Sotto questo cielo,sotto queste stelle ci siamo noi.

di annamariia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Personaggi. ***
Capitolo 2: *** Fra presente e passato. ***
Capitolo 3: *** Io non ti dimentico. ***
Capitolo 4: *** Bellissimo. ***
Capitolo 5: *** Si può odiare qualcuno così tanto? ***
Capitolo 6: *** Galeotta fu la palestra. ***
Capitolo 7: *** La notte più bella della nostra vita. ***
Capitolo 8: *** Il caos all'improvviso. ***



Capitolo 1
*** Personaggi. ***


PERSONAGGI.
(immagini prese da pagine facebook e weheartit)



 
 NOME: Francesca Di Donna
DATA DI NASCITA: 08\05\1997
PROTAGONISTA DELLA STORIA.


 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
NOME: Paola Maiorino
DATA DI NASCITA: 07\01\1998
MIGLIORE AMICA DI  FRANCESCA
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
  NOME: Serena Iorio
  DATA DI NASCITA: 19\02\1998
  CUGINA DI FRANCESCA
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 NOME: Marco Maiorino
 DATA DI NASCITA:  13\01\ 1996
 FRATELLO DI PAOLA
 (Si, ho modificato il colore dei capelli per renderlo biondo xD)
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
NOME: Giovanni Russo
DATA DI NASCITA: 26\08\1995
EX FIDANZATO DI FRANCESCA
 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOME: Luca Sorrentino
DATA DI NASCITA: 14\06\1996
MIGLIORE AMICO DI MARCO





 
 


IN TAL CASO CI SARA’ L’AGGIUNTA DI NUOVI PERSONAGGI, QUESTA PRESENTAZIONE SARA’ AGGIORNATA.
BUONA LETTURA!
AnnaMaria 

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Capitolo 2
*** Fra presente e passato. ***


“Ma perché? Perché questi capelli non vogliono collaborare?
Un ciuffo di là, uno di qua.. vada per una semplice coda di cavallo!”

Ore 7:20 del mattino..
Paola sarebbe arrivata fra poco, e Francesca non era ancora pronta, proprio come tutte le mattine.
Solito jeans attillato,camicetta blu cardigan grigio. Una coda di capelli neri partiva dal centro della sua testa e le arrivava fino a metà schiena.
Era bellissima, vestita dell’innocenza dei suoi 16 anni e delle sue maledette paraonoie adolescenziali.
Quella mattina alzarsi fu letteralmente faticoso. Ogni notte sempre la stessa storia…

INIZIO FLASHBACK!

12 Agosto 2012.
Era lì, proprio lì davanti a lei.
E quella scena la rendeva totalmente inorridita.
Una bellissima storia d’amore durata un’anno e mezzo quasi…
Il ragazzo che amava e alla quale aveva donato tutta sé stessa era lì a pochi passi da lei baciando un’altra ragazza.
Francesca stava combattendo lo stimolo di andare lì e spaccargli la faccia.
Non poteva finire così. Un’anno e mezzo cavolo…
Il ragazzo con cui aveva condiviso tutto,che gli aveva regalato emozioni che fino a quel tempo, non credeva potessero esistere…
Le lacrime gli salirono agli occhi,come la voglia di non essersi voluta trovare lì in quel momento.
Il desiderio di diventare invisibile.
Cosa non era andato? Cosa aveva sbagliato? Perché non lei? Cos’aveva quella ragazza che non avesse lei?
Ma poi capì. In lei non c’era nulla di sbagliato. Non aveva sbagliato un bel niente, anzi, l’unico errore era averci messo tutta sé stessa in quella relazione. Ogni piccola parte del suo corpo era stata succube di quello spietato amore.
E poi le lacrime furono interrotte dalla rabbia. Ma non una rabbia normale,una di quelle forti…che ti porta a fare pazzie. E dopo un nanosecondo si ritrova di fronte a quel mostro che gli aveva colmato il cuore prima d’amore e poi di rabbia.
- Non è come sembra,posso spiegarti tutto!-
Solita frase, solita beffa. A quel punto Francesca si sentì anche presa in giro. Cosa c’era da spiegare? Con quale altra stupidaggine avrebbe potuto cacciare da quella bocca?
Ma,giustamente, la ragazza non volle sentire altro e…BAM!
Rabbia,rabbia e rabbia ancora la inondavano. E si ritrovava a picchiarlo, riempirlo di botte usufruendo di tutta la forza che aveva in corpo.
-Sei uno stronzo! E lei una puttana! Vattene a fanculo,devi morire!-
Piangeva,urlava.
Continuava a riempirlo di botte,mentre il ragazzo tentava di fermarla… poi arrivarono gli amici che li separarono. Per sempre.


FINE FLASHBACK!
 
…Sempre la stessa scena.
Il dolore che aveva provato poi nei mesi che vennero.
Si rese conto che da quando aveva lasciato Giovanni, così si chiamava il bastardo, lei non aveva più riso.
E avvertì un senso di delusione…insomma aveva solo sedici anni e si sentiva morta dentro.
Morta di sentimenti.
Morta di emozioni.
Doveva ricominciare si, ma come? E soprattutto da dove?
Ricominciare a ridere, ad uscire con gli amici e con le amiche e non pensare più soltanto allo studio.
Camera sua oramai era diventata una prigione. E il suo letto la sua cella.
Passava giornate intere a piangere, sotto le coperte… eppure erano passati già 2 mesi e qualche giorno…da quel bruttissimo ricordo.
Ai ragazzi oramai non ci si avvicinava nemmeno. Ad ogni approccio di questi faceva conoscere l’acidità del suo carattere.
Nessun ragazzo si sarebbe innamorato di lei. Era chiusa,fredda. Come se  le bastasse solo sé stessa per riuscir ad andar avanti. Eppure tutte quelle notti insonni a piangere le nascondeva benissimo.
L’unica persona di cui non poteva fare a meno era proprio Paola.
La sua migliore amica fin dall’infanzia,quella sorella che non aveva mai avuto.
Si, lei non l’avrebbe mai abbandonata.
Ed era forse una delle poche ragioni che riuscivano a farla andare avanti.
Si guardava nello specchio, e gli scappò un sorriso di compiacimento.
E se poi…
-Fra’ c’è Paola che ti aspetta, muoviti o arriverai in ritardo, caspita sei sempre la solita!-
-Arrivo mamma,sono pronta!-
I suoi pensieri furono interrotti,prese la giacca, la borsa, scese le scale; Il tempo di salutare i suoi genitori, che si ritrovò già in macchina pronta per un nuovo giorno di scuola.

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Capitolo 3
*** Io non ti dimentico. ***


 POV FRANCESCA.

-Ehy,raggio di sole!-
- Ciao Pa’!-
La mia migliore amica è stupenda, anche solo vederla mi fa balzare il cuore a mille.
Una di quelle ragazze che col sorriso fanno cadere ai loro piedi migliaia di ragazzi..un po’ l’ho sempre invidiata.
E’ davvero bellissima: alta, fisico slanciato, capelli ricci castano chiaro  e occhi verdi. Insomma la perfezione assoluta.
La saluto con il solito abbraccio che viene presto ricambiato.
Lentamente (troppo lentamente) ci incamminiamo verso la scuola.
-Bello questo cardigan, mi piace un sacco! Dove lo hai comprato?-
-Sinceramente? C’è l’ho dall’anno scorso ma non mi piaceva,poi l’ho ritrovato in questi giorni e ho pensato di provarlo, bhe è carino…-
-Che’ qual è l’orario di oggi? Non so nemmeno che libri ho in borsa!-
- Ma Paola, non dirmi che nemmeno ieri hai fatto i compiti per oggi!-
-Hey ragazza! L’anno scolastico è appena iniziato tranquilla, mi rifarò! Insomma mi dici questo cavolo di orario?!-
-Vabbene saranno affari tuoi poi! Comunque due ore di matematica, fisica,inglese e grammatica.-
-Oddio che bel risveglio! Due ore di matematica con quella strega della Lancinelli, roba da tagliarsi le vene!-
Rido, la sua schiettezza mi fa morire. In effetti fare due ore di matematica con la Lancinelli, specialmente le prime due ore è un’impresa ardua. Quella professoressa,secondo i miei pareri, soffre un po’ di schizofrenia..ma infondo è capace di essere una buona insegnante.
Fra una chiacchiera e l’altra arriviamo finalmente a scuola, salutiamo le altre nostre amiche e al suono della campanella, alquanto scocciate, ci avviamo in classe.
 


DUE ORE DOPO.
 
Le due ore di matematica sono passate, vado in giro per i corridoi.
E ripesandoci un’anno fa proprio su questi corridoi camminavo mano per la mano con Giovanni.
Lo conobbi quando andavo in prima superiore. Quando mi sentivo ed ero ancora una sfigata.
Lui frequentava il 3° anno, precisamente la 3D…

FLASHBACK!

Stavo appoggiata alla finestra, era proprio ottobre, pioveva.
Ero andata male ad un’interrogazione,ero arrabbiata e guardare la pioggia scendere mi infondeva tranquillità.
La finestra si apriva su un piccolo cortile,dove di solito si riunivano i professori nelle loro pause caffè. Di fronte,c’era la finestra dell’altro corridoio. E lui era proprio lì. A fumare una sigaretta.
Non lo avevo mai visto prima. C’è n’erano di ragazzi belli in quella scuola, ma lui superava di gran lunga gli standard che avevo stabilito. Occhi chiari,capelli scuri, un fisico da urlo,muscoloso al punto giusto…
Insomma mi colpì fin dall’inizio, fin dal primo sguardo.

Ma ovviamente rimanevo inflessibile sull’idea che non sarebbe mai andato a notarmi…bhè un figaccio come lui con una come me… non si poteva proprio vedere.
Poi mi accorsi che mi stava guardando. O per meglio dire mi stava proprio fissando, non smetteva di guardarmi!
Iniziai a sentirmi in imbarazzo,abbassai la testa.
Evidentemente mi notò, sorrise… aveva un sorriso stupendo.
Presa dal panico chiusi la finestra e decisi di rientrare in classe, ma fui colta di sorpresa.
- Ehi tu, qui è bagnato, ho appena lavato passa per l’altro corridoio!-
Cavolo! Ma da quando i bidelli iniziano a lavare a terra proprio dalla 3° ora?
In quel momento mi resi conto che passare dall’altro corridoio voleva dire… passare di fronte a lui!
Sperai per un’instante interminamibile che se ne fosse andato, ma le mie speranze furono troncate quando mi affacciai lentamente dal lato della finestra e lo vidi ancora lì.
Iniziai ad andare avanti ed indietro mentre il bidello mi fissava… chissà cosa stava pensando! Probabilmente che ero una demente, una con problemi mentali e che magari stava per arrivarmi una crisi epilettica… in effetti ci mancava poco.
Ma oramai in preda alla disperazione mi avviai verso il corridoio.
“ Cosa faccio? Corro? Macchè. calma Francesca, calma non ti si filerà, sarai totalmente invisibile, non montarti la testa, ti stava solo guardando e a sorriso…”
in effetti stava ancora appoggiato alla finestra,fumando beatamente.
Mi era di spalle, non mi avrebbe vista.
Vado… sorpassato via, posso allontanarmi!
“Non è successo nulla non mi ha considerata nemmeno, insomma Francesca cosa ti aspettavi?”
Ma poi…
- Ehy tu!-
Oddio santissimo. Mi ha chiamato. Ha chiamato me.
Rossa come un peperone faccio dietro front…
-Ehy…-
Bene,adesso?
- Vieni, non mi sembra il caso di parlare a distanza di circa 6 metri…-
In effetti aveva ragione, eravamo un po’ ridicoli.
Mi avvicino, piano piano…
Non so che dire,che fare…
- Vuoi fare un tiro?-
Ma perché non fumo? Anche se vorrei provare e fingere di saperlo fare,farei una figuraccia e non è il caso..
- No, non fumo,odio il fumo…-
- Ah, quindi odi anche chi fuma… come me?-
Quasi non mi rendo conto della figuraccia che ugualmente ho fatto.
Osservo i suoi occhi azzurri, che da lontano non avevo notato bene.
Erano bellissimi…
Poi ritornai nella realtà,e da sfigata non sapevo cosa dirgli…
- Ah no, non proprio, non volevo dire questo..-
Oddio, che sfigata!
Lui ride, chissà come mi sta prendendo in giro,voglio scappare.
-Insomma,odiatrice del fumo, in che classe vai?-
- 1E!-
-Vai in prima?-
-Si, tu?-
-3D!-
-Capito…-
Il cuore mi andava in palla…perché questo ragazzo mi faceva questo effetto?
- Bhè,adesso vado in classe, ci vediamo all’uscita. Ciao anti-sigaretta-

 Mi dà un bacio sulla guancia e se ne va, rimango di stucco.
-Ciao- Sussurro.
Lo vedo allontanarsi. Anche visto da dietro è sempre bellissimo.
All’uscita ci vediamo,ci salutiamo… e mi chiede di vederci stesso quel pomeriggio, ci scambiammo i numeri!
Non potevo crederci, ero entusiasta!
Paola mi fece la premessa, che non sarei dovuta illudermi troppo presto, ma detto sinceramente non l’ascoltai nemmeno.
Non sapevo cosa mettermi, andai in crisi, ma a finale scelsi un fuson e una maglietta…
Ci incontrammo al parco, lui era già ad aspettarmi. Non ero in ritardo, lui si era anticipato!
Mi diede l’impressione di essere in imbarazzo. Non so se avevo ragione.
Passammo un pomeriggio tranquillissimo, su una panchina parlammo tantissimo.
Mi parlo della sua vita, della sua famiglia, e io della mia.
Parlammo della scuola, dei passatempi… con lui stavo davvero bene.
Il pomeriggio volò… e quella notte sognai i suoi occhi.
Il mattino dopo, appena entrai in classe trovai in classe sul mio banco un biglietto che diceva..

“Ieri sono stato davvero bene, scusa se non te l’ho detto e che sono molto più timido di quanto possa apparire. Ci vediamo alle 10:00 sempre allo stesso posto, stessa finestra.
Ti aspetto… e stavolta non fumo!    

                                                                                       Giovanni”

Quasi piangevo dalla felicità. Le mie amiche mi invidiavano...
Quella volta della lezione di latino non capì un cavolo… avevo solo lui intesta e non speravo altro che si facessero le 10. Forse aveva ragione Paola, stavo correndo troppo con i pensieri, ma ero felice, e perché non crederci in tutto questo?
Giunsero finalmente le 10 e corsi da lui. Come faceva a essere sempre in anticipo?
Ci abbracciamo per la prima volta… una sensazione bellissima.
Quello fu il primo di tanti abbracci che arrivarono dopo.
Continuammo a uscire, lui continuò a sorprendermi. Mattina e sera mi augurava il buongiorno e la buonanotte,qualche volta massaggiavamo…
il 16 Febbraio 2011,l’ennesima uscita.
Oramai ci conosciamo da circa 4 mesi,usciamo insieme quasi 3 giorni alla settimana e mi piace tantissimo…
Mi porta nel parco,proprio dove andammo la prima volta.
Ad un certo punto mi benda…
- Dove mi porti? Non farmi cadere se no ti faccio male!-
- Ti fidi di me?-
Sfodero un sorriso.
- Si!-
Dopo circa 5 minuti di cammino, sbandando di qua e di là, arriviamo a destinazione.
Mi leva la benda e mi ritrovo davanti ad un grande striscione…

DA 4 MESI MI HAI SCONVOLTO LA VITA, SEI L’UNICA CHE CI E’ RIUSCITA, SEI L’UNICA IN TUTTO. HAI RUBATO IL MIO CUORE, I MIEI PENSIERI, I MIEI SOGNI…LO AMMETTO, TI AMO E NON POSSO FARE A MENO DI TE E DEI TUOI SORRISI. SEI LA MIA VITA PICCOLA ODIATRICE DI FUMO!
 
Piango dalla felicità, non ho parole.
Non mi sono mai sentità più fortunata di così. E soprattutto più felice.
Volevo che in quell’istante il tempo si fermasse e che quella felicità non svanisse mai…
Mi teneva i fianchi, mi girai verso di lui sempre tenendo l’abbraccio.
Lo presi e lo baciai. Fu il più bel bacio che avessi mai ricevuto.
Ero innamorata. Persa.
Stesso quel giorno ci mettemmo insieme. Mi sembrava di toccare il cielo con un dito.
Al nostro primo anniversario mi regalò una fedina.Ero contentissima.
Ero sicura che lui sarebbe stato l’uomo della mia vita…
Ma mi sbagliavo e anche di troppo.
Tutto finisce prima o poi.


FINE FLASHBACK.

 
Sono passati 3 anni da quando tutto iniziò.
Ora è tutto finito. Lui ha cambiato scuola o probabilmente a scuola non ci va proprio più.
Forse avrà un’altra ragazza, o forse starà con quella…
Sono passati 3 anni e io sono ancora appoggiata a quella finestra.
Non piove, non sono arrabbiata per un’interrogazione andata male.
Sono arrabbiata per un’amore che poteva essere davvero perfetto. A meno che quella che continuava ad amare fin ad un certo punto ero solo io.
Non piove, sono arrabbiata ma lui non c’è. Non è lì a fumare una sigaretta.
Chissà dove sarà.
Lo ammetto, mi manca. Sono ancora innamorata, non riesco ad immaginarmi con un altro.
Sono passati 3 anni, e vorrei tornare indietro nel tempo.

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Capitolo 4
*** Bellissimo. ***


Finalmente la campanella è suonata, finalmente libere!
Questa volta decido di prendere il treno per tornare a casa, potrei farmela benissimo a piedi, ma decido di distrarmi un po’ anche se sono solo due fermate.
- Francè che lo prendi a fare il treno? Dai ti accompagno io a casa!-
- No dai Paola davvero, voglio cambiare un po’, e da parecchio che non prendo un treno…-
- Lo prendiamo oggi pomeriggio il treno per andare al centro commerciale, idiota!-
- Cara Paola posso andare a prendere il treno per tornare a casa?-
- Mhh… cerca di non nascondermi nulla, tanto sai che vengo sempre a sapere tutto!-
Faccio una risata, forse questa è una delle poche volte in cui non ho nulla da nasconderle.
La saluto, fiera di essere riuscita a scappare.
E’ tutta la mia vita quella ragazza, ma delle volte è troppo pesante.
Accendo l’mp3, e metto play…

“Dietro ogni momento tu ci sei,individuo dove vai?
ogni cosa mi ricorda un po' di noi… 
Le occasioni che ho lasciato,volano lontano come te, 
e non c'è modo per riviverle. 
E ti chiedo scusa se ho sbagliato,e non l'ho detto mai. 
E ti cerco dentro un giorno,che ho vissuto come un sogno…” 


E stupidamente mi sento ad un tratto totalmente legata a quella canzone.
Certe cose accadono per caso, al momento possono sembrare stupide, insignificanti…
ad un tratto ti accorgi che sono proprio quelle che ti hanno cambiato la vita, che ti sono entrate dentro.
A quel punto sorridi, capisci quanto puoi cambiare.
Non riesci nemmeno a ricordare quella che eri prima,e un po’ ci rimani male.

“…Bellissimo,bellissimo 
E spero che mi sentirai ,ti voglio bene e tu lo sai! 
E’ un sentimento che ho nascosto ormai… 
è bellissimo, bellissimo, bellissimo…” 


Riusciamo a legarci a persone che potremmo aver giurato di non aver mai voluto avvicinarci.
Quelle persone, che tanto abbiamo giudicato possono migliorarci, completarci.
Ma possono deluderti, proprio quando tutto stava andando per il meglio, quando meno te lo saresti aspettato, loro possono tradirti.
Puoi essere apatica verso il mondo esterno fino ad un certo punto, ma quando ti accorgi che sei cambiata dentro, sarai scoraggiata perché ti renderai conto che proprio le persone che tanto ti sono indifferenti…ti hanno sconvolta dentro!

“…Dentro ogni momento tu ci sei,in ogni gesto tu ci sei, 
nel silenzio delle cose tu ci sei! 
Tutte le certezze che mi hai dato, quei sorrisi che hai lasciato, 
si dissolvono come le nuvole… 
Sono ancora vive le parole dette tra di noi,
le confondo nel ricordo che ho vissuto come un sogno…” 

Possono torturarti,distruggerti, eppure ne avrai sempre bisogno.
Ti sentirai ridicola,ma questa è la verità. Più fa male e più ci corri dietro.
Anche un minimo gesto, un minimo tempo…ne varrebbe la pena.
Tutto sarebbe perdonato, anche le cose peggiori.
Sarebbe cambiato, ma non sarebbe finito.
Se lo vuoi, non lo lasci. Se lo lasci non puoi ritornargli dietro.
Sono le difficoltà che fottono, ma quelle si superano benissimo… sempre se si vogliono superare.

“... Bellissimo,bellissimo, 
ti voglio bene ancora sai anche se non l'ho detto mai… 
E’ un sentimento che ho nascosto ormai! .
E' bellissimo, bellissimo, 
e spero che ritornerai ti voglio bene e tu lo sai!
è un sentimento che ho nascosto ormai!
è bellissimo, bellissimo, bellissimo…”.

E’ bellissimo. L’amore. Quello vero. Quello che non riesci a provare se non ci sbatti la testa dentro e ti fai male.
devi farti male per forza, se voi sentirne la vera intensità.
L’amore può sembrare bello, ma fa male.
Può sembrare facile, ma è l’esame di vita più terribile.
Ci vuole capacità, devi essere solo capace di trovare il giusto pezzo di puzzle con cui combaciare.
Non è facile, è il compito della vita di tutti.

Cara Francesca, perché piangi?
La parte migliore di te è andata via? Hai paura che mai nessuno riuscirà a riparare quella voragine che hai dentro?
Anche il dolore finisce, pur atroce finirà.
non so quando, ma finirà.
Non piangere Francesca, potrebbe cambiare tutto…
Francesca non guardare in basso, alza la testa, guarda la strada… è lunga si, ma prima o poi finisce. Così anche il dolore.
Francesca,tutte le strade si incontrano. Quella giusta per te potrebbe essere anche dietro l’angolo…

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Capitolo 5
*** Si può odiare qualcuno così tanto? ***


-Dai Pa’, che sarebbe a dire che hai la febbre?! Stamattina stavi benissimo!-
-Francè non è colpa mia, sembra che me la sono fatta venire apposta!-
Benissimo. Chissà come avevo voglia di andare a fare un po’ di shopping al centro commerciale con la mia migliore amica.. e che succede? Gli viene la febbre.
-Vabbene dai, non fa nulla, appena ti rimetti ci andiamo però!-
- Mi sembra ovvio! Speriamo mi passa presto, non ci voleva proprio-
-Ti sei presa qualcosa?-
-Nha, sai che odio i medicinali con tutta me stessa. Sono disgustosi, bleah!-
-Sei una stupida, quando hai poi?-
-Mi pare 38, qualcosa in più,qualcosa in meno-
-Mi sembra ovvio, l’unica  che ad ottobre và a scuola ancora con le magliette a mezze maniche!-
-Ma fa caldo, si sta bene!-
-Eh intanto..-
In effetti per essere ottobre non faceva molto freddo.
Certo uscire a mezze maniche era azzardato (Ma Paola adora tutto quello che è azzardato), non c’era ancora bisogno di usare quei giubboni pesanti e imbottiti a tal punto che ti fanno sembrare una boa che cammina. Ed è un sollievo.
Non ci sono stati ancora quei temporali autunnali che fanno paura, c’è stata qualche pioggerella ma niente di che..
- Oh France’ ma sei morta? Svegliati!!-
- Ehy dimmi scusa, stavo pensando-
-Sempre sulle nuvole, comunque che ne dici di venire a casa mia? A far compagnia all’angioletto della tua migliore amica ammalata e sofferente?-
Poche volte sono stata a casa di Paola, in due anni che ci conosciamo.
Non per nulla, ha una casa fantastica dei genitori simpaticissimi e cordialissimi, davvero persone stupende, davvero l’allegria è nel gene di quella famiglia… se non fosse per suo fratello.
Marco è un anno più grande di Paola. Sono parecchio simili, entrami castani\quasi biondi, entrambi occhi chiari, entrambi fisico da urlo che per l’amor di dio, potrebbe attrarre a sé ogni ragazza con un misero sorriso.
Assomiglia molto a Giovanni, ma non posso creare confronti perché…
Marco sarebbe un ragazzo perfetto… se non fosse per il suo essere arrogante, convinto di essere sempre il più figo della situazione.
Mi sta letteralmente sulle palle, ma ovviamente non lo dico a Paola, ci tiene tantissimo a lui…
Non so come faccia a sopportarlo. E non parlo perché essendo figlia unica,voglio tutti i privilegi per me, anzi ho sempre desiderato un fratello maggiore! Ma di certo non del suo tipo.
Assolutamente no.
- Ehm, è proprio necessario?-
- Mi chiedi se è necessario? Ovvio che è necessario. Dai che non vieni mai, fallo per meeeee!-
- Va bene, vengo.- Speriamo davvero non ci sia quel odioso essere –A che ora?-
-Quando vuoi!-
- Va bene per le 5?-
- Va benone, non vedo l’ora!-
-Occhei,allora ci vediamo fra poco,vado ad aiutare mia madre, a dopo!-
-Ciao bellezza, a dopo!-
A malincuore riattacco, speriamo la presenza di suo fratello non mi rovini il pomeriggio, gli sarò del tutto indifferente..
Vado in cucina, ci trovo mamma che ripulisce i piatti..
-Ma’ oggi vado da Paola, ha la febbre-
-Ah davvero? Mi dispiace. La madre gli ha dato una tachipirina?-
-No, odia i medicinali.-
Scoppia a ridere. Quanto è bella la mia mamma.
Specialmente quando ride!
Con lei parlo di tutto, non ho tabù e né segreti. Mi capisce su ogni cosa… non potrei desiderare una madre migliore.
Gli ho raccontato di Giovanni fin dal primo giorno, tutte le impressioni per fino i sogni che facevo la notte…
E lei era felicissima, come se rivivesse,tramite me, i suoi amori adolescenziali.
Ovviamente solo lei sapeva di Giovanni, non ho raccontato nulla a papà..anche se credo che,in 3 anni, avesse capito tutto e si fosse arreso.
D’altronde quale padre non è geloso della propria figlia?
Mi ritrovo ad asciugare i piatti bagnati che mia madre mi passa, e li rimetto a posto.
Accendo la tv sul canale di MTV music, e con grande piacere vi ci trovo la canzone “just give me a reason” di Pink. Mi piace un sacco questa canzone, tant’è che inizio a canticchiarla.
-Hai proprio una bella voce, dovresti iscriverti a qualche corso-
In effetti cantare mi è sempre piaciuto,canto da quando ero una scricciola..
Me la cavo, me lo hanno detto parecchie persone ma non ho mai preso la cosa seriamente… Di solito arrossisco quando mi fanno i complimenti, anche a quelli di mia madre.
Non potrei mai cantare davanti ad un pubblico…morirei dal panico.
Non mi piace stare molto al centro dell’attenzione..
-Mhh ci penserò-
Mento, non ci penserò per niente.
In men che non si dica  sono le 4 e mezza vado a preparami.
I capelli li lascio sciolti, un filo di mascara, prendo il maglioncino grigio al volo, infilo i jeans e le blazer grigie e sono pronta.
Saluto mamma con un bacio sulla guancia e mi avvio verso la casa della mia migliore amica.
C’è un leggero venticello,eppure si presume ci sarà un tramonto bellissimo.
Non c’è nemmeno tanto traffico,vago nella tranquillità più totale…
Silenzio, rumore del vento.. rimpiango di non aver portato le cuffiette.
Fortunatamente non c’erano compiti scritti per domani, dovrei solo studiare storia, ma ho l’abitudine di studiare la sera…
A pochi isolati dalla casa di Paola c’è un parchetto. E’ abbastanza carino…parecchie volte ci vedo delle signore riunirsi con delle amiche e i propri figli che lasciano giocare sulle giostrine di legno, oppure di solito le panchine sono occupate dalle coppiette che… lasciamo stare.
Oggi è quasi vuoto, apparte una signora abbastanza anziana che dà da mangiare a dei passerotti…
Improvvisamente mi rattristo, non è una bella scena… mi fa sentire… sola.
Decido di camminare, dopo tutto Paola mi sta aspettando.
10 minuti passati e sono alla porta aspettando che qualcuno mi apra, e come il solito vengo accolta dal sorriso caloroso della signora Maria!
-Ciao Francesca, come stai? Tutto apposto a casa?-
-Buon pomeriggio signora! Tutto apposto, voi?-
-Si va avanti Francè-
-La malata è di sopra?-
- E chi la alza da quel letto!-
- Vado a disturbarla un po’-
-Vai,vai-
La madre di Paola è schietta come lei, senza peli sulla lingua. Mi fa morir dal ridere.
Entro senza nemmeno bussare in camera sua, ha le cuffie all’orecchie, fa un balzo dal letto.
- MA CHE?!... QUALE CONCETTO DI “SI BUSSA PRIMA DI ENTRARE IN UNA STANZA” NON HAI CAPITO? MI HAI FATTO PRENDERE UN COLPO IDIOTA!-
- Anche se avrei bussato non mi avresti sentito,assolta com’eri nel tuo ascolto-
Fa una smorfia. Bhè si vede che ha la febbre, è un po’ pallidoccia ma ha due scocche rosse sugli zigomi, gli occhi lucidi.. tutti neri per colpa della matita sbavata. Per non parlare dei capelli..
Gli metto la mano sulla fronte.
-Sei abbastanza calda-
- Ma va? Ho la febbre.-
-Sei acida peggio di un limone andato a male…-
- ah ah ah sei molto simpatica-
Vado a sedermi nel letto vicino a lei, e sul comodino non posso che notare la foto che gli regalai un’anno prima proprio per il nostro primo anno di amicizia..com’eravamo piccole.
-Tu sei sempre la stessa Pa’-
- Ma stai scherzando vero? Insomma guardami… Sono 10000 volte meglio-
- Io ero inguardabile…-
- Infatti Francè, facevi pena..-
Gli butto il cuscino in faccia,prendermi in giro gli piace un sacco...
-Ehy, ma ovviamente lo sviluppo ha giovato, guardati, insomma..-
-Adesso vuoi appararti eh? Vabbhè.-
Ci ritroviamo a ricordare il passato, tutte le sue vecchie cotte (che credetemi, sono davvero tante), tutto quello che abbiamo fatto insieme, tutte le partacce che mi faceva quando stavo con Giovanni.
A lei non è mai piaciuto.
Forse perché lo vedeva come una minaccia per la nostra amicizia, lo odiava sotto tutti i punti di vista.
Quando stavo male, mi vedeva piangere e per un instante pensavo che volesse andarlo ad ammazzare.
Mentre parliamo veniamo interrotte… dell’entrata trionfale del suo amato, ma da me tanto odiato, fratello, che naturalmente decide di entrare nella camera della sorella.. in boxer.
Ammetto è un bel vedere, per un istante rimango a bocca aperta.. ma la richiudo prontamente.
- Ti sembra il modo di entrare conciato così in camera mia?-
- Bhè? Che c’è di male, mica sono un brutto spettacolo, no?-
Occhei, il suo cinismo mi urta i nervi.
Faccio un colpo di tosse (se ne sarà accorto che ci sono anche io?), occhei non lo sopporto, ma pretendo rispetto non indifferenza!
C’è si ,voglio, essergli indifferente, ma non fino a quel punto!
- Ah,ehy tu, ciao-
NON MI GUARDA NEMMENO IN FACCIA. Non credo che si possa odiare una persona quanto io possa odiare questo ragazzo.
-Ciao.-
Rispondo seccamente e mi giro verso Paola, dandogli le spalle.
-Ma’ devi uscire stasera?-
-C’è una sera in cui non esco?-
- Ieri non sei uscito-
-Sono stato in palestra tutta la giornata,ero stremato, mi sembra ovvio.-
Si avvicina verso noi, c’è verso sua sorella.
-Guarda tocca che pettorali ha tuo fratello baby-
Paola alza gli occhi al cielo, anche lei ammette che suo fratello è insopportabile.
Puntualmente il ragazzone esce dalla camera senza dire niente.
-Non farci caso, ha parecchia autostima mio fratello-
-Eh, l’ho notato…-
-Apparte questo sà essere un ragazzo d’oro. Solo che poche persone lo conoscono bene e poche volte esce fuori il vero Marco. Anche io che sono sua sorella sono consapevole di non conoscerlo fino in fondo. È un totale mistero.-
-Avete un bel rapporto?-
-Potrebbe essere migliore, ma non mi lamento. Si fa i fatti suoi, e non vuole che gli altri si facciano i suoi. È alquanto riservato, questa cosa un po’ mi rattrista perché so che potremmo creare un bel legame…ma dopotutto lui preferisce cosi, meglio cambiare discorso, che ne dici di guardare un bel film?-
-Proposta allettante,  quale genere?-
- Mhh azione, come sempre!-
- Fast and furios?-
-Vada per fast and furius allora!-
-Si ma vengo nel letto con te!-
- Uffa vabbene ahahah!-

1 ORA E MEZZA DOPO.
 
Il film è finito da poco, e come ogni volta che lo rivediamo Paola è emozionata come se fosse la prima volta…
-Non ci sono parole per descrivere l’amore che provo verso questa saga. Non ci sono proprio-
… E puntualmente finisce per dire la stessa frase.
“toc,toc”
Vediamo entrare la madre di Paola.
- E’arrivato il momento di misurare la febbre!-
-Che felicità-
Il tono ironico di Paola mi fa morire dal ridere,  mentre  arresa alza il braccio per posare il termometro.
5 minuti dopo il fatidico risultato.
- Mhh 37,6, Paola Francesca giova alla tua salute-
-Adesso non farla sentire importante..-
- Francesca, mio marito è andato a prenotare delle pizze, stasera mangi da noi. Niente ma, non voglio sapere nulla!-
- Ma non so come tornare a casa dopo…-
-Ovviamente, ti accompagnamo noi!
- Allora no problem, chiamo mia madre! Avrà l’occasione per una bella cenetta a lume di candela con papà!-
Un’quarto d’ora dopo le pizze già sono in tavole, e il padre di Paola è già seduto a capotavola.
Il signor Michele è simpaticissimo, un vero e proprio personaggio. Essendo originario di Roma, và fiero del suo dialetto, anche se delle volte non riesco a capire cosa dice.. e Paola fa da traduttore.
Penso che abbia capito oramai la mia difficoltà, quindi si sforza a parlare italiano.
- Ao’ Francesca come si và?-
- Tutto bene, signor Michele e voi? Tutto apposto al bar?-
- Annamo avanti, ormai il bar è  vecchietto,nun se porta più.. a voi ragazzi di oggi ve piacciono e locali nuovi,dove se balla e se fa casino…-
Esatto, i genitori di Paola hanno un bar che per suo padre è un vero è proprio rifugio… Potrebbe anche dormirci lì dentro.
Con amara sorpresa scopro che Marco si unisce a noi per la cena, ma non doveva uscire?
-Mangia sempre prima di uscire, non credo che dopo abbia tempo… sai da come è preparato, dev’essere una serata in cui va a ballare, acchiappa qualche ragazza la porta in qualche posto buio… e insomma ci siamo capite.-
Probabilmente avendo visto la mia faccia quando si è seduto a tavola, Paola ha deciso di darmi qualche spiegazione, che fosse stato meglio non sapere.
Che schifo di ragazzo, chissà quante se ne sarà passate.
Bhè è carino è da ammettere… soprattutto con quella camicia nera e il jeans che gli cade bene sui bianchi.. occhei basta.
- A gagliardo mio figlio, che ragazzone. Me recordi proprio me da giovincello.Dajè che stasera famo conquiste!-
-Caro amatissimo marito, sono fiera di ammettere che tuo figlio di te  non ha preso nulla, e menomale.-
-Francesca vedi cume me trattano? Che pover uomo sono!-
Scoppiamo tutti a ridere, nel frattempo iniziamo a mangiare..
-Sta pizza nun me piace!  El pizzaiolo è antipatico, nun lo sopporto!-
-Zitto e mangia, papà!-
-Aridajè. Meglio che me sto zitto và. Bon appetito.-

E stata una serata stupenda, con la famiglia di Paola mi sento proprio a mio agio. Adesso però è arrivato il momento di tornare a casa.
-Vado a piglià la macchina, aspettateme quà-
- Paola non dovevi venire anche tu,  tua mamma si è arrabbiata era meglio che restavi a casa, potresti peggiorare!-
-Francè dai non dire stupidaggini, sono solo 5 minuti, e sai che non riesco a restare chiusa in casa una giornata intera!-
-Vabbene, fai come vuoi.-
Passano 10 minuti e non c’è ombra dell’auto, decidiamo di andare a controllare in garage e vi troviamo il signor Michele intento a far girare le chiavi nella fessura dell’auto… che però non si mette in moto.
-L’auto nun va, come famo mo?-
Questa non ci voleva proprio, sono le undici passate e non c’è nemmeno un’anima viva per strada… La nostra zona è alquanto isolata, in un certo senso fa paura…
- Francè te accompagno a piedi?-
- Papà ma tu non sai nemmeno la strada!-
-Ma spieghi no?-
-Non capiresti…aspetta un attimo.-
Stesso in quell’istante entra in garage Marco, che accende il suo motorino e ci sale prontamente.
Guardo Paola,forse ho capito quello che vuole fare ma deve solo azzardarsi…
-Accompagna Francesca a casa!-
-MA STAI SCHERZANDO?!?!- Esclamiamo sia io che Marco, nello stesso medesimo istante.
-Sono pochi isolati da qui, non ci metti nulla, e poi per come guidi tu in un batter di ciglio sei arrivato!-
-Ma sono in ritardo, mi stanno aspettando, apparte che non ricordo nemmeno dove abita-
-Bugiardo sei venuto a prendermi proprio la settimana scorsa!-
- Lascia stare Pa’, non fa nulla vado a piedi, ci metto un quarto d’ora o meno!-
PREFERISCO ANDARE A PIEDI.
- A costo di restare a dormire quà, tu da sola non te ne vai!-
- T’ho detto che l’accompagno io! Ammazza nun so trasparente!-
-ZITTO PAPA’! FRANCE’ SALI SUL QUEL ROTTAME CON DUE RUOTE SOTTO,E TU PORTALA A CASA, OCCHEI? GUAI SE VENGO A SAPERE CHE LA LASCI A PIEDI!-
Odierò per sempre Paola.
- Che figlia boss che ho fatto, che soddisfazione!-
-Papà…-
- Vabbhè capito me sto zitto. Allora quà le cose se so aggiustate, me ne vado a dormì… Bonanotte Francè, se vedemo!-
-Buonanotte signor Michele! Ci vediamo!-
- Ciao Francè ci sentiamo domani, ti faccio sapè domani mattina se vengo a scuola, ma credo proprio di no, grazie per essere venuta, notte!
Mi saluta con un bacio sulla guancia, e butta un’occhiata torva al fratello, che mentre mette in modo il motorino non la guarda nemmeno..
Restiamo soli, in un silenzio cupo e imbarazzante. Molto imbarazzante…
Ad un certo punto lui alza la testa e mi guarda. Che si guarda? Insomma!
Abbasso subito la testa, per evitare un qualunque contatto visivo. Pur non vedendomi sono consapevole di essere diventata un peperone…
Lo sento ridere leggermente, bene, mi sta prendendo in giro?
- Vedi che sto aspettando te.. ci sali o no su questo motorino? Sai sono in ritardo.-
-Preferisco farmela a piedi sinceramente- Ammetto con un sorriso beffardo.
-Non m’importa come preferisci tornare a casa.Non ci litigo mica con mia sorella per te, insomma sali,cerchiamo di fare presto.-
Eh no, non lo sopporto proprio. Fra un po’ mi esce il fumo dalle orecchie.
Giro i tacchi e me ne vado, esco dal cortile e mi avvio verso casa… che paesaggio inquietante.
Non mi è mai piaciuto camminare da sola per strada, figuriamoci di notte.
E soprattutto se per compagnia ho solo il vento. Appunto, fa anche freddo..mi stringo nelle braccia, e cammino a passo svelto.
C’è non si è nemmeno degnato di ribattere, se fosse stato un vero uomo ,consapevole dei suoi impegni mi sarebbe venuto incontro.
Che essere odioso.
Il vento aumenta, e con poco entusiasmo mi accorgo che il cielo è cupo.
E mi accorgo anche che ho percorso solo pochi metri…Uffa.
Ci manca solo che… e proprio in quell’istante sento uno schizzo sul naso. Non può essere vero.
PIOVE!
Due minuti dopo sono una zuppa d’acqua. C’è serata peggio di questa?
All’improvviso vedo un fanalino da lontano, oddio chi sarà? Mentre sta passandomi di fronte,gira bruscamente fermandosi proprio ad un passo dai miei piedi…
Il ragazzo si leva il casco… è ho l’odio in persona davanti.
-Mi hai spaventato idiota!-
-Era quello l’intento,allora ancora non lo vuoi sto passaggio?-
Ride, è soddisfatto. Che bastardo. Ma non posso nemmeno negare l’evidenzia, sono una zuppa d’acqua, a rischio di bronchite acuta, piove a dirotto, e sono lontana da casa di almeno qualche altro chilometro, o qualche metro bho, fatto sta che sono lontana.
Mi arrendo e salgo dietro di lui. Anche lui è bagnato fradicio.
- Attenta a non bagnarmi troppo il sedile, sai è di pelle.-
“Ti odio”
-Zitto e metti in moto!-
-Ah, ho capito perché tu e mia sorella siete amiche.-
-Parli ancora?-
-Se vuoi, c’è un ombrello nel cofanetto.-
-Credo serva a ben poco, zitto e guida. E fai veloce,  voglio tornare a casa e non voglio ammalarmi.-
-Mamma mia, per fino Dracula sarebbe stato più simpatico di te.-
Mi reputa antipatica? Sta scherzando vero? Perché giustamente  lui è mister simpatia in persona.
Finalmente parte, parte velocemente. Sono costretta a tenermi a lui,il suo corpo è duro…come il suo cuore.Senza farci caso sono appoggiata sulla sua spalla, infondo è comodo.
In 10 minuti sono giù casa, finalmente. Intanto piove già di meno. Che sfiga.
Accosta vicino al cancello.
-Hey siamo arrivati bella addormentata.-
-Sono sveglia! Comunque ciao-
- Ciao? Ti è talmente difficile dirmi grazie?-
Mi sono arresa già da tempo, per oggi sventolo bandiera bianca.
-Grazie. Spero di non essere mai più costretta a salire su un motorino con te, contento?-
-Non sei stata costretta, ci sei salita e basta-
-Ah vabbhè, buonanotte.-
Faccio per allontanarmi, ma mi prende per i polsi e mi trattiene.
-Cosa vuoi ancora?-
- Il bacio della buonanotte.-
Non dice mica sul serio?!
-COSA? Ma stai scherzando vero?-
- Cosa ti costa un misero bacio sulla guancia?  Ehy che bacio intendevi?!-
Giusto, adesso passo anche per la stupida. Benissimo.
Stremata gli do’ un bacio sulla guancia, consapevole che non mi avrebbe lasciata andare e io sono alquanto stanca.
-Buonanotte allora!-
- A non vederci mai più- sussurro, ma credo che mi abbia sentito,alle mie spalle lo sento ridere.
Chiudo la porta, lui mette in moto e va vià, finalmente.
Mi giro e mi trovo mia madre di fronte, non ho voglia di spiegargli nulla, sono stanchissima.
- Pensa che non sono tutta inzuppata, che non sono scesa da un motorino, Pensa che sono a casa finalmente,sana e salva. Se mi và ti spiegherò domani.-
Ride e annuisce, menomale non avrei sopportato il suo quarto grado.
Farsi una doccia a mezzanotte è alquanto rilassante, metto il pigiama e vado a letto, gli occhi mi si chiudono.. ma prima di addormentarmi devo inviare un messaggio alla mia “migliore amica”
                                                                                   A: PAOLA<3
“Non ti ho mai odiata quanto ora prima di adesso, questa non te la perdonerò mai, davvero.
Ti auguro di fare il peggiore degli incubi! Ahahahaah
J
Buonanotte <3"
 
Dopo nemmeno un secondo mi arriva la risposta…

 
DA:PAOLA <3
“Penso che un giorno prima o poi mi ringrazierai,fidati ;)
Buonanotte amica mia!<3
ps: Domani a scuola non vengo! Ahahah *-*!"

Cosa vorrà dire con quel “prima o poi mi ringrazierai”? Questa cosa mi puzza di bruciato…
ma non ho forze per rifletterci, non stasera.
Il tempo che spengo il cellulare, già cado in un sonno catalessico.







ANGOLO AUTRICE!
Bene, eccomi qui! Mi sembra che sia normale presentarmi,mi scuso di non averlo già fatto nei 3 capitoli precedenti… Nell’insieme tutti e tre erano una specie di prologo, la vera storia inizia adesso!
Ritornando alla presentazione, bhè mi chiamo Annamaria, ho 16 anni e vivo a Torre Del Greco, in provincia di Napoli.
Perché ho deciso di scrivere questa storia? Non c’è un vero è proprio motivo, ogni tanto mi collegavo su EFP, mi piace leggere, esploravo un po’ qua, un po’ di là… Poi mi venne un momento di ispirazione e decisi di iniziare una storia…
Per parecchio tempo non ci entravo nemmeno più, ma poi mi ci sono ritrovata eh bhè.. la vena artistica è ritornata >.<
E’ una storia autobiografica, o puramente casuale? Bhè Paola totalmente ispirata alla mia vera migliore amica (Ciao idiota, lo so che stai leggendo, si sto parlando di te.) Che si chiama giulia.
I genitori di Paola sono esattamente la copia dei genitori di Giulia, in tutto e per tutto.
Per quanto riguarda Marco, è un personaggio inventato,Dio solo sa cosa diventerà per Francesca… Ma si è capito che non vanno particolarmente d’accordo..
Giovanni, (Non è un mio ex, fortunatamente non ho avuto mai questo genere di delusione).. lui è un tabù.. ritornerà?
Nei prossimi capitoli ci saranno nuovi personaggi,che presenterò stesso nel racconto.
Bhè cosa succederà? Marco e Francesca continueranno ad odiarsi o nascerà un “qualcosa”?
Chi lo sà, bho.
Accetto tutti i commenti, critiche eccetera eccetera. Mi piacerebbe avere qualche recensione.. sono nuova non so bene come gestire questo genere di cose >.<
Poi vedete voi ahahah.
Vabhè, dopo aver fatto questa grandissima figura, vi lascio.
Alla prossima<3
ANNAMARIA<3

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Capitolo 6
*** Galeotta fu la palestra. ***


E’ vero, le ore a scuola senza Paola sembrano non passare mai…
La professoressa Polimeno sta leggendo un brano dei Promessi Sposi che sembra non finire mai, e che palle!
Adesso gli mando un messaggio vediamo cosa sta facendo…


A: PAOLA <3
“Goood morning! Come stai? A scuola è una palla senza di te, dimmi che domani ritornerai, ti prego T.T”
 
Dopo un po’ sento la vibrazione..

DA: PAOLA<3
“Hola! Mi sento meglio, ma fra poco vado dal dottore per un controllo. Lo so che senza di me niente è lo stesso u.u Penso che domani torno comunque, cosa fate?!”

A: PAOLA<3
La prof Polimeno legge i Promessi Sposi non sai che litania!”

DA: PAOLA<3
“Chissà perché me la immagino, ahahahahh salutami tutti :*!”

Mentre ero intenta a rispondere vedo la prof alzarsi di scatto dalla scrivania, e puntare gli occhi verso di me…
- Signorina Di Donna, vuole continuare la lettura per favore? Scommetto che stesse tenendo il segno vero?-
Ops, colta sul segno…
- Ehm, veramente prof mi ero un’attimo distratta…-
- Benissimo, mi dia quel cellulare, e un bel rapporto a per inaugurare il suo nuovo anno scolastico non più farle che bene-
-MA PROF!...-
-Qualcosa da aggiungere signorina? Non credo sia il caso.-
Che nervi. Iniziamo benissimo, si prospetta una giornata molto interessante.

4 ORE DOPO.
 
 Apparte il rapporto della Polimeno, e tutto il nervosismo recato in seguito, la giornata scolastica non è stata per nulla pesante. Adesso sto tornando a casa, il cielo è nuvoloso ma non credo che pioverà.
Caspito, se mio padre viene a sapere che ho avuto un rapporto mi ammazza. Secondo lui l’unico mio dovere è andare bene a scuola, per il mio futuro e guai se lo deludo.. in effetti ha ragione.
Mentre penso a tutte le cause che potrebbe avere questo rapporto, mi squilla il cellulare, è la mia cara cuginetta Serena…
-Ehy Serry!-
-Ciao Che’! Tutto bene?-
- Si, sono solo un po’ nervosa, tu?-
- Come mai nervosa? Tutto apposto fortunatamente!-
- Lascia stare poi ti spiegherò! Volevi dirmi qualcosa? Di solito non chiami mai al cellulare..-
- Mhh, si vorrei chiederti una cosa…-
-Dimmi, ti ascolto-
-Hai da fare oggi?-
-Dovrei fare degli esercizi di matematica, ma non ci metto nulla, ho tutta la giornata libera, perché cosa vuoi fare?-
- Allora ieri pomeriggio sono andata a iscrivermi in palestra, sai quella nel centro la “jumping”, ecco mi hanno dato un bonus, posso portare qualcuno con me gratuitamente per la prima settimana, e siccome io sono molto, ma mooolto timida vorrei sapere se vorresti farmi compagnia…-
Bhè, non è una brutta idea… ultimamente non mi sto tenendo più in forma come una volta, mangio parecchio e la maggior parte del tempo lo passo seduta, meglio attivarmi un po’.
Certo che mia cugina è un mito, ma poteva evitare la scusa della timidezza.Ci vuole coraggio per definirsi timida. Non avrebbe vergogna di nulla. E’ una chiacchierona, e non si crea problemi con nessuno.
-Bella idea, a che ora devi andarci?-
- Verso le 5, ti và?-
- Va benissimo, ma come la raggiungiamo la palestra?-
- Ci accompagna papà, passo a prenderti-
- Occhei, allora alle 5 passi a prendermi?-
-Si!-
-Ci sarò, adesso ti lascio, sono fuori casa e ho una fame da lupi, a dopo!-
- Ciaao cuginastra, sei la migliore del mondo! A dopo!-
Riattacco, ho proprio bisogno di una giornata diversa. Potrebbe essere interessante, non ho mai frequentato una palestra,anche se ho sempre desiderato andarci.
Entro in casa e vedo mamma ai fornelli.
- Mamma, sono a casa!-
- Ciao amore, com’è andata  a scuola?-
Ehm…
-Benissimo, mamma cosa hai cucinato?-
Mentire non è proprio il mio forte, specialmente nei confronti di mia madre.. che finisce sempre col sgamarmi! Ma credo che questa volta io sia stata più brava del solito…
- Pasta al sugo,  non ho avuto tempo per far altro-
- è perfetta la pasta al sugo, non mi sembrava che avevi da fare stamattina-
- Sono dovuta correre da zia Teresa ad aiutarla, ha voluto ripulire l’argenteria, e dopotutto non avevo nulla da fare-
-Hai fatto bene, a proposito lo sai che Serena si è iscritta in palestra?-
-Si, la zia mi ha accennato qualcosa, ma era troppo intenta a non rompere alcuni bicchieri…-
-Oggi mi passano a prendere, mi ha chiesto compagnia per il suo primo giorno. Dice che ha un pass per una persona da portare con sé gratis per una settimana-
-Può farti bene,ultimamente stai mettendo su peso-
-A malincuore, lo sto notando anche io, per questo  ho accettato subito-
-Si ma adesso mangia, se no il piatto raffredda!-
Non posso far altro che abbracciarla, amo troppo la mia mamma!

Dopo aver aiutato mamma a lavare la cucina, essermi seduta vicino a lei a guardare un po’ di “UOMINI&DONNE”, fatto gli esercizi di matematica che erano molto più semplici di quanto pensassi, sono pronta per iniziare a prepararmi all’imminente stancata in palestra!
- Maaaaaaaa’ dov’è il fuson nero e il top blu?-
-Francè cerca nell’armadio, li usi poco dovrebbero stare dietro..-
Mi scaravento nell’armadio e fra un paio di salti mortali riesco a trovare ciò che cerco.
-Hai trovato?-
-Si mamma, grazie-
Vado in bagno, mi faccio una rinfrescata, indosso il fuson nero che mi fa sembrare ancora più snella di quel che sono (e che soprattutto evidenzia le forme), metto il top e prendo una felpa al volo.
Aggiusto i capelli nella solita coda di cavallo e acchiappo una borsa, in cui ci metto  le cuffiette, il telefonino,un’asciugamano, una bottiglia d’acqua e una maglietta più lunghetta per quando usciremo.
Metto le scarpe, e sento il clacson dell’auto di mio zio Salvatore che bussa all’impazzata giù casa.
Un nanosecondo dopo già c’è Serena piombata in camera mia.
- Ma sei prontaaaa? Dai muoviti!-
Indossa una tuta abbastanza aderente, le sta davvero bene.
- Si sono pronta, andiamo-
Salutiamo mia madre, e entro in macchina.
Zio crede che non saremo in grado di sopportare nemmeno un quarto d’ora di tapis roulant, è un suo vizio prenderci sempre in giro, oramai c’abbiamo fatto l’abitudine..
Un quarto d’ora e siamo fuori la palestra. Entriamo e  Serena  fa controllare il pass a un gigante tutto muscoli, abbastanza inquietante.
Non che non mi piacciano i  ragazzi palestrati, ma fino ad un certo punto…
Lo stesso tizio ci indica gli spogliatoi, e le varie zone della palestra, ci dice che alle 7 si sarebbe tenuto il corso di zumba, e sinceramente non credo che sia cosa adatta a me… ma dallo sguardo pieno di adrenalina di Serena credo proprio che mi toccherà partecipare.
Arriva un altro ragazzo, anche lui alto e muscoloso, ma molto meno del primo. Si presenta, si chiama Giorgio ed è il proprietario della palestra, e anche personal trainer.
Ci dice che per iniziare dovremmo farci un giro su cyclette, tapis roulant e qualche altre aggeggio di  cui non ho afferrato bene il nome.. e poi scompare.
Ci avviamo verso le cyclette, ce ne saranno una decina tutte allineate, e solo 4 sono usate da delle signore e da un'altra ragazza sui 20 anni..
- Giuro che se non ci sarà nessun ragazzo carino, mi riprendo i soldi e me ne vado-
Ah, mia cugina e le manie per i ragazzi… ne cambia uno ogni 3 settimane, circa (?)
A proposito…
-Ma tu non stavi con quel ragazzo, Alessandro qualcosa lì…-
Mi guarda, come se volesse cacciare le orbite dagli occhi. Cos’ho detto di male?. Poi scoppia in una risatina che gli procura le lacrime.
-Sei rimasta ancora a quello?  Mi pento di non aggiornarti… comunque è storia passata-
- Chissà perché non avevo dubbi-
Questa volta scoppiamo a ridere insieme.
Vado per prendere il cellulare e ci trovo un messaggio di Paola.

DA: PAOLA<3
“ Il dottore mi ha prescritto lo sciroppo :(, chissà che brutto sapore avrà! Comunque domani torno a scuola, ed è anche sabato *-* cosa fai oggi?”

Gli rispondo subito.

A: PAOLA <3
“Scusami se ti rispondo solo adesso, non ho proprio controllato il cellulare, comunque sono in palestra con mia cugina Serena, ci sentiamo appena torno a casa occhei?
PS: Ho preso un rapporto per colpa tua >.

DA: PAOLA<3
“ COME?! QUANDO?! COSAAA?! QUALE PALESTRA LA JUMPING?!?!!!”

A: PAOLA<3
“ Si quella, perché tutto questo allarmismo?!”

DA:PAOLA<3
“ ahahahahah, oh nulla nulla, poi vedrai. Ci sentiamo dopo allora :3
“BUONA” stancata!”


A:PAOLA <3
“ Ma cosa? Dai voglio sapere, se no mi incavolo! Rispondi!”

Non risponde. C’è qualcosa che non quadra… ma meglio non pensarci, dovrà rispondere prima o poi..
- Oh ma ti muovi a salire su sta cosa? So passati 10 minuti e ancora devi toglierti nemmeno la felpa!-
-Mantieni la calma cuginetta, sei troppo euforica, è soltanto una cyclette, stavo massaggiando con Paola… è strana-
- In che senso?-
- Non lo so, penso stia nascondendo qualcosa…-
-Vabbhè per oggi metti da parte le tue paranoie mentali, ci sali o no su questa maledetta cyclette invece di restare lì impalata come un’idiota?-
Salgo, e aziono la cyclette.. non è molto pesante, o per lo meno l’inizio.
Premo play sul mio cellulare, e mi parte la mia solita play list con “We can’t stop” di Miley Cyrus.
Pedalando e spettegolando con mia cugina sarà passata circa una mezz’ora da quando siamo entrate… e la palestra si è leggermente riempita, come le gambe che iniziano a diventare pesanti..
Decidiamo di spostarci  ai tapis roulant, prima di iniziare però mi siedo su una poltrona proprio lì vicino. Penso ci sia per riposarsi no? Prendo l’asciugamano e inizio a asciugarmi il sudore… quando scopro gli occhi noto mia cugina impalata, con gli occhi sbarrati e con un sorrisone a 32 denti… conosco quella faccia.
- Cupido ha colpito ancora, chi hai notato?-
-Penso proprio di aver trovato un motivo valido per frequentare ancora questa palestra…-
Mi indica un ragazzo, bruno, alto muscoloso quanto basta per piacergli che parla con Giorgio, il proprietario… Sembra che ci sia alquanta confidenza fra i due… poi ci guardano, Serena subito si volta di spalle, ahimè sposto la testa verso il basso…
Lo vedo avvicinarsi.. oh cavolo, cosa si saranno detti?
-Sere’ sta venendo contro di noi, vieni corri-
Si è fatta tutta rossa, e non riesce ad alzare gli occhi da terra…
Oramai il ragazzo è davanti a noi si presenta, è carino, ha gli occhi color cioccolato quasi quanto i miei.
-Buon pomeriggio ragazze, mio fratello Giorgio mi ha detto che siete nuove, volevo presentarmi visto che ci vedremo spesso. Piacere mi chiamo Luca,  se volete posso assistervi vi vedo un po’ spaesate-
Noto che guarda solo e sempre Serena con un sorriso da ebete, penso che fra i due ci sia stato un colpo di fulmine, e che Serena per la prima volta si sia davvero cotta visto che non riesce nemmeno a guardarlo negli occhi e che il suo rossore sulle guance tende ad aumentare.
Decido di parlare io, visto che la situazione è imbarazzante.
-Ciao Luca, io sono Francesca, lei è mia cugina Serena… si siamo un po’ travolte da tutto questo non sappiamo da dove iniziare…-
Penso che lui sia un po’ deluso dal fatto che Serry non prova alcun tipo di approcciarsi..Gli do una gomitata…E penso che  abbia capito quale fosse il mio intento.
-Ah si, piacere, ehm si non so nemmeno come si accende il coso qui, il tapPis, il rullo, insomma ci siamo capiti- Borbotta imbarazzata
Luca scoppia a ridere, e io lo seguo.
-Si chiama tapis roulant, e non so se ci hai fatto caso, è già acceso…-
Occhei, gran bella figura Serena. Ma penso che gli sia servito visto che la vedo più rilassata e si unisce nella risata generale.
- Ehm sto aspettando il mio amico, c’è il mio aiutante così per stare tutti insieme, è in ritardo è il suo solito, vado a cercarlo negli spogliatoi magari…-
- No Lu’ sono qui,eccomi-

No, non è possibile. E’ incredibile.
Non so da quale porta sia sbucato Marco Maiorino  in una tuta aderete che bhè,gli sta davvero bene.
Ma lasciando stare questo, non ci posso credere, per fino qui no!
Appena mi vede è stupito, come se mai si sarebbe aspettato di rivedermi dopo ieri sera, e soprattutto non qui.
Mi porto le mani alla faccia e un “Gesù cristo, anche tu qui” sussurrato mi esce dalla bocca.
-Ah eccoti, Ma’ ti presento Serena e sua cugina Fra…-
-Si, lei già la conosco-
-Ah davvero?-
-Purtroppo si- Ammetto con un sorrisetto smorzato.
- Va bene ragazze che ne dite di andare nell’altra sala, quì penso ci sia troppa gente.
Marco fa un sospiro e si avvia. Luca ci fa l’occhiolino e con la mano ci dice di seguirlo.
Prendiamo le borse e piano ci avviamo verso di loro.
-TU CONOSCI QUESTI TIPI E NON ME LI PRESENTI?! MA CHE RAZZA DI CUGINA SEI?-
- Cara Serena, non so se chi hai fatto caso, ma io e Marco non riusciamo nemmeno a guardarci negli occhi tanto dall’odio che proviamo nei confronti l’uno dell’altro.-
-Vabbhè così si dice. Ma hai visto… hai visto Luca quanto è carino!-
Ha praticamente gli occhi a cuore, ammetto di non averla mai vista così-
-Ehy, già mi hai perso la testa, siamo qui da solo un’ora!-
- E si presume saranno altre ore intense!-
Arriviamo nella sala più piccola, e si ci sono davvero poche persone.. si può stare più rilassati. Marco e Luca stanno ridacchiando e accendendo le attrezzature, scopriamo che entrambi si sono tolti le magliette e mostrano una tartaruga scolpita benone.
Appena ci vedono, ritornano zitti.
-Ah eccovi, bhè prendete posto, questi tapis roulant sono alquanto nuovi. Io e Marco ci uniamo a voi, così non vi sentite a disagio.-
C’è Luca quando parla, guarda solo Serena come se io non ci fossi, decido di farla salire sul tappeto vicino a lui anche se questo comporta mettermi vicino a Marco.
Luca dà spiegazioni a Serena su come impostare il tappeto, gli vedo ridere e parlottare insieme, che carini. Sarebbero davvero una bella coppietta..
Vado a prendere l’acqua, ho la gola completamente secca.
Marco mi guarda e si avvicina.
Mentre bevo, si ferma e si appoggia al muro vicino a me, guardandomi con quel fare di superiorità.
ODIO.
Guarda ogni singola mia mossa, ride come se volesse prendermi in giro, non lo guardo nemmeno negli occhi,
- Mi fai bere?-chiede.
-NO!- prontamente rispondo alquanto soddisfatta.
Sbuffa.
Mi abbasso per posare la bottiglia in borsa… e sento ancora i suoi occhi puntati su di me.
NERVOSO.
Quando mi rialzo, finalmente lo guardo anche io. All’incontro con i suoi occhi, così sicuri, determinati… e, non vorrei dirlo, maledettamente sexy, arrossisco.
-Ma che cavolo ti guardi?-
Mi squadra dal capo ai piedi,  come un pittore guarda il suo quadro in fase di lavoro, si morde le labbra…
-Bel sederino- esclama.
mi parte uno schiaffo in 5. Penso di avergli fatto parecchio male visto che  tanto dalla forza si è dovuto girare all’indietro.
-SEI UNO STUPIDO PORCO! MI FAI SCHIFO, TI ODIO CON TUTTA ME STESSA!-
Mi giro  per andarmene, poi torno vicino a lui, mi sorride con in faccia la sagoma esatta della mia mano. Caspita, non credo di aver dato mai uno schiaffo così pesante…
Forse crede che avrei girato i tacchi per chiedere scusa…bhè si sbaglia di grosso.
Riprendo la bottiglia di acqua ghiacciata, e gli vado vicino con uno sguardo dolce… e falso.
Si mette con le spalle al muro e gli sono di fronte. La bottiglia gelata mi fa rabbrividire.
Lui mi guarda, come se non capisse, nota che mi avvicino sempre di più.
Sono a pochi centimetri dal suo volto…
-volevi bere vero?-
Apro la bottiglia e gliela verso addosso,l’acqua gelata gli fa avere un sussulto.
-BHE’ ECCOTI ACCONTENTATO-
Sogghigna, si butta i capelli all’indietro e apre gli occhi di scatto, con un’espressione feroce che mi fa indietreggiare. Faccio per allontanarmi, mi volto ma lui subito mi prende per i fianchi.. e quella  al muro adesso sono io.
E di fronte a me, i nostri nasi si toccano sento il suo sguardo che mi perfora anche se ho gli occhi chiusi. Mi tiene stretta al muro, caspita questo ragazzo è una montagna!
Il cuore mi batte a mille, Sono un’ tutt’uno fra il nervoso e lo spavento.
- lasciami stare, se no mi metto a urlare.-
Riesco a trovare il coraggio per aprire gli occhi, e nei suoi, così verdi, così profondi, non ci vedo odio, rancore o altre cose… c’è qualcosa. Qualcosa che non riesco a capire.
Un brivido mi percorre la schiena.Lui allenta la presa, finalmente mi lascia respirare.
-Sei audace, sei forte, sei diversa, e questo mi piace.-
Se ne esce così, con questa frase. Si allontana da me, mi fa l’occhiolino, si volta e si avvia verso i tappeti.
Non capisco, non capisco perché sono rimasta immobile, e non capisco perché sono ancora lì a pensarci.
Mi si è creato un buco allo stomaco… sono sicurissima. Odio quel ragazzo al massimo. Non conosco odio più forte di questo.
Leggermente turbata e sconvolta, ritorno anche io ai tappeti, ma con l’intento di non guardarlo nemmeno negli occhi.
Stanno tutti correndo, Luca per scherzare aumenta la velocità sul tappeto di Serena lasciandola cadere all’indietro e lei prontamente gli sale sulle spalle e tenta di far cadere pure lui.
Possibile che in così poco tempo già abbiano stretto così tanto? E che cavolo!
Guardali, si divertono come due bambine alle giostre.
Marco corre, ha le cuffie nelle orecchie. Sto evitando l’impulso di correre dietro di lui e dargli un calcio, davvero.
Da signora, salgo sul tappeto vicino a lui e indifferentemente mi metto ad ascoltare anche io la musica. Parte Rihanna con Diamonds.
Passano ore, fra cyclette e tapis roulant. Ovviamente io e Marco non abbiamo nessun genere di rapporto, mentre mia cugina mi ha oramai abbandonato.
Sono le 8 è il corso di zumba è iniziato da circa un’oretta, ma dopo aver fatto il primo quarto d’ora mi sono resa conto che non fa per me, quindi mi sono rintanata nell’area relax, sdraiata sul divano visto che nessuno può vedermi. Non mi sento più le gambe, mi ci devo abituare, anche se non credo verrò tutta la settimana… oramai Serena penso che abbia trovato la compagnia che gli serviva.
E inoltre, più lontana dal signorino fanatico meglio stò!
E parlando del diavolo…
-Questa è una sala relax, non un rifugio per i senza tetto.-
-Se era una battuta, Marco non fai ridere per nulla.-
- Ma ti troverò un giorno in cui non sarai scorbutica?-
-Probabilmente no, visto che sono scorbutica solo nei tuoi confronti-
Gli faccio l’occhiolino, prendo la borsa e me ne vado, lasciandolo solo nella sala relax e sbattendo fortemente la porta.
Vado da Serena, felicissima ma credo che avendo visto la mia faccia, tutta l’allegria sia svanita.
-Cosa c’è che non va?-
-Senti Serry potresti chiamare lo zio per venirci a prendere? Non mi sento tanto bene..-
Rimane un po’ di stucco, si gira per guardare Luca, poi me.. e a malincuore prende il telefonino. La sento parlare con lo zio…
-Sta arrivando, prendo la borsa e saluto Luca-
-Vabbene,eh scusa se…-
-No, idiota non preoccuparti, sei molto pallida che è successo?-
-Oh nulla, mi gira la testa, vai Luca ti sta aspettando…-
Sorridendo gli si avvicina, gli spiega che dobbiamo andare via, lui fa una faccia dispiaciuta, la abbraccia, gli dà un bacio sulla guancia e mi fa un cenno di saluto.
Ricambio con un sorriso.
Ci avviamo verso l’uscita.
- Sai, mi ha dato il suo numero di telefono-
La guardo stupita, e inizia a saltellare dalla felicità.. una volta anche io lo facevo.
-Secondo me gli piaccio, però lui è un po timido, devo prendere più confidenza…-
Mentre parla, arriva zio.. e non so perché gli sono grato per avermi salvata dai profondi pensieri platonici di Serena.
Arrivo a casa 10 minuti dopo, e trovo papà ad accogliermi.
-Ciao Pa’-
-Ciao Francè, com’è andata?-
-Tutto bene, sono stanchissima-
-Ci credo, mamma è di sopra-
-La raggiungo subito-
Butto il borsone in camera e raggiungo mamma che sta frugando nell’armadio...
-Mamma, sono tornata-
-Ehy eccoti, piaciuta la giornata in palestra?-
-Poteva andare molto,meglio.-
-C’è qualcosa che non và?-
-No nulla mamma, non preoccuparti, faccio una doccia,mangio una mela e vado a letto, sono stremata.-
-Solo una mela?Sicuro che và tutto occhei?-
Mamma, vorrei spiegarti cosa succede, ma sinceramente mi scoccio. Caspita, sono molto diventata più brava a mentire.
-Si mamma, tutto occhei!-
-Mhh,vabbene!- E mi dà un bacio sulla fronte.
Vado in bagno,mi spoglio e mi infilo sotto la doccia. Il getto d’acqua calda mi fa rilassare, e inizio a pensare…
Sono sempre così fredda, distaccata nei confronti dei ragazzi,tutto questo per la delusione per Giovanni.
Anche quando solo sento pronunciare il suo nome, mi viene un sussulto. Lo amo ancora, nonostante tutto.
Ma lo so, sono certa, lui non tornerà mai… non so nemmeno se vive ancora in città.
Vorrei riuscir a ritornare a provare le emozioni che provavo con lui, quella felicità che per me è un ricordo remoto. Sentirmi protetta, sicura… Ci riuscirò mai?
Riuscirò a trovare qualcuno che possa riuscire a colmare la voragine che ho dentro?
Ci vorrà tempo, tantissimo, ne sono consapevole. Com’è consapevole chi mi stà accanto.
Fantasticando, esco dalla doccia, torno in cucina, prendo una mela e la mangio.
Do la buonanotte ai miei e torno in camera.
Invio il solito messaggio a Paola…

A: PAOLA<3
“So che sai tutto, ti prego qualunque cosa tu sia tramando, cerca di farmi avere meno rapporti possibile con tuo fratello, non voglio né vederlo, né sentirlo,né sapere che esiste.
Mi urta profondamente i nervi, non lo sopporto, e adesso lo sai.
Ci sentiamo domani, Buonanotte!”


Ricevo la risposta entro.. 1 secondo (?)

DA:PAOLA<3
“Io non sto tramando un bel nulla, avevo già capito che odiavi mio fratello u.u
Vabbhè, però credo che esageri… ci sentiamo domani.
Buonanotte <3!”


Non ho voglia di ribadire, avremmo parlato a scuola. Mentre sto per spegnere il cellulare, mi arriva un altro messaggio…

DA: SERENA <3
“Stiamo massaggiando da quando ha lasciato la palestra, e ha detto che sono molto carina e che NON VEDE L’ORA DI RIVEDERMI *-----*.
Un’altra dozzina di ore e saremo di nuovo insieme :3!
Grazie per essere venuta oggi, Ti voglio bene cuginastra<3
Dolce notte<3!”


Occhei, è letteralmente cotta. Gli scrivo velocemente un messaggio di risposta e spengo il cellulare.
Non è molto difficile rintanare nel sonno più cupo.

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Capitolo 7
*** La notte più bella della nostra vita. ***


“Sei audace,sei forte, sei diversa, e questo mi piace”.
Lo ammetto, queste cose non me l’ero mai sentite dire da nessuno, e non capisco perché mi abbiano colpito così tanto.
Non ho chiuso occhio tutta la notte. Mi bastava chiudere gli occhi per trovarmi di fronte lo sguardo di Marco, ma perché mai? Lo odio punto, non voglio averci nulla a che fare.
Più lontana da lui sono, meglio sto!
A turbare la mia mattinata inoltre c’è stata una sorta di discussione con Paola.
Continua a ribadire che sto esagerando con suo fratello, che devo allontanarmi dall’idea “tutti-i-ragazzi-sono-come-Giovanni”. Che dopotutto non mi ha fatto mai nulla di così eclatante per giustificare il mio odio.
Ma ahimè, non posso farci niente. E una cosa a pelle proprio.
Dopo l’interrogazione, da sei stentato, di latino finalmente suona la campanella e usciamo da quell’inferno.
E’ strano camminare il tragitto verso casa con Paola che non dice una parola. Non riesco a capire come questa cosa gli dia così fastidio. Sono un essere umano, non riesco a provare solo sensazioni positive verso le persone.
Mentre svoltiamo l’angolo a pochi metri da casa mia, vediamo un motorino alquanto conosciuto avvicinarsi verso di noi. Oddio povera me,  2 contro uno.
Il motorino frena di scatto proprio davanti ai nostri piedi, salendo per fino sul marciapiede. Mi viene spontaneo indietreggiare impaurita.
-Tranquilla, non ho intenzione di buttarti sotto, e poi non credo ti faresti molto male.-
- Ci mancherebbe Marco, ci mancherebbe- Il mio tono sembra diabolico, come lo sguardo  che gli sto puntando.
-Comunque sono qui per parlare con mia sorella, non crederti che ti corra appresso.-
-Preferirei essere rincorsa dal pitbull più feroce del mondo.-
- Ah, non credo proprio, non sarebbe una bella scena. Sarebbe il cane ad avere paura di te…-
Basta, non ne posso più. Stavolta ha davvero esagerato. Guardo Paola con un occhiataccia a mò di “adesso comprendi,vero(?)”, e senza salutare corro verso casa.
Non ho voglia di mangiare, mi si è letteralmente chiuso lo stomaco. Ma perché esistono questo genere di persone? Che cada da quel motorino e si faccia male!
Se ieri, guardandolo negli occhi avevo pensato che ci fosse davvero qualcosa di positivo in lui, mi sbagliavo di grosso!
Mi stendo sul letto, il mio comodo letto. Sono troppo stressata, menomale che oggi è sabato e domani non c’è scuola.. si dorme fino a tardi!
Prendo le cuffiette, chiudo gli occhi e cerco di rilassarmi sulla leggera base di “ She will be loved” dei Maroon 5.
Incredibile quanto la musica possa aiutarti in certe situazioni. E’ una vera è propria ancora di salvataggio.
Sono le 18:47 quando vengo  svegliata dal mio telefono che squilla…caspita ero crollata in un sonno profondo…
Osservo il desktop e ci trovo 19 chiamate perse… di Paola!
Cosa cavolo sarà successo? Paola non mi chiama mai, deve essere successo qualcosa di grave, vado in crisi…
Oddio cosa sarà accaduto?
Richiama, rispondo subito!.
- O’ Paaaaa’-
-NOOOOOOOOOOOOOON SAAAAAAAAAAAAAAAAAAI! *------*-
Mi risponde con l’aria di chi ha scoperto l’ottava meraviglia del mondo. Chi sta vivendo il paradiso a occhi aperti. Chi ha trovato il metodo per mangiare tutte le schifezze del mondo senza ingrassare.
Riesco a sentire la sua euforia dalle casse del telefono.
Tiro un sospiro di sollievo, ah nulla di grave.
- Ma cosa, mi hai fatto prendere un colpo stupida-
-NOOOOOOOOOON CI POSSO CREDEREEEEEEEEE!-
-Mi dici cosa cazzo è successo?-
5 secondi di silenzio dall’altra parte del telefono, come stesse per riprendere aria per poter continuare a parlare.
- Marco, Marco, Marco, Marco, Marco è un genio! Amo fottutamente troppo mio fratello.-
Che nausea.
-Bene, se il motivo della chiamata e lui preferisco attaccare-
-No aspetta! E’ una cosa straordinaria, non ci sono parole per descriverla.-
Adesso mi sta urtando i nervi anche lei.
-Se non parli entro 5 secondi riattacco, stavo dormendo beatamente! 1…2…3…-
-Vabbene allora, hai presente l’ “EMPIRE”?-
- La discoteca quella che hanno aperto al centro,dove ci sono tutti quei palazzi alti, dove c’è il centro commerciale?-
- Si quella, ma come la descrivi male! La descriverei come la discoteca  più bella che è stata mai costruita nel nostro Stato. Quella al 5Oesimo piano di uno di quei tanti grattacieli, che tu chiami “miseri palazzi alti”. Quella in cui ci sono andati migliaia di persone famose e solo entrarci cosa oltre un migliaio di euro, si quella.-
In effetti l’ Empire avrà aperto da un’annetto, ma penso che abbia incassato un sacco di soldi. Si parla solo di quello se vai al centro. Dista da noi circa un’ora d’auto… Ed è inaccessibile. Nel senso che nessuno che conosco c’è ancora andato.
Dicono che più che essere una discoteca, sia un vero è proprio rifugio di lusso.Roba da 5 stelle o più. Un vero sogno ad occhi aperti.
- Eh allora?-
-Bhè Marco ha delle amicizie, parecchie amicizie con persone che lavorano lì… e gli hanno dato dei biglietti omaggio per la festa di stasera, solo per aver portato delle attrezzature per il suo amico dj, non ci posso credere!-
Rimango di stucco. Mi ha chiamata per invitarmi alla discoteca più ambita della città, o addirittura dello Stato?
Non ci posso credere… Quasi mi scendono le lacrime. Cacciamo entrambe un urlo di felicità.
Ma aspetta, i miei non mi faranno mai andare. Mai e poi mai.
- Ma come faccio con i miei, non mi faranno mai venire!!!-
- C’è io ti vengo a dire che siamo invitate  ad entrare nel paradiso a costo zero, e tu vai a pensare ai tuoi genitori?
Gli dici che verrai a dormire da me, tanto il mio lettone e enorme! Vieni al più presto a casa mia, ci prepariamo da me, ti presto io qualcosa da indossare. Non fare tardi, mi raccomando! A dopo, non vedo l’ora!-
- Paola Aspet..-
Ma niente, mi ha riattaccato il cellulare in faccia.
Mio dio, io stasera sarei invitata gratuitamente all’EMPIRE!? Ditemi che è un sogno, e se lo è non fatemi svegliare vi prego!
Ma fatto sta che devo restare con i piedi per terra, non so se i miei mi lasceranno andare a dormire da Paola…
Mi affretto a raggiungere mia madre e mio padre, che è appena tornato da lavoro, in cucina.
- Mamma, Pa’ visto che è sabato, Paola mi ha invitato a casa sua per dormire stanotte, sapete una nottata fra amiche…-
- Non se ne parla nemmeno!- Sbotta papà.
No, ti prego, no…
-Papà dai è solo una notte, non una vita intera, non muore nessuno, fammi contenta!-
-Quando dico no. È  no e non se ne parla più.-
- MA PAPAAAAA’!-
-Sh!-  mi ammonisce.
Sono furiosa.
-Grazie mamma per l’aiuto eh!-
Mamma mi guarda con l’aria offesa, e vedendo che non ho nemmeno il coraggio e la voglia di guardarla negli occhi , si gira verso mio padre e gli sussurra qualcosa… papà all’inizio sembra tenere le righe,severo e rigido, ma poi lo vedo rilassarsi…
- Eh vabbene per stasera vai, ma mi raccomando niente stupidate!-
Gli salto addosso, li abbraccio entrambi. Quanto sono felice!
Prendo la solita borsa e questa volta ci infilo un pigiama, e un completo intimo per cambiarmi l’indomani, prendo anche qualcosa da mettermi, e corro a casa di Paola.

Busso alla porta e mi apre di scatto la stessa Paola.
Ha un’espressione euforica.
- NON CI POSSO CREDEREEE!-
- NEMMENO IOOOOOOOOO!-
Ci abbracciamo come due idiote,sotto l’uscio della porta, poi lei corre in bagno.
Io intanto vado a salutare la signora Maria.
-Allora contenta per stasera Francè, mi raccomando, tienimi Paola sotto controllo!-
- Si fidi di me signora, ritonerà a casa sana e salva!-
Salgo le scale e appena alzo lo sguardo mi ritrovo davanti Marco a petto nudo, con un’asciugamano legata al fianco.
Rimango folgorata dalla perfezione del suo corpo a petto nudo, per l’ennesima volta.
-Ehy, attenta a dove metti i piedi-
Sono imbarazzatissima, sarà appena uscito dalla doccia, ha i capelli bagnati. Provo a mettere per una volta l’odio da parte,facendo attenzione però a non allargarmi troppo.
-Ehm, scusa…comunque grazie per l’invito…-
.Oh, ehy sappi una cosa non è nessun gesto d’affetto, ci siamo ritrovati con un biglietto in più e mia sorella ti ha voluto invitare solo per aver compagnia, credo che non sarebbe venuta se non ci fossi venuta tu.-
Occhei, ammetto un po’ ci sono rimasta male… speravo che la cosa fosse partita da lui.. Ehy Francesca perché lo speravi o.o?
Fatto stà che mi sento un po’ ridicola, quindi abbasso  gli occhi senza dire nulla e lui se ne và, senza dire nulla.
Bhe’che lo odio, l’ho ripetuto già troppe volte.
Poso la borsa nella camera di Paola e la raggiungo in bagno..
Sta preparando le piastre, e i trucchi…
-Ah eccoti, che fine avevi fatto? Comunque siediti qui che ti arriccio i capelli e ti trucco. Io invece me li liscerò, cosi faremo colpo insieme! Ehy ma mi ascolti?-
In effetti, sono su un altro pianeta, sto pensando ancora a quella frase.
“Sei audace,sei forte, sei diversa, e questo mi piace”.
E la confronto col suo tono autoritario di cinque minuti fa…
Che mi avesse preso in giro? Vuole prendersi gioco di me? Oh non glielo permetterò! Se prima a stento lo salutavo, da adesso nemmeno uno sguardo. Non voglio caderci nella sua trappola.
“ Lui fa così tutte le sere, trova qualche ragazza che ci stà, la porta in un luogo appartato eh… bhè ci siamo capite” mi disse Paola.  Oh, con me non attacca, non mi avrà nella collezione.
-Si, si vanno bene i ricci, si mi siedo-
Ritorno alla realtà,pronta a eliminare quei pensieri improvvisi.
-C’è qualcosa che ti turba?  Non l’hai l’aspetto mica di una che sta per passare la miglior serata della sua vita.-
Che faccio glielo dico? E se capisse male?  Ma è comunque la mia migliore amica, con chi se non lei potrei parlare? Anche se abbiamo giù avuto una discussione con argomento suo fratello, non mi interessa, voglio chiarezza.
- Ho incontrato tuo fratello sulle scale, mi ha detto che sono stata invitata solo per te… mi aspettavo che fosse stato lui di sua spontanea volontà ad invitarmi.-
Paola rimane di stucco, ha gli occhi spalancati. Dopo qualche secondo ritorna la normalità sul suo volto e continua ad arricciarmi i capelli col ferro.
-Bhè da come lo tratti non credo  sarebbe  stato normale invitarti  di soppiatto, a meno che…-
- 1. è un odio reciproco. 2- a meno che cosa?-
- Secondo me vi piacete. E non poco.-
La saliva mi si blocca in gola e sono costretta a tossire. Come cavolo può pensare una cosa del genere?
- MA STAI SCHERZANDO VERO? COME ANCHE SOLO A PENSARLO?! INSOMMA GUARDACI, NON RIUSCIAMO A STARE IN UNA STESSA STANZA PER 5 MINUTI CHE FINIAMO A BATTIBECCARCI!-
Mi guarda con aria soddisfatta.
-Proprio per questo.-
Posa il ferro per capelli, poi continua.
-Insomma, sono sua sorella, per quanto possa conoscerlo poco o niente certe cose le capisco. Ehy, dovresti guardarlo quando passa minuti a osservarti. Ti guarda come un ricercatore quando trova un manufatto preziosissimo. Un po’ come quando io guardo la nutella dopo un mese che mamma non me l’ha comprata se ti viene più facile.
E poi ultimamente è diverso, la sera  di solito la passava a telefono con qualche estranea conosciuta. Adesso và a dormire prestissimo… E inizia a uscire poche volte!”
Occhei, sono confusa. Molto confusa.
-Cosa c’entra questo? Te lo giuro io lo odio, non ho mai odiato nessuno, pensavo che non  ne fossi nemmeno capace. Non lo sopporto, si dà troppe arie.-
-Allora perché diventi un peperone ogni volta che ti si avvicina?! Tu non arrossisci mai. Non ti vedevo arrossire da quando stavi con Giovanni!-
- Arrossisco perché sono in imbarazzo, e poi non arrossisco tanto, stai facendo una tragedia.-
- So che pensi a lui, ultimamente, lo sto notando. E poi sai come si dice? Chi si odia, si prende!-
-Ti prego, dimmi che stai scherzando. Se con Giovanni sono stata male, non oso pensare come starei con tuo fratello.-
La vedo rabbuiarsi, incupirsi, tenere la testa basta mentre continua ad arricciarmi i capelli. E’raro che Paola rimanga senza parole, un vero avvenimento storico. Finchè non riapre di nuovo la bocca, sembra ferita.
- Non gli permetterei mai e poi mai di farti scendere nemmeno una lacrima. Non gli permetterei di farti stare male quanto ha fatto quella bestia.-
Ha gli occhi lucidi,lei è l’unica che ho voluto vicino, sempre. È l’unica che ho voluto passasse con me, quei primi mesi dopo la delusione. Quando mi ero chiusa in camera per giorni interi senza voler mettere nemmeno la testa  fuori dalla finestra, quando non avevo voglia di mangiare e mi ero ridotta quasi pelle e ossa.
Vedevo quanto era frustata vedendomi in quello stato.Leggevo nei suoi occhi la delusione, come se  si sentisse colpevole di non avermi protetta da quel mostro.
Non la farò mai più sentire così, lo giuro.
Mi alzo e l’abbraccio, e per  la prima volta sono io a rincuorare lei, su tutto quello che mi è accaduto.
-Basta, non pensarci più, è passato oramai, non mi vedrai mai più in quel modo. Dai finiamo di prepararci, stasera dobbiamo sfondare tutto!-
Lei ride, quelle risate che mi danno la forza per andare sempre avanti.

Dopo un’oretta abbiamo finito entrambe trucco e parrucca. I ricci che mi ha fatto Paola sono perfetti, e il trucco a stile cerbiatto mi fa sembrare adorabile. Questa è una delle poche volte in cui mi sento davvero carina.
Lei si è completamente trasformata, ha lisciato i capelli  e non si è truccata tanto, giusto per mantener vivo il colore chiaro degli occhi. Il rossetto rosso spicca sulla sua pelle chiara. E’ davvero una dea.
Rientriamo in camera sua, sono curiosa di cosa mi abbia preparato da indossare. Ha sempre avuto gusto nel vestire, ha una miriade di vestitini di tutti i tipi, per tutte le occasioni.
Mi abbatto sul suo lettone, ammonità però dalla sua occhiataccia.
-Idiota così ti rovini i capelli!-
-Ah, si scusami, scusa.-
Ritorno subito seduta e metto ad aspettare, con le braccia conserte come una bambina in punizione all’elementari.
-Allora sono le  20:15, gli amici di Marco vengono con le auto alle 21:00 circa, quindi dobbiamo anche muoverci.-
Apre il suo enorme armadio, e ci si immerge letteralmente dentro.
Riemerge dopo qualche secondo e mi butta addosso un vestitino bianco di pizzo. È davvero bello. Solo che…
-Non è un po’ troppo corto?-
-Zitta e indossa avanti!-
Mi alzo, mi spoglio e indosso l’abitino.
Cavolo, devo ammetterlo, mi calza a pennello.
-Ti sta d’incanto! Benissimo tu sei messa a posto!-
Mi lancia un’altra occhiata veloce, e fiera del risultato si insinua di nuovo nell’armadio alla ricerca di qualcosa per lei.
E ne esce con un abitino dal top bianco,cinturino dorato e una gonna velo rosa pallido.
E’ davvero carino, la rappresenta è semplice e allo stesso tempo elegante e definito.
E anche a lei, gli sta alla perfezione.
-Caspita ragazza, sei dannatamente sexy- Gli dico.
Mi guarda scioccata e ritorna a ridere.
Si gira e si rigira davanti allo specchio, poi si rigira verso di me e mi guarda perplessa.
-Cosa c’è che non và?- mi azzardo a dire.
- Ci manca ancora qualcosa- Risponde.
Apre un altro angolo del suo armadio e inizia a rovistarci dentro.
-Eureka!-
Risorge e mi butta in faccia un paio di decolté abbastanza alti, color rosa carne, abbinati alla sua gonna.
-Adesso almeno ci adattiamo l’una l’altra.-
Con i tacchi divento una giraffa, cavolo sono altissima, e mi fanno sembrare le gambe ancora più lunghe di quanto già sembrino!
-Io prendo questi- dice, e caccia altri decolté bianchi lucidi, per restare in sintonia.
Qualche spruzzo di profumo, orecchini e siamo pronte.
-Cavolo Francè sei davvero bella, stasera sarai la pecorella ammezzo al branco di lupi-
-Bhè, non è che tu sei da meno. Credo proprio che vorranno divorarci quei lupi! Approposito ma quanti ne siamo?-
-Siamo 10, in due machine. Noi andremo con marco e altri 2 suoi amici, Mentre di là ci saranno alcune coppiette credo.-
Che vergogna, non conosco nessuno. Ma ammetto che inizio a sentire l’adrenalina salire!
Mentre pensiamo come sarà la serata, sentiamo la voce di Marco chiamarci dal piano di sotto.
- Oh scendete, che i ragazzi sono arrivati!-
-Arriviamoo!-
Un ultima occhiata allo specchio, e usciamo dalla camera. Prendiamo le apposite pochette e ci infiliamo i cellulari.
Paola ha molta più dimestichezza di me nel portare i tacchi, soprattutto per le scale. Lei è  già giù mentre io sono appoggiata alla ringhiera col terrore di cadere e rotolare per tutte le scale.
Mi affaccio e noto marco che sta parlando con la madre e la sorella proprio giù le scale.
E’ strano sentirlo uscire dalla mia bocca, ma è davvero strepitoso. Ha indosso una T shirt bianca semplice aderente quanto basta, con una giacca nera, il jeans scuro e le scarpe nere. I capelli arruffati , sta davvero benissimo.
Occhei, devo scendere queste maledettissime scale.
Al primo gradino, poggio il piede pesantemente sul gradino, così da provocare (inesorabilmente) l’attenzione di tutti.
Niente mi colpisce più della faccia di Marco.
Non per vantarmi,ma è rimasto a bocca aperta, mi guarda ammaliato. E’ rimasto scioccato.
E io sono rimasta come al solito, in imbarazzo. Abbasso la testa e faccio le scale. Mi ritrovo di fronte a lui.
-Wow- esclama, senza togliemi ancora gli occhi da dosso.
Sorrido timidamente, probabilmente il primo gesto senza provare odio.
Finalmente riesce a svegliarsi e si gira di sobbalzo…lo vedo un po’ rosso sulle guance.
No, non ditemi che anche lui è arrossito.
-Francesca, sei davvero bellissima!- Mi dice la madre di Paola.
La ringrazio prontamente per il complimento.
- Bhè, ehm ci stanno aspettando. Mamma noi andiamo.-
-Vabbene Marco, mi raccomando, Francesca e Paola anche voi, non cacciatevi nei guai.-
-Si mammina, non preoccuparti.- Borbotta Paola.
Marco ci apre la portiera dell’auto e ci presenta a Lorenzo, l’amico che guida. Capisco che è soprattutto per merito suo se stasera stiamo per passare la serata più bella della nostra vita.
-Ciao Lorè, ma Tommaso?-
- Niente Ma’, non è potuto venire, ha avuto un contrattempo, poi ti spiegherò, vabbhè ci conviene andare. Sono le 21:10, dovremmo metterci giusto 45 minuti per arrivare,a meno che non troviamo traffico. La festa inizia alle 22:00-
-Ci affidiamo alla tua guida esperta allora.-
Il viaggio in auto è davvero rilassante. L’assenza dell’altro ragazzo ha giovato, visto che io e Paola possiamo gestire a nostro modo gli spazi anteriori dell’auto.
Lorenzo è davvero simpatico, veniamo a scoprire che è uno dei PR della festa, e che quando gli hanno affidato la festa all’EMPIRE non poteva crederci.
Dietro di noi l’altra auto di amici ci segue a  poca distanza. Sembra gente alquanto simpatica.
Esattamente alle 22:00 siamo già dentro l’Empire.
Una grande ascensore con le parete a specchio ci ha portate fino al 30esimo piano. La vista è grandiosa. Anche le ragazze sono alquanto simpatiche, ma non si staccano un minuto dai loro rispettivi ragazze, che palle!
-Bene adesso sai cosa si prova!- Mi ammonisce Paola, ovviamente riferendosi alla mia storia con Giovanni. Quando smetterà di ripensarci ogni volta?
L’Empire è  un locale enorme. Non ci sono pareti, solo finestre da cui  si vede tutta la zona moderna della città, molto, ma molto differente dalla zona in cui viviamo noi.
Ci sono luci soffuse, chiare tutto si concentra tra il bianco, il bejie e il nero. In mezzo c’è una grande sala, la postazione dj è alta un vero e proprio palco con dietro un display che mostra alcuni video delle altre serate e tutte le persone famose che ci sono venute.
In’un angolo c’è il bar, un enorme bar con almeno 10 bar man che ammaliano  gli invitati con mosse free-stile sfornando cocktail di vari colori.
Tutt’intorno ci sono privè separati, e alcune poltrone quadrate con in mezzo un tavolino. Sono comodissime!
La musica pulsa da tutte le parti, non vedo l’ora di buttarmi in pista e ballare come una pazza sfegatata.
Lorenzo, che oramai ho capito, è il più grande della comitiva, ci offre tutti da bere, un drink alquanto forte che mi brucia nella gola. Andiamo a brindare nel nostro privè. Mi sento davvero una tipa buona.
Finalmente il dj inizia a incitarci a raggiungere la pista, noi ragazze ci togliamo tutte le scarpe e iniziamo a ballare come forsennate. Una serie di movimenti sensuali ed eccolo lì, il primo ragazzo che mi viene dietro per ballare. Ci sto per un po’ ma quando poi dice di voler andar a bere qualcosa mi allontano, alla ricerca di Paola. La trovo vicina ad un ragazzo che sembra infastidirla, gli vado vicino e me la tiro con me.
- Mi hai salvata, quello non si scrollava di dosso!-
Devo mettermi vicino la sua bocca per sentire cosa dice, la musica batte nelle tempie e le luci seguono il suo ritmo.
Io e Paola balliamo di spalle e ci troviamo circondate dalla nostra comitiva.
Sembrano attimi interminabili, balliamo tutti insieme, passiamo da un drink all’altro, anche se a me sembrano proprio non fare effetto. Non è lo stesso per Paola che invece dopo un po’ vedo sbandare.
Sono felice, mi sento viva, mi sento libera. Lorenzo mi viene vicino e balliamo insieme, poi va a riprendere  Paola  che è gettata dall’altro lato della discoteca.
Mi accorgo che Marco non c’è, sono sicura che sia con qualche altra ragazza, lo cerco per tutta la sala. Poi lo vedo seduto, su uno dei puffi quadrati bianchi con in mano un drink. Ha lo sguardo serio, ma non si è mai alzato per venir a ballare.
Non può stare lì imbronciato,  non se lo merita dopo tutto siamo, anzi sono quì anche grazie a lui.
Le mie gambe camminano da sole, corro verso di lui. Sembro alquanto stramba.
Prendo il drink dalla sua mano e me lo bevo posando il bicchiere vuoto sul tavolino, poi gli prendo le mani e lo tiro su, verso la pista.
-Francesca, sei sbronza, calmanti, vieni restiamo seduti-
Sembra preoccupato, veramente preoccupato.
-Sto benissimo Marco, sei tu quello che non sta bene, vieni balliamo-
Mi guarda con aria indecifrabile, mentre continuo a tirarlo lui non si sposta di una virgola.
-Dai, fallo per me!- Lo supplico, e gli tendo la mano.
Lui la guarda, sembra insospettito, forse pensa che sto delirando. Ma dopo un po’ la poggia sulla mia e ci avviamo in pista, in mezzo agli altri.
Balliamo insieme, con un sincronismo perfetto. Mi muovo contro il suo ventre, lui mi cinge i fianchi.
Non me ne rendo conto, sembro quasi sensuale, poi mi rigiro difronte, lui poggia la mano sulla mia schiena,senza scendere in basso. Mi tiene vicina, mi tiene stretta. E io non voglio allontanarmi.
Gli metto, le braccia intorno al collo,passando prima per il perimetro delle spalle. Sono enormi. E il suo ventre, sento gli addominali scolpiti e duri sotto la maglietta. Non so dove abbia gettato la giacca.
Siamo vicini, un po’ troppo vicini. E c’è di nuovo quello sguardo, quella scossa. Quella sensazione strana.
-Odio apparte, stasera stai davvero bene- gli sussurro alle orecchie. E non so sa dove siano uscite queste parole. Ma non me ne pento.
Lo vedo ridere. Per la prima volta ho il coraggio di guardarlo diritto negli occhi quando ride. E resto senza fiato, il suo sorriso potrebbe fare invidia a ogni bellezza della natura.
Poi si avvicina, vuole dirmi qualcosa.
-Odio apparte, tu sei bellissima, sempre.-
Rimango esterefatta,soddisfatta,mi avvinghio ancora di più a lui, e ballo ancora più sensualmente.
Gli piace, e piace anche a me.
Non prova ad allontanarsi, vuole restarmi vicino, e anche io.
Ogni minima particella del mio corpo, è come una calamita che non si stacca da lui.
Sono felice, odio apparte.
Balliamo insieme per tutta la notte,ridiamo e scherziamo, è totalmente diverso. Non è il Marco Maiorino che conoscevo.
Ah, Paola. E’ gettata su un divanetto, penso abbia bevuto un po’ troppo, sta dando i numeri e non si regge in piedi.
Sono le 4 di notte, siamo in auto. Sono stremata, non mi sento le gambe. Paola è caduta in un sonno perenne sulle mie gambe.Marco parla con Lorenzo. Sembrano sobri. La testa un po’ mi gira, ma nulla di chè. Non smetto di sorridere un attimo.
E non smetto di guardare Marco. Ma lo guardo con occhi diversi.E’ tutto alquanto strano…
Arriviamo a casa e Lorenzo mi apre la portiera dell’auto. Sia lui, che Marco tengono Paola per le spalle mentre io apro la porta, salgano sulle scale e poi si fermano davanti alla porta di camera sua.
-Francè l’affido a te.-
-Si non preoccuperti, ci penso io.-
-Vabbhè, allora buonanotte-
- Buonanotte! Ciao Lorenzo!-
-Ciao Francesca, è stato un piacere conoscerti, alla prossima!-
Marco sembra imbarazzato, come se non trovasse le parole giuste, e io un po’ delusa perché avrei voluto dirgli altre cose.
Mentre chiudo la porta, sorreggendo Paola, sento i due ragazzi scendere le scale e salutarsi.
Lorenzo dev’essere andato via.
Benissimo, adesso mi tocca fare il lavoro sporco.
Prendo Paola e la dirigo verso il letto, si lamenta, deve aver bevuto parecchio,la metto sul letto e gli sfilo il vestitino e le scarpe, prendo il pigiama che aveva messo sul cornicione del letto e glielo infilo.
Ecco a cosa servono le amiche!
Adesso prendo il mio pigiama dalla borsa, poso il vestitino di pizzo nell’armadio cercando di mettere più apposto possibile.
Vado in bagno, per farmi una sciacquata alla faccia così da rimuovere tutto il trucco.
Mi sento bene, i capelli sono ancora mossi.
Torno in camera, guardo la sveglia sono le 5 meno un quarto.
Mi poggio sul letto, facendo attenzione a non disturbare Paola… Vicino c’è il balcone, e stesa sul letto riesco a vedere la luna. C’è un cielo stellato bellissimo. A parte il solito venticello gelido d’autunno, sembra una di quelle serate estive…
Provo a chiudere gli occhi… ma niente. Ripenso a me, alla serata, a come mi sono sentita ballando con Marco.
Solo con Marco, perché ho avuto voglia di ballare solo con lui.
E ripenso a tutto l’odio che ho provato, e che penso di provare ancora nei suoi confronti.
Ripenso all’effetto che mi fa il suo sguardo… cavolo mi scoppia la testa.
Mi alzo dal letto e mi avvio fuori al balcone. Che bella questa notte.
Il vento che mi passa fra i capelli mi fa venire la pelle d’oca. Chiudo gli occhi istintivamente, ascolto. Sento.
Le poche auto che sfrecciano senza limiti di velocità sull’asfalto, cani che abbaiano in lontananza, il rumore dei rami mossi dal vento…
All’improvviso mi sento poggiare addosso qualcosa, apro’ gli occhi spaventata…
E mi ritrovo Marco che mi appoggia sulle spalle la sua giacca.
E’ ancora vestisto. Giusto, avevo dimenticato che anche camera sua, affianco a quella di Paola è collegata al balcone.
-Ho notato che avevi freddo-
- uhm, si un po’. Grazie-
Non mi dice nulla, con sorpresa vedo che prende una sigaretta dalla tasca del pantalone e se l’accende.
-Tu fumi?- Gli chiedo scossa.  Conosco l’astio dei genitori di Paola nel confronto del fumo, non permetterebbero mai ai figli di fumare. Non credo che Paola sappia di questa cosa, farebbe di tutto pur di indurre il fratello a non fumare. Odia le sigarette quanto me.
- Ogni notte, qui fuori, anche se piove o si congela-
- Perché lo fai?-
E’ spiazzato,come se fosse deluso dal fatto di non aver la risposta pronta.
- Perché mi và, vuoi provare?-
- Assolutamente no.-
Questa scena, l’ho già vista.Non può essere.
Devo combattere contro il sentimento che sta per angosciarmi.
-Marco, ehm, volevo ringraziarti per questa sera,davvero...-
- Già sai perché sei venuta, non sono stato io a invitarti. Devi ringraziare mia sorella.-
Ma perché è così? Questo non è il Marco di qualche ora fa!
Come ho fatto a credere che chi fosse qualcosa di diverso, di migliore in lui?
I ragazzi sono tutti uguali! I soliti idioti!
- Comunque, sai muoverti molto bene,davvero complimenti-
Ride come un bambino.
- Ma mi stai prendendo in giro? Ehy intanto ci stavi!-
Mi unisco a lui, sembra tutto così naturale.
Chissà cosa penserebbe Paola vedendoci ridere e scherzare in quel modo.
“Secondo me, vi piacete” aveva detto.
Ma è impossibile, insomma non è che andiamo troppo d’accordo.
-Ehy ti ricordi la prima volta che venisti qui?-
-Si Marco mi prendevi in giro perché avevo le trecce!-
-Ed eri anche un po’ più grassottella-
-MARCO!-
-Bhè almeno sono sincero!-
Non mi lamento, non mi sento offesa, anzi mi piace parlare con lui… in questo modo.
-Per parecchio tempo non ci sei più venuta poi,che fine avevi fatto?-
- Mi ero fidanzata…-
- Per tutto quel tempo?- Mi guarda strano.
- Si, quasi un’anno e mezzo…-
Ma non voglio parlare di Giovanni, non adesso.
-Tu, non hai mai avuto una ragazza?-
-Non ho mai avuto storie serie.-
“Lui esce, acchiappa qualche ragazza che ci stà  e la porta in un posto appartato e poi… insomma ci siamo capite”
Quella frase, mi fa ancora un certo effetto.
- Non mi sono mai innamorato, è una cosa troppo grande per me. Non ho  mai avuto il coraggio di dire “Ti amo” ad una ragazza.E non ho intenzione di farlo ancora per molto credo. E’ un record. E poi sono uno spirito libero, mi piace stare con gli amici, frequentare tante ragazze, uscire e tornare tardi la notte. Non potrei mai starci bene con una ragazza, visti i miei bisogni.-
Lo guardo quando parla, lui guarda verso il panorama. Sembra così sicuro di sé.. e ho come il presentimento che forse c’è una corazza che lo rinchiude. Tanto forte, e poco umano. Come una bambola di porcellana, perfetta fuori, ma vuota dentro. Com’è possibile?
Però è sincero. Avrebbe potuto inventarsi qualche palla per far colpo, invece non lo ha fatto. Ha voluto descrivermi un po’ il vero sé.
Di solito capisco le intenzioni dei ragazzi anche solo grazie ad un’occhiata, una sorta di sesto senso.invece con lui no. Io non riesco a capirlo. Ma non ci rinuncio. Mi piace esplorare mondi nuovi.
Si è creato un silenzio imbarazzante.
- Bhè? Ti sei addormentata ad occhi aperti?-
- Assolutamente no, stavo pensando, comunque tieni la giacca, vado a dormire… quel po’ che posso.-
Gli passo la giacca e lui ha una faccia curiosa.
- A cosa pensavi?-
- A te… sei onesto, sei incomprensibile, sei diverso… e questo mi piace!-
Rimane esterrefatto, ma poi sfodera uno di quei suoi sorrisi perfetti, sorrido anche io.
- Buonanotte!-
- Ehy, non te la cavi così.-
Ah si giusto, mi avvicino e gli do un bacio sulla guancia, questa volta senza rancore.
- Buonanotte anche a te, ah ehm, puoi farmi un favore?-
- Dimmi-
- Non dire a mia sorella che fumo, sarà un segreto fra me e te-
Mi scoppia una risata, un segreto eh?
-Vabbene dai, sogni d’oro.-
-Buonanotte.-
Mi sento strana. Tutto sembra così strano.
Senza nemmeno accorgermene mi addormento con un sorriso da ebete sulle labbra.

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Capitolo 8
*** Il caos all'improvviso. ***


-Svegliaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa-
Sono le 9 di mattina, sono a letto da circa 3\4 ore ma non ho chiuso occhio per tutta la notte.
Paola è ancora in catalessi post-sbronza, ha occupato tutto il letto dimenticando me…
Ho un mal di testa assurdo, ma non riesco a lamentarmi… sono troppo felice.
Avvolta nel mio pigiama azzurro mi alzo dal letto e mi avvio al balcone… sembra proprio una bella giornata!
Faccio un respiro profondo, per poter permettere al mio corpo di acquisire aria pulita e stando attenta a non farmi vedere mi affaccio alla camera di Marco cercandolo con lo sguardo…
mhh il letto è disfatto ma lui non c’è.
E’ strana la sensazione che provo da ieri notte, cioè da stanotte perché stiamo parlando di poche ore fa… come se mi mancasse parlare con lui, come se mi mancasse guardarlo negli occhi, quegli occhi…
ASPETTA! Francesca Di Donna ma cosa cavolo ti sta succedendo?
Mi affaccio nel corridoio dove trovo la mamma di Paola intenta nelle faccende domestiche.
-Buon giorno e buona domenica signora Maria!-
-Buon giorno e buona domenica anche a te cara, dormito bene?-
“Dormito” proprio no, ma vabbhè…
-Certamente, una meraviglia, Paola ancora dorme, meglio non svegliarla!-
- Non avevo dubbi, mia figlia è una dormigliona nata, senti se vuoi andarti a lavare ho appena portato delle tovaglie in bagno, così almeno se hai fame ti preparo qualcosa!-
- Grazie mille signora, siete gentilissima, vado subito a lavarmi!-
La signora Maria è un tesoro, ritorno in camera prendo un jeans, una polo e un completino intimo che mi sono portata da
casa e corro in bagno.
Mi guardo allo specchio e con piacere vedo che i capelli sono ancora leggermente mossi, sono carini, mi piacciono. Su gli occhi ho ancora un po’ di eyeliner… ci metto circa un quarto d’ora per prepararmi del tutto.
Appena finito, scendo in cucina e ci trovo il signor Michele ancora assonnato!
-Buon giorno Signor Michele!-
- Bon Giorno Francè, tutto apposto?-
- Tutto bene, voi?-
-Anche io, voi un cornetto? Stanno là su er mobile, vicino er coso quadrato vè en po’-
Scherzando scopro che il “coso quadrato” è il microonde.  Mi scappa una risata.
- Resti a mangià da noi vero? Maria fa  a amatriciana, sapessi quanto è bona, te consiglio de restà!-
-Cercherò di convincere mia madre, ho già l’acquolina in bocca!-
- a brava figliola, brava-
Di Marco nemmeno l’ombra, dove sarà finito? Non so se chiederlo al padre…
-Stamane Marco s’è svegliato presto e corso nel garage ma non so che voleva fa.. tu lo sai?-
- Non ne ho idea..-
-Perché non ce vai a dà n’occhiata?-
-Certo!-
-Saresti proprio na bella nuora, bella, gentile,na ragazza d’oro, che scemo mi figlio… che scemo!-
Scoppio a ridere, entrare a far parte della famiglia non sarebbe poi così male.
Decisa e felice esco di casa e mi avvio verso il garage, sento dei rumori strani e quando mi affaccio trovo Marco col pantalone di una tuta e una canottiera, e come il solito rimango senza fiato. Solo a guardarlo divento subito rossa nel ricordo di stanotte.
- Hey finalmente sveglia-
Mi sorride, mi vengono i brividi..
-Già, ehm buongiorno!-
- Buon giorno a te!-
Delusa, mi accorgo che è freddo o per lo meno io mi aspettavo di più.
Forse mi aspettavo l’impossibile…
Cade il solito imbarazzante silenzio fra noi, lui è attento vicino al motorino, penso sia meglio andarmene, oppure no, oramai ci sono dentro..
-ehm, tutto bene?-
- andrà tutto benissimo se riuscirò a fare questo piccolo ritocco… vieni qui aiutami.-
cosa? Sta chiedendo a me di aiutarlo? Ma non sono pratica, per nulla… vabbhè mi avvicino a lui.
- Mantieni il manubrio, lo vedi questo graffio? Devo toglierlo…-
In effetti sulla vernice rossa c’è una doppia linea nera di vernice graffiata…
- come è successo?-
- ma non lo so sinceramente… forse qualche ragazza che c’è salita in una sera di queste aveva i tacchi e l’ha graffiato…-
“forse qualche ragazza che c’è salita!”…
Eh si infatti, chissà quante altre ragazze della sua collezione “da una notte e via” ci sono salite sopra a quel motorino,e  pensare che ci sono salita anche io.
E adesso sto anche qui ad aiutarlo. All’improvviso sono inondata dalla rabbia.
-Peccato che ti abbia graffiato solo quel po’-
Sbraito,rossa di rabbia e lascio il manubrio facendo cadere il motorino a terra, ben gli stà!
Giro i tacchi e me ne vado, sbattendo pesantemente i piedi a terra.
- Ma che cavolo fai oh!-
- Vaffanculo a te,a me che ti credevo diverso, a questo catorcio con due ruote, e a quelle stupide che ci sono salite sopra!!-
Sembro una belva. Mi guarda con occhi sbarrati.
Corro via. Sfreccio dalla cucina col signor Michele che non si accorge nemmeno della mia presenza,e nemmeno la signora Maria.Vado in bagno e mi siedo con le spalle alla porta.
Perché tutta questa sceneggiata? Perché mi urta così tanto? Che figura che ho fatto.
Adesso passerò anche per la squilibrata mentale,  maledetta me!
In quello stesso momento entra in bagno Paola..
-Ehy ma che’?-
- Buongiorno Pa’ come ti senti?-
Cerco di deviare il più possibile il discorso, non ho  voglia di spiegargli l’appena figura che ho fatto.
-Diciamo, mi sento ancora  un po’ sbronza, o almeno credo… come ci si sente dopo una sbronza del genere? Ehy ma tu che ci fai in bagno, per di più seduta per terra?-
Ha un’espressione stupida, sembra uno scoiattolo appena sveglio dopo un lungo letargo.
Non posso fare a meno che scoppiare in una fragorosa risata.
Esco dal bagno per lasciarla ai suoi bisogni, intanto vado in camera e cerco il cellulare che trovo nella borsa.
Chiamo mia madre, non ho intenzione di restare per pranzo. Non in compagnia di quel coglione.
- Ciao Ma’-
-Buon giorno amore mio! Come stai?-
-Bene,  vedi che non mi fermo a mangiare da Paola, quindi cucina qualcosa di buono, ho tantissima fame.-
-Cosa? Ma io pensavo che restassi da Paola. Io e papà siamo andati a trovare zia Giovanna, non rientreremo prima di stasera…-
- Ma come mamma! Ve ne andate senza nemmeno dirmi niente?-
-Scusami tesoro ma davvero non pensavo… comunque  ho lasciato le chiavi dietro al vaso, se vuoi tornare a casa, ci sono dei panini nel frigo, un po’ di prosciutto devi  vedere…-
-Vabbene ma’, non fa niente, ci vediamo stasera-
- Tu devi spiegarmi qualcosina, mi sa’…-
- Parliamo domani-
-Va bene, ti chiamo dopo s’è qualcosa-
-Ciao Ma’ ,salutami papa’.-
-Sarà fatto, a dopo piccola.-
Uffa, sono senza via di scampo. Devo per forza restare,ma di certo non qui gettata in camera per tutta la giornata!
Paola è ancora chiusa nel bagno, esco raggiungo la signora Maria.
- Signora, posso esserle d’aiuto?-
- Macchè figurati, ho anche quasi finito, casomai dopo mi aiuti a cucinare!-
-Vorrei essere d’aiuto visto che non so che fare, e la mattina è ancora lunga-
- Ti chiamerò quando sarò per cucinare allora!-
E a malavoglia ritorno in camera, mi butto sul letto e inizio a ricordare ieri sera…
che belle sensazioni ho provato, quasi mi sembra un sogno. E’ difficile da collegare con la realtà… alla realtà di adesso.
Ma che mi sta succedendo? Cavolo, Marco! Marco Maiorino! E tutto in così poco tempo.
Mi sto sbagliando,  non può piacermi, insomma… come io non piaccio a lui. La cosa è scontata.
Ma allora perché? Perché se incontro i suoi occhi la mia pelle avvampa? Perché ogni minimo gesto insignificante e non  mi provoca reazioni che non riesco a controllare?
E’ tutto così strano, così complesso, così confuso…Ne sono sicurissima, mi sto cacciando nei guai, di nuovo!
- Ma si può sapere che hai oggi?-
Vengo colta di sorpresa dall’ingresso di Paola, che finalmente ha un aspetto decente.
-Io nulla, perché?-
- Mhh, sei strana, sei pensierosa, c’è qualcosa che non va’!-
- Pa’ va tutto bene, non so di cosa tu stia parlando…-
- Senti Francè, puoi mentire a chi vuoi tu, ma non a me che sono la tua migliore amica!-
Eh bhè, uno a zero per lei.
Ma ovviamente, come avere dubbi?
- Occhei, c’è un qualcosa di strano.-
-E si tratta di mio fratello.-
La guardo con fare odioso, non mi piace essere anticipata. Già è una cosa che sto affrontando l’argomento!
- Ecco, non so.. non riesco a capire!-
- A capire cosa? Che ci muori per lui,e lui per te? Eppure non sembra così difficile, cavolo ma l’amore vi mette proprio il prosciutto sugli occhi!-
Rimango esterefatta. Ma come fa a esserne così sicura?
-Se pure fosse, insomma… non voglio…-
- Francè già ne abbiamo parlato. Sei ancora dell’idea che tutti i ragazzi siano come Giovanni, sei stata delusa lo capisco…ma devi andare avanti!
Non posso assicurarti che mio fratello sia capace di creare un qualcosa di serio, non l’ho mai visto preso seriamente da una ragazza… ma non per questo vuol dire che lui non sia capace di amare.
Non perché sia mio fratello, ma io lo so, lo conosco, in fondo ha un cuore d’oro.
Probabilmente anche lui in questo momento si sta facendo dei complessi grandi quanto l’universo, perché si trova in una situazione mai capitata prima!
E non chiedermi perché ne sono così sicura, certe cose me le sento…insomma provaci!
Dagli qualche speranza, e se va male.. ci penso io! Questa volta potrei aiutarti, potrei farlo davvero!-
-Sembra tutto così strano, fino a ieri pomeriggio odiavo tuo fratello sotto tutti i fronti…-
- E invece adesso… potremmo finir anche per diventare cognate!-
Ci coinvolgiamo in una risata fragorosa, e iniziamo a scherzare fra noi.
In men che non si dica arriva l’ora di pranzo e sono un po’ intimorita di riveder Marco, vista la reazione avuta prima.
- Finalmente a tavola, mamma non ne potevo davvero più!-
- Paola  stamattina Francesca si è svegliata presto e si è offerta di aiutarmi, sai  dovresti prendere esempio-
- Mamma ma è domenica!-
Lui è seduto di fronte a me, inflessibile, guarda solo il cellulare, non mi degna di uno sguardo…o fa finta che io non esista. Sarà incazzato nero…
-Marco, hai aggiustato er motorino?-
Fra uno sguardo malingno al padre. E poi guarda nella mia direzione.
- Ci stavo riuscendo, ma una persona schizofrenica mi ha rovinato tutto.-
Si, è incazzato nero. E non posso dargli tutti i torti, spero che facendo cadere il motorino non abbia causato danni più grandi…Paola mi dà  una gomitata nelle costole come per dirmi di dire qualcosa.
-Ehm, signora questa pasta è buonissima!-
Mi guardano tutti in malomodo tranne la signora Maria che è un fiume di gioia.
- Sono contenta che ti piaccia Francesca! Comunque ragazzi oggi dobbiamo andare da zia Rosaria, Paola devi venirci anche tu!-
-Ma mamma, Francesca dove la lasciamo?-
- Se vuole, può venire benissimo con noi-
-No Paola, non preoccuparti, torno a casa mia madre mi ha lasciato le chiavi, vado anche a ripassare storia…-
- Ma’ io non vengo, ho altri impegni-
La madre dà uno sguardo esasperato al figlio,sempre attaccato al cellulare.. chissà con quale ragazzaccia sta parlando… No, basta con questa gelosia assurda Francesca!
- Apposto, Marco dopo accompagna Francesca!-
- Penso che forse la stai viziando troppo la tua amichetta, il mio non è un taxi.-
“la tua amichetta”… di nuovo quella rabbia che sale da dentro.
No, è impossibile, non posso andarci d’accordo. E Paola si sbaglia, si sbaglia di grosso.
-Tu l’accompagni e stai zitto, poi vai a fare i cavoli che vuoi tu-
- Te lo scordi.-
-Paola ma stai scherzando? Insomma non essere impertinente-
- Francè tu stai zitta.-
Tutto questo mentre i genitori guardavano attoniti la scena.
Il pranzo continua, fra chiacchiericci e risate. Ovviamente Marco è presente solo fisicamente. Non si rende partecipe, e resto un po’ delusa…
Non mi fila proprio.
Finito di mangiare, io e Paola proponiamo di pulire tutto mentre padre e figlio sono gettati sul divano a guardare la partita della Roma.
Quasi faccio cadere un piatto per terra all’esultanza del padre di Paola per un goal…
- E DAJE TUTTAAAAAAAAA, VAI COL ER PUPONEEE!-
Dopo qualche ora ci ritroviamo tutti insieme nel salotto.
Saluto Paola e i suoi genitori e li ringrazio per il piacevole soggiorno che mi hanno procurato.
Paola mi fa un occhiolino, come per augurarmi buona fortuna… anche se non servirà a nulla.
Dopo tutti i saluti mi avvio verso il garage, e ci trovo Marco già in groppa al motorino.
Da soli, di nuovo. E di nuovo la stessa sensazione allo stomaco…
- Puoi entrare, non ti mangio-
Come si era accorto di me anche se fossi di spalle?
-ehm, scusami se prima.. il motorino.-
- Non preoccuparti, vorrei solo capire che t’è preso…-
“vorrei capirlo anche io” sussurro fra me e me.
Mi fa cenno di sedermi dietro di lui e stranamente lo faccio senza polemiche.
Mette in moto e io non so..
Il viaggio è alquanto silenzioso. Sono le 5 e per strada non c’è quasi nessuno, visto il fatto che viviamo in periferia vicino alla costa. Il cielo si tinge di arancione e rosa sfumato, è un qualcosa di spettacolare…e come il solito mi appoggio alla schiena di Marco ma, questa volta, mi tengo stretta, stretta forte.
E sinceramente vorrei che quel momento non finisse mai.
Si lo so, è strano. Non so cosa cavolo mi sta succedendo.
Non so come l’odio più profondo possa dare spazio a un’emozione così… strana. Non ho parole per descriverla.
E come se di quel odio, io infondo ne avessi bisogno.
Come un fumatore, che pur sapendo di mettere a rischio la sua vita, continua a fumare, sempre,sempre di più.
All’improvviso, mentre ero nel pieno dei miei pensieri, Marco ferma.
Casa mia è ancora lontana, non capisco… magari avrà finito la benzina.
- Hai qualcosa da fare a casa?-
- Cosa? Io? A casa? No perché?-
- Ti và di andare in un posto? -
Occhei. Repilogo della situazione.
Marco sta chiedendomi di uscire. Perché questa è un’uscita no? Certo che è un’uscita. Mi tremano le gambe.
-Va bene, ma dove andiamo?-
- Da qualche parte, io e te.-
Lo vedo sorridere. E capisco di aver fatto la cosa giusta.


-Ehy dormigliona, vedi che siamo arrivati-

Non so come ho fatto, ma durante il tragitto sono letteralmente crollata, saranno i residui della notte scorsa.
Ma apparte questo, non ho aggettivi capaci di descrivere la bellezza del posto in cui mi trovo.
Sono senza parole.
Mi trovo su una scogliera, rocce d’argilla. Il mare è limpido, qui su si sente un odore afrodisiaco.
La sabbia è chiara, è incredibile pensare che esistano certi posti vicino la propria città senza che tu ne sia a conoscenza.
Gli ultimi raggi di sole che tramonta nel mare fanno capolino tra le nuvole che sembrano forme di panna montata buttata qua e là per il cielo.
Mi appoggio ad una recisione di legno e mi accorgo ci sono delle scale per arrivare sulla spiaggia.
Senza esitazioni, le percorro a tre alla volta e una volta arrivata alla fine mi tolgo prontamente le scarpe  e mi avvicino alla riva.
Il mare è calmissimo, ed è soprattutto caldo… Le piccole onde che si infrangono ai miei piedi mi fanno una sorta di solletico. Chiudo gli occhi…pace assoluta: il rumore delle onde che si infrangono vicino le roccie, il vento tra i capelli, i versi dei gabbiani…
Apro gli occhi e mi trovo Marco accanto, anche lui senza scarpe e attento nel contemplarsi il panorama.
- E’…-
-Straordinario, lo so.- mi anticipa, per poi continuare. – Questa è Baia Diamante. Viene chiamata così perché il sole al tramonto si rispecchia nel mare, che grazie ai suoi raggi luccica tantissimo. I miei portavano me e  Paola quando eravamo piccoli, facevamo pic nic sulla spiaggia,si stava benissimo. E soprattutto non c’era quasi mai nessuno visto che è quasi del tutto inaccessibile. La strada per arrivarci è leggermente complicata.-
Lo ascolto ammaliata. E mi giro a guardarlo…sembra rilassato, gli occhi rivolti verso il tramonto. Guardandolo bene negli occhi, noto qualcosa di strano. Come se nel suo sguardo vagasse qualcosa di cupo. Qualcosa che non voglia sia raccontato. Qualcosa che gli fa  male. O forse mi sto solo impressionando. Lo spero.
-Mi ritrovo qui ogni volta che ho bisogno di sentirmi.. come dire, quasi perso. E come se in questo posto mi rifugiassi. Passo ore intere seduto su quelle scale,ad aspettare che in qualche angolo remoto apparisse la luna-
Prende un sassolino da terra, e lo lancia verso il mare. Caspita avrà fatto almeno 4 saltelli.
-Questo l’ho imparato da papà, ci ho messo mesi, ma ho imparato.-
Ridiamo insieme,anche se non riesco a dire una parola.
- Non ci ho mai portato nessuno qua…-
- Perché hai portato me?-
Mi guarda, forse è imbarazzato, poi ritorna a guardare verso il mare.
- Non lo so- Ammette.
Ci sediamo sulla sabbia, non curanti che sia umida e potremmo bagnarci.
-Quindi ti senti perso oggi? Per questo sei voluto venire  qui?
-Non mi sento perso se sono in compagnia.-
-Continuo a non capire.-
- Ti ci ho voluta portare, punto e basta.-
- Va bene, ma perché solo me? e mai nessun altra? A meno che non mi stai raccontando una cazzata per fare colpo…-
Mi guarda stupito, e inizia a ridere come un bambino.
- E’ imbarazzante come domanda, e mi servo di altri metodi per fare colpo-
-Certo, sfoderi il motorino con il sedile in pelle e lucidato da paura!-
- A proposito del mio motorino, puoi spiegarmi cosa cavolo ti è preso prima?-
Ops…
- Prossima domanda, questa è imbarazzante.-
-Adesso capisci cosa si prova! Ammettilo, sei gelosa!-
- Ma certo che sei un convintone della madonna! Ci puoi far salire chiunque su quel motorino! E poi non sono gelosa, non c’è né bisogno!-
- Mi hai letteralmente mandato a quel paese…-
- Mi… Mi è sembrata la cosa più appropriata in quel momento!-
Ridiamo, come fanno due amici di vecchia data che si rincontrano dopo tantissimo tempo.
Mi sento bene, sto bene, sono felice, ma solo una cosa… inizio ad avere freddo, e penso che Marco noti questa cosa.
- Vieni qui…-
Mi prende e mi poggia fra le sue gambe, e mi abbraccia, mi abbraccia sul serio.
Mi sento travolta. Rimango stravolta per l’ennesima volta dalle sue dimensioni corporee. Sono letteralmente una scricciola a suo confronto. Potrebbero starci altre due  Francesca rinchiuse nel suo abbraccio.
Ma… come ci si sta bene.
- Penso che abbiamo iniziato col piede sbagliato.-
-Ti riferisci a tutte le cose brutte che ho pensato di te prima di oggi? Si lo penso anche io. Sotto sotto magari puoi essere anche un ragazzo niente male-
-Ti ringrazio per questo complimento-
-Ah non c’è di che-
-Allora niente più odio?-
- Niente più odio-
- Bene.-
- Bene.-
Silenzio. Sto giocando con le sue mani. Enormi. Le mie al confronto sembrano quelle di una bambina. Sono un po’ rovinate,  noto qualche taglietto, strano…
-Come ti sei tagliato?-
Si raggela e ritrae le mani.
- Niente che possa interessarti-
-Ah scusa non volevo…-
-Figurati, ma vabbhè…parlami un po’ di te, sei così misteriosa!-
-Bhè, misteriosa proprio no.. questa situazione è strana…fino a pochi giorni fa non ti calcolavo nemmeno un po’…-
- Non voglio essere impertinente, era solo per parlare-
- Si lo so… non so da dove iniziare…-
-Mi hai detto che sei stata fidanzata, come mai è finita?-
Un brivido, quei ricordi.
- Mi ha tradita…-
Non riesci a nascondere la piaga di stupore che si forma sul suo viso.
- Scusami, non dovevo…-
- Non è un problema per me parlare oramai…Sono passati solo due mesi, ma sembra passata una vita… pian piano ci si fa una ragione-
- Si vede che la cosa ti fa ancora male, come biasimarti… eppure sembri sempre così allegra e spensierata-
- Le so nascondere bene le cose. E sono abbastanza forte da reggere ottimamente i miei scheletri nell’armadio.-
-Potrei assomigliarti…-
- Che intendi?-
- Niente, comunque non meriti un ragazzo così, insomma non dovresti stare male. Sinceramente di amore non ci capisco un tubo, e lo ammetto. Magari adesso stai parlando con il miglior stronzo fra tutti gli stronzi di questo mondo…Ma non credo che arriverei al tradimento, se quella ragazza la amassi davvero, la tratterei come una principessa, vorrei che si sentisse la principessa più fortunata del mondo, la più amata, la più fiera, la più orgogliosa.… e tutto il resto appresso. Tenterei di riuscirci, probabilmente non ci riuscirei, ma ci proverei di sicuro.-
-Sei…tenero, ma credo purtroppo che non sarò più capace di  provare qualcosa minimamente simile all’amore, o per lo meno credo…-
-Dipende per amore cosa intendi… che cos’è per te l’amore?-
-Bella domanda… dopo certe delusioni ti rendi conto che tutto quello che hai creduto amore, e tutte  le emozioni che hai provato, magari sono state solo delle illusioni…-
-Ahimè credo che l’amore sia non riuscir a smettere di guardare la ragazza che ami sorridere, guardare i suoi occhi e rifletterci la stessa felicità. E’ svegliarsi la mattina, pensare che fra poche ore la vedrai…che sarà tua. Perché è tua fondamentalmente…E’ avere  il batticuore anche vedendola appena sveglia, tutta spettinata, con la febbre… tutte queste piccole cose-
-Eh che romantico questo Marco Maiorino!-
Scoppiamo a ridere entrambi, e non facendoci caso mi volto verso di lui avvolta nelle sue grandi braccia.
Ed è incredibilmente vicino,improvvisamente così vicino.
Sento il suo respiro, e mi auguro che lui non riesca a sentire il modo in cui il mio cuore batte forsennato.
I suoi occhi, il suoi maledettissimi occhi.Giuro, resto ammaliata in un modo incredibile. E quelle labbra dalla sagoma perfetta…
Non posso trattenermi,non ne ho le forze. Sto combattendo contro l’attrazione della calamita più potente.
Non ci capisco più niente, il caos in un nanosecondo.
Non vedo nient’altro che lui. Ci sto ricadendo di nuovo.
E lui mi guarda, resta a guardarmi. Quello sguardo, color ghiaccio, misterioso,tenebroso allo stesso tempo allettante, affascinate e…maledettamente sensuale.
Dopo parecchio tempo ritornano vive le famose “farfalle allo stomaco”  o il solito “nodo alla gola”.
E chi lo avrebbe detto, proprio lui.
Non ragiono più.  Mi giro, sono di fronte a lui, sembra confuso. Allungo le mani verso il suo collo, lo acchiappo per i capelli e lo spingo verso di me.
E dal nulla fu tutto.
La sua bocca sembrava essere nata per combaciare con la mia.
Eravamo in una sincronia perfetta.
E da un semplice e casto bacio, inizia ad esserci la passione.
Mi sento stringere, verso di lui, verso il suo petto. Sono sommersa, è tutto così perfetto.
Anche la sua lingua, sembra gemella alla mia. Lavorano in una danza, perfettamente coordinata, in ogni minima indiscrezione.
Eh bhè adesso? Adesso chi voglio prendere più in giro?
Paola aveva ragione, fin dall’inizio. Era odio sì, ma dalla seria “la gente è strana, chi si odia poi si ama” eccomi qui.
Maledettamente cotta.
Maledettamente nei guai.
Ma chi se ne frega, carpe diem!
All’improvviso niente,tutto si ferma.
Marco mi allontana.E quella strana sensazione di.. definiamola “strana  e perfetta felicità” svanisce.
Mi guarda, ed è come se fosse deluso, amareggiato. Non sono capace  di leggere il suo sguardo.
- Io non posso… tu non puoi.. non va bene!-
Non so come definirlo: dispiaciuto, confuso… non so cosa pensare.
Ma fa male sentire quelle parole dopo tutto quello che era appena successo.
Quelle sue parole mi stanno ferendo come lame taglienti.
E mi sento di nuovo stupida,stupida per aver creduto in un minimo d’istante che stava per iniziare qualcosa. Che forse, avevo trovato un modo per essere felice finalmente.
Ma in fondo, sono tutti uguali gli uomini.
Eppure non sono capace di dire una parola, manco ce ne trovo una adatta, voglio andare via. Lontano da questo posto, lontano da lui.
Non ne posso più di essere umiliata, non ne posso più di essere sempre quella più fragile.
Mi alzo, si alza anche lui. Resto a testa bassa, rimetto le scarpe, lui fa lo stesso.
- Tu non meriti… andiamo.-
- Io non merito…cosa?-
E con questo? Cosa vuole dire?
Caspita, perché tutte a me le situazioni complicate?
Se deve trovare una scusa per dirmi che non è interessato, che lo faccia e basta!
Inizio a sputare rabbia da tutti i pori, si ritorna alle origini, all’odio.
-Ti riporto a casa-
- Non mi hai risposto alla domanda.-
- Francè…non puoi capire.-
- Ma capire cosa Marco?! COSA C’E’ DA CAPIRE!-
Abbassa la testa, non ne sono sicura… ma sembra triste,combattuto.
Per un attimo non mi appare come un ragazzo che mi sta prendendo in giro, c’è qualcosa di strano in questo ragazzo. Come se stesse nascondendo qualcosa.
- Non può esserci niente fra noi, ok? Non chiedermi più niente.-
Si, ne sono sicura. Ne ho già viste fin troppe di queste scene. C’è qualcosa che non va.
Quel bacio… è stato contraccambiato in modo spietato. Cavolo cosa c’è di sbagliato?
Ma non  ho voglia di creare altri casini, magari mi sto solo illudendo, di nuovo.
Non se ne fa niente? Va bene, me ne faccio una ragione!
Magari è solo una cosa momentanea, solo infatuazione. Questa passa.
Senza dirgli niente salgo sul motorino, non avendo via alternativa, visto che non so come ci si ritorna a casa da questo posto.
Il viaggio fortunatamente non dura molto, quel posto è più vicino di quanto pensassi.
Fatto sta che durante questo, nemmeno una parola ci siamo detti.
E ora siamo sotto casa mia, gli ridò il casco, non ho voglia di guardarlo negli occhi.
- Bhè ciao…-
Faccio un cenno con la mano, e giro traiettoria.
Prendo le chiavi dietro al vaso e apro la porta, lui non parte e ancora lì.
Entro e chiudo tutto, lasciandolo lì fuori.
Mi precipito nella mia camera, per guardare dalla finestra… insomma è ancora lì. Fermo,immobile.
Poi lo vedo muoversi, sta osservando il casco che gli ho restituito.
D’improvviso lo butta a terra è gli dà un calcio fortissimo, chissà se si sarà spaccato. Fa una botta fortissima!
Poi sale sul motorino e mette gas, con una velocità a dir poco spaventosa.
Ma vacci a capire cosa gli è passato per la testa adesso.
Avere casa libera a quest’ora è a dir poco tranquillizzante.
Mi butto sul letto, che confusione!
Sono le 8 e qualcosa forse, ho perso la cognizione del tempo. Troppe cose sono successe in pochissimo tempo.
Dovrei ripassare storia, ma non ne ho la minima intenzione.
E cavolo, quel bacio lo sento ancora sulle mie labbra.
Basta Francesca, ciò che è iniziato oggi si è concluso oggi.
E vabbene così per oggi.
Domani è un altro giorno. Cosa potrebbe succedere ancora?

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