perché mi fai questo effetto?

di bianfre
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ride bene chi ride ultimo ***
Capitolo 2: *** capitolo2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** ride bene chi ride ultimo ***


Perché mi fai questo, bastardo di un colonnello?
 Non ti è bastato avermi già sfottuto abbastanza!?
 Ora mi fai odiare anche me stesso?

 Perché non posso fare a meno di pensarti?
 Perché non posso non vederti per almeno un giorno?
Perché vorrei saltarti addosso ogni volta che ti sfioro?
Perché mi ecciti da star male?



Spiegamelo!



 Il biondo se ne stava ormai da una mezz’oretta buona a fissare il moro davanti a se da sopra il bordo del libro che ’in teoria ’ stava leggendo.
 Il colonnello era troppo impegnato a firmare alcuni documenti per accorgersi delle attenzioni del suo sottoposto.
Non ce la faceva a non vederlo per almeno dieci minuti.
 Ormai viveva di lui e di nient’altro.
Alla fine era riuscito a far tornar normale suo fratello il quale aveva deciso di sposarsi con Winry…un favore a parer suo. Almeno quella troietta non gli avrebbe più rotto i coglioni con i suoi pianti isterici.(WINRY, YOU MUST DIED!!!!!!mua ha ha ha ha ha!!!!)
 E un giorno, senza preavviso, si era ritrovato ad avere un orgasmo nel vedere il suo adorato taisa farsi la doccia nei bagni privati dell’esercito….dio quanto era sexy!!!purtroppo però, visto il rigonfiamento imminente, era dovuto correre al bagno.
 Non che fosse andato a vederlo di sua spontanea volontà, era stato il moro a dimenticare la porta aperta!
 Da allora non ci furono più occasioni per rivederlo in tali circostanze, però anche il solo stargli vicino lo faceva stare in qualche modo meglio.
Forse si era innamorato…
Naaaa!!!era solo sesso il suo e nient’altro…
 E prima o poi sarebbe riuscito ad averlo…oh si che lo avrebbe avuto!
C’era solo un piccolo problema…
È da sempre risaputo che il colonnello è un “donnaiolo”, che potrebbe portarsi a letto anche quel cesso della segretaria all’entrata, se ne avesse voglia.
Purtroppo non era abbastanza sicuro che avrebbe accettato anche un uomo…e, diciamocelo, non è certo il tipo da rischiare di mandare in culo la propria reputazione. Cazzo…ma lui voleva essere preso!
 Da lui e da nessun altro!
 Perché tutte le sfighe dovevano capitare a lui!?


 L’orologio sull’entrata scoccò le 20.30, destando il moro dal suo lavoro giornaliero. Anche oggi era finita.
 Stancamente Mustang si alzò dalla sedia, stiracchiandosi esageratamente, creando un sonoro sbadiglio.
 Anche in queste piccole cose risultava dannatamente irresistibile, pensò il biondo. Edward spostò svogliatamente lo sguardo al libro.
Non aveva letto una sola parola da quando era entrato e figuriamoci se lo avrebbe fatto a casa!aveva altro a cui pensare…si, ad altro….
Chiuse il libro con l’automail, lanciandolo in malo modo sul tavolino che aveva di fronte. Ormai Per il giovane alchimista i libri avevano perso il loro fascino e anzi, risultavano pure noiosi.
 Lentamente si alzò, avvicinandosi all’attaccapanni posto vicino alla porta dell’ufficio. “trovato cose interessanti fullmetal?”chiese il moro finendo di riordinare i vari documenti. “non cose che già sapessi”si limitò a rispondere il biondo.
 Il colonnello si limitò a sorridere, sorpassando di striscio il giovane, andandosene.
 E li si sentì una scossa percorrergli la schiena per poi fermarsi al “punto critico”.
 A volte si chiedeva se il taisa lo faceva apposta a sfiorarlo.
 Probabilmente no.
 Se avesse saputo come lo faceva sentire lo avrebbe anche abbracciato solo per fargli sputar fuori qualche gemito per poi andarlo a sputtanare in giro.
Si, Roy Mustang lo farebbe sicuramente.
Strattonò in malo modo i cappotto rosso dal suo giaciglio , coricandoselo sulla spalla destra, pronto a ritornarsene al suo alloggio.
 Ma prima di andarsene decise di prendersi un caffè alle macchinette, tanto erano gratis(non lo so se in quel mondo ci sono i distributori ad ogni modo io ce li metto!).
 Aspettò giusto il tempo che si raffreddasse leggermente per poi berlo tutto d’un sorso.
 Si, l’avrebbe bevuto se qualcuno non lo avesse salutato dandogli una “leggera” pacca sulla spalla.
 “Edo!com’é andata oggi vecchio mio!?”rise divertito il sottotentete accendendosi prontamente una sigaretta con la mancina.
 “Havoc…questa me la paghi!”urlo irritato il giovane indicando la macchia sulla sua felpa. “per cos—oddio scusa Ed non avevo visto che stavi bevendo!”cercò di scusarsi il sottotenente grattandosi distrattamente il capo.
 “beh fa niente”cercò di minimizzare il biondo.
 “al dormitorio ne ho un paio di ricambio...basterà portarlo in lavanderia”disse selezionando di nuovo la bevanda.
 “si hai ragione…e a proposito di dormitori!l’hai sentita l’ultima del colonnello?”disse a bassa voce avvicinandosi al ragazzo che faceva segno di diniego col capo.
 “si dice che sia stato sfrattato dal suo appartamento perché non faceva che portare una ragazza dopo l ‘altra e che alla fine i coinquilini si sono stufati e lo hanno cacciato!!!che figura povero taisa…”disse non nascondendo un falso dispiacere.
 “suppongo che a te questa “risvolta” porti qualche vantaggio...tolto lui dalla scena entri tu come nuovo protagonista!”gli disse ammiccando all’amico.
 “parole sante Edward!ora che gli toccherà dormire al dormitorio non potrà fare come gli pare e piace!tutte le donne di Central cadranno ai miei piedi!”disse ridendo subito dopo come un pazzo.
 Il biondo però si bloccò quando un certo pensierino gli sorvolò la calotta cranica.
 -il colonnello…al dormitorio!??!-il suo cervello ebbe un corto circuito.
-eddai Ed!lo sai perfettamente che al taisa non gliene frega niente di te!-pensò arrendevole per poi seguire a ruota Jean nella sua risata spasmodica.


 In questo caso gli fece bene a ridere.




“chi ride bene ride ultimo”nevvero, fullmetal?

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Capitolo 2
*** capitolo2 ***


CAPITOLO 2




 Dopo quello che gli era stato detto, una cosa del genere se la doveva aspettare.
 Una massa infinita di ragazze giovani e belle occuppavano l’intero atrio del alloggio dei militari, creando agitazione tra gli inquilini, speranzosi di portarsene qualcuna a letto e gelosi della bellezza del loro superiore.
 Invano, Edo cercò di passare tra tutte quelle “papere starnazzanti”(amava definirle cosi)ma senza risultato.
 Allora il biondo, stufo di tutto il casino che stava succedendo, punto il dito dalla parte opposta all’ edificio, urlando un efficacissimo “COLONNELLO MUSTANG DOVE VA????”.
Non gli diedero neanche il tempo di voltarsi, che in 2 secondi le ragazze si stavano apprestando a una maratona che le avrebbe tenute occupate per un po’.
Sparito l’ostacolo entrò al dormitorio ritirando la chiave della propria stanza.
Quarto piano...dio, nemmeno c’era l’ascensore!
 Educatamente ringrazio, avviandosi verso le scale.
 Poi un pensiero gli baleno in mente.
 -chissà in quale stanza alloggia Mustang- si chiese guardando i vari piani mentre saliva le scale.
 Le percorreva lentamente, nella vana speranza di vederlo uscire da una delle tante porte numerate con incisioni in oro.
 …
Poi un rumore al piano di terra gli fece porre un’altra domanda:
 -quando era entrato aveva chiuso la porta d’entrata?-
 Perché in quel preciso momento altrettante ragazze erano riuscite ad entrare e si erano messe a urlare il nome del colonnello bussando ad ogni porta.
 -ma quante ce né erano in giro!?-penso spaventato salendo il più veloce la rampa di scale.
 L’ultima cosa che voleva era essere travolto da quella orda barbarica di gatte in calore!
 Le grida cominciavano a farsi più vicine ma diminuite di numero.
Probabilmente qualche militare se le sarebbe spassata questa sera.
 Ormai col fiatone, percorse a fatica le ultime rampe di scale arrivando in cima per poi appoggiarsi stremato allo corrimano.
 La sua porta si trovava in fondo al corridoio, troppo lontana a parer suo.
 Ripreso fiato raggiunse la propria stanza, infilò la chiave nella serratura e girò quest’ultima in modo da sbloccarla.
 Ma un rumore nella direzione opposta lo fece restare dal suo lavoro.
 Affaticato, sudato e incazzato nero, Mustang stava correndo come un cavallo all’ippodromo lungo il corridoio, inseguito da una centinaia di ragazze strepitanti.
 Appena il colonnello localizzò il biondo lo fulminò con lo sguardo.
Un misto di disperazione e….. rabbia.
 “EDWARD!!!!!APRI SUBITO QUELLA CAZZO DI PORTAAAAAA!!!!!!!!!!”urlò prima di fondarsi addosso al suo sottoposto spingendolo all’interno del monolocale, staccando la chiave e sbattendo violentemente la porta dietro di sé.
 Con stizza infilò la chiave nella serratura, girando e rigirando più volte tanto che mezza chiave restò incastrata all’interno.
 Nel medesimo istante le ragazze avevano cominciato a bussare ininterrottamente alla porta, inveendo contro il moro.
 “ROY!NON PUOI FARCI QUESTO!ESCI SUBITO DI LI E SPIEGACI IL PERCHE’!!!”
 “MUSTANG PERCHE NON CI VUOI PIU!?!?!?TI PREGO TORNA DA NOI!!!” Sembrava che lo stettero quasi implorando.
 Il tanto Edward, che si era appena reso conto di essere finito dritto sul pavimento, osservava sconcertato il suo superiore.
 “FINITELA!!!NON SIETE ALTRO CHE DELLE STRONZE, DELLE PUTTANE!!SE HO DECISO COSI SONO CAZZI MIEI OK!?!?!?E ORA ANDATEVENE, CAPITO!?!?”
 Dire che era agitato era ben poco.
 Sbattendo violento due pugni sul muro, fece percepire il suo umore alle dirette interessate le quali, dopo aver esibito un pianto isterico, se ne andarono sconfitte.
 Calò il silenzio.
 Mustang, ormai stremato, appoggiò la schiena contro la porta, scivolando su questa, toccando il freddo pavimento.
 Il biondo restò a guardarlo, silente.
 Che cosa poteva essere successo?perché le aveva rifiutate?
 Lentamente si avvicinò a Roy.
“…taisa?” sussurrò titubante, inginocchiandosi di fronte a lui.
 Di tutta risposta il moro sbuffò, girando il capo verso la serratura.
 “la chiave…è rimasta incastrata...”constatò per poi osservare Edward guardare nella medesima direzione, pensieroso.
 “mi dispiace per quello che è successo…non ero in me...scusa..”disse mentre si alzava, porgendo la mano al più giovane, il quale per il gesto arrossì.
 Il moro sorrise, mentre l'altro stringeva debole la sua forte mano.
 “come farà ad uscire?”chiese il fullmetal mentre si ripuliva la casacca sporca di polvere.
 “dovremmo chiamare un tecnico…ma a quest’ora dubito che ci sia qualcuno disposto ad aiutarci e poi con quelle pazze in giro non c’é da fidarsi…dormirò qui, se a te non disturba”finì voltandosi verso Edward.
 Ci restò di sasso.
 La cosa era stata esposta troppo velocemente perché il biondo potesse aver afferrato il concetto e…per la prima volta la mente di Ed formulò una parola che mai in vita sua aveva trovato più appropriata in quel momento.

 …

 …

 -merda…-


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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Ancora

CAPITOLO 3

Alla frase detta dal moro, Edo spalancò inevitabilmente gli occhi guardandolo come se fosse stato un alieno.

Avrebbe dormito nel suo stesso letto e lui...non poteva che esserne felice!Ma di certo non avrebbe potuto avvicinarsi neanche di un centimetro al suo superioreÉquello lo avrebbe bruciato in un nan...ehm, pochissimo tempo!

"va bene!"rispose con un sorriso. -Infondo é già qualcosa!-pensò.

"non ti reco disturbo?"s'interesso il moro.

"nessun disturbo, anzi.."e appena si accorse di ci˜ che aveva appena detto si tapp˜ la bocca con entrambe le mani, arrossendo.

"cioé?.."riprese a parlare."é? che ad essere sempre da solo...ecco...fa piacere avere un pò di compagnia ogni tanto..(e che compagnia!!ndB)"spiegò.

"ora...ora vado a farmi il bagno...tu se vuoi..no cio?, lei se vuole aspet..no aspettarmi ecco..andare in camera..io la raggiungo....non in quel senso io....O PERDIANA!!!"e girandosi di scatto si chiuse in bagno, nascondendo il viso tra le mani.

-ma che cavolo mi ? preso!?!??-

D'altro canto il moro era rimasto nel ingresso come un salame.

-se la dice e sa la fa da solo..- pensò divertito.

-tranquillo mame-chan..ho capito a cosa miri..ti aiuterù io-

Perché, in fondo, era quello il motivo per il quale aveva rifiutato tutte le ragazze. Il suo nuovo obbiettivo era farsi Edward, solo questo importava.

Il rumore dell'acqua nella bianca vasca fece spostare i pensieri del colonnello sul medesimo obbiettivo.

Lentamente si avvicinò alla porta, girò la maniglia ma, sfortunatamente, il ragazzo aveva chiuso la porta a chiave.

-e che cazzo!-pensò furioso mentre cercava di forzare la serratura.

Niente da fare.

Sospirò dirigendosi in camera.

Pazienza, lo avrebbe aspettato.

Ci mise più? del previsto a lavarsi.

Uscì dalla doccia dopo una ventina di minuti, legandosi in vita l'asciugamano e asciugando alla bell'e meglio i capelli, legati poi in un'alta coda.

Fece scattare la serratura e, dopo essere uscito, si diresse verso la camera da letto.

-starà già dormendo?-pensò sperando che la risposta fosse negativa.

Beh....non che si facesse problemi, gli sarebbe saltato addosso comunque.

Lentamente aprì la porta, facendo qualche passo in direzione del letto.

"ma che..?"sul grande materasso, Mustang non c'era.

Ma un rumore dietro di se non gli mise pi?ù dubbi.

La luce venne spenta e in un lampo il biondo si ritrovò sopra il moro, che non con molta grazia lo aveva letteralmente catapultato tra le coperte, baciandolo.

I loro corpi a contatto, e a Edo sembrava di sognare.

Dopo un lunga "discussione" tra le loro lingue, i due si staccarono.

Roy lo guardò il modo sensuale e il più? giovane reagì diventando rosso come la sua giacca.

Cominciò a baciargli il  collo, il lobo dellÕorecchio destro, mentre la sua mano accarezzava prepotentemente l'interno coscia, sfiorando con le dita l'inguine del biondo.

Edward aveva cominciato ad ansimare e gemere violentemente.

Quel contatto tanto desiderato...

Con uno strattone il moro tolse l'asciugamano al fullmetal, cominciando a far scorrere la mancina sulla sua erezione.

"ah..t-taisaaaaah...uh ah.."con le mani cercò di scaricare la tensione stringendo le spalliere del letto mentre le labbra del suo superiore gli baciavano, e a volte laccavano, il petto.

Dopo neanche due minuti venne, sporcando inevitabilmente la mano del pi?ù grande.

Sentì le gambe crollargli e il respiro tornare regolare.

Era come se l'era immaginato: il paradiso.

Ma di certo avrebbe fatto la sua parte.

Con uno scatto buttò le braccia al collo del moro, cominciando a fargli succhiotti in ogni dove.

Roy ansimava mentre il pi?ù piccolo sfregava il bacino contro la sua erezione, ancora fasciata dai pantaloni.

La camicia se l'era già tolta prima dell'arrivo del fullmetal e, cavolo, avrebbe dovuto togliere anche i pantaloni!

Pensiero che durò un secondo, visto che vennero rimossi proprio da questo.

Eward si trovava davanti a Mustang.

Sorrise.

Velocemente calò pantaloni e boxer all'uomo, prendendo il suo pene tra le mani, chinando il capo, leccandolo.

Il moro quasi venne istantaneamente. Non se l'aspettava.

Il biondo aveva cominciato a pompare e inevitabilmente, la destra del moro era andata a stringergli i capelli, come a pregarlo di continuare.

"dio edo....edo ah..di più? di più? AAAHHHH!!!"venne con un forte gemito, ansimando pesantemente.

Il biondo si ripulì velocemente la bocca, sputando lo sperma.

"fullmetal..."a fatica Roy lo chiam˜ facendo segno di sedersi sul proprio bacino.

Edward deglutì.

Aveva sentito dire che era una cosa dolorosa ma che alla fine ne valeva la pena eppure...aveva paura.

Titubante, si sedette, facendo sfiorare le loro erezioni.

"ah.."gemette, mentre il moro gli prendeva i fianchi e gli faceva vedere come muoversi.

Con la macina prese il membro dell' altro, facendolo entrare in sé.

Però non poté neanche sentire la punta poiché si fermò subito.

Non ce la faceva.

"scusami.."disse solo, chinando il capo.

Mustang parve comprendere.

"in questo caso.." prendendo il braccio meccanico del biondo, lo fece scivolare sotto di se con la pancia a toccare il letto.

Senza aspettare repliche, entrò in modo secco dentro, facendo urlare di dolore il pi?ù giovane.

Stette alcuni secondo fermo, aspettando che si abituasse per poi cominciare a muoversi.

Spinte all'inizio lente e intense, poi più? veloci ed eccitanti.

Oramai Edward provava solo piacere, continuando a ripetere al colonnello di non fermarsi.

"n..non lo farò..Ed.."e con quest'ultima frase venne coricandosi vicino.

Il mattino dopo il tecnico venne ad aggiustare la porta e il colonnello se ne andò, lasciando il biondo immerso nei sogni.

Lo aveva fatto con lui, ma era come se ormai non gli importasse più? nulla.

Non sapeva come l'avrebbe presa Edward, male sicuramente, ma tanto valeva dirglielo subito, appena si sarebbero rivisti.

"mi dispiace"

FINE

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