Sotto copertura.

di Despicable Meggs
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1

 
Le porte dell'ascensore si aprirono e Tony entrò stranamente silenzioso. Ziva e McGee erano già al lavoro e Gibbs era andato a prendersi un caffè.
Tony si diresse alla sua scrivania, lanciò lo zaino per terra e si mise seduto sulla sedia sbuffando.
"Buon giorno anche a te Tony" disse Ziva in tono ironico.
"Aaaaa fai silenzio Mossad... Questo non è proprio un buon giorno!" rispose Tony arrabbiato.
"Che è successo Tony? Non sei riuscito a rimorchiare ieri sera?" disse McGee prendendolo in giro. Ziva rise di gusto e Tony le lanciò un occhiataccia.
"Taci McScemo... Le donne mi cadono ai piedi non è quello il problema... Ieri sera mi si è rotto il lettore dvd... Una tragedia!" gli disse Tony.
"Che vuoi che sia" disse Ziva avvicinandosi alla sua scrivania "Ne comprerai uno nuovo... È normale che le cose si rompano usandole... Non è poi un dramma!".
"È un dramma invece Ziva, perché dentro è rimasto incastrato uno dei miei preziosissimi dvd!" E mentre disse queste parole Ziva lo guardò storto. "Lascia stare... Non puoi capire...". Aggiunse Tony sconsolato.
"No io capisco benissimo... Si capisco che tu hai dei seri problemi!" Disse mentre tornava a sedersi.
Dopo dieci minuti arrivò Gibbs che senza nemmeno salutare si diresse correndo nell'ufficio del direttore. Rimase dentro circa una mezz'ora poi tornò e disse "Abbiamo un tenente morto a Fairfax. DiNozzo fai il pieno al furgone e partiamo. Il direttore ha detto che il caso ha la massima priorità. Dobbiamo sbrigarci".
"Allora forse è il caso che guidi io! Arriviamo là in metà tempo!" disse Ziva guardando Gibbs.
"No grazie" disse Tony "Preferisco metterci 10 minuti in più ed arrivare là vivo e con la colazione ancora nello stomaco!".
Allora Ziva si girò verso McGee in cerca di consenso ma lui la guardò e disse "Non chiedermi di sostenerti... Devo dare ragione a Tony... L'ultima volta che hai guidato tu quasi finivamo giù da una scarpata! Preferisco vivere!".
Salirono sul furgone e Tony iniziò a guidare ma Ziva gli dava il tormento "Dai gas e supera quella macchina Tony... Muoviti che il semaforo diventa rosso... Ma che fai freni? Se continui così arriviamo domani mattina!".
Ad un certo punto Tony esplose "ZIVA! Adesso basta. Sto guidando io è non puoi dirmi cosa devo fare. Quando guidi tu io non ti tormento così!" Disse lui urlando.
"No infatti" rispose Ziva "Quando guido io o stai in silenzio in preda al panico oppure vomiti... Non capisco il perché poi...".
"Non sei degna di una risposta" disse lui chiudendo il discorso. Poi dopo poco arrivarono sulla scena del crimine.
 
 
Angolo dell’autrice:
Questa è la mia prima fanfiction su NCIS. Alcune precisazioni:

  • Questo capitolo è introduttivo. Con i prossimi si entrerà nel vivo della storia.
  • Cercherò di pubblicare gli altri capitoli con regolarità.
  • Non saranno capitoli lunghissimi … Vorrei semplicemente fare una storia leggera da leggere.
Continuate a leggere e commentate. Non importa che tipo di commento sarà. Accetto tutto. :)
Grazie. Baci. :)

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2

 

Quando entrarono nel magazzino in cui era stato ritrovato il corpo rimasero sconvolti. Quell'uomo non era semplicemente stato ucciso. L'assassino aveva infierito su di lui. C'era sangue ovunque, sul corpo erano chiaramente visibili numerose ferite e un unico colpo di pistola al petto. Ducky e Palmer erano già sulla scena del crimine e aspettavano gli altri per i rilevamenti prima di spostare il corpo.

"Che morte orribile... Molte di queste ferite sono state inferte prima della morte." disse Ducky.

"Il direttore ci vuole tutti su questo caso. Il tenente Ethan Brown era un suo ex compagno di scuola. Vediamo di trovare in fretta chi lo ha ucciso" disse Gibbs.

Poi si rivolse a Ducky e chiese "A quando risale la morte?".

"Direi alle prime ore di questa mattina ma potrò essere più preciso dopo l'autopsia" rispose il dottore "Comunque posso dirti con certezza che la causa della morte è stato un colpo di arma da fuoco al petto, dritto al cuore".

"Tony gli schizzi, Ziva le foto e McGee raccogli le testimonianze di quei due ragazzi che l'hanno trovato" disse Gibbs alla sua squadra.

Si misero subito al lavoro. Nel frattempo Ducky portò via il corpo per poter iniziare l'autopsia.

"Come avete trovato il corpo?" chiese McGee ai due che avevano chiamato la polizia. "Stavamo andando al lavoro e abbiamo visto la porta aperta. Questo magazzino è abbandonato da anni ormai e le porte sono sempre rimaste chiuse. Ci siamo avvicinati e abbiamo guardato dentro ma appena abbiamo visto cosa era successo siamo scappati e abbiamo chiamato la polizia" disse uno dei due.

Tornati in ufficio si misero subito a scavare nella vita della vittima. Dopo un po' arrivò Gibbs che chiese:

"Cosa avete scoperto?". I tre cominciarono:

"Tenente Ethan Brown, 40 anni. Lavorava per un'organizzazione che aiutava i soldati affetti da stress post traumatico".

"Era sposato con Anna Brown, anche lei lavorava nella stessa organizzazione. In questi giorni è stata fuori città, ho provato a contattarla ma non risponde al telefono. Abitavano a Fairfax poco lontano dal luogo del ritrovamento del corpo".

"I testimoni dicono di non aver sentito niente né durante la notte né questa mattina. Erano andati a vedere dentro il magazzino perché la porta era aperta ma non avrebbe dovuto esserla perché il posto era abbandonato".

"Bene. Tony e Ziva andate da Ducky. Io vado da Abby, tu McGee continua a cercare la moglie".

Quando entrarono in sala autopsie Ducky come al solito stava raccontando una storia al cadavere. Appena si accorse di loro si interruppe e disse "Salve, entrate".

"Hai qualcosa per noi, Ducky?" chiese Ziva.

"Venite, ho qualche notizia per voi. Il tenente è morto verso le 4.00 di mattina. Prima di morire sarà stato torturato per almeno 3 ore. Gli hanno rotto tre dita con delle martellate e con un coltello gli hanno inflitto tutti questi tagli"

"Una tortura in piena regola... È quello che facevi anche tu Mossad giusto?" disse Tony ironicamente. Ziva gli lanciò uno sguardo assassino e poi disse "Potrei farti di peggio sai se non la smetti...". Tony la fissò e lei fece lo stesso. Gli piaceva quando lei faceva così. La provocava apposta per vedere la sua reazione, per sentire il suo sguardo su di lui.

Ducky si schiarì la voce cercando di richiamare l'attenzione. "Se avete finito continuo" disse guardandoli.

"Si scusa... Continua pure" rispose Tony ritornando alla realtà.

"Di sicuro sarà stato drogato e portato nel magazzino. Abby ve lo potrà confermare con l'esame del sangue. Poi lo hanno immobilizzato e lentamente gli hanno inflitto una moltitudine di ferite senza però colpire zone vitali, perché la ferita fatale è stato questo colpo al petto. Il colpo di pistola ha centrato il cuore e ha posto fine alle sue sofferenze" concluse il dottore.

I due lo salutarono e andarono via. Non appena le porte si chiusero Ducky si girò verso il cadavere e disse "Quando anche loro si accorgeranno di essere innamorati l'uno dell'altro? Ormai lo hanno capito tutti!".

Nel frattempo Gibbs era andato da Abby. Entrò porgendole il solito Cafpow. "Gibbs ne avevo proprio bisogno grazie" ma proprio mentre stava per afferrarlo Gibbs tirò indietro la mano e disse "Prima mi dici cosa hai scoperto poi il caffè",

"Ma Gibbs..." si lamentò lei, poi visto che lui non cedeva iniziò a dirgli cosa aveva trovato. "Dal campione di sangue che mi ha dato Ducky ho trovato delle tracce di un calmante. Probabilmente per tenerlo più calmo mentre lo torturavano".

"Altro?" chiese Gibbs. "Ovvio che si" rispose Abby "analizzando i vestiti che indossava il tenente e ho trovato tracce di cocaina. Ma non è normale cocaina... Corrisponde ad un tipo che viene spacciato in Europa soprattutto in Germania. Ora la domanda è: come è arrivata fino a qui?".

"Scoprirlo Abby!" disse Gibbs lasciandole il caffè sul tavolo e dandole un bacio. Poi fece per andare via.

"Aspetta dove vai? Dovresti saperlo quanto sono scrupolosa" gli urlò Abby. Gibbs tornò indietro e disse "Quindi? Cosa altro hai scoperto?"

Abby aprì un file del computer e lo mostrò a Gibbs con aria soddisfatta. "Sono stata brava eh?"

"Bravissima" rispose lui. Poi corse di sopra mentre Abby beveva felice il suo Cafpow.

 

 

 

Angolo dell’autrice:

Ecco il secondo capitolo! :)

Grazie a chi ha già commentato il primo capitolo. Spero che continuiate a commentare.

Baci baci :)

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

 

Appena Gibbs arrivò dagli altri riferì quello che Abby aveva scoperto.

"Il tenente Brown è stato ucciso da due spacciatori tedeschi. Si chiamano Chloe e Logan Schmidt, su di loro ha già indagato la polizia tedesca e anche l'Intrepol senza risultati. Evidentemente si muovono in vari stati per non farsi catturare".

Poi McGee lo informò che aveva rintracciato la moglie e che questa aspettava qualcuno a casa.

"Ziva contatta l'Intrepol e fatti mandare il loro fascicolo poi vai con Tony dalla moglie di Brown e cercate di scoprire che rapporto poteva avere il tenente con questi spacciatori. McGee tu invece cerca di trovarli" disse Gibbs.

"Ma capo" disse McGee "Come faccio a rintracciarli... Non abbiamo neanche un cellulare da controllare...".

"Non mi interessa! Fai quello che tu fai di solito con il tuo computer e compi il miracolo" rispose Gibbs mentre se ne andava.

"Dai McInformatico non abbatterti. Magari li troviamo io e Ziva così eviti una brutta figura... Anche se poi ci sei abituato" disse Tony prendendolo in giro.

"Stai zitto DiNozzo. Riuscirò a trovarli... A costo di lavorarci tutta la notte" disse McGee.

"Bravo Tim" gli disse Ziva "Non dare soddisfazione a Tony". Poi prese la sua giacca e guardò Tony ridacchiando.

Lasciarono McGee a lavorare al suo computer mentre si dirigevano a casa della moglie del tenente. Quando la donna aprì la porta capirono subito che le avevano già dato la notizia. Con lei c'era il fratello a cercare di consolarla. Si sedettero sul divano e Tony le chiese "Lei sa per caso se suo marito conosceva Chloe e Logan Schmidt?".

"No" rispose la donna "Chi sono?".

"Sono due spacciatori tedeschi. Alcune tracce della loro droga sono state rinvenute sui vestiti di suo marito" disse Ziva.

"Voi volete insinuare che mio marito fosse impegnato in qualche losco affare per caso?" disse la donna arrabbiata "Era un brav'uomo. Anzi lui cercava di allontanare i soldati di cui ci occupavamo dalla droga".

"Non voglio insinuare niente" si giustificò subito Ziva "Cerco solo di capire perché suo marito è stato ucciso".

"Io proprio non ne ho idea..." disse la donna piangendo.

"Possiamo dare un'occhiata tra le cose di suo marito per vedere se troviamo qualche indizio utile?" chiese Tony.

"Certo, prendete quello che vi serve" rispose la donna.

Tony e Ziva andarono nell'ufficio del tenente Brown e cominciarono a guardare tra le sue carte. Presero il computer per darlo da analizzare ad Tim. Poi l'attenzione di Tony cadde su una cartella che spuntava da sotto una pila di libri.

Appena la aprì vide della foto che ritraevano un uomo e una donna intenti a vendere della droga ad una coppia di ragazzi. Ziva si avvicinò e guardò gli altri fogli. Erano un elenco di luoghi ed orari. Capirono subito quello che il tenente aveva fatto. Lui non comprava né vendeva droga, si era limitato a seguirli perché aveva scoperto che alcuni soldati di cui si occupava facevano uso di droga. Presero quello che avevano trovato e tornarono all'NCIS. Durante il viaggio di ritorno chiamarono Gibbs per dirgli di andare a parlare con i soldati che il tenente Brown aiutava, perché qualcuno di loro usava la cocaina e quindi doveva sapere qualcosa sugli spacciatori.

Quando Gibbs arrivò alla sede in cui il tenente svolgeva il lavoro trovò molti soldati tutti stranamente pronti a collaborare. Uno di loro disse che il tenente aveva sorpreso alcuni soldati a comprare droga e gli indicò uno di questi.

Gibbs andò da lui a chiedere se poteva dargli degli indizi.

"L'unica cosa che so è che i ragazzi che mi fornivano la droga erano solo degli intermediari. Sono stati arrestati qualche giorno fa" disse il ragazzo "Però da quel che ho capito il tenente aveva parlato con gli uomini che davano gli davano la droga. Mi sembra che di cognome facessero Schmidt. Trovi chi lo ha ucciso per favore. Lui era l'unico a cui interessava la nostra salute" concluse.

Gibbs lo ringraziò e tornò alla base. Appena arrivò all’NCIS Tony e Ziva gli mostrarono quello che avevano scoperto mentre Tim spulciava nel computer del Tenente.

Trovò un file che conteneva moltissime foto dei loro sospettati tra cui alcune foto scattate dentro l'aeroporto. Vedendo quelle immagini gli venne un’idea e controllò i voli per la Germania.

"Ci siamo capo! Sembra che i due si siano dati alla fuga... Probabilmente avevano già pianificato l'omicidio e previsto di fuggire a giudicare dalle foto che il tenente aveva scattato in aeroporto. Sono partiti con il volo delle 7.00 di questa mattina".

"Per dove?" Chiese Gibbs impaziente.

"Per la Germania. L'aereo dovrebbe atterrare fra qualche ora a Monaco" rispose McGee.

"Ho ricevuto ora la documentazione dall'Interpol. Sembra che i nostri due assassini siano i due spacciatori più attivi in Germania. Hanno cercato più volte di arrestarli ma nessuno è mai riuscito a prenderli. Di solito non spacciano in prima persona ma assumono persone non sospettabili per fargli svolgere il lavoro sporco." disse Ziva.

"Come hanno fatto anche qui... Ora che sono stati scoperti se ne vanno..." disse Gibbs.

Poi aggiunse "David e DiNozzo preparate i bagagli. Partite con il primo volo per Monaco. Sarete la prossima coppia che si offrirà di aiutare i due spacciatori".

Quando sentirono che dovevano di nuovo lavorare insieme sotto copertura iniziarono subito a lamentarsi ma la realtà era che non vedevano l'ora di poter passare del tempo assieme. Anche se era tempo che dovevano passare lavorando. Sarebbero di nuovo stati insieme in una camera d'albergo, e ognuno in cuor suo sperava che succedesse qualcosa, qualcosa che aspettavano da tempo ma che non avevano mai avuto il coraggio di fare.

"McGee tu vai da Abby e prepara una nuova identità per Tony e Ziva. Mi raccomando che sia qualcosa di plausibile e che regga ad ogni loro possibile ricerca. Questi sono due che non scherzano. Non si fanno scrupoli ad uccidere".

Dopo due ore Tony e Ziva arrivarono in aeroporto pronti a partire e Gibbs li raggiunse dando loro il necessario per la missione: i nuovi documenti e l'attrezzatura che poteva servirgli.

"Noah e Madison Williams?" chiese Tony non troppo contento dei nuovi nomi. "Fatteli andare bene DiNozzo!" disse Gibbs mollandogli uno scappellotto. "Nessuno sa che voi sarete là. Fate attenzione e contattateci frequentemente. Ah... Un ultima cosa... Ricordatevi della regola numero 12.." concluse Gibbs. "Capo ma cosa dici... Noi non.." dissero insieme. Ma Gibbs non li fece finire, gli lanciò una delle sue tipiche occhiatacce e se ne andò.

"Allora Madison sei pronta per un'altra missione sotto copertura? Speriamo sia piacevole come l'ultima!" disse riferendosi all'occasione in cui avevano finto di essere due assassini.

Ziva rise di gusto poi disse "Non sperarci troppo DiNozzo... Volevo dire Noah. Anzi prega che ci sia un divano nella nostra camera perché questa volta non ti permetterò di dormire nel letto con me!".

In realtà Ziva avrebbe voluto che lui le dormisse accanto. Lo amava. Ma non riusciva ad ammetterlo.

Poi Tony la prese sottobraccio e le disse "Andiamo mogliettina. Saliamo su questo aereo e facciamo vedere ai tedeschi come si lavora".

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4

 
Il volo sembrò durare un'eternità. Cercarono di riposare un po' visto che una volta atterrati a Monaco avrebbero subito dovuto mettersi al lavoro.
Tuttavia dormire non fu facile; una fila dietro la loro era seduta una famiglia con due bambini piccoli che non avevano fatto altro che urlare e dimenarsi per tutto il viaggio.
Una volta atterrati presero un taxi e si diressero verso l'hotel. Mentre erano in macchina Tony cominciò a pensare a come potesse essere l'albergo.
"L'ha scelto il pivello... Ho paura che abbia combinato qualche pasticcio..." disse lui preoccupato.
"Che c'è Tony? Paura che non ci sia il divano nella stanza?" rispose Ziva stuzzicandolo.
Tony fece una risatina. "E se per caso il divano non ci fosse? Dovrai sopportare la mia presenza nel letto in quel caso" le disse.
"Beh a quel punto prima di prendere la decisione di farti dormire con me valuterò la situazione. Magari c'è una vasca nel bagno... Ci mettiamo dentro una coperta morbida e abbiamo creato un nuovo letto" rispose soddisfatta.
"Non lo faresti mai" affermò Tony. Anche se in realtà cercava nello sguardo della collega un'espressione che gli facesse capire che stava scherzando. Ma con Ziva era difficile capirlo. Era piuttosto brava a non lasciare intendere alla gente quello che pensava.
Arrivati in hotel Tony constatò che il posto in fondo non era male. Anzi sembrava  piuttosto elegante.
"Forse McGee ne ha fatta una giusta" disse mentre prendeva Ziva per mano.
Lei lo guardò storto, così lui si affrettò a spiegare "Dobbiamo fingere di essere marito e moglie no?! Sono solo entrato nella parte".
"Hai ragione amore... Mi ero scordata che eravamo sposati!" rispose Ziva ridendo.
Quando Tony sentì la parola amore uscire dalla sua bocca si rese conto di quanto gli sarebbe piaciuto che non lo avesse detto solo perché fingevano di essere una coppia. Cercò di cacciare via subito quel pensiero dalla sua testa. Salirono in camera e Ziva fece subito notare a Tony che c'era il divano.
"Hai visto? Ti sei preoccupato per niente. Hai un posto per dormire molto più comodo della vasca da bagno" disse lei mentre entravano. In realtà sarebbe stata molto più contenta se il divano non ci fosse stato e Tony avesse dormito con lei. Erano passati pochi mesi da quando era tornata dalla Somalia e da quando lui le aveva detto quella frase per lei era cambiato tutto. "Non posso vivere senza di te"... Non riusciva a togliersela dalla testa. Sperava che fosse vero. Ma sapeva che l'avevano drogato e perciò aveva paura che non fosse proprio in sé mentre diceva quelle parole e che quindi non le pensasse sul serio. In più non aveva il coraggio di chiedergli se quella frase riflettesse davvero il suo pensiero.
"Per fortuna che c'è il divano!" esclamò Tony in modo sarcastico mentre invece nella sua testa malediceva chi aveva avuto l'idea di mettere un divano nella stanza. Certo era una suite ed era normale che fosse ben arredata ma lui aveva sperato fino alla fine di poter dormire con Ziva.
Sistemarono velocemente le loro cose, poi accesero il computer e si misero in contatto con Gibbs e McGee. Volevano essere aggiornati, sapere se avevano scoperto qualcosa mentre loro erano in volo.
"Capo" disse Tony vedendo l'immagine di Gibbs comparire sullo schermo "Siamo arrivati a destinazione. Avete scoperto qualcosa?".
"Abbiamo fatto una ricerca sulle precedenti coppie che i coniugi Schmidt avevano scelto per spacciare la droga. Dalle loro deposizioni risulta che si sono tutte offerte di lavorare per loro in quanto avevano bisogno di soldi" disse Gibbs.
"Allora anche noi useremo la stessa tecnica" rispose Ziva "Ma come facciamo a trovarli? Non abbiamo molto tempo... Non vorrei che qualcun altro li contattasse prima che noi arriviamo a loro" aggiunse.
A quel punto intervenne McGee "Leggendo il loro fascicolo ho letto che lì a Monaco il loro pub preferito è l'HB, Hofbräuhaus*. La più antica birreria di Monaco. Durante gli appostamenti i poliziotti hanno rilevato che vanno in quel locale praticamente tutte le sere e infatti lì sono anche entrati in affari con alcune delle coppie che poi hanno mandato a vendere la loro droga".
"Benissimo!" disse Tony "Allora questa sera faremo un tentativo lì. Che ne dici tesoro, ti va di passare una serata in birreria?" aggiunse rivolgendosi a Ziva.
"Certamente, inizio subito a prepararmi per l'occasione" disse lei ironicamente.
"DiNozzo, ti ricordo che siete lì per lavorare non per darvi alla pazza gioia. Restate concentrati sul caso. E ricordatevi anche, durante l'incontro, di mettere un localizzatore addosso ad uno dei due, così potremmo finalmente seguire i loro spostamenti" disse Gibbs.
"Ok capo" rispose Tony.
"Buon lavoro e aggiornateci il prima possibile" disse Gibbs chiudendo la conversazione.
Tony fece una doccia, poi uscì e lasciò il bagno a Ziva mentre sistemava il necessario per l'incontro. Preparò alcune armi che si sarebbero nascosti addosso e anche un piccolo localizzatore.
Quando Ziva uscì dal bagno Tony notò subito che aveva lasciato i capelli sciolti e si rese conto di quanto fosse bella così. Non che prima non gli piacesse, anzi, ma vestita e pettinata come era quella sera stava ancora meglio.
"Cara stasera sei davvero fantastica. Quando si tratta di incontrare altri uomini ti metti sempre in ghingheri" disse lui mentre la analizzava dalla testa ai piedi.
"Concentrati su quello che stai facendo invece di guardare me" gli disse Ziva notando che stava cercando di infilare il caricatore nella pistola al contrario.
Tony ritornò velocemente in sè. Ecco cosa gli succedeva quando pensava troppo a lei. "Devo distrarmi" pensò "Devo essere concentrato sul lavoro... Prima il dovere e poi il piacere". Anche se si rese subito conto che il piacere non ci sarebbe mai stato se non si fosse deciso  a confessare a Ziva quello che provava per lei.
"Dove pensi di mettere il localizzatore?" chiese a Ziva cambiando discorso.
"Beh fuori fa piuttosto freddo e di sicuro avranno un cappotto. Pensò che glielo nasconderò nella tasca in un momento in cui sono distratti" rispose mentre prendeva una pistola e un coltello.
Tony la guardò mentre nascondeva il coltello e le disse "Tu sempre armata fino ai denti vero?".
"Per sicurezza! Non si sa mai" rispose seria.
Detto questo uscirono dalla stanza dirigendosi verso il locale. Entrarono, si misero seduti e aspettarono di vedere Chloe e Logan Schmidt. Dovettero attendere un po' ma poi li videro entrare e sedersi ad un tavolo non lontano dal loro. Decisero quindi di alzarsi e andare a parlargli.
"Voi chi siete?" chiese il signor Schmidt.
"Siamo Noah e Madison Williams. Pensiamo di potervi essere utili" disse Tony disinvolto. In realtà era piuttosto in ansia. Sapeva che avrebbero avuto solo una possibilità per riuscire a convincerli.
"Perché pensate di poterci essere utili?" chiese la donna.
"Sappiamo della vostra attività non del tutto regolare e vorremmo farne parte. Ci è stato riferito che cercate qualcuno che possa aiutarvi e che pagate bene. E a noi servono dei soldi" disse Ziva con tono deciso.
L'uomo capì dove volevano andare a parare; così li invitò a sedersi e iniziò a fargli delle domande per capire se potevano fare un accordo.
Ziva nel frattempo cercava di mettere il segnalatore nel cappotto della donna. Ma era un'impresa ardua. Lei era brava a fare queste cose senza farsi notare ma la signora Schmidt sembrava molto attenta ad ogni loro movimento. Così Tony fece cadere il tovagliolo apposta per potersi alzare a raccoglierlo. Mentre tornava a sedere urtò il cappotto della donna che cadde per terra. Ziva approfittò della situazione creata dal collega e raccolse il cappotto infilando nella tasca il segnalatore. "Bella mossa Tony" pensò.
"Come ci avete trovati?" chiese l'uomo a Tony.
"Beh abbiamo i nostri metodi... Ma è una cosa che non vi riguarda." rispose lui sperando che non volessero più informazioni.
Il signor Schmidt non fece altre domande. Li invitò ad uscire in strada, li portò in un parcheggio piuttosto isolato e gli diede un pacco contente la droga.
"Il lavoro è vostro. Fate un errore e siete morti!" disse.
Poi la donna aggiunse "Entro la fine della settimana dovete aver venduto tutta la roba altrimenti... Beh lo scoprirete se non portare a termine il lavoro".
"Se abbiamo bisogno di contattarvi?" Chiese Ziva.
La donna la guardò e disse "Tesoro, non siete voi che contattate noi... Ma noi che contattiamo voi. Ora sparite e non fatevi vedere fino a martedì. Ci incontriamo di nuovo qui alle 22... È ricordate: anche se non ci vedrete noi vi teniamo d'occhio. Non cercate di fregarci".
Mentre tornavano all'hotel Tony disse "Quella donna è agghiacciante. Forse anche più di te nei tuoi momenti da super spia del Mossad". Ziva gli diede una gomitata nello stomaco. "Ti sbagli se pensi che io possa essere così. O meglio, non mi hai mai vista mettere in atto le tecniche da spia del Mossad. Forse in quel caso mi avresti potuta qualificare come agghiacciante".
Poi rientrarono in stanza e andarono a dormire. Tony sul divano e Ziva nel letto.
 
 
 
Angolo dell'autrice:
Eccoci con il quarto capitolo. Spero che vi sia piaciuto e che continuiate a seguire e commentare la storia! :)
Un grazie a chi ha commentato e a chi commenterà.
Piccola precisazione:
* Hofbräuhaus: Esiste davvero! :) È un'antica birreria di Monaco nonché fabbrica di birra. Fu fatta costruire nel 1589 dal duca Guglielmo V. :)
Baci Meggie :)

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5

 

Tony e Ziva passarono i giorni successivi indagando sugli spacciatori e seguendone gli spostamenti con l'aiuto di McGee e del segnalatore, che con tanta fatica erano riusciti a mettere nel cappotto della donna. Intanto dovevano anche cercare di far comprare a qualcuno quella cocaina per non essere scoperti. Gibbs aveva quindi contattato le forze di polizia locale per spiegargli la missione e questi avevano mandato degli agenti infiltrati a comprare la droga così da non far correre rischi a Tony e Ziva. Anche perché quella non era la loro giurisdizione e quindi presto o tardi avrebbero dovuto coinvolgere la polizia tedesca.

La polizia apprezzava molto l'aiuto degli agenti americani. Erano anni che cercavano di prenderli con le mani nel sacco ma non c'erano mai riusciti. In effetti da quello che potevano vedere grazie al localizzatore i due non svolgevano nessuna attività illegale a parte consegnare la droga alle varie coppie di volta in volta coinvolte. Anzi conducevano una vita normalissima, facevano quello che normalmente fanno marito e moglie. Alla mattina andavano al lavoro e rincasavano la sera. Lei era un'impiegata in un'azienda farmaceutica, lui era un chimico. Ecco spiegato come si procuravano la droga. Spesso uscivano per bere qualcosa o per una passeggiata. Insomma non facevano niente che potesse far sospettare di loro o che potesse permettere alla polizia di arrestarli.

Tony e Ziva contattavano Gibbs ogni sera per mantenerlo informato e per farsi aggiornare sugli spostamenti degli spacciatori. Aspettavano il momento giusto per uscire allo scoperto ed arrestarli. Una mattina dopo aver aspettato che uscissero per andare al lavoro decisero di introdursi in casa loro per vedere se era lì che producevano la droga. Speravano che quello fosse il luogo dove tenevano il laboratorio. Sarebbe stato infatti più facile arrestarli. Ma purtroppo non trovarono niente.

La giornata era stata molto pesante e la sera crollarono dal sonno. Quella notte però per Ziva fu più difficile de solito. Ogni notte faticava a dormire e faceva di tutto per non disturbare Tony. Non che fosse difficile, quando dormiva era quasi impossibile svegliarlo. Ma quella notte si svegliò più spaventata del solito a causa di un incubo che la perseguitava da quando era tornata dalla Somalia: sognava Saleem che la torturava per estorcerle delle informazioni sull'NCIS. In realtà non era un sogno, semplicemente continuava a rivedere nella sua testa ciò che le era stato fatto. È ogni volta che sognava le sembrava reale, le sembrava di essere di nuovo là. Si sedette di scatto sul letto: era sudata e respirava affannosamente. Così si alzò e andò alla finestra. La aprì e respirò un po' d'aria fresca sperando di riuscire a calmarsi senza svegliare Tony.

Appena sentì l'aria fredda sulla faccia Tony si svegliò, si girò verso la finestra e vide Ziva appoggiata con le mani al davanzale. Sembrava agitata. Si alzò e andò subito a vedere cosa le stesse succedendo.

"Ziva... Che fai? Si gela fuori... Perché hai aperto la finestra?" Chiese Tony confuso. Era ancora un po' assonnato ma l'aria fredda lo svegliò velocemente. Lei non rispose. Era ancora troppo scossa da quello che aveva sognato per riuscire a parlare. Tony la guardò in faccia e capì subito che qualcosa non andava. Vide il panico nei suoi occhi.

"Ti senti male?" le chiese mettendole una mano sulla schiena. Sentì che stava tremando. Così prese la felpa che aveva lasciato sulla sedia e gliela mise sulle spalle.

"Stai congelando" disse cercando di farla spostare ma lei si ritrasse.

"Lasciami in pace Tony... Va tutto bene" disse cercando di non piangere.

"Davvero!? Non si direbbe..." disse Tony in modo ironico. A quel punto Ziva iniziò a piangere. Lui rimase sorpreso da quella reazione, non l'aveva mai vista così. La tirò a sè e l'abbracciò stringendola forte, lei non oppose resistenza. Anzi lo strinse ancora più forte. Da quel gesto capì che doveva stare davvero male; normalmente lei lo avrebbe respinto.

"Hey, Mossad che hai?" disse accarezzandole la schiena cercando di calmarla.

"Non riesco a togliermi dalla testa quello che ho passato in Somalia... Quello che quel Saleem mi ha fatto... Ogni volta che chiudo gli occhi rivedo tutto e ogni notte sogno qualche tortura o violenza..." rispose lei staccandosi da lui e guardandolo negli occhi. Alla parola "violenza" Tony si irrigidì.

"Violenza? Ziva ti ha violentata?" chiese lui sconvolto. Lei non rispose ma quel silenzio fu piuttosto chiaro. "O mio Dio Ziva... Mi dispiace..." poi lei si accasciò a terra. Ormai era senza difese. Era questo l'effetto che le faceva parlare con lui e lei lo sapeva. Infatti aveva sempre evitato di raccontargli tutta la storia. Era sempre stata una persona forte, non faceva mai trasparire la sua sofferenza.

Tony chiuse la finestra, si mise seduto al suo fianco, la prese tra le braccia e lasciò che si sfogasse. "Perché non me ne hai parlato prima... Lo sai che mi puoi dire tutto!" le disse accarezzandole i capelli. Non poteva credere a quello che le aveva appena detto; soffriva anche lui sapendo quello che aveva passato. Lei continuava a piangere. Non l'aveva ancora fatto da quando era tornata in America. Aveva solo cercato di reprimere i brutti ricordi sperando che sparissero in fretta.

"Tony io... Sto così male..." disse in preda alla disperazione.

"Posso solo immaginare cosa tu stia passando. Ma non preoccuparti, ora ci sono io ad aiutarti. Andrà meglio vedrai..." disse Tony. Aspettò che si calmasse poi la aiutò ad alzarsi e la portò a letto. La fece distendere, la coprì e fece per tornare sul divano. Avrebbe voluto rimanere nel letto con lei ma non voleva essere troppo invadente.

Ziva lo afferrò subito per un braccio e gli disse "Dove vai? Vieni nel letto con me ti prego... Non voglio restare da sola".

"Certo" rispose lui. Poi si sdraiò accanto a lei, le fece appoggiare la testa sulla sua spalla e le diede un bacio sulla fronte. Avrebbe voluto darle un vero bacio, un bacio che esprimesse l'amore che provava per lei. Ma sapeva benissimo che quello non era il momento giusto.

Lei lo abbracciò ricominciando a piangere.

"Sfogati" le disse Tony "Starai meglio...". Lasciò che piangesse fino a quando sfinita non si addormentò.

La mattina seguente quando Tony si svegliò vide che Ziva dormiva ancora appoggiata a lui. Rimase per un po' a fissarla. Era felice di poterla tenere fra le braccia, anche se il motivo per cui avevano dormito abbracciati non era quello che avrebbe voluto; l'ultima cosa che voleva era vederla star male come era successo quella notte. Avrebbe voluto parlare con lei di quello che le aveva raccontato la notte prima ma conosceva bene Ziva. Sapeva che aveva bisogno del suo spazio e non voleva crearle altri problemi.

"Come stai?" le chiese a Tony quando lei si svegliò. "Sappi che quando sarai pronta a parlarmi di quello che è successo io sarò lì per te."

Lei lo guardò e gli disse "Grazie". Dopo quella notte avrebbe voluto dirgli quanto lo amava e quanto lui fosse fondamentale nella sua vita ma quella mattina non era dell'umore giusto e non voleva rovinare tutto.

Si alzarono e si prepararono. Li aspettava un'altra intensa giornata. Mentre Ziva era in bagno Tony continuava a ripetersi "Devi dirglielo quello che provi, devi dirle che la ami. In fondo sono tre semplici parole: io ti amo! Perché sei così stupido". Ma per quanto fossero semplici non riusciva a pronunciarle. Aveva paura che lei non fosse pronta. O forse aveva paura e basta. Fece però una promessa a se stesso: prima di tornare a casa le avrebbe confessato il suo amore.

Quella mattina pensarono che fosse meglio andare in giro e fingere di vendere la droga ai poliziotti che si fingevano compratori. Sapevano di essere tenuti d'occhio, ma non avevano mai visto nessuno di sospetto in giro.

"Forse mentivano quando dicevano che ci avrebbero controllato. Forse l'hanno detto solo per spaventarci" disse Ziva. Poi fece una piccola pausa e aggiunse. "Oppure potremmo essere sotto controllo in questo momento. Non mi piace questa situazione".

"Si infatti. Dobbiamo stare attenti. E speriamo che tutto vada bene. Ho un brutto presentimento... Sta andando tutto troppo liscio".

Riuscirono a smaltire tutta la roba nei due giorni successivi e la sera prima dell'incontro ripassarono il piano per il giorno seguente. Avevano deciso che era il momento giusto: li avrebbero arrestati mentre erano all'incontro. Avrebbero aspettato che gli venisse consegnato il nuovo carico di droga e poi la polizia del luogo avrebbe fatto irruzione. Così nel pomeriggio avevano spiegato come pensavano di agire al poliziotto incaricato di eseguire l'arresto e poi avevano chiamato Gibbs per informarlo. Dopo aver cenato tornarono in camera, Ziva si fece la doccia per prima e Tony subito dopo di lei.

Poi andarono a dormire. Tony preparò il divano. Anche se il giorno prima avevano dormito insieme non sapeva se lei lo avrebbe fatto continuare a dormire con lei.

Ziva continuava a pensare a quello che era successo la notte precedente, alla dolcezza che Tony aveva usato con lei. "Puoi dormire nel letto se vuoi..." disse facendogli spazio "Ma tieni le mani a posto".

Tony non se lo fece ripetere due volte e andò subito sotto le coperte.

"Le mani le tengo sotto il cuscino ok? Così siamo sicuri che non finiscano dove non devono andare" disse lui scherzando "Ma se preferisci puoi ammanettarmi".

"Ti consiglio di chiudere la bocca se non vuoi tornare di corsa sul tuo bel divano" rispose lei avendo colto il doppio senso dalla battuta di Tony.

"Ok... allora buonanotte" disse lui.

"Notte" rispose Ziva.

Si girarono su un fianco cercando di addormentarsi. Ma nessuno dei due riuscì a prendere sonno. Dopo un po' Ziva chiese "Dormi Tony?".

"Ancora no... perché?" rispose lui voltandosi verso di lei.

"Posso parlarti di una cosa?" gli chiese.

"Certo" rispose lui.

Così lei finalmente si liberò del peso che aveva portato fino a quel momento. Gli raccontò tutto della Somalia. Lui le teneva la mano e anche se era buio e non poteva vederla in faccia sapeva quanto fosse difficile per lei parlarne e quanto stesse soffrendo.

Concluse dicendo semplicemente "Grazie per avermi ascoltata".

Dopo che lei ebbe finito lui le disse "Mi dispiace molto per quello che è successo. Io vorrei farti stare meglio... Cosa posso fare?".

"Lo stai già facendo Tony" disse Ziva. "Non so come avrei fatto senza di te. Tu mi hai salvata... Se non fosse stato per te io sarei morta. E nonostante io non ti abbia dimostrato molta gratitudine, tu sei ancora qui pronto ad aiutarmi e...".

Ma Tony non la lasciò finire di parlare. Si avvicinò a lei e la baciò. Finalmente riuscì a farlo. Era da molto che sognava quel momento. Lei ricambiò immediatamente. Fu un bacio lungo e intenso.

Quando Tony si staccò le disse "Ti amo Ziva".

"Anche io ti amo Tony".

E finalmente fecero l'amore. Aspettavano entrambi quel momento da molto. Anche se nessuno dei due l'avrebbe ammesso all'altro.

 

 

Angolo dell'autrice:

Ecco il nuovo capitolo!

Spero che vi sia piaciuto, soprattutto a chi è fan Tiva come me! :)

Aspetto i vostri commenti!

Baci Baci :)

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


CAPITOLO 6

 

La mattina seguente quando Tony si svegliò era ancora abbracciato a Ziva. Avevano passato una notte meravigliosa. Lui la guardò e notò quanto fosse bella mentre dormiva. Avrebbe voluto fermare quel momento per gustarselo a lungo.

Quando anche lei aprì gli occhi si rese conto che lui la stava fissando e sorrideva. La prima cosa che fece fu dargli un bacio.

"Devo dire che svegliarsi in questo modo è fantastico" disse Ziva continuando a fissare i bellissimi occhi di Tony.

"Si hai proprio ragione... Non capisco perché ci abbiamo messo così tanto. Questa notte è stata indimenticabile Ziva" disse lui baciandola di nuovo.

Rimasero ancora un po' nel letto abbracciati poi lei disse "Adesso cosa raccontiamo a Gibbs? Si era anche raccomandato di non infrangere la regola numero 12...". Tony ridacchiò e Ziva con lui. Sapevano bene cosa diceva Gibbs dei rapporti tra i colleghi e pensavano di conoscere la reazione che avrebbe avuto una volta scoperto cosa avevano combinato. Tuttavia né Tony né Ziva avevano intenzione di interrompere la loro storia per una stupida regola che neanche era stata scritta. Insomma avrebbero cercato una soluzione che non contemplasse la possibilità di lasciarsi.

"Dovrà farsene una ragione. Godiamoci il nostro amore senza paura di quello che succederà" rispose Tony sorridente "Comunque ritengo che Gibbs si aspettasse qualcosa del genere. Quando ci ha lasciato in aeroporto ci ha ricordato della regola... Ma penso che per il momento potremmo anche evitare di dirglielo".

"Hai ragione. E poi non trovi che fare tutto di nascosto sia molto più... avventuroso?" disse lei accarezzandogli i capelli.

"Hai capito la mia piccola Ninja... Mi piace questo tuo lato da ragazzaccia!" le rispose Tony divertito dalla sua affermazione.

Si alzarono, fecero colazione e iniziarono a prepararsi per uscire. Avevano già smaltito tutta la droga e avevano deciso di fare un bel giro per Monaco. Poi nel pomeriggio si sarebbero preparati per l'incontro previsto per quella sera con gli spacciatori. Ormai erano vicini alla soluzione del caso. Erano contenti del lavoro che avevano fatto e pensavano di meritarsi un po' di relax anche se quello non era un viaggio di piacere. Dopo una giornata in giro per la città tornarono in hotel, contattarono Gibbs per spiegargli esattamente come pensavano di agire e infine chiamarono la polizia per accordarsi sul luogo e sul l'orario dell'incontro. Sarebbero andati nel parcheggio in cui gli spacciatori gli avevano consegnato la cocaina la settimana prima e avrebbero finto di volerne altra. Poi al momento della consegna avrebbero fatto irruzione i poliziotti arrestando i coniugi Schmidt. Sembrava semplice. Fin troppo.

Erano quasi pronti per uscire quando Tony si accorse che c'era qualcosa di strano nella stanza.

"C'è qualcosa che non va qui" disse Ziva.

"Anche tu te ne sei accorta? C'è uno strano odore..." Disse Tony. Poi vide Ziva mettersi una mano sulla testa e barcollare. La prese appena in tempo evitando di farla cadere.

"Che hai?" le chiese.

"Mi gira la testa..." disse lei confusa. Lui la fece sedere e poi cercò di aprire le finestre.

"Sono bloccate... Non capisco fino a ieri sera si aprivano!". Poi corse alla porta ma anche quella era bloccata. Cercò di sfondarla ma si sentiva piuttosto debole. Tornò da Ziva e mentre camminava si accorse che anche a lui girava la testa. Fece appena in tempo ad arrivare vicino a lei e vedere che era svenuta che anche lui perse i sensi.

 

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Intanto, non molto lontano dall'hotel, i coniugi Schmidt aspettavano che il gas che avevano fatto entrare nella stanza attraverso il sistema di aerazione facesse effetto.

"Che ingenui sono stati quei due" disse la donna "Credevano che non avremmo indagato su di loro?".

"Evidentemente non hanno preso sul serio il discorso che gli abbiamo fatto il giorno dell'incontro" affermò l'uomo "Pensavano che ci saremmo accontentati di quelle poche informazioni che ci avevano dato. Ma si sbagliavano. E adesso pagheranno per la loro imprudenza".

"Certo, dobbiamo riconoscere che sono stati bravi a nascondere la loro vera identità. Agenti dell'NCIS... I loro informatici sono stati davvero in gamba a creare la loro copertura. Hanno persino inserito un finto atto di matrimonio tra i documenti. Ma la nostra esperienza non si batte" disse la donna guardando il marito con un ghigno maligno sulla faccia.

"Si... Ci hanno preso in giro alla grande ed è per questo che per loro abbiamo preparato la migliore delle vendette. Giusto amore?!" asserì l'uomo avvicinandosi alla moglie.

"Impareranno cosa vuol dire pagare per i proprio errori" aggiunse. I due si baciarono e risero della propria perfidia.

Poi la donna disse " Ora provo a chiamare la loro stanza. Se non risponde nessuno vuol dire che sono già nel mondo dei sogni e possiamo entrare". Ma mentre estraeva il telefono dalla tasca si accorse del localizzatore che Ziva le aveva messo la sera dell'incontro.

Andò su tutte le furie e lo distrusse dicendo "È stata sicuramente quella sgualdrina a metterlo nella mia tasca... Quando mi ha raccolto il cappotto. Voglio occuparmi io di lei". Fece la telefonata e nessuno rispose.

"Andiamo a prenderli" ordinò furibonda al marito "Voglio occuparmi di loro il prima possibile".

 

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Quando Tony si risvegliò capì che non erano più in camera. Era confuso e aveva un forte mal di testa. Il suo primo pensiero fu Ziva. Si guardò intorno e vide che era sdraiata sul pavimento poco lontano da lui. Si avvicinò velocemente e si rese conto che era ancora priva di sensi. Si sedette, la prese fa le braccia e la chiamò cercando di farla riprendere "Ziva... Ziva, tesoro svegliati..." le diceva scuotendola leggermente. Lentamente aprì gli occhi.

"Che è successo? Dove siamo?" Chiese lei agitata.

"Hey tranquilla... Non lo so dove siamo ma credo che i nostri due spacciatori abbiano scoperto che non siamo chi diciamo di essere. Avevamo ragione a credere che stesse andando tutto troppo bene. Come ti senti?".

Le chiese facendola mettere seduta con la schiena appoggiata al muro.

"Ho mal di testa e ho un po' di nausea..." rispose tenendo gli occhi chiusi. Si sentiva davvero male ma cercava di non darlo a vedere.

"Anche io, deve essere l'effetto della sostanza che hanno usato per stordirci" rispose Tony "Resta seduta... Io cerco di capire dove siamo e come uscire...".

Poi si alzò e fece il giro della stanza. Era buio lì dentro ma da una finestra filtrava abbastanza luce per fargli capire che erano in uno scantinato. Prese una cassa di legno che trovò in un angolo e ci salì sopra per cercare di guardare fuori dalla finestra. Non riconobbe nulla del luogo che vedeva al di là del vetro, ma capì che non erano più in centro città. Continuò a studiare la stanza. Dalla finestra non si poteva uscire perché aveva le inferriate. Così cercò di sfondare la porta. Ma era in metallo e probabilmente era sprangata.

"Mi ricorda la volta che siamo rimasti chiusi in quel container" disse cercando di sdrammatizzare la situazione. Quella era una delle sue doti migliori, riusciva sempre a alleggerire la tensione facendo una semplice battuta. E Ziva amava questo suo lato.

"Hai ragione" rispose lei "Anche la temperatura è la stessa!". E aveva ragione. Era già calata la notte e faceva veramente freddo.

Tony la guardò. Stava tremando, così si sedette di fianco a lei e l'abbracciò cercando di scaldarla.

Ziva si strinse al lui per scaldarsi.

"Grazie ora va molto meglio. Non sento più freddo" disse lei cercando di convincersi di stare bene. Dopo poco Tony la sentì staccarsi. Lei si voltò dall'altra parte e vomitò. Appena Tony si rese conto le tirò indietro i capelli. Aspettò che finisse poi le chiese "Va meglio? Vieni appoggiati a me...".

"Scusa è che ho ancora la nausea..." disse mentre tornava ad abbracciarlo.

"Anche io ancora non mi sento bene. Chissà che schifo ci hanno dato per farci perdere i sensi. Tranquilla... Non è successo niente. E poi per una volta non sono io quello che rimette. Deve essere una sorta di punizione divina per tutte le volte che mi hai fatto star male" le disse cercando di calmarla e di farla ridere. E ci riuscì, come al solito, con una semplice battuta.

Ziva sorrise e poi gli chiese "Non si riesce ad uscire da qui eh?".

"Direi di no... A meno che tu non abbia una fiamma ossidrica nascosta da qualche parte per tirare giù le inferriate. Non è che ne tieni una nel reggiseno?".

"Molto simpatico, Tony" disse lei dandogli un leggero pugno sulla spalla. Entrambi fecero una risata e rilassarono, per quanto fosse possibile in quella situazione.

Rimasero lì seduti pensando a qualche modo per scappare e salvare la pelle. Sapevano di che cosa erano capaci i coniugi Schmidt.

Poi all'improvviso la porta si aprì.

 

 



Angolo dell'autrice:

Buon pomeriggio a tutti! :)

Allora cosa ne pensate di questo capitolo?

Sono proprio perfidi questi spacciatori eh? Chissà cosa avranno intenzione di fare ai nostri eroi... Siete curiosi?

Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento! :)

A presto! Baci! :)

Meggie

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


CAPITOLO 7

 

Poi all'improvviso la porta si aprì.

Quando li videro entrare, Tony e Ziva scattarono in piedi, non sapevano cosa aspettarsi. Indietreggiarono un po' cercando di mantenere una certa distanza di sicurezza.

"Ecco i nostri paladini della giustizia!" esclamò l'uomo in tono ironico.

"Credevate davvero che non avremmo scoperto il vostro gioco? Beh, la prossima volta vi consiglio di stare più attenti a quello che fate e di scegliere con maggiore attenzione le persone da prendere in giro..." disse la donna ridendo di gusto. Si fermò un attimo e aggiunse "Aspettate... Non ci sarà una prossima volta! Si, perché non uscirete vivi da qui".

Tony e Ziva si guardarono preoccupati. Sembravano davvero seri mentre parlavano e loro in quella situazione potevano fare ben poco.

"Bene, mentre finiamo di preparare il seminterrato, per potervi accogliere al meglio, vi lasciamo soli. Così avrete il tempo di dirvi addio". Poi girandosi verso la moglie disse sottovoce "A volte penso che siamo troppo buoni".

Uscirono richiudendo la porta e lasciandoli soli, spaventati e con molti dubbi riguardo quello che li aspettava.

Nel frattempo la polizia tedesca si era recata al luogo di ritrovo e aspettava che gli spacciatori facessero la loro comparsa. Tony e Ziva avevano comunicato le 22.00 come orario stabilito per l'incontro. I poliziotti iniziarono a preoccuparsi quando alle 23.00 ancora nessuno si era fatto vivo. All'inizio pensarono ad un cambio del luogo della consegna avvenuto all'ultimo minuto, tale per cui Tony e Ziva non avevano potuto avvertire. Provarono quindi a chiamarli al numero che avevano lasciato loro per le emergenze ma non ottennero risposta; il telefono continuava a suonare a vuoto. Capirono che qualcosa era andato storto.

Così il commissario della polizia chiamò Gibbs e mandò alcuni dei suoi uomini all'hotel in cui alloggiavano gli agenti per vedere se erano là e per cercare di capire cosa poteva essere successo.

"Agente speciale Gibbs sono il commissario della polizia. Ha avuto notizie dai suoi uomini?".

"Li ho sentiti nel tardo pomeriggio. Hanno detto che stasera avrebbero arrestato i coniugi Schmidt con la vostra collaborazione." Disse Gibbs. Poi guardò l'orologio e fece velocemente il calcolo del fuso orario "A quest'ora dovrebbero essere all'incontro e voi con loro. Perché?".

"Sono scomparsi agente Gibbs. Noi siamo al luogo prestabilito, ma non si è presentato nessuno. Ho mandato due dei miei uomini all'albergo per vedere se scoprono che fine hanno fatto i suoi agenti" disse il Commissario.

Proprio mentre erano al telefono un poliziotto si avvicinò e riferirì che le guardie mandate sul posto non aveva trovato né Tony né Ziva e che probabilmente erano stati rapiti.

"Rapiti!" Urlò Gibbs "Cosa è successo? Non c'era stato alcun problema fino ad ora!".

"Non abbiamo ancora nessuna certezza agente Gibbs, ma i miei uomini dicono che in camera c'era un odore strano... Probabilmente hanno usato qualche sostanza per stordirli. In più le finestre erano bloccate. Sarà stato fatto apposta per evitare che loro le aprissero se si accorgevano di quello che stava succedendo. Stiamo già controllando le registrazioni delle telecamere dell'hotel e di quelle che danno sulla strada. Li troveremo".

Gibbs chiuse la chiamata preoccupato, corse da McGee e gli disse "Muoviti, prendiamo il primo aereo per Monaco. Qualcosa è andato storto. Ziva e Tony sono spariti".

"Come spariti capo?!" chiese lui confuso. "Li abbiamo sentiti poche ore fa".

Gibbs lo guardò con il suo tipico sguardo fulminante "Li hanno rapiti McGee. Ora fai poche domande e sbrigati".

Tim si alzò velocemente dalla scrivania, prese le sue cose e raggiunse Gibbs in ascensore. In meno di mezz'ora, grazie alla guida spericolata del capo che aveva bruciato tutti i semafori rossi, erano in aeroporto e fortunatamente c'era un aereo che sarebbe partito meno di due ore dopo.

Erano molto nervosi. Volevano arrivare là il più in fretta possibile. Sapevano che se Tony e Ziva erano in mano a quei criminali rischiavano grosso e speravano che trovassero un modo di scappare prima di essere torturati e uccisi.

Mentre erano in volo ricevettero una chiamata dal commissario della polizia che voleva informarli sugli sviluppi.

"Agente Gibbs, abbiamo controllato tutte le registrazioni ma non c'è traccia dei suoi agenti. Voglio dire, si vede che rientrano alle sei del pomeriggio e poi non li si vede più uscire. Non so come abbiano fatto a portarli fuori". Spiegò il commissario.

"Le sei del pomeriggio... Più o meno è l'ora in cui li abbiamo sentiti l'ultima volta. Ma come è possibile che non si trovi, nelle registrazioni, il momento in cui li portano via. Sono diventati invisibili?" disse Gibbs irritato.

"Non me lo so spiegare signore" rispose il commissario mortificato. In fondo il suo compito era anche quello di tenerli d'occhio e si sentiva in colpa per averli persi.

Allora McGee, informatissimo come al solito di computer e tecnologie, spiegò "Probabilmente si saranno inseriti nel sistema e avranno mandato in onda un immagine fissa del corridoio. In questo modo nessuno uomo della sorveglianza dell'hotel poteva vedere cosa facevano. Scommetto che per tutta la registrazione non si vede nemmeno una persona camminare nel corridoio".

Il commissario ripensò un attimo alle registrazioni esaminate ed esclamò "Esatto è così. Ottima intuizione! Comunque continuiamo a cercare. Appena atterrate raggiungeteci, con il vostro aiuto e la vostra esperienza li troveremo prima".

Poco prima di atterrare ricevettero una telefonata di Abby.

"Gibbs si sa niente?" chiese agitata.

"No Abby nessuna novità. Tu hai qualcosa che ci possa aiutare?" rispose Gibbs.

"Non molto... Ho controllato il segnalatore ma come previsto non manda più segnale. L'avranno trovato e distrutto ma..." rispose sconsolata.

McGee non le lasciò finire la frase e disse "Abby controlla gli spostamenti delle ultime 24 ore della signora Schmidt... Forse è andata in qualche luogo che può essere utile ispezionare... Magari prima di trovare il segnalatore avevano già scoperto chi erano Tony e Ziva ed erano andati in qualche luogo isolato a preparare per portarli lì".

"Se mi avessi lasciato finire di parlare vi avrei detto che è esattamente quello che sto facendo! Smettila di fare il saccente!" disse irritata. Poi si rese conto che Tim cercava solo di aiutare e che la sua reazione, probabilmente dovuta allo stress della situazione, era stata esagerata così si affrettò ad aggiungere "Comunque... Bravo Timmy! Ottima idea".

Gibbs e McGee si guardarono intuendo lo stato d'animo di Abby, spaventata all'idea di poter perdere dei colleghi ma soprattutto degli amici. Anche loro si sentivano così, e non vedevano l'ora di poter mettere le mani addosso a quei criminali senza scrupoli.

 

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Erano passate almeno cinque ore da quando li avevano lasciati soli nella stanza. L'attesa era snervante, di sicuro lo facevano apposta per farli innervosire.

"Secondo te quanto tempo ancora aspetteranno prima di venire a prenderci?" chiese Tony agitato.

"Non ne ho idea... Ma se non si muovono credo che morirò congelata ancora prima che loro possano iniziare a torturarci" disse Ziva mentre saltellava sul posto cercando di scaldarsi. Poi guardò fuori dalla finestra ed esclamò "Fantastico! Adesso inizia pure a nevicare!".

Tony buttò un occhio all'esterno incredulo, poi si sbottonò il cappotto e andò verso Ziva.

"Ok... Ora ti scaldo io. Vieni qui e abbracciami..." le disse.

Ziva infilò le braccia sotto il cappotto e lo strinse forte, e lui richiuse il cappotto sopra le sue spalle stringendola a sua volta. Stare stretta a Tony la riscaldò subito.

"Va meglio amore?" le chiese lui stringendola di più.

Amore. Quella parola risuonò nella testa di Ziva. Le piaceva essere chiamata così, soprattutto se a farlo era Tony.

"Decisamente meglio" rispose lei alzando la testa e baciandolo con passione.

In quel momento la porta si spalancò e ricomparvero quegli odiosi spacciatori, questa volta venuti per portarli via.

"Hai visto che carini!" disse la donna rivolta al marito. Poi si avvicinò a passi rapidi a Ziva, la prese per i capelli e la strappò dalle braccia di Tony, mentre il marito lo immobilizzava per evitare che reagisse.

Ziva, da esperta combattente quale era, cercò di divincolarsi, girandosi di scatto e provando a sferrare un pugno in faccia alla donna. Ma lei la anticipò bloccandola e strocendole il braccio facendole emettere un grido di dolore.

"Ferma! Non azzardarti a farle male o ti uccido con le mie mani!" gridò Tony.

L'uomo rise sentendo le sue parole "Con le tue mani? E chi ti ha detto che nel momento in cui lei avrà bisogno tu sarai ancora in grado di usarle?".

Poi li trascinarono nel seminterrato, pronti a dare inizio al loro macabro gioco.

 

 

 

 

Angolo dell'autrice:

Buona sera a tutti! Come va?

Oggi avevo un po' di tempo e sono riuscita ad aggiornare :)

Spero come al solito che il capitolo vi sia piaciuto! So che vi lasciò con un po' d'ansia! Che cosa succederà a Tony e Ziva?

Mi raccomandò commentate! Mi piace sapere cosa ne pensate! :)

Baci baci

Bye! :)

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


CAPITOLO 8

 
Per quanto possibile, nel seminterrato di quella che sembrava una vecchia casa abbandonata, faceva ancora più freddo, soprattutto perché avevano dovuto togliersi i cappotti. "Così possiamo lavorare meglio" aveva affermato la donna buttandoli in un angolo.
Per il breve percorso, che dalla stanza in cui erano prima li aveva condotti in quel luogo umido ed inospitale, Ziva non aveva fatto altro che lottare per liberarsi dalla stretta di quella donna. Dietro di lei, con la coda dell'occhio riusciva a vedere Tony fare lo stesso con l'uomo. Ma nessuno dei due era riuscito a sopraffare i loro rapitori, i quali vedendo l'impegno che i due mettevano nel lottare ridevano divertiti.
Una volta entrati nel seminterrato legarono Tony ad una sedia, incatenarono Ziva al muro e chiusero la porta. Era un luogo quasi vuoto e con poca luce. Per quello che riuscivano a vedere c'erano solo una scrivania e un armadietto.
Le cose si mettevano male. Erano entrambi bloccati in una stanza con due assassini senza scrupoli.
"Allora siete pronti a pagare per la vostra imprudenza?" chiese l'uomo.
"Io mi occuperò di te" disse la donna avvicinandosi a Ziva "Hai nascosto il segnalatore nel mio cappotto! Pensavi davvero che non me ne sarei accorta?".
"Fottiti!" rispose Ziva. Non appena udì la risposta la donna la colpì al volto con violenza facendole sanguinare il labbro.
"Taci ragazzina... E ascolta bene le regole... Questa volta" la ammonì.
"Noi sappiamo che voi siete due agenti dell'NCIS sotto copertura. Vi fingete marito e moglie... Anche se vedo che state insieme davvero. Sappiamo che ci avete seguito da Washington e che molto probabilmente avete solo finto di vendere la droga" iniziò a spiegare l'uomo camminando davanti a Tony.
"Quello che vogliamo sapere da voi sono i nomi degli altri agenti coinvolti. Sia della vostra squadra che della polizia tedesca. Perché senza dubbio avrete contattato anche loro. Ogni volta che la vostra risposta non sarà soddisfacente uno di voi pagherà con il dolore. È tutto chiaro?".
"E vorrei ricordarvi che mentire non è prudente a questo punto. Non siete certo in una posizione di vantaggio. Inoltre tenete a mente che noi sappiamo molte più  di quanto immaginiate" concluse la donna tirando fuori da un cassetto della scrivania un bisturi. Tony si ricordò del corpo del tenente Brown, di tutte le ferite che aveva sul corpo e pensò che forse erano state inflitte con uno strumento come quello.
"Allora adesso dimmi i nomi degli altri agenti dell'NCIS che hanno partecipato a questa messainscena" chiese l'uomo avvicinandosi a Ziva.
Lei lanciò un occhiata a Tony che le fece segno di non parlare. Non avrebbero ceduto così in fretta e sicuramente non avrebbero mai messo in pericolo i loro amici.
"Dunque vediamo... Si chiamano Qui, Quo e Qua!" fu la risposta di Ziva.
A Tony scappò una risatina. La donna si voltò verso di lui "Ti diverti molto? Bene vediamo se questo sarà altrettanto piacevole" gli disse infliggendogli un taglio all'addome con il bisturi. Una ferita superficiale ma estremamente dolorosa. Tony strinse i denti senza lamentarsi. Non voleva dare soddisfazione a quelle persone.
"Guarda che non stiamo scherzando! Parla!" gridò la donna a Ziva mentre le puntava il bisturi contro.
"Neanche morta! Sono stata prigioniera in Somalia per 4 mesi durante i quali mi hanno brutalmente torturata! Il tuo bisturi mi fa ridere, non è niente in confronto a quello che mi hanno fatto" rispose Ziva sicura di se.
"A te fa ridere... Ma a lui?" disse tornando da Tony e facendogli un altro taglio più profondo del primo. E poi un altro e un altro ancora. Questa volta non riuscì a trattenersi e urlò per il dolore.
"Visto che con le buone maniere non volete parlare passiamo ad altro" dissero uscendo dalla porta.
"Tony ti senti bene?" chiese Ziva preoccupata mentre cercava di liberarsi. Vedeva il sangue colare dalla sua maglia. Avrebbe voluto aprire il lucchetto con cui avevano chiuso le catene che la imprigionavano, ma non aveva con se nemmeno una forcina per forzarlo.
"Tranquilla... Tutto a posto" rispose anche se in realtà provava un dolore lancinante.
"Forse dovremmo dirgli quello che vogliono sapere" affermò Ziva.
"A quale scopo..." disse Tony "Tanto ci uccideranno comunque. Almeno così prendiamo tempo. Sperando che qualcuno venga a salvarci".
 
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McGee e Gibbs erano finalmente atterrati. La prima cosa che fecero fu dirigersi al distretto di polizia dove li stavano aspettando il commissario e gli agenti impegnati nella ricerca.
"Avete qualche novità?" chiese Gibbs entrando. Non si era nemmeno presentato ma tutti i presenti capirono chi era.
"Agente Gibbs, sono il commissario Böhm. Ha parlato con me al telefono. Abbiamo scoperto qualcosa ma non so quanto possa essere utile. Parlando con gli ospiti dell'hotel che alloggiano sullo stesso piano dei suoi agenti siamo venuti a sapere che verso le sei e tre quarti due persone con le divise dell'hotel si aggiravano per i corridoi portando dei carrelli con le lenzuola sporche. Ma il proprietario dell'hotel ci ha detto che a quell'ora nessuno rifà le stanze e inoltre dalle descrizioni che ci hanno dato i testimoni questi due non assomigliano a nessuno del personale" disse il commissario.
"Avete provato a vedere le registrazioni delle telecamere che danno sulla strada? Magari si vede un furgoncino di una lavanderia. Se riusciamo a trovare una targa possiamo seguire il percorso che ha fatto tramite le telecamere che controllano il traffico" suggerì McGee.
"Si li stiamo esaminando ora, ma se volete potete aiutarci anche voi. Così impieghiamo meno tempo" disse il commissario.
Dopo poco telefonò Abby "Gibbs forse ho trovato quello che ci serviva. Guardando il percorso della donna ho scoperto che prima di fermarsi davanti all'hotel, dove il localizzatore ha emesso l'ultimo segnale è stata per un paio d'ore in una zona di periferia della città. Così ho controllato sulla mappa e risulta che in quel luogo c'è solo un vecchio casolare abbandonato. Mando a McGee le coordinate!".
"Bravissima Abby! Metti sul mio conto tutto il Caf-Pow che ti serve. Te lo sei meritata!" disse Gibbs. Riagganciò e si rivolse a McGee "Sbrigati dobbiamo arrivare là il prima possibile".
Salirono in macchina e si precipitarono sul luogo sperando che fosse il posto giusto e soprattutto pregando che Tony e Ziva fossero ancora vivi.
 
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"Eccoci!" Gridò l'uomo rientrando nel seminterrato con la moglie.
Con loro avevano portato un tavolo di metallo, simile a quelli che si usano per le autopsie, con sopra diverse cose tra cui un barattolo contenente un liquido trasparente.
Slegarono Ziva per farla sdraiare sul tavolo. Lei approfittò del momento per dare una gomitata in faccia alla donna, tanto forte che le ruppe il naso.
"Sei morta!" gridò lei mentre si asciugava il sangue che scendeva. Estrasse un coltello e glielo puntò alla gola.
"Non ucciderla!" la supplicò Tony "Vi diremo quello che volete sapere".
"Adesso vuoi collaborare? Beh è tardi ormai. Il vostro destino è segnato, dovete morire. Ma hai ragione non la ucciderò così. Troppo veloce, ci vuole un po' più di sofferenza" rispose la donna mentre l'uomo bloccava Ziva contro il muro.
Lei provò a liberarsi di nuovo cercando di colpirlo, ma lui se ne accorse in tempo e anticipò la sua mossa sbattendole la testa contro il muro. Cadde a terra tramortita mentre il sangue cominciava ad uscire dalla ferita che il colpo le aveva procurato. L'uomo la sollevò, la distese sul tavolo e la legò con delle corde. Poi le diede un paio di schiaffi per farla riprendere, voleva che fosse cosciente, che vedesse.
"Bene" disse avvicinandosi a Tony "Passiamo alla lezione di chimica. Vedete questo liquido? È acido solforico. Sapete cosa succede se entra a contatto con la pelle?".
Ziva sapeva benissimo cosa sarebbe successo e gridò "Non farlo!".
Ma ormai era tardi. Gli aveva già sollevato la manica e stava lasciando cadere alcune gocce di quel composto sul suo braccio. La pelle cominciò a bruciare, come un ustione fatta con il fuoco. L'uomo continuò a versare piccole gocce su entrambe le braccia di Tony, facendolo gridare per il dolore.
A quel punto la donna, dopo essersi goduta la scena, si avvicinò a Ziva e disse "Ora è il tuo turno. Ho tenuto per te la parte migliore".
Prese una fiamma ossidrica, la accese e gli avvicinò un ferro. Era uno di quegli antichi ferri che si usavano per le torture. E lei lo stava stringendo fra le mani, pronta ad usarlo.
Tony iniziò a dimenarsi cercando di liberarsi per impedire alla donna di marchiare Ziva con quel ferro incandescente. Non poteva lasciare che accadesse.
 
 
 
Angolo dell’autrice:
Ed ecco il capitolo 8! :)
Cosa ne pensate? Vi ho messo un po’ di ansia??
Riuscirà Tony ad impedire alla donna di fare del male a Ziva?! Commentate mi raccomando!!
Baci Meggie

@AleTiva95: aggiungo anche io un po’ d’ansia perché in questo periodo non ce ne hanno fatta venire abbastanza gli episodi! ;)
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


CAPITOLO 9

 
Ziva vedeva la donna con in mano quel ferro pronta ad usarlo su di lei. Avrebbe voluto reagire, liberarsi e farle vedere di cosa era capace ma aveva mani e piedi legati al tavolo con delle corde e in più si sentiva stordita dal colpo che aveva preso in testa quando l'avevano sbattuta contro il muro. Riusciva a capire quello che succedeva ma era troppo debole e stanca per cercare di resistere.
Tony vedeva che lei non poteva difendersi e questo lo faceva stare ancora peggio.
"Allontanati da lei altrimenti..." gridò continuando a dimenarsi e provando a slegare i nodi delle corde che gli legavano le braccia alla sedia.
I due lo guardarono divertiti dalla scena.
"Altrimenti cosa?" gli disse l'uomo "Sei legato. Cosa pensi di riuscire a fare?".
Poi si girò verso la moglie e indicando Ziva le disse "Forza cominciamo! Finalmente potrai avere la tua vendetta amore!".
Tony, che ormai aveva i polsi lacerati dalle corde che lo tenevano fermo, iniziò a sentire che i nodi stavano cedendo e la stretta si stava allentando. Non si curò del fatto che aveva iniziato a sanguinare e continuò a tirare finché il nodo che gli teneva ferma la mano destra si sciolse.
Si sentì leggermente sollevato ma poi alzò la testa e vide che quella donna spregevole stava per appoggiare il ferro incandescente sulla pelle nuda di Ziva, l'avrebbe marchiata a vita lasciandole un ricordo indelebile di quella missione. L'ennesimo segno impresso per sempre in lei, che l'avrebbe accompagnata in ogni suo giorno, che le avrebbe fatto ricordare quello che aveva ingiustamente subito soltanto per aver svolto il suo lavoro.
Non aveva più tempo. Doveva impedire che accadesse, doveva salvarla. Era il suo compito e niente glielo avrebbe impedito, avrebbe lottato per lei a costo della vita. Agì d'impulso. Si alzò in piedi e con uno scatto si girò, sbattendo la sedia, alla quale era ancora legato per una mano, contro la schiena dell'uomo che, preso alla sprovvista dalla mossa di Tony, perse l'equilibrio e colpì la moglie facendola cadere a terra.
L'unica cosa che si udì in quel momento fu un urlo disperato di dolore. Ma quello che fece sentire sollevato Tony fu che la voce non era femminile e così capì immediatamente che Ziva non era stata toccata.
Al contrario ad essere ferito era stato l'uomo che, cadendo addosso alla moglie, si era conficcato il ferro incandescente in una spalla.
Velocemente Tony slegò anche il nodo che gli bloccava la mano sinistra e si liberò della sedia.
La donna in preda alla rabbia si era già rimessa in piedi e si stava scagliando contro di lui con un coltello, che fino a quel momento aveva tenuto legato in cintura. Lui anticipò qualunque mossa la  donna volesse fare e le riservò lo stesso trattamento che avevano dato a Ziva. La prese per un braccio, facendole cadere di mano il coltello, e le fece sbattere con violenza la testa contro il muro. La donna perse immediatamente i sensi cadendo a terra sanguinante.
L'uomo era rimasto sdraiato sul pavimento gridando per il dolore. Tony lo trascinò vicino alla moglie e lo incatenò al muro, poi prese il coltello e si precipitò da Ziva.
"Amore come stai?" le chiese preoccupato.
"Tony io... Non... Mi gira la testa..." disse lei confusa.
Lui le guardò il taglio che aveva sulla fronte e capì. Era davvero una brutta ferita e stava perdendo molto sangue.
"Non ti preoccupare" la rassicurò "Ti porto fuori di qui adesso. Andrà tutto bene". Poi le tagliò le corde che la tenevano legata al tavolo.
Fece scivolare un braccio dietro le sue spalle e uno sotto le ginocchia e la sollevò. Lei lo strinse aggrappandosi a lui e sentendosi sicura nel suo abbraccio. Non appena il peso di Ziva si appoggiò sulle sue braccia sentì un dolore lancinante provocato dalle ferite fatte con l'acido. Cercò di non pensarci ma di uscire da quello scantinato il prima possibile. Appena fuori dalla porta ripercorse la strada che gli avevano fatto fare per portarli lì e si ritrovò davanti alla prima stanza in cui li avevano rinchiusi. A quel punto si bloccò.
"Che succede?" chiese Ziva.
"È che adesso non so da che parte andare" rispose lui guardando il corridoio "A destra o a sinistra? È tutto buio, non si vede nulla e quando ci hanno portato qui eravamo privi di sensi... Tu cosa consigli?".
Mentre finiva di dire quella frase sentì dei rumori provenienti dallo scantinato. Ziva lo guardò preoccupata "Tony... Scegli tu... Mi fido! Ma sbrigati perché stanno tornando..." disse stringendolo più forte.
"Ok Mossad... Allora andiamo a... Sinistra!" disse cominciando a camminare lungo il corridoio. Tutte le finestre erano state sbarrate con assi di legno che impedivano alla luce di entrare. Con quel buio e con Ziva in braccio procedeva piuttosto lentamente.
"Senti Ziva" disse facendole mettere i piedi a terra "Devi provare a camminare altrimenti andiamo troppo lenti ok?! Non ti preoccupare ti aiuto io" concluse mettendole un braccio dietro la schiena per sorreggerla mentre camminava.
Ripresero il corridoio cercando di individuare uno spiraglio di luce che gli indicasse la strada o una porta da cui poter uscire.
Nonostante camminassero più veloce i passi dietro di loro si facevano sempre più vicini. Quei due conoscevano bene la strada a differenza di Tony e Ziva che stavano andando a tentoni.
"Tony fermati ti prego... Non ce la faccio più..." implorò Ziva appoggiandosi con una mano al muro.
Poi all'improvviso Tony vide una cosa che gli fece ritornare il sorriso.
"Dai ancora un piccolo sforzo... Ci siamo quasi vedi" disse indicando una luce che proveniva dal fondo del corridoio.
Lei lo guardò e disse "Ok... Andiamo". Lui rimise il braccio dietro la schiena di Ziva per farla ricominciare a camminare, ma questa volta il dolore fu troppo forte e non riuscì a non gridare. Le ferite provocate dall'acido si stavano aprendo e bruciavano sempre di più.
"Ti ho fatto male?" chiese Ziva preoccupata ricordandosi solo in quel momento di quello che avevano fatto a Tony.
"Non è niente... Tranquilla" rispose per non farla agitare.
"Non mentire... Si sente dalla tua voce che stai male" gli disse staccandosi da lui "Cammino da sola... Non voglio farti male".
"Questo non è il momento adatto per discutere mia bella Ninja... Non ti reggi in piedi. E quelli ci stanno raggiungendo... I passi sono sempre più vicini. Lasciati aiutare" rispose tornando a sorreggerla e trascinandola verso la porta.
Stavano già assaporando la libertà, erano arrivati davvero vicini all'uscita quando d'improvviso la porta si spalancò e gli si parò davanti la donna.
Impugnava una doppietta e la puntava contro di loro. Si girarono di scatto per tornare indietro ma l'uomo li aveva già raggiunti alle spalle e teneva in mano un pistola.
Ziva guardò Tony e disse "Ora non abbiamo nessuna possibilità".
Tony l'abbracciò "Ti amo!" le disse.
Lei lo strinse ancora più forte e chiudendo gli occhi rispose "Ti amo anch'io!".
Questa volta pensavano davvero che non sarebbero usciti vivi da lì, non senza l'aiuto di qualcuno.
 
 
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Gibbs aveva obbligato il commissario Böhm a lasciarlo guidare, gli aveva strappato le chiavi di mano e si era seduto al posto del guidatore.
McGee si era seduto a fianco a lui mentre il commissario era seduto dietro.
"Agente Gibbs, aveva detto che saremmo arrivati più in fretta se l'avessi lasciata guidare, ma non che mi avrebbe fatto morire di infarto" disse il commissario criticando il suo stile di guida.
"Non si lamenti di come sta guidando l'agente Gibbs" intervenne McGee "Non è mai salito in macchina con l'agente David... In quel caso sarebbe a rischio infarto... Mi creda".
"Wow, in America avete uno stile decisamente particolare" concluse.
In meno di dieci minuti arrivarono nel luogo indicatogli da Abby. Si trovarono davanti ad una casa che aveva l'aria di essere stata abbandonata da tempo. Ma quello che gli fece capire di essere nel posto giusto furono dei segni di pneumatici sull'erba.
"McGee, io e te andiamo all'entrata principale... Lei commissario prenda i suoi uomini e controlli se ci sono altre uscite o altri luoghi dove possono averli rinchiusi" ordinò Gibbs estraendo la pistola.
Tim fece lo stesso e si diressero a passò veloce verso l'entrata. Arrivati a pochi passi dalla porta si resero conto di quello che stava succedendo. Videro da una delle poche finestre che non era stata oscurata che quei due stavano tenendo sotto tiro Tony e Ziva e loro si trovavano nel mezzo, disarmati e feriti. Dovevano intervenire. Subito.
 
 
 
Angolo dell'autrice:
Eccoci al capitolo 9! ;)
Tutti quelli che erano preoccupati per Ziva ora possono tirare un sospiro di sollievo! Ci ha pensato il nostro Tony <3 a salvarla!
Ora però vi lasciò di nuovo in sospeso! Ihihi sono un po' cattiva...
Continuate a seguire e commentare mi raccomando!
Baci
Meggie
 
@AleTiva95: beh anche questa volta ti lascio con un “Cliffhanger”... Mi odi vero? Ahaha 
Ma sono sicura che ti vendicherai presto!!!!! Ma almeno questa volta per lamentarti non dovrai scrivere una lettera a Gary!!! Ti basterà infamarmi per sms!!! Ahaha :) Ok… Come sai sto delirando… Quindi chiudo qui… O.o
 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


CAPITOLO 10

 

Tony stringeva Ziva a se. Aveva paura. Di quello che sarebbe successo, del fatto che non avrebbe potuto passare la vita con la donna che amava. Questa era la cosa che lo rattristava di più. Erano riusciti a fare avanzare il loro rapporto alla fase successiva e il destino non gli dava nemmeno il tempo di godersi il loro amore.

Ziva tremava tra le sue braccia. Un misto tra paura, stanchezza e freddo. Per la prima volta nella sua vita si trovava in una situazione in cui non sapeva cosa fare. L'unica cosa a cui riusciva a pensare in quel momento era che anche se non sarebbero usciti vivi da lì almeno gli ultimi momenti della sua vita li avrebbe passati con Tony.

Poi videro una cosa che gli fece ritornare la speranza. Con la coda dell'occhio notarono che fuori dalla finestra erano passati, rapidi e silenziosi, Gibbs e McGee.

Erano venuti a salvarli, forse avevano una possibilità di tornare a casa.

"Bene adesso è arrivato il momento di salutarci" disse la donna "Addio".

Aveva già il dito appoggiato al grilletto. Quella era una doppietta, il che significava che c'era un colpo per entrambi e in più l'uomo aveva in mano una pistola.

"Se torniamo a casa vivi, giuro che non solo ti regalo un nuovo lettore dvd... Ma ti compro un impianto Home Cinema" gli disse Ziva guardandolo negli occhi.

Tony sorrise e la baciò, cercando di farla indietreggiare un po'. Sapeva che l'unica via di scampo per loro era Gibbs, ma per permettergli di sparare dovevano spostarsi dalla traiettoria di tiro.

In quel momento partì un colpo di pistola. Fu il rumore di un attimo. Si guardarono spaventati cercando di capire se il proiettile che era appena stato sparato aveva colpito uno dei due. Ci fu immediatamente un secondo sparo, poi il silenzio. Tony vide l'uomo e la donna che prima li stavano tenendo sotto tiro cadere a terra, senza vita.

"Addio" rispose divertito guardandoli. Si girò immediatamente verso la finestra e vide Gibbs con la pistola ancora puntata verso di loro.

Era arrivato in tempo, li aveva uccisi proprio un attimo prima che potessero sparare a Tony e Ziva.

"Tony... Non siamo morti..." disse Ziva guardandosi intorno.

"No amore..." le rispose sorridendo e continuando a tenerla stretta. Ma mentre parlava la vide sbiancare e si preoccupò. "Che hai?" le chiese stringendola più forte.

"Mi gira di nuovo la testa... Sono stanca Tony" disse iniziando a perdere i sensi.

"Resisti... Ora andiamo all'ospedale... Ma non svenire ti prego" la implorò Tony.

In quel momento McGee spalancò la porta ed entrò per assicurarsi che fossero effettivamente morti e allontanare da loro le armi.

"State bene?" chiese Gibbs avvicinandosi.

"Io sto bene capo" rispose Tony "Ma Ziva deve andare subito all'ospedale... Ha preso un brutto colpo in testa... Non sta affatto bene".

Gibbs guardò Ziva, che per mantenersi in piedi si era letteralmente aggrappata a Tony, e si accorse che era molto pallida e la ferita sanguinava abbondantemente. Si accorse anche delle ferite che Tony aveva sulle braccia.

"Ci penso io" disse prendendo Ziva in braccio e dirigendosi verso la macchina. Lui e McGee lo seguirono mentre gli altri poliziotti, guidati dal commissario Böhm, entravano nella casa.

"Tony!" esclamò McGee vedendolo camminare in modo incerto "Ti senti bene? Hey, hai la maglia completamente impregnata di sangue...". Poi notò i tagli che aveva sull'addome "O mio Dio... Lascia che ti aiuti" aggiunse mentre cercava di guidarlo verso la macchina senza farlo cadere.

Tony si mise seduto dietro insieme a Ziva. Le fece appoggiare la testa sulla sua spalla e le prese la mano per darle coraggio.

"Cosa è successo?" chiese Gibbs mettendosi alla guida. Tony gli raccontò tutta la storia continuando a tenere d'occhio Ziva che sembrava sempre più confusa.

"Tony... Non mi sento bene" disse lei chiudendo gli occhi.

"Hey!" gridò Tony "Andrà tutto bene ma non ti addormentare...". Lei si riprese un attimo, e Gibbs vedendo dallo specchietto retrovisore che stava sempre peggio accelerò.

Appena entrati in ospedale i medici li soccorsero. Portarono immediatamente Ziva a fare una TAC, mentre medicavano Tony.

"Voglio vederla!" disse preoccupato a Gibbs.

"Lascia che prima ti rimettano in sesto. E comunque i medici ancora non hanno detto niente quindi non possiamo vederla" rispose lui.

Dopo circa un'ora, durante la quale Tony aveva fermato tutte le infermiere, i medici e gli inservienti per chiedere se Avevano notizie di Ziva, il medico arrivò da loro. Scattarono tutti in piedi e Tony, senza nemmeno dargli il tempo di parlare, iniziò a riempirlo di domande. Gibbs lo fulminò con lo sguardo e poi chiese "Come sta?".

Il medico rispose "Sta bene... Ha un lieve trauma cranico. La ferita alla testa era profonda ma l'abbiamo suturata e adesso è tutto a posto. Passerà qui la notte e se non ci sono problemi domani potrà tornare a casa".

A quel punto Tony chiese "Possiamo vederla?".

Il medico li guardò e disse "Certo, ma non stressatela troppo è ancora debole e ha bisogno di stare tranquilla".

Entrarono tutti e tre insieme e Tony senza mettersi troppi problemi baciò Ziva sotto lo sguardo incredulo di McGee.

"Come stai amore?" le chiese accarezzandole il volto.

"Meglio" rispose lei sorridendo.

In quel momento si resero conto che McGee e Gibbs li stavano fissando.

Tony si girò subito verso di loro e cercò di dare spiegazioni ma Gibbs, senza parlare si avvicinò e gli diede uno scappellotto piuttosto forte.

"Cosa avevo detto DiNozzo? Eh?!" esclamò guardandolo male.

"Hai ragione capo... Ci avevi avvertiti... Ma scusa queste cose si fanno in due... Perché solo a me lo scappellotto!" gli disse Tony cercando di giustificarsi.

"Hai ragione DiNozzo..." rispose Gibbs con un mezzo sorriso.

Poi guardò in faccia Ziva, la quale lo fissò preoccupata dalla sua reazione, e diede un altro scappellotto a Tony.

"Capo e questo per cosa era!? Non ho già sofferto abbastanza oggi?" chiese Tony confuso mentre si massaggiava la testa

"Era lo scappellotto che toccava a Ziva... Ma lei ha un trauma cranico quindi te lo sei preso tu".

Ziva rise divertita da quella scena. Tony la guardò e incrociando le braccia disse in tono ironico "Notò con piacere che ti sentì meglio! Grazie per la solidarietà che dimostri... Ricambierò presto!".

Poi Gibbs guardò McGee e disse "Vieni lasciamoli soli".

Mentre stavano uscendo Gibbs si voltò verso Tony e Ziva "Sono contento per voi... Ce ne avete messo di tempo! Ma guai se questo interferirà con il lavoro" disse sorridendo ai due agenti. In fondo aveva sempre pensato che la regola numero dodici fosse un po' stupida ed era ora che qualcuno la infrangesse così da poterla eliminare per sempre.

"L'ha presa bene" affermò Ziva contenta della reazione del capo. Poi notò che Tony la fissava "Perché mi guardi così?" chiese confusa.

"Mi hai spaventato Mossad... Non farlo mai più!" le disse sorridendo.

"Tony grazie... Per tutto..." rispose lei.

Lui le prese la mano e le disse "Per te farei qualsiasi cosa". Poi si distese sul letto di fianco a lei, la prese fra le braccia e la guardò dormire.

Il commissario Böhm raggiunse Gibbs all'ospedale per accertarsi delle condizioni dei suoi agenti.

"Grazie davvero agente speciale Gibbs" disse "Senza il vostro aiuto non saremmo riusciti a prenderli. Spero che l'agente David si rimetta velocemente. Ringrazi entrambi da parte mia".

"Sarà fatto" rispose Gibbs stringendogli la mano.

"Parlano tutti di noi" disse la mattina seguente quando Ziva si svegliò.

"Come hai detto?" chiese lei ancora assonnata.

"Guarda" spiegò lui mostrandole un giornale "Ci sono tantissimi articoli come questo che raccontano delle nostre festa eroiche. Siamo famosi".

Ziva sorrise pensando a come Tony potesse trovare un lato positivo in ogni cosa.

Nel pomeriggio Ziva fu dimessa e il giorno seguente tutti insieme presero l'aereo e tornarono a casa.

Durante il volo Tony disse "Allora... Nei prossimi giorni andiamo a comprare il mio nuovo impianto Home Cinema giusto? Ah,,, già che ci sei mi compri anche un'altra copia del Padrino parte 2... Sai la mia è rimasta incastrata nel vecchio lettore dvd... E magari mi regali anche il dvd di quel nuovo film...".

Ziva lo interruppe immediatamente "Hey frena! I dvd te li puoi anche scordare, non ho mai detto che te li avrei comprati".

"Ma Ziva..." disse lui con la stessa voce che avrebbe usato un bambino per chiedere alla madre di comprargli le caramelle.

"Ho detto no! E se continui non ti regalo niente!" rispose lei.

Andarono avanti così per un bel po'.

Ad un certo punto McGee chiese guardando Tony e Ziva, che seduti uno vicino all'altro continuavano a bisticciare "Capo, non trova che siano davvero una bella coppia?".

Gibbs lo guardò, si girò a guardare i due agenti e poi sorrise. Lo pensava davvero, ed era molto felice di vederli così.

Alla fine Tony rinunciò alla sua battaglia; Ziva era irremovibile e continuare a discutere non aveva senso. Lei era una con la testa dura e farla arrabbiare era poco raccomandabile. Finirono con l'addormentarsi mano nella mano. Ziva aveva la testa appoggiata sulla spalla di Tony e sulle labbra un leggero sorriso.

Era stata un'avventura pericolosa ma non potevano che esserne felici. Finalmente avevano quello che più desideravano. E non potevano stare meglio.

 

 

 


Angolo dell’autrice:

E con questo capitolo siamo arrivati alla fine della storia … :)

Sono felice e triste allo stesso tempo …

Come sempre spero che il capitolo vi sia piaciuto, ed a questo punto spero che tutta la storia vi sia piaciuta!

Voglio ringraziare tutti quelli che hanno seguito e commentato la storia, che l’hanno inserita tra i preferiti, ecc … Grazie perché per me il vostro appoggio è stato importante!!!

Ringrazio anche la mia amica Sofia che mi ha sopportato per tutto questo tempo (lei sa il perché!!).

La cosa più bella di tutto questo è stato l’aver trovato una persona, un’amica che condivide le mie stesse passioni e con cui posso sclerare senza paura di essere presa per pazza … :P Quindi un enorme abbraccio e un bacio vanno ad AleTiva95!!! Grazie davvero di tutto ciccia!! <3

Detto questo … Ancora grazie a tutti!

Un bacio e a presto!!

Meggie

 

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