Innamorata di una stella

di The_Storm
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La mia normale vita ***
Capitolo 2: *** Perché a me? ***
Capitolo 3: *** Il concerto ***
Capitolo 4: *** Il passato di Scarlett ***
Capitolo 5: *** CAP 5 ***
Capitolo 6: *** Pomeriggio con Dylan ***
Capitolo 7: *** Lei deve tornare a cantare ***
Capitolo 8: *** Nuove conoscenze ***
Capitolo 9: *** Esci con me ***
Capitolo 10: *** Io non tornerò a cantare ***
Capitolo 11: *** Piani e confessioni ***
Capitolo 12: *** Il piano fallisce ***
Capitolo 13: *** Progetti scolastici e incontri con oche ***
Capitolo 14: *** Un nuovo lavoro ***
Capitolo 15: *** Una giornata di merda ***
Capitolo 16: *** Progetti e sfide ***
Capitolo 17: *** Pensieri e riflessioni ***
Capitolo 18: *** Innamorata di lui? Impossibile ***
Capitolo 19: *** Pericoli all'orizzonte ***
Capitolo 20: *** La canzone ***
Capitolo 21: *** Happy ending ***



Capitolo 1
*** La mia normale vita ***


 

Driiiiin. Fottuta sveglia del cazzo,deve sempre svegliarmi nel bel mezzo dei sogni. Sospirando e imprecando contro la sveglia,mi scosto le coperte di dosso e mi alzo. Prendo le prime cose che trovo nell'armadio (ovvero jeans,felpa XXXL e converse che hanno visto giorni migliori) e scendo in cucina. Vivo da sola da un anno circa,da quando ho finito le superiori. Stavo risparmiando per questo appartamento dal primo giorno di liceo e dopo cinque anni finalmente  posso viverci. Certo,non è un gran chè,ma per me vale molto perché rappresenta la mia indipendenza. Come dicevo,scendo in cucina,prendo il latte dal frigo e un pentolino dalla credenza,metto il latte nel pentolino e lo faccio riscaldare sul fornello. Mentre aspetto che il latte si riscaldi,prendo la mia tazza preferita (quella con la foto di Londra),un pacco di biscotti Pan di Stelle (i miei preferiti),il mio scatolo di nesquik in polvere e metto tutto sul tavolo. Già, nonostante i miei (quasi) venti anni,faccio ancora colazione con latte,nesquik e Pan di Stelle, manco avessi sette anni. Bhè non ho mai fatto una colazione diversa da questa e ormai mi è impossibile farla. Appena il latte si è riscaldato abbastanza,lo verso nella tazza e metto il pentolino nel lavabo. Finisco di fare colazione in fretta,poso tutto e lavo la tazza e il pentolino. Quando finisco,prendo le chiavi di casa e della mia piccola e lo zaino ed esco di casa. Mi dirigo al posto in cui ho parcheggiato la mia bambina e,appena la raggiungo,apro il sellino e prendo il casco,mettendoci al suo posto lo zaino. Infilo il casco e salgo in sella alla mia splendida Ducati nera,un regalo da parte di mia madre per aver passato l'esame di stato con 100 e lode. Si,perché io invece di chiedere una borsa o un vestito firmato come hanno fatto tutte quelle troie della mia classe,io ho chiesto una moto, cosa molto normale,si. Ma io sono fatta così,non posso farci niente. Non ho mai indossato un vestito o una gonna nè tantomeno quelle trappole mortali che tutti si ostinano a chiamare tacchi. Ho sempre avuto solo felpe o maglie,jeans e converse o scarpe da ginnastica. Bhè,io sono una tipa molto sportiva,quindi è anche per questo che ho scelto questo look. Tornando a noi,sono arrivata all'Università. Io frequento il corso di Medicina perché voglio diventare un medico specializzato in tumori. Si,esatto. Voglio lottare contro quel fottuto cancro che porta via la vita a milioni di persone. Ma tralasciamo le mie ambizioni e torniamo alla storia. Come dicevo,sto andando nell'aula dove ho la prima ora di lezione. Dopo aver passato ben sei ore studiando,finalmente sono libera e mi incammino velocemente al parcheggio dove ho posato la mia moto. Dopo aver indossato il casco e posato lo zaino,parto sgommando dirigendomi verso il mio palazzo. Appena arrivo, lancio giubbino e zaino in aria e mi preparo un panino veloce,non perché non sappia cucinare, ma perché sono le 14:20 e alle 15:00 inizia il mio turno di lavoro. Si perché,ovviamente,lavoro altrimenti non potrei permettermi di rimanere nel mio appartamento. Finisco in fretta di mangiare e riprendo il giubbino da terra e le chiavi ed esco. Arrivo al negozio di strumenti musicali e parcheggio la moto proprio lì davanti. Entro nel negozio e vedo Simon dietro  al bancone. Simon è un uomo sulla cinquantina,con i capelli marroni e gli occhi nocciola. Io lo considero quasi un nonno. È stato lui ad offrirmi un lavoro quando non riuscivo a trovarlo e, anche quando sono stata assunta per un altro lavoro,non sono riuscita ad andarmene da lì e quindi ora faccio entrambi i lavori. Bhè,d'altronde,questi lavori mi servono se voglio pagarmi l'appartamento,la retta dell'Università,le bollette e qualche sfizio per me che mi concedo quando posso. Comincio a sistemare alcuni dischi che sono appena arrivati sopra gli scaffali. Alle 20:00 il mio turno finisce,quindi,saluto Simon con un bacio sulla guancia e salgo sulla moto per andare al secondo lavoro. Io lavoro anche in un pub,però lo faccio sempre di sera. John,il proprietario,è una persona molto comprensiva e mi ha messo tutti i turni di sera perché così organizzarmi la giornata come meglio credo. Oggi non ho avuto un solo momento per respirare solo perché è sabato e quindi posso studiare anche domani,oggi sono andata a scuola perché i professori hanno deciso di voler recuperare un giorno che avevamo perso in precedenza. Contenti loro. Arrivo al pub,saluto John,prendo la divisa e la indosso. La divisa consiste in un grembiule nero da mettere solo sulla parte bassa con il logo del locale e un cappellino dello stesso colore e disegno. Faccio avanti e indietro sui roller per servire i tavoli. Oh già,non ve l'ho detto. Questo pub è diverso dagli altri perché tutti i camerieri,invece di camminare normalmente,pattinano. Devo dire che quello di John è stato proprio un colpo di genio. Non solo rende il lavoro più divertente e veloce,ma è anche meno faticoso servire si tavoli così. Alle 23:00 il mio turno finisce e posso andare a casa. Vado mi tolgo il grembiule e il cappellino e mi rimetto la giacca. Saluto John e altri camerieri e me ne vado. Sfreccio tra le strade deserte della mia Londra e in poco tempo arrivò al mio palazzo. Sono distrutta. Appena entro in casa,vado in bagno e mi lavo velocemente. Mi butto a peso morto sul letto e cado subito in un sonno senza sogni. 
ANGOLO AUTRICE
Bhè cosa dire,spero che questa storia vi piaccia. Ne ho già un'altra in corso ma questa mi frullava in testa già da un po'. Comunque,ora vado. Baci. The_Storm

 

 

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Capitolo 2
*** Perché a me? ***


 

La sveglia interrompe di nuovo i miei sogni e io le mando maledizioni come sempre. Vado in bagno e mi faccio una bella doccia. Ora voi vi starete chiedendo come mai io abbia messo la sveglia di domenica mattina. Bhè,dovete sapere che nella chiesa vicino casa mia,molti bambini non ci vanno mai o raramente perché si annoiano,così,un paio di anni fa,proposi di far fare il coro ai ragazzi. Il prete all'inizio era riluttante,ma poi ci diede il permesso di farlo,invece di ascoltare quelle canzoni deprimenti che metteva lui. Purtroppo,i ragazzi che vi partecipavano erano pochi e gli altri non venivano comunque a messa. Il prete stava per rimettere di nuovo quelle orribili canzoni e sciogliere il coro dei ragazzi,quando mi venne l'illuminazione. Io a volte scrivo testi di canzoni e so suonare chitarra e pianoforte,quindi dissi al prete che avrei scritto io le canzoni e che le avrei fatte con un ritmo abbastanza motivato, cosicché i ragazzi possano anche ballare oltre che cantare. Dovetti supplicare il prete per una mezz'ora piena finché lui,esasperatosi,non acconsentì. Durante la settimana,provammo molto e alla fine il risultato non era male. La domenica fu un successo enorme:non solo i ragazzi si divertirono molto,ma anche gli adulti e gli anziani furono felici. Da allora abbiamo sempre continuato così e la gente è notevolmente aumentata. Ecco perché anche la domenica devo impostare la sveglia. Prendo felpa,jeans e converse dall'armadio e mi vesto velocemente. Mangio un po' di biscotti con il mio solito latte e nesquik e,quando finisco,poso e lavo tutto. Prendo il telefono e le chiavi di casa ed esco. Non uso la moto per andare in chiesa perché è vicina e anche perché adoro camminare e farlo quando non c'è nessuno in giro mi rilassa. Entro in chiesa e mi faccio il segno della croce,poi salgo le scale che portano alla stanza dove si riuniscono i bambini che devono farsi la comunione. Lì c'è un'altra porta che conduce a una specie di terrazzo che affaccia all'interno della chiesa e dove ci sono le panchine per il coro. Alcuni ragazzi sono già lì che mi aspettano li saluto e gli chiedo se vogliono cominciare a provare. Annuiscono e io prendo la mia chitarra,sedendomi e appoggiandomela sulle gambe e cominciando a suonare i primi accordi. Dopo un po',sono arrivati tutti e inizia la messa. Alla fine della funzione,usciamo e li saluto tutti con un bacio sulla guancia,dandogli appuntamento per la domenica successiva. Non ho voglia di tornare a casa e,visto che non devo nemmeno andare a lavoro,mi annoierei solamente,quindi decido di fare una bella passeggiata. Il sole è quasi accecante oggi. Quando è quasi ora di pranzo,torno a casa e mi preparo un semplice piatto di pasta con il pomodoro. Finito di mangiare,vado in camera mia per studiare. 
Sono distrutta. Ho studiato per tre ore consecutive e ora il mio cervello chiede pietà. Poso tutti i libri mettendo nello zaino quelli che mi serviranno lunedì e mi butto a peso morto sul divano in salotto accendendo la TV. Verso le 17:00,sento il telefono squillare e,guardando lo schermo dove compare il nome della mia migliore amica sorrido e rispondo. -Aaaaaaah! Tu non immagini neanche cos'ho tra le mani adesso-dice facendomi diventare sorda -Il mio timpano forse? No perché,sai,mi hai stonato- le dico -Scusa ma sono troppo agitata- mi risponde. In effetti,è più allegra del solito -Allora? Si può sapere che succede?-chiedo curiosa. Non l'ho mai sentita così eccitata per qualcosa. -Ho i biglietti per il concerto di Dylan Smith! Aaaaaaah- dice facendo un altro dei suoi urli spacca-timpani alla fine della frase. Ma chi è questo? Non credo di averlo mai sentito nominare in vita mia. -Di chi?- chiedo infatti corrugando le sopracciglia. La sento sbuffare e poi mi risponde -Dylan Smith. Ma come fai a non conoscerlo? Anche a Narnia sanno chi è!- mi chiede sconvolta. Io scrollo le spalle,ma poi mi ricordo che non può vedermi e le dico che non m'interessa. Poi mi ricordo di un dettaglio. -Ehi, ma hai usato il plurale? Chi è la sfigata che verrà con te al concerto?- chiedo divertita. Chissà chi era la malcapitata che si sarebbe dovuta subire gli scleri di Kate. -Bhè chi altri se non la mia migliore amica?- dice e in questo preciso momento,sto desiderando di aver sentito male e di avere bisogno di amplifon prima del tempo. -Stai scherzando,vero?- domando cautamente. -Ma certo che no! È ovvio che porterò te al concerto Scar,sei o non sei la mia migliore amica?-  chiede. -Scar? Chi è Scar? Credo che abbia sbagliato numero,mi dispiace. Buona giornata- la sento fare una piccola risata -Dai,Scar,non fare la cogliona,ti prego,ti supplico,ti scongiuro accompagnami a quel benedetto concerto- è incredibile,non l'ho mai sentita supplicare così qualcuno (specialmente me,la sua migliore amica),nemmeno quando la prof di storia la interrogò e lei dovette supplicarla per quasi dieci minuti per farle mettere un sei. Deve tenersi davvero molto. Sospiro rumorosamente e poi rispondo -So già che me ne pentirò ma...va bene,andremo a quel fottuto concerto- dico rassegnata. Kate fa un altro urlo e poi inizia a ringraziarmi. -Si,si,va bene,ma ora smettila di ringraziarmi che già mi scoppia la testa di mio per aver passato tre ore a studiare,non ti ci mettere pure tu. Quando è il concerto?- chiedo -Tra tre giorni. Ora devo andare,vado a fare shopping per il concerto. Grazie ancora. Ciaooo- mi dice,ricambio il saluto e attacco. Perché devo avere una migliore amica che sclera più delle bimbeminchia di tredici anni? Cosa ho fatto di male? Passo il resto della serata a guardare la TV e per cena mi preparo un panino con prosciutto cotto perché non ho voglia di cucinare. Verso le 22:00,vado in bagno per lavarmi e indosso la felpa XXXXL che mi arriva fin quasi alle ginocchia e che uso sempre per dormire,mi metto sotto il piumone e mi addormento di botto.
 
ANGOLO AUTRICE
Buonsalve a tutte. Come vi sembra la storia? Non posso intrattenermi molto perché devo mettere un capitolo anche nell'altra mia fanfiction,ma altrimenti starei qui a parlare per ore. Bhè allora ciaoooooo. Baci. The_Storm

 

 

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Capitolo 3
*** Il concerto ***


 

Oggi sarà una giornata di merda,me lo sento. Perché dico così? Bhè,per prima cosa,sta mattina non ho fatto colazione con il mio amato nesquik perché,a causa delle continue chiacchiere di Kate su quel tizio di cui non mi ricordo il nome e il cui concerto è sta sera,mi sono dimenticata di comprarlo ieri,poi la mia amata Ducati sta mattina non è partita (orrore!) e sono dovuta correre per riuscire a prendere la metro che comunque persi (e alla prima ora avevo Jefferson,il professore più odiato di tutta l'Università che,guarda caso,mi odia e non perde occasione per interrogarmi,fortunatamente,sono sempre riuscita a cavarmela) e,per finire in bellezza,si è messo non a piovere,di più,sembrava il diluvio universale e io, ovviamente,non avevo l'ombrello,beccandomi anche una macchina che mi ha schizzato tutta l'acqua di una pozzanghera addosso,guadagnandosi tutte le maledizioni possibili e immaginabili. Sono tornata a causa esausta e la giornata non è ancora finita! Si,perché sta sera c'è il concerto di quel coglione. Sapevo che mi sarei pentita amaramente della mia scelta. Ma perché non do' mai retta al mio istinto? Perché? Vabbè,ormai è inutile avere rimpianti. Inizio a prepararmi perché quella sclerata vuole arrivare tre ore prima perché altrimenti le soffiano il posto in prima fila. Sinceramente,non m'importa molto di mettermi nelle ultime file,anzi,forse è meglio così sono vicino all'uscita e appena finirà potrò schizzare fuori alla velocità del suono giustificandomi con la scusa di non voler correre il rischio che mi rubassero la moto. Purtroppo,Kate su questo è stata irremovibile:dovevamo essere al teatro per le 17:00 precise,quindi mi verso in fretta dopo essermi fatta una doccia veloce. Alle 16:30 sono già in sella alla moto e la accendo facendola partire con un rombo. Arrivo a casa di Kate in cinque minuti. Lei è già lì che mi aspetta. Le passo il casco,che lei indossa velocemente,sale in sella alla moto,si attacca come una cozza ai miei fianchi implorandomi di andare piano e io, visto che sono una stronza patentata,parto a tutta velocità,provocandole un urletto soffocato. Sghignazzo e diminuisco di poco la velocità,ma continuo a fare le mie manovre "suicide" come le definisce Kate. Diciamo che è una mia piccola vendetta personale per avermi trascinata a questo fottuto concerto quando è decisamente una giornata di merda. Arrivate al teatro,rimango sconvolta nel vedere che ci sono tante altre ragazze che sono già lì. Ma che cazzo ci vanno a fare tre ore prima? È un'inutile perdita di tempo. -Hai visto? Sono già quasi tutte lì. Ora non prenderemo mai il posto in prima fila- piagnucola Kate. Alzo gli occhi al cielo. Non è possibile che una persona sia così idiota. La odio quando fa la bambina capricciosa. Ci mettiamo in fila e aspettiamo. Dopo un po',mi viene un dubbio. -Kate,fammi vedere un attimo i biglietti- le dico. Lei me li passa e io controllo se ho ragione e in effetti è così. Non posso credere di avere una migliore amica così cogliona. -Kate- la chiamo con apparente calma -Si? Dimmi- risponde intimorita dai miei sbalzi d'umore. -Tu sapevi che i posti sono numerati?- le chiedo ancora con calma. Lei sembra avere ancora più paura. Oh si bella fai bene a tremare. -Si- risponde sincera. Ed è lì che scoppio -E ALLORA PERCHÈ CAZZO SIAMO VENUTE QUI TRE ORE PRIMA?- urlo incazzata nera. Si,forse è una reazione un po' esagerata,ma non posso farci niente odio aspettare e se è per un cantante di cui on me ne frega un cazzo,le cose peggiorano. Lei si fa piccola piccola -Perché volevo farti ascoltare alcune sue canzoni- mi risponde con una voce così bassa che fatico a sentirla. Mi sbatto una mano sulla fronte stile cartone animato. Perché? Perché devo volerle così bene,ditemelo. In questo preciso momento vorrei odiarla e mandarla a fanculo mentre me ne torno a casa,ma purtroppo, è la mia migliore amica,lei c'è sempre stata quando ne avevo bisogno e ora non posso abbandonarla,quindi mi limito a sbuffare. Dopo una manciata di minuti,il bodyguard all'ingresso ha pietà di queste povere ragazze senza cervello come Kate e apre le porte del teatro. Controllo i posti sul biglietto e noto che siamo in prima fila. Chissà come sarà contenta Kate. Ci sediamo ai nostri posti e,visto che mancano ancora circa due ore e mezza prima che inizi il concerto,mi metto le cuffiette nelle orecchie del mio IPod e metto in riproduzione casuale. Dopo circa un ora,le ragazze sono notevolmente aumentate e ora l'immenso teatro è quasi pieno. Quando ormai manca solo mezz'ora all'inizio del concerto,il teatro è completamente pieno. -Kate,scusa ma io non ce la faccio proprio- dico urlando al suo orecchio perché queste arrapate fanno troppo chiasso per poter parlare come una persona normale. Lei annuisce e io mi alzo dal mio posto e,non senza un bel po' di fatica,riesco ad uscire da lì. 
Appena sono all'aria aperta,inspiro profondamente e vado a sedermi su di un muretto lì vicino. Lo so che sembro una stronza adesso visto che prima la accompagno al concerto e poi la lascio sola,ma non posso farci niente. Io sono un po' claustrofobica e quando ho visto tutta quella gente ammassata addosso a me,mi sono sentita mancare l'aria. Fortunatamente,Kate ha capito. Mi rimetto le cuffiette nelle orecchie e mi stendo sul muretto,guardando le stelle. Sono così belle,qui non c'è molta illuminazione,quindi sono ancora più numerose. Fino a quel momento,non mi ero accorta di essere così stanca ma,ora che sono completamente rilassata, sento le palpebre incredibilmente pesanti e,senza accorgermene,mi addormento. 
Pov Kate 
Scar è uscita e mi ha lasciata sola. Non gliene faccio una colpa perché so che è un po' claustrofobica. Mi maledico mentalmente per non averci pensato prima. Ora sarà lì fuori al buio con tutta quella gente pericolosa che circola di notte. Oddio ora sto avendo seriamente paura per lei,ma poi mi ricordo che Scar sa difendersi benissimo da sola e mi rilasso. Il concerto inizia e io,insieme a tutte le altre ragazze presenti,inizio ad urlare. 
Dopo due ore il concerto finisce. È stata la serata migliore della mia vita. Ora però voglio uscire in fretta da qui e controllare se Scar sta bene. C'è così tanta folla,che ci metto venti minuti buoni per raggiungere l'uscita e,quando sto per tirare un sospiro di sollievo perché sono quasi fuori,mi sento afferrare per una spalla. Mi volto e vedo che è uno dei bodyguard. -Tu eri in prima fila,giusto?- chiede. Annuisco senza capire. -Allora devi venire con me,tutte quelle che erano in prima fila possono andare da Dylan nel suo camerino.- mi dice. Non ci posso credere,sto sognando vero? Non solo sono andata al concerto del mio idolo e mi sono seduta in prima fila,ma adesso posso anche vederlo nel camerino! Si,è decisamente un sogno. Sto per seguirlo,ma improvvisamente,mi ricordo di Scar. -Aspetti,c'è la mia migliore amica fuori, anche lei aveva il posto in prima fila e ora mi starà aspettando- dico allo scimmione che ho davanti. -Allora vai fuori e cercala,mi mancava giusto l'ultima ragazza che era in prima fila,ma fai in fretta- dice. Annuisco e corro fuori. Dopo un paio di minuti,la vedo stesa su di un muretto. Le vado vicino e la sveglio. Le spiego velocemente la situazione gesticolando come al solito quando sono nervosa o eccitata. Inizialmente,lei mi guarda con uno sguardo a ebete,ma poi capisce e,correndo,torniamo all'entrata del teatro dove quell'armadio con le gambe ci sta aspettando. Durante il tragitto verso il camerino di Dylan,non smetto di stringere la mano di Scar e,quando il bodyguard ci lascia davanti alla sua porta,aumento così tanto la stretta alla mano di Scar,che lei è costretta a staccare la sua mano dalla mia. Entriamo e noto due figure: una seduta sulla sedia vicino allo specchio e un'altra sul divano. Sono Dylan e Cody,il suo migliore amico. Rimango ferma e immobile e i due,accorgendosi della nostra presenza,si alzano e ci vengono incontro. -Ehi ciao io sono Dylan e lui è Cody. Voi?- dice il mio idolo. Io non riesco a parlare e rimango zitta e muta. Scar,incuriosita dal mio silenzio,alza lo sguardo che fino a quel momento aveva tenuto abbassato sul suo IPod per cambiare canzone e mi da un pizzicotto. Lì mi riprendo -Pia-piacere i-io sono Kate e-e lei è Scarlett- dico balbettando. Scar,sentendomi parlare come una balbuziente,si sbatte una mano sulla fronte e mi da un altro pizzicotto. I due ragazzi sembrano molto divertiti e io arrossisco ancora di più per la figura di merda che ho fatto. Ci invitano a sederci e cominciamo a parlare. Scar si è messa comoda sul divano e sta ascoltando la musica,fregandosene altamente di loro. Non cambierà mai. Ad un certo punto,Dylan si allontana e va verso Scar e io rimango da sola con Cody. Ho sempre avuto una cotta per lui e ritrovarmelo così vicino e da solo,mi fa agitare ancora di più. -Sai,sei molto carina e simpatica,mi dai il tuo numero?- chiede a un certo punto. Io rimango imbambolata a fissarlo per un attimo,chiedendomi se non fosse solo frutto della mia immaginazione,ma poi capisco che è tutto vero e glielo detto. Lui lo memorizza sul suo cellulare e mi fa uno squillo per farmi avere il suo numero,poi continuiamo a parlare del più e del meno. 
Pov Scarlett 
Sto ascoltando la mia amata musica ad occhi chiusi,quando sento il divano su cui sono seduta alzarsi e abbassarsi. Apro un occhio per vedere chi si è seduto e vedo che è il ragazzo per cui siamo qui. Richiudo l'occhio e continuo ad ascoltare la musica. Ad un certo punto,mi sento tirare via una cuffia e apro gli occhi per fulminare quel coglione. Lui sembra sorpreso,ma si riprende subito -Tu non vuoi un autografo o una foto?- chiede e per poco non gli rido in faccia. -No- mi limito a rispondere. Non sembra essere scoraggiato dalla freddezza con la quale ho risposto -Non sei una mia fan?- chiede ancora -No- rispondo di nuovo riprendendo la cuffia dalle sue mani e rimettendomela,sperando che non mi infastidisca più. Le mie speranze vanno a puttane quando mi toglie nuovamente la cuffia -Ma si può sapere che cazzo vuoi da me?- sbotto infine infastidita. Già ho avuto una giornata di merda,se ci si mette pure lui,è la fine. Lui mi guarda sorpreso e non risponde. In quel momento,il bodyguard di prima ci chiama dicendoci che è scaduto il tempo per stare con loro. Immediatamente mi alzo e faccio un saluto generale,Kate mi segue,non prima di aver salutato adeguatamente quei due ed essersi scusata per il mio comportamento. Uscite fuori,saliamo sulla mia Ducati e la accompagno a casa sua. Appena arrivo nel mio appartamento,mi butto sul letto senza neanche mettermi il pigiama e mi addormento di botto. 

 

 

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Capitolo 4
*** Il passato di Scarlett ***


 

Driiiiin. È grazie a quell'aggeggio infernale che mi sveglio. Tiro fuori il braccio dalle coperte e,a tentoni,cerco di spegnere quella cosa maledetta,ma poi mi ricordo che ho l'abitudine di metterla sulla scrivania in modo tale che non possa spegnerla e riaddormentarmi. Sbuffo e maledico me e la mia fottuta intelligenza. Mi tolgo le coperte di dosso con un gesto brusco e mi alzo. Vado in bagno,mi guardo allo specchio e sobbalzo:sembro un trans o qualcosa del genere. Cerco di rendermi non dico carina (sarebbe un miracolo),ma almeno guardabile. Il risultato non è dei migliori,ma chi se ne fotte. Questa è la mia faccia e nn posso fare niente per cambiarla. Esco dal bagno e mi vesto velocemente con jeans,felpa di tre taglie più grande e converse,il solito insomma. Indosso sempre questo tipo di abiti per due ragioni:
1) sono comodi e mi trovo a mio agio;
2) non ho mai voglia né tempo per scegliere i giusti abbinamenti,quindi scelgo questi che vanno bene su tutto.
Faccio velocemente colazione e poi vado all'Università con la moto. Arrivata al parcheggio, spengo il motore e scendo,scambiando di posto lo zaino con il casco sotto il sellino. 
Le lezioni passano velocemente e,senza che me ne renda conto,sono già le 14:00. Corro alla moto come al solito e parto sgommando. Oggi ho fatto più tardi del solito,quindi prendo una pizzetta lungo la strada e la mangio velocemente. Quando arrivo al negozio di musica,sono giusto le 15:00. Saluto Simon e sistemo alcuni dischi che sono arrivati questa mattina. Alle 20:00 finisce il mio turno e posso tornare a casa. Mi sono licenziata dal lavoro al pub perché non riuscivo a fare due lavori e contemporaneamente a studiare. Ho scelto di rimanere a lavorare al negozio perché ormai ci sono troppo affezionata e anche perché la musica è sempre stata una mia passione. Io suonavo la chitarra,il pianoforte e me la cavavo anche con il canto. Perché ho usato il passato? Bhè,semplicemente perché ora ho chiuso con la musica. Suono la chitarra solo la domenica in chiesa solo perché mi dispiaceva troppo vedere quei bambini così annoiati e la chiesa mezza vuota di domenica. Ma anche quando la suono lì è una sofferenza. Dovete sapere,che la passione per la musica me l'ha trasmessa mia madre e stavo anche per andare a studiare al conservatorio,quando successe la tragedia. 
Successe tre anni fa. Era una fredda giornata di Ottobre,io ero tornata a casa come al solito alle 14:00,ma quando salutai mia madre,non rispose. Era davvero molto strano,di solito rispondeva sempre ai miei saluti. Pensai che forse era in bagno e che non mi aveva sentita o che stesse dormendo. Quando entrai in cucina e vidi che il pranzo non era ancora pronto, iniziai a preoccuparmi seriamente. Mia madre diceva che ero troppo secca e cucinava sempre per un esercito per farmi mangiare il più possibile e quando tornavo da scuola,il pranzo era sempre già in tavola. Uscii dalla cucina e cominciai a cercare mia madre per tutta la casa. Niente. Cominciai a chiamarla ma non rispondeva. Avevo controllato quasi tutta la casa ormai,l'unica stanza che mi mancava,era quella dei miei genitori. Lentamente,abbassai la maniglia e aprii la porta. La stanza era completamente buia così accesi la luce. Quando vidi mia madre riposare beata nel letto,sospirai di sollievo. Ma cantai vittoria troppo presto. Mi avvicinai al letto e le accarezzai il volto,ma ritrassi subito la mano. Era ghiacciata e inoltre, aveva un colorito decisamente più bianco rispetto al solito. Mi passò per la mente un orribile pensiero e le presi il polso,sperando con tutto il cuore di essermi sbagliata. Quando però notai l'assenza di battito,ebbi la conferma ai miei dubbi. Era morta. Mia madre se n'era andata per sempre. Calde lacrime solcarono le mie guance,poi da un pianto silenzioso,il mio divenne un vero e proprio sfogo di frustrazione,rabbia,dolore e tristezza. Caddi in ginocchio ai piedi del letto,coprendomi la faccia con le mani e lasciando che i singhiozzi mi scuotessero il corpo. Quando mi fui calmata,tornai in camera mia e notai una busta bianca sulla mia scrivania. Incuriosita,mi avvicinai e presi la busta in mano. Sussultai. Era una lettera di mia madre. La aprii e mi sedetti sul letto,cominciando a leggere. Appena finii,le lacrime salate scorrevano di nuovo dai miei occhi. In quella lettera,mia madre mi diceva che aveva il cancro e che era stato quello a farle lasciare il mondo dei vivi. Mio padre era partito per quel viaggio d'affari per non veder soffrire il suo amore in quella maniera e io,da grandissima stupida quale ero e sono tutt'oggi,non mi sono mai accorta di nulla. È anche per questo che voglio diventare medico e lottare contro quei fottuti tumori che portano via la vita a migliaia di persone. Mi risveglio dai miei dolorosi ricordi quando sento una lacrima bagnarmi le labbra. Mi sono immersa talmente tanto nei miei pensieri,da non accorgermi di aver cominciato a piangere. Incredibile,anche a distanza di tre anni,il ricordo di mia madre è ancora una ferita aperta. Mi asciugo velocemente le lacrime e torno a lavoro. Alle 20:00 saluto Simon e vado a casa dove studio per quasi tutta la notte. 
ANGOLO AUTRICE
Amatemi sono riuscita a mettere un altro capitolo. Comunque,non so voi,ma a me sono venute le lacrime agli occhi scrivendo la storia di Scarlett. Ringrazio _RossAngel per aver recensito la mia storia e mi dileguo. Sciaoooo. The_Storm

 

 

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Capitolo 5
*** CAP 5 ***


 

Pov Kate
Sembrava un giorno come un altro,ma dovetti ricredermi. Poco prima di pranzo,ricevetti una chiamata da un numero che non conoscevo. Risposi e chiesi chi fosse. -Sono Cody. Ma non ti sei salvata il mio numero?- rispose la voce al telefono. Mi sbattei una mano sulla fronte,ma come ho fatto a dimenticarmi una cosa così importante? Come? -Ehm..no ho avuto parecchio da fare- rispondo e per miracolo non ho balbettato. -Capisco. Comunque volevo solo chiederti se ti va di andare a fare un giro con me e Dylan,oggi. Ovviamente,è invitata anche la tua amica.- mi dice e per poco on mi viene un attacco di cuore. Accetto immediatamente e ci diamo appuntamento al parco alle 15:00. Appena chiudo quella conversazione,chiamo Scar. Mi risponde dopo molti squilli con voce assonnata e sbadigliando. Mi sono dimenticata che lei studia sempre fino a tardi il martedì visto che il giorno dopo ha lezione solo di pomeriggio. Mi scuso velocemente per averla svegliata e la supplico di venire con noi. -Come faccio Kate? Lo sai che non posso,ho lezione di pomeriggio e finisco alle 16:00.- mi risponde mandando in frantumi le mie speranze. Ha ragione e lo so,ma non posso stare un intero pomeriggio da sola con il mio idolo e il ragazzo per cui ho una cotta senza avere come minimo una crisi di nervi. Potrei chiedergli di raggiungerci più tardi,ma mi ricordo che poi deve studiare per il giorno dopo se non vuole passare un'altra nottata sui libri. Delusa,la saluto e riattacco. Ormai ho accettato,sarebbe da idiota disdire. Sospiro e vado in cucina per mangiare,visto che mia madre mi sta chiamando. Il pomeriggio sono nel panico più totale perché non so che mettere. Tutti i vestiti che ho mi sembrano nn andare bene:troppo,lungo,troppo corto,mi fa sembrare una balena,non mi piace,troppo semplice,troppo da troia,questo mi va stretto,quest'altro lo metto sempre...continuo così finché non rimane niente nell'armadio. Sto per urlare,quando mi arriva un messaggio è di Scar. Mi dice di rilassarmi e di mettere i jeans con una maglietta semplice e una giacchetta viola e ai piedi i miei tacchi lilla. Cosa farei se non ci fosse! Li cerco tra i vestiti e li indosso velocemente. Vado in bagno e mi trucco leggermente come al solito. Alle 14:45,esco di casa e mi incammino verso il parco. Quando arrivo,li trovo già lì,perfetti come sempre. Mi avvicino e li saluto con un bacio sulla guancia. -L'altra ragazza?- mi chiede Dylan. -Oggi ha lezione di pomeriggio e finisce alle 16:00- rispondo. -Bhè,ma ci può raggiungere più tardi- propone Cody,ma io scuoto la testa in segno di negazione. -Deve studiare se non vuole passare un'altra notte sui libri.- spiego. Loro annuiscono e Dylan sembra soppesare le mie parole. -In che senso un'altra notte sui libri?- chiede confuso. -Lei il martedì ha lezione di mattina e il pomeriggio va a lavorare in un negozio di musica. Quando torna a casa sono tipo le 20:30 e poi deve studiare per il giorno dopo,quando ha lezione di pomeriggio- spiego. I due ragazzi mi guardano sorpresi e ancora non sanno tutti i sacrifici che Scar ha fatto e continua a fare. -Ma cosa studia?- mi chiede Dylan. -Medicina- rispondo. -Ma scusa,se oggi ha lezione di pomeriggio,non poteva dormire ieri notte e poi studiare sta mattina?- chiese Cody confuso. -Si ma lei poi dovrebbe studiare fino all'ultimo secondo prima di andare all'Università dove dovrebbe tornare a studiare- spiego. Loro annuiscono e poi mi chiedono se voglio andare a prendere un gelato. Durante il tragitto,parliamo del più e del meno. Passo davvero un bel pomeriggio con loro e mi chiedono quando possiamo uscire di nuovo,magari anche con Scar. -Bhè,potremmo uscire sabato. So con certezza che Scar non ha niente da fare,quindi non ha scuse- annuiscono e ci diamo appuntamento alla stessa ora e nello stesso luogo di oggi. 
ANGOLO AUTRICE
Allooooora,ho pochissimo tempo,quindi dico velocemente quello che ho da dire (?). Per prima cosa i personaggi: Scar la vedo come Demi Lovato (my love),Dylan per me è simile a Harry Styles,Kate,invece,per me assomiglia a Ashley Tisdale e per finire,Cody lo vedo come David Henrie. Per seconda cosa (?) vi volevo dire che forse aggiornerò oggi. Sciaoooo. The_Storm

 

 

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Capitolo 6
*** Pomeriggio con Dylan ***


 

Pov Scarlett
Maledetta Kate,mi ha incastrato. E io che volevo riposarmi non fare niente per tutto il giorno e invece... Ma me la pagherà,oh se me la pagherà. Questa cosa non finisce qui. Visto che sono le 14:30,mi faccio una doccia veloce e poi mi vesto come al solito. Quando finisco di prepararmi,prendo le chiavi di casa ed esco,chiudendola a doppia mandata,non si sa mai. Mi incammino lentamente verso il parco e intanto osservo il paesaggio. È autunno,quindi le foglie rosse,gialle e arancioni cadono dagli alberi. È un movimento quasi ipnotico se ci fai caso,non puoi fare a meno di seguire il loro volo fino a quando non si posano a terra o spariscono dalla tua vista volando lontano trasportate dal vento. Arrivo al parco alle 15:00 in punto e scorgo già quei tre un po' più avanti. Ci salutiamo e poi Cody propone di andare a prendere un gelato. Annuiamo tutti e ci incamminiamo verso la gelateria poco più avanti del parco. Mentre camminiamo,Cody e Kate si mettono leggermente più avanti di noi e iniziano a parlare e a scherzare. Comincio a pensare che quest'uscita sia una scusa per coprire il fatto che entrambi vogliono uscire insieme ma che credono sia troppo presto. Che coppia di coglioni. -Allora, come va?- mi chiede ad un tratto Dylan. Ero così presa dall'insultare mentalmente quei due, da non essermi accorta che intanto si era avvicinato a me e mi stava fissando già da un po' -Bene- gli rispondo. Non ho voglia di parlare,quindi mi limito a dargli questa risposta telegrafica. Lui annuisce e per un po' non dice niente. Quei due si stanno allontanando sempre di più da noi,quindi prendo Dylan per un braccio e lo porto in una strada a destra. Lui mi guarda sorpreso -Ehi,ma dove stai andando? La gelateria è dall'altra parte- mi dice guardandomi come se fossi pazza. -Coglione,ma non vedi che vogliono stare soli e che si piacciono? Lasciamoli stare e torniamo a casa- dico. Ed ecco che emerge la vera ragione per la quale li ho lasciati soli:tornare a casa e buttarmi a peso morto sul divano. Ma a quanto pare, Dylan non è dello stesso parere visto che mi prende per un polso e mi trascina con sé in un'altra direzione. -Idiota ma che fai? LASCIAMI- urlo e mi dimeno ma lui non fa una piega e continua a trascinarmi. -Concordo sul fatto di lasciarli da soli,ma non su quello dove ognuno se ne va per la sua strada- e dicendo questo,lascia il mio polso e mi mette un braccio sulle spalle stringendo così tanto che,anche se mi dimeno e cerco di toglierlo da lì,quello non si muove di un millimetro. Ma cos'ha nel braccio? Dopo un po' che mi dimeno,mi arrendo e, sbuffando,continuo a camminare con il suo braccio ancora sulle mie spalle. Ci fermiamo in un bar e ordiniamo due cioccolate calde. -Allora- dice dopo un po' che aspettiamo la nostra ordinazione -Kate mi ha detto che suoni la chitarra e il pianoforte,è vero?- chiede curioso -Kate dovrebbe iniziare a farsi i cazzi suoi- brontolo. Lui sorride divertito -Vero. Ma non hai ancora risposto alla mia domanda- mi riprende. Io sbuffo e poi mormoro un "si". Non è solo per il ricordo di mia madre che non voglio parlare della musica,è anche perché non mi piace parlare di me stessa,quindi cerco di dire il meno possibile per chiudere in fretta l'argomento "musica". Il mio piano sembra funzionare visto che cambia subito argomento. -Quindi frequenti Medicina,giusto?- chiede ancora. Annuisco e lui continua -Come mai hai scelto proprio questa facoltà così difficile?- chiede. Ma lo fa di proposito ad andare in argomenti in cui c'entra mia madre? -Lunga storia- mi limito a rispondere -Abbiamo tutto il tempo che serve- insiste. -Già, ma io non ho la voglia che serve- ribatto freddamente. Il suo sguardo si indurisce,ora sembra nervoso,ma non è colpa mia se vuole parlare di argomenti che fanno parte dell'unica cicatrice ancora aperta e sanguinante che ho. Vorrei riuscire a parlarne,ma proprio non ci riesco. Ogni volta che anche solo penso a queste cose,il ricordo di mia madre si affaccia prepotentemente nella mia testa e mi vengono le lacrime agli occhi,figuriamoci a parlarne ad alta voce! Mi metterei di sicuro a piangere,e io odio con tutto il cuore piangere,specie davanti agli altri,mi fa sentire debole ed è una cosa che odio. In quel momento,arriva il cameriere con le nostre tazze di cioccolata calda fumante. Lo ringraziamo e cominciamo a bere. Quando sono a metà tazza, mi rendo conto di essere stata troppo fredda con lui,infondo,lui non può sapere niente del mio passato. Vorrei davvero riuscire a parlarne con qualcuno,anche perché so che se continuo a trattare tutti così freddamente quando si apre il discorso "musica" o quando mi chiedono come mai mi sia iscritta a Medicina,presto anche i pochi amici che ho mi abbandoneranno. Devo almeno provare a parlarne con qualcuno che non sia Kate e perché non cominciare proprio da Dylan? Non m'importa poi così tanto che si incazzi con me,ma voglio provare a non piangere ricordando il passato. -Scusa- dico. Lui alza la testa dalla sua tazza e mi guarda tra il sorpreso e il curioso,ma non dice niente,ha capito che non voglio solo scusarmi con lui,quindi,prendendo un respiro profondo,continuo -Non volevo trattarti freddamente,il fatto è che sei andato proprio sugli argomenti che mi fanno stare male. Vedi,mia madre morì tre anni fa a causa del cancro e fui proprio io a trovare per prima il suo corpo sul letto,ecco perché ho deciso di iscrivermi a Medicina nonostante gli orari massacranti e le materie tutt'altro che facili, inoltre,è stata proprio lei a insegnarmi a suonare il pianoforte e la chitarra. Ecco perché non ne volevo parlare- dico. Ce l'ho fatta. Non ho versato neanche una lacrima. Alzo lo sguardo che per tutto il tempo della spiegazione ho tenuto basso,e lo vedo che mi sta guardando con uno sguardo mortificato. Gli sorrido per fargli capire che non ce l'ho con lui e sembra rilassarsi leggermente. Il resto del tempo lo passiamo a parlare del più e del meno. Usciamo dal bar e mi riaccompagna al palazzo. Lì ci salutiamo con un semplice bacio sulla guancia. 
ANGOLO AUTRICE
Si lo so,non è niente di che,ma nei prossimi capitoli cercherò di fare di meglio,promesso. Detto questo,ringrazio tutti quelli che leggono la mia storia e vi saluto. Sciaoooo. The_Storm

 

 

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Capitolo 7
*** Lei deve tornare a cantare ***


 

Oggi è domenica quindi mi sveglio presto per andare in chiesa. Mi faccio una doccia veloce e poi mi vesto come al solito. Lascio i capelli nero corvino sciolti e liberi dal codino e mi metto solo un po' di matita e mascara. Prendo giacca,chiavi di casa e cellulare ed esco. Appena entro,mi faccio il segno della croce e salgo. Io sono molto credente,quindi mi sono fatta un tatuaggio a forma di croce sulla mano. Ho anche altri tatuaggi: la scritta "faith" in corsivo sul braccio destro,la scritta "you make me beautiful" sulle costole,la scritta "Stay Strong" sui polsi, l'impronta di un paio di labbra rosse sul polso sinistro e una piuma turchese dietro l'orecchio. Adoro i miei tatuaggi,ma non credo che ne farò altri. Prima di andare al coro,vado da padre Anthony. -Buongiorno padre- dico sorridendo appena lo vedo. Lui si gira e,vedendo che sono io,sorride. -Buongiorno Scar. Sei qui perché hai finito la canzone?- chiede e io annuisco. Un po' di tempo fa,mi aveva chiesto il favore di scrivere una canzone per le vittime di un terremoto in una città di cui adesso non ricordo il nome. -Benissimo. Potresti suonarla un attimo? Dopo non ho tempo per sentirla.- mi dice. Io annuisco. Spero solo di non scoppiare a piangere mentre canto. Riesco ancora a suonare il pianoforte e la chitarra,ma a cantare non ci riesco proprio più. Anche quando sono sotto la doccia e canto mi scendono delle lacrime che si fondono con l'acqua. Mi siedo al pianoforte e inizio a suonare. 
Pov Dylan
Io e Cody stiamo passeggiando tranquillamente,quando d'un tratto Cody si ferma e aguzza la vista. -Ma quella non è Kate?- chiede. Io guardo nella sua stessa direzione e in effetti vedo la sua figura anche se si è messa un cappello e degli occhiali da sole,come per non farsi riconoscere. Le andiamo vicino e la salutiamo. Lei sussulta e ci dice di fare silenzio,guardando un punto più avanti. Io e Cody guardiamo nella stessa direzione e vediamo Scarlett che entra in una chiesa. Kate ci fa segno di seguirla in silenzio ed entriamo anche noi nella chiesa. Sinceramente,non ci sto capendo un cazzo,ma sono curioso di sapere il motivo dello strano comportamento di Kate. -Ha finito la canzone per i terremotati- dice ad un certo punto. Io è Cody la guardiamo con una faccia che se fossimo in un cartone animato sarebbe a forma di punto interrogativo. -Il prete gli aveva chiesto di fare una canzone per le vittime di un terremoto e lei ora l'ha finita. Deve dargliela sentire e anch'io voglio vedere cosa si è inventata.-spiega velocemente. La vediamo che parla un po' con il prete. -Dylannuccioooo- dice una voce squillante. Oh cazzo. Meredith. Mi si appiccica addosso manco fosse una cozza e vedo mia madre correre e scusarsi per non essere riuscita a fermarla. -Ehi ma cosa crede di fare quella? Solo io ho il diritto di suonare quel pianoforte- dice guardando male Scar. Non ci state capendo un cazzo,vero? Allora vi spiego: Meredith è una cantante che,fin dal primo giorno che ci siamo visti,mi si è appiccicata addosso. Sapevo che doveva cantare una canzone per i terremotati e che doveva venire a fare le prove in una chiesa,ma non credevo che fosse proprio questa! Che sfiga. Sinceramente,non capisco come possa avere tanti fan, visto che la sua voce non è delle migliori. Non ho il tempo di replicare perché Scar inizia a suonare. È una melodia lenta e dolce,si sente che sta suonando con il cuore. Dopo un po' inizia anche a cantare. Ha una voce bellissima. 
I was walking home from school on a 
Cold winter day
Took a shortcut through the woods,and I
Lost my way
It was getting late,and I was scared and 
Alone
But than a kind old man took my hand and 
led me home 
Mama couldn't see him,but it was 
stending here
And I knew in my heart,he was the 
answer on my prayers
Oh I belive there are angels among us
Sent down to us from somewhere up
above
They come to you and me in our darkest
hours
To show us how to live,to teach us to 
give
To guide us with the light of love
When life held troubles times,and hai me 
down on my knees
There's always been someone there to 
come along and confort me
A kind word from a stranger,to lend a 
helping hand
A phone call from a friend,just to say I
understand
And ain't it kind of funny that at the dark
end of the road
Someone lights the way with just a single 
ray of hope
Oh I belive there are angels among us
Sent down to us from somewhere up
above
They come to you and me in our darkest
hours
To show us how to live,to teach how to 
give
To guide us with the light of love
They wears so mano faces;show up in the 
stranges places
To grace us with their mercy,in our time of 
need
Oh I belive there are angels among us 
Sent down to us from somewhere up 
above
They come to you and me in our darkest
hours
To show us how to live,to teach how to
give
To guide us with the light of love
Fece scorrere lentamente le dita sui tasti suonando le ultime note. Non eravamo sorpresi,no,di più. Sapevo che suonava il piano e la chitarra,ma Kate non ha detto niente riguardo alla sua voce. È incredibile. È dolce,delicata e leggera,ma allo stesso tempo forte e decisa. Fa degli acuti che molte cantanti professioniste possono solo sognarsi di fare. Meredith intanto,sta diventando verde dalla gelosia. E fa bene. -Scar,ma perché non la canti tu questa canzone? Tu hai cantato come se le note e le parole ti uscissero direttamente dal cuore,e probabilmente è così. Nessuno potrebbe mai cantare questa canzone come fai tu. Quindi,per favore,cantala per i terremotati- disse il prete. Mi trovo completamente d'accordo con lui. Nessuno potrebbe cantare come ha fatto lei ora. A Meredith per poco non esce il fumo dalle orecchie per la rabbia,ma è la verità e deve accettarla. Non posso ancora credere che Scar abbia questa splendida voce e non la sfrutti,diventerebbe l'idolo di milioni di persone in poco tempo,ne sono sicuro. -Non posso padre. Lo sa che è da allora che non canto più in pubblico. È più forte di me,non ce la faccio.- risponde abbassando la testa. Il prete gliela accarezza e le dice di non preoccuparsi. Intanto,io e tutti gli altri usciamo dalla chiesa. Devo fare qualcosa per questa situazione. Lei deve tornare a cantare. 
ANGOLO AUTRICE
Avete visto? È arrivato un nuovo personaggio,odioso,ma pur sempre un personaggio. La canzone che canta Scar si chiama "Angels among us" di Demi Lovato. Io la amo,sia lei che la canzone.  Bhè non c'è molto da dire su questo capitolo,quindi ringrazio velocemente tutti quelli che seguono la mia storia e mi dileguo. Puff. Hahahahaha no ok sono ancora qui,ma ora me ne vado, promesso. Sciaooooo. The_Storm

 

 

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Capitolo 8
*** Nuove conoscenze ***


 

È iniziato un nuovo giorno constato guardando fuori della finestra e vedendo dei timidi raggi di sole che,timidamente,cercano di oltrepassare quei grandi nuvoloni neri che oggi ci sono nel cielo. Sospiro e mi alzo, pronta per una nuova giornata. Mi lavo e vesto velocemente. Faccio la solita colazione e poi esco di casa. Monto in sella alla moto e parto verso l'università. Quando arrivo è ancora piuttosto presto,quindi ne approfitto per ripassare visto che oggi ho un compito abbastanza difficile. Mi siedo a gambe incrociate sopra il muretto e tiro fuori il libro dallo zaino,cominciando a leggere. Dopo aver ripetuto tutto,decido di lasciar stare lo studio per ora e di ascoltare un po' di musica. Mi stendo sul muretto e infilo le cuffiette del mio IPod nelle orecchie facendo partire la riproduzione casuale. Dopo un po' che ascolto la musica suona la campanella che riesco a sentire per una botta di culo visto che stavo cambiando canzone mentre suonava. Mi tolgo le cuffie e le stacco dall'IPod rimettendole nello zaino. Appena arrivo nella mia classe,mi siedo al mio solito posto vicino alla finestra e inizio a guardare fuori. Sono ancora con lo sguardo fuori della finestra quando sento qualcuno picchiettarmi sulla spalla. Mi giro e vedo un ragazzo dai capelli biondicci e dei bellissimi occhi azzurri. Non do molto peso al suo aspetto fisico e alzo un sopracciglio,come a chiedergli cosa volesse. -Ehm...è libero questo posto?- chiede un po' impacciato. Annuisco e sposto lo zaino, che avevo appoggiato prima sul banco accanto al mio,tornando poi a guardare fuori della finestra. Dopo una manciata di minuti,il professore entra tutto trafelato scusandosi del ritardo e iniziando la lezione. Non sposto lo sguardo dal paesaggio e continuo ad ammirarlo. Fortunatamente,non ho bisogno di seguire la lezione in classe o studiare molto a casa perché ho una memoria fotografica molto sviluppata,quindi mi basta leggere una cosa un paio di volte per fare in modo che questa rimanga bene impressa nella mia mente. L'ora passa abbastanza velocemente e,appena suona la campanella,raccatto le mie cose ed esco dall'aula. Mentre sto camminando verso l'altra aula in cui ho lezione,qualcuno mi blocca per un polso e mi fa voltare. Innervosita, mi giro e vedo il ragazzo che prima mi ha chiesto se il posto accanto al mio era libero. -Che vuoi?- chiedo. Non ho tempo per essere gentile,in quest'ora devo fare il compito e non voglio arrivare tardi. -Ehm...hai dimenticato questo- mi dice porgendomi il quaderno che,evidentemente,nella fretta ho dimenticato di prendere. Ok,forse sono stata troppo scorbutica,quindi ammorbidisco la mia espressione e cerco di parlare con il tono meno nervoso possibile. -Grazie e scusa se sono stata scorbutica.- dico abbozzando un sorriso che lui ricambia. -Di niente e non preoccuparti. Comunque,io sono Adam- si presenta -Scarlett,piacere. Scusa ma ora ho un compito importante e sono già in ritardo. Ci si vede- rispondo e corro via senza neanche dargli il tempo di ricambiare il saluto. 
Il compito passa alla grande,credo di aver fatto tutto giusto. Non ho altre lezioni sta mattina,quindi posso tornare a casa. Mentre sto per aprire il portone del mio palazzo,sento qualcuno prendermi per un polso e girarmi verso di lui. Di nuovo? Ma che cazzo vogliono oggi dal mio polso? Ancora devono capire che odio quando qualcuno mi fa fare qualcosa per forza? Tanto per rendere le cose migliori,è quel coglione di Dylan. Sbuffo sonoramente e gli chiedo cosa voglia -Senti,sei carina,quindi ti va di uscire con me?- mi chiede sfrontato. Io alzo un sopracciglio,scettica,poi rispondo con un secco -No- e mi giro riprovando ad aprire il portone,ma Dylan mi fa voltare di nuovo verso di lui. -Dai piccola,non fare la difficile,tanto lo so che vuoi uscire con me. Tutte lo vogliono- dice sicuro di sé e per poco non gli scoppio a ridere in faccia. -Senti brutto coglione,mettiamo le cose in chiaro: 1) io non faccio la difficile,semplicemente non voglio uscire con te;2) io non sono "tutte le altre" che,a giudicare dal fatto che vogliono uscire con te,devono essere proprio disperate per guardare solo l'aspetto fisico e non il carattere di merda che hai;3) non permetterti più di prendermi per il polso o anche solo toccarmi perché è una cosa che odio; e 4) chiamami di nuovo "piccola" e sarai l'ultima cosa che farai- lo minaccio e poi riesco finalmente ad entrare,lasciandolo lì come un coglione,quale è. Stronza? Oh si,e questo è solo un assaggio della mia bastardaggine. Non le sopporto le persone come lui,che si credono chissà chi quando invece non sono proprio nessuno. Solo perché è un cantante che ha miliardi di fan in tutto il mondo, non può pretendere che tutte le ragazze gli cadano ai piedi. Che si scopi quelle oche che gli vanno dietro solo per i soldi,a me non me ne può fottere di meno. Non sono un giocattolino da usare quando ci si è stancati degli altri. Il resto della giornata passa normalmente e,dopo aver cenato con un panino perché ero troppo pigra per cucinare,mi faccio una bella e rilassante doccia calda e poi mi metto sotto le coperte,cadendo quasi subito tra le braccia di Morfeo. 
ANGOLO AUTRICE
Allora,in questo capitolo la nostra Scar tira fuori gli artigli e la stronzaggine XD. Bhè,che dire,la adoro *___*. In questo capitolo c'è anche la comparsa di un nuovo personaggio che....vabbè non vi anticipo niente perché sono stronza come Scar ;p. Comunque,ho poco tempo,quindi sarò breve:ringrazio tutti quelli che seguono la mia storia e mi dileguo. Sciaooooooo. The_Storm

 

 

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Capitolo 9
*** Esci con me ***


 

Pov Dylan
Quel giorno mi svegliai un po' stanco,non so perché,comunque non ci feci caso e presi dei vestiti a caso dall'armadio per poi andare in bagno a prepararmi. Quando fui pronto,presi le chiavi di casa,quelle della macchina e chiusi la porta a chiave appena uscii. Andai verso la macchina,una Range Rover nera,e misi in moto. Arrivai agli studi n perfetto orario. Ormai era sempre la solita routine:andavo lì,scrivevo un paio di strofe per le canzoni del nuovo album insieme ad altre persone e poi me ne andavo. A volte facevo anche dei meet and greet,ma ormai erano più unici che rari. Mi sono un po' stancato di questa vita. Insomma,sono costantemente inseguito da paparazzi e fan,non faccio quasi niente per le canzoni del MIO album e adesso stanno anche togliendo l'unica occasione (a parte i concerti) che ho per ringraziare le mie fan,alla fine,è solo grazie a loro se sono qui. Mentre sono in pausa,non so perché,ma ripenso alla conversazione che ho avuto con Scar ieri. Mi ha detto che non è come tutte le altre e forse ha ragione,ma non so come trattarla. Non sono abituato a chiedere un appuntamento ad una ragazza,di solito fanno tutto loro,ma la cosa che mi ha infastidito di più, è stato il fatto che non è sembrata dispiaciuta,anzi,sembrava più infastidita e incazzata e non ci ha pensato su due volte prima di lasciarmi lì come un ebete. Ma perché ci sto pensando ancora? Infondo,non me ne importa niente di lei e dei suoi "princìpi". -Ehi superstar,la pausa è finita- mi chiamò uno di quelli con qui scrivevo canzoni -Arrivo- dissi e mi alzai dalla sedia su cui mi ero seduto.
Dopo un paio di ore,me ne andai,anche se non avevamo scritto granché. Di questo passo,il nuovo album uscirà nel 2020. Sospirai. Purtroppo,non posso farci proprio niente. Arrivato a casa,non so cosa mi prese,ma impugnai carta,penna,presi la mia chitarra e mi sedetti sul divano cominciando a scrivere e a suonare. Dopo un paio di ore,la canzone era pronta. Era incredibile,non riuscivo più a scrivere una strofa da non so nemmeno io quanto. Rileggendo la canzone,mi rendo conto che è la descrizione di Scarlett. Non è possibile che abbia scritto una canzone per lei,anche se inconsciamente. Sarà stato un caso. Si,deve essere sicuramente così. Una pura casualità. "Casualità un cazzo. Tu hai scritto quella canzone pensando a lei,punto e basta." Chi ha parlato? "Coglione,sono la tua coscienza" la mia coscienza? E che cazzo vuoi? Per venti anni non ti sei fatto vivo e ora spunti dal nulla per farmi la paternale sul soggetto delle mie canzoni? "Bhè,si,hai ragione,ma questo non è importante. La cosa fondamentale,ora come ora,è che tu capisca di provare qualcosa per Scarlett." Che? Ma di che cazzo stai parlando? A me piacere quella? Pff,ma non farmi ridere. A me non piace,non è mai piaciuto e mai piacerà qualcuno. "Pensala come ti pare,ma poi non venire a lamentarti con me se esce con qualche altro ragazzo." Ma cosa me ne importa a me di quella? Che si scopi pure tutta la città,a me non me ne può fregare di meno. "Se lo dici tu..." Si lo dico io ed è anche vero quindi se ora te ne andassi,mi faresti un grandissimo favore. "Va bene,va bene,me ne vado. Ciao" finalmente. Ciao. Devo essere completamente impazzito per mettermi a parlare da solo. Vado in bagno e mi faccio una bella doccia. Quando ho finito,controllo l'ora e:le 13:44. Se non sbaglio,una volta Kate mi ha detto che Scarlett usciva alle 14:00 dall'università. Mi diverte stuzzicarla e farla innervosire,quindi credo che andrò a romperle un po' il cazzo. Prendo la giacca,le chiavi della villa,quelle della macchina ed esco. Arrivo all'università che sono le 14:00 precise e vedo già alcuni studenti uscire dal cancello principale. Dopo un paio di minuti,scorgo la sua figura camminare a testa bassa e con lo zaino posato su una sola spalla. Scendo dalla macchina e richiudo lo sportello. Mi avvicino un po' e poi la saluto. Lei alza lo sguardo, che fino ad ora aveva tenuto puntato sulle sue converse,e mi fulmina con lo sguardo. -Che cazzo vuoi?- chiede acida come al solito. -Sono venuto a chiederti di uscire. Di nuovo.- dico. Lei alza un sopracciglio e poi dice -E io ti dico che non uscirò con te,né ora,né mai. Di nuovo- mi scimmiotta. Faccio un mezzo sorriso divertito,poi,quando la vedo allontanarsi,la prendo per un polso,facendola voltare di nuovo verso di me. -Che c'è ancora? E ti ho già detto di non prendermi più per il polso- dice infastidita. È vero,me lo ha già detto,ma me ne sono completamente dimenticato. -Dai piccola,esci con me- le chiedo ancora. -No- dice secca,precisa,diretta e distaccata. Sta per andarsene di nuovo,ma la fermo ancora -Dai. Solo un'uscita e poi ti lascerò in pace. Te lo prometto- propongo. Lei sembra pensarci un po' su,poi dice -È sicuro che poi non ti rivedrò più?- chiede. Annuisco. -Sicuro come la morte- affermo. -Bene,allora ti aspetto allo Starbuck's domani alle 10:00. Ti avverto, se farai più di dieci minuti di ritardo,me ne andrò.- dice fredda. Annuisco e lei se ne va. Monta sulla sua Ducati e parte rombando. Io me ne torno in macchina guidando fino a casa. Non vedo l'ora che sia domani. 
ANGOLO AUTRICE
Alloooora,vado più che di fretta,quindi ringrazierò solo chi segue la mia storia. Un bacio. The_Storm

 

 

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Capitolo 10
*** Io non tornerò a cantare ***


 

Ma perché ho accettato? Era da non so quanto tempo che mi ripetevo questa domanda. Presi dei vestiti dall'armadio. Ovviamente,mi sarei vestita come al solito,anche perché ho solo felpe e jeans nell'armadio. Mi preparai e poi presi cellulare,le chiavi di casa e della moto e chiusi la porta dietro di me. Scesi velocemente le scale e montai in sella alla mia moto. Quando arrivai allo Starbuck's,lo vidi che mi aspettava all'entrata e controllai l'ora:le 10:00 in punto. Mi avvicinai. -Ciao- lo salutai. Lui si girò e mi sorrise,ricambiando il saluto. -Che facciamo?- domandai. Prima iniziamo prime finiamo e prima finiamo prima mi dimenticherò della sua esistenza. -Che ne dici di fare colazione da Starbuck's e poi fare un giro nel parco?- propose. Annuii ed entrammo nel locale. Ci sedemmo ad un tavolino da due. -Allora,perché on mi racconti qualcosa di te?- chiese. Io alzai un sopracciglio -Che vuoi sapere?- chiesi. Lui scrollò le spalle -Perché non facciamo il gioco delle venti domande?- chiese allora. -Il gioco delle venti domande?- ma che cazzo si fuma questo? -Si,praticamente dobbiamo farci venti domande a vicenda. È un gioco per conoscerci meglio- ma che cazzata. -È una stronzata- diedi voce ai miei pensieri -Tanto vale che ci facciamo delle domande come due persone normali invece di fare sto gioco che non serve a un cazzo- dissi. -Ok allora. Mmm...colore preferito?- -Il blu in tutte le sue sfumature,quindi anche l'azzurro,il turchese,il verde acqua ecc. Il tuo?- -Il rosso. Sei mai stata innamorata?- -No. Tu?- -No- continuammo così per un po',poi il suo sguardo si fece incredibilmente serio e chiese -Perché non canti più?- io strabuzzai gli occhi. Come cazzo faceva a saperlo? Kate di sicuro avrà tenuto la bocca chiusa. Sarà pure una che racconta i cazzi degli altri a tutti,ma non spettegola mai su cose così delicate. -E tu come lo sai?- gli chiesi. -Ti ho sentito cantare domenica in chiesa,quando hai fatto sentire la canzone a padre Anthony. La ragazza che deve cantare la tua canzone è una mia amica,più o meno,e il suo manager è mia madre,quindi,visto che non avevo niente da fare sono passato di lì. Ma ora rispondi- disse. Sospirai. Infondo,dovevo pur dire a qualcuno di questa cosa,no? Non posso continuare a tenermi tutto dentro. Presi un lungo respiro e poi cominciai -Mia madre,oltre a insegnarmi a suonare il pianoforte e la chitarra,mi ha anche insegnato a cantare fin da quando avevo solo quattro anni. Lei era una cantante,si chiamava Jennifer Harrison,non so se hai mai sentito questo nome. Quando morì,non riuscivo più a cantare. Ogni volta che voglio intonare anche una sola nota,l'immagine di lei distesa sul letto e priva di vita,mi appare in testa e non riesco più ad emettere alcun suono. All'inizio,pensai che fosse dovuto allo shock di averla vista in quello stato,ma poi passarono i giorni,le settimane e i mesi. Più o meno,mi ero rassegnata alla sua scomparsa,ma non riuscivo comunque a cantare.- spiegai. Avevo le lacrime agli occhi,ma le ricacciai subito indietro. Quello non era né il luogo,né il momento giusto per piangere. -Ma tu DEVI tornare a cantare. Hai una voce incredibile che non può essere nascosta a tutti- disse. Alzai la testa dalla mia tazza di cioccolata (intanto la cameriera ci aveva portato le nostre ordinazioni:io una tazza di cioccolata calda e un cornetto al cioccolato e lui una brioche con una tazza di caffè) e lo fissai infastidita e frustata -Tu credi che non ci abbia provato? Sono andata da psicologi,medici,maestri di canto,ho provato e riprovato mille e più volte a cantare,ma è stato tutto inutile. Riesco a cantare solo quando sono da sola oppure quando chi mi ascolta è una persona di cui mi fido ciecamente-dissi. -Io riuscirò a farti cantare,dovesse essere l'ultima cosa che faccio- lo disse così convinto che quasi ci credetti anch'io. Quasi. Perché ormai ho avuto troppe delusioni per tornare a sperare. -Fa come ti pare- dissi fredda -Ma poi non essere troppo deluso quando capirai di non poter fare niente per me- continuai. -Ci riuscirò,vedrai- disse e l'argomento si chiuse lì. Non riuscivo a capire cosa si sarebbe inventato,ma sapevo che qualunque cosa avesse fatto,sarebbe stata solo una perdita di tempo. Ormai mi sono rassegnata già da tempo al mio destino. Io non canterò più. 
Appena usciti da Starbuck's,andammo in un parco e passeggiammo per un po',poi,ognuno andò per la propria strada. 
ANGOLO AUTRICE
Bhè,che dire,Dylan sembra più che determinato a far tornare Scar a cantare. Chissà se ci riuscirà. Io non ci metterei la mano sul fuoco. Ringrazio tutti quelli che seguono la mia storia. Un bacio. The_Storm

 

 

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Capitolo 11
*** Piani e confessioni ***


 

Pov Dylan
Sono disteso sul mio letto a pancia in su e ripenso alla conversazione che ho tenuto oggi con Scarlett. Si vede che il non poter cantare la fa soffrire molto e io vorrei davvero fare qualcosa per lei. Ma cosa? Eh bella domanda, è da tutto il pomeriggio che cerco qualche idea che possa aiutarmi. Lei ha detto che riesce a cantare solo in presenza di qualcuno di cui si fida molto oppure quando è da sola. Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima! Se Scarlett riesce a cantare quando sa che nessuno la sta ascoltando,bhè,perché non farglielo credere? Potrei chiedergli di cantare qualcosa facendo nascondere qualcuno da qualche parte,a quel punto,dovrebbe riuscire a cantare senza problemi davanti a tutti. Si,credo che funzionerà,vale la pena di provarci,almeno. Però devo aspettare domani,il tempo di organizzare tutto. Allora,chiamerò il mio produttore,Kate, Cody e qualche altra persona,giusto per fare numero. Però,rimane ancora un problema:di sicuro Scarlett non si fida ancora così tanto di me da cantare in mia presenza,quindi devo chiedere aiuto a Kate,di lei di sicuro si fida e riuscirà a cantare senza problemi. Prendo il cellulare dalla scrivania e scorro la rubrica alla ricerca del suo numero. Quando lo trovo,faccio partire la chiamata. Uno squillo,due squilli,tre,quattro...dai rispondi ti prego è importante. -Pronto?- proprio quando sto per attaccare,sento la voce di Kate leggermente modificata dal telefono e tiro un sospiro di sollievo. -Kate, fortunatamente hai risposto. Senti ho una proposta da farti....- inizio -Ciao Dylan! Dimmi ti ascolto- il suo tono si fa leggermente curioso. Le racconto la mia idea e poi aspetto il suo verdetto -Kate? Ci sei ancora?- chiedo non sentendola rispondere. -Si,si,ci sono. Stavo riflettendo. Secondo me può funzionare,però dobbiamo organizzarci bene. Scarlett non è stupida- dice. Annuisco,ma poi mi rendo conto che non può vedermi e,dandomi mentalmente dello stupido,inizio a elencarle le persone che potrebbero partecipare a questa strana idea. Dopo circa una mezz'oretta,tutti i dettagli del piano sono pronti. Ora dobbiamo solo aspettare il giorno dopo. Non vedo l'ora di scoprire se quest'idea funzionerà. 
Pov Kate
L'idea di Dylan non è niente male e potrebbe funzionare. Lo spero proprio, Scar si merita davvero di tornare a fare la cosa che gli piace di più. Da quando ha smesso di cantare,i suoi occhi sono tristi,spenti,vuoti. Non è più quella di una volta e a me è dispiaciuto moltissimo,ma non ho potuto fare niente per aiutarla. 
Io e Dylan abbiamo deciso di dividerci le persone da chiamare per velocizzare il tutto e,dopo aver chiamato quasi tutti quelli che spettavano a me,è arrivato il momento di chiamare Cody. Secondo me lo ha fatto di proposito a metterlo nella mia lista di persone da chiamare,ma vabbè,ormai la frittata è fatta. Dopo aver trovato il suo nome nella rubrica e aver premuto il tasto verde,metto il cellulare vicino all'orecchio e aspetto. Dopo un paio di squilli,risponde. -Pronto?- -Pronto Cody,sono Kate- dico e arrossisco. Dio,sono ridicola, manca poco che mi metto pure a balbettare. -Ciao Kate! Come mai hai chiamato?- chiede. Gli racconto il piano di Dylan e lui dice -Si secondo me può funzionare. Potete contare su di me.- dice. -Va bene,grazie. Allora a domani Cody- sto per attaccare,ma la sua voce mi ferma -Aspetta. Ti va di vederci ora? Andiamo a prenderci un gelato e poi ci facciamo una passeggiata,ti va?- chiede. Oddio mi ha chiesto di uscire. Ok Kate,ora sta calma e non farti prendere dal panico come al solito. Faccio un bel respiro profondo e poi rispondo -Certo! A che ora e dove?- domando a mia volta -Davvero? Bello,comunque,che ne dici se ti vengo a prendere io diciamo tra... Mezz'ora?- propone. -Si va bene a dopo- rispondo e attacco. Appena poso il cellulare sul letto,mi fondo sotto la doccia. Dopo essermi lavata velocemente,inizia il dilemma universale:che mi metto? Scavai per non so quanto nell'armadio,finché non ne tirai fuori una maglietta blu e una felpa azzurra con sotto dei jeans attillati e come scarpe le mie vans blu. Dopo essermi vestita,mi trucco leggermente come al solito e sono pronta. 
Dopo un paio di minuti,sento qualcuno suonare al campanello. Prendo la giacca,la borsa,il cellulare,le chiavi di casa ed apro la porta,ritrovandomelo davanti in tutto il suo splendore. -Ciao- diciamo in coro e sorridiamo. Ci incamminiamo verso la gelateria parlando del più e del meno. 
Dopo aver preso i nostri gelati,facciamo una passeggiata per il centro e poi mi riaccompagna a casa. Sono stata davvero bene in sua compagnia,è davvero un ragazzo fantastico. Se prima mi piaceva,ora sono sicura di essermene innamorata. Quando arriviamo alla mia porta,lo saluto e sto per entrare,quando mi prende per un polso delicatamente,facendomi voltare di nuovo verso di lui. Senza dire niente,si avvicina e mi bacia. All'inizio è un bacio a stampo,ma poi schiudiamo entrambi le labbra e facciamo danzare le nostre lingue. Quando ci stacchiamo,ci guardiamo negli occhi senza dire niente,poi lui spezza il silenzio creatosi -Era da un po' che volevo farlo. Kate, tu mi piaci. E non poco.- ammette. Io lo guardo sgranando gli occhi. Non posso credere che provi davvero qualcosa per me,è un sogno. Eppure,è proprio lì davanti a me e mi sono data anche un pizzicotto,quindi non sto sognando. -Cody,io è da parecchio invece che ho una cotta per te- dico arrossendo fino alla punta delle orecchie. Lui sorride e mi ribacia. -Ci vediamo domani- dice quando ci stacchiamo per mancanza d'ossigeno -A domani- dico ed entro in casa. Appena mi richiudo la porta alle spalle, scivolo lungo di essa,sedendomi a terra e sfiorandomi con la punta del l'indice le labbra. -Wow- riesco solo a sussurrare,ho realizzato solo ora tutto quello che è successo. 
ANGOLO AUTRICE
Allora? Che ne dite? Funzionerà il piano di Dylan? E cosa succederà quando Scarlett scoprirà il suo piano,lo ucciderà oppure lo ringrazierà? Boh...per scoprirlo,leggete il prossimo capitolo. A presto. The_Storm

 

 

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Capitolo 12
*** Il piano fallisce ***


 

Pov Dylan
Ci siamo quasi. Siamo già tutti qui,manca solo Scarlett. L'idea finale l'ha avuta Kate. Ha chiesto a Matt,un loro amico che possiede uno studio di registrazione,di chiedere a Scarlett di andare da lui per una cosa che voleva chiederle. Loro saranno in una delle sale di registrazione e noi li osserveremo e ascolteremo da fuori,poi,entreremo e faremo cantare di nuovo Scarlett. È un piano perfetto. Dopo una mezz'oretta,vedo la figura di Scarlett fare capolino dalla porta. 
-Ehi Matt,cosa volevi chiedermi?- domanda curiosa. Lui sorride
-Ciao Scar,senti volevo chiederti il favore di cantare questa canzone- risponde. Tutto come previsto. Lei alza un sopracciglio,ho notato che lo fa quando c'è qualcosa che non va o che l'ha innervosita. 
-Come mai?- chiede sospettosa. Di sicuro non è stupida o ingenua di questo devo darle merito,ma io ho pensato a tutto. 
-Perché ho scritto questa canzone,ma non so a chi farla cantare per vedere come viene e tu sei stata la prima persona che mi è venuta in mente- risponde tranquillo. Perfetto! Matt ha un futuro come attore. Scarlett sembra ancora un po' insospettita,tuttavia,scrolla le spalle e afferra il foglio con su scritto il testo che dovrà cantare che le porge l'uomo. La canzone l'ho presa dal mio primo album,visto che lei non conosce nemmeno una delle mie canzoni (altra idea geniale di Kate). 
-Ti do io l'attacco- le dice e lei annuisce. Matt fa partire la base,ma quando le fa segno di poter cantare,lei apre la bocca,ma non esce alcun suono. Matt ferma la base. Vedo Kate abbassare la testa. 
-Ehi Scar,che succede?- le chiede Matt. 
-Niente,scusa. Fai ripartire la base- dice e lui fa come gli dice. Riprovano,ma il risultato è lo stesso di prima. Ripetono questa cosa un altro paio di volte sempre con lo stesso esito. 
-C'è qualcuno qui oltre a noi,vero?- gli chiede dura e fredda Scarlett. Vedo l'uomo sbiancare. 
-N-no,certo che no. Cosa te lo fa pensare?- dice nervoso. Ho detto che potrebbe fare l'attore? Bhè,ritiro tutto. 
-Matt,lo sai che non riesco a cantare se ci sono altre persone che ascoltano e visto che davanti a te ho cantato infinite volte,non sei tu il problema. Chi ci sta ascoltando?- insiste fredda come il polo nord. Matt inizia a sudare freddo,si vede da qui. Mi sbatto una mano sulla fronte. 
-Te l'ho detto Scar,qui ci siamo solo tu ed io- dice. 
-Va bene,ma visto che non riesco a cantare,è perfettamente inutile che io rimanga qui,giusto? Ciao Matt- dice e se ne va senza nemmeno aspettare che quel pover'uomo ricambi il saluto. Sospiro affranto. Aveva ragione Scar, lei ha provato di tutto e non è riuscita comunque a tornare a cantare,come posso sperare io di farle tornare la voce? Ce ne andiamo tutti a casa. Il piano è fallito miseramente. 
ANGOLO AUTRICE
Non uccidetemi se il capitolo è così corto vi prego! Ho pochissimo tempo e devo scappare. Sciaoo. The_Storm

 

 

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Capitolo 13
*** Progetti scolastici e incontri con oche ***


 

Pov Scarlett
Quel giorno mi svegliai con la luna storta,non so perché. Mi preparai in fretta e poi mi avviai con la mia adorata moto all'università. Come al solito,invece di ascoltare la lezione me ne stavo a fantasticare con lo sguardo fuori della finestra. Giuro che ci ho provato a prestare attenzione alle parole del professore,ma proprio non ci riesco,è più forte di me,anche se sta volta avrei fatto meglio ad ascoltarlo.... Appena suona la campanella,raccolgo in fretta le mie cose e poi esco dall'aula. Non faccio nemmeno due passi che subito mi sento afferrare per un polso. È una stretta gentile,quindi non mi da fastidio più di tanto e,guardando chi è che mi ha fermato,sorrido. 
-Ciao Scarlett. Senti volevo solo chiederti a che ora possiamo vederci- dice Adam,il ragazzo che ho conosciuto l'altra volta. Io lo guardo confusa. 
-Perché dovremmo vederci?- chiedo. Lui mi guarda abbozzando un sorriso divertito. 
-Non hai ascoltato una sola parola di quello che ha detto il prof,vero?- chiede e io scuoto la testa. 
-Ha detto che dovremo fare un progetto a coppie e noi due siamo nello stesso gruppo,ecco perché ti ho chiesto quando potevamo vederci- spiega. Che figura di merda. Bhè mi sta bene,così imparo ad ascoltare il prof...no, non è vero,non lo ascolterò mai. Annuisco ad Adam e gli sorrido imbarazzata. 
-Ma come fai ad avere il massimo dei voti se non ascolti mai?- chiede a metà tra il curioso e il divertito. Io alzo le spalle. 
-Diciamo..che sono una che impara in fretta- rispondo vaga. Non mi piace molto parlare di me. Lui annuisce. 
-Capisco. Beata te! Io presto sempre la massima attenzione a quello che dicono i prof e a casa studio comunque come un pazzo,ma i miei voti superano solo di poco la sufficienza- dice. Non è affatto vero. Ogni tanto ascolto i voti che prendono i miei compagni e lui è uno di quelli che ha la media più alta. Do voce ai miei pensieri e lui arrossisce leggermente. Che tenero. Ok,no,basta. 
-Grazie- dice imbarazzato. Gli sorrido
-Figurati,è solo la verità- rispondo scrollando le spalle. Lui ricambia il sorriso. 
-Comunque,per quanto riguarda il progetto,tu quando sei libero?- chiedo. 
-Bhè,quando vuoi. Io lavoro la sera,quindi il pomeriggio lo passo a studiare- dice. 
-Allora ti va bene se facciamo domani pomeriggio?- chiedo. Lui annuisce sorridendo. In quel momento suonò la campana. 
-Perfetto. Allora a domani. Ciao- lo saluto andando via. Faccio appena in tempo a sentire il suo saluto e poi sparisco tra la folla di studenti. 
Dopo altre due ore di pura noia,i miei corsi per oggi finiscono e posso tornare a casa. Prima però,mi fermo in una gelateria. Ho proprio voglia di un bel gelato. Parcheggio la moto e sfilo il casco,poi entro nel negozio. Prendo cioccolato e nutella (si ci vado molto leggera) e poi pago. Quando esco,vedo due figure in lontananza di cui una mi è molto familiare,però non riesco a capire chi sia. Scrollo le spalle e mi siedo sulla mia moto per finire il gelato. Quando sono circa a metà,mi sento chiamare da qualcuno.
-Ehi Scarlett,che ci fai qui?- chiede Dylan. Dio,è una persecuzione quel ragazzo. È in compagnia di un'altra ragazza che non ho mai visto prima d'ora e che adesso mi sta squadrando da capo a piedi. Ricambio con un'occhiataccia delle mie. Alzo il cono gelato con fare ovvio e lui annuisce. 
-Dylannuccio,chi è questa sfigata?- dice la bionda ossigenata che prima mi ha guardato schifata. Io per poco non gli scoppio a ridere in faccia. Dylannuccio?! Oh andiamo,neanche mia nonna mi chiamava così. Ovviamente,io non potevo farmi mettere i piedi in testa da una barbie qualsiasi. 
-Senti brutta puttanella,sfigata lo dici a te stessa e non a me,chiaro?- le rispondo a tono. Ma chi si crede di essere? Intanto,ci hanno raggiunto anche Kate,Cody e un'altra signora che non ho mai visto prima.  
-Che cosa?! Ma...ma...io ti odiooooo- dice lei infuriata. Oddio,questa è ancora una bambina,riportatela all'asilo,vi prego. 
-Oh meno male che non sai cosa penso io di te- rispondo facendo un mezzo ghigno. Lei mi lancia un'occhiataccia. 
-Dylannuccio tu non dici niente per difendermi?- piagnucola lei rivolta a un più divertito che incazzato Dylan. Sta volta non riesco a trattenermi e scoppio a ridere. 
-Hahahhahaha Dylannuccio hahahhahaha oddio soffoco hahahahaha manco fosse un cane hahahahaha- riesco a dire tra le risate. Kate,Cody,Dylan e la signora sono divertiti quanto me,ma hanno più contegno e si trattengono dal ridere. 
-Andiamocene tesoruccio,qui c'è gente che non vale la pena di respirare la nostra stessa aria- dice con aria da snob. Io,che intanto ero riuscita a calmarmi,scoppio a ridere più forte di prima,mantenendomi alla sella della moto per non cadere. 
-Oddio,ma ti senti quando parli? No,perché,dovresti imparare cos'è l'umiltà, ma credo sia inutile sprecare fiato con un'oca- dico. Quando riesco finalmente a calmarmi. 
- Ma come ti permetti?!- strilla con voce stridula. 
-Hai ragione,sto offendendo le oche così- dico con un sorrisetto da vera bastarda quale sono. So che dovrei imparare a controllarmi,ma quando sento certe cose,proprio non riesco a trattenermi. È più forte di me. La bocca parla prima che riesca a ragionare. Lei se ne va,offesa. Fiera di me stessa,batto il cinque a Kate che intanto è riuscita a resistere e a non ridere. 
Cody mi guarda con ammirazione. 
-Sei una bomba ragazza,era ora che qualcuno mettesse a tacere quell'idiota- dice. 
-Si,ha ragione. Sta volta ha proprio esagerato.- dice la signora. Sorrido a tutti e li saluto con un cenno della mano,poi monto in sella alla mia moto e parto. Devo ancora studiare. Aiutoooo devo fare una montagna di roba. 
ANGOLO AUTRICE
No,cioè Scarlett è stata stupenda o no? L'ho detto e lo ripeto:amo quella ragazza *__*. Comunque,ringrazio tutti quelli che seguono la mia storia e vi lascio. Sciaooo. The_Storm
 

 

 

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Capitolo 14
*** Un nuovo lavoro ***


 

Quel giorno mi svegliai a causa del campanello. Ma io dico,proprio quando non ho niente da fare devono rompermi il cazzo di prima mattina? Sbuffando e imprecando contro chiunque fosse alla porta,scostai le coperte e mi alzai da soffice letto,ignorando i brividi di freddo dovuti al brusco cambio di temperatura. Alla porta era il postino che mi consegnò una busta e poi se ne andò salutandomi. Richiusi la porta con un piede mentre la aprivo. Lessi tutta la lettera e poi sorrisi,improvvisamente contenta che quel postino mi avesse svegliato. Nella lettera c'era scritto che ero stata assunta da Starbuck's. Lo so che non è niente di che,ma per me significa molto perché lì danno una paga molto più alta rispetto a quella che mi da Simon. Si,alla fine ho deciso di lasciare il lavoro al negozio di musica perché l'unica ragione per cui continuavo a lavorare per lui era che non aveva nessun altro, ma,visto che suo nipote si è trasferito qui e che lo aiuterà lui,ho deciso di andarmene. Nella lettera c'è scritto che avrei cominciato lunedì e che avrei lavorato per quasi tutti i giorni della settimana dalle 14:30 alle 17:30. Visto che ormai sono completamente sveglia,vado in cucina e faccio colazione. 
Ho già studiato ieri e non ho niente da fare,così prendo un libro a caso,il mio IPod e mi incammino verso il parco. Quelle rare volte in cui sono libera di rilassarmi un po' vado sempre a leggere uno dei miei libri seduta sul ramo di un albero e con la mia musica nelle orecchie,è una delle cose che più adoro fare. Quando arrivo,cerco con lo sguardo il mio albero preferito e,appena lo trovo,mi arrampico su di esso mettendomi quanto più comoda possibile. 
Dopo un'oretta circa,mi sento chiamare e stacco lo sguardo dal libro alla ricerca della persona che mi chiama. 
-Ehi Scarlett sono qua giù- sento dire. È una voce familiare,ma non riesco proprio a ricordare dove possa averla sentita. Ad un certo punto,la mia attenzione viene catturata da qualcuno che si sta sbracciando per farsi notare da me. Assottiglio lo sguardo per capire chi è che mi chiama e, quando vedo la figura di Adam avvicinarsi velocemente,sul mio volto si fa strada un'espressione mista tra il sorpreso e il curioso. Scendo velocemente dall'albero e gli vado incontro. 
-Ehi,ciao. Cosa ci fai qui?-domando. So che potrei sembrare scorbutica,ma giuro che non l'ho fatto di proposito e lui sembra averlo capito visto che mi sorride e sul suo viso non c'è traccia di offesa o altro. 
-Sono venuto a fare una passeggiata. Adoro questo parco e quando riesco a trovare un minuto libero tra il lavoro e lo studio,vengo sempre qui- rispose mantenendo il sorriso che ricambiai. È bello incontrare qualcuno a cui piaccia la natura,al giorno d'oggi quasi nessuno viene più ai parchi per respirare un po' d'aria pulita e disintossicarsi dallo smog della città. 
Io e Adam parlammo per un po' del più e del meno finché si fece ora di pranzo ed entrambi ci salutammo e prendemmo strade diverse. 
Il lunedì successivo arrivò velocemente e con esso il mio primo giorno di lavoro allo Starbuck's. Appena uscita dall'università mi dirigo al bar con la mia fidata Ducati,riuscendo ad arrivare giusto in tempo. Appena entro,una signora sulla cinquantina mi sorride cordiale. 
-Ciao,tu devi essere Scarlett,vero? Io sono Juliette,ma puoi chiamarmi Julie e non ti azzardare a darmi del lei,mi da un fastidio enorme. Sono la proprietaria del locale. Vieni con me così ti mostro un po' come funziona qui-  quasi mi gira la testa da quanto ha parlato veloce,ma è molto simpatica e credo che mi troverò bene qui. Facemmo un giro di tutto il bar,approfittando che fosse ancora chiuso e mi presentò alcuni dei dipendenti che lavorano lì mentre mi mostrava dove erano posizionati tutti gli oggetti che mi sarebbero serviti. 
-Bene abbiamo finito. So che ora sei un po' confusa,ma vedrai che un po' alla volta diventerai bravissima,ne sono sicura,hai una faccia sveglia- e dicendo ciò,mi fa un occhiolino. 
-Oh che sbadata!- dice dopo appena due secondi -Mi sono dimenticata di darti la tua divisa! Vado subito a prendertela,tu intanto puoi fare conoscenza con i tuoi colleghi- dice andando verso una stanza e sparendo dalla mia vista. 
-Ehi ciao!- dice una voce alle mie spalle,mi volto incuriosita e trovo una ragazza un po' più bassa di me con capelli castani e occhi nocciola. 
-Ciao- rispondo un po' titubante. 
-Io sono Jade. Tu devi essere la ragazza nuova, se vuoi posso aiutarti nei primi giorni, non è un problema per me- continua sorridendo e non posso fare a meno di ricambiare, questa ragazza mi sta già simpatica. 
-Mi faresti un enorme favore,grazie- rispondo guardandola riconoscente
-Figurati, ci sono passata anch'io e, sinceramente, non so come avrei fatto a non farmi licenziare senza l'aiuto di Jake- spiega. Io la guardo un po' confusa. Chi è Jake?
-Ops, scusa è vero, tu non sai chi è. Bhè Jake è un altro ragazzo che lavora con noi, oggi non c'è perché ha il turno di mattina, ma ho controllato i tuoi orari e domani potrai conoscerlo. Ti piacerà, vedrai. Jake è simpatico, carino, divertente e dolce- dice arrossendo leggermente. Conosco quello sguardo e so cosa significa, inoltre, i suoi occhi, che si sono illuminati appena ha iniziato a parlarmi di lui, non fanno altro che confermare la mia teoria. 
-E ne sei innamorata- do voce ai miei pensieri. Se possibile, lei arrossisce ancora di più e abbassa lo sguardo come se fosse una bambina sorpresa dalla mamma a mangiare i biscotti che le aveva vietato. È così dolce. Le sorrido per rassicurarla. 
-Ehi,non c'è niente di male se ti piace, non devi vergognartene- le dico e lei alza gli occhi guardandomi riconoscente. Proprio in quel momento, arriva Julie con la mia divisa e io vado a cambiarmi prima dell'apertura del bar che avverrà tra circa cinque minuti. 
Quando il mio turno finì, salutai tutti con un "ciao" generale e tornai a casa. Tutto sommato non è andata male, ma devo ancora migliorare molto. Mi faccio una doccia veloce e poi mi preparo un panino veloce, non ho voglia di prepararmi la cena e non ho neanche molta fame. Finito di mangiare, leggo un po' e poi vado a dormire. 
ANGOLO AUTRICE
Prima di uccidermi,volevo dirvi che non è stata colpa mia se ho ritardato così tanto. Il fatto è che ho avuto troppe cose da fare tra compiti, interrogazioni,amici depressi che ho dovuto consolare e famiglia. So che non è un granché (come il resto della storia), ma vi chiedo di essere clementi e aiutarmi a migliorare dicendomi quello che non vi piace. Ora scappo. Baci. The_Storm

 

 

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Capitolo 15
*** Una giornata di merda ***


 

Se il buongiorno si vede dal mattino, questa sarà una giornata di merda. Vi starete chiedendo come mai dico così, bhè lasciate che ve lo spieghi: per prima cosa, non ho sentito la sveglia e, visto che alla prima ora quel giorno avevo il professore più stronzo di tutta l'università e che sembra avercele proprio con me, ho dovuto saltare la colazione per non arrivare tardi e dargli un motivo per prendersela con me, poi, mentre andavo all'università, ho trovato molto traffico e ho dovuto farmi il resto della strada di corsa lasciando la mia piccola parcheggiata un po' lontano dall'università e adesso sto correndo di nuovo perché sono stata trattenuta da Adam che voleva sapere dove abitassi e a che ora dovevamo vederci domani e rischio di fare tardi a lavoro, non posso nemmeno prendere la moto perché perderei solo tempo. Fortunatamente, riesco ad arrivare per le 14:30 precise grazie a non so quale santo. Indosso velocemente la divisa e poi inizio a servire ai tavoli. Saluto Jade e Jake (che ho conosciuto qualche giorno fa) con un cenno e prendo le ordinazioni del primo tavolo. Ormai è una settimana che lavoro qui e ho conosciuto tutti quelli che lavorano qui, ma quelli con cui ho un rapporto più stretto sono proprio Jade e Jake. Da quello che ho potuto vedere, Jake ha una bella cotta per Jade e ormai se ne sono accorti tutti che quei due si piacciono, gli unici a non saperlo sono proprio loro, devo fare qualcosa per loro, si ma cosa? Bella domanda, ci penserò un po' su. A distrarmi dai miei pensieri fu Jade che mi appoggiò la mano sulla spalla facendomi sobbalzare. La guardai con uno sguardo interrogativo e lei mi indicò la porta con un cenno della testa. Seguo il suo sguardo e spalanco gli occhi. Non è possibile, ma cos'è? Una persecuzione? Sono appena entrati Kate, Cody, Dylan e l'oca dell'altra volta. Guardo Jade con una faccia da cucciolo (le ho raccontato praticamente tutta la mia vita e quindi sa anche di loro), ma lei scuote la testa capendo cosa voglio e mi spinge verso di loro. Stronza. Le lancio un'occhiataccia che la fa solo scoppiare a ridere e poi faccio un bel respiro profondo prima di avvicinarmi al loro tavolo. 
-Ciao ragazzi, cosa vi porto?- domando cercando di avere un tono di voce normale, che non faccia trasparire l'irritazione. Ora che guardo meglio, noto che ci sono anche la signora dell'altra volta e un uomo che non ho mai visto.  I sei mi guardano sorpresi. 
-Cosa ci fai qui?- domanda Dylan. 
-Ci lavoro?- chiedo retorica a mia volta. 
-Allora, cosa vi porto?- chiedo di nuovo cercando di allontanarmi il più in fretta possibile da lì. 
-Per me un cappuccino- dice Kate. Istintivamente sorrido. Lei e questa sua mania per i cappuccini. 
-Per noi due caffè macchiati- dice l'uomo indicando se stesso e la donna. 
-Per me una spremuta d'arancia- dice Dylan.
-Per me un frappè al cioccolato- dice Cody. Segno sul bloc notes e ricontrollo, ma mi accorgo che qualcuno non ha ancora ordinato. Alzo gli occhi e vedo l'oca ancora con gli occhi sul menù. Sbuffo innervosita. 
-Hai deciso cosa prendere?- domando cercando di non essere troppo acida, infondo, sono pur sempre in servizio. Lei alza gli occhi con una faccia quasi disgustata. 
-Ma non avete qualcosa di dietetico?- ha il coraggio di domandare. La guardo con un sopracciglio alzato, credendo che stesse scherzando, ma quando vidi la sua espressione seria, dovetti ricredermi: aveva detto sul serio. 
-Bhè c'è l'acqua minerale- dissi. Tutti scoppiarono in risatine sommesse e lei assunse un'aria innervosita. 
-Smettila di prendermi in giro, dicevo sul serio- dice. Se possibile, il mio sopracciglio si inarca ancora di più. 
-Guarda che anch'io ero seria- le dico. 
-Mi stai dando dell'anoressica fissata con le calorie?- chiede sempre più irritata. 
-Non l'ho detto, l'ho pensato, ma non l'ho detto- rispondo tranquilla e a quella mia risposta le risatine si trasformarono in una vera e propria risata. 
-Sei così insopportabile, sono sicura che non troverai mai qualcuno che riesca a sopportarti- disse sorridendo convinta che mi abbia offeso. Io faccio una finta faccia preoccupata. 
-Oddio, dici sul serio? Aspetta che lo metto nella lista delle cose di cui non me ne frega un cazzo- rispondo facendo un sorrisino bastardo e andandomene. Vicino al loro tavolo ci sono Jade e Jake che si stanno rotolando dalle risate. Credo che abbiano visto e sentito tutto. Mi avvicino e loro mi battono il cinque. 
-Sei troppo forte ragazza. Quell'oca se lo meritava- dice Jade guardandomi orgogliosa e Jake annuisce. Io sorrido e poi torniamo a lavorare. Sono le 17:30 e il mio turno è appena finito. Tiro un sospiro di sollievo. Per tutto il tempo in cui quei sei sono rimasti nel bar mi sono sentita osservata e quando mi giravo notavo sempre Dylan guardarmi. All'inizio credevo che fosse arrabbiato con me per come ho trattato la sua ragazza, ma poi mi sono accorta che non era affatto arrabbiato. Mi chiedo cosa passi nella testa di quel ragazzo, a volte non riesco proprio a capirlo. Appena arrivo a casa mi faccio il solito panino, ormai cucino solo quando ho tutta la giornata libera o se deve venire qualcuno per pranzo o per cena. Finito di mangiare, ripasso un po' le materie per domani e poi vado a letto, assicurandomi che la sveglia sia impostata correttamente, non voglio ripetere l'esperienza di sta mattina. 
ANGOLO AUTRICE
Buonsalve a tutti. Voglio scusarmi per postare i capitoli così in ritardo, ma non posso proprio fare altrimenti. Parlando d'altro, avete visto la nostra Scarlett com'è agguerrita? Hahaha e nel prossimo capitolo ne vedremo delle belle. Detto ciò, ho solo il tempo di ringraziare velocemente quelli che seguono la mia storia e che la recensiscono. Un bacio. The_Storm

 

 

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Capitolo 16
*** Progetti e sfide ***


 

ATTENZIONE: da questo capitolo in poi parlerò al passato. Bhè volevo dirvi solo questo quindi.... Buona lettura, ci vediamo giù. 
Come tutte le mattine, mi alzai ancora assonnata dal letto e mi feci una doccia veloce, giusto per svegliarmi. Presi le prime cose che mi capitarono sotto mano dall'armadio e le indossai, poi scesi in cucina per il mio solito latte e Nesquik e i Pan di Stelle. Finita la colazione, infilai la giacca, presi soldi, chiavi di casa e della moto, cellulare e uscii chiudendo la porta a chiave. Le lezioni passarono lentamente e io, come al solito, avevo guardato per tutto il tempo fuori della finestra, perdendomi nella bellezza della natura che si riusciva a vedere dalla finestra dell'aula. Quando anche l'ultima ora finì, raccattai in fretta le poche cose che avevo messo sul banco buttandole nello zaino a casaccio e uscii velocemente dall'aula. Stavo per varcare la soglia del cancello della scuola, quando una mano gentile mi si posò su di una spalla bloccando la mia corsa. Mi girai incuriosita e vidi Adam con il fiatone. 
-Certo che corri piuttosto veloce, eh? È da quando è suonata l'ultima campanella che ti chiamo e cerco di raggiungerti- riuscì a dire dopo aver ripreso fiato. Lo guardai dispiaciuta, non lo avevo proprio sentito. Tuttavia, non mi pareva di aver fatto questa gran corsa, sarà stato lui quello fuori allenamento. 
-Scusami non ti ho proprio sentito- dissi. Lui mi sorrise e fece un gesto della mano come a dire "Non fa niente, lascia stare". 
-Comunque, volevo solo confermare l'appuntamento di oggi- disse. Storsi il naso alla parola "appuntamento", io non lo consideravo affatto tale, ma credevo si riferisse al significato letterale del termine, quindi lasciai perdere. 
-Certo. Alle 16:30 a casa mia come avevamo deciso- confermai. 
-Perfetto, allora a dopo- 
-A dopo- ricambiai il saluto e poi, appena salita sulla mia Ducati, partii. Arrivai a casa e mi feci un panino veloce per pranzo. Di solito facevo la pasta, ma non avevo molta fame e volevo sistemare un po' l'appartamento prima dell'arrivo di Adam. 
Alle 16:30 suonarono al campanello. Però, puntuale il ragazzo. Un punto a suo favore. Aprii la porta e lo salutai con un bacio sulla guancia. 
-Ciao. Vieni entra- dissi spostandomi per farlo entrare. Lui sorrise ed entrò. Presi i libri che ci sarebbero serviti e il mio fedelissimo computer portatile e cominciammo a lavorare. Ogni tanto, con la coda dell'occhio, lo sorprendevo a guardarmi, ma feci finta di niente, probabilmente era solo la mia immaginazione. 
Verso le 18:30 mi stiracchiai e sbadigliai, coprendomi la bocca con la mano. Ormai erano due ore che studiavamo ed ero esausta. 
-Ok, credo che per oggi possa bastare. Ci siamo portati molto avanti con il lavoro, credo che dovremmo incontrarci solo un'altra volta per definire gli ultimi dettagli- disse lui. 
-Bhè, è grazie a te se siamo riusciti a fare così tanto- dissi ed ero sincera. Si era organizzato molto bene e aveva trovato degli argomenti molto validi di cui parlare nel progetto. Lui arrossì leggermente. 
-Ma non è solo merito mio. Tu sei riuscita a capire subito quello che volevo far percepire alla gente e hai sistemato le parole in modo più convincente, mettendo anche dei bellissimi ragionamenti- disse cercando di sminuirsi. Cazzo, era davvero raro trovare un ragazzo così. Tutti quelli che conosco io, se gli avessi fatto un simile complimento avrebbero iniziato a pavoneggiarsi in una maniera che avrebbe fatto rimangiare quelle parole a chiunque. Scrollai le spalle 
-Si, ma il lavoro più duro lo hai fatto tu, quindi non cercare di sminuirti- diedi voce ai miei pensieri. Adam mi sorrise come ringraziamento. 
-Posso offrirti qualcosa?- chiesi cercando di essere un minimo ospitale. So che questa frase avrei dovuto dirla appena fosse entrato in casa, ma me ne ero completamente dimenticata, tanta era la voglia di finire questo fottuto progetto in fretta. 
-No, grazie. Devo tornare subito a casa- disse alzandosi e io annuii. Lo accompagnai fino alla porta e poi lo salutai con un bacio sulla guancia. Andai in cucina per prepararmi il solito panino e poi mi lanciai sul divano a peso morto con la mia solita delicatezza. Accesi la TV e iniziai a girare un po' per i vari canali. Quando iniziai a sentire le palpebre pesanti, andai a lavarmi e poi mi misi nel letto, addormentandomi profondamente. 
Il giorno dopo, mi svegliai con una strana sensazione, come se oggi dovesse succedere qualcosa di strano. Pensando che guardavo decisamente troppi film, scossi la testa come a far sparire quel pensiero assurdo. Mi preparai velocemente e poi andai a scuola. 
Si fecero le 14:00 e non era ancora successo niente, ma quella strana sensazione ancora non era sparita, tuttavia non ci badai più di tanto e mi avviai allo Starbuck's. Entrai nel bar e salutai con un cenno della mano Jade e Jake che stavano sistemando alcune attrezzature vicino ad un palco che avevano appena allestito. Mi appuntai mentalmente di chiedergli cosa cazzo stava succedendo. Quando finii di cambiarmi, mancavano ancora dieci minuti all'apertura, quindi mi avvicinai a quei due e chiesi cosa stessero facendo. 
-Giusto, ieri era il tuo giorno libero, quindi non puoi saperlo- disse Jade. La guardai interrogativa  
-Sapere cosa?- chiesi. 
-Che per tutta la settimana ci sarà il karaoke e, se avrà successo, lo faremo tutti i giorni- spiegò Jake. Annuii, ignorando il groppo in gola che mi era venuto pensando a tutte le volte in cui avevo cantato ai karaoke. Prima di iniziare a piangere, scacciai quei ricordi dolorosi e finsi un sorriso. 
Quel giorno c'era più gente del solito e oggi il mio turno durava fino alla fine della giornata, visto che il giorno dopo non sarei dovuta andare all'università. 
Quando anche l'ultimo cliente della giornata uscì, crollai sulla sedia esausta. Era stato più faticoso del solito, ma anche più divertente e mi è sembrato che anche i clienti si siano divertiti. Sul piccolo palco, infatti, si sono esibite persone che erano davvero molto brave, ma anche altre che erano completamente stonate e che hanno fatto fare grandi risate a tutto il bar. Mi alzai dalla sedia e iniziai a pulire. Ero rimasta completamente da sola a fare le faccende, ma mi andava bene così. Mentre pulivo un tavolo, sentii il suono dei campanelli appesi alla porta che annunciavano l'arrivo di qualcuno. 
-Spiacente siamo chiusi- dissi senza alzare gli occhi dal tavolo che stavo pulendo. 
-Lo so signorina, ma Julie ci ha dato il permesso di provare qui durante l'orario di chiusura- disse una voce mascolina. Alzai gli occhi e vidi sulla porta Kate, Dylan, Cody, l'oca e i due signori dell'altra volta. Quando quell'uomo finì di parlare, mi ricordai che Julie mi aveva detto le stesse identiche parole, solo che me ne ero completamente dimenticata. Annuii e sistemai l'impianto stereo, il microfono, le casse e tutto il resto, poi continuai a pulire. 
Ormai erano le 20:00, avevo finito le pulizie, ma non potevo andarmene visto che c'erano ancora quei sei a provare. 
-No, Meredith, no. Quante volte devo dirti che quell'acuto non va fatto così? Stai stonando troppo. Ricominciamo- sbraitò per l'ennesima volta l'uomo e io, per l'ennesima volta, sbadigliai annoiata. Cosa cazzo ci voleva a fare quel fottuto acuto, io proprio non lo sapevo. Quando ancora riuscivo a cantare, ne facevo alcuni che erano mille volte più difficili di questo, eppure non ci ho mai messo così tanto a impararli. All'ennesimo sbaglio di quell'oca, mi innervosii e quando io mi innervosisco agisco senza pensare. 
-Sentimi bene brutta oca che non sei altro, vedi di cantare questa fottuta canzone decentemente perché le mie povere orecchie stanno bestemmiando di brutto e io sono esausta- sbottai innervosita. A sentire le mie parole, tutti si zittirono e l'uomo e l'oca mi guardarono rossi in faccia. 
-Se credi che sia così facile, perché non vieni tu qui a provare?- mi sfidò quella bionda senza cervello. 
-Con molto piacere- dissi. Lo avevo detto che quando mi innervosivo parlavo senza pensare? Bhè, eccone un esempio. Mi alzai incazzata dalla sedia e mi avviai al palco sotto gli sguardi preoccupati di Kate, Dylan e Cody, quello incuriosito della signora e quelli carichi di sfida dell'oca e dell'uomo. Ricambiai immediatamente questi ultimi e salii i tre gradini che mi dividevano dal microfono. Quando alzai gli occhi una sensazione di familiarità mi invase e mi sentii, dopo tanto tempo, al mio posto. Feci un cenno affermativo all'uomo e lui fece partire la base. 
Putting my defenses up
Cos I don't Wanda fall in love
If I ever did that, I think I'd have a heart attack
Never put my love out of the line
Never said yes to the right guy
Never get trouble getting what I want
But when it comes to you I'm never good enought
When I don't care
I can play him like a Ken doll
Won't wash my hair 
Than make him bounce like a basketball
But you make me wanna act like a girl
Paint my nails and wear hight heels
Yes you make so nervous that I just can't hold you're hand
You make me blow
But I cover up, won't let it show
So I'm putting my defenses up
Cos I don't wanna fall in love
If I ever did that, I think I have a heart attack
I think I have a heart attack
I think I have a heart attack
Never break a sweat for the other guys
When you come around I get paralyzed
And everytime I try to be myself
It comes out wrong like a cry for help
It's just not fair
Brings more trouble than it all is worth
I gasp for air
It feels so good, but you know it hurt
But you make me wanna act like a girl
Pianto my nails and wear high heels
Yes you make so nervous that I can't just hold you're hand
You make me blow
But I cover up, won't let it show
So I'm putting my defenses up
Cos I don't wanna fall in love 
If I ever did that, I think I have a heart attack
I think I have a heart attack
I think I have a heart attack
The feelings got lost in my lungs
They're burning, I'd rather be numb
And there's no one else to blame
So scared I'll take off and run
I'm flying too close to the sun
And I'll burst into flames
You make me blow
But I cover up, won't let it show
So I'm putting my defenses up
Cos I don't wanna fall in love
 if I ever did that, I think I have a heart attack
 I think I have a heart attack
I think I have a heart attack 
I think I have a heart attack
I think I have a heart attack
Quando finii di cantare anche l'ultima parola, guardai quei due con la stessa aria di sfida di prima. La mia soddisfazione nel vedere la faccia sconvolta di quei due non aveva prezzo. Avevo messo tutta me stessa in quella canzone, forse per cacciare tutta la voce che per tre anni non avevo più tirato fuori. Guardai i volti di tutti i presenti che avevano la stessa espressione dell'oca e di quell'altro, ma quando vidi il volto coperto di lacrime di Kate, spalancai gli occhi e mi portai istintivamente le mani alla gola. Avevo cantato. Finalmente ero riuscita a cantare di nuovo. Con le lacrime agli occhi, scesi dal palchetto con un salto e mi fiondai sulla mia migliore amica abbracciandola stretta fin quasi a soffocarla. Lei ricambiò e singhiozzò più forte. Forse, potevo tornare a cantare, forse, sarei di nuovo salita su di un palco a far vedere quanto era potente la mia voce. O forse no. 
ANGOLO AUTRICE
Non dire una parola, ma devo andarmene perché non ho proprio tempo oggi quindi lascio a voi i commenti. Alla prossimaaaaa. The_Storm

 

 

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Capitolo 17
*** Pensieri e riflessioni ***


 

Pov Dylan 
Ok, che avesse una bella voce si sapeva, ma non mi sarei mai aspettato che fosse così incredibile! Ha fatto degli acuti incredibili e senza provarli nemmeno una volta! Quello che mi ha colpito di più, però, è stato il fatto che abbia cantato davanti a degli estranei e a quanto pareva, anche lei ne è rimasta sconvolta. Forse, era così irritata da quella troia di Meredith che ha agito seguendo il suo istinto e quindi si è sbloccata, ma ora non ha molta importanza come sia riuscita a cantare di nuovo, la cosa fondamentale adesso è vedere se riesce a cantare di nuovo senza bisogno di perdere la ragione, oppure no. Credo sia meglio aspettare un po' prima di riprovarci, adesso è ancora troppo sconvolta. Non appena si è calmata, si è resa conto di quello che aveva appena fatto ed è scappata via in lacrime, subito seguita da Kate. Vorrei sentire ancora quella voce, è così bella, non merita di essere di nuovo soppressa così. Sono sicuro che diventerebbe il nuovo idolo di moltissime ragazze nel giro di un paio di mesi. No, non può finire così, lei deve cantare, anche se non vorrà diventare famosa a causa della sua ambizione a diventare medico, deve almeno riuscire a cantare liberamente. A distogliermi dai miei pensieri, fu il ritorno di Kate, ma era da sola. 
-Dov'è Scarlett?- Cody anticipò la mia domanda. Kate scosse la testa, guardando verso il basso. 
-È meglio lasciarla stare per un po', è ancora piuttosto scossa- disse non staccando gli occhi dal pavimento. Cody le mise un braccio sulle spalle nel tentativo di consolarla e lei appoggiò la testa sulla sua spalla. Per non disturbare i due piccioncini, me ne andai da Scar. "Oh ma chi vuoi prendere in giro? Tu vuoi stare con Scarlett, è diverso" Ancora tu? Ma sei una persecuzione! Te ne vuoi andare? "Non posso andarmene, genio. Sono nella tua testa, io esisto solo perché tu vuoi che esista" disse. Ok, non ci sto capendo un cazzo, vuoi spiegarti meglio? Se ti dico di andartene, come posso volere che tu rimanga? "Semplicemente perché non vuoi ammettere a te stesso che ti piace Scarlett, ma una parte di te lo sa già e io incarno quella parte, non so se hai capito, è una cosa un po' complicata" Si, credo di aver afferrato il concetto, più o meno, ma non credo che Scar mi piaccia. "Il fatto è che non te ne sei ancora reso conto. Cerca di darti una mossa a capirlo però, lei potrebbe innamorarsi di qualcuno e per te sarà troppo tardi" A quell'ultima affermazione non risposi perché vidi la ragione dei miei pensieri contorti seduta sul marciapiede con le gambe tirate su fino al petto, le mani che le circondavano e la testa sulle ginocchia. Mi avvicinai silenziosamente e mi sedetti accanto a lei. Le misi un braccio sulle spalle e la avvicinai a me. Lei inizialmente sussultò e si irrigidì, ma poi si lasciò andare e appoggiò la testa sulla mia spalla. Restammo in quella posizione per non so quanto tempo, finché lei non parlò, spezzando il silenzio che si era creato. 
-Grazie- disse con voce fievole e rotta dal pianto. Mi si stringeva il cuore a vederla così, proprio lei che, da quel poco che avevo potuto vedere, affrontava le sfide a testa alta senza mai smettere di lottare, quel giorno era crollata. In un certo senso, ero contento perché avevo visto un lato di sé che forse non aveva mai mostrato a nessuno, ma poi subito mi rimproverai mentalmente per le cazzate che andavo sparando. 
-Di niente- sussurrai anch'io per evitare di rovinare l'atmosfera quasi surreale che si era creata. Di tanto in tanto, le lanciavo delle occhiate e mi chiedevo come mai non mi fossi accorto prima di quanto fosse bella. Mi stavo decisamente rincoglionendo. "Ma che diavolo mi ha fatto questa ragazza?" Pensai. "Mi ha completamente mandato il cervello a puttane, ma come ci è riuscita?" In quel preciso momento, mi vidi costretto a dar ragione alla mia coscienza o quello che era: mi ero preso una bella cotta per Scar e se non stavo attento, rischiavo di farla diventare amore. Amore, chi l'avrebbe mi detto che sarei arrivato così vicino a un sentimento così incomprensibile per me. Perché per me, l'amore era troppo strano e complicato. Non riuscivo proprio a capire come si potesse essere così ossessionati da una persona da mettere la loro felicità prima di ogni cosa, ma adesso cominciavo a capire cosa si provava. So che avrei dovuto allontanarmi da lei, mandarla a fanculo e cercare di riprendere possesso del mio cuore, ma semplicemente non ci riuscivo. Ero incredibilmente, pazzamente, stupidamente innamorato di lei.
ANGOLO AUTRICE
So che questo capitolo è molto corto, ma, come dice il titolo, presenta delle riflessioni di Dylan su Scarlett molto importanti. Da questo capitolo in poi, cambierà molto il suo modo di comportarsi. Detto questo vi lascio. Al prossimo capitolo. The_Storm

 

 

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Capitolo 18
*** Innamorata di lui? Impossibile ***


 

Pov Scarlett
Quel giorno mi alzai con uno strano peso sul cuore. Bhè, ad essere sinceri, da quando sono riuscita a cantare di nuovo mi svegliavo sempre così, credo fosse dovuto al fatto che non sapevo se avessi superato quella strana "fobia" oppure se quella fosse stata solo un'eccezione. Avrei potuto risolvere la cosa riprovando a cantare in pubblico, ma c'era quella fottuta paura che mi bloccava e mi faceva sempre rimandare tutto. Sono una codarda, lo ammetto, ma non ce la facevo proprio a riprovarci. Avevo bisogno di qualcuno che mi spronasse a cacciare fuori la voce quando volevo provarci, ma non mi venne in mente nessuno: Kate era fuori discussione perché avrebbe subito provato pena per me e mi avrebbe consigliato di lasciar perdere e per gli altri valeva lo stesso discorso. Mi feci una bella doccia calda nella speranza che mi risollevi almeno un po'. L'acqua calda che scivolava sul mio corpo come se fosse una carezza era un toccasana per me. Purtroppo, non riuscii a rilassarmi come speravo e, sospirando, mi vestii, pronta (si fa per dire) per affrontare un nuovo giorno. Con la mia fedelissima Ducati, sfrecciai tra le strade di un'affollata New York, zigzagando tra le auto. Quando arrivai, parcheggiai la moto al solito posto, tolsi il casco e mi scossi i capelli tentando di dargli una forma. Mi guardai allo specchietto della moto e ciò che vidi non mi piacque granché: capelli corvini corti fino a poco più giù delle spalle rigorosamente in disordine, banalissimi occhi nocciola e un viso anonimo. Feci una smorfia e poi lasciai perdere i miei poveri capelli che sembravano urlare "Smettila di torturarci così, tanto è inutile, non staremo mai al nostro posto". No, ok, dovevo essere seriamente impazzita per dare una voce ai miei capelli e fargli addirittura dire delle frasi di senso compiuto. Bhè, infondo, l'ho sempre saputo di non stare tanto bene con la testa. Credo che se uno psicologo cercasse di entrare nella mia testa, diventerebbe pazzo pure lui a furia di cercare di trovare un senso logico ai miei ragionamenti. A farmi tornare alla realtà ci pensò Adam che mi toccò una spalla facendomi sobbalzare e girare di scatto con una mano sul cuore, come a cercare di tenere dentro il cuore che minacciava di sfondarmi il petto tanto velocemente stava battendo. 
-Dio Adam, mi hai fatto prendere un attacco di cuore- dissi togliendo la mano dal petto e accorgendomi solo in un secondo momento che avevo involontariamente detto il titolo della canzone che avevo cantato l'altra volta.  "Attacco di cuore", infatti, è il titolo della canzone che quella troia incapace non è riuscita a fare. Questo mi fece ricordare di come Dylan mi avesse consolata e immediatamente il mio cuore riprese a battere ad un ritmo frenetico. Ma che mi succede? Credo di dover andare da un cardiologo, c'è qualcosa che non va con il mio cuore. Anche quando Dylan mi ha consolato il mio cuore non la finiva più di accelerare i battiti, ma quella volta avevo avuto anche una stranissima sensazione alla bocca dello stomaco. Forse avevo mangiato qualcosa che mi aveva fatto male, o forse mi stavo ammalando. "Certo che ti stai ammalando e questa malattia è comunemente chiamata amore. È la più terribile delle malattie, ma anche la più bella" Oh no. Ancora tu? Credevo di essermi liberata di te. "Hahahahaha povera illusa, non riuscirai mai a cacciarmi via" Fantastico! Ma dimmi, sei davvero sicura che io abbia contratto questa malattia? "Certo! I sintomi ci sono tutti" È possibile guarire? "Non credo, anzi è praticamente impossibile riuscire a dimenticare un'amore. L'unica cosa che puoi fare, è accettare questo tuoi sentimenti e provare a conquistare Dylan" Conquistare Dylan?! E come? Io non ci ho mai provato con nessuno, non sono mai neanche stata baciata! "E questo è un bel guaio, ma non puoi startene con le mani in mano trascurando la cosa. Adesso Dylan è libero e non credo che sia innamorato di qualcuna, ma se non ti dai una mossa qualche altra ragazza potrebbe soffiartelo da sotto il naso e tu non potresti farci niente, tranne soffrire" Hai ragione, ma come posso fare? "Non dare retta a nessuno che non sia il tuo cuore. In casi come questo, nessuno può conoscerti meglio di quel muscolo vitale che fa circolare il sangue in tutto il corpo. Solo lui può sapere cosa vuoi davvero, quindi, quando non saprai cosa fare, chiudi gli occhi e concentrati, chiedendogli di farti fare la cosa giusta, dolorosa o meno che sia, e sii sempre te stessa, non saprai mai se quella persona ti ama davvero se non gli mostri la vera te" Che strani consigli. Nessuno me ne aveva mai dati di così assurdi, forse perché non mi sono mai ritrovata in una situazione così assurda. Una mano passò davanti alla mia faccia, riscuotendomi dai miei pensieri senza senso. Sbattei le palpebre più volte e ritornai alla realtà. Adam mi guardava con uno sguardo a metà tra il curioso e il preoccupato. 
-Ehi tutto bene? È da un po' che avevi quello sguardo così perso e mi stavo preoccupando- disse. Che figura di merda! Mi ero talmente immersa nei miei pensieri, che mi ero completamente dimenticata della sua presenza. Arrossii leggermente e annuii, imbarazzata. 
-Si, si, sto bene. Scusa ma non ho sentito una parola di quello che hai detto. Potresti ripetere?- chiesi ancora più in imbarazzo. Fortunatamente, lui non sembrava essersela presa e mi sorrise un po' più sollevato. Che dolce. Perché non mi sono innamorata di lui invece che di quell'idiota? Ed ecco che ricompare nei miei pensieri. E che palle però, devo smetterla di pensare a lui, basta. 
-Ti ho chiesto se per te va bene se ci vediamo domani dopo le lezioni nella biblioteca della scuola per finire il progetto- ripetè paziente. Annuii e gli sorrisi. 
-Perfetto. Allora ci vediamo domani, ciao- disse e si allontanò, senza darmi neanche il tempo di ricambiare il saluto. Il suo comportamento mi risultò un po' strano, ma scrollai le spalle dicendomi che probabilmente andava solo di fretta. Cercando di far uscire Dylan dalla mia mente, mi avviai in classe. 
ANGOLO AUTRICE
Ecco un nuovo capitolo. Cosa succederà adesso? Boh chi lo sa? Io ovviamente si, ma non vi dirò niente lo stesso :p. Lascio a voi i commenti. Sciaooo. The_Storm

 

 

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Capitolo 19
*** Pericoli all'orizzonte ***


 

-Bene, direi che abbiamo finito- sussurrò Adam cercando di non farsi sentire dalla bibliotecaria, quella donna era la reincarnazione di Hitler, giuro. Un po' mi fa paura. 
-Finalmente- sospirai -non ce la facevo più- Adam mi sorrise e annuì. Uscimmo dalla biblioteca dopo aver raccattato velocemente le nostre cose. 
-Senti- iniziò a dire Adam -io non ho niente da fare adesso, ti va una cioccolata calda?- propose. Ci pensai un po' su. Non avevo niente da fare, quindi annuii sorridendo. Camminammo fino ad un bar davvero carino che avevo notato l'altro giorno e in cui mi ero ripromessa di andare. Ci sedemmo in uno dei tavoli più appartati e cominciammo a parlare del più e del meno. Dovevo ammettere che Adam era molto intelligente e simpatico, riusciva sempre a trovare la risposta giusta ad ogni mia battuta o commento. 
-Posso farti una domanda un po' più personale?- chiese ad un certo punto. Annuii e lo guardai curiosa. 
-Spara- dissi
-Sei fidanzata?- 
-No- 
-Allora, ti va di uscire con me?- chiese. Sinceramente, non credevo potesse essere così sfacciato, ma infondo, mi aveva posto quella domanda con molta cortesia e gentilezza e non mi sembrava proprio il caso di fare una scenata. Ci pensai un po' su, bevendo la cioccolata che intanto ci aveva portato la cameriera per prendere tempo. Infondo, Adam era un bellissimo ragazzo, pieno di simpatia e molto intelligente, ma non so perché, se prendevo in considerazione l'idea di uscire con lui, sentivo una morsa allo stomaco, come se avessi i sensi di colpa. Inoltre, nella mia testa rimbombava un campanello d'allarme che mi avvertiva quando c'era qualcosa che non andava o che comunque mi stavo mettendo in un bel guaio. Era una cosa ridicola e me ne rendevo perfettamente conto, ma decisi comunque di rifiutare e dare ascolto a quello strano intuito che mi aveva aiutato moltissime volte nel corso degli anni. 
-Mi dispiace Adam, ma non credo di essere pronta ad uscire con te- risposi. Dopo questa mia affermazione, lo vidi rattristirsi un po' e annuire. Mi dispiaceva molto, ma ora che avevo rifiutato, il mio stomaco era tornato normale, come se avessi fatto la cosa giusta. Tornammo a parlare di argomenti un po' più leggeri, ma continuavo ad avere quella strana sensazione, come se Adam fosse stata una persona di cui non avrei dovuto fidarmi. Uscimmo dal bar che era ormai buio e le strade erano decisamente meno affollate di quando ci eravamo entrati. Adam si offrì di accompagnarmi a casa e io accettai di buon grado. Dopo un po' che camminavamo però, mi accorsi che quella che stavamo percorrendo non era la strada che portava a casa mia, ma bensì quella che conduceva ad un dei vicoli più bui e pericolosi della città. Il solito campanello d'allarme risuonò più forte nella mia testa. 
-Dove stiamo andando? Questa non è la strada per casa mia- mi decisi a parlare. Mi voltai verso di lui è notai sul suo viso un'espressione inquietante che non gli avevo mai visto assumergli prima. 
-Tranquilla, sono sicuro che ti piacerà il posto in cui stiamo andando- disse e quelle parole non fecero che aumentare il leggero senso di paura che avevo. Cercando di mantenere la calma e il sangue freddo, mi allontanai da lui. 
-È meglio che ora torni a casa, sarà per un'altra volta- dissi insicura. Lui mi guardò ghignando. 
-Che c'è Scar? Hai paura?- chiese. Scossi la testa e feci per allontanarmi, ma lui mi prese per un polso, impedendomi di fuggire. 
-Sta tranquilla adesso ci divertiremo- disse e lo guardai schifata, divincolandomi dalla sua presa. Il mio atto di ribellione non portò a niente di buono. Mi spinse contro il muro e mi baciò con foga. Serrai immediatamente le labbra, lui cercava in tutti i modi di schiuderle, ma riuscii a non far entrare la sua schifosa lingua nella mia bocca. Con uno spintone più potente degli altri, riuscii ad allontanarlo e a dargli un pugno abbastanza forte sul naso. Lui si piegò in due e io approfittai della situazione per scappare. Correvo più veloce di quanto avessi mai fatto in vita mia. Sono sicura che se il prof di educazione fisica che avevo al liceo mi avesse vista in quel momento, sarebbe stato fiero di me. Mentre correvo mi voltai indietro e vidi che Adam si era ripreso e ora stava quasi per raggiungermi. Se possibile, aumentai ancora di più la velocità, ma, girando l'angolo, mi scontrai contro qualcosa e caddi a terra. Quando riaprii gli occhi, che avevo chiuso durante la caduta, m accorsi che a fermare la mia corsa per la sopravvivenza non era stato un qualcosa, ma un qualcuno. Non ero mai stata più felice di vedere Dylan. Mi alzai velocemente da terra quando sentii i passi veloci di Adam avvicinarsi. 
-Ma che succede? Scarlett, che ci fai qui?- chiese più confuso che mai Dylan. 
-Torna qui puttana, giuro che questa me la paghi- mi si gelò il sangue nelle vene al sentire quelle parole e anche Dylan sembrava aver finalmente compreso la situazione. Strinse i pugni e giurai di non aver mai visto i suoi occhi così pieni di rabbia prima d'allora. Quando anche Adam svoltò l'angolo e si ritrovò davanti Dylan, si fermò di scatto e sul suo viso ricomparve quel disgustoso ghigno. 
-Ma guarda un po', la puttana ha trovato un amichetto, se vuoi ce la dividiamo- propose. Assunsi un'espressione di puro disgusto, mentre notavo Dylan stringere i pugni fino a far diventare le nocche completamente bianche e poi scagliarsi su di lui. Adam era a terra sanguinante mentre Dylan era seduto sopra di lui a cavalcioni e lo riempiva di pugni. Decisi di fermarlo o lo avrebbe ucciso. 
-Dylan, Dylan. Per l'amore del cielo Dylan basta!- dopo un paio di suppliche e strattoni, riuscii a farlo smettere di tirare pugni. 
-Vieni a casa mia, è più vicina e ci metteremo meno tempo- disse ancora arrabbiato. Annuii, anche se non capivo il motivo di quella richiesta. Camminammo nel silenzio più assoluto e, quando arrivammo alla sua porta, lui estrasse un mazzo di chiavi dalla tasca dei jeans e fece scattare la serratura, sempre senza proferire parola. 
-Siediti sul divano. Ti porto un bicchiere d'acqua e arrivo- il suo era più un ordine che altro, ma decisi comunque di non protestare, visto lo sguardo infuriato che aveva ancora. Dopo un paio di minuti tornò con due bicchieri d'acqua e me ne porse uno. Lo presi ringraziandolo debolmente. Si sedette affianco a me, ma nessuno dei due era intenzionato a parlare. 
- Chi era quel tizio?- chiese duro e freddo ad un certo punto. Sobbalzai leggermente e mi voltai a guardarlo. 
-Un ragazzo con cui ho alcuni corsi in comune all'università- risposi. Lo vidi annuire. 
-E perché vi trovavate lì?- continuò 
-Un nostro professore ci ha assegnato un progetto ed eravamo andati in biblioteca per sistemare gli ultimi dettagli, quando finimmo, lui mi chiese se volevo prendere una cioccolata calda con lui e ho accettato. Poi si è offerto per accompagnarmi a casa, ma si è diretto in quei vicoli bui. Il resto lo sai- dissi abbassando lo sguardo. Improvvisamente, i lacci delle mie converse erano diventati l'ottava meraviglia del mondo. Sentivo il suo sguardo su di me, ma non osavo alzare gli occhi per controllare. D'un tratto, delle braccia mi avvolsero in un caldo abbraccio. All'inizio mi irrigidii e rimasi immobile, ma poi ricambiai l'abbraccio, appoggiando la testa sul suo petto scolpito e facendomi cullare dalle sue possenti braccia. Lo sentii sospirare appoggiando la testa sulla mia mentre continuava a cullarmi. 
-Mi hai fatto prendere un infarto- sussurrò per non spezzare l'atmosfera di quel momento. 
-Scusami- risposi con una voce così fievole, che se non fossi stata così vicino a lui, probabilmente non mi avrebbe sentita. Non so quanto tempo passò quando ci staccammo, so solo che sarei potuta rimanere in quella posizione per il resto della mia vita. Quando finalmente alzai lo sguardo, notai dei piccoli tagli sulle mani da cui usciva un po' di sangue. 
-ehi, ma tu sei ferito! Non muoverti, torno subito- e dicendo ciò, andai in bagno, presi del disinfettante dalla cassetta del pronto soccorso e un asciugamano e tornai a sedermi sul divano. Gli presi la mano, nonostante la sua riluttanza. 
-Sto bene, non c'è bisogno che ti preoccupi così, sono solo un paio di graffi- cercò di convincermi, ma non lo ascoltai e continuai ad occuparmi delle sue mani. Quando finii di disinfettare i tagli, presi dei cerotti, che fortunatamente avevo sempre con me, e cominciai a metterglieli. Quando finii, alzai il capo soddisfatta. 
-Grazie, ma non era necessario- disse. Mossi la mano davanti al mio viso, come a scacciare una mosca fastidiosa. 
-A proposito, ho notato che aveva il naso rotto da cui usciva un po' di sangue, sei stata tu?- chiese divertito e io alzai le spalle. 
-Beh, dovevo pur difendermi, no?- dissi semplicemente. A quella mia risposta, scoppiò a ridere. 
-Sei stata grande- riuscì a dire tra una risata e l'altra. Quando riuscì a calmarsi, ci fissammo intensamente negli occhi. I nostri sguardi erano incatenati tra di loro, l'azzurro mare dei suoi si fondeva con il cioccolato dei miei e comunicavano cose che a voce non avremmo mai avuto il coraggio di dire. Grazie a una grandissima forza di volontà, riuscii a staccare gli occhi dai suoi e a spezzare quell'incantesimo. 
-è maglio che vada- dissi arrossendo leggermente. Lui annuì, ma sembrava ancora in trance, come se stesse pensando a chissà cosa. Ci alzammo in contemporanea e lo abbracciai, scoccandogli anche un bacio sulla guancia. Aprii la porta d'ingresso e me ne andai con la testa piena di dubbi e di domande senza risposta, lo stomaco in subbuglio e il cuore che sembrava essere impazzito. 
ANGOLO AUTRICE
Ok, prima di morire di una morte lenta e dolorosa, voglio chiedere umilmente perdono per l'incredibile ritardo, ma fra la scuola e la mancanza di idee, non ho potuto aggiornare. Detto questo, mamma, ricordati che ti ho voluto bene e, per quanto riguarda il mio testamento, non lascio niente a nessuno :p. Ora scappo. Baciiii. The_Storm

 

 

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Capitolo 20
*** La canzone ***


 

Pov Dylan 
Non appena vidi Scarlett scomparire dalla mia visuale, tirai un sospiro di sollievo, accasciandomi sul divano. È davvero incredibile come quella ragazza accenda in me tante emozioni che tra l'altro non avevo mai provato. Se sono incazzato, ad esempio, mi basta stuzzicarla un po' e mi tornava il buonumore, oppure quando sono triste il solo vederla sorridere mi fa scordare di tutti i miei problemi. Inoltre, quando sono con lei, il cuore inizia a battere più veloce del normale e quando ci tocchiamo, invece, sembra fermarsi del tutto, per non parlare poi della strana sensazione che ho alla bocca dello stomaco. Tutto ciò è a dir poco ridicolo, come posso provare dei sentimenti così forti, se a malapena la conosco? Beh, credo sia inutile ormai scervellarsi. L'amore è la cosa più complicata che ci sia, diceva sempre mio nonno. Non avevo mai capito il senso di quelle parole, per me le ragazze erano tutte uguali, bastava che regalassi loro qualche gioiello prezioso accompagnato da un bel sorriso e qualche frase rubata da Facebook o dai bigliettini dei baci perugina, che loro te la davano senza opporre la minima resistenza. Io, poi, ero ancora più avvantaggiato perché, oltre ad avere una bella faccia, sono anche un famosissimo cantante, ma Scarlett, non lo so, è diversa da tutte quelle con cui ho avuto a che fare. Scommetto che se gli regalassi un gioiello costoso o un abito firmato e poi le chiedessi di venire a letto con me, mi lancerebbe addosso il regalo, mandandomi a fanculo, conoscendo la sua finezza. Ma dico io, tra tutte quelle che sono follemente innamorate di me, io proprio dell'unica ragazza che non mi caga di striscio dovevo innamorarmi (perché, si, ormai ne sono convinto, si tratta di amore)?  Beh, forse mi sono innamorato proprio di lei perché, come ho appena detto, è unica e speciale e non ne troverei una identica nemmeno se la inventassi perché lei è una continua sorpresa. Oddio, sto diventando anche un poeta romantico, andiamo bene. Però, ora che ci penso bene, alcuni suoi comportamenti sono alquanto sospetti. Voglio dire, mi sono accorto che quando mi avvicino, lei arrossisce e distoglie lo sguardo da me, allontanandosi il più possibile e qualche volta l'ho anche sentita balbettare. Che sia innamorata di me? Beh, anche se così non fosse, io devo dichiararmi. Non ce la faccio più a tenermi tutto dentro perché io sono il tipo di ragazzo che ti dice in faccia le cose come stanno e quello che pensa di te. Basta, ho deciso: domani stesso le dirò tutto ciò che provo per lei. No, no, non posso farlo, non ne sarei capace. Fino ad ora, sono sempre state le ragazze che mi dichiaravano il loro amore, io non mi limitavo solo a chiarire che per me era stato solo sesso e che non mi importava niente di loro. Possibile che solo ora mi renda conto di quanto io sia stato stronzo? Insomma, in diciotto anni di vita non mi sono mai pentito di niente e adesso, solo perché mi sono innamorato, mi accorgo di quanto sia stato coglione. Devo assolutamente dichiararmi, prima che qualcun altro metta gli occhi su di lei. Dopotutto, Scarlett è una bellissima ragazza e scommetto che molti ragazzi le vanno dietro, ma lei di sicuro non si sarà accorta di nulla, ingenua com'è. Al solo pensiero di lei tra le braccia di qualcun altro, mi sale il sangue al cervello e, istintivamente, stringo i pugni fino a far diventare le nocche bianche. Scossi la testa, cercando di mandare via quei pensieri. Mi serve assolutamente un consiglio dal mio migliore amico. Corro per tutta la casa alla ricerca del mio cellulare, ma non riesco a trovarlo. Frugo in ogni angolo, cassetto, mobile, perfino nella tazza del cesso (non si sa mai), ma niente, il cellulare sembra essere misteriosamente scomparso. Sto per avere una crisi di nervi, quindi cerco di rilassarmi facendo dei respiri profondi. D'un tratto, mi accorgo di avere qualcosa in tasca. Infilo la mano e ne esco il cellulare! Mi sbatto una mano sulla fronte. Mi sono decisamente rincoglionito. Compongo in fretta il numero di Cody che mi risponde dopo un paio di squilli. 
-Pronto?- dice
-Amico devi aiutarmi-
-Dylan? Che succede?-
-Credo di essermi innamorato di Scarlett- dico arrossendo lievemente 
-Finalmente! Era ora che te ne accorgessi!- ok, ora si che sono confuso. 
-Eh?- chiedo. 
-Sai, ci siamo accorti tutti che vi piacete a vicenda, gli unici che ancora non lo sanno, siete proprio voi!-
-Ah, ok, se lo dici tu. Comunque, mi serve n consiglio- 
-Spara- 
-Ecco, io vorrei dire tutto quello che sento, ma non so come fare- spiego arrossendo ancora di più. Lui scoppia a ridere. 
-Bravo, bravo ridi pure delle mie disgrazie- dico offeso. 
-S-scusa, Dylan, ma è così strano sentirti parlare così- dice con un tono divertito. 
-Comunque- continua -sei un cantante, no? Se proprio non riesci a dirle ciò che provi a voce, perché non le dedichi una canzone?- propone e io mi illumino.
-Cody sei un fottute genio. Vado subito a scriverla. Ciao- dico entusiasta. 
-Lo so, lo so. Ciao e in bocca al lupo!-
-Crepi- rispondo e attacco. Corro su per le scale ed entro in camera mia, prendendo in mano la mia chitarra e cominciando a scrivere la nuova canzone. 
ANGOLO AUTRICE
Beh? Che ve ne pare? Piaciuta la piccola sorpresa? E la nostra Scar che cosa dirà? Boh, lo saprete nel prossimo capitolo. Sciaoooo. The_Storm

 

 

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Capitolo 21
*** Happy ending ***


 

Pov Scarlett
Maledetto studio, sembrava non finire mai. Finivo una materia e ne avevo sempre un'altra pronta da studiare. Basta, non ce la faccio più. Mi serve una pausa. Chiusi di scatto il libro e andai in cucina. Presi una lattina di coca e la aprii, portandola alle labbra. Ne presi un lungo sorso e subito un leggero sollievo si impadronì della mia gola. Sospirando, tornai in camera mia e ripresi il libro che avevo abbandonato senza pietà. Niente, non riuscivo proprio a concentrarmi. Ogni volta che cercavo di far entrare quella roba nella mia testa, ogni cosa diventava una distrazione. Sbuffai frustrata e richiusi il libro con forza. Era evidente che non sarei riuscita ad imparare una sola parola, quindi ci rinunciai. Mi distesi sul letto, chiudendo gli occhi e subito il mio pensiero andò a Dylan. Ormai avevo capito che ne ero irrimediabilmente innamorata, ma ero decisa a soffocare quello stupido sentimento e tutte le cose strane che comportava, come l'accelerazione del mio battito cardiaco quando qualcuno lo nominava o semplicemente lo pensavo, come in quel caso. Sembrerà impossibile, ma sono già riuscita a soffocare questo sentimento, anche se devo ammettere che sta volta le sensazioni sono decisamente più forti, ma non m'importava, avrei superato anche questo da sola, come sempre. Non volevo avere niente a che fare con quella superstar montata, sarebbe stato un suicidio: le sue fan mi avrebbero odiata e mi avrebbero mandato minacce di morte, i media avrebbero giocato carte false pur di avere qualche fottuto pettegolezzo da sbandierare ai quattro venti, i paparazzi non ci avrebbero più lasciato in pace, sarei rimasta lontana da lui per chissà quanto tempo a causa dei tour e roba del genere, insomma, avrei dovuto rinunciare alla normalità e non volevo, ma una parte di me, invece, voleva rischiare, voleva dare un'opportunità alla popstar che si era impossessato del mio cuore e avevo una grandissima voglia di dargli ascolto, ma, ogni volta che facevo certi pensieri, puntualmente il mio cervello mi faceva tornare alla realtà e scacciavo subito quegli assurdi pensieri. La pace che regnava nell'appartamento venne interrotta dalla suoneria del mio cellulare. Mi alzai di malavoglia dal letto e presi il telefono dalla scrivania, rispondendo alla chiamata. 
-Pronto?- 
-Scarlett, ascolta, potresti scendere un attimo?- la voce era molto familiare, ma non riuscivo a capire chi fosse. 
-Ma chi sei?- 
-Come chi sono? Sono Dylan. Dai Scar, scendi un attimo, ti prego. È importante- parli del diavolo e spunta Dylan. Stavo seriamente per riattaccargli il telefono in faccia, ma il suo tono serio e impaziente mi fecero cambiare idea. 
-Ok. Sto scendendo- attaccai e misi il telefono in tasca, poi scesi di corsa le scale del palazzo e aprii il portone. Rimasi a bocca aperta: tutta la via era ricoperta di rose di tutti i colori e sul muretto di fronte al mio palazzo c'era Dylan con una chitarra in mano. Lo guardai con uno sguardo indecifrabile. Era un misto tra sorpresa, confusione, curiosità e meraviglia. 
-Scarlett ascolta, io non sono sicuro di avere il coraggio di dirtelo in faccia, quindi ho deciso di scrivere una canzone. Spero ti piaccia- e detto questo cominciò a suonare. Era una canzone dolcissima, adatta per un lento. La voce di Dylan era bellissima e rimasi incantata a guardarlo muovere le dita sulle corde della chitarra e a cantare. Era una canzone che rispecchiava incredibilmente la nostra storia e in cui lui dice di essere innamorato della ragazza, che dovrei essere io. Quando anche le ultime note si dispersero, Dylan alzò lo sguardo. Sul suo volto leggevo speranza, ma, sinceramente, non sapevo se sarei lo avrei deluso o no, in quel momento ero più che confusa. 
-Che...che significa?- chiesi. In realtà, avevo capito benissimo la situazione, ma stavo prendendo tempo. La speranza nei suoi occhi si spense un po'. 
-Significa che ti amo, Scarlett. E tu? Tu mi ami?- rispose e in quel momento aveva uno sguardo di assoluta serietà. 
-I-io non lo so- abbassai lo sguardo e corsi lontano da lui, ma non riuscii a fare nemmeno due passi che lui mi raggiunse subito e mi prese per un polso. 
-Scarlett, che significa "non lo so"?- 
-Significa che non so cosa provo per te- risposi tenendo lo sguardo basso. Lui mi prese il mento con due dita e incatenò il suo sguardo con il mio. Ero ipnotizzata. Lentamente si avvicinò, fino a far toccare le sue labbra con le mie. Era un bacio dolce, ma che mi chiarì ogni cosa: non avrei potuto rifiutarlo perché ormai ne ero seriamente innamorata e avrei sofferto molto di più nel sapere che non era mio. Il sentimento che provavo per quel ragazzo di cui credevo di essermi innamorata non era nemmeno paragonabile con quello che provavo quando stavo con lui. Quando ci staccammo, ci guardammo di nuovo negli occhi e io mi fiondai di nuovo sulle sue labbra. Lo sentii sorridere e ricambiare il bacio. 
-Scarlett- disse quando ci staccammo -vuoi essere la mia ragazza?- chiese e in quel momento mi dimenticai dei pensieri avuti poco fa, in quel momento per me era solo un ragazzo normale e lo baciai ancora. 
-Lo prendo per un si?- chiese e io annuii. Continuammo a baciarci per non so quanto tempo, nemmeno la pioggia che cominciò a scendere ci fermò. Avrei lottato per il nostro amore finché ne avrei avuto la forza e non mi sarei arresa davanti a niente, ne ero certa, il nostro amore avrebbe avuto la meglio su tutto. 
ANGOLO AUTRICE
Oddio che tristezza è già finito :'(. Beh, è stato bello, ringrazio tutte quelle che hanno avuto la pazienza di seguire la mia storia fino alla fine, nonostante i miei continui ritardi. Davvero, grazie di cuore. Ora vado. Ciaoooo. The_Storm

 

 

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