Broken Mask

di Esterflaw
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Nella stanza semi buia due figure sono avvolte nelle coperte ( o almeno una lo è), ormai completamente sfatte, coperte solo dalla vita in giù, con le mani unite.
No, non nel senso che si tengono teneramente la mano, nel senso che una grossa palla di qualcosa di molto simile a plastica celeste tiene le loro mani sigillate.
Il ragazzo biondo sul lato destro del letto dorme con la bocca semi aperta, rannicchiato su se stesso per quel che la costrizione alla sua mano permette, in cerca di calore.
Il ragazzo bruno sul lato sinistro del letto dorme comodamente arrotolato in un enorme piumone blu con un espressione rilassata.
Il primo ad aprire gli occhi è Sasuke, appena la sveglia comincia a trillare straziando le sue orecchie lui la spegne con un gesto brusco. Prova ad alzarsi. Non ci riesce.
Solo a quel punto si gira e guarda con espressione impassibile Naruto rannicchiato e infreddolito dal lato opposto del letto a una piazza e mezzo.
Sospira ricordando il perchè di quella convivenza costretta, e come se potesse sentirsi in colpa lancia un occhiataccia alla palla celeste che unisce le loro braccia dai polsi in giù.
In effetti tutta quella faccenda è una grandissima scocciatura, pochi giorni prima lui e il team 7 sono tornati da quella missione di recupero, e da quel momento lui e Naruto erano legati da quella maledetta gomma-chacra gigantesca.
Sasuke aveva reagito da subito con una frustazione mal nascosta, ma poi si era rassegnato allo stato delle cose, infondo era una cosa temporanea, questione di cinque giorni al massimo. Le cose per lui erano un po' cambiate quando aveva capito che per Naruto non era lo stesso. Per Lui era una tragedia passare cinque giorni insieme, e si capiva che per lui era qualcosa di serio dal momento in cui invece di urlare, schiamazzare e dare tutta la colpa a Sasuke si era limitato a sbiancare e cominciare a fare richieste assurde, e cercando di convincere Kakashi che lui non poteva passare cinque giorni con qualcuno. (''Non capisce! E' pericoloso!'' ''Almeno resti con noi! Come faremo a sopravvivere senza le mani?'')
Insomma Sasuke ci era rimasto male, cosa che ovviamente nessuno, nemmeno lui stesso sapeva.
Oggi erano esattamente al quinto giorno, quindi entro la serata la palla sarrebbe andata, sciolta, evaporata o chissà che altro.
La cosa che però aveva infastidito Sasuke è che Naruto in quei cinque giorni si era comportato come se il solo fatto che Sasuke gli respirasse accanto gli procurasse fitte di dolore.
Non gli parlava più del necessario, lo guardava sempre di sotto'occhi,non si addormentava mai per primo, non mangiava quasi niente lasciando tutto a Sasuke, e quando si faceva la doccia faceva di tutto per non guardarlo ne farsi guardare.
Sasuke in quei quattro giorni si era visto trattare come uno sconosciuto o una persona pericolosa, qualcuno da cui tenersi lontano.
Naruto in quei giorni aveva cercato in tutti i modi di non far cadere la sua maschera costruita con tanta fatica, la maschera con dipinto perennemente un sorriso falsamente felice.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Naruto aveva passato tutta la vita da solo. Non era qualcosa che lo stupiva, non era qualcosa che lo turbava. Era la quotidianità, una verità semplice accettata da tempo, eppure una ferita costante. Naruto non aveva mai ricevuto uno di quei milioni di gesti che quasi tutti i bambini di 13 anni nella loro vita hanno ricevuto. Nessun bacio trai capelli, nessun ''ben tornato a casa!'', nessun abbraccio, niente coccole. Forse è per questo che Naruto aveva quelli che lui considerava attacchi pericolosi, che non aveva mai provato prima. Delle volte improvvisamente stando accanto a qualcuno gli veniva una voglia improvvisa di appoggiarsi al suo petto, di stringersi tra le sue braccia calde o di strusciare il naso sul suo collo. Naruto non sapeva cosa volevano dire certi impulsi, non sapeva gestirli. Quando succedeva faceva quello che faceva sempre: creava un diversivo. Prendeva a fare battute stupide, attaccava Briga con Sasuke, faceva finta di cascare o qualsiasi altra cosa potesse distrarlo. L'unico momento in cui Naruto poteva tornare ad essere se stesso era quando la porta di casa sua gli si chiudeva dietro alle spalle. Tirava un sospiro di sollievo, buttava la maschera con dipinto il suo sorriso più falso in un angolo e si chiudeva nel suo mondo un po' arretrato, con un po' meno spiegazioni e un po' più di quesiti. Un mondo di un bambino a cui non erano giunte tutte le risposte ai suoi Perchè. Naruto a casa sua si rannicchiava in un angolo, faceva la lavatrice, si curava un po' di se stesso, se andava bene. Se invece era una di quelle serate in cui il peso della solitudine si faceva sentire di più, e la ferita che aveva si dilaniava l'unico modo per cancellare i pensieri e i fantasmi era qualcosa che lo sconvolgesse e lo riscuotesse. Era cominciato tutto dai graffi, piccoli graffi di quelli che non ti fanno male, ti raschiano un po' la pelle e lasciano una linietta bianca, che dopo poco svanisce. Poi le unghie avevano cominciato a premere sulla pelle brunita, creando graffietti rossi, che se ne andavano e prudevano un po'. Adesso le unghie di Naruto scavano nella carne e creano piccolissimi taglietti rossi, un po' profondi,che bruciavano. A Naruto non piaceva, ma lo liberava da tutti i pensieri dolorosa che rischiavano di sopraffarlo. Tutto quindi era sostenuto da un fragile equilibrio che alternava dosi di solitudine a dosi di compagnia, seppure limitata dal continuo sottrarsi all'affetto che spaventava Naruto. Tutto questo complicato equilibrio si era spezzato il giorno in cui gli avevano detto che quella stramaledettissima palla sarebbe restata lì per cinque giorni. Ora Naruto e la sua maschera di sorrisi falsi e polsini per coprire le feritine, poteva durare finchè qualcuno non lo costringeva a una convivenza forzata. Fu così che Naruto si ritrovò in una casa non sua, sempre esposto dagli attacchi che lo spingevano a desiderare un qualsiasi contatto affettuoso, che sapeva che da Sasuke sarebbe stato impossibile da ricevere. Naruto aveva passato quattro giorni a cercare in tutti i modi di sopprimere i propri istinti, ma sopratutto non farsi vedere dietro a quella maschera. Così quando aprì gli occhi per una mano che gli scuoteva la spalla infreddolita scatto seduto ansimante, nemmeno gli avessero dato la scossa. Guardò Sasuke che l'osservava con un sopracciglio alzato e Naruto tirò uno di quei sorrisi falsissimi che tanto gli riuscivano credibili. «Che c'è Teme il gatto ti ha mangiato la lingua? Ah ho capito! Eri incantato a guardare questo spettacolo a petto nudo» rise di una risata vuota, che gli altri etichettavano come da idiota. Vide Sasuke sbuffare. «Veramente ero impegnato a capire come si fai a tenere quell'espressione da mentecatto anche mentre dormi. E ora alzati che devo andare in bagno» Sbuffò e stranamente non si mise a starnazzare per l'offesa ricevuta, piuttosto gli diede uno strattone facendolo cadere sul letto e alzandosi impettito, ghignando. Sasuke assottigliò lo sguardo e se lo tiro addosso a sua volta, facendoselo cadere addosso, piegando un ginocchio in modo da farci scontrare l'addome di Naruto. Il quale gemette di dolore e con la mano sinstra gli schiaffeggiò in modo davvero molto virile la guancia. «Stronzo mi hai fatto male» «Era quello l'intento idiota, e non schiaffeggiarmi come una ragazzina, Sakura è più mascolina di te» «Brutto Bastardo io almeno non ho i capelli da ragazza emo!» «Ti ho già detto che è una pettinatura naturale, e non è ne da femmina ne da emo!» In quel breve scambio di battute le posizioni si erano ribaltate almeno una decina di volte e quello che doveva essere uno scontro tra ninja, grazie al palloncino di gomma sembrava più una partita a Twister. Alla fine Sasuke si sedette vittorioso sul sedere di Naruto, con le braccia unite dalla palla di chacka bloccate in una morsa a favore di Sasuke, che ghignava soddisfatto. «Dai Dobe, ora chi è la femminuccia? Sembri un Uke messo così» Naruto mugugnò qualcosa con la faccia contro il cuscino, completamente rosso di rabbia e imbarazzo. La situazione era imbarazzante e pochi secondi dopo Sasuke se ne rese conto, spostandosi bruscamente da Naruto, e trascinandolo in bagno. «Ora fai il bravo cucciolo di testa quadra che devo ancora farla» Naruto si chiese dentro di se per quale assurdo motivo sentire il calore di qualcuno sopra di se lo aveva fatto sentire bene, per qualche secondo. *** Alla fine anche quell'ultimo giorno stava per finire e Naruto e Sasuke avevano allegramente scazzottato per tutto il giorno. Sembrava che l'aria pesante che li aveva straniti per quei giorni si fosse magicamente dissolta. La verità era che Naruto si era deciso finalmente a riprendere a pieno possesso della sua maschera, bisticciando con Sasuke nel tentativo di distrarsi in tutti i modi dal desiderio di sentire di nuovo il calore del suo corpo sul proprio. Erano arrivati alla cena con qualche livido in più, si erano decisi a fare una doccia, cercando di guardarsi il meno possibile, anche se qualche occhiata ogni tanto sfuggiva ad entrambi, e si erano rivestiti solo dalla vita in giù dato che infilarsi una maglietta con quella palla al braccio era un impresa da contorsionisti. Infine si erano lasciati cadere sul letto, lottando per decidere se dormire entrambi a pancia in giù come voleva Naruto o a pancia in su come voleva Sasuke, ovviamente finirono con il rannicchiarsi entrambi l'uno davanti all'altro, guardandosi in cagnesco per un po'. Poi semplicemente Sasuke aveva parlato, e aveva distrutto per un secondo la maschera di Naruto. «Che ti era preso in questi giorni Dobe?» Quella semplice domanda costò a Sasuke molto più di quello che voleva lasciar credere, di solito interessarsi di qualcun'altro non rientrava nell'immagine che voleva dare di se. E sopratutto interessarsi a Naruto era una cosa che non si addiceva per niente a quella parte di se che mostrava agli altri. Naruto deglutì prima di parlare, e per una volta disse qualcosa che infondo si avvicinava parecchio alla verità, o almeno a quello che lui pensava fosse vero. «Avevo solo voglia di stare da solo» Vide Sasuke sbattere le palpebre in un attimo di confusione. Per come lo vedeva Sasuke e il resto delle persone del villaggio che lo frequentavano, Naruto era solo un ragazzo stupido e arrogante che voleva sempre, sempre stare al centro dell'attenzione. E secondo tutti, anche se nessuno mai ne aveva parlato era ovvio che uno che aveva passato l'infanzia abbandonato non volesse più stare da solo. In quel momento quella certezza venne incrinata, e Sasuke per una volta si chiese per quale motivo oltre agli allenamenti, alle missioni e alle cene subito dopo non avesse mai visto Naruto interessarsi ad uscire, nemmeno durante le festività o i giorni di riposo. «Ti piace stare da solo» Non era una domanda, aveva solo pensato ad alta voce. Naruto si era morso il labbro nervosamente, aveva abbassato lo sguardo e in una tacita preghiera di smettere di parlarne aveva chiuso gli occhi, facendo finta di dormire. Sasuke aveva accettato la cosa, non aveva mai molta voglia di parlare e in quel momento doveva assimilare la notizia che aveva sconvolto le poche notizie che aveva sul suo compagno. Sì, solo in quel momento Sasuke capì che sapeva veramente poco di Naruto, che non avevano un rapporto oltre quello di compagni/rivali e che quello che il ragazzo davanti a lui mostrava agli altri probabilmente era diverso da quello che realmente era. Tutte quelle informazioni si accumularono nella sua testa, e i pensieri vennero pian piano a diradarsi fino a sparire, sommersi dai sogni. Solo a quel punto Naruto si azzardò ad aprire gli occhi, e a guardare il viso di Sasuke addormentato a nemmeno mezzo metro da lui. Si avvicinò, sapendo di star commettendo un grandissimo errore, e quando sentì il calore dell'altro irradiarlo sotto le coperte si decise a chiudere gli occhi, e a lasciarsi cullare dalle braccia di Morfeo.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Un raggio di Sole irruppe nella stanza, colpendo sul viso Sasuke.
Storse il naso stranito e si strinse meglio al petto il corpo caldo appoggiato a lui.
Poi connesse il cervello, con qualche attimo di ritardo, e spalancò gli occhi.
Ora, non che fosse chissà che cataclisma, ma vedere Naruto stretto al suo petto, con il viso appoggiato accanto alla sua spalla e il fiato a riscaldargli la pelle, gli diede una stretta all'altezza dello stomaco.
Non è che non si fossero mai toccati, riflettè Sasuke, Semplicemente non si erano mai toccati se non per farsi male, a parte un paio di volte in cui Naruto era collassato in missione e a Sasuke era toccato il nobile gesto di portarselo a spasso a peso morto.
Così Sasuke rimase qualche secondo a guardare quella testolina bionda rannicchiata vicino a lui, poi senza riflettere passo una mano tra quei capelli.
Era una senzazione bizzarra, ne positiva, ne negativa, semplicemente strana.
Sentirlo rilassato, sentirlo silenzioso, e sopratutto toccarlo, se ne rese conto solo in quel momento che non si erano mai toccati davvero, e questo per un secondo lo bloccò.
In due giorni aveva scoperto più cose di Naruto che in un anno e mezzo di allenamenti e missioni insieme.
Portò l'altra mano a grattarsi la punta del naso quando, illuminazione divina, si rese conto di avere finalmente due mani.
Esultò interiormente e solo a quel punto gli occhi di Naruto si spalancarono.
Per un attimo tutto rimase tremendamente immobile.
Sasuke con la mano nei capelli di Naruto, Naruto che lo fissava come se gli avesse appena detto che il Ramen era stato proibito a livello mondiale.
Poi Naruto tremò leggermente, già con la mente lucida era difficile per lui trattenersi da certe carezze, anche se raramente gli venivano offerte, ma ora appena sveglio era stato un po' uno shock sentire il calore della mano di Sasuke così vicino, per non parlare che erano praticamente appiccicati.
Qul momento di assoluta calma si spezzò e Sasuke tolse la mano guardando Naruto con una certa nota allarmante nella voce.
Per quale assurdo motivo lo guardava come se fosse un fantasma?
«Hem.. dobe, ti senti bene?»
Naruto, non si sentiva bene, era chiaramente sull'orlo di una crisi isterica, ma semplicemente non riusciva a muoversi o forse non voleva. Grazie a dio sentire Sasuke parlare lo riscosse dal suo stato di trance e si staccò da lui con molta lentezza, quasi come se si stesse staccando dalla morsa di un Leone addormentato nell'intento di non svegliarlo.
«Sto bene» pigolò con la voce qualche ottava troppo alta per far credere a Sasuke che veramente stesse bene.
Ma prima che potesse anche solo dire 'dobe' Naruto era già chiuso in bagno, lasciando un Sasuke perplesso sul letto.
«Idiota» borbottò prima di alzarsi e andare a mangiare, decidendo che prima di pranzo sarebbero andati a dare a Kakashi la lieta notizia che i Gemelli siamesi finalmente si erano staccati.

 

* * *

 

Quel pomeriggio agli occhi degli altri membri del team sette e agli abitanti di Konoha che avevano avuto la fortuna di incontrarli, Sasuke e Naruto rappresentavano un'attrattiva comica spettacolare.
Se Sasuke aveva deciso da persona matura di accantonare la storia 'dobe-appiccicato-carezza' e far finta che si fossero odiati per tutti e cinque i giorni come era suggerito dai loro precedenti, Naruto non era della stessa opinione.
Tutto cominciò nell'esatto momento in cui Sasuke camminando accanto a Naruto per andare da Kakashi, si era avvicinato a Naruto di qualche centimetro.
A quel punto la geniale testa Bionda si era fiondata dall'altro lato della strada guardandolo male.
E aveva pronunciato con tono solenne «Mantieni le distanze, teme pervertito!»
Sasuke prima era rimasto sbigottito, poi aveva assottigliato gli occhi, arrabbiato.
«Cosa diavolo stai dicendo, idiota.»
«Dopo sta mattina non si sa mai, te e le tua mani da pervertito» Urlò Naruto in tono stridulo, da ragazzina, puntandogli teatralmente un indice contro.
«Ma se mi stavi appiccicato come una cozza!» sbottò Sasuke
«io? Mi avevi acchiappato durante la notte!» Cercò di difendersi Naruto, ma prima che potesse aggiungere altro, una furia rosa si era abbattuta su sasuke, aripionandolo e accozzandosi a lui.
«Sasuke-kun mi sei mancato così tanto! Deve essere stato terribile per te passare tutto quel tempo da solo!»
Sasuke alzò un sopracciglio, tra il divertito e l'indispettito. Come diavolo faceva a dire che era stato da solo quando era stato costretto cinque giorni a casa per avere le mani appiccicate a Naruto?
«Sakura-chan..guarda che c'ero io» borbottò Naruto, gonfiando le guance e mettendo il broncio.
«Si bhe sai che consolazione, vero Sasuke-kun?» passò in una frase dall'acidume più completo verso Naruto alla mielosità verso Sasuke. Quella ragazza soffriva di qualche disturbo serio.
Ma Sasuke colse la palla al balzo per infieri su quel deficiente che non sapeva nemmeno capire qando era lui ad arpionare le persone del sonno e quando gli altri.
«In effetti persino un mollusco sarebbe stato più utile o di compagnia»
«Allora potevi abbracciare lui nel sonno, brutto pervertito!» Sbottò arrossendo Naruto, e Sakura strabuzzò un po' gli occhi.
Sasuke si morse la lingua rimpiangendo di non avergli staccato la testa a morsi quella stessa mattina.
«te lo ripeto non ero io quello appiccicato al petto dell'altro!»
«Esatto, figurati se Sasuke-kun abbraccerebbe mai uno come te.» Sbuffò indispettita Sakura, forse solo per dar man forte a Sasuke in qualsiasi cosa dicesse o forse perchè l'idea che avesse abbracciato Naruto e non lei era troppo.
Naruto impallidì e poi arrossì di rabbia, vedendo come Sakura appoggiasse qualsiasi cosa dicesse Sasuke con cenni della testa, quasi come se fosse stata lì con loro e sapesse cosa era successo.
Era una cosa che detestava profondamente, quando la gente dava ragione agli altri su cose che non sapeva, solo perchè lo dicevano gli altri, persone miliori di lui.
«Avevo freddo.» mormorò colto nel vivo, ma troppo affondo perchè facesse finta di arrabbiarsi, abbastanza per ferirlo.
Il battibecco si concluse con l'arrivo di Kakashi e l'inizio degli allenamente, che procedettero come di norma, quindi con un po' troppa calma in Naruto per essere la loro situazione abituale.
«Allora ragazzi, andiamo a mangiare qualcosa?» Propose come al solito Kakashi più di buon umore del solito. Sakura accettò guardando Sasuke con occhi pieni di speranza, Sasuk non si cagò bellamente Sakura e accettò solo per l'insalata di pomodori.
Naruto rifiutò. A quel punto nessuno potè evitare al resto del team di guardarlo un po' stupefatto, di solito Naruto non rifiutava gli inviti sopratutto fatti da Kakashi, che di solito alla fine era costretto a pagare per tutti.
«Casa mia sarà un macello, devo fare in modo di poterci dormire sta notte!» Si giustificò con un sorriso falso più convincente del solito.
Gli altri non fecero domande, infondo la questione era plausibile.
Quando Naruto si chiuse finalmente la porta di casa sua alle spalle si lasciò cadere a terra con la testa fra le braccia, godendosi il silenzio, e sopratutto la fine degli impulsi di contatto costante, che quel giorno si erano intensificati ogni volta che passava accanto a Sasuke.
Si morse il fianco a quel pensiero e la voce di Sakura gli arrivò irritante alle orecchie: ''«Esatto, figurati se Sasuke-kun abbraccerebbe mai uno come te.»''
Sbuffò irritato e si morse il labbro, pensando che in effetti c'era e ci doveva essere una ragione per cui tutti si dimostravano affetto con abbracci e carezze tranne che con lui.
Liquidò la cosa come ogni volta, semplicemente la colpa era sua, e lo sapeva, era sempre stato così.
Quella mattina era la prima volta che qualcuno lo toccava con affetto, anche se molto probabilmente Sasuke gli stava solo togliendo un moscerino morto dai capelli o qualcosa di simile.
Scrollò la testa e solo in quel momento sia accorse delle feritine sui polsi che si era fatto senza nemmeno pensarci con le unghie.
Si alzò contro voglia dal pavimento e levò i vestiti da per terra, ficcandoli nel cestello dei panni sporchi.
Diede una spazzata molto approssimativa alla stanza e sgrullò il letto, dato che non ci dormiva da sei giorni.
Andò a farsi una doccia togliendosi la tuta da ninja che usava per le missioni e gli allenamenti, buttandola nel cesto dei panni sporchi e si buttò sotto l'acqua tiepida.
Quando ne uscì era così stanco da dimenticarsi di puntare la sveglia per il mattino seguente, e si addormentò sotto le coperte calde.

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