-Magic- Harry Potter e la Magia Viola

di Dama degli Intrighi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo – Diciannove anni dopo la caduta di Voldemort ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 – Cinque anni dopo ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 – Scompari e compari… ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 – Una strana lettera ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 – Il Signor Potter ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 – Diagon Alley ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 – Bacchetta o non bacchetta? ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 – Binario 9 e ¾ ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 - E ora dove ti metto? ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 - Arrivano! ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 - Partita di Quidditch ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 - Il Calice di Fuoco ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 - “Buona Fortuna” ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 - L’ordine del Calice di fuoco ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 - La prima prova ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 - Bisogna farsi coraggio! ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 - Il Ballo del Ceppo ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 - Indovinello ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 - Dubbi e certezze ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 - Mezze verità ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 - Il mostro cavallo ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 -La seconda prova ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 – Strani comportamenti ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 - Rissa per un boccino! ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 - Farfalle ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 - Helleborus ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 – La maledizione Cruciatus ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 - La Skeeter è una cornacchia! ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 - In trappola! ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 - Scarabeo in un vasetto ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 - Il ruba ricordi ***
Capitolo 32: *** Capitolo 31 - La Tana ***
Capitolo 33: *** Capitolo 32 - Pranzo con i Weasley ***
Capitolo 34: *** Capitolo 33 - Un temporale aspettato ***
Capitolo 35: *** Capitolo 34 - Uova, caccabombe e lettere ***
Capitolo 36: *** Capitolo 35 – Le quattro vie ***
Capitolo 37: *** Capitolo 36 – La terza prova ***
Capitolo 38: *** Capitolo 37 – Duello finale! ***
Capitolo 39: *** Capitolo 38 - Subit Recordatio Maxima ***
Capitolo 40: *** Capitolo 39 - Ginevra Kigam ***
Capitolo 41: *** Capitolo 40 – Finale? ***



Capitolo 1
*** Prologo – Diciannove anni dopo la caduta di Voldemort ***


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ATTENZIONE: Questo capitolo NON l'ho scritto io, si tratta dell'ultimo capitolo di Harry Potter e i Doni della Morte, che io ho TRADOTTO direttamente dall'originale e messo qui per far capire da dove parte la mia storia, quindi QUESTO CAPITOLO NON E' TOTALMENTE FATTO DA ME, MA I PROSSIMI SI. Grazie
***

Quell’anno l’autunno arrivò presto. La mattina del primo settembre era croccante e dorata come una mela, e quando la famigliola attraversò la strada rumorosa verso l’enorme stazione fuligginosa, i fumi delle auto e il fiato dei pedoni scintillavano come ragnatele nell’aria fresca. Due grandi gabbie sbattevano in cima ai carrelli stracolmi spinti dai genitori; i gufi all’interno gridavano indignati e la bambina con i capelli rossi si trascinava in lacrime dietro i fratelli, aggrappandosi al braccio del padre.
-Non manca molto, fra poco ci andrai anche tu- tentò di consolarla Harry.
-Fra due anni- protesto Lilly tirando su con il naso –Io voglio andarci adesso!-
I pendolari fissarono incuriositi i gufi quando la famiglia si aprì la strada verso la barriera tra i binari nove e dieci. Harry udì di nuovo la voce di Albus nel frastuono; i suoi figli avevano ripreso la discussione cominciata in macchina.
-Non voglio! Non voglio essere un Serpeverde!-
-James, piantala!- intervenne Ginny.
-Io ho detto solo che potrebbe- ribattè James, sorridendo al fratello minore. –Non c’è niente di male. Potrebbe essere un Serpe…-
Ma James colse lo sguardo della madre e tacque. I cinque Potter si avvicinarono alla barriera. Con un’occhiata impertinente al fratello, James prese il carrello dalla madre e cominciò a correre. Un attimo dopo era sparito.
-Mi scriverete, vero?- chiese subito Albus ai genitori, approfittando della temporanea assenza del fratello.
-Tutti i giorni, se vuoi- rispose Ginny.
-Non proprio tutti- si affrettò a ribattere Albus –James dice che gli altri ricevono lettere da casa una volta al mese-.
-L’anno scorso gli scrivevamo tre volte la settimana- precisò Ginny.
-E non devi credere a tutto quello che ti dice su Hogwarts- aggiunse Harry. –A tuo fratello spiace scherzare-.
Fianco a fianco, spinsero il secondo carrello, prendendo velocità. Quando arrivarono alla barriera, Albus trattenne il fiato, ma non ci fu nessuno scontro. La famiglia emerse sul binario nove e tre quarti, oscurato dal denso vapore bianco che usciva dal rosso Espresso per Hogwarts. Sagome indistinte sciamavano nella nebbiolina che aveva già inghiottito James.
-Dove sono?- chiese Albus preoccupato, scrutando le forme confuse lungo il binario.
-Li troveremo- lo rassicurò Ginny.
Ma il vapore era fitto ed era difficile distinguere i volti. Separate dai proprietari, le voci rimbombavano in modo innaturale. Harry riconobbe Percy impegnato in un’animata discussione sulle norme relative ai manici di scopa, e fu lieto di avere una buona scusa per non fermarsi a salutare…
-Credo che siano loro, Al- disse Ginny a un tratto.
Un gruppo di quattro persone affiorò dalla nebbia accanto all’ultima carrozza. Solo quando Harry, Ginny, Lily e Albus si furono avvicinati, riuscirono a distinguere le loro facce.
-Ciao- li salutò Albus, immensamente sollevato.
Rose, che già indossava la divisa di Hogwarts nuova di zecca, gli sorrise radiosa.
-Tutto bene con il parcheggio?- chiese Ron a Harry. –Io sì. Hermione non credeva che sarei riuscito a superare l’esame di guida Babbano, vero? Pensava che avrei dovuto Confondere l’esaminatore-.
-Non è vero- protestò Hermione. –Avevo assoluta fiducia in te-.
-In realtà l’ho Confuso- sussurrò Ron a Harry mentre caricavano insieme il baule e il gufo di Albus sul treno. –Avevo solo dimenticato di guardare nello specchietto retrovisore, e diciamocelo, per quello posso sempre usare un Incantesimo Supersensor-.
Sul marciapiede Lily e Hugo, fratello minore di Rose, erano immersi in un’animata discussione sulla Casa in cui sarebbero stati Smistati una volta arrivati a Hogwarts.
-Se non finisci in Grifondoro ti diserediamo- intervenne Ron, -Ma non voglio metterti pressione-.
-Ron!-
Lily e Hugo risero, ma Albus e Rose erano serissimi.
-Non dice davvero- li rassicurarono Hermione e Ginny, ma Ron si era distratto. Intercettò lo sguardo di Harry e accennò di nascosto a un punto a una cinquantina di metri da lì. Il vapore per un attimo si diradò e tre persone si stagliarono nitide contro la nebbiolina fluttuante.
-Guarda chi c’è-.
Era Draco Malfoy con moglie e figlio, un cappotto scuro abbottonato fino alla gola. Stava cominciando a stempiarsi, il che enfatizzava il mento appuntito. Il ragazzino gli assomigliava quanto Albus assomigliava a Harry. Draco si accorse che Harry, Ron, Hermione e Ginny lo guardavano, fece un brusco cenno di saluto e si voltò.
-E così quello è il piccolo Scorpius- commentò Ron sottovoce. –Cerca di batterlo in tutti gli esami, Rose. Per fortuna hai il cervello di tua madre-.
-Ron, per l’amore del cielo- ribattè Hermione, un po' seria un po' divertita. –Non cercare di metterli contro ancora prima che la scuola sia cominciata!-
-Hai ragione, scusa- concesse Ron, ma non riuscì a trattenersi e aggiunse: -Non dargli troppa confidenza, Rose. Nonno Arthur non ti perdonerebbe mai se sposassi un Purosangue-.
-Ehy!-
James era ricomparso; si era liberato di baule, gufo e carrello, e moriva dalla voglia di raccontare qualcosa.
-C’e Teddy laggiù- ansimò. Puntando alle sue spalle, verso le nuvole di vapore. –L’ho appena visto! E indovinate cosa sta facendo? Si bacia con Victoire!-
-Il nostro Teddy! Teddy Lupin! Che si bacia con la nostra Victoire! Nostra cugina! Gli ho chiesto cosa stava facendo…-
-Li hai interrotti?- domandò Ginny. –Sei proprio come Ron…-
-…E lui ha detto che era venuto a salutarla! E poi mi ha detto di andar via. Si stavano baciando!- aggiunse James, come se fosse preoccupato di non essere stato abbastanza chiaro.
-Oh, sarebbe bellissimo se si sposassero!- sussurrò Lily astatica. –Così Teddy farebbe veramente parte della famiglia!-
-Viene già a cena quattro volte la settimana- osservò Harry. –Perché non cli diciamo di venire a vivere da noi e la facciamo finita?-
-Sì!- esclamò James entusiasta. –A me non importa di dormire con Al… Teddy può prendere la mia stanza!-
-No- rispose Harry deciso. –Tu e Al starete in stanza assieme solo quando far demolire la casa-.
Guardò il vecchio orologio ammaccato che era appartenuto a Fabian Prewett.
-Sono quasi le undici, è meglio se salite-.
-Non dimenticare di dare un bacio a Neville!- si raccomandò Ginny a James abbracciandolo.
-Mamma! Non posso dare un bacio a un professore!-
-Ma tu sei amico di Neville…-
James alzò gli occhi al cielo.
-Fuori sì, ma a scuola è il professor Paciock, no? Non posso entrare in classe di Erbologia e baciarlo…-
James scosse il capo per le assurdità della madre e si sfogò tirando un calcio ad Albus.
-Ci vediamo dopo, Al. Occhio ai Thestral-.
-Pensavo che fossero invisibili. Hai detto che erano invisibili!-
Ma James rise, si lasciò baciare da sua madre, abbracciò in fretta il padre e balzò sul treno che si andava riempiendo. Lo videro agitare un braccio in segno di saluto e correre via lungo il corridoio, a cercare i suoi amici.
-Non devi preoccuparti per i Thestral- spiegò Harry ad Albus. –Sono creature gentili, non c’è niente di spaventoso in loro. E comunque non arriverai in carrozza, ci andrai in barca-.
Ginny baciò Albus.
-Ci vediamo a Natale-.
-Ciao, Al- disse Harry, mentre il figlio lo abbracciava. -Non dimenticare che Hagrid ti ha invitato a prendere il tè venerdì prossimo. Non perdere tempo con Pix. Non sfidare a duello nessuno finché non avrai imparato. E non farti prendere in giro da James-.
-E se divento un Serpeverde?-
Il sussurro era destinato solo a suo padre, e Harry capì che il momento della partenza aveva spinto Albus a rivelare quanto grande e sincera fosse la sua paura.
Harry si accovacciò in modo che il viso di Albus fosse appena sopra il suo. Era l’unico dei suoi tre figli ad aver ereditato gli occhi di Lily.
-Albus Severus- mormorò, in modo che nessuno sentisse a parte Ginny, e lei, con molto tatto, finse di salutare Rose, già sul treno. –Tu porti il nome di due Presidi di Hogwarts. Uno di loro era un Serpeverde e probabilmente l’uomo più coraggioso che io abbia mai conosciuto-.
-Ma se…-
-…Vorrà dire che la Casa di Serpeverde avrà guadagnato un ottimo studente, no? A noi non importa, Al. Ma se per te è importante, protrai scegliere Grifondoro invece di Serpeverde. Il Cappello Parlante tiene conto della tua scelta-.
-Davvero?-
-Con me l’ha fatto- confermò Harry.
Non l’aveva mai detto a nessuno dei suoi figli e vide la meraviglia sul volto di Albus. Ma ormai gli sportelli sbattevano lungo il treno rosso e le figure sfocate dei genitori si avvicinavano alle carrozze per i baci d’addio e le ultime raccomandazioni. Albus balzò a bordo e Ginny chiuse lo sportello alle sue spalle. Dai finestrini più vicini si sporgevano studenti. Un gran numero di facce, sia sul treno sia sul binario, erano rivolte verso Harry.
-Cos’hanno tutti da guardare?- chiese Albus, mentre lui e Rose allungando il collo per osservare gli altri studenti.
-Non farci caso- rispose Ron. –E’ per me. Sono estremamente famoso-.
Albus, Rose, Hugo e Lily risero. Il treno cominciò a muoversi e Harry lo seguì camminando, guardando il viso magro del figlio, già infiammato per l’emozione. Continuò a sorridere e a salutare, anche se era come un piccolo lutto vedere suo figlio allontanarsi…
L’ultima traccia di vapore svanì nell’aria autunnale. Il treno svoltò. La mano di Harry era ancora alzata in segno di saluto.
-Non avrà problemi- mormorò Ginny.
Harry la guardò e distrattamente abbassò la mano a sfiorare la cicatrice a forma di saetta sulla fronte.
-Lo so-.                                               
La cicatrice non gli faceva male da diciannove anni. Andava tutto bene.
 


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Capitolo 2
*** Capitolo 1 – Cinque anni dopo ***


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Quel martedì pomeriggio era proprio un caldo giorno di fine agosto. L’aria bollente era così palpabile che rendeva tutto tremolante. Anche tra l’erba alta a nord del parco dietro casa faceva caldo; tantè che Pervinca Magik aveva dovuto indossare i pantaloncini corti che di solito soleva portare quando con i genitori andava in Croazia.
Non si ricordava l’ultima estate che a Londra aveva fatto così caldo, per fortuna si era trovata un bel posticino dal caldo sopportabile tra i fili d’erba ancora umidi dalla pioggia caduta quella notte. Si era portata dietro un blocco da disegno e cercava di raffigurare in esso la natura che la circondava.
Pervinca Magik era una ragazza di sedici anni dai capelli marroni, quasi neri, e gli occhi verdi; era molto normale, o meglio, aveva sempre creduto di esserlo. Aveva una famiglia “tipica” che le voleva bene come ne si vuole alla propria unica figlia.
Mentre pervinca stava assorta nei suoi pensieri cercando di catturare la figura di un grillo su un stelo, un qualcosa sfrecciò sopra di lei e fece scappare l’insetto. Ciò che era passato sopra la sua testa era una farfalla di carta bianca che a gran velocità volava a pelo d’erba. Restando nascosta tra il verde, Pervinca fece scorrere il suo sguardo per tutto il prato fino a che non individuò in fondo alla collinetta tre ragazzi che ridevano guardando la farfalla di carta.
Potevano sembrare dei normali fratelli, vestiti normalmente come giovane, ma aguzzando la vista la ragazza si accorse che il più grande dei tre reggeva un pezzo di legno fino, un rametto, e lo agitava verso l’origami dirigendolo come per magia dove voleva.
Pervinca li riconobbe, erano i figli dei suoi vicini; non ci aveva mai parlato e di conseguenza non sapeva molto sui Potter. Si ricordava che la Signora Potter era sempre molto gentile e faceva una torta al cioccolato veramente magica e le piacevano i suoi capelli rossi. Il Signor Potter invece era più vago, in passato lo aveva solo osservato tra i buchi della staccionata mentre giocava con i figli; ora lo vedeva di rado perché si assentava da casa per molto tempo per via del suo lavoro che lei non conosceva.
Ora quei tre ragazzi se ne stavano a qualche metro di distanza da lei e stavano facendo un gioco che di normale non aveva proprio niente.
-Dai James, falle fare le giravolte-.
-Lily, ora non può, sta cercando di fare il giro della morte- la contraddisse Albus.
-Vai James!-.
James faceva ruotare la sua bacchetta e la farfalla virava in aria.
-E ora il gran finale- annunciò sorridendo verso i fratelli. –Un bel atterraggio in gran stile-
La farfalla volò ancora sopra la figura di Pervinca che stava nascosta e con delle piroette atterrò sulla mano che James tendeva in aria.
Pervinca aveva gli occhi sgranati e non credeva a ciò che vedeva, sembrava proprio che i Potter praticassero della magia e se non gli avesse mai visti avrebbe giurato che fossero degli stregoni.
-Sei fortunato che puoi utilizzare la magia fuori da Hogwarts-.
-Sì perché ormai ha diciassette anni- disse Albus. –Il prossimo anno potrò anche io!-.
-Non è giusto, anch’io voglio- protestò Lily. –Ehy, James, che succede?-
James fissava la collina, convinto di aver intravisto qualcosa nell’erba.
-James? Tutto bene…-
-Albus sta zitto, credo che qualcuno ci osservi-.
-Allora andiamo a vedere- suggerì Lily.
Pervinca capì che era nei guai quando vide i suoi vicini avanzare cauti proprio verso di lei. Afferrò il blocco da disegno e si rannicchiò su sé stessa sperando in un miracolo. Scappare non poteva o l’avrebbero riconosciuta subito, ma anche rimanendo la sua sorte di certo non cambiava.
Si portò le mani al volto mentre il rumore dei passi di faceva man mano più vicino. I pensieri di Pervinca corsero all’immagine della biblioteca, voleva trovarsi lì perché se così fosse stato di sicuro non ci sarebbe trovata in quel pasticcio.
Sentì che ormai i tre ragazzi erano vicini, desiderò non essere nel prato e l’ultima cosa che sentì fu una folata di vento freddo e poi il profumo del cuoio e di legno lavorato. Riaprì gli occhi al tonfo sordo di qualcosa che cadeva da molto in alto. Si voltò verso il rumore e trovò un libro rilegato in rosso sul pavimento cremisi e lo raccolse. Un libro? Su un pavimento? Il suo sguardo si spostò velocemente, era circondata da scaffali pieni di libri.
-Sono in biblioteca, ma come…-
Guardò il soffitto in cerca di un passaggio per cui forse era passata, ma non c’era niente e lei non aveva percepito nessun distacco apparente dal suolo.
-Tutto bene Signorina?-
La bibliotecaria si era allarmata per il rumore di libri caduti ed era andata a scoprire cosa fosse successo; aveva trovato una ragazzina in pantaloncini gialli e top verde rannicchiata contro uno degli scaffali di legno. Teneva tra le mani un libro e guardava il soffitto con sguardo incredulo. Anche gli occhi della Signora Martin si spostarono al soffitto cercando l’oggetto dell’attenzione della ragazza.
-Sì, Signora Martin, sto bene grazie-  rispose Pervinca riprendendosi. –Stavo solo cercando un libro e mi sono sentita un attimo stanca, ecco tutto; ma ora sto bene, anzi, devo andare a casa!-
La ragazza si alzò in piedi, consegnò il libro che aveva in mano alla bibliotecaria e corse via.
-Ma Signorina Pervinca, non le serve il suo libro sulle muffe statiche?-
-No grazie, ho già tutto quello che mi serve-.
Pervinca corse fuori dalla biblioteca frastornata, ancora non aveva capito bene cosa fosse successo, non sapeva che di lì a poco tutto sarebbe definitivamente cambiato; ma soprattutto non poteva immaginare chi e cosa aveva allertato e quali sarebbero stati i provvedimenti.
 
Salve a tutti!
Questo era solo un piccolo assaggio di come sarà la storia. come avrete capito la protagonista è un personaggio nuovo, ma non vi preoccupate anche gli altri avranno ruoli importanti quasi uguali. Presto poterò il secondo capitolo, sempre se lo vorrete. Per questo vi invito a lasciare delle recensioni così potrò sapere se volete che continui, se vi piace, se lo trovate valido... Ma anche se invece avete delle cose da consigliarmi o da farmi notare degli errori siete tutti ben accetti.

Baci, Dray xx

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 – Scompari e compari… ***


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Aveva corso per pochi minuti, ma era già stanca e aveva pure il fiatone. Si fermò proprio davanti a una strada secondaria che portava a un vicolo cieco. Per prendere fiato si chinò un poco, poggiando i palmi delle mani sulle ginocchia.
C’era molto traffico in strada lì in centro, e anche sui marciapiedi i pedoni erano tanti. Un’idea le attraversò la mente e si addentrò nel vicolo buio e umido.
-Allora, ora vediamo- iniziò a pensare sussurrando a se stessa il da farsi. –Non voglio tornare a casa a piedi, c’è troppa gente; quindi rifacciamo il trucchetto di prima e siamo a posto-.
Pervinca si concentrò, chiuse gli occhi assumendo una posizione ben dritta e visualizzò la sua stanza proprio come prima aveva fatto con la biblioteca, ma quando riaprì gli occhi era ancora nel vicolo.
-Ma come…-
Pervinca fece un passo in avanti un po' spossata perché il trucco non aveva funzionato, ma proprio mentre stava appoggiando il piede a terra di colpo sentì un vuoto sotto di se e cadde per riatterrare sul pavimento in parquet della sua piccola camera al secondo piano in una delle case tutte uguali di River-Drive al sud di Londra.
Si guardò ancora intorno stupita, poi un sorriso le si disegnò sul suo volto e rialzandosi corse alla finestra. Nel vialetto non c’erano le macchine dei suoi genitori e ne fu molto felice. Si concentrò ancora, chiuse gli occhi e quando li riaprì era in cucina. Iniziò a preparare la cena spostandosi a scatti scomparendo e comparendo qua e là per la sala. Le risultava molto più facile e veloce l’occuparsi della casa potendosi muovere così velocemente.
Al rientrare dei suoi genitori quella sera, Pervinca aveva preparato la cena e riordinato tutto. Si sedette a tavola tranquillamente e non raccontò niente ai genitori per paura delle loro reazioni. Se ci pensava nemmeno lei riusciva a trovare le parole giuste per descrivere gli episodi di quel pomeriggio; forse “strani” o “impossibili”, no… Forse “magici”!
Per questo non poteva raccontare niente, l’avrebbero presa per pazza, dopotutto i suoi erano due persone estremamente concrete e normali, non avrebbero di certo capito e chissà dove l’avrebbero mandata, forse in un centro psichiatrico. Dopo cena Pervinca uscì in giardino e si nascose dietro al faggio, proprio tra le due righe di steccato. Era il suo nascondiglio da sempre, dove si rifugiava per disegnare.
Ma dove stava il suo blocco da disegno? Lo aveva quando era comparsa in biblioteca? No, probabilmente lo aveva lasciato nel giardino dietro il parco tra l’erba alta e forse, con un po' di sfortuna, i Potter lo avevano trovato e ora sapevano che lei era stata lì. I pensieri di Pervinca furono interrotti dalle voci concitate che provenivano da oltre lo steccato:
-James, dobbiamo dirlo a papà-.
-Perché mai Lily?- chiedeva Albus con le mani dietro alla schiena.
-Perché un Babbano ci ha visti?-
-Ma se glielo diciamo- la corresse James. –Dopo saremo nei guai pure noi, anzi, soprattutto noi!-
-James ha ragione, lasciamo perdere, dimentichiamoci questa storia-.
-Ma Albus…-
-Pensateci! Alla voce di un solo uomo non crederà mai nessuno senza prove certe in suo possesso- teorizzò Albus. –E poi, chiunque fosse, non era un Babbano. È corso via troppo velocemente, ammesso che ci fosse veramente qualcuno-.
Ginny Potter chiamò i suoi figli per la cena e i tre ragazzi si avvicinarono verso la porta a fine giardino.
-Albus, tu non vieni?- chiese James al fratello che si era fermato.
-Arrivo subito, voi andate-.
Come i suoi fratelli erano lontani abbastanza, il ragazzo riccio dagli occhi verde chiaro si avvicinò a un angolo dello steccato, si inginocchiò e cercò di attirare l’attenzione della ragazza che sapeva si celasse là dietro.
-Psst-
Pervinca sussultò e per sbaglio fece scricchiolare un bastoncino secco.
-Tieni-
Albus fece cadere un albo da disegno nell’altro giardino e poi entrò in casa. Pervinca raccolse il suo blocco degli schizzi, sembrava perfettamente intatto ma per sicurezza lo aprì e lo esaminò. Qualcuno, si accorse, aveva scritto un messaggio per lei alla fine del blocco. Le lettere erano minute e ben lavorate, parevano fatte con una penna a stilo o persino con una piuma con calamaio. Recava scritto:
“Stai tranquilla, non lo dirò a nessuno”
Pervinca sorrise, chiuse il blocco e rientrò in casa pure lei.
Quella notte non riusciva a dormire. Il riinizio della scuola era alle porte e si sentiva turbata al solo pensiero e il vento fuori dalla finestra non aiutava. I rami secchi del faggio sbattevano sulla vetrata chiusa e il canto dei gufi notturni era più forte del solito e sempre più vicino.


 Salve a tutti! Come promesso ecco messo il secondo capitolo. Ringrazio chi ha letto i capitoli precedenti e chi mi ha lasciato una recensione, le vostre opinioni contano veramente MOLTO per me. A breve entreranno in scena tutti i personaggi, uno a uno... Beh, alcuno a gruppi.
Gradirei poter sapere se vi piace anche questo capitolo e forse, se riesco, entro sta sera posterò anche il terzo.
Grazie mille a tutti,
Dray xx

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 – Una strana lettera ***


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La mattina seguente quando Pervinca si alzò e andò in cucina, la posta non era ancora arrivata, suo padre stava bevendo il caffè ascoltando il telegiornale e sua madre le stava preparando la colazione.
Si sedette sulla sedia davanti al padre e aspettò che la colazione fosse pronta. La buca delle lettere scricchiolò e un piccolo tonfo sullo zerbino annunciò che la posta era arrivata.
-Vai a prendere la posta, Pervinca- le ordinò il padre. Il Signor Magik era un uomo alto, tarchiato, con una forma fisica perfetta che celava sotto gli abiti da avvocato. Era severo quanto bastava e le sue decisioni erano sempre irremovibili.
La Signora Magik, invece, era minuta e non molto alta; portava sempre i capelli neri ben acconciati in riccioli fluenti che ne circondavano il viso dolce. Lei era una segretaria di un ufficio amministrativo del governo della Gran Bretagna e come tale era sempre servile e ben disposta.
-Certo, padre- rispose Pervinca dirigendosi alla porta.
Sul tappetino sotto alla buca delle lettere rettangolare e sottile, che stava alla metà della porta, c’erano in tutto quattro buste. Una era gialla, bolletta; l’altra recava il simbolo dell’ufficio del Signor Magik, un’altra era una cartolina di un’amica di sua madre che era andata alle Maldive; e poi ce n’era una pesante e spessa, in pergamena giallastra con le scritte in inchiostro smeraldo e il francobollo mancava. Era indirizzata a lei.
L’indirizzo sulla busta, però, era diverso dal solito:
“Signorina P. Magik
Nascondiglio dietro al Faggio
16, River-Drive
Medway
South of London”
Dalla grafia pareva che fosse stata ancora usata una piuma per scrivere. Andando in cucina girò la busta prediletta e la osservò accuratamente; a chiudere la lettera c’era un sigillo in ceralacca color porpora che riportava uno stemma araldico: un leone, un corvo, un tasso e un serpente intorno a una “H”.
Pervinca consegnò le rimanenti lettere alla madre e si sedette a tavola davanti alla sua colazione fumante, mentre apriva delicatamente la busta. La lettera all’interno di essa era dello stesso inconsueto materiale e stessa minuta grafia. Riportava scritto chiaramente:
“Cara Signorina Magik,
siamo felici di informarla che lei è stata accettata, anche se già in età avanzata, alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Preghiamo gli studenti di dirigersi alla camera delle accettazioni al momento dell’arrivo per controllare i proprio orari di studio.
Per cortesia fate molta attenzione alla lista dei materiali scolastici qui in allegato. Siete stata molto fortunata a ricevere questo invito a far parte della nuova generazione di Hogwarts e ci scusiamo per il ritardo.
Sinceri saluti,
Professoressa McGranitt preside della scuola”
Lo stemma era riportato nell’intestazione della lettera, proprio come nel sigillo. La rilesse più volte e alla fine scoppiò a ridere.
-Che succede, tesoro?- le chiese la madre.
-Credo che i Potter mi abbiano fatto uno scherzo, ma non ti preoccupare, l’ho capito ed è pure divertente-.
Pervinca si alzò, strappò la lettera, la buttò nel cestino sotto il lavello e tornò a sedersi sotto lo sguardo preoccupato della madre. Il padre non ci aveva fatto caso perché era impegnato ad ascoltare il signore alla televisione.
Pervinca cercò di dimenticare quella lettera e dopo aver finito la colazione salì in camera. Si convinse che doveva fare il letto, si avvicinò a questo e afferrando le coperte con tutte e due le mani le sollevò per tenderle e venti lettere come quella strana di prima si librarono in aria e colando qua e là, si posarono un po' dappertutto nella stanza.
Pervinca non ci credeva. Afferrò una busta che ancora volteggiava di fronte a lei. Era proprio una copia di quella di prima. Per paura che i suoi le trovassero, inizi velocemente a scomparire e a ricomparire raccogliendo tutte le lettere. Poi le stracciò e le depose nel cestino. Tirando un sospiro di sollievo andò in bagno. Si chiuse la porta alle spalle e andando verso al lavello si guardò allo specchio ripetendosi nella mente che era solo uno scherzo.
Si accorse che aveva un po' i capelli in disordine, così aprì il suo cassetto per prendere una spazzola, ma da questo ne uscirono velocemente talmente tante lettere che era impossibile contarle. La busta ora era un po' diversa, riportava scritto:
“Signorina P. Magik
Bagno al secondo piano
16, River-Drive
Medway
South of London”
Cercò rapidamente di chiudere il cassetto, ma sembrava bloccato, così rinunciando scomparve comparendo fuori dal bagno sul pianerottolo delle scale di legno. Osservava incredula il bagno, mentre cercava di riprendere il fiato. Doveva trovare anche un modo credibile per spiegare ai suoi cosa stesse succedendo; solo che non lo sapeva nemmeno lei.
Il campanello dell’entrata, al piano di sotto, suonò e qualcuno bussò forte e concitatamente alla porta. Pervinca si girò allarmata; se fosse stato il postino gliene avrebbe cantate tante. Suo padre si avvicinò formale alla porta.
-No papà, aspetta!- cercò di fermarlo la ragazza scendendo velocemente le scale, ma quando arrivò a pochi scalini dal pavimento, ormai suo padre aveva aperto la porta.
 
Salve a tutti! Come promesso ecco qui un altro capitolo... Spero che vi piaccia e vorrei sapere cosa ne pensate, vorrei TANTO MA TANTO MA TANTO saperlo :D
Baci Drayxx

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 – Il Signor Potter ***


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Sull’uscio di casa Magik c’era il Signor Potter, elegantemente vestito in un completo giacca e cravatta come Pervinca era abituata a vedere il padre.
-Buongiorno Harold-.
-Buongiorno Harry- rispose il Signor Magik. –Cosa ti porta a bussare alla mia porta a quest’ora del mercoledì mattina?-
-Devo parlarti di una questione urgente-.
-Ancora i rami del faggio?- chiese l’uomo perplesso appoggiandosi alla porta aperta di casa. – L’ho fatto potare appena una settimana fa-.
-No, amico mio, non è il faggio. È per via di alcune lettere, a proposito-. Il Signor Potter si infilò una mano nella giacca e ne estrasse una lettera che la ragazza conosceva ormai bene, e le la diede.
-Questa è per te ed è molto importante quindi, questa tienila-.
Pervinca l’accettò con mano tremolante scendendo completamente dalle scale.
-Grazie, Signor Potter-.
-Che significa, Harry?- gli chiese il Signor Magik.
-Harold, sua figlia è stata ammessa a una particolare scuola i cui corsi durano nove anni ed è la migliore scuola che io conosca. L’ho frequentata anch’io e ora ci lavoro come insegnate-.
-Una scuola dite? No, mia figlia non può andarci. È già iscritta a un’altra scuola e mancano pochi anni al diploma-.
-Ma anche in questa scuola gli anni che frequenterebbe sono di fatto pochi, quattro per l’esattezza, farebbe il corso avanzato e si diplomerebbe nell’anno previsto- spiegò il Signor Potter. -Sua figlia è molto dotata!-
-Dotata in quale campo?- chiese il Signor Magik sospettoso.
-Nel disegno, ovvio- affermò Harry Potter facendo un occhiolino a Pervinca che rimase lì per lì di pietra.
Il Signor Magik era ancora indeciso e Harry Potter lo aveva capito.
-Su, se mi fate entrare vi mostro velocemente cosa offre questa scuola-.
Harold Magik rassegnato fece quindi entrare il vicino e lo portò in cucina. Pervinca corse alla porta che era ancora aperta. Prima di chiuderla guardò fuori e vi scoprì milioni di gufi e civette appollaiate qua e là fuori da casa sua che la fissavano impietrite. La ragazza istintivamente mostrò loro la lettera che aveva appena ricevuto dal Signor Potter e queste aprendo le loro ali, volarono via velocemente formando un unico grande stormo. Pervinca chiuse di colpo la porta e vi si appoggiò di schiena.
Sospirò rumorosamente e si diresse verso la cucina, la cui porta era stata accuratamente chiusa. Si appoggiò a essa e cercò di captare le voci e i discorsi, ma non riusciva a capire nessuna parola. Sapeva, però, che lì dentro c’erano suo padre, il vicino e anche sua madre. Lo capiva perché sentiva il rumore delle stoviglie. Stava cercando di immaginare che cosa si stessero dicendo e come suo padre avrebbe reagito se avesse scoperto che lei, sua figlia, aveva qualche potere e avrebbe dovuto andare a una scuola di magia per imparare a usarli.
Intanto i rumori in cucina erano cessati e Pervinca non se n’era nemmeno accorta. La porta si aprì si scatto rivelando la figura del Signor Magik. Pervinca si fece rapidamente indietro rizzandosi come un palo sul posto. Anche il Signor Potter uscì dalla sala e vedendo la ragazza tossicchiò verso il Signor Magik.
-Ah sì, giusto. Pervinca, cara, andrai alla scuola di Hogwarts. È una grande opportunità, come mi ha fatto notare Harry. Per tutto ti aiuteranno i vicini perché anche James, Albus e Lily vanno lì. Avrai un’occasione per farci amicizia- le disse il padre.
-Ma io non credo che sia una scuola adatta a me-.
-Suvvia Pervinca, lo sappiamo benissimo tutti e due di che cosa sei capace! Per i libri ora sto andando con la mia famiglia a rifornire i miei figli per l’anno nuovo, puoi venire anche tu-.
-Assolutamente, vero casa?- intervenne il Signor Magik cercando l’appoggio della moglie.
-Dai tesoro, ti divertirai-.
-Suppongo di sì-.
-Benissimo! Andiamo allora a Diagon Alley, è un bellissimo e fornitissimo centro commerciale. Scommetto che ti piacerà tantissimo-.
Il Signor Potter salutò i Signori Magik e condusse la ragazza a casa sua con la scusa di dover andare a prendere l’auto per partire. Pervinca non era mai entrata nella casa dei Potter e ora che sapeva cosa erano, si aspettava una casa a dir poco bizzarra. Quello che trovò però rispecchiava l’arredamento normale di ogni casa inglese che aveva potuto visitare, tranne per un particolare che la ragazza notò quando si accostò a una foto molto antica. Era così vicina a essa, per cercare di coglierne i particolari, che ci alitava praticamente sopra e quest’ultima la spaventò parlando e muovendosi.
-Signorina, per cortesia, una mentina no?!-
Pervinca sobbalzò letteralmente indietro. Possibile che fosse vero? Una personcina minuscola con una parrucca in una foto in bianco e nero si era veramente mossa?
-Non farci caso, Pervinca- la rassicurò la Signora Potter vedendo la povera ragazza sconcertata in entrata. –Fa un po' lo scorbutico, ma il bis-bis-bisnonno Weasley sotto sotto e un mattacchione-.
-Ma si è mosso! È un trucco?-
-Ti sembriamo dei trucchetti da quattro soldi?- le chiese un’altra foto di una donna con un ventaglio di piume.
Il Signor Potter si mise a ridere.
-Pervinca, mi ricordi me stesso quando per la prima volta osservai una foto magica-.
-Ma come funzione, Signor Potter?-
-Beh, si dice che la fotografia rubi un po' dell’anima del soggetto a ogni scatto- iniziò a spiegare Harry alla povera Pervinca ancora spaventata. –Ora, i maghi, mia cara Signorina, hanno messo in pratica questo detto, ma non per cattiveria, ma per avere i propri cari sempre con loro-.
-Sono quindi dei fantasmi?- chiese Pervinca ora più rincuorata.
-Sì, si può chiamarli così- concordò Harry. –E ora vieni in soggiorno che dobbiamo partire o faremo tardi-.
Nel salone principale c’erano divani e poltrone foderati con stoffe floreali, centrini fatti a uncinetto magico sopra i mobili e tantissime foto magiche. C’erano anche i tre figli dei Potter, ovvero James, il più grande, dagli occhi marroni e i capelli castani leggermente ricci; Albus, l’altro figlio, dai capelli marrone scuro tutti ricci e dagli occhi come quelli del padre: di un verde chiaro a volte azzurri. E  infine c’era la piccola Lily di due anni più giovane di Albus e della stessa Pervinca. Era una ragazzina che aveva ereditato i colore dei capelli della madre e gli occhi erano nocciola.
Tutti e tre i ragazzi erano seduti, ma alla vista della nuova arrivata si alzarono in piedi un po' preoccupati.
-Salve- li salutò lei.
-Ragazzi, penso che voi sappiate chi è- iniziò il Signor Potter. –Quest’anno frequenterà anche lei Hogwarts; quindi ora viene con noi a fare spese a Diagon Alley-.
-Quindi anche lei- chiese vago Albus abbozzando a un sorriso.
-Sì Albus, anche Pervinca è una strega- gli rispose la madre.
-E come mai non è venuta a Hogwarts prima d’ora?- chiese James sospettoso.
-Andiamo ora. Gli zii Ron ed Hermione con i vostri cugini ci staranno già aspettando-.
-Ma papà, hai sentito ciò che ho chiesto?-
-Andiamo ragazzi. Pervinca, hai mai usato la polvere volante?- le chiese Harry sovrappensiero. –Ah no, che scemo. Vieni dai che è semplice, ora ti spiego-.
 
Salve a tutti! Ecco, anche oggi sono riuscita a postare un capitolo, scusate il ritardo ma ero al Film Festival qui nella mia città dove faccio da giurata e ho incontrato proprio l'art director italiana che ha partecipato alla realizzazione di tutti i film di Harry Potter e abbiamo arlato un pò, YEEEP! **
Comunque spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento e che me lo facciate sapere tramite le recensioni (ne sarei felicissimissima). Più tardi se riesco ne posterò un altro.
Baci, Dray xx

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 – Diagon Alley ***


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Nella sala c’era anche un grande camino che la ragazza non aveva subito notato. Ora il Signor Potter l’aveva fatta entrare in questo e le stava porgendo una scatola piena di quella che pareva essere della cenere.
-Prendine una bella manciata, Pervinca- le disse Ginny Potter.
-Ma è cenere?-
-Per precisione è polvere. Prendine un po' e tienila in un pugno, poi gettala a terra vicino ai tuoi piedi con energia dopo aver pronunciato a gran voce il nome di dove vuoi andare-.
-A Diagon Alley?-
-Precisamente- le sorrise il Signor Potter.
Pervinca prese un po' di polvere. Sospirò profondamente e si disse che sarebbe stato come il suo “scomparire” e “ricomparire”. Alzò bene il pugno, urlò il posto dove voleva andare e lasciò cadere la polvere a terra. Fece in tempo a vedere un fuoco verde che si alzava dai suoi piedi, si sentì sollevare e poi per un attimo fu tutto buio. Atterrò su un pavimento in legno scricchiolante, dopo che un caminetto a lei sconosciuto l’aveva praticamente sputata.
Si alzò in piedi frastornata, era stata un’esperienza assurda e a dir poco impossibile. Il luogo in cui era arrivata sembrava una biblioteca. C’erano libri fino al soffitto. La stanza aveva due piani e una scala di legno li faceva comunicare. Pervinca era al piano alto, si sporse dal parapetto e osservò il piano di sotto. C’era del fermento. Persone dai cappelli a punta e dai mantelli colorati stava comprando libri, molti libri.
C’era un solo signore, al bancone, che batteva velocemente sulla cassa di ferro facendola tintinnare. Pervinca scese gli scalini e si avvicinò al signore.
-Buongiorno, io…-
-Quindici galeoni e dodici falci. Grazie, a lei- diceva questo rivolto a una signorina con un mantello porpora. –Buongiorno Signorina, benvenuta al Ghirigoro, mi dia pure la sua lista-.
Pervinca si frugò in tasca ed estrasse la sua lettera da Hogwarts. Tirò fuori la seconda pergamena e gliela diede.
-Ah, sesto anno, ecco, arrivo subito-.
Il signore sparì e Pervinca rimase da sola nel negozio. Si guardò intorno, ancora frastornata. Il signore era scomparso frettolosamente tra gli scaffali di legno da cui ora arrivavano dei suoni. Pervinca si avvicinò alle vetrate, fuori la via non era tanto larga e per di più era piena di gente.
-Eccomi qui Signorina- disse il venditore tornando con una pila di volumi che galleggiavano in aria. Questa si posò rumorosamente sul tavolo. –Fanno esattamente sedici galeoni d’oro- declamò.
Pervinca si avvicinò alla cassa impettita.
-Come scusi? Ha detto sedici galeoni?-
-Sì, Signorina. Lo so che è un prezzo alto, ma questi volumi sono anche in parte per il settimo anno-
-Non credo di aver questotipo di soldi, ecco, non so nemmeno dove mi trovo-.
Il vecchio da prima sorridente si fece incredibilmente serio.
-Da dove vieni?-
-Stia tranquillo, Signor Blotts, la ragazza è con me e la mia famiglia- intervenne il Signor Potter arrivando alle spalle della ragazza che trasalì. –E’ la prima volta che viene qui, a Diagon Alley, e deve ancora ambientarsi-.
-Ah, va bene. E per il conto?- chiese il commerciante.
-Ora stiamo giusto andando a prelevare del denaro dalla Gringott- rispose Ginny Potter.
-Allora tengo questi libri da parte per la Signorina. Avete altre liste?-
-Su Lily, dagli le pergamene- la incitò la madre.
La ragazzina consegnò tutto al Signor Blotts.
-Benissimo; quarto, sesto e settimo anno. Appena tornate sarà tutto pronto. Buone spese-.
-Grazie mille Signor Blotts- ringraziò il Signor Potter mentre usciva dal Ghirigoro con gli altri.
-Ora si va alla Gringott- annunciò Albus a Pervinca sorridendole.
-Alla cosa?-
-La Gringott è la banca dei maghi, la più sicura al mondo, nessuno la può svaligiare, se non un pazzo- declamò Albus.
-Chi mi ha chiamato? Eccomi, io sono pazzo-.
-Zio Ron!- esclamò Lily nel sentire la sua voce.
-Ciao Ron, come va?- gli chiese Harry.
-Non c’è male, a parte per il fatto che mi stanno facendo fare la fine di un molliccio con tutti questi acquisti-.
-Dove sono Hermione, Rose e Hugo?- chiese Ginny.
-Stanno ora uscendo dal negozio dei manici di scopa, eccoli-.
Pervinca gli osservò tutti. Il signore che era stato chiamato “zio Ron” era alto e aveva i capelli rossi come la Signora Potter, quindi dovevano essere loro i fratelli. Il ragazzino, che doveva chiamarsi Hugo, gli assomigliava molto e doveva aver l’età di Lily. Rose invece assomigliava alla madre Hermione, dai capelli lunghi e ricci di colore tra il marrone e il rosso.
-Ciao, e tu chi sei?- chiese Rose vedendo una faccia nuova.
-Lei è Pervinca Magik, una nuova compagna di scuola, è del nostro stesso anno- la presentò Albus prima che Pervinca potesse farlo da se.
-Piacere, io sono Rose. Sento che diventeremo ottime amiche-.
Pervinca sorrise e le strinse la mano che la ragazza le tendeva.
-Andiamo ora, o si farà tardi- sollecitò tutti James un po' acido.
La banca si stagliava enorme infondo alla via principale. Luccicava, al suo interno, alla luce dei lampadari di cristallo perché era tutta fatta interamente di marmo ben levigato. Pervinca continuava a osservare ovunque. Il Signor Potter le spiegò che la banca si sviluppava sotto tutta Londra. La ragazza si sentiva come in un sogno.
-Che sono quelli?- chiese a Rose che le stava accanto.
-Sono folletti. Ottimi per la sicurezza e la precisione, bada però, sono facilmente irritabili-.
I folletti erano personcine dal naso, orecchie e dita lunghe e appuntite. Seduti al loro posto in due file ai lati del corridoio centrale, pesavano e contavano soldi annotando numeri in calligrafia minuta con delle piume e inchiostro nero su pesanti manuali in un circolo continuo.
Il Signor Potter si portò davanti a un folletto dai capelli bianchi e dagli occhiali a pentagono sul naso.
-Desidera?- chiese questo con voce nasale e squillante.
-Sono qui per prelevare del denaro dal conto di Pervinca Magik aperto due giorni fa dalla professoressa McGranit-.
-La chiave prego?-
-Non c’è stata data-.
-Perfetto- sospirò il folletto poco contento. –Tin-Tan, portami la chiave numero due zero cinque e nove-.
Apparve un altro folletto che stringeva nella sua mano sinistra una chiave d’oro minuscola che porse a Pervinca. Lei l’accettò con stupore.
-Tin-Tan, accompagna i signori alla camera blindata. Non tutti però- avvertì il folletto aggiustandosi gli occhiali sul naso.
-Pervinca, andiamo- le disse il Signor Potter.
-Possiamo venire anche noi?- chiese Rose indicando lei e Albus sorridente.
-Venite- rise Harry Potter.
 
Salve a tutti, ancora. Ecco, come promesso, sono riuscita a postarvi il secondo capitolo di oggi! Piano piano insieme a Pervinca stiamo rivivendla prima avventura di Harry Potter. Sono arrivati, in questo capitolo, "nuovi" personaggi: secondo voi gli ho descritti bene? Beh, sinceramente la descrizione non è finita, anche i prossimi capitoli contribuiranno a formare il carattere di ogni personaggio! Spero che il capitolo vi piaccia e che recensiate.
Baci, Dray xx


 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 – Bacchetta o non bacchetta? ***


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Il trabiccolo andava molto veloce. Scendeva, girava, ruotava e risaliva sulle rotaie che percorrevano sospese tutta la Gringott. Nessuno lo guidava e pareva di stare su una di quelle giostre dei parchi a tema. Svoltò un paio di volte ancora; discese vertiginosamente e finalmente si fermò.
-Eccoci arrivati- trillò il folletto. -Scendete-.
Pervinca era frastornata e non solo per il giro. Intorno a lei c’erano della rocce nere e umide che luccicavano quando la luce della lanterna, che Tin-tan teneva in mano, le colpiva. Il folletto arrivò davanti a un portone nero con una piccola serratura.
-Chiave, prego-.
Pervinca consegnò la chiave a Tin-tan e questo aprì la porta. La ragazza rimase sorpresa quando scoprì che quella stanzetta ricavata dalla pietra conteneva così tanti ori che la facevano risplendere di luce propria.
-Wow- sospirò Albus.
-Hogwarts si è davvero superata sta volta- esclamò Rose.
-Veramente, Signori, non abbiamo trasferito alcun denaro- ammise il folletto. –Quando abbiamo aperto questa camera blindata, che era sempre stata vuota, vi abbiamo trovato questi tesori e una lettera che diceva che erano per questa ragazza-.
-Quindi è tutto mio?- chiese Pervinca sorridente avanzando verso la pila più vicina di monete.
-No, aspetta- la fermò Harry. -Questi soldi vanno esaminati. Potrebbero avere addosso qualche maledizione-.
-Non si preoccupi, Signor Potter, tutti i controlli sono già avvenuti. Prego, Signorina, prelevate ciò che vi serve-.
Uscirono dalla Gringott poco dopo. Anche se la grotta conteneva soldi, quadri, gioielli e argenti; Pervinca aveva prelevato solo una borsa di tela piena di galeoni, falci e zellini da spendere per comprare l’occorrente per la scuola. Tornarono quindi al Ghirigoro e la ragazza pagò i suoi libri che intanto erano stati incartati. Sapendo che alla ragazza servivano “beni di prima necessità”, che gli altri aveva già, il Signor Potter decise di portarla da solo a comprare tutto.
-Ma voglio venire anch’io- insistette Rose. –Ormai siamo grandi amiche e non voglio perdermi la scelta della bacchetta, sento che sarà un avvenimento importante-.
Rose si affiancò a Pervinca e prendendola sottobraccio si mostrò decisa a non lasciarla.
-Chi altro vuole venire, allora?- chiese il Signor Potter vinto.
Albus subito si unì al gruppo. Lily provò ad avvicinarsi a loro, ma James la tirò indietro.
-Perfetto- sospirò Harry. -Andiamo-.
Si diressero subito a comprare una divisa. Pervinca fu messa su un piedistallo mentre stoffe, aghi e spilli le danzavano intorno incantati.
-Di che casata sei, Signorina?- le chiese Madama McClan, una strega vestita di color malva, mentre sorridente le cucina la divisa.
-Casata?-
-Sì, che stemma devo cucirti sulla divisa?-
La ragazza stava per rispondere che non aveva alcuna casata, quando il Signor Potter intervenne per lei e sistemò tutto con una sola frase: -E’ nuova a Hogwarts-.
Finita la divisa-base la sarta la impacchettò e la consegnò alla ragazza.
-Otto galeoni e due falci-.
Pervinca consegnò i soldi e se ne andò. Si comprò un manico di scopa da “Manici si scopa e co.”; un telescopio in argento, delle provette di cristallo e una bilancia d’ottone da “Wiseacre: equipaggiamenti magici”; un calderone in peltro misura standard da “Calderoni: rame, ottone, peltro, argento, autorimestanti, pieghevoli”; e degli ingredienti per le pozioni dalla “Farmacia”.
-Ok, ti mancano: un animale e la bacchetta!- disse Rose che controllava la lista.
-E una divisa per il Quidditch- sorrise Albus.
-Cosa è il Quidditch?-
-Un gioco che ti piacerà sicuramente-.
-Albus!- intervenne il padre che camminava davanti a loro. –Per certe cose si aspetterà lo smistamento-.
-Allora possiamo andare al negozio di zio George?- chiese il ragazzo.
-Ho detto a tua madre che ci saremmo trovati lì una volta finito- tagliò corto l’uomo mentre si dirigeva verso “L’Emporio del Gufo”.
Lì dentroc’era qualsiasi animale. Negli ultimi anni le mode si erano susseguite copiosamente e gli animali che si potevano acquistare erano aumentati. Oltre ai gufi e civette di ogni genere, c’erano gatti, rospi, cani, topi, serpenti e ragni di grande taglia.
-Ti consiglio un gufo o una civetta- le disse Rose affiancando l’amica mentre osservava una teca con un gatto nero. -Sono di ottima compagnia e portano la posta-.
-Rose, lasciala scegliere ciò che vuole- scherzò Albus facendole una boccaccia che la ragazza ricambiò.
-Si può scegliere un solo animale?-
-Di regola si, ma ai più grandi è consentito un gufo e un altro animale- precisò Rose.
-Anche a quelli del sesto anno?-
Albus le rispose di si con un cenno del capo e in men che non si dica Pervinca aveva acquistato due animali. Uno era una civetta nera in una gabbia argento e l’altro non si riusciva a scorgere.
-Lui è Gif- spiegò la ragazza entusiasta indicando la sua nuova civetta ai tre maghi. -Leiinvece è Jioyelle-.
Pervinca allungò un braccio davanti a loro e i tre maghi guardarono nella direzione a loro indicata.
-Ma dove?- chiese Albus.
-Ma no, che avete capito- rise Pervinca. –Guardate il mio polso. Lei è Jioyelle!-
Sul polso della ragazza era avvinghiato un piccolo serpente corallo rosso, argento e nero. Era così bello e immobile che pareva un bracciale.
-E’ bellissima, non è vero?-
-Fantastica- sorrise il Signor Potter accarezzando con un dito la testa del serpentello.
La comitiva tornò in strada diretta al negozio di bacchette di Olivander. Entrando nella fatiscente bottega a Harry accelerarono i battiti del cuore ricordando la sua prima volta lì dentro.
-Ah, Signor Potter, la sua è davvero una gradita sorpresa- lo salutò un signore minuto dai capelli bianchi che era spuntato all’improvviso da dietro al bancone. Lo fissava con due occhi color argento come incantato senza battere le palpebre. -L’aspettavo più avanti, magari con i nipoti. Ditemi, è già ora?-
-Salve, Signor Olivander- rise Harry Potter. -No, non è già ora; ma avremmo comunque bisogno di una bacchetta per questa signorina. Fino a ora ha fatto magie solo con le dita-.
-Solo con le dita, dite? Oh, che mi venga un colpo, avete quanti anni signorina, sedici. E non avete ancora una bacchetta-.
Quella frase non pareva una domanda, ma Pervinca scosse lo stesso il capo.
-Bene, signorina, con quale braccio usate la bacchetta, ehm, volevo dire: fate le magie?-
-La destra, suppongo-.
-Alzatela. Così-.
Pervinca alzò il braccio e il Signor Olivander glielo misurò con un metro.
-Allora; precisando, signorina, che è la bacchetta a scegliere il mago e non viceversa, ora le faccio provare questa- Olivander sparì tra gli scaffali e riapparve subito con una bacchetta in mano. –Otto pollici e un quarto, legno d’ebano e corda di cuore di drago, molto flessibile. Provi-.
Pervinca afferrò la bacchetta e la osservò.
-Agitala- la incoraggiò il Signor Potter.
Pervinca lo assecondò e non successe niente. La bacchetta sembrava “morta” in mano sua.
-No, niente. Strano però- disse Olivander strappandogliela di mano.
-Prova con questa, allora. Dodici pollici e mezzo, legno di abete e peli di unicorno; ottima per le magie complesse- Pervinca afferrò titubante anche quella bacchetta. Non successe niente anche questa volta.
-Signor Potter, nessuna bacchetta non ha mai dato segni di vita impugnata da una mano di mago o strega che sia, anche se questo non veniva scelto- affermò il Signor Olivander guardandolo preoccupato. –Siete sicuro che questa ragazza non sia una babbana?-
Il Signor Potter si avvicinò alla ragazza e mettendole una mano sulla spalla per tranquillizzarla le suggerì di provare a fare una magia senza la bacchetta. Pervinca osservò con decisione il retro bottega pieno di scaffali stracolmi di scatole tutte ammassate. Chiuse gli occhi e quando gli riaprì era proprio tra quei scaffali. Ci prese gusto in un attimo. Scompariva e ricompariva qua e là. Spostava gli oggetti e poi li rimetteva a posto e infine tornò al punto di partenza con un inchino.
-Strabiliante, signorina… Come avete detto che vi chiamate? Ah, non importa- il Signor Olivander sorrideva e velocemente andò a esaminare gli scaffali. –Sapete usare la smaterializzazione senza la bacchetta, è molto difficile per una strega della vostra età, mi chiedo se-.
Olivander scomparì ancora frettolosamente tra la moltitudine di scatole. Si sentiva solo la sua voce risuonare qua e là.
-La prima bacchetta che realizzai la feci di legno di faggio. È un legno potente, permette di realizzare delle magie in modo minuzioso. È adatto ad adulti sinceri e fantasiosi o a giovani streghe o maghi maturi per la loro età- comparve all’improvviso con una scatola in mano. Era molto più impolverata della altre. –Legno di faggio e nucleo di piume di fenice, molto rare. Dieci pollici e tre quarti. Incredibilmente sottile e schizzinosa, aggiungerei-.
Olivander sorridendo allungò alla ragazza quella sottilissima bacchetta. Pervinca l’afferrò. Un vento forte si alzò nella stanza. Ci fu un grande rumore di foglie mosse dal vento e un potente profumo di muschio invase l’emporio. Olivander rideva a pieni polmoni, mentre Rose, Albus e Harry Potter sorridevano estasiati.
-Wow- esclamò Pervinca quando tutto cessò.
-Dicevo che sarebbe stato un grande evento- disse Rose.
-Incredibile! Quella bacchetta, signorina, è da secoli che rifiuta chiunque la impugni, mentre voi, voi l’avete conquistata. Questa bacchetta ha visto in voi qualcosa di grande e potente-.
Pervinca sorrise stringendo ancora di più tra le mani la bacchetta di faggio. Finalmente aveva anche lei il suo ramoscello di legno.
 
Salve a tutti! Come promesso ecco un capitolo anche oggi! Vi ringrazio per aver letto fino a ora la mia storia, siete fantastici! E ringrazio anche chi l'ha aggiunte nelle preferite/seguite/scelte. Ringrazio anche chi recensisc, GRAZIE GRAZIE DAVVERO! Inoltre vi "sprono" a lasciare le vostre opinioni di qualunque "natura" siano, accetto qualunque cosa sia consigli e critiche...
Grazie mille a tutti,
Baci, Dray xx
P.S. A 1 RECENSIONE POSTO IL NUOVO CAPITOLO!!!

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 – Binario 9 e ¾ ***


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Finito di comprare tutto, il Signor Potter aveva portato tutti al negozio “Tiri vispi Weasley”. Era un emporio molto distinto e colorato. Pieno di ragazzi e bambini che ridevano provando la mercanzia stipata ovunque su scaffali che arrivavano fino al soffitto. Scale a chiocciola rendevano possibile arrivare a tutti i piani.
-Guardate- esultò Hugo indicando i nuovi arrivati nel negozio. -Sono arrivati!-
Lily si staccò dalle pozioni d’amore e James dalle pietre di fumo nero e corsero dagli altri. Pervinca osservava tutto con sguardo estasiato. Il soffitto del negozio ospitava dei fuochi d’artificio, o meglio stavano scoppiettando dei veri fuochi d’artificio colorati e di varie forme che, ovviamente, si muovevano. Spostando lo sguardo colse subito un scaffale di dolcetti e il suo stomaco brontolò. Si avvicinò a questi. Avevano nomi strani come “orecchioni” o “vomitosa”. C’era, poi, lì accanto un vassoietto con gli assaggi, ne afferrò una e la squadrò.
-Forse non è il caso che tu prenda questa- la fermò subito un uomo alto vestito elegantemente di rosso scuro. Sorrideva smagliatamente e aveva i capelli rossi proprio come lo zio Ron; essi nascondevano un po' le orecchie ma si capiva benissimo che al posto di uno di questi c’era solo un buco. -Non credo che tu stia cercando un’infezione alla trachea-.
Pervinca osservò ancora quello che sembrava un innocuo dolcetto e poi lo rimise dove stava.
-Non ti ho mai vista qui. lascia che mi presenti e faccia gli onori di casa: io sono George Weasley, benvenuta all’emporio “Tiri vispi Weasley”. Qui abbiamo tutti gli scherzi magici più comuni come i fuochi d’artificio pazzi che vedi sopra di te, o la pastiglia vomitosa, ovvero quella lì, ottima se vuoi saltare delle lezioni di scuola. Oppure se preferisci gli scherzi più audaci come i fischi urlanti o le caramelle alla dinamite che sono davvero una bomba. Dimmi, cosa cerchi?-
-Zio George!- urlò in quel momento Rose attirando l’attenzione dell’uomo.
-Arrivo subito, Rose- le rispose.
-Zio, hai già conosciuto la mia amica? Lei è Pervinca Magik- intervenne Albus.
-Tua amica, eh? Piacere Signorina Pervinca-.
-Piacere mio Signor Weasley-.
-Signore? Mi fai sentire secolare, chiamami George. Allora, ah Rose eccoti; siccome lei Signorina Pervinca è venuta qui per la prima volta, mi chieda qualsiasi cosa e le la darò-.
-Il “tu”?- sorrise James unendosi al gruppetto.
-James! Deve parlare Pervinca-.
La ragazza stava per rispondere quando il suo stomaco brontolò ancora. George rise.
-Sentendo questi suoni si direbbe che non hai ancora pranzato. Lì ci sono dei veri dolcetti commestibili senza pericolo, prendine pure uno o due senza problemi, offro io-.
Pervinca sorridendo si avviò verso lo stand.
-Beh, forse c’è il pericolo di trovare gusti strani nelle gelatine “tutti i gusti + 1”, ma io non mi farei tutti sti scrupoli, infondo sono buoni tutti- precisò George.
-A parte il gusto vomito e caccole- puntualizzò Hugo.
-Forse sì- ammise George prima di raggiungere un ragazzo che con le scarpe a ventosa non riusciva più a scendere dal soffitto.
-Ragazzi!- chiamò Ginny Potter. -Dobbiamo andare-.
Pervinca stava ancora osservando le caramelle indecisa se afferrare un paio di “ciocco rane” o una confezione di gelatine.
-Dai Pervinca- la chiamò Rose.
La ragazza afferrò le gelatine e li raggiunse.
 
Si svegliò nel suo letto. Fuori il sole era mattutino e non faceva affatto caldo. Si sentiva più riposata del solito, forse per via dello strano sogno magico che aveva fatto. Osservò la sveglia: segnava che erano le otto e mezza del mattino del primo settembre. Non si ricordava di essere andata a letto. Posò la sveglia digitale sul comodino proprio affianco al biglietto per il treno che luccicava colpito dai raggi solari. Biglietto? Quale biglietto? Lo osservò meglio.
-E’ per oggi, binario 9 e ¾- lesse distrattamente. -Per Hogwarts-.
Una lampadina nella sua mente le si accese. Non era stato un sogno! A confermarlo era un baule e dei pacchi in un angolo della sua stanza, una civetta nera in una gabbia argento che la guardava assorta, una bacchetta fina sul suo addome e un qualcosa di viscido che strisciava tra i suoi piedi sotto le coperte. Le alzò appena e un serpentello corallo vi spuntò andandole ad accarezzare una guancia e poi come se fosse una collana le si arrotolò delicatamente intono al suo collo.
Pervinca sorridendo l’accarezzò. Senza pensarci su afferrò le poche gelatine “Tutti i gusti + 1” che stavano nella confezione sulla sua scrivania smaterializzandosi per poterle afferrare. Assaggiandone una alla fragola si smaterializzò ancora e ricomparve in cucina. Era deserta. Sul frigo c’era un post-it rosa accanto alla foto della vacanza alle Hawaii fatta con la sua famiglia la scorsa estate. Era da parte dei suoi genitori, la scrittura però era quella inconfondibile della madre.
“Cara tesoro mio,(questa è la mamma)
ci dispiace non poterti accompagnare oggi alla stazione, ma noi abbiamo il nostro lavoro e tu il tuo (frase di papà). Ti auguriamo un buon viaggio con i Potter.
Ricordati di chiamarci o scriverci quando arrivi; buona giornata,
mamma e papà”
Pervinca sospirò, accartocciò il biglietto, lo buttò via e tornò in camera sua. Decise che avrebbe preparato le valige. Aprì il grande baule e vi infilò un po' di tutto. Qualche volta sollevando dei vestiti Jioyelle sibilava alzando appena il muso dal suo polso e allora Pervinca sapeva che non doveva portare quel capo.
Gif beccava le sbarre d’argento così la ragazza gliele aprì lasciandolo volare libero all’aria aperta per un po'. Nel giro di un’ora tutto era pronto. Aveva pure preparato una borsa da viaggio con la divisa della scuola, il biglietto del treno e altre cose tipiche e frequenti nelle borse di una donna. La bacchetta se la infilò in uno degli stivali rossi che portava. Guardò a lungo la torre di bagagli che giaceva in un angolo della camera. Gif tornò ed entrando volando dalla finestra atterrò sul letto della ragazza appollaiandosi di fianco a lei.
-E ora come ti sposto?- si chiese Pervinca continuando a osservare i bagagli.
Erano decisamente troppo pesanti per lei. Ma forse poteva farli scomparire con se. Rimise Gif  nella sua gabbia e separando il grande baule dagli altri bagagli ci si sedette sopra. Chiuse gli occhi e visualizzò fortemente il giardino dietro casa. Un attimo dopo sentì chiaramente cinguettare intorno a lei e aprendo gli occhi si trovò in giardino con il suo baule. Tornando in camera riammassò tutte le valige insieme e si mise in bocca l’ultima gelatina verde.
-Puah, cavoli- rise e sedendosi immezzo a tutti i bagagli scomparì ancora.
 
Ricomparire nel soggiorno dei Potter fu un giochetto da ragazzi. Lo aveva osservato a lungo e minuziosamente quando era entrata lì per la prima volta. Non fece nemmeno un rumore, era diventata proprio brava. Controllò che avesse portato tutto. Sorrise e si alzò in piedi. Lo spazio che rimaneva nella sala era poco e grazie alla sua maldestria come un pesce palla andò a sbattere contro al tavolino da caffè in mogano lì vicino. Il rumore improvviso e l’“ahi” soffocato, allertò subito la famiglia Potter che corse verso il salone con le bacchette tese.
-Sono solo io!- trillò la ragazza. -Scusatemi se sono apparsa così, ma i miei sono andati via, io non so come trovare il treno da sola e il baule pesava troppo per sollevarlo e presentami da voi dalla porta principale-.
Ginny Potter le disse che non c’era problema e la invitò a fare colazione con gli altri. Alle dieci e quarantacinque erano già alla stazione di King Cross. I bagagli, con l’incantesimo reducio erano stati trasportati tutti in macchina e ora erano stati suddivisi e riportati alla loro grandezza naturale su dei carrelli. Pervinca trainava il suo con decisione ma era lo stesso l’ultima della fila. Il treno partiva alle undici in punto e dovevano ancora arrivare al binario giusto.
-7, 8,9 e 10- contava Ginny Potter. -Dai su, muoversi o perderemo il treno-.
Erano arrivati davanti a una colonna di mattoni. Da una parte c’era il binario nove e dall’altra il dieci, ma del nove e ¾ niente. Albus si avvicinò a Pervinca.
-Non ti preoccupare, ora basta correre e crederci- le sussurrò.
Pervinca si girò in tempo per scorgere James che prendeva la rincorsa e spariva in quella colonna. Presto anche Lily e Albus la passarono. Rimasero solo lei e Ginny Potter. Il Signor Potter era già a Hogwarts.
-Dai cara, vengo con te, so che può sembrare strano, ma devi solo crederci- la rincuorò.
Pervinca chiuse ancora gli occhi (ormai era una cosa che le dava forza). Strinse di più la presa sul carrello. Si sentì affiancare dalla Signora Potter e prendendo la rincorsa corse dritta tra i binari nove e dieci. Comparve su un binario affollato da famiglie di maghi e streghe con cappelli a punta e gufi.
Pervinca si strofinò gli occhi ma non si vedeva lo stesso per via della fitta nebbia bianca che invadeva tutto. Un grande cartello rosso annunciava che quello era proprio l’espresso per Hogwarts.
-Ehy, siamo qui- urlarono Rose e Lily agitando le braccia in aria per attirare l’attenzione di Pervinca e Ginny.
Rose e Hugo indossavano già le divise della scuola e sulle loro casacche brillava fiero lo stemma della casata dei Grifondoro. Anche James si era già cambiato e anche lui era un Grifondoro. I suoi bagagli furono caricati sul treno dallo zio Ron e dallo zio George mentre ridevano. Rose e James si erano già appropriati di una carrozza. Hermione salutava il suo figlio minore raccomandandogli di fare il bravo e Ginny faceva lo stesso con Lily e Albus.
-E salutatemi Neville-.
-Ancora con questa storia, mamma?-
-Non c’è niente di male ad avere un professore come amico- ribadiva Ginny Potter. - E ora andate, buon viaggio e ricordate di scrivere-.
Sul treno salì anche Pervinca dopo che la Signora Potter, avendola vista un po' triste, l’aveva abbracciata dolcemente per rincuorarla. Rose le si sedette accanto e anche Lily la imitò.
-Tutto a posto?- le chiese Rose.
-Sì. Tutto tranquillo. Sono solo un po' agitata- ammise Pervinca mentre si torturava le mani.
-Non ti preoccupare, è normale- le confessò Lily. -Figurati che la prima volta Albus quasi non se la fece nei pantaloni-.
-Ehy!- urlò Albus mentre tutti ridevano.
Il treno fischiò e si mosse leggermente. Le carrozze si chiusero di colpo e l’aria si riempì degli ultimi saluti degli alunni ai genitori. Quando l’espresso per Hogwarts partì, tutti salutarono dal finestrino mentre il paesaggio già cambiava. I ragazzi ridevano e parlavano dell’anno che sarebbe venuto. Spiegavano a Pervinca come era la scuola per non farla arrivare completamente impreparata. A metà viaggio arrivò un nuovo membro: era una ragazza della classe di James e a quanto pareva era una sua grande amica. Entrò nella carrozza sorridendo e si fece fare un po' di posto per sedersi.
-Io sono Darcy Whitehorn, piacere di conoscerti, Pervinca-.
Anche lei era una Grifondoro. Pervinca imparò che era una grandebattitrice nella squadra di Quidditch e che suo padre era Devlin Whitehorn, proprietario della “Nimbus Racing Broom Company” che produce le migliori scope da competizione.
Il sole ormai sembrava una grossa arancia all’orizzonte che piano piano scompariva tra le colline verdi quando venne annunciato che si era quasi arrivati a Hogwarts. Chi non aveva ancora la divisa se la mise. Pervinca si sentiva un po' a disagio: lei era l’unica della sua età a non essere già in una casata. Quando il treno arrivò in stazione la ragazza fu spinta giù dal treno dato che non voleva abbandonarlo.
-Primo anno! Da questa parte, primo anno!- urlava qualcuno.
-Vai con loro- le sussurrò Rose. -Noi ci vediamo dopo-.
Pervinca si diresse verso il gruppo di ragazzini che vedendola sussultarono. Sentì Jioyelle muoversi e passare dal suo collo, al suo polso sinistro pronta a proteggerla in caso di pericolo.
-Oh, Pervinca Magik, giusto?- le chiese un uomo gigante e massiccio dalla lunga barba riccia come i lunghi capelli neri leggermente striati di grigio. Indossava un lungo pastrano e sorreggeva una lanterna. Appena la ragazza accennò a un “sì” con la testa lui continuò. -Perfetto, benvenuta a Hogwarts! Non ti preoccupare non c’è nulla da temere. Io sono Rubeus Hagrid custode delle chiavi e dei luoghi qui a Hogwarts. Ora prendiamo le barche e vi porto nella vostra nuova casa. Da questa parte, seguitemi!-
I bambini del primo anno sparlavano di Pervinca, ma la povera ragazza nemmeno se ne accorgeva. Era troppo occupata a osservare l’imponente castello che si stagliava su una rupe all’orizzonte o si meravigliava della barca in cui era, che navigava da sola sul lago senza vela o remi. Sbarcarono proprio a pochi passi dalla scuola ed entrando in questa trovarono ad attenderli un altro professore: il Signor Harry Potter sorrideva compiaciuto sui primi scalini dell’enorme gradinata che portava ai piani superiori.
-Hagrid, tranquillo. Da qui faccio io- disse.
Hagrid salutò tutti e salì le scale.
-Bene, primo anno, ora vi porterò nella sala grande dove sarete smistati. Come sapete le case sono Tassorosso, Corvonero, Serpeverde e Grifondoro. Nel corso della vostra permanenza qui ogni successo vi farà guadagnare punti a voi e alla vostra casa. Ogni insuccesso ve li toglierà e a fine anno sarà assegnata la coppa delle case- spiegò. -E ora state qui un attimo che vado a vedere se sono pronti-.
Il Signor Potter ritornò quasi subito e accompagnò i ragazzi all’interno della sala grande. Il soffitto rispecchiava il cielo notturno; la sala era illuminata da fiaccole e candele volanti. I quattro tavoli lunghi delle case erano per tre quarti pieni, mentre il tavolo degli insegnati era praticamente tutto occupato. Il Signor Potter fece fermare il gruppo proprio davanti a questo, salì i pochi scalini e come era tradizione e si mise al fianco di un sgabello a quattro piedi con sopra un cappello a punta malandato e una pergamena.
-Ora vi chiamerò uno a uno e voi proverete questo cappello- disse prendendo la pergamena e srotolandola.
A Pervinca tremarono le gambe. E se arrivata lassù tutti la deridevano?
Il cappello a punta aprendo e chiudendo una piega del tessuto, quella che probabilmente era la sua bocca, parlava a tutti. Si presentò con una filastrocca:
“Io sono il cappello parlante
E di Hogwarts sono il narrante.
Gesta eroiche potrei raccontarvi,
Tanti sono i fatti che potrei declamarvi
Più di mille sono gli anni che potrei ricordare
Ma non sono qui per questo fare;
Sono il custode della decisione
E di voi giovani menti sceglierò l’abitazione
Quattro sono le casate
Grifondoro, Corvonero, Serpeverde e Tassorosso: chissà dove andate!
Per scoprirlo non bisogna aver paura,
Ma basta appoggiarmi sulla vostra testa senza premura.
Ora altro non sto a dire
Venite qui e lasciate che la magia possa avvenire!”
Tutti applaudirono. Il professor Potter iniziò quindi a chiamare gli alunni.
-Giuly Abrams-.
La prima ragazzina andò a Tassorosso con gli esulti di quella tavolata. Poi ci furono un paio di Corvonero, alcuni Serpeverde e finalmente un Grifondoro. Con tutti il cappello veniva indossato e poi diceva dove l’alunno doveva andare. Ad alcuni ci voleva qualche minuto in più, altri venivano appena sfiorati e subito smistati.
Piano piano il gruppo scemava, ma Pervinca nessuno la chiamava. La cosa era strana perché i nomi erano in ordine alfabetico e la lettera “M” era stata passata da un po'. E infine, immezzo alla sala e sotto lo sguardo di tutti, era rimasta solo lei.
 
Salve a tutte! Lo so avevo detto che avrei messo il capitolo dopo 1 recesione di quello precedente, ma non ho resistito perchè questo capitolo lo adoro! Sul serio, come lo avete trovato? Finalemte Pervinca arriva a Hogwarts, secondo voi in che casa finisce? VORREI TANTO MA TANTO SAPERE IL VOSTRO PARERE SU QUESTO CAPITOLO, PERCIO' NON VADO AVANTI ( e sta volta lo faccio sul serio) SE QUESTO CAP NON RICEVE ALMENO 1 RECENSIONE!
Grazie mille a tutti quelli che leggono,
Baci, Dray xx

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 - E ora dove ti metto? ***


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***

-Perfetto- esclamò il Professor Potter. -Il primo anno è stato smistato, ma quest’anno ad entrare a far parte della nostra scuola è anche un’alunna un po' più grande. Pervinca Magik!- la chiamò sorridendole e facendole cenno di avanzare.
Pervinca titubante salì i pochi gradini. Gli sguardi erano proprio tutti su di lei. Si sedette sullo sgabello e sentì il cappello che veniva appoggiato sul suo capo.
-Bene, bene, bene. Qui abbiamo una cosa insolita, che non scorgevo da tempo- iniziò a dire con un tono di ilarità nella sua voce rocca il cappello parlante. -Vedo potere e fantasia, coraggio sì, ma non così tanto. Scorgo una gran voglia di fare e di eccellere, ma è difficile poterti collocare ora. Tu che mi dici?-
-Io-io non lo so-.
-Ah, non lo sai? Pensavo che avresti avuto delle preferenze, forse Serpeverde? Vedo che ti piacciono i serpenti-.
Jioyelle sibilò uscendo appena dalla sua manica e qualcuno emise un “oh”.
-Non credo che approvi- sussurrò la ragazza.
-Giusto, ma ti porterebbe sulla via della grandezza! Ma tu non sei per questo tipo di cose, vero? Tu sei un faggio, timido e sognatore-.
Pervinca portò istintivamente la mano alla sua bacchetta che stava riposta in una tasca interna al suo mantello nero.Come faceva quel cappello a sapere del faggio?
-Ma dove ti metto? Forse è meglio andare sul sicuro- ci pensò un attimo e poi urlò. -GRIFONDORO!-
Il tavolo dei Grifondoro esultò applaudendo e urlando. Il Signor Potter le tolse il cappello ripiegandolo. Pervinca si alzò e sorridendo corse verso i festeggiativi sedendosi vicino a Rose che le aveva già tenuto un posto.
-Come lo sapevi?- le chiese accomodandosi davanti a un piatto d’argento scintillante.
-Diciamo che me lo sentivo- sorrise Rose.
Nella casata dei Grifondoro c’erano proprio tutti i suoi nuovi amici che insieme agli altri studenti si congratulavano con i nuovi arrivati. Nel tavolo degli insegnanti essi guardavano in silenzio la sala in tumulto. La professoressa McGranitt batté piano un cucchiaio su un calice. La sala si zittì all’istante.
-Ci tenevo a dire una o due parole sull’anno che oggi si apre- iniziò la preside rivolta agli alunni. -Intanto do il benvenuto al primo anno e a Pervinca Magik. Secondo, volevo avvertire tutti che quest’anno Hogwarts avrà l’onore di ospitare un’edizione al quanto insolita e speciale del Torneo tre Maghi-.
Un brusio si alzò in tutte le tavolate.
-Torneo cosa?- chiese Pervinca.
-Dopo ti spiego- le rispose Darcy.
La preside tintinnò ancora il cucchiaio contro il calice e tonò il silenzio nella sala.
-Per tanto, a ottobre, giungeranno in questa scuola alunni di altre due scuole di magia, precisamente quest’anno si è deciso di aprire il torneo anche alla scuola di Tanzeempak dal Pakistan e alla scuola di Cloverleafòir dall’Irlanda. Gradirei veder ospitalità da parte di tutti voi; e ora, buona cena!- disse concludendo aprendo le braccia.
Pervinca distolse il suo sguardo dai professori e si trovò davanti, sul tavolo, prelibatezze di tutti i tipi che si erano materializzati addobbando la tavola. C’era tutto ciò che si potesse mai desiderare. Pollo con patate, costolette d’agnello, pudding, brasato, crema di zucca e cannella e succo di zucca. I dolci però non c’erano, non ancora. La ragazza non sapeva cosa scegliere e osservava la massa che attaccava un tacchino arrosto con ananas.
-Tu non mangi?- le chiese Darcy mentre posava un cosciotto sul suo piatto.
-Non so, ecco-.
-Già, bel banchetto è? Purtroppo è solo per il primo giorno, dopo le portate diminuiranno- la rassicurò Rose.
-Quindi, ti conviene abbuffarti come fa Hugo- rise Lily indicandolo mentre afferrava del purè di patate, strappava voracemente della carne da un osso di pollo e si dissetava dal suo calice.
Tutti risero e Pervinca afferrando dell’agnello davanti a lei, decise che forse era giusto seguire quel consiglio. Quando finalmente tutti i vassoio furono praticamente vuoti, scomparirono, ricomparendo subito dopo colmi di dolci e frutti succosi. Lei si sentiva ormai piena, ma afferrò comunque una fetta di torta al cioccolato e un pasticcino alla nocciola di cui andava ghiotta. A fine sera tutti erano estremamente sazi.
-Credo di star per scoppiare- commentò Albus.
-Io avrei ancora fame- esalò Hugo.
-Sei proprio un pozzo senza fondo- gli disse James.
-Concordo con lui- bisbigliò Darcy ridendo.
La professoressa McGranitt domandò ancora silenzio.
-Ora, i vostri prefetti vi porteranno nelle vostre rispettive case. Mi aspetto da tutti delle file ordinate e silenziose. Inoltre ne approfitto per informare tutti gli studenti che l’accesso alla foresta è severamente vietato, come lo è anche uscire dalla scuola di notte o l’aggirarsi per Hogwarts dopo il coprifuoco- disse seria in volto. -Ricordo anche che le lezioni iniziano normalmente domani mattina e che le iscrizioni alle squadre di Quidditch sono aperte a tutti gli studenti dal secondo anno in poi. Ovviamente capirete che la coppa di Quidditch quest’anno non si terrà perché saremo oltremodo impegnati con la Coppa tre Maghi, però non escludo delle partite amichevoli, forse anche con le altre scuole…- declamò la preside prima di congedare gli alunni.
-Serpeverde!-
-Tassorosso, venite!-
-Corvonero, seguitemi!-
-Grifondoro da questa parte, primo anno davanti alla fila!-
I prefetti chiamarono le diverse case. Tutti si alzarono e li seguirono bisbigliando tra loro.
-Veloci, seguitemi. Non vi attardate o vi perderete- diceva il prefetto davanti a tutti.
Pervinca era verso la fine della fila quando sentì delle urla dai ragazzi davanti a lei.
-Stai tranquilla- le sussurrò Lily. -E’ solo Nick-Quasi-Senza-Testa-.
-Cosa?-
-Salve, signorine, di ritorno a Hogwarts vedo piccola Potter- disse comparendo dal nulla un signore vestito con abiti d’altri tempi e con un aspetto decisamente pallido: un fantasma! Pervinca sbiancò.
-Salve Sir Nicolas Mismy, le presento la mia amica Pervinca, è appena arrivata- disse la ragazzina tranquillamente.
-Primo anno? Sei cresciutella mia cara; comunque “buonasera” e benvenuta in Grifondoro- si inchinò.
-Veramente sono sesto anno. Ma siete un fantasma?-
-Precisamente-.
-Perché Quasi-Senza-Testa?-
A quella domanda Sir Nick si afferrò i capelli e li tirò verso destra staccando la testa quasi del tutto.
-Oh- rise Pervinca.
Con un colpo Sir Nick se la rimise a posto.
-E’ stato un piacere. Filate, ora- rise scomparendo velocemente attraversando un muro.
-Correte!- le chiamò Rose da più avanti.
Di scale a Hogwarts ce ne sono un’infinità (centoquarantadue per l’esattezza), di porte ancor di più e tutto ha un senso spiccato dell’umorismo. In particolare adorano scomparire o spostarsi e le porte a volte non si vogliono nemmeno aprire rendendo facile il perdersi. Il dormitorio dei Grifondoro, come gli altri del resto, è ben nascosto. A farne la guardia c’è un enorme quadro ritraente una Signora in carne vestita a festa. -Parola d’ordine- disse questa seriamente.
-Draco domine- disse il prefetto.
Il quadro si mosse rivelando un passaggio. Tutti ci si infilarono dentro spuntando in una grande sala con poltrone, camino, quadri e stemmi della casata.
-I dormitori delle ragazze di là. Per i maschi dall’altra parte- spiegò ancora una volta il prefetto prima di spedire tutti a letto.
Pervinca salutò Albus e Hugo che ricambiarono, mentre James la ignorò. Salendo le scale verso la sua camera salutò anche Lily e Darcy, che stavano in altre camerate in ordine di anno. La stanza di Pervinca era circolare, fatta di pietra e con il pavimento rivestito in moquette rossa. C’erano cinque letti a baldacchino con tendaggi di velluto anch’essi rosso. Tra ogni letto c’era una finestra della torre e ogni letto aveva il suo comodino e baule. Pervinca individuò il suo e si sedette sul suo nuovo letto. Jioyelle sgusciò fuori dal suo vestito e strisciò sul suo letto avvicinandosi a uno del pali di legno.
-Aaaaah- urlò una delle ragazze vedendola.
-Tranquilla- la rassicurò Rose tappandole la bocca.
-No che non stiamo tranquille- sbraitò un’altra. -Io non dormo con quel coso vicino-.
-Ma è solo un serpentello-  spiegò Pervinca riprendendo Jioyelle con cautela.
-Un serpentello? È un corallo, il suo veleno è mortale-
Prima che potesse nascere il primo battibecco con le nuove compagne, Pervinca sussurrò qualcosa alla sua inseparabile amica e la consegnò alle coinquiline preoccupate intente a discutere. Jioyelle strisciò a turno su di loro e lasciò a tutte un buffetto sulle loro guance prima di tornare dalla sua padrona. La cosa si risolse così e Jioyelle dopo aver conquistato la simpatia di tutte fu ben accolta nel dormitorio.
 
Il giorno dopo iniziarono le prime lezioni. A colazione nella sala grande, Pervinca ricevette la notizia che per essere al passo dei suoi compagni avrebbe dovuto impegnarsi il doppio frequentando pure dei corsi con i singoli insegnanti.
Il fantasma del professor Rüf le avrebbe spiegato tutto sulla Storia della Magia con lezioni serali il martedì, il giovedì e il sabato oltre alle lezioni mattutine di mercoledì e sabato. Il professor Vitious per Incantesimi si sarebbe offerto per lezioni pomeridiane del lunedì e martedì oltre alla lezione del giovedì mattina. Pozioni con il professor Lumacorno per tutto il giorno del mercoledì più la lezione normale del venerdì mattina.Erbologia con il Signor Paciock di domenica pomeriggio oltre al giovedì mattina. Trasfigurazione  direttamente con la preside (solo per lei) e Difesa contro le Arti Oscure con il professor Potter tutto il tempo libero del venerdì oltre alle lezioni diurne rispettivamente del lunedì, sabato mattina e martedì mattina. Poi studiava anche Cura delle Creature Magiche di lunedì e venerdì mattina con Hagrid e Divinazione il giovedì pomeriggio con la professoressa Sibilla Cooman. Poi le rimaneva Astrologia con la Professoressa Sinistra ogni giorno a mezzanotte.
I momenti che rimanevano dopo le varie lezioni poteva usarli per studiare da sé o con l’aiuto di qualche altro compagno, Volo. Dopo la prima settimana era già sfinita. Con pozioni andava abbastanza bene, apparte l’aver fatto esplodere i primi tre semplici intrugli provati. In incantesimi, dopo aver aggiustato il suo modo di impugnare la bacchetta, le era riuscito quasi tutto al primo tentativo (erano comunque incantesimi basilari), anche se a volte il professore la richiamava perché usava solo le dita.
 In Storia della Magia si addormentava spesso e il professor Rüf la richiamava sempre. Purtroppo in Difesa contro le Arti Oscure e Trasfigurazione non c’era nessun buon risultato. Rose e Albus cercavano di aiutarla in Divinazione, mentre Pervinca sviluppava una fobia per il volo con la scopa.
 
Salve a tutti! Ecco come promesso il capitolo dello smistamento. Volevo poi ringraziarvi per tutte le recensioni che mi avete lasciato: mi hanno riempito il cuore di gioia! **
Volevo poi scusarmi se Albus o Lily o Pervinca non sono dei Serpeverde, ma io me li sono immaginati così e forse andando avanti con la storia si capirà di più perchè sono nella casata che sono. Nel prossimo capitolo arriverà un nuovo personaggio (questo non Grifondoro, promesso xD) che comunque è molto conosciuto e arriveranno anche le altre due scuole! Lo so che sto riproponendo il Torneo Tre Maghi che è il "tema" ufficiale del 4 libro di Harry Potter, ma questo torneo sarà un pò diverso (come avrete capito visto che sono altre 2 scuole) ma anche le prove saranno completamente diverse,
io non voglio copiare niente, sia chiaro! Detto questo prometto che metterò il prossimo capitolo quando questo avrà ricevuto almeno 2 recensioni (positive o critiche o neutre che siano, non importa) :)
Baci a tutti, Dray xx

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 - Arrivano! ***


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***

Arrivato il quarto sabato pomeriggio Pervinca si lasciò cadere ormai sfinita sull’erba di uno dei giardinetti interni alla scuola. Quella sera sarebbero arrivati gli studenti selezionati delle due scuole, con i rispettivi presidi, che avrebbero partecipato con Hogwarts alla gara, tutti erano impuntati su quello e fremevano dalla curiosità, mentre lei riusciva solo a pensare all’ennesima lezione del professor Rüf di quella sera. Sapeva, inoltre, che avrebbe dovuto far pratica di volo, ma la sua scopa giaceva di fianco a lei e non osava nemmeno sfiorarla.
-Madama Bumb mi ha detto di aiutarti con la pratica di volo- disse la voce fredda di qualcuno in piedi davanti a lei.
Pervinca si mise seduta. Di fronte a lei, nella sua splendente divisa da Serpeverde, c’era un ragazzo biondo dagli occhi azzurri freddi come il ghiaccio.
-Come?-
-Devo aiutarti e farti volare prima di sera-.
-Perché?-
-Perché se no mi prendo un’altra punizione più cinque punti vengono tolti alla mia casa-.
-E io sarei la tua punizione, Malfoy?-
Pervinca si era ricordata chi fosse quel ragazzo. Si chiamava Scorpius Malfoy ed era in classe con lei a Pozioni, a Cura delle Creature Magiche e a Difesa Contro le Arti Oscure. Era bello quanto maleducato e incurante di qualunque regola. La ragazza si alzò in piedi e afferrò la sua scopa.
-Allora?- le chiese il ragazzo.
-Tu credi che io ti aiuterei mai?-
Scorpius tacque guardandola serio. Pervinca lo fissò. Impugnava la sua scopa e sembrava che fosse pronto per una partita di Quidditch. Lei fece per andarsene.
-Ti prometto che se farai un paio di lezioni con me, dopo sarai al passo con gli altri- urlò appena. -Una materia in meno-.
Pervinca si girò di scatto verso il ragazzo e sbuffano esalò un - Ok, accetto-.
Dopo poco erano sul campo da Quidditch. Malfoy indossava la sua divisa verde mentre Pervinca aveva la sua normale uniforme. Scorpius impugnò il suo manico, vi ci salì e si librò in aria senza la minima fatica.
-Prova- le disse indicando con un cenno del mento la scopa di lei.
-Io non penso che-.
-Non devi pensare. Salici e impugnala come ti hanno detto e con un leggero saltino spingiti verso l’alto-.
Con un po' di timore fece come le veniva detto, ma non successe niente.
-Con convinzione- la riprese lui.
Pervinca chiuse gli occhi e con una più vigorosa spinta andò verso l’alto. Quando riaprì gli occhi era all’altezza di Malfoy.
-Bene, e ora vola!- le disse lui partendo veloce come il vento come solo un cercatore riesce a fare.
Pervinca lo imitò un po' titubante mentre la professoressa McGranitt e il professor Potter la guardavano da bordo campo.
-Promette bene-.
-Sì, impara velocemente-.
-Tenetela d’occhio professor Potter, addestrare correttamente i poteri di una strega a quest’età è rischioso. Merlino solo sa cosa potrebbe succedere! Mi chiedo come possa essere possibile che ci sia sfuggita, soprattutto per via del suo grande potere, non passa di certo così inosservato-.
-Non so, ho chiesto al Ministero della Magia e mi hanno risposto che nessuna “Traccia” era mai stata messa sulla famiglia Magik, anzi non risulta da nessuna parte. Comunque non si preoccupi preside, ho tutto sotto controllo-.
 
Quella sera a cena nella sala Grande il banchetto si fece attendere più del solito. La preside fece un discorso lungo su come era andato quel primo mese di scuola e su come tutti ci saremmo dovuti comportare con gli ospiti. Erano arrivati poco prima del tramonto. Tutti molto scenografici. La scuola di Magia dell’Irlanda, dal Castello di Cloverleafòir, era giunta in una carrozza d’oro, trainata da un possente cavallo bianco alato che correva su un arcobaleno formatosi poco prima dopo un po' di pioggia improvvisa e del sole accecante. Invece, gli alunni della scuola del Pakistan, dal Castello Tanzeempak, arrivarono per mare su un sommergibile molto grande e lussuoso che nei pressi del lago risalì in superficie sfoderando lo stemma della loro scuola.
-E ora, facciamo accomodare i nostri ospiti-.
Nella sala era stato aggiunto un altro tavolone. Gazza aprì le porte della sala. I primi a entrare furono gli studenti di Cloverleafòir. Erano vestiti con divise di un bel verde irlandese. I primi studenti, accompagnati dal suono di musica allegra, saltellando e piroettando avanzavano verso la fine della sala spargendo coriandoli rotondi d’oro e quadrifogli ovunque. La scuola irlandese era una scuola come Hogwarts, cioè mista, ma gli studenti che da lì vi giunsero parevano essere la maggior parte streghe.
Gli studenti di Tanzeempak, invece, erano tutti maschi con la pelle tendente al marrone e sguardo serio. Avanzarono in una riga verticale quasi militare, recitando a gran voce -“Iman, Ittehad, Tanzeem”-, che era il motto della loro scuola. Sventolavano fieri lo stemma della loro scuola su un araldo tenuto dal capo-fila. Era squadrato e di un rosso porpora. Riportava in nero l’iniziale del nome della loro scuola e la figura ad ali semi spiegate del chukar, l’uccello simbolo del Pakistan. Tra le file di studenti se ne distingueva uno in particolare, era alto moro e l’aria da ragazzo ribelle gli donava molto. Lui non parlava come gli altri, zitto e sorridendo appena avanzava incurante di tutti mentre alcune ragazze al suo passaggio sospiravano.
Ora nella sala c’era silenzio e i due stendardi delle due scuole ospiti troneggiavano davanti agli studenti. La preside raggiunse i due presidi che erano giunti con gli studenti e sorridendo strinse loro la mano. Tra gli applausi di tutti gli ospiti andarono a sedersi e la cena finalmente iniziò.
-Hai visto le ragazze dall’Irlanda, James?- sorrise Albus dopo aver afferrato un po' di pollo all’uva. -Non sono sexy?-
-Albus- lo colpì Rose mentre Hugo e James ridevano.
-Lily, mi passi un po' di stufato?- chiese Pervinca.
-A proposito, Pervinca, cosa facevi oggi sul campo da Quidditch con Malfoy?- le chiese maliziosamente Darcy.
-Lezioni di volo- rispose lei tranquillamente.
Albus e James si irrigidirono.
-Da quando?-
-Da quando cosa Albus?-
-Da quando ti da lezioni private?-
-Solo da oggi-.
-E perché?- le chiese James.
Pervinca si irritò. Appoggiò la forchetta rumorosamente nel piatto.
-Saranno affari miei-.
-Non devi frequentarlo, è un Serpeverde-.
Jioyelle uscì dalla sua manica con uno scatto verso la gola di James. Pervinca l’afferrò in tempo per non farla arrivare a lui mentre James sussultò per la rapidità del rettile. Mentre sibilava se la rimise nella manica.
-James, Albus: non siete i miei tutori!-
La ragazza si alzò offesa e uscì dalla sala mentre due occhi azzurri la osservavano già da un po'.
 
La quinta settimana fu meno pesante. Purtroppo spostarsi nella scuola diventò più difficile. I corridoi erano sempre più pieni e trascinati dalla folla spesso ci si perdeva. All’inizio Pervinca aveva, però, trovato una scorciatoia: memorizzando le aule e i corridoi attraverso varie passeggiate serali poteva scomparire e comparire dove voleva. Un problema così era svanito fino a quando il professor Potter dopo averla scoperta le aveva proibito di smaterializzarsi nella scuola spiegandole che era contro alle regole e che, inoltre, lei non avrebbe dovuto saper fare queste cose perciò non doveva esibirle.
Con le lezioni stava andando molto meglio. Aveva scoperto il suo talento per le Pozioni che alla fine le ricordavano l’ora di economia domestica nella sua vecchia scuola e così il professor Lumacorno aveva sviluppato una simpatia per lei e la invitava ai prossimi ricevimenti che, a quanto pareva, era solito fare per i suoi studenti preferiti. Con Incantesimi, Trasfigurazione e Difesa Contro le Arti Oscure imparava e progrediva, ma di certo non eccelleva. Nelle due materie teoriche che  Hogwarts proponeva, Storia della Magia e Cura delle Creature Magiche, tutto filava liscio come l’olio e Pervinca riusciva a non addormentarsi più.
Il volo ormai le riusciva perfetto e con Divinazione ed Erbologia si sentiva proprio una tipica strega delle favole. Era, poi, riuscita a scoprire l’immensità dalle biblioteca scolastica e ormai ne conosceva ogni pertugio. Ma tra le varie novità e voci a scuola girava la notizia che lei fosse una rettilofona ed erede di un certo Voldemort, che lei non conosceva lontanamente e di cui nessuno le spiegava chi fosse; così tutti la evitavano o parlavano alle sue spalle, tranne ovviamente i suoi amici che cercavano, con insuccesso, di smentire le voci.
Con James e Albus poi era ancora arrabbiata e non ci parlava, non che con James cambiasse qualcosa, tanto lui non ci avrebbe parlato comunque, per qualche strano e sconosciuto motivo soleva evitarla. Un giorno mentre se ne stava tranquilla a scrutare  il paesaggio dalla torre dei gufi insieme a Jioyelle e a Gif, ricevette una visita inaspettata.
-E’ qui che sono messi tutti i gufi?-
Pervinca di voltò. A parlare era stata una ragazza bionda con ciocche di capelli blu come gli occhi.
-Sì-.
-Quindi ci sono anche i gufi degli studenti irlandesi?-
-Suppongo di sì-.
-Grazie-  sorrise appena la ragazza.- Io sono Felicity Moon da Cloverleafòir-.
-Io Pervinca Magik- sorrise lei.
-Ah, la rettilofona!- esclamò la ragazza senza malvagità nella voce.
-Io non sono retti-cosa!- sbraitò Pervinca indignata.
-Ah no? Allora perché lo dicono tutti?-
-Perché c’è lei- le rispose mostrandole Jioyelle.
Le due ragazze fecero così amicizia, tantè che grazie all’aiuto collaborativoe all’influenza di Felicityle voci sul conto di Pervinca scemarono.
Arrivò così Halloween…

Salve a tutti! Come promesso ecco messo il capitolo, spero che vi sia gradito. Inoltre vorrei approfittare del momento per ringraziare chi continua a recensire quaesta mia storia e chi l'ha aggiunta alle preferite/scelte/seguite, o chi legge solamente restando in silenzio: GRAZIE VERAMENTE DAL PROFONDO DEL MIO CUORE!
Aspettando di sapere che ne pensate dell'arrivo delle due scuole, della figura della nuova amica di Pervinca e del "nuovo" amico sempre della protagonista, vi avviso che il prossimo capitolo è pronto e che verrà messo solo quando questo raggiungerà le solite 2 recensioni!
Grazie mille,
Baci, Dray xx

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 - Partita di Quidditch ***


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***

Quella giornata iniziò con il solito suono della campanella della sveglia e con un profumo di dolci che arrivava dalle cucine. Indossata la consueta divisa, tutti gli studenti corsero nella Sala Grande per far colazione. Nel mentre si stava gustando la torta di fiori di zucca al cioccolato, dalle finestre aperte della sala, entrarono gufi e civette con becchi e artigli pieni di buste e pacchi.
-Oh, è già ora della posta- disse Hugo osservando i gufi che volteggiavano in aria lasciando cadere i pacchi tra le braccia dei loro padroni.
A Hugo e Rose arrivarono delle lettere, qualche petardo pazzo e un libro sull’essenza delle erbe magiche del sottobosco. Ai Potter arrivò un pacco di biscotti fatti in casa e anche a loro delle lettere. A Darcy arrivò l’ennesimo mini manico di scopa che suo padre stava brevettando. Gif invece portò a pervinca un cellulare.
-Cosa è quello?- le chiese Darcy.
-Un cellulare, serve per chiamarsi-.
-Non credo che sia permesso averne uno-.
-Penso anch’io. L’avevo lasciato a casa, i miei se ne saranno accorti-.
-Mettilo subito via!- l’avvertì Rose che si accorse dell’aggeggio elettronico in mano all’amica. -La tecnologia da Babbani qui è vietata, per di più sicuramente non funziona… Troppa magia nell’aria!-
Pervinca provò a schiacciare qualche tasto, ma poi si lasciò vincer, lo rimise nella sua custodia allegandoci una lettera che aveva scritto qualche giorno prima e consegnò tutto a Gif che volò via.
Il giorno di Halloween è un giorno di festa e le lezioni sono sospese, così per passare il tempo si era deciso di fare una partita di Quidditch. Tirando a estrazione le squadre sorteggiate furono Serpeverde e Grifondoro. Essendo una cosa improvvisata il premio erano i punti fatti in gara che si sarebbero sommati a quelli della propria casa. Il capitano della squadra dei Grifondoro era James Potter, uno dei cacciatori.
In una squadra di Quidditch ci sono sette elementi, oltre alle riserve. Tre sono i cacciatori che devono segnare tirando la “pluffa” nei tre anelli della squadra avversaria; a ostacolarli ci sta un portiere che para e i due battitori che, usando delle mazze, proteggono i loro compagni di gruppo dai due bolidi che cercano, per natura, di buttare giù dalla scopa tutti i giocatori, dirigendoli verso la squadra avversaria. E in fine c’è il cercatore che si deve preoccupare di acchiappare il boccino d’oro portando così a il suo gruppo alla vittoria.
Nei Grifondoro i battitori sono Darcy Whitehorn e Rose Weasley. Il portiere è Hugo Weasley, il cercatore è Lily Potter e i cacciatori sono, oltre a James, Albus Potter e Oliver Redalley. Nei Serpeverde il capitano è Scorpius Malfoy cercatore della squadra, il portiere è Jean Omalley, i cacciatori i gemelli Dean e Danny Fostean e Peter Auren. I battitori sono Joshua Nuhadal e la micidiale Blaze Tiger capitano in seconda del gruppo.
Pervinca aveva conosciuto Blaze qualche giorno prima quando questa era arrivata dal nulla sbraitandole addosso di lasciar in pace Malfoy. Dall’aspetto pare innocua, anche se i suoi occhi fanno trasparire tutta la sua ferocia e ambizione da quanto sono scuri e profondi; anzi, qualcuno racconta che alla luce del sole diventano rossi. I capelli neri e ribelli le incorniciano il volto e spesso la potevi veder indossare una collana D’oro con lo stemma dei Serpeverde. Lei e Malfoy si conoscevano fin da piccoli perché i loro padri erano amici.
La partita stava per iniziare. Gli spalti erano gremiti di gente persino gli studenti di Cloverleafòir e Tanzeempak c’erano, pronti a godersi la giornata. Felicity si staccò dal suo gruppo e corse da Pervinca sugli spalti dei Grifondoro.
-Ma dove stanno tutti?- chiese con il suo accento irlandese.
-Giocano, guarda!-
Le squadre, già in sella ai loro manici, in circolo stavano fermi a tre o quattro metri da terra. Madama Bumb sguanciò i bolidi e il boccino e poi lanciò la pluffa che venne subito contesa dalle due squadre. A commentare la partita c’era Cristopher Chairboth, un Tassorosso amico di Hugo.
-La palla va a Oliver che la passa a James che schiva un bolide tirato da Blaze, che fortuna! La pluffa viene lanciata verso uno degli anelli dei Serpeverde, ma la sexy Jean la para consegnandola a uno dei gemelli-.
-Cristopher!- lo richiamò la preside.
-Scusi, preside, dico solo la verità. Peter la passa a uno dei Fostean che la passa all’altro gemello, che tira… Ma il mitico Hugo la para consegnando la pluffa ad Albus che con un passaggio stellare passa a James che tira e SEGNA! Dieci punti per il Grifondoro-.
La massa esultò mentre solo i Serpeverde fischiavano.
-I bolidi intanto vengono sparati ovunque, oh, Oliver ne ha preso uno di schiena, che dolore. Però sembra stare bene. Ed ecco che i gemelli tornano all’attacco, FANNO FALLO!-
I due Serpeverde affiancarono Oliver, già provato per il colpo infertogli dal bolide lanciato da Blaze, lo fecero andare fuori percorso e cadere a terra svenuto.
-Fallo, fallo! ARBITRO!- urlavano tutti i Grifondoro.
-E dopo questo mostruoso, orrendo..-
-Cristopher, secondo avvertimento-.
-E dopo il fallo la pluffa va a James. Uno dei gemelli, non so chi, cerca di fermarlo ma… Ooooh.. Rose e Darcy si riprendono la rivincita scaraventando a terra uno dei Fostean con un bel bolide che Blaze e Joshua non riescono a intercettare-.
Tutti erano in delirio e scrutavano tutto grazie ai cannocchiali. Pervinca si accorse, allora, che sono gli studenti di Tanzeempak se ne stavano calmi e indifferenti, anzi, quel ragazzo che si era distinto qualche settimana prima con la sua ribellione, quasi rideva osservando con ilarità le due squadre.
-E intanto Albus intercetta un passaggio avversario e tira segnando altri dieci punti per i Grifondoro. Attenzione! Guardate, ecco il boccino! Lily Potter e Scorpius Malfoy partono all’attacco-.
In effetti i due ragazzi prima se ne stavano in alto osservando la partita e ora, avvistata la scia d’oro, si erano buttati entrambi in picchiata lottando per prenderlo. Si contesero la scia per un po' e nessuno dei due guadagnava terreno. Blaze, allora, con un colpo di mazza diresse un bolide verso la ragazzina. Rose volò rapida da quella parte e rimandò il colpo indietro. Blaze con una capriola riuscì a non farsi prendere.
-Come osi?- urlò.
-Come osi tu! Lei è mia cugina- le urlò Rose con un sorrisino beffardo.
Il bolide tornò indietro e Rose orami si era allontanata. Blaze, per vendetta, colpì il più forte possibile il bolide e mirò proprio all’avversaria.
-E Hugo non riesce a pararla, che sfortuna! Dieci punti anche per Serpeverde. Ma guardate, Blaze mira a Rose-.
-Rose!- la chiamò Darcy per avvertirla, ma era troppo tardi per schivare il tiro.
-Ooooh, che botta!-
A incassare il colpo fu però Albus che dopo aver volteggiato un po' cadde a terra.
-Oh- esalarono tutti.
-Albus- gridò Rose. -Questo non lo dovevi fare-.
-Scusa Weasley, io miravo a te!- rise Blaze.
-Intanto Lily e Scorpius sono ancora testa a testa. No, aspettate, Lily Potter sta accelerando. Oh, i Serpeverde segnano ancora! Rose indirizza un bolide a Blaze che lo schiva per un soffio; l’aria si fa bollente con queste due bambole-.
-Chairboth!-.
-Preside si rilassi, non tutto è perduto! Ed ecco un altro bolide che fa sbandare la scopa della battitrice dei Serpeverde. Un momento, Lily Potter c’è quasi, attenzione, allunga la mano e…-
Un boato esplose.
-CENTOCINQUANTA PUNTI PER I GRIFONDORO CHE VINCONO- urlò Cristopher.
-Fine della partita- fischiò Madama Bumb.
-Ooooh, è Blaze viene colpita!-
-Ho detto fine Weasley!-.
Rose scese dalla sua scopa trionfante.
-Ben le sta!- sorrise mentre Blaze si rialzava da terra sputando sabbia.
Tra la folla generale in festa per la vittoria, Pervinca si accorse però che quel ragazzo se ne stava comunque basito.
-Ma chi è?- chiese a Felicity.
-E’ Aadil Mahdi, favorito di Tanzeempak. Dicono che sia estremamente ribelle. Tutte gli vanno dietro!-
-Ehy! Tu, battitrice! Vieni un po' qui- urlò Aadil a Rose.
 
Salve a tutti! Ecco un nuovo capitolo, forse non è come ve lo aspettavate, ma io lo adoro lo stesso! E' stato un autentico divertimento scriverlo e spero che anche voi, nel leggero, vi possiate divertire come ho fatto io. Questa volta non lascierò l'indicazione delle recensioni che almeno vorrei vedere, però sappiate che comunque se lasciate un commento non mi offendo mica!
Sperando di ricevere almeno una recensione,
Baci, Dray xx

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 - Il Calice di Fuoco ***


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***

Rose si girò. La folla tacque mentre il ragazzo, con il suo solito sorrisetto, aspettava. La ragazza gli andò davanti sorridendo anche lei come lui.
-Sì?-
-Bel tiro…- stava dicendo Aadil.
-Lo so, grazie- rispose subito Rose.
-Non ho finito; stavo dicendo: che bel tiro: per una principiante!-
-Ah, certo! Ma se potrei batterti anche a occhi chiusi- ribattè lei.
-Pst! Come no; io ti farei secca appena dopo cinque minuti dal fischio-.
-Io ancora prima del fischio!-
-Davvero? Pensavo che fossi specializzata in colpi post-fischio- ribattè lui ricordando il bolide che aveva indirizzato a Blaze.
La folla rise incitando i due a continuare.
-No, quello era un optional-.
-Ah, solo perché c’ero io a guardare?!-
-No, perché avevo un bolide che mi avanzava e poi non ti avevo nemmeno visto-.
-Questa è dura- rise Hugo.
-Certo, come no. Mi guardavi però mentre giocavi o fissavi semplicemente il mio posto a sedere?-
-Io che perdo tempo a guardare un narcisista come te? Piuttosto vado a passeggio con un dissennatore!-
-Ahahah, incompetente-.
-Presuntuoso-.
-Impedita!-
-Scemo!-
-Scema!-
-Baciami- esordì lei così velocemente da non capire cosa diceva.
-Ovvio- rispose subito lui prima che i due si scontrassero per baciarsi.
Tutta la folla si girò dall’altra parte.
-Mi sono persa qualcosa?- chiese Pervinca a Felicity e a Darcy.
-Io non credo di aver capito bene- sussurrò la ragazza irlandese.
-Io ne ho capito quanto voi- rise Darcy.
La campanella suonò e piano piano la folla nel campo andò scemando.
-Andiamo piccioncini- li chiamò Pervinca.
Rose e Aadil si “sciolsero”.
-Beh, a dopo allora- disse lei.
-Già- sibilò lui prima di andare via.
 
Al banchetto di Halloween c’era una doppia festa. La sala era addobbata e colma di zucche, ghirlande, pipistrelli e fantasmi. Il soffitto pareva un cielo temporalesco. Il calice di fuoco, l’incaricato di scegliere i tre campioni, era in un angolo del salone da ormai una settimana. Il suo fuoco bianco e azzurro aveva già ricevuto “in pasto” molti bigliettini ed entro la fine della serata avrebbe deciso. Mentre si stava mangiando dolci a tutto spiano, al tavolo dei Grifondoro vi si avvicinò, con un braccio fasciato, Albus arrivato direttamente dall’infermeria.
-Ehy!- esultò Darcy vedendolo. -Ti credevo morto, amico-.
-No, solo una lussazione- rispose sorridendo e salutando i suoi amici. -Invece Blaze si è rotta un polso-.
-Ooooh- risero tutti facendo i complimenti a Rose che alzandosi in piedi si inchinò più e più volte.
-Comunque, la vittoria va a Lily- esclamò James alzando il suo calice.
-A Lily Potter, la nostra cercatrice!- urlò Hugo imitando il cugino.
-Che non si fa mai sfuggire un boccino- completò il brindisi Rose.
La preside tintinnò il suo cucchiaio sul calice chiedendo silenzio.
-Studenti- disse alzandosi in piedi. -Tra poco il Calice di Fuoco sceglierà i tre campioni. Ricordo, perciò, di affrettarsi a mettere il proprio nome, ovviamente se si vuole partecipare e se si ha l’età giusta-.
Qualcuno si alzò e andò a depositare dentro al fuoco il suo biglietto. Dopo poco il fuoco del calice divenne rosso vivo e avvolto da spire di fumo e scintille vi volò fuori un biglietto che la preside McGranitt afferrò al volo.
-Il campione di Tanzeempak è- iniziò a leggere la professoressa cercando di creare suspanse. -Aadil Mahdi!-
-Sì, sì lo sapevo!- esultò il ragazzo saltando in piedi tra i fragorosi applausi.
-Prego, Signorino Mahdi, vada da quella parte- gli disse la preside indicando la sala degli insegnanti.
Il fuoco del calice, che era tornato normale, si ricolorò ancora di rosso e un altro biglietto a forma di quadrifoglio vi volò fuori.
-Il campione di Cloverleafòir è- disse la McGranitt afferrandolo al volo. -Felicity Moon!-
La ragazza saltò quasi sul tavolo dalla contentezza.
-Vai!- urlò Pervinca felice per l’amica.
La ragazza saltellando corse anche lei nell’altra sala. Ora il silenzio era maggiore, mancava il campione di Hogwarts.
-E il campione di Hogwarts è- iniziò la professoressa prendendo anche l’ultimo biglietto. -James Potter!-
Tripla festa. La tavolata dei Grifondoro non poteva essere più felice. James, tra i complimenti di tutti, raggiunse gli altri due campioni.
-Bene e con questo- disse la preside riportando il silenzio. -Si aprono definitivamente…-
-Guardate il calice!- urlò qualcuno.
-Il fuoco, E’ VIOLA!- esclamò qualcun altro.
I professori si alzarono tutti in piedi, l’ultima volta che era successo una cosa del genere, non era capitato niente di buono e il professor Potter lo sapeva. Si avvicinò alla preside e afferrò prima di lei il biglietto che già volava in aria. Era una farfallina fatta con della carta color lilla, che sbatteva piano le sue piccole ali mangiate dalle fiamme.
-Pervinca Magik- sussurrò leggendo e voltandosi verso la McGranitt.
-Pervinca Magik- urlò la donna.
Tutti si voltarono verso la ragazza che si alzò titubante.
-Vieni qui, per cortesia-.
Nessuno esultava. Malgrado non fosse la prima volta, tutti erano seri. Pervinca prese il biglietto che il professor Potter le porgeva preoccupato. La ragazza lo lesse. La scrittura era fine ed elaborata.
-Non è la mia scrittura, io non so scrivere così bene, figuriamoci poi fare una farfalla- disse.
-Vai nella sala- le consigliò Harry Potter.
 
-Non possiamo farla gareggiare, non ha l’età!- disse il professor Lumacorno.
-E poi, da poco sa di essere una strega, non è pronta!- continuò il professor Paciock.
-Per non parlare dell’ultima volta che è successa una cosa simile- ricordò Madama Bumb.
-Signor Potter- disse la preside interrompendo tutti. -A lei la scelta!-
Harry ci pensò su un attimo. Non poteva permettere che succedesse qualcosa di male, a nessuno, tanto meno a Pervinca poiché aveva dato la sua parola che non le sarebbe successo niente. Ma si ricordava cosa aveva provato nel vedere il suo biglietto quando anche a lui capitò di essere il quarto campione, era stata un’emozione unica e anche partecipare al torneo era stato bello e non voleva privare la ragazza di quelle sensazioni ora che era stata illusa. Ma forse era meglio se non partecipava, non ci sarebbero stati guai, però non si sarebbe mai potuto scoprire chi e perché aveva fatto venire fuori il suo nome dal calice.
-Lasciatela partecipare- rispose alla fine.
-Come?- esordirono tutti i professori continuando poi a mormorare.
-Silenzio prego!- gli zittì tutti la McGranitt. -Prego, professor Potter, si spieghi!-
-E’ l’unico modo che abbiamo per sapere chi c’è dietro sta volta, ci penserò io a tenerla sott’occhio!- promise.
 
Ok, CHE NESSUNO MI LINCI! So che quello che ho scritto pare molto una semplice copia della trama del 4 libro, ma se notate i particolari capirete che NON è così! Spero comunque che se avate delle domande non esiterete a farle, magari tramite recensieone!
Baci a tutti, Dray xx
P.S. Chiara hai visto che Rose non è con Scorpius?... (per ora perlomeno)

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 - “Buona Fortuna” ***


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Pervinca era seduta in un angolo della sala in attesa di sapere che cosa doveva fare. Felicity, James e Aadil se ne stavano a parlare felicemente nell’angolo opposto, impazienti di iniziare già con la prima prova, anche se sapevano che si sarebbe tenuta il 24 di Novembre. Il professor Potter con i presidi e gli altri insegnanti entrarono nella stanza mentre ancora confabulavano.
-Non è giufto pefò- borbottava Mr. Daviz, preside di Cloverleafòir, un uomo tarchiato con la parlata moscia e per niente alto.
-E perché no?- chiese Mustek il preside di Tanzeempak, un uomo molto osservante delle regole come lo era il suo aspetto perfettamente curato. -Le regole vanno rispettate, chi viene scelto dal calice deve partecipare!-
-Abbiamo già preso la nostra decisione- tuonò la McGranitt sovrastando le voci e attirando l’attenzione di tutti. -Pervinca, puoi venire qui?-
La ragazza si alzò stringendo ancora in un pugno il biglietto con il suo nome che il calice aveva “sputato” poco prima.
-Abbiamo deciso che ti lasceremo gareggiare-.
-Cosa?- esclamarono in coro Pervinca e Mr. Daviz.
La preside di Hogwarts gli zittì con un gesto della mano.
-Il calice ha scelto! Il tuo mentore sarà il professor Potter: ti aiuterà a prepararti per le prove-.
-Ve bene…-
-Perfetto!- sorrise la preside. -E ora che abbiamo i nostri campioni… Tutti a letto!-
Quando i quattro ragazzi uscirono dalla stanza, la Sala Grande era ormai vuota e silenziosa. Il calice di fuoco era spento e non si sarebbe riacceso fino al prossimo Torneo tre Maghi. Aadil, senza curarsi di niente, uscì con il suo preside mentre parlavano in un fitto urdu e scomparvero dell’oscurità della notte. Anche Felicity superò Pervinca e con un cenno e un sorriso la salutò mentre il suo piccolo preside sbraitava, nel suo strano modo di parlare, che non era stato corretto.
James non disse niente e frecciò verso le scale che portavano al settimo piano. Pervinca invece era stata attratta dal calice di fuoco. Sembrava più misterioso ora di quanto non fosse prima con quel fuoco azzurro e bianco. Era in legno e sembrava malamente intagliato, forse addirittura non finito. Non era molto grande, pareva una semplice coppa e ora  sembrava estremamente inutile. Sotto lo sguardo della ragazza il calice crepitò facendola arretrare. Dalla coppa uscirono scintille e subito dopo si accese un grande fuoco viola. Crepitava e mandava scintille. La ragazza vi si avvicinò convinta che stesse per uscirvi un altro biglietto, ma invece si spense di colpo.
-Che succede, Pervinca?- le chiese il professor Potter entrando anche lui dalla sala.
-Si era acceso!-
-No, è impossibile- le sorrise lui.
-Sono forse pazza?-
-No, non intendevo questo. Volevo dire che sarai stanca, vai a letto-.
Pervinca si voltò e andò verso l’uscita della sala, scoraggiata.
-Io sono un ex-campione, sai? Anche io sono stato un quarto indesiderato, so come ti senti, ma non ti devi spaventare- le disse prima di superarla con un sorriso comprensivo.
Aveva paura. Pervinca dentro di se tremava, non era pronta mentalmente e nemmeno fisicamente. Non ce l’avrebbe mai fatta! Se ne stava andando quando qualcosa dietro di lei crepitò ancora. Il fuoco viola si era riacceso e ora in aria volava un’altra farfallina di carta violetta. Pervinca la prese al volo e il fuoco si spense. Il testo su quel foglietto erano nella stessa grafia riccioluta dell’altro foglio. Due erano le semplice parole che la fecero scappare dalla Sala Grande: “Buona Fortuna”. Arrivata davanti alla donna grassa aveva il fiatone.
-Parola d’ordine?- le chiese il quadro sorridendole felice.
-Testa di porco-
Il quadro si aprì e Pervinca potè sentire le grida di festa oltre il passaggio. Si intrufolò dentro e arrivò nella Sala Comune dei Grifondoro. James era immezzo a tutti con lo stendardo della casata in mano mentre i compagni lo alzavano in aria. Su un tavolo c’era il mangiare preso di nascosto dalle cucine: montagne di dolci, tartine e fiumi di burrobirra e succo di zucca. Pervinca cercando di non farsi vedere si diresse alla rampa di scale.
-Ehy, è arrivata Pervinca!- urlò qualcuno tra le urla di giubileo di tutti.
La presero in braccio anche lei. Persone che non conosceva ancora le stringevano la mano e si congratulavano, ma lei non era felice. James pareva al settimo cielo e si divertiva. Jioyelle uscì dalla sua manica e sibilò ai ragazzi che si stringeva intorno alla sua padrona. Questi si allontanarono subito zittendosi. Pervinca la prese subito da terra.
-Scusate, sono stanca- sospirò prima di sparire su per le scale.
Arrivata nella sua stanza, ancora vuota, si distese sul letto chiudendo le tende e cercando di dormire.
 
Quattro giorni dopo la felicità non era ancora svanita nel volto dei suoi compagni. Due Grifondoro come campioni! E quando poteva ricapitare?! Scendere a far colazione per Pervinca era diventato una tortura. Tutti applaudivano e urlavano al suo passaggio, se erano dei Grifondoro; i Serpeverde criticavano tutti e le altre due case erano divise. C’era chi votava solo per James e altri che sostenevano anche Pervinca.
-Uh, guardate! Una Mezzosangue- le urlò quel giorno Blaze tra le risate dei suoi compagni.
-Stai zitta, Tiger- sospirò Pervinca che non se l’era presa, forse perché non sapeva che volesse dire mezzosangue.
-Ooooh, che paura! Che cosa mi vuoi fare campionessa?-
-Sloggia Blaze- intervenne Rose affiancando l’amica.
-Pervinca, ti fai aiutare da una Weasley, ora? Pensavo che tu facessi tutto da sola, come iscriversi all’insaputa di tutti al torneo- sogghignò la Serpeverde.
-Vattene!- ringhiò Darcy.
-Se non vuoi un bolide in faccia- precisò Rose.
Blaze si dileguò verso il suo tavolo.
-Non la badare, è gelosa- le sorrise Lily.
-Non importa, ha ragione: sono una perdente!-
-Non dire così!- esclamò Rose. -Vedrai che andrà tutto bene-.
-Sono una strega da solo due mesi, cosa vuoi che faccia?-
-Ho un’idea!- urlò Albus che si era unito al gruppo.
Il ragazzo guardò la cugina che capì subito.
-Pervinca, questo pomeriggio dopo pranzo vieni alla Stamberga Strillante- le disse Albus eccitato.
-Dove?- chiese lei.
-Giusto! Lily portala tu alla Stamberga, ci vediamo lì- sentenziò correndo fuori dalla sala.
-Ma che gli è preso?- chiese Pervinca.
-E’ solo Albus- sorrise Lily.
Le lezioni per Pervinca erano sempre più dure e concentrate. Nelle materie teoriche era riuscita ad arrivare finalmente al punto dei compagni, ma in quelle pratiche, apparte Pozioni e Divinazione, era molto indietro. Dopo pranzo a fatica riuscì a ritagliarsi un po' di tempo libero, ma alla fine convinse il professor Lumacorno ad annullare la lezione visto il suo successo con la distillazione perfetta di una “morte liquida” al primo colpo.
Lily la stava aspettando all’ingrasso del portone principale. La prese sotto braccio e la condusse a un passaggio segreto dietro a un quadro ritraente un banchetto rinascimentale. I signori vestiti a festa continuavano a elogiare Pervinca per essere stata scelta. Finalmente, dopo interminabili chiacchere e rifiuti di restare ancora lì a parlare, le due ragazze riuscirono a infilarsi nel passaggio e scomparvero.
 
Salve a tutti e buona sera! Ecco, per oggi questo è l'ultimo capitolo che posto, giusto giusto perchè qualcuno lo voleva prima di presto... Lo so, vi lascio con un pò di suspance sull'idea che potrebbe aver avuto Albus, lo scoprirete nel prossimo capitolo promesso! Vi faccio una domanda: secondo voi che gli è venuto in mente? E già che ci siamo, sapete o meglio potete immaginare chi mai potrebbe aver corrotto il calice sta volta? (secondo me no :P )
Vabbè, vi auguro la buona notte e sogni felici,
Baci, Dray xx
p.s. spero che mi lascerete i vostri pareri proprio qui sotto, si si! Non mi offendo anzi, giuro che salto di gioia a ogni vostra parola scritta... Ciò anche le prove se le volete! ahahah

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 - L’ordine del Calice di fuoco ***


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***

La stamberga era polverosa e scricchiolante, ma perfetta per una riunione strategica.
-Silenzio, prego- ruggì Albus di fianco a Pervinca. -Vi ringrazio per essere venuti. Dichiaro aperta la riunione famigliare Weasley/Potter/Paciock-.
Darcy tossì.
-E Whitehorn, ovviamente!- sorrise il ragazzo.
Una mano si sollevò tra il gruppetto riunito. Era una ragazza di più o meno quindici anni dai capelli neri e dalla pelle mulatta. Era una Grifondoro.
-Si, Roxanne?-
-Perché siamo qui?- chiese.
-Bene, sapete tutti che Pervinca è stata scelta come quarto campione, giusto?- chiese Albus e continuò solo quando tutti ebbero fatto intendere che lo sapevano. -Ovviamente saprete che mio padre è stato l’unico, fino a ora, a cui fosse capitata una cosa così; e sapete, di certo, cosa è sucesso l’ultima volta. Pervinca non è pronta per affrontare queste prove, anche se sta al sesto anno ha appena iniziato la scuola, dobbiamo aiutarla!-
Un’altra mano si alzò. Era di un ragazzino Corvonero del terzo anno dai capelli biondi e occhi color ghiaccio slavato.
-Sì, Lorcan?-
-Cosa centriamo noi?- domandò.
-Siete la progenie dei maghi e streghe dell’ordine di Albus Silente! Teniamo altol’onore di famiglia e occupiamoci del caso- rispose Rose alzandosi in piedi e raggiungendo Albus davanti a tutti.
-Ma qui non centra Voldemort, l’ordine non dovrebbe intervenire- urlò un ragazzo dell’ottavo anno alzandosi in piedi.
Parlava con un vago accento francese, i suoi occhi erano blu e i capelli di un biondo fragola; anche lui un Corvonero.
-Louis, più di tutti tu dovresti conoscere la storia, tua madre è una dei vecchi campioni scelti per l’ultimo torneo con la partecipazione di Beauxbatons. Comunque, mio padre si è offerto di farle da mentore…-
-Allora non c’è da preoccuparsi- sorrise una ragazza dell’ultimo anno di Tassorosso dai capelli rossi.
-No, Molly. Così ci dovremmo allarmare, se si è offerto ci sarà un motivo- spiegò amareggiata Rose.
-Basta così!- tuonò James uscendo da un angolo.
Nessuno lo aveva visto, forse non era stato nemmeno invitato perché nel vederlo pure Albus restò a bocca aperta.
-James, volevamo chiamarti ma…- farfugliò Lily.
-Siamo qui per aiutare lei!- ringhiò. -Vi abbiamo chiesto aiuto e lo abbiamo domandato a voi perché siete amici nel momento del bisogno; e ora ha la necessità di voi. Non c’è tempo per le domande, quindi se volete aiutare restate e tutti noi ne saremo felici. Non volete restare? Lì c’è il passaggio o la porta!- sentenziò.
La stanza piombò nel silenzio.
-Io ci sto!- urlò una ragazza dell’ottavo anno dai capelli nocciola alzandosi in piedi sventolando la sua sciarpa di Tassorosso.
-Grazie Lucy- le sorrise Rose.
-Anche io e mio fratello Lysander- esclamò Lorcan alzandosi con il gemello.
-Noi pure, vero Fred?- ruggì Roxanne verso il fratello più grande che si alzò dopo averci pensato un po'.
Seguirono Molly, Louis e Darcy. Lily, Rose e Hugo erano già in piedi. Albus si avvicinò all’amica.
-Pervinca, ti presento l’ordine…-
-Del Calice di Fuoco!- si intromise Hugo.
-Del Calice di Fuoco, al tuo servizio!- sentenziò Albus.
 
Trascorsero due settimane abbondanti e mancavano ormai pochi giorni alla prima prova. Pervinca si sentiva ora più rincuorata, con l’ordine al suo fianco era riuscita a scagliare alcuni incantesimi efficaci con la sua bacchetta. Durante un’ora di Cura delle Creature Magiche, mentre si stava osservando una specie di insetto, un Glumbumble, che a quando pareva doveva essere una cosa interessante, Pervinca fu invitata a raggiungere la sala degli insegnanti.
Vi ci trovò, già comodi vicino al caminetto scoppiettante, gli altri tre campioni. Aadil se ne stava in disparte, mentre James e Felicity parlottavano attendendola. Nella stanza c’era anche un ragazzino tremolante con una macchina fotografica da cui si sollevava del fumo e una donna con più di mezza età e con la pelle tirata quasi a strapparsi. Si striminziva in un completo malva molto attillato e indossava un cappello piumato, questo molto grande, dello stesso colore, sopra alla sua testa riccioluta. Parevano quasi, i suoi capelli biondi, dei trucioli di legno contorti. A veder la ragazzina entrare si alzò in piedi e comicamente la raggiunse velocemente.
-Io sono Rita, Rita Skeeter! Mi avrai sicuramente letta, ahahah. Di te invece non so proprio niente, per ora, perché sia io che i mie lettori vorremmo invece sapere tutto… Intervistina?- chiese parlando così velocemente che era impossibile capirla.
-No, Rita, niente interviste singole-.
-Signor Potter, come è bello rivederla, mi sembra ieri che ero venuta qui per lei-.
-Già, ottimi ricordi- sospirò indignato il professore.
Rita rise quasi istericamente. Nella sala giunsero anche i presidenti e il Signor Olivander.
-Che ci fa qui?- chiese Pervinca a James.
-Pesatura delle bacchette, vogliono controllare che sia tutto a posto-.
-Ragazzi, tutti qui prego- li chiamò la McGranitt. -Ora il Signor Olivander vi chiamerà uno a uno ed esaminerà le vostre bacchette-.
-Aadil Mahdi-.
Il ragazzo pakistano estrasse la sua bacchetta e si avvicinò cauto all’uomo dai capelli bianchi. Gliela porse e il viso di Olivander si illuminò.
-Bene; quattordici pollici, legno di Pino e corda di cuore di drago- rigida e potente, giusto?-
Aadil accennò a un “sì” con la testa. Olivander se la rigirò in mano e poi mormorò -Lomus-. Dalla bacchetta scaturì una lucetta che poi si spense e l’uomo la riconsegnò al suo proprietario.
-Felicity Moon-.
Anche la ragazza irlandese avanzò consegnando la sua bacchetta a Olivander.
-Ah, nove pollici e mezzo, legno di quadrifoglio e nucleo di peli della criniera di un unicorno, interessante… Molto flessibile-.
-Anche polvere d’oro- suggerì la ragazza.
-Giusto- l’uomo la fece agitare in aria. -Avis- la bacchetta schioccò e uno stormo di uccellini cinguettanti decollò dalla sua estremità.
Olivander riconsegnò la bacchetta.
-James Potter-
Il ragazzo avanzò.
-Aaaah, Signorino Potter! Dodici pollici, legno d’Acero e corda di cuore di drago, ottima per le trasfigurazioni. Orchideous- dalla bacchetta spuntò un mazzo di fiori.
-Pervinca Magik-.
-Ah, Pervinca, fammi un po' vedere: ecco la mia scorbutica!- sorrise Olivander impugnando la bacchetta sottile.
Questa si dimenò e tornò dalla sua proprietaria. I presidi si allarmarono.
-Tutto a posto, tutto a posto- mormorò l’uomo per tranquillizzarli. -La bacchetta di faggio con nucleo di piuma di fenice fa sempre così, è tutto in ottima forma- sentenziò sorridendo.
L’incontro finì con delle foto e qualche domanda e poi i campioni furono lasciati liberi. La bacchetta di Pervinca ballò, nella sua tasca interna del mantello nero, dalla contentezza.
 
Salve a tutti! Ecco, come promesso, messo un nuovo capitolo! Vi confido che mi è sempre piaciuto questo punto della Gara perchè nel film non l'hanno mai messo e quindi rimane solo l'immaginazione del lettore per fare "vivere" questa scena!
Ringrazio di cuore chi legge la mia storia,
Baci, Dray xx
P.s. RECENSITE RECENSIETE, VI PREGO RECENSITE :)

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 - La prima prova ***


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***

Il 24 Novembre arrivò prima del previsto. Pervinca l’aveva quasi dimenticato… Quasi! La campanella per la sveglia suonò riportandola alla realtà troppo brusca, da un mondo dei sogni più che gradito. Tutti parevano agitati quanto lei, -“E non sono loro a dover superare una prova mortale!”- pensò. A colazione non aveva fame e giocherellò con le uova nel piatto.
-Mangia-.
-Non ho fame, Rose-.
-Ho detto mangia, per questo pomeriggio devi avere tutte le forze possibili-.
Albus di avvicinò alle due ragazze.
-Pssst-.
-Che c’è Al?- gli chiese Rose.
-Vengo a portavi un messaggio-.
-Sputa la lumaca- esclamò Hugo avvicinandosi al terzetto al suono delle parole sussurrate del cugino. -Mi è stato detto da Lorcan, che gli è stato detto da Lysander, che ha saputo da Roxanne, che ha parlato con Molly, che ha saputo da Louis, che Felicity sa qual è la prima prova!- disse tutto d’un fiato.
Le due ragazze e Hugo lo guardarono male.
-Dai su, avete capito, no?!-
-No!- risposero i tre in coro.
-Pervinca- urlò Darcy entrando di corsa nella Sala Grande. -Felicity sa qual è la prima prova! Dovrai affrontare un Occamy-.
-Sarebbe?-
-Un serpente piumato che si regge su due zampe; ce lo hai in pugno!- strepitò felice Darcy.
-Andiamo subito in biblioteca- suggerì Rose.
Le tre ragazze uscirono di corsa dalla sala non dopo aver afferrato dei toast.
-E io che ho detto?- sospirò Albus.
-Ah, cugino, sono donne!- concluse Hugo mangiando le uova che aveva lasciato Pervinca.
Il tempo per stare in biblioteca non fu molto perché le lezioni del sabato iniziarono. L’ora di Storia della Magia non sembrava volesse finire più, per non parlare di Trasfigurazione con i Serpeverde. Pervinca cercò di trasformare Jioyelle in un bicchiere di cristallo, ma ottenne solo che il suo serpentello diventasse di vetro.
-Guardate la nostra campionessa, mi chiedo come farà oggi a superare la prova- ringhiò Blaze. -Sai, io ho scommesso dieci galeoni che non sopravvivi cinque minuti dopo la campanella- sogghignò.
-Gli hai spesi male- ribattè Pervinca stranamente sicura facendo tornare Jioyelle normale.
Blaze non sapeva più che dire così si chinò minacciosa verso la compagna e Jioyelle le sibilò aggressiva. Blaze si ritrasse.
-Hai paura dei serpenti, Serpeverde?-
Blaze tirando un urlo di rabbia tornò al suo posto.
-Complimenti, campionessa- si congratulò Malfoy arrivandole di spalle. -Hai imparato la grande arte di tener testa a Tiger, davvero strabiliante- continuò battendo lentamente le mani.
-Ehy, Scorpius ti sta dando fastidio?- le ciese Albus.
-No, se ne stava giusto andando al suo posto- gli rispose lei.
-Giusto, buona fortuna, campionessa- rise tornando al suo banco.
La campanella del pranzo suonò e tutti si fiondarono al banchetto nella Sala Grande. Di fame, Pervinca, ora ne aveva ancora meno poichè il suo stomaco era sottosopra.
-Vai da Madama Chips, ti può dare un po' di infuso- le suggerì Lily.
-No, è solo agitazione-.
L’ora pomeridiana di Astrologia con la professoressa Sinistra volò molto velocemente e d’un tratto Pervinca si ritrovò a scendere dalla collina della scuola con James, verso il tendone eretto per i campioni fuori dall’arena. Dentro era tutto molto lussuoso. Aadil e Felicity erano già lì, come al solito, in compagnia di un altro individuo: un uomo alto, di colore e con un sorriso smagliante.
-Oh, eccoci tutti, bene- disse sorridendo. -Io sono Lee Jordan, capo dell’Ufficio Giochi e Sport Magici al Ministero della Magia- si presentò.
-Oggi non vi dirò cosa affronterete, perché il coraggio verso l’ignoto è una qualità principale di un buon mago. In compenso vi dico cosa dovrete fare e cioè andare lì fuori e cercare di recuperare un uovo d’argento a testa-.
-Facile- rise Aadil.
Pervinca si chiese se sapeva dell’Occamy.
-Il problema, Signorino, è che dovrete prendere l’uovo giusto senza rompere quelli veri. Buona fortuna!- rise uscendo.
-Pervinca- il Signor Potter entrò chiamandola.
-Si?-
-Sei pronta?- le chiese.
-Più o meno-.
-Hai un piano?-
-So che è una specie di serpente, proverò a relazionarmi con lui come con Jioyelle-.
-Non so se funzionerà, sono mamme in cova, sono aggressive- l’avvertì.
-Oh, allora mi inventerò qualcosa al momento, a quanto pare so improvvisare bene- sorrise ricordando la sua prima magia in quel prato dietro a casa.
Potter uscì dal tendone. Gli alunni nello stadio già urlavano e si sentì Jordan urlare -“Sonorus”- per presentare l’evento. Suonò un fischio nell’aria e le tende si alzarono per lasciar passare i campioni.
-Andrà tutto bene- la incalzò James vedendo l’amica tremare al suo fianco.
Nell’arena c’erano quattro cove piene di uova d’argento. Degli Occamy non c’era traccia. La folla si zittì osservando la scena. I campioni estrassero le proprie bacchette. Come avanzarono verso i nidi quattro serpenti piumati reggendosi su due zampe artigliate ciascuno, balzarono fuori dal nulla sibilando e mostrando le loro bocche piene di denti, bloccando loro il passaggio. Aadil si precipitò su uno di loro scagliando degli incantesimi a raffica cercando di metterlo ko. Felicity provò con una tattica diversiva e James convenne che doveva calmare in qualche modo il suo. Pervinca, invece, osservava il comportamento dell’Occamy rimasto solo davanti a lei.
-Ooooh… io non l’avrei fatto… Bella mossa, ma non abbia funzionato… Ahahah, uovo sbagliato James!- commentava Lee Jordan.
L’Occamy sguarnito si aggirava intorno al suo nido e non perdeva di vista la sua presunta assalitrice. Pervinca, cauta, decise di avvicinarsi.
-Oh, ma cosa sta facendo?- chiese Jordan.
L’Occamy parve un attimo rapito dal modo in cui la ragazza avanzava lentamente verso di lui. Poi si decise e saltò verso Pervinca urlandole contro. Pervinca agitò la sua bacchetta e questa diventò un pesce di gomma.
-Ehy!- urlò Jordan. -Chi ha scambiato la sua bacchetta con una finta?-
-NON VALE!- urlò Fred dagli spalti seguito da un coro di voci della sua stessa opinione.
Blaze intanto rideva felice.
L’Occamy avanzava presuntuosamente verso la ragazza che aveva lanciato via il merluzzo di gomma. Aadil stava lottando con il suo e già lo aveva accecato. Felicity provava a distrarre l’Occamy di fronte a lei, ma non serviva a niente. James tentava di addormentare il suo che lottava per non cedere. Pervinca non sapeva cosa fare quando le venne un’idea. Cercò di attirare l’Occamy più lontano possibile dalla cova e poi, quando arrivò spalle al muro, scomparve. L’animale era disorientato, la cercava, ma non la vedeva.
Lei era dietro la cova, acquattata, che cercava l’uovo giusto: erano tutti argentati! Anche James cercava l’uovo mentre il suo Occamy dormiva. Felicity aveva rinunciato nel tentativo di far distrarre il suo, così ora lo teneva in aria facendolo galleggiare, cercando, con la mano libera, l’uovo. Aadil aveva rimpicciolito il suo e chiuso in una gabbietta e si stava fiondando sulla cova. Il tempo passava, l’Occamy ancora conscio, l’unico, stufo di cercare Pervinca stava tornando alla sua cova.
-Ah, ne ha rotto uno- strillò Jordan indicando Aadil.
L’Occamy sentendo lo splat dell’uovo contro la pietra si arrabbiò e caricò contro il pakistano. Pervinca intanto aveva individuato l’uovo quando si accorse che Aadil era nei guai. Il ragazzo ignorava l’Occamy che puntava verso di lui minaccioso. Pervinca si alzò in piedi e mormorò -Risali e ascenderai!-. L’Occamy balzò in aria fino quasi a sparire tra le nuvole e poi tornò indietro. La ragazza non voleva far del male all’animale, quindi poco prima che questo toccasse terra lo fermò con un gesto della mano destra e lo fece atterrare piano. Non si muoveva più, il serpente piumato pareva sfinito dalla paura.
-Accio uovo!- urlò ancora e il giusto uovo argento le finì in mano nello stesso momento che anche Aadil ne tirava fuori uno dal suo mucchio.
Successivamente anche James e Felicity ebbero i loro e la folla urlò dalla contentezza.
 
Salve a tutti e buona sera! Mi scuso il ritardo, ma stavo facendo la baby-sitter! Ecco, finalemente, la prima prova! Ciò lavorato giorni per sceglierla e spero che vi piaccia. Credo che questo sia un bellissimo capitolo (almeno a me piace e non perchè l'ho scritto io xD) perchè si vede quali sono gli ideali di Pervinca, insomma, avrebbe potuto fregarsene dell'Occamy che puntava ad Aadil, lui doveva essere il suo avversario, che le interessava? E invece... Lo so che all'inizio del capitolo il comportamento di Albus assomiglia a quello di Ron, ma ci sono delle spiegazione plausibili del perchè ho scritto così: 1 Il contesto è leggermente diverso, Albus è praticamente agitato (ma tanto) quindi parla veloce e quella frase ci stava perfettamente per incasinare ancora di più ciò che doveva dire! 2 Adoro quella frase! 3 Tale zio tale nipote....
Sperando che vi piaccia e che mi lascerete recensioni da leggere,
vi saluto,
Baci, Dray xx

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 - Bisogna farsi coraggio! ***


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-Non vale, questo non è giusto! Doveva usafe la bacchetta, non le dita!- protestava Mr. Daviz.
-Le regole dicono che doveva usare ciò che aveva a disposizione; e le dita ce le ha di natura, no?!- rise Lee Jordan.
I campioni e i giudici erano tornati dentro alla tenda dopo aver dato e ricevuto i punteggi per la prova. Aadil e Pervinca erano al primo posto a pari merito
-Silenzio!- tuonò come al solito la McGranitt. -Non è successo niente di male, anzi, abbiamo scoperto un nuovo talento magico. Non è da tutti far magia senza la bacchetta-.
-O salvare un altro campione rivale- commentò Felicity.
-Giusto- sorrise la preside. -E ora tutti fuori, i campioni devono riposarsi un po' prima di festeggiare!- concluse facendo un occhiolino verso i quattro ragazzi.
I presidi uscirono.
-Bene, e ora venite tutti qui un attimo- li chiamò Jordan. - La prossima prova è il 24 Febbraio, intanto ciò che ci sarà dentro il vostro uovo vi darà un indizio di ciò che vi attende- sorrise prima di sparire.
 
Nella Sala Comune dei Grifondoro c’era una festa come non mai. James era di nuovo sollevato sulla folla e Pervinca veniva sballottata qua e là. Tutti gridavano il nome della casa in frasi come -“I Grifondoro sono i migliori!”- o -“I Grifondoro spaccano!”-. La Sala Comune era piena di ghirlande e bandierine appese ai muri che gridavano i nomi dei due campioni appartenenti alla loro casa.
-Potter, Potter, Potter…- iniziarono a urlare tutti quando a James fu dato il suo uovo argento in mano.
Altrettante voci femminili invocavano, invece, Pervinca creando un unico coro.
-Silenzio!- esclamò Darcy facendo placare tutti. -Aprite insieme, al mio tre… Uno, due-.
Tre! La piccola serratura laterale fu sbloccata e le due uova si aprirono come petali d’un fiore, rivelando un pezzetto di pergamena a ciascuno. Con una sottile calligrafia erano state disegnate strane piccole figure.
-Cosa dice?- chiese Hugo.
-Non lo so- rispose Pervinca raggirandosi il foglietto tra le mani.
-Sono le vecchie rune- disse James perplesso.
I due campioni si guardarono per un attimo, poi li si accesero le lampadine.
-Fate largo!-
-Lasciate passare!-
Iniziarono una corsa disperata verso l’uscita della Sala Comune. Si lanciarono per il corridoio esterno, seguiti a ruota da tutti gli altri. Pervinca, che era un po' più mingherlina, era riuscita ad arrivare in testa e correva giù per le scale. Dietro di lei c’era James, che saltando i gradini, sperava di accorciare le distanze. Arrivati al secondo piano correndo a perdifiato, incrociarono anche gli altri due campioni e la corsa si fece ancora più interessante.
Ormai la meta comune era vicina. Erano tutti testa a testa. Spinsero insieme il grande portone ed entrarono in biblioteca dove, ad attenderli, c’erano i tre presidi.
-Molto bene- rise Mr. Daviz.
-Cosa significa questo?- chiese Aadil mentre spintonava lateralmente James.
-Significa che sapevamo che sareste venuti qui- concordarono i presidi.
-Ma ciò ce cercate, qui non c’è; o sarebbe troppo facile usare solo un dizionario per capire cosa c’è scritto nei fogli- osservò la McGranitt.
Le spinte finirono.
-Tofnate ai vostfi alloggi- declamò Mr. Daviz.
-Ma come possiamo tradurre, allora?- chiese Felicity.
-Ingegno e astuzia, seconde qualità di un buon mago- le rispose Mustek.
Tutti tornarono da dove erano venuti.
 
Quella sera, al banchetto, la preside di Hogwarts tenne un discorso più lungo.
-Come sapete il Natale sta arrivando ed è tradizione che durante il Torneo tre Maghi, la notte della vigilia, fino a mezzanotte, ci sia il Ballo del Ceppo.
-Ovviamente solo gli alunni dal quarto anno in su potranno parteciparvi, mentre agli altri alunni, se non invitati, prego di non cercare di imbucarsi. Le danze saranno aperte dai campioni e dai loro accompagnatori. È obbligatorio l’abito a gonna sotto il ginocchio per le ragazze e l’abito da cerimonia per i ragazzi. E ora, buon appetito!-
La cena finalmente iniziò, ma fu diversa dal solito. Orde di ragazze ridevano e squittivano osservando gruppi di ragazzi che confabulavano. La tensione di quel momento si prolungò anche per le due settimane che seguirono. Il fan-club di Aadil crebbe seguendolo perennemente. Le ragazze si spostavano in branchi più folti ridendo sempre e i ragazzi meno famosi iniziarono a collezionare brutte figure.
-A quante sei arrivato, Hugo?- gli chiese Lily un giorno mentre se ne stavano seduti sotto un albero in uno dei giardinetti interni alla scuola.
-Vediamo, contando Amy e Carly… Direi trenta- ammise spostando una ciocca di capelli rossi dagli occhi azzurri.
Lily scoppiò a ridere. Ai due si unirono pure James, Rose, Albus, Pervinca e Darcy.
-Cosa succede?- chiese Rose.
-E’ arrivato a trenta rifiuti!- le rispose Lily asciugandosi le lacrime dagli occhi.
-O, fantastico fratellino. Vuoi superare il record di papà?- gli chiese Rose sorridente. -Comunque ragazzi, avete poco tempo-.
-Ah, io sono a posto!- sorrise Pervinca.
-Come? Chi? Perché?- sbottò Albus.
-Un ragazzo mi ha già invitato e io ho accettato-.
-Chi è?-
-Non te lo dico! Oh, ho lezione, devo andare-.
-No, Pervinca, vieni qui!- la rincorse Albus.
-Rose- la chiamò Hugo.
-No fratellino, cavatela da solo, io non ci penso nemmeno- rise la ragazza allontanandosi dagli amici.
-Ti prego- la supplicò lui. -Almeno metti una buona parola per me, andiamo-.
-La-la-lala-la- canticchiò Rose mentre se ne andava.
Darcy si girò verso Lily e tossì.
-Oh, si, giusto. Mi sono ricordata che… Io devo… Ciao, ciao- disse prima di sparire ridendo.
-Ehm, James-.
-Si?-
-Tu vai al ballo con qualcuna?-
-Ho ricevuto degli inviti, ma non da qualcuno che mi interessava-.
-Quindi c’è una ragazza in particolare?!-
-Ho scoperto che non è più libera- ammise il ragazzo rammaricato.
-Fantastico! C’è, oh, mi dispiace; beh, ti va di venire al ballo con me?- gli chiese con un po' di speranza nella voce.
-Certo- le sorrise lui.
Intanto Hugo aveva lasciato perdere la sorella e aveva chiesto aiuto al cugino Fred figlio dello zio George.
-Quindi il tuo problema sono i “no”-.
-Hai capito tutto Fred-.
-Devi essere più deciso e divertente, le donne amano i tipi divertenti. Sta a vedere-.
Fred si avvicinò a una ragazza molto carina. Le mise un braccio intorno al collo e facendo volteggiare la sua bacchetta in aria fece scoppiettare dei piccoli fuochi d’artificio colorati fino a formare la parola “ballo” con un punto interrogativo. La ragazza rise e confermò con un si. Fred tornò dal cugino trionfante.
-Sono morto- ammise Hugo sconsolato.
Passata un’altra settimana, Rose si trovava in cortile a leggere da sola, senza ancora un invito per il ballo.
-Ciao scema- la salutò qualcuno.
-Ciao suicida- rispose lei senza distrarsi dal suo libro.
-Qualche imbecille ti ha già invitato?- le chiese Aadil.
-E tu ti porti il tuo fan-club di galline anche sulla pista di danza?- rise indicando le ragazze dietro a un albero che ridevano.
-Io volevo portare te- le sorrise lui.
-Nemmeno morta- gli rispose lei guardandolo per la prima volta.
-Bene, ci troviamo alle sette e mezza all’entrata-.
-No-.
-Fantastico- commentò dirigendosi verso il portone della scuola.
-Ok, ma non arriverò puntuale- gli urlò dietro.
Aadil, in risposta, sollevò un braccio in aria e rise senza voltarsi. Rose chiuse il suo libro non riuscendo più a leggere.
Intanto per i corridoi Albus stava ancora assillando Pervinca.
-Trovati un'accompagnatrice, Al- lo ammonì lei.
-Come si fa a beccarle… A beccarvi, se state perennemente in gruppo!- protestò.
-Chiedilo a Felicity!-
-Anche lei sta nella massa-.
-No, guarda! Vai- lo incoraggiò spintonandolo verso la ragazza irlandese che da sola passeggiava per i corridoi.
 
SALVE A TUTTI, e buona giornata della liberazione! Ehm, su questo capitolo non ho molto da dire, beh, forse che lo trovo divertente e vorrei farvi una domanda e vorrei avere molte vostre risposte per questa, no veramente mi assilla, CI STO ANDANDO FUORI DI TESTA! Quindi per favore, rispondetemi in molti... La domanda è: Ma voi avete capito (c'è ho per caso fatto capire troppo) il segreto che James e Albus tengono fra di loro?
Mi interessa molto sapere che ne pensate, quindi recensite!
Buona giornata,
baci, Dray xx
P.s. Grazie veramente a tutte le persone che leggono e che hanno aggiunto questa storia alle preferite/seguite/ricordate, DAVVERO DAVVERO GRAZIE!

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 - Il Ballo del Ceppo ***


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Quell’anno a Hogwarts quasi nessun studente tornò a casa per le vacanze di Natale. Il 24 Dicembre i corridoi risuonavano ancora delle risa giovanili; le sale comuni quasi scoppiavano da quanto erano piene e per i professori erano consapevoli che il riposo non sarebbe mai arrivato. La neve scendeva fitta e aveva ormai imbiancato da giorni il castello grigio.
Con la scusa che le lezioni non c’erano, gli studenti erano in una fase di doppia festa. I libri erano stati sepolti infondo ai bauli… Beh,  non tutti! Rose ogni giorno andava in biblioteca e faceva i compiti che le erano stati assegnati per le vacanze; nel giro di pochi giorni li aveva finiti e ora non avendo più un modo per sfogarsi a colazione quella mattina era a dir poco agitata.
-Calmati, Rose, stai calma- si ripeteva mentre riempiva il suo calice di succo di zucca.
-Rose, che ti prende?- le chiese Pervinca.
-Devo fare la pozione “doma riccio ribelle” o i miei capelli non saranno pronti per sta sera-.
-Ok, allora dopo la facciamo, serve anche a me- le disse Darcy. -Ma ora calmati, abbiamo ancora tutta una giornata davanti a noi-.
-Già, dobbiamo andare a Hogsmeade e comprare ciò che ci manca- le ricordò Lily.
-Uh, vengo anche io!- rise Hugo. -Ho finito la scorta di dolci e devo fare rifornimento-.
-Io, invece, devo trovare i fiori giusti-
-Fiori? Al, non starai esagerando?- gli chiese Pervinca.
-Non è colpa mia, a Felicity manca un fiore per finire il suo vestito- si spiegò.
-Un fiore? Ma che significa?-
-Ah- sospirò il ragazzo. -Non chiederlo a me-.
Dopo la colazione il piccolo gruppo si diresse giù dalla collina del castello verso il villaggio vicino. Hogsmeade è praticamente l’unica cittadella completamente magica di tutta l’Inghilterra e quindi è sempre piena di maghi che vanno in giro per i negozi o che bevono qualcosa ai “Tre Manici di Scopa”. Il suo aspetto è quello di un villaggio natalizio, di quelli che si vedono sulle cartoline per gli auguri di natale.
-Oh, ecco il negozio di Mondomiele- esclamò Hugo avvolto in una sciarpa dello stesso colore dei suoi capelli. -Addio ragazzi! Ci troviamo dopo al Manico- e scomparve tra la massa.
-Credo che abbia un problema con i dolci- riflettè Pervinca.
-E lo hai scoperto ora?- rise Rose. -Avanti, andiamo all’emporio di Madame Betulla e tu Albus, ti conviene correre dal fioraio prima che chiuda-.
Anche Albus lasciò le quattro ragazze da sole. Queste entrarono nel negozio di stoffe e comprarono ciò che le mancavano come nastri colorati e mantelline in tinta.
-Pervinca- la chiamò Darcy davanti a un modello di un vestito da sera lilla. -Tu ce lo hai un vestito, vero-.
-In teoria si, riesco a fare qualcosa con ciò che mi sono portata da casa-.
-Sicura? Sei una dei campioni, devi essere perfetta- le disse l’amica indicandole l’abito nuovo di zecca.
-Lo so, ma non potrei permettermi un abito nuovo, come lo spiego dopo ai miei?- sospirò. -“Ma, pà… Ho comprato un vestito nuovo fatto con la magia, in un negozio magico e pagato con soldi magici per partecipare a un ballo di maghi perché ero la partecipante di un torneo magico”- rise.
-Puoi omettere qualche dettaglio-.
-Certo…-
Dopo le spese tutti si ritrovarono intorno a un tavolo con sette boccali di burrobirra.
-Ripetetemi un attimo- disse Pervinca fissando il suo bicchiere. -Questa è birra?-
-Burrobirra, Pervinca!-
-Giusto! E che ha di speciale?-
-E’ fatta da maghi e streghe e sa da Butterscotch-.
-Ricevuto…-
Il locale era pieno di studenti, tutti eccitati per la serata in arrivo. C’era anche l’insopportabile Rita Skeeter con il ragazzino minuto alle spalle. Un blocco appunti era sospeso in aria di fianco a lei e una piuma verde ci slittava sopra con frenesia al minimo movimento di quelle labbra rosse e tirate. La giornalista intravide subito Pervinca e sorridendo corse comicamente verso di lei con i movimenti ridotti che quel vestito color kako le permetteva.
-Signorina Magik, che onore vederla qui con i suoi amici, giusto? Mi dica, viene spesso qui? Le piace? Può dire che il servizio è buono? Ci viene anche per appuntamenti privati? Che mi racconta del ballo che si terrà sta sera? Qualche impressione o segreto che mi vuole rivelare?- iniziò a declamare velocemente con la sua voce stridula mentre la piuma sembrava star per impazzire.
-Io ecco… Ehm-.
-Pervinca, non dire niente. Lei non è autorizzata a stare qui. Era stata bandita da Silente anni fa e ora anche la McGranitt è della stessa opinione- intervenne Albus.
-Oh, tu devi essere il piccolo Potter, prendi nota. Il fratellino minore del campione pluripremiato giocatore di Quidditch e capitano della squadra sportiva dei Grifondoro, James Potter, si sente così ignorato ed eclissato dai comportamenti del fratello da diventare scontroso e possessivo per quanto riguarda le amiche… Ma forse Pervinca Magik non è solo un’amica, che ne pensa Signorino Potter?-
Albus divenne rosso come un peperone. Stava per obbiettare, ma all’ultimo momento ci ripensò e se ne andò.
-Lo interpreteremo come un sì!- sentenziò la Skeeter. -E lei Signorina? Non dice niente? E’ forse intimorita da tutta la magia che la circonda? Ho indagato e o scoperto che viene da una nota famiglia babbana molto refrattaria alla magia, mi vuole dire qualcosa in merito a questo?-
-Andiamocene- sospirò la ragazza finendo la sua burrobirra e alzandosi prendendo il cappotto.
Gli amici la seguirono e uscirono dai Tre Manici di Scopa.
 
Alle sette di quella sera ogni corridoio era vuoto. La Sala Grande era chiusa e sigillata mentre i professori, al suo interno, l’addobbavano. Ogni studente, nella propria camera, si stava preparando adornandosi a festa con minuzia.
-Jioyelle, non posso portarti con me-.
La serpentella sibilò frustrata.
-E’ una festa e non posso- si giustificò la padrona.
Qualcuno bussò alla porta della stanza.
-Avanti- urlò Rose mentre prendeva altra pozione liscia capelli.
-Pervinca?- la chiamò Darcy entrando nella camera con un pacco viola dal nastro rosso. -Questo è per te-.
-Oh, Darcy, ma cosa hai fatto?- le chiese Pervinca stupita.
-Ma non l’ho comprato io! L’ha portato Nick Quasi-Senza-Testa, dice che l’ha consegnato una fenice ed è per te-.
-Cosa?-
-Aprilo- urlarono le ragazze del dormitorio.
Pervinca posò il pacco sul suo letto e sfilando il nastro aprì la scatola. Tra la carta velina ben piegato giaceva il vestito lilla che c’era all’emporio di Madame Betulla quella mattina. Su questo c’era posato un biglietto di pergamena piegato a farfalla. Era dello stesso colore delicato del vestito e come la ragazza lo prese in mano comparirono delle lettere viola.
-“Divertiti al ballo”- lesse Pervinca.
-Chi te lo manda?- le chiese Rose avvicinandosi.
-Non c’è scritto…-
-Mettilo!- la incoraggiò Darcy.
Mezzora dopo i primi ragazzi arrivarono davanti al portone chiuso della Sala Grande. La McGranitt cercava di riunire i quattro campioni mentre Albus e Rose aspettavano i loro cavalieri. James era già insieme a Darcy in un angolo del corridoio. Poi in un rullo di tamburi arrivarono gli allievi di Tanzeempak avvolti nella loro divisa blu con lo stemma della scuola sul petto. Aadil si diresse subito verso Rose che era vestita di rosa, probabilmente portava un vestito appartenuto alla madre.
-Sei venuta!-
-Non eri tu quello senza dubbi?-
-Ovviamente- rise tendendole una mano. -Vieni, andiamo-.
Successivamente, avvolta in un vestito di seta verde con le maniche di pizzo floreale e con una coroncina di fiori tra i capelli, arrivò Felicity che trascinò Albus verso la preside. Pervinca era nascosta sull’ultimo tornante delle scale. Si lisciava convulsamente il vestito in ansia per l’entrata nella sala. I professori avevano fatto entrare tutti tranne i campioni e i loro accompagnatori.
-Campionessa! Vieni?- la chiamò un ragazzo dai capelli biondi sorridendole.
La ragazza scese gli scalini e gli andò vicino ammirando il suo partner nel suo smoking nero perfettamente cucito su misura.
-Sei bellissima-.
-Grazie, Scorpius-.
-Avanti, mancate solo voi- li chiamò il Signor Potter.
Quando i campioni furono tutti in fila le porte della Sala Grande si aprirono per lasciarli passare. La sala era stata completamente ricoperta di bianco. Dal soffitto nevica. Ogni angolo della sala era addobbato con alberi di natale, dodici per la precisione, arricchiti con ghiaccioli colorati. I tavoli grandi e lunghi erano stati rimpiazzati da tavoli rotondi di venti posti ciascuno; abbelliti da una scultura di ghiaccio come centro tavola. Arrivati alla pista da ballo un valzer partì e i quattro campioni aprirono le danze.
A loro si unirono presto gli altri, persino i professori. Hugo ballava una danza tutta sua, o forse era colpa dei troppi zuccheri ingeriti. Albus, che ballava con Felicity, ogni tanto buttava lo sguardo sull’amica che ballava con il biondo Serpeverde, rimanendo ogni volta sconcertato al pensiero di quei due insieme. Blaze, che era riuscita non si sa come a farsi inviata da un Tanzeempak, fissava Pervinca molto contrariata e questo voleva dire che nemmeno lei aveva saputo niente su quei due prima di quella sera.
Quando finalmente le danze si velocizzarono gli insegnati si ritirarono dalla pista per far spazio alle danze scatenate dei ragazzi. Lily ballava con Lorcan e si divertivano molto. Hilary Cellester sembrava aver accettato i movimenti convulsi di Hugo e gli assecondava con un sorriso sulle labbra rosee. Era ormai quasi la fine del ballo che la pista iniziò a sgomberarsi. Suonava un lento e la McGranitt era stata invitata a ballare da Mr. Daviz, il quale era nettamente più basso di lei.
Rose era già sparita con il bel pakistano e James chiacchierava con Darcy a un tavolo. Presto si unirono a loro anche Felicity e Albus, ma quando arrivò Pervinca si zittirono.
-Che seratona, eh? Non pensavo di potermi divertire così tanto!-
Nessuno le rispose.
-Andiamo, che vi prende?-
-Perché hai accettato il suo invito?- le chiese Albus.
-Beh, ho dovuto- rispose divertita. -Abbiamo fatto una scommessa, io ho perso e allora…-
-DOVEVI DIRCELO!-
-Calmati, Albus- lo richiamò il fratello.
-NO! Non sto calmo! Lui è un Serpeverde, è il nemico-
Pervinca si alzò battendo i palmi delle mani sul tavolo. Ora il suo sorriso era sparito.
-Non ve l’ho detto perché sapevo di questa scenata e speravo che qui, a una festa, non l’avresti fatta!- urlò. -E ora, ringraziandovi per avermi rovinato la serata, me ne vado a dormire… Addio!-
A testa alta uscì dalla sala.

Salve a tutti! Eccoci qui con il capitolo del ballo del ceppo, spero che vi sia gradito! Spero anche che mi lascerete qua sotto delle recensioni, non mi offendo mica, anzi!
Vi ringrazio per leggere,
Baci, Dray xx


 

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 - Indovinello ***


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***

La mattina seguente era Natale e ancora prima che suonasse la sveglia tutti erano giù dal letto. Di regali ce n’erano tanti e presto i dormitori furono riempiti di carta colorata strappata. Rose aprì un suo pacco e ne trovò un golfino rosa fatto ai ferri con un “R” maiuscola in viola proprio sopra al cuore.
-Uh, nonna Molly mi ha fatto un maglioncino- sospirò. -Che sorpresa!-
Pervinca aveva ricevuto, invece, dai sui genitori un bellissimo maglione di kashmir verde smeraldo di alta moda.
-Wow, che bello!- urlò Lily entrando nella stanza esibendo un golfino come quello di Rose.
-Già, i miei cercano sempre di farmi regali costosi- rise ripiegando il capo delicato.
-Questo non sarà costoso, ma è per te- disse Rose consegnandole un pacchetto. -E’ da parte nostra-.
Pervinca lo aprì. Al suo interno c’era un cofanetto di legno che ritraeva un Occamy che volava sopra al suo nido pieno di uova d’argento. Lo aprì delicatamente e ci trovò dentro una sottile collanina con una fine bacchetta bianca come ciondolo.
-Oh, che bella, non dovevate!-
-Ma gliela avete già data? Maledette- rise Darcy entrando nella stanza. -Aspettare chi ha contribuito ai fondi, no?-
-Grazie a tutte, ma ora io mi sento in colpa…-
-Non ci hai preso niente?- rise Lily.
-No, vi ho comprato un pensierino, ma niente di così bello-
Pervinca consegnò i suoi regali alle amiche. Lily ebbe un anellino che con il cambio dell’umore sparava diversi fuochi d’artificio colorati e un pacchetto di cioccorane. Rose ricevette una borsa di perline rosse e blu e delle gelatine tutti i gusti + 1; e Darcy ebbe un follar che cambiava colore e fantasia in base a ciò che si indossava, per essere sempre perfettamente abbinato e una confezione di bacchette alla liquirizia e cannella.
Una volta che i regali da scartare furono finiti, gli alunni corsero tutti a fare colazione. La Sala Grande era molto colorata e gioiosa insieme ai suoi dodici alberi di Natale. Caramelle e pacchetti colorati erano ovunque.
-Non mi dispiace che quest’anno ci sia così tanta gente, ma avrei preferito che non prendessero subito tutte le caramelle scoppiettanti!- si lamentò Lily andandosi a sedere al tavolo dei Grifondoro dove giacevano le carte vuote di caramelle.
-Perché? Di solito non c’è così tanta gente?-
-Ma stai scherzando, Pervinca- rise Hugo sedendosi vicino alla ragazza mentre addentava un torrone riempiendo di briciole bianche il maglione giallo banana con un’ “H” blu al centro. -Di solito al massimo ci sono due o tre ragazzi per casata! Lily, se vuoi delle caramelle vai direttamente in cucina: ti riempiono subito le tasche quegli elfi-.
-C’è una cucina? Con gli elfi?-
-Che credevi?- esclamò Darcy. -Che noi maghi e streghe non dovessimo cucinare? Una magia non può creare qualcosa dal nulla- le spiegò.
-E gli elfi sono una specie di domestici per i maghi- spiegò Rose. -Fanno i lavori di casa per le famiglie ricche o per i luoghi come Hogwarts-.
-Oh-.
-Dovresti conoscerli, sono simpatici e gentili- le suggerì Hugo mentre afferrava una salsiccia. -Zio George mi ha spiegato l’anno scorso come si arriva in cucina, mamma non vuole che ci vada, ma papà non dice niente e poi ti danno sempre tanto cibo… Se vuoi un giorno ti ci porto!-
-Buon Natale ragazzi!- urlò gioiosa Felicity unendosi al gruppo. -Ehy, avete visto Albus? Non lo vedo da ieri sera dopo il ballo-.
-Pensavo che fosse con te- le rispose Rose.
-Beh, forse sarà con James in biblioteca- li informò Darcy.
-Che ci fanno lì a Natale?-
-Per il torneo…-
-Ma non era proibito usare i libri della biblioteca?- chiese Pervinca.
-Per risolvere l’indovinello e James lo ha già fatto- la informò Lily.
-Ma come…-
-Pervinca!- la chiamò il professor Potter. -Puoi venire qui un secondo? Dobbiamo parlare… Buon Natale ragazzi!-.
-Buon Natale zio-
-Buon Natale papà-
-Buon Natale professore-
La ragazza si alzò e corse dal Signor Potter che indossava un maglione blu fatto all’uncinetto, che assomigliava a quello che portava Hugo.
-Bel maglione, professore-.
-Grazie, se ti sentisse la mia suocera te ne farebbe subito uno! Ma non è questo che volevo dirti- sospirò conducendo la ragazza fuori dalla sala. -Ho saputo che tutti gli altri concorrenti hanno già tradotto tutto l’indovinello, tu a che punto sei?-
-A un punto morto! Io non le conosco queste cose e non so proprio come prenderle quelle rune- sospirò sconsolata Pervinca.
Il Signor Potter si fermò immezzo al corridoio vuoto. In lontananza si sentivano le urla dei ragazzi in festa.
-Lascia che ti dia un piccolo consiglio- le disse quasi in un sussurro poggiandole una mano sulla spalla e bagnandosi le labbra con la lingua. -A volte i quadri… Possono aiutare molto!-
Il professor Potter lasciò la ragazza da sola nel corridoio e tornò nella Sala Grande. Pervinca stava ripensando alle parole di Harry Potter, quando le venne un’idea. Corse subito verso la sua Sala Comune. Diede la parola d’ordine alla Signora Grassa, -“Grugno rugoso”- e sgattaiolò nella sua stanza. L’uovo d’argento era dentro al suo baule, lo afferrò e lo aprì. Individuato il rotolo di pergamena, lo prese e uscì di nuovo dalla Sala Comune. Vagò, per un po', per le scale mobili di Hogwarts, fino a che non individuò l’immagine di un uomo anziano con un paio di occhiali tondi sul naso ricurvo, chino su un libro rilegato in cuoio nero e con alle sue spalle una libreria piena di antichi volumi.
-Buon Natale, Signore- gli disse per attirare la sua attenzione, ma l’uomo non si scompose e continuò a leggere.
-Arodolf!- gli urlò la figura di una donna aristocratica in un altro quadro. -Questa ragazza ti ha salutato! Un po' di educazione-.
L’uomo, sbuffando, alzò il suo sguardo e mirò la ragazza da sopra agli occhiali.
-Buongiorno, Buon Natale, addio!- sentenziò tornando al suo libro.
-Io sono Pervinca… Magik; ho bisogno del suo aiuto!-
A quelle parole l’uomo nel quadro chiuse il pesante volume con un tonfo e si rizzò sulla sedia facendola cigolare.
-Pervinca Magik?- la squadrò. -Cosa ti serve?-
-Ho questo indovinello, ma non so tradurlo- spiegò mostrando il foglio pieno di rune.
-Esiste la biblioteca, signorina- le rispose l’uomo alzandosi per riporre il libro nella libreria alle sue spalle.
-La prego, se avessi potuto usare la biblioteca non sarei venuta da lei! È il solo che mi possa aiutare, ho notato che il libro che leggeva era tutto in rune. Mi aiuterà?-
L’uomo si risedette sulla sedia, si tolse gli occhiali e si massaggiò i lati del naso con le dita.
-Avanti Arodolf, non fare l’asociale! Aiuta questa povera ragazza, che ti costa- lo rimproverò ancora l’altra aristocratica, mentre Pervinca cercava di sembrare più innocente possibile.
L’uomo si riportò gli occhiali davanti agli occhi e sospirò un -Ok, fammi vedere questo indovinello-
Un’ora dopo Pervinca saltellava felicemente per i corridoi ricercando i suoi amici, ma trovò Scorpius.
-Ehy, campionessa- esclamò il ragazzo. -Come mai così di buon umore?-
-Finalmente il mio indovinello è stato tradotto!-
-Fa leggere…-
La ragazza srotolò la pergamena e gliela consegnò. In una grafia tondeggiante sopra alle rune c’era scritto:
“Giù dove luce non c’è, dimoro
E carne di stolti divoro.
Se voglio posso essere assai invitante,
posso trattarti come se tu fossi il mio fante;
ma in verità ti illudo solamente
e sarà troppo tardi quando ti verrà in mente.
Ti lascio una sfida, un’ora ti do,
catturami oppure ti mangerò!”

-Rincuorante- sorrise il ragazzo riconsegnando il foglio a Pervinca. -Sai già a cosa si riferisce?-
-No, non ne ho la più pallida idea- sospirò lei. -Hai visto per caso Lily, Rose e gli altri?-
-Sì, sono fuori che giocano a palle di neve con altri studenti- le rispose prima che Blaze lo chiamasse e lui scomparisse tra la folla.
Dopo essersi vestita pesantemente la ragazza corse fuori in giardino dove l’abbondante neve che rendeva tutto bianco permetteva la realizzazione della battaglia a palle di neve del secolo. Due muri di ghiaccio erano stati eretti paralleli l’uno all’altro a una distanza si dieci metri circa l’uno dall’altro. Le squadre erano due e la battaglia era tra maschi e femmine. Nel gruppo a destra c’erano i maschi capitanati da Louis Weasley; con lui erano presenti Lorcan e Lysander Paciock, Fred Weasley, Albus, Hugo e Christopher. Il gruppo a sinistra, quello delle femmine, era capitanato da Molly Weasley e c’era sua sorella Lucy, Roxanne Weasley, Darcy, Rose, Lily e Felicity.
Lucy si accorse della presenza di Pervinca e la chiamò a darle una mano mentre cercava di stendere Fred. Quando la campanella che annunciava il “mitico” pranzo di Natale suonò, e quando la squadra della ragazze ebbe la soddisfazione di aver fatto diventare i ragazzi dei pupazzi di neve viventi, tutti corsero nella Sala Grande con la pancia che brontolava.
 
SALVE A TUTTI! Come state? Io sono distrutta, aaaah non ce la faccio più con la scuola, vabbè.. Spero che questo capitolo vi piaccia e che mi lascerete delle recensioni perchè vorrei anche sapere se avete capito chi è il soggetto dell'indovinello (muahahaha l'ho fatto difficile vero). Comunque ringrazio chiunque legga.
Grazie mille,
Baci, Dray xx
P.s. Mi sto chiedendo che ne pensa Chiara fino a qui.... Ehy, recensora se mi leggi batti un commento! ;)

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 - Dubbi e certezze ***


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Il banchetto fu strepitoso; c’erano tacchini enormi ripieni di mille sughi e salse, contorni per tutti i gusti e tanti, ma davvero tanti dolci colorati canditi o zuccherati. Dopo il pranzo, da quanto ogni ragazzo aveva mangiato, nessuno quel pomeriggio ci provò a fere un qualsiasi cosa che comprendesse dell’attività fisica. Se ne stavano tutti nelle rispettive Sale Comuni davanti al camino scoppiettante, spaparanzati comodamente sulle poltrone a chiacchierare, a leggere il giornale o a giocare a scacchi dei maghi oa carte pazze.
Pervinca confabulava con Rose su come si sarebbero vestite quella sera al ricevimento natalizio dato dal professor Lumacorno, che tra l’altro era il coordinatore della casa dei Serpeverde, quando Lily sbuffò adirata leggendo un articolo del Settimanale delle Streghe.
-Che succede, Lily?- le chiese Rose accostandosi alla cugina.
-Guarda cosa si è inventata questa volta quella odiosa si Rita Skeeter!-
Porse la rivista alle altre due ragazze che lessero a bassa voce l’articolo.
“L’inviata speciale e bellissima Rita Skeeter ha avuto l’occasione di parlare con la campionessa di Hogwarts: Pervinca Megik. Questa graziosa streghetta di sedici anni appena sembra avere curiosi e grandi poteri indomabili che aumentano il suo ego congenito che l’ha spinta a infischiarsene delle regole e a iscriversi al famoso e prestigioso Torneo Tre Maghi che porterebbe fama e grandezza al suo vincitore. Infatti, vogliamo ricordare, che i suoi genitori sono dei noti Babbani membri dei governo Babbano di cui non perdono occasione di vantarsi.
Dopo aver vissuto parte della sua vita da comune ragazza, ha scoperto proprio quest’anno di essere una strega e arrivata a Hogwarts non ha perso tempo e si è iscritta al Torneo aggiudicandosi già la vittoria, a pari merito con il bel pakistano Aadil Mahdi, della prima prova contro gli Occamy.
Ora, mentre aspetta la seconda prova, si occupa del suo fan-club a scuola e della sua combriccola di “amici”, o ammiratori si potrebbe dire, ovvero i figli e i nipoti dell’ancor più noto Harry Potter che tra l’altro è pure il professore e mentore dalla ragazza.
A questo punto mi sorge una domanda: questa Pervinca sta pensando a un complotto con i Potter o è solo arrogante? Ce ne parla a tal proposito un’affascinante strega del sesto anno che è riuscita a sfuggire dalle “spire” della Signorina Megik.
-Come l’ho vista, subito ho capito che persona era- racconta la Serpeverde Blaze Tiger. -Ha cercato di portarmi dalla sua parte, ma io non mi faccio ingannare facilmente-.
Quando le ho chiesto di raccontarmi le tresche di Pervinca, lei mi ha risposto: -Si, qui ormai si fa un po' tutti. Illude Albus Severus Potter che la segue come se fosse il suo cagnolino e si è persino attaccata a Scorpius Malfoy, probabilmente per carpirne fama e denaro, ma io la tengo sotto controllo- dichiara Blaze.
A tal proposito abbiamo cercato di parlare con la stessa Pervinca e con i suoi “amici”, ma questa ci ha mandato via in modo rude uscendo dalla stanza e intimando agli altri di seguirla.
E allora io mi chiedo: dobbiamo preoccuparci o sono solo “capricci” da diva?”
Pervinca rimase allibita.
-Non ci posso credere- esclamò Rose con veemenza. -Questa volta ha passato il limite-.
-La Skeeter?- chiese Lily.
-Non solo!- le rispose. -Quella Tiger sta proprio sperando di ricevere un bel bolide potente con sopra il suo nome in pieno viso-.
-Sono forse presuntuosa?- chiese Pervinca spezzando la discussione con una nota amara nella voce. -O egocentrica?-
-No, tesoro, non dire così- la tranquillizzò Rose abbracciandola. -La Skeeter si inventa sempre tutto quello che scrive pur di fare notizia, inoltre inventa anche i nomi e i cognomi- rise. -Vedrai che nessuno mai ci crederà-.
Purtroppo non fu così. Quella sera al ricevimento gruppi di maghi e streghe sparlavano alle spalle di Pervinca lanciandole, a volte, delle occhiatacce. Ciò, però, non fermò il professor Lumacorno che, siccome era noto che collezionasse come trofeo le foto con i suoi più cari e famosi studenti, si era convinto della “grandezza” di Pervinca e non perdeva tempo nel cercare di parlare con lei e di fare delle foto insieme.
-E quindi, mi racconti, come ha reagito alla lettera di Hogwarts? Lo sa, Signorina Magik, che di solito la lettera arriva a undici anni? Sa perché non le è arrivata subito?-
-No… In verità non me l’ero mai chiesto-.
-Avrebbe dovuto-.
-Credo proprio di si-.
-Comunque non è certo tardi per farlo- sorrise il professore. -Le svelo un segreto: se lei è una strega vuol dire che nella sua famiglia qualcuno aveva i poteri e non per forza un parente prossimo- le sussurrò divertito.
-Davvero?-
-Oh, si. Magari indagando da qualche parte potresti scoprire di avere un lontano parente mago o strega, magari pure famoso nel il mondo magico- continuò con lo sguardo che gli luccicava. -Certo, non ricordo nessuno con il tuo stesso cognome, ma la magia può rimanere latente in una famiglia per anni… O addirittura secoli-.
-Professore!-
-Ah, Signorino Santin, arrivo. Buona serata, signorina, magari dopo facciamo una foto per ricordo- le sorrise congedandosi. -Signori, parliamo ora di questi meravigliosi…- se ne andò.
Pervinca, però, era rimasta alle parole precedenti e iniziava a immaginare come potesse essere stato un suo parente con poteri magici, magari proprio come i suoi.
Nella sala giravano studenti in divisa da camerieri con vassoi colmi di tartine e calici di champagne e burrobirra. Rose, da tutta la sera, parlava con Teresa Comin, una brillante Corvonero del settimo anno e quindi a quasi fine serata Pervinca era rimasta sola. Tranquillamente uscì sul balcone a guardare i fitti fiocchi cristallini di neve che scendevano copiosi nella notte scura.
I pensieri nella sua mente si stavano fondendo in un’unica idea, la quale era capitolata da lei stessa come assurda e impossibile da realizzare. Senza però indugiare decise di abbandonare la festa e di correre in biblioteca per svolgere un po' di ricerca notturna.
 
Intorno a lei era tutto buio. La gente era al ricevimento o costretta nelle proprie case dal coprifuoco e il rischio di battersi in Gazza era alto; ma ciò non fermava la curiosità di Pervinca. Si introdusse furtiva in biblioteca, facendo luce con la bacchetta. Passò molte file e scrutò molti volumi in cerca di qualche titolo interessante, ma non c’era niente. Mammano che i minuti passavano la tensione cresceva e con lei la possibilità di cacciarsi in guai seri, ma doveva continuare a cercare, era più forte di lei. Dopo un po' di conflitto interiore decise di varcare la soglia della Sezione Proibita.
-“Incantesimi per Maghi Oscuri”, “La Magia della Fattura”“L’incanto dell’Antica Magia”- quel titolo la bloccò.
Scrutò il manuale. Sembrava come tutti gli altri: rilegato in cuoio nero, grosso, pesante, un po' impolverato e malandato; ma il titolo pareva vivo in quelle minuscole lettere in un oro scintillante nell’oscurità. Allungò la mano per sfilarlo dallo scaffale quando sentì dei passi pesanti e concitati dietro di se. Ritirò la mano e fece sparire la luce dalla bacchetta, attendendo di essere scoperta da Gazza; ma quando un’altra luce si accese nell’oscurità fu Pervinca quella sorpresa nel scorgere chi l’aveva trovata.
 
Salve a tutti! Scusate il ritardo per il capitolo, lo so, ho saltato un giorno. Il fatto è che non lo avevo terminato (il capitolo) e l'ho finito oggi perchè ieri avevo troppo da studiare, anzi, sono quasi affogata nello studio! Comunque spero che il capitolo sia di vostro gradimento, che leggiate in molti e che recensirete in molti (magari **) e che, soprattutto, non mi uccidiate per come ho fatto finire questo capitolo (muahahah).
Bene detto questo, vi ringrazio per leggere,
Baci, Dray xx
P.s. ora i capitoli (per problemi di studio, verranno postati tre volte alla settimana: uno il lunedì, uno il mercoledì e uno il venerdì! Scusate, e grazie a tutti <3

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 - Mezze verità ***


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***

-Cosa ci fa lei qui?-
-Potrei farti la stessa domanda, Pervinca… Ma, aimè, so già il motivo-.
-Toglierà dei punti alla mia casa, vero?-
-Ah- sospirò. -Non questa volta, anche se dovrei perché sei entrata nella Sezione Proibita senza permesso e per di più di notte dopo il coprifuoco- sbuffò ancora aggiustandosi il lungo maglione verde in fantasia scozzese. -Da te mi aspettavo un altro comportamento, signorina-.
-Mi dispiace, professoressa-.
-Prima di venire qui, cara, potevi passare a parlare con me- sorrise. -Andiamo nel mio studio. Ah, bel vestito, adoro il verde- disse voltandosi per raggiungere l’uscita.
-Grazie, preside- sorrise Pervinca seguendo la McGranitt.
Starle dietro, però, era quasi impossibile. Si tuffava nei diversi corridoio con così tanta sicurezza e velocità, che pareva volesse seminare la sua alunna. Invece la preside di Hogwarts era solo preoccupata. Si domandava cosa e come avrebbe potuto rispondere alla domande che affollavano la mente di Pervinca. Certo, le risposte ce le aveva grazie alle innumerevoli ricerche sostenute, ma non poteva rivelarle tutto. Si stava parlando di forze troppo potenti e di verità immensamente sconvolgenti; se le raccontava tutto poteva intaccare irrimediabilmente la giovane mente della sua alunna. No, doveva mantenere il segreto fino a quando la ragazza non fosse stata pronta e, soprattutto, non fosse stato scoperto chi c’era dietro alla candidatura di Pervinca al torneo.
Arrivate davanti a una scalinata di pietra con dei gargoyle la preside pronunciò -Torta di mele- e il gargoyle si mosse facendo apparire una scala a chiocciola, sempre in pietra, che saliva.
-Torta di mele?- farfugliò Pervinca divertita.
-Mi piace anche la torta di mele- le sorrise la preside.
Salirono quelle scale ed entrarono in un grande studio pieno di quadri, tappeti, libri e stemmi. Sopra a uno scaffale c’era, ben riposto, il cappello parlante che fece un occhiolino alla ragazza. Appesa al muro e circondata da una teca di vetro, c’era una bellissima spada che scintillò quando lo sguardo di Pervinca si posò su di essa.
-Bell’arma, non è vero Signorina Magik?- le chiese una voce roca ma dolce che la ragazza non conosceva.
La giovane si guardò intorno cercando a chi appartenesse.
-Sono qui, signorina, dietro di lei-.
Pervinca si girò e si trovò davanti la figura di metà uomo anziano con la barba lunga e bianca, degli occhiali a mezzaluna appoggiati sul naso e un cappello a punta. L’uomo le sorrise amabilmente e i suoi occhi scintillarono dietro gli occhiali. -Da anni aspettavo di conoscerla-.
-Da anni?... Lei è forse Merlino?-
-Ahahah- rise il mago. -Questa mi mancava, me la devo segnare! Ma no, mi dispiace, io non sono Merlino. Sono il professor Albus Pervical Wulfric Brian Silente- si presentò facendole un occhiolino.
-Oh- sorrise Pervinca. -Allora siete voi il grande mago di cui i Potter mi hanno parlato, pensavo foste morto-
-E lo sono… Questo che vedi è solo un flebile ricordo della persona che ero-
-Il vostro secondo nome assomiglia al mio se si ruotano due lettere e sene sostituisce una lettera con un’altra…- pensò ad alta voce la ragazza.
-Certo, perché…- fu interrotto da un colpo di tosse della McGranitt. -Oh, ne parliamo un’altra volta-
-Pervinca, vieni qui- la chiamò la McGranitt.
-Arrivederci professore- salutò l’uomo prima di raggiungere la preside, che si era seduta alla sua scrivania.
-Mi dica- si schiarì la voce la donna. -Cos’è che muori dalla voglia di sapere?-
-Il professor Lumacorno mi ha detto che la magia è ereditaria-.
-E’ vero- le confermò.
Pervinca sorrise. -Quindi, io potrei avere dei parenti magici?-
-Non lo escludo- rispose la preside dopo una pausa.
-Come faccio a scoprire chi sono?-
La donna si alzò in piedi e piano si diresse alla finestra più vicina.
-Pervinca- sospirò. -Quello ce non hai considerato è che una strega o un mago può nascere anche da una famiglia da sempre Babbana e si chiamano Nati Babbani, o volgarmente Mezzosangue-.
-Oh- sospirò Pervinca delusa. -Ma allora come fate a sapere chi nasce con dei poteri da una famiglia normale?-
-La magia si manifesta sin da quando si è piccoli…-
-Per questo io non sono stata “scoperta” prima? Perché non ho mai fatto magie?-
La preside si girò di scatto. Era evidentemente messa in crisi da quelle domande poiché nemmeno lei sapeva per quale motivo il Ministero non si era accorto prima di Pervinca.
-A questa domanda io non so rispondere, cara. Mi dispiace, tutti noi ti credevamo babbana, persino al Ministero della Magia sono andati in caos quando hai compiuto la tua prima magia a sedici anni… Non sarebbe dovuto essere possibile-.
-Perché?-
-Perché tutti i maghi minorenni non possono fare magie senza che il Ministero lo sappia e questo grazie alla traccia, ma tu non ce l’hai mai avuta. Inoltre non potresti nemmeno saperti Smaterializzare sia con o senza bacchetta, soprattutto dentro Hogwarts, ma tu lo fai e l’hai fatto come se non ci fosse niente a impedirtelo-
-Ed è male?-
-Non lo so- mentì. -Non lo so ancora. Tu…- si avvicinò alla ragazza. -…Sei qualcosa di nuovo e potente, non so darti altre risposte e non le troveresti nemmeno in biblioteca-.
-Mi sta dicendo che dovrei lasciar perdere?-
-No- le rispose la McGranitt tornando a sedersi.- No, ti sto dicendo di proseguire con gli studi e di scoprire tu stessa quali sono i tuoi poteri e i tuoi limiti, perché solo così potrai sapere un giorno le risposte a tutte le tue domande-.
Pervinca era visibilmente delusa, sapeva in cuor suo che la preside le stava nascondendo qualcosa, ma nonostante questo la ringraziò e tornò al suo dormitorio.
Passò molti quadri che la salutavano dandole la buona notte, ma lei restava impassibile e tirava dritto concedendosi a volte un saluto qua e là.
Quando finalmente fu in camera si mise sotto le coperte a riflettere.
-Dove eri?- le chiese Rose dal suo letto.
-A parlare con la Preside-.
-Wow, pensavo fossi scappata da Lumacorno, è andato in crisi quando non ti ha più vista-.
-Oh, è vero, la foto- rise imitata dall’amica.
-Tanto te ne avrebbe chieste altre comunque, non ti preoccupare-.
-Non ne ho dubbi- disse asciugandosi le lacrime dagli occhi. -Rose?-
-Si?-
-E’ possibile sapere che non si avrebbe bisogno della bacchetta per fare magie?-
-Non saprei… Mio padre mi ha raccontato che Silente faceva delle magie senza bacchetta. Dovresti parlarci, hai visto il suo quadro nell’ufficio della McGranitt, vero?-
-Si, ciò anche parlato per qualche secondo, sembrava stesse per dirmi qualcosa riguardo al mio nome, ma la preside lo ha fermato-
-Strano-
-Ci tornerò, gliel’ho promesso- sbadigliò. -Notte Rose-
-Buona notte Pervinca-
La ragazza si rigirò tra le coperte. No, non era una “buona notte”, forse non avrebbe nemmeno dormito. In testa aveva ancora molte domande, le parole spezzate di Silente e il titolo di quel libro in cuoio nero nella Sezione Proibita. Poi, prima di cadere nel mondo dei sogni, le tornò alla mente i biglietti a farfalla che erano usciti dal Calice di Fuoco e rabbrividì.
 
Salve a tutti! Ecco come promesso il capitolo di oggi.. Forse ve lo aspettavate un pò più risolutivo, ma se vi svelassi tutto ora poi che finale riuscirei a fare? Comunque manca un bel pò (non so se per voi è una bella o cattiva notizia). Spero comuqneu che il capitolo vi sia piaciuto e che lascerete delle recensioni con vostri pareri e considerazioni su ciò che ho lasciato raccontare dalla McGranitt e da Silente e su cosa forse non è chiaro.
Baci a tutti, Dray xx

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 - Il mostro cavallo ***


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***

I giorni iniziarono a passare velocemente e quando finalmente le lezioni riiniziarono la tensione per il 24 Febbraio e la consapevolezza di dover affrontare la seconda prova del Torneo, crescevano sia nei quattro giovani campioni, sia in tutti gli studenti.
Per Hogwarts girava la voce che fosse qualcosa di insostenibile e pericoloso. Un’altra chiacchera era che tutti i campioni, tranne Pervinca, avessero già risolto completamente l’indovinello dell’uovo d’argento e si stessero preparando a superare la prova. In verità, questa non era solo una voce, ma anche una certezza, poiché la giovane ragazza ancora arrabbiata con Albus, aveva rifiutato qualunque aiuto da parte dell’Ordine del Calice di Fuoco per risolvere il “mistero” e ora brancolava nel buio.
In biblioteca ci passava ogni momento libero del giorno, sperando di trovare qualcosa, ma quei versi erano troppo ingarbugliati. Dopo una settimana aveva capito solo un paio di cose, quali: la prova durava un’ora e bisognava catturare un qualcosa di furbo, affamato e che vive in un posto oscuro e profondo. Siccome una delle cose certe era che si trattava di una creatura magica, decise di chiedere consiglio al professore di Cura delle Creature Magiche: Hagrid.
Alle tre precise di pomeriggio, dopo che la campana della scuola ebbe cantato i rintocchi, uscì dal castello e corse giù dalla collina ammirando la neve che piano si scioglieva. Arrivata davanti alla capanna al limitare del bosco si arrampicò sull’uscio e prese un grosso respiro. Non era mai entrata lì dentro, sapeva che i Potter e i Weasley ci andavano spesso, ma non l’avevano mai portata e ora aveva timore anche solo del bussare. Si diceva che forse non era stata una buona idea e che sarebbe stato saggio andarsene prima di essere vista da qualcuno.
-Thor, buono Thor… Cane rognoso!- tuonò la voce di Hagrid all’interno della baracca da Guardia Caccia.
Il grosso cane abbaiava forte contro la porta dietro alla quale c’era una Pervinca impaurita dall’azione improvvisa del cane che la fece indietreggiare di qualche passo. La porta di legno si spalancò rivelando la figura enorme di Hagrid con un fucile da caccia sotto braccio e Thor, il suo grosso cane nero, di fianco a lui.
-Oh, Pervinca, sei tu- rise un po' in imbarazzo abbassando il fucile. -Brutte abitudini non muoiono mai- sospirò facendo riferimento a come l’aveva accolta. -Posso aiutarti?-
-Io volevo un consiglio, ma forse ho sbagliato, me ne vado subito-.
-No, no, ma che dici. È Thor che è un birbone. Vieni, entra pure, mi fa piacere avere visite- la invitò ad entrare nella casupola.
Lo spazio lì dentro non era molto contando che tutto era molto più grande del normale. C’era un camino, una cucinetta, un letto, una poltrona dove alloggiava il grande cane nero e un tavolo con delle sedie. Su questo già troneggiavano un paio di tazze da the, un piatto con dei biscotti e una teiera di the bollente.
-Ma aspettavi qualcuno?- gli chiese Pervinca.
-Oh- sospirò imbarazzato quasi come se si fosse dimenticato. -Albus, puoi toglierti il mantello, è solo la  tua amica-.
Una testa riccioluta comparve dal nulla. Pervinca sussultò vedendo la testa del ragazzo fluttuare a mezz’aria.
-HAGRID! Non dovevi svelare il mio travestimento- lo richiamò lui togliendosi completamente il Mantello dell’Invisibilità.
-Scusami, pensavo lo sapesse visto la vostra amicizia…-
-Abbiamo litigato…- lo corresse Pervinca.
L’espressione sul volto di Hagrid, dapprima quasi sorridente, divenne lo specchio della delusione.
-Siediti, Pervinca- le disse porgendole una tazza di the fumante. -Perché non fate pace?- chiese.
I due ragazzi si guardarono di sfuggita.
-Avanti… Due bravi ragazzi come voi non possono restare arrabbiati tra di loro allungo- sorrise. -Fate pace-.
La ragazza osservò Albus, poi il mantello ripiegato su un’altra sedia.
-Allora è per questo!- esclamò la ragazza all’improvviso. -Ecco il perché non ti vedevo mai dopo le lezioni. Tu mi stavi evitando in piena regola!-
-E non dovrei forse?-
-Che faccia tosta, io me ne vado…-
-No, Pervinca, ferma- le intimò Hagrid. -Ora voi due fate pace! Niente di ciò che è successo, e non voglio sapere niente, può porre fine all’amicizia di due persone. Avanti, o vi mollo due Schiopodi Sparacoda in camera!-
Pervinca non proferiva parola.
-Scusa- sospirò il ragazzo. -Forse ho un po' esagerato-
-Un po'?-
-Pervinca…- la richiamò il professore.
-Ok, forse io mi sono arrabbiata eccessivamente…-
-Bene- rise Hagrid. -Visto che tutto si risolve subito? E ora veniamo ai fatti, su cosa volevi un mio consiglio?-
-Ehm, sull’indovinello del Torneo, parla di una creatura magica che dovrei catturare, ma non riesco a capire che cosa sia-.
-Fammi vedere il foglietto-.
Pervinca gli passò il pezzo di pergamena.
-Beh, suppongo che dovremmo analizzare i versi uno per uno, no?- chiese l’uomo. -Bene, iniziamo: “Giù dove luce non c’è, dimoro”-.
-Sotto terra?- chiese Albus.
-O in una grotta- ipotizzò Hagrid.
-O nelle profondità marine…- sussurrò Pervinca.
-Si, potrebbe essere il Lago Nero… “E carne di stolti divoro”-.
-Magia… Carne?-
-Direi che questo è ovvio, Al- rise la ragazza.
-Prossimo: “Se voglio posso essere assai invitante, posso trattarti come se tu fossi il mio fante”-.
-Cosa significa?- chiese Pervinca.
-Beh, molte creature possono cambiare forma- spiegò il gigante.
-Un molliccio?-
-Non stanno in acqua, Albus-.
-Ma potrebbe essere un mostro- farfugliò il ragazzo.
-Fante, fante, fante…- ripeteva Hagrid. -Ah! Ragazzi, ci sono!- sbraitò l’uomo alzandosi in piedi facendo sussultare i ragazzi e anche Thor che si era appena appisolato.
-Dicci! Hagrid- lo incitavano loro, ma il gigante si muoveva impacciato per la capanna ricercando qualcosa si specifico.
-Dove sta. Dove l’ho messo- sibilava toccando qualunque cosa con le manone enormi. -Ah, eccolo!- esclamò alla fine poggiando sul tavolo un librone enorme.
-Kelpie… Hagrid, cos’è il Kelpie?-
-Un Kelpie è una creatura marina molto antica che può cambiare forma- spiegava voltando le pagine fino a mostrare l’immagine che cercava. -Ecco, vedete? Mangia carne di pesci, ma predilige quella umana… Anni fa sono stati un bel problema per il Ministero, rapivano persone in riva ai laghi più famosi e se li mangiavano-.
-Il mostro del lago di Lochness!- disse Pervinca con veemenza.
-Esattamente, lui fu uno di quelli visti dai Babbani, potete immaginare come la prese il Ministro, era esterrefatto!- affermò. -Così li mandò tutti in una località segreta-.
-In cosa si trasformavano?- gli chiese Pervinca.
-Oh, mia cara, tu dovrai stare molto attenta- disse voltando una pagina e mostrando un’altra figura: c’era un bellissimo cavallo dalla lunga criniera in riva a un lago e una giovane donna lo stava accarezzando amabilmente. -Predilige sembrare un bel cavallo maestoso, ti fa montare nella sua groppa e ti porta infondo al lago, dove ti fa annegare e poi ti divora…-
-E perché Pervinca dovrebbe essere più in pericolo degli altri?- chiese Albus preoccupato.
-Perché il Kelpie è come gli unicorni- fece una pausa. -Gli piacciono di più le ragazze!-
 
Salve a tutti! Lo so quello che vi avevo detto, il capitolo dovrei postarlo domani, ma siccome oggi ho avuto una botta di fondo schiena e sono riuscita a finire prima del previsto il capitolo, e visto che domani prima sono in gita poi parto per il mare, ho deciso di aggiornare ora, anche se so che comunque molti di voi lettori leggeranno comunque domani quindi non fa molta differenza. Detto questo, spero che il capitolo vi piaccia, vi ringrazio per le recensioni e per leggere,
Ci si vede lunedì per il prossimo aggiornamento,
Baci a tutti e buon weekend, Dray xx


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Capitolo 22
*** Capitolo 21 -La seconda prova ***


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***

Albus e Pervinca si ritrovarono a correre verso la scuola mentre l’orologio batteva le quattro e mezzo. Erano rimasti da Hagrid ancora un po' sperando di trovare anche un modo per catturare il Kelpie in quell’enorme librone, ma non c’era niente. Arresi, ormai, all’evidenza delle circostanze tornarono al castello per chiedere aiuto agli altri. Dai racconti di Albus, Pervinca era arrivata alla conclusione che neanche James aveva trovato un modo per catturare il mostro.
-Dice che non è la priorità- raccontava all’amica mentre salivano le scale verso il settimo piano. -Sta cercando un modo per respirare allungo sott’acqua, sa che l’incantesimo testa bolla è ottimo, ma i punti dati per quel genere di magia non sono tanti, quindi lo tiene come piano di scorta-.
-Già, probabilmente lo useranno tutti, forse pure io, non ho le capacità o il tempo per ricercarne e imparane qualcun altro-.
-Allora te lo insegneremo noi dell’Ordine del Calice di Fuoco… Facciamo domani nella Camera delle Necessità?-
-E dove è?-
-Non lo so, dunque e da nessuna parte… “Strillo di Sirena”-.
La Signora Grassa rivelò il passaggio e lasciò entrare i ragazzi nella Sala Comune.
-Lily!- la chiamò il fratello. -Vai e manda a tutti il messaggio che domani ci si riunisce- le disse.
-Subito- sorrise lei tuffandosi nel passaggio.
-A cosa dobbiamo questa riunione?- gli chiese Rose.
-Abbiamo fatto pace- rispose Pervinca.
-Ottimo, e l’indovinello?-
-Risolto. Manca il piano di sopravvivenza per Pervinca- dichiarò il ragazzo.
-Mettiamoci al lavoro, cosa aspettiamo?- sorrise Hugo sgranocchiando delle caramelle Mou.
Anche gli ultimo giorni passarono in fretta e l’alba del 24 Febbraio arrivò in un lampo lasciando tutti con il fiato sospeso. Quella mattina l’aria intorno al castello era ancora più carica di tensione dell’ultima volta e nel mentre le lezioni di quella mattina di svolgevano normalmente, i professori richiedevano un interesse e un’attenzione che negli alunni era assente.
Le ore, anzi i minuti, scorrevano lentamente tra commenti distratti e appunti mancati. Dopo un lezione di Volo con Madama Bumb di mattina e una lezione pomeridiana di Erbologia con il professor Paciock, la mente di Pervinca era più esausta di quanto si sarebbe aspettata. James si preoccupò di accompagnarla in tempo all’appuntamento dei campioni davanti al Lago Nero, dove i presidi e Lee Jordan li stavano aspettando. C’era anche il Signor Potter che dedicò due parole private di incoraggiamento al figlio, al quale rivolse anche un occhiolino misterioso, e a Pervinca visto che era anche il suo mentore.
-Ti sei allenata con gli incantesimi?-
-Certo, professore-.
-Ti senti pronta? Devi stare molto attenta là sotto, sarà pericoloso per te, se vuoi ritirarti basta dirlo-.
-No, andrò fino in fondo, non si preoccupi, me la so cavare-.
-Non ci sono dubbi su questo, ho visto, tutti abbiamo visto, come è andata con l’Occamy, ma non vorrei mai che ti succedesse qualcosa… Poi come lo spiegherei ai tuoi? Direi che gli ho confusi abbastanza- rise.
-Giusto, non la deluderò-.
-A me basta che non ti fai catturare dal Kelpie- le sorrise.
-Siete pronti?- chiese Jordan.
Tutti i campioni si schierarono sulla riva del lago. Gli spalti erano pieni degli alunni delle tre scuole che strepitavano i nomi dei quattro campioni e scommettevano su chi avrebbe vinto. I presidi si erano sistemati in alcune gradinate riservata, molto in alto. Anche Jordan  li avrebbe dovuti seguire, ma si era fermato un attimo per istruire i ragazzi.
-Allora ragazzi, buon pomeriggio- iniziò. -Se avete risolto l’indovinello saprete cosa dovete fare, bensì vi devo avvertire che la creatura è solo una quindi per dare a tutti una chance al collo ha un collare su cui sono appesi quattro pezzi di stoffa. Dovete riportarne a galla uno a testa, avete ovviamente un’ora, buona fortuna!- disse stringendo le mani a tutti e raggiungendo i presidi per presentare l’evento.
Con un sonoro “via” la prova fu avviata e le bacchette furono impugnate dai campioni.  I quattro non erano ancora partiti che il tempo quasi rallentò. Tra l’erba alta e i giunchi comprare, come in un sogno, un maestoso cavallo azzurro dalla lunga criniera verde svolazzante. Era uno stallone bellissimo. Avanzava cautamente, quasi timidamente, verso i ragazzi che ne erano ammaliati.
Si fermò poi a scrutarli e, convinto che fossero innocui, si mise di profilo facendo segno evidente di salirgli in groppa con un nitrito dolce, molto musicale, e  un cenno del capo che fece svolazzare ancora di più la sua criniera.
Pervinca si ritrovò ad avanzare, senza volerlo, verso il bellissimo cavallo imitata da Felicity che aveva in viso uno sguardo assente. Dietro di lei James e Aadil avanzavano più lentamente cercando si resistere a quell’incanto. Pervinca chiuse fortemente gli occhi e strinse i pugni cercando si scacciare la figura dello stallone,  ma continuava a procedere verso quella creatura e anche nella sua mente non esisteva altro che la sua immagine. Riaprì gli occhi quando una mano l’afferrò per un braccio, inchiodandola al terreno. Era James che era riuscito, non si sa come, a contrastare l’incanto del Kelpie.
Anche Aadil c’era riuscito, ma per lo sforzo era costretto a terra a carponi mentre ansimava ricercando aria. Felicity, invece, era ormai arrivata al cavallo e lo stava accarezzando sul muso. James portò avanti a se la sua bacchetta, -Stupeficium!- urlo e un raggio rosso colpì il cavallo proprio mentre Felicity lo montava. L’animale si impennò furioso resistendo al colpo. Il suo aspetto però tramutò.
All’improvviso Pervinca cadde a terra, come svuotata da qualcosa di grande e opprimente che si era impossessato di lei. Il tempo riiniziò a scorrere regolarmente e i suoni ora non erano più ovattati. Il cavallo maestoso di poco fa ora era orribile: la pelle vellutata era squamosa e blu, tutta unta; la criniera svolazzante verde, ora era stata rimpiazzata da una serie di aculei tipici della cernia. I suoi occhi non erano più dolci ma trasparivano cattiveria pura e il suo nitrire era cavernoso e feriva l’udito.
Il mostro cavallo saltò nel lago con Felicity ancora “addormentata” in groppa  a lui. Aadil e James si tuffarono all’istante. Pervinca, con un po' di fatica, si rialzò in piedi e barcollando raggiunse nell’acqua i tre compagni. L’acqua era fredda, ma ciò non la fermava. Appena fu totalmente immersa pronunciò l’incantesimo provato per giorni e un’enorme bolla si formò intorno alla sua testa per farla respirare. Nuotò il più velocemente possibile verso le profondità del lago da dove già si vedevano le luci colorate di un combattimento magico.
Infatti James e Aadil lanciavano incantesimi verso il mostro Kelpie, che ora aveva anche una coda da pesce al posto delle zampe posteriori, per ostacolarne la discesa. Felicity era ancora su di lui. Sembrava che si fosse ripresa visto che aveva usato l’incantesimo testa bolla per respirare e ora cercava di afferrare un lembo della stoffa intorno al collo della creatura. Anche Aadil aveva usato lo stesso incantesimo, mentre James aveva prediletto l’alga branchia per ottenere mani e piedi palmati e branchie per respirare.
Aadil cercò di approfittare dei colpi lanciati da James per avvicinarsi al cavallo, ma questo gli mollò uno zoccolo sul naso. Felicity afferrò finalmente un pezzo di stoffa e iniziò a nuotare verso la superficie. A questo punto il Kelpie, avendo capito di aver perso la sua prima preda, con un colpo di pinna si diresse verso Pervinca. Lei afferrò la bacchetta pensando velocemente a un incantesimo, ma non fece in tempo a dire niente che Aadil e James vi si erano buttati addosso cercando di prendere le stoffe colorate.
James ne afferrò una e cercò di risalire in superficie, ma questa volta il Kelpie non lo voleva lasciare andare. Aadil afferrò una stoffa portando l’attenzione  del mostro su di lui, mentre James risaliva. Pervinca nuotò sicura verso il cavallo montandoci in groppa. Il Kelpie, senza pensarci su due volte, si diresse verso il fondo del lago intanto che Aadil, orami libero, nuotava verso la riva. Pervinca cercava di afferrare l’ultimo lembo di stoffa, ma il mostro nuotava sempre più veloce rendendo il suo equilibrio instabile. Nello stesso tempo sulla riva del Lago Nero, Felicity era appena uscita dall’acqua aggiudicandosi il primo posto.
-In lontananza si vedono le figura di James Potter e Aadil Mahdi, che lottano per il secondo posto- dichiara a gran voce Jordan. -Ma di Pervinca Magik neanche l’ombra-.
Ormai mancava poco alla riva e James era in testa. Proprio mentre appoggiava un piede sulla terra ferma una massa d’acqua si materializzò sulla riva del lago infrangendosi sul terreno e rivelandosi la figura ansante di Pervinca completamente fradicia. La ragazza venne subito soccorsa da Madama Chips che le portò un asciugamano sulle spalle. Intanto Jordan proclamava James secondo e Aadil terzo. I presidi scesero dalle tribune all’armati dal non muoversi di Pervinca. Harry Potter le si avvicinò stringendola un poco intorno alle spalle.
-Pervinca tutto bene? Non importa se non hai preso la stoffa, l’importante è che stai bene, non hai nulla di rotto, vero?-
-Professore…- sussurrò.
-Si?-
Pervinca si sedette e sorridendo alzò un braccio in aria sventolando il pezzo di stoffa colorato che aveva preso poco prima dal collare del Kelpie. La folla già esultante esplose ancora di più dalla gioia.
-Signori!- tuonò Jordan. -A quanto pare la classifica subisce delle variazioni, al secondo posto a pari merito ci sono James Potter e Pervinca Magik!- urlò.
Felicity corse ad abbracciare Pervinca che cercava di alzarsi da terra mentre gran parte della folla urlava a gran voce il suo nome.

 
Salve a tutti! Ecco come promesso il capitolo di oggi dove finalmente c'è la seconda attesa prova! Spero tanto che sia di vostro gradimento e che lascerete dei commenti! Vi ringrazio per leggere e spero che l'immagine che lascio qui sotto vi piaccia, ho pensato che mettendo un'immagine che riguarda il tema del capitolo sia anche più utile per stimolarne la fantasia degli eventi.
Grazie ancora,

Baci, Dray xx

***
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Capitolo 23
*** Capitolo 22 – Strani comportamenti ***


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-Non vedendoti eravamo convinti che il Kelpie ti avesse preso- raccontava Hugo su di giri. Aveva mangiato non si sa quante praline al peperoncino dolce e cioccolato durante quella giornata. – Non vedendoti tornare pure la McGranitt aveva impugnato la sua bacchetta. Ma quando sei apparsa così, splesh sulla riva, a tutti è saltato il cuore in gola, dovevi vedere la faccia di Mr. Daviz-.
Erano passati alcuni giorni dalla prova, ma l’agitazione non accennava a svanire. Felicity era sempre circondata da orde e orde di fans, non solo della sua scuola, e Mr. Daviz girava a testa alta dopo aver “sbattuto” la vittorio della sua allieva in faccia al preside Mustak. Tuttavia la classifica non era uguale a quella indetta dopo alla seconda prova. Facendo, infatti, la “somma” con l’altra precedente classifica, questa ne era il risultato:
“1° posto Felicity Moon e Pervinca Magik
2° posto Aadil Mahdi
3° posto James Potter”
Il povero James Potter c’era rimasto male, ma dopo un terzo e un secondo posto c’era d’aspettarselo che fosse su quel gradino del podio. Però non mollava e tuti si aspettavano che vincesse lui visto che nella terza e ultima prova bastava trovare la coppa prima degli altri, si diceva, e quindi non contava molto la classifica attuale.
L’ultima prova del Torneo era fissata per il 24 Giunio e quindi nessuno si preoccupava troppo, per ora. L’attenzione era focalizzata tutta sugli esami di fine anno, i G.U.F.O., il destino crudele per ogni alunno che studia magia…
-Che fortuna!- esclamò Lily. –Tu e James non dovrete fare gli esami-.
-E perché?- chiese Pervinca.
-Dovete impegnarvi per il Torneo, quindi siete esonerati dai G.U.F.O.-
-Evviva!-
-Io non canterei vittoria tanto in fretta- si aggiunse Rose alle due ragazze che stavano percorrendo uno dei corridoi della scuola verso il campo da Quiddtch. –Tu non puoi esserne esonerata, devi fare anche gli esami arretrati-.
-Evviva, di nuovo…- sospirò la ragazza.
Era una bellissima prima domenica di Marzo, c’erano delle nuvole in cielo, ma niente che portasse pioggia. Si era deciso di fare una bella partita di Quiddtch e le squadre erano ancora state sorteggiate. Tanzeempak e Cloverleafòir si sarebbero sfidati a un’amichevole, tutta la scuola era in delirio. Il corpo studentesco era diviso a metà in base a che squadra avevi deciso di sostenere. Rose era ancora indecisa.
-Farò il tifo per tutte e due, ho deciso, è l’unica soluzione- declamò sventolando una diversa bandierina per mano.
-Io, invece, sono per Cloverleafòir. Felicity è una dei cacciatori- sorrise Lily.
Arrivate nell’arena si accomodarono sugli spalti riservati ai Grifondoro, raggiungendo James, Hugo, Albus, Darcy, Fred e Roxanne che già stavano urlando contro i Serpeverde nella tribuna accanto. Intanto Christopher Chairboth se ne stava, come al suo solito, sulle gradinate davanti al microfono e al segna punti, pronto a commentare ogni singolo battito d’ali del boccino d’oro.
-Dove sono? Tu li vedi?-
-Sono lì, Al. Eccoli che entrano!- gli rispose Darcy indicando la squadra irlandese che entrava in campo volando sulle proprie scope, seguita dalla squadra pakistana.
-Ed ecco che sfrecciano in campo e si preparano per il fischio d’inizio. I due capitani sono faccia a faccia…-
Il capitano irlandese era una ragazza con la coda di cavallo un po’ in carne, di nome Jenna Tips. Il capitano pakistano non sembrava altrettanto “buono”: era un omone che pareva una roccia impassibile e lo chiamavano, ovviamente, “RockMontain” Bunafà.
-Il professor Potter fa il suo ingresso in campo, sarà lui l’arbitro- annuncia Christopher.
Il professore arrivò in mezzo al campo, aprì il baule…
-I bolidi sono in aria! Anche il boccino d’oro-
Harry Potter afferrò la pluffa, -Gioco pulito, ragazzi!- avvisò e poi la lanciò in aria.
Le due squadre iniziarono a mescolarsi tra loro e si riusciva, di sfuggita e solo qualche volta, a leggere i nomi sulle casacche colorate. Gli studenti di Cloverleafòir erano vestiti in verde chiaro con lo stemma della loro scuola, quello con un grande quadrifoglio argentato,  in grande sulla casacca di ogn’uno di loro. Oltre alla Tips, che era una dei battitori, c’erano, nella squadra, i tre cacciatori ovvero Max Trawoil, Felicity Moon e Kevin O’connel; l’altro battitore era Oven Lock, il portiere era David Leaver e la cercatrice Gessika Dweyn.
La squadra di Tanzeempak era in arancione con lo stemma ben grande come al solito. Oltre al capitano come cacciatori c’erano Carl Lafelle e Joshua Qatri; i battitori erano il campione Aadil Mahdi e Saymir Sayn, come portiere Scodran Mustafa e, come cercatore, Loyde Boyde detto “la Freccia”.
-Lafelle e Trawoil si contendono di già la pluffa. O’connel la intercetta e la passa rapidamente a Moon.. Trawoil, O’connel, Moon, di nuovo O’connel che TIRA… Ma viene parato da Mustafa.
-Vai, Felì, vai!- urlava il gruppo di ragazzi.
-La pluffa è in mano a Qatri che la passa al capitano Bunafà che, oh, perde il possesso a favore di Moon grazie a un bolide lanciato da Tips che esulta-.
I minuti iniziarono a passare velocemente, del boccino non c’era traccia e nessuna delle due squadre rivali aveva segnato un punto quando Harry Potter ebbe fischiato la fine del secondo tempo. Quando iniziò la seconda parte della partita, lo stile di gioco delle due squadre era molto cambiato. I pakistani ci andavano pesanti e anche molto! Dopo solo cinque minuti un giocatore irlandese era già stato portato in infermeria dopo che un bolide lo aveva colpito sulla testa.
-…E Trawoil è fuori gioco; la pluffa è in mano a Bunafà che la passa a Lafelle che prova a tirare in porta, mail giovane e mozzafiato David Leaver la para con un colpo di scopa. Ragazze fatevi sotto, il bel portiere è single!-
-Chairboth, ora anche con i maschi?-
-Preside si rilassi, sono stato pagato per questo, so quello che faccio. Intanto la pluffa è tornata in mano a Moon che vola come un fulmine schivando i bolidi che Sayn continua a dirigerle contro. Ragazzi, non ci posso credere: Moon lancia la pluffa e SEGNA, dieci punti per Cloverleafòir!-
Le tribune esultarono, ma la partita non era certo finita, anzi. Dopo quei primi punti segnati gli altri vennero facili. Dieci minuti dopo le due squadre erano a duecento a centonovanta per gli irlandesi. Dweyn e Boyde, intanto, stavano dietro al boccino che zigzagava per il campo, sembrava più pazzo del solito.
-…E il boccino è ancora ad ala libera… Mah, aspettate, dove sta andando?-
Il boccino d’oro aveva cambiato bruscamente direzione e ora mirava verso le gradinate dei Grifondoro, dove ci si tuffò dritto, dritto.

Salve a tutti! Ecco, come sempre, il capitolo promesso. E' un capitolo un pò sempliciotto in confronto agli altri che vi ho scritto, lo so, ma è una spece di preparazione a ciò che verrà dopo, quindi spero che vi piaccia. Gradirei, poi, sapere cosa ne pensate della storia fino a questo punto, so che Chiara me lo dice sempre ciò che pensa, ma voialtri che leggete (e per questo non finirò mai di ringraziarvi) siete davvero in pochi che a volte mi lasciate qualcosina da leggere. Bastano un paio di parole tanto per sapere che ne pensate, se è valida, se vi piace, se vi fa cagare o vomitare, se la trovate un oltraggio se invece l'adorate... magari ditemi pure quale è il vostro personaggio preferito e perchè. Vorrei proprio sapere anche per inquadrare cosa ho fatto bene e cosa invece ho fatto male :D Vi ricordo che questo, per me, è un esperimento quindi dovrei pur sapere cosa ne pensate altrimenti come faccio ad autocriticarmi? Perchè da qui sembra che a tutti piaccia tutto, perchè di visualizzazioni ce ne sono davvero tante... il primo capitolo ha SUPERATO I 500!!!
Scusate per la tiritera,
Grazie a tutti,
baci, Dray xx

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 - Rissa per un boccino! ***


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Si era imboscato tra gli studenti della tribuna che ora erano in fermento per cercarlo tra di loro. Dweyn e Boyde si erano fermati sopra agli spalti cercando il boccino con gli occhi veloci, ma non vedevano niente.
-Dove è? Dove è?- si chiedevano tutti alzando i mantelli e cercando tra i legni delle panche.
-Il boccino d’oro è… Sparito?- chiedeva Christopher mentre la McGranitt si alzava in piedi.
Persino Harry Potter perlustrava il campo da Quidditch con i sensi da cercatore accese per cercare la piccola scia d’oro. Poi, la cosa più assurda e impossibile successe. Tra gli studenti di Grifondoro si alzò un braccio la cui mano reggeva il boccino che esultava per essere stato preso.
-COSA? Non può essere!- urlò Chairboth. -Pervinca ha afferrato il boccino d’oro. Ma vale?- chiese grattandosi il capo.
-Pervinca!- la richiamò Rose. -Che hai fatto?-
-Io non ho fatto proprio niente- cercò di giustificarsi la ragazza. -E’ stato lui a colpirmi-
La preside intanto era arrivata vicino a Christopher e gli sussurrava qualcosa all’orecchio.
-Ehm, per ordine della Preside la partita è decretata finita visto che il boccino è stato afferrato, purtroppo i centocinquanta punti non vanno a nessuno, ma vince Cloverleafòir con duecento punti!-
La folla esultò comunque e il Signor Potter fischiò la fine dell’incontro. I Tanzeempak erano rammaricati e ovviamente, convinti come erano di poter afferrare il boccino e quindi di vincere, i loro borbottii erano tutti rivolti a Pervinca.
-E ora cofa mi dici del rifpetto per le regole?- chiese trionfante e acidamente Mr. Daviz verso il preside Mustek.
Questo in tutta risposta si era alzato e senza proferire parola era corso dai suoi studenti. La preside McGranitt, invece, si chiedeva quale fosse il motivo di un comportamento così strano e mai visto del boccino, forse era stato stregato. Intanto Pervinca reggeva tra le sue mani il piccolo boccino che aveva ritirato le ali e se ne stava calmo.
-…Ma lo si poteva riutilizzare…-
-No, Pervinca, un boccino ha una memoria tattile, una volta toccato non si può più riutilizzarlo- le spiegava Darcy. -Persino i costruttori non lo toccano a mani nude-
-Io non volevo afferrarlo! Mi ha preso alla sprovvista colpendomi in pieno petto- disse mentre si massaggiava l’addome dolorante.
Quella scia d’oro era scesa in picchiata proprio verso di lei e l’aveva investita con così tanta potenza che la ragazza era caduta sulla panca e aveva rischiato che la calpestassero visto che la folla era andata in escandescenza. Tutti gli studenti stavano scendendo dagli spalti per tornare dentro il castello. Pervinca cercava ancora, in tutti i modi e con tutte le parole che conosceva, di scusarsi, ma non era con i suoi amici che avrebbe dovuto farlo.
-TU!- le urlò contro Bunafà arrivando con la sua scopa in mano. Dietro di lui c’era tutto il resto della squadra pakistana.
Pervinca si girò e si trovò davanti quell’enorme ragazzo che le puntava un dito contro.
-Sei contro di noi, vero? Lo sapevo che una come te avrebbe solo voluto sabotare qualsiasi cosa per avere l’attenzione su di se- ringhiava. -Prima con il Calice per partecipare al torneo e ora afferri un boccino d’oro! Sei solo una sporca Mezzosangue che parla con i serpenti- e sputò per terra vicino ai piedi della ragazza.
Jioyelle sibilò uscendo dalla manica della ragazza. Il capitano della squadra l’afferrò svelto e la gettò a terrà. Alzò un piede per schiacciarla ma Albus fu più veloce e si gettò contro a “RockMontain” che cadde a terra. Pervinca raccolse il serpente da terra che si contorceva già per il dolore derivante dalla presa ferrea che Bunafà aveva esercitato su di lei.
Intanto però era iniziata una rissa. A unirsi a questa era stato anche Scorpius, che era corso in soccorso dell’amica poco dopo che Albus aveva assalito il capitano pakistano. James era poi arrivato in soccorso del fratello minore seguito a ruota dai vari componenti maschi dell’Ordine del Calice di Fuoco che avrebbero contrastato gli altri sei giocatori che volevano aiutare il loro cacciatore.
Il signor Potter e la McGranitt arrivarono di corsa con gli altri professori e presidi per far finire il combattimento rude che era stato messo in atto.
-FERMI!- tuonò la preside e tutti si fermarono ricomponendosi. -Ma si può sapere che vi è preso? Non è così che si comportano degli alunni, soprattutto con degli ospiti. Chi ha iniziato?-
-Sicuramente quella Pervinca ha iftigato i fuoi compagni, ne fono ficuro!- tuonò il piccolo preside indicando la povera ragazza che stringeva la povera serpentella.
-Sono sicura che la Signorina Magik non avrebbe mai fatto nulla di simile- spiegò la professoressa.
Mr. Daviz sospirò indignato.
-Sono stati loro a cominciare!- esclamò Lily, tutti si voltarono verso di lei. -Il capitano Bunafà ha aggredito Pervinca perché aveva afferrato il boccino, le ha urlato cose brutte e offensive e ha cercato di uccidere il suo serpente- raccontò indicando Jioyelle che ancora si contorceva cercando di respirare.
Il preside Mustek guardò la creaturina e il suo volto divenne serio più del solito. La sua voce era inespressiva quando proferì parola e sommata alla sua altezza l’uomo sembrava più pericoloso del solito; persino i Dissennatori sarebbero scappati al suo cospetto in quel momento.
-Tanzeem! TANZEEM NON VI DICE NIENTE PICCOLI STOLTI?- tuonò non riuscendo a detenersi. Si ricompose un poco subito dopo lisciandosi il vestito e rivolgendosi agli altri professori e studenti. -Vogliate scusarci, Signorina Pervinca possiamo assicurarle che il signorino Alexander Bunafà non le recherà più alcun danno né a lei né alle cose di sua proprietà. Inoltre le consegnerà di persona le sue scuse a cena davanti a tutti- e così dicendo con un gesto del braccio portò via i suoi allievi.
-In quanto a voi- iniziò la preside. -Vi voglio ora nel mio studio- intimò ad Albus, James, Hugo, Scorpius, Fred, Louis, Lysander e Lorcan. -Anche a te, Pervinca- disse prima di ritirarsi.
I ragazzi non erano messi male. Alcuni avevano sangue di naso o dal labbro inferiore, ma niente di rotto. Pervinca era scossa. Prima di andare dalla McGranitt corse da Hagrid e gli chiese di tenere con se per un po' Jioyelle, almeno fino a quando non si fosse ripresa. Quando arrivò nello studio della preside di Hogwarts, lei aveva appena finito di parlare con gli otto ragazzi che erano silenziosi e con il capo chino. Era ovvio che si erano beccati una punizione e la ragazza si sentiva in colpa perché era lei la causa di tutto.
-Potete andare- gli congedò la preside senza alzare il viso dai fogli che erano sopra alla sua scrivania e slittando velocemente su di essi con una piuma verde. Quando fu rimasta sola con Pervinca alzò la testa e l’osservò. -Siediti-
La ragazza fece come le veniva detto. Una volta che si fu accomodata attese che la McGranitt la sgridasse.
-Mi hanno raccontato tutto, è vero che ti ha chiamato “sporca Mezzosangue che parla con i serpenti”?- chiese.
Pervinca assentì con un cenno del capo senza alzare lo sguardo.
-Pervinca…-
-Verranno puniti? I miei amici, verranno puniti per colpa mia? Loro mi hanno solo difeso-
La preside sospirò e si tolse gli occhiali.
-Lo so che ti hanno solo difesa, e le intenzioni erano nobili, purtroppo non lo è stato il “come” ti hanno difesa. Si sono presi una punizione, si, e dei punti sono stati tolti alle loro case-
-Ma…- cercò di spiegare la ragazza ma la preside la zittì con il solito cenno della mano.
-Non ho finito. Dei punti sono stati tolti, ma poiché hanno agito per aiutare una compagna di scuola che era in difficoltà sorvolando sulla diversità della casata di appartenenza ho convenuto che a ogni studente venissero assegnati tre punti a testa, ma la punizione rimane- sorrise.
Pervinca ora si sentiva meno in colpa.
-Non è solo di questo che ti volevo parlare, Pervinca. Il boccino dove è?-
Pervinca infilò una mano nel mantello e ne estrasse la piccola palla d’oro che posò sul tavolo. La preside lo afferrò e lo studiò. Sembrava normale e perfettamente innocuo.
-E’ inutile che lo fissi, Minerva, non si trasformerà di certo in mano tua- rise una voce rocca e dolce che proveniva dal professor Silente nel solito quadro.
La donna lo riconsegnò a Pervinca non dopo aver lanciato uno sguardo all’immagine dell’uomo i cui occhi scintillarono dietro gli occhiali a mezzaluna. Pervinca si rigirò il boccino in mano, ma non succedeva niente.
-Cosa dovrebbe diventare?- chiese a Silente.
-Non ne ho la benché minima idea-
La ragazza lo passò nell’altra mano e questo, inaspettatamente, fece un leggero “click” aprendosi in due. Ne uscì una farfalla in pergamena lilla che volò per tutto lo studio.
-Ci avrei scommesso- rise Silente nel vedere la carta stregata che volava per la stanza.
La McGranitt estrasse la sua bacchetta e la puntò sulla farfalla e ancora prima che fosse pronunciato alcun incantesimo, questa cadde velocemente in mano a Pervinca. Tra le ali in una scrittura minuta c’era un messaggio per lei…


Salve a tutti! Ecco il capitolo di oggi, spero che sia di vostro gradimento e che non ci sino errori (non ho avuto tempo per ricontrollare perchè devo scappare). Vi ringrazio per leggere e per aver lasciato così tante recensioni nel scorso capitolo, vi ricordo che non vi mangio se ne lasciate altrettante e anche di più!
Baci, Dray xx

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 - Farfalle ***


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***

Quella sera al banchetto mancavano diverse persone. Al tavolo dei Serpeverde non c’era Scorpius. Nei Corvonero mancavano Louis, Lysander e Lorcan e in quello dei Grifondoro c’erano in totale cinque posti non occupati
-Ma dove sono?- chiese Rose.
-James, Hugo, Albus e Fred sono nelle cucine a lavare i piatti- spiegò Lily mentre si portava un cucchiaio di crema di patate alle labbra. -Pervinca non lo so-.
-Eccola!- esclamò Darcy indicando una figura che avanzava dal portone della sala verso di loro. Pervinca si sedette vicino alle amiche e iniziò a servirsi rimanendo con il capo chino. Scrutò poi il tavolo degli insegnanti dove la preside parlava con il professor Potter, Mr. Daviz si lamentava ma nessuno l’ascoltava e il preside Mustek lanciava delle occhiatacce al tavolo dei suoi allievi.
-Pervinca? Pronto, ma mi ascolti?-
-Scusa, Rose, stavi dicendo?-
-Volevo sapere dove eri- ripeté la ragazza all’amica. –E’ dalla fine della partita di Quiddtch che non ti vediamo-.
-Sono stata nell’ufficio della preside, ho parlato con lei e con Silente-
-COSA?-
-Signorina Pervinca- una voce grossa chiamò l’attenzione della ragazza. Tutta la squadra di Quiddtch pakistana era in piedi davanti al tavolo dei Grifondoro pronto a scusarsi. Tutta la Sala Grande si zittì in ascolto. –A nome dell’intera squadra le porgiamo le nostre risentite scuse e le promettiamo che niente del genere ricapiterà più. Abbiamo infranto le regole e questo è un disonore che ricade su di noi e sulle nostre famiglie-
I sette ragazzi si inginocchiarono sul pavimento.
-Accettate le nostre umili scuse?-
Pervinca trattenne una risata perché a vedere il grande e grosso capitano Bunafà in ginocchio era proprio un grande spettacolo. Si rammaricò che gli altri suoi amici non potessero giovare di quella visione.
-Certo- disse.
La squadra di Quiddtch, sollevata che avesse accettato le scuse, si alzò in piedi, fece un leggero inchino e tornarono al loro posto. Pervinca si versò un po’ di succo di zucca, che aveva scoperto di adorare, nel suo calice e iniziò a cenare. Doveva fare il più veloce possibile perché dopo aveva un appuntamento.
Tutto era nato dal messaggio che aveva letto su quella farfalla di pergamena dentro al boccino d’oro. Aveva successivamente raccontato che non era la prima volta che le capitava e che non sapeva proprio chi ci potesse essere dietro. Così la McGranitt e Silente avevano deciso di comune accordo di allertare il Ministero e che, siccome lei non poteva ritirarsi dal Torneo ora che era l’ultima prova, avrebbe dovuto prendere lezioni private e avanzate di incantesimi di schianto, disarmo, fatture e qualcosa anche sulle maledizioni.
Questo, ovviamente e Pervinca lo sapeva, comportava ore in più di lavoro che sarebbero state prese dalla sera e dalla notte. Così dopo cena avrebbe dovuto presentarsi nell’aula di Difesa contro le Arti Oscure dove Harry Potter l’avrebbe aspettata. Non disse niente ai suoi amici, temeva che si sarebbero preoccupati e avrebbero fatto qualcosa di pazzo, come a quanto pareva era nei loro “geni”, così, dopo aver mangiato, si congedò da loro dicendo che doveva allenarsi per la terza prova, cosa che non era del tutto falsa.
Si presentò nell’aula sporgendosi di poco dalla porta socchiusa. Il professor Potter era seduto alla cattedra compilando carte, o forse correggendo compiti.
-E’ permesso?- chiese.
-Vieni pure Pervinca!-
La ragazza entrò. La grande aula ora senza studenti che urlavano e ridevano pareva più vuota e lugubre che mai. Da una delle grandi finestre entrava la luce della luna piena di quella notte e candelabri accesi in giro per la stanza facevano in modo che le ombre danzassero circospette sui muri. Alle pareti i pochi quadri che vi erano appesi ritraevano uomini che dormivano anche se l’ora non era veramente tarda. Pervinca si avvicinò alla cattedra e attese.
-Bene- sorrise il Signor Potter mettendo via i fogli. –Stavo finendo di correggere delle verifiche. La McGranitt è convinta che ti serva il mio aiuto per apprendere degli incantesimi, la verità è che a differenza di Silente lei non sa che c’è anche l’Ordine del Calice di Fuoco-.
-Ma come..-
-Comunque sia tu che io sappiamo che quasi tutto l’Ordine ora è in punizione quindi diamoci sotto. Inizieremo con degli incantesimi di disarmo, li ripassiamo, avanti-.
Harry Potter  corse in mezzo alla sala con la bacchetta i mano e in posizione per ricevere l’incantesimo della sua allieva.
-Non sappiamo cosa ci sarà nella terza prova e non sappiamo, soprattutto, cosa tu ci potresti trovare quindi, in guardia!-
-Expelliarmus!- urlò Pervinca e la bacchetta in mano al professore volò via dopo che un fascio di luce rossa lo aveva colpito.
-Perfetto, direi che con questo siamo a posto… Passiamo subito agli schiantesimi-
-Stupeficium-
-Protego- rispose Harry con un gesto della sua bacchetta per allontanare da se il raggio di luce rossa. –Con un po’ più di convinzione. Tieni più alta la bacchetta, andiamo- la spronò.
-Stupeficium!-
-Protego!- rispose ancora il professore. –Avanti, potrei essere qualcuno che ti vuole aggredire. Schiantami!-
-STUPEFICIUM!-
Questa volta il raggio rosso fu così veloce che Harry Potter non fece in tempo ad evocare il Sortilegio Scudo e cadde a terra schiantato dopo aver “volato” per un po’.
Pervinca si portò le mani alla bocca. E ora che avrebbe fatto? Il suo professore giaceva a terra e non si muoveva. Era forse morto? Poi si ricordò della lezione sugli schiantesimi.
-Innerva- pronunciò agitando la sua bacchetta fine davanti a lei.
Harry Potter rinvenne quasi subito tirando un grosso sospiro.
-Perfetto! Se fai così anche con un tuo probabile assalitore sono sicuro che non potrai di certo perdere- le sorrise mentre si rimetteva in piedi massaggiandosi la schiena su cui era atterrato. –E ora passiamo al prossimo livello, va bene? Facciamo un combattimento, uno scambio di incantesimi. Vedrai non succederà niente di male-
Si rimisero ai propri posti, l’uno di fronte e lontano dall’altra.
-Avanti- la incitò a iniziare.
-Stupeficium- agitò la sua bacchetta.
-Sectumsempra- le rispose Harry agitando la sua.
La ragazza non aveva mai sentito quell’incantesimo e non sapeva come proteggersi. Ma ancora prima di accorgersi di quello che faceva aveva lanciato un contro incantesimo verso il professore.
-PROTEGO! Molto, molto bene Pervinca- sorrise mentre riprendeva fiato. –Siamo pronti per il prossimo “livello”-
Pervinca intanto fissava la sua bacchetta. Era sicura che avesse fatto tutto lei. Certo, sapeva che Olivander non la chiamava “pazza” per niente, ma di certo non si aspettava che la bacchetta potesse lanciare degli incantesimi da sola.
-Hai mai provato a usare l’incanto patronus?- chiese.
-No- ammise.
-Bene, per usarlo serve pronunciare il suo nome, ma non è questa la parte difficile. Per far comparire il tuo “protettore” devi pensare a qualcosa di felice, un ricordo. Il più bello possibile solo così potrà funzionare. Non mi aspetto di vedere un patronus perfetto subito, perché è un incantesimo difficile, ma una forma di scudo qualsiasi potrà bastare, per ora-
-Ora chiudi gli occhi e concentrati-
Pervinca chiuse gli occhi e cercò di pensare a qualcosa di felice. Provò prima con una delle vacanze con i suoi. Pronunciò l’incanto, ma non successe niente. Allora, senza darsi pena, ascoltando la voce di Harry Potter riprovò. Si concentrò sulle gite con i suoi vecchi compagni. Provò con altri suoi amici, niente. Ogni cosa che usava non produceva nessun scudo.
-Concentrati…-
Poi, girando le immagini nella sua mente, si sentì irradiare da un calore interno. Una felicità come mai l’aveva provata prima di allora le invase la mente e lo spirito.
-Incanto Patronus-
Una luce argentata e bianca uscì dalla sua bacchetta e formò uno scudo davanti a lei. La luce si fuse e diede vita all’immagine di un’enorme farfalla dalle grandi ali tutte arabescate molto squadrate che, battendole freneticamente, iniziò a volare per tutta l’aula.
-Perfetto! Proprio così- rise Harry. –Ora mantieni la concentrazione, a cosa stai pensando?-
-A quando il cappello parlante mi ha mandato in Grifondoro- sorrise osservando la bellissima farfalla.
Quando la serata di “allenamento” finì, Pervinca corse nel suo dormitorio. Nella Sala Comune i suoi amici erano tornati e se ne stavano davanti al camino cercando di rilassarsi un po’ dopo il duro lavoro. La ragazza li salutò e corse a letto. Quella notte non sognò. Quella notte non dormì neanche. Se ne stava a cercare il perché il suo patronus fosse proprio una farfalla come quelle in pergamena che qualcuno le mandava.

Salve a tutti! Eccoci al primo appuntamento di questa settimana. Vi ringrazio per tutti quelli che continuano a seguire questa storia "dall'inizio dei tempi" e che ha aggiunto questa storia alle preferite/seguite/ricordate. Ringrazio chi recensisce (GRAZIE A TUTTIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII) e spero che anche questo capitolo vi piaccia. Inoltre volevo sapere se il capitolo precedente lo avete gradito perchè nessuno ha lasciato recensioni come ha fatto nei capitoli precedenti. Ditemi se non vi è piaciuto così so dove sbaglio, vi ricordo che questo per me è un esperimento, quindi DITEMELOOOOOO!
Grazie mille a tutti, a mercoledì
Baci, Dray xx 

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 - Helleborus ***


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Quando orami la fine di Marzo si avvicinava, tutto si era calmato e dimenticato. La storia della punizione dei membri dell’Ordine del Calice di Fuoco ormai era leggenda visto che avevano creato un scompiglio in cucina che pareva un terreno di battaglia, e a causa della natura disponibile degli elfi, anche quest’ultimi avevano partecipato alla “guerra” indetta da Albus e Scorpius. I due, tutt’ora, non si prestavano a fare pace e la cosa non stupiva nessuno.
Pervinca non aveva mai raccontato a nessuno che cosa si era detta con Silente e la McGranitt o che si allenava regolarmente con Harry Potter per praticare meglio gli incantesimi. I suoi amici avevano rinunciato a farle domande perché riusciva sempre a cambiare discorso e speravano, in segreto, che un giorno gli avrebbe resi partecipi di sua spontanea volontà.
La tutt’altro che affascinate reporter inviata speciale della Gazzetta del Profeta e del Settimanale delle Streghe non si faceva vedere a Hogwarts, ma come al suo solito i suoi articoli non smettevano di comparire sulle bocche di tutti gli studenti o tra le zampe dei diversi gufi che portano la posta.
I Signori Magik erano ancora all’oscuro di dove si trovasse veramente la figlia, ma iniziavano a sospettare qualcosa quando questa declinò l’offerta di una visita da parte dei suoi genitori.
Era un’affascinante mercoledì mattina, e dopo un’ora lamentosa di Storia della Magia, i Grifondoro si stavano dirigendo nella classe del professor Lumacorno per una lezione di Pozioni con i Serpeverde.
-Allora, siccome i G.U.F.O. sono ormai alle porte oggi si farà un po' di pratica con la preparazione della Bevanda della Pace, chi mi sa dire di che cosa si tratta?- chiese il professore agli alunni che erano intorno a tavoli rotondi con tre posti ciascuno ben “apparecchiati” per la lezione. -Si Signorina Weasley-
-E’ una pozione che calma l'ansia e placa l'agitazione. Se però si eccede con gli ingredienti, chi la beve potrebbe cadere in un sonno pesante e a volte irreversibile- rispose con fare pomposo.
-Eccellente, Signorina, due punti per Grifondoro- sorrise felice il professore. -La chiave per questa pozione è l’essenza di elleboro. Sapete cosa è? Pervinca, tu lo sai?-
-Ehm…- farfugliò la ragazza. -L’elleboro, o Helleborus, è una pianta che produce delle inflorescenze di colore verde che sbocciano in primavera e hanno un odore molto forte. Il suo nome deriva dal greco e significa “cibo mortale” perché questo fiore induce calma e sonno se ingerito in quantità superiori al milligrammo-
-FANTASTICO!- esclamò Lumacorno, era ovviamente contento che le sue due “preferite” fossero anche così preparate sull’argomento.
Pervinca era da giorni ce studiava tutte le erbe usate nella preparazione delle pozioni e ormai aveva la testa che le scoppiava.
-Prendete il vostro libro e andate a pagina centoventinove e provate a fare il Distillato della Pace, avete gli ingredienti davanti a voi-
Tutti si misero subito al lavoro aprendo i libri e impugnando i vari ingredienti. C’era chi partiva preparando l’infuso di tiglio e chi già tritava la pietra di luca. Pervinca si era messa vicino a Rose e a Albus. In un tavolo poco distante dal suo c’erano Scorpius e Blaze, anche loro intenti a distillare la pozione.
All’infuso di tiglio, Pervinca, aggiunse l’essenza di elleboro che aveva preparato il precedenza e lasciò bollire per venti minuti. Poi aggiunse i fiori di gelsomino, che dovevano essere stati raccolti all’alba durante il plenilunio, e poi rimestò delicatamente tre volte in senso orario e una volta antiorario. Addizionò poi la polvere di pietra di luna e attese che il composto fosse pronto. Nello stesso istante che il suo Distillato arrivava a cottura ottimale anche Rose completava il suo.
-Professore…- lo chiamarono le due ragazza.
L’uomo accorse subito con il suo consueto sorrisino sulle labbra mentre Blaze le guardava furente.
-Ti pare giusto?- sibilò verso l’amico.
-Che cosa?- chiese Scorpius senza alzare gli occhi dalla sua pozione.
-Che quelle due si comportino così! Mi fanno così arrabbiare…-
-Blaze, tu sei sempre arrabbiata- rise il ragazzo.
-E sai cosa mi calmerebbe?-
-Un po' di pozione?-
-Già, della pozione…- sorrise osservando i calderoni e poi l’essenza di elleboro.
-Ottimo lavoro, ragazze. Le vostre pozioni della pace sono perfette! Come premio vi do il permesso di prendere delle provette e prelevare un po' del vostro distillato per conservarlo, può sempre servire!- sorrise indicando le provette sullo scaffale. -Arrivo Signorino Gilmer…-
Le due ragazze si diressero verso lo scaffale delle provette a fine aula. Approfittando di quel momento Blaze estrasse la sua bacchetta, l’agitò e pronunciò un incantesimo e ad Albus cadde la bilancia in ottone con gli ingredienti che stava pesando costringendolo a piegarsi per raccogliere il tutto.
La Serpeverde si avvicinò al tavolo e sicura che nessuno la stava guardando aggiunse dell’elleboro alla pozione in uno dei due calderoni e tornò al suo posto. Pervinca e Rose, con in mano una provetta ciascuna, tornarono al tavolo e le riempirono con un po' della loro pozione. Quando l’ora finì, tutti raccolsero le proprie cose e lasciarono l’aula.
Pervinca non aveva tempo da perdere. Sapeva che doveva allenarsi ed era agita perché, anche se lontana, la terza prova incombeva su di lei. Non si sarebbe ritirata per niente al mondo, tranne per il fatto che non poteva. Avrebbe fatto il possibile per vincere, anche perché ormai era anche il suo sogno quello di brandire la grande e mitica coppa del Torneo Tre Maghi che aveva visto in una foto nella bacheca dei trofei della scuola.
Sapeva, inoltre, che era l’unico modo per dimostrare a tutti quanto valesse come strega e per scoprire chi c’era dietro, veramente, alla sua candidatura. Ci pensava giorno e notte e ogni volta il messaggio dell’ultimo biglietto a farfalla la inquietava. Aveva allarmato tutti i professori, la preside gli aveva avvertiti, e tutti loro la tenevano sott’occhio ogni secondo. Anche ora che era seduta sotto a un albero nel giardino centrale dentro le mura della scuola, sapeva che uno dei professori la scrutava da lontano.
Estrasse il pezzo di pergamena viola e lesse ancora quel piccolo messaggio: “Ti aspetto con ansia, Pervinca”. Lo ripiegò subito e se lo rimise in tasca quando sentì i passi di qualcuno avvicinarsi a lei.
-Che fai?- le chiese qualcuno.
-Niente, mi preparo mentalmente- sorrise.
James le si sedette accanto imitato da Felicity.
-A chi lo dici- sorrise. -La cosa positiva è che per noi non ci sono esami-.
-Magari, io ce li ho… Li inizio appena dopo Pasqua perché ho anche i G.U.F.O arretrati- sospirò Pervinca sfogliando il libro di Divinazione che aveva appoggiato alle ginocchia.
-Mi dispiace-
-Fa niente, Felì. Ma forse sono un po' troppo agitata-
-E’ normale- sorrise James.
-Forse…- pensò ad alta voce la ragazza estraendo la provetta con la pozione della pace. -…Forse potrei approfittarne e prenderne un po'-.
-Che cosa è?- le chiese Felicity.
-E’ un po' di pozione della pace che ho preparato oggi durante la lezione di Lumacorno, potrebbe farmi bene-.
-Non sprecarla così!- l’ammonì James. -Non ne vale la pena, tienila per quando sarà più importante-
Pervinca, convinta dalle parole dell’amico, se la rimise in tasca. Intanto, però, dall’altra parte della scuola Rose era in compagnia di Lily e le due cugine se ne stavano tranquillamente in biblioteca a studiare per i G.U.F.O., quando Aadil si avvicinò a loro.
-Buongiorno…-
Rose senza alzare lo sguardo rispose con un -Buongiorno- distratto e sibilato tra le labbra.
Il ragazzo di sedette sulla sedia davanti a lei. Allungò una mano e richiuse il libro che la ragazza stava leggendo.
-Ehy!- esclamò Rose.
-Così ora mi ascolti-
-Sentiamo…- sospirò la rossa. -Hai la mia attenzione per qualche secondo, muoviti-
Il ragazzo sorrise. -Domani pomeriggio che fai?- le chiese.
-Divinazione-
-E dopo Divinazione?-
-Qualunque cosa per stare lontana da te- gli sorrise beffarda.
-Sicura? Io volevo invitarti a passare un pomeriggio con me a Hogsmeade-
-Peccato…-
-Già, peccato per qualunque cosa volessi fare… Aspettami alle quattro davanti al portone di Hogwarts- le disse alzandosi.
-Non ci contare, bello-
-Certo, come non dovevo farlo per il ballo? Ci si vede, tesoro- le fece un occhiolino uscendo dalla libreria come al suo solito.
Rose sospirò. Lily le passò una mano davanti agli occhi.
-Sei pietrificata?-
-Più o meno- rispose Rose tornando ad aprire il suo libro, che poi richiuse subito.
-Che succede?-
-Oddio, mi ha invitata a uscire. È un appuntamento!- esclamò alzandosi e uscendo di furia dalla sala.
Lily si alzò pure lei, prese i libri e raggiunse la cugina.
 
All’ora di pranzo la Sala Grande iniziò a riempirsi di stomachi che brontolavano e rumori di forchette che tintinnava sui piatti d’argento. Quando la sala fu piena la preside fece un piccolo discorsetto dopo essersi arrampicata sul pulpito e poi diede il via al banchetto. Tra lo servirsi di una pietanza e l’altra Albus si accorse che mancava la cugina.
-Dove sta Rose?-
-Si è chiusa in camera dicendo che doveva trovare una cosa- rispose Lily. -Arriverà tra poco, ne sono sicura-.
In effetti nella sala poco dopo entrò qualcuno, ma questo era Gazza che in modo assolutamente comico saltellava preoccupato verso il tavolo dei professori. A vederlo tutti si zittirono cercando di capire cosa potesse mai dover dire di così importante e urgente da interrompere un pranzo. Consegnato il suo messaggio la preside si alzò provocando dei brusii.
-Mi assenterò un attimo insieme ai professori, voi resterete qua sorvegliati da Gazza, non c’è nessun motivo di all’armarsi- declamò uscendo dalla sala seguita da tutti gli altri commensali della grande tavola. Rimasero solo Gazza che dondolava da destra a sinistra e viceversa davanti a tutti e i due presidi ospiti che continuavano a mangiare indisturbati.
-Cosa può essere sucesso?- chiese Hugo mentre continuava ad addentare due cosce di pollo.
-Non lo so- rispose Darcy. -Ma sento che centra Rose, qualcuno di noi dovrebbe andare a vedere che succede-
-Non possiamo muoverci, Gazza ci tiene d’occhio- le fece notare Lily.
-Lascerà andare in bagno…- suppose Pervinca.
La ragazza si alzò in piedi e si avvicinò a Gazza. Fece finta di dover andare d’urgenza in bagno, e dopo qualche supplica, ottenne il permesso e uscì fuori dalla grande sala. Seguì la scia di voci che si udivano ancora. Salivano sempre di più per i piani. Quarto, quinti, settimo e settimo. Quando si trovò sul piano del suo dormitorio e intravedeva il passaggio per la Sala Comune dei Grifondoro aperta, le venne un colpo.
Vi ci entrò subito, senza esitare, in tempo per scorgere un lembo del mantello del professor Paciock che svoltava su per le scale verso il dormitorio delle ragazze. Continuava a ripetersi nella sua mente che non si sarebbero fermati al terzo pianerottolo, invece…
La porta della sua stanza era spalancata e dal suo interno provenivano le voci dei professori di Hogwarts.
-Cosa le è sucesso?- chiedeva il professor Vitious.
-Sembra un’intossicazione da pozione magica- sospirò Lumacorno. -Forse un Distillato Soporifero-.
-No- lo corresse Paciock. -Questa è senza dubbio un’intossicazione da elleboro-
-E dove lo ha trovato?- chiese la preside.
-Temo che arrivi dalla pozione che ha preparato sta mattina- spiegò Lumacorno individuando la provetta vuota in mano alla ragazza. -Ma quando l’ho esaminata questa mattina quella pozione era perfetta-.
-Dite ce è stata avvelenata di proposito, professore?- chiese Harry Potter.
-Non c’è dubbio- sospirò Lumacorno.
-Portatela in infermeria- esclamò la McGranitt. -Professor Paciock, Lumacorno e Madame Chips, potete fare qualcosa per Rose Weasley?-.
-Se la dose di elleboro non è troppa c’è speranza di svegliare la ragazza, altrimenti…-
-Altrimenti cosa, professor Lumacorno?-
-Altrimenti, temo che resterà così fino alla morte…-
 
Salve a tutti! Eccomi qui al sescondo appuntamento di questa settimana. Ho fatto un capitolo più lungo, lo so, e spero che vi piaccia. La pasqua si avvicina e così anche la terza prova, ma per ora vi dovrete accontentare di eventi "normali" come questo qui descritto. Spero che lascerete dei commenti su cosa ne pensate, sia del capitolo ma anche dello "scherzo" ideato da Blaze (se avete capito di che cosa si tratta).
Baci, Dray xx

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 – La maledizione Cruciatus ***


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-NO!- urlò Pervinca senza accorgersene.
-Chi è là?- chiese la McGranitt.
Pervinca entrò nella stanza con lo sguardo basso, anche se fissava il corpo immobile della sua amica. Così ferma sembrava una bambola di ceramica con quella carnagione bianca e i capelli tra il rosso e il castano che incorniciavano ribelli il viso ovale pieno di lentiggini. Si poteva pensare che fosse morta se non fosse stato per l’addome che si abbassava e rialzava leggermente a ritmi regolari.
-Pervinca, che ci fai qui?- le chiese Harry Potter.
-Io ero preoccupata per Rose, non la vedevo da dopo la lezione di Pozioni- cercò di spiegare la ragazza. -Quando Gazza è entrato ho avuto un brutto presentimento, ce la farà?-.
-Forse- intervenne il professor Paciock chinandosi per sollevare il corpo inerte di Rose. -Ora la portiamo in infermeria e vedremo cosa possiamo fare. Horace, hai del Bezoar?-
-Ovviamente-
-Bene, andiamo-
I professori intorno a Rose corsero in infermeria. L’ambiante era deserto perché, per fortuna, non c’era nessun studente ammalato in quei giorni. Deposero la ragazza su una brandina e iniziarono a elaborare una cura. Le porte della stanza furono chiuse e Pervinca fu costretta a tornare nella Sala Grande.
-Dove è Rose? Sta bene?- le chiese Albus appena la ragazza si fu riseduta al tavolo dei Grifondoro.
-E’ in infermeria…-
-Che le è successo?- esclamò Hugo sentendo quelle parole. -Parla, Pervinca!-.
-Qualcuno le ha messo una dose di elleboro nella pozione, lei l’ha bevuta, probabilmente per calmarsi un po', e ora Madame Chips, Lumacorno e Paciock stanno cercando di disintossicarla da quella roba-.
-Ma non è nulla di grave, vero?- chiese Lily.
-L’elleboro in grandi dosi induce a un sonno profondo, il più delle volte irreversibile…- sospirò Darcy e tutti la fissarono. -Beh, ovviamente spero che non sia questo il caso- si scusò.
-Voglio andarla a vedere!- disse Hugo alzandosi in piedi, ma James lo trattenne.
-Tutti noi vogliamo, ma ora è meglio che lasciamo i professori lavorare in pace-.
I prefetti, quando l’orologio di Hogwarts scoccò le nove, convocarono a gran voce i propri “protetti” e li portarono nelle loro rispettive case. La notizia che Rose era stata avvelenata aveva già quasi fatto il giro dell’intera scuola e non si parlava d’altro. D'altronde il fatto era grave, avvelenare spontaneamente qualcuno con qualcosa che si sa che porterà effetti collaterali molto gravi non è una cosa da punti extra per la propria squadra.
Tuttavia si sapeva già che il colpevole doveva essere uno di Serpeverde perché era l’unica casata che mirasse a danneggiare veramente qualcuno delle altre tre. Però nessuno provò a vantarsi di aver messo dell’elleboro nella pozione di Rose Weasley, e dopo due giorni che la ragazza era chiusa in infermeria e che i professori cercavano cure che funzionassero, nessuno aveva idea di chi si sarebbe dovuto punire.
La preside McGranitt aveva fatto ormai innumerevoli annunci all’intero corpo studentesco. Ripeteva che voleva che il colpevole saltasse fuori e che, a questo, sarebbero stati tolti dei punti e avrebbe dovuto affrontare una bella punizione poiché, e riporto le esatte parole, -… Sabotare il lavoro altrui con l’intenzione di provocare un danno così pericoloso può venire solo da una mente deviata e malsana, che va riportata sulla retta via con fermezza!-.
Ma anche dopo quelle belle parole nessuno si fece avanti e passata quasi la prima settimana l’Ordine del Calice di Fuoco era ormai deciso a farsi giustizia da solo. I genitori della giovane Weasley erano stati informati di quello che le era successo e ogni due ore mandavano un gufo che chiedeva le condizioni della ragazza. Erano davvero molto in pensiero.
Un pomeriggio Pervinca con grandi falcate misurava il corridoio ovest verso il campo da Quidditch dove sapeva di trovare la quadra dei Serpeverde che si allenava. Le era arrivata una voce, durante la lezione mattutina di Storia della Magia con i Corvonero, che a mettere quella dose di elleboro nella pozione di Rose era stata niente meno che…
-Blaze Tiger!-
La ragazza battitrice nella sua divisa verde scintillante e con in mano la sua Nimbus 5000 si girò verso la voce che la chiamava, con un sorrisino beffardo sulle labbra.
-Chi mi cerca?- chiese.
Pervinca le si parò davanti con la bacchetta sguainata verso la ragazza.
-Dimmi la verità- le intimò. -Ce lo hai messo tu l’elleboro?-.
Blaze sorrise ghignando un po'.
-Ci puoi contare-.
Lo aveva ammesso. Davanti a tutti aveva ammesso che era stata proprio lei. Pervinca era più furiosa di prima, talmente tanto che tremava a vista.
-E ora che mi fai, campionessa?- rise.
Pervinca abbassò la bacchetta e con la mano sinistra tirò uno schiaffone sulla guancia di Tiger. Un segno rosso e livido si disegnò sulla sua guancia destra.
-Io preferisco farmi giustizia nel modo tradizionale- sorrise trionfante girando i tacchi.
Blaze non se lo era aspettato proprio. Era stata convinta che avrebbe lanciato un incantesimo e che quindi avrebbe avuto il tempo di contrattaccare, invece le aveva tirato un semplice, blando ma potente schiaffo. E ora se ne stava pure andando.
-Magik!- urlò Tiger. -Tutto qui quello che sai fare? Io almeno ho avuto un po’ più di stile, certo, l’elleboro era indirizzato a te, ma forse ho sbagliato calderone. Poco male, anche quella Weasley se lo meritava!-
Pervinca si fermò. Non poteva di certo sopportare che Rose si beccasse tutte quelle parole offensive per la sua persona. Nessuno poteva criticare lei o la sua amica. Si rigirò ed estrasse ancora la bacchetta.
-Expelliarmus!-
La scopa volò via dalle mani di Blaze.
-Come hai osato?-
La Serpeverde estrasse la sua bacchetta e la puntò verso Pervinca.
-Stupeficium-
-Protego!-
-Basta!- intervenne Scorpius cercando di fermare le due ragazze.
-Stanne fuori- gli urlò Tiger colpendolo con un incantesimo che lo fece volare via, abbastanza lontano. -Questa è una facendo tra me e la campionessa, ti farò mangiare la polvere. Crucio!-
Pervinca non aveva mai sentito quell’incantesimo, ma sicuramente non era niente di buono. Evocò ancora lo scudo e riuscì a deviare l’incanto. Ma Blaze non mollava. Le lanciò ancora altre volte quell’incantesimo. Piano piano altri studenti si erano accorti della battaglia magica e si erano mesi a osservarla.
Pervinca stava benedicendo le ore di lezione straordinarie con il professor Potter, quando uno degli incantesimi lanciati dalla Serpeverde la colpì facendole provare un dolore allucinante al braccio sinistro.
-Così impari a tirarmi uno schiaffo, Crucio!-
Questa volta Pervinca non fu così veloce a evocare lo scudo e un dolore indescrivibile le dilaniò il suo intero corpo costringendola a terra. Si trascinava e urlava mentre Blaze rideva.
-Aiutatela!- urlò qualcuno.
Nessuno però si muoveva. Erano pietrificati a guardare la scena. Pervinca lottava per riafferrare la sua bacchetta che per il dolore aveva fatto cadere un po’ distante da lei. Non c’era niente da fare, era troppo lontana.
Per fortuna si ricordò che non le serviva, se voleva, e lottando con il dolore cercò un incantesimo che la potesse aiutare. Le venne in mente quello che aveva sentito pronunciare un paio di volte al Signor Potter e sperò che funzionasse.
-Sectumsempra!- sibilò con il poco fiato che era riuscita a contenere stringendo i denti.
L’incantesimo colpì pienamente la Serpeverde che non se lo aspettava. Il dolore lasciò libera Pervinca che si stese a supina cercando di riprendere fiato. Aveva le lacrime agli occhi e le bagnavano anche le guance, non si era accorta di aver pianto, ma il dolore era stato troppo forte anche solo per fare quello.
Il mondo intorno a lei era ovattato. Sentì i passi e le urla dei vari studenti. Vide mantelli neri strisciare sull’erba del campo. Girando la testa vide uno dei professori chino su Blaze che agitava la bacchetta e le mani. Il corpo della ragazza era a terra con le braccia aperte e il suo sangue colava sull’erba verde appena tagliata del campo da gioco.
Quando girò ancora lo sguardo incontrò il viso di Albus che le diceva qualcosa. Sbattè molte volte le palpebre cercando di mettere a fuoco quello che le succedeva intorno. Albus fu spostato da James, James da Lily, Lily da Darcy e lei da Hugo; fino a quando il viso del professor Potter non riempì tutta la sua visuale. Di quello che diceva riuscì solo vagamente a capire la parola -Male-, poi chiuse gli occhi e non li riaprì più.

Salve a tutti! Scusate il ritardo, ma tra ospedale e corse in giro per la mia città non sono riuscita a postare prima. Speravo di aprire e trovare delle recensioni sul precedente capitolo, ma invece, vabbè. Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento e che recensiate, veramente, per favore vorrei proprio sapere che ne pensare!!!! Grazie a tutti per leggere la mia storia, il primo capitolo è arrivato a 600 passa visualizzazioni, YEEEEEEEEE!!!
Per questa settimana è tutto, alla prossima,
Baci, Dray xx

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 - La Skeeter è una cornacchia! ***


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***

-Come sta, Madama?-
-Si sta riprendendo, professore-.
-E Weasley?-
-Stiamo ancora provando diverse cure, per ora non ha funzionato niente- rispose la donna rammaricata.
-E Blaze Tiger?-
-Quella ragazza è tale e quale al padre- sospirò. -L’ho dimessa giusto questa mattina-.
-Strano- osservò il professore. -Non l’ho vista a pranzo nella Sala Grande-.
-Perché la preside l’aveva convocata per una riunione con i genitori e il Ministro della Magia-.
-Percy è qui?- si sorprese l’uomo. -Strano che non sia ancora venuto a vedere la nipote-.
-Avrà sicuramente molto da fare con quella scavezzacollo di Blaze- osservò l’infermiera. -Usare una delle Maledizioni senza perdono su una compagna dopo averne avvelenata un’altra… Una bella punizione ci vuole!-
-Sono d’accordo. Ora vado, mi avverta se ci sono nuove notizie- disse il professore uscendo dall’infermeria. -Ah, dimenticavo. Madama Chips non faccia vedere la Gazzetta a Pervinca!-
-Certo, Signor Potter-.
Harry sparì oltre la porta e Madama Chips tornò ai suoi lavori.
L’infermeria ospitava molti letti bianchi, ma quel pomeriggio solo due erano occupati. In uno giaceva l’ancora dormiente Rose Weasley; e nell’altro la povera Pervinca Magik. La ragazza pareva dormire. Gli occhi erano chiusi e il suo petto si abbassava e alzava a intervalli regolari, ma benché queste fossero le sue condizioni apparenti, Pervinca era cosciente. Aveva ascoltato anche buona parte della conversazione avvenuta tra Madama Chips e il Signor Potter.
Aveva sentito che Rose non si era ancora svegliata, che il Ministro era suo parente, che Blaze era nei guai e che lei non doveva leggere la Gazzetta del Profeta. Perché non doveva leggere la Gazzetta del Profeta?
Piano piano cercò di aprire le palpebre, ma la luce le feriva gli occhi e alzare una mano per ripararsi il viso risultava troppo difficile. Quando finalmente riuscì ad abituarsi, il bianco delle pareti le diede il voltastomaco come il suo sguardo si appoggiò su di esso. Si accorse anche che aveva fame, chi sa quanto aveva dormito.
Poco alla volta si mise seduta e cercò nella stanza qualcosa da mangiare. Trovò dei biscotti di zucca su un vassoietto di fianco al suo letto con un bicchiere di latte, lo afferrò e ingurgitò il tutto. Messo finalmente lo stomaco a tacere ora rimaneva la voglia di scoprire cosa c’era scritto sulla Gazzetta.
Piano si alzò dal letto. Le gambe le tremavano e faticavano a sorreggerla. Per spostarsi si appoggiava al mobilio che la circondava, avanzando lentamente. Il suo sguardo a caccia di carta stampata cadde sull’orologio a muro: erano quasi le sei. Vicino al cu-cu c’era un calendario, non poteva di preciso sapere che giorno fosse, ma il mese era senza ombra di dubbio aprile. Aprile?
Aveva dormito un bel po'. Dei passi la fecero sobbalzare e barcollando un po' si rifugiò sotto le coperte.
-Bene, sei sveglia- esclamò Madama Chips entrando nella stanza con delle medicine. -Meglio così, farò meno fatica a somministrarti la medicina-.
Pervinca osservò la donna. Era la prima volta che finiva nell’infermeria della scuola.
-Cosa pensavi? Che le ossa si riparassero con una semplice formula magica?-
-Mi sono rotta qualcosa?-
-Certo! Il braccio sinistro e ti sei anche lussata una tibia-.
Pervinca di osservò il braccio, era fasciato, ma non le doleva.
-Prendi- le ordino la donna porgendole una tazza con del liquido giallo.
-E’ un po' blando, ma fa effetto. E non fare quella faccia, è solo un distillato di artemisia e aculei di porcospino essiccati-.
La ragazza bevve la pozione.
-Brava, ora stai ancora qui al riposo. All’ora di cena potrai andare nella Sala Grande con gli altri-.
-Non è che ha qualcosa da leggere?- sperò la ragazza.
-Se vuoi il professor Potter ti ha portato dei libri di testo- le rispose la donna indicando il comodino di fianco al letto di Pervinca.
­-Grazie…- sospirò afferrandoli.
L’infermiera non se ne andò finché non vide Pervinca leggere il libro che aveva preso e poi tornò ai suoi lavori. La ragazza, però, non si dava per vinta. Richiuse subito il libro e alzandosi dal letto cercò dei rimasugli di giornali da qualche parte.
-E’ impossibile che non ci sia niente!- sospirava a bassa voce.
Cercò sopra, sotto e dentro a comodini, armadi e persino letti, ma niente di niente di ciò che trovò assomigliava anche solo vagamente a ciò che voleva. Dopo una buona mezzora di ricerche tornò a letto rassegnata all’evidenza che Madama Chips sapeva come nascondere qualcosa a qualcuno.
Quando finalmente fu dimessa dall’infermeria, Pervinca era veramente su di giri. Corse il più veloce possibile, anche se la tibia non le lo permetteva più di tanto, verso la Sala Grande che era già piena di persone. Entrò cercando di farsi notare il meno possibile, ma non funzionò perché la sala scoppiò in un rumorosissimo boato di gioia.
Pervinca al culmine dell’imbarazzo non sapendo cosa di preciso dovesse fare alzò una mano in saluto e si andò a sedere. Siccome nessuno era stato avvertito del suo imminente arrivo gli unici posti liberi nel tavolo dei Grifondoro erano proprio in mezzo a una combriccola di ragazzi dell’ottavo e nono anno. A quanto pare, aveva sentito dire, gli anni alla scuola di Hogwarts erano stati “allungati” dopo la seconda guerra magica per dare più istruzione ai propri maghi e streghe. In effetti, pensava Pervinca, erano troppo pochi sette anni per apprendere tutto ciò che sarebbe servito poi nella vita di un mago.
Con la rottura di tutti i giratempo disponibili al ministero, fatto avvenuto circa ventisei anni addietro, i maghi e le streghe avevano avuto delle difficoltà nel seguire alcuni corsi che si sovrapponevano fra loro. Diluendo quindi gli anni di scuola ora c’era la possibilità di apprendere di più con l’aggiunta di altri ventiquattro mesi. Più diplomi e più formazione per il mondo magico.
Con non poca timidezza Pervinca si sedette in mezzo a quei ragazzi che stavano parlando delle lezioni seguite in quella giornata. Non avendo ancora chiaro che giorno della settimana o del mese fosse, la ragazza era determinata ad ascoltare l’essenziale della conversazione per carpirne ciò che le interessava.
L’impresa non fu per niente facile. Quei ragazzi parlavano veloce e spesso usavano termini che non conosceva. Parlavano degli utilizzi della Centinodia e di come l’ortica sia ormai sottovalutata. Niente, però, di ciò che dicevano serviva veramente alla ragazza.
Finalmente a fine serata Pervinca potè ritirarsi nella Sala Comune dei Grifondoro, dove, sapeva, una copia della Gazzetta ci sarebbe sicuramente stata. Quando entrò nel passaggio e sbucò nella stanza che andava via via riempiendosi cercò ogni dove convinta di trovare una copia del giornale, ma non ce n’era nemmeno una. Era praticamente impossibile che non si fosse, pensava, ne era certa che almeno una ci sarebbe stata.
-Pervinca- la chiamò Lily. -Che cerchi? Ti senti bene?-
No, in effetti non si sentiva bene. Doveva vedere quel maledetto giornale e sapere ciò che il Signor Potter non voleva che scoprisse.
-Dove è la Gazzetta?-
-Perché vuoi la Gazzetta? Tu non leggi il giornale, ricordi?-
-Non ho mai detto questo, Albus!- rispose indignata. -Io lo leggo il giornale!-
-Oh, sarebbe meglio di no- disse, ma una gomitata da parte del fratello al costato gli fece mancare il fiato. -Intendo dire che non c’è niente di nuovo o importante- si corresse, ma ricevette un’altra gomitata dalla cugina. -Va bene, sto zitto, ho capito…- esalò.
-Cosa succede?- chiese Pervinca allarmata.
-Niente, stai tranquilla- le sorrise Darcy cercando di sviarla.
Proprio in quel momento, girandosi, vide una copia della Gazzetta dentro la borsa di uno degli alunni di seconda. Scorgendo, quindi, un’ottima opportunità…
-Ok, hai ragione, forse sono stanca, vado a letto-.
-Fai bene!- sorrise James.
Pervinca fece finta di andare verso le scale e all’ultimo momento afferrò la copia della Gazzetta.
-Te la riporto subito- urlò proprio mentre i suoi amici scattavano verso di lei con l’intenzione di fermarla.
Pervinca corse su per le scale la rampa del dormitorio delle femmine i gradini diventarono uno scivolo sotto i loro piedi facendoli scivolare via. James, Hugo e Albus investirono Lily e Darcy che salivano dopo di loro e tutti insieme finirono di nuovo nella Sala Comune mentre Pervinca si chiudeva in camera.
Si sedette sul suo letto e aprì il giornale. Non le ci volle molto per capire perché tutti non volevano che leggesse quelle parole, perché già in prima pagina troneggiava il solito articolo della Skeeter che parlava proprio di lei.
“RIVALITA’ ALLA SCUOLA DI HOGWARTS:ORA AGLI STUDENTI E’ PERMESSO AGGREDIRSI!
 Le magie da -guerra- sono tornate di moda alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. La Campionessa della scuola, e neo-streghetta di sedici anni appena, Pervinca Megik ha colpito ancora, e nel vero senso della parola.
La ragazzina pur di attirare ancora una volta l’attenzione del pubblico magico questa volta è volata alle maniere forti aggredendo una sua compagna di scuola, la bellissima Blaze Tiger che precedentemente ci aveva rilasciato un’intervista in esclusiva, davanti a tutta la scuola.
Come vi ricorderete la Signorina Tiger ci aveva detto che riusciva a tenere testa alla Megik, forse queste parole hanno fatto scattare una natura omicida della ragazza che, senza motivo apparente, durante un pomeriggio di Marzo ha provocato la ragazza sul campo da Quidditch della scuola. Non trovando risposta nelle provocazioni, Pervinca ha iniziato con il disarmare la Serpeverde e poi ha usato su di lei l’incantesimo Sectumsempra ferendola quasi a morte.
Il tempestivo intervento dei professori ha fermato l’incontro e salvato la vita alla povera Blaze che ora è sotto schock. Si attesta, inoltre, che il Professor Potter ha soccorso subito Pervinca che si è finta ferita. Se è questo il comportamento di tutti i professori di Hogwarts come possono pensare i maghi e le streghe di mandare i propri figli lì?
La preside della scuola, Minerva McGranitt, come al solito non vuole rilasciare interviste di alcun genere, ma noi siamo riusciti a sapere che la povera Rose Weasley è costretta a letto dopo aver ingerito una dose elevata di elleboro che probabilmente la sua -amica- Megik le ha dato; dopotutto si sa, ha manie di protagonismo!
Intanto gli intrecci continuano, ora Pervinca è sotto osservazione e si sta preparando alle terza prova del Torneo, ma siamo veramente sicuri che il suo parteciparvi non metta in pericolo l’incolumità degli altri tre ragazzi? io ho seri dubbi!”
Pervinca gettò il giornale a terra. Avrebbe voluto incenerirlo, ma aveva promesso di ridarlo indietro. Il rumore dei suoi pensieri aveva soffocato le urla delle sue amiche fuori dalla porta e ora, ritornando alla realtà, si stava rendendo conto di come il tempo era trascorso mentre leggeva.
C’era d’aspettarselo che Rita Skeeter sabotasse i fatti veramente accaduti, ma non si aspettava certo che arrivasse fino a questo punto. In effetti, aveva scagliato lei il primo incantesimo, ma era solo un banale disarmo che per di più aveva privato Blaze della scopa, non della bacchetta per difendersi. Anzi, l’aveva usata proprio bene dopo, infliggendole una delle Maledizioni senza perdono. Se ci pensava sentiva ancora il dolore atroce e gli spasmi invaderle il corpo.
Si alzò dal letto e andò verso alla porta pronta ad affrontare ciò che l’attendeva e a escogitare un piano per farla pagare una volta per tutte a quella cornacchia della Skeeter.
 
Salve a tutti! Ecco il capitolo del primo appuntamento di questa settimana, passato bene questo week-end? Io ho fatto festa per il mio compleanno. Finita questa pausa privata vi ringrazio per leggere e spero che lascerete delle recensioni! A mercoledì,
Baci, Dray xx

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 - In trappola! ***


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-Pervinca apri! Per tutte le maledizioni, apri questa porta, possiamo spiegarti!- urlavano Darcy e Lily colpendo la porta del dormitorio con i pugni.
Pervinca stava ancora pensando all’articolo che aveva appena letto. In quel momento le tornò in mente ciò che era sucesso quel pomeriggio dopo la “battaglia” con Blaze. Ricordava che l’avevano soccorsa e che molti avevano cercato di dirle qualcosa ma aveva solo capito una parola di quello ce avevano detto. Era stato il professor Potter a pronunciarla e non aveva avuto senso nella sua testa dall’allora. Certo, ci era rimasta male perché poteva essere una parola che nel suo contesto originale poteva far parte di un rimprovero. Si ripromise di chiedere spiegazioni il prima possibile al diretto interessato.
La ragazza aprì la porta di scatto. Era visibilmente adirata come se avesse mangiato una cioccorana e questa si fosse messa a ballare nel suo stomaco. Reggeva in mano la Gazzetta del Profeta arrotolata.
-Eccomi!-
-Senti, possiamo spiegarti- iniziò Darcy.
-Abbiamo letto quest’articolo stamattina e lo abbiamo detto ai professori- spiegò Lily.
-I professori ci hanno detto di non dirti niente, pensavamo di fare del bene facendo promettere a tutti di non farti leggere l’articolo- le disse Darcy.
-Non vi preoccupate, ho tutto sotto controllo-
-Sei sicura? La Skeeter ti ha accusata di aver avvelenato Rose e di aver aggredito Blaze-.
-Ma noi sappiamo che non è vero Lily!- sorrise Pervinca.
-Certo, ma il mondo di maghi là fuori no, e noi sappiamo come può reagire!-
-Vedrai che tutto si calma, Darcy, voglio fargliela pagare a quella cornacchia!-
Rientrarono nella salotto della Sala Comune. Lì c’erano Al, James e Hugo che attendevano le ragazze.
-Tieni- sorrise Pervinca rimettendo il giornale nella sacca del ragazzo a cui l’aveva preso.
-Pervinca, noi volevamo dirti che…-
-Risparmia le parole Al, non è arrabbiata con noi-
-E perché dovrei esserlo Lily? Non l’avete scritto voi l’articolo e di certo non avete detto voi alla Skeeter tutto quello che è accaduto! Giusto?-
I cinque ragazzi si guardarono tutti in faccia.
-Giusto?-
-Beh, noi non abbiamo fatto niente- sorrise Hugo.
-Ecco, visto…-
-No, Pervinca, non hai capito… Vedi noi sappiamo come fa la Skeeter a sapere tutto quello che ti succede e non abbiamo fatto niente per impedirglielo-
-Non è colpa vostra comunque, James!- sorrise ancora Pervinca sedendosi sulla poltrona davanti al camino scoppiettante. -Però voglio che se ne vada!-
-Allora so chi ci serve!- sorrise Hugo.
-Hugo, stai dicendo veramente? Tu hai un’idea?- chiese Pervinca incredula.
-Certo! Serve niente meno che Hermione Granger-.
 
Il giorno dopo di buon ora i ragazzi corsero alla gufiera con una lettera in mano da spedire velocemente alla mamma di Rose e Hugo. Lassù tirava un’arietta fredda e i gufi stavano tornando ai loro nidi pronti per farsi una bella dormita dopo una nottata di caccia.
-Allora, quale scegliamo?- chiese Lily.
-Direi che Rubia va bene- sorrise James.
Un gufo dal piumato d’orato planò in loro direzione. Svolazzò intorno alla combriccola e poi si posò sul tavolino di pietra in mezzo alla stanza. Sbattè ancora le ali e poi allungò una zampa. Darcy ci legò la pergamena e Rubia spiccò il volo fuori dalla gufiera.
-Fatto!- esclamò Hugo.
-E ora?- chiese Pervinca.
-Non temere, entro poco tempo Hermione sarà qui e ci aiuterà a risolvere tutto, è la sua specialità!- la rassicurò Albus.
Tornarono tutti al castello pronti per fare colazione. La Sala era piena di studenti che mangiavano e chiacchieravano un po' prima delle lezioni. Il clima era euforico ma allo stesso teso perché la conclusione dell’anno era vicina e così anche gli esami. Certo era solo aprile, ma alla fine di maggio si chiudeva l’anno scolastico e iniziavano i G.U.F.O. e i M.A.G.O. Proprio prima che Pervinca si sedesse al tavolo dei Grifondoro si rese conto di una verità che aveva trascurato fino a quel momento.
-Oh mamma! Devo prepararmi per i G.U.F.O.!- esclamò prima di sparire in direzione del settimo piano.
Con la scusa che era arrivata da un anno doveva fare anche tutti gli esami arretrati e ora doveva sostenere il G.U.F.O. dell’anno precedente. Quando finalmente si presentò stava per iniziare l’esame di Trasfigurazione. Si sedette al suo posto e si guardò intorno: non c’era nessuno oltre a lei, c’era d’aspettarselo.
La professoressa Lucky, l’insegnante di Trasfigurazione, era una strega molto osservante delle regole, un po' come la preside. Non si sapeva quanto fosse vecchia, di certo si manteneva molto bene. Era una vera professionista nella sua materia e aveva il fantastico dono di insegnare la sua materia senza fare addormentare i suoi alunni. Inoltre si diceva che fosse una metamorfusmagus, ma nessuno l’aveva mai vista trasformarsi.
-Signorina Magik, è pronta?- chiese consegnandole un fascicolo.
Pervinca annuì. La professoressa osservò il suo orologio e diede il via. La ragazza aprì il plico di pergamene che diventarono una lista lunghissima che toccava terra da tutti i lati e intinse la sua piuma nell’inchiostro pronta a scrivere tutto quello che sapeva. Si trovò per un attimo a pensare ai suoi compagni che ora stavano facendo l’ennesima lezione teorica o alla povera Rose ancora addormentata; chi sa se avevano trovato una cura. Avrebbe voluto chiederlo alla professoressa Lucky, ma era sicura che non poteva parlare, così chinò la testa sull’esame e iniziò a rispondere alle domande.
Dopo tre ore lunghissime Pervinca uscì dall’aula senza più forze. Si trascinò fino al giardino e si lasciò cadere sull’erba come al suo solito. Sapeva che forse avrebbe dovuto ripassare per il prossimo esame, o esercitarsi per la terza prova del torneo oppure pensare a cosa fare con la Skeeter. Ma era troppo stanca.
-Sei viva, campionessa?- le chiese una voce che non poteva di certo confondere.
-Certo, Scorpius-
-Bene, perché i tuoi amici ti cercavano-
-Perché…-
-Non lo so, ti volevano parlare per via di una lettera spedita questa mattina. Non so tutta la storia. Sono in sala insegnanti-.
Pervinca aprì gli occhi e si alzò.
-Grazie per l’avvertimento- sospirò. -Sai niente di Rose?-
-La tua amica dovrebbe dormire ancora, ma ho sentito dire che il professor Paciock ha trovato una cura insieme a Lumacorno-.
-Fantastico- sorrise Pervinca speranzosa. -E Blaze?-
-Blaze si è beccata una bella strigliata e ora è al tribunale dei minori al ministero-.
-Un po' mi dispiace per lei…-
-A tutti dispiace, avrei voluto fermarla prima-
Mentre i due ragazzi stavano parlando si stavano dirigendo nella sala degli insegnanti. Quando le porte si aprirono per farli passare si trovarono davanti la Signora Weasley che parlava con i suoi figlie e nipoti. Era proprio come se la ricordava: alta, ben vestita e con i capelli mossi di un rosso ramato che le scendevano sulle spalle. Aveva sentito dire che lavorava al ministero, ma non sapeva bene che lavoro facesse, fosse qualcosa con le creature magiche.
-Eccoti Pervinca, ho ricevuto la vostra lettera e sono subito venuta da voi- sorrise. -Ma tu devi essere il figlio di Draco, Scorpius giusto? Mi pare proprio qualche giorno fa la prima volta che ti ho visto in stazione-
-Buongiorno, Signora Weasley- la salutò.
-Chiamami pure Hermione- lo corresse lei. -Allora, mi stavate dicendo che la Skeeter ha colpito ancora! Non vi preoccupate, quella vecchia megera la sistemo io una volta per tutte!-
-Quindi ci aiuterà?- chiese Darcy.
-Ovviamente. Non mi perderei nemmeno una lotta contro quell’insopportabile scrittrice dei miei stivali. Non mi sono mai piaciuti i suoi articoli e nemmeno gli altri dovrebbero leggerli dopo tutte le menzogne che ha raccontato in passato. Ma ora non parliamo di questo, lasciatemi fare e vedrete che prima di sera tutto sarà a posto-
-Fantastico!- esclamò Albus.
-Io ho fame-
-Hugo!- lo spintonò Lily.
-Proprio come tuo padre!- lo riprese la madre con il sorriso sulle labbra. -Andate pure, se ho notizie vi contatto- disse prima di uscire dalla stanza.
-Che ci fai tu qui?- chiese Albus irruentemente a Scorpius.
-Hai qualche problema, Potter?- ribattè il Serpeverde. -Non ti sono bastati i piatti dell’altra sera?-
-Calma voi due, non iniziate!- li richiamò James. -Fuori di qui!-
I ragazzi uscirono dalla sala e tornarono sui propri passi, anche se in verità l’unico che lasciò il gruppo fu Malfoy. La piccola combriccola si diresse, invece, verso l’infermeria determinati a sapere come stava la loro amica. Quando bussarono alla porta in legno questa si aprì cigolando lasciandoli entrare nell’enorme sala.
-Chi è?- chiese una voce giovane.
Al suono di quelle parole la banda di quei sei ragazzi si riversò con una tale irruenza nell’infermeria che quasi non si schiantavano tutti al suolo. A parlare era stata una ragazza dai capelli rosso ramato e un viso pieno di lentiggini seduta su uno dei letti. Altre brandine erano occupate quel giorno e Madama Chips stava curando con delle bende impregnate di pozione una di quelle figure.
-ROSE!- urlarono Albus, Pervinca e Lily in coro correndo dalla ragazza.
-Piano voi tre! Non vorrete rompervi l’osso del collo- li richiamò l’infermiera.
-Tanto siamo già qui-
-Signorino Potter, non faccia tanto il strafottente che come gliele faccio ricrescere posso anche rompergliele le ossa!-
-Ragazzi! siete venuti- sorrise Rose. -Sono sveglia da un paio di ore e mi sto riprendendo, forse ho sbagliato la dose di elleboro- rise.
-E’ stata Blaze- l’informò Hugo.
-Ne ero praticamente sicura, certo, speravo che me ne sarei accorta se avesse fatto una cosa del genere, invece…-
-Siamo contenti che ti sia svegliata!- disse Darcy.
-Grazie a tutti, mi dispiace solo per il fatto che ho mancato l’appuntamento con Aadil-
-Ma sta zitta- la spintonò Albus.
-Niente risate qui! le persone devono riposare, fuori, fuori!- li cacciò Madama Chips. -Potrete vederla più tardi quando sarà dimessa, fuori!-
-Ciao a dopo!-
 
Intanto Hermione era a caccia di Skeeter. Aveva provato a Hogsmeade, ma nessuno l’aveva vista, nemmeno Madama Rosmerta. Poi finalmente tornando a Hogwarts, transitando dalla parte della capanna di Hagrid con l’intenzione di passare per un salutino e una tazza di the, notò un bagliore su una siepe non poco distante da dove si trovava. Si avvicinò, estrasse la sua bacchetta e catturò, come l’ultima volta, uno scarabeo verde luccicante.
-Ti ho presa ancora, Rita- sorrise imprigionando l’insetto in un vasetto di marmellata vuoto che si era portata dietro dentro la borsa.
 
Salve a tutti! Eccoci al nostro secondo appuntamento della settimana, spero che la storia fino a qui sia di vostro gradimento. Per l'appunto volevo farvi qualche domanda: vado troppo lenta? Sono diventata noiosa? Il personaggio di Pervinca e gli altri non sono adatti? Devo continuare a scrivere o vi sto rompendo?
Per favore rispondetemi che ho bisogno di risposte, per l'appunto! Vi invito quindi a lasciarmi delle recensioni.
A venerdì,
Baci, Dray xx


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Capitolo 30
*** Capitolo 29 - Scarabeo in un vasetto ***


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***

Quel pomeriggio sembrò quasi normale. Non fosse stato per la scuola magica tutt’attorno, si poteva tranquillamente pensare che Pervinca fosse tornata alle sue normali giornate. Senza Blaze le rivalità tra i Serpeverde e tutte le altre case erano scese e grazie alle giornate di bel tempo si passava gran parte della mattinata all’aperto. Era diventato più gradevole volare sopra alla propria scopa ora che salendo di quota si potevano sentire ancora le proprie dita.
Ma non era solo per questo che si respirava normalità nell’aria. Il fatto stava che le  lezioni aggiuntive per Pervinca erano terminate e le bastava ripassare i vari argomenti in vista dei vari esami. Inoltre, anche se continuava l’allenamento con il Signor Potter per la terza prova del torneo, niente ormai le faceva tornare in mente i bigliettini che aveva ricevuto o semplicemente il perché si allenava veramente.
A nessuno ne aveva parlato se non ai professori e quindi se non le capitava altro, loro non andavano di certo a chiederle qualcosa perché sapevano che se fosse successo veramente il ben che minimo fatto strano più del solito, Pervinca sarebbe corsa a raccontaglielo. Comunque sia sicuramente Pervinca non se lo sarebbe ricordato. Per una strana ragione si stava dimenticando un po' tutto. Non ricordava la conversazione, o meglio, le conversazioni avute con il dipinto di Albus Silente.
Non ricordava affatto dove aveva messo il vestito violetto che aveva usato al Ballo del Ceppo e non ricordava nemmeno quello. Non ricordava quante foto aveva fatto con Lumacorno, anche se questo era plausibile dato il numero, ma non ricordava neanche di aver mai scartato dei regali di Natale o quando avesse bevuto l’ultima burrobirra. La cosa poteva essere nauseante, ma non importava, perché si stava dimenticando anche di ricordare questi eventi.
Mentre stava con i suoi amici a scherzare tutti felici per il ritorno di Rose nel gruppo, si sorprese a pensare che metà di quell’anno scolastico così indimenticabile si stava di fatto perdendo nella sua memoria, era forse possibile? Forse era il caso di chiedere spiegazioni a uno degli insegnanti, no, meglio a Silente, lui di certo sapeva cosa le stava succedendo… Ma non si ricordava la parola segreta per l’ufficio della Preside, per quanto si sforzasse non le veniva in mente.
-Pervinca ma mi ascolti?- la chiamò Albus.
-Si, Al… Più o meno, stavi dicendo?-
-Che fra poco iniziano le vacanze di Pasqua-
Ecco cosa si era dimenticata, di chiedere che giorno fosse.
-Quindi Pasqua è questo fine settimana?-
-Esattamente- le sorrise Lily.
-E che si fa qui per Pasqua, insomma ad Halloween c’è stata la… Ehm, e a Natale quell’altra cosa…- cercò di riordinarsi le idee Pervinca.
-Beh, di solito si può tornare a casa per stare con la famiglia, ma credo che nessuno voglia tornare a casa visto il Torneo- spiegò Darcy.
-Tanto non credo che sarei tornata a casa comunque- sospirò la ragazza arricciandosi con un dito un ciuffo castano.
-Ragazzi!- urlò una voce per chiamarli.
La Signora Weasley avanzava verso di loro tutta raggiante e con un barattolo in mano.
-Mamma!- esclamò Rose.
-Oh tesoro, ti sei svegliata, non ne avevo dubbi… Tutta sua madre- sorrise abbracciandola. -Devo parlarvi, avete un luogo tranquillo in disparte?- chiese ai ragazzi.
-Credo che l’aula su al quarto piano, quella che nessuno usa più, sia più che ottima- osservò James.
Tutti si diressero furtivi verso il quarto piano cercando di dare meno nell’occhio possibile. Una volta arrivati dentro all’aula deserta popolata da vecchi banchi e sedie impolverate, si chiusero alle spalle la porta.
-Allora, che succede, zia?- le chiese Lily. -Hai novità sulla Skeeter?-
-Certo- rise Hermione poggiando il barattolo sulla cattedra.
Nei suoi occhi c’era una luce di felicità come quella che brilla nello sguardo di un bambino che ha catturato una lucciola in una sera d’estate. Forse in quel preciso momento si stava ricordando di avventure passate.
-Cosa c’è là dentro?- chiese Darcy avvicinandosi di più. -Ma è un coleottero verde!-
-E’ il coleottero verde!- Rise Albus.
-Non ci credo!- esclamò Hugo. -E’ la Skeeter! Mamma hai catturato la Skeeter-
-Certo, Hugo- lo spinse Rose. -Dubitavi della mamma? E ora che facciamo?-
-Ditemi voi, ragazzi. Intanto finché non la libero non si può ritrasformare-
-Cosa proponi, zia?- chiese James.
-Beh, l’ultima volta le ho fatto promettere che non scrivesse più per un anno-
-E ha funzionato?- chiese Pervinca.
-Si, ma poi è tornata scrivendo un libro-
-Chissà che farebbe sta volta…- osservò Hugo.
-Sarebbe da farle scrivere un bel articolo chiedendo scusa e dicendo come stanno veramente le cose- esclamò Lily. -Come l’ultima volta con il Cavillo-
-Giusto, ma non basta… Insomma a fatto passare Pervinca per una persona molto brutta. Ha accusato anche nostro padre di prediligere la magia nera, direi che ha esagerato abbastanza- sospirò James.
-Giusto! Si meriterebbe che fosse detto tutto al Ministero del suo segretino- disse Darcy colpendo il vasetto di vetro con un dito.
-Ragazzi- li chiamò Hermione. -Facendo così probabilmente l’effetto non durerebbe allungo, propongo qualcosa di più duraturo. La Skeeter vuole scrivere un libro che faccia notizia? Le faremo scrivere un libro che faccia super-notizia! Pervinca, finché nessuno saprà chi sei sarai sempre una novità e attirerai storie su di te. Fatti scrivere una biografia e sarai a posto-.
-Davvero?-
-Secondo me sarebbe la cosa migliore- le fece un occhiolino Hermione. -E poi potresti essere famosa, si sta bene, a volte, quando la gente sa chi sei-
Pervinca fu convinta e la Skeeter liberata. Si trasformò all’istante e cedette ai “ricatti” del gruppo di ragazzi mentre Hermione li guardava seduta su una delle sedie. La donna prese un blocco di appunti e una penna che le porgevano e iniziò a scrivere tutto quello che Pervinca le raccontava; iniziò dalle sue vere origini, ma non riusciva a ricordare qualche particolare. Per fortuna i Potter erano sempre stati i suoi vicini di casa e potevano aiutarla a ricordare i fatti.
I minuti, anzi le ore, volarono e l’orologio di Hogwarts batté l’ora di pranzo. Rita Skeeter si ritrasformò e volò via dalla finestra. Hermione salutò i suoi figli e nipoti e si diresse verso l’ufficio del Signor Potter per usare il camino per tornare a casa e il resto del gruppo corse in Sala Grande per la cena.
Si festeggiò ancora il ritorno di Rose e dopo il banchetto tutti tornarono nelle proprie Case. Nel dormitorio delle ragazze iniziò così una festa a base di Cioccalderoni e  Mosche al Caramello. Ma anche Lumache Gelatinose e Penne D’Aquila di Zucchero e altro ancora. C’erano pure quelle caramelle che ti fanno imitare perfettamente diversi versi di animali e non solo, anche rumori come un treno o il clacson di un autobus in corsa.
Insomma, tutte si divertirono moltissimo quella sera e quando finalmente si addormentarono e le luci si spensero, solo il bagliore opaco della luna e delle stelle che splendevano in quella notte senza nuvole illuminavano appena la stanza. Fu proprio con questo clima così perfetto che sui muri di pietra iniziarono a correre per Hogwarts strane ombre.
Non erano fantasmi e nemmeno creature magiche, a dirla tutta c’era solo una grande ombra che si spostava furtiva per la scuola. Era strisciata, poco prima, fuori dalla Foresta Proibita e “correndo” su per la collina era entrata senza problema nel castello. Furtiva si era spostata per i corridoi venendo a volte individuata da una fiaccola accesa qua e là.
Aveva destato i sospetti dell’anziana Miss Purr che si era voltata verso il muro di pietra in cui l’ombra nera transitava. Ma questa, furba, si era nascosta nella stessa ombra della gatta che, dopo essere stata chiamata dal suo padrone, aveva rinunciato nel scoprire cosa l’avesse così incuriosita.  L’ombra era poi corsa su per le scale ed era passata davanti o attraverso gli innumerevoli quadri, ma nessuno si era accorto di niente, perché a quell’ora dormivano tutti.
Quando finalmente era arrivata davanti al dipinto della Signora Grassa era stato semplice passarla ed entrare nella Sala dei Grifondoro, era un’ombra! Si era poi fermata davanti alle scale che si biforcavano. Una andava verso destra e l’altra a sinistra. La strana figura nera temporeggiò, sembrava quasi che facesse la conta per decidere quale strada prendere, poi scelse quella che andava a sinistra.
Strisciò su per le scale come se fosse una serpe e quando arrivò al terzo pianerottolo si fermò. La porta era socchiusa e l’ombra sparì nell’oscurità. Quando incontrò la luce della luna sul muro, l’ombra ricomparve. Scrutò la stanza circolare e individuò un lettino a baldacchino dai tendaggi rossi in  cui dormiva una ragazza dai capelli marroni ricci. Si avvicinò a lei ed estrasse la bacchetta…
 
Salve a tutti! Eccoci qui per il terzo appuntamento di questa settimana. Ho delle buone notizie da darvi, almeno spero che siano buone per voi, per me sono stratosferiche!!! Allora: Il primo capitolo è arrivato e ha superato le 700 visualizzazioni (yeeeeeee) e tutti i capitoli fino al 12 ne hanno già più di 100!!! (doppio yeeee) Inoltre ho ricevuto la bellezza di 49 recensioni. Chi sarà la 50esima? Uuuuuh lo vedremo :D
Inoltre una Casa Editrice mi ha contattato per pubblicare uno dei miei libri originali (quindi non questvviamente xD) e io credo di accettare :D
Vi ringrazio per leggere e seguire la mia storia, SIETE TUTTI FANTASTICI, VI ADOROOOO!!!
Ci vediamo alla prossima settimana, spero che mi lascerete qualcosina da leggere anche per me ;) Grazie ancora,
Baci, Dray xx
P.s. spero che il capitolo vi piaccia perchè io stravedo per il finale del suddetto pezzo di storia :D

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Capitolo 31
*** Capitolo 30 - Il ruba ricordi ***


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***

Un’ombra lunga e nera si allungò fino ad arrivare direttamente sopra a Pervinca che dormiva. Un’ombra di una bacchetta si avvicinò alla tempia della ragazza e una lucetta viola si accese nella stanza. Due parole vennero sussurrate nel silenzio -“Subit Recordatio”- e una luce viola crepitò nella stanza come altre volte aveva già fatto.
La illuminò per un decimo di secondo e se qualcuno fosse stato sveglio sarebbe stato abbagliato. Poi si spense come era venuta e l’ombra fece per mettere via la bacchetta. Rose si rigirò nel suo letto dalla parte in cui poteva vedere Pervinca proprio nel momento in cui nella stanza si irradiava la luce dell’incantesimo e, destata dal suo sonno profondo da quella strana luminescenza, aprì gli occhi. Quello che vide, dapprima, fu un complesso di ombre dettate dalla luce della luna che entrava dalle finestre, ma poi si accorse che una di queste si muoveva.
Vagò velocemente con gli occhi in cerca del proprietario, ma non trovando nessuno in quella stanza oltre alle sue compagne assopite, tornò a guardare verso l’amica e notò che non c’era più niente. Convinta di aver sognato tirò un sospiro di sollievo. All’improvviso l’ombra misterioso sbucò da sotto il suo letto, proprio davanti a lei come se fosse un fantasma nero o un Dissennatore, solo senza sostanza. Non aveva nemmeno volto e a quella vista Rose urlò.
Urlò con tutto il fiato che aveva nei polmoni svegliando non solo le sue amiche, ma anche tutto il dormitorio e il Prefetto dei Grifondoro diede l’allarme ai professori che si svegliarono all’istante e corsero al settimo piano. Intanto l’ombra si era allarmata e volando verso il soffitto cercava una via d’uscita dal castello.
Il quadro della Signora Grassa era già aperto quando iniziarono ad arrivare i professori di Hogwarts in camicia da notte, con i capelli scompigliati e gli occhiali da vista storti sui loro nasi. Quando entrarono nella Sala Comune molti alunni erano già lì ad aspettarli, tra cui il Prefetto e studenti degli ultimi anni. Corsero fino al terzo pianerottolo delle scale a sinistra e spalancarono la porta. Rose, intanto, aveva preso la bacchetta e la stava puntando verso al soffitto cercando l’ombra.
-Cosa Succede Rose Weasley?- tuonò la Preside.
L’intruso ne approfittò e piombò giù come un mantello nero accecando tutti quelli che erano dentro la stanza. I professori estrassero le loro bacchette e iniziarono a lanciare incantesimi per liberarsi. L’ombra scivolò via verso il salotto. Arrivata lì fu facile vederla per via delle luci tutte accese. Cercò di nascondersi usando le ombre che i mobili gettavano sui muri. Gli alunni più vecchi presero le loro bacchette e iniziarono a urlare -“Stupeficium”- cercando di colpirla.
L’ombra si destreggiò tra gli incantesimi con uno slalom e uscì dalla Sala Comune. Gli insegnanti le corsero dietro per tutta la scuola cercando di prenderla, ma una volta arrivata nella Sala Grande L’ombra guardò in alto aspettando che tutti i professori si riunissero intorno a lei convinti di averla presa. Estrasse la bacchetta, che era fina ma tutta storta, e facendola volteggiare in aria richiamò una luce viola che l’avvolse e la fece sparire proprio mentre i professori lanciavano un incantesimo tutti all’unisono.
Nessuno però poteva immaginare che l’ombra non fosse di fatto sparita così nel nulla, ma che in verità si era nascosta nelle ombre degli stessi professori e, quando finalmente nessuno ci pensava più e osservava solo il centro vuoto della grande stanza, lei scivolò via fuori dalla sala, successivamente fuori dalla scuola, e tornò nella Foresta Nera.
Tutti nella scuola erano svegli, nessuno dormiva, apparte la povera Pervinca che giaceva svenuta nel suo letto da sola nella stanza, poiché tutti erano ai piani di sotto. Le due torri di Grifondoro si erano svuotate e il salotto era pieno di studenti in vestaglia che parlavano dell’accaduto. Rose raccontava della sua esperienza e di come quella strana creatura assomigliasse a un Dissennatore con la differenza che possedeva una bacchetta.
Ne aveva percepito l’incantesimo e l’aveva intravista perfettamente tra le dita lunghe di quell’ombra nera. Sapeva perfettamente che ai Dissennatori non era permesso avere una bacchetta, ma era altrettanto sicura che quella cosa non fosse un Dissennatore.
-Era alta due metri e non aveva sostanza, ci vedevo attraverso, capite?- spiegava ai suoi amici. -Mi ha sorpresa mentre cercavo la persona che emetteva quell’ombra, ero convinta che ci fosse qualcuno a cui appartenesse-.
-Che stava facendo?- le chiese Hugo.
-Aveva appena lanciato un incantesimo verso Pervinca…- raccontò la ragazza. -Oddio, Pervinca!- urlò quando si accorse che la sua amica non era mai uscita dalla stanza.
I professori rientrarono nella Sala Comune gialla e rossa proprio quando un gruppo di ragazze correvano su per le scale di sinistra. Entrarono nella stanza del terzo pianerottolo e corsero verso Pervinca ancora svenuta. La mossero cercando di capire come stesse.
-Largo, largo fate largo!- urlò Madama Chips entrando nella camera e spostando le ragazze.
Quando arrivò davanti al letto a baldacchino esaminò l’alunna che ci dormiva. La McGranitt era subito dietro di lei, seguita dalla professoressa Lucky e Sibilla Cooman che scrutavano la povera fanciulla bianca come un panno.
-Come sta Poppy?- le chiese la preside.
-Sembrerebbe tutto a posto, ma dovrò svegliarla per saperlo con certezza!- stabilì.
Agitò una mano in aria e poi appoggiò il dito indice sul naso di Pervinca che aprì gli occhi all’istante. Il suo sguardo rimase vitreo per un attimo e poi la ragazza prese definitivamente coscienza. Tutti erano intorno a lei e la fissavano aspettando una sua reazione.
-Che succede?- chiese guardando le facce dei professori e delle sue amiche introno a lei.
-Come ti senti, Pervinca?- le chiese la preside. -Tutto a posto?-
-Certo, ma che è successo?-
La preside si voltò verso gli altri professori ignorando la domanda di Pervinca.
-Penso che dovremmo parlarne in privato- diceva la McGranitt.
-Lo penso anche io, Minerva- concordava la professoressa Lucky.
-Come sta, Poppy?-
-Sembrerebbe tutto a posto, forse domani con una bella visita completa potrò tirare veramente le somme-
Pervinca le scrutò con curiosità.
-Pervinca, vuoi gentilmente seguirci nel mio ufficio?- le chiese la preside.
La ragazza assentì, si mise le pantofole e la vestaglia e scese giù dal letto mentre tutti la fissavano.
-Signorina Weasley, può venire anche lei?- chiese anche a Rose che affiancò subito l’amica.
Uscirono dalla Sala Comune dei Grifondoro sotto lo sguardo assonnato di tutti gli studenti che tornavano nei loro dormitori sotto la guida del Prefetto. Intanto sulle scale anche altri alunni venivano riportati nelle loro case e i professori si accertavano che fosse tutto a posto. La preside, le due alunne e il Signor Potter giunsero nello studio dei presidi di Hogwarts.
-Torta di Mele- aveva sussurrato la McGranitt davanti al gargoyle per entrare nella stanza e Pervinca non mosse nemmeno una ciglia a quelle parole. Quando entrarono nella stanza Pervinca la osservò come se fosse la prima volta che ci entrava e indugiò con il suo sguardo su ogni singolo oggetto.
La preside si sedette sulla sedia dietro alla grande scrivania e il professore si fermò davanti a essa con le due ragazze.
-Rose, sei qui perché vorrei che ci raccontassi cosa è successo- le disse la preside tirando fuori pergamena e piuma.
-Allora, io stavo dormendo quando una luce viola, forte molto forte, mi ha svegliata-
-Un incantesimo?- le chiese Harry.
-Si- assentì la ragazza ricordando i fatti di poco fa. -Ho aperto gli occhi e ho visto un’ombra sopra pervinca, mi sono girata e quando ho riguardato in quella direzione non c’era più-.
Pervinca rabbrividì. Era successo veramente così? Lei non ne sapeva proprio niente.
-Poi?- chiese la preside.
-Poi l’ombra è comparsa da sotto il mio letto e mi ha spaventata, ho urlato ed estratto la mia bacchetta-.
-Pervinca tu ricordi niente?- le chiese Potter.
Pervinca corrugò la fronte cercando di ricordare qualcosa.
-Stavo dormendo…- ammise.
La preside appoggiò la piuma e si tolse gli occhiali. Fissò la cornice d’oro che non distava molto dal suo scranno. Pervinca osservò in quella direzione e ci trovò la figura di un uomo dai capelli e barba molto lunga del colore dell’argento e con un paio di occhiali a mezzaluna sul naso. L’uomo le fece un occhiolino, eppure la ragazza era convinta di non conoscerlo.
-C’è qualcosa che non va, Pervinca?- le chiese Rose notando il suo sguardo assente.
-I-io… Chi è quell’uomo?- chiese indicando il ritratto di Albus Silente.
-Come?- le chiese Rose che non credeva alle sue orecchie. -Quello è il professor Silente, ci hai parlato molte volte Pervinca!-
-Davvero?-
Il Signor Potter guardò la McGranitt allarmato.
-Pervinca- la chiamò avvicinandosi a lei. -Sai chi sono io, vero?-
-Certo, lei è il Signor Potter, il mio vicino-
-Sai chi è lei?- chiese indicando la nipote.
-Rose, la mia amica-
-E lei?-
-La preside McGranitt-
-E dove siamo ora?-
-A Hogwarts-
A quelle risposte Harry Potter rimase stranito.
-Pervinca- la chiamò Silente. -Che cosa hai fatto ieri pomeriggio? Hai parlato con un coleottero verde?-
Pervinca si sorprese di quella insolita domanda.
-Certo che no signore, non parlerei mai con un coleottero verde- rispose.
-E con Rita Skeeter?- le chiese Rose.
Pervinca ci pensò un po' su. Non capiva il motivo di tutte quelle domande, proprio non ci arrivava. Erano assurde e senza senso. Sorvolando su questi fatti riflettè ancora e poi rispose all’ultima domanda.
-Chi è Rita Skeeter?-
 
Quando arrivò l’ora di colazione Pervinca si alzò dal suo letto al suono della solita campanella mattutina e indossò la divisa della scuola. L’avevano rimandata nel suo dormitorio dopo l’ultima risposta che aveva dato. Tutti parlavano ancora di quanto era successo quella notte. Le facevano un’infinità di domande e si era stufata di rispondere.
Aveva, però, molta fame e così corse giù nella Sala Grande per fare colazione. Sapeva che dopo avrebbe dovuto sostenere un esame pratico di volo e doveva essere in forze per farlo al suo meglio. Si sedette a tavola e riempì il suo piatto di salsicce e uova strapazzate in salsa al mandarino e iniziò a mangiare.
Stava fissando famelica il suo piatto quando sentì i suoi amici arrivare e sedersi vicino a lei. Erano felici e gioiosi per le vacanze di Pasqua che si avvicinavano e che preannunciavano un paio di giorni senza lezioni.
-Sarà fantastico tornare a casa dopo così tanto tempo- diceva Lily.
-Dite che zio Charlie mi avrà portato qualcosa di bello? Spero un bellissimo orecchino con la zanna di drago proprio come il suo- esclamò Hugo e Rose gli diede una spinta.
-Certo, poi papà te lo ruba e mamma glielo confisca!- rise.
-Fortunati!- sospirò Darcy. -Io me ne resto qui a scuola con gli altri e voi no-
-Ma non è obbligatorio restare- le fece notare Albus.
-Ah, i miei sono via, papà è fuori per affari e mamma è in vacanza-
-Fantastico- la prese in giro James. -E le tue sorelle?-
-Piuttosto che stare con loro vado ad Azkaban- sorrise prendendo un calice con del succo di mirtillo.
-Che bello che sarà, vero Pervinca?- le chiese Rose abbracciandola.
-Cosa?- chiese con la bocca piena.
-Stai diventando come Hugo, non è un bel presentimento- la prese in giro Lily.
-Hey- esclamarono Pervinca e il rosso all’unisono.
-Cosa stavate dicendo? Cosa sarà divertente?- chiese Pervinca dopo aver ingoiato il boccone.
-Verrai con noi in vacanza a Pasqua, Rose non le lo hai detto?-
-Stava dormendo quando sono tornata nel dormitorio, Al non farne un dramma-
-Quindi?-
-Quindi, Pervinca, tu vieni con noi alla Tana a festeggiare la Pasqua con la famiglia Weasley al completo, vedrai che ti divertirai- le spiegò James.
-I miei genitori lo sanno?-
-Pensano che resterai qui a scuola, di fatto non cambia molto- rise Darcy.
-E perché questo cambio di programmi alla fine?-
-Per quello che è successo ieri- spiegò Albus. -Dopo che quella cosa è entrata qui e ti ha aggredita, Silente, la McGranitt e mio padre hanno convenuto che tu debba cambiare “un po' aria” e ti portiamo nella casa dei nostri nonni, vedrai ti divertirai di sicuro-.
-Oh, va bene- sorrise la ragazza.
-Bene, si parte tra due giorni- comunicò Lily.
-Si, vedrai che non ti annoierai!- esclamò Hugo con la bocca piena e mangiando direttamente dal piatto pieno di cosce di pollo che formavano una piramide.
 
Salve a tutti! Eccoci qui per il primo appuntamento di questa penultima settimana di scuola. Come state? Io insomma, sono contenta (come sempre) del vostro seguire la mia storia, siamo arrivati a 50 recensioni, a 30 capitoli e a 743 visualizzazione del primo capitolo per non parlare di tutti gli altri che hanno raggiunto le 100!!! SONO FELICEEEEEE!!!
Colgo l'occasione per ringraziarvi e per sperare in tante vostre recensioni qui sotto (dai dai dai dai fatemi felice, PER FAVOREEEEEEEEEE).
Intanto vi saluto, a mercoledì
Baci, Dray xx

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Capitolo 32
*** Capitolo 31 - La Tana ***


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I due giorni erano passati e Pervinca stava preparando il suo baule con tutto quello che potesse servirle per un paio di giorni alla Tana. I suoi amici non le avevano spiegato molto su quel posto e iniziava a farsi strane idee sul suo aspetto. Le avevano raccontato che era una casa sulla palude, aveva un giardino grande tutt’intorno e c’erano molti gnomi da giardino… Gnomi veri che correvano per la palude nascondendosi tra l’erba alta. Di sicuro sarebbe stata un’esperienza emozionante.
Una volta che il baule fu pronto lo chiuse. Gif entrò nella sua gabbietta d’argento e lei si mise a osservare i suoi bagagli, c’era qualcosa che dimenticava, ne era sicura. A dirla tutta erano giorni che sentiva che si dimenticava varie cose, ma non diceva niente a nessuno o le avrebbero regalato una ricordella, ne era certa.
-Oh, ma è Jioyelle!-
Pervinca afferrò una giacca e si precipitò giù per le scale. Doveva correre da Hagrid, erano giorni che non ci andava più. Come aveva fatto a dimenticarselo? Come fu fuori dal castello corse giù per la collina incurante dei sassi che a volte perforavano il terreno e che potevano farla inciampare  e ruzzolare giù per la collinetta.
Arrivata davanti alla grande porta di legno della baracca fatiscente di Hagrid si ricompose un poco lisciandosi la gonna e bussò. L’abbaiare di Thor ruppe subito il silenzio. Come si aprì la porta il grande cane nero le saltò in braccio e per poco non la fece cadere a terra.
-Thor, Thor stupido cagnaccio! Lascia stare Pervinca, giocherellone- rise l’uomo dalla barba lunga.
Il grande cane, ricevendo una grattatina sulla testa dalla ragazza, dopo essersi dichiarato soddisfatto, tornò dentro casa.
-Prego, vieni pure Pervinca- la invitò a entrare il suo professore. -Come stai? Mi è stato detto che hai avuto un po' di inconvenienti in questi giorni, beh… Più del solito-
-Sto bene grazie- sorrise la ragazza sedendosi su una delle enormi sedie di legno mentre Hagrid tirava fuori le consuete tazze da the.
-E tu come stai Hagrid?-
-Benone! Ieri io e Thor abbiamo perlustrato la Foresta Nera e abbiamo iniziato a dare una mano per l’allestimento della terza prova del Torneo Tre Maghi-
-Vuoi dire che la prova la si farà nella foresta? Ma non è proibito agli alunni entrarci?-
-Sicuro! Ma da qualche parte dovranno pur farla la prova, e per quello che ho saputo, la foresta è perfetta!-
-Wow- esclamò Pervinca bevendo un po' di the, anche se nel sentirne l’odore cambiò subito idea. -E Jioyelle come sta? Si è ripresa?-
-Oh, la serpentella dici? Certo, aspetta-
Hagrid si alzò e andò in un angolo della stanza dove una montagna di Gazzette del Profeta giacevano ammucchiate a formare un’enorme piramide.
-Aveva bisogno di un po' d’esercizio, così le ho costruito un palestra improvvisata… Vieni a vedere, se ne sta qui tutto il giorno e va su e giù, dentro e fuori… Esce solo per mangiare e basta- sorrise.
Pervinca si alzò e andò vicino al mucchio di carta straccia. A volte c’erano delle piccole entrate, gallerie che di sicuro percorrevano tutta la montagna di giornali. Si sentivano fruscii qua e là e qualche volta della carta si muoveva.
-Jioyelle?-
Al suono della voce della sua padrona una testolina arancione sbucò da un pertugio in alto a destra del cumulo di carta, sibilando per attirare l’attenzione. Pervinca sorrise e tese una mano. La serpentella ci si strisciò sopra e per tutta la lunghezza del braccio. Arrivata alla gola la circondò come fosse una collana e diede un buffetto sulla guancia della sua padroncina.
-E’ bello rivederti amica mia-.
-Stava ridotta proprio male quando me l’hai portata, quel Bunafà aveva proprio la prese potente, ma io sono un asso con gli animali- si vantò Hagrid gonfiando il petto.
-Grazie mille, Hagrid- disse Pervinca abbracciando il gigante.
-Oh, di niente piccolina- rispose colpendole affettuosamente la testa con il suo grande palmo.
-Ora devo andare, parto con i Potter e i Weasley per una vacanza alla Tana-.
-Che bello, sono sicuro che ti divertirai-.
Pervinca si avvicinò alla porta.
-Buone vacanze e…- si fermò Hagrid per tirare su con il naso prima di soffiarlo prepotentemente dentro a un lenzuolo bianco. -Mi mancherai tanto piccola serpentella! A presto-.
Jioyelle in risposta sibilò mentre usciva dalla casupola con la sua padroncina. Pervinca tornò a scuola pronta per prendere i suoi bagagli e raggiungere gli amici.
 
Quando era arrivata al castello ed era tornata nella sua stanza, la sua roba non c’era più. Allora era corsa nello studio del professor Potter dove vi ci trovò tutti, ma proprio tutti. I sui bagagli erano stati rimpiccioliti, come la prima volta, e ammucchiati insieme a quelli degli altri ragazzi. Gif era stato liberato e insieme agli altri gufi era partito poco prima per la Tana.
-Sei pronta a usare ancora la Metropolvere?- le chiese Albus sorridente.
-Ancora?- gli rispose lei un po' in imbarazzo.
Il Signor Potter le rispiegò come si usava, ma per evitare incidenti fece andare prima di lei gli altri. E così fu la volta di Louis, Molly, Lucy, Fred, Roxanne e poi James, Rose, Hugo, Albus e Lily. Quando finalmente nella stanza rimasero solo Pervinca e Harry Potter, lui le diede della polvere e la fece entrare nel caminetto.
La ragazza era agitata, era convinta che fosse la prima volta che viaggiava in quel modo, anche se il Harry le assicurava che non lo era. Prese un respiro profondo come la prima volta e getto la polvere verso i  suoi piedi urlando -LA TANA- e una fiamma verde si accese e la spinse in su verso il buio.
Il buio non finiva, neanche quando fu certa di essere atterrata su un pavimento. Sentiva delle voci, ma non le distingueva, capiva solo che erano urla felici e risate trattenute. Quando finalmente si accorse di aver avuto gli occhi chiusi per tutto quel tempo, li riaprì e intorno a lei si rivelò l’immagine di una casa alla mano, un po' vecchio stile ma molto accogliente, forse più accogliente delle propria casa.
C’era un orologio a pendolo in legno proprio di fronte a lei, ma era diverso dagli altri orologi perché sul quadrante non c’erano le solite ore ma diversi luoghi e le lancette non erano tre, ma molte, molte di più. La maggior parte delle lancette segnava la parola “Tana”, tutte tranne una che era su “Scuola”.
CLAK
No, ora anche quella lancetta era su “Tana”.
-Tutto bene, Pervinca?- le chiese il Signor Potter arrivando dietro di lei e poggiandole una mano sulla spalla.
Pervinca non fece in tempo a rispondere perché un’ondata di facce conosciute e non la investì pur di arrivare a Harry. Tutti urlavano e strepitavano dalla gioia. Si distinguevano i -Che bello rivederti!- e i -Ti è piaciuto il regalo che ti ho mandato per Natale?-. Pervinca pensò che sarebbe stato bello avere una famiglia così.
Forse molte persone in quei giorni pensavano che si stesse dimenticando molte cose, ma una cosa era certa, non si stava dimenticando la sua famiglia. Anzi, se la ricordava proprio bene, composta solamente dai suoi genitori. Non aveva mai sentito parlare di nonni o zii o cugini, nemmeno i parenti alla lontana o padrini o madrine erano mai saltati fuori in sedici anni passati in quella casa, solo amici, amici e amici che mandano cartoline dalle Hawaii e collane di conchiglia a Natale.
Niente di più e niente di meno. Invece ora a vedere quell’accumulo di gente dai capelli rossi, la maggior parte, che ridevano e si abbracciavano in un piccolo soggiorno striminzito, beh, le stava proprio scaldando il cuore. Si ritrovò a pensare che voleva che l’adottassero, magari avrebbe così potuto avere ricordi duraturi, chissà.
-Ma quanto sei magro, Harry caro!- urlò una donna, un po' in carne, dai capelli rossi crespi e appena appena ingrigiti dal tempo. Pareva la padrona di casa, forse era la suocera del Signor Potter di cui una volta gli aveva parlato. Proprio tra quei pensieri Pervinca si accorse di ricordare qualcosa. -Per te ho preparato proprio un bel banchetto, Harry caro- trillò ancora afferrando una guancia di Harry Potter con due dita e tirandola un poco.
-Ti ringrazio, ma- sorrise Ron Weasley. -Mi fai sempre sentire un figlio amato!-
-Non ti accaldare, Ron-Ron- rise George Weasley. -Lo sai che per te c’è sempre un trattamento speciale!- lo prese in giro facendogli un occhiolino.
-Ma cosa andate a dire- gli rimproverò la donna. -C’è da mangiare per tutti, fate largo, fate largo!- disse allontanandosi.
-Harry! Sei arrivato- esclamò un uomo dall’aspetto altezzoso e dai capelli rossi perfettamente pettinati e curati entrando nella stanza ormai straripante di persone. -Giusto oggi stavo parlando di te al Ministero, ci faresti comodo all’Ufficio…-
-No, no Percy, ne abbiamo già parlato- rise il Signor Potter. -Sono molto felice della cattedra che ho a Hogwarts-.
-Ma al Ministero servirebbe un mago come te!-
-Ce ne sono altri che ne sarebbero più felici di me di avere quel posto-
-Harry Potter!- esclamò una voce giovane e la marea di gente si aprì come il mar rosso.
-Teddy Lupin- sorrise Harry.
I due si abbracciarono. Il ragazzo era alto, aitante e aveva una massa di capelli scompigliati di un viola scuro che gli scivolavano anche sugli occhi. Dietro di lui c’era una giovane e bella ragazza dagli occhi azzurri e i capelli di un biondo folgorante. Sorrideva in modo molto dolce e felice.
-Che bello rivederti, Teddy! Oh, Victorie come ti sei fatta grande, e in così poco tempo, ci siamo visti la scorsa estate appena. E tua sorella dove sta?-
-Fuori ad aiutare la nonna ad apparecchiare- rispose la ragazza, che Pervinca aveva ammirato poco fa, usando un accento vagamente francese, come quello di Louis, forse era sua sorella.
Prima che la presenza di Pervinca tornasse rilevante ci furono altri abbracci e chiacchere.
-E’ pronto! Venite a tavola- si sentì squillare la voce di nonna Molly nell’aria.
La folla, come era entrata, scomparve oltre la soglia travolgendo di nuovo la povera Pervinca che se n’era stata, per tutto quel tempo, in un angolo solitario della stanza vicino a una poltrona che sembrava foderata con un vecchio e fatiscente vestito da sera color prugna. Le sembrava strano, dopotutto, che così tante persone erano state presenti in quella stanza in così poco tempo e nessuno si era accorto di lei.
-Pervinca!- la chiamò una voce famigliare. -Tu non viene?- le chiese Albus avvicinandosi a lei e tendendole una mano perché la potesse prendere per guidarla. -Avanti, sei l’ospite d’onore e non ti preoccupare se prima nessuno ha fatto caso a te, pensalo come un privilegio perché fra poco rimpiangerai quel momento di pace- le sorrise.
Pervinca afferrò la sua mano e uscì dalla stanza con lui.
 
Salve a tutti! Scusate il ritardo ma qui da me c'è stato un temporalone che ha tolto il segnale internet per un bel pò... A dirla tutta pure ora c'è il temporale, ma almeno c'è segnale :D Ecco che vi posto un fantastico capitolo (ok, mi sto danto delle arie) che per metà si incentra sulla prima impressione che Pervinca ha sulla Tana, che ne pensate? Lo so è ancora povera, ma ci arriveremo...
Vi ringrazio per lo sforzo che state facendo per continuare a leggere questa storia, forse sto diventando un pò pesante, ma sto veramente cercando di fare il mio meglio e WOW, nessuno mi ha ancora lasciato una recensione critica, forse forse sto facendo un lavoretto sostenibile :D
Grazie ancora per leggere e recensiere e per avermi aggiunta come scrittrice favorita o per aver aggiunto questa storia alle preferite/seguite/ ricordate... VI AMOOOOOOOOOOO!!!
Detto questo spero di ricevere un numero allettante di recensioni,
Baci, Dray xx

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Capitolo 33
*** Capitolo 32 - Pranzo con i Weasley ***


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***

Fuori era una bella giornata. Il sole splendeva e il giardino era radioso e festoso. Era stato apparecchiato un lunghissimo tavolo imbandito da pietanze succulente e centri tavola davvero curiosi e colorati, parevano piccole foreste pluviali. Quasi tutti erano seduti a tavola. Alcuni, come nonna Molly e Dominique Weasley, stavano finendo di portare il cibo a tavola.
Ai due capi della grande tavola rettangolare c’erano un uomo dai capelli rossi brizzolati e un po' radi che rideva forsennatamente con gli uomini che gli sedevano vicino e dall’altra parte c’era Harry Potter che parlava con Percy che cercava di assumerlo all’Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche.
-C’è già Hermione, chiedi a lei- continuava a ribattere il Signor Potter cercando di far tacere il Ministro della Magia.
-Hermione è all’Ufficio per le relazioni con i Folletti- si giustificava lui.
-Percy, Hermione è a capo di tutto il reparto, non solo quello dei Folletti-
-Dettagli…-
Albus si andò a sedere vicino al fratello e Pervinca si accinse a occupare il posto vicino a Rose. Quell’ambiente era proprio caotico. Malgrado fossero all’aperto le innumerevoli voci risuonavano come se fossero stati in un piccolo salone. La sensazione che tutto ciò dava era davvero gradevole.
Rose stava parlando con gli altri cugini. In poco tempo Pervinca iniziò a imparare tutti i nomi dei componenti della famiglia Weasley. C’era il marito di nonna Molly, nonno Arthur, che era l’uomo a capotavola che la ragazza aveva poco prima notato; poi c’erano i suoi figli che erano lo zio Bill che si era sposato con zia Fleur e ora avevano tre figli, ovvero Victorie, Dominique (una ragazza dai capelli biondi e blu) e Louis che già aveva conosciuto.
Poi c’era zio Charlie, non ancora sposato perché troppo preso dai suoi studi sui draghi. Percy si era sposato con una piccola donna mingherlina, Audrey, dagli occhi chiari come due diamanti, era taciturna, ma aveva sempre un sorriso sulle labbra. Il Ministro aveva avuto due figlie, cioè Molly e Lucy, che Pervinca già conosceva bene. C’era successivamente zio George sposato con zia Angelina. I loro figli erano Fred e Roxanne. E poi c’erano zio Ron, che rideva e veniva preso in giro dai sue fratelli che ricordavano i tempi della loro gioventù, e  Ginny che continuava a sorridere e a far svolazzare i suoi bellissimi capelli rossi.
Quando tutto il cibo fu giunto a tavola anche nonna Molly si avvicinò al suo posto a sedere vicino al marito.
-Arthur- lo chiamò ma l’uomo continuava a ridere. -Arthur! Il discorso… Dai il benvenuto come si deve, forza- lo incitò.
L’uomo si alzò in piedi mentre si ricomponeva, probabilmente aveva appena sentito il nuovo aneddoto di Charlie sui draghi.
-Benvenuti a tutti- iniziò. -Sono felice di avere tutta la famiglia al completo in questo bellissimo giorno. Dopo tempi di crisi noi siamo rimasti uniti e abbiamo lottato e ora, guardiamoci, abbiamo dato vita a una nuova generazione che segue perfettamente le nostre tracce, vero James? Facciamo anche i nostri auguri a Teddy e a Victorie che a luglio si sposeranno-
Tutti applaudirono e i due messi al centro dell’attenzione si scambiarono un bacio.
-Questi sono tempi d’oro e ringrazio il buon Dio che ce li fa passare tutti insieme- nonno Arthur alzò il calice in segno di ringraziamento. -Buon appetito!- concluse cercando di risedersi sulla sua sedia, ma la moglie gli diede una gomitata.
-Arthur!-
-Oh, dimenticavo- esclamò l’uomo tornando ritto in piedi. -Abbiamo anche un ospite gradito oggi. Pervinca Magik, benvenuta tra noi, speriamo che ti divertirai anche se è difficile non farlo- disse sorridendo verso la ragazza e alzando un calice.
Pervinca non sapeva che rispondere, ma non fece nemmeno in tempo a pensarci su che tutti si avventarono sul cibo. Pervinca potè osservare zio Ron e Hugo che mangiavano vicini e si rese conto che Lily aveva proprio ragione, quei due si assomigliavano proprio tanto.
Zio George stava spiegando le sue nuove invenzioni al fratello Bill e fu proprio osservando quella scena che Pervinca si accorse della sedia vuota vicino a lui.
-Manca qualcuno?- chiese. -Quella sedia vuota per chi è?-
-Oh, quella è per zio Fred, il fratello gemello di zio George- le rispose James.
-Ma non lo aspettiamo prima di mangiare?-
-Pervinca…- iniziò Molly. -Zio Fred è morto….-
-Oh-
-Pervinca cara- la chiamò nonna Molly. -So che vieni da una famiglia babbana, come va ora da quelle parti?- le chiese cercando di far partire una conversazione allegra.
Nonno Arthur a sentire le parole “famiglia” e “babbana” nella stessa frase perse l’interesse che aveva poco prima per il racconto di Percy sul nuovo regolamento per le bilance in ottone (anche se di interesse non ce n’era molto).
-Davvero? I tuoi genitori sono tutti e due babbani? Come hanno reagito quando hanno saputo dei tuoi poteri? Dimmi, anche voi usate quella tecnologia che spara aria calda e asciuga gli oggetti bagnati?-
-Nonno Arthur lavoro all’Ufficio per l'Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani- le sussurrò Rose in un orecchio. -Il suo è puro interesse, non ti allarmare-.
-Dite il phon?-
-Esattamente- sorrise l’uomo parlando dopo aver introdotto in bocca un boccone di polpettone e indicando la ragazza con la forchetta. -Come hanno reagito i tuoi? Scommetto che erano felici, i babbani sono sempre felici in queste condizioni… Non tutti forse, e non subito-
-I miei non lo sanno-
-Come? E dove pensano che tu sia?-
-In una scuola speciale per imparare a disegnare bene-
-Ma… Ma… Ma-
-Arthur- lo chiamò Harry Potter. -Fai altre domande a Pervinca, ma di quell’argomento ne parleremo un’altra volta-
-Giusto- tornò sorridente l’uomo. -Allora dimmi Pervinca, è vero che quel tuo phon può provocare tornadi?-
-Oh, io non credo-
-Su questo avrei da ridire, il mio collega, il Signor Bottow, sostiene di averne trovato uno che può. Ora io non conosco l’ingegneria babbana totalmente, ma tu forse puoi sbrogliare questa mia informazione e rendermi chiare la idee. Illustrami esaurientemente tutte le funzioni di questo phon, vuoi?-
-Io lo uso per asciugarmi i capelli- rispose la ragazza che tratteneva a stento delle risate.
-Interessante- sostenne il Signor Weasley prendendo un altro po' di polpettone.
Quando il pranzo arrivò ai secondi piatti lo zio George aveva già tirato fuori i suoi prototipi delle piume dispettose e dei suoi ragni a molla. In particolare di quest’ultimi ne aveva messo uno sgrosso nel piatto dello zio Ron che stava parlando con zio Charlie. Quando Ron si girò e si ritrovò un enorme ragno nel piatto che saltava iniziò a urlare.
-Mio padre ha paura dei ragni- spiegò Hugo a Pervinca.
Zio Ron si era ribaltato con la sedia e ora si stava trascinando il più lontano possibile dal tavolo. Hermione era corsa in suo soccorso e cercava di tranquillizzarlo.
-Ron è finto, stai calmo Ron!-
Tutti ridevano e per poco zio George non cadeva anche lui dalla sedia con le lacrime agli occhi. Quando zio Ron si rese conto dello scherzo si rimise in piedi e si tolse la povere dal completo.
-Tanto lo sapevo che era finto…- iniziò a dire. -Volevo solo far divertire tutti-
-Certo Ron- gli disse sua moglie cercando di non ridere anche lei.
-George Weasley!- strillò nonna Molly dall’altra parte della tavola. -Sei un uomo e fai ancora questi scherzi da bambino?-
-Ma! Non puoi fare queste domande a me, falle a Ron-Ron che urla ancora come una bambina- rispose zio George ridendo ancora.
-Non è da uomini comportarsi così- declamò Percy mantenendo una compostezza e un decoro assurdi in quell’occasione.
Nonna Molly scrutò George con rimprovero.
-Arthur di qualcosa, non stare così impalato-
-Giusto, bel lavoro figliolo-
-Arthur-
-Volevo dire…- si corresse l’uomo. -Non si fanno queste cose a tavola… La prossima volta fallo in salotto!-
Nonna Molly sospirò frustrata e tornò a mangiare.
Quando finalmente il dolce fu servito gli animi si attenuarono e così anche le discussioni. La domande si tramutarono in barzellette e racconti divertenti e le conversazioni iniziarono a essere condite con sonore risate. Gli animi iniziarono a calmarsi solo quando tutto il cibo fu finito e le pance di tutti erano colme. Gli uomini più vecchi si alzarono e andarono a sgranchirsi le gambe fino al salotto dentro casa dove si sedettero a gustarsi un po' di digestivo e qualche programma alla radio.
Le donne di casa iniziarono a sparecchiare e a lavare le stoviglie in cucina, senza però metter via le bacchette, intimando ai giovani di andare in giro per il giardino o di dare una mano a pulire. Poiché, si sa, quando si ha la pancia piena non si ha voglia di fare niente, tutti i ragazzi andarono a sdraiarsi in un angolo più ombroso del grande giardino.
Presto Pervinca iniziò a sentire le palpebre stanche e il rumore delle risate dei suoi amici la cullava portandola verso le braccia calde del riposo pomeridiano. Lo zampettio veloce degli gnomi tra l’erba alta frusciava dolcemente e Jioyelle lasciò il collo della sua padrona per divertirsi un po' a dare la caccia a quelle buffe e piccole creature.
Presto la ragazza si sarebbe addormentata senza troppe scuse se non fosse stato per il verso di civette e gufi in arrivo che la destarono improvvisamente.
 
Salve a tutti! Ecco l'ultimo capitolo per questa settimana, carino no? Non avete idea di come sia difficile spiegare tutta la famiglia Weasley, è davvero difficile... Beh, spero che comunque sia venuto bene (fatemelo sapere tramite recensione, non vi mangio mica)
Ciò messo un pò perchè mi sono dovuta documentare un pò di più di quello che avevo già raccolto, devo pur attenermi alla storia principale ideata dal J.K. Rowling, giusto?
Ci si sente lunedì e grazie a tutti per leggere,
Baci, Dray xx

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Capitolo 34
*** Capitolo 33 - Un temporale aspettato ***


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Cinque volatili planavano verso la casa diroccata e strampalata che era la Tana. Ne fecero il giro completo prima di atterrare direttamente vicino ai loro piccoli padroni. Precisamente erano due gufi, una civetta, un barbagianni e un allocco. Sembrava un po' su di giri, forse durante il viaggio avevano un po' “giocato” fra di loro, chissà.
Pervinca si girò fino a fissare direttamente il suo Gif. La grande civetta nera se ne stava tranquillamente vicino alla sua padrona felice delle carezze che lei gli dava. Comunque non sembrava tranquillo. Gli animali sentono quando sta per succedere qualcosa e Gif lo capiva perché continuava a far arruffare le sue penne e non smetteva di roteare la testa per guardarsi intorno, ma intono era tutto tranquillo.
Presto tutti si accorsero che i loro animali si comportavano proprio come Gif.
-Forse dovremo avvertire i grandi…- propose Molly che già pensava di contattare tutto il Ministero e gli Auror compresi.
-Non dire stupidaggini!- la richiamò Fred. -Potrebbe solamente essere un temporale e si staranno preoccupando di non poter andare fuori a caccia- sorrise.
-Potrebbe- lo incalzò Rose.
-Visto? State tranquilli. E’ un ottimo pomeriggio, rilassiamoci-
E infatti lo fu. Per tutto il resto della serata ci furono scherzi, magie e un sacco di caramelle. Quando finalmente la sera iniziò a calare sulla Tana tutti tornarono dentro casa e l’ambiente sembrò tingersi di calore. Musica dalla radio si propagava per tutte le stanze. Zio George, ancora con i suoi scherzi, dava dimostrazioni alle giovani menti a volte prendendo di mira i suoi fratelli.
Le donne parlavano di nuovi completini visti a Diagon Alley e gli uomini delle partite della stagione di Quidditch. Quando arrivò l’ora di cena nessuno aveva veramente appetito se non zio Ron e Hugo, c’era d’aspettarselo. Nel momento in cui, passate alcune ora, il cielo nero era colmo di stelle, alcuni iniziarono a lasciare la Tana.
-Mamma, lasciami- strillò Bill cercando di scollarsi di dosso la madre che lo stringeva troppo insistentemente.
-Giusto- sorrise nonna Molly lasciando la presa.
-Non ti preoccupare, mamma- cercò di tranquillizzarla. -Ci sentiremo via gufo appena farà giorno-
-Bill-
-Ok, appena arriviamo a casa- sorrise vinto.
-Siate prudenti, non si sa mai…- gli avvertì mentre Fleur e Bill con Dominique e Louis uscivano dalla casa.
-Non ti preoccupare, mamma- la rassicurò il figlio.
-E tu mio caro Teddy- si rivolse subito al ragazzo. -Tratta bene, come sempre, la mia Victorie-
-Certo- le rispose con un sorriso smagliante mentre la ragazza dai capelli biondi gli si stringeva.
Nonna Molly afferrò i loro visi tra le sue mani e lasciò due grandi baci sulle loro guance prima di fargli uscire di casa. Presto l’aria fu attraversata da “CLAK”, quelli che produce il smaterializzarsi.
-Ma io non faccio quel rumore- disse Pervinca a bassa voce riflettendo.
Poco dopo pure zio Fred e la sua parte di famiglia lasciò la casa; Percy si congedò in modo assurdamente formale con un inchino e tanto di cappello. Sua moglie se ne stette zitta a sorridere e Molly e Lucy salutarono anche loro molto educatamente. A fine serata restavano solo zio Charlie, ce sarebbe rimasto per un altro giorno, Zio Ron e Zia Hermione e i Signori Potter.
Pervinca iniziava a chiedersi dove sarebbe andata a dormire. Doveva tornare a scuola? O andava a casa dei Potter. Se fosse stato così avrebbero potuto riconoscerla i vicini… E i suoi che avrebbero detto? Oppure, forse, rimaneva a casa di Nonno Arthur e nonna Molly. Doveva spiegare ancora cosa era un phon al Signor Weasley…
-Le vostre camere sono pronte, Hermione e Ron, siete sicuri che non volete restare anche voi?- chiese nonna Molly.
-No, Molly- rispose subito Hermione. -Io domani devo già sbrigare della pratiche giù al Ministero e Ron deve finire di aggiustare la macchina senza magia, me lo ha promesso- aggiunse fissando il marito.
-Va bene, fatemi sapere anche voi come state quando arrivate a casa- sorrise la donna.
Dopo poco che furono usciti di casa si sentì un altro “CLAK” e nonna Molly tirò un sospiro.
-Bene, i vostri letti sono pronti- sorrise rivolta ai sei ragazzi e a Ginny e Harry. -Harry caro, tu e Ginny siete nella solita camera-
-Grazie Molly- sorrise Harry.
-James, Hugo e Albus, voi siete in quella di Ron quando era giovane; e voi ragazze siete in quella di Ginny…-
La donna si girò verso Charlie che se ne stava a cambiare i canali della radio ripetutamente cercando precisamente una notizia che voleva sentire.
-Charlie…-
-Si, Ma, ho capito- tagliò corto subito.
Tutti i ragazzi corsero nella camera in soffitta, quella di zio Ron, pronti per parlare ancora un po' prima di andare a letto. Due gufi se ne stavano nelle loro gabbie e non parevano felici di questo. Più di tutti uno colava come un matto nella sua rimbalzando dappertutto come se fosse una palla. Era un minuscolo gufetto che però aveva la sua età, ma questo non sembrava fermarlo.
-Era da anni che non faceva così- protestò Hugo cercando di far smettere il gufo. -Stai zitto, Leo!-
Tutti si erano disposti sui tre materassi in giro per la piccola stanza di legno. L’ambiente era rustico, ma molto accogliente, come tutta la casa del resto. Il tempo, tra le chiacchere, passò in fretta e in men che non si dica la voce di nonna Molly risuonò per tutti i piani della casa intimando ai sei ragazzi di andare a letto.
-Avete visto?- chiese Lily indicando la finestra. -Fred aveva ragione, fuori c’è un temporale da far spavento-
-Incredibile-
-Il temporale, Al? Non è la prima volta che ne vedi uno, sai?-
-Io intendevo che fosse incredibile che Fred ne avesse sparata una di giusta!- sorrise il ragazzo. -Comunque Rose, non avere paura se vuoi ti procuro un pupazzetto per sta notte-
Rose lanciò uno dei cuscini al cugino.
-Cretino!-
Le tre ragazze scesero nella loro camera. Non stettero a parlare, ma si misero sotto le loro coperte e si addormentarono immediatamente mentre fuori continuavano a saettare lampi… Viola.
 
Quella notte un temporale si abbatteva per tutta la Gran Bretagna. Le antenne di rilevamento meteorologico dei babbani erano al lavoro rilevando continuamente i dati di quel strano temporale. Poco prima il cielo era stato limpido, così perfetto che una persona avrebbe potuto contare le stelle e nessune gliene sarebbe scappata ai suoi occhi. Due secondi dopo nuvole nere invadevano la notte e facevano cadere sulla terra gocce d’acqua fredda. Lampi schiarivano il cielo e i tuoni davano una musica lugubre alla notte.
Nei corridoi della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts una luce fievole di candele li rischiarava quel poco che bastava da creare ombre sospette sui muri. Tutti, come consuetudine, dormivano tranquillamente quando le fiamme per i corridoi iniziarono a spegnersi.
Una dopo l’altra cessavano di far luce come se qualcuno ci avesse soffiato sopra apposta per spegnerle. I corridoi si fecero neri come la pece, rischiarati solo a tratti dalla luce cupa del temporale.
Un’ombra conosciuta e ricercata iniziò a ripercorre la scuola per arrivare al settimo piano. Come le altre volte strisciò attraverso il dipinto della Signora Grassa e percorse la scalinata a sinistra fino ad arrivare al terzo pianerottolo. Aprì la porta che era come nella norma socchiusa e volò fino al solito letto… Vuoto.
Un urlo agghiacciante ruppe il silenzio del dormitorio prima che la scena si ripetesse per la seconda volta, con la differenza che a urlare non era stato un alunno.
 

Salve a tutti! Ecco il primo aggiornamento di questa settimana... Sarò io che sono giù di corda o demoralizzata, ma questo capitolo non mi pare il massimo, no? Siate sinceri, criticate... La critica è costruttiva, no? Lo so che non è venuto bene, ma non sapevo proprio come spiegare la mia idea di base oggi. Vabbè.
Lasciate delle recensioni, non abbiate paura :)
Baci a tutti, Dray xx

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Capitolo 35
*** Capitolo 34 - Uova, caccabombe e lettere ***


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La mattina seguente il sole era tornato. Aveva lasciato, però, un terreno fangoso e inagibile. Quando un profumo di uova strapazzate e toast appena cotti si diffuse per le scale della Tana tutti si svegliarono all’istante e scesero in cucina. I primi a toccare tavola furono Hugo e Albus affamati all’idea della colazione che nonna Molly aveva cucinato per loro.
-Ben svegliati, cari, per voi ho cucinato un bel piatto di uova…-
Il signor Arthur, quando Pervinca si sedette al tavolo di legno in cucina, era già impegnato a leggere il giornale, la Gazzetta del Profeta, con una tazza di the proprio davanti a se. Le immagini in prima pagina vorticavano come pazze cercando di attirare l’attenzione di tutti. Il Signor Weasley intanto lo sfogliava e a volte si faceva scappare un -Oooh- e un -Ah-ah, uh-uh-.
Quando anche i Signori Potter giunsero in cucina, i ragazzi notarono con un po' di sospetto, il fatto che erano vestiti come se dovessero andare a un’udienza direttamente davanti a tutto il Ministero. Ginny e Harry si sedettero a tavola e si servirono di uova e toast usando solo un cenno delle loro bacchette.
-Che silenzio- rise nonna Molly mettendo in tavola una ciotola di pudding. -Avete dormito bene? Questa notte c’è stato proprio un grande temporale, erano anni che non ne sentivo uno così… Davvero, davvero molto rumoroso-.
-I babbani usano degli strani aggeggi di ferro per catturare i lampi, non è vero?- chiese il Signor Weasley abbassando il giornale. I suoi occhi luccicavano e sembravano speranzosi di ricevere presto una buona notizia. -Si chiamano parastinchi, giusto?-
-Intende i parafulmini- esclamarono Harry e Pervinca insieme.
-Ecco, si, esatto- sorrise Arthur. -Proprio quelli, che aggeggi interessanti…-
-Ragazzi- li richiamò dolcemente nonna Molly. -Mangiate in fretta e andate a cercare le uova in giardino, mi dicono che il coniglio pasquale le ha nascoste bene, bene sta volta- sorrise.
-Coniglio pasquale?- chiese Pervinca a Rose. -Anche i maghi hanno il coniglio che mette le uova?-
-La nonna pensa che ci crediamo ancora, ma in verità sappiamo che le ha nascoste lei… Probabilmente non ci vuole in torno ora-
-Già- sorrise Albus. -Ma quasi sicuramente zio George ne ha nascoste alcune a trabocchetto, attenta a ciò che raccoglierai- le fece un occhiolino.
I ragazzi uscirono fuori e si misero a cercare tra l’erba alta e bagnata delle uova colorate.
-Harry, hai sentito cosa è successo? È arrivata sta mattina di buonora un barbagianni con una lettera per te da Hogwarts… L’hai letta?- chiese nonna Molly sottovoce appena tutti i giovani furono abbastanza lontani da non sentire la conversazione.
-Certo, per questo siamo vestiti così… Io devo tornare a Hogwarts e Ginny deve correre al Ministero a parlare con Percy… Ma i ragazzi ora più che mai devono stare qui-
-Ma quella cosa gli starà cercando- rispose nonna Molly visibilmente turbata. -Sono solo bambini, non sanno difendersi bene… Vanno messi più al sicuro-
-Cosa credi che potremo fare, Molly?- le chiese il marito. -Rinchiuderli ad Azkaban? Hogwarts è sempre stato un posto molto sicuro ed è lì che quella cosa ha iniziato ad attaccare… Cosa c’è di più sicuro dove poterli portare?-
-Arthur, non possiamo nemmeno tenerli qui- esclamò la Signora Weasley con le labbra che le tremavano. -Non è di certo nemmeno lontanamente sicuro-
-Però temo che dovremmo accontentarci, almeno per un altro paio di giorni- cercò di tranquillizzare la madre, Ginny Potter. -Verranno eretti altri sortilegi magici intorno alla scuola per renderla più inaccessibile-
-Per ora nessuno sospetterebbe mai che Pervinca sia ospitata qui- disse Harry Potter. -Pervinca e gli altri sono per ora al sicuro. Ma non possiamo starcene qui con le mani in mano, noi dobbiamo andare, per cena forse saremo di ritorno, se non fosse così manderemo dei gufi-
Harry e Ginny si alzarono dal tavolo e salutando i Signori Weasley si smaterializzarono.
Intanto in giardino tutti ridevano felici. Il sentore di piccole goccioline di acqua fredda sulla pelle delle mani nuda era rinfrescante. Non passò molto tempo prima che le prime uova di pasqua saltassero fuori. Come Albus aveva ipotizzato molte si tramutarono in oggetti di gomma dagli usi bizzarri come uno dei ragni a molla la cui dimostrazione era stata esauriente la sera prima, o qualche pastiglia vomitosa e persino delle caccabombe.
Quando anche tutte le vere uova nascoste da nonna Molly vennero alla luce, i sei ragazzi si sedettero in un angolo del giardino a fare l’inventario della loro vincita.
-Io ho, due uova di cioccolato, tre di panstregato e cinque caccabombe- sorrise Lily.
-Tre di panstregato? Io non ne ho trovata neanche una… Se te ne do una alla cannella me ne dai una?- chiese Hugo leccandosi già le labbra per l’abbuffata che progettava di fare.
-Due…- cercò di contrattare la ragazza.
-Due? No, al massimo ci aggiungo un ragno a molla.
-Dammi due uova e io ci aggiungo una bacchetta alla liquirizia-
-Niente da fare, le bacchette ne ho tante sotto al letto… Rilancio di un uovo allo zucchero-
-Sai che non mi piacciono…-
-Prendere o lasciare… Casomai lo scambi con Albus-
-Ok-
Quando finalmente tutti furono soddisfatti iniziarono a scartare le uova colorate e a godersi il dolce sapore delle uova di cioccolato o di panstregato. Il panstregato, imparò Pervinca, era un po' come il marzapane ma con un retrogusto di gelatine al lampone in più. Quando gli orologio iniziarono a battere le undici e mezzo una macchiolina scusa comparve all’orizzonte.
A vederla così pareva un gufo con della posta, orami era diventato consueto vederli in cielo e Pervinca riusciva, a volte, a capire subito che tipo di gufo fosse, ma quel giorno il puntino era più grande del solito, forse era più di un gufo. E quando finalmente i due uccelli furono più nitidi si capì subito che erano un barbagianni della scuola e un assiolo dal piumato grigiastro.
L’assiolo planò lento vicino a Rose e gli mollò accanto la lettera. Si rialzò in volo e si posò sulla tettoia della casa deciso a non andarsene senza risposta al messaggio che aveva portato. A sua differenza il barbagianni lasciò cadere la sua lettera tra il gruppo di ragazzi e volò via ancora prima che gli potesse essere offerto un biscotto gufico.
-E’ per me- sorrise Rose prendendo la busta di pergamena che l’assiolo le aveva dato. -E’ da parte di Aadil-
Lily si avvicinò alla cugina curiosa mentre Albus, Hugo e James imitavano un incontro sdolcinato tra Rose e il bel pakistano. Pervinca raccolse la lettera che era giunta con il barbagianni.
-E’ da Darcy!- esclamò poco prima che i tre ragazzi lasciassero la loro futile scenetta a metà per leggere la lettera.
Amici,
qui a Hogwarts si sente già la vostra mancanza. Blaze è tornata, si è beccata un’ammonizione dal Ministero, ma suo padre è riuscito a convincere il Ministro che Blaze è seriamente pentita e non infrangerà mai più altre regole… E così non è espulsa dalla scuola e ha ancora la sua bacchetta, anche se ho sentito dire che sua madre vorrebbe che andasse a studiare a Beauxbatons.
Tuttavia è successo qualcosa di non trascurabile la scorsa notte. L’ombra è tornata e non ha trovato Pervinca nel suo letto ed è andata su tutte le furie. Ora il dormitorio di Grifondoro è inagibile, sembra che ci sia esplosa una bomba. Forse per quando tornerete sarà tutto a posto, ma intanto tenete gli occhi aperti e se avete dubbi non esitate a contattare l’Ordine del Calice di Fuoco, siamo pronti a intervenire al primo fruscio di bacchetta.
Saluti,
Darcy Whitehorn
-Non ci posso credere- sibilò James rileggendo più volte la lettera. -Se fossi stato lì io e quell’ombra…-
-Ma per favore James…- rise Albus.
-AAAAH-
-Che succede Rose? Hai saputo anche tu dell’ombra?- le chiese Hugo.
-No, peggio- sibilò la ragazza alzandosi in piedi e saltellando.
-Cosa ci può essere di peggio di una creatura misteriosa che ruba i ricordi?-
-Aadil vuole che lei sia la sua fidanzata- rise Lily mentre Rose continuava a vorticare come impazzita.
-Ma non te lo aveva già chiesto?- chiese Pervinca.
-Ma non era ufficiale, ora si- le rispose Rose.
-Ma fammi il favore- rise Albus strappando la pergamena di mano alla sorella. -Non ci posso credere…-
-Nemmeno io- sorrise Rose sedendosi di nuovo a terra. -Sono la ragazza più invidiata della scuola, ne sono sicura- concluse mentre le sue amiche l’abbracciavano.
-No, non intendevo quello- esclamò Al trattenendo le risate. -Il tuo Aadil scrive proprio come una femminuccia…-
 
Salve a tutti! Fuori piove e c'è un temporale che non ha niente da che invidiare a quello con i lampi viola... Tuttalpiù non vedo l'ora di scrivere la terza prova, forse sarà il prossimo capitolo o forse no... Vedrò! ;)
Vi ringrazio per continuare a leggere, il prossimo è il capitolo 35, anche se questo E' l'aggiornamento 35!!! CHE BELLOOOOO xD
Inoltre siamo arrivati alla bellezza di 865 visualizzazioni del primo capitolo, doppio yeeeeee.
Spero di ricevere tante belle recensioni in occasione di questo avvenimento, grazie a tutti
Baci, Dray xx

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Capitolo 36
*** Capitolo 35 – Le quattro vie ***


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***

-JAMES SIRIUS POTTER E PERVINCA MAGIK- chiamò nonna Molly da dentro casa. –Venite subito qui!-
I due ragazzi si alzarono dal prato un po’ in imbarazzo. Cosa potevano aver fatto per far arrabbiare la nonna? Ma forse non era arrabbiata… Ma allora perché li aveva chiamati in quel modo? Sull’entrata della Tana c’erano due figure, una era nonna Molly, l’altra era Charlie.
-Si nonna?-
-Ragazzi, vi ho chiamati perché credo che voi due dobbiate allenarvi per la terza prova del torneo. So che siete già molto preparati, ma ritengo che un po’ di lavoro sodo in più non guasti- sorrise la Signora Weasley. –Charlie si è offerto di aiutarvi-
Pervinca osservò quell’uomo. L’aveva trovato strano da subito. Chi mai non vorrebbe una famiglia tutta sua? Ebbene si, a zio Charlie non importava avere una moglie o dei figli. L’unica cosa a cui era interessato sono e sarebbero stati sempre i draghi. Però, c’era d’ammettere, che su quelle creature era un’enciclopedia ambulante.
Un po’ trasandato e ciondolante, forse insonnolito dalle ora di sonno in più, se ne stava appoggiato allo stipite della porta.
-Ragazzi- esclamò battendo le mani e ravvivandosi un po’. –Vi farò lavorare per bene… Per prima cosa lucidiamo le nostre bacchette!-
Dopo alcuni giorni a casa dei nonni Weasley e di allenamento sfrenato con zio Charlie i sei ragazzi e il professor Potter si ritrovarono nel piccolo salotto della Tana davanti al caminetto pronti per partire. Charlie se ne stava su una poltrona a leggere un libro sui draghi che aveva scritto lui.
-Oh, Harry caro, mi mancherai tantissimo- strillava nonna Molly abbracciando il Signor Potter come al suo solito.
-Ci rivedremo alla terza prova del torneo- sibilò lui cercando aria.
-Bene, Pervinca, credo che per ora ci saluteremo- sorrise nonno Arthur. –Gradirei farlo come due semplici babbani- disse l’uomo tendendole una mano.
Pervinca sorrise e allungò la sua per stringergliela. Inaspettatamente il Signor Weasley l’abbracciò.
-E’ già- rise. –Mi piace proprio salutare come fanno i babbani nei film-
Molly Weasley passò in rassegna tutti i suoi nipoti e non ancora soddisfatta, abbracciò anche la povera Pervinca. Uno dopo l’altro sparirono nel camino avvolti in un fuoco verde e ricomparirono, con le valige al seguito, nell’ufficio del Signor Potter.
-Eccoci arrivati!- sentenziò l’uomo. –Mi è stato detto che ora il dormitorio è agibile, potete portarci tutte le vostre cose tranquillamente- sorrise.
A entrare nella Sala Comune dei Grifondoro Pervinca e gli altri erano un po’ titubanti. Come uscirono dal passaggio dopo il quadro della Signora Grassa una massa di capelli biondi li inghiottì saltandoli al collo. Era Darcy che era impazzita dalla gioia di vederli.
-Non ce la facevo più a starmene qui da sola senza di voi- esclamò. –Mi siete mancati da morire, ancora due giorni e avrei cruciato chiunque-
-Da quanto si può rientrare qui?- chiese Rose che era a caccia di notizie dopo essere stata così tanto, per quanto lungo possa essere un lasso di tempo di cinque giorni, lontano da Hogwarts.
-Due giorni fa tutti gli Auror e altri maghi del Ministero sono venuti qui e hanno iniziato a erigere nuove mura magiche intorno alla scuola- iniziò a raccontare Darcy. –Poi sono arrivati altri maghi e hanno rimesso tutto a posto con un colpo di bacchetta. Sarà da una giornata che possiamo di nuovo entrare qui- sentenziò.
Tutti risistemarono le proprie cose e quando tutto fu a posto uscirono in uno dei giardini interni alla scuola per saperne di più su cosa era successo. Darcy raccontò tutto per filo e per segno. Raccontò dell’urlò dell’ombra. Declamò il ritorno di Blaze. E non tralasciò alcun particolare dei preparativi per la terza prova
-Ieri Hagrid era veramente agitato. Continuava a ripetere che gli stava per arrivare un grande pacco-
-Per lui?- chiese Hugo.
-Si, per lui ma anche per il torneo. Sai che è il guardia caccia e si intende di creature magiche, mi domando cosa potrebbero mai spedirgli di così importante-
-Non sei riuscita a scoprire altro?- le chiese Albus.
-No- rispose Darcy sconsolata. –Non fanno avvicinare nessuno alla foresta, ora più che mai-
Pervinca sospirò.
-Per fortuna che manca ancora un’eternità alla prova…-
Ma non era vero perché quell’eternità volò più in fretta del boccino d’oro e il mese di giugno arrivò presto con il suo caldo estivo. Gli esami erano iniziati e tutti gli studenti di Hogwarts erano più agitati che mai. Si vedevano libri volanti ovunque e la biblioteca era più piena in quei giorni che in tutti gli anni scolastici. Pervinca, invece, si sentiva un po’ più leggera degli altri, lei aveva finito i suoi esami qualche giorno prima e ora se ne stava tranquilla, per quanto tranquilla potesse stare con il pensiero della terza prova mortale imminente, vagando in giro per la scuola.
E poi il 24 Giugno arrivò. L’ultimo degli esami si sarebbe tenuto proprio quella mattina, mentre il pomeriggio era solo per il Torneo Tre Maghi. A colazione Pervinca non toccò cibo, ma tanto nessuno se ne accorse perché nei piatti di tutti c’erano solo libri, montagne e montagne di volumi scolastici. A pranzo la scena si ripeté, ma questa volta, senza la preoccupazione degli esami a distrarli, tutti cercarono di allentare la tensione sui campioni delle tre scuole.
-Stai tranquilla Pervinca… Non succederà niente di male- le continuavano a ripetere Rose e Lily. –Hai già superato le altre due prove, non c’è niente che ora non puoi fare-
Pervinca cercava di convincersi che le sue amiche avevano ragione eppure se osservava gli altri campioni si convinceva che loro potevano farcela, ma lei no. Sembravano più calmi già in partenza. È vero, non mangiavano, ma se ne stavano immobili e impassibili a meditare. Lei invece tremava come una bambina piccola davanti a una tempesta.
Alle cinque in punto si ritrovò ancora a scendere dalla colina su cui era situata la scuola verso la capanna di Hagrid. Le avevano detto di correre là dove i presidi delle scuole stavano aspettando i campioni. L’ambiente sembrava in attesa di ciò che di lì a pochi minuti si sarebbe scatenato. Ma come la capanna diroccata del guardia caccia comparve infondo alla discesa una musica fatta di trombe e di tamburi iniziò a fendere l’aria e a diffondere nel suo animo la consapevolezza che tutto ciò era vero. Terribilmente vero.
Davanti alla capanna, nel campo di zucche vuoto, c’erano diverse figure dai lunghi mantelli. C’erano i presidi, Lee Jordan, il Ministro della Magia, gli altri tre campioni e alcuni membri della loro famiglia. Felicity era vicino al suo piccolo preside, Mr. Daviz, la cui figura era in contrapposizione alla figura enorme di una donna in un abito verde come la divisa della ragazza. Aveva capelli biondi come Felicity e un sorriso davvero incantevole.
Vicino ad Aadil c’era, oltre al suo preside Mustek sempre composto e formale fino alla punta di ogni suo singolo capello nero, un uomo che assomigliava molto al ragazzo, solo con un pizzetto perfettamente squadrato sul mento. Poteva essere il fratello maggiore. Accanto a James c’erano il professor Potter, nonna Molly e Ginny.
Sapeva che per i campioni era stato programmato un pomeriggio con la propria famiglia, ma lei non si era presentata in aula insegnanti per l’ora stabilita, tanto sapeva che per lei i suoi genitori non sarebbero mia venuti. Il professor Potter le si avvicinò poggiandole la solita mano sulle spalle.
-Tutto bene?- le chiese.
-Certo, sono solo un po’ agitata-
-E’ normale- cercò di tranquillizzarla Harry. –Ora c’è il discorso del Ministro-
Percy Weasley si mise al centro del piccolo semicerchio che si era formato. Si schiarì la voce e cercò di sembrare più solenne, per quanto potesse esserlo ancora.
-Campioni… Famiglie- inchinò la testa verso tutti. –Sono lieto di essere qui per l’ultima prova del Torneo Tre Maghi. Abbiamo sgomberato una parte della foresta e l’abbiamo adibita per la prova, però avverto voi partecipanti di essere comunque molto cauti.
-Se mai doveste trovarvi in pericolo usate le vostre bacchette per chiedere aiuto sparando in aria delle luci rosse e noi verremmo subito a prendervi. Ora Hagrid vi passerà un telo di liuta e voi dovrete pescare qualcosa al suo interno che determinerà la vostra posizione di partenza. Famigliari… Raggiungete pure i vostri posti insieme agli altri spettatori-
Ci furono dei saluti e il gruppo di persone si ridusse, anche se il professor Potter rimase accanto a pervinca. Hagrid giunse poco dopo con un piccolo sacchetto che pareva ancora più minuscolo tra le sue mani grandi. Fece un occhiolino a Pervinca e a James, probabilmente cercando di sciogliere un po’ di tensione.
-Per primi pescano Felicity e Pervinca-
Felicity allungò una mano e frugò dentro al sacco. La ritirò poco dopo con un biglietto in mano.
-Foresta?-
-Molto bene- sorrise il Ministro porgendo il sacchetto a Pervinca che pescò.
-Grotta?- chiese leggendo il suo biglietto.
-Ora Aadil…- sorrise Percy.
Il ragazzo si mosse e affondò la sua mano nel sacchetto. Il suo biglietto diceva –Montagna-.
-E ora James- sorrise il Ministro porgendo il sacchetto al nipote.
-Acqua- borbottò dopo aver estratto l’ultimo biglietto.
-Fantastico!- trionfò Percy. –Ora preparatevi e seguitemi- disse dirigendosi verso la musica.
Poco prima dell’entrata della foresta erano stati montati degli spalti e tutti gli studenti della scuola erano già seduti lì. Una banda suonava una musica allegra e si fermò quando vide arrivare il ministro e i campioni. I presidi si misero vicino ai loro studenti e il professor Potter si avvicinò ancora a Pervinca.
-Andrà tutto bene, vedrai- le sussurrò cercando ancora una volta di alleviare la sua pressione, ma si vedeva che era agitato come se dovesse affrontare lui la prova.
Pervinca annuì mentre stringeva ancora il suo biglietto. Si sistemo, come gli altri, davanti a una delle quattro vie. Ogni sentiero si inoltrava dentro alla foresta e aveva un cartello con quattro scritte diverse. Dicevano “foresta”, “acqua”, “montagna” o “grotta” e lei si sistemò davanti all’ultimo cartello. Anche le urla del pubblico cessarono e Lee Jordan prese la parola.
-Alunni… Insegnanti… Presidi… Maghi e Streghe… Ministro- salutò tutti. –E’ un onore essere qui per la terza e ultima prova di questo torneo. Le prime a entrare saranno Felicity Moon e Pervinca Magik, al primo fischio potete varcare la vostra soglia- disse.
Uno della banda fischiò in un fischietto d’orato e la musica ripartì. Pervinca e Felicity si girarono, estrassero le loro bacchette e scambiarono un ultimo sguardo con chi le aveva accompagnate, poi si fissarono velocemente ed entrarono nella foresta scomparendo nel folto.

SALVE A TUTTI! Eccoci qui per uno dei capitoli tanto attesi... Almeno per me. E con questo do inizio alle terza, ultima e fantastica prova :D YEEEEEEE. Non vedo l'ora che i quattro campioni affrontino ciò che dovranno affrontare. Come vi sembrano le aspettative? Avete idea di cosa indichino i quattro biglietti? E Quelle quattro parole a che vi fanno pensare? Secondo voi chi vince? Vi aspettate un bel colpo di scena? Rispondete pure, non vi mangio anzi, vi faccio una statua d'oro usando solo un metro u.u
Baci, Dray xx

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Capitolo 37
*** Capitolo 36 – La terza prova ***


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***

Per delimitare lo spazio della foresta adibito ad arena per la terza prova erano state erette siepi con rovi spinosi e persino delle reti metalliche per impedire a creature indesiderate di entrarvisi. Tuttavia il perimetro non era sicuro, ma forse faceva parte della prova. Le quattro vie ora erano dimezzate. Due delle porte di siepe si erano richiuse e ora si poteva solo vedere il cartello che prima aveva dato nome al sentiero.
Rimanevano la via “acqua” e la via “montagna”.
-Il prossimo a entrare nell’arena è Aadil Mahdi- disse Jordan e un boato dagli spalti esplose mentre il ragazzo pakistano sollevava le braccia le cielo.
I suoi compagni di scuola continuavano a fare il tifo per lui urlando e battendo i piedi sul legno, fino a quando uno sguardo severo del preside Mustek non si posò su di loro. Tacquero all’istante. Aadil ancora gioioso estrasse la sua bacchetta facendola ruotare, con la mano libera lanciò un bacio a Rose (che divenne rossa come un peperone), si girò ed entrò nella foresta mentre dietro di lui il passaggio si chiudeva.
-L’ultimo è James Potter-
Altre grida di incoraggiamento e acclamazione esplosero nelle tribune, ma si spensero quasi subito. James sorrise a tutti, si girò e anche lui con la sua bacchetta in mano iniziò a percorrere il suo sentiero mentre il passaggio si richiudeva dietro di lui tra la musica gioiosa della banda. In lontananza si sentiva ancora il Ministro parlare al pubblico.
Spiegava a tutti come avrebbero fatto a seguire la gara, diceva ai preside di andarsi ad accomodare ai loro posti d’onore. Invitava tutti a fare silenzio per riuscire meglio a capire cosa stesse succedendo nella foresta e infine rincuorava le famiglie dei campioni assicurando tutti che non sarebbe successo niente di spiacevole a nessun giocatore.
Dentro alla foresta gli alberi erano più fitti del solito. La nebbiolina bianca copriva il suolo e non si sapeva bene dove andassero a finire i piedi. Per fortuna il selciato messo a mo' di sentiero brillava quasi di luce propria e il suo colore giallo si poteva notare e seguire. Non c’era modo di sbagliarsi su che via prendere, ce n’era solo una  e dovevi seguire quella. Pervinca pensò che la cosa era troppo facile quando arrivò a una grotta.
Forse se lo sarebbe dovuto aspettare visto che il suo biglietto diceva proprio “Grotta”, tuttavia ne fu comunque sorpresa. Prese un respiro profondo, si guardò intorno e cercò di farsi coraggio. Mentre se ne stava ferma davanti al buco nero un qualcosa nella sua veste si mosse e dalla manica destra spuntò il musetto della sua Jioyelle.
-Che ci fai qui? Ti avevo detto di restare in camera- la sgridò appena.
La serpentella corallo in risposta si avvinghiò al polso della sua padrona e sibilò dolcemente.
-E ora cosa faccio? Non credo sia giusto portarti con me… Non penso nemmeno che ci sia una regola per questo- cercò di ragionare. -Ma non posso lasciarti qui, chi sa cosa potrebbe capitarti. Io ti porto con me, ma promettimi che non interverrai in nessun modo con la prova, devo fare da sola o non vale-
La serpentella annui e si immobilizzò come se fosse un bracciale. Pervinca l’accarezzò sospirando, poi alzò la bacchetta in aria e mormorò -Lumus- e la punta di questa si accese di una luce azzurrina. Pervinca entrò nella grotta.
 
La strada di Felicity era forse la più facile. Gli alberi della foresta proibita, quelli alti e dal tronco grosso, avevano lasciato spazio a dei pini un po' più piccoli, i cui aghi pizzicavano la pelle facendola sussultare di tanto in tanto. La luce già rada entrava poco tra foglia e foglia e così anche lei aveva usato un incantesimo per far apparire una sfera luminosa davanti a lei.
Avanzando ancora con i sensi all’erta il suo sentiero giallo si era aperto in una piccola radura circondata da pini e alberi di acacia per poi ritornare stretto più avanti. Felicity che aveva intuito la natura pericolosa della prova si fermò poco prima della radura e iniziò a studiarla. Sembrava vuota, ma con tutti quegli alberi la cosa che probabilmente dimorava da quelle parte poteva tranquillamente attendere di prenderla alla sprovvista immezzo a quella radura.
Si chinò a terra, raccolse un sasso grigio grande come una patata. Se lo rigirò un po' in mano e poi con la mano sinistra, perché lei è mancina, lo lanciò al centro della piazzetta. I pini si mossero all’istante e una lancia fatta con un pezzo di legno e una pietra acuminata venne scagliata infilandosi nel terreno proprio dove il sasso era atterrato qualche secondo prima. Lì c’era qualcosa che l’aspettava…
Intanto Aadil percorreva il suo sentiero che iniziava a salire. Dapprima era stato impercettibile questo cambio di pendenza, ma piano piano la salita si era fatta più ripida e gli alberi crescevano con il tronco storto. Il ragazzo aveva ormai il fiatone quando decise di fermarsi un attimo per guardare meglio la strada che aveva fatto e quella che era ancora da fare.
Il suo sentiero giallo si allungava ancora per un bel po' davanti a lui e finiva in una fitta nebbia, forse poteva essere addirittura neve. Si fece forza, si ripeté che non poteva farsi battere da due donne e da un ragazzo sapientino come quel Potter, si rimboccò le maniche e continuò a scalare mentre la pendenza si faceva sempre di più sentire.
Mentre si stava letteralmente arrampicando sulla roccia la terra iniziò a tremare sotto la sua presa. Fece in tempo ad afferrare uno spuntone di rocca alla sua destra che il posto in cui era prima fu travolto da un masso venuto dalla cima di quella che ormai era sicuro essere una montagna. Seguì un urlo rocco e agghiacciante prima che altri massi iniziassero a cadere cercando di colpirlo e ogni volte che questo non succedeva c’era sempre un altro urlo di rabbia.
Quelle grida si propagandarono per tutta l’arena, anche gli spettatori li sentirono, ma il Ministro e Lee Jordan gli rassicurarono subito. Intanto James era stato preso alla sprovvista da una di quelle grida e si era girato. Camminava ora all’incontrario convinto che qualcuno lo stesse seguendo. Si fermò solo quando sentì il terreno più molle sotto di lui. Abbassò lo sguardo e si accorse che i suoi piedi sprofondavano nel fango marrone.
Era arrivato in quella che pareva una palude. Alberi contorti spuntavano dall’acqua con quelle radici lunghe che parevano rami e un odore di umido si diffondeva nell’aria. L’aria era fredda anche se un venticello caldo soffiava direttamente sul suo collo… No, non era un venticello.
James alzò la sua bacchetta pronta a scagliare il primo incantesimo che il ragazzo avrebbe pronunciato. Si girò con cautela e si trovò direttamente davanti a lui una figura alta poco meno di due metri dalla pelle blu e pustolosa. Le mani, il naso e i piedi erano enormi e appuntiti, aveva due corna da capra appena ricurve che si nascondevano tra i folti e acuminati capelli neri che parevano aculei di porcospino.
Quella figura mostruosa sogghignò felice mostrando i denti gialli molto simili a quelli di un lupo.
-TROOOOLL- urlò una voce femminile.
Quel mostro ripugnante alzò una mano per colpire il ragazzo davanti a lui con una manata.
-Stupeficium!- cercò di schiantarlo James, ma la figura indietreggiò di poco, tornando subito alla carica.
A urlare era stata Felicity che si era trovata davanti, dopo l’ennesima lancia scagliata a vuoto, una creatura poco più alta di due metri dalla pelle verde e rivestita di corteccia e foglie. Il naso era lungo e pareva un arrampicante, gli occhi erano gialli e vitrei e la bocca sempre increspata in un sorriso sadico. Continuava a scagliare lance contro la ragazza che si difendeva con incantesimi.
Anche Aadil si era accorto chi era la cosa che gli tirava le pietre. Un grosso Troll di montagna, dalla pelle grigia e pustolosa, con una clava in mano lanciava dei massi contro il ragazzo per ostacolarne la salita. Ma una volta che questo aveva raggiunto la cima della montagna il troll aveva iniziato a volerlo colpire con la sua grande mazza di legno.
Il troll di montagna era il più grande dei tre, ma forse il più stupido. Così quando il ragazzo pakistano con astuzia corse giù per la discesa nell’altro versante della montagna questo lo seguì agitando la sua grande clava. Le sue gambe grosse e tozze iniziarono a cedere e grazie alla pendenza della strada il troll ruzzolò giù come un masso andandosi a schiantare contro un albero. Quando Aadil lo raggiunse il troll era senza sensi. Per assicurarsi che il pericolo fosse passato fece scaturire dalla sua bacchetta delle corde e lo legò come un salame.
Nello stesso istante anche Felicity combatteva con il suo troll di foresta. Per riuscire a metterlo fuori gioco usò un semplice incantesimo che aveva imparato da sua madre e ordinò ai rami di pino di imprigionare il troll. I rami spinosi si mossero all’istante, catturarono il mostro e lo trattennero per bene avvinghiandolo forte forte, permettendo alla ragazza di proseguire indisturbata.
James lanciava ancora schiantesimi contro al suo troll, quando si ricordò della storia che zio Ron e suo padre gli avevano raccontato; così con un incantesimo, mentre schivava gli attacchi del suo mostro, prelevò da un albero un pezzo considerevole di legno, lo fece lievitare in aria con un semplice -Wingardium Leviosa- e questo andò a schiantarsi sulla testa del troll che si arresto all’istante. James scagliò un altro colpo e il troll cadde nell’acqua senza sensi.
 
Pervinca nella grotta non sentiva se non qualche rumore. Aveva sentito urlare diverse volte, poi qualcuno aveva gridato “troll” e aveva capito che gli altri concorrenti avevano già superato la prima avversità. Lei continuava a procedere nell’oscurità e la luce che proveniva dall’entrata della grotta ormai si affievoliva in lontananza.
La luminescenza della sua bacchetta rischiarava poco davanti a se e le pareti brillavano quando ne venivano colpite per via dei rivoli d’acqua che le percorrevano. Pervinca avanzava cauta, era certa che da un momento all’altro qualcuno o qualcosa l’avrebbe attaccata. E mentre osservata il tetto di roccia sopra alla sua testa il terreno sotto ai suoi piedi si sgretolò facendola precipitare giù per una discesa come se fosse in uno di quei scivoli al parcogiochi.
Atterrò tra ossa, polvere e scarti di animali. La bacchetta le era volata via di mano.
-Merda- imprecò mentre a tentoni cercava l’impugnatura fina. Un basso brontolio la fece fermare. Qualcosa nell’oscurità si muoveva.
-Lumus- disse e la bacchetta si accese a un metro di distanza da lei. Illuminò la caverna in cui era e in un angolo di essa un cumolo bianco si mosse. Era un mostro enorme la cui pelle cadaverica era dipinta con colori accesi che formavano disegni tribali. La testa era calva e due sporgenze ossee a formadi di tenaglie gli spuntavano tra la bocca irta di denti gialli e le orecchie a punta.
Ringhiò come un leone alla vista della sua dimora illuminata. Tenendo chiusi i suoi piccoli occhi a tentoni cercò di prendere tra le sue forti mani l’intrusa. Jioyelle lasciò la presa intorno al polso destro di Pervinca e strisciò via.
-No, Jioyelle torna subito…-
Prima che potesse finire la frase una manata la prese per la vita e la sollevò a mezz’aria. Due enormi oggi rossi per la luce la osservarono.
-…Qui- sibilò Pervinca un po’ spaventata.
Il troll albino ringhiò ancora mostrando i denti verso la sua preda. Pervinca si dimenava cercando di liberarsi da quella presa. La luce della sua bacchetta brillava ancora, per questo riuscì a vedere la sua serpentella che strisciava furtiva verso la sua bacchetta. Capendo al volo l’idea che a Jioyelle probabilmente era venuta in mente, si smaterializzò come lei sapeva fare e ricomparve vicino alla bacchetta. Il troll rimase interdetto per un attimo. Aprì le sue grandi mani e cercò la sua preda dentro a queste. Pervinca riafferrò la bacchetta e acchiappò Jioyelle la quale sibilò in direzione di una feritoia luminosa dietro di loro. Era in alto, ma forse questo non era un problema.
-Ehy tu, si proprio tu!- urlò Pervinca.
Il troll si girò e inquadrando la ragazzina ringhiò ancora feroce.
-Che dici? Ci vuole un po’ di luce qui?- sorrise la ragazza. –Bombarda Maxima!- urlò e il tetto di roccia indicato dalla sua bacchetta esplose lasciando entrare la luce del giorno che riusciva a filtrare tra i rami della foresta e la nebbia bianca. Quel poco chiarore bastò lo stesso a far scappare quel troll albino urlando di dolore per le bruciature che si stavano materializzando all’istante su tutto il suo corpo bianco.
Pervinca saltellò dalla gioia, si arrampicò tra i detriti e ritrovato il sentiero giallo continuò ad avanzare verso il prossimo ostacolo della prova.

Salve a tutti! come state? Io bene dai e ho scritto questo capitolo il prima possibile. Che ne pensate? Io adoro questa cosa dei quattro troll!!! :D
La prova però non è ancora finita, anzi, è appena iniziata... Per ora mi sa che sono tutti pari quindi non si sa ancora chi vincerà, si accettano scommesse :D
Al prossimo aggiornamento
Baci, Dray xx
p.s. Grazie a tutti per leggere  e spero che lascerete tante belle recensioni per me :D

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Capitolo 38
*** Capitolo 37 – Duello finale! ***


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***

I quattro campioni percorrevano trionfanti il loro sentiero giallo. Quando finalmente Felicity uscì dalla boscaglia, Aadil scese dalla montagna, James risalì dalla palude e Pervinca lasciò la caverna si ritrovarono tutti al limitare dei loro sentieri che davano su una comune piazzetta piastrellata di roccia.
Per un attimo si guardarono straniti. Erano convinti di non rivedersi più. Osservarono con attenzione le vie in cui erano venuti e poi la piazza. Era grande e rotonda, costeggiata dagli alberi grandi e tipici della Foresta al limitare della scuola. Un altro sentiero di ghiaia gialla si apriva dalla parte opposta mentre una piccola colonna di marmo cresceva al centro della piazzetta.
Non c’era la coppa su questa. La vittoria era ancora lontana. La colonna reggeva una sfera come quelle che di solito usa la professoressa Cooman durante le sue lezioni di Divinazione, solo che era leggermente più grande. Dalla sfera iniziò a propagandarsi una voce ed era proprio quella delle professoressa Sibilla.
-Campioni che siete arrivati fin qui…- declamò con una nota di rammarico nella voce. -Vi aspetta la prova forse più difficile che abbiate mai dovuto affrontare.
-Mettete da parte ogni amicizia, lasciate stare ogni favore e lottare per la gloria e l’onore. Solo una via rimane da percorrere e solo un campione potrà per la coppa correre. Tirate fuori le vostre bacchette, fate un inchino al vostro contendente. 
-Mente aperta e duellate perché solo uno di voi si salverà-
La voce scomparve come era venuta e i tre campioni si accorsero che si erano mossi mentre gli ordini venivano spiegati. Ora erano disposti in mezzo alla piazzetta ed erano in coppie pronti per duellare. Pervinca si ritrovò davanti Aadil che sghignazzava convinto di avere la vittoria in pugno. Era ovvio che chi vincesse il primo duello doveva affrontarne anche un altro per rimanere il solo campione che potesse percorrere l’ultima via verso la coppa del Torneo.
I campioni afferrarono più saldamente le loro bacchette e le fecero roteare in aria e poi si inchinarono l’un l’altro. Successivamente si girano e iniziarono ad allontanarsi come era consueto fare all’inizio di un duello magico. A Pervinca fu subito chiaro il perché di tutti quei allenamenti serali con il professor Potter. Evidentemente sapeva del secondo ostacolo della prova e aveva voluto prepararla per bene… E lei ora era pronta.
Quando arrivò alla distanza giusta si girò di scatto, come fece anche il suo avversario, e il loro duello incominciò. Intanto Felicity aveva annunciato a James che non aveva niente di personale contro di lui e che le dispiaceva combattere contro di lui e il ragazzo le aveva risposto che era il loro dovere e che non sarebbe successo niente di male alla loro amicizia.
-Che vinca il migliore!- aveva urlato Aadil prima di lanciare il primo incantesimo contro Pervinca. -Stupeficium!-
-Protego- aveva subito risposto la ragazza prima di accorgersene. -Everte Statim!-
Aadil si ritrovò a volare in aria ancora prima che se ne accorgesse e, inaspettatamente, atterrò in piedi pronto a tornare alla carica.
James invece sembrava avere la meglio su Felicity che si proteggeva soltanto e non sembrava voler attaccare veramente.
-Rictusempra- urlò all’improvviso la ragazza, ma James fece in tempo a difendersi.
-Petrificus Totalus- scagliò l’incantesimo James deciso a mettere fine al suo primo duello.
Ma in quell’istante Aadil si era convinto che contro Pervinca aveva tutte le possibilità del monto per vincere, ma con James Potter forse no; così si decise ad approfittare di quel momento in cui il campione di Hogwarts era intento a duellare con la campionessa di Cloverleafòir e gli lanciò un incantesimo.
-Elet…-
-Impedimenta!- urlò all’istante Pervinca contro Aadil per non permettergli di colpire James a tradimento.
Aadil venne sbalzato in aria con un impatto così potente che andò a sbattere contro al tronco di un albero e perse i sensi. Intanto anche Felicity cadeva a terra incapace di muovere nemmeno un muscolo visto che era stata pietrificata.
-Incarceramus- disse Pervinca verso il campione di Tanzeempak per legarlo per bene con delle corde.
-Avevo tutto sotto controllo!-
-Ti stava per colpire slealmente James, almeno un grazie dovrebbe essere d’obbligo…-
-Non dovevi farlo, avresti avuto la strada libera se aspettavi ancora un secondo prima di scagliare il tuo incantesimo- le spiegò James puntandole la bacchetta contro mentre anche lei faceva lo stesso.
-Forse non mi interessa la coppa… Non sono stata io a volere il mio nome nel calice- gli ricordò.
-Però ora ti meriti quella coppa- le fece notare lui abbassando la sua bacchetta.- Avanti, schiantami-
Pervinca agitò la sua bacchetta ma poi si fermò. -No-
-Perché?-
-Perché io non la voglio la vittoria-
-Va bene, expelliarmus-
La bacchetta volò via dalle mani di Pervinca.
-Stupeficium!- 
-Protego- esclamò Pervinca mettendo le mani davanti a se e uno scudo si materializzò proprio tra le sue mani scagliando via l’incantesimo che James aveva evocato.
-Avevi detto che non volevi vincere-
-Ma questo non è sinonimo di “schiantami per favore”-
-E che si fa allora?-
-Se duelliamo non credo che si arriverà mai a niente…- riflettè Pervinca.
La ragazza raccolse la sua bacchetta.
-Propongo che tu vada avanti, prenda la coppa e vinca, io ti seguo sarò la seconda classificata… Non male suppongo-
-Ok- sorrise James.
Il ragazzo imboccò il sentiero giallo e Pervinca lo segui a ruota.
La figura della coppa comparve poco dopo davanti ai loro occhi. Era sospesa in aria poco prima di un tunnel di felci che probabilmente portava al traguardo. James rallentò il passo e sorrise radioso. Quasi temendo il contatto con quel metallo tanto sognato la mano del ragazzo si allungò fino ad afferrare uno dei due manici. La coppa si illuminò a testimoniare che era stata presa.
-Come è?- chiese Pervinca felice per l’amico.
-Pesante- sorrise lui. -Non la facevo così pesante- 
I due corsero subito verso il tunnel, James era in testa con la coppa e prima delle loro aspettative si trovarono davanti a un passaggio dalla superficie densa e di color argento. Dentro di questa si sentiva la musica gioiosa di trombe tamburi e fischi che avevano sentito alla partenza.
-Dobbiamo attraversare questa soglia?-
James allungò una mano e la sfiorò.
-Credo proprio di si- rispose sorridente. -Vado prima io, ci vediamo di là!- le sorrise e poi con un respiro profondo e alzando bene il trofeo attraversò il passaggio luccicante. Da lì non si poteva vedere niente, ma le urla di acclamazione che Pervinca potè sentire le fecero capire che James era arrivato davanti agli spalti con la coppa in mano e gioioso per la sua vittoria.
La ragazza sorrise più che potè, prese un grosso respiro e varcò anche lei quella soglia convinta di venir acclamata anche lei.
 
-JAMES, JAMES, JAMES, JAMES, JAMES, JAMES!- 
Tutti erano in visibilio, troppo felici per la vittoria del campione di Hogwarts. James fu assaltato dagli abbraccia del padre, della madre, della nonna ma anche dai suoi compagni di scuola. Alzava in aria la coppa ed esultava con loro.
-Sonorus! Siamo tutti contenti di annunciare che il vincitore del Torneo Tre Maghi è James Potter campione di Hogwarts- annunciò Lee Jordan.
-Si, bravo James, bravo!- urlava Hagrid battendo le sue grandi mani. -Lo sapevo, lo sapevo! Ve lo avevo detto no? Lo sapevo-
Nei seguenti minuti il Ministro si accaparrò il ragazzo e iniziò a fare foto insieme a lui mentre una moltitudine di giornalisti della Gazzetta del Profeta cercava di carpire le informazioni su come era andata la prova dalla bocca del vincitore. A James fu consegnato un attestato per certificare che aveva vinto la prova, la ricompensa in denaro di mille galeoni e un sacco di strette di mano.
Poco dopo dall’arena della terza prova furono scortati fuori Aadil e Felicity che si stavano riprendendo dal duello magico. Avevano delle coperte marroni sulle spalle e il ragazzo pakistano teneva una borsa del ghiacciò sulla testa dove probabilmente aveva il bernoccolo che Pervinca gli aveva donato.
Rose corse da Aadil a chiedergli come stesse ma Albus cercava l’amica che ancora non si vedeva.
-James, James ascoltami… James!- chiamava il fratello cercando di aver un attimo della sua attenzione che invece era rivolta a tutte le persone che si stavano congratulando con lui.
-Che succede, Al?-
-James e Pervinca? Dove è Pervinca… James!-
-Che c’è?-
-PERVINCA DOVE E’?-
-Stai tranquillo è uscita poco dopo di me- gli rispose tranquillamente mentre firmava un autografo a una ragazza irlandese.
-No, non è vero, non è ancora uscita-
 
-C’è nessuno? Questa è un’altra prova?-
Pervinca non sapeva dove era finita. Era circondata da muri in pietra, fredda roccia grigia. Ci appoggiò un palmo e lo ritrasse subito. La superficie era talmente fredda che al tatto provocava dolore alle mani. Un lungo corridoio si apriva davanti  e anche dietro di lei. Non sapeva da quanto stesse camminando ma continuava a procedere in avanti.
Con la bacchetta ben impugnata in mano stava all’erta. Il corridoio era rischiarato dalle flebili luci sospese vicino al soffitto in pietra a distanza regolare tra loro. Erano piccole e parevano globuli sferici di gas viola iridescente. Nell’aria c’era odore di viole e lavanda, un po' troppo insistente per essere chiamato solo profumo, era quasi stomachevole per la verità. Finalmente dopo tanto vagare arrivò in una stanza sempre di pietra. Alle pareti c’erano specchi fatti con una sostanza che pareva argento colato e al centro della sala c’era un braciere enorme, che ricordava un po' il calice di fuoco, in cui ardeva un fuoco scoppiettante dello stesso colore delle luci nel corridoio.
Le superfici riflettenti alle pareti delinearono la figura di Pervinca che entrava nella sala, ma cambiarono quasi subito. Ora mostravano scene diverse. In una c’era Pervinca che riceveva la lettera da Hogwarts, in una c’era sempre lei che andava al Ballo del Ceppo, in un’altra riceveva il vestito viola che aveva usato per il ballo, nell’altra ancora parlava con una signora dal capelli biondi slavati e con un abito succinto e così via… Tutti i ricordi che Pervinca aveva perso in quei mesi erano lì, di nuovo davanti a lei, ma non li riconosceva.
Continuò a guardare negli specchi sui muri e ci vide il ritratto di Silente che le parlava amabilmente, il giorno in cui era andata a Diagon Alley per la prima volta, il ricevimento natalizio di Lumacorno, la sua prima pozione riuscita, il suo primo volo su una scopa insieme a Scorpius Malfoy e la volta in cui si era ritrovata nella biblioteca ancora prima di sapere di essere una strega.
Tutti i suoi ricordi erano li e questo voleva dire che anche la cosa che glieli aveva presi era lì.
-Ben arrivata Pervinca, ti stavo aspettando- disse una voce rauca e altisonante. -Prego, accomodati pure…-
Una corda di argento liquido uscì da una di quelle superfici riflettenti e acchiappò la ragazza attraendola a se e impedendole di muoversi.
-Non ti preoccupare, mi serve solo un altro tuo ricordo e tutto questo finirà…-

Salve a tutti! Eccomi di nuovo qui con una aggiornamento fresco fresco... Oggi mi sento particolarmente in vena così chissà che prima di sera aggiungo un altro capitolo... Ma non vi prometto niente! ;)
Spero che questo duello vi sia piaciuto e vi invito a lasciarmi delle recensioni con i vostri pareri perchè stiamo pure sempre parlando di un esperimento e come vi avevo già detto che da qui sembra sempre che vada tutto bene perchè siete in tanti che visualizzate, ma la domanda è: Veramente è sempre tutto a posto? Vi pregherei di dirmelo se è veramente così e non abbiate paura di lasciare critiche!
Baci, Dray xx

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Capitolo 39
*** Capitolo 38 - Subit Recordatio Maxima ***


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-Chi sei? Fatti vedere-
-Ma io sono qui- disse una voce e un’ombra nera comparve sul muro di pietra.
Era lunga e sottile e sembrava vagamente umana con quel cappello a punta e il mantello lungo.
-Qui c’è solo la tua ombra-
-Precisamente l’ombra di chi ero, sono un’immagine scura di ciò che una volta sono stata!- si spiegò l’ombra. -Ma ora sono stanca di essere così, non ti prendono mai sul serio quando sei un’ombra, sai?-
-E io a che ti servo?-
-Rispondi, sai cosa rende una persona umana?- le chiese l’ombra avvicinandosi a Pervinca.
-Un corpo? Un cuore?-
-Bip, sbagliato…- rispose l’ombra agitando quella che pareva la figura di una fine bacchetta tutta bitorzoluta. -Sono i ricordi. I ricordi definiscono chi siamo e cosa siamo… I ricordi ci fanno vivere-
-E perché proprio io?-
-Ogni cosa a suo tempo- liquidò la domanda l’ombra strisciando via verso una delle pareti riflettenti. -Mi manca solo un tuo ultimo ricordo… Li ho tutti, quello di felicità, quello di sorpresa, quello di incredulità, quello di odio, quello di divertimento, eccetera… Ma mi manca il più potente di tutti.
-Se non te ne fossi andata per Pasqua ora non saremmo a questo punto, ma tu saresti qui, davanti alla nuova me a parlare e sarebbe già tutto risolto e invece no, dovevano proprio portarti via… Dannati loro- borbottava l’ombra.
Poi si avvicinò di nuovo alla ragazza agitando la sua bacchetta.
-Non farà male, è indolore… Forse ti sentirai solamente un po' scombussolata, ma è normale, cara-
-Qual è il ricordo che ti serve?- cercò di prendere tempo la ragazza.
-Sapevo che me lo avresti chiesto… Mi serve un ricordo particolarmente felice-
Pervinca pensò al ricordo che usava per evocare il Patronus.
-No quello cara, qualcosa di più profondo… Un ricordo del primo amore-
-Ah! Mi dispiace, ma non ne ho- sorrise Pervinca.
-Ne sei sicura, cara?- rise l’ombra girando intorno alla ragazza. -Proprio nessun ricordo? Qualcosa mi dice di si… Per schiarirti le idee ti dirò solo una piccola frase, “Stai tranquilla, non lo dirò a nessuno” non ti dice niente questo, Pervinca?-
L’ombra sogghignò mentre la ragazza ripercorreva gli eventi nella sua mente per trovare quel particolare ricordo.
-Ecco, brava, si proprio quello… Mi serve proprio quello. Subit Recorda… Ah, maledetto serpente!-
Jioyelle era saltata fuori dalla veste della padrona e aveva azzannato l’ombra in mezzo a quello che doveva essere il viso. Questa doveva essere teoricamente un’impresa impossibile, ma non si sa come in quel preciso punto l’ombra doveva essere più densa, quasi come se avesse ripreso corpo. Forse era il potere dei ricordi già presi che faceva si che l’ombra non fosse più di tanto senza sostanza.
L’ombra afferrò la serpentella e cercò di staccarsela di dosso.
-Attenta Jioyelle!-
-Stupido serpente, che pensi di fare? Non capisce cosa sto facendo? Togliti di mezzo!- urlò l’ombra prima di buttare a terra Jioyelle.
-Lasciala stare!- urlò Pervinca.
-Certo, non è lei che mi interessa- l’ombra tornò davanti alla ragazza e le puntò la bacchetta contro.
Pervinca chiuse gli occhi e attese l’incantesimo. Jioyelle strisciò fino alla padrona e si arrampicò per la sua veste come al solito.
-Subit Recordatio Maxima!- pronunciò ancora l’ombra, ma appena l’incantesimo iniziò a uscire dalla sua bacchetta la figura di Jioyelle comparve fra questa e la tempia di Pervinca e l’incantesimo colpì il rettile.
Una luce viola si propagò per tutto il labirinto di corridoi e stanze di pietra. Gli specchi di argento liquido si infransero e Pervinca cadde a terra.
 
Quando si risvegliò era lungo distesa sul pavimento di pietra fredda. A farla rinvenire era stata la consapevolezza che qualcosa di umido e liscio le stava accarezzando una delle guance. Quando aprì gli occhi incontrò subito quelli giallo miele a fessura della sua serpentella corallo Jioyelle che sibilava felice.
Pervinca si alzò piano controllando che fosse tutto a posto. Jioyelle le strisciò per tutta la lunghezza del braccio e poi felice si arrotolò intono alla gola della sua padrona come era solita fare. Pervinca osservò i dintorni. Era ancora in quella fredda stanza di pietra al cui centro ardeva un fuoco viola in un braciere di pietra. Alle pareti c’erano cornici vuote senza più nemmeno una goccia di quell’argento liquido.
L’unico vero cambiamento di quel posto era la figura accovacciata in un angolo. Era avvolta in vestiti ampi di seta bianchi e lilla e non si muoveva. Pervinca cercò di alzarsi, ma la testa le doleva come se qualcuno l’avesse colpita con una mazza sferrata per molte volte.
-Ah, sembra quasi che Rita Skeeter mi abbia appena intervistato per ore e ore di fila… I sintomi sono gli stessi- sospirò e poi si rese conto, ora ricordava chi era Rita Skeeter.
Ricordava tutto. Silente dentro al quadro. La lettera da Hogwarts che aveva gettato nel cestino di casa in cucina. Quelle che poi erano uscite dal cassetto in bagno… Il Ballo del Ceppo con i dodici alberi di Natale in sala… Il professor Lumacorno e le sue innumerevoli foto insieme… Tutto, si ricordava proprio tutto. Come era possibile?
-Ha funzionato lo stesso?- disse una voce dolce dall’altro capo della stanza. -Incredibile, ahahah se Merlino in persona me lo avesse assicurato non ci avrei creduto…Ahahah, ha funzionato lo stesso!-
La figura che era nell’angolo della sala balzò in piedi senza girarsi. Indossava un grande cappello a punta viola scuro che dava un po' di altezza a quella personcina minuscola. Se ne stava appena curva come se avesse molti anni sulle spalle, ma rideva e ballava come se di anni ne avesse solo cinque.
-Maledetto serpentello, ti sei sacrificato per lei, eh? Ma tanto non importa perché ha funzionato lo stesso. Mi domando perché… Ah! Ha funzionato lo stesso-
In mano aveva una bacchetta d’argento molto fina però tutta spigolosa e il vestito lungo scintillava all’ondeggiare di quella figura. Pervinca si alzò incuriosita da quella persona. Da sotto il cappello uscivano ciuffi di lunghi capelli bianchi come la luna. La ragazza le si avvicinò ancora e le appoggiò una mano sulla spalla che era poco più alta della sua. La figura misteriosa si girò all’istante e travolse la giovane abbracciandola.
-Grazie, grazie, grazie-
Pervinca rimase senza fiato. Non sapeva che fare, quella figura la stava proprio abbracciando anche se poco prima le voleva rubare i ricordi.
-Ma poi te li avrei ridati- rispose la figura quasi come se avesse letto i pensieri di Pervinca.
-Cosa?-
-Certo, volevo prendere i tuoi ricordi, ma poi te li ridavo, non sono mica cattiva io-
La donna anziana lasciò la presa intono alle spalle di Pervinca per fissarla in viso. Pervinca rimase scombussolata a quella vista, quella donna le assomigliava, certo, più vecchia e con molte ruche in più, ma era proprio come lei. Fatta eccezione per gli occhi che erano grandi e di un viola pazzesco.
-Cosa succede? Non riconosci più nemmeno la tua cara nonnina?- sorrise la donna mostrando una dentatura perfetta.
 
-Come Pervinca non è uscita?- ciese James cercando di allontanarsi dalla folla.
-No- rispose Lily unendosi ai due fratelli. -Lei non è mai uscita dal folto-
-Che succede?- chiesero Hugo e Darcy aggiungendosi.
-Voi avete visto Pervinca?-
I due scossero il capo.
-Congratulazioni James- sorrise Harry Potter raggiungendo il figlio. -Sai dove è Pervinca?-
-No- risposero tutti in coro.
-Pervinca era dietro di me poco prima del passaggio magico…-
-Come James? Quale passaggio magico?-
-Quello che pareva argento liquido, era l’uscita dall’arena, no?-
-No…- sussurrò il Signor Potter voltandosi preoccupato. -Preside McGranitt, preside… Abbiamo un problema, temo che Pervinca sia stata rapita- disse Harry chiamando la McGranitt.
 
-Nonna? No, io non ho parenti, tantomeno parenti con una bacchetta-
-Ne sei sicura? E comunque non sto parlando di nonna recente… Io ho molti anni, davvero tanti. Più di quanti tu possa immaginare. Sono stata una dei prima magici del mondo, antica razza una delle più pure, forse la più pura! Anzi, senza forse. Tu discendi direttamente da me e sei di linea pura, purissima- sorrise la donna sistemandosi il vestito. -Questo vestito non lo vedevo da millenni-
-No, vi state sbagliando. I miei genitori sono babbani-
La donna si rabbuiò e si drizzò bene sulle sue gambe e ora pareva più alta di Pervinca.
-Ne sei sicura? A volte le persone non sembrano quello che sono. I tuoi genitori non hanno voluto ascoltare le mie suppliche in cui gli chiedevo di aiutarmi con la loro magia, fanno i babbani a tempo pieno loro, Bleah-
-Vuoi dire che…-
-Si, mia cara. Tu sei una strega da sempre e i tuoi genitori ti hanno tenuta sotto a una campana di vetro per non farti scoprire i tuoi poteri. Che famiglia, vero? Menomale che sono arrivata io, se non avessi tolto la fattura che avevi addosso chi sa dove saremmo adesso-
-Vuoi dire che sei stata tu a farmi scoprire i miei poteri? Quella volta nel parco dietro a casa…-
-Certo, beh, non mi posso prendere tutto il merito ma diciamo che è servito a qualcosa solleticarti un po' con la mia magia, non potevo fare molto perché altrimenti i tuoi genitori avrebbero sentito la traccia che ti lasciavo addosso ogni volta che mi avvicinavo a te, per fortuna poi il veder compiersi una magia ha sciolto del tutto la fattura-
-Non so cosa dire… Ho così tante domande ora-
-Certo, e per ogn’una c’è una risposta. Ma direi che abbiamo fatto preoccupare tutti un po' troppo. Che dici di tornare a Hogwarts ora?-
La donna si sistemò il cappello sul capo, afferrò il polso della nipote, si infilò la bacchetta dietro l’orecchio dicendo -Questa ora non mi serve- e agitando la mano libera scomparvero tra il fumo lilla. Il fuoco viola nel braciere si spense all’istante.

Salve, in straordinaria sessione ecco a voi un altro capitolo della storia, spero che vi piaccia..
RECENSITE!!!! 
Baci, Dray xx

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Capitolo 40
*** Capitolo 39 - Ginevra Kigam ***


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Intanto le ore erano passate e l’oscurità era scesa avvolgendo il castello di Hogwarts. Le ricerche di Pervinca erano state insistenti e anche senza il favore del sole tutti erano rimasti fuori illuminando i dintorni grazie ad Hagrid che aveva tirato fuori le grandi lanterne illuminando a giorno tutta la collina.
-Avete trovato niente?- chiese il professor Paciock incontrando un altro gruppo di ronda formato dal professor Vitious, Lee Jordan e Madama Bumb.
-Niente da fare, Neville- rispose Jordan. -Notizie dal Ministero?-
-Il Ministro ha subito chiamato alcuni Auror perché facessero delle indagini- rispose Madama Chip. -Hanno intercettato una traccia magica, ma era troppo debole per essere seguita-
-Temo che dovremo lasciar stare per ora e riprendere domani- disse rammaricato il professor Lumacorno.
“Clack”
-Cosa è stato? Chi è che si è materializzato?- esclamò Madama Bumb.
Tutti i gruppi di ricerca corsero in uno dei piazzali interni al castello dove il professor Potter e la preside stavano parlando con i nuovi giunti.
-Avete notizie?-
-Mi dispiace, Harry, abbiamo seguito la traccia fino a Stone Age, poi si è dissolta completamente- rispose amaricato Ron Weasley.
Con lui c’erano anche Dean Thomas e Seamus Finnigan.
-Ma come è possibile? Una traccia magica non sparisce così velocemente-
-Preside, mi segua un attimo…- la interruppe il professor Rüf con il suo tono pacato comparendo dal nulla.
-Non è questo il momento, professore, con tutto il rispetto stiamo cercando un’alunna… Avete provato intorno a casa sua? Non si sa mai, potrebbe essere scappata dall’aggressore…-
-Professoressa McGranitt la prego-
-Non ora, Cuthbert!-
-Ma la stanno cercando-
-Chi?-
-Nel suo ufficio, è desiderata con urgenza- rispose il professore restando tranquillo e sparendo ancora.
La preside di Hogwarts rimase allibita. Non aveva mai visto il professor Rüf così calmo e pacato. Se fosse stato vivo avrebbe giurato che avesse visto un fantasma e stesse cercando di dimenticarselo. Osservò per un attimo le persone con cui poco prima stava parlando e la moltitudine di professori e studenti degli ultimi anni che erano giunti preoccupati per il Clack sentito.
-Tornate nelle vostre Sale Comuni, presto- disse rivolta agli alunni. -Professor Potter e Madama Chip seguitemi, anche voi Auror, potrebbe essere importante, agli altri professori prego di assicurarsi che non manchino altri alunni dalle proprie Case-
McGranitt si voltò e decisa corse verso la porta più vicina per rientrare nei corridoi infiniti della scuola. Dietro di lei i passi frenetici la seguivano cercando di starle dietro. Quando era agitata diventava molto arduo seguirla. Arrivata davanti al gargoyle, che fa da guardia al suo ufficio, senza fermarsi disse -Torta di mele- e il passaggio si aprì all’istante. Salì qualche gradino a due a due impugnando due lembi del suo vestito per non inciampare.
Arrivata al suo ufficio si fermò osservando la sedia dietro alla sua scrivania era girata verso la finestra che dava sul panorama notturno intorno al castello.
-Ah, professoressa McGranitt, ben arrivata- sorrise Albus Silente da dentro alla sua cornice. -Ho mandato Rüf a chiamarla, temo che sia stato forse un po' troppo precipitoso nel tirare le somme e si sia spaventato, spaventando anche voi a quanto vedo-
-Che succede, Silente?- gli chiese avanzando un po' per far entrare anche gli altri.
-Ah, vedo che ci sono anche Harry, Ron, Dean, Seamus e Poppy- sorrise il mago. -Credo che questa sarà una sorpresa gradita per tutti, vieni pure fuori cara- disse rivolto verso uno degli angoli celati alla vista di chi entra nell’ufficio e non avanza per più di metà stanza.
Pervinca uscì dall’ombra con un sorriso grande sulle labbra.
-Salve a tutti- sorrise.
-La Signorina Pervinca è apparsa poco fa proprio qui, sono convinto che deve a tutti delle spiegazioni- sorrise ancora Silente con gli occhi che gli luccicavano dietro agli occhiali a mezza luna.
-Stai bene? Madama Chip mi porti una cioccolata calda, la ragazza deve essere sotto shock-
-No, preside sto bene, davvero-
La McGranitt le si avvicinò e le osservò i polsi rigati di rosso.
-Sicura?-
-Oh- sospirò Pervinca. -Non me ne ero nemmeno accorta, devono essere state le corde d’argento, stringevano un po' troppo-
-Corde d’argento? Pervinca chi ti ha fatto questo?- le chiese Harry Potter avvicinandosi anche lui.
-Sto bene, veramente, un po' di riposo e i segni andranno via- rispose la ragazza ritraendo i polsi e nascondendoli sotto la casacca.
-Silente ho per caso notato il dipinto di quel signore con la libreria, mi ha salutato, ma penso che la mia memoria non sia più quella di una volta perché non mi ricordo chi… Ho cielo, salve Minerva- sorrise la figura della donna anziana comparendo in cima alle scale che portavano al piano di sopra dell’ufficio della preside.
-Ginevra?- chiese la preside a bocca aperta non credendo ai suoi occhi.
La donna si tolse gli occhiali e se li passò velocemente nella veste e poi se li rimise.
-Non ci posso credere, non eri morta?-
-Ti ringrazio per questa convinzione- sorrise la donna anziana scendendo i gradini di pietra. Si era tolta il cappello e aveva scoperto una crocchia di capelli bianchi tenuti insieme dalla bacchetta d’argento. La cascata di cappelli le scendeva anche sulla schiena e i suoi occhi ora parevano ancora più grandi e viola.
-Ti sei invecchiata, sai?-
-L’ultima volta che ci siamo incontrate è stato negli anni trenta, avevo cinque anni- sorrise la preside.
-Giusto, questo spiega tutto-
-Tu non sei cambiata di una virgola invece…-
La donna la zittì con un cenno della mano.
-E chi abbiamo qui? Oh, il famoso Harry Potter… Sei tu che hai obliviato i miei nipoti?- sorrise la donna avvicinandosi a lui. -Hai fatto bene- gli strinse una mano.
-Come?- chiese Harry.
-Certo, certo…- lo zittì la donna. -E voi che mi cercavate, sono qui… Ora che fate?- chiese rivolta agli Auror.
Ron la guardò assorto e poi scrutò i suoi compagni.
-Come pensavo- sorrise la donna.
-Ma Ginevra che ci fai qui?- le chiese la preside
-Minerva, sono venuta a riportare mia nipote… L’avevo un attimo presa in prestito-
-Tua nipote? Pervinca?-
-Certo, che c’è di strano?- sorrise la donna.
-Era quello che cercavo di dirti, Minerva!- esclamò Silente.
-Tu lo sapevi?- chiese la McGranitt un po' arrabbiata.
-Mi pare ovvio, siamo sempre parenti io e Ginevra- sorrise Silente.
-Precisamente, cugino di secondo grado, discendente dal ramo più puro di maghi e streghe… Ora l’ultima generazione di questa famiglia è Pervinca Kigam-
-Magik- la corresse Pervinca.
-No, no… Kigam, i tuoi genitori hanno pure cercato di far sparire le loro tracce cambiando cognome, ma temo che ci voglia ben altro che girare semplicemente un po' di lettere-
-Professor Silente, è questo che cercava di farmi capire quella sera paragonando i nostri nomi?-
-Era la mia intenzione di base- rispose.
-Perfetto, e ora che si fa?- chiese Ginevra.
-Direi che Pervinca deve andare nella sua casa, è ancora un’alunna della scuola-
-Giusto- sorrise la donna.
-E noi dobbiamo parlare. Weasley, Thomas e Finnigan chiamate il Ministro che dobbiamo chiarire un paio di cose. Professor Potter, Madama Chip, accompagnate voi la Signorina Magik… Volevo dire Kigam?-
-Certo, vieni cara- la chiamò Madama Chip allungando un braccio.
-Buona notte professor Silente… Preside McGranitt… Nonna- sorrise la ragazza.
-Notte stellina, ci vediamo domani mattina… Se ci sarò ovviamente- aggiunse Ginevra dopo aver guardato la McGranitt seria in viso.
Pervinca fu accompagnata fino al settimo piano mentre fra i vari corridoi raccontava quello che era successo. Arrivata davanti al dipinto della Signora Grassa Madama Chip e Harry Potter la salutarono.
-Parola d’ordine- chiese la donnona.
Pervinca si accorse in quel momento di non saperla, era stata troppo presa dalla terza prova per memorizzare la parola che cambiava ogni mese.
-Niente parola, niente Sala Comune, mi dispiace Pervinca-
Per fortuna il passaggio si aprì lo stesso e spuntarono i capelli ricci e cespugliosi di Albus.
-Pervinca!- urlò nel vederla.
A Pervinca le si ingarbugliarono le budella.
Per fortuna la figura di Potter venne spinta via da Rose che corse ad abbracciare la sua amica.
-Per tutti i draghi del mondo, che paura che ci hai fatto prendere! Per fortuna che sei qui sana e salva, vieni dentro veloce. Devi raccontarci tutto-
Pervinca fu accolta da urla di festa. Dentro alla casa dei Grifondoro tutti stavano festeggiando la vittoria di James che era circondato d’amici e fiumi di burrobirra. Come la ragazza entro però tutti si fermarono a guardarla. James scavalcò diverse persone e la prese per le spalle.
-Dove eri finita?-
-Lunga storia-
-Ce la racconterai dopo- sorrise poi la prese per un braccio e la portò vicino alla coppa del torneo.- Fate un applauso anche a Pervinca Magik-
-Kigam…- lo corresse Pervinca ridendo.
-Come? Fa niente… Senza di lei io non avrei vinto questo trofeo, quindi è di tutti e due. DOPPIA VITTORIA PER I GRIFONDORO!-
-DOPPIA VITTORIA PER I GRIFONDORO!- urlarono tutti.
La festa continuò e non si interruppe nemmeno quando l’orologio rintoccò la mezzanotte. Solo quando il cibo finì e la burrobirra iniziò a prosciugarsi del tutto, gli studenti si trascinarono nelle loro camere e si addormentarono, non prima di aver ascoltato la storia di cosa era successo a Pervinca.
La ragazza però nel suo letto, quando tutti ormai dormivano di già, si rigirava senza riuscire a chiudere gli occhi. Jioyelle era accanto a lei e sibilava mentre sognava. Pervinca decise quindi di alzarsi e si sedette vicino a una delle finestre della torre. Davanti a lei c’era direttamente un cielo stellato con una luna enorme e bianca come il latte. Guardando quello spettacolo si rilassò finalmente e chiudendo gli occhi si addormentò così.

Salve a tutti! Ecco un altro capitolo spero che vi piaccia e spero che mi lascerete delle recensioni per dirmi i vostri pareri.
Baci, Dray xx

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Capitolo 41
*** Capitolo 40 – Finale? ***


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I pochi giorni che mancavano all’anno scolastico passarono velocemente tra chiacchere per la scuola e risultati degli esami. Rose, Albus e Pervinca erano stati ammessi al settimo anno, James e Darcy all’ottavo e Lily e Hugo al quinto. Era successo anche che Ginevra era sparita ancora. Si diceva che l’avessero convocata al Ministero e fosse ancora lì che sosteneva interrogatori lunghi. Altri dicevano che si era dissolta e basta.
Oltre a questo era accaduto che Aadil e Rose aveva litigato. E non un litigio come quelli tra innamorati che si risolvono subito, no, un bel litigio tosto che aveva segnato la loro rottura. I fatti erano che Aadil si era ostinato a dirle di tutti i colori sul conto di Pervinca perché l’aveva battuto nel duello e questo a Rose non era andato bene. Gli aveva chiesto gentilmente di smetterla, ma Aadil aveva posto resistenza e così lei lo aveva lasciato con un bel schiaffo sulla guancia sinistra.
All’inizio Rose ci era rimasta così male per l’evolversi delle sua storia d’amore che si era chiusa in bagno e parlava solo con il fantasma di Mirtilla Malcontenta, che si lamentava di come il suo grande amore Harry Potter avesse sposato un’altra (anche se lei non si dava per vinta e lo aspettava una volta che fosse diventato fantasma). Ma le lacrime si dissolsero in fretta quando arrivarono delle lettere da un ammiratore segreto per lei.
Lily aveva pensato che fossero da parte di Hugo o Albus, ma loro avevano negato anche dopo essere stati rinchiusi nei sotterranei per mezza giornata.
Un altro fatto che accadde prima della fine della scuola fu che arrivarono a Hogwarts, molto adirati e ben vestiti, i genitori di Pervinca. I signori Magik (perché si ostinavano e si ostinano a farsi chiamare così) si presentarono un bel giorno vestiti come se dovessero andare a un parti formale su una nave da crociera e bussarono alle porte della preside che non gli riconobbe subito.
I loro modi erano molto stizzosi e continuavano a ripetere che era stato, quello di insegnare la magia alla figlia, un oltraggio al loro volere e che avrebbero fatto causa alla scuola. Inoltre volevano ritirare la figlia dagli studi ed esigevano che le fosse spezzata la bacchetta per impedire che tornasse a studiare. La preside chiamò subito il Ministro che cercò di calmare la faccenda. Successivamente vennero pure chiamati a raccolta i membri di Wizergamot per discutere del caso.
Ovviamente nessuno votò per l’espulsione di Pervinca dalla scuola e Draco Malfoy si prese l’incarico di convincere la famiglia Magik a far restare Pervinca nella scuola. Dopo varie ore di discussioni i Signori Magik accettarono un compromesso: Pervinca sarebbe rimasta a studiare a Hogwarts ma loro non volevano saperne niente di magia. Quindi niente gufi per casa o cianfrusaglie da mago.
Quando uscirono dalla scuola lo fecero come se si stessero lasciando alle spalle una casa degli orrori.
-Perché fanno così?- chiese Pervinca al Signor Potter che era stato superato dai vicini senza che questi lo degnassero nemmeno di uno sguardo.
-Non lo so proprio, mi ricordano i miei zii… E io non ho mai capito i miei zii- rise.
Quando finalmente l’alba dell’ultimo giorno arrivò sulla scuola tutti i bauli erano pronti, le scope erano ben riposte e la gabbie dei gufi piene di stridii e piume colorate. In atrio tutti si salutavano. Pervinca stava incollata a Felicity e non voleva lasciarla. Si era trovata proprio bene con lei.
-Mi scriverai vero?- le chiese.
-Ovviamente, se vuoi quest’estate posso anche trovare il modo di farti venire da me- sorrise la ragazza irlandese.
-Ne sarei felicissima-
Rose faceva scena muta con Aadil che la ignorava ridendo con i suoi compagni d’istituto. Dopo vari abbracci e scambi di gufo i due presidi ospiti chiamarono i loro alunni.
-Clovefleafòif da questa pafte!- chiamava a gran voce Mr. Daviz con la sua solita parlata.
Gli studenti irlandesi uscirono saltellando nelle loro tuniche verde acceso, salirono nella loro carrozza e dopo un po' di pioggia apparve un arcobaleno che il cavallo alato usò per galoppare via. Poco dopo anche il sottomarino di Tanzeempak salpò, non prima che il preside Mustek salutasse tutti con un suo grande inchino e con la promessa di ritornare per la rivincita del torneo.
Poco dopo le carrozze nere trainate dai Thestral invisibili si ammassarono fuori dall’atrio della scuola pronte per portare gli alunni alla stazione giù a Hogsmeade. Albus corse ad occuparne una per stare insieme ai suoi amici. Quando tutti vi furono accomodati le carrozze partirono.
-E così sono sopravvissuta al mio primo anno qui a Hogwarts, non avrei mai detto- sorrise Pervinca.
-Nemmeno io- commentò Hugo ma Lily gli tirò una gomitata.
-Io non avevo dubbi- le sorrise Albus.
Pervinca, dopo quella volta nella stanza di pietra, non riusciva più a guardarlo negli occhi senza arrossire. Con Scorpius aveva chiarito tutto, ora erano amici soltanto, anche se lo erano stati anche prima. Prima di andare via aveva soddisfatto anche i desideri del professor Lumacorno che era finalmente riuscito ad avere la montagna di foto con Pervinca che aveva desiderato fin da subito.
Quando arrivarono alla stazione corsero a salutare Hagrid, che se ne stava vicino alla grande locomotiva, saltarono in carrozza e aspettarono che il viaggiò iniziasse. Solo una volta che il sole fu tramontato arrivarono alla stazione di King Cross dove la prima persona che videro fu proprio la Signora Potter che sorrideva felice per il ritorno dei suoi figli.
I genitori di Pervinca come da compromesso non venirono a prenderla alla stazione, però arrivò un’altra persona. Stretta nei suoi vestiti babbani da donna anziana una signora con il cappello color melanzana in feltro con un fiorellino dello stesso colore e materiale sorrise verso Pervinca mostrando la sua borsa che sembrava fatta con un tappeto.
-Chi è quella?- le chiese James.                                      
-Oh, lei è mia nonna- sorrise Pervinca correndo in contro alla donna con il carrello pieno di pagagli.
-Da quando Pervinca ha una nonna?- chiese Rose ad Albus e il ragazzo alzò le spalle.
Darcy salutò i suoi amici quando adocchiò suo padre che faceva vedere alcuni manici di scopa mini a dei bambini.
-Buone vacanze, mandatemi tanti gufo!- urlò correndo dal Signor Whitehorn.
Finiti i saluti anche Rose e Hugo, dopo aver trovato la madre, salutarono tutti promettendo di venire qualche volta a River Drive a trovarli. Infine anche la famiglia Potter, Pervinca e sua nonna attraversarono la barriera e tornarono a casa.
 
Intanto nella sala ri roccia fredda tutto era buio proprio come era stato lasciato circa una settimana fa, giorno più giorno meno. Alle pareti c’erano cornici vuote e al centro giaceva un braciere di pietra spento e freddo. Ma l’oscurità non era comunque totale. Dal corridoio provenivano delle flebili luci viola che piano piano si stavano spegnendo. Una dopo l’altra si affievolivano, crepitavano e scomparivano.
Ma ce n’era una tra queste che cercava di vivere. Percorreva piano il lungo corridoio di pietra cercando di rimanere accesa. Passava le sue coetanee e ne assorbiva l’energia, le inghiottiva famelica cercando di sopravvivere. Arrivò nella stanza e volò di qua e di là cercando altra energia e poi lo vide, il braciere. Lottò mentre si stava spegnendo per arrivarsi, piano piano iniziò a spegnersi ma poco prima di cessare di brillare si tuffò dentro al calice.
Una fiamma alta due metri di un viola scuro divampò all’istante accendendo il braciere che scintillò vividamente accendendosi. Scintille colorate iniziarono a colpire le pareti uscendo dal calice. Rimbalzavano sulla pietra e poi si spegnevano. All’improvviso il fuoco prese corpo e una figura scura si accese nell’oscurità.
-Sono libera, sono libera- rise malvagiamente quella figura. -Qualcuno pagherà per ciò che ha fatto, quella Ginevra Kigam, e la sua famiglia, pagherà per tutto-

Salve a tutti! Ecco l'ultimo capitolo, sppero che vi sia piaciuta la mia storia tanto da lasciare delle ultime recensioni. Vi ringrazio per avermi seguito e per aver aggiunto questa fic alle preferite/ricordate/scelte... Vi ringrazio per chi mi ha messo tra gli autori preferiti e per chi ha recensito almeno una volta! Grazie mille siete stati degli angeli <3 non che potters accaniti!
Come avrete intuito questo non è un vero e proprio addio perchè io ho detto che cercavo di scrivere come la Rowling e che mi risulti J.K. non ha fatto solo un libro ;)
Baci a tutti
Dray xx

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