Un piano perfetto

di germangirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - The Plan ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - The Lord of the Ring(s) ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - The D-Day ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - The Plan ***


E’ già qualche giorno che questa idea mi frulla per la mente e oggi ho deciso di dare ufficialmente inizio al progetto. Il problema è che, al momento, ho qualche problema di mobilità, quindi mi serve aiuto. E per attuare questa fase del mio piano c’è un’unica persona a cui mi posso rivolgere. Ecco perché ho appena cercato il suo numero sul cellulare, premuto il tasto verde e … uno squillo, due squilli, tre squilli … e dai, rispondi…

“Ciao fratello, come va?”

“Ciao Jeff, un po’ meglio, grazie… Lì come vanno le cose? Le bambine come stanno?”

“Tutto a posto! Non vedono l’ora che finisca la scuola così potranno venire a trovarti e conoscere la zia Stana… a proposito, è lì con te?”

“Ecco, proprio di Stana ti volevo parlare. Vedi…” Non faccio in tempo a continuare la frase che mio fratello mi interrompe, con tono agitato e, oserei dire, incazzato come una scimmia e parte come un treno.

“Nate, non dirmi che l’hai fatta scappare. Non dirmi che sei stato così insopportabile in queste settimane in cui si è presa cura di te da mandarla al manicomio, no, dai, quella donna mi piace, è dolce, simpatica, bellissima e tu l’hai trattata male?! Ma quando ti deciderai a mettere la testa a posto? Dio, non ti è servito nemmeno spaccartela, quella testa dura, per mettere un po’ di giudizio, sei incorreggibile! Guarda che un’altra così non la trovi!”

“Oh oh oh, frena fratello! Prima di tutto mi sembrava di avere già messo in chiaro che tu hai già una moglie e che, quindi, Stana era off limits per te. Cos’è questa profusione di aggettivi? Lo so anche da solo che è dolce, simpatica e bellissima, credimi, ne sono pienamente consapevole. E comunque con lei va tutto bene.” Diamine, cominciamo a mettere i puntini sulle i. Il fatto che sia fantastica è ormai risaputo, ma che io debba tenere a freno persino mio fratello mi pare assurdo. E poi, accidenti che paternale mi sono beccato!

“Wow, Nate, non ti ho mai sentito tanto geloso! Messaggio ricevuto, stai tranquillo! Allora, quando la porti a conoscere il resto della famiglia? Le tue deliziose nipotine non stanno più nella pelle, senza considerare che anche mamma e papà fremono dalla curiosità… del resto, dopo tutti questi anni in cui ci hai fatto una testa tanta a forza di parlare di lei anche se non stavate insieme, sarebbe anche l’ora! Sai che mi hanno tartassato di domande quando sono rientrato da Los Angeles dopo l’incidente? Mi sembrava di essere in uno di quegli interrogatori che mettete in scena in Castle… Ci mancava solo che mi sbattessero contro un muro per farmi parlare! E non hanno avuto pietà nemmeno della mia mano fasciata o del cerotto sul sopracciglio, figurati, l’unico argomento erano Nate e la sua bella fidanzata!” Non posso fare a meno di sorridere… ce li vedo proprio, tutti quanti, a mettere sotto torchio Jeff. Anche lui ha l’aspetto di un gigante, ma dentro è un tenerone. Senza considerare che anche con me non ci sono andati leggeri: mamma mi ha chiamato cento volte in queste settimane, preoccupandosi delle mie condizioni fisiche dopo l’incidente e, più che altro, facendomi il terzo grado su me e Stana.

“Appena possibile veniamo a trovarvi. Senti, tu quando torni a LA? Avrei bisogno che tu mi portassi in un posto…”

“Sarò in California per tutta la prossima settimana, vuoi che ti accompagni a fare qualche controllo medico?”

“No… ecco… si tratta di un’altra faccenda.” Decido di rimanere sul vago. Non gli posso anticipare al telefono dove voglio andare, altrimenti sono sicuro che sia lui che il resto della famiglia mi darebbero il tormento. “Possiamo fare martedì pomeriggio?”

“Mmmmmmh, come siamo misteriosi... mi sembra di capire che non mi dirai altro al telefono… comunque martedì va bene. Passo a prenderti alle tre? Sei ancora a casa di Stana, vero?”

“Sì, sono ancora qui. Alle tre va benissimo. Grazie mille, Jeff! Abbraccia le bambine da parte mia e… Jeff?”

“Sì?”

“Non una parola con nessuno a proposito del nostro incontro, ok?”

“Ok, Nate, contaci!” Lo saluto e chiudo la conversazione. Bene, prima parte del piano sistemata. Martedì prossimo Stana sarà impegnata con una serie di interviste e altre attività promozionali, quindi potrò dedicarmi al mio progetto senza destare sospetti. Se riuscissi a scrivere, depennerei la prima voce dall’elenco delle cose da fare. Peccato che, con la spalla destra in queste condizioni, la suddetta lista esista solo nella mia mente. Ma forse è meglio così, non vorrei che Stana la trovasse da qualche parte e così addio sorpresa. Oddio, la vera sorpresa l’ha fatta lei a me. Esattamente tre settimane fa mi ha chiesto di sposarla. Ci credereste? E’ stata proprio lei a chiedermelo! E io, naturalmente, le ho detto subito di sì. Del resto, mica capita tutti i giorni che la donna che ami ti faccia una proposta di matrimonio, no? Ancora mi chiedo come sia possibile che questa fortuna sia capitata proprio a me. No, dico, l’avete vista? Lei è una donna straordinaria, splendida, spettacolare… Peccato che, sempre tre settimane fa, io abbia avuto un incidente in auto, che mi ha lasciato qualche costola ammaccata, un bel trincio sulla testa e una spalla fuori uso. Quindi non sono ancora riuscito a regalarle un anello di fidanzamento e, più che altro, non siamo ancora riusciti a celebrare degnamente il nostro fidanzamento, non so se mi spiego… Intendiamoci, ci abbiamo provato più di una volta, del resto io ho in comune con il mio personaggio l’aspetto fisico e quindi, come Rick Castle, sono ruggedly handsome, praticamente irresistibile.  E la mia donna è la sensualità fatta persona, non vi pare? Diciamo che mi emoziona anche quando gira per casa struccata e con una semplice maglietta, magari una delle mie, e i leggings… Solo immaginarla mi manda su di giri! Comunque, dicevo che ci abbiamo provato, ma le mie condizioni ce lo hanno impedito. E anche il medico mi ha detto di non fare sforzi. Di nessun genere. E mentre me lo diceva, mi guardava dritto negli occhi, come a specificare che intendeva chiaramente anche quel tipo di sforzi. Insomma, da tre settimane ogni giorno mi dovrei sparare bromuro per endovena per stare tranquillo…. Ma non divaghiamo. Visto che non posso ancora ripagarla in natura per tutte le cure che mi sta dedicando, voglio almeno regalarle un bell’anello ed è proprio in gioielleria che mi farò portare da Jeff. Ok, ci sarei potuto andare anche in taxi, è vero. Ma, caspita, è un evento speciale e voglio condividerlo con mio fratello. Lui c’è già passato, magari mi può dare qualche consiglio. Voglio che sia tutto perfetto. Assolutamente.
 
Nota dell’autrice: il piano del nostro Nathan sembra ben congegnato… ma riuscirà a metterlo in pratica senza intoppi? E come reagiranno fidanzata e familiari? Al prossimo capitolo l’ardua sentenza!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - The Lord of the Ring(s) ***


Eccoci finalmente a martedì. In questi giorni ho continuato a pensare alla parte teorica del mio piano e devo ammettere che qualche buona idea mi è venuta. Stana continua ad essere adorabile con me: mi prepara da mangiare, mi accompagna alle visite mediche, mi aiuta a radermi e a farmi la doccia… ecco, diciamo che queste ultime attività non aiutano certo la parte dell’astinenza, ma sto sviluppando una capacità ascetica notevole.

“Allora, tesoro, sei sicuro di non avere bisogno di altro?” Quanto è tenera la mia fidanzata, si preoccupa sempre per me.

“Certo, amore, vai tranquilla. Per pranzo posso mettere qualcosa nel microonde o ordinare dal cinese e poi me ne starò buono buono sul divano a guardarmi un DVD.” E qui sfodero la mia migliore espressione angelica, tanto che mi potrebbero nominare “cherubino dell’anno”.

“OK, per qualsiasi cosa chiamami, va bene?”

“Sicuro, ma starò bene, vai serena. Dammi solo un bacio prima di andare via.”

Stana mi sorride, mi stampa un bacio sulle labbra e se ne va. Mmmhh, quanto amo quelle sue labbra morbidissime. Bene, tutto procede come pianificato. Ho tutto il tempo di annoiarmi a casa, inventarmi qualcosa per pranzo e continuare a pensare a qualche altro dettaglio fino all’arrivo di mio fratello. Finora abbiamo tenuto la decisione di sposarci solo per noi: abbiamo pensato di condividerla con le nostre famiglie e con gli amici solo alla fine della mia convalescenza. Devo ammettere, però,  che io non sto più nella pelle e non riesco a capire come Stana sia riuscita a non farsi sfuggire nulla nemmeno con la sua amica Tamala, che per queste cose è peggio di un segugio! Comunque, per mettere in pratica il mio piano dovrò anticipare un po’ i tempi e cominciare intanto con Jeff. Come evocato dalle mie parole, ecco che suona il campanello. Vado ad aprirgli la porta e lui entra. Già da come cammina e gesticola capisco che sta morendo dalla curiosità. Ora mi voglio divertire un po’….

“Ciao Nate, allora, vuoi dirmi dove dobbiamo andare?”

“Ciao Jeff, come stai? Io abbastanza bene, nonostante tutto…” Non saremo a Buckingham Palace, ma almeno un po’ di buone maniere, che cavolo!

“Dai, non farla troppo lunga. Si vede benissimo che stai meglio. Le cure della tua infermiera devono essere prodigiose… “ Mi guarda con un’espressione maliziosa e io gli lancio un’occhiataccia in risposta, tanto che lui si mette a ridere. “Insomma, fratello, dove andiamo?”

“In gioielleria. Voglio comprare un anello per Stana.” Forza, Nate, iniziamo lo spettacolo. Jeff, infatti, come previsto, spalanca bocca e occhi per la sorpresa e mi chiede: “No, dai, vuoi farle quella proposta? E vai, così mi piaci!”

Attivo la mia migliore faccia da poker e gli replico, seraficamente: “A dir la verità, no.”

Caspita, il viso di mio fratello è uno spettacolo.

“Noooo??? Ma dove la trovi una donna migliore di lei? Quanto ancora vuoi aspettare? Non hai mica più vent’anni. Nate, cavolo, non capisci proprio nulla!” Ha un tono così sconsolato che mi fa quasi pena! Deve aver perso la speranza che prima o poi io riesca a sistemarmi….

“Frena, Jeff. Non voglio farle quella proposta, semplicemente perché l’ha fatta lei a me.”

Oh quanto vorrei avere una macchina fotografica, anzi, una telecamera! Sulla faccia di Jeff le espressioni si alternano alla velocità della luce.

“No! Non ci credo! Ma è fantastico! Ho sempre pensato che quella donna fosse speciale! Mi auguro bene che tu le abbia detto di sì, testone d’un fratello….”

“Sì, stai tranquillo. Dai, ora andiamo in gioielleria, così mi aiuti a scegliere l’anello perfetto, ok? Del resto, è quello che un fratello, nonché testimone dello sposo, dovrebbe fare, no?”

Sul suo viso si spalanca un sorriso sincero. “Vero. Non avresti potuto darmi una gioia più grande! Ti abbraccerei ma temo di farti male… Sono davvero felice di accompagnarti in questa impresa. Dai, partiamo subito.”

Mezzora dopo arriviamo alla gioielleria. La commessa ci mostra vari modelli, da quelli estremamente elaborati a quelli con dei diamanti grandi come palline da golf. Insomma, niente che vada bene per la mia Stana. Sono un po’ scoraggiato, ma ecco che Jeff mi viene in soccorso e mi fa notare un anello strepitoso, nascosto in un angolo. E’ una veretta in oro bianco, su cui si rincorrono tanti piccoli diamanti. Non sfacciatamente grande, né minuscola. Elegante e raffinata. In una parola, perfetta. Lo sapevo che mio fratello sarebbe stato indispensabile! Pago e, con questa scatolina preziosa ben nascosta in tasca, risaliamo in macchina.

“Allora, Nate, quando hai intenzione di darglielo?”

“Mmmmh, ci sto ancora lavorando…” Quanto mi diverte tenere Jeff  sulle spine!!! In realtà, ho già deciso cosa farò, ma devo limare ancora alcuni particolari e non voglio che qualcosa vada storto.

“E dai, sono tuo fratello, nonché testimone, avrò pur diritto a qualche anticipazione, no?” Ora è lui che attiva la faccia da cucciolo bastonato, ma io, tsé, sono il campione mondiale in questa specialità e non mi faccio fregare.

“Dai, ti terrò aggiornato.” Ora mi faccio serio e lo guardo intensamente. “Intanto, per favore, non dire niente a mamma e papà di questa storia, ok? Voglio farlo io e voglio farlo per bene. In fin dei conti, non ci si sposa mica tutti i giorni!”

“Hai ragione. Forza, intanto ti riporto a casa. Mi sembra che la giornata sia stata abbastanza intensa e credo tu abbia bisogno di riposare.” Ha ragione, questa escursione alla gioielleria mi ha stremato. La testa comincia a pulsare un po’ e anche la spalla non scherza. E poi devo tornare a casa prima che rientri Stana, in modo da avere anche il tempo di nascondere la suddetta scatolina preziosa, altrimenti addio sorpresa.

Qualche giorno dopo, ho nuovamente bisogno dell’aiuto di una persona per attuare la fase successiva del piano, così, appena Stana esce per andare in palestra, la chiamo subito e confido che mi dia una mano senza fare troppe domande… anche se, conoscendola, temo che sarà impossibile.

“Ciao Nate! Come procede la convalescenza?” eccola qui, con la sua voce allegra.

“Ciao Tam, abbastanza bene, grazie… senti, avrei bisogno di un favore.”

“Spara.”

“Potresti invitare Stana a fare shopping con te la prossima settimana, diciamo venerdì?”

“Nate, cosa stai combinando?” mi dice con tono sospettoso.

“Dai, le voglio organizzare una piccola sorpresa, ma mi serve casa libera per qualche ora. Mi aiuti? Dai, dimmi di sì, ti preeeeeeeeeeeegooooooooooooo” e qui tiro fuori la vocina da bambino lagnoso, che con le donne funziona sempre.

“OK, Fillion, ma a cose fatte voglio tutti i particolari, compresi quelli piccanti, chiaro?” Visto? Lo sapevo che avrebbe funzionato. Io adoro questa donna!

“Perfetto, grazie ancora!” La saluto e riaggancio. Bene, Stana sistemata. Per fortuna, a fare le telefonate più difficili ci ho già pensato ieri. Non sono mai stato tanto nervoso in vita mia. E non so come mi sentirò quando me li troverò davanti di persona. Forza Nate, sei un uomo grande e grosso, non puoi tremare al pensiero di incontrare i genitori della tua fidanzata. O i suoi fratelli. Quattro. Mica uno solo, sai, ben QUATTRO. Grandi e grossi pure loro. Sono tanti! Deglutisco sonoramente e cerco di non pensarci adesso. Conservo tutto il mio coraggio per quel giorno, temo mi servirà.
 
Nota dell’autrice: Bene, Nathan ha trovato l’anello perfetto. Ora deve solo consegnarlo alla sua bella fidanzata. E incontrare la famiglia di lei…. Panicoooooo!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - The D-Day ***


Il fatidico giorno è arrivato. Stana si sta preparando per uscire con Tamala e io sto cercando di contenere l’ansia. Ho concordato con Tam che mi serve casa libera fino alle sette, pertanto deve trattenere Stana in giro almeno fino a quell’ora. Caspita, il mio piano mi sembrava perfetto sulla carta (anzi, in teoria, visto che non riesco ancora a scrivere), ma adesso che siamo arrivati alla conclusione ho paura che qualcosa vada storto. Forza, Nate, ce la puoi fare. Inganno il tempo guardando distrattamente la televisione, anche se ho la testa altrove. Per fortuna, la mia fidanzata non sospetta nulla ed eccola qui, in tutto il suo splendore, pronta a uscire per una sessione di shopping con la sua amica.

“Tesoro, allora io esco. Sei sicuro che non hai bisogno di niente? Ti preparo qualcosa prima di andare?” Smette di parlare, mi si piazza davanti, mani sui fianchi, e mi osserva attentamente, corrugando la fronte.  “Nate, ti vedo un po’ provato oggi, se vuoi chiamo Tam e annullo tutto, così rimango qui con …”

Non le lascio nemmeno finire la frase: “Nooooooooooo, amore, stai tranquilla, sto benone, esci, divertiti con Tam, comprati qualcosa di carino che, appena mi rimetto del tutto, ti porto a cena fuori!” Sì, ci mancherebbe giusto che rimanesse a casa con me proprio oggi pomeriggio, non scherziamo…. Anzi, qui il tempo stringe e quindi, con delicatezza, la convinco a smammare, spingendola amorevolmente verso la porta. Mai stato così felice di allontanare Stana! Ma è per una buona, anzi, per un’ottima causa.

Nemmeno un quarto d’ora dopo, ecco che la ditta di catering che ho contattato arriva e comincia ad allestire la tavola per la cena. Apparecchiano per 9 commensali. Esatto: Stana, io, i suoi 4 fratelli, sua sorella e, naturalmente, suo padre e sua madre. Ho invitato tutta la sua famiglia per chiedere a tutti loro il permesso di sposarla e consegnarle l’anello. Lo so, sono cose che non si fanno più, anche perché Stana e io non abbiamo più 15 anni e siamo nel ventunesimo secolo, però so quanto lei sia legata a loro e sono convinto che le farà piacere condividere questo evento con i suoi familiari. Ieri ho fatto anche una lunga chiacchierata al telefono con sua sorella e le ho chiesto aiuto per preparare un’altra piccola sorpresa. Christine sembra una ragazza davvero affabile. Spero solo che fili tutto liscio. Ah, naturalmente spero anche che i suoi fratelli non decidano di spezzarmi le gambe: ho già qualche costola ammaccata, una cicatrice sulla testa e una spalla ricucita. Almeno le gambe le vorrei conservare integre….

Come concordato, poco dopo le sei arrivano i miei suoceri (oh santo cielo, io, Nathan Fillion, avrò dei suoceri! Annaspo già al pensiero!), i miei cognati (come temevo, i fratelli Katic sono tutti ben piazzati… ma hanno delle facce simpatiche, speriamo bene) e mia cognata (almeno lei sembra dalla mia parte…). Parliamo del più e del meno e tutti mi appaiono molto cordiali e accoglienti. Mi raccontano la storia della loro famiglia, parlano della vita in Croazia, della decisione di emigrare dapprima in Canada e poi negli Stati Uniti. Hanno vissuto un’esistenza davvero interessante e sono persone semplicemente splendide. Non mi stupisce che Stana sia una creatura tanto speciale. Pochi minuti prima delle sette, ci mettiamo d’accordo affinché rimangano nascosti in cucina nel più rigoroso silenzio. Sento il cellulare che suona: è un sms di Tam che mi avverte che ha appena salutato Stana e che a breve dovrebbe arrivare. OK, Nate, un bel respiro. Si va in scena.

Infatti, pochi minuti dopo sento la porta di casa aprirsi e una voce che conosco bene dice: “Amore, tutto bene? Dove sei?”

“In cucina” Mi metto il dito indice sulle labbra per ricordare alla famiglia Katic di mantenere il silenzio più assoluto.

Stana continua a parlare mentre sento che si toglie la giacca, posa i sacchetti sul divano e si avvicina alla cucina. “Sai, Tam e io ci siamo divertite un sacco. Siamo andate anche da Victoria’s secrets e ho comprato una cosa che potremmo usare per divertirci appena starai meglio. Sono sicura che ti piacerà, è un periz…”

Oh mio Dio, no, non davanti ai miei suoceri! Credo di essere diventato viola dall’imbarazzo e anche la mia fidanzata assume più o meno la stessa colorazione appena entra nella stanza e vede tutta la sua famiglia schierata.

“Sorpresa!” gridano tutti in coro, guardandoci con un’espressione alquanto maliziosa.

“Mamma, papà, ciao… che ci fate qui? Oh, ragazzi… ci siete proprio tutti!” Dio, è così bella quando sorride commossa, come in questo momento, che solo per la sua espressione meritava impegnarsi tanto. Passa da un abbraccio all’altro, finché me la ritrovo davanti, con quegli occhioni splendenti e un sorriso da infarto. “Ci sei tu dietro tutto questo, vero? Oh, Nate, grazie, sei davvero un tesoro!” Mi afferra il volto e mi stampa un bacio sulla bocca, proprio come nella scena finale della 4x23, con la sola differenza che qui non siamo sul set. Nossignori, davanti a noi ci sono suo padre e sua madre. E i suoi fratelli. Quattro. Grandi e grossi. Ma sapete una cosa? Chi se ne frega, di qualcosa si deve pur morire! Ehy, aspettate un momento, non posso morire adesso: ho una missione da portare avanti. A malavoglia mi stacco dalle morbide labbra della mia fidanzata e mi rivolgo a suo padre.

“Signor Katic, forse avrà letto qualcosa su di me sui giornali di gossip o su internet. E sicuramente quello che ha scoperto non le sarà piaciuto, non piacerebbe a nessun padre. Ma da qualche anno ho la fortuna di lavorare a fianco di sua figlia e ho imparato a conoscerla. Con il tempo ho capito che quello che mi legava a lei era ben più di un’amicizia. Entrambi sappiamo quanto sia straordinaria Stana. Lei è l’ossigeno delle mie giornate, la luna che illumina le mie notti, l’arcobaleno alla fine di un temporale, il sole quando fuori piove…. Insomma, è la mia vita. Io la amo più della mia vita stessa. E, inspiegabilmente, pare che anche lei ami me.” Mi volto a guardare Stana e vedo che annuisce e mi sorride, ancora più commossa di prima. Le prendo una mano e, stringendola per darmi forza, sgancio la notizia bomba: “Signor Katic, sua figlia e io ci sposiamo.”

Con la coda dell’occhio vedo la mamma di Stana e il resto della famiglia spalancare gli occhi dalla sorpresa. Suo padre, invece, sembra imperturbabile, un vero iceberg , tanto che, in confronto, quello che ha affondato il Titanic era un cubetto di ghiaccio del Martini. Ma non mi faccio intimidire e proseguo. “Non le chiederò la mano di sua figlia anche perché, che ci creda o no, è stata lei a chiedermi di sposarla.” I fratelli di Stana cominciano a fischiare e a battere le mani, ci manca che facciano la ola e potrei pensare d’essere allo stadio! La mamma invece ha la bocca e gli occhi ancora più spalancati di prima e si preme una mano sul petto. Oddio, speriamo non le venga un infarto proprio ora, non sarebbe certo di buon auspicio. Ci pensate? Finirei su tutti i giornali! Ma non divaghiamo.

“Non sono esattamente al massimo della forma adesso, ma quello che le posso promettere è che mi prenderò cura di lei, la proteggerò e la amerò con tutto me stesso. E, Stana,” mi rivolgo alla mia fidanzata, “volim te”. A queste parole, lei non riesce più a trattenere le lacrime, tanto che la mia prima reazione è: “Oh, tesoro, ho sbagliato la pronuncia? Ho detto una sciocchezza? Perdonami! Volevo solo farti un piccolo regalo e ho chiesto aiuto a Christine affinché mi insegnasse come si dice “ti amo” in croato, ma…”

“No, amore mio, è… è… tutto… troppo… fantastico. Ti amo anche io!” Rimaniamo a guardarci negli occhi, sopraffatti dalle emozioni, per un tempo che non saprei calcolare. Caspita, è proprio bello essere innamorati! Ma non siamo soli e, infatti, dopo un po’ sento gli ospiti che cominciano a schiarirsi la gola, come a ricordarci che nella stanza ci sarebbero anche loro. Ops, quasi quasi me li ero dimenticati.

“E, aspetta, c’è un altro piccolo regalo per te.” Lascio la sua mano e, con qualche difficoltà, prendo la scatolina dalla tasca dei miei pantaloni e gliela porgo. “Lo so, non rispetta esattamente l’ordine che avevamo concordato.” La guardo sogghignando e sollevando un sopracciglio e lei arrossisce vistosamente, mettendosi a ridere, mentre i suoi familiari ci osservano senza capire. Ed è meglio che non capiscano, visto che l’ordine concordato prevedeva prima un ringraziamento in natura e poi l’acquisto dell’anello… Stana apre con cura la scatolina e si mette a piangere. Di nuovo. Oh santo cielo, è una fontana oggi! “Scusami amore, non ti piace? Se vuoi lo cambiamo. Mi sono fatto accompagnare da Jeff per comprarlo, ma sei vuoi andiamo insieme in gioielleria e ne prendiamo un altro…”

Tira su con il naso, scuote la testa e mi dice “No”, seria e decisa.

“No?” Adesso sono io che la guardo senza capire.

“Nate, è perfetto, davvero! Vuoi mettermelo?” E di nuovo il suo meraviglioso sorriso mi riempie il cuore. Oggi passa dal riso al pianto come una giornata di aprile passa dal sole alla pioggia. E’ bellissima! Mentre mi accingo a metterle l’anello, ecco che una voce ci interrompe.

“Un momento.” Ops, ma guarda, è il signor Katic! Lo avevo momentaneamente rimosso dalla mia memoria, chissà perché... “Nathan, non abbiamo ancora finito.” Eccoci, è l’ora della verità. Temevo che sarebbero stati i fratelli a spezzarmi tutte le ossa delle gambe, uno per uno, ma ora invece avverto la fortissima sensazione che ci penserà il caro papà. Mi volto verso di lui e lo affronto. Per la mia donna sono pronto a tutto.

“Hai ragione, ho letto tante cose su di te e non mi sono piaciute.”

“Ma…”

“Fammi parlare. Hai ragione anche su un’altra cosa. Mia figlia è straordinaria. E ha un bel caratterino. E sicuramente sa il fatto suo. Quindi, se lei ti ama significa che te lo meriti. Benvenuto in famiglia, figliolo!” Esulti il coro degli angeli! L’iceberg si è sciolto, alleluja! Un sorriso sincero si apre sul suo volto e mi abbraccia. Un po’ troppo affettuosamente, a dir la verità, infatti mi sembra che la spalla si stia frantumando di nuovo in mille pezzi, per non parlare delle costole che mi stanno trapassando i polmoni. Ma sapete una cosa? Ne vale la pena. Il padre di Stana mi ha accolto nella sua famiglia! Non riesco però a trattenere un gemito, il dolore alla spalla e alle costole sta diventando insopportabile. Stana se ne accorge e mi viene in soccorso, distraendo papà Katic che allenta un po’ la presa e mi permette di respirare di nuovo.

Ma non ho calcolato il resto della ciurma: ohi ohi ohi, i fratelli Katic si avvicinano a me in blocco. La mia vita è finita. Addio, mondo crudele…

Per mia fortuna si limitano a stringermi la mano sinistra, quella sana, a farmi le loro congratulazioni e a sorridermi. Il più grande, però, sibila fra i denti: “Fillion, se la fai soffrire sei un uomo morto, chiaro?”  Ecco, ora mi sento davvero accolto. Missione compiuta.

Nota dell’autrice: Alé, il nostro buon Fillion è sopravvissuto all’incontro con la famiglia della sua amata. Il suo piano perfetto (o quasi) ha avuto successo. Grazie, come sempre, a chi di voi mi ha dedicato il proprio tempo per arrivare fino qui e a chi è stato tanto gentile da lasciare una recensione. Fanno sempre piacere!
Baci,
Germangirl

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