la spada demoniaca

di FinalGoku
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1-L'allenamento con gli zefiriani ***
Capitolo 3: *** 2-Progressi ***
Capitolo 4: *** 3-Un Nuovo Torneo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO
 
“Meno male! L’ho davvero scampata bella! Non pensavo che il torneo avrebbe rivelato la presenza di guerrieri tanto abili nel Paradiso! Per poco mi trovavo per le mani davvero una gran brutta gatta da pelare!” pensava Dai Kaioh, il capo dei quattro Re Kaioh mentre camminava nella propria stanza del trono, percorrendo la pavimentazione in pietra di un lucente colore blu. La canuta divinità si asciugò con un fazzoletto un rivolo di sudore in prossimità della tempia, quindi si adagiò pesantemente sul proprio trono, con sguardo perso in avanti nel rimirare la perfetta regolarità dei colonnati bianchi che circondavano totalmente quello stanzone di forma ovale, e ne sorreggevano la spettacolare volta affrescata che troneggiava sopra la testa del bizzarro essere divino. Innanzi a lui il portone in legno divino, di una lucentezza e di una resistenza non riscontrabili in nessuna pianta presente nel mondo dei mortali, rigorosamente chiuso, dal momento che, dopo il termine del torneo delle quattro galassie, egli aveva deciso di ritirarsi in riflessione, e aveva dato disposizione affinché nessuno lo disturbasse. La competizione, proposta dai quattro Re Kaioh, ed avvallata dallo stesso Dai Kaioh, doveva essere poco più che una manifestazione al semplice scopo di dilettare e divertire tanto le divinità quanto gli abitanti del Paradiso, che conducevano un’esistenza si, agiata, ma a volte, complice il suo protrarsi in eterno, un pochino monotona. In realtà, la finale aveva dimostrato come in Paradiso vi fossero guerrieri dotati di una forza tale da lasciare sconcertato persino il più potente tra gli dei, Kaiohshin escluso. “Per fortuna che mi è venuto il lampo di genio di inventarmi quella storia del soffitto! Altrimenti avrei dovuto allenare quel ragazzo di nome Goku! E cosa avrei potuto insegnargli? Quello è certamente più forte di me! E lo stesso vale per Pai Ku Han… Avrei dovuto inventarmi qualcosa di estremamente particolare, e in questo momento non ho proprio il tempo di elaborare dei nuovi metodi di allenamento!” continuava a pensare il buffo Dai Kaioh. Proprio in quell’istante, le sue riflessioni vennero interrotte da una voce di donna. “Nonnino!!!” lo chiamò la voce misteriosa. Dai Kaioh la riconobbe, ma sussultò ugualmente, un po’ per il fatto di essere stato chiamato all’improvviso, quando egli credeva di essere solo, e un po’ per l’appellativo con cui la voce si era rivolta a lui. Incurante della porta chiusa, la nuova venuta vi passò attraverso per mezzo della propria peculiare capacità di rendersi consistente come l’aria, capacità tipica della propria razza, quella degli zefiriani. Quindi, quella che aveva attraversato le fessure dell’ingresso come un’informe nube di un colore azzurrino quasi trasparente, assunse forma concreta innanzi a Dai Kaioh. Era una bellissima ragazza dai capelli turchini, tagliati a caschetto, indossava un mantello di colore nero, che portava di norma abbastanza aperto, e che in particolare in quella situazione lo era in quanto ella stava con le mani sui fianchi, lasciando intravedere il proprio provocante abbigliamento, composto da un top e da dei calzoncini corti entrambi piuttosto attillati, di colore grigio. La ragazza fissava la divinità con un’aria di scherzoso rimprovero, quasi con un’aria di sfida. I suoi splendidi e grandi occhi celesti si specchiavano negli occhiali da sole di Dai Kaioh, il quale, ricompostosi, disse “Elore! Insomma! Quando la smetterai di chiamarmi in quel modo!? Io sono una divinità!”. Elore lo fissò per alcuni istanti perplessa, per poi fare uno dei suoi famosi, adorabili sorrisi, dicendo “E’ vero, ma sei anche il più adorabile vecchietto del Paradiso!”. Dai Kaioh arrossì leggermente e sospirò. Non c’era nulla da fare! Elore era fatta così! Non era possibile assoggettarla ad alcuna forma di autorità, era come un venticello primaverile, libera e frizzante, ma al contempo dolce, e capace di far sentire bene con le carezze del suo carattere gioioso, ma mai sguaiato, e con la musicalità della sua voce calda e rassicurante, che cullava l’interlocutore che l’ascoltava. Del resto, lei e Dai Kaioh si conoscevano da tempo immemore, in quanto lei era la sua discepola ed allieva scelta. Era una degli unici due guerrieri che Dai Kaioh aveva scelto come combattenti personali, da tenere con se anche dopo il normale corso del periodo degli allenamenti. Non doveva infatti ingannare il suo aspetto dolce e il suo carattere amabile e cordiale. Elore era, infatti, una combattente eccezionale, ed era stata proprio questa sua incredibile abilità a colpire Dai Kaioh al punto da farle dono di un privilegio non concesso ad alcuna altra anima del Paradiso. Nessuno, a parte Arier, era all’altezza di Elore nella considerazione di Dai Kaioh. “Comunque! Cosa volevi dirmi, Elore?” chiese la divinità. “Ho visto la finale del torneo, così, tanto per curiosare… e devo dire che ci sono rimasta un po’ male per la sua decisione di squalificare quel bel ragazzo chiamato Goku!” rispose Elore con aria infantilmente imbronciata. Sorridendo per la dolce espressività palesata ancora una volte da Elore, Dai Kaioh disse “E’ dispiaciuto anche a me! Goku avrebbe meritato tutte le attenzioni che si convengono a qualcuno con un simile potenziale! Purtroppo in questo momento non posso prendermi un impegno del genere, visto e considerato che Kaiohshin, durante la sua assenza, ha lasciato a me il compito di vegliare sull’universo! Mi sono concesso la distrazione del torneo, ma di più non mi posso permettere! Non potrei dedicarmi a Goku come egli meriterebbe!”.  Elore ascoltò la spiegazione del proprio maestro, quindi, incuriosita chiese “Kaiohshin è assente? Perché? Cosa deve fare di tanto importante da abbandonare il proprio pianeta?”. “Beh ecco… lui e Kibith sospettano che Bibidy, il malvagio mago che un tempo creò il demone Majin Bu, abbia un figlio che sta tramando di riportare in vita quell’antico mostro!” spiegò Dai Kaioh. “Majin Bu? Ricordo che me ne hai parlato una volta! Sbaglio o è quel demone che secoli addietro ha ucciso quattro dei cinque Kaiohshin?” chiese Elore. Dai Kaioh annuì “Proprio così! Dunque converrai con me che per Kaiohshin impedire che quel mostro si risvegli, al momento, sia un obbiettivo prioritario!” disse la divinità. “Si, certo…” riconobbe Elore. La zefiriana, tuttavia, non si perse d’animo, e si rivolse nuovamente a Dai Kaioh con il volto illuminato di chi ha appena trovato una plausibile soluzione ad un problema. “Beh! Se tu non puoi allenare Goku, lo faremo direttamente io e Arier!” asserì la ragazza. “Cosa? Assolutamente no! Non se ne parla!!!” sussultò Dai Kaioh. “ E come mai?” chiese Elore. “Perché Goku non è all’altezza! Voi siete di un altro livello rispetto a lui! Finireste con il farlo a pezzi!” rispose Dai Kaioh, ben deciso a rimanere fermo sulle sue posizioni. “Su! Dai nonnino! Ci andremo piano!” insistette Elore. “Tsk! L’ultima volta che ci dovevate andare piano, quello che ha combattuto con voi ha chiesto che gli fosse tolto il corpo perché non riusciva più a sopportare il dolore per tutte le botte che gli avete dato!” le rammentò Dai Kaioh. “Ehm…” fece Elore imbarazzata portandosi l’indice alla bocca con espressione monella “Devo ammettere che quella volta ci siamo fatti prendere un po’ troppo la mano! Però abbiamo imparato la lezione!”. “Beh ecco… non saprei…” mormorò incerto Dai Kaioh. “Ti preeeeeeeeeeeeego…….” Fece Elore con tono suadente battendo rapidamente le palpebre con fare ammiccante. Dai Kaioh sudò freddo. Sapeva di non avere scampo, e che avrebbe certamente finito con il direi “si” ad Elore. Del resto quella ragazza era sempre riuscita a persuaderlo a fare qualsiasi cosa lei volesse da quando lo conosceva, anche se, a onor del vero, non è che lei gli avesse mai chiesto molte cose. “Arier che ne pensa?” chiese Dai Kaioh, cercando quantomeno di giocare sul fatto che loro due non fossero gli unici ad avere voce in capitolo sulla questione. “Non gli ho ancora accennato alla cosa! In ogni caso penso che sarà d’accordo con me!” rispose la zefiriana. Casualità volle, peraltro, come se avesse percepito come in quella stanza si stesse parlando di lui, che Arier facesse la sua apparizione proprio in quel momento. Egli non apparve dalla porta come Elore, ma direttamente attraversando la volta del soffitto. La sua figura ammantata di bianco, scese lentamente al centro della stanza. Il suo fisico, non era eccessivamente muscoloso, per quanto si potesse intuire, visto che comunque il suo corpo era celato interamente dal mantello, indossato chiuso. I suoi capelli erano lunghi e lisci fino a metà della schiena e dello stesso colore erano i suoi occhi, seri e profondi come abissi marini, che lasciavano trasparire un animo guerriero. Se su Elore si poteva avere qualche dubbio, chiunque avrebbe invece potuto comprendere come Arier fosse un guerriero. Dopo il primo impatto con il suo sguardo fiero e sicuro di chi è animato da una profonda convinzione e consapevolezza di se, sarebbe comunque risultato a chiunque come egli fosse un combattente devoto alla causa della giustizia. I suoi occhi erano fieri ma buoni, e trasmettevano un senso di sicurezza, di una potenza che si sarebbe scatenata solo contro le ingiustizie e il male. “A che si deve questa chiacchierata tanto animata? Cosa state confabulando?” chiese con voce calda, sorridendo, al maestro e alla compagna. Arier ed Elore erano compagni, in vita come nell’aldilà, ed erano entrambi discepoli di Dai Kaioh. “Amore! Ciao! Cercavo proprio te!” lo accolse Elore portandogli le braccia al collo. Arier la fissò intenerito, portandole le mani ai fianchi, quindi chiese “Ehi, cucciola! Ti vedo su di giri! Dimmi, è successo qualcosa?”. Elore annuì “Si tratta del torneo!” spiegò la ragazza. “Non mi dirai che hai trovato qualcuno al nostro livello!” disse Arier, egli stesso convinto di come una risposta positiva da parte di Elore fosse altamente improbabile. “Beh, quello no… però il vincitore del torneo delle quattro galassie, è qualcuno che è deceduto da poche settimane!” spiegò Elore. “Che cosa?” sussultò incredulo Arier. Elore annuì, a conferma delle proprie parole. “I guerrieri migliori del Paradiso sono persone che si allenano da secoli! Vorresti dirmi che sono stati messi tutti al tappeto da una matricola?” chiese l’uomo, incuriosito. “Esatto! E’ andata esattamente così!” confermò Elore. “Lo voglio incontrare!” asserì Arier. Dai Kaioh sospirò rassegnato. Ora che anche Arier era convinto di confrontarsi con Goku, ogni possibilità di far desistere i due zefiriani dal loro proposito era da considerarsi svanita. “D’accordo! Ho capito! Permetterò a Goku di allenarsi con voi!” disse la divinità. “Grazie nonnino!” lo ringraziò Elore con un sorriso. “Non chiamar…. Bah! Lasciamo perdere…” si rassegnò Dai Kaioh. Arier sorrise, si chinò rispettosamente “Grazie maestro Dai Kaioh! Allora potete informare Goku che lo attendiamo domani nella stanza celeste! E… consigliategli di venire bello riposato!” disse lo zefiriano per poi, al cenno di assenso di Dai Kaioh, congedarsi assieme ad Elore svanendo oltre la porta.
I due zefiriani tornarono nei loro alloggi, ubicati nei piani alti dell’immensa reggia di Dai Kaioh. “Sono certa che Goku ti piacerà! E’ un guerriero molto valoroso! E ha certamente delle ottime qualità! Inoltre è così carino!” disse Elore, mentre Arier fissava fuori dalla finestra, fissando la panoramica dello sconfinato giardino di Dai Kaioh. Ad un certo punto l’uomo chiuse di scatto le tende, di colore viola intenso, quindi, con una velocità tale da non dare alla compagna il tempo di reagire, perse e riassunse consistenza portandosi alle spella della medesima, cingendola con il braccio all’altezza dell’addome e sussurrandole con tono lascivo “Capisco che questo Goku possa averti colpita… però sembra quasi che questo ragazzo stia monopolizzando oltre il lecito i tuoi pensieri! Ritengo che sia il caso di rinfrescarti la memoria sul fatto che lui non il solo a meritare la tua attenzione…”, e così dicendo iniziò ad accarezzarle il fianco con la mano. Elore sorrise dolcemente eccitata, quindi, sempre dando le spalle al proprio compagno, gli cinse il capo tra le braccia “Se non ti conoscessi direi che sei geloso…” disse divertita la ragazza. “Però mi conosci!” rispose da par suo lui. “Si…” sussurrò lei sorridendo per poi portare le sue labbra a quelle di Arier baciandolo. Le loro vesti, mera materializzazione aerea si dissolsero alla sincronica volontà dei due, i quali si lasciarono cadere sul materasso, sfogando la loro passione e il loro desiderio reciproco.                      

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Capitolo 2
*** 1-L'allenamento con gli zefiriani ***



“Sono contento per te, Goku! Era giusto che ti fosse reso merito per la tua vittoria!” disse Pai Ku Han, che aveva accompagnato Goku all’entrata del palazzo di Dai Kaioh, dove, presumibilmente, si sarebbero salutati per un bel po’ di tempo. Tra i due guerrieri si era creato sin da subito un legame di profondo rispetto, nonostante l’accesa rivalità, e vista la comune passione per la lotta e le arti marziali, questo sentimento non aveva tardato a tramutarsi in una sincera amicizia. Il campione della Galassia dell’Ovest, pertanto, non poteva proprio permettere che il suo nuovo amico se ne andasse alle dipendenze del Re Kaioh supremo senza averlo salutato.
Gli allenamenti di Dai Kaioh, da quello che si sapeva, si svolgevano nel più totale isolamento, dunque Goku avrebbe potuto trascorrere degli anni interi senza incontrare Pai Ku Han, Olibu e gli altri amici del Paradiso, ma questa prospettiva non poteva certo scoraggiare qualcuno che, per cercare nuove sfide, aveva lasciato anche la propria famiglia e i suoi migliori amici sulla Terra. Goku era fatto così. In ciò si traduceva la propria natura di saiyan, che lo portava a cercare sempre nuove sfide, anche a discapito dello stare insieme alle persone a lui care.
“Ti ringrazio, Pai Ku Han! Comunque, detto tra noi… penso che il più forte sia tu! Io sono soltanto riuscito ad approfittare di un tuo punto debole, ma se non ci fosse stata la possibilità di sconfiggerti buttandoti fuori dal ring, non credo che ti avrei battuto!” ammise Goku.
Pai Ku Han scosse la testa “Quanto affermi non è per me una consolazione, bensì un’aggravante! Sei riuscito a battermi benché la mia potenza fosse superiore, e questo denota come la tua abilità superi di gran lunga la mia, al punto da compensare il divario di forza! E considerando che, rispetto a te, io posso vantare secoli di esperienza in più, ciò dovrebbe farti rendere conto di che guerriero straordinario tu sia!” rispose il guerriero della galassia dell’ovest.
Goku sorrise “Forse hai ragione! Comunque ho ancora molto da imparare! Sulla Terra ho lasciato qualcuno di ancora più forte di me! E’ una persona a cui voglio un bene immenso, anche se non sempre sono stato capace di dimostrarglielo… e al contempo è un combattente più forte di me, e penso anche di te!” rivelò il saiyan.
“Vorresti dire che sulla Terra esiste davvero una persona del genere?” chiese sorpreso Pai Ku Han.
“Si! Mio figlio! Gohan! Se mi battessi con lui non avrei nessuna possibilità di spuntarla! Ed è anche per questo che sono qui… vedi, io riconosco la sua superiorità, e ne sono contento visto che è un ragazzo eccezionale, e sono certo che difenderà la Terra da ogni pericolo in mia assenza! Tuttavia, questo non significa che io mi sia rassegnato a questa realtà! Non posso fare a meno di desiderare di diventare più forte di lui!” spiegò Goku.
“Capisco!” annuì Pai Ku Han “Beh… ti auguro buona fortuna, e un buon allenamento! Nel frattempo io continuerò ad allenarmi con maggiore intensità! E la prossima volta che ci affronteremo vedrai che ti sconfiggerò!” dichiarò il campione della Galassia dell’Ovest.
“Staremo a vedere!” si limitò ad affermare Goku. I due guerrieri si sorrisero di sfida, quindi il saiyan salutò l’amico con un gesto della mano e fece il suo ingresso nella reggia.
“Urkaaa!!! E’ gigantesca! Speriamo di ricordarmi dove Dai Kaioh mi ha detto di andare!” pensò tra se e se Goku, muovendosi con passo poco convinto nella grande sala di ingresso, guardandosi intorno alla ricerca di qualche punto di riferimento per orientarsi.
Ad un tratto egli si bloccò, rimanendo fermo per qualche istante, per poi grattarsi la testa imbarazzato “No, veramente me ne sono già scordato… e adesso che cosa faccio?” di chiese lo sbadato saiyan.
“Goku!!!” lo chiamò una voce. Il saiyan si voltò e vide che Elore lo stava aspettando ai piedi della scalinata che conduceva ai piani superiori. Goku batté le palpebre un paio di volte, avrebbe giurato di aver guardato li in precedenza ma di non avervi visto nessuno, possibile che fosse comparsa dal nulla?
“Ehm… salve! Chi sei?” chiese il saiyan. “Mi chiamo Elore, carino! Dai Kaioh mi ha detto che sarebbe stata una buona idea venirti a prendere, dal momento che ti saresti certamente scordato dove si trovava la stanza celeste!” rispose la zefiriana con tono lievemente canzonatorio.
“Hehehe! Mi hai scoperto! Che ci vuoi fare? Sono un po’ smemorato!” ammise Goku. “Riconoscerlo è già qualcosa…” sorrise Elore “Seguimi! Ti faccio strada!” lo invitò poi la zefiriana iniziando a salire le scale.
“Grazie! Molto gentile!” esclamò Goku.
I due cominciarono a camminare, salendo per le scale sino ai piani più alti del palazzo.
“Mmm… visto da vicino è ancora più bello di quanto mi era parso vedendolo dalle tribune! Ha un fisico assolutamente perfetto, e degli occhi così teneri… sembrano quelli di un bambino! E poi irradia positività da tutti i pori! Sarebbe da mangiarselo vivo!” pensò Elore, ingolosita. Il saiyan le era piaciuto sin dalla prima volta che lo aveva visto, e il fatto che gli zefiriani fossero un popolo molto libertino dal punto di vista sessuale, la portava a non provare imbarazzo nell’avere pensieri molto poco casti nei confronti di Goku. Ovviamente il saiyan, nella sua ingenuità, almeno in tale ambito, non sospettava minimamente del fatto che la zefiriana lo stesse letteralmente mangiando con gli occhi.
“Sei sposato?” chiese ad un certo punto Elore.
Una simile domanda avrebbe probabilmente imbarazzato qualsiasi interlocutore, meno Goku ovviamente, che non coglieva alcuna stranezza in quella domanda.
“Si! Mia moglie si chiama Chichi!” rispose semplicemente il saiyan.
“E com’è questa Chichi?” chiese poi la zefiriana.
“Come mai sarà tanto interessata a Chichi? Vabbeh! Ognuna ha le sue curiosità…” pensò tra se e se Goku.
“Beh… diciamo che è abbastanza debole! Sa combattere, però non…” abbozzò il saiyan, che però venne interrotto da Elore, la quale sospirando disse “No, non volevo sapere questo! Intendevo come donna!”.
“Ah… beh! A volte  rompe un po’ le scatole, ma le voglio bene!” rispose Goku.
“E le sei sempre stato fedele?” chiese la zefiriana con tono malizioso.
“Cosa vuol dire?” chiese il saiyan.
Per poco la zefiriana non cadde per lo stupore suscitatole dalla domanda di Goku.
“Come, cosa vuol dire? Ma dove vivi?” chiese la zefiriana un po’ esasperata.
“Sul monte Paoz! O meglio prima vivevo li! Adesso da nessuna parte visto che sono morto! Ma cosa centra con Chichi adesso?” chiese Goku, che da par suo considerava strana Elore almeno quanto lei considerava tale lui.
Elore sospirò rassegnata “Certo che è proprio tonto! Il che è strano! In battaglia l’ho visto, ed è un genio! Ma fuori da quel contesto è ingenuo da far spavento! Che strano individuo! Però mi piace lo stesso!” pensò la zefiriana, per poi rivolgersi al saiyan “No, niente! Lascia stare!”.
“Mah! Sei strana…” commentò il saiyan.
“Ah, io sarei quella strana…” pensò tra se e se Elore divertita.
Goku ed Elore giunsero infine alla stanza celeste, un’enorme sala, molto simile a quella di Dai Kaioh, ma che si differenziava da essa per un netto predominio delle tonalità di azzurro e blu, che contraddistingueva cromaticamente tutte le parti di quel luogo. Il pavimento era di colore blu scuro, mentre i colonnati di un azzurrino tenue. Al centro della medesima, Arier restava in piedi, in attesa che la sua compagna conducesse Goku al suo cospetto.
Non appena li vide mosse alcuni passi in direzione dei nuovi venuti, quindi si rivolse al saiyan “Sei tu il famoso Goku? Non ti ho mai visto, ma ho sentito molto parlare di te! Piacere! Io sono Arier!” si presentò lo zefiriano.
“Il piacere è tutto mio!” affermò Goku, che poi si ricordò di quanto dettogli da Dai Kaioh “ Arier ed Elore! Se non sbaglio Dai Kaioh mi ha detto che mi sarei allenato con voi!” disse il saiyan.
Arier annuì.
“Almeno questo te lo sei ricordato, eh?” commentò divertita Elore.
Goku ridacchiò a fece un cenno di assenso con capo.
“Dunque! Direi che per chiacchierare ci sarà tempo dopo l’allenamento! Che ne dici di cominciare subito a mostrarmi cosa sai fare? Sarò io il tuo avversario!” disse Arier.
Goku perse la sua espressione bonaria e imbarazzata, assumendo quella determinata tipica di quando si apprestava a combattere. “Non chiedo di meglio, Arier!” rispose il saiyan.
“Ah! Goku, ascoltami!” intervenne Elore.
“Si?” chiese il saiyan voltandosi verso la zefiriana.
“Ti consiglio di diventare subito biondo! Se non sbaglio è in quel modo che aumenti la forza! Perché in ogni caso contro Arier saresti comunque in netto svantaggio.
“Addirittura? Va bene! Seguirò il consiglio!” annuì Goku per poi espandere la propria aura, facendo diventare i propri capelli dorati e i suoi occhi verdi come smeraldi. Goku era quindi pronto ad affrontare Arier, trasformato in Super saiyan.
“La tua forza è molto aumentata a quanto vedo! E bravo Goku!” commentò compiaciuto Arier.
Il saiyan non disse nulla, limitandosi ad osservare attentamente il proprio avversario.
“Non ha una forza molto elevata… eppure sembra molto sicuro di se! Di certo nasconde qualcosa! Meglio stare in guardia e prepararsi al peggio!” pensò tra se e se Goku, troppo esperto per lasciarsi ingannare dall’apparente, relativa, debolezza del suo avversario.
“Prego! A te la prima mossa, Goku!” lo invitò Arier.
“Con piacere!” esclamò il saiyan per poi attaccare, rapido come la folgore, lo zefiriano.
Egli cercò di colpire l’avversario con un calcio, ma non trovò che l’aria.
“E’ svelto! Ma non a sufficienza!” pensò compiaciuto Arier.
La gamba di Goku aveva letteralmente attraversato il corpo dell’avversario senza però riuscire ad infliggergli alcun danno.
“Com’è possibile? Eppure l’ho colpito! Che si tratti di un ologramma?” si chiese il saiyan, la cui teoria fu però subito smentita dal violento contrattacco di Arier, che lo colpì con un violentissimo pugno all’addome.
Goku si piegò in due dal dolore, mentre arretrava tenendosi la pancia.
“I suoi pugni sono peggiori di quelli di Broly! Malgrado sia fisicamente che come aura non sia di certo a quel livello! Ma chi diavolo è il mio avversario? Quale segreto si nasconde dietro ad Arier?” si chiese il saiyan, mentre fissava lo zefiriano con l’unico occhio che il dolore gli consentiva di tenere aperto.
“Beh? Già stanco? Se basta così poco a farti desistere, devo dire che mi deludi!” commentò Arier. Goku, pungolato dalle parole dello zefiriano si rimise in posizione eretta, quindi esclamò “Tu non mi conosci! Ho appena cominciato!”.
Goku, con la super velocità si portò alle spalle di Arier cercando di colpirlo alla nuca con un attacco ad due mani, ma anche stavolta il suo attacco passò attraverso al corpo dello zefiriano, che era come intangibile. Il saiyan non si diede per vinto e continuò a cercare di colpire Arier, il quale, sempre dandogli le spalle, non si muoveva e lasciva che tutti i colpi dell’avversario gli passassero attraverso.
All’improvviso però, quello stesso corpo che fino ad allora si era dimostrato etereo e quasi irreale, assunse sin troppa consistenza nella gamba con cui Arier, facendo perno sul piede di appoggio, colpì in pieno Goku con un calcio in rotazione, facendo volare il saiyan contro una parete.
“Ohi! Ohi! Povero Goku…” commentò Elore, si dispiaciuta, ma al contempo del tutto preparata ad assistere ad una scena del genere, visto e considerato che quanto stava vedendo era totalmente conforme al pronostico iniziale, che vedeva Arier nettamente favorito.
Goku, tuttavia, si rimise in piedi, pronto a dare nuovamente battaglia.
“Devo confessare che stavolta ero convinto che non ti saresti rimesso in piedi!” ammise Arier, fissando il saiyan che si preparava a cimentarsi in un ulteriore tentativo.
Goku, senza una parola espanse al massimo la sua aura dorata, quindi portò entrambe le mani ad un fianco, iniziando a concentrare su di esse un’enorme quantità di energia “Kaaaaa….meeeeee…..”. “Oh! Goku sta per sferrare il suo colpo migliore!” pensò Elore.
“Haaaaaaa…..meeeeee….”.
“Purtroppo non servirà a nulla…” mormorò Elore scuotendo la testa.
 “…..HAAAAAAAA!!!!!” urlò Goku scagliando la sua colossale onda energetica contro Arier, il quale si limitò a protendere la mano in avanti fermando l’attacco semplicemente con il palmo della mano.
Goku rimase pietrificato dallo stupore. Possibile che persino la Kamehameha scagliata da Super saiyan fosse totalmente inefficace contro Arier?
La controffensiva dello zefiriano fu di quelle spietate ed inesorabili. Il compagno di Elore comparve alle spalle di Goku colpendolo con un calcio dal basso verso l’altro, scagliandolo verso il soffitto, quindi si materializzò sopra di lui e lo abbatté al suolo con un attacco a due mani.
L’impatto fu durissimo, al punto che Goku perse la trasformazione in Super saiyan.
“Ho vinto!” esclamò Arier, che poi pensò “Forse ci sono andato troppo pesante con lui!”. Contrariamente a quanto lo zefiriano si sarebbe mai aspettato, tuttavia, egli sentì Goku ridacchiare, mentre faticosamente si metteva a sedere. Aveva indubbiamente perso… con pochi colpi Arier lo aveva totalmente annientato, ma la cosa non lo aveva affatto abbattuto, anzi, i suoi occhi brillavano di una luce gioiosa ed esaltata e sul suo volto tumefatto era chiaramente visibile un sorriso. “Fantastico! Non poteva andare meglio di così!” commentò Goku.
“Che stai dicendo, Goku? Hai battuto la testa?” chiese sconcertato Arier.
“No, Arier! Sono lucidissimo! E posso dire di essere rimasto estasiato dalla tua forza! Probabilmente batteresti persino Gohan!” spiegò Goku.
“Non ti dispiace che io ti abbia sconfitto?” chiese lo zefiriano.
“Hehehe! Vuoi scherzare? Mi sarebbe dispiaciuto se avessi vinto io! Perché sarebbe stato a significare che non avrei avuto nulla da imparare da te! Invece sei straordinario! Tra me e te c’è un abisso! Sarà fantastico allenarmi con voi!” affermò il saiyan.
Arier sorrise, Goku aveva lo spirito giusto per fare tesoro dell’esperienza che avrebbe condiviso con i due zefiriani, e dimostrava la mentalità del vero guerriero, sempre pronto a imparare e a mettersi in discussione.
“E’ destinato a diventare un combattente migliore di noi! Ho la sensazione che ci troviamo al cospetto di qualcuno che compirà imprese al limite dell’impossibile! Un grande eroe!” pensò tra se e se Elore.       
        

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Capitolo 3
*** 2-Progressi ***


Nella stanza da letto di Arier ed Elore, quella mattina, come peraltro accadeva sovente, c’era parecchio movimento sotto le coperte. Sospiri, spasimi e gemiti si susseguivano ininterrottamente mentre i corpi dei due amanti si muovevano sotto le lenzuola.
Era una caratteristica paradossale questa degli zefiriani… esseri celebri per la propria capacità di rendersi eterei, ma al contempo soggetti a forti pulsioni fisiche derivate da una carica sessuale sopra la media. Era anche questa loro caratteristica che li portava ad essere così “aperti” in quel campo. Elore, con espressione beata, fece capolino da sotto le lenzuola, complice una pausa nell’amplesso, e con un filo di voce disse “Forse dovremmo prepararci! Potrebbe arrivare Goku per l’allenamento!”.
Arier uscì a sua volta da sotto le lenzuola, portandosi sopra la compagna, e sorridendole rispose “Tranquilla! Non verrà di certo! Dopo la batosta di ieri non credo che tornerà subito alla carica! Farà meglio a riflettere bene! Il mio modo di combattere l’avrà certamente disorientato!” e così dicendo portò le sue labbra verso quelle di Elore, apprestandosi a baciarla per l’ennesima volta, quando una voce fece sussultare entrambi.
“Yuuuuuhu!!! Arier!!! Elore!!! Sono io! Dove siete!!?” li chiamò qualcuno che i due zefiriani riconobbero immediatamente.
“Che cosa? Goku? Vuole già sfidarmi un’altra volta? Che testa dura!” commentò Arier.
“Che facciamo?” chiese Elore.
Arier sorrise malizioso “Facciamo finta di non esserci! Forse se ne andrà!” propose lo zefiriano, producendosi in un secondo tentativo di baciare la compagna, confidando che non ci sarebbero state altre interruzioni.
“Ah!!! Eccovi! Siete qui!!!” li salutò allegramente Goku.
Arier si voltò di scatto e vide il saiyan nei pressi del letto, sorridere ai due amanti.
“Goku!!! Ma si può sapere come sei entrato? La porta era chiusa a chiave!” gli urlò Arier, rivestendosi di scatto.
“Non vi trovavo e allora mi sono teletrasportato!” spiegò il saiyan con semplicità.
“E certo! Logico no?” commentò sarcastico lo zefiriano “Ci mancava solo il teletrasporto…” pensò poi egli.
“Oh, ma eravate ancora a letto? Scusate se sono arrivato presto! Ma sono così eccitato all’idea di battermi di nuovo con uno di voi!” disse poi il saiyan, che sprizzava entusiasmo da tutti i pori. “Anche io ero ECCITATO, da qualcos’altro, prima che uno scimmione tonto facesse irruzione nella mia camera!” brontolò lo zefiriano.
Goku iniziò a guardarsi intorno “Uno scimmione? Dove? Come ha fatto ad entrare?”.
Arier si portò la mano alla fronte “Lascia perdere…”.
Goku, tuttavia, non sembrava disposto a porre fine a quella conversazione.
“Eh no! Ora voglio vederlo!” chiese il saiyan incuriosito.
“E’ andato via! Ok!?” rispose esasperato lo zefiriano, trattenendosi dall’istinto di picchiare il padre di Gohan, continuando a ripetersi “Non lo fa a posta! Non lo fa a posta!”.
“Ah, che peccato! Se lo rivedete salutatemelo!” disse Goku con espressione delusa.
“Certo…” sospirò Arier, contento di aver posto fine a quel dibattito sul nulla.
Da parte sua, Elore faticava a non scoppiare a ridere, e si teneva la mano davanti alla bocca.            
Esattamente come il giorno precedente, Goku e Arier si trovarono l’uno di fronte all’altro nella stanza celeste.
“Sei davvero convinto che le cose andranno diversamente rispetto a ieri?” chiese lo zefiriano, fissando Goku tenendo le braccia incrociate.
“Può darsi…” rispose in maniera volutamente evasiva il saiyan.
I due sfidanti si fissarono negli occhi per diversi minuti, con Elore che osservava in religioso silenzio, molto incuriosita di scoprire se la fiducia ostentata da Goku avesse un qualche fondamento.
“Bene! Fatti sotto!” lo invitò Arier, ma Goku non si mosse e, sorridendo beffardo disse “Perché non mi attacchi tu stavolta? Sei bravo a rispondere alle offensive degli altri, ma sei tanto abile anche quando si tratta di prendere l’iniziativa?”.
Lo zefiriano rimase sorpreso da questa richiesta, possibile che avesse già intuito qualcosa?
“Allora? Che c’è? Hai paura di scoprirti troppo? Non ti facevo tanto codardo!” lo provocò il saiyan. “Io… un codardo!?” ripeté Arier, visibilmente alterato.
Elore si portò le mani davanti alla bocca, con gli occhi sgranati per lo stupore, misto alla paura per quanto si sarebbe verificato di li a poco.
“Goku, per l’amor del cielo! Non ti conviene tirare troppo la corda con Arier!” lo avvertì la zefiriana, consapevole di come il compagno fosse una persona che non era consigliabile far arrabbiare.
Goku, tuttavia, non le diede ascolto e, imperterrito, continuò a provocare l’avversario dandogli le spalle, per poi piegarsi a novanta e iniziare a percuotere i propri glutei con la mano.
“Uuuh! Che paura!!! Il grande e potente Arier si sta arrabbiando!!! Povero me!!! Aiuto!!!” fece sguaiatamente il padre di Gohan. Una cosa era certa: se il marito di Chichi voleva provocare lo zefiriano, c’era riuscito più che bene.
“Adesso ti faccio vedere io!!!” urlò Arier per poi scagliarsi contro Goku cercando di colpirlo con un pugno a piena potenza.
Il figlio di Bardack si trasformò in Super saiyan e posizionò entrambe le braccia a protezione, incrociandole allo scopo di resistere all’impeto dell’offensiva avversaria. Il pugno di Arier però fu talmente forte da piegare letteralmente le braccia al saiyan, rompendone la difesa e colpendo in pieno petto Goku, il quale venne schiantato violentemente contro il muro.
“Volevi un assaggio della mia potenza, Goku? Beh, eccoti accontentato!” disse lo zefiriano volgendosi verso il punto dove il  super saiyan era andato a sbattere.
“Urkaaa!!! Nemmeno usando entrambe le braccia riesco a fermare i suoi colpi! E’ una forza della natura!” pensò tra se e se il marito di Chichi, rimettendosi in piedi.
“Hehehe! Potrei dire che ti avevo sottovalutato, Arier! Ma mentirei, e credo di averlo fatto già abbastanza! In realtà non mi aspettavo nulla di diverso!” affermò il saiyan.
“Ah si?” chiese sorpreso lo zefiriano “E allora perché mi hai provocato?”.
Goku sorrise “Perché era l’unico modo in cui potevo sperare di fare qualcosa che, forse, mi permetterà di batterti!” asserì l’ex allievo di Muten.
Arier era sempre più confuso. “Cosa avresti fatto? Sentiamo! Non mi hai inflitto alcun danno!” chiese lo zefiriano ostentando una certa sicurezza, ma al contempo fortemente a disagio per il fatto che Goku sembrasse tanto convinto di quel che stava dicendo, e il saiyan non dava certo l’impressione di essere uno abituato a parlare a vuoto.
“Te ne accorgerai!” si limitò a dire Goku per poi sparire con la super velocità e portandosi alle spalle di Arier.
“Non penserai di sorprendermi, spero…” commentò il compagno di Elore, voltandosi di scatto e cercando di colpire Goku con un pugno, ma il saiyan era già pronto a difendersi, e riuscì a schivare il colpo dello zefiriano.
“Come? Ha previsto il mio attacco! Ma com’è possibile?” si chiese Arier, incredulo. L’allievo di Dai Kaioh tentò allora di colpire il saiyan con un calcio, ma questi lo evitò abbassandosi, riuscendo ancora una volta a intuire perfettamente come avrebbe attaccato il proprio avversario.
“Inaudito! Io sono più veloce di lui! Eppure sembra in grado di prevedere con anticipo ogni mia mossa! Che sia in grado di leggermi nel pensiero?” si chiese Arier.
Elore era allibita. Non riusciva a credere di vedere Arier in difficoltà nel portare a segno i propri attacchi, eppure Goku si difendeva con grande facilità, riuscendo ad evitare ogni offensiva del rivale.
Lo zefiriano iniziava a irritarsi, in quanto non abituato a incontrare tante difficoltà contro un avversario, peraltro senza riuscire a rendersi conto del perché non riuscisse a sopraffarlo.
“Basta così!!!” tuonò ad un tratto Arier concentrando tutta la propria forza in una gamba, cercando di colpire il saiyan con l’ennesimo calcio, ma ancora una volta Goku lo evitò, balzando all’indietro. Stavolta, però, egli non si limitò ad evitare il colpo, ma riuscì anche a contrattaccare, con una rapidità tale da lasciare sorpreso Arier.
Prima di toccare terra egli scagliò una Kamehameha in direzione opposta rispetto a quella dove si trovava l’avversario, conferendo al saiyan una propulsione inaspettata per lo zefiriano. Goku fu tanto veloce da riuscire a colpire in pieno volto Arier prima che questi avesse il tempo di perdere consistenza, facendo cadere a terra lo zefiriano.
Elore sgranò gli occhi per lo stupore.
“L’ha… colpito! Pazzesco…” commentò lei con un filo di voce.
Il saiyan sorrise, anche se dal velo di amarezza nel suo sguardo, si poteva intuire come non avesse ottenuto quanto si aspettava “L’ho preso in pieno… malgrado questo, però, non gli ho fatto niente! Anzi… mi sono quasi rotto la mano io!” pensò tra se e se il saiyan tenendosi la mano destra dolorante.
Arier, infatti, si rialzò come se nulla fosse, e sul suo viso non vi era traccia di sofferenza, ma solo di stupore.
“Come fai a prevedere le mie mosse? Voglio saperlo!” disse lo zefiriano.
Goku ridacchiò “Hehe! Va bene, te lo dico! Ogni volta che ti muovevi in battaglia, percepivo confusamente delle vibrazioni nell’aria! Questo mi ha portato a intuire quale potesse essere il tuo segreto! Tu sei in grado di rendere il tuo corpo totalmente intangibile… per questo i miei colpi passavano attraverso il tuo corpo! Al contempo, i tuoi colpi erano tanto potenti in quanto, per attaccare, tu aumentavi l’intensità del… ehm, del tuo essere, concentrando tutto te stesso in una precisa parte del tuo corpo! Esatto?” chiese il saiyan.
Arier sorrise, il saiyan aveva spiegato la cosa in maniera abbastanza elementare. Non era certo qualcuno da cui aspettarsi un discorso in merito alla rarefazione e la condensazione della particelle d’aria che componevano il corpo degli zefiriani, tuttavia il concetto esposto da Goku era esatto. “Hehe! Si, diciamo che è come hai detto tu! Sono allibito del fatto che tu abbia scoperto il mio segreto dopo avermi affrontato una sola volta! Tuttavia, non mi hai ancora detto come facevi a prevedere i miei attacchi!” disse Arier.
“Giusto! Beh, ti ricordi quando ti ho provocato facendo si che tu mi attaccassi?” chiese il saiyan.
Lo zefiriano annuì.
“Beh, quando mi hai colpito ne ho approfittato per far entrare un po’ della mia aura nel tuo corpo!” spiegò il saiyan.
Arier a quel punto trasalì “Ora ho capito! In questo modo ogni volta che condensavo le mie molecole per sferrare un attacco tu riuscivi a capire quale parte di me avrei usato per colpirti, e al contempo quali erano le parti tangibili di me stesso che tu potevi designare come bersagli per le tue controffensive!” compere lo zefiriano.
Goku annuì.
“Spaventoso… questo non è un combattente come tutti gli altri! Non ha solo capito il mio segreto, ma ha anche trovato un modo per eludere gran parte delle sue peculiarità… tutto in un solo giorno! Goku è una macchina programmata per combattere! Anche se questo lo porta a trascurare un po’ gli altri aspetti… ecco perché c’è questa discrepanza tra la sua ignoranza generale e il suo genio marziale!” pensò tra se e se Arier.
“Lo sapevo che Gokuccio era in gamba… anche se non fino a questo punto! Mmmmmmmm!!!! Cosa non gli farei! Gnam!” pensò tra se e se Elore che assisteva al dialogo.
“Comunque… sono ancora lontano dai vostri livelli! Ho scoperto come battervi, in teoria, ma non ho ne la forza ne la velocità per mettere in pratica il metodo! Infatti pure oggi non ti ho inflitto alcun danno, Arier!” ammise Goku.
Lo zefiriano annuì “A questo giungerai con l’esercizio! Aver scoperto come affrontarci è già importante! Vedrai che con il tempo riuscirai a vincerci!” disse Arier per poi rivolgersi ad Elore. “Ehi, cucciola! Ti va di allenare un po’ tu Goku?” chiese lo zefiriano.
“Certo! Te lo stavo per chiedere! Ero stanca di starmene a guardare! Ora voglia fare anche io un po’ di conoscenza con Gokuccio bello! Non mi va che catalizzi tu tutta la sua attenzione!” disse Elore avvicinandosi ai due.
Arier le sorrise e si rivolse nuovamente a Goku “Elore rispetto a me è meno potente, dunque per rinforzarti ti allenerai con lei… una volta che le avrai preso le misure, passerai di nuovo a batterti con me!” disse lo zefiriano.
“E sappi che da adesso non potrai più ricorrere al trucchetto dell’aura, visto che ce l’hai svelato, e quindi ci staremo molto più attenti!” aggiunse Elore.
Goku annuì “Non era mia intenzione servirmene ancora! Quando riuscirò a sconfiggervi sarà perché sarò diventato più forte di voi!” affermò il saiyan.
“Mi ecciti quando ostenti la tua determinazione!” pensò Elore con sguardo goloso.
Fu così che gli allenamenti ripresero, con Goku, Arier ed Elore, tra cui si era già instaurato un forte affiatamento, che avrebbero trascorso insieme molti anni felici.         

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Capitolo 4
*** 3-Un Nuovo Torneo ***


Erano ormai trascorsi cinque anni dal giorno in cui Goku aveva conosciuto Arier ed Elore.
Oramai nei loro scontri di allenamento la situazione si era totalmente invertita, con i due zefiriani che non riuscivano a vincere contro il saiyan neppure combattendo insieme.
L’inizio della fine per la supremazia degli zefiriani era stato il raggiungimento di Goku del secondo livello del Super saiyan.
Rispetto a Gohan, peraltro, Goku era diventato molto più potente, in quanto si era allenato costantemente in quello stadio.
Ci si intenda, non è che battersi contro la coppia di zefiriani insieme fosse per Goku uno scherzo nemmeno in quello stato, ma alla fine riusciva comunque ad avere la meglio, anche se dopo scontri che potevano durare anche delle ore. Questo perché, ovviamente, trovarsi di fronte ad un avversario tanto abile giovava anche ad Arier ed Elore, che erano sostanzialmente migliorati rispetto alla prima volta che si erano battuti con Goku.
Anche quel giorno, comunque, Arier ed Elore si erano trovati lunghi distesi per terra, sconfitti dalla nuova potenza del padre di Gohan.
Goku se ne stava in piedi, malconcio ma trionfante, col volto pieno di lividi ma con un’espressione soddisfatta sul volto. La sua aura dorata, attraversata da scariche di energia azzurra splendeva come una stella a illuminare la stanza celeste, accentuando la sensazione di potenza che si aveva di lui al solo guardarlo.
“Ci hai battuto di nuovo, a quanto pare!” constatò Arier, rimettendosi in piedi.
“Già, oramai Gokuccio ci ha superati!” aggiunse Elore.
Goku tornò normale “Beh, lo devo a voi se sono diventato tanto forte! Comunque oggi ho faticato di più a sconfiggervi rispetto all’ultima volta!” disse il saiyan sorridendo.
“Beh, impariamo anche noi!” disse Arier.
“Meglio così! Mi piace che la competizione rimanga viva tra di noi!” concluse Goku.
In quel momento una voce attirò l’attenzione dei presenti. “Ciao ragazzi! Come vanno le cose?” disse Dai Kaioh, il nuovo arrivato.
“Salve Dai Kioh! Che sorpresa! Direi che va tutto alla grande, grazie!” lo accolse Goku.
“Ciao nonnino! Che ci fai qui?” chiese poi Elore.
Dai Kaioh borbottò qualcosa sommessamente, comprendendo come ripetere per l’ennesima volta alla zefiriana di non chiamarlo così fosse inutile, quindi disse “Ho una notizia per voi!”.
“Di che si tratta, maestro?” chiese Arier, incuriosito.
Anche Goku ed Elore ascoltarono con attenzione quanto aveva da dire la divinità.
“Allora… visto il grande successo del torneo di cinque anni fa, io e gli altri Re Kaioh abbiamo pensato di organizzarne un altro! Stavolta però sarà una cosa di dimensioni colossali, in quanto non si tratterà di qualcosa di imbastito all’ultimo istante come la scorsa volta! Stavolta parteciperanno molti più concorrenti! Che dite? Vi va di partecipare?” chiese Dai Kaioh.
“Un torneo? Magnifico! Certo! Può contare su di me!” esclamò subito entusiasta Goku.
Dai Kaioh annuì compiaciuto, quindi si rivolse ai due zefiriani “Che ne dite di partecipare anche voi stavolta?”.
“Io ci sto! Potrebbe essere divertente!” affermò Elore.
“Mmmm… perché no? Parteciperò anche io! Non credo che batterò Goku, sebbene non sia detto… però voglio ribadire che, dopo di lui, il migliore del Paradiso resto io!” asserì determinato Arier. “Fantastico!” si compiacque Dai Kaioh.
“Scusi, Dai Kaioh! Sa per caso se parteciperà anche Pai Ku Han?” chiese Goku.
“Certamente! Quel ragazzo si è allenato come un pazzo in questi anni! E’ fermamente intenzionato a batterti stavolta!” rispose la divinità.
“Urka! Meglio di così non potrebbe andare! Sono davvero curioso di vedere quanto è diventato forte!” esclamò il saiyan, al settimo cielo.
“Hehehe… fossi in te non mi preoccuperei troppo di quel tale, Goku! Aspettavo un’occasione di questo genere per sfoderare una delle mie nuove armi! E con questa vedrai che ti sconfiggerò! Non sarebbe stato soddisfacente batterti in allenamento! Vedrai come ti frego! Hehe!” pensò Arier guardando il saiyan con aria sorniona, a dimostrazione di come il saiyan non fosse l’unico ad aver fatto tesoro degli allenamenti sostenuti in quegli anni.
Non doveva stupire che lo zefiriano coltivasse il desiderio di infliggere uno smacco di quelle proporzioni al saiyan, in quanto, pur essendo meno avvezzo alle frivolezze rispetto ad Elore, ogni tanto gli faceva piacere giocare dei tiri mancini, e la sua apparente imperturbabilità in questo senso lo aiutava, visto che, di norma, nessuno era portato ad aspettarselo da lui.
“Il torneo avrà luogo tra una settimana! Gli altri Re Kaioh si sono già riuniti qui, dunque, che ne dite di venire a salutare i vostri vecchi maestri?” propose Dai Kaioh.
“Urka!!! Re Kaioh è qui? Da quanto tempo non lo vedo! Ho proprio voglia di fargli vedere quanto forte sono diventato!” esultò Goku.
Arier, da par sua, sorrise dicendo “E anche il vecchia regina dell’est si trova qui? Accidenti! Saranno secoli che io ed Elore non vediamo la nostra vecchia maestra!”.
“Cosa???!” trasalì Goku, “Quella svitata sarebbe stata la vostra prima maestra?” chiese incredulo il saiyan, per poi pensare “Beh… in effetti anche Arier ed Elore sotto certi aspetti sono un po’ eccentrici… direi che i conti tornano…”.
“Ehi! Modera i termini! La nostra maestra non è svitata!” disse Elore prendendone le difese.
“Dai Elore! Un po’ si, ammettilo!” esclamò Arier divertito.
“Beh in effetti… hehehe… però è una brava maestra!” asserì la ragazza.
“In effetti avrei dovuto pensarci! Anche Arier ed Elore devono aver trascorso un millennio di apprendistato presso uno dei Re Kaioh prima di ricevere le lezioni di Dai Kaioh da cui poi si sono stabiliti definitivamente… “ pensò poi Goku.
“Io per la Galassia del Nord, Pai Ku Han per l’Ovest, Arier ed Elore per l’Est… mi spiace un po’ per Re Kaioh del Sud, che non credo abbia nessuno da schierare di un livello simile… ma, in ogni caso, penso che sarà un torneo davvero elettrizzante!”.
L’euforia era grande, e tutto era pronto per un torneo che sarebbe stato un’autentica festa per tutti. Tale felicità, però era, all’insaputa di tutti, fortemente minacciata.
Nelle più oscure e dimenticate profondità infernali stava accadendo qualcosa che mai sarebbe dovuto succedere, e un antica entità di infinita malvagità, sconfitta da un grande eroe, innumerevoli millenni prima, si stava risvegliando, tornando a rappresentare una minaccia, non solo per l’aldilà, ma per l’intero universo.
Nella zona più oscura e inaccessibile degli abissi infernali, in cui neppure le altre anime dell’Averno potevano entrare, troneggiava la figura di un sinistro mausoleo in pietra nera.
Un colore che doveva essere da monito di come esso contenesse qualcosa che mai sarebbe dovuto essere portata via da li.
Qualcosa però era cambiato in quel paesaggio oscuro e inquietante, e scariche di energia purpurea percorrevano i colonnati d’ebano e penetravano nelle mura del sinistro edificio.
Un’energia puramente malvagia stava confluendo in qualcosa che si trovava all’interno di quella costruzione con sempre maggiore intensità, preludio a ciò che di terribile stava per ivi accadere. Improvvisamente, infatti, dal mausoleo, che venne totalmente distrutto, si alzò una colossale colonna di luce, dello stesso, violaceo, colore dell’energia che ivi si era concentrata.
Al centro di quella colonna di energia malvagia, si poteva scorgere la figura di un’arma, e in particolare di una spada.
Un artefatto malvagio, di natura demoniaca, catalizzatore di tutta quell’energia negativa che in tal luogo era stata attirata.
Quella spada, inizialmente conficcata nel terreno, iniziò poi a prendere forma, come ad espandersi, non in quanto ingigantita, ma in quanto divenuta parte di un qualcosa di più grande, un essere vivente, di cui la spada era un tutt’uno con il braccio destro.
Un’indistinta figura di fattezze umanoidi, non fosse stato che per le enormi ali piumate che si erano aperte, maestose, sulla schiena dell’essere.
Non appena la luce si diradò, divenne possibile scorgere la figura nella sua interezza.
La sua statura era nella media, attorno al metro e ottanta, e il suo torace era totalmente ricoperto da un’armatura di colore blu notte.
Non era una corazza molto voluminosa, in quanto quasi aderente al corpo, ma dava l’idea di essere estremamente resistente.
Quell’armatura ricopriva anche le sue gambe e il braccio sinistro mentre, come detto, il braccio destro sembrava fuso con la spada originaria da cui la figura era apparsa.
Era una spada grottesca, dal gotico aspetto, che aveva reso la spalla del portatore una protuberanza cornea dura come la pietra, di colore grigio argentato, caratterizzato da uno spuntone ricurvo che si innalzava lateralmente all’altezza della spalla stessa.
Il resto del braccio, era appunto formato interamente da una lama di colore viola intenso.
Al comando dell’essere, però, la spada scomparve, e il suo braccio destro divenne uguale al sinistro. Le sue ali piumate come quelle di un uccello erano di colore nero lucente.
Dello stesso colore erano i capelli, abbastanza lunghi, che arrivavano fino a un quarto della schiena. Erano mossi, con ciuffi di varia dimensione che si estendevano in varie direzioni.
Il suo volto era pallido, tendente al color lavanda, una carnagione molto particolare, dunque.
I suoi lineamenti ne avrebbero fatto una bellissima persona, se non fosse stato per l’orrenda cicatrice che aveva al posto dell’occhio sinistro, che doveva aver perso in passato, sostituito da un informe massa porpora.
L’unico occhio rimastogli era invece di un colore azzurro intensissimo.
Era grande, e spalancato in un’espressione truce e inquietante, che lasciava intuire, se ve ne fossero stati dubbi, come si trattasse di qualcosa molto poco raccomandabile e, con tutta probabilità, malvagio.
La misteriosa figura rimase immobile a guardarsi intorno.
La sua espressione divenne colma di sdegno. “Come hanno osato confinarmi in un luogo simile? In questo anfratto oscuro e dimenticato dagli dei!? E’ dunque questo il modo di rendere omaggio al più grande eroe della seconda guerra demoniaca? Ingrati! La pagherete cara! Giuro che quando avrò preso possesso del Paradiso, vi presenterò il conto per la vostra insolenza!” pensò egli, per poi massaggiarsi la cicatrice.
“E Ananke… ovunque tu sia… la pagherai tanto per l’occhio quanto per avermi messo i bastoni tra le ruote! Questa volta, anche se mi trovassi innanzi a te, non ti consentirò di vincermi! Nulla potrà impedirmi di imporre il mio ordine all’universo!”.
Quindi egli strinse i pugni, e tuonò, perentorio “Io! Latan! Darò vita a una guerra che durerà in eterno! Perché è la guerra il motore dell’universo! E’ la costante volontà di prevaricare gli altri ciò che fa muovere il creato e rende gli esseri sempre più forti! Governerò un universo in continua lotta! Guerre! Catastrofi! Carneficine! Distruzioni e genocidi! Tutto questo sarà la normalità quando io assurgerò al rango di divinità suprema! Nessuno mi fermerà stavolta! Il desiderio di vendetta mi renderà ancora più risoluto nell’eliminare ogni intralcio! Hahahahahaha!!!!!”.
Parole malvagie e folli, assolutamente inaudite dalla bocca di colui che era stato uno dei più valenti guerrieri del Paradiso della storia.
Cosa potava aver portato Latan a cambiare così tanto?
La sua aura violacea, dello stesso colore della lama della spada diabolica in cui, a quanto pare, si trovava sigillato, sembrava un suggerimento inquietante in merito.
“Huhuhu! Del resto… è stata la guerra a farmi risvegliare! Stolti coloro che credevano che non sarei più potuto tornare! Tutta l’energia scaturita dall’odio dei vinti in battaglia e precipitati nelle profondità infernali è stata assorbita dalla mia Ebonrule! La spada demoniaca! Fino al punto da consentirmi di tornare libero! E adesso… nessuno potrà fermarmi!” pensò il redivivo guerriero, un tempo paladino della giustizia e ora oscuro carnefice al servizio delle tenebre.
Una malvagità senza pari, superiore a quella dei demoni stessi, figlia di un artefatto fuggito con timore dagli stessi abitanti della dimensione oscura.
“ E ora tornate a me, miei araldi guerrieri! Kram e Kabal! Yasie, Morfog e Jagor! Tornate anche voi, che vi siete legati a me! Privilegiati figli del mio potere che sempre a nuova vita potrete tornare fintanto che io sarò libero! Non mi dimentico certo di chi mi ha sempre fedelmente servito! Uscite dal vostro esilio, e venite anche voi a consumare il sublime banchetto della vendetta che insieme compiremo!” urlò Latan, espandendo al massimo la sua aura.
Dalla violacea fiammata generata dall’oscuro potere di Latan si staccarono cinque figure che, una dopo l’altra, presero forma.
Cinque guerrieri si presentavano ora di fronte a Latan, e uno alla volta iniziarono ad annunciare la loro presenza al proprio signore, inchinandosi in segno di profondo rispetto.
Una donna di un metro e novanta di altezza, dai capelli lunghi e neri, dal fisico esplosivo, con il seno e i glutei prorompenti.
Umano il suo aspetto, e sfacciata e carnale la sua bellezza, messa in risalto da una nera canotta che poco celava e da dalla gonnellina dello stesso colore che non raggiungeva nemmeno metà delle cosce.
I suoi occhi erano verdi come smeraldi, e la sua bocca contornata da un vistoso rossetto viola e dello stesso colore era lo smalto delle sue mani.
“Kram, della galassia dell’Est! Al suo servizio, mio supremo signore!” disse la donna, chinandosi. Un uomo totalmente vestito di nero, dal fisico esile e dal mantello svolazzate sulle spalle.
Neppure una minima parte delle sue membra era scoperto, nemmeno il volto, ricoperto da una buffa maschera ovale di uno sgargiante colore giallo con appena due piccole fessure per gli occhi.
“Kabal, della galassia dell’… uaaaaaaargh!!! Fece egli cercando di avanzare verso Latan, inciampando però sul proprio mantello e finendo lungo disteso per terra, suscitando l’ilarità degli altri quattro guerrieri, mentre Latan sospirando pensò “E’ sempre il solito…”.
Una donna dal fisico aggraziato, vestita come una danzatrice, con le braccia scoperte e le gambe coperte solo da un velo bianco trasparente, il suo addome e il suo torace erano coperti da un corpetto di colore nero e bianco, era di statura minuta, inferiore al metro e settanta, e i suoi tratti erano leggiadri e aristocratici i suoi capelli erano lunghi, lisci e di colore rosso accesso, mentre i suoi occhi erano di un colore chiarissimo, tendente al bianco.
“Yasie, della galassia dell’Ovest! Scopo del mio esistere è compiacerla! Sommo Latan!” disse ella inchinandosi, posando il suo sguardo divertito su Kabal, che ricominciava a rialzarsi, per poi scambiare un’occhiata di intesa con Kram, la quale contraccambiò.
Infine fu la volta di due persone dall’aspetto molto simile, al punto che chiunque avrebbe intuito la loro natura di fratelli gemelli.
Erano entrambi degli esseri dalla pelle bianchissima e le orecchie a punta, i grandi e acquosi occhi di un colore roseo, i loro denti erano aguzzi, simili a quelli di uno squalo, e i loro tratti erano grotteschi e scheletrici.
Vestivano entrambi allo stesso modo, divergendo solo per i colori, entrambi indossavano dei lunghi pantaloni bianchi a sbuffo, il loro torace, ben piazzato era scoperto, e indossavano unicamente un gilet, il primo di colore nero con delle rientranze rosse in prossimità delle spalle, mentre l’altro dello stesso tipo, ma con le rientranze blu.
“Morphog e Jagor! Della galassia del Nord! Pronti a ogni suo comando!” dissero in coro i due gemelli, chinandosi con una sincronia perfetta tra loro, segno di un affiatamento che si traduceva anche in atti elementari come quelli.
Latan sorrise soddisfatto e dichiarò “Il mio cuore è gonfio di gioia nel riavervi innanzi a me, miei devoti angeli guerrieri! Per festeggiare il nostro ricongiungimento, compiremo un’impresa degna di una grande celebrazione! Conquisteremo il Paradiso, sottomettendo gli dei stessi!”.
Una minaccia senza precedenti aleggiava sul regno dei Kaioh… sarebbero stati in grado di resistere all’attacco di Latan?  

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