La Nuova Generazione.

di Alexia_xxy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nella vita si cresce. ***
Capitolo 2: *** Il giorno prima dell'incontro al Binario. ***
Capitolo 3: *** Partenza dal Binario. ***
Capitolo 4: *** Roba da non credere. ***



Capitolo 1
*** Nella vita si cresce. ***


Capitolo uno.- Nella vita si cresce.
Era una caleda giornata di Agosto il giorno in cui Hermione Jane Granger decise di ritornare indietro nel tempo. Indietro nei suoi ricordi, attraverso una semplice foto ritrovata in uno scatolone in mansarda.
"Impossibile come sia volato il tempo" pensò nostalgica la nostra giovane strega, guardando un vecchio scatto.
Esso riprendeva tre giovani figure di appena dodici anni.
Un basso ragazzo dai capelli rossicci sedeva comodamente su una poltroncina rosso fuoco. A fianco si trovava un bambino poco più alto, del quale spiccavano due occhioni verdi e una cicatrice a forma di saetta poco sopra l'occhio destro.
 Entrambi ridevano di gusto per chissà quale motivo, seguiti da una bambina con folti capelli ricci e due denti leggermente sporgenti.
Hermione ricordava quel giorno come fosse ieri.


 
* "Dannazione, non ricordo nemmeno la data della Prima Guerra dei Folletti. È problematica la cosa?" Chiese Ronald, chiudendo rumorosamente il libro di Storia della Magia e posandolo su un comodino vicino alla sua poltroncina preferita della Sala Comune.
"Beh Ron, contando che ci sono state quattro Guerre Magiche tra Folletti, magari le altre tre le ricordi." Provò Harry a rassicurare il suo amico, alzando gli occhi dal paragrafo che stava tentando di studiare da più di un quarto d'ora.
"Ma Ronald, non sono affatto difficili! Come fai a non ricordarle?!" Chiese Hermione, scandalizzata dalla scarsa memoria del rosso.
"Herm, non sono tutti come te..." Tentò di giustificarsi Ron :" Magari fossimo tutti così."Completò poi la frase, spaventato dallo sguardo assassino lanciato pochi secondi prima dall'amica.
Immancabilmente Harry e Ronald scoppiarono a ridere, seguiti dalla riccia. Una risata sincera, carica di calore, amicizia e divertimento.
"Dovrebbero farmi Santa! Come farò a sopportarvi per altri sei anni?" Sorrise Hermione, vedendo le facce falsamente deluse e ferite dei due ragazzi.
"Come puoi dire ciò, Hermione!" Fece infatti Harry, trattenendo un sorriso divertito.
 "Già, sono ferito. Non puoi farci questo, Herm." Aggiunse Ronald, decisamente più convincente del moro.
"Ci fidavamo di te." Dissero i due complici, scoppiando finalmente a ridere. 
"Già, e io sono convinta che prenderete entrambi un Troll al compito di Storia della Magia se continuate così." Hermione convinse finalmente i due amici a riaprire i libri.
"Agli ordini, capitano." Obbedì Ronald, scambiando un fugace sguardo a Harry prima di riprendere il libro in mano. Harry trattenne l'ennesima risata, abbassando nuovamente lo sguardo verso il fatidico paragrafo che non azzardava ad entrargli in mente, tornando così in un clima di tranquillità e di studio.*





 
Hermione sorrise amaramente pensando a tutte le avventure passate negli anni precedenti.
"Zia, dove sono le caramelle?" Hermione venne riportata alla realtà dalla squillante voce della piccola nipotina, Lily.
In un attimo si ricordò di non essere più la piccola Hermione di dodici anni.
"Prova a guardare nel cassetto tesoro." Rispose gentilmente e teneramente alla piccola rossa.
Vedendo poi che non arrivava alla cassettiera, decise di prendere lei stessa le caramelle preferite dalla nipotina.
"Ecco, Lily. Mi raccomando però, non mangiarle tutte insieme o ti verrà mal di pancia." Come sempre lo spirito materno ebbe la meglio su Hermione.
"Tranquilla, zia." Sorrise Lily e afferrò il pacchetto datole da Hermione, tornando poi nella cameretta dei giochi più felice che mai, saltellando e canticchiando per la casa.
     
***
 
"Ehi, guardate un po' cos'ho qui!" Lily arrivò in una stanzetta nella casa dello zio Ron e della zia Hermione. Adorava quella camera. Era piena zeppa di giochi, molti dei quali portati dallo zio George. I giochi del negozio "Tiri Vispi Weasley" erano semplicemente fantastici, ma la madre Ginny permetteva alla piccola della famiglia solamente delle piccole Puffole Pigmee per paura che si facesse male.
Ma a casa dei cugini, Lily poteva provare tutto ciò che desiderava.
Nella stanza si trovavano Rose, Albus e James. Stavano giocando tutti e tre a Spara Schiocco.
Appena James vide la sorella avvicinarsi, si alzò e la prese in braccio.
"Oooh, adesso James ruba tutte caramelle di Lily. Shishi, tutte tutte tutte piccola streghetta!" James assunse il tono di voce del loro piccolo Elfo Domestico: Shelly.
"Cattivo, James!" Lily ridacchiò, stando ben attenta a proteggere le preziose caramelle appena ricevute.
"Tranquilla, Lily. Ti aiuta elfo Rosie adesso. Massima potenza elfica!" Esclamò Rose, buttandosi sui due cugini che stavano ancora lottando per il piccolo pacchetto.
"Ehi, non vale! Due contro uno: Al, vieni a darmi una mano!" Disse James, cercando di strappare il pacchetto in mano alla sorella minore.
"Eccomi, Jamie" Arrivò l'aiuto di Albus, che fino a quel momento aveva semplicemente osservato la scena divertito.
"Ora siamo noi in difficoltà, due ragazzi contro due ragazze tra cui una molto più piccola!" Sentirono gli altri la voce di Rose protestare, mentre cercava di proteggere la cuginetta dagli attacchi dei ragazzi.
"Ehi!" Esclamò Lily, arrabbiata per lo scandalo della cugina "io non sono molto più piccola!"
"Certo, Lily" commentò James, al seguito del quale si scatenò una fragorosa risata.
"Beccatevi questo!" Disse Albus, lanciando contro le ragazze un cuscino rosso fuoco.
"Ah, allora volete la guerra?! E guerra avrete! Al mio tre Lily..." Rose, detto questo, prese in mano due cuscini azzurri e bianchi.
"Uno....due...tre!"
Nella stanza regnò per parecchi minuti il caos totale, causato da urla, gridi di guerra e cuscini volanti.
Un cuscino colpì dritto dritto il pacchetto di caramelle ancora in mano a Lily, il quale esplose. Le caramelle si sparsero per tutta la stanza e i ragazzi si gettarono all'unisono a terra per raccoglierne il maggior numero possibile tra le risate.
 
 


 
Note dell'Autore.
 
 
Buona sera, gente!
Come state? Spero bene :)
Questo è il primo capitolo di una fra le tante FF della New Generation.
Spero che come inizio vi piaccia, anche non è ancora ben chiaro lo sviluppo della storia.
Se per caso non sapete cosa fare, vi dico solo che le recensioni sono ben accette :D
Fatemi sapere se potrà nascere una storia o no.
Tanti baci,
Alexia ♥ 

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Capitolo 2
*** Il giorno prima dell'incontro al Binario. ***


"Che diamine state combinando voi quattro?" Harry e Ron entrarono nella camera, osservando curiosi lo spettacolo.
Vedendo i figli stravaccati a terra intenti a recuperare alcune caramelle non poterono trattenere un sorriso.
Ron chiese ai ragazzi da dove fossero arrivate quelle caramelle.
"Me le ha date la zia." Rispose Lily, non sapendo bene se dovesse sentirsi in colpa.
Quasi ad essere stata appellata, la zia in questione comparve sulla soglia della porta. Quando si dice "parli del diavolo, spuntano le corna."
"State facendo una riunione qui?" Chiese tranquillamente Hermione.
"Una riunione senza di me? Ehi, non vale..." Arrivò anche Ginny nella cameretta, seguendo la cognata.
"Visto che siamo tutti riuniti, cosa ne dite di una bella partitona a Quidditch?" Propose Ron, eccitato per l'idea che gli era venuta in mente.
"Bell'idea, papà!" Acconsentì Rose, felice di poter mostrare le sue abili doti nel Quidditch.
"Ma ragazzi, fa troppo caldo fuori! Come fate ad aver voglia di giocare?" Domandò Hermione, fermamente convinta dell'assoluta inutilità del Quidditch.
"Andiamo tesoro, basterà un piccolo incantesimo di rinfrescamento..." Tentò di convincere la moglie il rosso.
"Si, dai zia!" Esclamò Albus, sfoggiando i suoi occhioni verdi.
"Dai, zia! Per favore." Fece eco James, guardando la zia con la stessa intensità di Albus.
"E va bene, vada per il Quidditch. Ma potete pure scordarvi la mia presenza". 
Hermione era sempre stata un'eccellente modello. Una ragazza sempre diligente e ottima nello studio.
Ma, se c'era una cosa che proprio non riusciva a fare, quello era stare su una scopa. Odiava non poter sentire la terra sotto i piedi e odiava ancora di più il fatto di non poter migliorare attraverso i suoi amatissimi libri.
La decisione di Hermione diffuse un'atmosfera felice.
Tutti i ragazzi esultarono di gioia, e non solo loro.
"Lily, ti spiace far da compagnia alla zia?" Domandò Ginny alla figlia.
"Ma mamma, perchè non posso giocare anche io con voi?" Una lacrimuccia bagnò le rosee guanciotte di Lily.
"Sei troppo piccola, amore. Rischi di farti male." 
A Ginny dispiaceva molto limitare le attività della figlia, ma lo riteneva strettamente necessario per l'incolumità della piccola.
"Dai piccola, ci divertiamo.Ti faccio vedere le foto di mamma e papà quando erano a scuola." Disse Hermione, convincendo così Lily a farle compagnia.
Lily adorava guardare le foto, fare le foto e tutto ciò che fosse strettamente legato alla fotografia.
"Okay." Disse, felice di aver trovato qualcosa di più interessante da fare.
"Perfetto, allora andiamo a chiamare Hugo e cominciamo". Dichiarò Harry.
La combriccola iniziò ad allontanarsi sempre di più. 
"Io voglio stare con zio Harry". 
"Io con papà."
"Io vado con la mamma."
Un coro di voci fu l'ultima cosa che Hermione e Lily sentirono prima che la porta venne chiusa.

***
"Zia, chi sono questi due?"
"Conoscevi questa ragazza?"
"Chi è quella a destra?"
Lily era da sempre una bambina curiosa. Adorava conoscere sempre più cose.
La prima foto che Hermione fece vedere alla nipote fu proprio quella che aveva osservato parecchi minuti prima.
" Eravate ad Hogwarts?" Chiese Lily con aria sognante e malinconica.
"Sì, nella Sala Comune di Grifondoro.
Tranquilla Lily, tra qualche anno ci andari anche tu ad Hogwarts." Disse Hermione, sentendo il tono di tristezza con cui quella domanda le venne fatta.
Lily era infatti la figlia più piccola tra i Potter e i Weasley. 
"Già..." Lily si era persa tra i suoi pensieri.
"Guarda mamma e papà, Lily". Hermione indicò alla rossa una foto di Harry e Ginny al loro matrimonio.
Lei indossava un lungo abito da sposa, con un corpetto semplice ma stupendo e una gonna vaporosa.
Lui indissava uno smoking nero, con una camicia bianca e un papillon rosso, come gli spelndenti capelli di Ginny che le ricadevano liberi sulle spalle.
"È bellissima." Disse solamente Lily, incantata dalla bellezza che la madre irradiava in quella foto.
Ammirava molto la madre, avrebbe voluto assomigliarle da grande. Almeno un po'.
"Visto che bella? E guarda questa foto..."
Era una vecchia fotografia del matrimonio di Bill e Fleur.
"Questa e zia Fleur? Non è possibile, è identica a Victorie! Sembra la reincarnazione... E zio Bill! Accidenti quanto era giovane" commentò la piccola.
"E questo era zio Fred, giusto?" Domandò poi, indicando uno dei due ragazzi completamente identici sullo sfondo, entrambi con un sorriso solare.
Una lacrima scese indisturbata sulla guancia di Hermione, quasi senza che se ne rendesse conto. 
Senza aver chiesto il permesso.
"Non piangere zia, scusa. Non volevo." Lily si maledisse mentalmente per quello che aveva detto.
In casa non parlavano mai del misterioso fratello gemello dello zio George, e la curiosità è sempre maggiore del buonsenso in una bambina di nove anni.
Lily si avvicino ad Hermione e la abbracciò. Rimasero così per parecchi minuti.
"Tranquilla piccola, non è colpa tua. È solo che è da anni che non vedo zio George sorridere così." Hermione parlava più con se stessa che con Lily.
In effetti, dalla morte di Fred, George non era più lo stesso. 
Nessuno lo era più.
La sua morte aveva toccato tutti, e nessuno avrebbe mai potuto cambiare le cose.
"Andiamo a vedere a che punto sono gli altri, ti va?" Hermione cercò di distrarsi da quei pensieri.
"Certo, zia."

***
" 150 a 90, gli abbiamo stracciati papà!" Esultò James, felice per il risultato ottenuto.
Il gruppo si era diviso in due squadre: la prima composta da Harry, James, Rose e la seconda composta dai restanti : Ron, Hugo e Albus.
Ginny si immedesimò in arbitro, dando il cambio ogni tanto a Ron o a Harry.
"Ehi, non esultare troppo Jamie! Voi avevate papà, ovvio che ci avete stracciati!" Esclamò Albus, abbassando la voce per non farsi sentire da Ronald.
"Con o senza zio, abbiamo vinto lo stesso Al. Niente scuse!" Rose si inserì nel discorso.
La piccola discussione venne troncata sul nascere da Ginny, che chiamò i ragazzi.
"Dai ragazzi, andiamo a casa. Oggi andiamo a cena dai nonni, e voi dovete ancora fare le vostre valigie. Vi ricordo che domani è il primo settembre. Non voglio sentire storie." Disse Ginny ad Albus e a James.
Dopo pochi minuti la famiglia Potter salutò la famiglia Weasley e si smaterializzò davanti alla porta di casa.

***
"JAMES, DAMMI QUEL DANNATO LIBRO!" Gridò Albus per farsi ridare il libro di scuola che avrebbe dovuto mettere in borsa.
"Ma Al, non cel'ho io.." 
James non risultava mai convincente quando si trattava di mentire. Scherzava e rideva sempre, si divertiva a fare i dispetti al fratello anche se sotto sotto era la sua dimostrazione di amore.
"A chi vuoi darla a bere? Ti conosco James. " Albus sapeva che il suo libro era nascosto da qualche parte nella camera del fratello maggiore.
"Ragazzi, ora basta. Faremo tardi dai nonni." Harry cercò inutilmente di far smettere i due figli di litigare.
"Ma papà, non mi da il mio libro di Trasfigurazione!" Si lamentò Albus, sicuro che quello fosse l'unico modo per rivederlo.
Harry guardò James negli occhi, e senza dover aggiungere altro, il figlio corse in camera per prendere il libro del fratello.
"Ecco Al, scusami".
"Di niente, Jamie".
"Perfetto, e ora fiondatevi fuori di casa, siamo stra-in ritardo e nonno Arthur starà morendo di fame" Disse Harry, pensando all'ora in cui di solito Molly metteva in tavola: sicuramente avevano sforato di circa un'oretta e mezza.
Arrivati alla Tana, trovarono tutti ad aspettargli: Ronald, Hermione, Hugo, Rose, Molly, Arthur, George, Angelina, Fred I, Roxanne, Teddy e Victorie.
"Scusate il ritardo." Disse Harry, lanciando un'occhiataccia ad Albus e a James, i quali arrossirono leggermente.
"Non preoccuparti, Harry." Lo rassicurò Arthur.
"Nonna!!" Lily corse incontro alle braccia spalancate di Molly, sentendo il suo dolce profumo di vaniglia.
"Ciao splendore." La salutò Molly.
"Fatevi abbracciare." Afferrò poi anche Albus e James.
"Come butta nonna?" Chiese James, facendo scoppiare una fragorosa risata tra i presenti.
Molly gli scompigliò i capelli, già disordinati per natura. Automaticamente, Harry si passò una mano tra i capelli come se fossero stati i suoi.
"Beh, sedetevi ragazzi. È pronta la cena." Invitò Arthur a sendersi.
"Io proporrei un brindisi." Aggiunse Teddy, guardando di soppiatto Victorie.
"Io e Victorie ci siamo ufficialmente fidanzati".
Questa affermazione scatenò una marea di applausi e complimenti da parte di tutti.
"E allora brindiamo! Per Teddy e Victorie, perchè possano stare insieme sempre di più. E per i nostri giovani figli: Albus, Rose e Hugo. Perchè possano iniziare nel migliore dei modi gli anni che li attendono ad Hogwarts". Disse Harry, preso dalla gioia del momento e dall'atmosfera di felicità.
"Cin cin." Disse Harry, levando il suo bicchiere al cielo.
"Cin cin." Seguirono tutti gli altri, ripetendo il movimento del Sopravvissuto.





Note dell'Autore.

Buona serata!
Ecco a voi il continuo della nostra storia :)
Nel prossimo capitolo si parlerà già della partenza per Hogwarts di Rose, Hugo, Albus e James. Ovviamente non solo loro quattro.
Entrerà un nuovo personaggio, fondamentale per la storia: Scorpius Malfoy.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Recensite, recensite e recensiteee!

Vostra,
Alexia <3.

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Capitolo 3
*** Partenza dal Binario. ***


Capitolo 3
 
"Ragazzi, volete darvi una mossa? Perderemo il treno!"
La mattina del primo settembre poteva significare una sola cosa. Una soltanto: il caos. Caos totale.
La fretta di uscire di casa in tempo e di arrivare al dannato Binario prima che un treno rosso fiammante partisse diretto ad Hogwarts. Questo era senz'ombra di dubbio il problema principale per le famiglie composte da ragazzi impazienti di arrivare a scuola. E la famiglia Potter rientrava certamente in quest'ultima categoria.
Tra urli e sbraiti, si rischiava seriamente di perdere il puntuale treno per Hogwarts.
Albus Severus Potter si era svegliato alle 6.30 quella mattina. Agitazione? Eccitazione? Paura? Forse un misto di questi sentimenti si faceva spazio nel cuore del giovane Albus.
In realtà, nemmeno lui sapeva cosa stesse provando.
Era la prima volta in vita sua che sentiva lo stomaco in subbuglio e la testa annebbiata come in quel momento.
Tuttavia, nemmeno alzarsi alle 4 di mattina avrebbe evitato il caos generale che aleggiava in quella casa.
Albus era un ragazzo che si scaldava facilmente e ancora più facilmente entrava in panico.
Quando ciò accadeva, poche persone riuscivano a fargli ritrovare il lume della ragione.
"Mamma, dov'è il libro di Erbologia?? Non lo trovo da nessuna parte.." dal tono di voce usato da Albus, Ginny capì che il figlio stava entrando in un momento di agitazione, che si sarebbe presto trasformato in crisi.
"Tesoro, non ti agitare. Vedrai che lo troveremo... Inizia a portare il bagaglio da papà, io ti cerco il libro" tentò infatti di tranquillizzarlo.
La madre Ginny era ,infatti, una delle poche persone in grado di far ragionare Albus Potter nei suoi momenti “particolari”.
"Okay, okay. Calmo Al, va tutto bene. È tutto a posto". Ginny sentì il figlio respirare profondamente mentre si allontanava da lei, ripetendo queste parole come se fosse un antico rituale magico in grado di calmare l'agitazione nell'animo umano, o qualcosa del genere.
'Sempre il solito' pensò Ginny, iniziando a esaminare tutta la casa alla ricerca del libro sperduto che, si disse, sarebbe dovuto già essere nel baule.
Guardò in cucina, sotto il letto, dentro l'armadio, nelle scrivanie ma niente, il libro non voleva essere trovato. Chissà perchè non le venne la brillante idea di Appellare l'oggetto in questione.
Forse perchè, dopotutto, da qualcuno Albus doveva pur aver preso e anche a lei la mente si annebbiava in momenti ti fretta e di stress.
10.20, 10.30, 10.35.
Niente, il magico libro era dannatamente bravo a nascondersi, dovette arrendersi a pensare Ginny.
Dopo aver girato tutta la casa, entrò nella cameretta di Lily.
Lì trovò la piccola figlioletta intenta a disegnare. Disegnare- o meglio, scarabocchiare- qualcosa di molto simile a una casetta su un libro con una lunga piuma rosa. Un libro intitolato 'Per apprendere l'affascinante arte dell'Erbologia'.
'E figurati se trovavi qui il libro... C'è solo tua figlia che scarabocchia uno stupido libro di...... Erbologia?!?'
Ginny non si accorse subito di quello che stava succedendo.
"Lily, cosa stai facendo? Non è il libro di tuo fratello, quello?" indicò sbrigativamente il libro, sapendo che il tempo stringeva.
"Io.. Ma... Io non... Io.." Lily boccheggiò per qualche secondo, finchè Ginny non la prese per mano, afferrò il libro e si indirizzò fuori di casa soddisfatta della sua ricerca.
"Non dire a tuo fratello che lo stavi colorando. Non partiremo più se lo sapesse" constatò Ginny, mentre la piccola rossa annuiva convinta che la madre avesse ragione.
"Finalmente! Avete trovato il libro?" Chiese Harry vedendo le due rosse uscire di casa.
"Sì, ecco a te Albus" disse Ginny, sporgendo il libro al figlio.
"Perfetto, e ora smaterializziamoci al Binario" disse Harry, nella speranza di non essere così tanto in ritardo.
 
                                                                   ***
 
Al contrario della Famiglia Potter, in casa Weasley aleggiava decisamente un clima più tranquillo.
Hermione era sempre stata una tra le prime studentesse a presentarsi davanti al treno rosso. Per questioni di abitudine costrinse infatti Rose a svegliarsi molto presto, permettendole di prepararsi con tutta la calma necessaria.
Anche se Ronald, ritardatario cronico in qualsiasi situazione, non la pensava esattamente come la moglie, la volontà di quest'ultima lo sovrastava di gran lunga.
I quattro Weasley si trovavano in un cucina accogliente, intenti a fare un abbondante colazione.
Rose non faceva altro che parlare delle casate di Hogwarts dalla sera precedente. Era affascinata dalla possibilità di essere in qualche modo valutata per le proprie doti. Non vedeva l'ora di essere Smistata e soprattutto di incontrare nuovi amici.
Rose era da sempre una ragazzina molto riservata e faticava spesso ad aprirsi con qualcuno che non conoscesse da tempo.
"Miseriaccia, hanno di nuovo abbassato gli stipendi dei poveri impiegati al Ministero" disse Ron, sfogliando il giornale che aveva in mano mentre con l'altra sorseggiava una tazza di tè.
"Mamma, che doti bisogna avere per appartenere a Serpeverde?" chiese Rose, cercando di stroncare sul nascere la conversazione che il padre voleva certamente intraprendere, mentre masticava silenziosamente dei cornflaks immersi nel latte.
La madre stava per rispondere alla domanda  mentre si alzava da tavola per sciacquare la tazza di caffè.
"Prova solamente a diventare Serpeverde e ti diseredo di casa immediatamente." Ron alzò improvvisamente lo sguardo e squadrò minaccioso la figlia, impedendo alla moglie di proferire parola.
"Ronald, per l'amor del cielo!" Hermione intervenne, stufa di dover sempre combattere per la stessa causa.
"Possibile che non possa lasciarli in pace? Se anche uno dei due finisse in Serpeverde, cosa vorresti fare: ucciderli??" Domandò poi Hermione.
Lanciò al marito uno sguardo assassino, vedendolo restare in silenzio per parecchi secondi, quasi ragionasse su cosa rispondere.
"Ma no cara, figurati" tentò poi di rispondere, catturando la fiammata che gli occhi della moglie lanciavano.
"E lo credo bene!" Sbottò Hermione voltandosi nuovamente verso il lavabo, per finire di lavare la tazzina da caffè.
Hugo era rimasto in silenzio per tutto il tempo, pacioccando l'uovo fritto che si trovava davanti senza volerlo realmente mangiare.
"Quando avete finito ragazzi, andate a mettere il cappotto" Disse Hermione, con un tono di voce decisamente più dolce rivolta ai ragazzi.
 
                                                                 ***
 
"James, copriti bene con la sciarpa, altrimenti ti beccherai un bel febbrone prima di aver messo piede ad Hogwarts!" disse Ginny, poco dopo aver attraversato la barriera del Binario nove e tre quarti.
" Si, mamma" rispose James con aria stressata senza obbedire minimamente al comando della madre.
"James, ascolta tua madre" intervenne Harry rivolto al figlio.
"Uff…E va bene, lo faccio. Contenti?" sbottò ai genitori, chiudendo completamente il giubbotto e passando intorno al collo la pesante sciarpa che Ginny teneva in mano.
Rispose velocemente all'abbraccio della madre a quello del padre e corse alla ricerca degli amici dopo averli salutati con un banale 'ciao'.
"Cosa dobbiamo fare con lui??" chiese Ginny, voltandosi verso il marito.
 Harry la guardò per qualche secondo e le rispose: " È sempre il solito, Gin. Non possiamo farci niente."
" Salve, ragazzi" la voce di Ron li riscosse dai pensieri, traspirando felicità e orgoglio.
Seguivano dietro di lui Hermione e Hugo.
"Trovato facilmente parcheggio, Ron?" si informò Harry.
"Una passeggiata. Voi, invece?" chiese Ronald.
"Niente macchina. Ci siamo smaterializzati" rispose Ginny al posto del marito.
"Vi piace vincere facile, eh?" Domandò giocoso il Rosso, facendo sorridere i presenti.
"Dove sono i ragazzi?" Chiese poco dopo Hermione, notando l'assenza di James e Albus.
"Jamie è andato dai suoi amici, Al è indietro con Rose" rispose Lily, attaccata alla calda mano della madre.
Hermione si aspettava una risposta del genere. James era un ragazzo che adorava stare con gli amici, e coglieva sempre l'occasione.
Quanto a Albus e Rose, beh per loro era diverso.
Sin da piccoli erano molto legati, più legati rispetto agli altri cugini. Erano sempre sinceri tra di loro e riuscivano a confidarsi in qualsiasi situazione.
"Eccoci qui" arrivarono poco dopo i due ragazzi, quasi sentendosi chiamare.
"Beh, è ora ragazzi." Disse Ginny, rivolta a Albus e Rose.
Passarono agli abbracci e ai saluti, diffondendo un clima di famiglia e di amore.
"Guardate chi c'è laggiù" sbottò d'un tratto Ronald, rompendo l'atmosfera creatasi indicando un punto distante parecchi metri.
Lì, una donna alta e magra dai capelli ricci e castani sistemava il cappottino al figlio. Un ragazzo con capelli biondi platano e due occhi freddi, grigi e profondi.
Stesse caratteristiche che si potevano trovare nel padre, situato a qualche centimetro di distanza.
Draco Malfoy, girandosi leggermente, lanciò un freddo cenno di capo verso la numerosa famiglia che lo osservava e così ricambiò Harry Potter.
 
"Ma guarda tu che gente mi tocca vedere" pensò Draco, voltandosi nuovamente verso la moglie e il figlio, ora stretti in un abbraccio veloce.
" Mi raccomando Scorpius, comportati bene, non discutere con i professori e per qualunque cosa spedisci un gufo, okay?" si raccomandò Astoria, madre molto apprensiva.
"Certo mamma. Mi mancherete." rispose il piccolo biondo.
"Anche tu, tesoro" disse la madre, stringendo a se il figlio.
Scorpius, intrappolato nelle braccia della madre osservò dritto davanti a se.
Notò una ragazza.
Una ragazza particolare, diversa. Non solo esteticamente, perché possedeva capelli leggermente crespi e color rame, ma anche per il suo modo di fare. Il suo portamento, il suo gesticolare lo lasciava di stucco.
Non riuscì proprio a capire cosa lo colpiva tanto di lei, ma qualcosa di diverso c'era.
Il fischio del treno lo riportò alla realtà e, dopo aver abbracciato il padre si precipitò verso uno sportello spingendo dentro il pesante baule e rivolgendo un'ultima occhiata fuori.
Incredibile come i suoi occhi, tra i tanti presenti, incontrarono quelli di lei. Due occhioni color cioccolata, caldi e sereni.
Questo è quello che scorse prima di entrare definitivamente nel treno.
 
                                                                     ***
 
Rose era in fila davanti a una porta spalancata del treno, mentre aspettava che due gemelli entrassero.
Si voltò indietro, trovando la madre sorriderle come incoraggiamento e lei ricambiò.
Si voltò di lato, per incontrare il viso di qualche altro studente agitato come lei.
A sinistra notò una ragazza castana che faticava a trascinare il pesante baule.
Dietro di lei, un ragazzo con una folta chioma bionda la stava guardando. Ricambiò lo sguardo curiosa, notando due occhi freddi, grigi e distanti.
Questo è quello che scorse prima di entrare definitivamente nel treno.
 
Rose e Albus riuscirono a trovare una carrozza vuota per miracolo e senza farselo ripetere due volte, sistemarono i bagagli e le borse.
Guardarono fuori dal finestrino e salutarono i parenti sbracciandosi il più possibile.
Quando il treno partì, tornarono a sedersi uno di fronte all'altra.
"Ehi, Rose... Tu.. ehm.... hai già.. beh, sì... hai già qualche idea sulla Casa dove verrai smistata?" chiese Albus, liberandosi finalmente da quella domanda. Erano già diversi giorni che questa domanda gli riempiva la testa, e decise finalmente di parlarne con la cugina preferita.
"Oh, beh... In realtà non ne sono sicura, ma penso che sarò un Grifondoro come mamma e papà" rispose Rose, con tutta onestità.
"Io non credo che Grifondoro faccia per m...." Albus tentò di terminare la frase, sfogandosi così dalla domanda che lo tormentava.
Venne interrotto, però, dal rumore di un pugno battere sulla porta.
"Avanti" dissero i due ragazzi contemporaneamente.
Un ragazzo sbucò dalla porta, sperando di non trovare uno scompartimento troppo pieno.
"Scusate, vi dispiace se mi aggiungo a voi? Tutti gli altri scompartimenti sono pieni... Non avrò interrotto nulla spero" chiese il ragazzo sulla porta.
D’un tratto si accorse chi fossero i due ragazzi all'interno, e così anche Albus e Rose.
"Veramente..." tentò Rose di dire, infastidita dal disturbo.
"No, figurati. Vieni pure" la voce di Albus sovrastò quella della ragazza, che si vide costretta a sbuffare leggermente e a lasciare un posto libero nello scompartimento per il giovane biondino che si apprestò ad entrare: Scorpius Malfoy.
"Tu devi essere Malfoy" disse Albus osservandolo.
"Esatto. Scorpius Malfoy. E voi siete..?"
"Io sono Albus Potter" disse Albus, stringendo la mano offerta dal biondo.
"Io mi chiamo Rose Weasley" rispose Rose allo sguardo interrogativo del ragazzo quando si voltò verso di lei, stringendo la mano a Scorpius.
Rose riconobbe immediatamente quegli occhi freddi e quasi vuoti.
Scorpius prese posto al fianco di Albus e iniziò a guardare fuori.
Per tutto il viaggio non scambiò una parola con i due ragazzi, che al contrario conversarono tranquillamente senza però tornare all'argomento precedente.
All'arrivo, il biondo fu il primo ad alzarsi e uscì dallo scompartimento con un "ci si vede" rivolto a Rose e ad Albus.
"Che tipo strano" commentò Rose quando fu abbastanza lontano da non poterla sentire.
"Già... Chissà dove si è cacciato James" disse Albus.
"Scommetto quello che vuoi che è già andato" rispose Rose.
Albus concordò con la cugina e insieme uscirono dal treno.
Lo spettacolo che si stagliava di fronte ai due ragazzi li lasciò senza parole.
Un enorme castello situato davanti a un lago nero come la pece. Il luogo era molto buio, se non fosse stato per le mille finestre che si affacciavano dal castello, simbolo che diverse persone vi risiedevano.
Rose e Albus seguirono i ragazzi del primo anno e attraversarono il lago con una piccola barchetta prima di giungere la porta del castello magico.
Qui trovarono una signora anziana, caratterizzata da un preciso chignon sul capo e un paio di occhiali rotondi che le squadravano il viso: Minerva Mcgranitt.
Essa si presentò al gruppetto e spiegò loro le principali regole del posto, che avrebbero sicuramente imparato meglio nel corso degli anni.
"E ora, seguitemi prego" disse infine, spalancando le porte di una sala.
I ragazzi seguirono la donna autoritaria e si trovarono in una sala immensa dove quattro lunghissimi tavoli erano situati in verticale: la famosa Sala Grande di cui tanto avevano sentito parlare.
Attraversarono la Sala, accompagnati dagli sguardi di tutti i ragazzi già seduti nei tavoli, e si fermarono solo quando la professoressa McGranitt lo fece.
" Molto bene, ora vi chiamerò uno alla volta. Quando udirete il vostro nome vi siederete su questo sgabello e indosserete questo cappello" spiegò ai ragazzi.
"Celeste Astyre." Iniziò l'anziana professoressa a leggere i nomi della lista.
"Tassorosso!" rispose il cappello logoro dopo un attimo di indecisione.
"Brain Cerfill"
"Grifondoro!"
"Silter Frukip"
"Serpeverde!"
I due continuarono per dieci minuti buoni, finchè la McGranitt non chiamò Rose.
"Rose Weasley" disse infatti la professoressa.
Rose si incamminò e si sedette sullo scomodo sgabello, consapevole del fatto che tutta la Sala Grande la stava osservando.
Il cappello la Smistò molto velocemente.
"Grifondoro!" sentì la ragazza gridare, e si affrettò a raggiungere il tavolo Rosso- Oro felice e soddisfatta. Non lo dava molto a vedere, ma in realtà Rose teneva particolarmente a quella casa.
"Scorpius Malfoy" disse la McGranitt con la stessa voce monotona utilizzata per gli alunni precedenti.
Anche nel caso del ragazzo il cappello impiegò poco tempo a decidersi.
"Serpeverde!" gridò nel suo caso, e il biondino si alzò per raggiungere il tavolo opposto a quello di Rose.
"Albus Potter"
Albus fece un salto quando si sentì chiamare. Era uno fra gli ultimi e, come i compagni avevano precedentemente fatto, salì i tre gradini che lo separavano dallo sgabello e si lasciò cadere il cappello sul capo.
Questo impiegò parecchio tempo per decidere.
Infine, gridò:
"Serpeverde!"
 
 
 
 
NdA.
 
Buona sera gente! Come state?
Ecco qui un nuovo capitoli, parecchio sostanzioso dire J
Per prima cosa vorrei mettere in chiaro che Hugo Weasley è di quasi un anno più piccolo rispetto ad Albus e a Rose, quindi entrerà ad Hogwarts l’anno dopo.
Secondo.
Esatto, finalmente abbiamo capito che la coppia principale della storia sarà quella di Rose e Scorpius…Ci saranno molte sorprese.
Oh, dimenticavo. Albus è una piccola serpe, elemento essenziale per la crescita del rapporto Rose-Scorpius J
Spero vivamente che vi sia piaciuto e di sentire i vostri pareri!
Grazie mille.
Alexia. 

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Capitolo 4
*** Roba da non credere. ***


Che a Hogwarts girava il figlioletto del famoso Harry Potter, il salvatore dell'umanità magica, era una cosa risaputa.
Che a Hogwarts esistesse una Casa chiamata Serpeverde, nota per aver cresciuto i più malvagi maghi di tutti i tempi era un dato di fatto.
Ma mai nessuno avrebbe potuto immaginare che Albus Severus Potter entrasse a far parte delle Serpi.
Lui discendeva da generazioni di Grifondoro: i Potter e i Weasley. Rimase colpito dalla scelta del Cappello Parlante anche se per nulla triste. Si rese conto, infatti, di non aver la pasta per un Grifondoro e in realtà non aveva per nulla paura nel diventare un piccolo Serpeverde dal momento che lui, come il padre spesso gli ricordava, portava anche il nome di un preside Serpeverde.
Non tutti però presero la notizia con tanta leggerezza.
 
"Serpeverde".
Il silenzio si appropriò della stanza.
Tutti i presenti erano paralizzati, increduli.
Albus si accorse dell'improvviso silenzio e sentì le sue guance arrossarsi sotto il peso del Cappello Magico. Rimase qualche secondo immobile, pensando a cosa potesse fare e alla fine optò per la scelta più ovvia.
Albus Severus Potter si alzò dallo sgabello porgendo il cappello alla professoressa McGranitt e si indirizzò verso il tavolo Argento e Verde.
Come se avesse risvegliato improvvisamente tutti i presenti, gli studenti iniziarono a parlottare ancora non completamenti sicuri di aver sentito bene.
Tutti tranne Rose.
Lei rimase immobile, spiazzata. Non aveva ancora sbattuto le palpebre dopo aver sentito il nome del cugino e della Casa Serpeverde uno dietro all’altro.
"È un sogno" si disse. "È solo uno stupido sogno, Rose. Sicuramente ti sveglierai nel tuo caldo lettuccio".
Ma purtroppo per la nuova Grifoncina, non c'era niente da fare.
 
"Ma non è il figlio di Harry Potter quello lì?"
"Harry Potter. Non è possibile."
"Sì sì, è proprio lui."
 
In un attimo la Sala Grande si riempì di commenti stupefatti. Era davvero impossibile capacitarsi di una cosa così. Cioè, era il figlio di colui che aveva ucciso Voldemort e liberato il mondo magico dal male! Non poteva finire proprio nella casa che aveva cresciuto così tanti maghi cattivi. Perchè la guerra non aveva eliminato tutti i pregiudizi sulla casa di Serpeverde, nonostante i continui sforzi che gli insegnanti facevano per migliorare i rapporti tra le Case.
L'unico ragazzo di tutta la Sala Grande che non si compose minimamente fu un giovane biondino, seduto nello stesso tavolo dell'oggetto di tanto stupore. Gli piaceva, quel ragazzo. Si era dimostrato superiore dei pregiudizi quella stessa serata nello scompartimento del treno, trattandolo come un ragazzo normale.
Scorpius, come il padre, non mostrava mai i suoi sentimenti più del necessario. Era un atteggiamento che apparteneva a tutti i Malfoy.
Eppure dovette ammettere di essere rimasto stupito dalla calda accoglienza del giovane Potter. Proprio lui, tra tanti. Tra i tanti ragazzi presenti su quel treno, proprio Albus Potter lo aveva trattato come un comunissimo ragazzo, non pensando al comportamento dei genitori e dei nonni.
La professoressa McGranitt dovette richiamare più volte il silenzio per ottenerlo.
"Bene, ragazzi. Oggi comincia un nuovo anno e confido nel buon senso di tutti voi, in qualsiasi situazione vi troviate. Domani verranno assegnati gli orario che rimarranno invariati per il resto dell'anno.
Troverete i vostri effetti personali nei vostri Dormitori e siete pregati di filare immediatamente a letto. Ricordo che domani sarà un giorno normale di studio. Grazie per l'attenzione e buonanotte."
La McGranitt concluse le sue raccomandazioni con un eloquente sguardo rivolto ai ragazzi seduti ai quattro tavoli.
Non appena la professoressa smise di parlare, gli sguardi di tutti si impuntarono nuovamente su Albus che tentava di non farci troppo caso.
Ma purtroppo per lui, odiava essere fissato e non era bravo quanto la cugina nel mantenere la calma.
Due ragazzi del quinto anno per ogni casa si alzarono dai tavoli. Rose vide scintillare una spilla a forma di P sul petto della ragazza di Grifondoro identica a quelle che i suoi genitori tenevano incorniciate in salotto.
"Prefetti" pensò infatti, ricordando le storie che la madre le raccontava prima di addormentarsi.
Rose si riscosse da quei pensieri, cercando di concentrarsi sulle mosse della ragazza e del ragazzo che si erano alzati in piedi. La cosa le risultò abbastanza complicata dal momento che continuava a pensare ad Albus.
"Grifondoro da questa parte" dissero insieme le voci dei due Prefetti Rosso e Oro.
Allo stesso modo i Prefetti di Corvonero, Tassorosso e Serpeverde chiamarono i nuovi arrivati.
Albus si trovava quasi fuori dalla sale enorme quando sentì una voce familiare chiamarlo.
"Albus!" strillò infatti la cugina per farsi sentire nel baccano che si era impadronito del posto, restando indietro per aggiungerlo.
"Ehi, Al..." continuò la Rossa riprendendo fiato. Solo in quel momento, però si accorse che non aveva la più pallida idea di cosa dire al cugino.
"Ehm, come stai?" Rose si sentì parecchio stupida. "Come cavolo vuoi che si senta??" si rimproverò infatti mentalmente.
"Cosa hai detto Rose? Non ti sento" c’era davvero un caos infernale attorno a loro.
"Ne paliamo domani, buona notte" le disse poi Albus, augurandosi che avesse sentito.
"Va bene, notte" lo salutò allora Rose che miracolosamente aveva sentito quanto detto dal moro e iniziò a correre per ritrovare i due Prefertti.
"Accidenti, mi sono persa" diede voce ai suoi pensieri Rose dopo aver cercato il gruppo di Grifondoro dappertutto.
Stava quasi correndo per togliersi dalla confusione e pensare più lucidamente quando...
"Ahi! " esclamò toccandosi il capo dolorante, dopo aver battuto una bella testata.  La ragazza che si trovò davanti si comportò  allo stesso modo.
"Scusami"
"Scusa"
Le due ragazze parlarono all'unisono. Si guardarono e scoppiarono a ridere dopo aver reagito nuovamente allo stesso modo.
La ragazza davanti a Rose era abbastanza bassa e magrolina. Aveva due occhioni azzurri che ricordarono moltissimo il mare alla giovane Wesley. I suoi capelli erano legati in due treccioline ed erano di un colore misto tra il nero e il castano.
"Piacere, io mi chiamo Silena Beckendorf" esclamo la ragazza, con una voce allegra e chiara.
"Ciao Silena, io sono Rose. Rose Weasley. Di quale Casa sei?"
"Grifondoro! E tu?" rispose sempre più euforica la ragazza.
"Che bello, anche io" le sorrise Rose, dimenticandosi per un attimo dei Prefertti da seguire.
Silena ispirava amicizia allo stato puro. Sembrava davvero sincera e gentile, e il fatto che fosse finita proprio in quella casa non stupì minimamente Rose.
" Per caso sai dove dobbiamo andare per raggiungere la Sala Comune?" chiesa tutto ad un tratto Rose, speranzosa.
"In realtà credevo che lo sapessi tu… Vedi, è che mi sono persa" Silena diventò lievemente più rossa sulle guance.
"Non c'è problema, vedrai che troveremo gli altri" le rispose Rose, sicura di sè.
"Bene, allora mettiamoci in marcia!"
Così le due ragazze iniziarono a girare per la scuola, lasciandosi guidare dall'istinto.
Per loro fortuna, Rose sapeva orientarsi molto bene anche in posti in cui non era mai stata.
Nel giro di poco trovarono il gruppetto di Grifoni del primo anno davanti a un vecchio quadro, dove una signora vestita con un lungo abito rosa era intenta ad asciugarsi i capelli con un aggeggio mai visto prima d'ora.
"Elfi incantati" disse la ragazza con la spilla sul petto e subito la vecchia signora nel dipinto si fece da parte per dare la possibilità ai ragazzi di entrare in una saletta molto accogliente dove predominavano i colori della Casa: la Sala Comune.
Dopo che tutti i ragazzi stupefatti entrarono dentro, il ragazzo indicò loro i rispettivi Dormitori.
Rose e Silena si guardarono per poi dirigersi verso i dormitori  chiaccherando del più e del meno.
Rose la trovava davvero una brava ragazza ed era sicura che quella amicizia sarebbe durata a lungo.
 
 
 
 
NdA
Buona serata popolo di EFP!
Okayyyy, so di essere terribilmente in ritardo con la pubblicazione di questo capitolo e mi dispiace tantissimo. La scuola è sempre più pesante e l’ispirazione va e viene in continuo…
Bene, spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Una piccola cosa: il nome e il cognome di Silena sono tratti dalla Saga di Percy Jackson, Saga che amo follemente :33
Nella speranza di farmi sentire al più presto, ringrazio tutte le seguite e le recenzioni J
Se volete esprimere il vostro parere, sono felice di sentire tutto!
Alla prossima,
baci baci
Alexia <3

 

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