Mondo Gatto

di Tersicore
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Presentazione ***
Capitolo 2: *** Giorgio il Professionista ***



Capitolo 1
*** Presentazione ***


PRESENTAZIONE

 

Salve, mi presento: il mio nome è Silvestro.

Il nome dato dalla mia amica umana naturalmente, di fatto, nel quartiere sono conosciuto come “Il Rosso”; lascio a voi la deduzione del perché.

A dire il vero Silvestro è un nome che non mi piace particolarmente, ma si sa, la razza umana scarseggia in fatto d’originalità e fantasia.

Comunque, volete sapere chi sono? Per dirlo in poche e modeste parole….. io sono l’essere eletto, l’animale per eccellenza, il fulcro dell’intelligenza, dell’eleganza, dell’agilità e della furbizia. Le femmine dei dintorni mi venerano. Adorano il mio folto pelo lucido, svengono davanti ai miei sognanti occhi verdi ed impazziscono letteralmente per la mia lunga coda…… storta.

Cicatrice di guerra sapete, risultato di una vecchia sfida con l’automobile del vicino di casa.

Si è vero, quella battaglia è stata effettivamente vinta da lui, tanto che la mia amica ha dovuto portarmi da quell’odioso signore vestito con il camice bianco per curarmi, ma vi assicuro che poi la guerra è passata nettamente al mio attivo.

L’umano in questione ancora si chiede chi possa essere mai stato ha ridurgli in brandelli la capotta della sua nuova macchina.

Comunque torniamo a noi, cosa dicevo? Ah si, la mia coda.

Per esperienza personale vi assicuro che le ferite di quel genere rendono un felino estremamente affascinante nel periodo dei calori.

Ecco chi sono io, signori miei. Se ancora non l’aveste capito, cosa che non mi sorprenderebbe visto la scarsa perspicacia degli umani: sono un gatto.

Un gatto fortunato devo ammettere. Ho un rifugio a cui tornare quando piove, una ciotola di mangiare sempre piena ed un letto in cui poltrire.

E poi c’è lei, la mia adorabile padrona.

Padrona, si fa per dire, noi gatti non abbiamo padroni, tutto al più amici. Lara si chiama e letteralmente mi adora. E’ un piacere quando con quella sua graziosa manina mi gratta dietro alle orecchie, ahhh non posso trattenermi, solo a pensarci inizio a fare le fusa.

Lara, per i vostri canoni di bellezza, è notevole e badate bene quello che dico è provato.

Da quanto un mese fa si è lasciata con il suo compagno qui nel suo appartamento c’è un certo giro.

Sono parecchi i maschi che si presentato con enormi mazzi di fiori e scatole piene di quella specie di crocchette dolci. Come le chiamate voi? Ah si, cioccolatini! L’altra settima sono riuscito a mettere le zampe su di una di queste scatole e via così, uno tira l’altro, l’ho svuotata. Lara era talmente infuriata che mi ha rincorso per tutta la casa con una ciabatta in mano, ma il peggio è arrivato dopo. La mia pancia ha preso vita propria facendomi passare una mezz’ora d’inferno, senza parlare poi delle minacce di Lara dopo che ha visto quello che ho fatto, non riuscendo a raggiungere la mia cassetta dei bisogni, sul nuovo tappeto del salotto.

Tornando a noi...., cosa vi stavo raccontando……ah già, dei nuovi spasimanti della mia padrona.

A dire il vero c’è ne sono di vari generi: l’intellettuale, lo sportivo, il pantofolaio, il donnaiolo, il lavoratore e chi più ne ha più ne metta.

Gli umani sono molto diversi da noi felini. Il loro mondo è fatto di nevrosi e di comportamenti non propriamente dettati dall’intelligenza. A volte mi chiedo come abbiano fatto ad ottenere la supremazia. Sono una razza così prevedibile ed insulsa…..mah, forse il loro maggiore difetto è proprio questo. Quello di credersi superiori a tutti non rendendosi conto che l’idiozia maggiore sta proprio nel mettersi sul piedistallo. Perché è proprio questo che fanno gli umani. A sentirli parlare non esiste nessun altro al mondo più furbo ed intelligente di loro stessi. E badate bene, con nessun altro non intendo solo la razza animale!

Che ci volete fare, cosa ci si può aspettare da un essere che ha eletto il cane a suo migliore amico!

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Capitolo 2
*** Giorgio il Professionista ***


Giorgio il professionista.

 

 

Giorgio si presentò a casa mia, e sottolineo per essere chiaro le parole CASA MIA, circa due settimane fa e naturalmente…………………se n’è pentito amaramente.

E’ entrato sfoggiando in volto quell’aria arrogante del so tutto io.

Vestito di scuro, portava stretta nella mano destra, una specie di scatola che lui chiamava “ventiquattrore”.

Sapete, per noi gatti le scatole di qualunque genere o forma esse siano, rappresentato un vero dilemma, ma soprattutto, una grossa tentazione.

Nel nostro cervellino scatta immediatamente la molla della curiosità e la domanda ricorrente che in quegli attimi acceca anche il nostro spiccato raziocinio, continua a frullarci nel cervello persistentemente, obbligandoci a chiederci: “Cosa ci sarà mai dentro?”.

Pensate poi che quella scatola posseduta da Giorgio emanava un odore d’animale defunto, come fare a resistere?

Già fin dal primo momento, io e Giorgio, ci siamo letteralmente odiati. Il tipo ha osato, e dico osato, allungarmi un calcio nello stesso momento in cui io, per conoscenza, sapete come facciamo noi gatti, ho iniziato a strisciarmi al suo orlo dei pantaloni.

Ma dico io, vi sembra educazione questa? Cercavo solo di essere amichevole!

Quello si è messo subito a sbraitare che gli attaccavo i miei sudici peli ai pantaloni.

Sudicio io? Io che sto ore ed ore a leccarmi il mio splendido pelo rosso?

Io che sono talmente schizzinoso che non mi avvicinerei mai ad una pozzanghera per terra?

Ma come si permette! Sarà bello lui con quel pezzo di stoffa che chiama cravatta, attorcigliato intorno al collo. Che ci si strozzi con la sua cravatta.

Ehmmm, scusate, lo sfogo…..dove ero rimasto? A si….

Dopo questo spiacevole episodio, a cui naturalmente Lara non ha assistito, i due umani si sono spostati in salotto.

Ovviamente li ho seguiti, nonostante che con questo, abbia dovuto mandare all’aria il mio galante appuntamento con la gattina bianca che abita in fondo alla via.

Vi pare forse che avrei potuto lasciare Lara sola con un tipo del genere?

Giammai, sono o non sono un gentilgatto?

In salotto, i due, dopo essersi serviti una generosa dose di un liquido ambrato chiamato da Lara cognac, si sono seduti vicini, vicini sul divano, intenti a sussurrarsi parole sdolcinate a fior d’orecchio.

Non mi piace vedere Lara in questi atteggiamenti melensi. Io che conosco bene il suo carattere, so che queste pose non fanno parte della sua personalità. Il tipo non s’immagina neanche a cosa andrebbe in contro nel tempo, frequentando la mia padrona. Altro che vestitini attillati, tacchi a spillo e rossetto sgargiante. Per la maggior parte delle volte Lara gira per casa in pigiama informe e calzettoni antiscivolo.

Comunque, mentre i due piccioni continuavano a tubare indisturbati sul divano a suon di risatine insopportabili, io decisi di approfittare della loro disattenzione per dare un’occhiata alla suddetta ventiquattrore.

Come tutti i gatti degni di essere chiamati con questo nome, mi ci sono avvicinato con molta cautela attento ad un’eventuale imprevisto movimento, poi con una zampa, ho iniziato a toccare quella scatola e dal momento che non ho trovato né aperture ne buchi di sorta, sono passato all’attacco. Niente da fare la scatola non si apriva. Ma che diavolo ci faceva Giorgio con una scatola che non si apriva e in cui soprattutto non ci si poteva nascondere? Che servisse per farsi le unghie? Beh effettivamente poteva essere una soluzione! Che mi dovessi ricredere su di lui?

Ganzo si portava un’affila unghie sempre dietro.

Beh, che dire, in quel momento certo non mi è venuto in mente che potesse dispiacergli se ne approfittavo pure io. Fra noi gatti e normale condividere queste cose!

Estratti i miei affilatissimi artigli mi stirai per ben bene ed iniziai a sgranchirmi i polpastrelli su quella profumatissima pelle.

Non l’avessi mai fatto! Un urlo disumano proveniente dal divano si alzò nell’aria causandomi quasi un infarto.

“Nooooo la mia valigetta nuovaaaa”.

Apriti cielo, cosa avevo mai fatto di così terribile? Se la mia padrona non avesse preso le mie difese penso che il tipo mi avrebbe tirato il collo, ma sapete come è, quando un uomo vuole conquistare una donna è disposto a passare sopra a tutto!

Beh, forse meglio dire quasi sopra a tutto, considerato quello che è successo un’oretta dopo.

Tuttavia, tornando a noi, rifugiato fra le confortevoli braccia di Lara assistetti pian piano al placarsi dell’ira fatta uomo. Calmati i bollenti spiriti ci accomodammo tutte e tre nuovamente sul divano. Dalla mia postazione, accoccolato sulle ginocchia di Lara, guardavo con interesse il marpione che continuava a lanciarmi occhiate assassine e circospette, fingere che non fosse successo nulla.

Purtroppo per lui però, il ritrovato idillio non durò per molto tempo.

All’improvviso una musichetta sgradevolissima iniziò ad uscire dal taschino della sua giacca.

In quel momento un piccolo aggeggio che voi chiamate cellulare decretò l’inizio della fine della romantica serata prevista dal professionista.

Giorgio, sorvolando sullo sguardo alquanto scocciato della mia padrona, rispose al telefono iniziando a gesticolare ed alzando la voce fastidiosamente.

Il problema è che la cosa non finì con quella telefonata, ma bensì ne seguirono almeno altre tre.

Giorgio non faceva altro che camminare su è giù per la stanza sotto gli occhi sempre più cupi di Lara che aveva iniziato a sbuffare come una locomotiva.

Brutto segno, ve lo posso garantire.

Comunque ad un certo punto, il tipo finalmente avveduto della crescente irritazione della sua intenzionale conquista, decise bene di bloccare quell’andirivieni di squilli.

Al contrario di quello che farebbe una persona normale, però, il furbone non spense il cellulare ma selezionò quella simpatica opzione che si chiama vibrazione.

Beh signori, di fatto so cosa è la vibrazione. Ho assistito varie volte ai sussulti di quella macchinetta, ma dovete comprendere, Giorgio se la mise nel taschino.

Cosa avreste fatto voi se all’improvviso, il suddetto taschino avesse iniziato ad agitarsi?

Il dubbio che oltre alla scatoletta, dentro, ci fosse pure un topo non vi avrebbe sfiorato?

A me si! Quindi, presa la mira, innocentemente sono partito all’attacco aggrappandomi alla sua giacca e…….... si è scatenato l’inferno.

Il tipo urlava a più non posso cercando di scappare da tutte le parti ed io, rimasto impigliato con le unghie alla sua giacca e alle sue carni, non potevo fare altro che miagolare per la disperazione.

Lara intanto ci inseguiva urlando a squarciagola: “Lascia stare il mio gatto bruto”, insomma concludendo, Giorno se ne andato da casa mia infuriato e fortunatamente promettendo di non ritornarci mai più. Arrogante.

Come se dispiacesse a qualcuno.

In ogni modo, alla fin fine devo ammettere che quella serata non è finita poi tanto male. Forse o deluso la gattina bianca, ma a questo posso tranquillamente rimediare, e poi volete mettere con tutte le coccole ricevute dalla mia padroncina quando siamo rimasti soli?

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