Alla fine tutto va bene; se non va bene, non è la fine.

di Risa Lily Angelie
(/viewuser.php?uid=161886)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Risa Koizumi. ***
Capitolo 2: *** Prologo - Atsushi Otani. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 1 - Life. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 2 - Risveglio. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 3 - Amici. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 4 - Sensazioni. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 5 - Chi cerca, trova. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 6 - Corsa. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 7 - Visita medica. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 8 - Bicicletta. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 9 - Reazioni. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 10 - Agitazione. ***
Capitolo 13: *** Capitolo 11 - Appuntamento. ***
Capitolo 14: *** Capitolo 12 - Insieme. ***
Capitolo 15: *** Capitolo 13 - La ruota bucata. ***
Capitolo 16: *** Capitolo 14 - Ospedale. ***
Capitolo 17: *** Capitolo 15 - Sorpresa non gradita. ***
Capitolo 18: *** Capitolo 16 - Ritorno a casa. ***
Capitolo 19: *** Capitolo 17 - "Ti aspettavo." ***
Capitolo 20: *** Capitolo 18 - Unica. ***
Capitolo 21: *** Capitolo 19 - La Svolta (parte 1). ***
Capitolo 22: *** Capitolo 20 - La Svolta (parte 2). ***
Capitolo 23: *** Capitolo 21 - Proposta sconvolgente. ***
Capitolo 24: *** Capitolo 22 - "Non ti lascio". ***
Capitolo 25: *** Epilogo - Atsushi Otani. ***
Capitolo 26: *** Epilogo - Risa Koizumi. ***



Capitolo 1
*** Prologo - Risa Koizumi. ***


Attenzione: inserisco l'avvertimento OOC, in quanto ho stravolto trama e situazioni, motivo per cui i personaggi dovranno muoversi in situazioni nuove e non viste nell'anime. Nonostante ciò, ho tentato, per quanto possibile, di rendere il personaggi più realistici possibili - cosa un po' complicata, in quanto è un anime comico e io sto trattando situazioni tristi.
Vi auguro buona lettura, e buona caccia a Calinee alla fine del capitolo :')




«
Attento a dove vai, idiota!», gridai piccata al ragazzo che mi era letteralmente caduto addosso, facendo volare in aria tutti i documenti che stavo tenendo in mano.
«Scusami!» gridò di rimando questo, prima di girare l'angolo.
Mi alzai in piedi maledicendo la maleducazione della gente.



Piacere, sono Risa Koizumi, ho 25 anni. Lavoro in un'agenzia di moda. Beh, "Lavoro" è un eufemismo; sgobbo tutto il giorno, sono una sorta di tuttofare. E' tutto un: "Porta questo di lì e "sposta questo di là".
Il mio grande sogno era fare la stilista; invece mi ritrovo a fare la sotto-segretaria. Nel senso che mi da gli ordini praticamente chiunque. Forse un giorno riuscirò a realizzare il mio sogno, chissà.


 

Raccolsi i fogli che quell'idiota aveva fatto cadere. Mi trovavo al terzo piano dell'agenzia; dovevo portare "urgentemente" il plico di documenti alla direttrice.
Sbuffai piano e passai davanti ad una vetrata: mi fermai e osservai per un lungo attimo la mia figura. Il primo pensiero fu "sono troppo alta", seguito da un "perché non ho le tette?!" e seguito ancora da un "cavolo, mi sono sporcata la camicetta!". Lo sguardo mi cadde sui documenti che tenevo in mano, ricordandomi il mio dovere. Lanciai un ultimo sguardo alla ragazza nella vetrata ed andai avanti.

 

Sono alta 1, 72. Si, sono piuttosto alta, è sempre stato il mio cruccio, fin da piccola. Una bambina timida ma vivace, un'adolescente emotiva e problematica. Ora sono una donna fredda, lucida. Decisa.

Bussai piano alla porta - tra l'altro, una porta di vetro -, ed entrai.

«Ecco i documenti.» Dissi, poggiandoli sulla scrivania. La donna seduta alla poltrona scrutò un attimo i documenti, poi inforco gli occhiali e diede una lettura veloce.
«Koizumi, giusto?» mi chiese, senza alzare occhi dai fogli.
«Si, signora» sussurrai con un filo di voce.
«Ha la camicetta sporca.» 
Arrossii vistosamente e misi istantaneamente la mano laddove mi ero macchiata.
«Può andare.»
Uscii dall'ufficio, chiudendo piano la porta. Sentii una vibrazione nella tasca della gonna; era il cellulare. Lo cacciai fuori: un messaggio da parte della mia migliore amica, Nobu.

"Risa, stasera io, te e Chiharu andiamo in giro. Non si discute. Una serata, solo noi donne. Ne ho già parlato con Nakauccio. Vedi di non tardare. Alle otto, a casa mia."

Mi morsi le labbra: sinceramente non avevo alcuna voglia di andare. Messaggiai un "Ok." e spensi il telefono. Che nessuno pensasse che non facevo il mio lavoro e mi crogiolassi nei messaggini.

   


Nobuko e Chiharu sono le mie migliori amiche. La prima è estroversa e spigliata, fidanzata con Nakao, un bel ragazzo moro. La seconda, invece, è una moretta dalla pelle candida e gli occhi chiari, molto timida. Lei è fidanzata col biondo Suzuki.   


Mentre tornai al primo piano, pensai che era stato davvero straordinario che avessimo mantenuto il nostro rapporto, dopo il "fattaccio".
Strinsi le labbra; no, non volevo pensarci. Non volevo pensare a quella sera piovosa di cinque anni fa. In effetti, avevo ben pochi ricordi di quella fredda serata invernale.

Le urla, innanzitutto, e le lacrime.
Io che faccio la valigia, furiosa, ferita, umiliata, fatta a pezzi. Lui, che mi guarda inebetito, incapace di dire una parola.
Io che sulla porta di casa lo guardo un ultima volta.
Lui che mi supplica, con la voce tremante, che non sembra neanche la sua, di rimanere.
Io che non cedo, con gli occhi lucidi, le valigie in mano ed il cuore spezzato. Io che vado via, da quella casa che non era più mia. Che non sentivo più mia.
Sola, con le valigie, mentre piangevo, al freddo, sotto la pioggia e senza ombrello.


Cacciai un urletto improvviso, incapace di contenermi, e una ragazza, che stava venendo dal lato opposto al mio, mi guardò storto.
Feci un sorrisino, quasi di scusa, e corsi al piano inferiore.


 

Dimenticavo. Sono single.




 

________________________________________________________________________________________________________________________________________________

 **Angolo della Scema di turno**

Sinceramente, non ho idea da dove.. 'sta roba mi sia uscita.
L'ho scritta così, o quasi, ieri sera, in un momento.. Beh, non esattamente "allegro". Ma ispirato. Insomma, le ispirazioni vengono nei momenti più impensati, no? ùwù
Beh, ma la mia ispirazione è quello che è. Uno scempio. Perdonate, vi prego, questa oscenità. 
Allora, ora, prima che qualcuno mi cruci, io me ne vado :3
Un ringraziamento anticipato per chi leggerà, per chi recensirà, e per chi mi lancerà pomodori - oddio, preferirei di no. 
Ciao ^^
Cali C:

Ps: Un ciao e un ringraziamento immenso a Drogatadiapifrizzole, la povera e ignara ragazza che si è letta questa cosa appena dopo averla scritta. Ciao cara, e grazie. 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Prologo - Atsushi Otani. ***


Un raggio di sole filtrò dalle persiane chiuse, oltrepassò il vetro della finestra ed andò a finirmi sugli occhi, che stopicciai infastidito. Li aprii un istante e venni accecato da quella piccola striscia di luce. Emisi un lamento piccato e sprofondai un istante sotto le coperte. Ne riuscii fuori quando sentii una voce femminile chiamarmi.
Sbuffai e mi tirai su.
«Atsushi.»


Sono Atsushi Otani, e ho 25 anni. Sto studiando per diventare un insegnante, ma per guadagnarmi qualche soldo lavoro in una biblioteca, vicino all'università.


«Buongiorno» sbadigliai.
La bellissima donna con la quale stavo parlando mi posò un bacio sulle labbra.
«Devo andare», disse, per poi allontanarsi, e avviarsi verso la porta.
«Per quanto continuerà così?» chiesi all'improvviso.
«Devi avere pazienza» sospirò lei, senza voltarsi «lui ancora non...»
Non finì la frase, perché mi alzai di scatto e iniziai ad innervosirmi.
«Ma possibile?! Sono CINQUE anni che va avanti questa storia! Cinque!»
«T-ti prego, Atsushi...» lei mi guardò, con gli occhi lucidi.
«Mi sono stancato. Vedi di parlare con lui. Sono stufo di fare l'amante.»
Quelle parole parvero colpire la mora, alla quale scese una lacrima.
«Te lo sei sposato!» cominciai a gridare; ero fuori di me, non volevo più continuare così. «Te lo sei sposato» ripetei, guardandola negli occhi chiari «TE LO SEI SPOSATO NONOSTANTE ANDASSIMO AL LETTO INSIEME!».
Lei pianse, a quel punto. Scoppiò a piangere, mentre era scossa da violenti singhiozzi.
«Atsushi, io n-non volevo...» pianse, stringendosi nelle spalle e dandomi le spalle.
Che si stesse aspettando che la abbracciassi? Beh, si sbagliava, non l'avrei fatto.
«Mi sono letteralmente rovinato per te!» continuai anzi ad urlare «Ho perso quasi tutti i miei amici per te! Ho fatto soffrire persone che non se lo meritavano, E SOLO PER TE!» Ero stanco. Quella situazione... Non era quella che mi immaginavo quando avevo deciso di iniziare una storia con lei. Avevo retto per cinque lunghi anni; ma ora non ci riuscivo più.
Lei mi lanciò improvvisamente un'occhiata gelida.
«Non "le persone". La persona.» mi corresse. «Hai fatto soffrire Lei, vero?»
Non risposi, quasi stupito; non parlavamo mai di prima, di come eravamo prima.
«Lei. Certo. Quella spilungona.» sussurrò piccata.
«NON PARLARE COSÌ DI LEI!» Urlai, con un tono che non mi ero mai sentito.
«La difendi?
» sussurrò lei, sprezzante «Difendi Lei?» mi fissò un lungo istante. «Forse saresti dovuto restare con Lei, invece di stare con me.»
Quelle parole, per me, furono come un pugno sul naso. Le bloccai il polso con rabbia, fissando quegli occhi chiari ed aquosi.
«Non dire cazzate. La storia con lei è finita, per te. Sei tu che non fai lo stesso.» Sibilai tra i denti, scrutandola. Ci guardammo qualche istante. Poi lei si liberò dalla presa, ed infilò la porta, chiudendola silenziosamente.
Tirai un calcio alla sedia lì vicino, innervosito con me stesso, ma soprattutto con lei. Lanciai di sbieco un'occhiata all'orologio: ottimo. Ero in ritardo.
Passai davanti all'armadio e lo aprii, trovandomi davanti lo specchio, dove mi osservai un attimo.


Sono alto - per così dire - 1,56. Si, sono piuttosto basso, è sempre stato un problema per me.

 

Scuotendo la testa, mi restai dai miei pensieri, ed afferrai un paio di jeans e una maglietta; mentre uscivo di casa, considerai che era tanto che non pensavo a quella sera: quella serata che cambiò tutto, che distrussi l'inizio di una storia, che spezzai amicizie. Tutto per colpa mia. Scossi la testa furiosamente; non volevo pensarci, nonostante io ricordi tutto, perfettamente.

Ricordo l'espressione di Risa, preoccupata quando le avevo detto che dovevamo parlare. La sua faccia, dapprima stupita, poi disperata - anzi, distrutta. Lei che mi urlò cose che non ricordo. O meglio, mi illudo di non ricordarmelo, perché invece me lo ricordo bene.
Ricordo che poi corse al piano superiore, mentre la sentivo singhiozzare.
Io ero letteralmente incapace di dire qualcosa; insomma, che dovevo dire?
Le avevo appena confessato che l'avevo tradita.

Ricordo che scese poco dopo, con una valigia chiusa, ma dalla quale si vedeva fuoriuscire un calzino.
Ricordo che, tentai debolmente di farla restare.
E ricordo che lei mi aveva urlato che no, non poteva. Non ci sarebbe riuscita.
Rammento che non riusciva ad aprire la porta di casa - da sempre difettosa, ma a quanto pare era troppo sconvolta per ricordarselo, e io che per un momento, per un assurdo istante, desiderai che quella porta non si aprisse, in modo che lei sarebbe rimasta con me per sempre.
L'incanto si ruppe quando lei diede un calcio alla porta e la tirò con forza, aprendola.
Ricordo che mi avvicinai a lei, ma lei urlò che non la dovevo più toccare. Che l'avevo fatta soffrire abbastanza. Che potevo risparmiarmi quella scena.
Mi immobilizzarono quelle parole.
E quando lei uscì, sbattendo la porta, ricordo nitidamente che mi diedi dell'idiota, per aver appena rovinato una delle cose più belle che mi fossero mai capitate.

Mi avvicinai alla bici e saltai su; era tardi, avrei dovuto già essere al lavoro.



Sono l'amante della mia ragazza alle medie, Mayu Kanzaki.
 




________________________________________________________________________________________________________________________________________________

**Angolo della scema di turno**

Hola!
Beh, questo è il secondo cap.. No. La seconda parte del prologo, lol.
I capitoli successivi saranno "capitoli" come si deve. u.u
E... Non mi uccidete! 
*si nasconde sotto la scrivania*
Apparte scherzi, la situazione si evolverà. Di certo non lascerò le cose come stanno. OH. u.u
Ringrazio tanto Drogatadiapifrizzole, per ora unica recensitrice - si potrà mai dire? -, e tutti i lettori silenziosi. Anche se una recensione non ha mai ucciso nessuno :')
Ad ogni modo, vi lascio u.u

Cali :)

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 1 - Life. ***


**Risa's pov**

Alle otto, puntuale come un orologio svizzero, ero sotto casa di Nobu, aspettando, inutilmente, che la suddetta ragazza si degnasse di aprirmi la porta. Cosa che non accadde. Quindi, dopo la quinta o sesta volta che suonavo al campanello, nel tentativo di riuscire ad entrare, senza però riuscirci, presi tutto il fiato possibile, ed urlai.
«NOBUKO ISHIHARA, APRI SUBITO QUELLA FOTTUTA PORTA, O GIURO CHE-...»
«Risa!»
Mi voltai, e mi trovai davanti proprio Nobu, seguita da Chiharu e Seiko.
«Maledizione Nobu, avevi detto tu che dovevamo vederci!»
Lei mi ignorò completamente.
«Guarda» disse, invece «Ho incontrato Seiko per strada!»
A quel punto l'interpellata mi fissò un istante coi suoi luccicanti occhi scuri.
«Sempai Koizumi!» pigolò, abbracciandomi e poi donandomi un luminoso sorriso.
Non riuscii a non ricambiare l'abbraccio, nè il sorriso.
«Ad ogni modo» la voce di Nobu mi costrinse a fissarla «Dobbiamo parlare.»
«O-okay.» risposi, perplessa.
La biondina prese le chiavi dalla borsa rosa e aprì il portone e Seiko si lasciò sfuggire un sospiro.
«Sempai... Quanti piani sono?» chiese infatti, titubante.
«Otto.» rispose pratica Nobu, avviandosi per le scale.
«E non c'è un ascensore?» chiese nuovamente Seiko, guardando affranta i gradini.
«No.»
Sorrisi a guardare Seiko, titubante, salire le scale, mugugnando le sue perplessità, del tipo "Ma possibile che in un palazzo così recente non ci siano ascensori?" e via discorrendo.
Tre piani più in su, mi ritrovai ad essere d'accordo con Seiko; i gradini erano tanti, alti, stretti e maledettamente scivolosi. Io non sarei mai potuta vivere in un luogo del genere.
«Eccoci arrivati.» sospirò Nobuko, all'ottavo piano.
«RINGRAZIAMO IL CIELO!» urlai, meritandomi un'occhiata divertita da Seiko e una truce e pericolosa da Nobu.
La ragazza aprì la porta della sua casa, poi ci fece entrare; era una casa piccola. Ma davvero molto piccola. Lì poteva viverci giusto un single, o una coppia molto innamorata.
Nobu e Nakao erano decisamente la seconda.
All'entrata c'era un minuscolo salone, ammesso possa definirsi tale, e all'angolo un angolo cottura. A destra c'era una porta che portava alla camera da letto, e la porta successiva al bagno.
Stop.
La casa di Nobu finiva lì. Mentalmente, considerai che fossero, più o meno, 50 mq.
«Allora.» Nobu si sedette sulla poltroncina in pelle, a mio parere di proprietà di Nakao «Sedetevi.» disse, in barba alle regole di buona educazione.
Obbedienti io, Chiharu e Seiko ci sedemmo su un piccolo divano bianco.
«Siamo qui per parlare di te, Risa.» annunciò, con tono che non ammetteva repliche.
La cosa mi preoccupò: perché mai volevano parlare di me? Cosa dovevano dire su di me che già non si sapesse?
Seiko si agitò nel divanetto.
«Di... Me?» chiesi.
«Si.» Nobuko sospirò impercettibilmente. «Sai, sono passati cinque anni da quando...» si fermò, guardandomi con gli occhi preoccupati.
«Nobu...» lei mi fece segno di restare in silenzio.
«Insomma» continuò «Sono anni che tu...»
«Non voglio parlarne.» la freddai, scuotendomi i capelli sciolti.
«Risa, non puoi continuare a non volerne parlare. Devi affrontare la situazione ed andare avanti.» Quando finì la frase, Nobu stava guardando in basso.
«E perché dovrei?» Domandai acida. «Perché mai dovrei parlarne?»
«Perché» Cercò di spiegarmi Chiharu, poco più che un sussurro «Devi affrontare la situazione»
«L'ho già affrontata andandomene da quella casa cinque anni fa. Mi basta.»
Nessuno riuscì a farmi dire più di questo.


**Otani's pov**

Quando, quella sera, tornai a casa, trovai un biglietto sulla scrivania.
Era un foglio giallo, e riconobbi subito la scrittura veloce e spigolosa della proprietaria.
"Arrivo alle nove, K.", diceva il biglietto.
Feci un sorrisino amaro, e lo accartocciai, per poi lanciarlo a terra.
Guardai l'orologio; erano le otto e mezza.
Tra mezz'ora Lei sarebbe tornata. E io? Davvero volevo io aspettarla? Volevo, di nuovo, finire al letto con lei? E poi rimanerci di merda la mattina dopo, quando mi sveglierò solo?
Era questo quello che volevo dalla mia vita?
"No. Non è quello che voglio."
E furono queste le parole che mi bombardavano la testa, mentre uscivo di corsa da casa, facendo una telefonata. Una telefonata che avrebbe cambiato la mia vita.


**Risa's pov**

L'idea della discoteca fu di Nobu.
"Devi distrarti!", fu il suo commento, prima di trascinarmi a casa mia, seguita da Chiharu e Seiko, per un cambio d'abito.
Quando varcai la soglia della discoteca "Life", indossavo un tubino blu notte - non ho idea di come Nobi abbia fatto a pescarlo nel mio guardaroba -, e le scarpe, ovviamente ballerine ("Già sono alta, non posso mettermi i tacchi!", avevo infatti protestato quando Nobu mi aveva portato delle scarpe tacco 12.) in tinta.
I capelli li avevo lasciati sciolti, in realtà perché ero stata letteralmente trascinata via da casa mia, in quanto dovevamo "Arrivare in disco il prima possibile!" (cit. Seiko).
Appena entrammo, un'ondata di musica, schiamazzi e alcol mi investì.
Chiharu intanto, con espressione terrorizzata, mi si era letteralmente aggrappata al braccio.
Optammo per andare al bar.
«Whisky.» dissi solo, sedendomi su uno sgabello.
Nobu, sedendosi, accennò al fatto di chiamare Nakao - e Suzuki, vista l'ansia di Chiharu - e farli venire. Io mi limitai a stringermi nelle spalle, afferrando il bicchiare di alcolico.
«Fai come vuoi.» dissi solo.
Sarebbe stata una lunga serata.


**Otani's pov**

Chiamai Timoty, un ragazzo americano che avevo conosciuto all'università -solo che lui stava studiando per laurearsi in lingue.
«Me ne sono andato.» dissi solo, appena lui accettò la chiamata. Si prese qualche istante per capire chi fossi, cosa stessi dicendo, di cosa stessi parlando e perché. Poi realizzò.
«Hai fatto bene! Quella ragazza ti teneva come uno schiavo, amico!» esultò poi.
Tim era l'unico che sapesse esattamente quale fosse la mia situazione sentimentale.
«Dobbiamo festeggiare!» mi disse poi. «Due minuti, e sono lì.» e mi attaccò.
Rimasi perplesso a guardare il cellulare, che dopo qualche istante riprese a squillare.
«Scusami, dov'è che sei, tu?» scoppiai a ridere e gli dissi che mi trovavo nei pressi dell'Università.
«Bene, due minuti e sono lì!» Ripetè nuovamente il biondo, attaccandomi, come sua abitudine, il cellulare in faccia.
Ebbene, due minuti dopo, puntualissimo, si materializzò Tim. Alto, biondo e con gli occhi blu. Il contrario di me, in sintesi.
«Hei amico!» mi salutò, dandomi una pacca sulla spalla.
Mi ero sempre chiesto perché mi chiamasse "amico", fin da quando eravamo poco più che conoscenti; ero giunto alla conclusione fosse solo perché americano.
«Amico, oggi si festeggia!»
«Bene.» bofonchiai, nient'affatto convinto.
«Si va in discoteca!» disse, facendomi l'occhiolino.
«Va ben... Eh?!»
«Hai capito amico! Si va in discoteca!»
«Ma perché?» Chiesi, vagamente stupito.
«Conosci modo migliore per rimorchiare?» mi chiese, con un'occhiata maliziosa. Dovevo immaginarmelo, visto il soggetto.
A quanto pare, valutò il mio silenzio come un "va bene".
E una decina di minuti dopo, stavo varcando la soglia del "Life".


______________________________________________________________________________________________________________________________

**Angolo di Cali-quella-che-dovrebbe-smetterla**

Hola gente!
Hm. Non ho niente da dire, gnuh çwç
Quindi, risolvo facendo i ringraziamenti :3
Un ringraziamento grande grande e di cuore a DrogataDiApiFrizzole. Cara ragazza mia, quanta pazienza a leggerti le mie schifezzuole in fase di realizzazione. Grazie cara, ti voglio bene :3
 (cuore di Peeta :3)
Un altro sentito ringraziamento va ad _Hikari. Tesshoro caro, io ti adoro! Dal fatto che ti chiami come me al fatto che siamo telepatiche. Uhuh, quanto ti adoro :3 
Ultimo ringraziamento a Viscula; grazie! :3
E, ovviamente, a tutti voi, lettori silenziosi. :)
Un abbraccio. 

Cali :3 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 2 - Risveglio. ***


**Risa's pov**

Ubriacarmi non era nei miei piani, anzi. Non ne avevo la benchè minima intenzione. Avevo solo bevuto due... Okay, tre, tre Whisky! Dovevo ricordarmelo che non reggevo affatto l'alcol. Ma pur di non guardare Nobu e Nakao in pista a far scalpore, avrei fatto questo ed altro.
«Uuuh, la mia testa...» mormorai, massaggiandomi le tempie.
Facendo uno sforzo immane, aprii un attimo gli occhi; ma dove diavolo mi trovavo?
"Merda." pensai, serrando gli occhi e scuotendo piano la testa: non ci voleva.
Sospirando piano, aprii nuovamente gli occhi, e fissai per un lungo attimo il soffitto; non era quello di casa mia.
"Dove mi trovo?!" era questa la domanda che mi pulsava nelle tempie.
Mi misi a sedere con fatica, e mi accorsi con orrore di essere nuda. Mi strinsi addosso il lenzuolo bianco.
«Uuuh, la mia testa..». fece una voce maschile vicino a me.
Lentamente voltai la testa verso sinistra. E ciò che vidi mi lasciò senza parole.


**Otani's pov**

Svegliarsi in un posto sconosciuto e con un mal di testa atroce può essere traumatizzante.
Ma svegliarsi in un luogo sconosciuto, con un mal di testa atroce e con accanto Risa Koizumi è decisamente shockante. Da rimanerci secco a vita.
«T-tu...» boccheggiò lei, tenendosi bel stretta il lenzuolo.
«Oh, merda!» esclamai, fin troppo poco finemente.
Lei mi fissò un lungo momento, e io mi sentii nudo di fronte a lei.
Beh, perché, in effetti, ero nudo.
Mi coprii come meglio potevo con un cuscino.
«Questo è...» Sussurrò lei, cercando di non guardarmi negli occhi.
«Imbarazzante.» terminai io.
Lei non parlò per cinque minuti buoni, fissandomi negli occhi. Poi si guardò intorno.
«Dove siamo?» chiese, titubante.
«Eh-hm». Guardai la stanza; non era certo qualcosa di mia conoscenza. E visto che anche lei mi stava chiedendo dove fossimo, neanche lei sapeva più di tanto.
Quindi scossi la testa, in segno di negazione.
«Merda.» digrignò Koizumi tra i denti.
Si alzò in piedi, usando il lenzuolo a mò di vestito.
"Ma che diavolo ho combinato ieri sera?!"


**Risa's pov**

Non c'è niente di peggio che trovarsi in una stanza col proprio ex, col quale non si ha chiuso esattamente nel migliore dei modi. Specialmente pensando a cosa si aveva fatto col suddetto ragazzo, mentre si era ubriachi marci.
Raccattai il tubino blu e le scarpe.
«Merda.» farfugliai.
Alle mie spalle, sentii un fruscio; segno che Otani si era alzato.
«Dove diavolo sono i miei pantaloni?» si chiese lui.
Intanto io ero alla ricerca ben più imbarazzante del reggiseno e delle mutandine.
Trovai il reggiseno sul comodino; delle mutande neanche l'ombra.
Intanto lui aveva ritrovato la maglietta e le mutande. Niente pantaloni. Fantastico.
«Trovato tutto..?» mi chiese titubante.
Scossi la testa senza voltarmi a guardarlo.
«Cosa ti manca?»
«Fatti miei.» 
"Perché tutto questo improvviso interessamento? Per me può anche andarsene al diavolo!"


**Otani's pov**

Che carattere! Non me la ricordavo così acida.
Ne approfittai e mi rifugiai in bagno per cambiarmi, in modo da poter smettere si sembrare un koala attaccato al cuscino.
Nel bagno, ritrovai i miei pantaloni. E un paio di mutandine.
Mi infilai i primi e presi le seconde col pollice e l'indice, tipo pinze.
Uscii dal bagno cercando di trattenere una risata e dissi.
«Koizumi?»
Lei si voltò di scatto urlando un risentito " Cos'altro vuoi?!". Ma quando vide che avevo in mano il suo intimo divenne completamente rossa in viso e me lo strattonò via.
«D-dove le hai trovate?!» chiese, mentre diventava del colore dei suoi capelli.
«In bagno.» risposi.
«Bene. Meglio che vada a cambiarmi.» sussurrò poi.
«Come se non avessi già visto tutto...» mi ritrovai a bisbigliare tra me e me, con un sorrisetto.
«COME HAI DETTO?!» Sbottò lei, con uno sguardo di fuoco.
«N-niente!»
Lei mi guardò maligna, prima di chiudersi in bagno.


**Risa's pov**

Quando riuscii del bagno, Otani era seduto sul letto. Per un momento, avevo pensato che riuscendo non l'avrei più trovato.
«Tu sei andata in discoteca vestita in quel modo?» Lui sembrava contrariato.
«Se anche fosse, a te che importa?»
Tacque per qualche momento, imbarazzato.
«Comunque» dissi, cercando di apparire più fredda, cinica e decisa di quanto non lo fossi in realtà. «Ehm... Suppongo che siamo in un hotel.»
«Ah.» fece lui, fissandomi con intensità.
"Ma che diavolo si guarda?!" non potei fare a meno di pensare.
«Sarà meglio.. Ehm, scendere. Dobbiamo, suppongo, pagare»
Lui annuii e si alzò dal letto.
Prima di uscire presi la borsetta e a tentoni cercai il cellulare.
"50 chiamate perse: Nobu."
Ora sì che ero nei guai.



______________________________________________________________________________________________________________________________


**Angolo di Cali-la-Scema**

Hola gente!
Gnuuuh, sette recensioni! *Q* *gongola soddisfatta*
Come al solito *srotola papiro*, ecco i ringraziamenti:
1. Un grazie immenso a DrogataDiApiFrizzole che, come al solito, si legge le mie scempiaggini prima della pubblicazione - oltre che sentirsi i miei sfoghi isterici. Grazie tesshoro. ♥ (In alto i calici per Peeta! *Q*)
2. _Hikari, benedetta adorata, quanto li sopporti i miei messaggini di sclero? :3
3. Grazie anche a Viscula, Tonia8816 e la suddetta _Hikari per aver messo la storia fra le seguite; grazie :)
4. Per ultimo, ma non per ultimo, un grazie grande anche a Selene_Chan, per aver messo la mia storia fra le preferite: grazie anche a te :D
Quindi, ehm. Ciao a tutti :3 

Cali :) 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 3 - Amici. ***


**Otani's pov**

Mentre scendevamo le scale, tentavo di ricordarmi cosa avessi fatto la sera prima, ma con scarsi risultati; certo, per finire a letto con Lei, dovevo essere davvero molto ubriaco.
Proprio lei, non parlava: teneva lo sguardo basso sulle scarpette che indossava, mordicchiandosi furiosamente il labbro, e senza, almeno apparentemente, alcuna intenzione di sollevare lo sguardo.
Arrivammo alla Hall, e un sacco venne lanciato da un'entità non meglio identificata e finì addosso a Koizumi, che, presa alla sprovvista non riuscì a bloccare la sacca e rovinò a terra.

«Ma che diavolo...?» borbottò fra se e se, tirandosi su e prendendo in mano il suddetto sacco.
«RISA KOIZUMI!» tuonò una voce familiare.
«N-Nobu!» esclamò lei, stropicciandosi gli occhi stupita.
«No, guarda, la fata turchina! Va a cambiarti, ORA.» Nobu si avvicinò all'amica, che invece fuggì in bagno per cambiarsi, tenendosi ben stretta la sacca, e solo in quel momento, dietro di lei notai anche Nakao, Suzuki, Chiharu, Seiko e.. Tim?!
«TIMOTY!» Esclamai, superando Nobu, che non mi aveva degnato di uno sguardo, e avvicinandomi al mio amico.
Peccato che la suddetta ragazza mi afferrò per il colletto.

«Dove pensi di andare, tu?» Mi sussurrò minacciosa.
Questo, decisamente, non prometteva bene.


**Risa's pov**

Corsi come una forsennata in bagno, non sapendo se ringraziare Nobu per avermi portato un cambio, o maledirla perché mi aveva fatto male al naso, con quel sacco indemoniato. Proprio da questo, tirai fuori un semplice paio di jeans e una maglietta azzurra a maniche corte. Mi legai i capelli in una coda alla bell'è meglio, e tornai alla Hall.
E lì, vidi una scena tra il comico e il traumatizzante: Otani che correva intorno ad un tavolo, seguito da Nobu, che urlava cose del tipo "ORA SEI MORTO!" e " DÌ LE TUE PREGHIERE!", in pieno stile Ishihara.
Tossii piano per annunciare la mia presenza; Otani si bloccò di colpo e Nobu gli finì addosso.

«AIUUTO!» esclamò lui, cercando di liberarsi dalle grinfie della bionda, che quasi sicuramente gli stava lanciando un qualche malocchio.
«Ragazzi!» urlai all'improvviso, e i due si fermarono. Nobu si tirò su e sbuffò, dando del maniaco a Otani.
«Come?» sbottò lui «Ehm, per la cronaca, ero ubriaco come lo era lei! Se fossi stato sobrio col cavolo che ci sarei andato a letto»! disse queste parole e subito dopo se ne pentì. Innanzitutto perchè vide la mia espressione; ripensandoci oggi, ancora ho una morsa allo stomaco e un capogiro. Inoltre, perchè Nobu gli lanciò un calcio nei "gioielli di famiglia", per intenderci. Otani si accasciò a terra, mugolando di dolore.


**Otani's pov**

Ecco. Dopo questa, avevo seri dubbi di poter diventare padre.

«Nobu!» la riprese Koizumi guardandola stupita.
La ragazza rispose grugnendo.

«Se lo meritava» disse poi, squadrandomi per bene.
«Otani!» alzai lo sguardo: Tim correva verso di me. Si sedette per terra.
«Ti sei fatto tanto male?» mi chiese, col suo solito accento americano.
«Come dici? Mi ha praticamente castrato!»
«Beh, almeno altre ragazze non cadranno più nelle tue grinfie!» digrignò Nobu fra i denti.
Koizumi la riprese nuovamente; perché, perché mi stava proteggendo?
Sorretto da Tim mi rimisi in piedi.

«Comunque» riprese la bionda «Ho controllato. Eravate alla stanza 314, terzo piano. Al nome di signore e signora Pallino.»
Koizumi scoppiò a ridere.
«Non ci posso credere!» disse tra le risate.
«Credimi, neanche io.» rispose l'amica.
«Quindi» disse Seiko, intervenendo «ora siete tornati insieme?»
«NO, QUESTO MAI!» rispondemmo all'unisono io e Risa.
Poi ci lanciammo uno sguardo di odio, e incorciammo entrambi le braccia.

«Piantala di copiarmi!» dissi in contemporanea con lei.
Che cosa irritante.


**Risa's pov**

Che cosa irritante.
Seiko fece una risata cristallina, e avrebbe commentato anche qualcosa se Nobu non l'avesse zittita, mettendole le mani davanti alla bocca.

«Dì qualcosa e giuro che non rispondo più delle mie azioni!»
Seiko, con uno sguardo terrorizzato dall'espressione della bionda, annuì piano, e questa la lasciò andare.
«Inoltre» si calmò Nobuko, scuotendo i capelli «Avete prenotato, e già pagato, per restare qui una settimana.»
«Cosa?» Otani boccheggiò.
Da parte mia, ero senza parole.

«E... Quindi?»
«Avete pagato una settimana senza alcun motivo.» concluse.
«Ce ne siamo accorti, grazie dell'informazione.» sussurrò Otani, sbuffando.
Mentalmente ringraziai il cielo che Nobu non l'avesse sentito.

«E non si può annullare la prenotazione?» chiesi.
«Non saprei. Non ho certo chiesto tutto.»
«E scusa, come hai fatto a sapere in che stanza eravamo e il nome?» chiese Otani.
«Semplice. Gli ho chiesto se ieri sera erano venuti qui due ubriachi, una bella e alta ragazza accompagnata da un nano malefico. E la tizia alla reception mi ha dato queste informazioni. Dopo averle detto che sarebbe finita molto male, se non me l'avesse detto. Cosa che non voleva fare.» Nobu sogghignò e la trovai vagamente inquietante.
«HEI! Nano malefico a chi?!» tuonò indignato il nan... Ehm, Otani.
«A te, zuccone!» dissi, non riuscendo a frenare la lingua.
Lui mi lanciò uno sguardo infuocato.

«Beh, gigantessa, non sono tutti spilungoni come te!»
«Meglio alti che nani, idiota!»
«Idiota sarai tu, scema!»
«A chi hai dato della scema, tu?»
«E poi sarei io l'idiota?!»
«Su quello non ci sono dubbi!»
Alle mie spalle, intanto, sentii delle risate: mi voltai di scatto e vidi i miei amici che stavano letteralmente morendo dalle risate.
Anche il tipo biondo amico di Otani rideva.

«Hahaha» disse appunto «Non sapevo che foste così divertenti!»
«Sarebbe bello se si rimettessero insieme» sospirò Seiko.
«GIAMMAI!» urlammo io e Otani in perfetta sincronia.
«E smettila di copiarmi!»
«E smettila tu!»
«No tu!»
«Finitela!» tuonò Nobu, e noi ci zittimmo di colpo.


**Otani's pov**

Non riuscimmo a convincere il tizio alla reception a ridarci i soldi. Uscii dall'hotel più innervosito che mai.
Seiko tra l'altro continuava a parlare ormai da mezz'ora senza interruzione, e la poca pazienza che avevo cominciava a scarseggiare. Inoltre Nobu continuava a confabulare con Nakao e a lanciarmi sguardo assassini.
Koizumi, dal canto suo, si era chiusa in un silenzio di tomba. Giocherellava distrattamente con un piccolo anello che aveva alla mano sinistra.
"Chissà chi gliel'ha dato." pensai, e subito dopo scossi la testa: infondo a me che importava?

«Otani, non ho ben capito. Ma è la tua ex quella?» la voce di Tim, con quel suo forte accento straniero mi risvegliò dai miei pensieri. Mi limitai ad annuire.
«E stavi davvero con una ragazza che è alta due volte più di te?»
«Non me lo ricordare». sbuffai, e guardai sott'ecchi la ragazza.
Era rossa in volto, ora che la guardavo bene. Che per caso lei si ricordasse qualcosa?




______________________________________________________________________________________________________________________________

**Angolo di Cali-Quella-Scema**

Hola, popolo! :3
Allora, hmm.. Che dire. Questo è un po' un capitolo di passaggio, durante il prossimo, ecco, esaminerò meglio le reazioni dei due.
Insomma, mi rendo perfettamente conto che sembrano quasi inespressivi; cioè, mi spiego.
Non si vedono da cinque anni, finiscono a letto insieme e non fanno una piega?!
Lo so che non ha senso XD
Infatti i prossimi capitoli sfrutterò più le sensazioni: in parte, il fatto del non soffermarmi sulle emozioni, è voluto. uwu
Anyway, ora passo ai ringraziamenti, per chi ha recensito lo scorso capitolo:
1. DrogataDiApiFrizzole, tesshhoro mio, hai almeno la vaga idea di quanto ti adoro, specialmente quando ti senti i miei dubbi esistenziali? Ti voglio tanto bene
 
2. Selene_Chan. Grazie tante :)
3. Queila, che si è letta tutta la storia stamattina, è stato un botta e risposta fra recensioni e... Risposte? D: Grazie :3
E a tutti voi, lettori silenziosi :)
Ciao a tutti, e alla prossima

Cali

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 4 - Sensazioni. ***


**Risa's pov**

Quando tornai a casa, non c'era nessuno. Mi rifugiai al piano superiore e mi feci una doccia. Cercavo, inutilmente, di scacciare via i pensieri buttandomi il getto d'acqua in faccia. Dopo una mezz'oretta, sgusciai fuori dal bagno, con solo un asciugamano addosso.
Più ci pensavo, più mi mandavo a quel paese da sola. Possibile che fossi così ubriaca da non accorgermi di quello che stavo facendo?
Feci un'immenso sforzo di memoria, cercando di ricordare cosa fosse successo la da prima. Solo piccoli frammenti di ricordo riuscii a recuperare: Nakao e Nobu che ballavano, Chiharu e Suzuki seduti su un divanetto color crema, che parlavano tra loro a bassa voce. Io che mi sentivo maledettamente sola. Finché non mi si avvicinò un biondo che, col senno di poi capii essere Tim, mi invitò a ballare.
Stranamente io accettai. Poi ci sedemmo anche noi su un divanetto, e in quel momento notai Otani.
Ma poi non mi ricordo più nulla.
Diedi una capocciata al muro.

«Maledizione!» sbuffai tra i denti. 

Mi vestii con le prime cose che trovai in camera da letto e tornai al piano inferiore, dove mi misi a poltrire sul divano. 

Finché non mi ricordai che oggi, almeno in teoria, dovevo lavorare. Lanciai un'occhiata rapida all'orologio.
«Merda!»Non avevo abiti consoni per il lavoro, ero in ritardo di un'ora e avevo i capelli bagnati. Non ce l'avrei mai fatta.

Così decisi di chiamare al lavoro spacciandomi per malata.
Poi, però, chiamai Nobu.

«Puoi venire ora a casa mia?»


**Otani's pov**

Non ero decisamente dell'umore adatto per andare a lavoro, così telefonai fingendomi malato.
Quando tornai a casa mi ritrovai davanti Kanzaki.

«Dov'eri?» mi chiese con voce incerta.
«Fatti miei.» sbuffai io.
Non avevo voglia di discutere con lei. La mia idea, in realtà, era farmi una doccia e rifiondarmi al letto.
«Potevi almeno scrivermi che uscivi...» sussurrò Mayu con lo sguardo basso.
«Perdonami, ma non sono il tuo animaletto da compagnia, che ti devo andare a dire cosa faccio!» sbottai alterato.
Lei represse la sorpresa.
«Ah.» disse solo «Ero venuta per dirti una cosa importante.»
«Cosa?» chiesi, controvoglia. Non volevo parlare con lei. Avevo bisogno di tempo per assimilare quello che avevo fatto, perché l'avevo fatto. 
«Ho chiesto la separazione a mio marito.»



**Risa's pov**

Nobu arrivò nel giro di cinque minuti. Senza tanti complimenti si mise sul divano.
«Cosa c'è?» mi chiese, guardandomi negli occhi.
«Sono confusa.» Risposi, mordendomi il labbro ed abbassando lo sguardo.
«Sarebbe stato strano se non lo fossi stata, Risa.»
«Lo so. È che non lo vedevo da tanto, e...»
«Ti prego, no.» mi fermò lei «Ti ha già fatto soffrire abbastanza, quello.»
«Si, lo so. È che quando stamattina ci siamo ritrovati tutti quanti in albergo, mi è sembrato... Di tornare ai vecchi tempi.»
«I vecchi tempi sono finiti» mi sussurrò la bionda, poggiandomi una mano sulla spalla «E la colpa non è la tua. Lo so che ti manca, ma devi andare avanti. Far finta che non sia successo nulla.»
«Certo, la fai facile tu...» dissi «tu non ti trovi nella mia stessa situazione.» Sentii umido sulle guance. Stavo piangendo.


**Otani's pov**

«Mi aspettavo una reazione più allegra, a dirla tutta.»
Ero senza parole: l'aveva fatto.
«Cosa? Tu?» balbettai.
«Si... Pensavo ne saresti stato contento.» disse lei, amareggiata.
«I-io sono contento...»
«Allora abbracciami!
» esclamò Kanzaki, allargando le braccia.
Mi ritrovai così bloccato in quell'abbraccio infernale, e pensare che la sera prima la volevo lasciare.
"E ora?" mi chiesi. Ma non feci in tempo a rispondermi perché lei poso le sue labbra sulle mie.




______________________________________________________________________________________________________________________

**Angolo di Cali-Chan**

Salve gentaglia!
Lo so, capitolo dannatamente corto, e arrivato in maledetto ritardo. Purtroppo sto passando questi giorni con la sola compagnia dei libri di testo. Li odio.
Ma beh. La bomba è esplosa. Mayu che si ficca in mezzo la detesto. E il colmo è che sono io a mettercela.
Oh beh, dettagli.
*srotola papiro* Ringrazio infinitamente (in ordine di apparizione! XD):
1. DrogataDiApiFrizzole, ragazza che adoro con tutta l'anima e alla quale voglio un bene immenso - e che si legge, come al solito, queste oscenità prima della pubblicazione. - Quanta pazienza che hai :')
2. Queila, per aver recensito tutti i capitoli. :)
3. Selene_Chan, che ha adorato la quasi-castrazione di Otani (e accadrà di nuovo ;) Hahaha! XD)
4. Nadynana, convinta che di lei non mi ricordassi ù_ù
5. pinamachecazzdipagina, per aver recensito lo scorso capitolo :3
6. Chappy_s girlfriend, che ha coniato Cali-Chan e sappi che ora lo userò sempre *o*
Ora che ho ringraziato, spero non mi odierete per la cortezza disastrosa di questo capitolo. Perdonatemi ç____ç
Okay, mi dileguo u.u
Ciaociao :D
Cali-Chan C:

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 5 - Chi cerca, trova. ***


**Risa's pov**

Nobu mi si avvicinò e mi asciugò una lacrima.

«Risa, ti prego... Ti fai male così» mi sussurrò abbracciandomi.
Io tirai su col naso, e sospirai, abbandonandomi in quell'abbraccio amico.
Poi lei sciolse la stretta e mi disse con un sorriso
«Oggi facciamo shopping, ti va?»
Io le feci un sorriso stanco.
«D'accordo.»


**Otani's pov**

Mayu mi liberò dalla sua stretta.

«Ora devo andare a lavoro» mi disse, schioccandomi un altro bacio «torno stasera - e così dicendo, uscì di casa sorridendo.
Appena rimasto solo, mollai un calcio al tavolo.

«Ahi!» borbottai massaggiandomi il piede subito dopo.
Sbuffai e mi decisi di farmi quella doccia.


**Risa's pov**

Nobuko stava ammirando un abito blu notte che, ne ero certa, le sarebbe stato benissimo, quando venni colta da un pensiero improvviso. Afferrai il braccio di Nobu, la quale mi lanciò un'occhiata interrogativa.

«D-devo parlare con Lui».
Non ci fu bisogno di specificare a chi mi stessi riferendo.

«Perché?»
«E' importante, davvero.»
Nobuko sospirò ed afferrò il cellulare che aveva nella borsa.
«Pronto, Nakao? Si, senti tesoro: a volte ti incontri con Otani, giusto? Sai dirmi per caso dove abita, o dove lavora?»
La vidi annuire, salutare il suo ragazzo con aggettivi da voltastomaco, ed attaccare.
«Si, mi ha detto che sa dove lavora.»
Mi diede le indicazioni e, presa una penna dalla borsa, me le scrissi sul palmo della mano.
«Grazie.» le dissi abbracciandola frettolosamente «Io vado.»
E con queste parole mi precipitai fuori dal negozio, sotto lo sguardo esterrefatto della mia amica.
Destinazione: biblioteca.


**Otani's pov**

Uscii dal bagno un po' più sollevato. Mi vestii con le prime cose che trovai sottomano e poi, sedendomi sul bordo del letto, iniziai a pensare.
Possibile che fossi così ubriaco da non accorgermi di star facendo quello con la mia ex?, mi chiedevo. Frugai nella memoria alla ricerca di qualche ricordo, senza riuscirci.
In compenso, ricordai molte, molte cose avvenute tra me e Koizumi. Le sue urla, le nostre litigate per motivi così banali, le sue dichiarazioni, e il mio essere così incredibilmente idiota.
Scacciai i miei pensieri con un cenno di testa.
Poi mi buttai a peso morto sul letto.

«Che situazione...» sospirai tra me e me.


**Risa's pov**

La biblioteca dove lavorava Otani era davvero piccola.
"Una biblioteca su misura" pensai sorridendo.
Mi avvicinai titubante ad una donna di mezz'età, coi capelli stretti in uno chignon castano e stepposo che avrebbe reso felice la signorina Matsubara, e i piccoli occhiali appena storti sul naso. Senza dubbio, la bibliotecaria.

«M-mi scusi...» farfugliai, tentando di attirare la sua attenzione. Con scarso esito. Infatti, la donna non sollevò lo sguardo dal libro che stava leggendo, nè mi diede segno di avermi sentita.
«Signora?» La chiamai nuovamente. Ma quella, di nuovo, non parve avrmi udito.
«MI SCUSI!» Scattai, innervosita.
La signora saltò sulla sedia e mi osservò con i suoi piccoli occhi acquosi sbarrati.

«Non si urla in biblioteca!» mi rimbeccò.
Prima che riuscissi a scusarmi, però, mi chiese cosa stessi cercando.

«In realtà» le dissi, tentando di utilizzare un tono il più impersonale possibile «Sto cercando Atsushi Otani. Lavora qui.»
La donna si passò una mano sulla tempia, poi si illuminò ad effetto lampadina.
«Ah! Il nano?»
Soffocai una risatina nervosa ed annuii.
«E tu chi sei, la sua ragazza?» mi chiese, osservandomi come un avvoltoio osserva la sua preda.
«Ehm, no, non proprio...» balbettai in evidente imbarazzo.
«Non c'è bisogno di essere timidi! Siete così giovani! Oh, certo che sei alta. Per baciarti per caso prende una scaletta?» 
"Impicciona, la tipa." pensai, mentre mi veniva un tic all'occhio destro.
«Signora, la prego. È importante.» le dissi, tentando di apparire tranquilla.
«Oh, certo. Perdonami, come sono ficcanaso.»
"Almeno se ne è accorta." pensai irritata.
«Ma purtroppo oggi non è venuto al lavoro, ha detto di sentirsi poco bene.»
Mi passai una mano sulla fronte.
«Capisco.» sospirai.
«Arrivederci signora!» la salutai, costringendomi ad un sorriso a dir poco falsissimo.
«Alla prossima, cara ragazza!»
Uscii nervosissima dalla biblioteca, maledicendo mentalmente quella vecchietta, augurandole di fare una scivolata e rompersi qualche osso.
Sapevo dove abitava Otani. Era la stessa casa dove abbiamo vissuto insieme, quando eravamo una coppia. Speravo di non rimetterci mai più piede, ma a quanto pare devo farlo.


**Otani's pov**

Mi telefonò la bibliotecaria, dicendomi che una ragazza era venuta a cercarmi lì. L'aveva descritta come una stangona, piuttosto nervosa.
Appena riagganciai la telefonata, qualcuno bussò alla porta.

«Arrivo!»
Conoscevo solo una ragazza alta e isterica, e questa era...
«Risa...»


________________________________________________________________________________________________________________________________________________
**Angolo di Cali-Chan**

Ho aggiornato ora in extremis, fondamentalmente perchè ora dovrei fare la tesina per il mio esame (brutta brutta cosa ç_ç).
Vado troppo di fretta, ahimè, oggi niente sproloqui sui ringraziamenti; sappiate che vi adoro u_ù
Okay, mi dileguo.
Ciaaao :)

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 6 - Corsa. ***


**Otani's pov**

Risa entrò in casa come una furia: lanciò per aria la borsa che si era portata dietro e chiuse la porta con forza.
Dopodichè mi afferrò il colletto della camicia che indossavo e mi sollevò da terra di almeno un palmo.

«Ma che diavolo... Lasciami!» Mi ribellai, agitandomi.
Lei, gli occhi di fuoco, sbuffò e mollò la presa: caddi a terra con un tonfo.

«Ma si può sapere che hai?!» Sbottai infastidito, tirandomi in piedi.
Lei si liberò della giacca che aveva indosso e la lanciò, finendo sulla sedia.
Si passò una mano fra i capelli, poi iniziò a parlare, con voce tremula.

«Devo chiederti una cosa.» Mi disse, senza guardarmi in faccia.
«Cosa, di grazia?» Chiesi sbuffando.
«Abbiamo usato le precauzioni?»


**Risa's pov**

Otani arrossì all'inverosimile.

«Ma-ma-ma.. Che domanda è?!» Urlò a pieni polmoni, appena fu in grado di articolare una frase di senso compiuto.
«Si da il caso» Sbottai a quel punto «Che io sia in quei giorni!»
«E... Allora?»
«E allora, se non abbiamo preso le precauzioni, io potrei rimanere incinta!»
Otani, da rosso d'imbarazzo, diventò biano di paura.
Si appoggiò al tavolo di legno lì vicino e non fiatò per qualche minuto. Chiuse gli occhi.
Li riaprì poco dopo, e mi osservò.

«Non me lo ricordo.»


**Otani's pov**

Quello sì che era davvero un bel problema.
Risa intanto, afflitta, appoggiò la fronte al muro più vicino, dando delle piccole botte.

«Quanto. Sono. Idiota.» farfugliò a denti stretti.
Era la fine; se non avevamo preso le precauzioni, Koizumi sarebbe probabilmente rimasta incinta. Mi diedi mentalmente del deficiente.
Poi, ebbi l'idea.

«Le pillole!» esclamai.
Risa smise di prendere a testate il muro e mi osservò sott'ecchi; mi guardò senza espressione per una manciata di secondi: poi si illuminò.

«Certo!»
E fu così che afferrò la borsa e la giacca. Poi mi prese per un polso.
«Andiamo!» Disse, sicura.


**Risa's pov**

Non c'erano farmacie lì vicino. Ciò stava a significare che avremmo dovuto prendere dei mezzi.

«La mia auto è dal carrozziere.» mi annunciò Otani.
Sbuffai; io avevo preso l'autobus per arrivare lì, e il prossimo sarebbe passato tra mezz'ora.
E la farmacia distava dalla fermata alla quale saremmo scesi di almeno un quarto d'ora. Ma quella chiudeva proprio tra 30 minuti.
"Maledizione!" pensai, mordendomi il labbro.
In quel momento, ci passò davanti un taxi.
Io ed Otani ci guardammo un istante, e due secondi dopo eravamo partiti all'inseguimento della vettura.

«Taxi, si fermi!» urlavo arrancando.
Il tassista si fermò.
Ci avvicinammò a lui col fiatone.

«Dove dovete andare?» ci chiese.
«Farmacia più vicina.»
Lui vi osservò.
«Sono 50(*) yen.»
Afferrai la borsa e cercai il portafoglio; ne avevo trenta.
Otani frugò nelle tasche: ne aveva solo dieci.

«Non.. Potrebbe farci.. Uno sconticino?»
«No.»
Otani imprecò sottovoce.
«Allora ci porti, nella direzione della farmacia, finché i soldi lo permettono.»
«Salite in macchina.»


**Otani's pov**

Pensavamo di fare prima col taxi; ebbene, ci sbagliavamo.
C'era tanto traffico, e in cinque minuti ci ritrovammo intasati in esso.
Koizumi si afflosciò sul sedile.

«Non può fare più in fretta?» chiesi irritato.
«Sto facendo il possibile, piccoletto.»
«Chi hai...» Ero già partito col dirgliene quattro, ma Risa mi prese un braccio. Mi voltai ad osservarla; era davvero preoccupata.
Mi appoggiai allo schienale digrignando i denti.


**Risa's pov**

Il taxi ci scaricò ad un isolato dalla farmacia.
Gambe in spalla, io ed Otani correvamo come dannati: dovevamo riuscire ad arrivare alla farmacia prima che questa chiudesse.

«Maledizione!» grugnii a bocca chiusa.
Otani scelse quel momento per inciampare. Mi bloccai i colpo.

«Tutto okay?» gli chiesi porgendogli la mano.
Lui si alzò in piedi ignorando il mio aiuto.

«Sbrighiamoci.» Disse solo, riprendendo a correre.


**Otani's pov**

Quando arrivammo, la farmacia era chiusa.
Risa cadde a terra.

«N-non è possibile...» farfugliò con le lacrime agli occhi.
«B-beh... - balbettai, senza sapere cosa dirle per consolarla.
Lei mi guardò; gli occhi pieni di lacrime, il naso appena arrossato, le labbra socchiuse.

Poi si diede una manata sulla fronte.
«Che idiota!» esclamò, dandosi una manata sulla fronte.
«Cosa?»
«La pillola si può prendere solo se prescritta dal medico, ed entro le 48 ore.» spiegò, mentre faceva capolino un sorriso isterico.
«Cosa?! Quindi non l'avremmo potuta prendere comunque?» urlai alterato: tutta quella corsa per niente?
Koizimi annuì, poi si lasciò libera di scoppiare in una fragorosa risata.
Risi anch'io.



_____________________________________________________________________________________________________________________________

**Angolo di Cali-LaSclerotica-Chan**

Hola mondo! :D
Sì, ecco. Lo so che è un capitolo assolutamente pietoso.
Ma mi serve per il prossimo, funge da passaggio. Perchè il prossimo capitolo accadrà qualcosa di... No, niente e.e
Okay, la pianto.
Sto andando di fretta, ma sappiate che vi adoro :3
Ciaociao c:
Cali-chan :)
(*) Sinceramente, non ho la più pallida idea di quanto siano i 50 yen in euro. Potrebbero anche essere 5 euro, per quel che ne so. Prendetela per buona XD

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 7 - Visita medica. ***


**Risa's pov**

"Non ricordavo fosse così bello stare con Otani", mi dicevo mentre ridevamo come due scemi di fronte alla farmacia chiusa.
"Svegliati, scema! Ti ha lasciato per quell'altra!" mi disse una vocina fastidiosa nell'orecchio, che però ignorai.

«Dovrei andare dal medico, quindi.» sbuffai, appena riuscii a fermare le risatine.
«Già.»
Rimanemmo in silenzio per un poco, guardandoci negli occhi; aveva uno sguardo così profondo e bello.
"Risa, dannazione! Devo ricordarti quanto ti ha fatto star male?!" urlò la voce nella mia testa. Mi morsi appena il labbro e arrossii un po'.

«Io dovrei, ecco, andare...» balbettai, indecisa. «Dal dottore per la prescrizione» dissi poi.
Otani annuì.

«Allora.. Ehm, ciao.»
«Ciao.»


**Otani's pov**

Mi ero dimenticato in quale situazione ci trovavamo, io e Risa.
Per un po', eravamo soltanto due ragazzi che ridevano. Poi però Koizumi mi disse che doveva andare dal medico per la preiscrizione della pillola.
L'avevo lasciata andare riuscendo a dirle solo "Ciao".
"Che idiota", mi dicevo fra me e me.
Avrei potuto dirle tante cose; che mi dispiaceva per quello che era successo cinque anni fa, e per quello che era accaduto ieri notte.
E in quel momento mi dissi che, anche se non stavamo insieme, le probabili conseguenze di quella notte era una cosa che riguardavano anche me. Mi voltai e corsi verso Risa.


**Risa's pov**

Lo studio del medico era vicino alla farmacia, per fortuna, e sapevo che a quell'ora era aperto.
Mi avvicinai al portone dello studio, quando sentii un urlo.

«Koizumiii, aspettamii!»
Mi voltai; Otani correva a tutta velocità verso di me.
«C-che ci fai qui?» balbettai perplessa.
«Vengo... Anch'io... Dal... Medico...» blaterò lui col fiatone.
«P-perché?»
«Hei, riguarda anche me questa cosa!»
Giusto. Per un attimo, avevo sperato che fosse venuto semplicemente per me.
"Sei una povera illusa!" mi tuonò la voce nella mia mente.
"Taci!" le risposi, mordendomi il labbro.

«Tutto okay?» mi chiese Otani, probabilmente vedendo le mie espressioni.
«Sì, tranquillo. Andiamo.»


**Otani's pov**

«Non sapevo avesse un fratellino così piccolo, Sig.na Koizumi.» commentò il medico appena ci vide entrare.
«Non sono suo fratello, e non sono piccolo!» Urlai.
Il dottore, un uomo dai capelli bianchi e un paio di grandi occhiali, mi osservò un attimo.

«Allora sei per caso il figlio di Koizumi? Strano, è così giovane...»
Risa scoppiò in una risata argentina.
Dio, quanto mi era mancata quella risata, me ne accorgevo solo ora.

«No, no» disse ridendo «non è un mio parente.»
«Allora è il suo ragazzo?»
Sentii distintamente Koizumi trattenere il respiro e la vidi arrossire all'inverosimile.
"Ma i fatti suoi questo no?" pensai irritato.
«No.» Borbottai. «Può gentilmente ascoltare cosa Koizumi ha da dire così ce ne possiamo andare?»
Risa mi mollò una gomitata alla spalla.
«Hei!» sussurrai.
«Ma ti pare modo?»
«Mi pare modo sì, ma hai visto quanto si impiccia?»
«Perché tu non hai visto la tua bibliotecaria.»
«La mia.. Cosa?»
Lei mi lanciò un'occhiataccia e non rispose.
«Lo scusi» disse «ma purtroppo il suo cervello è troppo piccolo per farci entrare anche un po' di buona educazione.» sibilò a denti stretti.
«Come, scusa?» Chiesi alterato.
«Sei anche sordo, per caso?»
«Ripetilo, se hai il coraggio!»
«Cosa? Che sei sordo o che hai il cervello grande come una noce?»
«Ma io ti strozzo!»
«Ma se non ci arrivi al mio collo, idiota!»
«Allora ti do fuoco!»
«E dove lo prendi il fuoco, sentiamo!»
«Ah, hai ragione...»
Il medico scoppiò a ridere.
«Sembrate davvero...»
«Gli All Hanshin Kyojin. Sì, lo sappiamo.» borbottammo in perfetta sincronia ed incrociando le braccia.


**Risa's pov**

Il medico rise ancora di più.
«E non copiarmi!» sbottò lui.
«E non copiarmi tu!»
Otani scosse la testa e sospirò.
«L'abbiamo fatto di nuovo.» Ci accusammo a vicenda.
«Ma non è possibile!» tuonammo insieme, sotto le risate del dottore.
«TACI!» ci urlammo infine, guardandoci negli occhi.
Dopodiché mi voltai verso l'anziano e gli dissi cosa volevo; il medico lanciò una strana occhiata ad Otani, poi a me. Infine afferrò un foglio e scrisse la ricetta.
«Grazie.» dissi sorridendo.
E, insieme ad Otani, uscii dallo studio.


**Otani's pov**


«Ad ogni modo» le dissi appena usciti «domani vengo con te a comprare la pillola.»
Risa mi guardò stranita.
«Okay...» farfugliò un po' confusa.
E senza dire altro mi allontanai.
Era quasi il tramonto, ciò stava a significare che Kanzaki stava tornando a casa. E io dovevo parlarle.



**Risa's pov**
Otani mi lasciò con un pugno di mosche. Nel senso che se ne andò senza neanche salutarmi, ma semplicemente dicendomi che domani saremmo andati insieme a prendere le pillole.
"Lascialo perdere Risa. Ti fa soffrire e basta." mi sussurrò la voce nella testa.
Sospirai; forse aveva ragione.


**Otani's pov**


«Ti piace, Atsushi?» mi chiese premurosamente Mayu, mentre io portavo il cibo da lei cucinato in bocca.
Mugugnai qualcosa.

«Sai, stavo pensando che forse dovremmo ridipingerla, questa casa. Magari un bel viola pastello...»
«Mayu» dissi, pulendomi la bocca con un tovagliolo «dobbiamo parlare.»
Lei tacque: si limitò a bere un po' d'acqua. Mi guardò negli occhi.
«Cosa c'è?» mi disse solo.
E mentre lei me lo chiedeva, io capii di essere un immenso...

«Coglione. Sono un cretino. Non ci ho mai capito nulla. Prima te, poi Koizumi, poi te di nuovo. Sai, ho capito. Io...» deglutii e osservai la reazione di Kanzaki. «Io provo ancora qualcosa per Lei. Non ho mai smesso. Mi dispiace.»

____________________________________________________________________________________________________________________________________________

**Angolo di Cali-chan**

Eccomi. 
Gnuh, questo capitolo non mi convince e non mi fila, in realtà, anche se mi sono divertita parecchio a scriverlo. E Mayu finalmente può andarsene al diavolo. Hehe, ma mica abbiamo risolto, infatti... No, niente ^^"
Purtroppo anche stavolta vado di fretta; devo cenare fuori casa coi miei, e io non sono esattamente dell'umore adatto... vedete voce: disturbo mensile femminile che fa sclerare ogni volta.
Bene, ecco, io mi dileguo XD
Ps: prima o poi rifarò tutti i dovuti ringraziamenti come si deve, giuro! D:
Cali-chan. c:

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 8 - Bicicletta. ***


**Otani's pov**

Mayu puntò i suoi occhi chiari su di me, senza vedermi davvero.

«Bene.» Disse inespressiva.
«Kanzaki, mi dispiace, io...»
«Ti dispiace? È questo tutto quello che sai dire dopo cinque anni insieme?! Pensi che mostrarti dispiaciuto possa bastare?» Tuonò, alzandosi in piedi e facendo cadere la sedia.
«M-Mayu...»
«Non chiamarmi Mayu!» Esclamò.
Dopodichè corse in camera nostra singhiozzando. Io rimasi fermo, immobile.
Ne riuscì dopo un solo un quarto d'ora, con la giacca e una piccola valigia.

«Sei un idiota Otani. Pensi davvero che Lei ti vorrà dopo tutto quello che le hai fatto?» Sussurrò Kanzaki, guardandomi negli occhi.
«Forse.» risposi facendo spallucce. «Noi... Siamo stati insieme, ecco.» Balbettai subito dopo.
«Otani, va all'inferno detto ciò, spalancò la porta ed uscì, chiudendola poi con forza.
Rimasto solo, sospirai; ero libero.


**Risa's pov**

Quella notte non chiusi occhio. La vocina fastidiosa nel mio cervello non mi dava pace. E oltre quello, pensavo anche ad Otani. Quel suo sguardo così bello, i suoi sorrisi che mi hanno sempre fatto arrossire, le sue labbra che... Beh, lui era lui. Era speciale, a suo modo. Sapevo che era un idiota patentato, ma era rimasto ancora nel mio cuore dopo tutti quegli anni.
La mattina dopo mi alzai dal letto pallida come un cencio. La prima cosa che feci fu farmi una lunga e rilassante doccia. Peccato che nel mentre cominciò a suonare il cellulare.
Sbuffai e, stretta in uno striminzito asciugamano, corsi a rispondere.

«Parla Koizumi.» Dissi, mentre i capelli gocciolavano paurosamente.
«No, parla un'idiota.»
Quella voce. Strozzai un gemito di sorpresa.
«O-otani...?» balbettai.
«No, Babbo Natale. Ma ti sei dimenticata che dobbiamo andare alla farmacia?! Guarda che se poi rimani incinta è colpa tua!»
«Oh, cavolo!» Sbuffai. «Dammi qualche minuto.»
«Dimmi dove sei.»
«A... Casa mia. »Borbottai, confusa.
«Dammi l'indirizzo.»
Feci quanto chiesto e mi attaccò il telefono in faccia.
Corsi come una matta in bagno, stringendomi i capelli in un asciugamano e andai davanti all'armadio, pensando a cosa mettermi.
"Buffo, sembro agitata neanche fosse un appuntamento." Pensai con un sorrisino, che però svanì quando un pensiero mi attraversò la mente "Lui sta ancora con Kanzaki, non illuderti. Fai questa cosa e torna alla tua vita di sempre."
Nonostante ciò, non riuscii a non rimanere un quarto d'ora buono davanti all'armadio.
Alla fine scossi la testa; di certo, Otani non avrebbe fatto caso a cosa mi sarei messa. Quindi optai per un paio di jeans e una maglietta rossa con le spalline e con i volant.
Speravo solo di non apparire troppo elegante e, soprattutto, pregavo qualunque entità superiore di non apparire come una ragazza che aveva speso tanto tempo per decidere cosa mettersi.
Qualcuno bussò alla porta.
Corsi mentre finivo di aggiustarmi i capelli.

«Sua Signoria ce l'ha fatta, eh?» Borbottò Otani, incrociando le braccia.
«Sei talmente acido da sembrarmi mestruato.» Gli dissi incupita.
«A proposito di mestruato, sbrigati.»
Detto ciò, feci giusto in tempo a prendere la borsa che Otani mi prese il polso e mi tirò fuori casa; poi chiuse la porta.
«Andiamo. Non ci tengo a diventar padre così presto.»
Fuori il cancelletto di casa mia, c'era appoggiata una bicicletta.
Otani vi saltò su senza esitazioni.

«Vuoi muoverti e devo trascinarti io?» Commentò sarcastico Otani, sbuffando.
Allora corsi da lui e, due minuti dopo, la bicicletta filava dritta verso la farmacia, che raggiungemmo poco dopo.
Entrammo insieme.


**Otani's pov**

Risa, tentando di apparire il più rilassata possibile, si avvicinò alla farmacista al bancone.

«Ehm, buongiorno.» balbettò.
Mi battei una manata sulla fronte; se avessimo continuato così, non avremmo mai fatto in tempo.

«Koizumi, non abbiamo tutto il giorno.» le sussurrai.
«Taci.» rispose, dandomi una gomitata.
Feci appello a tutta la mia forza di volontà per non urlarle contro.
Koizumi timidamente diede la ricetta alla farmacista, la quale, dopo averla letta, lanciò uno sguardo a Risa, poi a me.
Era una donna sicuramente vicina all'età della pensione, dai grandi e spessi occhiali con la montatura azzurra, i capelli ormai grigi e un paio di vivaci occhi scuri.

«Si vergogni, signorina!» esclamò la signora, aguzzando la vista «Prendere queste cose davanti al proprio piccolo fratellino! Che vergogna!»
Risa scoppiò a ridere.
Io iniziai a ribollire di rabbia.

«Non sono suo fratello.» Esclamai, incorciando le braccia.
Koizumi, che dalle risate aveva anche dato un pugno al bancone, tentò di ridarsi un contegno.

«Anzi, io e lei siamo coetanei.» continuai.
La farmacista ci lanciò un lungo sguardo, poi sogghignò.


**Risa's pov**


«Mi spiace, non avevo idea!» Esclamò con tono melodrammatico, dopo aver fatto un sorridono subdolo. «Non pensavo foste una coppia.»
Stavo per rispondere che non lo eravamo, o comunque immaginavo un commento da parte di Otani, del tipo "Aah, che schifo!" e cose del genere. Insomma, mi aspettavo un comportamento da Otani.
Quel che davvero non mi aspettavo è che lui mi guardasse sottecchi, arrossendo.

«Oh, che carini!» cinguettò la signora.
«Ma noi...» balbettai confusa, ma la farmacista sparì un attimo sotto il bancone, per poi riemergere con le maledette pillole.
«No, offre la casa!» esclamò, quando vide che stavo per tirar fori il portafoglio.
«Ehm, grazie!» Farfugliai, ormai completamente fusa.
Perché Otani non aveva risposto? E perché era arrossito? E perché tutti lo scambiavano per mio fratello? E, soprattutto, perchè nessuno si faceva i fatti propri?

Mentre uscivamo, la signora ci urlò contro.

«Mi raccomando, usate sempre le precauzioni!»
Io ed Otani ci lanciammo un'occhiata imbarazzata, poi ci voltammo a fare un sorriso falsissimo alla farmacista, per poi uscire di corsa.
«Quella è matta.» Borbottò Otani.
«Già... Proprio matta.»


**Otani's pov**

«Ti accompagno a casa? »dissi.
«Sì, grazie.» rispose, dopo un attimo di incertezza lei.
Passammo l'inizio del viaggio in bici in silenzio, finché Koizumi sbottò.

«Otani, davvero, se non ti sbrighi diventi padre.»
Sogghignai e aumentai spaventosamente la velocità; Risa fu costretta ad aggrapparsi a me. Accennai un sorriso.
«Sì, okay, ma non voglio morire!» Esclamò, stringendomi.
Rallentai un pò.

«Tu le vie di mezzo mai, eh?»
«Mai.» risposi con un mezzo sorriso.
Dopo qualche minuto, eravamo davanti casa di Risa.


**Risa's pov**


«Ehm, grazie. »Balbettai, arrivata a casa. «Per il passaggio... Per avermi accompagnata... Insomma, hai capito.» terminai arrossendo.
Otani sorrise e mi tremarono le gambe per un lungo e intenso istante.

«Ricordati di prendere le pillole.» mi rispose, lanciandomi un'occhiata.
"Ha uno sguardo così profondo..." pensai. "Risa, no! Lascia perdere!" mi urlò una vocina nella mente. Ma la ignorai.

«Allora... Ciao.» Dissi.
«Ciao.»

Ma non ci spostammo di un passo. Rimanemmo a pochi centimetri l'uno dall'altra, io in piedi, con la borsa tra le mani, lui in bici.
Mi morsi il labbro inferiore; era così vicino a me.
"Se si avvicina di un altro millimetro, giuro che gli salto addosso!" pensai mordendomi il labbro. "Questo nano malefico mi farà impazzire!"
Mi tremavano le gambe, mi sudavano le mani, mi girava la testa e non riuscivo a staccare i miei occhi da quelli di Otani.

Rimanemmo così per un tempo che mi parve interminabile; poi lui si mise in punta dei piedi e fece aderire le sue labbra alle mie.




______________________________________________________________________________________________________________________________

**Angolo di Cali-chan**

Hola mondo! :D
Bene, ehm. Come vedete Otani è un citrullo che fa le cose senza riflettere. Ma a noi piace (?)!
Haha, lo so, è OOC. T_T
In realtà non ho esaminato bene i suoi pensieri, ecco. Mi sono incentrata molto più su Koizumi. Il prossimo sarà più su Otani. Insomma, un po' per uno non fa male a nessuno, dico bene? *folla si prepara a lanciare pomodori*

Ad ogni modo ringrazio, in ordine di apparizione (?):
1. edvidge forever,
2. Queila,
3. _Vevi,
4. Selene_Chan,
5. _Hikari,
6. pinamachecazzdipagina,
7. luinil,
8. Chappy_s girlfriend,
9. Nadynana.

Vi ringrazio, e alla prossima! :D
Cali-chan :)
PS: Sì, mi sono accorta anch'io che Otani che dice "sono libero" sembra "DOBBY E' UN ELFO LIBERO! :D", ma passatemela :')

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 9 - Reazioni. ***


**Otani's pov**

Sapevo di star rischiando seriamente un calcio laddove un uomo è più sensibile, o quantomeno un pugno in faccia, ma lo feci comunque; mi misi in punta dei piedi - in barba al modello di uomo Alto e Virile - e la baciai. Un bacio leggero, a fior di labbra.
Quando mi staccai, Risa mi squadrò ad occhi sgranati.

«T-tu... Io...» balbettò mentre le diventava il naso rosso.
Sorrisi.

«Tu sei... Un vero idiota!» Esattamente come avevo preventivato, mi beccai un pugno in pieno stile Koizumi, che mi fece ruzzolare a terra.
Mi massaggiai la guancia indolenzita e la guardai da sotto in su. Mi alzai in piedi.

«Tu non puoi tornare qui, dopo cinque stramaledettissimi anni a fottermi di nuovo il cuore, chiaro?!» Urlò Risa, alzando contro di me un dito accusatore.
Dopo aver detto questo, tirò impercettibilmente su col naso e corse via.

«Koizumi!» la chiamai.
Ma lei non si girò.


**Risa's pov**

Correvo, correvo senza sosta, mi sembrava di avere le ali ai piedi.
"Non è possibile!", mi dicevo "Non ha senso!".
Perché mai Otani avrebbe voluto baciare me, mentre stava con Kanzaki - per la quale mi aveva lasciata cinque anni fa?
Correvo, sperando solo di non esser seguita da Otani. A scanso di equivoci, decisi di correre verso il centro commerciale; sarebbe stato difficile individuarmi lì, e solo una volta all'interno smisi di correre, solo vagamente consapevole di aver percorso diversi chilometri.


**Otani's pov**

Mi maledii mentalmente, e iniziai a correrle dietro - lasciando, come un idiota, la bicicletta davanti casa di Risa. -

«Koizumi!» le urlavo, ma lei, diversi metri avanti a me, non sembrava aver intenzione di fermarsi, anzi; correva velocissima, sembrava una gazzella.
Ma di che mi stupivo, con quelle lunghe gambe che si ritrovava?
Mentre arrancavo dietro di lei, mi accorsi che stava entrando nel centro commerciale.
"Vuol dire che ho percorso almeno sette chilometri?!" pensai stupito tra me e me, col fiatone.
Quasi zoppicando, entrai nel centro commerciale.


**Risa's pov**

Ero più tranquilla, finalmente. Avevo fatto due profondi respiri, e mi ero calmata. E, approfittando del mio giorno libero, avevo deciso di provare a distrarmi, magari guardando qualche negozio.
Mi fermai davanti ad una vetrina, e mi osservai nella vetrata: il naso rosso, gli occhi lucidi, i capelli, che stamattina erano legati in un disordinato chignon, ora ricadevano sulle spalle, ancor più disordinati.
Sbuffai.
Stavo per distogliere lo sguardo, quando un particolare catturò la mia attenzione; nella vetrata si vedeva una coppietta.
Mi voltai e la osservai: lei era una ragazza alta, dai capelli castani e gli occhi chiari. Lui era un moretto. Si tenevano per mano.
Sorrisi nel guardarli passeggiare timidamente, ma solo in un secondo momento mi accorsi che Lei superava Lui di almeno un palmo.
Di colpo ebbi la necessità di appoggiarmi alla vetrina, almeno con una mano. La ragazza con i capelli castani mi guardò e mi lanciò un timido sorriso, stringendo la mano del fidanzato.
Deglutii a fatica, mentre vedevo la coppia allontanarsi.


**Otani's pov**


«Koizumi!» Urlai appena entrato nel centro commerciale.
Come risposta ricevetti un grugnito di un grasso signore di mezza età, assorto nelle lettura del giornale del giorno.
Scossi la testa e continuai a cercarla.
La trovai rannicchiata su una panchina, mentre si stringeva le ginocchia con le braccia.

«Koizumi?»
«Lasciami in pace.» Rispose senza alzare lo sguardo.
Incurante delle sue proteste mi sedetti di fianco a lei.

«Qual è il problema?»
Quelle parole parvero svegliare Risa.
«Vuoi saperlo? Vuoi davvero saperlo?!» Urlò lei a quel punto. «Il problema è che non so che fare! Non sono la stilista che speravo di essere. Sei tornato nella mia vita, già complicata di per sè, per scombinarmela ancora di più! Sono nervosa, stanca, distrutta Otani. Stanno succedendo troppe cose, e troppo in fretta!»
Aveva le lacrime agli occhi.
Mi venne spontaneo sorridere. Le porsi un fazzoletto.

«Grazie.» mugolò con voce roca, prima di soffiarsi il naso. Dopo ciò, tacque un lungo attimo.
«Merda!» Esclamò, balzando in piedi.
«Cosa c'è?»
«Le pillole!»
«Merda!»
Corremmo verso il bar, dove Koizumi si prese finalmente la pillola, aiutata da un po' d'acqua.
Tornammo alla panchina.

«Ehm...» balbettai, cercando di prender discorso.
«Hm?» Koizumi tirò sul col naso e si rannicchiò nuovamente in un angolo.
«È vero quello che mi hai detto prima?» Chiesi, imbarazzato.
«Cosa?» Domandò di rimando lei, sbuffando.
«Quella cosa sul... Com'è che avevi detto? "Fotterti il cuore"? Molto poetico.»
Risa non riuscì a trattenere un risolino.
«Cosa dovrei pensare, Otani, di un ragazzo che mi bacia?»
«Secondo te, io bacio le persone a caso?»


**Risa's pov**

Arrossii.

«Suppongo... Di no.» balbettai infine, evitando di guardarlo negli occhi.
«Quindi...?- mi incitò lui.
«Quindi?» ripetei confusa.
Otani mi lanciò un'occhiata eloquente ed io arrossii ancora di più.

«Oh!» Farfugliai. «Non lo so.» dissi, prendendo coraggio. «Come ti ho già detto, sta accadendo tutto troppo in fretta. Io... Ci devo pensare.»
«Nessun problema.» Rispose lui sorridendomi. «Veramente però pensavo...»
«A cosa?»
«Se magari volessi uscire. Che so, stasera?» Nel dire quella frase, però, Otani no«n riuscì a nascondere il suo imbarazzo.
«E... Kanzaki...» Balbettai, presa all'improvviso da quel pensiero.
«Lascia perdere Kanzaki, è finita con lei.»


**Otani's pov**

Risa non provò neanche a nascondere un sorrisino compiaciuto.

«Non dare quella faccia!» le dissi.
«Quale?» Rispose Koizumi con un tono fintamente stupito.
«La stai rifacendo!» Esclamai, additandola.
«Ma quale?!» ripetè con falsa ingenuità Risa.
Grugnii seccato; era proprio vero che certe cose non cambiavano mai.






______________________________________________________________________________________________________________________________

**Angolo di Cali-chan**

Eccoooomi! :3

Allora.. Ehm-ehm.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto; però vado di fretta, quindi devo staccare ora.
Un bacio a tutti, ciao!
Cali-chan :)
Ps: Se volete, fate un salto all'altra mia ff. (se ve lo state chiedendo sì, è pubblicità occulta, hahaha XD)
Pps: Sapete, la coppietta nel capitolo l'ho davvero vista un giorno.. Ma li ho trovati troppo carini per non inserirli. Se qualcuno si riconoscesse nella descrizione chiedo venia :'D
Ciao :)

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 10 - Agitazione. ***


**Risa's pov**

Chiusi delicatamente la porta di casa alle mie spalle, dandomi mentalmente della cretina colossale.
Possibile che, in fondo, provassi ancora qualcosa - okay, più di "qualcosa" - per quel Nano malefico?
"No!" Pensai, sbuffando.
Eppure, al suo invito avevo detto di sì.
"Stupida, stupida, stupida!" Pensai afflitta, dando piccole testate al muro.
"Forse potrei chiamare Nobu..." Riflettei. "Ma probabilmente mi sbranerebbe viva." conclusi sospirando.
Proprio in quel momento propizio, squillò il cellulare.
Lo raccattai dalla borsa; era Nobu.
"Che tempismo".
«Pronto?» Dissi, trattenendo una nota di insicurezza.
«Risa! Dannazione, che fine hai fatto?! Ma ti pare modo di mollarmi così?»
"Certo, ce l'ha ancora con me per il fatto che l'ho mollata all'interno di un negozio.", pensai, sentendomi in colpa.
«No, Nobu, scusa...» Balbettai.
«Risa, stai bene?»
Tacqui.
«Risa...?»
Emisi un rantolo in risposta.
«Scommetto che è colpa di Otani, vero? Oh, ma io lo ammazzo! Gli taglio le braccia e lo faccio in mille pezzettini! Gli strappo i capelli uno ad uno!»
«Nobu...»
«Stavolta gli attributi glieli strappo con le pinze, altro che calci!»
«Nobu!»
«Okay, scusa. Aspetta, ti raggiungo.»
«Ma cos...? Nobu!»
Troppo tardi, aveva già attaccato.


**Otani's pov**

«Sappi, signorino, che non tollererò ulteriori ritardi!»
«Mi scusi...»
Ero arrivato in ritardo al lavoro. Non che in realtà mi dispiacesse, visto il motivo del mio ritardo.
Koizumi aveva accettato, seppur titubante, il mio invito.
Certo, avevo dovuto sorbirmi gli scleri della bibliotecaria, ma non mi importava.
Mentre proprio quest'ultima si allontanava, pensai che Risa, in effetti, aveva ragione ad essere così diffidente; cinque anni fa le avevo fatto male, era normale che ora facesse così. Non voleva restare di nuovo ferita.
Mi passai una mano sulla faccia, maledicendo la mia stupidità all'epoca.


**Risa's pov**

«Come, scusa?!»
Le urla di Nobu mi assordatono le orecchie.
«Ow, Nobuko, smettila di urlare!» replicai debolmente.
«Smetterla? SMETTERLA?! Fammi capire, Otani ti bacia, si lascia con Kanzaki, chiede a te di uscire... E tu accetti?!»
Aveva ragione, aveva maledettamente ragione.
«Ora lo chiamo, gli dico che non posso, ecco!» Dissi quindi, accattando il cellulare.
«Ferma, razza di idiota!» Urlò lei, sequestrandomi il telefono.
«Ma tu hai detto...» Biascicai, cercando di capire il comportamento della mia amica.
«Ormai hai detto che potevi andarci, quindi ci vai!»
«Ma...» balbettai.
«Niente ma, cara mia! L'hai voluto tu.» Mi disse Nobu, con un dito accusatore.
«Ma hai appena detto che non...»
«Taci!» Mi rimbeccò.
Ci fu silenzio per qualche momento.
«Cos'hai intenzione di metterti?» Mi chiese con falso disinteresse.
«Ehm...» Boccheggiai, presa in contropiede.
«NON LO SAI?!» Nobu mi lanciò uno sguardo di fuoco.
«B-beh, ecco...» Risposi arrancando.
«Ma ti sei rincretinita?!» sbottò la mia amica con uno sguardo da far accapponare la pelle. «Aaah, lascia perdere. Andiamo.» con queste parole, la bionda mi afferrò un braccio e mi trascinò in camera mia.
«Vediamo che riesco a trovare qui.» Disse, aprendo le ante dell'armadio.


**Otani's pov**

«Ce l'abbiamo fatta, alleluia!» Gongolò Nakao sorridendo.
L'avevo chiamato non appena finito il mio turno di lavoro; mi aveva raggiunto subito.
Ci eravamo recati al parco, e gli avevo detto le ultime novità.
«Forse... Ho fatto una cavolata.» Ammisi, calciando un sassolino.
«Perché dici così?»
Non ci eravamo sentiti molto, dopo la rottura con Koizumi; Nobu gliel'aveva praticamente proibito, almeno i primi tempi.
Col tempo, Nobu aveva allentato un po' la corda, e noi avevamo iniziato nuovamente a vederci. Meno spesso del solito, però, e sicuramente più imbarazzati.
«Forse sono stato troppo frettoloso.» Risposi. «Forse avrei dovuto aspettare. Forse avrei dovuto...»
«Da quando ti fai tutti questi problemi?» Mi interruppe Nakao sinceramente stupito.
Sospirai.
«Da quando ho capito di aver fatto una cazzata, cinque anni fa.» Dissi sinceramente.
«Otani, senti.» Mi disse Nakao, fermandosi. «Oggi Nobu è uscita di casa come una matta blaterando arrabbiata. Secondo te, dove stava andando?»
Lo guardai interrogativo.
«Da Koizumi.» Rispose, leggendo nei miei occhi la muta domanda.
«E perché sarebbe dovuta andare da Koizumi?» ebbi il coraggio di chiedere.
«Oh, dimenticavo quanto sei ottuso.» Commentò Nakao, scuotendo affranto la testa.
«Hei!»
«Dai, scherzavo!» Si difese lui. «Comunque conosco la mia Nobu. Se è corsa come una forsennata da Risa, probabilmente è perché lei ha un problema. Nella fattispecie, tu.»
Boccheggiai.
«Da quando sei diventato così acuto?»
«Beh, tu sei ottuso...» rispose sghignazzando Nakao.

«Guarda che-»
Non feci in tempo a commentare che mi si avvicinarono due bambini identici, entrambi con i capelli scuri e gli occhi chiari. Uno dei due aveva un pallone in mano.
«Hei bimbo, vuoi giocare con noi?» mi chiese il ragazzino col pallone.
Ci misi qualche istante a capire cosa mi stesse dicendo.
«Cosa...? Io?» mi indicai perplesso.
Nakao scoppiò a ridere.
«Sì!» Annuì l'altro bambino.
«Ma io...» balbettai allibito.
«Oh, forse devi chiedere a papà?» chiese allora uno dei due.
Quindi si riferì a Nakao.
«Il bambino può giocare con noi?»
Il mio amico, intanto, stava morendo dalle risate.
«Non sono un bambino!» Urlai a quel punto innervosito.
I due non si lasciarono intimidire.
«Oh, allora sei uno dei sette nani!» Sghignazzarono.
«Aaargh! Ora le prendete!»
Nakao mi bloccò le braccia e le due pesti si dileguarono.
«Non è colpa mia se sono basso, okay?!»


**Risa's pov**

«Ti prego Nobu. Non vorrai davvero farmi uscire vestita così! Sono ridicola!- piagnucolai.
«Oh, ma piantala, scema! Stai benissimo!»
«No, non è vero!» Ribattei, rivoltandomi verso la mia amica.
«Sì che è vero! Ora piantala con questi piagnistei!» Sbottò Nobuko.
Sospirai.
Indossavo una gonna stile scozzese, e una maglietta rossa a bretelle.
«E queste sono le scarpe.» Mi disse Nobu, porgendomele. Le osservai per un lungo istante, poi venni colpita da un'illuminazione.
«Nobu, dammi un buon motivo per non lanciartele contro.» Le sibilai contrariata.
«Perché?»
«Sono dei tacchi. DEI TACCHI!»
«Oh, piantala, ti stanno una favola!»
«Tutto quello che vuoi, ma queste scarpe no!» Urlai, togliendomele indignata. «Otani è almeno una decina di centimetri più basso di me! Non posso indossare questi... cosi!»
Nobu fece un ghigno.
«Tutto quello che voglio hai detto?»
Boccheggiai; maledetta la mia boccaccia.
«Ehm... L'ho detto?»
«Sì che l'hai detto!»
E con queste parole, mi si avvicinò minacciosa con il suo beauty-case.
«Mi ringrazierai, fidati.»
Sbuffai; appena le avevo detto che uscivo con Otani era andata su tutte le furie, perché diavolo ora voleva aiutarmi?
Scossi la testa e la lasciai fare, sperando solo di non apparire ridicola.


**Otani's pov**

Alle otto ero sotto casa di Koizumi.
Mi sudavano le mani.
"Porca miseria, Otani! Neanche al tuo primo appuntamento con lei eri così nervoso!" pensai.
Presi il telefono e la chiamai.
«Pronto?» rispose la sua voce, dopo solo uno squillo.
«Sono sotto casa.» risposi flebilmente.
«Arrivo tra cinque minuti...» balbettò.
«Okay...» farfugliai.
Ci fu un lungo silenzio imbarazzante.
«Ehm, a dopo...»
«Va bene...»
Attaccai.
"Sta calmo Otani. Sta calmo."


**Risa's pov**

Attaccai.
Mi aveva fatto davvero impressione sentire la sua voce al telefono.
«Vado.» Dissi a Nobu, la quale però mi afferrò per un lembo della gonna.
«Non essere ridicola.» Mi rimproverò. «Lo sanno tutti che le ragazze si devono far aspettare!»
«M-ma...» Farfugliai.
«Niente ma! Hai chiesto il mio aiuto? Bene, ora esegui i miei consigli!»
«Ma io non ti ho chiesto nulla...» balbettai a disagio.
Nobu mi ignorò.
Aspettai girando in tondo per la mia camera da letto per cinque minuti.
«Ora posso?!» Esclamai arrivata al limite della pazienza.
Nobuko lanciò un'occhiata all'orologio.
«Sì, puoi andare.»
Stavo per uscire dalla camera quando Nobu mi richiamò.
«Risa?»
«Sì?»
«Stavolta i preservativi usateli.»
«Nobu!»


**Otani's pov**

La porta di casa di Koizumi si aprì, e ne uscì lei, con i capelli boccolosi per l'occasione, un leggero filo di trucco e una gonna scozzese.
Boccheggiai.
"Cavolo se sta bene!" mi ritrovai a pensare.
Risa deve aver visto la mia espressione, infatti sorrose imbarazzata.
«Andiamo?» Balbettò a disagio.
«S-sì!» Farfugliai, osservandola rapito.





______________________________________________________________________________________________________________________________

**Angolo di Cali-chan**
 
Ehm-ehm :3
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. A me non convince, ma vabbè ç_ç
*srotola papiro*
Ringrazio fortemente - in ordine di apparizione:
- Queila;
- Nadynana;
- edvidge forever;
- _Hikari;
- Selene_Chan.

Well, ci si vede!
Cali-chan :3

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 11 - Appuntamento. ***


**Risa's pov**

Di quella serata ricordo tutt'oggi fondamentalmente una cosa; il lungo, imbarazzante silenzio tra me ed Otani.
Da quando ci eravamo seduti a quel tavolo di quel ristorante, io ed Otani non avevamo aperto bocca. Anzi.
«Bel posto.» Balbettai, quando il cameriere ci portò la prima portata.
«Sì. Ci sono andato una volta con i miei amici dell'università.»
Fine della conversazione. Game over.
Giocherellai nervosamente col bordo della gonna a tema scozzese che Nobu aveva tirato fuori dall'armadio, mentre osservavo Otani sott'ecchi: mi sembrava teso.
Presi il bicchiere, e bevvi un sorso d'acqua - ci eravamo categoricamente rifiutati di prendere del vino.
In quel momento, mi squillò il cellulare.
«Oh, è mio.» Dissi, prendendolo dalla borsa. Era Nobu.
"Che diavolo vuole ora?", mi chiesi stupita.
«Devo rispondere.» Lo avvisai, mostrandogli il telefono.
«Eh? Oh, sì.»
Mi alzai in piedi ed uscii dal locale.


**Otani's pov**

Appena la figura slanciata di Risa si allontanò, al suo posto ne venne un'altra.
«Nakao?» Balbettai stupito; che ci faceva lui qui?
«Otani. È stata un'idea di Nobu. Dice che devi parlare con Risa e smetterla di mangiartela con gli occhi.» Disse.
«Cosa? Ma ci state spiando?»
Nakao annuì.
«È stata un'idea di Nobu.» Ripetè, come se questo lo giustificasse. «E devo dire che ha ragione. Ma volete parlare?»
«Al telefono di Koizumi c'è Nobu, vero?»


**Risa's pov**

«Pronto Nob...»
«RAZZA DI RINTRONATA!» Dovetti allontanare il cellulare dall'orecchio.
«E questa tu la chiami una serata romantica?!» Mi sbraitò la mia amica attraverso il telefono.
«N-nobu? Ma ci state spiando?»
«No, ho la sfera magica.»
«Ma cos...?»
«Certo che vi sto spiando! Credevi davvero che ti avrei lasciato con quel piccolo maniaco?»
«Non chiamarlo così!» Commentai.
«Oh, sentila. Ascolta, Risa. Se davvero vuoi tornare con Otani, VEDI DI PARLARCI!»
«M-ma...» balbettai.
«Niente ma! Cavolo, mi sembra di aver a che fare con una bambina!»
«E cosa dovrei fare, prenderlo in giro come quando avevamo diciassette anni?»
«Sarebbe meglio di questo silenzio. Cavolo Risa, ti prego! Mi cadono le braccia a vedervi così.»
«Hmm... Okay.» Sussurrai poco convinta.
«Bene. E tira fuori le tette!»
«Nobu!» esclamai imbarazzata.
«E ricordate le precauzioni.»
«Ancora?» Borbottai.
Dopodiché mi augurò buona furtuna e mi attaccò.
Rientrai nel locale.


**Otani's pov**

«Sì. Al telefono con Risa c'è Nobu.» Confermò Nakao.
«E io che dovrei dirle?» gli chiesi.
«Nobu probabilmente ti avrebbe dato del cretino, sappilo.» Mi rispose. «Insomma, se l'hai invitata qualcosa da dirle devi avercela!»
«Oh.» Mi passai una mano fra i capelli.
«Eccola che ritorna!» Sibilò Nakao, alzandosi dal posto di Koizumi e sgattaiolando nei bagni.
Risa si sedette con aria stranamente composta.
«Chi era?» chiesi, pur sapendo già la risposta.
«Nobu.» Rispose lei, attorcigliandosi una ciocca di capelli attorno all'indice.
«E che dice?»
«Di tirare fuori le tette.» Disse, scuotendo la testa.
Scoppiai a ridere.
«Si può sapere che ci trovi di divertente?» Mi chiese innervosita.
«Questa conversazione l'abbiamo già avuta.»
«Cosa?» Balbettò lei senza capire.
«Non ricordi? Quella volta a Natale che ci chiusero... Nello stanzino...» Alla fine della frase, ero consapevole di essere rosso in viso, e avevo abbassato lo sguardo.
«Sì, me lo ricordo.» Rispose.


**Risa's pov**

Mi venne da ridere.
«E tu cos'hai da ridere?» mi rimbeccò Otani.
«La tua faccia!» ghignazzai io in risposta.
«La... Mia faccia?»
Annuii convinta.
Mi era mancato. Mi era mancato tantissimo. Lui, le sue faccie e le sue cretinaggini. Mi era mancato da morire.

«Tzk, sentila. Le tue faccie sono famose per l'effetto comico che suscitano!»
«Le mie? Oh, sì, lo so, sono una comica nata.» Risposi sogghignando. «Ma anche le tue non scherzano... Acchan.»
Otani da imbarazzato diventò paonazzo.
«T-te lo ricordi?!» Balbettò preso in contropiede.
«Certo.» dissi ridendo. «Io le cose non me le dimentico facilmente.»
«Oh, davvero?» ribattè lui. «Ma se prima ti eri dimenticata di quella volta a Natale!»
«Non posso però certo ricordarmi ogni singola parola che ci siano detti!»
«E perché no?»
Quella cena, dopo la telefonata di Nobu, volò via in un attimo.


**Otani's pov**

«Hai sonno?» Le chiesi mentre uscivamo dal ristorante.
«No.» rispose, stiracchiandosi le braccia. «Tu?»
Scossi la testa.
Passeggiammo per per un po' in silenzio.
«Come mai una biblioteca? Non sei tipo da gilet, occhiali spessi e libri sottomano.» mi chiese.
Scrollai le spalle.
«Infatti non lo sono. Ma era un lavoro vicino all'università.» Spiegai.
«Capisco.»
In quel momento una melodia invase l'aria. Era una canzone.
Koizumi si diede una botta sulla fronte.
«Ma qui vicino c'è il Karaoke!» Esclamò.
«Il Karaoke?» Ripetei.
«Sì! Ci siamo stati, qualche volta, ricordi?»
«Certo che mi ricordo, per chi mi hai preso?»
«Un idiota.» Rispose sorridendomi.
«Oh, ma sentila!» Grugnii.
Ma lei mi ignorò.
«Allora, andiamo a cantare?» Mi domandò, tirandomi per un braccio.
«Ehm. C-certo, andiamo!» risposi, mentre venivo trascinato via da quell'uragano anche chiamato Risa Koizumi.


**Risa's pov**

Cantammo le canzoni di Umibozu tutta la notte.
Alle quattro di mattina, quando ormai eravamo quasi senza voce, io ed Otani decidemmo di andarcene.
«Koizumi?» Mi chiamò Otani con voce roca,appena di fronte al cancello di casa mia.
«Sì?»
«Mi ero dimenticato di come mi divertivo con te.»
Il cuore mi balzò nel petto; aveva davvero detto quello che avevo sentito?
«Ah. Ehm. Ah!» Balbettai.
«Sono indeciso se decifrare questi versi come una risata imbarazzata o uno dei tuoi urlerti snervanti.-
«Urletti snervanti saranno i tuoi.» Borbottai.
Ma lui non colse la mia provocazione.
«Dove lavori?» Mi chiese invece, passandosi una mano sul collo.
«In... Nell'agenzia di moda, perché me lo chiedi?»
Mi sorrise.
«A che ora stacchi?»
«Alle otto.» Farfugliai, ormai con cervello in pappa. Perché questo esserino esercitava ancora così tanto potere su di me?
«Allora passo a prenderti.» Mi disse sorridendomi.
Sorrisi in modo imbarazzato in risposta.
«Ehm. Buonanotte.» farfugliai, dopo qualche interminabile istante di silenzio.
«'Notte.»
Aprii il cancello e stavo per rientrare in casa, quando mi richiamò.
«Koizumi!»
«Sì?»
«Mi dispiace per... Cinque anni fa.»


**Otani's pov**

Risa rimase sulla porta, con le chiavi in mano e già infilate nella toppa, guardandomi con occhi sgranati.
Dopo qualche istante si riprese.
«Ah, ehm... Tranquillo. È acqua passata.» Disse sorridendomi, e poi infilare la porta.
Potevo crederle?





______________________________________________________________________________________________________________________________


**Angolo di Cali-chan**

Macciao a tutti! :D
Eccomi con un altro capitolo.
Hehe, spero vi sia piaciuto. A me non convince (come tutti gli altri, ma okay.).
Piuttosto, ora vorrei ringraziare un paio di persone (come al solito, ordine di apparizione): luinil, _Vevi, pinamachecazzdipagina, Risa_chan97, edvidge forever, Nadynana, Queila ed _Hikari.
Vi ringrazio tutte care, alla prossima!
Cali-Chan :)

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 12 - Insieme. ***


**Risa's pov**

«E così siete tornati insieme, uhm?»
Eravamo all'Ikebe, noi, il nostro vecchio gruppo di amici.
Nobu ci osservava sott'ecchi, studiando le reazioni mie e di Otani.
Arrossii e mi attaccai alla cannuccia.
«Nobu, ti prego.» bofonchiai.
Erano passati tre mesi dal nostro primo appuntamento, ed avevamo nuovamente iniziato a frequentarci. In realtà, facendo un piccolo passettino alla volta, non volevo correre. Ed Otani sembrava intenzionato ad aspettarmi.
Atsushi, da parte sua, sbuffò e si passò una mano dietro il collo.
«Mamma mia, mi ero dimenticato quanto fossi impicciona.» Borbottò sbadigliando.
Nobuko gli lanciò uno sguardo di fuoco; battè con forza le mani sul tavolo e balzò il piedi.
«Sappi» Urlò, mettendogli contro un dito minaccioso «Che se fai soffrire nuovamente Risa, giuro che ti strappo gli attributi a morsi!»
Otani sbiancò e si fece piccolo piccolo.
«Nobu, è abbastanza ripugnante come immagine.» le dissi allibita.
«Bene.» Esclamò la bionda, incurante delle nostre facce a dir poco stupefatte. «Spero di aver sortito l'effetto desiderato.» Con queste parole, Nobu si rimise a sedere, sorseggiando la sua bibita.
«Che cosa agghiaccante...» Balbettò Otani appena ripreso un po' di colorito.
Nobu lo ignorò totalmente e cominciò a cinguettare con Nakao, che la osservava rapito e con uno sguardo leggermente ebete.
"Come sono carini." Pensai, guardando poi Otani con la coda dell'occhio.


**Otani's pov**

Stavolta non volevo fare cazzate.
Risa mi aveva perdonato, e non avevo davvero nessuna intenzione di farla soffrire di nuovo.
La osservai con la coda dell'occhio, trovandola a guardarmi.
Le lanciai un sorriso che lei ricambiò timidamente, poi spostò lo sguardo sul bicchiere di fronte a lei, rossa in viso.
«Oh, che carini!» cinguettò una voce conosciuta alle nostre spalle.
«Seiko?» Balbettò Koizumi, voltandosi ad osservarla stupita.
«Che bello, anche il duo comico è tornato una coppia!» Senza tante cerimonie, la bionda prese posto vicino a Nobu.
«Che ci fai qui?» le chiese quest'ultima.
«Ero qui perché avevo sete.» Spiegò sorridendo in modo spiazzante.
Ci fu silenzio.
«Giusto.» borbottò Nobu, descrivendo dei piccoli cerchi con la cannuccia all'interno del bicchiere.
«Quindi siete tornati insieme?» Cinguettò Seiko nuovamente, osservando me e Risa con gli occhi luccicanti.
Koizumi scelse quel momento per farsi finire di traverso la bevanda che stava mandando giù.
Prese a tossire con forza, dandosi delle piccole botte sul petto.
«Lo prendo come un sì.» Esclamò la biondina, sorridendo sorniona.
Io non commentai; in effetti, aveva ragione. Perché contraddirla?


**Risa's pov**

Ero felice. Felice come non mi capitava da anni.
Otani era nuovamente con me, il nostro vecchio gruppo di amici era rinato.
Cosa poteva andare storto?, mi chiedevo.
La risposta la trovai pochi giorni dopo, e fu davvero devastante.
Eppure, in quel momento, non ne ero minimamente consapevole. Ero con i miei amici, e non ero così allegra da tanto, tanto tempo.


**Otani's pov**

«Chi te l'ha dato, quello?» le chiesi, mentre accompagnavo Koizumi a casa.
«"Quello" cosa?» Mi chiese con in viso un'espressione stupita.
«Quello.» bofonchiai, indicandole la mano sinistra.
Lei seguì la traiettoria del mio dito.
«Questo?» Mi domandò scioccamente, indicandosi l'anello che portava all'anulare.
Annuii, mentre iniziavo a sentire le guance andarmi a fuoco.
«Me l'ha regalato un ragazzo...»
«E di preciso chi?!» Esclamai, fermandomi di colpo.
«Geloso, Acchan?» mi cantilenò lei, sorridendo beffarda.
«Io? Io non... Non è una domanda pertinente! E non chiamarmi Acchan! Allora, chi è quello?»
«Sei geloso! Sei davvero geloso!»
«Oh, smettila, l'attesa mi sta uccidendo!» esclamai. «Sì, sono geloso e pure parecchio!»
Koizumi rise. Poi mi prese la mano e la strinse.
«Sei davvero un idiota.» Sorrise. «Me lo ha comprato mio fratello per compleanno, scemo. Non c'è nessun ragazzo.»
«Oh.» balbettai imbarazzato. «B-beh, potevi tenerlo alla destra!» Borbottai.
«Avrei potuto. Ma così non avrei mai saputo che sei geloso...» Commentò lei con voce flautata.
«Non ti montare la testa, signorina.»
Lei rise nuovamente; era bellissima quando rideva.
«Smettila dai...» Farfugliai.
Lei mi lanciò un ultimo sorriso.
«Che ne diresti se andassimo a fare una capatina al Karaoke?» mi domandò sorniona.
Le sorrisi.
«Direi che... Chi arriva per ultimo paga pegno!» le urlai, iniziando a correre.
«Otani! Vieni qui, nano demente!» Sentii lei da dietro chiamarmi, mentre correva per raggiungermi.
"Come avevo fatto a stare cinque anni senza di lei?"



______________________________________________________________________________________________________________________________

**Angolo di Cali-chan**

Inizio con lo scusarmi follemente per la cortezza imbarazzante di questo capitolo. Ahimè, questo capitolo mi serve. Fondamentalmente, mi serve per un passaggio al prossimo capitolo.
Questo, atrimenti, sarebbe diventato troppo pesante. Il prossimo arriverà a breve, giuro ^^
Devo scappare. Alla prossima - farò anche dei ringraziamenti come si deve ç_ç -.
Ciao a tutti :3
Cali-chan :)

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 13 - La ruota bucata. ***


**Risa's pov**

"Alle otto, davanti alla scuola."
Era stato questo il messaggio che Otani mi aveva inviato sul cellulare. Lo avevo chiamato, un po' perplessa.

«Pronto?»
«Otani? Davanti alla scuola?» Avevo chiesto con una punta di ironia.
Lui ridacchiò.
«Sei impossibile. Non fare domande e vieni.» Detto ciò, mi aveva attaccato il telefono in faccia.
Guardai il cellulare un po' delusa, poi scrollai le spalle e aprii le ante dell'armadio; l'appuntamento sarebbe stato tra solo due ore, e io dovevo decidere cosa mettermi.


**Otani's pov**

«Dici che funzionerà?» Mi chiese Nakao, guardandomi perplesso.
«Deve.» Replicai.
Era tutto pronto; il terrazzo era stato addobbato a festa, al centro di questo vi era un grande tavolo pieno di cibarie. Ero anche vestito in modo ridicolo, a mio parere. Secondo quello di Nobu, ero vestito in modo elegante.
Tzk.

«Spero solo che tutto vada come deve andare.» Si intromise Nobuko, lanciandomi uno sguardo freddo. «Altrimenti te la faccio pagare.» Sbuffò.
Ce l'aveva ancora con me; e la capivo. Io stesso faticavo a perdonarmi. 
Ero stato un bastardo, lo sapevo. Koizumi mi aveva perdonato, e io non riuscivo ancora a capacitarmene.

«Mi chiedo» disse Nakao, passandosi una mano fra i capelli «Come hai fatto ad avere l'autorizzazione a organizzare tutto questo.»
«Hehe...» Balbettai.
«Che bello!» Cinguettò Seiko, arrivando al terrazzo. «Come mai tutto ciò?» mi chiese, avvicinandosi.
«Voglio farmi perdonare.» Risposi, lanciando uno sguardo al cielo, e aggrappandomi ad una delle inferriate del terrazzo della nostra vecchia scuola. «Koizumi se lo merita.»


**Risa's pov**

Erano le sette e mezza di sera, e io non avevo la benchè minima idea di cosa mettermi.
Con aria afflitta mi abbandonai a peso morto sul letto, guardando lo stato a dir poco pietoso della mia camera. Avevo provato praticamente tutti i vestiti che possedevo, e non ne trovavo nemmeno uno adatto all'occasione. Mi presi la testa fra le mani e gemetti disperata.
Proprio in quel momento di depressione totale, qualcuno bussò alla porta.
Mi trascinai, ciabattando e tirando su col naso, fino alla porta di casa, e la aprì.
Non c'era nessuno.

«Ma che diavolo..?!»
In quel momento, puntai lo sguardo in basso; una busta. Blu.
La raccolsi, piuttosto stupita, e, non resistendo alla curiosità, la aprii. Al suo interno vi era un vestito. Era rosso fuoco, senza spalline, e pittosto corto. 
Molto audace. 
Troppo, per i miei gusti.
Mentre mi tiravo in piedi, un foglietto scivolò dal vestito.
Mi chinai a prenderlo.
"Osa non indossare questo vestito e ti ammazzo."
Riconobbi all'istante la scrittura, e un sorriso sorse spontaneo della labbra.
"Grazie, Nobu."



**Otani's pov**

«E' in ritardo.» Constatai, guardando l'orologio; erano le otto e dieci minuti, e lei non si era fatta viva.
«Su, Otani, la conosci.» Mi rassicurò Nakao.
«Probabilmente starà ancora combattendo con il vestito.» Disse invece Nobuko, con uno sguardo malandrino.
«V-vestito?» Balbettai senza capire.
Gli occhi della bionda luccicarono paurosamente.

«Roba da donne.» Spiegò.
Scossi la testa.

«Va beeene.» Disse Seiko, intromettendosi. «Noi ce ne andiamo, vero?»  Tirò Nobu per un braccio. «Così quando Senpai Koizumi arriverà non ci troverà. Deve essere una cosa romantica, no?» Mi fece l'occhiolino complice.
Deglutii imbarazzato.

«Ehm...»
Seiko rise e afferrò anche il braccio di Nakao.
«Noi andiamo. Divertitevi!»
Rimasto solo, guardai nuovamente il mio orologio da polso.
Le otto e venti.
Presi il cellulare, e chiamai Koizumi.


**Risa's pov**

Stavo correndo come una matta, imbarazzata a causa del vestito. 
Proprio prima di uscire mi ero accorta che la mia bici aveva una ruota bucata.
"Oh, la mia solita sfiga!", pensavo, mentre continuavo a correre.
Fortuna, almeno, che la scuola fosse vicina.
"Prima o poi dovrò comprarmi un'automobile. E prima prendermi la patente." Pensavo.
Mentre continuavo a correre, ormai col fiatone, mi squillò il cellulare.
Rallentando appena un po', iniziai a frugare nella borsa.

«P-pronto?!» Balbettai col fiato corto.
«Koizumi, dove diavolo sei?!» Mi urlò contro la voce di Otani.
Mi morsi le labbra.

«Scusa Otani, purtroppo la mia bici ha la ruota bucata, sto venendo a piedi.» Spiegai arrancando.
«A piedi? Ma sei scema?»
«Non è tanto lontana, la scuola!»
«Ma tu sei proprio arrivata!»
«Chi sarebbe quella "arrivata", scusa?!»
«Tu, mi pare ovvio!»
«Sei il solito insensibile privo di tatto, vedo!»
Così concentrata a litigare con Otani e intanto correre, non guardai prima di attraversare la strada.
«Senti chi parla! Sei la persona meno fine ed elegante che conosca!»
«Tzk, hai la sensibilità di un tavolino, rintronato!»
Una voce femminile, da lontano, intanto, urlava qualcosa.
«Signorina, attenta!»
Mi voltai verso la donna che gridava.
«Cos...?»
Se non mi fossi messa a litigare con Otani, o prima ancora, se mi fossi accorta prima che la ruota della bici era bucata, o ancora prima, se avessi saputo cosa mettermi...
Quell'auto non mi sarebbe finita addosso.



______________________________________________________________________________________________________________________________

**Angolo di Cali-chan**

*arriva guardandosi intorno circospetta*
So che... Ehm. Può essere un po' confuso.
Diciamo che l'idea mi frullava in testa da un paio di capitoli. E in realtà è nata perchè qualche giorno fa ho subito un'operazione, e durante la notte - in preda a dolori tremendi XD - il mio cervello ha iniziato ad ingranare.
Nello scorso capitolo, si, ci avevo pensato, proprio perchè sapevo che mi sarei dovuta operare a breve. E mi sono quindi detta "e se Koizumi fosse finita all'ospedale?".
Ora. Capisco possa essere un po'.. Ehm °-°
In realtà non ero sicura di voler scrivere di questo, avevo in mente una soluzione un po' meno "tragica". Ma, poi mi son detta, l'idea iniziale della storia era un po' malinconica. E negli ultimi capitoli la storia aveva perso questa sua... "tristezza".

Spero di non aver sconvolto nessuno ^^"
Ad ogni modo, ora, i ringraziamenti - come al solito, in ordine di apparizione.
-Queila;
-edvidge forever;
-Risa_chan97;
-luinil;
-Selene_Chan;
-Nadynana;
-Chappy_s girlfriend.

Alla prossima.
Cali-chan.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo 14 - Ospedale. ***


**Otani's pov**

-Che vuol dire che non posso entrare?!- Esclamai furibondo al medico davanti a me.
Era giovane, non poteva avere un paio d'anni più di me, alto, con i capelli scuri e un paio di grandi occhiali.
-S-significa quello che ho detto...- Balbettò lui di rimando, avvicinando delle carte che aveva in mano al viso.
-Otani, calmati, per favore.- Mi disse Nobu, poggiandomi una mano sulla spalla.
-Calmarmi? CALMARMI?! Vi ricordo che dentro quella stanza c'è la mia ragazza!- Gli urlai stringendo i pugni e scrollando in malo modo la sua mano dalla mia spalla.
Il giovane medico ne approfittò per sgattaiolare via.
-E lei dove va?!- Sbottai alterato al ragazzo, ma quello non si voltò.
-Otani, capisco che tu sia agitato, ma calmati.- Mi sussurrò Nakao.

-Senti chi parla! Sei la persona meno fine ed elegante che conosca!-
-Tzk, hai la sensibilità di un tavolino, rintronato!-
Sbuffai sonoramente.
-Koizumi, seriamente, a che punto sei?-
Silenzio.
-Koizumi...?-
Un tonfo, un urlo, rumore di un'auto che frena.
-Koizumi? Rispondi...-
Dalla cornetta si sentivano dei passi, delle grida.
-Koizumi, che succede?-
-O-Ota... Ni...-

-Voglio solo vedere la mia ragazza, non è difficile da capire!- Dissi infastidito.
-Ho capito, Otani.- Mi rispose Nobuko. -Ma se i medici non ci danno il permesso...-
-Ora glielo faccio vedere io il permesso!- Sbottai.


**Risa's pov**

Aprii a fatica gli occhi.
-Non faccia sforzi, signorina.- Mi disse una donna in camice bianco.
-Che è successo?- Chiesi, massaggiandomi la testa.
-Ti hanno investito.- 
-Cos-eh?- Balbettai. -Oh, no, avevo l'appuntamento con Otani. Cavolo, adesso penserà che gli ho dato buca, non me lo perdonerà mai! Oh cavolo, cavolo!-
-Otani?- Chiese la signora, guardandola stupita. 
-Uh? Oh, si, il mio ragazzo.- Risposi, arrossendo un poco.
-Oh, intende quel ragazzo che è qui fuori urlando come un isterico che deve urgentemente vedere la sua ragazza?-
-Otani è qui?- Chiesi, sgranando gli occhi.
-Si. L'ha chiamato uno degli infermieri quando ti hanno portata via. Eri incoscente, non puoi ricordare.-
-Posso vederlo?-


**Otani's pov**

Nel frattempo, erano arrivati anche Suzuki e Chiharu.
-Oh, povera Risa...- Piagnucolava lei, tirando su col naso.
Suzuki, imbarazzato, le passò una mano sulla schiena per rassicurarla.
In quel momento, una signora di mezz'età, dai lunghi capelli catani e penetranti occhi verdi uscì dalla camera di Koizumi.
-Atsushi Otani?-
-Eccomi.- Dissi, alzando il braccio.
-Seguimi.- Mi disse, facendo un cenno con la testa alla porta.
-Subito.- Esclamai, trotterellando verso la signora.


**Risa's pov**

-Otani!- esclamai, mentre lui correva verso di me.
-Koizumi!-
Arrivò al letto, e mi prese la mano.
-Scusa, non avrei mai dovuto distrarti.- Mi sussurrò.
-Cos... Che intendi?-
-Non dovevo mettermi a litigare con te, scusa, perdonami. Non avrei dovuto dirti dell'uscita con così poco avviso, scusami. Non avrei mai dovuto, e voluto, tradirti, scusami. Scusami.-
Sorrisi.
-Non importa. Te l'ho detto, è passato.-
-Ma non riesco a fare a meno di sentirmi in colpa.-
Quel momento venne interrotto dagli urli di Nobu e Seiko, che si precipitarono, seguiti da tutti i nostri amici.
-Come stai Risa?- Mi chiese Nobu, scansando con malagrazia Otani e stritolandomi in un forte abbraccio.
-F-ferma... Mi fai male...- Balbettai.
-Oh, scusa.-


**Otani's pov**

Titubante, lasciai Koizumi all'ospedale.
Quando tornai a casa, era sera.
Aprii la porta di casa, lanciai la giacca al vento, e, alla cieca, accesi la luce.
-Ti sono mancata, Atsushi?-


______________________________________________________________________________________________________________________________

**Angolo di Cali-chan**

Hehehe, indovinate chi è? *faccino angelico*
Vaaabbè.
Oggi non ci sto con la testa, mi sento uno schifo :')
Quindi vi lascio, ciao a tutti ^^
Cali-chan :)

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Capitolo 15 - Sorpresa non gradita. ***


**Otani's pov**

-K-kanzaki? Che ci fai qui?- balbettai, inebetito.
-Non sei felice di vedermi?- La mora si esibì in un labbruccio.
-Non hai risposto alla mia domanda.- Ribattei freddo, lanciandole un'occhiataccia.
-Neanche tu hai risposto alla mia.- Rispose lei sicura, accennando un sorrisino.
Sbuffai e mi appoggiai al muro più vicino.
-Sinceramente, non mi aspettavo una tua... Visita.- Dissi quindi, attento a soppesare le parole.
-Uhm, lo immaginavo.- Mayu, sempre con quello strano sorrisino, mi si avvicinò.
-Sai, non riuscivo a credere come tu volessi mollarmi.- Sussurrò, a dieci centimetri dal mio viso. -Nè tantomeno come tu volessi tornare davvero con quella spilungona.-
Repressi il brivido all'ultima parola da lei pronunciata, scandendo bene le parole.
-Non ti sei ancora pentito?- Mi chiese con voce flautata, ormai vicinissima a me.
-No.- Risposi sicuro.
-No? No?! Come puoi voler stare ancora con Lei? Insomma, guardala! E' alta, sgraziata, è priva di tatto, piange sempre, si abbatte per nulla e...-
-E mi ama.- Terminai, guardandola negli occhi chiari.
Lei serrò le labbra.
-Sei un idiota.-
-Lo so.-


**Risa's pov**

Una gamba rotta.
Poteva andarmi molto peggio, in fondo.
Passai la notte a rigirarmi nel letto; l'indomani mi avrebbero dimessa, e Otani, in barba alle mie proteste di stare dai miei genitori - che passarono a trovarmi appena i miei amici se ne andarono - mi avrebbe portata a casa sua.
"Una come te rischierebbe come minimo di rompersi anche l'altra gamba, in casa da sola.", mi aveva detto.
Avevo fatto un po' l'offesa, ma in realtà ero stata contenta delle sue attenzioni.
Mi accucciai nel letto alla buona - per quanto possibile, con una gamba completamente ingessata -, e chiusi forte gli occhi.
Passai una notte da incubo. Mi risvegliavo ogni mezz'ora, completamente sudata, e in preda agli incubi.
In tutti, Otani mi lasciava.


**Otani's pov**

-Vattene.-
-Come, scusa?-
-Ti ho detto di andartene.-
Kanzaki sbarrò gli occhi chiari.
-Ad ogni modo- disse, dandomi le spalle -Sono tornata per prendermi le mie cose.-
-Le tue cose?-
-Esattamente.- Mayu annuì.
-Che cose?-
Lei non mi rispose. Prese una scatola di cartone da terra - che prima non avevo notato - e iniziò a prendere degli oggetti dalla credenza; un paio di cornici, una piccola pianta.
In meno di dieci minuti, la scatola di cartone era piena di cose che neanche ricordavo di avere in casa.
-Ecco tutto.- mi disse. -Beh, ti auguro ogni felicità, ciao.- Sussurrò, superandomi. -Comunque, mio marito mi ha chiesto di riprovarci.-
-E tu?- Le chiesi. In realtà, la mia era una domanda di pura cortesia.
-Penso che gli dirò di sì.- Rispose senza guardarmi.
-Ma tu quando sono arrivato hai detto che...-
-Lascia perdere. Vai dalla tua bella. Ciao.- Prese la maniglia ed infilò la porta.



______________________________________________________________________________________________________________________________

**Angolo di Cali-chan**

Eccoci qui.
Vi aspettavate botte e sangue, lo so.
Ci saranno, aspettate (?).
Uh, vado di fretta stasera, vi lascio.
Un abbraccio a tutti, e grazie ^^
Cali-chan :)

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Capitolo 16 - Ritorno a casa. ***


**Otani's pov**

-Metti il piede qui...-
-Dove?-
-Qui.-
-Okay... Ahio!-
-Ah, scusa.-
-Sei un idiota, mi hai fatto prendere la storta!-
-Non è colpa mia se sei una scema!-
-E' così che tratti la tua ragazza ancora convalescente?-
Mi fermai. Aveva detto "la tua ragazza"? La guardai, mentre avevo il suo braccio allacciato sulle mie spalle; mi osservava sott'ecchi, leggermente rossa in viso.
-Ci sei?- Chiesi scrutandola da vicino.
Lei sgranò gli occhi e diventò di un'adorabile rosso peperone.
-Mi sento osservata con i tuoi occhi così vicino.- Disse, lanciandomi un'occhiata assassina di rimando.
Io sorrisi fra me e me.
-Dai su, ce la fai a camminare?-
Lei sbuffò, stringendo con forza la stampella.
-Certo, per chi mi hai preso?-
-Un idiota.-


**Risa's pov**

Era imbarazzante. Era tutto maledettamente imbrazzante. Rimettere piede in quella casa, e doverci rimanere per giorni interi, era davvero... Imbarazzante.
Entrai dentro casa, e mi sentii davvero, davvero strana. Era tutto come prima. Prima di Kanzaki, prima di tutto. Era tutto lì. Era tutto come lo ricordavo.
-Oggi hai la testa fra le nuvole.- commentò Atsushi superandomi. -Non che mi stupisca più di tanto, sei un maledetto grattacielo.-
-Tzk, sentilo!- Sbuffai, zoppicando dietro di lui tenendomi salda alla stampella. -Piuttosto, ho un paio di domande.- Dissi, lasciandomi cadere sulla sedia.
-Del tipo?- Mi chiese, appoggiandosi al tavolo e incrociando le braccia.
-Dove sono Nakao e Nobu? Dovevano portarmi le valigie...-
-Saranno da qualche parte a pomiciare, ne hai dubbi?-

-Ma le mie valigie...- Replicai sghignazzando divertita.
-Arriveranno.- Borbottò lui, facendo un gesto con la mano come a dire "lascia correre".
-E... Dove dovrei dormire?- Chiesi, stavolta arrossendo.
-Ah... Oh.- Otani arrossì a sua volta. -Sinceramente...- Si fermò, sciogliendo le braccia prima incrociate e guardando per terra.
-Si?- Lo incitai, scrutandolo attentamente. Doveva trovare molto interessante il pavimento, dato che non alzò lo sguardo, nè diede segno di avermi sentita.
-Otani?-
-Sinceramente... Non ci avevo pensato.- Disse quindi, non arrischiandomi a guardarmi negli occhi, ma passandosi una mano dietro i capelli, evidentemente in imbarazzo.
Seguì un momento di silenzio.
-Che vuol dire che non ci avevi pensato?!- Esclamai poi, balzando in piedi. Subito dopo capii di aver fatto una cavolata; la gamba ingessata emise un crack vagamente inquietante. Otani inarcò un sopracciglio e mi lasciai cadere nuovamente sulla sedia. -Sei un idiota.- Sospirai.
-Tzk, senti chi parla! Tu ci avevi pensato?-
-Io pensavo che ci pensassi tu!-
Otani tacque e io mi ritrovai ad osservare il pavimento. Seguì nuovamente un periodo di silenzio, che fu interrotto da un urlo.
-Riiiiisa, Otaniiiiiii!-
Atsushi corse ad aprire la porta di casa, ed entrò una Nobu sorridente in modo sornione, seguita da un Nakao che trascinava... Sei valigie?
-Sei? Ma io ne avevo solo due!- Esclamai stupita.
Nobu mi lanciò uno sguardo di fuoco.
-Vieni subito con me!- Mi sibilò, per poi prendermi per un braccio.
-Aspetta!- Borbottai. Afferrai la stampella e mi alzai faticosamente in piedi. -Eccomi.- Dissi, sotto lo sguardo perplesso di Otani.


**Otani's pov**

-Ma dove vanno?- Chiese perplesso Nakao, mentre Nobu e Risa si allontanavano.
Feci spallucce.
-In bagno.- Risposi, osservando la sedia dove solo un minuto prima era seduta Koizumi.
-Cosa?-
-Se sono andate da quella parte, sono andate in bagno.- Spiegai, perplesso quanto lui. -Oh beh, le donne. Chi le capisce è bravo.- Dissi, sbuffando.


**Risa's pov**

-Spiegamela questa, ti prego. Avevo detto due valigie.- Sbottai.
-Entra qui!- Mi rimbeccò Nobu, spingendomi con malagrazia verso la porta.
-Che ci facciamo in bagno?- Chiesi perplessa.
-Lo sai che le ragazze vanno sempre in bagno in due.-
-Mi stai dicendo che ti scappa?-
Nobu mi lanciò un'occhiata impenetrabile.
-Non fare la scema.- Mi rimproverò. -Dentro le altre quattro valigie ci ho messo... Delle cose.- Mi lanciò un'occhiata maliziosa.
-Mi sarei stupita se le avessi portate vuote.-
-Non sei divertente.-
-Scusa.-
-Ad ogni modo. Dentro quelle valigie ci ho messo diverse cose.-
-Nobu. Non dirmi che...-
-Esatto. Ho fatto razzia per i negozi. Lingerie, soprattutto. Completini sexy, cara.-
-Perchè?- Gemetti disperata.
-Perchè non puoi stare un mese a casa del tuo ragazzo con i mutandoni della nonna, cara mia.-
-Ho la gamba ingessata, dubito che potrò essere seducente.-
-Ti sottovaluti.-
-Sei tu che mi sopravvaluti.-
Nobu si mise le mani fra i capelli.
-Mettiti i completini e non frignare, chiaro?!-
Prima che potessi ribattere, però, era già uscita dal bagno.
Sospirai; sarebbe stato un lungo mese.



______________________________________________________________________________________________________________________________


**Angolo di Cali-LaRitardataria-chan*

Eccomi, gentucola c:
Lo so che sono in disastroso ritardo. Putroppo però il mio modem è passato a miglior vita, un po' di tempo fa, quindi non ho avuto modo di aggiornare. Ma ora il mio modem nuovo è qui, quindi posso finalmente aggiornare! *-* (Capitan Ovvio, oggi.)
Eccoci, ad ogni modo. Koizumi è uscita dall'ospedale e ora passerà un mese solasola con Otani °o°
Nobu ha già organizzato tutto, come potete ben vedere (?)
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito e, giuro, la prossima volta farò dei ringraziamenti come si deve :3
Ciao a tutti, alla prossima! ^^
Cali-chan :)

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Capitolo 17 - "Ti aspettavo." ***


**Risa's pov**

-No, no, non posso... Che vergogna. Mi rifiuto. Nobu, te la farò pagare, oh, se te la farò pagare...- Borbottavo rossa in viso, lanciando per aria buona parte della biancheria intima - o, come l'aveva definita Nobuko, lingerie - per aria, svuotando quindi da cima a fondo tutte le valigie che la mia amica mi aveva portato. -Che imbarazzo, che imbarazzo...-
-Cosa stai facendo, Koizumi?- Chiese una voce maschile alle mie spalle.
Cacciai un urlo, e la schiena fu percorsa da un brivido.
-Che... Che ci fai tu qui?- Balbettai ancora più rossa, imbarazzata come non mai, puntando gli occhi sgranati su Otani.
-E' casa mia.- Rispose lui con tono ovvio.
-Ah... Ah, si, giusto, ehm...- Incespicai con le parole, mentre intanto Atsushi si chinò a terra a raccogliere qualcosa di non meglio definito.
-Non ricordavo che indossassi queste cose.- Commentò Otani sorridendo malizioso, tenendo con il pollice e l'indice un paio di mutandine. Nere, di pizzo. Un tanga.
-Dammele!- Esclamai raggiungendo il massimo dell'imbarazzo, strappando dalle mani del ragazzo la biancheria incriminata. 
-Non mi sembravi proprio il tipo.- Sghignazzò divertito lui.
-Infatti non son...- Mi morsi la lingua; cosa gli avrei detto, che Nobu mi aveva riempito le valigie di completini sexy con l'intenzione di sedurlo? No di certo. -Sono fatti miei.- Risposi, distogliendo lo sguardo dai suoi occhi. -Devo rimettere a posto questa roba.- Comunicai sinteticamente poi, sbuffando.
-Se vuoi ti aiuto...- Disse Otani con voce strascicata.
Non capii l'allusione fino a quando non trovai il coraggio di guardarlo negli occhi. Era appoggiato allo stipite della porta, con le braccia incrociate, un sorrisino sghembo sulle labbra e un paio d'occhi scuri velati di malizia.
-Pervertito!- Replicai stizzita. -Ora fuori!- Dissi, senza però riuscire a trattenere una risata mentre lo minacciavo agitando in aria la stampella.


**Otani's pov**

-I-insieme?- Balbettò Koizumi, guardandomi ad occhi stranati.
Eravamo in camera da letto. Lei era seduta al bordo di questo, con la gamba ingessata e indosso uno striminzito vestitino color pesca.
-Ehm, hai un'idea migliore?- Commentai sarcastico, appoggiato allo stipite della porta.
-Ti piace stare alla porta, uhm?- Mi chiese di rimando lei, perplessa.
-Un po'.- Sghignazzai divertito.
-Comunque- riprese lei, acquistando una parvenza di serietà -dormire insieme?- 
-Ripeto; hai un'idea migliore?
Una decina di minuti dopo, ero sdraiato sullo stretto divano color crema, con su un lenzuolo.
-Sapevo che avremmo trovato un accordo.- Mi disse sorniona Risa, con un sorrisino sghembo.
-Pft, le donne.- Borbottai. -'notte.- Mugugnai dopo, stringendomi nel lenzuolo.


**Risa's pov**

Forse ero stata crudele con Otani.
"Okay, togliamo il forse.", pensai, rigirandomi nel letto. 
Non ero ancora pronta, però, a quello, mi dicevo. Innanzitutto perchè c'era ancora... "qualcosa" che mi proibiva di essere felice con Otani. Rimpianto? Amarezza? Ero ancora ferita per quella storia con Kanzaki? Forse.
E poi... Mi vergognavo terribilmente del completino che mi ero costretta ad indossare. Anche perchè, se non avessi indossato quello, sarei stata nuda, visto che Nobu non mi aveva portato altra biancheria, fuorchè quella sexy.
"Stupida Nobu." pensai passandomi le mani fra i capelli, senza però pensarlo davvero. 
Afferrai il cellulare, e guardai l'ora; le due di notte.
Perfetto.
Mi rannicchiai nell'angolo sinistro del letto matrimoniale, in preda ai pensieri più bizarri e confusi.
Poi, d'improvviso, dei passi felpati.
Trattenni il respiro, coprendomi fino agli occhi col lenzuolo.
I passi si facevano sempre più vicini, e io venni presa da una paura cieca. Strinsi con forza gli occhi.
Il letto cigolò lievemente e sentii una presenza di fianco a me. 
Sbarrai gli occhi, continuando a vietarmi di respirare.
In quel momento, un braccio alzò il mio e si insinuò sulla mia vita. Mi lasciai sfuggire un sospiro. La presa sulla mia vita si fece un po' più forte. Potevo sentire il respiro di Otani sui miei capelli.
-Dormi?- Mi chiese, soffiandomi nell'orecchio.
Accennai un sorriso e ripresi a respirare normalmente.
-No. Ti aspettavo.- Risposi in un sussurro, lasciandomi stringere dalle braccia di Otani.




______________________________________________________________________________________________________________________________


**Angolo di Cali-RomaticismoNell'Aria-chan**

Gentucola! c:
Hehehe, non sono l'ammmore? *si mette a fangirlare*
Ad ogni modo, a parte scherzi... Lo so che avevo promesso che avrei fatto ringraziamenti come si deve ma, ahimè, vado leggermente di fretta. ^^"
Quiiiindi, vi saluto gente, e vi ringrazio tanto e tutte :3
Un bacio c:
Cali-chan :)

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Capitolo 18 - Unica. ***


**Risa's pov**

-Buongiorno.- disse una voce maschile.
Aprii gli occhi e mi ritrovai davanti Otani, che teneva fra le mani un vassoio. La colazione.
-Buongiorno...- Balbettai stupita. -Come mai cotanta attenzione?- Chiesi, mentre con attanzione posizionavo il vassoio sulle gambe.
-E' che ho paura che se ti alzi in piedi e vai in cucina a prendere qualcosa da mangiare cadi per terra e ti rompi qualcos'altro.- Rispose, sedendosi sul letto.
-Ti preoccupi per me?-
-No, mi preoccupo del cratere che potresti lasciare sul pavimento.-
-Mpft, simpatico.- sbuffai.

In quel momento mi accorsi di un particolare; Otani era a torso nudo.
-
Otani..?-
-Sì?-
-Mettiti una maglietta.-
-Ma fa caldo.-
-Non mi interessa, te la metti e basta.-
Lui si passò una mano fra i capelli.
-E anche dei pantaloni!- Sbraitai, coprendomi la faccia con le mani.
-Quanto sei teatrale.- borbottò lui.
-Quanto sei esibizionista.- ribattei.
-Può darsi.- Atsushi si parò a cinque cm dal mio viso. -Ma ti fa piacere la cosa, ammettilo.-
-Mi farebbe più piacere se ti vestissi, francamente.- Risposi, sebbene con voce tremula.
Lui sghignazzò.
-Ai tuoi ordini, milady.-


**Otani's pov**

Quando tornai da Koizumi vestito, lei era in piedi, il vassoio abbandonato sul letto. 
-Perchè sei in piedi?!- Ringhiai, afferrandola per le spalle e rimettendola seduta sul letto a forza.
-Devo andare al lavoro.- Rispose con fare ovvio.
-Ma sei scema?- Sbraitai nuovamente, posandomi le mani sui fianchi. -Tu non vai da nessuna parte!-
-Ma non sto male!- ribattè lei, mettendo su un cipiglio adorabile.
-No, ma hai una gamba rotta. Intralceresti e basta. Chiama al lavoro e dì che non puoi.- 
-Non puoi obbligarmi!- Disse lei sbuffando.
-Oh, sì che posso.- Sorrisi sghembo, afferrandole i polsi.
Risa si sbilanciò e finì con la schiena sul materasso, e io la seguii a ruota.
-Sei... Pesante.- Borbottò lei, rossa in viso.
-E tu sei imbarazzata.- Sussurrai sghignazzando.
-E non ridere.- Sbuffò lei, abbassando lo sguardo. -Sono imbarazzata perchè mi stai appiccicato.-
-Perchè, ti dispiace?-


**Risa's pov**

Arrossii ancora di più.
-Non vedo... Cosa c'entri ora...- Balbettai.
-Koizumi... Scusami.
Dopo queste parole, Otani annullò la distanza fra noi. Risposi al bacio, intrecciando le mani intorno al suo collo. Ci staccammo dopo un tempo che mi parve infinitamente lungo.
-Scusarti per cosa?- Chiesi perplessa, inarcando un sopracciglio.
-Lo sai.- mi rispose lui, tenendo lo sguardo basso.
Nella mente mi attraversò l'immagine di Kanzaki. La scacciai scuotendo la testa con forza.
Tirai su il volto di Otani con una mano.
-Te l'ho detto, è passato.-
-Sei davvero unica, Koizumi.-



______________________________________________________________________________________________________________________________


**Angolo di Cali-chan**

Boh, vado di fretta (?)
Un bacio a tutti, e buon pranzo! u.u (?)


Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Capitolo 19 - La Svolta (parte 1). ***


**Otani's pov**

-Scacco matto.- Esultò Koizumi, sfoderando un sorrisino.
-Oh, no!- Mi lamentai, passandomi entrambe le mani fra i capelli.
-Oh, sì. Ho vinto io.- Gongolò Risa, continuando a tener su in modo ostinato un sorriso a trentadue denti.
-Ti ho solo lasciata vincere.- Dissi io, mentendo spudoratamente.
-Sì, certo, certo, come no. Ammettilo, sono la migliore.- Ribattè sicura lei, posando il mento sul dorso della mano sinistra.
-La migliore a rompere le scatole? Oh, sicuramente.- Ghignai di rimando.
Lei si esibì in una smorfia che mi fece sfuggire un "Che brutta faccia!". Koizumi mi fulminò con lo sguardo.
-Voglio uscire.- Disse poi, a bassa voce.
-Come, scusa?- Balbettai, preso contropiede.
-Ho detto che voglio uscire.- Ripetè nuovamente, alzando la voce.
-No.- Risposi. Anche se in fondo la capivo; anche io sarei impazzito a restare per giorni chiuso dentro casa.
-Perchè?- 
Ero perfettamente consapevole di essere arrossito.
-P-perchè... Potresti c-cadere o... Farti male e...- balbettai in evidente imbarazzo.
-Aww, ma ti preoccupi per me!- Esultò Koizumi, facendo un paio d'occhi a cuoricino.
Arrossii ancora di più e mi nascosi il volto con la frangia.
-Quanto sei tenero, Acchan!- Gongolò Koizumi, esibendosi in una risatina stridula.
-Sì, certo, ora finiscila, è imbarazzante!- Protestai debolmente.
Koizumi scoppiò a ridere, e dopo qualche momento, mi ritrovai a ridere con lei.


**Risa's pov**

-Questo film non mi piace.- Dissi sbuffando piano, agitandomi sul divano dalle tonalità chiare e lanciando uno sguardo alla finestra, guardando di sfuggita il tramonto.
-Come? A me non dispiace.- Ribattè Otani prontamente, lanciandomi un'occhiata di sbieco.
-L'horror non è decisamente il mio genere.- Mugugnai, mentre con nonchalance afferrai un cuscino e mi ci coprii gli occhi.
-Non dirmi che hai paura!- Esclamò lui, ridendo.
-Io? Ma ti pare?- Risposi con voce tremula da sotto il cuscino.
-Beh, a giudicare da come ti comporti, sì.-
-Ti sbagli.-
-Allora togli il cuscino.-
"Fregata.", pensai mordendomi il labbro. Ma pur di non darla vinta al nanerottolo, tolsi il cuscino da davanti gli occhi.
-Contento?- Sbuffai sonoramente.
-Decisamente, la tua faccia è decisamente più carina del cuscino.-
-C-che cosa?- Balbettai presa contropiede.
Otani non rispose; si allungò verso di me e mi soffiò un bacio sulle labbra. Poi si ritirò e voltò nuovamente lo sguardo alla televisione.
Io rimasi ad occhi sgranati e con una vaga sensazione di deja-vù.
-Atsushi...?- Chiamai, con una voce dolce che stupì anche me.
Otani si voltò e stavolta fui io ad avvicinarmi e baciarlo. Lui, preso evidentemente alla sprovvista, si riprese subito, approfondendo il bacio e passandomi una mano fra i capelli. Da parte mia, io lo tirai per un lembo della camicia, per avvicinarlo di più a me.
-Risa...- Sussurrò lui tra un bacio e l'altro. Io sorrisi sulle sue labbra e lo baciai nuovamente.
In quel momento, qualcuno bussò alla porta.


**Otani's pov**

Koizumi si allontanò all'improvviso, e mi ritrovai a boccheggiare.
-Ma porc... Vai ad aprire.- Disse, tenendo lo sguardo basso.
Imprecando mentalmente, mi alzai in modo quasi meccanico in piedi ed andai ad aprire la porta.
-Salve Otani, disturbiamo?-
Prima che riuscissi a dire qualcosa, Nobu, Nakao, Chiharu, Suzuki e persino Seiko entrarono dentro casa mia.
-Ma cosa...- Balbettai sconvolto.
Risa apparve tenendo saldamente le sue stampelle.
-Ragazzi!- Gridò fracassandomi il timpano, genuinamente sorpresa.
-Guarda che qui nessuno è sordo.- Borbottai.
-Non mi provocare, nanerottolo.- Ribattè lei, lanciandomi una strana occhiata.
-Come mi hai chiamato, tu?!- Esclamai.
-Mi stupisco come ancora non vi siate scannati vivi, sicneramente.- Commentò asciutto Nakao.
-Probabilmente non è ancora successo perchè fanno altre cose.- Sghignazzò maliziosamente Nobuko, guardando Koizumi, che arrossì.
-Nobu!- Boccheggiò appunto Risa, stringendo i pugni in imbarazzo.
Lei la ignorò e Seiko scoppiò a ridere.
-Se non foste arrivati ora, forse "qualcosa" avremmo potuto farla.- Borbottai fra me e me.
-Che hai detto, Otani?- Chiese Nobu, boccheggiando.
-Niente.- Risposi, lanciando un'occhiata complice a Koizumi, che sorrise imbarazzata.




______________________________________________________________________________________________________________________________


**Angolo di Cali-SonoTornata-Chan.**

Eccomi gente! :3
Lo so, sono in ritardo. Non uccidetemi, please! ç_ç
Aw, so che questo capitolo è corto, ma il prossimo ne succederanno delle belle u.u
Ciao a tutti, alla prossima ^^






Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Capitolo 20 - La Svolta (parte 2). ***


**Otani's pov**

-Allora, come vanno le cose?- Chiese Nobu, sedendosi sul divano dove, qualche minuto prima, eravamo seduti io e Koizumi.
-Q-quali cose?- Ripetè perplessa Risa, seguendola a ruota sul divano.
-Beh, sai, come passi le giornate?- Chiese Nakao, sedendosi vicino alla bionda.
-Insomma, ti fa male la gamba?- Domandò timidamente Chiharu, sedendosi vicino a Koizumi.
-Tra quanto dovrai togliere il gesso?- Commentò Suzuki, mettendosi vicino alla fidanzata.
-E' scomodo camminare con la gamba intrappolata lì?- Seiko indicò il gesso di Risa, e poi si sedette accanto a Suzuki.
-Lasciatela respirare, dai!- Intervenni io. -E fatemi spazio sul divano, è casa mia!-
Gli altri mi ignorarono palesemente e continuarono a chiacchierare.
-Ragazzi?- Dissi perplesso.
-Otani, ci porteresti un po' di aranciata? Grazie.- Mi rispose Nobuko, continuando a parlottare fissa con Koizumi, che scoppiò in una risatina.
-Ma per chi mi avete preso, uno schiavo?!-
Nobu sollevò lo sguardo di fuoco.
-Sei o non sei il padrone di casa?- Mi domandò. Poi, senza aspettare una risposta, preseguì. -Allora comportati da tale. Portaci l'aranciata.-
Sbuffai, alquanto contrariato, e con un grugnito mi recai in cucina.


**Risa's pov**

Appena Otani si allontanò, Nobu mi afferrò un braccio.
-Allora?- Mi sibilò contro.
-Allora che?- Ripetei stupita da quel cambio improvviso di tono.
-Come "Allora che?"?! Mi chiedo che fine abbia fatto il tuo cervello, Risa!- Mi rimproverò la bionda. -Dicevo. Allora? Li hai usati i completini?-
Diventai rossa come non mai, sotto gli sguardi di tutti, che mi osservavano sornioni.
-Ehm...- Boccheggiai, in imbarazzo. -Direi... Di non aver avuto molta scelta...- Balbettai.
-Quali completini?- Chiese Seiko, con gli occhi luccicanti.
-Oh, ce ne sono un paio carinissimi!- Esclamò Nobu, con gli occhi a cuoricino.
-Ooh! Davvero?- Supplicò Seiko.
-Oh, sì, ce n'è uno nero, pieno di...- Nobu fu interrotta da Nakao.
-Ehm, io... Vado a dare una mano ad Otani!- Con queste parole il moro saltò in piedi.
-Aspettami, vengo con te!- Esclamò Suzuki, afferrando la camicia del moro.
E i due ragazzi si defilarono, mentre si sentiva un chiacchiericcio.
-Quanto vorrei vederli!- Esclamò entusiasta Seiko.
Nobu, per tutta risposta, balzò in piedi.
-Allora andiamo!- Con queste parole afferrò la mano della bionda. -Oh, Chiharu! Vieni anche tu, non li hai visti!- 
-Veramente io...- Provò a ribattere la mora.
-Oh, su, poche storie!- 
Nobu afferrò anche la mano della stupefatta Chiharu, e trascinò entrambe le ragazze nella camera da letto.
Scossi il capo, rassegnata.


**Otani's pov**

-Come vanno le cose con Koizumi?-
La voce di Nakao mi fece sobbalzare, e finii per dare una testata al frigorifero, dove mi ero infilato per cercare l'aranciata.
-Cosa cazz...- Imprecai. -Nakao!- Esclamai, voltandomi verso il moro. -Oh, ci sei anche tu, Suzuki.- proseguii. -Non trovo la fottuta aranciata da nessuna parte, Nobu dovrà farne a meno.- Terminai.
-Otani, non ignorare la domanda. Come va con Koizumi?-
Arrossii, ripensando anche a qualche minuto prima, quando stavo amoreggiando con Koizumi sul divano.
-B-beh... Come vuoi che vada?- Risposi, evasivo.
-Sai, Otani, ormai sono due settimane che vivete sotto lo stesso tetto, e, ecco, mi chiedevo se...- Nakao mi lanciò un'occhiata maliziosa.
-Cosa? No! Non me ne approfitto solo perchè ora lei è malata!-
-Malata?- Ripetè Suzuki, perplesso.
-Cioè, ha una gamba rotta.- Ritrattai, pensieroso.
-Non mi sembra una malattia, Otani.- Commentò Nakao. -E le gambe non servono granchè per...-
-Nakao! Ma dimmi, prendi lezioni di malizia da Nobu?- Esclamai irritato.
I miei due amici scoppiarono a ridere.
-Ma Otani, sarebbe una cosa normale se...-
-Lo so, lo so. Ma ancora niente, ok? Ok.- Borbottai, risentito.
Lanciai uno sguardo distratto allo scaffale in alto a destra.
-Oh, ecco l'aranciata!- Commentai, avvicinandomi allo scaffale per prenderla.
"Ugh, quanto accidenti è alto questo scaffale!" Borbottai, sbracciandomi.
Scocciato come non mai, mi voltai verso i miei amici.
-Uno di voi due spilungoni mi prenderebbe quella maledettissima aranciata?!-


**Risa's pov**

Tornarono Otani e gli altri, il primo con un vassoio in mano, su cui v'era la bottiglia di aranciata e dei bicchieri.
-Ma che fine avevate fatto, vi eravate persi?- Li canzonai divertita.
Suzuki e Nakao si scambiarono un'occhiata con un sorrisino mesto sulle labbra.
-Veramente il signor Otani- Disse Nakao, mentre Suzuki indicava il diretto interessato -Non riusciva a prendere l'aranciata.- Suzuki mise una mano sul capo di Otani. -Troppo basso.- Concluse Nakao, sghignazzando.
Scoppiai a ridere, mentre intanto Otani grugnì qualcosa infastidito.
-Piuttosto- Riprese Nakao -Che fine hanno fatto Nobu e le altre?-
-Oh, sono andate...- Mi morsi il labbro. Sarebbe stato imbarazzante dire a tre ragazzi che le mie amiche erano andate a guardare i miei completini sexy.
-Beh?- Mi incitò Nakao.
-Ooooh, l'aranciata!- Esultò Nobu, affacciata dalla camera da letto, e precipitandosi poi da Otani per prendere un bicchiere.
-Dov'eravate?- Chiese Suzuki alla fidanzata, che arrossì oltre i livelli storici.
Seiko rise, divertita.
-Ebbene, noi eravamo...- Interruppi la bionda, paurosa del fatto che lei svelasse la faccenda dei completini.
-Oh, ma tu guarda quant'è tardi!- Esclamai, girando il polso per guardare l'orologio, e versando così l'aranciata contenuta nel bicchiere che stavo tenendo in mano. -E' proprio ora di andare, sì sì.- Dissi affannata.
-Risa, stai bene?- Mi chiese Nobu interrogativa.
-Sì Nobu, benissimo! Ma sai, mi son svegliata presto e...-
-Ma se ti sei svegliata a mezzogiorno.- Commentò asciutto Otani perplesso.
Lanciai un'occhiata di fuoco a quest'ultimo.
-Oh, su, non essere ridicolo!- Mi difesi. -Comunque, ragazzi, è davvero, davvero tardi!-
Zompettando, spinsi, complice la mia fedele stampella, spinsi tutti fuori.
-Ma Risa...- Balbettò Nobu stupefatta.
-E' stato un piacere vedervi gente, alla prossima!- Con queste parole, chiusi loro la porta in faccia.
Sospirai di sollievo.
*Dlin-dlon*
"Alla porta? Ma..."
Pensai perplessa.
Aprii la porta di casa e mi ritrovai davanti Otani.
-Mi spieghi che cazzo stai facendo?!- Mi urlò contro, entrando in casa.
Chiusi la porta sollevata.
-Oh, niente, sono solo stanca...- Dissi, sedendomi a peso morto sul divano.
-Hai anche sporcato tutto il tappeto di aranciata.- 
-Colpevole, mi arrendo.- Sospirai, chiudendo gli occhi.
Li riaprii pochi istanti dopo, e mi trovai davanti Atsushi, seduto accanto a me, che mi guardava pensieroso, a un palmo di distanza dalla mia faccia.
-Che c'è? Ho qualcosa sulla faccia? Un brufolo? O magari qualcosa fra i denti? Forse sono i capelli? Sono spettinati? O...-
-Koizumi?-
-Sì?-
-Puoi stare zitta un momento?-
Aprii la bocca per ribattere e mi ritrovai le labbra di Otani sulle mie. Mi staccai, mormorando un "Dov'è che eravamo?", per poi far nuovamente incontrare le nostre bocche. Gli strattonai la camicia bianca, e lui in risposta mi morse il labbro. Sfiorai distrattamente con i suoi capelli, mentre sentivo Otani  giocherellare col biordo della mia maglietta. Mi staccai.
-Non credi che... Staremmo più comodi di là?- Sussurrai, indicando col capo la camera da letto.
Lui sorrise.
-Ai tuoi ordini, capo.-



________________________________________________________________________________________________________________

**Angolo di Cali-OggiSonoRomantica-chan**

'sera Popolo! :3
Allora, come vedete, i "cari amici" di Risa e Otani non si fanno i fatti loro, ma.. Eh eh, credo si capisca -spero- cosa succeda alla fine u.ù
Non chiedetemi di spiegarvelo (?) perchè trovo imbarazzante scrivere 'ste cose ç_ç
Detto questo (?), vi saluto gentucola :3
Ciaociao c:
Cali-chan :)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Capitolo 21 - Proposta sconvolgente. ***


**Risa's pov**

Erano passati tre mesi da quella sera. Mi ero finalmente liberata di quello scomodo ed oltremodo ingombrante gesso alla gamba, e gioivo della mia ritrovata libertà.
Quella sera ero al lavoro, sbrigando le solite faccende per il "capo". Solo il Cielo sapeva quanto odiavo quella donna. Alta un paio di centimetri più di me, con dei lunghi e boccolosi capelli neri, e un paio d'occhi verdi. Una bella donna, senza dubbio. Ma -Dio!-, se la odiavo.
Mentre portavo dei documenti alla segretaria del primo piano, mentre io mi trovavo al terzo, mi arrivò un messaggio.
Era Otani.

"A che ora stacchi?"

Sorrisi.
Da quando mi ero tolta il gesso, non ero tornata a casa, contrariamente a quanto si era precedentemente deciso, ma ero rimasta a casa di Otani.
 
-Finalmente, libera da quell'aggeggio!-
-Sì, Koizumi, ma non affaticarti...-
-Oh, avanti, Otani, sii felice per me!-
-Io sono felice per te, ma non vorrei ti rompessi qualcos'altro.-
-Cos'è, vuoi farmi da balia?-
-Perchè no?-
E dopo quella discussione, senza che lui me lo chiedesse, o io che lo accettassi, ero rimasta da lui.
Sorrisi, e risposi un "Tra mezz'ora" all'indirizzo di Otani.
Ero felice, finalmente, dopo tanto tempo.


**Otani's pov**

Era tutto pronto.
Le rose al centro del tavolo, le candele profumate, e...
-Otani, ci sei? Non è che devo fare tutto io!- Sbottò una voce femminile alle mie spalle.
-Giusto Nobu, scusa.- Risposi.
-Mi chiedo perchè mi sono lasciata convolgere in questa cosa.- Borbottò la bionda, scuotendo la testa.
-Perchè vuoi bene a Koizumi...?- Accennai.
-Sarebbe anche l'ora che tu iniziassi a chiamarla Risa, Otani. Non è tanto difficile.- Sbottò lei.
Io arrossii appena.
-Piuttosto- disse lei, ignorando il mio imbarazzo. -L'hai scelto?-
-Sì Nobu, l'ho scelto.-
-Posso dargli un'occhiata?-
Tirai fuori dalla tasca una scatolina blu notte.


**Risa's pov**

-Arrivederci, a domani!- Gridai ai miei colleghi, che mi lanciarono un'occhiata stizzita.
La ignorai bellamente e mi precipitai fuori l'edificio.
Camminavo per le strade della città canticchiando una canzoncina stupida, mentre vedevo tutto rosa, col naso all'insù, letteralmente al settimo cielo.
Così distratta, non mi accorsi di finire addosso ad una figura femminile, che invece era a capo chino.
-Oh, scusa, non l'avevo...- La voce si spezzò improvvisamente, perdendosi in un rantolo.
La ragazza dai capelli neri alzò lo sguardo, mostrando un paio d'occhi chiari.
-K-koizumi...- Balbettò lei.
-Kanzaki.- La mia voce era fredda; il mio buonumore era sparito.
-Vorrei parlarti.- La voce di lei era bassa, quasi impaurita.
-Oh, davvero?- Sbottai.
-Sì.-
Tacqui.
-Cosa vuoi?- Chiesi, col tono della voce apparentemente freddo, ma nella mente vorticavano solo le parole "Otani, Kanzaki, tradimento."
-Chiederti scusa...- Farfugliò lei, col tono di voce di chi è prossimo alle lacrime.
-E' un po' tardi per quello, non credi?- Ringhiai, per nulla impietosita dalle lacrime -da coccodrillo- di quell'arpia. -Ora, se vuoi scusarmi...- 
La freddezza era un'arma potente, avevo potuto constatare.
La superai decisa ad andarmene, quando lei mi afferrò per una manica.
-Io... Ho sbagliato, lo so, non ci sono giustificazioni per quello che ho fatto. Io... Non mi intrometterò più, stai tranquilla. E... Siate felici. Ve lo meritate.-
Strattonai il braccio e mi liberai dalla presa di Mayu.
-Lieta di avere la tua benedizione.- La sbeffeggiai. -Ora, se vuoi scusarmi, Atsushi mi sta aspettando.- Dissi, marcando bene le ultime parole.
-Oh, certo, scusami. Allora... Ciao.-
Le diedi le spalle e me ne andai, senza degnarla di un saluto.


**Otani's pov**

-Sono tornata.-
La voce di Koizumi era fredda come un cubo di ghiaccio.
-Successo qualcosa?- Le chiesi, sperando che non avesse incontrato Nobu che usciva di casa mentre lei rientrava.
-Mmh.- Fu la risposta di Risa, appendendo il cappotto all'attaccapanni.
Arrivò in salotto, dove io e Nobuko avevamo apparecchiato per l'occasione per me e Koizumi, e spalancò la bocca.
-Mi... Sono dimenticata qualcosa? E' un qualche anniversario del quale non rammento l'esistenza?- Balbettò stupita.
La tavola era apparecchiata per due, la tovaglia immacolata, sul quale era poggiato un vaso trasparente di rose rosse e delle candele profumate.
-Ma quanto sei scema.- Borbottai, quasi seccato.
-Sei tu che di punto in bianco fai questo genere di cose e...- Koizumi si perse nei suoi discorsi senza senso, finchè non la trascinai letteralmente al suo posto.
-Oh, com'è carino, qui.- Commentò Risa piuttosto stupidamente, guardandosi intorno come spaesata.
-Ehm, Koizumi, tu qui ci abiti.-
-Lo so, razza di scemo.- Mi rimbeccò lei. -Ma non avevo mai visto il lato romantico della cosa.-
-Stai dicendo che non trovi romantico vivere insieme?-
-No, non ho detto questo. Non mettermi in bocca parole che non ho detto, Tappo!-
-Veramente l'unica cosa che vorrei metterti in bocca è il cibo che sta nel tuo piatto, Gigantessa.-
Koizumi arrossì all'inverosimile.
-La prima parte della frase era quantomai equivoca.- Commentò mestamente, portandosi del cibo alla bocca.
-Ma cosa... Oh, ma sei una pervertita!- Esclamai sconvolto.
-E' colpa tua che mi hai traviato!- Ribattè lei.
-Io? Sei tu che hai trovato il doppiosenso!- Controbbattei, indicandola.
-Ma appena l'ho accennato l'hai capito anche tu!- Annuì lei.
-Questa conversazione non ha senso.- Esclamai sbuffando.
Non era questo quello a cui aspiravo quando avevo pensato ad una "Serata romantica".
-Koizumi?-
-Uhm?-
-Tu uccidi il mio lato romantico.- Dichiarai stizzito.
-Tu hai un lato... Romantico?- Ripetè lei sghignazzando.
-No, Koizumi, guarda, ho agghindato in questo modo la casa, ho messo tutte queste rose rosse sul tavolo, ho messo queste candele dall'odore nauseabondo e passato tutto il pomeriggio a raccapezzarmi su che prepararti così, perchè mi andava.- Esclamai, ormai furioso.
-Visto il cervello bacato che ti ritrovi, potrebbe anche darsi!- Replicò lei, lanciandomi uno sguardo enigmatico.
-Mi dici che ti succede stasera, Risa?-


**Risa's pov**

Ecco. Quella era la domanda alla quale non volevo assolutamente rispondere.
Scrollai le spalle con non-chalance e presi il bicchiere per riempirlo di vino. Poi, ricordandomi quanta scarsa fosse la mia resistenza all'alcol, lo rimisi al posto.
-Sei davvero impossibile, Koizumi.- Borbottò Otani fra sè e sè, iniziando a trangugiare cibo.
-Ho incontrato Kanzaki.-
Il boccone doveva essere andato di traverso ad Atsushi, perchè diventò tutto rosso in viso ed a tossire in modo esagerato.
Mi alzai e gli diedi delle piccole botte sulla schiena.
-Ah...- Balbettò lui, piusttosto incerto su cosa dire, appena riuscì a riprendere fiato.
Nessuno dei due disse più nulla, mangiando ciò che avevamo nel piatto.
Da parte mia, lanciavo delle occhiate ad Otani, che pareva concentrato in chissà quali pensieri.
Solo dopo aver avuto il piatto vuoto, Atsushi fece un verso.
Lo osservai interrogativa.
-Cavolo, e meno male che questa sera volevo farti una sorpresa...- Esclamò. Sembrava teso.
-Cosa...?- Balbettai perplessa.
Otani si sporse verso di me, facendo cadere il bicchiere d'acqua.
-Oh, dannazione.- Ringhiò, ridendo come un cretino, tirando su il bicchiere, mentre un'alone d'acqua ormai si espandeva per tutta la tovaglia bianca.
-Otani, cos'hai? Mi sembri ubriaco.- 
-Cosa? Io? Sono perfettamente sobrio, eheh.
Quello lo sapevo, non aveva neanche toccato il vino che era in tavola.
-Non è che in realtà l'acqua è grappa? Questo spiegherebbe perchè sei così strano, stasera.-
-Oddio, che schifo di serata...-Borbottò, quasi afflosciandosi di colpo.
-Mi spieghi cos'è questa "sorpresa"?- Chiesi, sperando di iniziare a capirci qualcosa.
Lui sollevò lo sguardo su di me, con gli occhi che improvvisamente luccicavano.
-Risa!- Esclamò con aria melodrammatica.
-Otani, mi sembri Haruka.- Sentenziai.
-Cosa? Perchè mettere in mezzo quell'idiota in un momento come questo?-
-Perchè? Che momento sarebbe questo?- Domandai, assottigliando gli occhi. Stava succedendo qualcosa di strano.
Otani si alzò dalla sedia e si mise davanti a me, in ginocchio.
-Otani, dimmi che è uno scherzo...- Balbettai allucinata.
Lui mi lanciò uno sguardo indecifrabile.
-Ti sembra uno scherzo?- Sbuffò contrariato.
-Visto che ti inginocchi davanti a me, come se volessi sembrare più basso di quel che già sei...- Commentai.
-Ti spiace far silenzio?!- Quasi urlò.
Ero sinceramente spaventata dallo strano comportamento di Atsushi.
Lui si frugò nella tasca.
"Oddio, è una pistola. Vuole farmi fuori!" pensai febbrilmente.
Ma Otani tirò fuori una scatolina blu notte.
-Risa...- Cominciò, quasi incerto.
-Da quando mi chiami per nome?- Domandai sottovoce.
-Sh, non sindacare.- Mi rimbeccò lui, scuotendo affranto la testa.
-Oh, invece sì che lo faccio.- Replicai inarcando un sopracciglio.
-Non mi sembra il momento, Koizumi.- Otani sembrava esasperato, e io mi stavo quasi divertendo.
-Oh, ora passi nuovamente al cognome?- Dissi sogghignando.
-Ma ti stai zitta un momento?!- Sembrava sul punto di implodere.
-No, voglio sapere perchè ti stai comportando come se...- Neanche stesse per chiedermi di sposarmi!
-Sposami.-
...
Come?



________________________________________________________________________________________________________________


**Angolo di Cali-chan**

Allora, vediamo.
Risa si è tolta il gesso, sì. Incontra Kanzaki, esattamente. Dulcis in fundo, Otani le organizza una serata romantica, ma Risa -dimostrando di essere un'idiota al pari di Otani (ma su, lo sappiamo che sono due adorabili dementi :3)-, sconvolta dall'incontro di Kanzaki, non afferra il "romanticismo" che è nell'aria, mandando il povero Otani in tilt, e se ne esce con una proposta di matrimonio alquanto.. Ehm °-°
Poverini, li ho completamente stravolti òwò Visto che avevo paura che voi care lettrici non ci stesse più capendo una cippa (è l'ispirazione che va alla ca*biiiiip* di cane), vi ho fatto un riassunto, eh °-°
No, lo so, oggi non sto connettendo col cervello.
Sto passando quella fase di depressione-rabbia repressa-tristezza profonda-voglio morire-spacchiamo tutto. E senza ragione. Sono gli ormoni. Maledetta adolescenza.
Non ci avete capito niente? Manco io.
Ok, mi dileguo ç_ç 
*scompare in una nuvola di fumo (?)*
Cali-chan.
Ps: Deprimetevi con me, guardando questo video.
 http://www.youtube.com/watch?v=kBsSP-7-678 (riguarda Lovely Complex eh u.ù quando l'ho visto la prima volta mi sono commossa ç_ç)

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Capitolo 22 - "Non ti lascio". ***


-Sposami.-
...
Come?
**Otani's pov**

Koizumi mi osservò con sguardo perso, la bocca mezza aperta e la braccia abbandonate lungo i fianchi.
-I-io... Ehm, io...- Balbettò. -Io non... Cioè, ecco, io...- Incespicava nelle sue stesse parole, sembrava quasi indecisa.
Indecisa. E se non volesse sposarmi?
Quel pensiero mi colpì come un pugno sul naso.
Senza dire una parola mi infilai la scatolina blu notte, che avevo tirato fuori pochi minuti, prima nella tasca. Mi alzai in piedi, lo sguardo basso.
-Ok, ho capito.- Dissi debolmente.
-Cosa? Aspetta, Otani, io non...-
-Non c'è bisogno che tu dica altro, è tutto perfettamente chiaro.- Sibilai, dando le spalle a Koizumi.
-Ma... Cosa? Otani, lasciami spiega...-
Alzai una mano.
-No, non voglio sentire niente.-
Con queste parole uscii verso di casa, mentre dietro di me sentivo la voce di Koizumi chiamarmi.
Ma non mi sarei voltato.


**Risa's pov**

Mi aveva lasciata sola. Senza aspettarsi una risposta.
Rimasi, come un trance, a guardare la porta dove era uscito di casa.
-Otani...- Balbettai, incerta. -Ma perchè se n'è andato...- Farfugliai, mentre sentivo gli occhi cominciare a bruciare.

In quel momento fatidico, mi squillò il cellulare.
Lo afferrai, accorgendomi che mi tremavano entrambe le mani, e risposi senza guardare chi mi stesse chiamando.
-P-pronto?- biascicai con voce nasale.
-Risa!- Era Nobu -Come è andata? Otani ti ha detto qualcosa?-
-I-io...- Le lacrime stavano combattendo per uscire. 
-Risa?-
-S-Se n'è andato...- Balbettai, mentre ormai una lacrima era scesa sulla guancia.
-Come? Ma è idiota o cosa?!- Tuonò la voce di Nobu, con un tono talmente squillante ed elevato che dovetti allontanare l'apparecchio dell'orecchio sinistro. -Tu cosa gli hai detto?-
-V-veramente io...- Iniziai, incerta; mi ero accorta solo in quel momento che Nobu sapeva.
 -Non l'avrai mica rifiutato!- Ringhiò la voce della bionda.
-Non gli... Non gli ho risposto, in verità...- Dissi, mordendomi il labbro; ero stata bloccata dal pensiero di Kanzaki. Quando Otani mi aveva fatto la proposta, nella mia mente erano apparsi loro due, Atsushi e Mayu, insieme. Mi aveva fatto male. Mi aveva atterrato, il pensiero di loro due insieme. Anche se era passato.
-Oh, cavolo! Risa, ma dove sei con la testa? Gli uomini sono molto sensibili sull'argomento, come minimo avrà pensato che non lo vuoi sposare! Ed è ovvio che lo vuoi!- Esclamò Nobu -Quando vi siete lasciati cinque anni fa, hai rischiato la depressione! Da quando siete tornati insieme sei tornata quella di un tempo. Risa, non vorrei dirtelo ma... Senza di Otani, tu non sei più tu.-
-Lo so...-
-Allora... Vai da lui! Riprenditelo!-
-I-io... Sì!- Attaccai il telefono, senza neanche salutare Nobu, o aspettare cos'altro mi dovesse dire.
Afferrai la borsa, e uscii di corsa come una matta.
-Otani!- Chiamai, urlando, mentre le lacrime ormai mi solcavano il viso. -Otani!-


**Otani's pov**

Camminavo per le strade della città, senza sapere dove andare, cosa fare. Avevo le mani in tasca, e la destra stringeva convulsamente la scatola con l'anello di Koizumi.
L'anello che avrebbe dovuto accettare Koizumi.
Mi uscì una risata amara. 
Quella donna mi aveva stregato, dannazione.
Mi squillò il cellulare; era proprio Risa. Guardai il cellulare per un tempo che mi parve infinitamente lungo. Alla fine decisi di far partire la segreteria telefonica.
Avevo bisogno di pensare. Da solo.


*
*Risa's pov**

La segreteria telefonica.
L'avevo sempre odiata. Da piccola mi divertivo a digitare numeri a casaccio, e quando partiva la segreteria ricordo che ne ero terrorizzata; lasciavo puntualmente cadere il telefono a terra e mi rifiugiavo nel bagno piagnucolando impaurita.
No, aspetta, in quel momento che c'entrava?!
Scossi la testa con forza e chiusi la chiamata lasciata aperta, all'indirizzo di Otani.
"Otani... Dove diavolo sei?", pensai febbrilmente, mentre correvo per le strade della città, chiamando a gran voce il suo nome.
Ma era sabato sera, e proprio quella sera sembrava che la città fosse più piena e viva che mai.
Non lo troverò mai...
Quel pensiero mi mozzò il respiro, e le lacrime ripresero ad uscire.
-Otani...- Farfugliai. Non avevo più la forza di correre.
Mi accasciai al suolo, piangendo rumorosamente.
Ma no, non dovevo arrendermi.
Mi alzai in piedi, a fatica.
-Otani, dove sei?!-
In quel momento ebbi un flash; "Ma certo!", pensai, mentre riprendevo a correre. "Il Life!".


**Otani's pov**

-Dannazione.- Sbottai sottovoce, lasciandomi cadere su una panchina, nei pressi della discoteca. Proprio quella nella quale avevo incontrato Risa, dopo cinque anni. Il Life. -Avrei davvero bisogno di qualcosa di forte.- Sospirai, scuotendo la testa.
Subito sentii la voce di Koizumi, nella mia mente, che mi diceva "Ma no, Otani, guarda che è successo l'ultima volta che ti sei ubriacato!", e ovviamente a quel punto sarebbe scoppiata a ridere.
"Cavolo, sono davvero innamorato." Pensai, passandomi una mano fra i capelli.

-Otani! Otani!- Urlò una voce femminile. -Otani!-
Ma quella... Era la voce di Risa!
"Ma non è possibile, lei..."
Mi voltai in direzione di dove avevo sentito la voce. La sua voce.
-Ko-koizumi...- Balbettai, mentre la vedevo correre verso di me.
Aveva il fiatone, gli occhi lucidi, i capelli più disordinati del solito.
-Ot-Otani, finalmente ti ho trovato...- Farfugliò, quasi buttandosi tra le mie braccia.
-Koizumi...- Balbettai stupito. -C'è... C'è una panchina intera, potresti farmi respirare?- Chiesi e mezza voce.
Lei sollevò lo sguardo e mi lanciò una lunga occhiata.
-No.- disse infine. -Io non ti lascio, Atsushi. Io non ti lascio.-
Le sorrisi.
-Non c'è bisogno comunque di stringermi così. Non ti lascio neanche io, Risa.-
Lei fece un lungo sospiro.
-Sposami.- Soffiò, mentre le tremava il labbro.
Esplosi in una risata di liberazione, finalmente libero di tutta la tensione accumulata.
-Non vedo l'ora.- Risposi, prima di incrociare le sue labbra. -Come hai fatto a trovarmi?- Le chiesi, staccandomi dalla sua bocca.
-Non... Non lo so. Ho sentito che eri qui. Semplicemente.- Rispose, respirando profondamente.
-Semplicemente? Non lo trovo semplice.- Obiettai, inarcando un sopracciglio.
-No, in effetti no.- Koizumi ridacchiò, accoccolandosi tra le mie braccia.
-Risa... Ti amo.-
-Anche io, Acchan.-
-Aspetta, com'è che mi hai chiamato?!- Esclamai.
Lei scoppiò a ridere.
"Quanto sono felice.", pensai, prima di baciarla nuovamente.





________________________________________________________________________________________________________________________________

**Angolo di Cali-chan**

Bene, gente, rieccomi, con l'ultimo capitolo.
Cioè, non esattamente l'ultimo capitolo. 
Poi, infatti, farò due epiloghi, come i prologhi. Uno dalla vista di Koizumi, l'altro dal punto di vista di Otani u.ù
Ora, tralasciamo (?); questo capitolo... Mi fa alquanto pietà. Sinceramente.
Ho passato gli ultimi giorni a torturarmi su cosa scrivere. Non perchè non ce l'avessi in mente, ma perchè non riuscivo a metterlo per iscritto. 
Anche se in effetti continua a non farmi impazzire, questo è il meglio che son riuscita a fare ç_ç
Comunque, ringrazio voi tutti che mi sostenete e che mi recensite :3
Ok, dopo questa (?), mi dileguo òwò
Cali-chan *fugge orripilata dall'ultimo capitolo disastroso che ha scritto*

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Epilogo - Atsushi Otani. ***


-Ehi.. Sveglia!-
Koizumi mi spinge verso il bordo del letto ridendo.
-Ma che diavolo vuoi...- borbotto sbadigliando.
-Che ti alzi dal letto.- Risponde lei, sorridendo. -E che tu mi vada a preparare la colazione.-
 Sono Atsushi  Otani e ho 26 anni.
Insegno  ginnastica alle scuole elementari da un paio di mesi.
-Come? E per chi mi hai preso, per il cameriere?-
Koizumi ride ancora.
-Un cameriere si limita ad eseguire gli ordini senza rompere le scatole.- Commenta annoiata guardandosi le unghie.
-Ma io non sono un cameriere!-
Risa mi lancia un'occhiataccia e, buttandomi letteralmente fuori dal letto, sbuffa contrariata.
-Vammi a preparare la colazione, razza di idiota.- dice, togliendosi con uno sbuffo dal viso un ciuffo di capelli ribelli. -Non fare arrabbiare una dolce, cara e tenera donna in dolce attesa!-
-E tu saresti "cara", "dolce" e "tenera"?- ghigno divertito. -Da quando?-
-Piantala di ciarlare e portami la colazione!- Esclama.
Sono fidanzato con Risa Koizumi - quell'adorabile donna che mi sveglia tirandomi calci.
Abbiamo avuto una storia piuttosto complicata, fondamentalmente per colpa mia.
Non credo potrò mai perdonarmi  per questo.
-Cosa gradisce la signorina?- Urlo dalla cucina.
-Qualcosa di dolce!- Esclama Risa di rimando.
Preparo distrattamente la colazione per Koizumi, fino a che non mi serve il miele.
-Il miele.. Dove l'ho messo, il miele...- Penso portando un dito sopra il labbro inferiore. -Eccolo!- grido, indicando l'ultimo scaffale in alto.
Mi metto in punta di piedi, mi allungo quanto più posso, ma non ci arrivo. Una mano sopra di me prende il barattolo di miele e me lo porge.
-Ma tu non stavi a letto?- Chiedo a Risa, guardandola da sotto in su.
-Si, ma sapevo che ti saresti quasi ammazzato per riuscire a prendere il miele.- Risponde facendo spallucce.
Sono alto - o dovrei dire "basso" -, 1,56 cm. E due millimetri per essere precisi.
L'altezza è sempre stato un mio problema; amplificato dal fatto che la mia ragazza è alta 1,72 cm.
-Sei una volpe.- Rispondo, aprendo il barattolo.
-E tu sei in ritardo.- 
-Cioè...?-
Guardo l'orologio e scopro che sono le 8:20.
-Oh ma.. CAVOLO È TARDISSIMO!- Mollo il barattolo tra le mani di Risa. -Ci vediamo dopo, ok?- Mi metto in punta dei piedi quanto basta per piazzarle un bacio sulle labbra. Poi mi abbasso all'altezza del suo ventre.
-Ci vediamo dopo, va bene?- dico, passandoci sopra una carezza.
Koizumi scoppia a ridere. 
-Non ti sente mica!- Dice, passandosi una mano sul ventre tondo.
-Tzè!- rispondo beffardo. -Questo lo dici tu!-
-Vai a lavoro, che è meglio!- mi risponde lei ridendo di cuore.
Io e Koizumi avevamo progettato di sposarci; ma appena iniziati i preparativi per il matrimonio, Risa si è ritrovata in stato interessante.
Quindi, non importa il matrimonio, quello può aspettare ancora un po'.

Noi ci amiamo, solo questo conta.





_____________________________________________________________________________________________________________________

**Angolo di Risa-HoAggiornatoYe!-**
Hola, gentucola.
Che dire.. Siamo quasi alla fine. *prende un fazzoletto e si soffia il naso*
Beh, come vedete questo è l'epilogo di Otani, uhm.
Sinceramente non mi convince granché - ma a me niente di mio convince mai granché -.
E.. Niente, vi ringrazio per avermi seguita fin qui, mi scuso per avervi fatto attendere.
L'epilogo di Koizumi arriverà a breve, promesso. U.U
Bene, mi dileguo (perdonate eventuali errori, sto aggiornando dal tablet.. UN INCUBO).
Alla prossima, grazie a tutti!
Risa K.

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Epilogo - Risa Koizumi. ***


-Ehi...-
Mi volto appena, distogliendo lo sguardo dalla finestra, dalla quale si vede la luna piena, ritrovandomi davanti Otani.
-Ehi. Che ci fai ancora sveglio?- Chiedo, arricciandomi una ciocca di capelli.
-Stavo per farti la stessa domanda...- Commenta lui.
Mi chiamo Risa Koizumi, e ho 26 anni.
Lavoro in un'agenzia di moda; ho ricevuto diversi mesi fa una promozione.
Da sotto-segretaria a segretaria.
Ma il mio sogno di diventare una stilista è ancora presente, chiuso nel cassetto.
-Stavo pensando.- dico facendo spallucce, e riconcentrandomi sul panorama della città notturna.
-Oh. Tu... "pensi"? Oh Dio, questo è un miracolo!- 
-Razza di scemo!- Esclamò, tirandogli uno schiaffetto sulla nuca.
-Mi hai fatto male!- dice, massaggiandosi la testa.
Gli faccio una linguaccia in risposta.
Sono fidanzata con Atsushi Otani.
 La nostra è stata una storia complicata, e ne sono uscita diverse volte ferita.
Ma, nonostante tutto, quando c'è lui, tutto è così meravigliosamente perfetto.
-È così che tratti il tuo ragazzo?- fa lui, atteggiandosi.
-Oh, se il ragazzo in questione è un nanetto impertinente, sì.-
Sono alta 1,72 cm. Sì, sono piuttosto alta, per la media giapponese.
La cosa comica è che Otani è alto 1,56 cm.
Saremo anche una coppia un po' particolare, ma non mi interessa.
-Tzè.- Borbotta lui. -Allora, a che pensavi?- Mi chiede gentilmente, sfiorandomi il ventre tondo.
-Il matrimonio. Dovrà essere inverno.- Dico risoluta.
-Come mai?- Mi domanda stupito. -Pensavo invece di farlo di primavera. Con la fioritura...-
-Oh, è molto romantica come idea. Ma sinceramente preferirei l'inverno. È che vorrei che fosse un giorno di neve...- 
-Sì, così bloccano le strade, gli invitati non possono venire alla cerimonia, e le uniche persone a vederti con l'abito da sposa saremo io, i tuoi, i miei e un vecchietto che passa lì per caso.- Commenta asciutto.
-Oh, non ci avevo pensato...- Sussurro, dandomi una manata sulla fronte.
-Io direi di farlo in primavera.-
-Sì, hai ragione. Sarà bellissimo.- Dico.
Qualche mese fa, io ed Otani avevamo progettato di sposarci, ma poi... Mi sono ritrovata incinta.
Per ora abbiamo posticipato la faccenda delle nozze, ma sappiamo entrambi che ci sposeremo il prima possibile.
Giusto il tempo di partorire e perdere qualche kg.
-Sì, lo sarà. Ma ora vai a dormire. Lo sai che una donna nelle tue condizioni ha bisogno di riposo.- Mi sussurra lui.
-Ok, capo!- Dico ridendo, avviandomi verso la camera da letto.
-Risa?- Mi chiama lui, alla porta.
-Sì?- Dico, girandomi.
-Ti amo.-
Sorrido.
-Anche io.-
Alla fine tutto va bene; se non va bene, non è la fine.







________________________________________________________________________________________________________________________
**Angolo di Risa-NonDevoPiangere-**

Eccomi.
So che quest'epilogo da parte di Risa è penoso... Ma... È... È finita.
I-io.. *prende un fazzoletto* Vi ringrazio tutte, davvero.
Senza voi lettrici, ora io non sarei qui (Avrei eliminato tutto già dal prologo)
Siete state fantastiche, io vi adoro, tutte voi. *le trema il labbro*
Un umile inchino alle 18 fantastiche ragazze che hanno inserito questa storia tra le preferite, le 3 ricordate e le 36 seguite.
Sappiate che ho amato ognuna delle vostre 177 recensioni.
Grazie di tutto ragazze. Davvero, grazie.
Risa K.
*scappa via prima di scoppiare a piangere*


 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1803585