Dragon Ball A Part II: il re dei Saiyan

di Aven90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un arrivo inaspettato ***
Capitolo 2: *** Paragas ***
Capitolo 3: *** Il nuovo Vegeta ***
Capitolo 4: *** Un pianeta inospitale ***
Capitolo 5: *** Il figlio di Paragas ***
Capitolo 6: *** Tradimento ***
Capitolo 7: *** Arriva Goku ***
Capitolo 8: *** I tre Cavalieri ***
Capitolo 9: *** Piccolo contro Demos ***
Capitolo 10: *** Gohan contro Artalas ***
Capitolo 11: *** Goku contro Musk ***
Capitolo 12: *** La vera identità di Musk ***
Capitolo 13: *** Turles Super Saiyan ***
Capitolo 14: *** Turles contro Gotenks ***
Capitolo 15: *** Vittoria combinata ***
Capitolo 16: *** Broly sfugge al controllo ***
Capitolo 17: *** Una forza sconfinata ***
Capitolo 18: *** La sconfitta di Vegeta ***
Capitolo 19: *** All'attacco ***
Capitolo 20: *** Broly supera ulteriormente il limite ***
Capitolo 21: *** Super Sayan III vs Super Sayan IV ***
Capitolo 22: *** Una lotta equilibrata ***
Capitolo 23: *** Attento, Goku! ***
Capitolo 24: *** Gogeta Super Saiyan IV ***
Capitolo 25: *** Per un soffio ***
Capitolo 26: *** Gohan e Ub ***
Capitolo 27: *** Kaiohken x30 ***
Capitolo 28: *** Broly in difficoltà ***
Capitolo 29: *** Vittoria finale ***
Capitolo 30: *** Ritorno sulla Terra ***



Capitolo 1
*** Un arrivo inaspettato ***


Era passato ormai un anno da quegli eventi.

Il pianeta Gi’isa e le sue vicende rimasero un ricordo, bello se si trattava di Lothar, terribile se si guardava la condotta di Zenit e Kolom.

La magra figura dei terrestri spinse la coalizione Saiyan a convincersi di essere rimasti soli come baluardi della Terra, e ciò creò in Vegeta una strana sensazione.

Mentre si allenava dando tutto sé stesso nella Gravity Room assieme e a Trunks e Bra, ormai da un anno parte integrante negli allenamenti, gli venne in mente un’idea, un pensiero ancestrale riguardante la sua infanzia.

Lui era il principe dei Saiyan, e su questo nessuna creatura nell’universo avrebbe potuto mettere bocca.

Stando alla legge altrettanto universale, chi era principe, dunque figlio del Re, avrebbe dovuto prendere il posto del padre non appena defunto.

Pertanto, è da quando Re Vegeta era stato assassinato da Freezer che in realtà era Re dei Saiyan.

 Un Re senza Nazione. Un capo di Stato senza che abbia mai esercitato.

Era Trunks, per assurdo, il nuovo Principe dei Saiyan ereditario, mentre a Bra sarebbe spettato un ruolo eterno da Principessa.

Un Principe col sangue annacquato di quella plebaglia Terrestre.

Anche se, a onore del vero, Vegeta aveva sposato la più Saiyan tra le Terrestri, ma questo non la rendeva più nobile.

Bulma, la regina dei Saiyan. Una sciocca, stupida e debole terrestre, a capo di una nobile stirpe guerriera e ricolma d’orgoglio e gloria.

Una razza forte, intenta a proteggere la sua regina che non riesce nemmeno a spostare un piccolo masso.

“Che ti succede, papà?” chiese Trunks, vedendo che erta riuscito a colpirlo. “ A cosa stai pensando?”

Già.

A cosa stava pensando? Al retaggio nobiliare di famiglia?

Ormai, quelle cose non avevano più senso, dal momento che aveva assunto la cittadinanza terrestre.

Aveva smesso di essere principe da moltissimo tempo.

E poi, sarebbe da governare solo Kakaroth, che era puro quanto lui. La barbarie di Freezer aveva posto fine a qualunque tipo di discendenza pura fra i Saiyan.

Pan ne era la dimostrazione: aveva solo un quarto del sangue dei propri padri. E poi era addirittura Bardack il suo antenato, un Saiyan di infimo valore.

Bulma sarà anche la più Saiyan fra le terrestri, ma lui… lui era il più Terrestre fra i Saiyan.

Aveva accettato di sporcare il suo sangue con degli indegni esseri inferiori.

Oppure era il contrario? Era il suo un gesto talmente nobile, da voler portare avanti in ogni caso la sua razza pur mescolando il sangue?

“Niente, Trunks, sto benissimo. Anzi, direi che sei tu sovrappensiero. Il tuo pugno faceva schifo” commentò Vegeta, spavaldo.

“Cosa? Grrrr…” rispose stupefatto suo figlio, e guardò sprezzante la sorella, che invece non aveva ancora ricevuto un insulto.

“Aahahah! Trunks, forse hai bisogno anche tu del Bluetz Super Saiyan!” lo punzecchiò acida.

“Padre, l’hai sentita, vero?”

Vegeta odiava quando il suo primogenito, il tanto decantato principe, si lamentava come una femminuccia.

“Sta’ zitto, e vedi di imparare qualcosa! Tua sorella ha il cervello di tua madre, mentre tu invece non hai raggiunto nemmeno il Super Saiyan III! Vuoi spiegarmi cosa hai fatto in questi diciotto anni? Eri bravissimo da bambino!”

Trunks si sentì toccato, ma tutti erano d’accordo che il passato andava cancellato.

Mentre si rifletteva su quelle cose, Goku aveva ripreso gli allenamenti con Ub e Goten, che aveva chiesto espressamente al padre di accettarlo con sé.

Non poteva più accettare di essere quello “senza padre” della famiglia.

“Portami con te e Ub all’allenamento speciale” chiese, pochi giorni dopo l’addio di Lothar.

“Ok, figlio, ma prima fammi finire questa zuppa di tagliolini che è squisita!” rispose Goku, già al quindicesimo piatto.

Nel frattempo, Gohan aveva nuovi problemi, al suo Centro Studi e Ricerche.

Ora che Vegeta aveva scoperto la doppia vita di Bra quale scienziata e Lottatrice, il primogenito di Goku non aveva più brillanti assistenti, e dunque doveva tornare a fare tutto da solo, e allo stesso tempo tenere attivo il Saikyou No Senshi, che non si sapeva mai.

“Bene, ragazzi” disse incerto, “Adesso vi somministrerò un test per designare l’erede di Bra. Certamente, converrete con me che era assurdo che una quindicenne superasse voi studenti universitari, quindi mi aspetto il massimo!”

Inutile dire che i risultati furono ottimi, tuttavia insoddisfacenti per fare la differenza.

“Oh, cielo” commentò Gohan, affondando la faccia fra le mani “ma perché  Bra doveva essere così geniale?”

Prima di fare pensieri sconvenienti su una bambina, tornò al lavoro.

Appena finito il turno, decise di conferire con Piccolo.

“Su, aiutami! Tu sei un genio, non ci vorrà molto per applicarti anche alla biologia!” lo supplicò dopo tre ore.

Ma Piccolo era irremovibile, nella sua solita posizione a gambe incrociate e a mezz’aria, intento a combattimenti mentali contro sé stesso.

“No, Gohan. Non posso aiutarti, anche se sono lusingato che tu abbia pensato a me. Sono troppo occupato a migliorarmi” rispose laconico Piccolo. Il vero problema era che si vergognava di spiegare le cose a decine di studenti ignoranti come capre e più che altro intenti ad armeggiare col telefono e fumare in classe.

Gohan allora andò ad affrontare il lupo.

O meglio, il re dei Saiyan.

“Scusa” esordì Gohan, arrivato in volo e trovando Bulma alla porta. “Vegeta è in casa?”

Bulma fissò Gohan come se fosse un malato terminale.

“Sì” rispose “è in casa…”

Gohan non capiva perché quell’agitazione.

“Scusa, Bulma, cosa succede?” chiese educatamente.

La moglie di Vegeta attese che l’urlo dietro di lei finisse e rispose “Il re è pronto a riceverti”

Gohan credeva che entrambi i coniugi Brief avevano bisogno di una lunga vacanza, tuttavia entrò alla base della Capsule Corporation.

Quello che trovò alla stanza indicata fu però sconvolgente: era del tutto vuota, tranne che per una sedia girevole verde su cui sopra era seduto Vegeta in personale vestito con la sua prima Battle Suite, e gli stessi vestiti lacerati.

Non si capiva come li avesse recuperati, visto che era andato a farsi curare su una altro pianeta dopo il primo scontro con Goku, fatto sta che ce li aveva ancora e gli entravano, ancora. Allora era vero che il tessuto era molto elastico.

A completare il quadretto, Bra e Trunks, vestiti di una lunga tunica bianca stretta in una cordicella dorata, stavano servendo il loro padre facendogli vento con dei papiri.

L’ipotesi della vacanza si concretizzò più che mai nella mente di Gohan.

“TU!” Vegeta indicò il figlio di Goku stendendo il dito. “Cosa ci fai qui, nella Sacra sala del Trono?”

Gohan si inchinò, convinto di restare al gioco.

“Sono venuto qui, o sire, per chiedere la disponibilità di Bra almeno una volta a settimana. Sarebbe gradito anche tre volte, ma mi accontenterei anche di un solo giorno” disse.

“A che scopo, se è lecito?” Vegeta era interessato quando poteva esserlo guardando Kakaroth mangiare.

“Ho bisogno del suo cervello per gli esperimenti medici che stavamo portando avanti, e dato che nessun altro dei miei allievi è abbastanza sveglio…” continuò Gohan.

“… Dunque?” incalzò Vegeta.

“Dunque, ho bisogno di t… vostra figlia” si corresse Gohan. Chissà cosa gli sarebbe successo se fosse tornato a dare del tu.

Il Re dei Saiyan guardò Bra alla sua destra. Non era un caso quella scelta, la destra è simbolo di referenza.

“Hai assolutamente ragione” rispose alla fine il Saiyan. “Il branco di imbecilli a cui stai insegnando è assolutamente imparagonabile, anche messi assieme, alla superiorità intellettiva di mia figlia” e accarezzò la sua guancia.

Bra arrossì.

“Tuttavia” riprese, “è proprio per questo motivo che intendo preservare questo suo sacro dono per i miei egocentrici scopi. Ho intenzione di fare, o meglio rifare, di Trunks un guerriero, e mia figlia, nonché la principessa dei Saiyan, si sta applicando per compiere questo obiettivo”

Anche Trunks arrossì, ma per motivi diversi. Si maledisse nel non essersi mai allenato.

“Ma non capite? È proprio per questo che ho bisogno di vostra figlia! Non possiamo lasciare che questo mondo corrotto e ignorante pieno vermi rimanga tale! È per gente come Bra che il mondo va avanti!” rispose Gohan, a tono.

Se Vegeta credeva di poter fare il bello e il cattivo tempo, allora ha trovato pane per i suoi denti, si disse il primogenito di Goku.

“Oserei dire che ha ragione Gohan, Vostra Maestà” si intromise Trunks.

“Lasciatemi provare, per favoooore” chiese Bra, facendo gli occhioni dolci.

Bingo.

Vegeta si era innamorato di quegli occhioni sin dal giorno di quindici anni prima, così simili a  quelli di Bulma. L’orgogliosa regina.

Non poteva resistere, il mondo stava complottando contro il re dei Saiyan e lui stava cedendo.

Era inaudito, ma il cuore di padre aveva vinto sul guerriero orgoglioso.

“E sia. Bra, fa quello che vuoi, ma il pomeriggio con me alla Gravity Room, tre volte alla settimana. Ora sparisci, servo Gohan, prima che cambi idea, magari!” disse a denti stretti, lasciandosi abbracciare dalla ragazza.

Gohan sorrise e fece per uscire dalla sala, ma un disco volante simile a quello che usava Freezer per i suoi spostamenti atterrò nel giardino della Capsule Corporation. Lo si vedeva in quanto fortunatamente c’era una finestra.

“Impossibile…” commentarono all’unisono Gohan e il re dei Saiyan.

Quel che era peggio era che due aure negative altissime erano ivi contenute. Tutto lasciava presagire un improbabile ritorno di Freezer e suo padre.

Le due ombre scure facevano da sfondo a una fitta nebbiolina, non appena il portone si aprì.

 

 

 

Fine primo capitolo! Non ci saranno davvero Freezer e suo padre? Chi vi aspettate invece nell'astronave? Lo saprete nel prosismo capitolo, nel frattempo chiederei un parere su questo capitolo!

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Capitolo 2
*** Paragas ***


Gohan, Vegeta, Bra e Trunks si prepararono ad affrontare quel nuovo nemico, lasciando così poco spazio alla facezia. Bulma osservava tutto dalla finestra.

“Tu sai perché Freezer è tornato in vita?” chiese d’un tratto Vegeta a Gohan.

“No…” scosse la testa.

“Tzé! E dire che sei un biologo…” commentò sarcastico Vegeta.

Tuttavia, più le figure si avvicinavano, più la differenza con il Changeling si rimarcava, fino a palesarsi del tutto.

Non era Freezer, e nemmeno suo padre. Non sembravano nemmeno alieni.

Oltre le due figure, c’erano tre esseri apparentemente senza aura, vestiti con un lungo mantello adornato di spalline che copriva tutto il corpo e mascherati.

Uno dei due, aveva i capelli corti e una benda all’occhio. Il più giovane aveva l’aria triste e una sorta di tiara sulla fronte, sopra la quale partiva una lunga criniera nera esattamente quanto quella dell’uomo più adulto.

Quello con la benda aveva la coda.

“Sono Saiyan, o perlomeno, i due non mascherati lo sono di sicuro”. Vegeta deglutì, e si sorprese con se stesso. Quell’evento non aveva precedenti.

Non appena percorsero una certa distanza, i cinque si inchinarono a un gesto dell’uomo bendato.

“Ti saluto, o re dei Saiyan. Il mio nome è Paragas, e questo alla mia destra è il mio unico figlio Broly” esordì Paragas, il tono di voce il più reverenziale possibile.

Erano decenni che Vegeta non vedeva un inchino Saiyan fatto alla perfezione. Non c’erano altri dubbi.

“Sei il benvenuto nella mia dimora, Paragas. Qual vento ti porta in questo pianeta?” chiese il re.

Non c’é dubbio che la smania regale di Vegeta trova la sua apoteosi con questa “visita” inaspettata, pensò fra sé Gohan.

“Ottime notizie” replicò l’altro, alzandosi dall’inchino. “Ho trovato un ottimo pianeta per stabilirci e far ripartire l’impero Saiyan.”

“Davvero? E dove siete stato tutto questo tempo?” chiese ancora il marito di Bulma.

Paragas sospirò e cominciò a raccontare: non gli importava entrare dentro e mettersi comodo, i Saiyan erano gente spiccia, dopotutto.

“Mi aspettavo questa domanda. Tutto ha inizio il giorno in cui il pianeta Vegeta ha ricevuto il benservito da quello sporco traditore di Freezer. Perdonatemi se non lo sapete, ma io non ho mai creduto alla tesi di quel tiranno. Lui temeva i Super Saiyan, lo sapete bene…”

“Sì, hai ragione, Paragas, è stato lui, me l’ha detto Dodoria prima di eliminarlo” lo interruppe l’assassino del mostro rosa guardaspalle di Freezer. “Continua.”

“Avete eliminato Dodoria? Mi inchino alla vostra potenza… in ogni caso, sta di fatto che mio figlio Broly era nato da pochi giorni, e perdonatemi se mi vanto, ma la sua forza allora era già di dieci mila punti; una cosa mai vista”

“Cosa? Diecimila? Un neonato? Non è possibile!” Vegeta era sbalordito e guardò Trunks di sfuggita.

“Non vi sto mentendo, non ne avrei motivo. Una volta vista quella palla di fuoco, mi sentii spacciato, come tutti gli altri. Sapevo che era questione di secondi e Freezer l’avrebbe lanciata, così presi mio figlio e cercai di recuperare un’astronave, ma chi poteva stava già scappando, pur sapendo che Freezer non avrebbe lasciato vivo nemmeno uno. Poi non so cosa è successo, mi ritrovai dentro un’enorme bolla verde e riuscii a scappare grazie a mio figlio, come ebbi a intuire poco dopo”

“È impossibile. Tuo figlio non sembra poi questo granché” commentò Vegeta, osservando l’altro che era stato sempre in silenzio.

“ Invece vi dico che è la verità” rispose Paragas, osservando gaudioso suo figlio. “ Grazie a mio figlio, mi spostai su un pianeta sconosciuto e inospitale, ma che sicuramente a voi gradirà se l’ho migliorato nel frattempo. Intuita la grandissima potenza di Broly, mi occupai di allenarlo personalmente, e ancora e ancora, finché un giorno…”

“Un giorno?” incalzò Vegeta, rapito.

“… perdonatemi, ma mi rendo conto che la verità sorpassa le mie più recondite fantasie” esitò Paragas.

“Sei pregato di dire la verità, o sarò costretto ad eliminarti” disse Vegeta.

“Mio figlio aveva soltanto sette anni, eppure aveva già sorpassato la mia potenza, tanto da costringermi a usare lo Zenkai Power io stesso. Era lui che mi allenava, non il contrario” dichiarò il padre di Broly.

“Chi ti curava? Lo Zenkai si attiva solo se il Saiyan combatte fin quasi alla morte” obiettò il padre di Trunks e Bra.

“Gli indigeni di Neo Vegeta… sono state valide creature anche loro” rispose Paragas.

”Sono state? Vuoi dire che le hai eliminate?” chiese Bra, inorridita.

“Esattamente, principessa. Noto che anche voi avete la stessa nostra aura, ma non avete i capelli neri né la coda, e non siete del tutto pura. Maestà, non avrete mescolato il sangue?” chiese il nuovo arrivato.

“Lascia perdere la mia famiglia e va avanti!” incalzò imperioso il re dei Saiyan.

“In ogni caso, mio figlio quel giorno perse la pazienza poiché la perdetti io stesso, e lo vidi trasformarsi. Il pianeta intero tremava, i suoi capelli che erano sempre stati neri all’improvviso divennero verdastri, così come gli occhi. Immagino che sia questa la trasformazione in Super Saiyan. Mi rincresce, ma sono venuto qui per questo: per comunicarvi che mio figlio è il Super Saiyan della leggenda, colui che nasce ogni mille anni ed è destinato a memorabili imprese che rimarranno impresse nella memoria storica e nei dipinti della Sala del Trono.” Concluse Paragas.

“Pazzesco. Ma mi sembra che tuo figlio non abbia sette anni” commentò Vegeta.

“È vero, ma ci abbiamo messo diversi anni a trovarvi. Sapevamo che eravate ancora in vita perché anche voi, com’è giusto che sia, avete un grandissimo talento, ma eravate ancora al servizio di Freezer. Poi si è sparsa la voce della morte di quel bastardo, voci che ritenni vere, e quindi solo allora cominciammo a muoverci, spostandoci da un pianeta all’altro grazie al grandissimo dono di Broly, in grado di produrre una barriera talmente forte da resistere all’atmosfera spaziale”

 “Bene, adesso si spiega tutto. Ma tuo figlio ce l’ha una voce oppure no?” chiese Vegeta.

“Sì, è dotato anche di questa facoltà. Su, Broly, saluta il Re” lo incoraggiò Paragas, come si potrebbe fare a un bambino.

Egli avanzò e disse “I miei rispetti, o Re di tutti i Saiyan”

“Sei un grandissimo guerriero. Nessuno, né tantomeno Kakaroth, era mai riuscito a trasformarsi in Super Saiyan in così tenera età, ci aspettiamo…”

“Un momento, Kakaroth? Un altro Saiyan? Voi non stavate con Nappa?” lo interruppe inopinatamente Paragas.

“Come osi interrompermi? In ogni caso, Kakaroth a quanto pare era il figlio di Bardack, un infimo che poi è diventato uno dei guerrieri più validi. Nappa invece l’ho eliminato io stesso perché era un rifiuto più che un guerriero”

“Ah, sì, Bardack… mi ricordo bene di lui e di suo figlio Radish. Girava sempre con gli stessi, e la sua squadra era la più temuta fra i provinciali. Patetici, di fronte alla potenza di mio figlio” commentò Paragas.

“Avete accennato al fatto che nessun altro aveva raggiunto il Super Saiyan.. mi permetto di ricordarvi che ne nasce uno…”

“Scusa, ma ne so più io” lo interruppe Vegeta, che si trasformò in Super Saiyan davanti a lui.

Seguitò un minuto di silenzio, poi il padre di Broly chiese “Mi piacerebbe avere l’onore di accompagnarvi su Neo Vegeta, che ho restaurato eliminando ogni forma di vita ostile. Sarebbe grazioso se anche questo Kakaroth ci seguisse, in quanto un vostro suddito”

“No, non occorre. Trunks! Bra! Chiamate Bulma e partiamo!” ordinò Vegeta.

E così i Brief partirono alla volta di neo Vegeta, lasciando Gohan da solo, pieno di avvenimenti da raccontare al padre.

Tanto avrebbero dovuto vedersi, in quanto sabato, e il sabato Gohan tornava sempre nei monti Paoz per la cena familiare.

“… e così, Broly è diventato un Super Saiyan e ha rapito Vegeta?” riepilogò Goku, fra un onigiri e l’altro.

“Quasi, padre” rispose Gohan, esausto dopo un’ora e mezza di spiegazioni. “Spiegaglielo tu, madre”

Chichi sgranò gli occhi e scosse la testa. “In pratica, Vegeta ha preso il trono di re dei Saiyan”

Goku annuì convinto. “E cosa c’entrano i Super Saiyan?”

“Broly nasconde un’energia pazzesca” confidò Gohan, rivelando la sua impressione.

“Vuoi dire che è forte a combattere?” chiese Goku, cercando di capire e di trovare un appiglio comprensibile anche a lui.

“Sì, e parecchio. Più di quanto lascia intendere Paragas”

“Paragas?” chiese Goku, più intento ad addentare un tacchino intero che al discorso.

“Il padre di Broly” ripeté pazientemente Gohan.

“Ma allora che cosa ci facciamo qui? Andiamo anche noi su Neo Vegeta, no?” chiese Pan, bramosa di conoscere le impressioni Bra sul nuovo Saiyan.

“No, Pan, è pericoloso. Lascia che sia papà e il nonno ad occuparsene, stavolta” consigliò Videl.

“Vero, Pan. Chiamiamo anche Piccolo e Ub, eh?” chiese Goku.

“Certo… e mio fratello?” chiese Gohan.

“Non è ancora pronto, questa sua mania per le ragazze lo sta deviando un po’ troppo” rispose il padre sconsolato, o forse triste per il fatto di aver trovato un osso senza carne.

Nel frattempo, ci vollero sei giorni terrestri prima di raggiungere Neo Vegeta.

“Alla fine, era vicino” commentò Vegeta, controllando il timer.

“Avete ragione” rispose imbarazzato Paragas. “Ma noi non avevamo idea di dove vi trovaste, e quindi abbiamo ucciso tutti quelli che secondo noi erano omertosi”

Bra si avvicinò al fratello e commentò sottovoce. “Questi due sono esseri orribili”

“Hai ragione” rispose Trunks. “ma il problema è farglielo capire a nostro padre”

 “E poi, hai visto che Paragas cita sempre Broly? Tutta questa smania di far vedere quanto è forte? Che sia una manovra per rovesciare il trono di papà?” ipotizzò Bra, con la mente che lavorava frenetica.

“Ci ho pensato anch’io, ma dopotutto, seppur verde, rimane sempre un semplice Super Saiyan. Ricordati che papà ha già raggiunto il quarto livello” rispose Trunks.

Bra non disse nulla, un po’ più tranquilla.

“Che cosa state tramando, voi due?” chiese Bulma, sospettosa.

“Paragas e Broly sono esseri orribili” rispose Bra, senza peli sulla lingua.

“Lo so” rispose sconsolata, “finché era un momento passeggero di follia, pazienza, ma adesso vostro padre si è convinto davvero di essere re. Non torcerà un capello ai suoi sudditi se non prima che rivelino la loro identità. Quindi uno di noi tre si farà male”

“Spero che Pan venga presto…” pensò fra sé Bra, con l’idea di provare la Fusion.

Intanto, atterrarono.

“Il paesaggio non è dei migliori. Sei sicuro che l’hai restaurato?” chiese Vegeta, notando il puzzo e il paesaggio arido.

“Certo che sono sicuro…” rispose secco Paragas.

 

 

 

Fine Capitolo! Vi aspettereste mai Paragas che arriva proprio giusto in tempo per attirare Vegeta in una possibile trappola? E come la prenderanno gli altri? La tensione è altissima, e non vedo l'ora di postare il prosimoc apitolo! Alla prossima!

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Capitolo 3
*** Il nuovo Vegeta ***


“Allora saprai indicarmi anche la sala del Trono” rispose incalzante detentore del titolo.

“Certamente, Maestà. Da questa parte” lo invitò Paragas.

“Hai notato come Broly sia stato zitto per sei giorni di fila?” chiese Bra a Trunks.

“Probabilmente è molto taciturno. Strano, a sentire suo padre” rispose il fratello.

“Vado a parlargli. Voglio vedere che tipo è” si scostò dal ragazzo coi capelli lilla che stava trasportando Bulma e andò ad attaccare bottone con Broly.

Sembrava dell’età di Goku, più o meno. Bene, era come parlare con suo padre, allora.

“Salve, Broly” esordì educatamente.

L’uomo non le rispose, tuttavia come reazione strinse gli occhi e i denti.

“Perché ti costringi a non parlare?” chiese Bra, notando quella reazione.

“Io sono solo il figlio di Paragas. Non posso rispondere ad altre domande.” Disse Broly, atono.

Bra si allontanò da lui e tornò a riflettere.

Nel frattempo, il palazzo reale, esattamente uguale a come lo ricordava Vegeta, si erse davanti agli occhi di tutti.

Vegeta avrebbe dovuto essere felice, ma in realtà non aveva mai apprezzato quella pomposità. Aveva sempre odiato il palazzo, il re, e tutto quel che concerneva la vita di corte.

Un po’ perché in realtà non erano loro i padroni, ma Freezer, e un altro po’ perché non aveva ricordi felici, là dentro.

E vedere quella copia esatta non solo denotava la scarsa fantasia di Paragas, ma anche un rivangamento del passato a cui Vegeta non teneva.

“Sono sicuro che apprezzerete la mia scelta di riprodurre il palazzo reale, Maestà” disse il padre di Broly, orgoglioso della sua fattura.

“Certo” rispose Sua Maestà.

Scese a terra, pronto per varcare la soglia.

Il portone era esattamente identico a come lo ricordava: altissimo, e adornato solo di due maniglie ad anello.

Anche il corridoio interno era esattamente uguale, e in fondo alla sala, un trono scarno, orrendamente simile a quella brutta copia che aveva fabbricato a casa sua.

Si vergognò di sé stesso: il palazzo che aveva odiato poi gli era rimasto nel cuore.

“Bene, adesso è il momento di salutare il re di tutti i Saiyan!” detto quello, Paragas si inginocchiò di nuovo tenendo alto il ginocchio destro e mettendo una mano a pugno sul pavimento.

Lo imitarono anche Broly e gli altri tre esseri incappucciati. Era impossibile identificare la loro identità, e loro non aiutavano certo a svelarla.

Cosa avrebbe dovuto fare?

Se si fosse seduto, avrebbe tradito la famiglia terrestre che aveva creato. Tutto ciò in cui aveva creduto fino a quel momento. Sarebbe andato anche contro la sua vita precedente, in cui si era scarificato sperando di portare con sé anche Majin Bu grasso.

Se non si fosse seduto, avrebbe invece voltato le spalle al suo passato, alla sua infanzia; che per quanto fosse stata disordinata e sofferente, era l’unica che aveva.

Non gli piaceva più essere principe, ma doveva ammettere che essere temuto e rispettato aveva fatto la sua parte nella propria autostima.

E anche suo padre il re, Vegeta, la pensava allo stesso modo.

Ricordati che sarai re di una grande stirpe”.

Così, diceva, e a prescindere che forse erano le uniche parole che ricordava del padre, ora che si accingeva a sedersi sul trono che era stato del suo genitore, aveva delle remore.

“Cosa farebbe Vegeta, a questo punto?” Si chiese Vegeta.

Cosa farebbe?

Sedersi o non sedersi? La mano stava muovendosi verso il bracciolo, ormai mancava pochissimo al contatto.

Poteva ancora rinunciare a tutto quello e tornare sulla Terra, lasciando paragas e Broly da soli.

Ma sentiva che non poteva farlo. Un Re, così come un  principe, non esiste senza nazione.

 E i Saiyan prima di tutto erano una Nazione. Un popolo unito che ha sconfitto tantissimi altri popoli uniti forse anche più di loro.

Sospirò. Cercò dentro sé stesso. Le immagini di Bra, Trunks e Bulma apparvero nitide nella sua mente.

Avrebbero capito. Lo avrebbero seguito, persino se avesse rinnegato se stesso, o perlomeno una sua parte.

Si sedette, pronto a comandare, ancora una volta.

Così facendo avrebbe concesso a Bulma di essere la regina dei Saiyan?

No, forse era meglio se i terrestri rimanessero fuori da quelle questioni.

“Maestà, vogliate avere la compiacenza di ricevere i miei complimenti. La vostra forza supera le mie più rosee aspettative” disse Paragas.

“Davvero? E la tua forza, quale sarà? Immagino che tu voglia essere mio vice, o Primo Ministro, dico bene?”

Dopotutto, conosceva la sua gente e l’avidità nel padre di Broly era visibile anche dalla Terra.

A quella domanda Paragas si mosse sul posto, imbarazzato.

“Cosa c’è?” chiese Vegeta, beffardo. “Non dirmi che hai permesso a tuo figlio di sorpassare la tua forza?”

Egli rispose “Mi rincresce, ma è successo. Ero convinto che i Super Saiyan nascessero ogni mille anni, quindi ho smesso di allenarmi”

“Non mi convinci, i Saiyan cercano sempre il proprio limite” ribatté Vegeta.

Paragas non rispose.

“Rispondi, stolto” lo incalzò il figlio del re.

“Ecco…” tentennava. Perché? “Il fatto è… che a un certo punto-…. Lo Zenkai Power ha smesso di funzionare”

“È impossibile. Adesso va’, mi hai seccato” ordinò Vegeta. C’era qualcosa che Paragas nascondeva, e pertanto doveva in quanto re scoprire cosa.

“Non posso, devo farvi vedere il pianeta” protestò il padre di Broly.

Il re aveva il preciso compito di sapere che cosa stava governando.

“D’accordo” rispose, “voi due, restate qui" ordinò a Bra e Trunks.

“Voi quattro, venite con noi o state inginocchiati per tutto il tempo?” chiese a Broly e agli altri tre sconosciuti.

“Andiamo, Broly, sarà interessante” lo incoraggiò suo padre, e insieme e presero il volo.

Dopo aver fatto passare qualche minuto di silenzio, Bra e Trunks si guardarono sconcertati.

Era quello, allora, loro padre?

La loro guida, la loro ispirazione, il loro re.

Adesso lo era davvero, il che faceva di loro dei principi.

“Adesso sono io il Principe dei Saiyan” commentò Trunks, guardandosi. “Non è buffo? Dopo aver sentito questo ritornello tutti i giorni, adesso ho finito per dirlo anch’io”

“Ahaha, è vero” concordò in una risatina sua sorella. “Però… c’è sempre questo brutto presentimento che mi attanaglia”

“Attanaglia? Cavolo, Bra! Ma parla come una quindicenne, no?” protestò Trunks. a volte era allibito dal fatto che Bra studiava sempre, ma c’era anche il fatto che la ragazza parlava forbito giusto per irritare il maggiore.

“No, mio caro” lo rimbeccò lei. “Perché adesso IO sono la principessa viziata dei Saiyan. Penso che tutti gli uomini mi vogliano, visto che sono l’unica rappresentante femminile della specie, no?”

Trunks sbiancò. Bra rise divertita. “Stavo solo scherzando”

Bulma invece era emozionatissima, si era anche vestita con una Battle Suite.

“Che ne dite? Mi dona, vero? È questo l’abito delle regine Saiyan, no?”

“Madre” chiamò Trunks “io e Bra siamo concordi nel dire che c’è del marcio in Paragas e Broly. Stanno tramando contro nostro padre e tuo marito”

“Aaaah, sciocchezze! Non vedi che devozione nutre Paragas? Come può, dunque, progettare di ucciderlo? Non può e basta!”

Anche Bulma era entrata in quel gorgo senza fine di misteri e sottigliezze che si chiamava trono regio.

“Non ci resta che aspettare Pan e gli altri, fratellone” constatò Bra.

“Hai ragione… dobbiamo combattere questa piaga prima che la situazione degeneri” e insieme partirono con l’intenzione di seguire il padre e gli altri Saiyan all’ispezione del pianeta.

Era più grande della Terra, quello era sicuro.

Ma siccome la popolazione contava in tutto nove persone, contando anche i tre cavalieri mascherati che ancora non avevano detto alcunché, sembrava molto più grande.

Scheletri che comunicavano alieni da una forma strana erano disseminati in alcune zone.

“Raccontami di questa popolazione che avete eliminato” chiese Vegeta.

“Non c’è molto da dire, comunque” rispose Paragas.

“Perché? E se fossero stati un ottimo esercito? Devo saperlo, no? Comincio a pensare che tu mi stia remando contro, Paragas! Ti conviene dirmi la verità, se non vuoi che ti tiri fuori anche l’altro occhio!”

Paragas deglutì. Il padre di Trunks e Bra non sapeva certo come gli era stato fatto fuori l’occhio, e provò un piccolo moto di astio nei suoi confronti.

“D’accordo, sire. Vi racconterò tutto: dovete sapere che questo pianeta era abitato dai Zigulas, esseri onnivori dotati di coda. Erano anche loro una razza guerriera trasformabile, ma non ho mai avuto il piacere di vedere in cosa si trasformavano esattamente poiché io e Broly li abbiamo eliminati tutti, senza distinzione. Questo è Neo Vegeta, e loro erano degli intrusi. Buffo, non vi pare? Anche il primo pianeta Vegeta era occupato dagli Tsufuru, e anche in quel caso i nostri padri li hanno eliminati tutti”

Il marito di Bulma non disse nulla. Gli piacevano sempre di meno, tutte quelle coincidenze.

Bulma, già. Sicuramente, avrà accettato questa sua nuova versione, a lei basta essere al centro dell’attenzione che le va bene tutto. A quest’ora si starà già stravaccando sul trono tanto tormentato a circondarsi di gioielli che non c’erano sul pianeta.

“Ma di preciso, Kakaroth chi è? Io pensavo che Bardack avesse solo un figlio” chiese a un certo punto Paragas.

Broly strinse le labbra, ma non disse nulla.

“Kakaroth… beh, diciamo che a quanto ho capito era nato pochi giorni prima dell’avvenuta esplosione, ma lui a differenza di Broly era già stato mandato sulla terra per conquistarla. Forse è stato l’ultimo neonato a cui è stata affidata una missione”

“E poi l’ha conquistata?” chiese il padre di Broly.

“No” rispose in tono deluso. “Ha fatto amicizia con quegli esseri inferiori”

E di questo posso solo ringraziarlo, aggiunse una piccola parte di sé.

 

 

 

Vegeta continua a tormentarsi! Il fatto è che è molto divertente vederlo combattere contro sé stesso, e poi fare la scelta sbagliata!  Voi invece cosa ne pensate? La storia è appena cominciata e già si sente la mancanza di Goku o va bene così? A voi la parola!

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Capitolo 4
*** Un pianeta inospitale ***


“Tipico degli idioti rifiuti della società… invece di assolvere agli ordini, ti metti a fare amicizia con chi dovresti uccidere. E immagino che si sia messo anche a figliare, mescolando il sangue purissimo dei Saiyan con quello della plebaglia terrestre, vero?” chiese Paragas.

“Ti ricordo che anch’io ho due figli nati da una relazione terrestre” gli ricordò il Re.

“Vero, sire, ma i vostri figli conservano la dignità nobiliare che si addice a dei principini!” si salvò in calcio d’angolo il padre di Broly.

Il suo interlocutore non replicò, ma gli venne in mente un’altra cosa.

L’aria pesante di quel pianeta lasciava intendere che gli scontri continuavano, oppure che una conformazione nel terreno rendeva l’aria irrespirabile a chi non era abituato.

“In ogni caso,sarebbe cortesia fare venire anche lui, e la sua famiglia, in questo pianeta, per assicurare che tutti i Saiyan siano nello stesso pianeta, come una volta” continuò Paragas.

“Già… anche Kakaroth deve esserci”

Ecco, l’aveva fatto di nuovo.

Una volta poteva essere una coincidenza, ma due dava da pensare: ogni volta che si nominava Kakaroth, Broly stringeva le labbra come a scordarsi che aveva sentito quel nome.

Naturalmente, lo vedeva perché il figlio di Paragas era proprio accanto a lui, e il breve scossone che pervase il corpo venne notato anche da Bra e Trunks, che li seguivano a debita distanza.

“Trunks… Broly secondo me ha qualche problema” sentenziò Bra.

“L’hai già detto, sorellina” rispose Trunks, in tono paziente.

“Beh… aiutami a capire di che problema si tratta” gli chiese.

“E che ne posso sapere io? Tutti abbiamo dei problemi… per esempio, io ho una sorella scassa balle” fece il ragazzo dai capelli lilla.

“Ah ah “ fece Bra sarcastica. “ secondo me, nasconde qualcosa. Tutto questo suo non parlare… e poi senti che aura sprigiona?”

“Negativa” rispose Trunks, sicuro.

“A parte questo, credo che sia stato più lui che suo padre a sterminare fisicamente tutta questa gente”. Non ci voleva molto ad arrivarci, Paragas faticava a seguire Vegeta e Broly in volo, tanto che erano loro ad accordarsi alla massima velocità del Saiyan.

“In ogni caso, quanto ci vuole ad attraversare tutto il pianeta?” chiese Vegeta, dopo un periodo di silenzio.

“Ci siamo quasi” rispose Paragas. “Gli oceani qui sono grandi e inospitali”

All’improvviso un grosso mostro si erse dalle acque, creando tsunami tutt’attorno a sé.

Era davvero enorme, la testa raggiungeva l’altitudine che avevano raggiunto i Saiyan, lasciando intendere la grande differenza di statura.

“E questo che cos’è?” Vegeta non aveva mai visto una creatura dalla testa di coccodrillo con sei occhi, il busto di un brontosauro con nove zampe lunghe che lo fissava minaccioso, pronto a sparare qualunque cosa dalla bocca.

Il mostro si avventò sul re dei Saiyan, che schivò un primo morso, poi lo attacco agli occhi con un raggio lucente, distruggendo i tre occhi laterali sinistri.

Non seppe tuttavia che facendolo lo aveva solo irritato, fece spuntare un paio di ali da drago dietro di lui e spiccò il volo.

“Che razza di creatura immaginaria sto affrontando?” chiese di nuovo Vegeta.

“State tranquillo, un Saiyan può sconfiggerlo senza problemi”

Il marito di Bulma per tutta sicurezza si trasformò in Super Saiyan e con un Final Flash ben assestato centrò la bocca del mostro acquatico, che si distrusse in un boato apocalittico, i cui effetti si ripercossero sulla terra, che rilasciò una quantità maggiore di odore per quel motivo.

“Che accidenti era?” chiese per la terza volta il re dei Saiyan.

“Ve l’ho detto, Maestà. Sono le creature di questo mondo” rispose Paragas con tono piatto.

“Avete detto che le avete eliminate tutte!” Vegeta accusò anche Broly.

“Evidentemente mi sbagliavo”. Paragas fece spallucce.

“Stai cominciando a farti nuocere” lo ammonì il nuovo re dei Saiyan. Forse non sai bene con chi hai a che fare… Paragas

“Non potete uccidermi” lo avvertì quest’ultimo, conscio che se l’avesse fatto, poi non sarebbe stato in grado di tornare sulla Terra, in assenza di un tecnico dell’astronave. E poi i Saiyan non potevano ridursi ancora. Ne andrebbe della sua dignità di re.

In quella, qualcosa si mosse sotto di loro, fra le rocce.

Vegeta scese, imitato dagli altri quattro.

“Cosa c’è?”. Vegeta spostò la roccia e vide un essere con la coda e verdognolo, che lo fissava terrorizzato.

“Uhm… sembri la copia in piccolo di quel mostro che abitava il vostro mare” commentò sprezzante.

“A’ ganestinprrof” biasciò quello.

“Non capisce la nostra lingua… e dire che è universale” disse Paragas. “Ecco un altro motivo per cui li abbiamo uccisi tutti””tutti, non credo… ne è rimasto uno. Oh mio Dio, che puzza” digrignò Vegeta.

L’esserino scappò per entrare in una grotta, ancora più piccola.

Vegeta la distrusse per creare un varco più grande. Non era da lui attenersi e strisciare come un verme in quel cunicolo.

Vide quello che c’era dentro dall’alto: un’organizzazione completa di sopravvissuti che si erano organizzati per tenere  viva la loro specie.

“Paragas, avevi detto che erano morti tutti”

“Del resto, anche Freezer lo aveva detto” si giustificò quest’ultimo.

“AVANTI!” li esortò l’altro. “Trasformatevi, cosicché io possa vedere la vostra forma finale!”

Alla provocazione, non si capiva come, gli esseri si trasformarono tutti.

Tutte le creature presero una forma più grande, solo con le corna, assumendo anche lo stesso colore argentato lucido che aveva il mostro acquatico.

 “A quanto pare, si sono coalizzati” commentò Paragas.

“Broly, vuoi pensarci tu? Così posso testarti in combattimento” lo invitò Vegeta.

“Oh, no, sire. Io sono solo l’umile figlio di Paragas, e non mi va di usare la mia forza per queste cose” mormorò Broly, tenendo gli occhi bassi, ma stringendo i pugni.

“O forse non sei capace?”  lo provocò Vegeta.

Broly deglutì, ma non rispose nulla, tenendo gli occhi bassi.

In ogni caso, Vegeta sogghignò e trascese il limite trasformandosi in Super Saiyan II, distruggendo tutti in pochi colpi.

“Non sono molto forti… magari qualche anno fa non avrei potuto nulla, ma io sono Il Re dei Saiyan, è semplicemente assurdo che non riesca  a battere chicchessia”

“Avete ragione, Maestà” ribatté Paragas. “Vogliate gradire la notte su neo Vegeta”

“Notte? C’è anche una notte?  A me il cielo mi pare sempre beige come lo è stato finora” commentò il Saiyan che prendeva il nome del pianeta.

“Sì, è vero, ma guardate che durante le ore che definisco notturne il puzzo rilasciato dalle rocce si intensifica fino a rendere l’aria irrespirabile”

Così tornarono a palazzo.

“Ha ragione” commentò Bra. “Anche se a giudicare dall’odoraccio di uova marcio e pesce andato a male, direi che qui è sempre e solo notte”

Trunks non disse nulla.

“Che c’è? Non ribatti?”

“Stavo pensando a Broly” disse Trunks. “Ha qualcosa che non va”

L’aveva già detto Bra, ma adesso che lo diceva lui la cosa era definitiva.

“Già… nasconde qualcosa, ormai si è reso urgente sapere che cosa”

Così non andarono a dormire rendendosi irrintracciabili e cercarono la stanza del Saiyan misterioso, più misterioso dei cavalieri mascherati senza personalità alcuna.

“Eccola, è questa. A quanto pare dorme con la porta aperta” disse Bra.

Entrambi video il Saiyan che non dormiva, ma ad occhi sbarrati fissava il soffitto.

La tiara che aveva alla fronte brillava alla luce, di una forte luminescenza verde.

“Mi sa che quella tiara non è solo un ornamento” disse la sorella di Trunks.

“Già” convenne l’altro. “Paragas deve tenerlo legato. Hai visto quanta energia sprigiona? Noi a stento possiamo metterci sullo stipite, ma una forza invisibile non ci lascia passare. Come se fossimo spinti fuori”

Se ne andarono, convinti di aver scoperto il mistero di Broly e andarlo a dire al padre.

Ma Vegeta teneva la porta chiusa quando dormiva, evitando dunque di affrontare qualunque emergenza che lo avrebbe interrotto.

Non appena i due fratelli sparirono, un’ombra scura entrò nella stanza, come se l’energia invisibile fosse scomparsa.

“Fuggite pure, sciocchi. Nessuno deve toccare Broly e il suo Telecomando a Distanza…  come potrei tenerlo a bada?”

Guardò il proprio figlio. Dormiva così bene, sembrava un innocente. Ma i delitti compiuti e le orribili azioni che aveva fatto davanti al proprio padre avevano spinto Paragas a renderlo mansueto e un burattino al suo controllo.

“Mio caro Broly… non è ancora venuto il momento di scatenarti. Dobbiamo raggirare Vegeta prima, e lo sai. Sarò io il prossimo re dei Saiyan. Quello stupido con i capelli lilla sarà uno scherzo ucciderlo, e poi non è nemmeno un Saiyan. Orrendo miscuglio.”

Gli accarezzò la fronte, sfiorando la pietra verde.

 

 

Fine Capitolo! Adesso si sa la vita che ha vissuto Paragas, ma quali saranno le reazioni di vegeta di fornte la potenza di Broly? Vi aspettate che si trasformi subito o si lasceranno passare un po' di capitoli? Lo scopriremo presto! Nel frattempo grazie e alla prossima!

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Capitolo 5
*** Il figlio di Paragas ***


Si chiuse la porta, e anche lui chiuse gli occhi all’istante.

Persino il sonno, gli controllava.

Tutto, per tenere conservata la sua infinita energia e il suo enorme talento.

Broly nasceva quel giorno, in mezzo a tutti gli altri neonati Saiyan, spiccava per il suo livello di forza.

Lui non poteva ricordare cosa si dissse di lui quel giorno, ma sulla sua culla, c’era un numero inequivocabile:

Broly, figlio di Paragas

Forza combattiva 10.000- Alto Livello

“Complimenti, Paragas. Tuo figlio è sano come un pesce e soprattutto ha una forza che ci ha sbalordito” disse gaudioso un essere a forma di coccodrillo.

“Ti ringrazio, spero proprio che diventi il prossimo Super Saiyan. Quanti anni hai detto che mancano?”

“Fra venti anni dovrebbe arrivare il momento” disse l’altro, controllando alcuni appunti.

“Spero prima” e se ne andò, sicuro che Broly sarebbe cresciuto sano, forte e come migliore dipendente di Freezer.

Chissà, forse un giorno avrebbe spodestato Vegeta e suo padre e sarebbe divenuto il nuovo re, un re Super Saiyan.

Paragas non attendeva altro.

Tutte quelle cose, al piccolo Broly non interessavano. Lui era intento solo a fissare il soffitto della nursery.

Fra i piccoli mocciosi che frignavano, ce n’era uno particolarmente molesto.

Un bambinetto che scalpitava, dimenava che urlava con tutte le sue forze.

I capelli a molte punte lo identificavano come un Saiyan di basso livello, come d’altronde era stato scritto:

Kakaroth, figlio di Bardack

Forza combattiva 2- Infimo Livello

“Mi spiace, Bardack, ma tuo figlio è proprio uno scarto” disse un altro essere a forma di coccodrillo. Evidentemente erano loro i responsabili delle nascite e dello sviluppo dei neonati.

Bardack, vedendo il proprio secondogenito contribuire all’inquinamento acustico, scosse la testa.

In realtà, non si aspettava che quella notte sarebbe nato un altro maschio. Aveva già i suoi grattacapi con Radish, il quale aveva difficoltà a conquistare i pianeti. Non voleva un altro fardello.

“Che culo, il nostro Paragas” commentò amaro “mi chiedo quale donna si sia scopata per avere un figlio tale”

“Eehehe, non si sa” ridacchiò il coccodrillo. “Lui da solo, non arriverebbe mai a quota diecimila”

“Già” rispose, e se ne andò anche lui, intento a completare un’altra missione. Poi si girò. “La prossima volta, cerca di non sottolineare la differenza fra gli scarti e gli alti, abbatti l’autostima delle persone” consigliò Bardack al coccodrillo.

Ma cosa ci poteva fare lui se le madri di entrambi i piccoli erano nella stessa stanza?

Nel frattempo, il piccolo Broly era alle prese con il primo mal di testa della sua vita. Il piccolo alla sua sinistra piangeva troppo, per i suoi gusti, e non lo faceva dormire.

Così, per cinque lunghi giorni.

Cinque giorni senza dormire, che lentamente lo hanno fatto diventare un mostro con profonde occhiaie.

“E questo? Non è certo il mio Broly!” commentò Paragas, vedendo il figlio con meno capelli di cinque giorni prima e profondissime occhiaie, che facevano da contorno a uno sguardo spiritato e iniettato di rosso.

“Sono spiacente, signor Paragas” si scusò il coccodrillo, “ma Kakaroth nessuno l’ha voluto, nemmeno Bardack, e siamo costretti a farli dormire insieme”

“Nessuno l’ha voluto che significa? Che nemmeno Freezer lo ritiene adatto per una missione?” chiese esterrefatto. Non aveva mai sentito di Saiyan rifiutati, ma nemmeno di neonati con la forza di appena due punti base.

“Non hanno nemmeno la madre, perché muore dopo il parto… che triste destino, per gli Infimi” commentò il padre di Broly, stringendo sa sé il proprio primogenito.

“Stiamo provando a proporre lui per conquistare la Terra” disse il coccodrillo, sempre trovando le fonti dai suoi appunti.

“La Terra? Che pianeta è?” chiese Paragas.

“Non ne ho idea, ma l’ha proposto uno degli uomini di Freezer” si sentì rispondere.

Uscendo dall’ospedale, Broly ebbe modo di fare il primo pisolino della sua vita.

Ma quelle urla le sentiva ancora.

Ancora e ancora. Non riusciva a dormire, tanto che qualcosa dentro di lui si stava ribellando.

“Si chiama Kakaroth, il figlio di Bardack”, ecco cosa sentì. Un ricordo ancestrale che inquietò il piccolo per tutto quel tempo, e anche oltre.

Kakaroth. Il bambino piangente. Che orrido essere, nemmeno in grado di controllare le sue emozioni.

Poi avvenne: una grande luce rossa sconvolse l’intero pianeta.

Doveva salvarsi, e in fretta. Non poteva dormire, proprio no.

Una barriera, ecco quello che ci voleva. Non sapeva come aveva fatto, però un grosso cerchio verde dotato di ossigeno comparve attorno a lui e a suo padre.

O almeno, così si era presentato alle sue orecchie.

Entrambi fuggirono, lontano da Kakaroth, Bardack, e gli altri esseri ignobili che abitavano quel pianeta.

Poi ricordò che suo padre lo aveva cresciuto ad odiare Freezer e la sua compagnia. Ma in realtà a lui non interessava nulla di quello che gli raccontava. La sua idea era quello di trovare quel Kakaroth e distruggerlo. Perché i frignoni non potevano vivere.

Sette anni dopo la rocambolesca fuga, avvenne un altro evento.

Stava allenandosi con suo padre, come sempre.

“Complimenti, figlio, hai raggiunto la forza di cento mila”, gli aveva detto l’anno prima.

Quell’anno voleva raggiungere quota trecento mila, ma il padre non glielo permetteva.

“Mio caro f-figlio” ansimava suo padre, “direi che possiamo fermarci. Stai diventando troppo forte, e io non ho più l’età per andarti dietro. Lo Zenkai Power si sta affievolendo.”

Broly ricordava che aveva risposto “Ma padre, io voglio diventare un Super  Saiyan!”

“È certamente nel tuo destino, in quanto ormai siamo rimasti solo io, te , e pochi altri come Saiyan” ribatté lui, “tuttavia, lasciami riposare. È tutto per oggi, puoi andare ad uccidere qualche indigeno, se vuoi”

“Ma io non voglio uccidere gli indigeni” borbottò il piccolo, “sono gentili con me, e voglio sdebitarmi smettendo di ucciderli solo perché mi va”

“Sembri una femminuccia” commentò irato Paragas, “mi sembri il figlio di Bardack, Kakaroth. Quel rifiuto che arrivava a 2 di potenza, ahahah! Chissà se è stato eliminato dai Terrestri, ti imm…? Eh? Broly? BROLY!”

Il piccolo non sapeva nemmeno perché gli stava salendo l’ira.

Incontrollata, gli entrò nella testa, e fu allora che ricordò tutto.

Il soffitto bianco, la nursery, il bambino alla sua sinistra.

Che piangeva.

Voleva attenzioni, e Broly non le aveva mai avute. Kakaroth le aveva avute sulla Terra; debole com’era non gli sarebbe stato difficile trovare una famiglia che lo avrebbe ospitato, senza ovviamente uccidere nessuno.

D’un tratto, si ritrovò ad urlare, e la sua forza ad espandersi.

I suoi capelli, che gli sventolavano in faccia, presero a colorarsi di verde chiaro. Nello stesso istante, suo padre venne spinto via, lontano.

Non appena toccò il limite che poteva, controllò il suo corpo.

Era diventato un Super Saiyan, lo sapeva. E doveva testarlo.

Colpì suo padre, all’occhio. Doveva essere punito per aver nominato Kakaroth.

Poi, avrebbe schiacciato quegli insetti Rettiliani come se gli fosse stato imposto dalla sua stessa mente.

Secondo la leggenda, il Super Saiyan era privo di pietà. Ebbene, Broly, sette anni, aveva abbandonato per sempre l’idea di un’infanzia per dedicarsi al delitto.

Avrebbe mantenuto quello stato, come a non voler guardare ciò che stava combinando.

A forza di bombe verdi, uno dietro l’altro gli indigeni, che erano stati gentili con lui, morirono senza lasciare traccia se non qualche cadavere qua e là.

In un giorno solo, quattro miliardi di Rettiliani vennero trucidati senza alcuna pietà.

Paragas si sentiva chiuso in gabbia. Fu con sommo dispiacere che la notte successiva tagliò la coda al ragazzo, onde evitare un altro attacco di quel tipo. E pazienza per l’occhio, sarebbe servito da monito a lui per non compiere ulteriori errori.

Questi era il figlio di Paragas. Questa la sua storia, che chissà per quale motivo ricordava per filo e per segno.

Questi erano i suoi pensieri che lo tormentavano ogni notte, per quarant’anni circa.

Era il leggendario Super Saiyan. Un uomo incatenato al volere di Paragas, perché sarebbe stato terribile lasciarlo scappare.

 

 

 

 

Fine Capitolo! Vi è piaciuta questa introspezione di Broly? La ritenete credibile? Ditemi pure le vostre sensazioni riguardo questo nuovo esaltante episodio!

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Capitolo 6
*** Tradimento ***


Finite le ore di sonno, i Brief si rialzarono tutti assieme.

“Questo è il mio secondo giorno da Re” disse Vegeta, davanti allo specchio.

“Padre” lo interruppe Trunks, “avrei un dubbio”

“Un Principe dei Saiyan non ha mai dubbi. Agisce e basta” gli ricordò suo padre.

“Ecco… riguarda Broly. Che idea ti sei fatto di lui?” espose il ragazzo.

“Trunks.. un uomo che non parla non lascia adito a dubbi. O è timido o è malato. Invece, a me interessano quei tre cavalieri neri. Chi sono? Da dove vengono? Lo chiederò a Paragas, oggi!” uscì’ dal bagno e lasciò Trunks con la sua domanda.

“… e quindi ha detto che o è timido o è malato” concluse Trunks, raccontando lì’ultimo dialogo col padre alla sorella e a Bulma.

“Però deve essersi accorto anche lui che Broly nasconde qualità oltre il verosimile” obiettò Bra, guardando la madre.

“Beh, non sapendo riconoscere le aure, devo credervi sulla parola, ragazzi” disse Bulma, “quello che posso consigliarvi è di fare attenzione. Io…”

“Tu?” chiesero all’unisono.

“Sono troppo impegnata a fare la regina!” e tornò a sdraiarsi sul trono, sopra un soddisfatto Vegeta.

“Dobbiamo cavarcela da soli. Mi sa che Pan e gli altri non verranno” disse Trunks sa Bra.

“Già… lo penso anche io. A Goku, basta un secondo col teletrasporto per raggiungerci, o forse le nostre aure sono troppo lontane perché lui riesca a sentirle?” chiese Bra a Trunks, che conosceva melgio di lei il teletrasporto.

“Beh, allora mi trasformo in Super Saiyan Full Power facendolo passare per un allenamento, così fungerò da antenna per Goku, così potrà venire a darci una mano” propose Trunks.

“Ottima idea” si congratulò la ragazzina, in un momento paradossale in cui la sorella minore lodava i progressi del maggiore.

“Paragas!” chiamò Vegeta il suo Primo Ministro.

“Eccomi, o sire”. Come al solito, il padre di Broly accorreva ansioso.

Di tutto quello che dicevano la moglie e i figli, aveva notato solo qualche vibrazione in più da parte del figlio, e qualche parola di troppo da parte di quello scricciolo.

Ma troppo poco per muovergli delle accuse. Però, lui era certo che non appena si sarebbero azzardati a toccare anche solo per un istante uno dei due figli o Bulma, il Vegeta/padre, che era esiliato in un angolo della mente, sarebbe tornato a spron battuto.

“Fammi vedere chi sono i tuoi cavalieri” ordinò il re.

“Non è ancora il momento per quello” ribatté Paragas, con un filo di disprezzo nella voce.

“Perché mai, se è il re che te lo ordina?” replicò Vegeta, infastidito dalla nuova scusa del padre di Broly.

“Speravo aveste già invitato anche Kakaroth, nella nostra celebrazione. Solo allora, vi presenterò i miei tre cavalieri, sui quali posso giurare”

“Ah” fece lì per lì il sovrano, “ma eravamo d’accordo sul fatto che Kakaroth sia un rinnegato”

“Dopotutto è tuttavia un Saiyan puro anche lui, pur avendo gozzovigliato col popolo che doveva annientare” rispose Paragas, ignorando dietro di lui il ringhio sommesso di Broly.

Sommesso perché voleva farlo, ma allo stesso tempo era terrorizzato dal fatto che qualcuno avrebbe potuto vederlo.

“Hai ragione, purtroppo. Allora spetterò che arrivi Kakaroth, poiché sono sicuro che arriverà”

Nel frattempo, sulla terra, tutto era pronto.

“Allora, avete capito? Partiremo col teletrasporto” spiegò Goku a Piccolo, Ub e Gohan.

“Papà, posso farti una domanda?” esordì Gohan, alzando il dito come si fa alle elementari.

“Certo, chiedimi pure, figliolo” rispose accomodante il Saiyan, il figlio secondogenito di Bardack, che al momento della sua nascita aveva una forza di appena due punti base.

 “Non riusciamo a percepire nessun’aura, evidentemente sono lontani dalla terra. come puoi dunque cercare di usare il teletrasporto senza avere punti di riferimento?” chiese Gohan, impassibile.

Goku lo guardò diversi secondi. Sperava che Piccolo e Ub lo imitassero nel suo sguardo di compassione, ma rimase solo a farlo, così si ricompose e rispose con naturalezza “Beh, andrò a vedere cosa ne pensa Re Kaioh!” e sparì alla loro vista, per andare a far visita a Re Kaioh, per l’appunto.

Dopo una frazione di secondo, arrivò al punto dove abitava il dio, dopo l’esplosione del proprio pianetino.

“Salve, Re Kaioh” salutò Goku, vedendo il dio con le antenne farsi un pisolino con Bubbles che ballava una specie di conga tutt’attorno alla sdraio.

“Uhm?” borbottò lui, alzando lo sguardo. “Oh, sei tu, Goku.. c’è qualcosa che non va?”

“È mai possibile che se devo venire a farle una visita c’è sempre qualcosa che non va?” ribatté il Saiyan, scocciato.

“Beh, dato che questo è l’aldilà e i vivi in teoria non potrebbero starci, devo desumere che c’è qualcosa che non va, non ti pare?” ribatté il dio Kaioh, con tono diplomatico.

“Uhm… inattaccabile. Ebbene, ho bisogno del suo aiuto” espose Goku.

“Chi devo cercare?” anticipò il suo interlocutore.

“Come ha fatto a capire che si trattava di questo?” Goku era allibito, e persino Bubbles guardava il proprio padrone con la stessa aria.

“Dillo, che servo praticamente solo a questo” scosse la testa il re Kaioh.

“Ha bisogno di affetto?” chiese Goku.

“Lascia perdere” rispose il dio.

“Ok, allora ho bisogno che lei mi trovi Vegeta oppure Trunks o anche Bra. Bulma non glielo chiedo nemmeno perché ha un0aura quasi impalpabile” spiegò il Saiyan.

“Bene.” rispose il dio e si mise a cercarli alacremente.

“Ecco, li ho trovcati. Non è stato difficile, c’è Trunks che si è trasformato in Super Saiyan, ma non mi risulta che stia combattendo”! disse il re della Galassia del Nord.

“Uhm… molto strano che Vegeta non lo abbia già insultato, oppure si sta allenando. Sarebbe pure ora!” rispose Goku, solo dopo aver ringraziato la divinità, tornò sulla Terra.

“Ok, ragazzi, so dove trovarli! Attaccatevi e andiamo!” li esortò Goku, entusiasta.

Nel frattempo, su Neo Vegeta, era tornata la notte.

O perlomeno, ciò che Paragas chiamava “notte”, perché era impossibile distinguere la notte su quel pianeta desolato.

In quei corridoi scuri e silenti, un’ombra più scura fece capolino.

Una figura alta, a petto nudo tranne che per una crossa collana d’oro, si aggirava indisturbata.

Sapeva dove doveva dare. Non aveva nemmeno bisogno di guardare ogni porta.

Il suo obiettivo era l’ultima in fondo al corridoio.

Che sciocchezza, fidarsi del primo che passa! È una lezione che persino i  mocciosi imparano da subito.

Egòli questo lo sapeva bene, tuttavia nel suo sguardo non c’era determinazione, né desiderio di vendetta.

Non aveva niente in mano, stava soltanto camminando facendo bene attenzione a non essere visto.

Sapeva bene che in caso contrario se la sarebbe vista contro i mezzosangue e la Terrestre impicciona.

Quanto lo era! Il suo essere regina indesiderata dei Saiyan l’aveva resa una palla al piede per tutta la nobile stupire, che il principe aveva tradito, sposandola.

Non poteva lasciarlo passare, non quel giorno, non il quel momento.

Spinse leggermente la porta, che si aprì in un sinistro cigolio.

Anche quelal, come tutte le altre, era una stanza spoglia, tranne che per il letto a baldacchino, troppo grande per un solo uomo.

Eppure, egli dormiva beatamente,m con un certo cipiglio soddisfatto.

Doveva essere per aver constatato di come stavano andando le cose in quel momento: era il re dei Saiyan, stimato e invidiato da tutti, aveva ucciso gli ultimi indigeni del pianeta e aveva già assicurata una progenie.

Che tuttavia avrebbe macchiato per sempre la leggendaria stirpe regale del pianeta Vegeta, ma a lui quello non importava.

Importava invece alla figura che lo stava contemplando in piedi, indecisa sul da farsi.

Trasse un sospiro, poi una voce fredda e incorporea risuonò fra le pareti, rimbombando più del dovuto.

Uccidi.

Già avrebbe dovuto farlo, così gli era stato ordinato.

Uccidi.

Poteva farlo, era nelle sue possibilità.

Uccidi.

Voleva farlo, era l’omicidio più facile e più nobile che poteva ritrovarsi a fare durante òla sua miserevole vita.

Per quello aveva già steso la mano e una sfera verde chiaro lampeggiò sul suo palmo sinistro.

All’improvviso, gli occhi del re si aprirono e colmi di terrore, si trasformò in Super Saiyan e lo spinse a terra, deviando il colpo sul soffitto, che si sgretolò all’istante.

“Che stavi facendo?” chiese Vegeta a Broly.

Quest’ultimo rispose, fissandolo con aria di sfida. “Stavo pe ucciderti, Vegeta. Non sei degno di portare la sacra corona”

C’era qualcosa di strano nella sua voce.

“Lo pensi davvero oppure è tuo padre  al parlare attraverso di te?” chiese il re.

“Non c’entra nulla mio padre, io agisco di mia iniziativa” rispose quello, tornando mansueto e riappropriandosi della sua faccia vagamente depressa.

Il re strionse le labbra, poi osservò il soffitto distrutto.

“Il tuo colpo più scarso ha divelto diversi livelli di questo palazzo” constatò, con un tono a metà tra l’ammirato e l’impaurito.

“Già” rispose Broly, voltandogli le spalle e avviandosi alla porta.

“Perché non ti ribelli e  passi dalla mia parte?” gli chiese ancora il sovrano.

Broly non rispose, strinse un po’ più forte la maniglia e aprì la porta, quasi di scatto, quasi come se fosse che qualcuno lo manovrava.

E Vegeta aveva la netta impressione di sapere di chi si trattava.

 

 

 

 

Fine Capitolo! Bello anche questo, vero? No? Beh, mi fa paicere che stiate continuando a seguirlo nonostante tutto! Le cose si faranno certamente più interessanti man mano che andrò avanti con la pubblicazione, nel fratempo vi chiederei un parere!

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Capitolo 7
*** Arriva Goku ***


“Capito? Broly non parla perché è controllato da Paragas, perché in caso contrario non si spiegherebbe la mia aggressione nel cuore della notte. Il problema è: come riesce a controllarlo?” concluse Vegeta il suo resoconto, davanti a Bulma, Bra e Trunks, riuniti in segreto dagli altri, fingendo ancora di dormire.

“Non saprei, non saprei come spiegarmelo, a meno che…” fece Bra.

“A meno che cosa?” incalzò Trunks.

“A meno che non si tratti di quella tiara che ha sulla fronte. Può darsi che sia un marchingegno elettrico per controllare l’aura. L’ho capito da come reagisce ogni volta che si nomina Kakaroth” completò la ragazza.

“Sai che lo stavo pensando anche io?” interloquì Bulma. “Però l’ho escluso del tutto”

“E perché mai?” chiese Vegeta.

“Beh, perché sarebbe assurdo per Paragas dover controllare il proprio figlio. Prendete il mago Bibidi, ad esempio: lui ha creato Majin Bu consapevole delle sue qualità, eppure l’ha liberato e l’ha scatenato per tutto l’universo, pur sapendo di essergli inferiore! Dunque, perché Paragas ha tanto timore della forza di suo figlio, se può usarla per i suoi scopi?”

“ È presto detto” rispose Vegeta. “Broly è il leggendario Super Saiyan, colui che nasce ogni mille anni e che con cuore di pietra affronta le situazioni più pericolose e ne esce indenne. Sarebbe assurdo, invece, per Paragas, scatenare un essere così, perché il primo a crepare sarebbe proprio lui, che l’ha incatenato per tutti questi anni. Magari menomandolo”

“Io non credo sia menomato” fece Trunks tutto ad un tratto.

“Cosa dici, Trunks?” chiese lumi Vegeta.

“Io credo che Broly abbia una forza sconfinata, lo dimostra il fatto che anche solo una pallina di energia ha distrutto mezzo palazzo. Figuriamoci se si dovesse trasformare o magari trascendere il limite… che cosa succederebbe al pianeta?” espose il ragazzo.

“Potresti avere ragione… in realtà, dimentichi che io sono un Super Saiyan di Quarto Livello. A me, nessuno può farmi male”

In quella,  bussarono alla porta.

“Re Vegeta! Re Vegeta, aprite, per favore!” chiamarono.

“Avanti, Paragas! Che cosa vuoi?” chiese il re.

“Oh, ci sono anche i terrestri…” notò il padre di Broly.

“Vieni al dunque, Saiyan!” incalzò Vegeta.

“Voglio, scusarmi per l’avventata azione di mio figlio ieri notte. Non era sua intenzione, e purtroppo sono costretto a rivelarvi la verità sul suo conto: soffre di turbe psichiche, e dunque ha forti desideri omicida che prendono il sopravvento sulla sua ragione in maniera abbastanza frequente, e dunque devo controllarlo con questi marchingegni” e li mostrò a tutti: un esemplare di tiara simile a quello che indossava Broly e una grossa collana, alla quale nessuno tuttavia aveva fatto caso.

“Quindi sono due gli strumenti” fece notare Bulma.

“Sì, donna terrestre, moglie del re dei Saiyan” annuì Paragas.

“Chiamala regina, sporco plebeo!” lo esortò Vegeta, guardando Paragas come se fosse un insetto. “In ogni caso, mi dispiace che ne soffra. Sarebbe stato un ottimo soldato in battaglia”

“Ne convengo, sire” rispose il suo interlocutore, e se ne andò dopo un breve inchino.

Dopo una breve pausa, Trunks disse “Mentiva. Broly non soffre affatto di turbe psichiche”

“E tu che ne sai?” chiese Bra. “Magari è davvero pazzo, e lui ha le migliori intenzioni. Per me la vicenda è chiusa qui”

Dopo qualche altra ora, un gruppo di persone fece capolino davanti il Palazzo.

“Il tuo teletrasporto ci ha spediti qui… ma c’è una puzza incredibile!” esordì Ub, non riuscendo a sopportare l’odore fortissimo.

“Secondo me, proviene da queste rocce. Certamente non sarà facile combattere con queste condizioni” disse Piccolo, annusando un sasso raccolto.

“Puzza o non puzza, Vegeta si trova qui. Non vedo l’ora di conoscere questi Saiyan!” disse Goku allegro, e di corsa fece per entrare nel portone.

Ma tre figuri ammantati da un mantello grigio scuro e delle spalline nere e mascherati gli sbarrarono la strada.

Qualche piano più su, quella scena venne notata da Paragas, che osservava il tutto da una delle alte finestre.

“Deve essere lui… Kakaroth, il secondogenito di Bardack. Non ho idea che fine abbia fatto Radish, ma è un bene che non ci sia. E chi si è portato? Un altro Mezzosangue, un Namecciano e un terrestre con una forza davvero niente male, ma non certo buona per intimidire il mio Broly”

Si girò verso il figlio, impassibile.

“Il mio cavallo vincente. Il mio asso nella manica. Distruggeremo tutta questa feccia e diventeremo gli unici Saiyan rimasti, cosicché possiamo dominare l’intero Universo senza che qualcuno lo rivendichi! Solo io, il padre del leggendario Super Saiyan, posso rivendicare il trono della razza più gloriosa dell’Universo e riportarla dov’è giusto che stia!”

Broly non disse nulla, guardava fisso a terra con aria depressa.

“Cosa fai, non ridi?” lo esortò Paragas, premendo un pulsante ad impulsi elettrici.

Broly rise, una risata fredda e senza gioia.

Come se non ne avesse mai provata, in realtà.

“Bravo, figliolo. Un giorno capirai, perché ti ho tenuto sotto controllo” disse il padre, in tono orgoglioso.

Il piano procedeva velocemente.

“Broly, devo chiederti un altro favore, ma stavolta vedi di non fallire” tornò a dire Paragas, dando le spalle alla finestra, conferendogli così una strana aura.

Gli piaceva mettersi davanti le finestra in piena luce, sembrava anche lui un Super Saiyan.

“Ditemi, o padre” rispose Broly.

“Devi eliminare tutti i mezzosangue e la feccia che circonda il re, così magari si suicida” disse Paragas, e se ne andò per il corridoio, lasciando suo figlio da solo a guardare la vetrata.

Lui non aveva bisogno dei giochi di luce per diventare un Super Saiyan.

Solo che, a differenza di Vegeta, la sua trasformazione era atipica, più verde che aurea.

Si chiedeva perché. Perché doveva essere così diverso dai suoi simili?

Non aveva nemmeno la coda. La coda, il segno distintivo di Saiyan. La loro vera natura folle e distruttrice nella vera essenza del gorilla impetuoso; capace di moltiplicare per dieci la loro forza base.

“Sei troppo forte, figlio. Dovrò tagliarti al coda, non riuscirei ad affrontarti anche come Ohzaru” e la tranciò, una notte.

Ricordava benissimo quelle parole, poiché non riusciva a dormire, a causa di strani echi, che ricordavano i pianti di un moccioso.

Questo nel periodo in cui il suo soffitto era bianco.

Poi lo vide: un uomo con i capelli a punta, neri come la pece, vestito di azzurro, che combatteva.

Così orrendamente simile a quel moccioso che gli stava accanto.

Il suo incubo.

Distolse lo sguardo dalla vetrata e corse via, nei sotterranei, dove uno studio completo di attrezzature gli si parò davanti.

Lì poté urlare e dare sfogo a tutta la sua ira repressa.

Non capiva nemmeno perché era così arrabbiato, tuttavia la sua furia lo spinse persino a togliersi quella brutta tiara dalla fronte.

Subito, un fascio di luce verdognola coprì il suo corpo, così come anche i capelli.

Broly stava tornando.

Ignari del pericolo, Vegeta sentì un’aura fin troppo familiare.

“Kakaroth è tornato, sire” riferì Paragas, prima che potesse dirlo il suo re.

“Lo so” rispose Vegeta, “preparate ad accoglierlo come si deve”

“Ce ne stiamo già occupando, mio signore” ribatté Paragas.

Inavvertitamente, un ghigno si dipinse sul suo volto.

 

 

 

 

Fine Capitolo! Arriva Goku, dunque! Le mazzate con lui! Bene, sono curioso di conoscere un vostro parere, come vi sembra? Forse ho calcato un po' troppo la mano? Forse no? Se fosse davvero l'anime di Dragon Ball, lo guardereste (contando anche che c'è stata anche la Parte 1)? Bene, alla prossima!

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Capitolo 8
*** I tre Cavalieri ***


“Chi cavolo siete? I guardiani della porta?” chiese Goku, con tono di accusa.

“Esatto” fece uno. Non si capiva bene quale fosse esattamente il loro tono, dato che erano mascherati, ma si poteva considerare una voce maschile. “Siamo i tre Cavalieri al servizio di Sua Maestà il re Vegeta”

“Re Vegeta?” Goku era sicuro di non aver sentito bene.

“Re Vegeta, esatto” annuì quello.

“Aahahahaha! Gohan, questa me la dovevi raccontare! Aahahah! Non avevi accennato al fatto che Vegeta era andato? Ebbene, l’ha fatto ancora! Voglio assolutamente vederlo e  sbeffeggiarlo!” rise di gusto Goku, sotto lo sguardo allibito degli altri tre.

“Non andrai da nessuna parte, sciocco terrestre!” ribatté quello.

“Ah, no? perché non mi metti alla prova, invece di blaterare?” replicò Goku.

Era strano sentirlo dire, dato che fino a quel momento non avevano proferito parola.

“Sappi che io posso trasformarmi in Super Saiyan!” proseguì il figlio di Bardack, mettendosi in posizione da lotta.

“Sappiamo che stai bluffando” disse un altro dei tre, questa volta con una voce un po’ più chiara. “ A parte che non hai la coda per essere un Saiyan, e poi i Super Saiyan nascono ogni mille anni”

Goku aveva sentito parlare di quella leggenda.

“Sono leggende” rispose, dunque. “Ogni Saiyan è in grado di trascendere il proprio limite, e adesso ve ne darò una prova!”

Espanse la propria aura e diede il via al primo stadio della propria evoluzione, fuoriuscendo anche la coda.

“Ebbene? Siete soddisfatti?” chiese Goku, sornione.

I tre si strinsero, ma non arretrarono.

“Dunque, immagino che anche l’altro coi capelli neri sappia trasformarsi” disse l’altro rimasto.

“Esatto” disse Gohan, “ ma so anche trarre il meglio dalla mia potenza senza troppe spettacolarità”

“Basta ciance” lo interruppe Piccolo. “Diteci chi siete voi, piuttosto”

“L’abbiamo già detto” rispose il primo. “Siamo i cavalieri al servizio di Sua Maestà il re Vegeta. Nello specifico, il mio nome è Musk, e sono un Saiyan”, per farsi riconoscere fece spuntare la coda.

“Uh, ma guarda! E tu, alla sua sinistra?” chiese Goku, incuriositosi.

“Io sono Artalas, e sono una Donna, del pianeta Femen”, tolse la maschera e fece vedere il suo aspetto: capelli biondi luminosi, occhi azzurro mare e un viso che più lo si guardava, più era desiderabile.

“Cavolo, ma è bellissima!” commentò un ragazzo dietro i quattro.

“Goten! Ma che ci fai qui?” chiese Goku.

Quest’ultimo rispose, imbarazzato. “Beh… volevo davvero darvi una mano!”

“Sono fiero di te, figliolo! Ma adesso voglio sapere chi è l’ultimo rimasto!” disse Goku, sorridendo al figlio e ghignando invece ai suoi avversari.

Anche quegli tolse la maschera, ma era esattamente l’opposto della Donna: aveva una faccia da toro rosso, con delle venature nere per le guance e senza corna, che peraltro si sarebbero viste anche prima della mascheratura.

“Il mio nome è Demos, e faccio parte della Dinastia dei Bulls, un tempo alleata dei Saiyan e del re Vegeta, fino a otto generazioni prima dell’attuale sovrano. Tuttavia, un grosso meteorite si schiantò sul nostro pianeta, e il mio antenato è l’unico sopravvissuto. Fortunatamente ci riproduciamo per mitosi, così la nostra stirpe ha potuto vivere pura e senza mescolanze con altri generi”

 “Non è che vi ha distrutto Freezer?” chiese Gohan.

“Freezer? Oh, no, è caduto davvero un meteorite , che distrusse il pianeta all’impatto. Si dice che sia stato il più grande meteorite del’Universo, e noi lo avevamo contemplato come una stella, senza notare che si avvicinava anno dopo anno”

“Piuttosto svagati, questi Bulls” mormorò fra sé Piccolo.

Gli altri convennero, e guardarono Goten che invece stava provandoci palesemente con Artalas.

“E così, sei figlia della stirpe sovrana delle Donne, eh?”

“Esatto” rispose lei, altera. “solo che il termine Donna nel nostro pianeta ha una concezione diversa rispetto al termine terrestre. Noi siamo vere Donne, dotate di poteri extrasensoriali che ci hanno permesso di dominare sugli altri satelliti”

“E adesso perché sei al servizio di Vegeta?” chiese ancora il secondogenito di Goku, guardandole non propriamente gli occhi.

“Nonostante la nostra forza, Paragas ci ha offerto grandi onore se ci fossimo unite alla sua compagnia. E io, che per inciso sono la più forte del mio popolo, ho avuto l’incarico di verificare la veridicità delle sue parole” rispose Artalas.

“Wow… interessante. Fammi vedere quanto sei forte!” Goten si mise in guardia, ma ad Artalas bastò fare un occhiolino seducente che il secondogenito di Goku cadde a terra svenuto, ma anche piacevolmente sorpreso.

“Che donna pericolosa!” esclamò Goku. “mi ricorda quella ragazza che combatté contro Nam in quel Torneo Tenkaichi, come si chiamava? Lan Fan, se non ricordo male”

In quello stesso momento, Lan Fan, sulla sedia a dondolo che osservava il tramonto, starnutì sul suo lavoro a maglia.

“Cavolo, è la terza bronchite che mi viene in una settimana! La vecchiaia si sente!”

Nel frattempo, Vegeta stava proseguendo la sua discussione con Paragas, in presenza di Bra, Trunks e Bulma.

“In che senso, ve ne state occupando?” chiese il re.

“I tre cavalieri che ho assunto personalmente stanno accingendosi a prepararli come si conviene a Saiyan del loro rango” rispose sibillino il padre di Broly. Senza quest’ultimo, il Saiyan bendato sembrava più piccolo ed insignificante.

Vegeta rifletté intensamente: se entrambi consideravano Kakaroth una mezza cartuccia, accoglierlo come un Saiyan del suo rango non assumeva una concezione positiva.

Considerato poi che si era portato anche i suoi figli, il terrestre dopato e il Namecciano, si stavano preparando piuttosto a dare loro una bella lezione.

“Bra! Trunks! Andate a vedere se è vero, io ho due parole da scambiare con il mio fido… Primo Ministro” ordinò il sovrano, con l’ordine sottinteso anche per Bulma, che ne approfittò per ispezionare le ultime stanze della reggia. Era rimasta finora delusa, ma era sicura che da qualche parte c’erano oggetti degni della sua classe.

Peccato però che erano in mano alle mani distruttrici di Broly, in quel momento.

“Mio caro Paragas… vorrei parlarti dell’attentato di ieri notte” esordì senza mezzi termini, com’era suo solito.

“Non credo ci sia molto altro da aggiungere” disse lui.

“E allora perché l’aura di Broly è aumentata all’improvviso?” chiese Vegeta. Era sicuro che anche lui se ne era accorto.

Paragas rispose dunque “Ve l’ho detto, soffre di turbe psichiche… non ho idea cosa gli passi per la testa in questo momento”

“Oh, certo che lo sai. Non mentire più, mio caro, o sarò costretto ad eliminarti”

Seguitò un momento di silenzio.

“Tu vuoi uccidermi. Dillo che è così, e stai controllando Broly per questo scopo, dicendogli di incanalare la sua incredibile forza verso la mia fine” accusò Vegeta.

Paragas strinse le labbra. Non pensava di essere smascherato così presto.

“E va bene” disse “l’idea era quella di risparmiarti, Vegeta, ma quando ho visto che hai sposato una miserabile Terrestre e dato al mondo due bastardi non ho avuto più coscienza di me stesso! È come se il Re tuo padre stesso me lo chiedesse! Devo eliminarti, i Saiyan non ti riconoscono più come re!”

Vegeta scosse la testa. “Dimmi la verità, Paragas. Se non riconoscono me come re, dovrebbero riconoscere te, come re, che sei poco più di un insetto? E bada che ho detto poco più.”

Il padre di Broly provò a colpirlo in faccia, ma Vegeta parò con estrema naturalezza il pugno e cominciò a stritolargli la mano trovatasi nel suo pugno.

“Paragas, il padre del leggendario Super Saiyan, un ridicolo insetto! Non è buffo? Bada a queste mie parole, prima che potresti pentirtene: lascia perdere i tuoi desideri di ambire a questo tono, altrimenti potresti avere molto di più di qualche frattura!”

Lasciò andare la mano in maniera talmente brusca che l’intero corpo del Saiyan più debole venne scaraventato lontano, umiliandolo ancora di più.

“Bada, Paragas” ripeté Vegeta, voltandogli le spalle.

Egli digrignò i denti: si sentiva come quando Broly era diventato tropo forte, poco prima di installargli il dispositivo.

Umiliato. Profanato. L’unico Saiyan puro rimasto nell’Universo ridotto a spazzatura?

Non era possibile. Ci avrebbe pensato suo figlio, il leggendario Super Saiyan, a riportare l’ordine naturale delle cose.

Intanto, Goku ripeté per l’ennesima volta. “Dovremmo parlare col… re. Vegeta, insomma. Possiamo passare?”

“Mi sembra di aver già spiegato con i dovuti modi che il re non riceve nessuno. Nessuno, perciò siete pregati di togliervi di mezzo, altrimenti saremo costretti a passare alle maniere forti” disse Musk.

“Tu non hai un nome da Saiyan, Musk” disse Goku.

Musk non disse nulla, estrasse la spada e cominciò ad attaccare il Saiyan con precisi e potenti fendenti.

Goku fu costretto a trasformarsi in Super Saiyan di Secondo Livello per evitarli.

“Cavolo, sei forte! Ma la spada ti impedisce i movimenti”

“Se è per questo, mi impedisce anche l’armatura” specificò Musk.

“E allora perché non la togli?” chiese il figlio di Bardack.

“Non è il momento” replicò Musk, e riprese ad attaccarlo con le spade.

Goku ordinò “GOHAN! Cerca almeno tu di varcare la soglia mentre tengo costui occupato!

Gohan annuì e cominciò a correre, ma Artalas lo bloccò con uno spostamento d’aria provocata da una sensuale ancheggiata.

Il primogenito di Goku cadde a terra, massaggiandosi il braccio.

“Sei abile, Donna” si complimentò.

“Certo che lo sono. Non sarei qui, se non fosse così” sorrise lei. Il suo sorriso poteva essere contemplato come una delle sette meraviglie dell’universo e nessuno ne protesterebbe.

Tuttavia, aveva anche un qualcosa di terribile, che piegò Gohan più a fondo, nella scalinata, non riuscendo a rialzarsi.

Demos era rimasto solo. “E io chi affronto? Ehi, non voglio certo rimanere indietro!”

Il Namecciano si fece avanti. “Affronterai me, Demos! Confido che la tua svagatezza non si traduca in incompetenza nella lotta!”

 

 

 

E finalmente entrano in gioco anche i tre Cavalieri che sono stati zitti e muti per tutto questo tempo! Chissà che fine faranno! Nel frattempo, grazie a tutti quelli che state seguendo, siete meravigliosi!

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Capitolo 9
*** Piccolo contro Demos ***


Bra e Trunks arrivarono solo in quel momento sul campo di battaglia.

“Bra, mi meraviglio di te! Dov’è finito il tuo senso di orientamento?” chiese Trunks, accusando al sorella di essersi persa poco prima di arrivare.

Bra scosse la testa e lasciò perdere, anche perché era vero. Ma lei voleva vedere Broly trasformato in Super Saiyan, non aveva tempo per Goku e gli altri, anche perché Pan non c’era.

Visto che non lo trovava, si era anche persa nel ritrovare l’uscita.

“Scusa tanto, sai, se sono troppo curiosa di vedere che aspetto ha Broly! Ti sarai accorto anche tu di questo suo aumento della potenza! Secondo me sta sfuggendo al controllo di Paragas!”

Trunks rabbrividì: sapeva che Bra era nel giusto, ma non riusciva a sopportarne l’idea. Era stato cresciuto, lui, con l’idea del Super Saiyan leggendario, in grado di distruggere universi con un solo battito di ciglia, e quindi avere quell’incubo dell’infanzia a un tiro di schioppo era per il ragazzo una fonte di paura.

Inesauribile.

Anche Bra aveva paura, ma in quel momento al curiosità tipicamente femminile stava avendo la meglio sulla possibilità poco considerata di poter morire non appena Broly la vedesse.

Poi posarono il loro sguardo sul tre contro tre che stava per maturare e il ragazzo dai capelli lilla vide Goten in estasi mistica.

“Goten! Che ti succede? Credevo che tu non saresti venuto!” salutò Trunks.

“Come potevo non venire? Ma l’hai vista?” rispose Goten, indicando una ragazza che squadrava Gohan con un cipiglio altero e disgustato.

Era davvero bellissima. L’unica donna che era entrato nel suo cuore era sua madre.

Mentre i due erano imbambolati, Bra raggiunse Ub.

“Ub! Come mai tutto solo?” salutò la ragazzina. Egli non si aspettava quel saluto così entusiastico.

“Si sono già prenotati loro… io starò dietro come retroguardia” rispose serio.

Bra annuì e decise di fargli compagnia.

Ub non poté non notare come fosse una cosa molto gentile da parte sua.

Intanto, Piccolo osservava Demos con estremo interesse.

“Penso di poterti sconfiggere con un colpo solo” affermò quest’ultimo.

“Non abbiamo neanche cominciato…” constatò il muso verde.

“Certamente, ma la nostra peculiarità- voglio dire, nel nostro fu pianeta- consiste nel valutare il nemico e affermare con una probabilità piuttosto alta l’esito finale”

Piccolo fece una pausa per riflettere.

Poi rispose “Quindi ti fidi molto di quello che senti dando per scontato che stia usando la potenza massima, eh?”

“Certo” rispose Demos. “L’arte di nascondere l’energia è perduta da millenni”

 “Forse voi l’avete persa, ma nel resto dell’Universo ti assicuro che è un’arte viva e vegeta” . Ricordava bene la capacità di Kolom di distinguere persino le aure azzerate e quella di Lothar di percepire quelle dei defunti.

Così espanse la propria aura fino a portarla al massimo possibile, che durante gli ultimi dodici mesi era aumentata anche in maniera considerevole, per uno che si allenava da solo.

La puzza aveva smesso di sentirsi, ma forse perché il terreno sotto di lui si distrusse a causa della potenza sprigionata, lasciando l’ex maestro dei figli di Goku a mezz’aria.

“Che te ne pare, adesso? Puoi sconfiggermi sempre con un colpo solo? Mio caro Demos, mi sa che non hai speranze” sentenziò il Namecciano.

“Lo vedremo” rispose secco il suo interlocutore, poi prese una spada piuttosto enorme, impugnata però dalla parte della lama.

“Cosa stai facendo?” chiese Piccolo.

“In realtà, questa non è una spada, o meglio, non lo è come nell’accezione terrestre. Questa è un’arma che si tramanda da secoli. È l’AntiFlemox, e tu pagherai a tue spese il suo funzionamento” affermò Demos, che si lanciò contro di lui per poi poggiare il manico sul terreno.

Appena un secondo dopo, cadde dal cielo un fulmine che colpì il namecciano senza sbagliare. Riportandogli diverse ustioni.

“Cavolo! Mi hai colpito!” esclamò egli, ma non si rese conto di una carica di bisonte che gli venne da dietro, e lo colpì proprio al centro della schiena.

Infine, Demos lasciò l’AntiFlemox e finì di mettere al tappeto il suo avversario con un colpo a due mani.

Piccolo si rialzò di scatto, ansimante.

Demos ridacchiava, mettendosi braccia conserte. Non sembrava così forte, non a prima vista.

Ma come osava, lui, a sottovalutare l’avversario? E non era nemmeno la prima volta che gli succedeva, già l’anno prima contro Kolom gli era capitato di consigliare agli altri la massima prudenza.

Ma forse allora era giustificato perché effettivamente Zenit si era rivelato un osso duro, ma Demos, data la sua sbadataggine, non sembrava una minaccia.

Quest’ultimo si rimise in posa e con una spallata spinse via il suo avversario.

Piccolo non lo vide partire e si rese conto di essere stato colpito ed accusare il dolore relativo solo dopo l’impatto e la successiva caduta a terra.

Lo stava umiliando.

Lui, il Super Guerriero Namecciano, l’invidia di tutta la sua gente, così simile alla forza dei Saiyan.

Ci voleva concentrazione, dunque richiamò a sé tutta la sua antica e proverbiale flemma.

Doveva avere un punto debole, nonostante non sembrasse molto in guardia: si guardava gli stivali, scavava dentro il naso e tornava a braccia conserte.

All’improvviso, una fortissima luce gli occupò il campo visivo facendogli sanguinare gli occhi dopodiché si ritrovò ad accusare forti dolori allo stomaco, causati da una serie di pugni che lo gettarono dolorante e in ginocchio.

“Ti ho colpito ancora, vero?” chiese l’alieno, davanti a lui.

“Usi un certo tipo di magia… perché non riesco a spiegarmi questa nostra differenza di forza e contemporaneamente il mio svantaggio. Questo è uno scontro che dovrei vincere” commentò Piccolo, quasi lacrimante.

“È vero” ammise Demos, infine. “tu sei più forte di me, ne convengo. Molto più forte. Tuttavia, sarò io a vincere, come d’altronde sto ampiamente dimostrando. Quanti colpi ti ho inferto? E tu, invece, a parte chiacchierare quanto mi hai corrisposto?”

“E pensare…” riprese Piccolo, come se non fosse stato interrotto “… e pensare che basterebbe solo un colpo per annientarti”

In quella si ritrovò con la faccia a terra, a mangiare letteralmente quel terreno disgustoso, lasciandogli un puzzo incredibile nel palato.

Sentiva un po’ di sangue colargli dal naso. Non riusciva a colpirlo, nei momenti in cui sembrava fuori guardia, colpiva senza alcuna pietà e con inaudita violenza, giusto per sopperire alla differenza di forza.

Piccolo non riusciva a regolarsi, tuttavia doveva rialzarsi. I colpi non erano molto dolorosi, ma gli stavano togliendo energia.

Doveva concludere quello scontro, se non voleva svenire e contemporaneamente avere abbastanza forza per aiutare Gohan.

Si rialzò ancora, ma all’improvviso una sfera di metallo nero si conficcò sul suo stomaco e cominciò a trasportarlo verso l’alto, nel cielo beige ricoperto di pulviscolo.

Arrivati ad una giusta distanza, la sferetta esplose. Inutili i tentativi dell’essere verde di sganciarsi, la sfera era come incollata.

Ad esplosione avvenuta, Demos non perse tempo e colpì ancora una volta il terreno con quella specie di spada, facendo arrivare quella volta un grosso falco nero dal nulla e farlo entrare nel polverone.

Piccolo, che si stava riprendendo, vide arrivare quell’essere dal nulla e cercò di scacciarlo, ma nel farlo perse l’altro braccio, quello che non era stato coinvolto nell’esplosione.

Gli venne strappato via, come si fa con i fogli inutili di un quaderno.

Il falco stava per attaccare di nuovo, ma stavolta Piccolo non si fece trovare impreparato e uscì dal polverone, ingannandolo con un’altra copia di sé, come per vedere l’effetto che faceva.

L’iniziativa riuscì: la creatura nera inghiottì in un sol boccone la copia di Piccolo ed esplose.

L’originale si girò verso Demos: era assurdo vederlo sorridere così gioiosamente.

“Era questo il tuo piano? Farmi mangiare e poi farmi esplodere dall’interno?”

“Sì” rispose Demos, pronto a colpire, visto che stava guardando a terra con estremo interesse.

Allorché Piccolo rigenerò le braccia e fece per attaccarlo in quel momento, ma venne fermato da una domanda a sorpresa.

Non più di tanto, visto il personaggio.

“Dimenticavo che i Namecciani erano capaci di rigenerarsi” constatò Demos, guardandosi le unghie affilate, ma stavolta Piccolo non rispose, lo colpì con un violento calcio sulla spalla che lo spedì a terra.

“Sei molto robusto, non è stato facile farti cadere… o forse sono io che mi sono indebolito” disse Piccolo.

Trasse un paio di respiri, senza perdere d’attenzione il suo avversario, che faticava a rialzarsi. Ma per esperienza, sapeva che poteva contrattaccare in qualunque momento; quindi approfittò di quei secondi per rifiatare e cominciare a caricare il Makankosappo.

Il colpo demoniaco che a prescindere da quanta energia possedeva il mittente, veniva scagliato con la medesima potenza, ovvero quella massima posseduta.

Demos cominciò a saltare per avvicinarsi a Piccolo, e ad ogni balzo piccoli terremoti od esplosioni complicavano la vita a chi stava combattendo a terra.

Ma ormai il maestro Namecciano era pronto a qualsiasi eventualità, ed evitò qualsiasi fendente che gli arrivava dal nemico, trovando anche il tempo di distruggere l’arma che aveva uscito poco prima.

Mancava poco, ormai.

Attese un altro momento, giusto per fargli assaporare per l’ultima volta il contatto con la terra. Sperò in quel momento che il suo cuore si trovasse nel posto giusto.

Ecco che si librava a mezz’aria, con sguardo avido. Non era ancora il momento, ma ormai il colpo era carico alla massima potenza.

Demos precipitò, pronto per colpire con un doppio calcio il corpo martoriato del peggior rivale di Goku adolescente.

Mancava poco all’impatto. Lui non avrebbe dovuto aspettarselo, cosicché il margine di fuga sarebbe stato ridotto al minimo. O meglio ridotto del tutto.

Il suo cuore prese ad accelerare.

“ORA! MAKANKOSAPPOOOOO!” . un enorme raggio a forma di vite senza fine partì dalle due dita di piccolo, e andò a conficcarsi sull’intero busto di Demos, che esplose all’impatto, lasciando in eredità un enorme traforo.

Aveva vinto.

 

 

 

Piccolo ha vinto! E chi non se lo aspettava? Vorrei sapere com'è stato questo scontro, se Demos era un personaggio che avrebbe meritato più spazio oppure no! Alla prossima!

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Capitolo 10
*** Gohan contro Artalas ***


“Wow! Piccolo è fenomenale! Da dove l’ha trovata, tutta quella forza per lanciare un Makankosappo così potente?” commentò Goten, commentando quell’ultimo colpo.

“Non saprei, ma sono contento di averlo come alleato!” disse Trunks. Non sapeva dell’orrore che aveva scatenato in gioventù, e di come Goku aveva quasi rischiato di morire per sopraffarlo, e forse era meglio che ne rimanesse all’oscuro.

Vegeta, resosi conto della pochezza delle sue “guardie del corpo”, era disgustato.

Paragas, dal suo angolo, lo guardava altrettanto disgustato, ma a differenza sua un’enorme furia si dibatteva dentro di lui.

Era da un po’ che non vedeva Broly: dove si era cacciato, quell’inetto?

 Voltò le spalle al suo sovrano e cominciò a scendere, verso i sotterranei.

Sapeva bene come rintracciarlo, e voleva cominciare a farlo subito.

“Broly! Rispondi, figliolo, dove sei?”

Maledetto, pensò fra sé.

Scese ancora le scale. Una pulce cominciò ad entrare nel suo orecchio.

E se…? No, e anche se fosse la porta è sigillata. Nemmeno un Super Saiyan l’avrebbe potuta spalancare.

Ecco. Come volevasi dimostrare, la porta è chiusa. Solo lui conosceva il modo per entrare, e consisteva nella classica forcina.

Semplice, ma geniale. Una forcina dove non arriva la forza bruta.

Sembrava un paradosso, ma era l’unico modo per tenere lontano Broly dal suo studio.

Entrò dunque, ma ciò che vide non fu di certo rassicurante.

Suo figlio in persona, graffiato e ansimante, era circondato da polvere di quelli che prima erano tavoli e strumentazioni.

Anni di lavoro buttati al vento.

Quel che era peggio, la Tiara Mentale era scomparsa.

“Salve, padre” esordì serico Broly, per nulla contento di vederlo.

Lo fissava coi suoi occhi neri e minacciosi. Sembrava sul punto di commettere un omicidio. Meno male che quell’essere spregevole non sapeva nascondere i suoi sentimenti, così Paragas avrebbe potuto preparare una contromossa.

Doveva per forza, con uno scatto fulmineo, rimettergli la tiara, quel prototipo che portava sempre con sé e che aveva fatto vedere ai Mezzosangue.

Nel frattempo, Gohan studiava Artalas, scrutandola nelle profondità dei suoi occhi come per prevedere la sua prossima mossa.

Ma prima, avrebbe dovuto alzarsi da terra, dove era rimasto dopo che quella gli aveva sorriso.

“Sai, gli uomini sono così controllabili! Sfruttiamo appieno le loro debolezze a nostro vantaggio. Tu non sei insensibile al mio fascino. Nessuno lo è, ma questo ti porterà alla tomba!”

Estrasse una grossa lancia, con una picca sull’estremità.

“Grazie a questa picca ti preleverò il cuore e lo mostrerò alle mie compagne” affermò. La picca sembrava arrugginita, di sicuro era sporca.

“Non hai ancora vinto” digrignò Gohan, con tono di sfida.

“Ah, no?” chiese lei, sogghignando. “E se ti dicessi che m’interessi?” . aveva detto quell’ultimo verbo con tanta enfasi che penetrò nella mente di Gohan in maniera del tutto inaspettata.

Artalas ha appena detto di essere interessata a Gohan.

Son Gohan, il Mistico Super Saiyan.

Di fronte a lui, Artalas, la bellissima Donna, che lo guardava con sguardo ammaliante.

Lo interessava. Lei si era interessata a lui.

Già si vide in un letto di rose, pronto ad avere rapporti proibiti.

“Sì, Gohan… facciamo sesso con passione. Puoi farlo, perché io mi sono interessata” sussurrava lei, completamente nuda, accanto al suo orecchio.

Lui non poteva resistere, doveva averla. Una donna così fra le mani, non si poteva fare altrimenti.

Una picca si stava avvicinando. Lui era ancora beato nell’odore di rosa e nel corpo impudico di lei, che ammaliante era già pronta per avvicinarlo al peccato.

“Gohan… cosa aspetti?” sussurrava lei, in tono così dolce da far venire un infarto a un diabetico.

Già… cosa aspettava? La picca era accanto a lui, come se fosse stato Cupido in persona, a stare per infilzargli il cuore.

Poi accadde: un’immagine inaspettata, raffigurante Videl, sua moglie, che teneva in braccio la neonata Pan, sua unica figlia, gli coprì tutto il resto.

Videl, affaticata ma felice, che diceva “Guarda, Gohan! Nostra figlia!”, mentre un esserino indifeso e sporco di sangue strillava, stritolando il dito dell’ostetrica.

Già… nostra figlia. Nessuna Donna nell’Universo avrebbe mai distratto Son Gohan dalle uniche due donne che voleva amare.

Nessun altro interesse.

Chiuse gli occhi e la mente e con uno scatto spinse via la lancia che aveva già cominciato a lacerargli al veste, pronta per infilzarsi al cuore.

“Stavi per farmi fuori, eh? Piccola sgualdrina” insultò a denti stretti Gohan, tornato nella realtà.

Artalas, per la prima volta, si sentì in difficoltà.

“Come hai potuto resistere al mio incantesimo dell’Interesse? Tutti gli uomini hanno un solo pensiero in  testa, eppure hai anteposto i tuoi desideri primordiali alla tua famiglia!”

“Già… devo ringraziare mio padre per questo” rispose Gohan.

“Tuo padre?” Artalas non capiva. Non ne aveva mai avuto uno.

“Già… è lui che mi ha insegnato che prima vengono gli amici, e la famiglia, del sesso. Lui diceva che un bell’allenamento e un pasto abbondante veniva prima di tutto, ma io non gli credo. Ho solo un po’ corretto il suo insegnamento” spiegò il primogenito di Goku.

“Capisco. Beh, non mi do per vinta. Ho ancora molte frecce al mio arco” affermò Artalas.

“Faresti meglio invece a combattere seriamente” rispose Gohan, mettendosi in guardia.

“Sai qual è la qualità di noi Donne? Sappiamo trasformarci nell’esemplare femminile di qualunque essere nell’Universo” disse la ragazza.

“E con ciò?” ribatté Gohan. “Assaggia la mia Kamehameha, chissà se riuscirai a sedurla”

Artalas sgranò gli occhi azzurri, lasciando interdetto il suo avversario.

“Come sarebbe? Sei disposto davvero a… farmi del male?” chiese, sconvolta, enfatizzando le ultime parole come se fosse stata una fanciulla indifesa.

Aveva anche arricciato le labbra nel classico modo del “cucchiaino”.

Gohan venne colpito da pietà e, dopo un breve colpo di tosse, disse ”N-no, ehm… voglio però affrontarti seriamente! Preparati!”

Artalas difese le sue pudenda come poteva.

“Oh, no! che bruto! Vuoi farmi davvero maleee!” e proruppe in lacrime, riuscendo ad essere ancora più bella.

 Gohan non sapeva come comportarsi, ma ad ogni lacrima versata ricevette un pugno da chissà chi, in pieno volto, tanto da cominciare a sanguinare.

Sapeva che quello scontro non poteva durare ancora per molto, e poi una strana serie di terremoti lo costringeva a salire a mezz’aria. Poi controllò: era il nemico di Piccolo che si era deciso a scatenarsi.

Artalas smise di piangere, poi guardò felice Gohan.

“Oh, che gentile che sei, non hai abusato del mio corpo mentre ero nell’attimo più indifeso, meriti proprio un bacio!”

Portò due dita sule labbra e gli spedì un bacio che lo colpì in pieno volto, facendolo ruzzolare giù per le scale.

Fortunatamente, riprese subito il controllo di sé e tornò in cima con un balzo.

Non era molto forte, ma le sue tecniche erano insidiose. Solo una donna avrebbe potuto combatterla.

Una donna, o un uomo molto forte.

Ecco cosa significava forza. La Forza Mistica che il sommo Kaioshin aveva scorto dentro di lui e lo aveva aiutato a rivedere. Quella stessa forza che gli aveva fatto vedere il momento della nascita di Pan nel momento più buio.

La stessa forza che avrebbe annientato Artalas e le sue seduzioni.

Avrebbe potuto sconfiggerla con un colpo solo, ma doveva trovarne la forza.

Era così bella, così indifesa.

Così terribile. Così ammaliante.

“Cosa c’è? Non ti piace il mio bacio? Cosa ne diresti se te lo dessi in bocca?” chiese poi, con la sua voce più suadente.

“Non provarci nemmeno, donna disgustosa!” rispose Gohan, con fermezza, pensando a Videl più che poteva.

“Disgustosa? Ma mi hai vista? Corrispondo a tutte le fantasie sessuali medie degli uomini della tua razza!” si difese lei, e cominciò a trasformarsi in molteplici esseri femminili di molte razze.

“Questa è la femmina dei Cameo (una donna a forma di cammello, ndr)! Questa è una Eskeloth (ne abbiamo già discusso, ndr)! Questa è una Mashika del pianeta dei Giganti! Questa è una Uoma, del pianeta dei Donno (assomigliava a una donna, ma in realtà aveva i bubboni e i peli, ndr)! Questa è una Gannah, del pianeta dei Selvas (una donna a forma di albero, con tanto di fronde, ndr)! Questa invece è una femmina di coccodrillo (non credo ci sia bisogno di spiegarlo, ndr)!”

Ecco, mentre si confondeva fra le varie specie, non aveva più quelle magnifiche sembianze, era dunque pronto per scagliare una Kamehameha così potente che non l’avrebbe nemmeno vista partire.

“KAMEHAMEHAAAAAAA!” Urlò con tutte le sue forze, distruggendo Artalas, che stava ancora sfogliando tutti i tipi di sesso femminile che esistevano nell’Universo.

Aveva vinto anche lui. Grazie a Videl e a Pan.




Artalas non sa che cos'è l'amore, Gohan sì,m e quindi gli è venuto spontaneo pensare a moglie e figlia nel momento più buio! Nessuno a parte lui avrebbe potuto sconfiggerla, non credete?

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Capitolo 11
*** Goku contro Musk ***


Mentre gli altri due scontri si consumavano, Goku e Musk si studiavano in cagnesco.

Era difficile dire quanto, perché l’avversario del figlio di Bardack aveva ancora addosso la maschera.

L’esplosione causata dalla Kamehameha di Gohan scosse anche il loro ambiente.

“È tuo figlio, vero? Ne riconosco l’aura simile…” chiese Musk.

“Sì, il mio primogenito. Poi c’è anche Goten, che ha deciso di seguirmi nonostante non sia ancora pronto” rispose Goku, in un moto di orgoglio verso la sua progenie.

“Non m’interessa” tagliò corto il suo interlocutore. “Non m’interessano i Saiyan di livello infimo che si accoppiano con i terrestri, di livello ancora più infimo”

Goku ridacchiò. “Sai, non dovresti giudicare così male i tuoi avversari”

“No? E allora, un Saiyan senza coda che si veste come uno sporco Terrestre come lo dovrei chiamare?” ribatté quello.

“Come vuoi… ti dimostrerò sul campo cosa vuol dire essere cresciuto sulla Terra e non altrove”. Goku cambiò totalmente espressione, facendosi molto concentrato. Ricordava ogni singolo momento, dal giorno in cui Bulma lo stava quasi per investire.

Ogni singola ferita, ogni singolo livido, ogni singola gioia.

Si trasformò in Super Saiyan e cominciò ad attaccarlo, ma Musk lo fermò ponendo fra loro una barriera, che parò il calcio di Goku con naturalezza.

Il Saiyan misterioso frugò dentro il suo mantello grigio da cui fuoriuscì uno strano frutto arancione.

“Che cos’è?” chiese Goku, non riuscendo a trattenersi, ma non ottenne risposta, perché Musk lo mangiò con evidente gusto.

“È buono?” chiese ancora Goku, non riuscendo a trattenersi, con l’acquolina in bocca.

“Certo che lo è! È il frutto divino dell’Albero della Vita!” rispose Musk.

“Spiegati meglio” gli chiese il Saiyan cresciuto sulla Terra.

“Non credo tu abbia bisogno di spiegazioni, ma di una bella lezione!  Vedremo sul campo chi è più meritevole di portare il titolo di Saiyan!” e cominciò ad attaccarlo, dopo aver finito quella specie di mela butterata arancione, lasciandone il torsolo.

Nel frattempo, alcuni piani più in basso, Paragas stava affrontando Broly.

“Adesso lascia che ti metta la tiara, da bravo bambino. Tua madre soffrirebbe, se ti rifiutassi” lo invitò il bendato.

Broly guardò suo padre come se fosse una creatura strana.

“Come fai tu a sapere cosa avrebbe voluto mia madre? Non la vedi da decenni!”

“Uhm… forse perché ho concepito te con lei?” chiese Paragas sarcastico. “Mi piaceva chiacchierare con lei, e col tempo ho rivalutato la funzione delle donne Saiyan… peccato che non ce n’è rimasta nessuna, se non consideriamo quella sporca mezzosangue”

Broly era ancora riluttante, ma si mise di nuovo quell’orrendo oggetto sulla fronte.

Di colpo, l’aura verde attorno a lui si attenuò, e anche i capelli da ondulati tornarono al loro posto sulla schiena.

“Grazie, padre” borbottò infine.

“Di nulla, figliolo. Adesso andiamo a vedere il Re Vegeta, eh?” ed insieme uscirono dalla stanza, pronti per attuare il loro piano.

Erano anni che cercavano il re per ucciderlo, e finalmente che ce l’avevano fa le mani non l’avevano ancora fatto.

Paragas sapeva che non ce l’avrebbe mai fatta (e per inciso, la mano gli faceva ancora male), però Broly lo avrebbe potuto polverizzare in qualsivoglia momento, bastava soltanto incanalare quella potenza al momento giusto.

Nel frattempo, Goku parava la maggior parte dei colpi fisici che Musk gli rivolgeva, facendo bene attenzione a schivare nei momenti in cui riteneva di poter contrattaccare con precisione.

Era curioso di vedere che faccia potesse avere quel misterioso combattente, e poi, non ultimo negli interessi personali, voleva assaggiare quel frutto, che nonostante il brutto aspetto sembrava molto succoso, ne aveva potuto notare il liquido dorato che era rimasto al torsolo.

Goku contro Musk si rivelò essere lo scontro più accanito, sicuramente il più “classico” fra i tre proposti fino a quel momento: senza giochetti particolari, i due si affrontarono a viso aperto e pronti per qualsiasi evenienza.

“Strano come riesce a tenermi testa pur non essendo un Super Saiyan” pensò fra sé Goku, decidendo di non aumentare la propria potenza di proposito.

“E questo sarebbe un Super Saiyan?” chiese all’improvviso Musk. “Non fai certo onore alla categoria”

“Fa’ silenzio, perché adesso vedrai cosa sono capace di fare!” , caricò entrambi i pugni, Goku, e cominciò a scaricargli addosso una mitragliata che poi si concluse con un colpo sfruttando lo spostamento d’aria.

“La Scarica del Drago… che colpo! Non l’avevo mai usato, però” pensò Goku, soddisfatto della sua nuova tecnica.

“Maledetto! Prendi questo!” generò un anello simile al Kienzan e lo lanciò contro l’avversario, che però si scansò e col teletrasporto si portò dietro di lui, per colpirlo con la schiena.

Il suo intento era in realtà quello di togliergli armatura e maschera, per vedere chi era in realtà.

Non gli interessava colpirlo mortalmente, come d’altra parte aveva sempre fatto.

Musk si rialzò, e massaggiandosi la schiena commentò. “Bravo, Saiyan. Ma non  montarti la testa, io sono invincibile!”

“Solo perché hai mangiato quel frutto?” chiese il Super Saiyan.

“Certo, ma anche perché so anche io trasformarmi in Super Saiyan, e per inciso non l’ho ancora fatto!” rispose Musk.

“Ti conviene farlo, prima che ti faccia a polpette!”. Era tipico di Goku fare riferimenti al cibo quando era affamato.

Musk tornò a mezz’aria, preparando intanto due sfere rosse cariche di elettricità.

“Assaggia queste, nel frattempo!”, sparò il doppio colpo come due grandi raggi che partivano dal palmo delle mani.

Goku rispose fermandoli con le mani, ma all’impatto esplosero, lasciandole quindi ustionate.

Goku sparì con la supervelocità, ma Musk lo vide appena in tempo però il suo pugno, in seguito ripresero lo scontro ad altissima velocità che avevano intrapreso.

Ub disse a Bra “Secondo te, se invece dessimo una mano a Goku e gli altri in maniera traversa?”

“In che senso?” chiese lei, guardando curiosa il ragazzo. Poteva notare in lui un certo brillìo negli occhi che presagiva una buona idea.

D’altro canto, in Ub trovava negli occhi azzurro cielo di Bra un certo interesse.

Ma più che altro vuole sapere cosa ho in mente, si disse fermo.

“Potremmo andare a vedere cosa sta facendo Vegeta e costringerlo alla resa, che ne dici?”

Bra filettè intensamente, ma in cuor suo Ub conosceva già la risposta.

“Sai? Credo proprio che tu abbia avuto un’ottima idea! Non mi piace stare qui con le mani in mano, ed è ora che papà si dia una svegliata! Questa storia del re è una buffonata, e lo sa anche lui!”

In quello stesso momento, Vegeta vide Bra prender eper mano Ub e trascinarlo dentro il palazzo, non visto dai tre cavalieri.

Un angolo della bocca si contorse in segno di disapprovazione.

Lei, la principessa dei Saiyan. Frequentare un plebeo come l’allievo di Goku?

In effetti, la scelta poteva ricadere solo su di lui, che perlomeno era il più forte dei terrestri.

Quindi si disse che perlomeno aveva scelto bene. se solo Ub fosse stato meno inetto…

Ma a che cosa andava pensando? Lui era il re dei Saiyan, dannazione! E Paragas e Broly erano lì ad adorarlo.

“Re Vegeta” disse il primo, “siamo qui solo per adorarvi. Mi dispiace che voi abbiate capito male le nostre intenzioni. Anzi, ci scusiamo per i disagi da voi accusati durante questo soggiorno”

“Ci dispiace” fece eco Broly.

“Ma allora perché state eliminando Kakaroth e la sua famiglia? Non dovremmo invece preservare la razza invece di sterminarci a vicenda?” obiettò Vegeta.

“In realtà volevamo solo testare la forza di Kakaroth in un combattimento contro tre Lottatori esperti. Volevamo vedere coi nostri occhi i progressi di un Saiyan di infimo livello” si difese Paragas. E a voler ben guardare oltre quella finestra, se la stava cavando anche fin troppo bene.

Ad un certo punto, Musk vinse lo scontro corpo a corpo e scaraventò il suo avversario a terra, creando un grandissimo cratere laddove prima c’era una scalinata, poco prima di essere danneggiata dall’esplosione di Gohan, che ancora stava Lottando contro Artalas.

Poi estrasse un altro oggetto da sotto il mantello che lo ricopriva nella sua interezza.

Un bellissimo fiore nero, che sembrava appena colto da un giardino altrettanto oscuro.

“Vedi questo fiore?” chiese retorico Musk.

Goku annuì, poi improvvisamente si conficcò in un punto vicino al cuore.

“Ecco, da adesso sarà l’unica cosa che vedrai” affermò l’altro, e per dare voce alle sue parole una densa coltre nera  cominciò ad occludere la visuale del Saiyan.

“Cosa?” non vedo nulla…”

Non vedeva nulla, ma poteva sentire.

Urla strazianti, di dolore, inoltre alcune chiedevano il suo aiuto.

La notte più buia, per Goku, avveniva ogni qualvolta non riusciva a salvare i propri amici.

Aveva fatto un incubo simile, quando aveva avuto la malattia cardiaca, ove aveva sognato che i Cyborg uccidevano uno dopo l’altro i suoi amici, e lui ad assistere impotente a letto, costretto dal dolore al petto che quasi lo aveva ucciso.

E, in quel momento, ancora una volta era costretto a rivivere lo stesso incubo.

Un avversario senza nome né volto uccideva senza alcuna pietà Gohan, Goten, Ub, Piccolo, e tutti gli altri.

Persino Vegeta risultava piegato da quella forza oscura. E tutti chiamavano il suo nome, imploranti.

Nemmeno in quell’occasione sarebbe ceduto, anche s trovava difficile non credere che sia tutto vero.

“Goku, aiutami!” implorava Chichi. Persino lei, aveva preso.

No, era il momento di fermare quel bastardo.

Espanse la propria aura, aveva davvero perso la pazienza.

Il suo urlo di carica sovrastò tutte le altre allucinazione della sua mente e la luce che riuscì a sprigionare fu più potente del sole e avrebbe accecato per sempre chiunque avesse guardato in quella direzione. Per fortuna, nessuno.

Musk non poteva credere ai propri occhi: la rosa nera era stata appuntata come se fosse stata in uno smoking, solo che in quel momento era diventata  aurea, come i capelli di Goku, che arrivavano fino al fondoschiena.

Gli erano scomparse anche le sopracciglia, e una serie di scariche elettriche percorrevano l’intero suo corpo.

Nei suoi occhi smeraldini, nessuna pietà. Neanche il ciuffo che gli ricadeva davanti sembrava avere pietà di lui.

Goku era trasformato in Super Saiyan di Terzo Livello.

“Non ho mai visto questa trasformazione” si lasciò sfuggire Musk, preso dal terrore.

“L’assaporerai a tue spese” rispose lui, e senza preavviso cominciò a colpirlo allo stomaco, poi un calcio in faccia e infine approfittando del momento di smarrimento afferrò con forza la maschera che aveva a lungo celato il suo volto.

Lo shock fu così potente che Goku non poté fare a meno di lanciare un urlo, che distrasse tutti i presenti, che di conseguenza alzarono lo sguardo.

“Non ci posso credere…” commentò il Super Saiyan.

Eppure era vero, era inequivocabile.

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Capitolo 12
*** La vera identità di Musk ***


Dopo un certo periodo di silenzio, tutti commentarono più o meno alla stessa maniera.

“Incredibile”! commentò Goten.

“Pazzesco!” gli fece eco Trunks.

“A dir poco curioso” fece Piccolo, ormai a scontro concluso.

“Questa la dovrà spiegare”, disse Gohan, anche lui con lo scalpo di Artalas già conquistato.

in effetti, era stata una sorpresa per tutti.

Musk tolse anche la mantellina grigia che era stata un segno distintivo per le guardie del corpo del re, facendo sfoggio di una Battle Suite simile a quella che aveva Radish al suo arrivo sulla terra, solo che aveva un colorito blu scuro.

Ma lo stesso vizio di sfruttare la coda da Ohzaru come cintura era presente. Sembrava non se ne potesse fare a meno.

“A questo punto, non ritengo nemmeno più necessario celare il mio nome. Mi chiamo Turles, in realtà, e non stupirti se ci somigliamo, Kakaroth. I Saiyan di infimo livello come noi si somigliano tutti”

Turles, a differenza di Goku (naturalmente al suo stadio normale, ndr), aveva la pelle un po’ più scura, ma a parte quello erano simili come gocce d’acqua.

“Non ci posso credere” ripeté Goku, esterrefatto. “Sembriamo fratelli”

“Non osare mescolare il tuo sangue col mio!” esclamò scandalizzato lui. “Non hai capito nulla… è vero ch condividiamo lo status di guerrieri di infimo valore, ma adesso sono superiore a te in tutti i sensi”

“Come fai a saperlo? Non hai ancora affrontato il Super Saiyan III!” rispose Goku.

Turles deglutì: la forza di Kakaroth era enorme.

“Non sai perché ho mangiato il Frutto, vero? Ebbene, devi sapere che la mia superiorità nei tuoi confronti ha radici più vecchie di quanto potresti immaginare, e per spiegare tutto dal principio bisogna partire da quella notte che cambiò le nostre vite”

“Stai parlando del momento in cui Freezer ha distrutto il pianeta Vegeta?” chiese Goku.

“Sì. Io avevo appena un anno di vita, e mi trovavo sul pianeta Turtles, il pianeta delle tartarughe giganti, che piaceva a quel bastardo perché avrebbe potuto farci dei soldi grazie alle immense piante che crescevano lì. Si da il caso che distrussi in poco tempo quel pianeta, ma Freezer si dimenticò di me, non seppi nemmeno che il pianeta era stato distrutto che dieci anni dopo, quando incontrai per caso la squadra Ginew sul pianeta ormai rimasto deserto e divenuto la mia casa. Naturalmente quando mi videro rimasero davvero stupiti che un altro Saiyan era a piede libero, dopo Vegeta, Radish e Nappa. Così Ginew propose agli altri di portarmi al cospetto di quel bastardo, così tornai alle sue dipendenze, ormai diventato abbastanza grande per potermi affidare missioni più pericolose, anche in presenza di Zarbon e Dodoria, che avevano il compito più che altro di accertarsi di quanto ero diventato forte, e allo stesso tempo impedirmi di contattare gli altri tre Saiyan, per paura di una coalizione troppo forte di scimmioni. E fu allora che lo trovai”

“Cosa trovasti?” chiese Goku, notando l’esitazione.

“Il Frutto dell’Onnipotenza, sul pianeta Fruit. Credimi, era molto simile al pianeta dove sono cresciuto, e crescevano frutti di ogni tipo, anche più buoni di questo. Ma quello che ottenne il mio interesse ce l’ho tra le mani, inoltre ebbi a che fare con lui sin da subito. Non mangiavo da più di una settimana perché avevo osato attentare la vita di Freezer ancora una volta, poiché non credetti mai alla storia del meteorite, storia alla quale avrebbe potuto abboccare solo Nappa, a  mio parere. Comunque, ero digiuno e vidi che per inciso il pianeta Fruit aveva mangiare in abbondanza. Dodoria e Zarbon mi lasciarono in mezzo alla Foresta mentre loro avrebbero “trattato” col sovrano del posto, che io non conobbi mai. In ogni caso, visto che ero solo e nonostante mi fosse stato detto di non toccare nulla che forse mi avrebbero nutrito loro, vidi quell’albero, così solitario in mezzo alla radura, ma che aveva questi frutti invitanti, che sui rami sono gialli, ma alle mie mani divennero arancioni. Ne assaporai un morso, poiché ero stufo di ascoltare quei due gorilla senza alcuna forza combattiva, e notai con stupore che non solo mi saziò, ma mi rese in un certo qual modo più forte, così finii di mangiarlo e, sazio, attesi col torsolo davanti il ritorno dei due cretini. Naturalmente puoi immaginare il baccano che fecero, disturbando la quiete di quel pianeta che mi aveva offerto tanto, così li misi a tacere, anche perché mi avevano attaccato. Li misi KO, e fu allora che mi resi conto di avere davanti a me un potere enorme. Così presi tutti i frutti sull’albero e partii lasciando quelle mezze seghe svenuti. Non rividi più né Dodoria, né Zarbon né nessun altro, e cominciai a formare un esercito personale disposto a combattere Freezer, ma poi ricevetti la notizia che un Terrestre aveva ucciso su Namecc Freezer, pagando con la sua vita. Non mi misi neanche a cercarlo, perché sapevo che anche il pianeta Namecc era stato distrutto, così l’esercito che avevo formato con tanta passione divenne mio di diritto e ci mettemmo a distruggere un pianeta dopo l’altro. Questo per un anno, fino a quando non incrociammo le rotte”

“Chi?” chiese Goku.

“Io e Freezer” rispose lui, mangiando un altro po’ di quel frutto. Ne aveva appesi molti esemplari sulla cintura dietro la coda. “Anzi, c’era anche suo padre. Io ero cosciente delle mie forze, ma evidentemente Freezer era cambiato dopo Namecc, tutto rattoppato in metallo, e c’era anche suo padre, che nessun Saiyan ne conosceva l’esistenza, un essere enorme con le corna che sembrava potentissimo. Io ero molto fiducioso nelle mie forze, e lo attaccai; ma ci sconfisse. Tutti quanti. Rimasi solo io, che riuscii a fuggire mentre lui se la prendeva coi miei uomini, e sarei morto nello spazio se non avessi incontrato dopo pochissimo lei”

“Lei chi?” chiese ancora il suo interlocutore.

“Artalas, la principessa delle Donne, in missione per conto suo. Dopo poco incontrammo anche Demos, l’unico esemplare della sua razza. E formammo una squadra, poiché io ero molto interessato al modo di combattere della Donna e anche Demos mi sembrava molto capace. Così, pur essendo ufficialmente un gruppo indipendente, tenni d’occhio quei due; fino al giorno in cui incontrammo Paragas. Ero molto felice di vedere finalmente un mio simile, visto che avevo appena un anno quando fui scaricato e non vidi mai Vegeta e Nappa, solo Radish una mezza volta di sfuggita e di spalle.  Anche Paragas era felice di vedere un suo simile, e ci presentò a suo figlio, Broly. Non mi sembra tanto a posto, quell’individuo, sta sempre zitto”

“Ahaha” commentò Goku in una risatina, come se stessero prendendo un tè.

“Non c’è niente da ridere, Kakaroth. Broly ha una forza davvero stratosferica, e mi sfugge il motivo per cui suo padre lo tiene incatenato. In ogni caso, Paragas ci comunicò la sua intenzione di spodestare il trono di Vegeta, e quindi ci propose di unirci a lui nella sua ricerca personale. Per Demos non ci furono problemi di sorta, ma Artalas avrebbe dovuto chiedere il permesso alla regina del suo pianeta. È un pianeta fantastico, pieno di donne bellissime. Una volta ottenuto il permesso, arrivammo sulla Terra, che io sapevo essere l’abitazione di colui che ha sconfitto Freezer, anche se verosimilmente si trattava più di un Super Saiyan che di un Terrestre puro. Fui io, infatti, a proporla a Paragas, in quanto a nessuno sarebbe mai venuto in mente. Arrivammo dunque al cospetto di Vegeta, il principe che avevo tanto desiderato incontrare durante il mio periodo di dipendenza da Freezer, e finalmente ce l’avevo davanti. Fui molto deluso: non solo non trovai traccia né di Nappa né di Radish, ma si era sposato con una Terrestre e aveva anche procreato due zotici mezzosangue. Perlomeno, io avevo al mio fianco Artalas, che si era detta disposta a procreare con me Saiyan veri. Il resto è storia recente” concluse Turles.

“E quindi è questo il motivo per cui puoi sconfiggermi?” chiese Goku.

“Esatto. Grazie a questo frutto e allo Zenkai Power generato dal mio scontro contro Freezer, riuscii a trasformami in Super Saiyan davanti ad Artalas, che mi stava curando. E continuando a mangiare frutta posso anche trascenderne il limite, amplificandone la potenza anche senza Zenkai Power, divenendo un guerriero perfetto. Ora dimmi, Kakaroth: sei davvero ancora convinto che puoi sconfiggermi? Ti darò una possibilità, non mi trasformerò nemmeno”

“Molto gentile da parte tua” rispose lui in tono ironico, e scomparve alla vista, per colpirlo con la supervelocità, ma anche Turles lo imitò.

Sfortunatamente riapparvero poco dopo, con Goku che teneva per i capelli il suo avversario, pronto pe scaraventarlo con violenza sui gradini spigolosi davanti l’entrata del Palazzo.

Nel frattempo, a palazzo, Ub e Bra arrivarono al cospetto del re e del suo braccio destro.

Broly li accolse per primo. “Che cosa ci fate qua, Terrestri? Non sapete che questo è il posto del Re e del suo vassallo?”

“Zitto, tu!” lo apostrofò sfacciatamente la principessa. “Padre! Goku sta per essere sconfitto! Paragas sta complottando contro di te! E tu non fai niente? E…”.

S’interruppe, poiché il re le mise una mano sulla bocca.

“Zitta, Bra. So bene che Paragas aveva delle incomprensioni nei miei confronti, ma adesso è tutto risol…”

S’interruppe anche lui, poiché Broly lo aveva colpito a tradimento alla schiena, scaraventando il Ere oltre la finestra, verso il campo di battaglia.

“Maledetto!”, Ub attivò il Kaiohken, ma Broly lo mise al tappeto con un colpo solo.

“Non potete nulla davanti a mio figlio!” Commentò Paragas, divertito.

“Maledetto stronzo!” Bra si trasformò in Super Saiyan dopo essersi sincerata dello stato di salute del suo compagno, poi attaccò direttamente il padre di Broly, ma venne fermata da un lampo di energia verde di Broly, che scaraventò anche lei oltre la vetrata già spaccata dal “salto” di Vegeta, che, rimasto a mezz’aria oltre la finestra, catturò Bra al volo.

“P-padre…” chiamò lei, fra le sue braccia.

“Mi sa che Broly sta cominciando a scatenarsi… non vedi come i suoi occhi sono cambiati? Sono verdi… Paragas non si rende conto che razza di errore sta compiendo lasciandolo in quelle condizioni. La sua vendetta sarà tremenda, la leggenda racconta che il Super Saiyan è una macchina da guerra senza anima, disposto ad uccidere anche i suoi simili senza battere ciglio” disse Vegeta, guardando preoccupato il padre di Broly, che lo scrutava con aria di sfida.

Eppure, Vegeta vedeva chiaramente lo spettro della morte dietro di lui, incarnato nella persona di Broly, il quale stava cominciando ad accumulare forza.

Nel frattempo, Turles si rialzò.

“Bene. davvero spiritoso, da parte tua. Non sai con chi hai a che fare” disse, astioso.

“Certo che lo so. Hai parlato per dieci minuti buoni” rispose Goku.

“Mi sa che non hai ascoltato per niente. Non ti rendi conto di quanta esperienza ho accumulato sul capo? Non lo capisci? Non ti facevo così ritardato, Kakaroth!”

Espanse la sua forza e raggiunse lo stadio del Super Saiyan.

“Adesso comincia la vera sfida”

 

 

 

 

Capitolo effimero, questo, più che altro per raccontare la storia di Turles rivisitata e corretta come piace a me! Credo che così si sia resa un po' più di giustizia a questo personaggio comunque interessante! 

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Capitolo 13
*** Turles Super Saiyan ***


“Hai qualcosa di diverso, rispetto alla trasformazione tipica del Super Saiyan” commentò Goku.

“Già… deve essere merito del frutto. Ma sappi che questa trasformazione si tradurrà nella tua sconfitta” lo provocò il Saiyan.

L’altro Saiyan si rese conto che la fonte della sua energia Saiyan in quei frutti. Quindi bastava sottrarglieli e non avrebbe più avuto alcuna fonte.

O forse sarebbe bastato il Super Saiyan di terzo Livello per toglierlo di mezzo? Ai posteri l’ardua sentenza.

Già da subito si vedeva come il Super Saiyan di Turles era stato modificato dal frutto, tanto che Goku si stupì nel vedere la partenza a razzo del suo avversario, che sfruttando i molteplici ologrammi che aveva creato, lo colpì ripetutamente e su molti fronti, ma Goku riuscì a pararne la maggior parte con una serie di capriole a portarsi fuori tiro, per poi controbattere con un raggio sparato con un palmo della mano, che Turles evitò facilmente ma purtroppo per lui si ritrovò davanti il figlio di Bardack in persona che sfruttò il raggio d’energia andato fuori bersaglio per colpirlo con un violentissimo pugno allo stomaco.

Truce lì per lì accusò il colpo, ma poi utilizzò un ginocchio per ricambiare il dolore, tuttavia Goku si scansò con la supervelocità e si portò dietro di lui per colpirlo con un altro raggio, che Turles deviò facendolo schiantare a molti metri dal campo di battaglia.

Allorché i due si guardarono in cagnesco e cominciarono a scombinarsi pugni veloci cercando di colpire perlopiù gli occhi oppure altri punti vitali.

Goku riuscì a bloccare il braccio destro di Turles poco prima che potesse centrare il bersaglio.

Cominciò a stringere più forte, sempre più forte.

Turles, doveva assolutamente togliere il braccio dalla morsa di Goku.

“Hai intenzione di strapparmelo?” chiese il suo avversario.

Goku rispose “Mi sa che una bella frattura qualche volta ci vuole”, ma il Saiyan in difficoltà ebbe un lampo di genio e colpì ugualmente il volto di Goku utilizzando un’enorme bomba di energia arancione, che ebbe anche il merito di mettere fuori uso la vittima per un periodo di tempo.

Goku fu costretto così a lasciare il braccio, ma non demorse perché vide subito dov’era andato a  finire Turles e ricominciò a combatterlo con più foga, mettendolo in difficoltà.

“Come mai?” si chiese Turles, notando che ancora una volta il suo pugno era andato fuori bersaglio.

“Come mai non riesco più a colpirti?” si chiese ancora.

“Sto diventando troppo forte anche per te e il tuo frutto” rispose Goku, in maniera gentile, zigzagando fra i pugni.

“Ah, sì? E che ne diresti se ne mangiassi un altro?” chiese Turles, pronto ad un altro morso.

Goku vide in pochi secondi che gliene mancavano cinque, a parte quello che stava addentando.

Avrebbe dovuto farlo, ed in fretta.

Altrimenti non sarebbe bastato nemmeno il Super Saiyan di Quinto Livello.

Aveva pochissimi secondi, il cuore gli pulsava in maniera frenetica.

Fu un lampo. Turles era distratto dal frutto e non si accorse del movimento fulmineo.

“Che succede? Oh…”

Vide Goku fare il giocoliere con i cinque frutti che aveva appeso alla cintura.

“Dammeli. Ora.” Minacciò Turles, distruggendo quello che aveva in mano.

Goku finì di fare il giocoliere e li lanciò tutti in una volta, colpendoli tutti e cinque con un semplice Ki Blast.

“MALEDETTOOOO!”, trascese il limite del Super Saiyan, e si scagliò contro di lui, cercando di colpirlo in più punti, ma più si muoveva, più si stancava, invece Goku era molto più agile.

“Calmati, Turles, oppure non riuscirai mai a seguirmi. Fa’ affidamento all’occhio della mente”

“No, Kakaroth! Non ascolterò i tuoi stupidi consigli! Adesso tu avrai la punizione che meriti!”, ma non riusciva a colpirlo, nemmeno attaccandolo con una serie di sfere energetiche.

Aveva il fiatone. “KAKAROTH! Vuoi la guerra, eh? E guerra sia!”

Nel frattempo, a vari piani di distanza, Broly sgranò gli occhi.

Aveva sentito bene? No, non poteva averlo detto. Kakaroth era solo un sogno.

Un sogno di una nursery e di un soffitto bianco.

Bambini che frignano.

Lui che non riusciva a dormire.

“Fermati, Kakaroth! Fatti colpi…”, ma venne colpito lui, da una ginocchiata allo stomaco e da un colpo a due mani che lo fece precipitare al suolo.

Kakaroth, il figlio di Bardack, come sapeva anche il povero Broly.

La sua mutazione in Super Saiyan. Il buio nella sua mente.

La tiara. Lo studio scientifico di Paragas. Che si diceva suo padre, ma che remava contro di lui.

All’improvviso, si sentì stringere i pugni. O forse era lui che lo stava facendo di sua spontanea volontà.

Paragas si girò verso di lui, evidentemente aveva notato l’anomalia nella sua aura.

Lo spinse via con un gesto secco ed entrò nel campo di battaglia.

Turles e Goku lo videro. Il primo lo salutò “Salve, Broly. A che debbo questa tua visita? Faresti meglio a sparire, questa è una battaglia privata, non ho bisogno di aiuto alcuno!”

Broly ridacchiò. “Non puoi vincere contro di lui”

“E chi te lo dice?” chiese ancora Turles.

Broly lo guardò con compassione, poi lo mise al tappeto con un colpo solo.

Turles cadde a terra, ignorato dal nuovo sfidante di Goku.

Nel frattempo, però, anche Paragas era preoccupato dal cambiamento del figlio.

Ub, da dietro di lui, ridacchiava.

“Cos’hai da ridere, moccioso?” chiese il bendato.

Ub rispose provocatorio. “Mi sa che Broly abbatterà presto la sua vendetta su di te, eh? Non posso che esserne contento”

“Aaaah, sciocco terrestre” si difese il Saiyan. “Non conosci Broly. Lui è… fedele, ai miei ordini”

“Lo scoprirai molto presto, quanto è fedele” rispose l’allievo di Goku.

Paragas fece per colpirlo con una sfera energetica, ma Ub la schivò con estrema nonchalance, lasciandola esplodere sul muro dietro di lui, mettendo in evidenza Bulma che ancora esplorava l’edificio, beatamente ignara degli eventi oscuri che accadevano all’esterno.

“Oh, ciao Ub! Devo dedurre che Goku è arrivato qui?” fece Bulma.

“Sì… però adesso vai via, per favore, altrimenti Paragas se la prenderà con te”

“Cosa? Ma no… AAAH!”

Bulma fece un passo indietro, ma Ub parò la seconda bomba di energia lanciata dal Saiyan con uno scatto felino.

“Non posso certo giocare coi terrestri, io. Vado a riprendere mio figlio” annunciò Paragas, e andò verso di lui, lasciandosi dalla finestra.

“Grazie, Ub… certo che quel Paragas è proprio orribile! Sconfiggilo, Ub!” lo incitò la Regina dei Saiyan.

“Certo, Bulma!” gli sorrise lui.

È la madre della tua fidanzata e le hai salvato la vita, questo ti renderà le cose più facili, gli fece eco una vocina maliziosa.

Oh, taci! Solo perché mi ha preso la mano non vuol dire nulla, si disse, andando a vedere piuttosto che combinava il suo maestro.

Nel frattempo, Turles tornò in piedi.

“Caspita, è davvero fortissimo…. E nasconde un’aura ancora più grande! Mi domando quale sia il suo massimo potenziale, non sarà facile per nessuno fermarlo… a meno che non sia davvero lui il leggendario Super Saiyan, in tal caso non lo fermerà proprio nessuno. Paragas allora è vivo solo perché ha inventato quello stratagemma…” commentò fra sé facendo una lucida analisi, ma all’improvviso si vide spuntare davanti Goten e Trunks.

“Voi siete due mezzosangue, vero? Vi ucciderò” esordì come saluto.

“Non affronterai noi, ma Gotenks!” disse Goten.

“Già, non ci piace stare con le mani in mano, vogliamo dare anche noi il nostro contributo alla causa!” gli fece eco Trunks.

“Gotenks? E chi sarebbe?” chiese il loro interlocutore.

“Lo scoprirai…” cominciò Trunks.

“… A tue spese!” finì Goten.

Dopo una breve pausa, il secondogenito di Goku si lamentò col suo migliore amico.

“Passano gli anni, ma sei sempre tu che cominci le frasi! Non è giusto! Dovrai pagarmi una birra!”

Trunks ridacchiò. Anni prima si sarebbe accontentato di giocattoli di seconda mano.

“Zitto, scemo” lo rimbeccò a voce alta. “preparati per la Fusion!”

“La Fusion? Non sarà quella strana tecnica del pianeta Metamor?” chiese Turles, che ne aveva sentito parlare durante il suo lungo peregrinare.

“Non dirmi che anche tu conosci la Danza Nuova?” si lamentarono all’unisono Goten e Trunks, come per provare la voce che sarebbe venuta fuori una volta uniti.

“Nuova? No, ne conosco solo una” disse Turles, spaesato.

“Bene, allora, perché sarà con quella che ci uniremo!” rispose Trunks, incoraggiato.

“Mi sa che Kolom ci ha preso in giro, dicendo quanto era vecchia quella danza!” fece Goten.

“O forse è anche vero, ma a noi non interessa! L’usato sicuro è sempre garantito!”

Alcuni minuti di silenzio, dove passò una lieve foschia.

“Voglio proprio vedere come uscirà fuori questa Fusion…” pensò fra sé Turles, sempre aperto a nuove sfide come un vero Saiyan.

“Preparati!” ripeterono in coro, mettendosi a tre passi l’uno dall’altro.

 

 

 

 

 

 

Turles Super Saiyan contro la magica Fusion! Che scontro appassionante! Nel frattempo, vorrei far notare come la storia paeggiori xD o migliora? Mi piacerebbe conoscere il vostro parere!

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Capitolo 14
*** Turles contro Gotenks ***


“FUUUU….”

Per prima cosa, Turles vide i due che dalla distanza di tre passi che li divideva cominciarono ad avvicinarsi molleggiando le gambe, e già questo non gli piaceva, seppur fatto tutto con sincronia.

Non solo, stavano agitando le braccia a mulinello, rendendosi ridicoli davanti agli occhi dell’avversario che avrebbe potuto colpirli da un momento dall’altro, se solo ne avesse volgo voglia.

Turles invece era curioso di sapere dove sarebbero andati a parare.

“… SION!”

A quel punto, ci fu un fotogramma piuttosto esilarante.

I due alzarono la gamba sinistra formando un angolo bizzarro, e allo stesso tempo puntarono gli indici ai lati opposti dei loro corpi, sempre mantenendo quello sguardo spiritato, come se non credevano nemmeno loro a ciò che stava per succedere.

“HA!” conclusero.

Gli indici cozzarono contro l’altro, e la gamba venne distesa in maniera perfettamente armonica, come se fosse stato un corpo solo.

Frutto di allenamenti severi, sotto lo sguardo severo di piccolo, che durante la loro infanzia li aveva inseguiti per farli alzare dal letto e provare la nuova mossa che aveva portato Goku dall’Aldilà.

Ma tutto quello Turles non poteva saperlo, vide soltanto una grande luce che portò le due forme ad unirsi.

D’un tratto, la forza combattiva cominciò a salire.

A salire.

A salire ancora: una lunga chioma spuntava dietro quella forma.

Una grande esplosione, poi un suono roco. Turles dovette coprirsi la vista per non rimanere accecato, mettendo un braccio davanti.

“Ed ecco a te… Gotenks!” si presentò. Era quasi uguale nell’aspetto a Kakaroth in forma Super Saiyan di terzo Livello, tuttavia portava una giacchetta blu e i pantaloni bianchi.

La sua forza generava piccolo uragani attorno a lui, inoltre le scariche elettriche non solo gli attraversavano il corpo senza riportagli danni, ma uscivano anche al di fuori, creando una specie di campo magnetico attorno al suo corpo.

Come uscirne, allora, si chiese Turles?

“In guardia, Fusion! Sono io il vostro avversario!” disse in tono di sfida.

“Il nostro avversario di oggi, vuoi dire…” commentò Gotenks, scuotendo la testa.

“No, il vostro ultimo avversario! Creperete qui e adesso!” si sentì rispondere, e andò verso di loro, epr cominciare a combattere.

Gotenks cominciò a volteggiare su sé stesso per creare un ciclone.

“Cyclone devastante!” annunciò lui, dall’interno.

“Cosa vuoi farci? Sono troppo forte! Prova a infilare la mano in questo vortice senza fine di dolore per le forze oscure!”

Turles non capiva come stesse parlando, in ogni caso non ascoltò il consiglio e cominciò a colpirlo con una serie di raggi luminosi a forma di lance, che in realtà formarono quattro angoli attorno al quale il Cyclone stava girando.

“Che cosa hai fatto?” chiese la Fusion. “Una cosa inutile, perché noi sappiamo volare!”

Turles non li ascoltò e mise i palmi delle mani a terra, urlò e una colonna di luce scese per schiantarsi su quel quadrato.

Seguitò una serie di momenti silenziosi.

“Che c’è? Vi ho disintegrato?” chiese Turles, poggiando un piede su una roccia.

All’improvviso, un grosso anello chiuse in trappola Turles, che naturalmente ebbe un attimo di sbigottimento.

Attimo che pagò caro, poiché un’altra serie di anelli si chiusero dentro di lui per ridurlo in forma ovale.

“Eheheh! Questo è il Gotenks ultra Punch VolleyBall, o come lo chiamavamo da piccoli!” commentò la Fusion, palleggiando con la mano.

“Non ho nemmeno bisogno del partner, però, ehi! si vive una volta sola! PICCOLO!” chiamò imperioso.

Quest’ultimo si girò. “Non di nuovo, Gotenks…”

La Fusion fece un sorriso a trentadue denti.

“Avanti, che lo vuoi anche tu” disse, gaio.

Piccolo deglutì. Aveva sperato fino all’ultimo che non sarebbe mai più capitato di umiliarsi in quel modo, tuttavia non poteva rifiutarsi, per qualche strano motivo. Una forza dentro di lui lo incitava a farlo.

Gotenks fece per schiacciare, ma il “pallone” gli esplose fra le mani, restituendo Turles al mondo dei vivi. Il Saiyan era fuori di sé dall’ira, squadrava i due con una voglia di ucciderli che sembrava repressa da decenni.

Il Super Saiyan II sembrava risplendere di più, in quel frangente.

“Da chi comincio? Da te, muso verde da strapazzo?”

Piccolo arrossì nel rendersi conto che era ancora nella posizione del bagher.

“O da te? Fusion da strapazzo mezzosangue?”

In cuor suo aveva già deciso, infatti si diresse verso Gotenks, per tempestarlo di calci che avrebbero sentito fino al midollo osseo.

O perlomeno quello era lo scopo, perché Gotenks li parò tutti, pur facendosi male.

Poi Turles volò e urlò stendendo la mano destra “Aratro Mortale!”, un raggio rosso partì che distrusse per centinaia di metri il terreno, ma Gotenks lo evitò con un balzo e si pose davanti a lui per ricominciare lo scontro fisico, che prese velocità e spazio.

Entrambi stavano usando addirittura una barriera elettrice, in modo da farsi maggiormente male.

E ad ogni scontro, una piccola esplosione faceva notare lo loro posizione. La ferocia di entrambi i contendenti era giunta al massimo consentito.

Nel frattempo, vegeta guardava con apprensione Paragas, Broly e Goku, che si guardavano in cagnesco.

“Andiamo, Broly” lo esortò suo padre.

“No, padre. Voglio affrontare Kakaroth, fatti vedere con i capelli neri, se ne hai il coraggio”

Goku rimase perplesso a quella richiesta. “Come sarebbe? Non vuoi batterti contro di me? E allora è molto più facile per me che rimanga trasformato, per non perdere energia e affrontarti al massimo delle mie forze. Non è questo che vuoi anche tu?”

Broly arricciò le labbra.

Poteva distinguere un vago accento di quello che era stato il suo tormento, in quei maledetti cinque giorni.

Il frignare di quel moccioso rimbombava ancora una volta nelle sue orecchie, le stesse che soffrirono in quei giorni maledetti.

Che ne poteva capire, Paragas? Lui stava osservando solo il suo orticello.

“Bene, allora ti sconfiggerò anche così. Non c’è nemmeno bisogno di trasformarmi”

“Non dire sciocchezze, Broly! Pensa a quello che dici!”

Paragas era giunto ad afferrare Broly per le spalle e scrollarlo.

“Pensa al nostro Piano! Broly, pensaci ancora!”, e per esortarlo a farlo, premette un pulsante su un dato telecomando.

Vegeta capì: era il telecomando, il trucco. Lui smaniava dalla voglia di vedere Broly in azione.

Bra lo intuì, ma non disse nulla: era proprio come lui, una volta che si metteva in testa una cosa, non la smuoveva nemmeno cento Super Saiyan Leggendari.

Nel frattempo, Turles e Gotenks si affrontavano senza posa, beatamente ignari delle vicende che si stavano palesando poco distante da loro.

“La senti? Questa è la Morte che stava venendo a prenderti!” provocò Turles, distruggendo un Super Ghost Kamikaze Attack facendolo scontrare con una sua bomba di energia.

“Lo credi davvero? O forse, è venuta a prendere te!” rispose Gotenks, che per nulla intimorito attraverso il polverone e lo colpì con un violento colpa  due mani che lo fece schiantare al suolo. Ma Turles si rialzò con troppa fretta e ripresero lo scontro.

Erano quelli, i combattimenti che entrambi cercavano. Equilibrati ma non troppo, perché ogni colpo che riceveva Turles era più forte di che quelli che dava, e ormai la differenza di forza stava cominciando a farsi evidente.

Nel frattempo, anche Gohan si interessò allo scontro fra loro due, e si chiese se valesse la pensa dare loro una mano.

Poi un grosso pallone di energia gli sfiorò il viso e si rese conto che per il momento era meglio stare a vedere gli eventi, che stavano descrivendo un Paragas al limite della crisi di nervi.

Broly lo guardava inferocito.

“Che cosa ti sta succedendo, figlio? Il mio unico figlio…” chiese implorante.

“Mi sto rendendo conto di parecchie cose” rispose lui, mentre un raggio verde mandato da Turles si schiantava contro una barriera invisibile. “Mi hai solo usato, per diventare il re dei Saiyan. Ma a me queste cose non interessano. Tutto ciò che voglio è disfarmi di Kakaroth per sempre!”

“Ma quello arriverà, te lo assicuro!” rispose Paragas. “però, prima uccidi Vegeta…”

“No! mi occuperò prima di Kakaroth!” e tornò a guardare il suo nemico principale.

Lui non ricordava assolutamente nulla di nursery e soffitti bianchi, né tantomeno ricordava gli strilli che usava fare quando era neonato, però una cosa la sapeva: Broly aveva una forza mostruosa, che stava per esplodere.

Chissà quanto Paragas era al corrente di quell’evento.

Intanto, entrambi i contendenti (Turles e Gotenks) erano col fiatone.

“La nostra forza è davvero pari?” commentò Turles, asciugandosi la bocca impastata di sangue.

“No… vedo che tu sei più lento nei movimenti, ma riesci ad affrontarmi a  testa alta perché metti tutta la tua forza di ogni singola mossa! Ma nel farlo ti stai consumando più in fretta!” spiegò la Fusion, analizzando lo scontro meglio del miglior Piccolo.

“E adesso… il colpo finale!” annunciò la Fusion.

Turles chiese “Quanto tempo è trascorso da quando vi siete uniti?”

“Meno di mezz’ora, non preoccuparti…” lo assicurò Gotenks, ma in quel momento la Danza di Metamor terminò il suo effetto, scindendo i due soggetti.

“Ops…” sussurrò Gohan, cominciando di già ad accumulare energia.

“Che cosa è successo?” si chiese Goten.

“Vi siete consumati molto anche voi” commentò Turles. “ma stavolta, per voi è finita, e la Grande Era di Turles non è più minacciata”

“Grande Era di Turles? E chi sei, un semi dio?” , disse una voce dalla sinistra di Trunks.

Turles si girò di scatto.

“Chi sei? Che vuoi? Lasciaci in pace!”




Fine Capitolo! Lo scontro fra Turles e Goitenks si è interrotto sul più bello, e una voce entra in scena! Chi sarà mai? Staremo a vedere, nel frattempo la fotocopia di Goku sta prendendosi bellamente tutto lo spazio in vece di Broly! Deve morire male o no? Ringrazio tutti i lettori appassionatissimi!

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Capitolo 15
*** Vittoria combinata ***


Gohan ridacchiò.

“Gohan!” chiamò il fratello minore.

“Come al solito, è lui a salvarci…” constatò Trunks, trovando la similitudine con quanto era successo durante la battaglia contro Majin Bu piuttosto esilarante.

“Già… la storia si ripete, sempre. Ma stavolta non mi lascerò incantare dalle parole del nemico e lo finirò in fretta” disse Gohan, concentrato su Turles.

“E chi ti dice che abbia sfoderato tutta la mia potenza?” chiese il Saiyan, trovandosi con le spalle al muro. Gohan intuì che non stava bluffando, per far sì che quella sua frase lo diventasse utilizzò la super velocità e con un colpo secco gli strappò la coda, che lasciò come eredità un buco dal quale uscì molto sangue.

“Questo, me lo dice” rispose il primogenito di Goku, vedendo Turles contorcersi dal dolore.

“Non illuderti… la mia forza non è calata nemmeno un po’” disse fra i denti.

“Non era quello il mio scopo, perché anche quando mi sarei annoiato” rispose Gohan, roteando la coda appena strappata, facendo solo irritare il suo nuovo nemico.

Quest’ultimo avrebbe voluto attaccarlo, eppure qualcosa gli diceva che avrebbe schivato qualsivoglia colpo, e non era certo nella posizione per sprecare energia.

Dunque avrebbe fatto ricorso a tutti i suoi stratagemmi per vincere, e magari erodere quella forza che gli sembrava insormontabile, e farla diventare più umana.

“A te la prima mossa, dunque” osservò Gohan.

Turles lo squadrò con aria astiosa. “Non ti facevo così magnanimo, la mia coda è ancora lì che reclama vendetta”

Gohan non rispose nulla, restituì il moncone al legittimo proprietario.

“Ecco, visto che proprio ti lamenti” sbuffò il mezzo Saiyan.

Turles strinse a sé la coda e all’improvviso la scagliò come se fosse una frusta. Da questa partirono numerose scintille, che Gohan evitò facilmente, ma non poté evitare una gomitata allo stomaco, che esplose al momento dell’urto. Finita quell’azione lampo, Turles tornò a distanza di sicurezza.

“Cavolo, queste tecniche veloci e imprevedibili le ha usate anche contro di noi!” commentò Goten.

“Già...  preparatevi, perché concluderemo anche il nostro scontro” disse Turles, sogghignando all’espressione sconvolta dell’altro figlio di Goku.

Gohan si massaggiava lo stomaco, tossicchiando. “D-Devo ammettere che non me l’aspettavo”

Turles si lusingò. “Certo, queste sono le Tecniche Veloci che mi ha insegnato Demos. Devi essere sempre imprevedibile, diceva sempre, perché gli avversari superiori a te lo saranno altrettanto; e lui lo sapeva, visto che era piuttosto scarso, ma non ha mai perso da quando l’ho preso sotto le mie dipendenze. Peccato che quel brutto muso verde lo abbia fatto fuori”

“Non c’interessa, Turles” gli fece notare Gohan, che si avvicinò a lui, ma il Saiyan preferiva evitare lo scontro corpo a corpo, dove avrebbe perso.

Piuttosto, preferiva le scaramucce. Era così che si vinceva, quando si era in svantaggio. Sperava solo che il fiato l’avrebbe accompagnato.

Non ne era sicuro, però. E nel frattempo doveva  sopportare le provocazioni di Gohan. “Vuoi venire qui, oppure preferisci scappare come un coniglio?”

Turles sapeva che stava cercando di farlo cadere in una trappola, perciò rimase molto attento a ciò che faceva, e cercare un’altra strategia lampo per erodere ancora la differenza, che rimaneva ancora molto alta.

Gohan intanto continuava ad inseguirlo e a lanciargli sfere energetiche, senza tuttavia riuscirlo a prendere, perché Turles utilizzava la sfere protettiva che aveva utilizzato in precedenza nello scontro contro Gotenks.

Allorché al figlio di Goku venne un’idea. Per prima cosa si bloccò.

“Che ti prende? Non dirmi che sei già stanco” constatò Turles.

Gohan non lo ascoltò e anzi trasse un grosso sospiro, per poi utilizzare la supervelocità e l’attrito da essa creata per creare delle fiamme, e colpire l’avversario perplesso con un pugno abbastanza potente da mozzargli il fiato, attacco che riuscì perfettamente.

Alcune gocce di sangue caddero sull’avambraccio del figlio di Goku, il Mistico Saiyan che era riuscito a non cadere nelle grazie della Donna.

“Grrr… Maledetto. Mi hai preso di sorpresa, eh? Non accadrà di nuovo”

“Certo che no… perché la prossima volta pianterò con più forza il mio pugno, fino a fargli oltrepassare il busto” rispose sadico Gohan.

“Wow… è entrato in trance agonistica” commentò Goten. “Non gli avevo mai sentito fare questi discorsi”

“Esatto… forse, anche il Saikyou No Senshi ha i suoi effetti collaterali” fece eco Trunks, che non ricordava come Gohan aveva giocato col corpo di Cell non appena ebbe raggiunto il secondo livello del Super Saiyan.
Turles non sapeva invece che cosa rispondere, tanto era il timore che stava cominciando a provare davanti il suo avversario.

La tattica di Erosione era sì valida, ma contro di lui  non sarebbero bastati solo due occhi. Sarebbe servito un ostaggio, e in fretta.

Prese quello con i capelli neri, portandosi dietro di lui e bloccandogli la gola.

“Oh, no! Bastardo!”

“Fermo o ti ammazzo!” minacciò il Saiyan a Trunks, che stava già per sciogliere la morsa dalla gola del suo migliore amico. “Non sai che piacere provo a mettervi spalle al muro! Sono di nuovo me stesso!”

In sostanza, si riconosceva nel terrore e nella paura che infondeva, a condizione che quelle sensazioni non le provava lui.

“Cosa vuoi che faccia per far sì che tu lo liberi?” chiese Gohan, atterrito dalla crudeltà dell’essere.

“Arrenditi, e non torcerò un capello al tuo amico!” disse Turles.

Sarebbe suo fratello, pensò Trunks.

Gohan doveva fare qualcosa, e alla svelta, a prescindere dal legame che lo legava a Goten.

Quest’ultimo rantolava: avrebbe voluto dire a suo fratello che non aveva importanza se lo colpiva, l’importante era colpire anche Turles, e così almeno per una volta si sarebbe sacrificato per la famiglia.

Invece, l’ultima goccia di ossigeno nel suo cervello gli fece cambiare idea.

Si trasformò in Super Saiyan, sciogliendo la morsa mortale in cui era stato costretto.

“Bastardo… me n’ero dimenticato” commentò lui.

“Aahahaha! Credevi che ci potessimo trasformare solo tramite Fusion? E invece ti sbagliavi… adesso vedrai! Vai, Gohan!”

Gohan ridacchiò, espanse la sua aura e cominciò a tempestare con una serie di pugni veloci il Saiyan che aveva tentato un’ultima disperata mossa, per poi concludere la sua serie violenta di colpi con un calcio rotante che andò a finire sulla guancia sinistra.

Turles arò molti metri con la sua stessa faccia, prima di finire la sua corsa.

Sembrava davvero con le spalle al muro, in quel momento.

Batté un pugno sul terreno maleodorante: che razza di pianeta era?

In ogni caso, doveva concludere lo scontro. Non aveva più i suoi amati frutti, quindi doveva fare affidamento solo sulle sue forze.

E forse ne avrebbe tratto maggior soddisfazione, come un vero Saiyan che non si arrende di fronte ai pericoli e non abbisogna di aiuti esterni.

Aveva sbagliato, a cibarsi dei frutti: era meglio lo Zenkai Power, perlomeno era qualcosa di suo.

Si alzò in piedi, com’era giusto fare nella tradizione Saiyan.

Gli avevano detto che anche il re Vegeta era morto in piedi, davanti a Freezer.

Colui che aveva davanti era più forte di Freezer, ma in ogni caso la storia sarebbe cambiata.

Aveva fra le sue mani il Super Saiyan di secondo livello, potenziato dagli ultimi effetti del frutto che aveva mangiato e che aveva distrutto inavvertitamente.

Quel mezzosangue si era dimostrato più forte, lo stomaco gli areca ancora male.

Era venuto il momento di giocare il tutto per tutto: con un po’ di fortuna, avrebbe coinvolto saolo i suoi nemici nell’esplosione, e lui se la sarebbe cavata.

Ma mai avrebbe pensato di ritirarsi.

Così giunse le mani davanti a sé, e lentamente le staccò, creando in mezzo una grossa sfera piena di fulmini.

Sempre più grossa. Gigantesca.

L’aria circostante cambiò di colpo: da statica e calda, divenne elettrica, e violenti scossoni muovevano la crosta di tutto il pianeta.

“Tecnica Wildfire” sussurrò Turles, guardando fisso gli occhi impassibili di Gohan, per nulla preoccupato dalle dimensioni sempre crescenti della sfera.

“Nemmeno tu puoi gestire una tecnica del genere: potresti venire coinvolto, e nel peggiore dei casi persino distruggere il pianeta” lo avvertì il primogenito di Goku.

“Lo so perfettamente, ma sai che ti dico? Va bene così… almeno, porterò all’Inferno anche Broly, er non era quello che volevate?”

Gohan digrignò i denti.

Nel frattempo, la sfera salì sopra la testa del Saiyan che l’aveva creata, e che lui controllava conm entrambi i palmi rivolti ora verso l’altro.

Cominciava ad accusare i primi segni di stanchezza: oltre al copioso sudore che gli imperlava la fronte e che scendeva sulle guance, cominciava ad essere in debito di ossigeno.

L’arancione che fino a quel momento aveva contraddistinto il colore dei suoi capelli, tornò ad essere il tipico colore aureo dei Super Saiyan.

Ma a Turles questo non importava, sapeva i rischi che correva e per quanto lo riguardava poteva anche tornare allo stato normale.

Gohan doveva impedire la realizzazione di quella tecnica, cominciava già notare i primi dislivelli, a terra, e vampate di fuoco selvaggio spuntare dalle nuove fenditure.

“Goten” sussurrò a mezza voce, e anche se non l’avesse sentito aveva alterato un po’ la sua aura.

“Sì, Gohan?” Goten, per fortuna, si rese conto di essere stato chiamato.

“Distraetelo” fece suo fratello. Goten recepì il messaggio e con un’occhiata d’intesa verso Trunks si diressero verso la sfera di fulmini, che ormai aveva attirato a sé anche le nuvole, per acquistare sempre più potenza e prosciugare Turles, che orma come ora sembrava sempre di più una specie di kamikaze. Nessuno a parte lui poteva vedere una via d’uscita a quello che sembrava un suicidio in piena regola.

D’un tratto, si sentì di nuovo pieno di energie.

“Che cosa è success… AH!” alzò lo sguardo e notò che la sfera era esplosa fuori dal pianeta, lasciando attorno a sé una grandissima coltre bluastra, che funse da nuvole per il resto della giornata; e con un ultimo scossone il terreno sotto il loro piedi tornò ad assestarsi.

Turles, che ancora era allibito dalla scomparsa della sua tecnica finale, non si rese nemmeno conto di essere stato colpito dalla Kamehameha Mistica di Gohan.

Dunque fu con immenso scorno che si ritrovò a vedere l’Inferno, dopo una grande luce blu.

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Capitolo 16
*** Broly sfugge al controllo ***


Nel frattempo che lo scontro si consumava e Turles lasciava questa dimensione per trovare la reincarnazione nella prossima vita,  Broly guardava con attenzione sia Paragas che Goku.

“No, padre” disse Broly, dopo un po’ di tempo. “Adesso spostati, devo affrontarlo”

“E va bene” riprese Paragas, “se è questo che vuoi… io ti ordino” e premette un pulsante “di assassinare il re Vegeta”

Vegeta dal canto suo si limitò ad obiettare “Non sarà così facile!”

“Non credo ti sentano” gli fece notare Bra.

“L’hanno sentito. Tutti sentono la chiara voce del re” la zittì suo padre.

Goku aveva la sensazione che Broly non avrebbe obbedito, quindi cominciò ad accumulare forze, per ogni evenienza.

Dal canto suo, il suo avversario lo fissava con aria di sfida, così diversa da quella che aveva avuto fino a quel momento.

Kakaroth. La sua nemesi. Erano nati lo stesso giorno, ma avevano avuto destini diversi.

Colui che avrebbe dovuto essere ricoperto di gloria era vissuto di stenti assieme a un padre egoista, mentre il Saiyan di infimo livello era cresciuto nell’affetto dei patetici Terrestri, che poi non ha nemmeno ucciso, tradendo tutta la sua gente.

Non poteva accettarlo, non poteva accettare nemmeno il fatto che era un Super Saiyan esattamente quanto lui.

La sua aura stava per esplodere, e nonostante tutti i tentativi fatti da Paragas, si trasformò in Super Saiyan davanti a tutti.

Già in quel momento aveva una forza che schiacciava qualunque guardia del corpo che si era succeduta nello scontro con Piccolo, Gohan e Gotenks.

“È diabolico…” commentò Ub.

“Pazzesco, io non ho niente a che fare con lui” disse Piccolo, guardando sé stesso ancora una volta come un rifiuto di fronte ai nemici che si succedevano.

Il corpo del figlio di Paragas, da longilineo qual era diventato mastodontico: la tiara era distrutta di nuovo, e una folta chioma di capelli verdi gli coronava il cranio, come se fosse appena diventato il re dei Saiyan.

Per diritto di nascita.

La sua aura, come già era successo per Zenit, schiacciava e opprimeva, e attorno a lui faceva anche più caldo che fuori dal suo raggio d’azione.

“Questo è dunque un Super Saiyan della leggenda?” chiese Goku.

Ma dentro di sé sapeva che non aveva ancora raggiunto la sua massima potenza, il che giustificava il ghigno dipinto in faccia.

Paragas aveva paura di suo figlio. Non aveva più potere su di lui.

“Padre” esordì, le prime parole dopo la trasformazione gli uscirono molto più roche: sembrava un Angelo della Morte. “ Non seccarmi più con le tue assurde richieste, o farai una brutta fine. Grazie a Kakaroth, adesso sono di nuovo me stesso. Il principe della Guerra, signore della distruzione… in poche parole, il demonio”

Paragas era atterrito. Non sapeva più che cosa fare o che cosa dire.

Sentiva che il Demonio stava venendo a prenderlo, ma voleva fare di tutto per posporre quel suo tetro giudizio.

“E adesso… a noi due, Kakaroth! Vedo che ancora non hai abbandonato quello sguardo da sbruffone… ti farò passare io la voglia di ridere!” Broly additò Goku come il suo prossimo nemico. Le sue parole avrebbero fatto respirare di sollievo tutti gli altri presenti, ma il timore di una vendetta per tutti era costante e minacciosa.

“Voglio proprio vedere… sei freddo, ti verrà un’infiammazione ai muscoli, non appena mi attaccherai”

“Non dire stupidaggini… sai benissimo che i muscoli dei Saiyan non sono quelli terrestri! E adesso prendi questo!” senza alcun preavviso, caricò la sua mano di una sfera verde e la lanciò con la massima forza verso il figlio di Bardack, che la schivò all’ultimo momento.

“Per quanto tu sia diventato forte, non sei ancora all’altezza del terzo livello del Super Saiyan. Ti conviene mostrare il centro per cento delle tue possibilità, se non vuoi fare una brutta figura”

“Tsk… se fossi in te, guarderei in alto” gli consigliò Broly. Goku guardò verso l’alto, ma all’improvviso una violenta esplosione lo fece precipitare a terra.

Non si era fatto molto male, ma la potenza dell’attacco aveva una furia che aveva dell’inedito, fra i colpi incassati da Goku.

Paragas strinse i denti. Broly, piuttosto che Kakaroth, doveva combattere Vegeta, che invece stava assistendo ai primi colpi di Broly senza muovere muscolo.

Quando invece doveva essere torturato, profanato, e infine ucciso, per aver dato alla Galassia un’eredità sporca con sangue infetto degli umani terrestri.

Ma a Broly quelle cose non interessavano.

Kakaroth doveva morire, e in fretta. Non si sarebbe mai dato pace finché non gli avrebbe chiuso quella bocca frignona per sempre, e doveva essere lui a farlo, e nessun altro.

Goku si diresse verso di lui, per colpirlo con una serie di pugni veloci, ma Broly li scansò tutti anticipandolo e salendo un po’ più su, per colpirlo poi a tradimento con un colpo a due mani.

Che purtroppo non ebbe l’effetto sperato, in quanto il Saiyan si scansò e cercò di colpirlo con una Kamehameha.

Piccolo commentò. “Se Goku deve fare ricorso così presto alla Kamehameha, allora Broly è davvero mostruoso!”

Broly sapeva cosa stava facendo il suo avversario, o quanto meno ne aveva l’impressione, così alzò ancora di quota e, presa una breve rincorsa, distrusse l’aere circostante affinché lui potesse beneficiare del fuoco, che a differenza di altre volte tuttavia era verde come la sua aura, e colpirlo infine con un colpo esplosivo.

Goku se ne accorse, abbandonò la Kamehameha all’ultimo secondo e si scansò utilizzando ala supervelocità, tenendo sempre quella velocità per confondergli le idee. Confidando nella sua stazza.

“Kakaroth, non hai capito proprio niente” sorrise Broly, e con grande sorpresa di tutti, riusciva a seguirlo, nonostante la forza che li divideva fosse rimasta inalterata.

All’improvviso, fra i due contendenti, si frappose Paragas: voleva fare un ultimo tentativo.

“Non costringermi ad ucciderti, padre” lo minacciò Broly.

Era un attacco al cuore di genitore del Saiyan, ma non era il momento per melensità che lo avrebbero distratto.

“Broly, tu devi aiutarmi. Tu puoi aiutarmi. Quella notte non avrebbe avuto senso salvarci se non avessi confidato in te sin dal primo momento. Vegeta è il nostro nemico comune, uccidilo dunque, e diventerai davvero il principe dei Saiyan”

Broly lo squadrò come se non lo avesse mai visto.

Era vero, uccidendo il re, lui sarebbe diventato un principe, ma non gli avrebbe conferito maggiore potenza né avrebbe eliminato Kakaroth.

“Mi hai stufato, padre. Tutte queste tue manie di sangue che non ho mai compreso del tutto. Il mio obiettivo, salvare questo Universo dalla feccia, è quanto mai distante dal tuo, e per questo motivo oggi tu morirai per mano mia”

Paragas si rese conto di aver messo entrambi i piedi nella fossa.

“No, aspetta, ragiona!” si ritrovò a supplicare.

Broly sorrise senza gioia e con una grande sfera che lanciò a mò di palla da bowling disintegrò senza possibilità di appello il proprio padre.

Il padre che a sua insaputa lo aveva sempre sostenuto, anche quando urlava durante la notte, infastidito dalle urla ancestrali che lo inseguivano sin dalla sua nascita.

Quello stesso padre che si era detto fiero di lui quando vide scritto sul suo cartellino “10.000”.

Adesso, quella era la sua riconoscenza.

Broly, il Super Saiyan della Leggenda, non riconosceva legami familiari, e dunque la profezia era stata rispettata.

“Finalmente starà un po’ zitto” commentò Broly, ignorando i pezzetti di cenere che cadevano tristi e lenti sulla terra.

“Maldetto… bastardo. Tuo padre non ti aveva fatto niente! La pagherai per questo!” gli disse Goku, completamente ignaro delle trame a cui puntava l’appena defunto.

“Certo che Kakaroth non pensa quando parla” commentò Vegeta.

“Oppure quando parla non pensa” gli fece eco la figlia, messa a braccia conserte allo stesso inquietante modo.

“… Bra, e io cosa ho detto?” ribatté il re dei Saiyan, con due sudditi in meno.

Nel frattempo, adesso che Broly non aveva più paletti, era pronto ad affrontare Goku, dunque espanse la propria aura e trascese il limite del Super Saiyan per arrivare al secondo livello.

“Questo mio padre non l’aveva visto… io mi nutro dell’ira. Della paura degli esseri. Ed è per questo che sono riuscito a respingere sempre e comunque la totalità dell’incantesimo a cui Paragas mi aveva sottoposto, riuscendo in qualche modo a gestire per conto mio la forza che cresceva dentro di me” spiegò Broly.

Ormai quel pianeta era in declino, sembrava che potesse esplodere da un momento all’altro.

Broly scoppiava di energia, e non sembrava avesse intenzione di fermarsi.

“Mio caro Kakaroth… preparati, fra poco il giudizio demoniaco si abbterà su di te… ma prima, ho intenzione di farti vedere un po’ di Potenza”

Cacciò un urlo belluino, e la sua aura crebbe in maniera esponenziale.

“Cavoli…” commentò il Sommo.

“Da dove è sbucato?” si chiese Kaiobith, al sicuro sul loro pianeta.

“Non lo so… non lo so davvero. Ho la netta sensazione che stiamo entrando in una crisi simile a quella di Majin Bu. Né il mondo dei Mortali né quello degli immortali sono al sicuro, in quanto il Super Saiyan della Leggenda è sceso nell’Universo per distruggerci tutti. Odio ammetterlo, ma Paragas ha avuto una buona idea a fungersi da sigillo. E ora che è stato infranto, Goku è la nostra unica speranza”

“Allora?” chiese Broly, una volta che il Secondo Livello del Super Saiyan raggiunse la massima espansione. “Cosa ne pensi? Riuscirai a tenermi testa?”

Goku annuì, e si lanciò verso di lui, ma Broly parò con l’avambraccio un calcio e l’altro un colpo energetico vagante.

“Mi sa che abbiamo la stessa forza” pensò fra sé il marito di Chichi.

Non aveva idea di quella sarebbe stato l’esito dello scontro.

L’importante, comunque, era non perdere la testa, altrimenti avrebbero tutti passato dei guai.

“Paragas alla fine ci serviva, eh?” rifletté Piccolo, accanto a Gohan.

“Già… adesso prepariamoci. Non sappiamo cos’ha in mente Broly, e mio padre da solo non può farcela”

“Grazie per la fiducia!” gli rispose sarcastico Goku, che cercava di liberarsi dalla morsa del suo avversario, cosa alla fine ottenuta espandendo la sua forza con una barriera.

“Kakaroth… hai mai provato terrore?” chiese Broly, per nulla intimorito. Era assurdo come in teoria ci fosse un livello di differenza eppure non sentirla.

 

 

 

 

 

Goku non ha mai provato terrore? Voi che dite? Broly finalmente si è sprigionato, e adesso ne vedremo dlle belle! Ci saranno botte a non finire, e il sangue uscirà da tutti iu pori, ma fate attenzione: Broly non avròà pietà proprio di nessuno, e sicuramente saleterà qualche testa! O forse no? Grazie come semrpe pe ril viostro feedback! Mi fa sempre piacere discutere un po' sulle robacce che s crivo ;) 

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Capitolo 17
*** Una forza sconfinata ***


“Che vuoi dire?” chiese Goku.

“Quello che ho detto” rispose Broly. “Mi dispiacerebbe se tu abbia già avuto quella sensazione, perché voglio essere il primo in assoluto a fartela provare”

Goku non ricordava di avere mai provato terrore, ma i battiti del cuore accelrati, il film della propria vita che va sfrecciando in pochi secondi nella tua mente, il timore di perdere tutti i propri cari appena dopo pochi istanti, quelli sì che li aveva provati.

Quella sensazione di amaro in bocca. Ce l’aveva anche in quel momento.

“No, Broly” rispose, alla fine. “Non ho mai provato terrore. Paura, forse, ma non terrore”

Broly ridacchiò.

Gohan sapeva invece di cosa stava parlando Broly.

“Non dirmi che sta per farlo…” biascicò fra sé, i nervi paralizzati.

“Che ti succede, Gohan? Non farmi preoccupare!” chiese Piccolo atterrito, in quanto sembrava proprio che Gohan stesse per avere un malore oppure fosse vittima di un tremendo incantesimo.

“Piccolo… STA PER ATTACCARCI!”  urlò il primogenito di Goku, ricordando perfettamente il terribile trauma che aveva vissuto all’età di dodici anni, quando i Cell Junior avevano torturato sadicamente il padre e tutti i suoi amici convenuti per il Cell Game.

A quell’età, era dura da accettare senza riflessi condizionati, e in effetti anche se il tutto si era risolto da tempo immemore, Gohan non aveva mai sconfitto il terrore nella sua anima.

E adesso, l’incubo si era ripresentato, proprio come quelle notti in cui si è costretti a rivivere lo stesso sogno, senza riuscire a svegliarsi.

Solo che il pugno alla mascella che ricevette risuonava come un gong così vero da non poterci fare niente.

Broly lasciò perdere dopo un colpo il povero Gohan e si concentrò su Piccolo, il quale la serie di colpi energetici non sortì alcun effetto sulla scorza dura del Saiyan che afferrò entrambi i suoi arti con le braccia e lo colpì alla colonna vertebrale con ginocchio, provocandogli un dolore atroce.

Piccolo non poté fare a meno di sputacchiare un po’ di sangue e cadere inerme a terra, a piangere dal dolore.

“E chi si aspettava che avesse tuta questa forza! Non è un Super Saiyan II normale!” si ritrovò ad urlare, col solo Gohan come auditore, che stava rialzandosi per colpirlo con una Kamehameha, ma Broly lo colpì una seconda volta con un pugno super veloce, in modo da non far capire da dove provenisse.

“MALEDETTO! LASCIA STARE MIO FIGLIO E PICCOLO!” urlò Goku, lasciandoci verso di lui per affrontarlo, ma Broly si scansò e andò ad affrontare invece Goten e Trunks.

“Dobbiamo tentare una Fusion a tempo di record!” disse Goten, in preda al panico.

”Ma non abbiamo passato un’ora dall’ultima!” puntualizzò Trunks, con gli occhi fuori dalle orbite.

Se non avesse perso tempo a fare quell’obiezione, forse ce l’avrebbero fatta, invece Broly si frappose in mezzo a loro e disse “Fusion, eh? E voi siete tanto stupidi da non capire che non vi avrei mai permesso di compierla?”

Goten e Trunks si trasformarono in Super Saiyan, ma Broly si erse a mezz’aria e con un tonfo apocalittico scese a terra, creando un boato che spinse via i due amici.

Broly aveva calcolato tutto, infatti prese entrambi per la testa e dopo averli strizzati per bene fino a far loro uscire del sangue dalle tempie, li fece cadere a terra.

Il figlio di Paragas leccò il sangue con fare osceno.

“Chi è il prossimo?” chiese, un ghigno malefico dipinto sul suo volto. Aveva anche perso le pupille. Era irriconoscibile, sembrava davvero aver perso la coscienza di sé, per chi lo vedeva la prima volta.

Ma la precisione e la forza con cui distruggeva i suoi nemici non lasciava adito a dubbi: aveva intenzione di uccidere tutti i bipedi che gli capitavano a tiro, fossero essi amici o nemici.

Ub si fece avanti. “Te la vedrai con me!”

“NO, UB!”

Il fatto strano era che sia Goku che Bra lo avevano detto in contemporanea.

Il Saiyan guardò la figlia di Vegeta con un certo interesse. Perplesso interesse.

“Bra, maledetta! Che cosa dici?” la apostrofò Vegeta, anticipando Goku.

Bra sapeva di averla fatta grossa e così arrossì, com’era tipico.

“Mi è uscito senza che io lo volessi, e dire che mi sto allenando a dominare i miei sentimenti…” pigolò imbarazzatissima.

Goku ridacchiò, ma non era certo il momento di romanticherie.

Ub sorrise tristemente a Bra. Non aveva capito molto, così rispose “Devo farlo, Bra! Come puoi dirmi di non andare?” e, attivato il Kaiohken, andò ad affrontare Broly, che non vedeva l’ora di affrontarlo. Era rimasto imbambolato a guardare Bra che faceva teatrino con Goku e Vegeta.

“Finalmente sie pronto per affrontarmi?” chiese Broly, già pronto con due bombe verdi per mano.

Ub lo stava per colpire con un pugno in faccia, ma Broly lo scansò e con estrema violenza schiacciò la sfera verde sulla faccia del ragazzo e con l’altra lo spedì in alto, installandogliela senza farla esplodere sulla sua schiena. Solo dopo aver percorso molti metri esplose con un fragoroso boato.

Ub ricadde a terra con un altro altrettanto fragoroso boato.

“Patetico” commentò Broly, avvicinandosi al lui.

“Mi hai fatto attendere per nessuna ragione…  pagherai per questo”

Per Broly, quello era un motivo sufficiente per ucciderlo dopo atroci sofferenze.

Bra non poteva accettarlo. Le aveva suscitato un grande interesse, Ub, sin dal momento in cui lo aveva visto nella Lotta contro Kolom, ma allora non aveva avuto il coraggio di avvicinarglisi.

Invece durante l’anno passato aveva costantemente pensato al ragazzo che Goku stava allenando in gran segreto, e doveva dire che non era niente male: sempre meglio della gentaglia che frequentava a scuola, tutti così insulsi.

Invece lei puntava a qualcuno che riuscisse a tenerle testa, come forza e come intelligenza. Ub non doveva essere sveglissimo, ma il bell’aspetto compensava quella mancanza.

E a parte quello, l’averci appena cominciato a provare e subito dopo vedersi arrivare Broly che stava scricchiolando lentamente le sue ossa, non era una situazione che poteva accettare.

Così senza pensarci due volte, si trasformò in Super Saiyan e andò a combattere il mastodontico bestione.

Ma stavolta fu il turno di Goku di fermarla, dato che Vegeta aveva ordinato solo un alt così imperioso da farsi sentire persino sul pianeta dei Kaioshin.

“Che stai facendo, Goku? Non mettermi le mani addosso!” strepitò lei, cercando di divincolarsi.

“Ragiona, Bra! Sei tornata in vita da appena un anno! Cosa direbbero i Namecciani se dovessimo farti tornare di nuovo in vita, eh? Rifletti bene, non stiamo giocando! Se c’è qualcuno che può affrontare quel mostro, siamo io e Vegeta!”

“Ma tu non stai facendo nulla, però” protestò Bra.

“… Lo considero parte dell’allenamento” si difese il Super Saiyan a mezza voce, ma gli faceva male il cuore, in realtà.

Bra si rese conto che aveva ragione. Non poteva tornare in vita un’altra volta.  Vegeta trasse un sospiro di sollievo, segretamente felice di quel lampo di saggezza da parte dell’odiato Kakaroth.

Ma se Broly avrebbe osato toccare il suo obiettivo, lo avrebbe bastonato a dovere. Figuriamoci poi se osava torcere un capello a sua figlia, la carne della sua carne.

Trunks era abituato a prenderle, non c’erano problemi ,ma Bra… così simile a Bulma.

Così simile a lui. Doveva proteggerla ad ogni costo.

“Hai ragione, Goku. Tornerò mesta nel mio cantuccio, anche se sarebbe tuo dovere andare a salvargli la vita, perlomeno” disse infine, tornando normale.

Goku sorrise. “Sarà ciò che farò fra poco”, espanse la sua aura e andò a togliere Broly dal corpo di Ub con un calcio ben assestato alla spalla.

“Non so se la massa che ha nei muscoli gli faccia sentire dolore, ma quantomeno ci ho provato” pensò fra sé, poi prese il sacchetto dei Senzu.

Karin glieli aveva dati prima di partire.

Ancora una volta, aveva ragione, quel gatto bianco.

“Sta’ attento, Goku” gli aveva detto, in tono molto serio. “Stavolta non so se riuscirai a salvare la pelle. In realtà, I Gi’isa non mi sembravano una minaccia”

Goku strinse le labbra. “Non preoccuparti, Karin. Ce la siamo sempre cavata! Guarda Yajirobei, per esempio: sta mangiando tutti i tuoi tofu e ti glielo lasci fare!”

Come a dire che lui se ne preoccupava.

Mentre Karin stava dando una lezione a quel Terrestre ozioso e mangione, Goku si avvicinò al barile dei Senzu.

Non si er amai capito dove esattamente li coltivasse, ma gli avevano salvato la vita in ben più di un’occasione.

La sua o del suo amico più prossimo.

“Spero di non doverne usare” borbottò, anche se sapeva bene che avrebbe dovuto farlo.

Così mise due dita sulla fronte e tornò a prendere i suoi amici per poi andare alla volta di Neo Vegeta.

Con sommo dispiacere, ne inserì uno a Ub, uno a Gohan, uno a Piccolo, uno a Goten e un altro a Trunks.

Erano finiti. Non ne erano rimasti ancora, cosicché non sarebbe rimasto tentato di “ricaricarsi” appena le cose si sarebbero messe male.

Perché si sarebbero messe male, e lui lo sapeva.

“Come osi? KAKAROTH, IO TI AMMAZZOOOOO!” urlò Broly, non appena si rese conto di quanto era successo.

Lo scontro era appena cominciato. Goku doveva fare ricorso a tutte le sue forze per cercare di ribaltare la situazione e tenere una costante offensiva.”non posso perdere, non contro di lui” pensò fra sé.

Cominciò dunque un violento scontro, del quale si sentiva solo il boato dei colpi, facendo tremare la terra, già sconquassata.

Il fischio prodotto dall’elevata velocità rimbombava nelle orecchie.

Vegeta nel frattempo osservava il tutto, stringendo le spalle della figlia piccola, che voleva andare a vedere le condizioni di Ub non appena si era rialzato.

Lui era il re dei Saiyan, o forse no?

Aveva assistito alla morte di uno dei suoi migliori sudditi senza battere ciglio.

E in quel momento, il suo peggior nemico (e miglior amico, si disse con riluttanza) stava impegnandosi a fondo in una  battaglia persa.

“Dannazione” si disse, “non possiamo fare niente. Il Super Saiyan si è scatenato, e noi possiamo solo prendere atto di ciò”

Bra si girò verso suo padre.

“Non è vero, papà” disse con fare rassicurante, “c’è sempre una speranza”

Vegeta fu colpito da quell’osservazione.

 

 

 

 

 

Bra è molto fiduciosa, ma ne ha ben donde: Goku è famoso per i suoi atti eroici, e contro Broly non vuole essere da meno, solo che il suo avversario è proprio il figlio di Paragas, e non si lascerà piegare in nessun modo, non questa volta! Voi che ne pensate? Gradirei un parere anche su questo capitolo! Alla prossima :D

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Capitolo 18
*** La sconfitta di Vegeta ***


Era vero, e non c’era bisogno di una quindicenne per farselo dire.

C’era sempre una speranza, e se Kakaroth ci stava provando, il re dei Saiyan a maggior ragione doveva scendere in campo.

Si trasformò in Super Saiyan di terzo livello e andò ad intromettersi nello scontro all’ultimo sangue.

“MALEDETTO BASTARDO! FINAL FLASH!”, tanto per cominciare, Vegeta irruppe nel campo di battaglia col suo colpo più potente.

Un gettito di luce purissima partì dai palmi delle sue mani, che con la fretta di attaccarle urtarono facendosi pure male.

Il boato che ne conseguì provocò una violenta scossa sul pianeta, e distrasse i due contendenti, che accusarono il colpo.

Entrambi.

In realtà, Vegeta, stava solo dalla sua parte.

Non gli importava niente,  né di Kakaroth, né di Broly e dei suoi complessi.

“Adesso dovrai vedertela con me, Broly”, disse Vegeta, in tono da vero re, puntandogli il dito contro.

“Vegeta!” urlarono entrambi, stupefatti.

“Sta’ più attento, la prossima volta! Hai colpito anche me!” lo ammonì Goku, che confidava nella lealtà del re.

“Stai pur tranquillo, Maestà” interloquì Broly, “che appena sistemo Kakaroth toccherà anche a te”

Un minuto di silenzio.

“Soprattutto a te” proseguì, con tono minaccioso.

Goku disse a Broly. “Prima dobbiamo finire il nostro scontro”

“Certo, non me ne sono dimenticato” rispose Broly, “tu, Kakaroth, hai un posto speciale nella mia testa”

In quel momento, partirono senza essere invitati i piagnistei di quella stessa persona, decenni prima.

Alla sua sinistra, quel bambino non faceva altro che piangere.

“Ti ho detto che non sono ancora al massimo della mia potenza?” proseguì.

Goku sbuffò. “Nemmeno io, sai?”

Broly annuì come se approvasse.

“Bene, allora direi di trasformarci e dare il via al nostro combattimento vero! E bada,. Kakaroth: non avrò pietà nemmeno della tua più piccola cellula!”

“Nemmeno io per te” rispose lui. Ma temeva dentro di sé un’altra rappresaglia sui suoi amici e figli. E stavolta non c’erano Senzu che tenevano.

Per prima cosa, lasciò che fosse Broly a raggiungere la tanto temuta massima potenza.

Sarebbe stata qualcosa di apocalittica, perché tutti se n’erano accorti.

“Stavolta non ce la caveremo con una schiena rotta” borbottò Piccolo, sbiancando.

Lentamente, ma inesorabilmente, Broly si lasciò allungare i capelli su tutta la sua schiena.

Aumentò progressivamente di dimensioni, e gli uragani nel cielo alzavano un gran polverone, oltre a distruggere la crosta terrestre.

Non si sentiva più nemmeno il cattivo odore, l’aura di Broly copriva qualunque altra cosa non fosse necessaria.

Un’ultima esplosione di energia, e la trasformazione fu completa.

Il palazzo dietro di loro crollò con un boato magnifico.

Il cielo era ricoperto di nuvole che rilasciavano saette violentissime ad intervalli regolari.

Gli Z Warriors a terra si ripararono come meglio potettero.

Goku e Vegeta, entrambi trasformati in Super Saiyan, fissavano allibiti la nuova figura splendente quanto una stella che si ergeva davanti a loro, ma di colore verde.

Quello era il limite della Leggenda, oltre quello l’infinito.

Broly aveva raggiunto il massimo della sua potenza: il Super Saiyan leggendario, come stava scritto. Nel corso degli anni, il livello di dieci mila era stato abbondantemente potenziato.

“Questa è la mia vera forza” annunciò il figlio di paragas.

Non vi era bisogno di specificarlo, ma dirlo in quel modo si poteva rendere conto di come Goku e Vegeta erano esseri inferiori, davanti la Leggenda.

Zenit avrebbe solo invidiato quella potenza.

Non aveva limiti, o perlomeno non visibili. Sembrava già in quella posizione pronto a fare una strage che nessuno sarebbe riuscito a fermare.

“Nessuna Galassia è al sicuro. Preparati, Kaioshin!” disse il Sommo, alzandosi.

“Preparami a fare che? Se Goku e Vegeta non ce la fanno, noi siamo morti!”

“Per questo dico di andarcene!” ribatté lui. “Ce ne andremo con dignità in un altro pianeta!”

“Ha appena detto che nessuno è al sicuro…” obiettò Kaiohbith.

“Ed è proprio per questo che dobbiamo andarcene, o vuoi morire ucciso?”

Non si capiva bene cosa il Sommo volesse dire, se intendeva morire in mezzo alla gente che governava oppure creare un pianeta ad hoc a prova di Broly.

Nel frattempo che il Sommo sbrogliava l’intricato pensiero, Broly cominciò a parlare di nuovo.

Lka sua voce pareva di seta, adesso che la sua trasformazione era completata. Non sembrava malvagia, eppure era in grado di tagliare in due un cuore.

“Kakaroth” disse, “ comincio da te. Io ti odio, e dovrai pagare per il male che mi hai fatto”

“Se almeno sapessi quale…” pensò fra sé Goku, inconsciamente consapevole che ribattere in quel modo gli avrebbe causato solo grane.

Si spostò con la supervelocità e cominciò a colpirlo con una serie veloce di pugni, che al momento dell’impatto erano in grado di spappolare dall’interno gli organi, se non protetti adeguatamente.

Fatto stava che Goku in qualche modo se la cavò, ma al posto della saliva, in bocca in quel momento aveva sangue, del quale ne asciugò solo quello in eccesso sulle labbra.

Goku voleva trasformarsi, ma non capiva come fare, visto che Broly non gli dava tregua, i colpi si ripetevano in successione come se non avesse bisogno di pause tra un pugno e l’altro.

Un vero automa senza passioni né stanchezza.

“Cavolo… così non ce la farò mai! È troppo forte!” commentò. Non gli veniva in mente nien te, e comunque il tempo per riflettere era davvero ridotto all’osso, che già un altro pugno o calcio arrivava senza pietà.

Vegeta decise di collaborare lasciando un secondo Final Flash.

“Stavolta mirerò direttamente a Broly, non mi piace che Kakaroth prenda sempre tutta la gloria” pensò fra sé.

Questo è ciò che gli diceva la testa, ma il cuore voleva salvare il suo migliore amico. Colui che lo aveva salvato molte volte e non aveva mai chiesto niente in cambio.

Era venuto il momento per il re di ripagare il suo debito.

“Final Flash!” disse, e una seconda volta il raggio luminoso partì in direzione di Broly come un missile intelligente.

Il figlio di Paragas se ne accorse con largo anticipo e lo scacciò come se fosse stata una mosca molesta, senza ripercussioni di sorta.,

“Vegeta! Hai finito coi giochi pirotecnici oppure dovrai tediarci ancora con questi tuoi giochetti?” gli urlò contro, tenendo Goku per la gola, evidentemente ammaccato.

Tornò a guardare la faccia di Goku, a metà tra il sofferente e il divertito.

“Ridi cella mia battuta sui giochi pirotecnici?” chiese Broly.

“No… rido di te. Essere infelice!” lo punzecchiò Goku.

Broly tornò con la mente a tutti gli anni passati accanto a suo padre, che lo aveva umiliato, condannandolo ad anni di schiavitù mentale per controllare la sua forza.

Anni di insonnia, a causa di quell’essere ora nelle sue mani.

Anni di sofferenza, vedendo gli altri che socializzavano, e lui rimaneva solo a combattere con le sue smanie di violenza.

Anni crudeli, in parole povere, che contribuirono in maniera decisiva a quella situazione.

Goku avrebbe dovuto riflettere, prima di frignare in quel modo.

Ma lui non lo aveva mai fatto, e anche durante l’età della ragione. Il suo buttarsi nella mischia era proverbiale.

E adesso, avrebbe pagato con la vita.

“Un attimo solo, Kakaroth” disse Broly, alla fine. “Vado a sistemare Vegeta, prima. Tu intanto guarisci con quella medicina strana che hai dato ai tuoi amici”

Goku tossicchiò. Era vero, aveva anteposto i suoi amici prima di lui.

Per quello non avrebbe preso alcun Senzu.

In quella posizione, sdraiato e con ogni singolo osso rotto, Goku vide Broly torturare anche Vegeta, che subì ogni sorta di colpi.

“Pressa Gigante!” urlò il figlio di Paragas, e una sorta di barriera protettiva verde si frappose fra lui e il re dei Saiyan, il quale quest’ultimo subì tutta la forza che aveva nella spalla sinistra, per poi cadere a terra con un colpo a due mani.

Erano basatati pochi secondi, e anche il fiero Re era caduto.

Cosa rimaneva, allora?

“La speranza” si rispose Goku. Avrebbe dovuto guardare la Luna o anche un’ Onda Bluetz, che la sostituisse, e sperò che anche Vegeta l’avrebbe fatto, o che comunque avesse la forza di fare quella tecnica.

 

 

 

Scusate il ritardo ^^ ma mi ero dimenticato di pubblicare LOL beh, comunque non ha importanza, rieccomi qui con un nuovo entusiasmante capitolo! Cosa ne pensate? 

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Capitolo 19
*** All'attacco ***


Come guardarla, senza che Broly se ne accorgesse? In ogni caso, era felice di sapere che nel caso succedesse, anche i vestiti sarebbero aumentati di taglia, e anche quelli di Vegeta.

Era stato un argomento pregnante in quell’ultimo anno. Vegeta non avrebbe più indossato gli indumenti di Piccolo, nemmeno sotto tortura.

Doveva innanzitutto rialzarsi.

Sapeva a cosa andava incontro, ma per il momento era così che andava.

Per fortuna, il Super Saiyan di Terzo Livello non ne aveva risentito.

Così caricò ancora la sua aura e decise di passare al contrattacco.

“Oh, meno male, Kakaroth! Stai mantenendo fede alla tua razza!” si complimentò Broly, che scese a terra dolcemente.

“Broly… non mi fai paura” disse Goku.

“Non farmi ridere, Kakaroth. Lo so benissimo che bluffi, come se perdere tempo addolcisse la tua morte atroce e dolorosa che ho intenzione di impartirti!”

Certamente, sarebbe stato meglio per Goku che Vegeta non avesse perso i sensi, così da combattere insieme ancora una volta.

In realtà, era sempre stato solo negli scontri decisivi. E ce l’avrebbe fatta anche quella volta, confidava nello Zenkai Power, anche se non aveva idea di come avrebbe potuto funzionare malconcio com’era.

“Goten, dobbiamo dare una mano a Goku! Siamo gli unici a parte i nostri padri che sanno raggiungere il terzo livello del Super Saiyan! Anche se non è passata un’ora, col Senzu ci siamo ripresi!”

Goten annuì convinto, anche se aveva una paura matta di quello che avrebbe potuto fare Broly; che nel frattempo stava miracolosamente subendo al rimonta dell’avversario, il quale puntava sul Teletrasporto e sull’azzeramento temporaneo dell’aura, anche in versione Super Saiyan.

 Tutto ciò frutto dell’addestramento con Dio, quando si trattava di risultare più trasparenti dell’aria e tenere pulita la mente dai pensieri immondi.

A volte, i vecchi maestri erano più lungimiranti di quelli più recenti, e contro Broly Goku ne ebbe la conferma.

In quel modo, Goten e Trunks potettero congiungersi nuovamente sotto la Fusion, risultato dell’antica Danza di Metamor, la più fedele ai costumi e alle tradizioni del pianeta.

“Rieccomi!” annunciò la Fusion, pronta e al cento per cento della sua forza.

Broly si voltò verso di lui. “Grrrr. Ci sei riuscito, eh? Bastardo, Kakaroth! Mi hai distratto!”

Goku ridacchiò. “Bravi, ragazzi”

Date un po’ di respiro a Vegeta. Ho bisogno anche io della Fusion, e alla svelta, pensò fra sé.

“Credo che Goku abbia in mente qualcosa” disse Piccolo. “Ma non so cosa. La situazione è disperata, però quel suo senso di sicurezza mi lascia sempre basito. Esattamente come al Cell Game, alla fine aveva ragione lui”

Ma il terrore di perdere Gohan lo aveva inseguito anche oltre quel dannato giorno.

Broly era tornato ad avere due avversari.

“Ahahah, non fatemi ridere. Non potete nulla contro la Morte in persona, che è scesa sulla Terra a mietere anime!” li provocò.

Goku rispose. “E noi te lo impediremo! Vai, Super Gotenks!”

Quest’ultima sapeva già cosa doveva fare, e in effetti era l’unica tattica che avrebbero potuto usare: tralasciando il piano fisico, Gotenks poteva supportare Goku sul piano puramente tecnico, creando un intero esercito di Super Ghost Kamikaze Attack atti a confondere il Super Saiyan, per poi inserirsi Goku e colpirlo con una serie di colpi fisici ben assestati.

E così accadde: Broly, che non aveva mai visto tanti fantasmi tutti in una volta, decise di affrontarli, ma logicamente al primo tocco esplosero tutti, in quanto si erano lanciati proprio sopra il suo corpo, creando diversi megatoni di potenza.

Goku sorrise, raccolse un po’ della sua forza raccogliendola in una mano e lo colpì con un pugno esplosivo, tralasciando giochetti come il Ryuken che sarebbero serviti come colpi finali. Oltre al pugno esplosivo, Goku lo accecò col Taiohken e poté continuare a colpirlo con una serie veloce di calci e sfere di energia, per poi infine farlo schiantare a terra con un colpo a due mani.

Il marito di Chichi aveva il fiatone, ma era soddisfatto di quella sua prima tattica.

“Di sicuro avrà sentito un paio di colpi” commentò.

Broly si rialzò,m e in effetti era un po’ affumicato, e presentava un largo strappo sul ginocchio destro, lasciando intraveder eun ginocchio sbucciato.

Ma quello lo portava sicuramente a un’ira più grande di quella che finora aveva avuto.

“Maledetti” commentò. “La vostra punizione sarà ben peggiore! Dopo che avrò finito con voi, non rimarrà nemmeno l’odore!”

“Lo vedremo!” dissero in coro Goku e Gotenks.

Broly tentò di nuovo la Pressa Gigante, ma visto che era un trucco già usato, a i due bastò scansarsi all’ultimo secondo per non essere colpiti, tuttavia Broly, che se lo aspettava, fece cadere dal nulla una serie di sfere verdi, che per loro fu difficile evitarle tutte, poiché non se l’aspettavano.

“Vi è piaciuta la Trappola? So anche io fregare i miei avversari, non abbiate timore” li avvertì Broly, puntandogli loro contro il dito.

Goku e Gotenks lo fissavano costernati.

“Mi sento così impotente” commentò Gotenks.

“Non dirlo a me, io sono anche stanco e mi fanno male le ossa… ma non posso fermarmi! Nel va della salvezza di tutti coloro che abbiamo lasciato a casa, soprattutto!”

Nel frattempo, Bulma, che si era rialzata dopo il crollo inaspettato del Palazzo, osservava arruffata e piena di lividi tutto lo scontro.

“E così quello sarebbe… Broly? Mamma mia… certo che Goku è davvero sfortunato, e dire che voleva solo andare a vedere Vegeta re, e invece si ritrova contro il Super Saiyan della Leggenda! Devo fare qualcosa per aiutare lui e Vegeta, oppure di qua non ne usciamo!”

E si mise subito a cercare qualcosa che l’avrebbe aiutata in tal senso. Essendo un genio, avrebbe ricavato qualcosa anche dagli strumenti dello studio di Paragas distrutti da Broly, quand’anche fossero stati ridotti in briciole, perché come diceva sempre “Un chip è molto importante”.

Ogni volta che lavorava sui marchingegni, usciva quella frase.

Intanto che arrivava l’aiuto, Vegeta osservava Gotenks e Goku combattere al posto suo, che era stato pestato per bene in pochi minuti.

“Possiamo essere cinquecento… non ce la faremo mai, o forse…”

Già.

Il Super Saiyan di Quarto Livello. Ma come arrivarci, senza Luna e senza un briciolo di energia per creare un’Onda Bluetz?

Se ne avesse avuto la possibilità, avrebbe già creato una piccola sfera di energia, ma in quelle condizioni non aveva mezzo alcuno né per aiutare sé stesso né per aiutare gli altri.

Con il Super Saiyan IV, avrebbe accettato persino di fare la Fusion.

A quel punto, gli sembrava un’idea da non scartare.

Voleva vincere, come sempre, per proteggere Bulma e i suoi figli, anche s egli sembrava una vana chimera e avrebbe significato gettare al vento al dignità di re.

E poi, che senso aveva chiamarlo “re” quando non c’era regno alcuno ad ospitarlo e i sudditi si contavano sulle dita di una mano?

Vide Broly bloccarsi a causa di uno scudo fatto di terra creato da Kakaroth: evidentemente, quell’odore nauseante era sentito anche dal Super Saiyan della Leggenda.

Avrebbe voluto riposarsi da un’altra parte, ma le forze gli mancavano.

All’improvviso, girò la testa verso sinistra, perché il suo campo visivo aveva appena inaugurato una nuova figura indistinta.

Era un aggeggio, sicuramente creato da Bulma sul momento.

“Non so se ce la posso fare con questo” disse alla fine lei, alla figlia che aveva dato volentieri una mano, anche se non era al livello della madre nel lavoro manuale.

“Madre, se non lo sai tu, allora potremmo andare a farci benedire, direttamente!” la incoraggiò Bra, che controllava le ultime leve.

Bulma deglutì: qualora dovesse fallire , Vegeta avrebbe potuto anche lasciarci le penne.

Non era sicura che tuttavia l’avrebbe biasimata: Vegeta invece avrebbe apprezzato il tentativo, come tutte le cose che lei faceva per lui.

“Bulma! Non funziona tanto bene la Gravity Room, non arriva nemmeno a mille volte la gravità!” aveva detto, ma lei sapeva che era un suo modo per renderla partecipe di ciò che faceva lui dentro quella stanza omicida.

In ogni caso, abbassò la leva d’accensione.

Un raggio blu partì dall’antenna che aveva ricavato fra gli strumenti distrutti da Broly nello studio sotterraneo di Paragas.

Il raggio colpì Vegeta senza che Broly si fosse accorto di alcunché, poiché era ancora impegnato nello scontro fra Goku, Gotenks e i Ghost Kamikaze Attack, i quali se non altro avevano il compito di parare i colpi più forti del Super Saiyan esplodendo all’impatto.

Il re dei Saiyan venne solleticato da quell’ammasso di energia.

“Che cosa mi sta succedendo? Non sarà un’altra diavoleria di Bulma?” pensò fra sé.

E in effetti, la sua forza stava lentamente ritornando, tanto che tornò a muovere i quattro arti con estrema disinvoltura.

Si rialzò e guardò sorridente lo scontro violento che si stava svolgendo davanti a lui, apparentemente indifferente alle folate d’aria che gli arrivavano addosso e che gli scompigliavano i capelli.

Aprì il palmo della mano destra e subito ne uscì una sfera azzurra.

“Bene, adesso vedremo…” si disse fra sé.

 

 

 

 

 

Bulma è sempre decisiva, nevvero? E adesso vedremo come si comporterà Vegeta contro Broly, anche se non credo che sia una situazione facile! Staremo a vedere, nel frattempo vi ringrazio, state recensendo numerosi!

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Capitolo 20
*** Broly supera ulteriormente il limite ***


Vegeta deglutì.

Stando a quanto aveva detto l’amico tappo di Kakaroth durante il suo primo scontro contro di lui, egli non aveva coscienza di sé quando si trasformava in Ohzaru.

Doveva rischiare: il destino del mondo era nelle loro mani.

Nel frattempo, mentre Goku lanciava l’ennesima roccia verso Broly per rallentarlo a causa dell’odore rancido di cui erano impregnate, si accorse che Vegeta stava lanciando l’Onda Bluetz verso il cielo, come a creare una luna.

Notò anche che Broly non aveva la coda, per fortuna. Ringraziò paragas per questo aiuto involontario.

Poco più lontano, Bulma sorrise. “Bene, Vegeta! Adesso lascia fare a me!”

Tornò alla tastiera che aveva fatto con dei fogli di carta che magicamente rispondeva ai comandi e digitò una serie di codici. In quel modo, l’Onda Bluetz modificata avrebbe assorbito la luce del satellite di Neo Vegeta, invece di quella della Luna, poiché quest’ultimo satellite era troppo lontano e non avrebbe conferito abbastanza forza.

“Uhm… ma certo!” . Vegeta aveva capito subito. “È Bulma che mi sta manovrando a suo piacimento…”

Come aveva sempre fatto, si disse fra sé.

Lo aveva convinto a vivere a casa sua, dopo aver saputo che Goku era sopravvissuto a Namecc.

Lo aveva convinto a procreare Trunks, nel suo momento più buio.

Lo aveva convinto a sposarla e a fare un’altra figlia, il suo orgoglio fatta persona.

E adesso, lo stava aiutando a vincere contro il Super Saiyan della Leggenda.

Bulma, sempre Bulma. Solo Bulma, nella sua vita.

Si lasciò trasportare verso le emozioni che provava per lei e si trasformò in un Ohzaru, sperando che la forza decuplicata non avrebbe fatto troppi danni.

“Caspita… adesso anche Vegeta nel campo di battaglia” commentò Ub.

“Mi domando a che pro trasformarsi in Ohzaru… di certo, tre contro uno adesso li metter in un buon vantaggio, ma Broly ha dimostrato di non avere limiti” commentò Piccolo, analizzando la situazione-.

“E allora che cosa pensi di fare?” chiese Gohan.

“Mi limiterò a fare da retroguardia qualora l’avanguardia perda una delle sue maglie. Mi tengo pronto col Makankosappo” fece Piccolo, con due dita già allineate.

Vegeta sparò innanzitutto un raggio dorato verso Broly, che tagliò la strada a quest’ultimo, il quale erta pronto a colpire Goku con uno dei suoi micidiali pugni.

“Che cosa è stato?” chiesero entrambi.

Vegeta lo salutò con un secondo raggio sparato dalla bocca, che Broly in quel caso deviò con naturalezza, ma nel frattempo un paio di Super Ghost Kamikaze  gli si attaccarono alla schiena ed esplosero.

Non avendo  aura, si erano dimostrati gli avversari più pericolosi per lui, anche se comunque non gli arrecavano molti danni, tuttavia gli facevano perdere qule tempo necessario a Goku a colpirlo con un paio di colpi fisici e farlo schiantare a terra.

E ancora tuttavia, Broly non risentiva della fatica, mentre Goku era già acciaccato e Gotenks stava esaurendo il suo tempo a disposizione.

Sia Goten che Trunks, uniti nel corpo, tremavano all’idea di cosa sarebbe successo di lì a cinque minuti ai loro corpi.

Non volevano nemmeno immaginarlo, dunque si tuffarono verso la terra per affrontare Broly e rinchiuderlo in uno dei suoi famosi Anelli, che tuttavia il figlio di Paragas evitò con eleganza e contrattaccò con un paio di sfere energetiche che colpirono in pieno l’avversario.

Vegeta però era sempre lì, e cercò di colpire Broly pestandolo con una delle zampe, ma il figlio di Paragas rispose “Un avversario, più è grosso, più è colpibile”, e dunque attivò il martello Gigante e con una veloce rincorsa lo colpì in pieno stomaco, facendolo cadere.

Sfruttando la posizione da seduto, Vegeta fece un paio di capriole (per quanto potesse muoversi un gorilla di proporzioni mastodontiche) e attaccò nuovamente Broly, afferrandolo con una delle poderose mani.

“Ce l’ha fatta!” esclamò Gotenks, tornando ad essere due soggetti distinti.

 Nemmeno Broly si aspettava che sarebbe potuto accadere, tuttavia in quel momento era alla mercé della mano di Vegeta.

Che non sarebbe stata benevola.

“Bene, mio caro Saiyan” disse il marito di Bulma, “adesso ti stritolerò per bene e…”

Goku interruppe l’ascoltato perché un piccolo brivido gli attraversò le ossa.

Ricordava esattamente ogni singolo secondo passato dentro quella stessa mano, e tremava al pensiero di cosa sarebbe successo a Broly.

Sentire ogni osso che andava spaccandosi non era stata un’esperienza piacevole, e comunque il dolore, anche se scomparso, rimaneva dentro di lui ogni qualvolta ripercorreva con la mente i momenti passati.

Aveva urlato, aveva pianto, davanti al cinismo del Principe dei Saiyan, tuttavia lui aveva continuato imperterrito a giocare col suo corpo malandato, lasciandolo infine per puro miracolo, compiuto dall’unico gesto coraggioso di Yajirobei un tutta la sua vita.

Per Broly, non ci sarebbero stati amici pronti a sacrificare la propria spada.

Eppure, il figlio di Paragas non sembrava risentire della morsa del principe, divenuto re da poco.

Il Super Saiyan della Leggenda guardava sornione la faccia deformata dalla trasformazione del suo avversario con lo stesso sguardo sornione di sempre.

“Credevi che mi sarei fatto male senza prendere le dovute precauzioni, sire?” disse. Ogni sillaba era una goccia di veleno nella mente del gorilla.

“C-cposa vuoi dire?” chiese timoroso.

Broly ridacchiò, poi si concentrò al massimo e fece esplodere tutta la sua infinita potenza, che con sorpresa di tutti ebbe ad aumentare ancora.

“Ahahaha! Non sapete che posso usare lo Zenkai Power ogni qualvolta subisco colpi? Grazie al nostro scontro, Kakaroth, adesso posso arrivare fino al Full Power del terzo Livello del Super Saiyan!” annunciò trionfante.

Il Trionfo della Morte, tuttavia.

Goku, Goten, Trunks e Vegeta non riuscivano a credere ai loro occhi.

Fortunatamente la mano di vegeta rimase attaccata al braccio, ma una fortissima sensazione di pelle bruciata gli rimase nel palmo; tanto da spingerlo a trasformarsi in Super Saiyan IV senza perdere altro tempo.

“Bastardo… Maledetto bastardo! Morirai per aver fatto male ai tuo Re!” gridò.

“Voglio proprio vedere… ma prima, lasciami concludere lo scontro con Kakaroth, adesso che è scaduta la Fusion mi sa che i tuoi secondi sono contati. Fossi in te, reciterei le mie ultime preghiere, casomai ci fosse un dio ad ascoltarti.”

Ce n’erano tre.

Re Kaioh; che preoccupato osservava il tutto tramite le sue antenne.

“Oh, Goku! Trasformati subito ed esegui la Fusion con Vegeta! Dai, forza!” lo implorò, conscio che non poteva sentirlo se prima non si connetteva telepaticamente.”Cosa stai blaterando, Re Kaioh?” s’intromise il suo corrisposto dell’Ovest.

“Non sono affari tuoi! O forse sì… dato che Broly è una minaccia per tutta la Galassia!”

“Aahahah! Stupidaggini, non c’è nessuno che Pai Ku Han non sappia sconfiggere! Vero?” chiese al ragazzo che lo seguiva sempre, simile nell’aspetto a Piccolo, e forse altrettanto forte.

Ma non rispose. Era inutile farlo: il suo status di defunto non poteva essere cambiato, e pertanto non avrebbe potuto aiutare il suo amico Goku in quello scontro così delicato, anche se avrebbe tanto voluto.

Invidiava quel terrestre: aveva avuto la grazia della vita di Kaioshin il Sommo, pur di tornare in vita e distruggere Majin Bu, mentre a lui nessuno mai gli aveva offerto una tale ricompensa, eppure di tante buone azioni ne aveva fatte.

In quel preciso momento, il Sommo osservava corrucciato la situazione dalla sfera personale.

“Non ci sono dei ad ascoltare Goku, Broly? Ti sbagli… grazie alle sue amicizie intime, si è fatto amici molto importanti nella sfera divina!” rispose a tono il Sommo, lasciando allibito Kaiohbith, che capiva l’allusione del suo antenato.

“Mi sa che non ne usciremo vivi…” pensò quello che prima era il Superiore.

In effetti, la forza di Broly era superiore a poco prima, e Goku era in netta difficoltà, oltre al fatto che era impossibilitato a vedere l’Onda Bluetz a causa della massa enorme del suo avversario.

“Maledizione! Vegeta, dammi una mano, no?” chiese Goku, spalle al muro, cercando di sopperire la differenza di velocità col teletrasporto ed evitare pe rlomeno i colpi peggiori, visto che Broly era scatenatissimo.

Il re dei Saiyan espanse la sua aura: non era facile colpire da quella distanza un bersaglio con quella velocità, senza che nessuno gli desse una mano.

“Goten” Trunks! Dovrete distrarre il bestione mentre sparo il Big Bang Attack Forza Dieci!”

L’idea gli era venuta ascoltando Kakaroth, che contro Zenit aveva lanciato la sua tecnica migliore moltiplicata per dieci, e dunque nell’anno successivo Vegeta aveva sviluppato la sua tecnica allo stesso modo, per non rimanere indietro.

I due amici annuirono meccanicamente, si trasformarono in Super Saiyan e attaccarono la schiena del leggendario combattente,m consci che erano alla stregua di due moscerini.

Anzi, probabilmente due moscerini sarebbero stati più utili.

Infatti, Broly non si girò nemmeno, gli bastò espander euna barriera di energia verde piena di scariche elettriche per allontarali e metterli addirittura fuori combattimento.

I due corpi sussultavano ancora a causa delle scariche quando Vegeta sparò il suo colpo.

Broly non se lo aspettava e venne cokpito in pieno.

Goku ne approfittò pe rghuardare l’Onda Bluetz, dando il via alla trasformazione che lo avrebbe aiutato nello scontro.

“Per fortuna” sospirò poi, alla fine della trasformazione. La stanchezza era giunta a livelli pazzeschi, cposì come la fame, ma per il momento andava bene così.

La Fusion con vegeta si avvicinava a grandi passi, ma prima dovevano vedere le condizioni del figlio di Paragas dopo l’impatto, che era stato comunque violento.

Dal polverone uscì un asfera di proporzioni gigantesche, sche spaccò in due il suolo creando piccoli vulcani.

Goku la schivò,m e Vegeta la distrusse con un secondo colpo energetico.

“E così anche voi avete raggiunto la massima potenza, eh? Bene… vorrà dire che proverò ancora più piacere nel vedervi urlare come maiali!” disse Broly, ricoperto ora di ferite profonde.

Cominciava davvero a logorarsi o era tutta scena?

Broly aveva davvero la scorza più dura dell’acciaio Kaccin? (il materiale con cui era stato fatto il blocco che Gohan avrebbe dovuto spezzare con la Spada Z, ndr)

Aveva inizio il terzo round.

“Non so se ne usciremo vivi, senza la Fusion” disse Piccolo, sempre ottimista.

Ma stavolta nessuno osò fargli torto.

 

 

 


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Capitolo 21
*** Super Sayan III vs Super Sayan IV ***


Goku, appena diventato Super Saiyan IV, doveva tuttavia stare attento a dosare le forze per l’attacco finale; poiché più si protraeva quello scontro, meno forze gli restavano alla fine.

E forse la guerra di logoramento era proprio ciò a cui puntava Broly, il quale tuttavia non aveva in mente strategia alcuna se non nell’uccidere e distruggere.

Alla sua sinistra, Vegeta, il quale aveva più forza di Goku in quanto Bulma aveva agito sulle sue cellule Saiyan in modo da stimolarle e fargli dimenticare il dolore.

Tuttavia, un antico timore si era impadronito di lui non appena vide Broly trasformarsi, e ora che aveva dimostrato sul campo la propria forza non coltivava molte speranze.

L’incubo di doversi mettere in quella posa ridicola come faceva sovente suo figlio non lo entusiasmava.

E per continuare con la fiera degli eufemismi, guardando Goku il suo coraggio venne meno.

In ogni caso, non poteva cedere. Ne andava del suo orgoglio, a parte tutto.

Broly li osservava da poca distanza, preparandosi allo scontro.

Sembrava che con le ferite fosse diventato più forte, eppure i due coltivavano la speranza che fosse paragonabile a uno scoglio che a forza di eroderlo poteva anche cedere.

Il problema era rispondere alla domanda che riguardava il momento in cui avrebbe ceduto.

“Voi due mi state dando oltremodo fastidio” disse.

Goku ridacchiò, Vegeta continuava a fissarlo come se prima o poi avrebbe rivelato un qualche punto debole.

“Per questo vi eliminerò molto lentamente, in modo che anche voi possiate assaporare il gusto della Morte!” concluse, guardando Goten e Trunks. “E dopo toccherà a voi!”

I due amici deglutirono, intimamente impauriti, anche se in faccia avevano dipinto ostilità.

Nell’atmosfera, la tensione era alle stelle. Broly avrebbe potuto attaccarli da un momento all’altro.

Tuttavia, non lo faceva. E tuttavia, né Goku né vegeta avevano intenzione di rompere quel momento di empasse.

La paura bloccava loro le gambe e la testa, costringendoli a fissare quegli occhi senza pupilla che non promettevano nulla di buono.

A un certo punto, la mano destra del Saiyan si stese del tutto, urlò una vocale indistinta e i due vennero sbalzati via.

“Non c’è un acceleratore di cellule anche per Goku?” chiese Bra a sua madre, da dietro le macerie.

Bulma sospirò. “Si potrebbe usare direttamente questo, ma non so quanto potrebbe fargli bene… le cellule di Goku non sono come quelle di papà”

“Però vale la pena provarci”, disse Bra, e azionò lei stessa la leva.

L’aveva fatto perché in caso di morte di Goku, Ub poi ne avrebbe risentito per sempre, e a lei piaceva vedere il sorriso in quel ragazzo.

In ogni caso, sia Goku che vegeta si rialzarono senza aver subito troppi danni, quando un raggio bluastro colpì il padre di Gohan e Goten.

“Oh? Che mi sta succedendo?”

Vegeta guardò astioso moglie e figlia. “Ah, adesso state dalla parte dei miei nemici?”

Bulma lo guardò impassibile. “Avanti, dillo che sei contento!” pensò fra sé, viso che anche urlando non l’avrebbe sentita.

Dopo qualche secondo, il corpo di Goku venne rimesso in sesto, o perlomeno così lui credeva. In realtà era stata solo una sollecitazione ormonale.

“Mi sento rinvigorito, ma le ferite non sono guarite… eheheh, quella Bulma è stratosferica!” commentò Goku.

“Sta’  lontano da mia moglie” gli consigliò Vegeta, con fare ironico.

Goku lo guardò: erano pronti per il contrattacco.

Avrebbero concluso insieme quello scontro, perché era troppo pericoloso combattere da soli.

“No, aspettate. Combatteremo uno contro uno” disse Broly.

Vegeta sogghignò. “Cos’hai, il carbone bagnato per caso?”

“Ohohoho, no, sire, ma preferisco trucidarvi ad uno ad uno, non mi piace che poi veniate disintegrati tutti insieme… dov’è il divertimento? Non  stiamo combattendo per salvare nessuno pianeta! Questo è il Broly Game!”

Gohan sgranò gli occhi.

“Ha detto Broly Game?” si chiese, dubbioso delle sue stesse orecchie.

“Già… è un folle. Un folle, ti dico, e Goku dovrà convincere Vegeta a fare la Fusion. Solo così potremmo avere qualche speranza”

Invece, Goku accettò la sfida e scese sul capo di battaglia da solo, con Vegeta che gli faceva da retroguardia, esattamente come contro Majin Bu, ma in quel caso Goku era un po’ più fresco, essendo che aveva appena ricevuto la sua scarica.

“È andata anche per Goku,visto?” disse Bra, soddisfatta. Ma Bulma era ancora pensierosa.

“Cos’hai?” chiese.

“Sto pensando… Goku è diventato buono perché ha battuto la testa. Se noi sollecitassimo le cellule Saiyan, potrebbe succedere che il suo istinto primordiale torni nella sua interezza! Non dobbiamo farlo mai più, Bra! Potremmo avere un nemico invincibile da sconfiggere, altrimenti!”

Bra non conosceva il segreto di Goku, perciò si mise le mani sulla bocca colma di stupore e di vergogna per non aver pensato alle conseguenze.

D’altra parte, aveva sempre pensato che Goku fosse come lo si guardava: un po’ tonto, ma sempre affidabile quando vi era da combattere.

Invece, nascondeva una grande forza dentro di sé pronta ad esplodere. E non sarebbe stata positiva.

Fortunatamente, Goku non sembrava aver avuto effetti collaterali, anche se i colpi che sferrava al suo avversario erano un po’ più violenti.

Lo scontro si propagò attraverso le crepe che generava, sconvolgendo gli abissi terrestri e c capovolgendo l’assetto del pianeta, rischiando di farlo esplodere ad ogni colpo.

Una volta a debita distanza, Goku provò con la Kamehameha, senza decuplicare per il momento la forza, per non rischiare di perdere troppa energia.

Così all’ultimo secondo provò il teletrasporto e colpì il suo avversario, per poi portarsi dietro di lui e sferrargli un colpo a due mani che costrinse il figlio di paragas a fare un paio di capriole e non cadere.

Goku si avvicinò ancora e tentò di sferrargli altro colpo a due mani, ma Broly si allontanò con un’altra capriola, approfittandone per colpirlo con una sfera energetica, che lo confuse e gli permise di subire un pugno esplosivo, specialità del Super Saiyan Leggendario.

Goku cadde a terra, arando il terreno che stava scrostandosi sotto di lui, ma si rialzò prontamente e ancora colò Teletrasporto diede una gomitata allo stomaco di Broly all’ultimo momento, evitando che potesse sparire.

La sentì in pieno: Broly volò lontano finendo dentro uno dei nuovi crateri lavici che percorrevano al posto dei fiumi quella terra disastrata.

Sfortunatamente, il Saiyan emise una barriera protettiva per non sciogliersi al contatto, cosicché risalì in superficie senza nuovi danni.

“Maledetto, Kakaroth! Assaggia queste!”, lanciò una serie veloce di sfere energetiche verdi come se fosse stata una sola, che Goku non poté evitare, lasciandosi abbattere ma coprendosi allo stesso tempo incrociando le braccia.

Sapeva bene che Broly avrebbe potuto spuntare da un momento all’altro, ma mantenne la speranza.

Speranza che fu vana, perché Broly tentò di colpirlo con un calcio rotante ma che Goku vide all’ultimo istante, permettendosi così il lusso di schivarlo.

Una volta a mezz’aria, Goku ritentò la Kamehameha, ma Broly stavolta la schivò senza alcun problema.

“Non è da te usare la stessa tecnica due volte” disse il figlio di Paragas.

”E tu che ne sai?” rispose di rimando il figlio di Bardack. Sembravano davvero come i loro genitori, che in quei giorni lontani si sfidavano per vedere chi era il migliore fra gli infimi. Era pur sempre una soddisfazione.

“Aahahah, Paragas! Sei la solita mezzasega!” rideva contento Bardack. Sembrava quasi di risentirli.

“Maledetto! La prossima volta sarò io a trionfare! Ricordati che lo Zenkai Power agisce sugli sconfitti, non sui vincitori!” si difese Paragas, lasciando però Bardack ancora il riso stampato sulle sue labbra, lasciandosi cullare dai complimenti di Taanipa.

Era incredibile perciò come i loro figli fossero diventati delle leggende viventi, e si contendevano il titolo di più forte della galassia.

Davanti al loro Re.

 

 

 

 

 

Fine Capitolo! bello questo spaccato con Bardack, vero? 

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Capitolo 22
*** Una lotta equilibrata ***


Broly si avvicinò a Goku per colpirlo con una serie veloce di pugni che lo avrebbero messo a tacere per sempre, ma Goku lo aveva ampiamente previsto.

Stava cominciando a imparare le tecniche del suo avversario, e ciò era un grande vantaggio, per lui.

Così espanse la propria aura e cominciò invece lui a colpirlo in varie parti del corpo, utilizzando la tecnica del Super Dragon Fist, che si sarebbe conclusa con un ultimo colpo sfruttando lo spostamento d’aria, sennonché Broly utilizzò la super velocità all’ultimo momento e si portò dietro di lui, colpendolo con pesanti colpi alla schiena, che fecero urlare di dolore il povero Saiyan.

Un pugno, e Goku si piegò in maniera innaturale.

Un secondo pugno, e Goku sputò sangue dalla bocca.

Egli non poteva permettersi distrazioni, così con un poderoso balzo si portò dietro di lui e cominciò a tempestarlo a sua volta di calci ala schiena, sperando che anche Broly potesse provare un po’ di dolore.

Con un secondo calcio, lo scagliò a molti chilometri da dove si trovarono, schiantandolo al suolo.

Broly si asciugò un po’ di sangue dalla bocca. “Non male, Kakaroth. Ma non sperare di avermi battuto in questo modo”

“Sarei rimasto molto deluso, in tal caso” rispose Goku, ed entrambi sparirono alla vista, ma non all’udito: i decibel che producevano avrebbero potuto mantenere accesa una megalopoli come Satan City per un anno, qualora i decibel potessero essere utilizzati in quel modo.

Goku provò a colpirlo con un pugno disteso, ma Broly lo parò con naturalezza e rispose con un paio di suoi, che andarono ad impattare sul torace del marito di Chichi, che tuttavia poté utilizzare il Teletrasporto e colpire con un colpo a due mani Broly, che si schiantò al suolo.

Goku aveva già il fiatone: la tensione era altissima.

Vegeta osservava con attenzione: di lì a poco sarebbe toccato a lui. Quella volta non era contro Kid Bu, lui aveva più o meno la stessa forza di Kakaroth, quindi lo avrebbe sostituito forse meglio.

Ma non era finita, Goku si lanciò verso Broly che si stava rialzando, quindi non poté vedere i due calci che subì mentre stava riprendendosi, ma allo stesso tempo, finita quella sequenza, Broly volò sopra il suo avversario e lo colpì con una gomitata alla schiena.

Stavolta fu il turno di Goku, di assaggiare quella schifosa terraccia.

Si rialzò in men che non si dicesse, in quanto Broly stava già posandosi con violenza su di lui per fracassargli le ossa, così schivò l’impatto (che distrusse creando un cratere quella zolla) e rispose riempiendo Broly di sfere energetiche, che tuttavia non gli sortirono alcun effetto, in quanto aveva di nuovo azionato la barriera.

Con la barriera azionata, Broly era sicuro di colpire Goku al meglio delle sue possibilità, sferrandogli uno di quei pugni esplosivi che avrebbe ricordato per sempre, ma Goku inaspettatamente schivò e lo colpì piuttosto con una delle sue sfere energetiche, che lo fecero crollare a terra.

“Sei di nuovo a terra” disse, provocandolo.

Broly si rialzò, posando un braccio sul suo ginocchio piegato. “Non preoccuparti, Kakaroth. Ride bene chi ride ultimo”

“Ebbene, dunque non riderai mai più, eh? Che vita triste, la tua!” e ripresero a combattere con più ferocia.

Entrambi i due avversari stavano cercando di uccidere l’altro.

Avrebbero tanto voluto sentire la vita dell’altro che si spegne mentre stavano combattendo, tuttavia nessuno dei due sembrava intenzionato a cedere.

Goku provò per la terza volta con la Kamehameha.

Non si capiva bene cosa stesse cercando di fare, tuttavia ogni volta che ne scagliava una, aumentava la sua gittata e potenza.

“Adesso ho capito” fece Piccolo, illuminandosi.

“Cosa hai capito? Rispondi, Piccolo!” disse Gohan, entrato nel panico.

Piccolo rispose col suo tono da tecnico. “Prima di fare la Kamehameha forza Dieci, Goku ha bisogno di scagliare più di una normale, mi spiego? In questo modo, il carico è più alleggerito e lui può capire subito quanto può fare male a Broly. È inutile rischiare di far esplodere il pianeta se non si hanno garanzie di vittoria che coprono l’intera percentuale!”

Gohan annuì convinto. “Forza, papà” si disse. E si odiò per averlo detto: a quando il ricambio generazionale?

Tuttavia, anche in quel caso Broly non ne risentì, anzi attraversò il raggio bluastro della tecnica e colpì Goku con una spallata, facendolo cadere, mentre lui rimase a mezz’aria.

Distese le braccia parallelamente al corpo e cominciò a caricarle di due Sfere Verdi, che aumentarono di dimensione ad ogni secondo, con conseguenti terremoti tutt’attorno.

“Meteora Gigante” sussurrò Broly.

Scese delicatamente sul suolo e non appena ritenne che le due sfere fossero state pronte per essere lanciate, si scagliò verso Goku che non poté fare nulla per evitarle, dato che non aveva nemmeno visto partire i due colpi.

In quel modo, Goku si confuse e non poté non subire una lunga serie dui pugni al suo stomaco, uno più doloroso dell’altro.

Ne ricevette undici in tutto, come se fosse servito a qualcosa contarli.

Poi si lasciò afferrare la testa dal suo avversario che senza alcuna pietà lo fece schiantare in uno dei crateri che andavano nascendo da soli, sperando che la lava disintegrasse la testa.

“E per finire, un’altra Meteora Gigante!” urlò Broly, in totale brio.

Era pazzesca l’abilità del Super Saiyan della Leggenda di creare bombe di quelle dimensioni in così poso tempo.

Goku non ce l’avrebbe mai fatta a respingerla. Il destino del pianeta stesso era segnato.

Fortunatamente, Vegeta respinse il colpo a metà strada, che esplose in un boato.

Goku ansimò. “Grazie, Vegeta! Ancora qualche istante e saremmo stati cenere nello spazio!”

“Fa’ più attenzione, Kakaroth! Non ci sarò sempre io a salvarti!” lo ammonì Vegeta.

“Maledetto… aspetta che finisco con lui e poi verrò da te! Credimi, ti pentirai di ciò che hai fatto, violando le regole del Broly Game!”

“Ahahaha! Proprio tu parli di regole?” rise Vegeta, lasciando il campo ancora una volta a Goku, che riprese il suo scontro corpo a corpo, pur tuttavia non trovando più un colpo a segno, in quanto Broly aveva acquisito velocità e scansava sempre all’ultimo secondo, come se lo stesse prednendo in giro.

Alla fine , Goku ricorse alla tecnica dell’ologramma e con un forte calcio alla schiena lo fece cadere a terra, facendogli mangiare ancora una volta la polvere.

Broly si rialzò. Non sembrava accusare fatica, e quello fece venire a Goku un po’ di irritazione.

Anzi, espanse la sua aura per ricaricarsi.

Sembrava davvero con le pile infinite, mentre Goku cominciava ad accusare un po’ di stanchezza. Forse, la Meteora Gigante aveva lasciato più danni del previsto.

Broly raggiunse Goku a mezz’aria, in attesa di colpirlo con una serie veloce di colpi fisici e farli esplodere al momento dell’impatto.

Tattica che riuscì alla perfezione: Goku era diventato una marionetta nelle mani del Super Saiyan della leggenda.

Dopo un primo momenti di parità, Goku non fu più in grado di ribaltare la situazione.

“Che sta succedendo?” chiese Bra a Bulma.

“Evidentemente, la sollecitazione non funziona con Goku, perché appunto hanno cellule diverse… forse, solo per un momento, ho creduto di farcela”

O forse stava Lottando dentro di sé, Goku, per non lasciar uscire il demone dentro di lui, che si era solo sopito e mai sconfitto.

E nel frattempo Broly continuava a fare il bello e il cattivo tempo.

“Che noia, Kakaroth… ti facevo più resistente” lo punzecchiò alla fine.

“Ha ragione Broly! Come osi farti mettere  al tappeto?” chiese Vegeta, a braccia conserte e apparentemente pieno di energie.

Goku si rialzò ancora: non sapeva bene cosa avesse detto Vegeta perché un orecchio era stato otturato da un grumo di sangue, ma ridacchiò.

Gli mancava un dente.

“Non è ancora finita” disse alla fine.

Avrebbe dato fino all’ultima cellula per distruggerlo.

Fino a quel momento era stata una Lotta equilibrata, perciò Goku si chiedeva da dove avrebbe potuto prendere quella forza enorme il suo avversario, e soprattutto perché non ce l’aveva lui.

Più lo osservava, più gli sembrava mastodontico, eppure aveva la sensazione di poterlo sconfiggere, che dietro a quel suo essere inattaccabile si nascondesse in realtà una montagna di cristallo.

Ma non sapeva se realmente era così.

Una voce dentro di lui ridacchiò.



Caspiterina! E ora chi è questa voce? Chi non è? Chi dovrebbe essere? La suspence si taglia col coltellino!

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Capitolo 23
*** Attento, Goku! ***


Broly cercò ancora di colpirlo, ma stavolta Goku, che era rientrato in gara con maggiore concentrazione, schivò e rispose con una sfera energetica.

“Spero che abbia ancora la forza per sparare la Kamehameha” disse Piccolo, in apprensione.

“Non mi hai fatto niente” rispose Broly, spolverandosi il torace come se ci fosse stata un po’ di polvere.

Goku non sapeva bene che cosa stesse dicendo Broly, ma mise le mani su un fianco e cominciò a preparare il suo colpo.

“Vegeta! È il tuo turno!” urlò, prevedendo una mossa veloce di Broly.

“Arrivo!” non se lo fece ripetere due volte, e parò con estrema nonchalance la Pressa Gigante che aveva azionato Broly, fermandolo con entrambe le gambe.

“Adesso affronterai il tuo re!” si annunciò.

“Oh, no… quando dice così, di solito si ritrova al tappeto!” commentò Bra.

“Cerca di avere fiducia in tuo padre…” la ammonì Bulma, dal loro cantuccio. “e poi, ricordati che se su Goku non possiamo fare più niente senza peggiorare la sua situazione, su di lui possiamo. Possiamo ricaricarlo quando vogliamo!”

Bra sorrise. Ub la guardò per caso e sorrise anche lui.

Se la figlia di Vegeta sorrideva, le cose dovevano andare per forza in maniera positiva, per poi ripetersi che con Bra non avrebbe avuto speranza.

“Di tutti i ragazzi che la corteggiano, io che speranze ho?” si disse, sconfortato.

Mentre Vegeta cominciava a combattere sul serio, Goku riebbe di nuovo quella sensazione.

A quel che pareva, la Meteora Gigante gli aveva lasciato più di una ferita, e non solo fisica.

Fregatene, Kakaroth!, disse una voce che non aveva mai sentito in vita sua, dello stesso tono squillante che aveva ridacchiato prima.

“Chi sei?” Si chiese Goku. Non aveva paura, ma quella voce non prometteva niente di buono.

Sono te. Mi conosci da sempre, eppure stai parlando con me soltanto adesso. Bastardo senza cuore, non avevi forse detto che gli amici non li abbandoni? Disse la voce, un po’ astiosa.

“Non … mi spiace, non ti conosco. Adesso lasciami in pace, Vegeta è in difficoltà e io sto perdendo tempo” tagliò corto Goku, riprendendo a preparare la Kamehameha.

Uhuhuh, ma allora perché hai così tanti dubbi? Perché mi rispondi?

La voce sapeva dove colpire.

“Se dici di essere me, allora perché ti fai vivo solo adesso? Non avresti dovuto disturbarmi ogni momento della mia vita? Sei per caso la mia coscienza?” chiese Goku, un nodo alla gola.

No, non è esatto, ma ci sei quasi; rispose la voce, col suo fare irritante.

“E allora dimmi chi sei? Sbrigati!” Goku si stava irritando.

Abbiamo tutto il tempo che ci serve, Kakaroth. Vegeta se la caverà, piuttosto gli altri si chiederanno perché sei in posizione per lanciare la Kamehameha e tuttavia sei restìo, perciò ti consiglio di rimetterti in posizione orizzontale e chiacchieriamo un po’; spiegò la voce.

“No! non posso! Ho da salvare i miei amici!” urlò Goku, dentro di sé.

Andiamo, Kakaroth. Siamo seri. Tu non hai nessuna voglia di salvare i tuoi amici, anzi. Tu sei un Saiyan, e hai il preciso compito di distruggere la Terra, o te ne sei forse dimenticato?. Per la prima volta, la voce sembrava irritata.

“Un momento…” . Per la sorpresa, Goku interruppe il processo della tecnica.

“Cosa? Perché Goku ha deciso di non lanciare la Kamehameha? Era un’occasione ghiottissima!” si lamentò Piccolo, dato che Vegeta era riuscito ad abbattere Broly per la terza volta in tre colpi.

“Davvero molto strano... o forse è solo troppo stanco” tentò Gohan.

“No… è come se fosse che sia bloccato” interloquì Ub. “Non vedete com’è a metà tra la posizione dritta e la posa da eseguire per la Kamehameha? C’è qualcosa che non va in lui, dentro di lui”

Vedendolo parlare in quel modo di suo padre, Goten ricordò perché ce l’aveva con Ub; e subito una grande voglia di prenderlo a pugni s’impadronì di lui.

Trunks parve capirlo, e gli bloccò il primo braccio a portata di mano.

“Non ora, Goten! Vuoi farti prendere per matto?” lo ammonì Trunks.

Bulma sapeva esattamente cos’avesse Goku, e pregò affinché sconfiggesse quel demone dentro di lui e poter aiutare quanto prima Vegeta.

Il suo migliore amico e il suo grande amore. E lei in mezzo, a creare difficoltà ad entrambi.

Nel frattempo, Goku ipotizzò “Tu sei Kakaroth! È vero! Sei il mio alter ego Saiyan che è rimasto sopito per tutti questi anni! Non volevo crederci, ma alla fine Radish aveva ragione quando disse che ho battuto la testa, e anche Muten!”

Uhuhuh… acuto, tuo fratello, eh? Chiese sarcastico Kakaroth.

“Stronzo! Sai bene che dovevo eliminarlo!” si difese Goku.

No, Goku. Tu non vuoi eliminare nessuno dei tuoi nemici. Ti sei mai chiesto perché? Disse la voce.

“Perchè c’è sempre una seconda possibilità. Per tutti!”

No, non la penso così. Tu risparmi i tuoi nemici perché speri che tornino sui loro passi e servirti per conquistare l’Universo. Tu sei questo, Goku, il Super Saiyan Leggendario! Altro che Broly!

Un minuto di silenzio.

Lasciami il comando delle azioni, propose.

“Giammai!” rispose quello.

Lo immaginavo, però hai già smesso di caricare la Kamehameha. Come la mettiamo? Maledetta Bulma, vero? Disse Kakaroth.

Era vero: Goku stava subendo passivamente il gioco del suo alter ego, lasciando Vegeta in balìa del suo destino. Era vero d’altra parte che Vegeta preferiva così, ma contro Broly non si poteva seguire il galateo della lotta.

Lasciami il comando delle azioni, dai! Non vedi che Broly sta subendo? Quel Vegeta è in ottima forma! Incalzò la voce.

“Cosa c’entra Broly?” chiese Goku.

Voi siete uguali, avete la mania di uccidere e sterminare insita nelle vene. Bardack si sta rivoltando nella tomba. Ah, già, ma a te nessuno ha mai detto il nome di tuo padre!

“Bardack…” ripeté Goku, scandendo bene il nome di suo padre.

Non aveva ricordo alcuno di lui, a parte forse un uomo coi capelli a stella che lo fissava mentre lui piangeva. Ma non era sicuro nemmeno che si trattasse di lui, avrebbe potuto essere chiunque.

Allora? Che ne pensi? Non ho ragione? In tutti questi anni, non hai fatto niente per te stesso. Sempre a pensare agli altri, agli altri, agli altri, e quei porci di terrestri chi idolatrano? Chi idolatrano? Dimmelo, Kakaroth! . La voce sembrava davvero un promotore di televendite.

“Mister Satan…” rispose inconsciamente.

Esatto! E allora? Che cosa aspetti? Non ti rode un po’? Non ti viene la voglia di sterminarli tutti?

Un momento di pausa.

Tu stesso, riprese, tu stesso, il tanto decantato Son Goku, hai dato ai terrestri degli Imbecilli, solo perché non volevano darti un po’ della loro energia! Questo, per me, è un sintomo di quello che sei veramente.

Goku non sapeva più che cosa pensare.

Davanti a sé aveva Vegeta che stava Lottando alla pari contro Broly, inaspettatamente davanti a tutti gli altri.

Dentro di lui c’era una voglia irrefrenabile di dare una mano… al figlio di Paragas.

Credi davvero che Zenit sia stato tanto malvagio? Riprese la voce, ormai implacabile.

“No…” rispose Goku, quasi involontariamente.

Allora credo che tu non abbia più bisogno di me. Lasciami il posto, Son Goku! Quella che porti è solo una maschera. Tu sei cattivo, cattivo dentro, ed è ora che torni ad essere te stesso, lo stesso bambino che ha fatto penare ed ucciso Son Gohan!

Era vero.

Aveva ucciso Son Gohan. Suo nonno, la prima persona a credere in lui.

Quell’orribile notte, della quale non ricordava nulla e che apprese solo anni dopo, dalle parole del fratello.

Con quelle sue stesse mani, o più probabilmente zampe, aveva ucciso l’uomo a cui aveva più voluto bene. Quello era un sintomo della sua malvagità.

Non c’erano più dubbi: Son Goku non aveva mai meritato il Paradiso né gli allenamenti speciali di Re Kaioh né di nessun’altra divinità.

Se poi ci aggiungevamo la sua pessima condotta di padre, anteponendo meri interessi personali alla felicità dei suoi figli, allora tanto valeva uccidersi seduta stante, e andare agli Inferi ad espiare le proprie colpe.

All’improvviso, un altro ricordo riaffiorò nella sua mente, del tutto estraneo a quell’orrenda Notte, ma avente lo stesso soggetto.

Quel pomeriggio in cui rivide suo nonno, il guerriero mascherato dalla Vecchia Sibilla per impedire a lui e alla sua squadra di chiedere alla sorella di Muten informazioni riguardo la Sfera del Drago introvabile.

Avrebbe potuto portargli rancore per ciò che gli aveva fatto, sarebbe stato del tutto normale e verosimile rispetto al rancore che provavano gli altri popoli per Freezer e i Saiyan, più volte complici.

Avrebbe potuto dire che era deluso, che lo odiava, e che lo avrebbe maledetto per sempre.

E invece no. Lo aveva abbracciato. Lui ne era stato felicissimo.

Forse non era del tutto cattivo. Aveva scelto, in realtà. Aveva scelto di essere un terrestre abbandonando le sue origini, facendo uso del proprio dono solo per rendere migliore questo Universo e liberarlo da ogni forma di malvagità.

Ecco chi era Son Goku. Non uno stupido psicopatico pronto ad uccidere chi lo guardava storto, quel tipo di essere lo aveva aborrito tanto tempo prima.

Lui era un padre, un uomo, un Saiyan.

Un Super Saiyan dal cuore puro che riesce tuttavia a combattere con serenità, nonostante la voglia di vendetta.

“Mi dispiace, non ce l’hai fatta” ridacchiò Goku alla vocina, che urlando tornò nel suo antro.

“VEGETA! CONCLUDIAMO QUESTA STORIA E PREPARATI PER LA FUSION!” urlò.

 

 

 

Che capitolo! Goku, sollecitato dalla forza del marchingegno di Bulma, ha risvegliato Kakroth, che non se n'era mai andato ed era solo sopito, ma a quanto pare Goku ha deciso da quale parte stare, quindi nessun problema, ma quanto sudore freddo, eh? Grazie a chi sta seguendo!

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Capitolo 24
*** Gogeta Super Saiyan IV ***


“Evvai! Ce l’ha fatta! Ha superato sé stesso!” esultò Bulma stringendo il pugno in segno di vittoria.

“Meno male” sussurrò Piccolo. Il suo udito non avrebbe potuto tradirlo, quindi ascoltò tutto, e fu soddisfatto intimamente di quello che aveva sentito, altrimenti avrebbe dato una bella lezione a Bulma.

Non aveva idea di cosa avrebbe significato perdere Goku, per lui e anche per tutti gli altri.

Era stato grazie a lui che era diventato buono. Era stato grazie a lui che era diventato un guerriero mistico con ancora molte carte da scoprire.

E dunque non avrebbe mai sopportato perdere un amico caro per un errore stupido di calcolo di Bulma l’impicciona.

Nel frattempo, lo scontro fra Broly e Vegeta, dopo il vantaggio iniziale del re dei Saiyan, stava adesso subendo un ritorno del Super Saiyan della Leggenda, che aveva preso in mano le redini del gioco.

Ansimante, il marito di Bulma chiese: “Ma tu non ti stanchi proprio mai? È proprio vero che non abbuiamo speranze”

“Eeheheh… sai, essere un guerriero leggendario ha i suoi lati positivi”

Vegeta non rispose nulla.

Aveva sentito Kakaroth, ma ora come ora non aveva più voglia di unirsi a lui.

“Kakaroth!” chiamò poi. “Non abbiamo possibilità di eseguirla, chi disturberà questo mostro mentre noi… balliamo?”

“Lo farò io, e Ub mi aiuterà” interloquì Piccolo.

Ub si sentì gelare: non lo entusiasmava l’idea di scendere in campo, ma se non si poteva afre altrimenti era pronto a sacrificarsi.

“Ub… cerca di non deludere Piccolo” consigliò Gohan.

“Piccolo! Perché proprio Ub? Non puoi portarti Gohan nelle tue missioni suicide?” chiese Bra.

Piccolo guardò la ragazza. Non aveva mai compreso in pieno i sentimenti dei Terrestri.

“Ub è un guerriero, e anche tu lo sei. Dovresti capire quando è il momento di scendere in battaglia” rispose laconico, così volò davanti a Broly.

Quest’ultimo lo salutò,”Un altro Namecciano, eh? Levati di torno, che devo concludere lo scontro con Vegeta!”

“Non concluderai nessuno scontro, Broly! Adesso te la vedrai con me!” rispose di getto Piccolo.

Ub nel frattempo catechizzava Vegeta “Noi perderemo un po’ di tempo, quel tanto che basta per lasciarvi provare la Fusion”

Vegeta guardò Kakaroth, poi Ub.

“Ti hanno fatto male questi anni con Kakaroth, eh, Ub? Non hai nessun rispetto per gli anziani, come il tuo maestro!”

Tuttavia, scese a terra, accanto a Goku, pronto per fondersi per la prima volta.

“Kakaroth” chiamò una seconda volta.

“Sì, Vegeta?” rispose Goku.

“Perché non hai lanciato la Kamehameha Forza Dieci quando ne avevi l’occasione?”

Goku si aspettava quella domanda. Era uno dei grandi quesiti di quello scontro.

Trasse un sospiro. Parlarne, adesso, non gli avrebbe fatto alcun male.

“Sono stato attaccato dal me in versione Saiyan. Alla fine ho scelto di essere Son Goku, non Kakaroth. Per questo voglio uccidere Broly, per rinnegare per sempre il mio passato, ed essere il padre di Gohan e Goten, ma soprattutto il marito di Chichi, oltre tutte le apparenze”

Vegeta non disse nulla, essendo stupito dalla profondità del pensiero che voleva trasmettere il proprio compagno.

Sapeva bene che allo stesso tempo non avrebbe mai rinunciato a un bell’allenamento massacrante, tuttavia gli arrecava piacere sapere che non avrebbe abbandonato i suoi figli e nemmeno il conto in sospeso che aveva con lui.

“Adesso, ricordami come si fa la Fusion. Cercherò di essere il più sincronico possibile” disse infine.

Goku lo guardò male: non bastava certo impegnarsi, durante una Fusion! La Danza di Metamor era qualcosa che doveva entrare nell’intimo, una crescita personale che riguardava la conoscenza del proprio corpo, non certo una stupida sequenza di balletti!

Però questo non lo disse: Goku aveva per bonus solo una frase filosofica per saga.

Piccolo e Ub fissavano Broly.

“Avete davvero intenzione di affrontarmi per permettere a quei due inetti di eseguire la Danza di Metamor?” disse il figlio di Paragas.

“Esatto” rispose Piccolo.

“E se ci riusciamo, anche di distruggerti!” aggiunse Ub.

Inutile dire che Broly rise di gusto, stavolta davvero divertito da quelle parole.

“Nemmeno un Super Saiyan IV riesce a distruggermi, cosa puoi fare tu, scricciolo?”

Piccolo sogghignò: non aveva idea, Broly, che quello “scricciolo” poteva essere la minaccia che lo avrebbe portato alla tomba, più della Fusion.

Inaspettatamente, tuttavia, Broly si avventò su Piccolo, tentando di metterlo subito al tappeto con una sequenza veloce di pugni, che Piccolo riuscì in qualche modo a parare, pur facendosi davvero male.

“Caspita, è davvero fortissimo” commentò fra sé il Namecciano, massaggiandosi i palmi.

“Adesso hai capito di che cosa stiamo parlando?” chiese Broly, pronto per un nuovo scontro.

Ub si fece avanti, tentò il Kaiohken decuplicato e cominciò ad attaccarlo, ma il Saiyan schivò agilmente tutti i colpi, ma visto che era concentrato su di lui non poté notare il Makankosappo che stava arrivando dalla retrovia, che colpì la spalla, perforandola.

“Urca! Piccolo è riuscito a perforare Broly!” commentò Goku.

Vegeta fremette. “Forza, Kakaroth! Facciamo questa Fusion!” non sopporto l’idea di essere surclassato dal Namecciano!”

Piccolo sogghignò. Adorava mettere in difficoltà Vegeta, situazione che nacque non appena seppe che il principe dei Saiyan erta entrato a far parte degli Z Warriors.

Doveva essere lui, e lui solo, il guerriero redento, Vegeta poteva essere solo una brutta copia, in realtà.

Goku e Vegeta per la prima volta si sarebbero fusi.

Tre passi di avvicinamento.

Il cuore di Vegeta cominciò ad accelerare. Aveva già provato al sensazione di essere unito a qualcun altro, ma in realtà era esattamente come se fosse stato solo.

Avrebbe solo condiviso i ricordi con l’altro soggetto.

Ecco. Il secondo quadro del movimento.

Forse il più stupido dell’intera sequenza.

Vegeta si sentì ancora più stupido nel vedere come Piccolo cercasse di colpire Broly dov’era stato bucato.

“Fuuuu… sion! AH!”

I loro indici si unirono.

Una luce aurea pervase tutta la zona devastata dai colpi e dalle battaglie in successione.

Per la successiva mezz’ora, non avrebbe più pensato come il fiero re dei Saiyan, ma come…

“Gogeta…” chiamò Trunks, sussurrando il nuovo nome.

“E perché non Vegekou?” chiese Goten.

“Non mi piace… Gogeta è più musicale, devo ammetterlo” rispose Trunks, che in realtà avrebbe voluto usare Vegekou, ma in realtà non aveva alcuna importanza il nome.

Che si chiamasse Gogeta o Vegekou, il guerriero che comparve davanti agli occhi di tutti aveva una potenza oltre l’inverosimile.

Il suo fisico era alto e prestante, ricoperto di folti peli rossi.

Era vestito molto similmente a Gotenks, ma il nodo alla panciera era a destra, anziché a sinistra, e le spalline del gilet erano rosse anziché gialle.

Nell’aspetto, non ricordava nessuno dei due. Solo il ghigno avrebbe potuto ricordare Vegeta.

Broly fisso preoccupato quell’essere dall’aura talmente straordinaria che persino il pianeta sembrava temerlo e non ebbe nessuno scossone, come se stesse in silenzio in segno di venerazione.

Solo che ad onor del vero, le catene montuose sullo sfondo andavano crollando come birilli colpiti da una palla da bowling.

“Che grande, Gogeta, eh? La sua aura è talmente percepibile che sembra che sia qua con noi!” esclamò entusiasta Kaiohbith, come quando si trattava di decantare le lodi di Vegeth.

“È normale, mio stupido discendente! Goku e Vegeta sono molto più forti di Broly, ma così se ne rendono conto anche loro! La loro ansia da prestazione nello sconfiggere un guerriero leggendario dovrebbe essere stata annullata a questo punto” commentò il Sommo.

“Non illuderti” lo avvertì Broly. “Il colpo che mi ha perforato il braccio non ha lasciato segni tangibili, anzi forse sono diventato ancora più forte”

Gogeta non rispose nulla.

“E vedrai quanto sono diventato più forte nel momento in cui implorerai clemenza ai miei piedi” proseguì implacabile.

Gogeta rimase impassibile.

“E dunque tutti sapranno chi è il vero Super Saiyan della Leggenda, non una patetica imitazione!” concluse Broly.

“Sai…” esordì Gogeta, con la voce stereofonica che contraddistingueva ogni Fusion. “… ti preferivo quando avevi lo sguardo depresso. I discorsi lunghi sono tipici di chi si sente mancare il terreno sotto i piedi”

Broly non perse altro tempo, roteò il proprio braccio destro per far partire una Meteora Gigante di proporzioni apocalittiche e la lanciò diretta all’avversario.

Piccolo e Ub si erano già scansati da tempo, e bisognava dire che avevano comunque fatto una bella figura.

Perlomeno erano rimasti vivi.

L’impatto fra la Meteora e la Fusion non tardò ad arrivare, e si concluse con un boato assordante.

Alla fine del polverone, Gogeta era sempre lì, com’era stato presentato.

Illeso.

Broly per la prima volta, ebbe paura.

Paura di morire. Paura di non potercela fare. Paura della vendetta di Paragas una volta agli Inferi.

Tuttavia, quella paura gli instillò nuovo vigore, che lo portò a lanciarsi su Gogeta, per provare a smuoverlo da quella posizione.

Ma per tutti i pugni che poteva scagliare, Gogeta li parava tutti con un dito solo, come ad umiliarlo.

“Hai finito?” chiese Gogeta, aprendo gli occhi azzurri per la prima volta.





Fine Capitolo! Bello Gogeta, no? Era una cosa che volevo sperimentare, chissà Broly come se la caverà adesso, ma il Quarto Livello della Fusion non gli lascia molte alternative! Staremo a vedere, nel frattempo ringrazio chi ha avuto la pazienza di leggere sin qui!

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Capitolo 25
*** Per un soffio ***


“Adesso tocca a me!”

Gogeta era pronto per scatenare tutto il suo livore verso Broly, che digrignava spazientito.

Com’era possibile che non sapeva come reagire alle provocazioni di quel bellimbusto?

Com’era possibile che lui, il Super Saiyan della Leggenda, aveva alla fine trovato pane per i suoi denti?

 Gogeta si librò a mezz’aria, il terreno che lo aveva sorretto crollò all’istante, lasciando in eredità una piccola colonna lavica che eruttò in tuta la sua potenza.

“Broly, mio caro…” disse Gogeta, con la sua voce calma.

Il figlio di Paragas sapeva che il suo avversario lo stava provocando, quindi fece bene attenzione a non cadere nella trappola di perdere il controllo.

A giudicare dall’effetto che aveva avuto il suo colpo migliore, si trovava nettamente in svantaggio.

Tuttavia, secondo la leggenda era lì che il Super Saiyan di esaltava.

Solo che lui non si sentiva né esaltato, né galvanizzato, né provava alcun sentimento di quel tipo.

Sentiva che la su a ombra aveva preso la forma di un tristo mietitore armato di falce che lo stava aspettando.

Ma poi, un fragoroso frignare partì ancora una volta in mezzo alle tempie.

“Maledetto… MALEDETTO KAKAROTH! La pagherai per tutto il male che hai fatto!”

Il male che aveva subito lui, per inciso.

Broly si lanciò verso la Fusion, ma anche Gogeta si era scagliato contro di lui, finendo i loro pungi collidere facendo tremare l’intero pianeta, che si fermò per qualche istante nella suo movimento eterno attorno al Sole.

I due pugni, come detto, collisero, e rimasero in tale posizione per molti secondi, come un braccio di ferro senza la stretta di mano.

Scariche elettriche ad altissimo voltaggio partirono dalle due mani ed infine Broly dovette cedere, piegato dal dolore all’avambraccio, e poi subire un violento colpo a due mani che lo schiantò al suolo.

Er òla prima volta, provò dolore per davvero, a differenza delle altre volte in cui era stato atterrato.

Gogeta non aveva finito: utilizzando una velocità esorbitante, si portò di fronte alla sua faccia, per poi dire “BIG BANG KAMEHAMEHA!”

Un raggio bluastro si estese per migliaia di kilometri, tagliando idealmente in due parti il pineta.

Broly venne catapultato dal colpo fino a quando esplose, sottraendogli parecchia energia.

Il figlio di Paragas.

Adesso, lo sembrava davvero.

Aveva il fiatone , e profonde ferite gli attraversavano il busto. Sembrava la brutta copia di sé stesso.

Aveva anche un occhio gonfio.

Ma perlomeno era vivo. Vivo, e pronto più che mai a vendicarsi. Secondo i suoi calcoli, cinque mi9nuti della Fusion erano già passati.

Ne rimanevano venticinque. Un’eternità, per uno come lui che era in netto svantaggio.

Si rimise in sesto, e considerando il fatto che gli era sempre stato detto che finché avesse avuto anche solo un alito di vita avrebbe potuto persino sopraffare l’avversario quando tutto sembrava perduto, si lanciò ancora una volta verso Gogeta.

Quest’ultimo lo aspettava, provocandolo ad occhi chiusi.

“Guarda, non mi sto nemmeno impegnando! La tua mente è talmente aperta per me che non ho bisogno di sentire alcunché!”

Detto quello, schivò ogni singolo colpo che riceveva, facendo anche capriole astruse. Che poi astruse non erano, poiché stava ballando la capoeira, una Lotta difensiva.

Messosi sottosopra e dunque a gambe all’aria, Gogeta le roteò e colpì la faccia di Broly in pieno, facendolo schiantare al suolo e scottandosi con un cratere che stava passando inosservato.

Broly cercò di colpirlo con un doppio calcio nel tentativo di rialzarsi, ma Gogeta le afferrò entrambe con el mani.

Cominciò a roteare il corpo di Broly facendogli prendere velocità pazzesche, in modo da fargli venire la nausea.

E se ci riusciva, anche a fargli prendere fuoco a causa dell’attrito.

Alla fine, quando si sentì soddisfatto, scagliò verso l’alto il corpo di Broly, per poi colpirlo con un Final Ryuken, un incrocio fra il Final Flash e il Ryuken di Goku, tutto raccolto in un pugno.

Gogeta sapeva bene che con Broly non si scherzava, infatti aveva intenzione di eliminarlo in quel momento.

In quiel momento in cui era più indifeso.

In quel momento in cui aveva gli occhi a spirale e non capiva più niente, se non un forte senso di nausea.

In quel momento; in cui il figlio di Paragas stava assaporando il sapore amaro della sconfitta si stava avvicinando.

“Final Ryuken!” annunciò, ormai a portata d’orecchio.

Tutti i presenti sotto di lui avevano trattenuto il fiato.

La sconfitta di Broly era questione di secondi.

Finché…

Pop.

Goku e Vegeta si sciolsero, e tornarono entrambi normali.

“A quanto pare ci siamo consumati molto combattendo singolarmente, e quindi non siamo riusciti a mantenere la Fusion attiva per mezz’ora” tentò Goku, leggendo la delusione e la rabbia negli occhi di Vegeta.

Broly nel frattempo si stava riprendendo, e sarebbe stata questione di secondi il momento in cui poteva realizzare quello che era successo.

Vegeta era rimasto davvero deluso e arrabbiato. Non poteva credere che il combattimento vissuto con Broly lo avrebbe portato alla tomba pèe rvie traverse.

E quel che era peggio, il suo ritorno allo stadio normale non prometteva nulla di buono.

“Maledizione, Bulma! Tu avevi il sollecitatore! Perché dunque non l’hai usato?” urlò Piccolo alla moglie di Vegeta, che si passava una mano fra i capelli.

“M-mi sono dimenticata… mi spiace, Piccolo” si scusò la donna, che nel momento più adatto per sollecitare gli ormoni dei due, non lo aveva fatto.

“Non è ancora finita” lo rassicurò Ub, vedendo Bra sconvolta. “Non è finita, Piccolo!”

“Che cazzo dici, UB? Questo ci spenna in men che non si dica!” sbraitò il namecciano, ormai convinto di morire.

In realtà il maestro di Gohan non era arrabbiato né con lui né con Bulma, ce l’aveva solo con sé stesso, e con la sua dannata impotenza.

Tornava sempre, non bastava mai la forza che scopriva in lui, ce n’era sempre bisogno di nuova.

Sempre e sempre, e non bastava mai. Era il momento di sbroccare un po’.

Per pochissimi secondi.

Un soffio, proprio, non erano riusciti ad uccidere Broly.

Mancava così poco alla vittoria che chiunque si sarebbe strappato i capelli. Chiunque, tranne Goku e Vegeta, che fissavano astiosi Broly, che ormai si era ripreso del tutto.

Si rese conto che era ancora vivo, e poi vide i corpi normalizzati dei suoi deu avversari di sempre.

Sorrise. Il sorriso della Morte.

“Evidentemente, la Morte non può lasciar morire suo figlio” annunciò.

“Sono talmente spaesato che ho addirittura l’imbarazzo della scelta di come farvi andare all’altro mondo” continuò.

Poi decise: avrebbe creato una Meteora Gigante più grossa e gliel’avrebbe scagliata contro.

“Ecco” prendete!”. Ormai erano spacciati, qualunque cosa avrebbero fatto, la sfera li avrebbe raggiunti.

Ma, per un soffio, un calcio dal nulla deviò il colpo, che s’infranse lontano.

 

 

 

 

Per un soffio è il refrain giusto per questo capitolo,  ma voi che ne pensate?

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Capitolo 26
*** Gohan e Ub ***


“Che cosa è successo?” si chiese Broly. “Chi osa ancora opporsi?”

“Io!” si annunciò Ub, col Kaiohken moltiplicato venti attivato.

“E anch’io, non mi piace stare con le mani in mano!”

Gohan era venuto a dare man forte ad Ub, in rappresentanza del padre.

“Gohan! Ub! Non fatelo, è inutile, dico davvero! Andiamocene dai Kaioshin assieme!” li avvertì Goku, ormai ogni speranza persa. Nemmeno la Genkidama avrebbe funzionato, dunque non vedeva vie d’uscita se non quella della morte.

“No, padre” rispose Gohan. “neanche tu credi a quello che hai appena detto.”

“Esatto” fece eco Ub. “Finché abbiamo un alito di forza, combatteremo! Voi invece riposatevi!”

Non gli piaceva che gli venissero dati ordini, ma stavolta Vegeta fece come richiesto.

“Che cavolo ha Ub?” chiese Vegeta a Piccolo, una volta raggiuntolo.

“Hanno un piano, tutti e due, sta’ a vedere, forse il ricambio generazionale è avvenuto” rispose.

Goku era incuriosito: voleva vedere dove sarebbe andato a parare il suo allievo.

Vegeta guardò Bra e la sua apprensione. Sembrava davvero rapita da quel ragazzo, eppure non si erano mai frequentati al di fuori delle lotte.

“Bulma… non mi aspettavo che avresti potuto creare un Acceleratore così funzionante con quelle macerie” si complimentò il marito.

Bulma arrossì fino alla punta dei capelli. “Beh, certo, Vegeta… mica potevo farti morire”

Nel frattempo, Gohan si fece avanti.

“Oh, meno male, è Gohan il primo” disse Bra.

Vegeta le si avvicinò in maniera inquietante.

“Cosa provi per Ub? Quando è nato questo sentimento?”

Bra non sapeva come e se rispondere. Negli ultimi dodici mesi aveva pensato spesso all’allievo di Goku, coltivando anche l’idea che potesse prenderla come allieva, invece si era dovuta “accontentare” del padre, e non solo: c’era anche Gohan e le sue ricerche, che seppur erano interessanti, non lo erano quanto Ub.

In ogni caso, il suo professore preferito fissava Broly come se fosse convinto di distruggerlo per sempre.

“Tu sei il figlio di Kakaroth, non è vero? Vi somigliate molto… e credimi, vi somiglierete anche nel modo in cui finirete all’altro mondo! Che ne dici?”

Gohan ridacchiò. “Molto sagace, Broly. Ma vedrai, sarò ò io a farti fuori”

Parole vuote. In realtà era tutta una messinscena per permettere a Ub di caricarsi e colpire il Super Saiyan Leggendario con Kaiohken alla trentesima potenza.

Avrebbe superato i limiti oppure avrebbe vinto contro sé stesso?

Non lo sapeva, eppure valeva la pena tentare.

Ub stava pensando proprio a quello quando sentiva il suo corpo credere. Non sapeva nemmeno quanto avrebbe potuto resistere Gohan, che fino a quel momento era solo riuscito a sconfiggere la Donna che faceva parte delle guardie di Paragas.

“Vai, Gohan!” lo incitò Goku. “Fagli vedere che la tua potenza va al di là di quanto si può vedere!”

Gohan non poteva credere a quello che stava ascoltando, eppure Goku era lì, e lo incitava a dare tutto sé stesso come aveva fatto contro Cell ai tempi.

Quelli erano ovviamente tempi perduto e mai amati del tutto. Ormai lui era uno scienziato, e le lotte le guardava solo in televisione quando si celebrava la forza di un Mister Satan sempre più vecchio e dunque il livello sempre più infimo.

E dunque scatenare ancora una volta la forza che aveva insita in lui era quanto mai di più controproducente considerato chi era in quel momento storico.

Non sapeva quanto tempo Ub avrebbe impiegato, ma lui avrebbe fatto del suo meglio per non morire.

Broly si avventò contro di lui.

Gohan attivò il Saikyou No Senshi all’istante, sperando che bastasse.

“Gohan… la tua forza fa invidia a tutti nell’universo. Vai dunque, e non farti pregare” gli consigliò Goku, similarmente a quanto aveva fatto contro Darbula.

Ma non aveva la stessa furia impellente, non aveva lo stesso sguardo, non aveva più la voglia.

Voleva soltanto fare un favore ad Ub e ritirarsi nel suo studio e si suoi libri, a studiare. Lo aveva capito durante lo scontro contro Kolom e Zenit, che quella vita non era adatta a lui, infatti gli erano mancate le giornate di routine.

Che voleva riavere al più presto.

Broly cominciò a colpirlo allo stomaco, facendo esplodere i suoi pugni.

Gohan sopportava quel dolore, nonostante tutto, poi cominciò a librarsi a mezz’aria per colpirlo con una Kamehameha.

Broly invece decise di rispondere con una fitta tempesta di sfere energetiche verdi, che confusero l’avversario che inoltre decise di tardare l’applicazione della tecnica.

Nello scansarsi, Gohan non poté evitare il violentissimo pugno in faccia che ricevette, ce che lo fece precipitare a terra, dolorante.

La Kamehameha non poteva più essere una soluzione.

“Maledizione…e dire che volevo sbrigarmela in fretta” commentò Gohan, vedendo come la sua mano grondava di sangue, segno che il suo volto doveva essere ridotto ad una maschera.

All’improvviso, Artalas gli ricomparve nella mente. Chissà se lo avrebbe interessato anche in quelle condizioni.

In ogni caso, si rialzò: aveva altre cose a cui pensare, piuttosto che la lussuria.

Broly rispose alla sua constatazione, visto che era arrivato a fargli visita nel cratere che aveva creato.

Il suo volto si colorò di rosso, dovuto alle colate laviche che si ergevano come archi attorno a lui e dietro.

Sembrava il demonio in persona. Ma lui stesso sin era definito così. La Morte aveva fatto visita in quel pianeta.

“Figlio di Kakaroth, hai proprio ragione. Puoi sbrigartela in fretta. Mi basta un solo tocco, uno solo, e ti farò esplodere dall’interno facendoti vomitare il cuore!”

Gohan ebbe un rigurgito al pensare quella scena. Ma Broly aveva le potenzialità per farlo sette volte, con uno come lui.

Goku digrignò i denti sconfortato. “Maledizione… mi serve un’ora per ritentare la Fusion…”

Vegeta scosse al testa. “Ormai la nostra possibilità l’abbiamo avuta.. non ci resta che sperare in tuo figlio e quel terrestre”. Era strano come vegeta rimetteva il suo destino a due esseri che non riusciva

Ub stava ancora caricandosi.

Non sapeva ancora se il corpo avrebbe retto.

“Sono ancora al Kaiohken numero ventidue… ho paura di aumentare ancor ala mia forza, eppure ho passato l’ultimo anno con questo allenamento specifico”

“Puoi farcela, Ub!”

Bra si era di nuovo rivolta al ragazzo, che non poté fare a meno che arrossire, fortunatamente non visto a causa del rossore naturale che conferiva il Kaiohken all’aura.

Era pazzesco come fosse la ragazza a prendere l’iniziativa, decisa ora come ora di far vedere a Ub quanto ci teneva.

O forse no? Forse, era solo un incitamento dettato dalla vivacità della ragazza.

“Sì, di sicuro è così. Bra non ha motivo per invaghirsi di uno come me. E poi, stando a quello che mi ha detto Goku, Bra ha già parecchi corteggiatori” si disse Ub, concentrato piuttosto ad aiutare Gohan, che si trovava in difficoltà.

Broly teneva una costante offensiva, com’era da aspettarsi.,

Gohan si limitava a controllare i danni che poteva, mentre Broly tendeva a volerlo fare a polpette.

“Devo aumentare… devo aumentare la mia potenza! Come facevo quando era arrabbiato!” si disse Gohan, quasi stupendosi del pensiero che gli era venuto.

Come sarebbe? Uno come lui, un uomo che aveva sempre dedicato, quando aveva potuto, la sua vita allo studio, adesso gli era venuta voglia di prendere la testa di Broly e farla strisciare a terra, e provando anche piacere nel farlo.

Solo che non riusciva a capire quale processo esattamente serviva per aumentare la sua potenza a livelli inimmaginabili.

Mentre scavava nel suo cuore per riuscire a carpire il segreto dello “scatto”, Gohan continuava a subire i colpi di Broly senza che potesse riuscire a pararli, con conseguenti danni al corpo e anche alla mente, che non riusciva più a collaborare.

Ub nel frattempo annunciò “Kaiohken alla venticinquesima potenza…”

Goku lo incitò. “Ub, sbrigati! Gohan non ce la può fare per molto!”

E in effetti, il povero primogenito, se non ci fossero stati Goten e Trunks, sarebbe morto col colpo di grazia che avrebbe ricevuto da lì a poco.

“Maledetti…! Anzi, no: maledetto me stesso che non elimino nessuno dopo avervi sconfitto! Ma rimedierò all’errore!”

Fissava Goten e Trunks, che avevano bloccato le sue mani,  con la stessa maniera in cui Goku avrebbe potuto guardare un piatto di bistecca.

Aveva persino l’acquolina in bocca.

Si era già liberato dalla morsa dei due e stava per davvero spezzare le loro vite.

Ub doveva fare qualcosa subito.

Invece, fu Gohan a coprire al visuale di Broly, colpendolo con un Masenko lanciato a distanza ravvicinata e alla massima potenza.

Aveva messo tutto sé stesso in quel colpo, ma non era del tutto convinto che quella poteva essere la forza tanto utilizzata al Cell Game.

Alla fine del polverone, infatti, Broly era lì, intatto.

Al massimo, leccava le labbra con fare osceno, pronto ad uccidere non più due, ma tre persone.

Tutti si erano dimenticati di Ub, in quel frangente, piuttosto erano in estrema apprensione nel l’indovinare quale sarebbe stata la prossima mossa di Broly.

Con quale morte avrebbe giudicato i tre mezzi Saiyan.

“Mi spiace, ragazzi” si scusò Gohan. “Non sono riuscito a fargli nemmeno un graffio”

“Poiché egli non è normale” lo corresse Trunks. “Non preoccuparti, Gohan”

Broly ridacchiava, col suo solito modo di fare. “Sapete? Mi sembrate così teneri, voi moscerini, che quasi mi viene una forma di pietà… dico forse, poiché non avrò pietà!”

Caricò una Meteora Gigante e la lanciò verso di loro, pronto a fare strike.

Ma ancora una volta, la bomba esplose a metà  strada.

 

 

 

 

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Capitolo 27
*** Kaiohken x30 ***


“Cazzo! Ancora? Chi osa ancora una volta sfidarmi?”

Ub si frappose fra lui e le aspiranti vittime.

“Io, Broly! Conoscerai la potenza del Kaiohken in tutto il suo splendore!”

L’aura rossa che gli pervadeva il corpo era come una fiamma inestinguibile mossa da un uragano.

Scariche elettriche rosa salivano e scendevano dal torace alle gambe, come se fosse stata una spina rotta appena tolta.

Fu allora che tutti compresero ciò che voleva dire Goku otto anni prima, al Tenkaichi.

“Eh, già.. è davvero lui, la reincarnazione di Majin Bu. Sono molto cotento di averlo in squadra, piuttosto che come nemico” osservò Goku stesso, con occhi pieni di ammirazione.

I primi giorni di allenamento non erano stati molto fruttuosi, tanto che il lavoro da fare per il Saiyan era stato parecchio ed intenso.

Col finire del primo anno, Ub aveva appena imparato le mosse corrette da intraprendere in fase offensiva e difensiva, e il corretto utilizzo dell’Occhio della mente.

Al secondo anno, Goku cominciò ad insegnargli le proprie tecniche fisiche, e come colpire con efficacia i punti vitali seppur questi erano difesi bene.

Al terzo anno, arrivò la Kamehameha.

“Molto bravo, figliolo” si complimentò quel giorno, in cui per la prima volta il ragazzo eseguì quel colpo in maniera corretta.

Ed era anche la prima volta che lo chiamava ‘figliolo’. Goten ebbe una brutta influenza quell’anno.

Al quarto anno, Goku insegnò la Bukujutsu, ossia la tecnica del volo. Ci volle un po’, poiché Ub tendeva ancora a soffrire di vertigini. Spettacolari erano state le settimane in cui Popo era stato “costretto” a lavare il pavimento a causa del vomito.

Fu solo al quinto anno che Goku insegnò al suo allievo il colpo Ryuken, con conseguente entusiasmo, infatti Ub non esitava a definirlo come il “colpo più spettacolare”.

Al sesto anno arrivò il Kaiohken, che occupò anche tutto il settimo. Due anni duri, con conseguente utilizzo della Stanza dello Spirito e del tempo, per Ub, che da solo aveva fatto più progressi di quanto Goku avrebbe potuto aspettarsi.

Fino ad arrivare all’arrivo di Kolom, Zenit e Lotta, e poi un altro anno ancora, in cui si potenziò ulteriormente l’utilizzo del colpo del re Kaioh e si cercarono di amplificare gli incantesimi reconditi eredità di Majin Bu che erano sempre stati celati nella sua mente.

E finalmente, aveva raggiunto l’importante traguardo della Trentesima Potenza.

“Certo, se avessi saputo le basi subito, avrei impiegato sette anni della mia vita a coltivare la sacra arte del Kaiohken, ma purtroppo…. Poco male, almeno sono arrivato in tempo per distruggerti!”

Broly lo scimmiottò, in una cosa inedita per lui. “Bla, bla, bla… lo sai che chi parla non ha nulla da perdere? Vediamo: lascerò a te la prima mossa, se mi fai del male, mi batterò con te, se non mi farai alcun danno,m ti distruggerò con una fine veloce e indolore! Ti va bene?”

Ub non lo stette nemmeno a sentire, si spostò con la supervelocità e lo colpì con una gomitata al mento, e infine con una ginocchiata allo stomaco che lo fece precipitare a terra, creando involontariamente un ennesimo vulcano in quella terra disastrata.

Solo due colpi.

Solo due colpi, e Broly era già a terra.

Solo due colpi, e aveva il fiatone. Che stava succedendo?

Broly era il Super Saiyan della leggenda, eppure quella era la seconda volta in un piccolo lasso di tempo dove si trovava in svantaggio.

Eppure era solo uno scricciolo.

“Grrr… siete dei bastardi, moscerini! Siete tanti, e c’è l’imbarazzo della scelta di dove cominciare ad eliminare! Ringraziate di questo!”

Ub ridacchiò. Il suo sudore gli ricordava che aveva poco tempo.

Ricordava con piacere quando Goku era stato costretto per la prima volta a trasformarsi in Super Saiyan, ai tempi del’allenamento.

La rabbia che aveva raccolto tutta insieme lo fece esplodere e far cambiare aspetto.

Ub non aveva idea di cosa gli fosse capitato al suo maestro.

“M-m-m-m…ma…” riuscì solo a balbettare, cadendo a terra.

“Sorpreso, eh? Beh, se è per questo, posso ancora far allungare i capelli, se è questo che ti spaventa” gli disse Goku.

“E posso diventare così anche io?”

Goku lo guardò compassionevole.

“No, non puoi.”

“Solo perché sono nero?”

“No. Perché sei un Terrestre, e  i terrestri non possono trasformarsi in Super Saiyan. Per questo ci tocca farti crescere di potenza in un altro modo”

E così ripresero gli allenamento, seguitato dal pensiero fisso di cosa sarebbe successo se Ub si fosse trasformato in Super Saiyan contro ogni aspettativa.

Probabilmente la sua pelle nera sarebbe diventata oro, visto che Ub era fermo al fatto che la gente si trasformava solo perché aveva i capelli e gli occhi neri.

E ci vollero altri mesi di allenamento affinché il ragazzo crescesse e superasse Goku.

Purtroppo, lo Zenkai Power non si poteva insegnare.

E poi arrivò il traguardo della decima potenza.

“Bravo, Ub! Ma sarebbe bene che tu usassi quell’ira che Majin Bu ti ha ereditato con estrema parsimonia” gli consigliò Goku, fissandolo attentamente.

“Cosa vuol dire parsimonia?” chiese Ub, dato che prendeva lezioni da Goku anche come istruzione.

Goku sbiancò, preso dal panico.

“Ehm… beh… lo dice sempre Piccolo, la prossima volta lo chiederai a lui”

Piccolo ascoltò ciò che aveva da chiedere Ub.

“Parsimonia, eh? E se ti dicessi che si tratta di una parolaccia così grave da aver appena insultato le ultime sette generazioni della tua stirpe, che cosa faresti?” disse Piccolo, irritato più con Goku che altro.

“Ti prenderei in giro, poiché Goku non farebbe mai cose del genere” rispose gioviale Ub.

“E va bene… ti dirò cosa vuol dire parsimonia” ridacchiò Piccolo.

Ed eccolo lì, dopo tutti quegli anni sotto la sua ala, al suo primo vero combattimento che lo vedeva favorito.

“Il Kaiohken alla trentesima potenza… non pensavo potesse esistere” osservò Goku, più a sé stesso che a Vegeta, che comunque non lo avrebbe ascoltato.

Quando decise di allenarlo, credeva davvero nelle sue possibilità, ed ebbe anche modo di fare una gara seria fra loro due, ma addirittura essere in grado di competere col Super Saiyan della Leggenda, non era impresa da tutti.

Nel frattempo, Ub continuava a colpire incessantemente Ub, il quale si muoveva il più agilmente possibile per sopperire al gap.

“Credo che stavolta abbia fatto centro” continuò Goku, il quale si rammaricò nel non aver insegnato subito tutti i trucchetti del mestiere.

Il mestiere più bello del mondo.

Broly riprese le redini dello scontro, ma solo per un po’, poiché Ub bloccò sia le braccia che le gambe, grazie ad uno strano lazo rosa.

“Uhm… questa Majin Bu non l’ha usata” fece Vegeta.

“Infatti, gliel’ho insegnato io, di usare la sua aura per nuove tecniche specifiche” rispose Goku, sempre parlando da solo, più che altro.

“E quindi, potrò insegnargli la Genkidama e sarà in grado di sostituirmi in tutto e per tutto” concluse il suo monologo interiore, proprio nel momento in cui una grande barriera rosa si espanse dal corpo di Ub e atterrò Broly, il quale per deviarla si ustionò i palmi della mano.

Ub non aveva più nemmeno il fiatone, cominciava ad abituarsi alla nuova forza.

Sembrava davvero che stavolta la vittoria poteva essere una realtà.

A meno che Broly non avesse uscito qualche altro asso nella manica.

 

 

 

Ub e il suo maledetto Kaiohken sta dando del filo da torcere al povero Broly! La situaizone di vantaggio che si è creata per lui potrebbe dare uno spiraglio per la vittoria finale o è solo fumo negli occhi? Dite la vostra!

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Capitolo 28
*** Broly in difficoltà ***


Col figlio di Paragas, il timore di venir ribaltata la situazione era palpabile e sempre presente.

Ub lo sapeva, per quello stava molto attento alle mosse di Broly, che fosse solo per volare oppure quando si difendeva.

L’assenza di pupille nei suoi occhi lo rendeva inquietante e impenetrabile.

Il suo fisico possente, seppur coperto di lividi e ferite, comunicava sempre una grande energia che non sembrava scalfita dai lunghi combattimenti.

La sua aura era talmente ampia da far impallidire chiunque.

Tutti, tranne Ub, che era partito in vantaggio e adesso gli toccava gestire quella situazione.

Nemmeno Broly si aspettava un inizio del genere, perciò gli venne in mente la possibilità di prendere come ostaggio uno qualunque degli Z Warriors.

Magari proprio la ragazzetta.

Ub stava avvicinandosi per attaccarlo, ma Broly fece una capriola con netto anticipo e scese a terra, ponendosi di fronte a Bra e Bulma.

D’improvviso, il cielo si oscurò, per loro, tale era la dimensione del figlio di Paragas.

“Brutto mostro!” lo insultò Bra.

“Questo brutto mostro adesso ti porterà con lui” rispose secco il Super Saiyan.

La prese per i capelli e la portò al cospetto di Ub.

“La riconosci, vero?” chiese sarcastico Broly.

“BRA! NO!” gridò il ragazzo, con conseguente scorno di Vegeta.

“Si chiama Bra, esatto. È la figlia di vegeta, e adesso morirà per colpa tua! A meno che non ti arrendi”

Minacciò il collo della ragazza con un pollice.

Era solo un dito, ma in quel momento sembrava un coltello molto affilato.

Troppo.

Ub non riusciva a pensare nulla, se nona  quel pollice e alla conseguente resa.

Poi Bra parlò, usando tutta la voce che disponeva, ed era parecchia, in quanto veniva da due genitori che avevano fatto dell’urlo il loro marchio di fabbrica.

“UB! NON PREOCCUPARTI PER ME, TI ODIEREI SE ADESSO AVESSI DELLE ESITAZIONI!”

Ub esitava, invece.

“Sì, però non mi perdonerei mai se ti facessi del male!” rispose , disperato.

Bra scosse al testa per quanto poteva. “Non ti preoccupare, tornerò in vita; nel peggiore dei casi, e usciremo insieme non appena tutto questo sarà finito”

Broly guardò il proprio ostaggio. “Uscite insieme? Per fare che? Per mettere al mondo altri mezzosangue Saiyan? Per carità!”

Abbandonò l’idea del pollice e stese la mano per affondarla al cuore.

Ub allora non resistette più, espanse la propria aura e colpì il Super Saiyan con un pugno alla mandibola, che la sentì fratturarsi al momento dell’impatto.

Broly non si schiantò a terra, in quanto riuscì all’ultimo momento a cadere sulle mani, ma il colpo gli doleva alquanto.

Goku strinse le labbra. “Non è forte quanto Gogeta, ma credo che ce la possa fare”

Vegeta non gradiva che un Terrestre patetico sconfiggesse il Super Saiyan della Leggenda, tuttavia se il destino gli poneva davanti questo scenario c’era un motivo.

Il suo regno, seppur sia durato poco, non aveva nemmeno motivo di esistere: ormai i Saiyan erano una specie che apparteneva a un’altra epoca, e i pochi sopravvissuti avevano fatto bene a passare dalla parte del Bene, pertanto chi non si fosse “aggiornato”  era destinato a soccombere.

Sotto i colpi di un Terrestre, seppur con i dovuti distinguo.

Vegeta trasse un sospiro: poteva comandare solo su Kakaroth, era quello il suo destino. Oppure fare il “re” di casa Brief. Sorrise al pensiero.

Rimaneva solo Broly, dunque, da annientare. E non sarebbe stato facile, le speranze erano sempre ridotte al lumicino; tuttavia era confortante sapere che quel lumicino non era ancora stato abbattuto.

“Bastardo… tu lo capisci, vero, che sei un Terrestre e dunque per questioni genetiche non puoi sconfiggermi?”

Ub ridacchiò. Il suo avversario era fermo alle questioni genetiche. Ma non era colpa sua, era stato educato in quel modo.

Invece lui ricordava con affetto cosa gli disse Goku:

“Ricorda, Ub: non è importante come nasci, ma ciò che vuoi diventare (cit. A. Silente, ndr. Chi legge i Crossover sa che Goku lo conosce e quindi l’ha sentito direttamente da lui). Prendi me, per esempio. Stando a quello che dice Vegeta, sono stato etichettato come guerriero inferiore, eppure ora sono più forte di lui”

Ub in quell’occasione rimase a bocca aperta, ma quando poi lesse quelle stesse parole su un libro per ragazzi (Harry Potter, per l’appunto), si disse fra sé che la prossima volta avrebbe portato Goku a scuola.

Per quel motivo il ragazzo rispose a Broly. “Hai tuttavia davanti a te il Terrestre più Saiyan che ci sia”

Broly rise: una risata lunga, fredda come certe notti d’inverno, glaciale come il suo cuore.

“Non farmi ridere” disse poi, tornando serio. L’assenza delle pupille era molto importante.

Riprese la super velocità, per attaccarlo. Ub invece che la cosa migliore sarebbe stata attaccarlo frontalmente. Spalla contro spalla, in modo da attutire il colpo.

Dopo l’impatto, che incrinò il terreno sottostante creando due dislivelli distinti, si diede il via a un feroce scambio di pugni, che ebbero più l’effetto spettacolare che lo scopo per cui erano stati scagliati.

“La loro forza è pari” osservò Vegeta, vedendoli combattere.

Nemmeno i calci funzionavano.

“La loro forza è pari, Kakaroth!” incalzò Vegeta.

“Sta’ calmo” lo rassicurò il compagno. “Ub è un po’ più forte, ma purtroppo lo vedremo alla lunga”

Ma fino a quel momento, sembrava addirittura in vantaggio Broly. Forse il fisico di Ub stava cedendo.

Con un ultimo colpo a due mani, il figlio di Paragas schiantò Ub a terra.

“Ebbene? Che ti succede?” chiese, sarcastico.

Un si rialzò come se nulla fosse accaduto. “Scusa, sono… inciampato” rispose, sogghignando e mandando in visibilio Bra.

Broly scosse la testa. “Non sei in condizione di prendermi in giro”

Ub ridacchiò, usò la super velocità e riprese il combattimento.

Con sua sorpresa, Broly si rese subito conto di dover ricorrere alla tattica difensiva, poiché Ub era partito con un’altra marcia: lo colpiva a destra, a sinistra e al centro con una tale precisione e potenza da fare invidia anche al suo maestro nei tempi migliori.

Finì il suo turno con una doppia ginocchiata, nello specifico prima la scagliò allo stomaco e mentre Broly constatava l’effettivo dolore Ub era già salito sulla schiena per rompergli la colonna vertebrale.

Il guerriero leggendario dovette ancora una volta assaggiare la polvere disgustosa di quel pianeta, ormai diventata molto calda.

Era impossibile.

Era impossibile che egli, avendo Kakaroth davanti, doveva soccombere con il suo allievo.

“Kakaroth” chiamò la prima volta, e non ottenendo risposta, urlò quel nome.

“KAKAROOOOOOTH! IO TI ODIO!”

Era plausibile.

I lamenti gli rimbombavano, ancora e sempre, nelle sue orecchie.

Ub scese delicatamente a terra e lo guardò con un misto di disgusto e rabbia.

“È la tua fine, Broly. Non ti rimane che l’odio che provi per il mio maestro, ma sarà l’allievo a sconfiggerti”

 

 

 

 

 

La fine di questa saga è molto vicina oppure ne vedremo ancora delle belle? Cosa succederà ad Ub dopo questo incontro? Riuscirà a palpeggiare Bra oppure soccombrerà com'è giusto che sia sotto i colpi di Broly? Staremo a vedere, nel frattempo alla prossima!

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Capitolo 29
*** Vittoria finale ***


A quelle parole, il Super Saiyan Leggendario tremò di disgusto.

“Non è ancora finita. Finirà solo quando lo dico io” disse, senza però esserne del tutto convinto.

Certamente, gli dispiaceva andarsene senza aver ucciso nemmeno uno dei suoi nemici, ma il Kaiohken moltiplicato trenta si era rivelato un osso più duro da digerire del dovuto.

Espanse la sua aura e attaccò ancora una volta Ub, che innanzitutto parò con l’avambraccio un calcio rotante e rispose con un raggio rosa, diretto alla faccia, ma Broly si scansò utilizzando la super velocità, si portò dietro di lui e tentò di colpirlo con un altro calcio, ma Ub roteò su sé stesso, bloccò la gamba che stava diventando pericolosa e la rilasciò solo dopo aver lanciato lei e il resto del corpo lontano da lui.

Broly si rialzò all’istante e riprese ad attaccare il proprio nemico con più foga.

“Ehi, che ti prende?” chiese Ub. “Non mi sembri più veloce ed energico! Stai puntando tutto sulla potenza, e ciò ti porterà alla tomba!”

Broly digrignò i denti, infuriato. Doveva dare una buona lezione a quel patetico.

“Sei patetico” lo insultò. “Sei davvero patetico, e non capisco il motivo per cui sei ancora vivo. Farò in modo che tu sparisca per sempre!”

Ub ridacchiò. “Sei in svantaggio, lo sai?”

Sparirono entrambi alla vista, e ripresero un violento combattimento corpo a corpo, dove i due contendenti avrebbero dato tutto, per sopraffare l’altro.

Il fatto era che più andava avanti il combattimento, più Ub era in vantaggio, ma Broly non sembrava voler cedere.

Così si allontanò da lui e cominciò a caricare al Kamehameha.

“Kaaaa…” cominciò a dire.

Non sapeva bene cosa sarebbe successo se Broly glielo avesse lasciato fare.

“E così vuoi già darmi il colpo di grazia, eh? Ebbene, ho appena deciso di dimostrati la mia superiorità  respingendo il colpo!”

E si mise in posizione per attuare quel piano.

Sogghignava, ma dentro di sé era concentratissimo.

Sapeva già cosa avrebbe fatto e come.

Ad Ub non piacque quell’umettarsi le labbra con fare piacente. Ma non poteva fare altrimenti.

Oppure…? Chissà, forse avrebbe potuto prenderlo in giro e spararla da un’altra angolazione. Ma forse, se ne sarebbe accorto.

Broly ridacchiava. Non poteva sopportarlo, quasi quasi poteva cominciare a frignare, per vedere l’effetto che faceva.

Se avesse saputo il punto debole di Broly, naturalmente.

“Meeee….”

Ecco. Una sfera bluastra cominciò ad apparire fra i palmi del ragazzo nero.

Cominciava a mandare scariche elettriche e diversi fasci di energia che si estendevano vero sl’esterno.

L’aura del Kaiohken avvolgeva l’intero suo corpo. La terra tremava e scagliava enormi colonne laviche, ma perlomeno era protetto da quella barriera protettiva.

Broly attendeva: non vedeva l’ora di respingere quel colpo, non ne poteva più, e poi sarebbe toccato a Kakaroth, che non aveva più energie nemmeno per respirare.

Tutti gli altri stavano col fiato sospeso, senza contare che il tutto stava accadendo in una frazione di secondo.

“Vai, Ub… vinci per me” sussurrò Bra. Era pazzesco, l’interesse che stava coltivando quella ragazza. Ma quella era la stata la prima occasione di poterlo rivedere dopo gli eventi passati contro i Gi’isa, quindi non è arrivato al lettore ciò che lei aveva pensato di Ub sin dal primo momento.

Meglio tardi che mai, comunque.

In ogni caso, Broly stava concentrandosi al massimo. Non gli piaceva quella sfera bluastra che stava prendendo forma.

E stava ingrossandosi, facendo levitare i sassi e facendoli esplodere una volta raggiunti un’altezza sufficiente.

Ub si chinò lievemente: era anche una cosa che faceva il suo maestro per la concentrazione. Aveva detto: “Ricorda, Ub: una Kamehameha ben gettata può risolvere da molti problemi, ma devi metterti come mi metto io”

Ub aveva risposto: “Ma così sembra che stia defecando”

Goku lo guardò male: evidentemente, aveva una particolare passione per le posizioni strane e ridicole, e quando gliele si toccava si alterava come se gli avessero ucciso Crilin.

Ma adesso non lo pensava più: il suo unico pensiero era rivolto verso Broly e la sua imponente figura, che pronta lo stava provocando, anche senza fare nulla.

Chiunque avrebbe pensato che Broly fosse uno sciocco ad aspettare il colpo che avrebbe potuto ucciderlo senza reagire, tuttavia era una questione di principio.

Voleva umiliare il suo avversario, per poi finirlo. Era come un accordo non scritto fra carnefice e vittima, secondo il quale solo dopo la Kamehameha si sarebbero definiti i ruoli.

Questo anche Ub lo sapeva, ma non poteva perdere tempo.

Non voleva.

Non doveva.

Era pronto a scagliarla, ma all’improvviso  una paura non invitata si impadronì di lui.

“Haaaaa….”

Ormai era tutto pronto: il colpo della tartaruga, che tanta storia aveva, attendeva solo di essere scagliata.

Allora cos’era quella paura? Paura di vincere, forse.

Di superare Goku e le sue possibilità. Ma allora a cosa sarebbero servite tutte quelle serate interminabili ad allenarsi sotto la neve?

Goku non aveva passato otto ani della sua vita ad inseguire una chimera, solo per controllare che il suo allievo non lo superasse.

Se Goku lo aveva designato come suo vero erede, allora si aspettava che un giorno l’avrebbe sorpassato.

“Sì, è così” si disse Ub.

Goku lo guardava in apprensione. Una voce, ormai familiare, tornò alla carica.

Non ti rode un po’, che Ub ti stia sorpassando? Sai benissimo che quella Kamehameha distruggerà Broly, e tu non hai fatto nulla.

Goku ridacchiò.

“Se tenti di corrompermi con queste motivazioni puerili, direi che sei proprio alla frutta” disse alla voce, perentorio.

La voce sbuffò e tornò nel suo antro, forse per sempre. Forse sconfitta più che altro dal fatto che Goku aveva usato il termine complicato “puerile”.

Nel frattempo, Ub sogghignò. Era davvero felice che tutto si sarebbe risolto di lì a poco, anche perché sarebbe parso come un eroe invincibile agli occhi di Bra, la sua principessa, più che quella dei Saiyan.

Una forte corrente d’aria proveniente da est spinse via molte colonne laviche verso il luogo dello scontro, facendo notare ancora una volta la cupola elettrica che si era creata attorno a loro.

Nessun essere umano normale sarebbe potuto entrare senza morire.

Broly continuava a concentrarsi: dal canto suo, se fosse riuscito a respingere quella Kamehameha avrebbe vinto, senza appelli, perché il suo avversario stava davvero mettendo tutto sé stesso.

Lo si notava dalle vene che gli stavano spuntando fra i muscoli e i nervi a fior di pelle che venivano traditi dall’espressione.

Lui invece, nella sua ira, era serafico: forse non gli importava nemmeno, di perdere.

Voleva farla pagare a Kakaroth, aprendo dal suo allievo.

Chissà se un giorno anche Broly avrebbe avuto un allievo sul quale contare e tramandargli tutte le tecniche fin lì apprese.

Fino a quel momento, nessuno era stato meritevole, sempre ammesso che ce ne fosse davvero uno.

“Meeee…” disse Ub.

Broly lo sentì, ormai era pronto anche lui.

Il Colpo della Tartaruga avrebbe ancora una volta solcato il terreno distruggendo tutto ciò che vi trovava, e magari avrebbe anche distrutto Broly, che in un primo momento avrebbe cercato di respingerla o deviarla con le mani, ma si sarebbe reso conto troppo tardi che quel colpo le aveva già incenerite, così come il resto del suo corpo, che sarebbe stato cancellato per sempre dalla faccia dell’Universo.

“Ci siamo” disse Piccolo.

“L’atmosfera è carica di tensione, sembra che in questa Kamehameha ci sia il pianeta intero, che si sta ribellando alla tirannia del Super Saiyan della Leggenda” fece eco Gohan.

“Tu hai idea che Broly, pur essendo un temibile avversario e foriero di morte, non abbia ancora ucciso nessuno di noi?” fece notare Goten, dal suo angolino accanto a Trunks.

Quest’ultimo gli fece segno di tacere portandosi l’indice davanti al naso. “Non vorrai interrompere la serie positiva, spero?”

Al che Goten realizzò di aver detto una frase fuori luogo e arrossì dalla vergogna.

E se a Broly venisse l’idea di schivare il colpo e uccidere prima gli altri? Ne avrebbe il potere e la possibilità, nonché la voglia matta di farlo.

Ma per questione di principio, si costringeva a rimanere davanti a Ub, minacciandolo con la sua sola presenza colossale.

Ma in caso contrario, nessuno avrebbe potuto salvare gli spettatori tutt’attorno.

Quindi era una fortuna che quella Kamehameha fosse così grossa, tanto da distrarre il Super Sayan, pronto a respingerla con un colpo secco.

“Ub… ti prego, fallo per me!” si disse Bra.

“Sta’ calma, figlia! È concentratissimo, e poi ha studiato con Goku! Conosce tutte le situazioni!” la rassicurò Bulma.

“Sì, ma in teoria! In pratica ha molta strada da fare!” ribatté la figlia di Vegeta, seriamente preoccupata.

Forse l’empatia che si era creata fra loro, anche se le parole non erano arrivate alle sue orecchie, portò Ub a preoccuparsi ulteriormente.

“Sta facendo il tifo per me… ma in ogni caso, lo stanno facendo tutti. È inutile che mi ponga dei problemi” si disse, triste.

E quel clima non era il più adatto a sentirsi triste; così trasformò quella tristezza in rabbia.

Ira feroce e furibonda, nella quale avrebbe messo le speranze di un Universo libero.

Dal Kaioshin il Sommo a Mister Satan che era addirittura ignaro di tutto, facevano il tifo per lui.

Non avrebbe potuto tradirli, non quel giorno. Non per stupide questioni di cuore.

Le mani si fecero roventi. Era ora.

“… HAAAAAAAA!”

Pronti, via. Il destino delle prossime ore era tutto affidato al raggio blu che era appena partito dalle mani del Terrestre.

Broly sogghignò: forse era un’idea appena arrivata, forse l’aveva architettato da sempre.

Fatto sta che saltò all’ultimo momento per schivare il colpo, diretto al nulla.

“NO! NON QUESTA VOLTA, MALEDETTO!”

Goku, vedendo il tiro mancino del’avversario, si trasformò in Super Sayan di terzo Livello e con le poche energie accumulate in quel breve lasso di tempo colpì inaspettatamente Broly con un colpo a due mani, che non aspettandosi una reazione così veemente cadde dritto nel raggio blu che ancora stava passando.

“NOOOOO!” . Non avrebbe potuto fare più nulla, nemmeno per frenare la caduta, si sentiva stranamente svuotato.

E all’improvviso, un forte pianto risuonò nelle sue orecchie che si stavano sgretolando alla luce imperiosa e mortifera della Kamehameha.

Ma stavolta, non era il solito frignare del bambino alla sua sinistra in quella maledetta nursery.

No.

Era lui, lui che per la prima volta, proruppe in lacrime, deluso da sé stesso e dalla sua incapacità nell’adempiere la Leggenda.

 

 

 

Siccome in Giappone la suspence non esiste, infatti mettono titoli più che esplicativi, mi sono adeguato e ho deciso di intitolare questo capitolo "Vittoria finale"! Ed ecco qui la scoinfitta di Broly, ancora più epica di quello che è stato l'OAV, a mio immodesto modo di vedere! Voi invece che ne pensate?

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Capitolo 30
*** Ritorno sulla Terra ***


Non appena l’aura di Broly scomparve, la Kamehameha compì il suo tragitto e Ub spense il Kaiohken, nell’aria l’atmosfera mutò notevolmente.

Si respirava persino aria fresca, laddove prima c’era puzza: evidentemente il ricambio della crosta terrestre aveva giovato anche al pianeta, che purtroppo sarebbe rimasto disabitato per sempre.

Un arido pianeta lavico, che avrebbe portato fino alla fine dei suoi giorni le macerie di quello che era stata la follia di Broly e di suo padre, che aveva affrontato il problema dalla parte sbagliata.

“Secondo voi, Paragas era davvero cattivo?” si chiese Trunks.

Tutti lo guardarono.

“Beh, insomma… ha fatto di tutto per tenere sotto controllo Broly, e se non fosse stato per lui saremmo tutti morti non appena Broly si fosse trasformato”

“Sono ragionamenti che puoi fare col senno di poi, Trunks” rispose Vegeta. “Paragas andava eliminato, così come suo figlio, che era un vero e proprio demone. A proposito, non so se sia morto davvero”

Piccolo ascoltò attentamente tutti gli spostamenti d’aria. Guardò con concentrazione  tutti gli anfratti che andavano creandosi a causa delle catastrofi che continuavano nonostante la guerra fosse conclusa.

“Non sento niente” concluse, mesto. “Mi sa che Ub ce l’abbia davvero fatta”

Ma tutti guardarono Goku, che soddisfatto e tornato normale sorrideva ansimante a terra, come aveva fatto suo figlio non appena sconfitto Cell una volta per tute.

“Che paura, ragazzi! In realtà mi aspettavo una cosa del genere, da lui, ma vederla effettivamente messa in atto è stato a dir poco da infarto! Ora mi rimpinzerò fino a scoppiare per riprendermi da cotanto spavento!”

“Già, Kakaroth.., così almeno la smetterai di parlare complicato” interloquì Vegeta, fra l’ilarità generale.

E così tutto si risolse, tranne il problema dell’astronave.

“Ops, mi sa che qualche cratere l’abbia inghiottita, perché Paragas l’aveva parcheggiata qui” disse Bra, fissando il vuoto, e appunto un cratere immenso.

“Mi sembra di stare su Namecc… Re Kaioh, secondo lei questo pianeta è a rischio esplosione?” chiese Goku telepaticamente.

Re Kaioh rispose “Fammi controllare…”

Silenzio.

Altro silenzio.

Ancora silenzio.

“Ebbene?” incalzò il figlio di Bardack.

“UN attimo, Goku! Mi stava uscendo un’ottima battuta sulle esplosioni, ma me l’hai fatta scappare di mente!” fece irato Re Kaioh.

“Ma il pianeta esploderà o no?” chiese Goku.

“No, non esploderà, ma fra poco tutto il pianeta sarà abitabile solo dagli organismi che sopravvivono alla lava, se non vi sbrigate!” concluse il re Kaioh, troppo contento per la fine di Broly per prendere sul serio la situazione.

Goku guardò Bulma, l’unica nel gruppo che non era in grado di volare.

“Bulma… sei sempre tu. Riesci a sollecitare le mie cellule Saiyan ma non hai organizzato un piano per il ritorno?”

“Ed usare il teletrasporto?” le rispose lei sulla difensiva.

“Dovremmo aspettare che mi riprenda, e nel frattempo il pianeta potrebbe non essere più ospitabile” ribatté Goku, col suo solito tono pratico.

Bulma rifletté intensamente,e mentre decideva il da farsi, Bra si avvicinò a Ub.

Era giunto il momento di chiudere anche quella sottotrama.

Da quando lo aveva rivisto, era scattato qualcosa, non sapeva bene nemmeno lei cosa, ma tanto era.

E poi era bellissimo in quel momento, coi vestiti strappati e insanguinato, ma felice come una Pasqua.

Trunks diede una gomitata a Goten. “Ehi, guarda mia sorella”

L’interpellato guardò Bra avvicinarsi all’allievo di Goku, il ragazzo che aveva odiato e che adesso stimava. “ Ebbene? Che devo guardare?”

“Si sta avvicinando a Ub. Non è il momento di dare fiato al nostro repertorio di battutacce?” rispose Trunks con un certo brillio, che Goten non gli vedeva da tanto, troppo tempo.

Lo stesso brillio che aveva quando aveva in mente una bravata ai tempi di Majin Bu. Da allora, niente più bravate, solo monotonia, e pratiche da sbrigare.

Goten non era mai stato così: aveva seguito le orme del padre solo per quel che riguardava il non fare nulla, oppure vincere periodicamente tornei di arti marziali per mantenere la madre.

E nel frattempo fare il farfallone con tutte le ragazze che poteva, contando sulla sua forza sovrumana.

Ma dopo quel che era successo con i Gi’isa, vedeva meglio alcune cose che gli erano state celate, come ad esempio l’impegno e la costanza che pagavano.

Ed era per quello che aveva deciso di allenarsi più seriamente durante l’ultimo anno.

Tuttavia, quel processo di crescita poteva anche essere dimenticato per due minuti e sfottere Bra che corteggiava un imbranato Ub, che non aveva mai visto una ragazza in vita sua, né tantomeno una bella quanto Bra.

“Ub, sei stato straordinario” esordì la ragazza, raggiante.

Ub le sorrise di rimando, annuendo vigorosamente. “Beh, sì, non è stato facile e a dire il vero mi sono spaventato quando…”

S’interruppe, perché ad un tratto le labbra della figlia di Bulma e Vegeta, la principessa dei Saiyan per diritto di nascita, si erano posate sulle sue, quelle di un umile figlio di contadino che era cresciuto per dieci anni senza sapere realmente chi era, e altri otto chiuso dentro una stanza a provare a liberare chiunque era stato riposto in lui.

Dal canto suo, Bra era al settimo cielo: sapeva che Ub non era bravo con le parole, e quindi decise direttamente di passare alla pratica senza fargli fare fatica alcuna.

Com’è che dicevi? Che Bra non si sarebbe mai interessata a me? Disse Ub, provocando la sua coscienza pessimista.

Umpf, fece quella, facendo compagnia nell’antro oscuro con la coscienza cattiva di Goku.

Naturalmente, tutti guardarono la nuova coppia.

Persino Goten e Trunks rimasero scioccati da quel’azione di Bra, tanto da non poter trovare le parole adatte a rovinare l’atmosfera.

Sembrava anche che il pianeta avesse finito di tremare e crollare pezzo dopo pezzo.

La figlia di Bulma, alla fine del bacio, sorrise.

“Beh, questo è il mio regalo di ringraziamento”

“Alla faccia del regalo!” commentò Vegeta, sarcastico. “BULMA! Siamo pronti per partire? Mi sembra di aver capito che Kakaroth non abbia abbastanza energia per portarci tutti!”

“È così, Vegeta” annuì Goku.

“Sei sempre il solito imbecille” ribatté il re dei Saiyan.

In realtà, gli rodeva il fatto che Bra avesse deciso di limonare con Ub davanti a lui, come se lui non contasse nulla come padre.

Alla fine, l’astronave fu reperita in quella che era stata la base sotterranea degli indigeni prima che Broly li avesse eliminati tutti.

E tutto si risolse, ancora una volta.

Questo Universo accetta solo un Super Saiyan alla volta.

E, per una volta, anche un Super Terrestre.

 

 

Finisce così questa mirabolante saga di Dragon Ball! A breve la parte III che chiude questo lungo cammino che ha visto prima un cattivo "originale" e poi un cattivo dell'OAV! Che vi aspettate dalla prossima saga?

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