It was destiny

di ki_ra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I - Come with me ***
Capitolo 2: *** II - Goodnight Dodger ***
Capitolo 3: *** - Washington Square Park ***
Capitolo 4: *** - I' m in love with him ***
Capitolo 5: *** - ... Here we are ***
Capitolo 6: *** - Why did you come here? ***
Capitolo 7: *** - This is for you ***
Capitolo 8: *** - I know you better than anyone ***
Capitolo 9: *** - He's not your kind of guy ***
Capitolo 10: *** - We supposed to be together ***
Capitolo 11: *** - "I love you" ***
Capitolo 12: *** - Dont go ... ***
Capitolo 13: *** - Maybe, honey, you're falling for Jess ... ***
Capitolo 14: *** – You ‘re into him and he’s into you ***
Capitolo 15: *** - Trenta centimetri ***
Capitolo 16: *** - What's going on with you? ***
Capitolo 17: *** – 22.8 miles ***
Capitolo 18: *** – It was destiny … ***
Capitolo 19: *** - … I think it was ***



Capitolo 1
*** I - Come with me ***


I  – Come with me

- Tesoro! Mi sposo! – grida e grida così forte che la tua collega dalla sua scrivania ti sorride congratulandosi.

- E’ magnifico! – dici e lo pensi davvero.

Tua madre e Luke sono fatti l’uno per l’altra, lo hai sempre saputo.

Lo sapevano tutti, anche loro nonostante il tempo che hanno impiegato ad accettarlo per sempre.

- Volevo che fossi la prima a saperlo. – continua a gridare.

- Sono la tua figlia preferita, ne avevo il diritto! – scherzi e sorridi contagiata.

- Allora, tesoro, ci vediamo venerdì per i particolari! – ti saluta.

E mentre le dita sottili tamburellano sulla scrivania in attesa di aprire un file sul pc, i suoi occhi fanno capolino dentro la tua testa e la  sua voce ti chiede ancora : “ Vieni con me “.

 

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Capitolo 2
*** II - Goodnight Dodger ***


Salve a tutti! Voglio fare una premessa …

Questa piccola favola è scritta in una maniera, per me, straordinaria (nel senso letterale del termine!).

Nessuna descrizione, pochissimi particolari, solo i pensieri confusi e spesso illogici che ci vengono a cercare quando i sentimenti sono troppo aggrovigliati perché  la mente riesca a dipanarli.

Così una volta un protagonista, una volta l’altro, cercheranno si spiegare a se stessi e, spero a voi, ciò che provano  non attraverso la mente ma attraverso il cuore che spesso vede più lontano …

 

 

 

– Goodnight Dodger

Tua madre è un fiume di parole, ti avvolge e ti travolge.

Le bomboniere, i confetti, i fiori, il rinfresco, la chiesa!

E il tuo abito!

- E’  perfetto! – dici senza fiato.

- Sarai la mia damigella! – replica, come se non fosse ovvio.

- La nonna ha fatto il diavolo a quattro per trovarne uno del colore dei tuoi occhi e quando non ci è riuscita, l’ha fatto confezionare apposta per te! –

Una Gilmore non si arrende, pensi mentre lo indossi per vedere come ti sta.

- E’ perfetto davvero! - grida Lane, come chi ha trovato l’oro.

- Bisognerà che il vestito del testimone dello sposo sia coordinato col tuo! – continua, entusiasta.

“E’ la tradizione! E’ questione di bon-ton!”, direbbe Emily seguita a ruota da ciascuna delle Figlie della Rivoluzione.

Il testimone?

Jess?

Certo chi altri! Luke lo considera un figlio al pari di April, lo sanno tutti.

E anche per Jess, Luke è un padre ne sei certa, anche se negli anni che hanno vissuto insieme, ha fatto di tutto per fargli credere il contrario.

Il testimone!

Jess!

Pensi ancora mentre lui fa il suo ingresso nella tua stanza e le dita abili sfilano un libricino dalla mensola.

“Buonanotte Dodger!“ gli auguri, sperando che anche i pensieri vadano a dormire.

E invece non ti lasciano sola!

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** - Washington Square Park ***


 

– Washington Square Park

Quel pezzo avresti già dovuto finirlo.

L’avevi tutto in testa parola per parola stamattina. Dove diavolo si è nascosto, ora che sei in redazione davanti ad una pagina di Word, bianca come il latte appena munto?

Persa!

Fuggita!

Nascosta!

Ti tocca cominciare daccapo. Concentrarti di nuovo o non ce la farai per il pomeriggio.

Concentrarti? Come si fa? Ci sei mai riuscita?

Forse prima! Una volta! Sempre, fino al giorno in cui hai saputo del matrimonio.

Sempre, ogni volta che serviva, fino a che non hai cominciato a pensare a lui.

“Il modo migliore per liberarsi di una tentazione è cedervi!”

Chi l’ha detto? Wilde? Sì, ti pare! Sì, è stato Wilde!

-Oh, al diavolo! – dici ad alta voce, mentre componi il numero di Philadelphia.

Uno squillo, due, tre …

"Riaggancia! Metti giù, Rory!" Una voce dentro la testa ti supplica.

- Pronto? – risponde qualcuno.

Troppo tardi! Sei stata lenta, troppo lenta e sì che qualcuno ti chiama  “Scheggia".

- Jess? – chiedi, ma la sua voce è inconfondibile, come gli occhi, i capelli e i suoi baci.

- Rory! – dice dall’altro capo, ma non sai distinguere il tono.

Felice, sorpreso, sconvolto, arrabbiato, annoiato?

Non sai dirlo, ma che importa.

Ti piace la sua voce e basta così.

- Che sorpresa! – continua.

Bella o brutta? Vorresti sapere, ma per fortuna la bocca non riesce a stare dietro alla folla dei tuoi pensieri.

- Mia madre e Luke si sposano! – annunci, come se lui non lo sapesse già.

- E finalmente, aggiungerei! – commenta sarcastico.

- Un altro po’ e rischiavano di arrivarci col bastone all’altare! –

"E’ lui! E’ ancora lui!" pensi divertita alla sua battuta pronta e appoggi la schiena alla spalliera della sedia! Mai stata così scomoda!

- Sai che siamo io la damigella, tu il testimone? – chiedi retorica.

- Luke me lo ha detto, sì. – risponde.

- E sai anche che la tradizione vuole che i nostri abiti siano coordinati? – insisti.

- Purché non debba indossare le paillettes! – ride.

E tu pure ridi, perché il suo sorriso contagia e per un tempo lontano hai saputo che quel sorriso era solo tuo.

- Mi riferivo al colore! – spieghi.

- Ah, sono sollevato! – sospira.

- Il mio è azzurro pallido, come … -

- …  i tuoi occhi! – ti precede e la sua voce è una culla.

- Già! – sussurri. Li ricorda, ricorda i tuoi occhi e cos’altro? Anche questo vorresti sapere, ma abbandoni il pensiero.

- Pensavo che potrei mandarti uno scampolo di stoffa del vestito. Così non sei costretto a fare affidamento solo sui ricordi! –

- Ottima idea! – acconsente. - Non sono mai stato bravo a scegliere i vestiti! – confessa.

E la tua mente vaga fino al battibecco con Luke per quella t-shirt che gli metteva in risalto gli occhi. Allora sorridi, perché lo vedi ancora dietro il bancone del locale, il gel nei capelli ed il libro arrotolato nei jeans.

Bello, bello come i suoi occhi del colore del tuo amato caffè. Bello come il giorno che finisce e i contorni sfumano!

- Allora è andata! – la sua voce ti richiama dai tuoi pensieri.

E’ sicuro, affrancato, indipendente dal pensiero di te. Del resto, cosa credevi, che ti avrebbe amato per sempre? Non è uno dei vostri libri, neanche un romanzetto rosa! E’ la vita e tu gli hai fatto troppo male l’ultima volta.

- E’ andata! – confermi un po’ sperduta.

- Ci vediamo al matrimonio, allora! E mi raccomando, tieni d’occhio zio Luke! – ti saluta.

La voce sparisce dietro il segnale di fine conversazione del telefono, ma lui non ti lascia.

Nella tua testa è a Washington Square Park che ti chiama inaspettatamente e tu, come allora, hai voglia di correre da lui!

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** - I' m in love with him ***


-  … I’ m in love with him

 

Ci risiamo! L’hai sognata, un’altra volta!

Da quanto non succedeva? Un mese, due …

Stupido! Stupido e illuso!

Davvero credevi bastasse così poco per dimenticarla?

Ti sono bastati il sole di Venice e il mare della California? E New York o Philadelphia?

Credevi che bastasse l’averti detto che ama un altro?

Ti è bastato un’ anno intero quando stava con Dean a dimenticarla?

Non è successo allora, non succede adesso!

Perché si ama una volta sola! Tu ami una volta sola e per sempre!

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Capitolo 5
*** - ... Here we are ***


–  Here we are

 

- Scheggia! Ti sei dimenticata di me? – ti chiede il tuo fidanzato.

- No! Che ti salta in mente? – lo rassicuri.

- Mia madre si sposa tra due settimane ed è in preda al panico! – ti giustifichi, mentre al terminal dell’aeroporto cerchi un taxi.

"Questa città è peggio di New York", pensi e la borsa ti cade di mano.

- Però questo fine settimana è per noi? – chiede conferma.

- Certo! – rispondi, distratta.

- Ti lascio ora, scusa! – tagli corto, perché hai trovato il taxi.

- Ti amo! – dice lui, dolce, ma tu hai da fare, sei in un ritardo mostruoso ed il traffico fa paura.

Che diavolo ti è saltato in mente? Cosa credi di fare? E, soprattutto, da quando sei così incline a mentire?

Quante domande, solo domande!

Ma tu proprio non riesci a sentirti in colpa.E comunque lui è già lì, al ristorante dove avete appuntamento.

Come quella sera al distributore di Gipsy, quando vi siete baciati.

Jess è già lì, inutile fermarsi a pensare!

 

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Capitolo 6
*** - Why did you come here? ***


– Why you did come here?

 

- Allora, a cosa devo questa sorpresa? – chiede, ora che siete l’uno di fronte all’altra, in attesa di ordinare.

E’ bello, più bello dell’ultima volta!

Ha i capelli corti, cortissimi, che mettono in risalto i lineamenti più decisi, da uomo, la camicia di un azzurro dolcissimo che sottolinea la sua pelle olivastra, da mezzo italiano, e le spalle sono più robuste.

Se non lo conoscessi bene, potresti quasi pensare che si sia dato allo sport.

Che assurdità, Jess e lo sport nello stesso pensiero!

Ma gli occhi sono gli stessi di sempre, quelli che ti ha lasciato, quelli di un animale indomato.

- Sono qui per questo! – dici e tiri fuori dalla borsa di Mary Poppins, un pacchetto lungo e stretto.

Lo scarta, come un bimbo il giocattolo nuovo.

- Così ti risparmio l’impresa di andare per negozi! –

Sorride! Mai visto sorridere così tanto!

Ma la guerra è finita e ora ne ha tutto il diritto.

- Wow, una cravatta fatta apposta per me! Ed io che pensavo di non metterla affatto! – scherza.

- Per l’amor di Dio! – esclami, terrorizzata.

- “La cravatta distingue l’uomo dalla scimmia”, dice mia nonna! – puntualizzi. - “Ci sono uomini che sembrano esserci nati ed altri che proprio” ... –

- Io sono uno di quelli! – ti interrompe, – anche se sai che la indosserà, per Luke e pure perché non si metterebbe mai contro ben due Gilmore!

Parlate, parlate come quando avevate diciassette anni la vita e l’amore davanti. Ridete alle sue battute, al tuo farneticare; i libri letti ultimamente, i Clash e la musica che vi appassiona, film e lavoro! Tutto tra un boccone e l’altro, uno sguardo ed il rumore delle posate.

Avevi dimenticato quanto fosse bello parlare con lui?

Ma ché!

Più parlate e più sai che non hai scordato niente di lui. Ti è solo mancato, da morire!

E tu a lui?

Sì, anche tu a lui!

Ne sei certa, siete troppo complici perché non sia così.

Allora sorridi di nuovo, perché ti piace questa certezza!

E piace pure a lui!

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Capitolo 7
*** - This is for you ***


– This is for you

 

- Scegli questo. – le consigli,  mentre dalle sue spalle allunghi il braccio e sfili un volume.

- “ L‘amore ai tempi del colera” ? -  chiede.

- Di Gabriel Garcia Marquez, sì! – le rispondi e la guardi esaminarne la copertina.

- Ehm, l'autore colombiano di “Cent’anni di solitudine” ? Ti sei dato alla letteratura straniera? – ti chiede.

- Beh, quell’americana non ha più segreti per me! –

"Che spocchioso", pensi di te stesso, ma se c’è na cosa di cui vai fiero è il tuo amore per la lettura.

E lei lo sa. L’avete condiviso, vi ha uniti ed è ancora il filo rosso che vi lega, come su quella panchina a contendervi un libro in cambio di un bacio e una cena. Uno dei fili rossi che ancora vi lega perché, se ci pensi bene, ce ne è una matassa aggrovigliata e inestricabile.

- E’ la storia di un amore contrastato tra due giovani. Il padre di lei le fa sposare uno ricco, un medico, perché colui che ama non è alla sua altezza. Lei passa tutta la vita con suo marito: una vita piena, ricca, dei figli, ma non dimentica.

Lui lotta un’ esistenza intera. Conquista una posizione, si riappropria delle sue origini , di un padre che non lo ha riconosciuto.

Ha decine di donne e le ama tutte, ma non come ama lei.

Quando il medico muore, sono ormai avanti con gli anni. Ma si amano ancora, di nuovo.

Così contro tutto si mettono insieme, per tutta il resto della vita … - le spieghi con la passione che sai mettere in ciò che ti piace e la guardi perché è lei la passione che ti anima. E’ lei che ti piace!

- Ed io, che ti credevo un cinico! – ti rimbecca.

- E lo sono! Potrei dare anche lezioni! – l'assecondi.

- Ma anche il più cinico degli uomini, se ha amato una volta, è solo un romantico in attesa! – confessi, più a te stesso che a lei.

Ma cavolo! Quando hai imparato a parlare così tanto?

- Devo andare! – annuncia, forse un po’ in imbarazzo.

Fuori della tua libreria, aspettate il taxi in silenzio.

Arriva, troppo presto, però. Accidenti al traffico che proprio ora doveva diminuire.

Allunghi il braccio. Apri la portiera.

- Mi raccomando, la cravatta! – dice, mentre l’indice scorre sulla fila di bottoni della tua camicia e ti tocca il cuore.

Non rispondi. Sorridi soltanto, perché quel tocco ti ha scoperto ancora.

Lei entra nel taxi. Tu spingi lo sportello con le dita sul finestrino e le lasci ancora un po’ lì, sul vetro trasparente.

E lei fa lo stesso dall’altro lato. Poggia le sue, candide, nello stesso punto in cui hai le tue.

L’auto si muove. Le dita si staccano dal vetro, ma i tuoi occhi non lasciano i suoi.

Due settimane. Due settimane per vederla ancora!

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Capitolo 8
*** - I know you better than anyone ***


– I know you better than anyone

 

- Ti do una mano, zio Luke? – ti rendi disponibile.

- Bene, comincia subito! Due caffè e quattro ciambelle alla crema di albicocche! Porto la colazione a Rory! – dice Logan, con la boria di uno che ora ha quello che è stato tuo.

Non rispondi. Luke ti guarda, ma sa che sei grande e hai imparato a gestire rabbia e dolore.

- Ho detto crema di albicocche! – puntualizza.

- Hai anche detto che sono per Rory … - e le mani ti prudono.

- E allora? – chiede, con sufficienza.

- E’ allergica! Pesche, albicocche … - gli spieghi.- Non lo sapevi? – lo schernisci.

“Idiota, non lo sapevi!”, pensi e sorridi.

- E questo cosa significa? Che la conosci meglio di me? – ti sfida.

- Meglio di chiunque altro, in verità! – gli sbatti in faccia, ma senza presunzione.

Non c’è presunzione nel dire la verità!

-Sarà. Lei sta con me, però! – mette in chiaro.

Come se ce ne fosse bisogno!

“Idiota! Stupido e idiota!” lo insulti, ma le parole rimangono in bocca.

- Tutti commettono errori! – replichi.

- Chi può dirlo meglio di te! – ti provoca con un sorriso indisponente.

Giochi col fuoco”, pensi con gli occhi di brace.

Ma lui è un idiota, come potrebbe capirlo!

- Stai alla larga da lei! – minaccia.

- E tu, stai alla larga da me, idiota! – gli urli, perché la pazienza è finita. - Sono un cattivo ragazzo! – spieghi.- Quella volta ad Hartford, non l’ho fatto per rispetto a Rory. Non lo faccio adesso, per Luke! Ma ti avverto: sono uno a cui piace alzare le mani, senza pensarci troppo. Non provocarmi ancora o ti farai male! –

Non è una minaccia, è una promessa che fai prima a te stesso, perché solo l’idea di rompergli la faccia già ti fa sbollire la rabbia.

Volti le spalle e fai per uscire perché stai soffocando.

Solo in quel momento ti accorgi di lei, in piedi, vicino alla porta.

Ti ha sentito?

Al diavolo, tu hai ragione!

Stavolta, hai proprio ragione!

-Jess! – ti sussurra, mentre le passi accanto.

La guardi!

Dannazione, devi proprio uscire di lì!

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Capitolo 9
*** - He's not your kind of guy ***


– He’s not your kind of guy

 

L’hai trovato!

Del resto dove altro poteva essere, se non nell’unico posto di Stars Hollow che gli piace?

Fuma. La sigaretta tra le dita e l’acqua che scorre sotto i piedi.

- Sapevo di trovarti qui! – dici, avvicinandoti.

- Sono diventato prevedibile, allora! – risponde, ma non ti guarda e la cenere se la porta il vento.

- Sembri nervoso! – continui.

- I matrimoni! Mi fanno questo effetto! – accampa una scusa.

- Mi dispiace ... – dici e ti avvicini di più.

- Non devi! Tra un paio di giorni sarà tutto finito! – spiega gelido.

- Mi dispiace! – ripeti, perché sai che davvero tra due giorni sarà tutto finito. Ancora! - Per Logan! – aggiungi.

- Tienilo lontano, Rory. Se mi conosci, tienilo lontano, o avrai davvero di che dispiacerti! –

E’ distante, non ti guarda. E’arrabbiato. E’ la rabbia che lo viene a cercare!

Vorresti andare via. Non ti piace vederlo arrabbiato e per colpa tua, per giunta!

Ma non ti muovi. Non lo lasci. Proprio non riesci a lasciarlo!

- Non è colpa tua! – interviene, come se fosse entrato nei tuoi pensieri. - E’ solo che lui non mi piace! Non è adatto a te! –continua.

- Davvero? – chiedi, sentendo che si scioglie la tensione.

-Sì, non hai mai saputo scegliere i tuoi ragazzi! – dice e abbozza un sorriso.

Vorresti dirgli grazie per quel sorriso, perché ti ha permesso di stare dove prima c’era solo rabbia.

- Proprio mai? – chiedi maliziosa.

- Beh, ammetto che ce ne era uno che andava bene! – continua, sorridendo, ma non ti guarda ancora.

-Sì? – lo incalzi.

Ma che fai? Stai flirtando!

Ti accorgi che stai flirtando?

Con Jess, poi!

- E ... com’ era? – continui proprio perché è Jess!

- Bello, bruno, intelligente. Attaccabrighe, dicevano tutti. Sorrideva poco, ma a te non importava, perché quando stavate insieme non smetteva di farlo!- si descrive.

- Con due occhi magnetici, affascinante e di poche parole? – aggiungi all’elenco. - Sì, credo di aver capito a chi ti riferisci! – adesso sei tu che sorridi, mentre tieni il resto a cui pensi per te: i baci, le mani, le labbra e la voglia che ti metteva addosso.

Avvampi al solo pensiero e, menomale, che un venticello leggero ti rinfresca il viso.

Maledetta pelle così chiara da non saper nascondere l’imbarazzo!

Pace fatta. Siete di nuovo tu e lui e ridete perché riuscite comunque a trovarvi.

E lui ti piace ancora. Un’altra volta!

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Capitolo 10
*** - We supposed to be together ***


– We supposed to be together

 

- Dovresti tornartene a Philadelphia! – ti dice Luke appena varchi la soglia del suo vecchio appartamento.

Non ci puoi credere: ti manda via!

- Se è per stamattina … - fai per scusarti, ma lui ti interrompe.

- E’ chiaro che stare qui … lei, lui … ti fa star male. Lo vedo! – ti confessa, con la sua solita goffaggine. - Non voglio che per me … non voglio che tu stia male! – continua d’un fiato.

Per un attimo hai creduto che ce l’ avesse con te.

Ma quando capirai che ti vuole bene davvero? Che si preoccupa per te?

Forse mai: fare l’abitudine ad avere una famiglia, qualcuno che tiene a te incondizionatamente non è facile, soprattutto se è arrivato quando credevi di dover fare per sempre da solo!

-Non me ne vado, invece, zio Luke! – sei deciso.

E non ammetti repliche!

- Mi hai dato una casa, un sostegno, l'affetto e mi hai difeso, inimicandoti questo buco di città. Non mi perdo il giorno più importante della tua vita perché un cretino crede di aver vinto alla lotteria! –

- Sei ancora innamorato, vero? –

Scuoti la testa. Non penserà davvero che ne parli? Con lui, poi …

- Sì! –  confessi,, anche se non avresti voluto.

Sarà che starle vicino riaccende le speranze.

Sarà che, come tutti gli stolti, credi che l’amore vero non abbia fine.

Sarà che l’ami e basta!

A conti fatti cosa importa? E’ così e non si cambia.

E tu non te ne vai!

Per Luke, ché non lo merita. Per lei, perché vuoi stare ancora un po’ a guardarla e per te stesso, perché sei forte e ce la puoi fare!

E poi … e poi, al diavolo tutto!

Perché la rivuoi! Lo hai detto e ora non ti puoi più arrendere. Non ti puoi arrendere, se anche lei ancora ti guarda!

Sì, la rivuoi, perché siete fatti per stare insieme.

E anche lei lo sa.

Devi solo farglielo ricordare.

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Capitolo 11
*** - "I love you" ***


– “ I love you”

 

- Ehy! – lo chiami, mentre poggia la mano sulla maniglia della porta del locale. - Che fai in giro a quest’ora? – chiede, abbandonando la presa.

- Sono stata da Lane …  – spieghi e lo guardi.

- Quattro chiacchiere, un film e tante schifezze da mangiare? – azzarda.

- Cose da donne! – gli rispondi e ti senti gli occhi addosso. - Tu? – vuoi sapere.

Non risponde. Sventola un libricino che aveva nella tasca dei pantaloni.

- Al buio? Non era più comodo leggere sdraiato, sul letto nell’appartamento di Luke? – chiedi, aspettando la sua voce.

Sorride. E continua ad accarezzarti con gli occhi.

Sei diventata matta. Hai perso la testa, completamente!

Il tuo ragazzo dorme nella più bella stanza del Dragon Fly e tu ti lasci guardare così?

O forse ti guarda come guarderebbe chiunque.

Sei tu che vorresti qualcos’altro!

Cosa?

Una carezza, un bacio? Le mani intorno alla vita per smettere di respirare?

Cosa?

Che dicesse ancora “ Ti amo” , come la sera al falò?

Sì, sei diventata proprio matta!

- Luke è una pila elettrica … - confessa.

- Non dirlo a me! Mamma è fuori di sé. Credo sia posseduta! – ridi.

- Chiama un esorcista, allora! – suggerisce e si è fatto più vicino.

- Potrei chiedere a mia nonna! – scherzi e il suo profumo occupa la tua mente.

Ha sempre profumato così la sua pelle?

Questo non lo ricordi. Sai solo che ti ha sempre inebriato e fatto pensare a cose proibite.

Come adesso!

Oh Signore! Dovresti tornartene a casa e metterti a dormire …

- Torni a casa, ti accompagno? – chiede, come se ti avesse letto dentro.

Annuisci.

E’ tardi, per strada nessuno. E’ buio.

E menomale! Si vedrebbe quello che pensi. Lui lo vedrebbe.

E’ bravo, è sempre stato bravo a guardarti dentro.

E lo è ancora!

Per questo ti guarda … come ti guarda!

- Allora lo hai letto? – chiede.

- Marquez? Sì, tutto d’ un fiato. E’ davvero … - cerchi le parole - … intenso e vibrante! –

- Avevi dubbi? Quando mai ti ho consigliato qualcosa che non ti è piaciuto? – si pavoneggia.

- Hemingway a parte? Mai! –

E’ vero. Hemingway e Ayn Rand a parte, avete gli stessi gusti. >- Tu lo credi possibile – lo interroghi.

- Cosa? – e le vostre spalle si toccano.

- Che si possa amare la stessa persona per tutta la vita? –

- Sì! - risponde deciso e i suoi occhi si fermano tra le lucine che avvolgono le colonne del gazebo.

- Quindi l’amore può essere eterno? – insisti.

- Quello vero, sì? – risponde e tira fuori la mani dalle tasche. - Eterno e assoluto! – sottolinea.

Taci e neanche lui parla.

Hai paura, senti le labbra che tremano.

“Tu mi ameresti in eterno?”, vorresti chiedere.

Ma hai paura! Di qualunque risposta.

Se rispondesse di no?

Se dicesse che ha smesso quella sera a Philadelphia?

Il cuore si perde nel vuoto al solo pensiero.

Ed il fiato ti manca.

E se dicesse sì, invece?

Oh Signore, se dicesse che mai ha smesso, né lo farà?

Il cuore si perde ancora, in un differente senso di vuoto. Tu ti perdi …

I gradini del portico di casa tua sono finiti. La porta aspetta di essere aperta.

Ti guarda, come se volesse sentirti rispondere alle domande che prima hai fatto a lui.

- Ci vediamo domani al matrimonio! – invce dice soltanto, rompendo il silenzio che si spande come un’ eco nella tua testa.

Non rispondi. Non fai in tempo.

Il suo viso si avvicina. Le labbra toccano la tua guancia che bolle come bruciata dal sole.

Chiudi gli occhi perché l’equilibrio ti manca.

“Non te ne andare” , lo supplica il tuo cuore!

- Lo sai … - dice, mentre è ancora vicinissimo. - Lo sai che poteri amarti per sempre! – sussurra e i polsi ti tremano.

Sì, lo sai: uno come lui ne sarebbe capace!

E tu, di cosa saresti capace?

 

 

 

 

     

 

 

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Capitolo 12
*** - Dont go ... ***


–  Don’t go …

 

“ Non farmi andare via, Rory. Non lasciarmi andare”, la supplichi, ma senza parole.

Sei così vicino, bastano pochi centimetri per entrare di nuovo.

Pochi centimetri per essere di nuovo a casa!

Fa un passo indietro. La senti tremare, mentre il tuo braccio le passa intorno alla vita.

- Jess … - pronuncia il tuo nome e sembra una preghiera.

Non ti respinge, non ti allontana. Soltanto si aggrappa alle tue spalle e tu stringi più forte.

Ha un fidanzato, ti ha detto che l’ama” , grida un disperato istinto di difesa.

Hai paura!

Tu, proprio tu che, da ragazzino, dormivi per strada per non tornare da una madre distratta.

Ma allora non lo conoscevi l’amore, quello disperato, prepotente, doloroso eppure esaltante e tenero.

Non lo conoscevi l’amore che fa male!

“Scappa, mettiti in salvo” , grida la voce di prima e grida più forte, ma tu non la vuoi sentire.

La coscienza è un lusso che non ti puoi permettere in questo momento.

Anche l’altro braccio le passa intorno alla vita sottile.

Siete così vicini che fai fatica a ricordare che siete due corpi distinti.

- Restiamo così … - sussurri e sai che potrebbe durare in eterno.

- Rory? Rory sei tu, tesoro?- grida Lorelai, mentre si precipita alla porta.

Ti stacchi da lei e ti fai male.

- Lorelai! – la saluti con un cenno della testa.

- Mi ha riaccompagnato … - si giustifica la ragazza.

- Bravo! – dice sarcastica la madre.

- Ci sono tipi pericolosi a quest’ ora a Stars Hollow … - e lo sai che ha capito tutto.

- Buonanotte, Jess - ti congeda.

Guardi Rory, non riesci a ricordare occhi più belli dei suoi.

- Ci vediamo domani … - ti saluta.

- E’ inevitabile! -

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Capitolo 13
*** - Maybe, honey, you're falling for Jess ... ***


– Maybe, honey, you’ re falling for Jess …

 

- Allora? – domanda con uno sguardo che farebbe invidia ad un giudice dell'Inquisizione Spagnola.

Accidenti, ci manca solo tua madre! Vuole sapere, vuole che tu le dica tutto.

Già, tutto. Ma tutto cosa, se nemmeno tu sai cosa ti passa per la mente?

- Mi è sembrato che stesse succedendo qualcosa lì fuori! – insiste e ti punta gli occhi addosso.

Ti arrendi, non puoi che arrenderti.

Lorelai non cederà fino a che non avrà saputo.

E in fondo vuoi arrenderti!

E’ la tua migliore amica, sai che solo lei può aiutarti a capire.

- E’ complicato! – temporeggi.

- Non lo è, se cominci dall’inizio! – ti esorta.

Tiri un sospiro e inizi.

Le racconti di Hartford, di come solo lui, Jess, sia riuscito a farti vedere ciò che tutti ti mostravano; di come, sempre lui, ti abbia restituito a tua madre; di come ti abbia ridato la convinzione, che ti avevano tolta, di poter essere ciò che volevi, come lei ti aveva insegnato.

Le racconti dell’incontro a Philadelphia, del bacio struggente, del male che gli hai fatto confessandogli l’amore per Logan.

E, ancora, della frenesia che ti ha preso al pensiero di rivederlo al matrimonio, il nuovo incontro a Philadelphia, il libro, le parole sussurrate pochi istanti prima e le sue braccia intorno a te.

- Accidenti, se questa non è una notizia! – esclama e si mette a sedere. - E quando pensavi di dirmelo? Perché pensavi di dirmelo, vero? –

- Domani ti sposi … volevo che fossi serena! – le riveli senza troppa convinzione.

- Sì, sì! – ma sa che è una scusa.

- E Logan? – ti chiede e tu te lo aspettavi.

- Sono confusa … -

- No, è Jess che ti confonde, tesoro! – e sai che è vero.

- Ti ha sempre confusa. E questo significa solo una cosa! –

- Cosa? –

- Sei tu che devi dirlo a me … – ed il tono da Inquisizione ritorna.

- Non so. E’ che io … si, insomma, Jess … quando c’è lui, io … non so! – farfugli.

- Stai farneticando, piccola! –

- L’ho imparato da te. Quindi se vuoi sapere cosa provo, dimmi come si fa a smettere! –

Sorride come se avesse già capito.

- Allora? – la esorti.

- La risposta te la sei data da sola, tesoro. E’ solo che hai paura di ammetterlo. – dice con il tono di una ninna nanna.

- Paura, di cosa? – insisti.

- Dei tuoi sentimenti per Jess! Sei coinvolta, bambina mia. Non dico che l’ami, però … -

- Accidenti, se questa non è una notizia! – le fai il verso.

Lei ti sorride e ti stringe.

- Andiamo a dormire ora, domani mi sposo! – continua a sorridere.

- Ti voglio bene, mamma! – le sussurri con gli occhi pronti a piangere.

- Io di più! – e ti senti sicura.

Hai ritrovato le coordinate, tutto sta adesso a rimetterti in viaggio!      

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Capitolo 14
*** – You ‘re into him and he’s into you ***


– You ‘re into him and he’s into you

 

Non hai fatto altro che guardarlo per tutto il tempo. Ti è venuto male agli occhi a furia di puntarli nella sua direzione.

Lui, invece, niente! Non una volta ha rivolto i suoi a te.

Tutta quella dolcezza di ieri sera, tutte quelle parole … dissolte con il nascere del giorno.

Del resto, ieri eravate soli. L’aria profumava di voi due, era un momento magico!

Oggi c’è tutto il resto del mondo ad occupare lo spazio.

E c’è Logan, che ti siede accanto e mai l’hai sentito così premuroso.

Il tintinnio del calice di cristallo annuncia che il momento del brindisi è arrivato.

Jess si alza in piedi e tutti lo guardano, spiazzati.

Anche tu lo guardi e, per un attimo, senti i suoi occhi che ti trapassano l’ anima.

- Luke e Lorelai sono fatti l’uno per l’altra! – esordisce.

- Lo sapevano tutti, tranne loro. Anch’io, appena ho messo piede in quest’angolo di paradiso … - dice sarcastico – l’ho capito! Ma si sa: le nuove generazioni sono più sveglie delle vecchie! – sorride beffardo.

Tua madre ride contagiata e stringe  la mano di suo marito.

- Sei fortunata! – dice guardandola. - Luke Danes è un uomo d’altri tempi: è onesto, leale, disponibile e sa amare! – continua, ora più serio e le lacrime ti salgono su per la gola. - E’ l’amico, il vicino, il marito che tutti vorrebbero … ed è il padre che io ho trovato! – ammette,con la sincerità che deve a quell’ uomo. - Possiate avere tutto ciò che meritate dalla vita! – gli augura ed alza il calice.

Luke lo abbraccia con l’impeto che, raramente, gli hai visto esprimere e giureresti che si è commosso. Ma sei troppo lontana per vedere le sue lacrime.

Ma quelle di tua madre, no! Rendono i suoi occhi più belli, mentre guarda quell'abbraccio e sai che ne è felice.

Sei completamente persa. Ti piace quella parte di Jess, la parte migliore. E ti piace che permetta anche agli altri di vederla.

Gli sposi si avviano al centro del giardino in fiore, per aprire le danze.

Sei così assorta, che neanche ti accorgi della sua mano che ti chiama.

Metti la tua nel suo palmo ed il contatto è un formicolio leggero che solletica i pensieri.

Al centro di tutto, accanto a Lorelai e Luke, ti passa il braccio intorno alla vita e ti stringe così teneramente, che non senti più il contatto col mondo.

- Jess Mariano che balla! – stemperi l’emozione.

- Chi l’avrebbe mai detto, eh? – ti sussurra vicino, troppo vicino.

- Non io, sebbene ricordi di una vota in cui hai mostrato un certo interesse per una maratona di ballo! –

Sorride e stringe ancora di più l’abbraccio.

- Sì, mi pare di ricordare … ma credo che fossi più interessato ai concorrenti, che alla gara … - ti guarda.

- Ma la canzone? Non è quella che ha scelto mia madre. - ti rendi conto all’improvviso.

- No? – domanda sornione.

- E’ “Pale blue eyes”, vero? – chiedi.

- Che coincidenza! Azzurro pallido come il tuo vestito, la mia cravatta e … i tuoi occhi! –

- Come hai fatto a corrompere Kirk? Mia madre gli ha dato istruzioni precise! – chiedi, cercando di ignorare  il brivido che cammina lento lungo la schiena.

- So essere molto persuasivo, quando voglio una cosa! – continua, poggia la guancia sulla tua e perdete la cognizione del tempo.

Ma la realtà è in agguato ed ha la voce di Logan.

- Se non ti spiace … - dice furioso. - La musica è finita. Rivorrei la mia ragazza! – continua e lo allontana spingendolo per il braccio.

Jess lo guarda con calma glaciale.

Poi guarda te e gli occhi si inteneriscono.

Scioglie l’abbraccio e si congeda con un cenno del capo.

Logan ti stringe e ti senti soffocare.

- Mi dà ai nervi quel tipo. Crede di valer qualcosa solo per un libro che ha scritto. Che pezzente presuntuoso! –

- Tu sei presuntuoso,  presuntuoso e arrogante! Credi di essere migliore di tutti per il nome che porti e per i soldi che hai? –

- Non migliore di tutti, ma di lui sì! – ti esaspera.

- Io non credo … - gli dici, infastidita dalle sue parole, dal suo abbraccio, infastidita da lui.

- Andiamo, Rory … - lamenta, come se le tue fossero solo sciocchezze, come se tu fossi sciocca.

- Jess ha qualcosa che tu non avrai mai! – provi a spiegargli. - La voglia e la forza di lottare per ciò in cui crede … nessuno gli potrà togliere la passione che mette in quello che fa! –

- Rimane un pezzente che punta un po’ troppo in alto! – continua con disprezzo.

- Non credo ci sia qualcosa a cui non abbia il diritto di aspirare! – dici seccata e lo spingi via. - Ho bisogno di prendere una boccata d’ aria … - giustifichi la tua fuga.

Sì, un poco d’aria che ti permetta di nuovo di respirare.

Ma, in fondo, entrambi lo sapete: quello che cerchi è lui!

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Capitolo 15
*** - Trenta centimetri ***


– Trenta centimetri

 

- Hey, Mariano … -  ti chiama e tu lo stavi aspettando. - Credi che solo perché vieni dai bassifondi, io abbia paura di te? -  biascica, visibilmente brillo.

- Dovresti! – rispondi senza voltarti. - Ma non stasera: io sono stanco e tu ubriaco! -  continui, con le mani strette nelle tasche dei pantaloni.

- Oh già! – si prende gioco di te. - Dimenticavo la tua correttezza e la nobiltà d’animo. Non picchieresti uno che non riesce a difendersi … - e la sua voce gratta il tuo tentativo di autocontrollo.

- Non sono né corretto, né nobile. Del gentiluomo ho solo l’abito e solo stasera! – continui,mentre lo senti più vicino alla tua schiena.

- Ti avevo detto di starle lontano … - ti ricorda.

- Vero, ma dovresti averlo capito che io faccio sempre solo quello che voglio! – dici e la pressione del sangue fa pulsare le tempie.

- E cosa vuoi, Mariano? – chiede spavaldo.

Ti volti per guardarlo, vuoi che  capisca una volta per tutte.

- Voglio che mi lasci in pace. E voglio lei! – sorridi, perché ti piace sentire il suono della tua voce che la reclama.

- Ed io non te la lascio … - ti provoca pieno di boria.

- E qui ti sbagli. Quello che vuoi non conta, né conta ciò che voglio io. Solo i suoi sentimenti contano! – e ne sei certo.

La vuoi come non hai desiderato altro al mondo, ma solo lei può decidere. Solo lei ti può scegliere un’altra volta.

- E adesso, tornatene dentro! – gli suggerisci esausto.

Ma Logan non ne vuole sapere. Ti colpisce in pieno viso. Un sapore di rame ti riempie la bocca: il labbro ti sanguina.

- Per essere ubriaco, sei veloce … - ti complimenti, mentre il dorso della mano si porta via la tua linfa. - Ma adesso tornatene dentro! – ripeti, non cederai alla provocazione.

Ti guarda come se avesse vinto e non ha capito che ci vuole ben altro per metterti al tappeto.

E’ soddisfatto, ride, ti volta le spalle e si allontana.

Fai per prendere la via di casa, una goccia rossa ti macchia la camicia immacolata.

- Jess … - la voce di lei ti chiama e ha visto tutto.

Ti raggiunge trafelata, ti guarda il labbro, allunga le dita sottili e lo sfiora.

- Sono fuori allenamento! – provi a sorridere, ma ti fai male. - E’ passato troppo dall’ultima volta che le ho prese.

- Ecco cosa succede a fare il bravo ragazzo! – dice, mentre ti guarda con quegli occhi dolcissimi, unica cura.

Ritorni sul proposito di tornartene a casa e la sua voce ti trova ancora.

- Te ne vai? – chiede col fiato in gola.

Ti volti e la raggiungi con un passo lento che vi tortura.

- Ho fatto il mio dovere … - spieghi, nascondi le mani nelle tasche e la penombra del giardino ti permette di vedere solo i contorni del suo viso. - … Luke è contento e, se me ne vado, il tuo ragazzo pure! – usi un tono quasi ferito e ferisci lei.

- E …  te ne vai così? – continua, come per strappare qualche altro minuto alla tua fuga.

Ti avvicini, trenta centimetri.

- Potrei anche baciarti! – riveli spavaldo.

- Ma …? – chiede, perché sa che c’è un ma.

- Ma tu sei fidanzata: non bacio la ragazza di un altro … - e i centimetri tra voi diminuiscono ancora.

- L’hai fatto un paio di volte … - ti ricorda, quasi fosse una richiesta.

- No, tu l’hai fatto un paio di volte! – precisi e ti fermi ad un passo da lei.

- Vuoi che sia io a baciarti? – chiede senza misurare le parole.

- Sai cosa voglio! – rispondi e ti allontani, ma senza voltarti.

Gli occhi rimangono fissi nei suoi, fino a che la distanza è troppa ed il buio vi separa. Ti volti e continui a camminare, ma nella direzione opposta al tuo cuore.

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Capitolo 16
*** - What's going on with you? ***


- What going on with you?

 

- L’ hai preso tu! – grida Lane, riferendosi al bouquet. - Sai cosa significa, vero? – continua, saltellando come una bimba.

- La prossima sei tu, zucchero! – si intromette Babette, con un colpetto sulla spalla.

Già, chi afferra il bouquet della sposa …

La tua mente precorre il tempo.

Ti vedi lì, in piedi davanti al pastore, il vestito bianco e tua madre che piange.

- Hey, Scheggia … - dice, riportandoti alla realtà.

Il panico ti prende, sei senza respiro. L’idea, l’idea soltanto che sia lui accanto a te in quella scena, non ti fa respirare.

Tua madre e Luke, in partenza per la luna di miele, ti salutano. Lei ti bacia e ti stringe.

- Mamma … - mormori, quasi a chiedere aiuto.

- Devi solo seguire il tuo cuore, piccola … - dice amorevole, come solo lei sa fare. - Solo il cuore sa dove andare! – continua e ti strappa una lacrima.

Ha ragione, tua madre ha sempre avuto ragione. Anche il giorno del suo diploma, al quale mancasti.

Forse, tesoro, sei innamorata di Jess!”, ti disse allora e fu una doccia fredda, esattamente come adesso.

- Logan, dobbiamo parlare … - lo chiami decisa, anche se non sai dove andrai a cercare le parole.

- E’ per lui, vero? – chiede, pur conoscendo già la risposta. - L’avevo capito …   - continua stanco e rassegnato. - Già quella sera ad Hartford, l’avevo capito! Fu per come lo guardavi, prima che per il tentativo di difenderlo. Non credo tu abbia mai guardato me come guardi lui. – confessa e il suo tono ha il sapore della condanna.

- Logan, io … ti ho amato, sai che ti ho amato. – cerchi di giustificarti. - Ma lui … -

- Cosa? Lui, cosa? – ti interrompe arrabbiato.

- Mi dispiace! – confessi soltanto, perché non puoi raccontare quello che Jess significa per te, dal giorno in cui lo hai incontrato. Non gli puoi dire della complicità, del desiderio, della sua capacità di metterti in discussione, degli interessi comuni. Non sapresti descrivere quell’infinita dolcezza per te, nascosta a malapena dietro una cinica indifferenza.

Si volta, sconfitto e ti lascia in un parco, dove il profumo delle candele alla vaniglia si confonde ancora con quello dei fiori che stringi, tremante, tra le mani.

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Capitolo 17
*** – 22.8 miles ***


– 22.8 miles

 

- Cesar … -  chiami, appena la campanella sopra la porta del locale ti annuncia.

- Caffè in arrivo! – ti risponde già pronto, con in mano la caraffa.

- Sì, no … sì … – farfugli, mentre ti guarda perplesso con la mano a mezz’aria. - Sì! – precisi, perché il tuo corpo ne ha bisogno. - Jess è di sopra? Dorme? – ti decidi a chiedere e, senza aspettare la risposta, indichi le scale per il vecchio appartamento.

- E’ partito, stamattina alle 7:00 … - rivela.

- Ah … - riesci solo a dire, mentre gli occhi ti pungono, un po’ per il vapore caldo che sale dalla tazza, un po’ per la delusione ancora più cocente.

Non puoi crederci, se n’è andato.

Un'altra volta senza una parola! Ora che hai fatto ciò che dovevi, che hai fatto ciò che lui voleva … se n’è andato, di nuovo!

- Ha lasciato questa per te. – ti scuote dai pensieri e ti porge una busta.

L’afferri e la apri senza alcuna cautela. Dentro solo un foglio con un indirizzo: Long Wharf Dr 22851, New Haven …

E una chiave.

- Cesar … - gridi più forte di prima.

- Muffin, ciambelle, tortine e … caffè, caffè, caffè da portare! – ordini, sorridendo.

Prendi tutto e saluti, uscendo come una furia, mentre senti Taylor mormorare per la maniera in cui hai parcheggiato.

- E’ incredibile! – borbotta. - Sono bastati solo due giorni in cui è stato qui e già regna l’anarchia … - dice, riferendosi, quasi certamente, a Jess.

Sorridi. Per questa città rimarrà per sempre il simpatico teppista di quando aveva diciassette anni.

Entri in auto, giri la chiave, accendi il navigatore e leggi l’indirizzo: Long Wharf Dr 22851, New Haven.

 

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Capitolo 18
*** – It was destiny … ***


– It was destiny …

 

Accidenti, ventidue miglia non ti sono mai sembrate così tante!

Neanche i primi anni a Yale, quando il venerdì smaniavi per tornare a casa dalla mamma!

Long Wharf è una litoranea bellissima: da una parte le colline a picco, dall’altra la spiaggia e l’oceano.

Non incontri una casa da un paio di miglia, cominci a chiederti se il civico sia giusto. Il paesaggio è così quieto e scorrevole che quasi sembra impossibile che ci siano costruzioni.

- Eccolo! – gridi, mentre svolti a destra.

Una stradina sterrata conduce ad una piccola casa, nascosta alla strada da cespugli in fiore.

Esci dall’auto e l’aria di mare scuote i capelli e riempie le narici, lasciandoti respirare.

Ti avvicini alla porta, con il cuore che ti riempie il petto, fai per bussare e ti fermi: se avesse voluto che bussassi, non ti avrebbe lasciato la chiave.

La cerchi, con affanno, nella borsa dalle mille cianfrusaglie. La infili nella toppa e giri.

Una, due volte e la porta si apre.

- Jess? – chiami, sbirciando in ogni angolo. La stanza in cui entri piano è grande e la parete di fondo è occupata da un enorme vetrata sul mare.

- Jess … – ripeti, ma la sua voce non arriva. Prosegui, una delle ante è aperta, la brezza muove la tenda leggera: ti sembra un invito!

Il cuore perde un colpo ad ogni passo che fai.

Sei sulla terrazza e l’oceano è ad un passo.

Jess è lì, a riva, seduto sulla sabbia, rivolto verso la linea sottile che mischia cielo e mare.

Lasci cadere la borsa, scendi per i gradini della scaletta e all’ultimo togli le scarpe.

La sabbia ti passa tra le dita, ancora tiepida del sole della giornata.

Sta leggendo, i piedi nudi e bagnati, le ginocchia piegate, il libro tra le mani che, saldamente lo tengono per la cima delle pagine.

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Capitolo 19
*** - … I think it was ***


Eccomi giunta all’ultimo capitolo di questa storia.

Prima di lasciarvi alla lettura, vorrei ringraziare tutti coloro che l’hanno seguita, recensita o soltanto letta.

Un ringraziamento speciale va a Kimberly Heiwa, che con le sue recensioni e, soprattutto, con i suoi consigli mi ha aiutato, spero, a migliorare il mio modo di scrivere e questa storia, ed un grazie anche ad Angiej, per la costanza e l’entusiasmo.

Alla prossima …

 

 

- … I think it was

 

La stai aspettando, sono ore ormai che l’aspetti.

Il libro che tieni tra le mani non ti è mai sembrato così scontato. Deve essere perché “Per chi suona la campana”, l’hai già letto almeno cinquanta volte, o forse, perché negli occhi di Maria, dolcissimi ed intensi, riesci a vedere solo gli occhi della donna che ti ha stregato, solo gli occhi di Rory.

Ti ci sono voluti dieci minuti ed un libro, a diciassette anni, per innamorarti di lei, ed ora sai che non ti basterebbe il resto della vita per dimenticarla; hai impiegato mesi ad accettare che era di un altro e due parole al telefono, per inchiodare di nuovo mente e cuore al desiderio di lei.

Il sole cala, inesorabile, alle tue spalle, ma la speranza di lei non si spegne con la sua luce.

Questa volta, più delle altre nella tua vita, ti sei giocato tutto, il destino questo non lo può ignorare.

Perché, se è vero quello che senti, siete fatti per stare insieme … e neanche questo, il destino può ignorare.

Il suo profumo si affaccia alle tue narici e, quando ti siede accanto, si mischia al salmastro del mare.

- Ciao … - ti dice, mentre guarda davanti a sé, e tu confondi i suoi occhi col colore dell’acqua.

- Come sapevi che sarei venuta? – domanda, giocherellando con le dita tra la sabbia.

- Non lo sapevo … - confessi, - … ma lo speravo! - continui, tormentandoti il labbro inferiore, per trattenere un sorriso.

- Allora … - cominci - … hai sistemato tutte le cose?  - e la voce, finalmente, ti trema.

- Sì è tutto a posto! – risponde, senza smettere di sorridere.

Annuisci, ma non vuoi ancora guardarla.

- Sono contento che tu sia qui! – le sussurri con gli fissi ancora sul mare.

- Sì, anch‘ io – confessa e si fa più vicina.

- Era destino … - continua e porta le braccia intorno al tuo torace e la testa sul tuo petto.

- Sì, lo credo anch’ io … - rispondi, mentre lasci che il tuo braccio le fasci le spalle, stringendola ancora di più a te.

- Era destino! – ripeti, con un sorriso, e le baci la testa.

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