We accept the love we think we deserve

di amnesiaL1996
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


We accept the love we think we deserve

 

 

1.

Un sabato notte come sempre per Sebastian Smythe.

Un pub,qualche drink…Si,in definitiva una serata molto normale per lui.

Ma in realtà non era una normale serata.

Perché la persona che gli si stava avvicinando non era la sua solita conquista.

Era una donna.

Una bellissima donna in effetti.

Lunghi,mossi,capelli neri,occhi scuri,carnagione olivastra e fisico statuario.

Aveva un passo molto sicuro e un sorriso fantastico,e indossava un corto vestito nero senza spalline con un paio di tacchi vertiginosi.

Camminò verso il bancone del bar,appoggiandosi contro di esso e sorridendo dritto verso Sebastian.

<< Ehi,perché non mi offri qualcosa da bere? >>

Il ragazzo sorrise di rimando.

<< Mi dispiace,ma non sono interessato… >> disse con un’espressione eloquente,facendo ben capire le sue tendenze.

<< Bhè… >> disse lei lentamente << Forse puoi offrirmi un drink comunque,per ripagarmi del rifiuto… >>

Lui ridacchiò alla risposta arguta della ragazza dai capelli neri,facendo un cenno verso il barista.

Allora lei si sedette accanto a lui con un sorriso vagamente divertito e gli porse una mano.

<< Comunque,il mio nome è Alexandra >>

<< Sebastian >>
<< E tu sei gay Sebastian,giusto? >>

<< Ovviamente >>

Lei afferrò il suo drink con una smorfia teatrale.

<< Si,avrei dovuto capirlo dalla tua frangia perfetta >>

Il ragazzo rise e lei bevette,prima che un dubbio l’assalisse.

<< Hey,ma sei abbastanza grande per bere? Quanti anni hai,ragazzino? >>

<< 2      1,quindi si,penso di poter bere…E tu? Quanti anni hai,Alexandra? >>

<< Nessuno ti ha insegnato che non si chiede l’età a una signora? >>

<< Touché…Perché una bella donna come te è in un pub a rimorchiare? >>

<< Pensavo tu fossi gay! >>
<< Lo sono >>

<< E allora,perché mi stai facendo dei complimenti?! >> chiese lei con un’espressione maliziosa in viso.

Smythe scosse la testa.

<< Tu sei pazza >>

Lei bevette di nuovo e gli si avvicinò di più.

<< Hai mai fatto sesso con una donna? >> gli chiese con curiosità.

<< No >> rispose lui sorpreso.

<< Bhé,allora non puoi dire che non ti piacciono le ragazze se non hai mai provato >> spiegò la ragazza dai capelli scuri,bevendo un altro sorso del suo drink.

Sebastian si sentì un po’ offeso. Lui sapeva cos’era sin da quando era piccolo e poi arrivava una ragazza dal nulla pretendendo di conoscerlo?!

<< Cosa?! Scusa,sono sicuro di quello che sono >> disse lui seriamente.

<< Mi dispiace se ti ho ferito >> disse lei sarcasticamente,alzandosi e prendendo la sua borsetta per andare via << Grazie per il drink e comunque,bel culo >>

Il ragazzo stette immobile solo per un momento,un sorriso divertito sulle labbra. Quella ragazza era davvero pazza. E divertente. E…gli piaceva.

Forse non si sbagliava così tanto…

Quindi si voltò e la richiamò.

<< E se fossi interessato a provare una volta? >>

Lei capì all’istante e lo guardò con un ghigno.

<< Forse puoi iniziare venendo via con me >>

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Capitolo 2
*** 2. ***


We accept the love we think we deserve

 

 

2.

Quando quella mattina Sebastian si alzò dal letto che decisamente non era il suo,si diresse subito in bagno senza guardare l’altra figura addormentata.

Aveva fatto una cazzata,una cazzata enorme,una cosa che non avrebbe mai e poi mai pensato di poter fare in vita sua.

Andare a letto con una ragazza…come diavolo gli era saltato in mente.

Lui era gay.

Gay,gay,gay.

Eppure gli era piaciuto,molto di più di quanto potesse immaginare.

Si lanciò un’occhiata nello specchio,aggiustandosi i vestiti che aveva raccolto dal pavimento della camera da letto,stropicciati e in disordine e con qualche bottone allentato per la fretta che c’era stata di toglierli e gettarli lontano qualche ora prima.

E quello era giusto.

Ma la macchia rosso fuoco di rossetto sul colletto della camicia non lo era e gli fece rivoltare lo stomaco perché in qualche modo sentì di aver tradito sé stesso e quel ragazzo di tredici anni che aveva lottato per far accettare al mondo la sua sessualità.

Doveva andarsene da lì e dimenticare di quello che l’alcool gli aveva fatto fare.

Dopotutto,per quanto gli fosse piaciuto,tutto quello non contava niente.

Era solo una prova,una scommessa con sé stesso per vedere sé poteva far cadere ai suoi piedi anche una donna.

Aveva vinto e ora se ne sarebbe andato nel silenzio della mattina presto senza salutare o guardarsi indietro come tutte le altre volte.

E come tutte le altre volte non sarebbe mai più tornato in quella cosa.

Ma quando uscì dal bagno la ragazza nel letto non dormiva più e stava seduta,la schiena poggiata alla testata del letto e un braccio stretto intorno al proprio corpo per tenere su il lenzuolo che la copriva,e lo guardava.

Poi sorrise,un leggero ghigno divertito che sembrava urlargli “ho vinto,ti ho portato a letto nonostante tu sia gay”,quello stesso ghigno che aveva dato inizio alla sfida la sera prima,il ghigno che un po’ gli ricordava il suo.

<< Vai via? >> chiese con fare innocente,mentre lui si allacciava le scarpe e a un suo cenno affermativo aggiunse: << Potrei dirti addio… >> lasciando la frase quasi in sospeso.

Sebastian prese la sua giacca e per un attimo si soffermò sulla porta.

<< Addio >> disse,prima di voltarsi e quando sentì la porta dell’appartamento chiudersi con forza Alexandra sorrise appena di più,fissando la porta dal quale il ragazzo era uscito.

Qualcosa era iniziato.

<< …ma tornerai >>

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