Nowhere But Up

di Loveciasten
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Melanie ***
Capitolo 2: *** Avevo smesso. ***



Capitolo 1
*** Melanie ***


POV MELANIE-

*Driiin*

è suonata la prima ora,sono stufa di questo liceo, per fortuna che questo è l'ultimo anno. Entro in classe e mi siedo, in fondo, all'ultimo banco da sola per evitare di essere presa in giro, eh si, i miei 'amici' mi prendono continuamente in giro, loro mi hanno fatto odiare questo liceo. Come? Perché sono brutta, timida ed introversa, la tipica ragazza da prendere sotto tiro per fare delle battute stupide, non è una bella sensazione e la cosa peggiore e che tutto questo non lo sopporto solo a scuola, comunque io sono Melanie, ho quasi diciotto anni, vivo a Grover Beach in California e frequento l'ultimo anno del liceo, sono anche la 'sfigatella' della scuola. Ma non voglio parlare di me, non è importante anzi! Comunque non capisco perché la prof. non è ancora entrata, storia dovrebbe essere già iniziata da venti minuti. All'improvviso gli altoparlanti si accendono con un fastidioso rumore, si sente la voce roca del preside che dice: "Ragazzi, gli insegnanti stanno discutendo dell'entrata di un nuovo alunno nella scuola e non vi potranno fare lezione, se non avete attività extra-scolastiche potete tornare a casa. Grazie."

La classe si svuota in meno di due minuti, io rimango, voglio tornare il più tardi possibile a casa ma passa il bidello dicendo che deve chiudere l'aula allora esco, passo davanti alla sala riunioni e vedo tutti gli insegnanti parlare, non avevano mai annullato un giorno di scuola per discutere di un nuovo alunno. Prendo la strada più lunga per tornare a casa, passo davanti ad un gruppo di ragazzi di classe mia che ovviamente non perdono l'occasione di deridermi… Appena arrivata a casa vedo mia madre e mio padre che litigano come sempre d'altronde, mia madre mi guarda, sa che soffro ogni volta che li vedo litigare e cerca di calmare le acque ma mio padre non vuole, è lui la causa di tutto, la inizia a menare senza un valido motivo, cerco di fermarlo ma mi scaraventa giù per le scale, per un po' non vedo niente, credo di aver battuto la testa, sento mia madre urlare e corrermi incontro mentre mio padre esce di casa sbattendo la porta. L'unica cosa che riesco a vedere è mia madre, sta piangendo continua a dirmi che andrà tutto bene ma non so di cosa stia parlando, riesco a mormorare qualche parola prima di svenire.


POV MADRE-

"Che vuol dire? Melanie?! Che cosa hai detto?! Melanie andrà tutto bene tranquilla! Dimmi qualcosa ti prego!" Riesco a ripetere solo questo non riesco a capacitarmi del fatto che potrebbe essere morta, no ma che dico! Lei non è morta la mia piccola non è morta! Devo chiamare l'ambulanza subito!

*Giorno dopo*


POV MELANIE-

Mi sono appena svegliata, non so dove mi trovo, credo sia un ospedale, io odio gli ospedali! Vedo mia madre seduta vicino al mio letto, quando vede che le allungo la mano cercando di abbracciarla, fa un sospiro di sollievo, deve essermi accaduto qualcosa, solo che sono debole, non mi ricordo niente, non so perché lei è piena di lividi. Riesco solo a dirle "Ti voglio bene" prima di svenire.


POV MADRE- 

"Anche io piccola mia", riesco a dirle solo questo, è svenuta di nuovo, chiamo il dottore che arriva dicendomi: "Stia tranquilla signora, è una cosa normale, cadendo ha sbattuto la testa ad un gradino il quale le ha quasi causato un emorragia, è una ragazza fortunata, sarebbe potuta morire." 

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ANGOLO SCRITTRICE

Allora, mi presento(?) sono Carlotta ed ho tredici anni, questa fanfiction parla di Melanie, una ragazza di quasi diciotto anni che è vittima di bullismo a scuola e vittima di violenza a casa. Nella sua scuola arriverà un nuovo ragazzo, Justin Bieber, ovviamente non vi posso ancora anticipare niente di come andrà a finire la storia e di cosa accadrà tra loro due, ma vi dico una cosa: non finirà come ve l'aspettereste.

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Capitolo 2
*** Avevo smesso. ***


POV MELANIE-


Mi sono svegliata, di nuovo, non so cosa mi sia successo, so di stare in un ospedale ma non so il perché, vedo mia madre ma non me ne sorprendo, sapevo che stava la. Le chiedo "Cosa mi è successo?" e mi risponde dicendo "Come non ti ricordi niente? Quando ieri sei tornata da scuola stavi salendo le scale per andare in camera tua ma erano bagnate, tu eri scivolata ed hai battuto la testa ad un gradino, ma ora ti senti meglio?" So che sta mentendo glielo si legge in faccia ma preferisco non chiederle altro e le rispondo dicendo "Si, sto bene." Quante volte ho detto quella frase, sembra essere la battuta di un copione. Entra il medico, mi controlla la pressione e dice: "Tu devi essere Melanie, giusto?" Annuisco. "Io sono il Dottor. Curran, vedo che ti sei abbastanza ripresa, la tua pressione ed il tuo battito si sono ristabilizzati, se te la senti puoi anche tornare a casa noi non abbiamo nient'altro da controllare." Io odio gli ospedali, meno tempo ci passo meglio sto, quindi decido di tornare a casa. Mia madre mi aiuta ad alzarmi e mi accompagna nella sala dove posso rimettermi i miei vestiti. Mi vesto ed usciamo, entriamo in macchina e prendiamo la Grove Boulevard per tornare a casa, è la strada più corta. In macchina mia madre non mi parla e io non voglio iniziare una conversazione dato che non mi ricordo niente delle ultime ventiquattro ore. Siamo arrivati a casa, mia madre continua a non parlarmi, credo sia arrabbiata ma non ne capisco il motivo. Mia madre va in cucina a prepare la cena ed io salgo le scale per andare in camera mia, "Le scale sono asciutte questa volta?" Cerco di dire con un tono d'ironia, mi risponde "Si." con una freddezza che non era da lei, vorrei capire che ha ma non voglio peggiorare le cose. Vado in camera mia, accendo l'iPod e metto la mia canzone preferita "Autumn Leaves" di Ed Sheeran, quella canzone mi rilassa e mi fa sentire protetta, accendo il computer e vado su Facebook, mi sono arrivati un po' di messaggi, dai miei compagni di classe, saranno insulti come sempre tanto. Apro i messaggi e vedo il primo, da Derek, un ragazzo di diciannove anni, bocciato e che deve ripetere l'anno. Il messaggio dice "Allora Melanie, sei morta? No? Quando la vuoi fare finita?" Ecco, mi sembrava strano che si stavano preoccupando, non gli rispondo e passo avanti, Isabelle la 'troia' della scuola e della città "Ehy sfigatella, ho sentito che se andata in ospedale, tutto bene? Spero di no." Non sopporto più questa vita, chiudo il computer e vado in bagno, cazzo, avevo smesso di tagliarmi l'avevo promesso a me stessa ma non ce la faccio, devo. Prendo la lametta, l'avrei dovuta buttare ma non ce la faccio la mia vita è impossibile da vivere è quella lametta è l'unica cosa che mi può aiutare. Ho letto che ne dovrei parlare con qualcuno, ma con chi? Con i miei amici? Non ne ho. Con i miei compagni di classe? Non gli fregherebbe. Con la mia famiglia? Non ne ho una. Con mia madre? Non la voglio far preoccupare. Con mio padre? Gli farei una favore morendo. Non ci voglio pensare più di tanto prendo la lametta e mi taglio. Era da tanto che non mi tagliavo ed era una strana sensazione, vedere il sangue che esce dalla ferita, sentire il bruciore, fa male, però mi sento meglio. Passa un po', il sangue continua a scorrere, mi lavo il polso e me lo fascio, torno in camera, riaccendo il computer e rientro su facebook ma questa volta non per leggere i messaggi ma per cancellare il mio account, almeno non mi potranno scrivere niente. Sono già le nove, mia madre mi chiama per la cena, scendo, non mi guarda nemmeno mi da solo il piatto con il pollo, mi faccio coraggio e le chiedo "Mamma, che hai? In macchina oggi non mi hai rivolto la parola e ora non mi guardi nemmeno, sei arrabbiata con me?" Lei mi guarda, si siede e mi risponde "No, non sono arrabbiata con te, sono arrabbiata con me, non ti ho aiutato, ho rischiato di perderti, ho rischiato di veder mia figlia morire." Non capisco perché, il dottore ha detto che stavo bene, mia madre inizia a piangere ed io non so che fare, è come se tutto questo fosse colpa mia. Mangio, faccio una camomilla a mia madre per calmarla e vado in camera mia a dormire.

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