William Darren.

di Moonstone_Hell
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Era destino o semplice coincidenza? ***
Capitolo 2: *** E fuori è buio. ***



Capitolo 1
*** Era destino o semplice coincidenza? ***


Era destino o semplice coincidenza?

 
William Darren se ne stava seduto sulla sua poltrona che, oramai, puzzava di pelle vecchia. Rovistava tra quelle scartoffie che si lasciano ad ammuffire in un cassetto per pigrizia.
 Egli non poteva fare altro che rovistare per cercare qualche oggetto che gli apparteneva, doveva farlo in fretta ma lui voleva perdere tempo per rimanere ancora qualche minuto in quella casa a lui tanto cara, dove aveva passato i giorni più bui, dove aveva cresciuto i suoi figli, dove aveva fatto l’amore con sua moglie …
Sua moglie, non credeva più alle sue stupidaggini, non rideva più alle sue battute …
Dove era finita quella fan sedicenne con il giacchetto di pelle che lo aveva rincorso, a piedi, dalla sala del concerto sino all'hotel?
Dov'era finita la ragazzina ribelle che amava la musica rock e che nei momenti di tenerezza gli toccava i capelli biondi dicendo di essere in un sogno,  perché quello non poteva essere altro?
Ora tutto era diverso, lei era diversa, perfino William lo era.
 
Erano le cinque del pomeriggio e il sole calava lentamente.
I bambini erano a casa della nonna e William guardava le foto, appese al muro, di quando erano piccoli, di quando erano ancora  una famiglia …
Selene sarebbe tornata a casa a momenti, era stata chiara al riguardo “Non voglio più vederti, non voglio vedere le tue cose e se succederà darò fuoco a tutto, lo giuro sul mio nome!”, era stata molto chiara.
Un tempo si divertivano assieme, lui Bill Kaulitz e lei una fan qualsiasi per molti, una luce alla fine del tunnel per lui.
Si conobbero dopo un  concerto, il fatidico giorno che lei lo inseguì …
 
Era notte, il concerto era terminato con successo e Bill si era chiuso nella sua camera d’hotel aspettando il nuovo giorno.
Non riuscendo a chiudere occhio, decise di aprire la finestra; Sotto il suo viso intravide una ragazzina in lacrime, accucciata ad un angolo che singhiozzava forte.
Era seduta a terra e reggeva in mano un pezzo di carta con un pennarello nero.
“Ti serve aiuto?” fu l’unica cosa che venne in mente al giovane.
La ragazza si asciugò le lacrime e alzò la testo così da permettere al ragazzo di scorgere nel buio i suoi lineamenti fanciulleschi, puliti.
Lei spalancò gli occhi, le lacrime scendevano giù a fiumi, non riusciva a respirare, non si muoveva, per un attimo il cantante pensò che avesse un malore.
“Aspettami giù, vengo a prenderti.”
Bill si fiondò giù per le scale ed ebbe appena il tempo di acchiappare il bodyguard per un braccio e trascinarlo fuori dall'hotel.
Trovò la ragazza proprio dove l’aveva lasciata, ne un centimetro in più, ne uno in meno, ancora con il viso pieno di lacrime che guardava verso la finestra della sua camera, forse pensando di aver immaginato tutta la faccenda.
Lui le prese la mano e lei si girò di scatto e lo vide, era alto molto più di lei, ed era molto più grande.
La giovane si sentì mancare ma rimase in piedi. Le sue mani erano fredde e il suo sguardo vuoto.
“Volevo solo un autografo” gli disse con le guance bagnate e un aria tremendamente confusa.
La frase strappò un sorriso dalle labbra del cantante e decise di portarla in camera sua e così si sciolse il ghiaccio e incominciarono a parlare e a parlare.
Parlarono tutta la notte degli impegni della band, della vita della fanciulla e dei progetti per il futuro di entrambi.
Lei scoprì di avere molte cose in comune con il suo idolo, anche la passione per la moda, il rock, i gusti alimentari e tante altre cose …
Così distanti eppure così uguali. Era destino o semplice coincidenza? Il fatto era che si erano incontrati e non si sarebbero più lasciati, o almeno era quello che pensavano entrambi prima del divorzio.
 
Quella notte non dormirono, rimasero a parlare e a ridere.
La mattina seguente la star si rese conto di non sapere il nome di quella ragazza a lui sconosciuta ma cara nello stesso tempo, così glielo chiese prima che andasse via, lei rispose di sfuggita “Selene”.
Si scambiarono il numero di cellulare, egli sentiva di potersi fidare di lei, forse si sbagliava, o forse no …
 
I giorni passavano e nessuno dei due telefoni accennava a squillare, i ragazzi finirono per perdere le speranze finché un giorno si rincontrarono all'aeroporto di Berlino, Bill con il suo gruppo era appena sbarcato per un concerto, Selene era lì con i suoi amici per una vacanza.
Erano passati pochi mesi ma sembrava passata una vita. Era stato di nuovo il destino a farli incontrare  o un’altra assurda coincidenza?
Erano stanchi del viaggio ed estremamente scossi dall'incontro, si abbracciarono forte e Selene cominciò a piangere.
I due capirono che erano stati creati per stare insieme, e così fu.
Selene decise di seguire il suo cuore perché in realtà la sua passione era la musica e Bill Kaulitz, non ci sarebbe stata occasione migliore per avere una vita meravigliosa.
 
Viaggiarono in tutti i posti del mondo, mangiarono i cibi di tutti i paesi, incontrarono insieme persone di ogni genere, Selene diventò parte integrante del gruppo ed era considerata una sorella minore, una figlia, anche lei aveva riscosso successo tra le fans, una di loro che riusciva ad arrivare così in alto, era un ispirazione per tutti …
William la amava, nonostante l’età, nonostante la distanza, visto che durante il periodo invernale Selene doveva tornare a scuola in Italia mentre il suo gruppo doveva continuare il tour, nonostante le critiche, lui la amava alla follia … Avrebbe spaccato il mondo se solo lei glielo avrebbe chiesto, avrebbe potuto sfruttarlo a suo piacimento, ma non lo fece mai, per lei, Bill era il suo ragazzo, colui che ammirava, rispettava e amava da anni … per questo tutti ammiravano lei.
 
William ricordò tutto ciò e una lacrima solcò le sue guance ormai segnate dall'età.
Egli ricordò i giorni passati a Los Angeles con suo fratello e la sua amata, sulla spiaggia, i giochi, gli scherzi, i baci e le carezze.
Amava farsi accarezzare i capelli, amava guardarla negli occhi, amava tutto di lei, gli occhi azzurri che cambiavano con il tempo, i capelli neri, lunghissimi, i boccoli che le scendevano sulle spalle morbidi e il profumo dello shampoo al cocco che lo faceva eccitare tanto … Poi ricordò il sapore amaro dei litigi che si risolvevano con un bicchiere di latte caldo davanti al tramonto, i loro biscotti preferiti.
 
Aprì un cassetto, l’ultimo ormai, cominciò a spostare fogli, cartacce varie, lettere, carte  di caramelle sicuramente nascoste dal figlio minore, Diego, trovò infine una fotografia, ritraeva Selene, con il suo solito sorriso, immersa in un vestito a fiorellini blu e in testa portava un cerchietto azzurro che si intonava perfettamente ai suoi occhi …
William ricordava molto bene quel giorno, era il primo settembre, il giorno del suo compleanno …
Compiva  22 anni, lei ne aveva compiuti 17 a luglio.
Lui e Tom avevano organizzato una festa enorme, avevano invitato 1000 persone circa, la festa era di sera in spiaggia, Selene era la più piccola ma sembrava la star più importante della serata, si comportava come una ricca donna piena di grazia e classe, lei era fatta così, sapeva comportarsi in qualsiasi situazione rimanendo sempre se stessa, questo era un altro pregio che Bill amava da impazzire.
 
Tutte le donne si erano presentate in costumi semi trasparenti o alcune persino in topless, cosa che a Tom non dispiaceva, Selene invece aveva stupito tutti arrivando in spiaggia con il suo tenerissimo e splendido vestitino a fiorellini blu, era scalza, i capelli erano stranamente lisci e ogni volta che li scuoteva o che si avvicinava a qualcuno, l’odore del cocco si spargeva nell'aria come il profumo dei fiori appena sbocciati.
 
William ricordò i giorni in cui indossava un paio di jeans strappati sulle ginocchia, degli anfibi e una maglia lunga e insieme, mano nella mano, passeggiavano per le strade di Londra, dove c’era la casa che le aveva comprato poiché la desiderava da anni, dopo aver compiuto la maggiore età.
 
Ad un tratto un rumore di chiavi si infiltrò tra i suoi pensieri e posò la foto in attesa di una nuova crisi di pianto, in attesa delle urla strazianti della donna perfetta, colei che amava e che aveva amato per tanto, troppo tempo.
 
 
 
 
 
Ciao a tutti :D Eccomi tornata con un’altra ff … Che dire? Direi che questa storia è un po’ diversa dalle altre, insomma una storia un po’ insolita. Vi siete mai chieste come sarà Bill Kaulitz tra qualche anno? Se si sposerà mai? Se la sua vita sarà come quella delle fiabe o come quella dei film drammatici? Ecco, io ho cercato di dare voce alle mie idee, accetto tuuuuttteee le critiche che volete scrivere e tuuutttiii i commenti positivi, commentate vi prego, fatemi sapere se vi piace e io continuerò a scrivere il seguito, spero di non avervi deluso :)Scusate gli errori di ortografia, che altro? Ah si, chi sarà stato ad aprire la porta? Che succederà? Al prossimo capitolo :3  P.s. Commentate!!!

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Capitolo 2
*** E fuori è buio. ***


E fuori è buio.

 
La porta si aprì e William riconobbe quei passi leggeri, insicuri.
Bastò uno sguardo per farlo alzare dalla poltrona sul quale era seduto, uno sguardo micidiale, degno di un assassino.
Selene era davanti ai suoi occhi, pallida, con i capelli che le scendevano sulle spalle, quasi arresi, straziati;  Lo guardò impassibile con il suo sguardo di ghiaccio e i suoi occhi azzurri, alla luce, sembravano bianchi.
Una smorfia, una smorfia che lui non aveva mai riscontrato sul suo viso delicato ma ribelle nello stesso momento, disgusto forse?  Come era potuto accadere tutto?
Così in fretta, una famiglia felice spazzata via da una folata di vento …
Di chi era stata la colpa?
William fece per andarsene, prese la sua borsa da terra, prese altre buste e si diresse verso la porta, Selene però non si muoveva, rimaneva fissa sull’entrata, con la porta aperta ed il pomello ancora nella mano destra.
La vista della sua meravigliosa casa semi deserta l’aveva scioccata, non pensava che sarebbe stata tanto dura, non sapeva nulla, era giovane, immatura sotto certi aspetti, non era pronta a crescere due figli da sola, non era pronta a lasciare andare il suo unico e vero amore.
Non poteva lasciarlo andare per sempre. Non sapendo che dire, lo tratteneva restando immobile, con lo sguardo nel vuoto, perso tra mille pensieri, di fronte all’unica uscita possibile.
 
“Resta. Ti prego resta.”
Non sapeva il motivo di quelle parole, non sapeva più chi era, non sapeva chi era diventata, non sapeva cosa era successo.
Selene  posò gli occhi sullo sguardo perso di William, che le stava davanti.
Lui lasciò cadere tutto e cercò una sedia. 
Lei non si mosse. Non disse più nulla. Una lacrima amara, una delle lacrime più amare, rigò la sua guancia, ormai scarna, per scendere a picco verso il mento.
Il silenzio era atroce, la porta si chiuse alle sue spalle e Selene si diresse verso il tavolo circolare, si avvicinò e prese una sedia.
 
“Perché vuoi tutto questo? Perché non cancelliamo tutto e ricominciamo? Io ti amo e lo sai bene, lo sai benissimo.”
Il viso dell’uomo si corrugò e si mise una mano tra i capelli, per disperazione, per paura della risposta della donna, non era mai stato coraggioso, lei gli aveva dato la forza di proseguire, lei lo aveva aiutato a superare i momenti di malinconia, di frustrazione, insieme avevano superato montagne, ora sembravano estranei, come se quegli anni fossero stati cancellati da una gomma invisibile … Come si può cancellare il passato?
 
Selene non rispose, guardò le sue unghie, erano spoglie, senza smalto, lei amava passare ore a sistemarsi le unghie, scegliere il colore dello smalto, passare il pennellino con precisione sulle unghie …
Ora non aveva più senso farlo, non aveva più senso nulla.
William la guardò attentamente, era da tempo che non la osservava, era magrissima, sotto la canotta larga si nascondevano delle ossa che un tempo erano forti e che adesso si consumavano, sotto le collane, sotto il trucco, sotto i jeans si nascondeva una ragazza dalle mille sfumature, una ragazza potente, dolce, fragile  e aggressiva, un punto di riferimento, una bussola, un ‘ancora di salvezza … Quella ragazza, ora, era sepolta tra le macerie di un amore che potrebbe inghiottirla in un secondo, lei lotta per sopravvivere, per scappare, per uscire da sotto le ceneri, ma a volte non è così facile, nemmeno per una leonessa.
 
William le prese la mano, si avvicinò con il volto. Lei non oppose resistenza.
Era distrutta, lo erano entrambi.
Lo guardò negli occhi, poi guardò in alto, il soffitto, con le lacrime che scendevano veloci dagli occhi vitrei, sembrava appannato, più grigio del solito, la casa ingrigiva come i loro cuori, come il loro amore, come loro l’uno senza l’altro.
“Non voglio IO tutto questo, sei tu che lo vuoi.”
 
William lasciò la presa sulla minuscola mano, il suo sguardo si fece cupo, le sue labbra si serrarono in una morsa. Era vero? Era stata colpa sua? Perché lo aveva fatto?
Non esitò nemmeno un secondo, si alzò dalla sedia molto bruscamente, prese le sue cose e aprì la porta di scatto, senza girarsi mai, facendo finta di non sentire i singhiozzi, corse via come un codardo, ma non poteva tornare indietro, non poteva chiedere scusa, non a questo punto, troppo orgoglio, fottutissimo orgoglio …
 
Si chiuse la porta alle spalle, i gemiti li sentiva, sentiva la rabbia nei singhiozzi di quella donna, sentiva l’odio, sentiva tutto tranne che l’amore; William si fermò ad ascoltare sugli scalini  che portavano al cortile, voleva farsi del male, voleva ascoltare quel pianto disperato, bisognoso di amore, quei gridolini strazianti, un tonfo sordo, una tazza contro il muro, porte che sbattono, poi più nulla …
Selene stava accovacciata a terra, appoggiata alla porta, aveva paura, paura che qualcosa o qualcuno entrasse per farle del male, altro male, se avesse avuto la possibilità sarebbe fuggita, non poteva sopportare quella vita piena di dolore e paura, ma sarebbe cambiato molto?  Sarebbe stato identico, il luogo non conta, se dentro muori, tutto intorno a te si spegne.
 
William si sedette sulle scale, posò le borse a terra, sul prato inglese che con tanta cura aveva fatto seminare e curare tutte le settimane, ora cresceva libero, veniva annaffiato dalla rarissima pioggerella estiva, nessuno lo avrebbe considerato più un prato inglese.
Sentiva gli spasmi, i sospiri dietro alla porta di legno massiccio che avevano scelto assieme appena avevano comprato la casa.
Era stanco di quella situazione, era stanco di tutto, sarebbe voluto tornare ai tempi della celebrità, delle ragazzine urlanti, dei tour, delle liti con suo fratello …
La vita, però, è a senso unico, si va solo in avanti, ma come si riesce ad andare avanti senza un futuro?
William si chiedeva come sarebbe stato il resto della sua vita tra mantenimento, birra e donne occasionali.
Che senso aveva andare a vanti? Non aveva un motivo per vivere, non aveva voglia di trovarlo, non lo meritava un motivo, non meritava di vivere, si sentiva un essere inutile …
 
Lei intanto piangeva, si disperava e cercava in tutte le maniere di farsi forte per i suoi figli, ma come? Come sarebbero cresciuti senza un padre? Come sarebbe stata la sua vita? Una madre single, uomini sconosciuti che non la amavano ma amavano i suoi soldi, come avrebbe trovato la forza? Dove l’avrebbe cercata? Chi l’avrebbe aiutata? Non aveva riferimenti, non trovava una via d’uscita.
Il panico l’aveva rapita e l’aveva trascinata in un pozzo buio, senza fine.
 
Si alzò in piedi, tremante decise di aprire quella porta a lei nemica, quella casa era una lama pronta ad infilzarla in ogni momento …
Non poteva lasciare tutto così, il destino li aveva uniti, loro non c’entravano nulla, il destino li aveva fatti ritrovare, lo stesso li avrebbe fatti ricongiungere.
Selene non portava rancore, non voleva farlo, voleva perdonare tutto, voleva tornare felice, si era fidata di lui, lui l’aveva tradita, sicuramente c’era stato un motivo valido, magari la colpa era la sua.
Lei che accusava suo marito quando in realtà era stata solo sua la colpa, adesso aveva capito tutto, tutto era più chiaro, non era stata forse una brava moglie?  Forse non aveva accudito i suoi figli come doveva, forse era cambiata troppo … Voleva tornare spontanea come quando il suo Bill si era innamorato di lei, come quando erano ragazzi, come quando era ancora una sua fan.
Aprì la porta, con il mascara secco sulle guance che le tirava la pelle, un cenno di sorriso si colorò sulle sue labbra carnose …
“Bill!!”
Gridò con tutte le poche forze che le erano rimaste.
 
 
 
 
Alloooraaa :D Eccomi tornata con un nuovo capitolo!  Non c’è molto di cui essere felici in realtà, in questo capito ho cercato di esprimere al meglio i sentimenti di una coppia che, dopo molti anni, finisce nel cestino.
La rabbia e il dolore che si prova sono indescrivibili, l’orgoglio complica sempre le cose e poi le domande a cui non si riesce a dare una risposta, insomma le separazioni di qualsiasi genere non sono mai belle.
Che dire? Alla fine dietro a quella porta “maledetta” alla fine c’era Selene, forse era un po’ scontato, comunque … che succederà? Bill sarà disposto ad ascoltarla? Torneranno assieme? Che cosa è successo tra loro, perché si sono separati? Belle domande a cui risponderò nei prossimi capitoli :D Commentate!! Ringrazio coloro che esprimono i loro pareri e anche chi legge in silenzio, Grazie <3 Un saluto grande, al prossimo capitolo :D Il titolo come avrete capito, credo, è il titolo di una canzone di Tiziano Ferro, sembra scritta per questo testo *-* ma vabbè sono gusti personali ;) P.s. Scusate gli errori di ortografia, anzi gli orrori di ortografia D: E perdonatemi se vi ho annoiato. 

 

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