Io, lui, lei e loro - Diversi non vuol dire incompatibili

di FeverSkating
(/viewuser.php?uid=162106)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 – Di caramellevolità, molestatori e pazzi ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Fanfic piuttosto strana, per me, lo ammetto. Si potrebbe considerare un esperimento. ^^

Comunque questo è una specie di primo capitolo di prova e le cose potrebbero non risultare molto chiare. Come ad esempio il fatto che Raf abbia un fratello, però l'idea mi piaceva e mi serve ai fini della storia! ^^ Anche se devo ammettere che ci sono cose che persino io non ho ben chiare... ^^ L'unica cosa sicura è che una delle coppie a cui mi dedicherò, direi la principale, è Raf/Sulfus! ^o^
Spero vi piaccia! ;)
Buona lettura.

 

 

 

*

 

Hola, chicos, como estas? Qui parla Raf, che – più agitata che mai – non ha la minima voglia – né il tempo - di rispondervi. Ma visto che sono una persona educata opterò per una via di mezzo.

 

Se siete mamma e papà: no, mamma, l’esame non l’ho ancora finito, altrimenti non staresti ascoltando la segreteria. No, papà, non ho bisogno che mandi un falco di ricognizione a cercarmi, perché non mi sono persa per strada! Vi chiamo appena finisco, baci.

 

Se sei mio fratello: ti sei dimenticato che avevo l’esame di ammissione, vero?
 

Se sei Uriè: dimmi buona fortuna!

 

Se sei una qualsiasi altra persona: anche se lasciassi un messaggio non penso ti risponderei…l’ho già detto che sono troppo agitata?!

 

Bip

 

Veramente, Raf, avevamo chiamato per dirti che stasera io e tuo padre usciamo a cena. Ti ho lasciato delle pizze nel frigorifero, basta che le metti nel microonde. Raf, principessa di papà, stai bene? Mi raccomando, mostra a tutti il tuo valore!

 

Bip

 

Esame? Wow…non ti preoccupare che tanto lo passi, secchiona. E non è vero che me l’ero dimenticato, ero semplicemente immerso nell’ardua ricerca del telecomando, che, appunto, dov’è?

 

Bip

 

Forza, Raf! Lo so che ce la puoi fare, faccio il tifo per te! VAIII!

 

Bip

 

Raf, sono la nonna. Ho bisogno che al ritorno passi dall’edicola a prendermi il giornale e cosa significa che non mi risponderai? Capisco che tu sia agitata, ma datti un contegno, tesoro.

 

*

 

 

 

 

Nel corso della sua vita le era sempre piaciuto pensare che in ogni persona si celasse un qualche talento ancora inespresso.

E col tempo e l’esperienza lei aveva trovato il suo. Anche se detta così la faceva sembrare un’anziana signora che, alla veneranda età di mille e passa anni, aveva finalmente preso coscienza delle proprie capacità – un po’ in ritardo, ma, d’altronde, meglio tardi che mai.

Nulla di più falso.

Raf non era altri che – come diceva il padre, che a parer suo era rimasto al Medioevo – una “giovin fanciulla” dai lunghi capelli color dell'oro e dagli splendi occhi di un azzurro più limpido del cielo. E alla luce dei suoi 18, quasi 19, anni – che comunque non erano da considerarsi una bazzecola – Raf poteva essere fiera di far parte di quel ristretto gruppo di persone che, già in giovane età, avevano scovato il loro talento.

E così, eccola lì, a trascinare per i corridoi del dormitorio femminile il suo inseparabile trolley celeste. Avanzava a passo sicuro, alternando occhiate al numero delle stanze e a quello segnato sul foglio, stretto in mano, che le avevano consegnato all'ingresso. Come inizio, doveva ammettere, non era dei migliori. La segretaria dello sportello per l'aiuto studenti non le aveva nemmeno accennato dove anche solo potesse trovarsi la sua camera, porgendole, poi, il foglio - con lezioni, attività extra-scolastiche e un'altra marea di roba - con malcelata cafonaggine, come se l'essere andata da lei per chiederle di fare quello che era effettivamente il suo lavoro fosse stato talmente inopportuno da offenderla.

Le persone: un'incognita!

Scosse leggermente il capo, tralasciando quei pensieri, che al momento non le servivano a nulla, piuttosto tentò di concentrarsi sulla sua ricerca, che ormai andava avanti da parecchi minuti. Per sua fortuna, aveva trovato una ragazza - la sua salvatrice! - che almeno era stata capace di indicarle il piano esatto. E grazie al cielo, perché quel posto era enorme! Sembrava un labirinto, e lei non aveva mai avuto un grande senso dell'orientamento.

Se solo avesse potuto fare affidamento su Uriè! Ma purtroppo la ragazza non era ancora tornata dalle vacanze estive e, per di più, non erano riuscite nemmeno a farsi mettere in stanza assieme.

Ci avevamo provato seriamente, ma a quanto pare esisteva una - stupida - regola che vietava a studenti di anni diversi di dividere la stessa camera.

Sperava quantomeno di riuscire ad andare d'accordo con la sua coinquilina.

Stava per rassegnarsi, quando all'improvviso lo vide. 4B – 13 in ottone, incastonato alla porta bianca. Finalmente!

Tirò un sospirò di sollievo, afferrando, con rinnovata euforia, la maniglia.

« Ciao! Piacere di conoscerti, mi chiamo Raf...coff coff...ma che cavolo...? »

Non fece in tempo a entrare che un'ondata di fumo denso la travolse. Strizzò gli occhi, nel tentativo di vederci qualcosa, sempre se ci sarebbe riuscita; iniziavano a bruciarle gli occhi.

« Ehi, chiudi la porta, se si dissolve il fumo, si dissolve anche la magia. »

Una voce, proveniente dal fondo della stanza, attirò la sua attenzione. Ma chi cavolo aveva parlato? Tentò di aguzzare la vista fino a intravedere, seduta sul letto, una ragazza con in bocca una sigaretta che fumava placidamente.

« Ma quale magia e magia! Qui si soffoca! » urlacchiò Raf, dirigendosi a passo svelto verso la finestra. E quando l'aprì si sentì subito meglio. L'aria pulita inondò la stanza, permettendole di respirare.

« Ma allora non hai capito, non so chi tu sia, ma chiudi quella dannata porta, e anche la finestra! » sbottò la ragazza, ancora adagiata sul letto.

Raf si girò di scatto, fissandola in maniera risoluta.

« Sono colei che abiterà qui per il resto dell'anno, quindi ho il diritto di decidere le sorti di questa stanza. Ergo: niente fumo! »

« Uuuh, calma piccoletta » ridacchiò la ragazza, alzandosi dal letto e raggiungendo Raf.

Arrivata di fronte a lei la squadrò dall'alto, con un ghigno ad adornarle le labbra.

« E così tu saresti la mia coinquilina. Io sono Kabalè. Benvenuta alla Golden Accademy of Arts, piccoletta. »

 

*

 

Questa e la mia nuovissima e stupendissima segreteria telefonica! Qui parla Raf e – non mi stancherò mai di ripeterlo – ce l'ho fatta! Sono entrata alla Golden Accademy!

 

Se siete i miei genitori: sì, mamma, ho trovato la stanza e ho giù anche disfatto le valigie. No, papà, non ho incontrato nessun bruto villano che tenta di attentare alla mia virtù.

 

Se sei quell'idiota del mio caro e dolce fratellone: il telecomando è tra i cuscini del divano e i fumetti sono sotto al letto e, no, non ti preoccupare, non mi sono offesa per il tuo più completo menefreghismo nei miei confronti.

 

Se sei Uriè: ehm...dove esattamente avevi detto che era la tua stanza?

 

Se sei “quell'amore” della mia coinquilina: Come diavolo hai avuto il mio numero?

Se sei chiunque altro: ignora tutto ciò che ho detto prima.

 

Bip

 

Sono contenta che tu stia bene, Raf. Appena puoi, facci sapere com'è. Stellina mia, difendi il tuo orgoglio a spada tratta, mi raccomando!

 

Bip

 

Grazie, sorellina, l'ho sempre detto che sei di essenziale importanza per il ciclo vitale della nostra famiglia. Comunque, come stai? Bene? La tua coinquilina è carina? Me la presenti? ...ah, un'altra cosa, non riesco a trovare l'alimentatore del pc.

 

Bip

 

Raf, sei incredibile! Facciamo così, ci troviamo domani mattina nell'atrio, perché se aspetto te, posso anche invecchiare.

 

Bip

 

Sai, piccoletta, è sconsigliabile lasciare il cellulare incustodito per la stanza. Ricordatelo più avanti.

 

Bip

 

Raf, sono di nuovo la nonna. Ti sei ricordata di passare in edicola?

 

 

 

 

Angolo Autrice
 

E così si conclude questo primo capitoletto, di introduzione, direi. u.u

Ancora non ho ben inquadrato come sarà questa storia, ma diciamo che nascerà in base all'ispirazione. ^^
Ditemi se vi è piaciuta.

Alla prossima! ^.-

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1 – Di caramellevolità, molestatori e pazzi ***


Here I am! ^^”

Dopo... ehm... massì, lo chiameremo “lasso di tempo considerevole”. ^^

Visto che sono a casa malaticcia (Q.Q) ho usato questo tempo per scrivere! ^^
Comunque ringrazio tantissimo chi ha messo la storia tra preferite/ricordate/seguite e chi ha setto! Grazie!
❤ E ringrazio moltissimo, ovviamente, anche chi ha recensito, ovvero: supersweety, SilverEmperess001 e errewaylove4ever9.

Ora, vi lascio al capitolo, sperando che vi piaccia! ^^
Buona lettura!




Capitolo 1 – Di caramellevolità, molestatori e pazzi



« Quella è pazza, ti dico, pazza! Non sono passati neanche due giorni e già non la sopporto più! »

« Suvvia, Raf, non esagerare. Infondo in quella stanza dovrai solo dormire. »

« Appunto, Uriè, dormire. Ma credi che quella me l'abbia lasciato fare? Naturalmente no! Sai che ha fatto, sai che ha fatto? Per tutto il pomeriggio, non avendo niente di cui parlare – almeno a parer suo, che considerava ogni mio tentativo di intavolare una conversazione, infantile e noioso – si è cimentata in una dettagliatissima descrizione del suo adorabile fidanzato – che già sento di odiare – e poi, imperterrita, ha continuato a starnazzare su quanto il suo ragazzo sia bello, aitante, affascinante... »

« Effettivamente non è male. - acconsentì Uriè, parlando più a sé stessa che a Raf.

« ...avvenente, seducente, agile, magnetico, sexy e, ovviamente, fuori dalla mia portata. Ti rendi conto?! Mi ha anche detto che, se spero di incantare qualcuno con il mio visino da bimba innocente, posso anche rassegnarmi e comprarmi una dozzina di gatti. » fece appena in tempo a scansare un ragazzo, continuando a parlare concitata « Mi ha dato della zitella! »

Uriè non riuscì a fare a meno di ridere, mentre entrambe si sedevano a un tavolo a caso della mensa, ancora vuota per metà.

La scuola dava una settimana libera, prima dell'inizio delle lezioni, per permettere agli studenti nuovi di ambientarsi e a quelli vecchi di prolungare, in qualche modo, le loro vacanze. Uriè ne aveva approfittato per godersi l'appartamento al mare coi genitori e poi aveva deciso, da brava amica, di tornarsene a scuola per soccorrere Raf.

Quando era ritornata, quello che aveva trovato era una Raf oltremodo irritata, se non proprio arrabbiata, che rasentava il comico. Aveva passato le ultime ore a elencare ogni più tenue difetto che avesse la sua compagna di stanza, con una meticolosità mostruosa, per giunta.

La cosa non l'aveva sorpresa più di tanto.

Kabalè era piuttosto conosciuta nella scuola, questo perché faceva parte di un gruppo che era considerato d'élite – per chissà quale assurdo motivo –, così come anche il suo rinomato fidanzato, il quale era considerato la crème de la crème dell'intero istituto.

Come gruppo si erano distinti subito, tutti maledettamente belli, tutti dannatamente talentuosi, tutti inverosimilmente bastardi. Sembrava un crimine che in una sola persona potesse trovarsi tutto questo. Il terrore di ogni studente era di finire nel loro mirino o averci a che fare in qualunque modo.

Venivano chiamati Devil, a causa delle terribili rappresaglie che infliggevano a poveri sventurati. La politica era: offendi uno, offendi il gruppo; e il gruppo te la fa pagare. Un modo particolarmente vendicativo per sistemare i conti con altre persone, ma come erano soliti dire: “Noi possiamo permettercelo”.

Perché era vero, loro potevano fare tutto ciò che volevano. Non si era capito come facessero, ma riuscivano sempre a scamparla in qualche modo e, se anche se capitava che non avessero successo, a loro poco importava, anzi ne avrebbero guadagnato in pessima reputazione. Inutile dire che la cosa non avrebbe fatto altro che compiacerli.

« E non è finita qua! » continuò Raf, addentando con un moto do stizza il suo panino « Stanotte, mentre io cercavo di godermi il sonno che tu vai tanto decantando, la mia cara coinquilina ha ricevuto una telefonata. E indovina chi era. Indovina! » le chiese con sguardo stralunato, rimanendo in silenzio per poco, neanche dovesse creare tensione « Il suo ragazzo! E sono rimasti, fino a non so che ora indecente, a scambiarsi ogni sorta di inutile e caramellevole sdolcinatezza! »

Uriè la guardò divertita, e forse anche un po' sconsolata.

« Caramellevole? »

« Sì, sì, caramellevole! » ripeté di nuovo Raf, annuendo convinta.

L'altra la guardò e scosse la testa sconsolata, passandosi una mano tra i ricci castani. A parer suo, Raf stava davvero esagerando, d'altronde le era solamente capitata una compagna di stanza un po' eccentrica e, per quel che ne sapeva lei, sregolata. Ma non poteva essere poi tanto male! Non aveva mai conosciuto Kabalè di persona, nonostante frequentassero lo stesso anno, ma non riusciva a pensare che potessero esistere persone così scortesi. Infondo quelle due avrebbero dovuto dividere la stessa stanza per l'intero anno, fosse stata in loro, si sarebbe impegnata, magari non a diventare amiche, ma almeno a instaurare una sorta di convivenza civile.

« Dai, non ti preoccupare, è solo il secondo giorno. Vedrai che tutto andrà per il meglio. »


***


Una nube di denso vapore si liberò dalla porta del bagno, disperdendosi per la stanza. La figura di Raf che, vestita solo di accappatoio azzurro e ciabatte da piscina, fece la sua apparizione nella stanza e si accovacciò di fronte al comò a cassettoni. Iniziò a frugarci dentro, nella disperata ricerca di un asciugamano. Non li aveva portati da casa – e si era maledetta per questo – e ora sperava ardentemente che la sua adorata coinquilina ne tenesse qualcuno pulito.

Le faceva uno strano effetto frugare tra le cose altrui, ma, d'altra parte, Kabalè giusto quella mattina aveva spudoratamente ficcato quelle sue manacce smaltate nella valigia di Raf, permettendosi anche di criticare il guardaroba, quindi che male c'era se ficcava il naso qua e là anche lei?

Quasi le si illuminarono gli occhi quando finalmente riuscì a trovare un asciugamano, ruvido, consumato, di un terribile color porpora smunto, ma pur sempre asciugamano.

Se lo attorcigliò in testa a mo' di turbante, nascondendo i capelli.

Si avvicinò al suo letto e ne sfilò da sotto la valigia, prese l'intimo e una canottiera e si rintanò di nuovo in bagno.

Fortuna che Kabalè non c'era, il giorno prima per riuscire anche solo a entrare in bagno aveva dovuto aspettare delle ore, perché l'altra doveva finire di truccarsi. Assurdo! Per lei una cosa simile era inconcepibile, però forse Uriè aveva ragione, doveva solo portare pazienza e tutto si sarebbe pian piano sistemato, o almeno ci sperava. Magari quegli iniziali attriti tra lei e Kabalè col tempo sarebbero andati diminuendo, doveva solo avere fiducia.

Ma, al momento, tutto ciò che le interessava era godersi la pace e il silenzio, che sicuramente sarebbero andati distrutti non appena la sua coinquilina avrebbe fatto ritorno.

Cacciò il phon dagli armadietti sotto al lavandino e con calma iniziò ad asciugarsi i lunghi capelli biondi. Quando ebbe finito anche di pettinarsi, ripose tutto al proprio posto e si vestì.

Con indosso solo l'intimo e una canotta bianca, si specchiò con sguardo critico. I capelli erano un po' gonfi e la canottiera decisamente piccola – prima o poi avrebbe dovuto comprarne una nuova –, ma tutto sommato non poteva lamentarsi. Incontrò poi nello specchio i suoi occhi, di un azzurro profondo che trasmetteva tutta la sua euforia. Era talmente contenta di essere stata accettata alla Golden Accademy da non riuscire ancora a capacitarsene. Quando, dopo aver fatto gli esami, le era arrivata la lettera d'ammissione, aveva saltellato per casa per una settimana, sotto lo sguardo stralunato dei genitori.

Non poteva sentirsi più realizzata e il fatto che Uriè fosse lì con lei non faceva altro che intensificare quelle sensazioni.

Sospirò e si sorrise, ricevendo in cambio il suo riflesso.

Con un'espressione dubbiosa prese tra le mani la sua trousse azzurra degli smalti. Perché no, tanto non aveva nient'altro da fare.

Sorridente, e con l'umore stranamente a mille, uscì dal bagno dirigendosi in stanza. Percorse quel piccolo passo di corridoio, che divideva la porta d'ingresso da resto, fino ad arrivare di fronte al suo letto e notare che questo era occupato.

Seduto sul suo cuscino, con la schiena appoggiata al muro, un ragazzo la stava fissando con un ghigno malizioso che gli adornava le labbra.

Gli occhi color ambra e brillanti di divertimento la squadrarono da capo a piedi, indugiando sulle gambe flessuose, lasciate scoperte, e incatenandosi, infine a quelli azzurri di lei.

Il ragazzo si sistemò meglio a sedere, mentre Raf, rimasta impietrita dalla sorpresa, stringeva spasmodicamente a sé la trousse.

« Ma che carina. » ridacchiò lui, spostando una ciocca di capelli neri dal viso.

Lei rimase ancora intontita, in parte affascina da quegli occhi di quel colore tanto particolare da sembrare oro fuso.

Resasi conto che un ragazzo, dall'aria poco raccomandabile, sconosciuto e decisamente troppo a suo agio per trovarsi nella stanza di una ragazza che non lo conosce – perché lei è sicura di non conoscerlo! –, se ne stava beatamente appollaiato sul suo letto, strillò talmente forte che l'avrebbero sentita fino in capo al mondo.

Il ragazzo, che nemmeno aveva capito cosa stesse succedendo, si vide arrivare un oggetto celeste – non meglio identificabile – in piena fronte.

Raf lo guardò ad occhi strabuzzati, la pelle diafana, gli occhi simili a quelli di una serpe, ma ammalianti, e quella postura innatamente elegante gli donavano una fascino etereo...

Chi diavolo è questo tizio?!”


*


Perché? Perché capitano tutte a me?! Cos'ho fatto di male per cui l'universo mi odia?! Le alte sfere devono avercela con me... sì, mi avete sentita, sto parlando con voi, là in alto! … Ah, dannazione!


Se siete i miei cari genitori: non vi preoccupate, non è successo niente, non arrivate a conclusioni affrettate, e sbagliate. Vi voglio bene.


Se sei Alessandro: caro il mio fratellino, mi duole annunciarti che sei sceso al secondo posto nella mia lista di “ragazzo più molesto e seccante che abbia mai conosciuto”, non pensavo potesse succedere, ma qualcuno sembra essersi impegnato molto per superarti.


Se sei Uriè: keep calm, non sommergere la segreteria di messaggi, ti spiego tutto dopo... capito?


Se sei Kabalè: COME TI SALTA IN MENTE DI DARE LA CHIAVE DELLA NOSTRA CAMERA A CHICCHESSIA?! E PERCHÉ IO STO GRIDANDO ALLA SEGRETERIA, SE TU SEI DI FIANCO A ME?! PIANTALA DI RIDERE, VIENI QUI CHE TI CONCIO PER LE FESTE!


Se sei chiunque altro: sei pregato di non lasciare alcun messaggio, perché non è aria... KABALÈ, BASTA RIDERE!


Bip


Amore, tesoro, luz de mi vida, cos'è successo? Basta dirlo e ti veniamo a prendere, bambina mia, ho il cavallo in garage già imbrigliato e– Ma cosa stai facendo?! Dammi quel telefono! No, cara, aspetta, devo salvare la mia principessin– ... Sei ancora lì, Raf? Non preoccuparti, tuo padre è solo un ansioso, ci sentiamo stasera. La tua coinquilina sembra simpatica. Fai la brava.


Bip


Wow, sister, hai bisogno di relax! Comunque penso, mi dovrò impegnare a recuperare punti, non posso permettere che questo chicchessia, senz'arte ne parte, mi rubi il primo posto... ma quindi davvero la tua coinquilina e già fidanzata e felicemente innamorata? Non che mi sia mai fatto problemi a riguardo... Baci, sorellina... e bevi una tisana, che fa bene.


Bip


Ok, non mi preoccupo, però appena posso assalterò la tua stanza! Voglio sapere. Ogni. Minimo. Dettaglio!


Bip


Piccoletta, neanch'io capisco perché tu sia talmente schizofrenica da parlare con la segreteria, piuttosto che direttamente con me. E questo mi fa nascere spontanea la domanda “Perché ti sto lasciando un messaggio, se so perfettamente di averti chiusa in bagno e di poterti parlare attraverso la porta?” Kabalè aprimi subito! Buonanotte.


*




Angolo autrice

...inizio a pensare di dover mettere tra gli avvisi, di questa storia, OOC e Demenziale. u.u

Vabbè, detto ciò, ma lo sapete che l'altra settima sono andata a mangiare Giapponese (*sospiro compiaciuto* giapponese... :3) e ho visto una ragazza che era la copia sputata di Raf! Occhi azzurri, capelli biondi, lisci, con due ciocche boccolose davanti, le mancava solo il ciuffo rosso ed era perfetta! *.* Ero tentata di farle una foto, ma avendo qualche rimasuglio di dignità, ho convenuto che fosse meglio non farlo. ^^
Cooomunque, detto ciò, vi lascio e vado a farmi una dormitina. ^^
Fatemi sapere cosa ne pensate! ^^
Alla prossima! C;


Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1771553