He saved me.

di BRUNOMARSISMYIDOLBITCHES
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** New life. ***
Capitolo 2: *** Welcome at Honolulu. ***
Capitolo 3: *** Hi,i'm Philip. ***
Capitolo 4: *** Who will save me? ***
Capitolo 5: *** Sorry. ***
Capitolo 6: *** Friends? ***
Capitolo 7: *** Photographers. ***
Capitolo 8: *** Beach. ***
Capitolo 9: *** Confusion. ***
Capitolo 10: *** LA. ***
Capitolo 11: *** There is a problem. ***
Capitolo 12: *** Im Tahiti. ***
Capitolo 13: *** Marry Christmas. ***



Capitolo 1
*** New life. ***


Mi chiamo Summer Stoner,ho diciotto anni e sono italo-americana. 
Vivo a Milano e frequento il liceo artistico, l'arte è sempre stata la mia passione: mi piace avere un mio stile, essere diversa dagli altri e non seguire il cosidetto "conformismo". 
Sono alta e magra; ho dei capelli biondi e ricci  davvero lunghissimi e degli occhi azzurri che tutti dicono essere come il mare, ti ci perdi dentro; ho anche delle lentiggini che mi ricoprono le guancie, ma che odio,mi fanno sentire ancora più brutta di quello che sono. 
Penserete: bionda,occhi azzurri, marea di ragazzi che gli sbavano dietro..giusto? 
Ecco no,esattamente il contrario; non sono la tipica ragazza cercata molto dai ragazzi, sono molto timida e non riesco a legare molto con i maschi. 
Ho molte amiche ma non ne ho trovata una in particolare di cui fidarmi di più delle altre,insomma,non ho ancora trovato la mia migliore amica; sono una persona che non si fida molto delle persone,ci vuole molto per conquistare la mia fiducia. 
Amo la musica, è tutto per me; mi ci rifugio come un bambino che dopo aver fatto un brutto sogno si rifugia nella braccia della mamma. 
Ho la famiglia migliore del mondo: non mi sono mai sentita così bene come con loro. 
Ho un fratello di vent'anni di nome Seth,e  anche se non lo do a vedere lo amo più della mia stessa vita. 
Mio papà è italiano e mia mamma era americana. 
Perchè uso il passato con mia mamma? Beh,a giugno,precisamente tre mesi fa è venuta a mancare perchè uno stupido cancro l'ha portata via da me. 
Ho incominciato a chiudermi con me stessa,non esco più di casa,non mangio più, esco dalla mia stanza solo per andare in bagno,non rispondo a messaggi e chiamate, mi sento persa e senza un punto di riferimento. 
Lei era la mia forza,era il mio sorriso,riusciva a rendere anche le giornate più brutte uno splendore. 
Nessuno è più riuscito a colmare il vuoto che ho dentro, il mio sorriso si è spento.
L'unica cosa che mi rende felice è che quando è morta le sue ultime parole sono state "Summer,sorridi sempre,promettimelo"; questa promessa non sono riuscita ancora a mantenerla ma ci sto provando in tutti i modi, ci riuscirò un giorno. 
Ora mio papà ha deciso di trasferirsi,di cambiare vita. 
 
CAPITOLO 1.
10 settembre, 5.00 am. 
- Summer, svegliati! Perderemo l'aereo se no! - la voce di Seth mi rimbombò nelle orecchie. 
Tolsi il cuscino dalla testa e cercai di vedere che ore segnava la sveglia. 
- Seth, ma sono le cinque del mattino. 
- Abbiamo l'aereo tra mezz'ora,muoviti. 
Mi alzai sbuffando,senza nemmeno guardarlo in faccia e mi diressi verso il bagno quando mi fermò dal braccio. 
- Che c'è? - dissi. 
- Come stai oggi? 
Ecco,sempre la stessa domanda. 
- Bene,grazie. 
- Dici così da tre mesi Summer, ti conosco,non stai bene. 
- Sto bene. Dai ora muoviamoci se no lo perdiamo veramente sto aereo! - dissi cercando di cambiare argomento. 
- Vedrai, cambierà tutto ad Honolulu. 
Bisbiglia un "sì,certo", e andai in bagno a prepararmi. 
Ne ero sicura,non sarebbe cambiato nulla in quella stupida città, anzi..sarebbero peggiorate le cose. 
Mi misi un paio di leggins colorati, una maglietta e le vans. 
Subito corsi di sotto,in soggiorno: la casa era vuota,non c'era nemmeno più un mobile,ormai non era più nostra quella casa,apparteneva ad altri. 
Gli dammo un ultimo "saluto" e scappammo in macchina; dopo cinque lunghi minuti arrivammo in aereoporto. 
Ci mettemmo in coda per fare il check-in e mi soffermai sui visi di mio fratello e mio papà. 
Come fanno ad essere così forti? Come fanno a sorridere sempre ed essere felici nonostante tutto? Mi ripetono da mesi che "la vita va avanti", ma per me no, senza mia mamma non va avanti niente.   
Interuppe i miei pensieri mio papà. 
- Summer, ti ho già iscritto a scuola. Vedrai, ti troverai benissimo. 
- Grazie! - dissi abbassando lo sguardo. 
Lui mi abbracciò e mi lasciò un bacio sulla fronte. 
Una voce disse "Aereo per Honolulu in partenza".
Subito prendemmo le valige e corremmo verso l'aereo che per poco partiva senza di noi. 
Mi sedetti su uno dei sedili lontani da tutti, misi la musica al massimo e mi addormentai. 




Ciao bellezzeee :) 
allora, questa è la mia terza fanfiction, non mi piace molto come inizio ma vorrei un vostro parere. 
Lasciatemi una recensione e ditemi cosa ne pensate. 
Alla prossima cucciole 

 

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Capitolo 2
*** Welcome at Honolulu. ***


CAPITOLO 2. 
- Summer,siamo arrivati,svegliati!
Sentii che qualcuno continuava a toccarmi il braccio, probabilmente per svegliarmi, aprii piano piano gli occhi e vidi mio padre preoccupato. 
- Scusa papà,mi sono addormentata,siamo arrivati? - dissi cercando di orientarmi. 
- Sì ma..Summer,cosa sono quei tagli sul polso? 
"Merda" pensai tra me e me; subito rimisi i braccialetti al loro posto e dissi - Niente papà, è stato il gatto. 
- Non abbiamo un gatto,Summer. 
 Complimenti Summer, potevi invertantene una migliore eh, e ora cosa gli dico? 
Cercai subito qualcosa da inventarmi e risposi - Appunto..è stato quello del nostro vicino,ricordi? Quello tutto nero che entra sempre in camera mia. 
- Ah. Dai,sbrighiamoci a scendere dall'aereo. 
Fiù,se l'è bevuta ancora una volta,per fortuna. 
Scesi dall'aereo e subito raggiunsi mio fratello fuori dall'aereoporto. 
Prese tutte le valigie, presimo un taxi che ci portò a casa.
- Eccoci arrivati! -disse papà trovandoci davanti a una villetta. 
- E' questa? - dissi guardandomi intorno. 
- Sì, non ti piace? 
- Sembra carina. - dissi fingendo un sorriso. 
Notai che la villetta era proprio sulla spiaggia, bastava attraversa la strada e ti ritrovavi sulla sabbia calda. 
Era un posto meraviglioso,mio papà aveva davvero fatto una bella scelta,non c'era niente di più bello. 
- Summer entriamo e incominciamo a sistemare le valigie? - disse papà. 
- Papà,se non ti dispiace vorrei andare prima a fare un giro in spiaggia, torno presto così sistemiamo tutto in casa ok? 
- Va bene, meno male che ci sei tu,tuo fratello non mi aiuta a fare niente! 
Sorrisi e dissi - Beh,vado. 
- Ah,Summer, stai attenta e per qualunque cosa chiamami ok?
- Sì,non ti preoccupare papà. - lo abbracciai e corsi verso la spiaggia. 
Mi sedetti sulla sabbia ancora calda e mi misi ad osservare il mare. 
Amavo il mare,era l'unica cosa che mi faceva stare bene,che mi faceva sentire libera. 
Non c'era cosa più bella del rumore dell'acqua che colpisce gli scogli, del vento caldo che ti scompiglia i capelli, del calore della sabbia e del profumo di crema abbrozzante che si espande nell'aria. 
Ricordo che mamma amava il mare più di qualunque altra cosa,mi portava ogni mese, amava stare sotto il sole e guardare il movimento di quelle onde meravigliose; io mi sedevo sempre accanto a lei e senza dire una parola mi sorrideva o poi mi abbracciava per poi ritornare a guardare quel panorama meraviglioso. 
E ora? Ora mi guardo attorno e non la vedo, vedo il vuoto attorno a me. 
Quante cose che volevamo fare insieme; tutte quelle promesse, tutti quei sogni, tutti quei progetti ormai andati a fuoco per colpa di una stupidissima malattia che ha deciso di portarmela via così, all'improvviso. 
Darei la mia stessa vita per poterla riavere qui con me almeno per un secondo,solo un secondo; per rivedere il suo sorriso che illuminava le mie giornate, per risentire le sue sgridate quando facevo tardi la sera, per risentire la sua voce, l'unica che ho amato davvero. 
Subito le lacrime incominciarono a rigare il mio volto, volevo urlare, urlare così forte da far capire a tutto il mondo quanto stavo soffrendo. 
Mi accorsi che qualcuno stava ridendo, mi girai e trovai un ragazzo con delle ragazze. 
Piano piano si avvicinaro a me, la paura si impossessò di me. 
- Guardatela, è arriva da mezzora e già piange! - urlò il ragazzo e subito dopo ci fu la risata delle ragazze. 
Subito mi alzai in piedi per tornare a casa,usciugandomi le lacrime e cercando di ignorarli ma il ragazzo mi fermò dal braccio; si avvicinò a me, quasi sfiorandomi il naso e disse - Hei ragazzina, ti è morto il gatto? 
Cercai di staccarmi dalla sua presa urlando "Lasciami stare,stronzo!"
Subito mi lasciò il braccio e si allontanò. 
Pensai di essermi finalmente liberamente di loro ma mi sbagliavo. 
Le ragazze mi darono una spinta così forte che caddi a terra, poi si avvicinarono ancora di più e incominciarono a tirarmi pugni e schiaffi. 
Mi sentivo uno schifo,non riuscivo nemmeno a reagire,le lacrime continuarono a scendere. 
Il ragazzo si avvicinò alle ragazze e disse "Basta,state esagerando,fermatevi!",loro lo ascoltarono e si staccarono da me.
Le lacrime non si fermavano,cercavo di fermarle ma non ci riuscivo,era più forte di me. 
Stettero un pò a guardarmi senza dire una parola,l'unico rumore erano le mie lacrime che continuavano a rigare il mio volto, e poi dissero -Benvenuta a Honolulu,sfigata.
Se ne andarono ridacchiando come delle galline,mentre il ragazzo continuava a girarsi guardandomi.
Piano piano mi alzai e tornai a casa, appena aprii la porta mio papà si mise a urlare. 
- Papà, perchè cavolo stai urlando?
- S-s-summer che hai fatto? 
Mi guardai e notai che ero piena di lividi e alcune piccole ferite da cui usciva sangue. 
- Aaah, non ti preoccupare, sono caduta mentre camminavo sulla spiaggia! Ora vado a disinfettarmi,non ti preoccupare! 
- Mettiti sul divano, io intanto vado in farmacia a prenderti qualcosa ok? 
- Va bene, ma posso fare benissimo da sola pà! 
- Non muoverti da lì,promesso?
- Promesso.. 
Amo mio papà,è sempre così protettivo! 
Appena uscì di casa,chiusi gli occhi e vidi il volto di quel ragazzo incontrato in spiaggia. 
Non l'avevo guardato molto perchè tendevo sempre a guardare verso terra ma ricordo che era di una bellezza straordinaria.
Il colore della sua carnagione era scura,come un cioccolatino,e io impazzivo per quel tipo di pelle.
Indossava una camicia a fiori,dei pantaloncini,delle vans e dei ray-ban neri. 
Il suo sorriso mi tolse il respiro per due secondi,ne rimasi incantata,era qualcosa di incredibile,sembrava di rivedere quello di mia mamma. 
 
 
 
 
 
Ciao meravigliee❤
Vi è piaciuto il capitolo? Cosa ne pensate? 
Lasciatemi una recensione e ditemi cosa ne pensate,mi farebbe molto ma molto piacere ✌✌✌
Continuo a quattro/cinque recensioni. 
Adìos belle pimpe ❤
 
 
 

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Capitolo 3
*** Hi,i'm Philip. ***



CAPITOLO 3. 
17 settembre. 
- Summer, è l'ultima volta che ti chiamo eh. Vuoi fare tardi pure il primo giorno di scuola?
Tolsi le lenzuola che mi impedivano di vedere la sveglia e controllai l'ora. 
Maledizione: le sette e mezza; feci un balzo dal letto e una corsa verso il bagno. 
Era il mio ultimo anno di scuola,finalmente; chissà come mi sarei trovata,insomma,nuovi compagni,nuove amicizie,nuovi professori,nuove materie: mi spaventava tutto questo.
Era passata una settimana da quel maledetto incontro in spiaggia, e aveva ancora paura di mettere piede fuori casa. 
Avevo ancora un pò di lividi ma si vedevano poco,per fortuna. 
Mi infilai velocemente un paio di jeans,una maglietta,le mie meravigliose vans e corsi di sotto. 
- Fai colazione e poi ti porto a scuola. -disse papà. 
- Ma sei matto? è tardissimo, muoviti e andiamo! 
- Summer, da domani fai colazione tutte le mattine ok? Stai diventando anoressica.
- Sì,certo. 
Uscii di casa sbuffando e salii in macchina aspettando che mio papà mettesse in moto la macchina. 
La scuola non era molto lontana da casa, ci volevano soltanto cinque minuti di macchina. 
Arrivati davanti a scuola,salutai papà e scesi. 
C'era moltissima gente che aspettava il suono della campanella per entrare. 
Mi avvicinai anche io all'ingresso e notai delle persone famigliari, guardai meglio e capii che erano le ragazze della spiaggia insieme ad altri ragazzi. 
Cercai di non farmi notare,di non saltare all'occhio ma non ci riuscii: le ragazze mi notarono subito e incominciarono a ridacchiare. 
Incominciai a tremare,a sudare freddo,avevo paura. 
La campanella mi salvò. 
Mi immischiai in mezzo alla gente  e entrai a scuola cercando disperatamente il mio armadietto, il 198. 
196..197..eccolo! 
Velocemente misi la cartella dentro e presi i libri per la prima ora, storia dell'arte. 
Chiusi bruscamente l'armadietto e mi trovai di fianco il ragazzo del meraviglioso sorriso che stava sistemando l'armadietto. 
"Merda" pensai, dovevo trovarlo pure qui? E per di più era pure il mio vicino d'armadietto,volevo morire in quel preciso istante. 
- Hei calma,calma. Rischierai di romperlo quel povero armadietto! - disse sorridendomi. 
"Muori" pensai e me ne andai senza nemmeno rispondergli. 
Incominciai a cercare la mia aula ma mentre camminavo qualcuno mi fece lo sgambetto e caddi a terra. 
Sentii delle risate di sottofondo. 
Paura,vergogna,dolore. 
Alzai gli occhi da terra e vidi il ragazzo dal meraviglioso sorriso che mi porgeva la sua mano con un sorriso a tremila denti.
Presi la sua mano e stringendola forte mi alzai.
Le ragazze che mi avevano fatto lo sgambetto erano sempre le stesse,e quando videro il ragazzo aiutarmi rimasero a bocca aperta. 
- Peter, che cavolo stai facendo? 
Peter,Peter,Peter,Peter,Peter. 
- Smettetela ragazze,basta! - disse urlando. 
Ritornò a guardarmi e a sorridermi. 
- Stai bene?
- S-s-sì. Grazie mille per l'aiuto! - dissi imbarazzata. 
- Non sembra,non ti reggi in piedi. 
- Sto benissimo,davvero! Ora vado in classe se no farò darti. Grazie ancora. 
In verità stavo morendo dentro e non mi reggevo veramente in piedi, non mi ero fatta niente cadendo ma erano le ferite che mi avevano fatto settimana scorsa che si facevano ancora sentire. 
Ma mi chiedevo perchè mi aveva aiutata? Perchè? Prima in spiaggia mi deride e poi mi aiuta? Che razza di ragazzo è? Mille domande occuparono la mia testa. 
Dopo aver trovato la mia classe,entrai. La lezione era già iniziata. 
- Tu devi essere la nuova alunna,giusto? - disse il professore. 
- S-sì! - dissi abbassando lo sguardo. 
- In ritardo già il primo giorno?
- Mi scusi..
- Siediti là in fondo,all'ultimo banco, di fianco a Lawrence. 
Attraversai l'aula e in un attimo tutti gli occhi si puntarono addosso a me. 
Subito le mie guancie diventarono di un rosso accesso che non se ne andò fin quando il prof rincominciò a spiegare.
- Ciao,sono Philip!
- Piacere,Summer! -dissi sorridendo. 
- Summer..è un nome meraviglioso. E poi vuol dire estate,e l'estate è sempre il meglio. 
Scoppiai a ridere. 
- Io invece lo odio.
- Ma è originale e bello,come te. 
In un secondo arrossii, era davvero da tanto che un ragazzo non mi faceva un complimento. 
- G-grazie mille! 
- Allora,raccontami un pò di te! Perchè ti sei trasferita qui? Di dov'eri?
- Abitavo a Milano,in Italia..
- Oddio,io amo l'Italia! Sarebbe un sogno andarci!
Sorrisi e gli dissi - Ti ci porterò io. 
- Scappiamo insieme?
- Sì,quando vuoi. 
- E abiteremo in un palazzo, io sarò il principe e tu la mia principessa.
Scoppiammo in un risata così forte che anche il prof ci rimproverò. 
- Storia dell'arte è la materia più noiosa che ci sia, e poi con questo prof ti viene la voglia di ucciderti sul banco. -disse. 
- Dai..manca solo un minuto e suona! - dissi controllando l'orologio. 
- Di già? 
- Eh già,ahahahahahah!
Il resto della mattinata passò molto velocemente. 
Philip era simpaticissimo,era da tantissimo che non mi sentivo così bene come con lui, mi faceva ridere ogni santo minuto. 
In quelle sei ore passate con lui mi ero dimenticata di tutto: delle botte,degli schiaffi,degli scherzi,del dolore provocato dalla morte di mia mamma, di Peter,della mia schifosa vita. 
Mi sentivo bene,avevo trovato finalmente un amico.
Quando suonò la campanella che annunciava la fine della mattinata, io e Philip uscimmo insieme.
- Beh..io vado Philip,ci vediamo domani. - dissi sorridendo. 
- Aspetta, cosa fai oggi pomeriggio?
- Emh..nulla! 
- Fatti trovare davanti a scuola alla quattro ok? 
- Ok! Ma dove andiamo? 
- Hai presente di quella band che ti ho parlato? Gli "Hooligans"? 
- Sì,certo. 
- Ecco, assisterai alle nostre prove. 
- Davvero? Oddio,non vedo l'ora. 
- Perfetto, allora ci vediamo dopo Summer. 
- Ok, ciao Philip. 
Mi girai cercando la macchina di mio papà quando sentii Philip di nuovo chiamarmi. 
- Ah,Summer!
- Dimmi!
- Non chiamarmi Philip,chiamami Phil. 
- Sarà fatto. Ciao Phil! - dissi scoppiando a ridere. 
Mi rigirai e dopo aver trovato la macchina di mio papà tornai a casa. 
 
 
 
Ciao bellezzee❤❤
allora scusate il ritardo ma sono stata via un pò di giorni e non ho potuto scrivere. 
ma finalmente l'ho pubblicato c: 
allora,cosa ne pensate? ve gusta? lasciatemi una recensione :3 
alla prossima ❤

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Capitolo 4
*** Who will save me? ***


CAPITOLO 4. 
Dopo aver mangiato e essermi fatta una doccia veloce andai davanti la scuola aspettando Phil. 
Quattro meno un quarto. 
Quattro. 
Quattro e un quarto. 
Quattro e venti. 
Ma dove cavolo era finito? Aveva detto che ci saremmo ritrovati qui alle quattro, stavo incominciando ad innervosirmi. 
- Summeer! 
Mi girai e finalmente vidi Phil venirmi incontro. 
- Poco in ritardo,eh! - dissi facendo il muso. 
- Mi ero addormentato, anche la band me ne sta dicendo di tutti i colori, scusami! 
Mi girai dall'altra parte,dandogli le spalle e facendo finta di essere arrabbiata. 
Subito mi abbracciò da dietro e mi sussorrò un dolce "scusa,mi perdoni?" nelle orecchie; la situazione era diventata altamente imbarazzante e per spezzare il ghiaccio che si era creato in quei pochi secondi mi girai con un sorrisone, dicendo "Certo stupido,andiamo!". 
Mi abbracciò forte e incominciammo a camminare. 
- E' lontano questo posto? -dissi.
- No, è vicinissimo. Guarda, siamo già arrivati! - disse indicando un garage. 
- Fate le prove in un garage?
- Sì! Allora, pronta a conoscere quella banda di idioti?
- Certo! -dissi ridacchiando. 
Entrammo nel garage e subito i ragazzi smisero di suonare urlando in coro "Era ora Phil!". 
- Dai ragazzi,mi sono addormentato! Scusatemi! - disse Phil ridendo. 
Dalla dietro la batteria si sentì una voce che disse - Beh, chi è quella bella ragazza che hai portato con te? 
Mi sembrava una voce famigliare,e capii subito di chi era: il famoso Peter. 
Si avvicinò piano piano a me squadrandomi dai piedi alla testa, volevo soltanto morire. 
Cercavo di dimenticare quello era successo in spiaggia, del suo viso,di quei orribili "ricordi" ma me lo ritrovavo da ogni parte. 
- Ah già, Summer questo è il mio migliore amico Peter, lui è il cantante della band! - disse Phil. 
Migliore amico..pure? 
Incominciai a mordicchiarmi le labbra per il tanto nervoso. 
- Phil, io e lei ci conosciamo già,non ti preoccupare! 
- Ah davvero Summer? E come vi siete conosciuti? 
- B-b-beh, c-c-cioè..
- Stai bene? - disse Phil dopo avermi visto sbiancare in un attimo. 
- Ti rispondo io,brò. Ha fatto un pò la maleducata con me e la ragazze! 
- Le ragazze?
- Sì, ero in spiaggia con Chanel e Jessica ed è venuta a fare la sbruffona. 
- Davvero Summer? - disse Phil guardandomi deluso. 
Rimasi scioccata: come poteva essere stato così stronzo? Dopo avermi fatto tutto quel male ebbe pure il coraggio di dire che ero stata io a infastidire loro? No, non potevo crederci, la verità non era questa, Phil non doveva crederci. 
Subito i miei occhi si fecero più pesanti, le lacrime rendevano la vista più sfuocata, e il mio sguardo era sempre fisso su Peter. 
In un attimo presi tutte le forze che mi rimanevano e lo spinsi così forte che cadde a terra, gli urlai "mi fai schifo stronzo,vergognati!" e corsi fuori dal garage. 
Incominciai a correre. 
Correre,scappare da quell'incubo era il mio unico obbiettivo. 
Non sapevo dove stavo andando,dove mi trovavo ma non me ne fregava nulla, volevo solo andarmene da lì. 
Le lacrime non si fermavano: ogni parte di me piano piano stavava morendo. 
Rabbia,paura,dolore. 
Dopo un ora mi buttai a terra sfinita,ancora in lacrime. 
Volevo rimanere lì da sola,volevo morire lì da sola; ero sicuro di essere lontana, non mi avrebbero mai trovata. 
Mi sdraiai su una panchina e mi misi a fissare i miei polsi,il mio unico sfogo. 
C'era solo una domanda che mi rimbombava nella testa: Dove l'avrei trovata la forza?
Ero la persona più del debole del mondo,non sapevo trovare la forza in niente, chi mi avrebbe salvato? 
Sentii urlare il mio nome,alzai lo sguardo e vidi Phil davanti a me. 
- Summer, cosa succede? 
- L-l-lasciami stare, p-ph-philip.. -dissi tra i singhiozzi. 
- Dimmi cosa succede e poi ti lascierò stare. 
- V-v-vattene! 
- No,non me ne vado. 
- A-al-allora me ne vado io.. -dissi cercando di alzarmi ma Phil mi bloccò abbracciandomi. 
- Non importa se non vuoi parlarmene.
- Philip,scusami.. non voglio parlarne,peggiorerei il mio stato..
- Non importa, ti farò stare meglio,promesso. Ora andiamo però. 
- M-ma dove siamo? 
- Hai corso un pò troppo principessa, ma vedrai che ci arriveremo a casa. 
- Scusami.. 
- Shh. Ora asciughiamo queste lacrime e sorridiamo ok? 
Sorrisi ed annuii.
Un attimo dopo mi prese in braccio. 
- C-che fai? 
- Ti porto a casa! 
- Ce la faccio anche da sola,davvero. 
- Sei sfinita, riposati. 
- Grazie Phil. 
Appoggiai il mio viso sulla spalla e piano piano mi addormentai. 
 
 
 
 
 
Ciao pimpeeeee. 
Scusate il ritardissimo ma sto cercando di studiare per rucuperare (maledetta scuola.)
Non è molto bello,lo so,scusatemi anche per questo. 
Lasciatemi una recensione, love ya. 
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** Sorry. ***


CAPITOLO 5. 
"Summer,svegliati! Svegliati, faremo tardi a scuola!" 
Una voce mi rimbombò nella testa che all'inizio non riuscii a riconoscere, ma subito capii che era quella di Phil. 
Aprii piano piano gli occhi e mi guardai in giro. 
Dov'ero? Cosa era successo? Non ricordavo nulla del giorno precedente.
Ricordavo solo quelle maledette parole di Peter: "Sì, ero in spiaggia con Chanel e Jessica ed è venuta a fare la sbruffona". 
Mi stroppicciai gli occhi e guardando Phil abbuffarsi di cereali dissi - D-do-dove sono? 
- A casa mia! 
- Come a casa tua? Oddio, e che ore sono? 
- L'ora di andare a scuola! 
- Cazzo,cazzo,cazzo! - dissi alzandomi velocemente dal divano e cercando disperatamente il mio cellulare. 
26 chiamate, 12 messaggi. 
Ecco,lo sapevo, mio papà non avrà chiuso occhi e molto probabilmente la polizia mi starà già cercando. 
Non dovevo addormentarmi,sono sempre la solita stupida. 
Subito feci il numero di mio papà. 
- Pronto? Summer? Sei viva? Stai bene? Stavo chiamando la polizia!
- Ehi papi,scusami, ma mi sono addormentata a casa di una mia amica! Ero stanchissima e sono crollata, scusami davvero! 
- Non fa niente cucciola, basta che stai bene! Vuoi che vengo a prenderti? 
- No no,tranquillo, ora vado a scuola! 
- Beh ma quando finisci vengo? 
- No, voglio farmi una passeggiata.. 
- Va bene.
- Ciao pà, ti voglio bene!
Attaccai. 
Mi sentivo terribilmente in colpa per non aver avvisato mio papà e per averlo fatto stare in pensiero tutta la notte, chissà come si sarà sentito. 
Dopo la morte di mia madre aveva paura anche di un semplice ritardo, ed era diventato molto più protettivo, aveva paura di perdere anche me e mio fratello. 
- Perchè non gli hai detto che eri a casa mia?
- Non mi va di dirgli che ero a casa di un ragazzo. 
- Perchè?
- Perchè no. 
- Vabbè, andiamo? 
- Certo! Ieri ho lasciato la borsa al garage.. è ancora là?
- No, sono andato a riprendertela, è in camera mia,la prima porta a destra!
- Allora vado a prenderla e poi andiamo ok?
- Va bene, ti aspetto fuori! 
Corsi di sopra e velocemente presi la borsa, notai che da essa cadde un biglietto. 
Lo raccolsi da terra. 
"Scusami. Peter" diceva. 
"Maledizione, muori stronzo" pensai tra me e me, ripendensando alla sera precedente. 
Buttai il biglietto e andai di sotto da Philip. 
In pochi minuti arrivammo e entrammo a scuola. 
La giornata passò molto velocemente, io e Phil anche se tra quei banchi ci eravamo divertiti un casino e per fortuna non avevo incontrato Peter. 
L'ultima campanella della mattina suonò e dopo aver salutato Phil mi avviai verso casa. 
Misi le cuffie e incominciai a camminare. 
"...Ti immagini se invece si potesse non morire, e se le stelle si vedessero col sole, se si potesse nascere ogni mese per risentire la dolcezza di una madre e di un padre, dormire al buio senza più paure mentre di fuori inizia il temporale..." 
Le parole di questa maledetta canzone mi provocarono tantissimi brividi che  percorsero il mio corpo, il vuoto dentro di me si fece sentire sempre di più. 
Chiusi gli occhi per pochi secondi e le immagini dei momenti più belli tra me e mia mamma mi passarono davanti, come un vecchio album fotografico. 
Non doveva morire, lei non se lo meritava, avevamo ancora sogni e progetti da realizzare insieme e invece Dio me l'ha portata via. 
Sentire di nuovo le sue mani strette con le mie, sentire di nuovo il suo profumo, sentire di nuovo la forza che mi trasmetteva ogni giorno era tutto quello che volevo. 
Sentii che qualcuno mi tolse le cuffie, aprii gli occhi e vidi Peter. 
Era lì, davanti a me, con quel sorriso mozzafiato. 
- Ehi.. -disse. 
Mi rimasi le cuffie e ricominciai a camminare, ignorandolo. 
Lui camminò di fianco a me ritogliendomi di nuovo le cuffie. 
- Mi vuoi lasciare stare? - gli urlai addosso. 
- Posso parlarti?
- No! 
- Solo due minuti, poi me ne vado, promesso!
- Muoviti.. -dissi sbuffando. 
- Scusami, io...insomma,non volevo deludere il mio migliore amico. 
- Scaricando tutta la colpa su di me,giusto? Ti dò un  consiglio, raccontagli al tuo migliore amico cosa è successo veramente e fagli capire che persona schifosa sei. 
- Hai ragione, scusami. 
- Bene,ciao. 
- Aspetta.. -disse mettendosi davanti a me. 
- Che vuoi ancora? Non mi devi rompere,ok?
- Scusami per quello che ti ho fatto in spiaggia.
- Dovresti fare teatro,sai? Sei stato bravo a fingere di essere dispiaciuto. E ora, lasciami in pace. 
- Sono veramente dispiaciuto, mi faccio schifo da solo. 
- E meno male! 
- Vuoi venire sta sera alla festa in spiaggia?
- Mi prendi in giro? - dissi ridendo - Ti prego, sparisci dai. 
- No, non ti prendo in giro. Tu sta sera ci sarai,scommettiamo?
- Sì!
- Bene, allora a sta sera Summer. - disse sorridendo.
- Contaci! - dissi rimettendomi le cuffie alle orecchie e ritornando a casa. 
 
 
 
Buona sera meravigliee❤
Sono sempre in ritardo, lo so, scusatemi. 
Comunque, ve gusta? lasciatemi una recensione e ditemi tutto quello che pensate, dai c: 
Alla prossima, love y'all. ❤

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Capitolo 6
*** Friends? ***


CAPITOLO 6.
Dopo aver mangiato mi feci una doccia veloce e dopo inizia a fare i compiti. 
Sentii suonare il telefono e subito dopo mio papà mi chiamò. 
- Cosa c'è? - risposi. 
- C'è un ragazzo per te al telefono. 
- Passamelo. - dissi sorridendo. 
Mi porse il telefono e risposi. 
- Pronto? - dissi. 
- Ciao Summer, sono Phil! Tutto ok?
- Phil, come fai ad avere il mio numero di casa? 
- Ce l'avevi scritto sul diario e ne ho approfittato,semplice!
- Ah.. 
- Senti, sta sera c'è una mega festa in spiaggia, non puoi mancare! 
Subito mi ricordai di Peter, ci sarebbe stato anche lui a quella festa. 
- Non ho molta voglia, e non sto nemmeno bene..
- Poche scuse,alle nove sono da te ok? Ciao principessa!
- No,phil,ma in verità.. - non feci nemmeno in tempo a rispondere che attaccò. 
"Merda" pensai tra me e me, e ora? Non dovevo dargliela vinta a Peter,non potevo diamine. 
Cercavo una soluzione ma non sapevo cosa inventarmi, Phil non avrebbe creduto a niente e alle nove si sarebbe presentato davanti a casa. 
Mi conveniva trovare subito qualcosa da mettermi; svuotai tutto l'armadio ma non trovai niente, ero disperata, non trovavo niente di adatto. 
Dopo ore e ore, decisi di mettermi un vestito a fiori e le vans. 
Sì, non sono la tipica ragazza che vive di tacchi, mi ero azzardata solo una volta a mettere quei terribili trampoli e non era finita nei migliore dei modi; anche sotto uno dei vestiti più eleganti io avrei messo le vans. 
Mi misi un tocco di mascara ed ero pronta. 
Sentii suonare il campanello ed andai ad aprire la porta. 
- Ciao Phil! - dissi sorridendo. 
- Sei bellissima!
- G-grazie mille! - dissi arrossendo. 
- Andiamo?
- Va bene.. 
Salutai mio papà e attraversammo la strada per andare in spiaggia, che era già piena di gente. 
- Ti presento un pò di persone sta sera.. - disse Phil. 
- Tipo? 
- Oh, ora lo vedrai! 
La musica era altissima, alcuni ragazzi erano già ubriachi fradici, e c'era birra da tutte le parti. 
- Vado a prendere da bere,aspettami qui.
- Va bene. - dissi fingendo un sorriso. 
Non mi sentivo a mio agio,non ero la ragazza che passa le sue serate così, e poi tutta quella gente mi stava straziando. 
Piano piano mi allontanai e mi misi seduta in riva al mare,lontano da tutte quelle persone e da tutto quel rumore. 
Delle mani si misero davanti i miei occhi. 
- Phil?
- No,non sono Phil. 
- Chi sei? 
- Chiunque tu vuoi che io sia. 
- Non copiare frasi di film, Peter. 
- Cazzo, mi hai sgamato! - disse scoppiando a ridere e togliando le mani dai miei occhi - allora, visto che la scommessa l'ho vinta io?
- Mi ha obbligata Phil. 
- L'ho vinta io comunque. 
- Bravo!
- Cosa ci fai qui tutta sola? Là c'è una festa,divertiti! 
- I fatti tuoi mai,eh? Vai tu a divertirti,ciao. 
- Senza di te non ritorno là. 
- COSA VUOI DA ME,PETER? COSA VUOI? PRIMA MI FAI PICCHIARE DALLE TUE PUTTANELLE, POI MI FAI PASSARE DALLA PARTE DEL TORTO DICENDO BALLE AL TUO MIGLIORE AMICO,POI MI INVITI AD UNA FESTA E ORA VUOI RIMANERE QUA' CON ME? VATTENE,BASTA. - dissi urlando,sul punto di piangere.
- Ehi calmati, ti ho chiesto scusa per tutte le cose che ti ho fatto, voglio soltanto diventare tuo amico. 
- Perchè vuoi diventare mio amico? Cosa vuole uno popolare come te da una sfigata come me? Io non sono come tutte le tue amiche,non sono popolare,sono una di quelle che voi definite "sfigate".
- Sai,non è così bello come pensi essere popolari; all'inizio ti piace,ma poi ti stanchi. Devi sempre cercare di fare meglio degli altri,di essere migliore,di rimanere all'altezza. E poi alla fine che cosa cambia esserlo o no? niente. 
- Cambia,eccome se cambia. Guardati,tutti parlano di te, la ragazze più belle della scuola sono ai tuoi piedi.
- E cosa me ne faccio di quelle ragazze? Sono tutte facili,non ce n'è nemmeno una seria. 
- Tu vorresti una ragazza seria? Ma non farmi ridere,ti prego. 
- Ora posso pure divertirmi con tutte quelle facili, ma alla fine non saranno di certo loro le donne che amerò.
- Ora però quelle che tu definisci serie le stai deridendo, picchiando, uccidendo dentro. - dissi abbassando lo sguardo mentre gli occhi piano piano si riempirono di lacrime. 
- Mi perdonerai?
- S-scu-scusa,d-devo andare.. - dissi alzandomi e correndo verso casa. 
- Aspetta,Summer. Ti prego,fermati! - disse prendendomi per il braccio. 
- Che vuoi? 
- Non piangere,perdi tutta la tua bellezza quando lo fai. - disse asciugandomi le lacrime. 
- Non ho nessuna bellezza, lasciami stare.
- Sei meravigliosa! Guardati,sei bellissima. 
- Pensi che ti perdoni così facilmente? Pensi di risolvere tutto dicendomi che sono bella? 
- Te lo sto dicendo perchè lo penso veramente,sei fantastica. Non smetterò mai di riperti scusa, ti prego,perdonami. 
- Non basta un semplice scusa. Ora devo andare Peter,ciao.
Mentre corsi velocemente verso casa sentii Peter urlare "Mi farò perdonare,promesso."
 
 
Ciao bellezze, come sempre mi scuso per il lunghissimo ritardo ma ho devuto recuperare un pò di cose a scuola:c 
spero vi piaccia, aspetto le vostre recensioni c:
alla prossima :3

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Capitolo 7
*** Photographers. ***


CAPITOLO 7. 
*PARTE PETER*
Lunedì,nove di mattina, lezione di matematica, noia assurda. 
Summer era una settimana che non si faceva vedere a scuola, avevo chiesto a Phil notizie di lei e mi disse che aveva la febbre.
Non sapevo cosa mi stava succedendo ma quella ragazza mi piaceva ogni giorno di più. Era strano. 
Insomma, io ero sempre attratto dalle ragazze molto facili, quelle che dopo il primo "appuntamento" erano disposte già a darmela e poi le mollavo; e invece per lei provavo qualcosa di più,quando la guardo dentro il mio stomaco si scatena la terza guerra mondiale, non capivo proprio cosa mi stava accadendo, non avevo provato niente di simile prima d'ora. 
Interuppe i miei pensieri la campanella, presi i libri e di corsa uscii dall'aula per la ricreazione.
- Brò! - urlò Phil avvicinandosi a me. 
- Ciao Phil.. 
- Che c'hai? 
- Mmh niente,sai che effetto mi fanno le lezioni di matematica - dissi ridendo - andiamo a fumarci una sigaretta?
- Massì,andiamo! 
Uscimmo,andando nella zona dei fumatori,mi accesi una sigaretta unendomi al capitano della squadra di football. 
- Peter! Come va? - disse. 
- Tutto bene dai,tu?
- Bene! Ho voglia di divertirmi oggi!
- Cosa vuoi fare? - dissi ridendo sapendo già la sue intenzioni. 
- Meniamo quello sfigato là infondo? Chi non riesce a farsi beccare dal preside si scopa Jessica. - disse indicando il più secchione di tutta la scuola. 
- Affare fatto! 
Ci avvicinammo e incominciammo a infastidirlo facendogli piccoli scherzi, continuando poi con pugni e calci in pancia. 
Ad un certo punto notai che il capitano se l'era svignata,e capii subito a cosa stavo andando in contro sentendo la voce del preside urlare "Hernandez,in presidenza,subito!". 
Lasciai il povero sfigato per terra e andai in presidenza. 
- Hernandez, sempre la stessa storia, vuoi proprio essere bocciato? 
- Mi scusi. - dissi sistemandomi sulla sedia. 
- Hai picchiato un tuo compagno, ti rendi conto della gravità della cosa? 
- Me ne rendo conto, non lo farò più. 
- Dici sempre così,Hernandez! 
- Mi dia questa sospensione e chiudiamola qui perchè voglio andarmene. 
- No,questa volta,non ci sarà nessuna sospensione. 
- Come no?
- Resterai a scuola a fare i lavori pomeridiani. 
Merda, io odiavo quei stupidi lavori. 
- Che tipo di lavoro? 
- Corso di fotografia! Dobbiamo fare una mostra a Los Angeles sui paesaggi delle Hawaii e i ragazzi del corso di fotografia stanno aiutando a prepararla. Tu starai con uno o una di loro,che ovviamento sceglierò io, e gli aiuterai. 
-Ok! - dissi sbuffando. 
- Si inizia da domani. Ora,puoi andare. 
Mi alzai e senza nemmeno salutare uscii sbattendo la porta; il divertimento era finito,ora dovevo stare in quel carcere pure il pomeriggio con gli sfigati.
*PARTE SUMMER*  
Martedì, 7.30 am. 
- Summer,svegliati.
Aprii piano piano gli occhi e vidi mio fratello Seth con una brioche e un succo di frutta in mano. 
- Non ho molta fame,Seth.. - dissi alzandomi dal letto. 
- No,devi mangiare,muoviti!
- Non sto bene,ti prego.. 
- Posso parlarti cinque minuti? 
- Dimmi tutto!
- So che non ne vuoi parlare ma.. non hai ancora superato la morte della mamma?
- Seth,ti prego,smettila!
- Rispondimi. 
- La sai la risposta. 
- Siamo molto preoccupati io e papà.. insomma, avevamo pensato che hai bisogno di qualcuno con cui sfogarti e parlarne liberamente!
-Cosa vuoi dire?
- Potresti andare da.. da.. uno psicologo! 
Lo guardai sbalordita e corsi in bagno piangendo. 
Ora mi danno pure della pazza psicopatica che ha bisogno assolutamente di uno psicologo,non ci posso credere. 
Va tutto così male,la mia vita è uno schifo,nessuno mi sostiene veramente.
Mi asciugai le lacrime,mi preparai e uscii di casa senza farmi vedere da mio fratello e mio papà.
Oggi sarebbe iniziato il corso di fotografia,non vedevo l'ora,amavo la fotografia, era qualcosa di meraviglioso. 
Arrivai a scuola e andai al mio armadietto e ci trovai Phil ad aspettarmi. 
- Summer! - disse abbracciandomi forte. 
- Come mai tutto questo affetto? - dissi ridacchiando. 
- Mi sei mancata tantissimo, le lezioni senza di te sono una noia assurda! 
- Ahahahahah, dai ora rincomincieremo a divertirci! 
- Sicuro! Andiamo in classe se no faremo tardi. 
Presi i libri e ci avviammo verso l'aula quando il preside mi fermò. 
- Stoner! - disse. 
- Mi dica.. - dissi con aria molto preoccupata. 
- Vieni un attimo in presidenza, ho già avvisato il professore del tuo ritardo! 
- Arrivo subito. 
Guardai con aria molto preoccupata Phil, gli stampai un bacio sulla guancia e mi avviai verso la presidenza. 
Non capivo il motivo di questa chiamata,non avevo fatto nulla di male, forse l'assenza molto lunga di tutta la settimana scorsa? Mmh,non penso. 
Aprii la porta e mi ritrovai davanti Peter,che appena mi vide fece un sorriso a tremila denti. 
- Stoner, riuscirai a sopportare Hernandez? - disse il preside sorridendo. 
- In che senso? - dissi confusa. 
- Si è vinto una bella punizione, dovrà partecipare al corso di fotografia per quella mostra di Los Angeles,e ho deciso che dovrà stare con te. 
- Ah,va bene.. 
- Vi do il permesso di uscire fuori da scuola per fare le foto oggi pomeriggio. 
- Grazie mille.. 
- Si inizia subito dopo la pausa mensa. Ora potete tornare in classe, buona lezione. 
- Arrivederci. - dissi. 
Uscii senza nemmeno guardare in faccia Peter,e me ne scappai in classe. 
Ci mancava soltanto questo,stavo facendo di tutto per evitarlo e ora mi tocca passare tutti i pomeriggio con lui, come avrei fatto? Non sarei riuscita a sopportarlo,lo odiavo più della mia stessa vita. 
Entrai in classe e andai di corsa da Phil per raccontargli tutto. 
- Vi divertirete un casino,ne sono sicuro! E poi così avete la possibilità di conoscervi meglio! 
Già,peccato che lui non sapevo niente di quello che era successo. 
Annuii e tornai ad "ascoltare" la lezione, sperando che quel pomeriggio da incubo non sarebbe arrivato mai. 
 
 
Ciao meravigliee ❤
ecco il capitolo,non mi piace molto ma aspetto un vostro parere c: 
Recensite in tanti, vi voglio bene❤
alla prossima:) 

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Capitolo 8
*** Beach. ***


CAPITOLO 8. 
La mattinata, pultroppo, era finta e ora mi toccava passare quel maledetto pomeriggio con Peter. 
Non dovevo iscrivermi a quel corso, lo sapevo.
Dopo aver mangiato in mensa con Phil, Peter si avvicinò a me. 
- Allora, andiamo? - disse sorridendomi.
- Se vuoi vado da sola, tanto so che non ti piacciono ste cose. - dissi annoiata. 
- Sì hai ragione, non mi piacciono per niente ste cose, ma magari tu riuscirai a farmele piacere!
- Dirò al preside che sei stato con me, non ti preoccupare..  - dissi girando le spalle, andandomene. 
Nel giro di pochi secondi sentii la sua mano stringersi al mio braccio, mi girai infastidita e ritrovai il suo naso a pochi millimetri dal mio. 
- Voglio venire,ok? - disse. 
Le mie guancie in un attimo diventarono rosse, sentii un dolore fortissimo alla pancia, o forse allo stomaco; cosa mi stava succedendo? 
- V-v-va bene. - dissi morendomi il labbro inferiore. 
- Da dove si inizia?
- Non saprei,sono qui da poco e non conosco molto bene i posti.. 
- Vedi? Se non c'ero io non so cosa facevi! - disse ridacchiando. 
Sbuffai e dissi - Allora, dove mi porti? 
- Ho qualche idea! Su,andiamo! 
Presi la mia borsa contenente la macchina fotografia e mi incamminai con Peter. 
- Ti fidi a salire con me in macchina? - disse indicandomi la macchina di fronte a noi. 
- Devi cercare di ammazzarmi un altra volta?
- Dai,sali! - disse ridacchiando. 
Salii e mi misi comoda, regnava il silenzio. 
- Tu non hai la patente? - disse. 
- No.. 
- Come mai? 
- Non ho potuto farla. 
- Perchè? 
Perchè? Beh, dovevo iniziare a fare le lezioni ma proprio in quel mese morì mia mamma e smisi di fare tutto, anche le lezioni di guida. 
- Affari miei! - dissi con gli occhi lucidi. 
- Mi puoi fare un favore? Sii meno acida con me. 
- Non sono acida. 
- Ma con me sì, so che ti ho fatto soffrire tanto, ma dammi un altra possibilità. 
- E va bene. - dissi. 
Forse aveva ragione,continuare così non avrebbe migliorato le cose. 
Gli avrei dato un altra possibilità,forse; questo corso mi avrebbe aiutato di più a conoscerlo. 
Magari dietro alla persona stronza e schifosa che io immaginavo, si nasconde un altra persona. 
- Quindi me la dai un altra possibilità? - disse mordendosi il labbro inferiore. 
- Sì, ma non incominciamo subito a prenderci confidenza eh! - dissi ridacchiando. 
- Siamo arrivati. - disse parcheggiando su una collinetta. 
Scesi e mi guardai intorno,notai che oltre quella collinetta c'era la spiaggia e il mare. 
Non era come le solite spiaggie e mari, questa era diversa; non trovavo quel qualcosa che la rendeva diversa ma era davvero perfetta, ne rimasi subito incantata. 
- Ti piace? - disse.
- E' m-m-meravigliosa,Peter.
- Qui non ci viene mai nessuno,ci vengo solo io quando ho bisogno di riflettere, è il mio posto segreto. 
- Non ci hai mai portato nessuno?
- No,sei l'unica. 
- E-e-e..perchè proprio io?
A quella domanda lui mi guardò sorridendo e non rispose. 
Rimase zitto,ritornando a guardare il panorama e mettendomi il braccio sulle mie spalle. 
Non era da lui, di solito risponde sempre, e ora perchè mi aveva lasciato così? senza una risposta?
- Andiamo a fare queste foto?
- Certo.. ma come facciamo a scendere da qua? C'è qualche stradina?
Scoppiò a ridere, si abbassò e in un secondo mi prese in braccio. 
- C-che fai? - dissi spaventata. 
- Ti porto giù,in spiaggia. 
- H-h-ho paura,mettimi giù. Ce la faccio da sola! 
- No,non ce la fai! La discesa è ripida e piena di sassi,rischieresti di farti male. Metti le braccie intorno al mio collo e tieniti forte. - disse ridendo. 
Velocemente misi le braccia intorno al suo collo e mi strinsi a lui. 
Sentii che incominciò a correre,chiusi gli occhi, e la paura si impossessò di me. 
Incominciai a tremare e a stringermi sempre di più a lui. 
- Siamo arrivati. - disse mettendomi giù. 
Piano piano aprii gli occhi e mi ritrovai davanti quel mare che lascia senza parole. 
- Ehi, ma stai tremando?
- Emh..te l'avevo detto che..emh..avevo paura. - dissi con tanta vergogna. 
- Vieni qua - disse abbracciandomi e ridacchiando - te l'avevo detto di fidarti di me,è andato tutto bene,non dovevamo scalare una montagna eh!
Gli sorrisi e gli dissi - Ora vado a fare qualche foto,ok? Tu aspettami qua,non ci metterò tanto. 
- Va bene. - disse.
*PARTE PETER*
Era bellissima. 
La guardavo da lontano mentre si muoveva con la sua macchina fotografia per la spiaggia,sembrava un angelo.
Ad ogni scatto,guardava la foto e sorrideva; si vedeva che era felice nel fare tutto questo,era la sua passione. 
Rimasi incantato minuti e minuti a guardarla, era di una bellezza incredibile.
Aspetta..ma che cavolo mi stava succedendo? Peter, sei andato fuori di testa?
Non avevo mai pensato tutto questo su una ragazza, mi ero sempre incantato su tette e culo, e invece con lei era diverso, lei era come se mi facesse sognare ad occhi aperti. 
Scrollai la testa e cercai di togliermela della mente. 
Presi il cellulare e trovai un messaggio di Phil. 
"Brò, come sta andando? Trattamela bene quella principessa", sorrisi rispondendogli "Mai trattata meglio;)". 
Alzai lo sguardo e mi ritrovai davanti Summer. 
- Hai finito? - dissi sorridendogli. 
*PARTE SUMMER* 
- Yess! 
- Me le fai vedere?
- Certo! - dissi sedendomi accanto a lui, porgendogli la macchina fotografia. 
Mentre lui guardava le foto, io incominciai a giocherellare con la sabbia. 
- Summer?
- Si? 
Mi girai e mi ritrovai accecata dal flash; incominciò a ridere guardando la foto. 
- Ma sei scemoo? Fammi vedere sta foto! 
Continuò a ridere,quasi piangendo. 
Subito mi buttai sopra di lui cercando di prendere la mia macchina fotografica, ma la teneva stretta a lui; cercai di fargli i solletici ma niente, non soffriva nemmeno i solletici. 
- Eddaaaai,ti prego,fammi vedere sta fotoo! - dissi ridendo. 
- A patto? 
- Nessun patto, o me la fai vedere o me la fai vedere. - dissi incrociando le braccia e facendo finta di essere arrabbiata. 
- Beh,ma nonostante tutto,sei bella anche così ahahahahahah 
- Sì,certo,divertiti a sfottermi, avrò la mia vendetta un giorno. 
Vidi che sorrise e si tolse la felpa. 
- Che fai? - dissi preoccupata. 
- mmh..no..niente..ho caldo e.. - in un attimo si alzò,mi prese in braccio e corse verso il mare. 
Incominciai ad urlare e ridere a crepa pelle,ma in un attimo mi ritrovai nell'acqua. 
Ritornai a galla e cercai Peter, che non vidi più. 
- P-p-peter? Dove sei? 
Nessuna risposta. 
- Peter? 
Sentii che,da dietro,mise le mani sui miei fianchi e mi sussurrò in un orecchio 'sono qui,summer.' 
Milioni di brividi percorsero il mio corpo; il suo respiro sulla mia pelle mi fece impazzire in pochi secondi. 
- Che problema mentali hai,Peter? Guarda, ho tutti i vestiti bagnati! Ora come ci torno a casa? 
Scoppiò a ridere e disse  - Ci asciugheremo,tranquilla! 
- Sì,però adesso è ora della mia vendetta! - dissi mettendogli le mani sulle spalle e buttandolo in acqua. 
Scoppiai a ridere e dopo pochi secondi lo vidi risalire dall'acqua urlando 'Vieni qui,piccola stronzetta'. 
Incominciai a urlare e correre fuori dall'acqua,mentre lui mi rincorreva. 
Mi rincorse pere tutta la spiaggia finchè finii tutte le mie forze,e mi raggiunse.
Mi buttò sopra i nostri asciugamani e si mise sopra di me. 
Ci ritrovammo a pochi millimetri di distanza, il mio cuore incominciò a battere all'impazzata, le mie guancie diventarono di un rosso acceso e sentii il suo respiro sulla mia pelle ancora meglio della volta prima. 
I nostri occhi si fissavano,lui sorrideva e il mio respiro si faceva sempre più veloce. 
Le sue labbra si avvicinarò sempre di più alle mie. 
- P-p-peter, si è fatto tardi,devo tornare a casa. 
Lui si staccò da me, e mi guardò con tanta delusione negli occhi. 
- Sì,c-c-certo.. andiamo.  - disse. 
Mi alzai,presi le mie cose e ci incamminammo per tornare alla macchina. 
Nessuno diceva una parola, anche durante il tragitto per tornare a casa nessuno aveva aperto bocca. 
Dopo una ventina minuti raggiunsi casa mia. 
- Siamo arrivati,giusto? - disse. 
- Sì.. 
Aprii la portiera della macchina e scesi. 
- Beh,allora ciao.. - dissi abbassando lo sguardo. 
- Ciao, a domani! - disse sorridendomi. 
Chiusi la portiera e andai verso la porta quando sentii Peter gridare 'Summer!'
Mi girai e dissi - Si?
- Grazie per la giornata! 
Un sorriso a tremila denti spuntò sul mio viso e risposi con un 'grazie a te', girandomi e entrando in casa. 
 
 
Ciao bellezzeeee c: 
come state? come sta andando l'estate? 
ecco il capitolo,scusate come sempre per il ritardo. 
spero vi piaccia, recensite in tanti e ditemi il vostro parere :3 
alla prossima! 

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Capitolo 9
*** Confusion. ***


CAPITOLO 9. 
Entrai in casa e mi trovai davanti mio papà. 
- Emh..ciao pà! 
- Dove sei stata? - disse con aria arrabbiata. 
- Al corso di fotografia, te l'avevo detto! 
- Sì certo, e dal corso di fotografia si torna in macchina con un ragazzo? 
- Dovevamo occuparci insieme per quella mostra di cui ti avevo parlato. 
- E non c'era bisogno che ti accompagnava a casa e nemmeno delle occhiatine che vi siete dati, ci mancava solo il bacio davanti alla porta! 
- Voleva essere gentile.. 
- Che sia l'ultima volta che esci con quel ragazzo. 
- Non siamo usciti,va bene? Dovevamo stare insieme per forza,è stata una richiesta del preside. 
- Parlerò io con il preside. 
- Smettila,papà. Non puoi fare così ogni volta che mi vedi con un ragazzo! Sto crescendo, non sono più una bambina, non ho bisogno della tua stupida protezione. La mamma sarebbe stata felice di vedermi con un ragazzo e invece tu non fai altro che allontanarmi dai ragazzi. - dissi urlando. 
- Non tirare in mezzo la mamma, le regole sono così fin quando stai sotto il mio tetto. 
- E sai cosa? Io me ne vado via da questa casa. 
- E dove vai? Non hai nessuno. 
Non hai nessuno, non hai nessuno, non hai nessuno, non hai nessuno; quelle tre parole mi rimbombarono nella testa e la lacrime incominciarono a rigare il mio volto. 
In un attimo corsi di sopra,presi un borsone,ci buttai dentro alcuni vestiti e corsi fuori di casa. 
Presi il cellulare e chiamai Phil. 
- Pronto?
- P-p-phil.. - dissi singhiozzando. 
- Summer? Cos'è successo?
- P-p-posso venire a casa t-tua? 
- Certo! Ti vengo a prendere,dove sei? 
- N-no,a-ar-arrivo da sola. 
- Sei sicura? 
Attaccai senza dargli una risposta e incominciai a correre verso casa sua, le lacrime continuavano a scendere. 
Anche mio papà pensava fossi sola, e questo mi uccideva. 
Avevo soltanto bisogno di sostegno e non ne stavo ricevendo da nessuno,nessuno mi aiutava a superare tutto questo e l'unica cosa che pensavano fosse giusta era sbattermi da uno psicologo. 
Arrivai davanti a casa di Phil e bussai. 
Appena aprì la porta mi buttai addosso a lui abbracciandolo. 
- Ehi cos'è successo? 
Non risposi, continuai a piangere. 
- Dai,entra! Ti preparo qualcosa di caldo,va bene? 
Annuì,asciugandomi il viso. 
Mi rannicchiai in un angolo del divano aspettando che Phil tornasse dalla cucina. 
- Ecco, un thè caldo. - disse porgendomi la tazza. 
La presi e incominciai a bere. 
- G-grazie mille,Phil. 
- Di niente principessa! Allora, raccontami cosa è successo. 
- Niente,ho soltanto litigato con mio papà.. 
- Perchè avete litigato?
Restai zitta,senza dire niente. 
- Parlarne ti farà bene,dai. - disse sorridendomi. 
- Non vuole che esco con nessun ragazzo, ha visto che Peter mi ha accompagnato a casa e si è imbestialito. Poi gli ho detto che me ne sarei andata di casa e ha detto che..che..che sono sola. - dissi sul punto di piangere di nuovo. 
- Ehi calma,calma,ok? Non voleva ferirti, era un pò arrabbiato e ha esagerato. Tua mamma non ha detto niente? 
A quelle parole sentii un forte dolore al cuore,e mi mancò il respiro per pochi secondi. 
Abbassai lo sguardo e deglutendo dissi - N-non era a casa.. 
- Non sei sola, ci sono io , ok? 
- G-grazie di tutto Phil.. 
- Ti prometto che si sistemerà tutto tra te e tuo padre. 
- Lo spero.. 
- Dai vieni, ti faccio vedere la camera dove starai! 
- Sicuro che non disturbo? 
- Zitta! - disse ridendo. 
Salii le scale e mi indicò la camera di fianco alla sua. 
- Va bene? 
- E' perfetta Phil,grazie. 
- Allora ti aspetto dopo per la cena,ok? 
- No,voglio farmi una bella dormita..
- Mmh se cambi idea per le otto mangiamo. 
- Va bene,grazie mille. 
Chiusi la porta e mi buttai sul letto. 
Chiusi gli occhi,ero stanchissima. 
Ripensai alla giornata con Peter e alla litigata con mio papà, ero così confusa e stressata che in pochi minuti mi addormentai. 
*MATTINA SEGUENTE* 
Un forte rumore mi svegliò; aprii gli occhi e cercai di capire da dove veniva. 
- Suuuumer! Suuuumer! Muoviti,faremo  tardi a scuola! 
Ecco da dove veniva, era Phil che bussava sulla porta. 
Mi alzai ed andai ad aprire. 
- Oh,ma buongiorno anche a te! - dissi sorridendo. 
- Come stai?
- Meglio,grazie.. 
- Mi fa piacere - disse sorridendo - ma ora muoviti,siamo già in ritardo. 
- Mi faccio una doccia veloce e arrivo ok?
- E non fai colazione?
- No,grazie! 
- Summer,devi mangiare.
Senza rispondere,corsi in bagno,mi feci una doccia veloce e in dieci minuti ero già pronta fuori dalla porta. 
Andammo a scuola a piedi,non era tanto distante, ci arrivammo in dieci minuti. 
Andai a prendere i libri che avevo dimenticato nell'armadietto. 
- Strano che Peter non è ancora arrivato.. - disse guardando se il suo armadietto era aperto - di solito a quest'ora è già qui. 
- Parli del diavolo,spuntano le corna. - dissi vedendolo arrivare dal fondo del corridoio, correndo. 
- Bròòòòò! - disse buttandosi su Phil. 
I suoi occhi erano lucidi,per la felicità,e non smetteva di ridacchiare.
- Cos'è successo? Britney Spears te l'ha data? - disse Phil scoppiando a ridere. 
- No,molto meglio! - disse tutto emozionato - h-hai presente la casa discografica a cui ho mandato alcune canzoni? L'elektra? Ecco..insomma..cioè..vuole incontrarmi! -disse urlando per i corridoi. 
- O-o-oddio,non ci credo,non è possibile! M-ma è fantastico,brò! - disse Phil a bocca aperta. 
Non sapevo cosa dire,rimasi in silenzio accennando qualche sorriso. 
La giornata che avevo passato ieri con Peter mi aveva confuso,parecchio. 
Forse, dargli un altra possibilità non fu la cosa giusta,o forse sì? 
Io amica di Peter Hernandez? Macchè, non potevo, io lo odiavo. 
Finalmente la campanella suonò e dopo che quei due si salutarono,io e phil andammo in classe. 
Dopo l'entrata del professore mi misi a disegnare qualcosa su un foglio, che più che un disegno sembrava uno scarabocchio. 
- Summer?.. - disse Phil disturbando i miei pensieri. 
- Che c'è? 
- E' successo qualcosa tra te e Peter?
- In che senso,scusa? 
- Sembra che lo odi! Ti ha fatto qualcosa di male? 
Qualcosa? Beh, mi ha soltanto dato il benvenuto facendomi menare da quelle sgualdrine. 
- No, tranquillo, mi comporto sempre così con le persone che non conosco molto bene.. 
- Con me però non fai così!
- Beh ma tu sei special! - dissi ridacchiando. 
- Se c'è qualcosa che non va, dimmelo, ti prego. - dissi preoccupato. 
- Tranquillo.
Per il resto della lezione non spiaccicai nemmeno una parola, restai a scarabocchiare quel povero foglio. 
Quando suonò la campanella,andai a prendere i libri per l'ora successiva. 
Aprii l'armadietto e subito dopo arrivò Peter,anche lui aprì il suo. 
Feci finta di non vederlo. 
- Beh? Non si saluta? - disse sorridendomi. 
- Ciao.. - dissi ricambiando il sorriso. 
- Senti..ti volevo dire..che..insomma.. 
- Dai,Hernandez,ce la puoi fare! - dissi ridacchiando.
- Emh sì.. - disse scoppiando a ridere - ti volevo chiedere scusa.. 
- Per cosa? 
- Ieri ho tentato di baciarti e..ho sbagliato, ho affrettato troppo le cose. 
- Quali cose? Hernandez, mettiti in testa che tra me e te non ci sarà mai niente, oltre all'amicizia, che per ora manco quella c'è. 
Dovevo dirgli la verità, io non sarei stata una di quelle sue troiette passeggere, aveva proprio sbagliato a capire. 
In un attimo il suo sorriso si spense e mugulò qualcosa del tipo - Ah..beh...sì...certo. 
- Comunque complimenti. 
- Per cosa? 
- Per la casa discografica! 
- Grazie. - disse con tono offeso. 
- Beh, allora io torno in classe, a dopo. - dissi voltando le spalle. 
- Aspetta.. 
- Cosa c'è? - dissi. 
- Volevo chiederti una cosa. 
- Dimmi, ma in fretta che se no arrivo in ritardo. 
- Fra due settimane ho quell'incontro con la casa discografica a Los Angeles e mi chiedevo se.. se vorresti venire con me? 
 
 
Ciao meraviglieee c: 
Non mi cagate più :c 
Dai lasciatemi un pò di recensioni, mi fareste davvero felice! 
Alla prossima nsohosdjojhds. 

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Capitolo 10
*** LA. ***


CAPITOLO 10. 
Lo guardai con aria confusa e gi dissi - Perchè dovrei venire con te? 
- Beh, vorrei che ci fosti, è importante per me. 
- Io non sono nessuno per te, non ne vedo il motivo. 
Si avvicinò a me, il mio naso era a due millimetri di distanza dal suo, mi accarezzò la guancia e il mio battitio cardiaco incominciò ad aumentare.
Feci un passo in dietro e dissi sotto voce - M-m-ma che f-f-fai?
- Summer, io forse per te non sarà nessuno, ma tu per me sei qualcuno. 
- Smettila, non dire cazzate, non mi conosci nemmeno. - dissi girandomi. 
- Aspetta. 
- Cosa vuoi ancora? 
- Ti prego, vieni. 
Misi una mano nei capelli, sospirai e ritornai in classe. 
DUE SETTIMANE DOPO. 
Non sapevo ne come ne perchè ma ero seduta di fianco a Phil sull'aereo diretto a Los Angeles. 
Da quel giorno io e Peter non ci eravamo ancora scambiati una parola ma qualcosa mi aveva detto di partire con lui e Phil. 
Mio papà non ne sapevo niente, perchè dal giorno della litigata non ero più tornata a casa e lui non aveva nemmeno fatto lo sforzo di chiamarmi. 
Per passare un pò il tempo incominciai a fare foto dal finestrino. 
Era bellissimo fuori, si vedevano solo le nuvole, sembrava di stare in paradiso. 
Quando mi girai verso Phil per fargli vedere le foto notai che non c'era, il suo posto era vuoto. 
- Peter? - dissi timidamente.
- Dimmi!
- Dov'è Phil?
- A cercare di filtare con l'hostess - disse ridacchiando. 
Sbuffai e dissi - Sempre il solito! 
- Di cosa avevi bisogno?
- Mmh niente,volevo soltanto fargli vedere le foto. 
- Che foto? 
- Alcune che ho fatto ora..
- Posso vederle io,no? 
- Certo,vieni! 
Velocemente si postò al posto di Phil e gliele feci vedere. 
- Sei bravissima,complimenti! Con quella macchina fotografica fai miracoli! 
- Grazie mille! - dissi sorridendo. 
Rimasi a fissarlo,era bellissimo. 
- Secondo te andrà bene? 
- L'incontro? 
- Sì.. - disse abbassando lo sguardo. 
- Anche se non ho mai sentito una tua canzone e non ti ho mai sentito cantare, penso proprio che andrà bene. 
- Sono in ansia, potrebbe cambiarmi la vita questo incontro.. 
- Ehi, - dissi prendendogli la mano - andrà tutto bene, ok? Se ti hanno chiamato ci sarà un motivo, sono interessati. 
*PARTE PETER*
Alzai lo sguardo per vedere bene se quello che stavo sentendo era vero: Summer Stoner mi stava stringendo la mano. 
Nessuna ragazza mi aveva mai fatto provare quelle merdate che chiamano 'farfalle nello stomaco' ma lei ci era riuscita,soltanto stringendomi una stupida mano. 
Cosa mi stava succedendo? Non ero io quello. 
Non ho mai provato nulla di simile prima d'ora, non avevo mai creduto nell'amore, non sapevo cosa voleva dire innamorarsi. 
- Grazie. - dissi guardandola negli occhi. 
Mi strinse ancora più forte le mano e mi sorrise. 
Passammo altre due ore a parlare e parlare,senza smettere. 
I suoi modi di fare, i suoi sguardi, la sua risata, il suo umorismo, lei.. mi faceva impazzire. 
- Brò che cavolo ci fai al mio posto? Su su,scala! - disse Phil. 
- Ma siamo arrivati? - dissi sedendomi al posto di prima. 
- Sì,dobbiamo atterrare.
- Allora,com'è andata con l'hostess? -dissi ridacchiando. 
Lui mi guardò, e tirò fuori un foglio con su scritto un numero di telefono.
- No,non ci credo! Sei riuscito a farti dare il numero? - dissi scoppiando in una fortissima risata. 
- E non solo, sta sera usciamo in una delle discoteche più belle di Los Angeles. 
- Sei una bestia! 
- A che ora hai l'incontro? - disse Summer. 
- Fra un ora! - risposi. 
L'aereo incominciò a scendere,e il mal di stomaco si impossessò di me, era sempre così, ogni volta che prendevo un maledetto aereo all'atterraggio mi veniva mal di stomaco,quasi da vomitare.
Sbuffai e aspettai fin quando non sentii che le route toccarono terra. 
Dopo alcuni minuti ci fecero scendere, prendemmo le valigie e subito dopo un taxi che ci portò all'hotel. 
- La nostra camera è la 158.. - dissi controllando i numeri sulla porta. 
- E la mia? - disse timidamente Summer. 
- Ah già mi ero dimenticato di dirtelo.. - dissi mettendomi una mano sul collo - condividerai la stanza con noi, l'hotel è pieno e non ce ne sono altre. 
*PARTE SUMMER*
'Merda' pensai tra me e me, come avrei fatto a condividere la stanza con quegli svitati? 
La cosa che mi preoccupava era Peter, con Phil non ci sarebbero stati problemi. 
Porta pazienza Summer, solo tre giorni, solo tre fottuti giorni. 
Dopo aver girato dieci minuti tutte le stanze, trovammo la nostra. 
Erano due stanze in una, c'era un letto matrimoniale e di fianco un altra 'stanza' con un letto singolo, ed infine due bagni.
La vista era spettacolare, si vedeva tutta Los Angeles, una cosa incredibile. 
- Beh, io mi prendo il letto singolo. - dissi appongiando la mia valigia sul letto. 
- No, il letto singolo è mio, se no come faccio sta sera con la meravigliosa hostess? 
- Cosa? - dissi a bocca aperta - Non se ne parla nemmeno, io non dormo con Peter! 
- Non ti stupro! - disse Peter ridacchiando. 
- Non si possono dividere sti letti?
- No.. 
- Beh, allora dormo per terra! 
- Mah, fai come vuoi! Ora devo andare all'incontro, vuoi venire con noi? 
- No, vi aspetto qui, appena finisci vieni a dirmi come è andata! 
- Va bene.. 
Prese il cellulare e aprì la porta per uscire. 
Stava per chiuderla quando lo chiamai. 
- E'? - disse sorpreso. 
- Fagli vedere chi sei! - dissi facendogli l'occhiolino. 
Sul suo volto comparì un sorriso a tremila denti e uscì. 
Sinceramente, non sapevo nemmeno come mi fosse uscita quella affermazione, e me ne pentii subito dopo. 
Non dovevo dirlo, era troppo da sfacciata e interessata, diamine. 
Morsi il labbro inferiore per il troppo nervoso e presi il cellulare. 
Un messaggio: Seth. 
"Ehi cucciola mia, so che sei molto arrabbiata con papà, ma come stai? tutto bene? Se non vuoi tornare a casa, ti andrebbe di vederci? Ti prometto che non dirò niente a papà se ci vediamo. Love u." 
Se venisse a sapere che mi trovo a Los Angeles sarei già morta. 
Gli avrei risposto quando sarei tornata, gli volevo un sacco di bene e mi mancava, avevo bisogno di vederlo. 
Appoggiai di nuovo il cellulare sul comodino, mi distesi sul letto e piano piano mi addormentai. 
8.30 pm.
- Summer.. Summer.. svegliati,sono tornato! 
Aprii gli occhi e vidi Peter che mi sorrideva. 
- Oh,scusa,m-mi sono addormentata.. - dissi stropicciandomi gli occhi.
- Beh tranquilla, era eccitante sentire che ansimavi nel sonno,urlando il mio nome. - disse mordendosi il labbro inferiore. 
In un attimo sbiancai, che cazzo avevo fatto? 
- L-l-l'ho fatto v-veramente? 
- Oh sì, dovevi sentire come urlavi "Peter". 
Mi misi le mani nei capelli e pensai a qualcosa per giustificarmi. 
- Eddai,stavo scherzando! - disse ridacchiando.  
- Fai schifo, lurido porco.. - dissi a bocca aperta - vaffanculo, non rivolgermi più nemmeno la parola. 
- Che bambina, te la prendi per tutto.
- E non so nemmeno che ci faccio qui, con te. 
- Dai, perdonami. 
- Mai! 
- Ah sì? - disse con sguardo vendicativo. 
In un attimo mi ritrovai a terra a piangere dalle risate, per i troppi solletici. 
- Ti prego Peter, lasciaaaaami! 
- Fin quando non dici "ti perdono", non ti lascio. - disse continuando a farmi i solletici sulla pancia. 
- E va bene, va bene - dissi continuando a ridere - ti perdono! 
Finalmente smise di torturarmi, mi misi seduta sul letto e mi sistemai. 
- Allora, com'è andata? - dissi ricordandomi del colloquio. 
- Mmh.. vuoi già un autografo? 
- Cosa vuoi dire con questo? 
- Beh, gli ho fatto ascoltare tantissimi miei pezzi, mi hanno torturato in pratica! - disse sistemandosi anche lui sul letto - poi mi hanno detto che ho talento da vendere e.. 
- E? - dissi tutta curiosa. 
- Summer, cos'è tutta questa curiosità? Sembri più emozionata di me! - disse ridacchiando. 
Le mie guancie diventarono subito rosse e sorrisi. 
- E vabbè, mi hanno detto che quando avrò le canzoni potrò incidere già un disco!
- Oddio ma..ma..Peter, è meraviglioso! Oddio, non ci credo! - dissi abbracciandolo. 
- Sarà dura, insomma, dovrò venire qui a Los Angeles.. 
- E la scuola? - dissi preoccupata. 
- Eh, dovrò pensarci bene! Potrei dare la maturità, intanto scrivo alcuni pezzi, e poi mi trasferisco qui solo che.. - disse guardando fuori dalla finestra - ho paura. 
- Di cosa? 
- Che se faccio aspettare tutto sto tempo, loro non mi vorranno più. 
- Stai tranquillo, se dicono davvero che hai talento da vendere, aspetteranno. 
- Lo spero.. - disse giocherellando con il suo braccialetto. 
- Tranquillo - dissi abbracciandolo di nuovo - dov'è Phil? 
- All'appuntamente con l'hostess! - disse ridacchiando. 
- Ah..e noi che facciamo? 
- Discoteca? 
- Film e pizza? - dissi con faccia da cucciola. 
- Mmh n..
Non gli lasciai finire la frase che dissi - Io scelgo il film, tu ordina le pizze. 
- Ma.. 
- Nessun ma, muoviti! 
Alle nove avrebbero trasmesso in tv "I passi dell'amore", decisi per quello. 
Peter ordinò le pizze e verso le nove meno dieci arrivarono. 
- Allora? Che film vediamo? - disse porgendomi la mia pizza.
- Sta per iniziare 'I passi dell'amore'! 
- E che scemenza è sto film? 
- E' bellissimo dai, guardiamolo! 
Divorammo in quindici minuti la pizza, e continuammo a guardare il film. 
Nessuno diceva una parola, ogni tanto ci guardavamo e poi ritornavamo con gli occhi sul televisore. 
Mi sentivo bene, non riuscivo ad ammetterlo, ma io con lui mi sentivo bene. 
Più che ad ammetterlo, non riuscivo ad accettarlo.
Com'era possibile? Era la persona che avevo odiato di più in vita mia e ora stavo bene con lui, non mi ero mai sentita così bene con nessuno prima d'ora. 
Lo guardai e vidi che chiuse gli occhi, fece un respiro profondo ad avvicinò la sua mano alla mia, per poi stringela forte. 
Mille brividi percorsero il mio corpo. 
Aprì gli occhi, mi guardò e mi fece un sorriso, che subito dopo ricambiai. 
Amavo il suo sorriso, mi ricordava quello della mamma, mi metteva felicità, sembrava illuminasse un intera città. 
Che diavolo mi stava succedendo? Scrollai la testa e continuai a ripetere nella mia testa 'non pensarci Summer,non pensarci'. 
- "Il vero amore ti può cambiare la vita: lascia che sia il cuore a condurre i tuoi passi" ,- disse Peter ripetendo le parole dell'attore e guardandomi - dovresti rifletterci su queste parole, Summer, riflettici. 
 
 
Ecco un altro capitolo dolcezzee c: cosa ne pensate? ❤
Dai, continuo ad almeno 3/4 recensioni c: 
Se c'è qualcosa che non vi piace o che non vi convince, ditemelo che cerco di migliorarla(?) 
okay, me ne vado, alla prossima❤

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Capitolo 11
*** There is a problem. ***


CAPITOLO 11. 
- C-co-cosa vuoi dire con q-qu-questo? - dissi balbettando. 
- Pensaci Summer, tutto qua. - disse spegnendo il televisore. 
- No, è inutile che mi dici frasi in codice, ora mi spieghi. 
- Come sei ingenua.. - disse ridacchiando e alzandosi - .. vado a farmi una doccia. 
- No, fermati. - dissi fermandolo dal braccio - Ti prego, spiegami. 
- E' difficile ammettere di essere innamorati della persona che fino a un mese fa odiavi, eh? - disse aprendo la porta del bagno - Lo so, ti capisco, anche io non rie.. - si fermò sentendo squillare il mio telefono.
Maledizione, quel telefono squilla sempre nei momenti meno opportuni. 
Vidi che sbuffò, ed entrò in bagno chiudendosi a chiave mentre io presi il cellulare per rispondere. 
- Pronto? - dissi con tono scocciato. 
- E' così che si risponde al proprio fratello?
- Ciao Seth - dissi fingendo un pò di emozione. 
- Oh, così va già meglio! Come stai?
- Meglio..tu? 
- Tutto bene, dai! Dove sei? 
- A los...da un a-amico, sì da un amico. 
- Chi è sto stronzo? 
- Oh suvvia, non fare il geloso! 
- Come si chiama? 
- Seth, non è il mio ragazzo, è soltanto un amico, smettila. Non incominciare a fare come papà. 
- Mmh! - dissi indeciso - ti va se ci vediamo? 
- Quando?
- Domani!
Merda. E cosa gli avrei detto? Non potevo di certi dirgli che ero a Los Angeles se no avrebbe ammazzato prima Peter e Phil, e poi me. 
Dai Summer, pensa, pensa a qualche scusa, possibilmente credibile. 
- Summer? Ci sei? 
- Sì, sì scusa..non ti sentivo bene! Comunque domani non posso, devo fare un lavoro per quella mostra fotografica! 
- Dopo domani? 
- Certo, ma di sera ok? - dissi ricordando che sarei arrivata verso le sei di pomeriggio - Ora devo andare fratellone, ci sentiamo! 
Non gli diedi il tempo di rispondere perchè attaccai subito. 
Mi buttai a peso morto sul letto, e mi misi le mani davanti al viso, pensando alle parole di Peter. 
"E' difficile ammettere di essere innamorati della persona che fino a un mese fa odiavi, eh?" Cavoli se era difficile, non riuscivo ad ammetterlo a me stessa, io non potevo accettarlo. 
Non potevo innamorarmi di Peter Gene Hernandez, non potevo farlo, sarebbe lo sbaglio più grande della mia vita. 
Ma io con lui mi sentivo così bene, come rinata, quando c'era lui ogni problema scompariva, sembrava tutto più bello. 
Mi sdraiai sul letto,strinsi forte il cuscino e il mio sguardo finì sui miei polsi. 
I tagli non c'erano più, erano rimasti solo delle cicatrici, abbastanza evidenti. 
Non toccavo una lametta da un mese, ma la paura di ricadere in questa 'dipendeza' era tanta.
Era un grande traguardo per me, non ci ero mai riuscita. 
Quando la mamma morì, papà mi disse 'vedrai, trovai qualcuno che ti farà ritornare il sorriso, che ti renderà la persona più forte del mondo', e se quella persona era Peter? Da quando era diventato un mio 'amico' era cambiato tutto, mi sentivo più forte, più felice, più libera. 
*PARTE PETER*
Sentire qualcosa nello stomaco quando la vedo. 
Gli occhi che si illuminano quando mi sorride. 
Sentirsi la persona più felice del mondo quando mi stringe la mano. 
Avere paura, paura di non essere ricambiato. 
Farsi mille complessi mentali prima di uscire con lei. 
Questo voleva dire essere innamorato? Bello schifo. 
Uscii dalla doccia in boxer, e la vidi dormire sul letto; mi sdraiai delicatamente di fianco a lei, l'abbracciai e gli diedi un bacio sulla fronte. 
Chiusi gli occhi e mi addormentai anch'io. 
7.30 am. 
- Brò, svegliati, brò! - sentii qualcuno chiamarmi a bassa voce. 
Aprii gli occhi e vidi Phil.
Spostai il cuscino per vedere l'orario, le sette e mezza. 
- Cazzo vuoi Phil? Sono le sette e mezza, torna a dormire! 
- Che cazzo stavi facendo con Summer? - disse impallidendo - Ti prego, non dirmi che.. 
- Ti pare che me la portavo a letto? Sono cambiato, Phil. 
- Sì, certo - disse ridendo - tu? cambiato? Ma fammi il piacere! 
Lo guardai disgustato e gli dissi - Puoi dirmi perchè cazzo sei venuto a rompermi alle sette e mezza di mattina? 
- Andiamo nel negozio all'angolo a prendere la colazione per Summer e la mia bella hostess? 
- Ma te la sei scopata? 
- Certo, non sentivi sta notte come urlava? 
Sbuffai e senza rispondergli, mi vestii. 
Dopo aver preso il portafoglio e il cellulare ci dirigemmo al negozio all'angolo. 
Mentre eravamo in fila per i muffins e il caffè, Phil si guardava in giro  con aria preoccupata. 
- Brò? Cos'hai? - dissi. 
- Niente. 
- Con me non funziona, ci conosciamo da quando abbiamo un anno, ti conosco meglio di qualunque altro, dimmi cos'hai. 
- E va bene, e va bene.. hai presente che sta notte mi sono scopata quella? 
- Sì.. - dissi preoccupato. 
- Ecco, mentre lo facevamo...io...insomma...mi immaginavo.. 
- Ti immaginavi? - dissi strappandogli le parole dalla bocca. 
- Che al posto di quella c'era Summer, vedevo il viso di Summer al posto.. 
Lo fermai. 
- Basta, non voglio sentire altro. - dissi a bocca aperta.
- Ti prego, fammi finire, voglio sfogarmi con qualcuno. 
- Aspetta, tu ti immaginavi Summer perchè vuoi scopartelo o..
Mi interuppe dicendo - No brò, sono innamorato di Summer. 
Mi misi una mano tra i capelli, ora sì che ero dentro in uno dei casini più grandi. 
Io e il mio migliore amico eravamo innamorati della stessa persona, perfetto. 
E ora cosa gli avrei detto? Non volevo dirglielo, non volevo dirgli che ero fottutamente innamorato di Summer, non potevo. 
Se lui l'avrebbe toccata non saprei cosa avrei fatto, mi sarei messo contro tutti per averla. 
- Lascia stare, Phil.. - dissi guardandolo serio - Non è la ragazza per te, è inutile. 
- Che cazzo ne sai? Parla quello che non si è mai innamorato e va avanti con una figa diversa ogni sera. 
- Non provacarmi, cazzo. - dissi stringendo i pugni - Lasciala stare, la sto conoscendo, è lei non è il tuo tipo, fidati di me. 
- Perchè il mio migliore amico mi sta dicendo questo? - una lacrima rigò il suo volto - Peter, sono veramente innamorato di Summer. 
Stavo facendo stare male il migliore amico, per un attimo sentii una sensazione di vuoto dentro di me. 
- Fai come vuoi, Phil. - dissi stringendo ancora più forte i pugni - Poi non dirmi che non ti avevo avvisato. 
Dopo quelle parole, altre due lacrime rigarono il suo volto. 
Dopo aver preso i muffins e il caffè, ci avviamo verso il nostro hotel, per quei due minuti di 'tragitto' nessuno aveva detto una parola. 
Ero ferito, avevo ridotto uno schifo il migliore amico. 
Forse, dovrei lasciargli campo libero, in fondo lui l'ha sempre trattata bene fin dal primo momento. 
Lei si meritava una bella persona, non uno schifo come me. 
Quando entrammo in stanza, Summer corse subito verso di noi. 
- Oddio, quando mi sono svegliata e non ho trovato più nessuno, mi sono spaventata. 
- Tranquilla cucciola, ora siamo qui. - disse Phil abbracciandola. 
Peter, calma, mantieni la calma. 
- Dov'è la bella hostess? - disse Phil guardando il letto vuoto. 
Summer fece spallucce e disse - Non lo so, quando mi sono svegliata non c'era. 
- Tenete i vostri muffins e il vostro caffè, io vado a farmi un giro. - dissi 
- No, Peter.. - disse Summer prendendomi per il braccio - fai colazione con noi. 
Resistere a quegli occhi da cucciola? Non ci sarei mai riuscito, così cedetti. 
 
 
Il pomeriggio la portai a fare un pò di shopping, sempre in compagnia di Phil che gli stava addosso più di una cozza.
Prima d'ora non avevo mai fatto nulla di così faticoso: entrare in un negozio a mani vuote ed uscirne con minimo venti borse. 
Dentro quei negozi non sembrava più lei, si era provata minimo duecento vestiti, e affermava sempre di non piacersi, quando a me sembrava terribilmente sexy anche con un sacco della spazzatura addosso, e ci volevano ore e ore per convincerla che gli stava bene tutto. 
- Emh.. Summer, sai sono le otto, non è che ti andrebbe di andare a casa a mangiare? - dissi stanchissimo. 
- Oh, certo.. - dissi mordicchiandosi il labbro inferiore - e scusatemi se vi ho annoiato tutto il pomeriggio. 
Gli feci l'occhiolino e tornammo in hotel. 
Phil non spiaccicava parlare, se non per parlare con Summer, era davvero molto arrabbiato con me. 
Lo capisco, non dovrei essermi comportato così, avrei cercato di parlargli e scusarmi più tardi. 
- Vado io a prendere le pizze, ho bisogno di farmi quattro passi. - disse Phil, uscendo dalla camera e sbattendo la porta. 
*PARTE SUMMER* 
Vidi Peter stringere i pugni e torturarsi il labbro inferiore dalla rabbia. 
Era successo qualcosa tra loro, ne ero sicura, non si erano mai comportati così. 
- Peter, è successo qualcosa? 
- Lasciami stare, Summer. - disse stringendo ancora di più i pugni. 
Rimasi ghiacciata dalla sua risposta. 
Non mi avevo mai risposto così, gli occhi si fecero più pesanti. 
Feci un respiro profondo e cercai di calmarmi. 
Non potevo arrabbiarmi con lui, era più che logica una risposta così, aveva appena litigato con la persona a cui teneva di più al mondo. 
Mi misi vicino alla finestra, mordendomi il labbro per il troppo nervoso, e cercai di rilassarmi guardando quel panorama meraviglioso. 
Un attimo dopo sentii le mani di Peter appoggiarsi ai miei fianchi, il suo corpo avvicinarsi al mio, fino ad azzerare la distanza tra di noi e il suo caldo respiro sul mio collo.
Mille brividi percorsero il mio corpo, il cuore batteva all'impazzata e le mani incominciarono a tremare. 
Non mi girai, rimasi lì immobile, come paralizzata. 
- Scusami per prima.. - disse avvicinandosi al mio collo e lasciandoci leggeri baci - ..non volevo risponderti così, piccola. 
 
 
Buona sera bellezze❤ 
Eh sì, sono ancora qui a rompervi, con un nuovo capitolo. 
Volevo ringraziare le ragazze che hanno messo la mia storia nelle preferite, nelle seguite, in quelle da ricordare e tutte quelle hanno recensito, grazie mille❤
Come vi sembra questo capitolo? Non mi piace molto, aspetto il vostro parere. 
Continuo ad almeno 5/6 recensioni c: 
Adìos❤❤

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Capitolo 12
*** Im Tahiti. ***


CAPITOLO 12.
Le mie guancie si colorarono di un rosso accesso mentre Peter continuava a lasciarmi umidi baci.
Rimasi immobile, volevo uscire da quella situazione, ma non riuscivo a muovermi. 
Presi coraggio e mi spostai, guardandolo in faccia. 
- B-b-eh sì, t-tranquillo.. - dissi balbettando - ..non fa niente! Allora, a che ora si parte domani?
Scoppiò subito a ridere.
Dannazzione Summer, potevi inventartene una migliore. 
- E scusami anche per averti messo in imbarazzo, ma amo quando diventi tutta rossa e non sai cosa fare. - disse ridacchiando. 
- Fanculo, Hernandez. - dissi a braccia conserte. 
- Dai, vieni qua! - disse prendendomi e abbracciandomi. 
Amavo quando faceva così: mi prendeva di sorpresa e mi abbracciava forte, fino a quasi togliermi il fiato. 
Mi sentivo terribilmente bene tra le sue braccia, mi sentivo come al sicuro, come amata. 
Quando mi lasciò ci furono alcuni secondi di silenzio e poi guardandomi mi disse - Domani ritornerai a stare da quello squilibrato di Philip? 
Philip? Non lo avevo mai chiamato così. 
- Sì.. - dissi. 
Fece un smorfia di disgusto e si buttò sul letto, facendo finta di guardare il cellulare. 
Non capivo cosa era successo, si vedeva che ci stava malissimo, e avevo paura a chiedergli spiegazioni. 
Potrei chiedere a Phil, ma penso che riceverei la stessa reazione. 
 
giorno seguente, 21.00 pm. 
Ed eccomi ancora qua, all'aereoporto di Honolulu.
Niente più gente che corre tra quelle strade affollate, niente più rumore, niente più miliardi di negozi, solo aria di mare, solo rumore delle onde, solo pace e tranquillità. 
- Starai ancora da me Summer? - disse Phil sorridendomi. 
Non feci in tempo a rispondere che mi arrivò un messaggio, era di Seth. 
"Ricordati che tra dieci minuti ti aspetto in spiaggia. Seth." 
- Mi dovete accompagnare subito in spiaggia, mio fratello mi sta aspettando. Su, muovetevi! - dissi. 
- Summer.. - disse Phil mettendosi una mano tra i capelli - ..sai come sono fatti i miei, sono già incavolati per il ritardo e..
Lo interruppi e gli dissi - Oh, tranquillo, mi accompagnerà Peter, vero?
- Ai suoi ordini, madame. - disse Peter ridacchiando. 
Saltai in macchina e salutai Phil che ricambiò, mentre lui e Peter non si rivolsero nemmeno la parola. 
- Ok, siamo arrivati. E' quello tuo fratello? - disse guardando mio fratello che mi aspettava ansioso. 
- Emh..sì! Beh, ci vediamo domani allora, grazie del passaggio! 
- Di niente, piccola. La valigia non la prendi?
- No, portala da Phil se no mio fratello si accorgerà di tutto. 
- Va bene, grazie di tutto! - disse facendomi l'occhiolino. 
Gli sorrisi e chiusi la portiera alle mie spalle correndo in contro a Seth, abbracciandolo.  
- Mi sei mancato tantissimo. - dissi. 
- Anche tu.. - disse freddo. 
Lo guardai in faccia e notai che c'era qualcosa che non andava, il suo sguardo era cupo e senza un minimo di entusiasmo. 
- Cos'hai Seth? E' successo qualcosa? 
- Dove sei stata? - dissi incominciando a camminare sulla riva del mare. 
- H-ha casa di un mio amico, p-p-perchè? 
- Dove sei stata, Summer? 
- Te l'ho già detto, a casa di un mio amico. 
- Va bene, ma questi ultimi tre giorni dove sei stata? 
Non risposi, il cuore si bloccò per alcuni secondi, era venuto a sapere tutto, incominciai a tremare. 
Si girò subito di scatto, chiuse forte i pugni e mi urlò in faccia - Allora? Mi vuoi dire dove cazzo sei stata, Summer? 
Non mi aveva mai parlato così, non mi aveva mai urlato addosso. 
- L'hai detto a p-p-papà? - dissi quasi in lacrime. 
- Non saresti viva se l'avessi detto a papà. 
- Scusa. 
- Scusa? Ma ti rendi della gravità della cosa? Sei andata a Los Angeles senza chiedere e dire niente a nessuno, porca puttana. 
- L-l-lo so.. 
- E per di più sei andata con un ragazzo, hai dato sfogo ai tuoi ormoni per bene? 
A quelle parole mi si gelò il cuore, non potevo crederci, gli occhi si fecero più pesanti e piano piano il mio viso si riempì di lacrime. 
Quello non era mio fratello, non poteva essere lui, non mi aveva mai detto nulla di simile prima d'ora. 
Capivo quanto era arrabbiato, e aveva ragione, ma non avrebbe mai dovuto dirmi una cosa del genere. 
Subito girai le spalle e incominciai a correre verso casa di Phil. 
Mio fratello e mio papà non erano più gli stessi, non sapevo cosa gli stava succedendo, ma avevo paura. 
Mamma, dove sei? Ho bisogno di te, ritorna da me, desidero soltanto tornare a casa e trovarti davanti la porta pronta ad abbracciarmi e tenermi al sicuro, come hai sempre fatto. 
Tutto ad un tratto mi ritrovai Seth davanti, che impediva di farmi passare. 
- Lasciami a-a-andare Seth, te lo chiedo per favore. 
- Scusami. - disse con gli occhi lucidi. 
- Mi hai appena dato della p-p-puttana, ti rendi conto? 
- Scusami, sono andato fuori di me. Ti prego, perdonami. 
- Lo pensi veramente, Seth? 
- Certo che no, non potrei mai pensarlo. 
Non so il perchè ma mi buttai tra le sue braccia piangendo, lui mi strinse forte e mi sussurrò più volte un 'scusami'.
- Andiamo a casa.. - disse Seth. 
- Sai che non voglio tornarci..
- Come vuoi.. 
- Ora sono stanca, voglio tornare a casa del mio amico. 
- Avremo mai tempo di parlare io e te? 
- Ti prometto che parleremo, ma non ora, ti prego. 
- Va bene, vuoi che ti accompagno? 
- Sì..grazie!
Mi riaccompagnò a casa di Phil, e subito mi precipitai nel letto, ero stanchissima. 
La settimana che stava per iniziare era finalmente l'ultima, poi sarebbero iniziate le vacanze di Natale. 
Erano già passati tre mesi da quando ero qui, sembravano esseri passati in un secondo, e la maturità si faceva sempre più vicina. 
Mi tolsi il più velocemente possibile quei pensieri dalla testa per non farmi salire l'ansia e mi addormentai. 
 
8.00 am. 
Come sempre, era venuto Phil a svegliarmi e sua mamma ci accompagnò a scuola. 
Quando arrivammo vidi Peter in mezzo a molte ragazze, e subito mi salì il nervoso a mille. 
Non so cos'era, forse gelosia, ma non sopportavo che tutte quelle stronze gli girassero intorno. 
Quando mi vide, salutò tutte le ragazze e corse verso di me e Phil, che subito se andò lasciandomi sola con lui. 
- Buongiorno! - disse Peter con un sorriso a tremila denti. 
- Ciao Peter! - dissi ridacchiando. 
- Come stai? Dormito bene? 
- Abbastanza.. - dissi abbassando lo sguardo e pensando al giorno precedente. 
- Ehi, è successo qualcosa? 
- No, no.. tranquillo! 
- Non sembri convinta.. 
- Sì, lo sono.. - dissi nervosa - ora devo andare perchè se no arrivo in ritardo in classe.
- Aspetta - disse fermandomi - oggi pomeriggio andiamo a fare quella roba di fotografia? 
- Sì, va bene. - dissi sorridendo. 
Me ne andai con un sorriso stampato in faccia, era strano che voleva venire, aveva sempre odiato i corsi pomeridiani. 
So che era obbligato ma avrebbe sicuramente evitato di chiedermelo, lasciando tutto il lavoro a me. 
'Basta Summer, basta complessi mentali', dissi tra me e me. 
Prima di andare in classe decisi di andare due minuti in bagno, questa mattina ero di fretta e non ebbi avuto tempo di andarci. 
Appena entrai mi trovai davanti Jessica e la sue amiche galline. 
Feci finta di niente, le sorpassai e quando feci per entrare mi bloccarono. 
- Ma buongiorno, sfigata! - disse Jessica, guardandomi disgustata. 
- Buongiorno stronza. Ora, se permetti, devo andare in bagno, grazie. 
- Mi chiedo io come uno come Peter possa rivolgerti la parola. 
- A volte me lo chiedo pure io, sai? Io non sono una puttanella come te che la da in giro come il pane, magari ha aperto gli occhi. 
- Come ti permetti? Stai attenta piccola sciagurata, non la passerai liscia. 
- Oh, me la sto facendo sotto dalla paura! 
Un secondo dopo sentii una voce dietro di me che disse - Oh Jessica, fattene una ragione, Peter non ti vuole più, non prendertela con le persone che hanno un cervello, a differenza tua. 
Jessica rimase a bocca aperta e se ne andò. 
Mi girai e vidi una ragazza bellissima , con un sorriso da far invidia, che mi ricordava quello di Peter. 
- G-g-grazie.. - dissi abbassando lo sguardo. 
- Oh, non c'è di che, quella fa sempre così! 
- Non la sopporto più.. 
- E chi la sopporta più ormai! - disse ridacchiando - E così tu sei Summer Stoner? 
- Emh sì.. tu chi sei?
- Piacere, Tahiti Hernandez. 
La guardai confusa, era forse la sorella di Peter? 
- Sì, e sono la sorella di quel coglione di Peter! - disse come se mi avesse letto nel pensiero. 
- E' un piacere conoscerti! - dissi con un enorme sorriso. 
- Sai, mio fratello non fa altro che parlare di te! 
- Di me? - dissi arrossendo - No, è impossibile..
- Fidati, ormai non lo si sopporta più.. Chissà, magari è la volta buona che mette la testa a posto. 
A quelle parole, il mio cuore si riempì di gioia, non potevo essere più felice. 
Non credevo Peter fosse così 'interessato' a me, ne rimasi molto sorpresa.
- Beh, ora devo andare in classe - disse Tahiti sentendo il suono della campanella - è stato davvero un piacere conoscerti Summer, sono sicura che diventeremo buone amiche! 
Non feci in tempo a rispondergli che scomparì tra la folla dei corridoi. 
Presi i miei libri, e con un sorriso a tremila denti, andai in classe. 
 
 
 
Ciao meravigliee c: 
Scusate per il ritardo, ma ce l'ho fatta. 
Allora, questo capitolo è un pò noioso, lo so, ma prometto che nel prossimo ci sarà molta più azione! 
Ora aspetto soltanto un vostro parere gohfohgfosjhoifsh. 
Ringrazio tutte quelle che hanno recensito nei capitoli precedenti, grazie di cuore, davvero. 
Ora me ne vado, adìos ofhoshfos c:

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Capitolo 13
*** Marry Christmas. ***


CAPITOLO 13. 

*UNA SETTIMANA E MEZZA DOPO* 
9,30 am, 25 dicembre. 
Aprii gli occhi piano piano, spostai il lenzuolo che mi impediva di controllare la sveglia e vidi che segnava le nove e mezza. 
L'odore di brioches calde mi fece ricordare che finalmente ero tornata a casa, le cose tra me e mio padre si erano 'sistemate', ed era Natale. 
Scesi le scale ancora assonnata, subito vidi mio padre e mio fratello in soggiorno ad aspettarmi con un sorrisone, e appena mi videro dissero in coro 'Buon Natale, Summer'. 
Scoppiai a ridere, corsi ad abbracciarli e dissi - Grazie, anche a voi. 
Quando lasciai la stretta di mio fratello sentii una forte mancanza, mia mamma. 
Il primo Natale senza di lei. 
Mi sedetti sul divano e chiusi gli occhi. 
'- Mamma, mamma, guarda! Babbo Natale mi ha portato la casa delle Barbie, come avevo chiesto! - urlai correndo per la casa, piena di felicità.
- Hai visto, amore? Quest'anno sei stata la bimba più brava del mondo e Babbo Natale ti ha portato ciò che ti meritavi! E sai cosa ti meriti anche? - disse guardandomi e facendo un sorriso a tremila denti. 
- Cosa? - dissi ricambiando il sorriso. 
- Tanti baci dalla tua mamma! - disse prendendomi in braccio e incominciando a rimpiermi di baci.' 
Aprii gi occhi di scatto, e notai che le lacrime stano rigando il mio volto. 
- Summer? Che ti succede? Stai bene? - disse Seth allarmato. 
- Sì sì, tutto ok! - dissi asciugandomi le lacrime e fingendo un sorriso. 
- Cosa ti è successo? Ti prego, dimmelo. - disse sedendosi sul divano e abbracciandomi. 
- Niente, davvero. - dissi mantenendo la calma. 
- Riguarda la mamma, vero? 
Annuii e scoppiai a piangere di nuovo tra le sue braccia. 
Lui non diceva nulla, mi lasciava dei baci sulla fronte e continuava a stringermi a sè. 
Era il fratello migliore del mondo, riusciva a capire come doveva comportarsi e riusciva a farmi sentire al sicuro con lui. 
- Basta, Summer. - disse asciugandomi le lacrime - La mamma non avrebbe mai voluto vederti così, giusto? 
Annuì, e mi asciugai bene il viso. 
- Allora basta piangere, lei è sempre con noi, lo sai. Ci sta proteggendo, e anche in questo Natale è con noi.. non importa che non è qui fisicamente. 
Lo abbracciai forte e gli sussurrai un 'grazie', era l'unico che riusciva ad aiutarmi ogni volta, un semplice grazie non sarebbe mai bastato. 
- Di nulla. - disse facendomi l'occhiolino - Ora vado ad aiutare di là papà per il pranzo, ok? 
- Vengo io, - dissi alzandomi - chissà che casino state facendo voi due! 
- No, cucini sempre tu per noi, ora vogliamo fare noi qualcosa per te!
Sorrisi e lo lasciai andare. 
Presi il cellulare, vidi alcuni messaggi di Phil e Tahiti, ma di Peter non c'era traccia, strano. 
Forse dovrei scrivergli io? No, avrei aspettato un suo messaggio, sono sicura che me ne avrebbe mandato uno a minuti. 
Aspetti una quindicina di minuti con il cellulare in mano e finalmente arrivò il messaggio: 
'Ehi Summer, sono fuori casa tua, vorrei darti il mio regalo di Natale, esci. Peter.' 
Mi avvicinai alla finestra, spostai la tenda e lo vidi che mi guardava e sorrideva, con una chitarra in mano. 
Corsi subito fuori dalla porta e mi buttai subito tra le sue braccia. 
- Ehi Peter, Buon Natale! - dissi piena di felicità.
- Ehi piccola, Buon Natale anche a te.  - disse stringendomi ancora più forte. 
Amavo quando mi chiamava 'piccola', quando lo faceva mi sentivo la ragazza più felice del mondo. 
Quando ci staccammo da quel lungo abbraccio mi accorsi che ero con il pigiama, pantaloncini e conotta, e c'era un vento gelido. 
- Non hai freddo? - disse lui guardandomi. 
- Un pochetto. - dissi rivolgendo lo sguardo verso il basso. 
- Tieni la mia felpa! - disse mettendomela sulle spalle - Ti va se andiamo due minuti in spiaggia? 
- E il mio regalo? - dissi ridacchiando. 
- Te lo darà là! - disse facendomi l'occhiolino. 
Attraversammo la strada e mi sedetti sulla sabbia fredda. 
C'era un gento gelido che mi scompigliava i capelli più di quanto lo erano già, il mare era parecchio movimentato e il cielo non era per niente limpido. 
Lui si sedette di fronte a me, mise la chitarra sulle gambe e mi sorrise. 
-  Hai presente quando una persona è innamorata persa di un altra persona e non sa come dirglielo per paura di far la figuria dello stupido o per paura di non essere ricambiato? Ecco, non sapevo proprio come fare, allora ti ho scritto una canzone. - disse con un filo di imbarazzo. 
A quelle parole il mio cuore incominciò a battere sempre più veloce, sembrava volesse uscire dal petto. 
Volevo urlare dalla felicità, urlare più forte possibile, fare sentire anche alla mia mamma cosa stava succedendo. 
Si schiarì la voce e incominciò a cantare. 
 
Oh i suoi occhi, i suoi occhi fanno sembrare che le stelle non brillino.
I suoi capelli, i suoi capelli stanno perfetti senza che lei li tocchi.
Lei è così bella e glielo dico ogni giorno.
Sì, lo so, lo so..
Quando le faccio i complimenti lei non mi crede
Ed è così, così triste pensare che non veda quello che vedo io
Ma ogni volta che mi chiede, sto bene ?
Io le dico..
Quando vedo il tuo volto non c’è una cosa che vorrei cambiare perchè tu sei splendida proprio così come sei.
E quando sorridi, il mondo intero si ferma e guarda un attimo perchè ragazza tu sei splendida proprio così come sei.. 
 
Sentivo gli occhi sempre più pesanti, e piano piano le lacrime incominciarono a rigare il mio volto, ma questa volta quelle lacrime erano di felicità. 
Nessun ragazzo mi aveva mai detto nulla di simile prima d'ora, nessun ragazzo mi aveva scritto una canzone, nessun ragazzo si era presentato davanti a casa mia il giorno di Natale dichiarandosi con una canzone. 
Lui continuava a cantare, tenendo gli occhi fissi su di me e sorridendomi. 
Non avevo mai sentito una voce così bella, ti faceva sognare ad occhi aperti, ti faceva sentire al sicuro, ti faceva sentire bene. 
E quelle parole.. quelle parole mi stavano facendo sentire la ragazza più bella del mondo, erano così profonde, così indescrivibili. 
Strano, vero? Prima odiavo questo ragazzo come non avevo mai odiato nessun' altro, e ora sono qui, su una spiaggia, a piangere per le sue parole, e innamorata più che mai. 
Quando finì di cantare, mise la chitarra a terra, si avvicinò a me e mi asciugò le lacrime. 
- Perchè piangi? - disse sorridendo. 
- L-le tue p-pa-parole.. nessuno mi aveva mai detto tutto questo prima d'ora!
Sorrise e disse - Ti è piaciuta? 
- E' perfetta, davvero! 
Si avvicinò sempre di più al mio viso, il cuore incominciò di nuovo a battere sempre più forte, il suo respiro sulla mia pelle provocò una scossa di brividi che percorse tutto il mio corpo, dentro il mio stomaco sembrava che le farfalle stessero facendo una continua battaglia. 
I suoi occhi piano piano si chiusero e io feci lo stesso, finchè non sentii la sue labbra appoggiarsi delicatamente sulle mie. 
 
 
 
Buona sera bellezze c: 
Il tempo non è proprio azzeccato, lo so AHAHAHAHAHAHAHAHAH ma Natale è "vicino", dai lol c:
Come vi avevo promesso un pò di azione c'è stata, eh eh. 
Come vi sembra questo capitolo? Non mi convince molto, non è uno dei migliore, lo so, ma ci ho messo un pò per scriverlo e vorrei pareri sinceri. 
Ringrazio tutte quelle che continuano a recensire e seguono la mia storia, non sapete nemmeno quanto mi rendete felici. 
Okay, dopo sta frase da diabete, me ne vado lol 
Un bacio, alla prossima c: 
 
 
 
 
 
 
 

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