Punizione con Ron

di Hermione Weasley
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incomprensioni ***
Capitolo 2: *** Nella Tempesta ***
Capitolo 3: *** Imbarazzo ***
Capitolo 4: *** Hermione, Ron e....un letto solo! ***
Capitolo 5: *** Era l'ora! ***
Capitolo 6: *** Beccati! ***



Capitolo 1
*** Incomprensioni ***



1



Non sembrava che Harry si sentisse troppo bene, a pranzo, e il pensiero di quello che poteva preoccuparlo adesso stava realmente preoccupando Hermione. Guardava fuori dalla finestra la neve che cadeva, era difficile concentarsi in classe.


"...Che porta alla risposta della domanda numero 4 che è, Signorina Granger?"


Trasalì e guardò velocemente ai suoi appunti "Erm...Dovrebbe essere il Patronus, professoressa, perchè una manifestazione di gioia è una cosa incalcolabile in Aritmanzia."


La professoressa Vector parve piuttosto stupita. "Eccellente. Per un momento credevo che non stesse facendo attenzione. 5 punti a Grifondoro".


Hermione non ascoltò i complimenti della professoressa nè tantomeno il coro di mormorii annoiati dei suoi compagni di classe.


Qual'era il problema di Harry? Si chiese. Sirius era al sicuro, Silente non aveva ancora perso la sua influenza su Hogwarts e gli Auror erano riusciti a salvare i McDonald dagli attacchi dei Mangiamorte. Considerato tutto era stato un bel Dicembre e le vacanze erano vicine. Harry doveva avere qualche problema, conosceva troppo bene la sua faccia per non rendersi conto che stava passando uno dei suoi bui, nervosi momenti a pranzo e di solito c'erano buone valide ragioni per questo. O terribili, si corresse, sperando con tutta se stessa che qualsiasi cosa preoccupasse Harry non fosse la sua cicatrice.


"Granger che non fa attenzione in classe? Com'è possibile?" giunse una voce tagliente da dietro di lei. "Preoccupata? Stai pensando ancora al tuo ragazzo Potter?". Sta' zitta e muori, Pansy, pensò fredda Hermione. Ma non rispose. Non avrebbe dovuto rispondere. Non aveva parlato né guardato Pansy Parkinson da quando avevano iniziato il corso di Aritmanzia insieme. Litigare nella classe del professor Piton era una cosa, ma Hermione rispettava la professoressa Vector e non intendeva rispondere alle provocazioni dei Serpeverde nella sua classe.


Comunque era ridicolo che a Hogwarts girassero ancora voci su Harry e lei, Hermione continuava a chiedersi se fossero tutti ciechi. D'altra parte, ricordò a sè stessa, che andava bene se lo fossero stati. Dopotutto non voleva che tutti notassero...tutto.


"La lezione è finita".


Hermione spinse a fatica i suoi libri nella borsa strapiena, facendo attenzione a non far cadere il suo diario, poi si sistemò lo zaino sulle spalle, mentre i suoi pensieri tornavano al problema di Harry camminando per i corridoi. Senza pensare percorse le scale e i corridoi, mordendosi le labbra.


"Potter e Granger seduti sotto un albero" cantava una voce stridula non lontana dalla scale "B-A-C-I-A-N-"


Ignorala....ignorala....


"D-O-S-I. Sai voi due dovreste inventare un nome, solo combinando i vostri. Har-Mione"


Le ragazze di Serpeverde che seguivano Pansy scoppiarono in una maliziosa risata. Era ovviamente un'idiota. Era completamente pazza. Le piaceva Malfoy, tanto per dirne una...


"Se siete fortunati i vostri bambini avranno i tuoi capelli e la sua fronte, così potrete entrare a far parte del circo tutti insieme"


Non darle soddisfazione.


"Di certo i Mezzosangue sono più strani, quindi non importa cosa succede con Potter, entrerai a far parte del...."


"è il tuo vero naso, Parkinson o te lo sei fatto rifare?"


Hermione trasalì dalla sorpresa. Le parole le aveva pensate, ma non era stata certamente lei a dirle. Si voltò verso la porta dell'aula di Pozioni e vide Ron, la sua faccia contorta dalla rabbia. Lei si voltò guardando Pansy che miracolosamente si era zittita. Un sorriso apparve sulla faccia della Serpeverde, mentre osservava a braccia incrociate qualcosa o meglio qualcuno giusto giusto dietro Hermione.


"Fai il bodyguard per arrotondare lo stipendio di tuo padre, non è vero Weasley?"


Hermione si voltò di scatto, quella voce non poteva che appartenere a Draco Malfoy che aveva iniziato una violenta lite con Ron, proprio davanti all'aula di Pozioni. Questo tipo di cose non andavano mai a favore dei Grifondoro. Lanciò un'occhiata fulminante a Ron, ma lui non la stava guardando. Aveva già fatto un passo avanti verso Malfoy.


"Di certo" continuò Malfoy "non mi stupisce affatto. Hai bisogno di lavorare se volete trasferirvi dal cassonetto a una sistemazione più comoda...sotto un ponte per esempio"


"Questa me la paghi, Malfoy!"


"Ron, no!" girdò Hermione prima che Ron afferasse Draco per il collo.


"Fermi tutti"


Il corridoio si fece silenzioso. Harry stava là in piedi, la bacchetta in mano, i suoi occhi verdi manadavano scintille. Hermione non l'aveva visto avvicinarsi. Guardò Malfoy per un bel po' di tempo, come per dirgli di andarsene. Draco infilò la bacchetta nel mantello, si liberò dalla presa di Ron e entrò nell'aula di Pozioni. Qualsiasi cosa gli avesse detto il padre sugli eventi della fine del quinto anno, Draco era molto più prudente nel contraddire Harry.


"Schifoso Codardo" mormorò Ron, mettendo la bacchetta nella tasca dei pantaloni con una mano e portandosi i capelli indietro con l'altra.


Scambiò un'occhiata preoccupata a Harry e poi incontrò gli occhi di Hermione. Lei non aveva realizzato di essere rimasta a fissarlo finchè lui non la guardò.


"Bè, non mi guardare così" disse arrabbiato. "Stavo solo..." Ma non ebbe il tempo di finire, Pansy e le sue amiche di Serpeverde corsero nell'aula. Hermione sospirò e le seguì dentro, cercando di ingnorare gli sguardi di Ron. Piton era in ritardo e se i Grifondoro fossero arrivati fuori orario, non avrebbe causato altro che guai.


*


Mezz'ora dopo Ron non l'aveva ancora perdonata.


"Harry, dì a Hermione, di darmi quelle ali di scarafaggio"


"Harry dì a Ron che riesco a sentirlo benissimo"


"Smettetale tutti e due"


Harry diede le ali di scarafaggio a Ron e guardò inviperito in direzione di Piton. Hermione lo guardò preoccupata. Non era decisamente sè stesso, non lo era stato per tutto il giorno.


"Harry" iniziò lei tranquillamente, dopo un po', "c'è qualcosa..."


Ma l'occhiata infernale che le scoccò, stroncò la discussione sul nascere. Guardò verso Ron, ma lui si rifiutava di guardarla negli occhi. Sospirò mentre iniziava a buttare nel suo calderone le ali di scarafaggio, avrebbe dovuto farlo adesso altrimenti la sua pozione non sarebbe riuscita e Piton avrebbe certamente controllato i suoi risultati. Lo faceva sempre. Stava solo aspettando che lei sbagliasse, almeno una volta.


"....no, ne parliamo dopo" stava mormorando Harry con una voce appena percettibile.


Hermione dovette stare molto attenta per riuscire a sentire la risposta di Ron.


"Ma l'hai fatto, o cosa?!"


"Te lo dico dopo" bisbigliò Harry.


"Tu cosa!?"


Hermione li aveva interrotti, se la conversazione aveva a che fare con i problemi di Harry, allora voleva sapere.


"Che succede?"


Harry trasalì "N-niente" fece finta di nulla e cominciò a mescolare la sua pozione con la punta della bacchetta. Hermione alzò gli occhi al soffitto, in segno di disperazione.


"Harry, hai agito stranamente per tutto il giorno" bisbigliò "Se è qualcosa a che vedere con...bè con Tu-Sai-Chi, bè allora è meglio che..." Si fermò notando solo adesso che i capelli di Harry erano bagnati. "Perchè sei stato fuori nella neve?" chiese curiosa. "Che è successo a Divinazione?".


"Non è niente" ribattè Harry mentre il suo viso assumeva uno strano colorito scarlatto. Scoccò a Ron uno sguardo glaciale, come per dirgli di troncare la discussione.


Ron fissò Hermione "Fatti i fatti tuoi" disse semplicemente.

Hermione aprì la bocca "Farmi i..." ripetè, all'improvviso si sentì offesa.


Quest'anno si sentiva tagliata fuori dalla vita di Ron e Harry, sapeva che non condividevano tutto con lei, come era succeso durante gli anni precedenti. Qualsiasi cosa stesse succedendo, Ron lo sapeva e lei no. Ricambiò lo sguardo di Ron


"Penso che ciò che succede a Harry siano anche fatti miei" disse, la sua voce molto più acuta di come voleva che fosse.


"Per favore, non parlate di me, come se non fossi qui, va bene?" Li interruppe Harry, mescolando la sua pozione un po' troppo energicamente.


"Ma Harry se è qualcosa a che vedere con la cicatrice..." disse Hermione, notò che sembrava molto più agitato della prima volta. "Ricorda cosa ha detto Silente a proposito del sentirsi..."


"Hermione, ti ha detto di stare zitta!"si intromise Ron, molto più forte rispetto al normale tono di voce che si usa in classe.


Molti studenti si voltarono verso di loro. Hermione sospirò indignata e si voltò guardando Ron in faccia, dimenticandosi per un momento di trovarsi nell'aula di Pozioni. "Perchè non stai zitto tu, Ron" si arrabbiò lei, troppo offesa per rendersi conto delle persone che li fissavano. "Harry, non mi ha mai detto di..."


"Silenzio". Hermione, Harry e Ron trasalirono. Piton era in piedi davanti al loro tavolo, guardando Ron con un misto di soddisfazione e vittoria negli occhi . Doveva essere molto stanco, perchè Hermione notò che aveva le borse sotto gli occhi, come se non dormisse da un bel po' di notti.


"Il famoso trio sta litigando?" chiese tranquillamente Piton, le sue labbra si distesero in un sottile sorriso. "Che romanzo". I mormorii di Malfoy si sentivano in tutta la classe e le risatine di Pansy risuonavano nelle orecchie di Hermione.


"No, professore, noi stavamo..." iniziò.


"Punizione, Granger" la interruppe Piton, sembrava molto più felice di quando assegnava normalmente castighi, era quasi deliziato. "Non tollero scuse". Harry e Ron fecero entrambi lo stesso suono di disgusto. Piton diede loro un'occhiata.


"E..." i suoi occhi si soffermarono su Harry, ma quando aprì bocca non ne uscì alcun suono. Le sue pupille sembrarono dilatarsi, prima che il suo sguardo si posasse su Ron. "E Weasley". Concluse. "Venite alla mia cattedra dopo la lezione".


Piton si voltò e tornò al suo tavolo davanti ai banchi. Nessuno dei tre disse più niente fino alla fine dell'ora. Hermione finì la sua pozione prima del tempo ed era perfetta, con ovvio profondo disgusto di Piton. Congedò infine la classe.


"Finchè non capirai qual'è la differenza tra uno scarafaggio e una mantide religiosa, Paciock, le proibisco di venire alla mie lezioni. Fuori".


"Praticamente è meglio che non vieni più" disse Malfoy passando davanti al tavolo di Neville "E' meglio che torni dalla tua cara nonnina".


Si soffermò guardando con i suoi occhi color ghiaccio nella direzione di Harry, e poi controllando che Tiger e Goyle fossero al suo fianco, prima di continuare.


"Ho sentito dire che è molto malata". Draco fece una smorfia e uscì dalla classe mentre i suoi due gorilla ridevano. Ron fissava la porta da dove erano usciti e iniziò a camminare in quella direzione insieme a Harry e per una volta Hermione sembrava non avere intenzione di fermarli. Neville stringeva la bacchetta talmente forte che le sue dita erano diventate bianche.


Si alzò rapida, girò attorno alla sua sedia, superò il suo calderone e raggiunse il banco di Paciock. "Oh,Neville" disse tranquillamente "Non ascoltare, tua nonna starà bene, vedrai" Neville non voleva guardarla, ma anche dal suo profilo Hermione notò che gli occhi erano bagnati di lacrime, mise la sua mano su quella di Neville per confortarlo.


"Granger, Weasley, alla mia scrivania. Ora".


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Capitolo 2
*** Nella Tempesta ***



2



Hermione alzò la testa e incontrò lo sguardo tutt'altro che compassionevole di Piton. Con la coda dell'occhio vide Ron congelarsi sulla soglia della porta, la bacchetta impugnata. Bisbigliò qualcosa a Harry, che continuò a camminare per il corridoio senza di lui. Ci fu una specie di grido represso di Malfoy e poi dei passi che si allontanavano velocemente, come se qualcuno stesse correndo.


Poi silenzio. Capendo che non sarebbe riuscita a consolare Neville, Hermione gli diede un'affettuosa pacca sul braccio e poi si alzò diretta alla cattedra. Si chiese come un uomo come Piton potesse essere così fedele a Silente e allo stesso tempo così crudele con gli studenti. Spesso si domandava, quanta avversione verso Grifondoro Piton aveva dimostrato dall'inizio dell'anno. Forse lo faceva solo per tenere a bada i sospetti dei Serpeverde.


"Come farà il nobile Potter senza i suoi assistenti per una sera?" chiese Piton mentre un sorriso piuttosto inamichevole si faceva strada sul suo viso, i suoi occhi saettavano da Ron a Hermione, senza sosta. "Capisco che non è sicuro che non stia sotto il vostro controllo. Ah bene".


Ron fece un suono irritato. "Possiamo solo avere le nostre punizioni?" chiese, stringendo i denti per la rabbia.


Hermione gli diede un colpetto con il piede: in questo modo avrebbe fatto arrabbiare Piton.


"Sei così impaziente di portare a termine la tua serata di castigo" rise tranquillamente il professore. "Per Merlino, non credevo che avrei mai incontrato un Weasley diligente"


"Ow!" Ron aveva appena dato un colpo, non molto gentile, a Hermione che non se l'aspettava. Lei si sforzò di rimanere tranquilla, anche se la cosa che più aveva il bisogno di fare in quel momento era girarsi verso Ron e dirgli qualcosa di veramente cattivo. Piton fece una pausa. il suo sguardo andava dalle loro facce ai loro piedi e improvvisamente le suo occhiate divennero di puro disgusto.


"Molto appropriato" mormorò più per se stesso che per loro due.


Hermione tremò spaventata da ciò che le parole di Piton potessero significare.


"Comunque" disse infine. "considerando le vostre....tendenze violente....sarebbe meglio che voi due andiate a scontare la vostra punizione nella serra più lontana. Credo di aver capito che la professoressa Sprite ha avuto dei problemi con le piante di Tranello del Diavolo" pronunciò le ultime tre parole con fin troppa soddisfazione.


Ron sospirò disperato e Hermione sapeva perchè: loro tre avevano già avuto a che fare con il Tranello del Diavolo e era stato un approccio tutt'altro che amichevole e Piton lo sapeva. Non volendo passare il suo tempo chiusa in una serra, con una pianta tutt'altro che simpatica e un Ron piuttosto scontroso, Hermione parlò.


"Professore" iniziò "lo sa che sta nevicando piuttosto violentemente, fuori?".


"Si" disse Piton sorridendo. "la punizione inizia adesso, andate prima che la troppa neve ve lo impedisca."


"Non può farci saltare la cena!" protestò Ron. Hermione sospirò. Piton poteva e ...voleva.


"Credo di aver detto ora, Weasley" replicò Piton. "10 punti in meno al Grifondoro per aver esibito un evidente maleducazione nei confronti di un insegnante, e adesso andate a meno che non vogliate che i punti sottratti raddoppino".


Hermione afferrò il suo mantello e la borsa e seguì Ron, i cui orecchi erano diventati completamente rossi. Non disse una parola finchè non raggiunsero la Sala D'Ingresso.


"Dovevi proprio impicciarti degli affari di Harry, non è vero? Non potevi lasciarlo stare e basta?".


Ron aprì la doppia porta e fu letteralmente investito dal vento ghiaccio e dalla neve che cadeva imperterrita. Hermione non aveva intenzione di starlo ad ascoltare, così usci dal castello camminando più velocemente che poteva, sotto il peso della sua borsa, verso la serra.


"Grazie mille per l'aiuto!" gridò Ron, il vento disperse le sue parole. "Non saremmo in questa situazione se tu ti fossi fatta i fatti tuoi, ma tu devi sempre agire come una Piccola Signorina..."


Il resto dell'insulto si perse in un ululato del vento, e Hermione fu felice di questo. Era fin troppo furiosa, era arrabbiata, non sopportava che Ron la chiamasse con tutti quei nomignoli che ogni tanto le affibbiava. Si voltò e continuò a camminare, o meglio a correre, verso la serra.


La Professoressa Sprite fece un grido di sorpresa quando la porta della serra si aprì di colpo e Hermione entrò.


"Chiudila!" gridò la professoressa, agitando le sue mani terrose in aria. "Veloce! La temperatura! Le piante".


Puntò la bacchetta contro la porta e la chiuse un momento dopo che Ron aveva fatto la sua entrata trionfale, ruzzolando per terra come una patata. Hermione non potè fare a meno di scoppiare a ridere. Ron la guardò con una faccia rossa come i suoi capelli. Si alzò in piedi, avvicinandosi a lei, aprendo la bocca per dire qualcosa, pensò Hermione, di non molto carino. Lo fissò irritata, aspettando.


"Che diamine!" Tagliò corto la professoressa Sprite, prima che Ron potesse proferir parola, li guardò scocciata. "La mia ultima lezione era un'ora fa, Corvonero sesto anno, o qualcos'altro non mi ricordo".


Hermione, scoccò un'occhiataccia a Ron e poi si avvicinò alla professoressa e le spiegò cosa dovevano fare. La professoressa incrociò le braccia. " e vi ha mandato qui senza avvisare, giusto?" disse "Bene, facciamo un lavoro veloce e poi potrete tornare al castello prima che la neve aumenti e ci costringa a passare la notte qui".


Hermione si voltò verso Ron, che le diede un'occhiata come dire che se avrebbero dovuto passare la notte nella serra gliel'avrebbe pagata. Gli fece una smorfia, poi afferrò un paio di guanti e li indossò. Gli avrebbe fatto vedere come si travasava un Tranello del Diavolo.


*


Passarono due ore durante le quali Ron aveva gridato due volte e la professoressa Sprite aveva fatto finta di non sentire, alla fine 10 piante di Tranello del Diavolo erano state travasate. La punizione era finita. Il vento si era alzato e ululava intorno alla serra, Hermione riusciva a vedere solo le torri di Hogwarts, era praticamente impossibile dire che fosse sera, era tutto bianco.


"Per oggi va bene" disse la professoressa Sprite togliendo la pianta di Tranello del diavolo a Ron, che si trovava in una condizione pietosa: era completamente graffiato, o comunque la pianta gli aveva causato una reazione allergica, i vestiti erano completamente sporchi di terra.


Hermione si voltò verso la pianta che stava travasando: dormiva, le aveva lanciato un incantesimo e i suoi vestiti erano....immacolati.


"Muovetevi ad arrivare al castello prima che la neve causi problemi" disse mentre tentava di calmare la pianta di Ron che non accennava a mollare.


"Questa la sistemerò io dopo. Non aspettatemi. Tornate alla torre di Grifondoro e per Dio fermatevi in Infermeria o Madama Chips mi ucciderà se vi beccate la febbre!"


Hermione promise che l'avrebbero fatto. Si tolse i guanti da giardinaggio e si mise quelli di lana, si sistemò il mantello sulle spalle e poi prese la borsa piena di libri, aprì la porta della serra. Si aprì di schianto sbattendo contro la parete esterna della costruzione. Ron che era dietro di lei, non l'aiutò, ricordandosi che Hermione si era rifiutata di aiutarlo con le piante, uscì e la sorpasso, dirigendosi verso il castello e non voltandosi verso di lei. Hermione sbuffò, chiuse a fatica la porta e si voltò cercando l'amico con lo sguardo, ma non lo vedeva la neve l'aveva inghiottito, solo una macchiolina rossa si muoveva a parecchi metri da lei.


"Ron!" gridò mentre una sorta di panico cresceva in lei. Corse nella direzione dove Ron era sparito, "Ron, fermati!". Ma sapeva che non l'avrebbe sentita. Il vento disperdeva la sua voce e Ron diventava più lontano ogni secondo che passava. Il castello. Non riusciva a vederlo. Hermione non era mai stata in una tempesta di neve in tutta la sua vita, ma aveva letto di episodi del genere.


Si voltò verso la serra, doveva stare dentro, non importava dove. Poteva tornare indietro e passare la notte nell'edificio di Erbologia, meglio che perdersi nella neve. Fece un passo in quella direzione ma poi un pensiero la assalì: cosa sarebbe successo se Ron non fosse riuscito a vedere nulla?. Senza pensarci un secondo fece dietro-front verso la direzione in cui avrebbe dovuto esserci il castello.


"RON!!!" urlò con tutta la voce che aveva in corpo "NON TI VEDO, TI DEVI FERMARE!"


Si voltò e con suo grande disgusto notò che non riusciva a vedere più nemmeno la serra. Posso sempre tornare indietro quando lo trovo, stai calma...stai calma. Iniziò a correre verso il castello quando andò a sbattere contro qualcosa di alto, caldo e avente un vocabolario piuttosto colorito.


"ACCIDENTI!"


"RON!" disse lei passandogli un braccio intorno alla vita "non riesco a vederti!"


"COSA!?" passò le sue enormi braccia attorno alla ragazza, in una specie di abbraccio. Hermione sentì una mano posarsi sulla sua schiena e si chiese, come in una tempesta di neve, la sua temperatura stesse cominciando ad aumentare. Ma lo lasciò stare, non era proprio il momento per mettersi a discutere.


"DOBBIAMO STARE AL CHIUSO!!!".


Ron avvicinò il suo viso a quello di Hermione. "NON TI SENTO!!" urlò "DOBBIAMO ENTRARE, QUESTA E' UNA TEMPESTA DI NEVE!!!"


"MA NON MI DIRE!" gridò Hermione sracasticamente. Ron scosse la testa per farle capire che anche questa volta non aveva sentito.


"COSA!?" urlò "NON IMPORTA. PUOI USARE L'INCANTESIMO CHE HAI DATO A HARRY?"


Hermione rabbrividì e mise in moto il cervello. "L'INCANTESIMO DEI QUATTRO PUNTI?" urlò in risposta. Ron scosse nuovamente la testa e Hermione si chiese se avesse problemi di udito. Ron tirò fuori la sua bacchetta, come per farle capire di cosa stesse parlando.


"HO CAPITO!" gridò Hermione irritata. "HO APPENA DETTO L'INCANTESIMO DEI QUATTRO PUNTI- Oh, accidenti, non importa!" mormorò a se stessa. Estrasse la bacchetta, ma non aveva nessunissima intenzione di usarla. Il vento era troppo forte e prima o poi sarebbe volata via.


Si voltò verso Ron "NON VA BENE! PERDERò LA BACCHETTA!!!". Ron iniziò a scuotere la testa e Hermione gridò disperata, iniziando a muovergli la bacchetta davanti al naso per fargli capire cosa intendeva dire.


"COSA DOVREBBE ESSERE?" chiese non potendo trattenere un sorriso "E' QUALCOSA TIPO UN INCANTESIMO SEGRETO DI ALLOCK?".


Hermione si massaggiò le tempie: era insopportabile, non riusciva a sentirla, non sapeva in che direzione andare e in più si trovavano in una situazione terribile. Bè, almeno l'ho trovato, pensò tentando di essere ottimista. E prima che se ne potesse rendere conto aveva preso per mano Ron e aveva cominciato a camminare nella direzione, in cui sperava, si trovasse il castello.


"NON SAI DOVE STIAMO ANDANDO, NON è VERO?" chiese urlandò Ron stringendo la mano di Hermione ancora di più.


"Forse no" ribattè lei tranquillamente, sapendo che non l'avrebbe mai sentita. "Ma è meglio camminare che stare lì in piedi a congelarci e ci conviene muoverci se non vogliamo morire nella nostra stessa scuola, e comunque non mi pare che tu abbia qualche idea migliore!" Il fatto di parlare la fece sentire meglio, strattonò Ron nella sua direzione continuando. "Dici sempre che ciò che faccio non va bene e non capisco perchè, forse perchè sai che ho ragione e quante dannate volte tu e Harry mi avete ignorata per poi pentirvene ?! Quand'è che vi deciderete ad ascolatrmi?".


Hermione si voltò verso di Ron, era da tempo che voleva dirlglielo e far uscire le parole di bocca la faceva sentire meglio, anche se sapeva che non la stava ascoltando. Si passò una mano sul viso per togliersi i fiocchi di neve, mentre i piedi le diventavano due blocchi di ghiaccio. "E poi oggi ho solo cercato di capire cosa andasse storto con Harry e tu fai sempre un sacco di problemi! Dando la colpa a me della punizione, non ti sopporto! Voi due mi tenete i segreti, e io odio questa cosa. Solo perchè sono la ragazza e essendo una femmina non posso aiutarvi e voglio sapere cosa succede! Non ci sono sempre per tutto? Ho mai infranto ua promessa o detto un segreto?"


Fece un bel respiro. "E ci sto male quando mi affibbi quei nomignoli, Ron Weasley, mi fai veramente male, perchè io..." Hermione si fermò, non era sicura che il vento avrebbe portato via le parole che stava per pronunciare. La mano di Ron era ancora stretta alla sua.


"HEY!" disse lui lasciando la mano di Hermione e indicando la lastra ghiacciata che avevano davanti. "è IL LAGO! SE ANDIAMO SU PER QUESTA COLLINA..." continuò voltandosi nella direzione di cui stava parlando "ARRIVEREMO DRITTI, DRITTI AL CASTELLO" si girò e riprese la mano di Hermione. "ANDIAMO I MIEI PIEDI SONO CONGELATI!"



"VERAMENTE? PERCHè I MIEI SONO GRAZIOSAMENTE CALDI!!!" urlò lei alle spalle del ragazzo. Ron si girò un attimo e poi riprese a camminare. L'aveva sentita? No, si ricordò in fretta lei, lui non mi sente. Brancolarono nella neve per quella che sembrò un'ora finchè Hermione non si dovette fermare. Si tolse la borse dei libri dalle spalle, era troppo pesante, pensò che se l'avesse portata a mano sarebbe stato più facile andare avanti. Stava per riprendere la marcia quando la borsa le cadde a terra.


"ACCIDENTI, TI PARE IL MOMENTO?" urlò Ron afferrando la borsa e mettendosela sulle spalle, lei stava per gridargli che se la sarebbe potuta tranquillamente portare da sola, ma c'era qualcosa di quel gesto che non voleva rovinare, i loro sguardi si incrociarono. "Grazie" mormorò. Ron doveva averle letto le labbra, perchè adesso le sue orecchie erano più rosse di quanto il freddo non avesse già fatto. Hermione gli sorrise e afferrò la sua mano ancora una volta, meravigliandosi di quanto fosse piacevole tenersi per mano con una scusa del genere e le faceva uno strano effetto vedere la sua borsa sulle spalle di Ron. Le sembrava di avere le farfalle nello stomaco.


Ad un certo punto Ron inciampò in qualcosa di non meglio identificato e cadde.


"SONO INCIAMPATO IN QUALCHE DANNATA COSA!!!". Hermione fece un passo davanti a lui e spostò la neve sopra 'la cosa', e finalmente si sentì sollevata.


"E' L'ORTO DI ZUCCHE DI HAGRID!!!". Hermione afferrò per l'ennesima volta la sua mano e lo trascinò verso la casetta. Poggiò le mani sul muro di pietre. La capanna di Hagrid. "Oh Hagrid" sospirò tra il vento e la neve. "Ci manchi" Con Ron dietro di sè, Hermione strisciò sul muro fino a trovare la porta.


Prese la bacchetta. "ALOHOMORA!" gridò. La porta della capanna si aprì e Ron, Hermione e una tonnellata di neve entrarono insieme.

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Capitolo 3
*** Imbarazzo ***


3



Per i primi 10 minuti, nessuno dei due parlò. Erano troppo infreddoliti. Ron chiuse la porta, poi si tolse il mantello, i guanti, la sciarpa, i suoi denti tremavano vistosamente. Lasciò cadere la sua borsa e quella di Hermione in una sedia, tirò fuori la bacchetta e accese il fuoco nel camino, poi cominciò a togliersi le scarpe.


Hermione si sfilò velocemente il mantello fradicio e i guanti alla bell'è meglio e lo raggiunse davanti al fuoco, togliendosi le scarpe e i calzini più velocemente che poteva, al posto dei piedi aveva due blocchi di ghiaccio. Sentì il calore riscaldarle le ossa, mentre la tempesta impeversava ancora fuori.


"Ow...wow" Ron si era disteso sul pavimento ad occhi chiusi. Hermione lo guardò, approfittando del fatto che i suoi occhi erano serrati, dalla testa ai piedi. Aveva un incessante bisogno di stendersi lì accanto a lui e poggiare la testa su una delle sue grandi braccia.


Rimase a sedere guardando la capanna, era solo una grande stanza, ma sembrava molto più grande senza Hagrid che la riempiva.


"E' così bello" mormorò Ron "venire qui senza Thor che abbaia leccandoti tutta la faccia". Hermione sorrise.


"Non avere Hagrid che tenta di propinarci dei sassi insieme al nostro tè"


"O vedere qualche diabolico, mostro succhia-sangue crescere in una scatola nell'angolo"


"lo so" convenne Hermione "sono contenta che nessuno sia voluto venire a vivere qui, quando se n'è andato con Madame Maxime. Sarebbe stato...in qualche modo ingiusto. Mi chiedo come vadano le cose con i giganti!"


Guardò il grande mantello di Hagrid appeso alla parete e notò un vasetto simile a quello che i Weasley usava per la Polvere Volante.


Sospirò "Credevo che Hagrid sapesse che è vietato utilizzare la Polvere Volante a Hogwarts" disse un po' contrariata. Ron aprì gli occhi.


"Cosa?" fissò il piccolo barattolo. "Oh, quella non è Polvere Volante. E' l'altro tipo quello per far apparire la testa nel fuoco".


Chiuse di nuovo gli occhi passandosi una mano nei capelli bagnati. "E' stato incredibile, là fuori. Potevamo facilmente morire. Congelati. Siamo stati davvero fortunati che ho trovato la giusta direzione".


Hermione fece una smorfia. "Pensavi che stessimo andando verso il castello".


"Castello, capanna, qualsiasi cosa sia. Siamo dentro" Ron cominciò a grattarsi la pelle del collo, attorno al colletto della divisa. Hermione alzò gli occhi al cielo e scattò in piedi.


"Si, e dobbiamo arrivare la castello. Sai come funziona quel tipo di polvere? non l'ho mai usato."


Ron aprì un occhio e la fissò incredulo.


"Andare al castello? Hermione siamo sicuri che tu abbia notato la bufera là fuori?"


"Non ho intenzione di andare fuori, Ron" rispose irritata. "Ho solo bisogno di far apparire la mia testa al castello. Dobbiamo far sapere ad un insegnante dove siamo, così non si preoccuperanno. Così Harry non starà in pensiero. Come faccio a far apparire la mia testa nella Sala Professori?".


Ron non rispose, si stava grattando freneticamente il collo. "Questa cosa mi sta uccidendo!".


"Probabilmente sei allergico al polline che hai addosso" rispose Hermione afferrando il barattolo della polvere.


"Ho notato che a te è andata meglio, con la dolce piantina addormentata" disse Ron cercando una soluzione al prurito. Hermione fissò ciò che le dita di Ron stavano facendo poi guardò velocemente da un'altra parte.


"Avevamo esattamente lo stesso tipo di pianta, Ron, solo che io ho letto il capitolo per neutralizzare le piante aggressive e tu l'hai saltato perchè non era nel compito in classe".


"E' stato carino da parte tua dirmelo, mentre la mia pelle sta praticamente venendo via."


"Bè allora togliti i vestiti e smettila di lamentarti!" ribattè Hermione.


Si bloccò quando si rese conto di ciò che gli aveva appena detto. Non lo intendeva in....quel senso. Si voltò concentrandosi sul camino, cercando di non guardare l'espressione scioccata che era apparsa sulla faccia di Ron. Lei stessa era diventata paonazza. Un momento dopo lo sentì alzarsi e camminare fino all'altro lato della stanza.


"Non girarti" le disse.


Hermione sentì il rumore delle ante dell'armadio aprirsi e poi il suono di vestiti fradici che cadono per terra. Cercò di respirare. Tentò di non pensare al fatto che Ron fosse dietro di lei senza nessun vestito. Ma quando aprì il vasetto fu molto contrariata dal fatto che fosse vuoto, c'era solo un cucchiaino, che Hagrid aveva lasciato lì per chissà quale motivo.


"Oh no" sospirò ad alta voce, sperando che nessuno degli insegnanti uscisse a cercarli, anche se sapeva che avrebbero dovuto.


"Che succede?" chiese Ron dietro di lei. Hermione trasalì.


"Non c'è polvere!" disse arrossendo, "così non potremo dire a nessuno dove siamo. Posso...ehm...girarmi?"


Ron tossì, "certo" disse, la voce fin troppo acuta per i suoi gusti. Hermione si voltò sperando di non essere così rossa, come si sentiva di essere. Fissò Ron e la sua bocca si aprì per lo stupore. "Ron" disse premendosi una mano sulla bocca tentando di sopprimere le risate. "Cosa..cosa ti sei messo!?" Poi non ce la fece a trattenersi e scoppiò in una sonora risata.


Ron si era tolto i vestiti, dopotutto. Adesso indossava un'enorme T-shirt blu di Hagrid, che gli stava come una tenda. Lui la fissò e incrociò le braccia.


"Cosa c'è di così divertente?" chiese offeso. "Ero bagnato e hai detto che ero allergico. E non c'è niente di diverso da un pigiama." fece una pausa "e comunque è molto meglio del mio vecchio abito da cerimonia" mormorò cupo.


Hermione, dopo parecchi minuti, si calmò, ma a furia di ridere così forte le era venuto il singhiozzo.


"Il tuo vestito-hic- non era poi-hic-così male Ron!" assicurò indicando la tenda blu.


"Devi ammettere che era uno schifo, con quei pizzi!" ribattè Ron.


Hermione non rispose. Stava cercando di non pensare ad abiti da cerimonia. Stava cercando di non pensare alle danze. Era difficile per lei accettare il fatto che, dopo tutti i segnali che gli aveva mandato, Ron non si fosse ancora deciso a invitarla a un Ballo. Non voleva pensarci, si ricordava fin troppo bene l'ultimo discorso che avevano fatto a proposito di Balli e danze.


"Credo-hic- che mi metterò-hic- anch'io-hic- una maglietta asciutta" disse.


Ron si immobilizzò voltandosi verso il muro, coprendosi gli occhi con le mani. Hermione camminò verso l'armadio di Hagrid, poi guardò il collo di Ron e un brivido le percorse la schiena. C'erano parecchi effetti personali di Hagrid nel mobile: elastici che il guardiacaccia usava nel suo lavoro di professore di Cura delle Creature Magiche, un enorme bottiglia di acqua di colonia, quell'orribile profumo in cui Hagrid si faceva praticamente il bagno, si chiese se lui e Madame Maxime avessero....ma rimosse velocemente il pensiero dalla sua testa.


C'era un piccolo specchietto e una foto di Hagrid che teneva sulle spalle suo padre. Si fissò nello specchio, sospirò e distolse lo sguardo dal suo riflesso. Prese un'enorme maglietta che di sicuro l'avrebbe coperta tutta.


"Non sto guardando" disse Ron con una voce piuttosto strana. Hermione tentò a fatica di remprimere le risate.


"So che non stai guardando" iniziò tranquilla "perchè vado a cambiarmi in bagno".


"cosa!?" Ron si voltò impaziente. "bè perchè non me l'hai detto?Qui tutto il tempo pensando che fossi nu...". si fermò prima di finire la parola.


Si fissarono come ghiacciati per un bel po' di tempo. Pensava che fosse...Stava lì credendo che fosse....? Raccogliendo la poca dignità che le era rimasta, Hermione chiuse l'armadio di Hagrid, prese la sua borsa e sparì con la maglietta-tenda nel bagno. Al momento era sana e salva. Aprì la borsa continuando a ripetersi che quel che era successo in realtà non era successo. afferrò il suo diario, si sedette sul pavimento, e dopo essersi cambiata iniziò a scrivere.


*


18 dicembre: Gwen, non dire niente. Ho solo un secondo, sono intrappolata nella capanna di Hagrid con Ron e c'è una tempesta di neve, e trascorreremo la notte da soli.


NON CREDO DI DIRE NIENTE


Ti volevo solo dire che sto bene, siamo scampati al congelamente e adesso siamo a posto,


E QUESTO è TUTTO QUELLO CHE HAI INTENZIONE DI DIRMI


Si.


MENTRE SEI INTRAPPOLATA NELLA NEVE CON RON.


Oh, Gwen, aiutami!


DIMMI


è una situazione così stupida! Eravamo bagnati- sai per la bufera- così dovevamo cambiarci i vestiti e Ron si è cambiato mentre fissavo il muro, poi è stato lui a fissare il muro così mi potevo cambiare, ma non me la sono sentita di spogliarmi davanti a lui anche se non stava guardando! Così gli ho detto che volevo cambiarmi in bagno e lui si è girato e mi ha detto che avrei dovuto dirglielo prima perchè lui credeva che fossi...nuda. Poi ci siamo solo guardati e adesso sono qui, non posso tornare di là!


HAI INTENZIONE DI STARE NEL BAGNO?


Non lo so, non lo posso fare. ci siamo tenuti per mano nella neve e ci siamo anche abbracciati. sono solo un'idiota. Lui lo sa, lo sa, lo sa.


LUI NON LO SA. NESSUNO LO SA.


Promettimi che è la verità, prometti.


PROMETTO, GIURO, CROCE SUL CUORE. MAGARI LO SOSPETTA, MA NON CREDO POI TANTO. NON LO SA. E ADESSO ASCOLTAMI. HAI DETTO A UN PROFESSORE DOVE SIETE?


Non possiamo, ho provato ma non c'è modo.


SEI MALATA? STAI BENE? AVETE QUALCOSA DA BERE?


No, eravamo troppo bagnati, ci siamo solo cambiati e acceso un fuoco nel camino per asciugarci. Non abbiamo nemmeno mangiato perchè Piton ci ha messo in castigo facendoci saltare la cena. Tanto se fossimo morti, non gliene sarebbe importato poi molto. anzi per niente.


PERCHè NON BEVETE E MANGIATE QUALCOSA? AVETE BISOGNO DI RIPOSARVI. E SCRIVIMI DOMANI MATTINA O MI PREOCCUPERò!


Dormire. non so dove dormiremo. Oh Gwen, me lo sono ricordato solo adesso! Non so dove dormiremo!


CHE VUOI DIRE? NON C'è UN LETTO?


Bè, si, ma ce n'è solo uno!


ALLORA LO PRENDERAI, SE RON è UN GENTILUOMO.


Gwen, onestamente....


E SICCOME IO CREDO CHE LO SIA, NON VEDO DOVE SIA IL PROBLEMA!


Ma...e che mi dici di lui?


SOPRAVVIVERà! HERMIONE?

HERMIO...


Ma Hermione, chiuse di colpo il diario. Ron era apparso sulla soglia del bagno. "Che stai facendo?"....

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Capitolo 4
*** Hermione, Ron e....un letto solo! ***


4



"Vattene via Ron!" rispose arrabbiata, infilando il diario a forza tra gli altri libri, e sbattendogli la porta in faccia. Si sistemò la maglietta-tenda stando ben attenta che il grande colletto stesse indietro, scoprendo solo il collo e niente più.


Ron fece un suono di disgusto "Proprio come Ginny, vi prendete il bagno!"


Hermione raccolse le sue cose e aprì la porta, "non sto occupando un bel niente. Mi stavo cambiando"


Prese una sedia e ci stese i vestiti bagnati, mormorò un incantesimo per farli asciugare. Poi guardò l'uniforme di Ron, appallotolata per terra, in un cumulo d'acqua e neve, ma li lasciò lì.


"Hey. bevi questa!" disse improvvisamente Ron appoggiando una bottiglia di Burrobirra sul tavolo. "La mamma ce la fa bere sempre, quando abbiamo il singhiozzo".


Poi andò verso il bagno e si chiuse dentro.


"Il singhiozzo mi è andato via" rispose Hermione vagamente, guardando attentamente la bottiglia. Ron era così...strano e imprevedibile. A volte era ignorante e cafone e altre volte apprensivo. Sentì ancora le farfalle nello stomaco, come se avesse bevuto tutta la burrobirra in un sorso solo. Ron riapparve mentre si sentiva l'acqua del lavandino scorrere.



"Come" chiese stando in piedi con le braccia incrociate e scuotendo la testa in modo grave "fa Hagrid?".


Hermione rabbrividì


"Fare cosa?"


"Entrare nel bagno" Ron parve pensare molto seriamente alla risposta. "Bè magari fa un incantesimo allargante, come quello che abbiamo fatto nella tenda alla Coppa del Mondo di Quidditch" gli fece notare lei. Lui annuì "Oh magari, sai, sta fuori dalla porta e, insomma..."


"Ron!" esclamò Hermione indignata.


Ma lui non la sentì, era scoppiato a ridere. La ragazza bevve un lungo sorso di burrobirra scuotendo la testa a dir poco schifata. Quando fu riuscito a calmarsi Ron si avvicinò alla mensola delle tazze e dei bicchieri, prese un enorme boccale e lo fece levitare fin sul tavolo.


"Oh" fece Hermione "Bevi anche te una Burrobirra?"


"No, era l'unica" rispose Ron aprende la credenza e frugando tra le varie cose da mangiare. Hermione lo guardò e si sentì come quando l'aveva protetta da Malfoy. Il cuore iniziò batterle nel petto, ad un ritmo impressionante.


"Possiamo divederci questa" disse avvicinando la bottiglia al suo boccale con l'intenzione di versare la metà che era rimasta .


"No, veramente" rispose lui, sempre intento a rovistare fra le provviste di Hagrid "puoi tenerla, io ho trovato qualcos'altro. Fame?" le chiese scartando un pacchetto.


Hermione si morse le labbra e guardò verso il boccale di Ron "che roba è?" gli chiese, anche se non era tanto sicura di voler conoscere la risposta. "Credo sia torta alle mele" rispose lui.


"Ma Ron, Hagrid è partito sei mesi fa!Questa torta non può essere commestibile, ci saranno cresciuti dentro muffa e qualcos'altro!"


"Ma figurati!" ribattè lui, addentandone un'altra fetta. "Sono sicuro che ci avrà lanciato sopra un qualche incantesimo conservante, la mamma lo fa sempre!"


Hermione non parve molto convinta, ma lo lasciò stare, tanto era inutile mettersi a discutere. Il ragazzo fece levitare altre merendine sul tavolo, Hermione non potè fare a meno di sorridere quando pensò all'incantesimo Wingardium Leviosa e in che circostanze Ron l'aveva imparato, stordendo un Troll di Montagna nel bagno delle ragazze.


"chissà che cosa starà facendo Harry!" si chiese Ron, più per sè stesso che per altro. Hermione si ricordò di non aver pensato molto ad Harry, da quando Piton li aveva messi in punizione. Le venne in mente le occhiatacce che le aveva lanciato e la conversazione bisbigliata con Ron.


"Ron, qual'è il problema di Harry?" Ron la guardò e poi alzò gli occhi al cielo, prese il boccale e bevve un sorso d'acqua


"Mio dio quest'acqua è congelata, vuoi?" le chiese.


"Per favore Ron, non far finta di niente" disse afferrando la bottiglia "so che tu ed Harry avete dei segreti che non andrebbero rivelati, specialmente ora che Il Signore Oscuro è tornato...voglio solo essere sicura che non sia una cosa pericolosa."


"Non lo è" rispose Ron in un sussurro.


"Devo metterci un piatto sotto" disse cambiando discorso "l'acqua sta cadendo tutta sul tavolo!" concluse indicando l'acqua che era uscita dal boccale. Hermione sbuffò incrociando le braccia, stufa delle risposte misteriose che Ron le dava.


"E questo è tutto quello che hai intenzione di dirmi." Gli disse. Ron tornò a sedersi.


"Si" rispose bevendo un altro sorso d'acqua, evidente che non voleva darle più di tante spiegazioni.


"Bene" disse Hermione offesa, si alzò prese il suo zaino e ne tirò fuori il diario e la piuma per scrivere, finì la sua burrobirra e si lasciò cadere sull'enorme letto di Hagrid.


"Oh, su Hermione!" Sbraitò Ron. Hermione lo ignorò completamente, aprì il diario.


"Così hai intenzione di stare lì a scrivere sul tuo diario?" le chiese avvicinandosi al letto e fissandola. Hermione in quel momento si sentiva seccata, accaldata e eccitata allo stesso tempo.


"Si" rispose ostinata "Non mi tiene i segreti come fanno altre persone!". Ron trasalì.


Hermione capì all'istante il suo errore. Si spiaccicò la faccia sul cuscino di Hagrid


"Oh NO" esclamò, pensando seriamente di obliviare Ron in modo che non si ricordasse delle sua ultima frase.


" lo SAPEVO!" esclamò lui trionfante. "Lo sapevo che il diario era incantato! HA! Non ti tiene segreti, non è vero? HA! avevo ragione!"


Hermione non lo stava guardando, ma capì che stava eseguendo una specie di danza della vittoria, sentendo il rumore dei suoi passi sul pavimento. Hermione si mise a sedere di scatto, arrabbiata come non mai.


"STAI ZITTO, NON è AFFAR TUO COSA IL MIO DIARIO è O NON è!"


Ron fece un sorriso da orecchio a orecchio, posò il boccale sul tavolo e si sedette accanto a Hermione guardandola dritta negli occhi. Un brivido le percorse la schiena.


"Terribilmente dispiaciuto Singnorina Granger" disse con una lenta voce che ricordava moltissimo quella di Nick-Quasi-Senza-Testa "ma ho paura che lei abbia sputato il rospo".


Fece una smorfia e tornò ad essere Ron


"Posso vederlo?" Hermione afferrò il diario con entrambe le mani e se lo strinse al petto.


"Non ti azzardare!" gli disse "Come hai potuto!". Ron la fissò stupefatto


"come ho potuto cosa? Io non ho fatto niente!" rispose lui sulla difensiva.


"Hai cercato di prendere il mio diario. E mi tieni un segreto!" Era furibonda, ma non le importava. In qualche modo era colpa di Ron.


"Prima di tutto, non mi vuoi dire che problema ha Harry e non è solo un tuo amico è anche il mio, e non è..è solo che..." iniziò a singhiozzare. "Lasciami sola!"


Il sorriso di Ron se n'era andato, al suo posto c'era una strana espressione.


"Non posso dirti qual'è il problema di Harry perchè ho promesso che non l'avrei fatto." disse "Non sto cercando di farti diventare matta." Hermione cercò i suoi occhi. Stava dicendo la verità, e adesso si sentiva ancora peggio.


"Non posso credere che Harry voglia che io non sappia che problemi ha" disse, realizzando solo dopo di averlo detto ad alta voce. "Dopotutto noi siamo..." si fermò sentendosi all'improvviso veramente stanca. Si alzò e rimise il diario nella borsa, poi tornò sul letto e ignorando completamente Ron, chiuse gli occhi.


"Non è a proposito della cicatrice o di Vol-Voldemort" le disse lui ad un certo punto "é tutt'altra cosa!"


Hermione tornò a guardarlo. non aveva mai pronunciato il nome di Voldemort quando erano solo loro due, con Harry era diverso lui non tollerava che l'Oscuro Signore non fosse chiamato col suo nome. La stava fissando con un'aria piuttosto seria.


"Va bene, Ron non devi dirmelo" sospirò lei.


"Hermione" disse ad un certo punto Ron "Pensa attentamente, qual'è l'ultima classe che la Professoressa Sprite ha detto di aver avuto?"


Che domanda bizzarra!


"Ha detto Corvonero sesto anno, no?"


"Si e a che ora?" Hermione lo fissò stupita, si sedette. "Credo che abbia detto, che la classe l'aveva avuta un'ora prima che arrivassimo lì il che significa...."


Ron la interruppe. "E cosa hai chiesto a Harry durante Pozioni?"


"Non...non mi ricordo" ammise Hermione.


"Non ci credo" disse Ron "Signorina Granger dei 428 milioni di punti a Grifondoro. Pensa più attentamente"


Hermione arrossì, un po' seccata e un po'compiaciuta per il complimento.


"Gli ho solo chiesto che succedeva!"


" e poi?" " e poi" Hermione tentò di spremersi le meningi.


"non lo so Ron! E non riesco a capire come mai mi stai facendo tutte queste domande sceme!"


"che lezione avevamo prima di Pozioni?"le chiese Ron stringendo i denti. "Io Aritmanzia. Voi Divinazione" Fu come un fulmine a ciel sereno. "Divinazione! Ho chiesto a Harry cosa fosse successo a Divinazione, perchè aveva i capelli bagnati!" Ron annuì.


"E magari aveva i capelli bagnati perchè....". Hermione lo fissò, e finalmente capì: le stava dando degli indizi! Era una specie di puzzle, divertente!


"Bè i suoi capelli erano bagnati perchè...era fuori nella neve? No non me lo dire, non puoi. Allora era fuori nella neve, durante Divinazione? Ma perchè diavolo era fuori nella neve a Divinazione? Oh, non posso fare nessuna domanda?"


Ron le sorrise. "Hai solo una domanda, ma la risposta deve essere un si o un no". Hermione pensò attentamente, cercando di utilizzare la possibilità che aveva al massimo. Era difficile però....


"Una parte della lezione di Divinazione si è svolta all'aperto?" chiese infine.


"No" rispose Ron.


"ok allora ho: Harry che salta la lezione di Divinazione per andare fuori nella neve e..." Hermione fece una pausa, la serra, qualcosa a che fare con la serra...


"E se la professoressa Sprite ha finito con i Corvonero sesto anno, un'ora prima che noi andassimo da lei, allora la loro classe di Erbologia e la vostra di Divinazione erano alla stessa ora...." Hermione sgranò gli occhi, si premette una mano sulla bocca e guardò Ron


"Harry sta cercando di chiedere a Cho di accompagnarlo al Ballo! La stava cercando!" Ron non volle guardarla, finì l'acqua e mise a posto il boccale e il piatto sullo scaffale. Ma adesso che aveva la risposta che cercava, Hermione non sapeva cosa dire. Lo guardava dal letto, stava mangiando del caramello, seduto sul pavimento.


"Ne vuoi un po'?"le chiese.


Hermione fece cenno di no con la testa. Non aveva fame. Lui e Harry parlavano di ragazze da invitare al ballo, ragazze che lei difficilmente conosceva. Pensò, con una stretta allo stomaco, a Ginny, non avrebbe avuto il coraggio di raccontarle di Harry e Cho, ci sarebbe rimasta malissimo! Guardò Ron e si chiese quale ragazza del settimo anno avrebbe invitato, stavolta. Ma non lo voleva sapere...


"Buonanotte Ron" disse calma voltandosi dall'altra parte. La stanza divenne subito silenziosa, Hermione non sentiva più Ron masticare, si sentiva solo il vento ululare fuori dalla capanna. Udì i passi del ragazzo, il rumore di un piatto sul legno e poi la luce che illuminava la stanza si spense quasi del tutto.


"Non spengere il fuoco" gli disse Hermione.


"non ti preoccupare l'ho solo abbassato un pochino".


ci furono altri passi e sentì il respiro di ron che si avvicinava al letto, il cuore le balzò in gola. Stava per stendersi accanto a lei. Non avrebbe dovuto, Gwen aveva detto che se fosse stato un vero gentiluomo....ma infondo Gwen non conosceva Ron...


"Notte, Hermione", sentì Ron afferrare il cuscino accanto al suo e poi capì che si era appena disteso sul pavimento.


"Ma su cosa stai dormendo?" gli chiese. Ci fu una pausa.


"Niente" rispose Ron, la sua voce era stranamente alta nella, silenziosa, stanza buia. Hermione fece un respiro profondo. "Bè non credo che sia una buona idea, con la neve e tutto il resto. Se la temperatura cala ti puoi ammalare sul serio! Oggi siamo stati esposti agli elementi già abbastanza, credo che tu abbia bisogno di un letto."


Ron inizialmente non rispose. "Credo che tu abbia l'unico letto" disse infine.


"Oh" i nervi di Hermione erano tesissimi "bè è molto grande sono sicura che c'entrerai."


Calò il silenzio, si sentivano solo i loro respiri. Poi Ron si alzò e si infilò sotto le coperte.


"Ci stai?" gli chiese Hermione.


"Si". La voce di Ron non proveniva dal suo fianco ma dalla fine del letto, si voltò e si ritrovò due grandi piedi nudi davanti alla faccia, prima di potersi trattenere Hermione urlò.


"Cosa?" le chiese Ron.


"Ho i tuoi piedi in faccia!" disse lei. Ron li ritrasse velocemente.


"Bè, i tuoi non sono da meno" le fece notare secco. Hermione scattò a sedere per guardarlo. Ma poi lasciò nuovamente cadere la testa sul cuscino troppo stanca della situazione per reagire. Non era proprio quello che aveva in mente. Si sentì avvampare e cercò di far finta di non aver pensato che qualcosa potesse accadere. Gwen, aveva ragione, sarebbe sopravvisuto sul pavimento.


Hermione vide il ragazzo con la testa sotto al letto. "Che stai facendo?" gli chiese chiendendosi se il marcio della torta non gli avesse dato di volta il cervello.

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Capitolo 5
*** Era l'ora! ***



5



"Niente", ma era evidente che stava facendo qualcosa.


Hermione aprì gli occhi e guardò verso Ron, che era per metà disteso sotto il letto di Hagrid, stava combinando qualcosa alla luce della sua bacchetta.


"Cosa c'è là sotto?" gli chiese.


"Un baule" rispose lui, la voce era strana, come se stesse spostando qualcosa di pesante.


"Il baule di Hagrid?" chiese Hermione corrugando la fronte.


"No quello del professor Piton" le disse Ron ironicamente.


"Oh guarda questo! non ci posso credere che l'abbia tenuto!" esclamò poi.


Hermione era combattuta: da una parte era sbagliato ciacciare nella roba degli altri, dall'altra era ormai risaputa la sua curiosità. Optò per la seconda opzione. Saltò giù dal letto, al fianco di Ron e guardò dentro il baule : c'era una vecchia sciarpa del Grifondoro e avvolte in essa, due metà di un guscio d'uovo.


"Ohhhhh" sospirò Hermione toccando delicatamente una delle metà "Norberto", le venne in mente il giorno in cui il draghetto nacque seguito dall'incidente sulla Torre di Astronomia, la punizione, la perdita di punti e la capanna di Hagrid semi-distrutta, sorrise.


"Baby Norberto" sbuffò Ron "Stupido Baby Norberto, Hagrid continua a pensare che sia stato il miglior mostro che abbia mai avuto! Di certo Hagrid non l'ha mai morso!" Ron aprì la mano e ne illuminò il palmo con la sua bacchetta. "Dovrei fargli vedere la cicatrice quando torna dalla spedizione dei giganti, probabilmente avrà nostalgia."


Hermione fissava la mano di Ron. "Non sapevo che avessi una cicatrice" disse avvicinandosi per vedere meglio.


Ron fece uno strano suono e si schiarì la voce "Si, bè, non è un granchè, non mi dice quando il Signore Oscuro si avvicina o farmi sentire male nel bel mezzo di una lezione."


"Fammi vedere" disse lei afferrandogli la mano e notando per la prima volta due evidenti segni bianchi nel palmo. Il respiro di Ron era molto vicino al suo orecchio. Si ricordò di quanto fosse stato semplice tenerlo per mano nella neve, e sperò di avere una scusa abbastanza valida per rifarlo. "Qui è dove ti ha morso?"


Ron si schiarì la voce un'altra volta "Si" disse semplicemente. Hermione si morse la lingua e continuò come se nulla fosse.


"Non me l'avevi mai fatta vedere." tracciò dei cerchi con il dito, attorno al segno del morso, Ron sospirò. "Dovresti essere contento che questa cosa non ti faccia male in classe, Ron" gli disse "Non credo che tu voglia una cosa del genere." Ci fu silenzio per un momento.


"Lo so" rispose. La sua voce era lenta, ora, e profonda e Hermione sentiva ancora il respiro di Ron sul suo collo. Sentì una strana sensazione all'ombelico e il sangue cominciò a pulsarle nelle tempie. Smise di toccare il palmo di lui con le dita, ma non lasciò andare la sua mano, non voleva interrompere il contatto. Nella sua mente si affollavano tutte le cose che voleva, ma non poteva fare. Era bello, essere così vicini, nel buio, in un letto, con il suo respiro caldo sul collo senza essere...


"Ho aperto il baule di Hagrid per vedere se ci fosse una specie di brandina" la voce di Ron la risvegliò dai suoi pensieri. "credo di potere usare i suoi vecchi vestiti scolastici, sono giganteschi."


"Cosa.." Hermione non riusciva a non parlare "Io non..."


"Così i miei piedi non saranno nella tua faccia." le fece notare.


Hermione trasalì "oh giusto". Il cuore cominciò a batterle talmente forte nel petto...Non poteva significare che lui volesse dormire sul pavimento. Non poteva. Ron si spostò un po' e sfiorò Hermione per sbaglio. Lei si schiarì la voce, cercando nei meandri del suo cervello qualcosa di sensato da dire.


"Non c'è niente di male con i tuoi piedi" si sentì dire "ma non credo che dovremmo dormire in questa parte di letto, vedi va in discesa" disse mentre lasciava andare il polso di Ron, facendo scorrere la mano sul materasso, per dimostrargli che era concavo. "il sangue ci andrà al cervello."


"E questo non va bene?" chiese Ron immediatamente.


"E' tutt'altro che sano."


"Oh"Ron chiuse con un colpo secco il baule di Hagrid, prese il suo cuscino. "Buono a sapersi" disse.


Il dspiacere di Hermione, per aver perso il contatto con la mano di Ron, sparì subito, in quanto cinque minuti dopo erano distesi entrambi sotto le coperte nella solita parte di letto. Lei fissava il soffitto, non aveva nessuna intenzione di voltarsi verso di lui, anche se voleva farlo.


Una gamba di Ron urtò la sua. "Scusa" mormorò all'istante lui, ritraendola più velocemente possibile. La stanza piombò in un silenzio irreale. Non si stavano toccando affatto.


"Notte" disse infine Ron. Si girò fissando la parte opposta a quella dove si trovava Hermione, che iniziò a sentirsi male. Tutto ciò era sbagliato, semplicemente sbagliato. C'era una strana sensazione nel suo petto, e iniziò ad aver paura tutt'a un tratto. Dopotutto aveva iniziato tutto lei, gli aveva preso la mano (entrambe le volte), gli aveva permesso, quasi ordinato, di dormire accanto a lei. Probabilmente lui voleva rimanere sul pavimento. Forse gli piaceva qualcun'altra. Non lo sapeva. Lui e Harry non le avevano mai parlato di ragazze. Mai.


"Perchè Harry non voleva che sapessi di Cho?" chiese all'improvviso, sentendo le sue parole rimbombare nel buio. "Che problema c'è se vuole invitare Cho al ballo? Cosa pensava che avrei fatto? Prenderlo in giro? Non lo sa, che non l'avrei mai fatto?"


Ron sospirò "Non lo so."


"E suppongo che neanche tu voglia dirmi questo genere di cose" continuò lei, si senti avvampare mentre parlava "ed è stupido. Non è che mi interessi con chi usciate voi due. Questi sono affari vostri, lo so, ma sapete che me ne potete parlare" Si fermò per respirare. "Potete dirmi tutto quello che volete"


Ron si girò e adesso anche lui stava fissando il soffitto. "Noi...abbiamo semplicemente deciso di tenercelo per noi e poi farlo" ammise piano "Dovevamo farlo e poi incontrarci nella Sala Comune stasera, tutto fatto." Hermione si sentì ancora peggio, questo voleva dire che nemmeno Harry sapeva chi Ron voleva invitare, anzi probabilmente l'aveva già invitata al Ballo chiunque fosse. Un strana sensazione di gelo si impadronì di lei.


"Oh" disse.


"Già"


"Allora Harry l'ha fatto o...?" Ron si mosse e Hermione sentì il materasso vibrare "Ho tentato di chiederglielo a pozioni, ma non me l'ha voluto dire. E' stato quando tu..."


"Mi sono impicciata degli affari suoi" lo disse prima di potersi accorgere di averlo detto.


"Non intendevo dirtelo in quel modo..."cominciò Ron. Hermione tossì contro il cuscino.


"Bè di certo non mi sono impicciata dei tuoi" disse


"Dovresti essere felice che abbiamo cambiato discorso in tempo. Comunque non voglio nemmeno sapere." si voltò, lontana dal suo viso.


"Cosa vuoi dire? Credevo di farlo oggi dopo pozioni" rispose Ron con una voce stranamente acuta.


"bè mi dispiace di averti trascinato in castigo, o avresti potuto farlo subito" Hermione non era affatto dispiaciuta, avrebbe preferito non avere chiesto nulla a Ron, nulla a proposito di niente, la rispota sarebbe stata dolorosa da ascoltare in ogni caso.


"Ormai sarai costretto ad aspettare domani, buona fortuna."


Ron si schiarì la voce, quando parlò la sua voce era appena appena udibile "Non è necessario che aspetti domani"


Hermione si congelò. Sentiva la neve battere contro le finestre. Il cuore in gola, le mani le tremavano. Non poteva significare....


"Di cosa stai parlando?" sospirò voltandosi verso di lui.


"Vedi è solo che..." Ron continuava a fissare il soffito mentre le parole gli uscivano di bocca "ti va di andarci insieme?"


Il rumore del vento e della neve sparì. Il silenziò cadde nella stanza. Hermione guardava Ron. Non riusciva a rispondere, il cuore le si era fermato. Ron riprese fiato, come se non avesse respirato negli ultimi 2 minuti.


"Mi immaginavo che ci andavi già con qualcun altro" disse, la sua voce piena di imbarazzo. Anche nel buio lo si poteva veder arrossire. "Allora va bene..."


"Oh no" disse improvvisamente Hermione. "no, Ron io voglio venire con te." Arrossì. Molto. Ma non importava. L'intera educazione di Hermione si era ridotta ad un essenziale fatto: Ron le aveva chiesto di andare al Ballo con lui. E ci sarebbe andata. Ron si voltò verso di lei


"Verrai?" Il cuore di Hermione stava quasi per uscirle dal petto dall'emozione.


"Si" gli disse fissandolo. Il sollievo di Ron era evidente sulla sua faccia.


"Bene" disse sorridendo e riprendendo fiato.


"Perchè non me l'hai chiesto prima?" gli chiese incapace di trattenersi.Ron l'aveva invitata al Ballo, Ron l'aveva invitata al Ballo...era incredibile. "Se è così orribile perchè non l'hai fatto prima?"


"Perchè non provi a farlo tu la prossima volta" ribattè lui "è tremendo, ti lamenti di essere una ragazza ma sei fortunata di esserlo!"


"Grazie mille" ma la sua voce risuonò tutt'altro che arrabbiata.


"Oh, non ti alterare! Sai cosa intendevo!" le disse Ron.


"Bè non capisco cosa ci fosse da preoccuparsi, sono solo io!" gli fece notare lei. Ron non rispose, la stava semplicemente guardando, con grande stupore di Hermione, posò una delle sue grandi mani sulla spalla di lei, sistemandole la maglietta-tenda...Hermione lo fissava e poi capì...Si appiccicò la maglietta al petto con entrambe le mani. Il grandissimo buco del colletto le si era spostato....rivelando...non voleva nemmeno sapere cosa! Diventò paonazza.


"E' tutto ok" disse Ron togliendo la mano dalla spalla di Hermione, il suo braccio rimase tuttavia sul cuscino di lei "Non ho visto niente."


"Oh, Ron!" Hermione appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo. Era imbrazzata come mai in vita sua, eccitata, e non poteva non notare la vergognosa espressione protettiva che era stampata sul viso di Ron. Ma per lo più l'aveva fatto perchè non poteva più trattenersi dal farlo. Sentiva il suo calore, e sospirò quando il suo braccio le circondò le spalle e le sue dita nei suoi capelli ribelli. Hermione sapeva che non poteva guardarlo in faccia, non sapeva cosa fare, come muoversi; ma non poteva far smettere il suo cuore di saltellarle allegramente nel petto. Questa era la realtà. Ed era perfetta.


"Non ti scoccia se dormiamo così?" gli chiese timidamente.


"No" rispose Ron avvicinandola a sè.


"Allora buona notte" disse Hermione posando un braccio sulla pancia di lui. Lei era immobile, non poteva dormire, non così, accanto a lui, abbandonata ai brividi. Sarebbe stato impossibile. Nascose la faccia ancor più nelle braccia di Ron, chiudendo gli occhi, mai stata così felice. Questo sì che andava bene, era incredibile che tutto ciò stesse veramente accadendo. Quanto la testa di Ron si mosse, Hermione ebbe paura che il ragazzo volesse staccarsi, allontanarla. Ma la prima cosa che senti furono le labbra di Ron sulla sua fronte. Sentiva il suo respiro sui capelli, la bocca di Hermione si spalancò in shock contro la maglietta-tenda del ragazzo.


"Notte, Hermione" disse semplicemente.


-Mi ha baciata. Mi ha baciata. Mi ha baciata.- i pensieri di Hermione erano come impazziti. Non poteva crederci, ma adesso Ron aveva iniziato un'altra cosa e se non fosse successo qualcos' altro Hermione si sarebbe sicuramente messa a urlare. Magari siccome era stato lui a cominciare lei avrebbe avuto meno paura. La sua testa abbandonò la spalla di Ron. Le sue labbra rimasero per un lungo periodo di tempo sulla sua guancia, non voleva staccarsi, per la miseria, la sua pelle era così morbida.


"Buonanotte" gli mormorò nell'orecchio, chiedendosi quante volte si erano già augurati la buonanotte. Posò il palmo della sua mano sul suo petto e tornò a poggiare la testa sulla sua spalla, vicinissima al suo collo. E un'altra volta, sentì di possedere uno strano potere, che con la magia non aveva niente a che fare. La mano di Ron rimase nei suoi capelli. Si voltò così che il suo respiro andava contro la fronte di Hermione. Lei tremava, tremava da morire. Sentiva il cuore di Ron battere sotto la sua mano. Erano entrambi lì, occhi semi-chiusi, rimasero lì finchè Hermione non fece un movimento verso di lui, che contemporaneamente si mosse verso di lei. I loro nasi si toccarono, Hermione sprofondò nel cuscino, in modo che il suo naso non toccasse quello di Ron. Ogni cosa andò al suo posto. La sua bocca toccò quella di Hermione.


Lei rotolò con la schiena contro il cuscino, mentre Ron la baciava, era bello essere conessi con una persona in questo modo. Con Ron. Non poteva essere che lui. Ron, che la faceva arrabbiare e la provocava, non poteva essere che lui, l'unico al mondo. Le dita di Ron si muovevano nei suoi capelli e Hermione sentiva la punta della sua lingua proprio sulle sue labbra. Fece scivolare le sue braccia attorno al suo collo. Ron spostò il peso del suo petto su quello di Hermione, che non si lamentò affatto. Sembrava che Ron non avesse la benchè minima idea di cosa fare, ma non importava. Nemmeno lei aveva idea di cosa sarebbe stato opportuno fare. La cosa più importante era che si stavano baciando. Lui toccò le spalle di Hermione. Lei lo tenne ancora più stretto, ricambiando il bacio con tutta la timida inesperienza che aveva. Ron era così dolce. Non se lo sarebbe mai aspettato. Ron che mangia caramello e torte di mele marce. Si ripromise di non fare mai più osservazioni sulla cucina di Hagrid, non più almeno. Non pote fare a meno di non ridere al solo pensiero.


"Cosa?" Mormorò Ron guardandola "Cosa c'è di divertente?" Hermione realizzò che probabilmente Ron pensava che lei stesse ridendo di lui.


"Stavo solo pensando a una cosa divertente" confessò "non sei tu è solo che...." si morse le labbra e si chiese come fosse possibile avere la lingua di Ron in bocca e vergognarsi a parlargli un secondo dopo.


"Qual era il pensiero?" le domandò.


"Bè, è solo che...." Hermione arrossì, come poteva dirgli che rideva per il suo sapore? Doveva inventarsi qualcosa, e subito visto che Ron la fissava nervoso.


"Allora?"


"Stavo solo pensando, sai" un'idea le balenò nel cervello "quando Hagrid tornerà, se mai si metterà queste magliette sarò distratta per tutta l'ora di Cura delle Creature Magiche."


Ron la fissò, non era la risposta che si aspettava. Guardò la maglietta di Hermione e lei tolse per un attimo le mani dalla sua schiena, assicurandosi che il grande colletto non stesse rivelando niente.


"Sai a che cosa stavo pensando io?" replicò Ron un attimo dopo, con uno sguardo fin troppo serio.


"No" rispose Hermione timidamente "Cosa?"


"Che l'ultima volta che due persone hanno dormito su questo letto, ha ceduto sotto al peso." disse con un sorriso.


Gli occhi di Hermione si spalancarono "Ron!" esclamò indignata, anche se ricordò a sè stessa di aver pensato a Hagrid e Madame Maxime solo due ore prima. Si spostò i ciuffi selvaggi che le cadevano sul viso. "Come puoi pensare una cosa del genere....sono insegnanti!"


Ron sorrise, poi spostò un altro ricciolo dal viso di Hermione, sembrava concentrato mentre lo aggiungeva agli altri capelli, come se stesse cercando il posto perfetto per esso.


"Buona fortuna"mormorò lei.


"Cosa?"


"Niente."


L'attenzione di Ron tornò sul viso di Hermione. La fissava attento e concentrato. La ragazza di stupì, era veramente Ron che la stava studiando così? Ricambiò gli sguardi e poi non potè trattenersi dal toccare i suoi capelli rossi, che la affascinavano sin da quando aveva 11 anni. Erano morbidi e un po' ribelli. Come Ron. Sentì Ron baciarla per la seconda volta, ma fu più veloce e frenetico. Si baciarono initerrottamente per un bel po' di tempo, si staccarono per respirare.


"Ron..." disse prendendo fiato "credo che dovremmo dormire" (A/N SENNò QUI FINISCE MALE!)


Ron sbuffò, Hermione sapeva come si sentiva. Non avrebbe mai voluto dirlo. Non voleva fermarsi. E non disse niente quando Ron la baciò prima sulla guancia e poi sulla bocca, in rapida successione. Ma le dispiacque sentirlo allontanare, anche se sapeva che era la cosa giusta da fare. Si fissarono poi Ron l'avvicinò circondandole le spalle con un braccio e lei tornò a posare la sua testa sulla sua spalla, rimettendo la mano sul suo petto. Ron le afferrò la mano e intrecciò le sue dita con quelle di Hermione.


"Buonanotte" dissero allo stesso momento. Hermione chiuse gli occhi. era così bello e confortevole, dormire con Ron. Si chiese coma avrebbe fatto a tornare a dormire nel suo letto, da sola. Era stato meglio di quello che si immaginava, sentire il suo cuore sotto la sua mano.


Sospirò. "Ron?" chiese vagamente, sapendo solo per metà cosa stava facendo.


"Mmm?"


"Grazie per....prima con Pansy..." Ron non rispose. O magari lo fece, Hermione non lo sapeva. Si era addormentata.

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Capitolo 6
*** Beccati! ***



6



La prima cosa che fece appena svegliata, fu sentire il cuore che le batteva a mille. Tenne gli occhi ben chiusi. Si ricordava fin troppo bene dove si trovava, e chi ci fosse accanto a lei, ma si sentiva stranamente spaventata. E se fosse stato tutto un sogno? E se fosse tutto vero, cosa gli avrebbe detto? E se Ron avesse cambiato idea? A quest'ultima possibilità lo stomaco di Hermione fece un tuffo con salto mortale all'indietro carpiato.


E poi sentì un rumore. Proveniva dall'altro lato della capanna e sembrava....


"Ron?" Hermione aprì gli occhi. Il posto di Ron accanto a lei, era vuoto, e il rumore continuava. Veniva dal bagno ed era l'inconfondibile suono di qualcuno che non sta molto bene. "Ron, stai bene?" Hermione saltò giù dal letto e si fiondò davanti alla porta del bagno. Ron stava vomitando, chiuso dentro. "Vuoi dell'acqua? Sono sicura che è colpa della torta di mele, e te l'avevo detto che era andata a male, ma adesso, stai bene?" gli chiese.


La risposta di Ron provenne da dentro. "Mi pare il momento giusto per un te-l'avevo-detto" mugugnò. Sembrava che stesse piuttosto male e Hermione si pentì subito di quello che gli aveva detto.


"Oh...lascia che ti aiuti, apri la porta."


"No"


"Su Ron, è solo vomito. Ti ho visto vomitare lumache, non può essere peggiore."


Non ci fu risposta ma solo un suono alquanto preoccupante. Hermione afferrò la sua bacchetta e aprì la porta da sola "Alohomora!" Ron era in ginocchio sul pavimento. Allungò un braccio cercando di chiudere la porta, ma Hermione fu più veloce e entrò nel bagno prima che Ron potesse chiuderla fuori. Prese un asciugamano dalla cucina e glielo diede. Ron lo prese e ci affondò la faccia per un momento, prima di fare un altro orribile suono e tornare a voltarsi verso il water per vomitare. Quando sembrava che gli attacchi fossero finiti, Ron si mise le mani sulla testa in segno di totale disperazione.


"Finito?" gli chiese Hermione, dandogli delle confortanti pacche sulla schiena "Hai fatto?".


Ron scattò in piedi e si fece abbondanti sciacqui d'acqua per la bocca. Poi si voltò verso Hermione e annuì. Lo aiutò a tornare sul letto e gli portò un enorme bicchiere d'acqua. Dopo averlo bevuto Ron fece una faccia terribile. "Devo solo togliermi il sapore di bocca." le disse. Hermione corse in cucina finchè non trovò quello che cercava. Gli porse una mentina e Ron la prese riconoscente.


"Grazie" disse sedendosi sull'estremità del letto e cominciando a fissare il muro. Hermione lo raggiunse, il suo sguardo andò da Ron alle finestre. Dalla luce si poteva dire che era giorno, tarda mattinata. Sicuramente qualcuno li stava cercando per tutta Hogwarts.


"Tutti si preoccuperanno" disse anziosamente, tornando a posare il suo sguardo su Ron. Il ragazzo si portò una mano sullo stomaco "Non posso camminare ancora" disse mentre l'alito alla menta raggiungeva Hermione "Aspettiamo un altro po'." Hermione tornò a sedersi al centro del letto e afferrò un cuscino.


"Allora ti serve qualcosa?" gli chiese timidamente "O stai meglio?"


Ron non rispose, si alzò e camminò verso il muro della capanna. Era diverso di giorno, riflettè Hermione, sistemandosi i capelli dietro gli orecchi. Sapeva che era stupido, si erano baciati e addormentati insieme la sera prima, ma non poteva fare a meno di sentirsi nervosa e in imbarazzo. Era lo stesso Ron che l'aveva baciata. Al solo pensiero Hermione si sentì avvampare, e si controllò, non si sa per quale oscuro motivo, la maglietta-tenda constatando che era tutto a posto. Voleva stare accanto a Ron, non era questo il problema. Non sapeva come comportarsi con lui adesso... Cominciò a parlare tranquillamente


"Bè suppongo che non sia un problema aspettare un po'..." Incrociò le gambe "Fino a che non si riscalderà, fuori. Non eravamo vestiti adattamente per una bufera."


"Hai ragione" asserì Ron "Potevamo ammalarci sul serio" continuò avvicinandosi al letto e sedendosi nella sua parte.


"E tu stai già male" disse Hermione muovendosi verso di lui.


"E' vero" commentò lui avvicinandosi al centro del letto dove si trovava lei.


"Allora possiamo stare qui per qualche altro minuto" disse Hermione mentre il respiro le mancava, muovendosi verso di lui, finchè non sentì le sue gambe urtare contro quelle di Ron.


"E riscaldarci" aggiunse Ron, ormai niente li divideva. Hermione intrecciò le sue gambe con quelle di Ron, e poggiò la testa sulla sua spalla, come la sera precedente. Lui sospirò e Hermione mormorò contro la sua maglietta-tenda. Sentiva odore di mente e un po' di quell'odore che si ha quando si è malati. (A/N QUESTA L'HO TRADOTTA, MA BACIARE UNO CHE HA APPENA VOMITATO MI FAREBBE UN PO' SCHIFO!!!) Ma non le importava, sperava solo che l'avrebbe baciata di nuovo. Poggiò il braccio sul petto di Ron e nascose il viso tra la spalla e il collo di lui. Ron si voltò verso di lei, la bocca feramemente chiusa, indeciso se baciarla o meno, date le circostanze. Sapendo che stava facendo tutto di sua iniziativa, Hermione si alzò un po' verso di lui, avvicinò il suo viso a quello di Ron e...e poi si ricordò di una cosa che le aveva detto la sera prima. Si allontanò e lo guardò con gli occhi ridotti a fessure.


"Che c'è?" le chiese aprendo la bocca per far uscire le parole.


"Quando mai mi sono lamentata di essere una ragazza?" gli disse curiosa.


"E'?" la guardò Ron confuso.


"L'altra sera hai detto che io mi lamento di essere una ragazza ma che in realtà sono fortunata. Quando mai l'ho detto?"


"Oh, quello" sorrise Ron dimenticando di tenere la bocca chiusa. "Sai, fuori nella bufera, quando stavi andando avanti. Hai detto qualcosa a proposito del fatto che io e Harry non ti ascoltiamo e bla bla bla e tutto perchè sei una ragazza, e bla bla bla bla..."


La bocca di Hermione si aprì. Non voleva crederci "TU" scattò in piedi sul letto e lo fissò. "Riuscivi a sentirmi! Tutto quel tempo..e tu riuscivi a sentirmi?" Si sforzò di ricordare tutto ciò che aveva detto, ma non importava, stava per ucciderlo.


"Non ti arrabbiare" le fece Ron "Eri troppo divertente quando cercavi di fare l'incantesimo di orientamento. Non ti puoi immaginare..."


"Tu...tu..." Hermione balbettava "Tu..."


"Cosa!?" le chiese Ron confuso.


"Tu..." continuò Hermione.


"sei un genio Ron" completò Ron la frase per lei, tentando si essere simpatico ma Hermione non era in vena.


"Tu, incredibile idiota, eravamo in una bufera, rischiavamo di morire e tu facevi gli scherzi? DEFICENTE!"


"E' stato divertente." commentò lui.


"Divertente?" ribattè Hermione incredula "Stavamo morendo congelati! Stavamo per morire e tu ti divertivi a prendermi in giro!" Hermione gli era praticamente saltata addosso dalla rabbia: non le interessava il fatto che Ron avesse fatto ironia in un momento tipo quello, ciò che la preoccupava era ciò che aveva detto e che lui aveva chiaramente sentito, le tornò a mente tutto ciò che aveva detto ringaziando la sua buona stella di essersi fermata prima di dire qualcosa di veramente stupido e irragionevole.


"Suvvia, Hermione. Non stiamo per morire in una tempesta. Abbiamo cose più importanti nella vita" gli occhi di Ron si serrarono all'istante. "Ehm..la tua maglietta." Hermione si strinse la maglietta-tenda attorno al petto e solo allora si rese conto di essere praticamente distesa su di Ron. Il suo petto premuto contro quello di Ron.


Il suo respiro sapeva di menta e stava cominciando ad aumentare. "Hermione" cominciò lui, i suoi occhi fissi sulla bocca della ragazza. Non poteva muoversi. Doveva muoversi. Si decise, fece un bel respiro e...


"Torni qui, Signor Potter. Vi ho detto di stare con me, non voglio che qualcuno di voi due cominci a correre nella Foresta Proibita. Se quei due sono qui, allora li troveremo."


Hermione trasalì. Ron le spiaccicò la testa sul suo petto per farla stare zitta.


"Stai zitta" le disse "E' la McGrannit!" continuò.


"So chi è!" tentò di parlare lei. "Smettila di zittirmi!"


"Cos'è questo rumore?" chiese una voce familiare proveniente da fuori


"C'è qualcuno nella capanna di Hagrid."


"Oh no" inveì Ron "Harry. Dobbiamo vestirci!" aveva gli occhi splancati dal panico.


"No! non dobbiamo. Scendi da me e mettiti disteso sul pavimento!" gli ordinò Hermione. "Scendi da me? Sei tu che sei sopra di me e non il contrario" le fece notare Ron, anche se questo non era il momento più opportuno per questo tipo di constatazioni.


"Vai sul pavimento, Ron!" Ron fece rotolare Hermione sulla sua schiena, e ormai libero si gettò sul pavimento, il respiro affannato.


"Fai finta di dormire" gli bisbigliò "muoviti!"


"Alohomora". Harry era appena entrato. Hermione chiuse gli occhi, tentando di respirare normalmente, pregando che il suo miglior amico non notasse niente di strano. Aspettò che Harry dicesse qualcosa, ma non disse o fece nulla. Allora decise di prendere l'iniziativa. Lentamente, aprì gli occhi, si stiracchiò, facendo finta di vedere Harry per la prima volta quella mattina.


Scattò a sedere "Oh, Harry!" disse, cercando di far sembrare la sua voce adeguata ad una ragazza che si era appena svegliata. Sbattè le palpebre un bel po' di volte, facendo finta che la luce le desse fastidio.


"Ci hai trovati!" Harry sorrise e incrociò le braccia, come per dire che non era una grande attrice. Guardò il suo "pigiama" e poi Ron che stava disteso con un innaturale sguardo stampato sulla faccia. Scoppiò a ridere.


"Potete svegliarvi, tutti e due" disse Harry. "E mettetevi qualcosa addosso, la gente vi sta cercando."


"Sono lì dentro?" chiese la voce preoccupata di una ragazza. "Li hai trovati, Harry?"


Ci fu un flash di luce mattutina su dei capelli rossi e Ginny Weasley apparì dietro ad Harry. Guardò nella stanza e tirò un sospiro di sollievo.


"Dove siete stati?" chiese loro arrabbiata con le mani sui fianchi.


Ron si sedette "Dove pensi che siamo stati?" le disse "Gli occhi ce l'hai no?!"


"come avete fatto a venire qui? Perchè non siete tornati al castello?" continuò Ginny imperterrita.


"Sono nella capanna di Hagrid?" la voce della professoressa McGrannit provenì da un punto molto vicino alla porta. "Non fatela entrare" piagnucolò Ron afferrando i suoi vestiti e schizzando nel bagno a tutta velocità. Hermione balzò giù dal letto diretta alla sedia dove la sera prima aveva messo ad asciugare i vestiti.


"Harry, esci, mi devo cambiare" disse rivolta al suo migliore amico "Ginny rimani davanti alla porta del bagno così Ron non può uscire!" Dopo pochi minuti Ron e Hermione erano entrambi nelle loro uniformi scolastiche, era andato tutto secondo i piani a parte un grido della McGrannit che proveniva fuori dalla capanna


"Cosa significa, 'si stanno vestendo'!???" Sia Ron che Hermione avevano una incredibile faccia paonazza quando uscirono sui prati, raccontarono tutta alla professoressa, che li ascoltò scoccando occhiate mortali a entrambi con le braccia conserte sul petto. "Bene" disse quando ebbero finito. Sembrava che volesse dire qualcos'altro ma tenne le labbra talmente unite che diventaro bianche, si voltò e cominciò a camminare verso il castello. Ron soccò a Hermione uno sguardo disperato, per poi seguire Harry che a sua volta seguiva la McGrannit. Hermione rimase indietro, fissando la testa di Ron e il sole sui suoi capelli e si chiese cosa Harry pensasse di loro. Sperava con tutto il cuore che la McGrannit non li mettese nuovamente in punizione e cercò di ricordare con estrema precisione come era stato baciare Ron. Aveva appena chiuso gli occhi per dar spazio ai ricordi, quando Ginny balzò al suo fianco afferrandole un braccio.


"Allora" disse la piccola Weasley dopo un po' "E'....successo qualcosa?" chiese a Hermione. Gli occhi di lei si spalancarono allarmati, la gola le diventò secca.


"Cosa intendi dire?" chiese rapidamente. "No certo che no!" assicurò a Ginny prima ancora di avere la risposta alla domanda precedente.


"Oh" Ginny sembrava delusa. "credevo che forse lui...ma non importa"


"Lui cosa?" le chiese Hermione. Ma la Weasley scosse la testa, lanciando un'occhiata verso Harry.


"Non posso dirlo, ho promesso, è un segreto"


"chi, Harry?"


"Shhhh!Ti sentirà!" Hermione si chiese che cosa tutto ciò volesse significare. E poi si ricordò qual'era stato il segreto tra Harry e Ron.


"Oh, intendi dire se mi ha chiesto del Ballo?" Ginny sembrò sollevata.


"allora l'ha fatto!" esclamò eccitata. "sapevo che ce l'avrebbe fatta, io lo sapevo di già, Harry me l'ha detto appena Ron ha annunciato che aveva intenzione di farlo" le disse Ginny.


"Oh" fece Hermione, sorrise guardando il collo di Ron


"Ma Ginny, come mai siete finiti a parlare di quest'argomento con Harry?" Ginny sorrise.


"Bè dopo, che Harry mi ha chiesto di andare con lui, era impossibile non parlarne." Hermione si bloccò.


"Cosa?" mormorò. "Gli hai..gli hai detto che eri già impegnata con Colin?"


"Certo, poverino mi ha fatto un po' pena" Nessuna della due parlò negli attimi successivi.


"Erm, Hermione" Ginny interruppe il silenzio "è successo...qualcos'altro?" le chiese.


"Non so di cosa tu stia parlando" rispose lei un po' troppo velocemente.


"Oh, lo so che lo sai, avete fatto...qualcosa?"


Hermione si morse le labbra e guardò la Weasley che la fissava impaziente. Si voltò verso Ron che la stava fissando, scossero entrambi la testa, come in una sorta di silenzioso accordo.


"No" disse fermamente Hermione a Ginny.


"No" sentì dire Ron a Harry. "Oh" disse Ginny dopo un po'.


"Va bene" Afferrò la mano guantata di Hermione nella sua. "Ti credo" le disse con un sorriso.


Felice per il calore della mano di Ginny, ma immaginando che fosse quella di Ron, Hermione lo seguì fino alla Torre di Grifondoro, cercando di capire cosa Harry gli stesse dicendo, e provando un'incredibile soddisfazione ogni qual volta i suoi orecchi diventavano rossi...

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