I believe in magic

di golden memories
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** capitolo 3. ***



Capitolo 1
*** capitolo 1. ***


Image and video hosting by TinyPic                                                                    capitolo 1.

-Stai attenta alle ortiche , ai cani e tieni ben stretti i soldi che ti ho dato! Non farti sgridare
troppo da tua zia capito Josephine?- Disse la Signora Holden all’odorata figlia Josephine.
Quest’ultima doveva partire, il padre era stato chiamato al fronte e lei era stata mandata in
campagna dalla zia per i due mesi successivi .
-Si, si madre, Jo soltanto Jo- Le ricordò Jo mentre la madre le aggiustava il colletto della
 camicetta a righe.         
-Mi mancherai tesoro-
-Anche tu mi mancherai madre- La Signora lasciò la figlia salire sul treno ingrigito dal tempo.
La ragazza si affacciò all’entrata del vagone a destra, un signore si offrì di portarle la valige fino
alla prima cabina libera, l’uomo si congedò con un cenno del capo accompagnato da un
grande sorriso. Finalmente Jo era sola, si prese un po’ di tempo per guardarsi intorno, la
cabina era piccola dei colori rame e bronzo, i sedili erano rivestiti da un cuscinetto di pelle
 rossa e le rifiniture di porte a finestre erano in legno intagliato. Era sicuramente un bel treno,
si convinse Jo, perché ci avrebbe passato l’intera giornata.
Si affaccio dal finestrino per vedere la madre che se stava li vicino al treno con gli occhi
imperlati dalle lacrime –Non vi rattristate sarò di ritorno prima che voi riusciate a dire guerra-
La consolò una volta si fu avvicinata –C’è una cosa che ho dimenticato di dirti cara- Cominciò
la madre appena il treno cominciava a partire –C’è un Signore che abita vicino tua zia, ha un
nipote che alloggerà l’ha durante l’estate, non sarebbe male avere un promesso sposo in
 questi tempi duri- Il treno cominciò a muoversi –Non fare della nostra separazione un motivo
per maritarmi,madre. Quando sarò pronta lo farò- Il treno ormai era in corsa le due si
salutarono ondeggiando tradizionalmente il fazzolettino bianco al vento. Una volta fuori dalla
stazione Jo si poté sedere senza seguire nessuna regola di educazione con un tonfo goffo ma
necessario per sottolineare il suo risentimento non aver accettato di partire lontano dalle
sorelle, fu il rumore del vetro che sbatteva a distrarla dai suoi pensieri –E’ permesso? Mi spiace
recarle disturbo ma sono tutte occupate le altre cabine potrei farti compagnia?- Era un giovane
alto con la pelle candida e gli occhi chiari i capelli scuri scompigliati. La ragazza rispose con un
cenno di assenso, dopo essersi seduto il giovane non perse tempo nel tentare di conversare
con la sua nuova compagna di viaggio – Io sono James Ghot e tu graziosa ragazza?- Il
carattere riservato di Josephine le impose di rispondere con sgarbo –Sarebbe più opportuna
che mi desse del voi Signor Ghot, io sono Josephine Holden e se non le dispiace gradirei
leggere in pace-
-Sono deciso a parlare invece-. Continuò James con un sorrisetto malizioso –Dato che
dovremo passare tutta la giornata insieme. Dove sei diretta?- Jo abbasso con riluttanza la sua
 copia di Moby Dick –Hollyshire da mia zia e voi?- Chiese sottolineando il voi. Lui rise –Cosa
c’è da ridere?! Non trovo molto divertente doversi allontanare dalla famiglia- Ruggi Jo, nei suoi
occhi comparve un velo di tristezza a quel pensiero.
-Non credo di starle molto simpatico peccato temo che ci incontreremo spesso sono diretto
proprio dove lo siete voi- Sogghignò James sempre con quel sorrisetto –Però ha ragione
separarsi dalla famiglia è doloroso-I suoi occhi si rabbuiarono –Anche lei è stato costretto dalla
guerra a lasciare qualcuno di caro?- Chiese con garbo –In realtà si, mia madre è venuta a
mancare da poco e ora sono costretto a vivera da mio zio, invece lei ho visto che salutava la
madre-

-Si, ma mi mancano le mie sorelle una è maritata, l’altra più piccola è stata mandata da un

nonno, mi mancano molto- Per molto tempo nessuno dei due parlò, non ce n’era bisogno, si
limitavano a guardarsi negli occhi con molta intensità gli occhi verdi e profondi di lei e gli
occhi celesti freddi come il ghiaccio di lui, condividevano lo stesso dolore e si capivano. Jo
poggio delicatamente la mano sulla spalla di James –Mi  dispiace averle fatto riaffiorare tristi
pensieri- Disse rammaricata –Al contrario, il dolore provato da due persone è molto meno
intenso probabilmente senza di lei ora starei piangendo- I due si sorrisero.

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Capitolo 2
*** capitolo 2. ***


                                                       capitolo 2.

Tra striduli e spruzzi di fumo il treno si fermò alla stazione di Hollyshire, Jo guardò fuori dal finestrino:
  Hollyshire era una contea piccola e umile con case basse di stampo ottocentesco per le strade bambini
e mamma camminavano con cesti di frutta sotto braccio ed ecco zia Marge seduta su una panchina
della stazione con la sua solita aria imbronciata, accanto a lei c’era un uomo dei capelli grigio scuro
vestito di tutto punto –E’ vostro zio?- Chiese Jo a James puntando il dito sul vetro, quando ebbe tirato i
bagagli annui, Josephine premette il dito più in là –Quella è mia zia invece, accanto al vostro- Una volta
scesi dal treno James si allontanò con lo zio e Josephine rimase con la zia che la guardava torva per la
poca eleganza della nipote –Sistema quei capelli, Josephine- La ragazza arrossì un poco sistemandosi i
ciuffi rossi ribelli –Mi siete mancata anche voi, zia- James nel suo angolino trattenne a stento una risata
–Incamminiamoci- Esordì la zia dopo aver attentamente studiato James che ridacchiava. Il signor Ghot
fece una goffa corsetta verso Marge chiamandola -Le piacerebbe andare insieme in carrozza?- Con aria
 altezzosa lei disse –Va bene, ma mi sentite più a mio agio se andassimo con la mia- Il Signore annui e
tutti si avviarono verso il cocchiere. Per tutto il viaggio Jo e James si guardarono furtivi cercando di non
incrociare gli sguardi degli zii, dopo parecchi imbarazzanti minuti di viaggio arrivarono alla villa di zia
Marge, una volta fuori Josephine  prese un gran respiro di aria fresca per poi portarsi le mani al cuore:
 era uno spettacolo mozzafiato il panorama più bello mai visto da Jo che era abituata alla città, James se
ne accorse e le batte una mano sulla spalla –Non credi che sia bellissimo?- Le chiese –Si!- Poi scosse il
capo e tornò seria –Ma sarebbe più opportuno che mi deste del voi- Detto questo si avvicinò alla villa
con i bagagli in mano. La villa era un enorme costruzione a due piani sui colori del marroncino e rosato
con un ampio portone di vetro al primo piano che dava sul salotto a mattonelle di marmo bianco, due
scale esterne invece collegavano il giardino con un corridoio del piano di sopra delle imponenti finestre
si intravedevano varie camere arredate diversamente –Quale sarà la mia?- Chiese Jo indicando in alto   
 –Tutto  a suo tempo non essere frettolosa mia piccola Josephine- Le rispose continuando a camminare
verso le scale esterne –Jo solo Jo- Borbottò la ragazza fino al primo scalino una volta lì la zia chiamò a
gran voce –Kate e Margaret venite presto- Due donnine minute vestite di tutto punto da cameriere si
precipitarono dalla Signora –Si Signora?- Chiesero a capo chino –Portate le valigie e la mia nipote nella
sua stanza e qualcuna la aiuti a vestirsi per il tè- Margaret accompagno la ragazza in una stanza, che
sarebbe stata sua per i restanti due mesi , con tale fretta da non lasciarle il tempo di guardarsi intorno –
C’è un vestito che piacerebbe indossare in particolare?- Chiese la domestica da dietro il separè dove Jo
si toglieva il vestito del viaggio –Qual è il tuo colore preferito Margaret?-
-Il giallo signorina-
Bene allora metterò quello giallo- Disse facendo capolino con un sorriso mentre la cameriera la porgeva
il raggiante vestito giallo di seta una volta stretti i lacci del corsetto si sedé davanti allo specchio per
farsi sistemare i capelli in una acconciatura intrecciata, semplice ma raffinata. Si guardò allo specchio i
capelli rossi creavano un bel contrasto con il vestito giallo, gli occhi color nocciola brillavano come due
pietre preziose sul viso candido. In salotto la zia si complimentò per l’abito grazioso e Jo lanciò un
sorriso a Margaret che scomparve in un angolo della stanza –Sarebbe bello avere dei bei fiori a tavola,
lasciate che li vada a prendere- Disse Josephine avvicinandosi verso l’ampio giardino. Una volta fuori,
 mentre si chinava per prendere dei fiori colorati, Jo alzò lo sguardo e vide James seduto sul muretto,
che separava i giardini, che la guardava creare composizioni floreali con il suo solito sorriso malizioso   
 –Perché mi fissate?- Chiese raccogliendo una margherita –Perché siete buffa-
-E’ per via del vestito vero? Volevo far felice la domestica- I due scoppiarono a ridere,James scese dal
muretto con un fiore rosa in mano e avvicinandosi a Jo glielo intreccio tra i capelli, Jo arrissi a tal punto
che le guance diventarono dello stesso colore dei capelli. James se ne accorse e le chiese cortesemente
se il giorno dopo le sarebbe piaciuto andare a passeggiare lungo il fiume –Perché c’è un fiume?- Chiese
lei incuriosita guardandosi intorno –Si l’ho scoperto l’estate scorsa ma ci vuole un po’ per arrivarci-
-Si mi piacerebbe venire-
-E’ un luogo incantevole potremmo anche fare un picnic-
-Sarebbe magnifico- Rispose sorridendo. La giovane si congedò con un inchino e tornò dalla zia con un
adorabile mazzo di fiori e il fiore rosa dai capelli che la zia fissò per un attimo prima di chiedere
–Ci hai messo tanto a raccogliere questi fiori-
-Ho incontrato quel giovane James, abbiamo parlato un po’-
-Non mi piace che lo chiami già “James” preferirei che lo chiamassi Signorino Ghot, e che vi siete detti?-
Jo stava cercando le parole per spiegare alla zia del picnic ma dopo qualche minuto di silenzio che
incuriosì la Signora, Jo decise di non dirle niente per il momento –Niente di particolare zia abbiamo solo chiacchierato-
 
-Mmmh sarà. Ora vai a coricarti la colazione è alle sette non tardare-
Il mattino seguente Josephine si svegliò alle sei e chiamò la domestica Kate per farsi preparare un
bagno alle erbe, finito il bagno trovò già preparati un vestito di seta azzurra e delle scarpe basse, dalla
finestra che dava sul giardino destro (quello in comune con i Ghot) vide James che si infilava una
camicia bianca. ‘E’ un bel ragazzo’ pensò Jo, infatti il bel fisico era solo una parte della bellezza del
ragazzo perché erano la gentilezza e la simpatia che lo rendevano meraviglioso ‘E quel sorriso, gli occhi
così profondi..- La porta che bussava fece tornare Josephine alla realtà non era appropriato che una
ragazza pensasse così ad un giovane che neanche conosceva –Vostra zia vi aspetta per la colazione-   
-Buongiorno zia- Disse Jo con un inchino elegante una volta entrata nel Salotto da pranzo, la colazione
si teneva su un’enorme tavola da pranzo piana di fiori e prelibatezze che lasciavano appena intravedere
il legno leccato di cui era formato. Mentre la zia mangiava un’enorme tazza di porridge Josephine
cercava le parole per spiegarle del picnic con James –Ricordi il giovane.. Signorino Ghot?- Cominciò
prendendo un biscotto con gocce di cioccolato –Si..-
-Ecco ieri quando l’ho incontrato in giardino.. mi ha chiesto se andavamo insieme a fare un picnic-
-Ma dove?- La ragazza decise di omettere la faccenda del fiume pensando che James non volesse che si
sapesse –Sulle colline non andrei mai troppo lontano zia- La zia la guardò seria e esordì –Va bene
perché mi fido del tuo buon senso-
-Grazie mille zia non vi deluderò- Fece nuovamente un inchino e scappo fuori. James era li che la
aspettava con la camicia bianca alla quella vista a Jo scappò un sorrisetto –Che c’è’- Domandò lui  
–Niente niente andiamo?-
-Si permette?- Chiese James porgendole il braccio, e i due si incamminarono verso i boschi appena
dietro le due ville.

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Capitolo 3
*** capitolo 3. ***


Capitolo 3. Image and video hosting by TinyPic

Camminarono James avanti e Josephine dietro per una ventina di minuti -Ci siamo quasi- disse James prendendole la mano, esitò per un attimo ma poi la strinse forte quando vide quel meraviglioso spettacolo. Un rivo sgorgava lentamente da una cascata bassa,l'acqua era trasparente come le ali delle libellule che vi ronzavano appena sopra, gli alberi coprivano il cielo con le loro folte chiome lasciando passare solo qualche raggio che faceva brillare le pietre umide sul limitare del fiumiciattolo creando giochi di luce iridei. Era un luogo bellissimo, quasi troppo bello, magico. -E' meraviglioso- Esclamò Jo lasciando la mano del ragazzo per guardanzi intorno, camminava avanti e indietro esclamando dei  'oh' e 'aah'
-Guarda qui- Disse James in piedi su una pietra al centro del fiumiciattolo, Jo si avvicinò dubbiosa se avvicinarsi o no, il giovane le porse un braccio incitandola ad avvicinarsi. Sollevando leggermente la gonna vaporosa per evitare si bagnarla face un piccolo salto finendo abbracciata a James che la teneva saldamente in equilibrio su quella piccola pietra -Guarda dritto in mezzo a quei due alberi- Disse indicando un punto in mezzo alla boscaglia, Jo strinsa gli occhi in due fessure per vedere meglio

-E' il villaggio!- Esclamò, si vedeva tutta Hollyshire con i suoi campi di olivi e le casette basse -Come hai trovato questo posto James?- Gli chiese guardandolo intensamente con gli occhi che luccicavano dalla felicità mista a stupore. Lui sussultò a quello guardo mostrando un sorriso enorme la tirò su facendola girare -Che fai così ti zuppi- Disse lei sovrastando la risata -James! Mi hai chiamato james! Oh Jo quanto di adoro- Disse ripordando a terra 
-Signor Ghot è veramente inappropriato che lei faccia certe cose- Disse risistemandosi la gonna -E esca dall'acqua per favore- Continuò con la bocca tirata tentando di trattenere una risata. Dopo essersi tolto le scarpe zuppe James alzò lo sguardo su Josephine che lo guardava mortificata -Che c'è mia adorata?- Le chiese 

-Non credo che adorare sia il termire che definisca tutto...-  Non riuscendo a indicare con le parole giuste il loro rapporto iniziò a gesticolare mostrando lo spazio tra lei e lui -..questo- Finì con uno sbuffo ancora più mortificata, sul viso di James comparve il solito sorrisetto pieno di malizia -Smetta di sorridere- Ruggi Jo -Insomma questo picnic.. ci conosciamo appena- 
-Allora conosciamoci meglio carissima Signorina Jo- Disse lui prendendole le mani. La bocca di Jo era diventata improvvisamente arida -Ho sete-. 

-Allora, il tuo colore preferito?- Chiese James porgendole un bicchiere d'acqua -Il color lavanda, lo amo, ma non risco mai a trovare un vestito di questo colore, il vostro? Rispose sottolineando con un sorriso il 'vostro' finale. Prima di rispondere James masticò il suo sandwich, era estremamente elegante anche mentre mangiava -Il mio è il nero, signorina, come la società impone a ogni maschio- 
-Cosa intendete- 
-Intendo dire che voi ragazze potete indossare questi bellissimi abiti colorati a fantasie mentre noi siamo limitati hai colori tristi quali nero,grigio,blu e marrone- 
-Io non credo che sia tristi, anzi li trovo molto eleganti- 
-In India ho assistito ad un matrimonio, la sposa aveva un bellissimo Sari coloratissimo ed era molto elegante.- Per qualche minuto nessuno disse nulla -Viaggiate molto?- Chiese Jo titubante -Si adoro viaggiare, i miei genitori sono spesso fuori città quindi mi pagano dei bellissimi viaggi per colmare l'assenza- Rispose il ragazzo guardando il cielo -Mi dispiace molto- Si scusò Jo attorcigliando nervosamente un filo d'erba sul dito
-Non ti scusare,ho avuto la possibilità di imparare un sacco di cose interessanti durante i miei viaggi ad esempio il greco-
-Sai parlare greco?- 
-Si- Rispose divertito da tanto interesse -Dimmi qualcosa- Quasi urlò Jo strappando la piantina che stava aggrovigliando. James notò l'imbarazzo negli occhi della ragazza dopo quel gesto assurdo -είσαι όμορφη- Le disse accarezzandole un ricciolo rosso, Jo sorrise -Che significa?- 
-Sei bellissima-

                                                                                                                                                                                                           -
 

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