Argento come la luna e nero come la notte di terychan (/viewuser.php?uid=26615)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il primo incontro ***
Capitolo 2: *** Taisho-sama il signore degli inuyoukai ***
Capitolo 3: *** la cicatrice nell'anima ***
Capitolo 4: *** l'oblio della mente ***
Capitolo 5: *** l'anima di izayoi ***
Capitolo 6: *** Il demone Volpe ***
Capitolo 7: *** con il senno di poi ***
Capitolo 8: *** una traccia ***
Capitolo 9: *** Kimiye ***
Capitolo 10: *** amore ***
Capitolo 11: *** Tenseiga ***
Capitolo 12: *** la resa dei conti? ***
Capitolo 13: *** disobbedienza ***
Capitolo 14: *** echi del passato ***
Capitolo 15: *** echi del passato atto 2 ***
Capitolo 16: *** echi del passato atto 3 ***
Capitolo 17: *** la devozione di un demone ***
Capitolo 18: *** I guai non vengono mai da soli ***
Capitolo 19: *** la resa dei conti ***
Capitolo 1 *** il primo incontro ***
fanfiction
Il primo incontro
Non riesco a dormire, domani mio padre mi presenterà il mio futuro marito, ma
io.. io non voglio sposarmi, solo al pensarci mi manca il respiro, io non lo amo
chiunque sia anche se sarà bello come il sole io non voglio sposarlo, non
voglio..
Mi manca l’aria vado in giardino, anzi no vado nelle acque termali, a questa
ora dormono tutti anche la mia nutrice, sarà meglio fare piano per non
svegliarla.
Mi cambio d’abito me ne metto uno più leggero e più corto in modo che non
faccia dei rumori.
Adesso sono fuori dal mio palazzo, avvolte vorrei essere una semplice ragazza
di villaggio, almeno loro scelgono l’uomo da sposare e da amare, ma poi io mi
sento ancora cosi giovane non ho voglia di fare la moglie.
Mi guardo un po in giro come pensavo non c’è nessuno neanche le guardie, mi
spoglio e mi immergo in acqua.
L’acqua calda sembra calmare la mia ansia, mi immergo totalmente in acqua per
bagnare i capelli, riemergo e quasi mi viene un infarto e mi tappo la bocca per
non urlare dallo spavento.
Chi è colui? Vedo un uomo…. è cosi bello… sembra un angelo. I suoi capelli
sono lunghi legati in una coda da cavallo, tenuta ferma da dei strani
fermacapelli. Sembrano risplendere sotto la luce della luna, sembrano lunghi
fili argentati. Gli ricadono sparsi un po sulla schiena e un po sul petto, forte
e muscoloso, accarezzano l’addome cosi scolpito, si vede che non smette mai di
allenarsi i suoi muscoli sono cosi tesi, e pronti a scattare. Anche lui osserva
la luna come facevo prima io, sembra triste..
O mio dio si è accorto di me! Mi nascondo dietro a delle rocce ma lo so che
mi ha vista, che la fortuna mi sia amica, ho paura, devo scappare.
Mi allontano pian piano, ma all’improvviso sento una lama fredda che mi
sfiora il collo, "KYAA.." l’uomo mi tappa la bocca e si avvicina minaccioso,
adesso mi rifletto nei suoi occhi, ambra, o mio dio non è un uomo è un demone! i
suoi occhi hanno le caratteristiche dei demoni occhi da gatto.
"chi sei?" mi chiede senza togliere la mano sulla bocca, adesso mi scruta, ma
che diavolo fa? Guarda il mio corpo, che vergogna, come osa?!
"tsk, sei un’umana!" dice ancora. Cosa vuole dire con tsk? Ha messo via la
lama, oddio questo qui mi violenta, aiuto che qualcuno mi aiuti! Urlo nella mia
mente, i miei occhi terrorizzati si stanno specchiando nei suoi meravigliosi
occhi d’oro. Perché non mi lascia andare? Comincio a tremare e ho voglia di
piangere.
"non aver paura non ti farò del male!" mi dice, "ma non urlare, altrimenti mi
costringi a fartene!" dice ancora, la sua voce ha un timbro molto profondo e
rassicurante. Lui pian piano toglie la mano ma continua a guardarmi negli occhi,
io gli obbedisco e non fiato.
La sua mano adesso mi accarezza il collo, oh il suo tocco cosi leggero e
delicato, mi da dei brividi, brividi di piacere. Socchiudo gli occhi
istintivamente. Iiih mi sta stringendo tra le sue braccia, ma stranamente non ho
paura. Adesso le sue labbra stanno sfiorando le mie, lo lascio fare, com’è dolce
nei suoi modi, la sua lingua adesso mi sfiora le labbra io come se mi
risvegliassi indietreggio, ma lui più rapido di me tenendomi dalla nuca mi bacia
in modo molto passionale le nostre lingue si sfiorano, e lottano, poi
all’improvviso si stacca, salta via dall’acqua, si è fermato sulla riva, dandomi
le spalle, si è voltato!!! O ma è nudo, mi sento in imbarazzo, non ho mai visto
un uomo adulto nudo.
Mi sorride malizioso, e poi scompare tra gli alberi della foresta.
Io rimango li non capendo se ho sognato o se ho visto davvero quel
demone.
È stato tutto cosi strano. Decido di tornare al palazzo, che ironia della
sorte sono uscita per calmarmi e invece adesso sono più confusa di prima, chi
era? Un angelo o un demone?
la mia nutrice sta ancora dormendo, guarda come dorme beata, invidio la sua
serenità.
Mi rimetto nel mio giaciglio notturno ma non riesco a prendere sonno, quando
chiudo gli occhi vedo quei due gioielli ambrati, vedo il suo fisico statuario.
Chi è costui che mi ha colpito in profondità? La sua bellezza è senza eguali. E
poi perché era triste? Di solito un demone non prova sentimenti umani, o forse
mi sbaglio! Il suo bacio era cosi affamato, ma dolce allo stesso tempo.
Non pensavo che il mio primo bacio lo avrei dato a un perfetto sconosciuto e
per di più un demone.
È sorto il sole, e io continuo a sospirare, le mie palpebre non sono neanche
appesantiti dalla lunga notte insonne. Anche la mia nutrice si è svegliata, mi
sorride amorevolmente.
"buongiorno principessa Izayoi, le preparo la colazione si vesta nel
frattempo!" mi dice sempre sorridendo e va verso le cucine.
Mi vesto svogliatamente, non ho fame, anzi ho uno strano sfarfallio nello
stomaco, che mi fa venire la nausea.
È arrivata l’ora in cui dovrei incontrare il mio futuro sposo, mi sento cosi
triste, la nutrice se n’è accorta lo capisco dal suo sguardo. "non preoccuparti,
tesoro, sono sicura che è un uomo gentile e affabile!" mi dice accarezzandomi la
testa. Io non rispondo, lei sembra preoccuparsi, allora le sorrido rispondendole
"certo!" ma poi mi sento soffocare e una lacrima scende dai miei occhi.
La nutrice mi abbraccia, e io mi stringo a lei sussurrando "non voglio
sposarmi!"
Per educazione sono costretta a ricevere il ragazzo. Mio padre sorride sembra
contento, forse lui desidera che io lo sposi. Eccolo è arrivato, "vieni Izayoi
ti presento Takemaru!" mi dice mio padre io sorrido gentilmente ma dentro vorrei
scappare.
È un bel ragazzo, ma a me non interessa, ha lunghi capelli neri, e occhi
nocciola come i miei, però lui è più bello! Mi sorprendo a pensare al ragazzo di
ieri.
Oh no, mio padre ci ha appena costretto a fare una passeggiata, per farci
conoscere meglio.
Che strano non parla molto deve essere timido. "quanti anni hai?" gli chiedo
per prendere un argomento "22!" risponde. Ha due anni più di me, cosa fa? Si sta
avvicinando ad un’aiuola e ha colto una rosa, me la sta mettendo fra i capelli.
Mi sta sorridendo, "al tuo confronto questa rosa sembra un carciofo!" eh?.
Comincio a ridere e Takemaru si gratta la testa imbarazzato.
"sei simpatico!" gli dico per toglierlo dall’imbarazzo, in fondo è un ragazzo
dolce, ma io non lo amo.
Dopo un paio di minuti a passeggiare ci sediamo sotto l’ombra di un pino.
"tu davvero vuoi sposarti?" gli chiedo, lui esita. "dopo averti vista si,
credo di si!" io abbasso lo sguardo, "io però non voglio, mi sembra troppo
presto, non offenderti ma io non voglio sposarmi!" Takemaru mi prende per mano,
mi sorride dolcemente "allora aspetterò, cosi nel frattempo ci conosceremo, che
te ne pare?" oh finalmente una bella notizia, annuisco felicemente e lo
ringrazio chinandomi.
Corro felice verso mio padre, la nutrice mi prega di aspettare ma voglio dare
la notizia a mio padre al più presto, spalanco la porta "padre ho una notizia
bellissima da darti!" dico raggiante, e lo abbraccio. Mio padre mi fa cenno di
fare l’educata cosi mi giro verso i suoi ospiti, e quasi mi manca il respiro, i
miei occhi si bloccano su di lui…..
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Capitolo 2 *** Taisho-sama il signore degli inuyoukai ***
terzo capitolo
Taisho-sama il signore
degli Inuyoukai
Izayoi era appena entrata nella stanza dimenticandosi delle buone
maniere.
"padre ho una notizia bellissima da darti!" diceva sorridendo, non fece
neanche caso alle persone che erano nella stanza che parlavano con suo
padre.
"oh, Izayoi vieni, ti presento dei miei cari amici!" disse, suo padre
indicando gli ospiti.
Izayoi si chinò scusandosi cordialmente, "scusate la mia insolenza, ma ho una
felice notizia da comunicare a mio padre!" rialzandosi alzò anche lo sguardo e
fu in quel momento che incrociò le iridi ambrate che l’avevano tormentata per
tutta la notte.
Il suo viso felice e sorridente diventò serio, - è lui!- pensò cercando di
capire come doveva comportarsi. Taisho le sorrise malizioso, poi si chinò verso
la ragazza "sono felice di conoscerla principessa Izayoi!" disse il demone
albino, senza staccarle gli occhi di dosso. Non si spiegava il perché ma provava
piacere, vedere che lei era turbata dalla sua presenza. Izayoi avvampò nel
ricordare i fatti che erano accaduti la sera prima, quindi è successo tutto
realmente, quel angelo conosce suo padre? O meglio ha detto che erano suoi cari
amici?
"piacere!" disse per poi uscire frettolosa dalla stanza.
Cominciò a correre sentiva il cuore battere forte nel petto, ma non era solo
per la corsa, un sentimento misto tra paura e attrazione le attanagliavano il
cuore pensando a quel ragazzo misterioso.
Si sedette accanto al vivaio nel giardino, per prendere un po di fiato e
cercare di mettere un po di ordine nel cervello.
"alla fine non avete detto, la bella notizia!" la voce calda di Taisho la
fece trasalire non lo aveva sentito arrivare.
"si puo sapere chi diavolo siete?" chiese lei un po nervosa.
"ce l’avete con me per il bacio di ieri?" chiese lui sedendosi vicino alla
ragazza.
"ovvio che si come avete osato?"
"eppure non sembrava dispiacervi!" disse lui per punzecchiarla
"che cosa?" fece lei sbattendo il pugno a terra.
Lui sorrise alla sua reazione, se reagiva cosi aveva ragione.
"beh la colpa è anche tua, eri li nuda d’avanti a me, sono stato un gentil
uomo, sai?"
Lei non rispose ma lo fulminò con lo sguardo, come se dicesse non me la bevo
pervertito.
"comunque mi chiamo Taisho, conosco tuo padre da quando è nato!"
Izayoi non credeva alle sue orecchie era più vecchio di suo padre eppure
dimostrava non più di 21 anni, com’era possibile?
"vuoi dire che hai più di cinquant’anni?"
"no, ne ho più di 300!" disse mettendosi in bocca un fiorellino giallo.
Izayoi rimase sbalordita
"i demoni invecchiano molto più lentamente degli esseri umani, non lo
sapevi?"
"no in effetti no!"
Taisho si sollevò in piedi poggiandosi le mani sui fianchi
"la prossima volta che avete voglia di farvi un bagno notturno, portatevi le
guardie, se al mio posto ci fosse stato qualcun altro, non te la saresti cavata
solo con un bacio!"
IL demone la guardò negli occhi "arrivederci principessa!" disse girando i
tacchi.
"aspettate.." Izayoi doveva chiedergli ancora una cosa "per la faccenda di
ieri sera…lo avete detto a qualcuno?" Taisho voltò solo il viso verso di lei non
rispose ma sorrise malizioso.
Dopo che il demone sparì dietro l’angolo lei incrociò le braccia al petto "ah
io odio quel pervertito!"
"sei un pervertito!" gli urla contro, ma Taishosama risponde con un cenno
alzando il braccio continuando a camminare senza voltarsi.
Taisho sorrise divertito, quella ragazza gli piaceva, aveva un bel
caratterino.
E poi era davvero bella per essere un semplice essere umano.
Izayoi rimase nel giardino, e vide in lontananza suo padre che si chinava e
ringraziava quel demone, ma non erano amici?
"padrone, non le sembra di aver dato troppa confidenza a quella ragazza?"
chiese un demone dai grandi occhi rotondi, un po stralunati, aveva due baffetti
sotto il naso e i capelli castani, un po ricci attaccati alla nuca.
"totosai ti ho detto mille volte che quando siamo fuori casa non devi
chiamarmi padrone, e comunque non sono affari tuoi!" rispose un po
infastidito.
Che c’era di male nel parlare con una persona?
"ancora non capisco perché vi fingete un demone qualunque, voi siete il
signore di queste terre, anzi che dico, siete il padrone di tutte le terre del
est, se solo vorreste si chinerebbero tutti ai suoi piedi sarebbe temuto e
rispettato ovunque, non che non vi rispettino, però si immagina i regali e le
attenzioni che vi regalerebbero?"
"non mi interessa, se saprebbero chi sono, attirerei troppo l’attenzione, e
cosi facendo non troverei mai quel maledetto figlio di pu***na, ho giurato a me
stesso che non avrei avuto pace finchè non lo trovo e lo uccido con le mie
stesse mani!" le sue nocche erano diventate quasi bianche con la forza che
impiegava per stringere i pugni. I suoi occhi prima sereni quasi freddi si
incendiarono di odio allo stato puro, Totosai indietreggiò di qualche passo
timoroso.
"padre, chi erano quei signori che sono venuti?" chiese ingenuamente Izayoi
portandosi alle labbra un pezzetto di pesce affumicato.
"ma te l’ho detto sono dei cari amici!" il signor Hinomura aveva la faccia
tesa, come se nascondesse qualcosa. Izayoi lo scrutava avvicinando il suo viso
al suo per vederlo più da vicino, delle gocce di sudore freddo scendevano dalla
sua fronte.
Izayoi aveva gli occhi come due fessure, "solo cari amici?" chiese
consapevole che lui stesse mentendo.
"ah ,hai vinto!" sbraitò Hinomura posando in modo brusco le bacchette sul
piatto.
"il signore con i capelli argentati è Taishosama, il signore delle terre
dell’est, oggi è venuto per chiedermi della situazione dei villaggi sotto la mia
protezione, sei contenta? Te l’ho detto!"
Izayoi gli schioccò un bacio sulla guancia sorridendo in modo giocoso
"lo sai che a me non puoi mentire!"
"si si lo so!" sbuffò sotto i baffi.
"allora come ti è sembrato Takemaru?" chiese il signor Hinomura, guardandola
malizioso.
Izayoi lasciò le posate e si schiarì la voce.
"abbiamo deciso che prima di sposarci ci frequenteremo per un po, come due
amici, poi si vedrà!"
"ma Izayoi, Takemaru è un buon partito, e poi è cosi gentile.." intervenne
sua madre, Izayoi le somigliava molto.
"ma mamma, ormai è stato deciso, uffa non voglio sposarmi presto cerca di
capirmi!"t
"ormai hai 20 anni è ora che ti decidessi!" rispose severa la madre.
"io vorrei sposare un uomo che amo!"
"bah, che sciocchezze, a questa età dovresti smettere di fantasticare, non è
cosi che funziona!"
"ma mamma…"
"basta, non voglio più discutere!"
Il signor Hinomura guardò tristemente sua moglie, il suo discorso poteva
significare solo una cosa, lei non lo amava, doveva aspettarselo, infondo il
loro matrimonio era stato deciso dai loro genitori fin dall’inizio, eppure lui
si era innamorato, la amava.
Izayoi non riusciva a dormire, passeggiava nel giardino del palazzo,
guardando le stelle.
"non riesci a dormire?" la voce di suo padre la distrasse dai suoi
pensieri
"oh papà, neanche tu?"
Lui scrollò la testa, si sedette accanto a sua figlia, passandole un braccio
sulle spalle.
"non devi fare caso alle parole di tua madre, lei voleva dirti che l’amore
può venire anche dopo!"
"papà ma tu ami la mamma?" lui sorrise un po triste.
"si fin dalla prima volta che la vidi, mi sono accorto di amarla perché non
facevo altro che pensare a lei, le altre ragazze non mi interessavano, mi ha
subito colpito, per me è stato un colpo di fulmine!"
"e lei ti ama?" chiese ancora
"si a suo modo mi ama, tua madre è molto orgogliosa, ma sapessi come mi bacia
quando siamo soli, lo sento per come mi guarda e per come mi tocca…"
"ah papà basta fermati lì, non voglio sapere altro!"
Hinomura rise e le scompigliò i capelli "ha ha, vedrai che un giorno anche tu
ti interesserai a queste cose!" Hinomura le diede un dolce bacio sulla sua
fronte
"vado a letto, domani devo alzarmi presto!"
Izayoi gli sorrise e poi si sdraiò sul prato a guardare il cielo, c’era la
luna piena, i suoi riflessi argentati si specchiavano sul vivaio, riflessi
argentati come i capelli suoi.
Lei cominciò a picchiarsi sulla testa non voleva pensare a lui, non
doveva.
era praticamente come se fosse l’imperatore, e lei lo ha chiamato <
pervertito >.
Però non l’era andata giù lo stesso essendo il signore dell’est credeva di
potersi approfittare cosi di chiunque? Non le interessava fosse anche un Dio,
non si era pentita per come lo aveva trattato, almeno ha ricevuto una bella
lezione.
"Taishosama, chissà quando lo rivedrò?" sospirò.
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Capitolo 3 *** la cicatrice nell'anima ***
terzo capitolo
Brutti pensieri
Taisho era seduto d’avanti ad un fuoco scoppiettante, Totosai
mormorava, e pensare che poteva trovarsi su un morbido fouton, sotto un tetto, e
invece no, si ritrovava a tagliar legna per accendere il fuoco in mezzo ad una
foresta, e dormire sulla terra umida.
"totosai smettila mi dai ai nervi, non sei obbligato a
seguirmi!" disse seccato il demone.
Totosai sbuffò e nervosamente continuava a spaccare la
legna.
Taisho stava guardando il fuoco, era rosso, proprio come il
sangue.
*********
"Ryokotsusei cosa diavolo stai facendo?" chiese preoccupato
Taisho, che non riusciva a muovere un muscolo, d’avanti a se aveva Ryokotsusei,
un demone drago, era sotto forma umana, e puntava verso Taisho, uno strano
oggetto, sembrava un uovo, ma dal quale usciva un fluido che con l’aria si
solidificava fino a diventare come dei veli di gomma.
"è inutile che ti agiti, più ti muovi e più rimarrai
intrappolato!" rispose il dragone, fissandolo con occhi di ghiaccio.
"che diavolo significa? Se è uno scherzo non è affatto
divertente!"
Taisho cominciava a preoccuparsi, aveva un rapporto di amicizia
sincera con Ryokotsusei, ma adesso i suoi sguardi gelidi, lo terrorizzavano, non
che avesse paura di lui, ma legata ai polsi tenuti in alto da una catena, c’era
sua moglie, e il demone drago la guardava come se fosse l’oggetto più prezioso
al mondo, i suoi occhi la scrutavano avidi, una bellissima donna demone, con
lunghi capelli argentati, una falce di luna celeste sulla fronte, labbra piene e
rosee e occhi grandi, espressivi, profondi occhi celesti talmente chiari da
sembrare ghiaccio, indossava il kimono tipico delle principesse, fra i capelli
aveva nastrini celesti. "Shukumei svegliati!" urlava Taisho, che si dimenava
sempre più. Le strane corde stringevano sempre più, e taisho cominciava a
respirare a fatica.
Ryokotsusei si avvicinò alla donna, posando l’uovo a terra, con
la mano le sollevò il viso, ancora svenuto, e le lecco la guancia, Shukumei si
svegliò, sentiva dei dolori alle braccia perché erano legati e una catena che
usciva dal muro spoglio di una torre, le teneva sollevate le braccia.
"AH!" urlò spaventata non appena si era accorta di essere
legata.
"Shukumei!" la chiamò preoccupato Taisho, "cerca di liberarti,
Ryokotsusei è impazzito!" disse continuando a dimenarsi.
Shukumei non capiva cosa stesse succedendo, l’ultima cosa che
ricordava era che stava versando del the a quell’uomo che ora aveva d’avanti, e
che la guardava con occhi famelici.
Ryokotsusei afferrò il vestito che aveva addosso, la demone, e
con uno strattone potente glielo strappò via, mostrando il suo corpo perfetto,
aveva un fisico, allenato, anche lei come suo marito era una guerriera.
Ryokotsusei sorrise, i suoi occhi erano spalancati in una strana espressione,
stava già godendo del loro dolore.
"maledetto bastardo osa sfiorarla e ti massacro!"
"STA ZITTO!" urlò il dragone, alzò la mano verso l’uomo,
dell’altro fluido si avvinghiò attorno alla bocca, impedendogli di
parlare.
Dopo aver sistemato il demone cane, si avvicinò alla donna, le
afferrò il viso in una mano, ma scostandosi Shukumei, riuscì a mordergli la
mano, dalla quale cominciò a scendere delle gocce di sangue, il dragone si
infuriò e le diede uno schiaffo talmente forte che Shukumei stava perdendo di
nuovo i sensi.
Si allontanò per prendere un secchio, e rovesciò il contenuto
sulla donna svegliandola.
"devi stare sveglia!" sibilò avvicinandosi pericolosamente a
lei, mise una gamba fra quelle della donna, e le coprì la bocca con la sua, lei
allora gli morse il labbro.
Questa volta si staccò e si avvicinò a Taisho, infilzandolo con
i propri artigli.
Gli occhi di Taisho si spalancarono in un espressione tanto
sorpresa quando dolorante.
"ribellati di nuovo, e tuo marito farà una brutta fine!"
Dagli occhi di Shukumei cominciarono a cadere copiose le
lacrime, mentre lui la baciava e con le mani le afferrava i seni.
"mfnooooo!" un no soffocato si sentiva trapelare attraverso il
bavaglio di Taisho.
Ryokotsusei, scese a baciare il collo e scendeva sempre più giù,
fino a inserire la sua testa fra le sue gambe, lei piangeva e si vergognava, non
riusciva a credere che potesse capitare una cosa simile a lei.
Lui le sollevò una gamba e penetrò dentro di lei violentemente,
facendola urlare dal dolore, il dragone muoveva il suo bacino ritmicamente, e
guardava sadico Taisho, che stava ardendo dalla rabbia e dall’odio.
"Non guardare!" lo supplicò Shukumei, continuando a piangere. Ma
ryokotsusei non ne aveva abbastanza, la staccò dalla parete e le legò le mani
dietro la schiena la fece mettere in ginocchio e la violentava da dietro. Lei
dentro di se sentiva rompersi qualcosa, una ferita dentro l’anima.
Taishosama ringhiava cercando di liberarsi.
Perché gli stava facendo tutto questo? Per quale motivo? Voleva
farli soffrire cosi crudelmente.
Quando finì Ryokotsusei, si pulì e si rivestì, per poi andarsene
e lasciare le due vittime li.
Shukumei era a terra, il suo viso era come assente, la sua mente
adesso era vuota, sentiva solo dolore, e voglia di morire.
Taisho smise di dimenarsi, i suoi occhi erano spalancati e
puntati sul pavimento in un espressione terrorizzata e sconvolta. Perché un
demone potente come lui, non è riuscito a difendere la sua donna?
Cosa racconterà al suo orgoglioso figlio? sicuramente lo odierà
per il resto della vita.
Dopo un paio di ore Shukumei si sollevò in piedi, e si liberò
dalle corde sfregandole contro una lama di spada che era poggiata in un angolo
assieme ad altre armi.
Taisho osservava ciò che stava facendo, strinse tra le sue mani
un pugnale.
Guardò verso Taisho decisa, altre lacrime rigarono il suo
viso,
"perdonami, amore mio!" disse sorridendo,
"NO NON LO FARE!" voleva urlare Taisho.
Ma lei aveva preso la sua decisione, poggiò la punta sul petto,
i suoi stupendi capelli argentati si mischiarono al fluido rosso
che fuoriusciva dal suo petto, i suoi capelli sfioravano i piedi di Taisho che
non credeva ai suoi occhi, sollevò la testa verso il cielo e urlò, mentre le
lacrime scendevano sul viso.
Magicamente le lacrime che cadevano sulle corde si allentavano e
finalmente riuscì a liberarsi.
Corse immediatamente verso sua moglie sperando che non fosse
troppo tardi, ma ormai non respirava più, e il suo viso era diventato
pallido.
Pianse ore ed ore stringendola e cullandola tra le sue
braccia.
In piedi sulla cima della torre con lei tra le sue braccia giurò
che l’avrebbe vendicata, avrebbe ucciso ryokotsusei con le proprie
mani.
******
"Taishosama, mi ha sentito?!" chiese Totosai.
"eh? Ah scusami ma ero soprapensiero!"
Totosai sbuffò di nuovo, "fa niente tanto non era
importante!"
Il demone vulcanico voleva proporgli di costruire una spada per
lui, ma lui era troppo distratto per potergliene parlare seriamente.
Izayoi doveva recarsi a casa di Takemaru, dopo aver ricevuto un
invito era scortese rifiutare, ma lei sembrava non averne voglia.
Calciava via i sassi che incontrava sul suo cammino, "che
palle!" sbuffò, e mise un po più di forza nel calciare un sasso, che prese
velocità e urtò contro qualcosa, anzi qualcuno.
Da terra si sollevò, un graziosissimo bambino che cominciò a
strepitare e a frignare tenendosi la testa. Izayoi corse dal piccolo per
scusarsi e per coccolarlo.
"oh scusami!" disse prendendo in braccio il piccoletto, lei si
sorprese quando vide la coda che usciva dai pantaloni, una morbida coda nera con
due strisce bianche.
"PAPA’!" urlò spaventato il piccolo.
Un ombra sovrastò Izayoi.
Lei si girò preoccupata, ma vide un piede enorme, sollevò lo
sguardo, e d’avanti a se si estendeva una figura altissima, le sue gambe
sembravano due colonne di un’antica chiesa di città.
Vicino alle due colonne brillò fioca una grossa lama
affilata.
Alzando ancora la testa uno sguardo truce le si puntò addosso.
Due grandi occhi neri, pieni di rabbia.
"glom!" la ragazza deglutì rumorosamente e i suoi occhi si
sgranarono in un espressione terrorizzata.
I passi sicuri e veloci di Taisho si fermarono, si voltò
indietro.
"che c’è?" chiese Totosai che era passato avanti.
"no, niente mi è sembrato di sentire…bah forse era solo un
impressione!"
Eppure sembrava che avesse sentito distintamente
una….......voce.
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Capitolo 4 *** l'oblio della mente ***
capitolo 4
L'oblio della
mente
"Anf anf anf!" le viscere cominciavano a dolerle per
l’insufficenza dell’ossigeno, le gambe diventavano pesanti, ma la paura le dava
la forza di correre.
Izayoi voltò il viso per vedere dietro di se, e l’enorme demone
stava continuando a correre sempre più nervoso perché l’umana gli
sfuggiva.
Ma si avvicinava sempre di più pericolosamente.
Izayoi tornò a guardare avanti e sentì il fischio di qualcosa
che taglia l'aria velocemente, e dopo tre secondi proprio d’avanti a se si
conficcò la lama del demone, e ci avrebbe sbattuto contro se non si sarebbe
fermata in tempo.
Una mano enorme la schiacciò a terra.
"AAAAAH"
"maledetta hai osato fare del male a mio figlio e ora la
pagherai!" la fece voltare e circondò il suo esile collo con le sue dita
stringendo.
"cough, non l’ho fatto ….apposta,….. mi perdoni….. la prego
cough!"
"però non sei male, per essere una mocciosa! Hai proprio un bel
viso!" ghignò sadico "vediamo com’è il corpo?"
Gli occhi di Izayoi si riempirono di paura.
La grande mano del demone afferrò deciso la stoffa e tirò
violentemente.
"NOOO!" urlò la ragazza, sentendo i vestiti che si stracciavano
di dosso.
"ha ha ha!" le sue mani le stavano sollevando gli strati di
gonne del kimono.
Izayoi cercò di difendersi, ma non appena lo colpì, il demone si
infuriò e le diede un pugno,
il suo viso diventò subito rosso, e lei si sentiva mancare le
forze,
All'improvviso Izayoi si sentì più leggera, non aveva più il
fiato puzzolente del demone addosso.
"non avresti mai dovuto farlo d’avanti a me!" disse una voce
maschile.
Izayoi voltò il viso e vide una mano con artigli sporchi di
sangue.
Si girò di nuovo verso il suo aggressore che giaceva a terra con
la testa staccata dal corpo.
Lei istintivamente si alzò per poter scappare, ma andò a
sbattere contro qualcosa di saldo.
Alzò il viso e incontrò due occhi d’orati che la guardavano con
premura.
"tranquilla adesso nessuno ti farà del male!"
"…" la principessa guardò il viso del suo salvatore, e delle
lacrime le rigarono il viso, e poi si aggrappò al suo collo, come un bambino
impaurito che si rifugia tra le braccia della madre.
Taisho sorrise dolcemente e la coprì con il suo
mantello.
Anche totosai sorrise dolcemente il suo padrone non era cambiato
nonostante ciò che gli era accaduto era rimasto un uomo dal cuore
nobile.
Taisho accompagnò la ragazza vicino ad un laghetto in modo che
potesse lavare il suo viso e rinfrescarsi. Totosai si avvicinò alla ragazza per
porgerle un lembo di stoffa in modo che potesse asciugarsi, poggiò dolcemente la
mano sulla sua spalla, ma lei si allontanò bruscamente, si alzò e si rifugiò
dietro Taisho aggrappata al suo braccio.
"che diavolo le succede?" chiese il maestro di armi
Taisho la osservò, non aveva un espressione normale, era ancora
scioccata, la sua mente non aveva ancora assimilato bene l’accaduto.
Totosay si avvicinò a loro, per portargli la stoffa, lei
sussultò e si strinse di più al demone albino.
"questo è un vero problema!" disse il signor Hinomura, vedendo
lo strano comportamento di sua figlia.
Cercò di avvicinarsi a sua figlia, ma ebbe la stessa reazione
che ha avuto con totosai.
Hinomura si allontanò triste, la sua unica figlia, sembrava una
pazza la sua mano aperta si strinse in un pugno. Si maledì, pensava che
l’abitazione di Takemaru era vicina, e pensò che non c’era bisogno di una
scorta, che sotto la luce del sole non avrebbe corso pericoli, si sentiva così
stupido.
"io la ringrazio infinitamente, ha salvato mia figlia, non so
proprio come potrò ricambiare!"
"la prego non deve, mi trovavo li per caso!"
"beh ma, adesso abbiamo un problema più grande!" replicò
Hinomura.
Taisho tornò a guardare la ragazza, che gli stava appiccicata
come un francobollo.
"ha ragione sono costretto a portarmela dietro, almeno fino a
quando guarirà!"
"lei pensa che può guarire?" chiese speranzoso il
padre.
Taisho sorrise cordialmente "certo, ha solo bisogno di un pò di
tempo!"
Hinomura si inginocchiò commosso d’avanti a lui, "le sarò grato
in eterno, grazie mio signore!"
"devo continuare il mio viaggio!" con questa frase si congedò
dal signor Hinomura!
D’avanti ad un falò tra gli alberi della foresta, Totosai
russava, già da un pezzo.
"dormi tranquilla, ci sarò io che ti proteggerò!" disse Taisho,
sdraiandosi a terra.
Izayoi obbedì, si sdraiò accanto a lui su un fianco in modo che
potesse stare vicina a lui.
Dopo pochi minuti lei scivolò nel mondo onirico.
Taisho non riusciva a dormire, era da tantissimo tempo che non
sentiva il respiro regolare di una donna dormiente affianco, si girò su un
fianco in modo che potesse guardare il suo viso.
Com’era bella, aveva il viso praticamente perfetto, grandi occhi
nocciola, la pelle chiara, le guance rosee,naso piccolo e leggermente all’insu,
labbra piene rosa, capelli corvini che circondavano un ovale perfetto. Le spostò
una ciocca di capelli che ricadevano sul viso, e lei si strinse di più a lui
abbracciandolo, aveva dimenticato quanto dolce fosse il calore, e l’amore con
cui una donna riusciva a dare, con dei semplici gesti, come un
abbraccio.
Non ci aveva mai pensato, ma gli mancava l’affetto sincero e
disinteressato di una donna.
Con fare incerto la strinse a se ricambiando l’abbraccio, e notò
che nel sonno lei sorrise felice.
Respirò a fondo il suo profumo, e pian piano le palpebre si
fecero pesanti, e si abbandonò alla notte.
Una goccia di rugiada tremolava su una foglia, un uccellino
cinguettò felice poggiandosi ad una ramo, la goccia di rugiada si staccò dalla
foglia, e atterrò sul viso di Taisho svegliandolo.
La prima cosa che vide furono due iridi nocciola, Izayoi era
sveglia già da un po’ e non si era mossa era rimasta accanto a lui aspettando
che si svegliasse.
"sei già sveglia?" chiese guardandola, lei rispose con un
sorriso, era un buon segno vuol dire che stava migliorando.
Totosai si era svegliato e aveva preparato del cibo, si avvicinò
alla ragazza porgendole il piatto ma lei si strinse dietro la schiena di Taisho,
"non aver paura del maestro lui è buono, è un mio amico!" cercò di convincerla,
Izayoi aveva comunque fame, molto riluttante allungò il braccio verso la
ciotola, la prese e poi si rifugiò di nuovo dietro Taisho, "visto? non ti ha
fatto niente!" disse ancora Taisho.
"chissà perché si fida solo di lei? Non accettava neanche suo
padre, certo che sono cosi strani gli umani!" disse Totosai sedendosi e
mangiando il cibo.
"mpf sembra un gattino spaventato! Dobbiamo trovare il modo di
guarirla, non posso farle da balia per troppo tempo, io ho una cosa importante e
pericolosa da fare!" sbuffò Taisho.
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Capitolo 5 *** l'anima di izayoi ***
capitolo 4
Lo spirito di Izayoi
"Perché?"seduto sull’erba di fronte ad una lapide, un ragazzo
giovane di almeno 13 anni, fissava la lastra di marmo con su inciso un nome
"Shukumei" il vento soffiava leggero spostando delicatamente dei capelli
argentati, che si andavano ad aderire ad una curiosa pelliccia che girava
intorno alla spalla del ragazzo per poi poggiare a terra come se fosse una
coda.
Sesshomaru non riusciva ad accettare la morte di sua madre,
perché una guerriera abile come lei, la più potente donna demone che ci fosse
sulla terra era morta?
Ma soprattutto, come? Che errore abbia mai fatto per costarle la
vita?
Lui non sapeva nulla di ciò che accadde, solo che lei non c’era
più, e con lei se ne era andato via anche il suo lato umano, divenne di ghiaccio
non aveva senso per lui esternare i propri sentimenti che non potesse mostrare a
lei, se lei non lo poteva vedere non aveva senso, arrabbiarsi, ridere, o essere
tristi!
Nella sua mente riaffiorarono i ricordi di quel giorno, era
andato a cacciare nei boschi, voleva portare la preda più grossa che poteva
trovare a lei, e vedere il suo sorriso fiero, per lui era quasi come una droga
vedere il sorriso di sua madre, lo faceva sentire bene.
***********
Trascinava a fatica un enorme orso, era tre volte più grosso di
lui e lo aveva abbattuto in un solo colpo.
"madre, guarda cosa ho preso!" esclamò a voce alta aspettando
che comparisse sulla soglia della porta. Ma lei non arrivava, "strano!" pensò.
Lasciò la carcassa nel giardino e cominciò a cercarla.
Cominciava a preoccuparsi perché aveva sentito l’odore del suo
sangue, sperava che magari si fosse ferita in un allenamento, eppure la quantità
sembrava troppa, cominciò a correre nella direzione da cui veniva l’odore di sua
madre, e più si avvicinava e più si sentiva soffocare, i suoi sospetti
diventavano insopportabilmente delle certezze.
Non riuscì a dire una parola, vide suo padre che scavava nella
terra una fossa, e poco più in là avvolto in un lenzuolo c’era lei, il piccolo
sesshomaru ne voleva essere sicuro, si avvicinò alla salma e scoprì il suo
viso.
I suoi occhi si riempirono di terrore, doveva essere un orribile
incubo.
Taisho ricoprì il viso della donna, i suoi occhi erano pieni di
dolore e tristezza, ma c’era anche tanta rabbia, e lui suo figlio aspettava che
lui dicesse qualcosa, non aveva neanche la forza di chiedergli cosa fosse
successo.
Ma Taisho, silenzioso, seppellì sua moglie, e ad ogni palata di
terra, il suo odio cresceva.
Sesshomaru cadde sulle ginocchia fissando l’erba sotto di se,
come se non la vedesse, l’unica cosa che vedeva era il viso esanime di sua
madre.
Taisho poggiò una mano sulla sua esile spalla, poi si allontanò,
non disse proprio nulla scomparì lo stesso giorno, non tornò più a casa, lo
aspettò per 3 giorni ma di Inu no Taisho non c'era neanche
l’ombra.
Non sopportava quella attesa che sembrava infinita, voleva
sapere, non gli importava se poi avrebbe sofferto 100 volte di più ma almeno non
lo tormentava quel mistero.
Dopo tre giorni, di attesa dentro di lui crebbe un sentimento
ostile verso suo padre, era arrabbiato con lui e voleva picchiarlo se gli
capitava a tiro, e farsi dire una buona volta perché, sua madre non c’era
più!
********
"vuoi davvero sapere perché lei non c’è più!" una voce
famigliare interruppe i pensieri del giovane demone. Si sollevò in piedi
seccato, aveva disturbato un suo momento privato, quando era lì di fronte a sua
madre per un po tornava il ragazzino di prima, più triste ma sempre lui, e non
voleva mostrare a nessuno il vecchio Sesshomaru.
"che diavolo vuoi? Ryokotsusei?" chiese sempre col tono
seccato.
"è triste piangere la morte di qualcuno senza sapere perché!" si
avvicinò al ragazzo poggiando le sue mani sulle sue spalle, con fare
paterno.
"povero ragazzo, vuoi vendicare la mamma ma non sai con chi
prendertela vero?"
Sesshomaru si scostò bruscamente non gli era mai piaciuto quel
tipo, fin dalla prima volta che lo vide capì che c’era qualcosa di strano in
lui, soprattutto come guardava sua madre, era piccolissimo ma capiva alla
perfezione che quei sguardi non erano normali.
"tu sai chi è stato?" chiese guardandolo con superiorità, e
Ryokotsusei deglutì, non lo sopportava quello sguardo, ma per i suoi fini doveva
avere pazienza.
"certo, è stato tuo padre ad ucciderla!"
"non dire stronzate non lo farebbe mai!" rispose voltandogli le
spalle.
"eppure, lui è l’unico che potesse farlo, che potesse
sconfiggerla!" disse osservando le reazioni del ragazzo, impassibile,
"riflettici!" continuò "perché non è più tornato? Tu sai meglio di me che
l’unico essere superiore a tua madre in forza era tuo padre, e poi io l’ho
visto, con questi miei occhi!"
Sesshomaru si voltò di scatto "cosa diavolo vai farneticando?"
"tu sai quanto ammirassi tua madre, io l’ho visto, e so cosa è
successo!"
Il ragazzo non rispose ma dai suoi occhi si capiva che voleva
saperne di più. Ryokotsusei stava già assaporando la sua piccola
vittoria.
"tua madre stava ricevendo un suo sottoposto, il quale si era
innamorato follemente di tua madre, era ferito gravemente, e stava per morire,
le chiese un bacio per poter morire felice, lei lo fece glielo diede e in quel
momento arrivò tuo padre, era strano credo fosse ubriaco, impazzì dalla gelosia
e uccise tua madre, io lo so perché ero lì e non ho potuto fare niente,
perdonami, ma non sono riuscito a salvare tua madre!"
Il ragazzo aveva ascoltato con attenzione, e non sapendo per
quale motivo gli credette, quella strana espressione piena di rimorso e di odio
che aveva suo padre mentre la seppelliva, aveva un senso con il racconto del
dragone. Si aggrappò a quel racconto e decise di trovare suo padre e di
ucciderlo con le proprie mani. Ma stranamente si sentiva peggio forse avrebbe
preferito non saperlo, dentro al suo cuore cominciò a crescere ferocemente
l’odio e il desiderio di vendetta.
Diede un pugno con tutte le sue forze allo stomaco del demone
drago, che si piegò in due dal dolore, si teneva la pancia e guardava la schiena
di Sesshomaru che si allontanava rapida e spedita.
Un sorriso soddisfatto apparve sul volto perfido del
dragone.
Aveva ottenuto ciò che voleva. Mettere contro padre e figlio,
suo figlio forse era l’unico che riuscisse a tenergli testa, e una volta
indebolito il demone cane gli avrebbe dato lui il colpo di grazia sia a Taisho
che a Sesshomaru, odiava quel ragazzo perché doveva essere suo e non di
Taisho.
Si sollevò a fatica imprecando contro di lui, e lo seguì senza
dare nell’occhio.
Spiacc
Taisho si diede uno schiaffo sul collo per poter prendere
un insetto fastidioso, si guardò il palmo delle mani e ci trovò Myoga, che si
riprese in fretta.
"padrone mi è mancato tantissimo!" disse felice.
"capiti davvero a proposito!" disse serio.
"qualcuno che possa guarire la principessa?" chiese Myoga,
ancora titubante.
"si insomma qualcuno che l’aiuti a ritrovare il senno
perduto."
"si c'è qualcuno! Kitsutaro il demone Volpe, si trova nelle
terre di Musashi, dicono che è u abile manipolatore di mente e coscienze!" (per
chi se lo chiedesse si è lui il papà del piccolo Shippo!n.d.a^^)
"perfetto portami da lui!"
"ma signore, deve sapere che è un tipo particolare, è molto
diffidente!"
"non importa, andiamo!"
"beh addio Signore ci vedremo presto!" Myoga se la diede a gambe
elevate, saltellando da albero in albero.
"tsk, se è scappato significa che è davvero pericoloso!" disse
Totosay sorridendo divertito.
"non cambia mai quel fifone!"
Taisho tornò a guardare la ragazza che gli stava sempre vicina,
come se a qualche metro lontano da lui ci fossero dei pericoli
incombenti.
adesso poteva finlmente sistemare la faccenda di Izayoi, certo
un po gli dispiaceva perchè avrebbe dovuto separarsi da lei, e molto più
probabilmente non l'avrebbe vista mai più.
si mise il cuore in pace e cominciò a camminare verso nord la
terra di Musashi.
"Padrone, posso farle una proposta?" chiese Totosay,
"shht!" fù la risposta che ricevette, poco dopo si mise
sull'attenti, e afferrando Izayoi per il braccio la fece spostare dietro le sue
spalle.
"accidenti, non ci voleva!" esclamò Taisho, nervoso, Totosay e
Izayoi erano come smarriti.
dopo pochi secondi apparve da lontano una sagoma, nascosta dalla
nebbia, più si avvicinava e più chiari si facevano i suoi lineamenti e i
colori.
il vento mosse i lunghi capelli del ragazzo che stava
arrivando.
"Sesshomaru!" disse Totosay riconoscendolo, era cresciuto molto
dall'ultima volta che lo vide.
Sesshomaru si fermò a qualche metro d'avanti a lui, i suoi occhi
si chiusero in due fessure.
"maledetto bastardo!" sbraitò non appena vide la donna dietro di
lui.
senza dire altro partì all'attacco, ma Taisho bloccò la sua
mano.
"sei ancora lento!" disse un po sorpreso, aveva percepito nel
suo colpo tutto l'odio che provava, ma non capiva il perchè.
"maledetto non sei riuscito a perdonarla e adesso te la fai con
una donna umana?" sibilò a denti stretti,
"che cosa?" chiese stupito Taisho.
ma Sesshomaru non rispose, e gli tirò un calcio, e questa volta
per difendersi, Taisho fu costretto a farlo cadere a qualche metro più
in là.
Izayoi guardò il ragazzo a terra, si illuminò come se avesse
riconosciuto quel ragazzino.
corse preoccupata verso Sesshomaru.
"no che fai, fermati!" disse Taisho che non riuscì a bloccarla
in tempo.
"Maruchan!" esclamò preoccupata, si inginocchiò accanto al
ragazzo, che la guardava sorpreso.
come lo aveva chiamato? non si era sbagliato aveva sentito
bene.
Izayo molto premurosa gli pulì il viso con un panno che prese
dalle tasche del suo vestito.
Sesshomaru sollevò un braccio facendo affluire del veleno sulle
sue unghie.
Izayoi poggiò il dito sulla falce di luna che aveva sulla
fronte,seguendone la forma, sorrise dolcemente.
mentre il braccio del ragazzo si abbassava e suoi occhi si
spalancavano in un espressione sorpresa.
Poi Izayoi gli baciò la fronte, poggiò la sua fronte su quella
del ragazzo.
poi si staccò e lo guardava negli occhi sorridendo divertita.
"il bacio della luna!" disse con naturalezza.
le labbra di Sesshomaru si aprirono per lo stupore, non riusciva
a crederci, quei gesti e quelle parole, come faceva quella donna a
conoscerli?
non poteva essere, anche Taisho rimase bloccato per la
sorpresa.
"che succede padrone?" chiese Totosay che non ci capiva un
tubo.
"quelle parole, quelle cose...lei, mia moglie lo faceva spesso
per calmare Sesshomaru!"
Sesshomaru afferrò la donna per le braccia scuotendola
nervosamente "chi sei? come fai a conoscere il bacio della luna?"
Izayoi sembrava che tornasse in se stessa, si spaventò e urlò
dal terrore, poi si sollevò e scappò rifugiandosi dietro a Taisho.
"cos'è uno scherzo?" chiese Sesshomaru rivolgendosi a suo
padre
"certo che no, io non lo so come faccia a saperlo!" rispose
ancora incredulo.
Sesshomaru non riusciva a crederci, possibile che sua madre si
fosse reincarnata in un misero essere umano? e per di più debole e
pazzo.
aveva un forte senso di nausea, si sollevò in piedi e corse via
non sopportava vedere ancora quella donna.
Taisho osservava stupito Izayoi, anche lui sospettava che lei
fosse la reincarnazione di Shukumei dopo aver visto ciò che accadde.
ma non ne era sicuro, perchè sua moglie era fiera e coraggiosa,
mentre Izayoi è un cucciolo spaventato.
adesso doveva trovare Kitsutaro per sapere anche cosa diavolo
era successo veramente e se lei era davvero la reincarnazione di
Shukumei.
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Capitolo 6 *** Il demone Volpe ***
Kitsutaro
Taisho non riusciva a chiudere occhio, suo
figlio lo aveva accusato di qualcosa, aveva detto che non era riuscito a
perdonarla, ma cosa voleva dire? Che cosa pensava?
Quel giorno di 4 anni fa non aveva avuto il coraggio di dirgli che aveva
fallito che non era riuscito a proteggere la sua donna. Che per una sua
distrazione, sua madre era morta. Si sentiva tremendamente in colpa per la morte
di Shukumei. Ne era convinto era colpa sua che si era fatto fregare alla
grande.
I suoi pensieri furono interrotti dai movimenti di Izayoi, che da terra si
sollevò e poggiò la testa sulle sue cosce, dure come marmo, ma sempre meglio
della terra polverosa.
Izayoi, che mistero era questa ragazza, doveva assolutamente sapere la
verità, all’alba voleva partire, e raggiungere al più presto quel demone
volpe.
L’alba arrivò dopo poche ore, e Taisho non aveva chiuso occhio.
Si caricò la ragazza sulle spalle "tieniti forte Izayoi che si corre!"
Izayoi urlò per la sorpresa non avrebbe di certo immaginato che lui fosse
così veloce, si aggrappò forte circondando le sua braccia intorno al torace, la
sua schiena era morbida e calda.
Dopo qualche ora erano arrivati, nelle terre di musashi, e adesso restava
solo trovare la tana di Kitsutaro.
Cercò di seguire l’odore di volpe, cominciarono a camminare nella foresta,
fino a quando non trovò una Donna china su un ruscello che raccoglieva
dell’acqua.
"salve, saprebbe dirmi dove trovare Kitsutaro?" chiese Taisho,
cordialmente.
La donna si voltò spaventata, gettò la brocca a terra e cominciò a correre
via, veloce, aveva una coda da volpe, e i capelli d’orati, due grandi occhi
verdi lo avevano fissato con terrore, ma che aveva detto?
"seguiamola, senza farci notare!" ordinò Taisho, quella donna aveva un altro
odore addosso, di un maschio di volpe ne era sicuro. Arrivarono vicino ad una
grotta,
"aspettatemi qui!" ordinò, ma Izayoi si aggrappò al mantello non voleva
rimanere da sola con Totosay.
Taisho sbuffò, "rimanimi dietro!" fecero qualche passo, dalla grotta arrivò
un’ondata di fuoco blu.
Taisho prese Izayoi e spiccò un salto di qualche metro.
Dopo qualche secondo dalla grotta uscì un uomo, aveva i capelli d’orati anche
lui, tenuti fermi in un codino, aveva la coda vaporosa da volpe, e dietro a quel
uomo c’era la donna che videro prima al ruscello.
"ma che modi?! Guarda che non voglio farti del male!" disse Taisho atterrando
con leggerezza,
"tu devi essere Kitsutaro, non è così?" l’uomo non rispondeva, "tsk, Myoga me
lo aveva detto che sei diffidente!"
"Myoga?" chiese la volpe. Quella pulce la conosceva.
"cosa vuoi da me?" chiese la volpe che sembrava che si fosse calmato.
"mi hanno detto che lei, sa manipolare le menti, ho bisogno che lei mi aiuti
con questa donna!"
Kitsutaro osservò la donna, che si era rifugiata dietro le spalle di Taisho,
aveva lo stesso atteggiamento di sua moglie che stringeva la sua maglietta e gli
stava attaccata come un francobollo.
"per ricevere i miei servigi dovete pagarmi bene!"
"ma certo quanto vuoi?"
Kitsutaro lo guardò attentamente e cominciò a ridere, facendo innervosire
Taisho.
"tu e cosa mi puoi dare?"
Taisho prese dalle tasche una sacca piena di denaro, monete d’oro, glieli
tirò, ma Kitsutaro non li degnò di uno sguardo.
"non voglio il denaro, io non me ne faccio niente!"
Taisho sorrise, perché anche lui non considerava il denaro, a quanto pare
quel demone era molto simile a lui in fatto di gusti, anche di donne, perché la
donna dietro di lui era piuttosto affascinante.
"ho capito, questa invece è di tuo gradimento?" si slegò una piccola Katana,
dalla cintura, era un’arma che gli aveva forgiato, Totosay con una dei suoi
artigli.
Kitsutaro raccolse l’arma, la sguainò aveva un bel taglio, ed era
affilatissima, Kitsutaro si avvicinò ad un albero fece un movimento con il
braccio e l’albero cadde a terra, la lama non l’aveva nemmeno sfiorata, ma
l’energia che si sprigionò era forte.
"questa può andare!" disse serio il demone volpe.
Taisho si avvicinò con la ragazza. "aspetta dovete prima superare un’altra
prova!" li fermò Kitsutaro.
Si avvicinò a Taisho e lo fissò negli occhi, lo stava scrutando dentro
l’anima.
Dopo un paio di secondi Kitsutaro sorrise "va bene vi aiuterò!" disse
invitandoli ad entrare nella caverna.
La moglie di Kitsutaro preparò del the, mentre gli ospiti si sedevano attorno
ad un fuoco.
"qual è il problema?"
"ecco, questa ragazza era stata aggredita da un demone, io l’ho aiutata ma
dopo l’aggressione non era più la stessa, ha perso il senno!"
"mh?" il demone stava scrutando la ragazza che intimorita si nascondeva
dietro la schiena di Taisho.
Taisho prese la ragazza e se la mise in braccio, bloccandole le gambe, non
doveva scappare.
Kitsutaro, poggiò la mano sulla sua fronte, e socchiuse gli occhi.
Kitsutaro cominciava a sudare, mentre Izayoi svenne.
"che succede?" chiese preoccupato Taisho.
Il demone volpe si allontanò "la mente di questa donna è complicata, è
successo una cosa strana!"
"cioè?" chiese Taisho.
"vedi, l’aggressione ha risvegliato dei ricordi molto remoti, di una vita
passata, in lei si è risvegliata un’altra coscienza, lei è stata un demone!"
Quelle parole erano come un pugno nello stomaco, allora era vero.
"com’è possibile, vuol dire che lei è davvero la reincarnazione di
Shukumei!?"
"credo di si!"
"ma Shukumei era un’abile guerriera, perché adesso è così spaventata dal
mondo?"
Kitsutaro poggiò di nuovo la mano sulla sua fronte, e si concentrò.
"la coscienza del demone, è come sotto sciok!"
Taisho non capiva e cominciava a diventare nervoso.
"vedi, se Shukumei restava in vita, diventava così!"
"perché?" chiese triste Taisho.
"se vuoi posso far in modo che ritorni la coscienza della donna, e sarà come
se non fosse successo niente, lei non ricorderà nulla della vita passata, sarà
semplicemente come era prima."
"rispondimi, perché doveva diventare così?" " per via dello sciok, nella
sua anima c’era una terribile ferita che non si sarebbe richiusa!"
Taisho stringeva la ragazza a se, "Guariscila!" disse abbassando la voce.
Lasciò la ragazza dentro la grotta e uscì fuori, seduto su una roccia
osservava il cielo notturno, c’era la falce di luna, uguale a quella che aveva
lei Shukumei, e suo figlio.
Pensava che forse era stato meglio così, che fosse morta, non avrebbe
sopportato di vederla in quelle condizioni. Izayoi era la reincarnazione di
Shukumei, se si veniva a sapere sicuramente Ryokotsusei avrebbe fatto di tutto
per ucciderla, o comunque per farle di nuovo del male.
Adesso sapeva che Izayoi era la reincarnazione di Shukumei, era impazzita
perché il ricordo di quella aggressione era stata troppo forte per non
risvegliare la coscienza di Shukumei.
Nel suo petto c’erano dei sentimenti confusi per quella donna, adesso che
sapeva che era la sua reincarnazione, non sapeva se riusciva a portarla
indietro.
Ma perché le cose si dovevano sempre complicare, adesso c’era anche suo
figlio, che lo odiava, non gli faceva una colpa infondo era scomparso dalla sua
vita senza una spiegazione.
"AAAAHHH!" i suoi pensieri furono interrotti bruscamente dalle grida di
Izayoi.
Taisho corse immediatamente dentro la grotta.
"che succede?" chiese allarmato.
"che diavolo ci faccio qui e voi chi siete?" chiese Izayoi puntando il dito
sui due demoni volpe.
"a quanto pare è tornata in se!" disse Totosay rivolgendosi al suo
padrone.
Taisho fece un sorriso di sollievo, Izayoi non appena lo vide si infuriò e
gli andò incontro furiosa, appesantendo i passi in modo che echeggiassero nella
grotta.
"tu, vieni un attimo con me!" disse puntando il dito sul petto del
demone.
Lui la seguì, ma gli veniva da ridere l’espressione che aveva sul volto era
troppo buffa.
"adesso mi spieghi cosa diavolo è successo e dove ci troviamo e chi sono quei
due.."
"aspetta, vuoi dire che non ricordi nulla, di quello che è successo in questi
giorni?"
Izayoi lo guardava sempre più nervosa.
"dovresti innanzitutto ringraziare Kitsutaro è stato lui a guarirti, perché
tu mia cara eri impazzita del tutto!"
"eh?"
"si sei andata fuori di testa, possibile che non ricordi niente?"
Izayoi allentò le braccia che teneva conserte. Le era venuto in mente quando
era stata inseguita dal demone enorme, e poi ricordava il suo sorriso amorevole.
Poi tutto buio.
Izayoi si sedette a terra come se si sentisse priva di forze.
"si ora ricordo, voi mi avete salvata da quel mostro!" disse mentre le sue
mani tremavano.
"ma dopo cos’è successo?"
Taisho si sedette accanto alla ragazza, anche se era la reincarnazione, di
Shukumei, Izayoi era Izayoi e nessun’altro.
"beh avevi paura di tutti tranne di me, e così ti ho portata qui e quel
demone volpe ti ha guarita."
Izayoi sollevò il viso per vederlo negli occhi e lui era li che le sorrideva
dolcemente, arrossì, aveva dimenticato quanto fosse bello Taisho, non riusciva a
tenergli il muso, soprattutto quando la guardava a quel modo.
"sono in debito con te!" disse .
"beh per sdebitarti puoi…" Taisho si avvicinò alla ragazza puntando le labbra
aspettando che lei ricambiasse poggiando le sue labbra su quelle del demone.
L’espressione di Izayoi cambiò da serio a perplesso. Tsk nonostante tutto era
rimasto un pervertito.
Poggiò la mano su tutta la sua faccia e gli diede una spinta, facendolo
cascare all’indietro.
Taisho cominciò a ridere, Izayoi lo divertiva tanto.
"peccato se rimanevi come prima forse saresti stata più gentile con me!"
Izayoi sorrise, poi avvicinò il suo viso e gli diede un bacio sulla
guancia.
"grazie!" sussurrò
"dovere!" rispose lui, facendo arrossire di nuovo la ragazza, con quella
espressione così seria, sembrava un angelo.
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Capitolo 7 *** con il senno di poi ***
Con il senno di poi
Il gruppo di Taisho avanzava tra gli alberi verso il
palazzo di Izayoi.
"lei dunque è il servo di Taisho?" chiese Izayoi
parlando con Totosay.
"si, e sono un maestro di armi, e mi chiamo
Totosay!"
"posso chiederle una cosa in confidenza?" chiese
avvicinandosi di più al demone per parlare a voce bassa. "ma il suo padrone, non
ha una moglie o una fidanzata?"
Totosay la guardò smarrito. "una volta c’è l’aveva!"
rispose, pensò che se lei saprebbe cosa aveva detto Kitsutaro, forse non sarebbe
stata contenta.
"oh è morta per una malattia?" chiese
curiosa-
"NO! Si è suicidata davanti ai miei occhi!" si
intromise Taisho nervoso, non voleva che parlassero di lui alle sue
spalle.
"davvero?" chiese dispiaciuta Izayoi, Taisho rispose
con uno sguardo freddo e minaccioso.
"mi dispiace!" aggiunse la principessa. Taisho
sbuffò e passò d’avanti, non aveva voglia di parlare del passato e non sapeva
nemmeno perché glielo aveva detto. Pensava che forse scioccandola avrebbe smesso
di fare domande su Shukumei.
Izayoi lo guardò con pietà, ecco perché il suo bacio
era così affamato.
Chissà che incubo, vedere una persona che si ama che
si toglie la vita d’avanti a te.
Lei aveva notato che avvolte quando si perdeva nei
suoi pensieri diventava terribilmente triste.
Voleva aiutarlo, voleva che non fosse così
triste.
Per arrivare alle terre di musashi, ci avevano
impiegato 3 giorni, di cammino.
"davvero non ti ricordi niente di quello che è
successo in questi giorni di viaggio?"
Chiese Taisho, fissando il fuoco che bruciava la
legna.
"a dir la verità ho dei ricordi confusi!"
Izayoi si stringeva le ginocchia al petto, e
avvicinava le mani al fuoco per scaldarsi.
"io ti credevo un uomo frivolo e pervertito, ma
invece mi sbagliavo, sei generoso, e sono sicura che mi ha rispettato in quei
giorni di viaggio, io non so davvero come ringraziarti!"
Taisho sgranò gli occhi per la sorpresa, "non è che
stai male?"
Izayoi gli sorrise, quel uomo le piaceva sempre più,
avrebbe voluto chiedergli di sua moglie, voleva sapere com’è andata la storia,
ma aveva paura che lo ferisse chiedendoglielo.
"Totosay ha detto che sei in viaggio perché stai
cercando un nemico, e che ti vuoi vendicare a tutti i costi!"
Taisho spostò lo sguardo irritato sul demone che era
sdraiato vicino al fuoco e russava già da un pezzo.
-tsk, non sa tenere la bocca chiusa!-
pensò.
Izayoi sentì qualcosa di caldo coprirgli la schiena,
era il mantello di Taisho.
Taisho cominciò a fissare le fiamme che
scoppiettavano sul legno, la sua mente cominciava a vagare, mentre i suoi pugni
si serravano per l’odio che provava nel ricordare quelle orribili scene che non
avrebbe dimenticato mai.
"dormi adesso , domani mattina partiremo
all’alba."
"la mia nutrice una volta mi disse che la vendetta è
una cosa brutta e pericolosa, perché, una volta che ti sei vendicato, cosa ti
resta, aveva perso il figlio perché lui voleva vendicare la morte del suo amore,
ma è stato ucciso a causa di questo, e adesso, ha solo ottenuto la sofferenza di
una madre, e se adesso anche lei decidesse di vendicarsi… tutto diventerebbe un
inutile spargimento di sangue, e se tutti noi agiremmo allo stesso modo nel
mondo ci sarebbe il caos, perché si ucciderebbero tutti a vicenda! Soprattutto
in questo periodo di guerre continue!"
"TU NON PUOI CAPIRE!" urlò Taisho. Izayoi ebbe un
sussulto e si coprì il viso d’istinto.
Taisho si calmò, l’ultima cosa che voleva era
metterle paura. Anche Totosay si era svegliato di soprassalto sollevandosi, ma
vedendo che era tutto a posto si rimise a dormire.
"adesso basta dormi che domani mattina all’alba
partiamo!" si girò dall’altro lato, si sdraiò e appoggiò il viso sul braccio,
sforzandosi di dormire.
Izayoi non disse più nulla si sdraiò anche lei
accanto al fuoco.
-che scema dovevo immaginarlo che si arrabbiava!-
pensò Izayoi dispiaciuta.
"scusami, non volevo offenderti!"
-accidenti come russano!- pensò Izayoi che si era
rigirata per l’ennesima volta. Stufata si alzò, prima si diresse verso Totosay,
gli tappò il naso, fece un verso strano, come se la sua gola si stappasse,
Totosay sollevò la mano infastidito come per cacciare una mosca fastidiosa, poi
si diresse verso Taisho, si avvicinò si inginocchiò e lentamente gli tappò il
naso, anche lui fece quel verso strano, ma invece di scansarla, la afferrò tra
le sue braccia, lei fu costretta a sdraiarsi per via della posizione scomoda,
aspettò due minuti per tentare di allontanarsi, ma non appena si girò, Taisho
strinse la presa, come se avesse paura che scappasse. Izayoi ormai era nel
panico, se si svegliava forse si arrabbiava o peggio cominciava a spogliarla
credendola una concubina, si irrigidì, ma dopo l’ennesimo tentativo di andare
capì che lui non l’avrebbe lasciata andare, quindi si mise il cuore in pace e
provò a dormire tra le sue braccia.
"non farlo!" sussurrò nel sonno Taisho, per un
attimo Izayoi ebbe l’impressione che parlasse con lei.
Dopo pochi secondi si sollevò di scatto,
risvegliandosi bruscamente.
Izayoi chiuse gli occhi fingendo di dormire, lo
sentì sussurrare "era un incubo!"
Taisho si accorse della presenza di Izayoi aveva
ancora il braccio attorno alla ragazza, non aveva perso l’abitudine di dormire
abbracciato ad una donna.
Come se niente fosse si sdraiò nuovamente accanto ad
Izayoi, che continuava a fingere di dormire.
L’abbracciò di nuovo, Izayoi rimase sorpresa, ma poi
cominciò ad innervosirsi, quel dannato cagnaccio rimaneva sempre un maniaco
pervertito pensò, ma poi vide che lui si fermò li ad un abbraccio, e il suo
cuore cominciò ad accelerare i battiti. Dopo pochi minuti riaprì gli occhi, lui
stava dormendo, e le mancò un battito, nel vederlo così sereno e
soddisfatto, e com’era bello. Si non c’erano dubbi per Izayoi, Taisho era l’uomo
più bello al mondo.
Provò uno strano desiderio di sfiorargli le labbra,
ma aveva paura ad osare, avvicinò le sue dita alle sue labbra e gliele sfiorò
dolcemente. Taisho aprì gli occhi, lei arrossì violentemente, si era accorto che
lei non dormiva e che gli stava sfiorando le labbra. Ritirò brusca la mano, lui
sorrise, e lei si girò dal lato opposto "stavi russando!" mentì
spudoratamente.
" perché sei venuta da me mentre
dormivo?"
"che faccia tosta sei tu che mi hai afferrata e non
mi lasciavi andare!" rispose un po seccata e imbarazzata.
Lui l’abbraccio da dietro, e le mordicchiò il lobo
dell’orecchio, Izayoi avvampò arrossendo ancora di più, perché quando lui la
toccava in quel modo si sentiva in estasi?
"sme.. smettila di fare il pervertito!" gli diede
una gomitata sulla bocca dello stomaco.
Lui allora si ritirò, "che tipo e tu saresti una
principessa?"
Lei non rispose ma si accuccio senza dargli
retta.
In effetti Izayoi era strana, non portava gioielli,
o vesti lussuose, era una ragazza semplice, per niente snob, solo un po
viziata.
"tanto lo so che sei stracotta di me!" disse lui,
per punzecchiarla, si sdraiò su un fianco.
Pian piano in lui cresceva i desiderio di farla sua,
soprattutto quando lei gli sfiorò le labbra, avrebbe voluto toglierle la mano e
cominciare a baciarla e spogliarla. Ma di sicuro sarebbe arrivato come minimo un
calcio.
"tsk, illuso!" rispose Izayoi. Taisho sorrise di
nuovo, si divertiva troppo a metterla in imbarazzo.
Dopo pochi minuti si addormentarono.
Dalla parte opposta delle terre di musashi, un
ragazzo, dai lunghi capelli argentati era di nuovo d’avanti ad una lapide a
riflettere, "madre non posso credere che tu ti sia reincarnata in un misero
essere umano!" disse osservando la pietra scolpita.
Un forte senso di nostalgia pervase il piccolo
Sesshomaru, entrò nel vecchio palazzo dove un tempo abitava felice assieme ai
suoi genitori. Entrò dentro una stanza, c’era la finestra rotta, e la stanza era
fredda e polverosa, eppure un tempo li c’era un letto. Ricordava ancora come se
fosse ieri, quando sua madre andava a controllare che stesse dormendo. Spesso la
notte invece di dormire sgattaiolava fuori, e prendeva le armi per allenarsi,
voleva diventare forte come i suoi genitori, anzi voleva essere ancora più
forte. Sua madre lo trovava in giardino sorrideva orgogliosa di lui e poi lo
rimproverava, minacciando di legarlo al letto se non ubbidiva.
Ricordava anche quando sorprendeva i suoi genitori
che si scambiavano delle effusioni d’affetto baciandosi, lui storceva il naso e
imbarazzato andava via.
Una volta ricordava di aver sentito suo padre dire
"ti amo!" a Shukumei, erano nella sua stanza Taisho aveva chiesto se era tutto a
posto, lei rispondeva di si. poi lui l’abbracciò la baciò e poi glielo disse "ti
amo tanto!" fingeva di dormire perché voleva fregarli, e una volta andati via,
correva di nuovo nella torre, e giocava con le spade. Ripensò al racconto di
Ryokotsusei, possibile che stesse dicendo la verità? Pensandoci adesso si
rendeva conto che era una cosa impossibile, suo padre non era di certo il tipo
che perdeva il controllo nemmeno da ubriaco. E poi se davvero lui la uccise
quando l’ha vista baciare quel uomo, perché era nuda quando la seppellì? Tornò
in giardino, del bel giardino rimase solo terra spoglia ed erbacce qua e la.
Alzò il viso verso la torre, quante volte si era diretto li dentro la notte?
Aveva perso il conto. Il chiarore della luna illuminò la finestra alta della
torre, Sesshomaru vide una sagoma, possibile che ci fosse qualcuno?
"tsk era solo un piccione!" disse arrivato
all’interno della torre, non ci era entrato più dall’ultima volta che vide sua
madre. Ormai le armi che maneggiava con stupore erano arrugginite, fece qualche
passo, verso la finestra CLACK, poggiò il piede su un oggetto metallico, lo
raccolse. Era un pugnale, ed era sporco di sangue, il sangue ormai era diventato
una crosta nera, annusò la lama, e riconobbe l’odore, era flebile ma lo sentì,
era l’odore del sangue di sua madre. "che significa?" l’unica spiegazione che
gli venne in mente era che Ryokotsusei aveva mentito.
"questa volta dovrai dirmi tutta la verità!" disse
Sesshomaru infilandosi il pugnale nelle tasche.
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Capitolo 8 *** una traccia ***
UNA TRACCIA
"prenda signor Totosay!" urlò da sopra l’albero Izayoi,
lanciandogli delle succose mele.
"prese, dai scendi!" Izayoi scese tutta contenta dall’albero.
"ma perché a me dai del lei, mentre a Taishosama, gli parlate con tanta
confidenza? Quello che merita più rispetto è senz’altro lui!" "a uno che ti
bacia al primo incontro non porto rispetto!"
"da quando in qua le principesse si arrampicano sugli alberi?!"
chiese Taisho addentando la mela.
"non so le altre ma io lo facevo fin da bambina!" si scrollò di
dosso un po di polvere "non dirmi che mi credevi una di quelle principesse tutte
smidollate?"
"non lo so, di solito lo sono, tutte Aaah aiuto mi si è rotta un
unghia!" fece il verso Taisho.
Izayoi rise "come donna Geisha avresti successo sai!"
"ma tu guarda che ragazzina impertinente!" si alzò cominciando a
rincorrerla "vieni qua che ti faccio vedere chi è una buona donna
Geisha!"
Izayoi urlava e rideva come una bambina, era da tanto tempo che
non si divertiva così.
"ha ha ha , si dice che quelli fissati con il sesso sono tutti
gay!" continuava a prenderlo in giro
"tsk!" Taisho balzò in aria atterrando d’avanti alla ragazza che
rimase a bocca aperta a tanta agilità.
Si fermò stupita, allora Taisho la afferrò tra le sue braccia
stringendola a se.
"ti ho presa!" disse sorridendo soddisfatto.
I loro sguardi si incrociarono e si incantarono a guardarsi
negli occhi, Izayoi si stava perdendo in quel oceano ambrato. Taisho sentiva di
non poter resistere, chinò il capo e avvicinava sempre più le sue labbra a
quelle della ragazza.
"Cough cough!" la tosse di qualcuno li interruppe, "mi dispiace
interrompervi ma dovete sborsare tutto quello che avete!" tutte e due si
girarono e trovarono un gruppo di soldati, sicuramente dei disertori. Erano in
10 avevano gli sguardi cupi e delle facce da galera.
L’uomo che prima parlò sguainò la spada "mi sono
spiegato?"
Taisho non sembrava affatto intimorito, anzi sembrava contento.
Scrocchiò le dita "altrimenti cosa fate?" chiese in tono di sfida. L’uomo non
rispose neanche cominciò a correre verso Taisho brandendo la spada.
Izayoi quasi non credeva ai suoi occhi, con un solo pugno aveva
messo KO l’uomo, che di stazza era molto più grosso.
Il resto del gruppo attaccarono in massa, si avventarono anche
su Izayoi, un uomo si avvicinò a Izayoi minaccioso, "che bella pupa che abbiamo
qui!" rideva mostrando i suoi denti gialli e marci, Izayoi urlò schifata e senza
neanche accorgersene gli diede un calcio sui genitali, L’uomo si accasciò a
terra emettendo uno strano verso un incrocio fra un gargarismo e il risucchio di
un lavandino.
Le si avventò adosso un altro uomo, lo schivò e
terrorizzata gli diede un calcio in pieno viso.
Camminava all’indietro, fino a quando non urtò qualcosa con la
schiena, si girò spaventata ed era Taisho, "però niente male principessa, lo
dicevo io che eri un maschiaccio!" spam, Izayoi si offese e gli diede uno
scappellotto, "tu che fai lo spaccone adesso come la mettiamo? ci hanno
circondati!"
Taisho sorrise mostrando uno dei suoi canini, "evidentemente tu
non hai mai sentito parlare di me vero?" balzò in aria e quasi come un tornado,
si fiondò sui nemici, Izayoi vedeva quasi come se volassero i soldati sconfitti
ad uno ad uno, fino a quando non rimase l’ultimo che terrorizzato si appiattiva
contro un albero, Taisho lo afferrò per la gola sollevandolo, "invece di
derubare la gente andate a lavorare idioti!" disse Taisho, dopo qualche secondo
si accorge che l’uomo se l’era fatta addosso dalla paura,
lo buttò giù schifato "ecco perché mio figlio vi detesta!"
quando si dice che si parla del diavolo… vicinissimo al piede di
Taisho si conficcò un pugnale. Mancava solo qualche millimetro, e la lama
avrebbe trapassato l’alluce.
Taisho lo prese, lo guardò e inorridì, riconobbe il pugnale, era
quello con cui Shukumei si tolse la vita.
"Vieni avanti fatti vedere!" disse Taisho nervoso.
"l’ho trovato nella torre!" una sagoma apparve da dietro un
albero. Era un ragazzo appoggiato al tronco, si mostrò era Sesshomaru, "adesso
non mi scappi più devi dirmi cosa è successo!"
"chi è quel ragazzo?" chiese Izayoi, lo osservò perbene, e notò
che somigliava molto a Taisho.
"sono suo figlio!" rispose Sesshomaru, si stranizzò che quella
donna adesso parlava, ne dedusse che doveva essere guarita dalla pazzia. La
guardò attentamente, quella donna era bella, ma non scorgeva nulla di sua madre,
non provava ribrezzo di lei, forse perché sapeva che in quel corpo c’è l’anima
di sua madre. Si avvicinò ai due.
Taisho abbassò lo sguardo osservava il pugnale, "forse è meglio
che tu non lo sappia!"
"DEVI DIRMELO!" urlò, "io devo sapere la verità, mi hanno detto
che sei stato tu ad ucciderla!"
"che cosa? È per quello che l’altra volta mi hai attaccato senza
motivo?"
Sesshomaru non rispose, attendeva che cominciasse a parlare. Ma
lui continuava ad esitare.
Izayoi intanto guardava il ragazzo, e non gli sembrava un viso
novo. Non si spiegava il perché, ma provava una strana sensazione, come se fosse
malinconia, con tanta tristezza.
"non ti credevo così vigliacco da non dirmi niente e scomparire
per ben 3 anni!"
"CHE COSA?!" urlò Izayoi rimproverando Taisho, "hai abbandonato
tuo figlio?"
"ho avuto un buon motivo per farlo!"
"tsk, vorrei proprio sapere qual è!" rispose Sesshomaru
incrociando le braccia.
"sto seguendo un nemico pericoloso, e non sono mai tornato a
casa perché avevo giurato di vendicare prima tua madre e non sarei tornato
finché non ci sarei riuscito, non credevo che non riuscissi a trovare quel
figlio di una cagna rognosa!"
Sesshomaru aggrottò la fronte "spiegati meglio, voglio sapere
ogni cosa!"
Taisho sollevò la testa e guardò suo figlio, aveva l’aria
abbattuta e nei suoi occhi si leggeva che si sentiva in colpa. Come poteva dire
a suo figlio che aveva fallito, e che era impotente mentre…
"aspetta un momento chi ti ha detto che sono stato io a
ucciderla?"
"prima raccontami tutto e poi ti dirò chi è stato!"
"e va bene, ti dirò tutto!"
Si sedette a terra e raccontò tutto ciò che accade dalla
trappola che gli aveva teso Ryokotsusei al suicidio della madre.
Sesshomaru rimase come scioccato, quel bastardo voleva mettere
contro padre e figlio in modo che si uccidessero a vicenda. Anche Izayoi rimase
a bocca aperta, come faceva Taisho a scherzare nonostante quello che gli era
successo?
"è per questo che me ne sono andato senza dirti nulla, perché
dovevo trovarlo prima che lasciasse le mie terre!"
"adesso dimmi chi ti ha ingannato!"
"è stato lui Ryokotsusei, è venuto da me e mi ha raccontato che
hai ucciso la mamma perché eri impazzito di gelosia!"
"dove lo hai incontrato!" chiese scattando in piedi, quel
bastardo era ancora lì e ha osato anche mettere suo figlio contro di lui, ma
perché si comportava così? Cosa spingeva quel dragone a volerlo farlo soffrire,
"maledetto bastardo!" disse a denti stretti.
"Totosay accompagna tu Izayoi, io devo andare!" disse
cominciando a correre, suo figlio lo seguì.
"che fai non venire con me!"
"tsk, voglio vendicare la mamma!" rispose accelerando la
corsa.
"lo sapevo era per questo che non volevo dirti
nulla!"
"era anche mia madre, e ho il diritto di massacrare quel
bastardo!" rispose fiero e glaciale Sesshomaru.
"quello non è pane per i tuoi denti!" disse preoccupato
Taisho.
"tsk, cosa credi, in questi anni mi sono allenato fino allo
sfinimento!"
Taisho non voleva, che anche lui rischiasse la vita, non poteva
sopportare anche la morte di suo figlio, lui aveva ancora così tanto da
imparare, e aveva ancora così tante cose da vivere e provare.
Doveva impedirgli di farlo venire.
Il suono sordo del pugno di Taisho si propagò tra gli alberi,
aveva dato un pugno in pieno stomaco al figlio facendolo svenire "perdonami
Sesshomaru!" sussurrò appoggiando sul suolo il figlio.
Non doveva commettere errori, doveva farlo subito,
doveva ucciderlo non appena lo vedeva senza neanche fargli aprire
bocca.
"Taisho.." Izayoi bisbigliò li dove era scomparsa la sagoma del
demone, non l’aveva nemmeno salutata, e pensare che prima si stavano quasi
baciando. Questa volta lei lo avrebbe ricambiato.
"Andiamo principessa!" disse Totosay vedendo che la ragazza
esitava.
Sospirò e cominciò a camminare, - stupida, lo sapevi che vi
sareste separati per sempre una volta che arrivavi a casa, stupida, stupida
- si malediva perché gli dispiaceva non vederlo più, non doveva
affezionarsi a lui, e invece il cuore ha fatto tutto da solo.
Ad ogni passo si sentiva soffocare al pensiero di non vederlo
più.
-se non viene a salutarmi, lo concio per le feste!-
pensò, cercava di soffocare quel senso di abbandono con la rabbia, ma non è che
funzionasse come pensava lei.
Camminarono ancora a lungo prima che arrivasse sera e si
accamparono in una grotta.
Totosay aveva preparato il fuoco e il cibo, Totosay non era un
gran chiacchierone, e lei si sentiva giù e non aveva voglia di parlare. Fuori
pioveva, quell’atmosfera di certo non aiutava.
Izayoi si coprì con il mantello di Taisho, aveva ancora il suo
profumo addosso.
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Capitolo 9 *** Kimiye ***
Kimiye
Dopo poche ore Izayoi si svegliò bruscamente aveva sentito
qualcosa.
All’ingresso della grotta c’era una sagoma. Totosay che doveva
fare la guardia si appisolò appoggiato al suo bastone. Izayoi deglutì
rumorosamente. La sagoma entrò e il fuoco illuminò l’immagine di Taisho, tutto
bagnato e in braccio teneva suo figlio, i capelli gli si erano appiccicati in
faccia. Dopo aver fatto sdraiare suo figlio, si sedette vicino al
fuoco.
Izayoi si sentì immensamente felice.
"Taisho!" si alzò contenta, e gli andò in contro.
"che stupido, ho agito d’istinto senza sapere neanche dove
dirigermi!" diceva mentre pian piano si toglieva gli abiti bagnati di
dosso.
Izayoi arrossì, lo aveva già visto nudo, ma non poteva fare a
meno di guardarlo, i suoi muscoli scattanti, con le gocce di pioggia che
accarezzavano il corpo, era terribilmente sexy.
E poi quei addominali così scolpiti come il guscio di una
tartaruga, rendevano la sua figura così sensuale. Izayoi prese il mantello e lo
coprì, sfregando le mani sulle sue spalle in modo da scaldarlo. Dopo un po’
Izayoi si ricordò di qualcosa, e gli diede uno scappellotto.
"sei un deficiente maleducato, te ne sei andato senza salutare!"
"ehi ma che cavolo..!" Taisho si girò per rimproverarla, ma non
appena vide il suo viso triste, non se la sentì di sgridarla, sorrise e le
accarezzò il viso spostandole i capelli dal viso.
"si hai ragione scusami!"
Sesshomaru si svegliò si sollevò sulle braccia, e si guardava in
giro. Poi vide suo padre che infreddolito si copriva con il mantello. "che è
successo?" chiese con la voce impastata dal risveglio.
"ehm…!" Taisho si grattava la testa nervoso, che doveva dirgli?
Se gli diceva che lo aveva tramortito per nulla ci faceva una figuraccia. "è
caduto un masso e ti ha preso in pieno!" disse in preda dal panico.
Sesshomaru si massaggiò lo stomaco sentiva un dolorino strano,
poi si toccò la testa ma non aveva nessun bozzo. "ma non sono ferito!" Taisho si
sollevò si avvicinò al ragazzo e gli diede un colpo con le nocche della mano
sulla testa, "guarda hai un bozzo!" disse puntando il dito sopra.(scusate ma
questa piccola scena la vedevo come tavole manga della mitica
rumiko!^^)
Sesshomaru era perplesso, che diavolo gli era preso a suo
padre?
Il piccolo Sesshomaru cercava di sforzarsi nel ricordare, poi si
alzò adirato.
"me ne vado e non provare a tramortirmi di nuovo!" disse per poi
uscire dalla grotta.
"ma che hai combinato?" chiese ancora più perplessa
Izayoi.
"nulla, proviamo a dormire, che domani partiamo presto, cosi
arriveremo per il pomeriggio!"
La mattina seguente come se niente fosse accaduto il gruppetto
continuò il loro viaggio di ritorno verso il palazzo di Izayoi.
La principessa era piuttosto allegra, saltellava tra gli alberi,
felice.
"ma che l’è preso?" chiese Totosay, che non sopportava quel
comportamento infantile.
"ah, non vedo l’ora di tornare alla mia fornace!" sospirò il
demone vulcanico.
"a proposito, volevo chiedergli di darmi una delle vostre zanne
e vi costruirò una spada eccezionale!"
"si è una buona idea, anche perché la mia l’ho data a
Kitsutaro!"
"oh ma questa sarà completamente diversa!" rispose orgoglioso
Totosay.
Izayoi si sentì investire da una forza sconosciuta e cadde a
terra sollevata in aria per qualche metro.
"IZAYOI!" Taisho si sentì il cuore scoppiare, corse verso la
ragazza che rantolava a terra.
"stai bene?" chiese preoccupato.
"si ho preso solo una botta, ma che è successo?"
Taisho l’aiutò a sollevarsi "ma guarda adesso ti metti a
corteggiare le umane?"
Dall’ombra uscì una ragazza, dai capelli rossi, gli occhi verdi
e poco vestita, aveva un abito strano, sembrava alla cinese ma era aderente con
alti spacchi laterali che mostravano le sue cosce sode, una scollatura
abbondante che metteva in evidenza il seno abbondante, la demone teneva i
capelli legati in una lunga treccia che ricadeva sul sedere formoso. Era quella
che gli uomini definiscono una sventola.
La ragazza si avvicinò a Taisho lo abbracciò e gli infilò la
lingua in un orecchio.
"dovresti corteggiare una vera donna come me!" disse in tono
sensuale. Un brivido corse lungo la schiena del demone cane, era tanto tempo che
non stava con una donna, eppure dopo il primo brivido si sentì infastidito.
Taisho la afferrò per le spalle per allontanarla in modo
brusco.
"che diamine vuoi? Kimiye?"
"dai non fare lo gnorri!" disse lei mettendo la mano sopra la
protuberanza dei pantaloni.
Izayoi sbarrò gli occhi dallo stupore non aveva mai visto una
donna comportarsi in quel modo.
E poi non lo sopportava, non voleva che mettesse le mani su di
lui.
La gelosia le fece ribollire il sangue nelle vene afferrò per il
braccio la demone e la allontanò con forza da Taisho "va a farti una doccia
fredda, ciccia, e datti un contegno, sembri una prostituta!"
La demone per niente intimorita afferrò la mano della ragazza
stringendo con forza, facendole fare delle smorfie di dolore, faceva un male
cane, ma lei orgogliosa non voleva darle questa soddisfazione.
Le diede una spinta facendola cadere di nuovo. "se non vuoi
morire ti consiglio di girarmi al largo!"
La minacciò Kimiye, Taisho le afferrò la gola i suoi occhi erano
diventati due fessure minacciose.
"toccala di nuovo, e ti ammazzo!" disse per poi lasciarla brusca
in modo che indietreggiasse.
Kimiye si toccava la gola dove erano rimasti dei segni rossicci
delle dita di Taisho.
"come osi, nessun uomo mi ha mai rifiutato!" disse
offesa.
"tsk, questa sarà la prima volta!" rispose Taisho mentre
controllava la mano di Izayoi, era diventata violacea e a stento Izayoi riusciva
a trattenere mugoli di dolore. Le fitte erano così intense da impedirgli di
pensare.
"eppure, prima ti piaceva zompare su di me eh?" lo canzonò
lei.
"tsk, mi hai pescato in un momento di debolezza!non me lo
ricordo nemmeno!"
Kimiye da sorridente passò a infuriata, gli diede un ceffone,
con tanta forza da scaraventarlo a terra.
"mi fai schifo, adesso ti lasci stregare da un misero essere
umano?" Kimiye si sentiva ferita e umiliata, lui che preferiva un essere umano a
lei, che aveva tutti gli uomini demone ai suoi piedi.
Non poteva fargliela passare liscia. La demone prima diede un
altro calcio a Taisho che si stava sollevando, poi si girò verso Izayoi che si
teneva la mano dolorante e che preoccupata urlava il nome di Taisho. La demone
balzò in aria e sfoderò una katana, e veloce correva verso la
ragazza.
"muori!!" urlò con una risata sadica.
"NOOO!" urlò Taisho, che si era appena sollevato.
Izayoi chiuse istintivamente gli occhi, e si sentì il suono cupo
di un impatto.
Izayoi riaprì gli occhi stupendosi di non aver sentito alcun
dolore, eppure le sue mani si erano sporcate di sangue, sollevò la testa e
accanto ai suoi occhi brillava fioca la lama sporca di sangue e di una sostanza
vischiosa verde.
"TAISHO!!" urlò disperata Izayoi.
Taisho si estrasse a fatica la katana dal petto, un fiotto di
sangue macchiò l’erba ai suoi piedi.
Con la mano premeva sul petto per rallentare la fuoriuscita di
sangue.
"Maledetta hai messo veleno sulla lama vero?" chiese a denti
stretti Taisho.
La demone non rispose ma cominciò a ridere a bocca aperta
"sconfitto da una donna, ti sta bene!" disse poi la
donna.
Dopo qualche secondo del fuoco colpì la demone uccidendola.
"maledetta sgualdrina!!" intervenne Totosay, il corpo scomparve con il vento.
Taisho con il viso sofferente si voltò verso Izayoi, sorrise "stai bene vero?"
lei era come scioccata annuì, "ma .. ma tu.." balbettò lei.
Taisho tossì del sangue, la vista gli si era annebbiata e poi
cadde a terra.
"TAISHOOOO!" urlò con le lacrime agli occhi Izayoi. "PADRONEEE!"
urlò preoccupato Totosay.
Izayoi lo prese appoggiando la sua testa sulle sue
gambe.
"Taisho, rispondimi Taisho!" diceva mentre gli accarezzava il
viso.
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Capitolo 10 *** amore ***
Dichiarazione un po troppo focosa
Taisho si risvegliò infastidito da una goccia che gli era caduto
sul viso, aprì gli occhi e di fronte a se vedeva solo roccia, si girò e vide
Izayoi seduta accanto a lui.
"Taisho!" disse sollevata Izayoi, prese un fazzoletto e gli
asciugò il sudore dalla fronte.
"come stai?" chiese ancora avvicinandosi di più a
lui.
Taisho sollevò il braccio e con il dito le asciugò una lacrima
che ancora penzolava dal viso.
"Izayoi perché piangi?" chiese ancora un po stordito.
Izayoi che fino a un attimo prima cercava di soffocare le
lacrime, scoppiò a piangere.
"deficiente….. ero così ….preoccupata!" diceva tra i
singhiozzi.
In quel momento a Taisho sembrò la donna più dolce e tenera al
mondo.
Si sollevò e si toccò il torace, era guarito completamente.
Izayoi lo guardò preoccupata e calmò i singhiozzi, "non devi alzarti!". Taisho
la guardò attentamente, aveva ancora il viso rigato dalle lacrime che lei aveva
versato per lui. Lei si asciugò con la mano fasciata, lui gliela prese, e lei
fece un piccolo mugolino di dolore. "scusami!" disse continuando a tenere la sua
mano in modo più delicato.
"mi dispiace!dovevo stare più attento!" le disse lasciando la
presa.
"che fai, sei ferito non devi alzarti." disse Izayoi cercando di
fermarlo.
Lui le sorrise "sono guarito, sta tranquilla!" lei lo guardò con
due occhi da cucciolone, "davvero?"
Lui non resistì la strinse a se, "tu per fortuna stai bene!"
disse quasi sussurrando.
Izayoi ricambiò l’abbraccio stupendo il demone. Lei ormai aveva
capito di amarlo, quando lo vide cadere privo di sensi si sentì morire, aveva
avuto tantissima paura che lui morisse. Lo strinse a se con forza, lui stava
bene, per fortuna era ancora vivo. Taisho si sentì così felice. " non farmi più
prendere un colpo del genere!!" disse lei respirando a fondo il suo profumo.
"dov’è Totosay?"
"poverino era così preoccupato che ha preparato un intruglio
anti-veleno per tutta la notte!"
Taisho sorrise, quel demone era giovane ma conosceva già un
sacco di cose, era per questo che lo prese a suo seguito, perché è uno dei
demoni più colti che conoscesse.
Taisho si tolse le bende, la ferita era completamente scomparsa,
non c’era neanche la cicatrice, Izayoi passò le sue dita stupita sul suo petto
con gli occhi sgranati, "ma, c’era un taglio orrendo, come…come..??" sollevò la
testa alla ricerca dei suoi occhi per una risposta, lui le sorrise dolcemente,
chinò il capo e poggiò le sue labbra su quelle della ragazza, lui le socchiuse,
Izayoi non si muoveva, dopo un po’ anche lei socchiuse le labbra, permettendo a
lui di cercare la sua lingua, i movimenti prima timidi diventarono focosi,
Taisho si sentì immensamente felice. Poco dopo entrò Totosay che fece sobbalzare
i due facendo cadere a terra il bastone.
"ops scusate!" disse per poi andare fuori imbarazzato, Izayoi
rise nervosamente. Lui le fece cenno con la testa di uscire.
"dopo averti accompagnata da tuo padre, mi rimetterò in
viaggio!" non voleva farla soffrire ma doveva sapere cosa sarà accaduto poi "lo
so!" rispose la principessa con il tono triste.
"io non so se poi riuscirò a tornare." Disse lui stringendo la
sua mano, "lo so!" rispose di nuovo ma con la voce che tremava, le lacrime
rigarono il suo viso. "ti giuro che farò di tutto per poter tornare sano e salvo
da te!" disse ancora.
Arrivarono al palazzo di Izayoi, lei lasciò la mano di Taisho e
continuando a piangere corse verso casa, i soldati di guardia informarono
immediatamente il padre di Izayoi che corse verso di lei abbracciandola, era
così felice sua figlia era guarita, la strinse ancora a se e non vedendo Taisho
che era a qualche metro distante fece entrare sua figlia.
"non la saluta?" chiese Totosay guardando con pietà il suo
padrone. Gli rispose con una pacca sulle spalle "andiamo!" disse cominciando a
incamminarsi nella foresta.
Izayoi si staccò da suo padre chiedendogli di aspettare un
attimo. Si girò ma Taisho non c’era più.
Preoccupata da morire corse di nuovo fuori, "TAISHO!" lo cercò
ma non lo trovò, più sconsolata di prima rientrò in casa. Non lo aveva salutato,
perché non ha aspettato, perché?
Nella sua stanza era sola, e non riusciva a chiudere occhio, la
tristezza la tormentava, si affacciò alla finestra e cominciò a pregare, "ti
prego, ti prego torna da me sano e salvo, amore mio!"
Una mano si aggrappò alla finestra spaventando Izayoi. Prese
aria nei polmoni per urlare, ma la mano le tappò la bocca, "Sshht, sono io!" la
voce calda di Taisho fece calmare Izayoi, che lo abbracciò.
"credevi che me ne sarei andato senza salutarti?" disse lui
stringendola.
Si chinò per baciarla, la baciò dolcemente, per poi approfondire
il bacio, iniziando una lotta silenziosa tra le due lingue, Taisho era pieno di
passione, quella probabilmente era l’ultima volta che la poteva baciare e
toccare, se la mise in braccio per poi poggiarla sul suo letto. Ricominciò a
baciarla, con foga sempre più crescente, cominciò a slegare il kimono della
principessa, fece cadere a terra la fascia che legava alla cintura lei. Izayoi
tremava, era emozionata, Taisho slacciò lentamente la sua veste, poi con la mano
le accarezzava i suoi seni candidi, facendola fremere sotto le sue mani,
timidamente Izayoi gli tolse la parte superiore della sua veste, lui sorrise nel
vederla così timida e impacciata. La baciò e si tolse da solo la sua veste,
rimase con gli indumenti intimi, lei cominciò ad accarezzare i suoi muscoli ad
uno ad uno, dal collo virile scese ad accarezzare i suoi pettorali gonfi e scese
ancora, si soffermò sui suoi addominali, le piacevano da morire, lo rendevano
tremendamente sexy. lui cominciò a baciarle il collo e con le labbra scendeva a
baciarle i capezzoli strappandole qualche gemito, continuò a baciarle il ventre,
voleva baciarle ogni cm di pelle.
Si sollevò un attimo per ammirarla, dio quanto era bella, anche
lei lo ammirava,tornò a baciarla, scese fino a giù a baciarle la sua umida
intimità, Izayoi era stravolta dal piacere. Lui era eccitato non ce la faceva
più delicatamente poggiò il suo membro rigido sulla fessura, lei si irrigidì,
lui allora si fermò e tornò ad accarezzarla, "ti amo Izayoi, ti amo!" le diceva
baciandola. Izayoi sembrò rilassarsi, e lui la penetrò molto delicatamente,
pazientemente in modo che si abituasse alla sua intrusione.
Una volta che diventarono un corpo unico, lui cominciò a
muoversi dentro di lei, con un ritmo sempre più crescente, fino a quando esplose
dentro di lei. Dopo la strinse a se come se potesse scappare via, come se
qualcuno potesse rapirla. Izayoi lo strinse a sua volta "ti amo Taisho, con
tutta me stessa!" disse lei. Quella notte Taisho sembrava insaziabile fecero
l’amore per tutta la notte, quasi disperatamente.
Il cinguettio di un usignolo svegliò Taisho. Si sollevò dal
materasso era ancora nudo e accanto a lui c’era la sua donna che dormiva, si
rivestì lentamente, attento a non svegliarla, non avrebbe voluto andare via
voleva stare lì aspettare che si svegliasse e rifare l’amore con lei ancora e
ancora, ma il dovere gli diceva di andare prima a vendicare lei Shukumei. Solo
dopo avrebbe potuto vivere assieme a lei serenamente. Prima di saltare fuori
dalla finestra, si avvicinò a lei le diede un bacio a fior di labbra, e poi
poggiò accanto al suo cuscino una collana che si era tolto.
Rimase qualche minuti ancora lì a osservarla mentre dormiva, poi
si morse il labbro e uscì dalla finestra saltando. "ti amo Izayoi!" pensò mentre
correva veloce.
Izayoi cercò con la mano il suo compagno, ma trovò solo una
catenina con un ciondolo, era un grosso diamante a forma di artiglio. Si alzò e
corse verso la finestra sperando di essersi svegliata in tempo, ma lui ormai era
lontano.
Hinomura consumava lentamente il suo piatto, che si distraeva a
guardare sua figlia che aveva una faccia da funerale, la ragazza giocava con il
cibo spostandolo di qua e di là, non aveva fame.
"Izayoi, perché non ci racconti cos’è successo?" chiese la madre
della principessa.
La ragazza poggiò il piatto e prese il respiro "non mi
ricordo molto, so solo che Taisho mi ha aiutata tantissimo!" Taisho… perché
adesso le faceva male pronunciare il suo nome?
"lui… lui…" non ce la fece più scoppiò in lacrime, "oh papà,
come farò?" chiese disperata e aggrappandosi al suo collo. Hinomura l’abbracciò
e aspettò che si calmasse.
"che c’è piccola cos’è successo?" per un attimo lui aveva paura
che Taisho le avesse fatto del male infondo era sempre un demone. "Taishosama ti
ha fatto qualcosa?" Izayoi tirò su con il naso.
"ma no, è che io… lui adesso è andato a vendicarsi, e non so se
tornerà da me.." ricominciò a piangere.
"io lo amo papà, lo amo da morire!" Hinomura l’abbracciò "o
piccola mia!" disse stringendola a se.
"tu cosa faresti se sapessi che la mamma potrebbe morire da un
giorno all’altro?"
"beh non lo so, credo che starei con lei per tutto il tempo che
ci resta!"
Izayoi si asciugò le lacrime, quelle parole sono state come un
fulmine a ciel sereno.
"ecco padrone è pronta!" disse Totosay porgendo una semplice
spada a Taisho, non appena la estrasse dal fodero magicamente come se emettesse
una energia sua, diventò una lama grande e affilata.
"complimenti hai fatto un ottimo lavoro!" disse Taisho
osservando la lama della sua nuova arma.
"la chiamerò Tessaiga! Dimmi come funziona?"
"questa spada attinge il potere da lei signore, deve essere lei
a imprimergli la sua forza spirituale!"
"bene!" disse per poi sollevare la spada in aria, sentì l’odore
del vento, sentì che ad un certo punto c’era come due energie che mescolandosi
formavano una cicatrice, "taglio nel vento!" esclamò con un fendente, dalla
spada si sprigionò un energia straordinaria che distrusse gran parte della
roccia vicino la officina di Totosay.
"ah, signore così mi distrugge la casa!" esclamò
Totosay con le lacrime agli occhi.
"adesso penso proprio di riuscirci!" disse fiero di se si legò
la spada alla cintura "abbi cura di te Totosay!". Gli fece cenno con le dita, lo
salutò e corse via.
Izayoi era nella sua camera si preparò un bagaglio, aveva chiuso
la porta per non fare entrare la nutrice, poi lasciò un biglietto sul letto "non
preoccupatevi per me caro papà e cara mamma, io vado a stare con l’uomo che amo,
voglio passare con lui ogni momento che avremo a disposizione, io non sarò in
pericolo perché sarò con lui con il mio unico amore Taisho!"
Calò una corda dalla finestra "ma tu guarda che pazzia sto
facendo!" scese fino a terra e scavalcò il muro, cominciò a correre, nella
foresta, era decisa non avrebbe permesso a nessuno di ostacolarla, sarebbe stata
con lui e basta.
Cominciò a correre felice, tra gli alberi vide una sagoma
famigliare, un uomo alto con i capelli legati in una coda, non riusciva a
crederci, lo aveva già trovato! "Taisho!" correva verso quella figura
felice.
La nebbia si diradava sempre più avvicinandosi al
demone.
Si fermò tornando seria, non era lui, questo demone aveva le
scaglie sulle braccia e sulle gambe, e due baffi lunghissimi, era un demone
drago.
"oh, quindi tu saresti la sua nuova donna non è così?" sorrise
malignamente "Ryokotsusei?"
"vedo che sono famoso, quindi non ci sono problemi posso
ucciderti subito!"
Scrocchiò le dita, fece un rapido movimento, e sorrise
sadicamente, adorava sentire la vischiosità del sangue che gli sporcava le mani.
Izayoi cadde a terra con gli occhi sbarrati, e il sangue che usciva dal suo
addome sporcando la terra.
Ryokotsusei si leccò le dita sporche del sangue della donna.
"Taisho, io voglio stare con te!" furono i suoi ultimi pensieri,
prima di chiudere gli occhi.
Continua…….
forse avrei dovuto dirlo prima, ma questa
fanfiction l'aveva scritta qualche anno fà, adesso lo stile con cui scrivo è
maturato un po quindi perdonatemi se trovate qualche errore, o se i fatti si
svolgono un po troppo velocemente, comunque andando avanti coi capitoli noterete
che vanno ad arricchirsi. E ci sarà qualche sorpresa..
cmq grazie a tutti voi sono commossa per i
commenti, a dire il vero mi aspettavo delle pesanti critiche, invece mi avete
sostenuta grazie di cuore ^__^
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Capitolo 11 *** Tenseiga ***
Ryokotsusei girava intorno alla
sua preda, ridendo, la donna aveva un buon sapore, ma non voleva divorarla,
voleva che Taisho, la trovasse e soffrisse le pene dell’inferno, perché le pene
d’amore sono le più atroci, e lui lo sapeva bene, Taisho lo aveva fatto soffrire
tanto e adesso era il suo turno di soffrire.
Taisho inciampò su un sasso, non
era da lui, fare questi errori, ma qualcosa lo aveva distratto, aveva sentito
distintamente l’odore del sangue di Izayoi. Cambiò direzione e si mise a correre
verso quell’odore. Perché Izayoi non era nel suo palazzo? Cosa sarà successo?
Era preoccupato da morire, l’ansia gli impediva di respirare, e accelerò la
corsa per arrivare subito, sfrecciava tra gli alberi dove l’odore si faceva
sempre più forte, in lontananza vedeva una figura sdraiata a terra era a pancia
in giù e non si vedeva il viso, e in quel momento desiderava che non fosse lei,
ma il suo naso non sbaglia mai.
“IZAYOI!” urlò prendendola in
braccio. “rispondimi Izayoi, Izayoi!” la ragazza non rispondeva, era ferita
gravemente e aveva perso molto sangue, chi avrebbe potuto fare una cosa del
genere? Se è stato un demone l’avrebbe divorata, ma non poteva essere un essere
umano, era stata ferita da degli artigli affilati. Taisho strinse i denti e i
suoi occhi si sgranavano in un espressione disperata.
I suoi occhi erano lucidi, vide
una catena sulla gamba di Izayoi, dopo un po vide una creatura strana dalle
sembianze di rospo ma con gambe e braccia, stava legando Izayoi, ne vide altri.
Provò a scacciarli via con le mani, “lasciatela!” urlava, ma le mani non
riuscivano ad afferrarli, afferrò la tessaiga, ma l’arma non riusciva a
prenderli gli passavano attraverso il corpo come se non avessero consistenza.
Prese la ragazza e si sollevò in piedi, i messaggeri di morte non c’erano più.
Corse con tutta la velocità indietro, verso la capanna di Totosay.
“Totosay, presto vieni!” urlò
buttando letteralmente giù la porta con un calcio. Se Taisho non fosse il
signore delle terre del nord e il più potente demone che conoscesse lo avrebbe
picchiato.
“che succede?” Taisho posò a
terra delicatamente la ragazza, aveva le mani e le braccia sporche del sangue
della ragazza. “aiutami, Totosay!” il tono della voce di Taisho era
disperato.
Totosay non sopportava di vederlo
soffrire così, provo a curare la ragazza “mi dispiace..” disse tristemente, “la
principessa è morta!” scrollò la testa, e poggiò la mano sulla sua spalla con
fare amichevole, per consolarlo.
Taisho lo guardò dritto negli
occhi afferrò le sue braccia, adesso il suo sguardo era sicuro di se.
“no, possiamo ancora salvarla!”
“ma cosa dite?”
“creami una spada, che uccida gli
esseri che non sono di questo mondo!”
Totosay lo guardava perplesso,
“fallo ti prego, io li ho visti!”lo scuoteva piano supplicandolo.
Totosay lo guardava con
rammarico, doveva essere proprio innamorato per supplicare un suo servo pensò
Totosay,
“io li ho visti erano dei demoni,
ma non sono di questo mondo, avevano un odore strano, se riesco a uccidere quei
demoni Izayoi sarà salva!” disse ancora con aria quasi febbrile.
Taisho si strappò via una zanna,
appena la diede in mano a Totosay si trasformò in un enorme zanna affilata. Totosay osservò il suo padrone e poi
guardò la zanna, era una sfida per lui, creare una spada del mondo celeste, una
spada che uccida esseri che non sono di questo mondo, era molto più difficile
che creare, la tessaiga, e la tessaiga Taisho, fece in modo che servisse a
proteggere Izayoi, e gli esseri umani, infatti quando la prendeva lui la spada
rimaneva senza poteri.
“d’accordo, ce la metterò tutta,
ma mi serve un po’ di tempo, come farete con la principessa?”
Taisho ci pensò un po su poi si
inginocchiò d’avanti a lei, dalle tasche prese una perla celeste, la mise sul
petto di Izayoi e la ruppe, dalla perla uscì un bagliore strano che circondò la
ragazza.
“che cos’è?” chiese Totosay
curioso.
“è una barriera spazio temporale,
grazie a questa la principessa sarà sospesa tra la vita e la morte!” disse lui,
“adesso va sbrigati , questa barriera non dura molto.” Izayoi grazie a quella
sfera entrò in coma e per lo meno non era definitivamente morta. C’era ancora
una speranza.
“non
permetterò che muoia di nuovo!” disse guardando la ragazza sdraiata ai suoi
piedi.
Aspettò
3 giorni, e la barriera si stava esaurendo, Totosay non si decideva a scendere e
Taisho diventava sempre più nervoso, se la barriera si spezzava e passavano
altri giorni, non avrebbe potuto più salvare la ragazza, doveva mantenere il
corpo intatto.
Arrivò
la notte, e ormai la barriera era debolissima bastò che una zanzara si posasse
sopra e si ruppe.
Taisho
coprì la ragazza, non capiva chi mai abbia potuto uccidere Izayoi, e se fosse
stato lui? Già una volta si era fatto avanti per ingannare suo figlio, però gli
sembrava strano, perché uccidere Izayoi? Che c’entrava lei, che li avesse visti
insieme? Ma se anche fosse lui si sarebbe accorto del suo odore, lo avrebbe
visto senz’altro. Sentiva che stava impazzendo, andava avanti e indietro
nervosamente.
“Taishosama!”
il demone albino si voltò, era Totosay, finalmente aveva finito, aveva il viso
stanco, si vedeva che ci aveva messo parecchio impegno. “è pronta!” disse
porgendogli la spada.
“finalmente
temevo che non arrivassi più!” disse strappandogli la spada dalle mani.
Taisho
non aspettò altro si avvicinò a Izayoi, socchiuse gli occhi, la tenseiga pulsò
nelle sue mani, stava trasmettendo alla sua spada il suo potere demoniaco, si
concentrò e li vide gli stessi esseri che sembravano dei demoni, con un solo
colpo uccise i messaggeri della morte.
Non
succedeva ancora niente, e Taisho cominciava a innervosirsi, possibile che non
avesse funzionato?
Aspettarono
altri due minuti per vedere se lei si riprendeva ma nulla rimaneva li fredda e
immobile.
Taisho
cadde in ginocchio disperato, aveva fallito di nuovo, l’aveva persa di nuovo per
sempre.
Le
afferrò la mano “Izayoi!” bisbigliò con la voce che tremava “perdonami!”
TU-TUM.
TU-TUM.
Si
sentì il suo cuore battere. Izayoi riaprì gli occhi, aveva ancora la vista
annebbiata e si sentiva debolissima. Le ferite dolevano.
“Izayoi!”
esclamò Taisho felice. Avrebbe voluto abbracciarla forte e baciarla con foga. Ma
lei era ancora debole, cosi si limitò a baciarle il dorso della mano.
Totosay
rivolgeva loro le spalle, “Totosay c’è l’hai fatta!” disse Taisho, si voltò
verso di lui e si sorprese di vederlo di spalle, forse non gli interessava?
Dopo
un po Totosay sollevò il suo braccio e si strofinò gli occhi con esso. “Lo so!”
rispose con voce strozzata, anche lui era felice di aver salvato la principessa,
Taisho e Izayoi sorrisero dolcemente.
Non
lo avevano mai visto in quello stato, il burbero e orgoglioso demone.
“cos’è
successo?” chiese Izayoi con voce flebile.
“eri
morta!” disse Taisho.
Lei
morta? Cercò di sforzarsi e si ricordò di due occhi crudeli che la fissavano
prima di ferirla a morte.
“ti
ricordi cos’è successo?” chiese Taisho.
“si,
mi ricordo!” disse lei. Totosay poggiò la sua mano sulla spalla di Taisho,
“lasciatela riposare, è ferita!” , “…” “hai ragione dormi adesso ne parleremo
più tardi!” Taisho le diede un lieve bacio sulla fronte e rimase li ad
accarezzare i suoi capelli, era così felice di vedere che lei stesse bene. Dopo
pochi minuti si addormentò cullata dal profumo del suo uomo, era talmente debole
che non riuscì a stare sveglia. Taisho rimase li accanto a lei, a pensare a chi
potrebbe essere stato a volerla morta, se sapeva che sarebbe successa una cosa
simile non l’avrebbe riportata a casa, l’avrebbe tenuta con se, anche se
significava ritardare il suo viaggio, ma era sempre meglio averla accanto e viva
che viaggiare con la paura che lei potesse morire.
La
cosa che lo rendeva pi nervoso era il fatto che dalle ferite di Izayoi non
proveniva nessun’altro odore all’infuori di quello di Izayoi. Sicuramente era
lui, non poteva essere altrimenti, Ryokotsusei era sicuramente lui, e il fatto
che non emanava nessun odore, quello era l’unico modo per sfuggirgli, ma come ci
riusciva? Cosa usava? E poi perché ha ucciso Izayoi? Credeva che lui si
limitasse a nascondersi, per paura di essere ucciso e invece, continuava a
interferire nella sua vita prima con suo figlio e adesso con lei. Cosa diavolo
voleva quel demonio? Perché alimentare il suo odio nei suoi confronti? Adesso
più che mai era intenzionato ad ucciderlo.
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Capitolo 12 *** la resa dei conti? ***
Izayoi
si svegliò nel cuore della notte, le era venuta fame, e stranamente non aveva
più dolori. Si sollevò e si controllò le ferite, erano scomparse, lei si
meravigliò, com’era possibile? Lei non era mica un demone?
“tutto
bene?” chiese Taisho che era seduto vicino a lei sveglio.
“Si,
fin troppo!” rispose “come hai fatto a resuscitarmi?” chiese Izayoi, sedendosi
sulle coperte.
Taisho
prese la tenseiga che aveva legato alla vita, “con questa!” rispose.
Izayoi
era più perplessa di prima, come poteva una spada guarire e resuscitare?
“non
chiedermi come neanche io so spiegarlo!” disse il demone vedendo il viso
perplesso della ragazza. Izayoi lo
guardò con ammirazione, lui era talmente in gamba che riusciva a fare certe cose
anche solo per istinto, era davvero il più grande demone, come si diceva in
giro.
Izayoi
si alzò in piedi, “ma che fai?” la rimproverò il demone, lei gli sorrise “non ti
sei accorto che sono guarita?” dopo due secondi lo stomaco di Izayoi brontolò
scatenando le risate dei due.
Totosay
si svegliò infastidito, “ma che diamine succede fate silenzio!” si lamentò.
Izayoi
soffocò un’altra risata. Dopo pochi minuti tornarono seri.
“chi
è stato?” chiese Taisho circondando Izayoi con le sue braccia.
Lei
poggiò il suo viso sul petto, le era mancato.
“è
stato Ryokotsusei!”
Taisho
la strinse più forte, aveva ragione era proprio lui, quel maledetto, gli stava
portando via anche lei! “dove lo hai incontrato?” chiese ancora cercando di
calmarsi, e reprimendo l’istinto di correre fuori alla sua ricerca.
“Vicino
casa mia!” rispose lei semplicemente.
Taisho
ebbe un sussulto, quel bastardo li teneva d’occhio dunque, non poteva riportarla
a casa, le avrebbe fatto del male di nuovo.
Izayoi
sollevò la testa e lui le afferrò il viso tra le sue grandi mani, chinò la testa
e infilò la sua lingua affamata tra le sue labbra. La strinse a se premendo una
mano sul sedere. Izayoi sussultò.
Taisho
se la mise in braccio portandola nei piani superiori della casa, oltrepassò una
porta che chiuse dopo il suo passaggio. C’erano dei letti, e lui coricò la
ragazza sovrastandola col suo corpo.
“ho
creduto di perderti per sempre!” disse baciandole il collo, Izayoi a stento
riuscì a controllare un sospiro, “mi sei mancata!” disse continuando a baciarla,
e a spogliarla.
Totosay,
ormai era sveglio del tutto, sentiva i rantoli e i sospiri della ragazza. “tsk,
non hanno ritegno!”
Disse
il demone vulcanico, sbuffando e girandosi dall’altro lato, però un po’ li
invidiava, quanto gli piacerebbe avere una fanciulla di cui innamorarsi!
Nel
fitto della foresta un uomo era seduto d’avanti ad un lago di acqua termale, un
uomo con lunghi capelli verdi attaccati in una coda, stava guardando il riflesso
della luna piena sull’acqua, l’acqua rendeva quei riflessi argentati proprio
come i capelli di qualcuno che conosceva, la sua mano piena di scaglie afferrò
un sasso e lo lanciò nel lago nervosamente, non voleva pensare a lui.
Si
alzò il vento e Ryokotsusei si
sentì all’improvviso una presenza alle spalle, abbassò la testa velocemente,
evitando degli artigli affilati. Fece una capriola per allontanarsi
dall’aggressore.
“tsk,
sei migliorato!” disse Ryokotsusei verso la sagoma in ombra. Una nube che
copriva la luna si spostò, i raggi illuminarono, una folta chioma argentata, e
due occhi ambrati socchiuse in due fessure che scrutavano il demone con odio.
“come hai fatto a trovarmi Sesshomaru?”
“hai
addosso l’odore di sangue della donna!” rispose semplicemente per poi mettersi
in posa da combattimento. Ryokotsusei sputò a terra, era stato imprudente, aveva
dimenticato che c’era il moccioso. Sesshomaru aveva seguito quell’odore perché
era preoccupato, voleva vedere se Izayoi era morta, ma poi si accorse che suo
padre raccolse la donna, e lui sentì l’odore del sangue in un’altra direzione, e
sorridendo soddisfatto, lo seguì, era certo di trovarlo, e in effetti lo
trovò!
“tu
hai disonorato mia madre, spingendola al suicidio!” disse Sesshomaru balzando in
avanti per attaccarlo. Ryokotsusei lo schivò facilmente.
“dimmi
come fai a nascondere il tuo odore? anzi nascondi anche la tua aura maligna!”
chiese curioso il ragazzo demone.
“tsk!”
rispose semplicemente il dragone. Sesshomaru iniziò a lottare contro di lui,
c’era una differenza di statura notevole ma Sesshomaru non se la stava cavando
male, provò ad attaccarlo di nuovo, il dragone schivò, e dal collo si vide
penzolare un ciondolo, una sfera rossa e si era illuminata, Sesshomaru balzò
indietro e con un colpo netto gli strappò via la collanina con la sfera
rossa.
All’improvviso
l’aura di Ryokotsusei tornò presente, e anche il suo odore. Ryokotsusei sbarrò
gli occhi per la sorpresa, “Questa da dove l’hai presa, maledetto?” lo attaccò
di nuovo, ma Ryokotsusei rispose all’attacco, lo colpì in pieno viso, e il
piccolo Sesshomaru andò a sbattere contro una roccia rompendola, si era alzato
della polvere a causa dell’impatto.
Il
dragone si avvicinò a Sesshomaru e lo sollevò per i capelli, “tsk ringrazia che
assomigli a tuo padre altrimenti ti avrei fatto fuori subito!” scrocchiò le dita
pronte a colpirlo.
Taisho
si sollevò in piedi, aveva sentito l’aura di Ryokotsusei, si percepiva anche
l’odore. Si rivestì in fretta seguita da Izayoi, scese velocemente le
scale,svegliò Totosay, “proteggi Izayoi io devo andare!” disse impaziente.
“dove?
Aspetta!” diceva nel frattempo Izayoi, non voleva che andasse via di nuovo
questa volta voleva seguirlo, “vengo anch’io!” disse raggiungendolo
all’uscita.
Taisho
poggiò la sua mano sul suo viso, e con le dita le accarezzava le guance “non
posso portarti con me saresti soltanto in pericolo!” si chinò e la baciò, Izayoi
lo guardò preoccupata, lui le sorrise “con questa, non mi succederà niente!” le
disse mostrandole la tessaiga.
“Ma
io voglio venire con te!” disse afferrandosi al suo mantello.
Lui
le prese le mani “ti prego, non voglio correre il rischio di perderti!”
In
uno scatto felino si allontanò da lei cominciando a correre nella foresta.
Izayoi
rimase a guardarlo per qualche istante, “cerca di capirlo principessa, il
signore non vuole farle correre rischi inutili!” provò a consolarla Totosay,
“Ehi dove va!?” Izayoi cominciò a correre nella foresta seguendo il demone.
Totosay la raggiunse e la fermò tirandola per un braccio.
“non
mi ha sentito? Deve rimanere con me!” la rimproverò il demone, ma Izayoi era
decisa.
“io
ho abbandonato la casa di mio padre per seguirlo, e avevo deciso di rimanere
accanto a lui finchè ne avremo la possibilità e non mi fermerà nessuno!” Totosay
la teneva ancora “non voglio rimanere qui ad aspettare la notizia che lui sia
morto, per poi pentirmene per il resto della mia vita, io lo seguirò con o senza
la tua protezione!” Totosay sbuffò, “d’accordo, ma almeno non si allontani da
me!” Izayoi sorrise felice, “grazie , grazie!” disse schioccandogli un bacio
sulla guancia, Totosay arrossì. “ok, ok ho capito! Non c’è di che!” rispose
imbarazzato, e staccandosela di dosso. Izayoi sorrise, e cominciarono a correre
dietro il loro signore.
Sesshomaru
strinse i denti, era ferito, ma non voleva dare soddisfazione al suo nemico,
raccolse le forze e riuscì a dargli un calcio sui genitali con tutta la forza
che aveva. Il demone lasciò la presa si inginocchiò dolorante, “maledetto
moccioso!” imprecò più volte.
Sesshomaru
si sollevò in piedi, e non si accorge del potente calcio del demone che lo
colpisce al viso, ricade violentemente a terra, e sputa del sangue, con un misto
di saliva.
Si
risolleva in piedi a fatica, era più difficile di quello che pensasse battere
quel demone.
Però
si sentiva vivo, non era terrorizzato, ma estasiato, finalmente qualcuno che gli
teneva testa, finalmente qualcuno con cui misurarsi a parte suo padre, se
batteva lui, avrebbe potuto battere persino suo padre, e solo l’idea di poterlo
fare, lo riempì di entusiasmo, cominciò a ridere, asciugandosi il sangue che
colava dal labbro, “mi sto divertendo un mondo!”disse rimettendosi in posizione
di combattimento.
“Tsk,
ora ti faccio passare la voglia di ridere maledetto moccioso!”
Il
demone partì all’attacco tenendo la mano pronta per colpire, Sesshomaru aveva un
espressione seria, aspettava il suo arrivo, non aveva paura e questo innervosì
ulteriormente il dragone.
La
sua mano disegnò un arco d’avanti a se, aveva mirato alla testa, ma il piccolo
sesshomaru schivò, era ferito e i suoi movimenti rallentarono, e il dragone
diede una forte ginocchiata, sullo stomaco del piccolo.
“SPOSTATI
SESSHOMARU!” Sesshomaru raccolse le sue forze, e balzò verso sinistra. Una forte
energia distruttiva sfiorò appena il ragazzo strappandogli la manica delle
vesti, puntava dritto su Ryokotsusei. Il dragone sgranò gli occhi, schivò
all’ultimo istante, non riuscì a evitarlo del tutto perché le lame di vento gli
ferirono una gamba.
Dall’ombra
dei pini spuntò una lama grande luccicante, che avanzava e il suo padrone si
mostrò sotto la luce della luna.
“padre,
da dove l’avete presa quella spada?” chiese Sesshomaru tenendosi il braccio.
Taisho
non lo degnò di uno sguardo, i suoi occhi erano puntati sul suo nemico
finalmente l’aveva trovato!
Adesso
gliel’avrebbe fatto vedere, cosa significava essere il nemico del grande
Taishosama, il signore delle terre del est!
“finalmente
ci vediamo!” disse Taisho stringendo l’impugnatura della spada con entrambe le
mani.
“Ta-Taisho!”
balbettò Ryokotsusei, non si aspettava che lo trovava così presto.
Deglutì
rumorosamente non ce l’avrebbe fatta contro i due demoni cane.
“adesso,
vendicherò Shukumei, preparati a morire!” disse Taisho fissando con odio il suo
nemico!
Continua…..
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Capitolo 13 *** disobbedienza ***
Ryokotsusei sudava freddo, anche se la sua pelle era dura, non era sicuro
di riuscire a battere entrambi i demoni cane, e come se non bastasse Taisho
aveva una nuova arma di cui lui non conosceva la potenza.
Strinse i denti, quel maledetto demone era ancora affascinante come lo
ricordava, non era cambiato per niente, sempre quel viso fiero e austero, non lo
sopportava.
Doveva escogitare qualcosa per fuggire. Ma cosa???
Si meravigliava che nonostante stesse combattendo contro di lui, riusciva
a pensare a come poter fare per fuggire, credeva di non riuscire a muoversi
dalla paura se mai dovesse incontrarlo.
Taisho lo attaccò da un lato con la spada, il dragone si parò con il
braccio, Taisho era diventato molto forte.
Con una spinta riuscì ad allontanarlo, ma Sesshomaru lo attaccò
dall’altro lato, per fortuna la sua corazza era resistente altrimenti sarebbe
già morto.
Intanto doveva sbarazzarsi di quello più debole, fece fluire del veleno
sulle sue unghie, e cominciò a correre verso Taisho, che si fermò aspettandolo
con la spada, poi all’improvviso
saltò a destra, e colpì in pieno stomaco il piccolo Sesshomaru, trapassando quel
corpo esile da ragazzino, lo inu youkai sbarrò gli occhi per la sorpresa, poi i
suoi occhi si socchiusero e aggrottò la fronte in un espressione
dolorante.
Taisho si sentì morire, quel bastardo aveva ferito suo figlio, Sesshomaru
ramazzò sul suolo, e non si mosse più.
Taisho cominciò a ringhiare di rabbia, lo attaccò per allontanarlo dal
figlio.
Puntando la spada verso il dragone cercava di vedere come stava, senza
abbassare la guardia, “sesshomaru, come stai? Rispondi!” Sesshomaru non
rispondeva, era svenuto, e stava perdendo molto sangue. Taisho si sentiva sempre
più disperato perché aveva sentito l’odore del veleno.
“Taichan!” in lontananza si avvicinava sempre più Izayoi con
Totosay.
“che diavolo ci fate qui voi due?” chiese nervoso, “andate via non
venite!” continuò, Izayoi aggrottò la fronte non aveva intenzioni di obbedire.
“O MIO DIO!” esclamò preoccupata Izayoi, vedendo a terra Sesshomaru. Si
avvicinò al ragazzo per poterlo aiutare.
“Totosay che diamine mi combini?! Ti avevo chiesto di proteggerla!!”
sbraitò Taisho
“lo sto facendo!” replicò il demone.
Ryokotsusei sbarrò gli occhi “tu dovevi essere morta!” ne era certo, il
suo cuore aveva smesso di battere, lei era morta, com’era possibile? come è
potuta sopravvivere? Izayoi non lo ascoltò nemmeno preoccupata com’era per il
ragazzo a terra sanguinante. Ryokotsusei sorrise, Un sorriso scaltro, una
smorfia di sinistra soddisfazione “he he se non vi sbrigate a curarlo morirà!”
Ryokotsusei, vedeva il viso disperato del suo nemico, e pian piano aveva trovato
un modo per andarsene.
“Izayoi, ti prego non farlo morire!” disse Taisho continuando a puntare
il dragone con la sua lama.
“tsk!” il dragone sollevò il braccio e con un balzò si diresse verso
Izayoi e Sesshomaru per attaccarli.
“maledetto bastardo il tuo avversario sono io!”
Ryokotsusei evitò il fendente e si avvicinava sempre più pericolosamente
ai due.
Taisho non aveva scelta, afferrò entrambi e a fatica riuscì a salvarli,
saltando e trascinandosi via la sua donna e suo figlio.
“Totosay presto prendi Sesshomaru e scappate!” ordinò Taisho porgendogli
suo figlio.
Si girò verso il suo nemico ma lui era già lontano in una densa nuvola di
fumo e aura maligna!
“C****O mi è sfuggito di nuovo!” ringhiò il demone cane. Avrebbe potuto
inseguirlo, ce l’avrebbe fatta, ma non poteva farlo, non poteva abbandonare suo
figlio ancora una volta, e per di più in quelle condizioni, lo aveva lasciato da
solo a casa per non metterlo in pericolo, invece lui di testa sua aveva seguito
il demone mettendo a repentaglio la sua vita. E quel maledetto dragone lo sapeva
e se ne approfittò per poter fuggire.
“non preoccuparti, gli ho tolto questa!” Sesshomaru gli mostrò una sfera rossa
tra le mani, si era appena ripreso e aveva sentito suo padre che imprecava
contro Ryokotsusei.
Taisho si avvicinò a lui che era in braccio a Totosay, “shht non parlare,
non muoverti o il veleno fa effetto prima!!” Sesshomaru sorrise “tsk, non basta
un veleno pidocchioso per farmi fuori, cosa credi?”
Taisho sorrise fiero di lui, era diventato forte, era cresciuto, forse
anche troppo in fretta.
Taisho fece cenno a Totosay di poggiarlo a terra.
Sesshomaru era debole, e non riusciva nemmeno a stare lucido.
Izayoi gli fece poggiare la testa sulle sue gambe. Prese ad accarezzare
la sua testa, non riusciva a capire il perché, ma era molto in ansia per quel
ragazzino, non lo conosceva ma sentiva già di volergli bene. Forse perché
assomigliava all’uomo che ama, o forse perché sapere che ha vissuto da solo per
tanto tempo l’aveva spinta ad ammirare quel bambino adulto.
Izayoi sollevò la testa alla ricerca degli occhi di Taisho “Ha la febbre
alta, dobbiamo fare qualcosa!”
Il tono della ragazza era agitato.
Taisho respirò a fondo poi prese la tenseiga “ci provo di nuovo magari
riesce anche soltanto a guarire!”
Il demone si concentrò puntando la lama verso Sesshomaru, poi aprì gli
occhi con il cenno della mano ordinò a Izayoi di spostarsi, dopo un paio di
secondi il demone sembrava che tagliasse qualcosa.
Dopo pochi attimi Sesshomaru si specchiò in due iridi nocciola, grandi
innocenti e puri, con lo sguardo un pò preoccupato. “come stai??” chiese la
donna. Sesshomaru si sollevò sulle braccia, si sentiva stranamente bene. Aveva
solo le labbra secche.
Non rispose, spostò lo sguardo su suo padre, notò che alla cintura aveva
due spade.
Si ricordò del taglio nel vento che aveva sprigionato prima.
Si sollevò in piedi e si diresse verso suo padre.
“Che cosa sono quelle?” chiese puntando il dito alla sua vita dove
c’erano attaccate le due spade, gli sembrava strano perché per l’epoca si usava
una katana lunga e un’altra più piccola, e lui le aveva entrambe
grandi.
“sono delle armi nuove che mi ha costruito Totosay!” rispose con un tono
disinteressato.
“cos’è questa sfera rossa?”
Sesshomaru prese la collana “guarda attentamente!” se la mise al collo,
dopo un paio di secondi Tasiho sgranò gli occhi in un espressione sorpresa,
l’odore e la presenza di Sesshomaru erano scomparsi.
“che c’è perché siete così sorpresi? Io non vedo nulla!” intervenne
Izayoi.
Taisho sorrise per l’ingenuità della ragazza.
Attorno al fuoco il gruppo di Taisho stava cenando, Sesshomaru e Taisho
sembrava che no avessero fame.
Izayoi smise di mangiare, i due inuyoukai avevano una faccia da far
paura, erano entrambi nervosi.
Lei voleva tirare su il morale, ma non sapeva proprio come
fare.
Sesshomaru si alzò e cominciò a camminare tra gli alberi.
Taisho sbuffò e poi si alzò anche lui seguendolo.
Sesshomaru si andò a sedere su una roccia sull’orlo di un precipizio, gli
piaceva stare in posti alti dove poteva vedere dei panorami fantastici ma
essendo sera sotto i suoi piedi vedeva solo tenebre. Sembrava che sotto quella
roccia non ci fosse nulla.
Il vento portava 1000 odori diversi, e lui cercava di ricostruire con la
mente le immagini di quei odori.
Poi sentì un profumo famigliare era alle sue spalle.
Izayoi si sedette accanto al ragazzo, “stai pensando alla proposta di tuo
padre?”
Non rispose, “potresti degnarti di rispondere almeno!” niente nessun
suono proveniva dal ragazzo.
“d’accordo non hai voglia di parlare vero?” Izayoi si sollevò e lo coprì
con un mantello, con un gesto premuroso, pieno d’affetto, chissà perché ma non
gli diede fastidio.
“almeno non prendere freddo, o Taisho comincerà a fare lo sbruffone con
la spada per farti guarire!”
“con la spada?” chiese curioso, non se lo ricordava.
“aha, ecco finalmente sento la tua voce!” disse sorridendo
Izayoi.
Sesshomaru la guardava in viso, era davvero una bella donna, non per
nulla era la reincarnazione di sua madre. Non si spiegava il motivo ma lei lo
rendeva più sereno, il suo sorriso aveva qualcosa di magnetico, che ispirava
serenità.
“beh Totosay gli ha costruito una spada, che è in grado di guarire e
resuscitare le persone, sai Ryokotsusei mi aveva uccisa, e tuo padre mi ha
ridato la vita con la… com’è che si chiama? Tenseiga!”
Sesshomaru ascoltava attentamente con quello sguardo tipico dei ragazzi
che volevano sapere di più.
Izayoi deglutì avrebbe tanto voluto stringerlo a se era troppo
tenero.
“l’altra spada invece riesce a sterminare 100 demoni in un colpo solo,
forte vero?”
“MH!” si limitò a rispondere tornando a guardare le tenebre.
Izayoi guardò di sotto, non vedeva nulla, si sentiva strana, come se da
un momento all’altro potesse spuntare qualcosa di mostruoso dalle tenebre,
adorava quei brividi, la facevano sentire viva. “wow mette i
brividi!”
Sesshomaru rimase sorpreso normalmente le donne non vanno in giro la
notte. E poi lei quando vide Ryokotsusei non scappò via terrorizzata, eppure
l’aveva uccisa. Da dove le veniva tanto coraggio?
“perché ti sei voluta unire al gruppo non hai paura?”
“no perché c’è Taisho che veglia su di me!”
“tsk, secondo me sei solo un incosciente!”
Izayoi finse di non sentire, quel ragazzo era piuttosto arrogante e
maleducato.
“sai tuo padre si preoccupa per te, per questo ti ha chiesto di prendere
la sfera e di nasconderti fino a quando non avrà ucciso Ryokotsusei!”
“non farmi ridere, tu allora perché lo segui?”
“beh io non ho intenzioni di obbedirgli, voleva lasciarmi nella casa di
Totosay, sai che noia!”
Sesshomaru la guardò serio, sicuramente non era solo per
quello.
Izayoi capì che con lui fare la simpatica non attaccava.
Gli angoli delle labbra scesero in un espressione seria e un po’ triste,
ma decisa.
“io, voglio stare con lui finché ne avremo la possibilità, e se mai
dovesse essere sconfitto mi farò uccidere, assieme a lui! E sempre meglio morire
che stare senza di lui!”
“allora non vedo perché io dovrei obbedirgli se non lo fa nemmeno un
essere umano!”
In fondo Izayoi lo capiva, insomma anche lui voleva vendicare la madre, e
anche se non lo avrebbe ammesso mai, anche lui voleva stare con suo
padre.
“a quanto pare non c’è nulla che possa convincerti vero?”
La voce calda di Taisho interruppe la loro conversazione.
“siete entrambi dei sciocchi, non capite che sarete come una palla al
piede, non posso combattere e proteggervi contemporaneamente!!”
I due non volevano sentire ragioni.
“ma scusa, a che serve la tenseiga allora? lui non sa che con quella puoi
salvarci!!”
Intervenne Izayoi. In effetti aveva una logica, anche se li avrebbe
uccisi, poteva salvarli.
“Beh…” non trovava argomento da ribattere, lei aveva ragione.
Sbuffò arrendendosi “d’accordo, avete vinto voi, ma cercate di non
strafare, quello è pericoloso!”
“che ti prende padre? Hai paura di essere sconfitto? Ricordarti che sarò
io a sconfiggerti e nessun’altro!”
In un certo senso quella frase era quasi una confessione di
ammirazione.
Taisho gli scompigliò i capelli “certo ma prima dovranno passare altri
100 anni!!”
Era felice di vedere che le persone che amava di più al mondo stavano
bene, ed era anche felice vedere che Sesshomaru non disprezzava più la
principessa Izayoi.
Continua…..
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Capitolo 14 *** echi del passato ***
Alla fine Taisho si arrese ma non era del tutto convinto, Sesshomaru, lo
tranquillizzò dicendogli che ormai senza la sfera che nasconde l’aura maligna
Ryokotsusei si poteva rintraccaiare.
Si erano accampati in una grotta, il tempo stava cominciando a
rinfrescarsi, Taisho era rimasto sveglio per la guardia notturna, strinse la
sfera rossa nelle mani, doveva sbrigarsi a trovare quel maledetto, dopo averlo
visto il suo odio era cresciuto ancora di più, aveva paura che quel sentimento
oscuro presto o tardi lo avrebbe cambiato, lui era un demone, e il suo stesso
essere a contatto con le cose oscure tendeva a diventare più malvagio era la
natura dei demoni, e non poteva permetterselo, osservò Izayoi che si era
addormentata vicino a Sesshomaru, istintivamente si avvicinava al ragazzo e lo
copriva con il mantello datogli da Taisho. Quei due forse erano la sua salvezza,
la sua famiglia, rise amaramente, normalmente le famiglie possiedono una casa e
ci vivono sereni, mentre loro inseguivano il passato, alla ricerca di una
vendetta, forse anche Izayoi voleva vendicarsi, infondo l’aveva
uccisa.
Vendetta…., possibile che le persone che amava di più al mondo erano
legati assieme a lui in questo oscuro sentimento?
Perché Ryokotsusei lo aveva tradito a quel modo? Possibile che tutti gli
anni passati assieme erano solo una menzogna? Si ricordava perfettamente i suoi
anni di gioventù, entrambi erano dei demoni rispettati e desiderati, erano una
vera forza assieme, andavano in giro a fare strage di cuori, lui è sempre stato
più audace con le donne, mentre Ryokotsusei era più timido, ma nonostante
questo, anche lui era piuttosto affascinante, e di donne ai piedi ne aveva una
miriade. Con la mente cominciò a vagare nel passato…..
****
Si ricordò di come conobbe il dragone.
Un ragazzo di all’incirca 12 anni dai capelli argentati correva tra gli
alberi della foresta, la sua corsa era disperata stava scappando inseguito da un
branco di orchi inferociti, e da altri due demoni piuttosto arrabbiati, “fermati
moccioso!” urlava uno dei demoni.
Taisho accelerava la corsa terrorizzato se lo prendevano lo spellavano
vivo, aveva rubato del cibo a un demone che aveva le fattezze di un enorme orso,
stava dormendo ma lui inciampando proprio su di lui lo svegliò facendosi
scoprire, e adesso si ritrovava a correre tenendo stretto a se una sacca piena
di cibo. Mentre correva incontrò sulla strada un ragazzo della sua età aveva
lunghi capelli verdi attaccati alla nuca come uno chignon camminava tranquillo e
sereno nel bosco.
“ehi tu togliti dalla strada è pericoloso!” urlò Taisho verso il ragazzo,
il demone si girò verso di lui con una smorfia infastidita, non riusciva a
distinguere bene cosa fosse, dopo pochi attimi si ritrovò a correre accanto a
Taisho veloce e terrorizzato.
“si puo sapere che sta succedendo?” chiese il piccolo Ryokotsusei, con le
gambe in spalla.
“togliti da qui o uccideranno anche te!” rispose Taisho, ma ryo sembrava
nel panico.
Taisho gli diede una spinta con le spalle in modo che finisse fuori
strada, e infatti il dragone scivolò tra due alberi, Ryokotsusei con le gambe in
aria si chiedeva chi fosse “mi ha salvato?” si chiese poi. Si sollevò in piedi
per vedere che fine avesse fatto quel
misterioso ragazzo.
Taisho inciampò su un sasso, e cadde a terra il sacco volò via dalle sue
braccia a qualche metro più in là. Si girò allarmato “adesso sono fritto!” disse
a denti stretti.
L’enorme demone si fermò e urlò “divoratelo!” puntando il dito sul
piccolo Taisho.
Gli orchi cominciarono a sbavare con quell’aria animalesca, sembravano
dei leoni affamati.
I primi orchi balzarono in aria verso il ragazzo. “AAAAHHH!” urlò Taisho
in preda dal panico e coprendosi con il braccio.
POFF sentì come una piccola esplosione, Taisho riaprì gli occhi e di
fronte a se vide un enorme Drago minaccioso che ringhiava contro gli orchi che
si erano fermati terrorizzati.
Si sentì afferrare per la collottola della maglia, e scivolò dentro una
rientranza creata dalle radici di un albero. “A…!” L’urlo di Taisho fù bloccato
da una mano.
“Shht!” si sentì dire. Quando si riprese dallo schok vide il ragazzo dai
capelli verdi che gli faceva cenno con la mano di appiattirsi contro la parete,
intanto sbirciava fuori.
Il demone dalle fattezze di un orso terrorizzato dal drago aveva
cominciato ad agitare la sua spada, quasi non si rese conto quando colpì il
dragone che con il taglio si sgonfiò come un palloncino.
“Grrr, era un fantoccio!” ringhiò “se lo piglio lo distruggo in mille
pezzettini!” continuò.
“ok area libera!” disse Ryokotsusei uscendo dal nascondiglio.
Taisho lo seguì “grazie!” sussurrò. Dopo pochi minuti si ritrovarono
assieme a chiacchierare e a mangiare il frutto del bottino di Taisho su un ramo
del Goshinboku.
“Ha ha, dovevi vedere la sua faccia era diventata rossa come un
peperone!” disse divertito il piccolo dragone, “a proposito come ti chiami?”
chiese il demone albino al suo nuovo amico.
“Ryokotsusei!” disse con un sorriso a 32 denti, “tu?”
“Taisho!”
“piacere!” la loro amicizia era cominciata così passavano interi giorni
assieme essendo entrambi orfani si ritrovarono a vivere assieme come due
fratelli, almeno così pensava Taisho, lo considerava un fratello. Gli anni
passarono e loro due si erano conquistati un loro territorio nelle terre del
Giappone, avevano formato un regno sereno e pacifico.
“io voglio che nel mio regno vivano tutti i demoni orfani, e soli, come
noi, sarà una meraviglia!” così aveva detto Ryokotsusei, questa frase aveva
aumentato la stima che Taisho aveva nei suoi confronti.
“si amico mio, sarà un paradiso per tutti i diseredati come noi!” aveva
risposto Taisho con una pacca sulle spalle, andava tutto bene erano
felici.
****
Taisho era poggiato sulla sua spada sentì le mani che si bagnavano e la
vista si era annebbiata,
lacrime, delle lacrime stavano rigando il suo viso, lui si sorprese
l’ultima volta che pianse fu quando morì lei.
Nostalgia? No era rabbia, verso di lui verso se stesso.
Non sopportava l’idea di aver perso un fratello, si voleva convincere che
lui fosse morto e sepolto tanto tempo prima, lui non aveva più un fratello,
allora perché il suo cuore aveva ancora dei dubbi?
Se non era riuscito a trovarlo in tutto questo tempo secondo lui era
anche un po colpa sua, che magari infondo al cuore non voleva ucciderlo? Avrebbe
tanto voluto tornare indietro a quando lo conobbe ai tempi felici. Ma lui era
cambiato tanto non era più il Ryokotsusei che conosceva, qualcosa che lui non
poteva sapere gli aveva divorato l’anima, lasciando solo un essere senza cuore
che si muove solo grazie alla forza dell’odio! Ma perché? Perché che avesse
sbagliato qualcosa con lui?
Eppure lo aveva sempre trattato come un fratello come uno di famiglia. E
infondo aveva per lui l’affetto che si ha per un fratello, che quell’affetto non
sia scomparso del tutto?
Si asciugò le lacrime con forza come se volesse punire quelle lacrime di
essere uscite fuori.
****
“ehi Taisho vieni con me” diceva Ryokotsusei con un sorriso furbo e
divertito. Se lo trascinò dietro, facendogli segno di tacere e camminando
nascondendosi dietro i tronchi e avanzando abbassati quasi fossero in missione
speciale. “che c’è Ryokochan?” chiedeva un po perplesso l’amico.
“Shht!” gli rispose, poi con la mano lo invitò ad avvicinarsi a
lui.Indicava una donna che si stava lavando nella pozza termale vicino al loro
palazzo.
Taisho si avvicinò al suo amico e assieme a lui sbirciava attraverso un
cespuglio.
Taisho spostò delle foglie che aveva d’avanti agli occhi e rimase
incantato, non aveva mai visto tanta bellezza e grazia in una demone donna,
c’era una ragazza dalla pelle candida, che passava le mani da cui scendeva
dell’acqua sul corpo perfetto, atletico e formoso, ma aggraziato allo stesso
tempo, i suoi lunghi capelli argentati ricadevano un po sulle spalle e un po sul
seno, aveva un naso piccolo leggermente all’insù labbra carnose e rosee, un
ovale perfetto, sulla fronte aveva un segno, uno spicchio di luna celeste.
Taisho non riusciva a distogliere lo sguardo, era troppo bella.
“è della tua razza!” commentò Ryokotsusei.
“Si..!” rispose con una voce flebile Taisho non riusciva a distogliere lo
sguardo era come rapito.
La ragazza sbarrò gli occhi e Taisho notò i suoi occhi azzurri come il
ghiaccio. Dopo un po la ragazza si avvicinò alla riva e si rivestì.
“che peccato se n’è andata!” disse il dragone si alzarono entrambi e
stavano tornando indietro.
Sting, la punta di una spada emise un suono metallico a contatto con
l’armatura di Taisho.
“chi siete? Cosa volete?!” chiese la demone donna, si era accorta della
loro presenza, Taisho non si muoveva aveva la punta della spada sulla
gola.
“ehi calmati noi non..” neanche finì la frase che la donna sguainò
un’altra spada e la puntò alla gola dell’altro demone, “non muovetevi o siete
morti!” minacciò la bella ragazza.
Taisho la guardava dritto negli occhi, non era spaventato, anzi la
guardava intensamente con un mezzo sorriso, la donna cominciava a innervosirsi,
perché quel tizzio dagli occhi ambrati non mostrava paura?
Anche lei lo guardava dritto negli occhi, lo osservava con interesse, era
proprio un bell’uomo, anche l’altro non era male. Ma lei doveva tenerli sotto
controllo, non poteva permettersi mosse false.
Taisho le sorrise maliziosamente “che hai da ridere idiota!?” chiese dura
la donna.
Ryokotsusei non riuscì a trattenere una risata, nessuna donna lo aveva
mai trattato così, anzi le morivano tutte dietro. “cosa credi di fare? Siamo due
uomini contro una donna!” disse Taisho.
La donna avvicinò di più la lama alle gole dei due. “ma ho io il coltello
dalla parte del manico!” rispose orgogliosa. Taisho era sempre più affascinato
da lei.
“tsk, sei sicura di te eh?” la pizzicò lui. Taisho si scambiò un’occhiata
di complicità con Ryokotsusei, e in un movimento rapido, entrambi riuscirono ad
allontanarsi dalle spade.
Ryokotsusei l’attaccò per prima, e dopo pochi minuti, la donna si ritrovò
sopra il demone drago, gli aveva bloccato tutti i movimenti in un abile mossa da
kung fu.
“argh!” si lamentò il dragone.
“battiti con me!” la invitò Taisho, quando parlava con lei aveva sempre
quell’aria da rubacuori con il sorriso malizioso, e lo sguardo sicuro di se. Lei
non lo sopportava.
“tsk, ti farò piangere, io odio i bellimbusti come te!” disse la
donna,
lei aveva quell’aria da regina sicura di se, austera e indomabile,
l’ideale di entrambi i demoni.
In due o tre mosse sconfisse la demone, lei si ritrovò sotto l’uomo che
le bloccava le gambe e le braccia. Era stata sconfitta!! Per la prima volta
l’hanno battuta.
Lei strinse i denti piena di rabbia. Si sentiva umiliata sconfitta da un
dongiovanni da strapazzo.
“uccidimi!” disse lei. Taisho sgranò gli occhi sorpreso e perplesso allo
stesso tempo.
Poi cominciò a ridere a crepapelle. “e perché mai dovrei uccidere una
bella donna come te?”
Lei cominciò a preoccuparsi, era una donna sola contro due uomini, e
inoltre non voleva ucciderla, voleva dire che l’avrebbe violentata. Lei cominciò
a dimenarsi, “lasciami, lasciami!” urlava lei.
Lui strinse di più la presa, e poi poggiò le sue labbra su quelle della
ragazza. Si staccò un senza allontanarsi troppo “non ti faccio niente sciocca!”
sussurrò, a quella frase i due rimasero a fissarsi negli occhi, lei smarrita lui
deciso, la baciò di nuovo, si staccò di nuovo voleva annusare il suo
profumo.
STONK lei gli diede una testata talmente forte che quasi perdevano i
sensi entrambi, lui si tolse da sopra lei e cominciò a ridere, “ahi, sei una
femmina impossibile!”.
Ryokotsusei si avvicinò alla ragazza sorridente e le porge la mano per
aiutarla ad alzarsi.
“devi scusare il mio amico, è un po maniaco! Crede che ci stanno tutte!”
disse scherzando.
“ehi, senti chi parla!” diceva mentre si massaggiava la fronte ancora
arrossata
“certo che hai una testa dura!” disse Taisho.
La donna non riusciva a capire come doveva comportarsi erano nemici o
amici?
“io mi chiamo Ryokotsusei! Lui è Taisho!” la ragazza era ancora un po
titubante.
“hai visto deficiente l’hai spaventata!” lo rimproverò l’amico
“io mi chiamo Shukumei!” disse lei sorridendo.
Uno strano modo di conoscere delle persone.
La ragazza raccolse le sue cose.
“ehi signor maniaco, voglio sfidarti di nuovo, la prossima volta sarò io
a vincere!”
A Taisho si gonfiò una venuzza sulla fronte per il nervoso.
“tsk dovranno passare cento anni prima mocciosa!”
Continua……
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Capitolo 15 *** echi del passato atto 2 ***
Echi del passato seconda
parte
Fu così che
quei tre cominciarono a frequentarsi, lei li andava a trovare e ogni volta
sfidava Taisho, veniva sempre sconfitta.
“mi sono stufato di giocare con te, rendiamo la cosa più interessante, se
tu perdi mi darai un bacio con la lingua, e se invece vinci, cosa vuoi che
faccia?”
Shukumei sorrise “mi darai una delle tue
armature!”
“ci sto!”
“non ho finito, Ryokotsusei mi darai anche una tua
scaglia?”
Il demone dopo pochi attimi di esitazione annuì.
“uffa perché con lui sei sempre così gentile e con me no?!” piagnucolò
Taisho
“perché tu al contrario di lui sei un maniaco!”
“tsk tanto lo so che sei stracotta di me!” disse lui “ammettilo che anche
tu vorresti baciarmi, infondo non sei molto diversa dalle altre sai?”
A quella frase lei si infuriò e lo attaccò con
furia.
“tsk, usa sempre questa tecnica, prima fa arrabbiare il nemico in modo
che non riesce a controllarsi e approfittando di questo sconfigge facilmente
l’avversario!”commentò il dragone, che intanto si era alzato. “io vado a farmi
un bagno!” disse allontanandosi un po scocciato, tutte le volte la stessa storia
lei arrivava e combatteva contro di lui, poi umiliata se ne andava, e lui li a
consolarla.
Però questa volta si era stancato, se la sarebbero cavata da
soli.
Taisho combatteva contro la donna e cominciava a faticare, era migliorata
e faceva sempre più fatica a batterla. Ma non voleva dargliela vinta, se lei
vinceva non l’avrebbe più vista, e ultimamente gli scontri con lei li attendeva
con impazienza, quando la vedeva arrivare sorrideva felice e si riempiva di
entusiasmo. Le altre donne non lo interessavano, venivano in tante ma lui spesso
le snobbava, pensando che fossero solo delle oche giulive o gatte in calore,
pian piano non sopportava più la compagnia delle demone di bassa leva, con
Shukumei si divertiva, e poi lei era la più bella di tutte, e come se non
bastasse avevano molto in comune la stessa passione per le arti marziali, gli
stesso ideali, la stessa determinazione. E poi lei era diversa da tutte perché
era fiera, indomabile orgogliosa come un uomo, ma aggraziata e bellissima come
una dea.
Una stoccata evitata un calco bloccato, una presa e
sbam.
Shukumei era di nuovo a terra sconfitta per l’ennesima
volta.
Lei sbatte i pugni a terra con rabbia, “no uffa,
uffa!”
“hai perso adesso devi pagare, su, qui…” diceva picchiettando il dito
sulle sue labbra a punta in attesa di un bacio, era euforico, sicuramente
sarebbe arrivato un bacio stile picchio, cioè rapido e
freddo.
Shukumei sbuffò adesso era costretta a darglielo, beh che importa un
patto è un patto.
Lei si avvicina verso di lui con fare un po
scocciato.
Lui la stringe a se, “ehi!” si lamenta lei, “che c’è o lo si fa giusto o
paghi pegno!” lei non osava pensare a come avrebbe pagato il pegno. Alzò il viso
verso di lui, e si specchiò nelle sue iridi ambrate, lui la guardava strana,
quello sguardo intenerito e pieno di affetto gli si stava sciogliendo il
cuore.
Arrossì leggermente, certo che Taisho era proprio bello, lo aveva notato
fin dall’inizio e ultimamente quando lo vedeva sentiva uno strano sfarfallio
nella parte alta dello stomaco.
Poggiò le labbra su quelle del demone, lei si sentiva
morire.
Lui le afferra la nuca e la bacia in modo molto passionale, finalmente un
bacio, finalmente era tra le sue braccia pensava Taisho, stettero un bel paio di
minuti così stretti uno nell’altro, a cercarsi le lingue affamate. Shukumei era
rapita da quella focosa stretta, il cuore le batteva
all’impazzata.
Sentiva una strana soddisfazione nel tocco della sua lingua nella stretta
delle sue braccia muscolose.
Si, gli piaceva, Taisho la faceva impazzire.
Intanto Ryokotsusei passava dal giardino fischiettando, aveva in mano un
contenitore di legno con dentro dei saponi profumati e dei balsami. Con dei
movimenti del collo fece scrocchiare le ossa, il bagno lo aveva soddisfatto
adesso era rilassato. Stomp.
Il contenitore gli cadde a terra. Spalancò la bocca in un espressione
sorpresa, di fronte a se aveva i due demoni cane che si baciavano in modo quasi
osceno.
Shukumei si stacca distratta dal rumore e voltandosi vide Ryokotsusei che
li guardava scioccato.
Lei spinge via Taisho imbarazzata “adesso basta il tuo premio lo hai
avuto!” disse allontanandosi e raccogliendo le sue
armi.
Ryokotsusei non capiva perché si era sentito in quel modo, un sentimento
strano pervadeva il suo cuore. Provava un po di rabbia verso quei due. Possibile
che fosse geloso?
Taisho ha sempre avuto donne intorno, ma vedere che baciava proprio lei
lo riempì di rabbia.
IL dragone sapeva che lui aveva un debole per lei, ma il loro
atteggiamento di prima mostrava la passione che avevano l’uno verso
l’altro.
“bah ho perso di nuovo!” disse con un pizzico di rabbia Shukumei che
passò vicino al demone.
Lei aveva il viso arrossato, e non osava guardarlo negli
occhi.
Taisho rimase li fermo ad assaporare quel momento magico, si sfiorò le
labbra con due dita e sorrise come un babbeo, l’aveva desiderato davvero
tanto.
“oh Ryochan è stato incredibile, quella femmina mi piace un casino!”
diceva Taisho mentre si sedeva sul suo fouton, aveva il viso raggiante, un
espressione a dir poco idiota secondo il dragone.
“ah si? Quando mai non ti è mai piaciuta una donna? Sono tutte
fantastiche per te!”
“si ma lei è diversa, lei è una donna meravigliosa, credo che mi sono
innamorato sul serio, come mai prima d’ora, io la voglio, voglio che diventi la
mia donna, e poi è della mia stessa razza!” aggiunse lasciandosi cadere sul
cuscino.
“….” Di nuovo quella sensazione di gelosia “si vabbè vado a farmi un
giro!” rispose scocciato lui.
“ehi ma che ti prende?”
Ryokotsusei si incamminò nel bosco, si fermò un istante la gelosia lo
tormentava, diede un pugno ad un albero abbattendolo, poi si diresse verso una
capanna, e si sedette sul pianerottolo.
Si sentì un idiota voleva sfogarsi con qualcuno.
Sentì delle braccia circondarle le spalle, “che faccia scura che hai?”
Una donna demone, dai lunghi capelli bianchi e gli occhi neri con le sue
labbra sfiorava il lobo dell’orecchio del demone. Un brivido lungo la schiena,
le labbra che si incendiavano di desiderio, afferrò il braccio della ragazza e
se la tirò sulle sue gambe, Kaori un affascinante demone dalle curve perfette,
lei era una delle donne di Ryokotsusei, una che non condivideva con
lui.
la donna sorrise maliziosa, po si sollevò un po e infilò la lingua nel
suo orecchio, vogliosa.
“è da un bel po che non ti fai vedere…”
Ryo non la fece continuare le tappò la bocca con la sua e cominciò a
baciarla con passione,
voleva dimenticare la faccenda, c’era chi beveva c’era invece chi per
dimenticare faceva delle cose assurde che mettevano a prova il loro coraggio,
lui invece si sfogava andando a fare sesso sfrenato, e lei Kaori era la sua
preferita, lei ci sapeva fare, e poi come carattere assomigliava a lui
Taisho.
Quando finì si sdraiò sul fouton dando le spalle alla ragazza, con le
mani stringeva il lenzuolo adesso gli era tornato in mente, provò una profonda
tristezza, Kaori si poggiò sulla sua spalla dandogli un lieve bacio sulla
guancia “che c’è non sei soddisfatto?” chiese con un pizzico di
rabbia.
“ma no come sempre sei fantastica!”
“ma?”
“ma niente lasciami in pace!”
Il dragone si sollevò in piedi era nudo, Kaori aveva notato il suo viso
triste, e adesso ammirava il suo corpo, lui era davvero affascinante ai suoi
occhi, non era muscoloso come Taisho, ma il suo fisico era atletico scattante, e
a lei piacevano cosi (tipo il fisico di Sanzo l’avete presente?
*q*)
“c’è qualcuno che ti tormenta l’anima non è così?” lo disse con tanta
tristezza, lei si era innamorata di lui, anche se aveva notato il suo malumore,
non resistì alle sue carezze. Molte volte si era prefissata di rifiutarlo di
mollarlo, ma poi lui la toccava e lei perdeva ogni forza di
volontà!
Ryokotsusei si voltò verso di lei guardandola quasi con astio “… non sono
affari tuoi!”
“brutto idiota!” urlò lei lanciandogli addosso cosa gli capitava
sottomano.
“vattene, non farti vedere mai più!!” urlò furibonda, lui uscì dalla
porta.
“tsk femmina isterica!” borbottò per poi tornare al suo giaciglio
abituale.
Entrò e lo trovò che dormiva beato con un sorriso soddisfatto, grrr, lo
odiava in quel momento, infatti gli diede un calcio al cuscino, Taisho si girò
infastidito.
Dopo due giorni arrivò di nuovo lei Shukumei, sorrideva soddisfatta era
sicura di se,
“dai fatti sotto, stavolta ti batto di sicuro!”
“cosa scommettiamo questa volta?” chiese Taisho sfregandosi le
mani.
“sarò anche disposta a venire a letto con te se perdo, ma se vinco, tu mi
farai fare una bella spada dal tuo servo Totosay, so che è il più abile fabbro
che esista al mondo!”
“e va bene, tanto perderai!”
Cominciò la loro lotta, Taisho provò a farla arrabbiare
punzecchiandola,
“ultimamente sei ingrassata lo sai?”
Ma lei niente rimaneva di sasso con quello sguardo cupo e pieno di
se.
Lottarono strenuamente, la cosa cominciava a ingigantirsi, e per non fare
qualche danno in casa i due lottatori si spostarono nei
boschi.
Un sorriso furbo, e un seno scoperto furono la sua condanna,
SBAM.
Lui era a terra e lei puntava un pugnale alla sua gola,
ansante.
“ce l’ho fatta ho vinto!” disse soddisfatta.
Lui sbarrò gli occhi dalla sorpresa, poi cominciò a
ridere.
“complimenti una mossa astuta, hai vint….!!!!!”
Affamato e pieno di desiderio, era il bacio che interruppe Taisho,
all’inizio ne era rimasto sorpreso ma poi ricambiò con altrettanta passione, si
sollevò facendo mettere lei supina, le loro labbra si cercavano bramose del
sapore dell’altro. Sembrava quasi che lottassero. Si spogliarono a vicenda
freneticamente.
Poi lei rallentò i suoi movimenti, lo guardò dritto negli occhi
“ti prego fa piano io..” arrossì “sono ancora
vergine!”
Lui sorrise e riprese a baciarla, poi la poggiò sul letto di foglie del
bosco la baciò dolcemente
“vedrai che proverai solo piacere!”
Fecero l’amore tra i profumi di foglie secche e di frutti
selvatici.
Ryokotsusei era impietrito, era andato a vedere se andasse tutto bene, e
quei due erano li avvinghiati e ansanti stretti uno dentro l’altro in un corpo
solo, non si capiva dove finiva lui e dove cominciava
lei.
Ansimavano entrambi, arrossati e con le palpebre appesantite dal
piacere.
“ti amo!” sussurrò Taisho tra un sospiro e
l’altro.
Ryokotsusei cominciò a tremare, le sue mani prudevano…. sangue bramavano
sangue.
Strinse i denti e si morse un braccio forte fino a quando non uscì del
sangue, poi scappò via correndo veloce, inciampò su un ramo, cadde a terra per
un po non si muoveva poi si inginocchiò.
“mpf, mpf, he he HAHAHAHA!” cominciò a ridere forte sollevando il viso
verso il cielo. Poi si poggiò con le mani a terra, delle lacrime rigarono il suo
viso, adesso ne era consapevole, lui l’amava!
E vederli assieme lo ferì nel profondo, perché lo aveva capito solo
adesso? solo quando ormai era troppo tardi?
Continua….
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Capitolo 16 *** echi del passato atto 3 ***
“credevo di aver perso? O sei tu che ti sei confusa con le scommesse?”
chiese Taisho che stringeva a se la donna.
“deficiente, che non sei altro!” disse dandogli un pugno non tanto forte
allo stomaco. La faceva sempre incavolare, però adorava quella smorfia divertita
che gli si dipingeva sul viso.
“vorresti diventare mia moglie?” Taisho arrossì, anche se era un
donnaiolo senza speranza, in fondo non aveva mai fatto una cosa del
genere.
“cos’è vorresti riparare al danno?” chiese lei con un tono di
sfida.
“scema, se fosse così avrei 300 mogli! Te l’ho chiesto perché io.. ti..”
arrossì di nuovo, “io ti amo!”
Shukumei sorrise, questa
volta era un sorriso dolce e pieno di amore e in quel istante a Taisho sembrò
più bella di quello che era già.
Si scambiarono un altro dolce bacio.
“si!” rispose, una semplice sillaba che riempì il cuore di Taisho di
felicità.
Ryokotsusei si era gettato nel fiume gelato, voleva calmarsi voleva
essere impassibile come si addiceva a un vero demone. Nuotò contro corrente per
sfogare tutta la rabbia cha aveva in corpo.
Dopo poche ore tornò a casa fradicio.
“ehi che ti è successo?” chiesero in coro Taisho e Shukumei.
Ryo non rispose andò direttamente in camera sua, prese le sue cose, e
uscì.
“Ehi ma che ti prende?” gli urlò contro Taisho, ma lui continuava dritto
per la sua strada senza voltarsi, sembrava stanco, e i suoi occhi erano tristi,
senza più vita.
Taisho gli corse dietro e lo fermò tirandolo per un braccio.
“si può sapere che ti piglia? Abbiamo sempre parlato che ti è successo?
Sei davvero strano!”
“Taisho lasciami andare!”
“Ehi Ryo mi dici che è successo? Mi stai facendo preoccupare sul
serio!”
Taisho si preoccupava per lui? Allora forse non è vero che di lui non gli
importi un fico secco. Lui si preoccupava. Perché appena sentì la sua voce non
riusciva a continuare per la sua strada?
Shukumei lo guardava preoccupata, “ti è successo qualcosa?” chiese la
donna.
Rabbia, vedere lei gli suscitava rabbia, non che la odiasse, avrebbe
voluto urlare che loro due l’hanno tradito che hanno ferito i suoi sentimenti
che avevano agito d’impulso senza pensare che lui poteva soffrirne, che infondo,
è sempre stato lui a stargli accanto, che è stato con lui che ha diviso momenti
di gioia e di dolore, che lei si è intromessa nella loro relazione dividendoli,
dividendo due anime gemelle, “ho bisogno di andare!” rispose alla fine, non
poteva confessare i propri sentimenti non lo avrebbero capito, lo avrebbero
preso per un deviato, perché anche lui andava con le donne, non poteva
pretendere che lui capisse e accettasse, molto probabilmente non lo avrebbe più
trattato come prima, non avrebbe capito, che aveva scoperto di amare lui, che lo
chiamava fratello!
Taisho aveva ancora quella faccia preoccupata, “devo andare da quella
stupida di Kaori!” mentì.
Taisho si tranquillizzò “ah, capisco allora non ti fermerò vai pure dalla
tua donna!” disse strizzandogli l’occhio.
Aveva deciso di stare lontano da lui, che magari standoci lontano lo
avrebbe dimenticato.
Ma si sbagliava di grosso perché ogni giorno che passava lui sentiva
sempre di più la sua mancanza.
Non tornò da loro per un periodo che a lui sembrava infinito, i suoi
giorni all’inizio erano tormentati dal pensiero di lui, poi a poco a poco
sembrava che si calmasse, come quando muore una persona cara, le ferite
guariscono con il tempo, gli venne nostalgia del suo fratellone albino, voleva
vederlo.
così dopo qualche anno decise di tornare
“Ryochan!” Taisho aveva appena lasciato cadere a terra un bicchiere di
ceramica con del the!
Era da tanto tempo che non lo vedeva e si sentì così felice, di aver
ritrovato il fratello.
Gli diede una stretta virile, “bentornato, ma dove sei stato? Sei
scappato, senza spiegarci niente, e Kaori?”
Ryochan sorrise non era cambiato per niente, sapeva che se lui volesse
poteva trovarlo facilmente ma aveva deciso di lasciarlo decidere da solo se
tornare o no.
Lo fece entrare in casa, “che bello, dai entra ti preparo del buon
the!”
“SHUKUMEI guarda chi è venuto a trovarci?!”
Una porta scorrevole si spostò e la prima cosa che vide fu un pancione,
Shukumei si muoveva a fatica era incinta, e dall’aspetto sembrava già ora di
partorire.
Di nuovo quella sensazione orrenda che gli veniva da dentro: gelosia,
rabbia, odio.
Credeva di aver superato tutto che ormai si era rassegnato ad amarlo a
distanza segretamente per non perdere la sola cosa che lo univa a lui,
l’amicizia.
Ryokotsusei si sollevò allarmato, “cosa significa?” chiese quasi
preoccupato.
Taisho si avvicinò alla donna e l’abbracciò, “aspettiamo un bambino^^!”
Taisho era raggiante.
No non riusciva ad accettarlo, credeva che anche lei fosse una cotta
passeggera per Taisho, ma la cosa che lo tormentava di più è che lo sapeva che
quei due si amavano, ma sapere che anche loro se ne erano resi conto lo
tormentava di gelosia.
“Auguri!” rispose, senza trasporto senza emozioni, atono e
gelido.
La cosa ferì Taisho. L’atmosfera si fece pesante, e Shukumei decise di
lasciarli soli.
“ah sono stanchissima questo frugoletto mi porta via tanta energia,
scusami Ryo ma vado a riposarmi!”
Lui annuì.
“che c’è Ryo non sei contento?”
“potevi informarmi!”
“lo so scusami, ma tu eri cosi strano quando te ne sei andato, credevo
che saresti tornato subito, che mancavi solo per qualche giorno,invece non
tornavi e non davi tue notizie, credevo che ci avevi abbandonato definitivamente
per non tornare mai più, credevo che non ne volevi sapere più niente di
noi!”
Ryo lo guardò negli occhi “sei un coglione, le cose importanti dovevi
farmele sapere!!”
Perché il cuore giocava quei scherzi crudeli?? Distolse gli occhi, non
voleva che lui si accorgesse dei suoi sentimenti e purtroppo i suoi sentimenti
non erano scemati neanche un po’, erano ancora forti dentro di se, e soffriva
nel non poterlo toccare, nel non poterlo abbracciare, come faceva lui con
Shukumei.
“torna a vivere con noi!” più che un affermazione era una
domanda.
“Non posso!”
“ma perché? Guarda che lo so che non sei andato a vivere con Kaori, io
non ti chiedo cosa tu abbia fatto, ma perché non torni qui, e vivremo come un
tempo, assieme, ci divertiremo un sacco!”
“no!”
“dai..” Taisho gli diede una piccola spinta, “dai, mi manca la presenza
di un uomo in questa casa!”
Ryo cercò i suoi occhi per mostrargli la sua fermezza, con lo sguardo, e
dirgli di no guardandolo negli occhi.
Ambra, i suoi occhi sembravano due pietre di ambra, e lo sguardo così
penetrante che lo rendevano maledettamente affascinante, gli tolsero ogni
certezza, infondo gli mancava era tornato lì perché gli mancava.
“e va bene, per un po starò con voi!” sbuffò, si era fatto sconfiggere
dai suoi occhi, ora capiva perché le donne non riuscivano a dirgli di no, lui ti
disarmava con il suo fascino.
Taisho non si trattene gli si gettò addosso per fargli una manovra di
wrestling, era un loro modo singolare di giocare e divertirsi, “Ha ha ha,
bentornato fratellino!!” diceva mentre stringeva la presa.
“UGH, non sei cambiato di una virgola!” Ryo si liberò un braccio e con
una spinta di reni, ribaltò la situazione, bloccandogli i movimenti delle
braccia e delle gambe, “me lo ricordo ancora come si fa sai?!”
Taisho sorrise, il fratellino era tornato, finalmente.
No, perché gli sorrideva a quel modo? Non avrebbe resistito ancora per
molto, le gote di Ryo arrossirono, avrebbe tanto voluto poggiare le sue labbra
su quelle del demone albino.
Crash!!
Il rumore di ceramica che si rompeva distrasse Ryo.
Taisho si sollevò preoccupato e corse verso le stanze da
notte.
Shukumei era a terra si teneva la pancia, e ai suoi piedi c’era un
liquido che assomigliava a dell’acqua.
“SHUKUMEI stai bene?” chiese preoccupato Taisho, la prese e se la mise in
braccio.
“mi si sono rotte le acque!” rispose sofferente lei.
Fuori dalla capanna di Kaori Taisho camminava nervosamente avanti e
indietro, Ryo era seduto sull’erba, e fissava il manto verde sotto di
se.
“UWAAAAH” un pianto liberatorio invase la radura dove si trovavano i due
demoni.
Dalla porta uscì Kaori, che si stava asciugando le mani, ad un
panno.
“è un bel maschietto!” disse sorridendo.
Taisho non rispose nemmeno la spinse quasi via ed entrò nella capanna.
Shukumei gli sorrideva aveva il viso stanco, ma i suoi occhi brillavano di
felicità.
Gli diede un fagotto, avvolto tra la stoffa c’era un bellissimo bambino
con gli occhi chiusi, aveva un ciuffetto di capelli argentati, e sulla fronte
aveva un segno, proprio come quello della madre una falce di luna blu! Taisho
non riusciva a dire una parola era troppo felice, non sapeva cosa dire, si
limitò ad ammirare il nuovo arrivato, che già sentiva di amare.
Ryo guardava la scena da fuori, Taisho era felice, ma lui si sentiva
morire dentro, lui non sarebbe mai stato capace di renderlo così felice, da
lasciarlo senza parole, che per Taisho era una vera rarità.
Kaori si era accorta del suo sguardo triste, si morse il labbro, era
ancora gelosa, e questo poteva significare solo una cosa, ne era ancora
innamorata.
Kaori si inginocchiò d’avanti ad un secchio, cominciò a lavare dei
panni.
“sei innamorato di lei vero?” chiese Kaori con il tono un po
arrabbiato.
“che cosa?”
“non fare il finto tonto con me, ho notato come li guardi, tu li
invidi!!”
“non dire sciocchezze!”
“tsk, se ti ostini a tenerti tutto dentro prima o poi la gelosia ti
divorerà l’anima!”
“fatti gli affari tuoi!”
“certo non sono affari miei!” non dovevano esserlo non doveva più
interessarsi a lui, e adesso che sapeva che lui non la amava doveva essere più
semplice dimenticarlo, ma allora perché si sentiva soffocare? Perché gli era
venuta voglia di picchiarlo?
Si sollevò e si avvicinò a lui gli sfiorò le labbra con le sue, ma Ryo
rimase freddo e impassibile.
“avevo ragione, tu ami lei!” una lacrima le rigò la guancia. No non
doveva accadere non voleva mostrarsi debole di fronte a lui. Abbassò gli occhi e
prendendo il secchio entrò nella capanna.
“non sono innamorato di lei!” disse Ryo prima che lei entrasse. Ma lei
non gli credeva. Quello sguardo lo conosceva bene, perché molte volte era lei
che lo guardava così, ma lui non se ne accorgeva.
Passarono degli anni, Ryo come aveva detto visse con loro per un po, ma
ogni giorno, lui diventava sempre più strano sempre più irascibile e nervoso,
ormai non sopportava più la presenza di Shukumei, ed evitava con ogni mezzo di
incontrare lui, gli anni passarono e lui per non pensarci aveva conquistato
altre terre andando in guerra, cambiò, ormai era diventato crudele, il sangue e
le violenze lo avevano cambiato.
Dopo un paio di anni che era andato via per poter conquistare le terre
confinanti a nord, tornò vittorioso. Entrò nel giardino della casa degli
inuyoukai, vide un ragazzino di almeno 9 anni che giocava con una spada troppo
grande per lui, il bambino si voltò e Ryo ebbe un tuffo al cuore, sembrava
Taisho quando era piccolo, aveva solo i capelli sciolti e un marchio sulla
fronte.
“ciao Ryochan!” la voce di Taisho fece voltare il dragone.
“cavolo è il tuo ritratto!” commentò.
“già, lo dicono tutti, tale padre tale figlio!”
La sera che lui tornò si festeggiò, erano tutti felici, avevano
conquistato un altro regno.
“è stata una bella festa vero?” chiese Shukumei sedendosi vicino a
Ryokotsusei.
Ryo non rispose aveva una bottiglia di sakè in mano ne ingoiò il
contenuto.
“già!”
“sei cambiato parecchio ultimamente, prima eri molto più gentile con
me!”
“mh!? Perché adesso non lo sono più?”
“si lo sei ancora, ma prima mi eri più amico,prima parlavi, se non con me
almeno con Taisho!”
“non credo che siano affari tuoi se io e lui parliamo o meno!”
Non sopportava che lei si intromettesse tra loro due, lei aveva lui e
aveva avuto un figlio da lui, perché voleva ancora interferire tra loro
due?
“sai sono preoccupata, Taisho è un po triste ultimamente, io credo che
sia perché ha paura che tu ti stia allontanando da lui, da noi, io lo vedo che
soffre!”
“lui soffre?” chiese retoricamente, cominciò a ridere era una risata
sarcastica, “lui neanche sa cosa sia la sofferenza!” disse con il cuore
amaro.
“ma che dici?”
“lui ha tutto ciò che si puo desiderare, ha un regno i cui sudditi lo
ammirano, ha una moglie che ama ed è ricambiato, con altrettanta passione, ha un
figlio da te, lui non sa neanche cosa significhi soffrire!”
“vedi a cosa mi riferivo? Tu stai soffrendo e noi non sappiamo perché, è
questo che lo fa soffrire, perché non gli parli e ti confidi con lui?”
“mamma!” il piccolo sesshomaru si era alzato nel cuore della
notte.
“che c’è piccolo, non riesci a dormire?” chiese prendendolo in braccio e
portandoselo via.
“parla con lui!” disse prima di andarsene Shukumei.
Il piccolo Sesshomaru guardava ryokotsusei seduto sulla panca di legno,
quel uomo non gli piaceva e senza farsi accorgere dalla madre gli fece una
linguaccia, non era vero che aveva avuto un incubo, era andato li per attirare
l’attenzione della madre per allontanarlo da lui e averla tutta per
se.
Ryo ricambiò la smorfia con un'altra. Rimase poi li fermo a osservare i
capelli di Shukumei che si confondevano con quelli del piccolo.
Ryokotsusei strinse di più la bottiglia rompendola, parlare con lui
significava confessargli tutto, non poteva farlo, non ci riusciva!
Ryokotsusei si era buttato sul suo fouton svogliatamente, non aveva
sonno.
Si alzò di nuovo, voleva fare una passeggiata per vedere se il silenzio
aiutava a conciliare il sonno.
Camminava a piedi nudi poggiando i piedi sui ciottoli, davano una bella
sensazione sembrava un massaggio.
Sentì bisbigliare si fermò, non aveva voglia di incontrare nessuno voleva
stare solo.
-è la voce di Taisho- pensò, si avvicinò piano nascondendosi dietro ad un
cespuglio contro vento, altrimenti Taisho avrebbe sentito la sua
presenza.
Era lui che parlava con Shukumei.
“finchè tu sarai con me andrà tutto bene! Ti amo!” disse Taisho
stringendo la donna a se.
“Ti amo da morire!” ripetè. A Ryo quelle parole sembravano due
pugnalate al cuore, due crudeli pugnalate, Taisho cominciò a baciarla in modo
più passionale, insinuò la sua mano nel vestito scoprendo la coscia della
demone, la afferrò dai glutei sollevandola, lui cominciò a baciarle il
collo.
“dannazione!” imprecò silenzioso Ryo, quei due avevano ancora quella
carica di passione delle loro prime volte. Lei già ansimava e lui cominciava a
spogliarla pian piano.
La loro voce ansante era una lenta tortura, una lenta e crudele tortura
per Ryokotsusei.
“così vuoi sapere perché soffro?” un bisbiglio che riempì di disperazione
il demone.
Era deciso, la gelosia lo accecò lo avrebbe fatto soffrire, almeno quanto
stava soffrendo lui.
“tieni Ryo!” disse Shukumei porgendo il the al demone.
Fu in quel istante che Ryo la aggredì alle spalle, facendola
svenire.
Adesso rimaneva soltanto aspettare che venisse Taisho e avrebbe agito
come aveva programmato li avrebbe fatto soffrire come soffriva lui.
Legò Shukumei alla catene della torre, e aspettò che arrivasse
lui.
Voleva mostrargli cosa significava vedere la persona che ami congiungersi
con un altro, mentre tu sei lì impotente e stai bruciando dalla gelosia.
“che diavolo..?” stava dicendo Taisho che aveva visto Shukumei appesa
alla parete.
Ryokotsusei prese uno strano uovo dalle tasche e lo puntò verso di lui,
che si ritrovò a essere bloccato dalle spire di quel demoniaco
affare.
*******
“AH!” “AH!”
Nel cuore della notte in due lati opposti del Giappone due demoni si
erano risvegliati bruschi, tormentati da un lungo incubo, dal ricordo del
passato.
Un demone cane e un demone drago, entrambi che desideravano che il
passato fosse solo un brutto incubo.
Taisho si guardò in giro per la grotta, vicino al fuoco c’era Totosay
addormentato e avvolti dal suo mantello c’era suo figlio e la sua donna
Izayoi.
Izayoi il suo presente la salvezza della sua anima!
Continua…
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Capitolo 17 *** la devozione di un demone ***
La devozione di un
demone
Si erano risvegliati tutti un po intontiti, l’umidità della grotta non è
stata molto salutare.
Izayoi era la più pallida di tutti aveva proprio una brutta
cera.
Sesshomaru si stava stiracchiando prendendo i primi raggi del
sole.
“tutto bene principessa?” chiese Totosay che la vedeva sbiancare e la sua
strana espressione di sofferenza. Izayoi sentì che le sue labbra e il suo palato
stavano seccando.
“prendi mangia qualcosa!” Taisho le passò una mela. Ma non appena lei ne
sentì il profumo corse via e nascose il suo viso dietro al tronco di un albero,
il suo corpo era preso da spasmi, e vomitò un liquido giallastro.
“ehi tutto bene?” chiese Taisho che andò a soccorrerla.
“si, credo di si!” il viso di Izayoi era piuttosto preoccupato, da quando
avevano perso le tracce di Ryokotsusei erano passati altri due mesi, e lei non
aveva ancora fatto caso se non adesso che il ciclo non era venuto per un bel
po’. Non voleva che accadesse davvero, se lei fosse incinta avrebbe dovuto
rinunciare a viaggiare con loro, i suoi nuovi compagni di vita.
Non sapeva cosa pensare da un lato era felice perché era il figlio del
suo amato Taisho, ma dall’altro significava non vederlo per un periodo
impreciso. E lei sentiva che non riusciva a stragli lontana per più di un
giorno.
“sei sicura?” chiese ancora Taisho, la cosa non gli piaceva, era da tre
giorni che di mattina si alzava e vomitava. Che si stesse ammalando? Infondo
viaggiavano in continuazione di giorno e la notte dormivano spesso all’aperto ed
era arrivato l’autunno.
“su andiamo è tutto a posto” si sforzò di mostrarsi allegra, ma non le
riuscì molto bene perché dopo il secondo saltello crollò a terra,
semisvenuta.
“IZAYOI!” urlò molto preoccupato Taisho, se la mise in
braccio.
“sei una sciocca lo vedi che non stai bene!?”
Sesshomaru ebbe una strana sensazione, da quando è morta sua madre, lui
suo padre era diventato iperprotettivo, soprattutto con lei, era quasi
snervante, e un pizzico di gelosia si fece spazio nel cuore di Sesshomaru ma non
soltanto per se, che essendo ancora un adolescente aveva bisogno delle sue
attenzioni, ma anche per Shukumei, non lo era mai stato con lei, forse perché
lei essendo stata una guerriera potente, credeva che non occorreva la sua
protezione.
Sta di fatto che ogni tanto gli disgustava la tenerezza che aveva suo
padre verso quella donna umana, era osceno, troppo smielato per i suoi
gusti.
“BLEAH!” esclamò per poi
andare a rinfrescarsi ad un ruscello.
“andiamo da un medico!” disse Taisho.
“NO!” urlò quasi lei, “sto bene non ho niente!”
“tsk” fu la risposta del demone albino, non se ne parlava lei si sarebbe
fatta visitare e basta.
“non c’è nulla di cui preoccuparsi!” il medico sorrideva soddisfatto.
Taisho si avvicinò al medico con aria minacciosa, per saperne di più, “non si
direbbe, dato che oggi è svenuta!”
“lei è il marito?” chiese dandogli una pacca sulle spalle “stai per
diventare padre”
Taisho sgranò gli occhi “cosa?” fu in quel istante che il medico poté
osservare meglio la persona che aveva d’avanti notò le sue pupille da gatto,
-è un demone!!- pensò il medico, scostò la mano e il suo viso passò da un
espressione cordiale ad un espressione quasi schifata, la donna aveva in grembo
un mezzo demone, non avrebbe avuto vita facile.
Izayoi uscì dalla casa del medico, adesso ne aveva la certezza aspettava
un figlio da lui.
Vide che Taisho era strano era rimasto immobile d’avanti al medico e
boccheggiava.
Izayoi diventò triste, come poteva Taisho essere felice per il bambino?
Doveva ancora compiere il suo dovere, e questa notizia inattesa gli avrebbe
cambiato i piani, soprattutto a lei. Non era il momento di avere un bambino, non
era proprio il momento adatto, sentiva gli occhi che le pizzicavano le lacrime
spingevano prepotenti ma lei li tratteneva.
Cosa ne pensava lui? Si sarebbe sicuramente arrabbiato.
“scusami!” bisbigliò Izayoi avvicinandosi al demone, “io non… io so che
non è il momento adatto ma…!” la voce tremava.
“io i.. ugh!” Izayoi si ritrovò stretta al corpo di Taisho, la stingeva a
se, lei quasi non si vedeva più avvolta com’era tra le sue braccia. Lei non ce
la fece più liberò le lacrime e singhiozzava aggrappata al suo torace. Taisho
allentò la presa e le afferrò il viso tra le mani.
“Un bambino?” il suo viso non era cupo, stava sorridendo, sorrideva e i
suoi occhi brillavano.
Poggiò le sue labbra su quelle della ragazza era un bacio pieno di
felicità.
“sei contento?” chiese lei, quasi avesse timore di essersi
sbagliata.
“e me lo chiedi? Certo che lo sono, è il nostro bambino Izayoi, nostro
figlio!!”
“davvero non è un problema?”
“ma che dici, vieni qui cretina!” la strinse di nuovo a se, cullandola,
Izayoi bagnò la sua maglia stavolta erano lacrime di felicità, lui era felice,
era contento, e questo bastava e avanzava a lei, anche se si sarebbe dovuta
fermare.
Un figlio il loro primo figlio.
“tsk!” fu il commento di Sesshomaru che si allontanò dal gruppo, non gli
andava giù, di avere un mezzo-demone come fratello.
E questa novità, avrebbe dovuto significare che lei si sarebbe
considerata la nuova madre di Sesshomaru, e a lui non piaceva, lui aveva già una
madre anche se non era più in vita.
Non poteva accettarlo, anche se la principessa non lo
disgustava.
Non poteva accettare che lei gli facesse da madre.
“cosa intendete fare?” chiese il piccolo Sesshomaru incrociando le
braccia era quasi un tono di rimprovero, sapeva che adesso qualcosa sarebbe
cambiato. Izayoi e Totosay erano dentro, e lui era uscito per prendere una
boccata d’aria, per ossigenare la mente, per riflettere.
“…”
“voglio fermarmi, almeno fino a quando non partorirà!!”
“perché? Lei puo stare a casa sua mentre noi continuiamo la nostra
ricerca!”
“no, perché potrebbe venire per ucciderla, e io non sarei con lei per
proteggerla!”
“CHE COSA?? E ryokotsusei? Lo lasci andare?”
Taisho non rispose era palese che avrebbe rimandato la vendetta, che
fosse solo una scusa?
“ti sei rammollito padre!” lo accusò fulminandolo con le sue iridi
ambrate il piccolo inuyoukai.
“tsk, tu non capirai mai certe cose!”
“io andrò avanti!” rispose Sesshomaru seguendo il sentiero che aveva
d’avanti.
“….” Taisho non provò neanche a fermarlo, sapevo benissimo che non
avrebbe obbedito, che avrebbe anche osato combattere contro di lui piuttosto che
rinunciare alla sua vendetta.
“Totosay, seguilo e fa in modo che non lo trovi!!” era un ordine che non
ammetteva repliche, aveva sentito l’odore di Totosay alle spalle e non occorreva
voltarsi per assicurarsi che era li dietro di se.
“ma se ne accorgerà!”
Neanche gli fece finire la frase che si voltò di scatto per fargli
penzolare la sfera rossa che avevano sottratto a Ryokotsusei d’avanti agli occhi
“usa questa e sarai al sicuro!”
Totosay deglutì rumorosamente poi rassegnato afferrò la sfera e se la
mise al collo.
Non aveva poi così tanta voglia di proteggere quel “damerino viziato e
violento!” come lo definiva lui.
Però per lui per il suo padrone a cui ha promesso di mettere al suo
servizio persino la propria vita lo avrebbe fatto. Si ricordava benissimo il
perché della sua devozione per lui e non lo avrebbe dimenticato mai
più.
*******
Totosay si stringeva il più possibile facendosi piccolo piccolo, per non
farsi vedere dentro un enorme tronco, c’era un demone che voleva ucciderlo, un
demone dalla pelle giallastra, un demone serpente, che con aria selvaggia
cercava con gli occhi intorno a sé.
“Totosay non potrai sfuggirmi per sempre, se non mi obbedisci ti
ammazzo!” fece qualche passò lento e poi sorrise sadicamente.
Totosay cercava di non respirare e aveva paura che lo trovasse il cuore
gli batteva talmente forte che se quel demone lo sentiva erano guai.
STOMP, crack il suono di albero abbattuto spaventò Totosay, strinse gli
occhi e quando li aprì su di se non aveva più il legno che lo nascondeva, sbarrò
gli occhi terrorizzato.
Il demone lo afferrò per la gola e lo sollevò in alto con un solo
braccio, quel maledetto era davvero forte. “ti ho detto che devi costruirmi
un’arma o userò le tue ossa per costruirmi dei stuzzicadenti!”
Totosay lo guardò negli occhi, gialli anche loro, uno sguardo freddo e
minaccioso,
il demone si stava specchiando nei bulbi oculari sbarrati e terrorizzati
del demone, godeva nel vedere la paura che suscitava.
“io..iough!” Totosay non riusciva a parlare la mano stringeva troppo al
collo e gli mancava l’aria.
Il demone lo scaraventò a terra con violenza.
Totosay si massaggiava il collo e tossiva, poi si sollevò
dolorante.
“io non ti costruirò mai un’arma sei già forte così come sei!!” si
sorprese che nonostante le gambe tremassero riuscì a dirglielo ugualmente senza
farsi prendere dal terrore, non poteva costruire un arma a quel demone, avrebbe
solo portato il caos, e non poteva permettere che ciò accadesse.
Il demone assottigliò gli occhi in un espressione rabbiosa. E dopo due
secondi Totosay si ritrovò sbalzato in aria, ne era certo adesso lo avrebbe
ucciso.
Atterrò sbattendo con violenza sulla terra, e neanche fece in tempo a
finire la caduta che un calcio potente lo fece scaraventare contro un albero
spezzandolo.
“uccidimi, perché te l’ho detto non ti farò una spada!”
Il demone lo afferrò di nuovo per il collo e gli fece aderire la schiena
contro il tronco di un albero, lo guardava dal basso, “come vuoi!” disse il
demone e la sua mano prese la rincorsa sfoderando i suoi affilati artigli.
Totosay chiuse gli occhi rassegnandosi a morte certa.
“UGH!”
Totosay si sorprese nel vedere che stava ancora bene, aprì gli occhi e
dietro al suo nemico vide un uomo anzi no un demone dai lunghi capelli argentati
legati in una coda da cavallo, che teneva ferma la mano giallastra. Totosay non
aveva mai visto un demone così attraente come lui, di solito erano brutti con
sembianze quasi animalesche.
“lascialo andare!” disse il demone albino, le sue iridi ambrate erano
socchiuse minacciose, e la presa era salda, e il suo tono era freddo.
Strinse di più la presa, e il demone lasciò Totosay, e urlando si teneva
il polso, si era rotto.
“chi cazzo sei? Cosa vuoi??” Taisho non rispondeva ma lo guardava con
aria superiore.
Il serpentone ringhiò dalla rabbia e si avventò contro lo sconosciuto,
che schivò con noncuranza l’attacco, e con una gomitata sulla schiena lo aveva
battuto.
Totosay non credeva ai suoi occhi, il demone serpente era davvero
potente, ma il suo salvatore sembrava 100 volte più forte.
“Tsk, dovranno passare almeno altri 100 anni prima che uno come te possa
sconfiggermi!”
Il serpentone da vero vigliacco lo attaccò alle spalle, una mossa davvero
stupida perché gli costò la vita.
“chi siete, perché mi avete salvato?” chiese Totosay che era ancora a
terra che guardava con stupore l’uomo che aveva d’avanti.
“senti non è che hai visto in giro una bella demone dai capelli
argentati, la donna più bella che tu abbia mai visto??!”
“no,mi dispiace!” rispose un po perplesso.
Poi si alzò tutto imbarazzato e si inginocchiò d’avanti a lui. “non so
davvero come ringraziarla!”
“ma che fai? Alzati, non è il caso di inginocchiarti!!”
“posso sapere il suo nome?”
Taisho titubò un attimo “Taisho!”
Non aveva sentito male lui era davvero il leggendario Taisho, il
guerriero più potente di cui si sia sentito parlare, adesso capiva perché aveva
battuto quella feccia in due minuti.
“è un vero onore conoscerla, signore!!”
“ma figurati, ma perché quel coso lì ti minacciava?”
Incredibile lui lo aveva aiutato senza nessun interesse, non sapeva se
era incredibilmente coraggioso o se era incredibilmente incosciente.
“io sono Totosay il più grande maestro di armi,quello voleva costringermi
a costruirgliene una!”
“oh bhe allora ho fatto bene ad ucciderlo, odio i prepotenti!”
Fu in quel istante che Totosay prese la sua decisione lo avrebbe servito
per il resto della sua vita.
Continua….
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Capitolo 18 *** I guai non vengono mai da soli ***
yjhdkfl
I guai non vengono mai da soli
“guarda, guarda!” disse con entusiasmo Izayoi, scoprendosi la pancia
che ormai era gonfia quanto un anguria. Afferrò la mano di Taisho e gliela fece
poggiare sul ventre, dopo due secondi senti come una spinta da dentro la pancia:
Inuyasha scalciava.
Taisho spalancò la bocca in un espressione estasiata, “diventerà
forte!”
“hai già deciso come chiamarlo?” chiese lei amorevole.
“si ci ho pensato un po su!”
Izayoi attendeva curiosa la risposta.
“Inuyasha!”
“Inuyasha!” mormorò Izayoi accarezzandosi la pancia, come se quel
nome lo stesse memorizzando nel suo cuore.
“Izayoi devo parlarti seriamente, in questo periodo sei rimasta con
me perché dovevo proteggerti, ma ormai il tempo è quasi arrivato, e tu hai
bisogno di essere aiutata da donne per il parto. Ma non posso portarti a casa di
tuo padre, perché sono sicuro che lui verrebbe da voi per ucciderti, e non
risparmierebbe nessuno, quindi dovrò portarti da qualche altra parte. c’è una
sacerdotessa dai grandi poteri, rimarrai con lei finchè non metterai al mondo
nostro figlio!”
“io rimanere lì? E tu?”
“io non posso stare lì perché per proteggerti lei alzerà una specie
di barriera anti-spettro e io non posso avvicinarmi!”
“che cosa? No io non voglio separarmi da te!” Izayoi si sentiva come
se gli stesse dicendo addio.
“non essere sciocca!”
“ma io voglio che tu sia presente quando nascerà, voglio averti
vicino!”
Taisho sorrise amorevolmente poggiò la sua mano sulla sua guancia,
poi si avvicinò per baciarla.
“non temere sarò li con te per quel giorno!”
Izayoi gli prese la mano e se la portò alle labbra, gli diede un
casto bacio, pieno di amore. Non se la sentiva di ribattere, lui aveva
rinunciato alla vendetta per stare assieme a lei.
“d’accordo, andiamo dalla sacerdotessa!”
Il loro discorso fu interrotto dall’entrata brusca di qualcuno che
spavento anche Taisho.
“mio signore, presto deve venire con me!”
Era Totosay, e il suo arrivo non presagiva niente di
buono.
“che succede?” chiese allarmato Taisho.
“Sesshomaru, è in pericolo!” rispose preoccupato.
“datti una calmata spiegati meglio!”
“mi perdoni signore, ma non sono riuscito a fermarlo, Sesshomaru sta
combattendo con Ryokotsusei!”
“COSA!?” chiesero in coro Taisho e Izayoi.
Taisho non sapeva cosa fare, doveva accompagnare lei, ma suo figlio
era in pericolo,e lo aveva trovato.
“vai Taichan!”
Izayoi non sapeva nemmeno dove aveva trovato la forza per dirlo,
Ryokotsusei era potente e combattere contro di lui poteva essere
fatale.
“vai, non permettere che uccida tuo figlio, io me la caverò, mi farò
accompagnare da un tuo servo!”
Taisho annuì e assieme a Totosay uscirono di corsa.
Sesshomaru lo aveva trovato, come diavolo aveva fatto? E Totosay non
è stato capace di proteggerlo.
Alla punizione di Totosay ci avrebbe pensato poi. Adesso doveva
cercare di calmarsi di non farsi prendere dalla rabbia.
“UFF!” Izayoi sospirò guardandosi indietro, osservando ormai da
lontano il palazzo in cui viveva con il suo uomo, anzi demone.
I servi erano in pochi, Taisho odiava essere servito e riverito come
un re. Il servo aveva insistito che lei si facesse il viaggio su una portantina,
ma aveva rifiutato categoricamente, alla fine si procurarono un carretto, e si
misero in viaggio.
Dopo un’oretta di viaggio arrivarono nelle vicinanze di un tempio
modesto.
Izayoi scese con movimenti impacciati a causa del pancione, fu
subito raggiunta da dei ragazzini che la circondarono “Ciao, chi sei?”
chiedevano, e ammiravano il pancione della donna.
“posso toccare? Come si chiama? Quando nasce?”
I bambini erano 4 e avevano già preso in simpatia la
principessa.
Izayoi sorrise da quando era incinta adorava i bambini e li avrebbe
abbracciati tutti stretti per coccolarli. Prese la mano di una bambina aveva
grandi occhi neri e i capelli un po arruffati, gliela fece poggiar sulla pancia
“lo senti? Sta scalciando!” la bimba spalancò la bocca sorridendo .
“anch’io anch’io!” cominciarono a urlare in
coro.
“ad uno a uno!” disse sorridendo, e accarezzando la testa ad un
bimbo che somigliava un po a Sesshomaru ma con i capelli scuri. Era preoccupata
per quel piccolo demone orgoglioso.
“ti stavo aspettando!” dalla porta del tempietto apparve una donna
dai lunghi capelli castani, aveva addosso il tipico kimono delle sacerdotesse
con ampi pantaloni rossi e la casacca bianca.
Ma la cosa strana era che quella sacerdotessa aveva anche una spada
legata ai fianchi.
“oh salve, io sono Izayoi!”
La sacerdotessa sorrise cordiale “io sono Yuki, vieni accomodati,
devi essere stanca per il lungo viaggio!”
Izayoi si chinò per ringraziarla e poi oltrepassò la
soglia.
“come avete conosciuto Taisho??” chiese Izayoi sorseggiando la
bevanda che aveva preparato la sacerdotessa. Yuki sorrise, ricordava che non
aveva avuto un bel ricordo del loro primo incontro.
“diciamo che lo stavo ammazzando quando l’ho visto la prima
volta!”
Izayoi sgranò gli occhi sorpresa e perplessa.
“avevo frainteso le sue azioni, ricordo che aveva sotto il braccio
uno dei miei bambini che piangeva, aveva quel viso da spaccone e notai subito la
sua natura di demone, gli lanciai contro un incantesimo che lo immobilizzò,
quando il piccolo si allontanò da lui, lo stavo per attaccare con la mia spada,
dovevo proteggere gli orfanelli che vivono con me. Sato mi fermò ancora con la
faccia rigata dalle lacrime e mi disse che lo aveva salvato da un pericoloso
orco che lo stava per divorare!”
“scommetto che quando lo hai liberato ti ha preso per un’idiota
impulsiva vero?” sorrise Izayoi.
“si, è un tipo che prende subito confidenza^^’’!”
Izayoi fece una strana espressione, ricordandosi il suo primo
incontro, era un misto tra perplessità e rassegnazione. U__U’’
Aveva ragione anche con lei aveva preso un po troppa confidenza
la prima volta che si videro.
“quello che portate in grembo è suo figlio?” chiese Yuki.
“si è il nostro primo figlio!”
Gli occhi di Yuki si velarono di tristezza, lei portava in grembo un
mezzo demone, e sapeva che il piccolo che sarebbe venuto al mondo avrebbe avuto
una vita molto difficile.
“dovrai essere molto forte per tuo figlio, non sarà facile crescere
il figlio di un demone!” disse abbassando lo sguardo, il tono della sua voce era
terribilmente triste.
“come mai tenete una spada?” chiese Izayoi per cambiare argomento,
aveva notato la tristezza della donna e non voleva infierire.
“beh purtroppo non sono solo i demoni a essere pericolosi ma anche
gli uomini, la tengo per difendere il mio tempio!”
Le due donne chiacchierarono del più e del meno e fecero amicizia,
entrambi si stimavano, si raccontarono come vivevano e alcune vicende del
passato omettendo cose spiacevoli.
Arrivò quasi subito la sera e i bambini si coricarono nei loro
rispettivi letti.
Yuki uscì dal tempio sempre con quel aria triste, Izayoi la seguì
con gli occhi, aveva raccolto dei fiori e si stava dirigendo verso un giardino
nelle vicinanze. La principessa era troppo curiosa così la seguì.
Yuki si inginocchiò di fronte ad una lapide e pregava
silenziosamente.
“era un orfanello?” la voce di Izayoi distrasse Yuki. Si sollevò in
piedi e la guardò negli occhi, i suoi occhi era terribilmente tristi e
lucidi.
“si lui era un mezzodemone, quando nacque la madre morì, il padre
che era un demone lo disprezzava perché era un mezzosangue e lo cacciò, lo presi
in casa mia, perché sua madre era mia sorella!”
La voce della donna tremava e a fatica riusciva a trattenere le
lacrime.
“è stata ucciso dagli uomini del villaggio!” Yuki si coprì il viso
con entrambi le mani e singhiozzò
“dicevano che era pericoloso perché aveva in corpo il sangue di un
demone!”
Izayoi provò a consolarla accarezzando la schiena con la mano, non
sapeva che dire era terribile, Yuki aveva deciso di dirglielo perché voleva che
sapesse a cosa andava incontro, ma il dolore era ancora troppo forte per
dirglielo serenamente.
“io non sono riuscita a difenderlo, lo hanno ucciso d’avanti ai miei
occhi!”
Izayoi l’abbraccio e senza volerlo anche lei si ritrovò a
piangere.
“è per questo che ho imparato a combattere, me lo ha insegnato
Taisho, e gliene sarò riconoscente per sempre!”
Yuki si asciugò le lacrime, poi si voltò verso Izayoi e le sorrise
dolcemente, la principessa le ispirò tanta tenerezza, senza neanche conoscerla
aveva condiviso il suo dolore, aveva pianto per lei e il suo nipotino che non
c’era più.
“scusami, non dovresti rattristrarti fa male al bambino!”
Un rumore proveniente da poco lontano fece voltare le due donne
allarmate.
Dagli alberi vicini sbucò fuori un demone, ringhiava e aveva la bava
alla bocca, aveva fame.
Studiò per un po le due donne, sembravano appetitose ai suoi
occhi.
Yuki prese immediatamente in mano un rosario, “rimani qui vicina
qualsiasi cosa succede non ti allontanare da me!” disse seria la
sacerdotessa.
Unì i palmi delle mani e socchiuse gli occhi. Intanto il demone
prese la rincorsa e saltò avventandosi sulle donne, Izayoi chiuse gli occhi per
lo spavento, e il demone sembrò che andasse a urtare contro qualcosa di
invisibile, con stupore Izayoi notò che intorno a loro si era formata una specie
di cupola energetica che fungeva da barriera.
Poi Yuki fece dei movimenti con le mani e una strana luce circondò
il demone, che poco dopo morì.
Izayoi non credeva ai suo occhi Yuki era davvero potente i suoi
poteri erano immensi.
“i-incredibile!” affermò la principessa.
“forza torniamo dentro è più sicuro!”
Di nuovo un altro rumore le fece voltare, erano dei rumori
metallici, in lontananza videro un samurai che si avvicinava
correndo.
Yuki si fermò voleva vedere chi fosse, era troppo lontano per poter
vedere i tratti del viso, poco dopo, la sua espressione diventò gioiosa e si
mise a correre verso quel samurai.
“Yuki-san cosa fate?”
“Fratellone!” esclamò Yuki gettandosi tra le braccia di quel
samurai, per la foga caddero all’indietro.
“Ahi Yuki, lo sai che l’armatura è pesante, non mi stare
addosso!”
Dopo i combenevoli Yuki, fece accomodare l’uomo in casa.
Izayoi li seguì poco dopo, “ho sentito dire in giro che c’era un
pericoloso demone che vagava nei boschi e attaccava i villaggi, così sono
venuto!” disse l’uomo, mentre si toglieva l’elmo.
Dopo aver la visuale libera, notò la principessa.
“Izayoi??” chiese stupito.
“Takemaru??che sorpresa!^^”
Il ragazzo si stupì ancora di più quando vide il pancione, non
avrebbe mai voluto vederla in quelle condizioni, quando gli dissero che lei era
fuggita di casa per andare a vivere con un demone aveva sofferto perché aveva
una cotta per lei. Gli venne una gran rabbia e il suo viso non era per niente
amichevole, e Izayoi si sentì per un momento in colpa, a lui aveva detto che non
si voleva sposare, ma poi era andata a vivere assieme ad un demone.
“vedo che stai bene, torno a casa!” disse rivolgendosi a sua
sorella.
“ma sei scemo è già notte tu non ti muovi da qui!”
Yuki aveva notato la tensione così se lo portò in disparte per
parlarci.
“ma che hai?perchè sei arrabbiato?”
“quella donna è la famosa principessa di cui sono innamorato,
ricordi la proposta di matrimonio?”
“non fare il ragazzino lei aveva rifiutato fin dall’inizio, non vedo
cosa pretendi da lei adesso!”
“beh vado via non voglio rimanere accanto a lei, o va via lei o io!”
disse duro
“non dire sciocchezze, io sto ricambiando il favore ad una persona,
non posso mica cacciarla in quelle condizioni poi, dai non fare il bambino, non
hai nessun diritto di comportarti così!”
Takemaru guardò Izayoi aveva l’aria dispiaciuta, era ancora più
bella di come se la ricordava.
Si grattò nervosamente la testa, poi pensò che se era lì da sola
doveva essere successo qualcosa, e gli venne la voglia di saperlo.
“uff, hai ragione!” sorpassò la sorella e andò verso Izayoi, le
avrebbe chiesto scusa.
“scusami!” lo anticipò Izayoi, “so che non sono stata molto leale
con te, avrei dovuto dirtelo ma sono successe talmente tante cose che…insomma
spero che puoi perdonarmi^^”
“si scusami tu mi sono comportato male!”
Sorrisero entrambi amichevolmente, poi Izayoi gli pose la mano
“amici?”
Lui la strinse “si certo!”
Fece pace ma dentro di se stava morendo dalla gelosia, insomma gli
avevano soffiato la donna, eppure mica era brutto o povero, c’erano milioni di
ragazze disposte a fare pazzie per lui, ma a lui interessava solo
lei.
“AHI!” Izayoi si sentì bagnare i piedi, e un forte dolore alla
pancia la fece inginocchiare.
“oddio, è già ora??” esclamò preoccupata Yuki.
“NO!” disse a denti stretti
Izayoi, non voleva che accadesse adesso, lui non avrebbe mai fatto in
tempo per raggiungerla.
“no ugh maledizione perché??non adesso!!” diceva mentre si teneva la
pancia, ma il piccolo Inuyasha spingeva per nascere, per vedere la
luce.
Continua….
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Capitolo 19 *** la resa dei conti ***
yjhdkfl
Salve a tutti volevo chiedervi scusa per
questa storia scritta in modo pessimo. non avevo voglia di stare a risistemarla
tutta. l'avevo scritta tempo fà, (forse quache anno) da allora sono migliorata
parecchio. Ma questa storia era piaciuta così tanto che avevo deciso di
pubblicarla anche qui.
Ringrazio tutti voi che mi avete sostenuto e
che avete letto nonostante gli enormi errori e lo stile acerbo. Purtroppo sono
più portata a disegnare fumetti che a scrivere, ma non avendo il tempo
necessario per rappresentarla su carta avevo deciso di condividere le mie idee
sotto forma di fanfiction.
grazie a tutti adesso vi lascio alla lettura.
La resa dei conti
Totosay respirava già a fatica, mentre il suo padrone era fresco come una
rosa, emanava una forte aura spettrale, Totosay si chiedeva se lo facesse
apposta.
Taisho non era affatto tranquillo, suo figlio era in pericolo, la sua
donna viaggiava da sola, e per giunta con il pancione, e oltretutto aveva un
brutto presentimento.
Taisho e Totosay attraversarono saltando dei campi di riso con facilità.
Attraversarono il bosco, e arrivarono ad un dirupo, non tanto profondo, dalla
voragine arrivò della polvere mista a energia spettrale e aura velenosa. non
c’erano dubbi l’odore di sangue era quello di Sesshomaru.
Senza neanche pensarci saltò giù nel dirupo tra la polvere, atterrò dopo
due secondi, Totosay lo seguì, ma al contrario di Taisho che arrivò dopo una
capriola elegante, lui ruzzolò lungo la parete e atterrò con il viso sulla
terra.
Sesshomaru aveva sentito una costola che si incrinava con l’impatto della
caduta col terreno, sputò sangue ad un misto di saliva. Era caduto supino, “tsk,
dovranno passare almeno altri 100 anni prima che tu possa battermi moccioso!”
disse spavaldo Ryokotsusei.
Sesshomaru per un paio di secondi non si mosse, il dragone si preparò
all’attacco finale, piegò le ginocchia, e sfoderò gli artigli, che brillarono
fiochi con la luce della luna che puntava su di loro, la luna era piena, e
illuminava la radura.
Ryo vide che il suo avversario tremolava, il suo petto sussultava,
“ha ha ha ha!” rideva!! quel moccioso era a terra in agonia e rideva??
Ryo strinse i denti, quell’atteggiamento che aveva il demone albino era uguale a
quello di suo padre, erano identici, forse Sesshomaru era più crudele, ma per il
resto erano uguali. E questo lo innervosiva ulteriormente
“è un peccato che tu sia il mio nemico, mi sarei divertito un mondo a
giocare con te!” disse Sesshomaru sollevandosi da terra, era elettrizzato,
nessuno era mai stato capace di farlo sanguinare di fargli sentire il dolore,
voleva sconfiggerlo, perché ciò significava sconfiggere suo padre, essere
superiore a lui. Si leccò l’angolo della bocca, sangue, gli capitava davvero
raramente di sentirne il sapore, anzi forse in tutta la sua vita, questa era la
seconda volta.
Sesshomaru allargò le gambe piegandosi leggermente e tese le mani verso
il suo nemico in una tipica posizione da Kung-Fu, poi con fare da spaccone gira
il pugno verso l’alto e con due dita fa cenno al suo avversario di farsi sotto
(KYAA, ve la immaginate sta scena con lui da adulto^O^ troppo fico)
“adesso ti faccio passare io la voglia di sorridere!” minacciò il dragone
che partì con una serie di pugni per attaccarlo, Sesshomaru ne schivò un paio,
ma poi fu colpito con un calcio potente che lo fece strisciare al suolo per
alcuni metri. Questa volta aveva fatto davvero male, aveva aggiunto al calcio
anche la sua aura maligna, e adesso sentiva che le forze gli venivano meno,
mentre cercava di rialzarsi, Ryokotsusei si avvicinava minaccioso a lui, che
tentennava con le braccia non riusciva ad alzarsi.
Il dragone lo fece voltare con un calcio, voleva vederlo in viso mentre
gli toglieva la vita.
Lo afferrò per la giugulare e fece affluire del veleno sui suoi artigli.
Sesshomaru sbarrò gli occhi dal terrore, lo stavano per uccidere e non aveva le
forze per difendersi, si sentiva piombare in un incubo senza via di uscita. Vide
la sua immagine riflessa nei suoi occhi, e notò il suo sorriso
sadico.
Tunf.
Fu una questione di attimi, Sesshomaru vide che il viso dl dragone si
stava deformando, e poi si sentì afferrare per il colletto del kimono, poi vide
un pugno chiuso sul quale c’erano due striature rosa come i suoi.
Ryokotsusei perse l’equilibrio cadendo a qualche metro più a
destra.
Si sollevò subito impaurito “ma che cazzo è stato!?” si chiese mentre si
girava. Era lui.
Taisho era in piedi fiero d’avanti a suo figlio, il vento sollevò la sua
chioma argentata, facendola danzare attorno al suo corpo. Il suo sguardo era
minaccioso ma maledettamente affascinante.*ç*
No non avrebbe dovuto osare a fare del male a suo figlio, vedere
Sesshomaru così debole e pieno di sangue gli tolse ogni dubbio, e la rabbia e il
desiderio di vendetta che si era assopito per un po, tornò prepotente nel suo
cuore.
Sesshomaru riuscì soltanto a bisbigliare “voglio ammazzarlo anch’io!” poi
perse i sensi.
Taisho lo prese in braccio e lo passò a Totosay.
“fra poco ci sarà il terremoto in questa valle, perciò porta il più lontano possibile mio
figlio!”
Totosay osservò il ragazzino che aveva tra le braccia e si immedesimò in
lui, sapeva che si sarebbe arrabbiato, sapeva che se lo avrebbe fatto lo odierà
per il resto della sua vita, se era lui in quella situazione, sicuramente
avrebbe preteso di essere lui, la mano vendicatrice che avrebbe ucciso il
nemico.
Totosay si chinò leggermente e poi corse via.
Ryokotsusei e Taisho rimasero soli a studiarsi, Taisho si muoveva
lentamente senza togliere gli occhi dal dragone, e Ryokotsusei stava sul punto
opposto muovendosi in direzioni opposte a quelle di Taisho come a voler stare il
più lontano possibile da lui.
Sentiva il cuore che gli batteva forte, quello sguardo pieno di odio, che
aveva Taisho lo faceva rabbrividire, come erano cambiate le cose in questi
ultimi 5 anni, come era cambiato il suo sguardo, tanto meglio almeno non lo
vedeva come un amico, adesso i suoi sentimenti per lui erano più forti e questo
gli bastava, almeno adesso pensava di più a lui.
Taisho strinse i pugni e poi in un balzo atterrò proprio d’avanti a lui
per sferrargli un potente pugno sul viso, Ryokotsusei lo schivò.
Taisho sentì il suo odore di sangue, fece una capriola per allontanarsi
da lui, si mise in posizione di guardia, e sorrise fiero, Sesshomaru lo aveva
ferito, era migliorato tanto come diceva.
Ryokotsusei lo attaccò.
“dimmi ha già partorito la tua donna?” chiese il dragone assottigliando
gli occhi.
“Cosa?!” come diavolo faceva Ryokotsusei a sapere una cosa simile? Eppure
era stato attento. Ma a quanto pare non troppo. Come in una visione gli venne in
mente quello strano demone che li serviva, aveva le scaglie sul corpo, e
stranamente ogni settimana andava via dal palazzo, diceva che andava verso la
sua famiglia, ma evidentemente mentiva. Quello era una spia.
Gli occhi di Taisho si spalancarono terrorizzati, l’avrebbero uccisa di
sicuro. Senza neanche pensarci e pieno di paura per lei, si voltò e cominciò a
correre indietro verso la casa di Yuki.
“EH NO, adesso sei qui con me, no puoi ignorarmi!” ringhiò Ryokotsusei
saltandogli d’avanti, e sferrandogli un pugno, Taisho cadde a terra.
Ryokotsusei alzò il braccio verso il cielo e poi schioccò le dita ridendo
sadicamente.
“Una maledizione!!” esclamò preoccupato Taisho.
“Su su, respira, respira!” Yuki cercava di fargli vedere come fare mentre
le teneva le mani.
Poi con l’altra mano chiamò suo fratello, “Aiutami Takemaru!”
“ma io, io!” Takemaru era confuso non sapeva dove mettere le
mani.
“stalle accanto io vado a prender il necessario!”
Izayoi era sudata e stringeva i denti per il dolore “NGH!!” aveva le
lacrime agli occhi, ma non era per il dolore, sicuramente era perché lui non era
lì, come aveva promesso.
Yuki arrivò piena di oggetti, aveva forbici acqua, garze, asciugamani, e
un amuleto, poggiò le cose a terra, fece sdraiare Izayoi.
“Su su, fatti forza, ci sono io!” diceva Yuki.
Le alzò la gonna per poter vedere a che punto fosse. “dai spingi!” disse
Yuki.
Izayoi si poggiò sui gomiti, e si preparò a spingere.
THOMP!!
Izayoi non capì subito cosa era successo, ma vicino a lei cadde svenuta
Yuki.
Panico si stava facendo prendere dal panico come avrebbe fatto da
sola?
Si girò verso Takemaru. E non capì che stava succedendo?
Takemaru aveva un’aria strana, le sue pupille erano scomparse e il viso
era diventato inespressivo come una maschera. Sguainò la sua spada, e si sollevò
in piedi, abbassò lo sguardo su Izayoi, sollevò la spada sopra la
testa.
“NOOOOO!” urlò Izayoi, che diavolo stava succedendo, perché voleva
ucciderla??
Taisho si sollevò asciugandosi il labbro dal sangue.
“NON TI PERDONERÒ MAI!!” urlò furioso, lanciandosi all’attacco, i suoi
occhi diventarono rossi, le zanne aumentarono di volume, il suo corpo aumentò di
volume, diventando un enorme demone cane, dalla doppia coda.
Ryokotsusei non potè fare a meno, anche lui si trasformò, i suoi occhi
diventarono rossi, il viso si allungava, trasformandosi in un enorme drago, con
una maschera sulla fronte.
Adesso cominciava la vera battaglia, adesso avrebbero combattuto fino a
quando uno dei due non morisse, fino a quando la morte non avrebbe chiamato uno
dei due.
“NOOO!” urlò Izayoi, come faceva a difendere il bambino in quelle
condizioni??
Takemaru prese la rincorsa con le mani, per poi scendere rapide verso il
corpo di Izayoi.
Istintivamente Izayoi chiuse gli occhi, ma non voleva morire non adesso
che aveva appena iniziato ad essere felice.
“AAAHH!”
Takemaru urlava dal dolore, aveva sulla fronte una pergamena, con degli
ideogrammi, Takemaru cadde all’indietro e una strana nube nera uscì dalla sua
bocca, Yuki la tagliò con la sua spada.
“aveva una maledizione adosso!” disse Yuki mettendo un cuscino sotto la
testa del fratello.
“scusami ma ho da fare!” disse schioccandogli un bacetto sulla
fronte.
“Scusami, non mi ero accorta di questo!”
“UGH, non preoccuparti, ma fa nascere il bambino!” disse disperata, il
dolore era quasi insopportabile.
“cerca di farti forza il parto dei mezzo-demoni è molto
doloroso!”
“Oddio la testa! Si vede la testa!” urlò felice Yuki.
Dopo lunghi minuti di travaglio, Izayoi fece un urlo liberatorio, seguito
dal pianto liberatorio di un neonato. “è un maschio!” disse Yuki.
Izayoi versò calde lacrime di felicità, lui desiderava un maschietto, e
poterlo rendere felice, era davvero il massimo per lei. Dopo che Yuki lavò il
bambino glielo mise tra le braccia.
“Inuyasha, benvenuto al mondo!” disse baciandogli la testolina. Si
sorprese quando vide due orecchie canine, e i suoi pochi capelli
bianchi.
“è tutto suo padre!” disse felice. Dopo pochi minuti si
addormentò.
Yuki le accarezzò la testa dolcemente, “riposati adesso, sei stata
grande!”
Ryokostsuei riuscì a colpire Taisho ferendolo gravemente, aveva una
brutta ferita sull’addome e altre ferite lungo il corpo, Ryokotsusei invece
aveva poche ferite, aveva fatto degli strani incantesimi che avevano rinforzato
la sua pelle, ma nonostante ciò era molto stanco.
Taisho cadde a terra una nube lo circondò ritrasformandolo in forma
umana, in quel modo sperava di poter recuperare le forze.
Ryokotsusei si trasformò a sua volta, e lo raggiunse. Lo afferrò per il
colletto sollevandolo da terra.
Costringendolo a mettersi in piedi.
“quanto hai sofferto, in questi anni?” chiese afferrandogli il viso per
costringerlo a guardarlo in viso.
Taisho gli sputò in faccia, per il nervoso: gli faceva schifo,
“così ti ho profumato un po’!mi davi la nausea!” rispose.
Ryokotsusei gli diede uno schiaffo “Guardami negli occhi!”
Lo osservò attentamente scrutandogli nell’anima, e vide che soffrì molto
anche più di lui.
“Perché, ti sei fatto divorare l’anima? Io ti stimavo, io ti consideravo
un frate…!!!!!??”
Ryokotsusei non lo fece parlare gli tappò la bocca con le sue labbra.
Taisho sentì la lingua guizzargli in bocca. Taisho non ci capiva più nulla, che
diavolo stava facendo? Gli stava forse facendo una maledizione??
ZACK
Taisho lo trafisse con i suoi artigli. Poi lo spinse verso la parete di
roccia. Si strappò via una zanna, che si ingigantì nella sua mano, lo imprigionò
conficcandogli la zanna in corpo, gli lanciò un incantesimo per imprigionarlo.
Ryokotsusei sorrise, e a Taisho gli venne un colpo, aveva lo stesso sguardo, di
un tempo di quando si chiamavano fratelli.
“moriremo assieme!” disse Ryo. Il suo corpo venne circondato da una nube
lattea, che lo fece trasformare nel gigantesco drago, chiuse gli occhi
sussurrando “Ti amo, fratello!”
Taisho rimase scioccato, aveva pensato che lui amasse Shukumei! Ecco cosa
gli ha divorato l’anima: la folle gelosia!!
Continua……
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