero a parlare d’altro. Fecero la loro seduta come al solito ed effettivamente la gamba di Edward stava migliorando.
“Allora Edward, sei contento di essere tornato a casa? “ chiese ad un certo punto Bella
“Se ti riferisci a possibili miglioramenti della mia memoria, mi dispiace deluderti ma navigo ancora nella nebbia piu’ fitta”
“Mi  spiace, ma chissa’ che qui non ti venga piu’ facile incappare in qualcosa che ti faccia riaffiorare qualche ricordo”
“Me lo auguro Bella, non sai quanto. Anche perche’ la mia condizione non e’ poi tanto cambiata: ero un recluso nella clinica, ora lo sono qui a casa mia....ma almeno ho piu’ spazio”
“Tuo padre?”
“Gia’, ho il divieto assoluto di uscire dalla tenuta...’che non si venga a sapere che sei tornato!’ mi ha detto senza mezzi termini”.
“Mi dispiace, continuo a non condividere le scelte di tuo padre....almeno qui con te c’e’ il resto della tua famiglia”
“Diciamo che c’e’ mia sorella Alice, l’unica con qui condivido parte della mia giornata. Emmett e’ in ritiro con la squadra, mio padre e’ in giro per affari e mia madre e’ impegnata tra serate mondane, centri di bellezza e cose del genere”
“Ma...e la tua fidanzata?” chiese debolmente Bella “ho visto una sua foto su internet...e’ una bellissima donna”
“Parli di Tanya? Si , e’ venuta a trovarmi qualche giorno fa....abbiamo passato mezz’ora nel silenzio piu’ assoluto. Non riuscivamo a trovare niente di cui parlare”
“Be’ magari e’ un po’ spaventata dalla situazione e non sa come comportarsi”
“Bella, e’ la mia fidanzata, non dovrebbe essere tanto difficile...in fondo io sono sempre lo stesso, me lo dici sempre tu. Com’e’  che parlare con te mi viene cosi’ naturale invece?”
“Be’ ma lei e’ emotivamente coinvolta....noi invece siamo....amici”
“Diciamo pure che e’ contrariata dalla situazione....finche’ sono in queste condizioni non la posso accompagnare ufficialmente a nessuna serata di gala....andarci da sola non se ne parla, la stampa potrebbe insinuare che le cose tra noi non vanno piu’”
“Mi spiace Edward ...speravo che il ritorno a casa ti avesse risollevato il morale”
“Adesso che so che ci vedremo tutti i giorni sono molto sollevato!”
“Edward io...”
“Permesso?” fece una voce dalla porta principale
Bella ed Edward si voltarono e scorsero una figura femminile fare capolino dalla porta
“Vi disturbo?Posso tornare dopo” chiese
“Vieni Alice” rispose Edward “vieni pure”
Una splendida ragazza venne loro incontro. Si muoveva con passo aggrazziato, era vestita come se dovesse posare per qualche rivista di moda. Aveva i capelli neri, molto corti ma perfettamente pettinati
“Ciao” disse una volta arrivata vicino a Bella “io sono Alice, la sorella di questo bellissimo ragazzo” e tese la mano con espressione amichevole verso Bella.
“Piacere” rispose Bella stringendole la mano “io sono..”
“Bella, si lo so...e io non vedevo l’ora di conoscerti”
“Alice ti prego...” disse Edward
“Cosa c’e’? Non posso neanche presentarmi adesso?”
“Sai cosa intendo...”
“Scusa Bella ma ti ho messa in imbarazzo?”
“Cosa? No..no”
“Vedi? se tu che sei prevenuto”
“Anche se non mi ricordo niente del nostro rapporto passato, ci ho messo poco a imparare a conoscerti!”
“Scusate” li interruppe Bella “ma ...non riesco a segurvi”
“Scusa Bella” rispose Alice “mio fratello si fa un sacco di problemi per niente. Vedi, lui mi ha parlato cosi’ tanto di te che mi ha fatto venire voglia di conoscerti..”
“Di me?” chiese Bella stupita mentre Edward era in evidente imbarazzo
“si di te, di te...inutile che fai lo gnorri adesso! Comunque ho una cosa importante da chiederti” disse Alice rivolgendosi nuovamente a Bella
“Alice..ti prego” la supplico’ Edward
“SSSHH.”lo zitti’ lei “Senti Bella, sabato sera mio fratello Emmett ha organizzato un barbeque in piscina. Ci saranno i suoi compagni di squadra e un po’ di amici...ti andrebbe di venire? Ci divertiremo...sopratutto Edward”
“ALICE!”
“Smettila, lo so che saresti felice se lei venisse...ma non so se hai il coraggio di invitarla”
“Alice adesso smettila, stai esagerando! “
“Ah si? Forza, allora chiediglielo”
Tutti e tre restarono in silenzio per alcuni istanti, poi Edward si giro’ verso Bella e disse “Bella...mi..mi farebbe molto piacere se volessi venire sabato”
“Io? ..grazie, siete molto gentili ad invitarmi...ma non so..non vorrei essere fuori luogo..magari e’ una festa per gente di un certo ambiente”
“Scherzi? “ esclamo’ Alice ”Immagina  un’ intera  squadra di rugby avventarsi contro un barbeque pieno di carne arrosto, ecco, questo e’ il livello medio di invitati che ci saranno”
“ah..ok allora, ci saro’”
“PERFETTO!”grido’ Alice.
In quel momento entro’ Robert annunciando che c’era una telefonata per Edward. Lui si alzo’e saluto’ Bella con un’aria estremamente felice e sollevata, dandole appuntamento per l’indomani pomeriggio.
Una volta restate sole, Alice si volse a Bella e disse “Vedi ? fa tanto il duro e l’irreprensibile...ma sotto sotto e’ un gran timido. Grazie per aver accettato l’invito...non sai quanto sia importante la tua presenza per lui”
“La mia presenza?” chiese Bella
“Bella tu sei una delle pochissime persone con cui Edward si trovi a suo agio dopo l’incidente.”
Poi continuo’ “credo tu ti sia ormai fatta un’idea di che famiglia sia la nostra. Cinque persone che vivono sotto lo stesso tetto, neanche in modo costante e che in comune hanno solo i caratteri genetici e il cognome”
“Diciamo che non siete il tipico esempio di famigliola perfetta...ma chi lo e’?” rispose Bella
“Bella, sei gentile, ma e’ inutile fare giri di parole. Il business e l’immagine pubblica e’ sempre stato al di sopra di ogni cosa in questa casa. Io ed Emmett siamo stati fortunati, alla fine siamo riusciti a fare qualcosa che ci piaceva, ma credo che questo sia stato tutto a discapito di Edward”
“Credi che lui avesse altre aspirazioni?”
“Sinceramente non lo so. A volte non riesco a capire se l’amore per l’alta finanza sia qualcosa che Edward abbia veramente maturato oppure se e’ dovuto al fatto che per tutta la sua vita non gli e’ stato mai concesso di appassionarsi ad altro. Vedi Bella, nostro padre lo ha cresciuto fin da piccolo con l’idea di farne il suo erede, pianificandogli cosi’ ogni passo della sua vita”
“Be’ Edward una volta mi ha detto che gli piace anche molto la musica ed e’ appassionato di giardinaggio”
“Un paio di hobbies che gli sono stati concessi in passato. Ma negli ultimi anni, sopratutto da quando e’ partito il progetto della fusione con  la Union Credit , Edward di tempo libero ne aveva sempre meno. A volte credo che questo incidente sia avvenuto con l’intento di fargli staccare la spina per un po’”
“Solo che il problema e’ che nessuno puo’ quantificare questo po’” rispose Bella
“Gia’. Dovresti sentirlo suonare al pianoforte sai?” riprese Alice “e’ veramente bravo e la serra...chiedigli di mostrartela una volta...uno splendore, adesso si occupa lui personalmente dei fiori”
“Sembra quasi che tu stia parlando di un Edward completamente diverso”
“Da quando ha perso la memoria, tutti i suoi lati piu’ nascosti , quelli che ha sempre tenuto repressi nel corso degli anni, stanno vevendo a galla. Edward e’ sempre stata una persona molto riservata e ti assicuro per quello che riguarda i rapporti privati anche molto timido. Ma il ruolo che ricopriva gli ha sempre imposto determinati atteggiamenti, tra questi il fatto di apparire sempre sicuro di se’. Adesso stanno emergendo i veri tratti del suo carattere...”
Bella era completamente d’accordo con Alice, lei aveva avuto la stessa impressione, ma era molto lusingata dal fatto che Edward desiderasse la sua compagnia...comed’altra parte lei desiderava la sua.
Le due ragazze rimasero a chiacchierare ancora qualche altro minuto, poi Alice disse di avere un impegno di lavoro, cosi’ accompagno’ Bella alla macchina.
Bella stava per andare via quando si giro’ verso di Alice e non riusci’ a trattenersi dal chiederglielo
“Alice?”
“Si?”
“Sabato...ci sara’ anche ...la fidanzata di Edward?”
“Tanya? Figurati, se non ci sono tappeti rossi, limousine e fotografi ad attenderla ...lei non si degna neanche. Sta’ tranquilla Bella”
“No, guarda che era tanto per chiedere”si giustifico’ Bella
“Sta’ tranquilla Bella!” le grido’ Alice mentre stava gia’ rientrando in casa.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


Erano circa due ore che Bella continuava a girare per casa senza darsi pace.

“Cosa mi metto, cosa mi metto?” ripeteva senza sosta.
Quella sera ci sarebbe stato il famoso barbeque a casa Masen e Bella non aveva idea di che tipo di abbigliamento indossare.
A rigor di logica, una festa a villa Masen avrebbe fatto subito venire in mente un ricevimento elegante con gente di una certa classe, ma Alice le aveva parlato di un barbeque in giardino con la squadra di rugby del fratello Emmett, il che lasciava pensare a qualcosa di piu’ informale.
La paura di Bella era di ritrovarsi con un abbigliamento del tutto fuori luogo, che l’avrebbe fatta sentire ancora piu’ un’estranea in  quell’ambiente piu’ di quanto gia’ lei non si sentisse.
Alla fine opto’ per un abbigliamento semplice, un vestitino corto e un paio di scarpe con tacco medio.
All’ora concordata, prese la macchina e si avvio’. Arrivo’ all’ingresso della tenuta e una volta entrata, vide che tutto il viale principale era stato disseminato lungo i lati di torce. Arrivo’ al parcheggio e come sempre  un addetto le si avvicino’ e le indico’ la piscina dove era stata organizzata la festa.
Tutti i vialetti che portavano alla piscina erano pieni di candele e fiori rendendo l’atmosfera molto suggestiva.
Bella si avvio’ verso la piscina. Noto’ che nei pressi di essa era stato allestito un piccolo palco per l’esibizione dal vivo di un qualche gruppo musicale.
Un po’piu’ in la invece, era stato organizzato il barbeque. Alcuni domestici si stavano preoccupando di sistemare le griglie e preparare tutto l’occorrente per gli arrosti.
Vicino alla piscina invece era stato allestito un tavolo per le bevande e i cocktail.
Si doveva proprio riconoscerlo, Alice era una perfetta organizzatrice di eventi.
Bella si guardo’ intorno alla ricerca di qualche volto noto, ma a parte Edward e Alice non conosceva nessuno.
Erano arrivati gia’ alcuni amici e si erano seduti sui tavolini lungo i bordi della piscina. Bella era indecisa sul dafarsi qunado senti’ qualcuno che la chiamava a gran voce. Si giro’ e vide Alice andarle in contro.
“Bella sei qui!” esclamo’ lei
“Si, ciao Alice. Come va?”
“Bene. Allora che ne dici? Ti piace come ho organizzato il tutto?”
“Devo farti i miei complimenti Alice, e’ tutto perfetto.”
“Grazie, ma...come siamo carine stasera. Devi fare colpo su qualcuno in particolare? “ e le strizzo’ l’occhio.
“Grazie, ma questo vestito non e’ nulla di che, una cosa molto semplice...e comunque no, non devo fare colpo su nessuno” rispose Bella
“A volte l’eleganza sta nella semplicita’ delle cose. Comunque dai, adesso vieni che ti presento qualcuno”
Alice prese bella sottobraccio e la porto’ a conoscere alcuni degli amici presenti.
“E infine ti presento il piu’ bel ragazzo della festa....nonche’ mio fidanzato: Jasper” .
Jasper era un bel ragazzo, alto dai capelli castano-chiari con un fisico tonico e asciutto.
“Piacere Bella” le disse Jasper tendendole la mano
“Ciao” rispose Bella stringendogli la mano
“Jasper” esordi’ Alice “per favore, fai un po’ di compagnia a Bella, io devo andare un attimo ad accertarmi che sia tutto a posto”
“Tranquilla” rispose Jasper  “va pure, resto io con lei”
Alice si allontano’ verso la casa lasciando Bella sola con Jasper
“Allora Bella, prima volta ai barbeque di casa Masen?”
“Si, prima volta”
“Sara’ una serata divertente vedrai, in questo Emmett e i suoi amici non li batte nessuno. Ma dimmi un po’ di te, Alice mi ha detto che lavori in ospedale”
“Si, sono una fisioterapista”
“Lavoro interessante”
“Si, a me piace molto”
“Ma altrettanto impegnativo immagino”
“Abbastanza ma e’ un lavoro che ti sa dare tante soddisfazioni e la stanchezza allora passa in secondo piano. Tu invece di cosa ti occupi?”
“Io? Sono tenente nell’esercito. Sto cercando di superare l’esame per diventare capitano”
“Sei un militare?”
“Si, perche’ ti sembra strano?”
“No, no...e’ solo che ...be’ visto che sei il fidanzato di Alice credevo che fossi....”
“...che fossi qualche famoso manager o qualche rampollo di buona famiglia?”
“No..solo che fossi di un ambiente piu’ vicino al suo...ma sia chiaro, non ho nulla contro i militari, anzi vi ammiro molto, voi si che fate un lavoro impegnativo e pericoloso”
“Ti ringrazio Bella e capisco il tuo stupore, ma avrai modo di vedere con i tuoi occhi che nonostante la famiglia da cui provengano, sia Alice che Emmett si comportano come persone del tutto comuni e frequentano persone di  diciamo ‘estrazione sociale’ comune. Io ne sono un esempio, come Rosalie, la fidanzata di Emmett, studia all’Universita’ e attualmente si mantiene lavorando nella caffetteria del campus.”
“Oh “ esclamo’ Bella per lo stupore
“Gia’, stasera la conoscerai e potrai vedere anche gli amici di Emmett, persone del tutto comuni. Ovviamente questo discorso non riguarda Edward”
“Non riguarda Edward?”
“Certo che no. Lui e’ proprio quel genere di persona che ti puoi immaginare come facente parte di una famiglia potente come questa. Impeccabile nei modi, sempre raffinato e cortese, laureato presso una delle Universita’ piu’ prestigiose, frequenta solo compagnie di un certo livello....vedi la sua ragazza, sembra sempre pronta per il red carpet di Hollivood.”
“E’ strano” disse Bella
“Cosa e’ strano?”
“Stai parlando di un Edward completamente diverso da quello che ho conosciuto io, faccio fatica a riconoscere che sia la stessa persona”
“Be’ questo e’ perche’ tu lo hai conosciuto dopo l’incidente. Ti assicuro che adesso e’ una persona totalmente diversa da prima....e sinceramente mi piace molto di piu’ cosi’. Ovviamente mi auguro che la memoria gli ritorni al piu’ presto anche se ho paura che quando avverra’ tornera’ ad essere quello di prima”
“Be’ non e’ detto sai? Questa sua nuova personalita’ non si potra’ cancellare e credo che questo contribuira’ a fare di lui una persona totalmente nuova dal vecchio Edward”
“Me lo auguro tanto” rispose Jasper.
Alice intanto stava ritornando da loro “allora” disse “ come va?”
“Bene” rispose Bella “io e Jasper stavamo facendo una piacevole chiacchierata”
“Bene, ma adesso vieni Bella, e’ arrivato Emmett con Rosalie, andiamo che te li presento” rispose Alice prendendo Bella sotto braccio.
Bella conobbe cosi’ il famoso Emmett e la sua Rosalie, una ragazza gentile, molto carina e si vedeva lontano un miglio, innamoratissima di Emmett, come del resto lui di lei.
Arrivarono ben presto i giocatori della squadra con le rispettive compagne/fidanzate/mogli e la festa ebbe inizio.
La band che era stata ingaggiata per l’occasione inizio’ a suonare il primo pezzo e l’atmosfera divenne subito allegra. Molti si lanciarono sulla pista da ballo mentre il profumo della carne sulla griglia comincio’ a invadere tutto l’ambiente circostante stimolando in molti l’appetito.
Bella si guardava intorno, tutti si divertivano e lei stessa era stata invitata piu’ di una volta a  ballare dagli amici di Emmett che l’avevano subito presa in simpatia. Si ma Edward dov’era?
Alice neanche potesse leggerle nella mente, le si avvicino’ e le disse “Non preoccuparti, arrivera’. Scommetto che sta ancora litigando con l’armadio per decidere cosa mettere”
Bella le rivolse uno sguardo stupito ed Alice continuo’ “la tua attesa e’ finita principessa...finalmente il bel principe e’ arrivato” e le indico’ con la mano dove guardare.
Bella segui’ il dito di Alice e finalmente lo vide. Edward stava attraversando l’erba del prato diretto verso di loro. Indossava un semplice paio di Jeans sbiaditi con una camicia bianca, sul viso aveva uno splendido sorriso, tanto che Bella si senti’ percorrere la schiena da un brivido al solo vederlo.
Quando arrivo’ vicino a loro disse “Ciao Bella, scusami tanto per averti fatto aspettare”
“Ciao Edward, nessun problema, ne ho approfittato per conoscere un po’ di gente”
“Posso offrirti da bere?”
“Si certo”
“Vieni allora” e le porse la mano. Bella dopo qualche attimo di esitazione allungo’ la sua e si ritovo’ stretta nella sua presa, dolce ma allo stesso tempo sicura, mentre Edward comincio’ a farle strada.
Adesso si che la festa era davvero cominciata.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** capitolo 12 ***


Si poteva dire tutto della famiglia Masen, tranne che non sapessero organizzare delle belle feste.
Il barbeque era riuscito benissimo, il cibo era ottimo, la musica coinvolgente e tutti davano l’impressione di divertirsi molto. Bella ed Edward avevano mangiato con gusto le varie specialita’ alla brace e si erano lanciati in pista piu’ di una volta. Edward appariva molto sciolto nei movimenti, si lasciava guidare dalla musica con estrema eleganza tanto da stupire Bella che aveva avuto modo di conoscere un altro suo lato.
Dopo vari bicchieri di sangria, Bella si sentiva un po’ brilla ma anche un po’ rintronata, tanto da aver espresso il desiderio di potersi allontanare un attimo per ritovare un po’ di quiete.
Edward le aveva proposto di fare una piccola passeggiata fino alla serra, dove le avrebbe mostrato le piante e i fiori di cui si stava personalmente occupando.
I due ragazzi si incamminarono, lasciandosi per il momento tutto il frastuono della festa alle loro spalle.
Presero un piccolo sentiero che si incamminava lungo il fianco della casa e che conduceva direttamente alla serra.
Edward apri’ la porta e cedette il passo a Bella. Appena lei entro’, fu investita da un forte odore di fiori di diverso genere.
Quando la luce si accese, Bella vide che i ripiani erano ricolmi di vasi di diverse misure, tutti variopinti.
Edward le illustro’ vari tipi di piante e fiori di cui lui si occupava con estrema cura e dedizione.
“Deve piacerti molto lavorare qui” disse Bella
“Si, le piante qunado curate con dedizione sanno darti delle grandi soddisfazioni” rispose Edward “e poi mi rilassa molto” aggiunse
“Non deve essere facile” disse lei
“E’ piu’ semplice di quello che pensi, basta metterci un po’ di impegno e tanta passione, le piante lo percepiscono” le sorrise Edward.
Continuarono il giro, poi ad un certo punto Bella senti’ venire meno il sostegno delle gambe e dovette appoggiarsi ad un ripiano per non cadere.
Edward si accorse della cosa e le fu subito accanto “Bella” la chiamo’ allarmato “cosa c’e? non ti senti bene?”
“No” rispose lei “un semplice capogiro, devo aver bevuto troppa sangria e qui dentro l’aria e’ molto umida”
“Vieni” rispose Edward “appoggiati a me, ti accompagno fuori all’aria aperta” e cosi’ dicendo le passo’ un braccio intorno alla vita e l’accompagno’ fuori dalla serra.
Si sedettero su una panchina poco distante, Bella all’aria fresca si senti’ subito meglio ma si accorse che Edward non aveva ancora lasciato la presa su di lei e questo contatto cosi’ prolungato con lui le scatenava una certa agitazione. Lui invece sembrava del tutto a suo agio, preoccupato piu’ che altro del fatto che lei potesse ancora sentirsi poco bene.
“Adesso va molto meglio” disse Bella
“scusami, forse non e’ stata una buona idea la mia” disse Edward
“No, la copla e’ mia, ho bevuto troppo e non ci sono abituata, ma adesso sto bene” rispose lei
Rimasero li a chiacchierare del piu’ e del meno ancora per una decina di  minuti, poi decisero che sarebbe stato meglio ritornare prima che qualcuno potesse notare la loro assenza (Alice) e immaginarsi chissa’ cosa.
Tornarono verso la piscina e si accorsero che l’atmosfera si era ancora piu’ riscaldata per quanto fosse possibile. Il vino aveva cominciato a fare effetto un po’ su tutto, tanto che videro alcuni degli invitati addirittura fare il bagno in piscina vestiti.
Si resero allora conto che in realta’ alcuni dei ragazzi, tra cui Emmett, presi dall’euforia del momento, avevano cominciato a buttare di peso le persone in piscina.
Basto’ un occhiata tra di loro per essere d’accordo sul fatto che sarebba stato opportuno tenersi alla larga dalla zona calda della festa.
Peccato pero’ che non avevano fatto i conti con Emmett, il quale non si lascio’ certo sfuggire l’occasione di buttare in acqua il tanto perfetto e senzamaiuncapellofuoriposto fratello.
Fu loro addosso in un lampo e prima che se ne potessero rendere conto,Emmett li spinse entrambi giu’ nell’acqua ridendosela di gusto.
Edward riemerse in un lampo e la prima cosa a cui penso’ fu quello di cercare Bella. Aveva appena avuto un capogiro e avrebbe potuto benissimo sentirsi nuovamente male nell’acqua.
Bella era appena riemersa quando senti’ una stretta ferrea ad entrambi i lati della sua vita.
“Bella, Bella” chiamo’ preoccupato Edward “stai bene?”
“Si, si “ disse lei cercando di stare a galla “che tuffo...direi che l’acqua mi sta schiarendo le idee”
“Quello stupido di mio fratello....sicura che e’ tutto ok? ti gira ancora la testa?”
“No, veramente Edward, mi sento bene, l’acqua mi ha svegliata del tutto”
“Ok ma e’ meglio se usciamo, ti do una mano a raggiungere la scaletta”
“Edward, credo che ci convenga aspettare un attimo....guarda, appena metti piede fuori c’e’ il rischio che ti ributtino dentro...e onestamente eviterei volentieri di fare un altro tuffo”
“Si credo tu abbia ragione, aspettiamo un attimo ad uscire” le rispose lui
“E poi l’ acqua non e’ cosi’ male, peccato solo che faccia un po’ di fatica a nuotare tutta vestita...ma non e’certo  il caso di spogliarsi”rise Bella
“Aspetta, appoggiati a me” disse Edward e le si avvicino’ di piu’, prese le sue mani e se le porto’ sulle spalle  intorno alla sua testa , mentre lui la teneva sempre per la vita.
Quel nuovo contatto diretto e piu’ intimo con Edward mando’ nuovamente Bella in fibrillazione.
Senti’ il viso avvamparsi e preferi’ sfruttare quel diretto contatto per appoggiare la testa sulla sua spalla e nascondersi cosi’ ai suoi occhi.
Restarono abbracciati e in silenzio per alcuni minuti, mentre le voci e le grida della festa erano tutte intorno a loro. I ragazzi si buttavano in piscina a ripetizione, causando schizzi e spruzzi, ma per Edward e Bella era come se il tempo si fosse fermato intorno a loro.
Qualcuno osservava compiaciuto quella scena dal bordo della piscina: Alice.
“Ehi Alice” escalmo’ Jasper vicino a lei “ti vedo del tutto tranquilla, non hai paura che Emmett venga e ti butti in acqua?”
“No, per niente” rispose Alice “Emmett, per quanto possa essere ubiaco, SA che non deve assolutamente azzardarsi a fare niente del genere, ne va della sua incolumita’”
“addirittura? ne sei convinta?” chiese jasper
“fidati, ho indossato un abito di Valentino e potrei uccidere se qualcuno facesse qulcosa per rovinarmelo...ed Emmett questo lo sa bene infatti,come vedi, mi sta ben alla larga” rispose Alice
“Allora faro’ bene a non allontanami da te” disse Jasper
“Non posso garantire per altri, mi dispiace, solo per me stessa”
“Cosa stai guardando con tanto interesse?” le chiese lui
“Guarda un po’ li....” e fece cenno a Jasper di guardare dentro la piscina “ci sono due piccioncini teneri teneri in ammollo”
“Ma...e’ tuo fratello e Bella” esclamo’ sorpreso Jasper
“gia’.....  comincio a pensare che Bella possa essere la persona giusta per compiere questo miracolo”
“di che parli? e poi scusa ma tuo fratello non e’ fidanzato con Tania Denali?” chiese Jasper
“quello sarebbe il secondo miracolo, riuscire a toglierci Tanya dai piedi”
“e il primo quale sarebbe?”
“trasformare Edward in un essere umano come tutti gli altri” rispose Alice continuando a tenere gli occhi su di loro e con un sorriso di soddisfazione sulle labbra.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** capitolo 13 ***


Il barbeque a casa Masen era terminato verso l’una del mattino.

Alice aveva provveduto a prestare un cambio di abiti a Bella, visto che le era toccato fare il bagno di mezzanotte in piscina.
Edward aveva insistito affinche’ passasse la notte da loro, il posto certo non mancava, ma Bella aveva preferito fare comunque rientro a casa: non era certo la prima volta che faceva le ore piccole.
Bella aveva ringraziato Edward per la sua gentilezza, ma sinceramente aveva vissuto cosi’ tante emozioni quella serata, che sentiva la necessita’ di tornare a casa per avere modo di rilassarsi.
Edward le piaceva ormai sempre piu’, ogni volta che aveva a che fare con lui, scopriva sempre dei nuovi aspetti del suo carattere e se ne sentiva ogni volta sempre piu’ atratta.
Non poteva pero’ dimenticare la cosa piu’ importante: loro appartenevano a due mondi molto diversi.
Per quanto Edward si dimostrasse un ragazzo semplice in molti suoi modi di fare, restava sempre il fatto che lui era stato designato come l’erede di una famiglia molto importante e, non appena avesse riacquistato la memoria, il peso delle responsabilita’ e di un lavoro molto impegnativo, sarebbero tornati a farsi sentire.
D’altra parte poi c’era il fatto che restava sempre un uomo gia’ impegnato con un’altra donna.
Nonostante Bella continuasse sentir dire da Alice che il loro fidanzamento era stato pianificato dalle famiglie, restava il fatto che Tania era la sua fidanzata ufficiale e difficilmente si sarebbe messa da parte.
Bella torno’ a casa e passo’ diverse ore della notte a ripensare a quanto era accaduto al barbeque.
In particolare a quei primi contatti fisici avuti con Edward, per la prima volta non dovuti alla sua professione di fisioterapista, ma alle strane circostanze che si erano venute a creare.
Edward non aveva esitato ad abbracciarla quando erano caduti in acqua e lei, che tutto sommato era benissimo in grado di nuotare da sola, si era lasciata sostenere da lui in quel contatto cosi’ intimo.
Non l’aveva fatto con malizia, ma per una volta che le si era presentata l’occasione, aveva voluto approfittarne.....tanto desiderava avere un contatto fisico con lui.
“Finiro’ solo col soffrirne” si ripeteva una volta stesa sul suo letto mentre fissava il soffitto.
“Bella, sei solo una semplice conosconte per lui, sei la sua fisioterapista, non ti mettere strane idee in testa...e poi l’hia vista la sua fidanzata no? e’ una donna raffinata e di alta classe, la perfetta compagna per un grande uomo di affari e di successo che Edward non tardera’ a diventare....o a ritornare ad essere”
Ma per quanto la ragione continuasse a suggerirle riflessioni di questo tipo, il suo cuore non faceva altro che ricordarle le forti emozioni e sensazioni che stava cominciando a provare ogni volta che si trovava in sua compagnia.
Alla fine la stanchezza ebbe il sopravvento e Bella sprofondo’ in un lungo sonno.
Il lunedi’ seguente ritorno’ a casa Masen per la solita seduta di fisioterapia. Trovo’ Edward gia’ pronto in palestra che l’aspettava.
“Buongiorno” disse lei entrando
“Ciao Bella, come va?” chiese lui “ti sei ripresa dalla serata di sabato?”
“Si, ho passato tutta la domenica a poltrire a casa e a smaltire la sbornia di sangria. Ma non sono affatto pentita, e’ stata davvero una bella festa, tua sorella ci sa proprio fare come organizzatrice di eventi”
“Si, Alice e’ una che ama fare le cose in grande e perfette. Mi fa piacere che tu ti sia divertita.”
“Grazie, a proposito, quando terminiamo la seduta vorrei passare a salutarla, le ho riportato i vestiti che mi ha prestato l’altra sera”
“Puoi lasciarli a me, Alice e’ partita e stara’ fuori per qualche giorno”
“Oh, e’ in gita di piacere?”
“Non proprio, e’ andata a New York per una sfilata, assieme a tutto il suo team di lavoro. Dovrebbe tornare tra una decina di giorni”
“Va bene allora, lascio a te i suoi vestiti, la ringraziero’ al suo rientro. Adesso sei pronto a cominciare?”
“Pronto”
Trascorsero come sempre il resto del tempo, chiacchierando amichevolmente tra un esercizio e un massaggio.
Erano quasi al termine della seduta, quando il cellulare di Bella suono’
“Ops, ho dimenticato di togliere la suoneria” si scuso’ subito Bella mentre si stava affrettando per cercarlo nella borsa e spegnerlo.
“Bella, rispondi pure, non ci sono problemi. Potrebbe essere qualcosa di importante” rispose Edward
“Ok, grazie..faccio subito...pronto?Si sono io...si? ah...ciao Mike, come va?” disse Bella
Mike? e adesso chi era sto’ Mike? Edward storse un po’ il naso senza che Bella se ne accorgesse
“si..si, ok grazie..si, credo proprio che ci saro’. Allora ci vediamo presto, ciao Mike” e chiuse la comunicazione, poi si volse verso Edward “scusa per l’interruzione. Dove eravamo rimasti?”
Ripresero con il massaggio ma mentre Bella aveva un aria serena sul viso, Edward continuava a fissarla indeciso se parlare o meno.
“OK per oggi e’ tutto” disse alla fine Bella e alzo’ lo sguardo verso di lui “Edward qualcosa non va?”
Edward si era reso conto che nonostante passasse quasi tutti ipomeriggi con lei, in realta’ sapeva ben poco della vita di Bella al di fuori dei suoi impegni di lavoro.
Per esempio, che era questo Mike? un amico? un suo ex? qualcuno che ci stava provando con lei?
“Edward, tutto bene?” chiese Bella ed Edward si ridesto’ dai suoi pensieri
“si, si...tutto bene” rispose lui
“scusami ancora per prima” disse lei “e’ mia abitudine spegnere il telefono quando lavoro, ma stavolta ho proprio dimenticato di farlo”
“no, non preoccuparti, non devi scusarti....non c’e’ problema” rispose lui “potrebbe sempre essere qualcosa d’importante”
“quando lavoro preferisco tenerlo spento, e’ una questione di rispetto nei confronti del mio paziente. Non sai quante volte mi chiamano per delle sciocchezze. Prima per esempio era Mike, un mio ex compagno di universita’ che mi chiamava per invitarmi ad una festa”
“una festa?” chiese Edward
“si, una festa  in birreria. Una specie di raduno di ex compagni di corso. Non mi dispiacerebbe andarci, sarebbe una buona occasione per ritrovare alcuni dei miei vecchi colleghi con cui ho perso i contatti...e’ solo che”
“e’ solo che?”
“no lascia stare..e’ una cosa stupida”
“dai dimmi! adesso sono curioso”
“ok...be’ vedi questo Mike...e’ uno che ci ha sempre provato...ogni volta che ci vedevamo per occasioni simili a questa...e sinceramente ne ho le scatole piene di dover sempre trovare un modo gentile per allontanarlo....e dal tono della voce di prima non credo che questa volta sarebbe diversa dalle altre....quindi, dato che non ho nessun ragazzo da cui farmi accompagnare e dato che non mi va di stare tutta la sera a trovare scuse con Mike...credo’ che alla fine rinuncero’ ad andarci”
“mmhh...e se invece tu ce lo avessi un ragazzo con cui presentarti? diciamo pure un tipo abbastanza geloso che non ti lascerebbe sola per tutta la serata?”
“e dove lo trovo un tipo del genere che si presterebbe ad una simile farsa?” chiese Bella ridendo
“be’ potrei venire io....sempre se ti va” chiese Edward titubante
“tu?”rispose Bella allibita
“dici che sarei poco credibile?”
“no...no e’ solo che...be’ non vorrei metterti nei guai...nel caso venissi riconosciuto”
“Non sono cosi’ famoso Bella, e poi dubito che i tuoi ex colleghi frequentino il mondo dell’alta finanza. E comunque bastera’ cambiarmi il nome....potresti chiamarmi Eddy...vediamo...si’ Cullen”
“Cullen?”
“Si, come il nostro amico dott Carlise Cullen. Questo sempre che ti stia bene che io ti accompagni e finga di essere il tuo ragazzo”
-Il problema e’ che potrei essere io la prima ad illudermi che sia vero- penso’ Bella
“Per me andrebbe benissimo, mi farebbe molto piacere se volessi venire con me....potrei presentarti i miei amici e potremmo passare una bella serata”
“Ok allora” esclamo’ Edward soddisfatto “devo chiederti un solo favore”
“Quale?”
“Ti dispiacerebbe passare a prendermi tu? so che non e’ molto cavalleresco ma se uscissi con la mia auto o mi facessi accompagnare a casa tua, potrei attirare l’attenzione e questo preferirei evitarlo.”
“No, no ci sono problemi. Passo io a prenderti.  A proposito, la festa e’ venerdi’ prossimo, va bene alle nove?”
“Perfetto direi”
“Edward...grazie”
“di cosa?”
“be’...del fatto che ti stai prestando a questa recita”
“ci sto guadagnando l’invito ad una festa, in compagnia di una bella ragazza che sara’ la mia ragazza per una sera......credo che debba essere io a ringraziarti Bella!”
Bella arrossi’ a quelle parole.
E anche quella notte Bella litigo’ a lungo con il sonno.....cosa intendeva dire Edward con quelle parole?
.... in compagnia di una bella ragazza che sara’ la mia ragazza per una sera
Fino a che punto si sarebbe spinto per sembrare il suo ragazzo?
Comicio’a fantasticare su quello che sarebbe potuto accadere tra loro, fino a che il sonno riusci’ ad avere la meglio.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** capitolo 14 ***


Nei giorni seguenti Bella non aveva intenzione di riaffrontare l’argomento festa-di –venerdi’, per paura che Edward le potesse dire di aver cambiato idea.
Al contrario invece, fu Edward a tirare in ballo l’argomento perche’ voleva che concordassero tra loro alcuni dettagli riguardo la loro presunta storia, in modo che potesse risultare verosimile.
Alla fine cio’ che ne venne fuori fu:

 

Quando e dove si erano conosciuti?

In ospedale, circa sei mesi prima, Edward era stato un paziente di Bella
 

Da quanto stavano insieme?

Da circa un paio di mesi
 

Di cosa si occupava Edward?

Lavorava in banca (come semplice impiegato)
 

 
Per il resto, avrebbero improvvisato, sarebbe stato molto piu’ divertente.
Venerdi’, una volta terminata la seduta di fisioterapia, Edward disse “allora, per stasera, restiamo sempre d’accordo per le nove?”
“Si, per me va bene”
“OK, allora fammi uno squillo sul cellulare quando stai entrando nella tenuta, mi faccio trovare nello spiazzo qui antistante...a proposito, come devo vestirmi?”
“Be’ andiamo in birreria, non ad una serata di gala, jeans e camicia direi che vanno piu’ che bene”
“Ok, a stasera allora”
“A piu’ tardi”
E si separarono.
Bella torno’ a casa, si fece una doccia e comincio’ a prepararsi per la serata: trucco, capelli, vestito.
Per una sera sarebbe stata la ragazza di Edward....Edward Cullen.....una cosa cosi’ non le sarebbe mai piu’ ricapitata.
“Bella devi stare calma, e’ solo per finta...cerca di non farti prendere la mano...ricordati che e’ solo per finta”.
Alle nove puntuale arrivo’ a casa Masen, fece uno squillo ad Edward come d’accordo e s’incammino’ con l’auto lungo il viale che condiceva alla villa.
Si fermo’ nel parcheggio e non fece in tempo a scendere quando vide Edward che veniva verso di lei.
Era vestito con jeans e camicia bianca e Bella dovette ricordarsi di respirare appena lo vide.
“Ciao” le disse Edward una volta vicino
“Ciao” rispose lei un po’ emozionata
“Siamo pronti per la grande serata?”
“Pronti”
Edward le sorrise e apri’ lo sportello posteriore e sali’ in auto.
Bella rimase per un attimo stupita, aveva immaginato che si sarebbe seduto al posto accanto al suo, poi le venne in mente che doveva essere cosi’ tanto abituato a viaggiare in limousine con l’autista che per lui fosse del tutto naturale sedersi dietro.
Bella si decise pertanto a mettere in moto l’auto e parti’.
Appena superato il cancello di uscita Bella senti’ una voce alle sue spalle “Bella per favore gira alla prossima traversa a sinistra e poi accosta”.
Bella istintivamente gurardo’ nello specchietto retrovisore aspettandosi di vedere il volto di Edward, ma non vide nulla. Si volto’ allora leggermente indietro e si accorse che Edward si era sdraiato sul sedile. Sempre piu’ stupita per questo strano comportamento, decise comunque di assecondarlo, volto’ a sinistra come le aveva chiesto e accosto’.
A quel punto Edward scese dall’auto e si avvicino’ al lato guidatore. Apri’ lo sportello mentre Bella era ancora ferma al suo posto con un’aspressione sempre piu’ interrogativa sul volto.
“Allora Bella, che ne dici di spostarti e lasciarmi guidare?Preferirei essere io a portare a spasso la mia ragazza e non il viceversa”
Bella era cosi’ confusa che non ci provo’ nemmeno a chiedere spiegazioni. Si sposto’ sul sedile accanto senza dire nulla e lascio’ che Edward prendesse il posto di guida.
Edward si accorse della sua espressione dubbiosa e disse “Tranquilla, ho perso la memoria ma come si guida un’auto lo ricordo ancora”
“Oh...ok” rispose Bella
“Bella, se ti stai chiedendo il motivo di queste strane manovre, sappi che era solo una precauzione, nel caso ci fossero alcuni paparazzi nei dintorni della villa”
“ma...a quest’ora?” chiese Bella
“Se e’ per questo, a volte li puoi trovare anche a notte fonda....e ti assicuro che possono essere una grande seccatura. Bene, adesso devi indicarmi la strada”
Bella gli indico’ dove andare e nel giro di circa venti minuti, raggiunsero il locale.
Lasciaronol’auto nel parcheggio predisposto e si avviarono all’ingresso.
Edward cedette il passo a Bella che spinse la porta d’ingresso ed entro’ nel locale.
La birreria era stata addobbata con alcuni festoni e c’era gia’ un bel po’di gente sparsa per i vari tavoli.
Delle regazze in tenuta da cameriere facevano spola continua dal bancone del bar ai vari tavoli con i vassoi pieni di boccali di birra.
Bella ed Edward restarono qualche minuto in piedi all’ingresso del locale, Bella cercava di riconoscere qualche viso noto, Edward aspettava che fosse lei a muoversi per prima.
Ad un tratto un ragazzo magro, dai capelli neri venne loro incontro
“Bella, Bella” la chiamo’ “ciao”
Bella si volto’ verso di lui “Eric! Ciao...come va?”
“Bene, tu?”
“Tutto bene”
“Che bello , sei venuta alla fine...Mike mi aveva detto che non eri sicura di riuscire a venire”
“Si..be’ come vedi sono qui”.
Poi il ragazzo si volse a guardare Edward aspettando che qualcuno facesse le presentazioni
‘Ci siamo’ si disse Bella “Eric, posso presentarti Edward?”
“Ciao Edward, piacere”
“Piacere mio” rispose Edward stringendogli la mano
“Anche tu fai parte della categoria?” chiese scherzando Eric
“No” rispose Edward “io mi occupo di tutt’altro”
“Ah...be’ ma allora..” prosegui’ Eric
“Sono il ragazzo di Bella” aggiunse Edward prendendole la mano
“Oh...ma dai!” escalmo’ Eric “sei fortunato lo sai? a stare con una come Bella intendo”
“Si” disse Edward guardando lei senza lasciarle mai la mano“lo so, sono molto fortunato”
“Ma venite al tavolo a salutare gli altri” li incito’ Eric.
Bella incontro’ altri vecchi amici e colleghi che non vedeva da tempo e tutti furono lieti di fare la conoscenza del  suo ragazzo.
Si sedettero al tavolo con gli altri amici e iniziarono a discorrere piacevolmente.
“Edward” chiese ad un certo punto uno d loro “tu di che ti occupi?”
“Io? Lavoro in banca” rispose Edward
“Ah sei un banchiere”
“No” preciso’ lui “sono un semplice bancario. I banchieri posseggono le banche, io sono tra quelli che le banche sfruttano” disse facendo ridere i presenti.
Quanto era poco veritiera quell’affermazione!
“E come vi siete conosciuti tu e Bella?” chiese un altro
“Be’” disse Edward “Bella era andata in rosso con il conto in banca,credo che avesse sperperato tutto al gioco, io l’ho convocata e le ho detto che o mi dava il suo numero di telefono oppure avrei dovuto denunciarla per i mancati pagamenti....lei ha scelto la prima opzione”
Tutti restarono ammutoliti e si voltarono a guardare Bella
“Ma...ma , vi sta prendendo in giro” disse lei contrariata e allora gli sguardi si spostarono nuovamente su Edward
“Ovviamente si.....ci siamo conosciuti in ospedale. Io mi sono rotto una gamba e lei era la mia fisioterapista durante la riabilitazione” disse Edward
Il resto della copagnia allora proruppe in una fragorosa risata e tutti concordarono che Edward era molto, molto simpatico.
Fu messa un po’ di musica e qualcuno comincio’ a ballare. Nella confusione generale Bella ne approfitto’ per chiedere a Edward sottovoce come gli era venuto di dire che lei sperperasse tutto al gioco e lui le rispose che voleva solo rendere la loro storia un po’ piu’ divertente.
Erano intenti a chiacchierare quando Bella si senti’ chiamare da dietro le spalle.
Si volto’ e vide Mike in piedi dietro di lei.
“Mike” disse Bella “ciao”
“WOW “ rispose lui senza staccarle gli occhi di dosso“sei venuta alla fine”
“Si..gia’ ehm..posso presentarti  Edward?”
Mike lo guardo’a ppena, tanto era concentrato su di lei e allora Bella rincaro’ la dose “il mio ragazzo?”
Questa espressione basto’ affinche’ Mike si volto’ verso di lui, questa volta con l’intenzione di studiarlo meglio.
“Piacere “ fece Edward in modo disinvolto
“Piacere mio” disse Mike infastidito. Una ragazza bionda si avvicino’ a Mike “Mike che noia questa festa, almeno prendiamo un paio di birre”
“Ehm” disse Mike un po’ imbarazzato “lei e’ Jessica un mia...amica”
“Veramente sarei la sua ragazza” puntualizzo’ lei voltandosi ma non appena incrocio’ lo sguardo di Edward, Jessica si ridesto’ dalla sua insofferenza e prese a squadrarlo dalla testa a i piedi.
“Forse mi sono sbagliata” aggiunse “la festa potrebbe non essere poi tanto male”.
“Magari ci vediamo dopo” disse Mike alquanto imbarazzato “vado a salutare qualche altro amico..Jessica, vieni?”
“si...arrivo...a dopo allora “ disse lei sempre guardando Edward
Appena se ne furono andati Bella tiro’ un sospiro di sollievo, sia per Mike ma specie per la tipa che si era portato dietro....non smetteva di mangiarsi Edward con gli occhi!
“Quello era il famoso Mike allora” disse Edward
“Gia’...ma a quanto pare non e’ piu’ solo....meglio cosi’” rispose Bella
“Io non ci conterei molto” disse Edward
“Come?”
“Nel senso che anche se e’ venuto accompagnato questo non significhi che se ne stara’ alla larga. Che dici, ci prendiamo da bere?”
“Ok”
E si avviarono verso il bancone del bar. La serata trascorse piacevole, Edward non si llontano’ mai da Bella e insieme chiacchierarono con gli altri, mangiarono e ballarono.
Ad un certo punto Bella si allontano’ per andare in bagno, quando entro’ vi trovo’ Jessica che si sistemava il rossetto allo specchio.
Bella le accenno’ un sorriso e si diresse verso il bagno
“E’ occupato” le disse Jessica
“Ah “ si blocco’ Bella
“Si, e’ appena entrata una ragazza”
“Grazie, aspettero’ allora”
“Be’ ci si vede” rispose Jessica che prese la borsetta e usci’.
Bella resto’ ad aspettare per quasi cinque minuti, poi non sentendo nessun rumore si decise a bussare.
Nessuno rispose. Provo’ a spingere la porta e questa si apri’ mostrandole il bagno vuoto.
Bella rimase per un momento stupita,  Jessica si doveva essere sbagliata.
Una volta terminato, usci’ dal bagno e cerco’ con lo sguardo Edward. Non ci mise molto a trovarlo, era seduto al bancone del bar e accanto a lui c’era ....Jessica!
Erano impegnati in una conversazione alquanto fitta mentre bevevano una birra......ecco perche’ le aveva detto quella cosa....per guadagnare tempo e poter andare da lui!
Rimase combattuta se raggiungerli o meno, eppure sembrava che si stessero divertendo....in fondo lei non era la sua vera ragazza e magari ad Edward faceva piacere avere dell’altra compagnia femminile.
Decise di non raggiungerli e si diresse verso il tavolo. Non fece tempo a sedersi che senti’ qualcuno avvicinarsi e prendere posto vicino a lei: Mike.
“Bella...finalmente riesco a stare un po’ solo con te!”
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** capitolo 15 ***


Mike si sedette accanto a Bella senza aspettare che lei lo invitasse a farlo.

“Sono proprio contento che tu sia venuta stasera sai?”
“Si Mike, me lo hai gia’ detto prima” rispose Bella con scarso entusiasmo
“Be’ e’ tanto che non ci vediamo e per una volta che capita l’occasione....tu non sei felice di vedermi?”
“Si Mike, fa sempre piacere rivedere un’amico” rispose Bella sempre con lo stesso tono
“Allora vedo che ti sei data da fare....”disse Mike lanciando uno sguardo di sfuggita a Edward
“Che intendi dire?” chiese Bella con un tono un po’ seccato
“Parlavo del lavoro” si giustifico’ subito Mike “Eric mi ha detto che lavori in ospedale”
“Si, anche se solo part-time”
“Be’ e’ gia’ qualcosa....io sono sempre in quel centro sportivo invece”
“Si, interessante”
“Perche’ non vieni a trovarmi una volta? Magari ti posso far avere uno sconto per la palestra...nel caso ti interessasse frequentarla”
“Grazie Mike, ma in questo periodo sono cosi’ tanto incasinata con il lavoro che non credo di avere tempo per frequentare una palestra”
“Ma non hai detto di lavorare part-time?”
“Si, ma seguo anche dei pazienti a domicilio e in questo periodo ho anche una collaboarzione con la clinica Villa Margherita”
“WOW la clinica dei VIP?”
“Si, proprio quella”
“Non mi dire che hai incontrato li’ la tua dolce meta’?”
“Come?”
“Si, Eric mi ha detto che il tuo ragazzo...e’ stato un tuo paziente”
“Eric parla tanto!”
“Allora? Lo hai conosciuto in quella clinica?”
“Si” ammise Bella con la sensazione di stare dicendo un po’ troppo
“Allora e’ una persona famosa....e brava Bella...hai fatto il colpo grosso”
“Mike, a parte il fatto che Edward e’ una persona normale come tante e comunque non vedo come la cosa debba interessarti”
“Te lo chiedevo solo per sapere fino a che punto le cose fossero serie tra voi...”e cosi’ dicendo si avvicino’ a lei e le prese una ciocca di capelli tra le dita.
Bella si scosto’, infastidita da tanta confidenza “abbastanza serie”
“Mhh e allora come te lo spieghi che invece di stare qui con te se ne sta seduto di la’ con Jessica?”
“Stanno solo parlando, non e’ mica un cagnolino che devo tenere al guinzaglio....e poi scusa a te invece non da fastidio che la tua ragazza se ne stia a chiacchierare con un altro?”
“Jessica non e’ la mia ragazza, ci divertiamo, facciamo coppia in alcune occasioni ma niente altro...”
“E lei questo lo sa?”
“Io glielo ho detto piu’ di una volta, se poi non vuole capirlo non ci posso fare nulla.....ma, visto l’interesse che sembra avere nei confronti del tuo Edward, non credo che le dispiaccia non fare sempre coppia fissa co me”
“Ok Mike, scusa ma mi sono ricordata di una telefonata urgente da fare..” e cosi’ dicendo Bella si alzo’ mettendo fine a quella odiosa conversazione.
Si stava davvero dirigendo verso l’uscita per prendere una boccata di aria fresca quando senti’ una mano trattenerla per la spalla. Si giro’ bruscamente, convinta di trovarsi Mike ancora davanti e invece vide....Angela.
“Angela!” esclamo’ Bella “cosa ci fai tu qui?”
“Ciao Bella, Eric mi ha invitato e sono venuta qui con mio marito per concederci una serata di riposo dalle fatiche materne....tu piuttosto dove te ne stai andando cosi’ di fretta? e sopratutto mi puoi spiegare cosa ci fa Edward Masen al bancone con quella tipa?”
“Sshhh Angela, non parlare cosi’ ad alta voce, siamo in incognito”
“Come?”
“Vieni un attimo fuori che ti spiego”
Entrambe le ragazze uscirono dal locale e lontane da occhi e orecchie indiscrete,  Bella racconto’ ogni cosa ad Angela fino alla conversazione con Mike.
“Be’ che dirti, gia’ la situazione che si e’ creata e’ alquanto strana ma, amesso e concesso....se proprio tu ed Edward dovete fare la parte dei fidanzati....mi vuoi spiegare che ci fa lui con quella tipa? o meglio...visto che l’idea di fingervi insieme e’ stata sua....perche’ non vai da quella a dirgliene quattro?”
“Ma perche’ lui non e’ il mio vero ragazzo”
“Ma questo lo sai tu e lo sa lui...non certo quella li”
“Be’..ho pensato che forse a lui faceva piacere parlare con lei”
“Ad Edward Masen? Ad uno che ha soldi, bellezza potere....uno che puo’ avere qualunque donna ai suoi piedi...senza considerare la fidanzata che ha gia’....e secondo te potrebbe trovare interessante una che neanche Mike Newton vuole? Bella per favore va dentro e salva quel povero smemorato dalle grinfie di quell’arpia”
“Ok, forse hai ragione tu” disse Bella remissiva
“Certo che ho ragione....ah Bella”
“Si?”
“Stai giocando con il fuoco, questo lo sai vero?”
“Si”
“Attenta a non bruciarti con il sig. Masen. Ricordati che prima o poi, quando gli ritornera’ la memoria, riprendera’ ad essere l’uomo che e’ sempre stato e cioe’ uno anni luce lontano da te”
“Si Angela, lo so. Non lo dimentico mai, non preoccuparti”
Bella rientro’ nel locale e istintivamente guardo’ verso il bancone del bar ma stavolta di Edward e Jessica non c’era piu’ traccia. Comincio’ a guardarsi intorno quando senti’ un braccio cingerle i fianchi.
“Bella” era Edward “ma dove eri finita?”
“Edward, ho incontrato la mia amica Angela e sono rimasta a fare due chiacchiere con lei”
“Mi hai lasciato solo e sono stato vittima di quella Jessica, la ragazza di Mike. Non la smetteva piu’ di parlare...continuavo a guardarla chiedendomi se riusciva a prendere fiato ogni tanto.”
“Scusami...e’ solo che non vedevo Angela da un bel po’ e...ci siamo lasciate prendere la mano tra una chiacchiera e l’altra”
“OK, che ne dici di bere qualcosa?”
“Si, volentieri”
Si diressero al bancone e ordinarono due birre, poi Bella si volto’ e disse tutto d’un fiato “Edward scusami ma....non e’ vero...io ti ho visto in compagnia di Jessica e non ho avuto il coraggio di venire ad interrompervi”
“Perche’?” chiese Edward piuttosto sbalordito
“Perche’...be’ insomma io non sono la tua vera ragazza e...ho pensato che non era giusto venire ad interrompervi...che magari ti stavi divertendo a chiacchierare con lei...”
“Bella! Se questa sera sono qui e’ solo ed unicamente per te....ti ho detto di fingerci insieme affinche’ tipi come Mike Newton non venissero a scocciarti e tu potessi goderti in pace la serata...”
“Ma anche tu hai diritto a divertirti!”
“Si....ma io non ci riesco a farlo se tu non ci sei”
Bella rimase spiazzata da quelle parole e i suoi occhi restarono incollati a quelli di Edward che la fissava e non accennava a voler distogliere lo sguardo
“Edward io..”
“Bella, come puoi solo pensare di essermi d’intralcio....tu....tu sei la sola cosa bella che mi sia capitata dal mio incidente. Ci sono giorni che mi sembra di impazzire, rinchiuso in quella gabbia dorata che e’ la mia casa...e l’unica cosa che mi da sollievo e’ pensare che da li’a poco tu arriverai come ogni pomeriggio a farmi compagnia...e a dare un senso alla mia vita...se cosi’ si la si puo’ definire”
“Edward io....scusa”
“Ti prego...non dubitare mai dell’affetto che io provo per te ok?”
“OK”
E cosi’ dicendo Edward si sporse e le bacio’ la fronte.
A quel punto la musica cambio’ e al posto di una musica stile country, fu messo qualcosa di decisamente piu’ ‘lento’.
Bella penso’ che forse avrebbe potuto chiedere ad Edward di ballare
“Edward senti, ti andrebbe di...”
“EDWAAARD!” era Jessica “Edward, ti prego balli con me questa canzone? ti prego...e’ la mia canzone preferita e Mike...be’ lui e’ impegnato a parlare di football o che so io con i suoi amici...ti prego, ti prego...Bella a te non dispiace vero? e’ solo un ballo dopotutto...”
Edward era in mezzo alle due con Jessica ormai avvinghiata al suo braccio
“Scusa Jessica ma...si, mi dispiace” disse Bella risoluta facendo bloccare Jessica che rimase spiazzata da queste sue parole “Scusa ma, si da il caso che questa sia anche la mia canzone preferita...e vorrei ballarla con il mio ragazzo...pertanto” e cosi’ dicendo prese l’altro braccio di Edward che si divincolo’ facilmente da Jessica e segui’ Bella sulla pista.
Bella ed Edward presero a ballare stringendosi l’uno all’altra, senza curarsi minimamente di sguardi o commenti altrui. Era come se ci fossero soltanto loro sulla pista e volevano godersi quel momento in tutto e per tutto.
“Signorina Swan, le hanno mai detto che quando vuole lei ha carattere da vendere?” disse Edward all’orecchio di Bella
“Ho solo capito che quando hai una cosa bella devi tenertela stretta, c’e’ sempre qualcuno che cerchera’ di portartela via” rispose Bella “ e io ci tengo molto alla nostra amicizia” aggiunse
“Sono totalmente d’accordo con te.....e se vedo ancora Mike Newton infastidirti come prima...potrei non rispondere di me.”  disse Edward.
Ballarono quella canzone e anche altre che ne seguirono.
La festa ormai cominciava a volgere al termine, tra una cosa e l’altra si erano fatte quasi le due.
“Edward sara’ il caso che ti riporti a casa, non vorrei che ti dessero per disperso” disse Bella
“Grazie ma non corro nessun rischio, dubito che qualcuno si sia accorto della mia assenza. Comunque non e’ il caso che tu mi accompagni, dovresti poi tornare a casa da sola”
“Ma non ci sono problemi per me”
“Ma io non sarei tranquillo....ti porto a casa e poi chiamero’ un taxi”
“E se qualcuno dovesse notarti? lascia stare, domani finiresti su qualche prima pagina scandalistica...”
“Allora chiamo Jasper e mi faccio venire a prendere”
“E lo vuoi buttare giu’ dal letto nel cuore della notte?”
“Be’...allora portami tu a casa e poi resta a dormire da me”
“No, non credo sia il caso.....non vorrei imbattermi nella tua famiglia domani mattina...sarebbe sconveniente, sono sempre una dipendente di tuo padre. Senti facciamo cosi’: vieni tu da me, tanto io vivo sola, e domani mattina con calma, chiami Jasper oppure ti riaccompagno io stessa a casa...che ne dici?”
“Sei sicura? non e’ un problema per te?”
“Nessun problema, ho un divano molto comodo”
“ok allora.....Bella?”
“si?”
“Grazie...di tutto”

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** capitolo 16 ***


Erano quasi le due di notte quando Edward e Bella arrivarono all’appartamento di lei.

“Devi scusarmi per il disordine che troverai, ma non immaginavo certo che avrei avuto ospiti” disse Bella mentre infilava le chiave nella toppa della serratura.
“Non ti preoccupare Bella, non sono tipo da accorgersi di certe cose..” rispose lui appoggiato con la schiena sulla porta vicino a lei.
-Edward Masen sta per entrare nel mio appartamento....-pensava Bella
Bella apri’ la porta e accese la luce dell’ingresso. L’appartamento non era molto grande, ma era abbastanza per una persona: ingresso, soggiorno-cucina lyving, camera da letto e bagno.
L’arredamento era molto semplice ma tutto ben pulito e coordinato.
Edward rimase per un attimo immobile ad osservare l’interno della casa.
“Be’ immagino che sia molto piccolo per i tuoi standard” disse Bella “ma ti assicuro  che per me e’ piu’ che sufficente”
“Veramente stavo pensando a tutt’altro” rispose Edward “e’ piccolo ma e’ molto....accogliente, certamente piu’ di quanto non sia casa mia”
“Ti porto un cuscino e delle coperte” disse Bella e dopo poco ritorno’ con il tutto e lo poso’ sul divano
“Spero che tu riesca a dormire bene”
“Sono cosi’ stanco che dormirei  bene perfino sul pavimento” rispose lui
“Be’...allora...buonanotte” disse Bella con un leggero imbarazzo
“Buonanotte Bella” le rispose lui con uno sguardo che la fece arrossire
Bella schizzo’ nella sua camera, tra l’alcool che avevano bevuto e la stanchezza, aveva paura di perdere facilmente il controllo.....fosse stata un po’ piu’ spregiudicata, gli sarebbe volentieri saltata addosso senza pensarci due volte.....
Si mise il pigiama e si infilo’ sotto le lenzuola ma il sonno tardava ad arrivare.
Continuava a pensare che l’uomo dei suoi sogni era di la’, sul suo divano,  probabilmente  in biancheria intima. Solo dopo essersi girata a lungo la stanchezza prevalse e si addormento’.
La mattina seguente  la luce che filtrava dalla finestra la sveglio’. Guardo’ l’orologio: le nove e mezza, di solito era abituata a svegliarsi molto prima, ma la serata precedente l’aveva molto stancata.
Non senti’ alcun rumore provenire dal resto della casa: che Edward se ne fosse andato? Forse si era trovato cosi’ male sul suo divano che aveva preferito tornarsene a casa nel cuore della notte.
Si alzo’ e si avvicino’ piano alla porta. Usci’ dalla stanza e si diresse verso il salone. Si avvicino’ al divano da dietro e si sporse titubante per guardare al di la’ di esso con la preoccupazione di trovarlo vuoto.
Edward era li’ che dormiva. Aveva un’espressione serena sul volto e a Bella quasi manco’ il respiro vedendolo.
In quel momento le venne in mente una cosa sola, avrebbe tanto voluto avvicinarsi, sedersi accanto a lui e svegliarlo dolcemente con un bacio.
Avrebbe tanto voluto immergere le dita tra quei capelli e accarezzargli la testa....e poi, come un fulmine a ciel sereno, le venne in mente un’altra immagine: c’era gia’ una persona che poteva fare tutto cio’, una persona che era pienamente autorizzata ad andargli vicino e toccarlo ogni volta che lo desiderava...e quella persona non era lei, era Tanya, la sua fidanzata.
Le venne un grosso groppo in gola, forse Angela aveva ragione, forse le cose si stavano spingendo un po’ troppo oltre per lei.... forse era arrivato il momento di scendere con i piedi per terra e guardare in faccia alla realta’: lei non sarebbe mai stata altro per uno come Edward Masen che qualcosa in piu’ di una semplice conoscente, un’amica magari...ma niente di piu’. Forse era venuto il momento di mettere un po’ di distanza tra loro.
Affliitta a questa idea, se ne ando’ in cucina. Mise su il caffe’ e apparecchio’ la tavola per la colazione.
Tiro’ fuori tutto cio’ che aveva a disposizione, sperando in qualche modo di poter accontentare Edward sicuramente abituato a ben altro.
Quando la caffettiera comincio’ a borbottare, l’aroma del caffe’ si sparse per tutta la casa.
Bella era intenta a sistemare le ultime cose sulla tavola quando dalla porta della cucina senti’ la voce di Edward “Buongiorno”. Si volto’ e lo vide in piedi, maglietta e boxer, con il viso ancora assonnato ma piu’ sorridente che mai.
“Buongiorno” rispose lei “dormito bene?”
“Benissimo” rispose lui “tu?”
“non c’e’ male....ti va del caffe’?”
“Grazie, volentieri”
“Accomodati allora...spero che quello che ho a disposizione vada bene...non so cosa mangi abitualmente la mattina”
Edwrad si avvicino’ al tavolo “Piu’ che bene direi....una colazione da grand hotel”
“si...come no!”
“veramente! c’e’ di tutto...yogurth, latte, marmellata...e oh...la nutella! Non so quanto tempo sia passato dall’ultima volta che l’ho mangiata!”
“Cos’e’, non potete permettervela?” chiese Bella ironica
“piuttosto direi che e’ stata bandita da mia madre....troppo grassa”
“Be’ io credo che basti non esagerare....come per ogni cosa del resto”
“Sono d’accordo....ma nella mia famiglia non tutti la vedono cosi’....quando una cosa e’ bandita e’ bandita per sempre.....ma adesso voglio pensare solo ad assaggiarla” e cosi’ dicendo si spalmo’ una generosa quantita’ su di una fetta di pane e l’addento’ “mmhh...Bella, mi sembra di essere tornato bambino”
“Allora ti ricordi di quando eri piccolo?”
“Gia’ e’ vero......no, sfortunatamente non rieso a ricordare nessuna immagine di me che mangio la nutella...ma la sensazione che provo a mangiarla non mi e’ nuova....ne sono certo”
Bella lo guardo’ compiaciuta e gli verso’ del caffe’
“Allora” riprese Edward “oggi non vai a lavorare vero?”
“No, oggi no” rispose lei
“E cosa fai di solito?”
“Be’, di solito ne approfitto per sistemarmi un po’ la casa, vado a fare la spesa....cose del genere”
“Che ne diresti di accompagnarmi in un posto?”
“Dove?”
“E’ una sorpresa.....e’ da tanto che progetto di andarci”
“Ma non hai paura che qualcuno ti riconosca?”
“Hai un berretto da prestarmi?”
“Si certo”
“Bene, con quello e gli occhiali scuri nessuno mi riconoscera’...allora ti va di accompagnarmi?”
“Ok...dammi un attimo e mi vesto” rispose Bella
Quando torno’ in camera si chiese se aveva fatto bene ad accettare, sarebbe stata un’ulteriore occasione per stare assieme a quello che ormai da tempo considerava il ragazzo piu’ fantastico che avesse mai conosciuto. Ma questo le faceva anche un po’ paura, avrebbe continuato ad affezzionarsi  a qualcuno con cui non avrebbe mai avuto il rapporto che desiderava avere....
Quando torno’ di la’, trovo’ Edward pronto con gli abiti del giorno prima che l’attendeva con il suo solito sorriso.
Uscirono, preserol’auto di Bella ed Edward le chiese di poter di nuovo guidare.
“So che non e’ il massimo della cavalleria proporre ad una ragazza di uscire e poi usare la sua auto....per rimediare permettimi di offrirti il pranzo “
“Edward non importa, figurati..”
“Insisto, mi sentirei tremendamente in difetto”
“Come vuoi, ma un panino andra’ benissimo”
“Mi permetto di non essere d’accordo....vorrei portarti nel mio locale preferito....nulla di troppo pomposo...ma una cucina davvero superba”
“Ok, mi fido di te”
“Bene, allora andiamo...”
Edward giro’ tranquillamente per le strade della citta’ e alla fine si fermo’ davanti ad un grande ed imponente edificio: il museo cittadino.
Edward spiego’ a Bella che aveva saputo della recente apertura di una nuova ala del museo dove erano esposte svariate opere tra quadri e sculture e lui ci teneva tanto a poterlo visitare.
Bella rimase ancora una volta sbalordita, Edward era anche un grande cultore dell’arte.
Le disse che sentiva di amare l’arte da sempre, come la musica, e che aveva approfittato di questi mesi di riposo ‘forzato’ per leggere molti libri sull’argomento.
Fecero un lungo giro per le varie sale ed Edward cercava ogni volta di trasmettere a Bella tutte le nozioni che riusciva a ricordare.
Bella era ammaliata da questo altro lato del suo carattere...eppure sentiva in fondo al cuore che questo nuovo aspetto non faceva altro che scavare ancora di piu’ il solco che gia’ li separava: Edward apparteneva ad un mondo decisamente diverso dal suo, per cultura, per eleganza, per raffinatezza, per non parlare dell’aspetto economico e delle sue future aspirazioni.
Quando stavano per uscire dal museo, videro che c’era un’altra ala chiusa per ristrutturazione.
“Quest’ ala sara’ dedicata a tutto il periodo rinascimentale” disse Edward “spero che terminino presto i lavori”
Bella si fermo’ a leggere il cartellone esposto all’esterno con i dettagli dei lavori che si stavano svolgendo
“A quanto pare dovrai pazientare ancora per poco” gli disse “qui dice che il termine dei lavori dovrebbe essere fissato per fine mese....e devi ringraziare il principale finanziatore di questo restauro....la International Bank!”
Bella si volto’ stupita a guardare Edward “Edward, ma e’ la tua famiglia che sponsorizza questi lavori?” chiese
“Diciamo che la International Bank non si occupa solo di transazioni finanziarie, a volte finanzia anche progetti nobili come questo....ovviamente lo fa a scopo pubblicitario, ma l’importante e’ che queste opere vengano salvaguardate come meritano” rispose lui.
Terminarono la loro mattinata andando a pranzo ed Edward sorprese Bella portandola in una piccola trattoria italiana, un posto molto semplice ma con una cucina davvero ottima.
Edward le disse che era stata Alice a indicagli quel posto, lei lo preferiva a tutti i locali di super-lusso nei quali spesso doveva recarsi per questioni  di lavoro. L’atmosfera era tipicamente familiare e allo stesso tempo dall’aria romantica...tutti tavolini per coppie a lume di candela ma Edward sembrava completamente a suo agio, al contrario di Bella che ne era alquanto imbarazzata.
“Allora Bella, piaciuta la mattinata?” le chiese lui ad un tratto
“Si, molto alternativa direi....rispetto a quelle che sono le mie abitudini....ma mi sono divertita molto”
“Anche io sono stato benissimo, non sai da quanto desiderassi andare a fare questo giro, ma da solo lo trovavo un po’ deprimente e la mia famiglia e’ sempre presa da tutt’altro...”
“E la tua fidanzata?” azzardo’ Bella
“Tanya? Non la vedo spesso ultimamente. Se non sbaglio e’ impegnata a partecipare ad alcune sfilate di moda, la sua ultima passione e’ fare la modella.....”
-oltre ad essere ricca e bella adesso fa anche la modella....-penso’ Bella tra se e se.
“Edward senti io...volevo discutere con te riguardo ad una cosa e...credo che sia arrivato il momento giusto per farlo” disse Bella
“Dimmi pure”
“Be’ da quello che ho avuto modo di vedere credo che tu sia perfettamente guarito....credo che non ci sia piu’ bisogno di continuare le nostre sedute di fisioterapia”
“Ma....perche’? io mi sento sempre bene quando facciamo le nostre sedute di ginnastica...mi rilassano molto”
“Si ma non hai piu’ bisogno della mia assistenza professionale, conosci gli esercizi e puoi farli da solo quando piu’ lo desideri”
“Bella...non capisco, in fondo manca solo una settimana. Perche’ vuoi terminare prima il tuo incarico?”
“Perche’ non mi piace andare presso un cliente e prendere uno stipendio quando non ce ne e’ piu’ la necessita’”
“io sono un cliente per te? credevo fossimo qualcosa di piu’”
“e cosa Edward? cosa siamo?”
“be’ perlomeno amici”
“siamo amici quando passiamo del tempo libero insieme, quando vengo a casa tua e sono pagata allora sei mio cliente”
“Bella non ti arrabbiare....scusa non volevo offenderti....e’ solo che mi hai preso un po’ in contropiede”
“Edward tu non sei il mio solo cliente e per venire da te devo dire di no ad altre persone”
“Ok,ok lo capisco...non volevo esserti d’intralcio nel tuo lavoro...se credi che non ci sia piu’ necessita’ di continuare le sedute possiamo considerare finita la mia terapia.....posso almeno sperare che continueremo a vederci?”
“e perche’ dovremmo continuare a farlo? “
“be’... come due amici che ogni tanto si incontrano e passano un po’ di tempo insieme .....”
“certo, e in questo modo tu potrai  ogni volta sbandierarmi in faccia tutto il tuo sapere, la tua conoscenza, i tuoi modi e gusti raffinati?”
“Bella...si puo’ sapere cosa ti prende? ti ho in qualche modo offesa?”
“Il fatto e’ che tu sei cosi’ dannatamente perfetto che io...io non credo sia piu’ in grado di sopportarlo...”
“cosa vuoi dire?”
“ieri ti sei finto il mio ragazzo con i miei amici e io ho suscitato l’invidia di tutti...e adesso cosa diro’? quando alla prossima occasione non ci sarai? dovro’ dire che mi hai scaricata...e sai cosa penseranno tutti? ovvio...uno cosi’ poteva forse stare assieme ad una ragazza banale come lei?”
“Bella...mi dispiace se con la mia trovata ti ho messo in difficolta’...ma l’ho fatto con le migliori intenzioni, non volevo certo causarti dei problemi....e comunque per me non potrai mai essere una ragazza banale”
“e tu che ne sai della banalita’....tu che sei abituato ad essere circondato da persone di alta classe?”
“Bella ti giuro che non riesco a seguirti....sembra come se tu covassi del risentimento verso di me da tanto e adesso tu stia scoppiando. Te lo ripeto, ti sei sentita in qualche modo offesa? ho detto o fatto qualcosa che ti ha dato fastidio? ti prego dimmelo perche’ io veramente non riesco a capire il motivo di questa tua reazione...”
Bella si alzo’ dalla sedia di scatto “Edward lasciamo stare.....hai ragione, sono scattata senza motivo e ti chiedo scusa....ma il fatto e’ che mi sono resa conto che non ha senso continuare questa farsa...perche’ per me si tratta di una farsa. Abbiamo cominciato ieri sera fingendoci insieme e oggi stiamo andando in giro e frequentando locali romantici come questo come se la farsa di ieri sera stesse continuando.
Be’, sappi che mi sono resa conto che per me le cose stanno andando oltre....”
“In che senso oltre?”
“Edward possibile che tu non capisca? tu incarni il ragazzo perfetto che ogni ragazza spera di incontare nella sua vita. Credi che io sia diversa dalle altre? No, sono una delle tante....mi spiace Edward, io non credo che noi due possiamo essere amici...e considerando che il mio lavoro con te e’ finito, credo a questo punto non ci sia piu’ motivo di continuare a vederci”.
“Bella...io..non so cosa rispondere....ma se e’ questo quello che vuoi  rispettero’ le tue decisioni”rispose Edward abbassando lo sguardo
“Grazie...allora credo che sia meglio che io me ne torni a casa. Hai bisogno di un passaggio?”
“No grazie, in qualche modo faro’...non ti preoccupare”
“OK, allora .....ciao Edward e...ti auguro ogni felicita’”
“Ciao Bella” rispose lui continuando ad evitare di guardarla
Bella si volto’ e fece per andarsene quando Edward si alzo’ di scatto e la trattenne per un braccio
“Un’ultima cosa” le disse “io con te sono stato sempre e solo Edward, non Edward Masen, solo Edward. Ti prego tienilo a mente”
“si...lo so...” rispose lei con un filo di voce . Edward le lascio’ il braccio e Bella si affretto’ ad uscire  dal ristorante.
Una volta in strada la vista le si appanno’ per le lacrime che cominciarono ad uscire da sole.
Si infilo’ in una stradina stretta e deserta e si appoggio’ con la schiena al muro per poi scivolare giu’ fino a terra. Cosa aveva fatto? Lo aveva trattato male senza alcun motivo....aveva avuto una reazione spropositata ....ma il fatto era che non riusciva piu’ a fare finta di niente. Non poteva continuare a vederlo e passare del tempo con lui come una semplice amica...non dopo che continuava continuamente ad immaginare di abbracciarlo e baciarlo....per poi ricordarsi che c’era gia’ qualcuno che lo faceva al posto suo.
Angela aveva ragione, doveva tirarsene fuori il prima possibile, specie adesso che aveva capito che era irrimediabilmente e incondizionatamente innamorata di lui.




So che questa reazione di Bella potra' sembrare a molti esagerata e senza motivo, ma mi serviva dare uno scossone ad entrambi per preparare la strada per il seguito

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** capitolo 17 ***


I giorni successivi Bella li passo’ immergendosi totalmente nel lavoro.

Cercava di tenersi occupata il piu’ possibile per evitare di pensare a quanto successo. Un pomeriggio, in preda ad un forte senso di tristezza, decise di chiamare Angela e sfogarsi un po’ con lei.
Angela accorse a casa dell’amica da li’ a poco, ascolto’ lo sfogo di Bella e cerco’ di consolarla come poteva.
Capiva chiaramente quanto fosse stato difficile per Bella parlare in quei termini, l’ultima cosa che avrebbe voluto fare era rovinare l’amicizia con Edward. Lui si era sempre mostrato gentile e cortese con lei, ma era arrivato il momento di guardare in faccia alla realta’: lui era impeganto con un’altra e in tutti questi mesi di amicizia con Bella, per quanto il loro rapporto e la loro conoscenza stessero crescendo, non aveva mai accennato a voler rompere il suo legame con Tanya.
Era quindi arrivato il momento di prendere una decisione, se pur in maniera drastica. Bella non nutriva piu’ dei semplici sentimenti di amicizia verso di  lui, i suoi sentimenti continuavano a crescere e ad un certo punto si era resa conto, non riusciva piu’ a stargli accanto fingendo di essere una semplice amica.
Per questo era stato necessario un taglio netto, doloroso certo,  ma pur sempre necessario.
Bella cerco’ di trarre un po’ di conforto dalle parole dell’amica e continuo’ a organizzarsi delle giornate fitte di impegni in modo da arrivare la sera distrutta e non avere la forza di pensare a niente.
Piu’ volte i suoi amici la contattarono per uscire, ma non era di gran compagnia, pertanto per una scusa o per un’altra, continuava a declinare ogni invito.
Oltre al fatto di non vedere piu’ Edward, le dispiaceva molto anche aver interrotto i rapporti con sua sorella Alice, ma se voleva chiudere con quella storia, doveva necessariamente tagliare i ponti con tutta la famiglia.
Un sabato sera se ne stava tranquilla a casa con la sua solita tuta indosso e sdraiata sul divano a guardare la televisione.
Aveva declinato l’invito di Eric che le chiedeva di unirsi al gruppo per una pizza fuori, aveva passato l’intero pomeriggio a ripulire la casa da cima a fondo e ora, stanca e affamata, stava divorando una pizza che aveva ordinato per telefono.
Continuava a fare zapping sui canali quando per caso s’imbatte’ nel telegiornale locale.
Stava ascoltando distrattamente le notizie, quando ad un certo punto , fu annunciato che quella sera era prevista l’inaugurazione dell’ultima ala recentemente strutturata del museo cittadino.
La notizia attiro’ molto la sua attenzione e la mente torno’ indietro a quell’ultima giornata trascorsa in compagnia di Edward.
Venne inquadrato l’interno del museo e fu annunciato che a presiedere la cerimonia di inaugurazione, ci sarebbe stato un personaggio di spicco in rappresentanza del principale finanziatore dell’opera di ristrutturazione.
Lo speaker annuncio’ che, dopo vari mesi di assenza dovuti ad impegni di lavoro che lo avevano tenuto impegnato all’estero, il sig. Edward Masen assieme alla sua fidanzata Tanya Denali, avrebbe presieduto la cerimonia.
A Bella venne un colpo. Quella era la prima uscita in pubblico di Edward dopo l’incidente. Forse cio’ stava ad indicare che aveva ritrovato la memoria....
La telecamera li inquadro’ entrambi mentre uscivano dalla limousine e si dirigevano verso l’ingresso del museo.
Tanya era bellissima come al solito. Indossava un lungo abito di seta rosso che metteva in risalto il suo incarnato chiaro e i suoi lunghi capelli biondissimi.
Edward indossava lo smoking: era perfetto. Aveva un’eleganza e una fluidita’ nei movimenti da fare invidia a chiunque, sicuro di se’ con un sorriso ammaliante sul volto. Bella senti’ un groppo in gola nel vederlo, non lo ricordava cosi’ bello.
Apprese dal telegiornale che lui e Tanya avrebbero presieduto alla cerimonia per poi spostarsi assieme al sindaco ed ad altre autorita’ in una sala predisposta per una cena di gala.
Si immagino’ per un attimo di essere al braccio di Edward al posto di Tanya, ma lei certo non possedeva ne’ la stessa eleganza ne’ la stessa grazia nei movimenti. Si rese nuovamente conto che appartenevano decisamente ad due mondi diversi e cerco’ di convincersi che aveva fatto bene a voler chiudere il loro rapporto.
Lascio’ meta’ pizza, la fame le era improvvisamente passata. Resto’ a guardare la tv ancora per un altro po’, poi alla fine si decise ad andare a dormire.
Ovviamente il sonno tardo’ ad arrivare e lei continuava a girarsi e rigirarsi nel letto senza trovare alcuna pace. Alla fine riusci’ a prendere sonno sul tardi. Anche se era molto stanca, sogno’ tanto fino a che non si sveglio’ di soprassalto. Qualcosa le aveva interrotto il sonno, ma non riusciva a capire cosa. Poi lo udi’, era il suono del campanello, qualcuno continuava senza sosta a pigiarlo.
Bella d’istnito accese la luce e guardo’ l’orologio: era l’una e mezza di notte, ma chi poteva essere?
Si spavento’ un pochino: o era successo qualcosa di grave, oppure qualche balordo l’aveva presa di mira.
Indecisa sul cosa fare scese dal letto e si avvicino’ alla porta d’ingresso, sbircio’ attraverso lo spioncino e ebbe un sussulto, era Edward.
Apri’ la porta e se lo trovo’ davanti con un’espressione molto diversa da quella che aveva visto qualche ora prima in televisione.
Indossava sempre lo smoking ma aveva la camicia semi-sbottonata e un’espressione d’angoscia sul volto.
“Edward” esclamo’ Bella “ma...cosa ti e’ successo?”
“Bella...” rispose lui guardandola fissa “mi rendo conto che siamo in piena notte e che forse ti ho buttata giu’ dal letto ma...ti prego, ho bisogno di parlarti, anche solo un momento, ti prego non mandarmi via...”
Bella rimase alquanto scioccata da quelle parole, ma di certo non avrebbe mai potuto sbattegli la porta in faccia.
“Entra” rispose lei “non stare sulla porta” e si fece da parte per farlo passare.
“Edward, stai bene? Hai l’aria sconvolta” gli chiese Bella preoccupata una volta entrato
“Si, si sto bene non preoccuparti” rispose lui con un’aria alquanto nervosa.
“Cosa ci fai qui?” chiese lei “Non dovresti essere alla cena di gala per l’inaugurazione del museo cittadino?”
“Come fai a saperlo?”
“Ho visto il tg locale ieri sera, ti hanno inquadrato mentre eri con Tanya e presenziavi alla cerimonia”
“In effetti ero li’ fino a poco tempo fa.....ero alla cena con il sindaco e...sono andato via”
“Cosa vuoi dire?”
“Che ero seduto al tavolo con gli altri, ho detto che mi allontanavo per un attimo e invece ho preso un  taxi e sono arrivato qui”
“Cioe’ sei scappato? Ma allora....sicuramente ti staranno cercando”
“Si lo so...ma non m’importa.....avevo bisogno di vederti e...non ce la facevo piu’”
“Ma....anche Tanya ti stara’ cercando...sara’ in ansia per te”
“Non m’importa.....Bella avevo bisogno di vederti...io...ho bisogno di te, non ce la faccio piu’ a starti lontano”
“Edward io...”
“Ti prego, lasciami parlare. Quel giorno, quando sei scappata via in quel modo, mi e’ sembrato di morire...l’idea che non ti avrei piu’ rivista mi ha gettato nella disperazione....sei il mio unico punto di riferimento. Ho passato i giorni successivi rinchiuso in casa evitando di parlare con chiunque, solo Alice conosceva quello che stavo passando. Ha cercato di spronarmi al fine di essere sincero con me stesso e agire di conseguenza e io invece che darle retta ho continuato a crogiolarmi nella mia tristezza.
A quel punto mio padre mi ha detto che avrei dovuto presenziare a questa cerimonia con Tanya e che era venuto il momento di riapparire in pubblico..”
“ma...e la tua memoria?”
“non e’ cambiato assolutamente nulla.....questa sera ho dovuto fingere tutto il tempo di essere il solito e vecchio Edward, qualcuno che non conosco affatto. Ma ho creduto che quello potesse essere il modo migliore per voltare pagina, per cercare di dimenticare te e trovare un po’ di sollievo......ma mi sbagliavo. Questa sera, quando ero al tavolo con tutte quelle persone sconosciute, che mi trattavano come se fossi un’altra persona....io non facevo altro che pensare a te, al tempo passato insieme a quanto fossero vere e reali le nostre conversazioni....a quanto siano forti e reali i miei sentimenti per te....” e cosi’ dicendo si avvicino’ a lei.
“E cosi’ non ci ho visto piu’. L’unica cosa a cui riuscivo a pensare era di venire qui da te e vederti ancora una volta” e cosi’ dicendo poso’ le sue mani alla base del suo collo e prese ad accarezzarle la nuca risalendo verso le orecchie.
“Bella, sei come l’aria che respiro, ti prego....dammi la possibilita’ di dimostrartelo, dammi la possibilita’ di renderti felice...e’ l’unica cosa importante per me” e si avvicino’ al suo volto.
Le loro bocche erano a pochi centimetri l’una dall’altra, il fiato corto ed entrambi potevano sentire il respiro dell’altro.
Bella dovette farsi forza sulle gambe per non rischiare di cadere a terra, le sembrava un sogno  ma no, lui era li’, era reale.
“E...Tanya” disse lei con un filo di voce
“Non mi importa di nessun’altra....solo di te....solo.di.te.” e cosi’ dicendo copri’ quella piccola distanza che separava le loro bocche.
Fu un momento magico per entrambi, un momento che aspettavano da tanto, il loro primo bacio.
All’inizio furono cauti nei movimenti, come se volessero imparare a conoscersi in quel primo contatto cosi’ intimo, poi pian piano entrambi si fecero piu’ audaci e il bacio si fece sempre piu’ passionale.
Alla fine entrambi avevano il fiato corto ma un’espressione soddisfatta sul viso.
“Bella, io non voglio piu’ separarmi da te....” disse Edward tenendola stretta
“E io non vorrei che tu te ne andassi  da nessun’altra parte senza di me” rispose lei
“Bella” disse Edward mentre le accarezzava i capelli con dolcezza “posso restare qui stanotte? ti prego, staro’ sul divano senza problemi....ma almeno permettimi di saperti a poca distanza da me”
“Edward, non puoi dormire sul divano, mi spiace..” rispose Bella
“Bella io..” e Bella pose un dito sulle sue labbra per azzittirlo
“Se tu dormissi sul divano io non riuscirei a prendere sonno sapendoti a pochi passi da me..”
“Quindi preferisci che me ne vada?” chiese lui
“No....vorrei che tu venissi di la’ con me”
“Sei...sei sicura?” chiese lui emozionato
“Sicurissima” e cosi’ dicendo lo prese per mano e lo condusse nella sua camera.
Lascio’ spenta la luce in modo che la sola illuminazione nella stanza fosse quella della strada che filtrava dalla finestra.
E in quella penombra i due restarono per un attimo a guardarsi, poi presero ad accarezzarsi l’uno con l’altro con gesti sempre piu’ intimi, come se quel momento tanto atteso fosse la cosa piu’ normale del mondo. Tra sospiri e piccoli gemiti si liberarono dei loro indumenti e la notte si riempi’ del loro amore incondizionato e smisurato.
Bella si addormento’ felice ed appagata con la testa appoggiata al petto di Edward, cullata dal suo respiro regolare e tranquillo.
La mattina seguente si sveglio’ rilassata, allungo’ la mano per accertarsi che non fosse stato tutto un sogno....ma la mano vago’ a vuoto sulle lenzuola.
Apri’ gli occhi e si accorse che l’altra parte del letto era vuota.Si drizzo’ e si guardo’ intorno ma sentiva solo il silenzio intorno a se’.
Si alzo’ dal letto e usci’ dalla stanza, con la speranza di trovare Edward in cucina o in bagno, ma lui non c’era.
Sul tavolo della cucina pero’ vide una rosa rossa con un biglietto vicino, lo prese in mano e lesse.

Amore mio questa e’ stata la notte piu’ bella che io abbia mai vissuto e lo rimarra’ anche quando ritrovero’ la mia memoria passata.
Avrei voluto restare accanto a te fino al mattino per ritrovarti al tuo risveglio, ma devo tornare a casa per rassicurare tutti sulla mia misteriosa sparizione.
Tornero’ il prima possibile .....non voglio piu’ passare un minuto lontano da te .
Tuo ora e per sempre
Edward


Bella rimase emozionata leggendo quel biglietto, non ci poteva credere. Edward Masen si era accorta di lei e l’amava, quante volte glielo aveva ripetuto quella notte, cosi’ come lei amava lui.
Come avrebbero affrontato il resto del mondo adesso? Bella non voleva pensarci. Adesso voleva solo godersi  questo momento nell’attesa che lui facesse ritorno al piu’ presto da lei.
Mise su la caffettiera, accese la televisione e comincio’ a prendere  l’occorrente dal frigo per la colazione.
La televisione era rimasta sintonizzata dalla sera precedente sullo stesso canale, di nuovo stava andando in onda il tg locale e stavano appena dando una notizia dell’ultima ora:
-Il miliardario Edward Masen e’ stato ritrovato. Si erano perse le sue traccie ieri sera durante il gala’ in occasione dell’inaugurazione del museo cittadino. Il sig. Masen si era allontanato volontariamente dal suo tavolo e dalla sua fidanzata, la sig.rina Denali e da allora nessuno piu’ l’aveva visto.
Questa mattina un addetto del servizio della metropolitana ha telefonato alla polizia dopo aver assistito all’aggressione nei pressi della stazione della metro ai danni del sig. Masen da parte di due individui, molto probabilmente a scopo di rapina.
L’addetto ha dichiarato di aver assistito alla scena e di aver visto i due che , dopo aver aggredito il sig. Masen, l’hanno spinto giu’ dalla rampa di scale di accesso alla metro per poi allontanarsi di corsa.
Il sig. Masen e’ stato prontamente soccorso dall’addetto che ha provveduto a chiamare immediatamente un’ambulanza. Tuttavia fino all’arrivo dei sanitari e al conseguente trasporto in ospedale, pare che il sig. Edward Masen sia sempre rimasto privo di conoscenza, molto probabilmente a seguito della caduta dalla rampa di scale.
Una discreta folla di giornalisti e curiosi si e’ radunata davanti all’ingresso dell’ospedale, in attesa di sapere qualcosa sulle attuali condizioni di Edward Masen.
Vi terremo informati nel corso delle successive edizioni sull’evolversi di questo tragico fatto di cronaca.
CRASH! La bottiglia di latte era caduta a terra e si era spaccata in tanti piccoli pezzi.
Le mani di Bella erano rimaste ferme a mezz’aria e neanche il rumore del vetro che si infrangeva a terra l’aveva smossa di un millimetro. Solo le gambe cominciarono a tremare, cosi’ forte che ad un certo punto ella dovette appoggiarsi ad una sedia per non cadere, del tutto  incurante dei vetri sparsi per terra.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** capitolo 18 ***


Bella si precipito’ in ospedale nel vero senso letterale.

Indosso’ la prima cosa che le capito’ sottomano, prese le chiavi della macchina e usci’ di casa in gran fretta.
Dopo circa 20 minuti arrivo’ in ospedale e subito si accorse della folla di giornalisti e curiosi che si trovavano nei pressi dell’ingresso.
Fortunatamente riusci’ ad entrare senza problemi, visto che era un dipendente, e si reco’ immediatamente al reparto di neurologia per chiedere informazioni all’ infermiera dell’accettazione.
Conosceva bene o male quasi tutto il personale dell’ospedale e in tale modo pote’ fare apparire la sua richiesta di informazioni come frutto di una mera curiosita’ senza alcun scopo in particolare.
L’infermiera con cui parlo’ le disse che non si sapeva ancora molto, erano in corso i vari accertamenti e che il riserbo era considerato di vitale importanza dalla famiglia Masen.
Edward era stato sistemato ovviamente in una camera singola e al suo esterno, una guardia giurata controllava che nessun curioso avesse la infelice idea di intrufolarsi.
Bella capi’ che non sarebbe stato facile avere ulteriori notizie....a meno che...certo! Doveva provare a telefonare ad Alice.
Compose il numero del suo cellulare ed Alice rispose al terzo squillo.
“Bella!”
“Alice.”
“Hai saputo immagino...”
“Si, ho sentito la notizia alla tv...ma come sta Edward adesso?”
“Non ha ancora ripreso conoscenza...ma gli hanno appena fatto una tac e fortunatamente e’ risultato tutto negativo. Stando a quanto dicono i medici dovrebbe essere fuori pericolo e dovrebbe risvegliarsi presto”
“Oh Alice, come sono felice di sentirlo...quando ho sentito la tv ho pensato subito al peggio!”
“Immagina tutti noi quando siamo stati svegliati all’alba dalla polizia che ci informava della cosa....non c’eravamo neanche accorti che Edward non fosse ancora rientrato”
“Alice senti....credi che possa vederlo? anche solo per un momento?”
“Be’ si...non credo ci siano problemi, solo che dovresti avvisarmi appena arrivi. Qui e’ tutto un gran macello, tra giornalisti e curiosi siamo del tutto assediati”
“Veramente....sono gia’ in ospedale”
“Oh....allora che ne dici se ci troviamo giu’ al bar? Avrei proprio bisogno di un caffe’“
“Certo ti aspetto giu’” rispose Bella e chiuse la telefonata.
Scese giu’al bar e si sedette ad un tavolino ad aspettare. Dopo circa dieci minuti vide Alice comparire all’ingresso, Bella si alzo’ e le ando’ incontro.
Alice appena si accorse di lei, l’abbraccio’, aveva un’aspressione sfinita sul volto.
“Oh Bella” esclamo’ “che bello vedere una faccia amica....non sai che inferno e’ stato fino ad adesso”
“Alice su calmati” le disse Bella cercando di rincuorarla mentre l’accompagnava ad un tavolo un po’ in disparte “raccontami tutto”
“Come ti accennavo prima, stamattina all’alba la polizia ci ha telefonato per dirci che Edward era stato aggredito all’ingresso della metropolitana e che era stato portato in ospedale privo di conoscenza. In un primo momento nessuno di noi si stava capacitando di cosa fosse successo...da quanto ne sapevamo, Edward era con Tanya all’inaugurazione del museo cittadino e nessuno si era accorto del fatto che non fosse ancora rientrato” prese un po’ di fiato e poi continuo’ “Mio padre come prima cosa ha chiamato Tanya, buttandola letteralmente giu’ dal letto. Lei non ci ha saputo dire molto, a parte il fatto che era furiosa con Edward perche’ l’aveva piantata nel bel mezzo della serata ed era sparito spegnendo il cellulare e rendendosi irragiungibile. Io e papa’ allora abbiamo preso l’auto e siamo venuti subito qui. Appena arrivati ci siamo resi conto che la notizia era gia’ trapelata, infatti abbiamo trovato i primi giornalisti e fotografi ad attenderci. Puoi immaginare come la cosa abbia fatto infuriare mio padre...Abbiamo parlato con i medici i quali ci hanno riferito di voler mantenere la prognosi riservata fino al completamento di tutti gli esami di controllo. Mio padre si e’ trovato costretto ad informarli sulle attuali condizioni di Edward, cioe’ il fatto che sofrisse gia’ di una forma di amnesia....ovviamente ha ‘concordato’ con loro il massimo riserbo su questa storia. Dopo di che, in attesa dei risultati degli esami, si e’ recato nel suo ufficio per concordare con il suo staff la versione ufficiale da fornire alla stampa”
“Ma” la interrompe Bella “tu sei rimasta sola qui? e il resto della famiglia?”
“Emmett e mia madre sono fuori citta’, il primo in ritiro con la squadra l’altra ad un meeting della sua associazione, dovrebbero rientrare appena possibile. Ho chiamato Jasper ma era di turno in caserma, appena smonta mi raggiungera’ in ospedale. Comunque, a parte questo, come ti accennavo al telefono, abbiamo avuto i risultati della tac da pochissimo...tutto negativo e i medici escludono qualsiasi tipo di complicazione...dobbiamo solo aspettare che si svegli”
“Che sollievo....” sospiro’ Bella “avevo veramente temuto per il peggio....ma scusa...e Tanya? Come mai non e’ qui?” le chiese temendone la risposta.
“Credo che verra’ piu’ tardi...ma, lasciamo perdere, non mi parlare di lei....ha detto che se Edward non ha ripreso conoscenza e’ inutile che si precipiti qui...” rispose Alice con una smorfia di disgusto sul viso.
“Alice, l’importante e’ che Edward stai bene...il resto non conta”
“Si, hai perfettamente ragione. L’unica cosa che non capisco e’ che ci facesse all’alba alla stazione della metro....e sopratutto perche’ e’ sparito dal gala’ di ieri sera...dove e’ stato per tutta la notte?”
Bella avrebbe voluto raccontare ad Alice la verita’ ... ma considerando il fatto che Edward era ormai fuori pericolo, penso’ che sarebbe stato meglio aspettare il suo risveglio. Edward sicuramente avrebbe voluto lui stesso informare la sua famiglia di quanto fosse successo. Tenere questo segreto con Alice pero’ le costava parecchio.
Alice fini’ di bere il caffe’ e propose a Bella di venire su con lei in camera per vedere se nel frattempo fosse accaduto qualcosa di nuovo.
Bella accetto’ immeditamente, era impaziente di vedere Edward.
Risalirono fino al reparto di neurologia ed una volta arrivate davanti alla stanza, Alice rassicuro’ la guardia sul conto di Bella, aveva il permesso della famiglia Masen di poter accedere.
Non appena furono entrate, Bella si avvicino’ al letto e trattenne il respiro vedendo Edward cosi’ placidamente addormentato.
Aveva un cerotto in fronte per le escoriazioni riportate durante la caduta, ma a parte questo sembrava essere tutto a posto.
Bella guardandolo, non pote’ fare a meno di ripensare a quanto fosse accaduto tra loro solo poche ore prima e si ritrovo’ a rivivere tutti quei momenti per l’ennesima volta.
- Amore mio – pensava – non vedo l’ora di rivedere il verde dei tuoi occhi...e di sentire ancora la tua voce...vorrei poter restare qui a fianco a te per tutto il tempo, in modo che quando ti deciderai a risvegliarti, tu possa vedermi qui accanto a te.
“Vuoi molto bene a mio fratello vero?” le chiese di punto in bianco Alice distogliendola dai suoi pensieri.
“Io? be’ si...siamo diventati...amici..credo. Sai, a causa della riabilitazione abbiamo passato molto tempo insieme e..” rispose Bella alquanto imbarazzata.
“Bella non devi cercare di giustificarti con me. Gli vuoi bene punto. Non c’e’ niente di male in questo....anche perche’ lui ne vuole altrettanto a te...te lo posso assicurare. Io l’ho sempre pensato che, nonostante tutto, credo siate perfetti l’uno perl’altra”
“Nonostante tutto?”
“Si, nonostante le differenze sociali tra voi....ma chi se ne importa di questo? la cosa importante e’ che siate felici insieme”
“Alice, ammesso e concesso...non credo che il resto della tua famiglia la pensi a questo modo, specie tuo padre”
“Mio padre si ostina a vedere Edward come il suo clone. Crede di sapere tutto di lui, invece non ha capito un bel niente...Edward e’ diverso da lui....molto diverso. Edward ama i sentimenti veri....quelli dettati dal cuore e non dagli affari o dai risvolti politico-economici.
Edward vuole molto bene a nostro padre e a volte pur di accontentarlo sarebbe capace di mettere in gioco tutta la sua vita. Si ostina a tenersi come fidanzata quella Tanya, scelta ovviamente da mio padre, interessata sopratutto alla sua posizione sociale ed economica che a lui.” Poi Alice si avvicino’ a Bella e le mise le mani sulle spalle “per questo motivo sono stata cosi’ contenta del tuo arrivo....ho cerduto finalmente che grazie a te mio fratello riuscisse a capire cosa e’ veramente importante nella vita...che finalmente riuscisse ad aprire gli occhi..”
“Alice?” la interruppe Bella
“Si?”
“Credo che le tue preghiere siano state esaudite”
“Come?”
“Guarda....credo che Edward stia riaprendo gli occhi” le sorrise Bella indicandole il letto
Entrambe le ragazze si voltarono e videro Edward che muoveva leggermente il capo e le mani: si stava svegliando.
Rimasero per un attimo in silenzio, come paralizzate dalla paura che un qualsiasi loro gesto o rumore potesse in qualche modo farlo ripiombare nel sonno.
Poi Alice prese coraggio “Edward, Edward...mi senti? sono io, sono Alice...”
Edward pian piano apri’ gli occhi, fisso’ il soffitto per un attimo, poi volse lo sguardo e incontro’ i volti di Alice e di Bella.
Le fisso’ senza dire nulla, prima l’una e poi l’altra, alternandosi a guardarle piu’ di una volta. Alla fine torno’ con lo sguardo su Alice e parlo’ “Alice....ma, dove sono? cosa e’ successo?”
Alice gli rispose prontamente “Edward, sei in ospedale...hai avuto un piccolo incidente...ma ora e’ tutto a posto, puoi stare tranquillo...ho parlato con i medici e...”
“Incidente? che tipo di incidente?” la interruppe lui
“Sei caduto e hai sbattuto la testa...non ricordi niente?”
Lui ci penso’ un attimo “si... credo di si...e’ tutto molto confuso ma...credo di ricordare qualcosa. Sono caduto, ho battuto la testa....ricordo un gran dolore e delle voci intorno a me...poi il buio, credo di essere svenuto”
“Si, sei svenuto...ma l’importante e’ che adesso stai bene...”
“Dove sono gli altri?” chiese Edward “papa’, la mamma, Emmett...”
“La mamma ed Emmett sono fuori citta’ ma rientreranno appena possibile, papa’ dovrebbe tornare a momenti...”
Bella si senti’ esclusa da quella loro conversazione. Edward da quando si era sveglaito non aveva fatto altro che parlare con Alice, l’aveva guardata solo per un attimo prima di distogliere lo sguardo da lei e tornare da Alice...forse era arrabbiato per averla trovata li’? Forse non voleva che lei si esponesse in quel modo facendo capire a tutti che tra loro era successo qualcosa?
Edward riprese a parlare “Alice...come sta Flash?”
“Flash?” chiese Alice stupendosi della domanda
“Si, come sta? ha subito gravi danni? adesso comincio a ricordare....e’ sbucato un serpente da un cespuglio e lui si e’ imbizzarrito e mi ha disarcionato facendomi cadere a terra...”
“Edward ma...di cosa stai parlando?”
“Dell’incidente, sono caduto da cavallo e ho sbattuto la testa...”
“Ma questo e’ successo un bel po’ di mesi fa...”
“Vuoi dire che e’ da allora che sono rimasto incosciente?”
“No...io mi riferivo a qullo che e’ successo ieri sera...”
“ieri sera? come ieri sera? ‘ si stava cominciando ad agitare
“Calmati Edward” disse Alice preoccupata “la caduta da cavallo e’ successa circa sei mesi fa, sei svenuto anche allora e quando hai ripreso conoscenza non ricordavi piu’ niente di niente..”
“Come? vuoi dire che...”
“Si Edward, voglio dire che quella caduta ti ha fatto perdere la memoria, oltre che rimediare una gamba rotta.”
Edward istintivamente si guardo’ le gambe ed Alice preciso’ “Tranquillo, la gamba e’ perfettamente guarita...”
“Ma allora perche’ mi trovo ancora in opsedale?”
“Te l’ho detto, ieri sera eri ad una cena di gala con Tanya, ad un tratto sei sparito e questa mattina all’alba la polizia ci ha avvistai che eri stato aggredito da due malviventi alla fermata della metro. Ti hanno spinto giu’ dalle scale, sei caduto battendo nuovamente la testa e sei stato portato qui. Non ricordi nulla?”
Edward rimase ad ascoltare le parole di Alice e poi disse “L’ultima cosa che ricordo e’ che ero a cavallo quando sono caduto....”
“Edward, credo che sia il caso che vada a chiamare il medico...ti lascio con Bella”
“Chi?”
“Bella” disse Alice indicandola “non la riconosci?”
Edward la guardo’ancora una volta e poi torno’ da Alice “ma ...lei non e’ l’infermiera che si occupa di me? indossa il camice...”
“No Edward, Bella non e’ un’infermiera, ha il camice perche’ lavora qui. E’ stata la tua fisioterapista in tutti questi mesi per la riabilitazione della tua gamba..”
Edward torno’ a guardarla e poi aggiunse “mi dispiace....non ricordo assolutamente nulla di tutto cio’”
 “Credo che sia proprio il caso di chiamare il medico..” disse Alice sempre piu’ nervosamente
“OK” rispose lui “Alice aspetta....potresti darmi il tuo cellulare per favore?”
“Si, certo ma a che ti serve?”
“Vorrei chiamare Tanya, immagino che sia preoccupata per me.”
Bella non riusci’ ad ascoltare altro, si era resa conto di cosa stava avvenendo e senti’ l’urgenza di uscire subito da quella stanza “Alice io...sara’ meglio che vada...” disse e usci’ di corsa senza dare modo ad Alice di rispondere.
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** capitolo 19 ***


Erano passati circa un paio di mesi da quando Edward Masen aveva ritrovato la memoria e da altrettanto tempo Bella aveva interrotto qualsiasi tipo di contatto con quella famiglia.

Solo con Alice si era sentita qualche volta per telefono e aveva cosi’ saputo che Edward si era del tutto ristabilito e che aveva ripreso a lavorare a tempo pieno.
Alice le aveva suggerito piu’ di una volta di passare da loro, con una scusa qualsiasi, affinche’ Edward la potesse rivedere ancora e magari dare uno scossone alla sua memoria, ma Bella stava cercando in tutti i modi di chiudere definitivamente questo capitolo della sua vita e pertanto continuava con una scusa o con un’altra a declinare qualsiasi invito.
Non che la cosa la facesse stare meglio, era contenta di sapere che Edward stesse bene ma d’altra parte il ricordo di lui le faceva ancora molto male, motivo per cui, ogni volta che s’imbatteva in qualche articolo di giornale che lo riguardava, preferiva evitare di leggerlo.
Edward dal canto suo aveva ripreso a lavorare a pieno ritmo, sotto lo sguardo soddisfatto di suo padre. La fusione era ormai alle porte, ragion per cui i suoi impegni, spesso coincidenti con la presenza di Tanya, si stavano moltiplicando.
Agli occhi di tutti non era cambiato nulla, Edward Masen era tornato, per il mondo dopo una lunga trasferta di lavoro di circa sei mesi in giro per il mondo, per la sua famiglia dopo una lunga pausa sabbatica di altrettanti mesi. Solo Alice aveva cominciato a notare delle livissime sfumature diverse nei modi di fare del fratello. Aveva avuto l’impressione piu’ di una volta che qualcosa fosse veramente cambiato, come se Edward cominciasse a non sopportare piu’ il peso di quella vita fatta di apparenze e diplomazia perenni.
Una volta aveva provato anche a parlarne con lui, ma Edward aveva minimizzato la cosa rispondendole che erano solo sue fantasie, tutto era tornato come prima......gia’ ma prima di cosa?
Quella mattina Bella era in ritardo al lavoro. Non aveva sentito suonare la sveglia e il risultato era: colazione saltata e guida ai limiti del lecito fino all’ospedale.
Una volta arrivata in prossimita’ del parcheggio, si accorse che all’ingresso c’era una moltitudine di persone ben al di fuori del normale.
Riusci’ ad infilarsi in mezzo alla folla e alla fine raggiunse il suo reparto.
Una volta dentro, dopo aver indossato il camice, si diresse a rivedere il registro prenotazioni per vedere i pazienti della mattinata.
Trovo’ la pagina relativa alla mattina vuota, con tutti gli appuntamenti rinviati ai giorni successivi.
Non capi’ in un primo momento cosa stesse accadendo e per questo ando’ a chiedere notizie ad una sua collega.
“Bella, mi vuoi dire che ti sei dimenticata cosa succede oggi?”
“Direi proprio di si”
“Oggi c’e’ la cerimonia di inaugrazione del nuovo reparto di cardiochirurgia...non si parla d’altro in questi giorni!”
“Ah si e’ vero....hai ragione, me ne ero proprio dimenticata”
“Gia’, il direttore sanitario ci tiene cosi’ tanto che sia tutto perfetto che ci ha fatto spostare tutti gli appuntamenti a domani, vuole che presenziamo tutti alla cerimonia di inugurazione”
“Immagino che ci sara’ anche qualche autorita’”
“Autorita’ e’ dir poco cara....ci sara’ il sindaco, tutta la giunta comunale, il Vescovo e alcuni rappresentati delle forze dell’ordine”
“Caspita” rispose Bella
“Gia’...per non parlare dei finanziatori dell’opera...a quanto pare a rappresentare l’International Bank ci sara’ il rampollo di casa Masen!”
“Casa Masen?” rispose Bella sbigottita
“Si, lo scapolo d’oro...Edward Masen. Bello, ricco...guarda io ci vado giusto per dargli un occhiatina dal vivo”
“Ah certo” disse Bella alquanto sconvolta, mentre stava gia’ valutando l’idea di chiedere di tornare a casa perche’ non si sentiva bene. Voleva evitare qualsiasi tipo di contatto con lui, anche solo visivo”
All’ora stabilita di inizo dell’inaugurazione pero’ la loro responsabile non ammise repliche: tutti dovevano recarsi ad assistere alla cerimonia. Solo Bella cerco’ di opporre una minima resistenza, le sue colleghe erano ben felici di saltare un giorno di lavoro.
Alla fine Bella si ritrovo’ assieme al resto del personale nella sala conferenze dell’ospedale per assistere al discorso del sindaco e del direttore sanitario.
Ad un certo punto senti’ i gridolini delle sue colleghe che guardavano in direzione del palco della autorita’....si volse anche lei e lo vide: era Edward.
Vestito in giacca e cravatta con un aria molto professionale, sedeva vicino al sindaco con il quale chiacchierava tranquillamente. Vicino a lui c’era una splendida donna bionda con un tailler elegante e discreto: Tanya.
A Bella manco’ il respiro, non lo ricordava cosi’ bello....e adesso aveva un’aria cosi’ professionale da esperto uomo d’affari che lo rendeva ancora piu’ affascinante: era proprio ritornato l’Edward di una volta.
Al termine del suo discorso, il direttore sanitario lo introdusse alla platea con una serie di elogi.
Edward si alzo’ dal proprio posto con una classe innata, si avvicino’ al leggio e ringrazio’ i presenti con un breve discorso con cui mise in mostra tutte le sue grandi capacita’ oratorie.
Bella stentava a riconoscerlo: quel ragazzo dolce e gentile aveva lasciato il posto ad un uomo scaltro e sicuro di se’.
Non riusci’ piu’ a restare oltre, specie quando si accorse di come Tanya lo osservava, consapevole del fatto che tutti lo gurdassero con ammirazione e desiderio, ma con la certezza che fosse solo suo.
Bella si alzo’ dal suo posto e discretamente usci’ dalla sala.
Se ne torno’ in reparto e cerco’ di allontanare qualsiasi pensiero su di lui, concentrandosi a rivedere e aggiornare tutte le cartelle dei suoi pazienti.
Passo’ quasi un’ora in quel modo, nel silezio piu’ assoluto, cercando di concentrarsi sul suo lavoro per evitare che i ricordi tornassero prepotenti nella sua testa. Ad un certo punto senti’ la porta principale aprirsi e dei passi lungo il corridoio. –Strano- penso’ – o qualcuno si era stufato come lei ed era tornato indietro, oppure doveva trattarsi di qualche paziente che non sapeva che oggi le attivita’ erano state sospese.
I passi continuarono lungo il corridoio ma le sembrarono incerti, come a sincerarsi che ci fosse qualcuno a cui chiedere un’informazione.
Bella si alzo’ dal suo tavolo per andargli incontro, apri’ la porta che dava sul corridoio mentre gia’ cominciava a dire “mi spiace ma oggi il reparto e’ chiuso..”quando le si blocco’ il respiro: Edward era davanti a lei.
“Salve” disse lui sorridendole “qualcuno pero’ c’e’...”
“E...Edward” disse lei balbettando ma poi si corresse immediatamente “cioe’ sig. Masen”
“Ciao Bella” rispose lui con tono gentile “come va? stai facendo gli straordinari?”
“Io? ehm no...ma...ma come mai lei e’ qui?”chiese Bella sempre piu’ sbigottita
“Perche’ continui a darmi del lei?” chiese lui con estrema naturalezza “mi risulta che una volta eravamo in confidenza..o mi sbaglio?”
“io...si ma...non capisco cosa vuoi dire....ti ricordi di me allora?” chiese Bella con la voce carica di speranza
Edward la fisso’ un attimo e poi disse “una bella ragazza come te non si dovrebbe mai dimenticare....ma purtoppo ti chiedo scusa....no, la mia testa e’ ancora avvolta in una fitta nebbia”
“Ma scusa....allora non capisco, che ci fai qui?”
“Alice...mia sorella...ringrazia lei. Sono giorni che non fa altro che parlarmi di te e alla fine e’ riuscita ad incuriosirmi...cosi’ ho pensato di approfittare di questa occasione per parlare un po’ con te.”
“E sei venuto qui a cercarmi?”
“Si, credevo di trovarti al ricevimento ma quando ho capito che non c’eri ho pensato di venire direttamente nel reparto di fisioterapia”
“Ma...non capisco...se non ti ricordi di me, come pensavi di riconosermi?”
“Be’, mi ricordo di averti vista il giorno che mi sono svegliato in ospedale, quando ti ho scambiato per una infermiera....e comunque, per essere sicuro di non sbagliare, mi sono portato dietro una tua foto”
“Una mia foto? tu hai una mia foto? ma come..quando?”
“te l’ha fatta Alice durante il barbeque a casa nostra....la tengo qui al sicuro” le disse con aria provocante tastandosi la giacca all’altezza del petto
Bella rimase disorientata dalla risposta e poi lui continuo’ con estrema naturalezza “Ma dimmi piuttosto Bella, come mai non sei al ricevimento con il resto del personale?”
“IO? avevo del lavoro arretrato e...”
“e hai pensato bene di sgattaiolare via....”
“non credo che la cosa ti interessi” rispose lei, questa sicurezza nei suoi modi cominciava a darle fastidio.
“scusami...volevo solo cercare di fare un po’ di conversazione” disse lui con un’aria da santarellino
“perche’” chiese lei in modo piuttosto deciso
“perche’ cosa?”
“perche’ ti interessa fare conversazione con me, se non ricordi nulla”
“te l’ho detto, colpa di Alice....ha continuato a tessere le tue lodi in tutti questi giorni, mi ha raccontato della festa di Emmett in piscina e...beh’, la cosa mi ha incuriosito”
“e cosi’ hai pensato di venire a cercarmi?”
“ero curioso di parlarti di persona...e di vedere se questo mi potesse aiutare a ricordare qualcosa”
“ed e’ servito?”
“No, mi spiace.....e direi che la cosa e’ parecchio frustante”rispose lui abbassando i toni.
Bella lo guardo’ e per un attimo le sembro’ di vedere nuovamente l’Edward che aveva conosciuto e di cui si era tanto innamorata “non devi abbatterti” gli rispose “vedrai che un giorno, quando meno te lo aspetti, un dettaglio magari... ti fara’ ricordare.....guarda il lato positivo della cosa, sono solo sei mesi di buio, almeno hai recuperato tutta la memoria passata”gli disse per confortarlo anche se la cosa le dispiaceva, in fondo in quei sei mesi c’era tutto il loro rapporto.
“Sono abituato ad avere sempre tutto sotto controllo” rispose lui con un tono di nuovo deciso “specie se si tratta della mia vita....e questi mesi di assoluto silenzio sono per me molto irritanti...non sopporto l’idea che qualcuno abbia potuto approfittarsi della cosa” disse in modo duro.
“Mi spiace” rispose Bella “come vedi non posso aiutarti...ora se non ti dispiace” questa conversazione altalenante cominciava a farla star male, non voleva intaccare il bel ricordo che aveva di Edward e invece quest’uomo che le stava davanti lo stava facendo....
“Mi stai mandando via?” chiese lui stupito
“Io...non credo abbiamo nient’altro da dirci...parlare con me non ti e’ servito a nulla..credo che a questo punto sia meglio che le nostre vite continuino come se non ci fossimo mai incontrati”
“Perche’ dici questo?” chiese lui “io vorrei tanto ricordare mentre tu sembri cosi’ ansiosa di dimenticare..”
“voglio essere sincera con te Edward” disse Bella “ non sono ansiosa di dimenticare, e’ solo che io conservo uno splendido ricordo del periodo che abbiamo passato insieme, la tua terapia, il barbeque, la festa in birreria quando ti sei finto il mio ragazzo...”
“come?” chiese lui incuriosito “mi sono finto il tuo ragazzo?”
“si..beh Alice forse non conosce questa storia. Una sera ti sei finto il mio ragazzo e mi hai accompagnata ad una festa di amici in modo da tenermi lontano un tipo un po’ invadente...”
“come sono stato come pseudo-fidanzato?”
“molto molto bravo...” rispose lei compiaciut al ricordo di quella serata “comunque Edward il punto e’ che io ho un ricordo bellissimo di quel periodo, come di quello splendido ragazzo dall’animo gentile e allo stesso tempo spiritoso e divertente che sei stato. Un ragazzo che mi ha portato a vedere le sue serre, che mi ha fatto ascoltare la sua muisca e che mi ha portata a visitare il museo cittadino per farmi partecipe delle sue conoscenze....e adesso invece vedo un’altra persona, del tutto estranea per me, con dei modi arroganti e pretenziosi....io non voglio che tu mi rovini il bel ricordo che ho di quei giorni.”
Bella gli parlo’ con estrema franchezza, come aveva sempre fatto d’altronde. Se questo era il vero Edward Masen, allora di sicuro non avevano nulla in comune.
Edward resto’ a gaurdarla per un momento, poi disse “Alice mi aveva avvisato”
“Riguardo a cosa?”
“Che eri una persona fuori dal comune...diversa da tutte quelle con cui ho avuto a che fare finora..e aveva ragione, pochi avrebbero il coraggio di parlarmi in questo modo sai?”chiese lui
“Forse perche’ io non ho nulla da perdere..” rispose lei
“Giusto...il problema e’ proprio questo infatti. Sono sempre e continuamente circondato da persone che vedono in me sonlo il mezzo per raggiungere i propri scopi, fama, ricchezza, l’invidia degli altri...che alla fine so di poterli trattare anche con poco riguardo, per i loro interessi sono pronti a giustificare qualsiasi mio comportamento. Tu sei diversa invece, mi tratti con franchezza perche’ non vuoi niente da me....sai credo che sia questa la cosa che mi fa stare piu’ male....per una volta che incontro una persona che si interessa a me per quello che sono e non per quello che rappresento...beh, alla fine io non riesco neanche a ricordarla”.
Bella fu colpita da queste sue parole, rivide ad un tratto tutto l’Edward che conosceva e amava...la stessa solitudine, lo stesso desiderio di semplicita’ nelle cose.....si rese conto che forse la facciata poteva essere diversa ma alla fine  si trattava sempre della stessa persona.
Provo’ per lui una rinnovata ondata di affetto e  dovette reprimere l’istinto di abbracciarlo e baciarlo come aveva fatto l’ultima volta che si erano visti....ma questo lui non lo ricordava affatto.
“Edward scusami...forse ho un po’ esagerato....io credo veramente che tu sia una gran bella persona.”
“Una gran bella persona che e’ meglio non frequentare” rispose lui
“No, non volevo dire questo....io conoscevo un altro Edward ma ....adesso comincio a crede che sia sempre la stessa persona”
“e....ti andrebbe di rivederla qualche volta questa persona?”
“cosa intendi?”
“trovarci per un caffe’ o per un aperitivo....scegli tu”
“Edward io...non so se sia il caso”
“Perche’? Lo hai appena detto tu che ti piacerebbe rivedere l’Edward che conoscevi”
“Si ma tu adesso sei una persona cosi’ impegnata,non so se avresti il tempo di...”
“Lascia gestire a me il mio tempo....”
“E la stampa? che direbbe se ti vedesse insieme ad una comune ragazza ?”
“Bella, non cercare scuse con me. Se non hai voglia di bere un caffe’ in mia compagnia non hai che da dirlo”
“No...non si tratta di questo... e’ solo che ... tu adesso sei tornato ad essere la persona importante che eri una volta...”
“Bella, come hai detto tu, sotto questo cumulo di apparenze c’e’ pur sempre un semplice ragazzo e questo ragazzo sta chiedendo ad una ragazza di andare a prender un caffe’ insieme, niente di piu’”
“Ok scusami....ti faro’ chiamare dalla mia segretaria per fissare un’appuntamento allora”
“cosa vuoi dire?”
“che se metti da parte i tuoi toni arroganti e la tua mania di controllo e mi fai vedere quello che c’e’ sotto..allora vada per il caffe’ o per una cioccolata”
“Signorina Bella, con la cioccolata direi che si sta un po’ allargando...”le rispose lui scherzando
“Guradi sig. Masen che io non bevo la cioccolata con chiunque...si ritenga un’uomo fortunato!”
“Caspita! Ma allora vuoi dire che posso di nuovo fare la parte del tuo ragazzo?”chiese lui
“Io sto parlando seriamente” rispose lei con finta indignazione
“Ma anche io! Sarei la persona piu’ invidiata della serata”rispose lui sorridendo
“Edward ti ringrazio del complimento ma...scusami, con la fidanzata che ti ritrovi credo tu sia gia’ la persona piu’ invidiata... di sempre”
“Hai ragione, l’unica differenza e’ che per una volta vorrei vedere qualcuno sorridere a me....non solo ed esclusivamente ai fotografi!”
Bella capi’ il rammarico di Edward in quelle parole e rivide il lui quel ragazzo tanto ricco e invidiato quanto solo. Mossa da una sorta di smisurato affetto nei suoi riguardi, si avvicino’ a lui e poso’ la sua mano su quella di lui sussurrando “Edward..”
A lui basto’ quel contatto per far scattare qualcosa nel suo cervello. Senti’ come un click nella sua testa e l’immagine gli invase la mente in pochi istanti: vide se’ stesso in una stanza da letto sconosciuta e appena illuminata da una debole lampada e poi vide lei, Bella, senza abiti addosso, gli occhi socchiusi come le labbra e le guance arrossate ...lo stava chiamando con quello stesso tono di voce Edward,Edward,Edward....
Si ridesto’ e si ritrasse da quel contatto come se fosse stato scottato dall’acqua bollente.
Bella sobbalzo’ a quell’improvvisa ed inaspettata reazione “Edward” disse “cosa c’e’? non ti senti bene?” continuo’ lei con voce allarmata.
Lui la guardo’ sconvolto per un momento senza dire nulla, poi riusci’ a risponderle “io...no, tutto bene..scusa ma devo andare, io...si, devo proprio andare via...scusami ancora” le rispose e senza darle il tempo di reagire percorse a lunghi passi il corridoio e imbocco’ la porta dalla quale era entrato, lasciando una Bella ancora piu’ sconvolta e sbigotttita di prima.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** capitolo 20 ***


Nei giorni successivi all’inaugurazione dell’ospedale Edward si getto’ a capofitto nel lavoro.

Da una parte voleva recuperare il tempo perduto e rimettersi in pari, dall’altra il lavoro lo aiutava a distogliere la mente da alcuni pensieri: perche’ aveva avuto quella immagine di Bella? L’aveva vista nuda tra le sue braccia....ma lui non ricordava nient’altro.
Cosa significava allora quella visione? Da quanto le aveva raccontato sua sorella Alice, lui e Bella erano usciti insieme un paio di volte, si stavano frequentando come amici anche se tra loro c’era gia’ una bella intesa....ma da qui ad andare a letto insieme c’era una bella differenza! e poi, amesso e concesso che la cosa fosse avvenuta, era una storia che durava da tanto? magari all’insaputa di tutti?
Tutti questi pensieri gli facevano venire male alla testa, ma comunque ne voleva venire a capo.
L’unico problema era: come fare a scoprire se fosse o meno accaduto qualcosa tra loro? avrebbe potuto semplicemente chiederlo a Bella stessa, ma se poi fosse venuto fuori che si trattava di una sua fantasia? che faccia avrebbe fatto Bella? lo avrebbe potuto prendere per un maniaco che se la immaginava nuda ogni volta che la incontrava? Questa soluzione non gli sembro’ praticabile. L’unica cosa che gli sembrava sensata da fare, era di provare a frequentarla cominciando con qualche appunatamento, per vedere se questo lo avrebbe in qualche modo aiutato a recuperare qualche altro ricordo e fare cosi’ chiarezza sulla situazione.
Si rese conto che molto probabilmente la reazione dell’ultima volta era stata un po’ impulsiva da parte sua....era scappato come se avesse visto un fantasma, dopo che aveva cercato di convincere Bella ad accettare un suo invito per un caffe’....avrebbe dovuto rimediare, gia’ ma come? certo non poteva ripresentarsi in ospedale, non sarebbe passato inosservato questa volta, e allora? magari avrebbe potuto semplicemente chiamarla e chiederle di uscire...sempre che lei ancora lo volesse.
Fu suo padre a risolvergli il problema. Piombo’ in ufficio alquanto agitato dicendogli che aveva appena avuto la notizia che uno dei loro partner della imminente fusione stava dando qualche segno di cedimento: non era piu’ sicuro di volervi partecipare e questo prioprio non se lo potevano permettere.
“Papa’ cosa suggerisci di fare?” chiese Edward
“Hanno bisogno di essere rassicurati...e ovviamente non per telefono ma di persona”
“con di persona cosa intendi?”
“intendo dire che devi partire stasera stessa per New York in modo da incontrarli domani!”
“Io?’ disse Edward “ma, sei sicuro che sia una buona idea? non ho ancora ripreso del tutto in mano la situazione...”
“Stai tranquillo” gli rispose “ti diro’ io tutto quello che devi sapere, e poi il solo fatto di vederti li calmera’. Piuttosto vedi di avvisare Tanya per tempo.”
“Tanya? cosa c’entra Tanya?”
“Deve venire con te, lei rappresenta la Denali, l’altro colosso princiaple della fusione, senza contare il fatto che e’ la tua fidanzata....dovete assolutamente dare un’ immagine di totale coesione”
“Ma papa’ non so se Tanya accettera’...”
“Sciocchezze, Tanya sa benissimo che la sua presenza in situazioni del genere e’ indispensabile. Non e’’ una sprovveduta. Chiamala e dille di tenersi pronta per stasera, le manderemo un’auto per l’aereoprto!” rispose il maniera risoluta suo padre.
Nel giro di poche ore tutto fu organizzato alla perfezione dallo stuolo di assistenti che circondavano il sig. Masen.
Verso il tardo pomeriggio Edward era in un’auto che lo portava all’aereoporto pronto a prendere il prossimo volo per New York.
Trovo’ Tanya ad attenderlo all’aereoporto, non sembrava per nulla contrariata dal poco preavviso datole. Suo padre aveva ragione, Tanya poteva apparire un’ po’ frivola e viziata, come tutte le ragrazze di un certo livello sociale, ma non era una sprovveduta. Capiva benissimo l’importanza di quella fusione, per lei e per il suo avvenire come futura signora Masen.
“Eddy” gli disse “finalmente passeremo un po’ di tempo da soli...dopo tanto!” e lo prese sotto braccio mentre insieme si diressero all’imbarco, seguito dal facchino che portava dietro tutto il loro bagaglio
“Mi prometti che dopo il lavoro mi porterai a fare un po’ di shopping per la quinta avenue?” chiese Tanya
“Si, certo” rispose lui un po’ titubante
“Evviva! voglio andare a vedere assolutamente gli ultimi arrivi di Tiffany!!”esclamo’ lei con un gridolino
“e se mi compri una bella cosuccia, vedrai che sapro’ come ringraziarti queste notti!”
“Tanya certe cose dovrebbero essere spontanee...”
“Ma sono spontanee tesoro, e’ solo che mi sembra giusto, un gioiello per un gioiello”
“Ok Tanya, affrettiamoci adesso, stanno chiamando il nostro volo” disse Edward per mettere fine a quella assurda conversazione.
Il meeting, come aveva previsto il padre di Edward, ando’ ben oltre le loro aspettative.
Solo il fatto di vedere insieme i due rampoilli dei principali fautori della fusione  basto’ a calmare le acque.
Edward si dimostro’ all’altezza della situazione, non gli fu difficile rientrare a pieni giri nel suo vecchio ruolo di manager, era molto portato per quel tipo di lavoro e questo successo gli infuse coraggio e determinazione, cominciava a sentirsi di nuovo sicuro di se’.
Questa ventata di buon umore fu tale che gli fece sopportare di buon grado lo shopping di Tanya per la quinta avenue.
Entrarono da Tiffany e lei adocchio’ uno dei pezzi migliori e non ci fu verso di farla desistere  “sono mesi che non compri nulla alla tua fidanzata” gli disse Tanya come se dimenticasse il fatto che buona parte di questi Edward li aveva passati in ospedale.
La sera cenarono in un’esclusivo ristorante e Tanya passo’ tutto il tempo ad aggiornare Edward sugli ultimi pettegolezzi dell’alta societa’ del tipo: questo ha fatto quello, quello ha detto quell’altro ecc.
Spesso Edward faceva finta di seguirla ma si perdeva nei suoi pensieri  con la mente che vagava altrove.
Ci fu un piccolo momento d’imbarazzo quando il cameriere venne a prendere le loro ordinazioni; dopo aver ordinato la cena, chiese loro cosa preferissero bere e a quella domanda Edward ebbe una specie di flask-back e si vide seduto ad un bancone di un locale, una birreria a quanto sembrava, era felice e non era solo, c’era Bella accanto a lui.
“Due belle birre ghiacciate” aveva risposto lui nella sua testa e cosi’ senza pensarci lo ripete’ ad alta voce.
“Edward!” la voce di Tanya lo riporto’ alla realta’ “cosa dici!”
“Come?” fece lui
“Vuoi veramente una birra? non certo per me...abbiamo preso le ostriche e l’aragosta...”
Il cameriere continuo’ a guardarli con aria interrogativa mentre Tanya non nascondeva certo il suo disappunto.
“Birre?” si riprese Edward “no..no, scusi” fece rivolto al cameriere “mi sono sbagliato...volevo dire champagne...” si corresse
“Bene signore a tra poco allora” disse il cameriere allontanandosi
Tanya lascio’ cadere la cosa li’ e cambio’ discorso. Passaraono tutta la serata con lei che parlava e lui che ascoltava fingendosi interessato e continuando a bere champagne per ingannare il tempo.
Alla fine della serata, quando il taxi li riporto’ in hotel, Tanya era su di giri per l’alcool,mentre Edward si sentiva del tutto a terra: aveva esagerato a bere.
Arrivarono nella loro suite, Edward ando’ a sciaquarsi la faccia con l’acqua fredda nel tentativo di riprenderesi ma sentiva l’imminente bisogno di farsi una buona dormita.
Si mise il pigiama e ando’ a sdraiarsi nel letto. Senti’ Tanya entrare nel  bagno e piano piano senti’ gli occhi sempre piu’ pesanti che si chiudevano. Era scivolato in una sorta di dormiveglia che precede il sonno, quando ad un tratto senti’ qualcosa di caldo strofinarglisi addosso.
Apri’ gli occhi per capire cosa fosse e si rese conto che era Tanya.
Indossava un completino di lingerie nera molto succinto e aveva cominciato a sbottonargli il pigiama struscianosi addosso.
Edward sentiva le forze venirgli meno tanta era la stanchezza, ma Tanya al contrario appariva ben rinvigorita dalla cena e dallo champagne.
“Edward, quanto tempo e’ passato dall’ultima volta? io neanche me lo ricordo...”disse lei
“vediamo se sei tornato quello di prima sotto tutti gli aspetti” disse mentre faceva scivolare una mano nelle parte intime di lui.
“No..aspetta” disse lui con un tono di voce flebile e impastato di sonno
“Edward, rilassati” rispose Tanya “rilassati...penso a tutto io...Edward..Edward”
La testa di Edward comincio’ a giarare vorticosamente “Edward...Edward...” e di nuovo la vide, questa volta piu’ nitida...sempre la stessa camera sconosciuta semi-illuminata e sempre lei, piu’ splendida di quanto non ricordasse...Bella senza nulla addosso tra le sue braccia.
“Bella!” esclamo’ tutto ad un tratto lui sedendosi sul letto.
Tanya rimase immobile, spiazzata da quella reazione, poi si accorse che lui stava sudando freddo
“Edward...cosa c’e’? ti senti male?”
“Io?no..si...” balbetto’ lui  rendendsi conto di dove si trovasse “ tutto bene..credo”
“hai avuto una reazione un po’ impulsiva alle mie attenzioni...ma mi pare di capire che non ti dispiacciono se le trovi tanto belle, non fai che ripeterlo: bella, bella,bella”
Per fortuna penso’ Edward che Tanya stava interpretando  le sue esclamazioni in altro modo...
“Tanya...scusami ma io..non credo che sia il caso...sono veramente molto stanco”
“Uff....e va bene, ok...capisco la situazione, anche se speravo che il viaggio potesse farti stare meglio...vorra’ dire che aspettero’ ancora....e poi non dire che non sono una fidanzata amorevole e comprensiva....” gli disse “ speriamo solo che questo tuo problema si risolva al piu’ presto...” aggiunse prima di spegnere la luce e sdraiarsi dalla sua parte del letto.
Problema? quale problema? si disse Edward. Lui si sentiva solo stanco, non aveva nessun problema, mentre lei lo stava trattando come un poveretto con chissa’ quale malattia o trauma da dover affrontare. Eppure si sentiva cosi’ stanco da non voler in alcun modo discutere con lei, quindi si giro’ anche lui dalla sua parte del letto e pote’ finalmente lasciarsi andare al sonno tanto atteso.
La mattina dopo Edward a mente lucida, continuava a ripensare alla visione avuta la notte prima...gli era sembrata cosi’ reale....piu’ dettagliata della prima volta....cominciava a credere che non fosse tutto frutto della sua immaginazione...ma come fare per accertarsene? doveva assolutamente cercare di incontrare Bella per vedere se la sua presenza potesse in qualche modo aiutarlo a ricordare qualcosa.
Stava facendo colazione nella hall dell’hotel in attesa di andare all’aereoporto quando squiilo’ il suo cellulare: Alice.
“Ciao Alice, si dimmi”
...................................
“Rientriamo oggi perche’?”
........................................
“Ah, si ho capito, la tua sfilata sabato...no, non l’ho dimenticato”
...........................................
“Tanya?si e’ qui...si glielo ricordo certo...ma non credo se ne sia dimenticata....dovra’ indossare l’abito di punta”
............................................
“si..ok...dimmi cosa c’e’?”
..............................................
“Ah, come? vuoi invitare Bella?Cosa ne penso io?”
................................................
“Alice penso che sia proprio una splendida idea....”

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** capitolo 21 ***


Bella era tornata a casa da circa un paio di ore e si aggirava per il suo appartamento ancora indecisa su cosa indossare. Quella sera si sarebbe tenuta la sfilata della nuova collezione della casa di moda per cui lavorava Alice e nel corso di essa, sarebbero state presentate tre sue creazioni.

Per questo motivo Alice ci teneva moltissimo che i suoi amici piu’ cari partecipassero a quell’evento. Bella era stata molto felice di accettare il suo invito, ma adesso cominciava a chiedersi se sarebbe stata all’altezza di sedere tra tutte quelle personalita’ all’ultima moda.
Dopo aver finalmente deciso cosa indossare, termino’ di prepararsi e prese l’auto in direzione del centro moda della citta’.
Entro’ senza problemi grazie al pass che Alice le aveva dato, ma una volta dentro , comincio’ a sentirsi smarrita in quell’ambiente. Sembrava che tutti si conoscessero tra loro e che sapessero perfettamente dove andare o cosa fare. Lei al contrario si sentiva molto impacciata...
Ad un tratto senti’ una voce chiamarla “Ehi Bella!” si volto’ e finalmente vide una faccia amica “Jasper!” esclamo’ sorridente
“Ciao, come va?” chiese lui
“Adesso molto meglio” rispose lei “ti prego puoi dirmi dove devo sedermi? “
“vedo che sei vittima dello smarrimento della prima volta”
“eccome! ho paura anche a respirare, mi sento del tutto fuori luogo”
“Non preoccuparti, capita la prima volta...poi ci si fa l’abiutudine. Comunque stai tranquilla, il tuo posto e’ accanto al mio, vieni che ti accompagno”
Bella a quelle parole si rilasso’ e segui’ Jasper attraverso la folla.
Alice aveva riservato loro degli ottimi posti in prima fila e la visuale era perfetta. Bella non fece in tempo a sedersi che vide Alice correrle incontro “Bella! sei venuta! come sono felice di vederti”
“Anche io sono felice di vederti Alice, grazie per l’invito...ti trovo in splendida forma”
“Grazie ma  ho le gambe che mi tremano dalla paura....spero che i miei abiti piacciano”
“Sara’ sicuramente cosi’ vedrai” le rispose Bella
“Bella diglielo anche tu” aggiunse Jasper “sono dieci giorni che e’ in ansia”
“Oh Jasper  tu non capisci...e se poi non sono all’altezza degli altri?”
“Alice” rispose Jasper “te l’ho detto tante volte, se non fossero all’altezza, il tuo capo non li avrebbe inseriti nella sfilata”
“Jasper ha ragione” disse Bella “se sono stati scelti per questa serata  vuol dire che sono all’altezza della situazione.  Il tuo capo non rischierebbe certo”
“va bene” disse Alice “cerchero’ di stare un po’ piu’ tranquilla....gia’ il fatto di avervi qui mi e’ di gran sostegno. Adesso pero’ devo tornare dietro il backstage. Ci vediamo dopo e godetevi la serata”
“Ok” risposero Jasper e Bella
“Jasper mi raccomando, fa’ compagnia tu a Bella”si raccomando’ Alice
“Stai tranquilla” rispose Jasper “Bella e’ in buone mani” e cosi’ dicendo bacio’ Alice prima che lei si congedasse.
“A quante sfilate hai partecipato?” chiese Bella a Jasper una volta rimasti soli
“Mmmhh vediamo, direi che questa e’ la quarta. Ma e’ la prima volta che in passerella ci saranno degli abiti creati da Alice”
“Quindi sei emozionato anche tu?”
“Molto, ma ad Alice e’ meglio non dirglielo altrimenti si agita ancora di piu’. Invece per te e’ la prima volta vero?”
“Decisamente e si vede. Qui sembra che si conoscano tutti”
“Non farti ingannare dalle apparenze, spesso non si ricordano neanche il nome di chi hanno davanti, ma l’importante qui e’ fingere”
“Fingere?”
“Si, fingere di conoscere tutti e di sentirsi a proprio agio....il resto poco importa”
A quel punto le luci cominciarono a lampeggiare
“Questo e’ il segnale che la sfilata sta per cominciare” disse Jasper  mentre invitava Bella a prendere posto.
Bella si sedette accanto a lui e continuo’ a guardarsi intorno; tutti si stavano dirigendo al proprio posto ma ad un tratto, guardando dritto davanti a se’ oltre la passerella, vide con la coda dell’occhio che qualcuno la stava fissando immobile.
Si volto’ verso questa persona e si accorse che era Edward. Appena i loro occhi si incrociarono, lui le accenno’ un sorriso e un gesto di saluto con la mano.
Lei ricambio’ timidamente poi, cercando di apparire il piu’ naturale possibile, si sporse verso Jasper
“Jasper ma se non sbaglio quello di fronte non e’ Edward?”
Jasper guardo’ nella direzione da lei indicata e rispose “si, e’ proprio lui” e lo saluto’ con la mano “strano, di solito non partecipa a questi eventi...forse e’ dovuto al fatto che ci sara’ anche Tanya in passerella”
“Tanya?” chiese Bella “la sua ...fidanzata?”
“si, proprio lei”
“oh” esclamo’ Bella cominciando a pentirsi di aver accettato l’invito di Alice. Non pote’ pero’ continuare a deprimersi perche’ la sfilata ebbe inizio e, dopo una breve presentazione, le modelle cominciarono a sfilare.
Bella fu rapita da quel turbinio di luci e colori e sopratutto da quegli abiti sfavillanti e da quelle donne cosi’ affascinanti che li indossavano con estrema naturalezza.
Ad un certo punto Jasper le fece segno che i prossimi abiti erano quelli di Alice.
Bella li trovo’ splendidi, per quanto lei non se ne intendesse molto di moda, ma erano eleganti, semplici e magnifici al tempo stesso...era felicissima per la sua amica.
Poi arrivo’ il turno di Tanya, indossava uno degli abiti di punta della collezione.
Aveva un portamento degno di una regina,la sua espressione non lasciava tradire la minima emozione: era veramente splendida.
Bella si senti’ una nullita’ in confronto a questa dea, ma la cosa strana fu che, guardando Edward con la coda dell’occhio dall’altra parte, vide che lui aveva si e no rivolto uno sguardo molto sfuggente a Tanya e alla sua performance, mentre al contrario spesso il suo sguardo si posava su di lei.
Era come se non gli importasse molto di tutto quello che stava avvenendo intorno a lui.
Bella si costrinse a distogliere lo sguardo da lui e cercare di concentrarsi sui modelli.
Alla fine la sfilata fu un successo. Alice torno’ da loro a chiedere quali fossero le impressioni e sia Bella che Jasper si mostrarono entusiasti, sopratutto del suo lavoro.
“Oh Bella” esclamo’ Alice “devi venire nel backstage con me. Voglio assolutamente farti vedere tutto il lavoro che c’e’ dietro ad ogni sfiltata, le ragazze, i sarti, i truccatori e parrucchieri...”
“Si ok Alice” esclamo’ Bella “ci vengo sta tranquilla..”
“Alice” le interruppe Jasper “il tuo capo ti sta chiamando” e le indico’ una persona che da lontano si sbracciava per farsi notare
“Oh” esclamo’ Alice “devo andare alla conferenza stampa, me ne ero dimenticata...mi spiace tanto Bella...eppure ci tenevo cosi’ tanto” disse Alice alquanto rammaricata
“Fa niente Alice” disse Bella “va’ pure...e’ il tuo momento d’oro”
“ma Bella....”
“Va’ pure Alice” esclamo’ una voce alle loro spalle. Tutti e tre si girarono verso di essa e si ritrovavrono Edward a pochi passi da loro con un sorriso accattivante sul volto “va’ pure Alice, ci penso io a far fare a Bella un giro nel backstage”
Bella lo guardo’ esterrefatta mentre Alice apprezzo’ molto l’idea.
Appena Alice se ne fu andata, e dopo che anche Jasper si era allontanato con lei, Bella si rese conto di essere rimasta sola con Edward.
“Allora, pronta per questo giro turistico?” le chiese lui
“Ma..scusami Edward..non dovresti andare da Tnaya?” chiese lei
“Oh non preoccuparti” disse lui “e’ impegnata con i fotografi...e credo che ne avra’ per tutta la serata” aggiunse. Poi le porse il braccio e sempre con quel sorriso disse “Andiamo?” e a Bella non resto’ altro da fare che appoggiare la sua mano su quel braccio e seguirlo.

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** capitolo 22 ***


Edward camminava con passo deciso e sicuro attraverso il back-stage della sfilata.

La prima cosa che Bella noto’ guardandosi in giro fu una enorme ma ordinata confusione.
Sembrava un paradosso eppure tra parrucchieri, sarte, truccatori e decine e decine di abiti, tutti sembravano essere a proprio agio e sopratutto sapevano perfettamente come muoversi.
Edward fece fare un giro a Bella spiegandole nei dettagli quali fossero le varie attivita’ e le relative tempistiche di tutto quello  che si svolgeva dietro le quinte.
“Bella” le disse avvicinandosi ad una delle tante postazioni trucco presenti “ti presento uno dei migliori parrucchieri e truccatori del paese” e cosi’ dicendo si rivolse ad un uomo dalla pelle scura con indosso un camice bianco macchiato da vari colori, molto probabilmente residui di trucco che stavano ad indicare l’intensa attivita’ sovltasi fino a quel momento.
“Sig. Masen” sorrise l’uomo tendendogli la mano “e’ sempre un piacere rivederla da quaeste parti”
“Ciao Sam” rispose Edward stringendogli la mano “come va? Vorrei presentarle una mia carissima amica, la signorina Bella Swan”
“Piacere” disse Bella tendendogli la mano
“onorato” rispose Sam mentre cambiava la stretta di mano in un bacia-mano a Bella.
“Bella” riprese Edward “come ti dicevo, Sam e’ uno dei migliori nel suo campo. Riuscirebbe a trasformare anche una befana in una principessa”
“Il sig. Masen e’ troppo gentile” rispose Sam “diciamo solo che me la cavo nel mio lavoro”
“Inoltre e’ anche molto modesto” aggiunse Edward
“Be’ sig. Sam” disse Bella “con queste premesse immagino che le donne facciano la fila per avere le sue attenzioni”
“Innanzitutto mi chiami Sam la prego e poi, si, devo ammetterlo, le donne fanno la fila per un mio tocco...ma solo in senso professionale....io ho ben altri gusti!” rispose lui e Bella non ci mise molto a capire che avessero una cosa in comune: entrambi apprezzavano allo stesso modo le doti fisiche di Edward...e in generale dei bei uomini.
“Bella” disse allora Edward “perche’ non lasci che Sam ti dia una piccola dimostrazione?”
“Intendi su di me?” chiese Bella sorpresa “ma...non so se e’ il caso....non vorrei disturbarlo...”
“Nessun disturbo Miss” rispose Sam “si accomodi , faro’ in modo che il sig. Masen stasera non potra’ staccarle gli occhi di dosso neanche per un momento!”
“Sam credimi, mi e’ difficile farlo gia’ adesso” aggiunse Edward
Bella arrossi’ a quelle parole ma si lascio’ guidare da Sam sulla poltrona e in men che non si dica lui comincio’ a trafficare prima con i suoi capelli e poi si dedico’ al suo viso.
“E’ una donna molto bella, lo sa miss?” le disse Sam
“Grazie ma io non mi sono mai considerata una gran bellezza...direi un tipo abbastanza ordinario”
“Lei sbaglia miss...e se lo lasci dire da uno che ne ha viste tante di donne nella sua vita. Bellezza non significa perfezione....la bellezza spesso risiede nel particolare, e lei ha un viso molto particolare, semplice ma molto attraente”
Sam traffico’ con lei per circa mezz’ora, alla fine si volse verso Edward e disse “Allora sig. Masen, cosa ne dice?”
Edward resto’ a guardare Bella per alcuni istanti senza proferire nulla, poi disse “Bella...sei...incantevole”
Bella  arrossi’ e alla fine si decise a girarsi verso lo specchio per guardarsi “Oddio! ma sono proprio io? stento a riconoscermi” esclamo’ appena si vide “Sembro un altra persona”
“Miss...e’ sempre la stessa, ho solo messo in luce alcune caratteristiche del suo viso...per il resto non e’ cambiato nulla. Allora sig. Masen che ne dice?”
“Sei il migliore, l’ho sempre detto”rispose Edward
“Ben lieto di esserle stato utile, vedra’ che stasera la invidieranno tutti”
“Ne sono certo” asseri’ Edward
“Stasera?” chiese Bella “ma ..di cosa parlate?”
“Ma del party miss”
“Quale party?”
“Il party che normalmente si tiene dopo ogni sfilata..non ne era a conoscenza?”
“Io?no...e’ la prima volta che partecipo ad un evento del genere...pensavo che fosse terminato tutto qui”
“Ma no Miss!” esclamo’ Sam “adesso viene la parte migliore....”
“Ma io...non so se sia il caso di andarci...”
“Lei deve andarci....non vorra’ certo che il sig. Masen si presenti da solo?”
Bella guardo’ Edward in modo interrogativo, non capiva, lei doveva accompagnarlo a questa festa? in modo ufficiale? e che avrebbe detto Tanya?
“Allora Bella” chiese Edward tranquillamente “ti va di accompagnarmi? ne sarei molto onorato”
“Io....ok, come vuoi” balbetto’ lei.
Entrambi salutarono Sam ed Edward offri’ nuovamente il braccio a Bella e la accompagno’ fuori dal back-stage.
“Il ricevimento si tiene al piano superiore. Mi stupisce che Alice non te ne abbia parlato” disse Edward
“No, non l’ha fatto. Immagino che ci sara’ anche lei”
“Certamente, ci saranno tutte le persone che hanno partecipato alla sfilata, compresi giornalisti e fotogrtafi”
Bella a quelle parole si blocco’ costringendo Edward a fermarsi
“Bella, qualcosa non va?”
“Edward, seriamente...non so se sia il caso che venga”
“Perche’?”
“Be’ perche’.... ci sara’ tutta la stampa e be’..ti vedranno entrare con me, come lo giustificherai? e che dira’ la tua fidanzata...sara’ presente anche lei al party...inoltre io non credo di essere all’altezza di simili eventi...non saprei come comportarmi..cosa dire”
“Bella” disse Edward guardandola negli occhi in modo serio “Innanzitutto io ti ho chiesto di venire perche’ mi fa piacere stare in tua compagnia.  Di quello che diranno gli altri, specie la stampa, non me ne frega nulla. Tanya ci sara’ e’ vero...ma conoscendola non si accorgera’ neanche dellamia presenza, troppo impegnata con i fotografi...e per ultimo, ma non meno importante, tu non solo sei all’altezza di simili ricevimenti, tu sarai la migliore persona li’ dentro...e lo sai perche’? Perche’ a differenza di tutti, sei l’unica persona vera in un mondo di apparenza e superficialita’....e non temere, io non ti lascero’ sola neanche un momento. Come ha detto prima Sam, non riuscirei a toglierti gli occhi di dosso neanche se volessi.  Sei piu’ tarnquilla adesso?”
“Si” disse Bella visibilmente commossa da queste sue parole “credo di si”
“Forza allora..andiamo” disse Edward e ripresero a camminare
“Saro’ la persona migliore? “ ripete’ Bella “e ad Alice non ci pensi?”
“Alice e’ fuori da ogni schema....per qualunque circostanza...a volte dubito fortemente che siamo realmente fratello e sorella”
“Io no invece” disse Bella convinta “non sembra ma...vi somigliate parecchio”
“non so se prenderlo come un complimento o se devo preoccuparmi”
“Io considero Alice una delle migliori persone che conosca....e le voglio molto bene”
“Allora lo prendo come un complimento” rise Edward.
Si avvicinarono al salone e la persona all’ingersso non chiese neanche il loro pass. Edward Masen era un lasciapassre vivente, nessuno si sarebbe mai azzardato a chiedergli un documento di riconoscimento.
Entrarono e Bella vide che c’era un salone enorme con due rampe di scale che portavano ad un grande soppalco. Tutto l’ambiente era ghermito di persone. In una zona era stato allestito un enorme buffet e dapperutto c’erano dei tavoli dove molti ospiti si sedevano per bere e chaicchierare.
Bella ebbe la solita impressione, tutti sembravano conoscere tutti. Appena entrarono molti si girarono verso di loro guardando incuriositi la sconosciuta che era al braccio di Edwad Masen. Edward salutava in modo discreto e composto, Bella si limitava a sorridere ma si accorse ben presto che gli uomini la guardavano con interesse e le donne con una palese invidia.
L’imbarazzo duro’ poco perche’ Alice e Jasper li raggiunsero ben presto
“Bella!” escalmo’ Alice “sei..sei stupenda...cosa hai fatto?”
“E’ passata sotto le mani di Sam” rispose Edward
“Oh adesso capisco....ma dove la tenevi nascosta tutta questa bellezza?” chiese Alice
“Alice...non esagerare ti pregeo”
“Non esagero! Vero Edward?”
“Vero” rispose lui
“Dai vi prego...basta parlare di me” chiese Bella
“Ok,Ok” taglio’ corto Alice “hai fame?”
“be’’ora che mi ci fai pensare...si, un pochino” rispose Bella
“Allora forza, andiamo ad abbuffarci al buffet!”esclamo’ Alice trascinandola con se’
Si avvicinarono al grande tavolo imbandito di ogni genere di cosa, dal dolce al salto. Bella prese un piatto grande e comincio’ a riempirlo con tutto cio’ che la incuriosiva e che aveva voglia di assaggiare.
Poi, quando il piatto fu ricolmo di cibo, cerco’ gli altri con lo sguardo e li vide seduti ad un tavolo mentre le facevao segno.
-Forse ho esagerato- penso’ lei mentre si avvicinava al tavolo –be’ ma ho preso un po’ di cose per tutti e quattro- si disse quando arrivo’ in prossimita’ degli altri.
Solo allora si accorse che tutti e tre, Edward, Alice e Jasper la stavano gaurdando in modo un po’ stupito e cosi’, volgendo gli occhi ai tavoli vicini, si accorse che quasi tutti stavano si e no sbocconcellando qualcosa con un bicchiere di champagne in mano.
Bella guardo’ il suo enorme piatto ricolmo di cibo e si senti’ avvampare dall’imbarazzo.
Tutti si comportavano con classe, mentre lei si stava comportando come se fosse stata ad una sagra pensando solo a riempirsi lo stomaco. In quel momento fu colta da un’enorme vegogna, tanto che il piatto comincio’ a tremarle tra le mani e sarebbe irrimediabilmente caduto, causando un danno maggiore, se non fosse stato per Edward che, con estrema naturalezza, lo prese dalle sue mani ed escalmo’
“Ragazzi, fate posto sulla tavola e mettiamolo al centro. Ho una fame da lupi” e cosi’ dicendo poso’ il piatto al centro del tavolo. Poi si volse verso Jasper “Jasper, andiamo a prendere qualcosa da bere per le signore?”
“eccomi” escalmo’ Jasper alzandosi  e i due si diressero verso la zona riservata alle bevande.
Bella si senti’rincuorata da quel gesto e si sedetta al suo posto piu’ tranquilla aspettandosi di vedere da li’ a poco Edward e Jasper con in mano quattro flute da champagne.
Invece la sua sorpresa fu grande quando li vide tornare al posto con in mano quattro bicchieri di birra.
“Bella ghiacciata....come piace a te, se non ricordo male” le disse Edward porgendole un bicchiere
“Posso proporre un brindisi?” disse Jasper  “ a questa e a molte altre serate assieme!” e tutti e quattro brindarono allegramente e cominciarono ad assaggiare il cibo nell sconcerto generale delle persone che sedevano ai tavoli vicini. Bella aveva ancora qualche timore,ma quando vide che i suoi tre compagni di tavolo stavano effettivamente mangiando e bevendo senza farsi alcun tipo di problema, decise di lasciarsi le sue preoccupazioni alle spalle e godersi la serata in loro compagnia.
Mentre erano ancora intenti ad assaggiare le varie pietanze, si senti’ una voce femminile
“Edward, Edward?”
Bella si volto’ e si trovo’ Tanya davanti. Era la prima volta che le stava cosi’ vicino...era alta, statuaria, di una bellezza disarmante...con uno sguardo fiero e sperzzante di chiunque.
“Tanya” disse Edward “posso offrirti qualcosa?”
Lei lancio’ un occhaitaccia al loro tavolo e poi rispose “No grazie, io devo stare attenta a quello che mangio”
“Ok” rispose Edward “Posso allora presentarti una cara amica,mia e di Alice” e si rivolse verso Bella
“Ciao, piacere” disse prontamente Bella alzandosi e tendendole la mano
Tanya si volto’ a guardarla come se si fosse accorta della sua presenza solo in quel momento “Uhm..si  ciao piacere, Tanya” e le strinse la mano con la punta delle dita per poi tornare a guardare Edward  ignorando totalmente Bella “Edward, sono venuta a dirti di non aspettarmi, faro’ tardi con i fotografi”
“Bene Tanya” rispose Edward “come preferisci”
“Si, bene, adresso vado. Ci sentiamo allora” e si volto’ con estrema indifferenza per ritornare nella  stessa direzione da cui era arrivata.
Bella rimase a guardarla fino a che non scomparve in mezzo alla folla. Poi torno’ con lo sguardo verso il tavolo e si accorse che Edward la stava fissando
“Cosa c’e’?”chiese allarmata “Ho qualcosa sul viso? mi sono macchaita il vestito?”
“No...nulla di tutto questo. Mi chiedevo solo quale sarebbe stata la tua reazione”
“La mia reazione a cosa?”
“Be’...se ti chiedessi di ballare con me”
“Ballare?ma..io..non sono molto brava a ballare”
“Ti prego...balli con me?”
“Ma..Edward seriamente?”
“Seriamente..dai vieni” e non le lascio’ il tempo di replicare che l’aveva presa per mano tra lo sguardo divertito di Alice e Jasper e l’aveva trascinata nella pista da ballo.
Edward le mise un braccio intorno alla vita e le prese la mano con’altro e cominciarono a ballare molto vicini tra loro.
Bella sentiva il cuore martellarle nel petto, lui era cosi’ vicino che i loro corpi continuavano a sfiorarsi.
“Non sei affatto male a ballare” le sussuro’ Edward all’orecchio
“Stai facendo tutto tu, io mi limito a segurti” le rispose lei
“Be’ mi segui molto bene”
“Stavo pensando ad una cosa”
“Cosa?”
“Prima il cibo e la birra, adesso il ballo...non le sembra sig. Masen che si sta comportando in modo poco conveniente?”
“Che sto facendo di male?”
“Be’credevo che le persone dell’alta societa’ si limitassero a sgranocchiare qualche cetriolo, bere champagne e conversare”
“Io sono ad una festa e mi voglio divertire....non sto facendo niente di sbagliato....non mi interessano quali siano le convenzioni dell’alta societa’...non questa sera almeno. E poi i cetrioli non mi piacciono!”
“Ah se per questo neanche a me”
“Lo vedo....e poi se non ti davo una mano rischiavi di mangiarti tutto da sola!”
“Questo non e’ affatto vero!” disse lei con falsa indignazione “io devo stare attenta a quello che mangio” aggiunse e il riferimento a Tanya era chiaro ma Edward invece che offendersi scoppio’ a ridere mentre continuavano a ballare
“Be’...stai infrangendo tutte le etichette dell’alta societa’...ma almeno ci stai riuscendo?” chiese Bella
“a fare cosa?”
“a divertirti”
“Non ne hai idea quanto ...” rispose lui facendo una cosa del tutto imprevista: le lascio’ la mano e porto’l’altro braccio intorno all’altro fianco, l’attiro’ di piu’ a se’ e immerse il viso nei suoi capelli, sentendone il profumo.
In quel momento i ricordi cominciarono lentamente ad affiorare e prima vide se’ stesso di nuovo al bancone di una birreria, intento a bere e mangiare un hamburger con Bella, per poi rivedersi di nuovo in una pista da ballo, stretto a lei come in quel momento.
Quando il ballo fini’ e si staccarono, nessuno dei due disse nulla, tornarono silenziosamente al loro tavolo e si sedettero.
“Vuoi che vada a prenderti qualcos’altro da bere?” chiese Edward
“Grazie ma sto a posto cosi’” rispose timidamente Bella
“Bella...avrei una cosa da chiederti”
“Cosa?”
“Domai sera.....posso invitarti a cena?”
“A cena?”
“Si, solo tu e io”
“Io...non so...”
“ti prego.....per me sarebbe importante”
“in ch esenso?”
“nel senso che mi piace molto la tua compagnia e..be’, quando sto con te ho dei continui flash dei miei sei mesi di buio....”
“e quindi hai pensato che se uscissimo da soli ...”
“be’ credo che se tu mi raccontassi qualcosa di quel periodo , avrei buone probabilita’ di riuscire a ricordare ....”
“perche’ ci tieni tanto a ricordare cosa e’successo? sempre per il fatto che tu devi avere sempre tutto sotto controllo?”
“No” rispose lui deciso “e’ solo che...io mi sono reso conto di tenere molto alla nostra amicizaia..be’ perche’ mi piace molto stare in tua compagnia, tu mi fai sentire bene e non devo fingere con te, posso essere me stesso e dire e fare cio’ che mi viene piu’ spontaneo....e’ per questo che ci tengo a ricordare i momenti che abbiamo passato insieme...e comunque sia, vorrei costruirne dei nuovi...per questo te lo chiedo di nuovo, ti va di venire a cena con me domani sera?”
Bella lo guardo’ negli occhi, quegli occhi cosi’ vivi e sinceri e rivide lo stesso e identico ragazzo che aveva conosciuto e frequentato in passato. Era lui, in tutto e per tutto, l’unica differenza era che adesso, quando era necessario, lui era in grado di calare una sorta di vetro trasparente davanti per nascondere il vero se’ stesso e offrire al mondo l’Edward spregiudicato, sicuro e accattivante che tutti erano abituati a conoscere. Ma con lei era diverso, ogni volta che era con lei era come se spostasse questo muro di vetro dietro a cui si nascondeva, e mostrasse finalmente il vero Edward, l’Edward di cui lei continuava ad essere tanto innamorata.
Alla fine Bella si decise a rispondegli e disse “Ok, accetto il tuo invito...ma ad una condizione”
“Quale?”
“Il posto lo decido io...”

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** capitolo 23 ***


La sera seguente Edward puntuale alle nove era sotto casa di Bella.

Suono’ il citofono e attese.  Bella non tardo’ a rispondere e dopo qualche minuto scese giu’.
Si salutarono e quando Edward fece segno di salire in auto, Bella disse “Senti, che ne dici di fare due passi? Il posto in cui vorrei andare a mangiare e’ a circa un paio di isolati da qui”
“Ok, non c’e’ problema. Mi fa piacere fare due passi” rispose lui “speriamo solo che non ci sorprenda la pioggia...il cielo non promette nulla di buono”
“No dai” rispose lei “vedrai che non piovera’....e comunque siamo vicini”
E cosi’ si incamminarono insieme lungo la strada.
Durante il tragitto chiacchierarono tranquillamente del piu’ e del meno, fecero ancora qualche commento sulla sfilata della sera precedente fino a che non arrivarono davanti alla porta del ristorante.
“Penso che tu conosca bene questo posto” chiese Bella prima di entrare
Edward la guardo’ un po’ meravigliato e disse “Si, conosco questo posto. E’ uno dei miei locali preferiti. Ma tu come fai a saperlo? E’ stata per caso Alice a dirtelo?”
“No, in realta’ io e te siamo gia’ stati una volta qui....”
“Io e te?”
“Si, un giorno siamo andati insieme a visitare il museo cittadino e al termine della visita mi hai portata qui”
“Mi spiace....io...non me lo ricordo” disse Edward con aria afflitta
“Lo immaginavo, ma e’ per questo che ti ho portato qui....per aiutarti a ricordare” disse Bella per rincuorarlo.
Entrarono nel locale e Bella scelse lo stesso tavolo dove erano stati l’ultima volta insieme.
Ordinarono la cena ed Edward comincio’ a guardarsi intorno.
“Sai” disse ad un certo punto “effettivamente questa situazione, io e te seduti a questo tavolo, comincia a sembrarmi vagamente familiare...come quando hai sognato qualcosa e improvvisamente comincia a riaffiorarti nella mente.”
“Vedi? allora la mia idea ha funzionato” rispose Bella
“Aspetta...mi sembra di ricordare...per caso l’altra volta hai avuto un piccolo incidente con...con..l’insalata, puo’ essere?”
“Si, l’altra volta mentre la condivo mi e’ sfuggita la bottiglia dell’olio e ho sporcato tutto il pavimento...”
“Si e’ vero...adesso ricordo...il cameriere e’ corso con il sale per asciugare la macchia...”
“Gia’...che figura, mi sono vergognata tanto quella volta”
“E poi...aspetta...mi sembra di ricordare qualcos’altro....una discussione tra noi? e’ possibile? e’ come se avessi l’impressione che alla fine ci sia stato qualcosa di poco piacevole tra me e te...”
“Si...effettivamente abbiamo avuto una piccola discussione quel giorno”
“a che proposito?”
“be’...per dirla in breve...io ti dissi che la tua riabilitazione era completa e che pertanto volevo anticipare la fine del mio contratto di lavoro alle tue dipendenze....tu non eri d’accordo ma io ti dissi che era contro la mia etica professionale continuare a ricevere dei soldi anche quando ritenevo che le mie prestazioni non fossero piu’ necessarie”
“Capisco....be’ mi auguro che questo diverbio tra noi alla fine si sia risolto in modo amichevole”
“Si, certo...alla fine ci siamo chiariti”
Bella ricordava benissimo quel giorno e ricordava che la loro discussione prese ben altre pieghe...tanto che alla fine lei se ne ando’ via chiedendogli di non cercarla piu’....ma visto che lui non ricordava nulla, non le sembro’ il caso di rivangare quei ricordi.
Terminarono la cena in modo molto piacevole ed entrambi furono d’accordo sulla necessita’ di fare quattro passi fino a casa per sgranchire un po’ le gambe.
Stavano camminando per strada da qualche minuto quando Bella disse “Ops, mi e’ sembrato di sentire una goccia di pioggia”
“Ma non eri tu quella che sosteneva che non avrebbe dovuto piovere?”
“Si ma io non ci azzecco molto con le previsioni..”
“Ah e me lo dici solo ora?” rispose Edward prendendola in giro “e io che mi sono fidato...”
“Non ti lamentare sig. Masen, tra dieci minuti saremo a casa”
Bella non ebbe neanche il tempo di finire la frase che un lampo squarcio’ il cielo e nel giro di un minuto un violento acquazzone si abbatte’ su di loro.
Edward la prese per mano e comincio’ a correre tirandosela dietro“Signorina Swan, mi sa che ci tocchera’ fare una bella corsa fino a casa”
Corsero per tutto il tragitto cercando di evitare gli spruzzi causati dalle macchine che sfrecciavano lungo la strada accanto a loro.
Quando arrivarono sotto il portone di Bella erano bagnati dalla testa ai piedi.
“Edward credo che sia il caso che tu salga ad asciugarti....se torni a casa in queste condizioni finirai per prenderti un malanno”disse Bella
“Credo che accettero’ volentieri  un asciugamano asciutto...” rispose lui e la segui’ dentro il portone.
Salirono a piedi le scale fino al pianerottolo, Bella inseri’ la chiave e apri’ la porta. Una volta entrati, Bella accese la luce del piccolo ingresso e disse ad Edward di mettersi comodo, lei sarebbe ritornata subito con degli asciugamani puliti e il fon.
Edward, rimasto solo, comincio’ a guardarsi intorno. L’appartamento era piccolo ma molto accogliente, entro’ in una delle stanze adiacenti e capi’ che era il salone poiche’ c’era un divano posto difronte alla televisione. Stava tornando indietro quando qualcosa attiro’ la sua attenzione: quel divano gli era familiare. Si avvicino’ per osservarlo meglio e allora il ricordo riaffioro’ alla sua mente in meno di un attimo: lui era gia’ stato in quella casa e non solo...lui aveva dormito su quel divano, si ne era certo.
Senza pensarci due volte, corse da Bella per chiederle conferma di questa sua rivelazione.
“Bella, Bella...” la chiamo’ eccitato.
Stava per varcare la soglia della camera da letto in cui Bella era entrata quando si immobilizo’ di colpo.
Bella aveva lasciato spenta la luce della stanza da letto e si era diretta nel bagno attiguo per prendere gli asciugamani. La stanza era appena illuminata dalla luce che filtrava attraverso la porta del bagno e da quella dei lampioni che si intravedevano attraverso le imposte socchiuse della finestra.
Bella si affaccio’ dal bagno e vide Edward fermo sulla soglia della stanza mentre si guardava intorno con un aria del tutto sconvolta.
“Edward che succede?” chiese lei preoccupata
“Questa stanza..” inizio’ a dire lui “questa stanza....e’ la stessa che mi appare continuamente nei miei ricordi confusi...credevo che fosse tutto frutto della mia immaginazione...ma invece no, esiste davvero”
“Edward, non riesco a seguirti” disse Bella “di cosa stai parlando? Quali ricordi?”
Lui si volto’ a guardarla “E’ da un po’ che mi succede....ho avuto dei flash improvvisi in cui vedevo una stanza da letto nella penobra....ma ho creduto che fosse un sogno, perche’ la stanza che mi appariva mi era del tutto sconosciuta...e invece no, mi sbagliavo....e’ la stessa stanza...questo vuol dire una sola cosa: io sono gia’ stato qui non e’ vero?” chiese
“Si...sei gia’ stato qui” rispose Bella
“Prima..il divano...di la’...l’ho riconosciuto, io ho dormito su quel divano vero?”
“Si....sei rimasto qui una notte e hai dormito su quel divano” rispose Bella
“Si...adesso ricordo...e ricordo questa stanza e....” Edward sbarro’ gli occhi “quindi non era un sogno...quindi ...e’ successo tutto realmente!”
Bella rimase ammutolita a queste sue affermazioni e continuo’ a guardarlo con preoccupazione
“Bella ...io e te...in questa stanza....siamo stati.....siamo stati...”
“a letto insieme” fini’ Bella per lui
Si guardarono per alcuni istanti senza dire nulla, Edward con la tipica espressione di chi sta elaborando tutta quella mole di nuove informazioni che gli erano piovute addosso nel giro di pochi minuti, Bella con lo sguardo di chi deve prepararsi a dare le dovute spiegazioni.
“E’...e’ successo solo una volta oppure..”chiese lui
“Una volta sola” termino’ lei “e’ stata la notte della tua aggressione alla metropolitana”
“Cosa?” esclamo’ lui “ma..ma..nessuno ha mai saputo dirmi dove ero finito quella sera...e io non ricordo nulla”
“Eri qui Edward. Quella sera eri qui...con me”
“Bella ma...”
“Edward ti prego” disse lei cercando di sembrare piu’ calma possibile “siediti vicino a me, ti raccontero’ ogni cosa”
Bella si sedette sul letto e dopo un attimo di esitazione lui si sedette accanto a lei.
Bella rivolse il suo sguardo verso il pavimento e comincio’ a raccontare.
“Ricordi quando eravamo al ristorante stasera? quando hai detto di avere la sensazione che li’ fosse successo qualcosa di spiacevole tra noi? Avevi ragione. Quel giorno non abbiamo discusso solo in merito alla fine del mio contratto di lavoro. Quel giorno io ti dissi chiaramente che sarebbe stato meglio non frequentarci piu’”
“Perche?”
“Perche’ mi ero accorta che i miei sentimenti per te stavano cambiando, non riuscivo piu’ a vederti come un semplice amico e la cosa stava diventando complicata....tu non eri d’accordo ma d’altra parte eri e sei tuttora un uomo impegnato con un’altra donna e quindi ho creduto di fare la cosa migliore chiedendoti di interrompere ogni tipo di contatto tra noi.
Era passata qualche settimana da quel giorno. Quel famoso sabato sera ero a casa a guardare la tv quando al tg regionale diedero la notizia della tua partecipazione all’inaugurazione del museo cittadino, assieme a Tanya.
Seguii un po’ la cosa, poi il rivederti anche se attraverso la tv continuava a farmi star male, cosi’ decisi di spegnere e andarmene a letto. Era circa l’una di notte quando mi sveglia di soprassalto e mi resi conto che qualcuno stava suonando insistentemente alla porta.
Abbastanza intimorita dalla cosa, andai comunque a vedere di chi si trattasse e fu con enorme stupore che ti trovai sul mio pianerottolo.
Mi raccontasti di essere scappato dalla serata di gala perche’ non ce la facevi piu’ a sopportare quell’ambiente. La memoria non ti era ancora tornata e cosi’ eri costretto a fingere di essere il vecchio Edward, anche se per te significava comportarsi da perfetto sconosciuto.
All fine, mi dicesti che non eri piu’ riuscito a resistere e che eri scappato via.
Eri venuto direttamente a casa mia, senza pensarci due volte, perche’ volevi chiarirti con me. Mi dicesti di esserti accorto che anche tu provavi dei forti sentimenti per me, che non riuscivi piu’ ad ignorare e che volevi porre fine a tutta questa messinscena.
Detto questo ci siamo baciati: era la prima volta e l’emozione che ho provato non potro’ mai scordarla...e’ ancora viva nella mia memoria.
Ci siamo lasciati prendere la mano quella sera e dal bacio siamo passati ad altro, fino a che abbiamo fatto l’amore per la prima volta.
Il mattino seguente, quando mi sono svegliata, tu non c’eri piu’, ma in cucina ho trovato questo”
e cosi’ dicendo Bella apri’ uno dei cassetti del como’ e tiro’ fuori un bigliettino e lo porse ad Edward
“lo corservo da quel giorno, era un tuo messaggio, in cui mi dicevi di essere tornato a casa, per rassicurare tutti in merito alla tua scomparsa e suppongo annunciare la fine del tuo fidanzamento  con Tanya Denali.”
Edward prese il biglietto dalle mani di Bella e riconobbe la sua calligrafia
“Poi” continuo’ Bella “andai in cucina per fare colazione. Accesi la tv e senti’ al tg regionale la notizia della tua aggressione. Mi precipitai di corsa in ospedale per avere tue notizie e incontrai Alice che mi rassicuro’ sul fatto che stavi bene, avevi solo preso una bella botta in testa. Tornai assieme a lei in camera tua per aspettare il tuo risveglio, ma quando cio’ avvenne fui costretta a realizzare un’amara realta’: avevi ritrovato la memoria finalmente....ma allo stesso tempo avevi rimosso tutti i ricordi successivi alla tua caduta da cavallo....e io con essi....infatti, appena mi vedesti, mi scambiasti per un’infermiera, visto che indossavo il camice....il resto lo conosci” concluse Bella anzando gli occhi per la prima volta su di lui.
Edward era del tutto ammutolito, aveva ascoltato attentamente il suo racconto senza mai interromperla e finalmente si decise a parlare “Perche’ non mi hai detto niente?”
“Come?”
“Si..perche’ non mi hai detto niente di tutto cio’.....quando abbiamo iniziato a frequentarci, perche’ hai continuato a tacere?”
“Cosa avrei dvuto dirti? io per te ero una perfetta estranea...sono state solo le continue pressioni di Alice a suscitare in te la curiosita’ di conoscermi meglio....’
“Non e’ stato solo quello....io..avevo gia’cominciato a ricordare qualcosa su di te...su di noi...”
“io non lo potevo sapere questo..... perche’ non me ne hai mai parlato?”
“Perche’ temevo la tua reazione, pensavo fosse frutto della mia immaginazione o di qualche sogno...non potevo certo venire a dirti che continuavo a immaginarti nuda, in una stanza da letto sconosciuta e tra le mie braccia...”
“Come vedi abbiamo avuto le stesse esitazioni, l’uno nei confronti dell’altro...quando ho capito che stavi cominciando a ricordare ho immaginato che prima o poi avresti ricordato tutto...tutto quello che era successo tra noi...ma ho preferito non accelerare le cose e lasciare che la tua mente ricordasse ogni cosa con i suoi tempi....”
“E adesso?”
“Adesso?”
“Si, adesso che entrambi sappiamo tutto l’uno dell’altro....cosa vogliamo fare?”
“Io...non lo so...”
“Bella, tu mi hai appena detto che avevi deciso di chiudere ogni tipo di rapporto con me a causa dei sentimenti che ti eri accorta di provare....considerando il fatto che io non ero un uomo libero...giusto?”
“Si giusto”
“E se poi sei venuta a letto con me, lo hai fatto perche’ hai creduto seriamente che per noi ci sarebbe potuto essere un futuro assieme....”
“si..e’vero...l’ho fatto perche’ ci credevo”
“E adesso? ci credi ancora?”
“Come?”
“Si..se io fossi unuomo libero...ci crederesti ancora ...in un futuro con me?”
“Oh Edward...”sospiro’ Bella distogliendo lo sguardo da lui. Edward si inginocchio’ sul pavimento davanti a lei per poterla guardare dritto negli occhi
“Perche’ io ci credo Bella....io credo che ci possa essere un futuro per noi....io...io sento di amarti”
Bella si alzo’ di scatto allontanandosi“No Edward no....non voglio ricaderci di nuovo”
“Come ricaderci?”
“Per me e’ stato difficile dirti addio la prima volta....poi quella notte sei venuto da me e io ho creduto veramente che forse per noi ci sarebbe potuta essere una possibilita’.....”
“E perche’ non puoi crederci ancora? Cosa e’ cambiato?”
“Tu sei cambiato...tu sei tornato quello di un tempo...adesso non sei piu’ quel ragazzo tenero un po’ spaesato che ho conosciuto....sei tornato l’uomo di prima...sei scaltro, sei sicuro di te..”
“sono sempre lo stesso Bella...guardami...sono sempre io”
Bella lo guardo’ con le lacrime agli occhi e lui continuo’ “dici che adesso ti sembro diverso, piu’ sicuro di me... non credi che questo sia un vanataggio? Se adesso sono piu’ consapevole della realta’ che mi circonda e credo che ci possa essere un vero futuro per noi....questo non e’ per te una garanzia che le cose possano effettivaente realizzarsi? Bella io ho i piedi ben piantati per terra....e i sentimenti che provo per te sono reali....questo a meno che tu invece non abbia cambiato modo di vedermi....ma io ti assicuro, sono sempre la stessa persona”
“Edward...dici di essere uno con i piedi per terra...allora guarda in faccia alla realta’....io non sono adatta a uno come te”
“Che vuoi dire?”
“Ieri sera mi sono sentita un pesce fuor d’acqua per tutto il tempo....tu sei stato carino e hai cercato di togliermi dall’imbarazzo di certe situazioni....ma resta il fatto che io non sono adatta a muovermi in quel contesto fatto di etichette, di convenzioni nel parlare nel comportarsi...io sono una persona molto comune e semplice ....”
“Ma per me questo non ha alcuna importanza...io mi trovo bene con te, sento di poter essere me stesso senza dover  fingere o senza assumere comportamenti stereotipati adatti alla situazione...”
“Questo quando siamo da soli....ma cosa pensi che accadrebbe se il resto del mondo venisse a conoscenza di una relazione tra noi? Ci starebbero tutti addosso....la tua famiglia in primis....senza contare che se rompi il fidanzamento con Tanya adesso, tutta la faccenda della fusione rischia di andare all’aria compromettendo tutto il lavoro che hai fatto fino ad ora...”
“Praticamente mi stai dicendo una cosa molto chiaramente: io sono e saro’ sempre per tutti Edwarad Masen, e questo condiziona inesorabilmente ogni aspetto della mia vita, pubblica e privata....posso quindi abbandonare ogni speranza che a questo mondo ci possa essere qualcuno disposto a vedermi solo ed unicamente come Edward. Il cognome che porto e’ e sara’ sempre la mia condanna...”
“Ti prego Edward...non vederla in questo modo, tu sei una persona molto brillante e in gamba e meriti di avere una persona altrettanto in gamba al tuo fianco, che sappia valorizzare le tue capacita’”
“Praticamente sono stato messo sopra un piedistallo....ma e’ cosi’ alto che dubito ci sia qualcuno in grado di raggiungermi...”


“Edward io...”
“No Bella, lascia stare...ho capito perfettamente il tuo punto di vista....scusa se ti ho fatto certi discorsi...erano del tutto fuori luogo. Ti ringrazio della tua ospitalita’ ma credo che sia venuto il momento per me di andare via.
Scusa se ti ho fatto perdere tempo con i miei inappropiati inviti....ti auguro ogni felicita’ e grazie comunque per il tempo che hai voluto trascorrere in mia compagnia”
Cosi’ dicendo Edward non le lascio’ il tempo di replicare alcunche’ e usci’ di tutta fretta dalla porta di casa, lasciando Bella in un totale stato di costernazione.
 
 
 
Prima che si scatenino i commenti feroci a riguardo del comportamento di Bella, sappiate che al fine del proseguio della storia era necessario farli separare per un po’.
L’idea e’ che Bella si senta totalmente inappropiata per un uomo di grande successo come Edward e abbia paura che la sua ineguatezza possa portarlo ben presto a stufarsi di una come lei.
Edward dal canto suo e’ convinto che neanche lei riesca a vederlo semplicemente come un ragazzo con delle comuni necessita’ di affetto e comprensione ma che il suo ruolo di manager di alta finanza gli condizionera’ la vita per sempre.
Riusciranno a capirsi?

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** capitolo 24 ***


La mattina seguente Edward si alzo’ di buon ora.

Si fece una doccia, indosso’ uno dei suoi completi da ufficio e scese giu’ per la colazione.
Trovo’ Alice in sala da pranzo con il viso assonnato.
“Buongiorno” disse lui
“Oh, ciao Edward” rispose lei “siamo mattinieri oggi”
“potrei dire lo stesso di te” replico’ lui
“Oh, veramente diciamo che non sono mai andata a dormire.....ho passato l’intera nottata a rivedere alcuni disegni...e adesso sono distrutta, anche se soddisfatta del lavoro fatto” rispose lei
“Faresti bene a cercare di dormire un po’ ” le consiglio’ Edward
“Si, finisco di mangiare e me ne torno a letto....tu piuttosto dove vai di cosi’ buon ora?”
“In ufficio, devo parlare con papa’ e vorrei farlo prima che le sue innumerevoli riunioni abbiano inizio...”
“Sembra qualcosa di importante” chiese Alice
“Si..in effetti lo e’”
“In bocca al lupo!”
“Crepi!” e cosi’ dicendo Edward si alzo’ da tavola, prese le chiavi dell’auto e usci’ in giardino.
Guido’ attraverso le vie della citta’ fino ad arrivare al palazzo che ospitava gli uffici della International Bank.
Si diresse direttamente ai piani alti dove c’era il suo ufficio e quello del padre.
Saluto’ cordialmente come ogni mattina tutte le segretarie e i dipendenti che incontro’ lungo il tragitto, fino ad arrivare davanti all’ufficio del padre.
La segretaria personale del sig. Masen appena lo vide si alzo’ in piedi per salutarlo. Edward rispose al saluto e senza indugiare oltre busso’ e apri’ subito dopo la porta.
Il sign Masen era gia’ al lavoro seduto alla sua scrivania.
Alzo’ gli occhi dai fogli che stava esaminando e assunse un’espressione alquanto compiaciuta vedendo li’ il figlio di buon mattino.
“Edward” esclamo’ “arrivi giusto in tempo, ho alcuni rendiconti che vorrei discutere con te”
“Papa’ sono qui perche’ ho bisogno di parlarti di una cosa estremamente urgente” rispose Edward
“Si tratta di lavoro?”
“Anche...ma direi che principalmente si tratta di qualcosa di personale”
“Sediamoci di la’ sul divano” disse il sig. Masen alzandosi dalla sedia e indicando un mini salottino ad un lato dell’ufficio “non si dica che non abbia tempo per gli affari privati dei miei figli”
Entrambi si sedettero su due poltrone, uno difronte all’altro.
“Allora Edward dimmi, di cosa vuoi parlarmi?”
“Papa’” esordi’ Edward “sai bene che il lavoro e i miei doveri come vice-presidente di questa azienda sono state sempre le mie uniche priorita’”
“Certo figliolo e io ne sono sempre stato molto orgoglioso”
“Bene, sai anche che nonostante l’incidente e la perdita di memoria, ho cercato in ogni modo di recuperare per tornare quello che ero”
“E sei una persona degna della massima ammirazione per questo”
“Grazie. Il fatto e’ che adesso mi ritrovo a vivere un momento molto critico....e....insomma...sto avendo molti ripensamenti riguardo le scelte che ho fatto fino ad ora”
“Che intendi dire?”
“Papa’, e’ vero che ho recuperato la memoria passata ma e’ anche vero che piano piano mi stanno tornando in mente vari episodi  del periodo della mia amnesia”
“Be’ direi che e’ una cosa magnifica...in questo modo non ci saranno piu’ buchi nella tua memoria”
“Si, li sto colmando piano piano...ma il problema e’ proprio questo: man mano che mi affiora un nuovo ricordo di quel periodo, mi sento del tutto destabilizzato”
“Non riesco a seguirti”
“Cerchero’ di spiegarmi meglio: per tutta la vita mi sono dedicato al lavoro e all’azienda di famiglia mettendo ogni altra cosa in secondo piano e questo perche’ ero convinto fosse la cosa miglior per me, senza considerare che volevo fare in modo che tu fossi sempre orgoglioso e soddisfatto di me”
“e lo sono sempre stato infatti...”
“si, ma quando ho perso la memoria, tutto cio’ non ha avuto piu’ senso per me, perche’ non ricordavo piu’ nulla di cosa ero prima e di cosa mi spronasse a cercare di perfezionarmi. Piano piano ho cominciato a provare interessi per cose diverse, la musica, il girdinaggio ad esempio...e questo mi ha portato a vedere la mia vita sotto una luce diversa. Quando ho riacquistato la memoria cancellando pero’ il mio periodo di amnesia, sembrava che apparentemente tutto fosse tornato come prima, stessi stimoli, stessi interessi, stessi obiettivi....ma poi i ricordi di quel periodo di transizione hanno cominciato a riemergere...e qualcosa si e’ incrinato dentro di me.”
Edward fece un attimo di pausa “sto perdendo la convinzione che la vita che ho fatto fino ad ora  sia quella che abbia realmente voluto fare...sto cominciando a credere che abbia agito solo per compiacere gli altri, primo fra tutti tu”
“Se non ho capito male, mi stai dicendo che non sei piu’ sicuro delle scelte fatte fino ad ora....e di quello che ti hanno portato ad essere”
“Esatto papa’...forse ho cercato di diventare un bravo uomo d’affari solo perche’ non volevo tradire le tue aspettative ....”
“E sentiamo, cosa ti sarebbe piaciuto fare invece? Il musicista?Il girdiniere? “
“Qualcosa che avesse attinenza con i miei interessi e le mie passioni....come hanno fatto Alice ed Emmett “
“Figliolo, io capisco benissimo che il periodo che hai vissuto e che stai tutt’ora vivendo sia difficile e critico sotto molti punti di vista, ma di una cosa sono certo: tu non sei mai stato obbligato a fare niente contro la tua volonta’....nessuno ti hai mai imposto di dover diventare l’erede di questo impero finanziario”
“Forse non mi e’ stato imposto in modo esplicito..”
“Vuoi dire che ti sei sentito obbligato da me?”
“Non mi hai mai obbligato con la forza....ma avevi sempre un certo ‘ardore’ nel coinvolgermi nelle tue attivita’”
“Edward, io ho cercato di coinvolgere negli affari dell’azienda te come Alice ed Emmett. La differenza e’ stata che con loro ho capito subito che sarebbe stata una strada senza uscita...non erano per niente portati per questo lavoro ed era inutile intestardirsi....tu invece sei stato recettivo fin da subito, avevi una mente brillante e grosse potenzialita’.....e mi sembravi soddisfatto di quello che apprendevi”
“Be’ adesso non sono piu’ tanto convinto di questo...”
“C’entra per caso quella ragazza?”
“Come?”
“Edward ti sto chiedendo se in tutto questo tuo momento di crisi c’entri per caso qulla ragazza....Isabella mi sembra si chiami....la ragazza che mi hai pregato di assumere come tua fisioterapista privata. So benissimo che vi siete frequentati al di fuori delle sedute di fisioterapia a cui ti sottoponevi.....so che era al barbeque di Emmett e so anche che spesso vi siete visti ‘fuori dalle mura domestiche’”
“E anche se fosse, cosa c’e’ di male?” ribbatte’ prontamente Edward
“Be’ Edward converrai con me che non e’ quel genere di persona che normalmente siamo abituati a frequentare nella nostra sfera sociale”
“E’ una brava ragazza....e questo mi basta!”
“Edward, non ti ho detto nulla fina ad ora perche’ capivo lo stato difficile in cui ti trovavi e mi ero reso conto che la sua presenza bastava a farti stare piu’ sereno...ma adesso che hai recuperato la memoria credevo che la cosa sarebbe finita li’ e che saresti ritornato dalle tue vecchie compagnie”
“Quali compagnie papa’?”
“Tanya innanzitutto...e’ sempre la tua fidanzata..”
“Tanya non si e’ degnata di passare un solo minuto in mia compagnia quando ero in clinica o quando sono tornato a casa...”
“Pensava che avessi bisogno di riposo e di tranquillita’....”
“BALLE! Se ci tenesse veramente a me, sarebbe venuta....ma lei mi accompagna solo se ci sono eventi mondani e frotte di fotografi!!”
“Non dire cosi’....era preoccupata per te, come del resto lo siamo stati tutti”
“Be’ se lo eravate avete avuto uno strano modo di dimostrarlo...”
“Senti Edward, mi dispiace se non siamo riusciti a starti vicino come tu avresti voluto, ma la situazione era difficile anche per tutti noi e spesso non sapevamo come comportarci....avevamo paura di fare peggio”
“Papa’...meglio che chiudiamo qui questo discorso, ormai quello che e’ fatto e’ fatto...io non sono venuto qui per parlare di questo...”
“D’accordo....allora dimmi la verita’...cosa c’e’ tra te e quella ragazza?”
“Ancora con Bella?”
“Edward, sono tuo padre e vedo benissimo che quella ragazza ti ha in qualche modo cambiato...prima certi ripensamenti non li avresti mai avuti.”
“Stai dicendo che se mi trovo in un momento di crisi esistenziale e’ colpa di Bella?”
“Io credo che lei c’entri per l’ottanta per cento”
“E anche se fosse? magari mi e’ servito per riflettere sulla mia vita...”
“Oppure per confonderti le idee...”
“Credi che non sappia fare le mie scelte da solo? Che sia sempre influenzato dagli altri?”
“Al contrario...sei sempre stata una persona dotata di estrema freddezza nella valuatzione delle situazioni.....il fatto che questa ragazza possa crearti tanta confusione mi preoccupa”
“Lei non mi ha creato confusione.....al contrario, mi ha fatto vedere le cose sotto una nuova prospettiva”
“e quale sarebbe?”
“Mi ha fatto vedere che nella vita non ci sono solo lavoro, responsabilita’, obblighi e doveri....con lei ho apprezzato le piccole cose che mi sono sempre perso in questi anni...”
“Allora ho ragione nel dire che lei c’entra....”
“Si papa’..lei c’entra OK?C’entra perche’ da quando la frequento mi sono reso conto di quante cose mi sono perso fino ad ora e di quante ho deciso di non perdermi piu’ ....”
“Edward, cosa stai cercando di dirmi? Stai facendo un lungo giro di parole ma gradirei che tu venissi al punto...”
“Il punto e’ che Bella e’ per me una persona molto importante...e io non intendo rinunciarci”
“Bene. Vedo che siamo arrivati al nocciolo della questione...quindi tutto si riduce ad una donna”
“Non userei il termine riduce.....io ho delle intenzioni molto serie con lei...”
“E Tanya?”
“Io non amo Tanya...e non vedo perche’ dobbiamo continuare questa farsa del fidanzamento”
“Ok, dici di non amare Tanya e di avere serie intenzioni con questa Bella....e sentiamo un po’...quali sarebbero le tue intenzioni? Fidanzarti ufficialmente con lei ? con una fisioterapista? le faresti fare un bel salto di qualita’...”
“Bella non e’ interessata a questo”
“Ah, mi vorresti far credere che il suo interesse per te non e’ minimamente legato alla tua posizione sociale?”
“Se proprio ci tieni a saperlo, la mia posizione sociale e’ uno dei principali motivi per cui lei mi ha rifiutato”
“O non si rende conto di cosa dice...oppure e’ una tattica per farti capitolare prima del previsto”
“Nessuna delle due.....mi ha chiaramente detto che non se la sente di impegnarsi con me perche’ non si sente abbastanza  per il mondo a cui appartengo....come se a me potesse interessare quello che pensano gli altri”
“E invece dovrebbe interessarti....e anche molto! Edward, forse ho giudicato male questa ragazza...in realta’, da quello che mi stai dicendo , sembra che lei abbia piu’ buon senso di te. Si e’ resa conto delle profonde differenze che separano il nostro ambiente dal suo...e ha capito che non ne potrebbe fare parte”
“Per me queste sono tutte idiozie....ambienti sociali...che senso ha? io so di essere felice assieme a lei e questo mi basta”
“Edward, tu non vivi in un’isola deserta e irrimediabilmente l’ambiente circostante influenzera’ sempre la tua vita... so che queste potranno sembrarti semplici parole...ma in realta’ posso provartelo con i fatti alla mano.”
“Cosa intendi dire?”
“Sai che lavoro faceva tua madre quando ci siamo conosciuti?”
“So che era una semlplice segretaria”
“Infatti....qunado l’ho conosciuta era una delle tante segretarie che lavoravano in questa azienda, allora io ero un ragazzo piu’ o meno della tua eta’ e come te stavo imparando da mio padre, tuo nonno, tutti i segreti del mestiere per succedergli nella carica di presidente. Mi presi una bella sbandata per tua madre e lei per me, anche se era molto inbita da quella che era la mia posizione sociale. Mio padre, come ora sto facendo io, mi mise in guardia sulle implicazioni di una relazione sentimentale con una persona di estrazione sociale tanto diversa dalla mia....ma io non gli diedi retta, ero innamorato di quella donna e pur di ottenere il benestare di tuo nonno, mi gettai a capofitto nel lavoro.
Alla fine lui era cosi’ soddisfatto del mio operato in azienda che mi lascio’ carta bianca per quello che riguardava la mia sfera privata...e cosi’ alla fine io e tua madre ci sposammo.
Ma l’idillio duro’ ben poco. Dopo un primo periodo di spensieratezza passato tra viaggi e agi di ogni genere, tuo nonno mi passo’ la carica di presidente e con essa si moltiplicarono gli impegni,le riunioni, i viaggi di lavoro, le cene sociali....tua madre cerco’ di adattarsi in ogni modo...di essere sempre disponibile e ben disposta a tutto....ma alla fine cedette. L’ambiente in cui l’avevo costretta a vivere non faceva per lei. Lei era una persona semplice, che amava le piccole cose, proprio come la tua Bella. Io l’ho gettata in un ambiente fatto di falsita’,apparenza, malelingue e doppigiochi, al pari di una fossa di leoni.
Cosi’ piano piano si e’ venuto a creare un muro tra di noi, lei ha cominciato a rifiutarsi di accompagnarmi in qualunque occasione e di intrattenere qualsiasi tipo di rapporto con le persone con cui io avevo a che fare. Siamo diventati due separti in casa, ma la casa era cosi’ grande che ormai adesso ognuno dei due conduce una vita propria indipendente da quella dell’altro.
Spesso mi ha rinfacciato che tutti i miei soldi le hanno rovinato la vita....che abbaimo fatto tre figli e che poi l’ho lasciata sola a tirali su con uno stuolo di balie... ed e’ proprio per questo senso di colpa che mi porto dietro da allora che non mi sono mai opposto alle sue scelte. Adesso si e’ riorganizzata la su avita in modo indipendente dalla mia, si e’ costruita dei suoi interessi con tutte quelle associazioni culturali e benefiche che segue...e ha riacquistato un po’ di serenita’ anche se ormai la distanza tra noi e’ diventata incolmabile”
“Perche’ mi dici tutto questo?”
“Per farti capire cosa accadrebbe se ti intestardissi a voler coinvolgere quella ragazza nella tua vita in modo permanente....e’ questa la vita che vorresti per te e sopratutto per lei?”
“Non e’ detto che debba succedere anche a me...”
“Succedera’ Edward, e il fatto stesso che lei abbia deciso di troncare ogni relazione con te e’ sintomo che lei stessa ha capito da sola quali sarebbero le conclusioni ..... tua madre allora non se lo immaginava lonatanamente, per lei era come se stesse vivendo una favola e io fossi il suo principe azzurro. La tua Bella invece ha gia’ i piedi ben piantati per terra”
“Bene, se allora mi dici che questa sia la sola e unica possibile conclusione....allora  vorra’ dire che saro’ io a rinunciare al mio lavoro e alla mia posizione”
“E cosa farai?”
“Il musicista? oppure il giardiniere? qualsiasi cosa che mi permetta di avere una vita semplice accanto a lei”
“E credi che lei te lo lasci fare?”
“perche’ mai dovrebbe opporsi?”
“Perche’ sa che tu sei un uomo di successo e con grandi aspettative. Quanto credi che tarderanno a nascerle i sensi di colpa per averti strappato da una realta’ fatta di soldi e potere per farti fare in cambio un lavoro ordinario.”
“Forse finiro’ a fare un lavoro ordinario, ma magari quello che voglio e’ una vita fatta di piccole cose”
“Edward..Edward, ma perche’ credi ti abbia scelto come mio erede?”
“Perche’ ero l’unico figlio che ti era rimasto disponibile?”
“Non dire stupidaggini!!! Io non sono uno di quei patriarchi che vogliono assolutamente tramandare le cose di padre in figlio....e si rifiuta di guardare in faccia alla realta’ se i suoi figli non sono portati per questo lavoro....io ho tirato su questa azinda dopo tuo nonno con tanti sacrifici e rinuncie...primo tra tutti il mio matrimonio.....per non parlare di tutte quelle persone che vivono con il lavoro in questa societa’ e per cui io mi sento responsabile in prima persona. Se non fossi stato totalmente certo che mio figlio fosse portato per questo lavoro, sarei stato il primo a cercare altrove il mio successore....ci sono frotte di nipoti che si precipiterebbero qui allo schiocco delle mie dita....io ti ho visto crescere giorno dopo giorno per tutti questi anni....ho visto in te la sete di conoscenza per tutto quello che riguardava questa azienda...ti ho visto tenere testa ai principali banchieri di questo paese durante i nostri meetnig abituali....e vedo la deferenza e l’ammirazione che ti dimostrano tutti i nostri dipendenti.
Edward, tu sei nato per fare il leader....e ti da una grande soddisfazione farlo....e mi dispiace ma non ho alcuna intenzione di lasciarti distruggere tutto quello che hai faticosamente costruito in tutti questi anni per un attimo di debolezza....”
“Debolezza? la mia non e’ una semplice debolezza!Io amo quella ragazza!”
“Allora e’ proprio per questo che devi lasciarla andare....come lei ti ha chiesto....per darle la possibilita’ di costruirsi una vita felice.....veramente felice”
“Felice significa....lontano da me...vero?”
“Mi spiace Edward...a volte dimostrare il proprio affetto verso qualcuno ti impone delle scelte dolorose”
Edward rimase muto per alcuni istanti, poi alzo’ lo sguardo verso suo padre e disse
“E io? Sono condannato all’infelicita’ per il nome che porto? Sarebbe stato meglio se la memoria non mi fosse mai piu’ tornata....”
“Edward non dire cosi’.... ti ostini a voler vedere le cose solo da una direzione.... hai soldi, fama e successo e potrai goderti la vita come e quando vuoi...e hai Tanya”
“Tanya? Papa’ ti ho gia’ detto che...”
“Si lo so cosa hai detto, Tanya non e’ perfetta....ma credimi ti vuole bene....e appartiene al tuo stesso mondo....lei sara’ sempre al tuo fianco in ogni circostanza per supportarti....perche’ lei sapra’ sempre come comportarsi in ogni occasione e non si sentira’ mai fuori posto...perche’ il tuo ambiente sociale e lo stesso in cui lei e’ nata e cresciuta”
“Papa’, cosa stai cercando di dirmi con questo?”
“Che credo che sia arrivato il momento di dare una svolta al tuo fidanzamento con Tanya”
“Sarebbe a dire?”
“Che credo sia arrivato il momento che tu le chieda di sposarla”.

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** capitolo 25 ***


Alice apri’ gli occhi al suono della sveglia. Mise un braccio fuori dalle coperte e a tentoni riusci’ a spegnerla. Si stiracchio’ nel letto e finalmente dcise di alzarsi.

Ando’ verso la finestra e tiro’ le tende: la torre Eiffel svettava davanti a lei.
Erano le otto del mattino ma li’ fuori Parigi era gia’ in piena attivita’.
Le sarebbe tanto piaciuto che Jasper fosse li’ con lei a godersi quella magnifica vista, poi avrebbero potuto andare a fare una bella passeggiata mattutina lungo la Senna e magari fermarsi a fare colazione in qualche caffe’.
Invece era li’ da sola. Il suo capo le aveva dato si e no 48 ore di preavviso per buttare qualcosa in una valigia e prendere il primo volo.
“Magari potrei prolungare il mio soggiorno qui di qualche giorno al termine della sfilata e chiedere a Jasper di raggiungermi” penso’ “non ci concediamo una vacanza da tanto tempo”.
Neanche ci fosse una connessione telepatica tra i due, il suo cellulare prese a vibrare e sul display comparve il numero di Jasper.
“Pronto Jasper” si affretto’ a rispondere Alice “che succede?”
“Buongiorno amore” rispose lui con estrema calma “deve esserci per forza qualche emergenza se decido di chiamarti? Magari volevo solo parlare con te”
“Jasper, da te e’ notte fonda....e’ normale che pensi  che sia successo qualcosa”
“Nulla di che...come va? ti sei svegliata da poco?”
“Si, da pochi minuti. Ho messo la sveglia presto visto che oggi sara’ una giornata piena di impegni! Ma cosa intendi con nulla di che....vuol dire che ci ho preso, qualcosa e’ successo!”
“Ok, ok Alice, te lo dico. Ti ho chiamata  a quest’ora perche’ credevo fosse meglio che lo venissi a sapere da me piuttosto che da qualche giornale...almeno sarai preparata nel caso dovesse intercettarti qualche giornalista”
“Preparata a cosa? ma vuoi dirmi di cosa stai parlando?”
“Dovresti accendere il tuo tablet e andare sul sito del New York Times”
“Il tablet e’ accesso e si sta collegando ....un momento...ok, ci siamo sono alla prima pagina....beh? cosa dovrei leggere?”
“Vai alla sezione Economia”
“Si, ci sono...tassi di interesse....aumento dello spred... non capisco.....OH MIO DIO!!!! e questo che vuol dire?”
“Direi proprio che hai trovato la notizia giusta”
“Edwar Masen, vice-presidente della International Bank , alla vigilia della fusione con il gruppo Union Credit di proprieta’ della famiglia Denali, annuncia le sue imminenti nozze con la sua fidanzata Tanya Denali? L’annuncio e’ stato fatto durante una conferenza stampa....bla,bla....a quanto si apprende saranno imminenti! Ma...ma..non capisco Jasper. Sono solo due giorni che sono partita e fino ad allora nessuno aveva accennato ad una tale eventualita’......ma poi non capisco,Edward annuncia le nozze...imminenti....perche’ tanta fretta? O mio fratello si e’ bevuto il cervello oppure....scusa Jasper, non e’ che ha preso un’altra botta in testa e ha perso di nuovo la memoria?”
“No, no Alice, stai tranquilla, Edward sta benissimo. Io l’ho visto giusto ieri sera al termine della conferenza stampa e mi ha confermato tutto di persona...anche io gli ho chiesto il perche’ di tanta fretta”
“e lui?”
“Lui mi ha risposto che visto il loro lungo fidanzamento era ormai arrivato il momento di concludere”
“Concludere? Ma cos’e’ per lui, un contratto da concludere dopo lunghi mesi di trattative? Stiamo parlando di un matrimonio....ma Jasper, come ti e’ sembrato? aveva l’aria felice mentre te lo diceva?”
“Veramente aveva la sua solita espressione impassibile, quella che ha sempre durante le sue apparizioni pubbliche”
“Si, la conosco bene quella espressione.....e di Bella? hai saputo niente su di lei?”
“No Alice,niente. Ho provato a chiedere a tuo fratello Emmett ma ne sa meno di tutti”
“Figurati se Emmett poteva saperne qualcosa...vive in un mondo a parte...comunque hai fatto bene ad avvisarmi...e’ facile che qualche giornalista oggi mi chieda commenti a riguardo...e comunque Edward non se la cavera’ tanto facilmente....non con me almeno....gli chiedero’ delle dovute spiegazioni e sara’ meglio per lui che siano convincenti!”
Detto questo Alice eJasper si salutarono e lei comincio’a preparasi per l’intensa giornata che l’attendeva.
************************************************************************************
Otto del mattino: Edward era al lavoro, seduto dietro la sua scrivania. Ormai da qualche giorno aveva ripreso a pieno la sua attivita’ e la mattina si recava in ufficio sempre di buon’ora, come suo padre del resto.
Il suo interfono suono’, segno che la sua segretaria lo stava chiamando.
“Si Jane?Avevo detto di non disturbarmi fino alle nove”
“Signor Masen mi scusi ma il fatto e’ che e’ arrivata sua sorella e io ho provato a dirle di tornare piu’ tardi...ma non ha voluto sentire ragioni e ...”
In quel momento la porta dell’ufficio di Edward si apri’ improvvisamente ed Alice Masen apparve sulla soglia con un’espressione abbastanza agguerrita. Chiuse la porta alle sue spalle con un tonfo e si avvicino’ alla scivania del fratello.
“Ok Jane tranquilla tutto a posto, conosco bene l’irruenza di mia sorella...non passarmi nessuna chiamata per ...diciamo un’oretta?” disse Edward guardando la sorella in cerca di una sua conferma
“Fai pure due di ore” rispose Alice
“Ok Jane, non passarmi nessuna chiamata fino a quando non te lo diro’ io ok?”
“Come vuole sig. Masen” rispose la segretaria ed Edward chiuse la comunicazione.
“Buongiorno Alice...l’aria di Parigi ti ha fatto bene....ti vedo in forma” disse Edward rivolto alla sorella
“Buongiorno un cavolo....ho preso il primo aereo disponibile....solo per trovarmi faccia  a faccia con te e ricevere le dovute spiegazioni su questo” e cosi’ dicendo sbatte’ giu’ sulla scrivania una copia del New York Times che riportava a caratteri grandi l’articolo riguardo all’imminente matrimonio, corredato di tanto di foto dei due promessi sposi.
“oh, vedo che l’hai saputo....mi spiace che non abbia potuto dirtelo io di persona...ma non volevo turbare il tuo viaggio di lavoro”
“turbare un cavolo Edward...sono tornata indietro appeno l’ho saputo”
“Potevi farmi una chiamata....ti avrei rassicurato....abbiamo fissato la data ma c’e’ ancora un po’ di tempo per i preparativi”
“Preparativi? Credi che mi sia precipitata qui perche’ preoccupata di non riuscire ad organizzarmi in tempo?”
“E allora per cosa?”
“Edward, sono tornata indietro solo per un motivo, guardarti dritto negli occhi e chiederti: si puo’ sapere cosa diamine stai facendo?”
“Beh, non mi sembra una domanda tanto difficile. Mi sposo”
“Si ti sposi...ma con Taya?”
“Sbaglio o e’ lei la mia fidanzata?Normalmente e’ con la propria fidanzata che ci si sposa”
“Edward, smettila di fare questi giochetti con me”
“Alice, smettila tu di aggredirmi ...non capisco dove vuoi arrivare. Io e Tanya siamo stati fidanzati per lungo tempo e ho pensato fosse arrivato il momento di dare una svolta alla nostra relazione, cosi’ le ho regalato un anello e lo ho chiesto di sposarmi. Lei ha accettato e questo e’ tutto”
“E il fatto che siamo alla vigilia della fusione, e’ una semplice coincidenza?”
“No, non lo e’...tanto era una cosa che andava fatta...quindi che senso aspettare? facciamolo ora cosi’ acceleriamo i tempi della fusione”
“Edward, ma ti ascolti quando parli? era una cosa che andava fatta....ma stiamo parlando di un matrimonio o di un contratto?”
“Il matrimonio e’ un contratto”
“Edward, per favore! Ascolta...quello che ti chiedo e’...perche’? fusione a parte....insomma credevo che i tuoi interessi fossero cambiati”
“Cambiati?In che senso scusa”
“Che il tuo interesse per Tanya cominciasse a venire meno”
“Non mi sembra di aver mai detto di voler rompere il mio fidanzamento o qualcosa del genere”
“Si e’ vero....ma credevo che ci fossimo vicini ormai”
“Vicini a cosa?Alice cerca di essere piu’ chiara”
“Credevo che tu eBella...”
“Bella? cosa c’entra Bella adesso?”
“Edward, vi ho osservati per tanto tempo e ...insomma vi ho visti diventare ogni giorno sempre piu’ vicini l’uno all’altro...e cosi’ credevo che...”
“Be’ credevi male!” rispose Edward di scatto alzandosi dalla sedia. Si giro’ dandole le spalle e guardando fuori dalla grande vetrata continuo’ con tono piu’ calmo “Credevi male,Bella e’ solo un’amica....e forse adesso neanche piu’ questo”
Alice rimase un attimo in silenzio fissando la schiena del fratello. Poi gli si avvicino’ e toccandolo ad una spalla disse “Edward, cosa c’e’ che non va? perche’ non mi dici cosa e’ successo tra voi due?”
“Niente Alice....non e’ successo niente...o almeno niente d’importante” rispose lui continuando a guardare fuori
“Edward, perche’ vuoi tenerti tutto dentro? Con me ne puoi parlare lo sai....”
“Oh Alice” esclamo’ lui con l’aria tormentata
“Edward vieni, sediamoci un attimo” disse Alice e lo prese per mano giudandolo fino a due poltroncine ad un lato dell’ufficio
“Raccontami cosa e’ successo....ti sentirai meglio” lo rassicuro’ Alice
E cosi’ Edward le racconto’ ogni cosa, di come le erano ritornati i ricordi e di come avesse scoperto cosa era accaduto la sera della sua aggressione alla metro.
“Ma...se le cose stanno cosi’, Edward non capisco....perche’ hai annunciato il tuo matrimonio con Tanya?Non dirmi che e’ stato il colloqui con nostro padre a convincerti”
“No....non e’ stato quello...o almeno non solo....”
“E allora cosa?”
“Dopo aver parlato con papa’ non ti posso negare che non abbia cominciato a chiedermi fino a che punto potesse avere ragione. Ho cominciato a chiedermi se stessi realmente trascurando le possibili conseguenze di un rapporto ufficiale tra me e Bella....l’ultima cosa che voglio e’ rovinarle la vita.”
“Sciocchezze Edward, Bella non e’ come nostra madre. Mamma  e’ una persona bellissima...ma lo sai anche tu e’ ingenua sotto molti punti di vista e si lascia molto condizionare dalle opinioni altrui. Bella e’ una ragazza forte e sono sicura saprebbe trovare il modo per districarsi alla grande  in un ambiente come il nostro”
“Anche io la pensavo come te...e’ per questo che nei giorni successivi ho provato a chiamarla, a contattarla...volevo parlare di nuovo con lei.....ma niente. Non ha voluto rispondermi al telefono, ne’ aprirmi la porta di casa.....e cosi’ alla fine ho lasciato perdere...e’ chiaro che lei non vuole avere piu’ niente a che fare con me”
“Cosa? Be’, andiamo in ospedale allora....”
“Alice No. Non capisci? Sto cercando di metterci una pietra sopra. Credevo di aver trovato una persona speciale, che sapesse andare oltre le apparenze e le circostanze per vedermi come sono realmente....e invece al primo ostacolo si e’ tirata indietro. Io non voglio sentirmi responsabile per il suo futuro....lei deve decidere in assoluta liberta’ e se ritiene che il mio ambiente sia troppo complicato per lei...be’ vuol dire che papa’ ha ragione.
Il nome che porto mi condizionera’ per tutta la vita..e allora meglio adattarcisi subito”
“Sposando Tanya?”
“Tanya sa il fatto suo, non mi potra’ mai accusare di averle rovinato l’esistenza con il mio stile di vita...perche’ e’ lo stesso che vuole lei”
“Ma tu non l’ami!”
“Le voglio bene...e questo e’ un buon punto di partenza....non si puo’ mai sapere”
“Edward, io voglio solo che tu sia felice....”
“Lo saro’ tranquilla....” le rispose Edward accarezzandole la guancia “adesso vai a casa...sarai esausta dal viaggio....e vai da Jasper....ti sara’ mancato in questi giorni”
“Molto...e si,ho tanta voglia di vederlo”
“Bene, io cerchero’ di tornare in tempo per la cena....magari potremo organizzare una bella partita a carte stasera...avviso Emmett”
“Si certo..e’ una splendida idea” disse Alice alzandosi e dirigendosi verso la porta
“A stasera allora” la saluto’ Edward
“A stasera allora...ciao e buon lavoro”rispose Alice prima di uscire dall’ufficio .
Appena si richiuse la porta alle spalle, Alice si appoggio’ un attimo ad essa per ripensare velocemente a cosa si erano appena detti lei e il fratello. Non poteva credeci che Bella fosse tanto codarda da averlo voluto liquidare senza tante spiegazioni. Alice conosceva bene Edward, spaeva che non gli era mai piaciuto insistere nelle cose....che per lui le persone avevano una sola risposta: la prima.
Ma se questo valeva per Edward, non era certo la stessa cosa per lei.
Bella le avrebbe dovuto dare delle spiegazioni....e sarebbe stato meglio per lei che fossero state delle convincenti spiegazioni....
“Credo proprio che faro’ un salto in ospedale” disse fra se’ e se’ Alice “Jasper dovra’ pazientare ancora un po’. Bella Swan preparati....”

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** capitolo 26 ***


Il taxi si fermo’ davanti all’ingresso principale dell’ospedale.

Alice Masen pago’ la sua corsa, scese dall’auto e si diresse alla porta d’entrata.
Non le fu difficile trovare il reparto di fisioterapia . La porta era aperta e in sala d’aspetto c’erano solo un paio di persone che aspettavano di essere chiamate.
Una giovane infermiera era seduta dietro ad una scrivania, doveva essere la persone che si occupava di prendere e verificare i vari appuntamenti.
Alice non era certo persona da passare inosservata, specie in un ambiente come quello, dove il massimo dell’eleganza era costituito dal pigiama e vestaglia che i pazienti ricoverati nella struttura indossavano.
Al contrario, per quanto fosse appena atterrata, Alice aveva il suo solito abbigliamento impeccabile.
L’infermiera all’ingresso dovette notarlo subito, perche’ appena Alice varco’ la porta di quella stanza, lei resto’ a fissarla per un momento prima di chiederle di cosa avesse bisogno.
“Buongiorno” rispose educatamente Alice “sono un’amica della signorina Bella Swan e avrei bisogno di parlare un attimo con lei. Potrebbe aiutarmi?”
L’infermeiera le sorrise debolmente e rispose “Bella dovrebbe aver finito proprio adesso...se aspetta un attimo qui vado a chiamrala....chi devo dire?”
“Alice,  Alice Masen”
“Ok, torno tra un attimo”
“Grazie infinite”
E cosi’ dicendo Alice si accomodo’ su una delle sedie disponibili.
Dopo circa cinque minuti di attesa, l’infermiera torno’ e annuncio’ che Bella sarebbe arrivata subito.
Infatti, dopo pochi istanti, Bella fece capolino dalla porta con indosso il suo camice ed un’espressione a meta’ tra lo stupore e lo sconcerto.
“Bella!” esclamo’ Alice con la sua solita allegria mentre le andava incontro per abbracciarla
“Alice!” rispose Bella un po’ sopraffatta dai modi dell’amica “cosa ci fai qui?”
“Scusa se sono passata senza preavviso....sono tornata da Parigi proprio questa mattina e avrei una certa urgenza di parlarti.”
“Oh va bene...ma io adesso sono in servizio” rispose Bella titubante
“Ma io posso aspettare...dimmi solo a che ora ti liberi” rispose Alice prontamente
“Si...ok, aspetta che controllo la lista degli appuntamenti” rispose Bella avvicinandosi alla scrivania dell’infermiera
“Bella per stamattina hai finito” rispose quest’ultima consultando il registro delle prenotazioni
“Ok, dovrei solo terminare di compilare le schede dei pazienti....ma  magari lo faccio piu’ tardi...”disse rivolgendosi ad Alice
“Perfetto!” esclamo’ lei “allora accompagnami al bar...ho bisogno di un caffe’ con una certa urgenza!”
“Ok, andiamo allora” rispose Bella alquanto rassegnata
Le due ragazze si diressero al bar dell’ospedale mentre Alice continuava tranquillamente a raccontare le sue ultime disavventure a Parigi.
Ordinarono due caffe’ e si sedettero ad un tavolino.
Agli occhi di bella, Alice appariva serena e tranquilla...ma lei aveva cominciato a conoscerla; se le era piombata li’ di punto in bianco per parlarle, sicuramente questo non presagiva nulla di buono...e per questo aspettva con impazienza che l’amica si decidesse a svelarle il vero motivo della sua visita.
“Allora Alice...di cosa volevi parlarmi?” chiese Bella con cautela
“Sai Bella, ieri mattina mi sono svegliata nella mia camera d’albergo a Parigi, pronta ad affrontare un’intensa giornata di lavoro....ma mi sono ritrovata ad affrontare una giornata ben piu’ pesante...incluso questo mio rientro anticipato.”
“E come mai sei dovuta rientrare prima del previsto? E’ successo qualcosa?”
“Ho avuto un estremo bisogno di parlare con mio fratello Edward in merito ai nuovi avvenimenti...penso che tu ne sia informata....e’ su tutti i giornali!”rispose Alice guardandola di sott’occhi
“Si” disse Bella con una vocina debole  e abbassando lo sguardo“l’ho letto sul giornale di ieri”
“Bene, allora visto che siamo entrambe aggiornate sulla questione, ti chiedo: tu cosa c’entri in tutto questo?”
“IO?” rispose Bella allarmata “io non c’entro proprio nulla!”
“Infatti! la domanda corretta e’: come mai tu non c’entri in questa storia?”
“Alice non ti seguo....tuo fratello ha deciso di sposare la sua storica fidanzata....perche’ io dovrei avere qualcosa a che fare con questo?”
“Bella..Bella!! mi prendi per una stupida? Vi ho visti insieme, tu ed Edward, e so bene che vi siete frequentati anche al di fuori delle sedute di riabiliatzione....e vuoi farmi credere che non e’ successo nulla tra voi?”
“Alice! cosa diamine vai a pensare....si, e’ vero, io ed Edward ci siamo visti qualche volta al di fuori del lavoro...a parte quella volta alla tua sfilata,abbiamo pranzato insieme un paio di volte e una volta siamo stati al museo cittadino...ma sempre come due buoni amici!”
“Amici? voi due? guarda che vi ho osservato bene, prima al barbeque di Emmett e poi durante il gala’ per la sfilata...avevate poco di amici voi due”
“Alice, ti assicuro che ti sbagli....e comunque non capisco dove tu voglia arrivare....lui sta proseguendo per la sua strada, cosi’ come io per la mia. Ha deciso di sposarsi e io mi auguro che sia felice...e se questo e’ tutto , scusami ma torno al mio lavoro” e cosi’ dicendo Bella si alzo’ con tutta l’intenzione di andarsene.
“So tutto della notte che avete passato insieme” disse Alice a bruciapelo.
Bella si immobilizo’, era come se una doccia gelata le fosse caduta addosso.
Lentamente si volto’ verso l’amica e con sguardo interdetto disse “cosa?”
“Edward mi ha raccontato tutto.....so della vostra notte romantica, poco prima che lui venisse aggredito alla metro....e so tutto il resto...quindi, te lo richeido per l’ennesima volta: com’e’ possibile che Edward abbia deciso di sposare Tanya? “
Bella torno’ a sedersi con aria rassegnata: ormai non sarebbe piu’ potuta sfuggire alle domande dell’amica.
“Alice, io ...non so cosa dirti....si e’ vero, c’e’ stato qualcosa tra me e tuo fratello...ma forse sarebbe stato meglio che non fosse accaduto nulla....comunque sia adesso e’ acqua passata...e lui..lui ha ripreso il suo posto e ha ripreso la sua vita cosi’ come doveva essere”
“Bella...ma cosa dici? Bella lui ti ama....” disse Alice “te ne rendi conto? lui ama te ma sposa un’altra donna....e tutto questo perche’ e’ convinto che tu non abbia alcun interesse per lui”
Bella tacque
“Bella, guardami in faccia e dimmi cosa provi tu per lui...tu lo ami?”
“Alice io...preferisco non risponderti”
“Non posso fare altro che prenderlo per un si....ma solo un cieco non lo vedrebbe...Bella, Edward mi ha detto che tu lo hai respinto e che poi non hai risposto alle sue chiamate e non hai voluto incontrarlo....perche’? questo me lo devi proprio spiegare”
“A che pro Alice? per mettere ancora il dito nella piaga?Io e tuo fratello non possiamo stare insieme”
“Perche’?”
“Come perche’? Guardati...e poi gurda me. Tu sei appena arrivata da Parigi, non sei ancora passata da casa e sembri uscita di fresco da parrucchiere ed estetista...io sono solo poche ore che sono uscita e sembro una che ha passato la nottata all’aperto!Io non sono adatta ad uno come tuo fratello...non ho classe, ne’ eleganza....”
“Oh Bella per favore...adesso vuoi farmi credere che il vero motivo sta in questo? Tu te ne sei sempre fregata delle apparenze e dei commenti altrui...e hai saputo guardare Edward per quello che lui e’ veramente: un ragazzo come tanti altri....e lui e’ questo che ama principalmente di te...e adesso mi vuoi far credere che l’ambiente in cui vive e le persone che frequenta per lavoro sono diventate cosi’ importanti da farti rinunciare ai tuoi sentimenti per lui?”
“Io cerco di essere realista....voglio che lui sia felice”
“E lo getti nelle braccia di un’altra? di una che  lui non ama?”
“Questa e’ una sua scelta”
“No, questa e’ una conseguenza delle tue! Ma cos’e’ che ti spaventa tanto? Dici che non hai eleganza o classe...ma credi che certe cose non si possano imparare? ti daro’ io una mano in questo...cos’altro...hai paura delle cene sociali a cui dovresti presenziare? basta sorridere e dire alcune frasi di circostanza....come nel film Nata ieri...ti assicuro che la maggior parte delle persone  che partecipano a questi eventi non sanno neanche perche’ si trovino li’....”
“Dovro’ rinunciare al mio lavoro...”
“E chi lo dice? “
“Andiamo Alice, ce lo vedi il futuro presidente di un colosso finanziario con una fisioterapista part-time?”
“Io vedo solo due ragazzi che si amano...nient’altro....certo, non dico che una vostra relazione all’inizio non sucitera’ qualche scandalo....ma basta aspettare un’attimo e la gente si dimentica di tutto....e poi magari proprio la posizione di Edward potrebbe aiutarti a realizzarti nel tuo lavoro aprendoti tante porte...”
“Si e nel frattempo Edward avra’ tutta la famiglia contro a causa mia”
“Io ed Emmett no di certo...mia madre e mio padre forse....ma alla fine dovranno accettarti”
“Vedi Alice? e’ di questo che parlo...dovranno accettarmi...perche’ Edward dovra’ impoglierlo....”
“Bella non puoi aspettarti che sempre tutti condividano le tue scelte...a volte bisogna lottare un po’ per affermarle...credi che per me sia stato semplice poter fare il lavoro che faccio? Non dico che gli inizi saranno facili, ma avrai meta’ della famiglia dalla tua parte e quando i miei genitori vedranno Edward felice e produttivo....perche’ conoscendolo se avra’ una vita serena e una compagna che ama, dara’ il massimo nel suo lavoro...alla fine i miei dovranno riconoscere i tuoi meriti....”
“Alice...il problema non sta in questo.....il problema non sono i tuoi genitori o la stampa o le cene di beneficenza...”
“E allora qual e’ il problema?”
“Il problema e’ Edward”
“Edward?”
“Si, proprio lui”
“Ma...non capisco...lui ti ama gia’ cosi’ tanto..”
“Alice, Edward mi ama perche’ per lui rappresento la persona al di fuori delle sue convenzioni...perche’ vede in me qualcuno che lo tratta diversamente da come invece fanno tutti gli altri, padre e madre compresi”
“E questo non ti sembra un valido motivo?”
“Alice, io e tuo fratello abbiamo condiviso dei bei momenti di intimita’ quando lui aveva perso la memoria e viveva in un mondo tutto suo....ma adesso siamo nel mondo reale...”
“E lui continua ad amarti....”
“Si ma che succedera’ quando dovra’ fare i conti con la vita di ogni giorno? te lo dico io....adesso sono tutte rose e fiori...poi verranno i dolori...e allora lui si accorgera’ del grosso sbaglio che ha commesso prendendo una come me...e comincera’ ad odiarmi....e io non potro’ farci nulla...”
“Bella ma che dici?”
“Alice: io non sono una persona all’altezza di tuo fratello. Lui ha bisogno di una compagna che sappia stargli vicino, che sappia consigliarlo nelle sue scelte...”
“Ci sono i consulenti finanziari per questo...”
“Non capisci, Edward ha bisogno di una donna degna di lui....che sappia muoversi nel suo ambiente, che lo sappia valorizzare ...non di una che sappia solo collezionare brutte figure e imbarazzi...come e’ successo al party della tua sfilata. A lungo andare Edward si stanchera’ di dover rimediare sempre ai miei guai...e alla fine si stanchera’ di me....e io questo non posso sopportarlo. Edward e’ un bravo ragazzo...ma e’a nche molto ambizioso e punta sempre al massimo nelle cose...io..io gli sarei solo d’intralcio”
“Bella...ma questo non e’ vero....”
“Si lo e’ Alice...e io non potrei vivere con questo rimorso...di avergli rovinato la vita e di essere riuscita a farmi odiare da lui”
“Fammi capire, siccome hai paura di questa eventualita’, per me altamente remota, rinunci fin dal principio?”
“E’ meglio cosi’ per entrambi, credimi”
“E’ solo piu’ facile....per te almeno, che non stai sposando una donna che non ami”
“Nessuno lo costringe a farlo.....ma se ha deciso di farlo significa che la ritiene la scelta migliore...”
“Questa e’ la tua ultima parola?”
“Si Alice...mi spiace”
“Spiace anche a me....credevo di aver trovato una sorella...ma si vede che mi ero sbagliata...” rispose Alice alzandosi “Ciao Bella e... scusa se ti ho fatto perdere del tempo...”
“Ciao Alice ...ti auguro ogni felicita’” rispose Bella  
“Grazie, anche a te”  disse Alice congedandosi molto freddamente ed uscendo dal bar.
Non poteva ancora credere a cio’ che aveva appena udito; aveva sempre creduto che Bella fosse diversa dalle altre e lei difficilmente si sbagliava.
Eppure, quella ragazza che le era apparsa fina da subito come una forza della natura, con tanta grinta, pronta a sfidare tutto e tutti in nome delle sue convinzioni, adesso era crollata sotto il peso di queste paure stupide e convenzionali.  Non era da lei....era come se ci fosse dell’altro sotto...si ma cosa?
Quella sera Bella torno’ a casa molto afflitta,  la conversazione con Alice le aveva lasciato l’amaro in bocca . Ando’ in cucina per preparasi la cena e l’occhio le cadde sulla copia del giornale che aveva acquistato quella mattina. In cima alla pagina svettava la foto di Edward e Tanya durante una cena di gala,  bellissimi nei loro abiti da sera: erano proprio come recitava la didascalia ‘la coppia pefetta’.
Bella crollo’ su una sedia e ripensando a tutto quello che era successo non pote’ fare altro che dare libero sfogo alle lacrime in un pianto dirotto.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** capitolo 27 ***


Circa un mese prima
Erano le nove del mattino. Bella era gia’ in piedi anche se quella mattina non doveva andare al lavoro.

Non aveva dormito molto quella notte, il ricordo della sera precedente e della discussione con Edward era ben vivo in lei. Lui finalmente aveva ricordato ogni cosa, ogni singola cosa che fosse avvenuta tra loro due, compresa la loro prima e unica notte insieme. Poi, invece di essere sconvolto per quella rivelazione aveva affrontato la cosa con la sua solita estrema lucidita’ e le si era dichiarato.
Lei era rimasta spiazzata. Era molto lusingata dalle sue parole ma in quel momento la paura per un loro possibile futuro alla luce del sole aveva preso il sopravvento e il risultato era stato che aveva risposto alle richieste precise di lui con una serie di mezze parole che lasciavano trasparire solo dubbi e perplessita’.
Quando poi lui era andato via, con l’espressione alquanto delusa, lei ci aveva impiegato tutta la notte per rielaborare quanto accaduto e convincersi che quella che le si stava presentando era un occasione piu’ unica che rara: un ragazzo staordinario e di una bellezza indescrivibile e di cui lei era follemente innamorata le si era dichiarato....unica pecca in tutto questo: era anche straordinariamente ricco.
E cosi’ aveva maledetto il suo carattere che la portava ad essere sempre indecisa quando si trattava di questioni personali, mentre in altre circostanze aveva sempre mostrato grinta da vendere.
Alla fine aveva deciso che l’indomani mattina avrebbe richiamato Edward, per scusarsi con lui e chiedergli di darle la possibilita’ di spiegarsi e parlare nuovamente. Era sicura che avrebbero risolto ogni cosa.
Aveva appena messo su il caffe’, quando senti’ il campanello della porta.
Chi poteva essere a quest’ora di buon mattino? Come era solita fare, si affaccio’ alla finestra della cucina che dava proprio nella strada principale, dove c’era il portaone d’ingresso.
Li sotto si accorse di una limousine nera parcheggiata. Possibile? Edward l’aveva letta nel pensiero ed era tornato da lei? Strano pero’...lui di solito era molto discreto quando veniva a trovarla e certo quella limousine non passava inosservata la’sotto. Ma che diamine, si disse, l’importante e’ che sia qui e che iopossa avere la possibilita’ di parlargli.
E cosi’ si infilo’ la vestaglia e si precipito’ in fretta vero la porta.
“Edw...” stava esclamando, quando la voce le mori’ in gola.
Davanti a se c’era una donna bionda , truccata e vestita con una eleganza e gusto impeccabili nonostanle l’ora. Sembrava una di quelle modelle da copertina: Tanya Denali le stava difronte.
“Salve” disse Tanya  senza scomporsi “lei deve essere Isabella Swan”
“Si..si” rispose Bella ancora allibita “sono io”
“Io sono...”
“..Tanya Denali” rispose Bella senza pensarci
“Ah..bene, vedo che non abbiamo bisogno di alcuna presentazione. Mi farebbe la cortesia di invitarmi ad entrare?” chiese Tanya “avrei bisogno di parlarle per pochi minuti di una faccenda alquanto delicata e il pianerottolo non mi sembra posto adatto per farlo” aggiunse
Bella si riprese dal suo sbigottimento e realizzando le parole di Tanya si scanso’ dalla porta “Oh, si mi scusi, prego si accomodi”
Tanya entro’ e si guardo’ intorno con un espressione alquanto sconcertata, l’appartamento di Bella doveva apparirle piccolo e insignificante rispetto agli ambienti a cui lei era abituata.
“Posso offrirle qualcosa?” chiese Bella cercando di apparire cortese , anche se quella presenza la metteva molto a disagio “magari un caffe’?” aggiunse
Tanya si volse a guardarla e la squadro’ da capo a piedi “un caffe’ andra’ benissimo” rispose e Bella le fece cenno di accomodarsi in salotto. Dopo pochi minuti torno’ da lei con un vassoio con due tazzine di caffe’ fumanti. Tanya si era seduta su una delle poltrone e Bella le porse il caffe’ sedendosi di fronte a lei.
“Cosa posso fare per lei miss Denali?” chiese Bella
“Possiamo darci del tu innanzitutto?” chiese Tanya
“Certo” rispose Bella
“Bene, allora Isabella,cerchero’ di arrivare dritta al punto. So che sei stata la fisioterapista personale del mio fidanzat, il sig.Edward Masen, prima durante il suo ricovero in clinica e poi durante la sua convalescenza a casa. Complimenti, devi essere molto brava nel tuo lavoro, Edward si e’ ripreso perfettamente”
“Grazie” rispose Bella –che sia venuta per offrirmi un lavoro?- penso’.
“Vedi Isabella, capisco benissimo che passare ogni giorno  tanto tempo accanto ad un uomo come Edward possa ...come dire...far perdere un po’ i lumi della ragione”
“Come?”
“Be’, sei una donna come me e insomma...capisco bene quale fascino estremo Edward sia in grado di esecitare sul genere femminile”
“Non capisco dove voglia..cioe’ dove vuoi arrivare con questo discorso” chiese Bella
“Voglio dire soltanto che Edward e’ un uomo molto bello e con modi estremamente raffinati e galanti...ogni donna con cui lui ha a che fare rimane incantata da lui”
“Vuoi insinuare che non sono stata professionale nel mio lavoro?” chiese Bella risentita
“Affatto! Te l’ho gia’ detto...sei una persona estremamente brava nel tuo lavoro...il problema sta in cio’ che avviene al di fuori del lavoro”
“Sarebbe a dire?”
“Isabella vedi, persone come me o come Edward sono considerati personaggi pubblici e pertanto sono tenuti a mantenere sempre un certo tipo di comportamento in ogni circostanza. Lo scandalo e’ sempre dietro l’angolo. Ora, per fare in modo che la stampa non possa sfruttare ogni minima occasione per speculare su di noi, ci sono delle agenzie preposte alla nostra sorveglianza”
“Le guardie del corpo” disse Bella
“Non proprio, le guardie del corpo servono per tutelare la nostra sicurezza durante le pubbliche uscite, quello di cui io parlo, sono persone addtte alla nostra sorveglianza in modo discreto e invisibile. Sono persone che osservano i nostri spostamenti al fine di impedire che si vegano a creare delle circostanze poco piacevoli”
“Come delle spie che vi seguono a vostra insaputa?”
“A volte e’ a nostra insaputa, a volte lo sappiamo....e’ un modo per proteggerci e farci avere cognizione di quella che e’ la percezione da parte dell’opinione pubblica su noi stessi. Quindi, in base a questo, mi sono state comunicate delle cose poco piacevoli riguardo al comportamento di Edward in varie situazioni”
“Di cosa stai parlando? Quando avrebbe tenuto un comportamento poco adeguato?”
“So che una sera e’ venuto con te ad una festa universitaria in una comune birreria”
“Si, e’ vero, ma non capisco cosa ci sia di male in questo”
“Nulla, se sei una persona comune...ma se fosse stato riconosciuto, sarebbe stato un grosso problema, tantomeno per il fatto che tutti lo credevano all’estero in viaggio per affari”
“Ma Edward e’ stato molto prudente,proprio nel caso ci fosse qualche giornalista appostato in giro”
“Il problema non sono solo i giornalisti, puo’ essere anche riconosciuto da qualcuno che si potrebbe poi divertire a filmarlo con il cellulare e l’indomani mettere tutto su internet...e il gioco e’ fatto”
“Puoi stare tranquilla, quella sera non l’ha riconosciuto nessuno...non erano persone che si occupano di alta finanza”
“E’ stato un puro caso, Edward finisce spesso sui giornali, visto e considerato che e’ uno degli scapoli piu’ ambiti del paese, e sono in molti a conoscerlo, anche al di fuori del suo ambiente lavorativo. Come d ti dicevo siete stati fortunati. Ma non mi riferisco solo a quell’episodio, so che ce ne sono stati altri...le visite al museo e i pranzi e le cene in tua compagnia...”
“Tanya dove vuoi arrivare? Di tutto quello che mi hai detto fino ad ora ho capito solo che la parola privacy non ha alcun senso per te. Mi stai dicendo che tu o chi per te avete assoldato uno stuolo di spie per pedinare notte e giorno le persone come Edward e riferire riguardo ad ogni suo spostamento”
“E’ il prezzo del successo e della notorieta’” replico’ lei
“Questo e’ da vedere. Resta da capire se Edward sia a conoscenza di essere sempre sorvegliato in ogni suo spostamento”
“Forse l’Edward che hai conosciuto tu non poteva saperlo...ma ti assicuro che quello vero sa bene di cosa parlo”
“Guarda che non c’e’ un Edward vero e uno finto...sono sempre la stessa persona. E comunque continuo a non capire cosa tu voglia da me”
“Bene, vedo che con te e’ inutile fare giri di parole...allora vado dritta al punto: Edward e’ il mio fidanzato e io ho sempre fatto di tutto per tutelare la sua immagine, anche a discapito dei miei interessi personali...quindi sarebbe il caso che te lo togliessi dalla testa e che lo lasciassi stare”
Bella resto’ ammutolita per un attimo. -Buone o cattive maniere, alta classe o meno, quando scatta la gelosia per un uomo le donne sono tutte uguali - penso’.
“Mi spiace Tanya che tu la veda in questo modo, ma credo che certi discorsi dovresti farli al tuo fidanzato invece che a me....io ho cercato solo di essergli amica e se lui ha trovato piu’ piacevole la mia compagnia invece che la tua...be’ questo e’ un tuo problema”
Tanya si alzo’ di scatto a queste parole “Come ti permetti? Tu non hai idea del rapporto che c’e’ tra me ed Edward”
“Deve essere molto profondo visto che durante la sua permanenza in clinica e poi quella in casa tu non ti sei fatta viva neanche una volta”
“Come ti permetti di giudicare? E’ stato il padre di Edward a dirmi di non venire...per tutti lui era in giro per il mondo e un mio passo falso avrebbe potuto mandare tutto all’aria....pensi che mi sia piaciuto non vederlo per tanto tempo?”
“Tanya, se il mio ragazzo stesse male, scusami ma delle apparenze mi importerebbe fino ad un certo punto....il mio bisogno di vederlo e di stargli accanto avrebbe la precedenza su tutto”
“Perche’ tu ragioni come la gente comune che e’ abituata a non dover mai dare conto a nessuno di quello che fa...ma per noi e’ diverso, uno sbaglio, una parola di troppo ed e’ la fine”
“Mi spiace ma non riesco proprio a pensarla al tuo stesso modo, ne’ mi interessa farlo”
“Ecco perche’ devi troncare ogni rapporto con lui”
“Come?”
“Si Isabella, tu sei come una mina vagante per lui...non lo capisci? Edward a causa tua potrebbe essere coinvolto in uno scandalo piu’ grosso di lui...e la sua carriera ne verrebbe fuori compromessa per sempre...e tu non vuoi che questo accada, vero?”
“Io..io non ho mai fatto niente per nuocergli”
“Non volontariamente certo, ma cosa accadrebbe se vi fotografassero durante uno dei vostri incontri amichevoli?Ci hai mai pensato?”
“Perche’ queste cose non le dici a lui, perche’ le vieni a dire a me?”
“Perche’ sono una donna come te e so bene cosa ti sta passando per la testa in questo momento...e poi Edward si e’ appena ripreso dall’incidente.”
“E sentiamo, cosa mi starebbe passando per la testa?”
“Ti sei innamorata di lui....e viste le sue attenzioni ti stai convincendo che potresti fare il salto di qualita’ che tutti vorrebbero fare”
“Non ti permetto di dire certe cose...tu non sai niente di quello che c’e’ tra Edward e me...io mi sono sempre interessata a lui per quello che e’ veramente, non per i suoi soldi....”
“...disse cenerentola al principe azzurro...poi pero’ visto che i soldi ci sono ben vengano...”
“guarda che avrei preferito mille volte che lui fosse un ragazzo come tanti altri con molte meno complicazioni...”
“e allora perche’ non te ne vai a cercare uno senza tanti problemi? te lo dico io, perche’ alla fine quello che ti interessa veramente sono i suoi soldi e la vita che ti permetterebbero di fare..”
“E a te questo non interessa invece vero?”
“Io sono gia’ ricca di mio....non ci guadagno nulla.”
“Be’ allora sappi che la mia vita mi piace esattamente cosi’ com’e’, compreso il mio lavoro e ci tengo molto alla mia privacy, non riuscirei a sopportare che qualcuno mi spiasse tutto il santo giorno”
“Bene, anzi benissimo...vedo che su una cosa siamo d’accordo. Il tipo di vita che facciamo io ed Edward non ti si addice, ti piace il tuo lavoro ma se mai dovessi avere una relazione pubblica con lui dovresti irrimediabilmente rinunciarci...per non parlare del fatto che esporresti continuamenteEdward  al ridicolo”
“Come al ridicolo?”
“Isabella, Edward e’ una persona di una certa classe ed e’ circondato da gente molto importante. Il suo comportamento deve essere sempre impeccabile, ma lui e’ stato educato a questo fin dalla nascita...come me d’altra parte. Lui si muove nel suo ambiente con estrema naturalezza e non ha bisogno di fingere, perche’ ha completa padronanza di tutto. Adesso invece immagina  questo scenario: tu ed Edward iniziate una relazione e lui esce allo scoperto con te. Immagina il polverone che questa notizia susciterebbe in tutti i giornali scandalistici...Edward ci metterebbe un bel po’ a riottenere credito nel suo ambiente...sanno essere molto spietati sai? e poi? che succederebbe se fosse affiancato da una persona che potrebbe metterlo in imbarazzo in ogni momento,anche se non intenzionalmente?  una persona che non saprebbe cosa dire o fare in certe circostanze? te lo dico io, Edward comincerebbe ad essere lo zimbello di tutti e i sacrifici che ha fatto in tutti questi anni per ottenere i suoi successi non saranno serviti a nulla....e alla fine sai cosa accadrebbe? Che lui comincera’ a prendersela proprio con la persona che e’ all’origine di tutto....con te. E tu,  che dici di amare tanto  Edward per quello che e’ e non per quello che rappresenta, cosa avrai ottenuto? solo e semplicemente di avergli rovinato la vita....”
“Questo e’ il tuo modo di vedere le cose....non e’ detto che debba andare per forza cosi’”
“Credimi...e’ un finale alquanto realistico...e te lo dice una che in quell’ambiente ci e’ nata e cresciuta....e di casi come questo ne ha visti parecchi...e comunque se le mie parole non ti hanno convinta, ti dico un ultima cosa.....se il mio fidanzamento con Edward salta per causa tua, salta anche la fusione....”
 “Cosa c’entra la fusione con tutto questo?”
“La fusione e’ con la compagnia di mio padre. Non ti aspetterai certo che l’avermi portato via il fidanzato non abbia delle conseguenze”
“Ma Edward ha lavorato sodo per questa fusione...i fatti personali devono restarne fuori”
“Eh no mia cara, troppo comodo...in guerra e in amore tutto e’ lecito....e nel nostro ambiente la vita e’ una guerra continua,dovrai cominciare ad abituarti....”
“Tanya, non e’ giusto. Edward lavora da anni a questo progetto, senza contare la fiducia che tutti i dipendentidella sua azienda ripongono in lui....”
“dimentichi la fiducia di suo padre.....e quando saltera’ l’accordo, perche’ ti assicuro saltera’, Edward ne verra’ fuori distrutto... e  la copla di tutto questo sara’ solo ed esclusivamente tua....e ben presto tutti lo capiranno....”
Bella rimase impietrita davanti a questa minaccia e Tanya ne approfitto’ per avere l’ultima parola
“Grazie Isabella per il caffe’ e per la piacevole chiacchierata, alla fine e’ proprio vero...tra donne ci si intende sempre” e cosi’ dicendo si avvio’ verso la porta lasciando ancora Bella impietrita al suo posto.
Quando arrivo’ nei pressi dell’uscita, Tanya si volse un ultima volta verso Bella e disse “Ah, dimenticavo...se una sola parola di questa nostra conversazione dovesse venire fuori da queste mura...sta’ pure tranquilla che le conseguenze sarebbero le stesse.” e detto questo usci’ sbattendo la porta.
Il tonfo improvviso fece risvegliare Bella dallo stato di intontimento generale in cui era caduta. Improvvisamente un senso di rabbia, impotenza e frustazione si impadronirono di lei e non le resto’ altro che accasciarsi a terra e scoppiare in un pianto dirotto.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** capitolo 28 ***


Alla fine il fatidico giorno delle nozze era arrivato.
Il matrimonio tra i due rampolli di casa Masen ed Denali avrebbe avuto luogo nel pomeriggio presso la villa della famiglia Masen.
Gia’ di primo mattino i preparativi fervevano, il catering che stava organizzando la cerimonia e il ricevimento nel giardino della villa era tra uno dei piu’ prestigiosi.
Erano previsti numerosi invitati, ovviamente parliamo delle persone piu’ in vista non solo della citta’, ma di tutto il paese.
Edward quella mattina si alzo’ presto come al solito. Aveva un’aria abbastanza tranquilla, ben lontano dal sembrare uno in procinto di sposarsi. Si sedette nella sala da pranzo per fare colazione e allo stesso tempo stava controllando le sue mail con il suo laptop.
Alice entro’ in quel momento nella stanza con il volto ancora assonnato.
“Buongiorno” disse
“Ciao Alice” rispose Edward con gli occhi ancora fissi sul monitor.
“WOW, e’ il giorno del tuo matrimonio e tu che fai? lavori?”
“Il matrimonio e’ nel pomeriggio...che dovrei fare fino ad allora?” rispose lui
“Mah non so, farti cogliere dal classico panico pre-matrimoniale magari?”
“Sai che non sono il tipo”
“Forse se sposassi la ragazza giusta...” aggiunse a bassa voce
“Guarda che ti ho sentito” rispose lui
“Tanto meglio! gia’ lo sai come la penso a riguardo”
“Si e il fatto che rispetti la tua opinione non significa che la condivida”
“Ma Edward..”
“Ah no Alice! non ricominciare!” disse lui alzandosi dalla sedia e chiudendo lo schermo del pc “ne abbiamo gia’ parlato a sufficenza l’altra sera”
“si ma vedo che la nostra discussione non ti e’ servita a nulla”
“ma Alice, cosa ti aspettavi? che mandassi tutto all’aria solo per alcune tue supposizioni?”
“Sai che su certe cose io non mi sbaglio mai!”
“a parte che ti ho gia’ detto di non aver gradito molto la tua incursione in ospedale....e comunque come vedi non ti ha portato a nulla”
“questo lo dici tu! Io sono convinta che ci sia qualcos’altro sotto....te l’ho detto, Bella sembrava diversa..non il suo solito comportamento..”
“Bella e’ una ragazza adulta e fa le sue scelte liberamente....e liberamente ha scelto di troncare ogni cosa sul nascere...senti Alice, apprezzo il tuo interessamento per la vicenda, ma penso sia il caso di chiuderla qui. Tra poche ore ci sara’ il matrimonio tra me e Tanya, perche’ non ti concentri su questo? Sei una grande appassionata di questo genere di eventi, ma in questi giorni non mi sembra di averti visto partecipare ai preparativi come mi sarei aspettato...”
“Hai detto bene....mi piaccioni i grandi eventi....ma questo per me non e’ un matrimonio....e’ un funerale!”
“Alice!” la riprese il fratello
“Ok,ok....vado a farmi la manicure....e magari la ceretta...contento?” rispose Alice
“Alice....ti prego, ho bisogno di te in questo momento..lo sai vero?”
“Scusami...e’ solo che vorrei vederti felice.....veramente felice...”
“andra’ tutto bene...stai tranquilla” le rispose Edward abbracciandola
“me lo auguro” rispose lei abbracciando a sua volta il fratello prima di uscire dalla stanza.
*************************************************************************************
Bella quella mattina faceva fatica ad alzarsi.
La sveglia aveva gia’ ripetuto il suo trillo ben tre volte, ma lei continuava a giacere inerme nel letto guardando il soffitto.
Alla fine si decise a muoversi per spegnere quel suono ormai divenuto fastidioso.
Si alzo’ mettendosi seduta sul letto e con estrema lentezza infilo’ le pantofole e si diresse in bagno.
Avrebbe voluto dormire tutto il giorno per risvegliarsi l’indomani, ma non le sarebbe servito comunque a nulla. Una parte di lei gridava “vai....ferma quelle nozze! vai!” ma la parte piu’ razionale di lei le diceva che ormai aveva fatto la sua scelta...anche se non in modo del tutto libero....e doveva accettarne le conseguenze...e le conseguenze erano che Edward da li’ a poco avrebbe sposato la sua fidanzata cosi’ come tutti si aspettavano....e avrebbe continuato la sua vita cosi’ come sarebbe accaduto se non fosse avvenuto quell’incidente che li aveva portati ad incontrarsi....
Alla fine si disse che la maniera migliore per fare passare questa giornata era quella di gettarsi nel lavoro. Dopo il turno all’ospedale avrebbe passato tutto il pomeriggio al centro di recupero e magari li’, tra quei suoi angioletti che la aspettavano sempre con impazienza, sarebbe riuscita a trovare un po’ di conforto.
Bevve un sorso di caffe’ tanto per recuperare un po’ di lucidita’ e, una volta vestita, prese le chiavi della sua auto e usci’ di casa con un insolito anticipo.
-almeno oggi non dovro’ correre come al solito- si disse mentre metteva in moto l’auto e imboccava la strada per l’ospedale.
*************************************************************************************
Verso l’ora di pranzo casa Masen era in pieno fermento.
Il patio dove si sarebbe svolta la cerimonia nuziale era pronto: un gazebo di legno ornato con una grande varieta’ di fiori bianchi  avrebbe fatto da palcoscenico all’evento.
Oltre agli innumerevoli invitati che ci si attendeva infatti, era stato ammesso anche un ristretto e selezionato numero di giornalisti, che avrebbero seguito l’intera cerimonia.
In un’altra zona del parco era stato allestito un tendone bianco che avrebbe invece ospitato il banchetto nuziale previsto per la serata e i tecnici stavano terminando di montare la pedana e tutta l’atrezzatura  che avrebbe ospitato l’orchestra.
 Edward intanto era alla finestra della sua stanza e guardava questo continuo via vai di gente.
Da li’ a poche ore il suo futuro sarebbe cambiato, eppure in un angolo del suo cuore, continuava ad immaginarsi sotto a quel patio mentre aspettava la sua sposa che, con passo lento ma deciso, avanzava verso di lui....solo che nella sua immaginazione, quella sposa non aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri ma bensi’ i capelli castani e gli occhi nocciola.
Quel suo fantasticare ad occhi aperti fu interrotto dall’arrivo di una grossa limousine nera.
L’auto avanzo’ fino all’ingresso principale e una volta fermatasi ne usci’ fuori la donna bionda che avrebbe da li’ a poco cambiato la sua vita: Tanya era appena arrivata.
Subito dopo di lei usci’ dall’auto un ragazzo bruno alto e ben piazzato, era Felix, assistente personale di Tanya.
L a sposa, come concordato, era arrivata prima per avere la possibilita’ di inziare a prepararsi con la dovuta tranquillita’.
I suoi personali truccatori e parrucchieri erano gia’ arrivati nella mattinata e avevano allestito in una delle stanze della villa un vero e proprio salone di bellezza tutto per lei e per le altre signore della famiglia degli sposi che avrebbero partecipato all’evento.
Edward osservo’ la sua futura sposa che, seguita da Felix, avanzava verso l’ingresso della casa, ma non ebbe nessun sussulto o emozione ..... continuava a fantasticare ad occhia aperti se al posto di quella limousine nera ci fosse stata un’utilitaria ben piu’ modesta e ne fosse venuta fuori una ragazza ben diversa con un modo di camminare molto meno deciso e sicuro...forse la sua reazione a quell’immagine sarebbe stata ben diversa...
Il suo sognare ad occhi aperti fu interrotto dal rumore di qualcuno che bussava alla sua porta: era Alice che lo avvisava di scendere per la prova finale dello smoking.
************************************************************************************
Bella aveva finito il suo turno di lavoro. Era seduta ad uno dei tavolini del bar dell’ospedale mentre mangiava un toast.
Aveva declinato l’invito di alcune sue colleghe per anadre a pranzo insieme, non aveva voglia di fare conversazione quel giorno, anche perche’ le aveva gia’ sentite nello spogliatoio mentre commentavano l’evento del giorno: il matrimonio da favola che si sarebbe tentuo nella villa dei Masen.
Le aveva sentite mentre fantasticavano sulla possibilita’ di partecipare a quell’evento, di poter sedere vestite di tutto punto tra quei facoltosi invitati....a lei di tutto questo poco importava...continuava ad immaginare Edward vestito con il suo smoking mentre, fermo vicino all’altare le sorrideva dolcemente come aveva fatto tant e e tante volte...
Si ridesto’ dai suoi pensieri quando fu inavvertitamente urtata da alcune persone e decise che sarebbe stato meglio smettere di sognare ad occhi aperti e concentrarsi sulla sua giornata.
Penso’ di passare a comprare qualche sacchetto di caramelle da portare ai bambini del centro, erano loro la giusta medicina che le serviva per alleviare un po’ il suo tormento.
*************************************************************************************
Verso le tre  del pomeriggio, quando mancavano circa un paio di ore alla cerimonia, Edward era in compagnia di Alice e di suo fratello Emmett.
Alice aveva saccheggiato la dispensa e stavano festeggiando le ultime ore di liberta’ di Edward mangiando schifezze: salatini, patatine e snack vari.
“Se ti vedesse la tua futura moglie adesso” disse Emmett rivolto al fratello mentre aveva in mano una bottiglia di birra “ci sarebbe il serio rischio di un suo ripensamento!”
“Lascialo in pace!” esclamo’ Alice “lascialo che si goda questi ultimi momenti...”
“Alice, ne parli come di un condannato a morte, non di uno che sta andando a sposarsi” rispose Emmett e poi continuo’ “io non ci vedo nienet di drammatico...dopotutto Tanya e’ un bocconcino niente male...”
“si, se ti piacciono gli iceberg” rispose Alice
“Ma...veramente a me non da quell’impressione....anzi, la ragazza mi sembra una che ci sa fare...vero Ed?”
“e’ della mia futura moglie che stai parlando....”rispose Edward
“Oddio come siamo sucsettibili....ma si puo’ sapere che vi prende a tutti e due? Oggi e’ un giorno di festa...dovremmo stare a bere e festeggiare...e invece voi avete due musi lunghi...”
“Questo perche’ tu non sai vedere oltre il tuo naso” rispose Alice
“Ma...non vi capisco...Edward, stai per sposare una bomba sexi tra le piu’ ricche del paese...e hai una faccia da funerale...”
“Perche’ non te la sposi tu?” disse Alice “visto che hai un debole per le bionde?”
“Io? No grazie...troppo sofisticata per i miei gusti....a me piacciono le cose semplici...e poi io ho gia’ la mia Rosalie....ma continuo a non capire cosavi prenda...”
“Niente Emmett” disse Edward cercando di stemperare i toni “diciamo pure che e’ il classico panico pre-matrimoniale”
“Ok, ma dovresti essere tu nel panico...non la sorella dello sposo!”
“Sai com’e’ Alice...si preoccupa cosi’ tanto per gli altri da immedesimarsi ....piuttosto dove sono Rosalie e Jasper?”
“Rosalie e’ di la’ nella sal trucco e parrucco” rispose Emmett
“Jasper sta per arrivare” disse Alice in tono neutro
“Alice, non credi sia il caso di cominciare anche tu a prepararti?” chiese Edward rivolto alla sorella
“Ho tutto il tempo che voglio....devo solo infilarmi il vestito” rispose Alice
“come e il trucco e parrucco? “ chiese Emmett “non devi anche tu andare a farti dare una bella sistemata?”
“non ne vedo l’occasione...”
“Alice” la riprese Edward “adesso smettila”
“Cosa c’e’? Non e’ una novita’ che non condivida questo matrimonio...”
“Ok, questo l’hai chiaramente detto a tutti....ma ti prego solo di rispettare le mie scelte”
Alice fece per aprire la bocca e rispondere a tono al fratello, quando all’ultimo ci ripenso’, emise un sospiro e disse “Ok...non voglio essere io a rovinarti la festa  Edward...scusami, cerchero’ di essere piu’ concilante..”
“Grazie” le rispose lui
Emmett continuava a guardarli senza capire un accidenti di quello che si stavano dicendo...ma era sempre stato cosi’ tra quei due....
“Edward” chiese allora lui tanto per cambiare argomento “dove passerete la prima notte?”
“Oh, niente di particolare” rispose Edward  “abbiamo fatto preparare la camera da letto nell’ altra ala della casa...quella usata solitamente per gli ospiti”
“Vuoi dire che resterete qui?” chiese Emmett “allora ho tutta la notte per progettare qualche bello scherzetto agli sposini” ridacchio’ lui
“Emmett ti prego....Tanya potrebbe non pensarla allo stesso modo” disse Edward
“Ma come?” disse lui “volete togliermi questo divertimento? ne avrete notti da passare soli soletti...”
“Emmett ti prego...non farmi litigare con mia moglie gia’ dal primo giorno”
“Uffa.....e va bene...cerchero’ di trattenermi...a meno che non beva troppo durante la cena...in quel caso non posso assicurarti niente...sai che l’alcool mi toglie ogni freno!”
“Confido nel tuo buon senso” disse Edward dandogli una pacca sulla spalla “Alice” disse poi rivolgendosi alla sorella “sai se per caso hanno finito di preparare la stanza?”
“No” rispose Alice “ ma se vuoi possiamo andare ad accertarcene”
“Sara’ meglio, non vorrei ci fossero sgradite sorprese all’ultimo momento” disse lui ed entrambi uscirono lasciando Emmett in compagnia della sua birra.
Lungo il tragitto Edward si rivolse alla sorella e le disse “Alice, cerca di sorridere un po’ OK? vorrei che stasera tu ti divertissi...”
“Te l’ho detto Edward... cerchero’ di fare del mio meglio”
“Ok, grazie...lo apprezzo molto”
Arrivati davanti alla porta della camera, Edward provo’ ad aprirla ma la trovo’ chiusa a chiave
“Strano” disse “perche’ mai l’avranno chiusa a chiave?”
“Aspetta, ho qui il passepartou” rispose Alice e lo infilo’ nella toppa.
La porta si apri’ ma Edward ed Alice non fecero in tempo ad entrare nella stanza che rimasero del tutto paralizzati da quello che videro al suo interno.
Sul grande letto a baldacchino preparato per i futuri sposi giacevano Tanya e Felix, senza nulla addosso e in atteggiamenti molto espliciti.
Edward non aveva ancora trovato il fiato per parlare quando Alice fu piu’ veloce di lui “ODDIO!!!” esclamo’ forte.
Tanya e Felix si voltarono di scatto verso la porta e appena li videro si tirarono subito giu’ dal letto cercando di coprirsi con qualunque cosa capitasse loro...
Edward fece un passo all’interno della stanza continuandoli a fissare con aria sconvolta, prima l’uno e poi l’altra, finche’ i suoi occhi si fissarono a guardare Tanya
“Tanya...ma...ma..che sta succedendo?”
“Edward..io...ti posso spiegare te lo assicuro...non arriavre a conclusioni afrettate!”
“A conclusioni afrettate?” disse lui “Tra due ore dobbiamo sposarci e tu che fai? Scopi con un’altro in quello che dovrebbe essere il nostro letto nuziale?”
“Io...scusami Edward...ti prego...e’...e’ stato un attimo di debolezza...ti prego....lasciami rivestire e ti posso spiegare tutto”
Edward era fuori di se’ dalla collera e dallo sdegno ma era abituato a gestire ogni situazione con estrema freddezza, anche le piu’ estreme....e in una circostanza come quella, mentre un altro sarebbe gia’ saltato al collo di Felix per strozzarlo, lui rimase freddo e impassibile come una statua di ghiaccio e si rivolse a Tanya con un tono pieno di disprezzo “farai meglio a sbrigarti allora” le disse.
Lei non se lo fece ripetere due volte, prese i suoi vestiti al volo e si infilo’ nel bagno lasciando Felix nell’imbarazzo piu’ totale.
Edward si volto’ ed usci’ appena subito fuori dalla stanza
“Edward” esclamo’ al quel punto Alice “non vorrai passarci sopra vero?”
“Alice ti prego”
“Edward! non puoi lasciar correre....quella brutta...”
“Alice...”
“Edward” lo chiamo’ allora Tanya affaciandosi alla porta della camera.
Edward si volto’ a guardarla per un attimo e subito entro’ nella stanza passandole davanti.
Felix in silenzio e con lo sguardo basso si stava accingendo ad uscire dalla porta quando Edward esclamo’
“Feix, dove credi di andare?”
“Io?” disse lui con espressione sorpresa
“Edward” s’intromise Tanya “non credi sia il caso che io e  te ne parliamo in privato?”
“Se volevi tenere le cose in privato saresti potuta venire prima da me a parlarmi....ma visto che avete preferito andare oltre, non vedo perche’ la cosa debba restare privata. Felix , Alice entrate e chiudete la porta”
“Ma Edward...” disse Tanya “cosa c’entra Alice?”
“Alice resta....a meno che sia lei a non voler assistere....Tanya potevi pensarci prima”
“Non me lo perderei per nulla al mondo” rispose Alice andandosi a sedere su di una poltrona compiaciuta
“Allora Tanya” esordi’ Edward “a te la parola...”
Tanya era visibilmente imbarazzata...non solo per la situazione che si era creata e dalla quale doveva cercare di giustificarsi...ma anche perche’ doveva farlo in presenza di una come Alice con cui non aveva mai avuto un rapporto molto confidenziale.
“Edward io...so che ai tuoi occhi non ho giustificazioni...ma te lo assicuro....e’ stato un attimo di debolezza...mi ha preso il panico....non so, forse lo stress per oggi...sai come succede....”
“No Tanya” rispose Edward risoluto “non lo so come succede...di solito quando si e’ stressati o sotto pressione si  piange o ci si sente male....non si va a letto con il proprio assistente..”
“No Edward ti prego...devi credermi quando ti dico che e’ stato un imperdonabile errore!! Felix te lo puo’ confermare..”
Felix restava impietrito con gli occhi bassi e questo non era certo sfuggito ad uno acuto come Edward
“Tanya” riprese Edward “sai che ti dico? che io non ci credo affatto a questa storia del momento di debolezza....anzi sai che penso? che secondo me la storia tra te e Felix va avanti da un bel po’...vero Felix?” disse volgendo lo sguardo verso di lui
Felix alzo’ gli occhi verso Edward incapace di proferire parola guardando alternativamente prima lui e poi Tanya indeciso se parlare o meno.
Tanya lo guardava con l’espressione “se mi rovini ti uccido...” ed Edward capi’ al volo ogni cosa.
“Felix...dimmi la verita’” esordi’ Edward “non e’ stato un incidente vero? la cosa va avanti da un bel po’...e credo anzi che se Tanya l’abbai presa come un bel modo di passare il tempo...per te non e’ lo stesso vero? ho l’impressione che tu sia innamorato di questa donna.....”
“Edward che dici?” esclamo’ Tanya, mentre Felix non pote’ fare altro che abbassare nuovamente lo sguardo.
“Tanya io..proprio non ti capisco.....ma che bisogno c’era di arrivare a questo punto? Se avevi dei dubbi su questo matrimonio perche’ non sei venuta subito a parlarne con me? Nessuno ti sta obblignado a fare scelte contro la tua volonta’...”
“Ma io non ho alcun dubbio su questo matrimonio! Te l’ho detto...si e’ trattato solo di uno stupido errore”
“Ma mi prendi per uno stupido? Oppure sei veramente convinta che un matrimonio si possa cominciare con queste premesse?”
“Edward, nel nostro ambiente sono cose che accadono....non sarebbe la prima volta. Credi che tutte le unioni siano solo frutto di amore e non di interessi reciproci?”
“IO NON VOGLIO UN MATRIMONIO PER INTERESSE” grido’ Edward “e se questa era l’opinione che ti sei fatta, allora e’ meglio chiarirla subito! Io ti ho chiesto di sposarti perche’ credevo veramente che noi due avremmo potuto costruire qualcosa insieme....ma qualcosa di vero, da costruire giorno per giorno...non pensavo certo ad un’unione di facciata che rendesse contenti gli altri, dietro a cui invece ognuno di noi si sarebbe fatto i propri comodi!”
“ Edward mi dispiace che tu la prenda in questo modo.....volevo solo dirti che sono cose che accadono....ma ne possiamo parlare e sono sicura riusciremo a trovare una soluzione...anche io ci tengo tanto a costruire con te un solido matrimonio”
“...infatti si e’ visto...” aggiunse Alice con toni ironico
“Tanya” riprese Edward gurdandola “sono stato educato per comportarmi sempre da gentiluomo e avere il pieno rispetto per ogni donna...ogni tipo di donna...quindi, invece di uscire fuori e gridare allo scandalo, come farebbe qualunque individuo nella mia posizione, rovinandoti cosi’ la reputazione per sempre, ti do la possibilita’ di venirne fuori pulita .....”
“Edward!” esclamo’ Alice “non vorrai perdonarla?”
Edward per tutta risposta alzo’ la mano facendole segno di tacere e aspettare.
“Tanya” continuo’ “puoi scordarti il matrimonio ormai”
“No Edward!” esclamo’ lei “non puoi farmi questo! ci sono una marea di persone e giornalisti la’ fuori che aspettano noi...cosa diremo?”
“In questo momento l’unica cosa di cui ti preoccupi sono i giornalisti e i tuoi invitati? Non ti interessa il fatto che il tuo quasi marito ti abbia scoperta a due ore dalle nozze a letto con un altro e per di piu’ nella camera dove avremo dovuto passare la nostra prima notte di nozze?”
“No..ovvio che mi preoccupo anche di questo”
“anche di questo?” rincalzo’ lui “dovresti preoccuparti SOLO di questo....Tanya, te lo ripeto, il matrimonio e’ saltato...a te l’onore di inventarti una scusa plausibile...puoi dire che all’ultimo ci hai ripensato...che non te la sei sentita...vedi tu...”
“L’importante e’ che mi accolli io la responsabilita’ vero?”
“Visto quello che e’ successo...credo che sia il minimo...”
“Edward...non puoi neanche prendere in considerazione per un momento l’idea di ripensarci e perdonarmi?”
Lui la guardo’ per un attimo “No, mi spiace” disse poi risoluto
“E’ per lei vero?”
“Come?”
“Si..io ti ho fornito su un vassoio d’argento la scusa per piantarmi in asso e correre da lei...”
“Di che parli?”
“Della tua bella fisioterapista....cosa credevi che non ne sapessi nulla?”
“Che c’entri tu con Bella?” chiese Edward con sguardo feroce
“Sapevo benissimo che tu passavi del tempo con lei....e non ti ho detto nulla”
“Non erano affari tuoi”
“Se il mio fidanzato frequenta un’altra lo sono eccome....ma alla fine nonostante tutto sei  tornato da me...”
“TU!!” esclamo’ d’un tratto Alice “tu c’entri qualcosa vero?”
“Come?” disse Tanya
“Tu...oh si, adesso e’ tutto chiaro...tu sei stata da Bella...che le hai detto?”
“IO? non so di che parli”
“Chiacchiere...a me non mi incanti!” le rispose Alice “che le hai detto? l’hai minacciata?”
A quel punto Tanya si vide alle strette con Alice ed Edward che la pressavano per ottenere una risposta.
“Io..io...le ho solo ricordato qul e’ il suo posto!” esclamo’
“Lo sapevo!” disse Alice con aria trionfante “ne ero sicura...che dietro il suo modo di fare ci fosse qualcuno”
Edward non fece caso alle parole di Alice, l’unica cosa di cui gli importava era sapere cosa lei e Bella si fossero dette!
“Tanya, che cosa le hai detto” disse con tono calmo ma trattenendo a stento la collera
“Ti importa tanto di quella sciaquetta?” rispose Tanya in preda alla gelosia
“Che cosa le hai detto?” ripete’ lui cercando di rimanere calmo
“Le ho detto di stare al suo posto...altrimenti..”
“altrimenti?” la incalzo’ Edward
“altrimenti....la fusione sarebbe andata a monte....per causa sua!”  termino’ Tanya
“Cosa?” esclamo’ Edward “cosa hai fatto? come ti sei permessa!” Edward era letteralmente fuori di se’
“Lei  si stava mettendo tra di noi!”
“Non c’e’ piu’ un noi!” rispose lui “anzi...direi che non c’e’ mai stato un noi....ascolta Tanya, sto cercando di trattenere l’istinto che mi porterebbe a cacciarti da questa casa in malo modo....quindi, prima che cambi idea e contravvenga a tutte le mie regole morali, prendi le tue cose, compreso il tuo amante e vai di sotto....annuncia a tutti che il matrimonio e’ saltato...con la scusa che piu’ preferisci...e sparisci per sempre dalla mia vita.....”
“E se io non volessi farlo?Se dicessi che mi hai abbandonata tu? E’ sempre la mia parola contro la tua...” rispose lei
“Dimentichi che anche io ho visto ogni cosa” disse Alice “e io non mi faccio nessuno scrupolo a parlare”
“Tu sei sua sorella....e’ normale che gli regga il gioco” disse Tanya
“Tanya” si intromise Edward “mi dispiace ma non hai fatto caso ad una cosa” e cosi’ dicendo fece segno con il dito di guardare in alto e continuo’ “telecamere di sicurezza...ce ne sono in tutta la casa...sarebbero state spente questa sera....ma credo proprio che adesso siano ancora attive...”
“Cosa?” esclamo’ Tanya
“Gia’....non era previsto nessuno in questa stanza fino a stasera...e se anche non sono provviste di audio, credo che il video sia abbastanza esplicativo..”
“Edward...tu non oserai..”
“No Tanya, a meno che non si renda necessario....e cioe’ nel caso tu non ti decida ad assumerti la piena responsabilita’ dell’annullamento della cerimonia....ovviamente lo stesso vale per la questione della fusione...se la cosa va a monte per causa tua....questo video non tardera’ a venire fuori...”
Tanya assunse un’espressione furiosa, la rabbia le ribolliva ma aveva le mani completamente legate.
Alla fine riprese la sua espressione sperezzante e disse “Ok Edward, hai vinto tu...andro’ di sotto e annuncero’ di aver cambiato idea a proposito delle nozze....si alzera’ un polverone...ma alla fine tutto tornera’ come prima e tutti si dimenticheranno della cosa.....ma per te sara’ diverso.....se ci tieni tanto a diventare lo zimbello di tutti quando ti presenterai in pubblico con quella ragazza.....in questo caso stai certo che la tua di reputazione sara’ compromessa per sempre”
“Queste non sono cose che ti riguardano” rispose lui
“Hai ragione.....Felix andiamocene..” e fece per uscire dalla stanza quando all’ultimo si volto’ “Edward, mi spiace sia finita cosi’...saremmo potuti essere felici insieme”
“Francamente ne dubito” rispose lui, poi si rivolse a Felix “Auguri Felix...hai tutta la mia comprensione”.
Non appena Felix e Tanya furono andati via, Edward si accascio’ su di una sedia ed Alice gli fu subito accanto.
“Edward...ma sei sicuro che le telecamere fossero attive?”
“No, ho bluffato un po’....ma e’ meglio che Tanya non ne sappia nulla”
“Oh ci puoi giurare....non vedo l’ora di assistere al suo comunicato ufficiale con cui annuncia l’annullamento del matrimonio!” disse lei soddisfatta per poi abbracciare il fratello in stato ancora di shock.
“Sono stato proprio uno stupido a credere che avrebbe potuto funzionare vero?” disse lui
“Non mi fa piacere dirtelo credimi ma....te l’avevo detto” rispose lei
“Gia’..me l’avevi detto...e io invece....sono proprio uno stupido”
“Piu’ che altro ingenuo...Edward sei un manager fantastico ma per quanto riguarda le faccende sentimentali hai molta strada da fare....ma guarda il lato positivo....meglio averlo scoperto ora che dopo!”
“Su questo hai ragione...e ora?”
“E ora?” disse lei “ora non ti rimane che una sola cosa da fare....vai da Bella subito....e riportala qui!”

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** capitolo 29 ***


Edward stava sfrecciando lungo le vie della città a bordo della sua auto.
Si era appena lasciato alle spalle una lunghissima giornata arrivata proprio in questo momento al suo culmine: Tanya si stava apprestando a tenere una conferenza stampa per annunciare che le nozze tanto attese non si sarebbero più celebrate.
Alice gli aveva intimato di andare subito a cercare Bella per risolvere definitivamente la situazione tra di loro.
“Alice” aveva ribattuto lui “questa volta dovrà ascoltarmi fino in fondo, dovessi  rivoltare tutto l’ospedale o buttare giù la porta di casa sua”
“Edward?” lo frenò Alice
“Si?”
“Bella a quest’ora la puoi trovare al centro di recupero per i bambini diversamente abili….”
“Oh…grazie, vado a cercarla direttamente lì allora”
“In bocca al lupo!”
“Crepi!”
E così Edward era sgattaiolato via dalla villa con la complicità di Alice, eludendo frotte di giornalisti e invitati. Aveva preso la sua auto ed era più determinato che mai a incontrare quella che aveva sempre ritenuto l’unica donna della sua vita.
Durante il tragitto, come sempre accadeva quando doveva prepararsi per un incontro importante, il suo cervello lavorava inesorabilmente alla ricerca di qualunque possibile scenario si sarebbe potuto creare e come affrontarlo di conseguenza.
Era preso nei suoi pensieri, quando all’improvviso ebbe una illuminazione.
Afferrò il cellulare e compose il numero della sua segretaria personale.
Jane rispose al secondo squillo.
“Jane? Salve, ho bisogno che lei faccia una piccola ricerca per me…è molto importante. Ho bisogno di sapere alcune informazioni riguardo ad una certa struttura, si tratta di un centro di volontari per la riabilitazione fisica di bambini diversamente abili”
Jane era abituata a questo tipo di richieste improvvise da parte del suo principale, e aveva imparato ad essere sempre pronta ed efficiente.
Edward le comunicò la sua richiesta e riagganciò.
Dopo circa quindici minuti, Jane richiamò con le informazioni richieste.
“Grazie Jane, efficiente come al solito”
“signor Cullen…ho appena saputo dalla televisione del suo matrimonio…mi dispiace”
“Grazie Jane….ma credo che non tutto il male venga per nuocere”
Terminata la telefonata, Edward arrivò nei pressi del centro. Parcheggiò ma, invece di scendere, prese nuovamente il cellulare e fece un paio di chiamate.
Al termine, soddisfatto delle informazioni ricevute, indossò occhiali da sole ed un berretto da baseball, per evitare di essere riconosciuto, scese dall’auto e si avviò verso l’ingresso.
***************************************************************************************
Bella aveva da poco terminato la seduta collettiva con i ragazzi.
Le piacevano molto quei momenti nei quali metteva la sua professione al servizio di bambini diversamente abili che avevano bisogno di continua riabilitazione fisica…e farlo in sedute collettive rendeva l’ambiente più rilassato ed efficace.
Anche se quel giorno la sua testa continuava ad andare altrove, era riuscita a trovare un po’ di serenità tra quei suoi angioletti.
Stava accingendosi a tornare a casa quando, passando davanti alla sala ricreativa del centro dove ci si ritrovava di solito per prendere un caffè o una bibita ai distributori automatici, la sua attenzione fu richiamata dalle molte persone che stavano immobilizzate davanti alla televisione.
Si affacciò dalla porta della stanza, per vedere cosa tutti stessero guardando con grande interesse, quando sentì una voce che conosceva bene.
Era una voce femminile che aveva imparato a conoscere a sue spese non molto tempo prima…era la voce di Tanya.
Alzò lo sguardo e la vide, era proprio lei, con indosso un paio di occhiali scuri, senza trucco e i capelli arruffati….sembrava stesse tenendo una specie di intervista, a giudicare dalle innumerevoli domande che le venivano poste.
Bella allora si rivolse ad una sua collega tra quelle che stavano seguendo l’intervista.
“Ma cosa succede?”
“Oh Bella” rispose questa “questo è lo scandalo del secolo. Miss Denali ha appena annunciato che le nozze con Edward Masen sono saltate”
“Saltate?” esclamò Bella cercando di contenersi “come saltate e perché?”
“Ah guarda, da quello che lei ha appena dichiarato pare che all’ultimo momento abbia avuto dei ripensamenti e abbia deciso di annullare tutto.”
“E lui?”
“Da quanto ha appena detto, lui pare non l’abbia presa molto bene e pertanto ha preferito non mostrarsi in pubblico….praticamente lei lo ha piantato sull’altare….ma dico io…si può? Farsi venire dei dubbi all’ultimo momento e piantare uno come Edward Masen, che non solo e stra-ricco, ma è anche un fico pazzesco! Secondo me c’è dell’altro sotto…ma figurati se lo vanno a sbandierare in giro…”
Bella non poteva credere alle sue orecchie.
Tanya Denali aveva mandato tutto all’aria….lei che quando si erano incontrate quell’unica volta le aveva fatto capire che avrebbe usato ogni mezzo pur di non perdere Edward…e adesso…a due ore dal matrimonio lei aveva improvvisamente cambiato idea?
Di sicuro c’era dell’altro sotto…già…ma cosa?
Ed Edward? Come l’aveva presa? Era veramente distrutto come stavano tutti dicendo?
Bella uscì dalla stanza con le idee del tutto confuse…..forse avrebbe potuto chiamare Alice….ma con quale diritto si impicciava lei adesso di qualcosa per cui aveva fatto capire a tutti di volerne restare fuori?
Mentre era assorta in questi pensieri, si avvicinò un suo collega.
“Bella, di là c’è tuo cugino che ti cerca”
“Come?” chiese lei ridestandosi
“Tuo cugino…è di là all’ingresso che ti cerca” ripeté il collega prima di svoltare l’angolo del corridoio.
“Mio cugino?” si chiese lei “Ma io…non ho cugini…forse avrà capito male” e mentre cercava di darsi una spiegazione logica anche a questo, si avvicinò all’ingresso del centro.
Si guardò intorno e non vide nessuno in giro “ma che razza di scherzi….”
Non fece in tempo a finire la frase che sentì due braccia cingerle da dietro i fianchi, mentre una voce con tono molto basso le sussurrò all’orecchio “Ciao cuginetta…finalmente riusciamo ad incontrarci noi due”
Bella sobbalzò, non tanto per essere stata colta alla sprovvista, tanto per aver riconosciuto immediatamente quella voce!
Si voltò di scatto e lo vide…anche se coperto da un berretto e occhiali scuri….era lui, proprio lui…l’uomo che popolava ogni notte i suoi sogni e riempiva di giorno ogni suo pensiero…
“ED…Edward” si corresse subito a bassa voce, era chiaro che lui non voleva farsi riconoscere…
“Bella” rispose lui “come stai?”
“Bbene..si..ma tu…ho appena saputo…ho visto la conferenza stampa di Tanya in televisione…cosa ..cosa è successo?”
 “Bella..io ho bisogno di parlarti….di diverse cose….e devi ascoltarmi stavolta…fino alla fine…” le rispose Edward con voce alquanto concitata.
“Io…si..certo...va bene” rispose Bella “vieni con me” e così dicendo lo condusse lungo il corridoio fino ad una porta che dava su una delle palestre in dotazione al centro.
Entrambi entrarono e Bella richiuse la porta alle sue spalle “Per oggi non sono più previsti corsi. Qui non ci disturberà nessuno” aggiunse.
Entrambi si sedettero su di una panca, uno di fronte all’altro ed Edward parlò per primo.
“Bella, ti prego, puoi dirmi perché dopo quella sera a casa tua, quella sera in cui ho ricordato tutto quello che c’era stato tra noi e dopo averti detto di amarti e voler stare con te alla luce del sole, tu sei sparita? Ho provato a chiamarti tante volte, sono venuto a casa tua a cercarti…ma tu ti sei sempre fatta negare. Perché?”
“Oh Edward” rispose lei “quella sera, quando tu hai ricordato cosa abbiamo vissuto insieme e poi mi hai detto che volevi rompere il tuo fidanzamento per stare con me…all’inizio questa notizia mi ha scombussolata….avevo tanti timori su cosa sarebbe successo se un uomo di fama e talento come te si fosse fatto vedere con una ragazza ordinaria come me…..e per questo ho reagito istintivamente frenando il tuo entusiasmo….ma poi, quando tu sei andato via, ho avuto modo di riflettere tutta la notte su quello che era successo e sul fatto che uno splendido ragazzo come te potesse interessarsi proprio a me.
Così il giorno dopo avevo tutta l’intenzione di chiamarti…per parlare con te di nuovo…sicura che insieme avremmo trovato una soluzione….ma poi…è accaduta un’altra cosa”
“Per caso vuoi dirmi che hai incontrato Tanya, non è così?” l’anticipò lui
“Si…in effetti si, si è presentata quella mattina stessa a casa mia…..ma tu come fai a saperlo?”
“E’ stata lei stessa a dirmelo…si è tradita con alcune frasi e alla fine è stata costretta a dirmi tutto…so che ha minacciato di far saltare l’accordo della fusione se tu non ti fossi fatta da parte”
“Si, è proprio così”
“Quello che non capisco Bella, è perché tu non sia venuta a dirmi nulla a riguardo? Avremmo potuto affrontare la cosa insieme…”
“Il fatto è che non è stata solo la sua minaccia riguardo la fusione a farmi allontanare da te….sono state anche le altre sue parole. Vedi, lei è riuscita a toccare tutti i tasti giusti e fare leva su tutte le mie preoccupazioni….e alla fine il risultato è stato che mi ero veramente convinta che lei avesse ragione…che se tu l’avessi lasciata per stare con me, avresti sollevato un enorme scandalo…che alla lunga, la mia presenza non avrebbe fatto altro che danneggiarti nel tuo ambiente…e alla fine tu avresti dato la colpa di tutto a me, finendo per rimpiangere le tue scelte….in fondo Tanya era la tua fidanzata, innamorata di te…era normale che cercasse in tutti i modi di difendere la persona che ama da un’altra donna che cerca di portarle via il suo uomo…..e per questo mi sono convinta che lei non avesse tutti i torti…che alla fine saresti stato più felice con lei che con me.”
“Bella, non credi che spetti a me decidere con chi voglia passare il resto della mia vita? Sono convinto che tu abbia agito in buona fede….ma certe decisioni vanno prese in due……così facendo io mi ero convinto che il problema fosse di tutt’altra natura….che eri tu a non volerne più sapere di me e infatti ,proprio convinto di questo, avevo chiesto a Tanya di sposarmi…..e se solo il Cielo non mi avesse aiutato oggi, stavo per commettere il peggiore sbaglio di tutta la mia vita”.
“Perché dici questo? Non è forse stata Tanya a decidere di mandare tutto all’aria?”
“Già e la cosa non ti sembra strana?”
“Bè in effetti si, visto e considerato con quanto accanimento difendeva il vostro fidanzamento con me…mi è sembrato molto strano che a due ore dalla cerimonia le venissero in mente tutti questi ripensamenti”.
“Il fatto è che sono stato io ad annullare tutto, non lei”
“Tu? E perché? Non dirmi perché hai saputo dell’incontro che abbiamo avuto io e lei”
“Anche..”
“Ma…non capisco…allora perché lei ha dovuto addossarsi tutta la responsabilità durante la conferenza stampa?”
“Diciamo pure che non le ho dato altra scelta…”
“No Edward aspetta….questo non è da te. Se all’ultimo momento hai deciso che non te la sentivi di sposarla, come minimo avresti dovuto mostrarti alla stampa anche tu….così facendo invece hai fatto ricadere tutta la colpa su di lei e tu sei apparso come la vittima abbandonata sull’altare…scusami ma anche se Tanya non riscuote le mie simpatie non trovo giusto il modo in cui l’hai trattata”.
“L’ho trovata a letto con un altro”
“COSA?”
“Già, a due ore dalla cerimonia, l’ho trovata in quella che sarebbe dovuta essere la camera della nostra prima notte insieme ad un altro…..e così, invece di scatenare un putiferio rendendo la cosa di pubblico dominio, le ho dato la possibilità di uscirne relativamente pulita in questo modo”.
“Quella stronza!!!! Cioè è venuta a casa mia facendo tutta la santarellina e difendendo a spada tratta la vostra relazione e poi…ah ma si sarebbe invece meritato proprio che tu l’avessi sputtanata davanti a  tutti”
“Si lo so…ma mi hanno educato in questo modo….a comportarmi da gentiluomo anche in queste circostanze..”
“Edward…mi dispiace…immagino come ti sia sentito”
“Più che altro mi sono sentito un vero idiota…..finché  non mi sono reso conto di essere stato molto fortunato…avrei potuto non accorgermi di nulla e a quest’ora sarei già bello che inguaiato…e poi quanto è successo mi ha dato modo di riflettere sul serio sulla mia vita…..Bella ascolta” e così dicendo le si avvicinò prendendole le mani tra le sue “come puoi vedere tu stessa, la mia vita è piena di gente senza scrupoli, che cercherà di avvicinarsi a me sempre e solo per interesse….tu sei stata l’unica eccezione in questo. Per questo motivo per me sei così importante….io non posso più fare finta di niente, non posso più ignorare i mie sentimenti per te, soprattutto ora che so che le tue esitazioni sono dovute solo a quello che potrebbe essere la reazione del mondo esterno ad una nostra relazione.
In più, non puoi neanche lontanamente pensare che io possa un giorno arrivare a rimpiangere la scelta di stare con te per le possibili implicazioni che il nostro rapporto potrebbe causare….perché non me ne frega  assolutamente nulla di quello che diranno gli altri…te l’ho già detto una volta…io, per te, sarei pronto a cambiare vita e lasciare il mio lavoro e….”
“Non dire altro ti prego” lo interruppe Bella avvicinandosi a lui “non sarà necessario niente di tutto questo…hai ragione tu, come sempre. Sono stata tanto stupida da permettere alle mie paure di avere il sopravento su tutto…quando la cosa più giusta da fare sarebbe stata anche la più semplice…venire a parlarti….ma ti prometto che non accadrà più e non ho intenzione di lasciarmi sfuggire questa seconda occasione che il Cielo ha voluto offrirmi” e così dicendo si avvicinò ancora di più fino a poggiare la sua fronte sulla sua.
“Edward…tu sei la persona più bella che io abbia mai conosciuto…e gli altri sono degli stupidi a non accorgersi d questo….ma forse è meglio così….perché ne sarei fortemente gelosa …..e io sono molto gelosa delle mie cose e anche egoista….non mi va di dividerle con nessuno”
“Io non chiedo di meglio…” rispose Edward e così dicendo le mise un braccio intorno alla vita e l’attirò più a sé annullando la poca distanza che ancora restava tra loro.
Cominciarono a baciarsi molto lentamente, senza alcuna fretta, come se volessero recuperare tutto il tempo perduto. Andarono avanti così con queste loro effusioni per diversi minuti, tra un bacio e una risata, guardandosi sempre negli occhi e apprezzando così la gioia di essersi finalmente ritrovati.
“Signorina Swan, sappia che da ora in poi non riuscirà più a liberarsi di me…”
“Non chiedo di meglio….” Rispose lei prima di rituffarsi tra le sue labbra.
“Edward” disse poi ad un certo punto Bella “ora che facciamo? Non credo sia prudente sbandierare subito tutto ai quattro venti”
“Hai già dei ripensamenti?” le chiese lui
“No assolutamente…è solo che per tutti tu sei appena stato abbandonato sull’altare dalla tua quasi moglie…”
“Allora direi che sono più che giustificato se cerco di rifarmi una vita con qualcun’altra…”
“Si certo….ma dovresti aspettare almeno il tempo per ‘smaltire’ la botta, non credi?”
“Ok…va bene…sono disposto ad una relazione clandestina solo per poco…..voglio che tutto il mondo sappia di noi…”
“Va bene…almeno avrò il tempo di riorganizzare la mia vita”
“In che senso?”
“Bè, sicuramente devo mettere in conto di dover lasciare il mio lavoro in ospedale…non credo che riuscirei più a conciliare quel lavoro con lo stare assieme ad una personalità importante come te”
“Ma non è necessario…”
“Sì che lo è…..non mi piacerebbe ritrovarmi l’ospedale pieno di giornalisti a caccia di gossip. Ma non mi pesa…davvero, ho solo una richiesta da farti”
“Quale?”
“Voglio continuare a lavorare qui….per me stare con questi bambini è troppo importante….e..”
“Non aggiungere altro Bella….” La interruppe Edward “a questo proposito ho una proposta molto interessante da farti…”
“un’altra proposta?” scherzò lei
“diciamo pure che si tratta di una proposta d’affari”
“Caspita, mi tocca stare in guardia allora. Non che non  i fidi di lei sig. Masen ma sa….lei ha la reputazione di un vero squalo nel mondo degli affari….”
“Signorina Swan può stare tranquilla, la mia proposta non nasconde nessuna insidia….allora, come dice lei, visto che sono uno squalo nel mondo degli affari, la mia forma mentis mi porta a valutare ogni possibile situazione in cui mi trovo al fine di scovare ogni possibile occasione propizia mi si possa presentare. A tale proposito, ho voluto fare un paio di telefonate per avere alcune informazioni su questo centro”
“Questo centro? E perché mai ti interessa?”
“Perché devi sapere Bella, che ogni grande compagnia, inclusa l’istituto di credito della mia famiglia, investe ogni anno dei soldi ai fini sociali e benefici. Questo contribuisce a mantenere una certa immagine della società, nonché le procura una bella fetta di pubblicità gratuita. Proprio in quest’ottica, ho saputo che il centro non se la passa poi tanto bene. I fondi statali scarseggiano e anche quelli privati. Inoltre ho saputo che il direttore tra poco andrà in pensione e quindi si presenterà anche il problema di nominarne uno nuovo"
“La tua analisi non fa una piega fino ad ora….ma ancora non capisco dove tu voglia arrivare”
“Ho pensato che l’International Bank potrebbe rilevare questo centro”
“Cioè vorresti comprarlo?”
“Si e vorrei anche privatizzarlo…”
“Ma in questo modo le famiglie con basso reddito non potranno più usufruirne..”
“E chi lo dice? Attiveremo una convenzione con il servizio sanitario nazionale per le famiglie meno abbienti, in modo che non perdano la possibilità di usufruire dei suoi servizi, mentre per quanto riguardato le famiglie più facoltose, istituiremo un regime a fasce, in modo che ognuno paghi in base alle proprie possibilità. In questo modo forniremo massima assistenza e macchinari all’avanguardia…”
“Certo messa così sembra la soluzione a tutti i problemi….ma cosa c’entro io?”
“Bella, in queste circostanze, quando si ha a che fare con flussi di denaro provenienti da varie fonti, tra stato ed enti privati, c’è bisogno sempre di qualcuno che vigili attentamente….perché il rischio di incappare in tangenti e bustarelle è molto alto”
“Quindi tu mi stai proponendo di…”
“Ti sto proponendo di diventare il nuovo direttore del centro”
“Direttore? IO? Ma starai scherzando…”
“Quando parlo di affari non scherzo mai…”
“Ma…ma Edward…io ho solo delle competenze tecniche, non so nulla di come si amministra un’azienda..”
“Lo so. E’ per questo motivo che nel frattempo, fino a che non terminerà il mandato dell’attuale direttore e io non finalizzerò l’acquisto del centro, tu dovrai iscriverti e seguire un master”
“Un master?”
“Già, un master in gestione aziendale. La mia società ne organizza diversi ogni anno, ovviamente nel tuo caso cominceremo con un di primo livello”
“Io frequentare un master?”
“Che c’è? Ti spaventa l’idea di tornare a studiare?”
“No, non è questo…è solo che….ho paura di non capirci nulla”
“Capirai, capirai…da retta a me. E comunque io sarò a tua disposizione per ogni ulteriore approfondimento tu abbia bisogno…..”
“Messa così sembra una proposta indecente!”
“Prima il dovere!…e poi il piacere” le rispose lui riprendendola a baciarle il collo.
“Professor Masen, sta cercando di sedurmi?”
“No signorina Swan…io ci sto provando chiaramente…”le rispose lui mentre continuava ad accarezzarle il collo “allora…che mi dice…accetta la mia offerta?”
“Mi sembra di non avere molte alternative” rispose lei mentre mille brividi le passavano lungo la schiena
“Ottimo…ho raggiunto il mio scopo….come sempre” rispose lui mentre la prese tra le braccia e ricominciò a baciarla con passione sempre più ardente.
 
 
Fino a qui sembrano tutte rose e fiori….ma non dimentichiamoci del resto della famiglia Masen….
Volevo avvisare tutte le persone che mi seguono che non potrò postare il prossimo capitolo tanto presto, visto che tra pochi giorni avverrà la nascita del mio secondo bebè…..per questo ci tenevo a pubblicare questo il prima possibile.
A presto!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** capitolo 30 ***


Nel giro di circa un mese, la vita di Bella era stata praticamente sconvolta.
La relazione con Edward continuava nel riserbo più assoluto. Solo Alice era a conoscenza di tutto ovviamente….Emmett invece sapeva e non sapeva….non era mai stato bravo a tenersi le cose.
La stampa cercava in ogni modo di sapere come il sig. Masen avesse intenzione di reagire alla vicenda del matrimonio fallito, ma per il momento Bella ed Edward ritenevano fosse meglio aspettare ancora un altro po’ di tempo prima di uscire allo scoperto.
Bella aveva lasciato il suo lavoro presso l’ospedale, per riprendere i libri in mano e tornare sui banchi.
L’unica differenza però era che non si trattava dei normali banchi di scuola, ma bensì di  un master per aspiranti futuri manager. Era praticamente circondata da giovani rampolli, laureati con il massimo dei voti, che adesso seguivano questo master per perfezionare le loro conoscenze ed accedere così direttamente a qualche alta carica manageriale.
Dire che Bella si sentiva un pesce fuor d’acqua sarebbe stato abbastanza riduttivo.
Aveva l’impressione di essere su di un altro pianeta, popolato da creature aliene, che parlavano una lingua a lei del tutto sconosciuta.
La sue uniche consolazioni erano i pomeriggi passati in comunità con i bambini e le serate in compagnia di Edward che le dava una mano a rivedere gli appunti della giornata.
A volte si chiedeva se fosse giusto nei confronti degli altri suoi compagni di corso, ricevere tutto quell’aiuto da Edward, che di fatto non aveva niente da invidiare all’ insegnante.
Edward l’aveva rassicurata su questo punto, facendole notare che lei seguiva questo master solo e unicamente per imparare quella che sarebbe stata la sua futura attività come direttrice del centro, non certo per mettersi in competizione con gli altri.
I master si articolavano in vari corsi, di diversa difficoltà. Ovviamente Bella frequentava il primo corso e non aveva certo intenzione, se fosse riuscita a terminarlo con successo, di proseguire con i successivi….le bastava e avanzava già il corso base.
Una sera Edward arrivò al suo appartamento con una cena cinese take-away.
Mentre erano seduti in cucina a chiacchierare e mangiare, Edward si rivolse a Bella e disse
“Bella, ho un’importante cosa da dirti”
“che succede?” chiese lei curiosa
“Il prossimo mese ci sarà un grande evento”
“Si, penso già di sapere di che si tratti…a lezione non si parla d’altro…dovete firmare per la fusione”
“Infatti…ci sarà un ciclo di conferenze che terremo in una location a Miami della durata di circa una settimana…e al termine è prevista la cerimonia ufficiale durante la quale verrà firmato l’accordo che sancirà la fusione dei due gruppi”
“Questo significa che starai via per una settimana a Miami…beato te”
“Che ne diresti di venire con me?”
“IO? E in che veste scusa? Non ti sembra che sia rischioso esporsi al pubblico proprio in questo momento così delicato?”
“Bella…prima o poi dovremmo uscire allo scoperto….lo sai, non mi piace dover fare le cose di nascosto”
“Edward, non mi fraintendere, anche a me non piace fare le cose di nascosto…è solo che credo non sia il caso di ufficializzare la nostra relazione durante la settimana che precederà la fusione….sarai già sottoposto a parecchio stress, non vorrei aggiungerne altro…”
“Bella so bene a cosa ti riferisci….io non mi faccio problemi a ufficializzare le cose con te da subito….ma credo che aspettare la firma per la fusione possa renderci la vita un po’ meno incasinata…quello che volevo proporti è di venire a partecipare alla settimana di conferenze come corsista di uno dei nostri master”
“Sarebbe a dire?”
“Sarebbe a dire che in particolari occasioni come questa, facciamo sempre in modo che un paio di studenti per corso possano parteciparvi…diciamo come una sorta di tirocinio formativo….e io avrei pensato a te come candidata del tuo corso”
“Caspita…sarebbe bello…anche se dovrò fingere tutto il tempo di non conoscerti”
“Questo è vero….inoltre considera che io avrò veramente pochissimo tempo libero…nonostante tutto mi piacerebbe molto averti lì con me…e ti prometto che cercherò di fare di tutto per riuscire a trovare del tempo da passare con te…anche perché ho paura che dopo la situazione peggiorerà ”
“Edward, io sarei felicissima di poterti accompagnare in questo viaggio….anche se sotto mentite spoglie. Ma non capisco, perché dici che dopo sarà peggio?”
“Vedi Bella, c’è una cosa che ho saputo oggi…mio padre non parteciperà a questo evento”
“Ma come? Lui è il presidente…deve siglare l’accordo….”
“Ha deciso di delegare me”
“Non capisco…tu sei il vice presidente ok….ma perché lui se ne vuole tirare fuori adesso? La questione della fusione è sempre stato il suo primo pensiero”
“Si…ma ha deciso di delegare me perché…durante quell’occasione, non sarà solo ufficializzato l’accordo tra le due banche….sarà ufficializzata anche la mia nomina a presidente del gruppo”
“COSA? Tu diventerai il presidente del gruppo? Ma…è fantastico!!! Non ne sei felice?” esclamò Bella
“Felice è una parola grossa….sai quanti impegni, lavoro e responsabilità dovrò accollarmi?”
“Dai Edward…non vedere il bicchiere mezzo vuoto….è un incarico di alto prestigio…sarai una persona molto importante….”
“già…e avrò bisogno di te più che mai…questo lo sai vero?” disse lui
“io ci sarò…sempre” rispose Bella e si sporse per baciarlo.
E così nei giorni successivi tutti in azienda si prepararono all’evento del secolo.
Il mese passò in fretta e arrivò il giorno della partenza.
Tutto lo staff dirigenziale partì alla volta di Miami sul jet della compagnia. Bella invece prese assieme agli altri corsisti un volo di linea.
Durante il volo ebbe modo di chiacchierare con gli altri ragazzi….non erano male, forse un po’ noiosi….parlavano sempre e solo di lavoro.
Uno di questi però le apparì diverso, un certo James che frequentava uno dei corsi più avanzati.
Era un ragazzo biondo, occhi azzurri e fisico atletico…diciamo pure un bel ragazzo…ma a Bella non faceva nessun effetto…lei era troppo innamorata del suo Edward per accorgersi degli altri.
Comunque James era simpatico, abbastanza alla mano. Gli piaceva scherzare e soprattutto parlare di altro che non fosse sempre e solo la fusione e le sue conseguenze sulla compagnia.
Arrivati a destinazione, i ragazzi si ritrovarono ospiti di un lussuosissimo hotel nel centro di Miami.
Bella non era mai stata in un posto del genere…e le dispiaceva non poter trascorrere del tempo con Edward in quel posto magnifico…già Edward, non lo aveva visto né sentito da quando era arrivata.
Il presidente – così già avevano tutti iniziato a chiamarlo – era peggio di una celebrità…..inavvicinabile.
Bella sperò di riuscire a vederlo almeno in serata, nella sua stanza così come avevano progettato insieme prima di partire.
Aveva appena finito di disfare i bagagli nella sua camera che le arrivò un sms da parte di Edward.
L’avrebbe aspettata nella sua camera dopo cena. Rincuorata da ciò, Bella si rinfrescò con una doccia e poi decise di scendere nella hall dell’hotel per vedere quali eventi erano previsti durante la giornata.
Fu intercettata da James che la invitò ad accompagnarlo ad una conferenza che sarebbe iniziata da lì a poco.
Bella accettò se pur riluttante…..doveva mostrarsi come una studentessa attenta e diligente.
Il dibattito ebbe inizio, Bella sedeva in platea accanto a James e cercò con ogni sforzo di seguire attentamente …. Ma spesso perdeva il filo.
Ad un tratto però, una delle porte laterali si aprì e lo stupore di tutti fu grande nel vedere il futuro presidente entrare.
Solitamente la classe dirigenziale non prendeva parte a questi dibattiti….era impegnata in continue riunioni interne, figuriamoci il futuro presidente della compagnia che si stava creando.
Eppure Edward era lì.
Anche lo stupore di Bella fu grande…soprattutto perché lui non era solo.
Edward entrò accompagnato da una bellissima donna dai lunghi capelli rossi estremamente elegante e disinvolta e dai modi impeccabili e quello che è peggio, tutta protesa verso Edward.
Bella si sentì un moscerino a confronto.
-Benvenuta nel suo mondo – si disse tra sé, consapevole che quella non era la prima volta e non sarebbe stata certo l’ultima volta in cui una bella donna cercasse di attirare su di sé l’attenzione di Edward…
Bella si voltò verso James e chiese “James, chi è la donna assieme ad Ed…ehm al sig. Masen?
“Quella? Si chiama Victoria, fa parte del consiglio di amministrazione del gruppo Denali, nonché figlia dell’attuale vice-presidente…un gran bel bocconcino” rispose James
Prima la bionda (Tanya) adesso la rossa…e Bella cominciò a chiedersi se avrebbe mai avuto un po’ di pace.

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** capitolo 31 ***


Edward entrò nell’aula accompagnato da Vittoria ed entrambi si sedettero al tavolo dei relatori che si stavano occupando della conferenza.
Ovviamente era calato un rispettoso silenzio in attesa che il futuro presidente prendesse la parola.
Edward fece segno di continuare con il dibattito e si mise in ascolto.
I relatori ripresero a parlare ma gli occhi della platea erano adesso tutti puntati su Edward.
Quelli di Bella non fecero eccezione. I suoi però continuavano a saltare da Edward alla bella rossa che gli sedeva accanto e, come era già successo prima, perse del tutto le fila del dibattito in corso.
Ad un certo punto, James le si accostò all’orecchio ed iniziò a fare degli apprezzamenti su Vittoria abbastanza espliciti in chiave ironica.
La cosa suscitò dapprima una certa ilarità in Bella, che riuscì a stemperare la tensione che le era montata dentro alla vista di Edward in dolce compagnia.
Poi ne seguì un certo botta e risposta dei due a bassa voce e le conseguenti risatine.
Ad un tratto, di punto in bianco, si udì la voce di Edward nella sala:
“Forse i nostri corsisti e futuri manager laggiù in fondo hanno voglia di condividere con noi tutti le loro interessanti riflessioni sull’argomento in questione?”
Gli occhi di tutti si spostarono immediatamente da Edward verso Bella e James, Edward si stava riferendo proprio a loro due.
Bella rimase spiazzata dalla cosa, guardò Edward ma vide un’espressione dura e impenetrabile, propria dell’Edward manager di alto livello, e la cosa le fece un po’ paura perché si rese conto era un lato di lui che non conosceva affatto. Allo stesso tempo provò un forte senso di imbarazzo vedendosi gli occhi di tutti puntati su di lei.
Fu James a risolvere la situazione. In qualche modo, nonostante continuasse a chiacchierare sottovoce con Bella, aveva in parte seguito le fila del discorso e improvvisò pertanto una risposta usando le nozioni che conosceva sull’argomento.
Edward rimase impassibile alla cosa e, quando James terminò di parlare, fece cenno di riprendere il dibattito.
Bella non disse più nulla fino alla fine. Non riusciva a capire perché Edward avesse voluto ridicolizzarla in quel modo davanti a tutti come se fosse una scolaretta ripresa dall’insegnante.
Edward aveva continuato a volgere lo sguardo altrove, evitando di guardarla e lei aveva visto in lui una persona del tutto sconosciuta….e questo la preoccupava.
Terminata la conferenza, Edward assieme a Vittoria e a tutti i relatori uscirono da una porta laterale, Bella invece si incamminò con tutte le persone che sedevano in platea verso l’uscita principale sul fondo della sala.
James le si accostò “certo che quel Masen è proprio un grande str****! Ok, sarà anche il futuro presidente della società, ma ci ha ripreso neanche fossimo a scuola.”
“Forse” rispose Bella “non ci siamo accorti ma stavamo disturbando con il nostro parlare”
“Bella ma che dici, in un’aula così grande… e poi mica eravamo gli unici a chiacchierare sottovoce. No guarda, ci aveva preso di mira te lo dico io….perché proprio non lo so…ma ti dico che ce l’aveva proprio con noi.”
Bella sapeva perché Edward con tanta gente continuasse a guardare proprio loro due, ma non capiva il motivo del suo comportamento.
Il resto del giorno Bella lo passò assieme ai ragazzi del corso, chiacchierando del più e del meno, cercando di distrarsi.
Cenarono tutti insieme ad un fast-food e poi rientrarono in hotel.
Bella arrivata nella sua camera trovò un bigliettino sotto la porta. Era di Edward e le chiedeva di chiamarlo o di raggiungerlo nella sua stanza.
Bella ancora delusa per ciò che era accaduto tra loro, decise che non avrebbe fatto proprio nulla….tant’è che si infilò il pigiama, si sdraiò sul letto e si accese la tv.
Dopo circa mezz’ora di continuo zapping, sentì bussare alla sua porta.
“chi è?” chiese
“Bella, sono io Edward. Mi fai entrare?”
Silenzio.
“Bella allora?”
“No”
“No cosa?”
“Non ti faccio entrare.”
“Bella dai ti prego…apri.”
“Ho detto di no”
“Bella, potrebbe passare qualcuno e vedermi…”
“E allora? Non sono problemi miei”
“Bella ti prego…parliamone ….ma  fammi entrare prima”
“Perché non vai a bussare alla porta della tua amica dai capelli rossi?”
“Bella”
“sono sicura che lei sarebbe lieta di averti nella sua stanza”
“Bella ti prego, non fare così”
“Va’, vai da lei e vedi se ha voglia di passare la serata con te”
“Ne sarebbe felice, su questo non ho dubbi”
“Vedo che sei sicuro di te…come sempre”
“Veramente è stata lei che si è presentata prima in camera mia in camicia da notte con in mano due bicchieri e una bottiglia di champagne”
“COSA????” esclamò Bella un attimo prima di spalancare la porta.
Rimase ferma sulla soglia con gli occhi sbarrati “quella è venuta nella tua camera e tu me lo dici così?”
“E come dovrei dirtelo?” chiese lui con aria divertita
“E…e…e…bè si può sapere cosa è successo?”
“Niente” rispose lui tranquillo “l’ho ringraziata ma le ho detto educatamente che avevo del lavoro da finire e l’ho congedata”
“Quindi mi stai dicendo che non è rimasta da te?”
“No”
Silenzio
“Bella è la verità…..e poi scusa, come potrei passare la mia serata con una rossa in lingerie quando ho la possibilità di stare con una splendida bruna in….pigiama con le banane?” disse lui squadrandola
“Ghiande…sono ghiande non banane!!”
“Scusa…ghiande. Bella mi fai entrare adesso?”
Bella si scostò e lo fece entrare.
Edward una volta entrato si voltò verso di lei e, riferendosi sempre al pigiama, disse ” Immagino che tu invece non mi aspettassi vero?”
“Infatti”
“Ma, non hai ricevuto il mio biglietto?”
“Si ma l’ho ignorato”
“Perché?”
“Dopo quello che hai fatto oggi…..perché ti sei comportato così? Mi hai ridicolizzata davanti a tutti”
“Non eri attenta”
“Ma smettila…cosa sei il professore con i suoi studenti disattenti? Se proprio lo vuoi sapere ho cercato di seguire il dibattito per tutto il tempo….certo non è colpa mia se le mie conoscenze sono ancora così di basso livello tali per cui non riesco a seguire ogni singolo passaggio….e poi non sono riuscita più a capire niente dopo che sei arrivato tu”
“Cosa c’entro io?”
“Credi che averti visto con quella rossa da mozzare il fiato mi abbia fatto stare bene?”
“Vittoria è solo una collega”
“Forse per te…ma non certo tu per lei….ho visto come ti guardava”.
“Bella di questo ne abbiamo già parlato tante volte….con il lavoro che faccio sarà molto facile che ci siano sempre belle donne a venirmi dietro…..ma come ti ho già spiegato vengono dietro ai miei soldi non a me…e comunque sono io a non essere mai interessato”
“Si...si lo so…ma questo non cambia la realtà dei fatti….e cioè che mi dia molto fastidio”
“Tu devi fidarti di me.”
“Ok..ok..ma cerchiamo di non divagare adesso. Tu ti sei comportato male e vorrei capirne il motivo”
“Io….mi dispiace ma è solo che …bè mi ha dato fastidio vederti ridere e parlare in quel modo così confidenziale con quel tipo”
“James? Ma…Edward, lui è solo un collega”
“Forse per te….ma ho visto come ti guardava”
“A parte il fatto che lui guardava la tua amica Vittoria”
“E’ un vecchio trucco quello di fingersi interessato ad un’altra…”
“Bè, comunque sia…a me non interessa…e tu devi fidarti di me…è la stessa cosa”
“Non proprio Bella, perché io so che le donne mi vengono dietro per i soldi….tu invece li attiri proprio come persona”
“Edward, Edward….tu sei troppo romantico. Sei un uomo d’ affari così razionale e mi stupisco come in faccende emotive tu possa essere così ingenuo…..le donne ti verranno dietro anche per i soldi ma…..devi guardarti meglio allo specchio la mattina, tu sei un figo pazzesco e puoi starne certo le donne sono molto interessante anche a questo…..e per quanto mi riguarda, gli uomini che cercano di rimorchiarmi lo fanno non perché io piaccio loro come persona, ma semplicemente per diciamo una breve relazione fisica senza coinvolgimenti? Spero di aver reso l’idea. Per questo dobbiamo fidarci l’uno dell’altro. Ok?”
Edward la guardò per un lungo istante e poi disse “Hai ragione…come sempre….mi spiace per averti messo in imbarazzo….è solo che non sai quanto l’ho invidiato. Avrei voluto esserci io lì vicino a te e sussurrarti qualcosa all’orecchio per farti ridere senza dovermi preoccupare della gente intorno…..non sai che fatica mi costi stare così vicino a te e dover fingere di non conoscerti”
“Lo so Edward…ma anche per me è così…..ma è una situazione temporanea, dobbiamo solo avere un po’ di pazienza”
“Hai ragione….ancora una volta” e le si avvicinò cingendole i fianchi in un tenero abbraccio. Poi posò la sua fronte su quella di lei “Scusa, ti prometto che mi farò perdonare”
“Scuse accettate presidente” rispose lei alzandosi sulle punte per baciarlo.
Finalmente la tensione tra loro si dissolse, entrambi si resero conto di quanto la questione della fiducia e del dialogo fosse importante, perché l’equivoco era sempre dietro l’angolo.
Cominciarono a baciarsi ed Edward la fece indietreggiare fino a raggiungere il bordo del letto. Poi delicatamente la spinse fino a farla sdraiare e rimase un attimo a guardarla, quanto amava questa giovane donna che aveva dato un senso alla sua vita.
“Bella dimmi una cosa”
“Cosa?”
“Hai portato solo questo o di pigiama?”
“No…veramente ho anche un completino che mi ha regalato tua sorella…”
“Promettimi che non lo indosserai mai in questi giorni”
“Ma…neanche se lo indossassi per te?”
“Neanche…a meno che io non sia già qui……non voglio correre rischi, potrebbe bussare qualcun’altro”
Bella allora allungò il braccio e lo afferrò per il colletto della camicia e iniziò a tirarlo giù verso di lei
“Ti prometto che non aprirò a nessuno….e ti darò una copia della chiave della mia stanza……a meno che tu non preferisca questo pigiama” e così dicendo lo attirò a sé.
“Bella c’è una cosa di me che non ti ho ancora detto”
“Cosa?”
“Adoro le ghiande” e si tuffò su di lei
 

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** capitolo 32 ***


Il mattino seguente Bella aveva partecipato ad un altro seminario assieme ai suoi compagni di corso, ma questa volta Edward non si era fatto vedere. Già la sera prima le aveva annunciato che il mattino seguente sarebbe stato impegnato in una serie di riunioni ufficiali al fine di discutere e definire tutti i punti della fusione che da lì a pochi giorni sarebbe diventata effettiva.
Al termine del seminario, che stavolta Bella seguì con attenzione, gli altri ragazzi proposero di fare un giro per le vie di Miami, avendo il resto della giornata libero.
Bella, non avendo di meglio da fare, si  unì volentieri a loro e James parve soddisfatto della cosa.
“Dì un po’ Bella” esordì infatti lui  quasi subito “oggi ti ho visto parecchio interessata al seminario….per caso avevi ancora paura che Masen entrasse improvvisamente e ti interrogasse un’altra volta?” le chiese con ironia.
“No” rispose lei candidamente “che tu ci creda o no, oggi ero interessata all’argomento….non è che seguo le lezioni solo per paura di venire interrogata”
“Comunque” ribatté uno degli altri ragazzi del gruppo “trovo molto strano il comportamento del presidente nei vostri confronti. Di solito gente di quel calibro non li vede neanche i corsisti come noi…e invece lui sembrava che tenesse d’occhio proprio voi due. Per caso gli avete fatto qualche torto?”
“Io non ho mai avuto neanche l’occasione di rivolgergli la parola…fino a ieri s’intende…figurati conoscerlo” rispose James
“Io?” rispose Bella ai loro sguardi interrogativi “no..ehm..neanche io ho mai avuto occasione di parlargli” –se sapeste invece!!!- continuava a pensare cercando di apparire credibile mentre mentiva spudoratamente a tutti.
“Io lo so perché si è comportato così” disse James “è uno str**** come tutti quelli che appartengono alla sua categoria che credono di poter guardare tutti dall’alto in basso”
“Mah” rispose un'altra ragazza del gruppo “non lo so…a me ha sempre dato l’impressione di una persona diversa invece….di uno che potrebbe darsi tante arie rispetto ad altri ma che invece mantiene sempre un comportamento molto professionale. E si che non mi dispiacerebbe essere sgridata da lui….” Bella e gli altri si girarono di scatto a quest’ultima affermazione “bè? Che ci trovate di strano? È l‘uomo dei sogni di qualunque donna…me compresa…e se servisse a fare in modo che mi possa notare…allora ben vengano i suoi rimproveri” spiegò la ragazza.
Bella sentì un moto di gelosia montarle dentro, ma d’altronde quella tipa aveva detto una cosa sacrosanta: Edward era l’uomo dei sogni di ogni donna e lei avrebbe dovuto accettarlo e cercare di convivere con questa verità…altrimenti sarebbe stata gelosa dell’intero universo femminile.
“Ma fammi il favore” replicò James quasi come punto sul vivo “Per me è il classico figlio di papà che non ha mai dovuto faticare per ottenere nulla…e adesso dulcis in fundo eccogli servita la presidenza su di un bel piatto d’argento!”
A quel punto fu Bella invece a sentirsi punta sul vivo e non poté fare a meno di replicare” Mi dispiace James ma io non condivido per nulla il tuo pensiero. Ed….cioè il sig. Masen verrà anche da una famiglia facoltosa che gli ha aperto molte porte… ma in questo lavoro non basta avere un’occasione, bisogna poi saperci fare, altrimenti neanche le migliori conoscenze non possono fare nulla. Io credo che se è arrivato a diventare il presidente di questa nuova e grossa società che sta nascendo, significa che sia bravo nel suo lavoro, e non possiamo certo dire il contrario….senza contare che questo tipo d’incarico comporta certamente tanti onori…ma non dimentichiamoci degli oneri….riesci ad immaginare che responsabilità  dovrà far fronte il futuro presidente? E considera che ha solo qualche anno in più di noi”
“Bella!” esclamò James “anche tu sei finita nella tela di Masen grande ammaliatore di donne, visto che lo difendi a spada tratta?”
“James…per favore sii serio” replicò Bella “qui il fascino non c’entra nulla”
“Anche io la penso come lei” fece eco un altro ragazzo “ e per me non si tratta di questione di fascino. Io ammiro Masen come un grande manager. L’ho ascoltato parlare più di una volta e ho una profonda ammirazione per il suo modo di condurre gli affari. E’ il mio punto di riferimento. Ma allo stesso tempo credo che la sua vita non debba essere così semplice come si possa immaginare”
“Mi faresti un esempio allora?” chiede James
“Bè, se consideri che è stato piantato il giorno del suo matrimonio praticamente all’altare…”
“Infatti” gli fa eco la ragazza di prima “come vedi James, anche se ha tanti soldi e una brillante carriera non è detto che la sua vita sia tutta in discesa…..che poi come abbia fatto quella Tanya a piantare uno come Edward Masen non potrò mai capirlo!!!”
“Bè, i giornali hanno detto che lei all’ultimo momento non se l’è sentita” replica il ragazzo “ma a me pare tutto molto strano”
“Già” gli fa eco James “secondo me c’è qualcosa sotto”
“Tipo?”
“Magari lei all’ultimo momento ha scoperto qualcosa sul conto di Masen di poco piacevole”
“Ma come?” chiede la ragazza “se sono stati fidanzati per tanto tempo…”
“E cosa significa?” replica James “a quei livelli credi che non ci sia qualche scheletro nell’armadio? Ma figurati…Ti dico io cosa è successo: la povera Tanya deve aver scoperto qualche losco segreto della famiglia Masen che le avevano sempre taciuto e non se l’è sentita più di entrare nella famiglia”
“Ma scusa” risponde il ragazzo “allora perché ha dichiarato di non sentirsela più di sposarsi invece di dire il vero motivo?”
“Ma tu sei proprio ingenuo” risponde James “e secondo te i  Masen glielo avrebbero lasciato fare? La poveretta si sarà dovuta accollare tutte le colpe se ne voleva uscire indenne…”
“James, ne parli come se fossero un clan di mafiosi”
Bella fino a quel punto si era tenuta in disparte, un po’ per la curiosità di capire come il mondo esterno potesse vedere la figura di Edward e tutta la famiglia, un po’ perché, se avesse preso parte alla discussione, aveva paura di lasciarsi scappare qualche frase di troppo. Ma quando capì che piega stava prendendo il discorso di James, non riuscì più a tacere.
“James, ma non ti sembra di esagerare con le tue supposizioni? Non vorrei che a parlare fosse piuttosto la tua invidia verso Edward Masen”
“IO? Invidioso?” James era stato punto sul vivo “ti sbagli proprio Bella”
“No, perché ti stai lambiccando il cervello per trovare delle motivazioni così subdole, che forse le cose sono più semplici di quanto tu possa credere”
“Ah, e sentiamo….secondo te quale sarebbe la ragione allora?”
“Forse la signorina Denali si è veramente resa conto all’ultimo momento di avere poco in comune con lui, non dimentichiamoci che anche lei è una bellissima donna e molto ricca. Quindi non aveva certo bisogno di sposare uno come Edward Masen per dare una svolta alla sua vita. Oppure il motivo potrebbe essere del tutto diverso…magari si è semplicemente innamorati di qualcun altro ma, per non suscitare scandali, ha trovato quella scusa”
“Innamorata di un altro?” replica la ragazza “come si può amare un altro quando si ha a disposizione Edward Masen???”
Questo sembrava impossibile anche a Bella stessa, eppure ironia della sorte, era proprio quello che era successo…in un certo senso.
“Comunque” continuò Bella “in un modo o nell’altro, non vedo perché dobbiamo stare qui a distribuire malignità gratuite su di una famiglia di cui non conosciamo praticamente niente. Io credo che le persone si debbano giudicare dai fatti. Edward Masen non ha certo scelto di nascere in quella famiglia, avrebbe potuto benissimo fare il classico figlio di papà vivendo di rendita e non combinando niente nella vita. Invece, si è dato da fare per diventare il futuro capo dell’azienda di famiglia, con tutti gli onori e oneri che questo comporta. Noi siamo qui a studiare per poter diventare un giorno dei futuri manager e sappiamo benissimo che la cosa non è così semplice. Lui ha percorso questa strada prima di noi e la posizione che adesso dovrà ricoprire lo farà diventare uno dei personaggi più in vista del paese…ma io credo che gli toglierà anche molto. In questi giorni vi è mai per caso capitato di vederlo passeggiare in giro come stiamo facendo noi adesso? No. Perché? Perché passa di continuo da una riunione all’altra…e non è ancora presidente…figuriamoci dopo. Quindi James, prima di giudicare gli altri in maniera così affrettata, io ci rifletterei un attimo sopra” terminò Bella.
“Giusto” disse il ragazzo
“Pienamente d’accordo con te” aggiunse la ragazza
“E adesso perché non pensiamo alla nostra passeggiata?” chiese Bella “avete già deciso cosa visitare per primo?”
E la conversazione si spostò sulle possibili mete che Miami offriva abbandonando definitivamente il capitolo famiglia Masen.
James rimase taciturno. Non condivideva l’opinione di Bella e non replicò nulla ma si intuiva facilmente che era l’invidia a farlo parlare, non certo l’obbiettività.
Bella invece dal canto suo, si era sentita in dovere di difendere Edward. La gente sapeva così poco di lui e preferiva partorire delle spiegazioni a dir poco macchinose che considerare le cose sotto l’aspetto più semplice.
Edward era un bravo ragazzo che faceva sempre e comunque quello che gli altri si aspettavano da lui, senza mai tirarsi indietro. Tutti pensavano che essere nati in quella famiglia significasse per forza felicità e soddisfazioni, ma le cose non stavano così. D’altra parte se Edward non fosse un Masen, certamente a quell’ora sarebbe stato mano nella mano con lei a godersi questo giro turistico di Miami, invece che chiuso in una sala riunioni all’ultimo piano di un grattacielo.
*************************************************************************************
Bella e gli altri ragazzi tornarono in hotel dopo cena. Lei ed Edward si erano sentiti via sms durante la giornata e lui l’aveva incoraggiata a godersi la gita con gli altri, visto e considerato che lui sarebbe stato impegnato tutto il giorno. Un altro punto a suo favore: l’altruismo.
Una volta salutati gli altri, Bella fece finta di andare verso la sua stanza e invece si diresse verso quella di Edward. Lui le aveva lasciato una copia della sua chiave e quindi Bella non si preoccupò neanche di bussare.
Entrò e sentì un silenzio totale nella suite. Fece qualche passo e si accorse che nell’anticamera era stato apparecchiato il tavolo per due persone. La prima immagine che le venne in mente fu quella di Vittoria ed Edward che cenavano a lume di candela indisturbati. Cercò di mandare via quell’immagine mentale e si diresse verso la porta chiusa della camera da letto.
- E se adesso me li trovo tutti e due nel letto? – si chiese – che faccio? Scappo via oppure prima li uccido entrambi e poi scappo via?- si ripeteva nella testa –Bella…non dire idiozie, tu ti fidi di lui…non te la farebbe mai una cosa del genere, tu lo sai, tu lo conosci….ma allora perché mi sta tremando la mano?- si chiese mentre si avvicinava alla maniglia della porta.
Fece un respiro e si decise ad aprire la porta della camera da letto….e quello che vide la lasciò senza parole.
Edward giaceva addormentato semi sdraiato sul letto, vicino a lui…. una moltitudine di fogli sparpagliati nonché il suo laptop ancora acceso: si era addormentato lavorando.
Bella si sentì una carogna, per il solo fatto di aver dubitato di lui, che adesso le appariva come la creatura più bella che lei avesse mai visto. Si avvicinò in punta di piedi per non svegliarlo e sentì dentro di lei una tristezza infinita perché questo ragazzo così meraviglioso era facile oggetto della malignità gratuita di tutti, lei compresa.
Edward dovette sentire la sua presenza in qualche modo, perché improvvisamente si destò, aprì piano piano i suoi splendidi occhi verdi e non appena mise a fuoco il viso di Bella, si aprì in uno splendido sorriso.
“Scusa” mormorò lei “ti ho svegliato”
“Ti stavo aspettando” rispose lui
“Aspettavi me?” chiese lei stupita “Ma non mi avevi detto di passare”
“Perché immaginavo saresti tornata stanca dalla tua gita turistica, ma speravo tu lo facessi lo stesso..”
“E quindi la tavola qua fuori?”
“Ho ordinato frutta e dessert per due nel caso fossi venuta….e così è stato”
In effetti pensò Bella era sì apparecchiato per due là fuori ma era tutto ancora intatto. Questo aumentò in lei il senso di colpa per aver pensato male.
“Cosa c’è Bella?” chiese Edward vedendola rattristarsi “la tua passeggiata non è stata piacevole?”
“No, no, affatto” rispose lei e si rese conto che non voleva rattristarlo e deluderlo parlandogli delle sue sciocche paure…lui che era stato così gentile con lei da aspettarla nonostante la giornata di lavoro intenso che aveva trascorso …mentre lei se ne andava piacevolmente in giro a fare la turista. Optò allora per una mezza verità: “E’ solo che mi sarebbe tanto piaciuto che oggi ci fossi stato anche tu…e visitare insieme tutta la città”
“Anche a me sarebbe tanto piaciuto esserci credimi.” Rispose lui abbracciandola “ e invece mi  sono toccate solo riunioni, beghe e discussioni…eccitante vero? Ma ti prometto che la prossima volta ci sarò…ormai non manca molto”
“Non manca molto a cosa?” chiese lei curiosa
“Presto lo saprai….ma adesso perché non andiamo di là ad assaggiare qualcuno di quei dolci che mi sono fatto portare?”
“Ottima idea” rispose lei ed insieme si incamminarono.
Passarono il resto della serata a chiacchierare. Tra un dolce e l’altro Bella raccontò per filo e per segno tutto quello che avevano visitato mentre Edward l’ascoltava con uno sguardo tenero.
Quando il sonno cominciò a farsi sentire, Edward chiese a Bella di restare a dormire lì con lui e lei accettò volentieri.
La mattina seguente, quando Bella si svegliò, si accorse di essere sola nel letto. Pensò che era tardi e che forse Edward era già andato via, invece da lì a poco, lo sentì nel bagno che stava facendo la doccia.
Dopo pochi minuti Edward si affacciò nella stanza, era a petto nudo e con un asciugamano avvolto intorno alla vita: una visione paradisiaca.
“Buongiorno dormigliona” le disse
“Buongiorno” rispose lei
“Che ne dici se facciamo colazione in camera?” chiese lui
“Sarebbe fantastico”
“Ok, allora ....” Edward non fece in tempo a finire la frase che qualcuno bussò alla porta.
“WOW” disse Bella “il servizio è proprio veloce qui”
“Veramente” rispose Edward “stavo per chiamare la reception per ordinarla…”
“Ma allora chi può essere a quest’ora?” chiese Bella preoccupata che qualcuno la potesse vedere lì, nel letto del quasi presidente.
“Non lo so, non aspettavo nessuno” rispose Edward con tono lievemente preoccupato.  Poi si avvicinò alla porta e chiese “Chi è?”
“Edward…sono io…Vittoria. Mi apri per favore? Ho qui due cappuccini e due cornetti caldi caldi….”
“E ora?” chiese Bella con sgomento “che facciamo?”
 
Ringrazio tutti per gli auguri che mi avete mandato per il lieto evento. Adesso le mie giornate sono allietate da due splendidi marmocchietti: il grande, se così si può definire, di 3 anni e il piccolo di circa un mese e mezzo…. Quante notti insonni sto vivendo e quante ancora mi aspettano!!

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** capitolo 33 ***


Bella ed Edward si guardarono per un attimo indecisi sul da farsi.

Al di là della porta  risuonò ancora una volta la voce di Vittoria: “Edward? Allora mi apri? Dai, i cappuccini si raffreddano”.
Fu Bella a quel punto che si decise a muoversi.
“Vai Edward” disse “aprile la porta o si insospettirà, io mi nascondo nel bagno”
“Aspetta” rispose lui trattenendola per un braccio “non mi va che tu ti debba nascondere come una ladra. Esco io fuori a parlarle”
“Edward” disse Bella “anche a me non piace l’idea di dovermi nascondere…ma è più sicuro. Potrebbe insospettirsi e allora tutti i nostri sforzi di fare le cose con calma sarebbero stati vani” e così dicendo si divincolò dalla sua presa “su vai adesso” lo incitò ed entrò in bagno richiudendosi la porta alle spalle.
Edward si diresse verso la porta principale e appena l’ebbe aperta si ritrovò davanti la figura slanciata di Vittoria. Aveva la lunga chioma rossa sciolta sulle spalle e indossava un tailleur elegante ma allo stesso tempo abbastanza audace color grigio perla.
“Edward allora, cominciavo a preoccuparmi” disse lei superandolo ed entrando in camera. Poi si voltò a guardarlo e a mangiarselo con gli occhi. Edward era riuscito si e no ad indossare la biancheria e i pantaloni, lasciando il torace scoperto.
“Ciao Vittoria” le rispose “come ben vedi mi stavo preparando”
“Si…ma continua pure…io non mi formalizzo.” Rispose lei tranquillamente appoggiando i cappuccini e i cornetti sul tavolo.
“Hai avuto un pensiero gentile a portarmi la colazione ma, se non ti dispiace, vorrei terminare di prepararmi “
“Oh ma te l’ho detto Edward, fai pure io non mi formalizzo”
“Bè se non ti dispiace sono io che mi formalizzo. Pertanto se potresti essere così gentile da lasciarmi la dovuta privacy”
“Ma dai Edward, non mi dire che ti imbarazza avere una donna che ti guarda mentre ti vesti. Chissà quante donne lo hanno già fatto…”
“Vittoria, fino ad ora le donne che mi hanno guardato vestirmi o erano mia sorella o mia madre, oppure qualche mia ex e vorrei che le cose restassero tali”
“Bè su questo hai ragione…io non vorrei essere certo una tua ex…quanto..”
“Vittoria” la interruppe Edward “sei una mia collega e hai tutta la mia stima ma….vorrei che le cose tra noi restassero tali. Non devo certo ricordarti che questo è un momento molto delicato per le nostre società e vorrei evitare di incorrere in qualche scandalo…..qualche altro scandalo”
“Oh Edward” esclamò Vittoria “se alludi alla vicenda di Tanya…hai tutta la mia comprensione. Immagino come tu ti sia sentito…ma io non ti farei mai una cosa del genere sappilo”
“Vittoria, ti ringrazio per le tue parole ma, come ti dicevo, non voglio incorrere in altri scandali…senza contare che al momento tutte le mie energie sono indirizzate solo ed esclusivamente nel  lavoro. Non ho per il momento alcun interesse al di fuori di esso.”
“Oh Edward” sospirò lei “mi spiace che tu dica ciò, a volte il modo migliore per dimenticare una delusione è voltare subito pagina….”
“Ognuno ha il suo metodo Vittoria. Io desidero solo stare un po’ solo con me stesso”
“Ok,ok. Messaggio ricevuto.” Disse lei “ti lascio solo con te stesso allora….ma se dovessi cambiare idea…ricordati che in me troverai sempre una cara e affettuosa amica” e si diresse verso la porta non senza rivolgergli un ultima languida occhiata prima di andare via.
Edward richiuse la porta e si diresse verso il bagno “Bella puoi venire fuori, se ne è andata”
Bella uscì con un aria del tutto afflitta.
“Bella mi dispiace tanto che tu abbia assistito a questa scena” disse lui cercando di confortarla “ti giuro che non immaginavo sarebbe arrivata a tanto. Cioè avevo intuito qualcosa da parte sua e ho sempre cercato di comportarmi in maniera tale da scoraggiare ogni possibile tentativo…”
“Edward” rispose Bella “non devi giustificarti con me. Lo so benissimo che non hai fatto nulla per incoraggiarla, io mi fido di te”
“Ricordati anche che per me ci sei solo tu”
“Edward ascoltami, ormai ho accettato il fatto che tu sei e sarai sempre circondato da belle donne, vuoi per il tuo aspetto e vuoi per la tua posizione sociale….certo la cosa non mi fa molto piacere, ma ho imparato ad accettarla e a conviverci…te l’ho appena detto…..io mi fido di te”
“E allora…perché questa espressione così afflitta?”
“Perché la cosa che mi fa più male è il dovermi nascondere come l’amante segreta. Non sai quanto avrei voluto venir fuori e dirgliene due a quella rossa capellona!”
“E non sai quanto mi sarebbe piaciuto assistere alla scena” rise lui abbracciandola “te la saresti mangiata in un sol boccone”
“Non scherzare Edward” rispose lei “io ci sto male sul serio”
“Oh lo so piccola….credi che a me faccia piacere quando mi accorgo che qualche bellimbusto cerca di avvicinarti dover restare nell’ombra ? la gelosia mi divora. Ma te l’ho già detto…devi avere ancora un po’ di pazienza…ormai è questione di poco…anzi pochissimo.”
“Edward ma cosa vuoi dire?”
“Sorpresa!” rispose lui e non aggiunse altro.
Bella uscì di soppiatto dalla stanza così come ci era entrata la sera prima. Tornò nella sua stanza e si preparò anche lei per la sua giornata…l’ennesima senza di lui. Ma chissà cosa poi voleva dire…
La giornata passò tranquillamente in compagnia degli altri ragazzi.
L’ultimo seminario in programma terminò a pomeriggio inoltrato e all’uscita dall’aula, qualcuno propose di andare a prendere un aperitivo al bar dell’hotel.
Tutti furono d’accordo e così si sedettero ad uno dei tavolini del bar e presero a chiacchierare riguardo alcune delle tematiche affrontate durante il seminario.
Bella cercò di seguire il discorso mentre ogni tanto sbirciava il telefonino alla ricerca di qualche messaggio di Edward… ma niente.
“Aspetti qualche telefonata?” le chiese ad un certo punto James a cui non era sfuggito nulla.
“No...perché?” rispose lei
“Bè perché è tutta la sera che guardi il cellulare”
“No...È l’abitudine”
“James di che ti impicci?” ribatté una ragazza del gruppo “magari aspetta la chiamata del suo ragazzo”
“ragazzo?” chiese lui “non sapevo avessi un ragazzo”
“io…bè è una storia lunga…diciamo pure che…siamo in…pausa di riflessione ecco” improvvisò Bella su due piedi. Non aveva voglia di parlare delle sua faccende private e sperava che James non facesse altre domande a riguardo, ma lui invece sembrava desideroso di sapere altri particolari.
Stava infatti per formulare una nuova domanda quando furono interrotti.
“Scusate” fece uno dei camerieri avvicinandosi al loro tavolo “sto cercando la signorina Swan”
“Sono io” rispose Bella alquanto stupita.
“Miss Swan c’è una telefona per lei. La può prendere al bancone del bar”
“Per me?” fece eco Bella alzandosi
“Prego, da questa parte”
Bella si diresse verso il bancone del bar e il cameriere le porse un telefono.
“Pronto?” fece Bella con tono incerto
“Ciao Bella”
“Ed….(Edward)” si corresse abbassando subito la voce “ma…perché mi chiami qui e non sul cellulare?”
Ed istintivamente tornò a guardarlo per cercare eventuali chiamate perse.
“Volevo stupirti un po’…. Ci sono riuscito?”
“Bè si, direi di si”
“Come è andata la giornata?”
“Abbastanza bene, la tua?”
“Al solito, riunioni, riunioni e riunioni”
“C’era anche…lei?”
“Si ma …. Non devi preoccuparti lo sai, il nostro è un rapporto esclusivamente professionale”.
“Si…lo so non preoccuparti, mi fido ti te lo sai”
“Bene. Allora devi fidarti di me anche adesso e fare esattamente quello che ti dico”
“Come?”
“Ascoltami bene: adesso io chiuderò la chiamata, ma tu non dovrai fare altrettanto. Dovrai continuare a parlare come se ci fosse qualcun altro dall’altra parte, per diciamo…circa tre/quattro minuti almeno. Cerca anzi di alzare un po’ i toni, come se stessi litigando. Hai capito?”
“Si ho capito…ma non capisco perché debba fare una cosa del genere” rispose lei alquanto stupita
“Ti fidi di me?”
“Si, certo”
“Bene…e allora fidati e stai tranquilla”
“Ok…come vuoi tu”
“Bene, allora io sto per chiudere. Sei pronta?”
“Si…pronta” rispose Bella ancora un po’ titubante
“Bene…tre, due ,uno…” click- Edward aveva riattaccato.
“Allora ci vediamo tra qualche altro giorno” disse Bella cercando di sembrare credibile “si, mancano ancora pochi giorni e poi rientro a casa…..bè te l’avevo detto che si trattava di una settimana…..ma cosa c’è adesso?....come?.....senti, inutile che reagisci così….lo sai quanto sia importante per me questo corso…..bè se la metti su questo piano non devo certo chiederti il permesso….hai capito bene, si tratta del mio lavoro…sai che ti dico allora?...non ti disturbare a farti vedere quando torno….si infatti, lasciamo stare….direi che siamo arrivati proprio alla frutta….no…sono io che la chiudo io….stammi bene!”
E così dicendo sbatté il telefono . –Spero di non aver esagerato- si disse Bella.
-E adesso?- Pensò -che faccio ?-
In quel momento sentì una voce familiare
“Serata storta?”
Si voltò e vide Edward seduto allo sgabello vicino a lei con in mano un bicchiere di liquore mentre la fissava.
“IO?” Bella non sapeva come comportarsi. Altre volte si erano parlati in pubblico, ma in quelle circostanze nessuno sapeva chi fosse Edward in realtà. Stavolta era diverso, tutti in quella sala lo conoscevano bene…e infatti gli occhi di tutti erano puntati su di loro.
Edward si rese conto del suo smarrimento e infatti le fece l’occhiolino come a rassicurarla che tutto andava bene.
“Mi scusi” riprese poi lui “non ho potuto fare a meno di ascoltare la sua telefonata….”
“Ah…bè si. Credo che stasera si sia chiusa una pagina della mia vita” rispose lei
“Mi spiace”
“Si figuri….a volte è necessario…e comunque sa come si dice, voltiamo pagina e guardiamo oltre”
“Ben detto….mi permette allora di offrirle da bere?”
“Grazie…lei è molto gentile…”
“Oh mi perdoni, non mi sonoancora presentato….piacere” le disse porgendole la mano “sono Edward, Edward Masen, lieto di fare la sua conoscenza”.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** capitolo 34 ***


“Sono Edward, Edward Masen. Lieto di conoscerla…e lei è?”
Bella rimase un attimo interdetta, le sembrava alquanto strano avere quel tipo di dialogo con Edward.
Ma capiva benissimo dove lui voleva arrivare, era quello che anche lei voleva fortemente: uscire finalmente allo scoperto. Per questo motivo rispose alla sua stretta di mano e disse : “Io sono Isabella, Isabella Swan. Ma può chiamarmi Bella, lo preferisco”.
“Bella, devo dire che non potrebbe esserci nome più adatto a lei”
Edward era sempre un romantico e questa era una buona occasione per sfoggiare un po’ del suo savoir-faire.
“La ringrazio, lei è molto gentile”
“Per così poco? E’ un piacere. Ma la prego, vorrei offrirle da bere e magari, se le fa piacere, chiacchierare un po’ con lei ”
“Grazie…io prendo volentieri un acqua tonica e si…mi fa piacere parlare un po’…sempre ovviamente che non le faccia perdere tempo.”
“Non lo dica neanche per scherzo. Considerando la giornata pesante che ho appena passato, non potrei desiderare di meglio che una serata rilassante in piacevole compagnia, ma la prego mi dia del tu… a occhio e croce dovremmo essere quasi coetanei”
“Bè si, direi di si…. E va benissimo per il tu….stasera siamo solo due comuni persone che si sono incontrate per la prima volta in un bar e stanno chiacchierando del più e del meno”
“Ottimo! Allora mi dicevi acqua tonica….ci vai giù pesante vero?”
“Non mi piace molto l’alcool… e poi, se devo tenere una conversazione preferisco essere lucida”
“Hai ragione….vada per due acque toniche. Allora Bella, sei qui per?”
“Partecipo al ciclo di conferenze come studentessa di uno dei corsi di master dell’azienda”
“Ah, stai cercando di diventare un manager?”
“No anzi….. frequento il corso base…ma per scopi molto diversi dai miei compagni”
“E cioè?”
“Bè…so che ti sembrerà strano…ma in realtà io mi occupo di tutt’altro nella vita. Io sono una fisioterapista che vuole però partecipare alle selezioni per il posto di direttore del centro di riabilitazione in cui lavoro come volontaria…e bè, ho bisogno di qualche nozione di gestione di impresa se voglio avere qualche opportunità”
“Caspita! Sai che sei una persona davvero singolare e interessante….qualcuno con delle motivazioni diverse ma estremamente valide….qui si incontra solo gente che vuole scalare le vette delle maggiori compagnie e l’unico motore di spinta è il denaro e il potere”
“Bè il mio è un caso diverso, deve essere per questo che mi sento un po’ fuori luogo qui”
“Perché mai?”
“Il mio unico scopo è ottenere quel posto solo perché voglio migliorare il centro di recupero sotto molti aspetti, ma mi occorre un posto di un certo livello per farlo. Come volontario cerco di fare del mio meglio ma più di tanto non posso spingermi oltre. Come direttore invece…ah ci sono un sacco di miglioramenti che potrei realizzare…e sono già tutti qui nella mia testa”
“Sei molto determinata”
“Si…..ma devo tutto ad una certa persona che mi sta incoraggiando”
“Per caso quella con cui parlavi prima al telefono?”
“No…no. Quello era solo un idiota di passaggio. Parlo di un’altra persona….una persona speciale, che mi ha sempre sostenuto e che mi ha spinto in questa direzione”
“ne parli come se fosse qualcuno di molto importante per te”
“e infatti lo è….. “
“e tu credi di esserlo per lui?”
“spero di si…. Anche se spesso mi sento….inadeguata”
“come inadeguata?”
“lui è una persona di grande successo…come te insomma...mentre io… bè, non sono nulla di eccezionale”
“questo solo perché tu credi che per essere una persona eccezionale si debba essere una di successo e conosciuta a tutti….ma credimi, la grandezza delle persone sta invece nelle piccole cose. L’avere successo e fama e solo un modo come un altro per farci sentire accettati dagli altri e guardati con ammirazione….ma io ho imparato a mie spese, che la troppa notorietà porta ad una sola cosa: alla solitudine.”
“Credo che tu ti riferisca al matrimonio mancato….l’ho letto sui giornali…mi dispiace”
“A me no. Quella è solo la punta dell’iceberg….e onestamente meglio così…..non avrebbe mai potuto funzionare….ma è un’ulteriore conferma che, a parte i miei genitori e i miei fratelli, tutte le restanti persone che mi ruotano intorno lo fanno solo ed esclusivamente per interessi…..e io tutta la vita non la posso certo passare solo e soltanto con i miei familiari.”
“Hai mai pensato a cosa vorresti per il tuo futuro?”
“una famiglia tutta mia. Una moglie e dei figli. Qualcuno da ritrovare la sera a casa dopo una lunga giornata di lavoro, qualcuno a cui parlare delle mie preoccupazioni, delle mie gioie e dei miei dolori….qualcuno che abbia voglia di confidarsi con me e chiedermi consigli quando ha qualche importante decisione da prendere…qualcuno con cui passare ore serene, a casa o in vacanza…insomma, qualcuno con cui condividere tutta la mia vita…”
“Bè se vuoi condividere la tua vita dovrai anche condividere i tuoi soldi”
“Certo! Ma i soldi devono essere visti come un mezzo per vivere sereni e fare anche del bene agli altri….non devono essere lo scopo della nostra esistenza. Un po’ come il tuo desiderio di diventare direttore di quel centro, non lo fai per il potere che ti darebbe….ma solo per quello che quel potere ti permetterebbe di realizzare…è la stessa cosa”
“Capisco cosa vuoi dire….Edward Masen sei una gran bella persona sai? Mi auguro che tu possa realizzare il tuo sogno…con la persona giusta.”
“E io mi auguro che tu possa realizzare il tuo….magari con quella persona tanto speciale”
“Grazie”
Rimasero a guardarsi per un attimo prima di bere un sorso dai loro rispettivi bicchieri.
Era una situazione del tutto paradossale…parlare come due estranei e per giunta di loro stessi….ma per quanto assurda la situazione, Bella sentiva come se avesse in qualche modo trovato il modo di tirare fuori tutte le sue perplessità e timori circa la loro relazione.
“Sai…quella persona…” continuò lei  “…ecco…ha una famiglia molto facoltosa e altolocata. Io vorrei tanto che tra me e lui ci fosse qualcosa di importante, come progettare la nostra vita insieme…ma ho molta paura che questo lo possa portare ad avere contrasti con la sua famiglia…. Io temo che loro non mi potranno mai accettare e …non voglio che lui debba scegliere tra me e loro”
“Bella, questa non deve essere una tua preoccupazione. Ognuno di noi ad un certo punto della vita lascia la propria famiglia per costruirsene una propria….è così che vanno le cose….e ognuno deve scegliere la persona che ritiene più giusta perché è della propria vita che si sta parlando. Questa persona, se sceglierà te, lo farà perché è lui che dovrà viverci con te, non certo la sua famiglia. E se i suoi parenti tengono a lui, vedrai che accetteranno le sue scelte, perché alla fine, ricchi o poveri, famosi o sconosciuti…tutti vogliamo essere felici assieme alle persone che amiamo.”
“Detta così sembra tanto facile”
“Ma lo è, basta eliminare tutti i pregiudizi e le ipocrisie….che poi sono quelli che ci portano sulle cattive strade. Guarda me! La mia famiglia sperava da tempo nel matrimonio con Miss Denali, credevano che non ci sarebbe potuto essere nulla di meglio per me…..ma alla fine quella sarebbe stata la strada più errata che io avessi mai potuto imboccare. Per fortuna me ne sono accorto in tempo”
“E adesso hai dei rimpianti?”
“A volte ho solo paura di aver perso tanto di quel tempo a far contenti gli altri invece di chiedermi cosa volessi realmente fare e soprattutto a trovarmi la persona giusta”
“E al momento hai qualche idea su dove cercarla?”
“Credo….anzi, sono stra-convinto di averla trovata e farò di tutto affinché anche lei si renda conto quanto per me sia unica….non vogli che ne dubiti mai, neanche per un solo momento” rispose lui guardandola fissa negli occhi.
“Se non è stupida lo capirà…”
“Non è stupida…è solo modesta e qualche volta insicura…ma non dovrà mai dubitare di me”
Bella arrossì a quell’affermazione ma dentro ne era felice. Avrebbe voluto buttargli le braccia al collo, ma tutti in un modo o nell’altro li stavano osservando e quel gesto non sarebbe passato inosservato…e per due che si conoscono appena era certamente un gesto del tutto inappropriato.
“Bella posso chiederti una cosa?” disse  Edward
“Certo”
“Penseresti male di me se ti invitassi domani a sera a cena?”
“Come?”
“Ti assicuro che non ho alcun doppio fine, la tua compagnia è veramente piacevole e…vorrei portarti a mangiare qualcosa in un bel posto che conosco. Ti va di venirci?”
“Oh bè…anche a me fa piacere la tua compagnia e…bè, non credo che ci sia nulla di male …quindi ok va bene”
“Ottimo, allora che ne dici se ci vediamo domani sera intorno alle sette nella hall principale?”
“Ok, non mancherò.” Rispose lei
Entrambi si alzarono, si salutarono in modo amichevole e si lasciarono con la promessa di ritrovarsi la sera seguente.
Bella ancora frastornata dalla strana conversazione, salì lungo le scale e raggiunse la sua camera.
Non aveva fatto in tempo ad entrare in camera, quando sentì bussare alla porta.
Si voltò e tornò indietro ad aprire.
Era Edward che in un lampo entrò nella stanza, richiuse la porta e l’abbracciò.
Bella si stava ancora capacitando di cosa stesse succedendo, quando lui disse
“Primo: com’è che accetti gli inviti dagli sconosciuti così facilmente?
Secondo: io ho molti doppi fini con te…..ricordatelo bene” e si avventò famelico sulle sue labbra.
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** capitolo 35 ***


La mattina dopo intorno alle 8.30, Bella era scesa giù nella hall dell’hotel pronta per fare colazione.  Si era svegliata accanto ad Edward che aveva passato la notte nella sua stanza. Poi, come accadeva ogni volta, lui si era alzato, si era vestito ed era uscito per tornare alla sua stanza facendo attenzione che nessuno lo vedesse. Prima di andarsene, l’aveva baciata con la promessa di rivederla la sera stessa per la loro prima cena ufficiale.
Bella entrò nella sala ristorante e per un attimo si incantò a pensare come sarebbe stato poter la mattina scendere a fare colazione assieme a lui come una qualunque coppia normale….ma forse quei giorni non erano così poi lontani….come sarebbe andata la cena quella sera?
Stava così tanto fantasticando che non si accorse che ad un tavolo c’erano James e gli altri ragazzi del corso.
James appena la vide, le fece segno di raggiungerli e lei un po’ riluttante si avvicinò al tavolo. Immaginava già cosa le avrebbero chiesto.
“Buongiorno a tutti” disse lei
“Ciao” risposero gli altri fissandola.
Bella fece finta di nulla e si sedette ad un posto libero.
“Allora” fece James “tutto bene?”
“Certo James, tutto bene”
“Ieri sera?” continuò lui
-Ecco, figurati se non era la prima cosa che vogliono sapere tutti- pensò lei
“Ieri sera? Tutto bene James”
“No, te lo chiedo perché ti ho visto un po’ alterata  al telefono”
“Come? Ah si…nulla di che…diciamo che ho risolto qualcosa che si trascinava da un po’ di tempo”
“Sono contento per te, immagino che adesso ti sentirai meglio”
“JAMES!” si intromise a quel punto un’altra ragazza seduta con loro “ma perché continui a chiederle dei suoi fatti privati…..PIUTTOSTO…Bella ti abbiamo vista chiacchierare al bar con Mister Masen, VOGLIAMO SAPERE TUTTO”
“Tutto?” fece Bella
“Si dai, racconta che tipo è? Che vi siete detti ….stiamo morendo tutti dalla curiosità…..”
“Ma….niente di particolare, abbiamo chiacchierato del più e del meno. E’ una persona normalissima…”
“Normalissima? Il futuro presidente? Io non riuscirei neanche a dirgli come mi chiamo per l’emozione di trovarmelo davanti”
“Ti assicuro che invece è una persona molto alla mano” rispose lei
Anche gli altri ragazzi cominciarono a farle un mucchio di domande per sapere cosa si erano detti e che tipo fosse il futuro presidente della compagnia.
Bella rimase molto sul vago, non le piaceva per niente dover parlare con loro dei fatti suoi, ma avrebbe dovuto cominciare a farci l’abitudine, la sua vita da quel momento in poi sarebbe stata di pubblico dominio.
Solo James rimaneva in disparte, come se la cosa non lo interessasse, anzi, come se gli desse un certo fastidio.
Il resto della giornata trascorse abbastanza tranquillo. Bella seguì un paio di seminari ma la sensazione di essere osservata di continuo non l’abbandonò per tutto il giorno.
Quando il secondo seminario si concluse, mancava ancora un po’ all’ora del suo appuntamento e lei decise di trascorrere quel tempo nella sua camera, lontana da occhi indiscreti.
Si preparò con calma e cura, cercando di tenere l’emozione a freno e, tra la doccia, i capelli, il trucco, le sette arrivarono in un lampo.
Quando fu pronta, uscì dalla stanza e si diresse puntuale giù nella hall principale.
Aveva indossato un semplice abitino blu scuro con una stola sulle spalle e un paio di scarpe dal tacco non troppo alto, sperava che fosse adeguato al posto in cui Edward intendeva portarla.
Arrivata giù si guardò intorno, ma Edward non era ancora arrivato.
Sperava di non incontrare nessuno che la conoscesse, non voleva dare spiegazioni del perché del suo abbigliamento, ma sfortunatamente ad un tratto si sentì chiamare…e non era la voce di Edward…era James.
“Bella WOW” disse lui andandole incontro “come sei…elegante…”
“Ciao James…grazie” rispose lei visibilmente imbarazzata
“Dove vai vestita così?” chiese lui senza mezzi termini
“Io…ho un appuntamento”
“NO…non dirmi con Masen!”
“Bè e anche se fosse?”
“Ma dai Bella…che c’entri tu con uno come lui”
“In che senso scusa?”
“Ma non lo capisci…lui si vuole solo divertire…può avere tutte le donne che vuole”
“Grazie James, quindi io non sono abbastanza per lui, è questo che vuoi dire?”
“Voglio dire che per lui è solo un divertimento e una vale l’altra”
“Vedo che lo conosci bene”
“Ma dai, è un figlio di papà, nato e cresciuto nel lusso più sfrenato…non gli interessa nient’altro che fare la bella vita e divertirsi a discapito degli altri”
“James, non credo che presenziare per tutta la settimana a continue riunioni per questa fusione possa definirsi divertimento….mi dispiace ma tu non lo conosci affatto”
“E a te invece è bastata una sola serata per farlo?”
“Forse…e comunque, quello che faccio non son affari tuoi”
 
Nel frattempo Edward stava scendendo giù nella hall, in ritardo di cinque minuti a causa di una telefonata arrivatagli all’ultimo momento. Stava aspettando l’arrivo dell’ascensore quando si sentì chiamare.
“Edward” era Vittoria “che eleganza….dove vai di bello?”
“Esco, sono stufo del cibo dell’hotel e quindi stasera ho deciso di andare a mangiare qualcosa da Giovanni, un ristorante italiano che conosco”
“Ottima idea, quasi quasi mi unisco a te! Se mi dai solo dieci minuti per cambiarmi..”
“Vittoria” la interruppe Edward “non voglio sembrarti scortese…ma sono già in compagnia….e sono anche in ritardo. Perciò scusami, vado un po’ di fretta…a domani e ti auguro una buona serata” le rispose lui prima di sparire dentro l’ascensore.
 
Nel frattempo nella hall dell’albergo, James continuava a discutere con Bella cercando di dissuaderla dall’uscire con Edward. Bella dal canto suo, cominciava ad indispettirsi perché non tollerava questa intromissione d parte di James nei suoi affari privati.
Stavano continuando a discutere quando una voce l’interruppe
“Buonasera Isabella” era Edward che si avvicinò a loro.
Fulminò con lo sguardo James e poi si rivolse a Bella “stasera sei veramente radiosa” le disse facendola sorridere mentre James alzò gli occhi al cielo.
“Grazie Edward…sei molto gentile” rispose lei. Poi si volse verso James e disse “Edward ti presento James, è un altro corsista come me”
“Piacere” disse Edward tendendogli la mano
“Piacere mio mister Masen” rispose James cercando di non farsi intimidire
“Bella” aggiunse Edward “vogliamo andare? L’auto ci sta aspettando”
“Con piacere” rispose lei, poi si voltò verso James “allora ciao James, ci vediamo domani. Buona serata” e così dicendo posò il braccio attorno a quello che Edward le offrì.
“Arrivederla James” face Edward “piacere di averla conosciuta” ed entrambi si incamminarono verso l’uscita
“Arrivederci” fece James che riusciva a stento a trattenere il suo disappunto.
 
Bella ed Edward, osservati da tutti presenti nella sala, uscirono dall’hotel e si diressero verso una limousine che era parcheggiata proprio lì davanti, dove un autista era già pronto ad aprire loro lo sportello.
James intanto, dopo aver osservato la scena, si voltò quando si accorse di un’altra persona che li stava osservando con aria non molto benevola: Vittoria. Lei, appena la coppia fu uscita, assunse un’aria molto infastidita e si diresse verso il bar dell’hotel.
-Mi converrà seguirla- pensò James cominciando a muoversi nella sua stessa direzione –credo che io e la rossa laggiù abbiamo un certo interesse comune.
 
Nel frattempo Bella ed Edward invece erano intenti ad osservare il panorama di Miami by night dai finestrini della limousine.
Edward non voleva certo fare colpo su Bella, ma aveva preso quella macchina e aveva prenotato un tavolo in uno dei ristoranti più facoltosi della città perché voleva dare un assaggio a Bella di quella che sarebbe stata la sua futura vita d’ora in poi.
Arrivarono al ristorante e, una volta entrati, furono accolti immediatamente dal proprietario immensamente felice di averli loro ospiti.
“Signor Masen, le ho riservato il tavolo migliore nel suo solito privè, se volete  seguirmi” disse loro.
A quel punto Bella invece prese Edward per il braccio e gli disse “Senti Edward, non ti offendi se ti dico una cosa?”
“No certo” rispose lui
“Ecco io… preferirei cenare di là, nella sala principale, insomma in mezzo alle altre persone…”
“Ma…” fece Giovanni  “Madame, di là ho la sala piena, invece nel privè avrete tutta la privacy che si conviene a degli ospiti di riguardo come voi”
“Io preferirei comunque cenare nella sala principale come un’altra coppia qualsiasi” fece lei ed Edward capì cosa intendesse dire.
“Giovanni” intervenne Edward “ti ringrazio ma voglio accontentare i desideri della mia signora e pertanto, ci daresti un tavolo di là?”
“Ecco…veramente di là è rimasto libero solo un tavolo, quello vicino al camino...non so se..”
“Andrà benissimo” rispose Bella
“E niente cameriere personale” aggiunse Edward “facci servire da uno dei camerieri che si occupano anche degli altri….e acqua in bocca!”
“Come vuole lei signor Masen” rispose interdetto Giovanni e li fece accompagnare da uno dei suoi ragazzi al tavolo
“Questi ricchi” disse sottovoce Giovanni appena loro si furono allontanati “più soldi hanno e più sono strambi!”
Bella ed Edward arrivarono al tavolo e si sedettero. La gente intorno fece poco caso a loro, erano tutti intenti nelle proprie conversazioni.
Bella ed Edward si guardarono e sorrisero “Come una normale coppia a cena” disse Bella e lui per tutta risposta intrecciò le dita alle sue sopra il tavolo.
Ordinarono quando il cameriere riuscì a liberarsi e ad andare da loro, ed attesero il loro turno per mangiare proprio come tutti gli altri.
La serata passò piacevole chiacchierando ed Edward ribadì che James non gli piaceva affatto, era alquanto geloso, ma Bella minimizzò la cosa. D’altra parte anche lei era gelosa di Vittoria, ma cercava di dare poca importanza alla cosa.
Ad un certo punto Bella si alzò per andare alla toilette.
Aveva finito di sistemarsi il vestito e stava per aprire la porta, quando sentì due voci femminili discutere nell’anticamera del bagno.
“Ti dico che è lui….”fece la prima
“Ok, va bene e anche se fosse?” rispose la seconda
“Anche se fosse? Ma dico ti rendi conto? Stiamo parlando di Edward Masen, il presidente del polo finanziario più importante del paese…senza contare che è uno degli uomini più affascinanti che io abbia mai visto”
“Ma se avrà l’età di tuo figlio!”
“Ma cosa vuoi che mi interessi…un bell’uomo è sempre un bell’uomo. Sai che ti dico, io vado a parlargli”
“Si e che gli vorresti dire?”
“Qualcosa mi verrà in mente…ma almeno sai che invidia con le altre del circolo quando dirò di aver conosciuto Edward Masen?”
“A parte che uno come Edward Masen non siederebbe certo nella sala in mezzo a tutti, e comunque, anche se fosse veramente lui, cosa che dubito, io non voglio essere coinvolta nelle tue idee strampalate”
“Ti dico che è lui…ne sono sicura…e te lo dimostrerò”
E così dicendo le due voci si allontanarono. Bella uscì dal bagno e riuscì ad affacciarsi alla sala appena in tempo per vedere a chi appartenessero le due voci: erano due signore di mezza età molto eleganti…..ma avevano ragione, avranno avuto entrambe pressoché l’età della madre di Edward.
Le vide ritornare al loro tavolo, dove erano rimasti i mariti ed altri amici, e una delle due continuava ad allungare il collo in direzione di Edward.
Bella tornò al suo tavolo e appena si sedette disse “Edward Masen, ma tu fai colpo veramente su tutte, senza distinzione di età!”
“Come?” chiese lui stupito
Bella si stava accingendo a raccontargli l’accaduto, quando sentirono entrambi una voce
“Mi scusi, signor Masen?” era la tizia di prima
Edward non fece neanche in tempo a girarsi per vedere chi fosse, quando Bella esclamò “Oh tesoro, ci risiamo anche qui!”
Edward si voltò verso di lei ma Bella proseguì rivolta alla signora “Non me lo dica, lo ha scambiato per Edward Masen vero?”
“Oh” fece la signora presa in contropiede “effettivamente si”
“Guardi, mi crede se le dico che è una persecuzione ormai? Ovunque andiamo incontriamo gente che lo scambia per lui.”
“Oh vuole dire che lui non è..”
“No, no, certo che no. E secondo lei un plurimiliardario starebbe seduto qui in mezzo a tutti aspettando che qualche cameriere si degni di servirci il secondo? Lo sa da quanto stiamo aspettando?” fece Bella
“Oh” rispose la signora “effettivamente…non ci avevo pensato…bè, allora scusate se vi ho disturbato”
“No, si figuri, non è colpa sua” fece Bella
“Scusatemi ancora e…buon proseguimento”
“A lei” rispose Bella e vide la signora tornare al suo posto con la coda tra le gambe mentre l’amica le ripeteva “Ah…te l’avevo detto io!”
Bella a quel punto, trattenne a stento una risata e poi spiegò l’accaduto ad Edward, facendo sorridere anche lui.
Terminarono la cena e, come una coppia qualsiasi, si alzarono ed andarono a pagare il conto. Stavano per uscire dal locale quando, nell’anticamera dove c’era il guardaroba, incontrarono ancora la signora di prima, assieme ai suoi amici, che stavano indossando i cappotti e le giacche. Bella Ed Edward furono più veloci e, una volta indossate le loro giacche, salutarono la signora con un cenno e uscirono.
Si presero per mano e si diressero alla limousine che era parcheggiata lì davanti e gli attendeva.  Edward fece cenno all’autista di restare alla guida, non c’era bisogno che venisse ad aprirgli lo sportello. Ma proprio in quel momento, sentirono un grido alle loro spalle. La signora di prima aveva indossato il cappotto e una volta fuori dal locale si era accorta di loro e della limousine.
“MA ALLORA E’ PROPRIO LUI!!” cominciò a gridare con la palese intenzione di volerli raggiungere
“Sali, Sali!” esclamò Bella divertita ad Edward, “ci ha scoperti!”
Entrambi si affrettarono a salire nell’auto ed Edward disse all’autista “vai! Parti! subito!”
L’autista non capì ma obbedì e con una sgommata la limousine si mosse immediatamente lasciando la signora ancora sul marciapiede che cercava invano di raggiungerli
Bella ed Edward allora scoppiarono a ridere.
“Oddio” fece lui “che faccia ha fatto”
“Già” rispose lei “e pensare che ti ha avuto sotto il naso per tutta la sera”
“Non avevo mai passato una serata così” fece lui “mi sono proprio divertito, tutto merito tuo”
“Vedi” rispose lei “chi lo dice che una cena in limousine in un ristorante facoltoso debba essere per forza noiosa?”
“Oh Bella, non so che farei senza di te, sei una continua sorpresa” fece lui baciandola.
Poi continuò “ascolta Bella…io avrei una cosa da chiederti”
“Dimmi pure”
“Domani sarà l’ultima sera che passiamo qui e ci sarà il galà finale”
“Si certo, durante il quale sarà annunciata la tua nomina a presidente”
“Si…ecco io…vorrei che tu domani mi accompagnassi ufficialmente…e sedessi al tavolo accanto a me…te la senti ? non c’è bisogno che tu mi risponda subito…se ci vuoi pensare”
Bella era rimasta interdetta da quella richiesta, ne sarebbe stata all’altezza? Edward non avrebbe fatto una cattiva figura con lei? Ma in fondo era questo che significava stargli accanto…e da qualche parte doveva pure cominciare a farlo…
“Non ho bisogno di pensarci Edward” rispose “domani sera sarò accanto a te!”
 

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** capitolo 36 ***


Il fatidico giorno era alla fine arrivato. Questa sera ci sarebbe stato il tanto atteso galà durante il quale sarebbe stata annunciata ufficialmente la nomina di Edward come presidente del nuovo polo finanziario.
Si stavano ultimando gli ultimi preparativi affinché tutto fosse perfetto. Ci sarebbe stata la stampa a documentare la serata e la sorveglianza sarebbe stata alquanto stretta.
Quel pomeriggio Bella seguì un ultima lezione nella quale delinearono la struttura della nuova società che stava nascendo e Bella si rese conto che Edward sarebbe stato da quella sera in poi, uno degli uomini più potenti e in vista del paese. Ovviamente le responsabilità a cui avrebbe dovuto far fronte sarebbero state proporzionali alla notorietà e all’importanza che avrebbe raggiunto.
Bella cominciò a chiedersi come sarebbe stata accolta la sua presenza a fianco ad Edward quella sera. Sicuramente sarebbe stato uno scoop che avrebbe fatto il giro del paese in poco tempo. Quali sarebbero state le conseguenze? Avrebbero danneggiato Edward in questo momento delicato? Lui sembrava non preoccuparsene, anzi le aveva fatto capire quanto fosse per lui importante averla al suo fianco quella sera e lei certo non si sarebbe tirata indietro.
Come era accaduto la sera precedente, Bella si ritirò nella sua camera per prepararsi e ci rimase fino a quando non si fece ora di scendere nella sala ricevimenti. Edward le aveva detto che si sarebbero incontrati direttamente nel salone e che insieme avrebbero raggiunto il loro tavolo.
Era ormai ora di andare, quando Bella sentì bussare alla sua porta. Andò ad aprire e si ritrovò James davanti.
“Ciao Bella”
“Ciao James”
“Complimenti, sei davvero splendida stasera”
“Grazie James, come mai sei qui?”
“Volevo scusarmi per ieri sera. Non mi sono comportato bene, ma ti assicuro che ho detto quelle cose solo perché ero preoccupato per te. Ma ora capisco che non erano affari miei”
“Grazie James, lo apprezzo. Mettiamoci una pietra sopra e non parliamone più”
“Ok. Allora, ti serve un cavaliere per la serata?”
“Io…grazie…ma ne ho già uno”
“NO….non dirmi che è Masen! Ma sarai sotto i riflettori per tutta la sera…sei sicura che è quello che vuoi?”
“Si James, sono sicura”
 “Ma ti staranno addosso tutti, lo capisci che da oggi in poi la tua vita sarà di dominio pubblico?”
“James, sbaglio o mi avevi appena detto che non erano affari tuoi?”
“Ok…Ok, hai ragione, non dirò più nulla. Almeno permettimi di accompagnarti giù nella hall”
“Va bene. Prendo la borsa e il cellulare e andiamo”
Bella rientrò in camera seguita da James.
“Vado un attimo in bagno” disse lei
“Ti aspetto qui” rispose lui
In quel frangente, appena Bella chiuse la porta, James si guardò intorno e vide sul tavolino in camera il cellulare di Bella. Non ci pensò due volte e lo afferrò, tolse la suoneria e se lo infilò nella tasca della giacca.
Bella uscì dopo pochi istanti, prese la borsetta e poi cominciò a guardarsi intorno.
“Tutto bene?” chiese lui
“Non trovo il cellulare…eppure ero sicura di averlo lasciato qui”
“Perché non lo fai squillare? Tieni ti pesto il mio” disse lui
Bella compose il numero e attese “squilla….ma non sento nulla”
“Forse non è in questa stanza…forse lo hai dimenticato da qualche altra parte”
“Potrebbe essere…ma dove?”
“Dove sei stata oggi?”
“Ho seguito il seminario conclusivo nel primo pomeriggio e poi sono venuta direttamente qui”
“Bè allora potremmo passare a dare un’occhiata all’aula del seminario. Magari lo hai lasciato lì”
“Mi sembra molto strano ma…ok, tentar non nuoce”
Ed entrambi si incamminarono verso la zona aule che era situata nel seminterrato.
Arrivarono davanti l’aula, ovviamente deserta, e Bella entrò, mentre James si fermò sulla soglia, appoggiandosi con la schiena alla porta e mantenendola così aperta.
Bella si diresse verso il banco che aveva occupato quel pomeriggio e guardò sotto di esso ma non trovò nulla.
“James, ti dispiace fare il numero?”
“OK…aspetta….sta squillando”
“Direi che qui non c’è” aggiunse Bella “non lo sento suonare”
“Senti Bella, vado un attimo a vedere se trovo il custode…magari lo ha trovato lui” le rispose James e si mosse lasciando che la porta si richiudesse.
“Lascia stare James” aggiunse Bella “lo cerco dopo, si sta facendo tardi” e si mosse verso la porta che nel frattempo si era richiusa. Quando Bella arrivò in prossimità di essa, spinse per uscire ma la porta non si aprì.
“James, James…che succede?” disse Bella “la porta...è bloccata”
“Bella non so cosa sia successo…ma non riesco ad aprirla….aspetta, vado a cercare aiuto” le rispose James dall’altra parte
“James, James…aspetta..” ma James era già andato via.
Bella cominciò ad innervosirsi, si stava facendo tardi, era bloccata lì dentro, senza neanche la possibilità di avvisare nessuno….l’unica speranza era che James tornasse al più presto.
Quando si accorse che erano ormai passati circa quindici minuti cominciò a preoccuparsi.
“Il galà sta per cominciare…che penserà adesso Edward non vedendomi arrivare? Devo trovare il modo di uscire da qui…ma come? Siamo in un sotterraneo, e non ci sono finestre…solo dei lucernari…ma sono alti”
Bella a quel punto decise di tentare il tutto e per tutto. Prese una sedia e la issò sopra uno dei banchi. Si arrampicò sopra e riuscì ad avvicinarsi ad uno dei lucernai….ma erano ancora alti e comunque troppo stretti per provare a passarci attraverso.
L’unica speranza era chiamare aiuto, sperando che qualcuno la potesse sentire, anche se ormai erano tutti nella sala ricevimenti.
Gridò e chiamò aiuto per quasi mezz’ora e ad un certo punto lo sconforto cominciò a prendere il sopravvento e gli occhi le si riempirono di lacrime.
Nel frattempo, Edward era nel salone nei pressi del suo tavolo e continuava a chiamare sul cellulare di Bella, ma questo squillava sempre a vuoto. Aveva provato anche a chiamare in camera ma non aveva risposto nessuno. –Forse- si disse – la verità è che ci ha ripensato e non se l’è sentita di accompagnarmi….non posso biasimarla, forse le ho davvero chiesto troppo….e comincio a credere che non voglia rispondermi-
Era assorto nei suoi pensieri con una espressione alquanto sconfortata, quando Vittoria gli si avvicinò.
“Edward, sei l’uomo della serata…come mai questa espressione? Non dirmi che stai subendo la pressione del momento!”
“Io? No…” e diede un’altra occhiata al telefonino
“O forse stiamo aspettando qualcuno?” aggiunse lei “qualcuno che non è ancora arrivato…e che magari non se l’è sentita….”
Edward non rispose nulla, si guardò intorno e poi tornò a guardare il cellulare…ma niente.
“Senti Edward, forse è meglio così….non hai idea di come ci si possa sentire affianco a te stasera, hai gli occhi di tutto il paese addosso…ma d’altra parte non credo sia opportuno che il posto affianco a te rimanga vuoto….se vuoi posso sedermi io vicino a te…”e così dicendo si avvicino alla sedia affianco alla sua.
Edward stava per replicarle qualcosa quando l’orchestra cominciò a suonare, segno che la serata stava iniziando e dal palco il direttore dell’hotel diede il benvenuto a tutti e presentò subito il loro illustre ospite, invitando Edward a salire sul palco affianco a lui.
Edward fu preso in contropiede e dovette avvicinarsi al palco visto il lungo appaluso che si levò dall’intera sala. Vittoria dal canto suo, approfittò della situazione per sedersi al tavolo al posto che sarebbe dovuto essere di Bella.
Bella nel frattempo aveva continuato a chiedere aiuto ma invano. Nessuno era nei paraggi, segno che il ricevimento doveva essere già cominciato e lei, che avrebbe dovuto essere accanto all’uomo più importante della serata, invece era lì, rinchiusa in un aula nel seminterrato.
Era ormai trascorsa quasi un’ora….che avrebbe pensato Edward? L’avrebbe creduta o avrebbe pensato che in realtà era solo una scusa per nascondere la sua paura di uscire allo scoperto assieme a lui?
“NON E’ GIUSTO!!!” gridò ad un tratto con tutta la forza che aveva in corpo e subito dopo sentì una voce “Chi ha gridato? Chi c’è là?”
Oddio, Bella non ci poteva credere, qualcuno l’aveva sentita.
“Sono qui sotto!!! Vi prego aiutatemi, sono chiusa qui dentro!!!” gridò e dai lucernai si affacciò appena un uomo con indosso la divisa della sicurezza “Signorina ma che succede?”
“La prego mi aiuti, la porta è bloccata e io sono rimasta chiusa qui dentro”
“Aspetti, faccio il giro e vengo a vedere”
“Grazie! Grazie!” replicò Bella
Tempo pochi minuti e sentì bussare alla porta “Signorina?”
“Si, sono qui dentro, la prego mi aiuti…la porta è bloccata”
“Bloccata?” rispose l’uomo “veramente qui c’è solo una porta chiusa a chiave…aspetti che le apro” e così dicendo si sentì una sorta di serratura scattare e la porta si aprì.
“Signorina” disse l’uomo “state bene?”
“Si, grazie…è quasi un’ora che ero chiusa qui dentro…ma la porta non si era bloccata?”
“Assolutamente no….queste sono porte antincendio con apertura a spinta ma hanno anche un meccanismo di chiusura che si può azionare solo dall’esterno…ed infatti la serratura era stata attivata vede?” le mostrò l’uomo. Bella realizzò allora che quella di James era stata tutta una farsa, fatta apposta al fine di tenerla lontana dal galà….che gran figlio di….ma avrebbe fatto i dovuti conti con lui più tardi, adesso doveva correre da Edward, sperando che non fosse già troppo tardi.
Ringraziò ancora il vigilante e scappò via, senza curarsi di sciupare vestito o pettinatura.
Arrivò in prossimità della sala e subito un uomo della sicurezza le venne incontro. Fortunatamente aveva con se la borsetta che conteneva il suo pass personale. Lo mostrò e l’uomo le fece segno di accomodarsi.
Appena entrò nella sala, si accorse che tutti erano in silenzio e che avevano gli occhi puntati nella medesima direzione: lì sul palco c’era Edward che teneva il suo discorso.
Bella avanzò lungo il muro della sala cercando di dare poco nell’occhio e nel frattempo ascoltava le parole di Edward, ma stranamente il tono di voce era molto piatto. Non c’era entusiasmo in quello che diceva, era come se stesse recitando un discorso a memoria che obbligatoriamente doveva essere detto, eppure era il suo primo discorso da presidente di un imponente colosso finanziario.
Bella continuò ad avanzare fino a che si trovò in prossimità del palco. Ovviamente lì fu bloccata dalla sicurezza che non la fece andare oltre, ma era abbastanza vicina affinché Edward la potesse vedere, se solo si fosse girato nella sua direzione. Edward però continuava o a tenere gli occhi bassi o a guardare un punto indefinito davanti a se continuando nella sua litania, come se non gli interessasse minimamente cosa e a chi stesse dicendo quelle parole.
Ad un tratto però Edward volse lo sguardo e la vide. Lei lo salutò con la mano in modo discreto, solo per fargli capire che era lì.
Edward si azzittì per qualche istante fissandola e le persone cominciarono a guardarsi tra loro per capire cosa stesse accadendo. Poi Edward, lasciando tutti spiazzati, si aprì in un sorriso e ricominciò a parlare, ma questa volta con un tono del tutto diverso. Sembrava un’altra persona, cominciò a guardare negli occhi le persone e riprese il tono autorevole e carismatico che aveva sempre caratterizzato i suoi discorsi al pubblico, tanto che alla fine, quando ebbe concluso, si levò un lungo applauso e molti si alzarono in piedi.
A quel punto gli fu passato il registro su cui avrebbe dovuto firmare l’accettazione al suo nuovo incarico e il direttore gli fece le sue congratulazioni e invitò tutti a godersi la cena e pregò l’orchestra di cominciare a suonare.
Edward fu ancora applaudito e, mentre scendeva dal palco, molti gli si avvicinarono per stringergli la mano e per congratularsi, ma lui aveva un solo obbiettivo: andare da Bella.
Quando le fu vicino Bella gli andò subito incontro, gli sorrise e disse “Congratulazioni presidente. Scusa per il ritardo io…”
“Sei venuta!” la interruppe lui “L’importante è che ora tu sia qui” e la prese per mano “Mi concedi il mio primo ballo come presidente?”
“Certo” rispose lei “sarà uno scandalo lo sai vero?”
“Se proprio devo andare all’inferno tanto vale andarci in grande stile” e così dicendo fece roteare Bella al centro della sala e poi l’afferrò per i fianchi e si misero a ballare sotto lo sguardo stupito di tutti.
Incoraggiati dal loro gesto, pian piano anche altre coppie presero coraggio e si buttarono sulla pista a ballare.
Quando la pista si era ormai popolata, Edward si avvicinò all’orecchio di Bella e le disse “Sono così felice che tu alla fine sia arrivata….non sai cosa ho provato quando ti ho vista in sala”
“Oh Edward, non ho ancora avuto modo di spiegarti, mi spiace tanto di essere arrivata tardi ma…”
“Ssshh, non fa nulla. Posso immaginare che tu abbia avuto dei ripensamenti e infatti ad un certo punto ho smesso di chiamarti al cellulare perché non volevo pressarti nelle tue decisioni….ma ho sperato fino alla fine che tu ci ripensassi…e così è successo!”
“No...Edward aspetta, lascia che ti spieghi….io non ho mai avuto dubbi nel voler essere qui con te questa sera. E’ da un po’ che cerco di dirtelo. “
“Che vuoi dire?”
“Che stasera mi è successo di tutto! Stavo per uscire dalla mia camera quando ho incontrato James, era venuto per scusarsi per ieri sera…e poi stranamente non riuscivo a trovare il cellulare, così James mi ha suggerito di andare a vedere nell’aula dell’ultimo seminario di questo pomeriggio. Ma quando siamo andati lì, non solo il cellulare non c’era, ma la porta si è bloccata e io sono rimasta chiusa dentro l’aula”
“E James?”
“Lui era appena uscito e mi ha detto che la porta si era incastrata e che andava a cercare aiuto”
“E poi?”
“Bè, lui non tornava, così mi sono arrampicata fino ad uno dei lucernari e ho cominciato a gridare. Alla fine, quando avevo perso le speranze, un uomo della sicurezza mi ha sentita ed è venuto a liberarmi. Mi ha detto che la porta non era bloccata, ma solo chiusa dall’esterno…”
“Quindi è stato James!”
“A questo punto lo credo anche io … ma perché?”
“Ovvio, per non farti arrivare qui”
“Ma che senso ha?”
“Te lo dico io, perché in questo modo io avrei creduto che tu ci avessi ripensato…e a quel punto qualcuno mi avrebbe consolato…guarda un po’ chi è seduto al tuo posto?”
Bella si voltò e vide Vittoria ancora seduta al tavolo livida di rabbia.
“NO! Vuoi dire che quei due? Ma io le faccio vedere..”
“Calmati Bella, calmati” la trattenne Edward “non lasciare che ci rovinino il nostro ballo, avrai tutto il tempo dopo….e io ti aiuterò, stanne certa”
“Ok, va bene” si calmò Bella
“E così ti sei arrampicata fino al lucernario?”
“Già”
“Avrei voluto essere lì per vederti…”
“Non era una bella scena te lo assicuro”
“Questo dipende da dove la si guarda”
“Edward!!”
“Comunque, scherzi a parte…sei incredibile veramente” le disse lui, poi mentre con le dita le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio continuò “senti Bella, io volevo aspettare per trovare il momento giusto ma….. forse è proprio adesso il momento giusto”
“Per cosa?”
Edward si bloccò di colpo e la guardò fissa negli occhi senza allentare la presa su di lei.
“ Isabella Maria Swan, prometto di amarti per sempre, ogni singolo giorno, per l'eternità. Mi vuoi sposare?”
“Io…..certo che lo voglio!!” rispose lei con gli occhi lucidi.
Allora Edward, continuando a guardarla negli occhi, la baciò appassionatamente davanti a tutti.
E i flash dei fotografi impazzirono…..

Ritorna all'indice


Capitolo 37
*** capitolo 37 ***


La mattina seguente Bella aprì gli occhi quando i raggi del sole filtrarono attraverso le tende illuminando la stanza. Cominciò a rigirarsi nel grande letto mentre la mente si ridestava dal torpore del sonno. Immediatamente le immagini della sera precedente si fecero vivide nella sua testa. Il discorso di Edward, ora presidente a tutti gli effetti, il ballo e poi… la sua richiesta…già le aveva chiesto di sposarlo e lei aveva accettato…e poi quel bacio davanti a tutti e i flash…Bella continuò a girarsi nel grande letto quando realizzò di essere sola, Edward non era accanto a lei. Eppure quella era la sua camera. Ieri sera, al termine della cena, lui l’aveva portata nella sua stanza senza nessun sotterfugio….e avevano passato la loro prima notte insieme alla luce del sole. Ma adesso dove era?
Il dubbio durò ben poco, la voce di Edward che parlava al telefono giunse da lì a poco. Da quello che stava dicendo sembrava stesse prendendo accordi per qualcosa.
Edward entrò nella stanza chiudendo la sua conversazione telefonica.
“Buongiorno” le disse vedendola sveglia “dormito bene?”
“Buongiorno” rispose lei “benissimo grazie…tu? Già al lavoro?”
“Niente affatto….sono ufficialmente in ferie…per una settimana intera”
“Ferie?”
“Già….ho bisogno di una settimana di relax prima di gettarmi a capofitto nel mio nuovo incarico di lavoro”
“E hai già un’idea precisa di come trascorrerai questa settimana di ferie?” chiese Bella incuriosita
“Trascorreremo vorrai dire….credi che lascerei a casa la mia futura sposa?”
Bella arrossì un po’ a quell’affermazione ed Edward continuò “o forse ti sei dimenticata che ieri sera mi hai detto di si?”
“No, non lo potrei mai dimenticare….” Disse lei gettandogli le braccia al collo e baciandolo “allora futuro sposo…dove andiamo di bello? Qualche isola esotica? Oppure preferisci una città da visitare?”
“Niente di tutto questo” rispose tranquillamente lui “andiamo a Forks”
“A Forks!” esclamò lei “ma...ma...lì ci sono…”
“i tuoi genitori…nonché miei futuri suoceri” terminò lui “ e sono ansioso di conoscerli!!” disse Edward lasciando Bella ancora senza parole.
************************************************************************************
Bella ed Edward erano arrivati da poco all’aeroporto di Miami ed erano in attesa che il loro volo per Seattle venisse chiamato. Avrebbero potuto certamente usare l’aereo privato della società ma in questo modo il loro anonimato sarebbe andato a farsi benedire. Erano in incognito e lo sarebbero stati per tutta la durata della loro vacanza. Alice era l’unica a conoscere la loro destinazione e aveva ricevuto precise istruzioni: chiamare sul cellulare di Bella solo in caso di emergenza. Edward avrebbe tenuto il suo spento per tutta la settimana.
Mentre aspettavano nella sala d’aspetto come una normale coppia Bella disse “Edward ascolta, vorrei dirti una cosa”
“Dimmi pure”
“Io non ho avvisato i miei del nostro arrivo”
“Meglio, faremo loro una sorpresa”
“Ecco, a tale proposito vedi… insomma mi auguro che tutto vada bene”
“Hai paura che non siano felici della mia presenza?”
“No… sicuramente appena ti conosceranno ti accetteranno senza difficoltà, soprattutto mia madre. Mio padre invece bè… forse lui ci metterà un po’ di più…sai, io sono la sua unica figlia e lui è anche lo sceriffo della città, ma sono sicura che non ci vorrà molto e sarete subito in sintonia”
“Allora di che ti preoccupi?”
“Vedi, tu non conosci Forks. E’ un posto dove non succede mai nulla di particolare, tremila anime in tutto. Anche le notizie dal mondo esterno arrivano con un certo rilento…e in particolare a casa mia le news più importanti riguardano esclusivamente il mondo dello sport. Pertanto ci può essere una discreta probabilità che loro ecco… possano non riconoscerti”
“Vuoi dire che potrebbero non sapere chi sono?”
“Già” disse lei in tono mortificato
“Ma è una notizia magnifica!!” esclamò lui
“Come?”
“Certo! In questo modo non avranno nessun pregiudizio nei miei confronti. Sarò un ragazzo come tanti altri e potranno conoscermi per quello che sono realmente, non per il nome che porto”
“Dimentichi che tu non sei un ragazzo come tanti…. Sei quello che vuole portar via la loro preziosa bambina”.
“Ho paura a chiederlo ma tuo padre si porta la pistola anche a casa?”
“Ovvio, non se ne separa mai”
“Ahia! Speriamo che non ne senta mai il bisogno di doverla usare allora”
“Tranquillo…odia la violenza…da giovane ha incontrato mia madre durante una marcia della pace”
“Questo dovrebbe rincuorarmi?”
“NO?”
“Andiamo va….hanno chiamato il nostro volo”
Due ore dopo erano in viaggio a bordo di un’auto a noleggio verso Forks. Ci volle un’ora circa prima di imboccare la strada principale di Forks. Bella mancava da casa da un po’ di mesi, ma non era cambiato granché… Forks era sempre la stessa. Non ci volle molto che si ritrovarono nel vialetto della casa di Bella, una casa semplice a due livelli con la foresta alle spalle.
“Non vedo l’auto di mio padre” disse lei “deve essere ancora alla centrale”
“Mi resta ancora un po’ di tempo allora…” rispose lui
Bella ed Edward scesero dall’auto e suonarono il campanello.
Dopo pochi istanti si sentì una voce “Arrivo…vi avverto che non compro nulla…” la porta si aprì e una donna trafelata con indosso un grembiule da cucina venne ad aprire.
“Ciao mamma” disse Bella
“AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!! “ Gridò Renè e subito dopo saltò al collo della figlia.
“Bellaaaa che sorpresa! Ma perché non ci avvisavi che saresti venuta a trovarci!!!”
“Volevo farvi una sorpresa”
“E ci sei riuscita…oh tesoro che bello…” poi improvvisamente Renè si accorse che la figlia non era sola.
“Mamma vorrei presentarti Edward…il mio…ehm…fidanzato” disse Bella molto imbarazzata.
Renè rimase incantata a guardare Edward senza aprire bocca, come se avesse visto un fantasma e allora Edward credette di dover rompere il ghiaccio parlando per primo.
“Buongiorno signora, sono felice di conoscerla, sono Edward” e tese la mano verso Renè.
“AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!! “ Gridò Renè e subito dopo saltò al collo di Edward.
“FIDANZATO? Che sorpresa!!! Ma venite, entrate…Bella fallo accomodare...oddio lo avessi saputo mi sarei data una sistemata…sono così in disordine…Bella avresti potuto dirmi qualcosa….devo avvisare subito Charlie….chissà che faccia farà….tornerà subito a casa….ragazzi mettetevi comodi, Bella offri qualcosa al tuo…oddio…fidanzato…io vado a chiamare papà….arrivo subito” e si allontanò
Bella ed Edward restarono per un attimo in silenzio, poi Edward disse “WOW tua madre lo ha detto tutto senza mai prendere fiato!”
“Oddio scusa Edward….mi spiace se ti ha messo a disagio…lei è un po’ esuberante a volte”
“No Bella non ti scusare….mi piace molto tua madre….è così allegra….mi piace un po’ meno il fatto che sia corsa a chiamare tuo padre”
“Smettila di preoccuparti…non ti farà niente!”
Renè tornò dopo pochi istanti e li avvisò che il padre sarebbe rientrato da lì a poco. Poi tempestò di domande i due ragazzi su come si erano conosciuti ecc.
Il padre di Bella arrivò nel giro di un quarto d’ora. Ovviamente non ebbe lo stesso atteggiamento di Renè, aveva un carattere molto più schivo e riservato, ma almeno non tirò mai fuori la pistola di ordinanza.
Dopo essersi fatti una doccia e cambiati Bella ed Edward si ritrovarono a cena con Renè e Charlie.
Renè aveva preparato qualcosa all’ultimo momento. Bella aveva avvisato Edward che sua madre non era una grande cuoca ma lui diede l’impressione di apprezzare molto la cena (gentilezza o fame?).
Mentre erano a tavola Charlie ad un certo punto chiese “Edward, tu di che cosa ti occupi?”
Bella restò per un attimo con il boccone a mezz’aria, Edward invece con estrema naturalezza rispose “Io? lavoro in banca”
“Oh” replicò Charlie “un ottimo posto direi”
“Non mi posso lamentare”
“Stipendio fisso ogni mese ragazzo, di questi tempi non è cosa da poco”
“Sono d’accordo con lei, infatti cerco di fare sempre del mio meglio. Mi considero fortunato per questo tipo di lavoro”
“E per quale banca lavori?” chiese Charlie
“L’International Bank” rispose Edward
“Ah, una bella realtà immagino” disse Charlie
“Ma” interruppe Renè “non ne parlavano proprio l’altro giorno al telegiornale? Charlie ti ricordi?”
“No…non ci ho fatto caso” disse lui
“Credo che sia per colpa della fusione” spiegò Edward “si è appena unita con un’altra banca importante e forse ne davano notizie al telegiornale”
“Mah si, deve essere così… onestamente non seguo molto il notiziario…a meno che non sia quello sportivo” ammise Charlie.
“E tu Bella?” chiese Renè “come va in ospedale?”
“Veramente” fece Bella “non lavoro più in ospedale…mi sono licenziata.
“Cosa?” esclamò il padre “ti sei licenziata?”
“Ecco” si intromise Edward “sono stato io a suggerirglielo”
“Ma…non capisco” fece Charlie
“Papà mi sono licenziata perché sono tornata a studiare”
“Come sarebbe a dire?”
“Bè la banca di Edward organizza dei master in economia aziendale e lui mi ha dato una mano per farmi entrare in uno di essi”
“Ma…tu sei una fisioterapista, che c’entra con questo tipo di master?”
“Ho fatto domanda per il posto di direttore del centro di riabilitazione dove esercito come volontaria e per avere qualche possibilità devo avere delle conoscenze su come si dirige un’azienda ”
“Caspita!!” esclamò Renè “direttrice?”
“Si bè… sempre se mi prendono”
“Lo faranno…hai tutte le carte in tavola” disse Edward
“Bè Bella non so” aggiunse Charlie “hai lasciato un lavoro fisso, se pur sotto pagato, per qualcosa di incerto…ma vedo molta ambizione in questa scelta….e se non ce l’avete voi giovani un po’ di ambizione chi dovrebbe avercela? E se è vero che è stato Edward a spingerti in questa cosa significa che ha molta fiducia nelle tue capacità”
“Dica pure la massima fiducia” rispose Edward
“Questo mi fa piacere ragazzo, vuol dire che apprezzi molto mia figlia”
“Io l’apprezzo moltissimo… è lei che a volte si sottovaluta” disse Edward.
La cena trascorse tranquilla, al termine Charlie ed Edward si sedettero davanti alla tv a guardare una partita di football, Renè e Bella restarono in cucina e Renè volle sapere dalla figlia tutti i dettagli della loro storia.
Bella cercò di rispondere a tutto senza mai tradirsi sulla vera identità di Edward. Una cosa era certa: non l’avevano per niente riconosciuto.
Renè chiese a Bella se le aveva già fatto la proposta di matrimonio e quando la figlia le disse di sì, Renè si emozionò per lei “Non dirlo a papà… non ancora…vorrei che prima imparasse a conoscerlo un po’” la pregò Bella.
La settimana trascorse all’insegna del relax più assoluto. In quella cittadina lontana dal mondo Edward e Bella poterono comportarsi come una coppia qualsiasi passeggiando per fino per strada senza correre il rischio di essere riconosciuti.
Charlie portò a pesca Edward che si rivelò un ottima compagnia: presero tanto di quel pesce che Renè fu costretta a regalarlo ai vicini.
Alla fine della settimana Edward si sentiva in tutto e per tutto parte della famiglia. Renè lo trattava come fosse suo figlio, Charlie dovette sciogliersi un po’ con il ragazzo perché, se da un alto dovette ammettere che era una brava persona e teneva alla figlia, dall’altro aveva intuito quale fossero le intenzioni dei due ragazzi da lì a breve.
Il giorno della partenza Renè e Charlie salutarono i ragazzi con la promessa che sarebbero venuti al più presto a trovarli. Renè si lasciò scappare qualche lacrima…Charlie si trattenne a stento. Era un duro in apparenza, ma sotto sott era un sentimentalone.
Non appena Edward imboccò la superstrada che li portava lontano da Forks, Bella prese il cellulare e chiamò a casa.
“Cosa succede Bella?” chiese Edward “hai dimenticato qualcosa?”
“Nulla…è solo che credo sia il momento di sganciare la bomba”
“Di che parli?”
“Sta a vedere….Pronto? si mamma sono io…no niente…tutto bene…prima ho dimenticato di dirti una cosa…l’altro giorno ho comprato l’ultimo numero della rivista People. Dovrei averla lasciata nel primo cassetto della mia scrivania. Volevo avvisarti perché dentro c’è un articolo molto interessante sulla banca per cui lavora Edward…magari vi farà piacere leggerlo….si aspetto in linea, vai a vedere…” e così dicendo Bella inserì il vivavoce e si rivolse ad Edward “e adesso sta a vedere…o meglio ad ascoltare”
“Bella l’ho trovato ecco e….ODDIO!!!!!ODDIO!!!CHARLIE!!CHARLIE!!!!VIENI SUBITO!!!” e ne seguì un tonfo, probabilmente il telefono che cadeva a terra.
Bella riattaccò e rivolgendosi ad Edward disse “Non sai cosa avrei dato per essere lì in questo momento e vedere le loro facce!”
“Bella scusa” fece Edward “ma io non sto riuscendo a seguirti”
“Deduco che tu non abbia visto l’ultimo numero di People questo mese”
“Effettivamente no”
“Io l’ho visto l’altro giorno passando davanti ad un’edicola e ne ho acquistate due copie…una è quella che ha trovato mia madre, l’altra ce l’ho qui con me” e così dicendo si sporse in avanti e tirò fuori la sua copia dalla borsa. La girò sul davanti e la mostrò ad Edward.
L’intera copertina era occupata da un primo piano di Edward e in basso il titolo recitava così:
“Edward Masen, uomo dell’anno. Ecco a voi il più giovane presidente americano.”

Ritorna all'indice


Capitolo 38
*** capitolo 38 ***


Edward era seduto dietro la sua scrivania intento a leggere uno dei tanti documenti che aveva impilati su di essa. Quella settimana di vacanza a Forks aveva prodotto molto lavoro arretrato, ma lui non aveva alcun rimpianto. Era andato a conoscere i suoi futuri suoceri ed aveva trascorso una settimana indimenticabile in compagnia loro e di Bella. Erano rientrati la sera prima in città e lui aveva preferito passare la notte da lei, anziché tornare a casa. Quella mattina si era recato presto in ufficio, consapevole dell’innumerevole quantità di faccende in sospeso, sperando di riuscire a liberarsi non troppo tardi. Quella sera sarebbe tornato a casa a parlare con tutta la sua famiglia delle sue future intenzioni. Bella si era offerta di accompagnarlo, ma lui aveva preferito risparmiarle questo primo assalto.
Era assorto nei suoi pensieri, quando l’interfono lo riportò alla realtà
“Si Jane?”
“Sig. Masen ci sono qui il sig. e la signora Masen per lei”
“Falli accomodare”
Contro ogni previsione, i suoi genitori lo avevano anticipato.
-Caspita- si disse sorridendo –la situazione è davvero grave se sono venuti qui entrambi. Non riesco a ricordare l’ultima volta che hanno fatto qualcosa insieme.-
La porta si aprì e i signori Masen entrarono. Subito la madre di Edward gli andò incontro.
“Edward tesoro come stai?” disse aprendo le braccia mentre Edward si avvicinava a lei per ricevere il suo abbraccio “Ciao mamma, molto bene grazie.” Poi volse lo sguardo verso il padre “Ciao papà”
“Edward” rispose il padre senza voler accennare ad alcun contatto fisico
“A cosa devo il piacere?” chiese Edward
“Caro” rispose la madre “abbiamo saputo che sei rientrato ieri sera dalla tua breve vacanza e pensavamo saresti passato da casa.”
“Scusami mamma, avrei dovuto avvisarvi ma era mia intenzione passare da casa oggi dopo il lavoro”
“Immagino che tu sia molto impegnato”
“Bè, diciamo che la settimana di assenza mi ha procurato diverse cose di cui occuparmi” e fece cenno alla sua scrivania piena di documenti da visionare “ma ho passato di peggio”
“Mi auguro allora che tu ci possa concedere qualche minuto del tuo prezioso tempo” chiese la madre
“Certamente mamma, accomodiamoci pure di là” e fece cenno verso il piccolo salottino a lato della stanza.
Il signore e la signora Masen si accomodarono sul divano, Edward sulla poltrona di fronte.
“Faccio portare qualcosa?” chiese Edward
“Un caffè grazie” disse la madre
“Un cognac” rispose il padre
-Cognac di primo mattino?- pensò Edward –si vede che papà ha voglia di andarci pesante-
Edward comunicò le ordinazioni a Jane e tornò a sedersi di fronte ai suoi genitori.
“Allora, a che devo questa visita?”
“Innanzitutto” disse la madre “congratulazioni per la tua nomina. Abbiamo letto i giornali e tutti concordano che sia stato un successo. Stanno tessendo tutti le tue lodi..”
“Grazie mamma”
“…quasi tutti” aggiunse il padre che finora era rimasto in silenzio
“Dipende da che genere di giornale leggi papa. Ho avuto anche io modo di sfogliarne alcuni e tutti i principali quotidiani hanno pubblicato degli articoli alquanto soddisfacenti”
“Peccato che la stampa scandalistica non si sia risparmiata” aggiunse il padre con evidente riferimento alla foto scattata durante il ballo quando Edward aveva baciato Bella davanti a tutti.
“Papà quelli sono giornali da parrucchiere…”
“…che comunque stanno gettando fango su di te”
Bene, lo scontro stava avendo inizio.
“Papà, sono un personaggio pubblico, ora più che mai. Ci sarà sempre qualche giornale che cercherà di screditarmi…”
“Certo ma in questo caso vedo che tu stai fornendo loro dell’ottimo materiale!”
“Anthony!” lo riprese la madre “mi sembra che eravamo d’accordo sul venire qui a parlare con nostro figlio, non a volerlo attaccare!” poi si rivolse al figlio “Edward ascolta, non ti nascondo che io e tuo padre siamo preoccupati per quello che la stampa scandalistica sta mettendo in giro sul tuo conto ma…io ci tengo veramente a parlarne con te e sapere come stanno le cose”
“Mamma, non c’è molto da dire…non voglio fare nulla di nascosto e nulla di cui vergognarmi. Voglio che ogni aspetto della mia vita sia alla luce del sole e avevo intenzione di parlarvene questa sera ma…visto che mi avete anticipato, tanto vale mettere subito le cose in chiaro. Io amo Bella e le ho chiesto di sposarmi, lei ha accettato e in questi giorni sono stato dai suoi genitori per conoscerli.”
“Matrimonio?” tuonò il padre di Edward “ti rendi conto di cosa stai dicendo? Siamo appena usciti dallo scandalo di quello andato all’aria con Tanya e tu già parli di matrimonio? Bene, la stampa ci andrà a nozze!”
“Papà! Potresti per un solo istante stare ad ascoltarmi fino in fondo senza pensare continuamente alla stampa o alle ripercussioni sull’azienda!”
“Tu non ti rendi conto che io mi preoccupo per il tuo bene, per quello che ti potrebbero fare…”
“Tu ti occupi solo dell’azienda e dell’immagine che io potrei dare”
“Ma tu sei correlato con l’azienda e ogni cosa che accade ad essa si ripercuote su di te e viceversa”
“IO SONO EDWARD! Quando lo capirai che sono una persona! Io non sono l’azienda! “ poi prese un respiro per cercare di calmarsi “Ascolta papà, io ho fatto sempre tutto quello che tu hai voluto. Siedo dietro quella scrivania come tu hai sempre sognato e te lo posso assicurare…farò del mio meglio per portare avanti questa società e tutte le persone ad essa legate….ma della mia vita privata d’ora in poi deciderò da solo, non voglio alcuna interferenza. E io ho deciso, sposerò Bella che a voi piaccia o no…e questo è quanto”
Il padre di Edward stava per replicare quando sua madre gli intimò il silenzio.
“Edward” si rivolse poi al figlio “io non conosco affatto questa Bella. Ti prego, puoi parlarmi di lei e del perché la ritieni così speciale?”
“Mamma…Bella è tutta la mia vita. Io non riesco neanche a immaginarmi senza di lei….lei è speciale per tanti motivi…ma il più importante di tutti: lei ama Edward, non Edward Masen, solo Edward…capisci cosa voglio dire?”
“Si lo capisco…ci sono passata anche io ricordi? Ma tu sei un ragazzo intelligente e se hai accettato questo incarico come dici di aver fatto, saprai anche che la tua vita non sarà semplice…come non lo è stata quella di tuo padre. Cosa ti farà credere che una ragazza così lontana dal tuo ambiente possa resistere al tipo di vita che tu potrai offrirle? E soprattutto sei sicuro che sia sincera nei tuoi confronti? Avrebbe molto da guadagnarci mettendosi con un uomo ricco e potente come te.”
“Mamma devi fidarti di me. Bella è sincera e mi ama per quello che sono anzi, se potesse scegliere credo che mi preferirebbe più povero. Sa benissimo che la vita vicino a me non sarà semplice ma questo non la scoraggia. Ha deciso comunque di portare avanti la sua professione anche se in un modo un po’ diverso. Voglio nominarla direttrice del centro di recupero che abbiamo rilevato poco tempo fa e per far questo sta frequentando uno dei nostri master aziendali per imparare tutto ciò che le servirà. Io stesso la seguo nei suoi studi e ti assicuro che non solo è intelligente, ma si applica tanto perché ha molto a cuore l’incarico che le ho offerto. Se come dici tu fosse un’arrampicatrice sociale, che bisogno avrebbe di darsi tanto da fare per quel lavoro? Io potrei mantenerla più che adeguatamente e invece, lei ha scelto una strada diversa, proprio perché mi ha detto chiaramente, non vuole essere solo la signora Masen, non solo. Vuole lavorare e realizzare le sue aspirazioni e i suoi sogni in quel centro….e io la amo ancora di più per questo.”
La madre di Edward lo guardò per un interminabile momento, poi disse “mi piace questa ragazza. Forse avrei dovuto seguire lo stesso esempio anche io e crearmi comunque un solido interesse anziché diventare solo ed esclusivamente la signora Masen.”
“Mamma, tu lo hai fatto in buona fede per aiutare papà”
“Si ma spesso la buona fede non basta. Siamo quello che siamo e dobbiamo prenderne coscienza anche se a volte ci annulliamo solo per amore di qualcun altro.”
“Scusate” si intromise il padre di Edward “io non sono affatto convinto di tutto ciò. Io continuo a pensare che una donna del tuo stesso ambiente potrebbe rendere la tua vita migliore, magari questa ragazza non ha secondi fini con te ma….ti assicuro che le pressioni che dovrai affrontare in futuro saranno forti e avrai bisogno di una compagna che sappia supportarti anche nei momenti difficili e che sappia convivere con le tue continue assenze…perché ce ne saranno molte, credimi”
“Papà, apprezzo il tuo interessamento ma continuo a non condividere la tua opinione. Quello che è successo con Tanya dovrebbe esserti di esempio”
“Tanya….ancora non capisco perché si sia tirata indietro all’ultimo momento. Panico pre-matrimoniale? Non so, non mi ha mai convinto la cosa. Ma non hai mai pensato a ricontattarla? Potrebbe ancora essere la persona giusta per te…”
“Mamma, papà” sbuffò Edward stanco di tirare fuori quell’argomento “Credo che sia ora che voi conosciate la verità”
“Quale verità?”
“Tanya non ha annullato il matrimonio. Sono stato io a farlo”
“COSA?”
“COSA?”
“Si e l’ho costretta ad assumersi tutta la colpa dicendo che ci aveva ripensato”
“Ma perché?”
“Perché qualche ora prima delle nozze l’ho trovata a letto con il suo assistente nella nostra camera da letto”
“COSA?” esclamarono all’unisono entrambi
“Già e per evitare uno scandalo di enormi proporzioni, visto che la fusione era ormai vicina, l’ho costretta a fare quella dichiarazione in cambio del mio silenzio”
“Quella…quella…”balbettò suo padre
“quella...stronza!” terminò sua madre
“Mamma! Certe parole non ti si addicono”
“Quando ci vuole ci vuole! Non sono io ad avere nobili origini, bensì tuo padre. Comunque non voglio neanche pensare a cosa sarebbe successo se tu non l’avessi scoperta. A quest’ora saresti sposto a quella..”
“Mamma!”
“Ok, ci siamo capiti. Tesoro mio chissà quanto ci sarai stato male”
“Non troppo. Alla fine mi è servito ad aprire gli occhi e a capire chi veramente volevo al mio fianco”
“Edward io…” disse il padre
“TU zitto!” rispose la madre “hai già fatto abbastanza danni! Tanya Denali è stata una tua idea e per poco non rovinavi la vita di nostro figlio. Ora, se Edward ritiene che questa ragazza sia quella giusta per lui, io mi fido. Edward, a me non interessa cosa dirà la stampa, quelli hanno sempre da dire. Voglio conoscerla, il prima possibile. Facciamo stasera? A cena?”
“Mamma ti ringrazio per l’appoggio…non so se stasera Bella se la sente di venire…non le piacciono molto questi incontri formali.”
“Bella dovrà cominciare a farci l’abitudine agli incontri formali…su questo potrei darle alcune dritte…ma non stasera. Stasera sarà un incontro in famiglia, con la sua futura famiglia.” La madre di Edward si illuminò tutta, si avvicinò al figlio e gli prese le mani tra le sue “ascolta tesoro, stasera manderò in libera uscita tutti i domestici e cucinerò io qualcosa”
“Tu mamma?”
“Certo, non cucino molto spesso ma sono brava sai? Anzi, mi farò aiutare da tua sorella…chissà che riesca a trasmettergli qualche nozione di cucina per una buona volta!”
“Io non ci giurerei mamma”
“Tentar non nuoce. Allora è deciso, vi aspetto stasera. Chiama Emmett per favore e digli di venire insieme a quella ragazza tanto carina…Rosalie. Io dirò ad Alice di avvisare il suo Jasper. Stasera vi voglio tutti intorno al tavolo come una famiglia”
“Mamma non stai dimenticando qualcuno?” disse Edward facendo cenno alla terza persona che stava in quella stanza con loro.
La madre di Edward si voltò verso il marito ancora intento a seguire la loro conversazione con stupore.
“Tu che intenzioni hai?”
“Io?”
“Ci sarai per cena o hai uno dei tuoi soliti incontri di club?”
“Io? No...io…vorrei essere dei vostri”
“BENE! Allora è deciso. Edward scappo, ho molte cose da organizzare per la serata, primo fra tutte rintracciare tua sorella e non sarà facile!” e così dicendo diede un bacio sulla guancia al figlio e uscì dall’ufficio di tutta fretta. Edward sorrise, si voltò verso il padre e disse “Ho l’impressione che si sia dimenticata di te”
“Sai quanti anni sono che non la vedevo così entusiasta per qualcosa? non me lo ricordo più” rispose il padre
“Forse qualcosa comincia a cambiare papà”
“Forse…non sai quanto aspetto questo momento. Edward ascolta, stranezze di tua madre a parte. Tu non mi hai mai deluso, sei un ragazzo in gamba…molto di più di quanto lo ero io alla tua età e il merito è tutto tuo. Mi spiace per la storia di Tanya. Io ti ho incoraggiato con lei perché credevo veramente fosse il meglio per te….ma mi sbagliavo. Se tu credi che questa ragazza sia veramente l’unica a poterti rendere felice…”
“…l’unica papà”
“allora vorrei che tu me la facessi conoscere”
“ma tu la conosci già”
“io ho conosciuto una certa Isabella come fisioterapista di mio figlio…adesso voglio conoscere la signorina Bella Swan, la mia futura nuora” e così dicendo gli diede una pacca sulla spalla.
“Grazie papà, non sai quanto questo significhi per me”
E allora il sig. Masen fece una cosa inaspettata. Una cosa di cui non riusciva a ricordare l’ultima volta che l’avesse fatta: abbracciò il suo figliolo.

Ritorna all'indice


Capitolo 39
*** capitolo 39 ***


Bella stava gironzolando nel suo appartamento in preda all’ansia da quasi due ore.
Da quando Edward l’aveva chiamata per dirle che quella sera tutta la famiglia Masen l’aspettava per cena il panico si era impadronito di lei. Sapeva che quel momento prima o poi sarebbe arrivato, ma cavoli, sperava di avere un po’ di preavviso….invece tra poco meno di un’ora Edward sarebbe passato a prenderla per portarla dai suoi. Sua madre…suo padre!!!
Oddio!! Con la poca lucidità che le era rimasta, Bella fece una chiamata ad Angela, la sua cara a mica e le raccontò in breve ciò che era successo. Angela riuscì a tranquillizzarla, le disse di restare calma e cercare di comportarsi in modo naturale. Se la signora Masen aveva organizzato questa cena intima significava solo che le sue intenzioni erano buone, altrimenti avrebbe potuto organizzare qualcosa in grande con tutta i domestici e mettere Bella in imbarazzo.
Bella si sentì confortata da queste parole e decise di seguire il consiglio di Angela a partire dall’abbigliamento. Un abitino blu semplice, scarpe dal tacco non troppo alto (per non rischiare di inciampare).
Edward fu puntuale come al solito, suonò al citofono e l’attese giù. Bella scese le scale tremando e quando se lo trovò davanti, si sentì più al sicuro: con lui vicino non poteva succederle nulla.
“Pronta?” le chiese lui
“Pronta” rispose lei cercando di sembrare tranquilla
Edward le aprì la porta dell’auto e la fece salire. Aveva preso la sua Volvo, quella sera neanche lui voleva nessun autista tra i piedi.
“Sai, immagino che tu sia tesa” le disse una volta in macchina “ma ti assicuro che anche io lo sono un po’…non mi è mai capitato di portare a casa una ragazza per una riunione familiare in questi termini. Non ricordo neanche l’ultima volta che ho mangiato qualcosa cucinato da mia madre”.
“Se in questo modo volevi tranquillizzarmi…. Mi hai spaventato ancora di più, sappilo!”
“Non voglio metterti in ansia, tranquilla…te l’ho detto, mia madre ha le migliori intenzioni nei miei riguardi. Non l’ho mai vista così entusiasta”
“E se poi io non le dovessi piacere?”
“Impossibile….tu piaci a tutti”
“Anche a tuo padre?”
“Lui è un osso più duro….ma vedrai che cederà presto. Non sa resistere al sorriso di mia madre. Dopotutto io credo che loro due siano ancora molto innamorati, devono solo ricordarselo.”
“Bè, grazie per il complimento…anche tu piaci a tutti…anzi a tutte. Chissà quante donne adesso mi staranno maledicendo per averti portato via da loro.”
“A me delle altre non interessa, lo sai”
“Si, il problema che loro non lo sanno. Basta vedere cosa era riuscita ad architettare Vittoria a Miami. Speriamo solo che restare rinchiusa in un’aula sia il peggio che mi possa accadere….ho paura che le altre tue fans possano organizzarmi un vero e proprio attentato prima o poi”
“Da come sono andate le cose direi che sei benissimo in grado di cavartela da sola….e comunque Vittoria non la vedo né sento da quel giorno. Mi pare di aver saputo che si frequenta con un certo industriale russo”
“Si ma ne verranno altre”
“E che mi dici di James? Anche lui ti aveva messo gli occhi addosso mi sembra”
“Da quando siamo tornati non mi rivolge più la parola.”
“Dovrei farlo bocciare”
“No ti prego, non voglio che tu ti immischi in questa storia. Non devi scendere al suo livello. Stai tranquillo, te l’ho detto, non mi si avvicina più….adesso sono la donna del grande capo e mi teme…in realtà mi temono tutti!”
“Vedi? Non hai di che preoccuparti!”
“Tutti eccetto la tua famiglia…oddio, siamo già arrivati?”
Edward azionò il telecomando e il cancello della villa Masen si aprì. Percorsero il grande viale e raggiunsero il piazzale davanti all’ingresso principale. Scesero dall’auto ed Edward offrì il braccio a Bella, felice di potersi appoggiare a lui.
Appena Edward aprì la porta di casa, un Alice saltellante andò loro incontro.
“Edward!Bella! Finalmente!”
“Ciao Alice” fece Bella
“Ciao” disse Edward
“Forza venite di là in cucina….ci siamo già tutti!”
Bella, a quelle parole, strinse il braccio di Edward e lui subito le fece cenno di stare tranquilla.
Appena entrati in cucina videro un tavolo al centro apparecchiato in modo allegro con piatti e stoviglie colorati. Jasper ed Emmett erano seduti ad un divanetto lì vicino e guardavano i risultati delle ultime partite di rugby commentandole in maniera alquanto vivace. La signora Masen e Rosalie erano intente a preparare le ultime pietanze.
“Mamma!” trillò Alice “sono arrivati!”
“Ciao Edward, ciao Bella!” gridarono Emmtt e Jasper dal divano, e Rosalie li salutò con la mano.
La signora Masen si voltò e sul suo volto comparve un radioso sorriso. Si asciugò le mani sul grembiule e si avvicinò a loro.
“Mamma” disse Edward “ti presento Bella”
“Buonasera signora” disse Bella “sono molto lieta di conoscerla…” mentre cercava di porgerle la mano. La madre di Edward, per tutta risposta, la guardò negli occhi e senza prendere la sua mano passò direttamente ad abbracciarla “Oh Bella, che piacere finalmente incontrarti” disse “ma ti prego, dammi del tu e chimami Elisabeth”
“Va bene…come vuole…ops…come vuoi Elisabeth” rispose Bella alquanto impreparata a quella reazione.
“Ho cucinato un po’ di tutto visto che non conosco i tuoi gusti… sii clemente perché non prendevo in mano una pentola da non so neanche io quando…e la mia aiutante ne ha ancora di strada da fare” disse rivolgendosi ad Alice.
“Io non sono una persona dai gusti difficili, mangio praticamente tutto” rispose Bella
“Bene, allora che ne dite di metterci tutti a tavola? Emmett spegni la tv e venite a sedervi”
“Mamma” fece Edward “dov’è papà?”
“Tuo padre!” rispose lei “è nel suo studio a fare delle telefonate…Alice vai a chiamarlo!”
“Subito mamma”
La signora Masen poteva sembrare in apparenza una persona fragile e schiacciata dal peso di quella vita, ma in realtà era molto energica e tutti le obbedivano senza fiatare…compreso il marito.
Dopo pochi minuti, quando tutti si erano seduti, sulla soglia della cucina comparve il signor Masen. Aveva indosso camicia e pantaloni e un’aria alquanto imbarazzata.
Si avvicinò a Bella che prontamente si era alzata assieme ad Edward.
“Papà lei è..”
“Lieto di rivederla signorina Swan” disse il padre interrompendolo ed offrendo a Bella la mano che lei si affrettò a stringere. “Come va?”
“Bbene grazie.” Rispose lei titubante “lei come sta?” disse cercando di riprendersi dall’imbarazzo
“Abbastanza bene… non so se lo ha saputo ma… sono prossimo alla pensione, ho deciso di lasciare tutto il lavoro in mano a mio figlio” disse lui in tono ironico
“Si” fece eco Bella stando al gioco “mi sembra di averlo sentito…suo figlio ne sarà felice”
“Felice? In realtà gli sto lasciando in mano un bel mucchio di rogne! Ma non glielo dica se lo incontra… non vorrei ci ripensasse”
“Stia tranquillo, terrò la bocca chiusa” rispose Bella guardando Edward di sottecchi.
“Vogliamo sederci?” li riprese la signora Masen “la zuppa si raffredda e ho passato tutto il pomeriggio a prepararla!”
“Anche io ti ho aiutata!” esclamò Alice risentita
“Tu hai solo pelato le patate…e speriamo non qualche dito!” rispose lei alla figlia.
Tutti presero posto a tavola e la cena ebbe inizio. Il clima era molto familiare, si scherzava alle battute di Emmett e di Alice. Edward aveva preso tra la sua la mano di Bella sotto il tavolo e lei, guardandolo, si accorse che quella sera lui aveva una strana luce negli occhi. Una luce nuova che lo rendeva ancora più radioso e bello: l’idea di aver ritrovato la sua famiglia, una famiglia che non aveva avuto per troppo tempo.
Terminata la cena, tutti si alzarono per sparecchiare. Bella si offrì di dare il suo aiuto ma la signora Masen disse “Bella, la prossima volta. Oggi è il turno di Emmett!”
Mentre Emmett stava già iniziando a protestare.
“Ragazzi fatevi due passi che adesso prendo il dolce e vi chiamo” disse Elisabeth.
Edward prese Bella sottobraccio e la portò in veranda, da dove si poteva ammirare l’immenso parco della casa.
Una volta fuori, Edward si accorse che lei lo stava fissando e allora disse “Che c’è?”
“Nulla…e solo che mi sembri felice, molto felice stasera”
“Io sono felice. E ho iniziato ad esserlo da quando ti ho incontrata”
“Grazie, ma stasera hai qualcosa di diverso. Gli occhi ti brillano”
“Stasera è tutto perfetto…ogni cosa è al posto giusto…tu vicino a me, la mia famiglia di là che chiacchiera e ride…mio padre che scherza con la mia futura moglie…e tutto grazie a te”
“Non esagerare…”
“Non esagero! La mia vita è cambiata dal giorno in cui ti ho vista per la prima volta…ricordi?”
“Come potrei dimenticarlo? Stavi litigando con quel distributore automatico”
“Già e tu sei venuta ad aiutarmi….la prima di innumerevoli volte….quante volte mi hai aiutato? Non saprei neanche dirlo”
“Bè, anche tu hai aiutato me tante volte e continui a farlo adesso stando qui accanto a me”
“E sarà così per sempre…se tu lo vorrai”
“Certo che lo voglio…per tutta la vita”
E le loro labbra si unirono in un bacio tenero e appassionato.
Si allontanarono solo quando una voce da dentro li riportò alla realtà.
“Andiamo” fece Edward “sono curioso di assaggiare il dolce di mia madre”
“Ok” rispose Bella
E insieme si incamminarono….

Fine

 
Epilogo

Quella fu la prima di tante serate di quel genere. Ovviamente i pettegolezzi su Edward e Bella da parte dei giornali scandalistici non si placarono tanto facilmente, visto e considerato che i due cominciarono tranquillamente a farsi vedere in pubblico, ma i successi di Edward in ambito finanziario finirono ben presto per eclissare qualunque altra chiacchiera sul loro conto.
Bella terminò il suo master e ricevette l’incarico di nuovo preside dell’istituto di riabilitazione. All’inizio fu molto supportata da Edward che, come presidente della società che aveva acquisito il centro, decise e realizzò molti miglioramenti a livello strutturale.
Poi pian piano, la direzione di tutto passò nelle mani di Bella che si dimostrò all’altezza della situazione.
Edward dal canto suo dovette cominciare a viaggiare per lavoro e Bella quando poteva lo accompagnava ma, quando il lavoro non glielo permetteva, restava a casa ad aspettarlo.
Si sposarono di lì a poco con una cerimonia molto intima presso una chiesetta dalle parti di Forks.
Tutto fu fatto in gran segreto e solo le famiglie e qualche intimo amico presero parte alle nozze. I giornalisti con grande disappunto, seppero la notizia solo a cose fatte.
I genitori di Bella all’inizio furono un po’ intimiditi dalla famiglia di Edward, ma la signora Masen li accolse con gentilezza e grande ospitalità e piano piano riuscirono ad instaurare tra loro dei rapporti molto cordiali.
Edward invece fu trattato sempre come un figlio, quando con Bella decidevano di passare un po’ di tempo a Forks infatti, lui e Charlie andavano sempre insieme a pescare.
Insomma tutto è bene quel che finisce bene. Inostri beniamini dopo averne passate tante, riuscirono finalmente a realizzare il sogno di passare la loro vita insieme.
E i figli? Ne avranno avuti? La risposta alla fantasia di ogni lettore che ha voluto seguire questa storia fino alla fine.
 
Nota dell’autore:
Visto e considerato le innumerevoli richieste che ho ricevuto riguardo al modo in cui avevo concluso questa storia, ho pensato di rivederne il finale, sperando che adesso sia di vostro gradimento.
Non chiedetemi ulteriori aggiunte perché credo che questa storia sia veramente arrivata alla fine e non è allungandola che potrei fare di meglio, anzi rischierei di rovinarla.
Detto ciò, ringrazio chi mi ha seguito in tutto questo tempo e mi auguro che continuiate a farlo nel futuro… ho già qualcosa che mi frulla in testa da molto tempo.
 
Silvia

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=988292