L'ultima notte

di harley1958
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 41: *** Capitolo 40 ***
Capitolo 42: *** Capitolo 41 ***
Capitolo 43: *** Capitolo 42 ***
Capitolo 44: *** Capitolo 43 ***
Capitolo 45: *** Capitolo 44 ***
Capitolo 46: *** Capitolo 45 ***
Capitolo 47: *** Capitolo 46 ***
Capitolo 48: *** Capitolo 47 ***
Capitolo 49: *** Capitolo 48 ***
Capitolo 50: *** Capitolo 49 ***
Capitolo 51: *** Capitolo 50 ***
Capitolo 52: *** Capitolo 51 ***
Capitolo 53: *** Capitolo 52 ***
Capitolo 54: *** Capitolo 53 ***
Capitolo 55: *** Capitolo 54 ***
Capitolo 56: *** Capitolo 55 ***
Capitolo 57: *** Capitolo 56 ***
Capitolo 58: *** Capitolo 57 ***
Capitolo 59: *** Capitolo 58 ***
Capitolo 60: *** Capitolo 59 ***
Capitolo 61: *** Capitolo 60 ***
Capitolo 62: *** Capitolo 61 ***
Capitolo 63: *** Capitolo 62 ***
Capitolo 64: *** Capitolo 63 ***
Capitolo 65: *** Capitolo 64 ***
Capitolo 66: *** Capitolo 65 ***
Capitolo 67: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***





L'ULTIMA NOTTE


Prologo

E' notte,il buio mi circonda
ed il silenzio mi culla,
ma il buio ed il silenzio
sono miei amici,
non mi fanno paura.
Il giorno sì, il giorno
mi spaventa...
Il giorno che verrà,
quando il sole si alzerà all'orizzonte,
sarà il mio ultimo giorno su questa terra.

******
(Grazie a Cristina & Cristina,il merito è vostro)

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***




CAPITOLO 1
 
Sono sdraiato sulla branda di questa squallida cella e con la mente rivedo il film della mia vita.
La mia è stata un'infanzia serena, vissuta in una famiglia unita e ricca d'amore.
Ripenso alle carezze di mia madre Esme, alla sua dolcezza.
La risata argentina di mia sorella Alice, la sua vitalità.
Gli insegnamenti di mio padre Carlisle, la sua saggezza.
Le sfide con mio fratello Emmett, la sua spontaneità.
Mi mancherà tutto questo, mi mancheranno tutti loro.
E' questa l'angoscia che mi soffoca sempre più col passare delle ore.
Non è paura per ciò che mi accoglierà.
E' dolore per ciò che dovrò lasciare e forse, non tanto per me, ma per loro.
Il fatto poi, che nessuno di noi abbia meritato tutto questo, mi fa sprofondare in un abisso di rabbia e sofferenza.
Deglutisco saliva mista a sgomento ed una lacrima solitaria scende dal mio occhio,
percorre il mio viso pallido e scavato
e va a morire sulle mie labbra screpolate,
unendosi in preghiera alle uniche due parole che ne escono in un lieve sussurro:
AMORE MIO...


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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***




CAPITOLO 2
 
Mi chiamo Edward Cullen, ho trentadue anni e sono un giornalista del Washington Post.
Mio padre Carlisle è il primario dell'ospedale cittadino e mia madre Esme, una nota arredatrice d'interni.
Mio fratello maggiore Emmett è un vigile del fuoco, è sposato con la bellissima Rosalie ed hanno una bambina di tre anni Kate, che è la mia bambolina.
Mia sorella Alice è più piccola di me di due anni, lei è una stilista affermata ed è sposata con Jasper che negli anni è diventato il mio migliore amico, insegna storia all'università ed è l'unica persona che riesce a frenare la mia irruenza, con la sua calma e la sua razionalità.
Ora aspettano il loro primo figlio, hanno scoperto che sarà un maschio.
Alice fra le lacrime mi ha detto che questo bambino porterà il mio nome.
Ne sono felice ed orgoglioso, ma il mio cuore sanguina al pensiero che
non potrò mai conoscerlo.


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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***




CAPITOLO 3

 
Essere un cronista è sempre stato il mio sogno fin da bambino.
Mi alzavo presto e con la mia bicicletta giravo il quartiere consegnando i giornali.
L'odore della carta, dell'inchiostro steso da poco mi esaltavano.
Diventando più grande ho iniziato ad interessarmi veramente alle notizie.
Le leggevo più volte, le analizzavo, vi cercavo risposte celate.
Al liceo divenni responsabile del giornale della scuola.
I miei articoli vinsero vari premi e l'ultimo mi ha garantito la candidatura al Pulitzer.
Sapevo che quello era il mio destino.
Quello che non sapevo era che il mio amore per il giornalismo e per la verità,
sarebbero stati anche la mia condanna.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***




CAPITOLO 4 

Mi affidarono l'incarico di scrivere un pezzo sulla società finanziaria di Aro Volturi, un pezzo grosso, i cui nonni emigrarono dall'Italia facendo fortuna in America.
Avendo le spalle coperte dalla solida eredità di famiglia, Volturi in breve raggiunse la vetta, la sua fama ed il suo potere raggiunsero livelli inimmaginabili.
Le ricerche che feci per il mio articolo però, mi fecero scoprire che dietro a tutto c'era del marcio.
Volturi era legato alla mafia, non soltanto a quella tradizionale, ma anche ai satelliti più nuovi di questa organizzazione, quali la mafia russa.
Mi fu presto chiaro di avere per le mani materiale esplosivo, ci misi un po' più di tempo invece, a capire che a volte i nemici si travestono da colleghi ed amici.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***



 
CAPITOLO 5


Quando consegnai il mio articolo su Volturi al direttore, lui lo lesse di fronte a me e il suo volto fu attraversato da una miriade di espressioni.
Se solo vi avessi prestato più attenzione.
«Edward, ragazzo mio» mi disse «questo pezzo è sensazionale, stavolta hai fatto il botto... dammi un paio di giorni per sistemare alcuni dettagli e poi lo sbatto in prima pagina.»
Io mi dissi d'accordo: ero euforico, e forse la mia presunzione è stata quella di ritenere che tutti, come me, mettessero la giustizia ai primi posti nella scala dei valori.
Ora so che a combattere contro i mulini a vento, come moderni Don Chisciotte, siamo rimasti in pochi. E da domani ce ne sarà ancora uno in meno.    


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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***




CAPITOLO 6

 
Dopo che ebbi consegnato il mio pezzo al capo, la giornata lavorativa trascorse senza intoppi.
Mancava poco alla fine del mio orario di lavoro, quando il direttore si affacciò alla porta del mio ufficio.
«Ehi Edward che ne dici se io, te e qualche altro ce ne andassimo a festeggiare il tuo strepitoso articolo una volta finito qui?»
Sorrisi, «Certo, con piacere.»
Pensai tra me che quell'invito fosse strano: capitava sovente che io ed i ragazzi uscissimo a farci un paio di birre a fine giornata, ma mai, in tutto quel tempo, il direttore si era unito a noi.
Col senno di poi, anche questo fatto avrebbe dovuto mettermi in allarme...

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***




CAPITOLO 7

 
Il locale dove andammo era molto tranquillo, le luci basse e la musica soffusa.
Ci sedemmo al bancone e ordinammo birre e stuzzichini vari.
Ad un certo punto il mio capo, dandomi una gomitata, mi disse:
«Edward, hai fatto colpo, c'è una bionda che ti guarda.»
Mi girai e vidi una donna seduta su un divanetto poco distante: era biondissima
e pareva avere decisamente un bel corpo.
I miei amici si misero a sghignazzare e dissero che sarebbero andati a giocare a freccette nell'altra sala, invitandomi a raggiungere la bionda.
Sorrisi e mi dissi che, impegnato com'ero sempre con il lavoro, era un bel po' che non mi occupavo di soddisfare le mie esigenze di uomo, quindi annuii, presi il mio boccale e mi avvicinai alla donna.
«Ciao, io sono Edward, posso offrirti da bere?»
«Certo, accomodati, io sono Irina.»
Aveva occhi azzurri chiarissimi, quasi grigi ed era davvero una donna bellissima e sensuale.
Rimasi con lei per tutto il resto della serata e poi decidemmo di proseguire la
"conversazione" a casa sua.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***




CAPITOLO 8

 
L'appartamento di Irina era arredato in stile moderno, quasi  minimalista, bello per carità, ma dava la sensazione di essere in una sala operatoria, freddo, asettico.
Alla luce più forte di quella del locale, lei stessa sembrava algida, mi augurai che a letto non fosse come suggeriva l'aspetto: io ero un tipo passionale e focoso, pur sapendo essere anche dolce, nel sesso e gradivo che le mie partners lo fossero altrettanto.
«Mettiti comodo», disse «ti prendo qualcosa da bere.»
Si allontanò e prima di dirigersi verso il mobile bar, si fermò davanti ad uno stereo e fece partire una musica sensuale... mi parve di riconoscere Sade.
Tornò poco dopo con un bicchiere di whisky che mi porse, poi iniziò a muoversi in maniera provocante, cominciando a slacciarsi la camicetta ed ammiccando nella mia direzione.
Mi stavo eccitando tantissimo e per non fare una magra figura ancor prima di sfiorarla, cercai di darmi un contegno, ingoiando tutto d'un fiato il contenuto del mio bicchiere.
Dopodiché... il buio.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***




CAPITOLO 9


Mi svegliai che qualcuno mi stava scuotendo energicamente.
«Signor Cullen, signor Cullen si svegli, la dichiaro in arresto, le devo leggere i suoi diritti, si svegli!»
Aprii gli occhi intontito e mi trovai circondato da molte persone: poliziotti e gente in tuta bianca e guanti che setacciava la stanza.
Avevo la gola secca, la bocca impastata ed un feroce mal di testa.
«Cosa... cosa succede?» chiesi con poca voce.
«Lei è in arresto, signor Cullen.»
«In arresto? Perchè?»
Nel dire ciò abbassai lo sguardo e vidi la mia mano destra stringere un coltello sporco di sangue, raggelai, come guidato da una forza estranea, mi voltai e, con sgomento,vidi nel letto accanto a me il corpo nudo di Irina. Gli occhi spalancati nel vuoto, la gola orrendamente squarciata.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***




CAPITOLO 10


Mi fecero vestire, anche se il mio corpo era ancora sporco del sangue di Irina, essendo rimasto accanto al suo cadavere per tutta la notte.
Mi portarono in centrale e mi interrogarono per parecchio tempo. Raccontai loro tutto ciò che ricordavo, ma evidentemente non mi credettero, del resto le prove erano tutte contro di me.
Dissero che avevo il diritto di fare una telefonata, ci pensai a lungo, io non avevo un avvocato, non ne avevo mai avuto bisogno.
Alla fine mi decisi e composi il numero che non avrei mai voluto chiamare in un simile frangente, ma non sapevo dove altro sbattere la testa. Dall'altro capo del telefono, la sua voce calma e rassicurante,mi chiuse la gola con un groppo di disagio e lacrime represse.
Ero convinto di infliggergli il colpo più devastante della sua vita...
«Pronto, Papà?»

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***




CAPITOLO 11

 
Spiegare a mio padre ciò che era successo fu molto difficile.
Dopo il mio racconto, quell’uomo buono che aveva dedicato tutta la vita alla famiglia e al lavoro, salvando le vite dei suoi pazienti, si sentiva impotente riguardo al destino di suo figlio.
In pochi minuti sembrava invecchiato di dieci anni, il suo tono di voce lo faceva capire perfettamente.
Mi promise che si sarebbe attivato immediatamente per procurarmi l'avvocato migliore.
Quando riagganciai, in me dominavano due diverse sensazioni.
L'angoscia per il dolore che arrecavo ai miei cari ed un barlume di speranza, che mi nacque in cuore sapendo che avrei avuto un avvocato che si sarebbe occupato del mio caso.
Ancora non sapevo che il mio difensore avrebbe portato sia pace che ulteriore tormento nella mia esistenza.

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***




CAPITOLO 12

La guardia si avvicinò alle sbarre
«Cullen hai una visita.»
«Una visita? Chi è?»
«E io che ne so? Muoviti che non ho tutto il giorno.»
Seguendo il secondino arrivai nel parlatorio dove ad attendermi c'era una donna.
Non era molto alta, ma ben proporzionata, indossava un tailleur classico, ma essendo china su alcuni incartamenti, non riuscivo a vederla in volto.
Mi portai di fronte al tavolo dei colloqui e scostai la sedia.
Il rumore le fece alzare il capo e mi ritrovai ad ammirare due occhi profondi ed un sorriso sincero.
«Buongiorno Edward, ti ricordi di me?»
Scossi la testa confuso, in effetti qualcosa si mosse nella mia memoria, ma non riuscii a mettere a fuoco.
«Sono Isabella Swan, o la piccola Bella se preferisci e... sarò il tuo legale.

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***




CAPITOLO 13


Isabella Swan. Un nome che mi riporta agli anni della mia giovinezza.
Ricordo che era la migliore amica di mia sorella Alice e che spesso era ospite a casa nostra, fermandosi anche a cena e per la notte.
Era una ragazza timida, insicura e molto silenziosa, esattamente l'opposto di mia sorella.
Molte volte la sorprendevo a fissarmi e quando si accorgeva che l'avevo notato, chinava il capo ed arrossiva, facendomi sorridere.
Fin da giovane avevo capito che il mio aspetto era molto apprezzato dalle donne e me ne compiacevo.
Come Alice però, anche Bella era più giovane di me di un paio d'anni e questo a quell'epoca era un fattore rilevante: infatti frequentavamo amicizie diverse ed avevamo interessi diversi, il che non ci consentiva di interagire poi molto.
L'ultima volta che la vidi, lei ed Alice avevano davanti ancora due anni di scuola, mentre io a fine estate sarei partito per frequentare il primo anno alla facoltà di giornalismo.
Ricordavo una ragazzina, un coniglietto impaurito ed ora di fronte a me avevo una donna bellissima.
«Forza, Cullen, abbiamo molto lavoro da fare.» disse, sempre sorridendo.
Mi guardò negli occhi con una determinazione che mai pensavo le potesse appartenere, da come ricordavo fosse il suo carattere.
Determinazione che, mi procurò un brivido di piacere in tutto il corpo.

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***




CAPITOLO 14

  
Raccontai la mia storia, per l'ennesima volta anche ad Isabella.
Quando arrivai al punto del mio incontro con Irina, lei mi chiese:
«La conoscevi già?»
«No, assolutamente.»
«Come mai avete deciso di andare nel suo appartamento?»
«Beh, ecco io avevo bisogno, cioè no, noi volevamo...»
Cristo! Mi ero imbarazzato come un ragazzino nel dirle che volevamo fare sesso!
«Ok Edward, tranquillo, ho capito, ti sembrerà strano, ma so come funzionano certe cose, ho trent'anni ed ho avuto le mie buone esperienze sessuali anch'io.» disse ridacchiando.
Non so perché, del tutto illogicamente, a quelle parole, provai un senso di fastidio.
Analizzando la cosa, pensai che, evidentemente, i casini che già avevo non mi bastavano...


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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***




CAPITOLO 15

 
Ci furono vari incontri con Isabella per decidere la linea della difesa.
Durante quei colloqui, anche se può sembrare strano data la situazione, trovavamo sempre qualche minuto anche per parlare di noi, di ciò che avevamo fatto nel tempo in cui non eravamo in contatto.
E cosa ancora più singolare, a volte ridevamo di cuore, ricordando piccoli aneddoti.
Stavo bene con lei, cominciavo ad aspettare i nostri incontri con sempre maggiore impazienza.
Un giorno, al termine di uno dei soliti colloqui, quando lei stava quasi per andarsene, trovai il coraggio di porle una domanda, che già da un poco mi premeva nell'animo.
«Isabella tu... tu sei sposata? Hai qualcuno di speciale, un compagno nella tua vita?»
Lei aveva già la mano sulla maniglia, pronta per uscire, si voltò verso di me e con voce stentata, sorridendo mestamente, mi rispose:
«No Edward, sono libera.»
«Come mai? Sei una bella donna, se posso permettermi.» chiesi
Per un attimo i suoi occhi brillarono e disse:
«Ho amato un solo uomo nella mia vita e lo amo ancora, ma per noi non è mai stato il momento giusto ed ora...»
Si interruppe, forse timorosa di aver detto troppo.
«Ed ora?» Insistetti.
«Ora credo che il momento giusto non arriverà mai.»
Con queste parole se ne andò, lasciandomi a fissare la porta da cui era appena uscita, sentendo un peso opprimente nel petto.

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***




CAPITOLO 16

 
 
Con tutte le mie forze avevo cercato di non pensarci, di negarlo anche a me stesso, ma ora non potevo più ignorare la cosa: mi stavo innamorando di Isabella.
Avevo avuto alcune storie, certe più lunghe, altre più brevi e numerose avventure occasionali, ma mai mi ero innamorato nella mia vita.
L'amara consapevolezza che questo fosse successo proprio ora che la mia vita era appesa ad un filo, mi faceva maledire la sorte, impedendomi di godere appieno di questo sentimento appena sbocciato.
Acuendo il dolore che provavo.

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***




CAPITOLO 17
 
 
Isabella mi guardò negli occhi ed iniziò a parlare:
«Edward, sarò sincera con te le cose non stanno andando molto bene, ho chiesto l'appello alla Corte Suprema e sto aspettando la risposta, che spero sia positiva. Ma non abbiamo prove a nostro favore. Conto però sul fatto che questo ci faccia guadagnare un po' di tempo.»
Le notizie non erano per nulla confortanti.
A questo si aggiungeva il mio dilemma personale: dovevo dirle che avevo scoperto di amarla, o data la situazione, era meglio tacessi?
Il tarlo di questa domanda mi stava rodendo l'anima...

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***




CAPITOLO 18

 
La mia vita non è più tale.
Sto scivolando nel nulla e non so a che cosa aggrapparmi.
Sono triste, incazzato e sento che sto per esplodere.
Mi giro a pancia in su e fissando il soffitto macchiato di umidità di questa cella inizio a pensare ad Isabella e lo faccio in un modo in cui prima d'ora non mi sono mai permesso di fare.
Penso al suo corpo armonioso ed immagino come sia morbido da toccare.
Penso al suo seno piccolo ma sodo, alle sue gambe slanciate, al suo sedere rotondo ed è inevitabile:
la mia mano scende lenta verso il mio pube, prendo il mio sesso indurito e lo massaggio con calma, tirando giù la pelle che lo ricopre fino in fondo e scoprendo tutta la mia punta, già bagnata di presperma che spando tutt'intorno per essere più lubrificato.
Il ritmo aumenta, le passate si fanno più intense ed io inizio ad ansimare e a grugnire sempre più forte.
Non sono più un uomo ora, sono un'animale in preda all'istinto ed al piacere.
Finalmente vengo con lunghi fiotti caldi che sporcano la mia mano ed il mio ventre, regalandomi qualche momento di pace.

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***




CAPITOLO 19

 
 
Isabella mi aspetta in piedi vicino alla piccola finestra inferriata.
Quando mi sente entrare, si volta verso di me con un gran sorriso dicendo:
«Edward, hanno accettato il mio ricorso in appello!»
È la prima volta che le sento un tono di voce così euforico, segno che
nutre grandi speranze da questo nuovo evento.
Ci sediamo, l'uno di fronte all'altra e lei allunga la sua piccola mano calda, appoggiandola sopra la mia.
A questo contatto sento quasi una scossa e la guardo intensamente negli occhi, decidendo che forse è giunto il momento di parlare.
«Isabella, io...»

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***




CAPITOLO 20

 
 
«...Io so che la mia situazione è critica. Nonostante io sia innocente e sia stato incastrato, provarlo non sarà facile: gli indizi sono tutti contro di me. Il tempo qui dentro non passa mai ed io mi sto rassegnando, forse. Penso sempre alla mia famiglia, a quanto mi mancano tutti loro ed ora un nuovo pensiero si sta facendo strada in modo prepotente dentro me. Ho lottato con me stesso sull'opportunità di esternare questa cosa oppure no, ma sono giunto alla conclusione di voler essere egoista e di voler avere un rimpianto in meno. Io ho capito di amarti Isabella, un sentimento che mai avevo provato prima e che non è assolutamente travisato dalle circostanze, non è gratitudine o altro simile, è davvero amore. Non mi aspetto che tu ricambi o che gioisca di questa mia confessione, ma volevo dirtelo perchè non sopportavo che una cosa così bella restasse celata.»
Questo le dissi.
Lei mi ascoltò in silenzio per tutto il tempo, poi mi guardò e mi sorrise, mentre una lacrima solcava il suo splendido viso.
Un sussurro lasciò le sue labbra:
«Oh Edward...»

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***




CAPITOLO 21

 
 
«...Sei un'idiota!» disse cominciando a piangere.
Rimasi davvero spiazzato dalla sua reazione: ok, forse non aveva gradito la mia dichiarazione, ma piangere a quel modo mi sembrava esagerato.
Non sapevo cosa dire, né cosa fare.
Fortunatamente si riprese in fretta, si asciugò le lacrime e riprese a parlare:
«È da quando ero solo una ragazzina magra e timida che sogno di sentirti dire queste parole rivolte a me e tu non l'hai mai capito. Io sono sempre stata innamorata di te Edward Cullen e lo sono ancora. Mi sono innamorata di te vedendoti accettare le coccole di tua madre, ascoltandoti suonare il pianoforte, vedendoti rientrare tutto sudato dopo le partite a basket con tuo fratello, ammirando la tua pazienza quando aiutavi me ed Alice nei compiti. E questo amore dentro di me non è mai morto, anzi negli anni, nonostante la lontananza, è cresciuto e si è fortificato. Nessun altro uomo è mai stato alla tua altezza, per questo ho scelto di rimanere single, non certo per mancanza di occasioni. Ora che so che tu mi ricambi, sono felice come non mai e ti giuro, amore mio, che ti tirerò fuori di qui e ti farò dimenticare il dolore di questo brutto periodo, fosse l'ultima cosa che faccio.»

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***




CAPITOLO 22

 
POV BELLA.
 
Quando la mia amica Alice mi telefonò in lacrime e mi raccontò la storia di suo fratello Edward, il mio cuore perse un colpo.
Lui era sempre stato il mio amore segreto, fin da adolescente provavo per lui un sentimento molto forte.
Sapere ora che era nei guai mi faceva stare male ed accettai subito di occuparmi della sua difesa.
Purtroppo il caso era difficile, tutto era contro di lui e per quanto cercassi un appiglio di qualche sorta, andavo a sbattere sempre contro un muro di omertà.
Era chiaro che dietro a tutto c'era qualcuno di molto potente a cui era consigliato non pestare i piedi ed era meglio che facessi molta attenzione anche io su come mi muovevo.
Una cosa era certa: Edward era rimasto splendido, dentro e fuori e sapere di essere ricambiata nel mio amore per lui, mi dava nuova forza.
Il nostro sentimento meritava di essere vissuto ed io non mi sarei arresa di fronte a nulla.

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***




CAPITOLO 23

POV EDWARD

Penso di aver avuto la faccia da pesce lesso: bocca spalancata ed occhi sgranati.
La rivelazione di Isabella, sul fatto che fossi proprio io l'uomo che amava e che aveva sempre amato, di cui aveva fatto menzione tempo prima, mi lasciò del tutto basito. Anche se la situazione era tutt'altro che rosea, le sue parole mi fecero provare una felicità assoluta, da molto ormai non più presente fra i miei stati d'animo. Isabella era carica, determinata e fiduciosa, quindi perchè non avrei dovuto esserlo anche io, almeno un poco? Ora avevo un motivo in più per provare la mia innocenza e possibilmente uscire dal carcere: dovevo corteggiare la stupenda donna che mi aveva donato il suo cuore e nuova speranza nel futuro.

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***




CAPITOLO 24

 
POV BELLA.
 
 
Le ombre della sera si allungavano oltre la vetrata del mio ufficio ed io le fissavo assorta nei miei pensieri.
Non sapevo come fare per riuscire a salvare Edward, se non avessi trovato qualcosa di concreto da presentare all'udienza d'Appello, sarebbe stata la fine di tutto e lui sarebbe stato giustiziato tramite iniezione letale ed io in qualità di legale, assieme alla famiglia, avrei dovuto assistere.
Mi presi la testa fra le mani e mi concessi un pianto, in parte liberatorio.
Venni riscossa dallo squillo del telefono, ormai ero rimasta sola nello studio, Angela la mia segretaria era già andata a casa, per cui risposi personalmente.
«Pronto?»
«Pronto, vorrei parlare con l'avvocato Isabella Swan per cortesia.»
«Sono io» dissi.
All'altro capo del telefono vi era una giovane donna, almeno da ciò che potevo capire dalla voce.
«Oh avvocato Swan, ho molta urgenza di incontrarla di persona, la faccenda è delicata ed al telefono non mi sembra opportuno» continuò.
«Ma quale faccenda? A cosa si riferisce? E soprattutto lei chi è?» chiesi leggermente infastidita.
Rispose, abbassando la voce e scuotendomi l'anima:
«Mi riferisco al caso di Edward Cullen, che so lei assiste. Il mio nome è Tanya Denali e sono la sorella di Irina.»

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***




CAPITOLO 25

 
POV BELLA.
 
 
Io e miss Denali ci incontrammo in un piccolo parco,distante da casa mia e dal mio studio.
Fu lei ad avvicinarmi, dato che dai giornali conosceva il mio aspetto.
Si sedette nella panchina al mio fianco, celata dal cappuccio di una felpa e da un paio di enormi occhiali scuri.
Si presentò e mi chiese di ascoltare la sua storia.
«Io ed Irina siamo nate in un piccolo paese russo.
I nostri genitori erano gente povera,non istruita. Mia madre faceva pulizie a casa del proprietario dell'unica industria della zona e mio padre lavorava come operaio nella sua fabbrica.
Da piccole eravamo molto unite,ma crescendo i nostri caratteri diversi ci hanno diviso.
Io tranquilla e studiosa, infatti mi sono laureata in biologia, aiutavo in casa, anche economicamente, facendo vari lavoretti e tenendo per me solo poco per acquistare libri.
Irina invece odiava quel posto, amava i vestiti,le feste ed il lusso.
Voleva andarsene e poco dopo che i nostri genitori si ammalarono entrambi, le si presentò l'occasione giusta: un nostro ex compagno di scuola, Demetri che da qualche anno si era trasferito qui in America, tornò in paese, vestito elegantemente, distribuendo doni e soldi a tutti.
Irina ne fu affascinata e quando lui le propose di seguirlo, promettendole una carriera ad Hollywood, quando fosse tornato negli States, lei non ci pensò due volte.
Da allora non l'abbiamo più vista e la sofferenza per la sua lontananza ha accelerato la morte dei nostri genitori.
Tutto quello che ci arrivava da lei erano degli ingenti bonifici che mi hanno permesso di pagare il funerale di mamma e papà.
Io ho sempre sospettato che non avesse trovato un lavoro normale ed ora ne ho la certezza.
Mia sorella faceva la puttana.
La puttana per Aro Volturi.»

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***




CAPITOLO 26

 
POV BELLA
 
Il racconto di Tanya mi lasciò basita: sapevo che Edward era stato incastrato, ma non credevo che Irina fosse alle "dipendenze" di Volturi e fosse stata sacrificata allo scopo.
La donna continuò a parlare dicendo che anche Demetri lavorava in quell'organizzazione, come tirapiedi, faceva il lavoro sporco.
Infatti disse che secondo lei era stato proprio quest'ultimo su ordine di Aro ad uccidere la sorella.
A quel punto ne ero certa anche io, tutto stava nel riuscire a provarlo e glielo dissi.
Mi rispose in un modo che mi sconvolse.
«Io so come far confessare Demetri.»
Così dicendo si lasciò scivolare il cappuccio della felpa sulle spalle e si tolse gli occhiali.
Ebbi un sussulto: lei ed Irina, di cui avevo visto le foto post-mortem, erano identiche come due gocce d'acqua.

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***




CAPITOLO 27

 
POV BELLA
 
 
La guardai per diversi minuti, ancora sbigottita, lei sorrise e mi chiese:
«Isabella, posso darti del tu?» annuii.
«Io conosco molto bene Demetri, lui è un uomo grande e grosso, non ha mai avuto paura di fare a botte, nemmeno da ragazzino, l'ho visto disarmare anche gente con coltelli, mazze e quant'altro.
Il dolore fisico non lo spaventa, anzi lo esalta: mostrava le cicatrici riportate in vari scontri come trofei.
Ma anche lui ha un punto debole: è sempre stato terrorizzato dai fantasmi, dal soprannaturale.
Ovviamente, una paura del tutto irrazionale»mi confidò.
«Tanya, che cosa hai in mente?» le chiesi dandole anche io del tu.

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 ***




CAPITOLO 28

 
POV BELLA
 
 
Tanya mi prese le mani e le strinse fra le sue, esponendomi la sua idea.
«Isabella, io voglio giustizia per mia sorella ,anche se non era la persona migliore del mondo, credo che abbia diritto alla pace almeno da morta.
E voglio onorare la memoria dei miei genitori.
Inoltre, il pensiero che un'innocente venga accusato ingiustamente mi ripugna molto.
Io voglio che Demetri mi veda, solo da lontano, voglio ossessionarlo, facendogli credere di essere il fantasma di Irina che chiede giustizia e reclama vendetta.
Voglio portarlo sull'orlo della follia e poi spingerlo a confessare tutto ciò che sa.» concluse in tono deciso.

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 ***




CAPITOLO 29

 
POV EDWARD
 
 
Quel giorno quando vidi Isabella per il solito colloquio, mi accorsi subito di qualcosa di diverso: sembrava più serena.
Aveva fra le mani un contenitore di plastica e sul viso uno splendido sorriso.
«Ciao Edward, ti ho portato una torta di mele fatta da me, spero ti piaccia» disse sedendosi di fronte a me.
«Grazie davvero, il cibo qui non è il massimo» le risposi, sorridendole a mia volta.
Aprii il contenitore e mi trovai a guardare una poltiglia informe.
Lei seguì il mio sguardo ed arrossendo imbarazzata disse:
«Scusa per l'aspetto, giuro che in origine non era così...ma sai i controlli.»
Scoppiai a ridere divertito, subito seguito da lei.
Tuffai le dita nel contenitore e mi portai una notevole quantità di dolce alla bocca
«Mmm deliziosa!» esclamai
«Grazie» disse contenta, per poi tornare molto seria.
«Edward, non voglio parlarne qui, perchè temo che anche i muri abbiano orecchie, ma ci sono novità.»
A queste parole rimasi con la mano piena di torta a mezz'aria e con la bocca spalancata, coperta di briciole.


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Capitolo 31
*** Capitolo 30 ***




CAPITOLO 30

 
 
POV EDWARD
 
 
Isabella se ne andò portando con sè il contenitore vuoto della torta e lasciandomi alcune carte inerenti il processo da leggere.
Appena fui di nuovo nella mia cella aprii il plico con l'intenzione di leggere tutto attentamente.
Rimasi stupito quando all'interno trovai un biglietto piccolo, scritto fitto fitto, era di Bella.
(Edward appena avrai letto questo messaggio distruggilo, non so... magari gettalo nel WC, ma fai in modo che nessuno lo trovi, è molto importante.
La sorella di Irina si è messa in contatto con me ed insieme abbiamo escogitato un piano per far confessare il vero colpevole e di conseguenza incastrare anche i mandanti.
L'idea è buona spero solo funzioni, tu abbi fiducia in me e non abbatterti.
Ti amo, tua Bella).
Leggendo quel biglietto la speranza si riaccese prepotente in me, insieme però ad una grande paura per l'incolumità della donna che amavo.
Distrussi il biglietto e lo ingoiai, poi mi gettai sulla branda sospirando:
«Oh Bella,amore mio...»

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Capitolo 32
*** Capitolo 31 ***




CAPITOLO 31

 
 
POV TANYA
 
 
Tra gli effetti personali di Irina che la polizia mi aveva consegnato, trovai una piccola agendina con l'indirizzo di Demetri ed il suo numero di telefono.
Iniziai così la mia opera di "persuasione".
Cominciai col seguirlo ovunque, nascondendomi ai suoi occhi.
Ad esempio ora, ero rintanata nell'androne del palazzo di fronte alla sua abitazione.
Era l'alba e stavo aspettando che lui uscisse di casa e leggesse il messaggio che avevo scritto nella condensa del parabrezza della sua auto:
" я хочу мести! "

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Capitolo 33
*** Capitolo 32 ***




CAPITOLO 32

 
 
POV DEMETRI
 
 
Ero inquieto.
Da qualche giorno avevo la spiacevole sensazione di essere spiato e seguito.
Cercai di concentrarmi, pensando se avessi mai potuto fare qualcosa che potesse aver infastidito Aro, tanto da spingerlo a farmi pedinare da un altro dei suoi uomini, ma francamente non mi veniva in mente nulla.
Mi ero sempre comportato in modo leale e professionale.
Pensai di essere un po' stressato e mi imposi di non assecondare oltre quelle assurde paranoie.
Il giorno in cui trovai sul parabrezza della mia auto la scritta "VOGLIO VENDETTA" in russo, raggelai.
Da anni non frequentavo più nessuno che conoscesse la mia lingua madre, per cui la cosa mi spaventò a morte e mi indusse a rendermi conto che c'era davvero qualcosa di strano.

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Capitolo 34
*** Capitolo 33 ***




CAPITOLO 33

 
 
POV BELLA
 
 
Mi incontrai con Tanya nello stesso parco della volta precedente e lei mi ragguagliò
su come procedeva il nostro piano.
Mi disse che stava seguendo costantemente Demetri, senza mai farsi notare, ma lasciandogli intendere che era spiato.
Raccontò che dopo che gli aveva lasciato un messaggio sul parabrezza dell'auto, lo vedeva sempre più agitato, teso, pallido e sembrava fossero notti che non dormiva.
Mi augurai che tutto filasse liscio e che presto Edward potesse dimenticare questa brutta storia, stretto fra le mie braccia e consolato dai miei baci e dalla mia passione.

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Capitolo 35
*** Capitolo 34 ***




CAPITOLO 34
 
 
POV TANYA
 
 
Ero riuscita a conquistare il portiere del palazzo dove abitava Demetri, tale Seth, un ragazzotto non molto sveglio.
Ed una sera dopo che si fu addormentato sfinito nel mio letto, gli sottrassi il passepartout che apriva tutti gli appartamenti dello stabile.
Bella che era nascosta nel ripostiglio, andò subito a farne una copia e quando tornò mi consegnò le due chiavi:
una la rimisi al suo posto e l'altra la tenni per me, celata in un cassetto dove c'erano anche microfoni e microcamere che avrei provveduto a piazzare in casa di Demetri.

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Capitolo 36
*** Capitolo 35 ***




CAPITOLO 35

 
 
POV TANYA
 
 
Demetri era uscito da un po' ed ero certa che non sarebbe rientrato tanto presto.
Così io mi intrufolai di soppiatto nel suo appartamento, armata di tutta una serie di sofisticati e costosi congegni, avuti tramite Isabella e sovvenzionati dalla famiglia Cullen.
Piazzai telecamere e microspie, nonché una specie di altoparlante che permetteva di far giungere rumori, suoni e voci all'interno delle quattro mura, diffondendo il tutto in stereofonia.
Lo avevamo provato e l'effetto acustico sembrava davvero un'eco dall'oltretomba.
Era esattamente ciò che volevo.
Soddisfatta della mia opera, me ne andai, silenziosa ed invisibile, così com'ero arrivata.

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Capitolo 37
*** Capitolo 36 ***




CAPITOLO 36

 
 
POV TANYA
 
 
Demetri dormiva ed il suo russare mi stava mandando al manicomio.
Aveva passato la serata in casa, intrattenendosi con una squillo, che aveva cacciato a calci quasi, subito dopo.
Quell'uomo era un'animale.
Ero curiosa di vedere la sua faccia, quando al mattino avrebbe trovato sullo zerbino il mio regalo:
una matrioska con la gola tagliata.

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Capitolo 38
*** Capitolo 37 ***




CAPITOLO 37

 
 
POV DEMETRI
 
 
Quella notte mentre dormivo, sentivo intorno a me sussuri, fruscii e nella quasi incoscienza del sonno non riuscivo a capire da dove provenissero.
Mi alzai nervoso, con una strana sensazione addosso.
Dopo aver fatto colazione ed essermi vestito, feci per uscire di casa, ma fui bloccato da un pacco che trovai davanti alla porta: una scatola nera, con un fiocco rosso sangue, elegantemente confezionata.
Sorrisi e rientrai nell'appartamento per aprire il misterioso dono, certo che fosse da parte di qualcuna delle mie amanti che avevo soddisfatto particolarmente.
Quando aprii la scatola però, il mio sorriso si spense ed una patina di sudore gelato ricoprì il mio corpo:
-дерьмо !- imprecai.

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Capitolo 39
*** Capitolo 38 ***




CAPITOLO 38

 
 
POV TANYA
 
 
Io ed Irina oltre ad essere identiche fisicamente, avevamo anche la stessa voce.
Iniziai così a registrare dei messaggi da diffondere in casa di Demetri tramite le sofisticate e microscopiche apparecchiature che vi avevo piazzato.
Decisi di farlo in inglese, mettendo qua e là alcune parole russe, perchè  ne risultasse più chiara la provenienza.
Fu un lavoro meticoloso, ma non potevo lasciare nulla al caso, se volevo essere certa di raggiungere lo scopo:
spaventare quell'assassino così tanto da indurlo a confessare il suo coinvolgimento nell'orrenda morte di mia sorella.

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Capitolo 40
*** Capitolo 39 ***




CAPITOLO 39

 
 
POV DEMETRI
 
 
Tornai a casa stanco: ero dovuto andare a pestare un paio di tizi che non avevano saldato il loro debito con Aro, perciò volevo solo buttarmi sul divano davanti alla TV con una bottiglia di vodka ghiacciata.
Stavo quasi per assopirmi, quando mi sentii chiamare.
-Demetri, Demetri svegliati e parla un po' con me.-
Fra i fumi dell'alcool ed il sonno all'inizio non capii,convinto che la voce provenisse dal televisore rimasto acceso, ma poi quando sentii la voce chiedere:
-Demetri ti è piaciuto il mio regalo? La mia bella matrioska?-
Mi alzai di scatto, urlando al nulla:
-Chi cazzo sei? Cosa vuoi da me?-
Rispose:
-Oh Demetri, mi deludi! Come puoi non riconoscermi se le tue mani si sono macchiate del mio sangue?-

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Capitolo 41
*** Capitolo 40 ***




CAPITOLO 40

 
 
POV DEMETRI
 
 
«Irina?» chiesi sgomento.
«Sì caro compagno, sono io!» rispose la voce lasciandomi atterrito.
Continuò dicendo:
«Vedi le modalità della mia morte sono state troppo cruente ed il mio spirito non riesce a trovare pace.
Se io non posso avere un trapasso sereno e sono costretta in questo limbo fra due mondi, ho deciso che anche tu soffrirai e non troverai più pace per il resto della tua vita.
A meno che...»
«Cosa?» urlai mentre tremavo in modo incontrollato.
«A meno che tu non confessi di avermi ucciso. Solo allora smetterò di essere il tuo incubo e troverò il mio sollievo.»

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Capitolo 42
*** Capitolo 41 ***




CAPITOLO 41
 
 
POV EDWARD
 
 
I giorni erano di una lunghezza infinita.
Stavo impazzendo, ormai anche la mia indole calma stava scomparendo e la mia pacatezza andava a farsi fottere.
L'amore per Bella e la fiducia in lei erano le uniche cose che ancora mi tenevano in piedi.
Ogni volta che avevamo un colloquio, cercavamo di sfiorarci il più possibile, ci sorridevamo
e ci fissavamo negli occhi.
Tutto questo però non ci bastava più.
Bella mi faceva trovare sempre piccoli bigliettini nascosti fra la biancheria pulita o fra documenti da farmi visionare,
che regolarmente io distruggevo dopo averli letti.
In questo modo mi teneva informato sul piano che lei e Tanya stavano portando avanti.
Ed era anche l'occasione per ribadirmi il suo amore e darmi conforto.

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Capitolo 43
*** Capitolo 42 ***




CAPITOLO 42

 
 
POV BELLA
 
 
Ero appena arrivata sul luogo dell'incontro e stavo aspettando Tanya.
Pochi minuti dopo la vidi comparire, mimetizzata come al solito.
Dopo i saluti ci affrettammo ad entrare.
Ci trovavamo in una scuola materna, gestita da Carmen, una grande amica di Esme che voleva dare il proprio contributo nell'aiutare Edward.
L'idea era quella di far fare a Tanya ed ai bimbi dell'asilo una specie di "balletto".
Niente di studiato, altrimenti i piccoli avrebbero avuto bisogno di imparare la loro parte.
Solo un gioco che li lasciasse liberi di esprimersi insieme a Tanya.
In seguito un amico di Jasper esperto in tecnologia audio-video,avrebbe montato il tutto facendolo sembrare proveniente da un altro mondo.
Al momento giusto, quando Demetri fosse stato ubriaco, avremmo proiettato con degli ologrammi questo filmato in casa sua.
Sorrisi, incrociai le dita ed insieme a Tanya mi avviai alla ricerca di Carmen.

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Capitolo 44
*** Capitolo 43 ***




CAPITOLO 43
 
 
POV DEMETRI
 
 
Aro mi aveva richiamato: diceva che negli ultimi tempi ero distratto e stavo diventando inaffidabile.
Se non mi davo una regolata ci avrebbe pensato lui.
Io vivevo come immerso nell'ovatta, percepivo solo il mio terrore.
Avevo paura ad uscire, ma non mi sentivo al sicuro nemmeno in casa.
Appena rientravo sprangavo porte e finestre e poi bevevo vodka fino a perdere conoscenza.
Tutto pur di non vedere, pur di non sentire e di non pensare.
L'avvertimento di Aro era nulla in confronto alle "visite" dello spirito inquieto di Irina, che godeva a torturarmi.
Alla fine o sarei morto o sarei impazzito.
Magari sarei morto dopo aver raggiunto l'apice della follia.


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Capitolo 45
*** Capitolo 44 ***




CAPITOLO 44
 
 
POV DEMETRI
 
 
Sentivo delle risatine lievi e voci sottili.
Mi alzai di scatto, mettendomi seduto sul letto, sentendo la testa scoppiare.
Quello che vidi mi paralizzò.
Irina ed alcuni bambini giocavano facendo il girotondo e cantando una canzoncina.
Tutti vestiti di bianco.
L'atmosfera attorno a loro sembrava quella di un sogno, ma non lo era:
io li vedevo chiaramente.
Provai ad afferrarli ma mi ritrovai a stringere l'aria.
Come era apparsa la visione svanì ed io mi accorsi di tremare raggomitolato su me stesso, certo di essermela fatta addosso.




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Capitolo 46
*** Capitolo 45 ***




CAPITOLO 45
 
 
POV DEMETRI
 
 
Quasi strisciando mi recai in bagno e vomitai anche l'anima.
Mi accasciai esausto contro la parete di piastrelle fredde, cercando di calmare il respiro ed il battito forsennato del mio cuore.
Non avrei retto ancora per molto, dovevo fare qualcosa, anche perché in simili condizioni non sarei riuscito nemmeno a lavorare, di conseguenza la mia vita era appesa ad un filo: Aro non avrebbe tollerato errori.
Mi alzai a fatica e tornai in camera da letto, mi piazzai al centro della stanza e come un pazzo urlai nel nulla:
«Va bene Irina, hai vinto, cosa devo fare perché tu smetta con questo supplizio?»






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Capitolo 47
*** Capitolo 46 ***




CAPITOLO 46
 
 
POV DEMETRI
 
 
Una risatina seguì le mie parole, poi la voce di Irina riempì la stanza.
«Caro Demetri se vuoi che il mio spirito trovi la pace, così che io lasci in pace te, devi semplicemente sederti davanti al computer e registrare su un dischetto la confessione del tuo crimine, denunciando te stesso ed i mandanti, il nostro comune  amico Aro in primis e poi consegna o spedisci tutto alla polizia.
Io ti terrò d'occhio.»
La sua richiesta era perentoria.
«Ma così Aro mi ammazzerà!» esclamai.
«La scelta è tua: vuoi morire con dignità, con un colpo di pistola sparato da Aro o da uno dei suoi uomini o preferisci morire come un pazzo rinchiuso al manicomio, che se la fa addosso ad ogni soffio di vento?
Perché credimi se non farai come ti ho detto, ti tormenterò in eterno» concluse.
Poi fu solo silenzio intorno a me,
mentre decidevo come mettere fine alla mia vita.







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Capitolo 48
*** Capitolo 47 ***




CAPITOLO 47

 
 
POV EDWARD
 
 
Tutti gli appelli che avevamo presentato erano risultati vani.
Ormai non potevo più sperare in nulla.
Questa era la mia ultima notte, alla fine della quale mi aspettava il buio infinito ed eterno.
Quando il sole sarebbe sorto, la guardia sarebbe venuta a prendermi ed avrei percorso l'ultimo miglio della mia vita, fissando lo sguardo a quelle pareti fredde
che con gli occhi del cuore avrei visto ospitare i ritratti delle persone che amavo:
Esme, Carlisle, Alice, Emmett, Rosalie, la piccola Kate, Jasper, il bimbo non ancora nato Edward junior e lei...
la mia Bella, l'amore vero mai vissuto.

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Capitolo 49
*** Capitolo 48 ***


CAPITOLO 48
 
 
POV DEMETRI.
 
 
A quell'ora le strade erano deserte,tirava un forte vento
perciò mi strinsi nel cappotto ed affondai le mani nelle tasche,sfiorando l'oggetto che mi avrebbe dato la pace.
Arrivato a destinazione,chiesi di parlare col tenente Scott.
Mi aveva arrestato alcune volte,anche se poi Aro mi aveva sempre fatto scagionare.
In un certo senso eravamo diventati quasi "amici" con quel poliziotto taciturno ed in gamba.
Scortato dall'agente di guardia,un ragazzino alle prime armi,raggiunsi l'ufficio di Scott.
Parlammo a lungo ed alla fine gli consegnai il dischetto con la mia piena confessione,in pratica la registrazione di ciò che 
gli avevo appena detto.
Lui si allontanò per portare il disco alla sezione informatica e farlo controllare,
lasciandomi con l'agente pivello.
Una sola mossa ben assestata ed il poliziotto era steso ai miei piedi,
mentre io mi impossessavo della sua pistola...

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Capitolo 50
*** Capitolo 49 ***




CAPITOLO 49

 
 
POV BELLA
 
 
Mi alzai dal letto con stampato in viso un sorriso al ricordo del sogno stupendo che avevo fatto: io ed Edward sdraiati davanti al fuoco in una piccola baita di montagna.
Mi preparai il caffè ed accesi il televisore per seguire il notiziario.
Non appena sentii la notizia che stavano dando in quel momento, il mio sorriso si spense e la tazza di caffè mi cadde di mano frantumandosi sul pavimento.
“Il noto malvivente Demetri Karkarov si è tolto la vita questa mattina negli uffici della polizia, dopo aver tramortito l'agente di guardia sottraendogli la pistola di ordinanza.”
Non riuscii più a sentire altro, in testa un solo pensiero:
"E' FINITA!"
Proprio allora il mio telefono squillò, risposi quasi in trance
«Pronto?»
«Pronto, avvocato Swan? Sono il tenente Scott... ho buone notizie per lei ed uno dei suoi assistiti...»

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Capitolo 51
*** Capitolo 50 ***




CAPITOLO 50
 
 
POV BELLA
 
 
Il tenente Scott mi spiegò che Demetri si era sì suicidato nel suo ufficio alla stazione di polizia, usando l'arma dell'agente di guardia, ma che prima di compiere l'insano gesto, aveva parlato a lungo con lui, confessando ogni suo crimine, compreso l'assassinio di Irina.
Inoltre tale confessione era anche stata registrata in un dischetto ora in possesso della polizia.
In base al racconto di Demetri gli inquirenti si stavano già muovendo per ottenere mandati di cattura atti a sgominare l'intera organizzazione di Volturi.
Restava il fatto che l'esecuzione di Edward era prevista entro brevissimo, all'alba per l'esattezza, quindi iniziava una lotta contro il tempo.
Chiamai il procuratore ed anche Carlisle Cullen, che grazie ai suoi agganci mi mise in contatto con l'ufficio del governatore.
Tutto si stava muovendo a velocità folle ed il mio pensiero prima di buttarmi nell'occhio del ciclone fu uno soltanto:
"Edward amore mio, presto sarai fra le mie braccia".


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Capitolo 52
*** Capitolo 51 ***




CAPITOLO 51

 
 
POV TANYA
 
 
Era finita.
Demetri aveva confessato tutto ed aveva anche registrato le sue ammissioni.
Il fatto poi che la cosa fosse avvenuta in presenza di due ufficiali di polizia era un ulteriore punto a favore.
Mi guardai attorno furtiva e non scorgendo anima viva entrai di soppiatto nell'appartamento ora vuoto di Demetri.
Dovevo far sparire tutte le apparecchiature che vi avevo piazzato, prima che le indagini venissero svolte anche in quel luogo.
Io sapevo di avere un po' di tempo per agire.
Demetri aveva esposto ad alta voce le sue intenzioni, prima di uscire e recarsi alla polizia ed io avevo seguito tutto dalle telecamere.
Ancora quest'ultima cosa ed il mio compito si sarebbe concluso.

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Capitolo 53
*** Capitolo 52 ***




CAPITOLO 52
 
 
POV BELLA
 
 
Il governatore Douglas ascoltò con molta attenzione la mia storia.
Era un bell'uomo di mezza età e quando era concentrato la vena sulla sua fronte si ingrossava, non saprei dire perché feci caso a quel particolare, forse perché mi ricordava Edward.
Douglas volle visionare anche il disco contenente la confessione di Demetri.
Dopo aver visto il video rimase in silenzio, le mani giunte sotto al mento e gli occhi chiusi.
Sollevò la cornetta del telefono:
«Maggie mi metta in contatto col direttore del penitenziario di Stato...SUBITO!»

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Capitolo 54
*** Capitolo 53 ***




CAPITOLO 53
 
 
POV TANYA
 
 
Il mio compito era finito.
Avevo reso giustizia a mia sorella,
avevo contribuito a dimostrare l'innocenza di un uomo
ed inoltre il mio aiuto era servito a sgominare un'organizzazione criminale.
Mi sentivo bene, in pace con me stessa.
Dovevo fare ancora due cose:
salutare Isabella, che ormai consideravo un'amica
e poi avrei voluto,
ma non sapevo se questo mi sarebbe stato possibile,
stringere la mano al giornalista che con le sue indagini,
per primo, aveva scoperchiato tutta quella fogna:
Edward Cullen.
Fatto questo sarei tornata nella mia amata Russia.

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Capitolo 55
*** Capitolo 54 ***




CAPITOLO 54
 
 
POV EDWARD
 
 
Ecco ci siamo.
La guardia si sta avvicinando alla mia cella,
sento i suoi passi pesanti
ed il tintinnio delle tante chiavi appese alla sua cintura.
Il mio corpo gela e si ricopre di una patina di sudore.
Inizio a sentire uno strano odore dolciastro: l'odore della morte.
«Cullen alzati!» mi intima il secondino
ed io eseguo come una marionetta.
Lo seguo lungo il corridoio a testa china,
prendendo respiri spezzati.
Una lacrima scende silenziosa sul mio viso e cade a terra,
aggiungendosi alle altre molte lacrime che in quel breve tratto,
hanno lasciato la testimonianza di altre vite infrante...
come sta per esserlo la mia.




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Capitolo 56
*** Capitolo 55 ***




CAPITOLO 55

 
 
POV BELLA
 
 
Il governatore Douglas aveva fatto fermare l'esecuzione di Edward!
Ora con l'auto diplomatica stavamo correndo in direzione del penitenziario.
Douglas aveva chiesto un incontro col direttore del carcere,
col tenente Scott,
con me in qualità di legale,
con i genitori di Edward, Carlisle era un suo personale amico
e con Edward stesso.
Aveva anche capito dal mio racconto che qualcuno mi aveva aiutato a "convincere" Demetri a confessare,
ma io non avevo fatto il nome di Tanya e lui non aveva insistito, dicendo:
«Avvocato Swan la giustizia è una cosa importante nel mio modo di fare politica e ritengo che i mezzi per ottenerla siano tutti più che leciti.»
Poi lasciandomi basita mi strizzò l'occhio.
Il governatore Douglas era una persona in gamba, decisamente.
Gli sorrisi in risposta e mi persi nel pensiero di rivedere il mio amore
finalmente libero.

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Capitolo 57
*** Capitolo 56 ***




CAPITOLO 56

 
 
POV EDWARD
 
 
Ci fermammo di fronte ad una porta bianca, l'agente bussò e quando ricevette il permesso per entrare,
spalancò l'uscio e mi spinse malamente all'interno.
Avendo le mani legate dietro la schiena persi l'equilibrio e caddi in ginocchio.
La mia testa era ancora china e mi sembrava di stare dentro ad una bolla lontana dalla realtà.
Un paio di scarpe maschili ed eleganti entrò nel mio campo visivo
ed una mano curata si protese verso il mio gomito per aiutarmi ad alzarmi.
Una voce gelida ed autoritaria disse:
«Direttore mi dica il nome di questa guardia!»
La flebile voce, che ormai sapevo appartenere al dirigente del carcere rispose:
«Sten signore.»
L'altro uomo di cui ignoravo l'identità, parlò di nuovo:
«Agente Sten, non si permetta mai più di trattare in questo modo un qualsiasi ospite della struttura
e porga le sue scuse al signor Cullen, che da ora è un uomo libero...»


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Capitolo 58
*** Capitolo 57 ***




CAPITOLO 57
 
 
POV EDWARD
 
 
Nel frattempo avevo riacquistato la posizione eretta e mi trovai a fissare un bell'uomo che mi sorrideva con calore.
«Signor Cullen, presumo lei sappia chi sono, comunque mi presento: piacere Robert Douglas.»
disse stringendomi la mano.
«Mi voglio scusare con lei a nome dello Stato di Washington e posso assicurarle che andrò a fondo a tutta la faccenda.
Per il momento posso dirle che l'intero impero di Volturi è stato smantellato.
Ovviamente, anche se è una magra consolazione, mi occuperò personalmente di farle avere un congruo risarcimento per i danni morali e materiali da lei subiti» concluse.
Io ero ancora frastornato, ma ricambiai la stretta di mano con rinnovata energia e risposi:
«La ringrazio di tutto governatore Douglas, ma preferirei che il mio risarcimento economico fosse destinato a creare una qualche struttura che accolga i ragazzi di strada e li tenga lontani dalle grinfie di organizzazioni malavitose come quella di 
Volturi.» dissi pensando a Demetri.
Douglas mi guardò stupito per un attimo ma poi annuì dicendo:
«Cullen, lei ha tutta la mia stima, lo consideri cosa fatta e non deve ringraziare me, ma il suo legale: quella donna è tenace e davvero in gamba.»
Detto questo, salutò tutti i presenti e fece per andarsene.
Lo richiamai:
«Governatore, una sola preghiera, il centro accoglienza vorrei fosse intitolato alla memoria di Irina Denali.»
«Sarà fatto, glielo garantisco.»
disse e con questo si congedò.




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Capitolo 59
*** Capitolo 58 ***


CAPITOLO 58
 
 
POV EDWARD
 
 
Nella stanza cala il silenzio, finché il direttore non prende la parola dicendo:
«Signor Cullen, se vuole seguirmi nel mio ufficio, le farò riavere i suoi effetti personali.»
«La ringrazio direttore.» dico e lo seguo oltre la porta.
Quando arriviamo nel suo studio, apre la porta ed io vengo assalito da un tornado che mi abbraccia stretto, quasi soffocandomi.
«Mamma!» esclamo e la sollevo da terra iniziando a ridere di gusto.
Poi tocca a mio padre e ad Emmett venire a darmi poderose pacche sulle spalle.
E Rosalie mi stampa baci su entrambe le guance.
Mi spiegano che Alice non c'è perché è entrata in travaglio appena saputa la bella notizia ed ora è in ospedale prossima al parto.
Mi guardo intorno e finalmente in un angolo la vedo:
immobile, stupenda, con lacrime silenziose che le scorrono sul viso.
Mi avvicino lentamente, assaporando l'attesa del momento in cui l'avrò fra le mie braccia.
«Bella, amore mio...»

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Capitolo 60
*** Capitolo 59 ***


CAPITOLO 59
 
 
POV BELLA
 
 
La troppa gioia mi stava paralizzando.
Edward si avvicinò, racchiuse il mio viso fra le sue mani grandi e calde, coi pollici asciugò le mie lacrime rivolgendomi al contempo un sorriso dolcissimo.
Poi si chinò e mi baciò in modo passionale, tanto che il mondo intorno a noi sparì.
Quando ci staccammo mi guardò negli occhi e disse:
«Amore mio, tu mi hai dato una seconda vita ed io la impiegherò tutta per renderti felice ed amarti come meriti.»
«Oh Edward, non chiedo di meglio. Ma adesso scusami se ti lascio qualche ora con la tua famiglia, devo fare una cosa e poi sarò tutta per te» gli risposi.
«Cosa devi fare?» mi chiese.
«Voglio andare all'aeroporto, Tanya sta partendo e ci terrei a salutarla.»
Edward mi fissò per un lungo momento, poi una luce particolare accese i suoi occhi e disse:
«Vengo anch'io, voglio conoscerla e ringraziarla. E poi...»
«Poi cosa?» chiesi.
«Niente, andiamo, non vorrei arrivare tardi» glissò.
E così dopo altri baci ed abbracci con i suoi parenti e dopo aver salutato il direttore,
tenendoci saldamente per mano uscimmo per recarci all'aeroporto.

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Capitolo 61
*** Capitolo 60 ***


CAPITOLO 60
 
 
POV BELLA
 
 
Una volta arrivati all'aeroporto ci dirigemmo verso il cancello d'imbarco del volo per Kiev.
Trovammo Tanya seduta in sala d'attesa.
Quando ci vide si alzò in piedi sorridendo ed io mi accorsi che Edward dietro di me, si era bloccato di colpo.
«Lei è...lei è...» non riusciva a dire altro.
Io feci una risatina leggera e gli spiegai:
«Sì Edward, Tanya è identica ad Irina, è stata questa la chiave che ha aperto la tua prigione.»
I due si presentarono stringendosi la mano, ma lei in uno slancio di euforia si aggrappò a lui stampandogli due sonori baci sulle guance.
Non ero gelosa: senza di lei non avrei mai riavuto il mio uomo.
Parlammo tutti insieme per un poco, poi Edward si scusò dicendo di doversi allontanare un momento, immaginai che dovesse andare alla toilette.
Quando tornò, restammo ancora insieme breve tempo, il volo di Tanya fu chiamato e ci salutammo promettendoci di rimanere in contatto.
Appena la nostra amica scomparve alla vista, Edward mi prese per mano e mi trascinò verso banco del check-in.
Stupita gli chiesi che intenzioni avesse:
«Partiamo anche noi amore» disse.
«Come partiamo? Così su due piedi? E dove andiamo?» domandai stranita.
Sorridendo sornione, mi baciò la punta del naso e rispose:
«Las Vegas!»

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Capitolo 62
*** Capitolo 61 ***


CAPITOLO 61
 
 
POV EDWARD
 
 
L'idea mi era venuta fulminea: dato che eravamo già in aeroporto perché non prendere un volo per Las Vegas e andare a sposarci?
Io ero sicuro dei miei sentimenti, di voler passare la mia vita con lei e a quanto pareva anche Bella lo era, quindi perché aspettare?
Eravamo entrambi adulti con una buona posizione e la mia disavventura mi aveva insegnato che a volte non si ha il tempo di fare ciò che si desidera, per cui: CARPE DIEM!
Ovviamente in seguito avremmo organizzato una cerimonia più tradizionale, coinvolgendo le nostre famiglie ed i nostri amici.
Ora però volevo una cosa intima, solo nostra.
Avevo un disperato bisogno di avere Isabella solo per me.

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Capitolo 63
*** Capitolo 62 ***


CAPITOLO 62
 
 
POV BELLA
 
 
Dopo esserci accomodati ai nostri posti in prima classe, per quel breve volo, fissai Edward alzando un sopracciglio con fare inquisitorio: volevo una spiegazione.
Lui mi sorrise e intuendo le mie domande inespresse disse:
«Vedi Bella, quello che mi é successo mi ha fatto capire che nella vita non bisogna sprecare nessuna occasione per essere felici e dal momento che tu sei la mia felicità voglio garantirmela per sempre.
Noi ci amiamo ed io non posso aspettare oltre per renderti la signora Cullen... ovviamente se non sei d'accordo, questa sarà solo una piacevole vacanza, ma...»
Lo interruppi all'istante.
«Edward, se questa come penso è una proposta di matrimonio, sappi che accetto: non riesco ad immaginare nient'altro che possa rendermi più felice e completa che essere tua moglie.»
E così dicendo lo baciai con tutto l'amore che provavo per lui.

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Capitolo 64
*** Capitolo 63 ***


CAPITOLO 63
 
 
POV EDWARD
 
 
Arrivati a Las Vegas chiamai un taxi e ci feci portare al "Barnes Hotel",
albergo che era stato arredato anni prima da mia madre
che diventò amica dei proprietari
una simpatica coppia di mezz'età:
Clare e Richard.
Fummo accolti con grande calore e ci riservarono la migliore delle loro suite.
Lasciai Isabella a farsi una doccia rinfrescante ed io uscii nuovamente.
Avevo una missione molto importante da compiere:
trovare le perfette fedi nuziali.

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Capitolo 65
*** Capitolo 64 ***


CAPITOLO 64
 
 
POV BELLA
 
 
Dopo la doccia mi ero stesa un poco sul divano,
nel salotto della suite e mi ero appisolata.
A svegliarmi furono due labbra morbide e calde che
baciavano i miei piedi risalendo lungo le mie gambe.
Aprii gli occhi e mi ritrovai a fissare lo sguardo splendente di Edward.
«Sei bellissima principessa.» disse con voce roca.
«Però ora vestiti che abbiamo un matrimonio da fare: il nostro.»
Gli sorrisi dicendo:
«Veramente dato il modo in cui mi hai svegliato, pensavo volessi passare direttamente alla luna di miele.»
Rise malizioso.
«La luna di miele inizierà stanotte piccola e durerà tutta la vita.»

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Capitolo 66
*** Capitolo 65 ***


CAPITOLO 65
 
 
POV EDWARD
 
 
Il ministro di culto ci dichiara "marito e moglie"
ed io mi avvento sulla mia sposa e letteralmente divoro le sue succose labbra rosse.
Tenendoci per mano e ridendo come due bambini usciamo di corsa dalla piccola cappella e ci affrettiamo a tornare in albergo.
Ho dato ordine di far preparare la cena a lume di candela nel terrazzo della nostra suite.
Sarà una cena completa di champagne ghiacciato,
fragole con cioccolato fuso
ed una piccola torta di panna montata.
Tutto ciò sarà preludio ad una notte di sesso sfrenato:
romantico, dolce, ma anche passionale e trasgressivo,
così come siamo noi.
Sarà una notte da fuochi d'artificio,
parola di Edward Cullen!

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Capitolo 67
*** Epilogo ***


EPILOGO
 
 
POV BELLA
 
 
Mi svegliai tutta indolenzita ma allo stesso tempo straordinariamente appagata.
Edward non era solo un uomo speciale, ma anche un dio del sesso.
Mi voltai verso di lui e lo vidi ancora addormentato e sereno come un bambino.
Decisi allora di alzarmi ed andare a fare una doccia, ma come scostai le coperte mi sentii tirare all'indietro e mi ritrovai sdraiata sul petto di mio marito.
«Buongiorno signora Cullen» mormorò baciandomi subito dopo.
«Buongiorno signor Cullen» risposi sorridendo, quando ci staccammo.
Restammo a letto tutta la mattina,
ridendo, coccolandoci ed amandoci con passione.
Verso mezzogiorno, stavamo decidendo se uscire a pranzo o farci servire in camera,
quando il suo cellulare diede il segnale dell'arrivo di un messaggio.
Edward lesse e vidi alcune lacrime spuntare dai suoi occhi.
«Amore chi è? Che succede? Perché stai piangendo?» chiesi preoccupandomi.
Mi rispose soffocando la commozione:
«Sono zio! Edward junior è nato! Il messaggio era di mia madre.»
Mi buttai fra le sue braccia stringendolo forte ed asciugai le sue lacrime con i miei baci.
Poi lo guardai intensamente e carezzandogli dolcemente il viso gli dissi:
«Torniamo a casa Edward! Dopo ciò che tutti abbiamo vissuto, mi sento egoista ad averti strappato così di colpo alla tua famiglia. Avremo tempo per noi...dopo il matrimonio "ufficiale" faremo una lunga e fantastica luna di miele.»
Lui non disse nulla,ma mi strinse più forte.
Tornammo a casa, pronti a vivere la vita vera, la quotidianità, certi di renderla meravigliosa.
Superando insieme le difficoltà, amandoci e rendendoci felici reciprocamente.
 
 
                                                               FINE.

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