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Queste erano le parole che usavano gli studenti della East High School per descrivere Sharpay Evans, di circa
diciassette anni e presidentessa del Drama Club.
Era arrivata solo all’inizio dell’anno, ma a Dicembre era
già diventata una star nella scuola: la Regina di Ghiaccio. Affiancata dal
fratello si era distinta dalla massa comune di studenti. In molti si chiedevano
come mai fosse arrivata solo all’ultimo anno di liceo in quella scuola, ma la
domanda trovò subito una risposta. Aveva frequentato un college
a Los Angeles, ma aveva deciso di tornare a casa, ad Albuquerque in New Mexico.
Ma a questo punto sorgeva una seconda
domanda: come mai non avevano mai sentito parlare di lei?
Già. Perché nessuno sapeva che Ryan
Evans avesse una sorella gemella. Ma niente
paura, anche quella domanda aveva trovato subito una risposta. Semplicemente
non c’era mai stata occasione di dirlo. E così il
marasma di domande si era bloccato, lasciando a Sharpay la possibilità di stare
in pace.
Peccato che erano tutte bugie.
Lei non era la gemella di Ryan Evans. Non era nemmeno sua
sorella. Lei non era figlia di Andrew Evans e Natalie
Portmand. La sua città natale non era Albuquerque. Lei non era una Evans. E non si chiamava nemmeno Sharpay.
Rachel Brenew.
Il suo vero nome. La sua vera vita.
Distrutta dalla sua assistenza ad
una rapina avvenuta in una banca dati informatica. Soltanto lei conosceva il viso di
quelle tre persone che avevano cercato di rubare un importante software. E ora la cercavano, sperando di avere il software che lei
stessa era riuscita a salvare.
Ora era sotto protezione dell’FBI.
Avevano deciso di donarle una nuova vita, lontana da Los Angeles. Un nuovo
nome, una nuova città, una nuova famiglia.
Sharpay (o Rachel) rigirò tra le mani il braccialetto
d’argento che le aveva regalato la vera madre. Si era
dovuta allontanare da lei, da suo padre e da sua
sorella. Doveva solo sperare che tutto andasse a posto. E
che lei potesse tornare a casa.
Ryan la squadrò con la coda dell’occhio,
-Tutto bene?- le domandò accigliato.
Sharpay si riscosse dal suo stato di divagazione nei
ricordi, -Sì, Ryan. Tutto a posto.-
-Sicura, Rachel?-
La bionda lo guardò un attimo, -Devi
chiamarmi Sharpay.- gli ricordò alzandosi dalla poltrona nera del salotto
lussuoso. Già. Perché gli Evans erano anche molto ricchi.
-Scusa, non riesco ancora a capacitarmi che sono il
finto-gemello di una testimone.- si scusò Ryan alzandosi a sua volta dal
divano, -Non ti preoccupare, tornerai presto dalla tua vera famiglia.-
Il biondo l’abbracciò da dietro, -Per me sei come una
sorella, Rachel. Quindi se hai bisogno di conforto o anche solo di ridere vieni
da me, ok?-
Lei sorrise, -Grazie. Ti voglio bene.- ed era vero.
Ryan era forse l’unica persona con cui si trovava davvero
bene. L’affetto fraterno che li legava era nato quasi per caso, quindi non era
troppo difficile fare finta di essere fratello e
sorella davanti agli altri.
-Anche io ti voglio bene.- guardò
l’orologio appeso al muro, -Ora devo andare. Gabriella mi aspetta al cinema.-
sciolse l’abbraccio e afferrò il cappotto, -Vuoi venire?-
Sharpay scosse la testa, -No, ti lascio libero con la tua
ragazza.- sorrise furbetta, -E poi ho appuntamento con Taylor e Kelsi al centro
commerciale.-
-Ok, divertiti.- le baciò una guancia e schizzò fuori dalla villa.
Sharpay sospirò. Il suo sguardo cadette
distrattamente sul giornale. Lo prese in mano e sfogliò le pagine, fino ad
arrivare all’unico articolo che le interessava, -Rachel Brenew è l’unica testimone della rapina
in banca a Los Angeles. Le autorità non rilevano la sua collocazione
e sostengono di non sapere dove sia il noto software informatico che potrebbe
portare alla distruzione della Nazione. Il software è infatti
usato dal Governo, le caratteristiche principali sono segrete. A questo punto
tutti noi ci chiediamo quando verranno catturati i
responsabili e dove sia Rachel, scomparsa dalla città dal 7 Settembre.-
lesse ad alta voce, -Cretini…- borbottò a denti stretti chiudendo il giornale.
Per fortuna le sue foto non erano state pubblicate. Chissà
come avrebbero reagito i suoi amici, vedendola con capelli castani, occhi verdi
e un nome diverso da quello che possedeva.
No. Nessuno doveva sapere di lei oltre ai signori Evans e
a Ryan. Nessuno.
************
Questa fanfiction è dedicata a due persone:
-La mia cara sorellina Herm90: l’idea me l’avevi data
proprio te, ricordi? Quando mi hai detto che dovevo
lavorare nell’FBI per tutti i piani di HSM XD
-E _PinkGirl_: perché le avevo
promesso una Tropay.
E poi abbiamo fatto un patto. Lei sa di cosa parlo! ^^
Sei la prima che ha letto questo capitolo e mi hai anche suggerito il titolo. Ho
fatto anche la rima XD
Sharpay fece ruotare distrattamente la penna rosa tra le
dita della mano destra. Lo sguardo vagava fuori dalla
finestra dell’aula di Teatro. Il silenzio regnava nell’aula, interrotto
soltanto dalle penne che scrivevano frenetiche. Sul banco una cartelletta di
dieci fogli, dove avrebbe dovuto scrivere il tema su Shakespeare.
-Signorina Evans, cosa attira la sua attenzione?-
La ragazza alzò lo sguardo, -Scusi,
professoressa Darbus. Stavo solo pensando a cosa scrivere.- mentì aprendo la
cartelletta e scrivendo il proprio nome e cognome,
seguito dalla classe (4 B) e la data.
Le parole che uscirono dall’inchiostro della penna le vennero spontanee. In quei pochi minuti si era
ricordata tutto il tema che aveva fatto nella precedente scuola, sempre sullo
stesso argomento. E aveva preso anche un bel voto.
-Psst…-
Sharpay si voltò lentamente, attenta a non farsi vedere
dalla professoressa che era intenta a leggere un voluminoso libro
sull’evoluzione del teatro nei secoli. Prese il biglietto che le passava il
compagno di classe seduto dietro di lei. Lo aprì con circospezione, inarcando
le sopraciglia.
Quando è nato Shakespeare?
Sharpay scribacchiò divertita la risposta, passando poi il
biglietto al ragazzo seduto dietro di lei, che lo aprì con cura.
Nel 1564. Non hai
studiato?
Il ragazzo scrisse qualcosa, per poi passare di nuovo il
biglietto alla ragazza.
No, avevo gli
allenamenti ieri pomeriggio.
Tutti i giorni hai
gli allenamenti.
Oh, avanti. Sai come
sono fatto.
Sì, purtroppo lo so.
Spiritosa.
Grazie. =)
L’ora passò velocemente. La campanella suonò e Sharpay si
voltò sorridendo divertita.
-Sempre il solito, Chad?-
-Ovvio.- rispose il ragazzo andando a consegnare il suo
compito, -Ah, grazie per l’aiuto.- disse quando tornò
al proprio posto a prendere la sua roba.
-Di niente, mi ci sto abituando.- sorrise Sharpay
caricandosi la borsa in spalla, -Vieni oggi?-
-Non lo so. Il coach Bolton dice
che dobbiamo arrivare preparati alla finale.-
-Ma se è fra due mesi.-
-Eh, che ci vuoi fare.- scrollò
le spalle appoggiandosi ad un armadietto.
Sharpay aprì il suo armadietto rosa,
-Non è giusto. Avevi promesso che saresti venuto.-
-Sarà per la prossima volta,
tesoro.- Chad si chinò e le baciò una guancia, -Ci vediamo domani.- disse caricandosi lo zaino sulla spalla
e avviandosi verso la palestra.
-Ehi, dove andava Chad?-
-Basket.-
Kelsi aprì il proprio armadietto, -Il solito.- disse
riponendo i libri all’interno, -Tieni. Ho la canzone finita.- le porse un foglio con delle note.
-Grazie, Kelsi.- ringraziò Sharpay studiando la canzone un
attimo, -Sai dov’è Ryan?-
-L’ho visto andare con Gabriella in teatro.-
-Andiamo anche noi?-
Kelsi annuì. Le due chiusero nello stesso momento
l’armadietto, per poi dirigersi verso il teatro della East
High School. Salirono sul palco. Kelsi si diresse verso il gruppo dei musicisti
del Drama Club, mentre Sharpay raggiungeva Ryan e
Gabriella.
-Pronti per l’audizione.-
Gabriella sorrise, -Non sarò mai pronta per un’audizione
della Darbus.-
Sharpay rise, -E’ vero, mette un po’ di paura.-
-Solo un po’.- concordò Ryan cingendo la vita di Gabriella
con un braccio.
-Sharpay, hai visto Chad?-
La bionda si voltò, -Mi dispiace,
Taylor. Ha gli allenamenti.-
Taylor abbassò lo sguardo, -Aveva promesso di venire.-
-Glielo ho detto anche io.- Sharpay le posò una mano sulla
spalla, -Ehi, non fare quella faccia.-
-Se faccio questa audizione è
solo perché lui mi ha sentita cantare. Possibile che deve
sempre rovinare tutto?- si arrabbiò Taylor.
-Tay, stai tranquilla.- cercò di consolarla Gabriella,
-Sono sicura che anche Chad è dispiaciuto.-
-Figurati, a quello non gliene importa niente di me.-
Taylor guardò i tre, -Io non la faccio questa audizione.-
disse girando le spalle e scendendo dal palco.
-Taylor, non fare così.- cercò di convincerla Ryan.
Taylor non gli diede ascolto ed uscì dal teatro.
-Giuro che non riesco a capirlo Chad.- disse Gabriella
rammaricata dal fatto che l’amica non avrebbe cantato, -Sa quanto questa cosa
era importante per Taylor.-
-Già. Sarà anche il mio migliore amico, ma a volte non
riesco proprio a capirlo.- concordò Sharpay, -Vado a cercare Taylor.- disse scendendo dal palco.
Si ritrovò in corridoio e cominciò a cercare Taylor nelle
varie aule. Non riusciva a capire perché Chad si comportasse in quel modo. Era
noto a tutto il mondo che lui e Taylor si piacevano, ma ovviamente c’era
l’orgoglio di mezzo. Un giocatore di basket e una secchiona.
Solo il pensiero faceva ridere. Eppure era successo.
Si erano innamorati. E Chad doveva ancora capire che cosa volesse
dire mettere l’amore sopra a tutto. Anche ai
pregiudizi.
Sharpay stava ancora ragionando su tutto ciò, quando
girando l’angolo si scontrò con qualcuno.
-Oh, scusa.- disse alzando lo sguardo, -Troy…- disse con un filo di voce.
Troy sorrise, -Ehi, tutto bene? Dove
stavi correndo?- le domandò gentilmente.
Lei ricambiò il sorriso, anche se un po’ più rabbuiato, -A
cercare Taylor. Non vuole più fare l’audizione.-
-Ma è bravissima. Perché non vuole più…?- la sua domanda si fermò quando gli venne
rivolta un’occhiata significativa, -Chad.- si rispose da solo, -E’ agli
allenamenti, vero?-
-Già. Come mai non sei in palestra anche tu?- si accigliò.
-Ci stavo andando.- mostrò il suo borsone da basket, -Ma
mi sono scontrato con te. Tranquilla, ci penso io a dare una strigliata a quel
cappellone.-
-Ehi, con calma.- scherzò Sharpay, -E’ il tuo migliore
amico.-
-Anche il tuo.-
-Già, ma io non ho intenzione di strozzarlo. Ma di farlo soffrire atrocemente.-
Troy appoggiò una mano sul muro, -Mi piace
quando sei così diabolica.- le disse guardandola intensamente negli
occhi.
Sharpay si ritrovò ad abbassare lo
sguardo, -Ehm… devo cercare… Taylor…- balbettò.
-Ti imbarazzo?- le alzò il viso
con una mano.
-Non dire sciocchezze, Bolton!- esclamò indispettita
superandolo.
-A domani, Sharpay.-
-A domani, Troy.- alzò una mano in segno di saluto senza
voltarsi.
Si ritrovò a sorridere, mentre un leggero rossore inusuale le imporporava le guance.
Quello era il suo gruppo.
************
Nuovo capitolo!! Lo posto ora
perché oggi è il mio compleanno!! ^^ Evviva!!!! ^^
E siccome ho dieci minuti giusti, giusti devo purtroppo declinare i ringraziamenti al prossimo capitolo. Ma lo
sapete che vi voglio bene, vero?? ^^
“Mamma, sto benissimo!” rise Sharpay giocando con il filo
del telefono.
“Sei sicura, tesoro? Va veramente tutto bene?”
“Se non fosse così a quest’ora
sarei lì da te, lo sai.” qualcuno bussò alla porta
della sua camera, “Scusa, mamy. Ora devo andare.” disse
non appena Ryan entrò e sillabò il nome Chad.
“Ti voglio bene, piccola. Ricordalo sempre!”
“Anche io ti voglio bene, mamma.
Saluta gli altri. Baci” salutò riattaccando il telefono.
-Come sta tua madre?- le domandò
Ryan appoggiandosi allo stipite della porta.
Sharpay si infilò le ballerine
bianche, -Bene. Anche se dice che gli manco
terribilmente.- afferrò la borsetta bianca brillantinata, -Come sto?-
Ryan sollevò un sopraciglio. Indossava una minigonna
scozzese bianca e rosa, con una cintura doppia bianca. La parte superiore era
invece una maglia a collo alto bianca. I capelli biondi
modellati in dolci boccoli, raccolti sulla parte destra da una molletta a fiore
rosa.
-Sei stupenda, Rachel.- sorrise ammirandola.
Lei sorrise a sua volta, -Sharpay. Mi chiamo Sharpay.-
Ryan sollevò gli occhi al cielo divertito, mentre i due
scendevano le scale. Sharpay sorrise a Chad, che teneva le braccia incrociate
al petto e un’aria totalmente assorta.
-Pronto?- gli chiese dandogli un
bacio sulla guancia.
Chad si riscosse, -Sei favolosa come al
solito, Sharpay.- divenne ad un tratto serio, -E comunque no. Non sono pronto.-
-Oh, eddai.- gli strattonò una manica del giubbotto con
fare capriccioso, -Sono riuscita a convincere la
Darbus a rifar fare il provino a Taylor, ma tu devi essere lì in prima fila ad
applaudirla.
-Lo sai che odio il teatro.-
-Ma ami Taylor.-
Chad si bloccò, punto sul vivo, -E se qualcuno mi prende
in giro per il fatto che mi piace una secchiona?-
Sharpay inarcò un sopraciglio di scatto, per poi stringere
la mano destra in pugno. Sorrise diabolica e mollò un pugno sulla testa del suo
migliore amico.
-AHIA! Ma sei impazzita?- si
lamentò Chad portando le mani tra i capelli ricci.
-Ah, non fare la vittima! Con il cespuglio che ti ritrovi
al posto dei capelli non avrai sentito niente!- lo
ammonì dandogli un colpetto sulla spalla.
-Ma perché mi hai dato un pugno?-
-Perché sei un’idiota, ecco perché.-
rispose prontamente Sharpay, -Non mi piace che parli di Taylor in questo modo.
Lei non è una secchiona.
È Taylor. Hai capito o devo mollarti
un calcio nelle parti basse?-
Chad si difese prontamente la zona in questione con le
mani, -Ho afferrato il concetto.- asserì impaurito mentre
Ryan se la rideva.
-E’ inutile che ridi, Ryan. Ce n’è anche per te!- Sharpay
si voltò vero il fratello, -Gabriella
mi ha detto che sei arrivato con un ritardo di un’ora
e mezza al vostro appuntamento di ieri sera!-
-Oh oh.- deglutì piano facendo un
passo indietro.
-Puoi scappare quanto vuoi, ma ti ho ripetuto mille volte
che non bisogna mai far attendere le ragazze. Semmai è
il contrario!- lo rimproverò.
-Ma si può sapere come fai ad essere così esperta in campo
sentimentale?- le chiese Chad confuso, -Quante relazioni hai
avuto per avere tutta questa esperienza?-
Sharpay si bloccò, lo sguardo perso nel vuoto.
Lei, Rachel, a
Los Angeles teneva una rubrica nel giornale della scuola. Gli studenti le
mandavano lettere, chiedendo consigli sul piano dell’amore o dell’amicizia. Lei
una relazione? Mai avuta. Figurarsi. Non aveva nemmeno dato il suo primo bacio.
-Intuito.- borbottò riscuotendosi dai suoi pensieri che
l’avevano portato ancora una volta alla sua vita passata, -E ora andiamo!-
esclamò tornando quella di sempre.
I tre raggiunsero la loro scuola, prima di entrare nel
teatro. Chad venne trasportato di peso da Sharpay, che
quando voleva aveva una forza sorprendente. Si sedettero in prima fila, raggiungendo Gabriella che sorrise ricambiando un bacio di
Ryan.
Sharpay assestò una gomitata al biondo, -Oh… già… Scusa se
sono arrivato in ritardo ieri…- sussurrò all’indirizzo della mora, che scosse
la testa accennando un Non fa niente.
Taylor era sul palco, accanto al pianoforte dove sedeva
Kelsi. Stavano provando ancora una volta la canzone. Chad si guardò in giro. Il
teatro era per metà pieno, dato che dopo le prove in
molti avrebbero avuto dei corsi pomeridiani con la professoressa Darbus (per
fortuna o sfortuna che dir si voglia). Quando la
ragazza si voltò verso le poltrone incontrò lo sguardo di Chad e sorrise raggiante.
Sharpay sorrise soddisfatta, facendo l’occhiolino a Kelsi che
annuì soddisfatta quanto lei, -Pronta?- sussurrò a Taylor.
Taylor annuì velocemente, voltandosi poi
verso la professoressa, -Noi siamo pronte.- disse prendendo il microfono
in mano. Kelsi iniziò a pigiare i tasti, lasciandosi trasportare dalla musica
che lei stessa componeva.
E' nato
come un gioco
questo amore
tra di noi
non c'era una ragione
per avere tutto e poi…
se poi…voliamo dentro
noi…
sembrava
inafferrabile
come la
nebbia che sta qui…
a farci compagnia
su strade di periferia…
e tu…mi dai sempre di
più
lo sai…se amore è amore
dai…
Chad strinse una mano di Sharpay, ammirando la ragazza che
amava e che stava cantando sul palco.
-Grazie.-
La bionda si voltò verso di lui,
sorridendo, -Di niente.- sussurrò ammirando anche lei l’amica.
E adesso averti qui…
mi sembra quasi un
sogno sai..
e stringerti così tra
le mie braccia
e poi guardarti in
faccia
mentre dici
si…(mentre dici si)
E adesso averti qui…
ormai senza
nasconderci…
baciarti tra la
gente
che ci guarda
indifferente…
come non ha
fatto mai…
-Sei stata fantastica!-
Erano usciti dal teatro. I provini erano finiti e la
signora Darbus era stata molto contenta di offrire una delle parti principali a
Taylor nel musical.
-Oh, non ho fatto niente…- disse
imbarazzata Taylor.
-Scherzi?- trillò ancora Sharpay, -Te lo ripeto se non hai
sentito bene: sei stata fantastica!- esclamò ancora per poi voltarsi verso
Chad, -Vero, Chad?-
Il ragazzo in questione sorrise, annuendo vigorosamente,
-E’ vero. Eri favolosa su quel palco.- confermò.
Taylor ricambiò il sorriso.
Sharpay capì di essere di troppo, dato che Gabriella e
Ryan se l’erano filata per stare un po’ da soli,
magari al parco cittadino. Cercò rapidamente una scusa per andarsene e quando
vide una persona le venne un’idea.
-Troy!- esclamò dirigendosi verso il ragazzo in questione,
-Andiamo?-
-Come scusa?- Troy sollevò un
sopraciglio, su una spalla reggeva il borsone di basket.
-Ma come, non ricordi?- gli domandò indicando con gli
occhi i due amici, -Avevi promesso che mi avresti
accompagnata a prendere dei libri in biblioteca.-
Troy non recepì il messaggio, -Io
non ho…-
-Bene! Ciao, ragazzi!- dopo aver salutato i due, lo prese per mano e lo trascinò lontano dalla scuola,
-Accidenti, Troy!- lo rimproverò scherzosamente quando furono abbastanza
lontani, -Non ci voleva mica un genio per capire che stavo facendo il terzo
incomodo!-
Il ragazzo sorrise, capendo finalmente a cosa alludeva
prima, -Oh, ora capisco!-
-Ecco, bravo.-
-Sharpay…-
-Mmm?- mugugnò in risposta
fissandolo negli occhi azzurri.
-Puoi lasciarmi la mano?-
Sharpay fece passare lo sguardo sulle loro mani ancora
intrecciate, -Oh, cavolo. Scusa.- disse lasciando la presa.
-Nulla.- Troy le sorrise superandola, -Se volevi fare
colpo su di me bastava dirlo.-
Sharpay incrociò le braccia al petto, -Non volevo fare
colpo su di te.-
-Farò finta di crederci.- fece spallucce lui
allontanandosi, -A domani, Sharpay.-
-A domani, Troy.- e sospirò.
Quella scena le ricordava terribilmente una settimana
prima, quando l’aveva incontrato in corridoio per cercare Taylor. Scrollando le
spalle attraversò la strada sulle strisce pedonali. Diverse gocce di pioggia
cominciarono a cadere dal cielo nuvoloso. Sharpay si mise il cappuccio del
giubbotto bianco, ragionando un attimo sul comportamento di Troy.
Malizioso. Era sempre così quando
erano da soli.
Scrollò le spalle ancora una volta.
I loro sì, i miei no!pensò
automaticamente.
Se riusciva a risolvere i problemi degli altri, questo non
vuol dire che dovesse saper risolvere i propri.
************
Scusate l’immenso ritardo nell’aggiornare questa ficcy, ma
non ho avuto proprio tempo di scrivere il chappy. L’ho scritto questo
pomeriggio stesso, mentre guardavo la pioggia scendere.
I ringraziamenti (sono la parte che preferisco XD) non li posso fare. E dire che li vorrei
fare, ma purtroppo non ho tempoooooooooooo ueeeeeeeeeeeee çç grazie comunque a
chi ha recensito e continuate a farlo per favore!!
Sharpay si rigirò tra le coperte rosa del suo letto. Si
mise un cuscino sopra la testa, per poi far spuntare la mano da sotto le
lenzuola.
Bip Bip
Spense la sveglia con uno scatto, per poi rimettersi a
dormire tranquillamente. Aprì gli occhi di scatto, voltandosi verso la sveglia.
Sgranò le sue pupille sorpresa: le otto e mezza!
-Accidenti!- imprecò scostando le lenzuola e infilando le
ciabatte.
Corse verso l’armadio e tirò fuori dei vestiti a caso, per
poi passare al bagno e lavarsi velocemente. Si guardò allo specchio,
controllando che fosse tutto a posto. I capelli biondi li aveva
raccolti con una pinza sulla nuca, lasciando qualche boccolo libero. Indossava
un paio di jeans bianchi e un dolce-vita nero a collo alto. Indossò in fretta
una catenina d’argento che le aveva regalato la
sorella prima che succedesse il finimondo e infilò ai polsi numerosi
braccialetti. Calzò in fretta degli stivaletti col tacco neri che coprì
premurosamente con i jeans. Prese la borsa a tracolla
e mise dentro i libri, per poi correre giù in cucina.
Con suo enorme disappunto notò che i signori Evans non si
erano degnati di svegliarla quella mattina. Ryan era uscito prima quel giorno,
per via di una visita al centro giornalistico della città. Se lei frequentava
la sezione B con Troy e Chad, lui frequentava la sezione A
insieme a Gabriella e Taylor. Rinunciò alla colazione e corse nell’ingresso,
prendendo le chiavi di casa e infilandosi il giubbotto. La sua attenzione venne accolta da un post-it che sostava vicino a delle
chiavi. Lo afferrò e ne lesse il contenuto.
È arrivata la moto da
Los Angeles. Tuo padre l’ha spedita l’altro ieri. Baci. Natalie.
Sorridendo raggiante afferrò le chiavi e corse nel garage.
Accese la moto nera e partì alla volta della East
High. Quando arrivò parcheggiò e controllò l’orologio.
Erano le nove meno dieci. Imprecando ancora una volta corse
verso il portone per poi aprire la porta della sua classe con il fiatone.
-Signorina Evans, finalmente ci ha degnati
della sua presenza.- la rimproverò la professoressa d’Arte che sostava davanti
ad una statua, -Stavamo disegnando questa scultura. Per lei è troppo tardi,
dato il suo immenso ritardo. Ha la giustificazione?-
Sharpay scrollò la testa, -No, è che non è suonata la sveglia.- disse sinceramente.
La professoressa sorrise, -In questo caso la pregherei di
aspettare fuori dall’aula. Io non l’ammetto in aula.-
La bionda roteò gli occhi e uscì dalla classe. Percosse il
corridoio e arrivò al suo armadietto. Lo aprì e vi posò il proprio giubbotto.
La campanella che segnava l’inizio della seconda ora
spezzò l’aria. Senza farci caso ritirò anche la
sciarpa e i guanti. Chiuse l’armadietto e si avviò verso l’aula di Economia Domestica.
Prese posto nel secondo bancone e in
poco tempo i suoi compagni arrivarono.
-Buongiorno.- salutò i suoi due amici.
Troy e Chad ricambiarono il saluto sedendosi ai suoi lati.
Loro tre formavano sempre un gruppo in quell’ora.
-Non fare caso a quella di Arte.-
la rassicurò Chad poggiando il mento su una mano, -E’ una megera, lo sai.-
L’amica si strinse nelle spalle, -E chi ci pensava?-
sorrise infatti.
Troy la studiò un attimo, -Non l’avevo mai notato, sai?-
-Che cosa?-
-Beh… ero convinto che i tuoi occhi fossero nocciola.-
spiegò confuso, -E invece sono verdi.-
Sharpay sbatté le ciglia nere, per poi afferrare uno
specchietto dall’astuccio. Vide i suoi occhi verdi.
No! Le lenti!
Ritirò lo specchietto e abbozzò un sorriso, -Oh… ehm… ti
sarai sbagliato…-
-Ehi, anche io pensavo fossero marroni.-
disse però Chad.
Sharpay non lo ascoltava nemmeno. Se non portava le lenti
colorate, questo voleva dire che fra qualche minuto…
Guardò la lavagna e non si stupì di non riuscire a leggere le parole della
ricetta appena scritta dall’insegnante. Sospirando prese un paio di occhiali fini bianchi dalla borsa e se li mise,
provocando ancora più stupore nei suoi due amici.
-Non una parola.- li zittì immediatamente copiando la
ricetta sul suo quaderno, -A proposito, com’è andata poi ieri pomeriggio?- si
riferì a Chad mentre prendeva dal bancone una teglia
per preparare i biscotti.
-Oh! Ehm… beh… cioè, insomma… io…
e così lei…-
Troy passò il sacchetto di farina a Sharpay, gettandole
uno sguardo eloquente e rassegnato, -Hanno litigato.-
La bionda prese il sacchetto in mano e guardò dritto Chad,
-Sei senza speranze.- sbuffò infine, -Era l’occasione perfetta. Potevi
dichiararti!-
-Ho cercato di baciarla. Ma quando sono passati Zeke e
Jason non ho resistito e ho fatto finta che non stavo parlando con lei.-
Troy si bloccò nel tentativo di prendere
il cioccolato fondente, -Amico, tu sei completamente fuori! Non hai
baciato Taylor perché c’erano Zeke e Jason?-
-E la frase Baciarti
tra la gente che ci guarda indifferente?- gli ricordò Sharpay, -Te la sei
già dimenticata?-
-Provateci voi a baciarvi davanti a tutti.-
-E che problema c’è?- domandò Troy, -Ci proviamo, Sharpay?-
-Non dire sciocchezze, Troy.- lo rimproverò la bionda tagliando la tavoletta di cioccolato nero, -Per le
prime tre ore sono al Giornale della città. Ma alla fine della scuola devi assolutamente
fare pace con Taylor.-
-Uffa, in che modo?-
-Beh… potresti baciarla davanti a
tutti.- buttò lì Sharpay.
Chad sgranò gli occhi, -Sei impazzita?-
Sharpay brandì il coltello minacciosamente, -O fai come
dico io o questo coltello te lo ritroverai nella scatola cranica, visto che non
c’è niente da salvare lì dentro!-
-Sharpay, non credi di esagerare?- arretrò Chad
spaventato.
-Amico, lei non esagera mai.- gli
ricordò Troy sorridendo.
§§§§§§§§§§§§
-Pronto?- gli chiese Sharpay in un sussurro.
-No.- sibilò Chad.
Sharpay lo spinse poco delicatamente nel corridoio
dall’aula di Latino. Chad si voltò verso di lei scioccato, volgendo uno sguardo
preoccupato a Troy. Quest’ultimo si strinse nelle spalle, alzando le mani in
segno di resa. Era meglio non mettersi contro Sharpay.
-Vai.- sibilò minacciosa indicando un punto del
corridoio.
Chad si fece coraggio e si mosse
verso Taylor, che stava riponendo dei libri nel proprio armadietto, -Ciao.-
Taylor, appena lo vide, assunse un’aria pensierosa,
-Ciao.- salutò voltandosi di nuovo verso il contenuto del proprio armadietto.
-Accidenti…- imprecò Sharpay sentendo squillare il proprio
cellulare, lesse il nome e rispose, “Gabriella?”
“Io e Ryan siamo nell’aula di
Storia.”
Sharpay fece un cenno a Troy e i due si voltarono verso
una porta dove stavano Ryan e Gabriella nascosti. Tutti e quattro sospirarono,
sperando che quei due si dessero una mossa.
“Dici che ce la faranno?” domandò
Gabriella ansiosa.
“Bah… conoscendo Chad…” le ricordò Sharpay, “Vedremo.”le due ragazze riattaccarono e
osservarono la scena dai loro nascondigli.
-Davvero credi che Chad non ce la farà
a dichiararsi?- domandò Troy corrucciato.
La bionda indicò con un cenno della testa il suo migliore
amico, -Beh, non mi sembra se la stia cavando alla grande in questo momento!-
-Eddai, Taylor! Ti giuro che non volevo!- cercò di convincerla Chad.
I quattro amici decisero di uscire dall’aula e osservare
la scena senza nascondersi. Ormai non era un problema dato che tutti gli
studenti della East High stavano osservando la scena
impotenti.
-Dovevi pensarci prima, idiota!-
ribatté Taylor
decisa.
-Cosa diavolo devo fare per farti
capire che mi piaci, eh?- le domandò ad alta voce.
Taylor si bloccò, mentre Chad ne approfittava
per catturare le sue labbra in un bacio. I due rimasero a baciarsi diversi
secondi, con il cuore che batteva troppo forte.
-Troy… dammi un pizzicotto…- Sharpay strinse una manica
della camicia del ragazzo, -Anzi no. Non voglio svegliarmi!-
Troy scoppiò a ridere nel silenzio del corridoio. Tutti si
voltarono verso di lui, compresi Chad e Taylor che si erano staccati non appena
avevano sentito la risata dell’amico.
-Oh… ehm… come sei spiritosa,
Sharpay!- cinse la vita della ragazza con un braccio, -Oh, non badate a noi!
Continuate pure.- disse allegramente trascinando Sharpay fuori
dalla scuola.
Ryan e Gabriella trattennero a
stento le risate, mentre raggiungevano Chad e Taylor per congratularsi con
loro.
-Mi lasci per favore?- domandò
Sharpay sarcasticamente.
-Lo sapevo. Ti imbarazzo.-
dichiarò Troy lasciandola.
Sharpay fece una smorfia canzonatoria, prima di dirigersi
verso alcune mote agganciate. Troy la seguì accigliato. Di solito lei veniva in
macchina. Si fermarono davanti a una moto nera,
Sharpay tirò fuori le chiavi e prese il casco.
-Questa è tua?- si stupì Troy.
La bionda annuì, -Certo. Ti sembra strano che possieda una
moto?-
-E’ stupenda! Ti prego, fammela
guidare!- implorò incrociando le mani.
Sharpay scosse la testa divertita, -Non
ci penso proprio.- negò con veemenza.
-Eddai! Fallo per me!-
I due si fissarono negli occhi. Sharpay sospirò,
passandogli un casco, -A patto che tu non me la rompa.-
accettò dandogli anche le chiavi.
-Evvai!- esclamò eccitato Troy mettendosi il casco e
salendo, -Forza, sali.-
Sharpay prese posto dietro di
lui, dopo essersi infilata il casco bianco, -Mi raccomando.- lo avvertì
stringendosi a lui per non cadere.
Troy mise in moto e i due partirono alla volta della villa
degli Evans. Arrivarono dieci minuti dopo. I due scesero dalla moto e Troy le
restituì il casco.
-E’ troppo bella questa moto!- affermò convinto fino
all’ultimo di quello che diceva.
-Lo so. Infatti è mia.- ribatté
Sharpay ironicamente.
-Ah, fai la spiritosa?- domandò
Troy prendendola in braccio e facendola girare in aria.
-Troy, lasciami!- scoppiò a ridere
Sharpay allacciando le braccia intorno al suo collo.
Lui rise, per poi posarla a terra. Si guardarono diversi
secondi. Troy sorrise, spostandole una ciocca di capelli biondi dietro
all’orecchio.
-Stasera gli altri vengono da me a vedere un film. Tu ci sei?-
Sharpay annuì lentamente, -Certo…-
mormorò con il cuore in gola.
Troy sorrise maliziosamente, avvicinando il suo viso a
quello della ragazza. Il cuore di lei batteva
all’impazzata mentre le labbra di Troy sfioravano le sue, quando tornò alla
realtà.
-No, non posso!- esclamò slacciandosi dal suo abbraccio,
-Fa finta che non sia successo niente.-
-Ma… Sharpay!- la rincorse fino al cancello della villa,
-Ehi, che cosa ti prende? Ho fatto
qualcosa di sbagliato?- si preoccupò afferrandola per una mano.
Sharpay scosse la testa, -No, sono
io che ho fatto qualcosa che non dovevo fare. Mi dispiace, ma è meglio che
siamo solo amici.-
-Perché? Insomma… non c’è niente di male,
no?-
-Mi dispiace, ma non posso uscire con i ragazzi.- aprì il cancello della villa e ci si chiuse all’interno, -Mi
sono dimenticata che stasera devo studiare. Ci vediamo domani a scuola, ok?-
corse per il giardino immenso, lasciando un Troy alquanto sorpreso.
-Rachel, è successo qualcosa?- le
domandò il signor Evans vedendola entrare in casa velocemente.
-No, Andrew. Non è successo niente, non
si preoccupi.- lo rassicurò prima di correre su per le scale.
-Ehi, dove correva Rachel?- domandò la signora Evans
raggiungendolo nell’ingresso.
-Credo abbia qualche problema. Problema di donne.- specificò.
-Oh. Vado io.- sorrise la moglie prima di salire le scale.
Raggiunse la camera della figlia e
bussò, -Rachel, posso entrare?-
-Sì, entri pure.-
-Ti ho detto di darmi del tu.- le ricordò entrando nella
stanza ordinata della bionda, -E’ successo qualcosa a
scuola?-
-No… è che…- la giovane sospirò, -Troy mi ha baciata.-
-Beh, è un ottimo ragazzo. Bello, intelligente quando
vuole, sportivo.- la signora Evans si sedette accanto
a lei sul letto a baldacchino, -Cosa c’è che non va?-
-Oh, mia cara.- le accarezzò una guancia, -Ti posso dare
un consiglio? Come se fossi veramente tua madre?-
La ragazza annuì, -Certo…-
-Segui il tuo cuore. Sempre.- sorrise alzandosi poi dal
letto. Uscì dalla camera chiudendosi la porta alle spalle.
Sharpay sospirò, gettando uno sguardo alle foto che aveva
sul comodino. Una ritraeva lei e la sua vecchia famiglia, l’altra lei e la
nuova famiglia. Avrebbe tanto rivoluto vedere la sua vera madre. Ma sapeva che era ancora troppo presto.
-Meglio che mi metta studiare…-
sospirò sedendosi alla scrivania.
Si guardò allo specchio e si studiò un attimo. Gli occhi verdi che brillavano da dietro gli occhiali.
Sospirò.
Verde speranza.
Certo.
Come no.
************
E finalmente i ringraziamenti subito dopo il nuovo
capitolo XD
LaTerrestreCrazyForVegeta
(Eh, non
dimentichiamoci che si chiama Rachel eheh XD)
Jud_91 (Forse perché è Tropay XD Ecco
perché ti piace, Jud ^^)
Star_95 (Non proprio presto, ma almeno ho
aggiornato ^^)
jess (Mah… forse prenderò in considerazione la tua idea… XD
Benvenuta in HSM-EFP ^^)
Herm90 (Sorellina, dovevo fare un Troy un
po’ migliore, perché se no me lo strozzavi XD)
NewGirl (Sì, forse è meglio che riparliamo
di quell’hobby. Decisamente. ^^)
*Aqua
Princess* (Sisi,
anche io faccio così con i miei amici. XD Contenta? Ho messo un po’ di Chaylor
in questo chappy!! ^^)
Vivy93 (Un po’ di sana Chaylor ci vuole
sempre, dovresti averlo imparato dopo le ripetizioni mie e di Herm!! XD)
Jchan
Vs Vchan (Ebbene
sì, Rayella in questa ficcy è confermata!! XD)
hsm4everfan(Riesci a resistere un’altra
settimana? XD)
In sostanza grazie!! ^^
Baciotti
By
Titty90 ^^ ra una accanto.sua vera famiglia.guardo su una foto che
aveva sul comodino. er cena. locemente.
-Ormai non mi stupisco nemmeno più di tanto.- dichiarò la
signora Darbus girando per l’aula a consegnare dei fogli, -I vostri temi sulla
vita di William Shakespeare sono stati molto deludenti, tranne
per qualche eccezione.- Chad prese il proprio compito, su cui
troneggiava una B+, -Danforth, sembra che per una volta ha studiato.-
Sharpay trattenne l’istinto di voltarsi verso l’amico, che
invece tratteneva le risate.
-Signorina Evans…- la richiamò all’attenzione
l’insegnante, -Il suo compito è quello che più mi ha stupito.-
La biondina afferrò il compito, con un
elegante scrittura rossa era incisa una A+ con vari punti esclamativi.
Sospirò. La sua vecchia professoressa le aveva dato
solo una B per quel compito nella precedente scuola.
-Probabilmente farò un compito di
recupero, questa volta su Pablo Neruda.- si sedette sul suo trono, -Ora aprite
il libro a pagina venti-
Toc Toc
-Avanti!- esclamò con voce altisonante.
La porta si aprì e nell’aula apparve il volto di un uomo
dalla barba rada, corti capelli neri e un basco calato sul viso. Era vestito
con un completo nero, formato da giacca e cravatta. Gli studenti si
accigliarono. Che fosse un nuovo professore?
-Posso fare qualcosa per lei?-
-In effetti sì. Vorrei parlare con la
presidentessa del Drama Club.-
La classe si voltò verso Sharpay, che strinse gli occhi
cercando di capire chi fosse quell’uomo. Quest’ultimo si tolse il cappello,
rivelando una cicatrice che andava dal sopraciglio (percorrendo l’occhio verde)
fino a metà guancia. Sharpay sbarrò gli occhi, trattenendo il fiato.
-No… non può essere…- mormorò mentre
vari chiacchiericci si diffondevano per l’aula.
-Certo. Potrei sapere però chi è
lei?-
-Oh, solo un vecchio amico di famiglia.-
-Il suo nome, prego.- squittì sospettosa l’insegnante.
-Ha ragione.- si intromise
alzandosi e rivolgendogli un sorriso, -Come va, zio?- gli diede una pacca sulla
spalla con fare amichevole.
Lo zio sollevò
un sopraciglio, sorridendole a sua volta, -Bene, nipotina. Ryan?-
-Oh, non siamo in classe insieme.-
scrollò le spalle ingenuamente, -Possiamo vederci più tardi, ok? Con
Ryan, mamma e papà.-
L’uomo annuì, -Ci vediamo a casa
allora.- salutò ed uscì dall’aula calcandosi il cappello in testa.
Sharpay ritornò al suo posto, mentre la professoressa
ricominciava la lezione. Lei non ci pensò minimamente. In quel momento aveva in
mente solo il viso appena visto, che conosceva da diciassette lunghi anni. Uno dei primi che aveva visto alla nascita. Un volto che
stava sulla foto del suo comodino.
-Che cosa ci fai qui, papà?-
Il signor Brenew abbracciò la figlia, nel salotto della
villa degli Evans. Ryan posò lo zaino sulla poltrona, andando a baciare una
guancia della madre e a stringere la mano al padre. Sharpay abbracciava di
rimando il suo vero padre, con le
lacrime agli occhi.
-Non riuscivo a resistere. Dovevo vederti.- sorrise il
signor Brenew lasciandola andare, -Accidenti, ho
faticato a riconoscerti, sai? Sei così…- le accarezzò i capelli biondi, ricordando quando li portava castani.
-Diversa?- concluse per lui
sorridendogli con affetto, -Papà, è pericoloso. Mi sono trasferita proprio per
non mettere nei guai te, mamma e Katie.-
Il padre scosse la testa, -Volevo vedere come stavi. Si
sente così tanto la tua mancanza a casa.-
Rachel sorrise, posando la borsa sul divano, -Come stanno
mamma e Katie?-
-Bene.- il signor Brenew le si sedette
vicino, -Katie però piange ogni volta che vede una tua foto.-
-Ha solo dieci anni.- abbassò lo sguardo Rachel, -Non può
capire.-
-Signor Brenew, si vuole trattenere a
cena?- domandò la signora Evans con un sorriso.
-Oh, no. Parto con il treno delle sei.- declinò
l’offerta, -Magari quando sarà tutto a posto… potremmo cenare tutti insieme. Le
due famiglie della mia piccola riunite, che ne dite?-
Il signor Evans acconsentì con la testa, -Certo. Non vedo
l’ora.-
L’ora dei saluti arrivò presto. Rachel accompagnò il padre
alla porta, mentre alcune lacrime scendevano da dietro gli occhiali.
-Ehi, non piangere.- la incoraggiò l’uomo, baciandola la
fronte, -Ci vediamo presto, piccolina.-
-Ciao, papà.- Rachel rimase un
attimo sulla porta, fissando il padre che usciva dalla villa. Con un sospiro chiuse la porta di
casa dietro di sé e ritornò in salotto, dove Ryan stava giocando alla play-station.
-Tuo padre è andato?-
-Già.- prese il secondo joskey, giocando con Ryan a Mortal
Kombat.
Ryan la fissò incerto, -Senti… cos’è successo
con Troy?-
-In che senso?-
-Andiamo, ho notato come vi guardate in questi giorni.- la
incitò il biondo mettendo in pausa il gioco.
Rachel si voltò verso di lui, sorridendo amaramente, -Mi
ha baciata.- rispose senza troppa enfasi nella voce.
-Finalmente si è dato una mossa!- esultò Ryan con tanto di alzata di braccia al soffitto bianco.
La biondina sbatté le palpebre qualche
volta, -Tu lo sapevi?- domandò in un sussurro appena udibile.
-Ovvio.- scrollò le spalle lui, -E’ da
quando sei arrivata alla East High che mi tormenta con i suoi dilemmi
d’amore.-
-Dirmelo prima, no?- domandò ironicamente, -Sai bene che
non posso innamorarmi in questo momento.-
-Oddio, Rachel…- sospirò stancamente Ryan buttando gli
occhi al cielo, -Non puoi scappare dall’amore solo perché sei incasinata in
questo momento.-
-Ragiona. Con tutte le probabilità io tornerò a Los
Angeles quanto tutto sarà finito.- incrociò le gambe parandosi di fronte a lui,
-Come potremmo vivere una relazione a distanza?-
-Rachel, hai diciassette anni.- le ricordò Ryan ridendo,
-Corri il rischio.- si alzò in piedi per poi mettersi il maglione lasciato sul
divano.
-Ryan, non puoi capire.- abbassò lo
sguardo Rachel pensierosa, -In questo momento non posso correre nessun
rischio.-
Ryan la fissò tra il compassionevole e lo scocciato, -Ah,
Rachel! E che palle!- esclamò ridendo e uscendo dal
salotto.
Rachel scosse la testa divertita, spegnendo la console. In qualche modo Ryan aveva ragione. Sospirando
si alzò da terra e prese la borsa con i libri lasciata
sulla poltrona. Si chiuse in camera sua, tirando fuori qualche libro dalla
borsa. Decise di mettersi a studiare, per portarsi avanti, quando il pianoforte
bianco che aveva nella sua enorme camera la distrasse.
Forse un modo c’era per esprimere ciò che provava.
§§§§§§§§§§§§
Dlin Dlon
Ryan apparse dalla cucina con una coppa di gelato al
cioccolato in mano. Aprì la porta di casa dopo aver visto dallo spioncino chi
era.
Gabriella ricambiò il bacio, -Siamo passati a chiedere a
te e Sharpay se vi andava di andare al cinema.-
-Io accetto. Non ho niente di meglio da fare.-
Chad guardò oltre la sua spalla, -Ma
Sharpay dov’è?-
-Sarà in camera a studiare.- lo
informò Ryan
stringendosi nelle spalle.
-A studiare?- sollevò le sopraciglia Taylor, che teneva una mano stretta tra quella di Chad, -Di solito sono
io quella che il pomeriggio studia pur non avendo nessun compito.-
-Dai, valla a chiamare.- lo incitò Gabriella.
Troy precedette il biondo, -Vado
io. Tu pulisciti la bocca, che è piena di cioccolato.- disse
facendo scoppiare a ridere tutti.
Salì le scale di corsa, mentre le risate si allontanavano
dalla sua acustica. Si guardò in giro, riconoscendo una porta con una stella
sopra. Si avvicinò e bussò, ma non ricevette risposta. Ovvio,
visto che c’era una musica altissima che si diffondeva. Aprì un piccolo
spiraglio della porta e sbirciò dentro, trovandola seduta al pianoforte.
Cuor
non dirmi no
Forza
non lasciarmi
Non
abbandonarmi qui
È la
vita che ti offre un’occasione
Ma io ho paura, sì
Ho il
mondo immenso se non hai
Dei
ricordi dietro te
Troy l’ascoltò rapito. La voce di Sharpay era da sempre magnifica, ma quella canzone che non aveva mai sentito le
donava un timbro diverso, capace di esprimere delle emozioni.
Lungo
la mia via
C’è già
chi mi aspetta
C’è da sempre sì, lo so
E mi capiranno sempre
con amore
Dove sono
scoprirò
E capirò anch’io il
perché
Dei
ricordi dietro me
Rachel non sapeva che il ragazzo la
stesse spiando e quindi continuò il suo canto tranquillamente. Troy la
osservò attentamente, sorridendo. Era bellissima.
Amor,
famiglia
Son le cose che potresti avere tu
Amor,
famiglia
Io le
troverò per non lasciarle mai più
Rachel improvvisamente si alzò in piedi, cantando senza
musica. Ballò per la stanza con il foglio della canzone appena scritta in mano.
Troy si scostò un poco, per non essere visto mentre la
bionda passava davanti alla porta della camera girando su sé stessa.
Qualche
passo e vai
Dietro
la speranza
La mia
strada seguirò
Poi
saprò chi sono
Ed avrò un futuro
Nel mio
cuore già lo so
Sì, fa
che sia un segno
Non
soltanto un sogno
Il
passato ora c’è
E un posto avrà qui
per me
Troy chiuse la porta nello stesso momento in cui Rachel si
sdraiò sul letto scoppiando a ridere. Ci si appoggiò un attimo, per poi
scendere le scale e raggiungere agli amici.
-Allora? Viene?- domandò Chad.
Troy scosse la testa, -Era
impegnata. Andiamo noi.- il gruppetto uscì di casa.
Rachel continuò a ridere per un po’, poi
sentì la porta di casa sbattere. Si affacciò alla finestra e vide gli
amici uscire senza di lei. Il sorriso
le scomparì, chiedendosi come mai non l’avessero invitata come sempre.
Troy ad un certo punto si voltò verso di lei. A Rachel mancò un battito, mentre
lui la salutava con un gesto della mano e sillabava alcune parole.
Scattò via dalla finestra, lasciando che la tenda bianca
coprisse la visuale. Corse verso il letto e prese in mano il
testo della sua canzone. Il titolo era Cuor non dirmi no. E Troy aveva sillabato quelle parole.
L’aveva sentita mentre cantava.
Si sedette sbalordita, ma un po’ sollevata dal fatto che Troy non potesse
sapere perché avesse scritto quella canzone.
Come poteva sapere che era dedicata proprio a lui, ai suoi
amici, alla sua nuova famiglia, alla sua vecchia
famiglia. E in particolar modo a ciò che lei era in
realtà: Rachel.
************
Ecco qui il nuovo chappy ^^ Come vedete a poco a poco i
pezzi della vita di Rachelstanno invadendo quella di Sharpay. È una cosa che mi piace, perché è come se esistessero due
persone in una sola.
La canzone è Cuor
non dirmi nodi Anastasia.
Passiamo alle vostre recensioni (magnifiche come al solito ^^)
Herm90 (Chissà perché ti è piaciuta la
scena Chaylor sorellina ^^)
Jud_91 (Devo trovare un nome al paring
Troy/Rachel XD)
LaTerrestreCrazyForVegeta (Come ho detto sopra man, mano la
vita di Rachel sta invadendo quella di Sharpay. Le conseguenze si vedranno nei
prossimi capitoli ^^)
jess(Sì, in effetti hai ragione. Ma credo anche che Sharpay/Rachel sappia quello che fa. Non
vuole soffrire, ecco tutto =^^=)
Jchan
Vs Vchan (Ecco
arrivato il nuovo chappy ^^ Forse un po’ in ritardo, ma ho voluto lavorarci un
po’ sopra prima ^^)
*Aqua
Princess* (Beh.
Sharpay avrebbe usato la sua favolosa macchina rosa, ma
Rachel è tutta un altro tipo di persona ^^ Io l’ho superato l’esame, adesso me
ne mancano tre. Quale hai dato?)
Vivy93 (Sì, lo penso anch’io! Senza amore
non saprei come fare!)
NewGirl
(Ma… non si usano
i cellulari a scuola, non lo sai?? XD [Vabbè… ha
parlato quella che si ascolta la musica sul cell durante Diritto… Ndmiacoscenza]
Allora è deciso. Il quarto capitolo è ufficialmente tuo XD)
In sostanza grazie ^^. Fatemi sapere che cosa ne pensate di questo chappy (e sperate che aggiorni in fretta
questa ficcy ^^’’’ Purtroppo è un po’ complicata da scrivere e quindi mi ci
vuole un po’ di tempo per collegare le varie cose XD)
Sharpay prese un grosso respiro, -Della
canzone.- rispose stringendo i libri al petto.
-Quale canzone?- fece l’indifferente lui posando i libri
nell’armadietto aperto.
-Troy!- lo prese per un braccio e
lo fece voltare di nuovo verso di lei, -Non scherzare.-
Il ragazzo le sorrise,
-Tranquilla, cara. Guarda che è una bella canzone.-
-Grazie, ma non è questo il punto.- Sharpay gli si
avvicinò un po’, -Non devi dirlo a nessuno.- sussurrò per non farsi sentire in
mezzo al corridoio gremito di studenti che si avviavano a casa.
-Perché sussurriamo?- domandò
Troy corrucciato.
Sharpay gettò gli occhi al cielo, per poi prendergli una
mano e trascinarlo per il lungo corridoio della scuola. Aprì la porta del
laboratorio di scienze e ci entrò.
-Ora possiamo parlare a tono normale,
contento?- domandò sarcastica.
Troy ridacchiò, -Dai, qual è il
problema? Quella canzone è favolosa…- si bloccò un attimo,
abbassando lo sguardo, -Proprio come te…- aggiunse senza ironia nella
voce.
-Oh, no. Ti prego.- lo scongiurò
Sharpay facendo per aprire la porta dell’aula.
Troy la raggiunse e appoggiò una mano sulla porta
richiudendola, -No, mi devi una spiegazione.-
-Ti prego, non fare così.- abbassò
lo sguardo lei appoggiando la schiena alla porta.
Lui, con il braccio disteso per non permetterle via di
fuga e per essere sicuro che non aprisse la porta, si avvicinò al suo viso,
-Spiegami perché non possiamo stare insieme.-
Sharpay alzò lo sguardo, -Scusa, ma io… oh, basta. Io non
ti devo spiegazioni!-
-Non ti piaccio?- la interruppe
lui.
-Troy…- Sharpay appoggiò la testa contro
il suo petto, -Tu mi piaci. Davvero.- arrossì mentre
diceva quelle parole.
Troy sorrise, cingendole la schiena con le braccia, -E allora
qual è il problema?-
La bionda sorrise contro il suo petto, -E’ una lunga
storia.-
-Non ho fretta.- asserì facendola
ridere.
-Oh… non ne dubito.- alzò la testa guardandolo negli occhi
azzurri, -Ti prego, non torniamo più su questo argomento.-
-Sharpay… io voglio stare con te.- le sorrise guardandola
in quegli smeraldi, -Ma non portavi gli occhiali?-
Sharpay rise, -Lenti a contatto. Fanno miracoli.- ritornò
seria a poco a poco, -Prometti di non fare domande?-
-Domande su cosa?-
-Su delle mie stranezze, su cose che magari non riusciresti a capire da solo.- spiegò in un mormorio.
Troy le sorrise, -Tutto pur di stare con te.- si avvicinò
al suo viso e appoggiò le labbra su quelle invitanti della biondina.
Sharpay ricambiò, stringendolo a sé. Certo, il suo primo
bacio era stato davanti al cancello della villa Evans, ma quello
era tutta un’altra cosa.
-A proposito… tutti a dormire da me stasera.- lo informò
Sharpay sorridendo, -Tu e i ragazzi guarderete la
partita, poi rimarrete a dormire con noi ragazze.-
-Mmmm… mi va l’idea…- Troy si chinò
a baciarla di nuovo.
§§§§§§§§§§§§
STOMP!
Ryan alzò gli occhi al cielo, -Diavolo, ma quanto sono rumorose le ragazze?- domandò posando la scodella di
patatine sul tavolino.
-Ma che ne so.- scrollò le spalle
Chad, -Ah, ma quello era un fuori campo!- esclamò riferito alla partita di
hockey che stavano seguendo alla televisione a plasma di casa Evans.
STOMP!
-Ma si può sapere che cosa stanno
combinando?- domandò Jason perplesso.
-Non ci dovremmo preoccupare?- rincarò
Troy.
-Naaa, le ragazze sono fatte così.- all’ennesimo STOMP
Ryan si alzò dal divano, -Ok, andiamo a vedere che combinano.-
I ragazzi salirono le scale, Ryan bussò
un paio di volte alla porta della camera della sorella. Non ricevette nessuna
risposta, quando poco dopo la porta si aprì e apparve Kelsi con un paio di
pantaloncini corti e una maglietta, rigorosamente verdi.
-Ragazzi!- trillò togliendosi una piuma dai capelli, -Non
stavate guardando la partita?-
-Lo faremmo se voi non faceste
tanto casino.- gli fece notare Chad.
-Ehi, non trattare così la mia ragazza.- Jason si avvicinò
a Kelsi e la baciò teneramente.
-Kelsi, vieni!- Gabriella raggiunse
l’amica, -Ragazze, abbiamo degli intrusi!- esclamò baciando con passione
Ryan.
-Falli entrare!-
Le due ragazze seguirono l’ordine delle amiche e fecero
entrare i maschi nella stanza.
-Ma che è successo qua dentro?-
domandò Chad sbarrando gli occhi.
-Lotta di cuscini.- rispose Taylor lanciandogliene uno
tutto pieno di piume, -Avevate bisogno?-
-No, volevamo solo sapere che cosa stavate combinando.-
rispose Troy andandosi a sedere vicino a Sharpay,
-Glielo hai detto?-
-Detto cosa?- domandò Gabriella mentre
Ryan l’accoglieva tra le sue braccia seduto sul pavimento pieno di piume.
-Ehm… non ne ho avuto l’occasione…-
-Ehi, ci siamo anche noi qui!- ricordò
loro Kelsi divertita.
Troy guardò la bionda, che si limitò ad annuire. Prese lui
la parola, -Ci siamo messi insieme questo pomeriggio.- comunicò
mentre Sharpay arrossiva leggermente.
Ryan sgranò gli occhi celesti, puntando il suo sguardo
dritto nella sorella. Le fece una
domanda con quegli occhi, a cui le rispose per mezzo dei suoi occhi verdi con
un bagliore felice, ma che aveva anche qualcosa di rammarico. Loro due erano
gli unici a sapere la verità ed erano anche a conoscenza del fatto che presto
tutto sarebbe tornato come prima.
Sharpay sarebbe tornata Rachel. E
sarebbe tornata nella sua vera casa.
La mattina dopo Sharpay si alzò di buon grado dal sacco a
pelo, volgendo un sorriso al suo gruppo che dormiva ancora beatamente nella sua
camera tutta rosa e bianca. Diede un bacio veloce a Troy che sonnecchiava
tranquillo su un cuscino lungo e rosso, per poi andarsi a fare una doccia.
Quando fu pulita e fresca scese le
scale, avviandosi verso la cucina. Solo una persona mancava all’appello in camera. E quella persona era l’unica che sapeva tutto di lei.
-Buongiorno, Ryan.- salutò dandogli un bacio sulla
guancia.
Il biondino sorrise, passandole la tazza già pronta con il
suo cappuccino, -Dormito bene?-
-Fantasticamente.- rise sedendosi al bancone, -Ryan…
secondo te ho fatto bene? Intendo a mettermi con
Troy…-
Ryan le si sedette di fronte,
agguantando un croissant alla marmellata, -Non lo so. La decisione spetta a
te.-
-E’ solo che… quando Troy scoprirà chi sono…-
si interruppe un attimo girando il cucchiaino in verso orario, -Ho paura che
lui mi odi…-
-Se vuole bene a Sharpay, vorrà bene
anche a Rachel.- la rassicurò Ryan.
-Ne sei sicuro?-
Il ragazzo le sorrise dolcemente,
-Mia cara Rachel… io non sono sicuro di niente. Ma so che tu sei speciale.- le
prese una mano, -E so che anche Troy lo pensa.-
Lei si ritrovò a sorridere timidamente, all’indirizzo di
Ryan. Ricambiò la stretta, felice che lui potesse
comprenderla fino in fondo e non la giudicasse come avrebbe fatto chiunque.
-Voglio solo essere me stessa. Ma
dentro di me… vivono due persone. Capisci?-
-Devo dire che sei un po’
contorta, Rachel.-
-Voglio solo tornare dalla mia vera famiglia. Voglio solo
tornare ad essere Rachel Brenew e non Sharpay Evans.- spiegò
tristemente, -Sono felice di aver conosciuto te, Troy, Chad e tutti gli altri. Ma mi manca qualcosa. E quel qualcosa è la mia vecchia vita.-
-Non ti preoccupare. Andrà a tutto
posto, Rachel.- la rassicurò Ryan.
-Cos’è questa storia?-
I due si voltarono verso l’ingresso della cucina, stupiti
per quella terza voce. Trattennero entrambi il respiro, preparandosi già
mentalmente a spiegare al nuovo arrivato ciò di cui stavano parlando.
************
Ecco qua il nuovo chappy!! ^^
Piano, piano le cose stanno venendo fuori allo scoperto, visto?
Passiamo ai ringraziamenti:
Herm90 (Grazie, sister. Eh, hai visto
cosa fa la nostra telepatia? XD)
Jud_91 (Dico che
un nome perfetto per il paring XD Trachel. Mi piace XD Brava Jud!!)
LaTerrestreCrazyForVegeta (Chi sarà mai il personaggio
misterioso comparso in cucina? E Rachel e Ryan gli spiegheranno
davvero di cosa stavano parlando? O troveranno una
scusa? Tutto nella prossima puntata XD)
Jchan Vs
Vchan (Non è che
ti piace perché c’è Rayella, Vk?? XD)
-Ehm… meglio che ti siedi, Chad…-
lo incoraggiò Sharpay indicando lo sgabello accanto al suo.
Chad, i capelli raccolti in un codino, e già vestito per
la giornata la guardò un po’ strano. Annuì e si sedette accanto a lei,
appoggiando le braccia sul bancone della cucina.
-Esattamente… cos’è che hai sentito?- domandò
Ryan.
-Più o meno da Voglio
solo tornare dalla mia vera famiglia. Sharpay, per favore spiegami.- la
intimò Chad preoccupato per la sua migliore amica.
La biondina fece un piccolo sorriso, -Non mi chiamo
Sharpay.- prese un grosso respiro, -E non sono la sorella gemella di Ryan.-
-Che vuoi dire? C’entra per caso questaRachel?-
-Chad, ti prego ascoltami.- gli prese una mano, -Sono io
Rachel.-
Il riccioluto la fissò incerto, -Ma… di che stai parlando, Sharpay? È uno scherzo?-
-No, è la verità. Io mi chiamo Rachel Brenew e non Sharpay
Evans.-
-Brenew? Mi ricorda qualcosa questo cognome…- cercò di
ricordare Chad, -Dove l’ho già sentito?-
Rachel sorrise, prese un giornale e glielo diede, -L’avrai
sentito al telegiornale.- lei e Ryan lo fissarono preoccupati
mentre leggeva le righe dell’articolo sul furto del software, -Chad?-
tentò di chiamarlo la biondina vedendolo con gli occhi sgranati.
-Cazzo…- fu la risposta di Chad.
-Chad!- lo ammonì Rachel.
-Scusa, ma come dovrei reagire?- domandò
buttando il giornale sul bancone della cucina senza troppe cerimonie, -Mi hai
nascosto di essere una testimone sotto sorveglianza dal FBI! E
sono il tuo migliore amico!-
-Non c’entra niente l’amicizia, tesoro.-
-Non capisci, Chad? Non poteva metterti in pericolo.-
cercò di venirle in soccorso Ryan, -Non deve saperlo nessuno, non fin quando non troveranno i criminali.-
-No, non può essere.- Chad si alzò di scatto dallo sgabello,
-Non esiste!-
-Chad, ricordi le domande che mi hai
fatto quando sono arrivata?- Rachel si alzò e gli si parò davanti, -La
prima cosa che mi hai chiesto è stata: Com’è
possibile che non sapessimo di te? Bene, questa è la risposta. Perché Sharpay non è mai
esistita. Esiste Rachel. E ti chiedo di voler bene a lei come volevi
bene a Sharpay.-
Chad la fissò incredulo, -Sciocca,
io ti voglio bene. Non importa come ti chiami.- la rimproverò, -Io ti credo e
non smetterò di volerti bene.-
-E allora cos’è quella faccia?- si incuriosì
lei.
-Troy lo sa?-
Rachel abbassò lo sguardo d’istinto, -No e non deve
saperlo… non ora…-
Chad le prese una mano e la abbracciò stretta. Rachel lo
strinse a sua volta. Ryan sorrise, si alzò e andò da loro per unirsi
all’abbraccio.
-Ok, basta. Dobbiamo mantenere un po’ di dignità.-
concluse Ryan, staccandosi insieme a Chad.
-Allora… posso fidarmi?-
Chad annuì, -Certo, sciocchina.- disse scompigliandole i
capelli affettuosamente, -Il tuo segreto è al sicuro con me.-
Rachel rise. Sì, si poteva fidare di Chad.
-Scusa… ma non hai paura?- le domandò l’amico
apprensivo, -Insomma… non è una cosa che capita tutti i giorni… no?-
Ryan cinse le spalle della bionda con un
braccio, -Rachel è forte. E poi l’FBI la sta
proteggendo, quindi non ci dobbiamo preoccupare. Nessuno sa che è qui.-
-A parte la mia famiglia, è ovvio.- concluse
Rachel.
-Beh… non so che dire.- i tre scoppiarono a ridere.
-Allora non dire niente, perché tutto ciò è già abbastanza complicato.- lo pregò Rachel.
-Tranqui, socia.- Chad le fece l’occhiolino, -Se ci sono
problemi dimmelo, ok?-
-Contaci!-
§§§§§§§§§§§§
Era la quinta ora del Martedì successivo.
Il coach Bolton aveva deciso di dividere la classe, per
attuare una specie di caccia al tesoro.
Il primo che avrebbe trovato, secondo gli indizi dati man mano per strada, il
fischietto d’oro dell’uomo avrebbe avuto due punti di credito in più e una A
scintillante. Motivo per cui Taylor era elettrizzata.
Aveva davvero bisogno di far salire un po’ la sua media in quella materia.
Il coach Bolton consegnò a tutti il
proprio foglio, con indizi diversi in modo da non poter contattarsi a
vicenda, -Avete due ore da…- fece partire il timer, -Adesso!-
Velocemente tutti si dileguarono dalla palestra, vestiti
nei loro abiti quotidiani. Rachel lesse il suo primo indizio, mentre camminava
per il corridoio deserto della East High. Le porte
delle classi erano chiuse, quindi nessuno poteva
vederla. Senza accorgersene andò a sbattere contro qualcuno.
-Oh, scusa! Io…- alzò lo sguardo e per poco non le venne
un infarto.
-Rachel.-
-Oh, no…- Rachel indietreggiò di qualche passo.
-Hai paura?-
-Dove vai, piccola?- qualcuno le bloccò le braccia da
dietro, -Tu ora vieni con noi.-
L’uomo dietro di lei le mise una mano sulla bocca,
impedendole di gridare.
-Su, non fare storie!-
Gabriella fischiettò mentre si
recava verso il teatro. Lei era troppo brava con quegli enigmi. Sentì un rumore
strano, alzò lo sguardo dal foglietto e sbarrò gli occhi
stupita. Rachel la implorò con lo sguardo di non parlare, ma la donna davanti
alla bionda si accorse che qualcosa non andava. Si voltò e vide Gabriella, che
balbettò qualche parola senza senso.
Rachel morse la mano all’uomo che la teneva stretta,
-GABRIELLA, SCAPPA!-
Gabriella si riscosse solo in quel momento e corse più in
fretta che poté. Entrò in un’aula a caso e vi trovò Kelsi che stava cercando
indizi.
-Kelsi!- le si avvicinò
prendendole le mani.
-Gabriella, cos’è quella faccia? Che
è successo?- domandò preoccupata l’amica.
Gabriella vide la maniglia della porta chiusa a chiave
girare a vuoto, -Nasconditi!- disse indicando un armadietto, -Presto!-
Kelsi entrò nell’armadietto sbalordita,
-Gabriella, ma che succede?-
-Devi dire a Ryan che io e Sharpay siamo
nei guai. Non so in quali guai, ma devi dirglielo.- la porta si aprì, -Ti
prego, fai silenzio!-
Kelsi sbirciò dalle porte chiuse dell’armadietto vuoto.
Vide soltanto una donna entrare e prendere Gabriella con la forza. Solo quando
le due scomparirono uscì allo scoperto.
-Oddio…- mormorò andando a cercare Ryan.
-Su, salite! Non fate storie!-
Gabriella e Rachel salirono
sull’auto, con le mani legate.
-Si può sapere che succede?- domandò
la mora alla bionda.
Rachel si sentì in colpa ad averla trascinata in quel
casino, -Ti spiegherò, stai tranquilla. Non ci faranno
niente.-
-Oh, io non ne sarei così sicura.- si intromise
l’uomo togliendosi il capello grigio e rilevando dei capelli biondi,
-Bravissima, baby. Quegli impianti di isolamento sono
serviti. Nessuno ha sentito niente!-
-E’ il mio lavoro, tesoro.- replicò la donna ravvivandosi
i capelli neri pece, -E tu chi saresti ragazzina?-
A Gabriella si seccò la gola, -Io…-
-Lei non c’entra niente! Lasciatela andare!- implorò
Rachel con le lacrime agli occhi, -Vi prego…-
-Ci ha visti. Deve venire con noi.-
replicò l’uomo.
Gabriella e Rachel si guardarono
negli occhi. Di scappare non c’era possibilità. I vetri erano anche oscurati.
Erano in trappola.
************
Capitolo decisamente corto, ma ho
deciso di affrettare un po’ le cose perché se no risultava monotona come ficcy.
Dal prossimo capitolo inizierà la caccia vera e propria.
Grazie a:
Jud_91 (E mo’ arrivano i casini per la
Trachel. XD)
Herm90 (Sister, mi stupisci! Davvero non
hai capito che era il nostro adorato Chad?? XD)
ME (Ecco qui il nuovo chappy ^^ Scusa
se non ho aggiornato prestissimo)
Jchan
Vs Vchan (Dal
prossimo capitolo tutti sapranno che è Rachel. Quindi
dal prossimo capitolo diremo solo Trachel! XD)
-Ehi, che succede?- Troy
raggiunse gli amici nel cortile della scuola, -Dove sono Rachel e Gabriella?-
-Troy, amico…- Chad cominciò a parlare
ma dovette smettere subito.
Di fianco a loro, in mezzo agli studenti di tutta la East High riuniti lì fuori in seguito alla richiesta del
preside, passarono diversi giornalisti. Una fra tutte, dai corti capelli
biondi, si posizionò davanti all’entrata della scuola,
dove stava il bidello per impedire che qualcuno entrasse e disturbasse i professori.
-Eccoci ad Albuquerque, in New
Mexico. Alla East High School.- disse la donna
sorridendo ammiccante alla videocamera, -Siamo in diretta e qui per voi ci sono
io: Natasha Jeremond.-
-E’ quella del telegiornale!- esclamò Jason stupito.
-Ne ha fatta di strada Rachel
Brenew. Da Los Angeles ad Albuquerque.- Natasha ammiccò col microfono del
telegiornale in mano, -A quanto pare i ladri
informatici l’hanno trovata. L’hanno presa in ostaggio, seguita da una delle
sue amiche. Una certa Gabriella Montez.-
Taylor si portò una mano alla bocca, -Gabriella…-
-Ma chi è Rachel?- domandò Troy.
Kelsi, Ryan e Chad abbassarono lo sguardo. La prima sapeva
tutto perché aveva chiamato la polizia insieme a Ryan, quindi era stato
costretto a raccontarle tutto.
-Troy… Rachel… è Sharpay…- disse
Ryan già abbastanza agitato di suo. In un colpo avevano rapito la sua fidanzata
e la sua migliore amica.
-Ma di che stai parlando?-
-A quanto pare Rachel Brenew ha preso il nome di qualcun
altro, in questa città. Si è inserita nella società col nome di Sharpay Evans,
nascosta dall’FBI. È una testimone
preziosa.- sentirono dire da Natasha alla telecamera.
-COSA?- urlò Troy scioccato, -VOLETE DIRE
CHE RACHEL E’ UNA TESTIMONE SOTTO SORVEGLIANZA DELL’FBI E CHE GABRIELLA E’ CON
LEI IN QUESTO MOMENTO?-
Natasha si voltò verso di lui e sorrise, -Bene! Voi conoscevate le due ragazze rapite?- domandò allungando la
mano con il microfono verso il viso di un confuso Jason.
-Sparite.- sibilò Ryan.
-Oh, allora la conoscevate. Avevate capito che c’era qualcosa
che non andava in Sharpay? E come conoscevate Gabriella?-
-Sta parlando al passato.- si intromise
Taylor stringendo una mano di Chad, -Loro sono ancora vive, se lei non lo sa.-
-Oh, certo signorina.- rise Natasha.
-Mi dovete una spiegazione.- disse
Troy ai tre che sapevano tutto.
-Amico, io l’ho saputo solo Domenica.-
disse Chad dispiaciuto, -Non ti preoccupare. Loro stanno bene.-
-Qualcosa mi dice che eravate in
buoni rapporti con Rachel e Gabriella.- si intromise la giornalista.
-E’ sorda per caso?- domandò Kelsi frustrata, -Se non se ne è accorta stiamo cercando di chiarire una situazione
spinosa. Le dispiacerebbe andarsene e puntare quella maledetta videocamera
verso qualcun altro?-
Jason le cinse le spalle con un braccio, cercando di
rassicurarla.
Natasha sorrise sicura di sé, -Oh, andiamo. Raccontateci
qualcosa di loro.-
-VADA VIA!- urlò Troy tenendo lo
sguardo fisso sul terreno, -SE VUOLE PROPRIO SAPERLO IO E RACHEL STAVAMO
INSIEME! E GABRIELLA STAVA CON LUI!- indicò Ryan, -ORA
E’ CONTENTA? SE NE VADA!-
Natasha girò sui tacchi a spillo
entusiasta, -Non potevo sperare in una dichiarazione migliore.- si voltò
verso la telecamera, -Sentito? Le due ragazze avevano rapporti sentimentali con
due ragazzi del posto. La domanda è una sola: dove
sono ora?-
La televisione si spense con una luce rossa.
Gabriella e Rachel, sedute su un divano malridotto, si
misero a piangere vedendo gli amici e i loro amori difenderle.
-Bene. Rachel…- la donna dai capelli neri si mise davanti
a lei, -Dicci dov’è il software.-
Rachel in risposta le sputò in
faccia. Sorrise maligna, -Non ti dirò proprio niente, Grace! Non dirò niente a
te, né al tuo caro fidanzatino George, né a tuo
fratello Martin. Scortadelo!-
La donna prese un fazzoletto dalla tasca degli attillati
pantaloni neri e si pulì la faccia, -Prima o poi cederai.
Noi non abbiamo fretta.- uscì dalla piccola stanza e
chiuse la porta dietro di sé.
Le due ragazze rimasero un attimo in silenzio, a pensare.
Gabriella si alzò di scatto, scrutando l’ambiente. Erano in una piccola casetta
in campagna. Le finestre erano serrate, così la stanza era
illuminata solo da una lampada bianca. C’era il televisore, il divano su cui erano sedute e una porta che conduceva al piccolo bagno.
-E’ vero?- domandò la mora portando le braccia al petto.
-Sì.- soffiò Rachel sostenendo il suo sguardo, -Purtroppo
sì.-
-E perché non ce l’hai mai
detto?- domandò Gabriella confusa, -Ti avremmo capito.-
-Non potevo.- mormorò Rachel dispiaciuta,
-Non potevo dirlo a nessuno. Vi avrei messo solo nei guai.-
Gabriella fece una risata sarcastica, -Guarda che nei guai
ci siamo finite lo stesso!- le fece notare indicando
la stanza buia con l’allargamento delle braccia al cielo.
Rachel abbassò lo sguardo colpevole. No. Non voleva far
finire nei guai Gabriella.
-Mi dispiace…-
Gabriella sorrise, raggiungendola. Si chinò davanti a lei
in ginocchio.
-Ehi… guardami…- sussurrò con gli
occhi neri un po’ lucidi, -L’unica cosa importante è che stiamo bene. Ci
troveranno. La colpa non è tua.-
La biondina prese a torturare una ciocca di capelli
biondi, fissandola grata. In quel momento dovevano mantenere la calma e
collaborare. Non era il caso di entrare il panico.
-Senti… quel software… dov’è?- domandò Gabriella
accigliata, -E’ al sicuro, vero?-
Rachel alzò un angolo della bocca, -E’ nel posto più
sicuro che conosco. E sono sicura che chi lo possiede
in questo momento saprà cosa farne.-
-In che senso?- si informò la
mora.
-Beh… diciamo che io e Ryan
avevamo un piano nel caso fosse successa una cosa del genere. Credimi: non
abbiamo nulla di cui preoccuparci.-
§§§§§§§§§§§§
Ryan condusse gli amici su per le scale della villa Evans.
Aprì la porta della stanza di Rachel e li fece entrare, chiudendosi poi la
porta alle spalle.
-Che ci facciamo nella stanza di Sharp…- Troy si morse la
lingua, cercando di abituarsi all’idea, -Rachel…-
-Io e Rachel abbiamo un piano.- Ryan andò
verso il pianoforte e prese gli spartiti, -Tenete. Un foglio ciascuno.-
consegnò i fogli con le note a tutti.
-Ma… che stai facendo?- domandò
Jason perplesso.
-Vi consegno il software.- rispose
Ryan tenendo l’ultimo foglio.
-Non per contraddirti, ma un software è qualcosa di informatico.- commentò Taylor.
Ryan annuì, -Appunto.-
Kelsi arricciò le labbra, pensierosa, -Scusa… ma allora
perché ci consegni gli spartiti di Rachel?-
-Perché questi spartiti sono la
chiave di tutto.- Ryan piegò il proprio foglio e lo ripose con cura nella tasca
inferiore dei jeans, -In mezzo alle parole delle sue canzoni ci sono indizi su
dove trovare il software. È venuta a Rachel l’idea.-
-Quindi… senza i fogli tutti insieme, non c’è possibilità di trovare il software.- ragionò Chad.
-Esatto.- Ryan tornò serio, -Mi raccomando, queste canzoni
non deve vederle nessuno.-
-Ok.- Taylor aprì la borsa e ritirò il foglio nella sua
agenda.
Troy fissò con gli occhi lucidi il titolo della canzone
che gli era capitata.
Cuor non dirmi no.
-Dovremmo distruggerli.- irruppe arrabbiato, -Senza di
questi non hanno bisogno di Rachel e Gabriella.-
-Amico, io credo che Rachel sappia quello che fa.- cercò di farlo ragionare Chad.
-Sì, è vero. Perché ordinare a
Ryan di consegnarci questi fogli se non per un motivo preciso?- domandò Kelsi.
-Perché è una sciocchezza.- Troy
li fissò furente, -Pensate solo a questo dannato software e non alla vita di
Rachel e Gabriella! Mi meraviglio di te, Ryan! Pensavo fossi innamorato di
Gabriella!-
Ryan lo fissò addolorato, -Io amo
Gabriella. E so che lei vorrebbe che fossi forte. Se lo faccio è perché me lo ha chiesto Rachel! Non è
stupida!- esclamò tutto d’un fiato, -Credi che non importi
niente di Gabriella? Ti sbagli! Vorrei solo che tu capissi il senso di quella
canzone!-
-In che senso?- interruppe la discussione Jason.
-Ogni canzone è destinata a qualcuno.-
spiegò Ryan cercando di calmarsi, -E’ stata lei a decidere la canzone di
ognuno qualche giorno fa. Anche Gabriella doveva
averne una. Sono sicuro che Rachel gliela abbia già consegnata,
visto che l’aveva portata a scuola per ultimarla.-
-Ogni canzone ha un significato particolare?- domandò Kelsi
studiando il contenuto del suo foglio, -La mia però ha
solo pochi versi.-
-Pochi ma significativi. È così
per tutti.- Ryan guardò Troy dritto negli occhi, -Ma
per te è diverso. Rachel aveva scelto una canzone apposta, sapendo che tu
l’avresti capita. Ti chiedo solo di fidarti di lei.-
-Perché dovrei? Per tutto questo tempo mi
ha mentito.-
Ryan sorrise, -Perché la ami.-
rispose semplicemente.
Tutti gli sguardi vennero rivolti
verso di Troy, poi le due coppie presenti nella stanza si strinsero in un
abbraccio. Per un momento si ritennero fortunati ad essere lì in compagnia
della persona che amavano. Ryan e Troy dovevano invece lottare. E cercare di capire cosa volessero dire quelle uniche due
canzoni complete assegnate loro.
Ma Rachel non aveva dubbi, mentre scendeva la notte e si
coricava sul divano con accanto Gabriella. Le aveva consegnato il testo pochi attimi prima, spiegandole il
piano. Gabriella aveva nascosto il foglio dentro alla tasca
interna del giubbotto di jeans.
Tutti e sette i suoi amici avrebbero capito il senso delle
sue parole.
************
Eccoci già all’ottavo capitolo. Non riesco a crederci. È
una ficcy un po’ difficile per me, visto che non ho ben in mente come finirà la
ficcy. Boh, tenterò di capire cosa fare. ^^
Passiamo alle vostre recensioni:
NewGirl (Tesoro, ragiona. Non è il tempo
che crea la fiducia. Fidarsi di una persona vuol dire guardarla negli occhi e dire: “Sì. È lei quella di cui mi fido.” Se
invece sono persone che non hai mai visto, come le amicizie su msn, credo che
per fidarsi pienamente di una persona il tempo non basti. Bisogna
sentirselo. Vedrai che andrà tutto bene ^^)
Jud_91 (Ahahahahahah! XD Povera
Gabriella. E dire che pensavo che ti piacesse come
personaggio. Ma l’amore per la Trachel è troppo
grande, vero? XD)
lilla4eve(Chi pensavi fosse entrato in
cucina? ^^ Comunque l’ho letta la tua shot! È quella
di Capodanno, vero? Dovresti scrivere ancora su HSM, credimi ^^)
Herm90 (Gemellina, secondo te chi facevo
prendere insieme a Rachel? ^^ Ovvio
che avevi immaginato una cosa del genere. Devi essere riuscita a
rientrare in contatto telepatico con me. Aspetta che provo a vedere se riesco a
capire come vuoi finire West and East *me si
concentra* No, niente da fare. La pioggia disturba il contatto XD)
Vivy93 (Ma no, è che Kelsi mi sembrava il
tipo giusto da nascondere da qualche parte in una situazione del genere XD Comunque non lo so quando finirà la storia. ^^)
Nota iniziale: I colori sono Gabriella, Kelsi. La canzone che canta Gabriella è la
traduzione del ritornello di “It’s Life” di Ashley
Tisdale, mentre quella che canta Kelsi è un pezzo di “Il mondo è mio” tratto
dal cartone Aladin.
Capitolo 9: Ora inizia
la storia
Martin finì di legare le due ragazze. Erano sedute su due
sedie, legate con della corda molto robusta.
-Vediamo se adesso ragionate.- George si avvicinò a loro e
rifilò uno schiaffo sulla guancia pallida di Gabriella.
Gabriella si voltò col viso, stringendo i denti.
-Perché te la prendi con lei?-
domandò Rachel guardando l’amica preoccupata.
-Non ne hai avuto abbastanza?- George tirò fuori dalla tasca un coltello, -O vuoi che ti rifili questo
da qualche parte? Che ne so… nello stomaco per
esempio.- avvicinò il coltello alla magra vita di Rachel, -Oppure potrei
tagliarti la gola.- il coltello passò sulla sua gola.
Rachel trattenne il fiato, dimostrando un coraggio che non
pensava di possedere. Gabriella la guardò ansiosa.
-Per oggi può bastare. Martin, riportale di là.- George si
avvicinò a Grace e i due cominciarono a parlottare.
Martin slegò le ragazze e le riportò nella loro stanza.
-Martin! Perché lo fai?- gli
domandò Rachel, -Hai la nostra età! Sei troppo giovane per
compiere certi atti.-
-Ti prego, aiutaci.- sussurrò Gabriella in modo che i due
coniugi non li sentissero, -Ti prego…-
Martin sospirò, abbassando lo sguardo
nero, -Mi spiace, ragazze. Ma non posso fare
niente.-
-Sì, che puoi fare qualcosa.-
insistette Rachel, -Per favore, devi aiutarci.-
-Martin!-
Martin si voltò verso l’altra stanza, vedendo George
guardarlo sospettoso. Sospirò.
-Mi dispiace.- disse solo
chiudendo la porta a chiave.
-Oh, accidenti!- imprecò Gabriella battendo un pugno sulla
porta, -Siamo chiuse qui da due settimane! Non è possibile che non ci abbiano
ancora trovate!-
-Calmati, Gabriella.- Rachel si sedette sul divano,
stringendosi nel suo maglione nero, -Sono sicura che
ci stanno cercando. Sto cercando di mettere tutto a posto.-
Gabriella si accasciò a terra, con le mani tra i capelli.
-Ryan… ti prego, aiutami…-
mormorò tra le lacrime.
Sharpay la fissò dispiaciuta. Si distese sul divano,
mentre alcune ciocche bionde le ricadevano davanti agli occhi. Chiuse gli occhi
smeraldo e vide davanti a sé il viso di Troy.
-Troy…-
Gabriella alzò lo sguardo, avendo sentito il nome
pronunciato dall’amica. Si avvicinò al divano e si accorse che si era
addormentata.
Prese la coperta di lana pesante a quadri e gliela mise
sopra, per poi sedersi a terra.
Tirò fuori il foglio con i versi dal giubbotto di jeans e
cominciò a cantare sottovoce quelle parole.
A volte
è difficile
Non
importa chi sei
È la vita, è la
vita
E sto provando a
mettere tutto a posto
A volte
mi sento
Come se tutta questa faccenda non è reale
Ma è la vita, è la vita
E ci sto provando
Sto
provando a mettere tutto a posto
Gabriella guardò Rachel che dormiva tranquillamente,
mormorando di tanto in tanto il nome di Troy.
Le aveva detto tutte le volte che
stava cercando di mettere a posto tutto quanto.
Ma che cosa intendeva precisamente?
§§§§§§§§§§§§
Ora vieni
con me
Verso un
mondo di incanto
Principessa
è tanto che il tuo cuore aspetta un sì
Quello che scoprirai
È davvero
importante
Il tappeto
volante ci accompagna proprio lì
Il mondo è
tuo
Con quelle
stelle puoi giocar
Nessuno ti
dirà che non si fa
È un mondo
tuo per sempre
Kelsi aveva solo quei versi sul suo foglio.
Erano due settimane che li leggeva senza capire.
E quel giorno aveva deciso di capire
finalmente il senso di quelle parole.
-Kelsi!- Ryan aprì la porta passandosi velocemente una
mano sulle guance pallide, -Che ci fai qui?-
Kelsi lo guardò attentamente. Era ovvio che Ryan avesse
pianto.
-Vorrei andare un attimo nella stanza di Rachel. Posso?-
Ryan annuì confuso, -Certo. Perché?- domandò
mentre la conduceva su per le scale della villa.
Kelsi entrò nella camera di Rachel e Ryan notò un lampo di
decisione passarle nello sguardo.
-Voglio capire il senso dei miei
versi.- dichiarò
movendosi in mezzo alla stanza.
Ryan annuì incerto, -E’ la stessa idea che ho avuto io. Ma non riesco a
capire.-
Kelsi sorrise, studiando la stanza.
Cantilenava i versi, cercando di capire a cosa si riferisse.
Sentì qualcosa di morbido sotto i suoi piedi. Abbassando
lo sguardo notò che si trattava del tappeto ricamato che copriva una buona
parte del pavimento. All’inizio non ci badò più di tanto, ma poi si rese conto
che la canzone parlava di un tappeto.
-Il tappeto volante
ci accompagna proprio lì…- Kelsi lanciò la borsa sul letto di Rachel e si
chinò a terra verso il bordo del tappeto, -Ryan, aiutami.-
Ryan seguì il suo esempio e l’aiutò ad arrotolare il
tappeto, fino a quando non trovarono dei disegni sul
pavimento.
-Accidenti. Deve essere stata Rachel a
disegnare tutto ciò.- disse ammirando la moltitudine di cuori, spirali e
stelle.
Kelsi adocchiò proprio le stelle, -Con quelle stelle puoi giocar. Nessuno ti dirà
che non si fa…- sussurrò andando verso la parte dove c’erano disegnate le
stelle. Fece passare la mano e notò che c’era una specie di fessura, -Quello che scoprirai è davvero importante…-
Ryan la osservò per tutto il tempo, cercando di intuire cosa stesse pensando. Kelsi era molto brava con gli enigmi.
Kelsi fece passare ancora la mano sul pavimento, notando
poi che c’era qualcosa in rilievo. Strofinò e notò una piccola maniglia
abilmente nascosta dal colore della stella più grande. Aprì la piccola botola e
prese in mano ciò che vi trovò all’interno.
-Cos’è?- domandò Ryan ansioso di
sapere.
-Una lettera.- rispose l’amica alzandosi da terra, -Per
me.- aggiunse.
Si andò a sedere sul letto di Rachel e lesse le parole.
-Chiama gli altri, Ryan.- disse quando
ebbe finito di leggere la lettera, -Ora inizia la storia.-
***********
Grazie a tutte quelle anime buone
che hanno commentato lo scorso chappy. Se potessi vi ringrazierei uno per uno,
ma purtroppo sono connessa clandestinamente XD
Chad, che era seduto sul divano con accanto
Taylor, fu il primo ad interrompere il silenzio creatosi.
-Allora… come mai ci hai detto di
portare i testi delle canzoni di Rachel?- domandò accennando ai pezzi di carta
che avevano tutti in mano.
Kelsi sorrise e aprì la lettera che le aveva lasciato Rachel.
-Ho risolto l’indovinello della mia canzone. E ho trovato una lettera di Rachel.- disse alzandosi dalla
poltrona su cui era seduta in braccio a Jason.
-Che cosa c’è scritto?- domandò
Troy.
Kelsi si morse il labbro inferiore, poi
cominciò a leggere ad alta voce la lettera dell’amica.
Kelsi. Mia cara e dolce Kelsi.
Ero sicura che avresti
indovinato.
Sei bravissima negli enigmi e
sono anche sicura che potresti aiutare gli altri a risolvere l’enigma dei loro
versi. È complicato. Magari non capisci perché lo faccio e perché invece non
dico subito dove sta quel maledetto software. Il punto è che non voglio che
cada nelle mani sbagliate e nel caso trovassero questa lettera non capirebbero dove sta senza l’aiuto delle vostre canzoni.
Trovate il software, poi
chiamate l’FBI e consegnateglielo. Loro sapranno cosa
farci. E mi troveranno.
Spero solo che questa lettera
non venga mai letta, perché altrimenti vorrebbe dire
che sono stata rapita da George, Grace e Martin. Le persone da cui mi sono
nascosta e per cui sono sotto sorveglianza. Testimone
della loro rapina.
Mi dispiace mettervi in mezzo,
voi che comunque non c’entrate niente. Voi che non
dovevate sapere niente.
E mi
scuso anche per non avervi rivelato niente. Per non avervi
detto chi ero in realtà. Per non avervi detto
che io non mi chiamo Sharpay, ma Rachel.
Non volevo, come ti ho già
detto, mettervi in mezzo. Non volevo che entraste in un casino come questo, che
poteste farvi del male per colpa loro. Per colpa di questi rapinatori a cui sembra che la mia vita sia
così cara. Non preoccupatevi per me. Io starò
bene. Non mi faranno niente. Mi minacceranno soltanto, ma non di più. Senza di
me non troverebbero il software.
Ti
voglio bene, Kelsi.
Sharpay/Rachel
-Ecco perché dobbiamo risolvere
gli indovinelli nascosti nelle nostre canzoni.- finì Kelsi consegnando la
lettera a Taylor, che la voleva rileggerla per essere certa delle parole
scritte da Rachel, -Dobbiamo aiutarla!-
Troy si alzò e agguantato il suo foglio non li guardò
nemmeno in faccia.
-Io… preferisco pensarci da solo…- disse stringendo nella
mano quel foglio, -Vorrei andare in camera… di… Rachel…-
-Certo.- acconsentì Ryan.
Troy, sotto gli sguardi silenziosi degli amici, salì le
scale di corsa ed entrò nella camera di Rachel.
Gli altri si guardarono un attimo, poi
sospirarono.
-Iniziamo dalla mia.- disse Chad leggendo la strofa della
propria canzone.
Io non
credo nei miracoli
Tu sei
stato per me l’eccezione
Anche solo
per un attimo
Ma sai che ci ho
creduto in noi
Ma io vivo nel ricordo
Sgomitando
si fa spazio in me
Di un
amore che purtroppo non sei te
-Mi dite cosa vorrebbe dire?- esclamò Chad esasperato, -Ci
ragiono tutto il giorno, ma non mi viene in mente niente.-
-Sei proprio ottuso, tesoro.- lo prese in giro Taylor,
-Sei il suo migliore amico. Ha scritto questa strofa pensando appunto a te e al
fatto che non sarai mai il suo amore. Sarai sempre il suo migliore amico.-
-Sì… ma perché sono stato l’eccezione?
Non ha mai avuto dei migliori amici maschi?-
-Non credo.- rispose Jason, -E’ figlia unica, Ryan?-
-No, ha una sorellina.- rispose
Ryan sedendosi stancamente su una poltrona, -Ma non mi sembra avesse dei
migliori amici maschi dove stava prima. Almeno… a me non me
ne ha mai parlato.-
-Non crede nei miracoli… sei stato l’eccezione…- ripeté
Kelsi, -Scusate… ma non è una strofa sua!-
-Come, scusa?- domandò Chad.
-E’ una canzone di una cantante italiana. Una certa
Laura-qualcosa…- ragionò Kelsi.
-Laura Bono!- esclamò Chad alzandosi di
scatto, -Io non credo nei miracoli… è una sua canzone! È vero!-
-Tu conosci questa cantante?- si
accigliò Taylor.
-Me l’ha fatta ascoltare lei, un po’ di tempo fa.- rivelò
Chad, -Dovrebbe avere un disco qui da qualche parte.- guardò
in cerca tra le compilation che facevano bella mostra in salotto, -Eccolo!-
tirò fuori la custodia e la aprì.
Un foglietto azzurro cadde e Chad lo raccolse
immediatamente, leggendo velocemente.
-Allora? Cosa dice?- domandò
Ryan.
Chad sorrise e gli occhi gli divennero lucidi. Tutti lo
guardarono sorpresi. Lui non piangeva mai.
-Chad…- tentò di chiamarlo Taylor.
-Sei il mio miracolo.- sorrise Chad, -E poi c’è scritto
che mi vuole bene e che devo cercare dentro di me la risposta. Solo io so cosa
vuol dire la parola miracolo.-
-E tu sai che cosa vuol dire?- chiese
Kelsi.
Chad si voltò verso di lei, -Credo di sì.-
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-Io proprio non capisco!-
Rachel sospirò, osservando la figura di Gabriella che
camminava avanti e indietro per la piccola stanza dove erano segregate.
-Cosa non capisci?-
-Dove diavolo sono andati! Ci
minacciano, ci tengono chiuse qui, ma non vogliono dirci dove vanno dalle
cinque alle sette del pomeriggio!- Gabriella si portò le mani tra i capelli,
-Ma dove diavolo andranno, mi chiedo!-
Rachel sollevò le sopraciglia, -Secondo te lo verranno a
dire a noi?-
-No… però mi fa arrabbiare, ecco!- Gabriella si sedette
sul divano malandato, -Ma quando ci troveranno?-
Rachel sorrise, -Non lo so, Gabriella. Ma
credo presto. Stai tranquilla.-
Gabriella ricambiò e il sorriso e le due si abbracciarono
con la speranza che illuminava i loro cuori. Ad un certo punto sentirono il
divano vibrare. Si separarono confuse e cominciarono a cercare la fonte della
vibrazione inaspettata.
-Non ci posso credere!- Gabriella tirò fuori
da sotto un cuscino un cellulare, -Questo è il mio cellulare! Devo
averlo infilato nel giubbotto di jeans senza rendermene conto!-
-E tu non mi dici niente?- domandò Rachel
scandalizzata, -Avanti, controlla chi è!-
Gabriella aprì il messaggio, -Messaggio
pubblicitario…- mormorò con disappunto, -Però la batteria è quasi scarica!
Forse facciamo in tempo a chiamare!-
-Dai, sbrigati. Componi il numero di Ryan!-
Gabriella annuì e velocemente compose il numero del suo
ragazzo. Mise il viva-voce e aspettò che qualcuno
rispondesse.
-Dai… ti prego, amore. Dai,
rispondi…- pregò Gabriella.
Ryan prese il cellulare, sbarrando poi gli occhi azzurri.
-E’ Gabriella!-
-Cosa?- tutti andarono verso di lui, il quale dopo aver
accettato la chiamata mise il viva-voce.
“Ryan! Finalmente!”
“Gabriella!” esclamò Ryan scioccato, “Ma dove siete?”
“Non lo sappiamo.” rispose
Rachel.
“Oh, cavolo! Rachel! Ma come
state?” domandò Taylor.
“Vado a chiamare Troy.” disse
Chad e corse su per le scale mentre loro discutevano e si accertavano che fosse
tutto a posto, -Troy! Vieni! Subito!-
Troy, che stava fissando fuori dalla
finestra un punto imprecisato, lo seguì correndo. Scesero in salotto e
raggiunsero il gruppo.
“Cosa succede?” sentirono dire da
Troy le due ragazze.
“Troy!” lo chiamò Rachel con le lacrime agli occhi.
“Rachel!” Troy si avvicinò di più al telefono, “Rachel,
come stai? Ti hanno fatto niente?”
“Ehi! Grazie per esserti preoccupato anche per me, eh!” si
offese Gabriella.
“Scusalo, Gabry.” Kelsi sospirò, “E’
un po’ agitato.”
“Rachel… cosa dobbiamo fare?” domandò Chad.
“Risolvete le canzoni. Ce la farete! Chad, tu sei il mio
miracolo, ricordalo!”
“La batteria è quasi scarica… quindi probabilmente non ci
sentiremo ancora! Sbrigatevi!” esclamò Gabriella.
“Contiamo su di v-”
La telefonata si interruppe.
-GABRIELLA! RACHEL!- urlò Ryan.
-Deve essersi scaricata la
batteria…- valutò
Jason.
Non potevano sapere che la batteria non c’entrava niente.
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E dopo secoli che non aggiorno questa ficcy, ecco il nuovo
chappy ^^
Scusate l’attesa XD Grazie a tutti quelli che hanno
recensito, davvero!
La canzone è appunto Io non credo nei miracoli di Laura Bono.