A new life....new possibilities

di LucreziaPo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** piccolo riassunto della mia folle idea!!! ***
Capitolo 2: *** la proposta e la nuova vita ***
Capitolo 3: *** si ricomincia ***
Capitolo 4: *** rivelation e assalti giornalistici.... ***
Capitolo 5: *** fiesta!!! ***
Capitolo 6: *** changes ***
Capitolo 7: *** al lavoro!!!! ***
Capitolo 8: *** lezioni da casa... ***
Capitolo 9: *** effetti collaterali ed uscite romantiche... ***
Capitolo 10: *** retate, trappole e guai.... ***
Capitolo 11: *** un attimo di sollievo... ***
Capitolo 12: *** tentati baci...spiate sfuggite....piani... ***
Capitolo 13: *** Missione F.P.A.J.A.P ***
Capitolo 14: *** amore, festa ed i tre modi per convincere un ragazzo ***
Capitolo 15: *** Vacanze in Costa Azzurra ***
Capitolo 16: *** sfide ed amori ***
Capitolo 17: *** amori e ***
Capitolo 18: *** "Ci sono sempre" Falsi allarmi ***
Capitolo 19: *** Incontro con il passato: domande, dubbi e paure ***
Capitolo 20: *** Certezze ***
Capitolo 21: *** Rapimenti e Spiegazioni ***
Capitolo 22: *** Ricordi e certezze ***
Capitolo 23: *** Confusione ed affetto ***
Capitolo 24: *** Where is our happy ending? ***
Capitolo 25: *** One in a Million ***
Capitolo 26: *** sto cercando qualcuno che condivida il mio dolore, qualcuno a cui possa rivolgermi,che resterà con me quando piove ***
Capitolo 27: *** Questo è solo l'inizio ***
Capitolo 28: *** Fantasmi Malandrini ***
Capitolo 29: *** Andare via? ***
Capitolo 30: *** Indecisioni e partenze ***
Capitolo 31: *** News ***
Capitolo 32: *** Dolore, rifiuto e sensi di colpa ***
Capitolo 33: *** Fear and pain ***
Capitolo 34: *** Risvegli e novità ***
Capitolo 35: *** It's gonna be alright ***
Capitolo 36: *** Sfide e bambini ***
Capitolo 37: *** Ricordi e nubi all'orizzonte ***
Capitolo 38: *** Attacchi, soluzioni e novità dal colore rosa ***
Capitolo 39: *** Ancora novità in rosa, nomi da scegliere e frenesia contagiosa ***
Capitolo 40: *** Preparativi, paure ed abiti da sposa ***
Capitolo 41: *** Un matrimonio e nuove vite ***



Capitolo 1
*** piccolo riassunto della mia folle idea!!! ***


E se alla fine di tutta la guerra con la morte di Voldemort, Harry avesse la possibilità di far ritornare in vita alcune persone che hanno perso la vita nello scontro come i suoi genitori?

Immaginiamo un’entità suprema, un Dio, che dopo aver visto ciò che ha passato Harry e come è riuscito a liberare il mondo da Voldemort, decide di inviare sulla Terra presso il ragazzo un angelo bianco per fargli esprimere questo desiderio….

So che è un’idea folle, ma la fantasia nasce anche per pensare ed ideare cose del genere.

E poi mi è sempre piaciuto pensare a cosa avrebbero fatto se….

Ci sono abbastanza spoiler su Harry Potter and the Deathly Hallows quindi lettore avvertito, mezzo salvato….poi decidete voi!

Quindi immaginatevi una vita che ricomincia con i pro ed i contro con la possibilità di fare ciò che non avete potuto fare….

 

Questa è la mia idea…spero in un vostro apprezzamento…

Intanto posto questo mini riassunto della mia folle idea!

 

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Capitolo 2
*** la proposta e la nuova vita ***


Sembrava esser passato un secolo da quella notte…quella notte dove finalmente tutto finì…quando Voldemort fu sconfitto…

Eppure erano passati così pochi giorni, giorni in cui c’era chi festeggiava e chi compiangeva e chi, come i nostri amici, faceva entrambe le cose…

Era tutto finito.

Sì, ma a quale prezzo?

Erano morte moltissime persone nello scontro….persone che avevano pagato quella vittoria con la vita…e nessuno avrebbe potuto ridargliela, ormai…

O no?

“Come sono dolci!”disse una voce facendo sobbalzare il ragazzo moro.

Lui si voltò e sorrise alla ragazza che aveva parlato.

Capelli rossi e lunghi, occhi chiari, milioni di lentiggini sul viso, Ginny Weasley si stese accanto a lui all’ombra di un albero in quell’assolato giardino.

Harry Potter si stiracchiò.

“Finalmente si sono messi insieme!

Non ce la facevo più a vederli stare così!”

“Già! A litigare sempre, ad essere gelosi, a non voler ammettere ciò che provavano…”

Harry rise al solo pensiero e voltò lo sguardo verso i suoi due amici.

Accoccolati l’uno accanto all’altro sotto il portico, chiacchieravano e si scambiavano occhiate dolcissime, cariche di passione e sentimento.

Harry sentì Ginny stringersi a lui e sorrise.

L’abbracciò forte.

Era tutto finito…almeno i momenti bui sì… ora restava solo vivere quelli che avevano perso…

“Mi manca Fred, sai?

La casa sembra vuota senza i suoi scherzi con George, la sua allegria, la sua irriverenza….

Ma so che ormai nulla potrà tornare come prima.”sussurrò Ginny ed una lacrima le rigò la guancia.

Harry la strinse più forte.

Non sapeva cosa dire….e dubitava che avrebbe mai saputo cosa…

Sapeva bene cosa provava la ragazza….quanto stava soffrendo e quanto ancora sarebbe stata male…

La morte è una cosa difficile da accettare.

Sempre.

Possono passare giorni, settimane, anni, addirittura decenni, ma il dolore rimane ed è una cosa insopportabile….

Un rumore simile ad uno sparo interruppe il quieto silenzio.

Harry e Ginny scattarono in piedi, cercando la fonte del rumore.

“Avete sentito anche voi?”

Ron ed Hermione si avvicinarono le bacchette sguainate.

I due annuirono.

“Pensate…che ci sia un Mangiamorte…o qualche guaio in arrivo?”

“Credo che non ci sia bisogno di agitarsi tanto.

Dopotutto Lord Voldemort è morto.”disse una voce alle loro spalle, facendoli sobbalzare e voltare nella sua direzione.

Apparteneva ad un uomo alto, coperto da capo a piedi da un mantello di un bianco quasi accecante.

Aveva gli occhi scuri ed i capelli erano un po’ brizzolati, l’espressione gentile.

Li fissava con uno strano sorriso sul volto, come se sapesse chissà quali cose sul loro conto.

“E lei chi è?”chiese Harry, estraendo la bacchetta magica.

“Sei un ragazzo intelligente, Harry Potter.

Forse saprai dirmelo tu.”disse.

Harry alzò di più la bacchetta e la puntò sul viso dell’uomo.

Lui sorrise ancora di più.

Harry iniziava ad innervosirsi.

“Stupe…”iniziò, ma l’uomo non gli diede il tempo di finire di pronunciare lo schiantesimo.

Mosse la mano in un gesto strano ed Harry venne sbalzato all’indietro, cadendo sull’erba, dopo un piccolo volo.

“HARRY!”

Ron, Hermione e Ginny corsero verso l’amico che, lentamente si stava rialzando.

“Ma è impazzito?

E poi, come diavolo ha fatto senza bacchetta?”

“Mi hai costretto tu, Harry Potter.

Sono qui per parlarti.”

“E posso sapere di grazia lei chi sarebbe?”

“Sono un anziano.”

Harry notò le facce perplesse dei suoi compagni.

Solo Hermione, nel sentire la parola “anziano” aveva trattenuto il fiato.

“Dalle vostre facce perplesse devo dedurre che non sappiate chi sono.

Hermione Granger, lo vuoi spiegare tu?”

La ragazza annuì.

“Sapete che esiste una forza superiore a noi maghi e streghe, vero?

Dio, no?

Suoi subordinati, mi scusi se uso questo termine, sono gli anziani, degli esseri dotati di enormi poteri che possono interferire ogni tanto nel destino degli uomini.”

“E tu come lo sai?”

“Studio, Ronald. Leggo libri e so cose.

Hai presente?”

Ron le fece una smorfia, mentre Harry e Ginny lanciavano uno sguardo ammirato all’uomo davanti a loro.

“Ora che ci siamo presentati, Harry avrei piacere di scambiare con te un paio di chiacchiere.

Mi puoi seguire?”

Harry annuì, lanciando uno sguardo agli amici.

L’anziano guidò Harry all’ombra della casa dei Weasley dove Harry ed Hermione stavano da pochi giorni.

“Prima di tutto volevo farti i miei complimenti per aver sconfitto Lord Voldemort.

Hai liberato il mondo da un essere troppo malvagio per viverci.

Ora è tutto più sicuro.

Certo, alcuni Mangiamorte stanno ancora seminando il panico, ma tutto si metterà a posto.

Ne sono certo.”

“E’ venuto solo per dirmi questo?”

“Sei deluso?

Comunque no.

Sono qui per darti un’opportunità che capita una sola volta nella vita.

Noi anziani abbiamo deciso di concederti…un premio chiamiamolo così, per ciò che hai fatto e ciò che hai passato.”

“Un premio?”

Harry era sbalordito.

“Sì, lo possiamo chiamare così.”

“Ed in cosa consiste di grazia?”

“La possibilità di far tornare in vita le persone care che hai perso.”

Poco mancò che Harry non svenisse lì sul posto.

“C-cosa?”boccheggiò.

Era stupito, sconvolto…

Aveva sul serio la possibilità di rivedere i suoi genitori o Sirius e Remus?

“Harry, stai bene?”chiese l’anziano.

Il ragazzo annuì.

“Sei sbiancato.”

“Sul serio ho questa possibilità?”

“Non ti fidi di me per caso?”

“NO!

Non è per questo.

È solo che mi sembra tutto così…pazzesco, ecco.”

“E’ normale che sia così.

Non capita tutti i giorni di poter rivedere le persone che hai perso, no?”

Harry annuì.

“Allora, accetti?”

“Cosa succederà?

Intendo quando loro saranno tornati.

Si ricorderanno di essere morti o…cosa?”

L’uomo sorrise di fronte alla preoccupazione di Harry.

“Quando una persona muore va in un posto….che conoscerai non tanto presto, spero, e da lì può seguire tutti gli avvenimenti della vita delle persone che ha lasciato.

Così può sapere tutto di loro e stargli vicino, proteggendoli e avendone cura.”

“Quindi i miei genitori in questo momento ci stanno guardando?”

“Probabile, sì.

Quando torneranno qui, verranno portati nei luoghi a cui appartengono.”

“In che senso?”

“I tuoi genitori saranno nella vostra casa a Godric’s Hollow, Sirius Black a Grimmauld Place 12….e gli altri a casa propria.

Quindi, per loro sarà come ricominciare…non da dove avevano lasciato, ma da un punto che avranno seguito precedentemente.

Mi segui?”

Harry fece segno di sì con la testa.

“So che sarà una situazione difficile da affrontare, ma sono certo che tu e tutte le persone coinvolte ve la caverete egregiamente.”

“Lo spero.”

“Allora, Harry, dimmi chi vuoi riavere con te.

I tuoi genitori e Sirius devo supporre in primis, giusto?

E poi Remus e Tonks, Silente, il tuo amico Fred e Dobby e….”

“Malocchio e Severus Piton.”

L’anziano, nel sentir pronunciare “Piton” lo fissò intensamente.

“Devo ammettere con sincerità che non me l’aspettavo.”

“Mi sbagliavo sul suo conto.

Mi dovevo fidare del giudizio di Silente e di Piton, invece mi sono lasciato ingannare dal rancore che Sirius provava per lui e non fidarmi.

Lui mi ha sempre protetto ed anche se l’ha fatto perché amava mia madre, mi ha salvato la vita e glielo devo.

Capisce, vero?”

“Sei un ragazzo davvero nobile, Harry Potter.

Siamo fieri di te.”

Harry sorrise, imbarazzato.

“Sei pronto a riavere le persone che ami?”

Altro cenno d’assenso.

“Bene.”

L’anziano si arrotolò le maniche ed allargò le braccia.

Pronunciò parole che Harry non capì, ma la potenza dell’incantesimo gli fece rizzare i peli sulla nuca e i suoi tre amici avvertirono la sua potenza anche se erano entranti in casa.

Ci fu un momento di silenzio.

Poi un urlo che fece sobbalzare Harry.

 

“Credo che il tuo amico Fred sia resuscitato, sai?”

Harry se n’era accorto benissimo da solo e corse verso la casa seguito dall’anziano.

Tutti i Weasley, compresi Hermione erano radunati intorno a Fred, appena tornato in vita che non la finiva più di sorridere, ridere ed abbracciare tutti.

Appena vide Harry gli saltò addosso prendendolo in braccio e sollevandolo da terra.

“Se non fosse stato per te….io sarei ancora morto!

Harry sei un angelo!”

“Fred, fai piano!

Così lo soffochi!”

Molly Weasley aveva un sorriso enorme, come tutti del resto.

“Harry, non sappiamo come ringraziarti.”disse Fred, lasciandolo andare.

“Non ce n’è bisogno.

Io non ho meriti.”

Si voltò verso l’anziano, colpito da un pensiero improvviso.

“La casa di Godric’s Hollow è distrutta!

Dove saranno?”
”L’abbiamo fatta ricostruire, calmati!

Va da loro! Su!”

“Harry!

Cosa sta succedendo?”chiese Ginny.

“Io..”

“Vai! Glielo spiego io!

Tu raggiungi i tuoi!”

Harry si smaterializzò, anche se non aveva ancora il permesso dato che non era maggiorenne ancora, prima che lui potesse finire la frase.

Ma anche se moriva dalla voglia di vedere i suoi genitori, si smaterializzò in un posto totalmente diverso da quello dove avrebbe dovuto apparire:

Grimmauld Place 12

“Sirius!”pensò, correndo nella casa.

Grazie alle cure di Kreacher quando Harry abitava lì, la casa era decente, ma ora il disordine e il cattivo odore regnava sovrano.

C’erano spessi centimetri di polvere e la casa era nelle stesse condizioni della prima volta in cui Harry c’era stato.

Il ragazzo sentiva il cuore battergli così forte da fargli male.

Dov’era Sirius?

E se qualcosa fosse andato storto?

Prese a camminare più velocemente lungo il corridoio, ma non lo vide da nessuna parte.

Poi di colpo, entrando in cucina vide un corpo per terra.

“SIRIUS!”urlò, correndo verso di lui.

Era proprio il suo padrino.

Giaceva riverso sul pavimento, i capelli corvini lunghi che gli coprivano gran parte del viso.

Sembrava dormire.

Harry si inginocchiò sul pavimento, incurante della polvere e della sporcizia.

Gli scostò i capelli dagli occhi e lo guardò con dolcezza.

L’ultima volta che l’aveva visto da vivo era stato all’Ufficio Misteri, prima che morisse.

Si rese conto che le lacrime lottavano per farsi strada, ma lui le trattenne con orgoglio.

Se si fosse svegliato… non voleva che lo vedesse piangere.

Gli accarezzò i capelli, mentre i minuti passavano lentamente.

Chissà come se la stavano cavando gli altri.

Malocchio, Piton, Remus, Tonks, Dobby, i suoi genitori…

Un elfo domestico comparve con un sonoro crack alla sua presenza, facendogli fare un salto.

Era Dobby.

Sorrideva, un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro.

“Harry Potter signore!

Io la volevo ringraziare!

Lei ha salvato!

Lei ha ridato la vita!”

“Te lo dovevo!

E poi non è merito mio.

Devi ringraziare gli anziani per questo.”

“Io già fatto. Lui è venuto da me ed anche dagli altri.”

“Sul serio?”

“Sì.

Io ora va, Harry Potter signore.

Il professor Silente è felice e sta rimettendo tutto a posto e vuole il mio aiuto, Harry Potter signore.”

“Sta bene?”

“Benissimo!

Allegro come non mai.

Ma dopo la vuole vedere, anche lei per ringraziarla!”

E sparì.

“Ti è sempre stato affezionato quell’elfo, vero?”disse una voce.

Harry si voltò di colpo.

Sirius si era svegliato e si era messo lentamente a sedere.

“Sirius…”

“Stai bene? Hai una faccia!”

Gli occhi grigi scintillarono.

Harry si morse il labbro e non ce la fece più.

Gli gettò le braccia al collo e lo strinse a sé, tremando da capo a piedi.

Sirius era rimasto sconvolto dalla sua reazione.

Non l’aveva mai abbracciato prima d’ora.

Si chinò per stringerlo e gli accarezzò i capelli neri arruffati, mentre lo sentiva sussultare e piangere, il viso affondato nella sua spalla.

“E’ tutto ok….sfogati…sono qui con te…non ti lascio…piangi quanto vuoi…”sussurrò piano, abbracciandolo forte forte.

“M-mi dispiace…io non volevo…sono stato così stupido…

È tutta colpa mia…sono stato io…”

“Harry…se è per l’Ufficio Misteri…tu non c’entri nulla!”

“Come fai a dirlo? Se non avessi seguito quel sogno, se non avessi avuto la mia “mani di fare l’eroe” mi sarei accorto che era tutta una trappola!

Hermione aveva ragione, se le avessi dato ascolto…”

Sirius non sapeva che dire.

Seduto per terra, teneva Harry tra le braccia in un’intimità che mai avevano avuto prima d’ora.

“Non hai colpe, Harry.

Credimi.

Ora calmati.”

Il respiro del ragazzo da irregolare e affannoso diventò più rilassato, fino ad essere normale.

I singhiozzi finirono e lui smise di tremare.

Anche se aveva finito di piangere, Sirius non lo lasciò andare.

“Ti devo delle scuse.”

“Perché?”

Harry aveva la testa appoggiata alla spalla del padrino e con le braccia gli cingeva il collo.

“Durante il tempo che abbiamo passato insieme io vedevo in te così tanto di James che ho finito per confondervi…

Siete così simili e lui mi mancava così tanto…che ho finito per considerarti un adulto e non un ragazzo che aveva bisogno di un po’ d’attenzione ed affetto…cose che io non ti ho mai dato….

Perdonami, ti prego….”

“Era normale che ti mancasse…era il tuo migliore amico…e poi non m’importa.

Tu mi hai dato tanto…”

“Non è affatto vero!”

“Mi hai dato un punto di riferimento…eri tutto per me…mi affidavo a te per ogni cosa…eri come un padre per me…un fratello…c’eri sempre per me…e se non mi trattavi come un ragazzo della mia età….beh non fa nulla…”

“Lo pensi sul serio?”

Harry si staccò da lui e si asciugò le guance.

“Certo che lo penso.”

Si alzò.

“E non avrei dovuto coccolarti o fare cose simili?”

“Forse…ma non importa.

E poi oggi abbiamo compensato.”

Sirius rise.

Quella risata, quella risata simile ad un latrato…quanto gli era mancata….quanto avrebbe dato per risentirla…negli anni che aveva passato senza di lui.

“Stai bene?

Eri così assorto.”

“Mi sei mancato.”disse semplicemente.

“Anche tu.”

“E’ meglio andare.”

Sirius scattò in piedi e si precipitò verso l’ingresso seguito da un sorpreso Harry.

“Perché corri?”

“I tuoi genitori!

Tuo padre James mi ammazza se non andiamo da loro!

Li abbiamo lasciati soli ed anche Remus e Tonks!”

Gli prese la mano e insieme si smaterializzarono.

 

 

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Capitolo 3
*** si ricomincia ***


Un piccolo appunto…ho sbagliato a scrivere una cosa nel capitolo precedente…Harry è maggiorenne ed ha compiuto 17 anni.

La storia è ambientata quando lui ne deve compiere 18, non 17!!!

Scusate che svista!!!

Godric’s Hollow.

Un bellissimo villaggio, migliaia di anime e moltissimi ricordi.

Questi, purtroppo, non sempre sono i più felici….

Erano cambiate molte cose dalla morte di Lily e James Potter…la gente, la vita, ma i ricordi, quelli belli, non erano stati dimenticati mai…

Risate cristalline ed occhi verdi, giri lungo la via con capelli corvini al vento…

Perché anche se tutto cambia i ricordi restano e ci permettono di dare un’occhiata al passato e da esso trarre la forza per guardare il futuro…

Era a questo che pensavano Lily e James Potter quando si risvegliarono in un mondo molto diverso da quello che avevano lasciato….a ciò che avevano perso…ma anche alla possibilità di riprendere a vivere…

“Stai bene?”

James Potter si scostò i capelli dagli occhi e tese la mano alla moglie per farla alzare.

Erano nel salotto della loro casa e tutto era stato rimesso a suo posto…i quadri sulle pareti, il divano, le poltrone, il giardino…tutto come se non fosse mai successo nulla.

“Gli anziani hanno fatto un buon lavoro.”constatò Lily.

Sorrise e abbracciò di slancio il marito.

“Siamo tornati e stavolta per restare.”sussurrò, il volto affondato nel cuscino.

James le accarezzò i capelli rossi e le diede un dolce bacio sulla fronte.

“Dove saranno Remus e Tonks? Harry e Sirius?”

“Non lo so.

Spero solo che sia andato tutto per il meglio.”

Un sonoro pop li distolse dalle preoccupazioni.

In giardino, raggianti come non mai, c’erano Remus e Tonks e stringevano Ted tra le braccia.

“Remus! Tonks!”

James si precipitò fuori della porta, seguito dalla moglie, per correre ad abbracciare l’amico e la ragazza che aveva imparato a conoscere in quei giorni.

“Piano! Piano! Quanto entusiasmo, Jamie!”lo rimproverò Remus, stretto tra le braccia dell’amico, ma stava ridendo anche lui.

Lily si limitò ad abbracciare Tonks forte.

“State bene?

Tutto si è risolto per il meglio?”chiese.

“Sì.

A parte mia madre! Le stava per venire un colpo quando ci ha visto in casa sua! Non riusciva a credere ai suoi occhi!”

Tonks strinse il figlio tra le braccia e rise.

“E’ davvero un bel bambino! Complimenti, ragazzi!”

Lily sfiorò i capelli di Ted con una mano ed il piccolo le sorrise di rimando.

“A proposito di figli, ma Harry dov’è?”chiese Remus.

Manco l’avesse evocato lui in persona Harry e Sirius si smaterializzarono nel giardino dei Potter.

Sirius lasciò andare Harry e quando vide tutti riuniti nel giardino esclamò allegro:

“Che bello! C’è una festa!

Perché non sono stato invitato?”

James scoppiò a ridere e si fece avanti per abbracciarlo.

“Non cambierai mai, vero Felpato?”

“Mai, messer Ramoso!”

Sirius rise a sua volta.

Harry se ne stava da parte.

Aveva sognato quel momento da tutta una vita, ma ora che rivedeva i suoi genitori, in carne ed ossa, non riusciva a muovere un muscolo.

La mente gli si era svuotata.

Lily se n’era accorta per prima e con una stretta al cuore, poiché immaginava cosa stesse passando il figlio, corse verso di lui e si chinò mettendogli le mani sulle spalle.

Harry alzò lo sguardo ed incontro quello verde smeraldo della madre.

“Mamma…”sussurrò incapace di dire altro.

“Stai bene?”

“Sì.

È solo…”

“Tutto troppo veloce?”

Segno di sì con la testa.

Lily sorrise, un sorriso stupendo che incantò Harry.

“Vieni da me.”sussurrò la madre, avvicinandolo a sé ed abbracciandolo fortissimo.

“Mi sei mancata così tanto.”

Harry si strinse a lei come se temesse di vederla andare via da un momento all’altro.

“Sono qui…non ti lascio.”

Harry si rese conto che tutti i presenti li stavano guardando, ma non se ne importò.

Voleva solo affondare il viso in quei capelli rosso scuro e abbracciarla con tutte le sue forze.

Incrociò lo sguardo del padre e lo vide sorridere con affetto.

“Papà…”

Occhi nocciola contro occhi verde smeraldo.

Gli stessi capelli, i medesimi lineamenti, la bocca simile e l’identico sguardo malandrino.

“Papà…”ripetè.

James si chinò su di loro e li abbracciò forte forte, accarezzando con dolcezza i capelli del figlio e della moglie.

Li abbracciò come se da ciò dipendesse la sua intera vita…stringendoli forte contro il petto…

Il mondo pareva essersi fermato…finalmente potevano abbracciarsi e vedersi in carne ed ossa…

Nulla…nulla aveva più importanza di questo.

“Ci sei mancato così tanto!”disse James, chinandosi per baciare il figlio sulla fronte, sfiorando la cicatrice con le labbra.

“Ho saputo che mi avete tenuto d’occhio, vero?”chiese Harry staccandosi da loro e sorridendo, un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro.

“Certo che sì!

Ti abbiamo seguito da lassù, ma non era la stessa cosa….”

“Quindi sapete tutto di me?

Avete visto tutto ciò che ho fatto?”

James annuì.

Harry lo guardò e gli venne in mente quando l’aveva accusato dopo aver visto il peggiori ricordo di Piton.

Aveva pensato che lui avesse costretto Lily a sposarlo.

Se aveva visto anche quello….

James parve intuire ciò che gli stava passando per la testa.

“Harry, io…”

“Mi dispiace…non dovevo pensare male di te…non avrei dovuto pensare quelle cose sul tuo conto…”

“No! Hai fatto bene!

Mi sono comportato come un’idiota, lo ero quando stavo ad Hogwarts.

Mi dispiace di averti deluso.”

“Tu non mi hai affatto deluso! Non pensare questo!

È solo che vi avevo immaginato diversamente e non come due persone che litigavano ogni cinque minuti!”

“Tipo amore a prima vista e vissero per sempre felici e contenti?”

Harry rise.

“Sì, qualcosa del genere!”

James lanciò uno sguardo alla moglie che si era allontanata per chiacchierare con gli amici.

“Io e tua madre non andavamo molto d’accordo a scuola.

Io facevo l’idiota con Sirius, lei tentava di rimetterci in riga e poi non sopportava gli scherzi che facevo a Piton….”

“La situazione è cambiata, ora.”

“Non le avrei fatto mai del male…mai avrei osato ingannarla o costringerla a fare qualcosa che non voleva.

Non l’avrei mai fatto…mai nella vita.

Non mi credeva mai quando le dicevo di amarla…forse pensava che la volessi usare e prenderla in giro…

Si proteggeva…solo per non essere ferita da altri…

Se non si fosse innamorata di me…sarei stato felice anche solo vedendola serena, mi sarebbe bastato….

Solo vederla ridere…”

James aveva lo sguardo perso nel vuoto e nei suoi pensieri.

“Quando ha capito che tu l’amavi sul serio e che non la prendevi in giro?”

“Quando ho iniziato a comportarmi come persona normale!”

A quell’affermazione Harry rise.

“Incredibile, ma vero, mi è bastato solo essere me stesso.”

“Te stesso?”

“Sì.

Sai, smettendola di essere arrogante e rompiscatole.

E devi ringraziare il tuo padrino per questo.

Se non fosse stato per lui non ce l’avrei mai fatta.”

Lo sguardo dei due uomini si posò su Sirius che, poco distante, giocava con Ted tra le braccia.

“Perché lui?”

“Mi ha consigliato lui di comportarmi così.”

“Grande Sirius!”fece Harry, ricevendo lo sguardo divertito del padre.

“Grande sul serio, mio caro!”

Rise, mettendogli un braccio attorno alle spalle.

“Ti voglio bene, Harry.

Più di quanto tu possa mai immaginare né provare.”

“Anch’io ti voglio bene.

Scusa ancora per aver dubitato del tuo amore per la mamma.”

“Non importa.

Io al tuo posto avrei pensato la stessa identica cosa.”

“Non sarà facile spiegare la vostra ricomparsa agli altri abitanti del villaggio, credo.”

“Credi bene.”

James spostò lo sguardo e incontrò quello curioso della vicina di fronte che, attaccata al finestrino, stava già facendo mille speculazioni ed ipotesi su di loro.

“Spero solo che non ci prenda per Inferi!

Sai che figura di niente che faremo!”

James lo pilotò verso l’interno della casa dove erano entrati già i quattro.

E con ancora la risata del figlio che gli rimbombava nelle orecchie, James chiuse la porta, preparandosi all’ondata di eventuali domande che avrebbero seguito la loro ricomparsa.

Remus e Tonks se ne andarono verso sera, lasciando la famiglia Potter e Sirius ad affrontare un’ondata di vicini curiosi.

E dopo l’ennesima spiegazione data agli interessati, James chiuse la porta per la centesima volta da quella mattina.

“Perché non mettiamo un enorme cartello dove spieghiamo che siamo ritornati in vita e come?”disse, la voce roca.

“Sono stufo di spiegare tutto a tutti.

Anche se molti ci hanno portato cibo e pensierini.”concluse indicando la tavola della cucina dove c’erano decine e decine di vassoi contenenti di tutto e di più.

Harry e Sirius non poterono fare a meno di ridacchiare.

“C’è una cosa positiva in tutto questo.”disse Sirius, prendendo una fetta di torta alle mele che aveva portato la vicina di casa.

“E sarebbe?”

“Che avete da mangiare per un mese!

E poi siamo famosi, tutti noi!

Non capita spesso di vedere resuscitare dieci persone, no?”

“Vero.”convenne Lily.

Lo sguardo di Sirius si posò sulla finestra e vide che fuori era ormai buio.

“Come vola il tempo!”si ritrovò a pensare.

Si alzò

“Beh, io vado!”annunciò e fece per andare verso la porta, ma la voce del suo migliore amico lo fermò.

“Dove?”

Si volò, le mani affondate nelle tasche e lo guardò.

Occhi grigio ghiaccio contro occhi nocciola.

Scrollò le spalle.

“Non so.

Forse Grimmauld Place, dato che Kreacher è ad Hogwarts.”

“Sì, certo!

Così finisci per impazzire e noi ti ritroviamo con il cappio al collo.

Tu lì non ci ritorni.

Ci sono troppi brutti ricordi!”

“Come diamine faceva a sapere tutto di me?

Accidenti! Sa cose che anch’io ignoro!”pensò.

“Perché non rimani qui?”chiese Lily.

“No!

Non posso…non potrei mai…”

“Disturbare?”

James finì la frase per lui.

Quella ormai era un’abitudine.

“Esattamente.

Andrò a stare in qualche posto…”

“E poi che hai intenzione di fare?”

“Dato che ora sono vivo e libero pensavo di trovarmi un lavoro o di ricominciare con quello vecchio.”

“Che facevi?”chiese Harry.

Ignorava tutto del passato dei genitori, soprattutto la parte riguardante il lavoro.

“Auror, come tuo padre.”

“E la mamma?”

“Studiavo per insegnare ad Hogwarts.”

“Fammi indovinare: professoressa di Pozioni?”

Lily sorrise ed annuì.

“Beh, io vado!”disse Sirius rompendo il silenzio creatosi dopo la domanda di Harry.

James lo afferrò per il polso.

“TU resti qui! Non voglio che commetta qualche imprudenza o che viva allo sbaraglio!

Resta da noi!

Dai!”

“Se accetto la smetterai di tormentarmi e mi lascerai il polso?

Sai, mi stai facendo male!”

James lo lasciò andare.

“Scusa.

Allora che fai? Accetti?”

“D’accordo!”

“Grandioso!

Vieni, ti mostro dove potrai stare!”e lo trascinò di sopra.

Harry rise.

“Non si arrende mai, vero?”

“No, ti somiglia troppo per farlo!

E poi è molto affezionato a Sirius e condivido in pieno la decisione di farlo stare qui.

Sirius ha bisogno di qualcuno che gli sia vicino.

Non è bello starsene da soli e lui lo è rimasto per troppo tempo, ormai.”

“Da quanto si conoscono?”

“James e Sirius?

Da quando sono nati!

Dato che sono entrambi purosangue, si sono frequentati e trovati sin da subito.

Anche se avevano idee diverse dalle loro famiglie, soprattutto Sirius come ben saprai.

Non so come farebbero l’uno senza l’altro.”

Harry guardò le scale dove erano saliti e scomparsi.

Una nuova vita aveva inizio.

Quello che era sembrato la fine di tutto, della vita, del loro rapporto era diventato un nuovo principio.

 ciaoooooooooo!!! volevo solo ringraziare le persone che hanno commentato questa storia o che l'hanno messa tra i loro preferiti!!! 

mi ha fatto molto piacere!!!

continuate a seguirmi ed a commentare mi raccomando!!!

un kiss, 

Lily Black 90

 

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Capitolo 4
*** rivelation e assalti giornalistici.... ***


Per rispondere a LyraPotter sì, sono una fan di Streghe.

Se anche tu lo sei possiamo scambiare qualche chiacchiera.

Il mio indirizzo msn è sul mio account…

Grazie a tutti dei commenti e a chi ha inserito la storia tra i preferiti.

Sappiate che sto facendo del mio meglio e sono felice che vi piaccia.

Vi adoro, ragazzi!!!!

 

Avere indietro Lily e James fu il regalo più bello che qualcuno gli avesse mai fatto.

Era a quello che pensava Harry quando la mattina dopo la loro ricomparsa si svegliò con un sorriso radioso sul volto.

Il sole illuminava la stanza che aveva occupato: molto spaziosa, piena delle cose che aveva preso dai Weasley la sera prima, con un grande balcone che affacciava sul giardino sottostante.

La sera prima aveva avuto parecchie opportunità di visitare la casa, con sua madre come guida turistica.

C’erano più di dieci stanze, con circa tre piani esclusa la soffitta.

Circondata da un grandissimo giardino, dapprima incolto, poi rimesso a posto dagli Anziani come la casa, del resto, contava nei suoi attribuiti anche una piscina sul retro ed un paio di altalene legate ad un albero alla sua ombra.

Non c’era che dire!

I Potter si erano proprio sistemati bene!

“Buongiorno, Harry!”

La voce di Lily lo fece sobbalzare e lo distolse dai suoi pensieri.

Il ragazzo si voltò a guardarla e per l’ennesima volta rimase colpito dalla sua bellezza.

L’aveva vista in foto, da fantasma, nei ricordi di Piton, ma da vicino….dal vivo…era tutta un’altra cosa.

Capelli rosso scuro che le cadevano morbidamente sulla schiena, occhi verde smeraldo identici ai suoi, ridenti e stupendi.

Era una donna bellissima, alta, formosa e dolcissima.

“Stai bene?”chiese, dolcemente la diretta interessata.

Harry annuì e chinò lo sguardo, rendendosi conto all’improvviso di aver fatto una grande figuraccia nel rimanere in silenzio a contemplarla come un’ebete.

“Scusa, ero soprappensiero.”

Lily sorrise e si chinò ad abbracciarlo.

Il suo profumo…il suo abbraccio.

Harry chiuse gli occhi e si strinse a lei.

“Ti amo così tanto, tesoro.”sussurrò lei.

“Attenta che ti sente papà!”scherzò lui.

Lily rise e si staccò da lui.

“E’ vero! Meglio non dirlo davanti a lui.”

“Dove sono lui e Sirius?”

La casa era fin troppo silenziosa.

“Sono ad Hogwarts a trovare Silente.

Dovrebbero tornare verso l’ora di pranzo.

Avevano delle cose di cui parlare.”

Mentre faceva colazione Harry si stupì di sentirsi così a suo agio con la madre.

Anche se non avevano mai avuto l’occasione di parlare, veniva tutto così semplice, così naturale.

Sembrava che non fosse successo mai nulla di male….magari fosse stato così!

“Gli Anziani hanno fatto tutto tranne riempire la dispensa.”constatò Lily che aveva usato la magia per far apparire la colazione.

“Mi sa che dobbiamo fare un salto in centro.”

Harry la guardò, stupefatto.

“Dopo tutte le domande a cui avete dovuto rispondere ieri sulla vostra ricomparsa, tu vuoi andare in centro?”

“Hai una faccia!”ridacchiò lei, afferrando il mantello nero ed indossandolo.

“A ben vedere!

Mamma, sei sicura?”

“Andrà tutto bene, Harry!

Mica verrà la stampa ad intervistarci!”

“Mai dire l’ultima parola.”sentenziò Harry saggiamente, ma la seguì fuori, ugualmente.

“Se qualche altra vicina mi viene vicino e mi pizzica di nuovo dicendo “ma come si è fatto grande!” ti giuro che la schianto!”fece Harry dopo aver percorso qualche isolato.

Si massaggiò la guancia destra, che aveva assunto un colorito rossastro.

“Non sono un bambino! Ho 17 anni, accidenti!”

Lily si mise una mano davanti alla bocca per non scoppiare a ridere.

Avevano fatto sì e no una trentina di passi ed avevano incontrato circa tre vicine che non erano venute ieri a salutarli.

E tutte, senza eccezione, rimanevano incantate nel guardare Harry e si premuravano sempre di dargli qualche pizzicotto affettuoso sulle guance o un ferreo stretto.

Risultato?

Un Harry piuttosto nervoso!

“Tieni duro, siamo quasi arrivati nel centro.

Lì potremo trovare tutto ciò che ci serve in casa.”

“Non potevamo smaterializzarci e basta?”disse, nervoso.

“E perderci questa bella passeggiata?”

Lily sorrise e si mise a volteggiare per la strada, facendo mulinare i capelli color fuoco ed attirando gli sguardi di tutti i maschi, da quelli nei passeggini a quelli in età da ospizio.

Nel vederla così felice, Harry abbandonò il suo malumore e la seguì, ridendo per la strada.

Godric’s Hollow era un villaggio che, dopo la morte di Voldemort, era come rinato.

Bambini che correvano felici su è giù per le strade, parchi giochi pieni di vita, risate, sorrisi anche agli sconosciuti.

Era incredibile come fosse cambiato.

Tutti i suoi abitanti erano più che felici di riavere Lily e James con loro.

Erano un po’ gli eroi del posto, famosi per il loro sacrificio per proteggere il loro bambino e idoli in un certo senso.

Harry non mancò di farlo notare alla madre.

Lei arrossì.

“Non siamo più famosi di te, però.”

“Per esserlo dovreste sconfiggere un mago oscuro.”ribattè lui.

“La prossima volta che ne vedo uno non mancherò di farlo, contaci!”

Harry rise.

“Spero solo che Voldemort sia l’ultimo.

Sono stufo! Non voglio rivivere i momenti che mi ha fatto, ci ha fatto, passare!

Mai più.”

Lily gli mise un braccio attorno alle spalle e lo baciò dolcemente sulla fronte.

“Non accadrà. Te lo giuro, Harry.

Sei al sicuro…siamo tutti al sicuro.”

Mise l’ennesima busta della spesa nella borsa ed uscì, prima di tornare immediatamente dentro il negozio, accecata dalla luce dei flash.

“Che cosa diamine succede?”

Harry sbirciò dalla vetrina e vide una decina di fotografi.

“Cosa succede qui?”disse una voce cupa.

“Nulla, Ed! Solo qualche giornalista rompiscatole!”

Era Elise, un’amica di Lily, nonché sua vicina.

Ed, invece, era il proprietario del negozio e conosceva i Potter da quando si erano trasferiti lì la prima volta.

“Tu e tutti gli altri avrete parecchie domande a cui rispondere.”sentenziò Elise, mettendo un braccio attorno alle spalle di Lily.

“Direi di sì.”sbuffò Harry, incrociando le braccia davanti al petto.

Lily si sedette su una sedia.

“C’è anche quella Rita Skeeter, guardate!”

Impeccabile e riconoscibile da un satellite in orbita, indossava un tailleur verde cachi, capelli cotonati e unghie colorate, armata di taccuino e di penna Prendi-appunti, strillava domande oltre il vetro, inascoltate da coloro che erano all’interno del negozio.

“Ho la netta sensazione che ci reputino dei fenomeni da baraccone, delle persone su cui compiere studi o cose del genere.”disse Lily ad alta voce, parlando più a sé stessa che agli amici ed al figlio.

“Voi non lo siete per niente, Lily!

È solo successa una cosa fuori del comune!

Nulla di cui interessarsi, o meglio, loro non dovrebbero interessarsi e tormentarvi!”esclamò Ed.

“Avete ragione! Scommetto che anche gli altri si saranno nella mia stessa situazione!”

Neanche a farlo apposta contemporaneamente alla sua frase Remus e Tonks, Malocchio Moody, Fred e Piton erano occupati a tenere fuori da casa i giornalisti curiosi.

James, Sirius e Silente arrivarono a casa scarmigliati e sconvolti, poco tempo dopo il ritorno di Lily e Harry.

James appoggiò la schiena contro la porta ed aiutato da Sirius la chiuse con una spallata.

“Sono tornato da un giorno e già ho voglia di ritornare lassù!”commentò esausto.

Aveva un graffio sulla guancia ed i capelli più arruffati del solito.

“Dimmi che stai scherzando!”

Harry lo guardò, stupito ed insieme orripilato.

Lo sconvolgeva anche solo il pensiero di perderli ancora.

James sorrise.

“Certo che scherzo, stupido che non sei altro!

Come potrei mai andarmene?”

“Dì quello che vuoi, Ramoso!

Ma questa situazione dei giornalisti la dobbiamo risolvere!

Non posso fuggire e nascondermi come fossi tornato ai periodi in cui ero un evaso!”

Sirius si sdraiò sul divano e gemette.

“Perché non facciamo di nuovo l’Incanto Fidelius?”propose James.

Sirius lo guardò torvo.

“Già.

Perché l’ultima volta ha funzionato bene, vero?

Un’esperienza da ripetere di sicuro!”fece lui sarcastico, facendo ridere i presenti.

“Ma vi hanno aggredito addirittura?”

Lily li fissò allarmata.

“Solo un tantino, Lily….”

“Sì!

Diciamo solo che ci sono saltati addosso, urlando domande e gettando microfoni in faccia alla gente.”

“Ahi!

Uno mi è arrivato sul naso!”

Sirius se lo tastò con una smorfia di dolore.

Silente, d’altro canto, era seduto sul divano accanto a Sirius e si studiava una ferita sulla mano destra, tornata normale dopo la morte.

Harry lo guardò ed incontrando il suo sguardo sorrise, ricambiato.

“Sta bene, professore?”chiese.

Non aveva dimenticato il loro ultimo incontro.

L’aveva molto aiutato ad andare avanti.

Se non fosse stato per lui e per gli altri non ce l’avrebbe mai fatta.

“Sì.

Solo qualche graffio.

Non mi lamento sempre come fanno questi due!”ed indicò James e Sirius.

I due per risposta, gli tirarono un cuscino addosso.

Silente lo ricevette in pieno viso e scoppiò a ridere, allegro, gli occhi che brillavano.

“Non cambiate mai, eh, ragazzi?”

“Vuoi dire che così non ti piacciamo, prof?”

“Mi sento offeso!

E tu Jamie?”

“Anch’io, Sir! Questa me la lego al dito!”

“E fatela finita!”esclamò Lily, ridendo anche lei.

Harry li guardava stupito.

Conosceva Silente da anni, ma non aveva mai osato tanta…non so….sfacciataggine nei suoi confronti.

“Harry?

Ti posso parlare un secondo?”

Harry sobbalzò, vedendo Silente accanto a lui.

Era stato così distratto da non vederlo neanche arrivare.

James li guardò per un attimo poi disse:

“Lascialo stare! E’ troppo presto!”

La voce di James era dura.

“Deve saperlo, non mi sembrerebbe giusto tenerlo all’oscuro.”

“L’hai fatto per anni ed ora ti vengono i sensi di colpa?”

Ora era sul serio arrabbiato.

Gli aveva dato perfino del tu!

Ma cosa voleva dirgli Silente che lo faceva comportare così sgarbatamente nei confronti del vecchio preside?

“Devo farlo, James!

Cerca di capirmi!”

“Ho smesso di farlo da tanto tempo.

L’hai sempre considerato come un bambino…da tenere all’oscuro…la profezia…gli Horcrux…I Deathly Hallows…ora hai voglia di dire tutto?”

“James…”

“Ti comporti sempre così.

Lo ferisci e poi tocca agli altri raccogliere i cocci!”

Era arrabbiatissimo, così tanto da smaterializzarsi chissà dove con tutta la sua rabbia.

Silente guardò gli altri.

“Fa come ritieni giusto, Albus.”sussurrò Lily e Sirius annuì, piano.

Harry che aveva smesso di capire da un po’, aprì la bocca e fece per parlare, ma prima che potesse farlo, Silente lo pilotò verso una stanza e gli parlò….

Alla fine del discorso, Harry lo fissava a bocca aperta.

“Mio….mio nonno?”chiese, allibito.

Silente si chinò su di lui e fece per accarezzargli una guancia, ma Harry si ritrasse.

Era sconvolto.

Suo padre aveva ragione…

“Harry…”

“Mi lasci stare!”esclamò e scattato in piedi, corse via, sbattendo la porta dietro le spalle.

Corse nella sua stanza e chiuse la porta dietro di sé, pur essendo consapevole che, per entrare, sarebbe bastato smaterializzarsi al suo interno.

Si sedette con le spalle appoggiate alla porta e chiuse gli occhi, respirando profondamente.

Si sentiva così….tradito…tenuto all’oscuro….

Perché non gliel’aveva mai detto?

Perché?

Queste domande gli rimbombavano nella testa.

Silente molto probabilmente l’aveva seguito, poiché sentì qualcuno salire le scale ed andare sul pianerottolo del primo piano.

“Harry…”

Non era Silente! Era James!

“Posso entrare?”

Harry socchiuse la porta quel poco che bastava per farlo passare e poi la richiuse.

Evitava di guardarlo.

James si sedette accanto a lui e gli prese la mano, stringendola forte forte.

“So quello che provi…io l’ho saputo quando avevo 7 anni meno di te…

Prima ignoravo che fosse mio padre.”

“Perché non me l’hai mai detto?
Potevo vivere con lui…mi sarei sentito meno…”

“Solo?”

Cenno d’assenso.

“Lo so.

Ti ha voluto tenere all’oscuro di tante cose ed anch’io fatico a capirlo…

Ma molto probabilmente lo avrà fatto pensando di agire per il meglio.”

“Mi prometti una cosa?”

“Quello che vuoi.”

“Non nascondermi nulla.

Anche se è una cosa brutta, voglio saperla.

Intesi?”

“Intesi.”

James si chinò sul figlio e lo strinse a sé, appoggiandolo al petto.

“Non ti mentirò mai. Te lo giuro.

Ma non portargli rancore.

Un Potter arrabbiato con lui basta ed avanza, credimi!”

Harry rise, il viso appoggiato al suo petto.

Si strinse più forte a lui.

“Comunque, dato che ti ho promesso che ti avrei detto tutto…

Abbiamo deciso di organizzare una festa qui a casa.

La proteggeremo con incantesimi per nasconderla alla gente curiosa.

Una sorta di rimpatriata tra gente tornata dal Regno Dei Morti e gente viva e vegeta!

Che te ne pare come idea?”

Harry si staccò da lui e sorrise.

“Ottima, direi!”

“Così conoscerò la mia futura nuora!”

James era più allegro che mai, mentre Harry arrossì.

E festa sia!

 

 

 

Per chi volesse sapere altre notizie su Silente e sul suo grado di parentela con James e harry dia un’occhiata alla mia fan fiction I loving you…I protecting you…forever….

Spero che questo capitolo vi piaccia…spero vivamente di sì.

So che la storia di Silente è mooolto irreale, ma è una fan fiction basata sulla mia fantasia…

Grazie per i commenti…

Spero che dopo aver letto questo capitolo continuiate a seguirmi ed a commentare….

Sarei molto felice di ciò…

Vi adoro, ragazzi miei!!!

Kiss,

Lily Black 90

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Capitolo 5
*** fiesta!!! ***


Mancavano poche ore alla festa organizzata dai Potter e nella villa regnava il più completo caos: chi correva di là, chi cucinava di qua, chi metteva sedie e tavoli a posto e chi chiacchierava con i appena arrivati.

“Non vedo l’ora di conoscere la mia futura nuora.”

James Potter sorrise ed afferrò un tramezzino.

Sirius al suo fianco, gli rivolse un sorriso malandrino.

Harry sospirò, affranto.

“Promettetemi che non farete domande imbarazzanti o inopportune.”li pregò.

“Noi? Ma per chi ci hai presi? Non faremo nulla di male.”

“Chissà perché non vi credo.”

“Tranquillo, Harry. Non faranno nulla di inopportuno o che possa metterti in imbarazzo.”lo tranquillizzò Lily, colpendo la mano del marito che aveva preso un ennesimo tramezzino.

“Sono per gli ospiti. E comunque non sto scherzando.

Non fate gli idioti o cose del genere.

Anzi, facciamo così: non siate voi stessi ed andrà tutto bene.”

Harry soffocò le risate, beccandosi un’occhiataccia dal padre.

“D’accordo! Faremo i bravi. Siamo solo curiosi.”

“Già. E poi io non ho mai conosciuto i Weasley.

È ovvio avere un pizzico di curiosi…”

James non fece in tempo a finire la frase che il campanello suonò.

Harry sbirciò dalla finestra.

“Sono loro.

Vi prego…”

“Ok. Non faremo nulla di male!”

Sirius gli mise un braccio attorno alle spalle e sorrise.

Alla porta c’erano tutti i Weasley, compresi Bill e Fleur e Charlie.

Fred Weasley, resuscitato da poco, aveva un sorriso stampato sul volto ed appena vide Harry lo afferrò e lo strinse così forte da stritolarlo.

“Fred! Fai piano! Mi stai stritolando!”protestò Harry.

Fred lo lasciò andare e il ragazzo venne sommerso da altri abbracci spezza-costole.

“Non ti ringrazierò mai abbastanza, Harry, caro!”esclamò Molly, dandogli un buffetto affettuoso sulla guancia.

Nel sentirsi così circondato e ringraziato Harry arrossì.

Fortunatamente in quell’istante giunse Sirius a salvarlo, concentrando l’attenzione dei presenti su di lui.

“Sirius!”esclamarono i gemelli, correndogli incontro.

Dopo un attimo anche Sirius si ritrovò sommerso dagli abbracci come era capitato ad Harry poco fa.

“Ehi! Piano, piano! Sono appena stato resuscitato, non vorrei morire soffocato!

Ramoso, vieni a darmi una mano!”gridò lui.

Trattenendo a stento le risate, James Potter e Lily raggiunsero l’amico.

“Mio Dio! Voi siete…”iniziò Arthur, raddrizzandosi gli occhiali sul naso.

“I genitori di Harry, sì!”

I due tesero la mano ai Weasley che ancora erano a bocca aperta.

“Cielo, come vi assomigliate!”esclamò Percy e James non potè fare a meno di sorridere al figlio.

“Siete identici!”disse Ginny avvicinandosi al fidanzato.

“Già, ci somigliamo parecchio!”ammise Harry, stringendola a sé e baciandola con dolcezza sulle labbra.

“Ron?”chiese, accorgendosi in quel momento dell’assenza dell’amico.

“E’ da Hermione e dai suoi.”

Harry la guardò, sorpreso.

“Si è presentato ai genitori di Hermione come suo fidanzato?”

“Credo proprio di sì.

Dovrebbe arrivare a momenti con loro.”

“Era ora che facessero sul serio quei due!”disse una voce alle loro spalle.

Sirius Black si avvicinò alla coppia, sorridendo.

“Sono felicissima che tu sia ritornato.

Ci sei mancato tantissimo!”disse Ginny, abbracciandolo.

“Anche voi mi siete mancati molto, ragazzi.

Ed ho la netta sensazione di essermi perso anche parecchio, non è vero Harry?”

Il ragazzo arrossì ed annuì.

“Da quanto state insieme?”chiese, guardandoli.

“Da parecchio. Non credevi che ci saremmo fidanzati?”domandò Ginny.

“No! Io ti chi vedevo più con Malfoy, Ginny, sai?”la prese in giro lui.

“Oddio! Ci pensi loro due insieme?”fece Harry sbarrando gli occhi.

“Già ed io ti ci vedevo più con Luna, Harry!”continuò Sirius, togliendo il sorriso dal volto del ragazzo.

“E’ una mia amica e poi non staremmo affatto bene insieme!

Io amo Ginny!”

“Lo so, scemo! Ti sto solo prendendo un po’ in giro, per rifarmi degli anni in cui non ho potuto farlo!

Comunque tutti i Potter hanno la fissa per le ragazze rosse.

Dev’essere tradizione, anche tua nonna aveva i capelli rossi.”

“Già, dev’essere un vizio di famiglia.”disse James avvicinandosi al gruppetto.

“Sono James, il padre di Harry.”si presentò.

“Ginny Weasley.”

“Lo so.

So parecchie cose sul tuo conto.

Sei una ragazza fantastica e sarai una perfetta nuora!”

Sia Ginny che Harry avvamparono.

“Non sono troppo giovani per pensare al matrimonio, Jamie?”chiese Lily,appoggiandosi alla spalla del marito.

“Sono Lily.”

“Piacere di conoscerla, signora Potter.”

“Signora! Oddio sono così vecchia?”

“Sì!”scherzò Sirius, beccandosi uno scappellotto da James.

“Ti prego chiamaci James e Lily e dacci del tu.

Il voi o il lei fa troppo da centenari ed io mi sento ancora giovane!”

“D’accordo.”

“Ed ignora James e Sirius ed i loro progetti matrimoniali!”

“Ehi!”

“Ehi un corno! Avevate un patto, niente imbarazzo, ricordate?”

“Sì,ma…”

“Parlare di nuore non era nell’accordo.”

Harry li lasciò ai loro bisticci.

“Sono molto simpatici i tuoi, sai?”

“Lo so. E vedessi come sono legati papà e Sirius!”

“Hai visto Remus e Tonks?”

“Solo all’inizio. Devo ancora vedere Moody e Piton.”

“E Silente?”

“Ha vissuto con noi per un po’.”

“E perché?”

“Ora non te lo posso dire.

Meglio aspettare che vengano…”

Non concluse neanche la frase che Ron, Hermione ed i genitori della ragazza arrivarono condotti dalla materializzazione del ragazzo.

Hermione e Ron si tenevano per mano ed erano raggianti.

“Ciao, Harry! Ginny!”

L’abbraccio di Hermione e Ron li travolse ed iniziò nuovamente l’insieme di abbracci e presentazioni.

Dopo che tutto ciò finì Harry afferrò Ron, Ginny ed Hermione e li fece allontanare dal gruppo di persone che ora affollava il giardino.

Prese fiato e raccontò loro di Silente e del loro grado di parentela.

Quando ebbe finito i suoi amici lo guardavano con tanto d’occhi.

“E’…”

“Tuo..”

“Nonno?”chiesero prima Ron, poi Hermione ed infine Ginny.

“Sì. È il padre di mio padre.”

“Oddio! Ecco perché ti era così affezionato!”esclamò Ron.

“Già, se fossi stato uno studente qualunque ti avrebbe sospeso o espulso sai quante volte?”fece Hermione, guadagnandosi una smorfia di disappunto da parte dell’amico.

Harry si guardò intorno.

Lily e Molly si erano trovate subito e chiacchieravano come se si conoscessero da un vita; stessa cosa per Arthur, James e Sirius.

I restanti Weasley, invece, erano impegnati a sistemare le ultime cose sui tavoli di fuori.

“E con i giornalisti che avete intenzione di fare?”chiese Ron.

“Papà ha usato un incantesimo su tutta l’area della casa.

Impedisce a chi sta fuori di vedere cosa facciamo noi.

L’ha messo poco prima che arrivaste.”

Un sonoro pop si distinse nell’aria, facendoli sobbalzare.

Remus e Tonks si smaterializzarono in giardino, stringendo Ted tra le braccia.

Erano radiosi.

“Remus! Tonks!”esclamarono Lily, James e Sirius, correndo loro incontro.

“Ciao a tutti!”salutarono, semi sommersi dai tre.

“Quanto ci siete mancati!”sussurrò Sirius, stritolandoli e togliendo Ted dalle braccia della madre per coccolarlo un po’.

“Vieni un po’ dallo zio Sirius, tu!”disse, giocando con il piccolo.

“Ma se ci siamo visti pochi giorni fa!”rise Tonks.

“Non c’entra. Ci siete mancati lo stesso. Lassù eravamo sempre insieme!”rispose James per Sirius.

“Come state? Avete sistemato tutto?”

“Sì. Io ho il mio lavoro di nuovo e Remus ha iniziato a lavorare al Ministero.

A proposito, Kingsley non può venire.

Ha troppo da fare.”

“Peccato, però sono contento che sia Ministro della Magia, ora!”

Pop!

“Ecco Moody!”disse Ron, indicando un punto alle loro spalle.

Coperto da cicatrici, con il suo bastone ed il suo occhio magico Malocchio Moody si smaterializzò nel giardino dei Potter, attirando gli sguardi di tutti.

“Malocchio!”

James corse ad abbracciarlo.

“Potter, ragazzo mio! Come stai?”

“Benissimo. E tu? Ti sei ristabilito?”

“Ovvio che sì! Ne dubitavi?”

“Che bello rivederti, Malocchio!”

Tonks lo guardava adorante.

Dopotutto era il suo idolo e lo stimava moltissimo per essere stato il suo mentore.

Anche i Weasley corsero a salutarlo e per un attimo Malocchio Moody si ritrovò ad essere la star.

O meglio, una delle tante.

“Tuo padre?”sussurrò Lily a James.

“Ha detto di iniziare senza di lui.

Era ad Hogwarts con Dobby, Kreacher e Piton.”

“A proposito di Piton, James…”

“Non farò nulla di male. Né io né Sirius.

Te lo prometto, amore.”e la baciò con dolcezza sulle labbra.

Un bacio dapprima casto, ma che venne molto approfondito in seguito.

“Quando avrete finito di pomiciare, mi aiutereste a portare queste cose in giardino?”chiese Harry che, aiutato da Sirius, trasportava avanti ed indietro vassoi carichi di cibi.

Lily e James si staccarono arrossendo ed obbedirono, ignorando il ghigno divertito sul volto di Sirius.

Harry, invece, sorrise radioso nel vedere i genitori così uniti.

“Sono sempre così legati. Mi sa che dovrai farci l’abitudine!”

Sirius gli si avvicinò, sorridendo.

“Posso farti una domanda personale?”

“Certo! Spara!”

“Perché non ti sei mai sposato?”chiese Harry.

Sirius parve incupirsi di botto.

Harry se ne accorse poiché disse:
”Scusa, non importa.”

“Non ne ho voglia di parlare ora.

Abbi pazienza, ti racconterò un giorno le mie storie amorose.”

“Buonanotte, allora! Fai prima a scrivere un libro!”lo prese in giro James, seguendoli in giardino.

Harry e Lily non poterono fare a meno di ridere, mentre Sirius faceva una smorfia.

“Aha, aha, aha! Molto divertente!”fece sarcastico.

La serata procedette tranquillamente, tra risate, scherzi e presentazioni.

“I tuoi sono simpaticissimi!”esclamò Hermione raggiungendo Harry e Ron reggendo in mano un piatto colmo di cibo.

Harry individuò i suoi con lo sguardo e sorrise nel vederli felici a chiacchierare.

“Sì, lo so.

Si sono ambientati bene, giornalisti a parte.”

“Sono odiosi! Hanno assediato tutti i Resuscitati!”disse Ron, pronunciando la parola resuscitati, come se stesse parlando di una setta o cose del genere.

Harry rise.

“Già. L’ultima volta io e papà abbiamo incontrato Rita Skeeter.”e raccontò loro di ciò che era successo.

“Io odio quella donna!”esclamò Hermione alla fine.

“Sul serio? Ed io che pensavo che foste grandi amiche!”la prese in giro Ron.

D’un tratto si diffuse un intenso mormorio ed una folla allegra circondò un paio di persone che si erano appena smaterializzate nel giardino.

“Che succede?”chiese Ginny, avvicinandosi agli amici.

Harry fece spallucce e rivolse la medesima domanda a Sirius.

“Sono arrivati Silente e Piton.”

Harry lo guardò.

“Sarà dura rivederlo dopo tanto tempo.”ammise James.

“Vi prego, non…”iniziò Harry, ma James lo interruppe, intuendo cosa volesse dirgli.

“Non faremo nulla di male. Te lo giuro.

Abbiamo fatto fin troppi pasticci con lui. Credo sia ora di rimediare.”

“Cosa? Come?”chiese il ragazzo, ma James e Sirius si erano già allontanati ed avvicinati a Silente e Piton.

I due erano stati circondati da una folla allegra che non faceva altro che abbracciarli e salutarli.

Ormai tutti sapevano da che parte stesse Piton, grazie ad una spiegazione, che aveva tralasciato la cotta di Piton per Lily, fornita da Silente

Piton, un po’ impacciato nel sentirsi così circondato dall’affetto altrui, non sapeva come reagire e sorrideva un po’ forzatamente.

“Ciao!”disse una voce alle sue spalle.

Severus Piton si voltò di colpo ritrovandosi Lily accanto.

Lily Evans Potter.

La sua Lily, la donna che aveva sempre amato e che non era mai riuscito ad avere.

La sua ex-migliore amica.

Chissà ora come sarebbero cambiate le cose.

“Ciao.”rispose.

“Come stai?”

“Bene, voi?”

“Benissimo.

Severus, io…volevo ringraziarti…”

“Per cosa?”

“Lo sai benissimo. Per aver protetto Harry. Io…mi dispiace che la nostra amicizia si sia conclusa male e se tu vuoi vorrei ritornare ad essere tua amica.

Anche se il destino ci ha reso nemici, ora siamo dalla stessa parte.”

Lily si scostò i capelli dal volto, sorridendo.

“Ci stai?”

Tese la mano.

“Ci sto.”

Piton l’afferrò e Lily lo abbracciò forte.

“Mi sei mancato.

Mi è mancato il mio migliore amico.”

“Anche tu mi sei mancata.”

“Ehm, ehm!”disse una voce.

Lily si allontanò dall’amico e sorrise a James.

“Che c’è? Sei geloso?”

“Io? Ma figurati! Io sono affatto geloso!”

“Allora perché sei arrossito?”

James avvampò ancora di più e i presenti scoppiarono a ridere, compresi Harry, Ron, Hermione e Ginny che assistevano curiosi alla scena.

“Scemo.”disse Lily abbracciandolo e accoccolandosi contro il suo petto.

“Possiamo parlarti, Piton?”chiese Sirius, facendo un segno a James che si staccò da Lily e li condusse in un luogo più appartato.

“Che vogliono fare?”chiese Harry alla madre.

“Nulla di male. Me l’hanno promesso.”

James si appoggiò ad un albero e sospirò guardando prima l’amico e poi Piton.

“Che volete Potter, Black?”

“Chiederti scusa.”dissero insieme.

Calò il silenzio tra loro tre.

Tutto taceva ed il solo rumore che si udiva proveniva da coloro che mangiavano, chiacchieravano e scherzavano più in là, ignari ed incuranti della conversazione.

“Come?”

“MI…CI dispiace per tutto quello che ti abbiamo fatto passare a scuola.

Ci siamo comportati malissimo con te, da veri stronzi.

E ci dispiace molto.”disse Sirius.

Piton tacque.

Di tutte le cose che si aspettava quella non era neanche enumerata.

“Potter e Black che chiedevano scusa?

Più probabile che Silente si fosse messo a ballare in can can con un abito femminile addosso!

Ma erano lì e sembravano sinceri.

Se stavano mentendo non ne avevano il motivo.

Ma allora facevano sul serio?”si ritrovò a pensare Piton.

James parve intuire i suoi pensieri poiché disse:

“Non stiamo scherzando.

Facciamo sul serio.

Dovevamo fidarci di te…non l’abbiamo fatto ed abbiamo fallito.

Scusaci.”

“Siete perdonati!”

“Sul serio?”

James e Sirius erano piuttosto scettici.

“Tutto qui? Niente vendette, tribolazioni e minacce di morte?”chiese Sirius, beccandosi una gomitata da James.

“Non dargli idee!”sibilò.

Piton, sentendo ciò, si mise a ridere.

“No, nulla! Dopotutto neanche io mi sono sempre comportato bene nei vostri confronti!”

“Abbiamo combinato tutti e tre i nostri bei guai ad Hogwarts.”ammise James.

“Vero.”concordarono Piton e Sirius all’unisono per poi guardarsi stupiti.

“Siete d’accordo!”fece James stupito.

“Mi sa che lo saremo spesso da oggi in poi.

Dopotutto siamo dalla stessa parte, ora.”

“Hai ragione! E Piton…?”

“Cosa?”

“Grazie.

Per Harry…per averlo protetto…senza di te sarebbe morto…

Ti deve la vita.

So che non l’hai fatto per me, ma per Lily, ma ti ringrazio ugualmente.”disse James tutto d’un fiato, senza guardarlo negli occhi.

“Di nulla.

In fondo è un  bravo ragazzo…anche se ha te come padre!

Non si può essere perfetti!”

“Ehi!”esclamò James, mentre Sirius scoppiava a ridere e Piton si scioglieva in un sorriso.

“Stavo scherzando. È un’ottima persona.”

“Senza rancore?”chiese James, tendendogli la mano.

“Neanche una goccia.”

Piton la strinse.

Harry, Lily e Remus osservando la scena sorrisero.

Quello era l’inizio per una fruttuosa alleanza.

 

 

 

 

 

 

Ecco a voi un altro capitolo della mia fan fiction!!!

Grazie a tutti voi per aver commentato ed inserito la storia tra i vostri preferiti!!!

Mi ha fatto molto piacere!!!

Continuate a commentare in molti ed a seguirmi!!!!

Nello specifico grazie a:

LyraPotter

Dragonball93

Kia

Miss Nina

Jayne

Siete dei tesori a commentare!!!! Vi adoro!!!

Spero che vi piaccia questo capitolo, anche se non ho inserito alcuni personaggi!!!

Penso che la festa non finisca qui…ma non ne sono sicura…

Per precauzione continuate a leggere ed a recensire!!!

Kiss besos smack

Lily Black 90

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Capitolo 6
*** changes ***


Dopo la rivelazione di Silente, la sfuriata di James e le scuse successive del vecchio preside per il suo comportamento, la situazione era cambiata e di parecchio anche.

Prima di tutto Harry aveva iniziato a chiamarlo Albus, dire nonno sarebbe stato prematuro, e i rapporti con il resto dei Potter si erano molto rilassati.

“Fiesta, fiesta, fiesta!”

Canticchiò Sirius aiutando James a sistemare i tavoli in giardino.

“Vedo che sei entusiasta della cosa!”

“Altrochè!

Ma c’è una cosa che mi preoccupa!”

“E sarebbe?”

“Piton.”

James finì di sistemare l’ultimo tavolo e si sedette sull’erba sospirando.

“Mi sento così in colpa per come l’ho trattato ad Hogwarts.”

“Anche lui non era da meno e lo sai.

Abbiamo sbagliato tutti. Lui con le sue cattive influenze e noi con le umiliazioni che gli abbiamo inferto.”

“Lo so benissimo, Sir!

Ma pensa a tutto ciò che ha fatto per Harry?

Che devo fare? Dimenticare il passato e ricominciare?

Riconsiderarlo di nuovo?”

“Lo hai già fatto.

Se non avessi saputo che amava Lily e che aveva sempre protetto Harry non avresti neanche pensato a riconsiderarlo.”

“Era innamorato di Lily….di Lily….”

“James, calmati!

Hai detto “era”, ricordi? Tempo imperfetto, passato, tanto tempo fa?”

“E se ci riprovasse con lei?”

Sirius si batté una mano sulla fronte.

“Mannaggia a me che te l’ho ricordato!

Pensa prima alla festa ed a come comportarti con lui, dopo penserai alla gelosia!”

“Non sono affatto geloso!”

“Ma se quando l’hai saputo lassù volevi farlo fuori perché era innamorato di lei!”

James tacque, mentre l’amico reprimeva le risate.

“D’accordo! Sono un po’, solo un PO’ , geloso!

Contento, ora?”

Sirius annuì.

“Come vanno i rapporti con Harry?”chiese dopo essersi seduto accanto all’amico.

“Bene, direi. È solo molto strano e difficile dover ricominciare tutto.

Sapere ciò che ha fatto, ma non essergli mai stato vicino, se non col pensiero.

Non so come fare, Sir. Vorrei tanto recuperare il tempo perduto, ma non so cosa fare!

Ha 17 anni! È così cresciuto che non so proprio come…cosa…”

“Buongiorno!”disse una voce allegra facendoli sobbalzare.

Era Harry ed aveva un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro.

Lupus in fabula si dovrebbe dire!

“Ciao! A cosa dobbiamo quel sorriso radioso?”chiese Sirius.

“Niente di che!

Ho appena finito di aiutare la mamma a mandare gli inviti per la festa e….

Sono solo felice per questa rimpatriata!”

“Ed io che mi aspettavo qualcosa di più piccante!”fece Sirius malizioso.

Harry arrossì e James, accortosene tirò un pugno sulla spalla di Sirius, scherzosamente.

“Lo lasci stare? Mica è come te!”

“Se è per questo da questo punto di vista non assomiglia neanche a te!”

“In che senso?”

“Beh, Jamie era un vero rubacuori alla tua età!

Anche se era innamorato di tua madre, dato che lei non lo degnava di uno sguardo nei primi anni, lui usciva con le altre.

Tante altre, vero, playboy?”

Stavolta fu il turno di James di arrossire.

“E’ successo tanto tempo fa, Sir! Sono passati così tanti anni da allora!”

“Ciò non toglie che dovresti istruire tuo figlio nella tua arte!”lo prese in giro, beccandosi un altro pugno, stavolta più forte del primo.

“Se ti prendo!”

E scattò in piedi.

Sirius intuendo il pericolo se la diede a gambe, correndo su e giù per il giardino, mancando di travolgere per un pelo una Lily che usciva di casa.

“Si può sapere che cosa state facendo?”esclamò, ridendo.

“Appena lo acchiappo te lo mostro!”le gridò James, correndo dietro ad un Sirius con le lacrime agli occhi per le risate.

“Diciamo che Sirius ha consigliato a papà di istruirmi sull’arte di abbordare le ragazze e di portarle a letto.”spiegò Harry, trattenendo le lacrime.

Anche Lily non potè fare a meno di tapparsi la bocca per reprimerle.

“Ad Hogwarts erano dei veri play boy.

Non c’era giorno in cui non stessero con una ragazza diversa.

È per questo che all’inizio non mi fidavo di lui, ma poi…”

Harry la vide guardare amorevolmente il marito che dopo sforzi era riuscito a prendere Sirius ed ora a cavalcioni su di lui lo torturava usando il solletico.

“Sono proprio dei bambini, certe volte!”fece e corse a liberare Sirius.

L’uomo non smise di ridere neanche dopo la liberazione e dopo aver guardato i presenti, li coinvolse in una risata collettiva.

Harry sentì James avvicinarglisi ed alzò lo sguardo.

“Ti va di fare un giro?”chiese tendendogli la mano per farlo alzare dall’erba dov’era crollato.

Cenno d’assenso.

“Stai bene?”chiese Harry d’un tratto.

Stavano camminando diretti verso il parco, stranamente senza giornalisti in vista, e James non aveva proferito parola.

“Cosa?

Oh, sì! Sto bene, benissimo!”

“Non me la dai a bere! Cos’è successo?”

Lo bloccò afferrandolo per un polso e lo costrinse a voltarsi verso di lui.

“Stavo solo pensando.”

“A cosa?”

“Ti ha mai detto nessuno che sei molto insistente?”

“E a te che sfuggi alle domande?

Avanti!”

“Stavo solo pensando al modo di conquistarti.”

“Cosa?”

“A come…non so starti vicino…senza…”

James tacque ed abbassò lo sguardo riprendendo la sua marcia verso il parco.

Harry sbuffò e gli corse dietro afferrandogli la mano e stringendola forte.

“Non devi conquistarmi in nessun modo, né viziarmi, come fanno i padri quando si sentono in colpa.”

“E’ quello il punto.”

“La colpa?”

Erano ormai giunti al parco e si sedettero all’ombra di un faggio.

“Non ti sono mai stato vicino in tutti questi anni ed ora non so come fare per rimediare.”

“Non è stata colpa tua!

Credi che morire…sacrificarti…per proteggere me…sia una colpa?”

Nessuna risposta.

“Avrei solo voluto starti vicino, vederti crescere…trovare una qualsiasi soluzione per averti vicino…ed invece…”

“Papà…”

Harry esitò.

Il padre teneva lo sguardo fisso sull’erba e il ragazzo era certissimo che stesse piangendo.

Continuò a stringergli la mano.

“La mamma….lei non si sente in colpa….gli sono mancato, è vero.

Ma non se ne fa una colpa per essere stata via…eravate morti, mica in vacanza!”

James emise una via di mezzo tra un singulto ed una risata.

“Io ho bisogno di voi…voglio solo avervi vicino…cosa fate per me non è importante.

Avete già fatto anche troppo…”

Si chinò su di lui e lo abbracciò forte.

James lo lasciò fare…si sentiva così in balia delle emozioni!

“Ho bisogno di te.”sussurrò Harry all’orecchio di James, la testa appoggiata alla sua spalla, le braccia attorno al collo.

“Smettila di colpevolizzarti.

Non hai fatto nulla di male.”

James taceva, colpito dalle parole di Harry.

Gli accarezzò i capelli neri arruffati così identici ai suoi e lo strinse più forte.

“Grazie…”disse, piano.

“Per cosa?”

“Anche solo di esistere…”

Vennero interrotti da un flash fotografico.

Harry si staccò dal padre e si voltò dietro.

Per un attimo vide solo il fumo di un maldestro tentativo di fotografia, poi mise a fuoco un tailleur rosso scuro e dei boccoli biondi.

“Oh, oh!”pensò subito.

“Ma che bella scenetta familiare!”

Rita Skeeter assunse una faccia avida e posò lo sguardo su padre e figlio.

“Cosa vuole?”chiese James brusco, alzandosi in piedi.

“Sono Rita Skeeter, giornalista!”

“So benissimo chi è lei!

Cosa vuole da noi?”

“Voglio sapere solo qualche notizia su voi “Ricomparsi”.”

Lo disse come se fossero stati un esperimento o qualcosa del genere.

Ed Harry nel guardarla, ebbe la netta sensazione che fosse proprio così che la pensava.

“Solo sapere perché e come siete tornati.

Abbiamo visto Silente ad Hogwarts.

Strano che un morto sia ricomparso sulla Terra dopo tanto tempo, no?

E poi anche Malocchio Moody e Tonks, auror del ministero e tutti gli altri…

Come avete fatto a ritornare? Cosa siete?”

“Cosa siamo?”

James si voltò verso di lei come una furia.

“Cosa siamo?”ripetè allibito.

“Siamo maghi e streghe.

Gente normale!”

“Che è stata la prima a tornare dal regno dei morti!

Il pubblico vuole sapere perché…se siete cambiati…se avete dei poteri speciali…tutto di voi.”

“Se per potere speciale intende una bella maledizione che la spedisca all’altro mondo…allora sì!”

James mise mano alla bacchette e l’avrebbe mandata sul serio al diavolo, se Harry non l’avesse fermato.

“Lasciala perdere, papà!

Andiamo!”

E lo trascinò via, dopo aver sibilato un:

“Stia lontana da noi.”

“Io quella…non la sopporto!”esclamò James quel pomeriggio, davanti a Lily, Harry e Sirius riuniti in salotto.

“Noi non siamo speciali! Non abbiamo nessun potere particolare!

Siamo solo ritornati in vita! Cosa vogliono da noi?”

“James, non è normale tornare in vita a meno che tu per vita non pensi agli Inferi!”rispose Lily.

“Lo so!

Ma non…che diamine facciamo?

Ma non solo noi! Non credo che gli altri vogliano stare al centro dell’attenzione ed essere visti come esseri creati in laboratorio o fenomeni da baraccone!

Dobbiamo trovare una soluzione.”

“Aspettare che le acque si calmino vi pare tanto assurda come soluzione?”propose Lily.

James finse di pensarci su.

“Mmm!

Sì, direi di sì!”

Lily sbuffò.

“Solo un po’ di pazienza! Si risolverà tutto! Ne sono certa!”

“La cosa più importante è preparare la festa.

La mamma di Ron e Ginny ha detto che ci aiuterà a cucinare e anche gli altri porteranno qualcosa.

Andrà tutto bene.

Fidatevi di me!”

 

 

 Eccomi alla fine di un altro capitolo!!!!

Nulla di nuovo è vero, ma per quello dovrete aspettare almeno il prossimo!!!!

Grazie a tutti per aver commentato o aver inserito la storia tra i preferiti!!!!

Ora vi lascio!!!!

Spero che vi piaccia!!!!!

Kiss kiss kiss

Lily Black 90

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Capitolo 7
*** al lavoro!!!! ***


“Ci vediamo!”

“A presto, ragazzi!”

“A domani!”

Man mano chi prima chi dopo, tutti gli invitati alla festa se ne andarono e i Potter e Sirius si ritrovarono da soli.

Lily guardò il giardino e la casa in disordine con occhio critico.

“Mi sa che dovremo darci da fare per rimettere tutto in ordine.”

“Naa! Ho troppo sonno per alzare anche un solo dito.”borbottò James che, sdraiato sul dondolo con Sirius e Harry, teneva gli occhi chiusi ed era sulla strada del sonno.

Erano così dolci tutti e tre: James con la testa profondata nel cuscino che ricopriva il dondolo, Harry accoccolato accanto a lui e Sirius con la testa appoggiata alla spalla del ragazzo.

Erano così teneri!

Sospirò e alzò la bacchetta.

Bastarono pochi incantesimi e tutto fu messo in ordine della magia.

“Avete chiarito con Piton?”sussurrò Harry.

James e Sirius fecero segno di sì con la testa.

“Ora è tutto ok.”disse Sirius.

“Sì, ma quello che non riesco a capire è come si sia potuto innamorare di Lily?”esclamò James, sveglio d’un tratto.

“In che senso, scusa ?”chiese Lily sedendosi accanto a loro.

“Lo doveva sapere che era in un territorio proibito, no?

Tu sei roba mia.”scherzò James ricevendo un affettuoso buffetto sul viso.

“Sei sempre il solito, vero? Non cambierai mai!”

“Per te cambierei anche anima, credimi.”

James le cinse la vita e la trasse a sé baciandola con amore sulle labbra.

Sirius mise le mani davanti al volto di Harry.

“Ora basta sdolcinatezze. Potreste sconvolgere vostro figlio!”

“Scemo!”fece Harry liberandosi dalla presa del padrino e ridendo e coinvolgendo anche i suoi genitori.

“Smettila di fare il cretino, Si!”

James si chinò su Harry e lo abbracciò stretto.

Il ragazzo si accoccolò tra le sue braccia, chiudendo gli occhi.

“Che ne pensate di Ginny?”chiese.

“E’ perfetta per te. Ne sono certo.”

“Ora manca solo Sirius.”disse Lily, guardando il chiamato in causa.

“Io…cosa?”

“Dovremo trovarti una ragazza, no?”insistè James.

“Vi prego, ragazzi, non combinate guai! Soprattutto tu, Jamie!”

“Io? Perché lo dici a me? Cosa potrei fare?”

“Guai. Sono il tuo mestiere.”

“Non è affatto vero!”

Tutti, Harry compreso, lo guardarono scettici.

“Ok! È vero! Ma non sono l’unico.”

“Comunque sia, evita di organizzare uscite ed appuntamenti al buio.

Per ora voglio solo mettere ordine nella mia vita, un lavoro, una casa e se ci riesco anche una famiglia.

Ma non ora.”

Detto ciò se ne andò lasciando la famiglia Potter un po’ perplessa.

“Ma cos’ha?”chiese Harry.

“Teme il mio intervento in campo amoroso.”rispose James.

“Ma davvero? Guarda, non me n’ero accorta!”lo prese in giro Lily.

“Mi spiace che stia così.”

“Si sistemerà tutto. Stai tranquillo.”

James tentò di tranquillizzarlo.

“Domani è il nostro primo giorno di lavoro.”sospirò Lily, affondando il viso in un cuscino.

“Per tutti voi resuscitati?”chiese Harry.

“Lo dici come se fosse una sorta di sigla. Comunque non tutti.

Malocchio, Tonks e Remus hanno già iniziato.

Noi ci siamo presi un po’ più di tempo e domani torneremo solo noi due e Sirius.

Solo Silente e Piton staranno tranquilli ad Hogwarts.

A noi altri aspetta il mondo reale. Il crudele ed oscuro mondo reale.”

Harry lo guardò scettico.

“Crudele ed oscuro? Ma ti stai confondendo con quello di Voldemort?”

James per tutta risposta gli fece la linguaccia.

“Andremo al Ministero! Al Ministero!”disse.

“Sì, James! Abbiamo afferrato il concetto!”esclamò Lily, ridendo.

“Sarà dura. Dover rispondere a tutte le domande che ci faranno, aver tutti addosso.

E comunque, il piano di lasciar correre non ha funzionato, mia cara.

I giornalisti ci sono ancora addosso!”

Lily ridacchiò.

“Andrà tutto bene.”

“L’hai già detto. Ed io ho smesso di crederci!”disse beccandosi un pugno sulla spalla.

“Avremo la Umbridge addosso, hai presente? Quella specie di ragno rosa?”

Harry trattenne a stento una risata.

“Posso venire con voi?”chiese.

“Al lavoro?”

Harry annuì.

“Non vuoi stare dai Weasley?”

Cenno di dissenso.

“Voglio venire con voi al Ministero.”

“Sperando che abbiano tolto quella statua orrenda.”disse James ed Harry rise.

“Già.

Ne hanno messa una tua!”fece Lily, stuzzicandolo.

Harry rise di nuovo.

“Siete come Ron ed Hermione, sapete?”

“Ci preferivi come Bill e Fleur?”chiese James ed Harry fece una smorfia.

“No! Troppo sdolcinati!”

“Bene! Allora andiamo benissimo noi!”

“Non avevo dubbi al riguardo.”fece Harry, sorridendo loro.

Harry venne svegliato dolcemente dalla madre la mattina dopo.

“Sveglia, tesoro.

Ho bisogno del tuo aiuto per calmare i due Malandrini.”

Harry si vestì velocemente e corse di sotto con la madre.

Sia James che Sirius erano in agitazione, nell’agitazione più completa.

“Qualcuno ha visto i miei occhiali?”chiese James girando per la stanza.

Lily ed Harry non si seppero trattenere e scoppiarono a ridere.

“Ce li hai sul naso, tesoro.”

James si toccò il volto e sospirò, ridendo anche lui.

“E la mia bacchetta? Qualcuno l’ha vista?”chiese Sirius.

“Vado su a prenderla! Voi prendetevi una tazza di tè e calmatevi!”

Harry corse di sopra.

“Ma che tè e tè! Mica siamo delle vecchie comare!”protestò James.

“Hai ragione! Una bella pozione tranquillizzante è quello che fa per voi.”

“Niente pozioni. Stiamo benissimo. Vero, Sirius?”

“Riesci a prepararla in poco tempo, Lil?”fece l’altro, mentre James si batteva una mano sulla fronte.

“Darmi retta, no, eh?”fece sarcastico.

“Ecco la bacchetta!”

Harry la tese a Sirius, mentre i due Malandrini bevevano la pozione preparata in pochi minuti da Lily.

“Sei bravissima, mamma! Hai mai pensato di fare l’insegnante ad Hogwarts?”

“NO! Niente Hogwarts!”rispose James al posto della moglie molto precipitosamente.

Tutti lo guardarono.

“Che c’è? Già Piton…”

“Ho capito! È Severus il problema!”fece Lily, guardandolo per vedere come reagiva e se aveva indovinato.

James scosse la testa, arrossendo.

“Non c’è nessun problema!”

“Non vorresti che lavorassi ad Hogwarts perché c’è Severus, vero?”insistè Lily.

“Non è affatto vero! È solo che sei un Auror e…”

“Posso cambiare lavoro, sai?”disse e lo vide spalancare gli occhi, terrorizzato alla sola idea.

“James! Stavo scherzando!

Altrimenti come faccio a flirtare con te quando lavoriamo insieme?”fece lei e Harry e Sirius risero.

“Comunque sei dolcissimo quando sei geloso!”continuò quando uscirono all’aria aperta.

“Harry, anche se sei maggiorenne, tieniti a me. Così mi sento più sicura.”

Lily prese la mano del figlio e lo trasse a sé.

“Non fare l’apprensiva!”

“E tu non fare il geloso!”

Si smaterializzarono nell’Atrium del Ministero della Magia.

“IO NON SONO GELOSO!”

James si ritrovò ad esclamare e la sua voce rimbombò nell’Atrium attirando l’attenzione e gli sguardi di tutti i maghi e le streghe presenti.

James arrossì di botto, mentre Harry, Lily e Sirius si battevano le mani sul viso.

“Bellissima entrata in scena, Jamie! Che bella figura di niente che ci hai fatto fare!

Di sicuro sai come farti notare, vedo!”disse Sirius.

Kingsley Shacklebolt era dello stesso avviso.

Era lui il nuovo Ministro della Magia, certamente migliore dei precedenti.

“Teatrale come al solito, eh, James?

Di chi non sei geloso?”chiese, facendosi avanti e conducendoli al Quartier Generale degli Auror.

“Scusami! Era solo una disputa familiare!”

Kingsley rise.

“Di sicuro hai attirato l’attenzione.”

“Come se ci fosse bisogno di questo per farlo.”

“Parli dei giornalisti?”

“Non saranno anche qui, vero?”chiese Sirius.

“Altrimenti mi metto in proprio.”finì James.

“Siamo riusciti a tenerli fuori, ma forse alcuni sono riusciti ad infiltrarsi.

State attenti anche alla Umbridge.”

“E’ ancora qui? Non l’avete cacciata?”domandò Harry stringendo i pugni.

“Sì. Avrà un processo tra breve e molto probabilmente sarà condannata per crimini contro i Babbani, insieme a tutti quelli che l’hanno sostenuta, ma per ora resterà qui.”

“Dopo quello che ha fatto! Quell’orrida megera!

Era Presidente della Commissione per la Registrazione dei Maghi nati Babbani!”esclamò Lily.

“E sarei riuscita a sbarazzarmi di tutti quegli Sporchi Mezzosangue, se questo moccioso non mi avesse fermata sconfiggendo Tu-Sai-Chi!”disse una voce alle loro spalle, appartenente al “ragno rosa” come l’aveva definita James.

Anche se doveva subire un processo e molto probabilmente sarebbe stata condannata, la Umbridge manteneva il suo orrendo sorriso da rospo e la sua spavalderia.

“Penso che abbandonerà presto questa sicurezza.”disse James, gelido.

“Lei deve essere il signor Potter, vero? Noto la somiglianza con suo figlio.”

“Dio! Che occhio!”la prese in giro Sirius.

La Umbridge lo fulminò con lo sguardo.

“Avrà anche lei un processo, signor Black e se sono fortunata in breve tempo marcirà in una cella ad Azkaban.”

Sirius fece per saltarle al collo, ma James lo trattenne per un polso.

“Io direi di preoccuparsi dei propri affari, Umbridge.

E sono certo che è stata già prenotata una cella per lei.

Ne sarà contenta…l’avranno personalizzata apposta per lei.

È tutta rosa con i gattini! Le piacerà ne sono certo!”fece James, gelido per poi andarsene e trascinare con se anche gli altri.

“Quella donna orrenda!”

Kingsley ridacchiò.

“E’ la verità, Kingsley? Dovrò avere un processo per essere definitivamente libero?”

“Temo di sì, Sirius. Ma stai tranquillo.

Molto probabilmente ti chiederanno la tua versione dei fatti.”

“Da confrontare con…?

Minus è morto!”

Kingsley ci pensò su.

“Posso testimoniare io per Sirius.”intervenne James e Lily accanto a lui annuì.

“Potrebbe funzionare. E se volessero interrogarti con il Veritaserum?”chiese.

“Ma sei il Ministro o cosa?

Impediscilo! E poi non si può manipolare la mia mente! È abbastanza forte.”

“Per essere sopravissuto 12 anni ad Azkaban devi avere una grande forza!”

Sirius annuì.

“Eccoci arrivati! Il capo è Malocchio!”

“Ma non era andato in pensione?”

“L’ho reintegrato. Abbiamo bisogno di lui in questo periodo post Voldemort.”

“Perché?”chiese Harry.

“Perché i Mangiamorte ancora liberi sono pericolosi.

Arrabbiati perché il loro capo è morto, stanno continuando a combinare guai e disastri. E noi del Ministero ci stiamo facendo in quattro per fermarli.

Comunque è un grosso passo avanti, poiché Voldemort è morto.

Ora devo andare. Buona giornata di lavoro!”

E se ne andò, lasciandoli all’ingresso del suo ufficio.

Appena James aprì la porta venne investito da una forte luce proveniente dal finestrone dell’ufficio.

Era una grande stanza che comprendeva 5 scrivanie, due delle quali occupate da…

“Tonks! Remus!”esclamò, facendoli sobbalzare.

Tonks, come al solito con capelli rosa shocking, sorrise loro, da dietro una pila di scartoffie.

“Ciao, ragazzi! Harry! Non sapevo saresti venuto anche tu!”disse Remus, allegro.

“Ed io che tu lavoravi come Auror.”

“Do una mano a mia moglie.”rispose lui e Harry vide James e Sirius scambiarsi una rapida occhiata prima di soffocare le risate con la mano.

“Che avete da ridere, voi due?”

Lily scelse una scrivania e sprofondò nella morbida poltrona.

“Niente, Lil!

Trovo pazzesco che Remus abbia sposato mia cugina! Se qualcuno me l’avrebbe detto, lo avrei preso per matto!”fece Sirius, sedendosi e mettendo comodamente i piedi sulla scrivania d’ebano.

“Vero.”confermò James.

“Ignorateli.”disse Harry a Remus e Tonks.

“Credimi, sono esperto nel farlo.

Sapesti quante sciocchezze dicevano ad Hogwarts?”

“Ehi! Non è affatto vero! E poi, Harry, non dovresti stare dalla mia parte?”fece James.

“Ehm…”

“Come Ehm!

Adesso ti prendo!”

James afferrò il figlio e lo sollevò da terra, issandoselo sulla spalla.

“Mettimi giù!”

Harry rideva come un matto.

“James, non è un bambino!”ridacchiò Lily.

“Confermo! Non è mica una piuma!”scherzò James.

“Che sta succedendo qui?”disse una voce, facendo sobbalzare tutti i presenti.

Malocchio Moody era entrato nella stanza, facendo distrarre James che perse l’equilibrio e cadde sul pavimento stringendo il figlio tra le braccia.

Tutti e due risero come matti.

“Al lavoro, scansafatiche! Potter, al tuo primo giorno già ti fai riconoscere da tutto il Ministero grazie alla tua esclamazione nell’Atrium!”

“Che ci vuoi fare, Malocchio! Sono fatto così!”

“E sei fatto male! Al lavoro!”

E se ne andò, sbattendo la porta.

Che lunga giornata si preannunciava!!!

 

 

 

 

 

 

Eccomi tornata con un nuovo chappy!!! Spero vi piaccia!!!

Grazie a:

Lyra Potter

Mirwen

Dragonball93

Miss nina

Kia

SakiJune: mi piacerebbe molto chattare con te (ho letto alcune delle tue storie come remenbering darlene e postcards from Lancashire and Devon….)!!!

Lo stesso vale per le altre, mi piacerebbe chattare con voi!!!

Il mio indirizzo è artemisfowl@hotmail.it

Commentati in molti!!!!

Lily Black

 

 

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Capitolo 8
*** lezioni da casa... ***


“Sono esausto!”
James Potter si lasciò cadere sul divano e chiuse gli occhi, stanchissimo.
Sirius seguì il suo esempio, anche lui esausto.
“Ma non avevate detto che vi mancava la vita terrena?”chiese Lily, appendendo il mantello.
Erano appena tornati dal lavoro; quella era stata una giornata davvero molto pesante.
“Nego di aver detto una simile sciocchezza.”affermò James.
“Beh, allora possiamo anche tornare lassù, che ne dite?”
“NO!”esclamarono James e Sirius, rizzandosi a sedere di colpo all’improvviso pimpantissimi.
Harry rise.
“Siete unici!”fece, sedendosi accanto a loro.
“Già.”
James gli passò un braccio attorno alle spalle.
“Hai intenzione di tornare ad Hogwarts quest’anno Harry?”chiese Lily dalla cucina mentre preparava la cena.
“Non credo. Non ne ho molta voglia.”
”Anche se ritornerà Silente come preside?”chiese Sirius, stendendosi sul divano ed intrecciando le mani dietro la nuca, mettendo le gambe sulle ginocchia di James.
Quest’ultimo lo guardò, alzando appena un sopracciglio, ma lasciò perdere.
Era una battaglia persa da principio, mettersi a discutere con suo fratello.
“E cosa hai intenzione di fare?
Se vuoi diventare anche tu un Auror devi prendere il diploma.
Non credo che il Ministero ti faccia entrare, anche se hai sconfitto Voldemort.”disse James.
“Perché non studi da casa?”propose Sirius all’improvviso.
Tutti quanti si voltarono a guardarlo, anche Lily gli lanciò uno sguardo sporgendosi dalla cucina.
“Che ho detto di così strano?”disse lui, un po’ sulla difensiva.
“E come avresti intenzione di fare, scusa?”chiese Lily, mettendo i piatti a tavola e chiamandoli per la cena pronta.
“Non so, potremmo fargli noi da insegnanti. Aiutati da Albus, Minerva e Remus.
Non mi sembra una cattiva idea.”
“Hai ragione. Che ne pensi, Lil?”
La donna infilzò una foglia d’insalata, sorridendo.
“Per me va bene.”
“Piano, piano! Sareste voi i miei insegnanti?”chiese Harry, guardando James e Sirius.
“Sì, direi di sì.
Io potrei insegnarti Trasfigurazione, Sirius incantesimi, Remus Difesa contro le arti oscure (anche se non credo tu ne abbia bisogno) e per le altre come Erbologia potresti farti aiutare dal tuo amico Neville.”
“E Pozioni?”
“Ti potrebbe insegnare tua madre.”
“Come farete con il lavoro?”
“Tranquillo, troveremo il modo di fare questo ed altro.”fece James facendo un sorriso Malandrino che non sfuggì ad Harry ed a Lily.
“Che hai in mente?”
“In che senso, scusa?”
James tentò di fare una faccia sincera, ma nessuno ci cascò.
“Papà, andiamo! Che cosa hai in mente?
Devi avere un asso nella manica, no?”
James e Sirius si scambiarono una rapida occhiata, sospirando.
“Te l’avevo detto che non saresti riuscito a farla franca!”disse Felpato, saggiamente.
“Ho chiesto questo a Kingsley qualche giorno fa, prima di tornare al lavoro.
In caso ne avessimo bisogno, è molto utile.”
Tirò fuori dalla tasca una Giratempo.
“Utile? Per cosa, di grazia?”chiese Harry prendendola.
“Con il lavoro, l’Ordine…”
“James, Voldemort è morto! L’Ordine si è sciolto.”esclamò Lily.
“Non lo metto in dubbio, ma alcuni Mangiamorte sono ancora in libertà.
Ricordi cosa ha detto Kingsley?”
Lily chinò lo sguardo.
“Mio padre non scioglierà l’Ordine finchè non saranno tutti ad Azkaban.”
Harry giocherellò con la Giratempo.
“Per quanto riguarda il processo di Sirius, si risolverà tutto, vero?”chiese.
“Certo, ne sono sicuro.”disse James, sorridendo.
Gli prese la mano e gliela strinse spingendolo a guardarlo.
Occhi verdi contro occhi nocciola.
“Andrà tutto bene. Fidati di me. Non permetterò che accada nulla di male.”
“Lo spero.”
“Andrà bene.
Secondo te, lascio nei pasticci Sirius?
E poi senza di me, non saprebbe che fare, vero Sirius?”lo prese in giro.
“Ahahaha! Molto divertente!
Non ho bisogno del baby-sitter!”rispose Sirius con una smorfia.
Per tutta risposta James gli fece la linguaccia.
“Si sa già quando ci sarà il processo?”chiese Lily.
“Tra un paio di giorni.”
Sirius sobbalzò e gli andò di traverso l’acqua.
“Ma non eri tu quello tranquillo?”fece James battendogli una mano sulla spalla.
“Sono solo un po’ agitato.”
“Un po’? Stavi per affogarti!”
“Andrà bene, Sirius! James testimonierà per te ed andrà tutto per il meglio.”lo rassicurò Lily, con la voce dolce.
Chissà come, riusciva a tranquillizzare sempre tutti.
Sirius sorrise.
“Grazie.”
I due giorni successivi passarono in un lampo ed anche se Sirius si era ripromesso più volte di stare calmo, non riuscì a farlo e Lily gli preparò nuovamente una pozione tranquillizzante.
Erano le tre del mattino e James e Sirius erano seduti in veranda con la pozione in mano e i biscotti al cioccolato sul tavolo di fronte a loro.
“Non voglio tornare ad Azkaban, Jamie! Non voglio lasciarvi!”
James lo abbracciò forte, tentando di calmarlo.
“Fidati di me. Non permetterò a nessuno di farti del male.
Nessuno di porterà via da noi! Se no, chi lo sente Harry!”
Sirius ridacchiò.
“Hai ragione, non voglio farlo soffrire. Non ora che è tutto perfetto.”
“Speriamo che questa perfezione duri per sempre.”
Il giorno dopo arrivò fin troppo presto e con esso anche il processo.
Lily, Harry, Remus e Tonks rimasero fuori dalla sala del processo.
Rimasero per quasi due ore quando finalmente Sirius e James uscirono.
“Allora?”chiesero in coro, come se si fossero messi d’accordo in precedenza.
“Assolto! Da tutte le accuse precedenti! Sono libero!”esclamò Sirius, sorridendo.
“Grande!”
Harry corse ad abbracciarlo.
“Sono contentissimo per te.”disse, il viso affondato nella sua giacca.
Sirius gli accarezzò i capelli dolcemente, stringendoselo al petto.
Dio! Come aveva sentito la sua mancanza negli anni che era morto!
“Sto bene ed al sicuro.”lo rassicurò e per la prima volta dopo anni si sentì libero.
Era una sensazione stupenda.
“E per festeggiare oggi Sirius offre a tutti noi il pranzo!”fece James e tutti applaudirono, ridendo.
Anche Sirius si lasciò andare ad una risata liberatoria, senza smettere di stringere a sé Harry.
“Posso anche offrire a tutto il Ministero, oggi, Ramoso.
Sto benissimo, grazie a te.”
“Non ho fatto nulla di speciale.”
“Hai testimoniato per me, mi hai difeso…se per te questo è nulla…”
“Hai protetto Harry.”
“Solo per poco e non come avrei voluto.”
“Hai fatto il possibile e gli sei stato vicino. Questo è bastato.”
Harry, accanto a Sirius, annuì.
“Ha ragione.”
“Anche se non mi comportavo da genitore come i Weasley?”
“Sì. Andava benissimo anche se ti comportavi da fratello maggiore.”disse Harry ed i presenti sorrisero con dolcezza.
“E per festeggiare la tua libertà, ho una sorpresa per te.”disse James quella sera dopo il lavoro.
“Che sorpresa?”
“Hai presente la tua adorata moto?”
“Sì, è andata distrutta, no?”
“Sì, ma ho chiesto qualche giorno fa ad Arthur di rimetterla a nuovo e…
TA-DA-DA!”
James lo condusse nel garage e gli mostrò la moto, messa a posto e lucidata da capo a piedi.
Sembrava appena comprata.
“Che te ne pare?”chiese Lily, entrando con Harry nel garage.
“E’…bellissima…grazie…”
Sirius non sapeva proprio che dire più.
“Non fate cavolate con questa moto, mi raccomando.”fece Lily, apprensiva.
“Tu ti preoccupi troppo, mammina.”disse James, circondandole la vita con le braccia e stringendosela a sé.
Harry e Sirius si scambiarono una rapida occhiata nauseata e risero.
Sirius montò sulla moto e l’accese.
Il motore si accese subito e l’uomo sorrise.
“Quanto mi è mancata questa moto!”esclamò, con un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro.
“Contento di averti reso felice.”disse James.
Sirius si voltò verso Harry.
“Ti va di fare un giro?”
“Posso?”chiese, voltandosi verso i genitori che annuirono.
“Sirius, niente stronzate o acrobazie.
Se gli accade qualcosa, anche un piccolo graffio, ti faccio fuori.”disse James minaccioso, mentre Lily al suo fianco si batteva una mano sulla fronte, affranta.
“E poi sarei io quella apprensiva.”disse, mentre Harry saliva dietro Sirius.
“Reggiti a me, mi raccomando!”
Sirius gli prese la mano e la strinse.
“Fate pia…”
James non fece in tempo a finire la frase che già Sirius era sfrecciato via, volando.
“Sei troppo apprensivo, James. Calmati! Sai che Sirius morirebbe al posto di far rischiare Harry!”
“Lo so, ma non posso fare a meno di essere preoccupato.
Dopotutto sono un genitore, no?”
“E con questo?”
“E’ mio dovere essere preoccupato!”
Lily rise.
La moto sfrecciava per i cieli velocissima ed il vento schiaffeggiava il viso di Harry e Sirius.
“La prossima volta ricordami di portare un casco o un paio di occhiali!”urlò Sirius, superando il rumore del vento, all’indirizzo di Harry.
Harry si strinse ancora di più a lui, quando il padrino salì ancora più su, infrangendo la barriera delle nuvole ed inzuppandoli.
Ma non gliene importava un fico secco.
Era bagnato ed infreddolito, accidenti a lui che non aveva portato con se il mantello, ma era con il suo padrino.
E quella era la prima cosa che facevano insieme da quando erano tornati i resuscitati.
Prima erano sempre stati con gli altri e solo ora si stavano divertendo insieme.
“E’ assurdo che tuo padre sia apprensivo con te quando hai 18 anni!”
Harry rise.
“Tu non lo saresti se avessi un figlio?”gli chiese.
“Non so. Non credo che sarei così apprensivo.
Non certo come Molly Weasley e meno di James di sicuro.”
“Perché non hai mai avuto figli? Non ti sarebbe piaciuto?”
“Diciamo che non ho avuto la possibilità di farmi una vera e propria famiglia con tutto quello che è successo, come la morte dei tuoi, Azkaban, l’evasione…
Avevo problemi più gravi a cui pensare che a farmi una famiglia.”
“Saresti stato un padre perfetto.”sussurrò Harry piano, ma Sirius lo udì ugualmente e rise.
“Non credo. Sono fin troppo impulsivo e testardo.
Non sarei affatto un buon padre se mettessi nei pasticci mio figlio un giorno sì e gli altri anche.”
“Anche papà è impulsivo.”
“Io lo sono di più, fidati. E ho messo te nei pasticci tante di quelle volte.”
“Non è affatto vero.”
“Ti ho fatto preoccupare perché ero troppo impulsivo ed hai finito per badare tu a me e non il contrario.”
“Non fa nulla.”
“E poi ti ho fatto rischiare la vita all’Ufficio Misteri.”
Harry provò una stretta al cuore.
“L’ho fatto perché ti volevo bene! Tu non c’entri nulla!
Smettila di parlarne, per favore!”
“Vieni, andiamo a mangiare da qualche parte.”
Sirius posteggiò la moto molto lontano da casa, vicino ad un pub.
“Harry…
Scusami per prima, non volevo farti star male.”
Harry scosse la testa.
“Sono io che sto male anche se voi state benissimo.
Scusami tu.
Devo smetterla di essere sensibile.”
Sirius rise.
Comprò un paio di panini e si sedettero su una panchina.
“E’ una meraviglia essere liberi.”
Sirius si stese sulla panchina, fissando il cielo.
Harry sorrise, masticando lentamente il panino.
“Ora devo solo stare attento a tuo padre.”
“Perché? Che ha intenzione di fare?”
“L’hai sentito, no?
Trovarmi una ragazza! E quando si mette in testa una cosa, è complicatissimo fargliela scordare.”
“Vero! Ma ora avrà da fare con le lezioni che vuole organizzarmi, dato che ha deciso di farmi studiare da casa.”
“Dio sia lodato! Così mi salvo!”
Harry si stese accanto a lui.
Rimasero a lungo in silenzio a fissare il cielo stellato, assaporando la calma e la quiete attorno a loro.
“Ritornando alla mia idea di farti studiare a casa, che ne dici se coinvolgiamo anche Ron ed Hermione?”propose Sirius interrompendo il silenzio.
“Per me va bene.
Secondo me ci sarà da divertirsi avendo i Malandrini come insegnanti!”
Harry rise al solo pensiero.
“Che avete intenzione di fare con la Mappa del Malandrino?”
“Ora è tua, no? Tienila al sicuro e non la dare a nessuno.
È il segreto dei combinaguai di Hogwarts, ormai.
E domani pomeriggio inizieremo con le lezioni. Che te pare? Avvertiamo Ron ed Hermione e prepariamo i libri che possiamo prendere dalla biblioteca della casa.”
“C’è una biblioteca in casa?”chiese Harry.
“Ovvio che sì.
Con Lily in casa che pretendevi? È identica ad Hermione, credimi!”
“Ed ecco a te la biblioteca di casa Potter!”disse Sirius quando tornarono a casa.
Gli indicò una porta che Harry prima d’allora non aveva mai visto o fatto caso.
“Caspita!”esclamò entrando in quella che era una vera e propria biblioteca di Hogwarts in miniatura.
“Senza Madama Pince, però.”disse Sirius intuendo i suoi pensieri.
“Molto meglio, allora!”
“E’ divisa in reparti: c’è quello di incantesimi, trasfigurazione, pozioni, storia della magia, erbologia, miti…
Sono i nostri libri che avevamo a scuola, più parecchi di Lily.”
“Topolino?”chiese Harry, prendendo un fumetto con il topo in questione da uno scaffale.
“Tua madre aveva genitori babbani. Adorava queste cose ed ha finito per coinvolgere anche tuo padre James.”
Harry rise.
“Adorava moltissimo le Pozioni.”disse il ragazzo notando i numerosi libri in questione.
“Non mi stupisce il fatto che sia stata amica di Piton, allora.”disse Sirius raggiungendolo.
“Anche lei prendeva appunti sui libri, vedo.”
Harry sfogliò un libro a caso e vide moltissimi appunti presi con la calligrafia chiara della madre.
“Avevano molte cose in comune e tua madre era ed è bellissima.
Non mi stupisce che Piton si sia innamorato di lei.”
“Meno male che lei si è innamorata di papà.”
“Già, altrimenti tu non saresti mai nato.”
“Forse sarebbe stato meglio, no?
Voi non sareste morti…”
“E Voldemort sarebbe ancora in circolazione!
Sei stato e sei il nostro miracolo.”
Sirius lo strinse a sé.
“Dici sul serio?”
Sirius annuì.
“Sì, dico sul serio.
Se vuoi frugare un po’ nel nostro passato ti consiglio di andare in soffitta.
Ci sono foto, diari, lettere…se hai bisogno di chiarimenti o di spiegazioni, io sono qui.”
“Grazie, Sirius.”
“Allora, siamo pronti.”
James finì di sistemare gli ultimi libri sul tavolo della sala da pranzo e si guardò intorno.
Remus e Sirius erano comodamente seduti sul divano, leggendo libri di Trasfigurazione.
“Mi darete una mano, vero?”chiese.
Sirius lo guardò, alzando appena un sopracciglio.
Non c’era bisogno di rispondere.
“E poi devi insegnare a tre ragazzi!
Ed uno di loro è tuo figlio!”
“Lo so! Ma se non sono all’altezza?”
Sirius e Remus si scambiarono una rapida occhiata.
“James Potter che ritiene di non essere all’altezza di qualcosa?
Oddio, il mondo si è capovolto!”esclamò Remus ridendo.
Era pomeriggio e la casa era tranquilla.
Lily, Tonks ed il piccolo Ted erano andati al parco e i tre Malandrini attendevano i primi alunni.
James si lasciò cadere sul divano accanto a loro, appoggiando la testa sulla spalla di Sirius.
“Nel nostro reparto è arrivata una sorta di soffiata.”disse Remus, cambiando improvvisamente argomento.
Sirius e James si voltarono verso di lui.
“Che diceva?”
“Parlava di un incontro di Mangiamorte presso un vecchio magazzino abbandonato verso Oxford.
“Chi ci va?”
“Io non posso e neanche Tonks.
Volete andarci voi due?”
“Quando?”chiese James, interessato.
Non vedeva l’ora di mettersi nuovamente alla prova.
“Venerdì.”
“Ma è tra due giorni!”protestò Sirius.
“Che c’è? Hai bisogno di tempo per farti un costume alla Batman?”chiese Remus, ridendo.
James e Sirius lo guardarono.
“Bat chi?”chiesero all’unisono.
“Supereroe, col il mantello, la maschera nera…
Non sapete chi è?”
“E’ babbano, vero?”
“Sì, lo è. Ma è assurdo che non conosciate un supereroe famoso in tutto il mondo!
Sapete almeno chi è Robin Hood?”
Altre facce attonite.
“Calzamaglia, arco, frecce…”
Remus si batté una mano sulla fronte.
“Siete un caso disperato!”
“Chi è un caso disperato?”chiese la voce di Hermione quando la padrona, Harry e Ron entrarono nella stanza.
“James e Sirius.”
“Cos’hanno fatto?”chiese Harry guardando padre e padrino.
“Non conoscono né Batman né Robin Hood!”
“Chi?”fece Ron, mentre Hermione si batteva una mano sulla fronte e Remus sospirava.
“Vedi che non siamo gli unici purosangue ignoranti?”esclamarono James e Sirius all’unisono.
“Ma vi mettete d’accordo per parlare all’unisono?”chiese Hermione, mentre Harry rideva.
“No. Ma capita spesso, credimi.”rispose James.
“Capita spesso ai gemelli, sapete? Li odio quando fanno così.”fece Ron.
“Capita anche alle persone che si conoscono da tutta una vita, Ron. Mi sa che è il nostro caso!”rispose Sirius per James.
“Allora, ho qui il libro del settimo anno di Hogwarts.
Da oggi in poi faremo tutti i pomeriggi qualche lezione di Trasfigurazione, Incantesimi, Difesa contro le arti oscure, Erbologia e Pozioni.
Oggi inizieremo con Trasfigurazione.”
James si sedette, un po’, imbarazzato, davanti ai suoi alunni.
“Teso?”chiese Harry.
“No.”mentì James.
5 paia di occhi lo guardarono, scettici.
“E va bene! Ma solo un po’!”
“Basterà seguire il programma, professor Potter.”disse Sirius e James gli fece la linguaccia.
“Vedremo tu come te la caverai.”
“Vogliamo scommettere che sarò più sciolto di te?”
Sirius si alzò e tese la mano all’amico che prontamente afferrò.
La lezione di James fu molto interessante soprattutto quando James provò a trasfigurare Sirius in un porcellino d’India.
Sfortunatamente per James, Sirius riuscì a schivare l’incantesimo che colpì Remus di striscio.
“SIETE DUE BAMBINI!”esclamò lui, furioso, mentre si alzava per rincorrerli.
“Trasfigurazione umana?”chiese Harry ad Hermione.
“Non credevo che oltre agli Animagi, ci si potesse tramutare.”
“E’ una magia molto difficile da fare.
Ma essere Animagus è meglio!”rispose James, rifugiandosi dietro al figlio, per sfuggire da Remus.
“JAMES POTTER! NON USARE PIU’ QUELLA MAGIA! E SMETTILA DI NASCONDERTI DIETRO AD HARRY!”
“Perché non deve usare più quella magia?”chiese Ron, mentre Remus si calmava e James e Sirius ridevano come matti.
“Perché…ohi, ohi!...l’ho trovata in un libro a casa di Sirius da piccolo e Remus pensa sia magia oscura.”
“E se lo fosse?”
“Trasfigurare qualcuno in qualcosa?
È uno stupido incantesimo! Chi è morto per essere stato trasformato in un soprammobile?”fece Sirius.
“Tu sei morto attraversando un velo!”esclamò Remus.
Le parole gli erano uscite di bocca prima che lui potesse fermarle.
“Sir…oddio, scusami! Ero solo…arrabbiato!”
“Lascia perdere!”
Sirius se ne andò, sbattendo la porta della stanza.
“Sir…”
“Perché hai detto quella cosa?”esclamò James, arrabbiato.
Harry, Ron ed Hermione si sentivano un po’ di troppo.
“Noi andremo, Harry. Grazie, signor Potter!
Ciao, Remus!”
E si dileguarono.
James rimase a fronteggiare Remus, mentre lo sguardo di Harry passava dall’uno all’altro.
Remus chinò lo sguardo.
“Scusa…io non volevo…mi è scappato!”sussurrò, rivolto più al pavimento che all’amico.
Non riusciva ad alzare lo sguardo su di lui.
Sapeva che era furioso nei suo confronti; dopotutto quando si trattava di Sirius, James tendeva moltissimo a proteggerlo.
“Gli vado a parlare.”sussurrò Remus, lasciando Harry e James da soli.
I due si guardarono.
“Mi spiace che abbia detto quella cosa.”disse Harry piano.
James sprofondò nel divano e gli fece segno di sedersi accanto a lui.
“Era arrabbiato perché stavamo facendo gli idioti. Anche se dovrebbe esserci abituato.”
Harry ridacchiò.
“Si chiariranno?”
“Sì, di sicuro. Capita che quando una persona di arrabbia, tende a dire cose che non pensa ed involontariamente ferisce chi gli sta intorno.
A Sirius capitava spesso ad Hogwarts.
Ci siamo fatti le migliori litigate per questo.”
“Sei parecchio protettivo con lui, eh?”
“Direi di sì. Lo faccio spesso, anche senza rendermene conto.
È che, con una famiglia come la sua, Sirius ha sempre avuto bisogno di qualcuno che gli stesse accanto ed io ho iniziato a comportarmi da fratello maggiore.”
Harry sorrise.
“Sei un bravo insegnante, sai? Professor Potter! Suona bene!”
Stavolta toccò a James ridere.
Sirius e Remus si chiarirono dopo un po’.
Il primo si era divertito a fare l’offeso ed a mettere il broncio per un po’ ed era intervenuta Lily che rideva come una matta per riappacificarli.
“Siete proprio stupidi se litigate per baruffe come queste!”disse, abbracciandoli.
Il giorno dopo era stata programmata la lezione di Pozioni tenuta da Lily e da…
“Piton!”esclamò James.
“Sì. Gli ho chiesto di aiutarmi con i ragazzi.
Che c’è di male?”disse Lily, mentre sistemava dei fiori in un vaso.
“Nulla.”sussurrò James a denti stretti.
Lily si voltò verso di lui sorridendo.
“Non…”
“Non sono geloso.”
James intuì la domanda.
“Sei adorabile quando ti preoccupi per me e quando fai il geloso.”
Lily gli mise le braccia attorno al collo.
Ormai i loro visi erano vicinissimi.
“Ti piace, eh?”sussurrò James piano, diminuendo la distanza tra loro.
“Sì, sei un vero amore.”
James la baciò con dolcezza, annullando la distanza che li separava.
La strinse a sé e le accarezzò i capelli rossi, perdendosi nei suoi occhi…quegli occhi che lo avevano ammaliato e perseguitato sin dal primo momento in cui li aveva visti…
“Sirius! Harry! Venite qui in secondo!”
Poco dopo James afferrò i due poveri malcapitati e li trascinò in una stanza vuota.
“Che hai? Hai una faccia!”chiese Harry.
“Non è migliore del solito, direi.”
Sirius si sedette sul divano.
“Che ti serve?”
“Il vostro aiuto. Oggi verrà anche Piton ad insegnare Pozioni.
Lily ha chiesto il suo aiuto.”
Sirius si rizzò meglio sul divano e lo guardò.
“Ha chiesto il suo aiuto?”ripetè.
James annuì.
“E con questo? Che c’è di male?”domandò Harry, appoggiando la schiena al muro e fissando il padre.
“Harry, Harry…sei troppo giovane per capire certe cose.”disse James, ma ad un’occhiataccia del figlio chinò lo sguardo.
“Tuo padre è geloso! Vero, Jamie?”
James annuì e si sedette su una poltrona.
“Non ci posso fare nulla.”
“Non ti fidi della mamma?”
“Non di lei, di Piton.
Io amo Lily e mi fido di lei ciecamente, ma lui è innamorato di lei.
Se ci provasse mentre non ci sono? Le facesse un incantesimo, una pozione d’amore…”
“La tregua è finita, eh?”fece Harry.
“Diciamo che inizia una piccola battaglia e vi vorrei avere come alleati.
Ci state o no?”
“Io sì.”disse Sirius.
“Harry?”
“Dimmi prima cosa vuoi fare, poi decido.”
“Solo dare un’occhiata a Piton e riferirmi qualche comportamento strano.
Tutto qui.”
“Niente magia contro di lui?”
“Solo se è strettamente necessario. Ti do la mia Parola di Malandrino.”
James mise una mano sul cuore ed Harry sospirò.
“Ci sto! Anche se ho la netta sensazione che mi pentirò di questa scelta!”
Harry si arrese.
E quando James se ne andò sorridendo dalla stanza, lui e Sirius si guardarono per un attimo.
“Inizia la battaglia. Speriamo che non accada nulla di male.”disse Sirius.




Ecco! Anche questo chappy è finito e lo posto proprio in questi primi giorni del 2008!!!
Anche se in ritardo auguri a tutti voi!!!
So che lo posto molto tardi, ma l’avevo promesso ad una mia amica, quindi….
Grazie a tutti voi che avete commentato ed inserito la storia tra i preferiti!!!!!!!!!!
Spero vi piaccia questo chappy!!!!!!
l'idea delle lezioni da casa me l'ha data una mia carissima amica Dragon Ball93!!!
grazie, tesò!!!!
Commentate in molti mi raccomando!!!!
Un bacione a tutti voi!!!!!!!!
Ciaoooooooooooooooooooooooooo
Lily Black 90

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Capitolo 9
*** effetti collaterali ed uscite romantiche... ***


Lezione di Pozioni, ore 16 del pomeriggio

Harry e Lily se ne stavano seduti sotto al portico, all’ombra, sfuggendo all’aria calda ed afosa.

Lily Potter era bellissima, come sempre.

La donna riusciva a sembrare Miss Universo, anche se indossava un top sbracciato ed un pinocchietto corto.

I lunghi capelli rossi erano stretti in uno chignon attorno alla testa, fermato con una bacchetta cinese.

Appena James l’aveva vista, non aveva potuto fare a meno di spalancare gli occhi (e la bocca), stupito.

“James! Chiudi la bocca! Mica è la prima volta che la vedi!”fece Sirius, dandogli un buffetto sul viso, ridacchiando.

Il Malandrino obbedì.

“Vai così a lezione?”chiese, avvicinandosi alla moglie.

“Che c’è di male? Mica mi sono messa la minigonna ed i tacchi a spillo!”rise lei.

“Altrimenti non saresti uscita dalla camera.”rispose lui, malizioso.

Harry e Sirius si scambiarono un’occhiata, esasperati.

“Scemo!”

“Vuoi che i tuoi alunni ti saltino addosso al primo giorno di lezione?”

“Credo che non ci sia da temere dato che gli “alunni” maschi sono mio figlio ed il suo amico, che è fidanzato con Hermione!

O ti preoccupi di qualcun altro? Di Piton per esempio?”

“Può darsi.”

“Non combinare guai. E lo dico anche a te, Sirius!”

“Noi? Ma come mai puoi pensare una cosa del genere?

Siamo cresciuti e siamo adulti e vaccinati!”fece Sirius.

“Io continuo a preoccuparmi.”

“Prenditi una valeriana, amore.”

James la baciò sulle labbra ed uscì con Sirius, lasciando da soli Harry e Lily.

“E’ sempre così?”chiese Harry.

“Certo che è sempre così. Fa lo scemo, è il suo forte.”

Din don

Il suono della campanella li fece sobbalzare.

Sulla soglia c’erano Ron, Hermione e…

“GINNY!”esclamò Harry, vedendo la fidanzata.

Le corse incontro abbracciandola forte.

“Che bello rivederti!”disse, baciandola dolcemente sulle labbra e affondando il viso nei suoi morbidi e profumati capelli infuocati.

Lei rise a tanta dolcezza.

“Pensavo fossi impegnata con i compiti!”

“Mi sono liberata! Anche se devo affrontare ancora un anno ad Hogwarts, non significa che io debba stare tutti i giorni sui libri.

Mi spiace se non sono potuta venire e stare con te prima.

Ma volevo stare un po’ ancora con Fred…”

“Io avevo i miei e Sirius a cui pensare!”

Harry sorrise.

“Così oggi vengo a presenziare la vostra lezione.”disse lei, dolcemente.

“Sei la benvenuta, tesoro.”disse Lily, facendoli entrare.

“E’ già arrivato Piton?”chiese Ron.

“Non ancora. Dovrebbe essere qui tra poco.”

Harry e Ginny nel frattempo si erano accoccolati sul divano, l’uno perso negli occhi dell’altra, senza parlare.

Bastava solo la loro vicinanza a renderli felici.

“Sono così teneri!”disse Hermione, sospirando.

“Hermione ha ragione! Ron, dovresti fare anche tu così con lei!”disse Lily e Ron avvampò.

“Anche lui è dolce…a volte…”disse Hermione e nel vedere la faccia del fidanzato, ridacchiò.

“Va bene! Sei dolce, sempre! Ti va bene così?”

“Meglio, grazie!”

“Ti va di fare una passeggiata con me dopo la lezione?”domandò Harry alla fidanzata.

Lei annuì e il viso si schiuse in uno splendido e radioso sorriso.

Era così bella quando sorrideva.

Il suo sorriso le illuminava il volto e le brillavano gli occhi.

“Sei bellissima.”sussurrò piano.

Lei gli si strinse ancora di più accanto.

“Ti amo tantissimo.”disse Ginny.

Harry rafforzò la presa attorno a lei.

Erano in simbiosi, l’uno accanto all’altra, i cuori che battevano all’unisono…sarebbero rimasti così per sempre…

POP!

Il rumore di una materializzazione li fece sobbalzare e distaccare.

Severus Piton era apparso nella stanza, sempre vestito di nero…

Ma contrariamente alle altre volte che l’avevano visto, come ad Hogwarts, sorrideva….

Eh, sì!

Sorrideva proprio!

E non un sorriso tirato o malvagio o cose del genere, ma uno sincero e tenero….

“Buongiorno, ragazzi!”disse.

“Buongiorno, professore.”dissero in coro tutti gli alunni, compresa Ginny.

“Ciao, Sev.”lo salutò Lily, abbracciandolo.

Memore del fatto che doveva controllare Piton ed ogni sua mossa con la madre, Harry aguzzò lo sguardo, ma non notò nulla da quell’abbraccio…

Forse lui l’aveva stretta a sé troppo a lungo, ma molto probabilmente si era fatto soggiogare dalla visione del padre…

“Pronti? Bene! Oggi prepareremo una pozione che già conoscete: la pozione Restringente. So che è facile da preparare, ma ho preferito iniziare da qualcosa di semplice per poi complicare un po’ le cose. State attenti a non ingerirla per sbaglio, perché, sì, vi va tornare giovani, ma per fare l’antidoto ci vuole un mese circa e né io né Severus l’abbiamo a disposizione al momento.

Quindi….”

Lily scrisse gli ingredienti su una lavagna fatta apparire apposta e diede loro tre calderoni e gli ingredienti che occorrevano.

Purtroppo Harry, troppo impegnato a tenere d’occhio Lily e Piton, sbagliò e mise male gli ingredienti.

La pozione divenne di uno strano color pece…

Anche Ron ed Hermione, che non facevano una pozione del genere, seppur semplice, da secoli, sbagliarono a mettere gli ingredienti.

Quella di Harry iniziò a bollire, ma Lily e Severus erano impegnati a chiacchierare e non ci fecero caso.

“Mamma…”sussurrò Harry.

Sia lui che gli altri, Ginny compresa, arrivata a dare un’occhiata accanto a loro, arretrarono.

La pozione iniziò a gonfiarsi, bollendo a più non posso.

“Ragazzi, cosa…”

Lily si voltò appena in tempo per vedere Harry finire quasi investito dalla pozione esplosa.

Dico quasi, perché, improvvisamente, James Potter apparve lungo la traiettoria e lo trasse in salvo, stringendoselo al petto…

“STA ATTENTO!”

Caddero entrambi a terra, mentre gli altri si allontanavano per evitare la pozione esplosa.

Harry, stretto accanto al padre, si rimise a sedere.

James, accanto a lui, era ricoperto di una sostanza appiccicosa e puzzolente.

“HARRY! JAMES!”

Lily corse accanto a loro.

“State bene?”chiese, abbracciandoli stretti.

Annuirono.

“Mamma, mi dispiace…mi sono distratto…”

Harry tentò di giustificarsi, ma Lily scosse la testa.

“Non importa.”

“Era una pozione così semplice! Ed io l’ho sbagliata!”

“Ti, anzi, vi, dato che neanche Ron ed Hermione l’hanno fatta bene, l’allenamento.

Vi capisco. Succede anche a me.

Se mi chiedessi di fare una pozione della pace, sbaglierei tutto!”

Rise ed Harry, Ron, Hermione si sentirono un po’ rincuorati.

“Che effetti può dare la pozione? Una sbagliata, intendo.”chiese James.

“Non lo so.”

Lily si voltò verso Piton che fece spallucce.

“Non ne ho idea.”ammise.

“Da dove sei sbucato, poi?”chiese Harry, alzandosi in piedi.

“Dovevo prendere una cosa a casa e ho dato un’occhiata a cosa stavate facendo.”disse lui.

“Meno male che sei arrivato! Hai salvato Harry!”

“E beccato una pozione puzzolente.”

“Scusami, papà!”

James gli mise una mano attorno alle spalle e sorrise.

“Di nulla.”

“Dì la verità! Sei tornato a casa perché volevi controllare di persona la mamma!

Altro che dovevi prendere una cosa!”disse Harry alla fine della lezione al padre.

James si tolse la sostanza di dosso con un semplice incantesimo di pulizia.

Arrossì.

“Scemo! Dov’è Sirius?”chiese.

“E’ da Remus. Quando ha sentito che tornavo per dare un’occhiata, mi ha mandato a quel paese! Ed ha pure detto che mi aiutava!”

“L’avevi chiesto a me, no?”

Harry finse di fare l’offeso.

“Lo so, scusa! Devo rilassarmi un po’, vero?”

Harry annuì energicamente.

“Stasera esci con Ginny?”

“Sì. Qualche consiglio su cosa fare?”domandò.

Si sedette sul letto dei genitori (erano in camera da letto) e lo fissò.

“Portala a cena. Alle donne piace.”

“Dovresti farlo anche tu, allora, invece di essere geloso!”

“Mica stavamo parlando di me, ora! La paternale  a tuo padre la fai un altro giorno, ok?”

Harry ridacchiò.

“Fate una passeggiata di sera, però state attenti e poi portala in un ristorante carino.

C’è n’è uno alla fine della via. Non ricordo bene il nome, non ci vado da anni, ma ha una scritta tutta colorata sulla facciata. Ti assicuro che è molto romantico.

Ci ho portato la mamma tante di quelle volte.”

“Grazie.”

“E se hai bisogno di qualcos’altro, chiedi a Sirius o rovista tra le sue cose. Non penso gli dispiacerà.”

“Di cosa stai parlando?”

“Lo sai! In caso voi voleste approfondire…”

“PAPA’!”

Harry avvampò.

“Scusa, che c’è di male?”

“Un comune genitore direbbe di aspettare, non di chiedere preservativi al padrino!”

“Io non sono come gli altri genitori! Lo dovresti sapere!”

James rise, di fronte all’imbarazzo del figlio.

Poi si scusò.

“Non volevo metterti in imbarazzo! Mi spiace!”disse, mettendogli un braccio attorno alle spalle.

“Sei uno scemo!”

“Me lo dicono in tanti!”

“Non a torto!”

James si vendicò facendogli il solletico.

“Ritira tutto!”

“Ok, ok!”lo supplicò ridendo.

James smise di fargli il solletico.

Poi starnutì più volte.

“Tutto ok?”

“Forse quella pozione l’ho ingerita per sbaglio ed ora sto avendo degli effetti collaterali.”

Harry lo fissò sbalordito.

“Direi proprio di sì. Sai che effetti possa avere quella pozione?”

“Non ringiovanisce di certo, ma potrebbe avere degli strani effetti collaterali.”

“Direi che strani è la parola giusta. Guardati allo specchio.”

James vide la sua faccia sbalordita e scattò in piedi, correndo verso lo specchio della camera.

Non c’era nulla di strano, a parte i suoi capelli….erano…

“LILY!!!!!!!!!”urlò facendo sobbalzare Harry.

La ragazza corse di sopra e spalancò la porta della stanza, preoccupatissima.

“Che hai da urla…”

Si bloccò, fissandolo.

“I tuoi capelli! Sono…”

“Azzurri! Che effetto collaterale è? Meglio un raffreddore! Ora come esco di casa?”esclamò.

La sua faccia era sconvolta, ma la situazione era troppo ridicola per non riderci su.

E così infatti fecero Lily ed Harry.

E risero e risero a più non posso.

“Harry, vai di sotto…”Lily continuò a ridere, nonostante lo sguardo afflitto del marito.

“Ron ed Hermione se ne sono andati, ma Ginny ti sta aspettando! Divertitevi!

Io sistemo questa…situazione!!! Ahahaha!!!”

Harry scese le scale con le lacrime agli occhi dal ridere.

“Che cosa è successo? Ho sentito tuo padre urlare come un matto!”

“Beh, la pozione ha avuto degli effetti collaterali un po’…bizzarri! Gli sono venuti i capelli azzurri!”

Anche Ginny non potè fare a meno di ridere e insieme continuarono a farlo anche dopo essere usciti di casa.

Passeggiarono a lungo, mano nella mano, parlando del più e del meno, degli amici, le vacanze, i resuscitati…

“Non mi sembra vero che sia tutto finito. Prima non avrei mai immaginato di poter passeggiare con te così tranquillamente.”

Ginny si appoggiò a lui, sorridendo.

Era bellissima, pur indossando semplicemente un paio di jeans ed una maglietta a fiori.

Semplicemente se stessa e meravigliosamente stupenda…

“Ti va una cena?”chiese Harry individuando il ristorante indicatogli dal padre.

“Io…”

“Andiamo!”

“Ok!”

Una cena…solo quella…semplicemente loro due insieme…a parlare, mangiare, bere, ridere e scherzare…

A starsene abbracciati sotto le stelle, accoccolati l’uno accanto all’altra, beati e certi che la felicità esisteva solo quando loro due erano insieme….null’altro…

 

 

Ciaooooooooooooo!!!

E su richiesta di altri ho deciso di riprendere la coppia Ginny/Harry…lei era un po’ impegnata con i compiti, la famiglia etc….Harry con i genitori e altre cose…

Spero che vi piaccia!!!!!!!!!!

Commentate in molti e grazie a:

Kia

Malfoy XX

Dragonball 93

Mione1194

Ada

Jayne

Lally Potter

Harry&Ginny4ever

LyraPotter

Cesarina89

Miss Nina

SakiJune

Vi adoro!!!!!!!!!!!!!

Grazie a chi ha inserito la storia tra i preferiti e chi me tra gli autori preferiti!!!!

Mi sento lusingatissima e contentissima!!!!

Non avete idea di quanto mi facciano piacere queste cose!!!

Una cosa: per chi adora il Dr House (come me) io ho fatto una fan fic, una long-fic…mi piacerebbe moltissimo se qualcuno la recensisse!!!!!!!!!

Vi prego!!!!!!!!!!!!!!!!

Un bacione a tutti voi, ragazzi miei!!!

Posto questo chappy a pochi giorni di distanza dall’ultimo chappy, perché so che sarò impegnata con la lettura e rilettura di Harry Potter ed I doni della Morte (che nome orrendo!!! Meglio Deathly Hallows, che ne dite) in questi giorni!!!!!!!!!

Ciao a tutti e se non ci sentiamo prima, buona scuola a tutti voi!!!!!!!!!!

Lily Black 90

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Capitolo 10
*** retate, trappole e guai.... ***


“Ciao Lily!”esclamò Sirius il mattino dopo, entrando in cucina.

Era rimasto tutta la sera da Remus e non aveva fatto altro che giocare con Teddy.

Adorava quel bambino!

“Ciao! Come stanno Remus, Tonks e Teddy?”chiese Lily.

“Benissimo. Che è successo ieri quando James è venuto qui?”

“Direi che ha salvato Harry da una pozione esplosa e ricevendone un po’ addosso, ha avuto un piccolo effetto collaterale!”

“E tu questo lo chiami Piccolo?”esclamò James, entrando nella cucina, seguito da Harry.

Aveva ancora i capelli azzurri della sera precedente.

Nel vederlo così Sirius non seppe trattenersi e scoppiò a ridere di gusto.

“Oddio! Jamie…sei troppo chic con questi capelli! Ahahahah!!!!”

James lo fulminò con lo sguardo, ma Sirius non se ne accorse, troppo impegnato a reggersi la pancia.

“Con un orecchio o un bel percing saresti il leader perfetto di un gruppo punk!!! Ahahaha!”

“Sei un insensibile!”

“Non sono ancora riuscita trovare un antidoto!”

Anche Lily stava ridendo di gusto.

Harry era l’unico che riusciva a trattenersi.

James sedette accanto al figlio e si servì di pane tostato.

“Come è andata ieri sera?”chiese.

“Ieri sera? Con chi? Dove sei andato? Che cosa hai fatto?”

Sirius smise di ridere per fissare il figlioccio curioso.

“Vecchia comare.”disse James, mentre Sirius faceva una smorfia.

“Sono uscito con Ginny. Non è successo nulla di eclatante, siamo solo andati a cena, a passeggiare un po’…tutto qui…”

“E basta? Non avete fatto nient’altro?”chiese Sirius.

“Ma lo lasci in pace! Mica è come te!”

“Né come te, avrà preso da Lily di certo!”disse beccandosi un’occhiataccia dalla donna.

“Comunque, cambiando argomento, io così al lavoro non posso andarci!”sentenziò James.

“Ci devono dare le altre informazioni per stasera. Devi venire.”

“Stasera?”chiese Lily.

“Sì, io e Sirius abbiamo un sopralluogo da fare.”rispose James, evasivo, trovandosi, però, gli sguardi di moglie e figlio addosso.

“COSA?”

“Non agitatevi. Si dice che ci sarà un incontro di Mangiamorte e noi andiamo lì a dare un’occhiata ed ad arrestarne qualcuno. Tutto qui.”fece Sirius.

“Ma siete impazziti? Perché non ce l’avete detto prima?

Non è una cosa da prendere alla leggera!”esclamò Lily, mentre Harry fissava padre e padrino, stupito.

“Lily, calmati! Andrà tutto bene!”rispose James, guardandola negli occhi e tentando di tranquillizzarla.

“Siete dei veri stupidi! Non dovete fare i supereroi, solo perché siete tornati in vita!

Se doveste morire?”

“Andrà tutto bene, te lo giuro.”

“Io vengo con voi.”disse Harry piano, stupendo tutti.

“Tu non vai da nessuna parte, invece.”replicò James, calmo, pensando di porre fine alla questione.

“Voglio darvi una mano!”insistette Harry.

“Ce la caveremo benissimo da soli, stai tranquillo. E poi penso che sia meglio che tu te ne stia calmo per un po’.

I Mangiamorte voglio vendicarsi di Voldemort.”intervenne Sirius.

“Andrà tutto bene, Harry! Sappiamo difenderci!”rispose James.

“Ma..”

“E’ deciso! Tu stasera resti qui!”

“Sono maggiorenne, ho sconfitto Voldemort e…”

“Ciò non ti rende invincibile, maledizione!”

Con grande sorpresa di tutti, James scattò in piedi e la sedia cadde a terra con un tonfo.

Anche Harry si alzò e fronteggiò il padre.

“Non ho detto di essere invincibile. Voglio solo aiutarvi.”

“Siamo adulti e vaccinati! Possiamo fare una stupida missione da principianti!”

“Una retata di Mangiamorte? E se vi facessero del male?”

“Sono d’accordo! Porteremo te con noi, così saremo sicuri che non ci toccheranno perché abbiamo dalla nostra il Prescelto!”

“JAMES!”esclamarono Lily e Sirius, ma l’uomo l’ignorò, troppo impegnato a trafiggere il figlio con lo sguardo.

“Io…non…”

“Tu resti qui! Sono tuo padre e finchè resterai in questa casa, farai quello che dirò io, maledizione!”

Harry tacque.

Non l’aveva mai visto così arrabbiato, e non poteva non sentirsi ferito dalle sue parole.

“Il Prescelto.”pensò “Così mi ha chiamato! Pensa sul serio che mi senta invincibile dopo aver sconfitto Voldemort? Volevo solo aiutarli!”

“Come vuoi.”replicò freddo, uscendo dalla stanza in silenzio.

James sedette.

“Non avrai…non so…esagerato?”chiese Lily al marito.

Lui scosse la testa.

“So che lo vuoi proteggere, Jamie, ma trattarlo male non ti aiuterà.”disse Sirius, saggiamente.

“Non voglio che venga e che rischi la vita. Non sono riuscito ad avere cura di lui per 17, ed ora non mi da neanche ascolto!”

“E’ maggiorenne.”

“Non significa che debba fare tutto quello che gli passa per la mente!”

“E’ come te.”

“Conoscendo me alla sua età, so che non si lascerà fermare da un mio rifiuto.”

“Hai fatto bene a dirgli di no, ma dovevi essere un po’ più gentile.”disse Lily, saggiamente.

“Lo puoi tenere d’occhio, in modo che non ci segua?”

“Già, perché sono capace di guardare attraverso i mantelli dell’invisibilità, vero?”

“E può anche smaterializzarsi dalla casa. Arrenditi, James. Se Harry vuole seguirci e tu vuoi impedirglielo, non ti resta che drogarlo e legarlo da qualche parte!”consigliò Sirius ed allo sguardo orripilato di James e Lily aggiunse “Stavo scherzando!”

“Lo spero per te! Se no finisci tu così.”

“Parlagli. Da persona calma e matura e senza alzare la voce ed arrabbiarti come hai fatto prima.”disse Lily, alzandosi e mettendo nel lavello i piatti sporchi della colazione.

Poi con un colpo di bacchetta essi si animarono e iniziarono a lavarsi da soli.

“Io vado al Ministero e dico che sei malato, Jamie!”

Sirius si alzò.

“Di a Kingsley che per stasera ce la faccio, però.

E non accennare alla storia dei capelli azzurri, Felpato, altrimenti ti carbonizzo.”

“Davvero mi ritieni così maligno per fare una cosa del genere?”disse Sirius con aria innocente che non incantò nessuno.

Lily afferrò il mantello e lo seguì nell’atrio con James.

“Lo terrò d’occhio io, tranquillo.

Tu pensa a chiarire con Harry, altrimenti dovrai risponderne a me.”

“Come vuoi, buon lavoro!”

Chiarire con Harry. Come se fosse facile!

Quel ragazzo era più cocciuto di lui e Sirius messi insieme.

Salì le scale e bussò alla porta.

Nessuna risposta.

“Harry…sono papà…per favore, apri.

Mi dispiace di essermi arrabbiato, scusami.”

Ancora niente.

James aprì la porta ed entrò nella stanza, stupendosi di trovarla vuota.

“Ma dove diamine è andato quel benedetto ragazzo?”

Un biglietto posato sul comodino, colpì la sua attenzione.

Era di Harry.

“Sono dai Weasley, ci vediamo dopo a casa.

Harry”

“Dirlo prima, no, eh?”disse tra sé, posandolo.

La giornata che trascorse a casa fu la più noiosa della sua vita.

Si limitò a ciondolare da una stanza all’altra e poi, stufo di non aver nulla da fare, salì in soffitta e rovistò un po’ tra le loro vecchie cose.

La soffitta era davvero enorme, ma le miriadi di cose che ci avevano messo l’avevano ristretta in un certo senso.

Ora sembrava piccolissima.

Bauli, valigie, cianfrusaglie, sfere di cristallo, diari, album di foto, vecchie biciclette arrugginite, libri scolastici vecchi di un secolo non ancora sistemati in biblioteca, tazze da tè sbeccate, vestiti colorati e ridicoli per travestirsi ad Halloween e durante altre feste, giocattoli e tantissime altre cose….

Si sedette su una vecchia sedia impolverata, incurante della polvere, ed iniziò a rovistare in un baule preso a caso tra i molti della soffitta.

Conteneva le sue cose di Hogwarts.

Quando gli anziani avevano aggiustato la casa avevano messo tutto, ma proprio tutto, al suo posto!

Il suo zaino, i suoi quaderni, scritti con una calligrafia che ormai non sentiva più sua, tanto tempo era passato, il suo diario, contenente espedienti per saltare le lezioni e per conquistare la sua Lily.

Piani su piani, progetti su progetti, organizzati di notte con i suoi migliori amici, i suoi Malandrini, la sua famiglia di Hogwarts.

Una foto sfuggì dalla lettura del diario.

Una foto ingiallita dal tempo, la stessa che Sirius aveva nella sua camera a Grimmauld Place.

Raffigurava loro quattro, inseparabili come sempre…

Ramoso, Felpato, Lunastorta e Codaliscia…

Nessuno li poteva separare, eh?

È bastato lo sbaglio di uno per provocare la morte, fisica o no, di tutti i componenti del gruppo.

Peter li aveva traditi, lui, James era morto, Sirius era stato ritenuto colpevole e Remus non aveva creduto nella sua innocenza…

Tutto spazzato via…tutto mandato al diavolo…

Ma ora, ora no.

Ora erano tutti lì, tutti tranne Peter, ma non sarebbero mai riusciti a perdonarlo…mai…

Fu bello ricordare i bei momenti passati ad Hogwarts, le loro malandrinate, i loro primi amori, i baci, le carezze, le belle ragazze…

Le prime e vere donne della loro vita…

Lily per James e Jane e Keira per Sirius…

Tutte le cose che avevano fatto e passato, le loro avventure, così tante che ci vorrebbe un libro per racchiuderle tutte…

Aprì un altro baule e sorrise.

Dentro c’erano tutte le prime cose di Harry: vestitini, foto, giocattoli…

James si sedette sul pavimento ed iniziò a tirar fuori un po’ di cose, perdendosi nei ricordi…

La prima copertina di Harry, bianca con un buffo coniglietto sopra, quella che gli aveva comprato James, piena di boccini d’oro, i suoi vestitini così piccoli da entrare ad un bambolotto di pezza, i sonaglini ormai consumati dal tempo…

Mille ricordi…

“Papà…dove sei?”

Era la voce di Harry.

James guardò l’orologio, stupito.

Era l’una passata, era stato parecchio lì.

“Sono in soffitta.”

Quando Harry entrò, lo vide circondato da album, vestitini per neonati e giocattoli.

“Che fai?”

“Mi perdo nei ricordi. Ti sei divertito dai Weasley?”

Harry annuì.

James fece per parlare, ma il figlio lo interruppe.

“Hai fatto bene a sgridarmi prima. Stavo calcando un po’ la mano.

Avevi ragione, mi sentivo…forte…”

James sorrise.

“Non dovevo arrabbiarmi così e so che ti ho ferito.”

“Era la verità.”

“Che ha fatto comunque male, o sbaglio?”

Harry annuì.

“Mi sono sostituito a te per un attimo. Mi sono comportato da genitore che vuole proteggere i figli, prima.”

James rise ed Harry si sedette accanto a lui.

“Ci ho pensato. Per stasera, intendo.

So benissimo che sei arrabbiato con me per la mia decisione, ma ti prego di rimanere qui. Non saprei che fare se ti facessero del male, Harry.”

“E se facessero del male a voi?”

“Meglio noi che te!”

“Papà…”la voce di Harry era supplichevole, ma James non ci fece caso.

“Sei la persona più preziosa che ho al mondo, ma non lo dire alla mamma ed a Sirius altrimenti si ingelosiscono.”

Harry ridacchiò.

“I Mangiamorte se ti vedono ti uccidono.”

“Se rapissero voi e vi facessero del male per ricattare me?”

“Andrà bene. E poi non sanno che veniamo noi. Non si aspettano nulla.”

“Ne sei certo?”

“NO! Ma lo spero…”

Gli mise una mano attorno alle spalle e lo strinse a se, poggiando il mento sulla testa del figlio.

“Andrà bene.”

“Smettila di ripeterlo! Stai diventando monotono!”scherzò lui e James rise.

“Sono mie tutte queste cose?”

Harry si staccò dal padre e prese a frugare nel baule di fronte a loro.

James annuì.

“Ero davvero così piccolo?”disse il ragazzo estraendo un vestitino minuscolo.

“Sì, davvero davvero!”

“E questi sono tutti i miei giocattoli?”

Cenno d’assenso.

“La scopa che Sirius ti regalò da piccolo dev’essere da qualche parte in qualche baule.

Accio scopa giocattolo!

Una piccola scopa si librò verso di loro ed Harry la prese.

Era davvero piccola.

“Eravamo preoccupatissimi quando te la regalò.

Temevamo che ti facessi male, anche se io già ti vedevo come un campione!”

Il brontolio dei loro stomaci fece capire loro che c’era altro oltre alle chiacchiere sul Quidditch e sui vecchi ricordi.

“Credo che sia meglio preparare qualcosa! Altrimenti tua madre mi denuncia per malnutrizione!”

Harry rise e lo aiutò e mettere le cose nei bauli.

Era incredibile come tra loro si fosse chiarito tutto.

Sembrava che non fosse successo nulla, nessuno screzio, nessun rimprovero…assolutamente nulla.

Semplicemente loro due, a mangiare, chiacchierare e scherzare.

La sera arrivò fin troppo in fretta per i gusti di Harry, che non sopportava di veder partire per una missione il padre ed il padrino.

“Vi prego!”li supplicò quando i due erano ormai sulla porta.

“Harry, ne abbiamo già parlato! Tu resti qui con la mamma!”

James lo baciò sulla fronte, Lily sulle labbra con dolcezza ed uscì trascinandosi dietro Sirius che ebbe appena il tempo di salutare.

Harry sospirò forte e Lily gli cinse le spalle con le braccia.

“Non essere arrabbiato, lo fa solo per proteggerti! Ti ama troppo per portarti con sé!”

Harry sbuffò.

“Come vuoi tu, mamma!”

Salì lentamente in camera e si lasciò cadere sul letto, chiudendo gli occhi.

Aveva una brutta sensazione su James e Sirius.

Non era voglia di mettersi alla prova o di fare l’eroe o il Prescelto.

Era terrore che accadesse loro qualcosa e la sensazione che qualcosa di brutto sarebbe successo….

 

 

 

“Magazzino abbandonato nei pressi di Oxford, eh? Fare un incontro in una casa nobiliare, no, eh?”borbottò Sirius.

Erano in giro da quasi un’ora, cercando quel benedetto magazzino.

“Se la prossima volta non ci danno una carta dettagliata, io non vado da nessuna parte, eh?”

“Sta zitto! Io ho ancora i miei capelli azzurri con me!

Sai che figura ci faccio con loro ( i Mangiamorte)?”

Sirius lo guardò torvo.

“Voldemort aveva gli occhi rossi e nessuno hai mai detto nulla!”

“Chissà perché!”ridacchiò, l’altro, sistemando un cappello sull’insolita chioma.

Avanzarono lentamente, le bacchette strette in mano, facendo attenzione.

“Pronto?”disse James, la mano sul vecchio portone del magazzino.

Sirius fece segno di sì con la testa e James aprì la porta.

All’interno tutto era fiocamente illuminato.

C’erano casse su casse e attrezzi appuntiti sparsi un po’ dovunque.

Era una sorta di discarica piena di cose pericolose e letali.

Ideale per fare un bell’incontro, una rimpatriata!

Non c’era anima viva, e tutto era immerso nel più profondo silenzio.

“Non mi piace.”sentenziò James, entrando e accendendo la bacchetta.

Un forte rumore alle sue spalle lo fece voltare.

Ombre nere si staccavano dai muri e si avvicinavano a loro.

Strinsero più forte la bacchetta magica nelle mani sudate.

“Felpato? Ricordi cosa aveva detto Harry?”

“Non credo sia il momento migliore per ricordarsi le cose, sai?”

“Ricordami di dargli retta la prossima volta.”sussurrò piano, preparandosi.

“Sono contento che siate venuti voi, sapete?

Sarà uno bello scontro.”disse una voce.

“ORA! ATTACCATELI!”urlò un’altra nell’ombra e fu battaglia.

 

Harry si svegliò di colpo, balzando a sedere sul letto.

Probabilmente si era addormentato senza accorgersene.

Era ormai buio e loro erano fuori da più di un’ora.

Stavano bene?

Una stretta alla bocca dello stomaco gli confermò il contrario.

Non sapeva come spiegarselo, ma SENTIVA che qualcosa non andava.

Si infilò il mantello dell’Invisibilità di James e si smaterializzò ad Oxford.

Ora restava solo trovarli.

Ma quella notte il suo istinto gli indicava la strada e li trovò….

 

“AH!”

James venne sbalzato in aria per l’ennesima volta e ricadde oltre un gruppo di casse.

“JAMES!”urlò Sirius, mentre combatteva contro Nott.

Erano circondati ed in pochissimo tempo i Mangiamorte ancora in libertà (circa una decina)non avevano fatto altro che tentare di ucciderli.

Pur essendo in netta minoranza, riuscivano a tener loro testa.

Ma se ne fossero arrivati altri, per loro sarebbe stata la fine.

Sirius schiantò il Mangiamorte contro il quale stava combattendo e corse da James, che giaceva poco distante da lui, svenuto.

“Riprenditi! Jamie, maledizione!”

Lo scosse un po’, nascondendosi dietro un gruppo di casse.

“Vuoi giocare, vero, Black? Ed allora giochiamo, ma credo che stavolta la posta in gioco è la vostra vita….sarà interessante.”

James riaprì lentamente gli occhi. Sirius era stretto accanto a lui.

“Siamo in trappola. Ci siamo cascati con tutte le scarpe. Era una trappola.

Sono stati loro a mettere in giro questa voce, forse per divertirsi ad uccidere qualche Auror.”sussurrò piano l’altro.

James si tastò la testa, dolorante.

“Harry aveva ragione.”

“Non sapevano che saremmo venuti noi.”

“Però ora possono benissimo ricattarlo facendoci del male.”

Sirius sospirò.

“Dobbiamo avvertire qualcuno, non possiamo smaterializzarci e basta come codardi.”

“Io li tengo occupati, tu pensa al patronus e chiama Lily e qualcun altro.”

Sirius gli afferrò il polso.

“Ti ammazzeranno.”disse piano.

“Troverò il modo di tornare.”

James fece un sorriso ed uscì allo scoperto.

Yaxley sorrise nel vederlo.

“Vedo che hai riacquistato il coraggio, eh, Potter? Dov’è il tuo amico?

Se l’è data a gambe?”

“Lascia perdere Sirius. Ora pensa a me.”

“Con grande piacere!”

Yaxley levò la bacchetta in fretta e James evitò la maledizione per un pelo.

“STUPEFICIUM!”urlò, mancandolo.

“Credo ti debba fare visitare da un bravo oculista, sai?

Non ci vedi tanto bene!”

James fece per attaccarlo, ma qualcuno lo afferrò da dietro, bloccandolo.

Era Tiger.

“Mollami, maledetto!”

“Tiger, tienilo mentre lo faccio fuori.

Mi sono stufato di giocare al gatto con topo….”

Yaxley rise e puntò la bacchetta sulla fronte di James.

“Avada….”

“STUPEFICIUM!”urlò una voce alle loro spalle e il Mangiamorte venne sbalzato all’indietro.

Tiger, che bloccava James, colpito da un nuovo schiantesimo, si accasciò al suolo e lasciò andare l’uomo.

“Stai bene?”chiese una voce.

James sentì qualcuno correre verso di lui ed abbracciarlo, i capelli corvini svolazzanti.

Era Harry.

Annuì lentamente e lo strinse di più a sé.

“Scusami, Harry. Avevi ragione tu.

Eravamo del tutto impreparati.”

“Preferivo avere torto.”

Harry lo aiutò ad alzarsi.

Intorno a loro solo corpi svenuti e sanguinanti di Mangiamorte sconfitti.

I restanti si erano dati alla fuga.

“Beh, anche se siamo un po’ ammaccati, bisogna dire che siamo riusciti a tener loro testa.”ammise James.

“La prossima volta evitate di cadere in una trappola.

Se fossero stati di più, sareste morti. Siete stati fortunati. Volevamo uccidervi, vero?”

James annuì.

“Dov’è…”

Un urlo interruppe la domanda di Harry che si voltò verso James, terrorizzati entrambi.

“Sirius….”dissero in un soffio correndo verso la direzione da cui proveniva l’urlo.

Uscirono in aperta campagna, illuminata fiocamente solo dalla pallida luna, non piena quella notte….

E corsero attraverso i campi infangati.

Dov’era Sirius?
”Doveva chiedere aiuto….sarò stato bloccato da un Mangiamorte…”ansimò James.

“SIRIUS!”

Lo videro poco lontano.

Giaceva a terra, in una pozza di sangue…il fianco squarciato, la testa sanguinante….

“SIRIUS!”

Harry fece per corrergli incontro, ma qualcuno lo fermò.

Era Greyback.

Ammantato da capo a piedi di nero, emanava un puzzo fetido di sporco, sudore e…sangue…

James afferrò il figlio e lo trasse dietro di lui.

“Non lo toccare.”disse.

“Sirius…”

“Il tuo Sirius sta morendo. È questione di pochi minuti.

Ma state tranquilli; lo raggiungerete presto.

Non permetto mai a nessuno di interrompere il mio pasto.”

James estrasse la bacchetta, ma Greyback fu più veloce e gli saltò addosso, mandandolo a cadere all’indietro, la bacchetta chissà dove….

James Potter si divincolò dalla presa del lupo mannaro, ma egli non aveva nessun intenzione di lasciarlo andare.

Lo bloccò a terra e si chinò su di lui, mostrando i denti sporchi e gialli, aguzzi e pericolosi.

“PIETRIFICUS TOTALUS!”urlò Harry alle loro spalle e Greyback si bloccò a pochi centimetri da James, che lo calciò via, nauseato.

“Sirius…”

James si rialzò immediatamente e si precipitò verso il figlio e l’amico.

Sirius Black giaceva immobile per terra…aveva una grossa ferita al fianco che sanguinava copiosamente ed un grosso taglio sulla testa…

James si chinò su di lui e lo prese tra le braccia, incurante del sangue che gli inzuppava i vestiti.

Harry si strinse a lui.

“Dobbiamo andarcene. Se ne arrivano altri…”

James annuì e lo prese per mano.

“San Mungo….”pensò e si smaterializzarono…

 

 

 

 

 

Ciao a tutti voi, ragazzi!!!!

Eccomi alla fine di un altro chappy della mia storia!!!!

Non so se è venuto bene o meno e spero vi piaccia!!!!

Commentate in molti, mi raccomando!!!!

È importante per me!!!!!

Un grazie a:

Ada

Miss Nina

Lyra Potter

Jerada

Malfoy XX

Jayne

Kia

SakiJune

Dragonball93

Grazie a tutti voi!!!! Grazie mille a chi mi ha considerato la sua autrice preferita!!!! Sono davvero lusingata, grazie mille, ragazzi!!!

Un bacione

Lily Black 90

 

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Capitolo 11
*** un attimo di sollievo... ***


Il San Mungo Hospital era semivuoto quando Harry, James si smaterializzarono al suo interno reggendo un Sirius sanguinante.

Quello che successe dopo fu solo un turbinio di spiegazioni, corse, cure, raccomandazioni e rassicurazioni.

“Starà bene.”disse un’infermiera ai due Potter, entrambi pallidissimi e spaventati, prima di lasciarli da soli in sala d’attesa.

Harry sedette su una sedia traballante, tremante; James, accanto a lui, si appoggiò al muro e chiuse gli occhi, affondando il viso nelle mani.

“Sono stato un’idiota…troppo avventato, dovevo pensare ad una trappola…dovevo…”

“Sì, sei stato un’idiota.”replicò Harry, calmo, senza guardarlo.

James non reagì, sapeva benissimo di meritarselo.

“Non è solo colpa tua. Dovevate pensare alle conseguenze e non essere troppo precipitosi.”

“Avevi ragione, su tutto. Se solo ti avessi dato ascolto….Volevo allontanarlo dalla battaglia, volevo che chiamasse aiuto per catturare i Mangiamorte…ed invece…”

Aprì gli occhi e si voltò verso la sala dov’era stato portato Sirius.

Erano soli, nella sala d’attesa ed un pesante silenzio li opprimeva.

Meglio sapere che restare lì ed aspettare…aspettare…aspettare…

Un rumore di tacchi li distolse dai loro pensieri.

Lily camminava veloce verso di loro, seguita da Remus e Tonks, tutti e tre bianchi come cenci…

“Cos’è successo?”sussurrò, abbracciando il figlio ed il marito.

James le disse tutto; Harry, d’altro canto, era fin troppo in ansia per proferire parola.

“Siete stati due stupidi! Non avreste dovuto andare da soli!”li sgridò Tonks.

“Così aveva pensato il Ministero!”

“Dovevate chiedere aiuto…”

“Sirius doveva avvertire voi, ma…”

James tacque, tremando da capo a piedi.

Chiuse gli occhi forte, tentando di trattenere le lacrime che lottavano con tutte le loro forze per uscire e sgorgare rigando le guance.

Lily non replicò; si avvicinò al marito e lo strinse a sé.

“Guarirà. Deve guarire. Non possiamo perderlo, non dobbiamo….”

E altri attimi d’attesa, minuti che diventarono ore….

Poi un’infermiera si avvicinò al gruppetto.

“Sta bene. Ha perso molto sangue, ma ora sta meglio.

 Deve stare parecchio giorni a riposo e prendere la pozione Rimpolla-sangue per un po’, ma è fuori pericolo.”

Tutti tirarono un sospiro di sollievo.

“Possiamo vederlo?”chiese Remus che fino ad allora non aveva aperto bocca, spaventato com’era.

La donna annuì.

“Sta dormendo, ma può entrare soltanto una persona e rimanere con lui per la notte se gli va.”

“Grazie.”

L’infermiera se ne andò.

“Chi va?”

Tutti si guardarono l’un l’altro.

Harry chiuse gli occhi ed appoggiò la testa allo schienale della scomoda sedia di legno.

Stava bene. Era salvo. Grazie a Dio!

“Rimani tu, Harry.”disse James, piano.

Il ragazzo interpellato aprì gli occhi.

“Cosa? Io?”

“Sì. Penso sia la scelta più giusta. Se non mi avessi salvato la vita, noi non avremmo mai raggiunto e salvato Sirius. Se non fossi venuto, lui sarebbe morto.

Avevi ragione, sin dal principio. Devi restare tu.”

“Ne sei certo?”

Guardò gli altri, che annuirono, sorridenti.

“D’accordo. Resterò.”

James si chinò su di lui e lo strinse al petto, forte.

“Grazie, figliolo. Grazie di tutto.”

Poco dopo, avendo salutato gli altri, Harry entrò nella stanza singola riservata al padrino.

Sirius Black giaceva tra le coperte come una bambola di pezza, pallidissimo in volto, dormiente.

I capelli neri gli ricadevano sul viso e aveva la testa ed il fianco fasciati.

Harry si sedette accanto al letto, guardandolo.

Per pochi minuti, interminabili minuti, aveva temuto di perderlo per sempre.

Era tornato da lui una volta, difficilmente sarebbe tornato ancora…

Stava per morire, a causa dell’imprudenza dei due Malandrini…

Chiuse gli occhi, prendendogli la mano e stringendola forte.

Voleva fargli capire che c’era, che era accanto a lui, ma Sirius continuò a dormire.

“Non farmi prendere mai più una paura del genere, Sirius…Ti prego…Non ce la farei a vederti soffrire…”sussurrò piano.

Appoggiò la testa al suo petto e si strinse a lui, abbracciandolo.

Poi il sonno lo vinse del tutto e Harry crollò, accanto al padrino….

 

Sirius aprì gli occhi lentamente, lottando contro la stanchezza.

Una forte luce e un improvviso giramento di testa, lo costrinse a richiudere gli occhi.

Dov’era? Che cosa era successo?
Ricordava poco e niente della scorsa sera….James gli aveva detto di avvertire gli altri, ma….

Greyback!

Era stato lui ad attaccarlo, ferendolo…

Riuscì ad aprire gli occhi, accorgendosi di una testa corvina accanto a lui.

Era Harry.

Sorrise nel vederlo, rendendosi conto che probabilmente aveva passato la notte, accoccolato accanto a lui.

Ricambiò la stretta della mano ed Harry si mosse un po’, continuando a dormire.

Sorrise con dolcezza.

Si guardò intorno; si trovava in una stanza d’ospedale, il San Mungo, senza ombra di dubbio.

Un movimento alla sua destra, lo distolse dai suoi pensieri.

Harry aprì gli occhi e si raddrizzò sulla sedia.

“Ben svegliato, dormiglione!”lo salutò Sirius, con un enorme sorriso.

“SIRIUS!”

Harry gli gettò le braccia attorno al collo, facendolo ridere e gemere al contempo.

“Scusa, ti ho fatto male!”

“E’ solo il fianco, non preoccuparti!”

“Sei un vero idiota! Tu e papà siete degli incoscienti!”

“Tu come hai fatto a trovarci? Sei stato tu che ci hai portato in salvo, vero?”

“Esatto!”

“Hai disubbidito!”

“Se non l’avessi fatto sareste morti! Siete due stupidi! Dovevate chiamare qualcun altro, non andare allo sb…”

“Ho capito, ho capito, ho capito! Sei arrabbiato! Mi dispiace. Ci dispiace.

Pensavamo di farcela, non credevamo di venire quasi uccisi….”

Harry incrociò le braccia sul petto e lo fissò, arrabbiato.

“Mi dispiace.”ritentò Sirius.

“Ti prego, scusami! Ti prometto che non faremo mai più nulla di azzardato!”

Harry rise.

“Non manterreste mai la parola data! Siete due Malandrini!”

“Ti prometto che non mi caccerò più in guai che potrebbero costarmi la vita, a meno che non si tratti di proteggere qualcuno a cui tengo, che amo. Va bene?”

Harry sospirò.

“Mi dai la tua Parola di Malandrino?”

Stavolta toccò a Sirius sospirare.

“Ti do la mia Parola di Malandrino. Ora vieni qui.”ed allargò le braccia, stringendoselo al petto, non senza una smorfia di dolore per il fianco ferito.

“Ti senti male?”

“Mi rintrona la testa e mi fa male il fianco, ma riesco a sopportare, grazie.”

Gli accarezzò i capelli.

“Ho avuto così paura. Sembrava come quella notte, è successo tutto così in fretta…”

Stava parlando dell’Ufficio Misteri.

“Non ho alcuna intenzione di morire, te lo giuro, Harry. Sono qui e ci resterò.”

Harry strinse la presa attorno a lui.

“Ci tengo a te. Scusa se non lo dico mai.”disse il suo padrino.

“Sono i fatti che contano, non le parole. Lo so che ci tieni a me, riesci a farmelo capire.”

“Dov’è quel fedifrago di James? Ti ha lasciato al mio capezzale ed è partito per la Bolivia?”disse, sciogliendo Harry dall’abbraccio.

“Dovrebbe essere qui a minuti con la mamma, Remus e Tonks.”

“E Teddy!”

Harry rise.

“Ti sei affezionato, eh?”

“E’ un mio parente, no?”

“Già. Il tuo amore familiare è invidiabile, sai?”

Sirius fece una smorfia.

“E’ un pezzo buono della famiglia.”

“Ne parli come se fosse una collezione.”

“Se lo fosse, sarebbe uno dei miei gioielli.”

Harry ridacchiò.

“Erano tutti molto preoccupati per te. Eri ridotto davvero male.”

Sirius sorrise.

“Ci sono abituato!”ridacchiò.

Proprio in quel momento entrò un’infermiera.

“Si è svegliato, signor Black! Come si sente?”chiese, cordiale, con un sorriso maniacale stampato sul volto.

“Stanco ed un po’ indolenzito.”rispose lui, tentando di mettersi seduto, ma ricadde tra i cuscini gemendo, sotto lo sguardo preoccupato di Harry.

“Beva questa.”

L’infermiera gli diede una pozione verdognola, che emanava un odore non proprio piacevole.

“Dice sul serio? Non è uno di quegli scherzi con complici e tutto?”scherzò, evitando di guardare la medicina.

“Se vuole tornare a casa e stare meglio, sì. Altrimenti rimarrà qui per molto tempo.”

“Se c’è lei a farmi compagnia, va bene.”disse sorridendo all’infermiera, che era molto carina.

Harry sospirò, mettendosi una mano sul volto.

“Beva.”disse e se ne andò.

“Ma provi a rimorchiare anche quando stai male?”chiese Harry.

Sirius annuì.

Guardò la sua pozione e gemette.

“Sembra disgustosa.”

“Remus ne prende una peggiore una volta al mese e non si lamenta.

Prova a seguire il suo esempio.”

Sirius fece una smorfia e la buttò già tutta d’un sorso.

“Bleah! Che schifo! Meglio quella di Remus, di sicuro!”

Harry ridacchiò.

La porta della stanza si spalancò nuovamente.

Sirius non ebbe neanche il tempo di capire chi fosse entrato, che qualcuno lo stravolse, abbracciandolo forte.

Aveva i capelli rosa cicca.

Rise, accarezzandole l’eccentrica chioma.

“Ciao, Dora. Come stai?”

Lei si staccò da lui, permettendogli di vedere chi fosse entrato.

Era accompagnata da Remus che reggeva il piccolo Teddy in braccio, Lily, James e Silente.

“Caspita, quanta gente! Mi sento importante!”fece lui, ridacchiando; finì solo quando lo fulminarono con lo sguardo.

“Siete stati due imbecilli ad andare così! Potevate chiedere aiuto!”esclamò Remus.

“Ci abbiamo provato!”

“Prima! Non dopo!”

Sia James che Sirius abbassarono lo sguardo.

“Avete ragione. Siamo stati troppo sicuri di noi, troppo imprudenti!”

“Meno male che lo ammettete!”rincarò la dose Lily.

James si sedette accanto all’amico e mise il broncio.

“Andiamo, non ci avete sgridato abbastanza?”

“TE! Non Sirius!”

“Sapessi quante me ne hanno dette mentre tornavamo a casa dall’ospedale ed anche quando siamo arrivati ieri sera!”

James sussurrò ciò all’orecchio dell’amico, che ridacchiò.

“Sirius! Non c’è nulla da ridere! Potevate morire! Sei stato morso?”

Sirius scosse la testa.

“Solo squartato.”rispose e tutti fecero delle smorfie.

“Vanne fiero, eh?”esclamò Tonks, le lacrime agli occhi.

“Ci dispiace! Cosa volete che vi diciamo?”

“Le parole non servono a molto. Abbiamo bisogno di fatti.

Ora Sirius dovrà restare a riposo per un po’, quindi non voglio né ora né dopo, altre situazioni del genere! Non voglio che rischiate la vita!”disse Lily, incrociando le braccia sul petto.

Tutti guardarono i due Malandrini.

“Ok, come volete!”

“Esattamente, quanto dovrei stare a riposo? Sai, l’inattività mi innervosisce….”chiese Sirius.

Tutti lo guardano storto.

“Che ho detto?”

“Per un po’, una settimana o due. Sei stato quasi divorato, Sirius.

Non so se afferri l’idea.”disse Harry.

“Ed il lavoro? Come farò?”

“Potrai fare qualcosa da casa.”

“Dovrò stare rinchiuso a casa per quasi due settimane?”

Sirius si rizzò a sedere, ignorando il dolore al fianco.

Tutti fecero segno di sì con la testa, tutti tranne Ted, impegnato a giocherellare con i capelli ingrigiti del padre.

Quando gliene tirò una ciocca e Remus gemette, Sirius non potè fare a meno di sorridere.

“Potrei fare il baby-sitter durante la mia convalescenza.”disse, quando Ted volle venire in braccio a lui.

Prese il piccolo, che quel giorno aveva capelli scuri ed occhi chiari, e lo strinse a sé.

“Avrai bisogno tu di una baby-sitter!”ridacchiò James, giocando anche lui con il bambino.

“Scordatelo! So cavarmela benissimo da solo!”ribattè testardo.

“Invece, avrai qualcuno che rimarrà con te, almeno per un po’.

Finchè non potrai fare tutto da solo.”

“Lily, sto bene! È solo il fianco!”

“Hai una ferita alla testa, anche! Sirius, per favore, te ne prego, dammi ascolto per una volta.”

Lily aveva la faccia così sconvolta ed era così supplichevole che Sirius non ce la fece a mandarla al diavolo, come avrebbe fatto con gli altri.

“E va bene. Ma sia ben chiaro! Io non voglio rompere a nessuno!”

“Troppo tardi!”lo prese in giro James.

“Posso fare le mie lezioni di Incantesimi con i ragazzi, almeno? Vi prego!”li supplicò Sirius, ignorando bellamente la battuta del migliore amico.

Lily scambiò un’occhiata con Remus e gli altri.

Poi annuì.

“Solo se non ti stanchi troppo!”

“Sì, mamma!”ridacchiò lui.

“Magari fosse stata così tua mamma, Sir. E chi se ne sarebbe mai andato con una bellezza del genere in circolazione?”disse James e Sirius rise, facendo arrossire Lily.

“Sei il solito!”

Sirius venne dimesso il giorno dopo ed venne accompagnato a Godric’s Hollow da lo stesso gruppo che era venuto a trovarlo all’ospedale, più i signori Weasley, Hermione, Ron e Ginny.

“Mamma mia, quanta gente che è venuta per me!”ridacchiò Sirius, reggendosi forte a James ed a Remus per camminare.

“Siamo preoccupati per te!”esclamò Ginny.

“Quindi non sei venuta solo per vedere Harry, eh?”chiese lui, malizioso facendole l’occhiolino.

La rossa arrossì.

“Sirius! Lasciala in pace!

Scommetto che piacerebbe anche a te avere una ragazza, ora!”rise James, aiutandolo a sedersi sul divano in salotto.

Tutti i presenti si accomodarono.

“Stavo solo scherzando!!!”ridacchiò lui.

“E comunque sto benissimo così ora, grazie tante! James, non cercare di fare appuntamenti al buio, altrimenti ti faccio fuori!”aggiunse e tutti risero.

James scosse la testa.

“Non farò nulla, tranquillo. Comunque non potrei farlo, poiché c’è un mucchio di lavoro arretrato al Ministero e devo dare una mano ai ragazzi con Trasfigurazione.

Oggi c’è la lezione.”

“E domani quella di Pozioni.”aggiunse Hermione, alzando lo sguardo per un attimo da un libro preso dalla biblioteca di Casa Potter, per poi chinarlo di nuovo.

Harry vide James e Sirius scambiarsi una rapida occhiata alla parola “Pozioni”, ma nessuno tranne lui ci fece caso.

Sapeva che ancora tenevano d’occhio Piton.

James era fin troppo geloso per lasciar perdere.

La lezione di quella giornata fu molto interessante e James e Sirius, che assisteva alla lezione, non la finivano più di bisticciarsi, fare battute e piccoli incantesimi dispettosi.

Infatti, Sirius fece crescere a James un bel paio di ali piumate e James reagì con un una bella coda a mò di tritone.

“Fammi tornare normale, Scemo!”esclamò Sirius, mentre James, Harry, Ron ed Hermione ridevano come matti.

James obbedì le lacrime agli occhi.

Gli tese una mano per farlo alzare dal pavimento dov’era crollato, ma Sirius non riuscì  a rizzarsi in piedi e James fu costretto a sorreggerlo per impedirgli di rovinare per terra.

“Sirius! Mio Dio! Stai male?”

Sirius non rispose e James lo condusse al divano.

Era pallidissimo.

“Mi dispiace…io non…”

“Non sei stato tu…è la testa…mi fa male…”

Harry corse verso di lui, mentre Hermione chiedeva aiuto a Lily, in cucina con i Weasley, Ginny, Remus e Tonks.

“Hai avuto una bruttissima ferita. È normale stare male!”

James tentò di calmare più sé stesso che Sirius.

Quest’ultimo affondò il viso nelle mani, tremando.

Lily e gli altri entrarono proprio in quel preciso istante.

“Cosa è successo?”chiese Remus, avvicinandosi anche lui a Sirius.

“Nulla, Rem…sto bene…”

“Sei quasi svenuto! No che non stai bene!”intervenne James, preoccupatissimo.

“Ti sei agitato per caso?”domandò Molly.

“Ho giocato un po’ con la bacchetta magica con James…tutto qui…”

“Sirius, hai avuto una profonda ferita alla testa…devi startene tranquillo.

Sei troppo debole.”disse Ron.

“Anche per un semplice duello tra amici? E che pretendete che faccia in queste settimane di convalescenza? Lavori a maglia?”

“Ti procuro io la lana…ti presto anche l’uncinetto e ti insegno il punto a croce se vuoi!

Basta che te ne stia buono!”disse Lily, prendendolo in giro.

Sirius si voltò verso Harry, accanto a lui.

“Capisco come ti sentivi durante il tuo quinto anno! Non sopporto quando mi dicono di starmene buono! Non ho tre anni!”

Tutti ridacchiarono.

“Abbi pazienza.”disse Arthur.

“La pazienza non rientra nelle mie qualità, spiacente!”

 

 

Spero che questo chappy vi sia piaciuto…io mi sono divertita a scriverlo…soprattutto perché ora Sirius non è più in punto di morte…

Ed ora via ai ringraziamenti personali:

SakiJune: non hai idea di quanto mi faccia piacere leggere le tue recensioni!!!! Mi piacciono un sacco!!! Dimmi che pensi di questo chappy!!!!

Jayne: io non farei morire mai Sirius, non hai idea dei pianti che mi sono fatta quanto l’ha fatto morire la nostra cara Rowling…mi sono fatta i migliori pianti….e poi è mio marito…io lo AMO!!!!!!!

Jerada: hai ragione, hanno fatto gli idioti…meno male che c’era Harry!!!!

Ashley Snape: ecco un nuovo chappy che aspetta solo la tua opinione a cui tengo moltissimo………

Kia: ovvio che sta bene! io lo AMOOOOOOOOOOO!!!!(forse l’ho già detto, eh?nd me) (noooo nd sarcastici lettori)

Jaily: non è morto, visto? Non lo farei mai, io lo…vabbé avete afferrato il concetto…

Dragonball93: grazie della recensione e di avermi fatto notare l’errore…scusami!!!!!!!!

LyraPotter: eccoti un nuovo chappy!!!!

Non se te l’ho già chiesto (e se sì scusa, sono un scordarella quando voglio….) ma Lyra è preso dal libro di Philipp Pullman, Lyra Belacqua, la mia eroina preferita?

_Cobain_: come vedi non è morto, non oserei mai!!!!!!!!!!!!

Toruchan: grazie delle recensioni!!!!!!!!!!!!! Un bacione, carissima!!!!!!!!!

MalfoyXX: grazie anche a te della recensione, continua a seguirmi!!!!!!!

Grazie a chi ha messo la storia tra i suoi preferiti *me onorata” e chi me tra gli autori *me onoratissima*!!!!!!!!!!

Continuate a seguire ed a commentare la mia ficcy!!!!!

Sappiate solo che tra un po’ ci saranno litigi, nuovi personaggi e nuovi e vecchi personaggi nella vita dei Malandrini resuscitati!!!!!

Un bacione a tutti voi!!!!!!!!!!!

Lily Black 90

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Capitolo 12
*** tentati baci...spiate sfuggite....piani... ***


La mattina dopo Sirius si sentiva molto meglio, seppur stanco.

Dormì fino a tardi e venne svegliato da Harry, verso l’ora di pranzo.

“Ehi! Come ti senti?”domandò, reggendo un vassoio carico di cibo.

“Meglio. Chi c’è in casa?”

“Solo noi due. Mamma e papà ancora devono tornare.

Mangia, su!”

“Chi sei, il mio baby-sitter?”domandò, rizzandosi a sedere e facendogli segno di accomodarsi sul letto.

Harry rise ed annuì.

“Certo che lo sono. Ed ora mangia.”

Sirius obbedì, chinandosi sul piatto.

“Oggi c’è la lezione di Pozioni, vero?”chiese ed Harry annuì.

“Io starò un po’ con voi, così tengo d’occhio Piton, così James avrà il cuore in pace.”

“Fin quando durerà questa storia della gelosia?”

“Finchè Piton e Lily si vedranno…quindi fino all’inizio del nuovo anno ad Hogwarts…quindi tra un bel po’ di giorni. Siamo ancora a luglio!”

Harry sospirò.

“Ehi!”

Sirius si chinò su di lui e gli mise un braccio attorno alle spalle, rendendosi conto che il ragazzo era preoccupato per qualcosa.

“E se litigassero? Se lei lo scoprisse?”

“Non accadrà! Te lo giuro! James la smetterà di sospettare di Piton, perché sa che, facendo così, potrebbe far arrabbiare Lily.

E, credimi, tua madre arrabbiata non è un bello spettacolo!”

Harry ridacchiò.

“Non esagerate, però. Non fate casini!”

“Come vuoi! Tu però, pensa allo studio e non a vedere come ci comportiamo noi!

Per quello già basta ed avanza Lily!”

Severus Piton quel pomeriggio arrivò con mezz’ora d’anticipo, reggendo tre le braccia vari e pesanti volumi di pozioni.

Lily corse ad aiutarlo.

“Ma hai saccheggiato la biblioteca?”

“Sono tutte pozioni che si usano e si studiano nel settimo anno. Possono aiutarci.”

“Come vanno le cose ad Hogwarts?”

“Albus sta scegliendo gli insegnanti di Difesa contro le Arti Oscure e Babbanologia.

Ed ha reputato utile affibbiarmi una tirocinante di Pozioni.”

“Una cosa?”chiese Sirius, sentendo la conversazione ed entrando nel salotto dove stavano parlando, seguito da Harry, Ron ed Hermione, più svogliati che mai quel pomeriggio.

C’era un sole pazzesco e passare la giornata a casa a studiare Pozioni davanti ad un calderone bollente…beh…non era certo l’ideale!

Sirius era ancora molto debole e per camminare meglio e per reggersi aveva iniziato ad usare un bastone.

O meglio era stato costretto ad usare un bastone da due preoccupatissimi Lily e James.

“Sembro un vecchio rimbambito con questo coso!”aveva detto quando James e Lily glielo avevano proposto, o meglio imposto.

“Naa! Hai ancora tutti i capelli scuri!”l’aveva preso in giro James, beccandosi una bastonata negli stinchi.

“Ahi!”gemette, piegato in due, mentre Lily rideva.

“Allora serve a qualcos’altro questo affare oltre a farmi sembrare un vecchio imbecille!

Che bello!!!”

Una tirocinante.

Silente aveva assegnato a Piton una tirocinante.

“Tirocinante. Mi seguirà durante le lezioni e cercherà di imparare qualcosa da me!”rispose Piton.

Sirius non disse nulla, ma sprofondò sul divano accanto ad Harry, gli occhi chiusi.

La testa gli doleva da impazzire e gli altri se ne accorsero subito.

“Ti fa male la testa, vero? Vuoi qualcosa per il dolore?”chiese Lily, preoccupata, avvicinandosi e mettendogli una mano sulla fronte.

“Ho già preso una pozione. Passerà, dai! Iniziate la lezione, io faccio da spettatore.”

La lezione proseguì senza incidenti, anche se Ron ed Hermione passavano più il tempo a chiacchierare ed a flirtare tra loro che a pensare agli ingredienti.

Più di una volta Piton e Lily li dovettero chiamare all’attenzione.

Harry, dal canto suo, era con la testa alla Tana….probabilmente, anzi, certamente!, stava pensando ad una zazzera rossa ed alla sua proprietaria…

Ah, l’amour!

Sirius sorrise nel vederli così innamorati…

Quanto avrebbe voluto avere anche lui quello che avevano loro ora!

Quanto rimpiangeva anche lui un amore così!

“Ti aiuto a rimettere a posto.”disse Piton a Lily, a fine lezione, quando tutti anche lo spettatore “spia” se n’erano andati.

Lei gli sorrise ed iniziò a pulire con un colpo di bacchetta i calderoni sporchi.

Lui iniziò ad infilare i libri in una borsa sgualcita.

Vide Lily sistemare il salotto…i suoi capelli rossi sventolare ad ogni suo movimento.

Disse una cosa, ma Piton non la sentì.

“Cosa?”

“Stavo parlando della nuova tirocinante! Che stavi pensando?”

“A te.”disse lui, senza pensarci, per poi pentirsi subito dopo.

“Cosa? A me?”

Lei era sbalordita e spalancò i bellissimi occhi verde smeraldo.

Lui non osò staccarle gli occhi di dosso.

Non ci sarebbe mai riuscito.

“Io ti amo, Lily. Ti ho sempre amata e ti amerò sempre.”disse, piano, quasi un sussurro.

Lei non rispose, non sapeva che dire.

Lo vide chinarsi e si scostò.

“NO!”disse, allontanandosi di colpo, meravigliata dal suo intento.

“Perché?”

“Perché? Beh, vediamo un po’…sono innamorata di James…lo amo alla follia…ho uno splendido figlio ed una meravigliosa famiglia! Ti bastano questi come motivi?”

Era arrabbiata.

“Lily…mi dis…”

“NO! Non lo dire, non lo pensi! Come diamine ti è saltato in testa di provare a baciarmi?”urlò e purtroppo anche gli altri presenti nella casa sentirono.

Alla parola “baciarmi” James irruppe nel salotto con la bacchetta levata, neanche dovesse affrontare un’orda di Inferi assassini ed assetati di sangue!

“Cosa sta succedendo qui?”chiese, mentre nella stanza entrava anche Sirius.

Harry, Ron ed Hermione si erano recati alla Tana per distendersi un po’ dopo la lezione.

“Nulla che ti riguardi!”sbottò Piton.

“Se si tratta di MIA MOGLIE mi riguarda eccome, invece!”disse James, urlando le parole “mia moglie”!

Lily gli si avvicinò.

“Hai tentato di baciarla?”chiese ancora e non ottenne nuovamente risposta da parte dell’altro.

Piton non osava guardarlo. Sapeva di aver sbagliato e non sapeva come uscirne.

“Non osare più avvicinarti a lei, sono stato chiaro?”

James provò a saltargli addosso, ma venne fermato dalla moglie.

“James! È il mio migliore amico!”protestò lei che, pur essendo arrabbiata, non voleva non vederlo mai più.

“Ha tentato di baciarti!”ripetè lui come se si trattasse di un crimine colpevole di un Bacio del Dissennatore…beh…forse per lui era proprio così!

“Non si ripeterà più!”insistè lei.

James puntò lo sguardo verso Piton.

“Tu non oserai mai più provarci con lei, sono stato chiaro?

Se ti vedo di nuovo che tenti di baciarla o anche solo di fare qualcosa di incriminante ti lancio una fattura che nemmeno la pozione più potente che conosci e che esiste riuscirà a salvarti!”

“Come vuoi!”disse Piton, prima di smaterializzarsi.

James si voltò verso l’amico Sirius che aveva assistito a tutta la scena, senza fiatare.

“Ha tentato di baciarla!”disse, ancora sconvolto, ricevendo un’occhiataccia dall’amico James.

“Grazie, Felpato! Non l’avrei capito senza la tua sagacia!”fece James, sarcastico, ricevendo in cambio una linguaccia.

Si voltò verso Lily.

“Hai mai avuto atteggiamenti…beh…lo sai…ci ha mai provato?”

Lei scosse la testa.

“Era dolce e tentava di attirare l’attenzione durante le lezioni, ma non ha mai provato a baciarmi come oggi.”

Lily non riusciva ancora a crederci.

“Ho fatto bene a chiedere a Sirius di darvi un occhio.”si lasciò sfuggire James.

“TU hai fatto cosa?”disse la moglie, le mani sui fianchi.

James arretrò.

“Bella mossa, Ramoso! Ottima tattica della serie “facciamoci uccidere dalla moglie arrabbiata”!”

“Scusami! Ero solo geloso!”si difese James, ma ormai il guaio era fatto.

Accidenti alla sua linguaccia!!!!!

“Dovevi fidarti di me! Come hai potuto spiarmi?”

“Lily! Io mi fido ciecamente di te! È di lui che non mi fido ed ho avuto ragione, vedi?”

“Bella scusa! Invece, avresti dovuto aver più fiducia in me e sapere che non gli avrei permesso di fare nulla, perché amo te!”

Detto ciò se ne andò, sbattendo la porta dietro di sé, confusa, amareggiata ed arrabbiata.

Si chiuse in camera e si lasciò cadere sul letto matrimoniale.

Lacrime calde gli sgorgarono e le rigarono le guance.

“Stupido! Sei un vero idiota! Dovevi fidarti…non dovevi farmi spiare…

Idiota!”ripetè più e più volte, finchè il sonno non la vinse e crollò.

Molto probabilmente James non aveva osato smaterializzarsi nella stanza da letto, per non infastidirla ulteriormente.

Aveva sbagliato e lo sapeva.

Ma da uomo geloso non aveva potuto resistere.

Aveva chiesto anche ad Harry di controllarli, ma non aveva osato metterlo in mezzo.

Temeva una sua reazione negativa., dato che non era stato tanto d’accordo, anche se aveva accettato ugualmente.

Avere due membri di una famiglia contro non sarebbe stato l’ideale.

Lily già bastava ed avanzava!

Quando Harry tornò dalla Tana quella sera fu compito di Sirius raccontargli la giornata.

Il ragazzo guardò il padrino sbalordito quando sentì che Piton aveva tentato di baciare la madre.

“Ha fatto cosa? Adesso lo…”

“Calmati! Lily gli ha urlato contro ed io e James siamo intervenuti!

James ha mandato via Piton, intimandogli di non provarci mai più…a dir la verità voleva saltargli addosso, ma Lily l’ha fermato…e poi si è lasciato scappare che mi aveva chiesto di spiare Lily per lui…”

Harry si mise una mano sulla bocca.

“E…”

“E tua madre non è stata tanto entusiasta di saperlo…hanno litigato ed ora lei non gli parla più e non vuole perdonarlo!”

“Oddio! Ed ora che faranno?”

“Lei pensa che lui non si fidi di lei.”

Harry sospirò forte.

“Ma dovevamo sorvegliare Piton, mica lei!”

“Lo so, ma secondo lei, ed ha ragione, James doveva fidarsi di lei.”

“E se le avesse fatto un incantesimo o fatto bere una pozione?”

“Ma stai dalla parte di tua madre o di tuo padre?”

Harry scrollò le spalle.

“Non lo so. Ho appoggiato mio padre, ma mi dispiace vedere la mamma così.

E non voglio vederli litigare. Ed è stato un’idiota a lasciarsi scappare della spiata!”

Sirius rise.

“Quella sì che è stata una gaffe memorabile!”

Harry lo guardò.

“Faranno pace?”

“Sì, sicuramente. Quei due si amano troppo per non parlarsi a lungo.

Solo non so quando…”

Gli passò un braccio attorno alle spalle e lo strinse a sé, vedendolo preoccupato.

“Andrà bene, Harry. Fidati di me.”

James Potter era seduto in biblioteca a leggere un romanzo…cosa difficile dato che lo teneva all’incontrario.

Harry ridacchiò entrando ed il padre alzò lo sguardo.

 “Mi dispiace.”

Lo abbracciò, mentre James, lasciando perdere il libro, ricambiava la stretta.

“Anche a me. Spero solo che questa litigata non duri molto.

Già mi manca!”

Harry sorrise.

Sperava davvero che si risolvesse tutto tra loro.

Quella sera James dormì nella stanza con Sirius, poiché Lily si era rifiutata di farlo entrare nella stanza.

Se lo faceva per rabbia o per provocarlo…non si sapeva…

“Andiamo, Lily! Ti ho già chiesto scusa migliaia di volte! Che devo fare per farmi perdonare?”chiese la mattina dopo, parlando più con la porta di mogano che con la moglie.

Harry venne svegliato dalle sue esclamazioni ed ancora assonnato e con un diavolo per capello, andò in corridoio.

James Potter era appoggiato alla porta della sua stanza e tentava di convincere Lily a perdonarlo.

“Ma ti sembra modo di urlare? Sono le otto del mattino!”protestò vivacemente il figlio, fulminandolo con lo sguardo.

“Scusa! Sto tentando di convincerla a farmi entrare….con la materializzazione non se ne parla…e non posso vestirmi con gli abiti di Sirius!”

“Le hai chiesto scusa, vero?”

“Qualche milione di volte…sì!”fece lui.

Si lasciò scivolare accanto al muro, depresso.

“Non so che fare. Dammi una mano!”

Harry lo guardò, stupito.

“Mi stai chiedendo aiuto su come farti perdonare dalla mamma?

Non saprei che fare.”

Si sedette accanto a lui sul pavimento di parquet.

James si limitò a sbuffare.

“Ancora qui stai?”chiese Sirius, uscendo dalla sua stanza.

Era vestito alla babbana: jeans scoloriti, maglietta a mezze maniche ed un paio di occhiali da sole all’ultima moda.

“Sì! Tu dove avresti intenzione di andare vestito così?”

“Alla partita di Quidditch delle squadre del quartiere.

C’è un campo qui vicino ed oggi fanno la prima partita. E voi due verrete con me!”

“Scordatelo! Non mi va affatto!”

“Hai intenzione di restare tutta la giornata qui a supplicare Lily?

Per quanto ne sai potrebbe benissimo essere uscita con la materializzazione e tu stai parlando con una porta di mogano!”

Harry ridacchiò, ricevendo un’occhiataccia dal padre ed un sorriso dal padrino.

“Non dovrei andare al lavoro?”chiese James all’amico.

“NO! Per una volta ti prendi una pausa! Scrivi a Kingsley e digli che sei malato!”

“Che malattia dovrei avere? La pigrizia?”

Sirius sbuffò e fece apparire dal nulla carta e penna.

“Muoviti e scrivi!”

“Tu dovresti startene tranquillo! Sei convalescente!”

“Oggi mi sento benissimo e poi posso appoggiarmi al mio bastone da vecchio rimbambito che mi avete propinato!”lo agitò e per poco non colpì James.

“Sta attento, pazzo spericolato!”

“Sirius ha ragione!”

Harry si alzò e tese la mano al padre per aiutarlo a rialzarsi.

“Andiamo! Penserai per strada a come fare per farti perdonare dalla mamma!”

James gli afferrò la mano e si tirò su.

“Harry ha ragione! Potresti comprarle un bel gioiello ad un negozio di Godric’s Hollow!”

“Naa! Lily non si farebbe convincere solo da un bel paio di orecchini!”disse uscendo, seguito dagli altri due.

“Lo so benissimo! Pensi che orecchini, cena e un bel concerto basterebbero?

Tra un po’ c’è quello delle Sorelle Stravagarie! Portala lì!”propose Harry.

“Ma stiamo parlando di farmi perdonare da lei o di finire sul lastrico?

Sai, perché mi sembra la seconda!”

Harry e Sirius si guardarono e sospirarono.

“Lei pensa che tu non ti fidi di lei. Penso che farti perdonare costerà un bel po’, sai?”disse il figlio.

James si limitò a sbuffare e trascinato dai due andò alla partita di Quidditch di quartiere.

Stranamente non riuscì a godersi la partita, la testa troppo in là.

Harry e Sirius si guardarono.

“Se neanche con il Quidditch riesce a distrarsi allora siamo rovinati?”

“Che farebbe Remus?”

“Non ne ho idea, ma credo che lo spingerebbe a scusarsi più e più volte.

Cosa che ha già fatto. Quindi non so proprio.”

“Andiamo da Tonks! È una donna e potrebbe dargli un consiglio su come farsi perdonare. Quando Remus l’ha lasciata, non penso sia ritornato a mani vuote, no?”

“Vero.”Asserì Sirius e dopo aver tirato su James, il quale giaceva sul sedile del piccolo stadio di Godric’s Hollow come un peso morto, si smaterializzò con Harry davanti casa di Remus e Tonks.

Era una piccola villetta, circondata da un fiorito prato.

Alcuni alberi facevano da ombra ad un tavolino ed ad alcune sedie scompagnate e parecchi giochi di Teddy erano disseminati.

L’allegra famigliola era sul retro, seduta all’ombra di un albero ed i due genitori ridevano ai primi passi del figlioletto.

“Che bella scena familiare!”esordì Sirius, ridendo quando li raggiunsero.

“Ehi! Ma tu non dovevi stare a riposo?”chiese Tonks, mentre il piccolo Ted le sfuggiva e correva, per quanto riuscisse a farlo essendo ancora piccolo, verso i nuovi arrivati.

“Naa! Sto bene!”disse Sirius, reggendosi sempre al bastone, però.

James si sedette sull’erba accanto a Remus e gemette, disperato:

“Aiutami!”

Remus si voltò verso Sirius, mentre Harry e Tonks giocherellavano con Teddy.

“Che gli hai fatto?”

“Io? Nulla, vero Harry?”

L’interpellato annuì.

“Lui e la mamma hanno litigato perché lui spiava lei e Piton.

A proposito, ieri Piton ha provato a baciare la mamma!”disse.

Remus e Tonks passarono lo sguardo da Harry a Sirius ed a James.

“Ha fatto cosa? Li spiavate? Sirius, racconta tutto dal principio!”esclamò Remus.

Sirius sospirò e dopo essersi seduto sull’erba accanto agli amici, raccontò tutto a Remus ed a Tonks.

“Cosa?”

“Ma come ha osato?”

“Ramoso, sei un vero idiota!”

“Ed ora?”

“E’ questa la domanda che ci stiamo ponendo da ieri sera. Lily non vuole perdonare James.

Teme che lui non si fidi di lei e si sente tradita, in un certo senso.”concluse Sirius, steso sull’erba calda.

“Prova a riconquistarla. Comprale qualcosa. Chiedile scusa.”propose Remus.

Sirius guardò Harry come a voler dire “te l’avevo detto”, ma non lo vide.

“Dov’è Harry?”

“Mi ha detto di dirti che andava a stare un po’ con Ginny dai Weasley. Tu eri troppo impegnato a raccontare.”spiegò Tonks.

James e Sirius si guardarono.

“Oltre ad essere un pessimo marito, sono anche un pessimo padre! Non mi sono neanche accorto che se n’era andato!”

James si disperò e tutti sospirarono.

“Harry ha 18 anni, James! Non essere così preoccupato! Ed inutilmente, poi!”esclamò Remus.

“Tranquillo!”

Tonks rincarò la dose.

“Ok.”

“Ora ti diamo una mano a chiedere scusa a Lily.”

 

 

 

 

 

 

Chiedo scusa a tutti voi per l’attesa!!!!

Mi dispiace un sacco, ma ho avuto tantissime cose da fare anche se spesso la mia mente si è presa una bella vacanza non autorizzata dalla sottoscritta ed ha vagato nelle terre fiorite e nei mondi incantati di Harry Potter e non….

Ok, sto sclerando!!!!!

Ma dopo una settimana iniziata con interrogazione di storia e proseguita con quella di chimica, greco ed il compito di greco (uno dietro l’altro, eh?????)…non ce la faccio + ed ho bisogno urgente di uno psichiatra o almeno di sfogarmi!!!!

Scusate se siete le mie cavie!!!

No, dai, scherzo!!!!!

Spero che vi piaccia questo chappy….ashley snape…qui c’è un indizio per te…attenta a scoprirlo e tenertelo per te…non dire nulla agli altri…

Lo scopriranno presto!!!!!

Spero non faccia schifo il chappy e che vi piaccia…..

Ma ora passiamo ai ringraziamenti:

jayne: non saprei che fare senza le tue recensioni e senza di te!!!!!

Kia: ecco a te il nuovo chappy anche se con parecchio ritardo!!!!

Summers84: credimi non sei l’unica che ama Sirius!!!!!!

Rosy823: grazie mille!!!! Tra un po’ lo sarà ancora di +….appena posso scrivere e riordinare le idee in quel casino che è la mia testa!!!! Aaaaaaaaaaaaaaaah!!!!

Jerada: bella idea…forse la inserirò…ma mi sa che Sirius non vuole starsene tranquillo e dare consigli!!!!

Ada: keira? chi keira? hihihihihi!!!! Dimmi che ne pensi di questa ficcy e continua a seguirmi!!!! Un bacio!!!!!

Toruchan: non posso far morire Harry….mi lincerebbero!!!!

Grazie del commento!!!! Un kiss!!!!!!!

SakiJune: dimmi che ne pensi del chappy!!!!!!! È molto importante per me la tua opinione!!!!! E grazie di tutto e dei consigli che mi hai dato sull’altra mia ficcy!!!!

MalfoyXX: mmmm!!!! Non so, sai? Mi sembra difficile come cosa. Ma vedrò che posso fare!!! Continua a commentare, mi raccomando, altrimenti mi offendo!!!!

Hihihihi!!!!

Slytherina: grazie di tutto, grazie mille…sono contenta che ti piaccia la storia!!!!!

LyraPotter: immaginavo l’origine del tuo nick…adoro anche io pullman e la sua eroina…se ti va possiamo parlare un po’…sono sempre felice di chattare con nuove persone….il mio indirizzo msn è artemisfowl@homtail.it

Fammi sapere…parlare con te mi farebbe molto piacere, sai?

Un kiss!!!!

Lady Black 93: oddio!!!! Grazie di tutti questi complimenti…sono stata felicissima!!!

Kira chan: grazie mille di tutto!!!! Spero ti piaccia il chappy!!!!

­_Cobain_:grazie di tutto e dei complimenti!!!! Tutto ciò è davvero importantissimo per me!!!!

Ron von Bokky: ecco a te un nuovo chappy….dimmi che ne pensi!!! Piton si è fatto avanti con lily, ma ha leggermente avuto di pali!!!!!

Ed ora vi pongo una domanda e vi supplico di rispondere nei commenti:

che ne dite delle coppie di questa ficcy (Lily e James, Remus e Tonks non si toccano!!!!)?

intendo Ron ed Hermione ad esempio:

che ne dite di una Draco/Hermione?

Sono molto tentata dallo scriverla…anche se è canon come mi è stato detto…non fa mai male giocare di fantasia ancora di + ed inserire questo pairing….

Ditemi che ne pensate, please!!!!!!!!

Un bacione ed un abbraccio

Lily Black 90

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Capitolo 13
*** Missione F.P.A.J.A.P ***


“SEV!!! Severuccio!

Eccoti qui! Ma dove diamine ti eri cacciato?

Volevo un tuo giudizio sulla pozione che ho preparato, ma non ti ho trovato prima!”

Severus Piton era appena tornato ad Hogwarts quando venne quasi travolto da Ashley Adams, la nuova tirocinante

Suo compito era assillarlo e rompergli le scatole perpetuamente, o almeno così la pensava Piton.

A detta di Silente, una bella occasione per condividere le sue arti e la sua esperienza.

Tipo fare beneficenza o qualcosa del genere.

Alta, magra, capelli biondo scuro ed occhi chiari, era giovane e molto carina.

Ma Severus Piton, preso com’era da Lily, non ci aveva mai fatto caso.

Solo ora che se la ritrovava a pochi metri da se, se ne rese conto.

Lei gli porse una bottiglietta contenente un liquido color cachi.

Era abbastanza brava in pozioni, mai quanto lui, ma se la cavava egregiamente.

Lui la prese e l’esaminò alla luce.

“Non male, signorina Adams…

Ma sia ben chiaro che il mio nome è Severus Piton, non Sev, né tantomeno Severuccio, come mi ha chiamato.

E mi dia del lei e non del tu. Sono il suo insegnante, ora. Il suo capo.”

“Sì, signor Capo Sev!”disse lei, con una bella risata, prima di ammiccare ed andarsene via.

Nel modo più appariscente possibile, direi.

Si passava una mano tra i capelli e li scuoteva e sculettava per i corridoi.

Non era affatto una poco di buono, ma ci provava spudoratamente con Severus da quanto era stata assunta al castello di Hogwarts.

Severus sospirò e se ne andò chiudendosi nel suo studio, pensando al pasticcio che aveva causato a casa Potter.

Se ritornava lì per scusarsi, di sicuro James l’avrebbe ucciso.

Meglio rimanere lì ed attendere.

Che cosa, non lo sapeva nemmeno lui.

 

 

Lily Potter giaceva sul letto a pancia in giù, il viso affondato nel cuscino.

James aveva appena finito di urlare e aveva seguito il consiglio di Sirius, uscendo e tentando di trovare una soluzione.

Stufa di piangersi addosso, decise di uscire.

Una bella boccata d’aria fresca era quella che ci voleva in questa situazione.

James aveva sbagliato, era vero, e lei si era sentita presa in giro, sfiduciata.

Nel contempo non riusciva a stare lontano da lui troppo a lungo.

Girò per la casa, mogia mogia, riordinando un po’ dove occorreva, tanto per fare qualcosa.

Le occorreva un parere, un consiglio su come comportarsi.

La risposta arrivò qualche ora dopo.

Din Don

Il suono del campanello la fece sobbalzare, assorta com’era nei suoi tristi e mogi pensieri.

Corse alla porta e sorrise nel vedere una coppia color rosa cicca.

“Ehilà, Lily cara! Disturbo?”

Ninfadora Tonks, teneva il passeggino in una mano, dove Teddy si dibatteva allegro e nell’altra aveva una scatola gigantesca di cioccolatini.

“Cosa ci fai qui?”

“James e Sirius sono da Remus, Harry dai Weasley ed io ho detto di dover andare al parco con Teddy.

In fondo un po’ ci siamo stati, ma dopo ho deciso di correre da te con una bella scatola di cioccolatini.”

Entrò e tolse Ted dal passeggino.

Il piccolo, libero, si mise a sgambettare accanto alle due donne.

“E’ adorabile!”fece Lily.

“Prima di pensare ai figli, pensiamo a chiarire il vostro litigio.

E per farlo occorre sempre una bella carica di cioccolata.

Si sa che aiuta sempre.”

“Come si vede che stai con Remus! Anche lui è fissato con la cioccolata!”

Si sedettero in salotto, con Teddy tra loro, impegnato a giocare con un peluche rimediato.

“Lui non si fida di me!”esordì Lily. “MI ha fatto spiare!”

“Lui non si fidava di Piton, non di te!”

“Ma doveva rendersi conto che io non avrei mai accettato Piton, dato che amo lui.

È stato un’idiota!”

“Piton poteva farti qualcosa, un incantesimo, una pozione…”

“So badare a me stessa, Dora! E poi tu da che parte stai?”

“Da quella della ragione!”

Lily la guardò prima di ridere.

“Sto esagerando, vero?”

“E’ ovvio sentirsi ferite e lo sai! Ma credimi, gli uomini fanno anche peggio!

Remus mi ha lasciata quando ero incinta di Ted, perché pensava fosse la cosa migliore per noi! Il solito sacrificio inutile!”

Lily continuò a ridere, un po’ sollevata.

“Quindi, secondo te, dovrei perdonarlo?”

“Io direi di fare la difficile! È un giorno che non gli parli, no?

Tira un po’ la corda, stai sulle tue.

Non farlo dormire con te e fai finta di essere ancora arrabbiata moltissimo con lui.

Ti fai coccolare un po’, viziare e poi cedi.”

“Subdola dei miei stivali!”

“Funziona, sai?”

“Scema! Io non sono tipo da cose materiali, mica sono una persona frivola!”

“E lo so! Ma anche se non lo sei, sentirsi viziate e coccolate fa sempre bene all’autostima!”

“Ma dove le leggi queste cavolate?”

“Dagli inserti di Topolino!”

Tutte e due scoppiarono a ridere, come sceme, mentre Ted le guardava come se fossero sul serio due matte.

“Ha inizio l’operazione “Facciamola pagare a James Albus Potter!”

Tonks scattò in piedi, solennemente, mentre Lily la fissava.

“Operazione vendetta non suona meglio?”

Tonks ci pensò su.

“No! Meglio la mia idea!”

 

 

 

“Dici sul serio? Hanno litigato?”

Hermione guardò Harry sbalordita.

“Te l’ho detto! Per via di ciò che ha fatto papà.

Piton ha anche provato a baciare la mamma, quindi è tutto un casino ora.”

“Ed ora?”chiese Ginny, appoggiata ad Harry, all’ombra di un faggio, accanto a Ron ed Hermione.

“Non ne ho idea. Ma spero che Sirius e Remus si inventino qualcosa per aiutarlo!

Sta davvero male, poverino!”

“Non doveva spiarla!”insistè Hermione.

“Vero, ma non si fidava di Piton e malgrado tutto quello che ha fatto per aiutarci contro Voldemort, alla fine papà aveva ragione sul suo conto!”

“Speriamo che tutto si sistemi.”disse Ginny e tutti finirono per condividere questo pensiero.

 

 

Dopo aver passato tutta la giornata a casa di Remus tentando di capire come fare pace con Lily, James aveva risolto ben poco.

Pur rendendosi conto che la sua Lily non era il tipo di cose materiali, James aveva deciso che iniziare con qualche regalino ed una bella cena romantica era una buona idea.

Dopotutto alle donne piaceva essere coccolate, a detta di Sirius.

E dato che lui era il playboy per eccellenza, aveva deciso di dargli retta.

“Vuoi che porti Harry da qualche parte, così puoi fare tutto ciò che vuoi con la tua Lily?”domandò malizioso, ricevendo in cambio un’occhiataccia da parte dell’amico e di Harry che era appena tornato dai Weasley.

“So badare a me stesso e non ho affatto bisogno di un baby-sitter, Sirius.

So che se hanno bisogno di privacy devo andarmene.”

Erano seduti nel giardino di Godric’s Hollow, il tramonto che illuminava di dorato tutto ciò che era intorno a loro.

James mise un braccio attorno alle spalle del figlio e sorrise.

“Ignoralo e basta! Il più delle volte è inopportuno.”

“Non è affatto vero!”

“Sì che lo è! E non negarlo, razza di bugiardo!”

Sirius fece una smorfia ed Harry alzò gli occhi al cielo.

Certe volte erano proprio dei bambini!

 

 

Lily decise di seguire il consiglio di Tonks e lasciò cuocere James nel suo brodo.

Fece la difficile, denigrando tutti i suoi tentativi di fare pace.

L’operazione “Facciamola pagare a James Albus Potter” o meglio F.P.A.J.A.P. iniziò quella sera.

Lily ignorò James per tutta la cena e sviò ogni tentativo di conversazione.

Sotto lo sguardo afflitto del figlio, James dormì nuovamente in camera di Sirius quella notte.

La mattina dopo quando Lily scese per colazione, trovò Harry seduto a tavola, intento a leggere il giornale La gazzetta del profeta.

“Ciao, tesoro!”

“Ciao, mamma! Avete fatto pace?”

Lily scosse la testa, ricevendo in cambio uno sguardo sbalordito.

“Ma…”

“Stai tranquillo, si sistemerà tutto!”

Lily fece un sorriso radioso, ridendo sotto i baffi per il piano ordito da Tonks.

“Come fai a dirlo? Papà ci sta male! So che ha sbagliato, ma potresti perdonarlo!”

Lily scoppiò a ridere davanti alla sua faccia sconvolta, sconvolgendolo ancora di più.

“Mamma!”

“Scusami, Harry! Ma io non sono arrabbiata con tuo padre!”

“Cosa?”

“Almeno non più.”precisò lei, sotto lo sguardo stupito del figlio.

“Ed allora perché fai così? Perché non gli parli e non gli permetti di dormire con te?”

Lily gli si avvicinò e lo strinse al petto.

“Mi fa star male vedervi così!”

“Lo so, perdonaci.”

“Spiegati! Perché stai facendo così?”

“Diciamo che è una piccola vendetta per avermi fatto spiare.”

“Eh?”

Lily rise di nuovo e gli spiegò lentamente ed a voce bassa, per evitare che James entrasse nella sala e scoprisse tutto, il piano F.P.A.J.A.P.

“Siete matte! Tutte e due!”

Lily rise.

“Aiutami, dai! Non dirgli nulla! Voglio solo farlo stare sulle spine e fare la difficile!”

Harry sospirò forte.

Ma quando vide gli occhi di lei sgranati e verdissimi, cedette.

“D’accordo! Manterrò il segreto, ma te la vedrai tu con lui, eh?”

“Grazie, amore mio!”

Lily lo abbracciò forte.

Harry alzò gli occhi al cielo.

Ma perché si lasciava sempre coinvolgere nei loro intrighi idioti?

 

 

James fece mandare a Lily rose rosse al lavoro, che Lily diede via sotto lo sguardo afflitto del marito, le comprò un nuovo paio di orecchini, e lei non se li mise mai…

“MI dispiace trattarlo così!”gemette lei un giorno.

Era seduta nella cucina dei Weasley e chiacchierava con Molly e Tonks.

Tutta la famiglia Weasley era al corrente del piano diabolico ordito da Tonks per Lily.

Gli unici che non sapevano nulla erano i Malandrini e continuavano a restare all’oscuro.

Tonks ridacchiò.

“Andiamo! Non ti diverti neanche un po’?”

“James ci sta rimanendo male. Ieri sera voleva portarmi fuori a cena ed io, prima ho accettato, poi ho finto di stare male e lo appeso! Direi che ci è rimasto male parecchio!”

“Già! Direi anche io! E poi hai gettato via i suoi fiori e lo lascia ancora dormire in camera di Sirius! Ed è quasi una settimana!”

Tonks aveva le lacrime agli occhi dal ridere.

Molly le guardò, sospirando.

“Devi farla finita!”

“Lo devo lasciare?”

Lily era orripilata, mentre Tonks scoppiò a ridere, tenendosi la pancia.

Per poco non cadde giù dalla sedia di legno.

“NO! Intendeva che la devi smettere di fare così! In fondo l’hai punito abbastanza!

E poi James è un bell’uomo! Può darsi che se continui a non parlargli ed a fare l’antipatica, ti lascia e si mette con una bella top model russa di nome Svetlana!”

Lily sgranò gli occhi, mentre Tonks riceveva uno scappellotto da Molly.

“IO vado a parlargli!”

E senza aggiungere altro Lily corse fuori dalla cucina e si smaterializzò lontano, mentre Tonks e Molly si lanciarono uno sguardo sorpreso.

“Ma che vuole fare?”pensarono tutte e due.

Lily si smaterializzò a casa di Remus, dove sperava di trovare James.

Questo stupido litigio, quel piano idiota doveva finire.

La minaccia della top model aveva fatto decisamente effetto.

Si maledisse per aver dato retta a Tonks e bussò piano alla porta di casa Lupin.

Le aprì Sirius.

“Ciao, Sirius! C’è James?”chiese tutto d’un fiato.

“Sì, è…”

Lily non gli diede neanche il tempo di finire che corse dentro, quasi mandandolo all’aria.

Sirius richiuse la porta, borbottando qualcosa che suonò come: “Donne! Bah!”

Lily corse in salotto dove James e Remus erano seduti intenti a chiacchierare.

“Sirius…chi…Lily?”

James alzò lo sguardo verso la moglie, sbalordito.

Decisamente lei era l’ultima persona che si sarebbe aspettato di vedere dopo tutto quel tempo che non si parlavano.

Lily prese un respiro profondo ed avanzò.

“James…io…mi dispiace! Ti chiedo scusa per come mi sono comportata! È che mi sono sentita ferita ed ero arrabbiata con te, ma dopo ho parlato con Tonks ed ho deciso di perdonarti! Ma poi abbiamo ordito un piano per farmi vendicare un po’, ma la situazione mi è sfuggita di mano! Io non voglio che tu ci rimanga male! Sono stanca di non parlarti più e di non poterti più abbracciare e coccolare come facevo prima, solo perché voglio fartela pagare per la tua spiata! E non ho alcuna intenzione di perderti per una stupida modella russa di nome Svetlana!”

Lily disse tutto d’un fiato ed alla fine prese un bel respiro profondo, continuando a fissare il marito.

James, d’altro canto, dopo aver sentito lo sproloquio della moglie era convinto di una sola cosa e gliela disse:

“Lily? Sei ubriaca per caso?”

Lei rise.

“No! E’ la verità! Ti chiedo scusa!”

“Pensavo che dovessi essere tu a perdonarmi e non il contrario!”

“Sì, lo so! Ma sei già perdonato!”

“Ti devo perdonare per quel piano che hai fatto con Tonks, giusto? Quello dove facevi…cosa esattamente?”

“Non ti parlavo apposta e ti tenevo sulle spine!”

“LILY! Mi hai fatto prendere un accidenti! Credevo fossi sul serio arrabbiata e non mi parlavi mai neanche se ti chiedevo scusa un milione di volte e recitavo la Divina Commedia in turco!”

“Quello non l’hai fatto!”precisò lei.

Rise, mentre James le lanciava un’occhiataccia.

“Adesso sono io l’offeso! Sai potrei anche non…”

“NO! Ora la finite tutti e due! Sono, anzi siamo, stufi di vedervi litigare, che sia per finta o sul serio!”esclamò Sirius, esasperato.

“Fate pace! Subito! Almeno Tonks, con il suo piano malefico, che poteva avere solo lei, ha fatto qualcosa di buono! James ha imparato la lezione e Lily si è vendicata! Ora fate pace!”insistè Remus, le braccia incrociate.

Lily e James si guardarono per poi ridere e saltarsi al collo.

“Scusami, scusami, scusami!”fece lei, il viso affondato nella camicia del bel marito muscoloso.

“Scusami tu! Divento matto se qualcun altro che non sia io o i miei amici sta con te! Sono troppo geloso! Ti amo troppo!”

Lei rise.

“Non farmi più spiare, ok?”

“Dopo tutto quello che mi hai fatto patire per una settimana ti scordi che lo rifaccia ancora!

Sai che ci sono rimasto male quando non mi parlavi, o rifiutavi i miei fiori o…”

“Lo so! Scusa!”

“Perdonata!”

“Jamie?”

“Sì?”

“Grazie per gli orecchini. Li adoro e li metterò sempre.”

Lui sorrise, il mento appoggiato sul suo capo.

Respirò tra i suoi capelli color fuoco e la strinse più forte a sé.

“Toglimi una curiosità. Chi diavolo è Svetlana?”chiese James.

 

 

 

 

Ciao a tutti, miei carissimi del sito!!!!

Eccomi di nuovo con un nuovo capitolo della mia storia dove finalmente Lily e James si riappacificano!!!!

Spero che vi piaccia!!!

Ashley ho inserito qualcuno di tua conoscenza, sai?

Spero ti piaccia come ho fatto il personaggio!!!!

Tengo le dita incrociate!!! Cmq sappi che la storia tra loro andrà avanti fino al punto in cui speri, ma dovrai pazientare un po’…mi spiace!!!!

Ed ora i ringraziamenti:

cherie Lily in particolare: grazie per i tuoi consigli, mi sono stati utilissimi!!!! Grazie di tutto tesoro mio!!!!!!!!!

Saki June: grazie per il commento…cm noterai si è sistemato tutto. Mica li potevo lasciare così i due piccioncini?

Kia: spero di non averti deluso…diciamo che lui prova a fare pace con lei…

Jerada: grandioso commento!!!! Continua a seguirmi!!!

Angelgirl1993: Grazie mille per i complimenti, sono lusingatissima!!!!

Rosy823: grazie per la tua opinione…devo pensarci bene allora su questa decisione!!!!

Kira Chan: dici bene per la tirocinante, ma mi sa che è lei ad innamorarsi di lui!!!! Heheheh

Potterina McCartney: grazie per la tua opinione!!! Ci penserò su!!!

Ashley Snape: già chissà chi è questa tirocinante? Spero ti piaccia il chappy!!!!

LyraPotter: una ragazza per Sirius…mmmm che ne dici di me? no, dai, scherzo (see, certo, come no!!!! nd di tutti)…

Cmq grazie mille per il commento, è vero che James è stato idiota!!! Ma come si può, dico io? Mah!

DragonBall93: grazie mille, tesoro mio!!! Continua a commentare, ti prego!!!

Ina: scusa per il pairing, ma alcuni me l’hanno chiesto, qnd…

Grazie per i complimenti…anche a me piace molto la tua storia!!!!

Jayne: ciao best di informatica…diciamo che non è Sirius che avrà impicci con la tirocinante…hehe…per lui ho ben altri piani…un kix Tua Bella Cullen

Lela92: sono contenta che ti piaccia!!! Continua a seguirmi!!!!

 

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Capitolo 14
*** amore, festa ed i tre modi per convincere un ragazzo ***


Dopo il piccolo litigio, Lily e James erano tornati più affiatati che mai.

Sembrava che non fosse successo nulla e Harry e tutti gli altri che si erano preoccupati per loro poterono tirare un sospiro di sollievo.

Quei due erano tornati la coppietta di adolescenti di sempre!!!

Luglio era quasi agli sgoccioli, ormai e mancavano pochissimi giorni al compleanno di Harry.

Il diciottesimo compleanno.

“E dai, Harry! Perché no?”

James rincorse il figlio nel parco dove quella calda mattina di luglio si erano recati con Sirius.

“No! Non voglio nessuna festa, nessun regalo, di nessun tipo.”

“Perché no?”insistè James.

“Forse non vuole che tu metta mani nella sua festa.”ridacchiò Sirius, disteso sull’erba, gli occhiali da sole sul viso.

“Ma se neanche le conosce le feste che organizzo!”

James fece una smorfia e gli tolse gli occhiali dal viso, giusto per dargli fastidio.

“Rompi…

Ed è meglio che continui a non conoscerle. Sei un casinista, James Potter. Peggio di me, per quanto riguarda le feste, almeno.

Se Harry vuole, ho detto “vuole”, si farà aiutare dai suoi amici.

Non immischiarti, da bravo.”

Harry non potè fare a meno di sorridere al suo padrino.

“Da quando sei diventato così responsabile ed assennato?”chiese Lily, sedendosi accanto a Sirius.

“Diciamo che la morte mi ha cambiato. E poi non voglio che lo metti in imbarazzo con qualche tua trovata folle.”

“Questa è decisamente una frase che non si sente tutti i giorni.”constatò James e gli altri non poterono fare a meno di ridere.

“E poi io non avrei fatto nulla del genere!”continuò, fingendosi offeso.

“Vabbè! Lasciamo perdere! Io vado a prendere i gelati!”

“Ti accompagno!”

Lily si alzò, togliendosi l’erba dalla gonna e scuotendo i lunghi capelli rossi.

Molti si voltarono a guardarla, James prima di tutti.

Harry si stese sull’erba, chiudendo gli occhi, lasciandosi accarezzare dai raggi del sole.

Non aveva voglia di fare feste o cose del genere.

Non voleva affatto dare pensiero ai suoi genitori, anche se erano loro che cercavano continuamente di darsi pensiero.

Non avrebbe accettato nessun regalo.

Sentì qualcuno distendersi accanto a lui e socchiuse gli occhi.

Era James, che mordicchiava allegramente un filo d’erba.

Armato anche lui di occhiali da sole, teneva le mani intrecciate dietro la nuca e fissava il cielo terso di un azzurro chiarissimo.

L’immagine del relax.

“Non voglio darvi pensieri.”ammise.

“Non preoccuparti. Lascia pensare me…anzi, no! Ci pensa tua mamma alla festa, ok?

Così tu e Sirius starete tranquilli.”

Harry sospirò.

“Ok, va bene.”

“Ed al regalo ci penso io, però.”

“Cosa? No! Nessun regalo, papà!”

“E che festa è senza regalo?”

“Siete tornati voi e questo è il regalo migliore che mi si potesse fare!”ammise, arrossendo subito dopo.

James sorrise e gli mise un braccio attorno alle spalle, facendolo appoggiare al suo petto e stringendolo forte a sé.

“Ti voglio bene, Harry. Tantissimo. Non lo dimenticare mai.”

Harry annuì piano.

 

Pensò Lily ad organizzare una festa a casa per il compleanno di Harry, mentre Sirius e James pensavano al regalo.

Harry non partecipò alla preparazione, tenuto a distanza da Sirius che ogni giorno trovava una scusa per allontanarlo, neanche stesse lavorando a chissà quale progetto della CIA.

 

Giorno della festa di compleanno di Harry.

Lily aveva fatto le cose in grande, aiutata da Ginny, Hermione e Tonks.

Le quattro ragazze si erano sbizzarrite nel cucinare le più svariate pietanze e nel decorare la casa ed il giardino.

Opera di Tonks erano i palloncini rosa shocking in perfetta sintonia con i suoi capelli e le luci ad intermittenza appese agli alberi.

“Era meglio se ci pensavi tu, papà.”constatò Harry, mentre James rideva tenendosi la pancia.

“Se vuoi posso rimediare.”

“Così Tonks se la prende. Meglio evitare stragi il giorno del mio compleanno.

Se volete potete uccidervi dopo!”

James rise ancora più forte, battendogli una mano sulla spalla.

“Come vuoi. Me lo segno e lo faccio dopo.”

“Scemo!”

 

Fortunatamente le altre tre ragazze non avevano esagerato come aveva fatto Tonks.

Una pazza bastava ed avanzava!

Il giardino era gremito di gente.

Gli amici di Harry come Luna, Neville, Dean, Seamus erano rimasti sorpresissimi di vedere da vicino i cosidetti “resuscitati”.

Erano stati invitati tutti i componenti dell’Ordine, gli amici più cari di Harry e molte altre persone.

Anche Piton era stato invitato, solo grazie all’intercessione di Albus.

Se non fosse stato per lui, James l’avrebbe ucciso.

Quindi il vecchio preside quella sera si diede al ruolo di paciere, aiutato dalla McGranitt.

Ritornando alla festa Piton si era presentato a braccetto con una ragazza.

Alta, magra, capelli biondo scuro ed occhi chiari, era giovane e molto carina.

Era Ashley Adams, la nuova tirocinante, che era così stretta a Severus Piton che sembrava incollata con la colla Attack!!!

“Ciao a tutti!”esclamò lei, sprizzando allegria da tutti i pori.

Era vestita in modo molto stravagante con una lunga gonna da gitana azzurro cupo ed una maglietta bianca, sulla quale pendevano numerose collane e ciondoli.

Ad ogni passo che faceva emetteva allegri suoni.

Sembrava la versione giovane di Sibilla Cooman, solo molto molto più carina e simpatica.

Nel complesso non era affatto male.

Appena arrivata corse a presentarsi subito a tutti, sempre trascinandosi dietro il povero Severus che sembrava un burattino nelle sue mani e grinfie.

Risultò subito simpatica a tutti.

Severus si liberò di lei solo dopo un’ora e mezza di girovagamenti.

Si sedette su una sedia e sorseggiò un po’ di punch rossastro.

“Vedo che ti sei dato da fare, eh?”disse una voce.

Una voce che sperava di non sentire quella sera.

Speranza decisamente vana.

Si voltò verso James Potter.

“Non ho voglia di discutere ora, Potter.”

“E’ la tua ragazza?”

“Non ho più la volontà di averne una?”

“Ero solo curioso.”

“No. E’ la nuova tirocinante. E mi ha convinto a portarla qui con me.”

“Ma è innamorata di te.”

“Lo trovi strano?”

“Non farmi rispondere, ti prego.”

“Sei ancora sul piede di guerra?”

“Non dovrei?”

“Lily è tua. Sto provando a dimenticarla. È tua. Non farò nulla per togliertela.

E lei non vorrebbe. Quindi non farò nulla per ferirla.”

“E devo crederti? Hai provato a baciarla!”

“E’ passato del tempo.”

“Che spero ti abbia cambiato, perché se ci riprovi…”

Lasciò la frase in sospeso, gli occhi puntati su Piton per studiarne la reazione.

Lui non battè ciglio.

“Non farò nulla. Promesso.”

James annuì e lo lasciò solo con i suoi pensieri.

Che chissà per quale scherzo della natura non erano più concentrati su una donna dai capelli rosso scuro, ma su una dai capelli biondi scuro e dagli occhi chiari.

Da giorni ormai erano fissi su di lei.

Dopo il tentato bacio, si era rifugiato ad Hogwarts ed era stato a strettissimo contatto con la nuova tirocinante.

Decisamente invaghita di lui.

Faceva di tutto per richiamare la sua attenzione, preparando pozioni nuove in continuazione ed arrossendo furiosamente se lui le rivolgeva la parola improvvisamente o la guardava.

Come una scolaretta.

Come una alla sua prima cotta.

Era dolce e simpatica, Ashley.

Un vulcano di allegria ed idee.

Prorompente, tenace e spiritosa.

Una bella contrapposizione al carattere introverso di Severus Piton.

Eppure chissà perché anche lui stava iniziando a sentire qualcosa per lei.

Un istinto di protezione, di affetto, un moto che lo sconvolgeva da dentro.

Una bella sensazione che lo coglieva quando era con lei, una cosa mai sentita prima.

Anzi, solo con Lily, tanto tempo fa.

Era innamorato di Ashley.

Ed era bastato essere rifiutato da Lily per riuscire ad aprire gli occhi su di lei.

La vide chiacchierare poco lontano da lui con Ginny Weasley.

Poi si avvicinò a lui, ancora sorridendo.

“Ciao! Vedo che non sei affatto tipo da feste! Sei qui a fare l’asociale!”

“Mi annoio.”

“Ti tiro su io!”

E lo trascinò in pista, dove alcuni ballavano.

“Io non so ballare! Lasciami, Ashley!”disse, tentando di liberarsi dalla sua presa, ma la ragazza lo teneva ben stretto a lei.

Lo portò al centro della posta ed iniziò a guidarlo, mostrandogli i passi ed insegnandogli come muoversi.

Lily e James osservavano la scena da lontano, sorridendo.

“Hai sepolto l’ascia?”chiese al marito.

Lui annuì e le passò un braccio attorno alla vita, stringendola a sé con dolcezza.

“Ora osservo come si comporta con Ashley.”

“E’ simpatica ed irriverente. Una bella contrapposizione.”

“Gli opposti si attraggono.”constatò lui, saggiamente.

“Come tu ed io. A scuola eravamo totalmente diversi. E tu eri insopportabile.”

“Soffermiamoci sull’ “eri”.”

Lily rise, una risata cristallina che fece rabbrividire di piacere James.

Lily se ne accorse e sorrise.

“Ti faccio ancora quest’effetto?”

“Quello di scuotermi dentro? Non smetterai mai di farlo, amore mio.”

Lei rise e si alzò sulla punta dei piedi per baciarlo.

“Ti amo.”sussurrò lui al suo orecchio.

“Io di più.”

“Impossibile.”

Lei rise ancora.

“Ridi, angelo mio. Illumina le mie giornate come hai sempre fatto. Sii sempre con me ed amami sempre, perché io lo farò per l’eternità!”si ritrovò a pensare James, in un momento di puro Romanticismo con la R maiuscola.

 

“Auguri, Harry!”

Ginny saltò al collo del suo fidanzato, baciandolo con dolcezza sulle labbra, ignorando i numerosi testimoni.

Harry sorrise e ricambiò il bacio, focosamente, incurante anche lui degli spettatori.

“Buon compleanno!”

Gli porse un pacchetto.

“Ginny! Avevo detto niente regali!”

“Anche niente festa! E non mi sembra che qui non ci sia una festa!”disse, indicando le decorazioni di Tonks.

“Ci hai messo anche tu lo zampino! E comunque dire di no ai miei, è abbastanza difficile!”

Ginny rise.

“Ron?”domandò Harry, non vedendo l’amico.

“Sta arrivando. Hermione?”

“In cucina con Tonks.”

“Corro ad aiutarla!”disse rendendosi conto che la combinazione Tonks-cucina non era delle migliori e che la sua amica poteva trovarsi in difficoltà nell’aiutare la Metamorfomagus!

 

“Scordatelo, Herm!”

Ron tentò di liberarsi dalla presa dalla fidanzata che, ridendo, lo stava trascinando in pista dove anche Piton e Ashley, Tonks e Remus, James e Lily stavano ballando.

“No!”

“E dai! Fallo per me!”

“No, te lo scordi! Chiedimi quello che vuoi, ma io non ballo!”

“E’ un problema di tutti ballare, eh?”disse Ashley, ammiccando ad Hermione, mentre stringeva saldamente Piton quasi a temere una sua fuga.

Quella in cui stava sperando il povero professore da quando la festa era iniziata!

“E tu come hai fatto?”chiese Hermione.

“Ci sono due modi per convincere un uomo a ballare.

Anzi tre, ma penso tu sia troppo giovane per usare il terzo! Il primo consiste nel trascinarlo e costringerlo, come ho fatto io con Severuccio!”

“Severus! Non Severuccio!”protestò l’altro, che sembrava un burattino nelle braccia della tirocinante.

“Il secondo consiste nel metodo “Occhioni dolci”, diffuso in tutto il mondo ed utilizzato da milioni di ragazze!”

“Ma ti pagano per fare pubblicità a questa roba?”domandò Severus.

Lei gli rispose con una linguaccia.

“Sì. Sono una donna ed è mio compito istruire le generazioni future sulle tecniche di aggancio degli uomini.”

“Sei una tirocinante di Pozioni!”

“Mica devo andarmene in giro vestita di nero come fai tu! Non sono a lutto e poi sono un tipo allegro e spensierato!”

“Quando sarai insegnate a tutti gli effetti ti sederai sulla cattedra ed insegnerai a mettere lo smalto?”

“Esistono le riviste per quello! Io mi specializzerò in rimorchio e tecniche d’aggancio di giovani ragazzi!”

Hermione e Ashley risero, mentre Piton e Ron si scambiavano un’occhiata afflitta, complici stranamente per una volta.

E così Hermione, appena la coppietta si fu allontanata, utilizzò il metodo “Occhioni dolci”.

“Eh, no! Non vale!”

“Perché io non ho avuto consiglio di nessun genere su come evitare queste cose! Parto svantaggiato!”

“E dai!!! Ron, fallo per me, dai! Ti chiedo di ballare! Che ti costa? Anche Harry sta ballando con Ginny!”

Indicò i due che danzavano l’una tra le braccia dell’altro.

“Forse lei ha usato metodi più persuasivi.”

Si fece avanti, provocante.

Sorridendo, Hermione rispose all’ incitamento del suo ragazzo.

Si avvicinò anche lei, finché non furono vicinissimi.

“Tipo?”

“Non so. Stupiscimi.”

“Come questo?”

Hermione si alzò sulle punta delle scarpe e lo baciò con ardore, assaporando le sue labbra, con foga.

Lui ricambiò il bacio, intrecciando le mani dietro la sua esile schiena ed approfondendo quel contatto quanto più possibile.

Si baciarono con foga, senza essere sazi mai l’uno dell’altra e avendo paura di interrompere quel contatto che amavano e desideravano alla follia.

Dimenticato il ballo, si accoccolarono lontano dalla pista da ballo, su un divanetto messo sull’erba appositamente per la festa.

Si strinsero l’uno all’altra, baciandosi e coccolandosi con amore e dolcezza.

 

“Come sono dolci!”disse Ginny, ballando con la testa appoggiata alla spalla del suo ragazzo.

Harry annuì, guardando anche lui dalla parte di Ron ed Hermione.

“Ed il ballo è andato a farsi benedire, mi sa!”

“Hanno trovato un’attività migliore, no?”

“Se vuoi la possiamo sperimentare anche noi, dopo!”disse lui, malizioso.

“Mi piacerebbe molto, signor Potter. Sono a sua completa disposizione!”

 

“Sono curiosa di conoscere il terzo modo, comunque.”

Hermione si avvicinò ad Ashley, che si era fermata e stava sorseggiando una Burrobirra al bordo della pista improvvisata sul prato.

“Sei troppo giovane!”

“Anche lei, ma fa l’insegnante!”

“Non ancora. Comunque sei impertinente.”

“Lo sono diventata!”

“Grazie a quel ragazzo dai capelli rossi.”

“Sì. Sono più sfacciata grazie a lui.”

“L’amore cambia e migliora tutte e due le parti!”

 “Decisamente!”

“Comunque il terzo modo era il sesso.”

“Ah!”

“Ancora vergine, eh?”

“Come lo sa?”

“Dalle guance rosse.”

Hermione si portò una mano sul viso e si accorse che era vero.

“Dai tempo al tempo. Non ti lascerà mica se non fate sesso.

L’amore si fonda sulla condivisione di ideali, di sentimenti e di molte altre cose.”

Hermione annuì.

 

“Ed ora ecco il nostro regalo!”

La festa era quasi finita ed Harry era stato spinto ad aprire i regali che gli avevano fatto, ignorando le sue volontà.

Ricevette molti libri, vestiti, orologi e moltissime altre cose.

James gli porse una busta sottile che Harry prese.

“Cos’è?”

“Apri, no?”

Harry obbedì e tirò fuori quattro biglietti.

“Siete matti!”disse Harry appena capì di cosa si trattava.

Il regalo dei suoi genitori e di Sirius consisteva in quattro biglietti per una vacanza in Costa Azzurra tutto compreso, albergo, svaghi…tutto.

“E’ di due settimane. E lo puoi utilizzare quando vuoi. Ma ti consiglio di farlo in questo periodo!”

Harry era ancora basito.

“Io non posso…accettare.”

“Non dire sciocchezze, tesoro!”

Lily sorrise, avvicinandosi per stringerlo a sé.

“Due settimane…”

“Non ti piace, Harry?”

Sirius gli si avvicinò, confuso.

Ormai rimanevano solo poche persone nel loro giardino: i Weasley, Luna e Tonks e Remus.

“E’ un bellissimo regalo!!! Grazie! Stavo solo pensando, scusate!”

James lo abbracciò forte.

Era felice di avergli fatto un bel regalo, ma era consapevole del fatto che nessun regalo materiale poteva compensare la gioia di essere di nuovo tutti insieme.

 

 

Ciao a tutti!!!! Scusate ancora una volta per il mostruoso ritardo di aggiornamento!!!

Eccomi a terminare un ennesimo capitolo…non so quando finirò la storia, ma non sarò contenta finché Piton non si sarà fidanzato e Sirius come minimo sposato!!! Maaaaaaaaaaaaaa

Voi che ne dite di questo chappy?

Ditemi la vostra, come al solito, apprezzatissima ed attesissima!!!

Ho deciso di parlare di vari momenti della festa, quelli più romantici, come avrete notato…

Se Piton non vi soddisfa, pensate che sia OOC, pensate che comunque non abbiamo letto mai di lui innamorato di qualcun altro che non sia Lily nei libri della Rowling, quindi abbiate pietà di me e questo mio esperimento che dedico di tutto cuore ad Ashley (Snape o Rickman!!!)

Ed ora i ringraziamenti:

Cherie Lily: grazie di tutto, tesorino mio!!! Sei davvero unica e sola!!! Sei un’amica davvero speciale e ti vorrò sempre bene!!!

LyraPotter: grazie anche a te della recensione!!! Mi ha fatto molto piacere il tuo commento…e cmq sn disposta a fare a botte per Padfoot!!!

Gloria_Potter: grazie!!! Continua a seguirmi, mi raccomando!!!

Jerada: eccome se puoi avere Svetlana!!! Appena lo trovo ti do il suo numero!!! Grazie del commento!!!

Jayne: tesoro mio!!!! Grazie del commento!!! Anche io sn ansiosa di scrivere della piskella di Sirius…appena il mio pc mi permette di continuare la storia I protecting you…sono “leggermente”collegate le due cose!!! Tieni le dita incrociate per me!!!

Kia:ecco a te il nuovo chappy!!! Scusa per il ritardo, ma ho un mucchio di cose da fare!!!

SakiJune: hihi…eh, già!!! Tonks leggeva Topolino!!! E Piton ha una spasimante!!! Dimmi che ne pensi del chappy, mi raccomando!!!

Kira Chan: eccoti accontentata su Sev!!! Dimmi che ne pensi!!!

Lady Black 93: grazie mille per i complimenti!!! Continua a dirmi la tua!!!

WingsHP: grazie per tutti questi complimenti, grazie mille!!!! Ecco a te un nuovo chappy!!!! Commenta, mi raccomando!!!

Ashley Rickman: ecco a te una parte con il tuo Sev!!! Dimmi che ne pensi!!! Per le parti focose, mi sa che dovrai aspettare!!!

Grazie ancora a tutti voi che hanno commentato e messo la mia storia tra i preferiti!!!

Ed ora vado:

fatemi l’in bocca al lupo per la scuola e tutti i compiti e le interrogazioni!!!!

Cmq in bocca al lupo a tutti voi che siete a scuola e teniamo le dita incrociate, sperando che le vacanze arrivino al più presto!!!

Ma un incantesimo per accelerare il tempo, no?

Un bacione ed un abbraccio

Lily Black 90

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Capitolo 15
*** Vacanze in Costa Azzurra ***


Vacanze in Costa Azzurra

Un viaggio di due settimane con i suoi amici.
Harry posò i biglietti sul comodino e si distese sul letto, riflettendo.
Era stato un bellissimo compleanno e tutti gli avevano fatto degli stupendi regali, nonostante il suo rifiuto iniziale.
Ed ora…
Partire per due settimane per la Costa Azzurra?
A tutti sarebbe parso un sogno, ma non per Harry.
Significava stare lontano 15 giorni dalla sua famiglia, quando l’aveva appena riavuta.
Sapeva che pensare questo significava avere un atteggiamento non da diciottenne, ma non poteva evitarlo...

Agosto fece la sua apparizione con una temperatura di circa 37 gradi ed un sole da spaccare le pietre.
James giaceva disteso sull’erba del suo giardino, gli occhiali da sole sul volto ed un’espressione beata.
Sembrava un ragazzino ed non un uomo di 38 anni con moglie e figlio.
“Ciao.”lo salutò Harry, ricevendo in cambio un sorriso.
“Ciao. Ti va di andare al mare oggi?”domandò subito.
“Al mare?”
“Sì. Io e Remus vogliamo trovare una ragazza a Sirius. Poverino, è l’unico ancora single.”
Harry alzò gli occhi al cielo.
“Lascialo stare! Se sta bene così!”
“Non sta bene così, credimi. Lo conosco da troppo tempo e lo posso dire.”
Harry sorrise, sedendosi accanto a lui.
James si rialzò, poggiandosi sui gomiti e fissando il figlio.
“Cosa c’è?”chiese, vedendolo pensieroso.
“Nulla.”
“C’è qualcosa che ti turba. Ieri sera, alla festa, quando ti abbiamo dato il nostro regalo…eri…non so…deluso?”
Il ragazzo scosse la testa.
“Non sono stato deluso, credimi. È un bellissimo regalo.”
“Ed allora perché sei così giù?”
“Verrete con me in vacanza?”
“Noi tre? Io, Sirius e Lily?”
Harry annuì.
“No, tesoro. Noi non verremo. È un regalo che riguarda voi ragazzi. Tu, Ron, Hermione e Ginny. Qual è il problema?”
“Non ci lasceranno mai partire da soli. La signora Weasley non vorrebbe.”
“Siete partiti alla ricerca degli Horcrux!”
“Senza Ginny, però!”
James lo guardò, scettico.
“Ti stai arrampicando sugli specchi e lo sai. Dimmi cosa ti turba, andiamo.”
Harry sospirò.
“Si tratta di due settimane.”
“E’ per la lontananza? Non ti va di stare così lontano da noi per due settimane?”
“E’ una stupidaggine, lo so! E’ da bambini!”
“Harry! Siamo tornati da meno di due mesi qui! Mi sembra ovvio che tu non voglia partire subito.”
“E’ una stupidaggine!”
“No che non lo è e lo sai!”
Harry chiuse gli occhi, sospirando.
“Harry…”
“Che devo fare?”
“Quello che senti. Se vuoi partire fallo, altrimenti conserva i biglietti.”
James gli mise un braccio attorno alle spalle.
“Se partissi…”
“Ti divertiresti con i tuoi amici!”
Harry sorrise.
“Lo so. E stavolta sarà un viaggio di piacere e non una caccia al tesoro.”
“Con i Mangiamorte ed il nostro adorato Voldemort alle calcagna! Quelli sì che erano bei tempi!”
Harry rise.
“Sei il solito scemo, lo sai?”
“Sempre e comunque. Noi saremo qui al tuo ritorno e se avrai dei problemi potrai sempre chiedere il nostro aiuto!”
“D’accordo. Solo una cosa.”
“Dimmi.”
“Io parlo con Ron, Ginny ed Hermione. Tu puoi convincere la signora Weasley a far partire Ginny con noi? È sempre protettiva!”
“Come tutte le mamme!”


Mare, sole e scogli.
A quella gita partecipavano non solo i Potter e Sirius, ma anche i Weasley, tutti tranne Fleur e Bill, in vacanza in Spagna, e la famiglia Lupin.
La località che avevano scelto era sulla costa, incantevole.
C’erano scogli dappertutto, ed una piccola conca piena di acqua cristallina dove alcuni bambini giocavano, placidamente.
Cosa che fece anche Teddy Lupin appena riuscì a sfuggire alla presa di Remus.
“Ted! Torna qui!”esclamò Remus, preoccupato, vedendolo giocare con l’acqua della conca.
Tonks gli mise un braccio attorno alle spalle.
“Sta bene, non preoccuparti, Remus!”gli sussurrò lei all’orecchio.
Remus annuì e la strinse a sé, affondando il viso nei suoi capelli rosa shocking.
Fu una bella giornata nel complesso, anche se Sirius maledisse una decina di volte James che tentava di presentargli tutte le belle ragazze che vedeva lì.
“Falla finita, Jamie! Andiamo! Ma sei il capo di un’agenzia matrimoniale o cosa?”
“Una pessima, direi! Hai scartato tutte quelle che ti ho presentato!”
Erano appena tornati dal mare ed Harry, Ginny, Ron ed Hermione erano andati a fare un giro per Godric’s Hollow.
Lily e Tonks erano in cucina a parlare di chissà chi e James, Remus e Sirius erano in salotto, davanti ad una bottiglia di idromele.
“Sirius ha ragione, James! Smettila di tentare di accasarlo! Succederà quand’è il momento!”
“Io penso di aver capito perché vuoi che me trovi una!”disse Sirius d’un tratto.
“Ah, sì? Ovvero?”
“Vuoi che mi sposi e che me ne vada da qui!”
James fece una smorfia, poi si mise una mano sul cuore, solennemente.
“Lo ammetto, è questa la mia vera intenzione!”
Sirius afferrò un cuscino dal divano e gliel’ho tirò.
James rispose all’attacco e ben presto iniziò una battaglia di cuscinate alla quale fu costretto a partecipare, suo malgrado, anche il riluttante Remus.
“Siete dei bambini!”disse, ridendo.
Ma alla fine non gliene importava affatto.


“Un viaggio in Costa Azzurra? E verremo anche noi?”
Ron era incredulo.
James era riuscito a convincere la signora Weasley a lasciar partire Ginny, ovviamente con le solite raccomandazioni di non fare sciocchezze…
Ma aveva accettato.
“Harry, ma è una cosa meravigliosa!”
Ginny gli gettò le braccia attorno al collo, sorridendo radiosa.
Passeggiavano nella Godric’s Hollow serale.
Bar e pub erano aperti ed un paio d’uomini già ubriachi alle otto di sera guardarono Ginny ed Hermione, facendo apprezzamenti che a Ron ed a Harry non piacquero.
Ma bastò una loro gelida occhiata per farli tacere.
Le due ragazze, d’altro canto, avevano il pensiero rivolto al viaggio e non vi diedero cura.
“Devo chiederlo ai miei, ma penso di poter venire.”fece Hermione.
“Tu verrai. Se vuoi ci parlo io con i tuoi.”disse Ron.
“Lascia fare a me. I miei sono un po’ all’antica e se vieni tu a parlargli finisce che pensano che noi due vogliamo andarcene il più lontano possibile da loro a fare chissà cosa…”
Ron colse l’allusione e le sue orecchie divennero porpora, mentre Harry e Ginny si lanciavano un’occhiata, sorridendo.
“Quando dovremmo partire?”chiese Ginny.
“Anche domani. Ma è meglio organizzare tutto con calma.”rispose Harry.

"Mi raccomando. Non fate guai. E state attenti."
La signora Weasley stritolò una volta ciascuno i ragazzi in partenza, facendo le solite raccomandazioni.
Sarebbero andati in Costa Azzurra con la Polvere Volante, in un bellissimo resort di maghi e streghe.
Giochi, fondali stupendi, sabbia dorata...sarebbe stata una vacanza stupenda!
"Staranno bene, dai, Molly!"
Sirius abbracciò tutti e per ultimo Harry, stringendolo un pò di più.
"Per qualunque cosa puoi sempre venire da me, ok?"
"Ok. Fà il bravo."
"Io? Ma se sono docile come un agnellino!"
Harry ridacchiò, battendogli una mano sulla spalla.
"Ciao, mamma. Ciao, papà."
Lily e James strinsero forte Harry.
"Divertitevi, ragazzi."
E poi via...verso la Costa Azzurra.

Il resort era bellissimo.
Bungalow accanto alla spiaggia, sabbia dorata e luccicante, mare trasparente e pieno di piccoli abitanti dai mille colori.
Appena arrivarono vennero accolti subito dai proprietari del resort, che diedero loro le chiavi della casa, che avrebbero diviso loro quattro, e li portarono in giro per il villaggio.
I proprietari, due fratelli di mezz'età, erano fin troppo amichevoli.
Lui, Kaven, era un tizio allegro e spigliato che non stava zitto un attimo. La moglie, Bels, era una civetta, come quelle vecchie zitelle di mezz’ età...
Iniziò subito a prendere da parte Hermione e Ginny ed a civettare su tutti i ragazzi del resort, indicando i più carini e quelli che lei riteneva "inutili calzette".
"Io non li sopporto!"
Ginny, afferrò Ron, Harry ed Hermione e con uno sbuffo si chiuse in casa con loro.
Tutti risero, nel vederla così esaurita per quei due.
La casa era enorme; c'era la cucina: "Noi dovremmo cucinare?"domandò Ron, terrorizzato al solo pensiero "Se lo fai tu, la vacanza finisce nel modo più terribile possibile! Ci penseremo io e Ginny!"gli rispose Hermione, con una linguaccia: due bagni, 4 camere da letto, vari terrazzi...
Passarono il pomeriggio a svuotare le valigie, sotto suggerimento delle due donnine di casa.
Ron ed Harry, riluttanti, furono costretti a piegare e sistemare la loro roba per almeno un paio d'ore.
"Ora possiamo andare in spiaggia?"
Ron incrociò le braccia sul petto e mise il broncio.
Hermione rise nel vederlo così e gli scoccò un bacio sulle labbra, facendolo arrossire.
"Come vuoi, mio caro!"
"Andiamo, su!"
Harry mise un braccio attorno alle spalle di Ginny, pilotandola fuori e dando spazio ai due piccioncini.
Lei si accoccolò ancora di più contro il suo petto.
"I tuoi sono stati fantastici, Harry. Davvero.Questo regalo è meraviglioso."
Harry sorrise.
"E' meraviglioso anche perchè ci siete voi."
Ginny si strinse a lui ancora di più e lo baciò sulle labbra con dolcezza.
Era così...così...
Harry non avrebbe mai trovato le parole adatte per descrivere la sua Ginny.
Amava ogni cosa di lei, anche quella che poteva sembrare più insignificante.
L'abbracciò forte, mentre sacca in spalla, contenente costume ed asciugamano, si avviava verso la loro meta: la spiaggia.

Sabbia dorata, mare calmo e tranquillo.
La spiaggia era semi-deserta quando arrivarono, raggiunti poco dopo da Ron ed Hermione, fermatisi a fare i piccioncini.
Ginny ed Hermione si cambiarono in un baleno, rivelando ai loro fidanzati ed anche ai presenti, il loro fisico perfetto.
Le loro curve, la loro pancia piatta ed i capelli setosi, lunghi e sciolti sulle spalle, attirarono gli sguardi di non poche persone.
Anche Harry e Ron, pur essendo abituati a vederle, anche se non così, le fissarono, incantati.
"A chi arriva primo, su!"propose Hermione, legandosi i capelli sulla nuca con un fermaglio.
Harry e Ron si scambiarono un'occhiata, complici.
"Noi avremmo qualche altra idea, vero Ron?"
"C-cosa volete fare?"fece Ginny.
Un attimo dopo Harry e Ron avevano afferrato le loro ragazze per la vita e si erano messi a correre, per poi gettarle in acqua.
Ginny ed Hermione emersero dall'acqua cristallina, guardando i loro rispettivi ragazzi un pò contrariate.
Ma presto si unirono a loro in una grossa risata.
"Ce la pagherete!"fece Ginny.
"E' una minaccia?"
Harry ghignò, imitato da Ron.
"Direi di sì. Preparatevi alla nostra vendetta!"
Un ghigno, che voleva essere maligno, si dipinse sul volto della bella Hermione.
"Ciao! Siete nuovi di qui, vero?"
I 4 si voltarono a quell'allegro saluto.
Davanti a loro c'erano una ragazza dai lunghi capelli neri ed un ragazzo, biondo.
Sorridevano, radiosi.
"Indovinato! Io sono Harry."
"Ron."
"Hermione, piacere."
"Ginny."
"Io sono Logan e lei e Megan, la mia ragazza. Veniamo da Los Angeles. E voi?"
"Londra."

Logan e Megan
Altra novità del resort.
Due ragazzi spensierati ed allegri con i quali i 4 entrarono subito in sintonia.
"Stasera ci sarete, vero?"domandò Megan, riavviandosi i capelli dietro la nuca.
"Che c'è stasera?"chiese Ginny.
"Una festa in discoteca. Ci sarà da divertirsi. Venite, su! Così vi faremo conoscere un sacco di nuove persone!"
Sorrideva.
"Ok."
"Perfetto! Ci vediamo lì!"e corse via dietro Logan.
Esuberante, al massimo quella ragazza.
"Una festa in discoteca?"
Ron era sconvolto.
"Io non ci vado."aggiunse.
"Oh, andiamo, Ron! Ci divertiremo!"
"Non so ballare!"
"Neanche Harry! Ricordi che figura al ballo del Ceppo con Calì?"
Ginny rise, sotto lo sguardo del fidanzato.
"Ehi!"
"Andiamo, Harry! Conduceva lei e ti portava in giro come una marionetta!"
Ginny prese Hermione per mano e mimarono la scena, Calì interpretata da Ginny.
Harry e Ron le guardarono, le braccia incrociate sul petto.
"Non siete affatto divertenti."dissero all'unisono.
Harry prese Ginny per il polso e l'avvicinò a sè.
"Questo vuol dire che non dovremmo venire perchè non sappiamo ballare?"
"No, significa solo che condurremo noi."
"Questa è una pugnalata al nostro orgoglio maschile."
"Mi sa che dovrete dimenticarlo a casa, per stavolta. Stasera comandiamo noi."
Harry si chinò su di lei e la baciò.
Ginny lo guardò, accoccolata tra le sue braccia.
"Ma tu puoi condurre qualcos altro..."
Harry le passò una mano tra i capelli rosso fuoco e le sfiorò la guancia con le dita.
"Mi sta bene."
E riprese a baciarla con dolcezza e foga.

 

Musica a tutto volume, balli scatenati e risate a non finire…

Ginny ed Hermione trascinarono Harry e Ron al centro della pista, conducendo il ballo, tra luci psichedeliche e corpi scatenati.

“Ed ecco a voi, a gran richiesta, la nuova canzone della famosa, dolce ed inimitabile, Crystal Flower!”urlò il dj e tutti esplosero in urla e battiti di mani.

Anche Ginny ed Hermione urlarono, i volti rossi ed accaldati per le numerose giravolte.

“Chi è questa Crystal…cosa?”fece Ron.

Hermione lo guardò, scioccata, le braccia che gli cingevano la vita.

“Non la conosci? Ma dove vivi?”

Anche Ginny era sorpresa.

Ora Ron era molto rosso e non solo per il caldo.

“Non m’intendo molto di musica.”si giustificò e lanciò uno sguardo ad Harry.

“Spiacente, neanche io.”

“E’ una cantante statunitense. E’ una strega, ma non pratica la magia da molti anni e vive con i babbani. E’ famosa sia nel mondo babbano che in quello magico e questa canzone che stiamo sentendo ora è “Waiting for tonight.”spiegò Hermione, con aria esperta e si sedettero su un divano, lontani dalla pista da ballo, le orecchie piene di musica e parole.

“Neanche io m’intendo di musica.”fece Harry, abbozzando un sorriso.

“Tu t’intendi di gua…”

“Mi scusi, signorina, permette questo ballo?”

Un bel giovane biondo interruppe Hermione.

Lei alzò lo sguardo, ma prima che potesse anche solo pensare a cosa dire, ci pensò Ron.

“La signorina qui presente è impegnata!”sbottò.

La trasse a sé con un braccio e il giovane se n’andò, deluso.

Ron s’aspettava già una sfuriata per essere sbottato così rudemente, ma Hermione sorrise e lo baciò sulle labbra con dolcezza.

“Ah, il mio uomo!”e lo guardò adorante, accoccolata tra le sue braccia.

Erano quei momenti in cui lei e Ron pensavano solo a loro due ed ignoravano chi li circondava, quindi Harry prese Ginny per mano e la portò fuori, al fresco.

“Sono dolcissimi.”Ginny aveva sempre tifato per loro.

“Più di noi?”

Harry le scostò una ciocca di capelli dagli occhi.

“Non so…ricordamelo…”

Harry si chinò su di lei, inebriandosi del suo profumo fiorato, accarezzandole il volto e mettendole una mano dietro la nuca per sorreggerla, mentre la baciava.

Era la loro bolla di felicità, quel momento, starsene da soli fuori, sul terrazzo…

Lontani dalla pista da ballo, la musica che arrivava appena ovattata alle loro orecchie…

Erano solo loro due,  con i loro baci, le loro carezze.

Ginny gli mise un braccio attorno alla vita, sfiorandogli i muscoli ben accentuati sul torace.

Non poté reprimere un brivido quando lui le accarezzò la pelle liscia delle braccia.

S’avvicinò ancora di più, stretta a lui, mentre posava la sua mano sotto la maglia aderente, sulla sua pelle calda.

Aveva gli occhi chiusi, quando sentì la mano del suo ragazzo sotto il top sul suo stomaco piatto.

Rabbrividì quando salì a sfiorarle la pancia, quasi arrivando al reggiseno.

Lei gli prese la mano, intrecciando le dita con le sue e la posò sul suo seno, spingendolo a toccarglielo.

Harry non la ritrasse.

Era una cosa nuova, ma piacevole.

Si beò di lei, di ogni centimetro che arrivava a sfiorare ed anche di quelli che non toccò.

Ginny gli toccò i pettorali scolpiti, posandogli dolci e incandescenti baci sulla maglia.

Quando la porta della terrazza dove stavano si aprì, si stavano solo baciando.

E vedendo Ron ed Hermione, Harry tirò un sospiro di sollievo nell’esser  scoperto mentre la baciava soltanto.

Non credeva che Ron sarebbe stato magnanimo se l’avesse visto con le mani sul seno di sua sorella Ginny!

 

Ciao a tutti, ragazzi del sito!

Eccomi di ritorno dopo tantisssssssss…imo tempo!

Ho terminato da un po’ I protecting you, ma mi serviva tempo per pensare a questa storia, quindi scusate se non l’ho aggiornata quando potevo!

Un grazie a:

Cherie Lily: grazie del tuo appoggio, tesoro, dei tuoi complimenti e sappi che ti voglio troppo bene e che ci sono anche io sempre per te! Fammi sapere che ne pensi!

SakiJune: grandiosa come sempre la tua recensione…effettivamente Tonks è “leggermente” pasticciona!!! Dimmi che ne pensi!

Gloria_Potter: grazie mille!!!

Lady black 3: effettivamente Piton con una ragazza…mmm…comunque devi tener conto che tutti sono molto cambiati e quindi tutto è possibile!

Vale Lovegood: la loro reale età…immagina che siano cresciuti anche da morti…dopotutto avere un padre di 21 anni quando tu ne hai 18…è un po’ strano, non credi?

Bulmettina: grazie per i tuoi complimenti!

Jerada: Grazie!

WingsHP: Grazie mille!!!

Lyrapotter: un compromesso? OK! Un mese io ed uno tu? Che ne dici?

Syriapotter: scusa se ti ho fatto attendere, ma dovevo finire prima l’altra! Spero ti piaccia questo chappy!!!

_CoBaIn_: grazie!!! Spero ti piaccia anche questo!!!

Ashley Snape: T’adoro anche iooo!!!

Dragonball93: mi manchi tantissimo anche tu e grazie delle tue recensioni!!!

Padfoot_07: ecco a te il capitolo!!! Anche se ce n’ho messo di tempo….

Un bacione a tutti!!!!

 

 

 

 

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Capitolo 16
*** sfide ed amori ***


 

La mattina dopo Hermione e Ginny optarono per una salutare passeggiata sulla riva della spiaggia.

Era ancora presto e lasciarono un biglietto sul comodino dei loro ragazzi. Era piacevole starsene lì a ciondolare sulla riva, con la sabbia tra le dita, con il rumore del mare nelle orecchie.

Era molto rilassante.

“Adoro questo posto. Vorrei rimanere qui per sempre.”ammise Ginny, sedendosi sulla sabbia dorata.

Hermione annuì, giocherellando con il cinturino del suo orologio.

Harry e Ron le raggiunsero mezz’ora dopo, portando caffè e biscotti.

Era piacevole starsene lì sulla spiaggia e rilassarsi.

Ancora leggermente imbarazzati per quello che avevano quasi fatto la scorsa sera, sia Harry che Ginny evitarono di parlarne, anche se, quando i loro pensieri tornavano a quei momenti ed a quelle carezze proibite, un sottile rossore imporporava le loro guance.

“Che ne dite di un bel bagno?”propose Hermione, quando la spiaggia iniziò ad affollarsi.

La proposta venne accettata con entusiasmo.

L’acqua era piacevolmente fresca, un vero sollievo per il caldo di quel giorno.

“Mettimi giù!”

Ron aveva afferrato Hermione sulla spalla e la stava portando al largo per buttarla in acqua, nonostante la ragazza si stesse divincolando, ridendo.

“Ehilà! Ciao, Harry, Ginny!”

Era Megan.

“Ciao, Megan! Dov’è Logan?”

Logan era il suo ragazzo.

“In giro. Viene tra un po’. Ho una proposta da farvi. Più tardi, nel pomeriggio, alcuni di noi organizzano una bella gita al largo. Vi unite a noi? Prendiamo una barca, qui si possono affittare, ed andiamo alla ricerca di coralli.”

A quella parola Ginny s’illuminò.

“Ci sono coralli, qui?”

“Sì. C’è una piccola barriera corallina, molto più avanti. Molti fanno a gara a chi lo riesce a prenderne più grande. Senza magia ed incantesimi.”

“Quindi, dici, andare molto in profondità senza l’aiuto di nulla?”

Ginny era un po’ impaurita.

La magia era tutta la loro vita e fare una cosa pazza come quella senza…beh, un po’ la spaventava.

“Dovremo chiederlo anche a Ron ed Hermione…”

Harry indicò i due amici, che giocavano a chi buttava in acqua l’altro…”Ma credo saremo dei vostri.”

Megan se ne andò con un sorriso.

“Adori le sfide, eh?”chiese Ginny.

“Indovinato. Sarà divertente.”

“Sempre che tu non affoghi nell’impresa!”

“A te piacciono i coralli. Ti sei illuminata quando ne abbiamo parlato.”

Ginny annuì.

“Sì, molto. Una volta mia zia mi regalò un bracciale fatto di coralli di colore quasi rosa, ma purtroppo lo persi in vacanza.”

 

“Certo che verremo!”

Ron era entusiasta e molto probabilmente stava pensando alla stessa cosa a cui pensava Harry.

Ovvero cogliere i coralli per poi regalarli alle loro rispettive fidanzate.

Un gesto davvero romantico, ma sul serio pericoloso.

“Non voglio che lo facciate! Potrebbe essere pericoloso! E tu, Harry non sei neanche un campione di nuoto!”insistette Hermione.

I due ragazzi sbuffarono.

“Andiamo. Neanche Ron è tanto bravo!”fece Harry per tutta risposta.

Era ora di pranzo e tutti e quattro erano seduti in cucina a gustarsi il delizioso pranzetto preparato dalle ragazze.

Avendo a disposizione molti più ingredienti, certamente più di quelli che avevano durante il viaggio alla ricerca degli Horcrux, Hermione si era rivelata un’ottima cuoca e Ginny aveva sicuramente la bravura della madre.

Quindi Harry e Ron si gustarono un pranzo fresco e leggero, saporito e stuzzicante.

L’incontro era fissato per le 4 del pomeriggio ed i quattro ragazzi, armati di costume ed asciugamani, si diressero verso la spiaggia.

Era una bellissima giornata e c’era un sole da spaccare le pietre.

La comitiva era di circa 10 persone, esclusi loro.

Megan e Logan, che conoscevano tutti, s’affrettarono a presentarli agli altri.

“John Krause, Amanda Ronell, Yole Hitch., Daniel Bones….”iniziò Megan.

Ma alla fine delle presentazioni nessuno aveva ben memorizzato nessun nome.

Continuarono a sorridere lo stesso.

Accompagnati dal chiacchiericcio instancabile di Megan, Ginny e Hermione si sedettero a poppa, posando i piedi in acqua, mentre la barca s’avviava verso la barriera corallina.

I coralli di quel luogo erano magici e potevano, contrariamente a quelli babbani, essere raccolti e portati via.

Erano magici…Ma in che senso?

Pur sapendo molte cose, Hermione ignorava questo tipo di dicerie.

Perciò, spinta dalla curiosità, dovette chiederlo ad una ragazza brunetta al suo fianco.

Probabilmente si chiamava Amanda, o Mitchie.

“In che senso “magici”?”domandò.

“Nel senso che fanno avverare i tuoi desideri. Anche i più intimi e nascosti. Solitamente questi coralli si regalano alla persona che si ama, per renderla felice. Il più felice possibile.”

“E se si ha già quello che si vuole?”

“Non si ha mai quello che si vuole! Si desidera sempre qualcosa.”

“E spesso e volentieri è solo una stupida voglia.”pensò Hermione, ma non lo disse.

Si limitò a ringraziare con un sorriso.

“Eccoci qui.”urlò Logan dopo una mezz’ora di viaggio.

Erano arrivati alla barriera corallina più stupefacente che avessero mai visto.

L’acqua risplendeva di colori chiari e tenui, dovuti ai coralli.

Non erano coralli qualsiasi e lo si capiva a vista d’occhio.

Avevano delle sfumature cangianti, che andavano dal rosa chiaro al rosso rubino.

Vedere l’acqua cangiare in quei colori era stupefacente.

Eppure bellissimo.

“Ok, ragazzi.”

Logan s’improvvisò guida del gruppo.

“La barriera è profonda, quindi se non ce la fate a raggiungerla risalite. Non fate stupidaggini, per farvi eroi dinanzi agli altri, perché rischiate di rimetterci la pelle, ok?

Niente magia. Chi lo prende più grosso, vince.”

I ragazzi che dovevano tuffarsi, erano circa 5-6, si prepararono.

Anche Harry e Ron erano tra loro.

Era una stupidaggine da fare, ma era comunque una sfida.

E nessuno dei due sapeva tirarsi indietro.

Era nel loro essere dei valorosi Grifondoro.

Ginny ed Hermione li guardarono, in ansia.

“State attenti.”

Ad Hermione tremava un po’ la voce.

“Stai tranquilla.”

Ron le fece l’occhiolino, mentre Harry sfiorava la guancia di Ginny con un dito.

“Andrà bene. Non siate preoccupate.”

“Pronti, partenza, via!”

Logan diede il segno per tuffarsi e lo fece anche lui.

L’acqua era piacevolmente fresca e frizzante ed alcuni pesciolini nuotarono fianco a fianco con i ragazzi, curiosi.

Logan aveva ragione.

La barriera era sul serio profonda.

E senza magia era molto difficile raggiungerla.

Molti tornarono su per riprendere fiato e riprovarci, come Harry e Ron.

Harry si sentiva i polmoni in fiamme, quando raggiunse l’agognato luogo.

Era stupefacente, bellissimo, stupendo…

Ma non era quello il momento per dilungarsi in complimenti od osservazioni.

I pochi, 3-4, che erano con lui, già erano chini per prendere qualche corallo, compreso Ron.

Harry posò la mano sul primo che vide e l’afferrò, staccandone un bel pezzo.

Era iridescente tra le sue mani, ed era anche piuttosto grosso.

Ma il suo organismo richiedeva aria ed al più presto.

Si diede la spinta su una superficie rocciosa e risalì nuotando più in fretta possibile, agognando aria.

Non era mai stato un gran nuotatore e sapendo, Ginny ed Hermione s’affrettarono ad aiutarlo a risalire sulla barca.

Harry chiuse gli occhi e respirò profondamente, immagazzinando aria nei polmoni, il più possibile.

Boccheggiava. Se l’era vista brutta alla fine.

Ginny era accanto a lui e gli batteva una mano sulla spalla, temendo che avesse ingoiato acqua.

“S-sto bene. Tranquilla.”

“Sei uno stupido!”

Ginny l’abbracciò di slancio e lo baciò sulle labbra con foga.

Quando si staccarono Harry disse:
“Devo essere stupido più spesso, se reagisci così.”

Lei gli diede uno schiaffetto affettuoso sul viso.

Erano risaliti tutti.

Tutti tranne Ron.

Hermione si sporgeva in acqua, desiderando più di ogni altra cosa rivedere la chioma rossa del suo ragazzo.

“Ron…”

Quasi l’avesse chiamato, il ragazzo risalì in superficie, boccheggiando e respirando profondamente, come aveva fatto anche Harry.

“Ron! Stai bene?”

Harry l’afferrò per le braccia e lo tirò su.

Il ragazzo non rispose.

Si limitò ad esibire un ramo di corallo iridescente. Era il più grosso di tutti.

Fu subito palese chi fosse il vincitore.

 

“Mi hai fatto venire un colpo!”

Hermione lo guardò severamente per la terza volta in meno di un’ora.

Erano tornati nella loro casetta e si erano asciugati.

Ron giaceva a pancia in su sul proprio letto ed Hermione era sulla soglia, le braccia incrociate.

“L’ho fatto per te.”

“Cosa? Quasi morire annegato?”

“No, prendere quel corallo. Lo voglio regalare a te.”

Hermione lo guardò, ancora arrabbiata, anche se un po’ addolcita da quella frase.

Ron le sorrise ed alla ragazza balzò il cuore in petto, nel vedere quel sorriso luminoso.

Ron spalancò le braccia e lei gli si gettò addosso, abbracciandolo di slancio.

Finì su di lui, in una posizione a dir poco equivoca.

Ma nessuno dei due se ne curò.

Hermione gli s’accoccolò sul petto, chiudendo gli occhi e lasciandosi abbracciare da lui.

Lo baciò sulle labbra con dolcezza, mentre Ron le metteva una mano dietro la nuca, affondandola nei suoi folti capelli castani.

La baciò ripetutamente, mentre l’altra mano le sfiorava il corpo, le accarezzava le spalle e la schiena e scendeva giù verso il suo seno, sul suo stomaco.

Hermione non potè reprimere un brivido di piacere a quelle carezze.

Anche lei decise di fare la sua parte, nello sfiorarlo.

Gli accarezzò i bicipiti, le braccia, il petto divenuto muscoloso per il Quidditch, anche se non come quello di Harry.

Voleva essere sua, disperatamente e perdutamente sua.

In breve tempo Ron capovolse la situazione, finendo su di lei.

Chiusero la porta, con un rapido gesto della bacchetta.

Si volevano, si desideravano più che mai.

Le loro mani andavano ovunque, per la prima volta senza pudori e senza barriere.

Erano da soli, solo loro e la loro piccola bolla di sintonia, felicità, dolcezza e passione.

Hermione gli tolse la maglia, sfilandogliela, mentre Ron gli sbottonò la camicia, lasciandola in reggiseno.

Ammirò per un attimo le sue curve, poiché ridendo Hermione era giunta al cavallo dei pantaloni e glieli stava sbottonando.

Ron la lasciò fare, mentre le sfilava il reggiseno, ed affondava le mani sulle sue curve.

Erano rossi in volto, ma per niente intenzionati a fermarsi.

In pochissimo tempo si ritrovarono nudi, l’uno sull’altra, in completa sintonia ed amore.

Hermione lo baciò con foga, accarezzandolo ovunque.

Ron la bloccò, prendendole la mano.

“Aspetta. Non possiamo farlo. Senza.”

Hermione capì.

E Ron aprì il comodino e frugando estrasse un preservativo.

“Te lo porti dietro?”

“I gemelli mi hanno convinto. Sospettavano che…beh…io e te…”

Era molto rosso, mentre se lo metteva.

Hermione sorrideva, radiosa.

“Ti amo. Ti amo tantissimo, Ronald Weasley.”

“Ti amo tantissimo anche io, Miss-So-Tutto-Io.”sussurrò lui, chiamandola così affettuosamente.

Lei rise e si abbandonarono l’uno all’altra.

Fu bellissimo. Ron penetrò con dolcezza in lei, facendo piano.

Fu una cosa stupenda sentirsi l’uno parte dell’altra, uniti per la prima volta non solo metaforicamente.

E si amarono, profondamente ed indissolubilmente, lasciandosi trasportare dalle loro bellissime sensazioni, travolgenti ed indimenticabili.

 

 

 

Ciao a tutti, ragazzi di efp!!!

Ecco a voi un altro mio capitolo e spero mi perdonerete per avervi fatto aspettare così tanto!!!

Harry, Ron, Ginny ed Hermione sono in vacanza (beati loro, direte voi!!!)…

C’è amore, unione, sfide…

Harry e Ginny, molto probabilmente, saranno più presenti nel prossimo capitolo…

Un grazie di cuore a tutti coloro che hanno messo la mia storia tra le loro preferite ed grazie a chi ha commentato:
lyrapotter:ovvio che il nostro Sirius incontrerà la sua ragazza!!! Spero ti piaccia anche questo capitolo!!! Attento tue recensioni!!!

WingsHP:grazie per il commento e spero ti piaccia il chappy!! Fammi sapere!!!

SakiJune: anche tu vuoi vedere la donna della vita di Sirius…beh, io non vedo l’ora di parlarne…penso che verrà presto…diciamo dopo la loro vacanza!!! Fammi sapere!!!

Padfoot_07: grazie per il commento, grazie mille! Fammi sapere anche su questo chappy!!!

_CoBaIn_: eccolo a te! Attendo tue notizie!!!

Jayne: ciao, dolze sister!!! La nostra Kei? E chi è? Hihi!!! Dimmi che ne pensi, mia cara Elly!!!

Bulmettina: grazie per la recensione! Fammi sapere!!!

Dora92: grazie mille per i complimenti! Ecco a te il chappy e dimmi che ne pensi!!!

Un bacione a tutti voi!!!

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Capitolo 17
*** amori e ***


L’intimità di Ron ed Hermione continuò e si rafforzò nei giorni successivi.

Era come se avessero la loro bolla privata di felicità, la loro intimità preziosa.

Al settimo cielo Hermione e Ron corsero a raccontarlo a Ginny ed a Harry.

Erano entrambi felici della piega presa dal rapporto dei due amici.

“Era radiosa! Da non crederci!”

Ginny passeggiava sulla spiaggia sottobraccio con Harry.

Era il tramonto e erano da soli, fatta eccezione per qualche coppia solitaria molto distante da loro.

Harry le sorrise.

“C’era d’aspettarselo, no?”

“Sì, è vero. Ed anche che Fred e George fornissero preservativi per sesso sicuro!”

Harry rise, seguito da Ginny.

“Infatti.”

Si bloccò, perché Ginny si era fermata e gli aveva messo le braccia attorno al collo.

“Che c’è?”chiese Harry.

“Nulla. Ho solo voglia di fare un bagno. Vieni con me?”

E l’afferrò per il polso, tirandolo verso l’acqua cristallina.

Harry la seguì, afferrandola per la vita e gettandola in acqua, completamente vestita.

Ginny riemerse, sputando acqua.

“Tu e mio fratello dovete smetterla c…”

Non ebbe neanche il tempo di finire la frase che Harry l’aveva seguita in acqua e la stava schizzando.

“Sei un bambino!”

Ma rideva.

In jeans e maglietta in acqua, continuarono a schizzarsi, ridendo ed attirando l’attenzione di quei pochi rimasti in spiaggia.

Ginny rideva così forte che si dovette aggrappare a lui per non cadere.

Harry le cinse la vita con una mano e con l’altra le scostò i capelli dagli occhi.

Ciocche rosse le circondavano il volto e lui se le arrotolò attorno alle dita, avvicinando il viso al suo, finchè non incontrò le sue labbra, così piene di profumo e desiderio.

Si baciarono a lungo, finchè non calò il buio.

“E’ meglio andare.”disse, uscendo dall’acqua e portandola con sé.

“Io non né ho voglia. Rimaniamo qui.”

Ginny lo trascinò sulla riva, stendendosi sulla sabbia.

Presto granelli si attaccarono alla sua pelle, ma lei non se ne curò affatto.

Harry sorrise dolcemente nel vederla così serena, tranquilla, a contatto con la sabbia e ridente.

Si stese accanto a lei e la sua ragazza si appoggiò al suo petto.

“Ti amo, Harry Potter. Mai smetterò di provare questo sentimento e voglio che sia l’ultimo della mia esistenza.”

Lo baciò, portando con sé il sapore di salsedine.

Harry portò una mano dietro la nuca di lei ed approfondì il bacio.

La voleva e lei lo voleva.

Il desiderio era così forte da non poter esser fermato.

Sentivano le mani dell’uno addosso all’altra e viceversa.

Tocchi, carezze e baci.

Baci sempre più appassionati e profondi, carezze nelle zone solitamente proibite…

Si lasciarono cullare dal suono delle onde del mare, distesi sulla sabbia, stretti l’uno all’altra, l’uno dentro l’altra, in anima e corpo.

 

La mattina li sorprese accoccolati sulla sabbia. Dopo aver fatto l’amore, erano rimasti lì a godersi la loro intimità, sotto il cielo stellato.

“Ron ed Hermione saranno preoccupatissimi.”sussurrò Harry, tendendole una mano per alzarsi.

Ginny pulì i loro vestiti dalla sabbia, con un colpo di bacchetta.

“Secondo me non si saranno neanche accorti della nostra assenza. Saranno stati impegnati.”

Harry sorrise, tendendole la mano.

“Andiamo, su.”

Ron e Hermione, nonostante le loro previsioni ottimiste, si erano accorti benissimo della loro assenza e li assalirono appena varcarono la porta.

“Dov’eravate?”

“State bene?”

“Cos’è successo?”

Harry e Ginny riuscirono a scambiarsi una rapida occhiata prima che Ron ed Hermione li trascinassero via.

Mentre le due ragazze parlavano di là, Ron trascinò Harry sul balcone.

“Voglio sapere cos’è successo.”

Teneva le braccia incrociate sul petto ed un espressione sul volto tra il curioso e l’apprensivo.

Era il fratello maggiore che si divideva tra il suo migliore amico e sua sorella.

Harry si passò una mano tra i capelli, temendo la sua reazione.

Era successo tutto…così…senza preavviso, senza essere minimamente premeditato prima…

Qualcosa d’istinto, un meraviglioso qualcosa.

Fu costretto a dirgli tutto, cedendo dalle sue insistenze.

“Senti, Ron. Lo so che tua…”

Ron gli fece cenno di tacere con un gesto della mano.

Sorrideva.

“L’ami e lei ti ama. Formate una splendida coppia.”

“Anche tu ed Hermione. Ricordo le vostre litigate ad Hogwarts.”

“Quelle le ricordano tutti.”

Hermione e Ginny raggiunsero i ragazzi sul balcone.

“Sì, mi sa di sì. Tutti noi speravamo che vi metteste insieme, prima o poi. Ron era geloso di Victor Krum,  Hermione di Lavanda Brown…ci avete fatto impazzire!”esclamò Ginny, mentre si accoccolava accanto a Harry.

Ron ed Hermione sorrisero, colpevoli.

 

Anche se erano solo due settimane di vacanza lontani da casa, i ragazzi mandarono lettere ai familiari.

Lily, James e Sirius se la cavavano bene anche senza di Harry.

A dir la verità Harry temeva che suo padre ed il suo padrino facessero qualche sciocchezza, come era successo tempo fa con la missione degli Auror o il fare spiare Lily….

Ma fu sollevato di sapere che era tutto ok.

 

“Per la barba di Merlino! Verrà! Verrà! A Londra!”esclamò Hermione, sfogliando la Gazzetta del Profeta.

Erano passati 4 giorni dalla splendida nottata di Harry e Ginny ed ormai mancava solo una settimana al ritorno a casa.

“Cosa? Chi?”

Ginny le si avvicinò e dopo aver letto qualcosa iniziò a saltellare con l’amica.

Harry e Ron, che stavano pranzando al ristorante nel resort, le guardarono, stupiti.

“Ci spiegate cos…”

“Crystal Flower farà un concerto a Londra. Una settimana dopo il nostro ritorno. “esclamò Hermione.

Harry e Ron si guardarono, mormorarono qualcosa tipo “Ragazze” e si concentrarono di nuovo sul loro piatto di frutti di mare.

“Dobbiamo comprare i biglietti appena torniamo a casa. Dobbiamo esserci assolutamente.”continuò Hermione.

Ci fu un attimo di silenzio.

“Ginny…stai bene? Hai una faccia?”

Harry e Ron alzarono lo sguardo sulle due ragazze.

Ginny era pallidissima.

“Ginny!”

Harry si precipitò verso di lei.

“N-non…non mi sento tant…”

Si portò una mano sulle labbra e gemette, prima di correre via verso il bagno.

 

Ginny stette male tutta la giornata, vomitando in continuazione.

Quella sera s’addormentò accoccolata tra le braccia di Harry.

Il ragazzo era preoccupatissimo, come anche Ron ed Hermione, del resto.

Ed in tutti loro c’era sempre la stessa domanda…

 

 

Ciao a tutti!

ringrazio di cuore tutti coloro che si sono preoccupati per la mia storia...riposto il capitolo, ed attendo risposta da Erika...non so cosa stia succendendo...

se qualcuno di voi sa cos'è un baco, lo prego di avvertirmi...

Un bacione a tutti voi!!!

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Capitolo 18
*** "Ci sono sempre" Falsi allarmi ***


“Era incinta? Poteva esser…

Certo che poteva!”

Harry si stese a pancia su sul letto, gli occhi chiusi.

Ginny poteva essere benissimo incinta, dato che avevano fatto l’amore senza usare le protezioni.

Era possibile, quasi certo.

Ron, Hermione e lui avevano parlato a lungo, poco fa, di quella possibilità.

Harry non se l’era sentito di alzare gli occhi su Ron, dall’inizio. Temeva la sua rabbia, la sua preoccupazione per una situazione alla quale, nessuno di loro, era pronto.

Ma quando aveva incrociato gli occhi dell’amico vi aveva scorto solo preoccupazione e pensieri. Nessuna rabbia, nessun rancore.

Lo conosceva, lo conosceva bene, anzi benissimo, si fidava di Harry.

Ed anche in quella situazione strana gli dava piena fiducia.

Il suo sguardo, come quello d’Hermione sembrava volesse dirgli: “Ci sono, qualsiasi cosa sia e qualunque cosa accada. Ci sono.”

Ormai quel sospetto si era insidiato nelle loro menti…

E se fosse stata la verità? Cosa avrebbe fatto? Come l’avrebbe presa Ginny? Si sarebbe infuriata con lui? E Ron? Ed i signori Weasley? E…

Il bussare alla porta lo distolse dai suoi tormentati pensieri.

L’oggetto dei suoi pensieri, l’amore della sua vita, Ginny Weasley varcò la soglia.

Era ancora un po’ pallida, ma gli sorrise e gli gettò le braccia attorno al collo, sistemandosi sul letto accanto a lui.

“Come ti senti?”gli chiese Harry.

“Un po’ stanca e spossata. Ma sto bene.”

“Nausea?”

“Non molta. Ma prima stavo peggio. Harry, cos’hai?”

Harry, infatti, le sembrava molto strano…pensieroso, preoccupato…e lei non sapeva spiegarsi il perché.

“Cosa pensi sia?”

“La mia nausea? Il mio malessere? Opterei per un’influenza…una cosa naturale. Perché siete tutti così preoccupati e pensierosi? Mica pensate che mi sia presa una qualche malattia tropicale o roba del genere? È assurdo.”

“No, non pensavo…pensavamo a quello.”

Harry posò lo sguardo sul ventre piatto della sua ragazza.

Ginny capì.

“Pensi che...Oddio!”

Si rivolsero un intenso sguardo.

“Ed ora? Cosa faremo? Se fosse…vero? Se fossi davvero incinta? Cosa faresti?”

Ginny guardò Harry, i grandi occhi marroni sgranati.

Cosa? Cosa? Cosa?

Aveva paura, Harry lo percepiva dal suo sguardo, dai suoi occhi sgranati, dalla sua espressione.

Harry chiuse gli occhi per un attimo e poi li riaprì puntandoli sulla ragazza.

Voleva mettere in chiaro una cosa. Avrebbero pensato insieme al dopo, tutti e due.

“Non ti lascerò, ok? Anche se tu fossi davvero incinta, affronteremo questa cosa insieme, ok?

Non osare pensare a me come ad un cretino che fugge di…”

Ginny lo zittì mettendogli una mano davanti alle labbra.

Rideva.

“Non avrei mai pensato ad una cosa del genere. Ti amo, Harry. E mi fido di te. Ciecamente.

Davvero. E poi so benissimo che tu non sei il tipo che sfugge alle responsabilità. Tu vai loro incontro! Ti sei assunto la responsabilità di salvare il mondo! Mio eroe!”

Ginny rideva e gli gettò le braccia al collo ed Harry alzò gli occhi al cielo.

Si era assunto la responsabilità di salvare il mondo? Non di sua spontanea volontà, era stata la profezia che…meglio non pensarci!

Strinse a sé Ginny con calore.

Era più sereno ora che avevano risolto almeno quel punto. Ora mancava solo tutto il resto.

 

“Chi? I vostri genitori, no. Si preoccuperebbero, si incavolerebbero per la vostra sbadataggine…”

“Non ce l’eravamo prefissato, Hermione. E poi io non avevo i preservativi nel cassetto come il tuo ragazzo!”

Ron ed Hermione arrossirono.

Loro due e Harry e Ginny si erano riuniti in salotto per decidere sul da farsi.

“E chi? Chi potrebbe chiarirci le idee? A chi chiedere un consiglio, averne la conferma…”chiese Ginny.

Silenzio.

Poi…

“SIRIUS!”esclamò Harry facendo sobbalzare tutti quanti.

“Miseraccia, Harry! Ma tu vuoi farmi venire un colpo, eh? E poi che diavolo di salta in mente? Che c’entra Sirius?”

“Che c’entra Sirius? A sentire TUTTI era il dongiovanni della scuola, con mio padre. Sarà cosa fare. Ne sono certo.”

“E lo dirà ai tuoi. Dopotutto è il migliore amico di tuo padre. Harry, non voglio che lo sappiamo subito. Almeno vediamo se i nostri sospetti sono fondati o meno.”fece Ginny.

“Non lo direbbe ai miei. Mi fido ciecamente di lui. Ci darà una mano, fidatevi di me, ok?”

“Ok.”

 

Scartoffie, libri, fogli ovunque nel suo ufficio.

Un caos.

Era da solo al lavoro, era ormai tardi.

Sbuffò e mosse la bacchetta per rimettere ordine.

Doveva sbrigarsi. Doveva uscire da quel posto. Voleva solo sdraiarsi sul divano e riposarsi.

Era stata una lunga giornata, davvero molto lunga.

Mosse la bacchetta in un gesto secco, ma invece di rimettere in ordine, fece in modo che i fogli ed i fascicoli vorticassero per tutto l’ufficio.

In un caos di fogli bianchi, libri e fascicoli, ridendo, s’affrettò a bloccare l’incantesimo, ma qualcuno lo precedette.

Lo sentì chiaramente ridere.

E scorse una chioma corvina.

“Harry!”

Sorrise quando vide il ragazzo di fronte a lui, in piedi in mezzo a quel caos.

I capelli corvini sempre più scompigliati, gli occhi brillanti da dietro le lenti e più abbronzato che mai.

“Per la barba di Merlino! Cosa ci fai qui?”

Lo strinse brevemente a sé e continuò a sorridere, ricambiato.

“Ti salvo dall’attacco di fogli volanti, non si vede? Forse dovresti imparare dalla mamma qualche incantesimo di pulizia ed ordine…”

“Mi sa di sì!”

Mossero entrambi le bacchette all’unisono e tentarono di rimettere a posto, meglio che poterono.

“Più di questo non possiamo fare, mi sa.”

Harry rise.

“No, direi di no.”

Sirius si sedette sul bordo della sua scrivania, le braccia conserte e lo scrutò, la testa inclinata, ciocche di capelli che gli andavano sugli occhi.

“Allora! Cosa ti porta qui? Cosa ti ha spinto ad interrompere la tua splendida vacanza?”

Harry fece un sospirone enorme.

“Ho bisogno del tuo aiuto. E che tu non dica nulla a mamma e papà.”

Sirius sgranò gli occhi brillanti e lo scrutò.

“Prometto. Cos’hai combinato?”

Guardandolo negli occhi Harry iniziò a raccontare…

 

“Siete due incoscienti!”esclamò Sirius.

Camminava su e giù per il salotto della casa dei quattro ragazzi nel villaggio.

“Lo sappiamo! Se asp…”

“Ginny, non è per la probabilità di una gravidanza che vi sto dicendo questo. Io mi preoccupo per le malattie che potreste aver contratto, ok?”

Harry chiuse gli occhi.

Che casino! Non ci aveva neanche pensato alle probabili malattie!

Sirius chiuse gli occhi e si passò una mano sul viso.

Poi li riaprì.

“Ginny, vestiti, su! Ti accompagniamo da un medico. Così saprà dirci il verdetto.”

“Un medico?”

“Non mi fido di quegli insulsi test di gravidanza. Vi accompagno. Su!”

Ginny corse a vestirsi ed Hermione e Ron la seguirono.

Harry rimase solo con il padrino.

“Sirius, mi dispiace. Non avrei dovuto coinvolgerti. Dovevo fare da solo. Mi dispiace.”

Sirius lo guardò.

“Non dire sciocchezze. Hai fatto benissimo, invece.”

“Non volevo chiedere aiuto ai miei, perché..”

“Avrebbero avuto la mia stessa reazione solo molto amplificata?”

Harry fece un cenno d’assenso.

“Esattamente.”

Sirius lo guardò, a lungo.

“Che c’è?”chiese Harry.

“Lo immaginavo. Ci avrei giurato. Anche Ron ed Hermione?”

Harry sorrise ed annuì.

“Non avrai fatto scommesse o cose del genere?”chiese.

“No. Ma se le avessi fatte avrei vinto un mucchio di galeoni. La prossima volta.”

Harry alzò gli occhi al cielo.

Sirius lo vide così preoccupato. Era un uomo ormai, disposto a prendersi la responsabilità di una possibile gravidanza.

“Sono orgoglioso di te.”

Harry lo guardò negli occhi.

“Perché? Per aver messo in pericolo la vita di Ginny? Se avesse una malattia, se…”

“Hai preso in mano la situazione. Sei disposto ad assumerti le tue responsabilità. Hai chiesto aiuto ed anche questo dimostra come tu sia maturo. Ammettere di aver bisogno di una mano, fa parte del crescere. E sono certo che andrà tutto bene. Sono solo preoccupato, come tutti voi.”

Gli s’avvicinò e lo strinse al petto.

“Andrà bene. Tranquillo.”

“Solo quando saprò cosa ne pensa il medico.”

“Ok.”

“Sirius?”

“Sì?”

“Grazie. Grazie di tutto. Ci voleva qualcuno a mettere le cose apposto. E riesci meglio qui che con il tuo ufficio.”

 

Erano seduti sulle scomode sedia fuori dell’ufficio del ginecologo.

Avevano lasciato il villaggio e si erano diretti in città, da un medico babbano.

Si trattava solo di una visita e Ginny non sarebbe stata tagliuzzata, come temeva Ron (“Medici? Quei pazzi che tagliuzzano la gente? No! Mia sorella non andrà da un medico!”).

Ci vollero gli sforzi congiunti di Harry, Sirius ed Hermione per calmare Ron, mentre Ginny rideva.

Avevano optato per un medico, per evitare che qualche mago riconoscesse Harry.

Sarebbe stato difficile spiegare come mai Harry Potter aveva accompagnato la sua ragazza ad una visita ginecologica, se volevano tenere la cosa nascosta, almeno per ora.

“Andrà bene. Sei più agitato di me!”

Ginny strinse Harry al petto.

Harry sorrise, imbarazzato.

“Non vorrei averti messo in pericolo con la mia…”

“Taci! Sarebbe colpa NOSTRA e non solo tua. Sono stata chiara? Ed ora calmatevi! Non devo operarmi al cervello! È solo una visita. Da un medico.”

Alla parola “medico” Ron s’agitò di nuovo, ma bastarono gli sguardi fulminanti di tutti per calmarlo.

Rimasero lì seduti per circa una mezz’oretta e durante la quale Harry e Ron passeggiarono su e giù per il corridoio bianco.

Sirius ed Hermione li guardavano, si guardavano e guardavano il soffitto ad intervalli regolari.

“Come farai a nascondere la tua venuta qui?”chiese Harry.

“Se la smetti di scavare un solco nel pavimento, te lo dico.”

Sirius ghignò all’indirizzo del figlioccio.

Hermione ridacchiò.

Harry si sedette.

“Inventerò una scusa. Dirò loro che sono uscito con qualche collega del Ministero, che avevo degli arretrati…Sistemerò io. Non mi daranno per scomparso.”

Finalmente Ginny uscì dall’ufficio e si chiuse la porta alle spalle.

Aveva una strana espressione sul viso.

Tutti s’alzarono e la guardarono.

“Allora?”

“Il verdetto è…”

Tacque per alzare la suspense.

“Ginny! Non farci stare in ansia!”esclamò Hermione.

Fu in quel momento che Ginny scoppiò a ridere.

“E’…è…ahaha….in…to…ssi…ca…ahaha! Un’ intossi…ca…ahahaha…zione…alimentare ahahaha!”

E rise ancora più forte, tenendosi la pancia.

Gli altri tacquero per un istante, poi risero fragorosamente anche loro.

Così forte che le infermiere li invitarono “gentilmente” ad uscire.

Tutte quelle paure, quelle congetture, la preoccupazione per una possibile malattia, il diventare genitori…tutto apparve lontano.

 

“E tutto si è risolto bene. Ve la siete cavata. Ma la prossima volta state attenti!”

Harry annuì.

Passeggiava con il padrino per le spiagge del villaggio.

Era ormai tarda sera.

“Prometto.”

“Ti ho lasciato un pacchetto nella valigia, per ogni evenienza!”

Harry arrossì, capendo a cosa stesse alludendo.

“G-grazie, Sirius.”

“Parlato con Ginny?”

“Sì. Sta bene. Era solo una stupida intossicazione alimentare. Probabilmente i frutti di mare dell’ultima volta erano andati a male.”

“Li denuncerei, sai? I proprietari del ristorante. Ci hanno fatto venire un colpo!”

“Lei ride ancora per tutta la situazione.”

“Viene da ridere anche a me. Meno male che si è concluso tutto per il meglio.”

Sirius sorrise al proprio figlioccio.

“Bocca chiusa, eh?”

“Te l’ho promesso, no?

Forse è meglio che torni a casa. Devo inventare una scusa. E non so neanche che ore sono lì a Londra!”

Harry rise.

“Scusa!”

“Quando vuoi! Ci vediamo, Harry. E fate i bravi. Ci vediamo tra una settimana.”

Sirius l’abbracciò e sorrise.

Lanciò uno sguardo al mare stupendo ed illuminato dalla luce delle stelle e girò su se stesso.

Un attimo dopo era svanito.

 

 

Eccomi qui, ragazzi miei! Sono riuscita a scrivere un nuovo chappy e so benissimo che v’aspettavate tutt’altro!

Ma…Colpo di scena!

Scusate, mi dispiace, ma una gravidanza ora, non mi sarebbe stata molto d’aiuto, anzi!

Spero riuscirete a perdonarmi, hihihi! E di non avervi deluso! Non mi abbandonerete, vero???? O.o….

È un chappy incentrato su Harry e gli altri e su Sirius! Ma parlerò nel prossimo anche di tutti gli altri, non disperate!

Un grazie a tutti coloro che hanno inserito la mia storia tra i loro preferiti e chi a commentato:

daphne 92: colpo di scena, mia cara! Ma non disperare, un piccolo/a arriverà…non ora, però! Grazie e continua a commentare!

Bebbe95: grazie per il commento, anche io la penso come te, tranne che per Gary Oldman! Io AMO quell’uomo! Continua a recensire!!!

WingsHP: Non ho parlato molto della vecchia generazione, ma nel prossimo capitolo ci sarà eccome! Dimmi che ne pensi!!!

Padfoot_07: grazie per i complimenti e scusa se lei non è incinta! Ma non potevo permetterle una gravidanza. Non ora. Scusami! Spero di non averti deluso…dimmi che ne pensi e se mi vuoi fucilare!

Lyrapotter: finta, finta, finta…per ora!!! Continua a commentare!!!

Erikappa: falso allarme per la nostra Ginny, solo una banale intossicazione alimentare…continua a seguirmi!!!

Germana: oddio, spero di non averti delusa, ora! Dimmi che ne pensi!!!

Streghetta86: grazie dei tuoi complimenti, mi fanno davvero molto molto piacere!!! *me rossissima*!!! Continua a seguirmi!!!

Un bacione a tutti voi

Lily Black 90

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Capitolo 19
*** Incontro con il passato: domande, dubbi e paure ***


 Incontro con il passato: domande, dubbi e paure

Londra. Quando il suo agente gliel’aveva detto non riusciva a crederci.

Il tour…il tour del suo disco toccava anche Londra.

E lei non era pronta. Non voleva andarci, non voleva ritornarci.

Aveva tentato di fargli cambiare idea, di non andare in quella città e neanche in Scozia, non voleva assolutamente.

Ma non c’era stato nulla da fare.

Ricordava l’ultima volta che c’era stata. Non era stata una bella visita, affatto.

Si era precipitata lì dalla sua casa in Svizzera. Non voleva crederci, non voleva farlo.

Non poteva essere vero. Ricordava la voce spezzata di Remus al telefono, il suo “Keira…son…sono…Lily e James…sono morti…”.

Il dolore che l’aveva investita, la consapevolezza di ciò che era successo che aveva acquisito solo quando aveva visto i loro corpi, le loro tombe, i loro visi ancora bellissimi, nell’eternità della morte.

Ed avrebbe voluto essere con loro, anche lei sotto terra.

Morta.

Se chiudeva gli occhi riusciva ancora a sentire l’odore dell’erba bagnata dalla pioggia ed a vedere i vestiti e gli ombrelli neri, la barba argentea del preside, gli sguardi affranti di tutti.

Aveva avuto la consapevolezza che il bambino stesse bene, lo aveva visto per un attimo soltanto...

E rivedere quegli occhi verdi, quello sguardo innocente di bambino…si era sentita morire al pensiero di ciò che era successo.

Aveva visto lo sguardo di Remus, vi aveva scorto il dolore, la tristezza, la delusione e la domanda, al stessa nella testa di chi sapeva.

Era stato lui? Come pensavano tutti? Era lui il colpevole della loro morte, come pensava Silente? Come pensavano tutti quelli che sapevano del Custode Segreto?

No, non era possibile! Non poteva, non l’avrebbe mai fatto.

Lui li amava tantissimo, erano la sua famiglia, i suoi amici, suo fratello…non avrebbe mai fatto una cosa del genere…

E se l’era ripetuto nella testa per tanto tempo. Non era stato lui.

Ma allora dov’era finito? Per giorni non l’aveva visto, né sentito e poi la notizia del suo arresto, dell’uccisione di tutti quei babbani e di Peter.

Era stato lui.

Per giorni aveva lottato con se stessa per negare ciò che il mondo invece affermava.

Perché lo amava, perché si fidava di lui, perché era il Suo Sirius…il ragazzo ribelle, ma gentile che l’aveva conquistata, il suo uomo…non poteva, non era lui...

Ma aveva finito per crederci, con il cuore spezzato.

Ed in una notte era stata privata delle persone che più amava in vita sua, i suoi amici, il suo compagno, la sua famiglia.

Ed cosa l’era rimasto? Nulla, se non un bel pacchetto fatto di sentimenti tristi e brutti ricordi.

Rircordi che non voleva affrontare, che aveva paura di affrontare.

Non voleva soffrire ancora, non voleva vedere i luoghi che avevano significato tanto per lei in quegli anni passati, e pensare ad essi non più con affetto, ma con una pietra sul cuore.

Non doveva accadere. Lily e James dovevano vivere, dovevano vivere per il loro bambino.

Era il loro sogno, la loro famiglia…tutto spazzato via da un mostro e dai suoi aiutanti.

E da lui…E lei era fuggita, si era lasciata tutto alle spalle, era andata via.

Perché non riusciva ad andare avanti in quel luogo, non riusciva a guardare le strade ed i luoghi che aveva amato, vedere le persone care e scorgere i loro sguardi distrutti…

Non voleva affrontare, voleva solo dimenticare, solo non soffrire…

Era andata via, da un’amica, a Los Angeles, chilometri e chilometri di distanza da Londra, in un altro continente. Ma la distanza non era servita a nulla.

Non serviva la distanza, ed il tempo ancora meno. E dopo 18 anni il dolore non era diminuito, né aumentato. Era lì, dentro di lei, marchiato nel suo cuore e di lì non accennava ad andarsene.

Si era allontanata dal mondo della magia, non aveva avuto più nessun rapporto con i suoi vecchi amici, o quelli che erano ancora vivi, quelli risparmiati dalla furia e dalla morte seminati da Voldemort.

Aveva smesso di usare la magia, di leggere giornali dei maghi e si era rifugiata nell’unico mondo che ancora non l’aveva ferita così: il mondo dei babbani.

Perché era stata la magia ad uccidere Lily e James. Era stata la magia a provocare tutto quello, solo e soltanto la magia.

Ed era stata anche la magia a strapparle via l’unica persona che amava a tal punto da uccidersi: il suo Sirius.

Sentiva per lui un odio per ciò che aveva fatto, lo detestava, ma in lei rimanevano ancora le sue parole, il sapore delle sue labbra, il calore del suo abbraccio e la delicatezza delle sue carezze…

Bellissimi ricordi di loro due, insieme, prima di tutto questo, prima della morte di Lily e James, prima del suo tradimento, prima di Azkaban e della sua fuga in America.

Bei ricordi che non entravano in conflitto con quelli dolorosi.

Sembravano conservati in un sacchetto impermeabile e nulla poteva scalfirli, né rovinarli, né distruggerli, né far loro del male.

Erano parte di lei e risalivano a galla ogni volta, anche se lei tentava di non pensarci.

Più li evitava, più rivedeva i suoi bei momenti in una frase, in un colore, in una giornata…

E dopo suo padre, ora anche loro, ora anche Lily e James…e con loro aveva perso anche Sirius.

Aveva vissuto credendolo colpevole, lottando contro questa orribile verità, ma accettandola con dolore come avevano fatto tutti, Remus compreso.

Sentì lacrime rigarle le guance, anche se aveva lottato per trattenerle, alla fine avevano avuto vinta sulla sua debole forza di volontà.

E come ogni volta che pensava al passato, si ritrovò a singhiozzare, affondando il viso nel cuscino.

Non bastava fuggire, andare in un altro continente, chiudere le porte al mondo della magia, il Suo Mondo, non sentire i suoi vecchi amici…

L’ultima volta che aveva sentito qualcuno era stato mesi fa.

Aveva incontrato Jane, la loro amica, per caso, per le strade di Los Angeles.

E rivederla, le aveva fatto venire in mente anche l’ultima volta che l’aveva vista: al funerale.

Ricordava ancora il suo sguardo distrutto.

Anche lei non aveva sentito più nessuno da allora.

Anche lei voleva dimenticare.

Stava ancora con Mike ed il loro legame si era rafforzato di anno in anno. Dopo un fidanzamento durato 7 anni, si erano sposati ed avevano avuto tre figli.

La vita andava avanti.

Per tutti tranne che per lei.

La verità è che ingannava se stessa dicendo di aver rotto con il passato, di aver dimenticato.

Non poteva farlo. Ed il passato viveva con lei, la seguiva passo passo e le impediva di andare avanti.

Ed ora stava per fare i conti con esso. Sul serio. Ritornando lì dove era iniziato tutto.

A Londra.

Si alzò lentamente e si posizionò davanti allo specchio.

A ricambiare il suo sguardo affranto, fu una donna di 38 anni dai bellissimi occhi blu mare e dai capelli biondi. O meglio, in passato erano stati castani, ma era passata alle ciocche viola, in uno strano periodo della sua adolescenza, alle meches bionde ed ora era completamente bionda.

Lo sguardo cadde sul un disco posato sulla sedia lì accanto.

“Crystal Flower”

Ecco un’altra cosa che le impediva di rompere con il passato.

Quel nome, il nome che Sirius le aveva dato.

Non era riuscita a separarsene, e quando era riuscita ad inviare una sua canzone ad una casa discografica di Los Angeles, l’aveva firmata con quel nome.

Crystal Flower

Crystal Flower

Crystal Flower

Aveva mandato la canzone solo due mesi fa ed ora era un successo. Che fortuna!

Aveva anche un contratto…Caspita! E tutto così in fretta!

E dopo il lancio della canzone, aveva avuto un agente, organizzato un tour, fatto concerti…

Tutto così rapidamente!

Ripensando ai quei 18 anni passati in America non sapeva come definirli.

Erano stati difficili. Aveva convissuto con un’amica e dopo un po’ lei si era sposata.

Era stata durissima riprendere la sua vita da sola, ma era stata una sua scelta ed aveva lottato per essa.

Aveva smesso di scrivere canzoni, pur conservando strumenti ed il suo inseparabile quaderno di canzoni.

C’erano tutte le sue canzoni, tutte, anche quelle che aveva scritto con lui ed i loro numerosi duetti…

Ma solo due mesi fa aveva ripreso il coraggio. Perché?

Non se lo sapeva spiegare bene neanche lei.

La situazione era nettamente migliorata, stavano tutti bene, tutti si leccavano le ferite…

Voldemort, come seppe per caso, da un mago incontrato per caso ad un negozio che ne parlava con un amico, era morto. Era stato sconfitto.

Ed era stato Harry.

Il loro figlio. Il loro bambino. Stava bene, ed era il vincitore.

E questa consapevolezza, sapere che lui, che aveva perso più di lei, aveva lottato ed aveva vinto, le aveva dato la forza di provarci.

Ed ora sarebbe ritornata a Londra. Forse l’avrebbe visto. Che dirgli? Come avvicinarlo?

Ma doveva affrontare tutto questo. Era giunta l’ora di crescere, maledizione.

E smettere di fuggire.

Anche perché, come aveva costatato, la sua fuga non aveva adempiuto al suo compito principale.

 

 

Mancava un giorno al ritorno dei ragazzi e tutti erano felicissimi di rivederli.

Sirius aveva tenuto la bocca chiusa con James e Lily sulla faccenda di Harry e Ginny.

“Quanto manca ancora?”

Lily guardò il marito, sorridendogli dolcemente.

“Solo un giorno.”

James chiuse gli occhi, affondando il viso nel cuscino.

Era domenica mattina e, mentre Lily era già sveglia da un bel pezzo, lui era rimasto nel torpore del letto.

“So che ti manca. Manca tanto anche a me. Ma abbiamo fatto bene a lasciarlo andare ed a non venire con lui. È grande e lo sai.”

Lily si stese sul letto, accanto a lui e posò la testa sulla sua spalla.

James le cinse i fianchi, stringendola al cuore ed  affondando il volto tra i suoi rossi e profumati capelli.

“Sai di buono. Di fiori. Gelsomino, per la precisione.”

Lily gli sfiorò il viso con la punta delle dita.

“Che farei senza di te?”sussurrò posandogli un leggero bacio sulla punta delle dita.

“Non riusciresti a vivere. Però, io, d’altro canto, potrei sempre trovarmen…”

Lily non gli diede il tempo di finire la frase, perché si staccò da lui e gli tirò un cuscino sul viso.

“Ahi! Stavo sch…”

Altro colpo.

Lily era inginocchiata sul letto, armata di cuscino.

James si rizzò di fronte a lei.

“E’ la guerra che vuoi? Allora guerra avrai!”

E continuarono a prendersi a cuscinate, ridendo come due bambini ed urlando così tanto che Sirius corse nella loro stanza.

“Ma cosa diavolo…”

La stanza era piena di piume e Lily e James giacevano a pancia in su sul letto, ridendo.

“E poi rimproveri me e James se facciamo la battaglia dei cuscini! Vedo che utilizzi anche tu questo metodo, Lily!”

S’appoggiò allo stipite della porta, guardandoli con aria divertita.

“Meno 1 giorno.”disse.

“Già.”disse James, alzandosi e rimettendo tutto a posto con un colpo di bacchetta.

Anche se non lo confessavano mai nelle lettere che spedivano ai ragazzi, la loro mancanza si faceva sentire. E molto anche.

“Speriamo che si stiano divertendo. E che passino in fretta questi giorni!”sospirò Sirius.

Durante l’assenza di Harry, Ron, Ginny ed Hermione la casa era sembrata un po’ vuota.

Mancava la loro esuberanza, la loro compagnia.

Anche se si sentivano stupidi ad ammettere che soffrivano per quella lontananza.

“E’ normale! Andiamo! Non vediamo Harry da anni e sta con noi solo da un mese. È ovvio sentire la sua mancanza.”disse Lily, preparando la colazione.

“E Remus, Dora e Teddy sono anche partiti!”disse Sirius.

Infatti, due giorni fa i loro amici ed il loro pargolo erano partiti con Andromeda per l’Irlanda, dove Andromeda aveva una casa.

“Potevi andare con loro! Ti hanno anche invitato!”fece Lily.

“Non mi andava di fare un’allegra vacanza in famiglia.”

“Devi trovarti assolutamente una ragazza, bello mio. O finirai zitello!”disse James, sorseggiando la sua tazza di caffè. Ne bevve un sorso, posò la tazza ed aggiunse altri due cucchiai di zucchero.

“E tu di una palestra, se metti ancora zucchero!”lo prese in giro Sirius, mentre Lily rideva.

James gli fece una linguaccia e bevve ancora.

“Ed ecco a voi il singolo di successo di quest’estate: Waiting for tonight della bellissima e strepitosa Crystal Flower!”urlò un tizio alla radio.

James che stava sorseggiando il suo caffè, tossì e ne sputò un po’ sul tavolo.

Sirius che stava mangiucchiando una ciambella si voltò verso di lui, con un’espressione stupita sul volto.

Lily, d’altro canto, era troppo impegnata a sistemare la cucina per accorgersi delle loro espressioni.

“LILY!”esclamarono all’unisono, facendola sobbalzare e voltare.

“Cosa avete da urlare, voi due?”

“Crystal Flower. Ti dice qualcosa? So che non hai sentito molto la radio da morta, ma il nome non ti ricorda nulla?”

James andò alla radio ed alzò il volume della canzone.

“Cosa dov…”

Lily li guardò sorpresi.

“Non è…non può essere…so a cosa state pensando, ma non può essere…LEI!”

“Sono passati 18 anni. Non sappiamo cosa sia successo. Non l’abbiamo tenuta d’occhio. Non ci siamo riusciti.”disse James.

Sirius inghiottì il pezzo della sua ciambella e guardò gli amici.

“18 anni. Non sap…cosa diavolo potrebbe esserle successo…cosa e come…”

“Vorrei ricordare a tutti gli ascoltatori della Gran Bretagna che un concerto della meravigliosa Crystal Flower ci sarà il 20 agosto a Londra. Non mancate!” urlò ancora il tizio alla radio.

“Quale migliore modo per scoprirlo, se non andando al suo concerto?”disse James.

 

Sirius salì in camera sua e si lasciò cadere sul letto, le mani sugli occhi, confuso.

La sua mente era piena di domande.

Ma una sovrastava le altre, sembrava urlargli nelle orecchie.

Crystal Flower. Era. Keira. Sanderson?

Era la sua ragazza, la sua bellissima amata?

Poteva essere lei? Era possibile? Cos’era successo in quei 18 anni?

Non sapeva nulla, non…

Nel ripensare a loro due, sentì una stretta al cuore.

S’accorse di quanto avevano perso, di cosa lei doveva aver pensato di lui, dei suoi errori, della sua prigionia…

Se era davvero lei, si sarebbe ricordata di lui? L’avrebbe riconosciuto?

Cosa sarebbe successo, se fosse stata davvero lei? Cosa sarebbe successo?

Cosa avrebbe fatto? E soprattutto sarebbe stato tutto come prima?

E dato che la risposta, molto probabilmente, era negativa, cosa sarebbe accaduto tra loro?

Potevano gettare nel dimenticatoio una storia come la loro? Potevano far finta che non c’era stato nulla tra loro? Potevano dimenticare tutto quanto? Ci sarebbero riusciti?

Sirius scavò dentro se stesso e recuperò i loro ricordi, protetti e custoditi così in fondo al suo cuore che neanche i Dissennatori erano stati capaci di strapparglieli via.

I loro baci, le loro carezze, le loro promesse, i loro sogni…tutto distrutto in quella maledetta notte…

Se era lei…quanto avrebbe voluto avere ora la certezza e non aspettare giorni per vedere Crystal Flower al concerto…se era lei…cosa potevano recuperare? C’era qualcosa da recuperare?

O dovevano solo infilare i loro ricordi in un mattatoio e distruggerli per sempre?

E se non era lei? Tutte le sue speranze sarebbero andate in fumo, lui…

No! Non doveva pensarci, non doveva rovinarsi la giornata.

Doveva sapere pazientare. Solo pochi giorni. E poi avrebbe saputo la verità.

E quale fosse stata l’avrebbe affrontata.

E James l’avrebbe aiutato, l’aveva capito dallo sguardo che gli aveva rivolto in cucina.

Sì, si sarebbe stato. Ed anche Lily non l’avrebbe abbandonato al suo dolore…o alla sua follia…

 

 

“Ragazzi! Venite qui! Come diamine siete abbronzati!”

“Che bello rivedervi! Vi siete divertiti?”

“Dovete raccontarci tutto!”

Molly, Lily e la mamma di Hermione corsero ad abbracciare…o meglio, a stritolare, i quattro ragazzi.

James, Sirius, Arthur ed il padre di Hermione evitarono di soffocarli.

Nei primi 10 minuti ci fu solo un caos di urla, abbracci, baci e coccole.

Dopo i ragazzi poterono respirare.

“Ah, le mamme!”

James sorrise, radioso al figlio.

“Papà.”

Harry finse di avere un contegno e gli batté semplicemente una mano sulla spalla.

Ma James si lasciò prendere dalla foga e lo abbracciò come avevano fatto le donne.

“Ah, i papà!”fece Sirius e tutti risero.

Ma poi si unì anche lui all’abbraccio.

“Finalmente siete tornati! Ci stavamo annoiando!”fece Sirius.

“Anche noi senza te e James. Ci sono mancate le vostre pazzie.”rise Ginny, salutando tutti i maschietti.

“E poi siamo anche tornati per un’altra cosa!”esclamò Hermione.

Tutti la guardarono ed Harry e Ron alzarono gli occhi al cielo, sospirando forte.

“Cosa?”chiese Arthur.

“Il concerto di Crystal Flower!”esclamarono Ginny ed Hermione all’unisono.

Sirius, James e Lily si guardarono per un secondo.

“Non la conoscete?”

Ginny era sorpresa.

“Forse meglio di te.”disse James a bassa voce, ma Hermione lo guardò.

“Cosa?”

“Nulla!”s’affrettò a dire James.

“Se volete possiamo chiedere al Ministero. Cerchiamo qualcuno che ce li possa fornire.”propose Lily.

“Sarebbe fantastico.”

Le due ragazze erano raggianti.

“Su, entrate! Noi mamme abbiamo preparato un pranzo con i fiocchi. Ma non avete mangiato sull’isola? Siete così magri!”

Molly pizzicò una guancia di Ron, che arrossì in zona orecchie.

“Mamma! Insomma! Smettila! Abbiamo mangiato eccome!”

“E questi sono per voi!”disse ad un tratto Ginny, tirando fuori dalla borsa una serie di sacchettini.

Ne seguirono esclamazioni, ringraziamenti, risate e sorrisi.

Ed i souvenir vennero appesi e messi in giro per la casa, che fu riempita di conchiglie e ciondoli e roba del genere…

 

I giorni passarono lentamente.

Come quando si desidera fortemente una cosa, e quella sembra non arrivare mai.

Sirius, Lily e James erano ansiosi, preoccupati e pensierosi e non potevano nasconderlo.

Ciò scatenò una serie di domande, da parte sia dei ragazzi che degli altri adulti. Domande le cui risposte furono evasive o false.

Avevano i biglietti per il concerto. Oltre ai quattro ragazzi ci sarebbero stati anche Sirius, Lily e James.

“Dov’è Remus quando ho bisogno di lui?”

Meno un giorno.

Sirius camminava nervosamente per tutta la stanza, in ansia più che mai.

“In vacanza con la sua bella. Cerca di calmarti.”gli disse James, disteso sul suo letto.

Lily si alzò e s’avvicinò a Sirius, interrompendo il suo moto.

“Non fare così, ti prego. James, ha ragione. Non serve a nulla agitarsi.”

“E se è lei?”

“Le parli, no?”

“E poi tranquillo. Quando ci vedrà come minimo sverrà. Quindi se è lei, avrai tutto il tempo per pensare a cosa dire.”

Lily tirò un cuscino addosso al marito.

“James!”lo rimproverò.

Lui si rizzò a sedere.

“Lily, andiamo! Come pensi reagirà? Se come dice Hermione, si è tenuta lontana dal mondo dei maghi, come dicono i suoi fan, non saprà che siamo ritornati in vita.

Crederà Sirius ancora un assassino…Ok, forse è meglio pensare sin da ora a cosa dirle.

Preparo carta e penna.”

Li fece apparire dal nulla con un colpo di bacchetta e si rivolse ai due in piedi dinanzi a lui.

“Allora? Sono aperto ai suggerimenti. Ci smaterializziamo nel suo camerino e le diciamo: “Sorpresa!”

No, aspetta! Se facessimo così morirebbe sul colpo!”

“Esatto! E poi mostreresti a tutto il mondo babbano che siamo maghi.”fece Lily.

Si sedette ed obbligò Sirius a fare lo stesso.

“Lei è conosciuta sia nel mondo babbano che nel mondo dei maghi?”chiese James.

“Non per sua volontà.

Pare che si sia rifugiata nel mondo dei babbani dalla nostra morte. Alcuni maghi la conoscono per caso. Pare che voglia evitare la magia.”

“Forse pensa che sia la causa di tutti i mali.”mormorò Sirius, il viso affondato nel cuscino.

“Può darsi. È strano vederti così, sai? Rivoglio il mio migliore amico allegro e spiritoso!

Chi è questo uomo depresso?”sussurrò James, battendogli una mano sulla spalla.

“Lo rivedrai alla fine di quest’attesa. Ed avrà bisogno del vostro aiuto per…qualsiasi cosa ci sarà.”

“Pagare prima! Il nostro servizio d’assi…”

“Ramoso! Chiudi il becco!”

“OK! Scusa!”

James e Lily si stesero sul letto accanto all’amico.

“Andrà tutto bene. Su! Noi ci saremo. Sempre.”

 

Sirius temeva il futuro. Aveva smesso i panni dell’uomo coraggioso ed ora, così all’improvviso, doveva fare i conti con il passato.

E tutto per un annuncio alla radio!

Riaprì gli occhi nel giorno del concerto.

Avrebbe saputo la verità. L’avrebbe rivista, se era lei.

Se non era lei, avrebbe dovuto fare i conti con la sua delusione.

Ma ci avrebbe pensato dopo.

 

Keira aprì gli occhi, stropicciandoseli.

Sbadigliò e si scostò i capelli a caschetto biondi dal viso.

Era a Londra da ieri notte. Non aveva avuto neanche il tempo di razionalizzare la cosa che il suo agente l’aveva portata in albergo e lì era crollata dal sonno.

Si alzò e s’affacciò alla finestra.

Era nel centro di Londra, che conosceva bene. Sapeva a memoria le sue vie, i negozi dove era stata con Lil…

Chiuse gli occhi.

La sua amica Lily e James.

C’era il ricordo delle loro passeggiate al centro, dei loro gelati, scherzi ed abbracci, con Sirius, Remus, con il piccolo Harry.

E doveva accettare tutto ciò.

“Londra, sono qui.”

 Ciao a tutti!!!!

Grazie delle numerose recensioni, vorrei tanto ringraziarvi uno per volta, ma vado di fretta!!!! Scusatemi!!!!

Grazie mille ancora per tutte le vostre recensioni, che adoro leggere come al solito, molte mi lusingano e mi piace moltissimo ricerverle!!!

E Grazie anche a chi ha inserito la mia storia tra le sue preferite, sono onoratissima!!!

UN bacione a tutti voi

Lily Black 90

 

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Capitolo 20
*** Certezze ***


Tutto attorno a lei ferveva.

Persone che correvano su e giù, tecnici che controllavano le ultime cose, truccatrici e costumiste che la rincorrevano.

Keira sentì il panico avvicinarsi, attanagliandole lo stomaco e chiudendoglielo.

Gettò in un cestino lì vicino la merenda che stava sbocconcellando.

Si sentiva malissimo, come sempre, prima di un concerto. Prima di una qualsiasi esibizione.

L’ansia era alle stelle, era angosciata e…

“Crystal, si calmi. È una cantante straordinaria. Pensi al successo che ha ottenuto in così poco tempo. È fatta per cantare.”

Tisha, la costumista, sorrise, mentre le aggiustava l’abito.

Le sfiorava le ginocchia ed era argentato.

I capelli biondi le sfioravano a stento le spalle, a caschetto, e Keira fermò una ciocca ribelle con una molletta.

Mancava solo mezz’ora al concerto.

Si sarebbe esibita a Londra, la sua amata ed odiata città.

“Grazie, Tisha. È solo che sono in ansia. Come sempre.”

Era lei la costumista che l’aveva seguita nelle altre città, Parigi e Berlino, per i concerti.

Donna di mezz’età, sempre sorridente ed incoraggiante, riusciva a farla sentire un po’ meglio, prima di ogni esibizione.

“Lo so, signorina.”

“Crystal e dammi del tu, come ti chiedo sempre. Non sono una star. Sono solo me stessa.”

Era quella la se stessa che voleva essere? Una star, una cantante in giro per il mondo?

Sì, un tempo…ora avrebbe solo voluto avere i suoi amici…i suoi veri amici…

 

“Pronti? Il concerto inizierà tra pochissimo, su!”esclamò Hermione.

Indossava una semplice maglietta su dei jeans, ma Ron l’ammirò ugualmente scendendo le scale ed andandole incontro.

L’abbracciò, posandole un bacio sulle labbra.

“Rilassati. Arriveremo presto. Ginny ed Harry sono ancora di sopra.”

“Dì loro di pomiciare dopo, allora!”

“Siamo qui. Calmati!”

Ginny scese le scale, ridendo trascinandosi dietro Harry.

Né lui né Ron condividevano l’entusiasmo per il concerto.

Ma stavano accontentando le due ragazze.

 

Sirius taceva, seduto sull’altalena in giardino, lo sguardo fisso a terra.

Si era rintanato in quell’angolo remoto del giardino un’ora prima del concerto e pensava.

Mille domande gli frullavano nella testa, mille ricordi.

Ed anche se tentava di non pensarci, quelli ritornavano a perseguitarlo.

Lily lo scorse dal balcone e scese di sotto.

Gli si avvicinò, posandogli una mano sulla spalla.

Assorto com’era Sirius sobbalzò.

“Scusa. Non volevo spaventarti.”si scusò Lily.

Era bellissima nel suo vestito azzurro cielo e gli sorrideva.

“Se fosse davvero Keira…come…cosa…”iniziò Sirius.

“Lily, come faremo a spiegarle tutto? A presentarci dinanzi a lei, senza evitare uno svenimento, come ha detto James?”

Lei s’appoggiò all’altalena e rifletté.

“Se è lei...Sirius, non lo so, credimi! Vorrei avere una soluzione, ma non so che fare...

“Andiamo, su! Il concerto è tra meno di 10 minuti!”

James arrivò trafelato e, dopo averli afferrati per i polsi, si smaterializzò, preceduto dai 4 ragazzi, sul luogo del concerto.

 

Keira camminava su e giù, nervosamente, tormentandosi il vestito argentato.

“Waiting for tonight, Is it you, Complicated…”

I testi e le parole le vorticavano nella testa e fu costretta a sedersi.

John, il suo manager, le s’avvicinò.

Alto, paffuto, vestito di scuro, aveva una pelata luccicante e le sorrideva.

Crystal. Andrai una meraviglia. Come sempre. Sei una meraviglia. Calmati.”

Keira annuì.

Era una meraviglia. Glielo dicevano tutti, ma lei si sentiva molto lontano da esserlo sul serio…

“1 minuto.”le disse John.

Keira chiuse gli occhi per un attimo.

Poi li riaprì trovandosi il volto di John dinanzi.

“Sono pronta.”

“Brava, la mia piccola stella. Ed ora vai tranquilla.”

“10 secondi! 9, 8, 7…”urlò qualcuno da qualche parte.

Keira si posizionò velocemente dinanzi al drappo che la nascondeva dal palcoscenico.

2, 1…

Uscì sul palcoscenico dell’enorme teatro ed una folla l’accolse, urlando.

Tremava, come sempre, in preda all’ansia.

Poi la musica iniziò.

Sentì le prime note di “Complicated” e l’ansia sparì.

“E’ come cantare nello studio di registrazione. Basta solo fingere che davanti a te non ci siano migliaia di persone…tutto qui.”si disse.

“Niente di più facile.”

Sentì la musica scorrerle nel sangue ed iniziò a cantare.

E l’ansia e la paura sparirono.

Era da sola e la sua musica, i suoi testi e tutta la magia che ne derivava…

 

Harry e Ron furono trascinati dalle due ragazze dinanzi, lasciando indietro Lily, James e Sirius.

Circondati dalla folla urlante Sirius si fece coraggio ed afferrati gli amici andò davanti.

Voleva sapere. Aveva bisogno di sapere. Doveva sapere.

Sentiva la folla urlare, ma l’ignorò.

Vide le urla intensificarsi, quando Crystal Flower uscì.

Se avesse potuto si sarebbe smaterializzato sul palco per vederla meglio, ma preferiva non rivelare a migliaia di babbani riuniti l’esistenza dei maghi…

Ma anche da lontano riuscì a vederla bene.

Capelli biondi le attorniavano il viso pallido, il vestito argentato luccicava ed i suoi occhi…azzurro cupo, quasi blu…

Avrebbe riconosciuto i suoi occhi tra miliardi.

Iniziò la musica e Keira Sanderson iniziò a cantare…

 Scusatemi per il ritardo e per il capitolo corto!!!

Ringrazio tutti coloro che hanno commentato lo scorso capitolo e scusatemi se non lo faccio uno ad uno...ma sono di fretta!

Ciaooooooooo

P.S. Anche se con un pò di ritardo vi auguro un bellissimo 2009!!!

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Capitolo 21
*** Rapimenti e Spiegazioni ***


 

Tumulto, urla, caos.

Keira riusciva a percepire l’energia attorno a sé, prima, durante e dopo il concerto.

Intorno a lei solo brusio, ma nella sua mente c’era posto solo per la sua musica, le sue parole, le sue canzoni…

 

Lily guardò Crystal sul palco e riconobbe in quella cantante la sua amica.

In un attimo fu travolta da mille emozioni e ricordi.

Chiuse gli occhi e s’appoggiò al marito.

“J-james…James, è lei.”

“Lo so. L’ho vista.”le sussurrò piano all’orecchio.

James strinse a sé Lily e posò lo sguardo sul migliore amico, che era immobile, lo sguardo fisso sulla donna.

“Sirius…”disse ad alta voce, ma l’amico non l’udì o lo ignorò.

Aveva lo sguardo fisso sulla donna.

Keira…la sua Keira…

Un’ondata d’emozione l’investì e fu scosso da brividi che con il freddo, ad agosto inoltrato, non c’entravano un bel niente.

Era lei. Era lei. Era lei. Era la sua vicinanza a fargli sentire tutto questo.

Pensò al tempo trascorso insieme, come aveva fatto in quei giorni, sospettando che fosse lei la cantante.

Era cambiata, certo, era cresciuta, aveva sofferto, ma era lei…ed era vicinissima a lui…

Ai piedi del palco la guardava…erano vicinissimi, più di quello che erano stati in 18 lunghissimi anni di separazione…

Solo il palco li divideva, e la folla urlante…solo quelli…una distanza colmabile, colmabilissima, certo, ma a Sirius sembrava insormontabile.

Era lei…

“E’ lei.”

Era questa la frase che gli rimbombava nelle orecchie.

Sentiva la sua voce, la sua musica, riconosceva il suo stile, la sua gioia nel cantare, le sue paure e le sue speranze…

Aveva sempre desiderato diventare una cantante…

Crystal Flower

“Sei il mio fiore di cristallo.”

Era stato lui a chiamarla così per la prima volta.

Lei che era sempre stata così forte all’apparenza, così bella, spiritosa, sicura di sé, ma che gli aveva rivelato il suo lato più fragile, le sue paure, le sue emozioni…

“Sei il mio fiore di cristallo.”

E quante volte in quegli anni trascorsi insieme l’aveva chiamata così, quante volte l’aveva stretta a sé e gliel’aveva sussurrato all’orecchio…

Ed ora aveva usato quel nome per la sua carriera di cantante.

Rappresentava un legame con il passato, un passato che non riusciva a dimenticare.

Sirius alzò lo sguardo su di lei. La sentì cantare, la vide vicinissima a lui e sentì una voglia irrefrenabile di salire sul palco e dirle ogni cosa, farsi vedere…

Come avrebbero fatto? Come avrebbe reagito Keira, nel rivederli?

Nel sapere che Lily e James erano tornati in vita? Nel vedere lui?

Forse lo credeva un assassino, probabilmente non sapeva la verità…

Ovvio che non la sapesse! Come avrebbe potuto?

Si sentì male nel pensarci…Forse non si sarebbe fidata di lui, forse avrebbe fatto come aveva fatto Remus anni prima…forse non gli avrebbe creduto…ma c’erano Lily e James…l’avrebbero aiutato…

Aveva bisogno di un aiuto, di qualcuno che le parlasse, che la preparasse…

Ma dov’era Remus quando aveva bisogno di lui?

Keira, sicuramente, non sapeva della sua morte, se non leggeva i giornali dei maghi.

Aveva bisogno di un aiuto. Dove trovare qualcuno che…

Harry!

Il pensiero lo colpì come un bolide alla testa.

Poteva chiedere aiuto ad Harry. Keira non lo conosceva, non lo vedeva da anni ed anni…

Sparì tra la folla, lasciandosi dietro Lily e James che lo guardavano allibiti.

Vide di sfuggita il suo figlioccio, subito inghiottito dalla folla.

Corse in avanti e raggiunse Harry che ballava con Ginny.

Harry si voltò verso il padrino, che era trafelato.

“Sirius! Stai bene?”

Harry lo guardò, preoccupato.

Sirius era piuttosto agitato.

“Ginny, posso prendere in prestito il tuo ragazzo?”chiese.

Ginny annuì.

“Certo. Ma stai bene?”

“S-sì. Gli devo chiedere solo un favore.”

Harry seguì Sirius all’aperto, sul retro, lontano dalla folla e dal caos.

Lì la musica e le urla arrivavano solo attenuate.

“Sirius!”

Harry lo afferrò per un braccio e lo costrinse a voltarsi.

“Stai bene? Cos’è successo? Hai una faccia? Dove sono mamma e papa?”

“Tranquillo. Sto bene. Stanno tutti bene. Ho solo un favore da chiederti.”

Sirius si sedette su una cassa di legno sul retro.

“Crystal Flower…lei…la conoscevo. E bene anche. Anzi, benissimo. Ed anche Lily e James.”

“Davvero? Chi è?”

“Keira Sanderson. Era la migliore amica di Lily ed amica di James. E la mia fidanzata.”

Harry lo guardò basito.

Crystal Flower era stata la fidanzata di Sirius?

Guardò il padrino, lo vide sorridere piano, agitato.

Aveva uno sguardo perso nei ricordi.

Sirius era stato innamorato ed anche molto a giudicare dal suo sguardo.

E lo era ancora, sempre dal suo sguardo.

“Non sa di voi? Che siete ritornati in vita?”

“Credo mi credi ancora un assassino, come credeva anche Remus.”

“Non sa nulla? Del cambiamento che hai fatto all’ultimo momento con…Minus…e…”

“Nulla, Harry. Assolutamente nulla. Era via quando i tuoi sono morti, quand’è successo tutto.

E non sa nulla del dopo. Nulla. E non posso incontrarla e farle rivedere Lily e James.

Le verrebbe un colpo.”

Harry chiuse gli occhi.

“Mi serve il tuo genio giovanile. O James le farà venire un infarto, smaterializzandosi nella sua camera d’albergo.”

Harry rise.

“Ok. Vuoi che le parli io? Non mi conosce, potrei spiegarle tutto…e sperare che mi creda.

Di solito le persone non ritornano in vita dopo la morte.”

“Ed il fatto che abbia escluso la magia dalla sua vita non….”

La porta si aprì ed uscirono Lily e James.

“Ho chiamato in aiuto vostro figlio.”spiegò Sirius ai loro sguardi interrogativi.

“E non potevi dircelo prima di sparire tra la folla?”

James si sedette accanto a lui sulla cassa.

“E…”

“Potrei parlarle io. Non mi conosce e potrei spiegarle tutto.”disse Harry.

“Scusami, se ti ho portato via da Ginny, ma ero…”iniziò Sirius, ma Harry lo interruppe con un sorriso.

“Disperato?”

“Si vede così tanto?”

Si udì un coro di “Nooo!”sarcastico e Sirius rise.

“E poi non importa, tranquillo. Potrebbe funzionare?”

Harry si rivolse ai genitori.

“Sì. Ma dovresti eludere la sorveglianza. Dopotutto ora è una celebrità. Avvicinarla non sarà semplice.”rifletté Lily.

“Tra quanto finisce il concerto?”domandò James.

“Tra mezz’ora, mi ha detto Hermione.”rispose Harry.

James s’illuminò in viso.

“Io ho un’idea. Quando oggi Hermione è venuta a casa, l’hanno accompagnata a casa i suoi genitori che sono rimasti un po’ a parlare con noi e con i Weasley. Hanno l’auto?”

“Sì, ma cosa…cosa c’entra?”

“Ce la potrebbero prestare?”

 

“E’ una follia! Keira avrà qualcuno che l’accompagna all’albergo. Non è possibile rapire qualcuno.

E non puoi convincere Harry a farlo! Te lo proibisco! Finiremo nei guai!”

“Lily, amore, calmati! Possiamo sempre usare un incantesimo di memoria sui babbani suoi amici e mettere tutto a posto. Hermione ha detto che potevamo prendere in prestito l’auto dei suoi, gliel’ha chiesto, anche se era un po’ sospettosa.”

“Chi di noi sa guidare?”

“Non sarà tanto difficile, no?”

James scrollò le spalle.

“E come avresti intenzione di rapirla?”

“Uscirà dal retro, no? Non credo dalla porta principale. Lì ci sono un mucchio di persone.”

“E tu arriverai e la rapirai caricandola sulla macchina? Magari con un passamontagna sul viso così non ti riconosce?”

“Metterò un basco. Non mi vedrà in viso. La porteremo a casa e durante il tragitto Harry le spiegherà la situazione.”

“Papà, sei pazzo.”intervenne Harry.

“Lo so.”

“E se non fosse sola, cosa certissima, come faremo?”

“Farai un incantesimo di memoria su chi è con lei e poi la convinceremo a chiamare i suoi aiutanti o chi è con lei, amici etc ed inventare una scusa.”

“Ok. Riassumo il tuo folle piano malefico: tu vorresti rapire la mia migliore amica, tenderle un agguato appena esce sul retro, caricarla in macchina, spiegarle tutto attraverso Harry e fare un incantesimo di memoria ai suoi amici o aiutanti?”

“Sì.”

“E se funzionasse, saresti un genio. Altrimenti, me la pagheresti.”sentenziò Sirius.

“E’ una follia.”

Lily guardò il marito, scettica, le mani sui fianchi.

“Andrà bene. Fidati di me.”

“Sai che mi fido, ma...”

“Ed allora rilassati. Tu, Harry, sei convinto?”

“In un certo senso...”

Harry scrollò le spalle.

James estrasse la bacchetta dalla tasca, controllò che non ci fosse nessuno e fece apparire dal nulla un basco che indossò.

“Almeno mi copre un po’ il volto. Ed ora vado a prendere l’auto e ci smaterializziamo qui.”

“Ti smaterializzi con l’auto qui?”

Lily era allibita.

“Sì. Starò attento a non rompere nulla.”promise James prima di fare una piroetta su se stesso e sparire.

“E’ un folle.”sentenziò Harry.

“E lo fa per me.”ammise Sirius.

Harry gli s’avvicinò.

“Andrà tutto bene. Parlerò io con Keira. Le spiegherò tutto.”

Gli sorrise.

Sirius gli appariva così vulnerabile…

Dov’era il suo padrino sicuro di sé, spiritoso e sagace?

L’abbracciò forte.

“Andrà bene.”

Stupito da quell’abbraccio Sirius rimase immobile per un attimo prima di ricambiare.

“E’ tutto ok.”ripeté Harry.

Sentirono gli applausi e le urla intensificarsi.

Qualcuno aprì la porta e Keira uscì ridendo, ancora in abito di scena, seguita da due guardie ed un uomo pelato.

Ed in quel momento James si smaterializzò davanti a loro con l’auto dei Granger.

 

“No! Mettimi giù! No! Chi diavolo sei?”

James aveva afferrato Keira per la vita e stava cercando di infilarla in macchina sul sedile posteriore.

Ma la ragazza si divincolava ed urlava.

“Ti sarà spiegato tutto dopo.”disse James, rendendo la voce più roca, tentando di camuffarla.

“NO!”

Harry corse incontro a loro, mentre Lily faceva rapidamente un incantesimo di memoria e stordiva coloro che avevano accompagnato Keira.

Poi afferrò Sirius, che guardava la scena pietrificato, e si smaterializzarono a casa.

Keira non li aveva proprio visti, impegnata a divincolarsi ed ad urlare, stretta tra le braccia di James.

“Crystal! Keira! Keira Sanderson, giusto? Si calmi! Le devo parlare!”esclamò Harry.

Keira era basita. Aveva visto quel ragazzo avvicinarsi a loro.

Come faceva quel ragazzo a sapere il suo vero nome? Poche persone lo conoscevano.

Era sempre stata nota con il nome di Crystal Flower per chi non la conosceva bene.

Harry le toccò una spalla, tentando di calmarla.

James la teneva in braccio e tentava di infilarla nell’auto, attento a non farsi vedere in volto.

Anche se erano passati 18 anni, era ancora riconoscibile.

Keira smise di divincolarsi e guardò il ragazzo che aveva di fronte con la seria intenzione di mandarlo al diavolo.

Poi si pietrificò.

“James!”

James, che la teneva in braccio, sobbalzò, ma Keira non guardava lui.

Aveva lo sguardo fisso su Harry.

Il ragazzo che le era di fronte era alto, magro ed aveva i capelli corvini arruffati.

Ed era identico a James…a James Potter…quel James Potter…il suo amico, uno dei suoi grandi migliori amici…il marito di Lily ed il migliore amico di Sirius, Remus e Peter…

Ma il ragazzo non aveva gli occhi color nocciola di James…

I suoi occhi erano verde smeraldo, brillanti dietro le lenti degli occhiali e sulla fronte aveva una sottile cicatrice a forma di saetta.

Non era James…era suo figlio…

Harry Potter…

Sentì il corpo cedere e cadde in ginocchio a terra, tremante, lasciata andare da James.

18 anni.

18 anni che non lo vedeva, che non lo stringeva a sé…

L’ultima volta che l’aveva visto era…era al funerale…ed era così piccolo…

James ed Harry si scambiarono un rapido sguardo, poi James salì sulla macchina e fece al figlio il segno “Parlale”.

Harry s’inginocchiò a terra e fu quasi alla sua altezza.

La donna a terra teneva gli occhi fissi sull’asfalto e si stringeva le braccia attorno al corpo, abbracciandosi.

I capelli biondi le andavano sul viso, coprendole gli occhi blu.

“Keira…mi ascolti…mi dispiace…per tutto. Non avremmo dovuto avvicinarla così, ma non vedevo altro modo. Le devo parlare.”

“S-sei tu? Sei Harry? Il figlio di Lily e James?”

Alzò lo sguardo su di lui ed Harry s’accorse con orrore che stava piangendo.

“Sì. So che era amica dei miei genitori. E le devo parlare. La prego, salga in macchina.”

Keira s’alzò lentamente.

Guardò James al posto di guida.

“Chi è?”

Non l’aveva riconosciuto. Harry tirò un sospiro di sollievo.

Di solito rivedere una persona cara creduta morta provocava un po’ di shock nelle persone…

“E’ un mio…amico…ci accompagnerà a casa. La prego.”

Keira annuì ed entrò nella macchina, un po’ titubante, seguita da Harry.

“Le chiedo scusa per l’approccio di prima. Ma non avevo trovato altro modo. È difficile avvicinarla.”

Keira guardò fuori e vide le due guardie ed il suo manager a terra.

Nella confusione Harry li doveva aver schiantati.

Non immaginava fosse stata Lily, perché non aveva visto né lei, né Sirius.

Era accaduto tutto troppo velocemente.

“Staranno bene.”la rassicurò Harry, accortosi del suo sguardo.

Lei annuì.

“Sì, lo so. È solo che non mi piace molto la magia.”

Allo sguardo interrogativo di Harry, spiegò:
“Non ne faccio uso da anni. E’ che è stata lei a…”

S’interruppe.

Non poteva parlare della morte di Lily e James al loro figlio.

Non ci riusciva.

Era solo un ragazzo. Era maggiorenne, certo, adulto. Ma aveva solo 18 anni…

Se soffriva lei, figurarsi lui.

Sorrise, piano.

“Nulla. Non preoccuparti. Cosa volevi dirmi?”

In quel momento James mise in moto e la macchina balzò in avanti.

Dato che suo padre non era in grado di guidare, Harry incrociò le dita di nascosto, sperando di evitare un incidente.

Era sempre più convinto della follia di questo piano.

Ma ora non poteva fare altro che attenersi ad esso.

Si voltò verso Keira.

“Si tratta dei miei genitori.”

“Dimmi tutto.”

“E’ successa una cosa…”

“Cosa?”

“Loro…loro stanno…”

Com’era difficile spiegarle tutto!

Lanciò uno sguardo avanti ed incrociò lo sguardo del padre nello specchietto.

Gli fece segno con la testa di continuare, sorridendogli, rassicurante.

La macchina scartò bruscamente, superandone un’altra.

Harry si passò una mano tra i capelli neri.

“…Bene.”

Come facevano a stare bene se erano morti?

Intendeva metaforicamente o…cosa?

Keira era confusa.

In quel momento le squillò il cellulare.

“Pronto? Sì, no. Sono con un amico. È tutto ok. Torno…quando mi vedi. Sì. Ciao.”

Chiuse la conversazione.

“Era il mio manager. Non so come spiegargli perché era per terra sul retro con le guardie. E come mai sto da un amico quando lui non sapeva nulla. Ma ci penserò io. Tranquillo.”

Harry aveva detto che Lily e James stavano bene…

Cosa?

“Harry, sono…”

“Morti. Lo so. Sono…anzi, lo erano…”

Keira era sempre più confusa.

“E’ l’ultima volta che mi lascio coinvolgere!”

Harry appoggiò il mento al sedile del padre, che tentava di guidare dritto.

“Diglielo e basta.”disse James, senza preoccuparsi di nascondere la voce.

Era tutto molto complicato.

Era in gioco un infarto di Keira…

Keira sobbalzò nel sentire la voce del guidatore, più che per la sua guida.

Era una voce familiare, la conosceva bene.

Era…

Si sporse in avanti, ma una frenata sbattè sia lei che Harry all’indietro.

Poi James schivò una macchina ed accelerò.

“Piano! Così finiremo per fare un incidente!”esclamò Harry.

“Spiegaglielo.”insistè James.

“Cosa difficile se morirò. Quindi, guida piano.”

“Ho pensato alla macchina solo perché dovevi parlarle.”

“Non ci riesco! È complicato! E poi tu non sai guidare. È difficile pensare sia a te che a lei.”

“Pensa a lei.”

“James…Posso guidare io?”

Era la voce di Keira.

La donna aveva sentito quella voce e l’aveva collegata all’uomo.

Era di James. Era sua, sicuramente.

Come facesse il suo amico, uno dei suoi migliori amici, ad essere vivo, non lo sapeva.

Ma avrebbe riconosciuto quella voce tra mille.

Lo guardava e tentava di capire se fosse realmente lui.

Non riusciva a vederlo in viso, era un uomo alto, magro e ben fatto che guidava.

Ed anche male…

“Fermati. E facciamo cambio. E qualcuno mi vuole dire cortesemente cosa sta succedendo?”

James sospirò ed accostò, facendo cambio di posto con Keira.

Lei lo fermò, afferrandolo per un braccio, voltandolo verso di sé e lo guardò in viso.

Sobbalzò, stupita.

Le gambe stavano per cederle di nuovo.

Di fronte a lei c’era James Potter. Cresciuto, sì, ma era lui.

Il suo sguardo, il suo viso, i suoi occhi color nocciola vispi e luminosi…era lui.

“Come…cosa…”

“Sali in macchina e vai a Godric’s Hollow.”disse lui, piano.

Keira tremava leggermente.

Cosa stava succedendo?

Come faceva James ad essere vivo?

Perché era vivo. L’aveva fermato, toccato…era lui.

O quello era un sogno. Che lei non aveva intenzione di fermare.

Voleva ingannarsi ancora un po’, anche se sapeva benissimo che alla fine avrebbe sofferto ancora di più.

Ma il suo animo le diceva di continuare, di fidarsi.

E c’era Harry. Voleva parlarle. Non poteva andarsene.

Salì sulla macchina e prese posto al volante.

“Allora. Cosa ci fai qui?”chiese rivolgendosi a James.

“Sono tornato in vita.”

“Ah, bene.”

Tacquero.

“So che è strano. Difficile da credere, ma…Kei…è la verità!”

“Ok.”

Keira continuò a guidare.

James si scambiò un breve sguardo con Harry.

Il ragazzo non sapeva che dire.

Keira era strana…la stava prendendo…bene?

Si aspettavano uno sguardo sorpreso, addirittura un infarto.

Ma era…immobile…impassibile.

James le pizzicò il braccio forte e Keira urlò, sorpresa.

Stupita mollò un attimo il volante e per poco non andò a sbattere contro un auto di fronte.

Afferrò il volante, di nuovo e raddrizzò l’auto che aveva sbandato.

“Ahia! Ma sei impazzito?”

“E’ la verità. Ti ho fatto male, vedi?”

L’inconfutabile prova del pizzicotto…

“Può essere un sogno molto molto realistico!”

James sbuffò e Harry si batté un mano sul viso.

“Keira è la verità. Vuoi che t’infilzi con un ago per convincerti?”

“No!”

“Lily ed io siamo ritornati in vita, come alcune persone che erano morte uccise da Voldemort.

Come Albus, Remus, Dora, la figlia di Andromeda…Sirius…”

Nel sentire il nome del suo ragazzo, Keira premette forte sull’acceleratore.

James venne sbalzato all’indietro.

Afferrò Harry e lo strinse a sé, per proteggerlo dalla pazza al volante.

Tra Keira e lui non avrebbe saputo dire chi era più folle…

“Rallenta!”

“Erano morti?”chiese lei.

Aveva la voce rotta dal pianto.

“Non lo sapevi? Già come potevi…hai rinunciato alla magia!”

“Chiudi il becco! Non sai nulla!”

“Lo so. Ti conosco, Keira, maledizione!”

“No!”

“Sì. Credevi che la colpa fosse della magia in generale? La colpa della morte di Lily e mia?”

Keira accelerò ancora.

“Keira! D’accordo, ci ha ucciso un mago. Ma è stata la magia a riportarci di nuovo qui, in vita!”

“Keira, mi ascolti. So che è stata dura per lei. Lo so, la capisco. Ma deve crederci. È la verità.

Loro sono qui. Stanno bene. E la magia ci…li ha aiutati.”intervenne Harry.

“Il punto non è farla riappacificare con la magia! È convincerla che è la verità e non solo un sogno.

Il livido sul braccio non vale come prova, a quanto pare.”

Infatti sul braccio di Keira si stava formando un livido bluastro.

Keira sentiva le lacrime farsi avanti.

Era la verità?

Lily e James erano davvero tornati in vita? Sirius, Remus e Dora erano davvero morti e poi tornati in vita?

Dora. Ricordava la bambina, la figlia di Ted ed Andromeda, la cugina di Sirius…cos’era successo?

Cos’aveva perso oltre a loro?

Quanto tempo?

Sirius…era morto? Cosa…?

“Sirius…è tutta colpa sua.”

Si riferiva alla loro morte.

Ne era convinta. Era stata costretta a crederci…

Ed anche Remus ne era convinto…prima, ma ora?

Cos’era successo?

“No. Affatto. Sirius è come un fratello per me. Secondo te, sarebbe mai stato in grado di farmi del male? Di farci del male? No. Sirius ci ha convinti a scegliere Peter come Custode Segreto.

Voleva che Voldemort seguisse lui, pensando che fosse lui il nostro Custode, come aveva prima deciso.

Ma era…era Peter la spia. È stato lui, Keira. Sirius non c’entrava nulla. Non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Mai.”

Keira tremava e stava piangendo.

Era come se qualcuno avesse aperto il rubinetto ed ora le lacrime sgorgavano senza sosta.

Harry la vide piangere e sentì una stretta al cuore.

Anche lui sentiva un dolore al petto.

Non voleva ricordare il tradimento di Minus, la morte dei suoi…l’arresto di Sirius…

“Ha tentato di vendicarsi, ma Minus…”

James le raccontò tutto. Dell’inganno di Minus, dell’arresto, della sua prigionia e della sua fuga da Azkaban, della sua morte…

“E’ morto per proteggere Harry. Come avrebbe mai osato far uccidere Lily e me?”

Erano arrivati.

Keira parcheggiò dinanzi la villetta.

Le finestre del salotto erano accese.

Keira s’appoggiò all’indietro sul sedile e scoppiò in lacrime, ancora.

“Keira…so che è difficile, ok? E’ stato tutto troppo brusco…lo so…

Ma è la verità. Devi credermi. Non è un sogno molto verosimile.

È la verità. Entriamo in casa.”

James e Harry uscirono e James aprì la portiera dalla parte di Keira.

La donna lo guardò, gli occhi blu umidi.

“D-d’accordo…”

Keira uscì dalla macchina e s’appoggiò a James, chiudendo gli occhi.

Stupito, James la strinse a sé, baciandola tra i capelli.

“Mi sei mancata, sai? Sei mancata a tutti.”

Keira taceva, mentre camminavano verso la casa.

La porta s’aprì prima che potessero avvicinarsi del tutto ed una chioma rosso fuoco corse loro incontro, afferrando Keira e stringendola fortissimo a sé…

 

 

 

Ciao a tutti!!!!

Ecco a voi un altro mio chappy!

Per l’incontro tra Keira e Sirius dovrete aspettare il prossimo, mi spiace.

Ho pensato e ripensato al loro incontro, provato a scrivere mille cose, ma cambio sempre idea…

Ma vi prometto che loro due s’incontreranno nel prossimo chappy!!!

Grazie a tutti voi per i commenti.

A:

PrincessMarauders: spero che ti piaccia questo chappy!!! Grazie del commento! Keira sta bene…nessun attacco di cuore! Continua a seguirmi ed a dirmi che ne pensi!

Finleyna 4 Ever: ecco a te il chappy! Dimmi che ne pensi!!!

Bebbe5: grazie mille! Ecco a te il chappy! Spero ti piaccia, fammi sapere!

SakiJune: grazie, tesò!!! Sono contenta che ti piaccia! Dimmi che ne pensi di questo!

Streghetta86: grazie della recensione! Fammi sapere!

WingsHP: per Sirius dovrai aspettare mi sa, scusami! Fammi sapere che ne pensi del chappy!

Cherie lily: stupenda la tua recensione, grazie mille tesoro!!! Ti voglio un mondo di bene! Dimmi che ne pensi del chappy!

bellezza88: ecco a te. Ma Sirius incontrerà Keira solo nel prossimo chappy, mi dispiace. Dimmi che ne pensi!

myla_chan: grazie mille. Sono felicissima che ti piacciano, grazie! Per la fine di questa…mah! Non ci ho ancora pensato! Dimmi che ne pensi!!!

lyrapotter: mi dispiace, tesò, ma Sirius e Keira s’incontreranno solo nel prossimo chappy! Perdonami!!! E continua a seguirmi ed a dirmi come la pensi!!!!

Vi voglio bene,

Lily Black 90

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Capitolo 22
*** Ricordi e certezze ***


La sala d’attesa dell’aeroporto era affollatissima: chi partiva, chi tornava, chi fuggiva, chi diceva addio…

Keira sbuffò in fila al check in, i documenti alla mano, lo sguardo fisso sul suo misero bagaglio.

Era così piccolo da poter essere a mano. Inutile metterlo tra gli altri.

Si registrò velocemente e poi sfuggì alla folla, cercando un viso…il suo viso…

Lo vide poco lontano dal check in, alle prese con una macchinetta delle merendine.

Le sue labbra si stirarono in un sorriso.

Non era mai stato in bravo con gli aggeggi babbani…chiedergli di mettere una monetina e premere un numero…apriti cielo!

Meglio dire “Accio merendina al cioccolato!”

Gli s’avvicinò.

Sirius la vide arrivare e la sentì accanto a sé, ma non ebbe il coraggio di girarsi.

Keira non lo guardò.

Infilò una monetina, premette un tasto e gli porse il suo dolce preferito babbano: il Mars.

“Grazie. Sai che sono…”

“Una frana con il mondo babbano? Sì, lo so. Ti conosco.”

Tacquero.

Sirius la guardò sottecchi, rigirandosi tra le mani la merendina.

La vide bellissima nella tenue luce al neon, i capelli lunghi e castani sciolti sulle spalle, una frangetta ribelle sugli occhi blu.

Era bellissima, era perfetta, era sua.

Perché doveva separarsene?

Perché doveva lasciarla andare?

“E’ la soluzione migliore.”disse, ancora.

Tentava di auto-convincersi, più che convincere lei.

Keira annuì, senza guardarlo.

Sapeva che se l’avesse fatto non avrebbe più trovato il coraggio per salutarlo.

“Potrei rimanere qui…”esitò, tentò ancora.

Forse per la milionesima volta in due settimane.

“No. Non voglio che…”

“Si tratta anche della mia famiglia!”

Ora lei lo guardò, fulminandolo con lo sguardo.

Gli occhi erano lucidi di lacrime che lottavano per farsi avanti.

“Lo so, Keira! Ma se ti dovesse accadere qualcosa? No, io non lo permetterò!

Starai dai tuoi parenti in Svizzera.”

“Tu non lo permetti? Tu? È la mia vita, maledizione! So badare a me stessa. E quel “qualcosa” potrebbe accadere anche a te? Credi forse che sei intoccabile perché uomo?”

Sirius sbuffò.

“Non è una questione di sessi e lo sai benissimo! Voglio solo proteggerti!”

Sirius le si avvicinò e le posò le mani sulle spalle, guardandola negli occhi.

Era più alto di lei di quasi tutta la testa.

La strinse piano a sé, con dolcezza.

“Ti amo. Ti amo. Ti amo. E voglio tenerti con me per sempre. E l’unico modo che vedo è quello di allontanarti.

Verrò, ok? Ti verrò a prendere.

Ma dobbiamo avere pazienza. Devo proteggere Lily, James ed il piccolo. Non posso permettere che…”

S’interruppe.

Keira, avvolta nelle sue braccia, ebbe un piccolo singhiozzo.

Lily…James…Harry…se fosse successo loro qualcosa…

Se Voldemort…

“E’…è…solo un bambino! Come si può pensare di fargli del male?"

Quella maledetta profezia!

Si strinse a Sirius.

“Sirius, non mi lasciare. Ti prego. Non…”

“Devo. E lo faccio perché ti amo.”

“Ti lascio perché ti amo troppo?”rise lei, allontanandosi da lui, in modo da incrociare i suoi occhi grigio ghiaccio.

“Non è un addio. Solo un arrivederci. Non ti sto lasciando, né lo farei mai.”

“Aereo per Ginevra in arrivo. I passeggeri sono pregati di avvicinarsi all’imbarco”disse una voce metallica all’altoparlante.

No!

Keira ebbe un sussulto e si gettò tra le braccia di Sirius.

Lei così coraggiosa, così Grifondoro, impulsiva, ardimentosa, spigliata…ora aveva paura…

Paura di perdere le persone che amava.

Perché in quel periodo di terrore ed incertezze, aveva solo pochi punti di riferimento…i suoi amici ed il suo Sirius…

Ed ora lui l’aveva convinta a partire ed a rifugiarsi in Svizzera.

Sarebbe stata al sicuro, tra i babbani…lontano dal centro di tutto…o almeno così sperava.

Era stata di Sirius questa folle idea.

E ci erano volute due settimane a convincerla che forse era la cosa migliore.

Ma cocciuto com’era, in ogni caso Sirius avrebbe trovato il modo di allontanarla.

In un modo o nell’altro.

Ricordava le litigate, le sue folli idee, la minaccia di farle un incantesimo e costringerla a partire ed a stare lì…

E lei aveva ceduto.

Era stata costretta. Anche se allontanarsi dalle persone che amava, per un tempo indefinito, le metteva addosso una forte ansia.

Un forte terrore, anzi.

Il tempo…per quanto? Per quanto tempo avrebbe dovuto stare lontana?

Giorni…settimane…mesi…

A quel pensiero si sentiva male e voleva fare marcia indietro.

Ma ormai anche Lily, James e Remus appoggiavano quell’idea.

E Lizzie era stata d’accordo.

Anche se un po’ a malincuore.

L’aveva vista giusto ieri.

E le mancava un po’ la storia che la sua amica aveva con Remus…

Ma era tutto così complicato, così difficile, era dura…

E la scelta di Remus di lasciarla…no, non la condivideva…ma la capiva, sotto certi aspetti.

Erano tempi duri per le relazioni.

E Remus, come Sirius in un certo senso, aveva deciso di mettere le distanze. Per il meglio, per proteggere loro ragazze.

Anche se Sirius non l’ avrebbe mai lasciata. Mai.

“Mi mancherai così tanto, tesoro!”

Lily l’aveva stretta forte forte a sé, quella mattina.

Keira era sul punto di singhiozzare per la millesima volta solo in quella mattina, ma si trattenne.

Ricambiò l’abbraccio forte.

“Anche tu. Piccolo, vieni dalla zia Keira!”

Prese tra le braccia il piccolo Harry, cullandolo dolcemente.

Era bellissimo, come i suoi splendidi genitori.

Gli occhioni verdi smeraldo spalancati, rise e le afferrò i capelli, come faceva sempre.

Era ormai uno sport per lui tirarglieli…forse contava quanti gliene riusciva a strappare…

“Ahia…Harry, amore…piano…piano…ahi! James mi devi pagare il parrucchiere. Tuo figlio mi sta tirando tutti…ahia!”

Keira allontanò Harry da sé, ridendo, prima di averlo coccolato e sbaciucchiato per bene.

James allargò le braccia e le fece segno di venire ad abbracciarlo.

Lei obbedì.

“Vorrei rimanere.”sussurrò.

“Anche noi lo vorremmo. Ma se quest’idea ti mette al sicuro…ok.

Manderei anche Lily e rimarrei io a proteggere Harry.”

“Mai!”esclamò Lily, stringendo a sé il figlio, scuotendo i capelli rosso fuoco.

“Io rimarrò qui. E lo proteggeremo insieme.”affermò.

James annuì, piano.

Poi fu il turno di Remus.

Keira strinse al cuore l’altro suo migliore amico.

“Abbi cura di te. Mi raccomando.”disse.

Remus le accarezzò i capelli.

“Sì, sta tranquilla. Pensa a te.”

Keira si staccò da lui e lo guardò.

Aveva pesanti occhiaie e capelli castani molto in disordine.

Era un periodaccio per tutti.

“Mi raccomando. Non mandare nessuna lettera. Non vogliamo che qualche Mangiamorte si ricordi del tuo legame con noi. Sarebbe un casino. Sta attenta e prenditi cura di te stessa.”

James le sorrise.

“Keira, amore…dobbiamo andare. O perderai l’aereo.”

Sirius le fece segno di andare e Keira s’allontanò dai suoi amici, con la morte nel cuore.

“Andiamo, non fare quella faccia!

Ci rivedremo!”fece Lily, fingendosi allegra.

Ma anche lei non voleva salutare l’amica, non voleva separarsene.

Ma dovevano, loro tutti.

Era l’unica che aveva l’opportunità di fuggire e mettersi al sicuro.

Sperando che i pochi Mangiamorte che la conoscevano non la ricollegassero a loro…

“Quando? Quando ci rivedremo?”fece Keira.

Voleva una data, una speranza.

Un “ci rivedremo” era troppo evasivo…

“Prima di Natale.”

“Di quale anno?”

Tutti risero.

“Non esagerare. Questo. Promesso. Ora vai, altrimenti perderai l’aereo.”

Ed ora era lì, stretta tra le braccia di Sirius.

L’altoparlante continuava a chiamare.

L’aereo stava per atterrare.

Sirius rovistò nella tasca della giacca, improvvisamente agitato.

“Che fai?”

Keira si allontanò un po’.

Lo vide estrarre qualcosa dalla tasca della giacca.

Era una piccola scatoletta.

“Ti lascio  una promessa. So che questo non è il luogo più adatto, ma non ce la faccio a lasciarti andare senza prima aver ricevuto una risposta.”

Il cuore di Keira accelerò i battiti.

Era quello che pensava.

E nel bel mezzo della sala d’attesa, circondato da centinaia di persone, Sirius Black s’inginocchiò ed aprì la scatoletta.

Al suo interno, adagiato su un morbido velluto blu notte, c’era un sottile anello..anzi no…erano due anelli sottili intrecciati tra loro d’oro bianco ed incastonato sulla cima un piccolo diamante.

Keira boccheggiava.

Questa non se l’aspettava.

Il suo cuore pompava troppo sangue…le batteva così forte che sembrava volesse uscirle dal petto.

“Keira Sanderson…so che non è il luogo, né il momento adatto…ma giro da tre settimane con questo anello nella tasca ed o te lo davo ora o…non so…

Avevo preparato un discorso perfetto…ma…bah, al diavolo! Ti prego di accettare comunque…”

Era agitato, teneramente agitato…

Keira lo guardò con dolcezza. Sirius Black, il ragazzo testardo, allegro, sfacciato e coraggioso…ora era agitato ed in difficoltà…e stava per farle una proposta di matrimonio.

Al diavolo il discorso! Al diavolo il luogo! Al diavolo le molte persone che li stavano fissando!

Keira non aveva occhi che per Sirius…

Lo fissava, adorante.

“Keira…mi vuoi sposare?”chiese lui.

“Certo che lo voglio!”esclamò lei, gettandogli le braccia attorno al collo.

E dato che lui era inginocchiato, caddero entrambi sul pavimento della sala d’attesa.

Arrossirono.

Keira lo baciò, ridendo contro le sue labbra.

Poi il riso lasciò spazio alla passione e si baciarono con intensità.

“I passeggeri dell’aereo sulla linea 3 in partenza per Ginevra sono pregati d’affrettarsi all’imbarco. L’aereo decollerà tra poco.”

Sirius la prese tra le braccia e la fece alzare.

Le infilò l’anello al dito, con le mani tremanti.

Tremavano entrambi.

“Ti amo. Alla follia. Non so cosa avrò fatto nella mia vita precedente per meritare un angelo come te.”le disse Sirius e Keira arrossì ancora di più.

“Ti lascio con una promessa. Ti verrò a prendere un giorno, ti porterò qui, a casa nostra e ti sposerò il giorno stesso. Perché voglio passare il resto della mia vita con te.”

Sirius la strinse al cuore, sussurrandole queste parole all’orecchio.

Keira scoppiò a singhiozzare, forte, per l’emozione, per il dolore…per tutta una serie d’emozioni che si erano combinate.

“Ultima chiamata per i passeggeri dell’aereo per Ginevra…”

Sirius l’allontanò da sé, baciandola un’ultima volta sulle labbra con dolcezza ed intensità.

“Vai. Mi occuperò io di tutto. Li proteggerò. E tornerò da te.”

“Per Natale al massimo. Voglio un matrimonio di 25 dicembre, eh?”rise lei, tra le lacrime, prendendo la sua piccola borsa ed avviandosi all’imbarco, camminando all’indietro ed urtando varie persone, per poter guardarlo ancora.

Non avrebbe mai voluto allontanare il suo sguardo dal suo.

“Certo che sì! Salutami tua zia Rose e tua nonna Betty. Mi adorano.”

“Lo so. Sei il mio migliore fidanzato.”

“E futuro marito! E tu sarai mia moglie!”

Marito e moglie!

Quelle parole li colpirono entrambi.

Chi mai avrebbe immaginato che Sirius, il playboy di Hogwarts, si sarebbe sposato? Avrebbe fatto una promessa?

Che James l’avrebbe fatto?

La vita era imprevedibile. Li aveva cambiato.

“Ti amo, Sirius. Ti amerò per sempre.”

Gli soffiò un bacio con la mano e Sirius fece finta di catturarlo e di posarselo sulle labbra.

“Vai! Ti amo. Ti amerò per sempre.”

Keira lo guardò un’ultima volta, fissando in mente tutto di lui, anche il suo giubbino di pelle, la sua felpa azzurra, i jeans e le scarpe da ginnastica…

I capelli neri che gli andavano sugli occhi grigio ghiaccio ed il suo sguardo…insieme amorevole ed adorante e triste e dolente…

Keira si voltò e s’imbarcò.

E quando arrivò dall’altro lato e si voltò per vederlo, s’accorse che era stato inghiottito dalla folla.

Avrebbe conservato la sua visione ed il suo sguardo pieno d’amore.

Sfiorò l’anello di fidanzamento e la tempesta d’emozioni che sentiva, s’intensificò.

Lily, James ed Harry sarebbero stati al sicuro. Avrebbero sistemato tutto.

Sarebbe venuto a prenderla.

Era la scelta migliore.

Forse.

 

 

 

Affondò il viso tra i morbidi capelli della donna che la stava stringendo a sé.

Riconosceva il suo odore, il suo profumo al gelsomino, il suo abbraccio…

Le vennero le lacrime agli occhi e per un momento le mancò la terra da sotto i piedi.

Chiuse gli occhi, inondata da una marea di ricordi…

Quella casa, James dietro di lei…e Lily che la stava stringendo.

Perché era lei.

Doveva essere lei.

Doveva essere la sua migliore amica.

Con il cuore in gola, temendo che fosse tutto frutto di un’allucinazione, s’allontanò, staccandosi dall’abbraccio ed incontrando due meravigliosi occhi verde smeraldo in un viso sorridente tra le lacrime.

I capelli rosso fuoco le incorniciavano il viso e Lily Potter sorrideva, piangendo, le mani posate sulle sue braccia, come se volesse trattenerla, tranquillizzarla, farle capire che non era un sogno, per quanto quella realtà fosse assurda.

“Keira…”

La voce di Lily le arrivò da lontano.

“Stai bene?”

Stava bene?

No, non stava bene.

La verità che credeva di aver compreso ora le stava sfuggendo.

Non poteva essere vero e non poteva essere falso.

Che diavolo stava succedendo?

Sentì qualcuno trascinarla, tirarla dolcemente per una mano.

Lily la prese per mano, conducendola alla porta della casa.

Vide la porta, che aveva attraversato tante volte, la casa, circondata dal bellissimo giardino, le luci accese…

Un fiotto di nostalgia l’invase. Una nostalgia dei bei tempi, una nostalgia dolorosa.

Nostalgia di quando erano tutti insieme, al sicuro e Voldemort era solo un incubo lontanissimo da loro.

Varcò la soglia, sempre condotta da Lily.

Si muoveva come in uno stato di trance, contro la sua volontà.

Il suo intelletto si era fermato, la sua razionalità sconfitta.

I morti non tornavano in vita, non ti pizzicavano e non t’abbracciavano…

Cosa diavolo stava succedendo?

Lily la condusse nel salotto.

E lì vide la persona che più s’aspettava di vedere, che più voleva e non voleva vedere.

 

Sirius Black si voltò verso la porta quando essa venne aperta.

Il cuore batteva violentemente e dava segno di voler uscire dal suo petto, i pensieri confusi, lo sguardo fisso sulla donna di fronte a lui.

La donna che più avrebbe voluto avere accanto in tutta la sua vita, la donna che aveva amato e che, nonostante i 18 anni che li avevano separati, continuava ad amare.

Era stata sua. Poteva esserlo ancora? Potevano chiarire, risolvere tutto?

Incrociò i suoi occhi blu, vide il suo viso invecchiato, forse, ma sempre bellissimo, incorniciato da capelli biondi che non le appartenevano…

 

Keira posò lo sguardo su colui che era stato l’uomo della sua vita.

Prostrato, invecchiato, tormentato, ma sempre bellissimo, sempre meraviglioso, sempre suo…

O almeno lo era stato.

Lo era ancora? Poteva ancora esserlo?

E quando incrociò i suoi occhi grigio ghiaccio le sue emozioni ebbero la meglio.

Sentì le voci gridare, qualcuno prenderla per un braccio, ma non capì nulla…

Tutto intorno a lei iniziò a vorticare e di colpo perse coscienza di tempo e luogo.

E s’accasciò sul pavimento.

 

“Mi aspettavo una reazione del genere.”mormorò James. “Nessuna persona normale riuscirebbe ad accettare una notizia del genere. Non bastavano le lacrime.”

“Disse il grande esperto di psicologia.”fece Lily.

“Dov’è Harry?”chiese.

“E’ andato da Ron, Hermione e Ginny. Probabilmente dirà loro cos’è successo.”

“Ed avremo la casa invasa da Hermione e Ginny, fan di Crystal Flower.”

Sirius taceva di fronte a questa conversazione coniugale.

Inizialmente molto pallida, ora sembrava stare meglio ed aveva recuperato un po’ del suo colorito naturale.

Era seduto sul bordo del divano sul quale Keira era stata adagiata.

Emozione, panico, paura, amore, affetto, dolcezza, sensi di colpa…tutti quei sentimenti lo tormentavano…

La guardava con dolcezza e preoccupazione e sensi di colpa.

Vederlo era stato il colpo di grazia e si era sentita male.

Ed ora giaceva accanto a lui, così vicina da poterla sfiorare, eppure nel contempo così lontana.

Aveva sofferto e parte di questa sofferenza era stata provocata da lui.

Le aveva promesso, giurato di venirla a prendere, di risolvere la situazione…

Era bastata una notte per mandare al diavolo promesse e buoni propositi.

Era bastato un gesto a distruggere le loro vite.

E tutt’ora stavano rimettendo insieme i loro pezzi, tentando di ricostruire ciò che avevano perso.

Con Keira sarebbe stato possibile?

O era troppo tardi per rimediare a tutto ciò che era successo?

Lily e James posarono lo sguardo sul loro amico.

Fragile, sperduto, non l’avevano mai visto così…distrutto.

S’alzarono lentamente ed uscirono lasciandolo solo con Keira.

 

Sirius aveva lo sguardo fisso su di lei.

Sfiorava meccanicamente il dorso della mano destra di Keira.

Ciocche bionde coprivano il viso della ragazza.

Gliele scostò dal viso, piano, per non svegliarla, ma Keira sussultò leggermente, mormorando qualcosa nel sonno a voce così bassa che Sirius non riuscì ad udirla.

Rimasero così per un tempo interminabile.

Poi Keira si mosse leggermente e Sirius le lasciò andare dalla mano.

La ragazza aprì lentamente gli occhi, posandoli inconsapevolmente su quelli di Sirius, di fronte a lei.

Sobbalzò e si rizzò a sedere così rapidamente che le girò la testa.

“Keira! Piano! Ti prego! Sei svenuta… Calmati, fai con calma. Stenditi.”

Sirius provò a posarle una mano sulla spalla, ma Keira s’allontanò da lui, stringendosi nella parte finale del divano, il più lontano possibile da lui.

Era terrorizzata, spaventata.

Un nodo alla gola le impediva di parlare ed il suo unico desiderio al momento era di sfogarsi, piangere.

Era confusa e vedere Sirius, quello che era stato il suo Sirius, non l’aiutava affatto.

Anzi la confondeva ancora di più.

Sentiva il suo cuore battere fortissimo, per una serie di motivi.

Sirius la vide così indifesa, così fragile e ciò gli provocò una forte stretta al cuore.

Sentiva la tensione creata tra loro aumentare e diventare insostenibile.

Parole non dette, promesse non mantenute, dolore e sofferenza.

“Keira…”

Keira aveva la nausea, le girava la testa, ma si alzò ugualmente, barcollando leggermente.

Voleva allontanarsi, fuggire, ma non poteva.

Non poteva. Non ne sarebbe stata in grado.

Sirius era lì, era reale, era finzione…qualsiasi cosa, ma era lì.

“C-cosa…cosa sta succedendo?”mormorò, la voce tremante.

Sirius era ancora seduto sul divano.

Posò lo sguardo su di lei, ma lo distolse lui.

Se avesse incrociato i suoi occhi, non sarebbe stato capace di continuare.

“So che ti può sembrare assurdo, ma…”

Le raccontò tutto, della battaglia e della sconfitta di Voldemort, della loro morte e di loro resuscitati…

Keira taceva, tremante da capo a piedi.

La nausea stava svanendo e la confusione anche.

Era impossibile, era follia…eppure era vero.

“Keira, siamo vivi. Siamo qui. Devi credermi.”

Sirius si alzò e fece per avvicinarsi a lei, ma Keira s’allontanò.

“No. Ti prego. No.”

Rimasero immobili, per alcuni istanti, l’uno di fronte all’altro.

“Mi dispiace, Keira. Mi dispiace. Per quello che hai passato, per ciò che è successo…”

Sirius tentò di spiegarle la situazione.

Ti dispiace.”fece lei e storse la bocca, come disgustata da quella parola.

“Non volevo che soffrissi, non volevo metterti in pericolo…”

“E così mi hai allontanata da voi. Per mettermi al sicuro, eh?”

Quell’episodio le faceva ancora male.
“Era la scelta migliore.”

“Per te?”

La voce di Keira era incrinata, era sull’orlo delle lacrime.

“Per te. Per salvarti, per…”

“18 anni, Sirius! 18 anni, credendo che tu fossi un bastardo, un assassino che aveva tradito i suoi migliore amici, condannandoli alla morte, credendo che fossi un bugiardo…

Come pensi che mi sia sentita, quando ho scoperto ciò che era successo, quando ho visto i loro corpi, quando non ti ho visto al loro funerale, quando ho letto che avevi ucciso Minus e quei babbani?

Non volevo credere a ciò che dicevano, mi fidavo di te…ma ho dovuto crederci. Sono stata costretta a farlo…

18 anni trascorsi credendo ad una menzogna ed ora James…James mi ha detto la verità.

Doveva ritornare lui in vita per saperlo? Perché…

Perché diavolo non mi hai detto del cambiamento del piano? Che aveva scelto Minus al tuo posto? Che era tutta una bugia ciò che dicevano i giornali? Che eri innocente?

Mi sono vista strappare tutta la mia vita dalle mani, passarla in un tritarifiuti e riconsegnare inutilizzabile. Ho perso in un solo colpo i miei due migliori amici e te, te Sirius…

Perché non mi hai detto nulla? Perché non hai trovato il modo per spiegarmi la situazione?

Per dirmi “fidati di me, andrà tutto bene….”?”

Keira stava piangendo.

“Ed ora vengo trascinata qui, rapita da James che credevo morto e da Harry, mi viene sbattuta in faccia tutta una nuova verità e mi crollano di nuovo le certezze…”

“So che…”

“Sai? Cosa sai? Sai cosa ho passato? Come mi sono sentita in tutti questi anni?”

“Sono stato ad Azkaban, Keira! Non dirmi che non so come ti sia sentita! Ho sofferto anche io, maledizione! Credi che mi abbia fatto piacere vedere i loro corpi, stringere Harry per l’ultima volta prima di andare a cercare Minus? Essere creduto un assassino, anche da Harry?”

Keira taceva, le lacrime che le rigavano le guance ininterrottamente.

“Sapevi la verità, sapevi cos’era successo…”

“Keira, mi dis…”

Sirius non riuscì a finire la frase perché Keira gli mollò un ceffone, forte.

Tutta la rabbia, tutto il dolore, tutte le bugie cui era stata costretta a credere, tutto si concentrò in quel ceffone.

Sirius rimase immobile, stupito da quel gesto.

Un’altra pausa di silenzio pesante.

“Non hai idea di come…di come…me l’avevi promesso, ok?

“Ti lascio con una promessa. Ti verrò a prendere un giorno, ti porterò qui, a casa nostra e ti sposerò il giorno stesso. Perché voglio passare il resto della mia vita con te.” L’hai detto tu.”

Ricordava quelle parole a memoria perché i primi giorni l’avevano cullata nella consapevolezza che sarebbe andato tutto bene, che sarebbe venuto a prenderla, che sarebbero stati felici…

Poi l’avevano tormentata, dolorosamente, accompagnandola negli anni passati lontano da lui…

“Me l’avevi promesso!”

Era furiosa, era arrabbiata, voleva solo stendersi in un angolo e piangere tutte le lacrime che aveva…e che pensava di aver terminato molto prima di quella notte.

Fece per mollargli un altro ceffone, ma Sirius fu più veloce.

Fu un gesto impulsivo afferrarle il polso e bloccarlo.

Keira era stupita, non se l’aspettava.

“Credi che abbia voluto ferirti? Che abbia solo pensato di farlo, Keira?”

“Dovevi farlo, dovevi venire da me, dovevi tornare da me. Non hai idea di come mi sia sentita senza di te, senza sap…”

“Come se qualcuno ti avesse strappato il cuore, passato in un tritacarne e rimesso al posto?”mormorò lui.

Non l’aveva mai detto a nessuno e pensava che mai l’avrebbe fatto.

Si era sentito morire senza di lei…

Anzi no. Non morire, perché la morte portava serenità, dolcezza…

Ciò che aveva passato era peggiore. Aveva vissuto.

Aveva vissuto nel dolore, nel rimorso, nel senso di colpo e nella mancanza…

“Ti amavo, Keira. Avrei dato la vita per te. Sarei morto per te. Capisci l’importanza di tutto ciò?”

Keira non disse nulla.

“E credi che io non t’amassi? Che abbia sofferto solo per Lily e James? Se fossi stato accanto a me, forse…”

“Non ho potuto! Credi che non l’abbia desiderato? Avrei preferito trascorrere anche un solo giorno con te che anni ad Azkaban.”

“Mi dispiace…mi dispiace…”

“Ti amavo, Keira. Ti amavo tantissimo. Volevo che fossi mia, volevo averti per sempre con me, avere cura di te, amarti sempre sempre sempre…”

Sirius le prese la mano, sfiorandole il dorso con dolcezza come aveva fatto quando era svenuta.

Erano vicinissimi, i loro occhi annegavano in quelli dell’altro.

Blu nel ghiaccio, ghiaccio nel blu.

I loro cuori battevano fortissimo, all’unisono, come se volessero sfuggire loro dal petto.

Sirius era più alto di tutta la testa e Keira si sentiva protetta, vicinissima a lui.

Era investita da emozioni violentissime.

Sentiva il sangue affluirle alle guance, le mani, una della quali stretta in quella di Sirius, sudare…

Emozioni fortissime, affetto, dolcezza…amore?

Era innamorata di lui? Era ancora innamorata di lui?

Lo amava ancora, dopo 18 anni?

Erano passati anni e…l’amava?

L’aveva mai dimenticato?

Sirius si chinò su di lei e lei alzò lo viso verso di lui, guidata dall’istinto, dall’emozione…

Le loro labbra erano sul punto di sfiorarsi…

Driin Driin Driin

La suoneria del cellulare la fece sobbalzare e lei e Sirius si staccarono.

“P-pronto? Sì, sono io. Sì…”

Keira s’allontanò da Sirius, liberando la mano dalla sua stretta, mentre il suo cuore batteva ancora violentemente, lo stomaco che faceva le capriole.

“Sì, Ethan, sto bene. Sono da amici. Chi sono? Amici miei. I miei migliori amici. Sto bene, smettila di essere preoccupato. Sì, ok. no! Che auto. Torno a casa da sola. Ci sentiamo. Sì, ciao.

Sì, anche io ti…amo…ti amo anche io. Ciao.”

Keira chiuse la conversazione, lo sguardo chino.

Ethan.

Si era completamente dimenticata di lui.

Ethan.

Ecco uno dei suoi cambiamenti. Il suo fidanzato.

Da 2 mesi. Il suo fidanzato.

Alzò lo sguardo su Sirius e si sentì morire all’idea di avere un fidanzato.

Era stata sul punto di baciare il suo amore, il suo vero amore, Sirius Black.

L’aveva mai dimenticato?

Aveva provato a farlo, a ricostruirsi una vita. Incontrare Ethan Williams l’aveva aiutata.

Professore, si era subito innamorato di lei e forzando le sue reticenze e le sue insicurezze era entrato nella sua vita.

Tutto troppo in fretta, come il suo successo…

“Ethan?”chiese Sirius.

Ethan. Già, lui.

“Sì.”

“Chi è Ethan?”

“Ethan è…”

Aveva mai dimenticato Sirius?

Ora era davanti a lei, bellissimo, dolce e meraviglioso…

No, mai!

Si rese conto della follia di quel pensiero.

Non l’aveva mai dimenticato, non l’avrebbe mai fatto.

L’amava. L’aveva sempre amato. L’avrebbe sempre amato.

Ma la situazione era andata avanti.

Era andata crudelmente avanti.

E li aveva abbandonati.

“…il mio ragazzo.”

Sirius rimase impietrito di fronte a quella rivelazione.

Il suo ragazzo?

Fu come se qualcuno l’avesse picchiato, peggiore dello schiaffo di Keira, del suo dolore…

Fu qualcosa di più.

Fu quella frase che gli fece crollare tutto.

“L-la situazione è cambiata…Mi dispiace.”

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Capitolo 23
*** Confusione ed affetto ***


La fresca brezza della notte le scompigliava i capelli, carezzandole il viso con delicatezza, come la mano di una mamma.

Keira respirò a fondo gli odori della notte, di quel luogo che tanto aveva amato e che amava ancora.

Seduta sulla sedia a dondolo fuori al balcone di quella che era stata un tempo la sua camera, chiuse gli occhi, tentando di riordinare le idee.

Facile a dirsi!

Mille pensieri brulicavano nella sua mente, passato e presente s’intrecciavano rendendole impossibile ogni pensiero logico.

Ed in più ogni volta che credeva di aver rimesso in ordine qualcosa, un paio di occhi le veniva in mente, scombussolando tutto.

I suoi occhi. I suoi bellissimi occhi grigi.

Gli occhi di Sirius.

Nella sua mente ripercorreva il suo incontro con lui, nei minimi particolari.

Ricordava le sensazioni violentissime che l’avevano investita quando erano stati vicinissimi, il suo respiro a pochi centimetri dal viso, i capelli arruffati, ora sale e pepe...

Era ancora innamorata di lui?

Dopo 18 anni? Dopo quello che aveva pensato di lui? Era possibile?

Le loro labbra erano state sul punto di sfiorarsi, sarebbe bastato solo un secondo in più e si sarebbero baciati.

Solo un secondo.

L’aveva amato, amato da impazzire. Ed ora, dopo 18 anni, era bastato incontrarlo di nuovo per riaccendere in lei quelle sensazioni, quel trasporto…

Possibile che ciò che aveva provato per lui non si fosse attenuato nel tempo? Possibile che aveva tentato di andare avanti e che era bastata una notte a riportarla al punto di partenza?

Ed Ethan? Ethan Williams era il suo fidanzato, adesso.

L’aveva corteggiata, l’aveva conquistata, stava con lui da due mesi.

Aveva accettato la sua corte, era entrato nella sua vita per sostituire qualcosa…qualcuno…di insostituibile.

Ed era successo tutto in troppo poco tempo, tutto così velocemente.

Ed ora? Cosa avrebbe fatto?

Avrebbe potuto cancellare 18 anni in cui aveva sofferto? Fare come se nulla fosse accaduto? Fingere che non fosse successo nulla?

Dimenticare?

Ne dubitava, non ci sarebbe mai riuscita.

Erano ricordi, per quanto dolorosi, che ora facevano parte di lei e sarebbero rimasti in lei.

Sarebbe stata in grado di andare avanti.

Ce l’avrebbe fatta.

Quando riaprì gli occhi e vide la luna quasi piena, le venne in mente un’altra persona davvero speciale nella sua vita, l’altro suo migliore amico: Remus Lupin.

Avrebbe parlato anche con lui, l’avrebbe incontrato.

Era come se la compagnia del passato, fatta eccezione di Minus, si fosse ricostituita.

Era come se la loro amicizia, i loro affetti avessero mandato all’aria il tempo trascorso, gli anni passati lontani…

Doveva fare i conti con il passato ormai, perché quello era tornato a bussare alla sua porta così violentemente che l’aveva buttata giù…

 

“Credi sia sveglia?”

“Sono le 10 del mattino! Penso proprio di sì!”

“Ieri è stata una notte movimentata.”

“Ma se non ci hai combinato nulla, Felpato!”

“James, fa silenzio! Se sta ancora dormen…”

Toc Toc Toc

“…do! James!”

Lily lo guardò, un pò arrabbiata ed un pò divertita.

Era sempre il solito!

“L’avresti svegliata comunque, no?”

Lily alzò gli occhi al cielo ed entrò lentamente nella camera di Keira.

E trovò il letto vuoto.

“Ma dove diavolo è finita?”fece Sirius.

“E’ fuggita, probabilmente. Il ritorno dei morti viventi la deve aver spaventata troppo…”

“O forse è andata in bagno ed ha osservato il vostro battibecco in silenzio, molto divertita.”disse una voce alle loro spalle.

Lily e gli altri sobbalzarono e la ragazza lasciò cadere il vassoio della colazione per Keira.

Quest’ultima rise, mentre Lily riparava tutto con un colpo di bacchetta.

“Buongiorno anche a voi, ragazzi.”

Keira sorrideva, con ancora i vestiti della sera precedente addosso.

Stava meglio ed aveva iniziato la situazione, per quanto folle fosse.

“Tesoro! Ciao!”

Lily diede a James il vassoio e corse ad abbracciare l’amica, che si lasciò stringere, chiudendo gli occhi per un attimo.

“S-stai bene?”chiese Keira, guardandola.

“Sarebbe più lecito farla a te questa domanda. Io sto bene. Tu sei ancora…sotto shock o confusa o…”

“Sì, Mrs Psicologia è arrivata!”fece Sirius e James rise, mentre Lily faceva loro la linguaccia.

“Sto bene. Confusa, sì. Quello sì. Ma sto metabolizzando il tutto. Mi devo solo riabituare. Tutto qua.”

“Ehi, famiglia! Vado dai Weasley. Ci vedia…Ciao, Keira! Tutto bene?”

Harry salì a saltelli le scale e si fermò sul pianerottolo guardando la scena.

Keira rimase a guardarlo, stupita come la prima volta che l’aveva incontrato.

Era la copia sputata di James, gli stessi capelli arruffati, la stessa forma del viso, la stessa corporatura.

Ma gli occhi, la loro intensità e forza, erano di Lily.

“S-sto bene. Tutto bene. Non preoccuparti, Harry.”

“Mi dispiace per la scorsa sera. È stata un’idea folle.”

“Ehi! È venuta a noi!”

James indicò se stesso e Sirius.

“Ecco, per l’appunto!”fece Harry e Lily e Keira dovettero trattenere una risata, mentre James e Sirius si incupivano.

Harry posò lo sguardo sull’orologio.

“Devo andare. Ci vediamo. Keira, è stato un piacere conoscerti.”

James e gli altri s’affacciarono alla finestra per vedere Harry ed i suoi amici compiere una giravolta e smaterializzarsi.

“Ah, beata gioventù! Le spensieratezze, gli scherzi, gli amori…”

Alla parola “amori” James posò le mani sulle spalle di Keira e Sirius, che evitarono di guardarsi, imbarazzati.

“Allora, che programmi hai per oggi, Keira?”chiese Lily, lanciando uno sguardo a James, come per dirgli di smetterla, di non esagerare.

“Posso vedere Remus?”

“Certo, ci dovremmo smaterializzare in Irlanda e fargli venire un infarto…ma si può fare, non vedo dove sia il problema!”fece James.

“La fai finita?”intervenne Sirius. “Gli farà piacere rivederla. Indovina un pò? Remus ha sposato Dora ed ora hanno un figlio, Teddy. Ed al momento sono in Irlanda con Andromeda. E poi…”

“Ok, meglio che mi facciate un riassunto. Lentamente. Ma voglio davvero andare in Irlanda. Ma senza magia.”

“Ok. Si può fare! Prenotaci un volo e forse arriveremo…mmm…verso l’estate dell’anno prossimo. Dubito che riusciremo ad arrivarci entro oggi, o domani…od in questo mese. Mentre se ci sma…”

“Io non uso la magia.”

“Sei una strega, Keira. Devi usarla.”

“Sono una mezzosangue.”

“Keira! Ti prego, non usare questi termini!”esclamò Sirius.

“Sono nata babbana, ok? Posso anche vivere senza usare la magia!”

“Già, ma per continuare a farlo, servirebbe saperla usare!”

“Non ho bisogno della magia per proteggermi. So badare a me stessa anche senza.”

“Già. Con pistole, coltelli ed aggeggi del genere?”

“Sono stata in grado di cavarmela in questi 18 anni, senza la magia.”

“Solo perché non ti hanno dato la caccia! In tal caso, non saresti stata in grado di difenderti.”

“La magia non mi ha aiutato.”

“Sì, invece.”

“Ed a te, a Lily, a voi tutti, cosa ha provocato? Siete morti per la magia!”

La donna era quasi in lacrime. Tentò di trattenerle.

“Siamo qui, grazie alla magia!”

“Se non fosse stato per la profezia, per Voldemort, voi non sareste neanche morti. È a causa…”

“Keira, ascolta. La colpa non è della magia.”

Sirius mise fine al bisticcio, frapponendosi tra i due e posando le mani sulle spalle di Keira.

“So che sei stata male, so che soffri ancora. Come me, come Harry, come anche loro due. Ma la colpa non è della magia. La colpa è di Voldemort. È di Minus, è di una maledetta profezia. La magia ha fatto danni, è vero, ma è parte del nostro essere, che noi siamo purosangue o che abbiamo parenti babbani. Non importa. È parte di noi e non possiamo evitarla.”

Keira evitava di guardarlo; aveva gli occhi umidi e non voleva farsi vedere così.

Si sentiva fin troppo vulnerabile e confusa ed il cuore che accelerava i battiti quando era vicina a lui, non l’aiutava affatto.

“D-d’accordo. Ok. Ma la cosa non mi aiuta. Non me la sento. Non ora.”

“Ed allora mi sa che dovrai ritardare il tuo incontro con Remus, Keira.”

Lily le s’avvicinò e le passò un braccio attorno alle spalle.

Keira annuì.

“Ok. Va bene.”

Rinunciare alla magia in una casa di maghi era decisamente molto difficile.

Fu come se James e Sirius volessero invogliarla ad usare la magia, usandola il più possibile di fronte a lei…e su di lei!

Nel corso della giornata Keira ebbe in regalo dai loro scherzi dei capelli blu elettrico, “perfettamente in tinta con i suoi occhi”, come affermò Sirius, delle morbide orecchie di gatto ed avrebbero continuato, se lei non avesse tirato loro addosso un piatto di ceramica, mancando di poco una signora Weasley, sorridente, appena entrata in cucina.

“E se ci riprovate a sfiorarmi i capelli, vi denuncio per rapimento!”gridò Keira a James e Sirius, che si smaterializzarono, ridendo.

“Due bambini! Non cambiano mai, eh? Neanche dopo 18 anni.”

Lily era piegata in due dalle risate, mentre Molly guardava la scena, con l’aria di chi è capitata in un altro mondo.

“Cos’è successo?”domandò.

“Nulla di che. Mi vendicavo di due tiri mancini.”rispose Keira “Ma non li ho colpiti, però…”

Lily continuò a ridere, mentre Keira si sedeva sul tavolo della cucina.

“Tutto bene, signora Weasley?”chiese Lily.

“Sì, certo, cara. E tu? Chi è la tua amica?”

“Lei è Keira Sanderson. Meglio conosciuta come Crystal Flower.”

Alla signora Weasley ci volle un attimo per comprendere appieno la notizia.

“Crystal Flower? La cantante? Oddio, Ginny ed Hermione sono sue grandissime fan, signor…”

“…ina. Signorina.”la corresse Keira, ridendo.

“Ho sentito alcune sue canzoni e devo dire che è bravissima.”

“Mi dia del tu, signora Weasley.”

“Anche tu, Keira.”

Lily sorrise nell’osservarle.

“Quindi suppongo che la mia idea di fare una passeggiata non rientri nei vostri piani.”

La signora Weasley si voltò verso le due donne.

“Perché?”chiese Keira.

“Perché ti assalirebbero, se ti riconoscessero!”esclamò Lily.

“No! Andiamo, io voglio uscire! Voglio vedere cos’è cambiato, cosa…”

“Ho un’idea. Ma ci serve la magia.”

“Cosa hai in mente?”

“Solo cambiare un po’ il tuo aspetto.”

Lily prese uno specchio e lo diede a Keira, mentre trafficava con la bacchetta magica.

Le allungò i capelli, rendendoli più mossi e li restituì al colore originale, al meraviglioso castano che li aveva contraddistinti anni ed anni prima, prima che li tingesse.

Fece apparire un paio d’occhiali da sole e le prestò i suoi vestiti.

“Ora dovrebbe andare. Solo…non metterti a cantare, perché altrimenti dovrei camuffarti anche la voce!”

Keira si guardò allo specchio, togliendosi gli occhiali.

“Sembro un’adolescente…per i capelli, almeno.”

“Da quanto vi conoscete?”chiese Molly, notando la loro forte confidenza, empatia e legame.

“Anni. Quasi dalla nascita.”

Lily raccontò a Molly dell’amicizia con Keira, di ciò che era successo tra lei e Sirius, della scorsa notte.

Un resoconto che durò circa un’ora, durante la quale Keira girovagò per i luoghi ricordando emozioni, azioni ed avventure.

“Ricordi questa panchina, Lily?”

Keira indicò una panchina qualsiasi del parco del quartiere.

“Sì! Ci sedevamo sempre lì quando la sera andavamo a prendere il gelato. James ed io, Remus e Lizzie…e tu e Sirius.”

Molly si voltò verso Keira.

“Eri la fidanzata di Sirius?”chiese.

“Molto tempo fa.”

“Lo sarebbe rimasta, se…”

“Se il destino non ci avesse separati, se la profezia non fosse mai esistita, se Voldemort non avesse mai cercato Harry ed ucciso te e James…Possiamo parlare d’altro per favore?”

Keira aveva la voce incrinata; non le andava molto di ricordare ciò che avrebbe potuto avere.

Non le andava per niente.

Passarono il resto della giornata, chiacchierando del più e del meno.

Keira fu aggiornata di tutte le novità ed aggiornò a sua volta su ciò che sapeva.

“Ed ora? Che farai?”chiese Lily, dopo che Molly se ne fu andata, mentre ripristinava lunghezza e colore dei capelli dell’amica.

“Cosa farò? Con chi?”

“Con Sirius, no? Non dirmi che non…”

“Lily, cosa stai dicendo?”

“Sirius mi ha detto che ieri sera siete stati sul punto di baciarvi.”

Accidenti a Sirius!

“Naa!”mentì.

“Sì, sì!”

“Credi più a lui che a me?”

“Credo a ciò che vedo. Ed oggi vi siete guardati in un modo…”

“In che modo, scusami?”

Lily fece una faccia assorta, quasi sognante…

“Hai presente come guardo io James? Come tu guardavi il tuo Sirius?”

Keira evitò di guardarla.

Beccata!

“Senti, Lily le cose sono cambiate, ok? Ero innamorata di lui, desideravo trascorrere tutta la mia vita con lui, sposarlo, avere dei figli, ma il destino ha deciso diversamente…ed io mi sono adeguata. Quante volte ho desiderato che fosse solo un incubo, per poter riavere voi indietro e la mia vita come prima? Tantissime.

Non riuscivo a dimenticarlo, ok? Non ci riuscivo. Ed ora nella mia vita è entrato Ethan, che mi ha corteggiata e conquistata.”

“E che, scommetto, non sa nulla di te, della tua vita passata, del fatto che sei una strega…”

“Non è necessario che sappia che io sono una strega. Non voglio avere nulla a che fare con la magia. Ho vissuto 18 anni senza, posso continuare a vivere. Non soffro d’astinenza.”

“Ma, come ha detto Sirius, è parte di te. Prima o poi dovrai utilizzarla. Ne avrai bisogno, ne sentirai la mancanza e…”

“Non accadrà.”

“Convinta tu. E Sirius?”

“Sirius…lui ed io non potremo mai essere quelli di prima, Lily…”

“Non lo vuoi?”

“Non posso. Non posso far finta che non siano passati 18 anni!”

“Ma cos’è cambiato? Se lo ami…”

“E se non l’amassi?”

“Non credo che il tempo sia stato in grado di cancellare un sentimento come il vostro. Vi amavate. E vi amate ancora. Lui tiene molto a te…”

Lily le prese le mani, tendendo le proprie sul tavolo della cucina.

“Pensa che potremo ritornare insieme?”

“Tiene moltissimo a te. Non so cosa speri, non ne ho idea. Ma di certo non ti ritiene solo un’amica.”

“Le cose sono cambiate.”

“Tu vuoi che lo siano, perché, in caso contrario, non sapresti cosa fare.”

“Lily, sto con Ethan, ora, ok? Non posso lasciarlo per inseguire un sogno di 18 anni fa! Eravamo stupidi, ingenui, credevamo ancora nelle favole a lieto fine. La vita non è così.”

“Può esserlo. Pensa a me ed a James. Siamo qui. Siamo vivi.”

“Non può essere sempre così.”

“Hai paura.”

“Tu non ne avresti?”

“Sì, ne avrei. Ma se provi…”

“Lily, non lo so, chiaro?”

Keira si alzò, andando alla finestra che dava sulla strada.

Lily la seguì.

“Non so. Sono confusa. Sono successe troppe cose in poco tempo. Non so cosa fare e come reagire.

Chi mi può dire che la persona di cui ero innamorata follemente non sia cambiata, non sia diversa? Non posso gettare all’aria 18 anni! Il tempo cambia tutto, le persone cambiano!”

“Le persone cambiano, è vero, ma non nelle cose importanti.”

“Non posso. Lo vorrei, ma non posso. Vorrei ricominciare come se non fosse mai finito nulla, ma non ci riesco, non ce la faccio. È difficile. Sta succedendo tutto troppo in fretta, ok? Datemi solo il tempo per riprendere fiato.”

Lily annuì, abbracciandola.

“Non hai idea di quanto mi siate mancati. Tantissimo, davvero tantissimo.”

“Lo so, tesoro. Anche tu ci sei mancata moltissimo. Mi dispiace di aver perso 18 anni della tua vita.”

“Non ti sei persa granché!”rise Keira.

“Ti ho lasciata che eri una ragazza con talento e ti ritrovo star.”

“Star? Ma dai! Non sono una star. Sono una cantante. E solo per fortuna.”

“Per talento, bravura e cocciutaggine!”

“Vabbè, sì!”

Risero, strette l’una all’altra.

Sembrava che il tempo non fosse passato. Erano quelle di sempre.

Certo, gli anni erano passati anche per loro, forse ai capelli si mischiavano qualche ciocca grigia, ma dentro erano sempre Lily e Keira, amiche inseparabili.

Keira si staccò dall’amica e guardò l’orologio.

“Forse è meglio che vada. O Ethan si preoccupa. Ci vedremo, sicuramente. Anzi, domani pomeriggio venite da me.”

“Macchè! Sei tu che hai bisogno di vedere ancora Albus, i nostri vecchi prof e le nostre nuove amicizie. Vengo da te all’ora di pranzo e ti trascino qui.”

“Con o senza Ethan?”

“Dipende. Se hai voglia di dirgli il tuo piccolo sporco segreto, con…”

“Il piccolo sporco segreto sarebbe la magia?”

“Esatto, precisamente.”

“Ci vediamo, senza di lui, mi sa.”

“James! Sirius! Keira se ne sta andando!”

James apparve dal nulla alle spalle di Keira e la prese in braccio, facendole prendere un colpo.

“AH! James, razza di…Questa me la paghi!”

La donna si divincolò, presa alla sprovvista dal gesto del suo migliore amico, ma poi scoppiò a ridere, abbracciandolo.

“Mi sei mancato!”disse, stringendogli le braccia al collo.

James la mise giù.

Sirius, accanto a Lily, taceva.

Lo sguardo di Keira ed il suo s’incontrarono a mezz’aria, incrociandosi.

“C-ci vediamo.”

C’era imbarazzo, c’era desiderio, c’era affetto…

Keira gli s’avvicinò e l’abbracciò forte.

Sentì nuovamente il suo odore avvolgerla, come la sera precedente quando erano stati così vicini.

Keira avvertì un groppo alla gola, mentre il cuore accelerava i battiti.

Anche Sirius era nelle sue stesse condizioni.

Si staccarono dopo pochi minuti, ma sembrava essere trascorsa l’eternità.

“C-ci vediamo. Salutatemi Harry, quando torna dai Weasley. Ciao.”

Ed uscì nella calda aria estiva, i biondi capelli che le ondeggiavano sulle spalle, il cuore e l’animo ancora in subbuglio…

 

 

 

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Capitolo 24
*** Where is our happy ending? ***


“Ciao, amore!”

Ethan Williams l’abbracciò fortissimo, avvolgendola tra le sue braccia.

Keira sorrise, ricambiando la stretta.

Lui l’allontanò un attimo per osservarla.

“Stai bene? Hai una faccia…”

Il bel viso di Keira Sanderson era turbato, teso, non disteso.

Lei abbozzò un sorriso.

“N-nulla. Non ti preoccupare, sono solo pensierosa. Tutto qui.”

Aveva riflettuto su ciò che era successo per tutto il tragitto fino all’albergo, ed era un tragitto piuttosto lungo!

L’aria della notte non era riuscita a schiarirle le idee ed ora era più confusa di prima.

La cosa che più la confondeva era quel formicolio che avvertiva, quel senso di vertigine alla bocca dello stomaco che sentiva se rivolgeva il suo pensiero a Sirius Black.

Sirius.

Come in trance entrò in bagno e frugò nella sua trousse.

La colse il panico quando inizialmente non lo trovò, ma poi i battiti ritornarono alla normalità quando le sue dita si strinsero attorno ad una scatoletta.

L’aprì con mani tremanti: dentro morbidamente adagiato su un velluto color blu notte c’era il suo anello di fidanzamento.

L’anello che gli aveva regalato Sirius, l’anello che più di ogni altra cosa avrebbe voluto indossare.

Non se l’era mai infilato dopo la morte di Lily e James.

Mai.

Ma i suoi pensieri andavano sempre in quella direzione, a ciò che avrebbe potuto avere.

Lo sfilò dalla scatoletta e lo rigirò tra le dita e come ogni volta che lo faceva, e negli ultimi 18 anni l’aveva fatto solo in occasioni rarissime, una tempesta d’emozioni l’avvolse.

Sentì le lacrime rigarle le guance prima di riuscire a fermarle e di colpo si ritrovò accasciata contro il muro del bagno ed infine seduta sulle fredde mattonelle.

Strinse l’anello così forte nel suo palmo che ci lasciò il segno.

“Voglio riaverlo indietro. Voglio riavere indietro ciò che avevo. Ti prego, Dio, se esisti, ascoltami.”

Toc Toc Toc

“Keira! Stai bene? Tutto ok, lì dentro? Hai bisogno di una mano?”

Keira deglutì a vuoto un paio di volte e poi fece dei respiri profondi per riuscire a calmarsi.

L’acqua fredda completò l’opera.

E quando uscì dal bagno era la stessa di sempre.

Baciò Ethan su una guancia ed andò a stendersi, il cuore in subbuglio ed una tremenda consapevolezza dentro….

L’amava ancora…

Ed ora, che fare?

 

“I can almost see it
That dream I’m dreaming but
There’s a voice inside my head sayin,
You’ll never reach it,
Every step I’m taking,
Every move I make feels
Lost with no direction
My faith is shaking but I
Got to keep trying
Got to keep my head held high…”

Miley Cyrus- The Climb

Keira aveva gli occhi chiusi, concentrata al massimo nella registrazione della canzone “The climb”.

La musica la trasportava, portandola in luoghi dove non c’erano pensieri se non le parole da dire e le note da suonare.

“Bravissima. Davvero spettacolare.”

Una voce la fece sobbalzare, riportandola alla realtà.

Immediatamente l’incantesimo ed il mondo in cui si era rifugiata si spezzò.

Si voltò in direzione della voce e sorrise, senza rendersene conto. Fu spontaneo.

Sirius Black l’osservava, dall’altro lato del vetro della stanza di registrazione.

Accanto a lui, i tecnici li osservavano.

Era appoggiato al muro, con indosso una maglietta nera sbracciata e semplici jeans.

Ma per Keira fu una visione, nonostante tutto il tempo passato.

Tutto stava ritornando alla normalità.

“Hai finito di registrare? Ho l’ordine di prelevarti e portarti a pranzo, per poi…”

“Rapirmi di nuovo?”

“Ordini della signorina Lily, madame.”

Keira rise.

“Devo finire di registrare questa…”

“Vai, mio piccolo Raggio di Sole! Viene qui un bel ragazzo e tu gli dici d’aspettare! Muovi il culo e vai! La finirai un altro giorno!”

Era John, il suo manager.

Lo fulminò per lo sguardo per averla chiamata così ed arrossendo, si tolse le cuffie ed uscì dalla stanza.

“Mio piccolo Raggio di Sole? Ma quanti nomignoli hai?”

Sirius la guardava, un sorriso storto sul volto.

Era felice di vederla. Quando Lily gli aveva proposto di andare a prendere Keira perché, guarda caso poi, lei non poteva, era stato felice.

Davvero felice.

Rivederla era sempre un’emozione, era sempre bellissimo.

Ed anche se andava contro se stesso, sentiva ancora il famoso buco allo stomaco ed i brividi sulla schiena, quando la vedeva.

Le sorrise.

“Andiamo, su.”

“E se mi riconoscono?”fece lei, prendendo la borsa ed indossando gli occhiali da sole.

“Non esci mai?”

“No…cioè, sì! Ma cerco di evitarlo.”

“I fan sono incantati dalla tua bellezza e bravura?”

“Mi assalgono e basta.”

“Pensa a me come ad una guardia del corpo, con una piccola marcia in più.”

“Niente magia.”sillabò a denti stretti.

“Lily l’ha usata su di te. Potremmo rifarlo ancora. Modificherei il tuo aspetto. Come ieri.”

Keira alzò lo sguardo al cielo.

Non aveva scelta.

O accettava la magia, come aveva fatto ieri, o sarebbe stato difficile uscire dall’edificio.

“Ok. Ma solo perché devo uscire. Qui, dentro, su!”

Si rifugiarono in un ripostiglio e Sirius le cambiò l’aspetto.

“Ok, pronti per andare a pranzo. Ti piace ancora il cibo greco o sbaglio?”

Keira lo guardò.

Si ricordava delle sue preferenze? Dopo 18 anni?

“Ho una buona memoria. Con le cose che m’interessano.”disse lui, rispondendo alla sua domanda inespressa.

La sua voce, calda e sensuale come sempre, la fece rabbrividire nonostante il caldo che faceva.

Sorrise, imbarazzata.

“Certo che sì. E tu adori ancora il gelato alla nocciola?”

“Sì. E tu le mandorle caramellate?”

“Fare gli scherzi in acqua ed affogarmi?”

“Ovvio. Non vedo l’ora di buttarti a mare.”

“E…”

Parlarono a lungo di ciò che piaceva all’uno e di ciò che piaceva all’altro, davanti ad un piatto di cibi greci.

Era davvero come se il tempo non fosse mai passato.

Keira e Sirius si ritrovarono a scherzare e ridere tra loro, a fare battute, a prendersi amichevolmente in giro…

Keira rise di più in quei giorni, che in tanto tempo.

Si trovava benissimo in sua compagnia.

Si ritrovò a passeggiare con lui per le strade di Londra, come avevano fatto un tempo.

Era chiusa nella sua bolla di felicità, con Sirius.

D’un tratto Sirius guardò l’orologio, fermandola.

“Dobbiamo andare.”

“Dove?”chiese lei, curiosa.

“Ad Hogwarts, no? Non hai voglia d’incontrare Albus, la McGranitt, Hagrid…”

“Come ci andiamo?”

Sirius la guardò.

Il fatto che si rifiutasse di usare la magia, se non per evitare di essere riconosciuta, gli dava sui nervi.

Keira sbuffò.

“No. Non ci vengo.”

Erano in una stradina secondaria, nascosti da due macchine.

Alzando gli occhi al cielo, Sirius l’afferrò per la vita, girò su se stesso e si smaterializzò.

Udì il grido soffocato di Keira, prima si sentire il consueto strappo all’ombelico.

Serrò gli occhi, tenendo stretta Keira a sé.

Cadde rovinosamente sull’erba fresca del prato di Hogwarts, con Keira addosso, in una posizione a dir poco equivoca…

“Sirius Black, io t’ammazzo!”

Keira si tolse di sopra e lo guardò, arcigna.

“Me la paghi! Ho detto che non volevo nessuna magia!”

Lo colpì al braccio, gli occhi accesi.

“Andiamo, Keira. Mi sono solo smaterializzato! Come volevi arrivare qui? Con il treno?”

“Sono una babbana.”

“Sei una strega. Accettalo. Se fossi solo una babbana, non ti saresti fatta tingere i capelli con la magia!”

“E’…è stato per necessità! Rimettimeli com’erano! Subito!”

Sirius sbuffò, alzandosi.

“Sirius!”

“Ci vediamo.”

S’avviò verso l’entrata, nel caldo pomeriggio.

I prati erano deserti, il sole illuminava tutto e la superficie del lago era calma, piatta…

“Sirius!”

Fatta eccezione di Keira Sanderson, c’era molta calma…

Sirius si fermò ed aspettò che lei lo raggiungesse.

“Ho passato 18 anni rifiutando la magia! Ora non puoi venire qui e costringermi ad usarla, come se niente fosse successo!”

“Dov’è la bacchetta?”

“Cosa? Non lo so…”

“L’hai buttata?”

“No, ma non so dove sia. Non la uso, né l’userò.”

“Ti toccherà farlo.”

“E sarai tu a costringermi? Scordatelo! Io non prendo ordini da nessuno!”

“Da me lo farai. Perché è per il tuo bene, e perché una follia.”

“E’ stata una follia essere uscita con te!”

“Non ti era dispiaciuto.”

“Prima che tu usassi la magia, no!”

“Keira!”

“Non fare così! Ho difficoltà ad usare la magia, ok? E che gli altri la usino su me! Non voglio. Non ora. Non ce la faccio.”

“E ce la farai?”

“Non lo so, ok? Non lo so!”

Sirius la guardò.

Keira teneva gli occhi serrati ed era arrabbiata.

Sirius si pentì di aver usato la magia con lei, ma che scelta aveva?

Andare ad Hogwarts in treno?

Camminarono in silenzio fino al castello, ma Keira si rianimò subito quando intravide Hagrid e Silente.

“Hagrid! Albus!”esclamò correndo loro incontro.

Non ci poteva credere! Non li vedeva da una vita ed ora…

Eccoli lì, come se il tempo non fosse mai passato.

“Vedo che la tua esuberanza ti distingue sempre…”sorrise bonario Silente, che era stato travolto dal suo abbraccio.

“Quella, l’irascibilità, le maniere forti…”elencò Sirius, ma venne zittito da un pugno di Keira, affettuoso, su un braccio.

“Visto? Avevo ragione!”

“Salve, Sanderson!”

“Salve, prof! La trovo bene.”

La severità della McGranitt non impedì a Keira d’abbracciare anche lei.

“E’ espansiva, oggi? Che devo dire a sua discolpa?”intervenne Sirius, ridendo.

“Che non li vedo da anni?”suggerì Keira.

Sirius si passò una mano tra i capelli sale e pepe e sorrise.

Keira rimase immobile a guardarlo, a vedere quel gesto per lei così familiare, ma si riscosse dopo un attimo.

Fu una giornata bellissima per lei.

Rivedere i posti che le appartenevano, le aule, i corridoi, i quadri parlanti che ancora si ricordavano di lei, gli elfi domestici che li circondavano offrendo loro cibo e bevande rinfrescanti.

Salì, seguita da Sirius, le scale per andare nel dormitorio che era stato loro.

Rivide gli arazzi, il rosso di Grifondoro ed il dorato, il caminetto…

“Le cose non cambiano mai, vero?”disse, parlando più a sé stessa che altro.

“Non quelle importanti.”rispose Sirius. “Guarda qui.”

La condusse sotto la finestra del dormitorio maschile.

Lì sotto i loro nomi: Sirius & Keira, James & Lily, Remus & Lizzie…

“Credevamo che sarebbe durata per sempre, quando eravamo qui.”sussurrò Keira.

Keira si rimise in piedi, mentre Sirius si sedeva sul pavimento.

“Abbiamo iniziato a crescere moltissimo solo quando siamo usciti di qui. In questo posto i sogni erano ancora permessi. Là fuori abbiamo capito che non esistevano più.”

“Lily e James sono ancora insieme.”ribattè Keira.

“Nulla li potrà separare, neppure la morte e l’abbiamo visto. Ma per il resto di noi…Remus e Lizzie…”

“Remus non sta con Dora? E Lizzie…”

“Siamo i soli a non aver avuto il nostro lieto fine?”

Sirius si alzò in piedi e la guardò per un attimo soltanto, poi la superò per uscire.

“Siamo i soli a non aver avuto il nostro lieto fine?” ripetè.

“Ah, cara! Se l’avessi io un tipo così non lo lascerei tanto facilmente!”disse la signora di un quadro nella sala comune, quando lei scese.

“Io l’ho fatto…”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 25
*** One in a Million ***


“Keira, zuccherino mio! Vieni qui un secondo!”

John interruppe la registrazione di “The Climb”, facendola sobbalzare.

La donna aveva passato la notte in bianco, pensando e ripensando alle parole di Sirius, al suo sguardo…a lui in generale.

Da quando l’aveva incontrato non riusciva a toglierselo dalla testa.

Era sempre con lei, o fisicamente, o nei suoi pensieri.

In ogni cosa che faceva c’era.

Londra le ricordava tutte le cose fatte insieme ad i suoi amici, al suo ragazzo…

Ogni strada, ogni via, ogni posto portava con sé un ricordo e Godric’s Hollow, dove quella sera era stata invitata a cena, ne era pieno.

“Che c’è?”

“Indovina chi è stata invitata al Johnson Show?”

“Cosa? Io?”

“Sì, tu! Sei bravissima, ovvio che sì, dovevi aspettartelo! E porta anche la tua dolce metà…chi è…Sir…”

“Si chiama Ethan…”disse Keira, in subbuglio.

Sentire Sirius associato a “dolce metà” l’aveva un po’ messa sottosopra.

Il Johnson Show era probabilmente il più famoso show, soprattutto per chi voleva essere qualcuno…o essere conosciuto ancora di più.

David Johnson era paragonato a Ophra Winfrey, addirittura.

Era una grande opportunità andarci.

Ma Ethan….

Si era allontanata da lui da quando aveva incontrato Sirius.

Si era instaurato un muro tra loro…niente abbracci, né baci, carezze…

Ogni volta che ci provava lei pensava a Sirius…e l’allontanava…

Ethan le piaceva, ma era stato come cancellato…

Completamente spazzato via da Sirius.

Quell’uomo aveva ancora così potere nella sua vita?

Seguirlo l’avrebbe fatta soffrire ancora, anche se non per colpa sua?

“Allora, accetti?”le chiese John, distogliendola dai suoi pensieri. “E’ per domani sera, ma dovete essere lì almeno un’ora prima per le presentazioni, il trucco…”

“Ok…ok…”

 

“Il che?”

“Il Johnson Show!”

“Eh…Cos’è?”

Hermione guardò Sirius come se vivesse su un altro pianeta.

“Ma dove vivi?”disse.

“Fino a poco fa ero morto, quindi sono giustificato!”rise lui, alzando le mani in segno di difesa.

“Sirius! Andiamo!”fece Lily. “Evitiamo di parlare delle morti, ok?”

I Potter, Weasley, Sirius, Remus, Dora e Keira erano riuniti attorno al tavolo del salotto, cenando.

Keira era stata accolta a braccia aperte da Remus, aveva conosciuto Dora e Ted ed era stata travolta dai complimenti di Ginny e di Hermione, firmando anche loro gli autografi.

“Bella la fama, eh?”le aveva detto Sirius.

“Non credere.”mormorò lei.

Era dura, oltre che bella…

Ethan non era potuto venire, perché aveva una cena con i suoi amici, amici che Keira non sopportavano…

Erano così…rigidi, infiocchettati…

“E’ uno spettacolo babbano, molto famoso, che pubblicizza attori, attrici, cantanti…

È una fortuna essere invitati lì.”spiegò Keira a beneficio degli altri maghi.

“E come ti potremmo vedere? Con il telefi…telemit…”

“Televisione, James!”

Keira, Lily, Dora Harry ed Hermione risero, poiché conoscevano gli oggetti babbani.

“E come possiamo vederti in…ok, quello?”

“Comprando un televisione. Ma qui non avete neanche la spina.”

“La che?”

“Posso venire da me, signorina Keira. I miei sono babbani e noi abbiamo la televisione.”disse Hermione, emozionata quanto Ginny di incontrare la sua cantante preferita.

“Ok, allora domani ti vedremo a quel Jonathan Show!”

“Johnson!”lo rimproverò Keira, scherzosamente.

“Signorina Keira…”iniziò Ginny.

“Keira, ti prego. Ho l’età di Lily e signorina o signora non mi piace. Dimmi.”

“Potrebbe cantarci una canzone?”

Ginny ed Hermione si guardavano, sorridendo, imbarazzate.

“Oh…Ok, se per gli altri non c’è problema.”

“Figurati. Ti abbiamo invitato per avere il nostro concerto personale, non l’avevi capito?”fece Sirius e Keira e gli altri risero.

“Ok, quale?”

“Una inedita.”disse James. “Per loro, almeno. Ne avete scritte così tante, Keira.”

“Chi?”chiese Harry.

“Keira e Sirius.”spiegò James.

Tutti tranne Lily, Remus ed i diretti interessati spalancarono gli occhi, sorpresi.

“Scrivevate canzoni insieme?”chiese Ginny.

“E’ successo tanto tempo fa.”fece Sirius a mò di spiegazione.

“Tu cantavi?”chiese Harry.

“Ed era anche bravo, sai?”intervenne Keira.

“Avevo 18 anni. Più di 20 anni fa…”

“Perché non canti “One in a million”?”propose Lily, guardando l’amica.

Sapeva che, forse, si era spinta troppo oltre.

Tentava di far rimettere Keira e Sirius insieme, ma proporle la canzone che aveva scritto appositamente per lui quando aveva 18 anni…

Forse era troppo.

Keira tentennò.

Sirius evitò di guardarla.

Conosceva quella canzone.

La sapeva a memoria, l’aveva cullato nei momenti più difficili, era stata una delle colonne sonore dei suoi ricordi…

“Cantala.”disse, solo.

“O…Ok.”

Lily fece apparire dal nulla un microfono ed ignorò l’occhiataccia di Keira per aver usato la magia.

 

“How did I get here
I turned around and there you were
Didn’t think twice
Or rationalize
But somehow I knew
That there was more than just chemistry
I mean i know you were kinda of in to me
But i figured its just to good to be true

I said pinch me
Where’s the catch this time
Cant finda single cloud in the sky
Help me before I get used to this guy

They say that good things take time
But really great things happen
in a blink of an eye
Thought the chances to meet somebody like you
were a million to one
I cant believe it
Your one in a million
All this time a was looking for love
Trying to make things work
They weren’t good enough till
I thought I'm through
Said I'm done
Then stumbled into the arms of the one

Your making me laughabout the sillest stuff
Said that I'm your diamond in the rough
When I’m mad at you
you pull out your velvet gloves
I feel drunk but I am sober
And I’m smiling all over
Every time I see that sparkle in your eye

They say that good things take time
But really great things happen
in a blink of an eye
Thought the chances to meet somebody like you
were a million to one
I cant believe it
Your one in a million...one in a million
All this time a was looking for love
Trying to make things work
They weren’t good enough till
I thought I'm through
Said I'm done
Then stumbled into the arms of the one

I feel drunk but I am sober
And I’m smiling all over
Every time I see that sparkle in your eye

They say that good things take time
But really great things happen
in a blink of an eye
Thought the chances to meet somebody like you
were a million to one
I cant believe it
Your one in a million...one in a million
All this time a was looking for love
Trying to make things work
They weren’t good enough till
I thought I'm through
Said I'm done
Then stumbled into the arms of the one

Your one in a million

 

Come sono arrivata fin qui?
mi sono girata e tu eri lì
non ci ho pensato due volte
nè l'ho giustificato
perchè in qualche modo sapevo
che c'era più di un semplice feeling
voglio dire che sapevo che stavi
per entrare dentro di me
ma ho scoperto che
è troppo bello per essere vero

ho detto dammi un pizzicotto
dov'è il tranello stavolta?
non riesco a trovare
nemmeno una nuvola nel cielo
aiutami prima che io
mi abitui a questo ragazzo

dicono che ci vuole tempo
per ottenere le cose buone
ma le grandi cose accadono davvero
in un batter d'occhio
pensavo che le possibilità
di incontrare qualcuno come te
fossero una su un milione
non riesco a crederci
sei uno su un milione
tutto questo tempo
stavo cercando amore
cercando di far funzionare le cose
ma non erano buone abbastanza fino
a che pensavo di aver finito
ho detto che ne ho abbastanza
e sono inciampata tra le braccia
dell'unico per me

mi fai ridere sulle cose più stupide
dici che sono il tuo diamante nelle difficoltà
quando sono arrabbiata con te
tu vieni con il tuo tocco vellutato
non riesco a credere di essere così fortunata
non mi sono mai sentita così felice
ogni volta che vedo
quella scintilla nei tuoi occhi

ho detto dammi un pizzicotto
dov'è il tranello stavolta?
non riesco a trovare
nemmeno una nuvola nel cielo
aiutami prima che io
mi abitui a questo ragazzo

dicono che ci vuole tempo
per ottenere le cose buone
ma le grandi cose accadono davvero
in un batter d'occhio
pensavo che le possibilità
di incontrare qualcuno come te
fossero una su un milione
non riesco a crederci
sei uno su un milione
tutto questo tempo
stavo cercando amore
cercando di far funzionare le cose
ma non erano buone abbastanza fino
a che pensavo di aver finito
ho detto che ne ho abbastanza
e sono inciampata tra le braccia
dell'unico per me

sei uno su un milione”

 

Keira aveva cantato gli occhi fissi su Sirius.

Era stato come se tutto il mondo fosse svanito e ci fossero solo loro nella stanza.

Quando smise di cantare e molti applaudirono l’incantesimo si spezzò.

Sirius non riusciva a distogliere gli occhi da lei, mentre lo stomaco si divertiva a fare le capriole.

Accadeva sempre così quando la vedeva.

Lo stomaco faceva le capriole e lui si sorprendeva a guardarla, incantato da lei e dai suoi occhi.

Lo stesso accadeva per Keira.

“Avete scritto insieme questa canzone?”chiese Molly.

“No. L’ha scritta per me.”

Sirius afferrò Keira per la vita e la spinse a sedersi sulle sue ginocchia.

Era un gesto affettuoso, anche d’amico, ma Keira arrossì.

Arrossiva sempre quando Sirius diceva o faceva qualcosa d’inaspettato.

Il suo stomaco ballava la conga.

Amava stare con lui, anche solo rimanere a guardarlo.

Ed una parte di lei si sentiva in colpa, mentre quella principale diceva che non stava facendo nulla di male…ancora…

“Per lui?”domandò Ron.

“Stavano insieme.”spiegò James.

“Ok, vuoi dire la nostra storia a tutto il mondo?”fece Keira.

“Puoi dirla tu, domani sera. Sei in tf, no? Non ti vedono tutti?”

“Tv e poi non vado lì per…lascia perdere!”

Fu una serata divertente quella che Keira trascorse con i suoi amici.

Ma il suo sguardo era quasi sempre puntato nella direzione di Sirius.

Sentiva il sangue ribollirle nelle vene, i ricordi affluire velocemente, il cuore che batteva all’impazzata…

“E’ ingiusto, secondo me.”disse Lily, dopo un po’.

Erano sedute sul dondolo in giardino, sotto la tiepida luce della Luna, mentre un leggero venticello le carezzava.

“Cosa?”

“Che non stiate insieme. Tu e Sirius.”

“Sto con Ethan, ora.”

“Già, vero. E lui dov’è? Perché non è qui? Perché non ne parli mai?”

“Lo amo, Lily.”

“No, ti sei trovata un’alternativa. Ti conosco, Keira e conosco quegli sguardi.”

“Quali?”

“Quelli che tu e Sirius vi lanciate. Si vede lontano un miglio che siete ancora attratti l’uno dall’altra.”

“Ricordi com’è andata male l’ultima volta?”

“E non vuoi fare nulla per paura di essere ferita ancora?”

“Cosa dovrei fare?”

“Parla con lui. Chiaritevi su ciò che è successo…”

“L’abbiamo fatto, ne abbiamo già parlato.”

“E cos’è che vi frena?”

“Lily, sono passati 18 anni! Siamo diversi, siamo cambiati. Tutto è cambiato. Non possiamo riprendere ad essere quelli che eravamo da ragazzi.”

“Cos’è cambiato, Keira? Siete quelli di sempre! Siete i Keira e Sirius che conosciamo ed amiamo! Di cosa hai realmente paura? Cosa ti frena?”

Non lo sapeva neppure Keira.

Fissò l’erba, schiarita dalla Luna, senza dire una parola.

“Non lo so.”ammise alla fine. “Ma domani devo andare ad un’importante programma e devo pensare a questo.”

Guardò la sua amica.

“La vita mi ha già ingannata una volta. Perché non potrebbe rifarlo di nuovo?”

“Non lo so. Ma non puoi chiuderti in una bolla e non uscirne. Le circostanze sfortunate capitano a tutti, ma ciò non ci impedisce di godere di quelle positive.”

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Capitolo 26
*** sto cercando qualcuno che condivida il mio dolore, qualcuno a cui possa rivolgermi,che resterà con me quando piove ***


Is It You (Cassie)

I’m looking for a lover not a friend
Somebody who can be there when I need someone to talk to
I’m looking for someone who won’t pretend
Somebody not afraid to say the way they feel about you

And I’m looking for someone who understands how I feel,
Someone who can keep me real and who knows always
Baby I like to have you in my way
And I’m looking for someone who takes me there,
Wants to share, shows he cares
Thinking on the one that I’ve been waiting for

Is it you? is it you?
Maybe you’re the one I’ve been waiting for
Could you be the one for me?
Could you be the one I need?

Is it you? is it you?
Maybe you’re the one I’ve been waiting for
Could you be the one for me? (Could you be?)
Could you be the one I need?

I’m looking for someone to share my pain (Uh)
Someone who I can run to, who would stay with me when it rains
Someone who I can cry with trough the night
Someone who I can trust who’s hardest right
And I’m looking for someone

And I’m looking for someone who understands how I feel,
Someone who can keep me real and who knows always
Baby I like to have you in my way
And I’m looking for someone who takes me there,
Want to share, shows he cares
Thinking on the one that I’ve been waiting for

Is it you? is it you?
Maybe you’re the one I’ve been waiting for
Could you be the one for me?
Could you be the one I need?

Is it you? is it you?
Maybe you’re the one I’ve been waiting for
Could you be the one for me?
Could you be this one I need?

Take for grant
How much I care (How much I care)
And appreciates that I’m there
Someone who listens
And someone I can call who isn’t afraid of thought to share

Is it you? is it you?
Maybe you’re the one I’ve been waiting for
Could you be the one for me?
Could you be the one I need?

Is it you? is it you?
Maybe you’re the one I’ve been waiting for
Could you be the one for me?
Could you be the one I need?

Sto cercando un amante, non un amico
qualcuno che sia lì per me quando
ho bisogno di qualcuno con cui parlare
sto cercando qualcuno che non finga
qualcuno che non abbia paura di
confessarti cosa prova per te

e sto cercando qualcuno
che capisca come mi sento
qualcuno che possa renderlo reale
e che sappia qual è il modo
il modo in cui mi piace averlo
e sto cercando qualcuno che mi porti lì
che voglia condividere
che dimostri di tenere a me
penso che tu sia l'unico che ho aspettato

sei tu? sei tu?
forse sei l'unico che ho aspettato
potresti essere l'unico per me?
potresti essere l'unico di cui ho bisogno? (x2)

sto cercando qualcuno che condivida il mio dolore
qualcuno a cui possa rivolgermi
che resterà con me quando piove
qualcuno con cui io possa piangere nella notte
qualcuno su cui possa contare
il cui cuore sia buono
e sto cercando qualcuno...

e sto cercando qualcuno
che capisca come mi sento
qualcuno che possa renderlo reale
e che sappia qual è il modo
il modo in cui mi piace averlo
e sto cercando qualcuno che mi porti lì
che voglia condividere
che dimostri di tenere a me
penso che tu sia l'unico che ho aspettato

sei tu? sei tu?
forse sei l'unico che ho aspettato
potresti essere l'unico per me?
potresti essere l'unico di cui ho bisogno? (x2)

che dia per garantito quanto io ci tenga
che apprezzi il fatto che io sono lì
qualcuno che ascolti
e qualcuno che io possa chiamare
che non abbia paura di dare amore

sei tu? sei tu?
forse sei l'unico che ho aspettato
potresti essere l'unico per me?
potresti essere l'unico di cui ho bisogno? (x2)

 

 

 

“Ed ecco a voi la splendida Keira Sanderson, in arte Crystal Flower con la sua bellissima canzone “It is you”! Non è favolosa, da sposare! Scusami, fidanzato, ma è davvero splendida!”

Keira sedette accanto a David Johnson ed a Ethan arrossendo.

“Ed ora le domande. Una cosa vorrei sapere prima di tutto. Perché Crystal Flower? Che significa?”

Keira guardò dritto alla telecamera senza rendersene conto.

“E’ un soprannome che mi aveva dato il mio fidanzato, anni fa.”

“Ethan?”

“No!”

“C’è un altro amore nella tua vita?”

“Di questo non voglio parlare.”

Keira evitava di guardare Ethan.

Si sentiva colpevole per provare ancora qualcosa per Sirius.

Lo sapeva e non lo negava, ma non voleva ammetterlo di certo in uno spettacolo.

“Ok, allora un’altra domanda. Le tue canzoni sono molto personali. T’ispira qualcuno?”

“Non esattamente. M’ispira ciò che vedo, ciò che sento e percepisco del mondo che mi circonda.

I miei ricordi, soprattutto. La mia vita passata.”

“La tua vita passata? Nascondi un segreto, quindi? Sei una spia segreta in missione?”

“Sì, la compagna di James Bond.”rise lei. “Assolutamente no. Sono una come tutti.”

“Non proprio. Hai talento, hai bellezza. Cosa ti ha impedito di emergere prima d’ora?”

“Un po’ di tutto. Ricordi. Ricordi dolorosi.”

“Che hai cancellato?”

“Che sto iniziando ad accettare di recente.”

“Da quanto state insieme tu ed Ethan?”

Ethan le prese la mano.

“Due mesi.”rispose per lei.

“E’ l’amore della tua vita?”

“Non lo so. Non posso dirlo.”

“Perché sei davanti ad una platea?”

“E’ personale.”

“E comunque, no.”pensò.

“Bene. Allora ti spingeremo a decidere. Credo sia il momento, Ethan.”

Keira guardò, entrambi, confusa.

“Cosa?”

Ethan s’alzò dalla sedia e s’inginocchiò davanti a Keira.

“Oh, cavolo!”disse Lily dall’altro lato dello schermo.

Lei e tutti gli altri erano riuniti a guardare lo show e la donna era sbalordita.

“Ma cosa vuole…”iniziò James, ma aveva già capito.

Rivolse un rapido sguardo a Sirius, ma lui non lo stava guardando, ma teneva lo sguardo fisso su Keira alla televisione.

“Cosa sta succedendo?”

Ethan estrasse una scatoletta dalla tasca e l’aprì davanti a Keira.

La telecamera zoomò ed inquadrò un anello sottile con un brillante sopra.

“Keira, mi vuoi sposare?”

La donna era sbalordita.

S’alzò in piedi, confusa.

Sposarsi? Con Ethan? Ma si conoscevano da così poco!

Cadde il silenzio e sembrò quasi che tutti in sala e dall’altro lato dello schermo, stessero trattenendo il fiato.

“Ethan, io…Non posso.”rispose in un soffio.

Lo disse impulsivamente, ma era la verità.

“Cosa?”

Ethan era sbalordito.

“Cosa?”ripetè, senza riuscire a capacitarsene.

“M-mi di-dispiace.  Mi dispiace davvero.

Sei un caro ragazzo, ma non posso sposarti.”

“Perché? C’è qualcun altro?”

La folla in sala iniziò ad agitarsi ed i fotografi li sommersero di foto e domande.

Johnson riportò l’ordine.

Ethan teneva lo sguardo fisso su Keira.

Lei si scostò una ciocca di capelli dagli occhi e inspirò a fondo prima di rispondere.

“Perché non t’amo al punto di sposarti. Mi dispiace. Ma non posso. È finita.”disse lei, a voce più alta e fu come liberarsi da un peso enorme sul cuore.

Poi voltò le spalle e corse via.

Corse e corse senza fermarsi, finchè non raggiunse una gelateria a Londra dove andavano sempre lei e Lily, con i loro fidanzati.

Aveva il cuore che batteva a mille.

Prese con mani tremanti il cellulare e chiamò la prima persona che le venne in mente….l’unica che potesse aiutarla in quel momento.

 

Il cellulare che Keira aveva dato a Sirius e gli aveva insegnato ad usare squillò dieci minuti dopo la fuga della ragazza.

Appena vide il numero, Sirius scattò in piedi e raggiunse la porta.

“Dove sei?”disse soltanto ed un minuto dopo era davanti a lei.

Keira era sconvolta.

Il trucco era sciolto e le macchiava il viso ed il bel vestito azzurro cielo che indossava era tutto stropicciato.

I capelli scuri e biondi erano arruffati, perché aveva sciolto la pettinatura che li teneva in ordine.

Era seduta su una panchina ed alzò lo sguardo appena lo vide comparire.

“Scusa se ti ho chiamato. Ma non sapevo chi…cosa…”

“Hai fatto bene.”

Sirius si sedette accanto a lei sulla panchina e le passò un braccio attorno alle spalle, tentando di confortarla.

Il suo contatto, il suo calore tranquillizzarono Keira.

Il cuore della ragazza batteva fortissimo, ma non per la corsa o per ciò che era successo, ma per la vicinanza con Sirius.

Quello di Sirius si comportava al medesimo modo.

“E’ tutto ok. Perché hai rifiutato?”chiese.

Lei si staccò da lui e s’alzò in piedi.

“Lo conosco da pochissimo tempo e lui mi chiede di sposarlo. Non posso, non me la sento…No.”

“Per questo?”

“Non lo amo, Sirius!”

“Amo te.”pensò lei, ma non riuscì a dirlo.

Ma forse la vera risposta era nei suoi occhi perché Sirius la capì lo stesso.

S’alzò e le s’avvicinò.

I loro visi erano a pochi centimetri l’uno dall’altro.

Stavano quasi per baciarsi, quando un tuono li fece sobbalzare entrambi.

Risero entrambi, guardandosi negli occhi.

La pioggia non importava affatto.

Sirius si chinò su di lei, posandole una mano sul collo.

Questo contatto la fece rabbrividire.

Le sollevò piano il viso e l’avvicinò al suo.

Annullarono la distanza in un attimo, cercandosi, volendosi, trovandosi dopo tanto tempo passati lontani.

Si baciarono dolcemente.

Keira gli cinse il collo con le braccia e si strinse a lui, tutti e due zuppi di pioggia.

S’allontanarono dopo un’eternità, come se quel bacio avesse compensato tutto il tempo trascorso lontani l’uno dall’altra.

Keira rise, una risata brillante, sincera.

Era forse la prima di tal genere in anni ed anni.

Volteggiò sotto la pioggia, trascinando Sirius con lei, raggiante.

Sirius l’afferrò per la mano e si smaterializzò a casa Potter, nella sua stanza.

Keira cadde ridendo sul tappeto, sorridendo, il cuore a mille.

Si erano baciati.

Era quello il pensiero che gli rimbombava in testa.

“E’ stata una follia!”disse lei, riferendosi alla smaterializzazione. “E se ci avessero visti?”

“Sistemeremmo tutto. Come abbiamo sempre fatto.”

Sirius si sedette in ginocchio sul tappeto accanto a lei.

Le prese il volto tra le mani e la baciò sulle labbra, ancora ed ancora.

Quando James e Lily aprirono piano la porta della stanza sentendo dei rumori, li videro sul tappeto, seduti, a baciarsi e la richiusero lentamente.

“T’amo tantissimo, Keira. Ti amo. Ti amo.”

Lei rise e l’abbracciò.

“Perché credi che sia scappata? Non potevo sposarlo. Non…Io amo te.”

“Lo sapevo. L’immaginavo.”

Keira tremava tra le sue braccia, zuppa.

“Cielo, stai tremando!”

“Vado da Lily e le chiedo dei vestiti.”sussurrò lei.

Si chinò su di lui e lo baciò un’ultima volta, prima d’andarsene.

Separarsi, anche solo per asciugarsi e vestirsi, era dura.

Si erano ritrovati, erano lì, insieme.

Quando entrò nella camera di Lily e James seppe che sapevano.

Non ci fu bisogno di dire altro.

Ritornò nella stanza di Sirius, dopo 5 minuti e lo trovò seduto ed asciutto sul letto.

S’accoccolò tra le sue braccia, assaporando il suo profumo, il suo calore dopo così tanto tempo.

Lo sentì fremere dal desiderio, dalla voglia di averla ancora con sé e cedette ai suoi occhi magnetici.

Era invecchiato, certo, ma era sempre il Sirius che amava, il suo bellissimo Sirius.

Sentì le mani di lui sfiorarle il corpo, scendere e risalire sui fianchi, sulle gambe.

Lo baciò ridendo di felicità, spogliandolo e spogliandosi.

Sentire il suo calore, il contatto delle loro pelli era una sensazione impagabile.

Il freddo per la pioggia stava scemando, rimpiazzato dal calore dei loro corpi, dai caldi respiri.

Erano in balia dell’amore, del piacere, della felicità.

Si baciarono ancora ed ancora, cercandosi, accarezzandosi.

Lo sentì dentro di sé dopo tantissimo tempo e come se non fosse trascorso nulla i loro corpi s’adattarono perfettamente come complementari, come pezzi di un puzzle che dopo essere stati ingiustamente separati si ritrovano, attratti da una forza imprescindibile da qualsiasi cosa, tempo o destino che fosse…

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Capitolo 27
*** Questo è solo l'inizio ***


Schiuse gli occhi lentamente, avvolta dalla tiepida luce del mattino.

 La prima sensazione che provò fu di calore.

Aprì gli occhi del tutto e si rese conto, con un sorriso, di trovarsi accoccolata tra le sue braccia.

Sue. Di Sirius Black.

Dormiva, cingendole il corpo con un braccio.

La bocca era leggermente aperta e le labbra disegnavano un sorriso perfetto, piegandosi in una morbida curva.

Keira sentì il proprio cuore battere fortissimo, quasi minacciando di uscirle dal petto.

Non si sarebbe mai abituata alla sua presenza, non si era mai abituata neanche in passato; ed ora riaverlo con sé, sapere che era lì e che non se ne sarebbe andato mai più le faceva provare una felicità incontenibile ed inesprimibile.

Quello che era successo in quei giorni era pura follia.

Lily, James, Remus, Harry, Sirius…

Erano di nuovo insieme, contro ogni logica.

Sirius si mosse accanto a lei.

“Ehi.”sussurrò, voltando il viso verso di lei.

“Ehi…”

“Sveglia da molto?”

“No…Ti guardavo solo dormire.”

“Sei adorabile.”aggiunse e sentì il sangue colorarle le guance.

Che scema!

Arrossiva come una ragazzina, ma non poteva proprio evitarlo!

Sirius la guardò, senza riuscire a dire nulla.

Avrebbe voluto bearsi del suo viso, guardarla arrossire e sorridere per l’eternità.

Gli sarebbe bastato.

Gli sarebbe bastato per tutta la sua vita.

Le sfiorò il volto con una punta delle dita, percorrendo la curva della sua guancia, fino ad arrivare alle sue labbra, appena schiuse.

Vi posò un tenero bacio, sfiorandole dolcemente.

Erano attratti magneticamente l’uno all’altro ed il bacio crebbe d’intensità man mano, finché non dimenticarono dove fossero, completamente persi l’uno nell’altra…

 

“Voglio sapere ogni cosa!”

Lily afferrò la sua migliore amica per un polso, tirandola in disparte in cucina, quella mattina.

Keira fece in tempo ad addentare la sua fetta di pane tostato che si ritrovò sotto Inquisizione.

Lily aveva gli occhi che brillavano di curiosità.

“Cosa vuoi sapere?”chiese, inghiottendo un boccone.

Lily la guardò come se fosse impazzita.

“Non ho modo di sfuggirti, vero?”sospirò, in trappola.

“No e neanche Sirius. Anche James e Remus lo stanno torchiando.”

Keira si lasciò sfuggire una risata, prima di dirle ogni cosa.

Di come s’era sentita in quei giorni, della sua confusione, dell’attrazione che provava per lui…

Alla fine del racconto, rimasero in silenzio tutte e due, senza sapere cosa dire.

“E’ una cosa meravigliosa, tesoro. Meritare di essere il più felici possibile, dopo tutto quello che avete passato.”

Lily fu la prima a spezzare il silenzio, abbracciandola.

Keira, colta di sorpresa, ricambiò, commossa.

Sentiva il cuore scoppiare di felicità, come se non potesse più contenerla.

“State insieme, quindi?”chiese James a Sirius.

Lui e Remus l’avevano bloccato in salotto, dopo colazione, curiosissimi.

Sirius non rispose, ma era tutto fin troppo eloquente.

“Non la lascio, non ora che l’ho ritrovata.”sentenziò, incapace di dire altro.

Si sentiva leggero, svuotato da tutte quelle preoccupazioni e brutti pensieri che l’avevano angustiato in quegli anni.

Era felice, per la prima volta dopo anni.

Finalmente le cose iniziavano a prendere una piega positiva per tutti loro.

James e Remus si scambiarono una rapida occhiata, guardando il loro amico perso nei suoi pensieri, un sorriso sulle labbra.

Era completo, come mai prima d’ora.

In passato c’era sempre stato qualcosa che gli mancava e questo qualcosa era Keira.

 

Keira permise a Lily di colorarle i capelli con la magia ed essi assunsero un colore castano scuro, tagliati corti.

Era passata quasi una settimana dalla fuga di Keira dal programma televisivo e da Ethan.

“Ti devi sempre travestire per uscire?”commentò Harry, osservando Keira che s’infilava un cappello da basket in testa e gli occhialoni da sole.

Lo sguardo del ragazzo andava da Keira a Sirius.

Erano radiosi.

Il suo padrino era così felice, così al settimo cielo.

La sua mano strinse quella di Keira quando uscirono.

“Devo solo riprendere le mie cose in albergo. Non posso indossare i vestiti di Lily per sempre.”disse a mo’ di spiegazione.

“Ethan?”chiese Sirius, camminando al suo fianco, diretti verso il Plaza al centro di Londra.

L’osservò con una punta di timore.

Temeva che Ethan, quel tipo borioso, potesse fare del male a Keira dopo ciò che era successo.

Le strinse la mano, afferrando la bacchetta nella tasca dei pantaloni, pronto a trasformarlo in uno scarafaggio o mostro a tre teste se necessario.

O solo a schiantarlo, gli aveva raccomandato Lily per evitare che si mettesse troppo nei guai.

“E’ al lavoro a quest’ora. Non ci sarà in albergo.”

Passò velocemente nell’atrio, presentandosi come la cugina di Crystal Flower e mostrando le chiavi della sua camera per conferma.

Salì le scale a due a due, ansiosa di riprendersi le sue cose e di trasferirsi dai Potter con Sirius.

Era tutto a posto, tutto sistemato tra di loro.

Infilò la chiave nella toppa e girò.

Quello che trovò la lasciò senza fiato.

Tutte le sue cose, i suoi abiti di scena e non, i suoi trucchi, libri…sparsi per il pavimento e distrutti, rovinati.

Gli abiti erano stracciati, i libri rotti, le pile dei cd sul pavimento…

I testi delle sue canzoni, quelle edite ed inedite, erano a brandelli.

Il suo lavoro, la sua passione fatta a pezzi.

Sul muro di fronte alla porta una scritta, fin troppo eloquente, per non sapere chi fosse l’autore.

“Questo è solo l’inizio, puttana.”

Keira si portò le mani sulle labbra, sorpresa e ferita, mentre le lacrime le riempivano gli occhi.

Sirius alle sue spalle, guardava lo sfacelo senza dire una parola.

Lo sguardo andò subito alla scritta e s’affrettò a cingere le spalle di Keira con le braccia, tentando, inutilmente, di calmarla.

La ragazza era sotto shock.

Poi, improvvisamente, si liberò della sua stretta e corse verso il bagno, colpita da un pensiero orribile.

Anche lì c’era lo stesso caos…

Il suo sguardo andò immediatamente alla sua trousse.

L’anello!

Doveva essere lì! Non poteva averlo trovato, non poteva averlo…

Ma il flusso dei pensieri s’interruppe quando le sue mani sfiorarono dei piccoli pezzi d’oro bianco e diamante.

Si sentì come se qualcosa all’interno del suo petto si fosse spezzato ed iniziò a piangere, seduta sul pavimento, circondata da cocci di porcellana e vetri rotti.

“Keira!”

Sirius corse da lei e s’inginocchiò sul pavimento, circondandole le spalle, scosse da un tremito e da un singhiozzo inconsolabile.

Era il loro anello di fidanzamento.

E Ethan l’aveva fatto a pezzi. Aveva distrutto un ricordo bellissimo del passato di Keira e di Sirius.

“Ssh…ssh…calmati. Calmati, andrà tutto bene. Tesoro, non fa nulla. Non importa. Ne comprerò un altro. È solo un anello…”

“E-era…i-il…n-nostro…”

“Lo so, lo so.”

Sirius la fece raggomitolare tra le sue braccia, attento a non farla ferire con i vetri sparsi sul pavimento.

La ragazza stringeva tra le mani quello che rimaneva del suo anello, mentre la rabbia si mischiava al dolore e le lacrime scendevano copiose sulle sue guance.

“Quello lì l’ammazzo.”mormorò Sirius al suo orecchio, tentando di tranquillizzarla.

La cullava, come se fosse stata una bambina piccola e le posava piccoli bacetti tra i capelli, liberati dal berretto da basket.

“M-mi v-suole f-fare del male. S-si vendicherà, S-sirius.”

La voce era tremante e spaventata.

Sirius la strinse ancora di più a sé, mentre la rabbia gli faceva ribollire il sangue nelle vene.

“Non ti farà nulla, amore mio. Non oserà sfiorarti. Ci sono qui io a proteggerti. Non ti farà nulla…”

 

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Capitolo 28
*** Fantasmi Malandrini ***


Ciao a tutti! Finalmente, dopo mesi, anni, secoli, torno a postare questa storia! Sono mortificata e mi dispiace averla abbandonata per così tanto tempo, ma sono successe moltissime cose e non avevo proprio il tempo per continuarla. L'ho trovato solo ora.

Spero vi piaccia e vi chiedo ancora scusa per l'attesa interminabile! Giuro e Stragiuro, Parola di Malandrino, che la continuerò e l'aggionerò più in fretta! 

Un bacione a tutti e come sempre sono graditi i vostri commenti, ma abbiate pietà...non scrivo da moltissimo!

Un bacione, Lily Castiel Winchester (per chi non lo sapesse prima il mio nome era Lily Black 90!)

XD 

 FANTASMI MALANDRINI

“Per la barba di Merlino! Quel figlio di puttana…”

James guardò Sirius, irato.

“Keira, dov’è?”chiese Remus.

“Con Lily. Di sopra. È sotto shock.”

“Ha distrutto tutto? Ogni cosa? Le sue canzoni, i vestiti…”

“Il nostro anello, Jamie.”concluse Sirius.

I suoi migliori amici lo guardarono dispiaciuti ed irati.

Ma James più di tutti.

Teneva moltissimo a Keira, era come una sorella per lui.

Ed ora un idiota babbano la minacciava?

No, non l’avrebbe passata liscia!

“Che vuoi fare? Ucciderlo? Minacciarlo?”chiese Remus, passandosi una mano tra i capelli.

“Ragazzi, non lo so. Non ne ho idea. È un babbano, sono un mago, sarebbe facile fargliela pagare. E poi, se lo facessi, sarei arrestato per aggressione. E tralasciando il fatto che sono stato accusato di omicidio, tradimento e via discorrendo…sono appena tornato in vita e non vorrei finire in carcere per un figlio di puttana idiota. Secondo me, la stiamo facendo più grossa di quello che è. Basterà minacciarlo. Fargli vedere di cosa sono capace, senza mostrargli la magia.”

“Lo vuoi prendere a pugni, vero?”ridacchiò James, stupito e divertito insieme dal discorso, fin troppo maturo, del suo migliore amico.

Sirius che si preoccupava dei rischi? Del carcere? Della fedina penale sporca?

“Oh, ci puoi scommettere quello che vuoi, Ramoso! Io quello lo faccio a pezzi, se lo trovo. E poi lo riattacco con la magia.”

“Per poi farlo a pezzi di nuovo!”

James batté il cinque a Sirius, sotto lo sguardo divertito di Remus.

James e Sirius…non sarebbero mai cambiati.

 

Keira si passò una mano tra i capelli, trovandoseli in disordine.

“Sono fin troppo fragile in questo periodo, Lily. Mi viene da piangere per ogni cosa.”

Si sentiva un idiota.

Non era mai stato così.

Era lei quella forte e testarda.

“Ehi, tesoro. Sono successe troppe cose insieme. È normale che tu sia sconvolta, che ti senta disorientata, arrabbiata. Un idiota ti ha devastato la casa e…”

“Ha distrutto il mio anello, Lily.”

Si mise a sedere sul letto e guardò la sua migliore amica, Lily Evans Potter.

Notò quanto fosse bella.

I capelli rossi le ricadevano sulla schiena in boccoli ed onde e gli occhi verdi brillavano, un po’ per il dispiacere che provava per lei.

Il viso non sembrava invecchiato affatto, nonostante la magia degli angeli.

Sarebbe stata sempre Lily Evans, la sua amica, innamorata follemente di quel pazzo di James.

“So che è solo un oggetto…”

“Ma significava qualcosa per te, Keira. Lo so. Lo capisco. Era il vostro anello di matrimonio e conserva un ricordo bellissimo. Un ricordo che appartiene ad un tempo che non c’è più, prima che Voldemort ci uccidesse e rovinasse le nostre vite. Prima di veder mio figlio crescere da solo e te lontana da Sirius e Remus.”

La sua voce era triste, ma la guardò incoraggiante.

“Harry è qui, Lily.”

“Lo so. Lo so questo. Ma non cambierà il passato. E solo noi possiamo cambiare e migliorare quello che ci aspetta, tesoro mio. Era l’ultimo legame che avevi con il passato, quell’anello.”

“Sì.”ammise Keira. “Devo lasciare andare anche quello.”

Lily si chinò su di lui e le carezzò i capelli scuri.

“Credo sia la cosa migliore da fare. Lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare.”

“Sirius lo ucciderà, vero?”chiese, riferendosi ad Ethan.

Lily scoppiò a ridere.

Sirius ed Ethan?

Non la vedeva affatto bene!

“Credo proprio di sì! Ahahah! Ma dovresti essere contenta di avere un cavaliere così galante! Dopotutto Sirius ha sempre fatto così! Ricordi ad Hogwarts, quando ci provavano con te o facevano qualche dispetto nei tuoi confronti?”

Keira rise di cuore, ripensando a quei tempi.

Era vero.

Sirius l’aveva sempre difesa ed anche se questo era stato motivo di litigi poiché lei si sentiva di potersi difendere da sola…gli era sempre stata grata.

Ripensò ai suoi occhi grigio ghiaccio, ai capelli scuri, ora un po’ brizzolati e sorrise.

“Sai che stai sorridendo come un ebete, vero?”la prese in giro Lily.

Sedette sul letto accanto a lei, posando la schiena allo schienale.

Era contenta per Keira.

L’aveva vista soffrire, lontana dal suo mondo, lontana dai suoi amici, da loro.

Ed ora vederla sorridere così spontaneamente, anche con un’espressione ebete sul viso…le faceva bene.

Era fiera di come stesse affrontando tutta quella strana, pazzesca, folle situazione.

La stavano affrontando bene, nonostante quella novità di Ethan.

“Dimmi la verità: amavi veramente Ethan o sei solo sopravvissuta fino all’arrivo di Sirius?”

Lo sguardo che le rivolse fu più significativo di qualunque altra spiegazione.

 

 

“Voi cosa? No, ragazzi. Non…non voglio che vi mettiate nei guai per aver aggredito un babbano!

So badare a me stessa e non voglio che mi facciate da cavalieri senza macchia e senza paura, per quanto la cosa mi lusinghi.”

Keira guardò Sirius, supplichevole.

L’unica cosa che ci mancava era che si mettesse nei guai per fare il cavaliere e trascinasse con sé, come d’obbligo, James e Remus.

“Naa…ce la caveremo, come sempre. Senti, vogliamo solo…”iniziò James.

“Farlo a pezzi.”concluse Sirius per lui e tutti risero.

Era ormai ora di cena ed erano stati invitati a casa Weasley.

I ragazzi s’erano appartati, lasciando gli adulti da soli a chiacchierare.

Aleggiava un’aria di serenità, complicità.

Discorsi sulla politica, sul Quidditch, sulle novità del momento e sui progetti di vendetta di Sirius, che non sembravano esattamente da “adulti”.

“Niente guai, niente ferite etc…”intervenne Lily.

“Promesso, raggio di Sole!”

James fece la croce sul cuore e si chinò su di lei per baciarla sulla guancia.

Lily avvampò, assumendo la stessa tonalità dei suoi capelli rosso cupo.

James la faceva sempre sentire così…come una ragazzina alla prima cotta, prima e perenne cotta nei suoi confronti, d’altronde!

“Ci serve un piano…un’idea…non so, ha paura di qualcosa? Traumi infantili? Ragni? Zombie?”stava riflettendo Sirius.

Keira l’ammirò.

Aveva l’aria così concentrata, così assorta.

I capelli sale e pepe gli ricadevano gli occhi color del ghiaccio più puro e per un attimo incrociarono i suoi.

Quello che fu capace di fare il suo cuore in quel minimo attimo fu incredibile.

Se lo sentì scoppiare, fare giravolte e capriole ed abbozzò un sorriso imbarazzato.

Si sentiva la ragazzina timida colta di sorpresa ad osservare il ragazzo più carino della scuola.

Beccata!

Sirius le rivolse un sorriso ampio, rivelando i denti luminosi e s’accostò a lei.

Sentì il calore del suo abbraccio, quando lui l’avvolse nella sua stretta e posò il mento tra i suoi capelli, tornati finalmente del loro colore naturale, scuro…

“Su, Kei. Ci serve un’idea.”l’incitò James, notando la tenerezza tra lei e Sirius, ma troppo preso dall’architettare un piano malefico per darci peso.

“Non lo so, ragazzi. È uno normale. È un cretino e mi ha minacciata.”

La paura iniziale era scemata.

In quel clima di confidenza, d’affetto e pace era impossibile ripensare a quel che era successo ed anche se il pensiero andava a toccare di sfuggita quel ricordo, ora non sembrava più così spaventoso.

Tra le braccia di Sirius, circondata da Lily e James, si sentiva al sicuro, protetta.

A casa.

“Ha paura dei fantasmi. Si è spaventato con Casper, perfino!”

“Chi?”

James e Sirius la guardarono come se avesse parlato cinese.

Chi diamine era Casper?

“Fantasmino? Ci hanno fatto dei film? Dei cartoni? È… Ok, lasciate perdere. È babbano. Non lo potete conoscere. Ma Lily, dovresti istruire tuo marito alle conoscenze moderne!”

“Scusa, tesoro. Ero un po’ impegnata per fargli guardare la tv. Eravamo…un po’ altrove!”ridacchiò lei.

Keira sussultò.

Se n’era completamente dimenticata!

Oddio! Ora si sentiva un mostro!

Era così naturale averla di nuovo con sé, da soppiantare gli anni trascorsi senza…

“Scusami…”ma Lily stava ridendo.

Capiva la sua confusione.

Era strano per tutti.

“Fantasmi! Ma certo!”esclamò James d’un tratto dopo un attimo di sovrappensiero e facendo sussultare Lily che era appoggiata a lui.

Guardò Sirius come cercando di trasmettergli l’idea con lo sguardo.

“Non starai mica pensando…”

“Mantello dell’Invisibilità! Ovvio che sì! Dovremmo sfruttarlo di nuovo, no? E quale migliore occasione!”

James si voltò, cercando Remus con lo sguardo.

Lo trovò lontano da loro, intento a coccolare Ninfadora.

Non osò interromperli, rendendosi conto di come aleggiasse l’amore in aria quella sera.

Che strana cosa!

S’alzò in piedi e corse in casa, tornando dopo un attimo trasportando il suo ex-mantello.

Argentato, liscio al tocco e di una consistenza stranissima, quasi d’acqua.

Fu un emozione riaverlo con sé, compagno di tante malandrinate.

Era ora di rimetterlo in capo.

Era ora che tornasse agli originali Malandrini.

C’era solo un piccolo problema…

“Come mi sta?”l’indossò ed osservò le facce di Lily, Keira e Sirius.

“Bene! Devo ammettere che le tue scarpe sono molto spaventose! Fuggirà a gambe levate!”lo prese in giro Sirius e tutti risero.

James si guardò i piedi, sbuffando.

Il mantello non riusciva a coprirli.

“Prima di tutto…le ho comprate perché mi hai consigliato tu. E secondo punto, hai un’idea migliore, genio? Ci stringiamo!”

“Jamie, va stretto ad Harry!”

Ma James era inamovibile.

“Basterà agitare la bacchetta per far sì che le cose volino per la stanza e parlare in maniera minacciosa…”

“Intimandolo di lasciare Keira in pace.”concluse Sirius.

In fondo, piedi a parte, non era un’idea balzana.

“OK, ci sto.”

Lily e Keira li guardarono come se fossero impazziti.

James avvolse sé stesso e Sirius nel mantello, due paia di piedi che camminavano sul prato e scomparvero.

“Sono decisamente…”

“Fuori di testa.”concluse Keira per Lily.

Ma bastò uno sguardo reciproco per scoppiare a ridere come sceme!

Erano sempre i soliti, ma non li avrebbero cambiati per nulla al mondo.

 

La casa dell’ex di Keira, il tipo borioso e minaccioso, Ethan, era una villetta appariscente alla periferia di Londra.

Scale, stanze enormi, oggetti grondanti di cattivo gusto ovunque, sparsi per la casa.

James si guardò intorno.

Quadri, statue, dipinti ovunque.

“Scommetto che manco uno di questi è vero. Lily mi portò una volta in quegli edifici babbani…com’è che si chiamano…jusei? Nasei? Calei? Mah, non ricordo! Pieni di queste cose, opere d’arte e…”

“Ssh! James! Non è il momento di fare il critico. Dov’è Ethan?”

Sirius si liberò infastidito del mantello, decisamente troppo piccolo per lui ed infinitamente minuscolo per poter contenere i loro corpi, ormai quasi quarantenni.

E quando lo disse a James, lui sbottò infastidito:

“Non ho 40 anni. Ne ho 38, ricorda! Sono un giovincello!”

Fu in quel momento che apparve Ethan.

Erano ai piedi di una rampa di scale e lui sbucò in cima ad essa.

Ma la sala era nell’oscurità e non li vide, dirigendosi verso una porta a sinistra.

Ma non prima che James e Sirius notassero uno strano colorito sulla faccia…

“Ma che ha in…”

James non finì la frase perché Sirius l’aveva preceduto a salire le scale, lentamente.

Sentiva nelle vene un’euforia.

Aveva in mente l’espressione ferita di Keira, quello che quel cretino le aveva fatto e distrutto, come aveva osato minacciarla e si sentiva ribollire il sangue nelle vene.

Sguainò la bacchetta sulla soglia della stanza ed un vaso partì a razzo schiantandosi con un tonfo sulla parete opposta della stanza.

James lo raggiunse alla soglia e sgranò gli occhi quando vide una figura in camicia da notte verde acido scattare a sedere sul letto.

Il viso era coperto di una crema pastosa e color caramello e screziata di bianco.

Il tutto completato da dei bigodini nei capelli.

“Ma che diavolo ha in testa?”si lasciò sfuggire James ed Ethan cacciò un urlo, scattando in piedi al lato del letto.

Assonnato e terrorizzato prese la prima cosa che gli capitò nelle mani, il barattolo di crema Nivea nutriente per il viso e lo tirò al nulla, mancando Sirius di poco.

James l’afferrò e lo trasse al buio, al lato della stanza.

Poi mosse ancora la bacchetta.

Iniziarono a volare oggetti, penne, fogli, matite, occhiali da sole, soldi, libri, quadri, vestiti ed un paio di mutandoni della nonna per concludere, iniziando una danza oscena attorno ad Ethan, stringendosi a lui, fino a che gli oggetti non lo colpirono.

“NO! DIO, PIETA’! DEMONIO, VAI VIA! AAAAH! AAAHA”

“Io sono il fantasma del Natale passato, dell’estate corrente e dell’eterno futuro!”iniziò Sirius, con voce cavernosa.

“AAAH!”

Ancora urla disperate da parte di Ethan.

Era cereo, sotto la maschera.

“CHI SEI? VAI VIA! VIAAAA! O…”

“Tu hai osato ferire una mia protetta, la dolce Keira Sanderson! E la pagherai!”

James soffocò le risate contro la schiena di Sirius ed il palmo della mano.

Stava morendo dal ridere.

Ethan era palesemente terrorizzato e Sirius stava vendicando Keira.

Sirius lanciò uno sguardo all’amico, come per dire:

“Tocca a te!”

James si schiarì la voce.

“Io sono il fantasma dell’antica notte dei tempi, del presente assolato e del futuro nebbioso! Siamo venuti qui per punirti! Mai più oserai sfiorare Keira Sanderson, mai più avvicinarla, mai più anche solo pensarla! Perché noi sappiamo ogni cosa…!”

“MAI, MAI, LO PROMETTO, PIETA’! VI PREGOOOOO!”

Gli oggetti cessarono di muoversi e crollarono sul pavimento.

Ethan continuò ad urlare e fuggì via, per poco non investendo James e Sirius, appostati affianco alla porta e scappò nella notte, le babbucce ancora ai piedi e la camicia da notte ancora sventolante.

“Aahahahaha! “Io sono il fantasma del Natale passato, dell’estate corrente e dell’eterno futuro!”

Ma che cavolo era?”

James era piegato in due dalle risate, il mantello ormai ai suoi piedi.

S’appoggiò al muro per non scivolare a terra.

“E tu? Io sono il fantasma dell’antica notte dei tempi, del presente assolato e del futuro nebbioso! Ahahahaha!”

Sirius aveva le lacrime agli occhi.

Rimasero a ridere per dieci minuti buoni prima di smaterializzarsi a casa propria.

Ma bastava incrociare lo sguardo l’uno dell’altro perché la loro risata risuonasse nella notte, con stupore di tutti ed allegria generale.

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Capitolo 29
*** Andare via? ***


 

“Avete fatto cosa? Ma siete impazziti?”

Keira guardò James e Sirius come se…no, perché di stupiva?

Non erano sempre stati dei veri e propri pazzi?

Rise, le lacrime agli occhi, gettando la testa all’indietro e liberandosi di tutta quell’ansia che aveva accumulato in quegli ultimi tempi.

“Volevamo torturarlo un altro po’…avevamo un sacco di idee per una lunga e tormentata persecuzione, ma…”iniziò Sirius.

“Abbiamo pensato di farla finita in fretta! Avresti dovuto vedere la sua faccia! Era…era pazzesca!”

Gli occhi color nocciola di James brillavano di felicità e si ritrovarono a scambiare uno sguardo con quelli di Sirius.

 

“Riesci a sentirne l’energia? Keira, sentila. Chiudi gli occhi ed assaporala. Cosa pensi che accadrà se ci provi?”

“Cadrò. Cadrò sicuramente. Non la monto da anni e sono arrugginita. Parecchio arrugginita. Non ricordo neanche le regole del gioco!”

“Allora, la Pluffa è questa palla rossa. I cacciatori, che sono tre, se la lanciano e cercano di centrare uno dei cerchi che il portiere difende. Ci sono due Bolidi, che hanno il compito di disarcionare i giocatori ed i battitori, che sono due, hanno il compito di mandarli via e di colpirli con la loro mazza. Il cercatore ha il compito di prendere il Boccino D’oro e così la partita è conclusa. Vince chi fa più punti.”spiegò James, in fretta.

Era circa mezz’ora che cercava di convincere Keira a salire sulla scopa e volare.

La ragazza era riuscita a salire, ma non aveva ancora il coraggio di darsi lo slancio e innalzarsi.

Stringeva così forte il manico da rischiare di romperlo.

Sirius ed Harry volavano in cerchio accanto a lei ed a James, ancora a terra.

“Andiamo. Non c’è nulla da temere.”la rassicurò Sirius e le tese la mano, ma la ragazza scosse il capo e si strinse più forte.

Erano nel giardino di casa, in un caldo pomeriggio.

Keira lanciò uno sguardo a Lily che si godeva la scena, seduta sul dondolo.

“Vengo, se sale anche Lily sulla scopa.”

Lily sbarrò gli occhi.

Salire su una scopa?

“Non ne sono capace!”

“Moglie di un campione di Quidditch ed incapace di salire su un manico di scopa.”disse James, prendendola in giro e ricevette un’occhiataccia.

Lily sospirò.

Se era l’unico modo per tranquillizzare Keira…

Lily detestava volare, o meglio, non le piaceva volare da sola.

Se in compagnia di James, andava benissimo, ma non si sentiva sicura da sola.

Sospirò e si diede la spinta con i piedi, sollevandosi dal terreno.

La brezza calda dell’estate le scompigliò i capelli, legati a coda, ed osservò Keira con un’espressione che sperava fosse rassicurante.

“Paura di volare?”bisbigliò Harry.

Lily annuì.

“Un po’.”

Keira si rassegnò a darsi la spinta, sempre stringendo con forza la scopa.

La brezza le accarezzò il viso e sentì la familiare sensazione d’eccitazione mista a paura che la prendeva ogni volta che le capitava di volare.

E non volava da quasi 20 anni, ormai.

Aveva dimenticato l’emozione di salire sempre più su, di fondersi con il cielo, di muoversi tra le nuvole…

Era una sensazione fantastica, di pura libertà.

Bastò pochissimo per riabituarsi a volare e stupì tutti iniziando a fare giravolte e volare sempre più su.

Con un sorriso Sirius inclinò la sua scopa e la raggiunse.

“Non era così male, visto? Ti devi solo riabituare…”

“E’ bellissimo.”ammise lei, le guance rosse per l’eccitazione.

I capelli, tornati del colore naturale, castano, le svolazzavano attorno al viso e lei rideva.

Si sentiva benissimo, nonostante il timore iniziale.

Aveva rifiutato la magia nella sua vita per così tanto tempo che vedere Lily, James, Harry e gli altri usarla così spensieratamente l’aveva messa un po’ a disagio.

Era molto arrugginita anche con i semplici incantesimi e la sua bacchetta l’aveva quasi distrutta anni fa in un momento di rabbia e non sapeva che fine avesse fatto.

Doveva procurarsene un’altra a e imparare di nuovo tutti gli incantesimi più importanti.

Amava il mondo babbano, ma ora che aveva rivisto il suo vecchio mondo, quello magico, sentiva di non poterne fare più a meno.

Soprattutto non riusciva a fare a meno di Sirius, che volava accanto a lei, i capelli scuri, leggermente brizzolati, scompigliati dalla brezza calda e gli occhi brillanti.

Si vedeva quanto fosse felice e dopo tutto quello che aveva passato e sofferto, aveva il diritto di esserlo.

E lei voleva renderlo felice.

Ora che s’erano ritrovati non aveva intenzione di lasciarlo andare.

Ma il suo tour vedeva Londra come tappa, ma ne prevedeva anche molte altre, lontane da lì.

Sarebbe dovuta andare via, allontanarsi dai suoi amici che solo pochi giorni fa aveva ritrovato…

“Stai bene? Ehi? C’è qualcuno in casa?”

Keira sussultò e per poco non cadde dalla scopa quando Sirius le sventolò una mano dinanzi al viso.

Si riscosse dai suoi pensieri e si raddrizzò sul manico.

“S-sì.”

“Cos’è successo? A cosa stavi pensando?”

Keira era fin troppo pensierosa.

“Al tour.”ammise lei.

Planarono dolcemente in un campo, scendendo dalle scope.

Sirius la guardava, incuriosito.

Il tour?

Perché la turbava tanto?

La conosceva bene, ed anche se non si vedevano da anni, era in grado di capire quando qualcosa non andava.

Come in quel momento.

“Ed allora?”

“Mi porterà lontano da qui, Sirius. La prossima tappa è tra una settimana e sarà a Los Angeles.”

Sirius sgranò gli occhi, stupito.

Los Angeles?

Così lontano?

“E non vuoi lasciarci così presto.”indovinò.

“Giusto.”

Keira iniziò a passeggiare per il parco, semi-deserto.

Essendo un villaggio di maghi, nessuno s’era stupito di vederli spuntare dall’alto a cavallo di manici di scopa.

La ragazza aveva un’espressione triste,

“Ci sono le scope, la Polvere Volante, la Materializzazione per andare da un posto all’altro. Ci vedremo sicuramente, non è un problema.”

“Lo è per me! Non voglio separarmi da voi così presto, Sirius! Non sono in grado di smaterializzarmi, la mia bacchetta è chissà dove…sono come un undicenne che appena scoperto di essere una strega e che non sa dove mettere le mani!”

Keira si passò una mano tra i capelli, nervosamente.

Sentiva lo stomaco stringersi in una morsa al pensiero di doversi separare dai suoi amici.

Aveva vissuto con loro per quasi una settimana, in una sorta di limbo di felicità, aveva riscoperto il suono della risata di Lily, i battibecchi e gli scherzi di Sirius e James, la dolcezza e la simpatia di Dora e Remus, l’amore di Sirius, aveva imparato a conoscere Harry, così simile a suo padre, eppure per tanti versi così differente…

E non era pronta a rinunciare a tutto questo e si chiese se lo sarebbe mai stata.

Sentì le lacrime farsi strada e prima che potesse rendersene conto si ritrovò tra le braccia di Sirius.

Il giovane la guardava con affetto e la strinse a sé, carezzandole i capelli scuri.

“So che non vuoi allontanarti da noi, ma potremo sempre vederci ed appena imparerai a smaterializzarti, verrai tutte le volte che vorrai. Keira, questa è casa tua. Noi siamo la tua casa e non ti lasceremo solo perché devi andare in tour.”le promise con affetto.

Ispirò il profumo dei suoi capelli, le sfiorò la pelle liscia, abbracciandola.

Quanto gli era mancata!

Prima non se n’era mai reso conto appieno, ma ora…

Averla sempre accanto a sé era stato magico, davvero incredibile e la prospettiva di lasciarla andare, anche solo per un tour ed essere limitati dalle distanze, con o senza l’aiuto della magia, non gli andava affatto bene.

“Vieni via con me.”disse lei d’un tratto.

Non seppe cosa la spinse a dirlo, ma tacque subito dopo.

Sirius si staccò piano da Keira e la guardò.

“Cosa? Venire via?”

Keira scosse immediatamente il capo.

“Scusa, non avrei dovuto dire nulla! Qui hai il tuo lavoro, la tua casa, la tua famiglia…non…scusami, ho detto una cosa stupida.”

Keira fece per allontanarsi, il cuore di piombo, ma Sirius la prese per un braccio.

Era rimasto perplesso alla sua richiesta.

Andare via da Godric’s Hollow?

Non c’aveva mai pensato prima d’ora.

Era l’unico posto stabile in cui avesse mai vissuto dopo anni ed anni di prigione ad Azkaban e di vagabondaggio.

Era la sua casa, un rifugio sicuro, con Lily, James ed Harry e tutti gli altri.

Ed ora Keira gli chiedeva di venire via con lui.

Guardò la donna di fronte a sé.

Era la sua Keira.

La ragazza diciassettenne che l’aveva travolto con la sua testardaggine, simpatia ed irruenza durante l’ultimo anno ad Hogwarts, la giovane con cui aveva condiviso le sue più intense esperienze d’amore, di passione, di paura…aveva vissuto con lei per quasi tre anni, prima della morte dei loro migliori amici, quando tutto era stato stravolto.

Ed ora era lì, di fronte a lui, invecchiata leggermente, più seria e malinconica, ma sempre la sua donna.

“D’accordo. Verrò via con te.”le promise, prima di chinarsi su di lei e baciarla con passione.

Lasciò che le loro labbra si sfiorassero dolcemente per un po’ prima di approfondire il bacio e lasciare che le loro lingue s’intrecciassero e danzassero nelle loro bocche.

 

Sirius accompagnò Keira nell’ufficio di registrazione, rimanendo ad ascoltarla cantare.

La voce riempiva l’abitacolo ed era dolce e potente come se la ricordava.

Di colpo fu sommerso dai ricordi di tutte le loro prove nella Stanza delle Necessità, di tutte le volte in cui l’aveva aiutata a comporre un brano od aveva cantato con lei, del saggio di fine anno…

Ogni canzone scritta durante il loro periodo ad Hogwarts ricordava i loro sentimenti di quel momento: la paura, l’agitazione per la guerra che imperversava, il bisogno di sostenersi l’un l’altro, nonostante le differenze, nonostante le lontananze…le loro amicizie erano cambiate nel corso del tempo, i vecchi amici di Hogwarts erano cambiati, erano scappati, per timore, per vigliaccheria…

Sirius ricordava bene la paura di quei momenti in cui nessun posto sembrava sicuro.

Ricordava James che tentava di sdrammatizzare con delle battute ogni situazione, ma lui, Sirius, era l’unico a vedere quanto fosse teso il suo volto quando si perdeva nei suoi pensieri, mentre osservava il fuoco del camino della casa di Grifondoro spegnersi o quando stringeva i suoi amici.

Tutto ora era diverso.

C’era ancora agitazione perché molti Mangiamorte erano a piede libero e tutti volevano vendicarsi su Harry per aver ucciso Voldemort, ma finalmente la paura si stava dissolvendo.

Udì Keira finire la sua canzone e si riscosse dai suoi pensieri.

Keira si tolse le cuffie ed il microfono e lo raggiunse fuori dallo studio.

“Non capisco perché usi questi attrezzi babbani per poter registrare o cantare. Sei una strega, no? Usa la magia.”

“Se mi ricordassi come si fa…”

“Ah, ora vuoi riprendere ad usarla?”

Sirius ridacchiò.

Keira s’era impuntata a non voler usare la magia per nulla prima d’allora.

Lei rise.

“Sì, ora voglio usarla!”

Le sembrava un’ottima idea, anche se era difficile ricominciare tutto daccapo.

“Qualche incantesimo lo ricordo, ma ho bisogno di una nuova bacchetta. Devo andare da Olivander.”

Sirius sorrise.

Era come seguire una scolaretta ai suoi primi passi nel mondo della magia.

 

Quella sera Molly aveva invitato tutti a cenare da loro ed il giardino dei Weasley era ancora più confusionario e schiamazzante del solito.

La famiglia Weasley al completo, più Fleur e la famiglia Lupin, Potter, Sirius e Keira affollavano il gigantesco tavolo.

Era una serata splendida, rinfrescata da una brezza lieve.

Hermione e Ginny, ed anche la signora Weasley a dirla tutta, non s’erano ancora abituate ad avere con loro Keira che era una vera e propria celebrità nei due mondi, babbano e magico.

L’ascoltavano incantate mentre parlava ed arrossivano come scolarette di fronte al loro idolo se lei rivolgeva lo sguardo verso di loro.

D’altro canto anche Keira si sentiva un po’ strana a stare con tutte quelle persone.

Non era affatto abituata ad essere circondata da amici.

Era spesso circondata da persone, ma facevano parte del suo staff, erano il suo manager, la sua truccatrice Iolanda…mentre loro erano semplicemente tutti amici.

“Dimmi, dov’è la prossima tappa del tour?”chiese Hermione, interessata.

“A Los Angeles. Tra una settimana.”

Tutti si voltarono a guardarla, soprattutto Lily e James.

“Cosa? Te ne devi andare via così presto?”esclamò Lily. “Ma non puoi! Sei appena arrivata! Non puoi rimandare?”

Keira scosse il capo tristemente.

Tutti l’osservavano, in attesa che parlasse.

“Non posso, purtroppo. È già una fortuna avere avuto la possibilità di fare questo tour, non posso rimandare oltre.”ammise.

Gli dispiaceva separarsi da loro.

Era scappata per così tanto tempo e la musica, i viaggi, i concerti erano stati dei modi per fuggire.

Ma ora che aveva trovato stabilità doveva andarsene di nuovo e non voleva.

“Ti insegneremo di nuovo tutto sulla magia, sui viaggi con la Polvere Volante e tutto il resto e ci manterremo in comunicazione. Mi hai detto che il tour finisce tra un paio di mesi, no?”disse Lily, allegra.

Non aveva molta voglia di separarsi dalla sua migliore amica, ma non era neanche giusto costringerla a rimanere.

“Non puoi farti accompagnare e tornare qui?”chiese Ginny.

Fu Hermione a rispondere.

“Lei fa concerti anche per i Babbani. Come giustificherebbe l’apparire ed il riapparire da un posto all’altro? E poi è difficile. C’è il rischio che qualcuno scopra della magia e via dicendo.”

Keira annuì gravemente.

“Avevo chiesto a Sirius di accompagnarmi in questi ultimi due mesi.”rivelò, incautamente.

Cadde il silenzio.

James la guardò, tacendo.

Sirius?

Lanciò uno sguardo al fratello che non guardava nella sua stessa direzione.

“Ti avrà detto di no, immagino.”mormorò James e solo allora Sirius lo guardò.

“Veramente le ho detto di sì, Jamie.”

“Ah.”fu il solo commento di James che rivolse lo sguardo al suo piatto.

Due mesi.

Sirius voleva andarsene?

Anche Lily, Harry e Remus guardarono Sirius.

Aveva davvero deciso di accompagnare Keira nel tour?

Per due mesi?

“Vuoi andartene?”

La domanda di Harry scombussolò Sirius che alzò lo sguardo verso quegli occhi verdi.

Vi lesse rabbia, frustrazione.

Dannazione, Sirius era appena tornato e già voleva andarsene? Per quella donna?

“Harry, io…”iniziò, ma il ragazzo rifiutò di ascoltarlo, voltando il capo verso l’altro lato.

Sentiva un peso sul cuore.

Anche James evitava il suo sguardo, ma Sirius sapeva che avrebbe riservato la sfuriata a più tardi.

Lo conosceva troppo bene per non capire quanto la semplice decisione di allontanarsi per Keira l’avrebbe ferito.

Lo conosceva da tutta la sua vita e non erano mai stati separati, se non quando James era morto.

 

“Non posso credere che tu le abbia detto di sì! Non me ne hai neanche fatto parola!”esclamò James, chiudendo la porta del salotto e voltandosi verso Sirius come una furia.

Non riusciva a crederci!

“Che cosa avrei dovuto dire, James? Era così afflitta al pensiero di doversene andare che…”

“Hai deciso di andartene anche tu dall’altro capo del mondo? Per due mesi?”

“Se si fosse trattato di te e di Lily cosa avresti fatto?”gridò anche Sirius.

“Io non avrei lasciato la mia famiglia, dopo essere appena tornato dalla morte, per spassarmela con la prima ex che mi si presenta alla porta!”

James tacque, rendendosi conto di essersi spinto un po’ oltre.

“Tu non vuoi che me ne vada.”disse Sirius, calmandosi, dopo un attimo di silenzio.

Incrociò gli occhi color nocciola dell’amico che non rispose, ma era scontato.

“No, lo sai benissimo.”ammise. “Qui c’è la tua casa, la tua famiglia, i tuoi amici…so che la ami, ma vuoi davvero andartene da qui?”

“Sono fuggito da Azkaban, credi che non me la sappia cavare oltreoceano?”

“No, voglio solo dirti che non sono d’accordo che tu te ne vada. E puoi stare certo che neanche Harry lo sarà.”

Sirius guardò James, gli occhi serrati.

“Non puoi mettermelo contro!”

“Non voglio farlo, ma hai visto come ha reagito oggi quando ha saputo che te ne andavi!

Dannazione, se non vuoi farlo per noi amici, farlo per lui! Sei morto davanti ai suoi occhi, sei tornato da pochissimo e state sempre insieme…come pensi che reagirà se tu te ne andrai?”

Sirius tacque.

Davvero non sapeva cosa dire.


Finalmente sono tornata!!!!!
Spero che vi piaccia questo capitolo e prometto (spero) di essere molto più presente d'ora in poi!

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Capitolo 30
*** Indecisioni e partenze ***


Era ormai notte fonda quando decise di alzarsi e scendere in cucina per mangiare qualcosa.

Non era riuscito a chiudere occhio e lo stomaco reclamava ancora cibo.

Sussultò quando vide la luce della cucina accesa ed una testa rossa china su un libro di pozioni.

Lily.

“Ehi. Neanche tu riesci a dormire?”mormorò Sirius.

Lily alzò lo sguardo, sorpresa di vederlo lì.

“No, neanche io. Stavo segnando alcune importanti pozioni per Harry. Tra qualche giorno i professori di Hogwarts daranno a lui, Ron ed Hermione la possibilità di fare gli esami e avere il diploma. Quindi gli sto dando una mano in pozioni. Non credo abbia preso da me in questo campo.”

Sirius rise.

“Credo che nessuno tranne te e Piton siano portati per quel campo!”

Si sedette accanto a lei, versandosi un bicchiere di latte per sé ed uno per lei.

“Hai litigato con James, vero?”disse Lily, dopo un po’, lasciando perdere il libro.

“Ci hanno sentiti tutti?”

“Solo mezzo vicinato.”rise lei, poi tornò seria “Non vuole che tu parta. È normale.”

Sirius annuì, con un sospiro.

Se l’aspettava.

Aveva accettato d’impulso la richiesta di Keira ed ora se ne stava pentendo perché non aveva riflettuto abbastanza.

“E tu?”

“Neanche io voglio che partiate. Vorrei che lei si dividesse tra noi e la sua musica, vorrei che non dovesse andarsene, vorrei che tu non te ne andassi.

Sei della nostra famiglia, Sirius ed anche Keira ne fa parte.”

“Ed Harry?”

Lily lanciò a Sirius un breve sguardo.

“Credo che voglia tenerci tutti uniti. Credo che non sopporti l’idea di vedere andare via nessuno, anche se solo per una lunga vacanza o per lavoro. Vuole proteggerci. Sirius, Harry ha passato la sua vita senza una famiglia ed ora che ce l’ha non vuole perderla in nessun modo.

È sempre stato un ragazzo forte, lo è ancora. Solo che non vuole perdere nessuno di noi. E tu sei come un secondo padre per lui. E credo che veda Keira come una minaccia, perché tenta di portarti via da qui e da lui. Ed anche James la pensa così.”

Sirius guardò la giovane.

“Dovevi fare la psicologa.”

Lily abbozzò un sorriso.

“E’ mio figlio. Capisco cosa sta passando, anche se lui non dice nulla.”ammise lei, dolcemente.

“Ora dorme?”

“Sono le quattro del mattino, spero per lui di sì!”rise piano Lily. “E so che James spesso si comporta come un bambino viziato nei tuoi confronti, ma sei come un fratello per lui. Vi adorate. È difficile lasciarti andare via, come è difficile per me lasciare andare via Keira.

È stata la mia migliore amica per tantissimo tempo ed ora che l’ho ritrovata…non posso perderla.”

 

“Allora, cos’ha deciso di fare?”

Hermione guardò Harry, sottecchi, in attesa della risposta.

Era inutile specificare di chi stessero parlando, perché i loro discorsi, esami a parte, vertevano ormai solo su Sirius.

Harry scrollò le spalle.

“Non ne ho idea.”

“Non gli hai ancora parlato?”insistette l’altra.

Harry scosse il capo.

“No. Lui e papà hanno litigato ieri ed io non voglia di parlare con Sirius. Non saprei cosa dirgli.”

“Potresti dirgli che non vuoi che parta.”disse Ron, la bocca piena di panino al prosciutto.

“Ron ha ragione. Capisco che sia innamorato di Keira…”e pronunciando quel nome lei sorrise.

Adorava quel genere di amori, anche se non l’avrebbe mai ammesso.

“Ma questa è la sua casa. Siete la sua famiglia.”

“Hermione, è la sua vita! Non posso mettermi a protestare come un bambino capriccioso perché non voglio che parta! Deve essere una sua scelta ed ha sofferto così tanto in passato…dopo tutto quello che ha vissuto, dopo che è…”

Harry tacque, ma tutti e tre sapevano a cosa si riferisse.

“Dopo che è morto.”pensarono.

“Non credo sia giusto costringerlo a rimanere.”concluse, anche se avrebbe voluto farlo.

 

“Ho creato un casino!”

Keira affondò il viso nelle braccia, afflitta.

Era stata stupida a chiedere a Sirius di partire con lei.

La partenza era imminente, ma l’unica cosa cui riusciva a pensare era che per colpa di quella proposta James e Sirius non si parlavano, Remus e Tonks evitavano l’argomento, Lily era dispiaciuta perché non voleva che partissero ed Harry non rivolgeva la parola al padrino.

Era tutto un completo caos.

Lily le cinse le spalle con le braccia.

Erano al parco, Keira imbacuccata con cappello che nascondeva capelli ed enormi occhiali da sole per non farsi riconoscere e Lily in compagnia di Teddy, che Dora gli aveva affidato.

“Non è colpa tua.”

“Sì che lo è! Sirius è legatissimo a voi e…”

“Anche tu fai parte della nostra famiglia, Keira. E lo dovresti sapere.”

La ragazza la guardò.

“Lily, sono passati 17 anni.

Non posso spuntare all’improvviso e portare via Sirius, ok? So di aver sbagliato e Sirius è stato idiota a dirmi di sì.”

“Forse vuole costruire una vita con te.”

“Vorrei riuscire a conciliare le due cose. Non vorrei partire, ma devo farlo.”

Sbuffò.

Non trovava soluzione, a meno che non imparasse di nuovo tutta la magia per poter viaggiare da un lato all’altro del mondo in meno di una settimana.

“Harry sarà a pezzi se Sirius partisse, non è vero? Sirius l’adora. So che è un figlio per lui.”

Lily annuì.

“Gli ha fatto da padre per quasi due anni, prima…prima di venire ucciso. Ed Harry è già molto fragile perché vi ha appena riavuti ed ha paura che qualcosa vada storto. Non lo ammetterebbe mai, è maledettamente orgoglioso come suo padre James, ma non vuole perdere Sirius. E vede la partenza come una perdita.”

“E me come la cattiva della storia.”concluse Keira, sconsolata.

Lily rise.

“Non ti conosce. Non sa nulla di te e di Sirius. Di noi. Ha bisogno ancora di conoscerci, ma chi conosce meglio di tutti è Sirius e non vuole…”

“Sì, rinunciare a lui. Ho capito. Lo so.”

“Keira, sei la mia migliore amica. Dobbiamo solo trovare una soluzione.”

Lily la guardò, piena di dolcezza.

Le era mancata moltissimo.

Ricordava i pomeriggi passati a chiacchierare, le lettere lette e spedite, i giochi d’estate…ogni cosa come se fosse successa il giorno prima.

Non voleva che lei se n’andasse, neanche per due mesi.

Ma se anche fosse accaduto, l’avrebbe accettato.

Era la loro vita d’altronde.

 

Harry stava impazzendo.

Il pensiero di dover affrontare quegli esami lo stava consumando.

Sfogliò distrattamente i libri di Pozioni, Incantesimi, Storia della Magia e tutto il resto, ma il cervello si rifiutava di collaborare.

Era come in tilt.

“Credo che dovresti smettere e provare a rilassarti.”

Una voce lo fece sobbalzare ed Harry alzò lo sguardo su James.

Era appena entrato nel salotto ed osservava con aria critica il tavolo sommerso di libri, fogli, appunti sparsi ovunque.

Si stupì per l’ennesima volta di vedere quanto fossero simili i loro lineamenti.

Avevano la stessa bocca, le stesse sopracciglia, gli stessi capelli perennemente arruffati…

Harry vedeva sé stesso da adulto nel guardare il padre.

“Non posso. Domani ho l’esame. Gli esami. Ed anche Ron ed Hermione sono nel mio stesso stato.”

“Scommetto che Hermione starà dando di matto, ma che andrà eccezionalmente come al solito.”

James s’avvicinò al tavolo e chiuse il libro che Harry aveva davanti.

“Ehi!”

“Esci di qui o ti uscirà il fumo dalle orecchie. Per la barba di Merlino, Harry!

C’è una bellissima giornata lì fuori e tu vuoi startene qui a studiare? Sei così teso che non ci riesci neanche, scommetto.”

“Dopo mi aiuterai con Trasfigurazione?”

“Dopo verrò a fare l’esame al posto tuo se esci di qui, ok?”

Harry rise, sollevato.

Suo padre era ben determinato a distrarlo.

“Quidditch! Ecco cosa ci vuole!”esclamò James, alzando lo sguardo al cielo limpido ed azzurro.

Giocarono per un po’, ma Harry era così distratto che un Bolide lo gettò giù dalla scopa.

“HARRY!”

James sussultò, spaventato, vedendo il figlio cadere.

Fortunatamente si trattava di meno di un metro di distanza ed Harry cadde solo dolorosamente.

“Harry! Santo cielo! Stai bene?”

James smontò dalla scopa e corse verso di lui, sorreggendogli le spalle.

Harry si passò una mano sul volto, dolorante ed intontito.

“Qualcosa di rotto? Ti porto all’ospedale?”

James lo guardò, apprensivo.

Harry scosse il capo.

“N-no. Sto bene, papà. Sono solo caduto. Mi sono distratto.”

James sedette sull’erba del giardino e lo guardò.

“Pensi agli esami?”

“No, a Sirius.”

James tacque.

Erano passati due giorni da quando Sirius aveva detto di voler partire e James aveva smesso di parlargli, testardo come un mulo.

E neanche Harry l’aveva ancora affrontato.

“Tu non vuoi che se ne vada, vero?”

“No.”

“Dovresti parlargli.”

“Come hai fatto tu?”

James rise e si stese sul prato.

“No, io gli ho urlato contro. È diverso il rapporto che ho con Sirius, Harry.

È mio fratello e detesto essere separato da lui.”

Harry annuì.

Non sarebbe mai riuscito a capire il rapporto che c’era tra suo padre ed il suo padrino, ma sapeva bene che era molto profondo.

“Hai paura di perderlo, vero?”

“Sarei egoista a chiedergli di restare, papà.”

Harry si stese accanto a lui.

“Credo che abbia tutto il diritto di essere felice, anche se questo significa andare via con Keira.”continuò.

Lo pensava davvero, anche se non avrebbe mai voluto vederlo partire.

James annuì.

Si stava comportando da egoista e lo sapeva e suo figlio Harry era molto più saggio di lui.

“Sei davvero una persona incredibile, Harry.”disse ed Harry arrossì.

“E tu dovresti parlargli. Senza urlare, stavolta.”

“Grazie a Dio per certe cose hai preso da tua madre.”sospirò James, facendolo ridere.

 

Harry s’addormentò sul divano, lasciando cadere il libro di Incantesimi, che gli scivolò dalle dita, a terra.

Il libro cadde con un tonfo, ma Harry era profondamente addormentato da un po’ e non s’accorse di nulla.

Sirius, attratto dal rumore, entrò in salotto, vedendo James chino sul figlio, intento a coprirlo con un lenzuolo.

James sussultò quando vide l’amico sulla soglia.

“Sta bene?”

“E’ solo stanco.”disse James, sistemando i libri con un colpo di bacchetta e facendoli apparire nella stanza di Harry, al piano di sopra.

Silenzio.

“James, vorrei accompagnarlo io domani ad Hogwarts.”disse, le braccia incrociate sul petto.

“Non credo gli serva altra pressione, oltre a quella che già ha per gli esami.”

“Non volevo fargli pressione, solo passare del tempo con lui.

Non mi parla da giorni. E neanche tu. Possiamo smetterla, per favore?”

James uscì dalla stanza e trascinò via Sirius, per non svegliare Harry.

“Di fare cosa, esattamente? Sai benissimo che non voglio che tu parta e neanche Lily o Remus, ma loro non te lo dicono in faccia e non s’arrabbiano con te! E se Harry non ti parla non è colpa mia, ma della tua decisione improvvisa di mollare ogni cosa ed andartene dall’altro capo del mondo!”

Era la prima conversazione che aveva con Sirius dalla litigata di giorni fa.

“Che cosa dovrei fare? Lasciare andare via Keira?”

“Ah, non lo so? Conciliare le due cose?”

Sirius si passò una mano sul volto.

Sembrava tutto dannatamente difficile.

Keira non sapeva padroneggiare più la magia ed andare sempre da un luogo all’altro e conciliare amore e la sua famiglia sarebbe stato difficile.

Ma non voleva abbandonare nessuno.

“Credi che Harry si senta abbandonato da me per questa mia decisione?”chiese all’improvviso.

James lo guardò, irato, poi annuì, con un sospiro.

Sirius si passò una mano tra i capelli.

“L’immaginavo. D’accordo. Gli parlerò. Parlerò con Keira. Cercherò di trovare una soluzione. Ti va bene, così?”

Ma James non aveva intenzione di rispondergli.

Sirius lo vide andarsene a letto, nervoso, senza augurargli la buonanotte.

 

L’indomani mattina l’attività era frenetica.

Harry, Ron ed Hermione erano a casa Potter, nervosissimi per gli esami di quel giorno.

“La professoressa Mcgranitt mi ha assicurato che andrà tutto bene. Siete ottimi studenti e sarete in grado di cavarvela benissimo e prendere il diploma.”li rassicurò Lily, ma nulla servì a placare la loro ansia.

James e Lily li abbracciarono, augurando loro buona fortuna e stringendo Harry un po’ di più.

Ron ed Hermione s’avviarono per smaterializzarsi all’entrata di Hogwarts, dove Silente li avrebbe accolti.

Harry fece per seguirli, ma qualcuno l’afferrò per un braccio.

Era Sirius.

“Vorrei accompagnarti io, se ti va.”

Harry annuì, prendendo la cartella.

Non parlava con Sirius da quasi quattro giorni, decisamente un record dato che vivevano sotto lo stesso tetto.

Si smaterializzarono presso i cancelli di Hogwarts ed il cammino per l’ingresso sembrò incredibilmente lungo.

“So che non vuoi che parta. Vorrei solo riuscire a parlare con te un attimo di questa situazione.”

Harry lo guardò, studiandolo.

Non gli andava di affrontare l’argomento.

Non in quel momento, comunque.

Aveva in mente gli esami da affrontare.

“Fai quello che vuoi, Sirius.”

“Io vorrei sapere cosa vuoi tu.”

Harry alzò lo sguardo verso il padrino, che era alto almeno dieci centimetri più di lui ed incrociò i suoi occhi grigio ghiaccio.

Era davvero preoccupato.

“Non ha importanza, Sirius. Hai sacrificato tantissimo per gli altri…per me.”

“Non voglio ferire nessuno, Harry. E tuo padre è furioso con me, Remus non vuole che parta e neanche Lily. E so che neanche tu lo vuoi.”

“Quindi cosa intendi fare?”gli chiese.

Non voleva perderlo, per nessun motivo al mondo, neanche per quella donna.

“Tenterò di sistemare le cose e di non partire.”decise Sirius.

L’idea gli balenava già in mente da un po’, ma quando aveva capito che partire avrebbe ferito molti, s’era concretizzata.

Erano ormai arrivati al cancello e Silente li aspettava, con un lungo abito color del cielo.

“Sei venuto anche tu a fare l’esame, Sirius?”sorrise, gioviale.

“No, Albus. Chiarivo le cose con suo nipote.”

Sirius abbozzò un sorriso ad Harry e lo strinse brevemente a sé.

“In bocca al lupo.”disse, posandogli le mani sulle spalle.

Lo guardò intensamente per un attimo, come per fargli capire che lui era lì con lui e che ci sarebbe sempre stato.

 

Gli esami sembravano non finire mai.

Fu il turno di Difesa contro le Arti Oscure ed Harry se la cavò egregiamente, poi Incantesimi, Trasfigurazione dove riuscì a fare un perfetto esempio di Trasfigurazione umana, Divinazione in cui diede sfogo alla sua fantasia, Storia della Magia, in cui si sforzò di ricordare tutte le guerre e rivolte possibili e così via…

Anche in Pozioni andò bene, grazie agli insegnamenti della madre, così bene che Ashley, l’assistente di Piton, si congratulò con lui e gli mise un Eccezionale.

Anche Ron se la cavò bene, nonostante avesse sbagliato un ingrediente per la pozione che fece diventare i capelli di Piton rosso fuoco (Harry si ricordò di dirlo a suo padre James ed a Sirius!) e fece un pasticcio con Incantesimi e sbagliò date in Storia della Magia.

Hermione, ovviamente, ebbe Eccezionale in tutte le materie e tutti e tre riuscirono a diplomarsi, saltando l’ultimo anno.

Harry guardò Hogwarts, uscendo, un po’ malinconico.

Suo nonno s’accorse dello sguardo e sussurrò:

“Questa è e sarà sempre casa tua, Harry. Puoi tornare quando vuoi, lo sai.”

Harry annuì.

 

Il resto della serata, gli esami erano finiti tardissimo, fu dedicata ai festeggiamenti.

Harry era così esausto che si limitò a sorridere ed a ringraziare, facendosi strada tra la folla.

Cercava una persona in particolare, ma andò a sbattere contro qualcuno.

“Scusa…”

Alzò lo sguardo.

Era Keira.

Harry sentì la rabbia, seppur ingiustificata, lo sapeva, montargli dentro.

Era lei che voleva portare via Sirius.

Sapeva che si amavano, ma la parte irrazionale di lui la vedeva comunque come una minaccia.

“Possiamo parlare un attimo?”domandò lei, passandosi una mano tra i capelli castani, nervosa.

Harry annuì, seguendola in disparte.

“Sirius mi ha detto che ha litigato con James per via della partenza e che non si sono parlati per giorni. E che anche tu sei rimasto ferito dalla notizia. Harry, so di sembrarti egoista, di volerlo portare via da voi, ma…”

“So che vi amate. So che Sirius vorrebbe venire con te. Gli ho detto di fare ciò che vuole.”tagliò corto, lui.

“Ma lui non vuole ferirvi. Soprattutto non te e James.

Ho imparato a convivere con il legame che hanno James e Sirius, Harry, perché è molto speciale. Devono molto l’uno all’altro e Sirius non fa nulla per ferirlo e viceversa. Sono un po’ egoisti l’uno nei confronti dell’altro.

E ci sono abituata, davvero. Quindi se Sirius non vuole partire, mi sta bene. Troveremo un altro modo per vederci.”

“Mio padre si comporta come un bambino viziato, vero?”ammise Harry.

“Con Sirius sempre.”

Keira sorrise e si sedette sul dondolo in giardino.

“Quei due devono l’uno la vita dell’altro. Si sono sempre sostenuti, hanno sempre combattuto l’uno al fianco dell’altro e quando tuo padre è morto…Sirius s’è sentito morire dentro. Lo so perché è la stessa cosa che ho provato anche io.”

Harry la guardò, ma Keira sembrava persa nei suoi ricordi, gli occhi leggermente lucidi.

“E’ passato tanto di quel tempo e mi rendo conto di aver perso tutto.”

“Non perderai Sirius neanche se dovessi trasferirti su un altro pianeta. Vedessi come parla di te!”

Harry sorrise.

Sirius era al settimo cielo quando parlava o stava con Keira.

Non lo vedeva così felice da…no, non l’aveva mai visto così felice.

Il Sirius che conosceva era coraggioso ed impulsivo, ma sempre malinconico.

E tutto era cambiato quando aveva riavuto i suoi migliori amici e Keira.

Harry si chinò in avanti, le mani giunte, pensieroso.

“Io non vi conosco, Keira. Non conosco nessuno di voi. Non conosco il gusto di gelato preferito di Sirius, od il colore preferito di mia madre od il libro che mio padre adora leggere. Non so nulla di te e di loro.”

Cadde il silenzio e Keira fece per parlare, ma Harry continuò.

“So che siete uniti, so che vi volete bene voi quattro e so che Sirius è felice con te. Ed anche se so che mi mancherà, credo che debba venire via con te.”

La guardò, serissimo.

Lo sguardo di Keira si posò su quel giovane uomo seduto accanto a lei.

Era molto più maturo di quanto non lo fossero stati lei ed i suoi amici alla sua età.

“E James?”

“Credo che terrà il broncio per un po’, ma poi farà pace con Sirius.”fece Harry od almeno lo sperava.

L’ultima cosa che voleva era una rottura tra suo padre e Sirius.

Keira si riavviò i capelli castani.

“Vuoi che ti racconti un po’ di loro? O preferisci che siano i tuoi a raccontarsi?”

Harry scrollò le spalle.

Solo di recente s’era reso conto di non sapere nulla di loro e ciò era avvenuto con l’arrivo di Keira.

“Conosco tua madre da quando avevamo 5 anni. Abitavamo nello stesso quartiere e le nostre case erano l’una di fronte all’altra. Abbiamo scoperto insieme di essere delle streghe. Mio padre era un babbano ed io non sapevo nulla della magia, come la tua mamma.

Lei è sempre stata molto diversa da me. Era timida, soprattutto con chi non conosceva affatto, generosa, sensibile, piena di vitalità e molto testarda. Io ero quella ribelle, impulsiva, esibizionista…mi facevo sempre notare, in senso buono o cattivo e spesso c’era lei a tirarmi fuori dai guai, magici e non.”

Harry la guardò, affascinato, mentre parlava.

Keira era persa nei suoi ricordi.

“Mi raccontava sempre di Hogwarts. Hogwarts di qua, Hogwarts di là…era un tormento. Io frequentavo una scuola di Svizzera, Gerlos e durante il settimo anno la mia preside e Silente organizzarono uno scambio culturale. Io sarei andata qualche mese nella scuola di Lily ed una ragazza di Hogwarts sarebbe venuta nella mia. La ragazza scelta era Jane, la fidanzata di Sirius di allora.”

“Credevo che Sirius fosse uno sciupafemmine.”si sorprese Harry.

Era strano sentire del suo padrino, innamorato di qualcuno.

“Lo era. Ma s’era infatuato di Jane.”

“E poi sei venuta tu.”

“Jane aveva lasciato Sirius il giorno prima di partire per Gerlos e lui era a pezzi ed in breve tempo era tornato a farsi tutte le ragazze di Hogwarts. Lui e tuo padre erano molto popolari all’epoca e molto affascinanti. Molte ragazze correvano loro dietro, mandavano cioccolatini con pozioni d’amore dentro…”

Harry sorrise tra sé, pensando all’esperienza con Romilda Vane.

“Ed io ero diventata la sua migliore amica. Ero un tipo tutto pepe all’epoca. Non stavo mai zitta, organizzavo festini, combinavo guai…”

“Eri una vera Malandrina. E Sirius s’è innamorato di te.”

Keira annuì.

“Ci sono voluti quasi tre mesi per farci ammettere, anche a noi stessi, cosa provavamo. Entrambi uscivamo da brutte esperienze amorose, Sirius era il tipo orgoglioso che mai avrebbe ammesso di stare soffrendo e via dicendo. Era tutto molto complicato.”

“Quanto tempo siete stati insieme?”

“Tre o quattro anni.”

“E mio padre? Lo conoscevi bene?”

“L’ho conosciuto solo quando ha smesso di essere un perfetto coglione, come lo definiva tua madre all’epoca. Per notizie sue e di Sirius dovresti chiedere a lui direttamente.”

Harry annuì, passandosi una mano tra i capelli.

Vedendo suo padre compiere quel gesto, inconsapevolmente lo stava facendo anche lui.

Vide Keira allontanarsi da lui per parlare con Sirius della partenza.

Ora che lui aveva dato il via libero, Sirius si sentiva più tranquillo a partire.

 

James guardò Sirius in cagnesco per i successivi due giorni.

Non voleva perderlo ed ecco che partiva per l’America.

“Harry gli ha dato il via libera ed ha deciso di partire.”disse Lily, guardando il marito.

Anche lei si sentiva male al pensiero di vederli allontanarsi.

“Credo che mio figlio sia molto più saggio di me.”mormorò James, incupito e sedette di fronte alla moglie.

“Credo che Harry abbia un sacco da insegnarti.”

“Ora non esageriamo. Sono io l’adulto qui.”

“Non da come ti sei comportato con Sirius e da come ti comporti ora. Non gli parli nemmeno. Sai che non è facile neanche per lui.”

Lily guardò il marito negli occhi.

Lo vedeva dispiaciuto.

“Keira mi ha detto di aver parlato con Harry alla festa.”

James alzò lo sguardo.

“Che ti ha detto? Sta bene?”

Si preoccupava sempre per Harry.

“Ha detto che forse dovremmo parlargli più di noi.”

“Noi come coppia o…”

“Crede sia ferito perché non ci conosce abbastanza. In fondo, noi abbiamo avuto modo di osservarlo dall’alto ed Harry sa solo ciò che Sirius o Remus o Silente o Severus gli hanno riferito.”

James annuì.

Doveva immaginare una cosa del genere.

“Perché non ce l’ha chiesto?”

Lily sorrise e lo baciò sulla tempia, solleticandogli il viso con i capelli.

“Perché ti somiglia, amore. È orgoglioso.”

“E’ nostro figlio, Lil.”

“Che ci conosce da meno di tre mesi. È normale che sia…un po’ intimidito da noi.”

La casa era stranamente silenziosa in quel momento.

Sirius e Keira erano usciti, Harry era con Ginny, Ron ed Hermione.

“Mmmm…ci hai pensato? Abbiamo la casa tutta per noi, una volta tanto.”

James cinse la vita della moglie e la trasse a sé, posando la fronte contro la sua.

La baciò dolcemente sulle labbra, ispirando il suo buon odore ed affondando le mani nei suoi capelli lunghi e folti.

“Ti amo.”sussurrò contro le sue labbra e vide le guance di Lily colorarsi leggermente di rosso.

“Anche io ti amo, signor Potter.”

James rise contro le sue labbra e la prese in braccio, stringendola a sé.

Lily ridacchiò, avvolgendo le braccia attorno al suo collo, mentre James la portava al piano di sopra nella loro stanza…

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Capitolo 31
*** News ***


Sirius si guardò intorno, stupito.

Non era mai stato in un aeroporto prima d’allora. C’era un via vai immenso di persone, valigie, c’era tutta la fila per il check in, le sale d’attesa…l’aeroporto di Londra era grandissimo e si guardò intorno, spaesato.

Keira era seduta circondata da valigie, accanto al suo agente.

Avevano già salutato la famiglia Weasley, Sirius aveva preso una vacanza dal suo lavoro al Ministero ed aveva abbracciato e salutato Remus, Tonks e Teddy, raccomandando a Remus di non fare altri figli perché non voleva essere di nuovo zio (e beccandosi un’occhiataccia generale).

Ma la famiglia Potter non c’era.

Possibile che non sarebbero venuti a salutarlo?

Lily e Keira avevano avuto un addio strappalacrime il giorno prima, fatto di abbracci, promesse e stritolamenti vari.

Ma Sirius non parlava con James da giorni ed il Malandrino gli teneva ancora il broncio come un bambino.

Aveva chiarito con Harry, aveva sentito da quel ragazzo parole molto più sagge di quelle dette dal suo migliore amico, ma ora dov’erano?

Una testa rossa si fece largo tra la folla, trafelata, il viso arrossato, gli occhi luminosi.

“Sono qui!”esclamò e corse verso di Sirius.

Sirius lasciò che Lily l’abbracciasse stretto, cingendole la vita ed accarezzandole i capelli.

“Mi mancherai moltissimo.”disse lei, gli occhi chiusi.

Come avrebbe fatto senza quello scalmanato in casa?

Certo, sarebbe stata più tranquilla, ma…si trattava di Sirius.

L’adorava.

Harry guardò il padrino, abbozzando un sorriso.

“Non credevo avresti accettato.”disse Sirius, guardando quegli occhi color smeraldo.

“Era giusto così.”disse, semplicemente, il ragazzo.

Sirius lo trasse a sé e lo abbracciò stretto, posandogli una mano dietro la schiena ed una tra i capelli.

“Stai attento, mi raccomando. Non ti cacciare nei guai ed ascolta i tuoi.”

“Sirius, non sono un bambino.”protestò Harry, ma sorrideva a quelle attenzioni.

“D’accordo, ma per noi lo sarai sempre.”

Gli arruffò i capelli prima di voltarsi verso l’ultimo Potter.

James guardò il suo migliore amico, senza battere ciglio.

Era strano vestito con abiti babbani, come lo erano d’altronde anche lui, Lily ed Harry.

“Ti dovrai abituare ad indossare quelli.”disse, solo, indicando i jeans e Sirius rise.

“Non avercela con me.”mormorò. “Non voglio partire sapendo che mi odi.”

James sgranò gli occhi.

“Non ti odio, idiota. E mi dispiace.”

“Di cosa?”

“Di essere stato immaturo.”

James sentì il cuore battere forte.

“Mi mancherai, Ramoso.”

Sirius strinse James a sé, stupendolo.

Di solito Sirius non l’abbracciava mai.

Sirius sentì le lacrime pungergli gli occhi e le trattenne.

Si trattava solo di due mesi e poi si sarebbe smaterializzato spesso da loro.

“Anche tu, Felpato. Voglio che tu venga a trovarci sempre. Almeno una volta o due a settimana. O tutti i giorni, se ti va.”

Sirius rise contro la sua spalla e strinse più forte l’amico.

Lo sentiva tentennare, perché non voleva lasciarlo andare.

Poi, dopo un’eternità, si staccarono e Sirius e Keira s’allontanarono, dopo che Keira ebbe risalutato Lily e gli altri e partirono.

 

 Dopo la partenza di Keira e Sirius l’atmosfera in casa cambiò radicalmente.

Prima Harry non se n’era reso conto, ma l’arrivo della ragazza aveva portato un pizzico di allegria in più e Sirius e James erano sempre due vulcani in piena eruzione, sempre pronti a fare battute, idiote e non, a bighellonare al lavoro…erano sempre uniti.

Anche Lily s’era ritrovata benissimo con la sua amica. Lei, Tonks, Keira e Molly spesso si ritrovavano insieme a passeggiare, ad organizzare uscite e pranzi ed Harry vedeva sua madre serena.

Ed ora che Sirius e Keira se n’erano andati la situazione era cambiata.

Sua madre era più tranquilla, ma James era decisamente giù di morale.

E neanche Remus, l’altro suo migliore amico, riusciva a tirarlo su.

Lily aveva notato, senza riuscire a trattenere un sorriso di compassione, che James si rifaceva mangiando…soprattutto gelati al cioccolato, menta e cocco.

Solo quando gli disse che sembrava una donna in gravidanza, si beccò un’occhiataccia e decise di lasciar perdere.

“Gli passerà. E non credo che neanche Sirius e Keira riusciranno a stare lontani. Scommetto che resisteranno una settimana e si smaterializzeranno qui ad ogni ora del giorno.”sorrise Lily, dopo pranzo, mentre Harry l’aiutava a sistemare la cucina.

“Come ne sei così sicura?”

“Li conosco. Abbiamo vissuto per tre anni in due case, l’una di fronte all’altra, e praticamente od eravamo io e James a trasferirci da loro o viceversa. Siamo molto legati e non credo che trasferirsi in America cambi le cose, anche se li vedremo molto meno del solito.”

“Ammettilo, ti manca Sirius che bighellona per la casa in boxer e canottiera.”ghignò Harry e Lily scoppiò a ridere.

E continuò soprattutto quando entrò James, chiedendosi il perché di tutto quel baccano.

Sirius mancava anche ad Harry.

Era una persona travolgente, cocciuta ed impulsiva, ma era stato per anni il punto di riferimento del ragazzo e nonostante i suoi fossero qui continuava ad esserlo.

Ron, Hermione e Ginny capirono il suo stato d’animo e cercarono di coinvolgerlo il più possibile in gite, pranzi, partite a Quidditch.

Ma Lily aveva ragione.

Passò esattamente una settimana prima che Sirius e Keira si smaterializzassero nel salotto di casa Potter, facendo sussultare James che leggeva La Gazzetta del Profeta e che sguainò la bacchetta, allarmato.

Sirius alzò le mani in segno di resa, ridendo.

“Calma, Ramoso! Siamo in pace.”

“Voi due…mi farete venire un infarto!”esclamò James, correndo ad abbracciarli.

Erano visibilmente molto abbronzati e Keira portava anche lei la bacchetta in mano.

“Sto imparando di nuovo a fare incantesimi e pozioni. Ma mi sono stupita di ricordare molte cose che credevo di aver rimosso.”

“Beh, tu sei un genietto.”rise James, abbracciandola forte.

Il trambusto richiamò anche Lily ed Harry.

“Ma cosa…? Sirius? Keira?”

Ci furono altri abbracci e sorrisi enormi.

“Keira ha appena finito di girare un video ed abbiamo tempo una settimana per riposarci un po’.”spiegò Sirius.

“Riposarci? Io lavoro e lui bighellona per Los Angeles!”protestò lei, ridendo.

“E’ uno scansafatiche!”rincarò la dose.

“Ehi, anche io lavoro. Ti accompagno sempre e…”

“Poi ti fermi a girare per i negozi senza una meta fissa ed a comprare souvenir.”concluse lei e tutti risero, Sirius compreso.

“Guardate qui!”

Sirius tirò fuori dalla borsa una maglia con su scritto Los Angeles a lettere magiche cangianti.

Era davvero stupenda.

“C’è una grandissima comunità magica a Los Angeles ed un mare stupendo. Dovete venirci. È incredibile. E Keira sta anche tentando di imparare a fare surf…senza risultati.”concluse, beccandosi uno scappellotto dalla ragazza in questione.

“E’ bello rivedervi. Non ce la facevate senza di noi, vero?”

James mise un braccio attorno alle spalle dell’amico che sorrise, ricambiato.

“No, Ramoso. Affatto.”

 

“Los Angeles è bellissima, Lily. Ci sono un sacco di cose da fare. C’è un parco divertimenti babbano che è stupendo e ci sono stata tre volte. C’è un ottovolante gigantesco che ti fa fare nove giri della morte consecutivi!”

Lily rise.

A Keira brillavano gli occhi mentre raccontava dei negozi, dei concerti, del tour…

“Sono contenta che Sirius sia venuto con me. Non è molto entusiasta della vita da babbani, ma è meglio non dare nell’occhio. Il mio agente e manager è babbano e non voglio che sappia che ha a che fare con una strega ed un mago. Vedessi com’è imbranato Sirius con gli aggetti elettronici. Sa usare solo il telefono, perché gliel’ha insegnato Harry tempo fa, ma per il resto è un disastro. Non sa guidare, né chiamare un ascensore…è un bambinone per certe cose!”

Lily annuì, comprensiva.

Anche James era un totale disastro con il mondo babbano!

Guardò l’amica e le sorrise.

Keira stava benissimo.

I capelli scuri le incorniciavano il viso sorridente e lei strinse la mano all’amica.

“Ho imparato a Smaterializzarmi, sai? Sirius mi ha ricordato come si fa. Ed abbiamo portato qualche libro di Incantesimi e Pozioni ed adesso so fare tutte le pozioni più utili ed anche molti incantesimi.”

Era entusiasta.

“Non credevo che la magia mi sarebbe mancata tanto, sai? Credevo di poter vivere senza. Ma da quando vi ho rivisti, ho rivisto tutte le vostre magie…s’è risvegliato qualcosa dentro. Mi mancava e non me n’ero accorta.”

“Perché fai parte di questo mondo, tesoro. È normale. Sono contenta che tu sia ritornata quella di un tempo. La mia streghetta ribelle!”

“Sono cresciuta, Lilian cara.”rispose lei, fingendo una voce altezzosa, ma subito scoppiò a ridere.

“Sirius non vedeva l’ora di tornare qui. Non sentirvi per una settimana è stata dura per entrambi, ma non potevamo sparire in continuazione, né volare dall’America fin qui. Ed i gufi ci avrebbero messo un’eternità ad arrivare.”

“Ed i telefoni?”

“Sequestrati.”ammise lei. “Non so chi sia riuscito a trovare il mio numero di telefono, ma mi hanno chiamato a tutte le ore del giorno e della notte.”

“Chi?”chiese Lily.

“I miei fan. Alcuni molto pervertiti, fatto sta che Sirius ha imprecato loro contro e distrutto il telefono. E quindi ho deciso che forse era meglio lasciar perdere con quell’aggeggio.”

Risero.

Sirius geloso era sempre un bello spettacolo.

 

“Non credevo saresti tornato così presto!”

James lanciò a Sirius la Pluffa così forte che lo colpì allo stomaco e l’uomo cadde all’indietro.

Si rialzò dolorante e risentito.

“Ancora arrabbiato, Jamie?”

James parò il suo colpo. Potentissimo.

“Sì!”e lo rilanciò. “Ma sono contento che tu sia tornato!”

“Già, papà era in fase depressiva.”aggiunse Harry che si godeva la loro partita.

Sirius rise, con la sua risata simile ad un latrato e ghignò a James.

“Beccato.”

“Mi è mancato il Quidditch.”ammise Sirius, dopo un po’.

S’era disteso sul prato, tra James ed Harry e guardava il cielo sgombro di nuvole.

“Lì non c’è?”chiese James.

“No.”mugugnò l’altro.

“Come avete passato la settimana senza di me, piagnistei di James a parte?”

James gli mollò un pugno, risentito, facendolo, però ridere.

“Nulla di che. Lily ha deciso che vuole trascinarci a Privet Drive dai Dursley.”mugolò James.

Non gli andava per nulla l’idea e sapendo come avevano trattato Harry nel corso della sua vita sarebbe andato lì a farne una strage.

“Perché? Se Petunia vi vede vivi, come minimo muore seduta stante.”ridacchiò Sirius, coinvolgendo James.

“Non lo so. Forse vuole recuperare i rapporti con loro.”disse Harry.

“Harry, tua madre e quella cavalla della sorella non si sopportano. Credo che voglia andare lì solo per urlare loro contro. Io farei così, almeno.”

“Non ce la vedo la mamma a fare così. È tipico di te e Sirius un comportamento così.”

“Andiamo, non ti vendicheresti? Dopo tutto quello che ti hanno fatto passare?”chiese James.

Era indignato e guardava il figlio, stupito.

Dopo tutte le sofferenze, la reclusione, le botte…Harry non aveva voglia di rivalsa?

Neanche un po’?

Lui l’avrebbe avuta, ma forse Harry era meno scalmanato di lui.

Harry rifletté.

Era vero.

Aveva sofferto e molto con i suoi zii, era stato maltrattato, insultato…ma ora che aveva riavuto la sua famiglia tutto sembrava così irrisorio.

“Io li farei neri. Solo la minaccia che io ero un pazzo terrorista li ha spinti a trattarti meglio!”aggiunse Sirius, ma Harry scrollò le spalle.

“Ragazzi, entrate! È ora dei souvenir!”esclamò Keira da dentro.

Keira e Sirius avevano praticamente svaligiato tutti negozi e rovesciarono sul tavolo del salotto una miriade di cose, tra cui magliette, calamite, tazze, bicchieri pieni di immagini di Los Angeles, di Hollywood, della Walk of Fame…

“E questi sono biscotti al rabarbaro e cocco!”

Keira diede a Lily una scatola enorme che per poco non le cadde di mano.

Era pesantissima!

“Ma avete saccheggiato quanti negozi?”chiese James, mentre osservava incuriosito una calamita con la scritta LA dorata.

“E questa cos’è?”

“Calamita, papà. Ti attacca alle cose di ferro.”spiegò Harry con una risata.

Possibile che non sapesse cosa fosse una calamita?

“E domani venite tutti con me e Sirius al parco divertimenti!”decretò.

“Cosa?”

James la fissò, incredula.

“Non voglio sentire risposte negative, perché io e Sirius abbiamo già preso 7 biglietti, anche per Remus e Tonks. Il piccolo Teddy non può venire, purtroppo.”

Keira era allegra.

Adorava quel parco divertimenti.

“Keira, ho del lavoro da fare!”protestò James.

“Oh, andiamo! Goditi la vita, James! Devi venire. Così ti facciamo vedere il nostro appartamento e potete stare da noi quanto volete!”

Sorrideva, un sorriso a 32 denti.

Non c’era verso di dirle di no.

 

James ed Harry non erano mai stati in nessun parco divertimenti, ma quello era una vera e propria città, da far sentire spaesati i nuovi arrivati.

C’erano montagne russe, ottovolanti, bumping jumping…

Keira insistette per salire su tutte quelle più alte e pericolose e loro furono costretti a seguirla.

Tonks e Remus furono felicissimi di poter riabbracciare Sirius e di vederlo così felice e rilassato.

Erano anni che non si sentiva così bene con qualcuno e quel qualcuno era la sua Keira, che stava salendo per la terza volta sulle montagne russe, trascinando con sé una pallidissima Lily ed una ancora più pallida Tonks.

Sirius approfittò per girovagare con James, Harry e Remus per il parco, gustandosi un mega gelato.

Faceva davvero caldissimo.

 Dopo il terzo giro della morte, Keira decise che non ne poteva più ed appena scesa, corse in bagno, accompagnata da una preoccupata Lily ed un’ansiosa Tonks, dai capelli, stavolta, viola e panna.

Sembrava un gelato dal gusto strano.

Lily udì l’amica dare di stomaco e sospirò.

“Te lo dovevi aspettare dopo tre giri su quel coso! Io non mi reggo in piedi!”disse Lily, saggiamente, sedendosi sul davanzale della finestra ed aspettando che le sue gambe smettessero di tremolare.

Tonks, invece, era in ottima forma.

Keira uscì, pallidissima.

“Non è colpa di quell’affare. L’ultima volta è stata una settimana fa e ci sono andata 8 volte e sono stata benissimo. È da qualche giorno che ho sempre nausea.”

Si sciacquò il volto, guardandosi allo specchio.

Vide la sua immagine restituirle lo sguardo, cerea.

“Da qualche giorno? Sei sempre venuta qui?”chiese Tonks.

“No. Non credo c’entri il luna park.”disse, calma.

Ci stava pensando da qualche giorno.

“E cosa allora? Non stai bene? Dobbiamo andare all’ospedale?”

Keira scosse il capo e si riavviò i capelli scuri.

Gli occhi azzurri erano limpidi quando disse:

“Meglio una farmacia.”

Lily e Tonks si scambiarono uno sguardo, senza capire.

“Una farmacia? Ma cosa dici? Se stai male è meglio un ospedale e…”iniziò Lily, ma Keira prese la mano a lei ed a Tonks e le strinse.

“Lily, Tonks, ho un ritardo.”

Cadde il silenzio.

Poi Lily e Tonks parlarono.

“Vuoi dire che sei…”

“Ne sei sicura?”

Le due ragazze parlarono all’unisono, per poi scambiarsi un’occhiata divertita.

Keira ridacchiò, un po’ tesa.

“Non lo so.”

“E’ da meno di un mese che ti vedi con Sirius…sei sicuro sia suo? Oppure è…”chiese Lily.

Keira scosse il capo.

“No, non è di Ethan. Me ne sarei accorta prima. Credo sia recente la cosa.”

“Ok, in farmacia!”esclamò Tonks e le trascinò di corsa fuori dal bagno.

Urlarono a dei stupiti ragazzi che Lily aveva bisogno di un’aspirina e corsero via.

 

“Siete delle matte! Volete farlo qui?”

Keira guardò incerta la stecchetta del test.

Tonks saltellava in bagno, ridendo.

Era emozionata, più di Keira che era cerea.

La cantante guardò le amiche.

“E se lo fosse? Se fossi davvero incinta? Cosa accadrà tra me e Sirius? Insomma, ci siamo visti solo un mese ed ora…”

“Tesoro, lo conosci da 4 anni e vi amate. Se fossi incinta, salterebbe dalla gioia. Vedessi come si spupazza mio figlio e coccola e protegge Harry.”disse Tonks, tornando seria.

Erano chiuse tutte e quattro nel cubicolo e Keira sospirò.

Si sentiva male, ma non era la nausea.

Era una sensazione alla bocca dello stomaco.

Un misto di paura, ansia, terrore…eppure c’era anche desiderio, gioia, sepolti in fondo.

Osservò la bacchetta di plastica, sospirando sonoramente.

Lily la guardava, curiosa.

Keira non era mai stata un tipo materno.

Aveva adorato coccolare Harry da piccolo e stravedeva per Teddy, ma non l’aveva mai immaginata diventare madre.

E Sirius, poi!

Sirius era ancora un bambinone che giocava a Gobbiglie con James e che organizzava scherzi idioti.

Poi pensò al modo in cui trattava Teddy, come lo coccolava e si prendeva cura di lui e come aveva protetto Harry nel corso degli anni, come l’aveva ascoltato, come s’era preso cura di lui, rischiando continuamente la vita e capì che sì…ce l’avrebbero fatta se…

“E’ blu… Che significa blu? Tonks! Vedi il foglio delle istruzioni!”esclamò Keira prima tetra, poi allarmata e quando Tonks le lanciò uno sguardo carico di significati capì.

Cavolo…era davvero incinta.

 

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Capitolo 32
*** Dolore, rifiuto e sensi di colpa ***


“Non credo che potrai più salire su quei cosi d’ora in poi.”disse Lily, dolcemente, uscendo dal bagno.

Keira osservò i giochi, ma non disse nulla.

La sua testa era piena di pensieri.

Che casino che aveva combinato!

Era incinta di Sirius! Ed ora che doveva fare?

Come avrebbe fatto a dirglielo? Come poteva rimanere incinta di lui quando si vedevano da così poco tempo? E come avrebbe fatto con il tour?

Il suo agente e manager, John, l’avrebbe uccisa.

Meglio dire, li avrebbe uccisi.

John non sopportava neanche la presenza di Sirius ed ora che avrebbe scoperto del bambino li avrebbe uccisi.

Il tour non poteva continuare se lei doveva spostarsi in continuazione e stressarsi come non mai, se era incinta.

Lo sapeva.

“Dovrò rinunciare.”

“A che?”gridarono Lily e Tonks, scandalizzate, pensando si riferisse al bambino.

Keira le guardò, senza capire.

“A che? Al tour, no? Non posso farlo se sono incinta…”

Lily guardò gli occhi della ragazza riempirsi di lacrime.

“Oh, tesoro.”

L’abbracciò stretta, mentre Keira si lasciava andare ad un pianto prolungato ed afflitto.

Il suo tour!

Avrebbe tanto voluto farlo, ma…

Allora vide Sirius correre loro incontro e vedendo Keira piangere, sbiancò.

“Keira! Merlino, stai bene?”esclamò, preoccupato.

Keira lanciò un’occhiata a Lily e Tonks per far sì che tacessero ed annuì.

“Solo un forte mal di testa.”disse, passandosi una mano sugli occhi.

“Ma non era Lily ad averlo?”chiese James, seguito da Harry e Remus che guardarono interrogativi la scena.

“Bah…sarà un virus.”mormorò Tonks, inventando al momento.

 

Keira sfogliò i testi delle sue canzoni ed il fascicolo con tutte le date dei suoi prossimi concerti che l’avrebbero tenuta impegnata per ancora due mesi.

Due interi mesi.

Si osservò la pancia piatta, sovrappensiero.

Sirius dormiva alla grossa in camera loro, sdraiato in modo da occupare tutto il letto, la bocca socchiusa…era tenero e bellissimo anche quando dormiva.

Quanto l’amava!

Guardò ancora la sua pancia e pensò al tour.

Doveva andare subito da una dottoressa, doveva sapere se il bambino sarebbe stato bene, se lei avesse fatto quel tour.

Il loro appartamento era vuoto, perché Lily e Tonks avevano trascinato gli altri in Inghilterra, mimando improvvisi mal di testa, che resero ancora più sospettosi i Malandrini ed Harry.

Le ragazze speravano che Keira dicesse a Sirius la verità.

Ma le non ci riuscì.

Guardò ancora Sirius.

Era così confusa.

Le cose stavano succedendo così in fretta che si sentiva male.

Era appena diventata una cantante famosa, stava riscoprendo la sua magia, aveva ritrovato i suoi amici, il suo grande amore ed ora…un bambino?

Dio aveva deciso di farle recuperare 17 anni di noia in un mese e più?

Cosa avrebbe fatto? Cosa avrebbe detto?

E se Sirius non avesse voluto avere il bambino?

Se lei non l’avesse voluto?

In fondo era Lily la donna materna, sin da quando la conosceva adorava i bambini e con Harry era stata perfetta.

Lei se vedeva un bambino piangere, piangeva dalla disperazione anche lei!

Non sapeva come comportarsi.

Doveva tenerlo? Doveva lasciarlo? Farlo adottare?

Non sapeva che fare.

Sentì le lacrime di rabbia e confusione rigarle il viso e crollò sul divano vestita e stanca.

S’addormentò, i sogni agitati.

 

Dalla ginecologa a Londra, giorni dopo.

Keira continuò a tormentarsi le unghie e le mani finché non arrivò la dottoressa Roberts con gli esami.

Lily tirò un sospiro di sollievo.

Keira era stata agitatissima per quasi un’ora e non sopportava più il tremolio della sua gamba ed il battere il piede per terra per il nervosismo!

Keira alzò lo sguardo verso la dottoressa.

Era una donna pienotta sulla mezz’età e le sorrideva.

“Congratulazioni, signorina. Lei è incinta di una settimana.”decretò, con un sorriso ancora più ampio.

Incinta.

Ora ne aveva la conferma.

“C’è qualche domanda che desidera farmi?”chiese la Roberts, stupita che Keira non avesse battuto ciglio alla notizia del bambino.

“Sì. Vede io sono una cantante e di recente sto facendo un tour mondiale. Crede sia rischioso per il bambino che io continui?”chiese tutto d’un fiato.

La dottoressa la guardò, un sopracciglio inarcato.

Lily notò quanto quell’espressione le ricordasse la McGranitt e tacque.

“Probabilmente, sì. Immagino che lei si sottoponga ad un enorme stress durante le varie tappe del suo tour e di conseguenza questo può influire sulla salute del bambino.

Di solito i primi mesi sono molto rischiosi perché ci sono parecchi aborti spontanei e se lei si sottopone ad un eccessivo stress e movimento rischia di perdere il bambino.”concluse.

Lily guardò l’amica, dispiaciuta.

Aveva appena saputo di aspettare un figlio e c’era il rischio che lo perdesse se continuava a fare ciò che amava fare.

“D-d’accordo. Grazie.”

Keira s’alzò automaticamente ed uscì, seguita da Lily.

Rimasero in silenzio per la maggior parte del tragitto.

Poi Keira scoppiò a piangere e gridare.

Lily la guardò, colta di sorpresa.

Non l’aveva mai vista piangere così prima d’ora.

“IO NON LO VOGLIO!”gridò, rabbiosa, la cantante. “Non voglio questo bambino! Voglio poter viaggiare, andare via, cantare, fare ciò che mi piace…non voglio che un bambino blocchi la mia vita!”

Lily la guardò, inorridita.

“Non fai sul serio, vero? Come puoi dire una cosa del genere?”

Stavano urlando in mezzo alla strada.

Lily decise che era meglio portarla a casa sua.

James, Harry e Sirius erano dai Weasley e Keira poteva urlare quanto voleva.

“Come posso? Non voglio questo bambino, Lily! Non voglio diventare madre, non so neanche come si fa! A me non piacciono i bambini, non sono affatto materna e non so come comportarmi!”

“Beh…non esiste un manuale d’istruzioni, Keira! È tuo figlio, non puoi…”

“E non voglio dover rinunciare alla mia vita come hai fatto tu!”continuò l’altra, gridando.

Lily la guardò, gli occhi di fuoco.

L’amica stava piangendo, ma stava davvero esagerando ora.

“Io avrei rinunciato alla mia vita? E perché?”

“PER HARRY! Volevi prima essere insegnante di Pozioni, poi Auror ed hai dovuto rinunciare ad ogni cosa per tuo figlio!”

“E credi che abbia mai rimpianto una scelta del genere, ma sei impazzita? Harry è mio figlio, Keira! Non m’importava dover rinunciare alla carriera, se potevo avere lui! È arrivato prima di quanto io e James avessimo programmato, ma l’ho amato dal primo momento che ho saputo di averlo in grembo!

Ho rinunciato alla vita per Harry, Keira e non m’importava di nulla se non di saperlo vivo ed al sicuro!

Come puoi anche solo pensare di non avere il bambino? E come puoi accusare me di aver rinunciato alla mia vita quando tu hai rifiutato per 17 anni il mondo della magia?

Sei davvero ipocrita!”

“BEH, SE NON L’AVESSI AVUTO, NON SARESTI MORTA!”urlò Keira, fuori di sé.

SBAM

Lily le mollò un ceffone, furiosa.

Il rumore dello schiaffo aveva coperto quella della porta che si chiudeva.

Lily si volto, inorridita per vedere Harry e James sulla soglia, immobili.

Avevano sicuramente sentito le ultime cose dette da Keira.

Sicuramente Harry aveva sentito che, secondo Keira, se Lily non fosse rimasta incinta di lui sarebbe ancora viva.

Vide lo sguardo del figlio e capì che le credeva, che dava ragione a Keira.

Keira si portò le mani sulla bocca, in lacrime, rendendosi conto di quello che aveva detto e si smaterializzò via.

 

Harry sentì un peso sul cuore.

Sentiva lo sguardo dei genitori su di sé, sua madre, la mano premuta sulla bocca, lo guardava senza sapere cosa dire.

James guardava la moglie, non capendo cosa fosse successo.

Perché Keira aveva detto una cosa simile?

E perché lui ed Harry, sfortunatamente, erano entrati proprio in quel momento?

Sentì Harry dire qualcosa a proposito di libri che doveva leggere e lo vide salire in camera sua.

Poi si voltò verso la moglie.

“Cosa diavolo è successo?”

Lily si passò una mano sul volto e guardò in direzione delle scale dove Harry era scomparso.

“Lily? Perché diavolo Keira s’è messa a gridare cose del genere su Harry? Che cos’è succ…”

“E’ incinta. Il padre è Sirius e lei non vuole il bambino.”spiegò in fretta.

Forse Keira non avrebbe voluto che James sapesse, ma in quel momento Lily era così arrabbiata e sconvolta che disse tutto senza pensarci due volte.

James sgranò gli occhi.

“Cosa? Per…Ok, una cosa alla volta. Harry. Vado a parlargli.”

James si passò una mano tra i capelli e salì gli scalini tre alla volta, bussando alla porta di Harry.

“Harry? Sono papà, apri. Harry? Rispondi, almeno. So che sei sconvolto per quello che hai sentito, ma…Harry?”

Aprì la porta.

La stanza era vuota.

Dove diavolo s’era cacciato?

 

Harry camminò senza una meta, la testa ed il cuore in subbuglio.

Gli rimbombavano nelle orecchie le urla di Keira, la migliore amica di Lily.

“BEH, SE NON L’AVESSI AVUTO, NON SARESTI MORTA!”

Era vero.

I suoi non sarebbero mai morti se lui non fosse nato.

Li aveva visti così felici, affiatati, innamorati e…lui li aveva uccisi…aveva ucciso tutti quelli che gli erano accanto: Sirius, Remus, Tonks, Silente…tutti.

Sentì le lacrime offuscargli la vista e sedette su una panchina, le mani tra i capelli.

Aveva bisogno di parlare con lui.

Aveva bisogno che lui gli dicesse la verità, anche se era stata colpa di Harry se Sirius era morto.

Sarebbe andato da lui.

Voleva parlare con Sirius.

Lui risolveva sempre ogni cosa.

E se ci fosse stata Keira, se ne sarebbe andato.

Con il cuore in tumulto, si smaterializzò.

A Sirius per poco non venne un colpo quando Harry apparve di fronte a lui nella cucina del suo appartamento a Los Angeles.

Imprecò silenziosamente, la mano sul petto e fece per dire qualcosa di stupido, ma poi vide lo sguardo di Harry.

Stava male. Era a pezzi.

Sirius lasciò cadere il toast che stava mangiando e gli corse incontro.

“Harry…Harry, stai bene? Cos’è successo? Stai male?”

Harry aveva gli occhi lucidi.

Sembrava aver pianto e Sirius non l’aveva mai visto in quello stato.

“C’è Keira?”chiese il ragazzo, piano, evitando il suo sguardo.

Era già imbarazzante andare da lui per una sciocchezza del genere, ma aveva bisogno di confidarsi, di capire…

Sirius scosse il capo.

“Ci sono solo io.”

Sirius s’avvicinò a lui e lo guardò, senza sapere cosa fare.

Non era esattamente un tipo affettuoso e non sapeva come comportarsi.

Prima Keira che usciva di nascosto lasciandogli un biglietto in cui diceva che aveva impegni di lavoro, poi Harry che appariva stravolto nella sua cucina…che diamine stava succedendo quel giorno?

Sirius gli posò le mani sulle spalle.

“Mi dici cos’è successo? Sei ferito? Stai bene?”

“Ho bisogno di parlarti di una cosa.”disse Harry, controllando la voce.

“Certo. Sai che puoi dirmi tutto. Siediti.”

Sirius gli porse un bicchiere d’acqua.

“Calmati, prima.”disse, dolcemente.

 

“Non posso credere che abbia detto una cosa del genere!”esclamò Sirius, furioso, scattando in piedi così in fretta che Harry sussultò.

Harry rimase seduto sul divano, senza dire una parola.

Il thè che gli aveva preparato Sirius era ormai freddo tra le sue mani.

Lo posò sul tavolino, senza guardare Sirius in faccia.

“Appena torna, le chiedo spiegazioni. No. Non c’è spiegazione. Non avrebbe dovuto…”

“Sirius, ha ragione.”disse Harry, ponendo fine alla filippica del Malandrino che lo guardò con occhi di ghiaccio.

“Non dire sciocchezze!”

“Se non fossi mai nato, voi stareste tutti bene!”esclamò Harry, alzandosi e fronteggiandolo.

“Stiamo bene!”ribatté l’altro.

“Grazie agli Anziani! Se no sareste tutti morti. E per colpa mia!”

“Harry…”

Sirius fece per mettergli una mano sulla spalla, ma il ragazzo lo scostò, rabbioso e pieno di dolore.

Non poteva crederci.

Ma lei aveva ragione.

“Voldemort ci avrebbe uccisi comunque, Harry.

Se tu non fossi nato, lui sarebbe ancora vivo ed avrebbe distrutto ogni cosa, noi compresi. Sei stato tu a sconfiggerlo, tu ad impedire che facesse altre stragi, tu a proteggere i tuoi amici…”

“Ma sono stato io ad aver ucciso te, mamma e papà! E Remus e Tonks! E Silente!

E tutti quelli che si sono messi tra me e lui! Tutti quelli che hanno avuto a che fare con me sono morti, Sirius!”

“Ma non per colpa tua, Harry. Non hai colpa di nulla. Tu non hai fatto niente. Perché non lo capisci? Sei circondato da persone che hanno dato la vita per te e che lo rifarebbero mille volte pur di proteggerti.”

Harry scosse il capo, gli occhi color smeraldo lucidi.

“Harry…”disse dolcemente, prima di abbracciarlo forte.

Non aveva mai abbracciato Harry prima, nella sua vecchia vita, ma il ragazzo era distrutto e non sapeva cos’altro fare.

“Se dovessi tornare indietro…andresti comunque all’Ufficio Misteri?”chiese Harry, il groppo in gola.

“Sì.”disse Sirius, sicuro, posandogli le mani sulle spalle e guardandolo negli occhi. “Starei attento a Bellatrix,” e qui ridacchiò, mentre Harry abbozzò un sorriso

“Ma ci andrei di sicuro. Rischiavo di perderti, Harry. Rischiavo di perdere anche te. Lily e James rischiavano di perdere il loro bambino. Tu cosa avresti fatto al posto loro?

Non devi sentirti in colpa, Harry. E conosco Keira. Sicuramente non intendeva davvero ciò che ha detto. Come hai detto tu lei e Lily stavano litigando e Lily l’ha schiaffeggiata. Doveva essere una cosa seria.

Quando ci s’arrabbia si dicono cose non vere.”

Il POP della smaterializzazione li fece sussultare ed apparvero dei Lily e James decisamente fuori di loro.

“HARRY!”

Lily corse verso il figlio e lo strinse così forte da fargli male.

“M-mamma…così soffoco!”

“Avrei dovuto immaginare che fosse da te! Ci ha fatto prendere un colpo! Non sapevamo più dove cercarlo!”esclamò James, crollando sul divano, il battito del cuore che si normalizzava.

Lily stava piangendo, mentre abbracciava il figlio e ripeteva piano il suo nome.

“Ho temuto che ti fosse successo qualcosa di brutto, che ti fossi cacciato nei guai… a tuo padre per poco non veniva un infarto.”

“Sto bene.”annunciò il diretto interessato, gli occhi chiusi, disteso sul divano, le gambe posate sulle ginocchia di Sirius.

Harry guardò i genitori, stupiti.

Erano davvero così preoccupati?

“Perché siete così in ansia?”

“Temevamo per i Mangiamorte. Ce ne sono ancora in giro, nascosti e se ti avessero trovato…”

James lasciò la frase in sospeso.

Lily era alta come Harry e strinse il figlio al cuore.

Harry inspirò il suo odore di gelsomino e chiuse gli occhi.

“Keira non era in sé quando ha detto quelle cose. Era sconvolta. Non hai nessuna colpa. Ed io non ho rinunciato a nulla nell’avere te.”

“Se…”

Lily lo zittì, baciandolo sulla fronte e stringendolo più forte.

“Ti voglio moltissimo bene, Harry.”

“Anche io ti voglio bene, ma la prossima volta che te ne vai per andare dall’altro capo del mondo di affatturo!”lo minacciò James, ancora pallido.

“James!”lo rimproverò Lily.

“Dico davvero! Mi ha fatto prendere un accidenti!”

“E’ la vecchiaia, Jamie!”rise Sirius e James si premurò di tirargli un calcio.

“Ma Keira…che aveva? Perché s’è comportata così? E perché le hai mollato un ceffone?”

Sirius ancora non capiva.

Lily guardò nervosa James, incerta se dire qualcosa.

Keira si sarebbe arrabbiata se le avesse detto qualcosa, ma se non diceva nulla Sirius avrebbe indagato, pressato lei e James fino all’esaurimento e…

“Keira è incinta.”

Fu James a dire tutto, togliendo Lily dall’impiccio.

Sirius sgranò gli occhi.

“C-cosa? Di me?”

Sirius era sbalordito.

Aveva rivisto Keira dopo così tanto tempo e…era incinta?

“No, del Papa. Ma certo che è incinta di te!”

James sbuffò.

Certe volte Sirius era davvero idiota.

“E perché stavate litigando? Da quanto lo sa? Cos’è successo?”

Lily cercò di ripararsi dalla raffica di domande ed attese che Sirius si fosse un po’ calmato.

L’amico passò lo sguardo da Lily a James e viceversa, febbrile.

“L’ha scoperto quando siamo andati tutti al parco divertimenti. Abbiamo fatto il test quando siamo tornate dalla farmacia ed era positivo.”

Sirius non parlava.

Guardava Lily come se parlasse un’altra lingua.

“Poi siamo andate oggi dalla ginecologa, una dottoressa babbana ed ha detto a Keira che non può fare molti sforzi nei primi mesi perché rischia di perdere il bambino, dato che gli aborti spontanei sono frequenti all’inizio. E lei deve rinunciare al tour.

Ed è come impazzita. Ha detto che…”

Doveva dirglielo?

Ma continuò, senza guardarlo negli occhi.

“Ha detto che non voleva il bambino. Che non voleva smettere di fare ciò che amava e per cui aveva lottato per il bambino. Non vuole che la sua vita si fermi perché potrebbe diventare madre. Ed allora ha detto le cose su me ed Harry.”

Lily guardò il figlio, seduto accanto a lei e lo baciò sulla tempia, rassicurandolo.

“Mi dispiace che Keira abbia detto quelle cose su te ed Harry, Lily. Ma non credo le pensasse davvero.”disse piano Sirius, poi tacque.

Nessuno fiatava.

Sirius fissava il vuoto.

Keira era incinta.

Aspettavamo un bambino.

E lei non lo voleva.

Non sapeva cosa fare.

Sentiva un peso sul cuore, un macigno e non sapeva come affrontare la situazione.

Keira aspettava suo figlio, il loro figlio e non lo voleva…

 

Quando Keira tornò nel suo appartamento lo trovò vuoto.

Le luci erano spente e Sirius non era da nessuna parte.

Poi notò il biglietto sul tavolo della cucina.

 

“Credevo che fosse più importante la famiglia e l’amore della tua carriera, ma mi sbagliavo e di grosso.

Complimenti per aver fatto del male ad Harry e Lily e non avermi detto nulla del bambino.

Hai ferito Lily dicendo che aveva buttato la sua vita al vento per suo figlio e fatto sentire in colpa Harry.

Non credevo potessi riuscire a dire cose del genere ed a pensare di non volere nostro figlio…

Sono a casa mia, dai Potter. Non venire a cercarmi, perché non c’è nulla di cui dobbiamo parlare.

Sirius.”

Keira provò a non piangere, ma le lacrime le bagnarono le guance prima di riuscire a trattenerle.

Afferrò la prima cosa che le capito in mano, un libro, e lo lanciò con tutta la sua forza contro la parete.

Poi scoppiò a piangere, in ginocchio.



Grazie mille a chi sta leggendo questa storia, a chi ha commentato, l'ha messa tra i preferiti o tra le seguite! Grazie di cuore!
Ho odiato scrivere di Keira in questo capitolo, ma era necessario.
Ditemi cosa ne pensate.
Nel frattempo, pensavo di proporre una serie di attori ed attrici che, secondo me, sarebbero perfetti per i Malandrini, sia giovani che adulti...se avete suggerimenti fate pure.
Per Lily Evans in Potter avevo pensato a quest'attrice, per interpretare lei da giovane:

http://www.picpiggy.com/bank/karen_gillan_walking_shots-1310552706.jpg
http://doctorwhofriends.altervista.org/alterpages/medium/karen-gillan-profile.jpg
http://www.scenicreflections.com/ithumbs/Karen%20Gillan%20Wallpaper__yvt2.jpg
http://img.listal.com/image/1996411/936full-karen-gillan.jpg

Fatemi sapere che ne pensate e proponete chi vi sembra più adatto!
Per chi ha letto "I protecting you..."sarà più facile individuare i Malandrini da giovani!
A presto!

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Capitolo 33
*** Fear and pain ***


James sbuffò dal sedile posteriore della macchina che Lily aveva noleggiato.

“Mi spieghi perché dobbiamo arrivare così? Con quest’affare?”

“Almeno mostriamo di non avere cattive intenzioni!”disse Lily, mentre guidava ed osservava distrattamente il marito con lo specchietto retrovisore.

Guidava lei perché era l’unica ad avere la patente.

James era decisamente di pessimo umore.

Sirius, depresso per la rottura con Keira, vedeva quella gita come un’occasione per far pagare ai Dursley quello che avevano fatto ad Harry.

Lily si chiese se avesse fatto bene a portarli con sé.

In fondo solo lei sembrava avere intenzioni pacifiche. Quasi pacifiche.

Harry non era voluto venire, dicendo che doveva uscire con Ron, Hermione e Ginny, ma lei era sicura che detestava i Dursley quasi quanto loro avevano paura di lui.

Lily parcheggiò l’auto, lontano da casa loro e si affrettò ad uscire prima di cambiare idea.

Doveva almeno parlare con sua sorella, chiederle il perché avesse trattato Harry così.

Perciò bussò alla porta.

Le venne ad aprire l’omone più grasso che avesse visto in vita sua.

Era Vernon, lo riconobbe.

Ma lui non riconobbe lei, perché chiese chi fosse.

“Sono una…conoscente di sua moglie Petunia. Può chiederle di uscire?”

“Chi è?”

“Mi chiamo Lilian.”disse.

James e Sirius le si avvicinarono, mentre Vernon rientrava in casa e chiamava a gran voce la moglie.

“Non ti ha riconosciuta?”

James era incredula.

Vernon non riconobbe Lily, ma Petunia sì.

La donna sbarrò gli occhi, stupita, le mani sulla bocca, prima di balbettare qualcosa d’inconsulto.

Poi cadde a terra, svenuta.

 

Aveva fatto uno stranissimo ed orribile incubo.

Sua sorella Lily e quello squilibrato del marito erano dinanzi alla sua soglia, in compagnia di un altro uomo, tutti con lunghe vesti da maghi.

E se li avessero visti I vicini?

Ma era solo un brutto sogno.

Lei era morta.

Loro erano morti.

Non potevano essere lì.

Petunia Dursley aprì gli occhi, alzandosi dal divano, lentamente.

Lily era riuscita ad entrare, seguita dai due uomini e da un Vernon terrorizzato quando lei aveva tirato fuori la sua bacchetta magica.

Ed ora guardava la sorella svenuta.

Ok, era uno shock presentarsi lì.

Ma svenire?

Petunia era la solita melodrammatica!

La faccia cavallina era uguale, era solo leggermente invecchiata.

Vernon era un omone gigantesco che ora tentava di farsi piccolo piccolo nel divano accanto alla moglie svenuta, spaventata da quei tre.

Finalmente Petunia si rialzò.

Poi vide Lily e sussultò.

Stava ancora sognando?

Si diede un leggero pizzicotto e capì che era sveglia e sua sorella, morta 17 anni prima era seduta nel suo salotto, più bella che mai, i capelli rossi lunghi sulle spalle e la schiena fluenti e mossi, gli occhi color smeraldo tra lo stupito e l’arrabbiato.

“T-tu?”

“Ti prego, non svenire di nuovo. Altrimenti ti risveglio con la magia.”

Quella minaccia servì ad impedire altri svenimenti.

Magia? No, mai e poi mai sotto il suo tetto!

Non di nuovo! Non dopo che quel maledetto ragazzo se n’era andato.

James la fissò, truce.

Petunia era sussultata alla minaccia della bacchetta.

“Come…come…eri morta!”

“Tua sorella è un genio.”commentò James, freddo e Sirius ridacchiò.

“Sono tornata. Ed anche tutti quelli uccisi da Voldemort e vicini ad Harry.

Non credo v’importi, ma nostro figlio è vivo ed è sopravvissuto a Voldemort e l’ha anche sconfitto. Quindi se anche voi Babbani siete al sicuro il merito è solo suo.”

Lily lasciò che le labbra si schiudessero in un sorriso di soddisfazione.

Il suo Harry…

“Quindi, vorrei sapere il perchè del vostro odio nei confronti di mio figlio. So che l’avete maltrattato e gli avete reso la vita un vero Inferno, so che non l’avete mai trattato come un bambino della sua età e l’avete sempre punito per la sua vera natura!

Se fosse successo qualcosa a voi, noi ci saremmo presi cura di vostro figlio! L’avremmo trattato come nostro e non come un mostro che vive sotto il nostro tetto!”

“Sarebbe andato in orfanotrofio piuttosto che da pazzi come voi!”scattò su Vernon.

James s’alzò, irato, la bacchetta sguainata.

“Sta’ zitto, stupido idiota! Avete maltrattato un ragazzo per anni, punendolo, non amandolo, soltanto perchè odiavate noi maghi? Che razza di persone sono quelle che chiudono un ragazzino in uno sgabuzzino o che permettono al loro figlio di usarlo come punching ball? Siete dei veri stronzi!”

Lily guardò il marito, che era furioso.

Sirius s’alzò ed afferrò James per la manica, cercando di calmarlo.

“Se Harry non vi avesse detto che ero il suo padrino e che ero un pazzo criminale a quest’ora non avrebbe avuto neanche la sua stanza e l’occasione di studiare per Hogwarts.”disse, serafico.

Vernon e Petunia sbarrarono gli occhi.

Quell’uomo era Sirius Black?

Il pazzo assassino, padrino di Harry?
Ed era in casa loro?

Sirius fece scattare la bacchetta e si ritrovarono improvvisamente a testa in giù, appesi per le caviglie da una forza invisibile.

Lily trattenne una risata, mentre Sirius li faceva dondolare avanti ed indietro finché non assunsero un colorito verdastro.

Poi fu il turno di Lily che fece apparire un battipanni gigantesco che iniziò a picchiarli ovunque.

“Peccato che non ci sia quell’ippopotamo del figlio. Ci saremmo divertiti anche con lui.”ghignò Sirius a James, che aprì la porta dello sgabuzzino.

Con un colpo di bacchetta i Dursley vi finirono dentro e la porta si chiuse.

Le grida sommesse furono ignorate.

“Dudley tornerà prima o poi a casa e vi libererà. Risparmiate l’aria, quel posto è piccolissimo per due come voi!”ghignò James ed uscirono.

Lily e Sirius ridevano come matti.

Incrociarono la signora Figg, la Magonò che aveva tenuto d’occhio Harry e le sorrisero.

“I Dursley sono chiusi nel ripostiglio. Tra qualche ora chiama il figlio perché vada a liberarli.”

E corsero via, ridendo.

 

Harry, Ron, Hermione e Ginny avevano le lacrime agli occhi dalle risate, mentre i gemelli ridevano ed immaginavano la scena.

“Oh, avrei voluto esserci! Vi avremmo dato man forte!”decretò Fred.

“Soprattutto a Dudley! Ahahahha!”continuò George e cadde sull’erba ridendo.

Harry guardò i genitori.

Sua zia era svenuta vedendo Lily, erano rimasti terrorizzati alla vista delle bacchette e di Sirius ed erano stati presi a botte da un battipanni gigante.

Grazie a loro.

“Siete dei matti.”asserì, ridendo.

“Volevamo trasfigurarli in scarafaggi, ma poi avremmo avuto problemi con il Ministero e quindi…non avevo voglia di compilare scartoffie per loro!”fece James e tutti risero di nuovo.

I tre si sedettero accanto a loro, all’ombra dell’albero nel giardino dei Weasley.

La radio scelse quel momento per trasmettere una canzone di Keira e Sirius, rabbioso, la spense con un colpo di bacchetta.

Cadde il silenzio, interrotto timidamente da Hermione.

“Non avete ancora chiarito?”

Temevano tutti una sfuriata da parte di Sirius.

Sirius non rispose per un lungo istante.

“Finché rimarrà dell’idea di abortire il nostro bambino, no. Non chiariremo.”disse, freddo.

Sirius sentiva il cuore di piombo, ma era fermo nella sua idea.

Non l’avrebbe rivista.

Non poteva.

Non poteva pensare che tutto quello che c’era stato tra loro fosse stato messo da parte per la carriera della ragazza.

Perché lei sembrava avesse preferito proseguire con il tour, invece di avere una famiglia con lui.

Ed il solo pensiero di rivederla, quando aveva urlato a Lily che non voleva che quel bambino, il loro, rovinasse e fermasse la sua vita…gli spezzava il cuore.

Ma anche se non la vedeva stava male comunque.

Riusciva a sentire il suono della sua risata, il fruscio dei suoi capelli, il sapore dei suoi baci…

Come poteva rinunciare a lei?

Come poteva lei, rinunciare a loro?

 

“Dovresti parlare. Andare da lei e chiarire ogni cosa.”

“No.”ripeté Sirius per l’ennesima volta e Remus alzò gli occhi al cielo.

“E se lei dovesse…”

Remus lasciò la frase in sospeso, cogliendo l’occhiataccia di James.

Sirius era giù abbastanza a pezzi senza che Remus gli dicesse che c’era la possibilità che Keira abortisse.

“Secondo Lily non lo farebbe mai. È solo…arrabbiata, secondo lei.”

“James, so parlare anche da sola.”

Erano riuniti tutti e quattro in salotto, cercando di trovare una soluzione o di spingere Sirius ad affrontare la situazione.

Non ce la facevano a vederlo così depresso, girare a vuoto per la casa.

“Senti, l’ho chiamata, ho provato a parlarle, a supplicarla di chiarire con te e con me, ma non risponde al telefono. E so che sta ancora lavorando.”

“Scommetto che lo farà fino ad abortire.”commentò Sirius, asciutto.

“Sirius! La conosci. Conosci Keira meglio di chiunque altro.”disse Lily, dolcemente. “Credi che…”

“Non so! Non so a cosa credere, Lily! So che non è esattamente la mamma ideale, perché è un disastro con i bambini, ma…non so. Non la vedo da anni. Non credi che possa essere cambiata?”

“Al punto da rinunciare a suo figlio? Il figlio che aspetta da te? Sirius, lei ti ama. È solo che…è terrorizzata. Ha lavorato così tanto per arrivare dov’è ora ed ha paura di perdere ogni cosa.

La sua musica, il suo tour, che conta per lei. Ma non credo che rinuncerà al vostro bambino. Prova a parlarle. Ti prego.”

 

I giorni passarono, con gran dispiacere di Harry che vide il 1 settembre avvicinarsi e passare e portare con sé Ginny verso Hogwarts al suo ultimo anno di scuola.

La salutò con rimpianto e con passione, promettendosi di scriversi sempre e di vedersi durante le feste.

Passarono le settimane, un mese senza che Keira e Sirius si parlassero, mentre la ragazza proseguiva il tour e Sirius la sua carriera da Auror con James.

Arrivò la fine di settembre ed ottobre salutò tutti con un freddo gelido e giornate di pioggia.

“Boglio benire io. Sdo beene.”

Un Sirius raffreddato e con la febbre protestò dal divano dove Lily l’aveva costretto a rimanere, avvolto in strati di coperte.

Sirius era in uno stato pietoso.

Il naso era rosso, così come le guance, gli occhi lucidi per la febbre ed una dozzina di fazzoletti usati sulla coperta.

“Sirius, sei malato. Non ti porto come me.”decretò James, indossando il mantello.

Quella sera aveva un’ispezione da fare in un villaggio accanto Hogsmeade e Sirius avrebbe dovuto accompagnarlo, se non si fosse preso quel febbrone da cavallo a causa dell’ultima missione in cui avevano beccato il diluvio universale!

Sirius fece per alzarsi, ma Harry intervenne e lo rimise sul divano.

“Sta’ giù.”disse, severo.

“Ba basta una bozione…”s’intestardì Sirius.

“Sirius, me la caverò. È un posto tranquillo e devo solo dare un’occhiata per il Ministero, ok?”

“Posso accompagnarti io?”

James sussultò alla domanda di Harry e lo guardò.

“Cosa? Perché?”

Harry scrollò le spalle.

“Potrei darti una mano. Fare tirocinio con un famoso Auror…”ghignò il figlio e James non si lasciò incantare.

“Se pensi che adularmi serva a convincermi a portarti con me, sbagli, ragazzo mio!”

“Allora, bedi che è una missione pericolosa! Se non borti Harry…”fece Sirius e James sospirò, rassegnato.

“Non è…ok, vieni. Contento, lo porto con me?”esclamò, rivolto all’amico “Su, va’ a metterti il mantello.”sussurrò ad Harry.

James s’arrese.

Dopotutto era solo un’ispezione.

Non sarebbe successo nulla.

Baciò Lily sulle labbra, così a lungo che sentì i finti conati di vomito di Sirius (dopo la situazione con Keira odiava qualsiasi cosa romantica…) ed uscì con Harry nella fredda sera.

 

Harry passeggiava per le strade di Roadsmille, il villaggio e tutto sembrava tranquillo.

C’era gente per strada, molti accalcati nei bar, parecchi che si godevano il finesettimana con il fidanzato/a,

Anche James si era rilassato.

L’idea di portare Harry con sé in missione l’aveva terrorizzato all’inizio, perché temeva che sarebbe successo qualcosa di brutto.

Ma era tutto tranquillo.

Gli cinse le spalle con un braccio.

“Sai, spesso queste missioni non sono così tranquille.”

“Allora, verrò con te alla prossima.”ghignò Harry e James lo fulminò con lo sguardo.

“Prima di diventare Auror devi seguire un corso, sai? Superare prove. E poi…”

“Ok, ok…non ti va di farmi da mentore.”

James sospirò.

“Certo che ti farò da mentore. Più in là. Per ora voglio che rimani buono e tranquillo.”

Harry sospirò.

“Sei troppo protettivo.”

“Già, Potter. Un po’ troppo. Saresti disposto a dare la vita di nuovo per il tuo figlioletto?”

James si voltò di scatto, ritrovandosi di fronte un gruppo di uomini incappucciati.

Non s’era reso conto di essere entrato in una strada semi-deserta.

La voce, beffarda, era di Nott, la riconobbe.

“Harry, va’ via.”disse James a denti stretti, spingendo Harry dietro di sé, ma Harry non aveva intenzione di ascoltarlo.

Non l’avrebbe lasciato lì con…cinque Mangiamorte.

“VAI!”urlò James e schiantò il primo Mangiamorte che gli s’avvicinò.

Afferrò Harry per il braccio ed iniziò a correre lungo la strada, mentre lui ed Harry lanciavano incantesimi alle loro spalle e schivavano lampi color verde e rosso.

James sentì il dolore di una maledizione sfiorargli la guancia ed alzò la bacchetta.

“EXPELLIARMUS!”urlò un Mangiamorte e James ed Harry si ritrovarono senza bacchetta.

Harry sentì suo padre stringergli così forte il braccio da fargli male.

Erano spacciati.

James trattenne un urlo di dolore, serrando i denti e mordendosi le labbra.

Sentì il sapore ferroso del sangue scivolargli in gola, ma non era disposto a cedere.

Non avrebbe urlato, non avrebbe emesso neanche un singolo singulto.

“Ancora.”disse una voce calma e divertita.

James non sapeva a chi appartenesse, ma non gli importava perché dopo quella singola parola il dolore arrivò ancora ed ancora, lacerandogli la carne, spezzandogli il fiato.

Era come se una miriadi di lame incandescenti lo stessero attraversando tutte contemporaneamente.

Serrò gli occhi, cercando di impedire a lacrime di dolore di cadere, ma esse caddero ugualmente sul pavimento freddo della stanza.

Non sapeva dove si trovassero, non poteva difendersi, non poteva salvare Harry.

“NO! LASCIATELO, NO!”

Udì la voce di Harry in lontananza, come se venisse da un altro pianeta …

Ripiombò nell’incoscienza ancora una volta.

Harry tentò di liberarsi dalle funi che lo tenevano stretto e legato, pieno d’orrore.

Suo padre James giaceva per terra, sporco di sangue e pieno di tagli e ferite.

I Mangiamorte si stavano accanendo ferocemente su di lui con la Maledizione Cruciatus e Sectumsempra.

L’aveva visto contorcersi dal dolore e sanguinare e tremare.

Harry provò a liberarsi, sperando con tutte le forze di riuscire ad usare la magia senza la bacchetta, ma non era forte abbastanza.

Non poteva far altro che pregarli di smettere, di far del male a lui, di lasciarlo in pace…

Vide suo padre svenire, per la seconda volta.

Aveva ormai perso la cognizione del tempo.

Ricordava la fuga, la battaglia, poi era svenuto e s’era ritrovato lì, all’oscuro, svegliato dal dolore alla gamba.

Abbassò lo sguardo ed osservò il taglio profondo da cui usciva copiosamente sangue.

L’avevano accoltellato ed ora stava sanguinando.

Ma James rischiava di morire se non avesse cambiato idea.

“Sai, credevo che avrebbe ceduto prima.”

Un uomo incappucciato s’avvicinò ad Harry e gli prese il mento tra le mani.

Harry tentò di liberarsi, ma la presa era così forte da fargli male.

“Lascialo.”sillabò, furioso, fulminandolo con lo sguardo.

Sentiva l’alito fetido sul viso e represse un conato.

“Solo se cederà.”

“Lo ucciderai. Lascialo!”disse, gli occhi lucidi.

Non poteva perderlo, non di nuovo.

Il dolore lo spinse a lottare ancora di più per ribellarsi, ma un forte pugno lo colpì al viso ed Harry vide le stelle.

Sentì il sangue colargli dal naso e dalle labbra e lo sputò, rabbioso.

I Mangiamorte volevano che James urlasse di dolore.

Se l’avesse fatto, avrebbero smesso di torturarlo ed avrebbero iniziato a torturare Harry.

E James non aveva ceduto, nemmeno una volta.

Non poteva far soffrire Harry.

“Innerva.”

L’incantesimo risvegliò l’Auror, che avvertì subito il dolore, invaderlo.

Ma non avrebbe ceduto. Mai.

Un Mangiamorte si chinò su di lui.

“Sei testardo, vero? Non ti pieghi facilmente. Io potrei torturarti fino alla morte e tu non cederesti mai.”

“Fottiti.”pensò James, lanciandogli uno sguardo di sfida e coraggio da vero Grifondoro.

No, non avrebbe mai ceduto.

Guardò Harry, legato a pochi metri da lui e vide il viso del figlio imbrattato di sangue ed i vestiti laceri e sporchi.

“Va bene. Allora finiamola qui. Prendete il ragazzo.”ordinò, poi.

“NO!”

James fece per alzarsi, ma qualcuno l’afferrò per le spalle e gli tappò la bocca con un bavaglio.

“Ora è il tuo turno di vederlo soffrire.”

Il Mangiamorte si chinò su Harry che sentì il cuore scoppiargli in petto.

Sarebbero morti lì, entrambi.

Se lo sentiva.

“Facciamo un gioco simile, ok? Solo che, stavolta, se pronunci anche solo un gemito, io lo ammazzo.”disse, con una finta dolcezza, prima di calare la bacchetta su di lui.


Spazio dell'autrice:
Grazie mille a chi ha commentato la mia storia, SakiJune, MartuZZa97,  Erika 97, Luli Evans Potter,  Brando.
Grazie mille, siete dei tesori! E grazie anche a chi l'ha inserita tra i preferiti e le seguite!
Spero che questo capitolo vi piaccia, non risolve ancora la faccenda di Keira, ma accadrà...presto.
E dato che l'ultima volta vi ho mostrato l'attrice che, secondo me, sarebbe perfetta per Lily da giovane, ora è il turno della Lily adulta. Se avete suggerimenti per gli altri, soprattutto per James da giovane, sono ben accetti:

Lily Potter adulta

 

http://starsmedia.ign.com/stars/image/article/857/857640/rachel-mcadams-20080306054549124.jpg

 

http://l.yimg.com/eb/ymv/us/img/hv/photo/movie_pix/showest/showest_awards_2005_photos/rachel_mcadams/showestaward05d.jpg

 

http://www.rachel-mcadams.net/gallery/showfull.php?photo=10176

A presto!!!!

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Capitolo 34
*** Risvegli e novità ***


Lily tremava violentemente seduta sulla sedia della sala d’attesa del San Mungo.

Sirius, ancora intontito per la febbre, ma in via di guarigione grazie alla pozione contro l’influenza, le era accanto, immobile e taciturno.

Non sapeva cosa fare.

O meglio, sì.

Avrebbe voluto spaccare i mobili, urlare contro tutto e tutti, ammazzare quei figli di puttana.

Ma non poteva far altro che sedersi su quella scomoda sedia della sala d’attesa ed aspettare.

Ed aspettare.

Harry e James erano stati trovati in condizioni critiche a Roadsmille, in un vicoletto solitario.

Se un passante non li avesse visti, sarebbero morti dissanguati.

Ed anche ora…

Sirius udì dei passi e lui e Lily sussultarono, ma non erano del Medimago.

Remus Lupin, Tonks e… con gran sorpresa di Lily e Sirius, Keira, che correvano verso di loro, seguiti a pochi passi da Silente.

“Allora? Cos’hanno detto? Come stanno?”chiese Remus, trafelato.

Lily iniziò a singhiozzare e Keira le corse incontro, abbracciandola stretta.

“Tesoro…andrà tutto bene. Staranno bene. Sono forti. Ce la faranno. Supereranno anche questa.”mormorò, senza sapere cosa dire.

Silente aveva mandato un Patronus a cercarla in America, comunicandole che Harry e James erano in condizioni gravi all’ospedale.

Lei e Sirius non si guardarono nemmeno.

Keira era sotto shock e quello non era il momento per discutere dei loro problemi.

“S-s-sono s-s-stati t-t-tortu…tortu…”

Non ebbe bisogno di finire la frase perché capirono tutti.

“Sono stati i Mangiamorte.”spiegò Sirius, cercando di calmare il tono della voce, ma tremava di rabbia.

Harry e James erano stati torturati fino allo sfinimento ed ora giacevano circondati da Guaritori e Medimaghi.

Rischiavano di morire.

Rischiavano di finire con Frank ed Alice Paciock…torturati fino alla follia.

 

I minuti diventarono ore ed aumentava la paura ed il nervosismo.

Keira abbracciava Lily e Sirius era tra Remus e Tonks, senza sapere cosa fare.

“Sono corsa qui appena ho potuto. Andrà bene.”mormorò Keira all’amica che continuava a piangere.

Non poteva perderli.

Non entrambi.

Non poteva vivere senza di loro.

Cosa avrebbe fatto se fossero…

“Non ce la faccio.”sussurrò Lily, la voce spezzata e tutti la guardarono.

I capelli arruffati, gli occhi gonfi, la paura nel cuore, il terrore di perdere suo marito e suo figlio.

Il cuore era stretto in una morsa e si sentiva come immersa in un’acqua gelida, che le bloccava il respiro, che attanagliava il suo corpo, riempiendola lentamente di dolore.

“Io non ce la faccio senza di loro.”

Tentò di deglutire, ma il groppo in gola era troppo grande e scoppiò ancora a piangere di nuovo.

Allora Sirius s’alzò e l’abbracciò stretta.

Lily lasciò che il calore dell’amico l’aiutasse a lenire il dolore, sentendo che anche il suo cuore batteva a mille e che anche Sirius era terrorizzato.

“Fatti forza. Ho una paura da morire anche io. Ma non possiamo cedere.

Non cedere, Lily. Dobbiamo solo aspettare…e pregare che stiano bene entrambi.”mormorò, ricacciando indietro le lacrime.

Non avrebbe sopportato di perdere di nuovo il suo migliore amico, né di perdere il suo figlioccio.

No, non poteva farcela.

Continuò ad abbracciarla forte, sentendola piangere ed inzuppargli la camicia di lacrime, mentre lui posava il viso tra i suoi capelli rossi ed incontrava lo sguardo blu di Keira.

Inconsapevolmente, le prese la mano.

Non era il momento di avercela a morte con qualcuno.

 

Dopo ore arrivò un Guaritore.

Aveva l’aria esausta, i capelli radi e gli occhi cupi.

Iniziarono tutti a temere il peggio.

“Il peggio sembra passato. L’importante è che abbiano superato la notte.”

Infatti, senza che loro se ne rendessero conto, s’era fatto giorno.

La luce dell’alba rischiarava i loro volti, esangui.

“Hanno perso moltissimo sangue e sono sotto la Pozione Rimpolla-sangue.

James Potter è ferito molto più gravemente del figlio.

Dobbiamo tenere sotto controllo le funzioni vitali ed assicurarci che non ci siano dati cerebrali irreversibili. Dovranno stare molto a riposo, ma staranno bene.

Ora sono sotto calmanti.”

Tutti tirarono un sospiro di sollievo.

“Possiamo vederli?”chiese Sirius.

“Solo una persona può entrare. Gli altri nell’orario di visite che è affisso nell’atrio.”disse, severo.

Tutti guardarono Lily.

“Vai tu.”

Sirius la spinse dolcemente e le sorrise, un sorriso lieve e triste.

Lily seguì tremante il mago fino ad una stanza bianca, arredata spartanamente.

Lì, in due letti posti poco lontano l’uno dall’altro, c’erano Harry e James.

Lily trattenne il fiato quando li vide.

Erano cerei in volto, pieni di contusione e tagli.

Harry aveva un braccio fasciato ed una fasciatura alla testa.

James era ridotto molto peggio.

Il volto era pieno di lividi violacei e giallastri, il torace e la mano fasciati.

“Amori miei…”sussurrò Lily, piangendo.

Strinse la mano di Harry tra le sue e la trovò gelida.

La baciò ripetutamente, inzuppandola di lacrime baciò il figlio sulla fronte, sulle guance.

“Harry, tesoro…”

Poi s’accostò a James e gli carezzò il volto tumefatto.

“Amore mio…”

Lo baciò piano sulle labbra, sfiorandole con le proprie e gli sfiorò i capelli ribelli, stringendogli la mano sana.

Sperava con tutto il cuore che si svegliassero, che le dicessero che stava bene, che James si svegliasse per prenderla in giro e dirle che era tutto uno scherzo, un incubo, ma non accadde nulla.

Poi una Guaritrice la portò via.

Lanciò un ultimo sguardo ai due corpi svenuti e chiuse gli occhi.

Sentì qualcuno abbracciarla e riconobbe l’odore familiare del dopobarba di Sirius.

Si rese conto che anche lui stava piangendo.

 

Uscirono in silenzio l’ospedale alle prime luci dell’alba e Keira s’avvicinò a Sirius.

Lily era, ora, sorretta da Remus e Tonks.

Il viso era pallidissimo e lei non riusciva a parlare.

Incollate davanti ai suoi occhi c’erano le immagini di suo marito e suo figlio, giacenti sul letto d’ospedale, incoscienti…

Keira aveva il cuore in tumulto.

Non vedeva Sirius da quasi un mese e mezzo ed ora…eccolo lì.

Ma Sirius l’aveva lasciata.

Come poteva dirgli qualcosa? Parlargli?

Come poteva anche solo guardarlo dopo ciò che aveva pensato di fare?

Rinunciare al loro bambino…

Era stata una folle a pensarci.

Ed ora…

Poi ricordò che gli aveva preso la mano e prese coraggio.

“Ho rinunciato al tour, Sirius.”disse di slancio e Sirius sussultò.

La guardò, stupito.

“Credevo volessi farlo. Credevo fosse importantissimo per te.”disse.

Non riusciva ad essere acido o sarcastico in quel momento, era troppo esausto, e si limitò solo ad uno sguardo interrogativo.

“Lo era. Lo è. Ma…ho fatto dei concerti…in America. Ce n’è stato un concerto nel New Jersey, la settimana scorsa e mi sono sentita male.”

Sirius trattenne il fiato.

Keira aveva perso il bambino? Il loro?

“Mi hanno portata all’ospedale e rimproverata perché a causa dello stress, rischiavo un distacco della placenta ed il bambino rischiava di morire.”

Keira stava piangendo, mentre parlava e non riusciva a guardare Sirius.

Il ricordo di ciò che era successo era così vivido da fare malissimo.

Ricordava le nausee, i mancamenti, gli sguardi sospettosi della sua troupe e poi il dolore, lo svenimento...

S’era risvegliata in un letto d’ospedale, circondata da medici che le dicevano che il suo bambino stava rischiando la vita.

Ed era stata così stupida, così idiota ad allontanarsi, a fuggire via, a mettere a rischio la vita del suo bambino per…per cosa, poi?

Contava davvero quello cui aveva dato importanza?

La sua musica, il suo tour…ne valevano davvero la pena?

“E poi l’ho visto. Ho visto quell’esserino minuscolo dal monitor dell’ecografia e…non ce l’ho fatta!

Non potevo perderlo! Non volevo…mi dispiace così tanto di aver pensato una cosa del genere!

Ho rischiato di perdere l’amicizia di Lily, l’amore tuo e l’affetto di Harry in un colpo solo, perché…perché volevo essere famosa, volevo poter viaggiare, andarmene…

Ma il mio posto non era lì. Era qui. Era qui con te. E questo bambino…è mio, è nostro e non voglio rinunciarvi…”

Sirius era stupito.

La guardò, sorpreso della sua decisione ed insieme felice.

E poi, senza pensarci le prese il viso tra le mani e la baciò sulle labbra.

Fu un bacio dolce, pieno di lacrime e di amore.

Poi Keira gli portò la mano in grembo e Sirius sorrise.

Il loro bambino.

 

Harry rimase in uno stato di coma per i successivi sette giorni.

Sia lui che James avevano stanze separate ed erano quasi sempre circondati da Guaritori.

Il loro via vai non faceva altro che terrorizzare tutti, che temevano il peggio.

La notizia dell’aggressione si diffuse subito e Ron, Hermione, Ginny e tutta la famiglia Weasley corsero al San Mungo, dove ormai Sirius e Lily avevano preso dimora.

Quando Silente aveva chiamato Ginny nel suo studio e gli aveva detto dell’aggressione, la ragazza stava quasi per svenire.

Harry era stato torturato ed ora era in coma.

“Non sappiamo nulla. Non ce li fanno vedere molto. Continuano a dormire.”spiegò uno stanco Remus all’ennesima domanda.

Sirius e Lily, d’altro canto, non dicevano una parola.

La donna era cerea in volto e spaventatissima.

Era stata trascinata a casa da Remus la mattina dopo ed aveva dormito sì e no 3 ore, sonni agitatissimi e pieni di terrore, per poi svegliarsi, impaurita, nella speranza che fosse tutto un incubo.

Ma era tutto vero.

Il lato del letto occupato da James era vuoto ed Harry non c’era.

Non c’era nessuno.

Sirius s’era trascinato come uno zombie nella sua stanza con Keira e s’era chiuso in sé stesso, incapace di reagire.

Avrebbe voluto uccidere chi aveva ridotto Harry e James in quello stato, avrebbe voluto vendetta, avrebbe voluto che si svegliassero…ma loro rimasero incoscienti per le successive due settimane.

Gli amici di Harry, soprattutto Ginny, erano in uno stato pietoso.

Hermione e Ginny piangevano ed anche la signora Weasley si lasciava andare a piccoli singhiozzi ogni tanto.

L’ansia regnava ovunque e c’era così tanta tensione che Ron ed Hermione litigarono per una sciocchezza e finirono per lasciarsi momentaneamente (per poi correre l’uno tra le braccia dell’altra urlando scuse di tutti i generi…), Ginny (momentaneamente tornata a casa per assicurarsi che Harry si riprendesse…) strillò contro sua madre, Remus e Tonks litigarono per una stupida faccenda riguardante il disordine in casa e il fatto che Dora fosse troppo goffa e perfino io piccolo Teddy fu di malumore per quei giorni.

Sirius e Lily avevano deciso di stabilire dei turni in modo da vegliare ciascuno su Harry e James per un certo lasso di tempo.

Non potevano far altro che starsene lì e pregare che stessero meglio.

Silente non si pronunciava, perfino i gemelli Weasley avevano smesso di essere allegri e tutto sembrava si fosse spento, che fosse in pausa per ricominciare da un momento all’altro con una buona o cattiva notizia.

 

Sirius strinse piano la mano dell’amico, guardandolo con affetto.

James.

Il suo migliore amico, confidente, fratello

Aveva vissuto 20 anni accanto a lui, cosa avrebbe fatto se…

No, non di nuovo.

Non poteva rischiare di perderlo ancora.

Sarebbe impazzito se avesse perso di nuovo il suo migliore amico, se non avesse più sentito le sue battute canzonatorie, se non avesse visto i suoi occhi nocciola brillare mentre rideva…

Ed Harry?

Come poteva rischiare di perderlo, quando aveva tentato strenuamente di proteggerlo sempre da ogni male?

Era morto per lui ed ora Harry stava malissimo.

Se fosse successo qualcosa ad uno di loro, od ad entrambi tutti ne sarebbero usciti distrutti.

I guaritori non potevano fare nulla.

Non c’era medicina contro la maledizione Cruciatus.

Si poteva impazzire o morire, ma non c’era nessuna cura.

Anche Keira era entrata in una fase depressiva.

La breve parentesi di felicità consistita nel rivedere Sirius e nella decisione di tenere il bambino, aveva lasciato spazio a pensieri cupi.

Non sapeva come aiutare, non sapeva che fare.

Pur di sostenere Lily quando scoppiava in lacrime, costringerla a mangiare qualcosa per evitare che diventasse un’acciuga e sopportare il malumore, gli sbalzi d’umore ed il dolore di Sirius non sapeva cosa fare.

Neanche Tonks sapeva come aiutare Remus, né Silente, né coloro che erano più legati ad i due.

Sirius finì per sfogarsi, rabbiosamente, urlando e prendendo a calci qualsiasi cosa gli capitasse sotto mano, poi la rabbia fu sostituita dal terrore misto all’inerzia.

E s’arrese.

Non restava che aspettare.

 

Nel frattempo il Ministero aveva avviato un’indagine per scoprire i colpevoli, presunti o vero Mangiamorte date le ferite inflitte.

“Ti prego, Keira. Non iniziare anche tu.”

Sirius sospirò rumorosamente, vedendo la compagna che giocherellava con il cibo nel piatto.

Erano a casa Potter, dopo essere tornati dalla visita all’ospedale e Lily non aveva mangiato nulla e si era chiusa in camera, probabilmente ad urlare contro il mondo ed a piangere.

Ed ora anche Keira rifiutava di mettere sotto i denti qualcosa.

E per lei, che aspettava un bambino da due mesi, era pericoloso.

E Sirius non ce la faceva.

Soffriva da morire anche lui e non riusciva a gestire sia Lily che Keira, contemporaneamente.

Una parte di lui voleva solo scappare via, sperare che tutto fosse un incubo…perché non era possibile che il suo migliore amico ed il suo figlioccio fossero in coma.

Non poteva essere vero.

Remus arrivò qualche secondo dopo, chiamato da un isterico Sirius.

Erano pallidi e spaventati entrambi e Remus abbracciò Sirius, semplicemente.

“Non ce la faccio…”mormorò Sirius. “Sto perdendo ogni cosa…”sussurrò, ancora, mentre lacrime calde scivolano lungo le sue guance.

“Sir…”

“Keira non mangia, Lily neanche, James ed Harry sono all’ospedale e rischio anche che Keira perda il bambino se continua così. Non ce la faccio. Non posso affrontare tutto da solo.”

Remus lo fece sedere sul divano, cingendogli le spalle con le braccia.

Sapeva benissimo che non era lo stesso abbraccio che gli avrebbe potuto dare James, ma lo strinse forte e disse:
“Non sei solo. Tutti noi siamo terrorizzati.”

Gli accarezzò la schiena, tentando di calmarlo.

Poi propose: “Facciamo così. Io e Dora veniamo a stare un po’ da voi, così ti do una mano con le ragazze, d’accordo?”

Sirius annuì, sconsolato.

Non resse più e scoppiò a piangere.

Pianse e singhiozzò, abbracciato da Remus.

 

Sirius posò la testa sul materasso dove Harry giaceva ormai da due settimane, senza essersi mai risvegliato.

Era il suo turno di vegliare sul ragazzo e quello di Lily di vegliare su James.

Sirius osservò Harry, mentre sentiva la rabbia montargli dentro.

Non osava pensare realmente a cos’era successo, ma per riuscire a mettere KO James doveva essere qualcosa di terribile.

Non aveva mai visto il suo migliore amico in quello stato, non aveva mai visto Harry così fragile.

Tutto attorno a loro si sgretolava.

C’era tensione, paura, terrore, rabbia per ciò che era successo e desiderio di vendetta contro chi li aveva aggrediti.

Sirius sussultò quando sentì qualcosa muoversi.

Non se n’era reso conto, ma stava tenendo la mano di Harry, stringendola delicatamente nella sua.

E la mano di Harry s’era mossa.

Poteva essere stato solo un riflesso involontario, ma Sirius scattò in piedi, avvicinandosi di più.

Vide le ciglia di Harry tremolare insieme alle palpebre, mentre il ragazzo, il suo ragazzo, apriva gli occhi lentamente.

Finalmente!

“Harry…”lo chiamò piano.

Harry aprì gli occhi verdi, un po’ appannati, sbattendo piano le palpebre per mettere a fuoco.

S’era svegliato!

Doveva chiamare Lily, avvertirla.

Ma qualcosa trattenne Sirius accanto al giovane.

Non poteva lasciarlo, non in quel momento.

Non sapeva cosa gli era successo, ma Harry si stava risvegliando da un coma di due settimane.

“Harry…sono Sirius. Riesci a sentirmi?”

Harry sbatté ancora le palpebre ed annuì piano.

 

Si sentiva leggero come un palloncino, come se stesse volando via da quel mondo.

Era una bella sensazione.

Ma c’era qualcuno accanto a lui, una presenza e non era cattiva, non gli avrebbe fatto del male.

La sua mano era stretta a quella della presenza e lui aprì gli occhi, curioso di sapere chi fosse accanto a lui.

I contorni sfocati gli fecero capire che era senza occhiali e vide per un attimo bianco.

Era tutto bianco.

Poi una voce lo chiamò.

Era una voce familiare, rassicurante.

Guardò la persona accanto a lui.

Alto, capelli corvini, occhi grigio ghiaccio, un lieve sorriso sulle labbra.

Era Sirius.

Era lì…ma dov’erano?

Era morto? E se era morto Sirius che ci faceva lì?

Era un sogno?

Non riusciva a ricordare nulla al momento e si mise a sedere così di scattò che la testa gli girò vorticosamente ed ebbe la nausea.

Sirius l’afferrò prontamente e lo strinse, sostenendolo, per le spalle.

“Piano…piano…sei stato due settimane in coma…Ti senti bene?”chiese, premuroso.

Il suo padrino era lì, l’avrebbe protetto.

Sentì una stretta al cuore, un’angoscia attanagliargli le viscere e terrorizzarlo.

Aveva paura.

Era terrorizzato.

Ma di cosa?

Poi ricordò.

Ricordò il dolore, le grida dei Mangiamorte, lo sguardo spento di suo…

“PAPA’! DOV’E’? COSA GLI E’ SUCCESSO?”gridò così forte da far sussultare Sirius.

Sirius lo guardò con occhi pieni di preoccupazione.

“E’ meglio se ti calmi.”

Furono quelle parole ad agitare Harry ancora di più.

Calmarsi?

Perché?

Cos’era successo?

Non poteva essere…non doveva…

Tentò di liberarsi dalla presa di Sirius, ma era ferrea e lui si sentiva debolissimo.

“Harry, calmati. Calmati, ti prego. Ti farai venire qualcosa così!”

Ora Sirius era davvero spaventato.

Harry si divincolava tra le sue braccia e sembrava non ragionare.

Che i medici avessero ragione sulle possibili conseguenze delle torture?

Potevano provocare danni cerebrali ad Harry e James?

Vederlo così impazzito lo fece temere…

L’afferrò stretto per le spalle, così forte da fargli male ed urlò:

“ORA BASTA!”

Harry sussultò.

Sirius non gli aveva mai urlato contro.

Rimasero a lungo in silenzio.

Poi Sirius si sedette sul bordo del letto, sempre tenendo Harry fermo.

Prese un respiro profondo, il cuore stretto in una morsa.

“Harry, James non sta bene. È anche lui in ospedale. Siamo in ospedale, vedi?

Non sappiamo cosa sia successo, ma tu e tuo padre non vi siete svegliati per due settimane di fila. Siete stati…”

Harry sapeva, quindi annuì.

Sentì ancora il dolore delle maledizioni, come lo stessero torturando in quel momento e gemette, gli occhi serrati.

“Harry, James è vivo. Si riprenderà. Stai tranquillo.”disse Sirius con un tono che sembrava volesse convincere più lui che Harry.

Lo sentì gemere, come se stesse soffrendo fisicamente.

“Stai bene? Cosa ti fa male? La testa? Il braccio…”

“E’ stata tutta colpa mia…”

Sirius lo guardò, non capendo, mentre Harry aveva il capo chino.

Colpa di Harry?

Di cosa?

“Harry, perché sarebbe colpa tua? Cosa vuoi dire?”

Harry iniziò a tremare e Sirius ricordò che il Guaritore aveva detto di non metterli in agitazione, se si fossero svegliati.

Sembrava troppo tardi, ora.

Sguainò la bacchetta e spedì un messaggio veloce a Lily.

Non sapeva cosa fare.

Harry tremava, il cuore in tumulto.

 

Cinque minuti dopo Lily era distesa sul letto di Harry e l’abbracciava stretto, ignorando il fatto che fosse ormai un adulto.

Harry era e sarebbe stato sempre il suo bambino.

Appena l’aveva visto sveglio era corsa verso di lui, allarmata dal messaggio di Sirius che le diceva di venire immediatamente.

Ora Remus e Tonks vegliavano su James, mentre Lily e Sirius cercavano di calmare Harry.

Lily gli massaggiò la schiena, dolcemente e lo baciò sulla tempia.

“Amore mio…”sussurrò, piano.

Non sapeva cosa dire.

Harry, il suo Harry, s’era svegliato.

Ed era sotto shock.

Tremava follemente, gli occhi serrati.

“Harry, amore, cos’è successo?”

Lily gli accarezzò i capelli, ignorando la fitta al cuore perché erano identici a quelli di James e lo baciò sulla fronte.

“I Mangiamorte. Sono stati loro.”fece Harry, atono.

Harry provò a sciogliere l’abbraccio della madre, ma Lily lo tenne stretto a sé.

Il ragazzo s’arrese, crogiolandosi nel calore dell’abbraccio, un calore che solo una mamma poteva dare.

“Ci hanno attaccati…non so dove ci abbiano portato, non so chi erano… Hanno torturato papà…”la voce era spezzata. Ma continuò. “Gli hanno detto che se avesse urlato o emesso un singolo suono se la sarebbero presa con me. E…”

“E James non ha emesso neanche un suono.”concluse Sirius.

Tipico di James.

Tipico di tutti loro se si fossero ritrovati iin una situazione del genere.

“Sveniva…ma loro lo risvegliavano e…non ho potuto fare nulla! Mi hanno legato, mi hanno costretto a guardarlo soffrire e…”

Lily sentì gli occhi riempirsi di lacrime e strinse Harry più forte, mentre le labbra di Sirius erano così serrate da essere violacee.

Era furioso.

Come Lily.

Furioso ed a pezzi.

“Poi hanno iniziato a torturare me con la maledizione Cruciatus e Sectumsempra…ed hanno detto a me che se avessi parlato, papà sarebbe morto…”

“E tu non hai detto nulla, vero, Harry?”pensò Sirius, guardando il ragazzo. “Vi siete lasciati torturare pur di difendervi l’uno con l’altro…”

“E’…è colpa mia…”

Il singhiozzo, inaspettato, di Harry riscosse Sirius.

“Non dire sciocchezze. Non è colpa tua. Hai fatto di tutto per proteggere tuo padre e lui per proteggere te. Non hai nessuna colpa.”disse, severo.

Lily continuò ad abbracciare il figlio, scossa.

Li avevano ricattati e torturati.

La rabbia crebbe nel suo petto, ma non poteva sfogarla.

Ora Harry aveva bisogno di lei.

Gli fece appoggiare la testa contro il suo petto e lo baciò sulla tempia.

Le ferite fisiche erano guarite, ma non aveva mai visto suo figlio così spaventato e scosso.

“Vado da James.”comunicò Sirius atono, prima di, sorprendentemente, baciare Harry tra i capelli corvini arruffati.

Dopotutto anche lui amava quel ragazzo, anche era sempre restio a dimostrare i suoi sentimenti.

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Capitolo 35
*** It's gonna be alright ***


Harry s’era svegliato, finalmente.

Sotto shock per le torture subite Lily l’aveva stretto a sé, in una campana di vetro ed aveva aspettato che passasse almeno qualche giorno prima di permettere ad un’ansiosa Ginny ed a dei terrorizzati Ron ed Hermione di vederlo.

Harry s’era ritrovato a stringere forte a sé Ginny, affondando il viso in quei capelli rossi.

La sua Ginny..aveva così temuto di non rivederla mai più, di non incrociare mai più i suoi occhi scuri, di non assaggiare più le sue labbra.

E Ron!

Aveva temuto di non sentire più le battute dell’amico, di non vedere più quel sorriso e di non sentire più le sue parole, di non rivedere più neanche Hermione, lei con i suoi capelli sempre gonfi ed in disordine, con la sua saggezza, con la sua amicizia…

Si sentì stritolare dalla signora Weasley.

Hagrid l’abbracciò, delicatamente come aveva imposto Lily.

Ci mancava solo che gli rompeva le ossa per la troppa foga e l’affetto.

“Tieni, ragazzo. Sono per te.”

Hagrid s’asciugò le lacrime con un enorme tovagliolo a pallini verde acido e si soffiò il naso.

Gli consegnò una scatola di dolci di Mielandia, che s’aggiunsero alla torta della famiglia Weasley, al cioccolato di Remus, ai dolcetti di pan di spagna di Keira ed alle caramelle assortite di Dumbledore.

“Dov’è Sirius?”chiese Harry.

Era l’unico che mancava nella stanza.

Lily era seduta sul letto del figlio, i capelli legati in una treccia e lo strinse per le spalle.

“Credo sia con tuo padre.”

Papà.

Il pensiero colpì Harry come un pugno nel petto, come ogni volta che ci pensava ed abbassò lo sguardo.

“Si riprenderà.”lo rassicurò Remus. “Conosco tuo padre ed è la persona più testarda del mondo. Guarirà. Deve guarire.”disse, rassicurante, ma la verità era che era terrorizzato quanto lui ed il viso pallido ne era la conferma.

 

Keira s’avvicinò a Sirius, cautamente.

Il suo ragazzo era seduto sulla poltrona accanto al letto di James e fissava il suo migliore amico e fratello con tale intensità che forse sperava di poterlo svegliare con il pensiero.

“Sirius…Nessuna novità?”

James ancora non si svegliava.

“O è un sogno molto bello da cui non vuole svegliarsi, od uno molto brutto da cui non riesce a svegliarsi.”mormorò, distante, il Malandrino.

Sirius esprimeva raramente i suoi sentimenti.

Il solo fatto di aver abbracciato i suoi amici era una cosa strana.

“Tu come stai? Scusa, se ti sto dedicando così poche attenzioni.”mormorò ancora.

Guardò Keira che sorrise, piano.

Le nausee non le davano tregua da due mesi ormai ed odiava quell’aspetto della gravidanza.

Ma non poteva e non riusciva ad essere felice per quel bambino.

Non ora almeno.

Si sentiva in colpa perché James rischiava di morire, come aveva rischiato suo figlio Harry.

“Sono spaventata anche io, Sirius. So che adori James e che hai paura di perderlo. Lo siamo tutti. Tu e Lily vi siete chiusi qui in ospedale, ma noi di fuori abbiamo paura tanto quanto voi ne avete.”

Sirius annuì.

Tutti erano venuti a fare visita ad Harry e James, perfino Moody, perfino Piton e la Mcgranitt.

“Come sta il bambino?”

Quel pensiero, oltre a quello che Harry stava bene, era l’unico positivo e l’eccitava l’idea di avere un figlio, oltre a terrorizzarlo.

Keira si carezzò il grembo, la pancia appena visibile.

“Bene. Da quando mi hai costretto a mangiare e dormire regolarmente.”

“Non riuscivo a controllare te e Lily insieme.”sussurrò.

“Ed hai chiamato Remus e Tonks.”sorrise lei.

Poi cadde il silenzio.

 

Grazie a Dio, la tortura non aveva provocato danni cerebrali ad Harry, mentre tutti avevano temuto che potesse finire come Alice e Frank Paciock.

Sirius quasi non si rese conto della sua presenza quando entrò nella stanza, troppo concentrato su James.

Harry guardò suo padre giacere in quel letto d’ospedale.

Sembrava solo dormire…

Ma era in coma e stava soffrendo.

O no?

“Credi che senta dolore?”

Sirius fece un balzo dalla sedia nel sentirlo parlare e si volta.

“Harry!  Cosa…cosa ci fai qui? Dovresti essere nella tua stanza! Devi riposare!”

Sirius si alzò e fece per spingerlo fuori, ma Harry non mollò.

“Voglio vedere mio padre.”disse, serio.

“Harry…”

“Voglio solo vederlo, ok? Non sanno che sono qui, ma ho dormito per due settimane, ce la faccio a fare due passi!”fece, testardo.

Era cocciuto come un mulo.

Gli occhi verde giada lo trapassarono da parte a parte, trasmettendo così tanta determinazione e dolore che  Sirius s’arrese e lo fece passare.

Harry s’avvicinò al letto, guardando il padre, mentre il cuore si frantumava in mille pezzi di dolore, agonia e pura sofferenza.

“Dovevo proteggerlo.”mormorò tra sé, ma Sirius sentì.

“No. Dovevo venire io quella sera, se non mi fossi ammalato.”ammise.

Si sentiva dannatamente in colpa.

Ora James sarebbe stato bene.

Forse sarebbero stati in grado di evitare i Mangiamorte e…

“Così ti saresti trovato tu al posto mio in ospedale.”

“L’avrei preferito.”commentò Sirius, asciutto.

Harry lo guardò per un attimo, prima di fissare il volto del padre.

“Papà…svegliati, ti prego.”mormorò.

“Tua madre come sta?”chiese Sirius.

“Cerca di farsi forza. Cerca di sorridere, almeno quando è con me. Ma so che piange spessissimo.”

“Lei e Keira si rifiutavano di mangiare tempo fa.”mormorò Sirius ed Harry non rispose.

Prese la mano del padre e la trovò fredda.

Non poteva morire.

Non di nuovo.

Non poteva lasciarlo.

“L’ha fatto ancora.”disse, atono.

“Che cosa?”

“Rischiare la vita per me. Proteggermi.”

“Harry, non dire così. È tuo padre. È ovvio che si comporti così. È stupido ed impulsivo, ma è un ottimo padre ed un ottimo amico. Tutti in quella situazione si sarebbero comportati come voi due.”

“Sirius…”sussurrò Harry, dopo un pò.

Sirius l’osservò.

Sembrava così minuto e sottile in quella vestaglia dell’ospedale.

“Se dovesse…se dovesse morire?”

Sirius sentì gli occhi riempirsi di lacrime e non riuscì a fare nulla per scacciarle via.

Harry sussultò nel vedere il suo padrino piangere.

Sirius aveva voltato il viso dall’altra parte, ma le guance erano bagnate.

Il ragazzo sentì un groppo alla gola gigantesco, che non accennava ad andare via.

“Sai…è sempre lui a farmi piangere.”

Sirius rise, amaramente.

“L’ultima volta che ho pianto è stato quando lui e tua madre sono morti. Ed ora che temo di vederlo morire.”

Harry si chinò su di lui e l’abbracciò.

Non seppe cosa l’aveva spinto a farlo, ma Sirius era così infinitamente fragile da spezzargli il cuore.

Capì che avevano bisogno l’uno dell’altro, mentre Sirius piangeva, le spalle scosse dai singhiozzi.

 

Lily era profondamente addormentata quando sentì qualcosa sfiorargli i capelli.

Sussultò, pensando che fosse un sogno, ma i tocchi, leggeri, continuarono.

Aprì gli occhi piano, incrociandone un paio color nocciola, i più belli che avesse mai visto.

E che temeva di non rivedere mai più guardarla con quell’espressione dolce e rapita.

“JAMES!”gridò la donna, gettandogli le braccia al collo, ignorando se stesse sognando o meno.

Non gliene importava.

La prima cosa che James Potter aveva visto appena ripresosi dal torpore era stato il rosso.

Non il rosso del sangue che aveva versato a fiotti dalle sue ferite, ma un rosso fuoco, ribelle, bellissimo ed indomabile.

Il rosso dei capelli di Lily, che erano sparsi sul suo grembo, ondulati e bellissimi.

Ne aveva preso una ciocca, arrotolandola attorno alle dita e beandosi della vista di sua moglie addormentata.

Ricordò come in un flash la tortura, il dolore, le urla disperate di Harry…

Ma se era morto ed aveva il permesso di vedere Lily…sarebbe andato tutto bene.

Capì che non era morto quando Lily scoppiò a piangere e l’abbracciò stretto.

“Oh, Jamie…O mio Dio…oddio…”

“Lily… Harry?”chiese subito.

La sua voce era rochissima.

“Sta bene. Sta benissimo. È tutto intero. Ma tu…oddio, James, non ti svegliavi! Sei stato in coma per quasi un mese ed io…ho avuto tanta paura, paura di perderti…di perdere anche Harry…”

Solo allora James s’accorse degli occhi gonfi della moglie, delle occhiaie e dei capelli arruffati.

Le cinse il corpo con un braccio e la fece stendere accanto a sé.

“Sto bene…sto bene.”

L’urlo di Lily aveva richiamato l’attenzione degli altri.

I primi ad arrivare furono Sirius, Harry e Remus che s’immobilizzarono alla vista di James, sveglio.

“Oh, maledettissimo Merlino e le sue mutande! Mi hai fatto venire un infarto!”

Sirius imprecò sonoramente, mentre la stanza veniva riempita da Tonks, Keira, Dumbledore, tutti i Weasley ed Hermione.

Sirius guardò il suo migliore amico, che stringeva forte la moglie a sé.

Era vivo…

Era…

“Ciao, Felpato.”sussurrò James, sorridendogli.

Lily s’allontanò per permettere a Sirius di abbracciare James, subito seguito da Remus.

“Stavamo morendo di paura. Credevamo…che…”

“Non muoio di nuovo, ragazzi. Amo troppo la vita per andarmene.”

Solo Harry era rimasto in disparte, mentre James veniva travolto da abbracci e sorrisi da parte di tutti.

“Vieni qui.”gli disse James, con affetto, sedendosi cautamente sul letto.

Non si sentiva male, era solo un po’ intontito.

Da quel che aveva capito aveva dormito, era stato in coma per l’esattezza, per tantissimo tempo.

Harry lo guardava, a pezzi.

Suo padre era vivo…

Stava bene.

James l’attirò a sé e l’abbracciò fortissimo, accarezzandogli i capelli ribelli come i suoi.

“Non stanno mai giù, vero?”mormorò ed Harry annuì, trattenendo le lacrime di dolore e di paura e di sollievo.

“Mi dispiace. Non avrei dovuto portarti con me.”mugugnò James.

“Volevo venire io.”

“Avrei dovuto…”

“Non è colpa di nessuno.”li interruppe una voce serafica.

Era Dumbledore.

James non lasciò andare Harry, ma guardò il padre.

“L’importante è che siete vivi tutti e due.”e lanciò ad entrambi uno sguardo d’affetto malcelato.

James giaceva sul letto, cingendo le spalle esili di Lily con un braccio.

Sua moglie era incredibilmente dimagrita nell’ultimo mese trascorso in uno stato di perenne ansia.

James le carezzò i capelli rosso scuro, scostandoglieli dagli occhi, mentre la guardava con amore.

Gli occhi di Lily erano ancora velati di lacrime e la donna si strinse forte a lui, posando il capo sul suo petto.

Il battito del cuore di James era accelerato.

Capitava sempre quando lui e Lily erano così vicini.

“Guardalo, ora arrossisce.”

James sentì la voce di Sirius bisbigliare e si voltò verso l’amico, fulminandolo con lo sguardo.

“Sei il solito rompipluffe.”decretò James, mettendosi a sedere sul letto.

Anche Lily si ritrovò a ridere, contagiata da Sirius, mentre James imbastiva un’espressione contrariata.

“Arrossiscono sempre quando sono insieme.”disse una voce flebile, proveniente dal divano.

Harry giaceva disteso lì, la testa posata sulle ginocchia del padrino.

Era spaventosamente pallido e debole.

Solo quando i Guaritori avevano smesso di dargli i calmanti, Harry aveva sentito il suo corpo cedere.

Si sentiva stanco, esausto e dolorante.

Sirius gli posò una mano sul braccio, comprensivo.

“Dovrebbero metterti di nuovo sotto calmanti.”disse James.

Lui prendeva tre pozioni al giorno, affinché il suo corpo si ristabilisse del tutto.

Non era un problema fisico, piuttosto interno.

Era come se l’anima fosse stata presa a frustate e coltellate e mentre James riusciva a controllare il dolore con le pozioni, Harry era più in difficoltà.

“Quello che non capisco è come mai Harry soffra più di te, pozioni a parte. Sei tu quello messo peggio.”chiese Keira, guardando James.

James fa una smorfia in risposta.

“Harry è più piccolo.”mormorò Dumbledore. “E’ solo un ragazzo, mentre James è un uomo. E nel momento in cui Harry ha smesso di prendere le pozioni il suo corpo ha reagito con il dolore e la stanchezza. Starà bene.”

Albus era seduto sulla poltrona ed osservava Harry, semi-svenuto accanto a Sirius.

Harry non disse nulla, mentre gli occhi gli si chiudevano.

Odiava quella situazione.

Sentì i capelli scivolargli sugli occhi, mentre il suo corpo cessava di rispondere e si lasciò andare, in uno stato di dormiveglia.

Sirius l’osservò preoccupato.

Aveva lo stesso sguardo degli altri presenti nella stanza.

“Cerchiamo di tenerlo sveglio.”disse Lily, nervosa.

Aveva il timore che se Harry si fosse addormentato, non si sarebbe più svegliato.

“Lily, sta bene. È solo stanco. È normale.”la tranquillizzò Dumbledore.

Keira osservò Sirius coprire Harry con il proprio mantello.

Harry si sentì avvolgere da un fiotto di calore e ringraziò mentalmente Sirius.

Poi s’addormentò.

James guardò il figlio, dolcemente.

“Fa ancora gli incubi?”chiese a Sirius e Lily.

Erano loro che vegliavano su Harry la notte.

“Ogni notte.”mormorò Sirius, atono.

Lily guardò il figlio, senza sapere che fare.

Da quando s’era risvegliato Harry non aveva fatto altro che avere orribili incubi che gli facevano passare notti insonni e terribili.

Lo vedeva stringere il lenzuolo così forte da strapparlo, gemere nel sonno e mormorare no, di non fargli del male, di lasciarlo…e loro sapevano che si riferiva ai Mangiamorte affinché smettessero di torturare James.

E non sapevano come aiutarlo.

“Sto bene, Hermione! Smettila di guardarmi così!”sbuffò Harry, irritato.

Quella notte non aveva dormito affatto.

Era stata affollata come sempre dagli incubi.

Aveva sentito ancora una volta il dolore delle maledizioni, aveva visto lo sguardo di suo padre e…s’era svegliato, urlando.

Hermione lo guardò, preoccupata.

“Harry, sei ancora in ospedale. E sei pallidissimo. E non vuoi mangiare nulla.”

“Io mangio!”esclamò Harry, seduto sul suo letto.

Era stufo di starsene rinchiuso in ospedale, anche se Ron ed Hermione s’erano praticamente trasferiti lì ed Harry bighellonava dalla sua stanza a quella del padre.

“Mangi schifezze.”disse una voce, divertita.

“Disse il salutista.”brontolò Harry, riconoscendo la voce e lanciando un’occhiataccia al padrino.

“Oh, non posso esserlo. Sono giustificato. Soprattutto se lei..”ed indicò Keira con un dito “Si sveglia alle tre di notte con voglia di crepés alla nutella.”

Keira scoppiò a ridere, ghignando.

Gli dispiaceva aver svegliato Sirius quella notte (o mattina!), ma aveva una voglia tremenda di crepés.

S’accarezzò il grembo senza rendersene conto, automaticamente.

“Di quanto sei?”chiese Hermione.

Era contenta che Sirius avesse trovato una donna con cui vivere la sua vita.

Da quando lo conosceva, gli era parso terribilmente solo.

“Quasi tre mesi. Spero che i successivi sei siano migliori. Le nausee mi hanno uccisa e tutta questa situazione è terribile…”

“Sì, però mangi tantissimo.”fece Sirius e si beccò una gomitata da Keira.

“Ed Harry, invece, non mangia.”intervenne Hermione, mentre Harry la guardava esasperato.

“Non ho voglia di mangiare. Questo cibo fa schifo. Vado a farmi un giro.”

Harry scese dal letto ed uscì dalla stanza così velocemente che nessuno riuscì a fermarlo.

Sirius sospirò e gli corse dietro.

Harry era quasi salito al bar, quando Sirius lo raggiunse.

Non aveva voglia di parlare.

Si sentiva sempre più di malumore e stanco.

E vedere Sirius e Keira scherzare e stuzzicarsi, suo padre in ospedale…non aiutavano.

“Cosa c’è che non va?”

Sirius prese posto di fronte a lui al tavolino del bar ed ordinò due briosce alla crema.

“Nulla.”

Quando arrivò la sua ordinazione, Sirius mangiò lentamente, guardando Harry e spingendo il piatto verso di lui.

“Non ho fame.”

“Harry, fai almeno uno sforzo. Andiamo.”

Harry si lasciò convincere da quegli occhi grigio ghiaccio ed addentò un po’ della sua briosce.

“So degli incubi.”disse Sirius dopo un po’ ed Harry alzò lo sguardo, quasi colpevole.

“Ah.”

Perfetto, ora mancava solo la compassione di Sirius.

“Io ed i tuoi non possiamo fare molto per aiutarti, se non ci dici cosa possiamo fare.”

Harry chiuse gli occhi per un attimo, ma li riaprì di colpo quando si rivide legato ed urlante nella stanza in cui avevano rinchiuso lui e suo padre.

“So che è terribile ricordare.”

“Tu ricordi ancora Azkaban?”chiese Harry d’un tratto.

Se ne pentì subito perché lo sguardo del padrino si rabbuiò.

Ma fu un attimo, poi Sirius abbozzò un lieve sorriso.

“Sempre. Sono cose che non si dimenticano Harry. Non dimenticherò mai di aver visto i tuoi morti, né di aver rischiato di perdere te e James un mese fa, né la mia prigionia.

Mai. Ci convivo ogni giorno. Non c’è altro modo. Non possiamo fare nulla se non andare avanti.

Tuo padre sta bene, Harry. Ed immagino che vorrebbe vederti più spesso. Quindi, andiamo.”

Harry guardò il padrino, pensandoci su.

Poi annuì, seguendolo, giù per le scale.

Sarebbe andato tutto bene.

Harry non fece in tempo a pensare ciò che s’imbatterono in Cornelius Caramell.

Vide Sirius irrigidirsi.

Detestava quell’uomo, era stato così stupido da non capire la minaccia del ritorno di Voldemort se non dopo l’attacco dei Mangiamorte e la loro introduzione nel Ministero, durante il quinto anno di Harry.

“Harry? Cosa ci fai qui?”chiese, educato, sfoderando il suo miglior sorriso.

Ma Harry notò quanto fosse deperito dall’ultima volta che l’aveva visto.

Per la sua stupidità aveva perso ogni potere.

Aveva diffamato Harry, l’aveva messo in ridicolo e solo quando era troppo tardi s’era reso conto dell’errore.

Inoltre aveva creduto Sirius un assassino e durante il terzo anno di Harry l’aveva quasi fatto baciare da un Dissennatore se Harry ed Hermione non fossero tornati indietro con la Giratempo per salvarlo.

“Non sono affari che la riguardano.”replicò Harry, stizzito e se ne andò, dopo avergli lanciato un’occhiata truce.

“Ignoralo. È un povero idiota.”decretò Sirius.

 

“Come mai quelle facce?”chiese James, appena Sirius ed Harry entrarono nella sua stanza.

James era seduto sul letto, la schiena appoggiata a molteplici cuscini e si stava annoiando a morte.

“Dov’è la mamma?”chiese Harry.

“Con Keira e Tonks a comprare qualcosa di meglio di questo.”

Harry lanciò uno sguardo al cibo che suo padre aveva nel piatto.

Era davvero disgustoso e lo sapeva, perché l’aveva provato.

“Bleah, concordo.”

James batté una mano sul bordo del letto, spingendo Harry a sedersi accanto a lui.

“Chi avete incontrato?”incalzò James. “Avete delle facce…Piton?”

“No, peggio. Caramell.”

James fece una smorfia.

“Idiota.”sbuffò James ed esultò subito dopo quando vide Lily e Keira tornare con un sacchetto colmo di cibo.

Iniziò a mangiucchiare l’hamburger, silenzioso.

Poi chiese:

“Harry, quando ti dimettono dall’ospedale?”

“Domani.”sussurrò il figlio, la testa poggiata sul cuscino del padre.

“Oh.”

James sembrava deluso.

Harry capì.

“Ti verrò a trovare tutti i giorni. Promesso.”

James sorrise, un vero sorriso.

“Ehi, giù le mani dalle mie patatine!”sbottò, rivolto a Keira che ne aveva prese una manciata.

“Zitto, tu! Sono una donna incinta, ho gli ormoni a mille e le voglie. Quindi taci.”lo zittì lei, severamente e tutti risero.

James non ebbe il coraggio di controbattere.

“Spero che le tue voglie non siano come quelle di Lily, se no povero Sirius.”

“Ehi!”protestò Lily.

“Cosa “ehi!”? Ti svegliavi alle quattro di notte con la voglia di cocomero!”

“E che c’è di strano?”ribatté lei, incrociando le braccia sul petto e scuotendo il capo, in modo da fare andare i lunghi capelli rossi da un lato all’altro.

“Era inverno, tesoro. Dove lo trovavo?”fece James, esasperato e divertito allo stesso tempo.

Harry rise.

Era bello vederli battibeccare.

Poi vide una faccia, purtroppo familiare, sulla Gazzetta del Profeta.

Era la Umbridge.

“L’hanno condannata?”chiese, prendendo il giornale dal comodino e vedendo la sua faccia irata.

“Per crimini contro i Babbani e Magonò.”disse James.

“Quella vecchia megera!”fece Lily, stizzita ed Harry notò che fissava la sua mano, dove la Umbridge gli aveva inciso con una bacchetta speciale le parole “Non devo dire bugie.”

Le cicatrici si vedevano appena.

“Sto bene, mamma.”disse, cogliendo il suo sguardo, ma Lily gli s’avvicinò ugualmente per stringerlo al petto.

“L’avrei uccisa…”

“Anche io.”asserì James con forza ed Harry sorrise.

“Andrà ad Azkaban?”

“Già. Per tutto il resto della sua miserabile vita.”

Sirius sedette sul letto di James, spintonandolo per farsi posto.

Aveva un sorriso ghignante.

“Non capisco come tu abbia fatto a sopravvivere così tanto tempo lì.”disse James, dopo avergli dato un pugno scherzoso sul braccio, poiché per poco non aveva fatto cadere dal letto lui ed Harry.

Sirius scrollò le spalle.

“Non mi spezzo facilmente. Ero innocente.”

“Il fatto che volessi proteggere Harry non c’entra nulla, eh?”

Sirius scrollò ancora le spalle, ma tutti sapevano che la risposta era sì.

Sirius non mostrava molto facilmente i suoi sentimenti.

“Era così anche durante la vostra guerra? La caccia ai babbani e tutto il resto?”chiese Harry.

“Decisamente peggio.”

Lo sguardo di suo padre s’incupì, mentre Lily prese ad accarezzare i capelli del figlio.

In altre situazioni Harry si sarebbe ribellato a quei gesti d’affetto, ma si trattava di sua madre e non di una persona qualsiasi.

Quindi si crogiolò nel suo affetto, perché non aveva potuto farlo prima d’allora.

“Il Ministero aveva preso le cose più seriamente di quanto non abbia fatto al ritorno di Voldemort. La gente era più sicura, ma regnava comunque il terrore.

Per alcuni.”

“In che senso?”

“Vedi, quando noi andavamo ad Hogwarts parecchi nostri compagni di classe sarebbero diventati poi Mangiamorte. Rosier, Macnair, Lestrange, Black…ma quando si trattava di battibecchi con persone provenienti da una famiglia Purosangue, e le famiglie si conoscevano perché ne erano e ne sono pochissime, evitavano battaglie o feriti. Voldemort voleva il sangue puro.

Lui ed i suoi Mangiamorte non fecero altro che tentare di attirare i Purosangue dalla loro parte, nella loro guerra, contro chi, secondo la loro mentalità corrotta, non meritava di avere la magia.”

“I Mezzosangue come me.”concluse Harry per lui e James s’incupì.

“Non dire quel termine mai più.”disse severo, guardando il figlio negli occhi.

“E’ la verità, papà.”

“A me non importa. È un’offesa. Come Sanguesporco e tutte le stronzate che s’inventano quegli idioti. Non dirlo più,”

Harry annuì.

Non aveva mai visto suo padre così irritato.

“Accio scacchiera!”disse James d’un tratto. “Allora, chi vuole provare a battermi a scacchi?”ghignò.

 

“Ecco, penso di aver preso tutto.”

Harry guardò la sua stanza d’ospedale alla ricerca di un calzino, giornale o libro dimenticato, ma aveva infilato ogni cosa nella borsa.

“Bene. Andiamo a salutare tuo padre. Conoscendolo, sarà a lutto.”

Infatti, James aveva la faccia tetra quando Harry lo salutò, dimesso dall’ospedale.

“Andiamo, Prongs!”lo rimproverò Sirius.

Harry si lasciò abbracciare dal padre, ridendo.

Da quando s’era svegliato dal coma, lui e James erano stati inseparabili e gli dispiaceva lasciarlo lì in ospedale, se lui poteva tornarsene a casa.

“Ti verrò a trovare tutti i giorni. E stavolta ti batterò io a scacchi.”

James sbuffò.

“Nessuno mi ha mai battuto. In nulla.”ghignò.

Lily e Sirius alzarono gli occhi al cielo.

“Mai? Non hai mai perso una partita di Quidditch, una partita a scacchi, a Gobbiglie?”

“No e non ho mai perso un Boccino.”ghignò James, soddisfatto.

“Ok, allora quando starai meglio faremo una sfida.”

“Vuoi scommettere contro di me, figliolo?”

James si mise meglio a sedere, gli occhi che brillavano dalla curiosità.

“Ragazzi…”li ammonì Lily, ma era troppo tardi.

“Sì.”

“Una gara a Quidditch? Chi riesce a prendere per primo il Boccino d’oro?”propose James.

“Ci sto.”

Sirius sospirò, forte.

“Non hai idea del guaio in cui ti sei cacciato, Harry. James è molto competitivo.”

Fu in quel momento che entrarono nella stanza i signori Weasley, seguiti da Ron ed Hermione, trafelati.

“Ah…Harry. Ti abbiamo cercato nella tua stanza. E… Ti avevamo perso.”disse Ron, ansante.

Sembrava aver fatto tutte le scale fino al quinto piano, dove si trovavano, di corsa.

“Stavo salutando mio padre.”

Harry sorrise ai nuovi arrivati.

“Ah, bene. Hai preparato le tue cose? Se vuoi, possiamo andare.”

“Dove?”

“A casa.”

Harry non capiva.

“L’accompagno io a casa.”disse Sirius. Neanche lui ci stava capendo molto.

Cosa ci facevano i Weasley ed Hermione lì?

“No, non c’è bisogno.”disse la signora Weasley. “L’accompagneremo noi alla Tana.”

Alla Tana?

Harry guardò i Weasley senza capire.

Volevano che andasse alla Tana con loro?

“Harry torna a casa con me.”disse Sirius. “A Godric’s Hollow.”

La sua voce era ferma e posò una mano sulla spalla di Harry.

“Oh.”disse solo la signora Weasley, arrossendo. “Scusate, credevamo che Harry venisse a stare un po’ da noi visto che James è ancora in ospedale e Lily lo va a trovare spesso.”

“Beh, starà con me.”

Molly lanciò un’occhiata a Sirius ed Harry capì che quell’occhiata significava guai.

Non che la signora Weasley non si fidasse di Sirius, ma lo riteneva troppo impulsivo ed aveva sempre cercato di proteggere Harry e di tenerlo con sé da quando l’aveva conosciuto…prima che ritornassero i suoi genitori.

Harry la vide voltarsi verso sua madre.

“Forse sarebbe meglio se stesse con noi. Con Ron ed Hermione.”iniziò Molly, esitante.

Credeva davvero che Harry sarebbe venuto con loro.

“Oh, adesso non tirare in ballo i suoi amici, Molly!”sbottò Sirius così improvvisamente che Harry sussultò.

“Dimmelo in faccia che non vuoi che venga con me!”

Molly lo guardò negli occhi.

“D’accordo. Non voglio che venga con te! Sei maledettamente impulsivo!”

“Sono in grado di occuparmi di un ragazzo di 18 anni, Molly! Sono il suo padrino!”

“Non sei stato in grado di occupartene prima!”

“Oh, scusa tanto se ero leggermente morto! Od ad Azkaban!”

“Beh, questo prova la tua impulsività! Se ci avessi ascoltato o se tu non avessi tentato di vendicare i tuoi amici, non avessi affrontato Min…”

“Ora basta!”

La voce di James fece sussultare tutti.

L’allusione all’Ufficio Misteri l’aveva fatto arrabbiare.

Harry, che aveva tentato invano di dire che non era un ragazzino e che non c’era bisogno che nessuno “badasse” a lui, si voltò verso di lui.

Sembrava furioso.

“Molly, ora basta. È inutile rivangare nel passato. Io avrei fatto la stessa cosa che fece Sirius anni fa e non gli rimprovero nulla.

È il padrino di Harry e spetta a Sirius stare con lui, Ma credo che spetti a mio figlio decidere.”

Harry si sentì chiamare in causa.

“Io…veramente preferirei tornare con Sirius. Ci possiamo vedere un’altra volta.”

Non aveva la minima voglia di mettersi ad urlare nel sonno a casa Weasley.

Sarebbe stato decisamente imbarazzante.

Sirius, invece…avrebbe capito.

Lui lo capiva sempre.

“D’accordo. Come vuoi. Ci vediamo stasera, tesoro. Tieni d’occhio Keira per me e fa che non distrugga la casa, Sirius.”

Lily baciò Harry sulla fronte ed ammonì Sirius che sorrise, rassicurante.



Spazio dell'autrice:
Grazie mille a chi ha commentato la mia storia, a chi l'ha inserita tra i preferiti e le seguite e chi ha inserito me tra i suoi autori preferiti (*me onorata!*)!
Spero che vi piaccia anche questo capitolo, quindi fatemi sapere che ne pensate!

Ecco per me chi sarebbe perfetta per Keira:

Keira Sanderson adulta

 

http://www.wallpaperbase.com/wallpapers/celebs/keiraknightley/keira_knightley_12.jpg

 

http://blog.panorama.it/culturaesocieta/files/2010/10/keira-knightley3-large.jpg

 

http://static.blogo.it/fashionblog/keira-knightley-01/KeiraKnightley.jpg

 



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Capitolo 36
*** Sfide e bambini ***


Harry capì cosa significasse avere una donna incinta in casa i primi giorni che passò insieme a Keira.

La ragazza, quasi al terzo mese, era in preda alle nausee.

Non faceva in tempo a mettere il cibo in bocca che era costretta a rimetterlo.

Perfino gli odori erano troppo intensi.

Sirius si ritrovò vittima delle sue occhiate truci.

“Come se fosse colpa mia…”borbottò ad Harry, un giorno.

“Beh, in effetti…”

“Non ti mettere anche tu! Voglio almeno un alleato in questa casa!

Ma quando torna Prongs?”

Sirius alzò gli occhi al cielo.

Harry rise tra sé.

Gli dispiaceva vedere Sirius così sconsolato per via di Keira, ma era una cosa passeggera e lo sapeva.

Infatti Keira passava dall’avere un pessimo umore a sprizzare gioia per tutti i pori e proporre nomi per il bambino.

“Mi piacerebbe Lawrence se fosse un maschio. O John. E Melinda se è una bambina. O Elizabeth. Suona bene Elizabeth Black? Od Elena?”

E continuava così, con Sirius che annuiva senza ascoltarla realmente.

Aveva sentito quella lista così tante volte da impazzire.

Harry guardava il suo padrino e riusciva quasi a percepire l’eccitazione che provava per aspettare un figlio.

Lo vedeva sorridere più spesso, guardare il pancione di Keira dolcemente e se lo meritava.

Meritava ogni bene possibile.

Harry di tanto in tanto si vegliava di colpo, gridando e stringendo il lenzuolo con forza, con nelle orecchie la risata dei Mangiamorte e le urla di suo padre.

Nei primi giorni che passò a casa non riuscì a chiudere occhio.

Sentiva il terrore invaderlo ogni volta che chiudeva gli occhi, l’angoscia, l’orrore e si svegliava di continuo.

Quindi aveva passato la prima settimana vagando di notte per la casa, sfogliando libri e cercando di mantenersi sveglio, finché Sirius non l’aveva trovato addormentato sul divano e l’aveva costretto a bere una pozione calmante per non fargli fare gli incubi.

E la situazione era migliorata.

Sirius sapeva benissimo che Harry stava soffrendo.

Vedeva il suo sguardo perso, lo sentiva gemere ed urlare nel sonno, ma non poteva far altro che stargli accanto e tranquillizzarlo, mentre la rabbia contro gli aggressori cresceva, insieme all’impossibilità d’agire dato che non si conoscevano i colpevoli.

Harry d’altro canto era piuttosto taciturno.

Sirius capiva che non aveva voglia di affrontare l’argomento e probabilmente si vergognava degli incubi a causa del suo stupido orgoglio, ma sia lui che Keira, che Ron ed Hermione tentarono in ogni modo di distrarlo e tirargli su il morale.

Harry andava a trovare suo padre tutti i giorni e James accoglieva lui, Sirius e Keira come se non li vedesse da anni.

Lily aveva preso a trascorrere la maggior parte del tempo in ospedale ed Harry la rivedeva solo la sera tardi.

Le mancava avere la sua presenza intorno ogni giorno e Lily lo capiva perché tentava di passare più tempo possibile con lui.

“In che senso hai sfidato tuo padre?”

Keira guardò Harry.

Erano seduti sul divano, le schiene appoggiate ai braccioli, e mangiavano biscotti e Nutella.

“Dice di essere imbattibile. L’ho sfidato.”

“A che?”

“Quidditch.”

Keira per poco non si strozzò con il biscotto.

Sgranò gli occhi.

“C-cosa? E tu gliel’hai lasciato fare?”esclamò rivolta a Sirius che leggeva tranquillamente il giornale, sprofondato sul divano.

Perché si agitava tanto?

“Che avrei dovuto fare, Kei? Sai che Harry è testardo quanto James. E poi non accadrà nulla.”

“Sai che James è competitivo.”

“Lo so benissimo, ma so anche che non giocherebbe duro con Harry. È suo figlio.”

Harry li guardava senza capire.

“Ehi, mi spiegate perché dite così? Cosa…”

“James è un asso nel Quidditch, Harry. È decisamente imbattibile. Senza offesa. Non ti ho visto giocare, ma ho visto tuo padre e lui e la scopa sono una cosa sola. Sirius, smettila di leggere quel cavolo di giornale!”

Sirius sbuffò e prese ad ascoltare.

“Così bravo…”iniziò lei, ma Sirius l’interruppe.

“Da essere scelto dalla Nazionale Irlandese.”

Harry sgranò gli occhi.

Cosa?

La Nazionale?

Era davvero così bravo?

“Non sapevo che avesse giocato con la Nazionale.”

Sirius scosse il capo.

“Non giocò, infatti. Venne qualcuno a vederlo durante una partita all’ultimo anno e gli propose di entrare nella Nazionale. Ma tuo padre non si sentiva pronto e il talent scout disse che gliel’avrebbe chiesto più in là...

Ma poi tuo padre preferì fare l’Auror. C’era la guerra, lui era fidanzato ed aspettava un bambino da Lily. Non poteva abbandonare tutto e partire ogni volta. E preferiva combattere a fianco dell’Ordine.”

“Immagino che non si sia arrugginito nel tempo, vero?”

Sirius rise.

“Credo che stavolta sarai tu a perdere, figliolo!”

“Grazie dell’incoraggiamento!”

Sirius rise di nuovo ed Harry si sentì scoraggiato.

Davvero era così bravo suo padre?

 

“Ammettilo, l’hai fatto apposta a scegliere il Quidditch come campo di sfida!”chiese Harry appena suo padre rimise piede a casa.

“Bentornato, papà. Come stai?”gli fece il verso James, arruffandogli i capelli.

Harry notò solo in quel momento quanto fosse dimagrito ed il volto fosse un po’ sciupato.

Perfino i capelli sembravano meno ritti in capo del solito.

“Stai bene?”chiese, ora preoccupato.

“Solo stanchezza.”

James gli posò una mano sulla spalla e si chiuse in camera dove dormì per parecchie ore.

Harry si volse verso la madre.

“Sta bene, vero?”

Lily gli carezzò i capelli.

“E’ stanco, Harry.”

“Solo?”

“Sì. Se ci fosse qualcosa, te lo diremmo. Ora aiutami a preparare la cena, su.”

“Davvero papà era stato scelto per la Nazionale di Quidditch?”

Lily sorrise.

“Te l’ha detto Sirius, vero? Dovevamo impedirvi di fare quella stupida scommessa.”

“Anche tu credi che vincerà lui, no?”

Lily agitò la bacchetta in modo che le patate si pelassero e tagliassero da sole, mentre metteva a cuocere la salsa.

“Io non faccio pronostici. Sei in gamba, Harry. Davvero. Vedremo come andrà.

Ho solo timore che vi facciate male.”

“Non voglio che mi lasci vincere, comunque.”

Lily rise.

“Non lo farà. Ti vuole bene, ma James è davvero molto competitivo. Soprattutto nel Quidditch. Stasera vengono anche Remus, Tonks e Teddy, cambiando argomento. Scommetto che Keira avrà richiesto a Remus quanta più cioccolata possibile, dato che oggi Remus è andato a Mielandia.”

Harry non poté fare a meno di sorridere.

Si sentiva bene, nonostante l’idea di confrontarsi con suo padre l’agitasse un po’.

 

“Sai, mi serviva proprio che tu mettessi Harry in agitazione?”sibilò James a Sirius giorni dopo.

James s’era completamente rimesso ed era tornato a lavorare al Ministero con Sirius e gli altri Auror.

Quella giornata era così noiosa che iniziarono a fare aeroplanini di carta ed a vedere quale andasse più lontano.

“Non ho detto nulla che non sia vero. E tu non dovevi sfidarlo.”

“Mi ha sfidato lui!”

“James, ha 18 anni. 20 meno di te. È più inesperto. Se si facesse male?”

“Ora sei ridicolo. Credi davvero che gli permetterei di farsi male? Non m’interessa prendere il Boccino se Harry viene ferito. È solo un gioco.”

James lanciò un aeroplano di carta che volteggiò, incantato dalla magia, in tutte le direzioni finché non ebbe la sfortuna di finire nell’occhio sano di Moody, appena entrato nella loro stanza.

“POTTER! Ma ti sembra il luogo? Al lavoro!”ringhiò.

 

Il cielo era terso quando Harry e James stabilirono di sfidarsi a Quidditch.

Harry si sentiva più nervoso che mai.

Non solo doveva affrontare suo padre, ma a quanto pareva James era un asso nel Quidditch.

Si chiese cosa suo padre non sapesse fare.

Si riunirono tutti, famiglia Weasley, la famiglia Lupin, Hermione, Sirius, Lily e Keira, nel campetto di Quidditch del quartiere.

“Ok. Ora libero il Boccino. Il primo che lo prende vince.”

Sirius lasciò andare, dopo i due Bolidi, la piccola pallina dorata che si dibatteva tra le sue mani.

Fred e George avevano insistito per fare i Battitori e proteggere Harry e James dagli attacchi dei Bolidi.

Quando il Boccino fu liberato, Harry lo perse immediatamente di vista.

Era come scomparso.

Vide suo padre, in sella alla sua Nimbus 1978, volteggiare in alto, gli occhi aperti in cerca del Boccino.

Schivò un paio di Bolidi con naturalezza, come se avesse avuto un altro paio di occhi dietro il capo.

Invece, un Bolide urtò così forte Harry alla gamba da farlo barcollare dalla scopa.

Ma si raddrizzò, ignorando le grida di preoccupazione tra cui individuò quella di sua madre e della signora Weasley.

Poi lo vide.

Un luccichio dorato in basso.

Si tuffò, schiacciandosi sulla scopa, senza rendersi conto che suo padre James l’aveva individuato prima di lui.

Le scope s’urtarono e James mormorò una mezza scusa, concentrandosi sul Boccino.

Era vicinissimo a terra.

Harry vide la terra avvicinarsi sempre di più e tese la mano per prendere il Boccino.

Mancavano pochi centimetri…

James spronò la scopa ed afferrò il Boccino quasi un minuto prima che Harry potesse arrivarci.

Poi raddrizzò velocemente la scopa.

Ma Harry non fece in tempo.

Provò a raddrizzare la scopa, ma era ormai vicinissimo al terreno.

Si sarebbe schiantato.

Si sarebbe…

Qualcuno l’afferrò per la vita e lo tirò su con tutta la scopa, prima che potesse schiantarsi contro il terreno.

Harry sentì il cuore battergli a mille, il fiato mozzo, come se avesse corso per miglia e miglia senza fermarsi.

“Tutto bene?”

James stringeva il Boccino in una mano e teneva stretto Harry con l’altra.

L’aveva afferrato appena in tempo, prima che si facesse davvero male.

“JAMES! HARRY!”

Lily corse verso di loro, i capelli mossi che le fluttuavano intorno, preoccupatissima, seguita dagli altri.

James planò dolcemente al suolo e lasciò andare Harry.

“Siete impazziti! Vi potevate uccidere!”esclamò Molly.

“Harry, stai bene?”

Lily s’avvicinò al figlio che annuì.

“La tua gamba…”

Solo in quel momento Harry notò il leggero tremolio della gamba sinistra, dove il Bolide l’aveva colpito.

James s’infilò il Boccino in tasca e s’avvicinò.

“Fa’ vedere.”

Harry sbuffò, mentre tirava su il pantalone.

Un grosso livido si stava allargando sotto il ginocchio.

James mormorò un incantesimo che Harry non conosceva e la gamba tornò intatta.

“Ora va meglio?”

Harry fece segno di sì con il capo.

Era stupito.

Seppur più grande, suo padre era davvero un asso nel Quidditch. Era decisamente più veloce e quella sterzata all’ultimo secondo, per non schiantarsi al suolo...Harry non c’era riuscito.

“Te l’avevo detto che ero imbattibile. Soprattutto nel Quidditch.”ghignò James, ma guardava il figlio, preoccupato.

Gli posò una mano sulla spalla, mentre gli altri tornavano in casa Potter, dove Lily e Keira avevano preparato qualcosa da bere e da mangiare.

“S-sì. Grazie di avermi salvato.”

“Avrei dovuto lasciar perdere quel Boccino. Era troppo vicino a terra e tu mi hai seguito.”

“Non te l’avrei lasciato prendere così facilmente.”

“Se ti fossi schiantato, tua madre mi avrebbe ucciso, sai? Ed anche Sirius.”

“Ma sto bene, grazie a te.”

James abbozzò un sorriso e gli tese il Boccino, ora calmo tra le sue mani.

“Davvero non ne hai mai mancato uno? Ti ho visto nel ricordo di Piton che giocavi sempre con uno di questi.”

“Già, ci giocavo sempre. Era un po’ idiota, vero? Ma mi aiutava a riflettere. E sì, ho sempre preso tutti i Boccini d’oro in ogni partita.”

“Mi insegnerai qualche trucco?”chiese Harry, speranzoso.

James sorrise, il sorriso più ampio che avesse mai rivolto a qualcuno.

Gli passò un braccio attorno alle spalle.

“Tutto quello che vuoi. Perfino la Finta Wronsky.”

“Sai fare la Finta Wronsky?”

Harry sgranò gli occhi dallo stupore.

Lo guardò, colmo d’ammirazione.

“Sì e te l’insegnerò, se sopravvivo a tua madre.”

E ridendo tornarono a casa.

 

“E’ un genio! Non ho mai visto nessuno giocare così, essere così veloce! Harry, tuo padre è davvero un genio!”

Ron aveva gli occhi che brillavano, esaltato.

Harry sorrise.

Si sentiva fiero di suo padre e Ron aveva ragione, dopotutto.

“Gli ho chiesto di insegnarmi qualcosa?”

“Spero che quel “qualcosa” non implichi uno sfracellarsi al suolo.”disse Lily, avvicinandosi e sedendosi accanto ad Hermione sul divano.

“Tranquilla, Lils. Non gli insegnerò nulla di pericoloso. Ma voglio assolutamente provare la sua scopa. Una Firebolt!”

James, con gli occhi che brillavano, si sedette accanto ad Harry ed iniziò a fargli il solletico sui fianchi.

“NO! MOLLAMI! Ahahahah!”

Harry tentò di sgusciare via dalla presa di James, ma era in trappola, soprattutto quando suo padre chiamò in aiuto Sirius.

 Fu solo quando Harry scivolò sul pavimento, reggendosi la pancia dal ridere, che smisero.

“S-siete d-dei defic…”

“Ehi! Porta rispetto!”l’ammonì Sirius.

Harry tirò fuori la bacchetta e la puntò verso i due.

“E voi iniziate a correre…”

Lily osservò il figlio rincorrerli, senza riuscire a trattenere una risata.

Remus s’avvicinò a lei.

“Cosa stanno facendo?”

“Harry si vendica perché hanno usato la tortura del solletico.”

“E James e Sirius scappano?”

“Già, mi chiedo anche io chi sia più bambino tra i tre. Anche se Harry è più giustificato di loro.”

Ron ed Hermione ridacchiarono.

Non avevano mai visto Harry così sereno, come da quando aveva rivisto i suoi genitori.

Ed anche se in quel momento Sirius era riuscito a bloccargli le braccia ed impedirgli di fare a loro qualche maledizione, non sfuggì la risata di Harry.

Si stava divertendo un mondo con loro.

 

“Non capisco perché le chiamino gioie della gravidanza.”brontolò un Sirius assonnato scendendo in cucina per la colazione, qualche giorno dopo.

James gli lanciò un’occhiata comprensiva, riempiendogli il piatto di uova, salsicce e bacon.

“Cos’è successo?”chiese Harry.

“Voglie. Stavolta del cioccolato di Mielandia. Mi sono dovuto smaterializzare ad Hogsmeade alle tre di notte. Fortuna che il negozio era ancora aperto…”

Sirius posò il viso tra le braccia sul tavolo, gli occhi chiusi.

“Dovresti riposare.”disse Lily, dolcemente.

“Se Keira la smette di svegliarmi ogni ora, lo farei.”

“Dico a Kingsley che non stai bene?”

James indossò il mantello e guardò l’amico.

“No. Se rimango ancora a casa impazzisco. Vengo con te.”

Ingurgitò in fretta la colazione, salutò Harry e Lily e si smaterializzò.

Harry guardò sua madre, interrogativa.

“Non è facile aspettare un figlio. È un po’ fastidioso per le nausee, le voglie, i mancamenti…ed i compagni affrontano tutto con le loro donne.”

“E Sirius sta uscendo fuori di testa?”

“Non mi stupirebbe se venisse a dormire sul divano.”

“Digli che se vuole può dormire in camera mia.”s’offrì Harry.

Sirius era davvero esausto e s’addormentò al lavoro e James lo riportò a casa, sorridendo, comprensivo.

 

“Mi dispiace davvero.”

Keira si sentì decisamente in colpa quando James gli raccontò che Sirius s’era appisolato sul lavoro e che era esausto.

“Mi dispiace.”ripeté.

Ormai era incinta di tre mesi.

“Capita. Anche io ho fatto impazzire James quando aspettavo Harry.”

Lily la guardava comprensiva.

“A proposito di tuo figlio, dov’è?”

Keira si guardò intorno.

La casa era stranamente silenziosa.

“Hogsmeade. Oggi c’era il primo giorno di uscita per Hogsmeade ed Harry ne ha approfittato per vedere Ginny. È dura stare lontani l’uno dall’altra.”

“Mi accompagnerai alla prima ecografia?”chiese Keira, distraendo Lily dai suoi pensieri.

Lily sorrise.

“Certo. Deve venire anche Sirius, comunque!”

“Sì ed Harry e James. E Remus e Tonks.”

“Vuoi invitare tutti?”

Keira ridacchiò, stranamente al settimo cielo.

I suoi sbalzi d’umore erano frequenti e spesso era cupa e pensierosa, tranne in quel momento.

Il pensiero di vedere suo figlio o figlia l’emozionava tantissimo e voleva tutti accanto a sé.

“Credi che Harry sarà geloso?”chiese d’un tratto, ritornando pensierosa.

Lily sollevò gli occhi dal libro che stava leggendo e la guardò.

“Harry?”

“Sirius ed Harry sono molto legati. Credi che Sirius amerà questo bambino?”

Lily la guardò senza capire.

“E’ suo figlio, Keira. Ovvio che l’amerà. Ed amerà anche Harry come ha sempre fatto. Harry è grande abbastanza per capire che Sirius gli vorrà sempre bene, anche se dovesse mettere al mondo una decina di figli.”

A quella visione Keira sgranò gli occhi.

“No, uno basta ed avanza!”

“Potrebbero essere gemelli…”rifletté Lily e Keira sbarrò gli occhi.

Gemelli?

Come avrebbe gestito due bambini?

Ora si stava facendo prendere dal panico…

“Oh, andiamo! Rilassati! Sei troppo nervosa…”

 

Rivedere Hogsmeade fu stranissimo per Harry, Ron ed Hermione.

Incontrarono Ginny a Mielandia, dove Harry la baciò e la strinse a sé con ardore.

Non la vedeva da quasi due mesi e gli sembrava fossero passati dei secoli.

Guardò le sue guance rosse per l’imbarazzo, i capelli rossi legati in una coda alta e gli occhi scuri brillanti di gioia.

Quanto l’amava!

Sarebbe stata dura resistere senza vederla per altri due mesi, prima delle vacanze di Natale…

Hogsmeade era immersa nella neve, nonostante fosse appena ottobre.

Dopo la paura di perdere Harry, Ginny si stringeva a lui, quasi con fare protettivo.

Tutto procedeva nella normalità.

Era strano vedere le persone, gli studenti passeggiare e fare acquisti quando mesi prima c’era solo il terrore e la paura di morire.

“Che mi dite? Novità?”

“Il signor Potter ha stracciato Harry a Quidditch.”rispose Ron alla sorella, prima che qualcun altro potesse aprire bocca.

Ginny guardò Harry, che scrollò le spalle.

Non l’aveva presa sul personale.

“E’ decisamente più bravo. Sirius mi ha raccontato che era stato scelto per la Nazionale Irlandese.”

Ron sgranò gli occhi.

“Questo non ce l’avevi detto!”fece, quasi ferito.

Harry sorrise.

“A quest’ora sarebbe stato famoso!”

Ron guardò Harry, stupefatto.

Il padre di Harry era praticamente un campione nel Quidditch.

“E perché ha rifiutato?”

“Per stare con la sua famiglia e combattere, no?”rispose Hermione, come se fosse la risposta più logica.

Ron la guardò come se fosse impazzita.

“Ha rinunciato a giocare allo sport che più ama per…”

Hermione guardò Ron, trucemente.

Insomma, che discorsi faceva?

Come si poteva mettere a paragone la famiglia e la carriera?

“Tu cosa sceglieresti?”chiese lei, in un tono che non ammetteva risposte sbagliate, le mani sui fianchi, i capelli più gonfi che mai.

Ron iniziò ad arrossire ed a balbettare.

Hermione era davvero terribile, quando s’arrabbiava.

“Lasciamoli ai loro bisticci.”rise Harry, mettendo un braccio attorno alle spalle di Ginny.

Ginny si strinse di più a lui, respirandone il profumo, baciandolo sulle labbra.

Gli era mancato tantissimo.

Harry era venuto qualche volta ad Hogwarts per trovare lei e Dumbledore, ma averlo lì per un intero pomeriggio era un sogno.

Sentirsi tramite lettere non era decisamente la stessa cosa.

“Come va a scuola?”

“Tutto bene. Quegli idioti dei Serpeverde fanno meno gli idioti del solito e sembrano più spaventati, ora che Tu-Sai-Chi è morto. Non possono più fare gli spavaldi e nessuno li può proteggere. Ci sentiamo tutti più al sicuro.

È cambiato il professore di Difesa contro le Arti Oscure. È un tipo che si chiama Bruan, ma è a posto. È in gamba. Non quanto Lupin, ma è bravo. E…”

Harry l’ascoltò parlare, godendo del suono della sua voce.

“Come va a casa?”

“Keira soffre di sbalzi d’umore e voglie e Sirius d’insonnia.”riassunse Harry e Ginny rise.

“Povero Sirius!”

“Tu come hai preso la storia del bambino?”aggiunse poi Ginny.

Harry sollevò un sopracciglio, come per dire “In che senso?”.

Ginny lo guardò, un po’ nervosa.

“Non ti fa nessun effetto? Non temi che Sirius si possa allontanare da te o dagli altri?”

Harry scrollò le spalle.

A dir la verità, ci aveva pensato, da quando aveva scoperto che Keira era incinta.

Ma Sirius e James erano sempre così affiatati e lo coinvolgevano sempre in ogni cosa, anche quando voleva non essere coinvolto.

Fu in quel momento che James e Sirius uscirono dal negozio di Fred e George, “I Tiri vispi Weasley”, carichi di sacchetti.

Si bloccarono quando videro Ginny ed Harry.

“Ehi! Ciao ragazzi! Dove sono Ron ed Hermione?”chiese James.

“Probabilmente ad uccidersi da qualche parte.”rispose Ginny, guardandosi intorno.

Non c’erano.

“Fanno sempre così.”aggiunse.

“Che fate con quelle compere? Cosa volete organizzare stavolta?”

“Nulla di che. Sono solo caramelle Mou molle lingua, due Puffole Pigmee per tua madre e Keira e qualche crostatina canarina.”

Harry alzò gli occhi al cielo.

“Non combineremo nulla.”fece Sirius, capendo il suo sguardo esasperato.

“Non è mia la responsabilità, comunque.”

“Certo, tesoro. Siamo adulti e vaccinati.”

James gli scompigliò i capelli, sorridendo e facendo arrossire Harry.

“Ricordatevi di andare da Mielandia per Remus e Keira.”mormorò, arrossendo e Ginny rise tra sé, nel vederlo così imbarazzato.

Sirius alzò gli occhi al cielo.

“Anche Remus sembra una donna incinta con tutto il cioccolato che mangia.”sbuffò, facendo ridere gli altri.

“Ci vediamo a casa. Sta’ attento.”aggiunse, sorridendo.

Ed allora Harry capì ed anche Ginny.

Il bambino non avrebbe causato nessun problema nel rapporto che aveva con Sirius.

Li vide allontanarsi, i due Malandrini ridenti, e sorrise.

Erano davvero incorreggibili, era come se il tempo per loro non fosse mai passato.

 

“Credevo fossero tornati a casa.”commentò Harry, quando, con Ron ed Hermione, ora riappacificati, entrò nei Tre Manici di Scopa e vide due facce familiari.

James e Sirius erano lì, seduti ad un tavolo con due pinte di Idromele davanti.

Ridevano e scherzavano, come se il tempo non fosse mai passato.

Harry guardò Sirius.

Aveva gli occhi che gli brillavano.

Provò ad immaginare la sua di vita senza Ron od Hermione…probabilmente neanche lui avrebbe resistito…

Adesso capiva bene il dolore che aveva provato Sirius alla morte di James.

“Siete le star del locale.”annunciò Ron e Sirius e James si voltarono verso di loro.

“Già, siamo delle celebrità.”

James si spostò sulla panca per far sedere gli altri.

“Ginny?”chiese ad Harry.

“E’ tornata a scuola.”

“Perché vi guardano tutti?”chiese Ron.

Tutti gli sguardi del locale erano fissi su Sirius e James.

“Perché sono bellissimo.”rispose James e Sirius per poco non soffocò nel suo idromele dalle risate.

“Al massimo, guardano me, non te. Ti ricordo il mio fan club ad Hogwarts.”

Harry li guardò senza capire, soffocando una risata.

“Fan club?”

“Ce l’avevo anche io, Pad. Ed era più numeroso.”

“Fan club?”

Stavolta fu Hermione a chiedere.

“Avevate dei fan club? Perché?”chiese Ron.

Finalmente James e Sirius risposero.

“Perché le ragazze ci adoravano. Eravamo…piuttosto noti a scuola.”spiegò Sirius.

“Perché eravate delle pesti?”rise Harry e Sirius gli lanciò una finta occhiataccia.

“Disse l’innocentino. No, perché eravamo bravi a lezione e bravissimi a Quidditch. E bellissimi.”spiegò James e si passò una mano tra i capelli, fingendo di vantarsi.

Harry si ricordò quel gesto, dal ricordo che aveva visto di Piton.

“Ti spettinavi sempre i capelli.”

“Sì ed era un vanaglorioso del cavolo. Però gli volevamo bene.”

“Ti comportavi da idiota anche tu.”rimbeccò James e Sirius dovette tacere.

“Comunque credo ci guardino perché siamo resuscitati dall’oltretomba. E da ragazzi venivamo sempre qui. A bere Idromele e Whisky Incendiario.”disse Sirius, dopo aver bevuto un sorso del suo Idromele.

“Keira e Lily sapevano dei fan club?”chiese Ron.

“Sì, lo sapevano tutti. Era un po’ fastidioso alla fine.”

“Credevo ti piacesse la popolarità, papà.”fece Harry, sorridendo.

“Certe volte erano inquietanti. Tipo la Romilda Vane che era cotta di te. Solo mille volte peggio.”

“Già…ricordo ancora cosa hanno fatto con i miei boxer.”annunciò Sirius e Ron, Harry ed Hermione lo guardarono, arrossendo.

“Questa era una cosa che non volevo sentire.”ammise Harry e James rise.

“Davvero Rosmerta credeva che l’avessi ucciso io?”

Sirius guardò James incredulo per poi posare lo sguardo sulla donna dietro il bancone.

“Mi sento ferito.”aggiunse.

“Sirius, non fare idiozie. Non più del solito. Già vi guardano tutti.”lo pregò Hermione, capendo cosa stava per fare Sirius.

“Ehi, Rosmerta!”esclamò Sirius, sventolando la mano.

“Abituatici. Fa sempre così.”commentò James, ma stava ridendo.

La locandiera s’avvicinò a Sirius.

“Ehi, ragazzi.”

Guardò Harry, Ron ed Hermione.

“Vi porto qualcosa?”

“Tre Burrobirre.”disse Ron.

“Mi ritengo personalmente offeso.”annunciò Sirius con fare melodrammatico ed Harry desiderò avere quella Burrobirra da bere per non scoppiare a ridere.

“Che cosa? Perché?”

“Perché hai ritenuto che io avessi potuto far fuori questo qui!”

Sirius indicò James che salutò con la mano.

La situazione era così irreale e folle che Harry soffocò quasi per non ridere e vide anche Ron ed Hermione fare lo stesso anche se sul viso della ragazza c’era un’espressione esasperata.

Rosmerta borbottò qualcosa come una scusa e poi filò via per prendere delle Burrobirre.

Harry poté ridere liberamente.

“Sei tremendo!”esclamò, guardando Sirius che sorrise, un sorriso a trentadue denti.

“Grazie!”

“L’hai sconvolta.”fece Hermione.

Era arrabbiata.

“Dovevo solo dirle che ritenevo assurdo che avesse pensato a me come assassino di James, dato che siamo quasi gemelli siamesi.”

“E lui/lei?”

Sirius guardava il monitor senza capire.

Quell’esserino minuscolo era suo figlio/a?

Keira era riuscita a convincere Sirius, Remus, Tonks, Lily, James ed Harry a venire con lei alla sua prima ecografia.

In verità aveva invitato anche Remus e Tonks, ma tutti, tranne Sirius, aspettavano fuori perché la dottoressa aveva protestato per la troppa gente.

Keira annuì, felice.

Era il loro bambino.

Poterne sentire il battito era qualcosa di meraviglioso.

Osservò il proprio grembo, appena pronunciato dopo 3 mesi di gravidanza e poi il monitor.

“Non si conosce ancora il sesso?”chiese.

“No, è ancora troppo presto.”disse la dottoressa, una donna burbera sulla sessantina.

“E sta bene? Sia lei che il bambino stanno bene?”domandò Sirius.

“Sì, in perfetta salute.”li rassicurò lei.

Sirius tirò un sospiro di sollievo.

Finalmente la tensione svanì.

“Prenda questi integratori e si ricordi di mangiare abbastanza per due persone, ma eviti schifezze o roba troppo grassa.”disse la dottoressa, prima di spedirli fuori.

“Allora, com’è andata?”

“Stai bene?”

“Il bambino?”

“Già conosci il sesso?”

Keira e Sirius furono investiti dalle domande di Lily, James, Remus e Tonks.

“Tutto bene. Stiamo tutti e due bene.”

Keira si sentì soffocare d’attenzioni, tra abbracci e sorrisi.

“Congratulazioni!”

Harry sorrise a Sirius e Keira e la ragazza l’abbracciò.

“Credo, anzi so, che sarai un perfetto fratello maggiore.”

Harry la guardò, incredulo.

“Non sono suo fratello.”

“Una specie, sì. Sei sempre il figlioccio di Sirius, dopotutto.”

Keira gli arruffò i capelli.

“Tuo padre James sarebbe gelosissimo, ma sappi che Sirius ti considera davvero come suo figlio.”bisbigliò lei all’orecchio di Harry.

Harry non poté fare a meno di sorridere.

“Ed abbiamo deciso chi farà da padrino a nostro figlio o figlia.”stava dicendo Sirius e guardò Remus, con un sorriso.

L’uomo lo guardò, incredulo.

“Io?”

“Sì, tu. Remus John Lupin, faresti da padrino a mio figlio?”

“Da come l’ha detta, sembra una proposta di matrimonio.”ghignò Keira, rivolta ad Harry che rise.

“Credevo l’avresti chiesto a James!”disse Remus e guardò l’altro amico che scrollò le spalle.

“Siete entrambi i miei migliori amici. E poi gli avevo promesso che avrebbe fatto da mio testimone alle nozze…se mai mi sposerò!”aggiunse, poi, guardando Keira che scosse il capo.

“Non sono tipo da matrimoni!”disse, ma stava sorridendo.

Mai dire mai.

“Già, ricordo. Per farti infilare il vestito da damigella ci ho messo una vita!”fece Lily e Keira ghignò.

“Lunastorta, allora? Accetti?”

Remus fece un sorriso luminoso.

“Certo.”

“Che bello!”

Sirius non riuscì a trattenersi ed abbracciò l’amico, quasi soffocandolo.

“Ah, Sirius! Così mi uccidi, però!”

Ma stavano ridendo come due ragazzini.


Spazio dell'autrice:
Salve a tutti!!! Volevo ringraziare MartuZZa97, mikelina, millyray, brando e danyazzurra per aver commentato il precedente capitolo!
Vi ringrazio tantissimo!
Spero che anche questo capitolo vi piaccia.
E come sto facendo da un paio di capitoli a questa parte, voglio proporre gli attori ed attrici che sono perfetti per i personaggi, secondo me.
Avevo già proposto la mia attrice preferita per Keira, ma penso che questa sia decisamente migliore, ditemi che ne pensate:

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http://28.media.tumblr.com/tumblr_kutnwxTMqr1qzg3vso1_500.png

 

http://www.teleblog.it/wp-content/gallery/personaggi-merlin-morgana/katie_mcgrath_10.jpg

 Ciao ed a presto!


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Capitolo 37
*** Ricordi e nubi all'orizzonte ***


“Halloween! Adoro Halloween!”esclamò James, mentre con un colpo di bacchetta aiutava Lily a pulire e decorare le zucche.

“Come mai?”chiese Harry.

Halloween era il giorno in cui i suo genitori, anni prima, erano morti.

Non capiva come facesse ad adorare quel giorno, anche se notava come suo padre non si stesse ponendo nessun problema e con lui Lily.

Era come se ci avessero messo una pietra sopra e forse era la cosa migliore, invece di rimuginare su ricordi tristi.

“Tuo padre adora ogni festa, non chiedere mai il perché.”spiegò Sirius in fretta, beccandosi un’occhiataccia da parte dell’amico.

“Non dovevi trovare casa ed andartene via da qui?”

“Ma se eri in lutto quando Sirius è partito per l’America!”rimbeccò Remus, aiutando Harry e Tonks a sistemare i tavoli in giardino.

Bastò un colpo di bacchetta ed i tavoli si disposero, coperti da tovaglie, piatti e bicchieri.

La madre di Harry, aiutata da Molly e Keira avevano dato il meglio di sé nel decorare la casa.

C’erano zucche galleggianti, pipistrelli volanti e piatti deliziosi ovunque.

Sembrava di essere tornati ad Hogwarts.

Avevano organizzato una cena in giardino, invitando la famiglia Weasley, Lupin e qualche membro dell’Ordine.

Tutti erano presenti tranne Ginny, che era rimasta ad Hogwarts per non perdere le lezioni.

Era difficile stare separati da lei, soprattutto per Harry.

Non bastavano solo le lettere e quindi lui cercava di recarsi il più possibile ad Hogwarts con la “scusa” di andare a trovare Dumbledore o Hagrid.

“E’ insopportabile!”

James indicò Sirius che gli fece la linguaccia e rise, mentre Remus sospirava.

“Tanto so che mi ami, Prongs. Ammettilo!”continuò Sirius ed evitò per un pelo un piatto che James gli aveva lasciato addosso.

“Sì. Alla follia, lo sai!”

James sfoderò la bacchetta, preparandosi a duellare.

“Oh, andiamo, smettetela di comportarvi d…”

Remus si zittì quando un lampo di luce fucsia lo sfiorò e decise di lasciar perdere.

Era davvero come se fossero ritornati al passato, con James e Sirius che battibeccavano come due idioti.

“Non entrate in cucina! James e Sirius stanno facendo i cretini!”annunciò, entrando in giardino.

Lily alzò gli occhi al cielo.

“Cretini?”domandò Molly.

“Stanno duellando.”spiegò Remus con una risata.

Quei due erano davvero incorreggibili.

“Basta che Sirius non tocchi i capelli di James. Altrimenti…”fece Lily e tutti risero.

“SIRIUS! QUESTA ME LA PAGHI!”

Harry fece appena in tempo a vedere i capelli di suo padre di un bel colore fucsia che subito James iniziò ad inseguire Sirius, che rideva come un matto.

Se la stava spassando alla grande.

“Voi non avete mai fatto così, vero?”chiese Keira ad Harry, Ron ed Hermione, che scossero la testa.

“No, mai.”

“Grazie a Dio hai preso l’intelligenza da tua madre, Harry.”

“Keira, ti ho sentita!”gridò James dalla casa e lei ridacchiò.

Dopo una fattura Gambemolli, un Levicorpus ed un incantesimo brufoloso, James e Sirius si diedero una calmata e la cena poté iniziare.

Ma Sirius non rinunciò a punzecchiare il fratello per tutto il tempo, anche se evitò l’uso della magia.

“…E tra un po’ è anche il tuo compleanno, Prongs.”fece Sirius.

“Vero. Mi hai già comprato il regalo?”ghignò James.

“Compleanno? Quando lo festeggi, James?”chiese Arthur.

“Il 9 novembre.”

“E quanti anni fai?”chiese Ron.

“Ron, non si chiede l’età! È da maleducati!”lo rimbeccò Percy, becccandosi un’occhiataccia da Fred e George.

“Andiamo, Perce! Il padre di Harry sarà un po’ più grande di Bill. Ci scommetto quello che vuoi!”

James, intanto, sorrideva.

“Ha la mia età.”disse Sirius.

“Già, ma tu te li porti male, gli anni!”rise James.

“Stai 12 anni ad Azkaban e poi ne riparliamo!”ribatté Sirius, ma neanche quell’accenno riuscì a togliergli il sorriso dal volto.

“Andiamo, quanti ne fai?”chiese Bill, seduto accanto a Fleur.

38.”

Tutti si voltarono a guardarlo.

“38? Caspita! Bill, sembra più giovane di te!”esclamò George e gli altri risero.

“Quello che non capisco è quanti anni dovresti avere realmente. Perché sei morto a 21 e quindi non ne hai 38…”iniziò Sirius, guardando James.

“Ne dovrei compiere 22, se tengo conto degli anni passati sulla Terra.”

“Sì, ma non hai la faccia da ventiduenne!”

“Questo è il discorso più sovrannaturale che abbia mai sentito.”constatò Charlie e tutti annuirono.

“Quindi Harry è nato quando avevate 20 anni.”dedusse Hermione, interrompendo i ragionamenti folli di Sirius e James.

“Mamma, avrai il triplo dell’età di Lily!”

Fred ghignò alla madre e si beccò un’occhiataccia.

“Eravate giovanissimi per avere un figlio.”constatò Molly.

Lily e James guardarono Harry con affetto ed il ragazzo arrossì lievemente.

“Infatti non era programmato.”spiegò Keira.

“Già. I miei impazzirono quando seppero che ero incinta di James.”

Lily rise, ripensandoci.

Soprattutto suo padre non l’aveva presa affatto bene.

Lui e James non andavano molto d’accordo, anche se sua madre l’adorava.

Non che non fosse d’accordo con il mondo della magia, ma James non era ritenuto adatto a Lily, secondo suo padre.

“I miei non erano d’accordo…o meglio, mio padre non era d’accordo che io stessi con James.”

“I tuoi sono sempre stati dei rompiscatole in quanto a materia di ragazzi.”asserì Keira.

Tutti ora guardavano Lily, in attesa che raccontasse.

“Perché non voleva che steste insieme?”domandò Harry.

Questa era una novità.

Lui non sapeva nulla dei suoi nonni.

“Beh, perché per circa 7 anni della sua vita ogni volta che tornava a casa diceva ai suoi quanto ero insopportabile, pallone gonfiato, testardo, ribelle, tronfio ed insistente.”fece James, enumerando le sue “qualità” con le dita.

Tutti risero.

“Beh, aveva ragione, Prongs. Eri davvero insopportabile!”fece Sirius con aria da finto innocente che non incantò nessuno.

“Siete stati delle pesti tutti e due, durante il periodo di Hogwarts ed eravate degli idioti!”spiegò Remus, prima che James e Sirius iniziassero a battibeccare di nuovo.

“E quando tuo padre mise la testa a posto e ci mettemmo insieme i miei non ci credevano. Pensavano che stessi scherzando, che…non so, non erano d’accordo e non lo furono neanche quando conobbero il ragazzo dolce, ribelle e gentile di cui m’ero pazzamente innamorata.”

Lily guardò con amore James che arrossì violentemente.

“James ci mise tipo 7 anni a convincere Lily ad uscire con lui ed era convinto di essersi intestardito con lei perché era l’unica a non cadere ai suoi piedi. Non s’era accorto di essersi innamorato di lei.”disse Sirius, mentre Lily baciava James sulle labbra, brevemente, prima di arruffargli i capelli.

“Se n’erano accorti tutti, perfino io che venivo da un’altra scuola, che James era davvero innamorato!”fece Keira e tutti risero.

“Tuo padre era un po’ ottuso con le faccende d’amore. Ed anche tua madre.”spiegò Remus, guardando Harry.

“Ehi!”protestarono Lily e James.

“Ehi, cosa? Eravate due ciechi!”

“Dai, Lily, continua a raccontare.”l’incalzò Tonks, gli occhi che luccicavano dalla curiosità.

Teddy, tra le sue braccia, guardò sua madre per un attimo, per poi concentrarsi sul panino che stava allegramente mangiucchiando.

“Dicevo, mio padre non andava d’accordo con James. Pensava che mi avesse fatto qualche sortilegio per convincermi a stare con lui…”

Harry si mosse a disagio sulla sedia.

Era la stessa cosa che aveva pensato, quando aveva visto il peggior ricordo di Piton ed aveva visto come sua madre e suo padre non andavano d’accordo.

“Però, alla fine accettò che ci sposassimo. Solo che non fu affatto felice che aspettassi un figlio da James. Non così presto, comunque. Ritenevano che non saremmo stati in grado di fare i genitori, essendo così giovani.”

“E tuo padre e tua madre erano terrorizzati all’idea di aspettare un bambino. È una cosa che spaventa tutti. Anche io e Sirius siamo spaventati.”ammise Keira con un lieve sorriso rivolto ad Harry.

“Mentre i tuoi nonni paterni erano al settimo cielo per la notizia. Ricordo che vivemmo con loro per un po’, prima di trovare questa casa qui.”continuò James.

“Tua nonna Dorea e tuo nonno Charlus erano davvero gentilissimi. Accolsero anche me quando fuggì di casa.”intervenne Sirius e tutti lo guardarono, soprattutto la famiglia Weasley.

“Scappasti da casa?”chiese Arthur. “Perché?”

“Perché detestavo stare lì.”

Sirius scrollò le spalle.

“E soprattutto perché la sua famiglia non brillava certo per essere gentile e magnanima. Diciamo che era ed è piena di idioti e figli di puttana.

Come la maggior parte delle famiglie Purosangue che credono di essere migliori per la faccenda del sangue puro.”spiegò James, intrecciando le braccia dietro la nuca e dondolandosi con la sedia.

“Anche tu sei Purosangue.”disse Harry e James lo guardò.

Non suonava come un’accusa, ma quasi come una domanda, per voler capire come mai la sua famiglia fosse diversa.

“Sì, ma i miei non si sono mai importati del sangue o della magia. Io conosco Sirius quasi dalla nascita, perché le nostre famiglie, come tutte quelle Purosangue, sono imparentate.

Ed i genitori di Sirius interruppero di rapporti appena scoprirono che i miei andavano d’accordo anche con i Magonò ed i figli di Babbani. Ma poi Sirius venne smistato a Grifondoro, fu una “macchia” per la sua famiglia etc.

Quindi, al limite dell’esaurimento nervoso, Sirius scappò di casa e si trasferì da me quando avevamo 15 anni.”concluse James.

“Quindi, siete imparentati anche con i Malfoy? Ed i Lestrange?”chiese Ron.

“Non mi ci far pensare.”commentò James, cupo e Sirius rise.

“Abituatici.

Grazie al Cielo non facciamo mai riunioni di famiglia. Altrimenti finiremmo tutti a combattere ed a ucciderci a vicenda. Come l’ultima volta al Ministero.”

E tutti ricordarono che proprio Sirius era stato ucciso da sua cugina Bellatrix, della sua stessa famiglia e cadde il silenzio.

Fu un attimo ed ad Harry venne in mente la corsa al Ministero, la paura di perdere Sirius, la battaglia all’Ufficio Misteri, il velo…

Sentì improvvisamente freddo nel ricordare lo sguardo di Sirius, mentre…

“S-scusate.”

Harry borbottò in fretta una scusa e rientrò in casa, velocemente.

Possibile che gli facesse ancora quell’effetto ricordarlo?

Possibile che stare in quella casa, dove i suoi erano morti, non gli faceva davvero male, mentre ripensare alla morte di Sirius…era come se il cuore venisse stritolato per l’ennesima volta?

“Forse perché io non li ho visti morire, i miei genitori. Perché ero troppo piccolo per ricordare. Mentre quando Sirius è morto, io ero lì. Io ho provato a salvarlo. Ed ero lì.”pensò.

“Harry…”

Sirius si diede dell’idiota mentalmente per aver accennato al Ministero e rientrò in casa, prima che qualcuno avesse capito cos’era realmente successo.

Solo James capì e gli lanciò uno sguardo intenso.

“Harry?”

“Credevo di averlo superato.”

La voce di Harry era bassa e lui si sentiva un’idiota, seduto sul divano, il cuore in subbuglio.

Sirius s’avvicinò a lui e sedette sulla poltrona.

“Non credo si superi tanto in fretta. Io non ho superato la morte dei tuoi.”

“Non voglio essere debole, Sirius.”

Harry guardò il padrino che sorrise, piano.

“Tu non sei debole. Ed io sono stato, come al solito, un po’ rude ed indelicato ad accennare a ciò che è successo al Ministero. Mi dispiace.”

Harry non disse nulla.

“Non volevo andare via così. Ora mi prenderanno per un’idiota.”

Sirius rise, la sua risata simile ad un latrato, così familiare.

“Credimi, solo io e tuo padre abbiamo capito cosa c’era che non andava. Gli altri avranno solo pensato che la tua fosse una pausa bagno.”

Harry non poté trattenersi dal sorridere.

“E tu? Come hai spiegato il tuo correre qui?”

“Io dovevo solo prendere il dolce.”

Sirius accennò alla torta che troneggiava sul tavolo della cucina.

“Allora, possiamo dire che tu mi abbia aiutato con i piattini di carta ed i cucchiaini.”

Sirius gli cinse le spalle in un forte abbraccio ed Harry si sentì bene, al sicuro.

“Andiamo. O penseranno che un alligatore ti abbia assalito mentre eri in bagno ed io sia stato risucchiato da un buco nero in cucina.”

“Od attaccato dai Nargilli.”inventò Harry e scoppiarono a ridere di gusto.

“E…Harry, giusto perché tu lo sappia. Non ho intenzione di andare da nessuna parte.”

 

Hogsmeade era ricoperta di neve, una neve così fitta da ricoprire il suolo di almeno mezzo metro.

Harry e Sirius arrancarono con fatica, seguendo Remus e ringraziando che non ci fosse una bufera di neve.

Almeno al momento.

Entrarono di corsa dentro Mielandia ed Harry accolse con piacere il profumo di dolci ed il calore che l’invase appena mise piede dentro.

“Per fortuna! Mi stavo congelando!”protestò Sirius e guardò Remus come se fosse colpa sua se s’erano congelati.

“Ehi, non guardare me! È per James che siamo qui!”

Harry sorrise nel vederli battibeccare.

Remus era sempre stato molto sulle sue ed introverso da quando l’aveva conosciuto, ma notava grazie a Tonks ed al ritorno dei suoi amici un notevole cambiamento.

Era più sereno.

“Già, ma mica me la posso prendere con lui se domani compie gli anni e dobbiamo ancora comprargli il regalo!”

Harry si sentiva stranamente a disagio.

Fino a pochi giorni fa non sapeva neanche il compleanno di suo padre e non aveva la minima idea di quali fossero i suoi gusti.

Sirius parve intuire i suoi pensieri, perché disse:

“Tuo padre hai dei gusti molto difficili. A parte il Quidditch, tua madre, te ed i suoi amici non ho idea di cosa voglia.”

“Questo?”

Remus indicò un grosso pezzo di cioccolato alle nocciole.

“E’ per te o per lui?”

Remus ridacchiò.

“A James piacciono le nocciole.”

Nocciole.

Ecco una cosa da appuntarsi da qualche parte.

Saccheggiarono per un po’ Mielandia, ritornando più carichi di cibo e meno di galeoni quando uscirono.

La bufera, tanto temuta, l’investì.

“Credete che qui vendano dei sonagli per renne?”domandò Sirius, coprendosi con il mantello e la sciarpa.

“Renne?”chiese Remus, poi capì.

“Sirius, ti ucciderà!”

“Per papà? Ma si trasforma in un cervo, non in una renna!”

“Devo ancora vendicarmi dell’ultimo regalo che mi ha fatto a Natale!”

“Quello del ‘80?”rise Remus ed Harry li guardò, interrogativo.

“Gli regalò una medaglietta con su scritto Fido, a forma di osso.”spiegò Remus ed Harry non scoppiò a ridere solo perché ricevette un’occhiataccia preventiva da Sirius.

“Quindi, ora tocca a me!”

 

“Non ci posso credere! Te ne sei ricordato! Cavolo, ti ho davvero fatto arrabbiare quella volta!”

James rise di gusto quando scartò il sonaglio per renne, legato ad un bel fiocco rosso.

“Già…ricordo che mi facesti trasformare in cane ed indossare quel coso per far divertire Harry…”

“Era piccolo! E gli piacevi quand’eri un cane!”rise James e tutti gli invitati alla festa ridacchiarono.

“Oh, ce l’hai una foto?”chiese Tonks e James annuì.

“Certo! Gliene avrò scattate a decine!”

“Comunque mi aspetto che tu faccia lo stesso quando nascerà mio figlio.”fece Sirius con aria fintamente minacciosa.

James rise, abbracciandolo.

“Te lo prometto. Mi travestirò anche da clown per tua figlia o figlio.” E guardò Keira.

“Niente clown! Sai che li odio!”

Keira rabbrividì.

Li detestava davvero.

James abbozzò un sorriso di scusa, ma sotto sotto stava ridendo tra sé.

“La festa sta andando bene, no?”

Lily s’avvicinò a Keira che annuì.

Avevano invitato i membri dell’Ordine, i Weasley, Remus e Tonks e c’erano perfino Dumbledore e la Mcgranitt.

“James si sta divertendo.”constatò Keira osservando l’amico che giocava a chi beveva più Whisky Incendiario in 5 minuti con Sirius, Remus e Tonks.

“Giocherei anche io, se…”

Keira accennò alla pancia e Lily sorrise.

“Mi ricordo della sfida che faceste tu e Sirius con quella roba. E tu stramazzasti dopo 10 bicchieri.”

“Ehi! Quella roba è terribile! E poi Sirius ha uno stomaco di ferro, non so come faccia a sopportare quella roba senza dare di stomaco!”

Keira osservò, poi, dolcemente il piccolo Ted che dormiva nel suo passeggino.

“E’ tenerissimo.”mormorò. “Cavolo, non mi sono mai sentita così materna.”

“E’ l’effetto di essere incinta. Vedi tutto rosa. Soprattutto quando vedi un bambino…gli ormoni impazziscono e non vedi l’ora di averne uno tu.”

“E tu? Niente altri bambini?”

Lily scosse il capo.

“Assolutamente no.

E poi vedendo te alle prese con le nausee…no, assolutamente no!”

“Ammettilo che vuoi trattare Harry ancora come un bambino!”

Keira sorrise all’amica.

“Mi piacerebbe, ma è un adulto, ormai.”

“Credo che anche lui vorrebbe rimanere ancora il tuo bambino, Lils.”

“Credo che vomiterà tutta la notte, vero? O conosci qualche pozione da fargli bere?”

Harry s’avvicinò alla madre ed indicò il padre.

“Credo che avrà un orribile mal di testa per giorni e si risentirà della sconfitta.”

Lily indicò Remus e Tonks che rinunciavano prima dello scadere del tempo e si gettavano sul divano, abbracciati e sbronzi, mentre Sirius e James rimanevano ancora in gara.

“Sirius lo batterà?”

“Su quello ci puoi scommettere.”sorrise Lily.

Fu naturale passare una mano tra i capelli del figlio e scompigliarglieli.

Poi la ritirò subito.

“Scusami…è stato un gesto inconscio.”

Harry la guardò per un attimo, sorridendo.

“Non fa nulla. Anche papà me li scompiglia sempre. Mentre la signora Weasley cerca di tenerli giù.”

Lily rise e l’abbracciò, stringendoselo al cuore.

“Non staranno mai giù, credimi. Conosco tuo padre da quando avevo 11 anni e quei capelli non stanno mai al loro posto.”

Harry rimase tra le sue braccia, ricambiando la stretta.

“Credo che tua madre voglia farti restare il suo bambino ancora per un po’.”disse Keira ad Harry che sorrise.

“A me sta bene.”

Gli era mancata da morire sua madre.

La donna che gli avrebbe rimboccato le coperte, che gli avrebbe accarezzato i capelli, abbracciato o consolato in qualsiasi istante della sua vita, se solo avesse potuto farlo.

Lily respirò tra i capelli del figlio, gli occhi colmi di lacrime.

“Mamma…”

“Sto bene. Solo…credevo ti avrebbe dato fastidio.”

Harry la strinse più forte.

Come avrebbe potuto dargli fastidio avere sua madre accanto?

“Perché? Perché ho 18 anni?”

Lily annuì.

Harry scosse il capo.

“Allora, posso coccolarti ancora per un po’?”

“Quanto vuoi.”pensò Harry e glielo comunicò abbracciandola più stretta e sfiorandole i capelli.

 

Furono le urla a svegliarlo.

Urla di dolore, familiari.

Era una donna che urlava, che supplicava. E poi c’era quella risata, no…due risate malvagie, così fredde da far accapponare la pelle.

Harry si svegliò di colpo, il cuore in gola.

La prima cosa che sentì fu il freddo, un freddo gelido che lo fece rabbrividire e gli fece rizzare i peli sulla nuca.

Poi ricordò le urla.

Erano di sua madre.

Scattò in piedi, afferrò la bacchetta e corse fuori dalla stanza.

Ed andò a sbattere contro di lei.

Lily.

“Mamma? Mamma, stai bene? Ho sentito…”

Era lì, di fronte a lui, un po’ pallida, ma viva.

E poi Harry capì.

“Scusa…era…uno stupido sogno.”

Lily sorrise e gli cinse il corpo.

“Magari fosse un sogno.”

La casa era immersa nell’oscurità e l’unica cosa scintillante e luminosa era alle spalle di Lily.

Era un Patronus.

Ed era una cerva.

“Dissennatori? A Godric’s Hollow?”

Subito Harry capì a cosa era dovuto l’incubo.

“Già, hanno deciso di farci una visita!”gridò qualcuno dal piano di sotto.

James.

Harry lo vide avanzare, seguito dal suo Patronus che era un cervo, proprio come il suo.

“Tuo padre è furioso. Stiamo cercando di capire cosa sta succedendo e speravamo che non avesse effetti su di te, dato che ci sono 4 Patronus a proteggere la casa. Ma a quanto pare anche tu sei turbato.”

“Sto bene.”mormorò Harry automaticamente e seguì sua madre in salotto.

Lì suo padre discuteva animatamente con Kingsley, il cui viso spuntava dal camino acceso, Keira era seduta sul divano, con una tazza di thè tra le mani ed il suo patronus, un gatto, acciambellato sulle sue gambe e Sirius…Sirius era pallidissimo e giaceva sdraiato sul divano.

Il suo Patronus, un enorme cane, era seduto sul pavimento accanto a lui.

“No, Kingsley! Non è possibile! Come diavolo ha fatto il Ministero a farseli sfuggire? È opera dei Mangiamorte?”stava gridando James, camminando su e giù davanti al camino.

Per un attimo fugace ad Harry ricordò il modo di camminare di Dumbledore.

Kingsley lanciò uno sguardo oltre le spalle e guardò Harry per poi rivolgere uno sguardo eloquente a James.

“Puoi parlare davanti a mio figlio. Lo scoprire comunque, per com’è fatto. Kingsley, chi c’è dietro questa storia? Non si tratta di un paio di Dissennatori! Il villaggio è circondato!”

Harry rabbrividì inconsapevolmente.

Aveva la nausea.

Nonostante fosse sveglio la sua mente era piena d’orrore.

Immagini di morti, sangue gli affollavano il cervello e le urla non cessavano di smettere.

Si passò una mano sul volto, trattenendo un conato.

L’aria era così fredda che sembrava fossero immersi nell’acqua gelida.

Lily gli cinse le spalle con le braccia e lo pilotò verso il divano, dove crollò accanto a Keira.

“Ciao.”salutò lei, cupa.

“James…sai che ci sono cose che non posso dire qui.”disse Kingsley. “Vieni al Ministero, ne parliamo lì.”

“Non lascio la mia famiglia incustodita, Kingsley! È una follia! Sirius sta male e scommetto che si accanirebbero su Harry se la protezione venisse meno!”

Harry lo guardò, tentando di fulminarlo con lo sguardo, ma James non lo stava guardando.

Era troppo concentrato ad arrabbiarsi con Kingsley.

Keira s’alzò per sedersi accanto a Sirius e sfiorargli i capelli scuri.

Era molto pallido.

“Non sta male quanto te, ma dopo essere stato così tanto rinchiuso ad Azkaban, non ce la fa a contrastarli.”mormorò Lily, guardando il figlio.

“Io sto bene.”mentì Harry, cercando di zittire le voci.

Lily lo guardò, scettica.

“Credo che tu stia rivivendo i tuoi peggiori ricordi. È quello che stiamo rivivendo tutti. Ma tu hai sofferto molto più di tutti noi messi insieme. È normale stare male.”

Harry la guardò.

“Tu cosa senti o vedi?”

Lily rimase in silenzio per un attimo ed Harry si pentì di averle chiesto una cosa del genere.

“I miei genitori. Sono stati uccisi dai Mangiamorte, poco dopo la tua nascita. E la morte di James, il suo combattimento contro Voldemort e…”

La voce si spense ed Harry si sentì un idiota.

Perché gliel’aveva chiesto?

“Scusa. Non avrei dovuto chiedertelo.”

Lily scosse il capo e l’abbracciò.

La cerva di posizionò accanto a loro e si sentirono investiti di pace e tranquillità.

“Se i Mangiamorte sono dietro questa storia, sai a chi mirano, James. Malocchio ritiene che sia opportuno dirglielo.”

“Dì a Malocchio di chiudere il becco. Non è lui a decidere.”

“Secondo me, ha ragione. Ha il diritto di sapere. Tu lo vorresti sapere.”

“Io sono un adulto, Kingsley. E so come si comporterebbe se lo sapesse.”

Kingsley guardò verso Harry che ricambiò lo sguardo e capì.

Stavano parlando di lui.

“Cosa sta succedendo?”chiese all’improvviso.

James non rispose e si volse verso Kingsley.

“L’Ordine?”

“Sta mandando dei rinforzi. Remus e Tonks dovrebbero essere da te a minuti ed anche Malocchio e Dumbledore. E tutti e due sono d’accordo con…”

“Kingsley, no! Non…no.”

“Si può sapere cosa sta succedendo?”

“Harry, c’è una cosa che…”iniziò Kingsley, ma tacque dinanzi allo sguardo di James.

“Papà…”

Harry lo guardò, senza capire.

Cosa diamine stava succedendo da rendere suo padre così agitato? E portare Dissennatori a Godric’s Hollow?

Il Pop della smaterializzazione lo spinse voltarsi.

Remus, Tonks, Malocchio, Dumbledore e perfino Piton apparvero nel salotto, tutti accompagnati dai loro Patroni.

“James non ha ancora detto nulla ad Harry.”disse Kingsley e subito dopo apparve anche lui nel salotto dei Potter.

James alzò gli occhi al cielo.

“Qualcuno si vuole degnare di spiegarmi cosa diavolo sta succedendo?”sbottò Harry, irritato.

Cos’era che lo riguardava che tutti sapevano tranne lui?

Notò che tutti lo guardavano, perfino Sirius che s’era messo seduto e mangiava un enorme pezzo di cioccolata con Remus e Keira.

“Papà, dimmi cosa sta succedendo.”

James alzò lo sguardo ed incrociò quello del figlio, supplichevole.

“Io…è meglio che tu non sappia nulla. Potresti reagire male.”

“Non trattarmi come un bambino.”

James sospirò e si sedette di fronte a lui.

“E’ arrivata una lettera al Ministero. Dei Mangiamorte. Diciamo che l’abbiamo intuito dalla potente Maledizione che era impressa sulla carta. Un nostro Auror ha quasi rischiato di perdere una mano nell’aprirla.

Hanno minacciato di fare una strage di Babbani e figli di Babbani se…non ti avessimo consegnato loro.”

Harry lo guardò, incredulo, senza sapere cosa dire.

Tutti tacevano.

James lo guardava, lo sguardo colmo di dolore.

“Abbiamo rifiutato.”disse Malocchio. “Ovviamente. Ed abbiamo aumentato le misure di sicurezza ovunque. Questa dei Dissennatori è una nuova trovata, temo.”

“Da quanto lo sapete?”domandò Harry, guardandoli.

“Un paio di settimane.”disse Kingsley.

“E non mi avete detto nulla? Avete permesso che uccidessero delle persone per difendere me?”esclamò, alzando la voce.

“Harry, non è morto nessuno. Ci stiamo proteggendo dai Mangiamorte e stiamo vegliando anche sui babbani. Non accadrà nulla.”disse Remus.

Ma non era vero.

C’erano stati attacchi a babbani negli ultimi giorni.

Di colpo ad Harry vennero in mente i titoli dei giornali dei giorni precedenti.

I Mangiamorte avevano ucciso.

Solo per avere lui.

“No, non è vero. Hanno ucciso. Non siete riusciti a fermarli tutti.”ribatté. “Come avete potuto non dirmi nulla, dannazione?”

“Che cosa avresti potuto fare?”chiese Sirius, guardandolo.

Aveva la voce roca.

“Impedire che uccidessero! È me che vogliono! Perché diavolo non…”

“Cosa? Harry, cosa? Cosa diavolo vuoi fare? Ti vuoi consegnare a loro?”urlò James, furioso.

Lo sguardo fermo di Harry fece capire ogni cosa.

No, non avrebbe permesso che morissero innocenti.

Li doveva affrontare.

“Harry, è una follia! Non ti permetterò di fare una cosa così idiota!”gridò James.

“Non sono affari tuoi!”urlò Harry di rimando.

“Sei mio figlio! Sei affar mio!”

Dumbledore fece per avvicinarsi ed aprir bocca, ma James lo zittì:

“Stanne fuori, ok? Non è il momento per le tue pillole di saggezza od idiozie del genere! Non permetterò che vada là fuori a farsi ammazzare!”

“James, ha il dir…”

“No, non venirmi a parlare di diritto di decidere! Dannazione! Ha 18 anni!”

“IO NON PERMETTERO’ CHE ALTRI MUOIANO A CAUSA MIA!”urlò Harry e fece per uscire, ma James l’afferrò per un braccio e lo bloccò.

“Lasciami! Lasciami andare! Sei impazzito? Vuoi che li uccidano tutti?”

“Ce ne occuperemo noi Auror!”

“Non è una vostra battaglia! È me che vogliono! Lasciami!”

Harry si liberò dalla stretta del padre, furioso.

Possibile che non capisse?

“Harry, James ha ragione. Uscire lì fuori sarebbe una follia! I Mangiamorte non si fermerebbero neanche se ti uccidessero. Sono folli ed ora che Voldemort è morto non hanno più nulla da perdere e vogliono “divertirsi”. Voglio fare del male a te solo per vendetta.”disse Remus, ragionevole.

“Credo spetti ad Harry decidere cosa fare.”disse, calmo, Dumbledore.

“Saresti così egoista da mandarlo a morire, vero?”disse James, gelido e cadde il silenzio.

Dumbledore lo guardò, gli occhi azzurro intenso che scrutavano quelli del figlio.

“E’ adulto, James.”disse calmo e controllato.

“Questo non lo rende invincibile e lo sai bene!”

“Devi lasciare che io decida per conto mio.”disse Harry, fermo.

“Lascia che ti faccia una domanda. Se qualcuno che ami si fosse trovato nella tua stessa situazione…se Ginny si fosse trovata nella tua situazione, o Ron, o tua madre…li avresti lasciati andare sapendo cosa rischiavano? Sapendo che potrebbero, molto probabilmente, non tornare più?”

Harry guardò quegli occhi nocciola che lo fissavano intensamente e disperatamente.

“Non andare. Potresti morire.”dicevano.

Ed ancora. “Non posso perderti di nuovo.”

Cadde il silenzio.

Poi il Patronus di Sirius s’avvicinò ad Harry, sfiorandogli la mano e facendolo sussultare.

“Noi andiamo là fuori.”disse Sirius, inghiottendo un ultimo pezzo di cioccolata, seguito da Remus, Piton, Dumbledore, Kingsley, Malocchio e Tonks.

James esitò per un attimo.

Harry lo vide aprire la bocca e poi richiuderla, senza aver detto nulla.

“Sono tuo padre, Harry. Ho il diritto e dovere di proteggerti. Anche se sei grande. Non permetterò che ti facciano del male o che facciano del male a qualcun altro.”

James lo baciò sulla fronte ed uscì, lasciando Harry con Lily e Keira.

 

“Oddio, Harry! E cosa hai intenzione di fare? Non vorrai uscire là fuori ed affrontarli? Ti ucciderebbero! L’ultima volta…”

“Sì, Hermione. L’ultima volta hanno quasi ucciso me e mio padre. Ma cosa dovrei fare? Lasciar fare a loro? E se qualcuno di loro morisse a causa mia?

È me che vogliono.”

“Ma faresti solo il loro gioco andando da loro.”disse Ron, mangiando un biscotto.

Harry guardò i suoi amici, senza sapere cosa fare.

Suo padre e Sirius erano tornati quella mattina presto, esausti e Godric’s Hollow era stata purificata dai Dissennatori con l’aiuto sia dell’Ordine che degli Auror del Ministero.

Ma la situazione era inalterata.

I Mangiamorte non si sarebbero fermati.

“Non si fermerebbero comunque secondo Remus.”disse Harry.

“Ha ragione.”disse Hermione, saggiamente.

“Hai parlato con tuo padre?”aggiunse, poi.

“No. Doveva dirmi la verità.”

“Capisco che tu sia arrabbiato con lui, Harry. Ma l’ha fatto solo per proteggerti. E non è l’unico che ti ha nascosto la verità.”disse Ron e Hermione lo guardò.

Non era il modo giusto per aiutarlo.

“Ron!”

“E’ la verità.”

“Infatti, sono arrabbiato anche con Sirius e gli altri. Ma lui…mi tratta come se fossi un bambino. Non lo sopporto. Odio che vogliano proteggermi a tutti i costi.

Mio padre è testardo ed ha imposto protezioni ovunque io vada.

Mi sento controllato e lo odio.”

Hermione lo guardò, comprensiva.

Erano seduti in camera di Ron e nonostante tutto fosse così accogliente, Harry sapeva benissimo che i membri dell’Ordine lo tenevano d’occhio per evitare che facesse qualche sciocchezza.

“Harry…so che è difficile, ma sei stato in coma per settimane quando i Mangiamorte hanno aggredito te e tuo padre. Ed eravamo distrutti, perché pensavamo che tu potessi morire. Tua madre era a pezzi. Sirius era irriconoscibile.

Ti stanno proteggendo perché ti amano. Ti proteggono perché sono la tua famiglia.

E se tuo padre è troppo protettivo è perché non ha potuto proteggerti per anni, Harry. Cerca di capire.”

 

Lo trovò seduto in biblioteca, con un libro tra le mani, i capelli scuri, appena un po’ brizzolati, che gli ricadevano sul viso, lo sguardo concentrato.

Harry lo vide passarsi una mano tra i capelli folti, un’abitudine che non avrebbe mai abbandonato e voltarsi verso di lui.

“Ehi…”

“Ciao. Tutto bene?”

“Credevo non mi avresti rivolto mai più la parola. Credevo fossi arrabbiato con me.”

“Lo sono. Un po’.”

James rise.

“E’ meglio di quanto m’aspettassi. Mi dispiace non averti detto nulla. Volevo solo tenerti fuori da questa assurda vicenda il più possibile. E mi dispiace di averti urlato contro ieri.

Ma…sei mio figlio, Harry. E so che sei grande, ormai, ma non voglio che tu corra rischi. Vorrei riuscire a proteggerti, anche se so benissimo che sa cavartela anche senza di me. Come hai fatto in questi anni.”

C’era una nota di rimpianto nella sua voce, che Harry notò.

“Odio essere tenuto d’occhio e non potermi muovere senza essere osservato.”

James rise ancora, guardandolo negli occhi.

“So come ci si sente. Sono rimasto rinchiuso qui per tanto tempo quando seppi che Voldemort ci dava la caccia. E stavo impazzendo. Non voglio che tu viva la stessa cosa, ma non voglio neanche che tu muoia.”

“Non potrei sopportarlo.”pensò James e guardò il ragazzo che aveva di fronte.

Harry non sapeva cosa dire.

Affondò le mani nelle tasche, tacendo.

“Niente urla? O sfuriate?”chiese James.

“Ho già urlato ieri sera. Non voglio restare chiuso qui finché tutti i Mangiamorte non saranno catturati, comunque. Capisco che tu voglia proteggermi, ma finirei per impazzire.”

James sorrise.

“Non volevo tenerti prigioniero. Voglio solo che tu stia attento. E che sia con un Membro dell’Ordine se esci.”

Perfetto…aveva anche la scorta, ora.

Spazio autrice:
Grazie a tutti coloro che hanno commentato la mia storia o l'hanno inserita tra le preferite o seguite, grazie di cuore!
Un appunto, so che il compleanno di James non è il 9 novembre, ma ho scritto così perchè lo dedico ad una mia amica che fa il compleanno quel giorno!
Ecco secondo me chi sarebbe perfetto per interpretare Sirius da giovane:

 

http://ewpopwatch.files.wordpress.com/2009/09/ian-somerhalder_l.jpg

 

http://www.celebritygossip.com/public/celebrity_pictures/ian_somerhalder_1655_6.jpg

 

http://vampiresagaaustralia.com/wp-content/uploads/2011/02/ian-somerhalder.jpg

A presto!!!!!!!!!

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Capitolo 38
*** Attacchi, soluzioni e novità dal colore rosa ***


Novembre passò velocemente, senza nessun cambiamento o minaccia da parte dei Mangiamorte.

Harry era sempre tenuto d’occhio, e se ne rendeva conto, ma non c’erano stati più attacchi riconducibili a loro.

Keira, ormai al quarto mese, era sempre più incinta ed ora il pancione si notava, come James le faceva notare sempre per punzecchiarla, per poi sfuggire abilmente alle sue fatture.

“Sei insopportabile!”

James sfuggì ad uno Schiantesimo, ridendo, allegramente.

“Oh, andiamo! Che ho detto di male?”

“Mi hai chiesto come volevo chiamare i miei tre gemelli.”

James rise di nuovo.

“Andiamo, è probabile che siano tre…o quattro data la…”

Harry s’abbassò, entrando in cucina, per evitare un lampo di luce viola.

“Oh, scusa, Harry. Ti ho colpito? Miravo a quell’idiota di tuo padre.”aggiunse la giovane, alzando la voce, dato che James era fuggito dalla cucina.

“Ignoralo.”rise Harry. “Ma faceva così anche prima?”

“Faceva l’idiota? Oh, sì. Era un cretino. E lo è ancora.”gridò rivolta alle scale, in cima alle quali James li guardava, ghignando.

“Sento i tuoi dolci e soavi suoni, milady.”declamò.

“Smettila o Lily s’ingelosisce.”

James rise.

“Ma tu sei come una sorella per me! Ed è per questo che non la finirò di punzecchiarti finché non partorirai almeno 3 gemelli!”

“JAMES! È solo un bambino, non tre!”

“Quali 3 bambini?”

Sirius entrò in casa in quel momento e li guardò senza capire.

Tre?

“Che mi sono perso?”chiese.

“Papà punzecchia Keira perché è incinta e dice è troppo grossa per aspettare solo un bambino.”spiegò Harry in fretta, mentre Keira riprendeva a scagliare incantesimi su James che li schivava, ridendo.

“Solita giornata in casa Potter-Black, vedo.”

 

Harry sbuffò, sonoramente.

Si stava annoiando da morire.

Aveva incontrato poco fa un Ron terrorizzatissimo all’idea di andare a trovare i genitori di Hermione.

La vedeva come una cosa terribile ed Harry notò le orecchie dell’amico, rosse dall’imbarazzo.

Oh, l’avrebbe costretto a dirgli tutto, al suo ritorno!

Li aveva salutati, sconsolato, prima di tornarsene a casa.

Erano tutti al lavoro e lui era chiuso in casa.

Aveva provato ad andarsene, ma c’erano incantesimi anti-smaterializzazione ovunque e non poteva uscire neanche dal cancello.

Era come trovarsi in una bolla.

Sospirò, fissando il soffitto.

Era una cosa folle.

Adesso capiva come s’era sentito Sirius, chiuso a Grimmauld Place.

Oppresso e prigioniero.

Poi sentì qualcuno aprire la porta d’ingresso.

Il viso di Keira s’affacciò in salotto e lo scrutò.

Era visibilmente stanca, ma abbozzò un sorriso.

Era di ritorno dagli studi di registrazione ed era ricoperta di neve.

“Tutto bene? Tua madre mi ha chiesto di vedere se tutto andava per il meglio.”chiese, scrollandosi la neve di dosso e formando una piccola montagnella ai suoi piedi, che fece scomparire con un colpo di bacchetta.

“Se per bene intendi che ucciderei per non stare qui, sì. Sto a meraviglia.”

Keira appese il mantello, l’asciugò con la magia e rise, sedendosi sul divano accanto a lui.

Harry la guardò, notando che ora il pancione era davvero evidente.

“E tu? Stai bene?”

“Sì, meravigliosamente. Se mio figlio smette di tirare calci, starei meglio, però.”

Harry rise.

Keira aveva sentito il primo calcio qualche giorno fa ed aveva avvisato tutti, emozionatissima.

Ora non lo era più di tanto.

“Non sei curiosa di sapere il sesso?”

“No. Cioè, sì, ma voglio che sia una sorpresa.”

“E Sirius?”

“Oh, lui vuole un maschio, ma stavolta mi sa che non ci ha preso. Sarà una femmina, me lo sento.”

“Stavolta?”

Sirius aveva avuto altri figli?

La guardò, senza capire.

“No, niente altri figli. Sirius non voleva avere figli, mi ricordo. Diceva che il nome Black era una maledizione e che non voleva che altri avessero a che fare con la sua famiglia. Comunque, ora è di opinione diversa, perché è più contento di me all’idea di avere il bambino!”

“E che intendevi con stavolta?”

“Che indovinò il sesso del bambino di Lily. Sapeva che sarebbe nato un maschio, cioè tu.”

Harry sorrise.

Keira lo scrutava, senza parlare.

“Ti va di uscire?”

“Sai eludere le protezioni che mio padre ha messo tutto intorno alla casa?”

“Beh, puoi uscire se sei con un membro dell’Ordine ed io…guarda caso, lo sono.”

Harry sorrise.

“Su, ho voglia di una cioccolata calda e di entrare da Zonko!”

 

“Mi piacciono queste cene enormi che organizziamo sempre.”

“Ti piace perché puoi mangiare tanto!”

“Zitto, tu! Io qui nutro due persone!”

Keira zittì Sirius, sgranocchiando un gambo di sedano.

“D’accordo, mammina isterica. Puoi almeno aiutarmi a portare i piatti in salotto?”

“James e Remus che ci stanno a fare? Ed Harry? Ron?”

“Vuoi elencare tutti i maschi presenti? Ti ci vorrà un’ora almeno e tra un’ora arrivano i Weasley. Muoviti, aiutami.”

Keira sbuffò e fece levitare una pila di piatti verso il salotto.

Era una scena buffa.

Sirius era seguito da quest’orda di piatti di tutti le dimensioni, che levitavano dietro di lui.

“Ouch! Tua figlia ha intenzione di distruggermi la schiena.”decretò Keira, afflitta, mentre con un colpo di bacchetta i piatti di rimettevano a posto.

“Figlio.”

Sirius s’avvicinò a lei, ghignando.

“Figlia. So che è femmina. Lo sento.”

Keira avvicinò il viso al suo, mormorando a pochi centimetri dalle sue labbra.

“Rassegnati.”mormorò, mordicchiando le sue labbra, seducente.

Lo baciò, dolcemente, prima di approfondire il bacio e tirarlo a sé.

Sirius la guardò, sorpreso da tale atteggiamento, ma compiaciuto.

Il pancione si frappose fra loro e Sirius sentì un calcio, incredulo.

“Ehi! L’ho sentito!”

“Credo che a nostra figlia piace che io ti baci.”

“Mmm…”

Sirius affondò le mani tra i suoi capelli castani e la trasse a sé, cingendole la vita e baciandola con più passione.

Le loro lingue s’intrecciarono, sfiorandosi e sentirono brividi di piacere lungo la schiena.

Si staccarono ansimanti.

“Camera, ora! Altrimenti lo faccio qui!”disse Keira decisa e arrossita.

Sirius scoppiò a ridere, con la sua risata a latrato che Keira amava e la portò di sopra, dove si concessero un intenso pomeriggio di passione.

 

“Siete voi i Malandrini?”

Fred guardò con occhi sgranati James, Sirius e Remus, dopo averli sentiti chiamarsi con i loro soprannomi.

“Andiamo, non lo sapevi?”chiese Hermione.

“Che loro erano i Malandrini? No! Tu!”

George puntò il dito verso Harry, minaccioso.

“Cosa?”

“Dovevi dirci che tuo padre, il tuo padrino ed il nostro professore di Difesa contro le Arti Oscure erano i Malandrini!”

“Pensavo lo sapeste.”

“Non li abbiamo mai sentiti chiamarsi con i soprannomi.”

“Vero.”ammise Sirius, guardando Fred.

“Non ci posso credere! E’ stato grazie a voi ed alla vostra mappa che abbiamo scoperto tutte quelle cose sul castello, tutti i passaggi segreti e…siete dei geni!”

James rise, compiaciuto.

“Erano delle pesti.”li corresse Lily. “Impossibili.”

“Anche Fred e George. Ho ricevuto più lettere da Hogwarts per i guai che loro avevano combinato, che da tutti i miei figli!”disse Molly, servendosi della salsa al cumino.

“Già, anche James e Sirius. Hai fatto impazzire tua madre, ragazzo.”

Albus Dumbledore osservò il figlio, da sopra agli occhi a mezzaluna e James ghignò.

“Non c’era bisogno che glielo scrivessi, papà. Bastavi tu a rimproverarci.”

“Già. Abbiamo preso quante…300 punizioni?”chiese Sirius, punzecchiando James con la forchetta.

“Padfoot, piantala!”

“Erano almeno 400.”disse Remus.

“E tu ci hai accompagnato solo qualche volta…sei un cattivo Malandrino, Remus.”

Remus alzò appena un sopracciglio alla frase di Sirius.

“No, era più furbo a non farsi beccare.”fece Lily e tutti risero.

“400 punizioni? In tutti e 7 gli anni? Complimenti!”rise George. “Noi siamo arrivati a 200.”

“Già. Gazza ci odiava. Quasi supplicava che facessimo i bravi per non doverci sopportare durante le punizioni!”disse Sirius.

“Esatto! Abbiamo pulito più noi Hogwarts che gli elfi domestici addetti alle pulizie!”

“Dovevate responsabilizzarvi...”disse Dumbledore.

“Preferivo un giro nella Foresta Proibita che pulire.”

“James non è mai andato molto d’accordo con le pulizie ed il resto.”disse Remus ad Harry.

“Sono negato.”

“Perché avevi Gil che faceva tutto per te.”disse Dumbledore.

“Chi è Gil?”domandò Ron.

“L’elfo domestico di casa Potter.”

“Ritornando alla mappa, siete stati davvero grandiosi. Ci voleva una cosa del genere ad Hogwarts.”

Fred guardava i Malandrini come se fossero delle star.

“Che mappa è?”chiese Arthur.

“Mostra tutte le persone di Hogwarts, dove sono, dove vanno, e tutti i luoghi, anche i passaggi segreti.”disse Ron.

“Ci sono passaggi segreti? Per dove?”

“Per uscire dal castello.”disse Harry.

“E scommetto che voi li avete usati.”

Molly guardò Harry, Ron, Hermione ed i gemelli, severamente.

“Un po’.”

“Da vero Malandrino.”disse James, guardando il figlio.

“E irresponsabile.”aggiunse Molly, severa.

“So badare a me stesso.”rimbeccò Harry, serio.

“So che è così.”disse James, dolcemente. “Ma per evitare che i Mangiamorte ti facciano in pezzetti così piccoli da darli a mangiare a Grattastinchi è meglio se rimani al sicuro in casa.”

Harry alzò gli occhi al cielo.

“Per quanto ancora?”esclamò, arrabbiato.

“Harry…”

“No, Harry nulla! Sono stufo di starmene rinchiuso in casa!”

Stava impazzendo!

Odiava essere tenuto d’occhio e non essere libero di andare da nessuna parte senza una scorta.

James sospirò, passandosi una mano sul viso.

Capiva cosa stava passando Harry, ma non poteva allentare le protezioni o lasciarlo andare dove voleva.

Sicuramente sarebbe finito nei guai.

“Credevo di aver finito di scappare, dopo Voldemort.”

“Harry, non stai scappando. È solo pericoloso, al momento.”disse Lily, cercando di calmarlo e posandogli una mano sulla spalla.

Harry non disse nulla, né la guardò.

“Non essere arrabbiato con me.”disse James, piano.

Odiava litigare con il figlio.

Il problema era che entrambi avevano un carattere forte e spesso si ritrovavano a discutere.

 

Lo trovò in biblioteca, seduto su una poltrona, con in mano un album di fotografie.

Lily sorrise al figlio, osservandolo prima di annunciare la sua presenza.

Harry era identico a suo padre.

Lily ne coglieva gli atteggiamenti, l’espressioni del volto, i capelli sempre ribelli che tanto amava. Adorava passare le mani tra quei capelli soffici e sparati in tutte le direzioni come se avessero una vita propria più di quanto non piacesse farlo a James.

“Harry…”

Harry fece un balzo, guardando la donna sulla soglia.

Lily rise, piano.

“Non volevo spaventarti.”disse, notando che Harry stringeva la bacchetta.

“Scusa, sono teso.”

Era ormai mezzanotte, ma Harry non riusciva a dormire.

Era troppo preoccupato.

“Per tuo padre e Sirius?”

Lily sedette accanto a lui, dolcemente.

“Temo che possano attaccarli.”

“Lo so, lo temo anche io. Ma meglio non dire nulla a Keira o diventerà più isterica di quello che è già. Odia che Sirius vada in missione. Ed anche io non impazzisco di gioia quando lui e James escono.”

S’interruppe, notando il suo sguardo preoccupato.

“Staranno bene. Sanno badare a sé stessi.”disse, cingendogli le spalle con un braccio e sbirciando l’album che il figlio sfogliava distrattamente.

“Ricordo quella foto. La scattammo il giorno della tua nascita.”

Lily indicò una foto in cui Sirius e James dormivano, l’uno appoggiato alla spalla dell’altro su sedie del…

“E’ il San Mungo.”disse Lily, confermando i suoi sospetti. “Ho fatto impazzire James durante le mie doglie.”

Lily rise nel ripensarci. “Lui era agitatissimo, ha costretto Sirius a venire da noi alla 4 di notte in pigiama e non la finiva di camminare su e giù per la sala d’attesa quando stavo partorendo.”

Harry rise.

Se l’immaginava il padre, andare su e giù, le mani tra i capelli, nervosissimo, con accanto un Sirius più agitato di lui.

Il rumore della porta che s’apriva li fece sobbalzare entrambi e stavolta fu anche Lily a prendere la bacchetta.

Poi Sirius e James entrarono in biblioteca.

“Cosa ci fate ancora svegli?”chiese James, stupito. “State bene?”

Lily gli corse incontro, abbracciandolo.

James sgranò gli occhi, sorpreso e le carezzò i capelli lunghi.

“Ehi…sto bene. Stiamo bene. Che vi prende?”chiese, poi, guardando il figlio.

“Eravamo preoccupati.”spiegò come se fosse la cosa più naturale del mondo.

“Bene. Apprezzo la gente che si preoccupa, ma non ce n’era bisogno. È andato tutto liscio, nessun Mangiamorte, Dissennatore o altra roba pericolosa.”

Sirius crollò sul divano, mezzo addormentato.

James approfittò del fatto che tenesse gli occhi chiusi per gettarsi su di lui e prendere a fargli il solletico.

Sirius sussultò, cacciando un grido.

“Prongs! Vedi di levarti dai…”

Sirius si zittì ad un’occhiataccia di Lily, ma afferrò James per un braccio ed iniziarono ad azzuffarsi.

“Dovremmo…uhm…separarli?”chiese Harry, titubante, guardando la madre.

“No. Fanno sempre così.”ridacchiò Lily, prima di andare a dormire e pilotare Harry di sopra, lasciando James e Sirius ad azzuffarsi.

 

“Mi serve un accompagnatore per andare a Diagon Alley?”domandò Harry, quando mancavano pochi giorni a Natale.

James alzò lo sguardo dal giornale e lo guardò.

“Diagon Alley?”chiese Sirius, la forchetta a mezz’aria, mentre stava mangiando una salsiccia.

“Sì. Quel posto magico, presente?”fece Lily, ridendo. “Ignorali, Harry. Sono un po’ lenti per certe cose. Comunque sì. Andare da solo è troppo pericoloso.”

Harry se l’era aspettato.

“Ti accompagnerei io, ma devo andare da Tonks per aiutarla con la cena con i suoi. Sai che è un disastro in cucina.”

Harry rivolse lo sguardo a James e Sirius che si sentirono sotto i riflettori.

“Devo accompagnare Keira dal finegologo.”

“Ginecologo, Sirius.”lo corresse Lily, con un sorriso.

“Sì, lì.”

“Papà? Andiamo, devo comprare i regali per Natale!”

Harry si stava innervosendo.

“Remus è in missione. A chi vuoi che chieda dato che tu ti ostini a non farmi uscire di casa senza un accompagnatore?”

James s’arrese.

“Ok. Ti accompagno io. Ma se dovesse esserci il primo accenno di attacco, tu ti smaterializzerai via, chiaro?”
Harry alzò lo sguardo al cielo.

“Se un giorno di questi ti uccide nel sonno, non ti meravigliare, Prongs.”rise Sirius, di fronte all’espressione bellicosa di Harry.

 

“Credi che Sirius sarà apprensivo con sua figlia quanto lo sei tu con me?”

James alzò gli occhi al cielo, affondando le mani nelle tasche.

Faceva freddo ed il cielo minacciava neve.

“Se fossi un padre, capiresti la mia paura in una situazione del genere.”

“Non ti fidi abbastanza.”disse Harry, ferito.

Era da un po’ che ci pensava, ma non avrebbe mai immaginato lo sguardo sconvolto del padre.

“Ma sei impazzito? Certo che mi fido di te! È solo che preferisco tenerti d’occhio. Harry, sei un mago in gamba e mi fido di te. Ma chiunque si ritroverebbe in difficoltà se circondato da un gruppo di Mangiamorte assetati di vendetta. Hai già deciso il regalo per Ginny?”chiese, cambiando argomento.

“L’ho comprato quando sono uscito con Keira.”disse Harry, freddo.

James incassò il colpo.

Sapeva che Harry ce l’aveva con lui ed avrebbe trovato il modo di sistemare tutto.

Poi sentì un’esplosione così forte da creare un’onda d’urto che li sbatté a terra.

Dopo fu il caos.

 

“CORRI!”ruggì James, spingendo Harry via.

“No! Te lo scordi! Non voglio lasciarti da solo con i Mangiamorte!”

James sbarrò gli occhi dall’orrore, mandando velocemente un Patronus all’Ordine per chiedere rinforzi.

“Harry, è te che vo…”

James non riuscì a finire la frase perché qualcuno l’aggredì alle spalle, colpendolo con un incantesimo così violento che lo mandò a sbattere contro le vetrine di un negozio, rompendole.

Il Mangiamorte era coperto da una maschera, ma Harry poté indovinare il suo sorriso soddisfatto, mentre avanzava verso di lui.

“Bene, bene, bene. Chi abbiamo qui? Harry Potter. Hai finito di nasconderti, vero? Sei qui per fare il coraggioso?”

 

James si massaggiò la testa, riprendendosi immediatamente e con dolore dalla botta.

Era ricoperto di vetri, le urla intorno a lui erano aumentate e la testa gli doleva moltissimo.

Ma Harry era là fuori. Con dei Mangiamorte.

Scattò in piedi così velocemente che gli venne la nausea e corse verso Harry.

 

“Stupeficium!”

Il Mangiamorte evitò l’incantesimo di Harry e dalla sua bacchetta schizzò un lampo di luce verde che il ragazzo schivò, con il cuore in gola.

“L’hai trovato? Finalmente.”

La voce di Nott giunse da dietro una maschera, il cui proprietario s’avvicinò alle spalle di Harry.

Harry arretrò, colpendolo con un Reducto e questo fece infuriare il Mangiamorte.

“CRUCIO!”ruggì ed Harry non riuscì ad evitare la maledizione in tempo e si sentì invadere da un dolore così intenso da mozzargli il fiato.

La bacchetta gli cadde di mano, mentre crollava su un fianco nella neve, urlando di dolore e contorcendosi.

Sembrò durare un’eternità e non riusciva a pensare, non riusciva a reagire.

C’era solo dolore.

I Mangiamorte continuarono ad infierire su di lui, mentre le proprie urla e le loro risate gli riempivano la testa.

“LASCIATELO STARE, BASTARDI!”

La voce di James giunse come un toccasana, perché la maledizione cessò all’improvviso, lasciando Harry per terra a rantolare dal dolore e dal freddo.

James aveva un’espressione omicida sul volto e puntò la bacchetta contro il petto del Mangiamorte che aveva di fronte.

“Dammi un solo motivo e ti ammazzerò, invece di mandarti ad Azkaban.”

“Bene.”ghignò l’altro.

Fu un attimo.

James vide il secondo Mangiamorte levare la bacchetta e puntarla contro Harry che giaceva inerme a terra ed urlare l’Anatema che Uccide.

“AVADA KEDAVRA!”urlarono tre voci.

James tirò via Harry, prima che la maledizione l’uccidesse, la bacchetta contro il Mangiamorte.

Ma non era l’unico ad aver difeso Harry.

Sirius Black s’ergeva poco lontano da lui, il viso furioso, l’espressione pericolosa, gli occhi grigi puntati contro i Mangiamorte che ora giacevano morti, entrambi.

James non si rese conto di stringere il figlio al petto.

Notò solo allora quanto pallido ed infreddolito fosse e di quanto tremasse.

“Harry…”disse soltanto.

L’avvolse nel proprio mantello e lo sollevò di peso.

Sirius corse verso di lui.

“Sta bene? Non l’ha colpito, vero?”chiese, isterico.

James scosse il capo.

Harry tremava violentemente, il dolore che l’invadeva ad ondate, così come il freddo intenso e pungente.

“Grazie, Padfoot.”disse James, tetro, mentre osservava il figlio.

Era cereo e tremava.

Sembrava sul punto di svenire.

“Portiamolo a casa prima che gli venga un accidenti.”ordinò Sirius, prendendo in mano la situazione.

 

“Non s’è fatto male nessuno? Stanno tutti bene?”

Keira era isterica.

Camminava su e giù e riempiva James, Sirius ed un congelato Remus di domande.

“L’Ordine e gli Auror sono intervenuti subito. Parecchi Mangiamorte sono morti. Anche io e Sirius ne abbiamo uccisi due. Stavano per ammazzare Harry.”rispose James, tetro.

Non gli piaceva molto uccidere, ma quando aveva visto il Mangiamorte puntare la bacchetta contro Harry, aveva agito d’istinto e così anche Sirius.

“Harry? È ferito?”chiese Remus che era intervenuto con l’Ordine, rispondendo al Patronus di James.

“L’hanno torturato con la Cruciatus, Moony.”disse James, atono e Remus sgranò gli occhi. “E’ quasi svenuto dal dolore…”

“E dov’è? L’avete portato al San Mungo o…”

“E’ con Lily…e Piton.”

Questo fece sgranare ancora di più gli occhi al lupo mannaro.

“Che…”

“Gli stanno preparando una pozione per calmare il dolore ed il freddo. È quasi morto congelato là fuori.”spiegò Sirius.

“Io vado a vedere come sta.”

James quasi si smaterializzò nella camera di Harry, trovandolo imbacuccato nelle coperte, il viso pallido, gli occhi chiusi.

Il respiro era tornato normale, mentre prima era affannoso ed agitato.

Piton e Lily stavano parlando a bassa voce, ma Piton tacque vedendo James sulla soglia.

“Gli ingredienti li ho trascritti qui, Lily. Io vado.” E si smaterializzò.

“Continuo a non stargli simpatico.”commentò James.

“Neanche tu l’adori.”commentò lei, asciutta.

James sedette sul bordo del letto di Harry e gli sfiorò il viso con una mano.

Non era più freddo come il ghiaccio, ora.

“Sta meglio.”

“Poteva morire. Se non fossi arrivato in tempo, se…non lo so, Lily. Ora Harry sarebbe…”

La voce s’incrinò e James sentì la morsa al petto farsi più forte.

“Hanno provato a fargli del male perché sono pazzi, perché pensano di vendicare Voldemort così. Non è colpa tua.

Tu e Sirius l’avete difeso e tu gli hai salvato la vita evitando che la maledizione lo colpisse.”

James annuì, distrattamente, ma il movimento della testa gli ricordò il bernoccolo che aveva sul capo.

“Hai preso una bella botta, vero?”rise dolcemente Lily.

“Mi hanno colto di sorpresa.”

“Non puoi sempre tenere d’occhio ogni cosa, James Potter.”

Lily lo baciò dolcemente sulle labbra e James annegò nel suo sapore, inebriandosi del suo profumo.

La prese tra le braccia, affondando le mani tra i capelli, prima di staccarsi da lei e fissare con amore il figlio addormentato.

“Resto io accanto a lui stanotte.”mormorò, quando Lily l’avvertì che sarebbe andata a dormire.

“Sta bene. Ha solo bisogno di riposo.”

“Lo so. Voglio solo prendermi cura di lui ancora un po’.”mormorò e Lily guardò il marito sfiorare la mano di Harry prima di stringerla e sussurrargli che ora sarebbe andato tutto bene.

 

“Sto bene.”

Harry rise di fronte allo sguardo preoccupato del padre.

S’era risvegliato solo nel tardo pomeriggio, ritrovandosi accanto suo padre, apprensivo.

Ricordava la battaglia, la tortura e poi i suoi pensieri si facevano confusi.

Sirius gli aveva raccontato di come suo padre era intervenuto per impedire che un Mangiamorte l’uccidesse e come lui e l’amico ne avevano fatti fuori due.

Harry aveva ancora qualche linea di febbre ed ascoltava il racconto di Sirius, che aveva reso tutto ancora più interessante, straparlando e soffermandosi su particolari inesistenti…

“Sirius! Non stai scrivendo un romanzo!”sbuffò James quando Sirius attaccò con:

“Era un pomeriggio freddo e il cielo minacciava neve, quando…”

Sirius rise, la sua risata simile ad un latrato e si rotolò sul letto di Harry, le mani sulla pancia.

“Ahahahah…”

“Ma che gli è preso?”chiese Harry.

“E’ impazzito. L’abbiamo perso. Mi dispiace, abbiamo fatto di tutto per salvarlo.”

James assunse un’aria contrita che fece ululare Sirius dalle risate e fece ridere Harry.

Solo James si sforzò di non scoppiare a ridere anche lui, ma la visione del suo migliore amico, ormai in coma dalle risate, era stupenda.

“Comunque credo che sia l’effetto della pozione che ha preparato Keira.”

Harry lo guardò, interrogativo.

“Ha provato a preparare una pozione calmante perché Sirius aveva i nervi a fior di pelle per l’attacco a Diagon Alley…ma credo ci abbia messo troppa coda di rospo e Sirius è impazzito.”

“Ecco l’antidoto.”

Lily entrò in camera e porse a Sirius una tazza fumante.

Ci volle un po’ per fargliela bere, evitando che si soffocasse con le sue stupide risa.

“Meglio evitare che Keira faccia altre pozioni in futuro!”

“Mi dispiace!”

Keira entrò nella stanza ed in un attimo il letto di Harry fu invaso da Lily, James, Sirius e Keira.

“Beh, non potrai essere peggio di Remus.”

James e Sirius rabbrividirono al pensiero e Lily rise.

Lily s’appoggiò alla spalliera del letto ed abbracciò Harry, accarezzandogli i capelli.

“Ho davvero temuto di perderti ieri.”sussurrò e tutti notarono che aveva la voce rotta dal pianto.

“Mamma…”

“Lily…”

James abbracciò entrambi, stringendoli forte al cuore.

Lily notò come il cuore del marito battesse fortissimo.

Harry arrossì, lanciando uno sguardo disperato a Sirius che però stava parlando con Keira e si stava riprendendo dall’ultima pozione della sua fidanzata.

“Ehm…”

“Scusa, ti stiamo mettendo in imbarazzo!”

James lasciò andare Harry e rise.

“Solo un pò.”ammise, ridendo.

Lily continuò a stringerlo.

“Lily?”chiese James, come per invitarla a lasciare andare Harry.

“La mamma può restare.”indovinò Keira con un sorriso e James si mostrò offeso.

“D’accordo. Lily resta. Vado a preparare la cena. Sirius, Keira…fuori!”ordinò e Keira salutò Harry con un bacio sulla guancia, prima di andarsene, seguita da Sirius che ghignò di fronte all’espressione gelosa di James.

“Papà?”chiamò Harry di colpo.

S’era appena ricordato di una cosa che doveva assolutamente dirgli.

James si voltò, già alla porta.

“Dimmi.”

“Grazie per avermi salvato la vita.”

“Anche Sirius l’ha fatto.”

“Lo so. Ma sei stato tu quello a proteggermi dalla maledizione. Sirius mi ha detto che mi hai afferrato prima che mi colpisse. Quindi…grazie.”

Harry era imbarazzato e vide il padre arrossire.

“Di nulla, tesoro.”

Lo baciò sulla fronte, prima di uscire, il cuore leggero come non mai.

 

“HARRY!”

Harry fece un balzo riconoscendo la voce di Ginny.

Sotto l’aria divertita del padre scattò in piedi e corse all’ingresso dove Ginny, Ron, Hermione e la famiglia Weasley al completo lo chiamavano.

“Ehi…”

Abbracciò la sua fidanzata, concedendosi un lungo bacio, annegando nel suo sapore ed odore, finché non sentì Sirius schiarirsi la voce e trattenere una risata.

“Ok. Pomiciate dopo.”annunciò, facendo entrare gli altri.

Harry lo fulminò con un’occhiataccia, ricevendo in cambio un ghigno.

Fu subito circondato dai suoi amici che lo riempirono di domande.

“Cos’è successo?”

Fred e George.

“Chi erano?”

Fleur e Bill.

“Stai bene, Harry caro?”

Molly.

“Sirius ci ha detto dei Mangiamorte!”

Charlie.

“Sicuro di stare bene?”

Percy ed Arthur.

“Abbiamo temuto il peggio, quando abbiamo sentito dell’attacco!”

Hermione.

“Miseriaccia, Harry! Ci hai fatto prendere un colpo!”

Ovviamente questo era Ron.

“Sta benissimo. Ma così lo soffocate!”gridò James dal soggiorno.

“E con il fatto che Prongs ci ha quasi rimesso la pelle per salvarlo, evitate di ucciderlo.”ghignò Sirius.

“Non ci ho rimesso la pelle!”

“Ma va’! Ma se per poco non la beccavi tu la maledizione nel tentativo di salvare Harry?”

“STO BENE!”

“FINITELA DI URLARE O VI SCHIANTO TUTTI E DUE, CHIARO?”urlò Keira dalla cucina.

“La tua ragazza è isterica.”commentò James e Sirius rise.

“NON SONO ISTERICA!”

“E PERCHE’ STAI URLANDO?”

“PERCHE’ STATE FACENDO RUMORE!”

“SMETTETELA, TUTTI E TRE!”

Stavolta fu Lily ad urlare.

“F-fanno sempre così?”chiese Ron, guardando Harry che non rispose.

Davvero suo padre aveva rischiato la vita per salvare la sua?

Non s’era reso conto del pericolo od aveva agito consapevolmente?

“Harry…”lo chiamò James, piano.

Harry si guardò intorno.

Era rimasto da solo nell’ingresso, mentre gli altri stavano sfoderando bacchetta e fantasia per addobbare la casa, dato che quel giorno era la vigilia di Natale.

Harry si riscosse.

“Tutto bene? Avevi una faccia…”

“Sto bene. Solo non mi piace il fatto che tu ti sia messo in mezzo per proteggermi. Se ti avessero colpito?”

“Sirius e la sua boccaccia.”commentò James.

“Papà…”disse, perentorio.

“Ho agito d’istinto. Non volevo farti preoccupare, per questo non ho detto nulla. Ti prometto che starò più attento. Ora aiutami ad addobbare l’albero.”

 

“Wow! Keira! Sei enorme!”

“Hai sempre molto tatto, Ron, eh?”ghignò Sirius.

“Ma no! Intendevo…”

Ron balbettò qualcosa ed arrossì furiosamente.

“Dai, ha ragione. Ci sono minimo cinque gemelli lì dentro.”rise James ed evitò una pallina che Keira gli lanciò.

Sfortunatamente la seconda lo beccò in fronte.

Harry e Lily si tapparono la bocca per evitare di ridere e Sirius e Remus si finsero molto concentrati sull’albero.

“James, ti uccido.”

“La senti tu Lily, dopo.”

“Lily, posso?”

“Certo, cara.”rispose lei, come se le avesse chiesto in prestito un rossetto e sorrise.

“LILY!”

Tutti scoppiarono a ridere.

Stavano attorniando l’albero e lo stavano decorando.

Lily li aveva obbligati ad usare le mani, invece della magia.

Era molto più babbana la faccenda ed Arthur era stato contentissimo di farlo, bombardando Lily di domande sulla vita babbana, dato che lei aveva avuto due genitori babbani.

“E’ il primo Natale decente da un secolo.”ammise Sirius.

“Concordo.”fece Remus, mentre, con il figlio in braccio, appendeva le palline colorate.

Teddy rideva e sorrideva felice, tutto preso dai colori natalizi e dalle palline colorate.

“Dai, ammettetelo che vi mancavo io!”s’intromise James, ridendo.

“Già, tu, Lily, Sirius era ad Azkaban od in fuga…è sempre stato un Natale splendido.”ghignò Remus.

“Concordo.”

“L’ultimo Natale che passammo qui, ve lo ricordate? C’erano tutti i Malandrini.”fece James, pensoso e Sirius e Remus notarono come stesse accuratamente evitando di dire il nome di colui che aveva portato lui e sua moglie alla morte. Minus.

“Già. Ricordo che Harry era così emozionato che fece levitare tutte le palline dell’albero!”

James scoppiò a ridere.

“Vero. E si divertiva con gli sbuffi colorati che tu, Remus, facevi uscire dalla bacchetta.”

Lo sguardo di James era tenero.

“Quest’anno il piccolo di casa sarà Teddy. E l’anno prossimo tua figlia, Sirius.”

“Perché tutti voi siete convinti che sia una femmina e non un maschio?”

“Perché dopo Harry e Teddy ci vuole una bella femminuccia.

E non dire che non la vorresti anche tu, perché ti ci vedo a viziare la tua bambina e trattarla come una principessa.”disse James e Sirius arrossì, evitando il loro sguardo indagatore.

“Concordo! Inoltre Lily impazzirebbe di gioia.”continuò Remus.

“Perché non la fai tu la femminuccia?”

Sirius guardò James che rise.

“No, mi basta Harry, grazie.”ammise, sincero.

“Ora, però, voglio una foto con i miei Malandrini.”pretese, porgendo la propria macchina fotografica a Lily.

James cinse il collo di Sirius e Remus e guardò l’obiettivo, ridendo come non mai.

Era finalmente sereno.

 

La serata era andata nel migliore dei modi ed avevano festeggiato insieme la vigilia, programmando di trascorrere il Natale a casa di Remus e Tonks con tutti gli altri.

Perfino Piton, con la sua fiamma Ashley, sarebbero passati per un saluto.

Harry era tranquillo.

Dopo la reclusione forzata, si sentiva più libero e sicuro.

Aveva trascorso tutta la serata abbracciando Ginny, chiacchierando con lei, baciandola…

Le era mancata moltissimo, soprattutto nei momenti in cui temeva di morire per davvero a causa di una ripicca dei Mangiamorte.

Lei sfiorava con delicatezza il ciondolo che lui le aveva regalato e sorrideva, felice.

Anche Ron ed Hermione sembravano persi nel loro mondo ed Harry notò con un sorrisetto che, dopo la visita ai genitori di lei (che non era andata tanto disastrosamente, nonostante Ron fosse stato perennemente in imbarazzo e balbuziente), erano ancora più affiatati.

Ci avevano messo un po’ per decidersi a stare insieme, ma ora erano inseparabili.

Come Lily e James.

Harry posò lo sguardo su i suoi genitori.

Li vedeva stuzzicarsi, ridere come due scemi, abbracciarsi, baciarsi o semplicemente guardarsi.

Harry vedeva che erano l’uno il mondo dell’altro e le loro foto di anni prima confermavano lo stesso amore che vedeva davanti ai suoi occhi, solo molto più forte e vivo.

 

“No! Mollami! Sirius! Aiuto!”

Harry chiamò il padrino che s’affacciò dal salotto, notando Harry e James che s’azzuffavano come due idioti, sul pavimento.

“James, smettila di torturare Harry!”

“Ma è lui che non vuole farsi le foto!”

Sirius sentì Harry, ridere.

James aveva tormentato tutti con la storia delle foto, come se volesse recuperare le foto che non aveva potuto fare in 17 anni, in una sola sera.

Sirius gli aveva dato corda, finché non era crollato esausto in salotto accanto a Keira.

In salotto erano riuniti tutti gli “adulti”: Lily, Remus, Tonks, Sirius, Keira e Dumbledore.

I ragazzi erano andati fuori a giocare a palle di neve od erano rimasti con le loro fidanzate.

Ed ora Harry era appena ritornato in casa, finendo nell’agguato di James, dato che Ginny, Hermione e gli altri erano andati a casa a dormire.

Era tardissimo.

“Ma cosa succede tra Harry e James?”chiese il preside innocentemente.

“S’azzuffano.”

Keira alzò le spalle e sbirciò dalla porta che dava sull’ingresso dove James ed Harry si rotolavano per terra, tra proteste e risate.

“SIRIUS!”

“Vado a recuperare il mio figlioccio prima che James lo uccida.”annunciò alla fine, con una risata simile ad un latrato.

Non aveva previsto, però, di rimanere coinvolto anche lui nella sottospecie di rissa che avevano iniziato quei due…

 

“Famiglia Potter! Pretendo una foto e non voglio sentire storie!”

James quasi prese Harry di peso e lo trascinò verso il divano, dove atterrò accanto a Lily, che rideva.

“Sirius?”

“Ed io che c’entro?”

“Tu sei un Potter acquisito, idiota, sei della famiglia, lo sai! E sei mio fratello. Muoviti! Tonks, scatta la foto prima che Sirius scappi!”

Harry vide lo sguardo imbarazzato e soddisfatto del suo padrino, quando James parlò di “mio fratello” “famiglia”.

Vide James cingergli il collo con un braccio, in un buffo tentativo di strozzarlo, mentre Sirius rideva, James scompigliava i capelli di Harry e Lily sorrideva, felice e radiosa come non mai e salutava con la mano.

“Questa dobbiamo ingrandirla e metterla sul camino, accanto a quella di voi tre.”

Lily indicò James, Sirius e Remus ed Harry sorrise nel vederli tutti così radiosi.

 

Se non c’era limite al dolore, non c’era limite neanche alla felicità.

Ed Harry se ne rese conto il giorno dopo, a Natale, quando un grido lo svegliò di colpo.

Scattò in piedi, afferrando la bacchetta e correndo giù in salotto, preso dal panico.

Lì vide Keira inginocchiata sul pavimento, il pancione ben visibile, con una lettera tra le mani.

Aveva urlato, ma sembrava stare bene.

“Chi ha urlato? Chi ci ha attaccato? State tutti bene?”

Un James Potter agitatissimo giunse in salotto, la bacchetta puntata.

Keira scoppiò a ridere, le lacrime agli occhi.

“E se ipoteticamente ci avessero attaccati, tu li avresti affrontati così?”

Solo allora Harry si soffermò a guardare il padre.

Indossava un pigiama rosso ed oro con dei boccini, aveva i capelli sparati da tutte le parti…beh, più del solito e gli occhiali storti sul naso.

Harry s’unì a Keira nelle risate che svegliarono Sirius e Lily, se l’urlo non l’aveva già fatto.

“Oh Merlino, Jamie! Li volevi affrontare così i Mangiamorte? Ahahahahaha!”

Keira era ormai stesa sul tappeto, gli occhi pieni di lacrime, reggendosi la pancia dal gran ridere.

Anche Lily e Sirius si unirono a lei.

“Non sei divertente! Non ho pensato di mettermi in tiro! Credevo…Insomma, perché hai urlato?”

“Morgana! Lily, ce lo vedi a lottare contro Voldemort in pigiama così? O contro Malfoy? Ahahahahah!”

James sedette sul divano, affranto, ma poi fu coinvolto anche lui dalle risa e si rese conto che, effettivamente, era ridicolo vestito in quel modo.

“Credo che Voldemort sarebbe scappato nel vederlo così!”rise Harry.

Stavolta pensare a Voldemort e suo padre non gli provocò un dolore al cuore come al solito.

Voldemort era morto.

James Potter era vivo ed ora stava ridendo, arrossendo.

“Perché urlavi?”domandò Sirius.

Solo allora Keira si ricordò della lettera.

“E’ una bambina.”disse, asciugandosi gli occhi colmi di lacrime, stavolta anche di commozione.

Sirius s’immobilizzò e la guardò, stupito.

“Bambina?”

“Sì! Aspettiamo una femminuccia, Sirius!”

Sirius rimase per un attimo sconcertato, prima che sul suo volto s’aprisse un sorriso radioso.

Si inginocchiò sul pavimento accanto a Keira e la baciò con tanta passione da mozzarle il fiato e James ridendo, coprì gli occhi del figlio.

“Ehi! Ci sono bambini qui!”avvisò, beccandosi una gomitata scherzosa da parte del figlio.

Sirius si staccò da Keira e sorrise, gli occhi un po’ lucidi.

“Ok. Volevo essere io a farti una sorpresa, ma…d’accordo. Va benissimo anche così!”

Sirius appellò a sé un piccolo pacchetto che porse a Keira.

James che già sapeva il suo contenuto sorrise, mentre Lily e Harry lo guardavano, interrogativi.

Anche Keira era stupita.

Aprì lentamente il pacchetto e vide una piccola scatolina.

Sollevò il coperchio con mani tremanti, intuendo cosa ci fosse dentro e vide l’anello più bello che avesse mai visto.

Era d’oro bianco ed aveva un grosso zaffiro al centro, dello stesso colore dei suoi occhi.

“Keira Sanderson, madre di mia figlia, vorresti sposarmi?”disse Sirius in un attacco di romanticismo.

Attacco più unico che raro, tanto che James si ripromise di segnarsi la frase per rinfacciargli quanto fosse stato sdolcinato (tralasciando, ovviamente, il fatto che era smielato anche lui quando stava con Lily!).

Keira tremava dall’emozione e gridò di sì, gettandogli le braccia attorno al collo, in un bizzarro abbraccio/strangolamento.

E questo scatenò la risata di tutti, ancora una volta.

“JAMES, SEI IL MIO TESTIMONE!”urlò Sirius, nello stesso istante in cui Keira urlò: “LILY, SEI LA MIA TESTIMONE!”

Angolo dell'autrice:
Grazie grazie grazie! Grazie a danyazzurra, bulmettina, Brando, GrifondoroBlack, soniacristina1989 e MartuZZa97 per aver recensito e per chi ha inserito la mia storia tra le preferite o seguite! GRAZIE
Ecco a voi un altro capitolo della mia storia e spero via piaccia!
Avevo inizialmente pensato di inserire un altro cattivo, ma poi sarebbe stata lunghissima la faccenda e francamente non sarei stata in grado di gestirla tra università, compiti etc!
Spero che comunque vi piaccia!
Ho immaginato che la ginecologa di Keira avesse spedito la lettera con il sesso della bambina, perdonatemi l'invenzione...ma non fidatevi troppo del numero...
Un bacione ed a presto!

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Capitolo 39
*** Ancora novità in rosa, nomi da scegliere e frenesia contagiosa ***


Lily si premurò di far sviluppare le foto ed appenderle in giro per la casa.

C’era perfino James con il suo ridicolo costume, che aveva acconsentito, suo malgrado, a farsi una foto.

Poi c’era una Keira al settimo cielo, tra le braccia di Sirius, che mostrava, ridendo, la lettera e l’anello al dito.

La foto della famiglia Potter, con e senza Keira, Keira e Tonks abbracciate che ridevano, i capelli rosa di Tonks che purtroppo non erano visibili nella foto, Harry e James che ridevano mentre aprivano il cracker di Natale, Sirius e Remus che avevano iniziato a lanciarsi molliche di pane verso la fine del pranzo di Natale, Teddy tra le braccia di Harry, il suo padrino, Harry con Ron, Hermione e Ginny…

Tutte le foto abbellivano casa Potter che sembrava più radiosa che mai.

“Sapevo che sarebbe stata femmina.”

Tonks era soddisfatta.

“Bill, dieci galeoni.”annunciò e Bill le passò i soldi, suo malgrado.

“Avete scommesso sul sesso di mia figlia?”chiese Sirius e tutti lo guardarono, sorridendo affettuosamente quando disse “mia figlia”. “E smettetela di guardarmi così!”

“Sei sereno.”disse Molly. “Niente più depressione acuta.”

Tutti risero.

“Sono sereno, è vero. Aspetto una figlia, mio fratello e sua moglie sono vivi e vegeti e sono libero come un uccel di bosco. Avete davvero scommesso?”

“Oh, sì! Anche se tutti sapevamo che sarebbe stata femmina. Solo tu ti ostinavi a credere che potesse essere un maschio!”rise Remus.

Tutti risero.

“Come la chiamerete?”chiese Ginny, seduta accanto ad Harry.

“Non lo so.”ammise Keira.

“Andiamo! E tutti i nomi che hai tirato fuori in questi mesi? La volevi chiamare Esmeralda!”fece James.

“No, era Ermenegilda.”

“Ti disconosco se la chiami così!”fece Sirius, puntandole il dito contro che lei mordicchiò, ridendo.

“Caroline Black? Elizabeth Black? Isobel?”

“Se la chiami Isobel, il soprannome potrebbe essere Bella, ricordi?”intervenne Lily e Sirius rabbrividì insieme a Keira.

“Adoro Esmeralda!”annunciò. “Tutto ma non Bella!”

“Concordo.”

“Abby? Amber? Holly? Alyssa? Winona? Kelly?”

“Hai intenzione di dire tutti i nomi che conosci?”rise Hermione e Keira annuì.

“Ok. Keira, facciamo così. Vai in camera tua e di Sirius e ti chiudiamo lì. Così puoi elencare tutti i nomi del mondo. Poi quando sarai rinsavita ti faremo uscire.”disse James, serio e tutti risero, tranne Keira.

“Potter, ti affatturo.”

“Quella era una battuta di Lily.”rise James, passandosi una mano tra i capelli.

Lily rise.

“Una tua battuta?”chiese Molly.

“Quando James mi chiedeva di uscire.”rispose lei.

“Sì, era “Potter, ti affatturo”, “Preferirei uscire con la piovra gigante”, “Uscirò con te quando nevicherà nel Sahara”, “Potter, se non la finisci ti ritrovi nei sotterranei appeso per la caviglia”, “Uscirò con te quando Dumbledore si vestirà da hippie ed inizierà a distribuire fiori”…”

“E James mi ha davvero chiesto di farlo.”intervenne il diretto interessato e tutti risero come non mai.

Harry aveva le lacrime agli occhi.

“Beh, sei matto abbastanza!”

“James!”lo rimproverò Molly.

“Cosa? È mio padre, lo prendo sempre in giro!”

“Tuo padre?”chiese Arthur.

Seguì una breve spiegazione ed alla fine di questa, Fred esclamò:

“Ecco perché Harry era il cocco di Dumbledore! Senza offesa, Harry!”

“Harry è il cocco perché è adorabile!”lo prese in giro Sirius ed Harry lo fulminò con lo sguardo.

“Ma voi due non andavate d’accordo ad Hogwarts, quindi?”chiese Hermione, guardando Lily e James.

S’era sempre immaginata la loro coppia come perfetta, il loro amore come amore a prima vista…

“James era un idiota.”

“Lily una so-tutto-io.”

“Ah, l’amour!”fece Sirius melodrammatico e risero.

“Anche Sirius era un cretino.”aggiunse Lily.

“Ehi, tenetemi fuori da questa storia, Romeo e Giulietta! No…mi serve un paragone più calzante…”disse poi.

“Sì, non si sopportavano. Poi James ha finito di fare l’idiota e Lily s’è resa conto di essere innamorata di lui. Questo dopo 6 anni di torture psicologiche cui James ha sottoposto noi Malandrini.”spiegò Remus e Sirius rise, mentre James arrossiva.

“Sì, era da suicidio stare in camera con lui! Frank si sarebbe buttato dalla torre.”disse Sirius, accennando a Frank Paciock.

“Già. James era un tormento!”disse Lily.

“Ehi!”protestò il marito.

“Ho detto eri.”

“Io direi “è”.”rise Sirius.

“Zitto tu! Brutto cagnaccio!”

“Zitto, Bambi!”

Harry, Lily, Remus e Keira stavano quasi soffocando dalle risate.

Gli altri non erano abituati ai loro battibecchi come loro ed i Weasley non sapevano, tranne Ginny, che James era un Animagus, quindi non capirono chi fosse Bambi e cosa c’entrasse con James.

“Voi siete matti!”rise Ron.

“Ron!”lo sgridò sua madre.

“E’ vero!”

“Comunque resti un idiota.”concluse Sirius, ridendo.

“Anche tu, barboncino dei miei stivali!”

“Non sono un barboncino!”

“Sei tenero come uno di loro, però!”lo provocò Keira e James ululò dalle risate, beccandosi un pugno sulla spalla da un risentito Sirius che ora guardava poco “barboncinamente” James e Keira.

“Ed io non sono Bambi!”

“Chi è Bambi?”chiese Ron allora ed Hermione alzò gli occhi al cielo.

“E’ un cervo di un cartone animato babbano.”

“Un cart…che?”

 “Già. Lily si metteva a piangere appena iniziava.”ricordò Keira.

“E’ un cartone triste!”fece lei, i lunghi capelli rossi legati in una coda alta che le scendeva lungo la schiena.

James rimase imbambolato a guardarla prima di baciarla sulla fronte, dolcemente, cogliendola di sorpresa.

“Questo perché?”

“Perché la mamma di Bambi, cioè tu, è sana e salva.”

“Certo che fai dei collegamenti strani.”

“Oh, non c’entrava il fatto che lo vedevi dopo aver saputo della Profezia?”bisbigliò lui, facendosi solo sentire da lei.

Non voleva intristire nessun altro.

“Sì. Vero. Avevo paura di perdere Harry ed è successo.”

“Ma ora è qui, Lily. Harry è qui.”

Le voltò il viso in modo che vedesse il loro figlio, ridere e scherzare con Sirius e Remus.

“E non avrà avuto direttamente il nostro amore, ma quest’amore gli ha dato la vita e la forza per andare avanti. E lui sta bene. Stiamo bene tutti ora.”

Lily annuì e si strinse a lui, affondando il viso contro la sua spalla.

La tristezza l’aveva travolta, pensando a tutti i Natali e bei momenti che non aveva potuto passare con Harry.

Abbracciò il marito, che la strinse forte al cuore e le carezzò i capelli, baciandola piano sulla fronte e sul viso.

“Sei un’ottima madre, Lily.”

“E tu un ottimo padre.”

“Tutto bene, voi due?”chiese Harry, guardandoli in quel momento.

Sua madre aveva gli occhi lucidi.

“Mamma…è successo qualcosa?”

“No. Stiamo bene. Solo un attimo di tristezza.”

Harry le si sporse verso di lei e Lily l’abbracciò stretto.

Il figlio le carezzò la schiena, sorridendo.

“Sono solo contenta che tu stia bene.”disse, mentre James arruffava i capelli di Harry e lui esclamava un esasperato e divertito: “Papà!”

Non credeva sarebbe mai riuscito ad avere quello che stava avendo in quel momento.

Aveva una vera famiglia, la sua.

Aveva compreso il significato di quella parola solo con i Weasley e con l’avere accanto Sirius, ma ora capiva che quello che stava avendo era molto meglio.

Sirius, Keira, Remus e Tonks ridevano e scherzavano allegri, così come il resto dei convitati, lui e Ginny s’amavano e Ron ed Hermione erano felici insieme, Sirius e Keira si sarebbero sposati ed avrebbero avuto una bambina, i suoi genitori lo stringevano in un forte abbraccio, mentre James gli arruffava i capelli, già sparati in tutte le direzioni per conto loro, come se avessero una vita propria.

E capì in quel momento che andava tutto bene.

Sarebbe andato sempre tutto bene.

 

James si smaterializzò in casa, coperto di neve e con il fiatone, facendo sobbalzare Keira che stava leggendo un libro in cucina.

“Ehi! Tutto bene?”

“Sì! Dov’è Harry?”

“Con Ginny in camera. E non credo stiano giocando a Gobbiglie.”

James arrossì, lasciandosi cadere sulla sedia.

Ecco, quello non se l’aspettava. O meglio, sì, ma…

“Che hai?”

“Domani iniziano i corsi per gli aspiranti Auror. Sono passato dai Weasley per avvertire Ron ed Hermione…Hermione s’è trasferita lì, sai? E comunque ho detto loro di avvertire Neville, perché so che vorrebbe fare il lavoro di Frank ed Alice e…”

“Jamie. Respira.”

“Scusa. Hai ragione.”

James si passò una mano tra i capelli per l’ennesima volta e Keira sbuffò, chiudendo il suo libro.

“Ti cadranno tutti i capelli se continui così.”disse e James la guardò inorridito, le mani ora ferme.

“Sirius e Lily?”chiese poi.

“Avevano il turno con altri due Auror. Sai che il capo sezione Nortinghton ha chiesto a Moody di aiutarlo con i nuovi arrivati?”

“Moody non era in pensione?”

“Lo è. Ma ci sono così tanti nuovi arrivati che hanno inoltrato la domanda al Ministero che ha ritenuto opportuno creare gruppi ed assegnare un Auror esperto che insegnasse ai ragazzi un po’ le basi. Non vorrei essere nel gruppo di Moody. Mai.”

“Ci sei stato.”

“Vent’anni fa. E mi basta. È troppo…”

“Rigido? Severo?”

“Non ne hai idea. È un genio, ma vede pericoli ovunque ed è troppo rigido. Non vorrei che Harry capitasse nel suo gruppo.”

“Papino protettivo.”

“Zitta, tu!”

“In ogni caso, vedi di non mettere Harry in imbarazzo.”

“Dove? Al Ministero?”

“No, qui. Per Ginny…”

“Oh, starò zitto! Sai che non lo farei!”

 

“Domani? Il 16 gennaio?”

“Già. Dovete venire al Ministero, secondo livello, Quartier Generale degli Auror e lì verrete divisi in gruppi ed assegnati ad un Auror che vi spiegherà il percorso.”spiegò Sirius, infilzando una patata.

“Spero che tu non finisca nel gruppo con Moody.”fece James.

“Perché?”

Harry passò lo sguardo da sua madre, suo padre e Sirius.

“Che ha che non va?”

“Tuo padre è terrorizzato da Malocchio. O meglio. Era.”rise Lily e James la fulminò con lo sguardo.

“Non ero terrorizzato!”

“Ma se hai fatto un balzo quando ha urlato “Vigilanza Costante”! Ahahahahaha!”

“Non è vero!”

“James…è vero.”

Anche Lily s’unì alle risa e Keira soffocò quasi nel suo piatto, il viso poggiato sul tavolo.

“Ma che Gryffindor sei? Ti fai spaventare da Malocchio? Ahahahah!”

Harry vide suo padre arrossire.

“Beh, Malocchio è un po’ spaventoso a volta, ma…James! Ahahaha!”

James spinse la sedia di Sirius a terra, facendolo ruzzolare sul pavimento, ma Sirius non smise neanche in quel momento di ridere.

“Oh, Merlino! James, sei uno stronzo!”e continuò a ridere.

“Ok, basta! Finitela! Harry, vuoi che ti accompagniamo?”

Harry era l’unico che non era scoppiato a ridere, per non imbarazzare James, anche se trovava la cosa molto divertente.

“No, vado con Ron, Hermione e Neville. È alle 10, vero?”

“Sì. 10.”

“Oh, andiamo, Jamie! Non prendertela per la faccenda di Malocchio..”disse Keira.

“VIGILANZA COSTANTE!”urlò Sirius d’un tratto e tutti sobbalzarono.

“Accidenti! Volevo che saltasse dalla sedia solo James!”

“Sir…”

“Sì, caro?”fece lui, angelico.

“Corri!”

 

Harry si guardava intorno. Il Quartier Generale degli Auror occupava quasi un intero piano e c’era stato altre volte per trovare Sirius e suo padre.

Ma ora lui, Ron ed Hermione e circa una trentina di ragazzi, si stavano guardando intorno come spauriti.

Cosa dovevano fare?

Harry riconobbe nel gruppo Dean Thomas, Seamus Finnigan, Alicia Spinnet, Katie Bell, Hannah Abbott e molti ragazzi che conosceva.

“Siete del corso Auror? I nuovi allievi? Dovete andare nella stanza 117, in fondo a corridoio.”

Una voce burbera, appartenente ad un uomo sulla sessantina, indicò loro la stanza.

Era come la stanza che usavano per le esercitazioni dell’ES, durante il loro quinto anno.

Spaziosa, luminosa, piena di libri, puff morbidi…

Ma dov’era l’Auror del loro gruppo?

 

“Secondo me, Nortinghton è impazzito! Che ci dovrei fare io con dei ragazzini?”

“Evitare che si uccidano a vicenda?”

James guardò Sirius che rise.

“Prongs, sono ragazzini! Devi solo dire loro cosa significa essere Auror, spiegare un po’ il corso ed i duelli. È facile.”

“Parli facile tu! Nessuno ti ha assegnato un gruppo da gestire!”esclamò. “Saggiamente, aggiungerei!”

“Ehi! Sono scalmanato quanto te, idiota.”

“Sì, certo…la 117 è questa.”

James aprì la porta ritrovandosi addosso 30 paia di occhi.

“Immagina che sia una partita di Quidditch. Solo con molta meno gente.”bisbigliò Sirius, palesemente divertito all’imbarazzo dell’amico.

Harry sgranò gli occhi quando li vide entrare.

Anche loro erano Auror e non aveva proprio preventivato che potessero gestire loro il corso.

Sirius attraversò la stanza a grandi falcate, attirando gli sguardi di tutte le ragazze, adoranti.

Harry vide che anche Hermione gli lanciava un’occhiata e rise tra sé.

Sirius era il solito.

Solo allora Sirius s’accorse di lui.

“Ehi! Ciao, non credevo facessi parte di questo gruppo!”

Sirius gli sorrise, gli occhi che brillavano, prima di andare a sprofondare in un puff.

“Sei  tu il nostro “professore”?”

“No, lui è il tuo professore!”

Harry seguì lo sguardo di Sirius e vide suo padre, ancora sulla soglia.

“Salve, ragazzi.”

James sorrise al figlio, un po’ meno impacciato ora, ed a Ron, Hermione e Neville.

Trenta paia di occhi lo fissavano e si levarono mormorii.

Parecchi guardavano lui e Sirius.

Probabilmente perché era diffusa la loro vicenda di Resuscitati.

James sospirò tra sé.

“Mi hanno assegnato al vostro gruppo ed il mio compito è quello di istruirvi sul lavoro degli Auror. Sapete già, immagino, cosa fanno esattamente gli Auror, cioè combattere i Maghi oscuri ed i loro seguaci. Il corso degli Auror è molto rigido e tende a selezionare coloro che sono in grado di combattere nel migliore dei modi, in situazioni rischiose.

Ci saranno vari test per verificare la vostra bravura sul campo, la capacità di camuffarvi, di combattere e perfino di uccidere.

Infatti, gli Auror nel peggiore dei casi, sono chiamati ad usare anche l’Avada Kedavra per difendere sé stessi e chi sta loro accanto. È una precauzione necessaria.”

A James balenò in mente il pomeriggio in cui due Mangiamorte stavano per uccidere Harry e lui li aveva uccisi, senza pensarci, così pieno di rabbia ed odio.

Non avrebbe voluto sentire mai più una sensazione così sgradevole, anche se l’aveva fatto per proteggere il figlio.

“Chi è qui ha almeno 5 M.A.G.O. Non serve solo lo studio, ma bisogna saper combattere, difendersi, anche dalle Maledizioni Senza Perdono. Perché i vostri nemici mireranno ad uccidervi.”

Sirius era colpito dal discorso del fratello.

E meno male che era a disagio cinque minuti fa!

“La maggior parte di loro lo saprà già, probabilmente. Chi s’è trovato ad affrontare i Mangiamorte durante l’ultima battaglia, quella di Hogwarts saprà di cosa sono capaci. Ed anche se il Ministero sta dando la caccia ai pochi rimasti, voi dovete sapervi difendere. Ok, chi mi sa dire se è possibile contrastare almeno una delle Maledizioni Senza Perdono?”

Una voce di una ragazza si levò.

Era Alicia Spinnet.

“Sì. La maledizione Imperius. Ci vuole una grande forza di volontà per farlo.”

“Esattamente, signorina…”

“Spinnet.”

“Signorina Spinnet.”

Harry vide Alicia arrossire quando James si congratulò con lei.

Possibile che suo padre e Sirius erano in grado di riscuotere successo anche se sposati e con figli?

“Chi di voi è stato, sfortunatamente, sottoposto alla Maledizione Imperius? So che qualche anno fa ad Hogwarts s’è introdotto un Mangiamorte che s’è finto l’Auror Moody e che l’ha provata su alcuni di voi. Chi è stato in grado di contrastarla?”

“Io.”disse Harry e si rese conto di essere stato l’unico a parlare.

Maledisse il silenzio che s’era creato, perché, davvero, voleva soltanto non essere al centro dell’attenzione, per una volta soltanto.

Gli occhi color nocciola di James scrutarono il figlio, come per tranquillizzarlo ed Harry si calmò quasi subito.

James aveva questo potere.

Riusciva sempre ad infondere allegria e tranquillità.

“D’accordo. Solo Harry. Speriamo di non trovarci in una situazione simile, allora.”

Si levarono delle risatine.

“Voglio che vi dividiate a gruppi e proviate a duellare su di voi. Niente incantesimi pericolosi come Incendio, Reducto, o Sectumsempra e se dovete schiantare qualcuno, ci sono i puff appositi.”

Sirius nel sentire ciò s’alzò e raggiunse James, nel timore che qualche ragazzo volasse contro di lui.

“E tu che dicevi che non te la saresti cavata!”ridacchiò Sirius, posando un braccio sulla spalla dell’amico.

I ragazzi si stavano disponendo a coppie e James vide Harry duellare con Hermione, mentre Ron lo faceva con Neville.

“E’ davvero bravo.”mormorò James, notando il figlio duellare.

Ron era visibilmente in difficoltà e dopo circa 2 minuti la sua bacchetta volò nelle mani di Harry, che sorrise, prima di restituirgliela.

“Ammettilo! James ti ha dato lezioni private!”fece Ron.

“No. Davvero no. Sta cercando di tenermi fuori dai…” Harry schivò uno Schiantesimo “…guai.”concluse.

“Non m’aspettavo che fosse lui il nostro Auror.”

Harry annuì.

Neanche lui.

“Signor…”

Una ragazza s’avvicinò a James, esitante.

Sirius vide che era rossa in viso e soffocò una risata.

“Potter. Dimmi.”fece James, non accorgendosi di nulla.

“Avremo sempre lei come insegnante, vero?”disse lei, facendo gli occhioni.

“Sì. Perché?”

“No, curiosità. Torno dalla mia partner.”

Ed ammiccò.

“Amico, hai fatto centro!”

E Sirius s’appoggiò al muro, ululando dalle risate.

“Ma cosa…”

“Jamie, tutte le ragazze ti guardano con aria adorante. Ci guardano, direi. Ho riscosso molto successo anche io! Ahahaha!”

“Sono sposato, Pad.”

“Già, ma ti sbavano dietro comunque! Complimenti!”

“Idiota! Non è vero!”

Sirius lo fece voltare verso la folla e James notò che, effettivamente, parecchie ragazze guardavano nella loro direzione.

“Vorranno sapere…”

“Se sei single.”concluse per lui Sirius e riprese a ridere, beccandosi uno scappellotto da James.

 

“Sempre in mostra. Anche con l’Auror.”

“Non lo sopporto.”

“Neanche io.”

“Secondo me, merita una lezione. Non è l’unico che vuole diventare Auror e non può già fare il lecchino.”

Harry non udì questa conversazione, prima di trovarsi a duellare con due ragazzi che non aveva mai visto, dagli occhi scuri e molto simili.

L’attaccarono con ferocia, quasi avesse fatto loro un torto personale e fu costretto ad indietreggiare.

“Sei solo uno sbruffone!”

“Cos…”

Non ebbe il tempo di finire la frase perché si ritrovò la bocca piena di…acqua?

Ma che incantesimo era quello?

Tossì, cadendo in ginocchio.

Non riusciva a liberarsi dall’acqua, perché più ne sputava più la sentiva in gola.

Non ebbe neanche il tempo di reagire che uno dei suoi aggressori l’aggredì alle spalle e lo scagliò lontano contro il muro.

Sbatté dolorosamente contro di esso e gemette, cadendo su un fianco.

 

Nel momento in cui sentì il tonfo, James si voltò di scatto.

Harry giaceva sul pavimento e tossiva, incontrollato.

“HARRY!”esclamò, preso dal panico.

Corse verso il figlio e si chinò su di lui, vedendo che aveva gli occhi chiusi e stava visibilmente…annegando?

Stava sputando acqua e tossicchiava…

“Finite Incantatem!”disse ed Harry sentì i polmoni liberarsi ed un fiotto di aria calda, asciugargli i vestiti.

Quando riaprì gli occhi incrociò quelli nocciola del padre.

“Mi hai fatto prendere un accidente.”annunciò James. “Stai bene?”

“Quegli idioti!”

Harry fece per alzarsi, ma sentì la presa di James farsi stretta sulle sue braccia.

“Chi è stato?”

La voce di suo padre suonava pericolosamente minacciosa ed Harry vide tutti immobilizzarsi e smettere di combattere.

“Chi è stato? Per essere Auror vi dovete fidare l’uno dell’altro, perché spesso avrete partner nelle missioni. Non credo sia certo molto maturo fare un incantesimo del genere ad un vostro compagno. Potevate veramente ucciderlo, dannazione!

Almeno abbiate il fegato di dirmi chi è stato.”

Cadde il silenzio più acuto, poi due ragazzi dai capelli scuri ed anonimi si fecero avanti.

“Bene. Seguitemi dal capo sezione. Sirius, controlla tu qui.”

 

“E cos’è successo?”

“Beh, Kingsley ha detto che James li voleva spedire ad Azkaban per aver toccato Harry.”

Sirius si servì di un’altra porzione di patate.

Lily lo guardò, incredula, mentre Harry alzava gli occhi al cielo.

“E’ esagerato.”

“Sì, lo sono. Ma tu stavi annegando. Sulla terraferma.”sottolineò James, sottraendo bruscamente il piatto di patate dalla mano di Sirius.

Era visibilmente nervoso.

Sirius non ribatté nemmeno.

“E come li hanno puniti?”

“Non ne ho idea. Li ho lasciati a Nortinghton.”

“Tornando a questioni più allegre, tutte le ragazze mangiavano papà e Sirius con gli occhi.”

Keira per poco non si strozzò con l’arrosto.

“C-cosa? E tu che ci facevi lì? Non era la classe di James?”

“Ehi, mica siamo ad Hogwarts! E comunque ero lì perché James era intimorito da una trentina di ragazzini!”rispose Sirius e James arrossì.

“Comunque, me n’ero accorto anche io.”ammise Harry.

“Già ed io credo che qualcuno ce l’abbia con te. Perché ti sei scontrato con quei ragazzi?”domandò James.

“Non ne ho idea.”

“D’accordo. Comunque, tieni gli occhi ben aperti. Scommetto che in parecchi saranno gelosi di te.”

Gelosi?

Harry guardò il padre, senza capire.

“Gelosi?”

“Harry, andiamo! È la prima ed unica volta che lo dico, ma dovresti prendere un po’ della superbia di tuo padre.”disse Keira e James la fissò, offeso.

“Io non sono superbo.”

“Avevi un ego smisurato, Potter.”rise lei.

“Avevo. E…”

“Qual è il punto?”li interruppe Harry, guardando la giovane donna.

Lei lo guardò dolcemente.

“Sei un mago brillante e capace. Sei in grado di duellare, hai sconfitto Voldemort e sei davvero bravo in tutto. Credi che non ci sia nessuno ad invidiarti?”

“Io voglio essere solo lasciato in pace.”

“James, grazie a Dio ha preso il carattere da Lily!”

“Ehi!”protestò di nuovo James. “Stasera ce l’hai con me?”

“Ormoni, tesoro.”commentò Keira ed Harry rise.

Davvero lo invidiavano?

Keira era convinta di sì ed Harry si ritrovò a crederle.

“Sta attento, tesoro.”disse Lily, semplicemente ed Harry abbozzò un sorriso.

“Come sempre. Ormai sono abituato alle minacce varie.”

Lily guardò James.

“Mi sento più tranquilla, se sei il suo “insegnante” Auror.”

James ammiccò ad Harry e sorrise a Lily.

 

Harry, Ron ed Hermione si resero ben presto conto che James Potter era davvero bravo come insegnante.

Riusciva a attirare l’attenzione su di sé, spiegava semplicemente, li aiutava nei duelli…

Sirius aveva preso l’abitudine di stare con loro, quando non aveva altri impegni al lavoro ed osservava divertito l’amico che insegnava.

Il Ministero li spingeva ad allenarsi soprattutto con duelli ed incantesimi, prima di passare a prove ad ostacoli, camuffamenti e roba del genere e James passò le prime tre settimane ad insegnare loro a combattere, per poi passare all’uso assoluto di incantesimi non verbali.

“Ci sono maghi in grado anche di usare la magia senza bacchetta. Non come i bambini che si lasciano guidare dalle loro emozioni, ma deliberatamente riescono a fare incantesimi anche senza l’uso di questa…”ed indicò la bacchetta.

“Ora non mi aspetto certo che voi sappiate farli, perché è magia avanzata, veramente avanzata per ragazzi della vostra età. Ci vuole parecchio esercizio e concentrazione, ma è un modo per difendersi in caso vi disarmassero. Chi di voi ne è in grado?”

Nessuno alzò la mano.

“Ehi, Potter.”bisbigliò uno alle spalle di Harry. “Come mai non ti fai avanti? Pensavo che fossi il tipo che ama mettersi in mostra.”

Harry l’ignorò.

Era da un po’ che lo provocavano in quel modo, ma la cosa migliore, a detta di Hermione, era di ignorarli.

Ron, invece, gli consigliava di prenderli a pugni.

Robertson era quello che l’infastidiva di più.

S’era messo in testa di dargli il tormento ogni volta che poteva ed Harry di schiantarlo ogni volta che duellavano.

Gli ricordava tantissimo Malfoy.

“D’accordo. Va bene, comunque. L’ultima volta ho detto che ci saremmo allenati con incantesimi non verbali. E non verbali non significa bisbigliare a bassa voce, come ho visto l’ultima volta. Non dovete parlare. Dovete visualizzare l’incantesimo ed il suo effetto nella vostra mente e lanciarlo. È un ottimo modo per cogliere di sorpresa il vostro avversario…a meno che non sia un Legilimens e dubito che qualcuno di voi lo sia. Giusto?”

Tutti scossero il capo.

Hermione aveva preteso che loro s’allenassero con gli incantesimi verbali, e dopo i primi momenti, in cui Ron diventava rossissimo per la concentrazione, erano riusciti bene a maneggiarli.

Sirius, d’altro canto, osservava come se la cavavano seduto, o meglio, sprofondato, su una poltrona, accanto a James.

“Sei di parte, vero?”fece Sirius d’un tratto.

“Con chi?”

Sirius inarcò le sopracciglia, sarcastico.

“Indovina?”

“Harry? No, sono obiettivo. È davvero in gamba.”

“E tu sei fiero di lui.”

“Anche tu.”

“Ovvio, ma io non gli faccio i complimenti durante il corso.”

James stavolta guardò il fratello.

Che voleva dire?

“Che intendi? Faccio i complimenti anche agli altri ragazzi. Hermione, ad esempio, Patterson, Nol…”

“Lo so, ma credo…”

“Lo metto in imbarazzo, secondo te?”

“No, ma credo che gli altri ragazzi, quelli più idioti, pensino che tu lo faccia, solo perché è tuo figlio e basta,”

“E’ ridicolo.”

“Tu adori Harry.”

“E’ normale. Come tu adori Ermenegilda.”

“Oh, piantala! Mia figlia non si chiamerà mai così!”

James rise, di fronte alla sua faccia sconvolta.

“D’accordo. Eviterò di esagerare con i complimenti, ok? Mi limiterò a pacche sulla spalla.

Cambiando argomento, tu e Keira quando vi sposate? Perché non l’avete detto ancora a nessuno?”

Sirius scrollò le spalle.

Stava succedendo tutto troppo in fretta e non sapeva bene come organizzarsi.

“Non lo so. Non sappiamo neanche la data, né se farlo prima o dopo la nascita della bambina.”

 

“Guardala, guardala! Si muove! Non è bellissima?”stava gridando Keira, afferrando il braccio di Sirius.

Era ormai al sesto mese ed aveva trascinato Sirius e la famiglia Potter a vedere l’ecografia.

“E’ quella lì? Non sembra una bambina! Sembra più un alieno…”commentò Sirius, beccandosi un pugno da Keira, sul braccio.

“Idiota!”

“Dai, amore! Scherz…”

“Chiama Lily! Lei sì che capisce!”strillò Keira e Sirius uscì di corsa dalla stanza, ridendo.

“Ti vuole Keira.”mormorò a Lily.

“Non prendertela. Anche io vedevo un alieno quando Lily mi ha mostrato l’ecografia di Harry.”

“Ehi! Guarda che sono qui!”protestò Harry e James e Sirius risero.

“Siete odiosi.”

James si sedette accanto a lui e gli cinse le spalle con un braccio.

“Quando vedrai l’ecografia lo dirai anche tu. Credo che solo le donne riescano a vedere il loro bambino. Dev’essere un loro speciale dono.”

Sirius rise, con la sua risata abbaiata.

Stava sorridendo.

Nonostante non riuscisse a vedere bene sua figlia, quella sullo schermo era lei.

Era la bambina che sarebbe nata tra 3 mesi ed era sua, o meglio, loro.

“Ecco, ora si commuove. Vuoi un fazzoletto, Padfoot?”

“Sta’ zitto! Quando è stato il tuo di turno, piangevi come una fontana!”

“Davvero?”chiese Harry.

“No!”

James guardò prima il figlio e poi fulminò con lo sguardo l’amico.

Sirius si sporse verso di Harry.

“Oh, sì! Sembrava una femminuccia!”

“Sirius, zitto!”

“Aspetta…”

Sirius frugò nelle tasche di James, cogliendolo di sorpresa ed estrasse il suo portafoglio.

“Guarda qui!”

“Sirius, posa quel cavolo di portafoglio!”

Sirius estrasse una foto di una radiografia e la tese ad Harry.

“Questo qui sei tu a…”controllò dietro e lesse “Harry al quinto mese di gravidanza di Lily.”

Harry guardò l’ecografia.

Effettivamente, l’esserino sulla foto non sembrava proprio un bambino.

“Non sembra un bambino. Non sembro io.”

“Già. Ti mancano i capelli sparati in tutte le direzioni che sono il marchio di fabbrica Potter. Guarda questa, invece…”

Sirius gli tese una foto.

Raffigurava i suoi genitori, giovanissimi.

Sua madre era in un letto d’ospedale e teneva in braccio un bambino, lui, i capelli rossi arruffati ed il viso sorridente, mentre James le cingeva le spalle e guardava con amore sia lei che il figlio.

“E’ il giorno della tua nascita.”spiegò James, sbirciando la fotografia.

“E questa qui raffigura te a…quanti erano, Sir? Sei o sette mesi?”

“Sei. Era dopo Natale.”

Harry si sentì leggero come un palloncino.

Suo padre era sempre stato un po’ sulle sue per quanto riguardava i sentimenti, ma aveva un portafoglio pieno di foto, sue, della mamma e di Sirius e Remus.

Vide la foto del matrimonio, la stessa che aveva anche lui e la foto che raffigurava la famiglia Potter al completo, con Sirius, scattata lo scorso Natale.

Harry sorrise.

Poi sentirono un tonfo ed una voce familiare.

“Tonks! Meno male che non avevi Teddy in braccio.”commentò Sirius, vedendo la cugina sdraiata per terra.

“Ah, ah, ah. Molto divertente…”

Sirius la tirò su e lei si spazzolò la veste da strega azzurra, in tinta con i capelli.

“Keira?”

“Lì.”

Sirius indicò la stanza.

“Ah, a proposito. Dumbledore ha chiesto a Remus di insegnare di nuovo ad Hogwarts.”disse lei, sorridendo, prima di sparire al di là della porta.

Sirius sbarrò gli occhi.

“Quel lupastro!”

Harry lo vide scomparire con un POP e poi ritornare con un Remus recalcitrante, con Teddy in braccio.

“Si può sapere cosa…oh, ciao ragazzi.”

“Dumbledore ti chiede di insegnare ad Hogwarts e tu non ci dici nulla?”esclamò Sirius. “Sei bandito dai Malandrini.”

Teddy ridacchiò ed agitò le manine verso Harry che lo prese in braccio.

Essendo un Metamorfomagus come la madre, anche lui cambiava spesso colore di occhi e capelli ed oggi li aveva di un tenue color rossiccio, con gli occhi chiari.

Teddy si sporse verso Harry e tentò di togliergli gli occhiali.

Harry rise, schivandolo e prese a giocherellare con lui.

“Me l’ha detto solo ieri.”si giustificò Remus.

“E’ una cosa grandiosa, Moony!”

James l’abbracciò.

“E tu dovevi dircelo subito!”

Anche Sirius s’unì all’abbraccio.

“I tuoi zii, soprattutto zio Sirius, sono un po’ pazzi, sai, Teddy?”fece Harry e Sirius lo fulminò con lo sguardo, facendolo ridere.

“SIRIUS!”

Sirius fece un balzo, guardo un attimo gli amici, poi corse dentro, preoccupato.

“Cosa c’è? Stai bene? Cosa…”

Keira teneva le mani sulle labbra e guardava lo schermo, come se non l’avesse mai visto prima, anche se questa era la terza ecografia.

Lily prese Tonks per un braccio e la tirò fuori, lasciando Sirius con Keira e la dottoressa.

“Che è successo?”

“S-sono d-due.”

“Cosa?”

Intervenne la dottoressa.

“Ci sono due feti. L’ecografia ci mostra che ce ne sono due. Sono due bambine. Prima non mostrava entrambe, perché la sorella era coperta dall’altra, ma ora si sono spostate e…guardi qui.”

Sirius guardò lo schermo e per la prima volta non pensò che fossero alieni o roba simile.

Sullo schermo c’erano due piccole bambine, due feti minuscoli, l’una di fronte all’altra.

“Io…”

Non riuscì a dire nulla.

Keira era senza parole.

 

“Sono due! Due! Due!”

“Sì, Sirius l’abbiamo capito.”

“Ed ora come farò? Dovremmo comprare una casa, arredare le stanze e…il matrimonio e…”

“Sirius, stai tranquillo. Ci penseremo noi a darti una mano.”

“Voi? Ed allora perché ve ne state seduti e tranquilli?”

“Rem, lo uccido io o lo fai tu?”

“Non possiamo ucciderlo, ricordi? Ora aspetta due bambine!”

E Sirius ricominciò a dare di matto.

Era al settimo cielo al pensiero di avere due bambine, due gemelle, da Keira.

Ma di colpo tutte le cose che doveva ancora fare prima della loro nascita stavano iniziando a pesare su di lui.

“James! Remus!”gridò, alla fine.

James s’alzò e gli posò una mano sulla spalla.

“Ok. Una cosa per volta. Io sono il tuo testimone e ti darò una mano. Prima di tutto vuoi trasferirti, vero? Tieni. Cerca qui.”

James gli tirò addosso un giornale.

“Vai su annunci immobiliari e tu e Keira scegliete la casa. Un passo alla volta.”

 

L’entusiasmo di Sirius e Keira finì per contagiare tutti.

Cercarono casa vicino a quella dei Potter per settimane, visitando immobili, confrontando distanze e prezzi e trascinando Lily e James in giro per la città.

Harry si divertiva a vederli così su di giri e finiva per passare molto tempo dai Weasley ad allenarsi per il corso Auror con Hermione, Ron e Neville, mentre i suoi giravano per case, coinvolgendo anche un recalcitrante Remus ed un’eccitata Tonks.

“Sirius è su di giri, vero?”

Molly porse ad Harry un piatto di biscotti ed Harry le sorrise, prendendone un paio.

“Sì. Lui e Keira passano i giorni a cercare casa ed indovinare nomi. Credo che se non ne sceglieranno due al più presto i miei si trasferiranno in un’altra casa.

Papà soprattutto.”

“Credo che avere Sirius nelle orecchie sia un trauma per tutti, soprattutto se lo deve sentire a casa ed al lavoro.”rise Ron, afferrando una manciata di biscotti.

“Remus ha detto che anche i miei facevano così per scegliere il mio nome. A quanto pare erano indecisi tra Charlie, Samuel e Harry.”

“Sam Potter!”

E Ron iniziò a ridere, accasciandosi sul divano, mentre Hermione lanciava ad Harry un’occhiata per dire “Ignoralo”.

“Comunque, Sirius e Keira mi hanno chiesto di fare una lista di nomi per aiutarli a decidere come chiamare le mie sorelline.”

“Le tue sorelline? Dice così?”

“Sì. Papà è lo zio James…in realtà lo chiama zio Jim o Jimmy, ma a mio padre non va giù e l’ultima volta l’ha quasi schiantato ed io sarei il fratello maggiore.

Ho la strana sensazione di far parte di una grande famiglia allargata.”

“E’ una bella sensazione, Harry caro?”chiese la signora Weasley.

“Sì, anche se s…”

“HARRY!”

Harry fece un balzo dalla sedia quando Sirius lo chiamò tramite lo specchio gemello.

“Ricordami perché lo porto sempre con me?”fece Harry, sarcastico. “Perché se vuoi farmi venire un infarto prima dei 30, ci stai riuscendo.”

“Vieni subito a casa.”

Sirius lo guardava ghignando.

“Che è successo?”

“Vieni, devo mostrarti una cosa. Vieni!”

“Ok, arrivo.”

Chiuse lo specchio.

“Devo andare. Padrino impazzito chiama.”

 

Keira alzò lo sguardo sulla villetta a due piani.

Era circondata da un grande giardino, un po’ incolto ed aveva bisogno di una bella tinteggiatura, ma era perfetta.

Sirius le cinse la vita e le posò una mano sul pancione, ormai evidente.

“E’ perfetta. Non credete anche voi?”

Keira guardò Lily, James, Remus, Tonks ed Harry sul prato.

“E non è neanche lontana dalla vostra.”

La casa che avevano scelto era quasi di fronte a quella dei Potter.

“Ci sarà un po’ di lavoro da fare, i mobili da scegliere, i muri da pitturare…ma vorrei che fosse pronta per la nascita delle bambine. Ci darete una mano?”

Tutti annuirono.

 

“Ma sei impazzito? James!”

Lily gridò, schizzata di vernice azzurra sul vestito.

“Ops!”mormorò il marito, nascondendo il pennello colpevole.

“Ops un corno!”

Lily lo schizzò sul viso, macchiandogli gli occhiali e facendogli ingoiare un po’ di vernice.

“Ops…”

“Questa me la paghi!”

Lily lanciò un urletto, prima di correre fuori dalla stanza, andare a sbattere contro Remus, mormorare qualche scusa e correre giù dalle scale.

James, macchiato di vernice verde pastello sul viso, le diede la caccia.

“LILY!”

“Ma cosa…”

Remus afferrò Harry per un braccio, prima che uno schizzo di vernice lo colpisse.

“Cosa fanno?”

“Litigano come due idioti e si lanciano vernice.”spiegò Keira, ridendo.

“Ah, roba normale allora.”

“Entra dentro, fa freddo.”

Keira lo pilotò dentro ed Harry ebbe appena il tempo di vedere suo padre scivolare sulla neve e Lily riempirgli di vernice blu i capelli.

Questa gliel’avrebbe fatta pagare cara…

La cucina era già stata pitturata di un beige chiaro ed erano stati portati tutti i mobili.

La casa era in piena preparazione.

Mancavano i mobili delle stanze al piano di sopra, qualche stanza andava tinteggiata, il giardino curato e Keira aveva sempre più progetti, ogni giorno di nuovi.

Sirius porse ad Harry una tazza di cioccolata calda, seduto a cavalcioni su una sedia ed intento a progettare la casa, guardandosi intorno.

Era passato un mese e mezzo da quando l’aveva comprata ed anche se viveva ancora dai Potter, passava molto tempo lì per aggiustare qualcosa ed apportare migliorie.

“Dobbiamo pensare ancora alla stanza delle bambine.”disse ed un sorriso spontaneo gli salì sul volto.

Sentiva uno strano sfarfallio nello stomaco al pensiero che sarebbe diventato padre di ben due bimbe.

“A quella ha detto che ci pensa la mamma.”disse Harry.

“Lily? Perché?”

“Vuole farvi una sorpresa. Io tengo la bocca chiusa, quindi non cercate di estorcermi nulla.”

Harry assunse l’aria più innocente possibile e bevve la sua cioccolata calda.

Dopo il gelo di fuori era l’ideale.

Sirius e Keira lo fissavano, curiosi.

“Oh, io non dirò nulla. Ho dato la mia parola di Malandrino.”

“Ma quella si può rompere se è un altro Malandrino a chiedertelo.”fece Sirius, invitante. “Andiamo, dimmi cos’ha in mente.”

“No.”

“Lascialo stare, Sirius. Sarà una sorpresa. Non ti piacciono le sorprese?”sorrise Keira.

“No.”brontolò lui ed Harry rise.

“Come va il corso Auror?”chiese Remus, entrando in quel momento in cucina.

Aveva il viso macchiato di vernice azzurro chiaro ed i capelli scompigliati, ma sorrideva e teneva Teddy per mano.

Il bimbo appena vide Harry sgambettò verso di lui, facendosi prendere in braccio.

“Così me lo vizi.”

“E’ il compito del padrino.”

Harry sorrise a Sirius che arrossì.

Mentre Teddy si beveva la cioccolata restante di Harry, Remus chiese:

“Allora, avete scelto i nomi?”

“Ti prego, non ricordarglielo!”

Harry posò il viso sul tavolo, esasperato.

Erano mesi che non facevano che parlare di quello e lui ed i suoi stavano per impazzire.

O per internare Sirius e Keira. Una delle due cose.

“No. Nessuna. O meglio, tante. Ma nessuna giusta.”

“Andromeda vi ha mandato questa.”

Remus tese a Sirius una lista ed Harry e Keira sbirciarono.

“Electra? Layla?”

“Voleva scegliere nomi eleganti. Almeno non ne ha proposti di bizzarri come il mio.”

Tonks apparve in quel momento in cucina, facendoli sobbalzare tutti.

“No? E Macrina? Isidea? Zuleica? Criseide?”

“Criseide Black non suona male.”lo prese in giro Harry.

“Tonks, adoro tua madre e lo sa, ma ha davvero un pessimo gusto con i nomi. Ringraziala comunque.”

Da fuori continuavano ad arrivare le grida e risate di James e Lily.

Dopo una buona mezz’ora entrarono, ricoperti di vernice.

I capelli di James erano sul blu e quelli di Lily erano rosa con ciocche rosse scuro.

“Gratta e netta.”fece Keira, sospirando e loro tornarono puliti.

“Peccato non avere avuto una macchina fotografica.”si lamentò Sirius e James lo fulminò con lo sguardo.

“Che stavate facendo?”

“Pensando ai nomi.”

Lily alzò gli occhi al cielo.

“Io non ci ho messo così tanto per scegliere quello di Harry. E neanche Tonks per Teddy.”

“C’era la guerra di mezzo. Ora abbiamo più tempo.”giustificò Sirius e tutti risero.

“Se continui ne scateno una io di guerra, Sir.”fece James, serafico, ma con affetto.

“Amy? Amy Black?”disse Harry d’un tratto. “O Katherine Black.”

Tutti lo guardarono.

“Suona bene.”

Remus.

“Di sicuro è meglio di Ninfadora.”

Sirius.

“Solo io posso insultare il mio nome. E poi che nome è Sirius?”

Tonks.

“Finitela. Mi piacciono. Bravo, Harry.”

Lily e Keira.

“Tesoro, non potevi pensarci mesi fa?”

James.

“Zitto, James!”

Lily.

“Ok, facciamo così. Ognuno di voi scriva i vostri nomi preferiti su un foglio. Li mischiamo e ne scegliamo due.”propose Keira.

“Allora. Pesco io!”

Sirius pescò il primo bigliettino da una ciotola.

“Amy. Il nome che ha scelto Harry. Amelia Black. Suona bene, mi piace.”

“Tocca me. Alexis o Katherine. Alexis Black. Katherine Black…mmm…meglio Alexis, tu che dici?”

Keira guardò Sirius, che annuì.

“Tue bambine con il nome che inizia con la A. Niente secondo nome?”chiese James.

Keira guardò Sirius.

“A me piacerebbe Lucrezia come secondo nome. Da dare ad una delle due. E poi Elizabeth.”

Sirius sorrise.

Lucrezia gli piaceva come nome ed anche Elizabeth.

“Amelia Lucrezia ed Alexis Elizabeth Black.”

Sorrisero e Sirius le prese la mano.

“Li adoro.”

Keira lo baciò prendendogli il viso tra le mani ed attirandolo a sé.

“Anche io. E dato che siete qui io e Sirius volevamo a Lily e Tonks di fare le madrine a Amy e Alexis Black. Ne abbiamo parlato prima con Remus e se fosse stato un maschietto avremmo scelto lui come padrino, ma dato che sono due femminucce…”

Lily e Tonks guardarono Keira, colte di sorpresa.

“Davvero?”

“Io?”

“Sì. Voi due.”

Keira prese le mani delle due donne e le strinse.

“Conosco Lily da una vita e quindi la scelta per lei è stata automatica. Ma anche se ti conosco da poco, Tonks, so che sarai una madrina fantastica come sei una madre meravigliosa. Ed anche se spero che non accada nulla né a me né a Sirius, voglio comunque affidarle alle vostre famiglie perché so che se ne prenderebbero cura, nel caso capitasse qualcosa.”

“Non accadrà nulla.”disse Harry, fermo e James si posò una mano sul braccio, sorridendo.

“Harry ha ragione. Ma saremmo felicissime di accettare.”disse Lily.

“E comunque sarete le mie damigelle/testimoni. Sirius, ne devi scegliere due anche tu, ora.”

“James e Remus.”

“Ok. Solo una cosa. Volete sposarvi prima o dopo la nascita?”chiese Remus.

“Prima.”fece Keira.

“Ma mancano meno di due mesi!”

“Lo so. Ed io sarò enorme! Ma voglio dedicarmi alle bambine e non pensare a nessun matrimonio almeno fino ai loro 18 anni, quindi meglio prima.”

Tutti risero.

“Ci sarà un sacco da fare!”sospirò James, accasciandosi sulla sedia.

“Per esempio dirlo anche agli altri, che vi volete sposare!”aggiunse, poi.




Spazio autrice:
Allora prima di tutto volevo ringraziare danyazzurra, brando, bulmettina e MartuZZa97 per aver commentato il precedente capitolo!
Ora premetto che non so un accidenti di come si svolta il Corso Auror e ho immaginato che potesse iniziare così.
Ho inserito molte novità nella storia, soprattutto vi avevo detto di far attenzione ai numeri e qui viene rivelato il perché. Spero che i nomi vi piacciano, ho attraversato un travaglio artistico per sceglierli e sono abbastanza soddisfatta.
Ma mi piacerebbe sentire come le avreste chiamate voi, le gemelline Black.
Ora la mia storia sta giungendo al termine e manca davvero poco alla fine. Continuate a seguirmi!
Un bacione!




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Capitolo 40
*** Preparativi, paure ed abiti da sposa ***


“Abbiamo organizzato questa cena perché…”

“Keira adora mangiare ed ora lo deve fare per tre?”

“James, zitto!”rimbeccò lei.

“Keira ed io vogliamo fare un annuncio.”concluse Sirius.

Keira mostrò l’anello ai convitati, anello che non aveva portato spesso per timore di rovinarlo o perderlo e tutti trattennero il fiato.

“Sirius mi ha chiesto di sposarlo.”annunciò, quasi gridando dalla felicità.

“O Mio Dio! È una notizia splendida, mia cara!”

Molly abbracciò Keira stretta, che arrossì.

Aveva i capelli sciolti mossi sulla schiena ed era radiosa, sorridendo a tutti.

“Congratulazioni!”

“Quando?”

“Complimenti, ragazzi!”

Sirius sorrise compiaciuto.

“A dir la verità, gliel’avevo chiesto a Natale, ma tra il suo nuovo album, il corso Auror dove do una mano, la casa nuova e le bambine…non ci abbiamo pensato molto.”

Infatti, quella era la prima cena che organizzavano nella nuova casa.

Tutto era stato sistemato, tranne la camera delle bambine che Lily sigillava con la magia ogni giorno per impedire a Sirius e Keira di vedere cosa stava facendo.

“Ma io mi voglio sposare prima della nascita delle bambine e prima che diventi una mongolfiera…James, zitto!, quindi abbiamo fissato la data per il 16 aprile.

Abbiamo già prenotato la chiesa e stiamo facendo la lista degli invitati, anche se dobbiamo trovare alcuni nostri compagni di scuola.

Lily s’è offerta di pensare ai fiori ed al menù, tanto conosce me e Sirius benissimo.

E poi cosa manca…”

“Keira, calmati. È tutto sotto controllo. Domani andiamo a vedere gli abiti e…”iniziò Lily, ma Keira gridò.

“L’abito! Come faccio ad indossarlo?”

Tutti la guardarono.

“Ehm…infilandotelo?”disse Fred e Keira lo fulminò con lo sguardo.

“Sono una mongolfiera!”

“Tesoro, sei incinta. Di due gemelle. È normale che tu ti senta…grossa.”disse Lily, usando le parole giuste.

“E come farò a scegliere l’abito adatto?”

“Ti aiuteremo io, Molly e Tonks. Ed Hermione e Ginny. Le ragazze.

Su, non farti prendere dal panico.”

“Ma ci sono un sacco di cose da organizzare! Come facciamo?”

“Sicura di non voler sposarti dopo?”

“No.”

“Allora, ce la faremo.”

“Parli facile tu. È da quando che ti sei innamorata di James che progetti il matrimonio.”

Lily arrossì.

“Davvero?”

James si sporse verso di lei, curioso, un sorriso a trentadue denti.

“Già, poi ti ha conosciuto meglio ed ha capito che il principe azzurro non esisteva…decisamente no!”rispose Keira e James le fece la linguaccia.

 

Severus Piton fissò, incredulo l’invito a nozze.

Di certo non se l’aspettava.

Black si sposava e con la sua fidanzata di Gerlos, quella Keira.

E di certo non immaginava che avrebbe invitato lui ed Ashley.

Ed invece l’invito era lì, nero su bianco.

“Dovresti essere felice.”

Ashley uscì dal bagno, avvolta nell’accappatoio e lo guardò, fissando prima il biglietto e poi lui.

Era da circa due mesi che vivevano insieme, loro due.

Piton non credeva che, dopo Lily, sarebbe mai riuscito a provare un sentimento simile per qualcuno.

Ma Ashley era…indescrivibile.

Era il suo opposto, in tutto.

Era esuberante, colorata, sfacciata, ridente e riusciva sempre a mettergli il buonumore.

La ragazza scelse quel momento per scoccargli un bacio sulla guancia, facendolo avvampare.

Ancora doveva abituarsi ai suoi slanci d’affetto.

“E’ strano.”

“Lui e James si comportano bene, no? Cosa c’è di strano? Cercano di sistemare tutto. È questo il significato di una seconda occasione, vero?”

Aveva ragione, maledettamente ragione.

Doveva concedere loro almeno quello.

“So che non saranno mai i tuoi migliori amici, ma sono a posto secondo me.

E Lily è deliziosa. Ed anche Harry. Non capisco perché non ti stia simpatico.”

“E’ identico a James.”borbottò lui, non soffermandosi a dire che non era vero che non gli fosse simpatico.

Solo…non ci andava d’accordo perché gli ricordava moltissimo James, anche se Harry aveva un carattere molto diverso da quello del padre e se ne stava accorgendo solo di recente.

“Assomiglia anche molto a Lily.”disse Ashley, saggiamente. “Comunque, ci andiamo, vero? Sì che ci andiamo! E devo comprare l’abito. Ed anche tu, basta con il nero, mi sembri un becchino. Oh, sarà magnifico. Un matrimonio! Che bello! E…”

Piton ascoltò il suo cicaleccio, sorridendole.

Era una vera forza della natura.

Fortunatamente sapeva come zittirla.

La prese per un braccio e la baciò sulle labbra e lei soffocò il suo sproloquio, rispondendo al bacio dell’uomo taciturno e misterioso che amava tanto.

 

“Jane Caville, giusto? Se è sposata, ora non porterà più il suo cognome da nubile  sbaglio?”

“No, ha detto di aver tenuto il suo. John, se c’è una persona in grado di rintracciare lei ed il marito, sei tu.”

“Certo, cara!”

“Grazie, ti devo un favore.”

Keira riattaccò il telefono e sorrise.

“Quello chi era? Un cacciatore di teste?”chiese Sirius, mangiando il suo bacon.

“Un investigatore privato. Non ho nulla che possa condurmi a Jane e la voglio al mio matrimonio. Dopotutto…implicitamente, è stata lei che ci ha fatto incontrare.

E poi Mike è stato il mio migliore amico quando frequentavo Gerlos.”

“Non vedo l’ora di rivedere Jane.”

Lily sorrise.

“Credo che sia meglio prepararla a…te.”

Keira guardò Lily che beveva tranquillamente il suo succo di frutta.

“Perché?”

“Sei morta, cara.”disse James, semplicemente ed ad Harry venne da ridere per quell’affermazione.

Era decisamente una conversazione irreale, quella.

“Ah, già.”

“Come fai a scordartelo, scusa?”chiese Sirius.

Lily scrollò le spalle.

“Non ci penso tutto il tempo. So che sono morta, ma ora sono viva, no?”

Ed ora la conversazione aveva raggiunto i limiti della follia ed Harry lo capì dallo sguardo Keira che inarcò un sopracciglio, rinunciando a capirci qualcosa.

“Comunque, sa che sei morta con James. Non so cosa sappia di Sirius, se sa che è morto o lo ritiene ancora colpevole della vostra morte…”

“Adoro quando mi prendono per un pazzo assassino.”ridacchiò Sirius e rubò un pezzo di salsiccia dal piatto di James che si premurò di infilzarlo con la forchetta.

“Con voi è impossibile fare un discorso serio.”

Keira alzò gli occhi al cielo e riprese a mangiare, mentre James e Sirius giocavano ad infilzarsi con la forchetta a vicenda.

 

“Prova questo. È bellissimo.”

“Questo qui ti sta d’incanto, cara.”

“A me piace questo, guarda.”

Keira guardò gli abiti che Lily e Tonks gli avevano portato, mentre la signora Weasley era seduta a dare consigli.

Erano da circa due ore nel negozio di abiti da sposa, babbani, e lei s’era provata tipo una ventina di capi, ma nessuno la convinceva del tutto.

“Ragazze, non ne ho idea.”

S’osservò il pancione e sospirò.

“Dovevo decidermi prima a sposarmi.”

“Tesoro, aspetti due gemelle. È normale che il pancione sia così. Sarebbe strano il contrario.”disse Tonks, allegramente.

Quel giorno aveva i capelli rosa shocking ed era molto su di giri per quell’uscita tra ragazze.

“Non ne trovo nessuno adatto! E ci sono un sacco di cose cui pensare! Il dolce, gli inviti, i fiori…”

“Ci pensiamo noi. Tu non devi stressarti.”disse la signora Weasley, prendendole le mani e stringendogliele con fare rassicurante.

“Ok e l’abito?”

“Lo troveremo, d’accordo? Calmati.”

Lily le mise un braccio attorno alle spalle.

“Tieni, prova questo.”

Prese un abito lungo color avorio con le maniche di pizzo ed il corpetto decorato con piccoli fiori argentati.

Keira lo guardò e sentì di colpo le bambine scalciare, tutte e due.

“Direi che loro apprezzano.”commentò, indicando il pancione.

 

“Assaggia questa.”

“Mmm…buona. Mi piace di più dell’altra.”

“Ok, allora la segno.”disse la signorina.

“Aspetta, ma non c’è quella con panna e pinoli?”

“James, mi stai aiutando a scegliere la torta o stai solo mangiando?”

“Caro, non fare così! La troveremo la torta! Lo scusi, è stressato per il matrimonio…”disse con fare sornione, appoggiando un gomito sul tavolino ed ammiccando alla commessa che sorrise.

Sirius arrossì fino alla punta dei capelli, quando James alzò la voce su “caro” ed un’altra commessa del negozio di dolci li guardò.

“James, dobbiamo scegliere la torta, altrimenti mia moglie ti uccide.”disse, specificando che non erano loro la coppia in questione.

Ma non funzionò, dato che James disse:

“Non chiamarla “moglie”! Hai divorziato da lei ed ora è me che devi sposare!”

Sirius badò da non sbattersi una mano sulla fronte.

Sarebbe stato solo ridicolo ed avrebbe dato a James un’occasione in più per scherzare.

“REMUS!”

L’uomo in questione s’avvicinò, ridendo.

“Scusa, vi volevo lasciare al vostro litigio da coppia.”

“Anche tu? Finitela, tutti e due. Dov’è Harry?”

“Nostro figlio è con Ron ed Hermione. Ron è rimasto affascinato dai videogames.”fece James, calcando su “nostro” e Sirius sbuffò.

Ma la voleva finire con quella storia?

Gli rivolse uno sguardo minaccioso, ma l’occhiata malandrina che James gli rivolse fu tutt’altro che tranquillizzante.

 

“Amo questi affari babbani! Ho vinto? Ho vinto?”

“Sì, Ron. Devi solo premere qui e puntarlo contro gli alieni. È semplice.”ridacchiò Harry.

“Non capisco come ti facciano a piacere questi così.”sbuffò Hermione.

Erano nella sala giochi da mezz’ora ormai e Ron s’era appassionato a quel gioco, finendo tutte le monete babbane di Hermione.

 “Beh, volevi stare con Keira, Lily, Tonks e mia madre a vedere abiti da sposa?”

“Sì. Dove sono?”

Hermione s’illuminò e Ron avvampò.

Abiti da sposa?

Ma cosa…

“Da Betty’s, il negozio all’angolo.”disse Harry, guardando, divertito, la faccia di Ron.

“V-vestiti d-da sposa?”balbettò quando Hermione praticamente fuggì dalla sala dei giochi.

Adorava Harry e Ron, ma ci voleva un tocco femminile di tanto in tanto.

“Tranquillo, Ron. Non credo voglia sposarsi. Non ora.”

Harry gli batté una mano sulla spalla.

“E se mia sorella ti dicesse “vado a vedere gli abiti da sposa”?”

Harry rise di fronte all’espressione di Ron.

“Le direi di aspettare che io diventi un Auror e che sono troppo giovane per sposarmi.”ammise, anche se immaginò Ginny bellissima nel suo abito da sposa bianco ed arrossì.

“E poi chi li sente i tuoi.”aggiunse.

“Credimi, mia madre ti lancerebbe Ginny tra le braccia! Il problema sono i genitori di Hermione.”

“Oh, andiamo non è andata tanto male! Vi siete visti solo una volta!”

“Ed io ho balbettato tutto il tempo.”

“Hermione mi ha detto che l’hai fatto solo quando ti sei presentato e quando ti hanno chiesto di Hogwarts e dei progetti per il futuro. Il resto è andato bene, no?

E lei dice che sei stato…tenero.”

Harry rise e Ron arrossì ancora di più.

“Zitto, scemo!”

“Comunque, Hermione a ragione a dire che questo è un gioco idiota!”

Harry prese Ron per un braccio e lo trascinò fuori.

Ron non era mai stato in una via babbana e si guardava intorno, indicando tutto ed esclamando ad alta voce.

Ma ora ne aveva abbastanza.

Se Ron avesse urlato di nuovo indicano il telefono, sarebbe impazzito.

“Voglio il divorzio!”esclamò una voce a lui familiare.

Si voltò per vedere Sirius, Remus e James uscire dal negozio di torte.

Suo padre stava ridendo come un matto, Remus cercava di darsi un contegno e Sirius aveva l’aria di voler schiantare qualcuno.

E quel qualcuno era James che ora si stava reggendo al muro, le lacrime agli occhi dal ridere.

Possibile che non riuscissero ad uscire senza attirare l’attenzione di tutti?

Infatti, molti guardavano James e Sirius che aveva annunciato il suo divorzio.

“Da chi vuoi divorziare?”

Ron s’avvicinò al gruppo.

A quella domanda la risata di James si trasformò in ululato e Remus fu costretto a tappargli la bocca.

“Zitto, idiota! Ci guardano tutti!”

“E’-è…è S-Sirius…ahahahah”

“E’ impazzito?”chiese Harry con calma, indicando il padre.

Ormai era abituato ai Malandrini.

“Sì. Assolutamente.”rise Remus, che si stava facendo coinvolgere dalla risata di James.

“Cos’è successo?”

“E’ successo che quel cretino di tuo padre ha fatto credere alla commessa babbana del negozio che io e lui ci stavamo per sposare!”sbottò Sirius ed a quella affermazione James perse ogni dignità e s’accasciò sul marciapiede.

Harry soffocò una risata, mentre Ron li guardava, incredulo.

“E’…succede sempre così a casa tua?”chiese ad Harry che rideva apertamente, ora.

“Succede da quando questi due si sono conosciuti!”sospirò Remus, tenendo lontano Sirius da James. “Harry, Ron, una mano?”chiese, mentre allontanava un Sirius irato da un James in coma dalle risate.

Harry afferrò Sirius per un braccio e lo tirò indietro, non senza fatica.

“Ok, basta! Su, finitela! Papà, smettila di ridere!”

James trattenne una risata, cercando di essere serio.

“Andiamo, Sir! Stavo scherzando!”

“Prongs?”

“Eh?”

“Corri, ti conviene. Perché se ti prendo ti infilo la mia bacchetta su per…”

“E poi sarei io quello che provoca!”

“James!”strillò l’altro.

Sirius si liberò dalla stretta di Harry e prese a correre per la strada, mentre James se la dava a gambe, ridendo.

Remus alzò gli occhi al cielo.

Ron guardava la scena, incredulo.

“Fanno sempre così?”

“Così come?”chiese Harry, innocentemente.

Quelle ormai erano scene di routine.

“Flirtano.”

“Sempre.”dissero Harry e Remus insieme, per poi ridere.

 

“Sei sicura che sia qui?”

“Lei abitava qui con suo marito.”

“Ma avevi detto che la casa era stata distrutta quella notte!”

“A quanto pare, no.”

La donna sollevò lo sguardo verso l’abitazione.

Era esattamente come se la ricordava.

I muri bianchi, il dondolo, gli alberi, l’altalena dove la sua amica si dondolava sempre, anche quand’era incinta e faceva voli troppo alti, facendo spaventare tutti, soprattutto James.

“E’ casa sua.”

“Ma se ci abita qualcun altro?”

“Hai letto gli articoli che ci ha portato John Mured. Ho fatto delle ricerche ed è tutto vero ed è vero anche che è un investigatore privato. Ha detto che Keira abita qui con…”

“Lily e James, giusto? Ma tesoro, loro sono…”

L’uomo non fece in tempo ad aprire bocca che qualcuno uscì di casa.

Era una donna con i capelli scuri, lunghi sulle spalle ed era visibilmente incinta.

“Che aspettate lì fuori? Jane? Mike?”

“Keira? Sei tu?”

“So di essere una balenottera azzurra, ma non credevo non mi riconoscessi!”

Jane corse verso l’amica, abbracciandola stretta.

“Oh, mio Dio! Cosa…chi…”esclamò la donna, senza fiato.

“Venite, vi spiego tutto dentro.”

Keira aveva un sorriso enorme.

 

“Cosa? Gli Anziani?”

Jane per poco non era svenuta quando aveva visto Lily e James.

Poi aveva iniziato ad urlare, abbracciando gli amici, quasi strangolandoli, al settimo cielo.

Lily era esattamente come se la ricordava, solo un po’ cresciuta.

Anche James era lo stesso, con gli stessi capelli neri arruffatissimi e gli occhi ridenti, dietro le lenti.

“Non ci posso credere.”

Mike li guardava, sconvolto.

Poi guardò Sirius, di nuovo Lily e James e poi la moglie.

“Non ci posso credere.”ripeté.

“Ti stai ripetendo, amico!”rise Sirius.

“E tu? Tu, sei sparito!”esclamò Jane, come se l’avesse appena visto.

“Ero ad Azkaban e poi sono morto! Come facevo a mettermi in contatto con te?

Sei scomparsa anche tu con Mike!”

“Ok, è vero. Ma ti ho creduto colpevole!”

“Come tutti.”sbuffò Sirius, irritato e divertito allo stesso tempo.

“Io ho sempre creduto nella tua innocenza, Sirius.”fece James, serio, posandogli una mano sulla spalla.

Sirius lo guardò, un sopracciglio inarcato.

“Sei stato tu a…lo sapev…James! Perché sei così idiota? Ma ci è o ci fa?”chiese poi a Lily.

“Ci fa. Spero.”sospirò lei.

“Ehi!”

James mise il broncio, risentito e Lily lo baciò sulla guancia per addolcirlo.

“Non siete cambiati per niente.”

Mike sorrise, tirandosi i capelli biondi indietro.

“Non ci credo che stiate tutti bene.”

“Ed io che per farvi rintracciare ho dovuto trovare un investigatore privato.”aggiunse Keira.

“Già, dovevamo scambiarci i numeri di telefono quando ci siamo viste.”

“La prossima volta che sparirai, mi premurerò di avere il tuo numero. Ma non leggi i giornali? Era dappertutto la notizia che loro erano tornati in vita!”

“Ci siamo un po’ isolati dal mondo magico.”ammise Mike. “Abbiamo tre bambini e volevamo stare lontani dai pericoli.”

“Tre? E come si chiamano?”esclamò Lily.

“Abbiamo due femmine ed un maschietto: Marie, Arielle e Stefan.”

“Che bello!”

“E tu Keira? Chi è il padre?”

“Indovina?”

Keira ammiccò a Sirius, ridendo.

“Sono due bambine. Amy e Alexis. Ed è uno dei motivi per cui vi abbiamo cercato.

Io e Sirius ci sposiamo. Il 16 aprile e siete invitati, ovviamente con tutti i figli perché ho un comportamento molto materno in questi mesi.”

Tutti risero.

Jane la guardò, sorridendo, prima di andare ad abbracciare lei e Sirius.

“Congratulazioni, ragazzi. Ve lo meritate.”

Rimasero tutto il pomeriggio a chiacchierare, fino all’ora di cena.

“I bambini dove sono?”chiese James.

“A Oxford con i nonni. Noi abitiamo lì, ora.”rispose Mike.

“Rimanete qui a cena, andiamo! Non ci vediamo da anni!”fece Lily. “E poi dovete ancora conoscere Harry.”

James guardò in quel momento l’orologio.

Erano le 9 di sera.

“Doveva allenarsi con Ron a duello. Lo vado a prendere.”

“E’ dai Weasley, no? Manda lì un Patronus.”disse Sirius.

“No, è al Ministero. Gli Auror hanno messo a disposizione aule per far allenare i ragazzi.”

“Ok.”

 

“Dovresti riposare.”

“Mi sento un idiota. Ora mi metti giù?”

“Harry, non ti reggi in piedi!”

Harry sbuffò contro la sua spalla e James rise.

Aveva trovato Harry addormentato con la testa sui libri in un’aula del Ministero e se l’era caricato in spalla, ignorando lo stupido orgoglio maschile del figlio.

“Sai, sono venuti a trovarci Mike e Jane, i nostri vecchi amici. Volevo presentarteli, ma tu…oh…scusa.”

James si zittì quando si rese conto che Harry s’era addormentato, la testa contro la sua spalla.

Si smaterializzò in camera di Harry e lo fece stendere sul letto, guardandolo con tenerezza.

“Dorme. È crollato al Ministero. Sta studiando troppo.”annunciò agli ospiti ed a Lily, Sirius e Keira.

“Concordo. Dovresti dargli una mano.”disse Sirius.

“Prima mi dici che non devo avere favoritismi, poi mi dici di aiutarlo?”

“Che succede?”chiese Jane.

“Harry s’è iscritto al corso Auror ed io sono il suo insegnante. E cerco di mostrarmi imparziale nei suoi confronti, ma non posso farlo se l’aiuto a casa, no?”

“E’ un discorso contorto.”ammise Jane, ridendo e scuotendo i capelli biondi ricci.

“James è contorto.”decretò Sirius e James lo fulminò con lo sguardo.

“Io dico di aiutarlo comunque. A casa è tuo figlio, no? Se ti devi comportare solo da suo insegnante al Ministero, comportati da padre a casa e dagli una mano.”disse Mike, saggiamente.

“Quello che ti dico da settimane!”

Sirius ghignò, soddisfatto.

 

“Ahi!”

Harry si rialzò a fatica dal pavimento sul quale era bruscamente caduto.

“Scusa, dovevo diminuire la potenza dell’incantesimo. Stai bene?”

Il ginocchio di Harry lo tradì all’ultimo ed il ragazzo cadde di nuovo.

James corse verso di lui, in ansia.

“Harry! Ehi!”

“E’ solo il ginocchio. La frusta ha colpito lì.”

“Mi dispiace. Credevo di averci messo meno potenza.”

“Non l’ho parato bene.”

“Non prendertela con te stesso. È difficile difendersi da un incantesimo così ed io dovevo tenerne conto.”

James passò un braccio dietro le spalle di Harry e l’aiutò ad alzarsi.

“Devo sapermi difendere.”disse Harry, testardo, allontanando il padre e posando il ginocchio a terra.

La fitta di dolore gli fece capire che non sarebbe riuscito a mantenersi in piedi.

Arrancò fino ad una sedia e crollò.

James lo guardò.

“Non c’è bisogno di essere orgoglioso. Se hai bisogno di una mano…”

“Voglio sapermela cavare da solo.”

“D’accordo. E giusto per informazione, che incantesimo vuoi usare per la gamba? Ferula?”

Harry lo guardò, un sopracciglio inarcato.

“Quale dovrei usare?”

“Il Ferula ti fascia la ferita, non te la cura. Ci vuole un incantesimo curativo.”

“E tu lo conosci, vero?”

James prese una sedia e si mise  a cavalcioni su di essa, di fronte ad Harry.

“Posso curarti io o ledo il tuo orgoglio?”

“Stupido.”borbottò Harry.

“Grazie.”ridacchiò James. “Si chiama Incanto Mediceo. E l’incantesimo è Mediceum. Serve solo per le ferite di piccola o media gravità. Non serve per quelle gravi, ma comunque è utile.”

Harry sentì un fiotto di calore inondargli il ginocchio appena il padre pronunciò l’incantesimo.

Il dolore passò immediatamente e Harry abbozzò un sorriso.

“Capisco che tu voglia cavartela da solo, e ne sei certamente in grado, ma ci sono molte cose che devi imparare.”disse James, semplicemente.

Harry alzò lo sguardo su di lui.

“Grazie.”disse, sincero.

“E’ solo un incantesimo. Va bene ora il ginocchio?”

“Sì, va bene. Ma non intendevo solo quello.”

James sorrise, capendo.

“Di nulla.”disse, passandogli un braccio attorno alle spalle e posandogli un bacio tra i capelli. “E’ un piacere prendermi cura di mio figlio.”

 

“Anche Sirius giocava a Quidditch?”

“Sì, ed era anche piuttosto bravo. Era il battitore. Io ero una cacciatrice ed anche Keira, quando venne a stare ad Hogwarts per lo scambio.”

“Non me l’aveva detto.”

Jane sorrise, tirandosi i capelli indietro.

“Quindi, tu eri la ragazza di Sirius?”

“Sì, lo sono stata per un po’.”

“E com’era ad Hogwarts?”

“Era un playboy. Credo si sia fatto metà Hogwarts, escludendo le ragazzine e le Serpeverdi.”

Harry rise.

Immaginava che Sirius fosse così da giovane.

Anche da adulto attirava gli sguardi di molte persone, ogni volta che passeggiava.

“La mia fama è del tutto immeritata.”

Sirius entrò in quel momento in cucina, per frugare nella dispensa.

Ne uscì giocherellando con una mela rossa.

“Ah, sì? Ho testimoni.”rise Jane.

“Le avrai pagate, tesoro.”ghignò Sirius.

“E mio padre?”chiese Harry.

“Beh, James era simile a me. Solo che io ho collezionato più conquiste di lui.

Lui era irrimediabilmente cotto di Lily Evans. Ed era un vero tormento.”

“E’ vero! Me lo ricordo! Passava giornate ad escogitare un modo per far colpo su Lily! Io ero nella stessa stanza di Lily e ti posso assicurare che più sciocchezze James faceva, meno Lily era interessata.”

Jane sorrise.

“Già, mi avevano detto che faceva l’idiota.”

“Se qualcuno mi avesse detto che sarebbe stato il marito di Lily ed un padre di famiglia l’avrei preso per matto.”

Poi Jane guardò Sirius.

“Soprattutto mi stupisci tu! Credevo saresti rimasto scapolo a vita e non avresti mai portato avanti la famiglia Black!”

Sirius ridacchiò.

“Beh, la mia famiglia è quasi tutta morta e le mele marce o sono defunte od ad Azkaban, quindi posso anche procreare senza il timore che qualcuno venga a rompere le scatole.”

“Lui temeva che sposarsi ed avere dei figli sarebbe stato un problema a causa della sua famiglia. Temeva per la loro cattiva influenza e via dicendo.”spiegò Jane ad Harry, sorseggiando il suo thè.

“Ed era una cosa da stupidi.”aggiunse.

“Perché? Anche tu avevi paura dei tuoi nonni.”ricordò Sirius. “Temevi potessero ferire le persone che amavi.”

Jane annuì, seria.

“E’ vero, l’ammetto.”

“Di cosa state parlando?”chiese Harry, curioso.

“Quand’ero all’ultimo anno i miei nonni mi proibirono di vedere Sirius, perché ritenevano che frequentarlo sarebbe stato troppo pericoloso per me, a causa della famiglia Black. A dir la verità, a loro non andava giù nessun mio fidanzato. Comunque, minacciarono di far del male a mio fratello ed io fui costretta ad allontanarmi da Hogwarts e dai miei amici ed ad andare in Svizzera, nella scuola di Keira.”spiegò lei.

“Alla fine lei e Mike risolsero tutto. Lei si fece affidare il fratello, diventata maggiorenne, denunciò i nonni e si mise con Mike.”concluse Sirius.

“Cambiando argomento, Lily è davvero sicura di voler ospitare le mie tre piccole pesti?”chiese Jane.

“Mike li sta andando a prendere ora, giusto? E poi lei e Keira sono abituate ad avere a che fare con i bimbi, come Teddy. Te ne ho parlato, no? È il figlio di Remus e Dora ed ha quasi due anni.”

“Non posso credere che Remus si sia messo con tua cugina Ninfadora.”

“Se la chiami così, ti uccide, sappilo.”fece Harry, sorridendo e Jane guardò lui e Sirius, interrogativi.

“Non le piace il suo nome.”spiegò Sirius, con una scrollata di spalle. “Ed ha ragione. Andromeda è pessima a scegliere i nomi. Comunque, quanti anni hanno i tuoi figli?”

“Marie ed Arielle 5 e 4 e Stefan 3.”rispose Jane, sorridendo. “Scommetto che vi faranno impazzire.”

“Nah! Siamo abituati ad avere pesti in giro per la casa.”

Sirius guardò Harry intenzionalmente, che gli rispose con un’occhiataccia.

 

“Conosci troppa gente.”constatò Lily, osservando la lista degli invitati e guardando l’amica.

“Sono amici di Hogwarts e Gerlos. E qualche parente.”

Keira si sedette e guardò l’amica.

“Che c’è?”chiese Lily, insospettita.

“Voi che siete ritornati in vita…”

“Sì?”

“Non avete qualche potere supplementare?”

“Keira, non siamo Superman e Wonder Woman. Che tipo di poteri pensi che potremmo avere? Cos’hai in mente?”

“Pensavo a Frank ed Alice. Sono andata a trovarli la scorsa settimana. Tu ci vai mai?”

L’espressione di Lily si intristì.

Si sedette accanto a lei e le prese la mano.

Keira aveva gli occhi lucidi.

“Sì, ci sono stata spesso con James.”

“Voglio poter fare qualcosa.”

“Non si può fare nulla, tesoro.”disse Lily, la voce incrinata.

Alice era stata la sua migliore amica per anni quando aveva frequentato Hogwarts.

Avevano aspettato Harry e Neville insieme, avevano partorito a poca distanza l’una dall’altra ed i loro figli sarebbero stati legati quanto loro se solo quella maledetta Profezia, Voldemort ed i Mangiamorte non avessero rovinato ogni cosa.

“Non possiamo fare nulla.”mormorò, ancora. “Anche se darei qualsiasi cosa per non vederli così…”

Capì che stava per scoppiare a piangere quando la vista le s’appannò e Keira la strinse a sé.

“E’ tutto ok…”

“No, non lo è! Perché noi abbiamo avuto una seconda chance e loro no…perché?”mormorò tra le lacrime.

Keira tacque.

Non c’era nessuna risposta giusta.

 

Più s’avvicinava il matrimonio e la nascita delle bambine, più in casa Potter-Black aumentava la tensione.

Keira e Sirius passavano dall’essere al settimo cielo allo stato di depressione più assoluta.

“Posso capire Keira perché è normale che abbia sbalzi d’umore, ma Sirius perché è spesso giù di morale?”chiese Tonks.

Lily sorseggiò il suo thè e la guardò.

“Credo che abbia semplicemente paura. È un impegno grosso, quello di formare una famiglia.”

“Sì, ma Sirius è…Sirius!”

Lily rise.

Effettivamente Tonks aveva ragione.

Sirius era il tipo che non si lasciava intimorire da nulla e da nessuno, ma il problema era anche che tendeva a non ammettere mai cosa stava provando, né cosa gli frullasse per la mente.

“James e Remus gli hanno parlato? Odio vederlo così di malumore. Mi ricorda il periodo in cui era rinchiuso a Grimmauld Place.”

Lily annuì.

Sì, James e Remus avevano provato a parlargli, ma Sirius era così chiuso in sé stesso e di malumore, che neanche James, che era suo fratello, era riuscito a farsi dire cosa stava succedendo e cosa lo turbasse tanto.

 

Harry lo vide seduto dietro la casa di Hagrid, in compagnia di Fierobecco.

Il maestoso ippogrifo si lasciava accarezzare, gli occhi chiusi e l’espressione pigramente soddisfatta.

Harry fece un profondo inchino appena l’animale aprì gli occhi arancioni e li puntò su di lui.

“Attenzione, è…”iniziò Sirius, poi vide Harry. “Ah, sei tu.”

“Sembri deluso.”mormorò Harry, sedendosi sull’erba accanto a lui, dopo che Fierobecco s’era inchinato a sua volta.

“Scusa, ero solo sovrappensiero. Che ci fai qui?”

“Ti cercavo.”scrollò le spalle.

Harry passò una mano tra le piume grigio-argento dell’ippogrifo che fece schioccare il becco, avvicinandolo al viso del ragazzo.

“Ti ha mandato James?”

“Siamo tutti un po’ preoccupati.”

Harry guardò il padrino.

Cosa lo turbava?

Detestava vederlo così sovrappensiero e di malumore.

“Sto bene.”

“Non mentirmi, Sirius. Non sono un bambino.”

“Non ti ho mai trattato come tale.”ammise Sirius, con una nota dolente nella voce, di cui Harry s’accorse.

“Perché non lo ero.”

Sirius lo guardò, inarcando le sopracciglia, scettico.

“A 13 anni non eri un bambino?”

“Ok, forse lo ero. Ma mi trattavano tutti come bambino, tu eri l’unico che mi prendeva sul serio.”ammise.

“Vedevo James in te, Harry.”

“E’ normale. Ti mancava. Ed anche io mi aggrappavo a te ed a Remus, perché eravate amici suoi e della mamma.”

Sirius si passò una mano sul viso, nervoso.

“Cos’hai?”chiese Harry.

“Non so se ne sono in grado.”ammise Sirius, dopo un silenzio infinito.

“Di far cosa? Sposarti?”

“Essere padre.”

Sirius non lo guardava.

Fissava dritto davanti a sé, verso la Foresta Proibita, verso i folti alberi e la fitta vegetazione.

“Non credo si nasca padri. Si deve imparare.”sussurrò Harry.

Non aveva mai visto Sirius spaventato.

Preoccupato, sì e solitamente per lui, ma mai spaventato.

“Scommetto, anzi so che sarai un padre fantastico. Lo sei già in fondo.”

Sirius fece uno strano suono tra uno sbuffo ed una risatina.

“Non ne sono capace. Sono troppo impulsivo, testardo…”

“Coraggioso, dai ottimi consigli e lotti per difendere le persone cui tieni.”

“Sono un pessimo esempio, Harry.”

“Oh, sta’ zitto!”

Sirius ridacchiò di fronte all’espressione truce del figlioccio.

“Perché pensi che io sarò un bravo padre?”

“Perché lo sei stato per me.”

Sirius si zittì a quella frase e guardò quegli occhi verde chiaro che lo scrutavano seriamente.

“Non farti sentire da James.”disse poi, per sdrammatizzare, ma Harry non rise.

“Dico sul serio. Sei stato per anni la mia unica famiglia, la mia…ancora di salvezza. E sei una persona grandiosa.

Non importa quanto tu avessi sofferto prima e quanto continuassi a soffrire, c’eri sempre per me.

Amy ed Alexis avranno un padre fantastico.”disse, sinceramente.

Sirius abbozzò un sorriso e passò un braccio attorno alle spalle di Harry, stringendolo a sé.

“Grazie.”disse soltanto, a bassa voce, ma Harry lo sentì ugualmente e sorrise.

 

“Tadà!”

Lily spalancò la porta della stanza che sarebbe stata delle bambine, con orgoglio, invitando Keira e Sirius ad entrare.

I due rimasero a bocca aperta.

Era…era…

“E’ rosa!”

“Sono due bambine, la volevi con i boccini, Sirius?”

“Quella di Harry era così.”

“Harry è un maschio, caro.”

Keira si guardò intorno, notando le pareti color rosa chiaro, le due cullette al centro della stanza, il fasciatoio, il lampadario che faceva pendere sulle cullette dei piccoli peluche ed oggetti tintinnanti, le due carrozzine…

“Lily!”

Lily sorrise di fronte alla sua espressione felice.

“Ho pensato di comprare qualche peluches.”mormorò indicando una cassapanca sulla quale c’erano minimo una trentina di peluches di tutte le dimensioni.

C’erano orsetti, bambole, gattini di peluche…

Nella stanza c’erano anche degli armadi che Lily aveva riempito con alcuni regali che lei, Tonks e Molly avevano comprato alle bambine, regali come abitini, pagliaccetti, cappellini, scarpine…

“E’ bellissimo, Lily.”

Anche Sirius era commosso e guardava la stanza, stupito.

“Sei un tesoro!”

Lily si ritrovò di colpo tra le braccia di Keira e Sirius, stritolata dai loro abbracci e rise, felice come non mai.

 

“Secondo me saranno brune con gli occhi chiari! Dev’essere così con due genitori come Sirius e Keira!”

“O bionde.”

“Keira, come fanno ad uscire bionde?”

“I miei avevano i capelli chiari.”

Keira fece spallucce.

“Nah, secondo me…Keira, ma come li avevi i capelli in origine?”

Keira alzò un sopracciglio, guardando James.

“Mi conosci da anni e non sai come sono i miei veri capelli.”

“No.”

Keira alzò gli occhi al cielo.

“Comprendilo, Kei. Hai avuto i capelli neri, biondi, rosso scuro, fucsia, verde chiaro, castano con ciocche dorate…cambi più spesso capelli tu di Tonks!”rise Lily.

“Almeno lei risparmia sulla tinta.”mormorò Keira.

Erano stesi tutti e quattro sul letto matrimoniale di Sirius e Keira, scommettendo su come sarebbero state le bambine.

Mancavano due giorni al matrimonio e un mese circa alla nascita.

“Secondo me, una di loro avrà gli occhi grigi di Sirius ed i capelli castani di Keira. E l’altra gli occhi blu ed i capelli neri.”disse James.

“Potrebbe. Sì.”fece Sirius.

Era divertente immaginare come sarebbero state…l’eccitava tantissimo l’idea di diventare padre, oltre a spaventarlo da morire.

“Ma Remus? Dov’è?”chiese Lily.

“Oggi iniziava a lavorare ad Hogwarts. Tonks, Teddy ed Andromeda hanno trovato una casa vicino Hogsmeade.”rispose James, fissando il soffitto color crema.

“Mi manca.”mormorò Keira.

“L’hai visto ieri, tesoro.”fece Lily e tutti risero.

“Rompiscatole.”

“Mmmm…”

“Chi fu ad indovinare come sarebbe stato Harry?”disse James d’un tratto.

“Sempre Sirius. Oltre ad indovinarne il sesso.”rispose Lily e Sirius ghignò compiaciuto.

“Ok, allora fai una predizione sulle tue bambine.”

“D’accordo. Però mi servono i veli ed i braccialetti della Cooman.”

Tutti risero.

“Tu vestito da donna? Ahahaahahaha! Ti ci vedo, Pad!”

Sirius iniziò a spintonare James che per poco non cadde dal letto, le lacrime agli occhi.

“Su, siate seri!”borbottò Keira.

“Loro seri? Ma ti scordi con chi hai a che fare?”

Lily stava soffocando dalle risate contro la spalla di Keira che si lasciò contagiare dall’attacco di ridarella.

Dopo una buona mezz’ora smisero di ridere.

“Stavolta concordo con James. Secondo me, una avrà i miei occhi ed i capelli castano scuro di Keira ed un’altra gli occhi azzurri ed i miei capelli neri.”

“E se fossero bionde od una di loro?”chiese Keira.

“Per me basta che non assomigliano alla madre di Sirius, poi possono assomigliare a chi vogliono.”fece James, ridendo.

Sirius gli diede un pugno sulla spalla.

“Saranno bellissime. Ci scommetto.”disse Lily e Keira annuì, sognante.

Non vedeva l’ora di conoscerle.

Era certa che si sarebbe innamorata di loro a prima vista.

“Le guarderai e capirai qual è il tuo posto nel mondo, Keira. Guarderai le tue figlie e le amerai a prima vista.”disse dolcemente Lily.

“Come tu t’innamorasti a prima vista di Harry.”

James guardò la moglie e la strinse a sé sul letto, baciandola dolcemente tra i capelli rossi.

Spazio autrice:
Saaaalve!!!!
Prima di tutto ringrazio: dracolina, Lupa Malandrina, soniacristina1989, danyazzurra, Sarah Jones 13, Padfoot_07 per aver commentato il capitolo precedente!
Sono arrivata al penultimo capitolo e quindi tra un pò la mia storia, che per me è diventata una sorta di parto cesareo, finirà e sarà dura separarmi da questi capitoli!
Allora, per scegliere il vestito ho setacciato tutte le foto su internet. Avevo pensato ad un bell'abito medievale, ma mi sono innamorata di uno e vi posterò la foto di sotto, insieme alle immagini degli altri attori:

 

James Potter giovane

 

http://blog.zap2it.com/frominsidethebox/darren-criss-glasses-rebecca-sanabria-320-02.jpg

 

http://26.media.tumblr.com/tumblr_lefne7sKhb1qf47i6o1_400.jpg

 

http://www.leaktainment.com/wp-content/uploads/2011/04/Darren-Criss1.jpg

 

 

Jane Caville

 

http://www.wwd.com/images/processed/wwd/2009/06/12/landscape/01-large/reese_witherspoon.jpg

 

http://essaycompanyreviews.com/wp-content/uploads/2011/07/reese_witherspoon_avon_cosmetics.jpg

 

http://www.tiptoptens.com/wp-content/uploads/2011/05/Reese-Witherspoon.jpg

 

Mike Berry

 

http://www.theaudience.it/wp-content/uploads/2011/02/ryan-gosling.jpg

 

http://www.wikinoticia.com/images2//s3.hiperpop.com/files/2011/08/ryan-gosling-intercede-pelea.jpg

 

http://topnews.in/light/files/ryan_gosling.jpg

 

Vestito:

http://www.weddingdressescorner.com/wp-content/uploads/2011/02/beautiful-wedding-dresses-pictures1.jpg


A presto! Un bacione a tutti e grazie ancora!

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Capitolo 41
*** Un matrimonio e nuove vite ***


Si può sapere dove stiamo andando? Lily, Jane...Molly! Insomma, vi degnate di rispondermi?”

Keira sbuffò e tentò di togliersi la benda dagli occhi, ma mani ferree la fermarono.

Non ancora. Aspetta ancora un pochino.”disse la voce di Tonks.

Si sentiva che non vedeva l'ora di far vedere a Keira cosa avevano preparato per il suo addio al celibato.

Ragazze....mi devo preoccupare?”

...No?”

La voce di Jane suonò poco convinta e Lily alzò gli occhi al cielo.

Ringraziò mentalmente la magia che aveva consentito loro di entrare tutte nella macchina di Keira, la quale, sul sedile posteriore, era bloccata da Jane e Tonks, che le impedivano di togliersi la benda.

Ginny ed Hermione sorridevano, un po' intimidite dopo aver saputo la meta del loro viaggio e Molly, seduta sul sedile anteriore con Lily, se ne stava in silenzio.

E se entrasse in travaglio?”chiese a bassa voce, dopo un po'.

Lily rise.

Per l'emozione? Naah...le bambine non dovrebbero nascere che tra qualche settimana.”

Sembrano vogliano uscire adesso.”disse la voce divertita di Keira e Lily ringraziò mentalmente la sua buona sorte, perché inchiodò di colpo senza uccidere nessuno.

Solo le ragazze vennero sbalzate un attimo in avanti e poi indietro.

LILY! Ma chi ti ha dato la patente?”gridò Jane.

Hai le contrazioni?”

Lily si voltò verso Keira che ovviamente non la poteva vedere, ma ghignò comunque.

No, cara. Ma scalciano comunque.”

Idiota, mi hai fatto prendere un colpo!”

Lily ritornò alla guida.

Tu ci stavi per uccidere tutte!”ribatté l'altra e Lily dovette tacere e darle ragione.

Lei ed i veicoli non andavano d'accordo, ma al momento era l'unica a possedere la patente.



La musica assordante colpì le orecchie di Keira, prima che le sue suddette amiche le levassero la benda.

Erano...erano in un...

Mi hai portato in uno strip club?”esclamò, incredula, guardando Lily, che indicò Tonks.

Idea sua.”

Non ne avevo dubbi.”commentò, in seguito.

Le luci le abbagliavano, iridescenti e colorate come non mai.

Erano in un'enorme sala, piena di divanetti, poltrone e tavolini di pelle ed al centro c'era un grande palco dove parecchi ragazzi ballavano, strusciandosi sui pali e facendo mosse sensuali.

Sono incinta! E domani mi devo sposare!”esclamò, ma trovava la situazione piuttosto divertente.

LILY!”

Cosa?”

Io non ti ho portata in uno strip club la sera del tuo addio al celibato!”

Afferrò l'amica per un braccio che rise, scuotendo i capelli rossi.

No. È vero. Quella sera siamo rimaste a casa tu, io ed Alice ed avete prenotato un gigolò che mi ha fatto uno strip tease. Quindi...”

Keira rise al solo pensiero.

Ricordava ancora perfettamente la faccia color porpora di Lily e l'incredulità di James quando gliel'avevano confessato.

Beh...da lei se lo potevano aspettare, ma Lily?

Le signorine si accomodino.”

Un bel cameriere con indosso dei striminziti jeans le fece sedere ad un tavolo.

Hermione e Ginny lo guardarono, ammirando i muscoli delle braccia e delle gambe, quando lui s'allontanò.

Ohi, voi due. Siete fidanzate!”

Keira schioccò le dita dinanzi ai loro volti, mentre Molly rideva.

Siamo tutte impegnate, cara. Ma un'occhiata non guasta mai.”disse, stupendo tutte.

Si sarebbero aspettate che proprio lei, madre di sette figli ed in età avanzata, facesse storie, ma...anzi...

Beh, come si soleva dire...anche l'occhio vuole la sua parte!

E ti abbiamo prenotato il meglio della casa. Miguel!”

Tonks era quella più su di giri e per l'occasione i suoi capelli erano rosso porpora, così come diventarono le guance di Keira quando un bel ragazzo cubano si avvicinò a lei.

Era decisamente bello, con i suoi capelli scuri e gli occhi chiari ed i muscoli in evidenza.

Iniziò a ballare attorno a loro, per poi soffermarsi davanti alla festeggiata.

Miguel, milady.”disse, baciandole la mano e Keira arrossì.

Keira.”

Keira.”ripeté nel suo bell'accento del sud. “Le tue amiche hanno organizzato per te un mio balletto, ma se vuoi posso fare anche qualcosa di privato...”disse ammiccante.

Non credo che il mio futuro marito apprezzerebbe.”

Io non sarei geloso, però. Sei davvero incantevole.”

Keira rise, stando al gioco.

Ed ammirò il corpo del ballerino, mentre lui ballava dinanzi a lei.

Fulminò Tonks e Lily con uno sguardo che voleva significare “Me la pagherete cara!”.

Imbarazzi a parte, la serata andò benissimo, a parte il succo d'uva che Keira bevve a litri e che la costrinse a fare più volte avanti ed indietro per il bagno per orinare, con grande risata di Lily che si stava godendo la sua Burrobirra.

Il locale era gremito di gente e si riempì ancora di più con l'avanzare della sera ed accoglieva maghi e streghe di ogni tipo.

Keira si stava divertendo, dopotutto. Le era sembrata strana come idea, quella di essere portata in uno strip club, vista la sua pancia di nove mesi e...sì, principalmente visto che era una balenottera azzurra.

Ma si stava divertendo e perfino Ginny ed Hermione, rigide all'inizio per la situazione nuova, stavano ridendo come matte, spettegolando su chissà chi e bevendo sidro.

E questa è per te.”

Jane tirò fuori dalla borsa la confezione di una pasticceria e gliela porse, con gli occhi che brillavano.

Scambiò un'occhiata complice con Lily e Keira intuì che le sorprese non erano finite.

Aprì la confezione con un po' di timore e si trovò dinanzi una torta di panna e cioccolato a forma di...

pene...

Ahahahahahah!”

Lily scoppiò a ridere appena vide la sua faccia sconvolta.

Andiamo! Non ne hai mai visto uno?”la stuzzicò Tonks.

Solo quello di tuo cugino Sirius e questo non è delle dimensioni adatte.”ridacchiò lei, dopo essersi ripresa dalla sorpresa.

Stupidamente si chiese cosa le sarebbe toccato come fetta, se uno dei testicoli od una parte del pene...

Poi scoppiò a ridere e non smise per almeno una decina di minuti.

Dimmi una cosa. È più grande o più piccolo?”le chiese Lily, riferendosi alla frase di prima dell'amica, che rispose ridendo ancora e dicendole che la fama di Sirius ad Hogwarts non era affatto immeritata, anzi...

ttp://www.google.it/imgres?q=penis+cake&hl=it&gbv=2&biw=960&bih=479&tbm=isch&tbnid=eGOf-EV8m3M4lM:&imgrefurl=http://www.ilxor.com/ILX/ThreadSelectedControllerServlet%3Fboardid%3D69%26threadid%3D254&docid=40Q6Q3o0Qd_j7M&w=675&h=463&ei=M5qMTrvrNOra4QSg5PCsCQ&zoom=1&iact=rc&dur=132&page=15&tbnh=117&tbnw=163&start=138&ndsp=10&ved=1t:429,r:8,s:138&tx=62&ty=54 => Eccola!)

Remus sussultò sentendo il suono della sveglia e si passò una mano sul viso.

Ma dov'era? Cos'era successo?

Si mise lentamente a sedere, ma s'abboccò di nuovo sentendo la testa girare.

Perché tutto girava di colpo?

Adocchiò Mike e Arthur seduti sul divano, i volti cerei come se avessero appena dato di stomaco e poi ricordò tutto.

L'addio al celibato di Sirius! Ma certo! S'erano ubriacati!

Si guardò intorno per individuare James e Sirius e li trovò stesi sul pavimento, James con gli occhiali storti sul naso ed un piede di Sirius sullo stomaco.

Il festeggiato, d'altro canto, dormiva alla grande. E quel giorno si sarebbe dovuto...

SIRIUS! SIRIUS, SVEGLIATI! TI SPOSI OGGI!”urlò, ricordando all'improvviso che mancavano due ore alla cerimonia e che erano in uno stato pietoso.

Sirius e James sussultarono quando urlarono e Mike maledisse la voce di Remus che in quel momento era come un chiodo arroventato nel cervello.

Nello svegliarsi Sirius mollò un calcio a James, centrando i suoi gioielli di famiglia e i successivi venti minuti furono pieni di imprecazioni, lamenti, urla e pozioni anti-sbornia che Mike e Arthur, gli unici che non avevano bevuto così tanto da essere rimbecilliti, stavano preparando e facendo bere a tutti.

Mi hai dato un pugno!”urlò Sirius, agitatissimo e controllando che il pugno di James al collo non avesse lasciato segni indelebili.

Tu mi hai quasi castrato!”

Hai già un figlio!”rimbeccò stupidamente Sirius, rischiando di ricevere un altro pugno, stavolta visibile, nell'occhio.

Fu Remus a salvarlo da ulteriori lividi ed a costringerlo a farsi la doccia, mentre faceva ingurgitare a James il rimedio anti-sbornia.

Anche se aveva bevuto anche lui, Remus rimase il più calmo nelle successive due ore di preparazione.

S'assicurò che James e Sirius non s'azzuffassero di nuovo e si preparò in fretta.

Ma passati i primi litigi mattutini, James e Sirius stavano andando d'amore e d'accordo come se non si fossero appena azzuffati dieci minuti prima.

Andrà tutto bene. Keira è fortunata.”mormorò James, mentre aggiustava la cravatta di Sirius.

Keira aveva insistito per far indossare loro gli smochin...smock...qualcosa del genere, con tanto di cravatta che Sirius aveva quasi usato come cappio, non sapendo come legarsela.

Ti stai commuovendo, Prongs?”domandò Sirius, guardando l'amico che ammiccava spesso, come per scacciare le lacrime.

No, idiota.”

Ma non era vero.

Sirius, suo fratello, si stava sposando con la donna che aveva amato anni prima e che aveva rivisto dopo ben 18 anni e con la quale era stato di nuovo amore a prima vista.

Sirius sentiva lo stomaco in subbuglio, e non era dovuto all'alcool che aveva ingerito la sera precedente, ma all'emozione.

Stava per sposarsi e per un istante avvertì le gambe molli, prima che James lo facesse sedere.

E se sbaglio qualcosa?”

Tipo balbetti durante le promesse?”

Quello l'hai fatto tu, Prongs.”

James rise, ricordando l'imbarazzo di quel momento in cui aveva incrociato gli occhi verdi di Lily e le parole gli erano morte in gola.

E' la madre delle tue figlie e la donna della tua vita. Andrà tutto bene. E noi saremo accanto a te.”



E se non venisse? Se avesse cambiato idea? Se non mi volesse più sposare? Guarda, sono una balena...LILY!”

Keira era nel pieno di una crisi isterica e Lily tentava invano di calmarla.

In quel momento la futura sposa stava andando su e giù per la stanza accanto alla chiesa, con il suo abito da sposa e nervosissima.

Tesoro...andrà tutto bene. Sirius verrà, ovvio che verrà. Calmati...o finisci per partorire oggi.”

Lily le andò incontro e la strinse a sé.

Sentì il cuore di Keira battere come impazzito ed i calci di, forse, entrambe le sue figlie.

Aiutami, qui.”

Ginny cercò di sistemare i capelli di Hermione allisciandoli con la magia e facendole un coda alta.

Ecco. Stai benissimo.”sorrise, emozionata.

Amava i matrimoni.

Non posso credere che Sirius si sposi.”ammise una voce nell’angolo.

Hermione e Ginny si voltarono verso Harry che aiutava Ron ad infilarsi la cravatta.

Il rosso aveva rinunciato dopo essersi quasi strozzato involontariamente due volte.

Io trovo più strano vederlo come padre! Non ce lo vedo alle prese con pappe e pannolini.”fece Ginny ed Harry rise.

Guardò la sua ragazza.

Era bellissima nel vestito azzurro chiaro, i capelli ricci legati di lato e gli occhi ridenti.

Sei bellissima.”sussurrò quando Ginny s’avvicinò a lui, passandogli una mano tra i capelli scuri.

Anche tu, mio bel cavaliere.”

Harry sentì il suo profumo alle rose e la trasse a sé, baciandole prima il collo e poi posandole un bacio sulle labbra carnose.

Ehmt…”

Remus fece capolino nella stanza, avvisandoli che dovevano andare.


Fu una cerimonia semplice e bellissima.

Ginny ed Hermione erano le due damigelle, bellissime nei loro abiti azzurro, mentre Lily e Tonks (che aveva sempre i suoi capelli color rosa shocking!) erano le testimoni in abito verde.

James riusciva quasi a percepire la tensione di Sirius che gli lanciò uno sguardo allarmato quando Keira fece cinque minuti di ritardo.

Per un attimo aveva temuto che fosse fuggita via e James s’annotò di prenderlo in giro per il resto della sua vita per un pensiero così.

Ma poi la vide entrare, bellissima nel suo abito bianco, con i capelli scuri ondulati che le scendevano sulle spalle ed il velo bianco a coprirle il viso.

Keira era emozionatissima e balbettò le promesse inizialmente, per poi calmarsi e perdersi negli occhi grigio ghiaccio di Sirius.

Strinse le mani tra le sue, giurandogli amore eterno con tutta sé stessa.

Non era mai stata il tipo da romanticherie, ma in quel momento si sentì più romantica che mai.

Lo baciò con ardore che sconvolse anche il prete e fece esplodere il pubblico in applausi e fischi.

Sirius rise allontanandosi piano da lei e baciandola sulla guancia.

Sua moglie.


Posso, milady?”

Lily Potter alzò lo sguardo verso l’uomo che le porgeva la mano, invitandola a danzare.

James era bellissimo nel suo completo scuro (Keira aveva insistito per far mettere almeno i vestiti babbani, cosa che aveva reso Arthur Weasley molto contento…) e le sorrideva.

Ma certo, milord.”

Sei davvero bellissima, sai?”

James guardò la moglie.

Il vestito s’intonava ai suoi occhi, i capelli rosso scuro erano mossi e sciolti sulle spalle e lei sorrideva radiosa.

Poco lontano da loro anche Sirius e Keira ballavano, abbracciati.

Anche tu. Ed ho notato come mi hai guardata per tutta la cerimonia. Ed il pranzo.”

Sei uno splendore…” James le fece fare una giravolta e poi la trasse a sé. “Non è colpa mia. Dovrebbe esserci un limite alla bellezza.”

Lily scoppiò a ridere.

Mi stai facendo arrossire.”

James sorrise e le mise una mano dietro la schiena, intrecciando la mano con la sua per ballare.

Poi si fermò, fissando un punto di fronte a sé.

Cosa c’è?”chiese Lily.

Hai la macchina fotografica con te?”

No, perché?”

Guarda lì.”

James indicò Piton ed Ashley che ballavano poco lontano.

Oddio. Non credevo sapesse ballare.”

Ed io che avesse un altro colore nel guardaroba.”ammise James, notando la veste blu scura di Piton.

Lily gli diede un buffetto sul braccio e rise divertita.

Keira sembra una principessa.”ammise Lily, posando la testa sulla spalla del marito.

Tutti si stavano divertendo a ballare, a chiacchierare, a mangiare l’ultimo pezzo di torta.

Keira e Sirius stavano ballando, stretti l’uno all’altra, i volti raggianti di felicità.

Non posso credere che tu sia mio marito.”

Keira osservò l’anello che aveva al dito.

La fede brillava.

Sirius sorrise e le carezzò i capelli.

Credici, invece.”

Keira rise, fermandosi di botto, le mani al pancione.

Tutto bene?”chiese Sirius, allarmato.

H-ho sentito una fitta.”

E’ normale?”

Non ne ho idea. Ma non è la prima. Anche stamattina le avevo. Ma credevo fossero per le schifezze che ho mangiato e..."

Keira non finì di parlare che sentì del liquido gocciolarle lungo le gambe e cadere sul pavimento.

Questo non è normale.”

Le acque! Mi si sono rotte le acque!”


NON POSSONO NASCERE! MANCA ANCORA UN MESE! NON…”

Keira era come impazzita.

Indossava un camice d’ospedale ed era costretta a letto.

Guardò Lily, in cerca d’aiuto.

Dì alla Medimaga che loro rimangono ancora un po’ dentro di me!”

A Lily venne da ridere.

Era abituata a vedere Keira isterica, così sorrise.

Tesoro, capita di partorire prima del tempo. Staranno benissimo.”la rassicurò, ma Keira gridò colta da una fitta di dolore.

Il tempo che separava una contrazione dall'altra si stava accorciando rapidamente ed il volto di Keira era cereo.

Era terrorizzata.

Afferrò la mano di Lily e la stritolò fortissimo.

Dov’è Sirius?”urlò Keira.

Ad iperventilare fuori. Andrà tutto bene, tesoro.”

Se Keira era agitata, Sirius stava scavando una fossa a furia di camminare su e giù per il corridoio.

Molti invitati erano a casa propria, attendendo notizie e solo Lily, James ed Harry, erano rimasti con Sirius e Keira.

E se le accadesse qualcosa? O succedesse qualcosa alle bambine?”

Sirius era a dir poco terrorizzato.

Il pensiero di perdere Keira lo terrorizzava, come anche quello di perdere le figlie.

Lily uscì venendo loro incontro.

Stavano portando Keira in sala parto.

Ti vuole con sé.”

Lily spinse Sirius, indicando la barella che portava Keira nella sala.

Sirius corse verso la donna, il cuore in gola.

Ehi…”mormorò, incapace di dire qualcos’altro.

Ehi, straniero.”

Andrà tutto bene.”disse, stringendole le mano.

La verità era che aveva una paura matta.


Era quasi mezzanotte ormai.

Lily s’era alzata in piedi per sgranchirsi le gambe e prendere una boccata d’aria.

A quanto pareva il travaglio era lungo.

Poi si voltò verso suo marito e suo figlio ed osservò la scena.

Harry teneva la testa sulla spalla del padre, che gli cingeva le spalle con un braccio e parlavano a bassa voce.

Siete adorabili.”ammise, avvicinandosi a loro.

James sorrise.

Siamo un po’ preoccupati.”disse Harry.

James rafforzò la stretta.

And…”

Non fece in tempo a finire la frase che la Medimaga che aveva in cura Keira s’avvicinò a loro.

I signori Potter? Potete entrare, ora.”disse, con voce tranquilla.

Stanno bene?”

Sì, benissimo. Tutte e tre.”

Lily sorrise, rincuorata e quasi trascinò James ed Harry nella stanza.

Keira giaceva sul letto, i capelli legati in una coda, l’espressione stanca ed un confettino rosa in braccio.

Sirius era seduto sul bordo del letto, gli occhi fissi sull’altra bambina, tra le sue braccia.

Ciao, famiglia Black.”salutò James e Sirius alzò lo sguardo su di lui.

Ciao, Potter.”

James rise e s’avvicinò a lui.

Ti presento Amelia. Amelia Lucrezia Black.”sussurrò, con la voce commossa di un neopapà orgoglioso.

La piccola dormiva tranquilla, tra le braccia del padre, i capelli nerissimi.

Ha tantissimi capelli.”mormorò James.

M’aspettavo una frase diversa.”ammise Sirius e James ridacchiò.

Hai ragione. È davvero uno splendore.”

Lily nel frattempo stava abbracciando Keira e guardando la piccola Alexis Elizabeth Black.

La piccola era sveglia e mostrava loro due occhioni grigio ghiaccio, identici a quelli di Sirius.

Sirius aveva ragione sul loro aspetto. Amy ha gli occhi blu ed i capelli di Sirius e lei ha i capelli castani e gli occhi grigi.”

Keira sorrideva, esausta, ma orgogliosa.

Lily la strinse forte a sé.

Harry, vieni qui.”disse Keira e lo tirò a sé.

Saluta Amelia ed Alexis.”

Harry alzò lo sguardo verso Sirius e Keira.

Erano raggianti, come i suoi genitori.

Sorrise, guardando quelle piccole che avevano appena detto ciao al mondo.

Sì, si disse, guardando i visi delle persone che amava.

Sarebbe andato tutto bene.


THE END


Vestito:

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