Seven Days

di DreamingAdelaide
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutto questo è assurdo! ***
Capitolo 2: *** Mi devi delle spiegazioni ***
Capitolo 3: *** Sei tu che mi fai morire! ***
Capitolo 4: *** Alcune cose credo che non cambino mai ***
Capitolo 5: *** Manco fossi la Regina Elisabetta. ***
Capitolo 6: *** Come facciamo io e te ad essere amici? ***
Capitolo 7: *** Di questo passo, morirò di diabete. ***
Capitolo 8: *** Don't wanna be without you ***
Capitolo 9: *** Andrà tutto bene, te lo prometto. ***
Capitolo 10: *** Epilogo - As long as you love me ***



Capitolo 1
*** Tutto questo è assurdo! ***


Tutto questo è assurdo!


«Non ti addentrare troppo nel bosco. É pericoloso e potresti non riuscire più a trovare la strada di casa».
Alzai gli occhi al cielo e sbuffai. «Veniamo in vacanza qui da quando portavo ancora il pannolino. Se potessero, gli alberi di questo boschetto mi saluterebbero».
Entrai nel fitto bosco fino ad arrivare ad un piccolo ruscello. L'avevo scoperto insieme alle mie amiche Jade e Lee, ma da quando si erano fidanzate passavamo poco tempo insieme.
Erano anni che sapevo di quel posto ed era diventato il mio posto segreto. L'angolo di paradiso dove rifugiarmi quando il mondo mi opprimeva.
L'acqua fresca portava sollievo dal caldo tipico di Agosto.
Quel pomeriggio però, a rompere la quiete di quel posto, c’era il lamento di un animale.
Lo individuai quasi subito perché la grossa trappola in cui era intrappolato era piuttosto in vista.
Era un piccolo coniglietto bianco vittima di qualche cacciatore di frode.
Studiai attentamente la gabbia e riuscii infine a liberarlo. Sembrava molto felice e mi ringraziò a modo suo, almeno credo. Lo lasciai libero e tornai a sedermi al ruscello.
D'un tratto il cielo si ricoprì di nuvole e un fulmine verdognolo cadde al centro del piccolo spiazzo illuminandolo.
Portai il braccio a proteggermi gli occhi dal bagliore e, quando lo tolsi, la figura di una donna mi si parò davanti.
«Tu chi sei?» chiesi senza pensarci su due volte.
Lei sorrise beatamente. «E' logico che tu non mi riconosca. Sono il piccolo animale che hai salvato poco fa ma in realtà sono una fata guardiana di questo bosco».
Mi guardai intorno alla ricerca della telecamera. Doveva essere per forza uno scherzo dei miei amici.
«E io dovrei credere che tu sei una fata e che questo non sia uno scherzo di Jade, Lee, Jake e Matt?»
«Perchè credi che sia uno scherzo? Sono una fata e volevo ringraziarti per avermi liberata»
«E perché ti saresti trasformata in un coniglio?»
«Non posso mica vagare per il bosco nella mia forma originale!»
Sospirai. «Tutto questo è assurdo!»
«Perché ti è cosi difficile crederci?»
«Perché le fate... esistono solo nei libri e nei racconti fantasy»
«E invece noi esistiamo» disse accigliata.
Una fata. Davvero credeva che io le potessi credere?
«Va bene. Se proprio non mi credi, mettimi alla prova» mi sfidò.
«Cosa sei in grado di fare?»
«Posso trasformare qualsiasi elemento della natura».
Alzai un sopracciglio. «Tipo?».
Lei prese una foglia e la chiuse fra le mani. In un bagliore verde la trasformo in una fetta di torta. Me la porse per assaggiarla. «Impressionante. Cos'altro sai fare?»
«Posso...» ci pensò per un po' su. «Posso farti conoscere il ragazzo dei tuoi sogni»
«Ma non è un potere da fata dei boschi!»
«Sarebbe contro le regole ma tu mi hai salvato la vita. Però questo tipo di magia è un po' limitato»
«Quanto limitato?»
«Posso fartelo incontrare ma non posso farlo innamorare di te. Solo tu puoi. Hai sette giorni per fargli dichiarare il suo amore»
«Come posso farlo innamorare di me in una settimana? E se poi non ci riesco?»
«Non ci sarà nessun effetto sulla tua vita se non ci riesci. Se invece lui si innamorerà di te, resterete insieme per sempre. Allora, come immagini il tuo tipo ideale?»
«Non... non lo so in verità. Non ci ho mai pensato davvero».
Lei annuì. «Allora tiro a indovinare».
Mi diede un foglio grande quanto un biglietto da visita e mi augurò buona fortuna. Improvvisamente, il terreno sotto i miei piedi crollò e io caddi in un buco che sembrava senza fine.
Mi risvegliai di soprassalto dal letto. Tirai un sospiro di sollievo. «Era tutto un sogno».
Da una parte, volevo che fosse vero. Dall'altra ero sollevata che non stessi precipitando davvero in un buco senza fine.
Iniziai a guardarmi intorno e mi rensi conto di non essere nella mia stanza. «Dove cazzo sono?».
La porta della stanza si spalancò e cinque ragazzi si fiondarono sul mio letto. «Sveglia Ally!» grido uno di loro.
Aveva dei bellissimi ricci castani e due splendidi occhi verde smeraldo. Mi sorrideva mettendo in mostra due adorabili fossette.
«Sei la solita dormigliona!» esclamò un altro ragazzo con due dolcissimi occhi marroni e dai capelli rasati.
Li guardavo ad uno, ad uno in faccia. Sembrava che mi conoscessero e anche bene, ma io non conoscevo minimamente loro.
Sentii l'ansia salire e il mio respiro divenne irregolare. «Che diavolo sta succedendo!»


Writer's corner

Heylàààààà :P
Questa è la mia seconda FF. Mi è venuta quest'idea la sera della vigilia e ho deciso di pubblicarla :3
Spero che piaccia a qualcuno XD
Vi prego, se la trovate interessante, recensite altrimenti non la continuo :)
A prestoooo! (Forse)

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Capitolo 2
*** Mi devi delle spiegazioni ***


 Mi devi delle spiegazioni.


«Allyson, ti senti bene?» mi chiese il ragazzo dalla pelle ambrata prendendomi il volto fra le mani.
«Il dottore l'aveva detto che poteva avere problemi di memoria» ricordò agli altri il moro dagli occhi azzurri.
«Ricordi cosa è successo?» mi chiese infine il biondo.
Aveva degli occhi bellissimi. Un mare in cui ci si poteva annegare per non uscirne più.
Il mio cuore in quell'istante perse un battito. Forse due.
«N-no. Potresti accennarmi qualcosa?»
«Io sono Niall e loro sono Harry, Liam, Zayn e Louis» spiegò indicandomeli ad uno, ad uno. «Siamo i tuoi amici»
«Hai avuto un'incidente e hai perso la memoria» intervenne il moro-occhi azzurri, Louis, con un sorrisone stampato in faccia.
"Com'è possibile che io li conosca? E i miei veri amici che fine hanno fatto? Cosa diamine è successo davvero?" mi chiesi.
«Io sono Allyson Black, ho diciotto anni e oggi è il quindici Agosto. Dovrei essere in un boschetto vicino la mia casa delle vacanze e invece sono qui, in un letto che non è il mio e con dei completi sconosciuti. Ecco cosa è successo» pensai ad alta voce.
Il ragazzo-capelli rasati, Liam, mi si avvicinò e parlò lentamente. «Allyson, oggi non è il quindici Agosto, è il venti. Il quindici Agosto è il giorno che tu hai avuto l'incidente. Non ci sei mai arrivata alla tua casa delle vacanze»
«E i miei genitori?»
Abbassarono tutti lo sguardo tranne Liam. «Non ricordi proprio niente?».
«I tuoi genitori... sono morti» sussurrò il riccio, Harry.
Il mondo mi crollò addosso. Corsi subito fuori dalla stanza e scoppiai in lacrime. «Non è possibile. Loro no!» gridai.
In un momento di lucidità, ricordai le parole della fata: "Non ci sarà nessun effetto sulla tua vita se non ci riesci".
«Col cazzo, loro sono morti! Come può non esserci nessun effetto sulla mia vita» singhiozzai.
Infilai le mani nelle tasche della felpa e sentii un cartoncino a contatto con la mia mano. Spalancai gli occhi. Era lo strano biglietto da visita che mi aveva dato la fata. Era una specie di filastrocca. «A cosa mi servirà una stupida filastrocca?».
In un momento, ripercorsi nella mente tutte le storie sulle fate che avevo letto. "Ma certo" pensai.
Tornai nella stanza e mi fermai a guardarli asciugandomi le lacrime. «Dov'è il bagno?».
Liam mi mostrò dove fosse e mi chiese di non fare stupidaggini. "Davvero crede che potrei suicidarmi? Prima uccido la fata magari" pensai.
Chiusi la porta alle mie spalle, sospirai e recitai la filastrocca. «Potente Fiore di uno sgarciante colore, mostrami la Natura nel suo immenso splendore».
Tutto si illuminò di verde e la fata apparve d'incanto.
«Tu! Cosa diamine hai combinato?» le puntai il dito contro, arrabbiata.
«Perché? Mi pare di averti fatto conoscere dei bei ragazzi»
«Cos'è questa storia dell'incidente? E i miei genitori? Cosa succederebbe ai miei genitori se uno di loro si innamorasse di me? Mi devi delle spiegazioni»
«Non capisco perché ti scaldi tanto. Come ti ho già detto, tutto ciò che succederà in caso di non riuscita, non influirà sulla tua vita reale»
«E in caso di riuscita? I miei genitori che fine faranno?»
«La Natura non è cattiva. Non priva mai di nulla le sue creature»
«Ciò significa che avrò ancora i miei genitori e un ragazzo che mi ama?».
Lei annuì allegra. «E la storia dell'incidente stradale?» chiesi ancora.
«Ho creato questo mondo parallelo per permetterti di far parte delle loro vite e, siccome non li conosci, ti ho dato la possibilità di farlo da zero con la storia della "perdita di memoria". Purtroppo, per farteli conoscere in questo mondo, doveva mancare qualcosa. Puoi stare tranquilla, i tuoi stanno bene».
Tirai un sospiro di sollievo. «Trova un modo per conosceli. Sono tutti dei bravi ragazzi, a modo loro. Te ne interessa qualcuno in particolare?»
«Non ancora»
«Devi sbrigarti piccola Ally. Sette giorni non sono tanti».
Pronunciate queste parole, la fata sparì. Riposi il biglietto nella tasca e uscii dal bagno preparandomi a recitare la parte dell'orfana senza memoria entrando nella stanza.
Harry si precipitò da me. «Stai bene?».
Annuii. «É stato solo un momento di sconforto. É... passato».
Scendemmo al piano di sotto e ci sedemmo in cucina dove Liam mi preparò un panino e mi parlarono di loro.
Sbuffai massaggiandomi le tempie. «Troppe cose da ricordare e poco tempo».
Erano tutti scoraggiati ed ero io la colpa. Dovevano tenerci davvero a me per aiutarmi in questo modo. «Ho un'idea. E se passassi un giorno interno con ognuno di voi?».
I cinque furono entusiasti della mia idea e anche io ne ero soddisfatta.
"Che la missione 'ragazzo dei sogni' abbia inizio".

Writer's Corner

Saaaaalve :3 
scusatemi la lunga assenza ma si sa come sono le vacanze XD
Ho avuto solo due recensioni che mi invogliavano a continuare ma mi va bene :D perché a qualcuno interessava! :P
Spero almeno che per questo secondo capitolo ci sia più partecipazione :3
Recensite pleaseeeee! motivatemi a continuare se vi piace!
A presto!! ♥

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Capitolo 3
*** Sei tu che mi fai morire! ***


Sei tu che mi fai morire!


«Sarò il primo» esclamò Liam mostrandomi il foglietto.
«Ma perché dobbiamo farlo?» chiese per la seconda volta Niall.
«Perché è meglio lasciare tutto alla sorte» tagliò corto Zayn, senza dare troppe spiegazioni.
«O preferisci che ci sediamo a un tavolino e ci accapigliamo tutta la notte perché ognuno ha degli impegni?» lo prese in giro Harry, poi aggiunse: «Comunque, io sono il terzo» 
«Secondo» monosillabò Zayn.
"Sembra un tipo di poche parole. Io sono una chiacchierona, quindi andremo d'accordo!" pensai e mi scappò un sorriso.
«Eheh! Io sono il quarto. Preparati a divertirti Ally» mi mise in guardia Louis.
«È inutile che lo dica a questo punto».
Niall accartocciò il foglietto e lo lanciò sul tavolo.
Avevamo organizzato tutto così potevamo rilassarci.
«Guardiamo un film» propose Liam.
«Che film?» chiesi.
«Che ne dite di un horror?».
Tutti assentirono, anche se Niall era un po' titubante, tranne me. «Dai Ally. Una volta amavi gli horror» supplicò Louis.
"Forse in questa realtà, ma nella mia ne ho una fifa blu!".
«Se sarà troppo pauroso per te, ne sceglieremo un altro» cercò di convincermi Harry e, dopo un po' di lotte, ci riuscì.
«Sappiate però che, se stanotte non dormo, non dormirete neanche voi».
Ignorarono la mia tentata minaccia e scelsero il film: Boogye Man.
"Dai, mi hanno detto che è un film stupido" cercai di calmarmi.
I miei nervi restarono tesi per tutta la durata del film. Ogni minimo suono violento mi faceva sobbalzare. "Altro che mondo parallelo! Ne avevo fifa nel mio e ne ho fifa qui!".
Alla fine del film, era sicuro che io non avrei chiuso occhio quella notte.
"Per fortuna non l'abbiamo visto di notte fonda. Ho ancora il tempo di distendere i nervi".
Liam ordinò delle pizze che arrivarono nel giro di un quarto d'ora. Mi sorprese scoprire che conosceva la mia pizza preferita e mi fece sorridere. In fondo, era divertente stare con loro.
Arrivato il momento di andare a dormire, la paura decise di tornare a farmi visita.
Non riuscivo a rilassarmi e continuavo a guardarmi intorno nel buio. La mia immaginazione iniziò a tirarmi brutti scherzi, finché non fui certa di sentire dei veri passi nel corridoio così mi fiondai sotto le coperte.
"Sto per morire! Lo sento! Morirò!".
La porta della stanza si aprì lentamente scricchiolando e sentii qualcuno entrare e sedersi sul letto.
«Allyson» disse una voce tirando via le coperte dal mio viso. Chiusi forte gli occhi. «Non mi uccidere, ti prego! Non ho fatto niente di male! Non ucci...» con la mano mi bloccò la bocca.
«Sono io, Ally. Sono Niall».
Aprii gli occhi e mi specchiai nei suoi, bellissimi e tanto azzurri da spiccare anche nel buio.
"Altro che uomo nero, sei tu che mi fai morire!".
Restai immobile a fissarlo e lui sorrise. «Mi dispiace di averti spaventata. Ero passato a vedere come ti sentivi».
Rimasi ancora in silenzio a guardarlo. "Dio! Ma sei uno spettacolo!".
«Non bene direi. Lo sapevo che quel film ti avrebbe fatto questo effetto»
«Sto morendo di paura Niall. Ti prego, non lasciarmi sola».
Lui fece un lieve cenno col capo e si stese al mio fianco. Mi cinse le spalle con un braccio costringendomi a poggiare la testa sul suo petto.
Mi accarezzava dolcemente la testa e il mio cuore impazziva ad ogni tocco. Sentivo in ogni carezza cosi tanto affetto da sentirmi protetta. In poco tempo mi addormentai cullata dal battito regolare del suo cuore e dal suo respiro caldo.


Writer's corner
Lo so, mi odiate da morire! Il fatto è che mi aspettavo sempre di avere delle recensioni, come fanno in tante ma non arrivavano :(
Poi, per curiosità, sono andata a curiosare fra le persone che "Seguono" "Ricordano" e "Preferiscono" la mia Fan Fiction ed ho scoperto che ci sono persone a cui è piaciuta tanto da metterla in una delle tre categorie :')
Quindi, ringrazio:
- Laesseelae
- xemany
- Emily the Strange
- Anny131
- le righe di tomlinson
- smellyhead
Grazie ♥
Ps: Questo capitolo non mi piace molto, ma... voi lo accetterete come segno del mio affetto :P ♥


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Capitolo 4
*** Alcune cose credo che non cambino mai ***


Alcune cose, credo che non cambino mai.

Mi svegliai sola nel letto. Mi chiesi perché Niall se ne fosse andato, ma poi pensai che probabilmente non voleva che gli altri pensassero male.
Mi stiracchiai e scesi al piano di sotto a fare colazione. Solo Niall e Liam erano già svegli e il secondo stava facendo dei pancakes.
«Buongiorno Ally» mi augurò sorridente Liam.
«Buongiorno Allyson. Dormito bene?» chiese Niall.
Sorrisi. «Ho dormito divinamente»
«Visto? Non c'era bisogno di aver paura di un film» intervenne Liam.
Annuii senza aggiungere nulla e guardai Niall che mangiava silenziosamente i suoi pancakes. Non mi degnava di uno sguardo, anzi direi che mi ignorava completamente. "Perché fa cosi? Ieri sera è stato cosi carino e ora...".
Aiutai Liam a preparare l'impasto mentre lui li cuoceva.
«La prima cosa che hai capito di me: so cucinare» disse a un tratto Liam.
Sorrisi. «Vero. Ma solo te sai farlo? Dico, solo tu sai cucinare?»
«Anche Harry».
Niall rimase a guardarci, poi prese il piatto e lo mise nel lavello.
«Niall invece è un disastro in cucina, ma mettigli in mano una chitarra e ti lascerà semza fiato» disse seguendo Niall in ogni movimento.
«Non sono poi cosi bravo»
«Sei troppo modesto, Niall. Puoi sempre farle sentire una canzone»
«Ogni cosa a tempo debito» concluse il biondo uscendo dalla cucina.
Io e Liam facemmo i pancakes per tutti e li mettemmo in forno per non farli raffreddare subito.
Mi chiese di prendere una tovaglia dal cassetto mentre lui tirava fuori un maestoso cestino da picnic.
Sorrise. «Andiamo?».
Annuii allegramente e, dopo aver scritto un biglietto agli altri, prese il cestino da picnic e mi offrì un braccio che accettai volentieri.
Prendemmo l'auto perché mi aveva spiegato che il posto era un po' lontano. Mettemmo tutto sui sedili posteriori e, una volta seduti e in marcia, iniziammo a chiacchierare.
«Siete una band?» chiesi sorpresa.
«Si, e anche piuttosto famosa. Ci siamo conosciuti un paio d'anni fa ad XFactor. Avevamo partecipato come solisti ma ci scartarono, così ci unirono come band e rientrammo in competizione come One Direction. Alla fine arrivammo terzi»
«Che storia. È fantastico!»
«Pensa che non sapevamo nemmeno se avrebbe funzionato, visto che eravamo cinque sconosciuti»
«E noi? Come ci siamo conosciuti?»
«Sei una vecchia amica, un'amica d'infanzia di Niall. Una volta sei venuta a un suo compleanno per fargli una sorpresa e ci siamo conosciuti».
Lo guardai con una faccia strana. "Mi sono trasferita vicino Londra quando avevo dodici anni, come può essere un mio amico d'infanzia?"
«Ma io sono Irlandese, come posso conoscerlo?»
«Anche lui lo è. Viveva a Mullingar con i genitori».
"Adesso è tutto chiaro!" pensai.
Parcheggiammo l'auto poco distante dal posto ed entrammo in un parco immerso nella natura. Ogni cosa li intorno era verde. Mi ricordava la fata.
Giocammo a pallavolo e poi ci sedemmo a mangiare. Il cibo era buonissimo ma non mi sorpresi più di tanto.
Dopotutto, aveva cucinato Liam.
«È tutto buonissimo, Liam. Davvero complimenti».
Si limitò a sorridere e abbassò lo sguardo.
Ingoiai l'ultimo boccone e mi pulii le mani. «Parlami un po' di te, dai»
«Non c'è molto da dire. Mi chiamo Liam James Payne, ho quasi vent'anni e sono di Walverhampton. Sono nato con un rene non funzionante che miracolosamente ha ricominciato a funzionare da poco, quindi non sono abituato a bere alcolici, e amo Toy Story» si mise a pensare e poi alzò le spalle. «Non mi sembra di aver dimenticato qualcosa. Ah, sono fidanzato. Si chiama Danielle».
"Cazzo!".
Scossi la testa. «Non me la ricordo. C'è qualche altra fidanzata che dovrei ricordare?»
«Eleanor la ragazza di Louis e Perrie la ragazza di Zayn».
«E io non le ricordo» canticchiai amareggiata, ma lui sembrò non accorgersene.
Rise di gusto. «Prima o poi ti tornerà la memoria. Ci vuole solo un pò di tempo».
Rimettemmo tutto nel cestino e facemmo una passeggiata.
Mi raccontò di come aveva conosciuto Danielle e di come si erano innamorati. Era cosi carino mentre parlava di lei, cosi dolce.
"Liam è out! Non potrei distruggere una storia d'amore cosi dolce per puro egoismo".
Poi mi rimangiai un paio di parole quando disse: «Una volta mi lasciò perché lei non riusciva più a reggere l'odio delle nostre fans. Ci stetti malissimo».
"Che stronza! Con un ragazzo come Liam me ne fregherei del giudizio delle fans. Che mi odino pure! Io intanto sto con Liam strafigodolce Payne".
«Che stupida! Se fossi stata in lei, me ne sarei fregata del giudizio delle vostre fans. Sei un ragazzo eccezionale e chi ti lascia non è altro che una stupida» ammisi.
«Sai una cosa? Anche prima dell'incidente non ti era simpatica Danielle»
«Alcune cose credo che non cambino mai».
Passeggiammo a lungo e ci riposammo all'ombra di un albero osservando delle famiglie che si ingozzavano di ogni ben di Dio.
Ci facevano ridere. Liam all'improvviso iniziò a inventare una loro possibile conversazione. Risi cosi tanto che divenni rossa in viso e iniziai a lacrimare.
Era pomeriggio inoltrato quando arrivammo ad un cinema.
«Dimmi che non vedremo un film horror».
Rise. «No, tranquilla. Ho chiesto al cinema di proiettare, solo per noi,  il primo film che vedemmo insieme»
«Abbiamo visto un film insieme?»
«È una storia lunga. Il primo giorno che Danielle mi lasciò, non avevo voglia di fare nulla. I ragazzi erano preoccupati per me, ma io li convinsi che stavo bene. Convinsi tutti. tranne te. Sei stata l'unica a non averci creduto e non so nemmeno come hai fatto ad accorgertene. Comunque, rimanemmo a casa a vedere un film. Mission Impossible, protocollo fantasma. Lo scegliesti tu».
Sorrisi. «Tipico di me. Amo alla follia Tom Cruise»
«Lo so. In camera tua hai appeso al muro un poster enor... ops».
Strabuzzai gli occhi. «Quando sei stato in camera mia?»
«Evitiamo questo discorso. Ti prego»
«Cosa hai fatto in camera mia?» scandii ogni singola parola.
«Abbiamo visto un film» disse sicuro di se.
«Liam, sii sincero. Ho bisogno di ricordare»
«Lo vedi! Non riesco a capire come fai ad accorgertene»
«Non sviare il discorso, Liam» iniziai ad innervosirmi.
«Io... ci ho provato con te, ma c'è stato solo un bacio. Giuro che non ho neanche allungato le mani. Tutto qui».
"Porca di una puttana vergine! Ho baciato Liam James Payne! Ok no, non sono io quella che lo ha baciato. Non lo conoscevo nemmeno! Però è successo".
Il mio cuore accelerò all'improvviso e non ne capii il motivo.
«Ok. Va bene. Andiamo a vedere Tom... cioè, il film?».
Rise. «Si andiamo».
Ci sedemmo sella sala vuota e il film iniziò subito. "Chissà quanto avrà speso per tutto questo. Che dolcezza d'uomo".
Dopo cinque minuti di film, sembrava che stessimo a casa nostra. Io misi i piedi sulla poltrona e lui sulla poltrona avanti, poi mi cinse le spalle e io appoggiai la testa sulla sua spalla.
"Dio, fa che mi baci!" pensai. "Un momento, non può farlo! Allyson non dimenticare che è fidanzato. Mannaggia che spreco. Però, se si innamorasse di me, sarebbe come se non lo fosse. Stai pensando troppo Allyson e non ti stai godendo il tuo Tom. Ma la fata non poteva farmi capitare nella sua vita? Si, è magari, con gli anni di differenza che abbiamo, sarei stata sua figlia. Peccato".
Mi concentrai finalmente sul film e lasciai perdere il resto. Il massimo che ebbi da Liam fu un bacio sui capelli. "Che amarezza!".
Dopo il cinema, mi portò a cena in un ristorante. Lui mi disse che era il mio preferito. "Bà, io non ci sono mai stata qui".
Ci sedemmo e controllammo il menù. Scoprii che era un ristorante italiano. "Sa anche delle mie origini italiane. Forte!".
C'erano tante cose mi piacevano ma optai per la carbonara. "Saranno secoli che non la mangio".
«Ti tieni leggera» mi prese in giro.
«Adoro la carbonara»
Rise. «Ordini sempre la carbonara quando vieni qui».
Passarono pochi minuti e il cameriere ci portò le nostre ordinazioni.
A prima vista, sembrava buona. "Speriamo lo sia anche nel sapore".
Cavolo se lo era!
«Adesso capisco perché è il mio ristorante preferito».
Lui sorrise e continuò a mangiare.
Come secondo ci portarono della carne con le patatine, buone anche loro.
Liam pagò il conto e ci dirigemmo a casa. In macchina cercai di farmi un calcolo di quanto avesse potuto spendere Liam per il cinema e il ristorante italiano.
Arrivai alla conclusione che aveva speso fin oltre ciò che mi meritavo.
Era stata una giornata piacevole e tranquilla. Mi aveva fatto scoprire tante cose di quel mondo cosi uguale, ma cosi diverso, al mio.
Rientrando in casa, ci accorgemmo che non si sentiva volare una mosca. "Forse non c'è nessuno".
La mia mente cominciò a cavalcare come un razzo. Per lei, io e Liam, dovevamo già essere di sopra in camera da letto. Cacciai via quel pensiero.
Mi accompagnò fuori la mia stanza e mi augurò la buonanotte con un bacio sulla guancia.
Appena rientrata, riaffiorò il panico della sera prima. Era completamente buia. Persino dalle finestre non arrivava luce. Cercai il pulsante freneticamente con la mano ma non riuscivo a trovarlo.
Uscii spaventata e mi ritrovai due occhi azzurri che mi fissavano. Appena guardai Niall, mi sentii serena. Era come se lui fosse in grado di allontanare la paura da me con la forza della sua presenza. Lo abbracciai forte nascondendo il volto sul suo petto.
«Ancora paura, eh?».
Annuii alzando il viso per guardarlo. Lui sospirò profondamente. «Dai, ti faccio compagnia anche questa notte».
Cercò di aprire la porta ma lo fermai. «La mia stanza mi fa paura. È buia e persino dalle finestre non entra luce. Appena ci metto piede, mi sale l'ansia».
Mi guardò per un istante senza dire una parola, poi mi prese per mano e mi trascinò con sé in un'altra stanza. Si accomodò sul letto e mi fece segno con una mano di raggiungerlo. Raggiunsi a gattoni il posto affianco a lui e iniziò ad accarezzarmi i capelli come la sera precedente.
«Come ci siamo conosciuti, Niall?» gli sussurrai ad un orecchio.
«Non è il momento adatto per parlarne»
«Ma ci conosciamo da parecchio?»
«Mettiamola cosi: io c'ero ai tuoi primi giorni di scuola; c'ero quando Jeremy rubò la tua bambola e le tagliò i capelli; c'ero alla tua prima comunione; c'ero quando eri pazza dei Blue e quando nessuno voleva accompagnarti al suo concerto; c'ero quando hai dato il tuo primo bacio; c'ero quando dovevi diplomarti e piangevi perché non riuscivi a studiare ed eravamo al telefono che progettavamo di fare qualche giorno di vacanze insieme quando hai avuto l'incidente con i tuoi. C'ero, ci sono e ci sarò, Allyson. Ci sarò sempre per te. Spero che questo ti basti».
Non dissi nulla perché ogni cosa che mi veniva in mente sembrava troppo banale. Mi rannicchiai contro il suo petto e mi addormentai di sasso.

Writer's corner
Saaaaaalve! :3 Vi sembrerà strano che, nel giro di due giorni, ho messo due capitoli ma ho trovato il tempo per scrivere. Quindi.... Ecco a voi il... 4 (?) capitolo :P
Ringrazio ancora le persone che hanno recensito e mi hanno fatto i complimenti per la fantasia :3
E io ringrazio le noiose vacanze di Natale che mi hanno dato quest'idea XD
Spero di riuscire a mettere presto il 5 capitolo :)
A presto ♥

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Capitolo 5
*** Manco fossi la Regina Elisabetta. ***


Manco fossi la Regina Elisabetta.

«Allyson sbrigati. È davvero tardi Ally, alzati» sentii gridare dal corridoio.  
Feci un lungo sbadiglio e guardai l’orario sul display del mio cellulare. Effettivamente, era parecchio tardi.
Guardai al mio fianco e notai che Niall era rimasto con me e dormiva profondamente. Uscii dalla stanza cercando di non svegliarlo e mi precipitai di sotto.
«Finalmente ti sei svegliata. Ma se ancora in pigiama?! Non hai letto il messaggio che ti ho lasciato sul tuo comodino?» mi rimproverò Zayn senza fermarsi un secondo. Camminava velocemente da una stanza all’altra e, ogni tanto, metteva qualcosa in un borsone.
«Mi dispiace Zayn, non l’ho letto. Ci metto due minuti a prepararmi» gridai mentre risalivo le scale.
«Hai un costume da bagno?» mi fermò sulle scale mentre scendeva.
«S-si. Andiamo al mare?»
«Poi vedrai» sorrise e mi fece un occhiolino tornando a mettere qualcosa nel borsone.
Mi precipitai in camera alla ricerca del costume. Ne trovai uno blu con i pois bianchi che ero sicura di non aver mai comprato perché odiavo i laccetti sui fianchi che si scioglievano in continuazione e troppo facilmente.
Non potevo cercarne un altro cosi indossai quello, mi vestii e scesi di sotto.
Zayn non mi diede neanche il tempo di salutare gli altri che subito mi trascinò via. Salimmo in macchina e cominciò a guidare canticchiando una canzone.
«È una vostra canzone?»
Lui annuì. «Il primo singolo del nostro secondo album. Quindi lo sai che siamo una band?»
«Me lo ha detto Liam ieri» lo informai, poi cambiai discorso. «Cosa facciamo oggi?»
«È una sorpresa. Vedrai che ci divertiremo, fidati di me».
Non dicemmo più niente per il resto del tragitto. Avevamo la radio accesa che riempiva i nostri silenzi. Svoltammo in una traversa e ci trovammo davanti un enorme cancello bianco ai cui lati vi erano due lunghissime palme.
Mi bastò osservare attentamente al di là del cancello per capire. «Mi hai portata in una villa?»
«È la mia ma ci vengo raramente»
«Ma siamo soli?» chiesi confusa.
«No, ci sono i domestici»
«Che intenzioni hai?» lo guardai male ma parve non accorgersene.
«Voglio farti divertire».
Sbarrai gli occhi e lo fissai. Mi lanciò uno sguardo veloce sorridendo, poi si rivoltò a fissarmi con la fronte corrugata. Studio attentamente la mia espressione e scoppiò a ridere. «Non divertirti in quel senso. Vedrai».
Tutto quel mistero iniziava a darmi sui nervi. Odiavo le sorprese perché ero troppo curiosa per essere paziente ed aspettare.
«Forse sono quello che ti conosce meno ma sono sicuro che questo ti piacerà».
Parcheggiò nello spiazzo che si trovava di fronte all’entrata e mi fece accomodare in casa.
«È... bellissima»
«Grazie» sorrise. «E non hai ancora visto il meglio» aggiunse subito dopo.
Aprì una grossa finestra scorrevole ed uscì. Esitai per un istante a guardarmi intorno, poi uscii anch’io.  C’era un enorme guardino alberato,  una bellissima piscina e dei lettini intorno al suo perimetro.
Era tutto cosi illuminato, cosi.... meraviglioso.
«Che spettacolo!» esclamai.
«Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto. La piscina poi, ha un piccolo trucco:  ovunque tu metta piede, non rischierai mai di affogare»
«Che figata!» esclamai, poi ci pensai su. «Anche tu non sai nuotare?».
Annuì sorridente. «Diciamo che è stato il fattore che ci ha uniti. Quando andavamo al mare con gli altri, restavamo sempre a riva e loro ci prendevano in giro»
«Che simpatici» ironizzai.
«Dai tuffiamoci» disse mentre si toglieva i vestiti.
Si lanciò in acqua e poi riemerse portandosi i capelli all’indietro. «Sai, il bagnato ti dona»
«Grazie» sorrise. «Dai vieni».
Tolsi velocemente il vestito e scesi piano in acqua.
Dopo un momento di silenzio, dissi: «Parlami di te»
«Tipo:  Ciao, mi chiamo Zayn Jawaad Malik, ho vent’anni e sono di Bradford?»
«Si, tipo. Se non mi parli di te, io come posso saperlo?».
Fece un sorriso sghembo e abbassò lo sguardo. «Sono per metà inglese e per metà pakistano, sono musulmano, amo i tatuaggi e fumo»
«E hai una fidanzata di nome Perrie. Me l’ha detto Liam»
«E ho una fidanzata di nome Perrie» ripeté. «E il mio colore preferito è il blu».
“Che coincidenza!Anche a me piace il blu”
«Come te» aggiunse.
«Secondo fattore in comune»
«Una volta ci vestimmo entrambi di blu. Sembrava che ci fossimo messi d’accordo».
Si rituffò in acqua e riemerse portando ancora i capelli all’indietro. Feci lo stesso ma non ero di certo all’altezza.
«Le dona il bagnato, Miss Black».
Scoppiai a ridere. «Mai quanto a lei, Mr Malik».
Una domestica venne a informarci che era pronto il pranzo. Ci asciugammo velocemente ed entrammo in casa. La tavola imbandita, era uno spettacolo.
“Cosa ti aspettavi con una casa del genere?”.
«Dopo sali di sopra. Ci spetta una lunga giornata»
«Non so se lo sai, ma non mi piacciono le sorprese. Ti conviene dirmi dove andiamo»
«Non so se lo sai, ma io sono conosciuto per le mie sorprese. Comunque, so che non ti piacciono gli horror, quindi andremo al cinema e sceglierai tu il film»
«Almeno ricordate tutti che amo il cinema. Poi cosa facciamo?»
«Te lo dico dopo il film»
«Non ce la fai proprio a non essere misterioso, eh?»
Rise. «No».
Finito di mangiare, salii al piano di sopra. Una domestica mi stava aspettando per darmi degli asciugamani e, stranamente, con mio stupore, un cambio di biancheria e un vestito.
“Ma dove mi trovo? Al palazzo reale? Manco fossi la Regina Elisabetta”
Entrai nel bagno e riempii la vasca. Lì dentro mi ci potevo perdere. Era enorme e c’erano bagnoschiumi di ogni tipo e profumazione.
Misi nell’acqua un po’ di tutto e mi immersi fino al collo.
“E chi esce più da qui”.
Poggiai la mano sul lato destro della vasca e sentii dei bottoncini sotto le dita. Ne premetti uno e l’acqua iniziò a fare delle bollicine. «C’è anche l’idromassaggio!» esclamai sorpresa.
Poco dopo bussarono alla porta. «Sei pronta?»
«Non ancora. Ho appena scoperto l’idromassaggio»
«Allora ti aspetto in giardino. Nel frattempo, mi intrattengo a giocare con il cane» sottolineò l’ultima parola.
«Cane!» gridai alzandomi e uscendo dalla vasca. «Aspetta! Voglio vedere anch’io il cane».
Lo sentii ridere dall’altra parte della porta.  Mi asciugai a velocità record e mi vestii con altrettanta velocità.
Aprii la porta. «Voglio vedere il tuo cane»
«Sapevo che l’avresti detto. Adori i cani, molto più dei gatti. C’è stato un periodo che Harry ti ha odiato per questo»
«Perché?»
«Lui ama i gatti ed è un bambinone a volte.  Se la prese quando tu dicesti che i gatti non ti piacevano».
Mi prese la mano e mi portò in un’altra ala del giardino dove una graziosa palla di pelo marrone iniziò a saltellare felice e uno Shar Pei nero si avvicinò scodinzolando. «Sono adorabili!»
«Ora però dovremmo sbrigarci. I cani sono sempre qui e ci saranno altre occasioni di vederli».
“Certo, certo. Convinto. Se tu fossi innamorato di me, magari li rivedrei”.
Salimmo in macchina e facemmo il viaggio di ritorno parlando di cani. Sembrava che stessimo tornando a casa, quando girò ad un incrocio  che ci portò al cinema. Prima di scendere, lui indossò un cappello e un paio di occhiali. «Voglio evitare di essere riconosciuto. Non si sa mai, se ci fosse qualche fan»
«E che c’è di male se ti riconoscono?»
«Nulla nei giorni normali ma oggi è diverso. Oggi è la nostra giornata e non voglio perdere neanche un minuto».
Scegliemmo, infine, un film romantico e ci sedemmo infondo alla sala.
Non provò neanche ad abbracciarmi. Si limitò a guardare il film e a sorridermi ogni tanto.
Usciti dalla sala, indosso di nuovo il capello e gli occhiali.
Risi guardandolo camuffarsi. «Dove andiamo adesso?»
«Ma tu proprio non ce la fai a non essere curiosa, eh?» mi imitò.
Scossi la testa e risi.
Lasciammo l’auto nel parcheggio e camminammo a piedi fino ad un fast food poco lontano. Solo dopo capii che era il McDonald’s.
«Sarà una vita che non mangio qui».
Corrugò la fronte. «Ally, siamo venuti qui prima che tu partissi».
“Sono stata con loro al McDonald’s e il mio stomaco non lo sa. E che cavolo!”.
«Si ma non è mai abbastanza» mentii.
Mi trascinò dentro sorridendo. Ordinammo i nostri panini e andammo a sederci.
«Tu puoi mangiare carne? Insomma, per la tua religione»
«Abbiamo delle restrizioni per quanto riguarda la carne. Diciamo che non sono proprio un bravo musulmano» sorrise e abbassò lo sguardo.
“È tutto il giorno che sorride e io solo ora mi rendo conto di quanto sia meraviglioso. Ma le labbra ti sono state fatte per sorridere? E cavolo che bel sorriso!”.
Mangiammo con molta calma. D’un tratto, due fidanzati litigarono e lei gli rovesciò l’intera coca cola addosso. Trattenemmo le risate a stento e, una volta in macchina, scoppiammo.
«Ma hai visto la faccia di lui?» risi.
«E quando ha cercato di togliersi i cubetti di ghiaccio dalla camicia e gli sono scesi nei pantaloni?» si manteneva la pancia per le risate.
«Gli avrei tanto voluto dire ‘Ehy senti, ti do un consiglio: non metterti più la camicia nei pantaloni se non cuoi trovarti del ghiaccio persino nelle mutande’»
«Dovevi farlo! Sai che faccia che faceva!»
Continuammo a ridere senza dire più niente, perché a stento ci riuscivamo.
Tornati a casa, i ragazzi erano tutti seduti in soggiorno a guardare un film, cosi non li disturbammo e ci sedemmo al loro fianco.
«Lo ricordi questo film?» mi chiese Zayn in un orecchio.
«Certo che lo ricordo. ‘Operazione Valchiria’ con Tom Cruise»
«Accidenti, che memoria! Sembra quasi che tu abbia dimenticato solo ciò che riguarda noi»
«Stano vero?» cercai di rispondere con calma.
«Vero» sorrise.
Sembrava non aver capito o forse aveva capito tutto e non lo dava a vedere.
Mi alzai di scatto quando vidi una luce verde passarmi davanti agli occhi. Guardai gli altri per accertarmi di averla vista solo io. «È successo qualcosa?» chiese Zayn.
«N-no, devo solo andare in bagno».
Mi affrettai ad arrivare alle scale e le salii a due, a due fino ad entrare in bagno e chiudermi a chiave.
«Fata» mi guardai intorno. «Dove sei, fata?».
Non sentii nulla, neanche un minimo rumore. “Che mi sia immaginata tutto?”.
Feci per aprire la porta ma mi fermai. C’era qualcosa che non andava col tappeto di moquette blu. Un angolo si alzava, come se ci fosse qualcosa sotto.  Lo sollevai e vidi un pezzo di carta appallottolato.
‘Il ragazzo è troppo vicino alla verità. Stai attenta’ c’era scritto.
Lo nascosi in tasca e tornai di sotto. Il film era quasi finito.
«Il finale è davvero commovente. L’ho visto un milione di volte e ci ho sempre pianto» sussurrai all’orecchio di Zayn.
Lui non disse nulla. Mi resi conto di aver parlato troppo. “Devi stare attenta, Ally”
Alla fine del film, scoppiai a piangere. “Un classico. Sei incorreggibile Ally”.
Zayn rise. «Pensavo stessi scherzando»
Mi asciugai gli occhi e sorrisi. «Ebbene, non scherzavo».
Gli altri se ne andarono ed io rimasi sola sul divano a fissare i titoli di coda che scorrevano veloci.
«Hey, che ci fai qui tutta sola?» chiese Niall che mi vide mentre andava in cucina.
«Mi rilasso dopo una giornata stancante»
«Credo che, alla fine di questi giorni, ne uscirai morta»
«È molto... incoraggiante»
«Non ci pensare. Ti va un tè?»
«Volentieri! Di solito me ne faccio uno tutte le sere. Da quando sono qui non ne ho mai avuto il tempo»
«Infatti parli nel sonno»
«Davvero?»
«Si. Quando non bevi il tuo tè serale, poi la notte parli nel sonno»
«Com’è possibile?»
«Non ne ho idea, se non lo sai tu».
Mise a bollire l’acqua mentre io lo raggiungevo in cucina.
«Sai un’altra cosa a cui non ho avuto il tempo di pensare in questi giorni?»
«Cosa?»
«Se voi siete i miei unici amici»
«Ti preoccupa il fatto che siano cinque ragazzi a prendersi cura di te o che siamo gli unici?»
«Né l’uno, né l’altro. Vorrei solo sapere se ho delle amiche»
«Hai due migliori amiche, solo che non vengono mai a trovarti perché sono le ex di Harry e Zayn»
«Come mai le hanno lasciate?»
«Non è stata una cosa dovuta dai ragazzi. Le tue amiche li hanno lasciati perché avevano paura della nostra fama. Dicevano che noi eravamo sempre in giro e circondati da belle ragazze e che non riuscivano a fidarsi».
Abbassai lo sguardo e feci un sorriso sghembo. «Perché avevo dato per scontato che fossero stati Harry e Zayn a lasciarle?»
«È il tuo lato femminista».
L’acqua bolliva, cosi Niall preparò le tazze. «Due cucchiaini di zucchero, senza limone né latte» recitò a memoria il mio modo di prendere il tè. Mi sorprese, e ancora di più quando vidi che lo prendeva come me.
Restammo in silenzio per un po’ davanti ai nostri tè fumanti.
«Allora... che avete fatto oggi tu e Zayn?»
«Siamo stati a casa sua in piscina, poi al cinema e poi siamo andati al McDonald’s. Due fidanzati stavano litigando e lei gli ha lanciato la coca cola addosso. Dovevi vedere la faccia di lui quando il ghiaccio gli è finito nei pantaloni! Ci siamo divertiti» raccontai senza fermarmi mai.
Annuii pensieroso. Mi fece sorridere. «Che c’è? Stai progettando qualcosa per il quinto giorno?»
«Non ho bisogno di progetti. Ti conosco come le mie tasche e anche meglio» disse indicando il tè.
Sorrisi. «Touchè».
Bevemmo lentamente i nostri tè, poi ci mettemmo sul divano a guardare la tv. Poggiai la testa sulla sua spalla. Lui rimase fermo, immobile. “Forse ho detto qualcosa che non andava?”.
Eravamo cosi rilassati che ci addormentammo quasi subito, con la tv che faceva da sottofondo al nostro sonno.

Writer's corner
Heylààààààààà!!!!! Sorprese?
Ho già scritto il 5° capitolo :3 Eeeeeeh! Quando una persona non ha voglia di studiare, deve trovare qualcosa da fare :P
Bè, spero che vi piaccia :3
A presto con il 6° ;)

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Capitolo 6
*** Come facciamo io e te ad essere amici? ***


Come facciamo io e te ad essere amici?

«Buongiorno! Eravate stanchi ieri sera, eh?» esclamò Harry vedendoci addormentati sul divano con la tv accesa.
Feci un lungo sbadiglio e mi guardai intorno, poi guardai Niall che sembrava non avere intenzioni di svegliarsi.
Mi voltai poi a guardare l'altro ragazzo. «Buongiorno Harry. Dammi un po' di tempo per riprendermi e partiamo»
«Nessun problema, dimmi quando sei pronta. Tanto da lì non si muovono».
Andai di sopra nella mia stanza a prendere un cambio, poi mi diressi al bagno per fare una doccia.
«Che sollievo!» esclamai quando l'acqua entrò a contatto con la mia pelle.
Restai poco tempo sotto la doccia per non approfittare della pazienza di Harry.
Nel giro di un quarto d’ora mi asciugai e vestii per poi fiondarmi per le scale.
«Cosa vuoi per colazione?» mi chiese il riccio appena mi vide. 
Guardai le cose che aveva preparato e, con l’aria infantile, indicai col dito ciò che avevo scelto.
Lui mi porse il piatto sorridente.
«Spero tu sia un cuoco eccellente come Liam»
«Pff, è ovvio che io sono molto più bravo» si pavoneggiò.
«Ma per favore!» esclamò Liam, sbucando da dietro la porta del frigorifero.
«Hey, ti ho insegnato un mucchio di cose io, quindi taci»
«Taci tu. Io le ho perfezionate».
Battibeccarono ancora finché non cercai di mettere pace fra i due.
«Basta cosi. Siete fantastici entrambi e credo che ingrasserò a forza di mangiare cosi tanto».
Gonfiai le guancie. «Diventerò cosi».
Scoppiarono a ridere. Evidentemente la mia faccia era molto buffa.
Finito di mangiare, misero tutto a posto. «E gli altri?» chiesi.
«Niall è ancora sul divano e non vuole proprio svegliarsi» mi guardò malizioso Harry.
Liam se ne accorse ed intervenne subito. «Zayn invece è nella sua stanza e Louis dorme sempre fino a tardi».
«Quindi non credo che facciano colazione» concluse Harry.
Salutammo Liam e uscimmo di casa. «Sai, non vorrei chiederlo perché l’ho fatto per due giorni ma sono troppo curiosa. Dove andiamo?»
Fece un sorriso sghembo.«Per il momento al parco, poi si vedrà»
«Ma... a piedi? L’altra volta con Liam abbiamo preso l’auto»
«Non è lo stesso parco. È più piccolo ma molto carino. Se devo farmi conoscere, quello è il posto giusto».
Restammo in silenzio per un po’, poi chiesi: «Cosa ne pensano le vostre fan di questa storia? Insomma, passate intere giornate con me. Non danno di matto?»
«Sanno che sei una nostra amica, perciò non danno di matto se vedono delle foto nostre mentre stiamo insieme»
«Capito. Ieri Niall mi ha raccontato che sei stato con una mia amica».
Sorrise. «Già, Jade. Mi disse che non poteva fidarsi di me, che ero sempre in giro per lavoro e che avevo sempre bellissime ragazze intorno. Non me la sono presa più di tanto perché ci conoscevamo da poco. Gliel'hai chiesto perché Jade e Lee non sono mai venute a trovarti?».
Annuii. «Più che altro, mi chiedevo se avevo altri amici al di fuori di voi».
Finalmente, intravedemmo il parco. Non aveva un’enorme prato verde, come quello dove ero stata con Liam, però aveva un sacco di giochi per bambini.
«Che facciamo? Giochiamo sullo scivolo?»
«Non noi, loro».
Mi voltai verso il punto che stava indicando e vidi dei bambini da lontano correre verso di noi. «Di solito venivamo qui a giocare con i bimbi della casa famiglia qui vicino» mi spiegò.
Alcuni di loro mi abbracciarono, altri invece mi chiesero come stavo.
«Ma è vero che anche tu non hai più la mamma e il papà?» chiese una di loro.
Rimasi senza parole. Ero stata colpita dalla verità a cui cercavo di non pensare. La verità era che, in quella realtà, io ero orfana.
«Ehm... credo che non sia il caso che ti risponda, Chelsea» intervenne Harry.
«Perché no? Qui siamo quasi tutti orfani »
«È passato troppo poco tempo per parlarne. È una ferita ancora fresca»
«La perdita dei genitori ti lascia dentro una ferita che non cicatrizza mai completamente» intervenni, poi cambiai discorso. «Allora, chi vuole andare sull'altalena?» chiesi e loro gridarono gioiosi.
I bambini. Ci voleva cosi poco a distrarli dalle cose spiacevoli.
Corsero tutti alle giostre e noi li raggiungemmo.
Non avevo mai sopportato i bambini, per non dire che li odiavo. Quelli, invece, erano diversi. Con loro mi stavo divertendo e poi erano dolcissimi. Mi riempivano di abbracci e baci e, alcuni, avevano portato persino dei disegni per me.
Arrivò il momento di salutarli. Uno alla volta ci baciarono le guancie e raggiunsero la loro responsabile.
Sorrisi soddisfatta, poi chiesi: «Ora che facciamo?»
«Andiamo al concerto di un amico. Ci ha riservato due posti in prima fila».
Mi ritrovai catapultata al concerto di un certo Ed Sheeran. A prima vista mi sembrò simpatico.
Iniziò a cantare e fu lì che persi ogni contatto con la realtà. 
Quella voce, quelle notte, quelle melodie.
Ebbene si, il giovane Sheeran aveva incantato le mie orecchie proprio come si faceva con i serpenti.
«Adesso, canterò una canzone che ho scritto per i miei amici e colleghi. Molti di voi la conosceranno sicuramente. Little Things».
A quelle parole, un boato si alzò dall’intero teatro. Harry sorrise compiaciuto.
 
Your hand fits in mine, like it’s made just for me...
 
Cominciò a cantare fermandosi ogni tanto per far intervenire il pubblico.
“Che bella che è questa canzone. Sembra che abbia letto i cuori delle donne”.
 
You can’t go to bed without a cup of tea and maybe that’s the reason that you talk in your sleep”.
 
Mi venne da sorridere quando immaginai che, la ragazza del tè, fossi io.
Subito dopo, Harry si avvicinò al palco. Ed gli diede una mano a salire e cominciò a cantare tra le grida assatanate delle ragazze.

'I know you’ve never loved the sound of your voice on tape. You never want to know how much you weight. You still have to squeeze into your jeans, but you’re perfect to me’.
 
Avevo quasi gli occhi lucidi perché sapevo che lui stava cantando per me. Sapevo che tutta la messa in scena della canzone, era stata una sua idea per me ed ero felice.
Alla fine del concerto, mi portò nel backstage a “conoscere” Ed Sheeran.
«Allyson! Che piacere rivederti» disse abbracciandomi. «Come stai?»
Si staccò da me per sentire la mia risposta.
«Ecco... ho perso la memoria»
«Oh! Mi... mi dispiace, non lo sapevo».
«No, tranquillo. Io sto bene».
Guardò Harry per cercare conferme e lui annuì. «Ha avuto un incidente stradale con i suoi genitori. Il medico dice che ha dei vuoti di memoria e ci ha detto di aiutarla a ricordare»
«Quindi, non si ricorda neanche di te»
«Ci stiamo lavorando. Io e gli altri abbiamo deciso, dopo una sua brillante idea, di dedicarle un giorno per ciascuno. Oggi e il mio».
Restai ad ascoltare la loro conversazione in silenzio. Dopo un po', Ed mi guardò e sorrise. «Quante cose ti stai perdendo con i tuoi vuoti di memoria»
«In che senso?»
Stava per dire qualcosa ma Harry lo fermò e gli sussurrò qualcosa all'orecchio. Per quanto mi fossi concentrata, non riuscii a capire cosa cercava di dire.
Harry si voltò a sorridermi. «Hai fame? Oggi non hai neanche pranzato»
«Abbiamo mangiato un hot dog, ricordi?»
«Se quello tu lo chiami pranzo! Dai, ti porto a casa e ti cucino qualcosa».
Salutammo Ed e ci dirigemmo verso casa. «Oggi ho capito che hai un grande cuore e una bellissima voce. Non mi hai parlato di te, però»
Guardava dritto davanti a sé. Restai a guardarlo quasi col fiato sospeso.
«Mi chiamo Harry Edward Styles e ho diciannove anni» disse all'improvviso. «Sono nato a Worcestershine ma sono cresciuto nel Cheshire. Mi piacciono molto i gatti» si fermò e mi guardò facendomi ridere.
«Si, questo lo so. Me l'ha detto Zayn. Io adoro i cani ma, a detta sua, me l'hai già perdonato»
«Già. Poi, il mio colore preferito è l'arancione, il mio soprannome è Hazza perché con i capelli bagnati, a detta di alcuni, sembro Tarzan, facevo parte di un'altra band da piccolo che si chiamava 'White Eskimo', odio le ragazze che dicono le parolacce e mi piacciono quelle coi capelli corti. Mmm... so cucinare, ma questo già lo sai, e tifo per il Manchester United»
«Come facciamo io e te ad essere amici? a te piacciono i gatti e a me i cani, ti piace l'arancione e io lo odio, tu tifi per il Manchester United e io per il Manchester City, non ti piacciono le ragazze che dicono parolacce e io ne dico da morire dalla mattina alla sera e poi ti piacciono quelle coi capelli corti e i miei sono lunghi»
«Chi lo dice che mi devi piacere come ragazza e non come amica?».
Annuii e sorrisi, ma in realtà ero stata colpita nel profondo della mia dignità. «Touché» dissi.
All'improvviso si fermò ma me ne accorsi solo dopo un paio di secondi. «Perché ti fermi?»
«Perché ho dimenticato di dirti una cosa».
Mi si avvicinò a grandi falcate, poi prese il mio viso fra le mani e avvicinò le sue labbra alle mie.
È impossibile spiegare le sensazioni che provai in quel momento. L'istinto suggeriva e io lo assecondavo. Schiusi le labbra e permisi alla sua lingua di entrare in contatto con la mia.
Era dolce, lento ma avevo la sensazione che fosse un bacio già vissuto. Come se non fosse la prima volta.
Si allontanò dopo non so quanto tempo. Secondi, minuti, ore? E chi se lo ricordava.
«Mi dispiace, non sono riuscito a resistere. Sapere che non ti ricordi di me, che l'amore della mia vita non si ricorda di me è... straziante».
«Non capisco, Harry».
«Ally, io e te stiamo insieme da più di tre mesi».



Writer's corner


Ta dà! non ve l'aspettavate, vero? XD
Diciamo che volevo dare un "guizzo frizzo" alla storia. Qualcuno se lo aspettava? Sinceramente, io no ahahahahahah
Per le fan di Niall,non disperate! :P Mancano ancora 4 giorni!
A presto col prossimo capitolo ♥

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Capitolo 7
*** Di questo passo, morirò di diabete. ***


Di questo passo, morirò di diabete.
 
Quella notizia mi aveva sorpresa. Non credevo potesse esserci una cosa del genere. Uno dei ragazzi si era innamorato di me ma non riuscivo a capire come fosse possibile che io e lui stessimo insieme da prima che quella realtà fosse creata. Forse la fata non aveva fatto altro che mandarmi in un'universo parallelo in cui io li conoscevo ed Harry era il mio ragazzo.
La cosa che più di tutte non era chiara di quella storia, era il motivo per cui, dopo la dichiarazione di Harry, non ero ancora ritornata alla mia realtà.
Quella mattina non avevo proprio voglia di aprire gli occhi. "Tanto Louis dorme sempre fino a tardi" mi giustificai.
Caccia via quella momentanea pigrizia e mi sedetti nel letto. Le lenzuola al mio fianco erano stropicciate ma non vi era nessuno.
La notte precedente, come tutte le notti, Niall era venuto a trovarmi. Avevamo parlato di Harry e lui mi aveva confermato della nostra storia.
Quando mi addormentai, era probabilmente andato via.
Capii solo allora perché era andato via la prima notte e perché non era rimasto neanche quella volta: perché sapeva che io stavo con Harry e poteva dargli fastidio.
Scesi di sotto e trovai Liam e Niall in cucina. «Buongiorno Mrs Styles» mi salutò Liam.
Niall tossì rumorosamente. Sentii il sangue gelarsi nelle vene dopo quell'affermazione. Spalancai gli occhi.
«Non ti sembra troppo presto per dire una cosa del genere?» squittii.
«Dai, stavo scherzando» si scusò avendo visto la mia espressione.
Presi una ciotola, i cereali dal mobile e il latte dal frigo e andai a sedermi affianco a Niall. Lui, appena mi sedetti, si alzò di scatto, posò le stoviglie nel lavello e fece per uscire dalla cucina ma Liam lo prese per un braccio e lo guardò serio. Non riuscii a vedere il volto di Niall ma sicuramente non era dei più sorridenti perché dopo poco Liam lo lasciò andare.
«Che ha?» gli chiesi.
«Non ne ho idea».
Sapevo che mentiva, Liam non sapeva mentire, ma lasciai perdere.
Ero sempre stata brava a capire le persone anche senza che loro dicessero qualcosa. Con Niall era diverso: ci mettevo molto tempo ad analizzare i suo atteggiamenti, e io di tempo non ne avevo.
Sapevo che Liam non mi avrebbe mai detto nulla, anche se gli avessi rinfacciato che mi mentiva, allora decisi che dovevo parlare direttamente con l'interessato e dovevo fare in fretta.
D'un tratto, mi chiesi perché ero così interessata ai suoi comportamenti. L'unica risposta che trovai, fu che lo sentivo davvero il mio migliore amico. Sentivo davvero di conoscerlo da sempre, anche se non sapevo quasi nulla di lui.
Dopo mangiato, andai di sopra e mi chiusi in bagno. Restai sotto la doccia per quasi un'ora. L'acqua corrente mi aiutava a pensare. 
Quando tornai di sotto, Zayn e Liam giocavano a Play Station mentre Niall ed Harry restavano a guardare.
Appena mi vide, sul viso di Harry si aprì un grosso sorriso che mise in mostra le sue fossette.
Si alzò dal divano e mi si avvicinò. Mi prese i fianchi e  mi attirò a se per lasciarmi un dolce bacio sulle labbra. «Buongiorno amore».
I suoi occhi erano fissi nei miei e brillavano come due grandi smeraldi.
Cercai di fargli un bel sorriso. «Buongiorno».
Mi prese la mano per portarmi al divano. Si sedette e poi mi costrinse a sedermi sulle sue gambe. 
Mi sentivo a disagio in quella situazione ma non riuscivo ad uscirne fuori.
Osservai il viso di Harry attentamente. Aveva dei ricci che gli cadevano sulla fronte e che ogni tanto spostava con la mano destra. Dopo l'ennesima volta che ricadevano, fui io a spostarglieli. Rabbrividì al tocco freddo della mia mano e si voltò a guardarmi. I suoi occhi verdi erano incorniciati da lunghe ciglia e dalle sue folte sopracciglia. Il suo naso era piccolo e con la punta leggermente larga, le labbra erano piene e incurvate in un sorriso che poteva far impazzire qualsiasi ragazza.
In quel momento, trovai la risposta ad una delle mie domande: stavo con lui perché era bellissimo, dolce, con un cuore d'oro e una voce da incanto.
«Che c'è?» chiese risvegliandomi dai miei pensieri.
«Niente» sorrisi.
«Allora perché mi guardi?».
Alzai le spalle e gli sorrisi. Dopo aver ricambiato il sorriso e avermi dato un bacio a fior di labbra, tornò a guardare gli altri giocare.
Mi voltai ad osservare l'espressione di Niall. Era triste e sembrava frustrato per qualcosa.
Mi persi di nuovo dei miei pensieri ma durò poco.
«Buongiorno a tutti! Oggi è una bellissima giornata, non trovate?» irruppe nella stanza, gasato come sempre, Louis.
Guardammo tutti l'orologio e vedemmo che le dodici non erano ancora passate.
«Ti sei svegliato presto!» fece notare Zayn.
«Si. Questo è un giorno troppo importante per poltrire a letto fino a tardi».
Ci guardò ad uno, ad uno ed esclamò soddisfatto portandosi le mani ai fianchi: «Sembra quasi che sia tornato tutto come prima!».
Harry cercò la mia mano e la intrecciò con la sua mentre sorrideva a Louis.
«Già, tutto come prima» bofonchiò Niall prima di alzarsi dal divano per scomparire poi dietro l'angolo.
Guardai Liam che, a sua volta, guardava il punto in cui era Niall fino a poco prima di girare per salire le scale.
«Ally, sei pronta a passare la giornata più divertente della tua vita?».
Sorrisi. «Scherzi? Io non aspettavo altro».
Mi congedai sollevata dalle braccia di Harry e feci per dirigermi da Louis ma il riccio mi prese la mano e mi tirò facendomi ricadere sulle sue gambe per poi baciarmi dolcemente.
Non era sicuro se lo amassi o meno, ma mi faceva sentire tremendamente bene ad ogni carezza, bacio o attenzione.
«O Romeo, Romeo. Mi lasci la tua Giulietta, Romeo?» lo prese in giro Louis.
Ci guardammo negli occhi. «Mi mancherai».
"Dio! Di questo passo, morirò di diabete".
Ci sorridemmo, poi mi aiutò a rialzarmi ed uscii di casa con Louis.
«Ora andiamo in un posto dove ti divertirai un mondo, vedrai» mi spiegò prima che io potessi chiederglielo.
Restai in silenzio per tutto il tragitto mentre lo ascoltavo parlare a raffica.
«Ma sei sempre così logorroico?»
«Si, direi di si».
Passammo davanti ad un parco dei divertimenti. Mi incantai a guardare le persone sulle montagne russe e le coppiette sulla ruota panoramica. I bambini correvano spensierati e alcuni aspettavano il loro zucchero filato.
«Quanto mi piacerebbe andarci!» esclamai.
Louis si schiarì la voce per attirare la mia attenzione.
Lo guardai sorridere soddisfatto, poi mi sventolò due fogli di carta sotto agli occhi.
«Non ci credo. Andiamo al parco dei divertimenti?»
«No, ti porto a vedere un'opera. Ma certo che andiamo al parco dei divertimenti!».
Lo abbracciai forte, poi lo trascinai all'entrata, dove ci controllarono i biglietti ed entrammo.
«Andiamo sulle montagne russe! No, andiamo sulla giostra a seggiolini. No, no anzi, andiamo di là» proposi eccitata e indecisa.
Ero tornata bambina appena avevo messo piede sul quel terreno. Louis rise compiaciuto e lasciò che io lo trascinassi in giro senza lamentarsi.
Dopo aver provato un gran numero di giostre, ci fermammo su una panchina.
«È tutto fottutamente bello!» esclamai.
«L'avevo detto che ti saresti divertita. Dovevi pur smaltire tutto il miele che ti ha dato Harry nelle ultime ore».
Inumidii le labbra e mi morsi il labbro inferiore. «È stato... piuttosto appiccicoso»
«È fatto cosi. Tutti credono che lui sia un puttaniere ma in realtà è un romanticone»
«Ha un cuore d'oro quel ragazzo, poi è dolcissimo»
«Lui ti piace, giusto? Perché, se non fosse cosi, ti direi di troncare questa storia prima che Harry si innamori sul serio di te. Sono il suo migliore amico e, se tu gli spezzi il cuore, dovrò raccoglierli io i cocci».
Non sapevo cosa rispondere. Qualsiasi cosa mi venisse in mente sembrava quella sbagliata. Soppesai bene le parole prima di parlare. «Harry mi piace davvero e mi fa sentire protetta e amata qualsiasi cosa lui faccia, ma non so se lo amo davvero. Non so se lui è l'amore della mia vita».
«Mi sembra giusto, hai solo diciotto anni» chiuse il discorso. 
Guardò davanti a se per un'istante che sembrò interminabile nella mia testa. 
In quei giorni non lo avevo mai visto cosi serio. Dopo un po' si voltò a sorridermi. «Hey! Non mi hai ancora chiesto niente»
«È vero! Allora, ti va di raccontarmi qualcosa di te?».
Annuì sorridente. «Mi chiamo Louis William Tomlinson, ho ventidue anni e sono di Doncaster. E bene si, sono il più grande della band. Sono nato alla vigilia di Natale, il 24 Dicembre 1991. Poi, ho quattro sorelle minori da lato materno e una da lato paterno. I miei genitori sono divorziati e anche mia madre e il mio patrigno. Se non fossi diventato cantante, avrei fatto l'insegnante di teatro. Una volta ho recitato in una riproduzione scolastica di Grease e facevo il ruolo di Danny. Odio il fumo e il mio colore preferito è il rosso. Mmm... me la cavo col pianoforte. Non so cosa tu sappia già di me. Liam parla troppo e non so quanto ti abbia detto».
"Parla troppo quando, ciò che dice, non riguarda un segreto importantissimo sul tuo migliore amico".
«Al momento non mi viene in mente nient'altro. Ritorniamo sulle giostre?»
«Solo se mi porti sulla ruota panoramica».
Facemmo la fila mentre mi raccontava degli aneddoti divertenti su Harry ai concerti.
Non riuscivo a smettere di ridere e, quando arrivò il nostro turno, il ragazzo che controllava la fila mi guardò in modo strano. 
Abbassai lo sguardo, mentre Louis se la rideva, e salimmo su una delle cabine. 
La vista da lassù era stupenda, spettacolare. Tutto intorno a noi sembrava piccolissimo. Le prime luci della sera, sembravano tante lucciole in ordine sparso. «È bellissimo»
«Anche tu» disse in un sussurrò che sentii appena.
Lo guardai mentre fissava fuori dalla vetrata. Non ero sicura di cosa avevo sentito.
Il cuore mi diceva che avevo sentito bene e iniziò a battere all'impazzata, tanto che lo sentivo in gola. D'altra parte, il cervello mi diceva che era stato frutto della mia immaginazione, che Louis non avrebbe mai potuto dire una cosa del genere alla fidanzata del suo migliore amico.
"Quante guerre Mondiali dovranno nascere in me, prima che finisca questa lotta continua tra Mente e Cuore?".
«A cosa pensi?» chiese a un tratto.
«N-no, niente. Stavo cercando di capire cosa mi hai detto prima. Sai, l'hai sussurrato cosi piano che non l'ho sentito» ammisi.
Lui sorrise e abbassò lo sguardo. «Ho detto che sei bella, proprio come la visuale da questa ruota».
Guardava fuori dalla vetrata e sorrideva.
"Dai Allyson, è solo un complimento".
«Sai, mi piacciono le persone a cui basta una cosa minima come una giostra per ritornare bambini. Mi piacciono le persone che ancora si stupiscono di qualcosa. Ultimamente vedo tanta gente che ti guarda con aria saccente, come per dire: 'Già lo sapevo, idiota!' e ti fanno sentire davvero un'idiota».
Sorrisi perché non sapevo cosa dire. Mi abbracciò ed io rimasi immobile per qualche secondo, poi ricambiai.
La giostra si fermò in quel momento con uno scatto. Sciogliemmo l'abbraccio e scendemmo dalla ruota per lasciare il posto ad una coppia di fidanzati.
«Vuoi un hotdog? Dello zucchero filato?»
«Non mangio lo zucchero filato da quando ero bambina» lo informai e lui capì cosa volevo dire.
Mi lasciò sola per andare alla macchina dello zucchero e ne approfittai per controllare il cellulare. C'erano una decina di chiamate perse e cinque messaggi.
- Harry: Dove siete andati?
- Harry: Cosa fate?
- Harry: Mi manchi!
- Harry: Perché non mi rispondi?
- Harry: Appena leggi, fatti viva.
Strabuzzai gli occhi. "Ma è un maniaco o cosa?".
«Eccomi qua!».
Sobbalzai. «Mi hai spaventata»
«Scusa» disse divertito, poi guardò il cellulare nella mia mano incuriosito. «È successo qualcosa?»
«No, ehm... Harry. Mi avrà chiamata una decina di volte e poi ha scritto dei messaggi strani».
Misi il cellulare davanti al suo viso e lui lo afferrò per leggere meglio.
Scoppiò a ridere. «Tranquilla, non è sempre cosi»
«Ma che gli è preso?»
«C'è stato un periodo in cui non eri proprio felicissima, cosi un giorno ti venni a prendere a casa e ti trascinai a Parigi con me senza avvertire nessuno» rise ancora rumorosamente. «Restammo lì per tre giorni e, quando tornammo, volevano uccidermi, soprattutto Harry. Si vede che adesso ha paura di un altro viaggio inaspettato».
Lo ascoltai quasi trattenendo il respiro, mangiucchiando ogni tanto un pezzo di zucchero filato.
«Quindi, stavamo già insieme io ed Harry?» chiesi alla fine del suo racconto.
«Già, ed era appiccicoso esattamente come adesso. Col tempo era cambiato, poi hai avuto quell'incidente e lui per poco non ci moriva d'infarto. Così è ritornato come prima» scosse la testa.
«Ce lo facciamo un altro viaggio, appena puoi?» chiesi eccitata.
«Anche adesso» scattò in piedi.
«Non credo sia il caso ora. È quasi notte e non potremmo visitare nulla» sospirai. «Almeno vorrei avere i ricordi di quei giorni»
«Abbiamo le foto a casa!».
Mi prese per un braccio e mi trascinò fuori dal cancello e per strada fino a casa.
Arrivammo alla porta che avevo il fiato corto per la corsa. Aprì velocemente e si precipitò per le scale. 
Andai a sedermi sul divano portando la testa all'indietro per riprendere fiato.
Solo dopo mi resi conto che non c'era nessuno.
«Ma gli altri?» gridai per farmi sentire.
«Credo che siano a registrare in studio» disse sbucando da dietro al muro.
«E tu? Non devi registrare?»
«Registrerò domani. Non potevo perdermi una giornata al parco divertimenti con te».
Si sedette al mio fianco e aprì una busta tirandone fuori delle foto.
Me le mostrò ed illustrò ad una, ad una. Cercai di rivivere nella mia testa quei momenti, anche se non li avevo vissuti davvero.
Mi sentii quasi invidiosa della me di quella realtà, perché aveva avuto tantissimo da quei cinque ragazzi. Cose, affetti ed emozioni che io non avevo e non avrei mai avuto.
«E questa è l'ultima!» esclamò rimettendo le altre nella busta. 
Abbassò lo sguardo mentre io guardavo quella foto. Eravamo abbracciati sotto la Tour Eiffel e lui mi stava dando un bacio sulla guancia mentre io sorridevo felice.
Sorridevo. Era un periodo brutto e io sorridevo grazie a lui.
«Sono bellissime. Questa è bellissima».
«Tienila, se vuoi».
La strinsi forte al petto con gli occhi lucidi. Il tempo stava passando troppo velocemente ed io avrei perso quei ragazzi per sempre nel giro di pochi giorni.
Lo abbracciai forte e lo ringraziai, trattenendo le lacrime.
«Siamo a casa finalmente!» esclamò sollevato Zayn aprendo la porta. 
«Heylà ragazzi! Siete tornati da molto?» chiese Harry.
«Da una mezz'oretta» spiegò Louis.
«Harry, io e te dobbiamo parlare» dissi secca e senza esitazioni.
Lui impallidì. Ci spostammo nella cucina dove restammo in silenzio per un po' di tempo per assicurarci che gli altri non ci sentissero.
«Ma che diavolo ti è preso?» esordii. 
«Perché? Che ho fatto?»
«Mi hai tempestato di telefonate, poi hai iniziato a mandarmi messaggi uno dietro l'altro. Appena li ho letti mi sono sentita oppressa. Ho passato la mia intera vita con i miei genitori che neanche dietro casa mi facevano stare senza chiamarmi in continuazione. Sono diventata maggiorenne e ho avuto più libertà da loro, ed è lì che arrivi tu e ti comporti esattamente come loro»
«Però tu non mi hai risposto» cercò di giustificarsi.
«Non è questo il punto, Harry!».
Restai per un'istante in silenzio, pentendomi di avergli urlato contro. «Scusami»
«Non importa. Arriva al dunque»
«Harry, Dio solo sa quanto mi senta amata quando sto con te, e mi piace. Quando tu mi abbracci, mi baci o mi dai delle attenzioni, io mi sento tremendamente bene. Il fatto è che questa amnesia mi ha cambiata. Non sono più quella di una volta e te ne sarai reso conto anche tu. Non sono quella che ti piaceva e ancor di più mi chiedo com'è possibile che due persone diverse come noi stiano insieme. Insomma, lo sai quanto siamo diversi, te l'ho già detto».
Mi fissava con gli occhi lucidi facendomi sentire un mostro per quello che stavo dicendo. 
«Non hai idea di quanto abbia avuto paura di perderti durante quell'incidente, ma sta succedendo comunque. Lo sento addirittura più doloroso di prima»
«Non voglio farti male Harry. Credo, anzi so di provare qualcosa per te che va oltre la semplice amicizia, ma sento che...»
«Ti prego, non continuare. Va bene così, ho capito»
Senza darmi il tempo di replicare, tornò in soggiorno dagli altri e sorrise come se non fosse successo nulla. L'avevo ferito quasi mortalmente ma lui lo nascondeva dietro un sorriso. Aveva una forza che io sentii di non avere e gli invidiai.
Uscita dalla cucina, corsi per le scale e mi chiusi in camera mia, poi mi lanciai sul letto. Volevo scomparire perché mi sentivo senza cuore, un mostro, un'essere spregevole.
Delle silenziose lacrime rigarono il mio viso mentre gli occhi si appesantivano per la stanchezza. Sperai, in quel momento, che il sonno potesse aiutarmi a dimenticare quel momento e sprofondai nel più profondo dei sogni.

Writer's corner
Ce l'ho fatta! Dopo la bellezza di 11 giorni sono riuscita ad aggiornare!
"We are the Champions, my friends!" ahahahaha
Devo ammetterlo, questo capitolo è stato difficilissimo per me. Non avevo idee ad eccezione di quelle iniziali. Diciamo che sono andata "alla cieca". Ho scritto le prime cose che mi venivano in mente. Spero che vi piaccia :3
Mi raccomando, tenete sempre sotto controllo la fanfic! Siamo arrivati al momento che tutte voi stavate aspettando: Il giorno con Niall!
Cosa vi riservera l'8 capitolo? Lo scoprirete solo leggendo! XD
A presto! ♥

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Capitolo 8
*** Don't wanna be without you ***


Don't wanna be without you

Mi svegliai nel cuore della notte dopo un terribile incubo. «Shh, va tutto bene» sussurrò una voce al mio fianco.
Mi fece stendere fra le sue braccia e mi accarezzò una spalla. «Che succede?».
Iniziai a piangere. «Le cose con Harry non funzionano e non so cosa fare. Tu e lui siete le persone che mi legano di più al mio passato e non voglio perdervi» piagnucolai nel delirio del sonno.
«Andrà tutto bene»
«Me lo prometti, Niall?».
Non sentii nulla se non il suo respiro per un paio di secondi. «Te lo prometto, piccola».
Richiusi gli occhi e, quando li riaprii, era magicamente già mattina.
Come al solito nel letto con me non c'era nessuno.
Scesi velocemente di sotto a fare colazione. «Buongiorno» esclamai entrando ma la cucina era vuota. Guardai l'orologio pensando che fosse presto ma non era così. Di solito, a quell'ora, c'era almeno Liam già sveglio.
«Dove diamine sono finiti tutti?».
Una sensazione di abbandono mi assalì e iniziai a controllare tutte le stanze, finché non trovai una sagoma a dormire in un letto.
Mi avvicinai di qualche passo e scorsi una folta chioma riccia.
«Harry» lo scossi.
Lui si voltò a guardarmi ancora assonnato.
«Hey. Che... che succede?».
Sentii di vivere un dejavu. Aveva avuto la stessa intonazione della persona che mi aveva consolata quella notte.
Lascia perdere e arrivai al punto. «Di sotto non c'è nessuno. Sono sola» mi lagnai.
Sorrise delle mie nenie con ancora gli occhi socchiusi dal sonno. Si allungò nel letto per sgranchirsi, poi si alzò e raggiunse la porta fermandosi sulla soglia. «Andiamo?»
«Mi fai compagnia?» chiesi raggiungendolo fuori dalla stanza.
«Si».
Scese velocemente le scale e io lo seguii. Il tempo di arrivare in cucina che già si era messo ai fornelli. «Pancakes?» chiese.
Annuii e mi sedetti di fronte a lui. Lo osservai per tutto il tempo in silenzio.
«Per quanto tu dica di essere cambiata, non lo sei affatto» esclamò a un tratto sorridendo. Si allungò sul bancone avvicinandosi fino a rimanere col suo viso a pochi centimetri dal mio. «Sei sempre la solita»
«Ma smettila!» esclamai imbarazzata e gli lanciai della farina in faccia.
Di tutta risposta, Harry riempì la sua mano di quella polvere bianca e me la lanciò in testa.
Ingaggiammo una vera e propria guerra.
Correvamo per tutta la cucina lanciandoci farina ovunque e tornando, di tanto in tanto, a rifornirci alla confezione.
Rimasi disarmata, così iniziai a correre al sacchetto ma Harry mi fermò stringendo le braccia intorno alla mia vita.
Istintivamente mi voltai e mi persi nei suoi occhi. Lo vidi sorridere divertito dalla mia espressione imbambolata.
Si avvicinò lentamente alle mie labbra lasciandomi tutti il tempo di tirarmi indietro. Deviò in un attimo la direzione dalle labbra al collo, lasciandomi un lento bacio poco sotto l'orecchio destro e continuò fino a raggiungere la spalla.
Gemetti involontariamente. Presi il suo viso tra le mani e lo baciai senza esitazioni.
Lui mi sollevò per i fianchi e mi fece sedere sul tavolo. Strinsi forte le mie gambe intorno al suo bacino per annullare ogni distanza tra i nostri corpi.
Infilò le mani sotto la mia maglia lasciando una mano sulla parte bassa della mia schiena, stringendomi a sé, e con l'altra giocherellò con i ganci del reggiseno.
Ci fermammo all'istante appena udimmo la porta di casa aprirsi. Saltai subito giù dal tavolo e corsi alle scale per rifugiarmi in camera mia.
Tolsi velocemente i vestiti sporchi e ne cercai altri che indossai. Cercai di togliere la maggior parte della farina dal viso e dai capelli, poi corsi in bagno per finire l'opera.
Quando fui sicura di non avere tracce, tornai in cucina.
«Buongiorno» augurai sorridente.
«Eh, lo era. Guarda che ha combinato Harry: c'è farina ovunque!» esclamò Liam quasi al limite dell'isteria.
«Ti ho già detto che mi dispiace, Liam. Mi è volato il sacchetto di mano»
«Dai Liam, non ci pensare» intervenni io. «Una passata di aspirapolvere e va via tutto. Ci penso io».
Liam, anche se non del tutto rassicurato e convinto, prese ciò per cui era tornato a casa e andò via.
Harry tornò ai fornelli mentre io raccoglievo la farina con l'aspirapolvere.
Una volta pulito il pavimento, pensai al tutto il resto. Avrei potuto riordinare l'intera casa pur di non rimanere ferma a rimuginare su ciò che era successo.
Harry ed io restammo in silenzio a lungo e senza guardarci.
Una volta finito i pancakes, se ne salì in camera sua e io feci colazione.
Quando finii, misi tutto nel lavello e andai anch'io in camera mia.
Salita di sopra, provai a chiamare Niall. Il suo cellulare squillava ma nessuno rispondeva.
Provai allora a chiamare Louis che subito rispose. «Allyson, è successo qualcosa?»
«Niente, niente. Volevo solo chiederti se sai dov'è Niall»
«Ora che mi ci fai pensare, è da ieri che non lo vedo»
«E gli altri?»
«Provo a chiedere appena si liberano. Ti mando un messaggio quando so qualcosa».
Staccai la telefonata e tornai di sotto a guardare la TV.
«Ally, hai sentito gli altri?»
«Si, ho appena staccato con Louis»
«Ti ha per caso detto dove sono?»
«No, però mi ha detto che Liam e Zayn erano occupati in qualcosa»
«Allora sono in studio» concluse.
Si sedette di peso al mio fianco e mi chiese con un gesto di poter cambiare canale. Gli lasciai fare perché avevo troppi pensieri per la testa per guardare con attenzione la TV.
Si fermò su un canale sportivo. C'era una partita di calcio tra Manchester City e Manchester United.
Battibeccammo scherzosamente per tutto il tempo. D'un tratto, il cellulare vibrò.

-Louis: Liam ha appena detto che Niall è partito ieri sera tardi per andare dai suoi genitori. Dì a Harry di raggiungerci agli studi di registrazione. Se vuoi, vieni anche tu.

"Ma che c... perché l'ha fatto? No! Stavolta Liam mi sente".
«Harry, dobbiamo andare agli studi di registrazione».
Non se lo fece ripetere due volte. Prese le chiavi dell'auto e uscì di casa mentre io raccoglievo delle cose da mettere in borsa e lo raggiunsi.
Era incredibile come l'imbarazzo fosse sparito. Aveva l'innata capacità di cancellare qualsiasi umore che non fosse sereno. Anche dopo la litigata della sera precedente, anche dopo il momento di follia di quella mattina, con lui ci stavo bene.
Arrivati agli studi, Harry si mise subito a lavoro.
Liam e Zayn erano in pausa così li raggiunsi. Mi piantai dinnanzi al primo. «Perché?».
Zayn captò la tensione nell'aria e si allontanò. «P-perché cosa?» chiese guardandosi intorno.
«Perché Niall è andato dai genitori proprio oggi? È successo qualcosa?»
«Non è successo nulla, stai tranquilla»
«E allora perché?!» sbattei un pugno sul bancone e tutti si voltarono a guardarci.
«N-non lo so, Allyson. Non lo so»
«Mi stai mentendo. Ti ho permesso di farlo fin'ora ma ora basta. Parla, porca miseria!»
«T-ti giuro che non so nulla. Mi stai spaventando, Ally».
Feci un respiro profondo chiudendo gli occhi e andai poi a sedermi su un divanetto vicino al mixer.
Guardai il grande quadro elettrico pieno di leve e bottoni.
"Dev'essere difficile lavorare con questo aggeggio".
Mi avvicinai per osservarlo da più vicino. «Non toccare nulla, per favore. Stiamo registrando» mi chiese un ragazzo che doveva avere più o meno la nostra età.
«No, no, tranquillo. Ero solo curiosa di vedere, non avrei toccato nulla».
Guardavo i ragazzi cantare ma non potevo fare a meno di pensare a Niall. Più ci pensavo e più la mia rabbia cresceva.
D'un tratto, ebbi come un'insight. "Se Niall è partito ieri sera, chi mi ha consolata stanotte?".
Una voce mi distrasse, forse era quella del manager. Ci disse che potevamo andare a pranzo, poi si fermò a fissarmi dalla testa ai piedi e andò via.
Mi avvicinai ad Harry che mi cinse le spalle con un braccio. «Dove vuoi andare per pranzo?».
Ci pensai un pò su. «Non lo so. Andiamo al McDonald's?».
Lui sorrise e avvertì gli altri. Appena usciti dagli studi, non riuscii a trattenere i miei commenti sul manager. «Il vostro manager mi ha squadrata da capo a piedi. Chiedigli quando posso ritirare la radiografia».
Rise e abbassò lo sguardo. «Lascialo perdere. Vorrebbe comandare sulla nostra vita ma noi non glielo permettiamo».
Entrammo nel McDonald's e ordinammo i nostri panini per poi sederci in un angolo del locale.
«Posso farti una domanda, Harry?»
«Certo» disse mordendo il panino.
«Eri tu stanotte nel mio letto?».
Abbozzò un sorriso con la bocca piena e assentì con la testa. Deglutì. «Però tu hai dato per scontato che fossi Niall»
«Dopo aver litigato con te, avevo bisogno di Niall e lui non c'era. Aveva promesso di esserci sempre»
«Gli esseri umani non sono perfetti, Ally. Anche i migliori a volte sbagliano».
Chiudemmo il discorso e mangiammo in silenzio.
«Quando devi tornare in studio?» chiesi alzandomi per pulire il tavolo.
«Se tu vuoi, posso anche non tornarci» rispose facendo lo stesso.
«Harry, state incidendo un disco, non puoi non andarci. Hai una responsabilità nei confronti della casa discografica e degli altri» lo rimproverai.
Sbuffò alzando gli occhi al cielo. «E va bene! Comunque posso tornate quando voglio».
Buttammo le cose ed uscimmo. Ci dirigemmo in una zona piena di negozi e passeggiammo guardando le vetrine.
Ad un tratto, lui bofonchiò qualcosa che non riuscii ad afferrare. «Cosa?»
«Niente. Ho solo detto che non hai rimproverato anche a Louis che ieri ha disertato le registrazioni per andare al parco dei divertimenti»
«È diverso. Ieri era il nostro giorno, era giustificato».
"Forse anche per questo il manager mi ha guardato male" pensai.
«Perché? Non è giustificabile il voler passare del tempo con la tua pseudo-fidanzata che vuole lasciarti?».
Lo fissai insistentemente mentre lui guardava una vetrina, come se le scarpe col tacco fossero la cosa più interessante del mondo.
Lo abbracciai forte. «Sarebbe giustificabile solo se ne valesse davvero la pena. Insomma, la ragazza vuole lasciarti, cosa ti rimane se trascuri anche la carriera?».
Rimanemmo immobili per un paio di secondi che mi sembrarono interminabili, poi lui sciolse l'abbraccio e sorrise. «Allora, vogliamo proseguire? Abbiamo ancora un pò di tempo prima di dover tornare agli studi».
Senza dire nulla, lo presi per mano e lo costrinsi a camminare. Passeggiammo per quelle vie, mano nella mano e sorridenti, come se fossimo la coppia più felice del mondo.
Alcune ragazze lo riconobbero ma non lo fermarono. "Chissà come appariamo agli occhi degli altri" mi chiesi.
Tornammo agli studi e loro ripresero a lavorare. Zayn mi lasciò il suo computer, cosi potevo fare qualcosa mentre loro registravano le canzoni.
Non sapevo cosa fare, così scrissi su google "Harry ed Ally". Mi uscirono tutte le nostre foto. C'erano anche delle immagini di quel pomeriggio, mentre camminavamo mano nella mano.
"Che carini che siamo! Ecco come siamo agli occhi degli altri: una bella coppia".
Quando tornammo a casa, Niall era lì a giocare con la Play Station.
«Hey Niall, sei tornato» lo salutò Zayn.
«Quando sei tornato?» chiese Louis.
«Circa un'ora fa» rispose.
Fui l'ultima ad entrare e a vederlo e, quando lo vidi, sbattei forte la porta facendolo sobbalzare. Non disse nulla e continuò a giocare indisturbato.
Respirai pesantemente col naso e mi avvicinai a lui. Lo guardai a lungo con le mani sui fianchi battendo nervosamente il piede a terra.
Spazientita dalla sua indifferenza, mi avvicinai alla console e la spensi.
Lanciò un grido di protesta. Ignorandolo, presi il cd del gioco e lo portai in camera con me.
Lui mi seguì. «Perché l'hai fatto?»
«Perché sei sparito tutta la giornata?»
«Avevo da fare».
Feci una risata isterica prima di controbattere. «Posso sapere perché diavolo ti comporti cosi?»
«Non ti riguarda»
«E invece mi riguarda eccome, Niall. Di giorno mi snobbi, di notte vieni a dormire con me. Mi guardi male quando scherzo, parlo o abbraccio gli altri ma, quando lo faccio con te, rimani impassibile. Siamo amici d'infanzia ma sento di conoscere meglio gli altri e di aver passato molto più tempo con loro che con te»
«E cosa vuoi che faccia? Come puoi pretendere che io ti riassuma quattordici anni di noi in un giorno?»
«Tu non ci hai nemmeno provato!».
Restammo in silenzio per un pò. Lui guardava ovunque ma non me.
Ripresi a parlare. «Hai preferito lasciar perdere, buttare all'aria la nostra amicizia. L'altra sera almeno ci hai provato. La scuola, la bambola rotta da Jeremy, il concerto dei Blue, il diploma. Perché hai gettato la spugna? Niall, io ti voglio bene. Perché mi tratti cosi?».
Mi fissò immobile e in silenzio. Io feci lo stesso. D'un tratto mi voltò le spalle e uscì dalla stanza a grandi falcate. Mi tremavano le mani dal nervosismo. «Bell'amico che sei: mi volti le spalle! E meno male che dovevi esserci sempre per me! Bella merda!» gridai sperando che mi sentisse.
Mi innervosii cosi tanto da prendere la prima cosa che mi capitasse a tiro per lanciarla contro il muro mentre la vista veniva annebbiata dalle lacrime. Mi lanciai sul letto per nascondere il viso, rigato dalle lacrime, col cuscino.
Ebbi la malsana voglia di farla finita, poi ricordai che quella non era la mia realtà e che mi bastava chiamare la fata per tornare a casa.
Bussarono alla porta ma lo ignorai. «Va tutto bene?» chiese una voce dall'altra parte della porta.
«Entra Liam» singhiozzai.
Il ragazzo spalancò la porta per poi chiudersela alle spalle e si sedette sul letto al mio fianco. «Cos’è successo?»
«Come se non si fosse sentito»
«Tutti abbiamo sentito la vostra litigata ma te lo chiedo comunque»
«Io non capisco, Liam. Al posto suo non l'avrei trattato cosi. Sembra quasi che non voglia che io ricordi».
Lui restò in silenzio e abbassò lo sguardo, come se avessi colpito nel segno.
«È cosi?» chiesi conferma.
«La vostra amicizia nell'ultimo periodo è stata un pò... burrascosa, con molti alti e bassi» rispose vago.
«Però io adesso non ricordo nulla, potrebbe fare uno sforzo!» sbuffai.
Liam si limitò ad abbracciarmi mentre io ricominciavo a piangere.
«Se vuoi... ti racconto la vostra storia».
Mi asciugai gli occhi e tirai su col naso, poi lo guardai e lui iniziò a raccontare.
«Vi siete conosciuti una domenica al parco quando eravate piccoli. Avete subito fatto amicizia, una di quelle davvero indissolubili, basata sulla sincerità che solo i bambini possono vantarsi di avere. I tuoi genitori ti hanno iscritta alla sua stessa scuola, anche se lui è più grande di due anni. Stavate sempre insieme, eravate inseparabili. Diventati adolescenti, le cose non cambiarono. Lui ti proteggeva come se fossi la sorella che non ha mai avuto e lo stesso era per te, che non hai fratelli. Un giorno, alla festa di compleanno di un suo amico, un ragazzo iniziò a fare il cascamorto con te e lui lo aggredì dicendoti poi che a lui piacevi e così vi baciaste»
Spalancai gli occhi. «Vuoi dire che il mio primo bacio l'ho dato a lui?»
«Esattamente. Dopo quel bacio però, tu gli dicesti che la sua amicizia per te era troppo importante, che non volevi poi un giorno perderlo, e quindi di rimanere amici. Lui accettò.
Più o meno tre anni dopo, al concerto dei Blue, conobbe una ragazza che divenne poi la sua fidanzata, Amy. Da lì il vostro rapporto cambiò. Mi disse che, una volta, tu gli facesti una scenata di gelosia e che ti rinfacciò di averlo respinto quando lui si era dichiarato e che quindi avevi perso il diritto di essere gelosa di un'altra ragazza»
«Mi sembra giusto. Anche se non gli dissi che non mi piaceva, ma che per me era importante la sua amicizia. Va bè, continua»
«Niall lasciò Amy un mese dopo la tua scenata. Di lì a poco, conoscesti noi. Volevi farti perdonare, così ti presentasti alla sua festa di compleanno. Harry impazzì subito per te e iniziò a farti una corte sfrenata. Il vostro rapporto sembrava essere tornato come in principio, finché non litigaste ancora una volta per gelosia e tu ti mettesti con Harry. In tre mesi con lui, il rapporto con Niall è cambiato fino a far quasi scomparire i momenti belli passati insieme. Quando il medico ci disse che avevi perso la memoria, Niall sperò di poterti riconquistare perché, detto con tutta sincerità, non hai mai smesso di piacergli. Una volta mi disse che crede sul serio di amarti».
Il mio cuore fece un tonfo, poi quasi si fermò. Uno strano calore mi salì al viso e un brivido percorse la mia schiena. Sentii uno strano formicolio allo stomaco e immaginai subito che fossero le famose farfalle.
«Mi ama?» sorrisi guardandomi le mani che stavo torturando.
Liam sorrise compiaciuto dalla mia reazione. «Credo di averti racconto anche troppo. Vado di sotto che è quasi pronta la cena, se vuoi scendere noi siamo lì» m’informò premuroso come al solito e uscì dalla stanza.
Decisi di non scendere a cena per non incontrare Niall, un pò per rabbia e un pò per vergogna delle nuove scoperte fatte, e nessuno mi venne a disturbare.
Restai a pensare a lungo sul da farsi, finché non mi addormentai. Sognai tutto ciò che Liam mi aveva raccontato. Sembrava tutto così vero che, nel sogno, mi chiedevo se non fosse quella la realtà a cui ero destinata.
Fui svegliata da una bussata alla porta. «Posso entrare?» chiese il ragazzo biondo facendo intravedere solo il viso e i due occhioni azzurri che spiccavano nel rossore del pianto.
«Vieni, entra».
Entrò e si sedette sul letto impugnando la chitarra.
«Qualche giorno fa, promisi di suonarti qualcosa quando sarebbe stato il mio turno. Lo è ancora, giusto?».
Accennai un si con la testa anche se la mezzanotte era passata da un pezzo.
Iniziò a suonare una musica dolce e lenta. Riconobbi subito quella canzone e sorrisi.

"You'll never love yourself half as much as I love you. You never treat yourself right darlin' but I want you to. If I let you know, I'm here for you. Maybe you'll love yourself like I love you"

Poi la canzone cambiò.

"Baby tell me would it change. I'm afraid you'll run away. If I tell you what I've wanted to tell you, yeah. Maybe I've just gotta wait. Maybe this is a mistake. I'm a fool, yeah. Maybe I'm just a fool, yeah, oh. Girl what would you do, would you wanna stay. If I were to say. I wanna be last, yeah. Baby let me be your, let me be your last first kiss. I wanna be first, yeah. Wanna be the first to take it all the way like this. And if you, only knew. I wanna be last, yeah. Baby let me be your last, your last first kiss".

La musica cambiò ancora, questa volta era di nuovo una musica lenta.

"Close the door, throw the key. Don't wanna be reminded. Don't wanna be seen. Don't wanna be without you. My judgement is clouded like tonight's sky. Undecided, voice is numb. Try to scream out my lungs but it makes this harder. And the tears scream down my face. If we could only have this life for one more day. If we could only turn back time. You know I'll be your life, your voice, your reason to be. My love, my heart is breathing for this. Moment in time I'll find the words to say, before you leave me today".

Fece degli accordi finali e poi fermò le corde della chitarra con una mano. Mi fissò aspettando una mia reazione ma io ero pietrificata. La sua voce. La sua voce mi aveva pietrificata. Ogni mia immaginazione non gli aveva reso giustizia.
«Mio Dio, Niall sei... strabiliante. Sono senza parole».
Sorrise e abbassò lo sguardo. Mise da parte la chitarra e si voltò verso me proprio nel momento in cui mi fiondai ad abbracciarlo.
Mi ritrovai stesa su di lui stretta con le braccia intorno al suo collo.
«Cosi mi strozzi» si lamentò con un filo di voce. Allentai la presa e lo guardai sorridente negli occhi, perdendomi nel loro strabiliante azzurro. Sentii il battito del suo cuore accelerare e lo stesso fece il mio. Ci guardammo a lungo e in silenzio. Eravamo cosi vicini che sentivo il suo respiro caldo sulla pelle. Avvicinai il mio viso al suo e lui s'irrigidì. Mi scappò un sorriso prima di congiungere le mie labbra alle sue. Quando le nostre lingue si toccarono, provai delle sensazioni che non seppi spiegarmi.
Niall mi strinse i fianchi e, in un istante, mi ritrovai sotto di lui. Le mie gambe stringevano forte il suo bacino mentre le sue mani si infilavano sotto la maglia lasciando delle leggere carezze ai lati della schiena. Con un gesto veloce sfilai la maglietta e lui fece lo stesso per poi tornare a baciarmi.
Lasciò una scia di baci lungo il collo fino ad arrivare al mio seno. Scese poi più giù fin sotto l'ombelico e gemetti. «Niall, aspetta» ansimai.
Lui risalì a baciarmi le labbra. «Dimmi» sussurrò con un filo di voce riprendendo poi a baciarmi.
Tempestata dai suoi baci, non riuscivo a mantenere la lucidità a lungo. «Ti ho mentito, Niall».
Si fermò a guardarmi. «Cosa vuoi dire?».
Lo spinsi per mettermi a sedere con le gambe incrociate e lui fece lo stesso.
«Ora ti dirò una cosa e tu dovrai credermi, anche se ti sembrerà assurdo».
Restò a guardarmi perplesso, poi continuai. «Io... non so di qui».
Trattenne una risata. «Mi stai prendendo in giro? Lo so che non sei di qui»
«No Niall, non hai capito. Io vengo da un'altra realtà, da un universo parallelo dove io e te non ci conosciamo nemmeno. In realtà, non conosco nessuno di voi».
Restai in silenzio cercando di decifrare la sua espressione. Intanto, nella mia mente, preparavo delle prove a dimostrazione della mia tesi.
«Cosa ti hanno fatto bere?»
«Niente Niall. Ti sto dicendo la verità, tu devi credermi!»
«Ma è assurdo, Ally»
«E allora come ti spieghi che solo di voi non ricordo nulla? Perché ricordo il mio attore preferito e tutti i suoi film? Perché ricordo Jade e Lee? Perché ricordo i loro fidanzati? Pensaci. Ricordo di averle conosciute alle superiori. Eravamo in classe insieme al secondo anno e facemmo subito amicizia perché a tutte e tre piaceva Ian Somerhalder e non facevamo altro che parlare di lui. Io e Jade, inoltre, avevamo la stessa passione per il canto e, sempre in quell'anno, partecipammo ad uno spettacolo della scuola. "Giovani talenti" si chiamava e io e lei cantammo "Incomplete" dei Backstreet Boys. Secondo te come ricordo tutte queste cose?»
«Quindi non hai perso la memoria»
«No. Vengo semplicemente da un'altra realtà» esclamai esasperata.
«Ally, mi preoccupi. Ti sei per caso fumata una canna?»
«Porca puttana, Niall! Sto dicendo la verità. Ho salvato una fata dei boschi che mi ha catapultata qui per cercare il ragazzo dei mie sogni»
«Tu stai male, Allyson. Perché devi sempre rovinare tutto?»
«Niall» gli toccai un braccio ma lui tolse via con violenza la mia mano.
«No! Niall sto cazzo! Sono stanco di stare dietro alle tue stranezze. Metti pace nella tua testa!».
Si alzò di scatto dal letto e uscì sbattendosi la porta alle spalle.
«Che hai combinato Ally?» esclamò la fata comparendo all'improvviso.
«Non ce la facevo a stare con lui sapendo di mentirgli, non dopo quello che mi ha raccontato Liam. Perché, mentre lui mi baciava, io ho capito il motivo per cui la dichiarazione di Harry non ha funzionato: il ragazzo dei miei sogni è lui, è Niall».



Writer's corner

Saaaaalve! Lo so, vi ho fatto penare per questo capitolo :3
Purtroppo non avevo mai tempo per scrivere o per pubblicare! XD
Coooomunque... parlando con un'amica, mi sono resa conto di una cosa: in realtà, questo qui è il 6° giorno e che quindi ne manca solo uno! :O
ps: L'insight è l'improvvisa riorganizzazione del campo cognitivo (faccio il liceo sociopsicopedagogico e questo ne è la prova XD)
Ps2: La storia del manager che vuole comandare le loro vite, l'ho scritto perché tutti credono che l'account di Louis sia usato dai manager per la storia di Larry. Io non credo in Larry come romance e non credo che dei ragazzi possano farsi comandare sulle loro scelte.
Ps3: Scusate se non rispondo alle recensioni ma la maggior parte delle volte non so cosa rispondervi XD
Ps4: Sembrerà a tutte che Niall è antipatico. In realtà volevo farlo sembrare stanco dei cambiamenti di umore di Allyson. Insomma, una che lo respinge, poi è gelosa, poi si fidanza con un suo amico, poi quasi si lascia trasportare, poi gli racconta l'assurda storia della fata. Anche io avrei avuto la stessa reazione XD
Va bene... vi lascio :P 
A presto :)

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Capitolo 9
*** Andrà tutto bene, te lo prometto. ***


Andrà tutto bene, te lo prometto.


«Che palle la domenica! Cosa facciamo oggi?» chiese Louis.
«Che ne dici di...» iniziò Liam ma non ebbe nessuna brillante idea.
«Facciamo una festa» proposi io sedendomi a tavola fra di loro.
«Che idea grandiosa! Dai, organizziamo» Louis scattò in piedi e ci guardò tutti.
Zayn lo fissò. «Lou, ma da quand'è che ti svegli cosi presto? E come fai ad essere cosi pimpante alle undici del mattino?»
«Sono tre giorni che vado a dormire presto e mi sveglio altrettanto presto. Impara da me, sono diventato un ragazzo equilibrato».
Iniziò a fare una serie di smorfie che ci fecero ridere a crepa pelle.
Mi alzai in piedi. «Dai organizzo io» dissi dirigendomi in camera mia a prendere un quaderno e una penna. Tornai di sotto e iniziai a scrivere.
«Qualcuno deve andare a fare la spesa. Chi si offre?»
«Ci andiamo io e Zayn» propose Liam.
«Benissimo. Dopo vi do la lista delle cose da comprare. Chi si occupa degli inviti, invece? Non si può fare una festa senza invitati. Inoltre, dobbiamo evitare le fans imbucate»
«Ci pensiamo io e Louis agli inviti» si offrì Harry e Louis annuì in segno di consenso.
«Bene. E... le luci e il resto?»
«Sono in garage» m'informò Louis.
«Sono rimasto solo io, quindi...» bofonchiò Niall.
«Quindi ci pensa Niall» tagliò corto Zayn.
«Perfetto. Iniziamo subito» li incoraggiò Louis prendendo e accendendo il computer per iniziare a lavorare.
Io scrissi una lista della spesa con l'aiuto di Zayn e Liam e la diedi a quest'ultimo, poi accompagnai Niall in garage per prendere degli scatoloni. Non avevano neanche un pò di polvere sopra, segno che avevano fatto una festa da poco. Il biondo non spiccicava parola e sembrava voler continuare a lungo il suo silenzio.
Entrati in soggiorno, iniziammo a spostare i mobili. Louis si lamentò del troppo fracasso che non lo aiutava a pensare agli invitati. «Andate da qualche altra parte» rispose prontamente Niall.
Harry prese il computer dalle mani dell'amico e salì di sopra seguito dal secondo.
Iniziai a mettere le luci mentre Niall si occupava dell'impianto stereo.
C'era cosi tanto silenzio che neanche le mosche avevano il coraggio di entrare a fare rumore.
Niall sbuffò all'improvviso e si passò una mano fra i capelli. «Basta così, sto impazzendo!» esclamò.
Si avvicinò a me e mi fissò attentamente negli occhi. «Mettiamo caso io ti creda, Allyson, mi spieghi questa storia della fata?»
Lo zittii per evitare che gli altri ci sentissero. «Andiamo sulla terrazza e ti racconto tutto ciò che vuoi».
Lui annuì e ci spostammo all'aria aperta. «Allora?»
«Hai presente quando feci l'incidente con i miei genitori? Voi mi avete detto che è successo il quindici Agosto. In realtà, quel giorno sono arrivata alla mia casa delle vacanze viva e vegeta con i miei genitori. Sono andata al ruscello dietro casa e ho trovato un piccolo coniglio bianco bloccato in una trappola. L'ho liberato e solo dopo ho scoperto che era una fata. Io non ci credevo, pensavo fosse uno scherzo, poi ha fatto una magia davanti ai miei occhi. Voleva ringraziarmi per averla liberata, cosi mi ha proposto di farmi conoscere il ragazzo dei miei sogni ma dovevo farlo innamorare di me in sette giorni, altrimenti non avrei avuto il suo amore e non l'avrei mai più rivisto»
«E come hai immaginato il tuo tipo ideale?»
«Non l'ho immaginato perché non ne avevo uno. Per questo mi sono trovata fra voi: perché siete tutti diversi»
«Ma il tuo tipo ideale l'hai trovato. Sei fidanzata con Harry e lui è pazzo di te»
«Credevo anch'io funzionasse cosi, ma mi sbagliavo. Non importa quanti ragazzi si dichiarino, non funziona se non è il ragazzo dei miei sogni».
Guardò nel vuoto per un pò muovendo le dita di una mano. «Oggi è il settimo giorno» concluse.
Annuii. «Purtroppo si. Non so esattamente quando me ne andrò via, però volevo lasciarvi un bel ricordo di me, di questa me»
«Non sei riuscita nel tuo intento però»
«Poco importa. Mi dispiace solo che non vi ricorderete di me nella mia realtà».
I miei occhi si fecero lucidi ma cercai di trattenere le lacrime. Quei sette giorni vissuti con loro, erano stati i più belli di tutta la mia vita e mi si spezzava il cuore a pensare di non poterli più riabbracciare. «Però, posso sempre venire ai vostri concerti. Posso... cercarvi qui a Londra» mi venne un nodo in gola e non riuscii a proseguire.
Lui mi strinse forte a se e io scoppiai a piangere. «Mi mancherete da morire!».
«Anche tu, Allyson. Anche tu».
Aspettammo che io smettessi di piangere e poi rientrammo a sistemare. Poco dopo, scesero Louis ed Harry soddisfatti di aver mandato gli inviti a tutti i loro amici.
«Siete pronti alla festa del secolo?» chiese entusiasta Louis.
Io e Niall gli sorridemmo. «Non aspettiamo altro» rispose il biondo.
Partì un abbraccio di gruppo, poi ci mettemmo a sistemare il soggiorno ridendo come matti per le stupidaggini di Louis.
Mi si gelò il sangue nelle vene quando vidi una luce verde sfrecciare dietro la testa di Louis. "Ti prego, non ora".
Guardai Niall e lui sembrò capire. «Bè, se voi finite qui, io vado di sopra a vedere cosa posso indossare stasera».
Corsi per le scale e mi chiusi in camera. «Sei pronta?» chiese la fata apparendo all'istante.
«Ehm... no. Non posso rimanere almeno fino a stasera?»
«Non credo sia possibile. Mi caccerei seriamente nei guai perché ho già violato le regole mandandoti qui»
«Però io non te l'avevo chiesto. Ora mi sono affezionata a questi ragazzi e vorrei almeno salutarli per bene. Ti prego, solo fino a stasera. Loro saranno distratti dalla festa e io sparirò»
«E va bene! Ci vediamo a mezzanotte, non posso fare di più».
La porta si aprì nel momento in cui la fata sparì. Niall mi vide e tirò un sospiro di sollievo. «Pensavo te ne fossi andata senza salutarci»
«Dovevo. Mi è stato concesso di restare fino a mezzanotte».
Iniziai a guardare insistentemente il mio guardaroba. In un attimo, due braccia mi circondarono. «Se penso che da stasera non sarai più con noi, mi sale una malinconia immensa»
«Credimi, non vorrei andarmene ma sono costretta a farlo» sussurrai.
Mi venne un nodo alla gola che non riuscivo a mandare giù. Sentivo le lacrime agli occhi ma non volevo piangere. Avrei reso tutto solo più difficile.
«Non vedo nessun vestito adatto ad una festa. Certo che la me di questa realtà è proprio messa male!» cercai di sdrammatizzare.
Niall lasciò andare la mia vita e mi costrinse a voltarmi. Sorrideva e, quando lo faceva, il suo viso s'illuminava e gli occhi iniziavano a brillare come diamanti. «Ho una sensazionale idea»
"Come i tuoi occhi?" pensai imbambolata a guardarlo.
«Che ne dici di fare shopping? Ti porto a comprare un bel vestito per la festa»
«Davvero lo faresti?»
«Certo!» mi prese la mano e mi trascinò fuori dalla stanza e lungo le scale.
«Ragazzi, emergenza vestito» esclamò appena entrato in soggiorno.
«Non ho nulla da mettermi per stasera»
«La accompagno a fare compere, se per voi va bene»
«Scherzi?! Deve essere una festa elettrizzante anche per lei! Uscite da quella porta e non tornate finché non avete trovato un vestito» esclamò Louis spingendoci fuori dalla porta.
Ci incamminammo verso l'auto e salimmo. «È stato facile convincerli» mi stupii.
«Louis è sempre facile da convincere quando si parla di feste sensazionali»
Risi mentre lui metteva in moto. Accesi la radio e la sintonizzai sulla mia frequenza preferita. Iniziai a cantare la prima canzone mentre Niall sorrideva. Muoveva la testa a ritmo di musica e le sue dita tamburellavano sullo sterzo.
Parcheggiò l'auto e mi trascinò in un negozio. Iniziammo a girare alla ricerca di un qualcosa che attirasse la nostra attenzione. «Cosa vorresti esattamente?»
«Non lo so. Credi che debba mettere un vestito?»
«Secondo me un vestito ti starebbe d'incanto, ma se vuoi possiamo basarci su qualcosa di più comodo come un pantalone e una maglia».
«Aggiudicato il vestito».
Dopo tanto girare, un vestito blu elettrico con una scollatura a cuore colpì la mia attenzione. Era stretto fino al punto vita poi scendeva morbido con una serie di balze di chiffon.
«Niall questo» lo indicai.
Lo guardò attentamente e sorrise, poi si voltò a guardarmi. «Provalo».
Non me lo feci ripetere due volte e corsi al camerino. Sperai con tutta me stessa che mi stesse bene, perché non ne avrei trovato mai uno lontanamente somigliante.
Tirai su la zip ed esultai. "Mi entra!".
Uscii dal camerino per farlo vedere a Niall ma lui era sparito. "E ora dov'è?"
«Hey, ma stai d'incanto! Ero andato a prendere qualcosa che sicuramente ti servirà» tolse le mani da dietro la schiena e mi mostrò delle bellissime scarpe col tacco nere con un cinturino sulla caviglia sul quale c'era un fiocco e una pochette nera.
Sorrisi lo abbracciai forte. «Tu sei un angelo, amico mio»
«No, sono Niall James Horan».
Scoppiai a ridere. «Grazie, almeno adesso so il tuo nome completo».
Si colpì la fronte. «Avevo dimenticato la tua amn... cioè, mi hai capito».
Risi ancora e annuii. Andammo alla cassa e, col mio disappunto, Niall pagò.
Incrociai le braccia e misi il broncio per tutto il tragitto. «Che c'è?»
«Non mi piace che tu paghi per me»
«Ally, domani non sarai qui. Volevo solo farti un regalo. Magari nella tua realtà lo avrai ancora con te e ti ricorderai di me»
«Mi ricorderei di te, di voi, comunque. Al contrario, sarai tu a dimenticarti di me»
«Sciocchezze! Non potrei mai dimenticarmi di te»
«Scommettiamo?»
«Va bene. Se vinco io, mi devi un appuntamento»
«Se vinco io... cazzo! Non posso avere niente da te perché non ti ricorderai di me!»
Sbuffò. «Insomma! Mi dai retta una buona volta? Non sei poi cosi diversa dalla te di questa realtà: siete entrambe testarde come dei muli».
Arrivati a casa, mostrai il mio vestito ai ragazzi. «Sarai uno schianto con questo vestito» esclamò Louis ed Harry annuì. Sorrisi e mi avviai di sopra per fare doccia e shampoo.
Era cosi bella l'acqua calda a contatto con la pelle. Anche in estate non guastava mai.
Uscita dalla doccia, mi avvolsi in un asciugamano e iniziai ad asciugare i capelli stirandoli.
Una volta pronta, uscii dal bagno e mi diressi nella mia stanza per vestirmi.
Misi un velo di trucco e fui pronta. Scesi di sotto, dove erano arrivati già i primi invitati.
Il primo a vedermi fu Zayn che rimase a bocca aperta. Subito dopo anche Louis che diede una gomitata ad Harry per farlo voltare. Lui mi guardò e sorrise mentre i suoi occhi brillavano.
«Sei un incanto» si complimentò facendomi girare su me stessa.
«Grazie».
Cercai Niall nella sala per fargli vedere il "suo" capolavoro ma non lo vidi. «E Niall dov'è?»
«È uscito a comprare una cosa» rispose vago Liam, avvicinandosi.
Annuii pensierosa. Harry mi prese per mano e mi trascinò in pista. Non ero mai stata un granché a ballare, però lo accontentai e iniziai a muovermi. Lui rise. «Se ti rilassi, magari non sembri il tronco di un albero».
Sbuffai battendo un piede per terra, ma gli diedi retta. Iniziai a muovermi senza pensare ai movimenti e il risultato non era male.
Ballai con lui per il tempo di tre canzoni, poi si avvicinò Zayn che chiese di poter ballare con me. Con lui era anche più facile: si muoveva come me, se non peggio. "Due alberi mossi dal vento" pensai e risi.
Mi avvicinai al suo orecchio. «Harry mi ha dato un ottimo consiglio: muoviti senza pensare ai movimenti».
Nel momento in cui mi staccai da lui, la musica cambiò e partì un grande trenino umano. Volevo andare a sedermi ma Louis mi trascinò con se e mi fece poggiare le mani sulle sue spalle. All'improvviso, qualcuno mi toccò per i fianchi e sussultai. Quando mi voltai, incontrai gli occhi azzurri di Niall e sorrisi. Era tornato.
Si avvicinò al mio orecchio e sussurrò: «Dopo vieni sulla terrazza che devo parlarti».
Prima impallidì pensando a ciò che doveva dirmi, poi avvampai e sentii i brividi lungo la schiena.
Finito il supplizio del trenino, tolsi le scarpe che erano diventate un inferno per i miei piedi e andai in terrazza, dove trovai Niall intento a guardare le stelle con le mani nelle tasche.
«Hey» mi limitai a dire.
Si voltò a guardarmi e sorrise. «Ti stai divertendo?»
«Tantissimo. È la festa migliore a cui io sia andata». Mi guardai intorno e aggiunsi. «Non dirlo a nessuno però».
Mimò di cucirsi la bocca e sorrise. «Ho la bocca sigillata».
Ci guardammo a lungo con il sorriso stampato sul viso, poi lui abbassò lo sguardo. «Sai, stasera sei bellissima, ma ti manca qualcosa». Subito dopo tornò a guardarmi.
Corrugai la fronte e mi guardai attentamente, poi lo fissai. «Cosa?».
Infilò una mano nella tasca e ne tirò fuori un cofanetto blu di velluto. «Niall, no. Un'altro regalo?».
Mi zittì. «Ricorda che mi devi un appuntamento»
«Non hai ancora vinto»
«Oh, si che ho vinto»
«La sicurezza fotte, Horan».
Non rispose e aprì il contenitore. Una collana con un ciondolo a forma di cuore spiccava nel bianco della stoffa all'interno della scatolina. Rimasi a guardarlo non sapendo cosa dire.
Compiaciuto dalla mia reazione, tirò fuori la catenina e la posò delicatamente al mio collo.
«Sai che non posso accettarla»
«Si che puoi».
Piombò un silenzio imbarazzante. "Oddio. Adesso che faccio?".
Senza pensarci troppo lo abbracciai e lui ricambiò all'istante. «Cazzo Niall, come farò senza di te?» gli sussurrai.
«Vedrai che andrà tutto bene, te lo prometto»
«Cosa del "se il ragazzo dei miei sogni non s'innamora di me non lo rivedrò mai più" non hai capito?»
«E se lui fosse innamorato di te?»
«Dovrebbe sbrigarsi a dichiararlo» conclusi.
Poi mi resi conto della sua domanda. Ebbi come la sensazione di essere morta per qualche secondo perché non riuscivo più a sentire il mio cuore.
Forse era caduto nello stomaco ed era stato preso d'assalto dalle farfalle.
Mi staccai solo un pò per poter osservare la sua espressione.
Eravamo cosi vicini che sentivo il suo respiro sul mio viso. Il suo sguardo balenava dai miei occhi alle mie labbra. Avvicinò lentamente le sue labbra alle mie e un brivido mi percorse la schiena. Si staccò solo un attimo, sorrise e tornò a baciarmi. Le nostre lingue s'intrecciavano, sembrava quasi che ballassero. Era lento, passionale, non come il bacio della sera prima. Si sentiva quanto ci volevamo, ma era un qualcosa che andava ben oltre la fisicità
Improvvisamente, le farfalle sparirono e il cuore riprese a battere.
Fermai il bacio. «Che succede?» mi chiese.
«Non lo so. Mi sento strana».
Il Big Ben suonò per informarci che era mezzanotte. Un vortice luminoso mi sollevò da terra separandomi dal ragazzo.
La paura mi assalì, ma non era paura di ciò che stava succedendo, piuttosto paura di non aver vissuto abbastanza quell'ultimo giorno.
«Niall» dissi con un filo di voce.
Le lacrime mi offuscarono la vista impedendomi di assaporare delle ultime immagini della persona che mi aveva rubato il cuore in sette giorni.
«Ally, andrà tutto bene» cercò di tranquillizzarmi.
Cercai di gridare ma dalla mia gola non uscì nessun suono. Una voragine si aprì sotto di me e il vortice sparì facendomi precipitare.
«Allyson ti amo! Mi senti? Io ti amo! Sono innamorato di te e ci rivedremo! Te lo prometto Ally. Mi senti? Ti amo da morire» esclamò Niall inginocchiandosi a guardare nel buco formatosi nel pavimento.
La voce di Niall si faceva sempre più lontana e, pian piano, veniva sostituita da un'altra voce familiare.
«Ally. Allyson svegliati! Allyson» sentii chiamarmi e una mano mi scuoteva la spalla destra.
«Ally, sono ore che ti cerchiamo. Tua madre è preoccupatissima!» spiegò la stessa voce.
Mi misi a sedere e mi guardai intorno. Alla mia sinistra c'era il ruscello, tutto intorno solo alberi. Jade e Lee mi fissavano preoccupate.
Mi salì un senso di panico misto a un vuoto interiore. «NO! No, no. Non è possibile!».
«L'abbiamo trovata» Lee informò qualcuno al telefono.
«Allyson, come ti senti? Hai qualcosa di rotto?» mi domandò Jade.
«Dove sono loro?»
«Loro chi?»
«Loro Jade, loro! Louis, Liam, Zayn, Harry, Niall»
«Ma cosa stai farneticando Ally?» s'intromise Lee preoccupata.
«Non è possibile» sussurrai prendendomi la testa fra le mani.
Loro non c'erano. Non erano con me. Non ce l'avevo fatta. Li avevo persi per sempre.
Scoppiai in un pianto disperato. Gridai e mi lamentai, poi nascosi il viso con le braccia e strinsi forte le ginocchia al petto continuando nel mio pianto.
«Ally, hai per caso fatto un incubo?» chiese Jade, dopo una pausa lunghissima.
«Al contrario. Era bellissimo»
«E allora perché piangi?»
«Perché è finito».


Writer's corner
Heylààà!!! Sorprese di vedermi cosi "presto"? XD
Che dire: Il finale potrebbe deludere, ma non è ancora finita!
Manca l'epilogo!
Credevate davvero che l'avrei fatto finire cosi? Donne di poca fede!
Sapete, quando ho finito questo capitolo, mi sono sentita come svuotata. 
Come se avessi preso un pezzo di me e l'avessi dato a questa storia.
Spero che vi piaccia! :3
A presto ♥

 

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Capitolo 10
*** Epilogo - As long as you love me ***


Epilogo- As long as you love me


"«Allyson ti amo! Mi senti? Io ti amo! Sono innamorato di te e ci rivedremo! Te lo prometto Ally. Mi senti? Ti amo da morire»".

Mi svegliai gridando. Avevo il viso ricoperto di lacrime e gli occhi gonfi. Erano passati due giorni e non avevo fatto altro che piangere.
In quel momento, come al solito, piansi. Strinsi forte le gambe al petto e piansi.
Di notte non riuscivo a dormire perché non c'era lui al mio fianco. La mattina non riuscivo a fare colazione. Mi mancavano i pancakes di Liam ed Harry, le facce buffe di Louis, i silenzi di Zayn, che parlava per dire solo cose importanti. Mi mancava Niall, per il semplice fatto che era lui e, se ci ripensavo, aveva fatto tanto per me senza che io me ne accorgessi in quei momenti.
Era quasi ironico: quando vidi New Moon, non feci altro che prendere in giro Bella per il suo comportamento quando Edward andò via e, alla fine, stavo facendo la stessa cosa. Forse era anche peggio perché almeno Edward lo avevano visto tutti. Niall lo conoscevo solo io. L'unica che ne aveva un ricordo ero io.
Aprirono la porta di scatto e accesero la luce. «Allyson»
«Scusa mamma» singhiozzai.
Si mise al mio fianco e mi strinse forte accarezzandomi i capelli. «Non puoi stare così per un sogno»
«Non capisci, mamma. Io sento che era vero. Deve essere vero».
Non le vidi il viso ma ero sicura che era contratto in una smorfia di disappunto.
Restai a piangere fra le sue braccia finché non smisi di tremare. «Vai pure, mamma. Sto bene»
«Vuoi che ti porto una camomilla? Vuoi un tè caldo».
A quelle parole, le lacrime ricominciarono a scendere ma in silenzio. Lei non capiva e non volevo che continuasse a consolarmi pensando che stessi impazzendo. «Non voglio niente».
Sospirò rassegnata. «Chiamami se ne hai bisogno».
Annuii e lei si avviò alla porta. Appena la chiuse, ripresi a piangere.
«You can't go to bed without a cup of tea and maybe that's the reason that you talk in your sleep» canticchiai fra un singhiozzo e l'altro.
"Dannazione mamma! Non potevi offrirmi un bicchiere di vino? Avrebbe fatto più effetto".
Mi rannicchiai nelle coperte che non riuscivano a darmi calore. Era estate e faceva caldo ma io tremavo. Avevo freddo, un freddo che mi entrava fin dentro le ossa.
La mattina non tardò ad arrivare. Terzo giorno, di Niall nemmeno l'ombra.
"Fantastico Allyson. L'ennesima notte in bianco" mi rimproverai.
Bussarono alla porta e una voce maschile sussurrò il mio nome. «Sono sveglia papà»
«Di già?» chiese spalancandola.
«Non ho chiuso occhio»
«Di nuovo? Per quanto ancora deve andare avanti questa storia?»
«Forse hanno ragione quando dicono che sono pazza»
«Hey! Mia figlia è un tipo strano ma non è pazza» mi sorrise e restò in silenzio per un pò, poi riprese. «Sai, una volta sognai di essere l'amante segreto di Angelina Jolie. Ci rimasi cosi male quando mi svegliai che piansi a dirotto per un giorno intero».
Accennai un sorriso. «Apprezzo lo sforzo papà, ma il mio non è stato un sogno»
«Tesoro, è difficile credere all'esistenza di una fata che ha fatto una magia per te»
«Niall mi ha creduto»
«Perché era nel tuo sogno, non poteva fare altrimenti».
Chiusi gli occhi e feci un lungo respiro per evitare di dare di matto. «Ti prego, vai via»
Aprì la bocca per aggiungere qualcosa ma lo fermai prima. «Esci da qui» ripetei scandendo ogni singola parola.
Sospirò e uscì dalla stanza come gli avevo detto.
Poco dopo mi raggiunse mia madre. Aveva portato delle gocce che mi avrebbero agevolato il sonno. Lessi attentamente l'etichetta del flaconcino e sgranai gli occhi. «Vuoi darmi del sonnifero?!»
«È solo un tranquillante. Hai bisogno di dormire, sono tre giorni che non chiudi occhio».
"Tutto sommato, non ha tutti i torni. E poi dormire farebbe passare il tempo velocemente".
Senza esitazioni presi quelle gocce. Iniziai subito a sentirmi rilassata e assonnata.
Mia madre uscì dalla stanza ed io sprofondai nel sonno.
Riuscii a dormire qualche ora prima che Niall tornasse nei miei sogni.

«Allyson» mi chiamò.
«Hey Niall, hai visto? Te lo dicevo che avrei vinto la scommessa»
«Non arrenderti amore mio, lotta per noi. Io sono più vicino di quanto pensi» mi incoraggiò accarezzandomi poi una guancia.
I miei occhi si riempirono di lacrime. «Non posso combattere da sola, Niall. Ho tutti contro di me qui, mi credono pazza»
«Credimi Ally, fidati di me»
Restammo in silenzio a stringerci le mani. Passò una mano sul mio volto per asciugarmi gli occhi e sorrise.

Le immagini iniziarono a sfumare. Aprii gli occhi e mi misi subito a sedere. «Niall!» chiamai asciugandomi le lacrime.
Nessuno rispose e mi maledii di aver creduto ad un sogno.
Uscii dalla camera e scesi di sotto. Non c'era nessuno in casa e mi sentii quasi sollevata. Tutte le persone che mi circondavano, credevano stessi impazzendo o che lo stress avesse colpito pesantemente i miei nervi.
Meno vedevo gli sguardi impietositi delle persone, meglio stavo.
Vidi un messaggio dei miei genitori appeso al frigorifero. Mi avvertivano che erano andati in spiaggia e che, se volevo dormire ancora, le gocce erano nel mobile dei medicinali.
Uscii di casa e mi addentrai nel bosco fino ad arrivare al ruscello. «Fata» chiamai un pò titubante. «Fata, se esisti, mostrati a me e dimostrami che non sono pazza» gridai con più sicurezza.
Intorno a me sentivo solo il cinguettio degli uccelli e il rumore dell'acqua.
«Dimmi che mi hai mentito, che volevi solo giocare con me. Dimmi che ti annoiavi e cercavi qualcosa da fare. Niall non esiste, non è cosi?».
Quel silenzio iniziava ad innervosirmi. «Ho ragione io, vero? Per questo non ti fai vedere».
La vista si offuscò per le troppe lacrime. Gridai e diedi un pugno contro un albero.
«Lui ha detto che mi ama. Tu non puoi tenerlo lontano da me! Fammi tornare lì, ti prego».
La fata si ostinava a non rispondermi, o forse non poteva perché non esisteva.
Sentivo la mano pulsare dal dolore ma era lieve in confronto al dolore per la rassegnazione che sentii in quel momento. Mi ero rassegnata all'idea di aver sognato ogni singola persona, avvenimento o emozione.
Tornai a casa, salii in camera mia e presi i costumi decisa a raggiungere i miei genitori al mare.
Presi il primo costume che mi capitò a tiro e andai in bagno per fare una doccia e indossarlo.
"Che strano. Non ricordavo di avere un costume con i laccetti. Io li odio" pensai guardandolo. "Prima o poi mi verrà in mente".
Lo indossai, misi un vestito ed uscii di casa. Camminai velocemente per arrivare presto in spiaggia. Chiamai mia madre. «Allyson, è successo qualcosa? Si è fatto vivo?»
«Chi?»
«Ma come chi? Niall».
Scoppiai a ridere. Anche se era una storia da pazzi, lei mi credeva. «No, non si è fatto vivo. Sono all'ingresso del lido, dove siete?».
Mi spiegò il luogo esatto e io li raggiunsi.
«Ti senti meglio?» chiese mio padre.
«No, ma devo abituarmi a questa sensazione. Devo reagire perché Niall non c'è e forse non ci sarà mai. Non posso stare tutta la vita ad aspettarlo».
D'un tratto ebbi un flash. 'Sono più vicino di quanto pensi'.
Mi voltai a guardarmi intorno poi risi di me stessa.
"È l'ora che tu lo capisca, Allyson. È l'ora che te ne faccia una ragione".
«Guarda Allyson» disse mia madre indicandomi un punto alle mie spalle.
Mi voltai e, per un attimo, credetti nell'arrivo di quel qualcuno che non c'era.
«Allora sei viva» scherzò Lee avvicinandosi mentre Jade mi abbracciò.
«Come ti senti?» chiese quest'ultima.
«Sopravvivo».
Non avevo voglia di parlarne, in particolare con loro che non riuscivano a capirmi. Soprattutto Lee, con la sua crudezza e i suoi modi spigliati, mi feriva quando mi prendeva in giro insensibilmente.
Guardai il mare calmo ed ebbi un'idea. «L'ultima che arriva, paga pegno» esclamai mentre correvo verso riva seguita da loro.
La prima ad arrivare fui io, naturalmente, poi Lee e infine Jade. Le dicemmo di chiedere il nome e cognome ad un ragazzo li in acqua e lei lo fece. «Speriamo solo che Jake non lo scopra»
«Scoprire cosa?» chiese il ragazzo sbucando all'improvviso insieme a Matt, il ragazzo di Lee.
Mi sentivo cosi in imbarazzo con loro perché ero sempre stata l'unica single fra noi tre, cosi mi allontanai. Restai da sola in acqua a galleggiare guardandomi intorno. "Certo che non si è mai visto uno che galleggia ma non nuota" mi presi in giro.
Trattenni il respiro e mi immersi per bagnarmi i capelli. Sott'acqua non sentivo nulla. Non ero più costretta a sentire le parole di nessuno, non ero più costretta a vedere i loro sguardi saccenti. Non dovevo più essere derisa.
Per un momento pensai di lasciarmi andare e chiusi gli occhi. "Non arrenderti amore mio, lotta per noi" riecheggiò nella mia testa e reagii.
Tornai in superficie e feci un lungo respiro. Il fiocco che avevo sul fianco sinistro si slacciò ed io per poco non rimasi nuda.
Ringhiai dal nervosismo. «Odio questi lacci di merda! Solo Zayn poteva» mi fermai all'istante, colpita dalle mie stesse parole.
"Questo è il costume che mi ha regalato Zayn!".
Saltellai nell'acqua, per quanto mi era possibile, poi corsi ad abbracciare le mie amiche. «Sei proprio lunatica, Ally» Lee scosse la testa.
«Lascia perdere, Lee» sorrisi.
Tornai sulla terra ferma e mi stesi al sole al fianco di mia madre. «Cosa darei per avere la connessione a internet!» esclamai a un tratto.
«Ma infatti c'è. Il lido offre il wi-fi free» spiegò mio padre.
Presi subito il mio cellulare e digitai il nome della loro band. Uscirono molteplici risultati e fu un'ulteriore conferma. Loro esistono.
Era quasi sera quando tornammo a casa. Mi chiusi in bagno a fare una doccia. "Non ho mai fatto due docce nel giro di sei ore" pensai mentre toglievo il costume per fiondarmi sotto il getto d'acqua.
Mentre l'acqua mi scivolava sulla pelle, ripensavo alla pace che avevo provato al mare sott'acqua e quasi mi pentii. Scossi la testa per allontanare quel pensiero. "Devi essere forte".
Mi avvolsi in un asciugamano e mi diressi nella mia stanza. indossai una canotta e dei pantaloncini e mi lanciai sul letto.
Mia madre mi venne a chiedere se volevo cenare ma ancora una volta rifiutai. Anche se avevo avuto delle certezze, la fame ancora non tornava. Dopo aver assaggiato la cucina di Liam ed Harry, era difficile.
Provai a dormire e ci riuscii ma duro poco perché poi ricominciai a sognare.

«Perché lo stavi facendo?»
«Cosa?»
«Perché volevi morire?»
«Non lo so».
Mi guardò serio. «Ti amo, Ally»
«E se io un giorno smettessi di amarti?»
«Cercherei in tutti i modi di conquistarti»
«E se non ci riuscissi?»
«Bè, ti lascerei libera di essere felice anche senza di me, perché io ti amo e voglio solo la tua felicità».
Sospirai. «Sai che non potrei mai essere felice senza di te».
Lui annuì. Restammo in silenzio a guardarci, poi la sua bocca si contorse in un sorriso e scoppio a ridere. «Ricordami di insegnarti a nuotare appena possibile»
«Se sarà possibile».
Chiuse gli occhi e sbuffò. «Insomma Ally, io ho vinto la scommessa e tu devi capirlo»
«Ma se hai vinto, ora dove sei?»
«Molto vicino»

Niall iniziò a scomparire e io aprii gli occhi. Rimasi immobile per un paio di secondi, poi respirai profondamente. "Sei pazza Ally, ora ne hai la prova. Il tuo cervello fa di tutto per convincerti. Ma forse...".
Mi alzai dal letto e aprii l'armadio alla ricerca di qualcosa che mi dicesse "Vedi? Non sei pazza".
Cercai ovunque ma di indizi non ne trovai traccia. Sbuffai portandomi le mani ai fianchi. Provai di nuovo a cercare. Spostai un maglione blu e sentii qualcosa cadere producendo un rumore metallico. Feci luce col cellulare per terra e vidi una collana. La osservai bene, poi la raccolsi.
Un sorriso si stampò sul mio viso. "Il ciondolo a forma di cuore che mi ha regalato Niall! Allora non sono pazza".
Un pezzo di carta sul fondo dell'armadio, nascosto dai vestiti appesi, attirò la mia attenzione. Non sapevo nemmeno io come avevo fatto a notarlo ma lo presi subito.
"Potente Fiore di uno sgargiante colore, mostrami la Natura nel suo immenso splendore" lessi.
Iniziai a saltellare per la stanza perché sapevo almeno che non avevo sognato tutto.
Perlustrai l'intera stanza alla ricerca della foto con Louis e del vestito della festa ma non trovai nulla. «E no, eh! Se ci sono il costume, la collana e la filastrocca, ci deve essere anche il resto» dissi fra me.
Corsi a cercare nella cesta dei vestiti da lavare. Iniziai a svuotarla finché non vidi un lembo di stoffa blu elettrico. Tirai quel pezzo di stoffa e ne uscì il mio vestito.
Dalla mia bocca uscì un grido soffocato. "Non sono pazza! Oddio, sto cercando delle prove quando è notte fonda, ma non sono pazza!".
Tornai nella mia stanza in punta di piedi e col vestito stretto forte al mio petto.
Mi stesi a letto e misi il vestito al mio fianco. "Non è Niall, ma la consapevolezza per sta notte potrà bastarmi".
Chiusi gli occhi e crollai in un sonno profondo dopo notti insonni e sporadici pisolini.

Giorni: quattro.
Niall: zero.

«Allyson, cosa ci fai con un vestito nel letto? Più che altro, da dove l’hai preso?» mi svegliò improvvisamente mia madre.
Grugnii. «Diamine mamma! Non lo vedi che stavo finalmente dormendo?» bofonchiai guardando il display del cellulare per vedere l’ora: 10:45.
«Questo lo vedo. Ciò che non capisco è da dove hai preso quell’abito blu»
«Mi aiuta a non sentirmi sola. È un regalo»
«Un regalo?»
«Si, di Niall» spiegai.
«O Santa pazienza!» esclamò alzando gli occhi al cielo.
«Senti, se devi farmi un’altra predica sull’esistenza o meno di Niall, puoi anche andartene»
«Non ti azzardare a parlarmi cosi! Sei un’ingrata! Ho lasciato credere a tutti che mia figlia fosse pazza! Me ne sono fregata e ti ho creduto. Io ti ho aiutato e tu mi ripaghi cosi?».
Alzai gli occhi al cielo e sbuffai dandole le spalle. «Stavo meglio da orfana» sussurrai abbracciandomi il vestito.
Spalancò la bocca stupita dalle mie parole. Fu sul punto di controbattere quando mio padre irruppe nella stanza. «Ally, il postino ha appena portato una cartolina per te. Non c’è nessun mittente».
Scattai dal letto per prendere la cartolina dalle mani di mio padre. Guardai l’immagine attentamente cercando di cogliere qualche indizio sul mandante.
«Ti dice niente la Cattedrale di San Paolo?» chiese mio padre incuriosito.
Scossi la testa e girai la cartolina. “Ci vediamo lì il venti Agosto. Indovina chi sono? NJH”.
“NJH? E chi cazzo... Niall James Horan!”.
Gridai di gioia saltando sul letto e stringendo la cartolina forte al petto.
«Allora?» si spazientì mio padre.
«Devo andare alla Cattedrale di San Paolo, domani»
«Ma sei matta? Come ci arrivi fin lì?» chiese mia madre.
Era arrabbiata e si vedeva. Mi avvicinai a mio padre. «Ti prego, papà. Ci devo andare assolutamente, dammi il permesso. Non importa come ci arriverò: treno, autobus, aereo, a piedi, non m’importa» presi una pausa, poi lo guardai negli occhi. «Ti prego papà, è importante».
Restò a fissarmi, poi distolse lo sguardo e guardò mia madre. Lei si alzò in piedi, cammino avanti e indietro per la stanza, poi si fermò. «Preparatevi, si parte».
Le saltai al collo e la tempestai di baci. «Perdonami per quello che ti ho detto. Non sai quanto ci ho pianto quando mi avevano detto che ero orfana».
Mio padre fece le corna con entrambe le mani. «Non è che porti sfortuna, amore? Perché altrimenti in macchina non ci metto piede».
Gli diedi un pugno ad una spalla e lo spinsi fuori dalla stanza per potermi vestire. Ero di buon umore e volevo uscire di casa. Chiamai Jade e Lee e andammo tutte insieme in spiaggia.
La sera poi andammo in un pub per festeggiare. «Cosa festeggiamo?» chiese Lee.
«La mia ritrovata voglia di vivere».
Ci arrivarono le nostre birre e facemmo un brindisi alla felicità.
Tornai a casa quando la mezzanotte era passata da un pezzo.  Avevo bevuto qualche birra di troppo e la testa mi girava ma ero al settimo cielo e non m'importava. Mi lanciai sul mio letto e senza accorgermene mi addormentai.
Il giorno dopo, mia madre venne a svegliarmi in un modo un pò insolito. «Ally»
«Mamma, l’hai fatto di nuovo: mi hai svegliata » risposi.
«Scusami, ma si è presentato un ragazzo alla porta e chiede di te. Dice di essere Niall»
Mi sollevai di scatto. «Niall è qui?!» chiesi spalancando gli occhi.
Scoppiò a ridere. «Scherzetto!».
Scossi la testa con disappunto. «Mamma» dissi quasi come se stessi cominciando un rimprovero.
«Scusami ma mi frullava per la testa da quando mi sono svegliata» continuò a ridere, poi si fermò togliendosi le lacrime dagli occhi con le dita.
Guardai il display del cellulare: 11:16.
«Dai su, alzati. Dovresti inizare a prepararti che dobbiamo partire presto» disse sedendosi sul letto.
Mi sollevai dal letto e mi avvicinai all'armadio. Lo aprii e iniziai a guardarlo come se i vestiti potessero improvvisamente saltare fuori da soli.
“Diamine! E meno male che era l’altra me ad avere problemi di look”.
«Vorrei sembrare carina ma non ho nulla da mettermi»
Mia madre si schiarì la voce. «Credo di avere ciò che fa al caso tuo».
Uscì dalla stanza per tornare poco dopo con un vestito rosa cipria. Aveva il colletto e i bottoni da camicia, si stringeva alla vita e scendeva poi morbido fin sopra al ginocchio. «Dici che è la tua misura? Volevo farti un regalo per sollevarti il morale. Ecco perché sono venuta a svegliarti ieri mattina».
Rimasi senza parole e allora la abbracciai. «È bellissimo mamma, grazie».
Lo indossai e cercai poi le scarpe col tacco e la borsa a tracolla beige che avevo messo per il compleanno di Jade.
Sistemai i capelli e scesi di sotto dove i miei genitori mi aspettavano. «Tesoro, sei bellissima» si complimentò mio padre.
«Sembra quasi che avessi il presentimento quando ho comprato questo vestito» scherzò mia madre soddisfatta dal suo acquisto per me.
«Andiamo dai, prima che la gelosia mi faccia cambiare idea».
Risi. «Gelosia, papà?»
«Hey, sei pur sempre la mia piccolina!».
Salimmo tutti in macchina e mio padre cominciò a guidare.
Guardavo fuori dal finestrino mentre mi torturavo le mani per l’agitazione. “E se non fosse lui? E se fosse solo uno scherzo di cattivo gusto?” pensai.
In quel momento, non furono gli unici pensieri che mi passarono per la testa. Nella mia mente c’era un susseguirsi di se che mi torturavano.
D’un tratto ricordai le parole di Liam: “Allyson, oggi non è il quindici Agosto, è il venti”.
Capii il perché di quella data e fui sempre più sicura fosse Niall.
Chiusi gli occhi per quello che mi sembrò un momento e mi addormentai.

«Te l’avevo detto che sarei venuto»
«Hey, ancora non è certo»
«Chi può mai essere NJH se non io?»
«Forse un ammiratore segreto» sorrisi.
«Si deve solo permettere di avvicinarsi a te e poi se la dovrà vedere con me» disse stringendo i pugni.
Sorrisi. «Geloso?»
«Si, perché tu sei mia»
«E tu sei mio».


In un istante il sogno cambiò, ma stavolta non sognai Niall, bensì Harry.
Eravamo al concerto di Ed Sheeran e stavano cantando una canzone insieme. Ed mi salutò con una mano e io ricambiai mentre canticchiavo una sua canzone.

I don’t know when I lost my mind. Maybe when I made you mine, whoa.
I don’t know when I lost my mind. Maybe it was every time that you said, you said, you said… That I miss you, more than I let on. I kissed you, far too long. I’ll let go, as soon as you do. See I know, we’re not through

Aprii gli occhi piano perché mi dava fastidio la luce del sole. "Che strano sogno" pensai. I sogni su Niall delle scorse volte erano stati davvero strani, ma quello li superava perché io non conoscevo le canzoni di Ed. "Chissà se anche lui esiste davvero".
Guardai lo scenario fuori dall'auto che era finalmente cambiato. Dopo ore interminabili in cui i miei genitori avevano parlato quasi fossero logorroici, mentre io ero rimasta in silenzio a martirizzare le mie unghie per il nervosismo e a dormire, eravamo a Londra.
Quando arrivai alla Cattedrale, mi guardai intorno. "Non c'è".
Sentii gli occhi pungermi e un senso d'ansia mi assalì.
Restai ad aspettarlo per quasi un'ora. Ero sul punto di arrendermi e andarmene, quando sentii delle note provenire da una chitarra.
Mi fermai all'istante e mi voltai in direzione di quella musica. Era lì, in tutto il suo splendore. Aveva i capelli un pò più lunghi e tirati all'insù, la pelle più scura ed era un pò più alto ma i suoi occhi non erano cambiati. Conservavano quella luce unica che li faceva brillare. Lo guardai immobile, incapace di fare qualsiasi movimento mentre suonava degli accordi, poi iniziò a cantare.

"I'm under pressure, seven billion people in the world trying to fit in.
Keep it together, smile on your face even though your heart is frowning. 
But hey now, don't know girl, we both know what to do.
But I will take my chances.
As long as you love me, we could be starving, we could be homeless, we could be broke.
As long as you love me, I'll be your platinum, I'll be your silver, I'll be your gold.
As long as you lo-lo-lo-lo-lo-lo-love me. As long as you lo-lo-lo-lo-lo-lo-love me.
I'll be your soldier, fighting every second of the day for the change girl.
I'll be your Hova, you can be my Destiny's Child on a stinger.
So don't stress, don't cry, oh we don't need no wings to fly.
Just take my hand.
As long as you love me, we could be starving, we could be homeless, we could be broke.
As long as you love me, I'll be your platinum, I'll be your silver, I'll be your gold.
As long as you lo-lo-lo-lo-lo-lo-love me. As long as you lo-lo-lo-lo-lo-lo-love me"


Fermò le corde con una mano e posò la chitarra per terra. Corsi verso di lui e lo strinsi forte tra le mie braccia piangendo mentre lui mi sollevava e mi faceva girare. «Sei stupenda con questo vestito, ma ancora di più perché l'hai indossato per me» mi sussurrò in un orecchio.
«Mi sei mancato da morire, amore mio. Ogni giorno aspettavo che ti facessi vivo e, nel frattempo, combattevo contro tutti perché sapevo che tu c'eri e che dovevo solo aspettare. Alcuni mi hanno allontanata, altri sono rimasti pur credendo che fossi pazza, ma io non ho fatto altro che aspettarti e sperare che tu arrivassi»
«Ora ci sono io e non devi pensarci più. Non ho mai smesso di pensarti in queste settimane e ti prometto che  non lascerò mai più che qualcuno ci separi».
Sorrisi. «Ti amo, Niall»
«Anch'io e puoi credermi se ti dico che sarà per sempre».
Mi strinse a se e mi baciò dolcemente. Le lacrime bagnavano il mio viso, ma stavolta erano di felicità.
Ci avevo creduto fino in fondo, come pochi sanno fare, come si fa con i sogni, o meglio con Dio, e lui era arrivato rendendomi la persona più felice dell'universo.
Forse non sarebbe durata davvero per sempre, ma lui aveva toccato punti della mia anima dove nessuno era mai arrivato e l'aveva resa migliore. Lui mi rendeva migliore.

Writer's corner
E siamo arrivati alla fine! 
Non so che dire, mi mancherà questa fanfiction. Mi ci ero affezionata!
È stato bello finché è durato! :')
Vi lascio carissime lettrici :')
Alla prossima fan fiction (sperando che voi ci siate) ♥
Vi voglio bene ♥

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