Punizione con Ron di Hermione Weasley (/viewuser.php?uid=1689)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incomprensioni ***
Capitolo 2: *** Nella Tempesta ***
Capitolo 3: *** Imbarazzo ***
Capitolo 4: *** Hermione, Ron e....un letto solo! ***
Capitolo 5: *** Era l'ora! ***
Capitolo 6: *** Beccati! ***
Capitolo 1 *** Incomprensioni ***
1
Non sembrava che Harry
si sentisse troppo bene, a pranzo, e il pensiero di quello che poteva
preoccuparlo adesso stava realmente preoccupando Hermione. Guardava
fuori dalla finestra la neve che cadeva, era difficile concentarsi in
classe.
"...Che porta alla
risposta della domanda numero 4 che è, Signorina Granger?"
Trasalì e guardò
velocemente ai suoi appunti "Erm...Dovrebbe essere il Patronus,
professoressa, perchè una manifestazione di gioia è una
cosa incalcolabile in Aritmanzia."
La professoressa Vector
parve piuttosto stupita. "Eccellente. Per un momento credevo che
non stesse facendo attenzione. 5 punti a Grifondoro".
Hermione non ascoltò
i complimenti della professoressa nè tantomeno il coro di
mormorii annoiati dei suoi compagni di classe.
Qual'era il problema di
Harry? Si chiese. Sirius era al sicuro, Silente non aveva ancora
perso la sua influenza su Hogwarts e gli Auror erano riusciti a
salvare i McDonald dagli attacchi dei Mangiamorte. Considerato tutto
era stato un bel Dicembre e le vacanze erano vicine. Harry doveva
avere qualche problema, conosceva troppo bene la sua faccia per non
rendersi conto che stava passando uno dei suoi bui, nervosi momenti a
pranzo e di solito c'erano buone valide ragioni per questo. O
terribili, si corresse, sperando con tutta se stessa che qualsiasi
cosa preoccupasse Harry non fosse la sua cicatrice.
"Granger che non
fa attenzione in classe? Com'è possibile?" giunse una
voce tagliente da dietro di lei. "Preoccupata? Stai pensando
ancora al tuo ragazzo Potter?". Sta' zitta e muori, Pansy, pensò
fredda Hermione. Ma non rispose. Non avrebbe dovuto rispondere. Non
aveva parlato né guardato Pansy Parkinson da quando avevano
iniziato il corso di Aritmanzia insieme. Litigare nella classe del
professor Piton era una cosa, ma Hermione rispettava la professoressa
Vector e non intendeva rispondere alle provocazioni dei Serpeverde
nella sua classe.
Comunque era ridicolo
che a Hogwarts girassero ancora voci su Harry e lei, Hermione
continuava a chiedersi se fossero tutti ciechi. D'altra parte,
ricordò a sè stessa, che andava bene se lo fossero
stati. Dopotutto non voleva che tutti notassero...tutto.
"La lezione è
finita".
Hermione spinse a
fatica i suoi libri nella borsa strapiena, facendo attenzione a non
far cadere il suo diario, poi si sistemò lo zaino sulle
spalle, mentre i suoi pensieri tornavano al problema di Harry
camminando per i corridoi. Senza pensare percorse le scale e i
corridoi, mordendosi le labbra.
"Potter e Granger
seduti sotto un albero" cantava una voce stridula non lontana
dalla scale "B-A-C-I-A-N-"
Ignorala....ignorala....
"D-O-S-I. Sai voi
due dovreste inventare un nome, solo combinando i vostri. Har-Mione"
Le ragazze di
Serpeverde che seguivano Pansy scoppiarono in una maliziosa risata.
Era ovviamente un'idiota. Era completamente pazza. Le piaceva Malfoy,
tanto per dirne una...
"Se siete
fortunati i vostri bambini avranno i tuoi capelli e la sua fronte,
così potrete entrare a far parte del circo tutti insieme"
Non darle
soddisfazione.
"Di certo i
Mezzosangue sono più strani, quindi non importa cosa succede
con Potter, entrerai a far parte del...."
"è il tuo
vero naso, Parkinson o te lo sei fatto rifare?"
Hermione trasalì
dalla sorpresa. Le parole le aveva pensate, ma non era stata
certamente lei a dirle. Si voltò verso la porta dell'aula di
Pozioni e vide Ron, la sua faccia contorta dalla rabbia. Lei si voltò
guardando Pansy che miracolosamente si era zittita. Un sorriso
apparve sulla faccia della Serpeverde, mentre osservava a braccia
incrociate qualcosa o meglio qualcuno giusto giusto dietro Hermione.
"Fai il bodyguard
per arrotondare lo stipendio di tuo padre, non è vero
Weasley?"
Hermione si voltò
di scatto, quella voce non poteva che appartenere a Draco Malfoy che
aveva iniziato una violenta lite con Ron, proprio davanti all'aula di
Pozioni. Questo tipo di cose non andavano mai a favore dei
Grifondoro. Lanciò un'occhiata fulminante a Ron, ma lui non la
stava guardando. Aveva già fatto un passo avanti verso Malfoy.
"Di certo"
continuò Malfoy "non mi stupisce affatto. Hai bisogno di
lavorare se volete trasferirvi dal cassonetto a una sistemazione più
comoda...sotto un ponte per esempio"
"Questa me la
paghi, Malfoy!"
"Ron, no!"
girdò Hermione prima che Ron afferasse Draco per il collo.
"Fermi tutti"
Il corridoio si fece
silenzioso. Harry stava là in piedi, la bacchetta in mano, i
suoi occhi verdi manadavano scintille. Hermione non l'aveva visto
avvicinarsi. Guardò Malfoy per un bel po' di tempo, come per
dirgli di andarsene. Draco infilò la bacchetta nel mantello,
si liberò dalla presa di Ron e entrò nell'aula di
Pozioni. Qualsiasi cosa gli avesse detto il padre sugli eventi della
fine del quinto anno, Draco era molto più prudente nel
contraddire Harry.
"Schifoso Codardo"
mormorò Ron, mettendo la bacchetta nella tasca dei pantaloni
con una mano e portandosi i capelli indietro con l'altra.
Scambiò
un'occhiata preoccupata a Harry e poi incontrò gli occhi di
Hermione. Lei non aveva realizzato di essere rimasta a fissarlo
finchè lui non la guardò.
"Bè, non
mi guardare così" disse arrabbiato. "Stavo solo..."
Ma non ebbe il tempo di finire, Pansy e le sue amiche di Serpeverde
corsero nell'aula. Hermione sospirò e le seguì dentro,
cercando di ingnorare gli sguardi di Ron. Piton era in ritardo e se i
Grifondoro fossero arrivati fuori orario, non avrebbe causato altro
che guai.
*
Mezz'ora dopo Ron non
l'aveva ancora perdonata.
"Harry, dì
a Hermione, di darmi quelle ali di scarafaggio"
"Harry dì a
Ron che riesco a sentirlo benissimo"
"Smettetale tutti
e due"
Harry diede le ali di
scarafaggio a Ron e guardò inviperito in direzione di Piton.
Hermione lo guardò preoccupata. Non era decisamente sè
stesso, non lo era stato per tutto il giorno.
"Harry"
iniziò lei tranquillamente, dopo un po', "c'è
qualcosa..."
Ma l'occhiata infernale
che le scoccò, stroncò la discussione sul nascere.
Guardò verso Ron, ma lui si rifiutava di guardarla negli
occhi. Sospirò mentre iniziava a buttare nel suo calderone le
ali di scarafaggio, avrebbe dovuto farlo adesso altrimenti la sua
pozione non sarebbe riuscita e Piton avrebbe certamente controllato i
suoi risultati. Lo faceva sempre. Stava solo aspettando che lei
sbagliasse, almeno una volta.
"....no, ne
parliamo dopo" stava mormorando Harry con una voce appena
percettibile.
Hermione dovette stare
molto attenta per riuscire a sentire la risposta di Ron.
"Ma l'hai fatto, o
cosa?!"
"Te lo dico dopo"
bisbigliò Harry.
"Tu cosa!?"
Hermione li aveva
interrotti, se la conversazione aveva a che fare con i problemi di
Harry, allora voleva sapere.
"Che succede?"
Harry trasalì
"N-niente" fece finta di nulla e cominciò a
mescolare la sua pozione con la punta della bacchetta. Hermione alzò
gli occhi al soffitto, in segno di disperazione.
"Harry, hai agito
stranamente per tutto il giorno" bisbigliò "Se è
qualcosa a che vedere con...bè con Tu-Sai-Chi, bè
allora è meglio che..." Si fermò notando solo
adesso che i capelli di Harry erano bagnati. "Perchè sei
stato fuori nella neve?" chiese curiosa. "Che è
successo a Divinazione?".
"Non è
niente" ribattè Harry mentre il suo viso assumeva uno
strano colorito scarlatto. Scoccò a Ron uno sguardo glaciale,
come per dirgli di troncare la discussione.
Ron fissò
Hermione "Fatti i fatti tuoi" disse semplicemente.
Hermione aprì la
bocca "Farmi i..." ripetè, all'improvviso si sentì
offesa.
Quest'anno si sentiva
tagliata fuori dalla vita di Ron e Harry, sapeva che non
condividevano tutto con lei, come era succeso durante gli anni
precedenti. Qualsiasi cosa stesse succedendo, Ron lo sapeva e lei no.
Ricambiò lo sguardo di Ron
"Penso che ciò
che succede a Harry siano anche fatti miei" disse, la sua voce
molto più acuta di come voleva che fosse.
"Per favore, non
parlate di me, come se non fossi qui, va bene?" Li interruppe
Harry, mescolando la sua pozione un po' troppo energicamente.
"Ma Harry se è
qualcosa a che vedere con la cicatrice..." disse Hermione, notò
che sembrava molto più agitato della prima volta. "Ricorda
cosa ha detto Silente a proposito del sentirsi..."
"Hermione, ti ha
detto di stare zitta!"si intromise Ron, molto più forte
rispetto al normale tono di voce che si usa in classe.
Molti studenti si
voltarono verso di loro. Hermione sospirò indignata e si voltò
guardando Ron in faccia, dimenticandosi per un momento di trovarsi
nell'aula di Pozioni. "Perchè non stai zitto tu, Ron"
si arrabbiò lei, troppo offesa per rendersi conto delle
persone che li fissavano. "Harry, non mi ha mai detto di..."
"Silenzio".
Hermione, Harry e Ron trasalirono. Piton era in piedi davanti al loro
tavolo, guardando Ron con un misto di soddisfazione e vittoria negli
occhi . Doveva essere molto stanco, perchè Hermione notò
che aveva le borse sotto gli occhi, come se non dormisse da un bel
po' di notti.
"Il famoso trio
sta litigando?" chiese tranquillamente Piton, le sue labbra si
distesero in un sottile sorriso. "Che romanzo". I mormorii
di Malfoy si sentivano in tutta la classe e le risatine di Pansy
risuonavano nelle orecchie di Hermione.
"No, professore,
noi stavamo..." iniziò.
"Punizione,
Granger" la interruppe Piton, sembrava molto più felice
di quando assegnava normalmente castighi, era quasi deliziato. "Non
tollero scuse". Harry e Ron fecero entrambi lo stesso suono di
disgusto. Piton diede loro un'occhiata.
"E..." i
suoi occhi si soffermarono su Harry, ma quando aprì bocca non
ne uscì alcun suono. Le sue pupille sembrarono dilatarsi,
prima che il suo sguardo si posasse su Ron. "E Weasley".
Concluse. "Venite alla mia cattedra dopo la lezione".
Piton si voltò e
tornò al suo tavolo davanti ai banchi. Nessuno dei tre disse
più niente fino alla fine dell'ora. Hermione finì la
sua pozione prima del tempo ed era perfetta, con ovvio profondo
disgusto di Piton. Congedò infine la classe.
"Finchè non
capirai qual'è la differenza tra uno scarafaggio e una mantide
religiosa, Paciock, le proibisco di venire alla mie lezioni. Fuori".
"Praticamente è
meglio che non vieni più" disse Malfoy passando davanti
al tavolo di Neville "E' meglio che torni dalla tua cara
nonnina".
Si soffermò
guardando con i suoi occhi color ghiaccio nella direzione di Harry, e
poi controllando che Tiger e Goyle fossero al suo fianco, prima di
continuare.
"Ho sentito dire
che è molto malata". Draco fece una smorfia e uscì
dalla classe mentre i suoi due gorilla ridevano. Ron fissava la porta
da dove erano usciti e iniziò a camminare in quella direzione
insieme a Harry e per una volta Hermione sembrava non avere
intenzione di fermarli. Neville stringeva la bacchetta talmente forte
che le sue dita erano diventate bianche.
Si alzò rapida,
girò attorno alla sua sedia, superò il suo calderone e
raggiunse il banco di Paciock. "Oh,Neville" disse
tranquillamente "Non ascoltare, tua nonna starà bene,
vedrai" Neville non voleva guardarla, ma anche dal suo profilo
Hermione notò che gli occhi erano bagnati di lacrime, mise la
sua mano su quella di Neville per confortarlo.
"Granger, Weasley,
alla mia scrivania. Ora".
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Capitolo 2 *** Nella Tempesta ***
2
Hermione alzò la
testa e incontrò lo sguardo tutt'altro che compassionevole di
Piton. Con la coda dell'occhio vide Ron congelarsi sulla soglia della
porta, la bacchetta impugnata. Bisbigliò qualcosa a Harry, che
continuò a camminare per il corridoio senza di lui. Ci fu una
specie di grido represso di Malfoy e poi dei passi che si
allontanavano velocemente, come se qualcuno stesse correndo.
Poi silenzio. Capendo
che non sarebbe riuscita a consolare Neville, Hermione gli diede
un'affettuosa pacca sul braccio e poi si alzò diretta alla
cattedra. Si chiese come un uomo come Piton potesse essere così
fedele a Silente e allo stesso tempo così crudele con gli
studenti. Spesso si domandava, quanta avversione verso Grifondoro
Piton aveva dimostrato dall'inizio dell'anno. Forse lo faceva solo
per tenere a bada i sospetti dei Serpeverde.
"Come farà
il nobile Potter senza i suoi assistenti per una sera?" chiese
Piton mentre un sorriso piuttosto inamichevole si faceva strada sul
suo viso, i suoi occhi saettavano da Ron a Hermione, senza sosta.
"Capisco che non è sicuro che non stia sotto il vostro
controllo. Ah bene".
Ron fece un suono
irritato. "Possiamo solo avere le nostre punizioni?"
chiese, stringendo i denti per la rabbia.
Hermione gli diede un
colpetto con il piede: in questo modo avrebbe fatto arrabbiare Piton.
"Sei così
impaziente di portare a termine la tua serata di castigo" rise
tranquillamente il professore. "Per Merlino, non credevo che
avrei mai incontrato un Weasley diligente"
"Ow!" Ron
aveva appena dato un colpo, non molto gentile, a Hermione che non se
l'aspettava. Lei si sforzò di rimanere tranquilla, anche se la
cosa che più aveva il bisogno di fare in quel momento era
girarsi verso Ron e dirgli qualcosa di veramente cattivo. Piton fece
una pausa. il suo sguardo andava dalle loro facce ai loro piedi e
improvvisamente le suo occhiate divennero di puro disgusto.
"Molto
appropriato" mormorò più per se stesso che per
loro due.
Hermione tremò
spaventata da ciò che le parole di Piton potessero
significare.
"Comunque"
disse infine. "considerando le vostre....tendenze
violente....sarebbe meglio che voi due andiate a scontare la vostra
punizione nella serra più lontana. Credo di aver capito che la
professoressa Sprite ha avuto dei problemi con le piante di Tranello
del Diavolo" pronunciò le ultime tre parole con fin
troppa soddisfazione.
Ron sospirò
disperato e Hermione sapeva perchè: loro tre avevano già
avuto a che fare con il Tranello del Diavolo e era stato un approccio
tutt'altro che amichevole e Piton lo sapeva. Non volendo passare il
suo tempo chiusa in una serra, con una pianta tutt'altro che
simpatica e un Ron piuttosto scontroso, Hermione parlò.
"Professore"
iniziò "lo sa che sta nevicando piuttosto violentemente,
fuori?".
"Si" disse
Piton sorridendo. "la punizione inizia adesso, andate prima che
la troppa neve ve lo impedisca."
"Non può
farci saltare la cena!" protestò Ron. Hermione sospirò.
Piton poteva e ...voleva.
"Credo di aver
detto ora, Weasley" replicò Piton. "10 punti in meno
al Grifondoro per aver esibito un evidente maleducazione nei
confronti di un insegnante, e adesso andate a meno che non vogliate
che i punti sottratti raddoppino".
Hermione afferrò
il suo mantello e la borsa e seguì Ron, i cui orecchi erano
diventati completamente rossi. Non disse una parola finchè non
raggiunsero la Sala D'Ingresso.
"Dovevi proprio
impicciarti degli affari di Harry, non è vero? Non potevi
lasciarlo stare e basta?".
Ron aprì la
doppia porta e fu letteralmente investito dal vento ghiaccio e dalla
neve che cadeva imperterrita. Hermione non aveva intenzione di starlo
ad ascoltare, così usci dal castello camminando più
velocemente che poteva, sotto il peso della sua borsa, verso la
serra.
"Grazie mille per
l'aiuto!" gridò Ron, il vento disperse le sue parole.
"Non saremmo in questa situazione se tu ti fossi fatta i fatti
tuoi, ma tu devi sempre agire come una Piccola Signorina..."
Il resto dell'insulto
si perse in un ululato del vento, e Hermione fu felice di questo. Era
fin troppo furiosa, era arrabbiata, non sopportava che Ron la
chiamasse con tutti quei nomignoli che ogni tanto le affibbiava. Si
voltò e continuò a camminare, o meglio a correre, verso
la serra.
La Professoressa Sprite
fece un grido di sorpresa quando la porta della serra si aprì
di colpo e Hermione entrò.
"Chiudila!"
gridò la professoressa, agitando le sue mani terrose in aria.
"Veloce! La temperatura! Le piante".
Puntò la
bacchetta contro la porta e la chiuse un momento dopo che Ron aveva
fatto la sua entrata trionfale, ruzzolando per terra come una patata.
Hermione non potè fare a meno di scoppiare a ridere. Ron la
guardò con una faccia rossa come i suoi capelli. Si alzò
in piedi, avvicinandosi a lei, aprendo la bocca per dire qualcosa,
pensò Hermione, di non molto carino. Lo fissò irritata,
aspettando.
"Che diamine!"
Tagliò corto la professoressa Sprite, prima che Ron potesse
proferir parola, li guardò scocciata. "La mia ultima
lezione era un'ora fa, Corvonero sesto anno, o qualcos'altro non mi
ricordo".
Hermione, scoccò
un'occhiataccia a Ron e poi si avvicinò alla professoressa e
le spiegò cosa dovevano fare. La professoressa incrociò
le braccia. " e vi ha mandato qui senza avvisare, giusto?"
disse "Bene, facciamo un lavoro veloce e poi potrete tornare al
castello prima che la neve aumenti e ci costringa a passare la notte
qui".
Hermione si voltò
verso Ron, che le diede un'occhiata come dire che se avrebbero dovuto
passare la notte nella serra gliel'avrebbe pagata. Gli fece una
smorfia, poi afferrò un paio di guanti e li indossò.
Gli avrebbe fatto vedere come si travasava un Tranello del Diavolo.
*
Passarono due ore
durante le quali Ron aveva gridato due volte e la professoressa
Sprite aveva fatto finta di non sentire, alla fine 10 piante di
Tranello del Diavolo erano state travasate. La punizione era finita.
Il vento si era alzato e ululava intorno alla serra, Hermione
riusciva a vedere solo le torri di Hogwarts, era praticamente
impossibile dire che fosse sera, era tutto bianco.
"Per oggi va
bene" disse la professoressa Sprite togliendo la pianta di
Tranello del diavolo a Ron, che si trovava in una condizione pietosa:
era completamente graffiato, o comunque la pianta gli aveva causato
una reazione allergica, i vestiti erano completamente sporchi di
terra.
Hermione si voltò
verso la pianta che stava travasando: dormiva, le aveva lanciato un
incantesimo e i suoi vestiti erano....immacolati.
"Muovetevi ad
arrivare al castello prima che la neve causi problemi" disse
mentre tentava di calmare la pianta di Ron che non accennava a
mollare.
"Questa la
sistemerò io dopo. Non aspettatemi. Tornate alla torre di
Grifondoro e per Dio fermatevi in Infermeria o Madama Chips mi
ucciderà se vi beccate la febbre!"
Hermione promise che
l'avrebbero fatto. Si tolse i guanti da giardinaggio e si mise quelli
di lana, si sistemò il mantello sulle spalle e poi prese la
borsa piena di libri, aprì la porta della serra. Si aprì
di schianto sbattendo contro la parete esterna della costruzione. Ron
che era dietro di lei, non l'aiutò, ricordandosi che Hermione
si era rifiutata di aiutarlo con le piante, uscì e la
sorpasso, dirigendosi verso il castello e non voltandosi verso di
lei. Hermione sbuffò, chiuse a fatica la porta e si voltò
cercando l'amico con lo sguardo, ma non lo vedeva la neve l'aveva
inghiottito, solo una macchiolina rossa si muoveva a parecchi metri
da lei.
"Ron!" gridò
mentre una sorta di panico cresceva in lei. Corse nella direzione
dove Ron era sparito, "Ron, fermati!". Ma sapeva che non
l'avrebbe sentita. Il vento disperdeva la sua voce e Ron diventava
più lontano ogni secondo che passava. Il castello. Non
riusciva a vederlo. Hermione non era mai stata in una tempesta di
neve in tutta la sua vita, ma aveva letto di episodi del genere.
Si voltò verso
la serra, doveva stare dentro, non importava dove. Poteva tornare
indietro e passare la notte nell'edificio di Erbologia, meglio che
perdersi nella neve. Fece un passo in quella direzione ma poi un
pensiero la assalì: cosa sarebbe successo se Ron non fosse
riuscito a vedere nulla?. Senza pensarci un secondo fece dietro-front
verso la direzione in cui avrebbe dovuto esserci il castello.
"RON!!!"
urlò con tutta la voce che aveva in corpo "NON TI VEDO,
TI DEVI FERMARE!"
Si voltò e con
suo grande disgusto notò che non riusciva a vedere più
nemmeno la serra. Posso sempre tornare indietro quando lo trovo, stai
calma...stai calma. Iniziò a correre verso il castello quando
andò a sbattere contro qualcosa di alto, caldo e avente un
vocabolario piuttosto colorito.
"ACCIDENTI!"
"RON!" disse
lei passandogli un braccio intorno alla vita "non riesco a
vederti!"
"COSA!?"
passò le sue enormi braccia attorno alla ragazza, in una
specie di abbraccio. Hermione sentì una mano posarsi sulla sua
schiena e si chiese, come in una tempesta di neve, la sua temperatura
stesse cominciando ad aumentare. Ma lo lasciò stare, non era
proprio il momento per mettersi a discutere.
"DOBBIAMO STARE AL
CHIUSO!!!".
Ron avvicinò il
suo viso a quello di Hermione. "NON TI SENTO!!" urlò
"DOBBIAMO ENTRARE, QUESTA E' UNA TEMPESTA DI NEVE!!!"
"MA NON MI DIRE!"
gridò Hermione sracasticamente. Ron scosse la testa per farle
capire che anche questa volta non aveva sentito.
"COSA!?" urlò
"NON IMPORTA. PUOI USARE L'INCANTESIMO CHE HAI DATO A HARRY?"
Hermione rabbrividì
e mise in moto il cervello. "L'INCANTESIMO DEI QUATTRO PUNTI?"
urlò in risposta. Ron scosse nuovamente la testa e Hermione si
chiese se avesse problemi di udito. Ron tirò fuori la sua
bacchetta, come per farle capire di cosa stesse parlando.
"HO CAPITO!"
gridò Hermione irritata. "HO APPENA DETTO L'INCANTESIMO
DEI QUATTRO PUNTI- Oh, accidenti, non importa!" mormorò a
se stessa. Estrasse la bacchetta, ma non aveva nessunissima
intenzione di usarla. Il vento era troppo forte e prima o poi sarebbe
volata via.
Si voltò verso
Ron "NON VA BENE! PERDERò LA BACCHETTA!!!". Ron
iniziò a scuotere la testa e Hermione gridò disperata,
iniziando a muovergli la bacchetta davanti al naso per fargli capire
cosa intendeva dire.
"COSA DOVREBBE
ESSERE?" chiese non potendo trattenere un sorriso "E'
QUALCOSA TIPO UN INCANTESIMO SEGRETO DI ALLOCK?".
Hermione si massaggiò
le tempie: era insopportabile, non riusciva a sentirla, non sapeva in
che direzione andare e in più si trovavano in una situazione
terribile. Bè, almeno l'ho trovato, pensò tentando di
essere ottimista. E prima che se ne potesse rendere conto aveva preso
per mano Ron e aveva cominciato a camminare nella direzione, in cui
sperava, si trovasse il castello.
"NON SAI DOVE
STIAMO ANDANDO, NON è VERO?" chiese urlandò Ron
stringendo la mano di Hermione ancora di più.
"Forse no"
ribattè lei tranquillamente, sapendo che non l'avrebbe mai
sentita. "Ma è meglio camminare che stare lì in
piedi a congelarci e ci conviene muoverci se non vogliamo morire
nella nostra stessa scuola, e comunque non mi pare che tu abbia
qualche idea migliore!" Il fatto di parlare la fece sentire
meglio, strattonò Ron nella sua direzione continuando. "Dici
sempre che ciò che faccio non va bene e non capisco perchè,
forse perchè sai che ho ragione e quante dannate volte tu e
Harry mi avete ignorata per poi pentirvene ?! Quand'è che vi
deciderete ad ascolatrmi?".
Hermione si voltò
verso di Ron, era da tempo che voleva dirlglielo e far uscire le
parole di bocca la faceva sentire meglio, anche se sapeva che non la
stava ascoltando. Si passò una mano sul viso per togliersi i
fiocchi di neve, mentre i piedi le diventavano due blocchi di
ghiaccio. "E poi oggi ho solo cercato di capire cosa andasse
storto con Harry e tu fai sempre un sacco di problemi! Dando la colpa
a me della punizione, non ti sopporto! Voi due mi tenete i segreti, e
io odio questa cosa. Solo perchè sono la ragazza e essendo una
femmina non posso aiutarvi e voglio sapere cosa succede! Non ci sono
sempre per tutto? Ho mai infranto ua promessa o detto un segreto?"
Fece un bel respiro. "E
ci sto male quando mi affibbi quei nomignoli, Ron Weasley, mi fai
veramente male, perchè io..." Hermione si fermò,
non era sicura che il vento avrebbe portato via le parole che stava
per pronunciare. La mano di Ron era ancora stretta alla sua.
"HEY!" disse
lui lasciando la mano di Hermione e indicando la lastra ghiacciata
che avevano davanti. "è IL LAGO! SE ANDIAMO SU PER QUESTA
COLLINA..." continuò voltandosi nella direzione di cui
stava parlando "ARRIVEREMO DRITTI, DRITTI AL CASTELLO" si
girò e riprese la mano di Hermione. "ANDIAMO I MIEI PIEDI
SONO CONGELATI!"
"VERAMENTE? PERCHè
I MIEI SONO GRAZIOSAMENTE CALDI!!!" urlò lei alle spalle
del ragazzo. Ron si girò un attimo e poi riprese a camminare.
L'aveva sentita? No, si ricordò in fretta lei, lui non mi
sente. Brancolarono nella neve per quella che sembrò un'ora
finchè Hermione non si dovette fermare. Si tolse la borse dei
libri dalle spalle, era troppo pesante, pensò che se l'avesse
portata a mano sarebbe stato più facile andare avanti. Stava
per riprendere la marcia quando la borsa le cadde a terra.
"ACCIDENTI, TI
PARE IL MOMENTO?" urlò Ron afferrando la borsa e
mettendosela sulle spalle, lei stava per gridargli che se la sarebbe
potuta tranquillamente portare da sola, ma c'era qualcosa di quel
gesto che non voleva rovinare, i loro sguardi si incrociarono.
"Grazie" mormorò. Ron doveva averle letto le labbra,
perchè adesso le sue orecchie erano più rosse di quanto
il freddo non avesse già fatto. Hermione gli sorrise e afferrò
la sua mano ancora una volta, meravigliandosi di quanto fosse
piacevole tenersi per mano con una scusa del genere e le faceva uno
strano effetto vedere la sua borsa sulle spalle di Ron. Le sembrava
di avere le farfalle nello stomaco.
Ad un certo punto Ron
inciampò in qualcosa di non meglio identificato e cadde.
"SONO INCIAMPATO
IN QUALCHE DANNATA COSA!!!". Hermione fece un passo davanti a
lui e spostò la neve sopra 'la cosa', e finalmente si sentì
sollevata.
"E' L'ORTO DI
ZUCCHE DI HAGRID!!!". Hermione afferrò per l'ennesima
volta la sua mano e lo trascinò verso la casetta. Poggiò
le mani sul muro di pietre. La capanna di Hagrid. "Oh Hagrid"
sospirò tra il vento e la neve. "Ci manchi" Con Ron
dietro di sè, Hermione strisciò sul muro fino a trovare
la porta.
Prese la bacchetta.
"ALOHOMORA!" gridò. La porta della capanna si aprì
e Ron, Hermione e una tonnellata di neve entrarono insieme.
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Capitolo 3 *** Imbarazzo ***
3
Per i primi 10 minuti,
nessuno dei due parlò. Erano troppo infreddoliti. Ron chiuse
la porta, poi si tolse il mantello, i guanti, la sciarpa, i suoi
denti tremavano vistosamente. Lasciò cadere la sua borsa e
quella di Hermione in una sedia, tirò fuori la bacchetta e
accese il fuoco nel camino, poi cominciò a togliersi le
scarpe.
Hermione si sfilò
velocemente il mantello fradicio e i guanti alla bell'è meglio
e lo raggiunse davanti al fuoco, togliendosi le scarpe e i calzini
più velocemente che poteva, al posto dei piedi aveva due
blocchi di ghiaccio. Sentì il calore riscaldarle le ossa,
mentre la tempesta impeversava ancora fuori.
"Ow...wow"
Ron si era disteso sul pavimento ad occhi chiusi. Hermione lo guardò,
approfittando del fatto che i suoi occhi erano serrati, dalla testa
ai piedi. Aveva un incessante bisogno di stendersi lì accanto
a lui e poggiare la testa su una delle sue grandi braccia.
Rimase a sedere
guardando la capanna, era solo una grande stanza, ma sembrava molto
più grande senza Hagrid che la riempiva.
"E' così
bello" mormorò Ron "venire qui senza Thor che abbaia
leccandoti tutta la faccia". Hermione sorrise.
"Non avere Hagrid
che tenta di propinarci dei sassi insieme al nostro tè"
"O vedere qualche
diabolico, mostro succhia-sangue crescere in una scatola nell'angolo"
"lo so"
convenne Hermione "sono contenta che nessuno sia voluto venire a
vivere qui, quando se n'è andato con Madame Maxime. Sarebbe
stato...in qualche modo ingiusto. Mi chiedo come vadano le cose con i
giganti!"
Guardò il grande
mantello di Hagrid appeso alla parete e notò un vasetto simile
a quello che i Weasley usava per la Polvere Volante.
Sospirò "Credevo
che Hagrid sapesse che è vietato utilizzare la Polvere Volante
a Hogwarts" disse un po' contrariata. Ron aprì gli occhi.
"Cosa?"
fissò il piccolo barattolo. "Oh, quella non è
Polvere Volante. E' l'altro tipo quello per far apparire la testa nel
fuoco".
Chiuse di nuovo gli
occhi passandosi una mano nei capelli bagnati. "E' stato
incredibile, là fuori. Potevamo facilmente morire. Congelati.
Siamo stati davvero fortunati che ho trovato la giusta direzione".
Hermione fece una
smorfia. "Pensavi che stessimo andando verso il castello".
"Castello,
capanna, qualsiasi cosa sia. Siamo dentro" Ron cominciò a
grattarsi la pelle del collo, attorno al colletto della divisa.
Hermione alzò gli occhi al cielo e scattò in piedi.
"Si, e dobbiamo
arrivare la castello. Sai come funziona quel tipo di polvere? non
l'ho mai usato."
Ron aprì un
occhio e la fissò incredulo.
"Andare al
castello? Hermione siamo sicuri che tu abbia notato la bufera là
fuori?"
"Non ho
intenzione di andare fuori, Ron" rispose irritata. "Ho solo
bisogno di far apparire la mia testa al castello. Dobbiamo far sapere
ad un insegnante dove siamo, così non si preoccuperanno. Così
Harry non starà in pensiero. Come faccio a far apparire la mia
testa nella Sala Professori?".
Ron non rispose, si
stava grattando freneticamente il collo. "Questa cosa mi sta
uccidendo!".
"Probabilmente sei
allergico al polline che hai addosso" rispose Hermione
afferrando il barattolo della polvere.
"Ho notato che a
te è andata meglio, con la dolce piantina addormentata"
disse Ron cercando una soluzione al prurito. Hermione fissò
ciò che le dita di Ron stavano facendo poi guardò
velocemente da un'altra parte.
"Avevamo
esattamente lo stesso tipo di pianta, Ron, solo che io ho letto il
capitolo per neutralizzare le piante aggressive e tu l'hai saltato
perchè non era nel compito in classe".
"E' stato carino
da parte tua dirmelo, mentre la mia pelle sta praticamente venendo
via."
"Bè allora
togliti i vestiti e smettila di lamentarti!" ribattè
Hermione.
Si bloccò quando
si rese conto di ciò che gli aveva appena detto. Non lo
intendeva in....quel senso. Si voltò concentrandosi sul
camino, cercando di non guardare l'espressione scioccata che era
apparsa sulla faccia di Ron. Lei stessa era diventata paonazza. Un
momento dopo lo sentì alzarsi e camminare fino all'altro lato
della stanza.
"Non girarti"
le disse.
Hermione sentì
il rumore delle ante dell'armadio aprirsi e poi il suono di vestiti
fradici che cadono per terra. Cercò di respirare. Tentò
di non pensare al fatto che Ron fosse dietro di lei senza nessun
vestito. Ma quando aprì il vasetto fu molto contrariata dal
fatto che fosse vuoto, c'era solo un cucchiaino, che Hagrid aveva
lasciato lì per chissà quale motivo.
"Oh no"
sospirò ad alta voce, sperando che nessuno degli insegnanti
uscisse a cercarli, anche se sapeva che avrebbero dovuto.
"Che succede?"
chiese Ron dietro di lei. Hermione trasalì.
"Non c'è
polvere!" disse arrossendo, "così non potremo dire a
nessuno dove siamo. Posso...ehm...girarmi?"
Ron tossì,
"certo" disse, la voce fin troppo acuta per i suoi gusti.
Hermione si voltò sperando di non essere così rossa,
come si sentiva di essere. Fissò Ron e la sua bocca si aprì
per lo stupore. "Ron" disse premendosi una mano sulla bocca
tentando di sopprimere le risate. "Cosa..cosa ti sei messo!?"
Poi non ce la fece a trattenersi e scoppiò in una sonora
risata.
Ron si era tolto i
vestiti, dopotutto. Adesso indossava un'enorme T-shirt blu di Hagrid,
che gli stava come una tenda. Lui la fissò e incrociò
le braccia.
"Cosa c'è
di così divertente?" chiese offeso. "Ero bagnato e
hai detto che ero allergico. E non c'è niente di diverso da un
pigiama." fece una pausa "e comunque è molto meglio
del mio vecchio abito da cerimonia" mormorò cupo.
Hermione, dopo parecchi
minuti, si calmò, ma a furia di ridere così forte le
era venuto il singhiozzo.
"Il tuo
vestito-hic- non era poi-hic-così male Ron!" assicurò
indicando la tenda blu.
"Devi ammettere
che era uno schifo, con quei pizzi!" ribattè Ron.
Hermione non rispose.
Stava cercando di non pensare ad abiti da cerimonia. Stava cercando
di non pensare alle danze. Era difficile per lei accettare il fatto
che, dopo tutti i segnali che gli aveva mandato, Ron non si fosse
ancora deciso a invitarla a un Ballo. Non voleva pensarci, si
ricordava fin troppo bene l'ultimo discorso che avevano fatto a
proposito di Balli e danze.
"Credo-hic- che mi
metterò-hic- anch'io-hic- una maglietta asciutta" disse.
Ron si immobilizzò
voltandosi verso il muro, coprendosi gli occhi con le mani. Hermione
camminò verso l'armadio di Hagrid, poi guardò il collo
di Ron e un brivido le percorse la schiena. C'erano parecchi effetti
personali di Hagrid nel mobile: elastici che il guardiacaccia usava
nel suo lavoro di professore di Cura delle Creature Magiche, un
enorme bottiglia di acqua di colonia, quell'orribile profumo in cui
Hagrid si faceva praticamente il bagno, si chiese se lui e Madame
Maxime avessero....ma rimosse velocemente il pensiero dalla sua
testa.
C'era un piccolo
specchietto e una foto di Hagrid che teneva sulle spalle suo padre.
Si fissò nello specchio, sospirò e distolse lo sguardo
dal suo riflesso. Prese un'enorme maglietta che di sicuro l'avrebbe
coperta tutta.
"Non sto
guardando" disse Ron con una voce piuttosto strana. Hermione
tentò a fatica di remprimere le risate.
"So che non stai
guardando" iniziò tranquilla "perchè vado a
cambiarmi in bagno".
"cosa!?" Ron
si voltò impaziente. "bè perchè non me
l'hai detto?Qui tutto il tempo pensando che fossi nu...". si
fermò prima di finire la parola.
Si fissarono come
ghiacciati per un bel po' di tempo. Pensava che fosse...Stava lì
credendo che fosse....? Raccogliendo la poca dignità che le
era rimasta, Hermione chiuse l'armadio di Hagrid, prese la sua borsa
e sparì con la maglietta-tenda nel bagno. Al momento era sana
e salva. Aprì la borsa continuando a ripetersi che quel che
era successo in realtà non era successo. afferrò il suo
diario, si sedette sul pavimento, e dopo essersi cambiata iniziò
a scrivere.
*
18 dicembre: Gwen,
non dire niente. Ho solo un secondo, sono intrappolata nella capanna
di Hagrid con Ron e c'è una tempesta di neve, e trascorreremo
la notte da soli.
NON CREDO DI DIRE
NIENTE
Ti volevo solo dire
che sto bene, siamo scampati al congelamente e adesso siamo a posto,
E QUESTO è
TUTTO QUELLO CHE HAI INTENZIONE DI DIRMI
Si.
MENTRE SEI
INTRAPPOLATA NELLA NEVE CON RON.
Oh, Gwen, aiutami!
DIMMI
è una
situazione così stupida! Eravamo bagnati- sai per la bufera-
così dovevamo cambiarci i vestiti e Ron si è cambiato
mentre fissavo il muro, poi è stato lui a fissare il muro così
mi potevo cambiare, ma non me la sono sentita di spogliarmi davanti a
lui anche se non stava guardando! Così gli ho detto che volevo
cambiarmi in bagno e lui si è girato e mi ha detto che avrei
dovuto dirglielo prima perchè lui credeva che fossi...nuda.
Poi ci siamo solo guardati e adesso sono qui, non posso tornare di
là!
HAI INTENZIONE DI
STARE NEL BAGNO?
Non lo so, non lo
posso fare. ci siamo tenuti per mano nella neve e ci siamo anche
abbracciati. sono solo un'idiota. Lui lo sa, lo sa, lo sa.
LUI NON LO SA.
NESSUNO LO SA.
Promettimi che è
la verità, prometti.
PROMETTO, GIURO,
CROCE SUL CUORE. MAGARI LO SOSPETTA, MA NON CREDO POI TANTO. NON LO
SA. E ADESSO ASCOLTAMI. HAI DETTO A UN PROFESSORE DOVE SIETE?
Non possiamo, ho
provato ma non c'è modo.
SEI MALATA? STAI
BENE? AVETE QUALCOSA DA BERE?
No, eravamo troppo
bagnati, ci siamo solo cambiati e acceso un fuoco nel camino per
asciugarci. Non abbiamo nemmeno mangiato perchè Piton ci ha
messo in castigo facendoci saltare la cena. Tanto se fossimo morti,
non gliene sarebbe importato poi molto. anzi per niente.
PERCHè NON
BEVETE E MANGIATE QUALCOSA? AVETE BISOGNO DI RIPOSARVI. E SCRIVIMI
DOMANI MATTINA O MI PREOCCUPERò!
Dormire. non so dove
dormiremo. Oh Gwen, me lo sono ricordato solo adesso! Non so dove
dormiremo!
CHE VUOI DIRE? NON
C'è UN LETTO?
Bè, si, ma ce
n'è solo uno!
ALLORA LO PRENDERAI,
SE RON è UN GENTILUOMO.
Gwen,
onestamente....
E SICCOME IO CREDO
CHE LO SIA, NON VEDO DOVE SIA IL PROBLEMA!
Ma...e che mi dici
di lui?
SOPRAVVIVERà!
HERMIONE?
HERMIO...
Ma Hermione, chiuse di
colpo il diario. Ron era apparso sulla soglia del bagno. "Che
stai facendo?"....
|
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Capitolo 4 *** Hermione, Ron e....un letto solo! ***
4
"Vattene via Ron!"
rispose arrabbiata, infilando il diario a forza tra gli altri libri,
e sbattendogli la porta in faccia. Si sistemò la
maglietta-tenda stando ben attenta che il grande colletto stesse
indietro, scoprendo solo il collo e niente più.
Ron fece un suono di
disgusto "Proprio come Ginny, vi prendete il bagno!"
Hermione raccolse le
sue cose e aprì la porta, "non sto occupando un bel
niente. Mi stavo cambiando"
Prese una sedia e ci
stese i vestiti bagnati, mormorò un incantesimo per farli
asciugare. Poi guardò l'uniforme di Ron, appallotolata per
terra, in un cumulo d'acqua e neve, ma li lasciò lì.
"Hey. bevi
questa!" disse improvvisamente Ron appoggiando una bottiglia di
Burrobirra sul tavolo. "La mamma ce la fa bere sempre, quando
abbiamo il singhiozzo".
Poi andò verso
il bagno e si chiuse dentro.
"Il singhiozzo mi
è andato via" rispose Hermione vagamente, guardando
attentamente la bottiglia. Ron era così...strano e
imprevedibile. A volte era ignorante e cafone e altre volte
apprensivo. Sentì ancora le farfalle nello stomaco, come se
avesse bevuto tutta la burrobirra in un sorso solo. Ron riapparve
mentre si sentiva l'acqua del lavandino scorrere.
"Come" chiese
stando in piedi con le braccia incrociate e scuotendo la testa in
modo grave "fa Hagrid?".
Hermione rabbrividì
"Fare cosa?"
"Entrare nel
bagno" Ron parve pensare molto seriamente alla risposta. "Bè
magari fa un incantesimo allargante, come quello che abbiamo fatto
nella tenda alla Coppa del Mondo di Quidditch" gli fece notare
lei. Lui annuì "Oh magari, sai, sta fuori dalla porta e,
insomma..."
"Ron!"
esclamò Hermione indignata.
Ma lui non la sentì,
era scoppiato a ridere. La ragazza bevve un lungo sorso di burrobirra
scuotendo la testa a dir poco schifata. Quando fu riuscito a calmarsi
Ron si avvicinò alla mensola delle tazze e dei bicchieri,
prese un enorme boccale e lo fece levitare fin sul tavolo.
"Oh" fece
Hermione "Bevi anche te una Burrobirra?"
"No, era l'unica"
rispose Ron aprende la credenza e frugando tra le varie cose da
mangiare. Hermione lo guardò e si sentì come quando
l'aveva protetta da Malfoy. Il cuore iniziò batterle nel
petto, ad un ritmo impressionante.
"Possiamo
divederci questa" disse avvicinando la bottiglia al suo boccale
con l'intenzione di versare la metà che era rimasta .
"No, veramente"
rispose lui, sempre intento a rovistare fra le provviste di Hagrid
"puoi tenerla, io ho trovato qualcos'altro. Fame?" le
chiese scartando un pacchetto.
Hermione si morse le
labbra e guardò verso il boccale di Ron "che roba è?"
gli chiese, anche se non era tanto sicura di voler conoscere la
risposta. "Credo sia torta alle mele" rispose lui.
"Ma Ron, Hagrid è
partito sei mesi fa!Questa torta non può essere commestibile,
ci saranno cresciuti dentro muffa e qualcos'altro!"
"Ma figurati!"
ribattè lui, addentandone un'altra fetta. "Sono sicuro
che ci avrà lanciato sopra un qualche incantesimo conservante,
la mamma lo fa sempre!"
Hermione non parve
molto convinta, ma lo lasciò stare, tanto era inutile mettersi
a discutere. Il ragazzo fece levitare altre merendine sul tavolo,
Hermione non potè fare a meno di sorridere quando pensò
all'incantesimo Wingardium Leviosa e in che circostanze Ron l'aveva
imparato, stordendo un Troll di Montagna nel bagno delle ragazze.
"chissà
che cosa starà facendo Harry!" si chiese Ron, più
per sè stesso che per altro. Hermione si ricordò di non
aver pensato molto ad Harry, da quando Piton li aveva messi in
punizione. Le venne in mente le occhiatacce che le aveva lanciato e
la conversazione bisbigliata con Ron.
"Ron, qual'è
il problema di Harry?" Ron la guardò e poi alzò
gli occhi al cielo, prese il boccale e bevve un sorso d'acqua
"Mio dio
quest'acqua è congelata, vuoi?" le chiese.
"Per favore Ron,
non far finta di niente" disse afferrando la bottiglia "so
che tu ed Harry avete dei segreti che non andrebbero rivelati,
specialmente ora che Il Signore Oscuro è tornato...voglio solo
essere sicura che non sia una cosa pericolosa."
"Non lo è"
rispose Ron in un sussurro.
"Devo metterci un
piatto sotto" disse cambiando discorso "l'acqua sta cadendo
tutta sul tavolo!" concluse indicando l'acqua che era uscita dal
boccale. Hermione sbuffò incrociando le braccia, stufa delle
risposte misteriose che Ron le dava.
"E questo è
tutto quello che hai intenzione di dirmi." Gli disse. Ron tornò
a sedersi.
"Si" rispose
bevendo un altro sorso d'acqua, evidente che non voleva darle più
di tante spiegazioni.
"Bene" disse
Hermione offesa, si alzò prese il suo zaino e ne tirò
fuori il diario e la piuma per scrivere, finì la sua
burrobirra e si lasciò cadere sull'enorme letto di Hagrid.
"Oh, su Hermione!"
Sbraitò Ron. Hermione lo ignorò completamente, aprì
il diario.
"Così hai
intenzione di stare lì a scrivere sul tuo diario?" le
chiese avvicinandosi al letto e fissandola. Hermione in quel momento
si sentiva seccata, accaldata e eccitata allo stesso tempo.
"Si" rispose
ostinata "Non mi tiene i segreti come fanno altre persone!".
Ron trasalì.
Hermione capì
all'istante il suo errore. Si spiaccicò la faccia sul cuscino
di Hagrid
"Oh NO"
esclamò, pensando seriamente di obliviare Ron in modo che non
si ricordasse delle sua ultima frase.
" lo SAPEVO!"
esclamò lui trionfante. "Lo sapevo che il diario era
incantato! HA! Non ti tiene segreti, non è vero? HA! avevo
ragione!"
Hermione non lo stava
guardando, ma capì che stava eseguendo una specie di danza
della vittoria, sentendo il rumore dei suoi passi sul pavimento.
Hermione si mise a sedere di scatto, arrabbiata come non mai.
"STAI ZITTO, NON è
AFFAR TUO COSA IL MIO DIARIO è O NON è!"
Ron fece un sorriso da
orecchio a orecchio, posò il boccale sul tavolo e si sedette
accanto a Hermione guardandola dritta negli occhi. Un brivido le
percorse la schiena.
"Terribilmente
dispiaciuto Singnorina Granger" disse con una lenta voce che
ricordava moltissimo quella di Nick-Quasi-Senza-Testa "ma ho
paura che lei abbia sputato il rospo".
Fece una smorfia e
tornò ad essere Ron
"Posso vederlo?"
Hermione afferrò il diario con entrambe le mani e se lo
strinse al petto.
"Non ti
azzardare!" gli disse "Come hai potuto!". Ron la fissò
stupefatto
"come ho potuto
cosa? Io non ho fatto niente!" rispose lui sulla difensiva.
"Hai cercato di
prendere il mio diario. E mi tieni un segreto!" Era furibonda,
ma non le importava. In qualche modo era colpa di Ron.
"Prima di tutto,
non mi vuoi dire che problema ha Harry e non è solo un tuo
amico è anche il mio, e non è..è solo che..."
iniziò a singhiozzare. "Lasciami sola!"
Il sorriso di Ron se
n'era andato, al suo posto c'era una strana espressione.
"Non posso dirti
qual'è il problema di Harry perchè ho promesso che non
l'avrei fatto." disse "Non sto cercando di farti diventare
matta." Hermione cercò i suoi occhi. Stava dicendo la
verità, e adesso si sentiva ancora peggio.
"Non posso credere
che Harry voglia che io non sappia che problemi ha" disse,
realizzando solo dopo di averlo detto ad alta voce. "Dopotutto
noi siamo..." si fermò sentendosi all'improvviso
veramente stanca. Si alzò e rimise il diario nella borsa, poi
tornò sul letto e ignorando completamente Ron, chiuse gli
occhi.
"Non è a
proposito della cicatrice o di Vol-Voldemort" le disse lui ad un
certo punto "é tutt'altra cosa!"
Hermione tornò a
guardarlo. non aveva mai pronunciato il nome di Voldemort quando
erano solo loro due, con Harry era diverso lui non tollerava che
l'Oscuro Signore non fosse chiamato col suo nome. La stava fissando
con un'aria piuttosto seria.
"Va bene, Ron non
devi dirmelo" sospirò lei.
"Hermione"
disse ad un certo punto Ron "Pensa attentamente, qual'è
l'ultima classe che la Professoressa Sprite ha detto di aver avuto?"
Che domanda bizzarra!
"Ha detto
Corvonero sesto anno, no?"
"Si e a che ora?"
Hermione lo fissò stupita, si sedette. "Credo che abbia
detto, che la classe l'aveva avuta un'ora prima che arrivassimo lì
il che significa...."
Ron la interruppe. "E
cosa hai chiesto a Harry durante Pozioni?"
"Non...non mi
ricordo" ammise Hermione.
"Non ci credo"
disse Ron "Signorina Granger dei 428 milioni di punti a
Grifondoro. Pensa più attentamente"
Hermione arrossì,
un po' seccata e un po'compiaciuta per il complimento.
"Gli ho solo
chiesto che succedeva!"
" e poi?" "
e poi" Hermione tentò di spremersi le meningi.
"non lo so Ron! E
non riesco a capire come mai mi stai facendo tutte queste domande
sceme!"
"che lezione
avevamo prima di Pozioni?"le chiese Ron stringendo i denti. "Io
Aritmanzia. Voi Divinazione" Fu come un fulmine a ciel sereno.
"Divinazione! Ho chiesto a Harry cosa fosse successo a
Divinazione, perchè aveva i capelli bagnati!" Ron annuì.
"E magari aveva i
capelli bagnati perchè....". Hermione lo fissò, e
finalmente capì: le stava dando degli indizi! Era una specie
di puzzle, divertente!
"Bè i suoi
capelli erano bagnati perchè...era fuori nella neve? No non me
lo dire, non puoi. Allora era fuori nella neve, durante Divinazione?
Ma perchè diavolo era fuori nella neve a Divinazione? Oh, non
posso fare nessuna domanda?"
Ron le sorrise. "Hai
solo una domanda, ma la risposta deve essere un si o un no".
Hermione pensò attentamente, cercando di utilizzare la
possibilità che aveva al massimo. Era difficile però....
"Una parte della
lezione di Divinazione si è svolta all'aperto?" chiese
infine.
"No" rispose
Ron.
"ok allora ho:
Harry che salta la lezione di Divinazione per andare fuori nella neve
e..." Hermione fece una pausa, la serra, qualcosa a che fare con
la serra...
"E se la
professoressa Sprite ha finito con i Corvonero sesto anno, un'ora
prima che noi andassimo da lei, allora la loro classe di Erbologia e
la vostra di Divinazione erano alla stessa ora...." Hermione
sgranò gli occhi, si premette una mano sulla bocca e guardò
Ron
"Harry sta
cercando di chiedere a Cho di accompagnarlo al Ballo! La stava
cercando!" Ron non volle guardarla, finì l'acqua e mise a
posto il boccale e il piatto sullo scaffale. Ma adesso che aveva la
risposta che cercava, Hermione non sapeva cosa dire. Lo guardava dal
letto, stava mangiando del caramello, seduto sul pavimento.
"Ne vuoi un
po'?"le chiese.
Hermione fece cenno di
no con la testa. Non aveva fame. Lui e Harry parlavano di ragazze da
invitare al ballo, ragazze che lei difficilmente conosceva. Pensò,
con una stretta allo stomaco, a Ginny, non avrebbe avuto il coraggio
di raccontarle di Harry e Cho, ci sarebbe rimasta malissimo! Guardò
Ron e si chiese quale ragazza del settimo anno avrebbe invitato,
stavolta. Ma non lo voleva sapere...
"Buonanotte Ron"
disse calma voltandosi dall'altra parte. La stanza divenne subito
silenziosa, Hermione non sentiva più Ron masticare, si sentiva
solo il vento ululare fuori dalla capanna. Udì i passi del
ragazzo, il rumore di un piatto sul legno e poi la luce che
illuminava la stanza si spense quasi del tutto.
"Non spengere il
fuoco" gli disse Hermione.
"non ti
preoccupare l'ho solo abbassato un pochino".
ci furono altri passi e
sentì il respiro di ron che si avvicinava al letto, il cuore
le balzò in gola. Stava per stendersi accanto a lei. Non
avrebbe dovuto, Gwen aveva detto che se fosse stato un vero
gentiluomo....ma infondo Gwen non conosceva Ron...
"Notte,
Hermione", sentì Ron afferrare il cuscino accanto al suo
e poi capì che si era appena disteso sul pavimento.
"Ma su cosa stai
dormendo?" gli chiese. Ci fu una pausa.
"Niente"
rispose Ron, la sua voce era stranamente alta nella, silenziosa,
stanza buia. Hermione fece un respiro profondo. "Bè non
credo che sia una buona idea, con la neve e tutto il resto. Se la
temperatura cala ti puoi ammalare sul serio! Oggi siamo stati esposti
agli elementi già abbastanza, credo che tu abbia bisogno di un
letto."
Ron inizialmente non
rispose. "Credo che tu abbia l'unico letto" disse infine.
"Oh" i nervi
di Hermione erano tesissimi "bè è molto grande
sono sicura che c'entrerai."
Calò il
silenzio, si sentivano solo i loro respiri. Poi Ron si alzò e
si infilò sotto le coperte.
"Ci stai?"
gli chiese Hermione.
"Si". La voce
di Ron non proveniva dal suo fianco ma dalla fine del letto, si voltò
e si ritrovò due grandi piedi nudi davanti alla faccia, prima
di potersi trattenere Hermione urlò.
"Cosa?" le
chiese Ron.
"Ho i tuoi piedi
in faccia!" disse lei. Ron li ritrasse velocemente.
"Bè, i tuoi
non sono da meno" le fece notare secco. Hermione scattò a
sedere per guardarlo. Ma poi lasciò nuovamente cadere la testa
sul cuscino troppo stanca della situazione per reagire. Non era
proprio quello che aveva in mente. Si sentì avvampare e cercò
di far finta di non aver pensato che qualcosa potesse accadere. Gwen,
aveva ragione, sarebbe sopravvisuto sul pavimento.
Hermione vide il
ragazzo con la testa sotto al letto. "Che stai facendo?"
gli chiese chiendendosi se il marcio della torta non gli avesse dato
di volta il cervello.
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Capitolo 5 *** Era l'ora! ***
5
"Niente", ma
era evidente che stava facendo qualcosa.
Hermione aprì
gli occhi e guardò verso Ron, che era per metà disteso
sotto il letto di Hagrid, stava combinando qualcosa alla luce della
sua bacchetta.
"Cosa c'è
là sotto?" gli chiese.
"Un baule"
rispose lui, la voce era strana, come se stesse spostando qualcosa di
pesante.
"Il baule di
Hagrid?" chiese Hermione corrugando la fronte.
"No quello del
professor Piton" le disse Ron ironicamente.
"Oh guarda questo!
non ci posso credere che l'abbia tenuto!" esclamò poi.
Hermione era
combattuta: da una parte era sbagliato ciacciare nella roba degli
altri, dall'altra era ormai risaputa la sua curiosità. Optò
per la seconda opzione. Saltò giù dal letto, al fianco
di Ron e guardò dentro il baule : c'era una vecchia sciarpa
del Grifondoro e avvolte in essa, due metà di un guscio
d'uovo.
"Ohhhhh"
sospirò Hermione toccando delicatamente una delle metà
"Norberto", le venne in mente il giorno in cui il draghetto
nacque seguito dall'incidente sulla Torre di Astronomia, la
punizione, la perdita di punti e la capanna di Hagrid semi-distrutta,
sorrise.
"Baby Norberto"
sbuffò Ron "Stupido Baby Norberto, Hagrid continua a
pensare che sia stato il miglior mostro che abbia mai avuto! Di certo
Hagrid non l'ha mai morso!" Ron aprì la mano e ne
illuminò il palmo con la sua bacchetta. "Dovrei fargli
vedere la cicatrice quando torna dalla spedizione dei giganti,
probabilmente avrà nostalgia."
Hermione fissava la
mano di Ron. "Non sapevo che avessi una cicatrice" disse
avvicinandosi per vedere meglio.
Ron fece uno strano
suono e si schiarì la voce "Si, bè, non è
un granchè, non mi dice quando il Signore Oscuro si avvicina o
farmi sentire male nel bel mezzo di una lezione."
"Fammi vedere"
disse lei afferrandogli la mano e notando per la prima volta due
evidenti segni bianchi nel palmo. Il respiro di Ron era molto vicino
al suo orecchio. Si ricordò di quanto fosse stato semplice
tenerlo per mano nella neve, e sperò di avere una scusa
abbastanza valida per rifarlo. "Qui è dove ti ha morso?"
Ron si schiarì
la voce un'altra volta "Si" disse semplicemente. Hermione
si morse la lingua e continuò come se nulla fosse.
"Non me l'avevi
mai fatta vedere." tracciò dei cerchi con il dito,
attorno al segno del morso, Ron sospirò. "Dovresti essere
contento che questa cosa non ti faccia male in classe, Ron" gli
disse "Non credo che tu voglia una cosa del genere." Ci fu
silenzio per un momento.
"Lo so"
rispose. La sua voce era lenta, ora, e profonda e Hermione sentiva
ancora il respiro di Ron sul suo collo. Sentì una strana
sensazione all'ombelico e il sangue cominciò a pulsarle nelle
tempie. Smise di toccare il palmo di lui con le dita, ma non lasciò
andare la sua mano, non voleva interrompere il contatto. Nella sua
mente si affollavano tutte le cose che voleva, ma non poteva fare.
Era bello, essere così vicini, nel buio, in un letto, con il
suo respiro caldo sul collo senza essere...
"Ho aperto il
baule di Hagrid per vedere se ci fosse una specie di brandina"
la voce di Ron la risvegliò dai suoi pensieri. "credo di
potere usare i suoi vecchi vestiti scolastici, sono giganteschi."
"Cosa.."
Hermione non riusciva a non parlare "Io non..."
"Così i
miei piedi non saranno nella tua faccia." le fece notare.
Hermione trasalì
"oh giusto". Il cuore cominciò a batterle talmente
forte nel petto...Non poteva significare che lui volesse dormire sul
pavimento. Non poteva. Ron si spostò un po' e sfiorò
Hermione per sbaglio. Lei si schiarì la voce, cercando nei
meandri del suo cervello qualcosa di sensato da dire.
"Non c'è
niente di male con i tuoi piedi" si sentì dire "ma
non credo che dovremmo dormire in questa parte di letto, vedi va in
discesa" disse mentre lasciava andare il polso di Ron, facendo
scorrere la mano sul materasso, per dimostrargli che era concavo. "il
sangue ci andrà al cervello."
"E questo non va
bene?" chiese Ron immediatamente.
"E' tutt'altro che
sano."
"Oh"Ron
chiuse con un colpo secco il baule di Hagrid, prese il suo cuscino.
"Buono a sapersi" disse.
Il dspiacere di
Hermione, per aver perso il contatto con la mano di Ron, sparì
subito, in quanto cinque minuti dopo erano distesi entrambi sotto le
coperte nella solita parte di letto. Lei fissava il soffitto, non
aveva nessuna intenzione di voltarsi verso di lui, anche se voleva
farlo.
Una gamba di Ron urtò
la sua. "Scusa" mormorò all'istante lui, ritraendola
più velocemente possibile. La stanza piombò in un
silenzio irreale. Non si stavano toccando affatto.
"Notte" disse
infine Ron. Si girò fissando la parte opposta a quella dove si
trovava Hermione, che iniziò a sentirsi male. Tutto ciò
era sbagliato, semplicemente sbagliato. C'era una strana sensazione
nel suo petto, e iniziò ad aver paura tutt'a un tratto.
Dopotutto aveva iniziato tutto lei, gli aveva preso la mano (entrambe
le volte), gli aveva permesso, quasi ordinato, di dormire accanto a
lei. Probabilmente lui voleva rimanere sul pavimento. Forse gli
piaceva qualcun'altra. Non lo sapeva. Lui e Harry non le avevano mai
parlato di ragazze. Mai.
"Perchè
Harry non voleva che sapessi di Cho?" chiese all'improvviso,
sentendo le sue parole rimbombare nel buio. "Che problema c'è
se vuole invitare Cho al ballo? Cosa pensava che avrei fatto?
Prenderlo in giro? Non lo sa, che non l'avrei mai fatto?"
Ron sospirò "Non
lo so."
"E suppongo che
neanche tu voglia dirmi questo genere di cose" continuò
lei, si senti avvampare mentre parlava "ed è stupido. Non
è che mi interessi con chi usciate voi due. Questi sono affari
vostri, lo so, ma sapete che me ne potete parlare" Si fermò
per respirare. "Potete dirmi tutto quello che volete"
Ron si girò e
adesso anche lui stava fissando il soffitto. "Noi...abbiamo
semplicemente deciso di tenercelo per noi e poi farlo" ammise
piano "Dovevamo farlo e poi incontrarci nella Sala Comune
stasera, tutto fatto." Hermione si sentì ancora peggio,
questo voleva dire che nemmeno Harry sapeva chi Ron voleva invitare,
anzi probabilmente l'aveva già invitata al Ballo chiunque
fosse. Un strana sensazione di gelo si impadronì di lei.
"Oh" disse.
"Già"
"Allora Harry
l'ha fatto o...?" Ron si mosse e Hermione sentì il
materasso vibrare "Ho tentato di chiederglielo a pozioni, ma non
me l'ha voluto dire. E' stato quando tu..."
"Mi sono
impicciata degli affari suoi" lo disse prima di potersi
accorgere di averlo detto.
"Non intendevo
dirtelo in quel modo..."cominciò Ron. Hermione tossì
contro il cuscino.
"Bè di
certo non mi sono impicciata dei tuoi" disse
"Dovresti essere
felice che abbiamo cambiato discorso in tempo. Comunque non voglio
nemmeno sapere." si voltò, lontana dal suo viso.
"Cosa vuoi dire?
Credevo di farlo oggi dopo pozioni" rispose Ron con una voce
stranamente acuta.
"bè mi
dispiace di averti trascinato in castigo, o avresti potuto farlo
subito" Hermione non era affatto dispiaciuta, avrebbe preferito
non avere chiesto nulla a Ron, nulla a proposito di niente, la
rispota sarebbe stata dolorosa da ascoltare in ogni caso.
"Ormai sarai
costretto ad aspettare domani, buona fortuna."
Ron si schiarì
la voce, quando parlò la sua voce era appena appena udibile
"Non è necessario che aspetti domani"
Hermione si congelò.
Sentiva la neve battere contro le finestre. Il cuore in gola, le mani
le tremavano. Non poteva significare....
"Di cosa stai
parlando?" sospirò voltandosi verso di lui.
"Vedi è
solo che..." Ron continuava a fissare il soffito mentre le
parole gli uscivano di bocca "ti va di andarci insieme?"
Il rumore del vento e
della neve sparì. Il silenziò cadde nella stanza.
Hermione guardava Ron. Non riusciva a rispondere, il cuore le si era
fermato. Ron riprese fiato, come se non avesse respirato negli ultimi
2 minuti.
"Mi immaginavo che
ci andavi già con qualcun altro" disse, la sua voce piena
di imbarazzo. Anche nel buio lo si poteva veder arrossire. "Allora
va bene..."
"Oh no" disse
improvvisamente Hermione. "no, Ron io voglio venire con te."
Arrossì. Molto. Ma non importava. L'intera educazione di
Hermione si era ridotta ad un essenziale fatto: Ron le aveva chiesto
di andare al Ballo con lui. E ci sarebbe andata. Ron si voltò
verso di lei
"Verrai?" Il
cuore di Hermione stava quasi per uscirle dal petto dall'emozione.
"Si" gli
disse fissandolo. Il sollievo di Ron era evidente sulla sua faccia.
"Bene" disse
sorridendo e riprendendo fiato.
"Perchè non
me l'hai chiesto prima?" gli chiese incapace di trattenersi.Ron
l'aveva invitata al Ballo, Ron l'aveva invitata al Ballo...era
incredibile. "Se è così orribile perchè non
l'hai fatto prima?"
"Perchè non
provi a farlo tu la prossima volta" ribattè lui "è
tremendo, ti lamenti di essere una ragazza ma sei fortunata di
esserlo!"
"Grazie mille"
ma la sua voce risuonò tutt'altro che arrabbiata.
"Oh, non ti
alterare! Sai cosa intendevo!" le disse Ron.
"Bè non
capisco cosa ci fosse da preoccuparsi, sono solo io!" gli fece
notare lei. Ron non rispose, la stava semplicemente guardando, con
grande stupore di Hermione, posò una delle sue grandi mani
sulla spalla di lei, sistemandole la maglietta-tenda...Hermione lo
fissava e poi capì...Si appiccicò la maglietta al petto
con entrambe le mani. Il grandissimo buco del colletto le si era
spostato....rivelando...non voleva nemmeno sapere cosa! Diventò
paonazza.
"E' tutto ok"
disse Ron togliendo la mano dalla spalla di Hermione, il suo braccio
rimase tuttavia sul cuscino di lei "Non ho visto niente."
"Oh, Ron!"
Hermione appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo. Era
imbrazzata come mai in vita sua, eccitata, e non poteva non notare la
vergognosa espressione protettiva che era stampata sul viso di Ron.
Ma per lo più l'aveva fatto perchè non poteva più
trattenersi dal farlo. Sentiva il suo calore, e sospirò quando
il suo braccio le circondò le spalle e le sue dita nei suoi
capelli ribelli. Hermione sapeva che non poteva guardarlo in faccia,
non sapeva cosa fare, come muoversi; ma non poteva far smettere il
suo cuore di saltellarle allegramente nel petto. Questa era la
realtà. Ed era perfetta.
"Non ti scoccia se
dormiamo così?" gli chiese timidamente.
"No" rispose
Ron avvicinandola a sè.
"Allora buona
notte" disse Hermione posando un braccio sulla pancia di lui.
Lei era immobile, non poteva dormire, non così, accanto a lui,
abbandonata ai brividi. Sarebbe stato impossibile. Nascose la faccia
ancor più nelle braccia di Ron, chiudendo gli occhi, mai stata
così felice. Questo sì che andava bene, era incredibile
che tutto ciò stesse veramente accadendo. Quanto la testa di
Ron si mosse, Hermione ebbe paura che il ragazzo volesse staccarsi,
allontanarla. Ma la prima cosa che senti furono le labbra di Ron
sulla sua fronte. Sentiva il suo respiro sui capelli, la bocca di
Hermione si spalancò in shock contro la maglietta-tenda del
ragazzo.
"Notte, Hermione"
disse semplicemente.
-Mi ha baciata. Mi ha
baciata. Mi ha baciata.- i pensieri di Hermione erano come impazziti.
Non poteva crederci, ma adesso Ron aveva iniziato un'altra cosa e se
non fosse successo qualcos' altro Hermione si sarebbe sicuramente
messa a urlare. Magari siccome era stato lui a cominciare lei avrebbe
avuto meno paura. La sua testa abbandonò la spalla di Ron. Le
sue labbra rimasero per un lungo periodo di tempo sulla sua guancia,
non voleva staccarsi, per la miseria, la sua pelle era così
morbida.
"Buonanotte"
gli mormorò nell'orecchio, chiedendosi quante volte si erano
già augurati la buonanotte. Posò il palmo della sua
mano sul suo petto e tornò a poggiare la testa sulla sua
spalla, vicinissima al suo collo. E un'altra volta, sentì di
possedere uno strano potere, che con la magia non aveva niente a che
fare. La mano di Ron rimase nei suoi capelli. Si voltò così
che il suo respiro andava contro la fronte di Hermione. Lei tremava,
tremava da morire. Sentiva il cuore di Ron battere sotto la sua mano.
Erano entrambi lì, occhi semi-chiusi, rimasero lì
finchè Hermione non fece un movimento verso di lui, che
contemporaneamente si mosse verso di lei. I loro nasi si toccarono,
Hermione sprofondò nel cuscino, in modo che il suo naso non
toccasse quello di Ron. Ogni cosa andò al suo posto. La sua
bocca toccò quella di Hermione.
Lei rotolò con
la schiena contro il cuscino, mentre Ron la baciava, era bello essere
conessi con una persona in questo modo. Con Ron. Non poteva essere
che lui. Ron, che la faceva arrabbiare e la provocava, non poteva
essere che lui, l'unico al mondo. Le dita di Ron si muovevano nei
suoi capelli e Hermione sentiva la punta della sua lingua proprio
sulle sue labbra. Fece scivolare le sue braccia attorno al suo collo.
Ron spostò il peso del suo petto su quello di Hermione, che
non si lamentò affatto. Sembrava che Ron non avesse la benchè
minima idea di cosa fare, ma non importava. Nemmeno lei aveva idea di
cosa sarebbe stato opportuno fare. La cosa più importante era
che si stavano baciando. Lui toccò le spalle di Hermione. Lei
lo tenne ancora più stretto, ricambiando il bacio con tutta la
timida inesperienza che aveva. Ron era così dolce. Non se lo
sarebbe mai aspettato. Ron che mangia caramello e torte di mele
marce. Si ripromise di non fare mai più osservazioni sulla
cucina di Hagrid, non più almeno. Non pote fare a meno di non
ridere al solo pensiero.
"Cosa?"
Mormorò Ron guardandola "Cosa c'è di divertente?"
Hermione realizzò che probabilmente Ron pensava che lei stesse
ridendo di lui.
"Stavo solo
pensando a una cosa divertente" confessò "non sei tu
è solo che...." si morse le labbra e si chiese come fosse
possibile avere la lingua di Ron in bocca e vergognarsi a parlargli
un secondo dopo.
"Qual era il
pensiero?" le domandò.
"Bè, è
solo che...." Hermione arrossì, come poteva dirgli che
rideva per il suo sapore? Doveva inventarsi qualcosa, e subito visto
che Ron la fissava nervoso.
"Allora?"
"Stavo solo
pensando, sai" un'idea le balenò nel cervello "quando
Hagrid tornerà, se mai si metterà queste magliette sarò
distratta per tutta l'ora di Cura delle Creature Magiche."
Ron la fissò,
non era la risposta che si aspettava. Guardò la maglietta di
Hermione e lei tolse per un attimo le mani dalla sua schiena,
assicurandosi che il grande colletto non stesse rivelando niente.
"Sai a che cosa
stavo pensando io?" replicò Ron un attimo dopo, con uno
sguardo fin troppo serio.
"No" rispose
Hermione timidamente "Cosa?"
"Che l'ultima
volta che due persone hanno dormito su questo letto, ha ceduto sotto
al peso." disse con un sorriso.
Gli occhi di Hermione
si spalancarono "Ron!" esclamò indignata, anche se
ricordò a sè stessa di aver pensato a Hagrid e Madame
Maxime solo due ore prima. Si spostò i ciuffi selvaggi che le
cadevano sul viso. "Come puoi pensare una cosa del
genere....sono insegnanti!"
Ron sorrise, poi spostò
un altro ricciolo dal viso di Hermione, sembrava concentrato mentre
lo aggiungeva agli altri capelli, come se stesse cercando il posto
perfetto per esso.
"Buona
fortuna"mormorò lei.
"Cosa?"
"Niente."
L'attenzione di Ron
tornò sul viso di Hermione. La fissava attento e concentrato.
La ragazza di stupì, era veramente Ron che la stava studiando
così? Ricambiò gli sguardi e poi non potè
trattenersi dal toccare i suoi capelli rossi, che la affascinavano
sin da quando aveva 11 anni. Erano morbidi e un po' ribelli. Come
Ron. Sentì Ron baciarla per la seconda volta, ma fu più
veloce e frenetico. Si baciarono initerrottamente per un bel po' di
tempo, si staccarono per respirare.
"Ron..."
disse prendendo fiato "credo che dovremmo dormire" (A/N
SENNò QUI FINISCE MALE!)
Ron sbuffò,
Hermione sapeva come si sentiva. Non avrebbe mai voluto dirlo. Non
voleva fermarsi. E non disse niente quando Ron la baciò prima
sulla guancia e poi sulla bocca, in rapida successione. Ma le
dispiacque sentirlo allontanare, anche se sapeva che era la cosa
giusta da fare. Si fissarono poi Ron l'avvicinò circondandole
le spalle con un braccio e lei tornò a posare la sua testa
sulla sua spalla, rimettendo la mano sul suo petto. Ron le afferrò
la mano e intrecciò le sue dita con quelle di Hermione.
"Buonanotte"
dissero allo stesso momento. Hermione chiuse gli occhi. era così
bello e confortevole, dormire con Ron. Si chiese coma avrebbe fatto a
tornare a dormire nel suo letto, da sola. Era stato meglio di quello
che si immaginava, sentire il suo cuore sotto la sua mano.
Sospirò. "Ron?"
chiese vagamente, sapendo solo per metà cosa stava facendo.
"Mmm?"
"Grazie
per....prima con Pansy..." Ron non rispose. O magari lo fece,
Hermione non lo sapeva. Si era addormentata.
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Capitolo 6 *** Beccati! ***
6
La prima cosa che fece
appena svegliata, fu sentire il cuore che le batteva a mille. Tenne
gli occhi ben chiusi. Si ricordava fin troppo bene dove si trovava, e
chi ci fosse accanto a lei, ma si sentiva stranamente spaventata. E
se fosse stato tutto un sogno? E se fosse tutto vero, cosa gli
avrebbe detto? E se Ron avesse cambiato idea? A quest'ultima
possibilità lo stomaco di Hermione fece un tuffo con salto
mortale all'indietro carpiato.
E poi sentì un
rumore. Proveniva dall'altro lato della capanna e sembrava....
"Ron?"
Hermione aprì gli occhi. Il posto di Ron accanto a lei, era
vuoto, e il rumore continuava. Veniva dal bagno ed era
l'inconfondibile suono di qualcuno che non sta molto bene. "Ron,
stai bene?" Hermione saltò giù dal letto e si
fiondò davanti alla porta del bagno. Ron stava vomitando,
chiuso dentro. "Vuoi dell'acqua? Sono sicura che è colpa
della torta di mele, e te l'avevo detto che era andata a male, ma
adesso, stai bene?" gli chiese.
La risposta di Ron
provenne da dentro. "Mi pare il momento giusto per un
te-l'avevo-detto" mugugnò. Sembrava che stesse piuttosto
male e Hermione si pentì subito di quello che gli aveva detto.
"Oh...lascia che
ti aiuti, apri la porta."
"No"
"Su Ron, è
solo vomito. Ti ho visto vomitare lumache, non può essere
peggiore."
Non ci fu risposta ma
solo un suono alquanto preoccupante. Hermione afferrò la sua
bacchetta e aprì la porta da sola "Alohomora!" Ron
era in ginocchio sul pavimento. Allungò un braccio cercando di
chiudere la porta, ma Hermione fu più veloce e entrò
nel bagno prima che Ron potesse chiuderla fuori. Prese un asciugamano
dalla cucina e glielo diede. Ron lo prese e ci affondò la
faccia per un momento, prima di fare un altro orribile suono e
tornare a voltarsi verso il water per vomitare. Quando sembrava che
gli attacchi fossero finiti, Ron si mise le mani sulla testa in segno
di totale disperazione.
"Finito?" gli
chiese Hermione, dandogli delle confortanti pacche sulla schiena "Hai
fatto?".
Ron scattò in
piedi e si fece abbondanti sciacqui d'acqua per la bocca. Poi si
voltò verso Hermione e annuì. Lo aiutò a tornare
sul letto e gli portò un enorme bicchiere d'acqua. Dopo averlo
bevuto Ron fece una faccia terribile. "Devo solo togliermi il
sapore di bocca." le disse. Hermione corse in cucina finchè
non trovò quello che cercava. Gli porse una mentina e Ron la
prese riconoscente.
"Grazie"
disse sedendosi sull'estremità del letto e cominciando a
fissare il muro. Hermione lo raggiunse, il suo sguardo andò da
Ron alle finestre. Dalla luce si poteva dire che era giorno, tarda
mattinata. Sicuramente qualcuno li stava cercando per tutta Hogwarts.
"Tutti si
preoccuperanno" disse anziosamente, tornando a posare il suo
sguardo su Ron. Il ragazzo si portò una mano sullo stomaco
"Non posso camminare ancora" disse mentre l'alito alla
menta raggiungeva Hermione "Aspettiamo un altro po'."
Hermione tornò a sedersi al centro del letto e afferrò
un cuscino.
"Allora ti serve
qualcosa?" gli chiese timidamente "O stai meglio?"
Ron non rispose, si
alzò e camminò verso il muro della capanna. Era diverso
di giorno, riflettè Hermione, sistemandosi i capelli dietro
gli orecchi. Sapeva che era stupido, si erano baciati e addormentati
insieme la sera prima, ma non poteva fare a meno di sentirsi nervosa
e in imbarazzo. Era lo stesso Ron che l'aveva baciata. Al solo
pensiero Hermione si sentì avvampare, e si controllò,
non si sa per quale oscuro motivo, la maglietta-tenda constatando che
era tutto a posto. Voleva stare accanto a Ron, non era questo il
problema. Non sapeva come comportarsi con lui adesso... Cominciò
a parlare tranquillamente
"Bè
suppongo che non sia un problema aspettare un po'..." Incrociò
le gambe "Fino a che non si riscalderà, fuori. Non
eravamo vestiti adattamente per una bufera."
"Hai ragione"
asserì Ron "Potevamo ammalarci sul serio" continuò
avvicinandosi al letto e sedendosi nella sua parte.
"E tu stai già
male" disse Hermione muovendosi verso di lui.
"E' vero"
commentò lui avvicinandosi al centro del letto dove si trovava
lei.
"Allora possiamo
stare qui per qualche altro minuto" disse Hermione mentre il
respiro le mancava, muovendosi verso di lui, finchè non sentì
le sue gambe urtare contro quelle di Ron.
"E riscaldarci"
aggiunse Ron, ormai niente li divideva. Hermione intrecciò le
sue gambe con quelle di Ron, e poggiò la testa sulla sua
spalla, come la sera precedente. Lui sospirò e Hermione
mormorò contro la sua maglietta-tenda. Sentiva odore di mente
e un po' di quell'odore che si ha quando si è malati. (A/N
QUESTA L'HO TRADOTTA, MA BACIARE UNO CHE HA APPENA VOMITATO MI
FAREBBE UN PO' SCHIFO!!!) Ma non le importava, sperava solo che
l'avrebbe baciata di nuovo. Poggiò il braccio sul petto di Ron
e nascose il viso tra la spalla e il collo di lui. Ron si voltò
verso di lei, la bocca feramemente chiusa, indeciso se baciarla o
meno, date le circostanze. Sapendo che stava facendo tutto di sua
iniziativa, Hermione si alzò un po' verso di lui, avvicinò
il suo viso a quello di Ron e...e poi si ricordò di una cosa
che le aveva detto la sera prima. Si allontanò e lo guardò
con gli occhi ridotti a fessure.
"Che c'è?"
le chiese aprendo la bocca per far uscire le parole.
"Quando mai mi
sono lamentata di essere una ragazza?" gli disse curiosa.
"E'?" la
guardò Ron confuso.
"L'altra sera hai
detto che io mi lamento di essere una ragazza ma che in realtà
sono fortunata. Quando mai l'ho detto?"
"Oh, quello"
sorrise Ron dimenticando di tenere la bocca chiusa. "Sai, fuori
nella bufera, quando stavi andando avanti. Hai detto qualcosa a
proposito del fatto che io e Harry non ti ascoltiamo e bla bla bla e
tutto perchè sei una ragazza, e bla bla bla bla..."
La bocca di Hermione si
aprì. Non voleva crederci "TU" scattò in
piedi sul letto e lo fissò. "Riuscivi a sentirmi! Tutto
quel tempo..e tu riuscivi a sentirmi?" Si sforzò di
ricordare tutto ciò che aveva detto, ma non importava, stava
per ucciderlo.
"Non ti
arrabbiare" le fece Ron "Eri troppo divertente quando
cercavi di fare l'incantesimo di orientamento. Non ti puoi
immaginare..."
"Tu...tu..."
Hermione balbettava "Tu..."
"Cosa!?" le
chiese Ron confuso.
"Tu..."
continuò Hermione.
"sei un genio Ron"
completò Ron la frase per lei, tentando si essere simpatico ma
Hermione non era in vena.
"Tu, incredibile
idiota, eravamo in una bufera, rischiavamo di morire e tu facevi gli
scherzi? DEFICENTE!"
"E' stato
divertente." commentò lui.
"Divertente?"
ribattè Hermione incredula "Stavamo morendo congelati!
Stavamo per morire e tu ti divertivi a prendermi in giro!"
Hermione gli era praticamente saltata addosso dalla rabbia: non le
interessava il fatto che Ron avesse fatto ironia in un momento tipo
quello, ciò che la preoccupava era ciò che aveva detto
e che lui aveva chiaramente sentito, le tornò a mente tutto
ciò che aveva detto ringaziando la sua buona stella di essersi
fermata prima di dire qualcosa di veramente stupido e irragionevole.
"Suvvia, Hermione.
Non stiamo per morire in una tempesta. Abbiamo cose più
importanti nella vita" gli occhi di Ron si serrarono
all'istante. "Ehm..la tua maglietta." Hermione si strinse
la maglietta-tenda attorno al petto e solo allora si rese conto di
essere praticamente distesa su di Ron. Il suo petto premuto contro
quello di Ron.
Il suo respiro sapeva
di menta e stava cominciando ad aumentare. "Hermione"
cominciò lui, i suoi occhi fissi sulla bocca della ragazza.
Non poteva muoversi. Doveva muoversi. Si decise, fece un bel respiro
e...
"Torni qui, Signor
Potter. Vi ho detto di stare con me, non voglio che qualcuno di voi
due cominci a correre nella Foresta Proibita. Se quei due sono qui,
allora li troveremo."
Hermione trasalì.
Ron le spiaccicò la testa sul suo petto per farla stare zitta.
"Stai zitta"
le disse "E' la McGrannit!" continuò.
"So chi è!"
tentò di parlare lei. "Smettila di zittirmi!"
"Cos'è
questo rumore?" chiese una voce familiare proveniente da fuori
"C'è
qualcuno nella capanna di Hagrid."
"Oh no" inveì
Ron "Harry. Dobbiamo vestirci!" aveva gli occhi splancati
dal panico.
"No! non dobbiamo.
Scendi da me e mettiti disteso sul pavimento!" gli ordinò
Hermione. "Scendi da me? Sei tu che sei sopra di me e non il
contrario" le fece notare Ron, anche se questo non era il
momento più opportuno per questo tipo di constatazioni.
"Vai sul
pavimento, Ron!" Ron fece rotolare Hermione sulla sua schiena, e
ormai libero si gettò sul pavimento, il respiro affannato.
"Fai finta di
dormire" gli bisbigliò "muoviti!"
"Alohomora".
Harry era appena entrato. Hermione chiuse gli occhi, tentando di
respirare normalmente, pregando che il suo miglior amico non notasse
niente di strano. Aspettò che Harry dicesse qualcosa, ma non
disse o fece nulla. Allora decise di prendere l'iniziativa.
Lentamente, aprì gli occhi, si stiracchiò, facendo
finta di vedere Harry per la prima volta quella mattina.
Scattò a sedere
"Oh, Harry!" disse, cercando di far sembrare la sua voce
adeguata ad una ragazza che si era appena svegliata. Sbattè le
palpebre un bel po' di volte, facendo finta che la luce le desse
fastidio.
"Ci hai trovati!"
Harry sorrise e incrociò le braccia, come per dire che non era
una grande attrice. Guardò il suo "pigiama" e poi
Ron che stava disteso con un innaturale sguardo stampato sulla
faccia. Scoppiò a ridere.
"Potete
svegliarvi, tutti e due" disse Harry. "E mettetevi qualcosa
addosso, la gente vi sta cercando."
"Sono lì
dentro?" chiese la voce preoccupata di una ragazza. "Li hai
trovati, Harry?"
Ci fu un flash di luce
mattutina su dei capelli rossi e Ginny Weasley apparì dietro
ad Harry. Guardò nella stanza e tirò un sospiro di
sollievo.
"Dove siete
stati?" chiese loro arrabbiata con le mani sui fianchi.
Ron si sedette "Dove
pensi che siamo stati?" le disse "Gli occhi ce l'hai no?!"
"come avete fatto
a venire qui? Perchè non siete tornati al castello?"
continuò Ginny imperterrita.
"Sono nella
capanna di Hagrid?" la voce della professoressa McGrannit
provenì da un punto molto vicino alla porta. "Non fatela
entrare" piagnucolò Ron afferrando i suoi vestiti e
schizzando nel bagno a tutta velocità. Hermione balzò
giù dal letto diretta alla sedia dove la sera prima aveva
messo ad asciugare i vestiti.
"Harry, esci, mi
devo cambiare" disse rivolta al suo migliore amico "Ginny
rimani davanti alla porta del bagno così Ron non può
uscire!" Dopo pochi minuti Ron e Hermione erano entrambi nelle
loro uniformi scolastiche, era andato tutto secondo i piani a parte
un grido della McGrannit che proveniva fuori dalla capanna
"Cosa significa,
'si stanno vestendo'!???" Sia Ron che Hermione avevano una
incredibile faccia paonazza quando uscirono sui prati, raccontarono
tutta alla professoressa, che li ascoltò scoccando occhiate
mortali a entrambi con le braccia conserte sul petto. "Bene"
disse quando ebbero finito. Sembrava che volesse dire qualcos'altro
ma tenne le labbra talmente unite che diventaro bianche, si voltò
e cominciò a camminare verso il castello. Ron soccò a
Hermione uno sguardo disperato, per poi seguire Harry che a sua volta
seguiva la McGrannit. Hermione rimase indietro, fissando la testa di
Ron e il sole sui suoi capelli e si chiese cosa Harry pensasse di
loro. Sperava con tutto il cuore che la McGrannit non li mettese
nuovamente in punizione e cercò di ricordare con estrema
precisione come era stato baciare Ron. Aveva appena chiuso gli occhi
per dar spazio ai ricordi, quando Ginny balzò al suo fianco
afferrandole un braccio.
"Allora"
disse la piccola Weasley dopo un po' "E'....successo qualcosa?"
chiese a Hermione. Gli occhi di lei si spalancarono allarmati, la
gola le diventò secca.
"Cosa intendi
dire?" chiese rapidamente. "No certo che no!" assicurò
a Ginny prima ancora di avere la risposta alla domanda precedente.
"Oh" Ginny
sembrava delusa. "credevo che forse lui...ma non importa"
"Lui cosa?"
le chiese Hermione. Ma la Weasley scosse la testa, lanciando
un'occhiata verso Harry.
"Non posso dirlo,
ho promesso, è un segreto"
"chi, Harry?"
"Shhhh!Ti
sentirà!" Hermione si chiese che cosa tutto ciò
volesse significare. E poi si ricordò qual'era stato il
segreto tra Harry e Ron.
"Oh, intendi dire
se mi ha chiesto del Ballo?" Ginny sembrò sollevata.
"allora l'ha
fatto!" esclamò eccitata. "sapevo che ce l'avrebbe
fatta, io lo sapevo di già, Harry me l'ha detto appena Ron ha
annunciato che aveva intenzione di farlo" le disse Ginny.
"Oh" fece
Hermione, sorrise guardando il collo di Ron
"Ma Ginny, come
mai siete finiti a parlare di quest'argomento con Harry?" Ginny
sorrise.
"Bè dopo,
che Harry mi ha chiesto di andare con lui, era impossibile non
parlarne." Hermione si bloccò.
"Cosa?"
mormorò. "Gli hai..gli hai detto che eri già
impegnata con Colin?"
"Certo, poverino
mi ha fatto un po' pena" Nessuna della due parlò negli
attimi successivi.
"Erm, Hermione"
Ginny interruppe il silenzio "è
successo...qualcos'altro?" le chiese.
"Non so di cosa tu
stia parlando" rispose lei un po' troppo velocemente.
"Oh, lo so che lo
sai, avete fatto...qualcosa?"
Hermione si morse le
labbra e guardò la Weasley che la fissava impaziente. Si voltò
verso Ron che la stava fissando, scossero entrambi la testa, come in
una sorta di silenzioso accordo.
"No" disse
fermamente Hermione a Ginny.
"No" sentì
dire Ron a Harry. "Oh" disse Ginny dopo un po'.
"Va bene"
Afferrò la mano guantata di Hermione nella sua. "Ti
credo" le disse con un sorriso.
Felice per il calore
della mano di Ginny, ma immaginando che fosse quella di Ron, Hermione
lo seguì fino alla Torre di Grifondoro, cercando di capire
cosa Harry gli stesse dicendo, e provando un'incredibile
soddisfazione ogni qual volta i suoi orecchi diventavano rossi...
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