Love is like a Chocolate Cake

di Harira
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 200 Grammi di Cioccolata Fondente ***
Capitolo 2: *** 50 Grammi di Farina ***
Capitolo 3: *** 100 Grammi di Burro ***
Capitolo 4: *** 4 uova ***
Capitolo 5: *** 150 grammi di zucchero ***



Capitolo 1
*** 200 Grammi di Cioccolata Fondente ***


Adoro svegliarmi a casa Kuchiki, nella Seireitei. Di solito, al momento del risveglio, si viene già deliziati dal profumo di qualche squisita pietanza che è stata preparata per la colazione. La finestra della mia stanza, poi, si affaccia sul magnifico giardino di Ciliegi di mio fratello Byakuya e, in primavera, la luce del mattino entra nella mia stanza filtrata dai fiori rosa, dando alla parete di fronte una tinta di sogno.
Quel mattino, però, non era primavera, ma un frizzante mattino di novembre. Aprendo la finestra, avvertii subito una brezza fredda. La sera prima mi ero addormentata accompagnata dal ticchettio della pioggia sul tetto della casa ed ora, osservando il cielo limpido contrastare con il rosso delle ultime foglie ancora tenacemente aggrappate ai loro alberi, avevo una netta impressione di pace e di serenità.
La mattinata non avrebbe potuto incominciare in modo migliore, o forse sì, ma soltanto se mi fossi svegliata a Karakura, nell'armadio di Ichigo. Sorrisi al pensiero dei rumori della famiglia Kurosaki alla mattina presto, con le due sorelline di Ichigo che lo chiamano a colazione e il signor Kurosaki che parla con il ritratto della moglie.
A casa di Byakuya, invece, il mattino è un momento in cui, per eccellenza, regna il silenzio. La servitù si impegna nelle proprie faccende parlando a bassa voce, per non disturbare mio fratello che, appena sveglio, è piuttosto irascibile. Di solito, Byakuya esce dalla sua stanza con un cipiglio piuttosto battagliero, guardandosi attorno con sguardo omicida, come se fosse disposto ad uccidere chiunque gli rivolga la parola prima che abbia avuto il tempo di sedersi a fare colazione.
Quella mattina, aspettai di sentire il leggero rumore della porta della sua stanza che veniva fatta scorrere e dei suoi passi in corridoio, quindi mi preparai velocemente indossando l'uniforme da Shinigami e ravvivandomi i capelli con il pettine ed uscii nel corridoio seguendo, a debita distanza, Byakuya-nii-sama verso la sala da pranzo.
Sul basso tavolino di legno laccato erano state preparate le nostre colazioni preferite, come al solito, in modo impeccabile.
Byakuya chinò brevemente il capo di fronte al posto vuoto lasciato da mia sorella Hisana, quindi sussurrò qualcosa che non riuscii ad afferrare e si concentrò sulla colazione, brandendo la propria tazza di cioccolata calda con una spruzzata di peperoncino e sorseggiandola con calma.
-Quali programmi hai per oggi, Rukia?- mi domandò poco dopo, con ancora la voce di chi si è appena alzato dal letto.
-Oggi è il mio giorno libero, quindi, per prima cosa, pensavo di fare visita a Ukitake Taicho per informarmi della sua salute- risposi.
-Non si è sentito bene ieri sera?- chiese mio fratello, alzando solo in quel momento gli occhi su di me.
-Ieri è uscito dall'ufficio prima del solito perché si sentiva male-
Byakuya sorseggiò di nuovo la propria cioccolata calda.
-Nulla di grave, spero-
-Non credo, però vorrei rendermene conto di persona-
Byakuya-nii-sama osservò un punto imprecisato fuori dall'ampia finestra chiedendosi, così immaginai, se gli avrebbe fatto piacere che i propri sottoposti si preoccupassero per la sua salute.
Soffocai una risatina immaginandomi Renji presentarsi a Villa Kuchiki con uno di quei curiosi cesti di prodotti medicinali a base di erbe che si trovano nel Mondo Materiale.
Il resto della colazione proseguì, come da manuale, con dialoghi di quel genere. Alla fine, Byakuya mi propose di accompagnarmi a far visita al Capitano Ukitake prima di andare in ufficio ed io, ovviamente, accettai di buon grado. Mi capita così raramente di fare qualcosa assieme a Byakuya-nii-sama che, appena ne ho l'occasione, non me la faccio certo scappare.
-Ah, Rukia- mi richiamò Byakuya mente mi stavo già alzando da tavola -Tra poco avremo un'enorme seccatura-
-Di che si tratta?- domandai, piuttosto sorpresa. Era raro che Byakuya si sbilanciasse così riguardo a qualcosa.
-Tra qualche giorno è il compleanno di quel folle di Zaraki. Ovviamente dovrò essere presente ai festeggiamenti e suppongo che anche tu sarai invitata. Potresti assicurarti che lo Shinigami Daiko si presenti?-
-Certo, Nii-sama-
-Ottimo- commentò Byakuya -Se ci sarà Kurosaki, forse Zaraki mi lascerà in pace una buona volta-
Sorrisi tra me per le preoccupazioni di mio fratello e andai a prepararmi per fare visita al Capitano Ukitake.

La mattina scorse via tranquillamente, il Capitano Ukitake stava meglio di quanto mi fossi aspettata, per fortuna. Pranzai a villa Kuchiki, come sempre, e poi mi feci aprire il Cancello per andare nel Mondo Materiale a trascorrere il pomeriggio con Ichigo, visto che avevo la scusa di doverlo invitare al compleanno di Zaraki.

Trovai Ichigo in cucina intento a strafogarsi di torta al cioccolato. Si era sporcato la faccia fin quasi alle orecchie e dovetti trattenermi dal leccargli via il cioccolato dalla guancia. In compenso, gli gettai addosso un asciugamano.
-Pulisciti, dai!-
Ichigo tagliò una fetta di torta un po' meno generosa di quella che stava addentando e la mise su un piattino.
-Tieni, Rukia- mi disse, porgendomi il piatto.
Lo osservai piuttosto colpita. Ichigo non era il re indiscusso della gentilezza. Certo, non si tirava mai indietro se un amico aveva bisogno del suo aiuto, ma era davvero una frana con quei piccoli gesti di gentilezza quotidiana come, appunto, offrire cibo alle persone mentre lui si stava cacciando una torta intera in bocca.
Sorrisi.
-Grazie, Ichigo-
La torta era squisita. Talmente dolce che avrebbe potuto farmi svenire, ma con un pizzico di amarognolo proprio alla fine, quel qualcosa di speciale che la rendeva unica.
-Chi ha fatto questa torta?- domandai tagliandomene un'altra fetta.
Ichigo biascicò qualcosa a bocca piena.
-Shinigami Daiko, non si mangia con la bocca piena!- lo rimproverai ridendo.
Improvvisamente, mi ricordai il motivo ufficiale della mia visita.
-Ohi, Ichigo, venerdì sarà il compleanno del Capitano Kenpachi...-
Ichigo finse di strozzarsi con la torta.
-No, ti prego, dimmi che non sono invitato!-
-Byakuya-nii-sama mi ha mandata qui apposta- replicai.
Lui sospirò.
-Povero me! Quello mi ammazzerà, lo sai perfettamente che mi ammazzerà! Ecco perché tuo fratello mi ha invitato, Byakuya vuole vedermi morto stecchito!-
-Non credo che Byakuya-nii-sama voglia che tu muoia. E poi, come Shinigami Daiko, hai il dovere di presentarti se vieni convocato-
-Ah, quindi “invito” da voi significa “ordine”?-
Sorrisi.
-Forse.... a volte-
-A parte gli scherzi, Rukia, ti ricordi cosa ha cercato di farmi al tuo ultimo compleanno? Ne sono uscito vivo per miracolo!-
-Lo sai come sono quelli dell'Undicesima, Ichigo. Dai, presentati, non vorrai abbandonarmi... ehm... non vorrai lasciarmi sola con Renji che beve sake assieme a Madarame fino a perdere i sensi?-
Ichigo mi fece una linguaccia.
-In effetti quello scemo di Renji ci dà parecchio dentro ultimamente eh?-
-Dai, se dici così sembra che sia un ubriacone! E' solo che Ikkaku-san lo istiga un po'. Probabilmente berrei anch'io alle feste, se non fossi astemia-
Ichigo assunse un'aria pensierosa.
Che stesse anche lui ricordando il mio ultimo compleanno? Era stata una serata così bella ed avevo potuto stare con lui tutto il tempo. A dispetto della mia malinconia nel ricordami di Kaien-dono, alla fine mi ero proprio sentita bene, grazie a quel baka di uno Shinigami Daiko.
-Va bene, verrò- mi concesse alla fine Ichigo -Ma ad una condizione-
-E sarebbe?-
-Che ci sia una torta come questa- mi rispose, indicando il piatto vuoto.
Detto questo, si voltò verso il frigorifero e si mise a rovistare negli scaffali.
-Che stai cercando?- domandai, incuriosita.
-Ci servono 200 grammi di cioccolato fondente...- commentò Ichigo spostando un barattolo di yogurt.
-Mi... mi stai dicendo che vuoi fare la torta adesso?-
-Mi stai dicendo che non sai cucinare una banalissima torta al cioccolato, Rukia?-
Tentai di non arrossire.
-Ce-certo che la so cucinare! Però adesso non... non ho tempo, Ichigo. Devo tornare nella Soul Society immediatamente!-
Ichigo emerse dal frigorifero e mi fissò piuttosto stupito.
-Come sarebbe a dire “immediatamente”? Ma sei arrivata solo da dieci minuti!-
-Sono anche troppi per un semplice invito! Vedi di non mancare al compleanno, Ichigo, ci vediamo venerdì!-
Detto questo, gli scoccai un rapido bacio sulla guancia e uscii di casa sua correndo più veloce che potevo in un gigai.
Non avrei mai permesso che si rendesse conto che non avevo mai fatto una torta in vita mia!

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Oh, eccoci qua!
Allora, spero che questo primo capitoletto molto casalingo e molto shojo non dispiaccia troppo, se vi aspettate dei combattimenti in questa storia temo che resterete delusi (anche se, per il compleanno di Zaraki, non posso promettere che riuscirò ad impedire che si faccia a botte xD).
Sono particolarmente contenta di aver deciso di scrivere in prima persona, cosa che di solito evito come la peste. Mi piace questa Rukia che si impanica perché non vuole far vedere ad Ichigo che non sa cucinare, dopotutto lui la sfotte sempre per i suoi disegni osceni (e ricordiamo i biscottini di Byakuya, qualcosa di inguardabile xD).
Beh, spero che vi sia piaciuto, scriverò presto (speriamo) il prossimo capitolo =)

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Capitolo 2
*** 50 Grammi di Farina ***


Incredibile che mi fossi quasi lasciata scoprire in quel modo!
Ichigo era già abbastanza perfido nel prendermi in giro per i miei disegni, chissà che avrebbe detto di me scoprendo che non avevo mai messo piede in una cucina!
In verità, non ne ho davvero mai avuto l’occasione.
Quando vivevo nel 78° distretto non aveva cibo nemmeno per sfamarmi, di certo non potevo permettermi il materiale per una torta.
Da quando avevo incominciato a studiare per diventare Shinigami, poi, mi ero concentrata soltanto sull’allenamento e a casa di Byakuya-nii-sama nessuno mi avrebbe mai permesso di entrare in cucina.
Byakuya lo avrebbe trovato assurdo e la servitù me lo avrebbe impedito con la forza, sentendosi spodestata dal proprio compito.
Per loro è un dovere e un piacere occuparsi di Byakuya-nii-sama e di me e controllare che abbiamo sempre tutto ciò di cui abbiamo bisogno.
Se avessi detto loro di aver bisogno di una torta, me ne avrebbero certamente fatta loro una molto al di là delle mie possibilità.
Perciò, insomma, non avevo proprio idea di che cosa occorresse per fare una torta di quel genere, o di qualsiasi altro.
Per fortuna ero riuscita ad andarmene con una scusa prima che Ichigo potesse scoprirlo, ma aveva comunque promesso di venire al compleanno di Zaraki soltanto se ci fosse stata una torta come quella ed io avevo promesso a Byakuya-nii-sama che Ichigo sarebbe stato presente, perciò dovevo trovare un modo per presentarmi a quel compleanno con quella dannata torta, che era poi l’unico modo per presentarmi anche con Ichigo.
E poi, conoscevo bene lo Shinigami Daiko.
Non avrebbe mai permesso che la questione cadesse in quel modo, ma avrebbe continuato ad interrogarmi riguardo alla torta fino a smascherare la mia fuga non troppo celata dalla sua cucina.
Orihime era famosissima per la sua creatività culinaria, non potevo certo fare la figura di qualcuno che non sa neppure mettere insieme una semplicissima torta al cioccolato!
Oramai, prima che potessi far qualcosa per impedirlo, era diventata una questione di vita o di morte.
Se volevo portare Ichigo alla festa, salvami la faccia di fronte a lui e di fronte a mio fratello, dovevo ad ogni costo preparare quella torta!

Il problema era che non conoscevo nessuno che sapesse fare torte nella Soul Society.
Di sicuro mio fratello non aveva alcuna esperienza in cucina, appunto perché era stato straviziato dalla servitù, perciò ero praticamente certa di non poter contare sul suo aiuto.
Inoltre, probabilmente, mi avrebbe dato della pazza per il volermi imbarcare in un’impresa simile e avrebbe trascinato Ichigo alla festa di Zaraki con la forza, se necessario.
In verità, non potevo permettermi di lasciare che Ichigo scoprisse quanto ero imbranata in cucina.
Se si vuole conquistare il cuore di un ragazzo, passare per il suo stomaco è sicuramente una delle vie più semplici e sicure, specialmente se si tratta di Ichigo Kurosaki.
Restava il problema che non sapevo a chi poter chiedere di aiutarmi e quindi, sentendomi in missione speciale, mi venne naturale cercare aiuto dove sapevo che avrei trovato, per lo meno, un po’ di sostegno morale.
Da sempre, potevo contare su almeno un complice, che si imbarcasse con me in qualsiasi impresa, per strampalata che fosse.
Quando si soffre la fame con qualcuno, è difficile che non si formi un legame.
Perciò, pur sapendo che non poteva avere alcuna idea su come fare una torta, mi incamminai verso l’ufficio di mio fratello alla ricerca del mio complice numero uno: Renji.
La sede della Sesta Divisione si presentava, come sempre, estremamente in ordine e silenziosa (ben diversa dagli edifici di alcune altre Divisioni, davvero confusionari).
Byakuya-nii-sama ha sempre avuto una sensibilità particolare nei confronti dell’ordine e della pulizia e detesta il troppo rumore, specialmente quando è al lavoro.
Giustamente, ritiene che la confusione porti a lavoro impreciso e faticoso e quindi esige molta disciplina dai suoi sottoposti.
Tutto questo, ovviamente, è largamente condivisibile ed ammirabile ma rende molto divertente che sia proprio Renji il suo primo sottoposto, nonché quello con cui condivide l’ufficio, perché non conosco una persona meno ordinata e silenziosa di lui.
Per prima cosa, Renji ha un respiro eccezzionalmente rumoroso. Non che respiri in modo improprio, semplicemente il suo respiro è molto intenso e si fa sentire.
Il fatto che già il suo respiro sia rumoroso la dice parecchio lunga su quanto possa essere silenziosa qualsiasi altra sua azione.
Per seconda, Renji è la persona più disordinata del mondo.
Quando vivevamo nel Rukongai e non possedevamo praticamente nulla, Renji riusciva comunque a tenere in disordine quelle tre cose che possedeva.
Questo fatto basta da sé per immaginare cosa possa combinare con pile di documenti che vanno tenuti in un certo ordine e compilati in modo diverso.
All’epoca dei fatti che sto raccontando avevo già perso da tempo il conto delle volte che Byakuya-nii-sama si era lamentato di fronte a me del perenne disordine in cui viveva Renji e degli infiniti errori che erano stati commessi nel suo ufficio a causa di quell’indole del suo tenente.
Quel pomeriggio, quando arrivai alla Sesta Divisione, l’ufficio di mio fratello e di Renji era estremamente silenzioso. Per fortuna non ero arrivata nel mezzo di una ramanzina, sarebbe stata la cosa più imbarazzante del mondo!
Bussai alla porta stando attenta ad essere molto delicata ed aspettai che mio fratello mi concedesse di entrare.
Nel vedermi, Byakuya-nii-sama inclinò in modo appercettibile le labbra in un sorriso.
Quando si trovava solo con me non si faceva problemi a manifestare apertamente di essere contento di vedermi producendo un sorriso vero e proprio, ma (non ho mai capito perché) di fronte a Renji questa cosa è sempre stata considerata un tabù insormontabile.
Salutai entrambi e mi scusai per il fatto che li stavo palesemente disturbando in orario di lavoro.
Byakuya scosse leggermente la testa.
-Cominciavo a sospettare che Renji avesse bisogno di una pausa- commentò, sfogliando alcuni documenti.
Renji rimase a fissarlo, in attesa che dicesse qualcosa d’altro.
-Puoi prenderti una pausa di cinque minuti, Renji. Esci pure a fare due passi con Rukia, mi sentirò più tranquillo se ci sarà lei a controllare che tu ritorni puntuale.-
Sapevo bene che Byakuya usava quel genere di scherzosi rimproveri per divertirsi alle spalle di Renji, ma lui continuava a ritenersi messo in croce dal mio Nii-sama e, come sempre, produsse una strana smorfia con il suo bel viso tatuato, alzandosi goffamente dalla sedia e venendomi incontro.
Mi congedai da Byakuya con un inchino e lui sorrise, questa volta apertamente, approfittando del fatto che Renji gli desse le spalle, mimando con le labbra le parole “a stasera”.

-Una torta?!- gridò Renji, palesemente sollevato dal non dover più bisbigliare nel silenzio zen dell’ufficio.
-Non gridare!- lo ammonì subito.
Volevo aiuto, ma non desideravo che tutta quanta la Soul Society sapesse che cosa stavo combinando.
-Devi aiutarmi, Renji. Non so come si fa, non so dove prendere gli ingredienti e dove rimediare una cucina!-
Renji sembrava divertito dalla questione e si offrì di aiutarmi.
-Non ne so niente di torte, Rukia, ma forse ho in mente chi potrebbe aiutarci.-
-E chi?- domandai, entusiasta e curiosa.
-Una volta Ikkaku-san si è ubriacato di brutto e mi ha raccontato questa storia assurda su di lui e Yumichika che cucinavano una torta per uno spirito di un pasticcere a Karakura. Mi sembra di ricordare che anche quel piccoletto della Quarta fosse rimasto in mezzo a questa faccenda. Non ricordo bene i dettagli, ma penso che valga la pena andare a fargli una visita, no?-
Sorrisi soddisfatta.
Non sembrava una storia particolarmente attendibile, ma era pur sempre meglio del nulla che avevo in mano prima, no?
-I cinque minuti sono quasi passati, però- commentai, dando un’occhiata all’orologio.
Renji sospirò.
-Chiederò al Taicho il permesso di uscire un po’ prima dall’ufficio, se rieso a finire tutto il lavoro con un po’ di anticipo, e potremo andare alla Undicesima a chiedere ad Ikkaku-san di questa cosa della torta.-
Annuì, contentissima di quell’idea.
Renji mi sorrise.
-Se dopo questa cosa Ichigo non si accorge di piacerti, non so davvero come potrai fare a farglielo capire!- commentò, avviandosi verso l’ufficio e lasciandomi spiazzata.
Non avevo mai confessato a Renji di provare dei sentimenti per Ichigo e lui non aveva mai dato a vedere di aver capito qualcosa prima di allora.
Insomma, ne sapeva molto di più di quel che voleva dare a vedere!
Sperai che non fosse così evidente e che Byakuya-nii-sama non si fosse accorto di nulla.
Poi, come difesa contro la vergogna, rivolsi il mio pensiero ai nostri potenziali alleati dell’Undicesima Divisione.
Che Ikkaku-san avesse fatto una torta mi sembrava davvero paradossale, ma dovevo fidarmi almeno un po’ di Renji, visto che era stato così gentile da aiutarmi.
In ogni caso, avrei scoperto la verità di lì a poche ore.

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Capitolo 3
*** 100 Grammi di Burro ***


Mentre aspettavo che Renji uscisse dall'ufficio, quella sera, non potei fare a meno di immaginare l'espressione disgustata di Ichigo mentre mi diceva “Rukia, non sai nemmeno cucinare!”
Per quanto ne sapevo, Orihime aveva cucinato diverse volte per lui e non mi potevo permettere di esserle inferiore anche in quel campo.
La natura era già stata estremamente più generosa con lei che con me, e questo senza che aggiungessi carne al fuoco con gesti affrettati come mettermi a mostrare le mie incapacità culinaria di fronte ad Ichigo.
Dannazione, Orihime era così... perfetta.
Non solo era estremamente carina e patologicamente incline a mettersi nei guai, così da aver sempre bisogno di Ichigo a difenderla, ma aveva anche un eccellente corredo di seno e gambe lunghe al punto giusto, entrambe caratteristiche che io non potevo che sognarmi.
Orihime era così gentile con tutti quanti, davvero non era possibile odiarla. Eppure, avrei desiderato che Ichigo trovasse una scusa per farlo, soltanto per non dovermi rigirare nel letto chiedendomi che cosa lui provasse per lei.
Tentai di scacciare quei pensieri orribili dalla mia mente per l'ennesima volta. Orihime era una persona fantastica e non potevo concedermi di pensare delle cattiverie su di lei soltanto perché era più carina di me.
In realtà, volevo bene ad Orihime, e detestavo che la gelosia provasse a farmela diventare nemica.
Era una delle mie più care amiche, non potevo pensare male di lei soltanto per colpa di un ragazzo!
Osservando Renji uscire dalla porta dell'ufficio con espressione trionfante, sorrisi e mi rilassai un po'.
Avrei fatto quella torta ad ogni costo, e conquistato Ichigo senza bisogno di pensar male di nessuno!

La sede dell'Undicesima divisone era, come sempre, piuttosto rumorosa, specialmente dopo il silenzio della sede della Sesta.
Renji, come sempre, era di ottimo umore per essere finalmente uscito dal lavoro e non dover più sostenere lo sguardo severo del mio Nii-sama, quindi aveva una gran voglia di chiacchierare.
Non osai riportare l'argomento sui miei sentimenti per Ichigo, perché mi vergognavo troppo a parlarne con Renji, e lui fu abbastanza sensibile da fare altrettanto, grazie al cielo.
Arrivati alla sede della brigata di Zaraki, Renji bussò alla porta con decisione presentandoci.
Ad aprirci fu un ragazzo piuttosto malconcio, con l'aria di chi era appena uscito (male) da una rissa.
Non fece neppure in tempo a salutarci come si deve che qualcuno lo afferrò e lo trascinò di nuovo dentro, gridando.
-Niente pause!- tuonò la voce di Zaraki, da dentro.
Renji sorrise.
-Zaraki Taicho deve essere di buonumore, oggi-
Non avevo più molta voglia di entrare, dopo quel poco che avevo visto e quanto intuivo stesse succedendo là dentro, ma si affacciò alla porta Yumichika e ci fece segno di seguirlo, se volevamo parlare con lui e Ikkaku in un posto tranquillo.
Una volta otrepassata la porta, scivolai lungo un corridoio cercando di non guardarmi troppo attorno e sperando che Zaraki non ci notasse e non decidesse che dovevamo unirci al suo divertimento, fino a che, per fortuna, approdammo sani e salvi in quello che doveva essere l'ufficio di Ikkaku e Yumichika.
Il lato del quinto seggio era molto in ordine e si vedeva che il semplice design comune a tutti gli uffici del Gotei 13 era stato un po' ritoccato da Yumichika per renderlo più ospitale ed allegro.
Al contrario, la scrivania di Ikkaku sembrava in disuso e Yumichika rise del mio sguardo curioso.
-Ikkaku odia il lavoro da scrivania- commentò, allegramente -Come tutti qui dentro-
Ci fece accomodare e ci offrì un paio di onigiri.
-Sarà meglio che li mangiate, prima che arrivi il Fuku Taicho e se li mangi tutti lei-
Io rifiutai, perché ero troppo tesa per mangiare, ma Renji ne prese uno e lo trangugiò praticamente in un solo morso.
Era evidente come lui fosse molto più a suo agio di me in quell'ufficio, e mi ricordai che lui aveva militato nell'Undicesima, per un certo periodo della sua vita.
-Ikkaku arriverà subito, appena il Capitano lo manderà al tappeto e lui non riuscirà più ad alzarsi ce lo proteranno qui. Non dovrebbe mancare molto, stanno combattendo da ore.-
Non riuscivo nemmeno a comprendere come potessero ancora esistere degli edificili dell'Undicesima divisione, se ogni giorno se le davano di santa ragione come quella volta.
Dovevo avere uno sguardo davvero shockato perché Yumichika rise di nuovo.
-Kuchiki-chan non è abituata a tutto questo, eh?-
Renji sorrise.
-Rispetto a come gestisce le cose il Capitano Kuchiki, sembra di non essere neanche sullo stesso pianeta-
Proprio in quel momento, la porta dell'ufficio si aprì e un paio di tizi malconci portarono dentro Madarame Sanseki, mezzo nudo e mezzo morto.
Yumichika battè le mani allegramente.
-Eccolo qua! Che vi dicevo? Lo sapevo che non ci avrebbero messo ancora molto!-
Non sembrava minimamente preoccupato per le condizioni di vita del suo compagno e questo mi fece pensare che fosse normale, per loro, una scena di quel genere.
I due dell'Undicesima coricarono Ikkaku su un futon in un angolo della stanza e Yumichika gli portò un po' di Sake, per farlo rinvenire.
-Ikkaku-san- disse Renji, salutandolo.
Io chinai lievemente il capo.
-Abbiamo ospiti, Ikakku. Vedi di riprenderti- fece Yumichika, con dolcezza, come se parlasse ad un bambino appena sveglio.
Ikkaku si mise seduto (con qualche difficoltà) e ci sorrise (mostrando un dente rotto).
-Allora?- domandò, saltando a piè pari ogni saluto o convenevole.
Renji sorrise.
Di nuovo, pensai che doveva essere perfettamente a suo agio con i modi di fare dell'Undicesima, mentre io mi sentivo davvero su un pianeta alieno.
-Abbiamo bisogno del vostro aiuto per fare una torta per il compleanno di Zaraki Taicho- fece Renji.
-Stai scherzando?! Il cibo lo portano quelli della Quarta, noi pensiamo all'intrattenimento!- esclamò Ikkaku, ridendo.
Evidentemente, per loro “intrattenimento” era una parola in codice per “botte”.
-Sì, ma questa è una torta diversa- continuò Renji, imperterrito, e si mise a spiegarli il perché era importante fare quella torta.
Avevo paura che gli raccontasse dei miei sentimenti per Ichigo, ma Renji disse solo “Rukia deve farla per Ichigo, altrimenti lui non verrà alla festa” e sembrò aver premuto il tasto giusto perché Yumichika, che nel frattempo aveva riordinato un po' la stanza, smise di fare quello che stava facendo e ci ascoltò con più attenzione.
-Se Ichigo non viene, il Capitano non sarà per niente contento- commentò.
-Già- replicò Ikkaku, improvvisamente serio -Pretenderà di andare a Karakura a prenderlo con le sue mani-
-Ecco perché è importante fare questa torta- disse Renji, in fretta, inserendosi con abilità nel discorso nel momento in cui quei due gli avrebbero prestato più attenzione.
Yumichika annuì.
-Non si può evitare, di che torta stiamo parlando?-
Renji mi guardò, come a dire che dovevo essere io a dare ulteriori spiegazioni.
-E' una torta al cioccolato- dissi, rendendomi subito conto che era tutto quello che sapevo.
-Beh, è un po' vago, no?- commentò Yumichika, sedendosi vicino ad Ikkaku -Una ricetta sarebbe più utile-
Già, la ricetta. Ma non potevo certo andare da Ichigo e domandargliela, o avrebbe scoperto il mio piano.
-Mi sa che dovremo lavorare un po' d'immaginazione- fece Renji e io subito mi allarmai.
-Non può essere una torta qualsiasi! Deve essere quella!-
Ikkaku trangugiò dell'altro Sake.
-Sì, ma visto che non hai la ricetta dovremo comunque inventarcela di sana pianta, no? Non fare la schizzinosa, Kuchiki-chan!-
Aveva ragione, quindi non potevo ribattere nulla.
-Comunque, vi aiuteremo- commentò Ikkaku, sorridendo -Il Capitano si arrabbierebbe sul serio se Ichigo dovesse diertare la sua festa di compleanno-
Osservai Renji, un po' preoccupata.
Come avremmo fatto a fare una torta senza la ricetta?
Eppure, il mio amico d'infanzia non sembrava per niente in pena.
-Ce la faremo sicuramente, allora!- commentò con allegria, buttando giù anche lui del Sake.

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Capitolo 4
*** 4 uova ***


Il giorno dopo era martedì, il giorno libero di Renji, e mancavano soltanto tre giorni alla fatidica sera della festa di compleanno di Zaraki.
Non so perché mi fossi convinta di avere molto tempo a disposizione, ma quel mattino andai in panico.
Mancava pochissimo tempo e io, che non avevo idea di dove cominciare, mi ero affidata a Renji e a gente dell'Undicesima divisione!
Non proprio dei soggetti famosi per le loro abilità culinarie.
Probabilmente, se avessi chiesto a Ukitake Taicho avrei avuto più speranze di riuscire.
Come avevo anche solo potuto pensare che sarei stata in grado di realizzare una torta identica a quella di Ichigo senza avere neppure la ricetta?!
Come ho detto, ero nel panico, ma avevo comunque promesso a Renji di passare a fargli visita prima di andare in ufficio (il mio giorno libero era il mercoledì, dopotutto anch'io dovevo lavorare!) e consegnare la mia speranza nelle sua mani.
Quel giorno, avrebbero dovuto incominciare l'opera senza di me, e anche questo mi preoccupava non poco.
Perciò, mi alzai in tutta fretta, mi pettinai e indossai il kimono nero d'ordinanza, sperando di salutare velocemente mio fratello prima di uscire.
Quando lo raggiunsi, Byakuya-nii-sama era seduto a fare colazione e mi osservò con una punta di stupore nello sguardo.
-Sembri di fretta- constatò, sorseggiando un po' del suo tè.
Io annuii, sperando che non mi giudicasse maleducata per la totale assenza di convenevoli.
Byakuya-nii-sama mosse leggermente un sopracciglio, quindi infagottò due o tre dolcetti di riso nel proprio tovagliolo, che era ancora intonso, e assicurò il tutto con un piccolo nastro.
-Tieni- mi disse, porgendomeli -Se proprio non hai intenzione di fermarti a fare colazione, almeno porta la colazione con te-
Io, commossa da quella sua gentilezza, feci un inchino e lo ringraziai.
-Vai ora, se hai tanta fretta- mi disse Byakuya, congedandomi.
Mi inchinai di nuovo e mi precipitai alla porta quando sentii la sua voce richiamarmi indietro.
-Se c'è qualcosa che ti preoccupa, Rukia, puoi sempre parlarmene, se vuoi- mi disse.
Io annuii, ringraziandolo di nuovo.
-E devi ricordarti sempre- aggiunse -Che non si può fare una torta senza le uova-.
Io lo osservai, a dir poco stupefatta.
Come avesse fatto a sapere della torta non ho mai avuto il coraggio di domandarglielo.
Sorrisi e lo ringrazia ancora.
-Grazie, Nii-sama, terrò a mente il tuo buon consiglio-
E poi, mi precipitai fuori, verso l'alloggio di Renji.

Quando arrivai davanti alla porta di Renji la trovai addobbata con un bigliettino che recitava:
“Sono già all'opera. Ci vediamo in pausa pranzo”
Sospirai.
Alla fine avevo corso tanto per niente.
Mi fermai solo un istante per riprendere fiato, quindi ricominciai a correre.
Non so come fosse possibile, ma ero comunque in ritardo!

Arrivata in ufficio, Ukitake Taicho mi salutò con un sorriso gentile.
Per fortuna quello era un periodo in cui la sua salute non faceva troppo i capricci e lo vedevamo in ufficio quasi tutti i giorni.
Nonostante facessero parte della nostra routine quotidiana, nessuno riusciva mai ad abituarsi veramente ai suoi continui problemi di salute e, anche se sapevamo cavarcela piuttosto bene senza di lui a fare la guardia, io e gli altri membri della Tredicesima non potevamo fare a meno di sentirci a disagio a stare in ufficio senza il nostro Capitano, nei giorni in cui non riusciva a presentarsi.
-Kuchiki-chan- mi disse, mentre gli passavo davanti di corsa -Fermati un istante per favore-
-Mi dispiace tanto del ritardo, Ukitake Taicho- mormorai con il capo chino, entrando nel suo ufficio.
Quando alzai lo sguardo sul mio capitano, notari che, seduto al suo fianco, stava Shunsui Kyoraku, con la solita aria allegra.
Davvero, non avevo mai visto quell'uomo di cattivo umore.
-Buongiorno- feci, chinando di nuovo il capo per salutarlo.
-Aaaah, Rukia-chan- fece quello, sorridendo -Diventi ogni giorno più carina-
Tentai di non arrossire per quel complimento.
Non mi sarei mai abituata al quel modo di fare del Capitano Kyoraku, neppure se avessi dovuto averci a che fare tutti i giorni.
Come facesse Nanao Ise a gestire quella situazione, proprio non lo sapevo.
-Grazie- mormorai, cercando di non diventare viola di vergogna.
Kyoraku rise ancora.
-Stamattina ho sentito dire che qualcuno sta preparando una torta molto speciale per il compleanno di Kenpachi- commentò quello, trangugiando un sorso di Sake.
Ukitake Taicho si illuminò.
Io mi sentii le farfalle nello stomaco.
Possibile che lo sapessero già tutti quanti?!
Che lo sapesse mio fratello era già abbastanza strano, ma dopotutto si era preso l'incarico di occuparsi di me, era plausibile che avesse occhi e orecchie ovunque, o che Renji avesse sputato il rospo anche solo per caso (anche se non mi era chiaro quando avesse trovato il tempo di farlo).
Ma Ukitake Taicho e Kyoraku che cosa c'entravano?
Perché mai erano venuti a saperlo anche loro due?
-E' davvero un'idea molto carina la tua, Kuchiki-chan- commentò il mio Capitano, sorridendomi con la sua solita gentilezza.
Kyoraku Taicho sogghignò.
-Davvero gentile- disse -E ho sentito anche che allo Shinigami Daiko farà particolarmente piacere questa gentilezza-
Ok, la situazione era palesemente fuori controllo, molto più di quanto potevo sopportare.
Mi inchinai in fretta e mormorai qualcosa a proposito del fatto di dover andare ad occuparmi di un rapporto sui miei ultimi viaggi nel Mondo Materiale.
Mentre me ne andavo, ricoperta da uno spessissimo strato di imbarazzo, sentii Ukitake Taicho ridere piano e spronare il suo collega di raccontagli tutti gli ultimi pettegolezzi.

A parte quegli incidenti, la mattinata scivolò via abbastanza tranquillamente, con i soliti piccoli inconvenienti che fanno parte della vita d'ufficio e le solite carte da compilare.
Nella pausa pranzo Renji venne a trovarmi e mi informò che Hanataro era stato definitivamente coinvolto nell'Operazione Torta e che, con la benedizione di Unohana Taicho, Renji, Hanataro, Ikkaku-san e Yumichika avevano occupato una delle cucine della Quarta Divisione e avevano incominciato a sperimentare con gli ingredienti.
Cercando di ignorare la vocina nella mia testa che mi segnalava allarmata che anche Unohana era stata coinvolta nella questione (non mi era difficile immaginare che le avessero raccontato tutto per convincerla a prestare loro la cucina), mi ricordai di raccomandare a Renji un minimo di discrezione e di includere le uova nella ricetta.
-E' un consiglio che mi ha dato Byakuya-nii-sama questa mattina- feci, nervosa -Ne sai niente?-
Renji tergiversò.
-Ma... il Taicho... beh...-
Strinsi gli occhi, osservandolo fisso.
-Non potevi mantenere il mio segreto per almeno un giorno, Renji? Persino Ukitake Taicho e Shunsui Kyoraku sanno tutto!-
Il mio amico d'infanzia sorrise, come volendosi discolpare soltanto in virtù della propria simpatia.
-Ho pensato che un po' di aiuto ci avrebbe fatto comodo- farfugliò facendo spallucce.
Decisi di perdonarlo perché, dopotutto, Byakuya-nii-sama ci aveva offerto davvero un utile consiglio e non potevo arrabbiarmi con nessuno.
Era soltanto colpa mia e della mia stupidità se avevo lasciato che la questione diventasse un affare di tutta quanta la Soul Society.
-Comunque- fece Renji -A proposito di questo, si è unita a noi anche Rangiku-san-
D'accordo, se poco prima mi ero ripromessa di non arrabbiarmi, ora lo avrei strozzato.
Matsumoto Rangiku era geneticamente incapace di tenersi per sé qualsiasi cosa!
Ecco spiegato come mai tutti quanti sapevano gli affari miei.
-Non le ho detto di no perché ho pensato che un'opinione femminile ci sarebbe stata utile- commentò il mio maldestro complice, passandosi una mano tra i capelli.
-Ci manca soltanto che coinvolgiate anche Hitsugaya Taicho- feci io, sarcasticamente.
Renji sorrise, imbarazzato.
-Ha detto che era troppo impegnato a lavorare anche per Rangiku-san-
-Renji!- protestai, ad un volume troppo alto.
Non c'era davvero limite al pasticcio che il Tenente della Sesta era capace di realizzare in una sola giornata?!
Cominciavo a capire perfettamente il punto di vista di Byakuya-nii-sama riguardo all'atteggiamento di Renji.
-Comunque smettila di preoccuparti- disse il mio complice, sorridendo di nuovo -La cosa importante è che Ichigo non sappia niente, e lui resterà nel Mondo Materiale fino a venerdì, perciò non corriamo rischi-
-Certo- replicai, sarcastica -A questo punto appendiamo pure i manifesti per strada, visto che tanto Ichigo non saprà nulla-
Renji mi passò una mano sulla testa, spettinandomi con un gesto d'affetto.
-Tranquilla, Rukia. La torta sarà buonissima, vedrai. Passa alla Quarta quando esci dall'ufficio e facciamo il punto della prima giornata di tentativi-
Annuii sospirando.
-D'accordo- dissi -A dopo, bakamono-

Quando uscii dall'ufficio, quella sera, non mi ero ancora liberata del tutto dal nervosismo provocato dal fatto che tutti quanti sapessero della mia torta.
Ero imbarazzata che nella Soul Society la mia ignoranza in materia culinaria fosse diventata così velocemente di dominio pubblico e dal pettegolezzo su di me ed Ichigo.
Era vero quello che aveva detto Renji: Ichigo sarebbe rimasto a Karakura, presumibilmente all'oscuro di tutto.
Eppure non riuscivo a liberarmi dalla strisciante sensazione che qualcuno avrebbe parlato un po' troppo e rovinato i miei piani.
Non ero ancora pronta a farmi davvero avanti con lo Shinigami Daiko, ci mancava solo che qualche ficcanaso gli andasse a dire che provavo qualcosa per lui!
Ad ogni modo, cercai di ignorare quell'inquietudine e mi diressi alla sede della Quarta Divisione, come avevo promesso.
Volevo tirare le somme del lavoro di quel giorno, così la mattina dopo avrei saputo da dove incominciare.
Quando arrivai agli uffici della Quarta, trovai la Tenente Kotetsu sulla porta d'ingresso, ad aspettarmi.
Come sempre sembrava incredibilmente imbarazzata dalla propria altezza, specialmente rispetto alla mia scarsissima statura.
Le sorrisi, cercando di comunicarle con lo sguardo che non doveva certo sentirsi imbarazzata nei miei confronti. Anzi, piuttosto ero io a vergognarmi di essere tanto bassa.
-Spero che la tua torta venga bene, Kuchiki-san- mi disse, gentile come sempre -Tutti quanti si stanno impegnando davvero molto-
Annuii sorridendole, tremando al pensiero di altre persone coinvolte nella faccenda.
Kotetsu non disse altro e mi scortò lungo i corridoi tranquilli della Quarta Divisione.
-Unohana Taicho ha deciso di partecipare, ma oggi aveva molto lavoro da sbrigare quindi potrà aiutarvi soltanto domani. Hanataro invece è già dentro- fece la Tenente, facendomi venire i brividi.
Renji mi aveva accennato qualcosa e, comunque, avevo sospettato che Hanataro sarebbe stato coinvolto, ma perché mai anche i Capitani si sentivano in dovere di intervenire in quella storia? Si trattava soltanto di una misera torta per Ichigo, dopotutto!
Era passato un altro giorno e già quattro Capitani (Byakuya-nii-sama, Ukitake, Kyoraku e Unohana) avevano mostrato interesse per la questione.
Davvero, stava diventando una questione di stato!
Quando finalmente raggiunsi la porta della stanza che Renji e compagnia bella avevano occupato per i nostri esperimenti, ringrazia Kotetsu e la salutai.
Quindi, facendo un respiro profondo, aprii la porta e guardai all'interno della stanza.



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Scusate se vi ho fatto aspettare tanto, grazie a tutti quanti delle recensioni, spero che continuiate a scrivermi il vostro preziosissimo parere e che questo capitolo che si è fatto tanto attendere vi sia piaciuto

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Capitolo 5
*** 150 grammi di zucchero ***


La mattina seguente mi svegliai pervasa da un atteggiamento di fiera risolutezza.
Quello, finalmente, era il giorno in cui avrei capito se la mia missione era impossibile o se, in qualche modo, sarei riuscita a far mangiare allo Shinigami Daiko una fetta di quella torta che mi stava costando la reputazione e che stava praticamente bloccando il lavoro di almeno quattro divisioni del Gotei 13.
Mi vestii in tutta fretta, salutai velocemente Byakuya-nii-sama rubando due o tre dolcetti dal tavolo preparato per la colazione e corsi fuori, diretta a passo spedito verso la sede della Quarta Divisione.
La sera prima, quando ero passata a controllare i lavori, avevo purtroppo scoperto che la situazione non era a buon punto, anzi, si poteva tranquillamente dire che fossimo ancora in alto, altissimo mare.
E questo a due soli giorni di distanza dal compleanno di Zaraki.
Tutto quello che i miei “validi” collaboratori erano stati in grado di fare era produrre strani impasti dal sapore insipido e riempirsi di farina fino a dentro le orecchie (soprattutto Ikkaku e Renji, ovviamente).
Quei preparati non avrebbero mai potuto essere spacciati per una torta, nemmeno se avessimo rimosso ad Ichigo le papille gustative avrebbe potuto trovarli simili a quello che aveva mangiato a casa propria.
Alla fine, come suo solito, Renji mi aveva promesso anche più aiuto del necessario ma tutto quello che era riuscito a combinare era un gran baccano, senza concludere niente di serio.
Entrando negli uffici della Quarta Divisione mi ricordai che non avevo ancora ringraziato Unohana Taicho per averci permesso di occupare una delle sue cucine, quindi cambiai bruscamente rotta in mezzo ad un corridoio (finendo con l'andare a sbattere contro uno shinigami biondo dall'aria nervosa e indaffarata) per dirigermi nell'ufficio del Capitano della Quarta.
Quando la raggiunsi in ufficio, Unohana Taicho stava innaffiando lentamente alcuni vasi contenenti strane piante che non avevo mai visto, dalle foglie rigogliose e colorate.
-Sono piante officinali- mi spiegò -E' incredibile cosa possono fare per curarci, se noi abbiamo la pazienza e l'affetto di prenderci cura di loro-
Il Capitano della Quarta aveva, come sempre, un atteggiamento sereno e pacato.
A guardarla sembrava una donna completamente inoffensiva, incapace di fare del male a chiunque.
Tuttavia, era famosa in tutta la Soul Society per la sua indiscussa autorità e nessuno, nemmeno Zaraki o Kurotsuchi avevano il fegato di contrariarla.
Forse, mi ritrovai a riflettere, era proprio per quella sua perenne serenità che Unohana riusciva a farsi rispettare (e temere) fino a quel punto.
Che fosse forte non c'erano dubbi, a maggior ragione perché non aveva mai avuto bisogno di dimostrarlo.
-Unohana Taicho- dissi, finalmente, quando appoggiò delicatamente il piccolo annaffiatoio laccato e si voltò verso di me -Sono venuta a ringraziarla profondamente per averci accordato il permesso di usare una delle sue cucine-
Unohana sorrise.
-Un dolce è sempre una giusta causa, e io sostengo sempre le giuste cause- commentò, allegramente.
-Inoltre- aggiunse, aprendo un cassetto della scrivania -Dobbiamo molto a Kurosaki Ichigo per tutto l'aiuto che ci ha offerto quando ne avevamo più bisogno, perciò quando ho sentito dire che si trattava di un regalo per lui non ho potuto tirarmi indietro-
Lentamente ma con decisione appoggiò sulla propria scrivania un elegante contenitore dall'aspetto tradizionale e mi invitò con un cenno ad avvicinarmi e prenderlo.
-Ho pensato che ti sarebbe servito qualcosa di speciale- mi disse -Quindi ti ho riservato dello zucchero. E' di ottima qualità, quindi ti prego di non sprecarlo-
Stupita da quel regalo, presi in mano il contenitore come se fosse stato d'oro e ringraziai credo cinque volte di seguito il Capitano Unohana, almeno fino a quando lei non mi mandò via ricordandomi dei miei impegni in cucina.
Mentre uscivo dal suo ufficio, aggiunse soltanto che sperava di poter assaggiare una fetta della mia torta alla festa.

Entrai in cucina traboccante ottimismo e di ottimo umore per la gentilezza che Unohana mi aveva fatto, ma fui subito distratta dal disastro che regnava in quella stanza.
L'unico presente era Hanataro, che stava provando a rimettere un po' in ordine, ma la sua sembrava davvero una causa persa.
Sembrava che un'intera pasticceria fosse esplosa lì dentro.
Persino sul soffitto notai dei malinconici schizzi di qualche sostanza, che sembravano supplicarmi di essere rimossi dalla loro triste e scomoda posizione.
-Ma che hanno combinato quei pazzi?!- esclamai, appoggiando velocemente il barattolo che Unohana mi aveva regalato negli unici dieci centimetri di pulito che erano rimasti sul bancone principale.
Hanataro fece spallucce, sorridendo come suo solito con imbarazzo.
-Erano davvero entusiasti della missione- commentò.
-Direi anche troppo entusiasti! E adesso dove sono finiti tutti quanti?-
-Oggi devono lavorare, hanno detto. Passeranno più tardi-
E così era già svanito tutto l'aiuto che mi ero aspettata di ricevere?
Possibile che il giorno prima avessero tutti il giorno libero mentre io dovevo lavorare, e invece proprio quel giorno tutti quanti erano improvvisamente impegnatissimi e mi lasciavano da sola (o quasi) a riparare ai loro danni senza niente di concreto riguardo alla torta?
Mi sentii preda dello sconforto.
Mancavano soltanto due giorni e io non avevo fatto alcun progresso dall'inizio, anzi, se possibile la mia situazione era peggiore della partenza, perché ora dovevo perdere del tempo (un mucchio di tempo) a pulire quel disastro invece che passarlo pensando alla torta e mi sentivo terribilmente in debito con Unohana per averci prestato cortesemente quella cucina che i miei cosiddetti aiutanti avevano provveduto a sporcare fino al soffitto.
-Kuchiki-san- disse Hanataro, avvicinandosi a me -Non preoccuparti, ce la faremo-
Io sospirai, incapace di condividere il suo ottimismo.
-Intanto riordiniamo questo posto- dissi, raccogliendo un sacchetto di farina vuoto dal pavimento -O non riusciremo a cucinare un bel niente-

Durante il resto della giornata il mio umore non ebbe modo di migliorare. Hanataro ed io impiegammo fino all'orario di chiusura degli uffici per ripulire la cucina e non facemmo alcun progresso verso la soluzione del mistero della ricetta della torta.
Inoltre, il giorno prima Kotetsu mi aveva promesso che Unohana si sarebbe unita a noi ma, a parte il regalo che mi aveva fatto, non si era più vista per tutto il giorno, facendomi pensare che non avrei ottenuto alcun aiuto ulteriore da parte sua.
Quando Hanataro mi fece notare che era quasi ora di chiudere gli uffici della Quarta e che avremmo dovuto andare via e rimandare il lavoro al giorno dopo, gli rivolsi uno sguardo tanto sconfortato che dovette sentirsi davvero in colpa (come faceva sempre, anche e soprattutto quando la colpa non era affatto sua).
-Kuchiki-san, vedrai che ci riusciremo- disse, cercando di farmi sentire meglio -La festa sarà dopodomani sera, abbiamo ancora due giorni interi-
Annuii per ringraziarlo del suo tentativo ma, in realtà, avevo l'impressione che non sarei più riuscita a ricreare quella maledetta torta nemmeno se avessi avuto a disposizione due interi anni.
-Beh, andiamo- dissi, alzandomi dallo sgabello sul quale mi ero appoggiata.
Hanataro annuì ma, proprio in quel momento, si sentì un leggero bussare alla porta ed entrò mio fratello Byakuya, accompagnato da un nervosissimo Renji.
-Come procede la ricerca della ricetta?- domandò mio fratello, guardandosi attorno nella cucina finalmente splendente.
Renji sembrò tirare un sospiro di sollievo notando che il disastro che lui e gli altri avevano lasciato era stato ricondotto all'ordine da me e Hanataro.
Hanataro si inchinò velocemente di fronte a mio fratello, io al contrario ero così stanca e scoraggiata da aver dimenticato persino le buone maniere e quanto normalmente ero in soggezione di fronte a Byakuya.
-Non sta andando da nessuna parte- risposi, totalmente abbattuta.
Renji mi rivolse un'espressione che sembrava volermi chiedere perdono ma io ero talmente stanca e delusa dal fatto che il suo aiuto mi fosse venuto meno che non accettai di perdonarlo e lo guardai sdegnata prima di rivolgere lo sguardo altrove.
Mi sembrò che anche mio fratello si voltasse a guardare Renji con rimprovero, ma poteva essere solo un'impressione dettata dalla mia momentanea disperazione e dal bisogno che qualcuno prendesse le mie difese.
Mi sentivo tradita da quelli che avevano promesso di aiutarmi e sempre più scoraggiata.
-Facciamo il punto della situazione- disse Byakuya avvicinandosi a me -Che cosa occorre per fare questa torta?-
-Il cacao!- rispose velocemente Renji, apparentemente ansioso di rientrare nelle grazie mie e del suo Taicho.
-Il cacao- ripeté Byakuya, sollevando un dito per prendere nota degli ingredienti sulla sua mano sinistra.
-Lo zucchero- suggerì Hanataro, indicando il contenitore datomi da Unohana.
-Zucchero- ripeté Byakuya, sollevando un altro dito -E le uova- propose a sua volta, e sollevò il terzo dito.
-La farina- dissi io, quasi senza prestare attenzione a quello che succedeva -O la torta non starebbe in piedi-
Mio fratello sollevò il quarto dito e disse:
-Cacao, zucchero, uova e farina. Direi che siamo a buon punto, cosa manca?-
Rimanemmo in silenzio. Nessuno di noi aveva mai fatto una torta in vita sua e questo era drammaticamente evidente.
Ad un tratto, Renji ebbe un sussulto.
-Ho avuto un'idea! Taicho, ho il permesso di andare a Karakura domani?-
Byakuya sollevò un sopracciglio.
-A dir la verità hai già avuto il tuo giorno libero questa settimana e non mi viene in mente nessuna ragione che potrebbe spingerti a trascurare l'ufficio per una giornata intera-
Renji si inchinò profondamente.
-Per favore, Taicho, soltanto la mattina, farò in fretta. Mandatemi a fare qualche commissione, tornerò prima di pranzo-
Byakuya sembrò sul punto di rifiutargli nuovamente il permesso ma poi, lentamente, sospirò.
-Credo che ci siano alcuni documenti che devono essere firmati dal Sostituto Shinigami. Ritenevo di poter aspettare la festa di compleanno di Zaraki per farglieli firmare, ma suppongo che tu possa portarglieli domani mattina, se ci tieni così tanto-
Renji, senza sollevarsi dall'inchino, sorrise.
-Grazie, grazie mille Taicho-

La mattina seguente mi recai al lavoro con un po' di apprensione. Renji non aveva voluto raccontarmi nulla del suo misterioso piano per risolvere il mio problema perciò tutto quello che sapevo era che, in qualche modo, questo piano coinvolgeva qualcosa che si poteva trovare soltanto a Karakura.
Per un istante temetti persino che fosse andato a chiedere direttamente ad Ichigo la ricetta e pregai che non fosse stato tanto sciocco.
In ufficio restai nervosa fino all'ora di pranzo, temendo il peggio e sperando che, in qualche modo, si verificasse invece un miracolo e Renji tornasse con la soluzione ai nostri problemi.
Di quanto accadde a Karakura conosco solamente il racconto che me ne fece poi Renji stesso, che proverò a riassumere così:
Quando arrivò a Karakura, per prima cosa si preoccupò di nascondere la propria reiatsu perché Ichigo non realizzasse che era lì prima del tempo. Doveva effettivamente fargli firmare quei documenti che Byakuya gli aveva consegnato, tuttavia una buona parte del suo piano doveva svolgersi senza che Ichigo si rendesse conto di nulla e quindi aveva giudicato che fosse saggio nascondere la sua presenza in città per una buona parte della sua visita.
Prima dell'inizio delle lezioni si era appostato fuori dalla scuola, attento a non farsi vedere nessuno, in attesa di quello che sarebbe diventato il personaggio chiave della nostra “segretissima” operazione: Uryuu Ishida.
Per una volta, effettivamente, Renji aveva avuto un'autentica buona idea: rubare la ricetta ad Ichigo.
Per fare questo, tuttavia, aveva bisogno di un complice più astuto e subdolo di se stesso, e questo sarebbe stato il ruolo giocato da Ishida.
Per fortuna, Renji riuscì effettivamente ad intercettare Ishida in un momento in cui Ichigo, perennemente in ritardo, non era ancora arrivato a scuola e a mettersi d'accordo con lui perché rubasse la ricetta allo Shinigami Daiko con uno stratagemma quel pomeriggio.
Renji promise che sarebbe tornato lui stesso o avrebbe mandato qualcuno dalla Soul Society per recuperare la ricetta quella sera e così si lasciarono.

Nel frattempo, io continuavo il mio lavoro in ufficio nervosa come non mai.
Ero talmente in pensiero per la buona riuscita del misterioso piano di Renji che rischiai di essere davvero molto maleducata quando Ukitake Taicho venne a domandarmi come stava procedendo il progetto della torta.
-Kuchiki-chan- mi disse, sorridendomi con gentilezza come sempre faceva con tutti, soprattutto con me -Non preoccuparti. Penso che Ichigo-kun apprezzerebbe qualsiasi cosa se venisse da te-
Non potei trattenermi dall'arrossire vistosamente.
Sembrava che nella Soul Society tutti fossero convinti che Ichigo fosse perdutamente innamorato di me e che l'unica a non crederlo nemmeno lontanamente possibile fossi proprio io.
Dal canto mio, come potevo concepire che Ichigo potesse provare dei sentimenti per me quando ero la prima a non capire che genere di sentimenti nutrissi nei suoi confronti?

Vero l'ora di pranzo persi definitivamente la pazienza, smisi di lavorare 10 minuti prima del previsto e, con il permesso di Ukitake Taicho, corsi alla sede della Sesta Divisione, dove mio fratello Byakuya stava ancora aspettando il ritorno di Renji.
Pranzai con entrambi non appena il tenente fu tornato da Karakura e Renji ci raccontò degli accordi presi con Ishida e del suo piano per ottenere la ricetta.
-Alla fine abbiamo deciso che sarebbe stato più semplice se Ishida avesse chiesto ad Ichigo la ricetta in prestito- disse Renji, trangugiando una bocconata di riso.
Byakuya sollevò leggermente le sopracciglia, come a sottolineare quanto quello stratagemma fosse poco raffinato.
-Avresti potuto pensarci prima- disse, senza guardarlo.
-Mi dispiace, ma ci ho pensato solo ieri pomeriggio!- fece Renji, tantando di discolparsi.
Io mangiai il mio pasto in silenzio.
Non ero sicura che Ichigo non si sarebbe insospettito se Ishida, di punto in bianco, gli avesse chiesto la ricetta di una torta.
Tuttavia, mi dissi, non avevo scelta. Dovevamo tentare.

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