TomorrowLand Now

di MadgeKZo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** G1 e B5 ***
Capitolo 2: *** Tra la folla ***



Capitolo 1
*** G1 e B5 ***


IL PRIMO CAPITOLO NON E' IL MASSIMO, LEGGETE ALMENO ANCHE IL SECONDO PRIMA DI GIUDICARE. GRAZIE. In una Clinica 12 adolescenti si ritrovano a fare da cavie per una cura che risolverebbe i loro problemi (anoressia, bulimia, autolesionismo, depressione..). La cura prevede che per 12 ore al giorno i pazienti dormano grazie ad un siero che li catapulterà in un mondo che rispecchierà il loro futuro se riusciranno ad uscire dai loro problemi. Ma non tutto nei loro sogni è semplice quanto sembra.
personaggi capitolo 1
G1 : Elizabeth ( Lizzy)  anoressica grave. 
B5: Dylan. anoressico, bulimico. Ha un fratello gemello.

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Sento la sveglia suonare. 6.30. Oggi tocca a me. Mi sveglio, riprendo conoscenza. Sento l’aria venire dalla finestra. Il sogno sta svanendo e io inizio a sentire la durezza del letto. Aspetto qualche minuto quindi decido di alzarmi. Sento il freddo del pavimento sotto i piedi. Siamo a settembre e la mattina fa già piuttosto presto. Mi avvio verso la porta. Accedo il PC. 12 settembre, programma: 6.30 – 6.45 doccia; 6.45 – 7.15 svago; 7.20 colazione. Prendo le salviette e i vestiti ed esco. La scritta G1 in oro scintilla sulla porta. In questo Centro sono solo un numero; G1, Girl 1, ormai è così che mi chiamano tutti qui dentro. Scommetto che non si ricordano neanche il mio nome. Meglio così. Sono una delle tante e mi piace esserlo. Non voglio stare al centro dell’attenzione.
Sono la prima, il corridoio è deserto. L’acqua è calda. Mi rivesto. La maglia azzurra estremamente attillata mi mette in evidenza le costole e il girovita stretto. Finisco di vestirmi, mi metto una delle tante felpe larghe che mi arrivano quasi alle ginocchia che coprono perfettamente la mia magrezza. Esco dal bagno, G2 è fuori ad spettare. Per strada incontro qualche infermiera a alcuni assistenti. Ritorno in camera e consulto il programma. Fino alle 8.30 abbiamo tempo per la colazione. Oggi niente scuola. Alle 9.00 c’è la selezione. L’hanno spiegato  in classe sabato: per tre giorni verranno scelti una ragazza e un ragazzo al giorno (sei in tutto), che verranno trasferiti nella parte nuova del centro con altri sei ragazzi provenienti da un’ altra clinica. Non hanno spiegato il motivo e sinceramente non mi interessa. Sarà per qualche esperimento, magari ci squartano per vedere fino a dove siamo anoressici o fino a che punto abbiamo spinto la lametta o la siringa. Fino a dove ci siamo rovinati per sfuggire alla depressione, alla solitudine o alle prese in giro. Perché è questo quello che siamo, ragazzi problematici, malati di mente e depressi. E siamo tutti qui. In uno stupido Centro dove le infermiere ti snobbano e non ti seguono, le staggiste ti guardano dall’alto in basso e non sanno come comportarsi.
Decido di spegnere il computer e mi siedo sul letto ad ascoltare musica.
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Suona la sveglia inutilmente sono le 7.15 ma è già un’ora che sono sveglio a vagare per i 20 mq della mia stanza. Sono in ansia per la selezione. È il mio turno. Prendo il ricambio e tutto l’occorrente e mi avvio verso il bagno. Per strada trovo B4 che mi urla, gentile come sempre:-“B5, muovi quel culo che sei in ritardo”. Annuisco distrattamente. I preparativi per la selezione attirano la mia attenzione. La doccia è fredda, come sempre. Esco il prima possibile. Ho i muscoli congelati. Mi lavo i denti, ho ancora il sapore del vomito di ieri sera, a colazione però devo mangiare. Nel vestirmi mi accorgo che mio fratello ha di nuovo scambiato i miei pantaloni con i suoi. Non cambierà mai.

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Capitolo 2
*** Tra la folla ***


personaggi capitolo 2
G1: Elizabeth.
G3: Denisa. Depressa con problemi famigliari
B5: Dylan. Bulimico anoressico. Gemello di B6
B6: Charlie. Anoressico, autolesionista.
 
 
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8.55. Iniziamo a radunarci in massa verso il giardino interno. Mi guardo intorno. Vedo la cresta verde di mio fratello tra la folla. Ok, lui c’è. Faccio per avvicinarmi quando qualcosa mi tira per la gonna. E’ G1. Le metto le mani sulle spalle e le faccio strada verso il giardino.
Conosco G1 da quasi tre anni ormai, siamo molto legate. Non dimenticherò mai il giorno che arrivai qui. Era appena passato natale quando mi portarono al Centro. Avevo una famiglia molto unita, ma i miei divorziarono quando avevo 12 anni. Mia madre andò a vivere da un vecchio amico di famiglia. Alexander. Quel nome mi fa ancora venire i brividi. Quell’uomo che da quando io avevo 8 anni si è servito del mio corpo ora è il compagno di mia madre. Essere entrata nel Centro è stata una specie di via d’uscita. Ero una bambina chiusa e lo sono ancora, non ho mai detto a nessuno quello che Alexander mi faceva. Mi chiudevo in camera e piangevo tutte le sere. Ho ancora gli incubi di notte ripensando a quei momenti. Il primo pranzo al centro fu una catastrofe. Mi trovai su un tavolo lungo; di fronte avevo una bambina piccola, simile ad una bambolina, dai capelli lunghi, biondi. Era seduta con le mani sotto al tavolo e lo sguardo fisso sul suo misero pranzo. Rimase più di mezzora a guardare il cibo senza dire una parola. Suonata la campanella che annunciava la fine del pranzo, lei si alzò. Era alta sul metro e cinquanta, le gambe magrissime. Probabilmente anoressica, portava una felpa almeno di due taglie più grande come per nascondere quel corpo fragile che lei stessa si era importa di avere.  Iniziò ad incamminarsi per tornare alla sua camera quando un infermiera le fece notare che non aveva toccato cibo e cercò di convincerla a ingerire almeno metà dei 100 grammi della bistecca di pollo che aveva sul piatto. Lei rifiutò più volte. E successe il casino. G1 che per tutto il tempo era rimasta ferma, immobile, scoppiò. Si mise a urlare isterica, come impazzita. Le infermiere arrivarono a fermarla ma lei urlava e scalciava ovunque. Era straziante. Poi un infermiera protestò:-“ Devi mangiare o non uscirai mai da qui!!”. Per un attimo tutto si fermò, lei si fermò. Guardava fisso verso il piatto con gli occhi sbarrati, come se si fosse appena accorta di quello che stava facendo. Le scesero le lacrime, lente e silenziose. La bocca si contorse, prima in una smorfia di dolore poi in un sorriso sforzato:-“ Non posso, io.. non posso” disse piano. E impazzì di nuovo, questa volta una pazzia contenuta come se si stesse punendo da sola; aveva le mani nei capelli e gli occhi ancora sbarrati e pieni di lacrime:-“ Non.. posso. Non posso, no, no, no, io.. non posso mangiare. Voi.. voi non capite un cazzo in questo posto. Poi tutto finì, così come era iniziato. Cadde sulle ginocchia piangendo e due infermiere la portarono via.  Il giorno dopo si scusò con me, si sentiva in colpa per avermi scioccata e non le dispiaceva molto che il mio primo pranzo alla clinica fosse finito in quel modo. Da quel giorno iniziammo a frequentarci. 
Una voce mi svegliò dai miei pensieri:-“ G1, G3 pronte per la selezione?!”. Erano B5 e B6, i gemelli che, come sempre, parlavano in coro. B5 si avvicinò:-“Ehi  G1, hai paura piccola cucciola”. Tanto per cambiare la stava prendendo in giro:-“ Taci B5”. Ribatté lei. Loro risero rumorosamente:-“ Tenera come sempre, ma a parte gli scherzi noi siamo un po’ in ansia.. secondo voi cosa ci faranno dall’altra parte?!”. Non avevano torto, i dati che ci hanno fornito sono molto vaghi. La fantasia di una persona si spinge molto lontano : c’è chi pensa che vogliano offrirci come sacrificio in un rito satanico o darci qualche pass per uscire dal Centro oppure, come la pensano i gemelli, vogliono trasferirci per farci avere una “vita migliore”. G1 mi tira per la gonna e mi fa notare che la folla si sta dividendo. Salutiamo i gemelli e prendiamo posizione. G1 da la sua opinione su cosa potrebbe succedere ai selezionati, io sinceramente preferisco non pensare.

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