Dealer.

di Jenne
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** capitolo 2. ***



Capitolo 1
*** capitolo 1. ***


capitolo 1.

E' l'ennesimo ragazzo che sento al telegiornale che viene beccato a spacciare droga.
Ma cosa hanno nel cervello? Perchè rovinarsi la vita a soli 18 anni? Comunque ora dicono che è in una comunità per disintossicarsi da un anno. Speriamo abbia appreso la lezione.
Spensi la tele.

Era una domenica sera come tante e io stavo finendo di studiare per la verifica di filosofia del giorno dopo.
"Grazie" a questa stupida scuola era una settimana che non vedevo i miei amici, mi sentivo come in prigione, rinchiusa nella torre più alta del castello, come Raperonzolo.
I miei genitori dicono sempre "Prima lo studio Kaitlyn, poi gli amici".
Ma spiegatemi, come si fa a vivere di solo studio?
Insomma a 19 anni non si può pretendere di rimanere chiusi in casa sempre.
I miei genitori sono degli intellettuali anomali: mamma è una professoressa di latino all'università e papà professore di lettere nella stessa università. 
Pensate alla fortuna che ho ad avere due genitori così, la scuola è l'argomento di ogni conversazione.
Mio fratello Noah era un disastro a scuola eppure non gli rompevano tanto le palle come facevano con me.
"Tu sei la sorella maggiore, devi dare il buon esempio!" dicono sempre.
Ma che buon esempio vuoi che dia a quello? Ha il cervello bruciato.

Chiusi quel dannato libro di filosofia e presi il mio cellulare.

A: Sam
Ei hai già finito di studiare filosofia? ti va se ci vediamo per un gelato? Io non ne posso più.

Misi giù il telefono e continuai a studiare, per quanto alta fosse la mia concentrazione.
"L'imbecille crede di non avere niente da imparare, l'intelligente sa che deve imparare da qualcuno, il saggio impara da chiunque.
Di: Beppe Tardito"

Non riesco a riconoscermi in nessuna di queste categorie. Non sono ne imbecille, ma nemmeno stupida quindi di conseguenza un pò intelligente, ma nemmeno saggia, il che mi riporta a pensare che io sia un pò stupida.
Dannazione!
La filosofia mi porta a fare questi viaggi mentali che una ragazza di 19 anni forse non dovrebbe fare, però ammetto che è affascinante.

Mi vibrò il cellulare.

Da: Sam
Si ho finito ma non ci ho capito una mazza, tu?
Dai, alle 20.30 sono da te

A: Sam
Sto finendo e non sembra tanto difficile, ahah!
Ok, allora inizio a prepararmi.

Da: Sam
Lo sapevo, sei sempre la solita secchiona!
A dopo ♥!

Sam è la mia migliore amica da.. sempre! Siamo letteralmente cresciute insieme. Le nostre mamme sono amiche dal college e da allora non si sono mai separate.
Abita a solo 3 isolati da me il che mi rende ancora più felice.
Penso sia come la sorella che vorrei al posto di Noah.

Si sono fatte le 19.30 e puntuale come sempre mamma mi chiama per la cena. Scesi e inevitabilmente mi scontrai con quel tonto di mio fratello.
"Allora Kaitlyn, hai studiato filosofia?"
"Si mamma ma perchè non chiedi anche a Noah se ha fatto i suoi compiti? Sicuramente sarà stato tutto il giorno in camera a farsi pippe."
"Kaitlyn Allison Hamilton non usare questo linguaggio in questa casa!"
"La mamma ha ragione Kaitlyn Allison, non usare quel linguaggio."
"Sta zitto scemo."
"Strega."
"Asino."
"FINITELA!"
"Scusa papà ma Noah è irritante."
"Non è una giustificazione, adesso siediti a tavola e mangia."

Non replicai, non mi andava di iniziare una discussione per quel cretino, avrei rischiato che non mi facessero uscire con Sam.
Mangiai la mia cena in silenzio sentendo i noiosi discorsi che facevano i miei e guardando con disgusto Noah mangiare; sembrava un cavernicolo.
Ma che ha nella testa? Scimmie che suonano i piatti?
Mi alzai.
"Dove vai Kait?"
"Ho finito mamma, vado a prepararmi."
"Per andare dove?"
"Esco a mangiare un gelato con Sam, posso?"
"Alle undici a casa"
"Ma mamma!"
"Ah! Nessuna discussione o così o stai in camera tua."

Me ne andai borbottando tra me e me in modo che non mi sentisse.
Dio era così preistorica! Ma alla mia età lei non usciva mai?
Che palle.
Salì in camera e vidi che vidi che mi era arrivato un messaggio al cellulare.

Da: Ryan
Ei baby come stai? Vieni a casa mia stasera? Ho casa libera! Sai.. potremmo spassarcela.

A: Ryan
Sei il solito porco Ryan. Non posso ho già un impegno con Sam.

Da: Ryan
Sei così noiosa, sempre con Sam e con me quando ci stai?

Non gli risposi. A volte è così infantile.
Si, Ryan è il mio ragazzo da un anno, è nella squadra di Football della scuola, la Lake Monroe, ed è un montato assurdo, onestamente non so perchè ancora ci sto insieme.
Probabilmente non ho il coraggio di lasciarlo, chissà quale sceneggiata metterebbe in piedi.

Da: Sam
Sono arrivata, scendi.

Mi infilai velocemente le mie vans nere, presi la borsa e scesi le scale di corsa.
"Mamma Sam è qui, ci vediamo dopo!"
"Mi raccomando!"

Uscii.
"Ciao Kay, come stai?"
"Al solito, tu?"
"Ho il cervello fuso, come diamine hai fatto a capirci qualcosa?"
"Non lo so". ridemmo insieme.
Ci prendemmo a braccetto e cominciammo a camminare per 4 isolati fino alla gelateria "Sweety sun".
Facevano il gelato più buono del quartiere.
Alla SS si riuniscono tutti i ragazzi la sera, è praticamente il luogo di ritrovo di tutti gli adolescenti della zona.

"Ei Kay, guarda quello"
"Quello chi?"
"Quello che ti guarda più o meno da quando siamo arrivate?"
Mi girai. Seduto su un muretto c'era un ragazzo che se ne stava li con un gruppo di amici. Mi sembrava un viso familiare ma ero più che certa di non averlo mai visto da quelle parti.
"Chi è? lo conosci?"
"No, ma è sexy."
"Saaam!"
"Che? E' sexy!"

Se ne stava sulle sue, era una tipo strano.
Poi vidi che si alzò e cominciò a camminare nella nostra direzione.
Chissà che voleva, magari aveva riconosciuto uno delle due.
Ancora però non capivo dove cazzo avessi visto quella faccia.

"Ei, ottimo il gusto che hai scelto." Fece l'occhiolino. "Hai da accendere?"
"No mi spiace."
"Peccato! Ci si vede!"

Che tipo strano. Se ne tornò dai suoi amici e poi sparì tra gli alberi della via.

Da: madre
Kaitlyn vieni a casa, abbiamo bisogno di te.

"Ei Sam devo andare, mamma mi reclama, ci vediamo domani"
"Ok a domani"
L'abbracciai e mi diressi alla via di casa.
Mentre camminavo mi veniva automatico pensare dove avessi già visto quella faccia ma dio non riuscivo a capire. 
Arrivai alla porta di casa, la aprii e entrai.

"Mi hai chiamata un ora prima delle 11, che c'è?"
"Noah ha bisogno di una mano con i compiti."
"Non ci posso credere mamma, ma che si arrangi!"
" Va in camera tua e restaci Kaitlyn".

Non la guardai nemmeno, salii le scale picchiando i piedi sui gradini e sbattei la porta violentemente.
Dio quanto la odio, trova sempre mille scuse.
Se solo potessi scappare, tornerei da Sam solo per seguire quel ragazzo, che cristo santo, non mi si leva dalla testa.

Basta, me ne vado a dormire, domani mattina sicuramente me ne sarò già dimenticata.

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Capitolo 2
*** capitolo 2. ***


capitolo 2.

"Kait, dai svegliati! Ei Kait, è ora di alzarsi, sono le 7."
 
Aprì gli occhi lentamente.
"Buongiorno mamma." risposi ancora intontita.
"Buongiorno tesoro, dai è ora di alzarsi."
"Si."
Mamma aprì le finestre e poi uscì dalla stanza. 
Ero sveglia, ma rimasi ancora cinque minuti nel letto, non avevo voglia di andare a scuola.
Fissavo il soffitto. I miei occhi si chiudevano da soli ed era una lotta tenerli aperti.
Presi forza e mi alzai. 
Andai verso il mio guardaroba, lo aprii e rimasi a fissare i vestiti al suo interno per 2 minuti. Che cosa mi metto?
Alla fine optai per un paio di jeans stretti, una T-shirt bianca e una felpa larga grigia. Non amo vestirmi in modo vistoso, tendo sempre a nascondere il mio corpo.
Aprii il cassetto, presi le mutande le calze e mi diressi verso il bagno.
 
Lasciai scivolare per terra il pigiama, mutande e reggiseno e entrai in doccia.
Mi piace stare sotto l'acqua per ore; le gocce calde che scivolano sul mio corpo mi rilassano talmente tanto da dimenticare, a volte, cosa sto facendo e dove mi trovo.
Non so il perchè ma la mia testa era come se mi obbligasse a pensare al ragazzo che avevo visto la sera prima.
Speravo che con una bella dormita mi dimenticassi persino di aver visto Sam, ma no.
L'avevo già visto, ne ero sicura.
 
Mi insaponai e mi risciacquai velocemente.
A malincuore chiusi l'acqua e uscii dalla doccia.
Mentre mi asciugavo mi fissavo allo specchio cercando di capire perchè cazzo quel ragazzo mi era rimasto impresso nella testa.
 
Bussarono violentemente alla porta.
"Kaitlyn cazzo muoviti devo andare in bagno!"
"Sta zitto Noah, mi sto vestendo, trattieniti!"
 
Non volendo sentire ancora quel troglodita bussare la porta quasi a sfondarla, mi vestii velocemente, mi lavai i denti e mi truccai.
Misi un filo sottile di eyeliner, non amo avere gli occhi troppo pieni e poi mia madre dice che sembrerei una poco di buono.
Uscii dal bagno.
 
Andai da basso a fare colazione.
"Sempre di fretta eh?"
"Scusa mamma, devo andare altrimenti perdo il bus."
"Se tu non passassi le ore sotto la doccia riusciresti a sederti a tavola e mangiare come si deve."
"Ok mamma, ciao!"
 
Presi la borsa e uscii di casa.
 
A: Sam
Sei già alla fermata?
 
Da: Sam
Si, muoviti!
 
Sam è sempre così veloce nel rispondere ai messaggi, penso passi tutta la sua vita con il cellulare in mano.
Affrettai il passo altrimenti avrei rischiato davvero di perdere l'autobus.
 
"Oh Kay datti una mossa!"
"Sto arrivando, sono qui!"
"Prima o poi perderei l'autobus, lo so!"
Mi misi a ridere. "Sai sempre come strapparmi un sorriso."
Non parlammo per alcuni minuti, il che era strano, ma io avevo altro per la testa e sappiamo bene cosa.
Ero troppo silenziosa e lo notò anche Sam. "Che hai?"
La guardai un attimo e poi risposi. "Nulla è che.. ricordi il ragazzo di ieri?"
"Chi quello dell'accendino?"
"Ecco si. E' da quando me ne sono andata ieri sera che ci penso, e dio, non so nemmeno il perchè, ma io l'ho già visto da qualche parte ma non riesco a ricordare dove."
"In effetti è un ragazzo che ti rimane in mente."
Aveva ragione. E come non pensarci? Magari era strano, ma era sexy da morire.
Era alto e con un fisico ben formato, dai cazzo era bello.
La sua voce poi.
-Ma che dici Kaitlyn?! Cosa stai pensando? Sei fidanzata, dacci un taglio.
 
Arrivò il bus che ci portò a scuola.
Rimasi zitta per tutti i 10 minuti di strada e quando arrivammo Sam mi prese per un braccio. "Ei, c'è Ryan."
Sospirai. "Non ho voglia di vederlo."
Ci nascondemmo tra la folla per non farci vedere e sgattaiolammo all'interno della scuola.
Una volta arrivate ai nostri armadietti Sam sbottò.
"Cazzo! Oggi c'è l'incontro con gli ex tossico dipendenti, ho studiato filosofia per nulla!"
"Fanculo hai ragione, me ne ero completamente dimenticata!"
E' vero, l'incontro con quei ragazzi. Chissà che tipi erano.
 
Quando entrai in classe non potevo credere ai miei occhi.
Non non è vero. Lui era lì.
Era un ex tossico dipendente o un nuovo alunno?
Che diavolo ci faceva lì? Che cosa era venuto a fare?
Sam mi guardò. "Kay! Ma quello è il tizio di ieri, guarda!"
"Si, ho visto." le sussurrai.
Ci andammo a sedere ai nostri i posti e subito dopo entrò la signorina Stewart.
"Buongiorno ragazzi."
"Buongiorno signorina Stewart!"
Era una ragazza tanto carina, era giovane eppure era la nostra insegnate di filosofia.
 
I tre ragazzi presenti nell'aula si accomodarono sulle tre sedie predisposte per loro.
Stavo per mettermi in posizione comoda per ascoltare la lezione quando Joshua, il mio compagno di banco, mi passò un bigliettino.
"Ei Kait è da parte di Ryan!"
Oh no. pensai. E adesso che vuole?
Presi il bigliettino e senza farmi notare lo lessi.
 
<>
 
"Signorina Hamilton! La lezione di oggi la interessa poco?"
Cazzo, mi aveva beccata. "No, mi scusi."
Che vergogna, avevo tutti gli occhi dei compagni puntati su di me, e anche quello dei tre ragazzi.
Aspetta.
Ecco dove lo avevo già visto!
Lui è il ragazzo del TG! Si chiama Justin Bieber!
Lo sapevo. ma che ci faceva ieri alla SS?
 
"Allora ragazzi, come ben sapete oggi sono gentilmente venute tre persone a raccontarci la loro esperienza con la droga. Spero che i loro racconti vi possano motivare a non iniziare mai, ma ve lo diranno loro stessi.
Ora lascio la parola al più giovane.
Buon lavoro."
 
Mi fissava, lo avevo notato. Forse mi aveva riconosciuto anche lui, o forse no. Ma perchè mi fissava? Sarà sicuramente per la pessima figura di pochi minuti fa.
 
Si schiarì la voce.
"Ciao, io mi chiamo Justin e loro sono Nico e Jake.
Io ho 19 anni, come voi, e ho conosciuto la droga due anni fa. Sono entrato nel giro perchè frequentavo la gente sbagliata e all'epoca non me ne importava.
Sono orfano di entrambi i genitori. Vivo con mio cugino William.
Ha solo 3 anni più di me e non si è mai occupato di me come si deve, forse è per questo che sono finito così.
L'anno scorso le cose si sono fatte più gravi perchè non solo la compravo, la spacciavo anche.
Qualche mese dopo che avevo iniziato la polizia mi ha arrestato ma data la mia situazione invece di sbattermi dentro mi hanno mandato in quello schifo di comunità."
 
Il suo racconto venne interrotto dai soliti coglioni che devono fare commenti inutili.
"Sei un drogato sfigato!" urlò Ryan seguito dalle risate dei suoi tre amici idioti.
Mi vergognavo da morire ad essere la sua ragazza.
Guardai Justin negli occhi e gli si potevano leggere rabbia, vergogna e frustrazione.
Si alzò in piedi.
"Che cazzo hai detto? Vieni qui a ripeterlo se ne hai il coraggio!"
La situazione cominciò a farsi calda quindi intervenne la signorina Stewart.
"Ragazzi calma! Ryan esci dalla classe e va dal preside. Justin siediti e continua pure."
Lui si sedette con i pugni serrati: era evidente che avrebbe voluto tirarne uno a Ryan, lo avrei fatto anche io.
Poi riprese a parlare.
 
"Prima che l'idiota mi interrompesse, dicevo che mi hanno mandato in quello schifo di comunità.
Ci trattavano come dei menomati, invece che come persone in difficoltà che avevano bisogno di aiuto.
Molti di noi ci sono ricascati.."
 
Abbassò lo sguardo, quasi a far intendere che uno di quelli che ci era ricascato era lui.
No, non poteva essere.
Lo fissai. Lui fece lo stesso.
Aveva degli occhi color caramello che ti ipnotizzavano. E le sue labbra.. dio le sue labbra!
-Torna in te Kaitlyn!-
 
Suonò la campanella. 
Ci alzammo tutti e io andai verso Sam.
Lei mi guardò con la bava alla bocca. "Hai visto quanto è sexy Justin? Non ha per nulla l'aspetto di un drogato."
"EX drogato!" intervenni io, sottolineando 'ex'.
"Che fai? Lo difendi?"
"Io? Ma va!"
Abbassai lo sguardo facendo intendere che le avevo appena detto una piccola bugia.
Feci per uscire dalla classe, quando qualcuno mi bloccò per un braccio. 
Mi voltai e vidi Justin che teneva stretto il mio polso.
Mi fissò per alcuni secondi. Poi parlò.
"O sono fortunato o dio voleva farci incontrare. Ti ricordi di me?"
Io esitai un attimo dal rispondere; scannerizzai la sua immagine nella mia testa, fissandolo dal basso verso l'alto.
Mi morsi un labbro.
"Senti quando hai finito di guardarmi, puoi rispondere?"
Che presuntuoso.
"Si che mi ricordo di te."
"Uh, come sei arrogante."
"Non sai nemmeno cosa dici, e lasciami il polso, mi fai male."
"Oh scusami principessa!"
"Ehm, io devo andare."
Mi bloccò ancora.
"Ma ce l'hai per vizio di fermare le persone così?"
Mi sorrise. Aveva il sorriso più bello che io avessi mai visto. Era da mozzare il fiato.
"No, solo chi voglio io. Ti rivedrò?"
"Non lo so, chiedilo a Dio."
Sorrise e si morse un labbro. Poi mi avvicinò un pò a lui. Il mio cuore batteva troppo forte, avevo paura che fuoriuscisse dal petto.
"Bhe, Dio dice che dovresti darmi il tuo numero."
"Mi dispiace, ma io sono fidanzata."
"E io non sono un tipo geloso."
Mi porse il suo cellulare. Che idiota, presuntuoso e arrogante.
Però era solo il numero, che sarà mai.
Afferrai il cellulare e digitai il numero.
"Ecco tieni, ora mi lasci?"
Mollò la presa. Poi mi guardò e mi fece l'occhiolino.
"Ci si vede Signorina Hamilton."
 
Dio mio. Il suo modo di fare avrebbe fatto incazzare chiunque.
Presi la borsa e andai a cercare Sam.

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