Maybe, I hate you.

di Amiche di tastiera
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** 1. Primo giorno ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


banner by beastlytomlinson.












Prologo
 
 
"Lou, Lou, hai visto il mio quaderno?"gridava la ragazza con tono disperato dalla sua stanza, accanto a quella di suo fratello maggiore.
Il ragazzo che si apprestava a chiudere l'ultimo scatolone contenente i suoi oggetti più cari, sbuffò sentendo il tono isterico della sorella.
"No, è la quarta volta che te lo ripeto Liz, non l'ho visto il tuo santo quaderno!" controbatté con tono scocciato il diciannovenne dalla stanza vicina.
Elizabeth ormai presa dallo sconforto, si portò nuovamente le mani tra i capelli ricci, scompigliandoli con foga e iniziando a sbuffare.
Era tutta la mattina che apriva e chiudeva scatoloni nella disperata ricerca di quell'oggetto così prezioso per lei ma i risultati, purtroppo, erano scarsi.
Una lacrima le solcò il viso ma lei, come al solito, la scacciò prontamente.
Guardò il terrazzo fuori dalla finestra della sua camera da letto, abbandonando il tentativo di trovare il suo quaderno.
Si avvicinò alla finestra aperta che faceva entrare dei timidi raggi di sole che si nascondevano sotto nuvole grigiastre dei primi inizi di Dicembre per poi appoggiarsi al muro e guardare fuori con aria assorta.
Non sapeva neanche lei come ma il suo inconscio l'aveva portata sul terrazzo.
I piedi scalzi a contatto con il pavimento gelido le facevano salire dei brividi sulla schiena e il suo abbigliamento, troppo estivo per quei mesi invernali, non le permetteva lunga permanenza all'esterno dell'appartamento.
Tornò all'interno della sua stanza prendendo un maglione leggermente largo e uscì nuovamente all'esterno per poi avvicinarsi alla ringhiera in pietra bianca del balcone.
Il parapetto era abbastanza ampio e da quando era bambina Elizabeth si rifugiava lì.
Si sedeva sulla ringhiera e guardava la favolosa New York prendere vita alle prime luci del tramonto.
Amava quel posto, quei colori accesi delle luci, la gente che camminava sotto i suoi occhi e non aveva mai avuto paura di esporsi troppo su quel parapetto che si trovavo al sessantesimo piano di uno dei grattaceli più alti della Grande Mela.
Liz si sedette sul lato superiore della ringhiera, una gamba piegata vicino al petto e l'altra a penzoloni.
Poggiò il viso sul ginocchio e tirò fuori dalla tasca del maglione, il pacchetto di sigarette da lei tanto amato, della nota marca di tabacco Lucky Strike .
Prese l'accendino mentre poggiava uno di quegli oggetti tanto odiati da suo fratello tra le labbra e accese la sigaretta.
Il sapore del tabacco penetrò nelle sue labbra, raggiungendo le sue papille gustative mentre faceva uscire il fumo dalla sua bocca.
Amava il sapore delle sigarette ed amava come queste la facevano sentire.
Era una ragazza normale Lizzy, non aveva grandi fissazioni a parte quella di fumare almeno due volte al giorno.
Di certo non era tra quelli che riuscivano a finirsi il pacchetto in un giorno a lei ci volevano quasi due settimane ma nei momenti di crisi, di panico o quant'altro fumare la faceva rilassare come nessun'altra cosa.
Sono quei momenti che solo tu puoi capire e che nessun altro comprende.
In quei momenti l'unica cosa che riusciva a farla calmare era una sigaretta tra le labbra, il suo quaderno tra le mani e la sua chitarra, visto che non poteva portarsi il pianoforte a coda all'esterno dell'appartamento.
Non stava pensando a nulla di concreto Elizabeth, guardava solamente i grattacieli, le persone passare e il cielo di un indefinito colore grigio-azzurro.
"Trilly ho trovato il tuo quaderno" la voce squillante di suo fratello la fece saltare, rischiando di cadere.
Si girò velocemente per guardare dove fosse.
Dietro la finestra aperta Louis Tomlinson sventolava tra le mani il quaderno azzurro della sorella, ridendo leggermente.
Liz si apprestò a lanciare la sigaretta a terra, vedendo il ragazzo avvicinarsi, visto che se l'avesse beccata a fumare sarebbero stati guai seri.
La cicca, finì nel balcone del vicino di sotto un uomo abbastanza conosciuto nel condominio per la sua passione nel fumare che non si sarebbe insospettito nel vedere una sigaretta in più di quelle che si fumava giornalmente.
Elizabeth sorrise a suo fratello, quando lo vide avvicinarsi dopo che aveva posato l'oggetto del desiderio della sorella sul letto.
La ragazza tornò a fissare il vuoto, mentre la presenza del fratello le si faceva accanto.
Louis era seduto sulla ringhiera con le gambe a penzoloni e le braccia tese.
La sua maglietta a righe faceva bella mostra sul corpo muscoloso così come i pantaloni.
Il ragazzo si girò guardando il volto di sua sorella leggermente preoccupato, si accorse del suo stato vedendo il modo contorto in cui si mordicchiava le labbra tipico di quando era nervosa.
Gli occhi azzurri del ragazzo guardavano attentamente i movimenti di Elizabeth e lei a quegli occhi non era mai riuscita a resistere, facevano crollare tutte le sue barriere rendevano il suo mondo diverso.
"Trilly andrà tutto bene"disse il diciannovenne cercando di rassicurare la sorella diciassettenne, mentre le toglieva una ciocca ribelle dal volto.
Trilly il soprannome che le aveva affiabbiato Louis quando era nata.
Aveva appena visto il suo primo film della Disney, l'immancabile Peter Pan ed aveva iniziato da poco a parlare quando i suoi genitori portarono a casa, in un fagotto rosa, il nuovo membro della famiglia Tomlinson e lui l'unica cosa che disse quando la vide fu "Trilly" e da lì aveva chiamato la bambina solo con quel nome.
Elizabeth sbuffò, lasciando da parte per un secondo i mille dubbi che l'affliggevano.
Proprio nello stesso istante Lou la strinse a sé e lei sorridendo innocentemente con l'aria da angelo che aveva, ricambiò l'abbraccio sapendo che la sua unica ancora sarebbe stata solo lui, suo fratello.
"Speriamo Peter, speriamo" biascicò quelle parole sul petto di suo fratello, prima di far calare un silenzio tra di loro che valeva più di mille parole.
























Friend.
Ciao!
Siamo Charly e Liz, speriamo che il prologo vi abbia incuriosito!
Come avete notato (o no) la storia è scritta a quattro mani!
Vi aspettiamo nel primissimo capitolo!
Lasciateci un parere:)

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Capitolo 2
*** 1. Primo giorno ***






1. Primo giorno.
 
13 gennaio.

Elizabeth correva in un lungo corridoio tenendo stretti al petto i libri della prima ora.
Si era trasferita pochi giorni prima in una città dell'Inghilterra, Holmes Chapel, insieme ai suoi genitori e a suo fratello.
Il padre aveva scelto quella cittadina del Cheshire perchè ci vivevano alcuni suoi amici d'infanzia e per comodità di lavoro (era direttore di una catena di supermercati).
Elizabeth, detta Liz, doveva affrontare il quarto anno di liceo mentre il fratello era all'ultimo.
Tornando a noi, la giovane correva per i corridoi della scuola a perdi fiato.
Svoltando un angolo andò a sbattere contro qualcosa.. O qualcuno.
Cadde rovinosamente a terra mentre le schede uscivano dai suoi libri sparpagliandosi.
"Ahi!" gridò l'altra persona, una ragazza "Porca puttana!".
Liz aprì gli occhi massaggiandosi la coscia, cercò di alzarsi "Scusami tanto, non ti avevo vista!" tentò di spiegare "S-sono mortificata, io..."
L'altra alzò lo sguardo trafiggendo i suoi occhi castani con due iridi azzurre "Ma tu gli occhi non li hai?!" ribatté raccogliendo il quaderno che aveva in mano poco prima.
"Beh, ecco..." l'altra rimase stupita dal comportamento della ragazza "Sono nuova e..."
La studente la guardò con la coda dell'occhio "Non mi pare di avertelo chiesto." disse seriamente, poi sbuffò riprendendo il passo "Arriverò tardi a biologia!".
Detto questo corse via imboccando un altro corridoio.
Liz la fissò andarsene e sospirò dirigendosi verso l'aula di storia.
 
La seconda ora, Zoe Wolf camminava per il corridoio, si voltò verso la compagna di banco facendo roteare i lunghi capelli scuri.
"E' appena suonata" cominciò "Vado nell'aula degli insegnanti."
L'altra la guardò confusa "E perchè mai?"
Le sorrise "Devo far fare il giro della scuola al nuovo studente di 5a! Non ti ricordi?" inarcò un sopracciglio con espressione maliziosa "Speriamo sia carino."
L'amica di Zoe ridacchiò ravvivandosi una ciocca di capelli castani, lisci "Allora buona fortuna."
Zoe velocizzò il passo "A dopo 'Lottie!" esclamò appena prima di imboccare un corridoio.
Le schioccò un'occhiataccia "Charly. Io sono Charly, Zoe. Quante volte te lo devo dire?"
Zoe ridacchiò "Ancora una, come sempre!"
Charlotte, anche chiamata Charly, era conosciuta come capo della squadra di cheerleader della scuola: la Laugtoon School.
I capelli castani lunghi poco più delle spalle si riconoscevano tra le chiome degli alunni grazie al taglio esageratamente scalato.
Charly sorrise inarcando un angolo della bocca "Zoe" la chiamò prima che potesse scappare via "Mi dispiace deluderti ma ho dato un'occhiata alla scheda."
"E..?" la giovane sgranò i grandi occhi scuri.
"Il tuo bramato 'nuovo arrivato' " mimò le virgolette con le dita "Sembra basso, con i brufoli ed un paio di lenti spesse così!"
Zoe rise "Me ne farò una ragione! Tomlinson mi aspetta!"
 
Elizabeth stava aspettando impazientemente vicino la porta d'entrata della scuola.
Il ragazzo, al dire della donna che le aveva consegnato i moduli d'iscrizione quella mattina, sarebbe dovuto arrivare a minuti e l'avrebbe accompagnata per tutta la scuola, almeno quel giorno.
Picchiettava il piede a terra impaziente, sperando ardentemente che quella giornata, già iniziata male, giungesse al termine quanto prima possibile.
Come al solito nei suoi momenti di nervosismo inziò a stuzzicare il labbro inferiore, creando dei piccoli taglietti con i denti.
Si girò, con i libri stretti al petto, cercando con lo sguardo una figura maschile ma la ricerca fu vana.
Sbuffò ancora una volta, per poi fissare il grande orologio sulla porta d'entrata.
"E' passata mezz'ora cavolo, e ancora non si fa vivo!" disse a bassa voce con tono arrabbiato.
Chiuse gli occhi, controllando il suo istinto omicida per quel ragazzo ma nel farlo un'idea gli passò per la testa.
"Se non arriva, giuro che esco e mi fumo una sigaretta" esclamò, portandosi un capello ribelle dietro l'orecchio. 
Abassò lo sguardo fissando le sue converse nere e aspettò altri minuti l'arrivo di quel ragazzo di cui non consoceva nemmeno il nome.
"Adesso basta" quasi gridò.
Prese dalla tasca il pacchetto di sigarette e ne estrasse una ma mentre stava per aprire la porta una mano gli si appoggiò sulla spalla.
Sobbalzò leggermente a quel contatto, non si aspettava di essere in compagnia.
"Scusami, veramente" disse una voce maschile.
Il ragazzo che le stava parlando aveva senz'altro il fiatone, a causa della corsa che aveva fatto per raggiungere il lato opposto dell'istituto.
Elizabeth si girò, non voleve aver contatti con i ragazzi, purtroppo non era una ragazza espansiva e anche se poteva sembrare una persona forte non era mai riuscita a parlare con un individuo di sesso maschile che non appartenesse alla sua famiglia.
La mano del ragazzo cadde nel movimento istantaneo di Liz ed egli se le portò sulle ginocchia riprendendo fiato.
"Non ti preoccupare" balbettò assumendo un tonalità di rosso acceso sulle guance quando vide una massa ricci di capelli scuri che coprivano il viso dell'interlocutore.
"No, scusami veramente" continuò alzandosi in piedi e fissando la ragazza con i suoi occhi verdi.
"Purtroppo per raggiungerti ho dovuto fare una corsa dall'altro lato dell'istituto, visto che mi hanno informato solo ora che sarei stato io ad accompagnarti e non il nostro rappresentante d'istituto che è in vacanza" disse queste parole troppo velocemente Harry mentre si grattava la nuca con la mano sinistra.
Elizabeth non ebbe il coraggio di alzare il viso non voleva che vedesse il suo rossore che tanto odiava ma fu costretta a farlo, per non far insospettire quel ragazzo.
Quando il suo sguardò si posò sul viso di Harry, rimase affascinata da quegli occhi così verdi che mai aveva visto sul volto di una persona ma si riprese ben presto non facendo notare così al ragazzo il suo sguardo imbambolato.
Questa volta fu Harry però ad abassare il viso, non sopportando l'idea di guardare quelle iridi castane che appartenevano a quella ragazza, troppo imbarazzato per il ritardo.
In quei momenti di silenzio nessuno dei due osò parlare, si contemplavano a vicenda, parlando con parole fatte di respiri e sguardi sfuggenti.
"Comunque piacere io sono Harry Styles" affermò allungando la mano ed interrompendo quel silenzio che stava diventando fastidioso nei suoi riguardi.
La ragazza fissò per alcuni secondi la mano tesa di Harry, per poi stringerla.
"Piacere io sono Elizabeth Tomlinson, per gli amici Liz" disse la ragazza.
"E io posso considerarmi tuo amico?" chiese troppo sfacciatamente Harry.
"Questo è tutto da vedere Styles" rispose la ragazza, avendo un po' di grinta per la prima volta nei confronti di un individuo maschile e superando di gran lunga il ragazzo che le corse dietro, sorridendo.
 
Louis si stava dirigendo nell'aula professori, così come consigliato da Ramona la segretaria del preside, almeno era quello il nome che aveva letto sulla targhetta attaccata all'improbabile maglietta a fiori rosa, verdi e viola.
Imboccò qualche corridoio con la cartina in mano, sperando di trovare in fretta la stanza indicata ma come al solito non fu così e solo dopo aver imboccato corridoi sbagliati e essersi perso qualche volta, Lou riusì ad arrivare davanti la porta in legno scuro con la taghetta 'Aula professori', sospirando di sollievo.
Aspettò qualche minuto davanti la porta, per poi appoggiarsi con tranquillità al muro bianco e rivolgere il suo sguardo nella parte opposta all'entrata del corridoio.
Nello stesso momento una ragazza dai lunghi capelli mori e mossi stava camminando a passo veloce verso l'aula che il preside gli aveva indicato, sperando vivamente che quello che aveva detto la sua amica Charly fosse solo un'idiozia, anche se conoscendola sapeva che non avrebbe potuto mentirle.
Teneva stretta al petto il quaderno con il discorso che aveva preparato per l'occasione, ripetendo a memoria gli appunti.
Dopo pochi minuti imboccò il corridoio che l'avrebbe portata a conoscere il nuovo arrivato. 
Zoe sbuffò, sperando vivamente che il ragazzo non fosse in ritardo, cosa che per lei era naturale, e restò sorpresa nel vedere una figura maschile appogiata al muro.
Il ragazzo era abbastanza alto e muscoloso, i capelli erano leggermente lunghi e scompigliati e il lato b era estremamente perfetto e ben delineato.
Almeno fu questo il pensiero di Zoe nel vedere il fondo schiena del nuovo arrivato.
Sorrise nervosamente, avvicinandosi a Louis, sperando che anche il lato a non fosse così orribile come si immaginava.
Aspettò qualche secondo prima di avvicinarsi e proprio quando iniziò a camminare con passo leggero, Louis la sentì e si girò di scatto.
Zoe aveva il capo chino e non aveva notato che il ragazzo si era appena girato ma quando alzò il viso restò interdetta nel vederlo, anche se continuò a camminare verso di lui.
Louis aveva due iridi azzurre ben delineate, una bocca non troppo carnosa e rosea, un viso ovale senza alcun foruncolo ma con pelle liscia e chiara, il naso era elegante così come il fisico.
Non si aspettava questo genere di ragazzo, Zoe, ma non ne potè essere che contenta nel vederlo.
Iniziò ad allungare il passo e in poco tempo si trovò davanti al ragazzo che nel suo 1.75 la superava di gran lunga.
Louis vedendo Zoe, sorrise. 
Era una bella ragazza carnagione chiara, capelli lunghi neri e mossi, bocca carnosa, occhi scuri e forme al punto giusto, non si aspettava di certo di vedere quel genere femminile ad accompagnarlo nella scuola.
Aveva sempre immaginato una ragazza paffutella, con gli occhiali e qualche foruncolo, leggermente sapientina che l'avesse illustrato ogni minimo particolare della scuola, guardandolo male se non consocesse i nomi di figure illustri ma fortunatamente non fu così e non gli potè sfuggire un sospiro di sollievo che non sfuggì a Zoe.
Louis guardò la ragazza e con uno dei suoi sorrisi furbeschi gli tese la mano presentandosi.
"Piacere Louis Tomlinson" disse.
Zoe sorrise a sua volta e con irruenza strinse la mano del ragazzo con una presa forte che sorprese Louis, ma come al solito non lo fece notare.
"E' un piacere conoscerti Louis, io sono Zoe Wolf, rappresentante d'istituto e ti accompagnerò in questa giornata nella visita della nostra scuola" disse questo la ragazza senza prender fiato e senza ulteriori parole iniziò ad illustrare l'ambiente scolastico.
 
"Beh, ore che hai visto tutta la scuola, ti accompagno nella tua classe" disse Harry mentre teneva le mani all'interno delle tasche dei suoi amati jeans neri.
"Grazie Harry" rispose Elizabeth, senza più timore nei suoi confronti mentre stringeva al petto, ancora una volta, i suoi libri.
"Ah Elizabeth, a parte, scusa se te lo chiedo ma io non so che classe frequenti?" disse il ragazzo bloccandosi e grattandosi la nuca.
"Beh" disse la ragazza sorridendo timidamente e cercando all'interno della cartella il foglio con tutti i corsi.
Guardò un po' di fogli spostandoli e alla fine riuscì a trovare quello giusto.
"Il quarto A" rispose con non curanza.
"Allora sei in classe con mia sorella" disse il ragazzo sorridendo, mentre riniziavano a camminare.
"Tua sorella?" chiese imbarazzata.
"Sì, si chiama Charlotte Peaky" disse a Liz, sorridendole mentre pensava alla sua sorellastra.
Nuovamente calò tra i due il silenzio ma come prima non c'era nulla di teso o imbarazzante in esso.
Era solo un silenzio aromioso fatto di sguardi e respiri, semplicemente quel silenzio che si crea quando non si hanno più cose da dire ma nel quale si scambiano parole con i respiri.
Continuavano a camminare, sorridendo a volte.
"Comunque" disse Elizabeth spezzando quei momenti così fragili "Mi puoi chiamare Liz, Styles" concluse.
Lui si bloccò, guardandola stupefatto e con aria incerta.
Quella ragazza non gli sembrava una persona che da subito molto confidenza e non era di certo il tipo che parla molto, almeno non gli era sembrato così con lui.
Harry la guardava ed Elizabeth sentendo il suo sguardo adosso si bloccò, senza girarsi.
Non sapeva come controbattere Styles, non immaginava come poterle rispondere o come comportarsi ma poi scelse la via più facile.
Sorrise sul posto e la raggiunse.
"E tu Elizabeth puoi anche chiamarmi con il mio nome" disse sorridendo all'angolo della bocca.
Lei lo spiò di nascosto e vedendogli fare quel gesto, non tratenne un sorriso.
"Mi piace il tuo cognome Harry" disse impertinente.
Lui cercò di mascherare un nuovo sorriso che gli stava nascendo sulle labbra.
"Beh e a me piace il tuo nome per intero" disse scherzando, per poi ricominciare "Anzi ti dirò che il soprannome Liz, non mi piace poi così tanto, ti chiamerò Lizzie" disse facendole l'occhiolino prima di aprire la porta della classe della ragazza, non dando tempo a lei di rispondere.
Elizabeth sbuffò, quel soprannome lo odiava, solo suo padre lo utilizzava da quando era bambina e subito dopo seguì il suo nuovo amico nella sua nuova classe. 

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