You're my only love.

di Jade Tisdale
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. Give me a kiss. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. I'm here, by your side. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. Don't worry. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. I will protect you. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. Happy birthday Ash! ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6. Don't leave me, please. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7. I'm sorry. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8. I'm scared! ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9. You complete my life. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10. What should I do? ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11. I love you so much. ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12. A new beginning ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13. Welcome home, Emmalyn! ***
Capitolo 15: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Prologo

 

Mi chiamo Ashley Tisdale, ma questo forse lo sapete già. Tutti pensano che io abbia una vita fantastica, ma in realtà non è così. O almeno, non del tutto... Fino a poco tempo fa avevo un ragazzo e dei fans che mi amavano, ma adesso, tutto è cambiato. Da quando High School Musical è finito non ho più i fans affiatati di prima e un paio di mesi fa mi sono lasciata con Jared, il mio ragazzo. Ci sto davvero male, ma non è un argomento di cui voglio parlare. Non mi sento ancora pronta per una nuova relazione. Ma quando ho incontrato lui qualcosa è cambiato. Non mi ero resa conto che a breve me ne sarei innamorata.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. Give me a kiss. ***


Capitolo 1.
 

Era una mattina primaverile. Mi alzai presto e mi preparai più in fretta che potevo: quel giorno avrei cominciato a incidere il mio nuovo disco, Guilty Pleasure e a girare i video. Non avevo molta voglia, ma dovevo andarci per forza. In meno di mezz'ora uscii di casa, ma prima di andare in studio di registrazione feci una sosta in una caffetteria. Stavo per portare la tazza alla bocca quando, improvvisamente, mi cadde dalla mano. Così, senza un motivo. Mi sentivo imbarazzata... Per fortuna non mi ero sporcata, ma il pavimento era scivoloso. Chiamai delle cameriere, ma nessuno mi considerò.

-Fantastico, cominciamo bene la giornata!- dissi fra me e me. 
-Posso aiutarla?-

Un uomo dal volto famigliare si avvicinò e mi porse dei tovaglioli.


-Si, grazie...- risposi.
-Di nulla.-


Ci accovacciammo e iniziammo a pulire. Mi sembrava di averlo già visto da qualche parte... Dopo aver pulito, buttai i tovaglioli e mi diressi verso l'uscita: ero in ritardo! Guidai più veloce che potevo, ma arrivai ugualmente in ritardo. Una volta in studio di registrazione, il mio manager mi disse che quel giorno, dopo aver cantato, avrei conosciuto la band, i tecnici e tutte quelle persone che avrebbero collaborato alla formazione dell'album. Sarebbe stata sicuramente una giornata piena di impegni! Passò mezz'ora ed entrò un ragazzo nello studio... 

-Scusate per il ritardo!- si giustificò.
-Non fa nulla, è il primo giorno. Ma in futuro non dovrà più accadere!- disse il mio manager.
-Infatti non accadrà mai più. Io sono Scott Speer, il regista dei video.- allungò la mano e si presentò.

Io mi avvicinai e quando mi notò capii dal suo sguardo che mi aveva riconosciuta, ma fece finta di nulla. In quel momento, tutto mi tornò alla mente: aveva già lavorato con me per il mio primo album. Alla fine della giornata, verso le sette, mi preparai per andare a casa. Proprio mentre stavo per uscire, lui mi fermò tenendomi il braccio.

-Come mai è cominciata così male la giornata?- mi disse con un sorrisino.
-Oh, in realtà stavo pensando e mi è scivolata la tazza. Tutto qui.- risposi io.
-Capisco... Sai, ho ascoltato la tua canzone, It's Alright It's Ok. E' davvero bella...-
-Ti ringrazio.-
-E' autobiografica?-
-Si, purtroppo.- sospirai.
-Mi dispiace tanto.-
-Anche a me. Però non mi piace tanto parlarne...-
-Invece dovresti. Sai, quando io ho qualche problema, mi piace parlarne con degli amici. Non sembra, ma sfogarsi con qualcuno può davvero aiutarti a stare meglio.- disse, ancora sorridente.
-Allora credo che lo farò!- sorrisi, a mia volta.

Mi diressi nuovamente verso l'uscita, ma poi ebbi un'idea.

-Ehi, Scott...-
-Dimmi.-
-Hai dei piani per stasera?- domandai tutto d'un fiato.
-No, non mi pare... Come mai?-
-Mi chiedevo se ti andasse di venire a mangiare una pizza da me. Vivo da sola e credo che mi farebbe bene un po' di compagnia.-

Mi fece un sorriso a trentadue denti.

-Ma certo. Vengo volentieri.- rispose.
-Bene. Allora, ecco il mio indirizzo.- glielo scrissi in un biglietto. -Ti aspetto tra una mezz'ora.-

Quella mezz'ora passò in fretta. Scott arrivò puntualissimo e io, nel frattempo, avevo comprato le pizze. Parlammo per tutto il tempo del mio album. Sembrava molto interessato.. Dopo cena, gli chiesi di restare per parlare un po'. Eravamo seduti sul divano.

-Adesso però parlami un po' di te. Abbiamo parlato tutta la sera del mio disco!- dissi.
-Non c'è molto da sapere su di me. Amo il mio fantastico lavoro...-
-Tutto qui?-
-Si, tutto qui. E tu?-
-Mmh... Non saprei.-
-Ci sono tante cose da dire.-
-Adesso però non mi viene in mente nulla.- risposi.
-Io un'idea ce l'ho.-
-Sarebbe?-
-Perchè non mi parli di ciò che è accaduto realmente in quella canzone?-
-Perchè ho già detto che non me la sento...-
-So che stai male, ma devi parlarne con qualcuno... Che sia io o qualcun altro.-

Sbuffai e mi decisi a parlare.

-Posso dirti solo che il mio ex si chiama Jared. Ti basta?-
-No, non mi basta!- disse in modo ironico.
-Adesso però pretendi troppo...-

Mi fece un sorriso.

-Facciamo così. Se tu mi racconti cos'è successo, io ti regalo questo bell'orologio!- se lo sfilò dal braccio.
-La mia vita non vale così poco. Scommetto che non è neanche d'oro...-

A quel punto cercai di toglierglielo dalle mani, ma lui allungò il braccio prima che riuscissi a prenderlo. Così mi avvicinai a lui e ci ritrovammo vicinissimi. Ci guardammo fissi negli occhi e pensammo la stessa cosa allo stesso momento. "Ashley, che stai facendo?" era la domanda che rimbombava nella mia testa. Ma in quel momento la mia testa non riuscì a controllare il mio cuore Così mi avvicinai un po' di più e lo baciai. Mentre lo feci, mi sentii la ragazza più felice del mondo. Eppure io non lo amavo, non lo conoscevo nemmeno. I miei sentimenti stavano cambiando troppo in fretta.


 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. I'm here, by your side. ***


Capitolo 2.

 

Dopo qualche secondo, ci lasciammo e ci guardammo negli occhi. Mi sentivo imbarazzata. Non so il perchè.

-Scusa, io non volevo...- dissi cominciando a piangere.
-Ma no, è stato solo un momento.-
-No, non è così... Ti chiedo scusa!-

Scappai e mi chiusi in bagno. Iniziai a piangere come una fontana. Mi sentivo uno schifo. Baciavo uno che nemmeno conoscevo! Eppure era l'unico che, dopo tanto tempo, era riuscito a farmi sentire bene. Che mi stessi innamorando? No, non ero ancora pronta. Mi accasciai a terra e lui cominciò a bussare ripetutamente alla porta, chiedendomi di aprirla. Ma io non lo ascoltai. Dopo un po', capii che se ne era andato e uscii dal bagno. Tutto ciò di cui avevo bisogno era dormire...

Il giorno seguente, quando mi svegliai, trovai una ventina di chiamate e messaggi di Scott. Mi chiedeva soprattutto come stavo. Al lavoro, la prima cosa che fece prima di farmi entrare fu chiedermi di parlare con lui in privato.

-Mi spieghi che ti è preso ieri?- mi chiese.
-Non ho niente da dire...-
-Invece si. Ashley, non è successo nulla, era solo un bacio!-
-Solo un bacio? Ma ti rendi conto che ho baciato qualcuno che non conosco?- le lacrime stavano per tornare, ma riuscii a trattenermi.
-Infatti è stato solo un momento di debolezza... Ti prego, facciamo finta che non sia mai successo nulla?- aveva gli occhi lucidi.
-Soltanto se mi prometti che non accadrà mai più.-
-Va bene. Amici?-
-Si, amici. - dissi, dirigendomi verso l'entrata.
-Ashley, aspetta!-
-Si?-
-E se...- si bloccò.
-Cosa?- 
-Ehm, no, nulla. E' tutto ok.-

Doveva dirmi qualcosa? Probabilmente si, ma non era il momento adatto. Il mio unico obiettivo era terminare al più presto il mio album. Non avevo bisogno di altre questioni amorose. Ma forse era proprio qualcuno da amare ciò di cui avevo bisogno... Non avevo ancora le idee chiare. Eppure avevo l'impressione di essermi innamorata di lui, anche se l'avevo appena conosciuto. Perchè lui era riuscito a trasmettermi mille emozioni in una serata piuttosto che Jared in due anni.

I giorni passarono e io cominciai a frequentarmi con Scott da amica. Lui si mostrava sempre gentile e disponibile nei miei confronti e uscivamo insieme senza problemi. Una sera però, qualcosa cambiò... Eravamo a casa sua, ad un'altra cena. Finito di mangiare, mi disse che doveva parlarmi di una cosa molto seria.

-E' una cosa che avrei dovuto dirti da tempo e mi dispiace non averlo fatto prima.- disse tutto d'un fiato.
-Adesso però mi fai preoccupare...-
Sospirò. -Ashley, io credo... Credo di essermi innamorato di te. Anzi, ne sono sicuro.-

In quel momento, cominciai a fissare il vuoto. Non sapevo se esserne felice o meno. Ma non volevo scappare o mettermi a piangere come una bambina: volevo, anzi, dovevo comportarmi da adulta. Sicuramente lui si aspettava che gli gridassi in faccia, ma feci tutt'altro... Mi avvicinai a lui, mi aggrappai al suo collo con le braccia e lo baciai, di nuovo. Il mio cuore si era finalmente aperto.

-Questo che significa?- disse lui, una volta che ci siamo lasciati.
-Significa che, credo di amarti anch'io... Ma non ne sono ancora sicura.-
-Io invece sono sicurissimo. Ti amo, Ashley e aspetterei tutta la vita per sentirmi dire che provi lo stesso.- mi sorrise e io ricambiai allo stesso modo.
-Io purtroppo ho ancora la vista appannata in campo amoroso. Possiamo frequentarci come coppia, ma non in pubblico.-
-Posso chiederti perchè? Riguarda Jared?-
-Beh, in parte si...-
-Quand'è che mi dirai cos'è successo?-
-Devi darmi tempo. Ho bisogno di sapere che di te posso fidarmi. Per ora, questa è la mia offerta: coppia segreta. Prendere o lasciare...-
-Accetto e ti prometto che non ti farò soffrire come ha fatto il tuo ex.-
-Lo spero.-

Ci scambiammo un sorriso e mi abbracciò. Poi mi sussurrò all'orecchio "Domani è domenica. Ti va di andare insieme al luna park?" Non riuscii a non dirgli di si. Il mio amore per lui non era ancora completo, ma qualcosa mi diceva che era quello giusto. Forse avrei solo dovuto aspettare un po' di tempo per capirlo.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. Don't worry. ***


Capitolo 3.

Il giorno seguente, Scott venne a prendermi subito dopo pranzo. Quello sarebbe stato il nostro primo vero appuntamento da fidanzati. In meno di un quarto d'ora, arrivammo a destinazione: il luna park. All'inizio facemmo un giro completo della zona e poi scegliemmo cosa fare.

-Andiamo sulle montagne russe?- mi chiese subito.
-Mmh.. Non so.-
-Non dirmi che hai paura!-
-Beh, forse, può darsi... E' un problema?- dissi ironicamente.
-Si, per te.-

Mi prese per un braccio e cominciò a tirarmi.

-Che cavolo fai!?-
-Ti porto sulle montagne russe, mi pare ovvio!- disse ridendo.
-Soffro di vertigini. E' una cosa seria...-

Fece finta di non avermi ascoltata.

-Scott, per favore. Ho paura...-
-Non devi avere paura quando sei con me, capito?- sorrise.

Io però avevo una fifa... Staccai la presa dalla sua mano e gli feci cenno di no con la testa.

-Mettiamola così. Ashley, tu ti fidi di me?-
-Ecco, io, credo... Credo di si.-
-Allora ti fidi se ti dico che quando salirai lassù riuscirò a non farti pensare alle tue paure?-
-Mi fido, ma non credo che...-

Non riuscii a finire la frase. Avevo paura, troppa, ma non volevo deluderlo.

-Okay, ci salgo. Ma se poi vomito, tu sarai responsabile...- risposi.

Mi fece un grande sorriso e ci dirigemmo alla biglietteria. Una volta sulla "navetta", cominciai a tremare.

-Ehi, è tutto a posto. Ci sono io- disse Scott per cercare di tranquillizzarmi.

Partimmo, piano piano. Eravamo vicini, anzi no, vicinissimi alla discesa.

-Scott, ho paura..- mi strinsi a lui.
-Andrà tutto bene. Fidati di me!-

In quell'istante, iniziò il mio incubo. La discesa più lunga e spaventosa che potesse esistere. Istintivamente, iniziai a urlare, ma un attimo dopo Scott mi baciò e riuscì a farmi distrarre. Strano ma vero... Una volta scesi, andammo a sederci in una panchina.

-Allora, è stato così orribile?- mi chiese soddisfatto.
-No, non direi...- arrossii.
-Te l'avevo detto che la paura ti sarebbe passata!-
-A quanto pare avevi ragione tu!-

Salimmo su altre giostre e ci divertimmo come due bambini. Ad un certo punto, si bloccò davanti ad uno di quei giochi dove bisogna colpire gli omini con delle palle di spugna.

-Voglio provarci. Ti dispiace?- mi chiese.
-Ma no, vai pure. Io mi prendo un gelato...-

Così, ci allontanammo. Io mangiai in fretta il mio gelato e dopo qualche minuto andai a sedermi vicino ad una fontanella. Qualcuno mi mise le mani sugli occhi.

-Sei tornato finalmente! C'hai messo un bel po'...- esclamai.

Mi voltai, ma non era Scott.

-J.. J... Ja...- non riuscivo nemmeno a dire il suo nome. Jared.
-Ciao anche a te, Ashley.- disse lui.

Io restai con la bocca spalancata.

-Cos'è, ti ho spaventata per caso?- fece un finto sorrisino.

Io restai imbambolata. Non sapevo che fare.. Avevo paura. Per fortuna, in quel preciso istante arrivò Scott.

-Che succede?- disse.
-Tu saresti...?- chiese Jared.
-Scott, un'amico di Ashley. E tu?-
-Jared, il suo ex.-

Jared gli allungò la mano, ma Scott non rispose. Anzi, notò che c'era qualcosa che non andava e lo guardò malamente. Jared, secondo me, si era spaventato e subito dopo se ne andò. Scott si sedette vicino a me.

-Grazie per averlo mandato via...- dissi.
-Figurati.-

Stranamente non disse altro. Di solito mi chiedeva di raccontargli la storia mia e di Jared, ma niente. Tirò fuori dalla tasca una collana a forma di cuore con le lettere "S" e "A".

-Scusa se c'ho messo così tanto, è chè non riuscivo a vincere...- disse.
-E' bellissima...- gli sorrisi.

Spezzò il cuore in due e mi diede quello con la lettera "S". Lui si tenne la parte con la lettera "A", ovviamente. Ce le mettemmo subito al collo.

-Così un giorno, se ci dovessimo lasciare, ti ricorderai che siamo stati fidanzati in segreto...- disse scherzosamente.
-Io non mi dimenticherò mai di te, capito?-

Ci abbracciamo. Sentivo il suo calore stringermi e mi sentivo davvero al sicuro tra le sue braccia. 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4. I will protect you. ***


Capitolo 4.

Restammo tutto il pomeriggio al luna park e cenammo a casa mia. C'eravamo proprio divertiti. Avevo appena messo a posto i piatti quando Scott mi prese la mano.

-Ehi...- dissi.
-Devo chiederti una cosa.-
-Si, certo.-
-Dimmi che ti ha fatto Jared.-
-Che centra Jared?- deglutii.
-Ho capito che hai paura di lui e che ti ha fatto qualcosa. Te l'ho letto negli occhi. Eri spaventata Ashley...-
-Ma no, pensi male...-
-Ashley, ti prego. Sii onesta.-

Sbuffai e gli feci segno di sedersi con me nel divano. Forse era giunto il momento di raccontargli cos'era accaduto.

-Era il nostro secondo anniversario di fidanzamento e lui era venuto ad abitare qui con me da circa un mese. Mi disse che doveva fare delle commissioni e poi avremmo festeggiato. Io pensai che, sicuramente, sarebbe andato a prendere il mio regalo, stessa cosa che feci anche io. Andai a ritirare una cavigliera che gli piaceva tanto e uscii da quel negozio molto soddisfatta. Lo amavo, più di qualsiasi altra cosa. Durante il tragitto del ritorno a casa, lo vidi baciare un'altra... Capii subito che mi stava tradendo. Buttai via il regalo e non gli parlai per un bel po'. Poi, una sera, si è presentato davanti alla porta di casa con un mazzo di rose: mi chiese di perdonarlo e che non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Io come una stupida gli credetti e lo perdonai. Ma un paio di giorni dopo, lessi un messaggio che aveva appena inviato a quella ragazza con scritto "Ti amo tanto. Sei la donna della mia vita." e da quel momento capii che Jared era letteralmente uscito dalla mia vita.- dissi.
-Capisco che è una cosa difficile da sopportare e da superare, ma ciò che non capisco è come mai hai paura di lui.-
-La sera che ho letto il messaggio, gli ho detto in faccia che se ne sarebbe dovuto andare. Ha tenato di farmi cambiare idea, ma io continuai ad oppormi. Ad un certo punto, mi ha persa per i polsi, mi ha bloccata contro il muro e poi mi ha tirato uno schiaffo...- Cominciai a piangere. -Da quel momento non l'ho più visto e oggi ho avuto tanta paura.-

Scott mi accolse tra le sue braccia e cercò di calmarmi. Mi diede un bacio sulla fronte e mi sussurrò "Finché ci sarò io, lui non ti torcerà nemmeno un capello. Te lo giuro." Io mi asciugai le lacrime e lo ringraziai per il suo appoggio.

-Posso portarti in un bel posto?- mi chiese con un sorrisino.
-Sarebbe?-
-Non posso dirtelo, ma sono sicuro che ti piacerà e ti farà ritornare il sorriso.-

Mi prese la mano e salimmo in macchina. Passò quasi mezz'ora. Arrivati a destinazione, Scott mi aprì la portiera della macchina come un vero cavaliere. Mi aveva portato in una spiaggia.

-Vuoi seguirmi?- disse allegramente.
-Con molto piacere.- risposi.

Camminammo per un po'. Non ero mai andata in spiaggia di sera e nonostante fossimo a fine maggio faceva davvero caldo. Eravamo soli in quella vasta spiaggia.

-Ti va di fare un tuffo?- mi chiese.
-Ma l'acqua sarà gelida... e poi non ho il costume!-
-Beh, io ci vado lo stesso!-

Mi lasciò la mano e si buttò in acqua.

-Ashley! Vieni anche tu! Non è fredda l'acqua!-
-Ne sei sicuro?- chiesi per accertarmi.
-Si! Vieni!-

Tirai un respiro e decisi di tuffarmi. Quando risalii, sentii un forte brivido.

-Avevi detto che l'acqua non era gelida...-
-Okay, ti ho mentito, ma se ti avessi detto la verità non ti saresti mai tuffata. Giusto?- mi disse mentre mi abbracciò per scaldarmi.
-Ehm, giusto...-

Dopo poco i nostri corpi si abituarono alla temperatura dell'acqua. Giocammo come due bambini schizzandocela. Poi uscimmo e mi fece correre come una matta dall'altra parte della spiaggia. Non ci rendemmo conto che era già notte fonda. Saranno state come minimo le due, ma non ce ne importava: volevamo divertirci. Ad un certo punto, mi buttai letteralmente su di lui e gli feci perdere l'equilibrio, cadendogli sopra.

-Ti sei fatta male?- mi chiese subito.
-No, sto bene.-

Inizialmente scoppiammo a ridere, ma poi ci guardammo negli occhi. Quegli occhi verdi mi stavano incantanta. Si, probabilmente ero davvero innamorata di Scott. Ci avvicinammo e ci dammo un meraviglioso bacio. Ogni volta che lo facevamo, mi sembrava sempre la prima: mi sentivo davvero bene. Ci lasciammo, ma non riuscimmo a farne a meno e subito ci preparammo ad un altro e lungo bacio. 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5. Happy birthday Ash! ***


Capitolo 5.

La mattina seguente ci svegliammo coricati sulla spiaggia, ancora bagnati. Scott mi accompagnò a casa e io andai a prepararmi: quello sarebbe stato il mio ultimo giorno di lavoro per l'album. Era già tutto pronto: dovevo solo firmare i cd. Nonostante ciò, restai al lavoro fino a sera tardi. Poi cominciò la stagione dei concerti, dei tour e delle interviste. Viaggiavo molto spesso ed io e Scott ci vedemmo ancora di meno. Passammo più di un mese senza vederci. Ci sentivamo al telefono, ma non era la stessa cosa. Arrivò la mattina del mio compleanno; ero tornata a Los Angeles la sera prima. Venni svegliata proprio da un messaggio di Scott che diceva "Vai in giardino." Ero così curiosa che nemmeno mi cambiai. C'era un grande cartellone con scritto "Auguri amore della mia vita." Mi voltai e me lo trovai davanti con una rosa.

-Auguri, Ash.- non feci in tempo a ringraziarlo che mi diede un bacio.
-Tesoro... Non so che dire.-
-Potresti cominciare dicendomi se hai finito coi tuoi tour...- chiese.
-Si, ho finito! Però ho da fare ancora un paio di interviste...-
-Beh, credo di poter resistere... E' da tanto che non ci vediamo di persona.-
-Lo so. Mi dispiace ancor di più che non siamo riusciti a festeggiare il tuo compleanno...-
-Non fa nulla. Sei più importante tu, ventiquattrenne!- mi diede un altro bacio.

Poi mi porse la rosa e annusai il suo dolce profumo.

-Cavolo Scott! Devo avere un aspetto orribile... Non mi sono nemmeno cambiata!-

In effetti avevo ancora il pigiama, i capelli raccolti in uno chignon fatto velocemente ed ero stanca per tutti quei concerti ed essendo senza trucco, avevo sicuramente una faccia assonnata!

-Sei bellissima anche così..- mi disse.

Gli feci una carezza, ma poi andai a cambiarmi subito. Volevo una festa semplice e invitai solo i miei genitori, Lisa e Mike, mia sorella Jennifer e il suo futuro marito Shane. Anche il mio abbigliamento era semplice: capelli al naturale, un vestito lilla che mi aveva comprato Scott e delle ballerine azzurre. Gli invitati arrivarono verso mezzogiorno. Pranzammo tutti insieme e finito di mangiare, dopo aver scartato i miei regali, mia sorella e Shane si alzarono in piedi.

-So che questo dovrebbe essere un giorno speciale perchè è il compleanno di Ashley, ma lo è anche perchè ho due notizie fantastiche per voi.- disse Jennifer ironicamente, facendomi una linguaccia. Poi continuò. -Come sapete, io e Shane dobbiamo sposarci e la data è prevista per uno dei primi giorni del prossimo mese. In più, vorrei che Ashley mi facesse da damigella d'onore e Scott come testimone.-

Io e Scott annuimmo e ci scambiammo un sorriso.

-Però, c'è anche un'altra splendida notizia...- disse Shane.
-Oh, ma certo... La settimana scorsa, ho scoperto che...- si bloccò e iniziò ad arrossire. -Ecco, io... Sono incinta!-

Restammo tutti scioccati. Poi io mi alzai e la abbracciai forte. Ero felicissima per lei! In realtà, tutti eravamo contenti. 

-Di quanto sei incinta?- chiesi, curiosa com'ero.
-Di due settimane.- rispose lei.
-E voi preferireste che fosse una femmina o un maschio?- continuai.
-Beh, entrambi preferiremmo una femmina...-
-E il nome?- dissi sorridendo.
-Io lascio scegliere a Jennifer. Sono sicuro che sceglierà un nome bellissimo- intervenne Shane.
-Beh, sai che ti voglio un gran bene Ashley e per questo volevo chiamarla Mikayla, che è molto simile al tuo secondo nome, Michelle... Spero non ti dispiaccia.-

Le feci un sorriso a trentadue denti.

-Ma no! Sono contentissima invece!- dissi dandole un altro abbraccio.

Al pomeriggio andammo tutti insieme in spiaggia, cenammo in un ristorante e poi ognuno tornò a casa propria. Scott si fermò a casa mia.

-Ma ci pensi che ho già ventiquattro anni?- dissi, sedendomi nel divano. -Mi sembra ieri che facevo i provini per i film e guarda dove sono arrivata!-
-Sei diventata una donna di successo e te lo meriti.- mi rispose Scott.
-Sei davvero dolce..- arrossii. -Quando eri un ragazzo, quali erano i tuoi sogni?-
-Beh, volevo diventare un regista e sono riuscito a realizzarlo.-
-Tutto qui?-
-Beh, si... Perchè?-
-Non so... Io avevo dei sogni in ogni campo, da quello del lavoro a quello amoroso.- dissi. -Sognavo di diventare una scrittrice, ma poi alle superiori mi sono appassionata di canto e di recitazione. Poi sognavo che, se fossi diventata famosa, ad un certo punto della mia vita, mi sarei sposata e avrei avuto dei figli.-
-Che bel progetto...- restò quasi a bocca aperta.
-Io sono fatta così. Mi piace fare le cose in grande!-
-Me ne sono accorto!-

Scoppiammo a ridere insieme.

  

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6. Don't leave me, please. ***


Capitolo 6.

Io e Scott avevamo finalmente recuperato il tempo perso. Andavamo spesso al cinema, al ristorante e ci siamo fatti anche due settimane di vacanza insieme alle Hawaii. La nostra relazione andava alla grande. Arrivò il giorno del matrimonio di Jennifer. Aveva appena finito di prepararsi ed entrai nella sua camera.

-Jennifer... Sei bellissima...-
-Ti ringrazio sorellina!- mi abbracciò.
-Il gran giorno è arrivato.-
-A quanto pare si... Vedi, ho capito che è il momento giusto per cambiare vita.-
-Intendi anche per la tua carriera?-
-Beh, anche. Quando nascerà la bambina o il bambino, sarò molto più impegnata di prima e sarò sicuramente costretta a lasciare il lavoro.-
-Quindi, niente più recitazione?- chiesi.
-Esatto.-
-Wow, io non mi sento ancora pronta per compiere un passo così grande...-
-Perchè tu sei ancora giovane sorellina. Credevo che Scott fosse quello giusto..-
-Infatti lo è. O almeno credo...-
-Ti conviene che sia così. Scott è un ragazzo d'oro. E' sicuramente la persona più gentile e leale che abbia mai conosciuto.-
-Già, mi sa che è così.-

In quel momento, mia madre entrò nella stanza.

-Non vorre disturbarvi, ma dobbiamo andare!- disse.

Così io e Jenny salimmo in macchina e andammo in chiesa. Tutto filò liscio e notai che i due sposini erano felici. In effetti, stavano davvero bene insieme. Passammo la giornata a divertirci così tanto che restammo in piedi fino a tarda notte. Mi accompagnò a casa Scott, come sempre.

-Vuoi fermarti qui stanotte?- gli chiesi.
-Oh, no, vado a casa mia.-
-Okay...-
-Però, beh, devo chiederti una cosa...-
-Certo. Dimmi.- risposi impaziente.
-Vedi, oggi vedendo Jennifer e Shane così felici, mi sono reso conto di quanto ti amo...-
-Oh, grazie... Anche io ti amo tanto.-

Gli diedi un bacio.

-Si ma, non è questo ciò che ti volevo dire...- continuò. -Oggi ho anche capito che forse... Beh, io... Desidero sposarti. Non subito, magari fra qualche mese e magari poi potremmo pensare a farci una famiglia e...- io però lo bloccai.
-Ehi, frena! Come mai all'improvviso tutti questi progetti?-
-Ehm, non lo so nemmeno io. E' solo che ti amo...-
-Anche io ti amo, ma credo che per parlare di matrimonio sia.. Beh.. Un po' troppo presto... Voglio dire, ci conosciamo da cinque mesi e stiamo insieme solo da tre.-
-Oh, capisco...-

Si diresse verso la porta, ma poi si rigirò verso di me.

-Quindi, se ho capito bene, non vuoi una relazione esclusiva, giusto? Hai voglia di cambiare, ogni tanto..- mi disse.
-Ma no, mi hai fraintesa! Sono giovane Scott e adesso voglio pensare solo alla mia carriera...-
-E a noi quando ci pensi?-
-Per me è difficile dividermi tra famiglia e lavoro, credevo l'avessi capito.-
-Si, ho capito benissimo ciò che intendi. A quanto pare mi sono sbagliato sul tuo conto.-

Aprì la porta.

-Che intendi dire?- dissi con gli occhi lucidi.
-Intendo dire che hai ragione tu e che forse non ci saremmo dovuti mettere insieme così presto.-
-Scott, no, io...-
-Non dire niente. Se non sei pronta per un matrimonio, allora non sei pronta per una vita normale come tanto desideri.-
-Vuoi dire che mi stai lasciando?-
-In un certo senso, si.-

Restai a bocca aperta.

-Mi dispiace, Ash. Mi dispiace davvero- furono le sue ultime parole prima di andarsene.

Io mi presi la testa tra le mani, mi accasciai a terra e cominciai a piangere. Possibile che non riuscisse a capire? Possibile che si fosse arrabbiato per così poco? Solo in quel momento mi resi conto di che tipo di persona fosse Scott. Per un istante, mi sentii quasi un'idiota al pensiero di essermi messa con uno come lui. Ma poi, mi resi conto di amarlo veramente e il mio pianto si espanse. 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7. I'm sorry. ***


Capitolo 7.

Stavo sempre più male per Scott. Lo amavo veramente e lui mi aveva fraintesa. Avrei tanto voluto chiarire, ma quando lo chiamavo al telefono lui non rispondeva. Mi ero anche presentata a casa sua varie volte, ma non lo trovavo mai. Un giorno, io e Jennifer andammo a bere insieme un caffè in un bar, lo stesso bar in cui avevo conosciuto lui. Ero al bancone per prendere le ordinazioni e me lo trovai di fianco.

-Scott..- dissi, perchè all'inizio non mi aveva visto.
-Oh, ciao, Ash...-

Ash. Amavo quando mi chiamava così.

-Come va?- gli chiesi.
-Beh, bene direi. Mi hanno chiamato per andare a registrare alcuni video a Las vegas... Parto domani.-
-Oh, è fantastico.-
-Già, lo è. E tu come stai?-
-Ehm, bene. Sono qui con mia sorella a bere un caffè...-

Mi guardò negli occhi. Cavolo, era così bello. Avrei solo voluto ritornare indietro nel tempo a quel giorno e dirgli un 'si, lo voglio.' Ma ormai non potevo più sistemare le cose. Mi sentivo terribilmente in colpa ad aver rovinato la nostra relazione.

-Ora è meglio che vada.- mi disse.
-Okay. Allora ci si vede...-
-Si, ci vediamo...-

Se ne andò e io tornai a sedermi.

-Che ti ha detto?- mi chiese subito Jenny.
-Chi?-
-Scott. Guarda che non sono cieca...-
-Oh, beh, mi ha detto che andrà a Las Vegas per registrare alcuni video e che sta bene...-
-Ti manca, non è vero?-

Nessuno sapeva cos'era successo veramente. Avevo solo detto che io e Scott avevamo rotto. La guardai e poi iniziai a piangere e a singhiozzare.

-Ehi, calmati... Dai, usciamo.- mi disse prendendomi per mano.

Mi portò fuori e andammo a sederci in un parco. Io però continuavo a piangere come una fontana.

-Vuoi dirmi cos'è successo veramente?-
-Ecco, noi abbiamo litigato perchè... Lui mi ha chiesto di sposarlo... E io gli ho risposto di no...-
-Come mai?-
-Perchè non mi sentivo pronta. Lui mi ha fraintesa e ha pensato che mi fossi messa con lui solo per gioco, ma in realtà non è così. Io lo amo da morire, è solo che avevo bisogno di tempo!-

Jenny mi abbracciò e cercò inutilmente di farmi calmare. Ero distrutta, così decisi di andarmene a casa. Passai il pomeriggio a piangere e a pensare a me e Scott. La mattina seguente, verso le nove, sentii suonare il campanello. Andai ad aprire e mi ritrovai di fronte proprio lui.

-Oh, Scott, entra...-
-Non ti voglio disturbare, è solo che mi sono accorto che avevi lasciato a casa mia questo una sera.-

Era un nastro per capelli.

-Ah, si grazie... Parti per Las Vegas?-
-A dir la verità ci sto ancora pensando...-
-Oh, come mai?-
-Perchè mi sono reso conto di essermi comportato da stupido e di aver detto delle cose orribili.-

Si avvicinò a me.

-Ash, mi dispiace tanto. Ho detto cose che non pensavo quella sera... Ma ero arrabbiato, credevo che mi stessi prendendo in giro. Non ti avevo capita...-
-E ti ci sono voluti quasi due mesi per capire che ti amo?-
-Si e ti chiedo scusa. So che non mi merito il tuo perdono, ma...-
-Vuoi tacere e baciarmi?- dissi scherzando.

Poi mi avvicinai a lui. Alzai le punte dei piedi e misi le mie braccia attorno al suo collo. All'inizio ci guardammo intensamente negli occhi. I miei occhi nocciola si persero in quel verde così ipnotizzante. Poi ci avvicinammo ancora un pochino. Sentivo il suo respiro sul mio viso. Il cuore iniziò a battere forte. Oh si, lo amavo davvero tanto. Poi finalmente, ci baciammo e mi sentii proprio felice.

-Ash...-
-Dimmi- ero ancora incantata per quel bacio.
-Io... Io non posso andare a Las Vegas. Mi mancheresti troppo..-
-Quanto starai via?-
-Tre mesi.-
-Scott, non posso permetterelo. Devi andarci e seguire il tuo sogno.-
-Ma...-
-Niente ma! Quando io sono andata in tour tu non me l'hai vietato!-
-Ma quello che fai tu è importante...-
-Anche tu sei importante per me Scott.-
-Ci vado, ma solo se prometti che verrai a trovarmi.-
-Ci puoi contare. Chiamami appena arrivi.-

Ci salutammo scambiandoci un ultimo bacio. 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8. I'm scared! ***


Capitolo 8.

Scott se ne era andato da quasi un'ora. Ero sul divano a leggere un libro sorridente e felice di aver fatto pace con lui, quando mi arrivò proprio una sua chiamata.

-Scott, sei già arrivato?-

Mi rispose una voce maschile, ma riconobbi subito che non era quella di Scott.

-Buongiorno. Con chi ho il piacere di parlare?- mi disse.
-Potrei fare la stessa domanda...-
-Oh, certo, chiedo scusa. Sono un agente della polizia di Los Angeles.-
-Ah, mi scusi allora... Sono Ashley Tisdale.-
-Ma certo, la signorina Tisdale, come ho fatto a non riconoscerla... Senta, lei ha qualche parentela con il signor Speer?-
-Ehm, si, sono la sua ragazza...-
-Deve venire subito all'entrata dell'autosrada. Ha avuto un incidente e...-

A quella frase, il telefono mi scivolò dalle mani, cadendo a terra e rompendosi in mille pezzi. Feci la sua stessa fine: mi accovacciai e le lacrime cominciarono a scendere. Non ci capivo più niente. Poi mi feci forza, presi la macchina e mi diressi in autostrada, ancora impaurita per ciò che avrei potuto vedere. Non credo che mi avrebbero chiamata sul mio cellulare se non fosse stata una cosa grave. Quando arrivai, restai letteralmente scioccata. La macchina di Scott era uscita dalla strada, a pezzi. Non riuscivo a vederlo. Mi avvicinai e feci il giro della macchina. Lui era lì! Mi accovacciai e con una mano gli tirai su la testa. Era pieno di sangue... Iniziai a piangere. Improvvisamente aprì gli occhi e mi guardò, occupata nel mio pianto. Con il minimo delle forze, allungò il suo braccio e mi prese per mano.

-Ehi... Stai tranquilla...- disse con un filo di voce.
-Come faccio?-
-Devi. Sono ancora vivo...-

Solo in quel momento mi resi conto che l'auto non era nella corsia per andare verso Las Vegas, ma quella per tornare indietro. Ma non gli feci domande, non era il momento adatto. Arrivò l'ambulanza e mi spostai per far sì che lo mettessero nella barella.

-Ti seguo con la macchina, non preoccuparti!- gli dissi.

Proprio mentre mi stavo per dirigere verso la macchina, una donna con in braccio un bambino mi si avvicinò. 

-Sei parente con quell'uomo?- mi chiese.

Io mi asciugai le lacrime.

-Sono la sua fidanzata.-
-Mi dispiace tanto... E' colpa mia...-
-Oh...- non sapevo cosa dire.
-Non mi ero resa conto che lo sportello era aperto... Mio figlio è uscito dalla macchina e lui, beh... Per evitare di prenderlo sotto, ha girato ed è uscito dalla corsia...- anche la donna si mise a piangere. -Mi dispiace! Mi dispiace davvero tanto!-
-Non importa, è tutto okay... L'importante è che lei e suo figlio stiate bene."

Salii in macchina e ricominciai a piangere. Avevo molta paura per Scott... Quando arrivai in ospedale, un'infermiera mi disse che era già in sala operatoria e che, se tutto fosse andato bene, ci sarebbe voluto un po'. Inviai un messaggio a Jenny per chiederle di farmi compagnia. Dopo quasi un'ora passata in sala d'attesa, sentii qualcuno poggiare la propria mano nella mia spalla. Alzai lo sguardo.

-Shane!- dissi.
-Ciao, Ashley.-

Lo abbracciai.

-Jennifer?- chiesi.
-Aveva mal di stomaco e mi ha chiesto se potevo venire io...-

Jennifer era al quarto mese di gravidanza. Avevamo scoperto che era incinta di una femmina e sia lui che Shane era contentissimi. Molto spesso aveva delle fitte. Passò più di un'ora. Shane era andato non so dove e poco dopo ritornò con un caffè in mano.

-So che questo ti rimetterà in sesto...- mi disse porgendomelo.
-Oh, si, ti ringrazio...-
-Mi dispiace per Scott.-
-Anche a me.-
-Sai, Jenny mi ha detto come mai avevate litigato...-
-Ah, okay. Nel messaggio mi sembra di averle anche scritto che stamattina abbiamo fatto pace...-
-Si, l'hai scritto. Comunque...- si fermò. -Ecco, sono felice che siate tornati insieme.... State bene.-
-Ti ringrazio.-

Bevvi in fretta il mio caffè.

-Shane, ho una domanda da farti...-
-Spara.-
-Se scoprissi che la vita di Jenny fosse appesa ad un filo, come ti comporteresti?-
-Beh, credo che le starei vicina nei suoi ultimi giorni di vita...-
-Oh, no, intendevo... Come ti sentiresti?-
-Mmh.. Ci starei davvero male. Credo che passerei molto tempo chiuso in me stesso a chiedermi perchè sia accaduto e l'unica cosa che sarei in grado di fare sarebbe piangere. Come mai questa domanda?-
-Perchè Scott rischia di morire... Ha una ferita molto profonda e ha perso molto sangue.- Ricominciai a piangere. -Ho paura Shane! Ho tanta paura...-

Mi accolse tra le sue braccia. Mi sentivo male al pensiero che potesse capitare qualcosa a Scott. Ci stavo male. 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9. You complete my life. ***


Capitolo 9.

Passarono altre tre, quattro ore circa. Avevo detto a Shane di andare a casa a sostenere Jennifer ed io ero rimasta sola, col mio cuore spezzato. Ricominciò a battere solo quando un'infermiera mi si avvicinò e mi disse "Si è svegliato. Può andare a visitarlo." Mi diressi subito nella sua stanza. Aprii la porta piano piano e lo vidi nel letto... Non appena entrai, alzò lo sguardo. Io iniziai a piangere e gli andai incontro.

-SCOTT!!!- urlai.

Lo abbracciai più forte che potevo.

-Scott... Stai meglio?-
-Si, Ash, stai tranquilla... E' tutto a posto adesso, non devi più preoccuparti.- rispose, prendendomi la mano e asciugandomi le lacrime.

Aveva alcune cicatrici e la fronte bendata. Mi tornò alla mente il momento dell'incidente, quando avevo la mano insanguinata...

-Da quanto tempo sei qui?- mi chiese.
-Da qualche ora...-
-Hai mangiato qualcosa?-
-Ma certo!-

In quel momento, mi brontolò la pancia. Scott alzò il sopracciglio.

-Ehm, okay... In realtà, non mi sono mossa da qui. Ero troppo preoccupata per te.-

Mi sorrise. Io mi avvicinai alla porta. 

-Adesso è meglio se ti lascio riposare... Torno più tardi.-

Stavo per aprire la porta, ma lui mi bloccò.

-No! Ti prego Ash! Stai qui con me, ancora un pochino...- mi supplicò.

Così tornai vicino a lui e mi sedetti in una poltroncina.

-Scott... Posso farti una domanda?-
-Si...-
-Quando sono arrivata nel luogo dell'incidente, ho notato che la tua macchina era dalla corsia per entrare in città e non dalla parte dell'uscita...-

Voltò lo sguardo dall'altra parte e sospirò.

-Stavo tornando indietro...- sbuffò poi.
-Perchè?-
-Perchè non ce la facevo ad accettare quel lavoro. Avevamo appena fatto pace e non volevo perderti di nuovo...-

Gli presi il volto con le mani e lo baciai.

-Sei uno stupido...- sussurrai.
-Lo sono diventato da quando sto con te!-
-Oh, come siamo spiritosi!- dissi facendogli una linguaccia.
-L'ho detto in senso positivo... Mi hai cambiato la vita.-

Arrossii.

-Sai, anche io ho notato una cosa...- disse.
-Sarebbe?-
-Beh, nonostante ci fossimo lasciati, hai tenuto la collana...-
-Se è per questo anche tu l'hai tenuta.-

Ci scambiammo un sorriso. Cavolo, anche in quelle condizioni riusciva ad essere dannatamente bello... Ero davvero felice di poter dire 'Lui è mio. Solo mio!' Quando gli stavo vicino, provavo delle sensazioni che non sapevo di poter sentire. 

-Senti... Riguardo alla questione del matrimonio...- stava per riprendere il discorso. -Dimentica tutto. Non voglio obbligarti a fare una cosa che non vuoi e non voglio nemmeno comportarmi da immaturo... Sai che sono aperto al matrimonio e quando ti sentirai pronta, basta dirmelo. Sempre se staremo ancora insieme....-
-Sei proprio un idiota Scott... Io non ti lascerò mai!- 
-Me lo auguro, perchè ti amo da morire.-
-Anche io... Sai, non te l'ho mai detto, ma da quando sto con te, sono cambiata di carattere... Prima ero timida, paurosa e a volte anche un pochino insicura. Adesso invece sono più solare, estroversa e sento che non devo avere paura di niente. Con te mi sento davvero al sicuro.-
-Sono contento di farti sentire così. Ti amo, Ash.- 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10. What should I do? ***


Capitolo 10.

Passò un mese circa prima che Scott venisse dimesso dall'ospedale. Doveva riprendersi completamente. Io comunque gli restai vicino: andavo a fargli visita ogni giorno. Passarono tre giorni dal suo ritorno a casa. Quella mattina mi sentivo davvero poco bene: sarei dovuta andare da Jennifer, ma restai a casa nel letto. Avevo un forte mal di stomaco. Sentii bussare alla porta.

-Avanti..- bisbigliai.
-Ehi.. Sono io...- disse Scott entrando. -Come ti senti?-
-Uno schifo. Mi viene da vomitare...-

Si avvicinò e si sedette vicino a me.

-Vuoi qualcosa? Non so, delle medicine... Vuoi che chiami un dottore?-
-No, lascia stare. Penso di aver solo bisogno di riposare.-
-Oh, okay. Allora ti lascio sola...-

Restai a letto per tutto il giorno. Verso sera, quando Scott tornò a casa sua, mi decisi a chiamare il dottore. Stavo davvero male e gli avevo detto di non chiamare dei medici perchè non volevo farlo preoccupare... Il dottore mi disse di andare in ospedale il giorno seguente, per un controllo. La mattina dopo, stavo ancora più male del giorno precedente, ma strinsi i denti e andai in ospedale comunque. Mi fece un'ecografia, per vedere che non avessi mangiato qualcosa di strano, ma non risultò nulla.

-Se non le dispiace...- disse il dottore. -Avrei una teoria...-

Sbarrai gli occhi. Mi stava dando un test di gravidanza.. Gravidanza!? All'inizio restai sconvolta, ma poi mi resi conto che poteva essere una spiegazione plausibile... Così lo presi e mi chiusi in bagno. Dopo quindici minuti, i più lunghi della mia vita, il test diede il risultato.

-Signorina, ma... Lei è incinta!-

Restai a bocca aperta. Non sapevo come prendere la cosa...

-Vede, signorina, secondo il test lei è incinta da pochi giorni e...- non lo lasciai continuare.
-La ringrazio dottore. Ripasserò...-

Me ne tornai a casa. Incinta? Io!? Evidentemente non l'avevo presa molto bene. Amavo i bambini e l'idea di diventare madre non mi sarebbe dispiaciuta, ma era troppo presto.. E poi io e Scott non eravamo nemmeno sposati! Chissà come avrebbe reagito... Dovevo dirglielo, aveva il diritto di saperlo. Così, lo chiamai...

-Pronto?- disse.
-Ehi, Scott...-
-Ciao Ash! Allora, come ti senti?-
-Ehm, non molto bene... Stamattina sono andata dal dottore.-
-Ah... Cosa dice?-
-Preferirei dirtelo di persona... Sei libero adesso?-
-No, sto andando al lavoro, ma se vuoi vengo stasera dopo cena..-
-Perfetto... A dopo allora.-

Spensi la telefonata e passai il pomeriggio a pensare. Come avrei fatto a crescere un bambino, alla mia età? Certo, non ero più una ragazzina, avevo ventiquattro anni, ma prima di avere dei figli avrei voluto aspettare ancora un po'... Scott ne aveva ventisette e forse non l'avrebbe presa male. Comunque, avremmo dovuto decidere insieme cosa fare. Scott arrivò puntuale, come sempre. Ci sedemmo insieme nel divano, anche perchè io stavo ancora male. 

-Allora, di che cosa mi dovevi parlare?- disse mettendo il suo braccio attorno al mio collo.
-E' una cosa abbastanza seria...-
-Non ti sarà successo qualcosa di grave, spero..-
-No no, io sto bene. Più o meno...-

Mi alzai. Andai vicino alla finestra e cominciai a giocherellare con la mia collana. Lui, a sua volta, si alzò e mi venne vicino.

-Scott...- dissi abbracciandolo. -Sono incinta!-

Lui abbandonò l'abbraccio e io iniziai a piangere, in silenzio. Poi mi riprese tra le sue braccia e mi baciò.

-Ma... Ma è fantastico!- lui era felice. -Perchp stai piangendo? Non eri tu quella che diceva di volere figli?-
-Si, l'ho detto ma... Insomma, non siamo nemmeno sposati... Non lo so più nemmeno io.-
-Beh, hai detto che devi essere pronta per sposarti...-
-Esattamente. Vedi, non mi sento ancora pronta a cambiare vita...-
-Oh, capisco. Quindi vuoi... Vuoi abortire?- disse con gli occhi lucidi.
-Non lo so... Cioè, no, non voglio...-

Mi asciugai le lacrime.

-Ho bisogno di tempo... Per riflettere...- dissi poi.
-Prenditi il tempo che ti serve. Io ci sono.-

Mi diede un bacio sulla fronte, mi sorrise e poi se ne andò. Cosa avrei dovuto fare? Non lo sapevo nemmeno io. Amavo Scott e il pensiero di avere un figlio da lui mi eccitava, ma ero davvero pronta a diventare madre? Probabilmente si, anche perchè amavo i bambini. Mi resi conto di desiderare sempre di più sposarmi... 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11. I love you so much. ***


Capitolo 11.

Passò qualche giorno, durante il quale pensai molto a quanto era accaduto, ma non avevo ancora le idee ben chiare... Quel pomeriggio, Jennifer si sentiva meglio; così andammo a fare una passeggiata insieme e gli raccontai della mia gravidanza.

-Ma è fantastico!- fu la prima cosa che disse. -Aspetta.. Come mai non sei felice?-
-Non lo nemmeno io. Prima desideravo tanto farmi una famiglia e lo voglio tutt'ora.-
-Allora non vedo proprio dove sia il problema...-
-Il problema è che sono giovane, Jenny. Ho una splendida carriera davanti e scusa se te lo dico, ma non voglio che un bambino rovini tutti i miei progetti.-

Ci andammo a sedere in una panchina in un parco.

-Sai, in realtà il mio non è stato un caso...-
-Che vuoi dire?- le chiesi.
-Voglio dire che io Shane abbiamo cercato questa bambina. Avevamo entrambi capito che era arrivato il momento giusto per creare una famiglia insieme.-

Non dissi più nulla. Restai a fissare il vuoto per qualche minuto.

-Ashley, ricordi cosa mi dicevi quando ti sei lasciata con Jared?-
-Certo che si. Mi ero ripromessa che prima di aver compiuto grandi passi ne sarei dovuta essere convinta al cento per cento. E' per questo che non sono ancora convinta di sposarmi e avere figli...- risposi.
-Sai, io credo che in realtà, non è che tu non sia pronta o non ti fidi di Scott. Secondo me tu hai solo paura che tutto si rovini, come è accaduto con Jared.-

Forse aveva ragione... Amavo Scott e ne ero consapevole, ma c'era qualcosa che mi bloccava nel dire 'Si, voglio sposarti.' Mi scese una lacrima e lei capì subito di aver ragione.

-Cosa dovrei fare?- chiesi, iniziando a piangere. -Ho tanta paura! Molte relazioni sono fallite a causa mia e non voglio che accada lo stesso con Scott... Ci tengo davvero a lui.-
-Non è stata colpa tua. Jared era... strano. E poi credo che Scott sia fatto giusto per te.-
-Abbiamo già litigato una volta...-
-Si, ma poi vi siete riappacificati. In un rapporto vero è normale litigare e poi fare pace. Sennò sembrerebbe finto.-
-Hai ragione. Stasera gli devo parlare...-
-Spero che farai la scelta giusta.-

Alla sera inviai un messaggio a Scott con scritto che avevo preso una decisione. Ciò che mi aveva detto mia sorella, da un lato, mi aveva aiutata. Lui si presentò a casa mia dopo pochi minuti.

-Ehm, quindi hai preso una decisione...- disse.
-Già... Vedi, io...-
-Non parlare, so già cosa stai per dire.-
-Ma no Scott, lasciami parlare...-
-No, Ashley, ho già capito che vuoi abortire e accetto la tua decisione, perchè so che adesso vuoi pensare alla tua carrie..-

Non riuscì a finire la frase, perchè lo baciai. Poi ci guardammo negli occhi.

-Sei uno stupido... In realtà volevo dirti il contrario!- dissi sorridente.
-Cioè..?-
-Cioè, voglio tenere il bambino...-

Mi sorrise e mi abbracciò.

-Oddio sono davvero contento! Come mai hai cambiato idea?-
-Perchè mi sono resa conto che è questo che voglio davvero. E poi, c'è un'altra cosa...-
-Sarebbe?-

Cominciai ad arrossire.

-Scott, la mia risposta è si...-
-Si? Per cosa?-
-Beh, insomma... Per il matrimonio... Sono pronta!-

A quella frase, vidi nei suoi occhi verdi una felicità doppia rispetto a prima. Mi prese in braccio e mi diede un altro bacio.

-Wow.. Non mi aspettavo questo cambiamento da parte tua in così poco tempo...- disse.
-Sono stata stupida. In realtà, avevo solo paura e ce l'ho tutt'ora...-
-Di cosa?-
-Di noi. Avevo paura che un giorno mi avresti lasciata, proprio come ha fatto Jared.-
-Credi davvero che potrei lasciarti?-
-Beh, non so... Può darsi. Magari un giorno ti stancherai di me.-
-Non accadrà mai. Te lo prometto.- 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12. A new beginning ***


Capitolo 12.

Passò un po' di tempo. Io e Scott cominciammo a parlare del matrimonio, anche se pensavamo che ci saremmo sposati in estate. Io mi abituai all'idea di diventare madre: anzi, ne ero molto felice! Arrivò la vigilia di Natale ed ero incinta da poco più di un mese. I miei genitori erano andati in vacanza dai miei nonni ad Atlanta con Jennifer da qualche giorno: io e Scott li avremmo raggiunti quella sera stessa. Stavamo per uscire di casa, quando, improvvisamente, iniziai a stare male. Iniziai a respirare profondamente.

-Ash, che succede?- mi chiese Scott venendomi incontro.
-Non.. Non lo so... Mi sento male...-

Mi aggrappai a lui, ma fu inutile: caddi a terra e svenni. Questo è tutto ciò che ricordo. Poi mi ritrovai coricata nel letto dell'ospedale. Non appena aprii gli occhi, un macchinario cominciò ad emettere un rumore strano... "Si è svegliata" disse un dottore, entrando nella camera. Mi fece una breve visita e dopo poco entrò Scott.

-Ciao amore...- disse baciandomi in fronte.
-Ehi... Cos'è successo?-
-Oh, non ti ricordi?-
-Ehm, no...-
-Stavamo partendo per Atlanta. Poi tu sei svenuta e ti ho portata in ospedale...-
-Ah, si... Che ore sono adesso?- chiesi.
-Sono le due...-
-Di mattina?-
-Beh, si. E' Natale...-
-Oh cavolo! Dobbiamo assolutamente uscire da qui, non voglio arrivare in ritardo....-

Se Scott non mi avesse bloccata, mi sarei sicuramente alzata da quel letto e me ne sarei andata.

-No, Ash, non puoi: devi riposare.- 
-Ho avuto solo un calo di pressione... Non è nulla!-
-Beh, no, non è solo quello...-

Lo guardai stranita.

-Ash...- disse con gli occhi lucidi. -Non so come dirtelo...-
-Fallo e basta...-
-Hai.. Hai perso il bambino...-

Restai con gli occhi sbarrati e la bocca aperta. No, non poteva essere vero... Mi ero appena abituata all'idea di diventare madre...

-Scott... Ti prego..- dissi iniziando a piangere. -Ti prego.. Dimmi che non è vero.-

Lui si avvicinò al mio letto e iniziò a piangere. Poi mi abbracciò forte.

-No Ash, è tutto vero...-

Ero distrutta. Iniziai a piangere pure io. 

-Non è possibile... Non può finire così...- dissi.
-E' inutile fare la testarda in questo momento...-

Sbuffai e cercai di asciugarmi le lacrime, ma poco dopo ricominciarono a cadere. Perdere un bambino alla mia età non era un fatto così bello. 

-Scott, vai via...-
-Cosa? Perchè?-
-Ti prego... Ho bisogno di stare sola...-

Mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò. Lo bloccai prima che uscisse.

-Aspetta... Puoi chiamare tu mia madre e dirle che non andiamo?-
-Ma certo...-
-Dille anche del bambino.-

Annuì e uscì dalla stanza. Io iniziai a piangere e a singhiozzare più di prima. Ero davvero disperata. Non sapevo più cosa pensare... La mattina seguente, Scott mi venne a svegliare.

-Buongiorno principessa! E Buon Natale!-
-Ehi, buongiorno anche a te...-
-Ancora di cattivo umore?- chiese.
-Si, tanto.-

A breve avrei di sicuro ricominciato a piangere, ma lui mi mostrò un mazzo di fiori e mi disse "Può bastare per farti tornare il sorriso?"

-No, ma almeno ci hai provato...- dissi, accendandogli un minuscolo sorriso.
-Un sorrisino però me l'hai fatto...- sorrise, a sua volta. -Credo che tu voglia di nuovo stare da sola, quindi...-
-Oh, no, ti prego. Devo parlarti...-

Si avvicinò e si sedette in una poltrona vicino al letto.

-Dimmi tutto...-
-Se tu sei d'accordo, ovviamente...- cominciai a dire. -Siccome stiamo progettando il matrimonio... Beh, ecco, vorrei riprovarci...-

Mi guardò perplesso.

-Non guardai con quell'espressione! Intendo che voglio riprovarci... Ad avere un bambino...-

Sicuramente ero rossa come un peperone. Lui mi fece una risata.

-Perchè stai ridendo adesso?- chiesi.
-Perchè da quando ti conosco, mi sono reso conto che cambi umore facilmente! Fino a poco fa eri depressa, adesso progetti già di avere un figlio...-
-Scott, ci sono stata davvero male. Pensi che stanotte abbia dormito? Niente affatto! Sono stata tutto il tempo a pensare all'accaduto. Voglio riprovarci... Trovi ridicola la mia positività?-
-Niente affatto. Anzi, apprezzo molto questa cosa...-

Ci scambiammo un sorriso.

-Allora, ci riproviamo?- chiesi.
-Con molto piacere. Ti prometto che prima di sposarci potrai di nuovo leggere un 'Si, sei incinta' sul test di gravidanza.-

Si avvicinò e mi baciò. Quella non era un brutto finale: era un nuovo inizio.
 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13. Welcome home, Emmalyn! ***


Capitolo 13.

Passarono circa otto mesi. Era una calda giornata di fine agosto. Il grande giorno era arrivato: io e Scott ci stavamo per sposare. Avevo un vestito lungo, bianco, con delle rose bianche ai lati: dietro avevo un fiocco con altri fiori, tutti colorati. I capelli li avevo lascaiti sciolti, castani, con un cerchietto rosa e senza velo. Ero nella mia camera che stavo finendo di prepararmi, quando sentii bussare alla porta.

-Avanti!- dissi.
-Permesso...-

Era mia sorella Jennifer. Entrò e solo quando mi raggiunse mi resi conto che teneva in braccio Mikayla, sua figlia. Era nata a febbraio e aveva sei mesi: io la trattavo come una figlia.

-Guarda un po' chi ti ho portato?- disse Jenny.
-Ciao tesorino...- dissi, prendendo le manine di Mikayla.
-Allora, sei pronta?-
-Certo, siamo pronte...- dissi accarezzandomi il ventre.

Ero incinta, di nuovo. Subito dopo essere stata dimessa dall'ospedale, io e Scott volemmo riprovarci e andò tutto a gonfie vele. La mia bambina aveva sette mesi e mezzo. Eravamo tutti felici, me compresa. Negli ultimi giorni avevo avuto dei dolori strani e il dottore mi disse che c'era il rischio che la bambina nascesse prematura, proprio come è accaduto con Mikayla. In realtà, è accaduto a quasi tutti i miei familiari, me e Jennifer comprese. In quel momento, sentimmo di nuovo bussare alla porta.

-Si?- dicemmo io e Jenny a tempo.
-Ashley, è ora!-

Era la voce di mio padre: dovevamo andare in chiesa. Scesi le scale lentamente, anche perchè avevo i tacchi. Impiegammo cinque minuti per arrivare in chiesa. Mio padre mi prese a braccetto ed entrammo. Tutti si alzarono in piedi e mi fissarono. Scott era lì, sull'altare, con mia madre. I suoi genitori erano morti da qualche anno e per quel motivo l'aveva accompagnato lei all'altare. A piccoli passi, io e papà ci avvicinammo sempre di più. Mancavano pochi passi, ma lui mi bloccò.

-Ehi, che succede?- chiesi a bassa voce.
-Volevo solo dirti che sono fiero di te e che sei diventata una donna meravigliosa. Sono felice che Scott abbia notato queste tue qualità..- mi disse sottovoce nell'orecchio. 
-Grazie, papà!- dissi sorridente.

A sua volta, sorrise anche lui e arrivammo all'altare. Scott mi prese per le mani e mi disse "Sei bellissima." Poi, inziò subito la cerimonia.

-Siamo qui riuniti quest'oggi per unire in matrimonio Ashley Michelle Tisdale e Scott Speer. Che la cerimonia abbia inizio!-

Tutti i presenti si sedettero.

-Vuoi tu Scott Speer prendere come tua legittima sposa la qui presente Ashley Michelle Tisdale?-
-Si, lo voglio- disse Scott con gli occhi lucidi dall'emozione.
-E vuoi tu Ashley Tisdale prendere come tuo legittimo sposo
 il qui presente Scott Speer?-
-Si, lo voglio!- dissi con un sorriso raggiante.
-Allora io vi dichiaro marito e moglie!-


Scott si avvicinò e ci baciammo. Restammo uniti per un po' e quando ci dividemmo, ci ritrovammo immersi in un bagno di riso e di fiori. Lanciai il mio bouquet di rose, i miei fiori preferiti e arrivò tra le braccine di Mikayla. Poco dopo, ci dirigemmo a casa mia, cioè, nostra, per festeggiare tutti insieme. Mi ero appena cambiata e messa qualcosa di comodo: stavo scendendo le scale quando, improvvisamente, sentii una forte fitta. Scott era nel primo scalino e mi venne incontro.

-Che succede amore?- mi chiese.
-Scott...- dissi toccandomi la pancia. -Scott... Mi si sono rotte le acque!- dissi con le lacrime di gioia agli occhi.
-Cosa? Adesso? Ne sei sicura?-
-Ma secondo te non ne sono sicura?- dissi ironicamente.

Scott riuscì a prendermi in braccio e a portarmi nel divano: gli avrò sicuramente rotto la schiena da quanto pesavo! Poi mia madre chiamò subito in ospedale, dicendo di riservarmi una stanza. Scott mi portò in macchina e andammo di corsa in ospedale. Le fitte si facevano sempre più forti... Nell'arco di mezz'ora, mi prepararono. Stavo per andare a partorire, con Scott al mio fianco. Mi strinse la mano per tutto il tempo con frasi del tipo "Calmati! Io sono qui con te!" Dopo il parto, stremata, mi addormentai senza nemmeno accorgermene. Quando mi svegliai, Scott era al mio fianco, con la bambina in braccio.

-Ehi, ti sei svegliata...- disse sorridente. -Ti presento la piccola Emmalyn.- 

Presi in braccio la bambina. Mi sembrava ancora strano essere madre, ma quando la bimba aprì gli occhi, me ne innamorai subito. Aveva gli occhi verdi, come il padre.

-Scott...- dissi piano, per non far spaventare la piccola.
-Dimmi.-
-Ma secondo te diventerò una brava madre?-
-Sarai la mamma migliore del mondo. Te lo assicuro.- disse sorridente. 

Poi guardai nuovamente la bambina.

-Benvenuta in famiglia, Emmalyn!- dissi con un enorme sorriso. 

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Capitolo 15
*** Epilogo. ***


Epilogo.

Che ci credessi o no, erano già passati diciotto anni. Io e Scott eravamo rimasti uniti e ci amavamo ancora come un tempo. Quel giorno, ovviamente, oltre ad essere il nostro anniversario di matrimonio, era anche il compleanno di Emmalyn, la nostra primogenita. Aveva il capelli castani e lunghi come i miei e gli occhi, col tempo, le erano diventati nocciola. Era diventata una ragazza intelligente, piuttosto introversa e molto gentile. Fisicamente era identica me, ma di carattere era la fotocopia di suo padre. Dopo Emmalyn però abbiamo avuto altri due figli: Ian e Mackenzie. Ian, il figlio di mezzo, aveva quindici anni. Aveva i capelli corti, biondi e gli occhi verdi. Di carattere era estroverso, impulsivo e quando voleva ci faceva arrabbiare, ma in fondo era un bravo ragazzo e sapeva sempre come farsi perdonare. A differenza della sorella, somigliava fisicamente al padre e caratterialmente a me. Infine, Mackenzie, la più piccola di sette anni. Si può dire che aveva caratteristiche un po' mie e un po' di Scott: aveva i capelli lunghi e castani e gli occhi nocciola, con delle striature verdi. Era una bambina prudente, coraggiosa e molto furba per la sua età. Avevamo formato proprio una bellissima famiglia! Venni svegliata da un tenero bacio di Scott.

-Ehi, buongiorno..- disse.
-Buongiorno anche a te- risposi.

Ci guardammo intorno: di solito i nostri figli di facevano qualche sorpresa buffa, ma non avevamo ancora notato nulla di strano. Così scendemmo le scale e ci dirigemmo in salotto...

-SORPRESA!!!- dissero in coro tutti i nostri figli.

Ci ritrovammo davanti una super colazione, disegni e addirittura regali! Eravamo senza parole.

-Ragazzi, ma è fantastico...- dissi io.
-Siamo senza parole...- continuò Scott.
-L'abbiamo fatto per voi!- commentò Ian.
-E per i diciotto anni di Emmalyn!- continuò, Mackenzie. -Adesso vi diamo i vostri regali!-

Ci sedemmo sul divano ed uno ad uno ci consegnarono i propri regali. La prima fu Mackenzie.

-Io non avevo dei risparmi, così vi ho fatto un disegno...-

Ci diede un biglietto. Aveva raffigurato tutta la famiglia. Scott la prese in braccio e le disse "Tesoro, è bellissimo!" Poi fu la volta di Ian.

-Io quest'anno ho deciso di farvi un regalo in questo modo...-

Ci porse una busta con dei soldi dentro.

-Che significa?- chiesi.
-Significa che il mio regalo è di passare una serata tutti insieme, andando al ristorante e poi al cinema. Ovviamente, tutto pagato da me...- spiegò Ian.

Io e Scott lo abbracciamo e lo ringraziammo per il bel gesto. Infine, Emmalyn.

-Il mio regalo è stato più che altro un desiderio della mamma, ma sono sicura che anche papà ne sarà felice. Ho faticato tanto per trovarle...-

Ci porse una scatoletta: non riuscivo a credere a ciò che stavo guardando... Era la collana a forma di cuore che mi aveva regalato Scott al tempo di fidanzamento, con le nostre lettere dell'alfabeto. L'avevamo persa durante il trasloco fatto dopo la nascita di Ian, perchè avevamo bisogno di una casa più grande. Nonostante Emmalyn fosse piccola a quel tempo, ricordava perfettamente quelle collane. Ce le mettemmo subito al collo.

-Emmalyn, ma.. Come hai fatto?- chiese con gli occhi sbarrati Scott.
-Oh, beh, non lo so nemmeno io a dire il vero... La mamma desiderava tanto riavere indietro queste collane, così mi sono recata alla vecchia casa e ho chiesto ai proprietari se le avessero trovate e fortunatamente le avevano conservate...- disse lei.
-Tesoro, è un regalo fantastico!- dissi abbracciandola. -Ma c'è un regalo anche per te...-
-Cioè?- chiese eccitata.

Io e Scott ci alzammo in piedi e le facemmo segno di seguirci in giardino.

-Oh mio Dio... Non posso crederci: un'auto!- urlò Emmalyn. -Mamma, papà, grazie tante!-

Era felicissima! Quando aveva preso la patente non gliel'avevamo comprata, ma a breve avrebbe cominciato l'ultimo anno di liceo e pensammo che se lo meritava proprio.

-Quindi questa sera vi porto io con la mia nuova macchina al ristorante!- disse tutta contenta.
-Se guida Emmalyn allora c'è da preoccuparsi...- commentò Ian con una risatina.
-Io almeno ho la patente!-
-Ehi, ragazzi, non ricominciate...- disse Scott.
-Okay!- dissero in coro Ian e Emmalyn.

Poi Mackenzie mi venne vicina: io mi abbassai e mi sussurrò nell'orecchio "Ti prometto che da grande non diventerò come loro!" 

-Ehi! Guarda che ti ho sentita!- le disse Ian.

Io e Mackenzie cominciammo a ridere come delle matte. Poi ci seguirono anche Emmalyn e Scott e alla fine, Ian non poté essere da meno. Ci avvicinammo tutti e ci abbracciammo. 

-Hai visto che bella famiglia abbiamo formato?- disse Scott dando un bacio a Mackenzie.
-E' proprio vero: la nostra famiglia è in assoluto la migliore!- risposi io, con un grande sorriso.

Era proprio vero: la nostra famiglia era unica! 

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