C'era una volta un piccolo drago e il suo cavaliere

di Sara_dragon92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Addio sotto la luna ***
Capitolo 2: *** L'incontro ***
Capitolo 3: *** Anime in risonanza ***
Capitolo 4: *** Felicità, noia e amicizia ***



Capitolo 1
*** Addio sotto la luna ***


Gli occhi mi bruciavano, la gola era secca e mi faceva male da tanto che avevo urlato, eccomi qui ora, immobile inginocchiata sotto la finestra aperta per respirare un pò d'aria, per assaporare il vento che non avrei mai più sentito sulle mie ali.
Tutto quanto per colpa mia. Se fossi rimasta accanto a lui buona, come avevo fatto in tutti questi anni non sarebbe mai accaduto, Leonard non sarebbe mai morto.. il kimono era strappato e storto, mi scopriva le spalle, continuavo a tendere il viso verso la luna, facendomi illuminare dalla sua debole luce, le squame brillarono sotto di essa, non avevo più la forza di nascondere il mio aspetto sotto sembianze umane. Il collo mi faceva male e il sangue aveva smesso di colare sporcandomi il petto.
Ero stata privata della mia libertà anni prima e ora.. e ora anche il mio amore mi era stato portato via, avevo deciso di rinunciare alla mia libertà, avevo deciso che mi sarei accontentata della vita che Lui mi offriva con quello che mi sembrava amore, persino io mi ero convinta di amarlo finchè Leonard non entrò nella mia vita.
Toc toc.
<< Mia signora? >> sorrisi nel pensare a Betty con il vassoio in mano dietro alla porta, di sicuro mi aveva preparato un delizioso te speziato con dei biscotto per farmi sentire meglio, mia cara Betty.. sei sempre stata come un madre per me, sin dal primo giorno in cui entrai in questa casa, te lo ricordi il nostro primo incontro?spero potrai sempre portarlo nel cuore, mi dispiace Betty...
Aprì la porta ed entrò sorridendo, potevo sentirlo dalla dolcezza che emanava alle mia spalle << So che nulla potrà consolare il vostro cuore e niente potrà alleviare il dolore delle vostre ferite ma spero possiate apprezzare un buon te caldo e la mia---------------------------------------------------------------------
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<< AAAAAHHHH >> mi aggrappai al comodino cercando di respirare, si ruppe in mille pezzi appena mi ci aggrappai, mi era mancata l’aria per quanto tempo?la gola mi bruciava, andava a fuoco e non sentivo più male alle ossa rotte. Non riuscivo a sentire il calore del camino accesso, al alzai di scatto guardando il comodino rotto, ogni suono era amplificato, li sentivo picchiarmi nelle orecchie,cosi come i profumi, agitato mi guardai intorno, notai le mie mani pallide appena le passai sul mio viso.
<< Bentornato Leonard hai fatto una buona dormita? >> non avevo sentito la sua presenza, Keira mi guardava da vicino alla porta, lo guardai confuso.
<< Che..che cosa è successo..? Erika! dov’è Erika?! >> eravamo stati aggrediti da Satoru ora ricordavo! ci si era avventato addosso e io ero ridotto molto male, dovrei essere morto.
<< Il padrone voleva ucciderti ma a quanto pare hai la pellaccia dura non ci è riuscito, sei tornato alla vita anche se.. non possiamo proprio definirla più vita >> i suoi occhi erano tristi e vuoti, non aveva risposto alla mia domanda.
<< Dov’è Erika sta bene? devo tornare da lei, devo portarla via da quel pazzo furioso >> mi feci avanti per uscire dalla stanza ma lui mi bloccò, prendendomi per un braccio << La signora.. temo che non potrai più portarla via Leonard.. >> mi guardò negli occhi, io lo guardai sorridendo appena
<< Cosa..? ma cosa stai dicendo..? piantala con questi disco.. >> mi interruppi da solo spaventato, mi porse una catenina sporca di sangue, il drago appeso su di essa aveva un’ala rotta, la presi, la mano iniziò a tremare
<< La signora si è tagliata la gola nella sua stanza un’ora fa >> caddi, seduto gli occhi fissi su di lui, senti male agli occhi, non mi ricordavo che piangere fosse cosi doloroso, lui continuò a parlare, la voce sempre più roca e addolorata
<< Dopo che sei morto Sat.. il padrone l’ha riportata a casa.. oddio.. oddio... >> si mise le mani sulle orecchie premendole, come per non sentire qualcosa di terribile, le mie lacrime caddero sul pavimento facendo uno strano rumore e delle piccole gocce di sangue caddero assieme a loro, imparai presto a non piangere più, le mie lacrime si erano tramutate in piccoli diamanti.
<< Le sue urla.. i suoi pianti si sentivano per tutta la villa, Satoru l’ha morsa, l’ha marchiata, ho cercato di fare qualcosa ma..ma gli altri me l’hanno impedito, io e la servitù siamo rimasti fuori da quella stanza a sentire.. >> cadde in ginocchio
<< Mia signora mi perdoni.. >> iniziò a piangere.
Non riuscì a muovermi, strinsi a me quella catenina, iniziai a chiamarla sperando che lei arrivasse da me, sperando che lei sarebbe venuta a dirmi che era tutta una menzogna, una squallida bugia, ma lei non arrivò. Il profumo di Erika e del suo sangue mi arrivarono forti nelle narici, perché era successo tutto questo? La luna mi illuminava, con la sue fievole luce, alzai lo sguardo deciso continuando a sentire le lacrime ferirmi il viso e urlai con tutta la forza che avevo in corpo. Maledissi la luna, ci aveva voltato le spalle, lei testimone del nostro amore ci aveva traditi, anche Erika avrà fatto la stessa cosa prima di morire..?

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Capitolo 2
*** L'incontro ***


.Un anno prima.
Da bambina io e la mia famiglia andavamo spesso a volare fra le montagne, io e mia sorella passavamo delle ore a rincorrerci fra le nuvole finchè un gruppo di cacciatori di draghi non ci trovò per liberare mia sorella dalla trappola in cui era caduta, mi ferì alle ali e un drago senza ali è una creatura perduta.
L'odore del mio sangue gli arrivò alle narici, era a caccia quella notte e attirato dal mio odore mi trovò, ricordo perfettamente l'orrore di quel giorno, avevo soltanto 9 anni, ero ancora una cucciola.. ero intrappolata sotto la maglia di ferro di quegli uomini, Satoru strappò la testa del cacciatore più grosso, i suoi occhi spalancati per il terrore e la sua bocca aperta in un urlo silenzioso mi impedirono di dormire sonni tranquilli per anni, lo teneva per i capelli e il sangue continuava a colare dal collo rimasto dell'uomo.
Tolsi lo sguardo dalle nuvole, mi ero incantata di nuovo a fissarle, tornai a curare il giardino.
Non avevo più visto la mia famiglia da quella notte, Satoru mi portò qui, alla villa Hana e mi tenne con se. Divenni la sua compagna.
Sentì il rumore di una carrozza arrivare al cancello, mi alzai e corsi alla porta principale inciampando nel mio lungo kimono. Satoru mi portava sempre dei bei vestiti come doni, quelli orientali erano i suoi preferiti. I domestici mi fecero spazio, ero benvoluta da tutti alla villa ma in presenza del loro Padrone stavano molto attenti a come comportarsi con me. Kiria ne era l'esempio.. era il maggiordomo della villa un bellissimo vampiro bruno, alto e ben piazzato, gli occhi color del sole fissavano le porte della carrozza, il volto detrupato da cicatrici lo rendevano ancora più affascinante agli occhi delle donne del villaggio.
La porta si aprì e Satoru scese sorridendomi felice. La pelle pallida risplese sotto la luce del sole, i capelli rossi come il sangue erano tenuti sciolti e i suoi occhi ramati si posarono sui miei, mi vennero i brividi. ¬
Tutte le volte che mi guardava negli occhi, mi veniva la pelle d'oca.. si avvicinò sorridendo e mi abbracciò:
<< Ti sei annoiata qui tutta sola? >> << Più tardi devi visitare il giardino!dovresti vedere come è diventato rigoglioso! >>
<< Non mancherò di farlo appena finirò i miei noiosi doveri, Kiria i miei bagagli sbrigati >>, silenzioso prese le valige e le porto in casa, presi per un braccio Satoru e mi trasformai, in sua assenza non potevo farlo, nessuno poteva vedermi in queste sembianze senza lui nei paraggi, accarezzò le squame della mia guancia sorridendo,
<< Verde brillante, a quanto pare si sono presi molto bene cura di te in mia assenza >> << Sei mancato solo tre giorni.. >> arrivammo al salotto che affacciava sul laghetto del giardino, aprì le vetrate per far entrare il profumo dell'acqua e delle ninfee.
Si sedette al tavolo e iniziò a scrivere, mi sedetti accanto a lui a fissare i fogli
<< Mi porti al villaggio domani?sono tre giorni che esco solo in giardino.. stanotte dormirai in camera con me?.. >> lasciò le sue scartoffie e mi prese in braccio abbracciandomi
<< Ma certo cucciola mia, non mi allontanerò da te per un bel pò, ti porto dalla sarta e ti farò fare un vestito per mettere in risalto questi splendidi fianchi, sei molto più bella di quel che mi ricordavo.. >> mi baciò teneramente, come poteva essere cosi terribile e cosi dolce allo stesso tempo?
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I gemiti della ragazza si sentivano quasi per tutta la casa, avevo bisogno di sfogare i miei istinti e non potevo chiedere di meglio da una donna cosi.
<< Per la miseria Leonard!puoi contenerti per favore?!sto aspettando degli ospiti che razza di figura ci faccio?! >> mio fratello spalancò la porta all'imporvviso, nero come la notte uralndo
<< Per la miseria!sai che non voglio essere interrotto durante i miei passatempi! >> mi arrivò uno schiaffo violento dalla ragazza sotto di me, la sentì mettersi seduta senza preoccuparsi di coprire il voluminoso seno con le lenzuola
<< E cosi io sarei solo un passatempo?! >> si alzò e si rivestì in fretta infuriata
<< Dai dolcezza, sai che per me tu sei importante, come potrebbe un meraviglioso fiore come te essere solo un passatempo? >> cercai di addolcirla con dei baci sulle spalle ma si dileguò e sparì senza dirmi niente, mio fratello rise:
<< Cosi impari brutto idiota, forza vestiti e vieni con me, sei il migliore quando si tratta di affari >> sbuffai e mi rivestì, mi soffermai a guardarmi allo specchio, i capelli biondi erano disordinati per mia fortuna essendo lisci non costituivano un gran problema, gli occhi azzurri erano vispi e svegli e..dovevo fare qualcosa per le tracce di rossetto sulla mia guancia rosa... mi chiusi la camicia scegliendo un modello che potesse mettere in risalto i miei muscoli e decisi di presentarmi cosi alla riunione di mio fratello, ci avrebbe pensato due volte prima di disturbarmi ancora.
Passeggiai annoiato per il paese, ero stato mandato a controllare la locanda dell'uomo che voleva vendercela, ci aveva assicurato che era nella zona migliore e che era un'attività ben avviata. La mia famiglia si è sempre occupata di vendita di stoffe, le esportavamo per tutto il regno, la decisione di comprare una sartoria ancora non l'avevo capita, nessuno di noi è mai stata capace di cucire qualcosa!persino mia madre..era un disastro con ago e filo.
Arrivai al negozio, una signora anziana mi accolse sorridendo:
<< Voi dovete essere il figlio del signor Craus, vogliate scusarmi un secondo potete accomodarvi intanto >> mi indicò una sedia accanto alla finestra di quello che doveva essere uno studio, la locanda era in mattoni e molti attrezzi e stoffe da cucito erano sparse in ogni mensola e cassetto, nel suo complesso non era niente di male.
Cinque sarte in tutto escludendo la signora, ognuna di loro intenta a cucire qualcosa, vidi la vecchia andare verso il centro della sala dove stava una specie di piccolo palco dove un uomo stava in piedi aspettando.
Una ragazza non tanto alta entrò nella stanza con addosso un vestito azzurro e un enorme fiocco legato dietro, aveva i capelli ricci e neri, gli occhi verdi e aveva una corporatura generoso ma non troppoo grossa, ne rimasi colpito.
Salì sul palchetto mostrando l'abito all'uomo girando su se stessa, per un secondo mi parve di vedere dei bagliori verdi nei polsi e nel collo..
<< Pensavo a qualcosa di diverso dal solito Kimono signora Steven >> mostrò un disegno alla sarta, << Potete cucirlo? >>
<< Naturalmente, e ditemi avete già in mente la fantasia dell'abito? >> << Se posso permettermi...>> mi alzai e andai incontro alla ragazza guardandola bene << Possiedo delle bellissime stoffe arrivate dai regni del nord, un bellissimo rosso scarlato donerebbe molto a sua moglie >> l'uomo sembrò uccidermi con lo sguardo, gli tesi la mano
<< Sono Leonard Craus, il nuovo gestore della sartoria >>.

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Capitolo 3
*** Anime in risonanza ***


Il mio cuore si fermò, una strana scossa mi pervase nel vederlo, rimasi attenta a ogni suo movimento, mentre girava intorno a me cercai di seguirlo con lo sguardo, sentì il mio drago cercare di uscire, di buttarsi tra le sue braccia ma mi trattenni.
Quando allungò la mano verso Satoru pensai che per un attimo gliele avrebbe strappata, gliela strinse e si presentò con voce ferma e non minacciosa come al solito, lo aveva colpito?
<< Il nuovo gestore?molto bene , voglio vedere che cosa siete in grado di fare>> sorrise, un sorriso di sfida mi prese la mano e lo guardò << Signora Pilo fate quello che dovete >> la sarta iniziò a prendere le misure mentre lui prese il disegno e lo mostrò a Leonard
<< Lascio a voi decidere le stoffe, se mi piaceranno verrete ricompensato adeguatamente, il vecchio gestore può assicuravelo >>
<< Avete un gran talento Signor Satoru.. bel disegno >> scesi dal palchetto e corsi verso di loro allungai anche io la mano verso il ragazzo sorridendo, l'enorme manica del kimono me la copriva completamente
<< Io sono Erika!vogliate accettare i miei saluti >> non esitò, come facevano tutti in presenza di Satoru lui mi strinse delicatamente la mano sorridendo
<< Non è questo il modo di salutare una signora.. >> lo rimproverò Satoru
<< Beh non vorrei arrecarvi offesa baciandole la mano mio signore, è vostra moglie dopotutto >> gli mise una mano sulla spalla
<< Amico mio mi piacete! venite alla mia villa appena sarà pronto il vestito sarete ben accolto, signore buona giornata >> si avviò alla porta io lo seguì correndo, cercai di assaporare quella poca aria che potevo ricavare dalle corse, mi girai a guardarlo sorridendo, lo salutai con la mano e uscì.
Saltai sulla carrozza seguita da Satoru, Keira partì appena il padrone diede l'ordine, si era seduto accanto a me in silenzio
<< Sembra un tipo simpatico.. forse potrebbe diventare un buon amico.. >> dissi a bassa voce guardando fuori dalla finestrella
<< MMM.. probabile, ma finchè non conquisterà la mia fiducia lo terrò sott'occhio, mai fidarsi degli essere umani Erika, soprattutto una creatura particolare come te. >>.
Cenai assieme al mio compagno, passammo del tempo insieme e appena l'enorme pendolo inizò a suonare la mezzanotte mi preparai per dormire, durante tutta la serata non avevo smesso di pensare a quel viso delicato di Leonard, mi fermai a guardare il bosco dalla finestra della camera aspettando Satoru,uscì sul bancone e mi soffermai a osservare il buio provai ancora quella sensazione di scossa pervadermi le squame, non vedevo l'ora di rivederlo.
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<< Lasciate perdere quella donna, Lady Erika nonostante la sua bontà e la sua simpatia va tenuta alla larga >> le parole della sarta mi rimbombarono in testa come una pallina da tennis, un viso cosi grazioso e un sorriso cosi splendido come potevano portare guai?in effetti quella strana coppia emanava un'aura particolare, qualcosa non andava...
Arrivai a casa e spedì un servitore alla sartoria, con le stoffe da me scelte, pagai le sarte anticipatamente per finire il lavoro entro l'indomani mattina, avevo bisogno di rivederla.
Ero troppo agitato per andare a dormire, volevo rivederla.. volevo troppo passare ancora del tempo con lei, uscì di casa stando attento che mio fratello non si accorgesse della mia assenza e camminai fino alla villa.
La villa si trovava in mezzo a un bosco in cima al villaggio, era una bellissima villa in mattone circondato da mura non troppo alte, per poter accedere si doveva passare attraverso un cancello di ferro, era la prima volta che ne vedevo uno fatto a drago..particolare! arrivai accanto alle mura e ora? cosa avrei dovuto fare? girai l'edificio due volte, sperando che nessuno mi notasse, ma cosa speravo di fare? mi arrampicai su un albero, cercai di rimanere il più nascosto possibile fra i rami e cercai di individuare la sua figura attraverso le finestre finchè...tombola!eccola la, per un attimo sperai che anche lei potesse vedermi, l'avevo appena conosciuta eppure non potevo già fare a meno di lei, perchè? La vidi uscire sul balcone, aveva una vestaglia bianca, era troppo lontana per poter vedere i decori ricamati sopra e teneva i capelli..legati, la vidi brillare sotto la luna, il colore della sua pelle era color verde smeraldo e anche tutta la sua fisionomia era diversa, lo sapevo che non era umana, questo la rendeva ancora più unica. Sentì una fitta al cuore e non potei fare a meno di sorridere. Rimasi nascosto sotto l'albero ad ascolatre i rumori del popolo della notte e a guardarla finchè non rientrò lasciando aperte le finsetre. Pregai la luna di lasciare il suo posto al sole al più presto, perchè l'indomani sarei entrato in quella villa.

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Capitolo 4
*** Felicità, noia e amicizia ***


<< Una festa? >> dissi rimanendo ferma sopra di lui, la luce del sole fece brillare il verde delle mie squame
<< Si, sarai tu a organizzarla mi piacciono le tue feste >> sorrise tenendo gli occhi chiusi e continuando ad accarezzarmi i fianchi, la sue pelle bianca sembrò brillare appena illuminata da un piccolo raggio di sole
<< Non vedo l'ora! iniziamo subito i preparativi! >> saltai giù dal letto e mi fiondai alla porta
<< Erika! vestiti prima! >> si alzò sui gomiti e rimase a guardare mentre mi infilavo la vestaglia in fretta e furia, risi felice e corsi giù per le scale, presi un foglio e iniziai a scrivere tutto l’occorrente.
Qualcuno bussò alla porta, guardai Keira andare ad aprire, curiosa andai con lui e aprì io la porta, sorrisi nel vedere la vecchia sarta
<< Buongiorno Lady Erika! Eccole il vestito ordinato ieri, scusate l’ora ma visto che passavo a trovare mia sorella ho pensato di portarglielo >>
<< Avete fatto bene! Lo userò per la festa! Prego entrate Betty è in cucina raggiungetela, Keira la carrozza presto devo fare spese! >>
<< E’ bello vederla felice mia signora ma prima dovete fare colazione.. e senza il permesso del padrone non posso..>> Satoru scese le scale, era bello e perfetto come una statua di marmo e il rosso dei suoi capelli risplendeva
<< Fa quello che ti ha detto maggiordomo inutile>>
<< Si mio signore >> disse inchinandosi e uscendo, mi dispiacque per come Satoru lo avesse trattato.. non si meritava un trattamento del genere ma non potevo difenderlo ancora, quello che successe al mio arrivò bastò.
Mangiai correndo per la villa, vestendomi agitandomi come una bambina il giorno del suo compleanno, dimenticandomi di trasformarmi in umana, i vestiti si ruppero perché troppo stretti o agganciandosi alle squame. Appena pronta scesi giù e mi fiondai nella carrozza con in mano la lista, una meravigliosa festa a tema in stile Alibabà mi sarebbe piaciuto organizzare e trovare gli occorrenti non sarebbe stato facile, si prospettava una giornata meravigliosa e piena di giri.
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Guardai la ragazza annoiato, che bella giornata si prospettava.. mia madre l’aveva fatta venire per poter organizzare un fidanzamento in grande stile, peccato che a me non interessasse e a mio fratello neppure. Sarà stata anche una bella ragazza Valencia ma.. non mi faceva battere nemmeno gli occhi come tutte le ragazze con cui ero stato.
Aveva organizzato una colazione in terrazza per poterci conoscere e poter scegliere, si sarebbe fermata da noi per un bel pò, era arrivata all’alba in una carrozza bianca, era la figlia di un importante mercante del nord e mia madre era elettrizzata all’idea di poter unire le famiglie, doveva sposare uno di noi due fratelli, avrei fatto di tutto per far si che fosse mio fratello a sposarsi anche se lei era più orientata verso di me come scelta di futuro marito.
Una ragazza magra con capelli lunghi, neri come la notte e gli occhi erano talmente scuri da far invidia
all’oscurità in persona. Aveva un modo altezzoso di parlare e doveva essere moooolto viziata, i suoi modi di fare me lo confermarono più tardi. Gesticolava e beveva il tè non faceva altro che fissarmi, iniziava a darmi sui nervi, non capì una singola parola di quello che le usciva da quella minuscola bocca.
<< Ti vedo interessato fratellino.. >> David si avvicinò a me appoggiandosi al bracciolo della sua sedia, nascondendo con la mano la sua bocca
<< Non trovi che la sua bocca sia simile a quella di un’anatra? >> borbottai a David, trattenemmo le risate e mangiammo dei biscotti strozzandoci, vidi la carrozza nera di Satoru passare, il maggiordomo risaltava troppo con quella faccia piena di cicatrici, mi alzai di scatto
<< Ho un sacco di lavoro da fare a più tardi!! >> inciampai per le scale
<< Leonard! Ma che modi sono?! >>
<< Scusate madre! Mi farò perdonare promesso! >> uscì e seguì correndo la carrozza.
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Non mi degnò di uno sguardo… Leonard era entrato nella pasticceria e aveva iniziato a parlare con Satoru di.. politica, economia e cose a cui non prestai attenzione, ci rimasi male. Satoru era felice di poter parlare con lui, lo aveva colpito e questo mi faceva piacere, non aveva molti amici e questo lo si poteva capire.
<< Erika sta organizzando una festa sapete? >> drizzai le orecchie e mi misi sull’allerta scontrando un vassoio di dolci che oscillò molto pericolosamente
<< Sul serio? >> dissi cadendo dalle nuvole cercando di fermare il vassoio
<< Erika piccola mia..siamo qui per questo.. >> mi guardò con un sguardo dolce, mi fece rabbrividire
Leonard mi sorrise, mi sentì male, finalmente mi prese in considerazione
<< Oh si! Voi verrete non è vero?! >> mi tirai su le maniche del vestito ma ricaddero subito
<< Se sono invitato non vedo perché non dovrei , sono qui solo da un giorno e farei meglio ad approfittarne per fare conoscenza >>
<< Gli uomini più importanti parteciperanno, vi farò ben vedere dalla società non temete amico mio >> gli battè la mano sulla schiena, lo vidi fare una strana espressione, doveva avergli fatto male, Satoru era forte la sua immortalità lo avevo donato di questo particolare.
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Se volevo starle vicino dovevo in qualche modo accaparrarmi le simpatie del vampiro, stavo giocando sporco ma non potevo fare oltre. Il giardiniere mi raccontò la storia di questa strana coppia e.. insomma potevo permettermi di provare a conquistare quel bel visino rotondo che si ritrovava quella splendida donna.
<< Vi manderemmo l’invito e mi raccomando il vestito, finalmente potrò mostrare il mio giardino a qualcuno di nuovo! >> battè le mani guardando fissò un bignè al cioccolato
<< Mi piace occuparmi delle piante sapete? Sono delle creature meravigliose! Dovreste sentire che voce meravigliosa hanno durante le giornate ventose >> si perse a guardare fuori e vidi che allargò le dita appena un piccolo venticello entrò dalla finestra aperta
<< Un hobby particolare, dimostra quanto siate sensibile Lady Erika, non ho mai sentito nemmeno un elfo parlare cosi bene del suono della natura >> la cameriera mi allungò un piccolo vassoio incartato
<< Alle piante piace cantare e a me con loro, vorrei che tutti potessero udirle , vorrei che poteste rendervi conto della bellissima musica che il vento fa provate a chiudere gli occhi e ad ascoltare >> può sembrare idiota ma io lo feci, chiusi gli occhi e rimasi ad ascoltare il rumore del villaggio, le carrozze, i chiacchiericci della gente e le urla dei mercanti, ma poi udii un suono particolare, sentì Erika sussurrare piano piano e questa strana musica farle da accompagnamento. Satoru mi riportò indietro e fu un impatto violento, mi ero perso completamente in quella strana atmosfera, tutto si era annullato e in quel momento riuscì a sentirmi più vicino a lei.
<< Erika è una creatura particolare molto affine alla natura e come umano spero che voi possiate apprezzare le sue particolarità >> o altro che pensai.. se una donna mi avesse fatto un discorso del genere prima l’avrei presa per pazza.

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