Mr.Eggs

di phoenix_esmeralda
(/viewuser.php?uid=178541)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -1- ***
Capitolo 2: *** - 2 - ***
Capitolo 3: *** - 3 - ***
Capitolo 4: *** - 4 - ***
Capitolo 5: *** - 5 - ***
Capitolo 6: *** - 6 - ***
Capitolo 7: *** - 7 - ***



Capitolo 1
*** -1- ***





 

Mr.Eggs




1



Sono l’uomo del mistero, nessuno al mondo è più misterioso di me. Nessuno.
Il mio nome è criptato dalla maschera di uno pseudonimo imperscrutabile: mr.Eggs, scrittore.
Solo questo, sono.
Pipiripipiripipiripiripiiiiii....
A nessuno è dato conoscere il mio vero nome, il nome del mio talento...
Pipiripipiripipiripipiiiiiii.....
E a nessuno...
Piripipipiiiii...
Echeccazzo!
- Pronto!
- Alessio, ho letto il nuovo capitolo. Fa cagare!
E ti pareva?
- Non hai seguito nessuno dei miei suggerimenti! Ho passato un’intera serata a stilare la lista delle cose che avresti dovuto cambiare, e non ne hai inserita neppure una. Neppure una! Che cazzo ne hai fatto del mio elenco? L’hai dato da mangiare al coniglio?
- Mmh... che dici? Ce l’ho qui... proprio sottomano...
Dove cazzo è finito quell’elenco di merda?
- È che non sono ancora riuscito a consultarlo proprio come si deve...
Non è che è rimasto nella tasca della giacca che Matilda ha lavato ieri sera?
Incasso il cellulare fra la spalla e il mento e sollevo di scatto la tapparella della finestra. La signora Lentini, novantotto anni da compiersi a breve, lancia un urlo di terrore dal cortile. Si spaventa con nulla, povera donna. Mi osserva a occhi sgranati, un sacco dell’immondizia nella mano sinistra, il coperchio del cassonetto dei rifiuti nell’altra.
- Sono io, signora Lentini, sto solo ritirando il bucato!
- E adesso che fai? Mi ignori? - le urla di Matilda trapanano il cellulare e mi aggrovigliano le connessioni cerebrali – Parlare con te, Alessio, è come conversare con le mie ciabatte! Ottengo gli stessi risultati!
L’improvviso, corroborante silenzio che segue mi dice che Matilda si è arresa un’ennesima volta alla mia mancanza di serietà.
Ma che cosa ci posso fare? I romanzi erotici li leggono le donne e io sono un uomo. Scrivo da uomo, cazzo! E alle donne fa cagare, mi infestano la casella e-mail di messaggi minatori: “Sei un maschilista!”; “Mettici un po’ di romanticismo”; “Gli uomini come te mi fanno ribrezzo!”
Se solo sapessi dove sono gli appunti di Matilda...
Richiudo la finestra dopo una ricerca a vuoto nelle tasche di tutte le giacche appese ad asciugare.
Va bene: rilassiamoci. Dov’eravamo rimasti? Ah, sì.
“Sono l’uomo del mistero... nessuno conosce il mio vero nome...”
E invece lo conoscete.
Echeccazzo, Matilda ve lo ha rivelato! Nemmeno un minimo di suspense mi è concessa, oggi.
Apro il frigo e contemplo il pacchetto di uova da sei, sul terzo ripiano.
- Tutta colpa vostra – dico – Se voi uova vi impegnaste un po’ di più, il mondo sarebbe migliore!
Non mi rispondono, come sempre.
Fanno finta di non capire.
Ma sono intelligenti, sapete. E un giorno conquisteranno il mondo.


**************************************************

Questa storia non ha nessuna particolare pretesa, se non quella di strapparvi una
risata, nel caso apprezzaste il genere. Quindi leggetela un po' con questo spirito... ^^
Un ringraziamento particolare va ad HateQueen, essendo la presente il frutto del suo
tanto strampalato quanato affascinante contest. Gli elementi più assurdi della trama me li
ha forniti lei come prompt, dunque... a lei gran parte del merito! ^^








Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** - 2 - ***


2

 

 
Splut!
Oggi il cellulare non si dimentica della mia esistenza.
Ho sentito arrivare un sms e da mezzora sto girovagando per la casa cercando di ricordare dove cazzo l’ho messo.
Odio non trovare il cellulare, lo odio, capite? Odio tutto ciò che mi fa perdere tempo prezioso: quei cazzo di semafori rossi, i registratori di cassa che si inceppano quando devo pagare, la gente del cazzo che mi passa davanti in posta, il coniglio che piscia fuori dalla lettiera proprio quando sto uscendo e il cellulare che suona e non so mai dove cazzo l’ho messo!
Scendo rapidamente una rampa di scale, suono al campanello della signora Lentini e aspetto. Il suo occhio azzurro slavato appare dietro i contorni dello spioncino.
Ci prova sempre, a capire chi stia suonando il campanello, ma siccome non ci vede un cazzo, poi si rassegna ad aprire la porta.
Spalanca l’uscio, mi guarda e urla di terrore.
Che palle.
- Sono io, signora Lentini, quello del piano di sopra. Ha presente?
Lei mi fissa con ostilità. Non mi ha in simpatia, perché quando parlo – e quando penso, ma questo non può saperlo  – ripeto sempre la parola “cazzo” in ogni sua variante. Mi trova scurrile, dice lei, e le persone scurrili la turbano.
- Potrebbe farmi uno squillo sul cellulare, per favore? Non riesco più a trovarlo.
Le consegno il mio numero e ridiscendo velocemente, mentre la suoneria sta già riempiendo la casa di pipiripipiiii. Il suono mi porta diretto in cucina e poi, mentre mi volto disorientato a destra e sinistra, si esaurisce in un “pi” di saluto. Ma ormai ho capito.
Apro la porta del frigorifero ed eccolo lì: rosso e luccicante, mi osserva impunemente accanto al cartone delle uova.
L’avevano rapito loro!
È la prima volta che succede. Che l’invasione sia prossima?
Apro il cellulare e vado in cerca dell’sms. Ciò che leggo mi dà i brividi: “Non dirlo a nessuno o sarà peggio per te.”
Che cazzo significa?
Osservo le uova con sospetto. Al momento sono le mie uniche indiziate.
 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** - 3 - ***


3
 

 
 
Va bene, facciamo il punto della situazione:
1) Le uova invaderanno il mondo. E, ne sono certo, a quel punto le cose per me fileranno meglio.
2) Le uova mi hanno mandato un messaggio minatorio. Se non loro, un’altra delle mie non-fans. Questo, in effetti, sarebbe meno insolito.
3) Matilda è incazzata nera, perché ho scritto un altro capitolo senza infilarci il titillamento dei capezzoli o qualsiasi altra delle cose scritte nella sua lista del cazzo.
4) Tiger sta mangiando la lista del cazzo di Matilda.
 
Inizio a inseguirlo per casa, ma quando un coniglio si sente inseguito, pensa sempre che gli si voglia rubare il cibo di bocca. Tiene stretta la lista fra i denti e inizia a correre per casa come solo un coniglio del cazzo può fare, infilandosi in tutti i pertugi, sgattaiolando fuori e cercandone di nuovi. E nel mentre non smette di mangiucchiare.
Perché cazzo un coniglio deve riuscire a mangiare anche mentre corre? Ma che cazzo di regola è?
- Ma che idea ha avuto Matilda di regalarmi un coniglio? È il tuo animale, mi diceva! Quando lo vedi ti intenerisci! Col cazzo! Quando ti prendo ti disosso! Ti spelo! Finisci in forno con le patate, le olive, i peperoni, i capperi e...
Tiger all’improvviso si ferma. Ha finito la lista. Così: sbriciolata, ingerita, digerita. Tempo cinque minuti e sarà una pallina marrone che gli sbuca dal culo.
Rimane immobile davanti a me, annusa l’aria e mi fissa con il suo muso da coniglio.
Echecazzo, non deve fare così. Gli ho promesso di disossarlo, di spelarlo, e poi di prendere olive, patate...
Ok, mi sta leccando i pantaloni.
Mi chino in avanti e gli sfioro le orecchie con un dito, affondo nel suo pelo morbido.
- Piciu...  – mormoro, iniziando ad accarezzarlo – Piciu piciu piccino! Ma bellooooo. Bello  morbido, lui. Picin. Pici pici pici!”
Ma cazzo.
Sono certo che le uova non apprezzeranno la mia adorazione per i conigli. Dovrò stare attento, quando conquisteranno il mondo.
 

 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** - 4 - ***


4
 

 
 
Se dovessi farvi una panoramica della mia anima, vi parlerei per giorni. Sono uno scrittore e come tale giro e rigiro le parole come cazzo mi pare, e poco importa che i miei romanzi erotici siano brutti, quelli sono solo un cazzo di lavoro come un altro, che mi permette di tirare a fine mese.
Ma il mio scritto segreto, il libro cui sto lavorando da anni... quello sì che è un’opera d’arte.
Nessuno finora l’ha visto, neppure Matilda. Ogni volta che gliene accenno, mi dice di concentrarmi sui miei romanzi erotici del cazzo, così non gliene ho mai letto neppure una riga.
Ma oggi sono in paranoia per quel cazzo di messaggio che mi è arrivato, così estraggo la mia opera d’arte, metto Tiger sulla sedia della cucina, apro lo sportello del frigorifero perché le uova sentano meglio e inizio a declamare.
Le uova sono ottime ascoltatrici, la loro forma... beh, ovale, le aiuta a rendersi più sensibili e raffinate. E poi il mio scritto parla di loro, dunque sono forzatamente interessate.
Tiger invece mangiucchia i bordi della sedia e nel frattempo perde anche un paio di palline dal culo. La lista del cazzo di Matilda, in versione rinnovata.
Ma ecco, stavo dimenticando: la mia anima. Dovevo farvene una panoramica.
Ebbene, sono uno scrittore: abile, disincantato, appassionato e tenace.
Sono un uomo: maldestro, nervoso, impulsivo e un filo codardo.
Sono un futuro cittadino del mondo delle uova:
Ok, c’è uno spazio bianco dopo i due punti, perché non so ancora come sarò quando sarò un cittadino del mondo delle uova.
Ma non è questo il punto. Perché sto declamando ad alta voce il mio Trattato sul Mondo delle Uova?
Perché vi sto dettagliando la mia anima?
Perché lo so: sta per succedere qualcosa di importante.
Se un malintenzionato si è messo in testa di farmi del male, allora la mia vita è in pericolo, ed è importante che vi parli di me e lasci una traccia della mia esistenza in questo mondo.
Ma se le uova stanno per scagliare il loro attacco, allora è necessario che io le convinca che sto dalla loro parte. Che so. E che mi va bene così.
Sospiro e mi sento anche un filo emozionato. Sarò mica diventato un cazzo di sentimentale?
Ma il mio momento appassionato viene interrotto da un urlo agghiacciante. Balzo in piedi, subito in allerta.
Poi la porta d’ingresso si spalanca ed entra Matilda: lei, il suo cappotto, la sua solita borsetta scamosciata.
- Che cazzo è successo? – le domando.
- C’era la signora Lentini davanti alla porta, stava cercando di guardare dentro dallo spioncino.
- La signora Lentini cercava di guardare dentro casa nostra dallo spioncino? Al contrario?
- Sì, arrivando l’ho spaventata, povera donna. Mi ha detto che era preoccupata per il tuo telefono, perché non lo trovavi... E mi ha dato queste per te.
Mi allunga un pacchetto confezionato da sei uova.
- Mi ha detto che avresti capito – aggiunge – E che la causa di tutto è Tiger.
Afferro le uova, in preda a un’insolita trance.
Matilda, ignara della gravità del momento, appoggia le mani sui fianchi e prorompe – Allora, la mia lista?
Mi fissa con piglio assai deciso, ma quando si accorge della direzione in cui puntano i miei occhi, segue lentamente il mio sguardo.
E vede le palline marroni.
E qui non c’è uovo che tenga.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** - 5 - ***


5
 

 
 
Durante la cena ho avuto modo di riflettere.  Anche perché Matilda non mi ha più rivolto una parola che fosse una, ha consumato la sua bistecca in dignitoso silenzio, nel tentativo di farmi pesare ogni secondo come un macigno sullo stomaco. Di solito funziona, ma oggi ho tutt’altro per la testa.
Apro la confezione da sei uova e la appoggio sulla scrivania del mio studio osservandola in meditabondo silenzio. Dopo tanti anni, sono arrivato alla conclusione che le uova parlino una loro lingua segreta, probabilmente attraverso una vibrazione modulata del guscio... o chissà che cazzo d’altro.
D’altronde ho sempre sospettato della loro superiorità: quella forma ovale che non sta in piedi né sdraiata, quel nascondere dentro di sé pulcini pelosi, quel rotolare rapidamente come se niente fosse...
Comunque.
Scoprire che la signora Lentini è una messaggera delle uova mi ha sconvolto.
Ha detto che avresti capito.
Ora è chiaro: sono state davvero le uova a mandarmi quell’sms. Avrei dovuto capirlo immediatamente, quando mi hanno sequestrato il cellulare. E non vogliono che diffonda i loro segreti, il loro piano di conquista... “Non dirlo a nessuno o sarà peggio per te”
Mi stanno minacciando?
E cosa c’entra Tiger in tutto ciò?
Lo sapevo di non dovermi lasciar affascinare dalla tenerezza di quel cazzo di coniglio! Usa la sua morbidezza per distrarmi, mentre me la mette nel culo!
Comunque, almeno una cosa è chiara: le uova conquisteranno il mondo stanotte stessa. L’indizio mandatomi dalla signora Lentini è evidente: mi sta dicendo di stare all’erta. Mentre le uova mi stanno chiedendo di non allarmare in alcun modo la popolazione umana.
L’unica cosa che rimane oscura è il ruolo avuto da Tiger in tutto ciò...
Che il messaggio mandatomi dalle uova tramite la signora Lentini sia in realtà una minaccia?
Che mi stiano dicendo che elimineranno Tiger per il bene della loro missione?
- Sei fottuto – gli dico, seguendolo con lo sguardo mentre se va in giro per la stanza conigliando – Ti sei messo nei casini con le uova e adesso finirai polverizzato!
Osservo di sottecchi la reazione della confezione da sei, nel caso le dirette interessate si lascino sfuggire un sogghigno... ma niente. Sono talmente abili nel camuffare le loro emozioni!
- Eh già, sei proprio fottuto!
Tiger si avvicina annusando l’aria e, con un balzo leggero, mi atterra morbido morbido sulle ginocchia.
Cazzo.
- Non cercare di corrompermi, Tiger: è un casino che hai fatto tu e non ti aiuterò a venirne fuori! È inutile che mi stai addosso con il tuo cazzo di pelo soffice e che mi lecchi con la linguetta e... piciu! Piciu piciu, picin! Tenero lui!
 
 
- Pronto polizia? Dovreste venire immediatamente in via Garofano al numero dieci. C’è una situazione d’emergenza da tamponare!
A breve saranno qui. Non ho idea di come reagiranno, quando scopriranno dell’imminente attacco delle uova e non so neppure perché cazzo li abbia messi in allerta!
Eccomi qui: Alessio Contini, in arte Mr. Eggs. Trentadue anni, laureato in lettere, sposato. Alto un metro e settantasette per settanta chili, occhi marroni, capelli castani ingestibili.
Professione: scrittore di romanzi erotici (brutti).
Fervente sostenitore dell’incommensurabile genialità delle uova. E, da questo momento, imperdonabile traditore delle stesse.
Sono andato contro al loro suggerimento, sto per spiattellare ogni cosa alle forze dell’ordine e sto andando contro ai miei più sani principi che da sempre vertono verso un nuovo mondo governato da esseri superiori. Sono la creatura più ignobile della terra.
 E tutto per un cazzo di coniglio che piscia sullo scendiletto, riduce in palline marroni le liste di Matilda e mangia i tasti del telecomando!
 E meno male che Matilda è già a letto, se sapesse che ho chiamato la polizia...
- Tiger, sei un fottuto leccaculo. Arrosto dovresti finire! Te e il tuo cazzo di linguetta che... che...
...che...
 Piciu! Piciu piciu picin!
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** - 6 - ***


6
 

 
Cazzo, avrei dovuto pensarci.
Chiamare la polizia nel cuore della notte facendo allarmismo e dare l’indirizzo del condominio senza precisare che sul campanello non c’è il mio cognome, ma quello di Matilda...
In capo a un quarto d’ora, l’intero stabile sta risuonando di squilli acuti. I poliziotti si sono attaccati a quel cazzo di campanello e, nel dubbio generale, stanno svegliando ogni singolo condomino.
- Aprite, polizia! Aprite!
DRIIIIIN! – al primo piano
- Polizia!
DRIIIIN – appartamento due del primo piano.
- Emergenza, polizia!
DR...R... – appartamento uno del secondo piano. Lo riconosco, hanno sempre avuto il citofono che fa cilecca.
Finalmente, al richiamo del mio citofono squillante, mi riscuoto dall’immobilità in cui sono precipitato, rendendomi conto del cazzo di errore che ho fatto. Mi precipito sul pianerottolo tenendo in mano la confezione da sei di uova, che mi servirà per spiegare al meglio ciò che sta accadendo.
Al primo piano è il finimondo: due poliziotti stanno salendo le scale a tutta velocità, mentre la signora Anemoni, cinquantadue anni, li osserva dal suo zerbino a occhi sbarrati, la vestaglia scomposta sul pigiama e una barretta di cioccolato in mano (che non dovrebbe  mangiare, per il suo diabete). La signora Lentini apre furiosamente la porta e appena scorge i poliziotti si volta verso di me, che sto scendendo rapidamente le scale.
- Infingardo! – mi urla e sviene dritta dritta a terra.
- State attenti, non sono veri poliziotti! Sono criminali che ci vogliono fregare! – urla il signor Antonietti, in preda alla consueta paranoia, scendendo le scale dietro di me come una furia. Tiene in mano un coltello da pane che agita sopra la testa.
- Roberto, non metterti in pericolo! – lo ammonisce la moglie dall’alto.
- Signore, lei è in arresto! – interviene un poliziotto. Il suo sguardo scivola dalla signora Lentini a terra, al coltello del signor Antonietti – È in arresto per tentato omicidio! – prosegue, saltando alle prime conclusioni che gli piombano nelle rotelle del cervello.
- No – intervengo affannosamente – Il signor Antonietti non c’entra! Non è lui il problema, sono queste!
Sbatto le uova in mano al poliziotto, mentre riprendo fiato, sperando che le sue conclusioni del cazzo si incanalino ora nella direzione giusta.
Ma lui fissa le uova con fare sconvolto, fa un passo nella mia direzione e  calpesta la signora Lentini.
- Infingardo! – ripete lei, che forse non è davvero svenuta o forse mi pensa anche nel sonno.
- Vedete...
Sobbalzo, quando Tiger mi passa come una freccia sotto le gambe.
Cazzo, non ho chiuso la porta, quando sono uscito.
- Un topo! Un topo!
La signora Anemoni inizia a scappare da una parte all’altra del pianerottolo, tallonata da Tiger che punta la sua barretta.
Quando sente odore di cioccolato, quel coniglio non capisce più un cazzo.
- Signora, non è un topo... – provo a dire.
- Un topo! Un topo!
- Ma non è...
- Un topo!
Va bene, che topo sia.
La ignoro e mi volto verso il poliziotto che sta cercando di arrestare il signor Antonietti.
- Fottuto impostore, non mi imbrogli! – urla questo, dimenando il coltello da pane.
- Roberto, non fare cose pericolose! – lo ammonisce di nuovo la moglie.
- Infingardo! – geme dal basso la signora Lentini.
- Un topo! Un topo!
Mi siedo per terra esausto, tiro fuori di tasca il taccuino e inizio a scrivere una scena erotica per il mio prossimo romanzo. È per questo che mi sono dato all’hot: mi rilassa, previene gli attacchi di panico e fa bene alla mia insonnia.
- Che cosa sta facendo? – sibila, accanto a me, la signora Lentini – Mi ha vergognosamente tradita e denunciata e ora si mette a scrivere come se niente fosse?
- Io non l’ho denunciata – trasecolo – E per che cosa poi, avrei dovuto farlo?
- Non faccia il furbo, la conosco. Le ho mandato quel messaggio per dissuaderla, le ho persino regalato un po’ delle mie freschissime uova, sperando di addolcirla... ma niente. Nulla la distoglie dal suo animo meschino e infingardo!
Raddrizzo la schiena cercando di assemblare le parole della signora Lentini in un pensiero di senso compiuto.
- Che cazzo vuol dire?
Lei sussulta alla mia volgarità e si mette a sedere con espressione ferocemente indignata.
A quel punto, inizio a fare due più due.
- È stata lei a mandarmi quel messaggio di minaccia?
- Ma certo, non mi dica che non l’aveva capito!
- E come avrei dovuto fare? Io non ho il suo numero!
L’espressione sconcertata della signora Lentini mi illumina sulle sue scarse conoscenze tecnologiche.
- Non le compare il mio nome, quando le scrivo il messaggio?
Ok, lasciamo perdere.
- E perché cazzo me l’ha mandato? Che cosa non dovevo dire in giro?
- Lo sa perfettamente: che non faccio la raccolta differenziata giusta! – mi sibila, stando attenta a non farsi sentire dai poliziotti. – Ho dovuto anche fingere di svenire, per temporeggiare. Una donna della mia età!
- Lei non farebbe...?
In quel momento un’immagine sfocata mi attraversa la mente: io alla finestra che cerco la lista di Matilda nella giacca stesa, la signora Lentini, spaventata, con il sacco della raccolta differenziata in mano.
- Ho messo tutto nel sacco nero, anche la carta e la plastica – dice lei, sprezzante – Tutto perché la sua lepre si è rosicchiata l’intera scorta di sacchi viola di questo semestre!
- Tiger le ha mangiato i sacchi viola?
In quel momento, come evocato dalla mia voce, il coniglio arriva balzellando con la barretta di cioccolato in bocca e si rifugia sotto le mie ginocchia rialzate.
- Tiger, sputa! – gli dico, afferrandolo per il sedere – Ti fa male il cioccolato, vuoi morire di blocco intestinale?
Lui grugnisce, mentre gli strappo la barretta di bocca, e poi ricomincia a sfrecciare per la stanza, rinfocolando il caos che, per un istante, aveva accennato ad acquietarsi.
- Lei lo sa che la sua lepre tende a scappare ogni qualvolta sua moglie esce di casa? E poi viene a scavare l’uscio di casa mia per entrare?
Non lo sapevo, ovviamente.
Coniglio del cazzo.
Quindi...
... quindi...
Merda.
Non c’è un attacco imminente delle uova.
Ho chiamato la polizia per niente.
Rimango immobile seduto a terra, il mio sguardo vitreo vaga stordito per la stanza.
Un poliziotto sta invitando il signor Antonietti a seguirlo alla centrale di polizia, mentre l’altro ripone con cura il coltello del pane nel sacchetto delle prove indiziarie.
- Lo sapevo che si sarebbe cacciato nei guai – sospira la signora Antonietti, indossando il suo cappotto migliore per seguirli.
Tiger, in un angolino del pianerottolo, alza il codino e lancia fuori allegramente palline marroni. La signora Antonietti, più rilassata, fa un cenno di saluto e rientra in casa mormorando: “Tenersi un topo come animale da compagnia... Tutti matti!...”
- Signora Lentini, cosa le è successo?
Alzo lo sguardo su Matilda, probabilmente svegliata dal caos, che aiuta la vecchietta a rialzarsi.
- Cosa sta accadendo qui?
- Nulla – borbotto – Falso allarme. Mi scusi signora Lentini,  non avevo capito un cazzo. Il suo segreto è al sicuro e le ricomprerò i sacchi viola.
- Perché dobbiamo ricomprarle i sacchi viola? -  mormora Matilda, aggrottando la fronte.
- Tutto a posto – interviene un poliziotto – Emergenza passata, potete tornare a dormire. Restate reperibili nei prossimi giorni per eventuali testimonianze.
Non ho la forza di difendere ora il signor Antonietti, andrò a testimoniare in suo favore domani. Una notte al fresco gioverà alle sue paranoie.
- Va bene... Tutto è bene quel che finisce bene, allora. Andiamo a letto, Matilda.
- Che pianeta del cazzo!
Sussulto e mi volto verso il pacchetto di uova da sei, rimasto abbandonato sul pavimento del pianerottolo.
- Davvero un pianeta del cazzo! Per una mente collettiva superiore come la nostra, sarebbe degradante occuparsi di una simile porcheria.
Le uova vibrano, il loro equivalente dello scrollarsi le spalle, presumo e, sotto gli occhi esterrefatti di poliziotti e condomini, si alzano in volo ed escono dalla porta.
- Addio, esseri rozzi e primitivi!
E ci lasciano così.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** - 7 - ***


7
 

 
 
Cazzo, perché deve finire così?
Le uova ci hanno lasciati. Ogni volta che una gallina ne spara fuori uno, lui, con sprezzante indignazione, dà un colpo vibrante e se ne va.
Le uova fecondate restano, ma quelle, si sa, sono una razza inferiore: non restano uova a lungo.
Così sono fottuto, il mondo dei miei sogni è svanito in un battito di guscio.
Solo il mio lavoro è rimasto a consolarmi.
“Il tuo romanzo fa cagare, puttaniere! Anche stavolta solo sesso viscido senza passione!”
Cancello la mail con un click e ripesco dal cassetto la lista del cazzo di Matilda.
- Tiger, è solo colpa tua!
Lui annusa il computer, afferra con i denti un tasto e scappa via conigliando, con la “P” in bocca.
- Ehi! Non ci provare! Non provare a mangiartela!
Coniglio del cazzo, ti mangio, ti spello, ti disosso, ti...
Gli strappo di bocca la “P” e allungo una mano per dargli uno sculaccione. Lui inizia a leccarla.
- Non provarci eh? Non provare a corrompermi! È solo colpa tua se le uova se ne sono andate, se il mio sogno si è infranto, se... Ma piciu, quanto mi lecchi? Morbido... Morbido lui! Piciu! Piciu, piciu, picin...
 
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1769682