Love their Lies

di Flam92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - La Grande Asgard ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - Heimdall ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 - Le Prigioni ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 - Riunione ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 - L'arrivo di Loki ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 - Allenamento ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 - Un piano? ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 - Rivelazioni ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 - Non cambierà mai ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 - Un brivido lungo la schiena ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 - Era tutto ciò che volevo... ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 - Realtà parallela ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 - Un segreto. ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 - Guai...o forse no? ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 - Solo coi Vendicatori. ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 - Prima... ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 - Assedio ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 - Sfiducia e presa di posizione. ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 - Incubi. ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 - Pensieri... ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 - ... e gesti inaspettati. ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 - ''Non posso.'' ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 – Richiesta d'aiuto. ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 – Dov'è Loki? ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 – Per te. ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 - Your web, I'm caught. ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 - Ritorno. ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 - Poteri. ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 - Rinforzi. ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 - Assoluzione. ***
Capitolo 32: *** Capitolo 31 - Thanos. ***
Capitolo 33: *** Capitolo 32 – Guerra. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO



(Natasha)

- Nat, sai che non possiamo portarla con noi in ogni missione. Non c’è altra scelta, mi dispiace. -

Avevamo già discusso altre volte, nei nove mesi precedenti il parto, di cosa sarebbe successo una volta data alla luce nostra figlia. Si, io, Natasha Romanoff, ero rimasta incinta di Clint Barton mentre eravamo in missione. Non era una missione particolarmente impegnativa, così avevamo avuto molto tempo per noi. In realtà era stato in generale un periodo parecchio tranquillo, dopo l’attentato a Borsellino e Falcone, in Italia, a parte qualche focolaio in Palestina e Bosnia, un paio di incursioni dell’IRA in Irlanda e un piccolo problema con le Olimpiadi del ‘96.

- Clint, non lo so. Vuoi davvero che nostra figlia cresca in un istituto vedendo solo raramente i suoi genitori? Entrambi abbiamo avuto un passato simile, non è quello che voglio per mia figlia. – Ero delusa. Come poteva Clint voler riservare quel triste destino a una creatura senza colpa?

- Ti prometto che andremo a trovarla ogni volta che ne avremo l’occasione, fra una missione e l’altra. Non è molto, lo so, e mi si stringe il cuore al pensiero che nostra figlia, Emilie, trascorra lì la sua vita. Ma i nostri nemici potrebbero farle del male, lo sai. –

- Le farebbero del male comunque, sapendo che è nostra figlia. – ribattei seccata.

Clint rimase in silenzio, il volto contratto in una smorfia di dolore. Qualcuno bussò alla porta. Pensai fosse l’infermiera, ma appena la porta si aprì, Fury entrò nella stanza d’ospedale dalla quale mi avrebbero dimessa di lì a poche ore.

- Agenti Romanoff e Barton, congratulazioni. Le infermiere mi hanno detto che è una splendida bambina e ha gli occhi del padre. -

- Grazie tenete Fury. – rispondemmo praticamente in coro.
“Non ci credo che Fury sia venuto solo per farci le sue congratulazioni.”

- Agente Barton, può seguirmi fuori un istante? -

- Certamente. –

Clint mi diede un bacio in fronte, ed uscì. In quell’istante l’infermiera mi portò Emilie. Era l’ora della poppata.
Cinque minuti dopo, Clint tornò dentro. Da solo.

- Che voleva Fury? -

Lui sedette sulla sponda del letto, accarezzando i pochi capelli di nostra figlia. Erano rossi, come i miei.

- Ha detto che proteggeranno Emilie. La farà iscrivere ad una scuola per spie e agenti segreti, e quando sarà pronta entrerà nello S.H.I.E.L.D. anche lei. –

Rimasi interdetta per un attimo. Volevo davvero che nostra figlia condividesse il nostro stesso fato? Da donna, sapevo quanto fosse complicata la vita della spia. Guardai Clint. Sapevo che nemmeno lui era soddisfatto di tutto ciò, ma come me non poteva negare una cosa molto importante: la sicurezza del pianeta era anche nelle nostre mani, e non potevamo semplicemente voltargli le spalle.

- D’accordo. Nostra figlia deve essere protetta. –

Per questo accettai, anzi, accettammo, di mandare Emilie alla scuola per spie ed agenti segreti.
Fu l’ultima volta che la stringemmo fra le braccia.
 

15 anni dopo…

(Emilie)

Alla scuola per spie e agenti segreti ero fra le migliori. Mi stavo allenando quando vennero a interrompermi quei due tizi dello S.H.I.E.L.D.
Non era la prima volta che li vedevo, passavano di tanto in tanto con la scusa di selezionare i migliori per farli diventare agenti S.H.I.E.L.D.; e ogni volta trovano il tempo di parlare con me del più e del meno.
La rossa, poi, mi somigliava al punto che avrebbe potuto essere mia sorella. Non era vecchia, e a ben pensare avrebbe anche potuto essere mia madre. Sarebbe stato bello conoscere i miei genitori, e ancor più scoprire che erano persone normali. Non che mi dispiacesse la vita che conducevo, fare la spia era forte, ma avrei voluto un’infanzia normale. In ogni caso, stavo per affrontare la mia prima vera missione, e mi scocciava essere interrotta durante gli allenamenti.

- Ciao Emilie. -

- Natasha, Clint. Cosa vi porta qui? Centrate in qualche modo con la missione che sto per svolgere? –

- No, siamo venuti per discutere di una cosa. Vieni, troviamo un posto tranquillo in cui parlare. – rispose Natasha.

Aveva gli occhi...lucidi? Era la prima volta che vedevo una qualsiasi emozione farsi strada sul suo volto.
Li condussi nella mia stanza.

- Allora? Di che volevate parlare? -

Si guardarono un attimo negli occhi, poi Clint prese la parola: - Emy, c’è una cosa che dovresti sapere, e che avremmo dovuto dirti molti anni fa. –

Anche lui aveva gli occhi lucidi. Ma cosa stava succedendo a quei due?

- Emy, io e Clint siamo i tuoi genitori. – concluse Natasha tutto d’un fiato.

Per giorni non ho creduto alle mie orecchie. Fino a quando partii in missione, loro restarono con me. Mi spiegarono per filo e per segno tutto ciò che li aveva spinti ad agire in quel modo per quindici lunghi anni. All’inizio non volevo dar loro retta, non volevo credere che fosse vero. Avevano finto per tutto quel tempo..

“Bè, è il loro mestiere fingere, nascondersi dietro a una maschera.”

Il giorno in cui partii, però, fu il giorno in cui accettai la nostra condizione di genitori e figlia.
Ora, mentre scrivo un rapporto dettagliato di quanto accaduto, in una base a pochi passi dalla New York mezzo distrutta dall’attacco dei Chitauri, capitanati da quel folle di Loki, realizzo di essere felice nonostante tutto. Felice di avere qualcuno che condivida la mia vita e che mi possa sostenere.
 

Avevo appena fatto rapporto al mio superiore, consegnandogli la cartella in cui avevo trascritto tutto ciò che era successo in missione. Prima di uscire gli avevo chiesto quando avrei potuto rivedere i miei genitori. Non credevo che avrei nuovamente pianto, non così presto, non per colpa di Nat e Clint, mamma e papà. Ebbene sì, li avrei rivisti solo quando sarei diventata agente a tutti gli effetti. Cioè una volta compiuti i diciotto anni e superato un esame che mi avrebbe permesso di entrare nello S.H.I.E.L.D. La parte peggiore di tutta la faccenda era stata scoprire che proprio i miei genitori avevano preso questa decisione. Dicevano che la nostra identità e sicurezza erano state compromesse, e che non bisognava correre rischi inutili.

Tornai con la mente alla figura che, da qualche giorno, mi chiamava nei miei sogni. In realtà mi appariva dai contorni sfocati, il volto celato e una sola mano metallica che mi indicava; almeno, credo fosse metallica, di certo non aveva un colore umano. Promesse di potere. Di una vita diversa, migliore.
Mancava poco al mio compleanno. Decisi che mi sarei fatta un regalo per i miei sedici anni. Non sarebbe stato facile, fare la doppia vita. Con un po’ di sacrifici e menzogne, sarei entrata al Suo servizio.
 

Poco più di due anni dopo…

(Emilie)

E’ da qualche mese, ormai, che non eseguo più i Suoi ordini. Sono stata sotto il Suo comando per un anno abbondante, ma ora sono stufa. Ammazzare gente per conto Suo mentre ero in missione iniziava a farsi complicato, e dovevo inventarmi un sacco di scuse che iniziavano a diventare poco credibili.
Purtroppo quel mostro mi tormentava ancora nel sonno, tant’è che da qualche tempo prendo delle pillole per dormire. La telepatia non si annulla con semplici medicine, per questo avevo contattato in segreto Bruce Banner, commissionandogli delle pillole speciali. Finalmente, dopo snervanti mesi di attesa, erano arrivate, e io avevo mollato Lui. Ovviamente ho fatto giurare al dottore di non dirlo a nessuno, ma Banner non è un idiota, quindi ogni mese mi arriva un pacchetto speciale da parte, che mi permette di andare avanti senza paura che Lui possa intrufolarsi nei miei sogni. Ero stata ad un passo dal farlo incazzare seriamente, ma ne era valsa la pena. Domani verranno Vedova Nera e Occhio di Falco a prendermi. I miei genitori mi hanno inviato una lettera in cui si scusavano, di nuovo, per quello che mi avevano fatto passare. Di nuovo, li ho perdonati. Spero non mi deludano proprio ora che ho più bisogno di loro e del loro aiuto. Si, perché devo contattare Loki, l’unico che possa coprire il mio piccolo incidente di percorso. E per arrivare a Loki, ho bisogno degli Avengers.


N.d.A.
Bene, se siete arrivati fin qui, vi ringrazio molto ^-^
E' la prima storia che scrivo, finalmente mi son decisa a fare questo passo xD Nasce da un'idea pazza avuta da una mia amica, con cui mi sono imbarcata in questo esperimento. Spero vi abbia preso il prologo, cercherò di pubblicare a scadenze regolari, facendo passare almeno una settimana fra un capitolo e l'altro.
Sono gradite ovviamente le recensioni, soprattutto agli inizi, per sondare l'interesse del pubblico :)
A presto, un bacio.
Flam

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - La Grande Asgard ***


CAPITOLO 1: LA GRANDE ASGARD


(Emilie)

- Pronta per fare un giro nella grande Asgard? - Mi domandò Thor mentre salutavamo tutti i presenti.

- Certo! – Risposi prontamente. Ero al settimo cielo, non vedevo l'ora di visitare quella magnifica città, di cui in realtà quasi niente se non alcuni aneddoti e racconti di Thor sulla vita e sugli abitanti del suo mondo.

- Non farle combinare qualche disastro – Esclamò Clint mentre il Dio del Tuono mi stringeva a sé; in poco fummo teletrasportati ad Asgard.

La bellezza, lo sfarzo di quel luogo non erano descrivibili a parole. Non potevano essere neanche minimamente paragonati a nessun luogo sulla Terra. Rimasi imbambolata mentre Thor si avviava per il grande viale che portava al palazzo.

- Beh, che fai lì impalata? Hai cambiato idea? –

Scossi la testa cercando di riprendermi: suvvia ero pur sempre una spia e anche se non ero in missione, dovevo mantenere un minimo di autocontrollo!

Raggiunsi subito Thor e incominciammo il giro turistico di Asgard. Ebbi modo di conoscere nuove persone e di salutare le poche vecchie conoscenza, Sif, Volstagg, Hogun e Fandral, ma nonostante tutto avevo sempre la netta sensazione di essere osservata. Ovunque andavo, c’era sempre qualcuno che, meravigliato dalla mia visita, mi fissava dalla testa ai piedi cercando di capire cosa stesse succedendo.

Erano tutti molto eleganti: gli dei con le loro armature luccicanti sembravano appena usciti da qualche racconto vichingo, e le dee, completamente adorne di gioielli, indossavano lunghi abiti di stoffa pregiata. Sembrava di vivere nel paese delle favole. E poi c’ero io, con la mia solita tuta, completamente nera, rovinata in alcuni punti per colpa di tutte le missioni e dei combattimenti sostenuti.

- Quella è la tua stanza, sul letto ti abbiamo lasciato un vestito per la cena di questa sera. Ti aspetto nel salone poco prima del tramonto. -  Disse il dio indicandomi una porta alla fine di un lungo corridoio.

Lo salutai ed entrai. Mi chiesi se sarei riuscita ad orientarmi in quel palazzo gigantesco. Mi lavai nella grande vasca al centro della sala da bagno, e una volta asciutta mi rivestii e andai ad affacciarmi alla finestra della stanza con i capelli ancora fradici. Guardando fuori dalla finestra, notai un edificio che Thor non mi aveva mostrato. "Quelle devono essere le prigioni" pensai.

Quando anche i miei capelli furono asciutti, indossai il vestito che si trovava sul letto, come mi aveva detto Thor. Era un lungo abito nero senza spalline: aderente in vita, scendeva però fluido lungo le gambe; dei piccoli ricami lo rendevano ancora più elegante. Un paio di scarpe con un piccolo tacco, che richiamavano il vestito, erano posate davanti al letto. Le infilai e scesi le scale, e per fortuna incrociai Thor, così ci avviammo insieme verso la sala da pranzo.

- Ti sta d’incanto quest’abito! – Esclamò Thor, che sgranò gli occhi appena mi vide.

- Grazie!- Sorrisi.

Al centro della sala c’era un grande tavolo completamente pieno di ogni sorta di cibo, e per mia sfortuna soprattutto carne. Ci sedemmo e incominciammo a mangiare; in realtà non toccai quasi niente, ma tutti gli altri invitati divorarono le cosce di cinghiale con gusto.
Alla mia sinistra sedeva Thor, mentre alla mia destra c’era un suo amico che non mi staccava gli occhi di dosso. Devo ammettere che la cosa mi innervosiva: insomma ero una spia, vivevo nell’ombra, non mi è mai piaciuto essere al centro dell’attenzione di qualcuno. A capotavola, Odino, il Padre degli Dei, propose un brindisi, e tutti ci alzammo.

Finita la cena andarono tutti a ballare, mentre io uscii da una portafinestra che dava sulla terrazza. Stavo ammirando le stelle, persa nei miei pensieri, quando una voce mi distolse dai miei pensieri – Lady Emilie, le va di ballare? – dio, era ancora l’amico di Thor.

- Temo di non essere una brava ballerina, in questa sala ci saranno sicuramente donne molto più brave di me -

- Oh non preoccuparti, posso darti del tu vero? - Feci cenno di si con la testa - Posso insegnarti, se vuoi -

- In realtà non mi è mai piaciuto ballare, nonostante mia madre continui a farmi esercitare -

- Oh, è un vero peccato - Sospirò il dio.

Insomma ma non capiva che doveva lasciarmi in pace?!  Incominciava a darmi sui nervi, non sono mai stata una persona paziente.

- Sono un po’ stanca, il viaggio tra i mondi mi ha lasciato ancora un po’ rintontita, penso che tornerò in camera -

- Okay, a domani! Vuoi che ti accompagni?-

- No grazie, faccio da sola -

"Ma quanto sei insistente, spera di non vedermi domani perché potresti pentirtene" pensai mentre mi avviai alla mia stanza.
Mi sdraiai sul letto e appena toccai il cuscino, mi addormentai. Era vero, quel viaggio tra i mondi mi aveva fatto venire un gran giramento di testa, il mio cervello sembrava una trottola!

N.d.A
Eccoci qui di nuovo. Spero che il capitolo sia di vostro gradimento, ringrazio chi ha inserito la storia nelle seguite e tutti coloro che sono arrivati a leggere fin qui^^
Vi chiedo di nuovo di farmi sapere cosa ne pensate, quindi siate liberi di esprimere i vostri pareri, positivi o meno, in una recensione.
A settimana prossima, baci!
Flam.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 - Heimdall ***


CAPITOLO 2: HEIMDALL

(Emilie)

Un flebile raggio di luce batteva sul mio viso stuzzicando i miei occhi molto sensibili. Mi svegliai e spostando la tenda davanti alla finestra non potei fare a meno di notare tutta quella gente per le strade. ‘’Ma che ore sono? Le 10:00! Non ho mai dormito tanto in vita mia!’’.

Sentii bussare alla porta. - Un attimo! - Gridai mentre correvo a infilarmi la tuta.

- Ah Thor, sei tu! - dissi aprendo la porta per farlo entrare.

- E chi sennò! - Rise - Ero venuto a controllare che fossi ancora viva; non ti ho mai vista dormire così tanto in questi anni! -

- Un po’ di meritato riposo non ha mai fatto male a nessuno -

Scoppiammo a ridere entrambi. Passo dopo passo ci incamminammo per le vie della città e notai ancora quell’edificio strano che avevo visto il giorno precedente dalla finestra.

- Sono le prigioni quelle, vero? -

- Si, ma non è il posto per una bella ragazza come te! -

- Sono una spia e un’assassina, se qualcosa va male in una delle mie missioni rischio di trovarmi in posti peggiori -

- Fa parte del tuo lavoro. Ora, però, non stai lavorando… E comunque non farti venire strane idee, sono sorvegliate dalle migliori guardie di tutti i Nove Regni -

Sorrisi. Mi accorsi che alcuni suoi amici si stavano avvicinando. A me non era mai piaciuto stare in compagnia così gli dissi che l’avrei raggiunto a pranzo e nel frattempo sarei andata a fare un giro. Capitai, non a caso, nella zona dove un tempo si ergeva il Bifrost, prima che Thor lo spezzasse con Mjolnir per evitare che suo fratello Loki distruggesse Jotuneim.

- Ciao Emilie. - Disse il guardiano, che girato di spalle ammirava il cielo.

Sussultai. - Come sai il mio nome? -

In un lampo razionalizzai che, ehi! E' pur sempre Heimdall. Lui dovette leggermi nel pensiero, o roba simile, perchè ignorò la domanda mi disse:

- Volevi chiedermi qualcosa? -

Incominciai a ripetere il discorso che mi ero preparata strada facendo. Dovevo vedere Loki, dovevo assolutamente trovare un modo per parlargli!

- Sai che non posso farti entrare nelle prigioni -

- Non ti sto chiedendo questo, ho solo bisogno che tu non dica niente. Devo parlargli, c’è in gioco il futuro della Terra e probabilmente di tutti i Regni; oltre alla mia vita –

Gli occhi del guardiano mi fissavano seri. Era come se la sua vista riuscisse a penetrare nel profondo, a leggere la mia anima.

- Lo fai per te, per la tua vita o per i Regni? Ad ogni modo le tue parole sembrano sincere, ti ho osservata mentre eri su Midgard, mi fido di te, nonostante quel tuoi piccolo incidente di percorso; ma sappi che se dovesse succedere qualcosa non ti difenderò -

- Grazie! - sospirai di sollievo.

Mi sedetti di fianco a lui ammirando le stelle e le nebulose del cielo asgardiano. Trasmettevano un tale senso di pace, che sembrava potessero risolvere ogni tipo di problema solo guardandole.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 - Le Prigioni ***


CAPITOLO 3: LE PRIGIONI

(Loki)

Mi lasciai scivolare lentamente contro il muro della cella, dolorante per le ferite che mi ero auto inferto, cercando nel freddo della parete un po’ di sollievo. Il mio labbro sanguinava e probabilmente il polso sinistro era rotto, ma per me non era abbastanza. Ero arrabbiato, arrabbiato con me stesso per essere stato sconfitto da quei supereroi da quattro soldi degli Avengers e quelle ferite erano l’unico modo che avevo trovato per sfogare tutta la mia frustrazione.

Me ne stavo lì sdraiato su quel letto freddo della prigione, immobile come un morto, quando un rumore di passi attirò la mia attenzione. Non era il solito tonfo che quell’elefante del Dio del Tuono produceva ogni volta che si spostava; era molto più leggero, si sentivano appena. Mi levai a sedere ignorando il dolore del mio corpo quando udii una voce che mi parlava, ma in quel buio non riuscivo vedere nulla.

- Sei un idiota! - mi diceva.

- Scusa?! - Chiunque fosse come osava rivolgersi a me, il Dio degli Inganni, in quel modo? D’accordo, ero imprigionato, ma restavo pur sempre un dio!

- Pensi che stare qui, a marcire in una cella possa risolvere qualcosa? T..Lui sta arrivando, sai benissimo che non farà fatica ad entrare ad Asgard, e appena ci riuscirà verrà a prenderti! -

- Chi sei? - Sibilai.

- Emilie Barton -

Sorrisi, una ragazza. Avevano mandato una ragazza ad estorcermi una confessione. Accesi la lanterna a fianco del letto, curioso di vederla. Una ragazza, alta, con i capelli rossi, mi fissava con sguardo di sfida; i suoi occhi grigi erano agghiaccianti.

- E’ inutile che mi fissi con quello sguardo- Disse mentre si appoggiava al muro del corridoio. Inclinò la testa da un lato.

- Non ti ricordo nessuno? Mi dicono tutti che assomiglio un sacco a mia madre.. - Chiese, così la guardai meglio.

- Natasha Romanoff - Sussurrai restando al gioco. Volevo capire quale fosse il suo piano. Lei annuì soddisfatta.

- Sei una spia anche tu? Si comincia così giovani? -

- Io si-

- Sei qui per uccidermi?-

- Per tua fortuna no, voglio proporti un accordo…Ho sentito che Lui sta per tornare; sappiamo che non hai orchestrato tu l’attacco dei Chitauri, e di certo non sarà contento del tuo fallimento: verrà a prenderti e ti ucciderà. Sai che lo farà! -

- E io cosa dovrei fare in tutto questo? -

- Domani vogliono portarti da Odino per il solito interrogatorio, raccontagli tutto. Digli che lavoravi per Lui, ti possiamo aiutare -

- Chi mi aiuterà? Tu, l’uomo di latta, il nonnetto congelato e tutti gli altri burattini di Fury? -

- Quella banda di burattini ti ha già sconfitto una volta, forse non dovresti sottovalutarli di nuovo. Non hai imparato dai tuoi errori Loki? – ribatté con un sorriso spavaldo.

- Quel mostro non può essere sconfitto - Che illusa, davvero quella ragazza pensava di poterlo fermare?

- Beh, pensavo tenessi di più alla tua vita – fissò il suo sguardo di ghiaccio su di me, ma non seppi cosa ribattere…

Rimasi in silenzio, d’altronde cosa potevamo fare? Se era vero, se Thanos stava riacquistando le sue forze, la fine dei mondi era vicina.

- Un’ultima cosa, prova a dire a qualcuno di questa conversazione e ti prometto che ti ucciderò con le mie stesse mani! -

- Non puoi uccidermi, sono un dio, sono immortale! – Mentii.

- Allora perché hai così tanta paura nei Suoi confronti? -

Era vero, avevo una paura folle di quell’orribile essere. Sarebbe stato bello poter vedere la sua venuta, ammirare come avrebbe distrutto quel mondo che doveva essere mio; ma io non mi sarei potuto salvare. Non feci in tempo a replicare che la ragazza se n’era già andata. La mia punizione per aver perso quella battaglia su Midgard, la Terra, sarebbe arrivata presto, e quell’idea continuava a tormentarmi. Il pensiero di tutte le torture che mi aspettavano mi tenne sveglio per tutta la notte.


N.d.A
Rieccomi qui con un un nuovo capitolo come tutti i lunedì ^^
Dunque, si inizia a capire un pò chi sia questo fantomatico mostro, Lui. Probabilmente qualcuno già ci era arrivato, ma nel caso voleste lasciare una recensione vi chiedo di non fare spoiler e non nominarlo.
Nel prossimo capitolo svelerò la sua identità e scopriranno alcuni altarini. 
Spero come sempre in qulache recensione, e mi auguro vi sia piaciuto il capitolo :)
Un bacione,
Flam.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 - Riunione ***


CAPITOLO 4: RIUNIONE


(Emilie)

Quella notte, pur essendo rientrata tardi nella mia stanza, non riuscii a dormire. L’idea che Loki sarebbe potuto rimanere completamente in silenzio durante l’interrogatorio, come aveva fatto le volte precedenti, non mi fece chiudere occhio. Cosa mi ero ridotta a fare... Chiedere aiuto ad un matto solo perché io non avevo il coraggio di ammettere di aver lavorato per quel mostro. E se le cose si fossero complicate ugualmente, avrei dovuto raccontare tutto. Forse la matta ero io…

- Emy, apri la porta. Devi venire con me, subito! - Esclamò una voce dall’altra parte della stanza, distraendomi dai miei pensieri. Sembrava quella di Thor. ‘’Giuro che se Loki ha raccontato qualcosa di troppo, lo ammazzo lì davanti a tutti!” Pensai.

- Un attimo! – Gridai, infilando velocemente la mia tuta.  - Che succede? - Chiesi mentre aprivo la porta, sperando di non essere finita nei guai.

- Fury ha ordinato una riunione di tutti gli Avengers e ci servi anche tu; ti porto a casa -

- Una riunione? E per cosa? - Cercavo di fare la finta tonta: non potevo suscitare alcun sospetto, anche se sapevo benissimo a cosa fosse dovuta quella chiamata.

- Oggi mio fratello ha deciso di parlare. Dopo tre anni! Mi chiedo cosa gli sia successo, pensavo non avrebbe mai più aperto bocca! -
 

Qualche ora dopo, alla base dello S.H.E.I.L.D.

(Emilie)

Tutti gli Avengers erano seduti intorno ad un tavolo. ‘’Sembrano i cavalieri della tavola rotonda’’ pensai, e subito un sorrisetto m’invase il volto. Dato che mi avevano concesso di partecipare a quella riunione, mi sedetti anch’io al tavolo.
Appena arrivò il tenente Fury, si accesero degli schermi sulle pareti e comparvero le figure di Loki, circondato da una miriade di guardie, e di Odino che, non potendo lasciare Asgard incustodita, aveva accettato di partecipare alla riunione attraverso una videochiamata. Moderno il Padre degli Dei!

- Allora Thor, ti muovi a raccontare la storiella che si è inventato il tuo fratellino? - Disse Tony cercando di provocare Loki e riuscendo nel suo intento già al primo tentativo.

- Non sono suo fratello! - Gridò subito il dio attirando l’attenzione di tutti i presenti.

- Giusto, ti hanno adottato! - Rispose il miliardario fissandolo con sguardo di sfida.

- Stark, piantala! - Intervenne Steve cercando di zittirlo.

- Ma guardalo, non ha neanche il coraggio di rispondere - Ribatté Tony.

- Perché dovrebbe sprecar fiato rispondendo alle provocazioni di un idiota? - Aggiunsi non riuscendo a placare la voglia di lasciare Stark senza parole. Quei litigi infantili non li sopportavo!

- Emy stanne fuori! - disse mia madre, guardandomi con uno sguardo agghiacciante. Così rinunciai all’idea di proseguire quella discussione.

- Signori, se avete finito di fare i bambini, possiamo incominciare la riunione - Aggiunse il tenente Fury.

Thor si schiarì la voce.

- Abbiamo ricevuto la conferma che Loki non era il vero capo dei Chitauri, ma operava al comando di Thanos, un furfante originario di Titano, una luna di Saturno. È stato lui a donare a Loki la capacità di utilizzare il Tesseract per portare a termine la conquista della Terra; in seguito, mio fratello gliel’avrebbe restituito per dargli la possibilità di conquistare nuovi mondi che solo il Tesseract può mostrare. -

- E noi cosa ci possiamo fare? - Lo interruppe Tony con insolenza.

- A quanto pare sta riacquistando le forze che aveva perso quando gli abbiamo sottratto il cubo. - Continuò il Dio del Tuono. - Vincendo la battaglia contro Loki e i Chitauri, avete dimostrato di non essere poi così deboli come credeva, e ora Thanos vuole vendetta. La Terra e Asgard sono in pericolo e noi siamo gli unici che possano fare qualcosa per salvarli. -

- Per questo motivo pensavo di affidare Loki sotto la vostra protezione; lo esilierò sulla Terra, privandolo dei suoi poteri, che riacquisterà solamente se dimostrerà di esserne degno. Durante questo periodo vi aiuterà comunicandovi informazioni utili su Thanos, così che possiate escogitare un adeguato piano d’attacco - Aggiunse Odino ordinando alle guardie di portare via Loki. Detto questo gli schermi si spensero e Thor partì per andare a prendere suo fratello.

- No no, riaccendete quegli schermi e dite a Sua Eccellenza, Padre degli Dei, che non ho intenzione di far da babysitter a un pazzo esaltato! -Sbottò Tony

- Stark ormai è deciso! Questa riunione era solo un modo per comunicarvi la decisione presa. Vi aspetto domani per l’allenamento. - Concluse il tenente congedando i presenti. Mi diressi con gli altri verso la porta d’uscita, quando la voce di Fury mi fece capire che per me la riunione non si era ancora conclusa.

- Agente Barton, Emilie, lei rimanga qui. -

Richiusi la porta e tornai a sedermi.

- Signorina Barton, Loki ha concesso di collaborare con lo S.H.I.E.L.D. a patto che sia lei a badare a lui. E lo farà giorno e notte, se necessario, non dovrà perderlo di vista nemmeno per un istante, sono stato chiaro? - Mi ordinò fissandomi con il solo occhio rimasto. Un occhio il cui sguardo sapeva essere molto, molto convincente.

- Si signore! -Risposi, abituata com’ero a eseguire ordini e ad accettare ogni tipo di missione commissionatami.

Notai una parvenza di stupore nel suo sguardo, ma fu solo un attimo.

- Ottimo agente. Il prigioniero arriverà domani alle ore 17:00. Buona fortuna -

Ringrazia ed uscii. ’’Ma che ho fatto? Sono un'idiota!’’ pensai appena la porta si richiuse alle mie spalle. Alzai gli occhi al cielo e mi avviai verso la mia stanza.


N.d.A
Eccoci qua ^^ Ebbene, il nostro nemico è proprio Thanos, uno dei Villain peggiori dell'Universo Marvel. Sperando di non sfociare troppo nell'OOC, inizierà a breve l'addestramento e la messa in atto di un piano per sconfiggerlo. Spero vi stia piacendo quanto scritto, e come sempre vi chiedo di recensire questa storia.
Ne approfitto per ringraziare coloro che hanno inserito questa storia fra le preferite, le seguite e le ricordate. Grazie di cuore.
A lunedì prossimo, un bacio,
Flam.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 - L'arrivo di Loki ***


CAPITOLO 5: L'ARRIVO DI LOKI


(Loki)

Finita la videochiamata con lo S.H.E.I.L.D., le guardie mi scortarono nella sala del trono, dove Odino mi avrebbe privato dei miei poteri, proprio come aveva fatto qualche anno prima con Thor. L’unica differenza consisteva nel fatto che, molto probabilmente, io non li avrei mai più riacquistati!

Quasi non mi riconoscevo. Me ne stavo lì, in piedi, aspettando che quella tremenda sentenza fosse compiuta. ‘’Il vero Loki si sarebbe ribellato, avrebbe fatto qualcosa! Dannazione, sto per perdere i miei poteri e non sto muovendo un solo muscolo per impedire che questo accada! Che fine ha fatto il vero Loki?’’ Pensai mentre il Padre di tutti gli Dei si alzava dal suo trono avvicinandosi a me. Non feci neanche in tempo ad architettare qualche losco inganno per salvarmi, che già potevo sentire i miei poteri abbandonarmi.

- Loki, figlio di Laufey e figlio mio, poiché hai esposto vite innocenti al terrore e alla devastazione della guerra, io, Odino, Padre degli Dei, ti spoglio di tutti i tuoi poteri, in nome di mio padre e di suo padre prima di lui! - Sentenziò il re di Asgard, e al suono di quelle parole un brivido percorse il mio corpo.

Sentivo la forza mentre mi abbandonava; tutti i miei poteri, ormai, erano andati perduti! Mi accasciai a terra, stremato e debole; la mia vista si offuscò, poi…il buio mi avvolse.


(Emilie) 

Erano già tre ore che Loki dormiva e io incominciavo ad essere stufa di aspettare. Camminavo per la stanza controllando, ogni tanto, che stesse bene. Era incredibile pensare che quell’uomo che stava dormendo così tranquillamente, era lo stesso che tre anniprima aveva guidato un’invasione aliena e scatenato una guerra, rischiando di far esplodere una testata nucleare che avrebbe distrutto ogni forma di vita presente a New York, mostri e umani.

- Dove sono? - Disse una voce mentre osservavo il paesaggio fuori dalla finestra. Mi girai di scatto.

- Finalmente ti sei svegliato! Incominciavo ad essere stufa di aspettare, sai?! - Risposi avvicinandomi al letto su cui era sdraiato.

- Mi vuoi slegare?! - Disse mentre si divincolava invano, indicando le cinghie che gli legavano mani e piedi. Le slegai e gli dissi di seguirmi.

Lo portai nella mia stanza, poiché dovevo controllarlo giorno e notte.

- Vado a farmi una doccia. Non entrare! E soprattutto non provare a scappare, è un consiglio il mio. Sarebbe uno sforzo inutile, qui in giro è pieno di agenti. Chiaro? -

Non rispose, mi guardava e basta con il suo solito sguardo di sfida che odiavo terribilmente!

- Se vuoi vedere la T.V., lì c’è il telecomando - Aggiunsi indicando il comodino in un angolo della stanza.

Dopo la doccia uscii dal bagno coi capelli fradici: non avevo la minima intenzione di asciugarli. Ero stanca e volevo solo riposare! Appena mi sdraiai sul letto il Dio dei Capricci si alzò di scatto da dov’era seduto.

- E ora che c’è? - Chiesi, stufa dei suoi comportamenti infantili.

- Io in quel letto, con te, non ci sto! -

’Manco avessi la lebbra’’ pensai mentre lo guardavo piena di sdegno.

- Beh passa una buona nottata…in piedi! -

Mi girai dando le spalle alla parete sulla quale si era appoggiato e dopo poco mi addormentai. Purtroppo passai un'altra notte d’inferno per via dei pensieri che mi tormentavano. E poi quei sogni…incubi! Ma quello sembrava così reale, come se Lui si fosse messo a giocare con la mia mente. Mi svegliai di soprassalto con il fiato corto.

‘’Dannazione le pillole di Bruce!’’ Mi ero dimenticata di prenderle!

- È da un’ora che continui a rigirarti nel letto. Che problema hai, non riesci a trovare una posizione abbastanza comoda? - Disse Loki che mi fissava con uno sguardo interrogativo e con quel disgusto che a lui non mancava mai. Stava lì, a braccia conserte, esattamente come lo avevo lasciato prima di addormentarmi.

- Pensavo fossi andato a dormire, cosa ci fai ancora lì? - Chiesi cercando di cambiare discorso. Le sue battutine insolenti cominciavano veramente a scocciarmi!

- Mi sembrava di averti già detto che con te non ci dormo! –

- Avresti potuto scegliere il pavimento…è un po’ duro e freddo ma in confronto al buco in cui eri rinchiuso qualche giorno fa è una meraviglia! –

- Non avrò più i poteri, ma ho ancora la mia dignità; e non intendo sprecarla in questo modo! –



N.d.A.
Rieccoci al consueto appuntamento settimanale. Come sempre ringrazio chi è arrivato fin qui e chi recensirà questo capitolo.
Vedremo da ora Emy alle prese con Loki, che di certo non è facile da tenere a bada.
Fatemi sapere che ne pensate e nel caso di OOC vi pregherei di avvisarmi, così lo inserirò negli avvertimenti.
Un bacione,
Flam

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 - Allenamento ***


CAPITOLO 6: ALLENAMENTO



(Emilie)

Rimasi sveglia tutta la notte per paura che Thanos si riappropriasse della mia mente. Appena furono le 6:00 del mattino presi dall’armadio una delle mie tute per l’allenamento e andai a cambiarmi.

- Vieni, andiamo a mangiare qualcosa prima di allenarci. - Avevo lo stomaco che brontolava poiché la sera prima non mi ero potuta muovere dall’infermeria della base.

- Allenarci? - Chiese Loki

- Cos’è, credi di stare comodamente seduto in disparte mentre noi combattiamo per salvarti la pelle? -

- Ma io non ho più i miei poteri… -

- Io non ho mai avuto dei poteri, eppure non faccio così tante storie! Comunque anche a Thor li avevano tolti, ma lui ha alzato il culo e si è dato da fare per riprenderseli, anziché stare lì fermo a lamentarsi come fai tu per ogni minima cosa! - Gridai dal nervoso.

- Lui si è quasi fatto uccidere! - Rispose gridando anche lui e spingendomi contro un muro. Mi teneva per la gola, così gli tirai un pugno dritto nello stomaco. Subito lasciò andare la presa.

- Questo è un problema tuo! - Replicai, limitandomi a guardarlo con tutto l’odio che provavo in quel momento. Gli avrei tirato volentieri un altro pugno, ma non avrebbe risolto niente. Era troppo testardo per provare a capire, in più avrei dovuto sopportarmi altre inutili lamentele.

Arrivati alla mensa presi una mela, mi appoggiai a una parete della stanza e incominciai a sgranocchiarla.

- Non mangi niente? - Chiesi vedendo che Loki si era seduto su una sedia e non sembrava avesse intenzione di muovere un muscolo.

Non rispose. Quell’uomo sapeva essere veramente stressante!

- Mi spieghi perché non mi rispondi mai? Mi sembra di parlare con il muro! - Gridai battendo la mano sul tavolo sul quale si era appoggiato. Sussultò, ma non pronunciò neanche una singola parola, di nuovo. - Mi farai impazzire! - Continuai. Improvvisamente sul suo volto comparve un sorrisetto compiaciuto che era veramente agghiacciante.

Feci cenno a Loki di seguirmi e lanciai il torsolo nella mela direttamente nel cestino facendo un centro perfetto. Non mi sorpresi, in fondo la mira non mi mancava, ero figlia di un arciere formidabile. Percorremmo tutto il corridoio davanti a noi fino a quando arrivammo nella sala che gli agenti dello S.H.E.I.L.D. usavano per allenarsi. Finalmente potevo sfogare tutto il nervoso accumulato negli ultimi giorni.

- Vediamo cosa sai fare… -
 
Detto ciò, assunsi la posizione di guardia, e mi concentrai sul mio avversario. Loki se ne stava lì, fermo, in piedi davanti a me con le braccia lungo i fianchi.
 
- In guardia! – esclamai stizzita. Quel dio troppo sicuro di sé avrebbe ricevuto una bella lezione. Sbuffai e gli spiegai un paio di regole: - Vince chi atterra per primo l’avversario; vale praticamente tutto ciò che si può fare nella lotta corpo a corpo. Comincio io. -
 
Senza dargli il tempo di pensare alle implicazioni di quella frase, mi lanciai verso di lui, finsi un destro, e gli sferrai un pugno al mento. Loki indietreggiò massaggiandosi il punto in cui lo avevo colpito e mi puntò addosso uno sguardo colmo di rabbia. Non gli diedi tempo, ero nervosa, così presi a massacrarlo di pugni come fosse un sacco da boxe. Lo atterrai dopo un calcio alla testa seguito da un altro al ginocchio della gamba su cui aveva messo il peso nel momento in cui si era sbilanciato.
Gli porsi la mano per aiutarlo a rialzarsi, ma lui la rifiutò.
 
- Suppongo che ora tocchi a me iniziare. -
 
Annuii e mi misi in guardia. Iniziò tirandomi un gancio diretto al volto, lo parai, e lui provò a colpirmi lo stomaco. Indietreggiai di un paio di passi e passai al contrattacco. Stavolta il Dio degli Inganni reagì e riuscì a parare il mio colpo. Feci una finta sul lato destro, quindi mi portai dietro di lui con uno stratagemma, e gli sferrai un calcio al ginocchio di prima. Loki barcollò, ma rimase in piedi. Aspettai che si girasse e attesi il suo attacco. Di nuovo mirò al mio stomaco, stavolta con un calcio. Incassai il colpo, gli addominali attutirono la botta, e gli presi il piede, torcendoglielo. Se fosse stato bravo, mi avrebbe tirato un calcio col piede libero, quindi feci mente locale di pararlo. Invece, Loki si limitò a saltellare, non riuscendo a colpirmi con le mani. Gli diedi una spinta, si liberò e tornò ad attaccare. Gli bloccai entrambi i pugni con facilità, e stringendoli nelle mie mani, gli torsi le braccia. Una smorfia di dolore apparve sul suo volto. Lo spinsi via.
 
- Dio degli inganni cosa ti succede? Ti hanno rubato la bacchetta magica? -
 
Provocato, cercò di sfruttare la velocità per atterrarmi. All’ultimo mi scansai, gli feci lo sgambetto e cadde. Mi misi sopra di lui e gli piegai un braccio dietro la schiena.
 
- Con questa siamo a due per me. – Sorrisi, notando che gli stavo facendo male.
 
Partii all’attacco appena si fu rialzato. Stavolta si impegnò maggiormente, probabilmente prima voleva solo studiarmi. In ogni caso, eravamo a due livelli totalmente diversi. Dopo avergli tirato una ginocchiata allo stomaco, e una conseguente gomitata alla schiena, supposi di averlo sfinito, e abbassai la guardia. Feci un passo indietro, ma Loki non cadde. Anzi, alzò il volto, mi sorrise in quel modo che solo lui sapeva fare, e si buttò addosso a me, il corpo chino in avanti e le braccia protese verso il mio busto. Mi atterrò con una dannata spear! Mi atterrò e mi rimase sopra, il suo volto tremendamente vicino al mio. I suoi occhi erano fissi nei miei, e non volevo abbassare lo sguardo. Ero una spia, non una debole ragazzina qualunque! In quei brevi istanti potei assaporare la bellezza di quegli occhi verde smeraldo. Diamine se erano belli!

Fu quando sentii affiorare un sorriso ebete che mi riebbi. Gli sferrai un colpo al basso ventre e lo scansai d’addosso. Sorrisi sentendolo gemere. Mi rialzai e gli diedi una mano a rialzarsi. Stavolta non rifiutò il mio aiuto.
 
- Complimenti; ora che sei riuscito ad atterrarmi, passiamo all’allenamento serio. Dovrò insegnarti qualcosa, quindi evita di mettermi i bastoni fra le ruote o le prendi -
 
Alzò gli occhi al cielo ma non contestò. Forse ero riuscita a metterlo in riga. Per il momento almeno.
Mi ero sfogata a sufficienza su di lui, così ci appropriammo di due sacchi da boxe e gli spiegai ciò che sapevo del combattimento corpo a corpo.


N.d.A
Rieccoci al consueto appuntamento del lunedì :3
La nostra cara Emy ha un pò strapazzato Loki, spero non me ne vogliate per questo.
Ci rileggiamo settimana prossima, lasciate una recensione se vi va.
Un bacione,
Flam.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 - Un piano? ***


CAPITOLO 7:  UN PIANO?


(Emilie)

Nel pomeriggio ci rincontrammo tutti nella sala riunioni dello S.H.E.I.L.D.

Dovevamo escogitare un piano per sconfiggere Thanos, e dovevamo farlo il più presto possibile!

- Allora, Dio dei Miei Stivali, dicci che poteri ha il tuo amichetto, così ci inventeremo qualcosa per prenderlo a calci nel sedere - Disse Stark stravaccandosi per bene sulla sua sedia. - Oh scusa, dimenticavo che ti hanno tolto i poteri e non sei più un dio, come ti posso chiamare? - Continuò.

Guardai Loki preoccupata; mi aspettavo una reazione brusca a quel soprannome che Stark avrebbe potuto benissimo risparmiarsi. Aveva tutti i muscoli in tensione come se fosse pronto a scoppiare, così gli presi un braccio e gli feci capire di lasciar correre. Non avevamo tempo per quelle bambinate. Fortunatamente mi ascoltò e incominciò a parlare. Tirai un sospiro di sollievo.

- Il mio amichetto - disse lanciando un’occhiataccia a Tony - vi darà un bel po’ di filo da torcere. Può proteggersi con campi di forza ed è in grado di ricostruire il suo corpo anche se fatto a pezzi. È un telepate, vi entra nella testa, si mette a giocare con i vostri pensieri, fruga tra i segreti meglio nascosti e in un attimo vi sentite annientati, impotenti mentre perdete il controllo delle vostre azioni. È bravo a trasformare chiunque in un pazzo, e l’unico modo per salvarsi è uccidersi. -

- Pensavo che quella fosse la tua di specialità. Svuotare la testa della gente, riempirla con qualcos’altro, riuscire a trasformare chiunque in dei cagnolini. - Lo interruppe Clint.

- Il vero problema, signori, è che è un Eterno, non può morire! Ha stretto un patto con la Morte e ritornerebbe sempre in vita, qualsiasi cosa gli succeda. - Aggiunsi e, subito, tutti i presenti si scambiarono degli sguardi di stupore, compreso Loki, che mi guardava chiedendosi come facessi a sapere determinate cose.

- Quindi come lo sconfiggiamo? - Chiese Steve

Scossi la testa. Nessuno aveva la minima idea di cosa fare.

- C’è altro…- riprese Loki - è entrato in possesso del Guanto dell’Infinito e questo lo rende praticamente invincibile. -

- Come fai a sapere del Guanto, è stato rubato qualche giorno fa dalla camera delle armi. Non ne sapeva niente nessuno - Sbottò Thor, evidentemente sorpreso.

- No, è stato rubato molto prima, ma voi stolti non vi siete accorti che quello che avevate sotto il naso non era nient’altro che un inganno - Rispose Loki con un sorrisetto compiaciuto.

- Sei stato tu? - Domandò Thor, anche se in realtà conosceva già la risposta.

- E come glielo togliamo dalle mani?- chiese Natasha che era rimasta ad ascoltare in silenzio fino a quel momento.

- Un inganno… - Suggerì Loki con astuzia.

- Scordatelo! Non ti ridaremo i tuoi poteri. Ci sarà un altro modo? E poi tolto quello dovremmo comunque cercare di imprigionarlo da qualche parte senza ucciderlo - Ribatté Natasha.

Dovevo ammettere che l’idea suggerita da Loki era la più probabile finora. Per lo meno era l’unica che non implicasse un suicidio.

Stavamo tornando ognuno nelle proprie stanze, quando mi venne un’idea. Sapevo come intrappolare Thanos! Certo prima avremmo dovuto rubargli il Guanto dell’Infinito, ma avevamo una piccola speranza di poterlo fermare.
Diedi un colpetto con il gomito al fianco di Loki, prima dovevo accertarmi che la mia idea fosse possibile.

- Un gigante di ghiaccio è in grado di congelare qualsiasi essere. E può farlo anche attraverso il Tesseract, questo l’ho letto nei rapporti dello S.H.E.I.L.D.- Loki annuì non capendo, però, dove volessi arrivare con quel discorso. - Anche Thanos? - Chiesi.

- Si, sempre che qualcuno riesca a sottrargli il Guanto dell’Infinito. -

- A quello penseremo dopo, andiamo a chiamare gli altri! - Esclamai correndo verso la stanza di Steve, che era quella più vicina. In poco fummo tutti di nuovo riuniti ed incominciai ad esporre il mio piano.


N.d.A.
Grazie per chiunque sia arrivato fin qui :D Come ogni volta, vi chiedo di lasciare una recensione se vi va.
Pare si profili all'orizzonte un piano, ma non è ancora finito, siamo ben lungi, anzi, dalla conclusione della FanFic, non temete!
Ci rileggiamo lunedì prossimo :3
Baci!
Flam.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 - Rivelazioni ***


CAPITOLO 8: RIVELAZIONI


(Emilie)

Camminavo per la stanza, avanti e indietro. Ero furiosa! Come avevano potuto rifiutare il mio piano? Era il migliore proposto finora!

- Non si fidano di te, non vogliono darti il tesseract - Mi fermai a guardarlo - e forse non hanno tutti i torti! Però è l’unico modo che abbiamo per imprigionare Thanos! – Esclamai continuando a camminare.

- Come fai a conoscerlo? Perché sei venuta a dirmi di raccontare tutto? Sai troppe cose, non puoi esserti solamente informata. Lavoravi anche tu per lui? - Concluse con fredda logica dopo una frazione di secondo.

Mi bloccai di colpo. Quella domanda mi colse del tutto impreparata. Era proprio quello che avevo paura di ammettere, ma qualsiasi bugia avessi inventato, per quanto fossi brava a fingere, Loki avrebbe capito. Si potevano dire tante cose sul suo conto, ma di certo non che fosse stupido.

- Allora?- Chiese Loki con insistenza, così gli risposi. Fingere non sarebbe servito a nulla.

- Si, ma è stato tanto tempo fa - ‘’Mica tanto’’ pensai, e incominciai a raccontare ciò che mi aveva spinta ad agire in quel modo.

- Tu invece, perché non hai detto a tutti che centro anche io in questa storia? – Domandai

- Sei sorpresa?- Chiese il dio – Suvvia, non sono sempre così cattivo. Alcune cose le lascio correre. – Continuò. Lo guardai strana. Avrei dovuto credergli? Mi aveva preso per scema? Sapevo che aveva in mente qualche losco piano, ma io non avevo intenzione di farne parte!

Era già notte fonda, così mi sdraiai sul letto per dormire. Senza rispondergli.

- Posso? - Chiese indicando il letto.

- Tutto quel disprezzo che avevi nei miei confronti che fine ha fatto? –

- Sono stanco e non ho intenzione di dormire sul pavimento. Credo di dovermi accontentare…-

Si sdraiò anche lui, così spensi la luce.

- Non hai paura che Thanos ti entri nella mente mentre dormi? A me succede. –

Mi stupii di quella rivelazione. La dura scorza di Loki stava lasciando il posto a qualcosa di…umano? Cercai a tastoni le pillole di Bruce che avevo appoggiato sul comodino di fianco al letto, e gli passai la confezione.

- Si mi capitava. Prendine una, ti farà dormire. -

Non dovetti aspettare molto e subito fummo colti entrambi dal sonno. Il mattino dopo mi svegliai rannicchiata in un angolo. Loki dormiva ancora, così ne approfittai per vestirmi, in bagno. Uscendo, vidi che fissava il soffitto con sguardo vacuo.

- Buongiorno – dissi con voce da oltretomba. Loki si limitò a girare la testa guardandomi in tralice.
 
Sospirai. – Meno male che non volevi dormire con me. Hai occupato praticamente tutto il letto, mi è toccato dormire in un angolino – Gli feci notare.
 
- Eppure sono tutto indolenzito. – Si lamentò. – I letti di voi midgardiani non possono competere con quelli delle nostre stanze, ad Asgard. -
 
- Su questo non ho dubbi, ma dal momento che fino a qualche giorno fa dormivi sul freddo e misero pavimento delle prigioni di Asgard che, tanto per precisare, non mi sembrava molto più comodo del mio letto, credo che ti debba accontentare! -



N.d.A.
Rieccoci qui col consueto appuntamento del lundì (ho fatto pure la rima xD).
Bene, i nostri cari protagonisti iniziano a comunicare un pò, Loki si è pure "abbassato" a dormire in un grezzo letto Midgardiano. Mi scuso solo per la poca lunghezza del capitolo, che è davvero corto.
Lasciate una recensione se volte, ci si rilegge settimana prossima!
Baci,
Flam.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 - Non cambierà mai ***


CAPITOLO 9: NON CAMBIERA' MAI


(Emilie)

Le giornate trascorrevano veloci, malgrado la ripetitività delle cose da fare. Allenamenti e riunioni erano scanditi da qualche bisticciata con Loki che rendeva tutto meno noioso.

Stavo sistemando le ultime ciocche di capelli che non avevano intenzione di stare al loro posto. Indossavo un abito rosa e nero, che mi arrivava appena sopra il ginocchio, con una cintura, anch’essa nera, che metteva in risalto la mia vita sottile.

- Come sto? – Chiesi, appena uscita dal bagno.

Anche Loki era elegante, in giacca e cravatta con i capelli perfettamente pettinati. Dovevo ammettere che aveva il suo fascino!

- Cavoli, sono riuscita a toglierti le parole di bocca…dovrei vestirmi così più spesso!- Dissi mentre mi guardava senza riuscire a spiaccicare una parola.

- Vogliamo andare?- Rispose un po’ scocciato dalla mia battuta. Io ridacchiai.

Quella sera lo S.H.E.I.L.D. aveva organizzato una festa in onore di due agenti di ritorno da una missione molto importante ed eravamo stati invitati tutti. Era da tempo che non avevo l’occasione di divertirmi un po’, quindi accettai senza indugi.

Entrammo nella sala e, notando la quantità di gente presente quella sera, ordinai a Loki di seguirmi come se fosse stato la mia ombra. Non potevo permettermi di perderlo di vista neanche un secondo. Con tutte quelle persone sarebbe stato facile scappare.

- Eddai Emilie, devo divertirmi anche io – Borbottò lui, ma non gli diedi retta. Lo presi per un braccio trascinandolo a bere qualcosa. Afferri due bicchieri di Vodka dal bancone, offrendogliene uno. Non riuscii a trattenere una risata notando il suo sguardo meravigliato, vedendomi buttare giù quello strano liquido tutto in un sorso.

- Che hai? -

- Le dame ad Asgard non bevono in maniera così sciatta, e se lo fanno si guardano bene dal farlo in pubblico. - osservò lui.

- Qui siamo sulla Terra - gli feci notare.

Mentre chiacchieravamo mi accorsi con piacere che alla serata era presente anche Marc, un mio compagno di missioni. Corsi subito a salutarlo. Gli volevo un gran bene, era simpatico, intelligente, mi aveva salvato la vita non so quante volte e io non avevo ancora avuto l’occasione di ripagare il mio debito. Iniziammo a parlare di tutto quello che ci era capitato negli ultimi mesi: mi chiese degli Avengers, di come era andato il mio viaggio ad Asgard, di Loki.

LOKI! Sgranai gli occhi. Ma dove si era cacciato? Non era più di fianco a me!

Mi guardai attorno preoccupata, ma mi rilassai subito, notando che era seduto a parlare. Rimasi imbambolata a guardarlo chissà per quanto tempo: il suo modo di gesticolare, i suoi occhi, mi facevano letteralmente impazzire. Chissà se anche lui provava i miei stessi sentimenti…’’MA CAVOLO! Non può essere, non posso prendermi una cotta per un criminale intergalattico! Non posso permettermi di essere compromessa! NO, NO! E poi chi era quella seduta lì di fianco a lui? Okay, basta!’’

- Loki che diavolo combini?! Ti avevo detto di non allontanarti! Andiamo – Dissi indicandogli l’uscita. Chissà da quanto tempo stava parlando con quella? E poi chi era?

- Sono stufo di fare il tuo cagnolino e seguirti ovunque! -

‘’E questa risposta? Cos’è, ha deciso di dare spettacolo? Okay, si va in scena!’’

Aspettai di essere fuori dalla sala prima di rispondere, non avevo intenzione di rendere partecipi tutte quelle persone di uno dei nostri soliti litigi.

- E io sono stufa di farti da babysitter e dovermi sopportare tutte le tue lagne inutili, ma entrambi non abbiamo scelta; quindi, o stai con me, o te ne ritorni a marcire in quella dannata cella, a farti divorare dall’ansia e dalla paura che Thanos possa venirti a prendere! -

Beh, Loki non era l’unico che sapeva giocare con la mente delle persone. Stando con lui avevo imparato alcuni dei suoi trucchi e, conoscendo Thanos, sapevo quanto potesse spaventarlo l’idea che gli entrasse nella testa e gli facesse il lavaggio del cervello proprio ora che era senza i suoi poteri.

- Penso che lo preferirei…- Rispose lui. Aveva proprio intenzione di farmi infuriare!

- Okay, bastava dirlo. Domani parlo con Fury e te ne torni ad Asgard. Mi spieghi cosa ti passa per la testa? Se fossi nella tua situazione, pagherei oro per vivere come stai facendo ora! -

Scosse il capo - Non credo, puoi starne certa. -

Ingrato! Quel bastardo... Io, io ce la stavo mettendo tutta per aiutarlo, ma in fondo cosa mi aspettavo? Volevo qualcuno che mi capisse, che comprendesse la paura che provavo. Era per questo che ero andata a prenderlo, il motivo per cui mi ero sorbita quel viaggio, sopportando i conati di vomito e tutti gli altri effetti collaterali. Mi ero illusa. Pensavo che sarebbe cambiato. Avrei dovuto dare retta a Stark: non cambierà mai! 


N.d.A.
Scusate se ho postato di martedì, ma ieri è stata una giornata di cacca e non avevo proprio la testa per sistemare e postare il capitolo.
Spero che vi sia piaciuto, come sempre se volete lasciate una recensione.
A lunedì!
Flam.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 - Un brivido lungo la schiena ***


CAPITOLO 10: UN BRIVIDO LUNGO LA SCHIENA


(Loki)

In fondo Emy aveva ragione. Che diavolo avrei potuto combinare in una prigione? Qui avevo la possibilità di salvarmi la vita, o almeno di provarci.
Non volevo tornare in quell'umida cella, ma al contempo non volevo dimostrarle che aveva ragione. Avevo il mio orgoglio da proteggere, ma non avrei potuto ottenere entrambe le cose.
Non riuscivo a dormire in preda a tutti quei pensieri, così mi alzai dal letto cercando di fare il minor rumore possibile. Quella ragazza aveva il sonno maledettamente leggero e non volevo svegliarla, rischiando di peggiorare la situazione.

- Che fai? Ti conviene dormire, domani sarà una giornata pesante. Sai, il viaggio tra Mondi è un po’ strapazzante per chi non ha poteri! -

Alzai gli occhi al cielo. “Come non detto” Pensai mentre cercavo un modo delicato per tornare sull’argomento della serata.

- Scusa per prima, non…- Se solo avessi trovato le parole giuste. Ero sempre stato bravo con i discorsi, ma questa volta le parole mi fluttuavano nella testa, si aggrovigliavano tra di loro, si scontravano. Non avevo la minima idea di cosa dire! Che diavolo mi stava succedendo?

- Aspetta - Mi disse, ma non l’ascoltai cercando di spiegarmi meglio -Sta zitto! Mi hai chiesto scusa? - Mi chiese con un’espressione di stupore. Aveva i capelli tutti spettinati e i suoi deliziosi riccioli rossi sparavano ovunque. Soffermai il mio sguardo sui suoi occhi; due perle di un azzurro così chiaro da sembrare grigio. Occhi che avevano visto la paura, vissuto momenti terribili, ma nonostante ciò, continuavano a nascondere ogni più piccola emozione. Uno strano brivido mi percorse la schiena, costringendomi a distogliere lo sguardo.

- Potresti ridirlo? - continuò lei

- Perché mai dovrei? - Ma che diavolo di domande faceva? Le sembravo il tipo di uomo pronto a distribuire scuse come se fossero state biscotti?

- Okay, adesso ti riconosco - Disse, tornando seria - sai, detto da te, ha un suono stranamente bello e… vorrei registrarti, giusto per essere sicura che questo non sia soltanto un sogno - continuò, prendendomi in giro.

Le tirai un pizzicotto sperando non reagisse rompendomi il braccio.

- Ahi! Ma che fai? - Si mise a strillare e incominciò a massaggiarsi il braccio.  Forse era troppo stanca per reagire, così non persi neanche un secondo per giustificare il mio gesto.

- Ti ha fatto male, vuol dire che non stai sognando -

Continuava a guardarmi con un’espressione ancora più meravigliata della precedente, poi sorrise scuotendo la testa.

- Non dirai niente a Fury, vero?-

Si rimise a dormire senza dire niente. Per quanto ancora mi avrebbe tenuto il muso?

- Emy?! - Continuai. Volevo una risposta e la volevo subito!

- No Loki, non gli dirò niente. Ora piantala e dormi, altrimenti trovo io un modo per farti stare zitto! -

Tornai a letto, ma faticai a prendere sonno. Quel brivido lungo la schiena di poco prima mi sconcertava. Avrei mai potuto provare qualcosa per un’umana? Mi voltai a guardare Emilie. Stava già dormendo, e sembrava così indifesa…
“Oh, ma che diamine! Sono il Dio degli Inganni, non degli Intrighi Amorosi!”
Con quest’ultimo pensiero, mi voltai dandole le spalle e mi assopii.

N.d.A
Eccoci al consueto appuntamento del lunedì!
Come sempre vi chiedo di recensire e avvertirmi se stiamo sfociando nell'OOC, così da avvertire nella sezione ;)
Baci,
Flam.

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 - Era tutto ciò che volevo... ***


CAPITOLO 11: ERA TUTTO CIO' CHE VOLEVO...


(Emilie)

Io e Loki stavamo correndo per le strade di un parco, poco lontano dalla base dello S.H.E.I.L.D. Ci stavamo allenando, ma quel giorno il caldo era insopportabile e l’afa rendeva difficile anche il minimo sforzo.
Loki, al contrario, non sembrava per niente stanco. In questi giorni avevo potuto notare quanto la sua resistenza fosse formidabile. Probabilmente aveva a che fare col fatto che fosse un dio.
Ad un tratto il cielo grigio incominciò a borbottare e piccole goccioline d’acqua bagnarono la strada tutt’intorno a noi. Mi fermai e rivolsi il viso verso l’alto, lasciando che la pioggia mi bagnasse la faccia. Era così rinfrescante! Adoravo quel profumo di bagnato che tutt’un tratto si era levato nell’aria.

- Hai intenzione di stare lì sotto ancora per molto?- Chiese Loki che, nel frattempo, si era riparato sotto ad una tettoia. Lo raggiunsi e mi sedetti di fianco a lui. Incominciò a farmi i dispetti, come un bambino. Era insopportabile! Per quanto gli dicessi di smettere, lui sembrava non avere intenzione di ascoltarmi. Mi vedevo costretta a farlo smettere in qualche modo. Cercai di tirargli un pugno, ma fermò sapientemente ogni mia mossa, bloccandomi contro il muro alle nostre spalle.

Forse gli avevo insegnato troppo. Lo guardai negli occhi perplessa e in parte anche spaventata; non potevo permettere che qualcuno riuscisse ad anticipare ogni mia mossa, sarebbe stato troppo pericoloso. Solo in quell’istante notai quanto il suo viso fosse vicino al mio, troppo vicino!
Le sue labbra sfiorarono le mie e subito una scarica di adrenalina mi pervase il corpo. Non capivo più niente, il cuore batteva forte, quasi dovesse esplodere. Ma che diavolo mi stava succedendo? Ero già stata con un uomo…non solo uno a dirla tutta, eppure in quell’istante faticai a mantenere il controllo.
Una parte di me avrebbe voluto che quel momento non finisse mai, l’altra invece continuava a ripetersi che era un errore madornale. Non potevo permettergli di diventare così importante, ma sapevo che, almeno in parte, lo era già: da quella prima volta in cui lo incontrai, nella fredda e buia cella di Asgard, il nostro rapporto era cambiato, e giorno dopo giorno ci avvicinavamo di più, eravamo sempre più legati l'uno all'altra.

"Cavolo!".

- Loki, no…- Lo allontanai appoggiando una mano sul suo petto. Non avevo neanche il coraggio di guardarlo negli occhi. - non posso – continuai.

- Non puoi o non vuoi? – Chiese mentre mi guardava con quegli occhi verdi che mi facevano impazzire! Quelle parole mi fecero gelare il sangue.

- Non posso. Fa…fa parte del mio lavoro, non posso innamorarmi di nessuno, mi renderebbe vulnerabile e non posso permettermelo. Capisci, vero? – Risposi cercando la forza di mettere assieme quelle parole tremende. Lui fece cenno di si con la testa, un po’ deluso. Sentivo le lacrime riempirmi gli occhi, ma non volevo piangere; non davanti a lui! Che razza di spia è una che piange?

Stavo rinunciando a tutto ciò che avevo sempre sognato. Insomma, chi si sarebbe mai innamorato di me, un’attrice nata…un’assassina? Eppure lui mi capiva, sembrava non dare peso alla cosa. Era tutto ciò che volevo: qualcuno che mi amasse per quello che ero realmente, e io vi stavo rinunciando per colpa di un dannatissimo lavoro!

- Ha smesso di piovere, andiamo – dissi cambiando totalmente discorso. Imboccammo la strada che riportava alla base.

Per tutto il tragitto non osammo proferire parola. In quel silenzio cercai una spiegazione a ciò che era successo, ma quella quiete era terribile e ricca di parole e frasi sospese nel nulla. Parole e frasi che, forse, non ci saremmo mai detti.

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 - Realtà parallela ***


CAPITOLO 12: REALTA' PARALLELA


(Emilie)

Arrivati allo S.H.E.I.L.D. non facemmo neanche in tempo a pranzare che, subito, Fury ordinò una riunione, ma uno strano presentimento mi fece intuire che quella non sarebbe stata una semplice chiacchierata, come si aspettavano tutti. Entrammo in una stanza, era tutta, completamente grigia. Pareti, pavimento, soffitto erano esattamente dello stesso colore, e mentre mi guardavo intorno, pensai che avrebbero sicuramente potuto sceglierne uno un po’ più allegro.

- Agenti, il signor Stark è lieto di mostrarvi il vostro nuovo spazio per gli allenamenti -Disse il tenente, indicando con un gesto della mano tutta la stanza. Sembrava serio e fiero di ciò che aveva sotto gli occhi, il punto è che non c’era proprio niente da guardare! La stanza era completamente vuota. Pensai fosse impazzito, molto probabilmente lo pensavamo tutti.

- Su, non fate quelle facce! – sbottò Stark e subito mi chiesi se fosse impazzito anche lui. – Io e il qui presente Dottor Banner, grazie all’aiuto di Jarvis, abbiamo aperto un varco nel continuum spazio-temporale  riuscendo a trasportare, nella nostra dimensione attuale, un universo alternativo con tanto di Thanos e la sua banda di robottini schifosi–

- Parla meno difficile! –Esclamò Steve che non aveva capito una singola parola. Subito Stark alzò gli occhi al cielo, ma il capitano non aveva tutti i torti, non aveva capito niente nessuno!

- Ho creato una realtà virtuale nella quale sono presenti sia Thanos che il suo esercito. Qui possiamo allenarci e trovare un modo efficace per sconfiggere quell’essere senza rischiare la vita, o almeno senza rischiarla del tutto. –

- Stark che significa ‘’senza rischiarla del tutto’’?- Chiesi. L’idea di dover combattere contro un Thanos reale mi spaventava terribilmente e avrebbe continuato a farlo anche se lo avessero privato di tutti i suoi poteri.

- Essendo una realtà parallela quel mostro e i suoi burattini sono reali, solo che posso inserire alcune variabili per evitare che ci uccida, dandoci comunque l’opportunità di studiare le sue mosse -

Senza perdere neanche un secondo e senza lasciarmi il tempo per ribattere, Tony diede un segnale a Fury che uscì dalla stanza chiudendo la porta. In meno di un secondo, intorno a noi, comparvero grattacieli altissimi, negozi, bar, c’era anche la Stark Tower. Ma che fine avevano fatto i muri della stanza?
I miei occhi scrutavano ogni cosa, passavano da un particolare all’altro, senza tralasciare niente. Eravamo veramente per le strade di New York!

- Ma che diavolo…- esclamò Clint, senza riuscire a finire la frase per lo stupore.

Guardai Thor e, vedendo la sua espressione meravigliata, non riuscii a trattenere una risatina. Loki era rimasto a bocca aperta, nel vero senso della parola, così gli diedi un colpetto per fargliela chiudere. Mi guardò stupefatto, ma cercai subito qualcos’altro su cui concentrare la mia attenzione. Mi sentivo il viso in fiamme e probabilmente ero diventata dello stesso colore dei miei capelli!

- Lo so, sono un genio! – Dichiarò Stark, mentre noi altri cercavamo ancora di trovare le parole per descrivere ciò che stava accadendo. Odiavo ammetterlo, ma aveva ragione. Tutto questo era semplicemente fantastico, era veramente un genio!


N.d.A.

Ed eccoci nuovamente qui. Le vacanze son ben lungi dall'essere sicure, quindi credo che riuscirò a postare regolarmente anche per il mese di agosto.
Come sempre, vi chiedo di recensire e farmi sapere che ne pensate.
Bacioni,
Flam.

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 - Un segreto. ***


CAPITOLO 13: UN SEGRETO.


(Emilie)

Eravamo ancora tutti presi ad ammirare New York in tutta la sua bellezza, per renderci conto di quello che stava succedendo realmente. Sembravamo un gruppo di quei turisti che, per la prima volta, metteva piede in una città mai vista e ne restavano incantati…con tanto di bocche spalancate per lo stupore.
Ma eravamo arrivati nel bel mezzo di un’invasione aliena; la vendetta di Thanos.
Stark aveva già indossato la sua armatura quindi ci dirigemmo tutti verso l’edificio che sembrava il centro dell’invasione: la Stark Tower.

- Quella torre è maledetta, dovrebbero demolirla! -

- Su Cap non fare così, se riuscisse a superare anche una seconda invasione, sono certo che diventerebbe il nuovo simbolo della città! Altro che Statua della Libertà. - Rispose Stark.

Mentre percorrevamo le vie della città, infestate dai chitauri, Steve consigliò di attaccare Thanos tutti insieme. Non era certo il suo piano migliore, ma in fondo quello era un allenamento e avremmo avuto altre possibilità per riprovare.
L’idea si rivelò subito un disastro. Già cercare di colpire Thanos senza rischiare di essere scaraventati contro qualche parete era un’impresa, in più c’erano i suoi chitauri sempre in mezzo alle scatole. Mi stavo, appunto, liberando di uno di quegli esseri ripugnanti che cercavano di mettermi i bastoni tra le ruote, quando Thanos afferrò Loki per il collo. Non aveva intenzione di lasciarlo e lui faticava già a respirare. Mi si gelò il sangue. Era vero che non poteva ucciderci? E se Stark si fosse sbagliato?
Senza pensarci due volte staccai una freccia dal corpo senza vita di uno di quegli esserini schifosi e con una destrezza e una velocità degne di un’assassina provetta, sfilai l’arco dalle mani di mio padre. Non sprecai neanche un minuto e scoccai la freccia che andò a conficcarsi esattamente sulla spalla sinistra di Thanos.
Sapevo di non poterlo uccidere ed era proprio per questo che non avevo mirato alla testa o al cuore, ma volevo fargli capire che lui non mi spaventava, la morte non mi spaventava!
Come previsto, riuscii ad attirare la sua attenzione su di me e dopo aver lasciato cadere a terra Loki si strappò la freccia dalla spalla dipingendosi sul viso un sorriso malefico.

- Dopo tutto il tempo trascorso eseguendo i miei ordini, non hai ancora capito che non mi puoi uccidere? – Esclamò lui, e guardando la ferita che gli avevo appena procurato, notai che la sua pelle era completamente intatta. Non aveva neanche un graffio, e un momento prima la mia freccia l’aveva infilzato come uno spiedino!

- Due traditori alleati, dovevo aspettarmelo!- Continuò a parlare mentre si avvicinava sempre di più. Stavo per ribattere, ma New York sparì con la stessa velocità con la quale era apparsa e in pochissimo ci ritrovammo tutti nella spoglia, stanza grigia di simulazione.

- Emy di che diavolo stava parlando?- chiese Natasha e subito tutti gli sguardi si rivolsero su di me. Il tono di mia madre faceva venire i brividi e per un attimo giurai di aver visto nei suoi occhi anche un lampo di preoccupazione, oltre ad una ben celata vena di rabbia.

Avevo mantenuto quel segreto troppo a lungo, forse era arrivato il momento di raccontare tutto.

- Io…-‘’Diavolo! Per litigare con Loki ho sempre la risposta pronta, perché ora no?! ‘’ pensai mentre prendevo un respiro profondo, come se avessi dovuto buttarmi sott’acqua. - io lavoravo per lui, ma è da un anno che non sto più ai suoi ordini. L’ho lasciato e adesso mi vuole uccidere. È di questo che parlava –

Buttai fuori tutte quelle parole in un fiato liberandomi del peso che, da troppo tempo, portavo sulla coscienza. Lo sguardo di mia madre andava dallo sconvolto al sorpreso, molto sorpreso! Mio padre non parlava. Abbassai lo sguardo al pavimento. Sapevo di averli delusi entrambi, ma non potevo cambiare il mio passato e soprattutto non potevo continuare a mentire. La porta della stanza si aprì improvvisamente e Fury entrò nella stanza.

- Agente Barton, Emilie Barton, credo che lei abbia un po’ di cose da raccontarmi, vuole seguirmi? –

Annuii, e dopo essermi assicurata che Loki stesse bene incominciai a camminare seguendo il tenente.
Ero nei guai, un mare di guai. Un oceano di problemi dal quale non sarei uscita tanto facilmente.


N.d.A.
Eccoci qui, Emy ha confessato il suo segreto. Cosa le accadrà ora?
Ci leggiamo lunedì per il prossimo capitolo :3
Baci!
Flam.

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 - Guai...o forse no? ***


CAPITOLO 14: GUAI...O FORSE NO?


(Emilie)

Entrai nell’ufficio di Fury sedendomi sulla sedia di fronte alla scrivania. Fissavo delle scartoffie ancora da compilare, rimanendo assolutamente in silenzio ad aspettare la domanda del tenente mentre mi immaginavo ogni tipo di punizione possibilee. Mi avrebbe rinchiuso da qualche parte in isolamento perché mi riteneva pericolosa? Mi avrebbe trasferita in qualche base dello S.H.E.I.L.D. ancora sconosciuta? Mi avrebbe semplicemente licenziata? ‘’Ah no, non credo proprio: licenziarmi mi semplificherebbe solamente la vita!’’

- Agente Barton, credo che lei debba a tutti delle spiegazioni, soprattutto a me!- La voce del tenente interruppe il silenzio che si era creato. Io distolsi lo sguardo dai fogli e incominciai a parlare.

- Non c’è molto da spiegare, come ho già detto, lavoravo per Thanos, ma le posso assicurare che è tutto finito -

- Quello lo sapevo già, altrimenti non l’avremmo mai inclusa nel Progetto Avengers, quello che volevo sapere era come ha conosciuto Thanos -

‘’Come diavolo era possibile? Come faceva Fury a sapere? Credevo di essere riuscita ad ingannare tutti, di aver nascosto al meglio le mie azioni sbagliate di quel periodo nero della mia esistenza, e soprattutto di non avere lasciato prove. E gli unici che sanno qualcosa sono Loki e Bruce, ma credevo avrebbero mantenuto il mio segreto! Loki non rivolgerebbe la parola a nessun membro degli Avengers, se non per qualche sciocco bisticcio e Banner non si fida affatto dello S.H.E.I.L.D., perché mai avrebbe dovuto dire qualcosa? Anche se non credo sia stato lui.. probabilmente la verità è che Fury sa tutto, sente tutto e soprattutto vede tutto; ha solo un occhio buono ma fa per due a quanto pare!"

Appena mi ripresi dalla notizia scioccante incominciai a raccontare tutto: la scoperta di avere dei genitori, le minacce di quell’essere che compariva nei miei sogni, la sua promessa di una vita migliore, il mio incontro con Loki nelle prigioni asgardiane.

- Mi domando come mai non mi abbia informato di Thanos e della sua situazione. Avremmo escogitato un piano molto prima! -

- Non avevo prove. Mi avrebbe creduto? Avrebbe creduto a dei semplici sogni? O mi avrebbe mandato da qualche strizza cervelli, come se fossi stata pazza?-

Per un po’ non rispose. Ero veramente brava a mettere a tacere la gente…o forse avevo solamente ragione.

- Ad ogni modo quel che è fatto è fatto, non possiamo tornare indietro - fece una piccola pausa, corrugando la fronte, pensieroso. Poi si alzò a guardare il paesaggio fuori dalla finestra e riprese a parlare – Agente Barton, ho bisogno di qualcuno abbastanza esperto, che riesca a ottenere informazioni dettagliate su ciò che sta accadendo in questi giorni in Pakistan. Lei è già stata da quelle parti, sono certo che non le sarà difficile portare a termine questa missione. Crede che Loki possa essere affidato a qualcun altro senza rischiare che questo poveretto diventi pazzo? -

- Questa è una domanda difficile signore! Comunque credo non gli farebbe male passare un po’ di tempo con suo fratello –

- Perfetto! Questo è il fascicolo della missione; ha 12 ore di tempo: il jet partirà domattina alle 6. Buona fortuna. –

Presi la cartella gialla che il tenente mi stava porgendo e, dopo aver salutato, mi avviai verso la mia stanza leggendo qualche informazione più specifica sulla missione.
Tirai fuori un borsone dall’armadio e incominciai a riempirlo infilandoci dentro una maglietta e la felpa verde di Loki che mi piaceva un sacco, anche se in realtà non gliel’avevo mai detto. La tentazione di portarmi dietro l’intero armadio era forte, ma sarei stata via soltanto alcuni giorni e dovevo viaggiare leggera.
La porta si aprì dietro le mie spalle, ma scorgendo Loki con la coda dell’occhio, salutai veloce e tornai a riempire il borsone. Avevo un sacco di cose da fare e non avevo molto tempo; dovevo ancora parlare con i miei genitori e chiarire bene la questione ‘’Vostra figlia lavorava per Thanos’’, anche se sinceramente non avevo la minima voglia di tornare su quell’argomento!

- Che stai facendo?- Chiese lui mentre mi guardava correre da una parte all’altra della stanza. Così gli raccontai tutto.

- Cosa? Devo stare con Thor? Non ci pensare nemmeno! Non ho intenzione di trascorrere neanche un singolo minuto in sua compagnia! –

- Piantala di fare il bambino! Con Bruce non puoi stare per ovvi motivi; Steve è troppo impegnato a pensare ad un piano d’attacco che ancora non abbiamo e non può farti anche da babysitter; Tony non lo prendo neanche in considerazione dopo che l’hai defenestrato dalla Stark Tower, Natasha e Clint hanno un conto in sospeso con te; soprattutto mio padre, credo sarebbe felice di infilzati una delle sue frecce in un occhio. Ti ho chiarito la situazione? Non hai scelta! –

- Non metterci troppo allora… - 



N.d.A
Eccoci qui! Ebbene, Fury aveva già sentito puzza di bruciato, ma è bravo nel suo lavoro e non aveva fatto trasparire alcunchè. Da brava spia che è, sapeva solo lui e gli agenti che l'hanno informato dello strano comportamento della nostra Emily.
Al prossimo capitolo!
Baci,
Flam.

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 - Solo coi Vendicatori. ***


CAPITOLO 15: SOLO COI VENDICATORI.

(Loki)

Scusami per ieri sera, sono stata un po' dura, ma Thor è l'unico a cui posso affidarti in mia assenza. Il Jet è partito questa mattina alle sei; non ti ho svegliato così presto per salutarti perché ho pensato che avresti preferito recuperare le ore di sonno che io e Thanos ti facciamo perdere ogni notte. Gli altri ti aspettano alle otto in punto in palestra. Non combinare disastri e non farli impazzire troppo.

Emy
 

Avevo tra le mani un piccolo foglio candido, trovato sul comodino al mio risveglio. Era davvero bella la scrittura di Emy: semplice, un insieme di stampatello maiuscolo e minuscolo che dava a ogni parola una forma tondeggiante.

Lo piegai un paio di volte e lo infilai nella tasca dei pantaloni. Dopo essermi preparato per trascorrere un po’ di giorni con i Vendicatori, mi avviai verso la palestra. ‘’Un po’ di giorni’’…quelle parole mi mettevano ansia. Ormai mi ero abituato a stare con Emy, a sopportare i suoi cambiamenti d’umore che molte volte trovavo senza senso, a darle corda nei bisticci solo per divertirmi un po’. Ma, adesso che lei non c’era, mi toccava sopportare quel guerrafondaio di Thor, e la mia pazienza ha un limite. Una volta superatolo, chi mi avrebbe trattenuto dallo strangolare Stark ? Chi avrebbe impedito a Barton o a Natasha di farmela pagare per il disastro che avevo combinato a New York? Per non parlare poi del dottore che si trasforma in quell'ammasso di muscoli tutto verde...

Aprii la porta della palestra e l’odore di sudore che uscì dalla stanza mi fece venire il voltastomaco. Odiavo quei posti luridi e sporchi, mi sono sempre chiesto come facesse Thor a sopportare quell’olezzo durante gli allenamenti! Era molto meglio rimanere da parte a leggere qualche libro di magia.

Stark mi venne incontro sfoderando uno dei suoi sorrisi migliori…da prendere a schiaffi! Quindi mi cinse le spalle con un braccio, come se fossimo grandi amici. Un braccio fin troppo pesante e metallico per i miei gusti. Roteai gli occhi al cielo, sperando vivamente che Emy si sbrigasse a tornare.

Ma perché diamine mi metto a pensare ad un’insulsa umana?! Ci vorrebbero i miei poteri per vendicarmi su questi stramaledetti Vendicatori dei miei stivali, altro che una spia doppiogiochista e pentita per tenermeli lontani!

- Ciao principessina, dormito bene? – esordì l’Uomo di Latta con quel suo tono strafottente, interrompendo di colpo il filo dei miei pensieri. - Sai, ti stavamo aspettando, soprattutto Raperonzolo, qui, non vede l’ora di farti da mamma. È da ieri che rompe - Continuò dando qualche pacca sulla spalla di Thor che, dopo averne ricevuta una seconda, rischiò di trovarsi un polmone al posto dello stomaco.

Lanciai un’occhiata fulminante al miliardario, sperando che il mio desiderio di vederlo incenerito si avverasse! Purtroppo non si generò neanche una misera scintilla, così mi limitai a immaginarlo sofferente su un tavolo per le torture.

Il resto della giornata non passò molto diversamente: Stark cercava, invano, di provocarmi e Barton lo seguiva a ruota, ma si stava scordando di un piccolo conto in sospeso che avrei presto sistemato: mi aveva tradito e prima o poi avrebbe dovuto pagare per il suo gesto!

Steve e Thor battibeccavano sul nuovo piano d’azione che si erano inventati; Bruce cercava di mantenere la calma per non trasformarsi in quell’orribile broccolo verde gigante; Natasha, che non sopportava più quella situazione, si era infilata un paio di cuffie e aveva incominciato a sparare verso un bersaglio poco distante. In pratica una noia mortale, ma la cosa peggiore era pensare che quei bambocci erano riusciti a battermi! Era umiliante!


N.d.A,
Scusate l'eterno ritardo! Purtroppo il pc fa i capricci e non so ogni quanto riuscirò ad aggiornare la FF, ma non preoccupatevi: non l'ho abbandonata!
Spero abbiate gradito, fatemi sapere con una recensione :)
Baci,
Flam.

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 - Prima... ***


CAPITOLO 16: PRIMA...
 
(Loki)

Ero seduto sul letto e stavo rileggendo il biglietto che Emy aveva scritto prima di partire, quando Thor uscì dal bagno. Si era fatto una doccia…data da segnare sul calendario! Che schifo…
Roteai gli occhi al cielo sbuffando. La sua sola presenza mi dava fastidio e cercai di farglielo capire al meglio. Erano secoli che tentavo di fagli assimilare il concetto ‘’non ti sopporto. Più stai lontano da me, meglio è’’, ma quello zuccone era troppo testardo per farselo entrare in testa. Nonostante la sua reticenza nell’afferrare questo genere di idee, non mi ero arreso e sicuramente non l’avrei mai fatto! Non avevo niente da perdere e se fossi riuscito nel mio intento, me lo sarei tolto dalle scatole una volta per tutte. O almeno così speravo…

- Perché non mi hai parlato di Thanos?- Mi chiese sedendosi di fianco a me. Guardai schifato il punto in cui il suo corpo toccava il materasso rimanendo in silenzio. Non avevo proprio voglia di ascoltare la sua predica inutile!

- Loki rispondimi, non puoi restare in silenzio a vita!

‘’Ecco che incomincia’’    

- Non ti ricordi i vecchi tempi, le nostre avventure…?-

- Si me le ricordo bene! Quando ogni volta dovevo inventarmi qualcosa per tirarti fuori da tutti i pasticci che combinavi e la colpa ricadeva sempre su di me! Quando cercavo in ogni modo di farmi notare da te, ti seguivo come la tua ombra, assecondavo ogni tuo stupido capriccio, ma, nonostante tutto, eri sempre troppo impegnato a giocare con i tuoi amici per accorgerti di me! Hai idea di come mi sia sentito per tutti questi anni?-

- Io…Loki, eravamo giovani e immaturi, non me n’ero neanche reso conto -

- No, tu…tu te n’eri accorto benissimo; la verità è che non ti importava!-

- Adesso mi importa!-

- Adesso è tardi! Non ho bisogno di te, anzi non mi importa più niente di te!-

- Non dire idiozie! Sai anche tu che non è così – 

‘’Oh certo! Adesso pensi anche di sapere cosa mi passa per la testa!’’

Mi tremavano le mani dal nervoso, e se nel frattempo non si fosse alzato dal letto, probabilmente gli sarei saltato al collo  e l’avrei anche strangolato!  Continuava a parlare senza dare troppo peso al mio stato d’animo, misurando a grandi passi la stanza; l’unica differenza rispetto a prima era il tono della sua voce: dolce e triste allo stesso tempo.

- Hai ragione, me n’ero accorto: sapevo che qualcosa non andava; ma ogni volta che ne cercavo la conferma mi rispondevi con un ‘’non ti preoccupare’’ o ‘’non ci pensare’’; e io ti davo retta: non ci pensavo, e col tempo mi sono anche abituato a quella situazione. Ti stavo perdendo piano piano. Non hai idea di cosa darei per tornare indietro e farti sputare fuori tutto quello che mi nascondevi e che mi nascondi tuttora -

- Però non puoi -

- Puoi dirmelo adesso… è per gelosia che hai fatto tutto questo Loki?- 

- Geloso… perché dovrei essere geloso? Non ho mai chiesto di diventare re, non mi è mai interessato, volevo solo essere considerato tuo pari! Invece sono la pecora nera della famiglia, il capro espiatorio degli asgardiani. Lo sono sempre stato e tutto solo perché da bambino non ero forte come voi, non mi piaceva combattere, ero diverso. Poi è emersa la faccenda delle mie vere origini, io ero il mostro dal quale si mettono in guardia i bambini la notte, ricordi? Volevo solo dimostrare che anche io avrei potuto combinare qualcosa di buono, e ci sarei anche riuscito se tu non ti fossi messo in mezzo!

- L’ho fatto perché non potevo lasciarti conquistare un pianeta intero! E dopo quello cos’altro ci sarebbe stato? Loki io non volevo combattere contro di te! –

-………….-

- Loki ti prego dimmi qualcosa! Perché non possiamo far tornare tutto come prima? -

- Non sarà mai come prima…e anche volendo, ho una reputazione da super cattivo da difendere – 

Mi infilai in bagno, stufo di quell'inutile conversazione su presunti tempi andati. Come sempre gli ho dato corda fingendo che avesse ragione lui, che fosse esistito un tempo in cui eravamo legati da qualcosa che non fosse la sua boria e i miei tentativi di farsi notare. Lui pensa che fra di noi ci sia una grande e indistruttibile amicizia, io vedo al di là della sua scarsa intelligenza egocentrista. Forse un innocente prima a cui tornare esiste davvero, ma è stato in un remoto tempo in cui l'innocenza dell'infanzi ancora ci permeava. No quello che vuole Thor non può averlo perchè non è mai esisto, per quanto io in passato l'abbia sperato.

(Thor)

Quel sorriso timido, quasi impercettibile delle sue labbra mi fece sobbalzare il cuore. Era durato giusto un attimo, il tempo necessario perchè si voltasse e sparisse nell'altra stanza. Non era il solito ghigno da completo bastardo che Loki si dipingeva sempre in volto, ma celava un po’ di speranza; la stessa che pensavo di aver visto passare nei suoi occhi e subito dopo sparire, veloce come un lampo. Non sarebbe certo tornato tutto come prima, ma ripensando a quel momento riesco quasi a illudermi che mio fratello non abbia cercato di distruggere Midgard e sia ancora il giovane con cui ho vissuto in gioventù.


N.d.A.
Eccomi! Sono riuscita a pubblicare solo ora, il pc ancora mi da problemi.
Si Thor porello ha sempre le fette di salame sugli occhi, e spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Ringrazio tutti/e coloro che hanno inserito la storia nelle preferite e nelle seguite, e vi invito a recensire.
Baci, Flam.

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 - Assedio ***


CAPITOLO 17: ASSEDIO

(Emilie)

Il jet era atterrato sul tetto dello S.H.E.I.L.D.
Sganciai la cintura di sicurezza e corsi verso l’ufficio di Fury ignorando il taglio che avevo sopra la tempia; sanguinava e bruciava in un modo incredibile ma non avevo tempo.

- Mi lasci entrare, ho delle informazioni di massima importanza da riferire! – Dissi velocemente all’uomo a guardia della porta dello studio.

- É una riunione importante, il tenente ha sottolineato espressamente di non lasciare entrare nessuno, per nessun motivo! -

- È importante…- ed era davvero così, non avevo tempo da perdere!

- Aspettare un po’ non le cambierà la vita –

- Mi lasci entrare! – urlai mente l’uomo cercava di opporre resistenza, ma dopo un colpo alla testa cadde a terra svenuto.
Aprii la porta della stanza, non facendo molto caso alle persone sedute attorno alla scrivania.

- Cosa diavolo sta facendo?! - Esclamò il Fury lanciandomi occhiate di fuoco, così feci ciò che avrei dovuto fare sin dall’inizio: spostai la mia attenzione sugli altri soggetti della stanza e “Cazzo!” fu l’unica cosa che riuscii a pensare. Nella stanza era calato un silenzio quasi imbarazzante. Avrei tanto voluto poter tornare indietro nel tempo per rimanere lì fuori dalla porta ad aspettare, improvvisamente niente sembrava più tanto urgente.

- Ho delle informazioni importanti sulla missione che mi ha assegnato pochi giorni fa signore – Continuai nascondendo l’imbarazzo del momento. Insomma avevo capito che era una riunione importante, quell’agente di guardia me l’avrà ripetuto almeno una trentina di volte, ma non mi sarei mai immaginata di trovare i capi della CIA, dell’FBI e del Mossad impegnati in uno scambio di informazioni con lo S.H.E.I.L.D.

“Adesso sei nei cazzi…tanto per cambiare! Brava Emy”

- Dopo, ora sono occupato! Mi sembra evidente -

- Signore questi istanti potrebbero determinare il futuro del pianeta!-

- Parli pure agente, se è importante come dice - disse una donna seduta alla mia destra, così presi fiato e incominciai a raccontare quello che avevo scoperto.

- Sono stata inviata a Gujrat per indagare su alcuni strani fenomeni avvenuti in Pakistan negli ultimi giorni. Il villaggio è sotto assedio…dei chitauri! Sono ovunque e chiunque provi ad uscire di casa non torna più, non mi sono potuta avvicinare molto alla città, non volevo rischiare di essere scoperta, così ho contattato alcuni amici nei villaggi in periferia e la situazione è la stessa –

- Stavamo parlando proprio di questo; Europa, Asia…sono ovunque. È un’invasione a livello mondiale! Mancano solo gli Stati Unit. Siediti vado a chiamare gli altri Avengers – Mi disse il tenente indicando una sedia libera. E così feci.

- E quel taglio?

- Un chitauro. Mi aveva scoperta –

- Hai compromesso la segretezza della tua missione? -

- No, l’ho ucciso. Non se n’è accorto nessuno. -
Fu con orgoglio che sorrisi di rimando alle facce attonite che le tre massime autorità esibirono di fronte al mio sangue freddo.
“Insomma son pur sempre una spia, giovane, ma lo sono”


N.d.A.
Eccomi di nuovo ad aggiornare! Spero che il capitolo vi piaccia, vi invito a recensire e ringrazio chi segue la storia e tutti coloro che l'hanno inserita anche nelle preferite.
Baci, Flam

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 - Sfiducia e presa di posizione. ***


CAPITOLO 18: SFIDUCIA E PRESA DI POSIZIONE.


(Emilie)

- Oh guarda chi si è decisa a tornare- Esclamò Stark spalancando la porta dell’ufficio in una delle sue entrate teatrali. Possibile che dovesse sempre essere al centro dell’attenzione?!

Si sedettero tutti al tavolo. Loki passò di fianco a me e con una mano scostò la ciocca di capelli che mi copriva il taglio sulla tempia.

- Che hai fatto?- mi chiese con tono di rimprovero.

- Un Chitauro. -

Feci appena in tempo a vedere le sue labbra stringersi in una linea sottile per via della mia risposta, poi Fury richiamò l’attenzione dei presenti e la riunione cominciò.

- Signori, la situazione è grave. Da ogni parte del Mondo abbiamo ricevuto notizia della presenza di Chitauri. Ogni capitale mondiale ha inviato rapporti identici alle migliori agenzie; prima dell'interruzione dell'Agente Barton, - e qui spostò il suo occhio furente su di me, - stavo giusto discutendo coi capi di CIA, FBI e Mossad riguardo ad una strategia da mettere in atto. Purtroppo, non conosciamo le vere intenzioni degli invasori. Si limitano a osservare, non agiscono. Nel peggiore dei casi stanno dando man forte alle cellule terroristiche, ma risulta evidente che non si stanno comportando come tre anni fa a New York. Certo, la loro nave madre era andata distrutta, ma ciò non toglie che ve ne fossero altre sparse in giro per l'Universo e che il loro capo sia riuscito a portarne qui degli altri, come avevamo previsto e come è effettivamente accaduto. I governi mondiali erano stati allertati che Thanos avrebbe condotto una controffensiva, prima o poi. A quanto pare siamo alla resa dei conti e il nostro nemico ha raggiunto i pieni poteri. -

Loki, di fianco a me, si irrigidì e sussultò talmente forte che rimbalzò sulla sedia.

- Fratello, era da lui che prendevi ordini. - cominciò Thor – Ma gli hai voltato le spalle e ora hai paura. Davvero non c'è un modo per sconfiggerlo? -

Il modo ve lo avevo suggerito, ma non avete voluto darmi retta..”

Il Dio dell'Inganno si voltò verso di me prima di rispondere, quasi in cerca di appoggio. Come potevo io, una semplice mortale, dare conforto ad un essere millenario dotato di poteri pressochè infiniti?

- Ci sarebbe il Tesseract.. -

E quello fu l'inizio della fine. Steve si alzò di scatto rovesciando la sedia dietro di sé e sbattendo entrambe le mani sul tavolo, rischiando seriamente di romperlo. Tony scoppiò a ridere prima di lanciarsi in uno dei suoi discorsi pieni di frecciatine. Thor fissò allibito Loki e cercò di “farlo ragionare” provando a spiegargli il motivo per il quale non potevano acconsentire ad una tale richiesta. Fury si limitò ad un “ASSOLUTAMENTE NO!”. Banner uscì dalla stanza sfregandosi la parte alta del naso, il chè non era di buon auspicio: Hulk che distruggeva tutto non era certo uno scenario rassicurante. Mia madre sgranò gli occhi e si voltò verso il generale parlandogli concitata e mio padre diede man forte ad Iron Man, alludendo a non voler farsi fottere di nuovo il cervello. Non credevo a me stessa. Era l'unica via d'uscita, avevo già provato a spiegarglielo una volta, eppure non volevano che agissimo perchè non si fidavano di Loki.
Stufa, mi alzai e uscii dalla stanza sbattendo la porta. Dovevo parlare con Banner, forse lui mi avrebbe ascoltata.


(Loki)

Emy è scappata via da questa manica di idioti, e forse farei bene a sgattaiolarmene in stanza pure io.

Possibile che non riescano a guardare oltre e a concedermi di usare il Tesseract? Devo solo congelarlo, non richiamare un esercito che distrugga Midgard e i suoi abitanti!”

Finalmente i Vendicatori si placarono, a un cenno del loro calvo ed orbo capo. Capitan America continuava a passeggiare nervosamente per la stanza e dovetti chiudere gli occhi e concentrarmi per evitare di porre fine alle sue evidenti frustrazioni e sofferenze.

- Possibile che non esista un altro modo? -

Vi piacerebbe...”

- No. È indistruttibile, molto potente. Oltre che immortale. Quali speranze credete di avere contro un essere che si è alleato alla Morte stessa? -

- Eppure deve avere un punto debole. - osservò Natasha.

- L'unico modo per colpirlo è coglierlo di sorpresa. Può generare campi di forza per proteggersi dai vostri attacchi. E a livello mentale, nemmeno io potrei competere con lui, mi ridurrebbe ad un burattino. -

- Da che pulpito viene la predica. - mormorò Occhio di Falco, abbastanza forte da farsi udire dai presenti.

- Sembrava ti piacesse avere tutta quella conoscenza che solo una mente superiore può concedere. - era così divertente da punzecchiare!

- Oh si, certo, mi piaceva un sacco! - sbottò l'arciere.

- Risolvete i vostri problemi amorosi in un altro momento, piccioncini; stiamo cercando di capire come uccidere un essere immortale. Non so voi, ma io non lo pratico come hobby, quindi darei ascolto al dio sociopatico. - intervenne Stark.

- Per una volta, signor Stark, devo dargliene atto: ha ragione. - concluse Fury. - E ora, Loki, illuminaci su qualcosa che non sappiamo già: come lo sconfiggiamo? -

- Bè, ma se sapevate già tutto, io che ci sto a fare qui? -

- Dovresti dirci come ucciderlo! -

- Calmati Steve. Sono sicura che ci stava arrivando. Vero, Loki? - lo rabbonì la rossa posando il suo penetrante sguardo da spia su di me. Come se potesse in qualche modo sortire effetto e mettermi soggezione.

- Infatti. Ci stavo provando prima che esplodesse un putiferio, che il tizio verde incazzoso scappasse via prima di distruggere tutto, e che Emy lasciasse la stanza. -

Clint e Natasha si scambiarono uno sguardo che voleva essere preoccupato, ma che non lasciò trasparire emozione. Erano talmente abituati a sopprimere le loro emozioni che lo facevano anche quando si trattava della loro figlia.

- L'agente Barton e il signor Banner verranno ragguagliati in seguito sulle decisioni prese. Al momento ho bisogno di sapere: come. Sconfiggiamo. Thanos. E odio ripetermi, quindi o mi rispondi o ti immoliamo ad agnello sacrificale. -

Ma chi si credono di essere questi sciocchi? Se avessi i miei poteri li avrei già inceneriti tutti. Dannata Asgard e dannato Odino che mi ha tolto i poteri. Almeno Thor era riuscito a riprenderseli, anche se in fin di vita..”

- Sentite, Thanos è troppo potente per me, figuriamoci per voi. E al momento non vi sarei per niente utile perchè il Padre degli Dei mi ha tolto i poteri. Se potessi usufruirne.. -

- Questo è fuori discussione. - intervenne inutilmente Capitan America.

- .. farei in modo di creare un inganno talmente ben congegnato che pure lui ci cascherebbe. Purtroppo, l'unica speranza che avete è quella di togliergli il Guanto dell'Infinito ed usarlo contro di lui. E come vi dicevo prima, per toglierglielo dovete utilizzare il potere del Tesseract. Sfortunatamente l'unico in grado di sfruttarlo sono io, e voi non vi fidate. Potrei immobilizzarlo, congelandolo per un breve lasso di tempo. In quel mentre gli sfilereste il Guanto. Cercherà di riprenderselo, e la copia che avevo creato sarebbe capitata a fagiolo, ma si è dissolta quando mi avete levato i poteri, quindi è inutilizzabile. Perciò dovremo fare in fretta e rivoltargli contro il Guanto prima che se lo riprenda con le sue manacce viola. Solo così lo renderemo inoffensivo e sarà sconfitto. -

- Anche se usassimo la copia si accorgerebbe che qualcosa non va. - esordì Thor.

- Si, ma ci darebbe più tempo. Potrebbe metterci più del previsto a capire che è una copia, se fosse abbastanza distratto. Coi miei poteri potrei fare in modo che il finto Guanto emani la stessa energia di quello vero, così in un primo momento non si accorgerebbe dello scambio, e colto alla sprovvista si vedrà la propria arma rivolta contro.-

Rimasero in silenzio per qualche istante. Poi la porta si spalancò ed entrarono Emilie e Banner.


(Emilie)

- Scusate se mi sono assentato, ma ho rischiato che l'Altro saltasse fuori nel momento meno opportuno. - Bruce sorrise teso.

Come speravo, ero riuscita a convincerlo che eravamo nel giusto. Mi aveva ascoltata, e ora era disposto a prendere le parti di Loki e fargli utilizzare il Tesseract.

- Signor Banner, lieto che non abbia preso il sopravvento. - commentò Fury.

- Già. Siete giunti ad una conclusione? -

- Ci stavamo arrivando. - rispose Tony prima che Steve potesse ribattere qualsiasi cosa. Rimase a bocca aperta un istante poi riprese a misurare la stanza a grandi passi, la fronte corrugata.

- C'è solo un piccolo ma considerevole problema: dato che la copia del Guanto è svanita coi tuoi poteri, come facciamo a mettere in atto il tuo piano, fratello? -

- Non sono tuo fratello. - sibilò Loki.

- Intanto acconsentite a fargli usare il Tesseract! - esclamai.

- Emy, non ti intromettere. -

- Non dirmi quello che devo o non devo fare, mamma. Non ci sei mai stata, e ora sono maggiorenne, faccio quello che mi pare. E io sto dalla sua parte. - enfatizzai il tutto portandomi dietro Loki e appoggiando le mani sulle sue spalle.

Bruce mi seguì poco dopo. - Sono anch'io dell'idea che dovrebbe usare il Tesseract. Non mi piace troppo, ma dovete ammetterlo: è l'unico che può salvarci. -


N.d.A.
Eccomi! Capitolo decisamente più lungo del solito, ma non potevo assolutamente spezzare xD Già ho dovuto troncare la riunione per cause di forza maggiore.. (è la storia che decide come scriversi, non io che decido come scriverla!). Spero sia di vostro gradimento, e vi invito a recensire come sempre^^
Baci, Flam.

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 - Incubi. ***


CAPITOLO 19: INCUBI
 
(Emilie)

Buio e vuoto. Un’oscurità così fitta da diventare angosciante. Ero nel bel mezzo del niente, non c’era nessuno e nonostante tutto mi sentivo seguita, osservata. Avevo imparato a fidarmi dei miei sensi e c’erano voluti anni interi di duro allenamento per renderli infallibili, eppure questa volta mi stavo sbagliando.
Continuavo a camminare nelle tenebre, senza fermarmi come se volessi fuggire da qualcosa, ma cosa?  La voglia di correre, di scappare era incontrollabile.

-La senti questa? Si chiama paura e non è ancora niente in confronto a quello che deve arrivare. -

Mi voltai cercando di capire chi avesse parlato ma non c’era nessuno. Mi fermai irrigidendomi di colpo appena riuscii a rendermi conto che quello era esattamente uguale a tutti gli altri incubi. Thanos era riuscito a entrarmi di nuovo nella testa!

- Emy svegliati! Emy… -

Aprii gli occhi cercando di capire come tutto quello fosse possibile. Avevo preso le pillole di Bruce, non me n’ero dimenticata come l’ultima volta; ne ero certa!
Loki era proprio di fianco a me, anche lui sveglio, probabilmente per colpa mia, ma grazie a lui quell’incubo non era durato tanto.

- Thanos? - Mi chiese, cercando di trovare una spiegazione logica al fatto che stavo passando insonne anche quella notte.

Era bastato il semplice suono di quella parola per farmi venire i brividi. Mi guardava preoccupato, aspettando una risposta, così annuii. Non trovavo le parole per rispondere, avevo il fiato corto, tremavo ancora, i miei muscoli non ne volevano sapere di rilassarsi e tutte quelle parole mi fluttuavano per il cervello incasinandomi ancora di più i pensieri. Non immaginavo di essere così vulnerabile, insomma avevo bisogno di dormire ma, a meno che non volessi fare un'altra chiacchierata da brividi con quel mostro, non potevo permettermi di chiudere occhio.
Ero presa da tutti i miei pensieri quando successe qualcosa di veramente insolito. Loki mi stringeva in un abbraccio facendo attenzione ai graffi che avevo riportato dalla missione, mi accarezzava i capelli mettendosi a giocare con qualche riccio ribelle. Senza rendermene conto avevo già incominciato a rilassarmi. Potevo sentire il calore della sua pelle, il suo profumo mi faceva impazzire!
Ma cosa stava facendo? Era ancora il dio lagnoso e testardo che non voleva dormire nel mio stesso letto, che disprezzava ogni singolo particolare di noi umani?


(Loki)

Non sapevo bene che diavolo mi fosse preso, era come se il mio cervello ordinasse di fare una cosa mentre il corpo faceva l’esatto opposto. Volevo abbracciarla, tenerla stretta a me il più possibile…

‘’NO! NO! NO! Loki riprenditi è un’umana, una midgardiana, disprezzi il loro popolo e se solo avessi un’altra possibilità, saresti ben felice di conquistare il loro mondo e distruggerli!  Ma in fondo è così l’amore, ti fa fare cose stupide, senza motivo.’’

Amore…non riuscivo neanche a pronunciare ad alta voce quella parola, solo il pensiero bruciava. Ero stato concepito nella violenza, tra la paura e l’odio. Soprattutto odio. Per me l’amore non era possibile, non avrei nemmeno dovuto desiderarlo, non avrei nemmeno dovuto pensarci. E invece lo facevo. Da quando Emy era entrata nella mia vita, avevo incominciato a pensare all’amore.  A lei non importava che fossi un dio, o almeno che lo fossi stato prima di essere esiliato, non le importava che fossi un mostro, un gigante di ghiaccio che aveva cercato di distruggere il suo mondo e impadronirsi della terra. Emy mi comandava a bacchetta come se fossi uno qualunque. Era testarda e furba ameno quanto me; sarebbe stata una perfetta dea degli inganni!
Subito l’idea di aver trovato qualcuno capace di tenermi testa mi fece comparire un sorriso sul volto. Era da tanto che non sorridevo così.

 
Il mattino seguente andammo da Bruce sperando di trovare un rimedio più efficace per quegli incubi. La resa dei conti si stava avvicinando, e non potevamo permetterci di farci cogliere dalla stanchezza. Thanos era pronto per la vendetta, stava arrivando, era potente e noi non avevamo neanche un piano d’azione.  Alla fine non si era giunti a nulla, eravamo rimasti con un pugno di mosche: non volevano darmi il Tesseract, non volevano ridarmi i poteri, non volevano rischiare che li riacquistassi dopo aver congelato il peggior nemico non solo loro, ma anche mio, e in sostanza non si fidavano di un piano che aveva me come punto cardine.
“Senza la copia del Guanto non avremmo speranze, eppure nemmeno Odino ha cambiato idea: non riavrò i miei poteri, non per mano sua. Il piano era precario, quello lo ammetto, ma è l’unico modo! L’unico modo..”
Thanos ci coglierà impreparati e che fine faranno gli eroi più forti della Terra? Che fine farò io? E che fine farà lei?
 

N.d.A.
Di nuovo un capitolo corto, e devo darvi un piccolo annuncio. Come vi avevo detto all’inizio della FF, questa storia è nata dall’idea di una mia amica, che ho aiutato in fase di scrittura, talvolta solo revisionando, talvolta scrivendo dei pezzi o dei capitoli interi (tipo lo scorso, x citare il più recente). Purtroppo da quando abbiamo iniziato a pubblicare, non è riuscita a trovare un modo per continuare, e siamo state in stallo su questo capitolo 19 per davvero moltissimo tempo, quindi dal prossimo capitolo in poi sarà tutta farina del mio sacco, mi ha confessato che non riesce ad aggiornare più nulla di quello aveva in porto (sta scrivendo una storia sulla sua pagina di Facebook e anche quella non la aggiorna davvero da tanto tempo), quindi mi ha dato il via libera a continuarla da sola. Devo ringraziarla molto perché questa FF, sebbene sia composta da capitoli brevi, è davvero bella e ben riuscita soprattutto grazie a lei, perché è lei che ha avuto questa idea e mi ha chiesto aiuto e collaborazione. Quindi direi di rivolgerle un sentito grazie per tutto il lavoro svolto. Da qui, dal prossimo capitolo, attacco io. So come proseguire, il problema sarà scrivere il tutto, da qui in poi non ho materiale serio su cui lavorare, solo le nostre pazze idee xD
Baci, Flam.

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 - Pensieri... ***


CAPITOLO 20: PENSIERI...

(Emilie)

Eravamo senza un piano, nessuno si fidava di Loki abbastanza da permettergli di usare il Tesseract o, meglio ancora, da intercedere per lui e chiedere a Odino di fargli restituire i poteri. Insomma, non per forza in via definitiva, bastava che glieli ridesse per il tempo necessario a sconfiggere Thanos. "Diamine! Odino è il padre degli Dei, può benissimo fare in modo che Loki usi i suoi poteri solo a tal fine!" Dire che ero frustrata sarebbe un eufemismo bello e buono.
Ed ero sveglia da appena due minuti.
Mi girai verso Loki, che dormiva ancora con un'espressione angelica dipinta in volto. Non sembrava il cinico supercattivo che tutti gli altri Avengers dipingevano. Avrei voluto che lo guardassero con occhi diversi, ma sapevo bene che paura e diffidenza ergevano mura solide e invalicabili.

"Se solo gli dessero una possibilità..."

Mi misi a sedere nel modo più delicato possibile, per evitare di svegliarlo. Rannicchiai le ginocchia di lato, e appoggiandomi al braccio sinistro feci scorrere il mio sguardo sulla figura di Loki. Pensieri poco casti mi vorticarono per la testa, e cercai di scacciarli via.
Sebbene avessi solo diciotto anni, avevo già fatto sesso: quando lavoravo per Thanos mi era capitato di sedurre diversi uomini, da scienziati ad agenti, da politici ad altre figure che, secondo Thanos, avevano una qualche importanza.
E mentre il mio cervello partiva in un viaggio mentale, mi affiorò un sorriso ed accarezzai il profilo di Loki, a partire dallo zigomo pronunciato, fino a scendere lungo il collo e il petto, per fermarmi sui suoi addominali, che sentivo appena accennati sotto la maglietta.
Un debole campanello d'allarme si accese nel mio cervello, cercando di ricordarmi che non potevo innamorarmi di nessuno, uomo o dio o gigante di ghiaccio che fosse.
Eppure il mio cuore suggeriva il contrario.
Sospirai e tornai a sdraiarmi accanto a Loki, senza levare il braccio dal suo torace.


(Loki)

Ancora prima di aprire gli occhi percepii il debole peso del braccio sopra il mio busto e il respiro di Emy nell'orecchio. Era davvero fastidioso! Mi girai di spalle alla ragazza e controllai l'ora. Le otto e trenta.

"Qualcuno non si è svegliato stamattina..."

Il Loki di prima se ne sarebbe fregato e avrebbe goduto dei problemi che quel ritardo avrebbe comportato. Ma quel Loki stava lentamente cambiando.
Mi sedetti e punzecchiai Emy sulla spalla.

- Sveglia superspia. Sono già le otto e mezza, fra un quarto d'ora dobbiamo allenarci.-

"A che pro allenarsi, poi, se quel circo di mentecatti vuole lanciarsi al suicidio contro Thanos? Tanto vale sedersi comodi ed aspettarlo."

Diedi una scrollata decisa ed Emy si svegliò di soprassalto, lucida e pronta ad attaccare chiunque l'avesse distolta dal suo sonno in maniera tanto brusca.

- Ah sei tu..- subito si rilassò, sembrava quasi felice di vedermi. La cosa mi provocò uno strano vuoto alla bocca dello stomaco. Non ero abituato alle dimostrazioni d'affetto.

- Chi altri? E comunque siamo in ritardo. Ringrazia il tuo fastidioso respiro nel mio orecchio, altrimenti avremmo perso l'allenamento e ti avrebbero scoperta ad abbracciarmi nel sonno.- Fui volutamente acido, e dentro di me esultai vedendola arrossire d'imbarazzo un istante prima di sgranare gli occhi e schizzare in bagno con un “Merda è tardi” molto poco femminile.

Ne uscì cinque minuti dopo, e le diedi il cambio.

- Muoviti, o non avremo tempo per fare colazione!- urlò al di là della porta.


(Emilie)

Miracolosamente riuscimmo ad arrivare in orario all'allenamento, ma i miei genitori mi guardarono storto.
Loki aveva avuto la geniale idea di uscire mezzo nudo dal bagno, lanciando la maglia sul letto e parandosi dietro l'anta del mio armadio mentre si cambiava ed indossava una tuta. E in quel momento, di nuovo, i miei pensieri si protesero in direzioni che avrei volentieri evitato.
Scossi la testa, ci stavo pensando ancora!

"Emy, Emy, Emy..ti sei presa una bella cotta eh!"

Altro che cotta...Mi sono proprio inn..

- Emilie, farai squadra col tuo paparino in cima a quel grattacielo. Prendi questo.-

Stark interruppe i miei pensieri e mi porse un arco simile a quello di mio padre. Seguii Clint, notando solo in quel momento che la realtà parallela si era materializzata nella stanza olografica.
Lanciai un ultimo sguardo a Loki e gli sorrisi. Stranamente, lui sorrise di rimando, e il mio cuore ebbe un ultimo tuffo. Poi ci fu solo l'arco, l'ascensore, e Clint che ripeteva sommariamente il piano di quella simulazione.

N.d.A.
Eccomi qui con un nuovo capitolo! Spero vi piaccia, credo che manterrò una lunghezza simile d'ora in poi per i capitoli; vi invito a recensire e ringrazio chi segue la storia, soprattutto Erika_00 che ha recensito gran parte dei capitoli.
Baci, Flam.

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 - ... e gesti inaspettati. ***


CAPITOLO 21: ..E GESTI INASPETTATI.



(Emilie)

- Così non va gente! - urlò Stark attraverso gli auricolari.

- Tony, abbassa la voce, ci spaccherai i timpani di questo passo.- giunse prontamente il rimprovero di Steve.

- Scusa Capitan Nonnetto, ma con questa calca di Chitauri non bado troppo al tono di voce, sai com'è.-

Sparato un colpo col cannone al plasma, Iron Man si alzò in volo per controllare la situazione dall'alto.
Era forse la sesta simulazione del giorno, ed eravamo tutti stanchi e incazzati. A differenza dei nostri nemici, giunti freschi freschi nella stanza: loro erano solo incazzati.
Mio padre ed io tiravamo frecce a più non posso, e sebbene le nuove realtà virtuali ce ne fornissero una consistente scorta ogni volta, prima o poi giungevano inesorabilmente alla fine.

- Papà, sono a corto di frecce..- mormorai a denti stretti.

- Pure io. E Thanos non si vede ancora, questa volta. I dardi speciali non possiamo sprecarli contro i Chitauri!-

Frecce speciali. Una nuova invenzione made in Stark, da affiancare all'arco che mi aveva dato a inizio allenamento. Avevano la punta in diamante, capace di perforare qualsiasi cosa, erano intinte in una miscela di veleni che avrebbe steso anche il pressochè immortale Dio del Tuono, e sull'asta c'erano delle cariche sia esplosive che ad impulsi elettrici, che si innescavano all'impatto. Le avevamo testate nella realtà virtuale, ma purtroppo Thanos si sottraeva ai colpi generando campi di forza.

- Pensavo di provarle comunque contro un Chitauro o due, giusto per vedere gli effetti che fanno. Tanto alla prossima simulazione se ne creeranno di nuove.-

Clint non rispose, così me ne fregai e incoccai una di quelle frecce. Presi la mira e attesi quei pochi istanti prima dell'impatto.
Una violenta onda d'urto, un botto assurdo e mi ritrovai a guardare un cratere di almeno venti metri di diametro. I corpi dei Chitauri vicini a quello colpito erano smembrati e carbonizzati. Della mia vittima non credo fosse rimasta traccia. Vedendo un plotone parecchio assortito avvicinarsi a mia madre, Steve e Loki, scelsi una freccia dotata di fune, dello stesso tipo di quelle di mio padre, e mi calai per strada per partire all'inseguimento.

- Emilie, no!-

Troppo tardi papà.”

Corsi più veloce che potei e arrivai ad una buona distanza per azzardare il lancio. Saltai sul tettuccio di una macchina per avere una visuale migliore, presi la mira e lanciai.
Questa volta l'onda d'urto per poco non fece sì che le macerie mi riducessero ad un groviera.

- STOOOOP!-

L'urlo del direttore precedette la scomparsa di quell'ennesimo scenario.

- Chi è stato?- chiese Fury.

- Cos'era quello?- fece Steve guardando in direzione del secondo cratere.

- Non guardate me!- Si mise sulla difensiva Thor. Per una volta i suoi fulmini non avevano frantumato l'asfalto.

- Erano i miei dardi quelli?- chiese Tony una volta levatosi l'armatura.

Clint mi guardò in tralice, e Natasha, assistendo alla scena, e notando che avevo lasciato la mia postazione, mi disse in tono minaccioso: - Emy, ti rendi conto che hai messo a repentaglio non solo la tua vita, ma anche la nostra?- indicò sé stessa e Steve per enfatizzare la frase. “Massì mamma, chissenefrega di Loki, non era mica lì con voi dopotutto!” pensai esasperata.

- Visto che Thanos si protegge sempre coi campi di forza durante le simulazioni, i dardi non facevano effetto. Così ho fatto un primo lancio di prova, per testare l'effettiva efficacia delle frecce, e quando ho visto quel plotone avvicinarsi..erano troppi mamma!-

- Agente Barton, non aveva il diritto di disobbedire all'esplicito ordine di non usare quell'arma. Tanto più che ha messo in serio rischio la vita di diverse persone. Si ricordi che le ferite ricevute sono reali, non immaginarie. Quelle frecce sono state progettate per Thanos, non per dei semplici Chitauri, e soprattutto non per colpire da una distanza così ravvicinata. Ci sarà un motivo se vi ho fatti appostare sul tetto con l'ordine di mantenere la posizione. Per oggi può ritenere conclusi gli allenamenti. Può andare.-


(Loki)

Progettata per Thanos. Bleah! Non gli farebbe nemmeno il solletico quel ridicolo dardo.”

Sembravo essere l'unico a pensarla così, quindi mi limitai a borbottare qualche improperio che solo Thor poteva capire, e mi attenni alla strategia, se così poteva chiamarsi, di quelle simulazioni: uccidere i Chitauri fino all'arrivo di Thanos e poi dividersi in due squadre: una, composta dall'Uomo di Latta, l'Arciere e la figlia, doveva, insieme al tizio verde, combattere contro l'Eterno e sperare di colpirlo. La seconda, di cui facevo parte insieme alla Rossa e al Capitano, aveva il compito di contenere l'assalto dei Chitauri rimasti. Thor dava una mano sia a contenere che a cercare di abbattere le difese di Thanos. Fury e l'altra agente sempre con lui... Maria, dirigevano svariati agenti olografici, la fanteria di quell'esercito male in arnese. Almeno dal mio punto di vista.
Senza i poteri non mi sentivo a mio agio, ma riuscii a convincere l'Uomo di Latta a farmi usare un'alabarda al posto di quei loro aggeggi automatici.
Quando si sentì il botto dovuto all'esplosione della prima freccia, il mio primo pensiero fu quello di accorrere subito sul luogo. Ma quando vidi Emilie, una giovane e piccola donna, correre come una furia dietro al plotone di Chitauri che stava caricando la mia squadra, e capii quali erano i suoi intenti, mi tuffai dietro un cassonetto dell'immondizia. Che schifo. Vidi tutta la scena, e devo ammettere che quella freccia aveva un buon potere devastante: il cratere era bello grosso, un poco profondo, e i nemici mutilati all'intorno erano irriconoscibili; ma senza una tecnologia in grado di penetrare i campi di forza, era tutta artiglieria sprecata.

- Chi è stato?-

- Cos'era quello?-

- Non guardate me!-

- Erano i miei dardi quelli?-

- Emy, ti rendi conto che hai messo a repentaglio non solo la tua vita, ma anche la nostra?-

- Visto che Thanos si protegge sempre coi campi di forza durante le simulazioni, i dardi non facevano effetto. Così ho fatto un primo lancio di prova, per testare l'effettiva efficacia delle frecce, e quando ho visto quel plotone avvicinarsi..erano troppi mamma!-

- Agente Barton, non aveva il diritto di disobbedire all'esplicito ordine di non usare quell'arma. Tanto più che ha messo in serio rischio la vita di diverse persone. Si ricordi che le ferite ricevute sono reali, non immaginarie. Quelle frecce sono state progettate per Thanos, non per dei semplici Chitauri, e soprattutto non per colpire da una distanza così ravvicinata. Ci sarà un motivo se vi ho fatti appostare sul tetto con l'ordine di mantenere la posizione. Per oggi può ritenere conclusi gli allenamenti. Può andare.- Fury fu lapidario, ci lasciò tutti senza parole.

Guardai Emilie attraversare la stanza spoglia a capo chino e passo di marcia, i pugni stretti lungo i fianchi. Impugnava ancora l'arco. Sbattè la porta, e la tristezza per lei mi pervase, sebbene la cosa mi riempisse di imbarazzo. Provo tristezza per una misera umana! Non feci trasparire alcuna emozione, e con una perfetta faccia inespressiva puntai la mia attenzione sul gruppetto.

- Potete andare anche voi. Signor Stark, dottor Banner, vorrei che reimpostaste alcune variabili del software. Gli altri hanno la giornata libera.-

Mi incamminai quindi alla stanza che condividevo con Emy, e la trovai sul letto, abbracciata al cuscino. I voluminosi ricci rossi le coprivano il volto. Non mi sentì entrare. Non si accorse della mia presenza finchè non l'ebbi toccata sulla spalla con una mano. A quel punto alzò la testa di scatto e mi guardò stupita. Poi si buttò fra le mie braccia. Non piangeva, non singhiozzava. Era semplicemente livida di rabbia. E mentre la stringevo, una parte di me che solo Emilie aveva riportato in superficie mi fece pensare: Basta mentire. Questa ragazza non è una misera umana qualsiasi, ormai lo so per certo. Cosa posso fare ora? Andare fino in fondo, o seppellire questo sentimento che non sento mio, che non mi appartiene e non è parte della mia vera natura?


N.d.A.
Eccomi qui con un nuovo capitolo, spero sia di vostro gradimento. Ringrazio coloro che hanno recensito e inserito la storia fra i preferiti e le seguite.
A lunedì con un nuovo capitolo, e fatemi sapere cosa pensate di questo. ^^
Baci,
Flam.

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 - ''Non posso.'' ***


CAPITOLO 22: “NON POSSO.”

 

(Emilie)

Mi sospesero fino alla fine della settimana. Mentre il resto della squadra si allenava, io passavo la maggior parte del tempo a scaricare la rabbia in palestra. Mi svegliavo presto, mi davo una rinfrescata prima di indossare una tuta, poi tiravo giù dal letto Loki. Ormai monopolizzava la maggior parte del materasso. Alla faccia del “non dormirò mai con una midgardiana” e del letto scomodo.
Quindi scappavo a correre e non rientravo prima di essermi fatta 20km, il chè mi portava via due ore scarse. Tornavo, facevo una doccia e prendevo a calci e pugni un sacco da boxe fino all'ora di pranzo. Solo una volta incontrai gli altri Avengers e Loki in mensa, ma mi tenni a distanza. Non avevo voglia di parlare con loro, anche se può sembrare un gesto infantile. E l'unico che mi abbia degnato di più di uno sguardo era Loki. Il Dio delle Malefatte continuava a guardarmi e sembrava un'anima in pena. Se non è ironico questo!
Dopo pranzo di nuovo in palestra, stavolta a fare esercizi a terra, alle macchine e coi pesi. E a sera passavo il tempo con Loki, a parlare del più e del meno, a passeggiare e a giocare a prenderci a botte. Nel corso del tempo avevo anche realizzato che il primo giorno in cui lo portai ad allenarsi aveva solo finto di essere un incapace nel corpo a corpo, e magari credeva davvero di esserlo, ma la verità era che aveva discreti secoli di esperienza alle spalle, e sebbene non potesse competere con Thor, bellicoso e tutto muscoli, non si può dire che fosse scarso.


Alla fine della settimana mi sorprese con un gesto davvero semplice ma del tutto in contrasto col suo modo di fare. Si era appena fatto una doccia e indossava solo i pantaloni della tuta. Mentre si frizionava i capelli con un asciugamano, ad un certo punto si bloccò e prese a fissarmi.

- Bè?- “Ma che ha da guardare così?”

Abbandonò le braccia lungo i fianchi e si sedette di fianco a me. - Mi sei mancata durante le simulazioni.- mormorò tutto d'un soffio.

Mi stupì sentirglielo confessare, e devo ammettere che provai una punta d'orgoglio. Gli accarezzai la guancia sorridendo. La sua pelle era fresca al tatto, in contrasto col lieve rossore delle guance, indizio che tradiva il suo imbarazzo. Tutto ciò mi provocò una certa ilarità e quando risposi allo sguardo interrogativo del dio più capriccioso dell'Universo, Loki mi prese per i polsi e mi spinse di lato, facendomi cadere sul letto. Assunsi una finta espressione arrabbiata e questa volta fu lui a ridere. Rialzandomi gli tirai un pugno alla spalla, e ridendo iniziammo a farci i dispetti. Non so come accadde, ma ci ritrovammo sdraiati uno sull'altra a ridere fronte contro fronte, col fiato corto. I suoi capelli umidi mi solleticavano il viso e mi persi in quegli occhi verde smeraldo, che in quel momento si presentavano annacquati e brillanti. Il cuore mi batteva all'impazzata, e senza badare alle sue mani che premevano sui miei polsi per tenermi giù, mi sporsi leggermente verso l'alto e lo baciai. La pressione ai polsi si allentò, permettendomi di liberarli e portare le mani al suo volto. “Sta DAVVERO ricambiando il mio bacio?” Non potevo crederci, stava succedendo davvero! Sentii il suo corpo aderire meglio al mio nel momento in cui si appoggiò agli avambracci. Quando infine le nostre bocche si separarono, Loki mi guardò strano prima di sedersi sul suo lato del letto.


(Loki)

Quando Emy posò le sue labbra sulle mie non capii più nulla. Mi ritrovai inspiegabilmente a ricambiare il suo gesto, con la precisa volontà di farlo. Avevo capito che lei provava qualcosa per me, e già una volta ci eravamo quasi baciati. Ma all'epoca giocavo coi suoi sentimenti, volevo sfruttare quell'amore che lei credeva di provare per me, un perfetto stronzo, e ritorcerglielo contro per disilluderla e farle aprire gli occhi: mi avrebbe visto per quello che sono e avrebbe iniziato ad odiarmi come tutti gli altri. Invece mi aveva stupito a negarmi un bacio, dicendo che avrebbe compromesso la sua carriera di agente. Ammirevole.
Purtroppo il fato deve avercela a morte con me, perchè col passare del tempo mi ero affezionato a quella debole mortale. Non potevo e non volevo crederci, ma era così. E avevo ceduto. Niente più pensieri contrastanti, niente più tentativi da parte del mio subconscio di dissuadermi da ciò che provavo.

Cosa avrai, Emy, per esser riuscita a scatenare tanto scompiglio nel mio animo? Saranno i tuoi ricci o i tuoi occhi di ghiaccio? O forse il tuo carattere indomito? Hai saputo guardare oltre l'immagine che tutti dipingono di me e questo ti fa onore.”

Mi misi più comodo appoggiandomi agli avambracci, avvicinando il mio corpo al suo fino a farlo aderire perfettamente alle sue morbide forme.
Interruppi io il bacio. Volevo stringerla fra le mie braccia con un ardore eccessivo e sbagliato. Non era il momento, non eravamo..non ero pronto per quello. Mi sedetti appoggiando la testa al muro dietro di me.

- Cosa...- iniziò Emy, ma la interruppi con un cenno della mano.

- Ti sei innamorata dell'uomo, anzi, del dio sbagliato. Non posso darti quello che cerchi.-

- E tu che ne sai? Che ne sai di quello che cerco?-

- Vorresti stare con me, una relazione. Non posso. Ci sono aspetti della mia natura che non si possono cambiare: ti farei solo soffrire e non te lo meriti. Vuoi sentirmelo dire? Sì, ricambio i tuoi sentimenti, sebbene non me lo sappia spiegare e abbia cercato di negarmelo è così.-

- E allora...?-

- Qual è il problema? È questo che vuoi sapere? Il problema è che rovino sempre tutto, e tenendoti lontana da me non correresti questo rischio. Io ti voglio bene, Emilie, per questo non posso.-

- Non puoi sapere che rovinerai tutto! Non deve andare così per forza! Possiamo stare insieme, devi solo volerlo. Tu vuoi stare con me? Perchè al momento l'unica persona che desidero sei tu.-

Mi fa male sentirtelo dire e doverti rispondere così ma..” - E' quello che vorrei, ma..-

- Niente ma!- Mi interruppe. - Affronta questa sfida, amami finchè potrai e poi passa il resto dell'eternità come vuoi.-

- No. Non posso. Vorrei ma non posso, non adesso. Mi dispiace Emy, davvero.-

Ed era vero, ma lei non poteva capirlo ed era accecata da rabbia e delusione, glielo leggevo in faccia. Gli occhi le diventarono umidi di un pianto trattenuto quando mi urlò: - E allora vaffanculo! Io ti amo, idiota di un dio, e se non volevi farmi soffrire, bè non ci sei riuscito! Sei davvero il Dio delle Malefatte!-

- Emy..!- allungai una mano verso di lei mentre usciva dalla stanza come una furia. Poi mi presi la testa fra le mani. Ho rovinato tutto come al solito, e questa volta non ho scuse: è tutta colpa mia.


N.d.A.
Eccomi con un nuovo capitolo! Che dire..a breve ci sarà un colpo di scena, il rapporto fra i nostri amati protagonisti sta evolvendo in direzioni sempre più pericolose e Loki se ne vorrebbe tenere alla larga, per non rovinare tutto. Direi che non ha fatto un buon lavoro purtroppo XD Insomma una spia incazzata e delusa non è il massimo, caro mio!
Ringrazio chi di voi recensisce ogni capitolo di questa storia, chi l'ha inserita nei preferiti/nelle seguite/nelle ricordate.
Come sempre, vi chiedo di farmi sapere che ne pensate, specie ora che siamo proprio nel vivo della storia ;)
Bacioni,

Flam.

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 – Richiesta d'aiuto. ***


CAPITOLO 23: RICHIESTA D'AIUTO.


(Emilie)

Corsi via strappandomi le uniche due lacrime che erano riuscite a sfuggirmi. Mi fermai solo quando fui in palestra, strizzai gli occhi, presi due bei respiri profondi e ritrovai un minimo di calma. Non volevo farmi sopraffare dai sentimenti, quegli stessi sentimenti che per lavoro avevo sempre tenuto a bada e lontano dal cuore. Ero una ragazza forte, una donna forte. Non dovevo lasciarmi andare e iniziare a frignare come una bambina di sei anni!
Riaprii gli occhi, focalizzando il sacco da boxe davanti a me, nel buio della palestra deserta a quell'ora di notte. Annullando la mente e i pensieri, misi per un po' il cervello in stand by ed iniziai a prenderlo a pugni, a calci, sfogai tutta la rabbia e il dolore che provavo in quel momento. Anche la delusione era forte, ma d'altronde cosa speravo di ottenere?

Mi sono illusa che potesse davvero volere ciò che desidero. Dice di amarmi, ma rifiuta di farlo."

Lasciai cadere le braccia lungo i fianchi e ripresi fiato.

Vuole proteggermi, ma io non ne ho bisogno! Dice che rovinerà tutto, ma come può saperlo? Come può essere certo che accadrà quello che teme?”

Detersi il velo di sudore che mi imperlava la fronte e in generale il viso, quindi tornai camminando con calma verso la mia stanza. La nostra stanza.
La porta era rimasta socchiusa, un sottile filo di luce si estendeva all'esterno, sul pavimento del corridoio. La aprii lentamente, feci scorrere lo sguardo all'interno del piccolo locale e non mi fu difficile scorgere Loki. Guardai l'ora, ero stata via più di quanto avessi pensato. Loki sembrava dormire, e in ogni caso non si era accorto di me, che nel frattempo ero entrata furtivamente e avevo chiuso la porta alle mie spalle il più silenziosamente possibile.
Con passo felpato raggiunsi il bagno e mi ci chiusi dentro a chiave. Feci una rapida doccia gelata per levarmi il sudore di dosso, e mi accorsi, da brava idiota, di non aver preso il cambio. Mordendomi le labbra, mi avvolsi nell'accappatoio, stringendolo il più possibile.
Uscii in punta di piedi e recuperai la biancheria e il pigiama, tornando a rifugiarmi in bagno. Accostai la porta e mi ci nascosi dietro.
Purtroppo Loki era silenzioso almeno quanto me, e mi sorprese con indosso solo la maglia del pigiama e le mutandine.

- Scusa. Per prima. -

- Esci sub... come hai detto?- la mia voce aveva sovrastato la sua e davvero non avevo capito cosa mi avesse detto.

Mi guardò ancora assonnato, realizzò quanto fosse imbarazzante la situazione, e dandomi le spalle porse nuovamente le sue scuse.


(Loki)

Per tutti gli Asi! Proprio ora che i miei pensieri hanno smesso di focalizzarsi su desideri che sarebbe meglio non esprimere, quella ragazza mi si presenta con quelle sue lunghe gambe in mostra? Non è al pari di alcune donne di Asgard, ma dovevo capirlo che sotto quelle vesti maschili si celava un corpo fantastico. Complimenti Loki, vorresti trascinarla nell'altra stanza, ma le hai detto non posso! E ora frena gli ormoni, non è da te avere questo genere di reazioni, sebbene ti sia davvero innamorato della mortale.”

- Puoi girarti.-

Non aveva ancora risposto alle mie scuse, ma ugualmente mi girai leggermente imbarazzato.

- E ti chiedo perdono anche per quanto appena accaduto.- finalmente aveva indossato i pantaloni, ma le gambe restavano scoperte dal ginocchio in giù e ancora non mi ero dimenticato di cosa ci fosse dalle ginocchia in su.

La vidi arrossire ancor più di quanto già non fosse, cosa che ritenevo praticamente impossibile, e abbassare lo sguardo.

- Sì, bè, ecco.. non avresti dovuto entrare in bagno mentre c'ero io, ma di questo posso perdonarti.-

Uscì e la seguii andandomi a sdraiare di fianco a lei, che prese una delle pillole dello scienziato che sarebbe meglio non fare incazzare e spense la luce.

- E per quanto riguarda l'altra questione?-

- Per quello ci vorrà più tempo. Buona notte Loki. -

- Buona notte Emy. -


Il mattino seguente ci comportammo come se non fosse accaduto proprio nulla. Ci dirigemmo nella sala delle simulazioni e Fury ci comunicò che aveva contattato diversi altri supereroi sparsi per il pianeta in cerca di aiuto, e che le realtà parallele sarebbero state reimpostate prevedendo la loro presenza.

Chiedete pure aiuto ad altri uomini in calzamaglia come il soldatino Stelle e Strisce, saranno solo altre vittime della carneficina che Thanos metterà in atto.”

Di malavoglia, mi preparai ad un'altra estenuante sessione di allenamento.


(Emilie)

Sentir nominare Spider Man, Fantastici 4 e genericamente gli X-Men, nonché il Dottor Strange, nello stesso discorso mi fece pensare a due cose: che forse avremmo avuto qualche possibilità in più e che presto la base dello S.H.I.E.L.D. sarebbe stata invasa da supereroi di varia natura e genere, tutti da tenere sotto controllo. Sarebbe scaturito un putiferio: già era difficile mettere d'accordo gli Avengers, ed erano solo in sei, non osavo immaginare quale genere di pandemonio si sarebbe scatenato di lì a pochi giorni.
Ero comunque elettrizzata all'idea, chissà se sarebbero venuti davvero in nostro soccorso e chi di loro avrebbe risposto alla chiamata di Fury, e in quale modo avrebbero contribuito. Dalle simulazioni che si susseguirono per tutto l'arco della giornata si sprigionarono diversi scenari, ma era chiaro che le nostre effettive speranze restavano comunque poche.
Certo, un paio di volte riuscimmo ad impossessarci del Guanto dell'Infinito, ma da lì ad uccidere Thanos ce ne voleva! E le perdite dal nostro lato dello schieramento erano sempre devastanti. Insomma, le nostre probabilità di successo sarebbero aumentate a patto di avere qualche aiuto esterno, ma rimanevano davvero esigue.
Inoltre, entro sera si era scoperto che il Dottor Strange era impegnato in qualche faccenda riguardante la Dimensione Oscura, mentre il Professor X aveva avvisato Fury che lui e gli altri mutanti erano ancora impegnati con Magneto, ma si sarebbero tenuti in contatto ed eventualmente sarebbero intervenuti il giorno dello scontro con Thanos.
Rientrata in stanza notai che Loki era diventato stranamente irrequieto, e pensai che l'idea di avere intorno altri difensori della Terra non gli andasse troppo a genio. Così, quando mi coricai, caddi in un sonno tranquillo e senza sogni.


(Loki)

Durante il giorno avevo maturato una decisione drastica che mai avrei pensato mi passasse per la testa. Era troppo avventata, troppo da stupidi. Eppure, capii che era l'unico modo per tenere al sicuro Emilie. Ebbene sì, mi ero ridotto ad anteporre il bene di una dannata midgardiana al mio. L'amore fa davvero compiere gesti assurdi!
Feci finta di dormire, e quando fui sicuro che Emy fosse crollata dal sonno, mi alzai lentamente dal letto e attesi per essere certo di non averla svegliata.

Quella ragazza ha il sonno maledettamente leggero!” Dovevo stare attento.

Aprii la porta ed uscii. Mi diressi in una stanza che sapevo occupata da un agente che aveva più o meno la mia taglia, l'avevo visto un giorno tornando dagli allenamenti infilarsi in una porta dall'altro lato del corridoio. Abbassai la maniglia. E la porta si aprì.

La vostra fiducia negli altri sarà la vostra rovina..”

Aprii l'armadio e gli rubai la divisa. Tornai in corridoio, dove mi cambiai in fretta e furia, abbandonando i vestiti davanti alla porta della stanza che avevo diviso con Emilie. Sopra, posai un biglietto che avevo scritto di nascosto mentre la ragazza si faceva la doccia. Poi, mi diressi all'allarme antincendio più vicino e lo feci scattare. Fu facile, a quel punto, col berretto calcato sul volto, confondermi fra la massa di agenti che si dirigevano all'esterno dell'edificio, e raggiungere l'uscita ormai priva di protezione per via di un incendio che nemmeno esisteva.
Corsi a perdifiato fino a quando non mi ritenni soddisfatto del luogo in cui mi trovavo, e lo feci: chiamai l'unico essere che era riuscito a spaventarmi al punto da accettare il carcere pur di essere al sicuro, colui che più di tutti, almeno al momento, desiderava la mia morte. Colui che non ero in grado di sconfiggere con le mie sole forze nemmeno se avessi avuto i miei poteri.

- Eccomi Thanos sono qui. Vienimi a prendere, mi arrendo. Sarò alla tua mercè, ormai sono pronto a qualsiasi cosa..-


N.d.A.
*Scappa su Asgard implorando la protezione di Odino, Padre degli Dei!*
Okay, se siete arrivati qui e avete istinti omicidi, sappiate che sono ben protetta entro le mura del palazzo della Città d'Oro. Come vi avevo anticipato nella scorsa nota a fine capitolo, è presente un colpo di scena. Non ve lo aspettavate? Ve lo aspettavate? Chissà, spero di avervi colti un po' di sorpresa XD Ci eravamo lasciati con una Emilie quasi piangente, ma si è riscattata e ha mantenuto il suo ferreo carattere, senza sbilanciarsi troppo in piagnistei. E' una parte del suo carattere che ho introdotto e che vorrei mantenere, quella della figura forte ma sensibile, che manifesta le sue emozioni, certo, ma con un po' di contegno, come credo ci si aspetti da chi ha ricevuto un'istruzione/addestramento simile alla sua.
Ringrazio chi recensisce e chi ha inserito la storia nelle seguite/preferite/ricordate, e vi aspetto settimana prossima con un nuovo capitolo :3
Baci, 
Flam e Frigga, che mi sostiene da Asgard ed è in ansia per Loki.

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 – Dov'è Loki? ***


CAPITOLO 24: DOV'E' LOKI?
 

(Emilie)

La sveglia suonò in maniera troppo fastidiosa, la spensi con un gesto secco della mano e mi girai dalla parte opposta, le gambe rannicchiate al petto. Socchiusi gli occhi e mi stupii nel vedere il letto vuoto. Ero stata una dei primi agenti a tornare in camera, quella notte dopo il falso allarme, ed ero crollata che Loki non era nemmeno rientrato.

Sarà in bagno.”

Eppure, riemergendo dal torpore del sonno, notai che nessun rumore proveniva dalla piccola stanza attigua. Mi alzai e varcai la porta socchiusa del bagno. Loki non era nemmeno lì.

Non può essere sceso a colazione prima di me.. insomma, se anche fosse, poteva benissimo avvisare.”

Già inversa di primo mattino, mi diedi una lavata, mi cambiai ed uscii per andare in mensa. Inciampai in un mucchio di vestiti abbandonati davanti alla mia porta, e solo il mio enorme senso dell'equilibrio mi impedì di spalmarmi lunga distesa sul pavimento. Riconobbi in quell'abbigliamento i vestiti che Loki indossava la sera prima, e pensai ad uno scherzo stupido da parte del Dio degli Inganni. Li raccolsi e ne cadde un foglietto. Lo presi e appoggiai tutto alla scrivania, quand'ecco che l'occhio mi cadde sul quel biglietto. Era indirizzato a me.
 

Emilie
 

Era scritto in un'elegante calligrafia a me sconosciuta. Presi il foglio con mano tremante e l'aprii, forse avevo capito di cosa si trattava. Forse, sapevo perchè Loki non era in camera quella mattina.
Dovetti sedermi sul letto per lo shock che quelle poche righe mi avevano trasmesso.

Cara Emilie, mi dispiace per l'altra sera, ma non posso rischiare di farti soffrire lasciandomi andare alle emozioni. So che non capirai, non subito, no; all'inizio mi odierai, perchè funziona così l'amore, lo so, anche se non si direbbe. So fin troppo bene come l'amore possa distruggere le persone in meno di un battito del cuore. Ma non è per questo che ti scrivo. Pensavo fosse giusto dirti cosa bolle in pentola, perchè so che ieri sera hai notato quanto fossi nervoso. Ebbene, ho deciso di agire dal codardo che sono da secoli, ho deciso di consegnarmi a Thanos. Non lo faccio a cuor leggero: ho paura Emy, una paura tremenda. Eppure, sento che devo farlo. Per te. Perchè tu meriti un futuro migliore e lontano dalla minaccia di quel mostro. Negozierò la tua libertà, mi offrirò ad agnello sacrificale per far sì che ti lasci in pace. Ecco, dunque, l'ultimo atto di un pazzo..
Me ne vado felice sapendo che qualcuno mi ha amato, mi ha amato DAVVERO per quello che sono. Anche Madre mi ama, ma è diverso, se capisci cosa intendo..
Addio Emilie, addio.

Loki.                                   


Rimasi seduta per non so quanto tempo, incredula, fissando senza vederlo quel foglietto che mi aveva lasciato. Davvero mi aveva abbandonata a me stessa a quel modo? Davvero credeva fosse la cosa migliore per me? Io lo amavo accidenti a lui! Lo amavo al punto che.. “Già, al punto che anch'io farei la stessa cosa per lui. Che stupida che sono, Loki ha ragione.”
Eppure non mi sembrava vero, ero rimasta sola, di nuovo. Tirai su col naso, mi sciacquai in fretta la faccia e mi precipitai a informare gli altri. Uscii sbattendo addosso a Thor.

- Emy! Come mai di fretta?-

Oh, Thor, quello che sto per dire non ti piacerà affatto!” Mi morsi il labbro.

- Emy, è successo qualcosa? Loki ti ha fatto del male?-

- NO!- lo fermai precipitosamente, allungando le mani davanti a me. - No, non mi ha fatto nulla, non esattamente ecco.. Devo dire a tutti una cosa, andiamo.-

Arrivammo in una sala mensa semi deserta: a parte i vendicatori, Fury e la Hill, gli altri unici occupanti dell'ampio locale erano due agenti mezzi addormentati, merito dell'allarme suonato per nulla ad un orario indecente.
Presi uno yogurt e un cucchiaino, mi sedetti di fianco a Thor, e aprii nervosamente il vasetto di plastica. Lo svuotai in un poche cucchiaiate belle grosse, e mi feci coraggio.

- Il piccolo cervo non mangia questa mattina? E' ancora fra le Braccia di Morfeo per via di quel maledetto allarme?-

Dannato Stark, trasalii come un'imbecille!

- Emy, va tutto bene?- Chiese mio padre.

- Si. No. È complicato...-

Una generale alzata di sopracciglio colse i miei compagni d'armi.

- Dov'è Loki, Emilie? Sei trasalita appena Stark l'ha nominato. Cosa stai nascondendo?-

Abbassai lo sguardo. - Non sto nascondendo nulla, mamma, non proprio. Ma c'è una cosa che devo dirvi, e se Tony non mi avesse colta alla sprovvista con quella domanda sarebbe stato tutto molto più facile e sapreste già ogni cosa!-

- Sapremmo cosa?- Chiese Fury protendendosi verso di me.

- Che Loki se ne è andato per consegnarsi a Thanos. Stanotte. Credo abbia fatto partire lui l'allarme antincendio. Mi ha lasciato un biglietto.- Confessai ciò che sapevo tutto d'un fiato, per non rischiare di essere interrotta.


(Thor)

Non potevo crederci, Loki, mio fratello, se n'era andato.

- Sei sicura che si sia consegnato davvero a Thanos? Forse è solo scappato, come suo solito. O ha soltanto organizzato uno scherzo per attirare l'attenzione su di sé.- Proposi.

- Non credo sia uno scherzo Thor..- Povera Emilie, appariva davvero triste.

- E speriamo non sia così, altrimenti dovrà vedersela col mio scudo! Sarebbe troppo meschino anche da parte sua giocarci un simile affronto!-

- Secondo me se l'è data a gambe. Ha paura, è un codardo. Ha tagliato la corda prima che arrivassero i rinforzi e ci ha lasciati qui da soli a morire. Probabilmente il giorno della battaglia se ne starà seduto da qualche parte a ridere mentre Thanos ci spezza le ossa dalla prima all'ultima chiedendoci che fine abbia fatto quell'idiota.- Ipotizzò l'Uomo di Latta.

- Tornerò ad Asgard! Domanderò ad Heimdall di trovare Loki e gli chiederò informazioni sulla sua fuga. Dovrò avvisare anche Padre. E Madre... Madre soffrirà moltissimo..-

Soprattutto se si è davvero consegnato. Vuole redimersi per il male commesso? Oh, Loki, finalmente hai ritrovato il buono dentro di te e hai deciso di dare la tua vita per salvarci. Neanche stavolta sono riuscito a proteggerti da te stesso!”

- D'accordo. Metterò alcuni uomini sulle tracce di Loki. Potrebbe essere scappato, oppure essere ancora qua in giro mentre cerca il luogo e il momento adatto a consegnarsi. Sebbene io debba ammettere che il suo gesto eviterebbe a Thanos di scaricare la sua rabbia sulla Terra, è anche vero che quel mostro non può tenere il Guanto dell'Infinito, è troppo pericoloso. E purtroppo, Loki ci tornerebbe utile. Quindi dobbiamo trovarlo! Ci aggiorniamo dopo pranzo.- Fury uscì di volata dalla mensa e io salutai tutti con un cenno prima di tornare ad Asgard.

Atterrai nella sala del trono, mi inginocchia di fronte ad Odino, Padre degli Dei, e gli rivolsi i miei pensieri.

- Padre, Loki si è consegnato a Thanos, o almeno così crediamo. Voglio chiedere ad Heimdall se riesce a vederlo e se sa cosa gli è successo.-

- Come è potuto accadere?!- esclamò irato alzandosi in piedi e battendo Gungnir sul pavimento, facendolo tremare. - L'ho privato dei suoi poteri, è praticamente innocuo, come può essere scappato alla supervisione di un'intera base di spie?-

- Se solo lo sapessi.. Ma ancora non è detto che sia scappato, ha lasciato un messaggio alla midgardiana a cui è stato affidato: dice di essersi consegnato a Thanos..-

- Thor.. figliolo, credi ancora alle menzogne di Loki?- Mi interruppe mio padre.

- Io voglio credere che per una volta mio fratello abbia agito con onore, ma al tempo stesso non posso permettere che muoia così!-

- Allora fa come credi! Parla con Heimdall se lo ritieni necessario.-

- E con mia madre. Deve saperlo.-

- Con lei parlerò io.-

Non ero certo che gliel'avrebbe detto, ma sperai che non stesse mentendo. Mi alzai e corsi da Heimdall. Il Bifrost era stato quasi del tutto riparato, ma non riuscii a gioirne.

- Heimdall! Dov'è mio fratello?-

- Se lo vedessi, potrei dirtelo, ma in qualche modo, anche senza i suoi poteri, è riuscito ad ingannare i miei occhi.- Il guardiano mi tenne le spalle, continuando ad osservare gli scenari che provenivano da ognuno dei Nove Regni.

- Dov'era l'ultima volta?-

- Scappava dalla base dove lo tenevate sotto controllo.- Si girò verso di me. - Fuori da lì si è diretto in un luogo isolato e poi più nulla. È sparito.-

- E sei sicuro che non abbia riacquistato i suoi poteri..- constatai.

- Sono più che sicuro, Thor. L'avrei percepito se li avesse riottenuti, e Odino ne sarebbe stato messo al corrente.-

- D'accordo. E di Thanos cosa mi dici? Dove si trova adesso?-

- E' ancora su Titano, sta finendo di raccogliere i suoi poteri. Non manca molto al suo attacco.-

- E non si è mai mosso da lì? Loki non si è consegnato a lui?-

Heimdall esitò un istante appena prima di rispondermi: - No. Nessuno è andato a prendere Loki. A meno che quel dannato Jotunn non abbia trovato un modo per andarsene da Midgard, Thanos non è venuto a riprenderselo. So del messaggio che ha lasciato alla giovane umana, e il suo intento era certamente quello di consegnarsi. Ma da quando ho smesso di vedere Loki, non so cosa sia successo.-

- Grazie Heimdall.-


(Emilie)

Qualcuno bussò alla porta della mia stanza.

- Avanti.-

Entrò Thor. - Loki...?-

- Heimdall non riesce a vederlo. Mi dispiace.-

Mi presi la testa fra le mani, chiudendole a pugno fra i capelli.

- Emy, c'è una cosa che vorrei chiederti.-

- Sì, certo, dimmi tutto.- Gli feci cenno di sedersi di fronte a me.-

- Cos'è successo fra te e mio fratello?-

Merda..e ora come glielo spiego? Ehi Thor, che vuoi che ti dica? Io lo amo, lui ha detto di amarmi e poi è scappato perchè non può avere una relazione con me e vuole proteggermi.”

Sospirai e gli raccontai tutto. Scoprii di avere bisogno di sfogarmi con qualcuno, e Thor era l'unico presente al momento, forse addirittura l'unico con cui potessi aprirmi su questo argomento. D'altronde, a chi altri avrei potuto confessare i miei sentimenti? Bruce? Mia madre? Mio padre? Gli altri agenti ed Avengers? “Forse con mio padre potrei anche parlare, ma non mi sembra il caso.”

- Non posso crederci. Loki.. innamorato! È una notizia magnifica in un contesto terribile! Quindi è per amore che si vuole consegnare a Thanos? Ora è tutto più chiaro. Non l'ha fatto per salvare Midgard, ma per salvare te.-

- Esatto. Ma avrei preferito non lo facesse. Ecco, leggi anche tu. Credo sia giusto nei tuoi confronti.-

Porsi il biglietto a Thor e lui lo lesse in fretta. Gli sfuggirono silenziose lacrime di dolore quand'ebbe finito. Mi restituì il foglietto e lo riposi nel primo cassetto del comodino.

- Heimdall dice che Thanos non si è mosso da Titano. Ma Loki non si trova. L'ultima volta che l'ha visto, prima che sparisse, era in una zona isolata. Non so altro.-

- Non si sarà mica..suicidato?- Chiesi in preda al panico, pentendomi subito dopo per quell'assurda domanda. Per un momento mi era passato davanti agli occhi quello scenario terribile, e prima che la ragione mi fermasse avevo già espresso i miei timori.

- Non credo. Heimdall me l'avrebbe detto.- Corrugò la fronte. - Ha aggiunto che nonostante non abbia riacquistato i suoi poteri, Loki è riuscito a nascondersi alla sua vista.-

- Ti prego, non dirlo a Fury...-

- Gliel'ho già detto.- Non mi fece terminare. - Continueranno le ricerche come da programma, ma vuole rinchiuderlo. Non si fida più di lui.-

Annuii. - Okay. Bè, grazie. Credo. Sono così confusa: se non si è consegnato a Thanos, perchè ha scritto quelle cose? Dov'è sparito ora, e per quale motivo?-

- Non lo so, ma Heimdall ha confermato che era sua intenzione consegnarsi. Cosa sia accaduto poi, è un mistero.-

Se ne andò, lasciandomi con più dubbi che risposte, a rimuginare da sola in quella stanza tremendamente vuota e silenziosa.


N.d.A.
Ebbende, che fine avrà mai fatto Loki? In questo capitolo ho voluto lasciare appositamente un po' di suspance, a voi le teorie: avrà ingannato Heimdall nascondendogli che ha ritrovato i suoi poteri? Si sarà consegnato agli uomini di Thanos restando comunque celato agli occhi del Guerriero d'Ebano? O sarà scappato attraverso una delle spaccature dimensionali che lui ben conosce?
Via al televoto(?) XD
Ringrazio vivamente chi recensisce e ha inserito la storia nelle preferite/seguite/ricordate, e invito chiunque abbia tempo e voglia a lasciare anche un semplice commento positivo o meno che sia ;)
A settimana prossima con un nuovo capitolo!
Baci,
Flam.

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 – Per te. ***


CAPITOLO 25: PER TE.

 

(Emilie)

Non dormii quella notte. Ad aumentare il mio turbamento si era aggiunta la notizia che anche i Fantastici 4 avevano dato forfait, e Spiderman continuava ad essere irreperibile. Sembrava che ogni supereroe della Terra fosse impegnato a sconfiggere un supercattivo e non potesse venirci in aiuto. Certo, a ognuno il proprio, ma Thanos avrebbe reso vani i loro sforzi una volta giunto sulla Terra, perchè sarebbe arrivato, soprattutto alla luce dei fatti: Loki non si era consegnato e ora nemmeno Heimdall sapeva dove fosse. Thor era tornato su Asgard, per chiedere man forte ai Tre Guerrieri e a Lady Sif, e Odino aveva dato il consenso.

Almeno qualcuno è venuto in nostro aiuto.”

Quando mia madre venne a bussare alla mia porta per dirmi di scendere per prendere parte agli allenamenti, le risposi di no. Finsi di avere un qualche malanno, la verità era che per quel giorno volevo evitare di vedere chiunque. Purtroppo non ebbi molto successo.

- Emy, devi scendere.- Insistette Natasha.

Le andai ad aprire, occhiaie spesse, capelli in disordine e con indosso ancora il pigiama.

- Non mi sento bene, davvero. Per oggi salto. Dì a Stark di riprogrammare la stanza e far comparire un mio ologramma o quello che è, non penso ci voglia molto..-

Mia madre mi guardò torva per un attimo, poi tornò ad indossare la sua maschera di impassibilità. - Okay. Ma solo per oggi, che non diventi un'abitudine.-

Sorrisi stancamente in segno di ringraziamento e chiusi la porta.
Tornai a sdraiarmi sul letto, quel letto ormai così freddo e vuoto.

Dove sei Loki?”


Nel pomeriggio passò Thor a riferire che Loki se ne era andato con indosso la divisa di un agente dello S.H.I.E.L.D., e per questo nessuno aveva notato la sua fuga. Mi chiese anche se avessi voglia di lottare un po' coi suoi compagni ma declinai l'offerta, sempre con la scusa che non stavo bene e non me la sentivo. Mi dispiacque molto, perchè in realtà un bel duello di scherma con Sif non mi sarebbe dispiaciuto affatto.
A sera passò mio padre, con un piatto di pasta fumante. A pranzo non avevo mangiato nulla, e il mio stomaco, a quella vista, protestò rumorosamente. Mentre consumavo la mia cena, Clint mi ragguagliò sulle simulazioni: avevano cambiato i parametri ed ora erano previste le entrate in scena di X-Men, Fantastici 4 e Spiderman, tutti a combattimento inoltrato, per cogliere di sorpresa Thanos.

- Siamo persino riusciti a sconfiggerlo una volta: la Donna Invisibile gli aveva sfilato il Guanto dell'Infinito mentre il Professor X lo teneva impegnato insieme ad altri mutanti. Appena gliel'ha tolto, la Torcia Umana l'ha preso e l'ha portato a Mister Fantastic, che in qualche modo l'ha utilizzato contro Thanos; a quel punto, con l'aiuto di Spiderman l'abbiamo immobilizzato e tu l'hai finito con una delle frecce speciali.-

- Wow papà, dev'essere stato elettrizzante.- commentai inespressiva.

- In realtà sì, e la squadra ne è uscita più speranzosa e più motivata di prima.-

Sorrisi prima di prendere un'ultima forchettata di pasta. - Grazie per la cena. Era buona.-

- C'è una cosa che ci ha lasciati un po' perplessi. Tua madre, a fine simulazione, è corsa al poligono di tiro incazzata come non la vedevo da molto tempo.-

- Cosa?-

- Il tuo doppio della realtà parallela ha dedicato l'ultimo colpo a Loki. Non a sé stessa, o alla Terra, o alla pace, o a chissà che altro. A Loki.-

- E quindi? Non l'ho fatto io. L'ha fatto lei!- “MERDA.”

- Si, però ha aggiunto tre piccole paroline che non hanno fatto piacere a nessuno, Thor a parte. E questo ci ha dato una sorta di conferma ai nostri sospetti.-

Vedendo che non finiva la frase chiesi titubante, a voce un po' troppo bassa per i miei gusti: - E quali sarebbero queste tre parole?-

- Ha detto: Io. Lo. Amavo. Emy, Thor a quel punto è stato praticamente l'unico a non sbroccare! Abbiamo dovuto convincere Fury, Stark, Steve, oddio dovevi vedere com'era ridotto Steve! Lui è stato davvero..comico. Sì è stata una scena comica vederlo impallidire e quasi svenire, per poi sentirlo imprecare, Emy ha imprecato!- rise. - Ma ora torniamo seri. Tua madre. Lei non è stata PER NIENTE divertente da calmare. Appena ha capito che Thor sapeva che qualcosa bolle in pentola, ha iniziato ad inveire contro di lui, soprattutto perchè è evidente che sta dalla vostra parte. I Tre Guerrieri sono stati gli unici a trovarci dell'ironia, e sospetto che la stessa cosa valga per Lady Sif, anche mi è sembrata contrariata.-

- E Bruce?-

- Lui non ha detto nulla, ma ha ammesso di non sapere niente di voi due. Diamine! Emilie, perchè?-

- Perchè COSA?-

- Insomma, è vero che tu lo ami?-

Ormai mentire sarebbe stato vano, e in ogni caso temevo si fosse già capito anche senza la (per nulla desiderata) confessione del mio doppio. Così dovetti capitolare. Sospirai e tenni lo sguardo puntato ai suoi stivali. - Si. È vero.-

- Dannazione! Se tua madre non ci ucciderà tutti sarà un miracolo. Ma com'è potuto succedere che ti innamorassi di un tale mostro?-

- E come è potuto succedere che ti fossi innamorato di colei che dovevi uccidere, me lo spieghi?-

Lo spiazzai con quella domanda, lo capii dal linguaggio del suo corpo. Si alzò, prese il piatto ormai vuoto e se ne andò assicurandomi che avrebbe parlato con mia madre per tenerla calma.


Mio padre non fu l'unico a chiedermi spiegazioni sui miei sentimenti. Fury mi convocò nel suo ufficio, il mattino seguente. Decise di congedarmi “fino a nuovo ordine”. Non avrei partecipato più alle simulazioni, ed è inutile dire che mi misi ad urlare. Non era giusto! Provai a fargliela capire in ogni modo possibile, ma non demorse. Minacciò di incarcerarmi, ma non gli credetti e furono solo parole al vento. Disse che dovevo ringraziarlo per non avermi sbattuta fuori dallo S.H.I.E.L.D. e marchiata come traditrice e ricercata. In tal caso, mi assicurò, avrei rimpianto la prigione prima di essere uccisa da chiunque mi avrebbe messo alle costole. Sapevo che era solo una tattica per spaventarmi, conoscevo i giochetti mentali e li avevo anche usati più di una volta, ma feci finta di credergli. In fondo, le spie sono addestrate a mentire, sono degli attori che interpretano un ruolo diverso in ogni situazione; come in un film, ogni missione è una scena diversa, ha un suo copione e i suoi personaggi da interpretare.
Ormai avevo una nota rossa sul registro, ero compromessa. “Proprio come mia madre.” Ma lei, nel frattempo, quella nota l'aveva cancellata. Chiesi a Fury il permesso di accedere alla palestra e di poter andare a correre di mattino presto. Mi concesse solo quello.
Per più di una settimana non feci altro che correre ed allenarmi in palestra, da sola, in silenzio e nel massimo isolamento che riuscii a trovare. Non chiesi a nessuno di affiancarsi a me come facevo di tanto in tanto, soprattutto se c'era qualche agente con cui ero stata in missione o con cui andavo d'accordo. Un paio di volte Marc, a cui ero particolarmente affezionata e che mi aveva salvato la vita diverse volte, provò ad avvicinarsi a me, ma lo respinsi. Gli chiesi scusa per il mio comportamento, mi dispiaceva trattarlo in quel modo, e gli spiegai che non era periodo e volevo stare sola a scaricare la rabbia. Fortunatamente non insistette e fu abbastanza comprensivo. - D'accordo, ma sappi che se vorrai parlarne, potrai venire da me quando vorrai.- E io gli dissi sì, quando in realtà era chiaro che non gli avrei detto nulla. Non potevo parlargli del motivo per cui ero così incazzata, e non perchè sospettavo avesse una cotta per me e gli avrei spezzato il cuore dicendogli che io lo vedevo solo come un amico, no. Il motivo era che non avrebbe capito, nessuno avrebbe capito. L'unico felice dei miei sentimenti per Loki era Thor. E forse Bruce non era totalmente contrario all'idea, ma Bruce..bè è Bruce: poco loquace, misterioso, sempre incazzato per tenere a bada Hulk. Lui probabilmente mi capiva, o comunque si sforzava di farlo.


La palestra era collegata ad una piscina, e quella sera avevo voglia di farmi una bella nuotata. Feci un sacco di vasche, a stile e a delfino. Poi rimasi a rilassarmi nuotando piano a dorso, spingendomi solo con le gambe e lasciando che il silenzio ovattato creato dall'acqua che mi lambiva le orecchie mi portasse in un luogo dove regnavano solo calma e tranquillità. Decisi di fare la doccia prima di tornare nella mia stanza, per levarmi subito il cloro della piscina, e misi la tuta al posto del costume, che lasciai nel mio armadietto personale della palestra dopo averlo sciacquato ed asciugato.
Mentre percorrevo il corridoio notai che la porta della mia stanza era aperta, e un agente col berretto calcato sul volto era appoggiato allo stipite e mi aspettava. “Ma chi diavolo è?” Mi avvicinai con l'intento di mandarlo via. Nonostante le luci in corridoio, non riuscivo a vedergli il viso, e la cosa un po' mi infastidiva: che se ne faceva del berretto lì dentro?

- Senti non mi interessa chi sei, vattene non voglio vedere nessuno.- iniziai a dirgli mentre lo raggiungevo.

Per tutta risposta si limitò a staccarsi dallo stipite della mia porta, le mani in tasca e il capo chino, in modo da impedirmi anche solo di scorgere i suoi tratti. Aveva la divisa sgualcita e sporca, come se fosse appena tornato da una missione.

- Mi sarei aspettato un'accoglienza più calorosa da parte tua, Emy.-

Quella voce! Sgranai gli occhi. “No, non può essere. È la mia mente che mi sta giocando un brutto scherzo, ne sono sicura.”

- Fatti vedere.- gli intimai.

L'agente rise, una risata che conoscevo fin troppo bene. - L..Loki?- chiesi.

Finalmente alzò la testa e mi sorrise. Aveva il volto scavato e occhiaie profonde, un paio di graffi e l'aria stanca. - Si, Emilie, sono io.-

Lanciando un gridolino di felicità gli saltai in braccio colma di gioia, facendolo sbilanciare all'indietro. Finì nuovamente contro lo stipite, le mie braccia intorno al collo e la gambe a cingergli i fianchi.

- Oddio, sei vivo! Sei tu e sei vivo! Sei tornato..- Non riuscivo a smettere di sorridere, ed affondai il volto nell'incavo del suo collo mentre calde lacrime di gioia iniziavano a scendere.

- Si, sono tornato. Per te.-


N.d.A.

Ok, lo ammetto, non era mia intenzione farlo consegnare a Thanos XD Però un bel dì mi svegliai e pensai che sarebbe stato carino se gli fosse passato per l'anticamera del cervello e fosse andato via davvero con quest'intenzione, salvo poi schiarirsi le idee e capire che non era cosa XD Bene, per coloro che avevano sperato in chissà quale piano, mi spiace ma no, niente, alla fine Loki è tornato a casuccia, ora devo solo pensare a come continuare la storia, il prossimo capitolo sarà complicato da scrivere, e quello che ho buttato giù finora non basta per tutto. Forse sarà più lungo del solito, dipende se deciderò di spezzarlo o meno, si vedrà poi il mio cervello bacato cosa avrà in mente di fare (sì, è il mio cervello che controlla me, non io che controlla lui. Vige la stessa regola del "i personaggi delle storie hanno vita propria, sia che tu legga, sia che tu scriva").
Al prossimo capitolo che non so quando verrà pubblicato, proverò a rispettare la scadenza settimanale ma non vi prometto nulla.
Baci,
Flam.
Che nel frattempo è ritornata a casuccia dato lo scampato pericolo e vi porta i saluti di Frigga ^.^

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 - Your web, I'm caught. ***


CAPITOLO 26: YOUR WEB, I'M CAUGHT.

One look could kill
My pain, your thrill
I want to love you, but I better not touch
I want to hold you but my senses tell me to stop
I want to kiss you but I want it too much
I want to taste you but your lips are venomous poison
You're poison runnin'thru my veins
You're poison, I don't want to break these chains[...]
I want to hurt you just to hear you screaming my name
 

(Emilie)

Ancora con me in braccio entrammo in camera, dove, dopo aver chiuso la porta alle mie spalle, gli tolsi il berretto e lo lanciai a terra. “E' tornato..per me!”
Ebbra di gioia lo baciai con slancio.


(Loki)

Emilie mi colse piacevolmente alla sprovvista con quel bacio, e mentre le nostre lingue si intrecciavano, pian piano avanzai fino alla scrivania, dove la adagiai delicatamente, continuando a baciarla e portando le mani al suo volto. Mi scostai guardandola negli occhi sorridendo. Ero contento della decisione che avevo preso all'ultimo.

- Dimmi, perchè non ti sei consegnato?-

- Hai trovato il mio biglietto..-

Annuì. Ero certo che l'avrebbe trovato.

- Ho capito che non potevo abbandonarti. Non volevo lasciarti col cuore infranto ad affrontare da sola il dolore che ti avevo arrecato. Per questo sono tornato.-

Posai un tenero bacio su quelle labbra che mi erano mancate. Feci scorrere una mano su e giù lungo la schiena di Emilie, come in un massaggio. Lei mi abbracciò abbandonando la testa sulla mia spalla, e rimanemmo così qualche istante. Si tirò su di scatto e mi chiese: - Ma perchè non sei tornato prima? E dove eri finito? Thor ha detto che Heimdall non poteva vederti, che ti è successo? Hai di nuovo i tuoi poteri? -

Scossi la testa: - Ah, sta zitta e baciami! Se vorrò ti dirò tutto poi.-

Non le diedi il tempo di ribattere e presi a baciarla con passione e foga. All'inizio provò a resistermi, ma sapevo che mi desiderava più di ogni altra cosa, e alla fine cedette.
Le mie mani presero a vagare lungo il suo corpo, e le sue mi sfilarono la maglietta sgualcita e bucata. Indugiai solo un secondo sui suoi morbidi fianchi prima di sfilarle la canotta. Le baciai il collo, piano, dolcemente, sentendola sospirare prima che reclinasse il capo come a chiederne ancora. Scesi lentamente alla clavicola e poi più giù, verso il petto. Il suo corpo inclinato sotto al mio, ancora su quella scrivania, era avvolto nelle mie braccia, e presi ad armeggiare con il gancio del reggiseno. Quell'aggeggio infernale non ne voleva sapere di aprirsi!

- Aspetta, faccio io.- con un semplice movimento delle dita lo slacciò e l'aiutai a sfilarselo.

Presi un caldo seno fra la mia mano mentre tornavo a baciarla.
Fu quando iniziò ad armeggiare con la cintura dei miei pantaloni che mi ritrassi leggermente.

- Forse il letto sarebbe più comodo, non trovi?-

- In effetti..-

La presi in braccio e la feci stendere. Mi inginocchiai sopra di lei e percorsi il suo corpo a fior di labbra, dalla linea dura delle creste iliache fino a ritrovare la sua bocca socchiusa. I nostri baci si fecero più roventi, i nostri corpi si avvinghiarono, i pantaloni si sfilarono e il desiderio aumentava sempre più. Feci scorrere una mano lungo la coscia di Emy, stringendole il gluteo fra le dita. Il mio corpo fremeva, la volevo più di ogni altra cosa. Mi schiaccia contro di lei e sussurrai al suo orecchio: - Sicura di volerlo fare? Ricorda che rovino sempre tutto.-

- Se vai avanti così rovinerai l'atmosfera, Loki. Non hai ancora capito che è proprio questo che voglio? Amami, e non esitare. Il tempo delle insicurezze ormai è passato, sei tornato per me, per noi: ora contano solo i fatti.-

Come a dare un'ulteriore conferma diede un colpo di reni e mi spinse sotto di lei. In ginocchio sopra di me sorrise e poi mi sfilò i boxer.
Si liberò anche lei dell'intimo e si sdraiò di fianco a me.


(Emilie)

Mi aveva chiesto se volessi farlo davvero, e tutto quello che avrei voluto rispondergli era un sì gigantesco urlato al mondo. Mi sdrai di fianco a lui, nuda e in leggero imbarazzo. La luce della luna che filtrava dalle finestre mi permise solo di intravvedere il suo volto e il profilo del suo corpo prima che percorresse il mio coi polpastrelli, provocandomi solletico e brividi di piacere al tempo stesso. Dischiusi le labbra e lo attirai a me, facendo mia la sua bocca mentre le sue dita indugiavano fra le mie gambe, provocandomi un piacere che non potevo più trattenere, e che anche lui, lo sentivo, faticava a contenere. Stufa di tutto quel tentennamento, mi girai anch'io su un fianco costringendo i nostri corpi ad aderire, gli cinsi i fianchi e lo indirizzai, allargando le gambe e mettendomi in una posizione più comoda. Lo sentii entrarmi dentro e una nuova ondata di piacere si spanse lungo il mio corpo. Iniziò a muoversi sopra di me, con movimenti del bacino prima lenti poi più decisi. I nostri corpi sudati si muovevano all'unisono e iniziammo ad ansimare. Raggiungemmo l'apice allo stesso momento, e Loki si adagiò di fianco a me a corto di fiato.
Gli baciai la fronte. Mi sorrise. Agguantai il lenzuolo, senza più il calore dovuto all'amplesso iniziavo ad avere freschino. Coprii entrambi e mi accoccolai appiccicata a Loki.


Mi risvegliai piacevolmente il mattino dopo, stringendomi a Loki come fa un koala col suo rametto di eucalipto preferito. Lui aprì gli occhi. - Buongiorno.- mormorai ancora intontita dal sonno.

- Buongiorno a te.-

Dandogli le spalle ripresi possesso dei miei vestiti, e lo sentii muoversi e fare lo stesso. Mentre mi coprivo prima, e andavo in bagno a farmi una doccia poi, ebbi il tempo di riflettere su quanto accaduto. Per una volta Loki aveva messo da parte sé stesso per il bene di qualcun altro, per evitare che qualcuno a cui teneva particolarmente non soffrisse. Ero certa che una cosa simile fosse successa con Thor, entrambi probabilmente avevano agito in maniera tale da impedire all'altro che soffrisse. Poi qualcosa era andato storto, e Loki era diventato freddo come gli Jotun di cui porta il sangue. Eppure, la sera prima era apparso alla mia porta, conciato da sbatter via, coi vestiti strappati e il corpo martoriato da lividi e graffi. Non sapevo dove si fosse procurato quelle ferite, ma decisi di dargli tempo ed attendere una sua spiegazione a tutto: alla sua partenza, al suo ritorno, al fatto che Heimdall non poteva vederlo e a dove si fosse cacciato in quei dannati lunghi giorni in cui l'avevo dato per spacciato.
Lo trovai che guardava fuori dalla finestra con indosso solo i pantaloni della sua solita tutta, a piedi nudi e coi gomiti appoggiati al davanzale. Sembrava sereno, ma temevo che la sua maschera di tranquillità potesse celare un tumulto interiore molto più grande di quanto non volesse dare a vedere.


(Loki)

Svegliarsi con Emilie abbracciata stretta a me aveva provocato nel mio animo una serie di emozioni talmente rare che quasi mi chiesi se non mi fossi immaginato tutto. Solo aprendo gli occhi per incrociare quelli grigi di lei mi riportò alla realtà.
Avevo deciso che avrei combattuto, per una volta, e che fare la vittima e il debole non era per me. Perciò, quando mormorai quelle parole di resa, subito me le rimangiai ed agii alla Thor: andai a bere in un locale. Avevo bisogno di tempo per riflettere, l'immagine di Emilie che non mi dava pace e appariva ogni volta che sbattevo le palpebre. Non riuscivo a capacitarmi di come fosse potuto accadere che mi fossi innamorato di una midgardiana, eppure in primis diedi la colpa alle Norne e al Destino, che da sempre agivano contro di me. Pian piano riflettei sul fatto che forse, in quei lunghi mesi di prigionia fra Asgard e la Terra, qualcosa poteva essere cambiato.
Fra un bicchiere e l'altro, analizzai la mia situazione: ero sceso a patti con Thanos per governare un Regno che fosse mio, basando il mio operato sulla giustizia, il rispetto e la parità fra le genti, così come Thor dovrebbe fare su Asgard dopo Odino. Eppure dovevo aver sbagliato qualcosa, forse la conquista armata non era stata una grande idea, ma al momento mi sembrava l'unico modo abbastanza rapido per mettere in atto il mio piano.
Poi ero stato catturato ed imprigionato, in quella città che d'oro aveva solo i palazzi, i gioielli e le armature, ma che per quanto mi riguarda mi ha sempre trattato come fossi feccia della peggior specie solo per i miei poteri. E probabilmente per via dei miei natali, a causa della mia diversità. Nei giorni che passai al buio e al freddo in quella dannata cella che mi privava della luce di sole e luna e stelle, che tanto amo, mi diedi per vinto, privato della possibilità di redimermi.
E infine venne lei, una giovane, una ragazzina anche fra gli umani, con lo sguardo duro e l'espressione decisa, a dirmi che aveva bisogno di me, che Thanos stava tornando e reclamava la mia testa, e che mi avrebbe fatto uscire da quella prigione se solo avessi parlato, cosa che non avevo più fatto da quando Thor mi aveva riportato ad Asgard imbavagliato ed ammanettato.
Quella spia che prima era stata così dura nei miei confronti, era riuscita in qualche modo a vedere oltre quell'immagine che tutti si erano fatti di me, si era innamorata di uno come me, accettando il mio lato oscuro, quello che ho sempre esaltato, quel lato che mi rende portatore di distruzione in ogni campo, quel lato che fa soffrire la gente tanto quanto ho sofferto io nel corso dei secoli, quel lato che rovina sempre tutto e corrode il buono degli animi cibandosi del dolore, della sofferenza che i miei inganni e i miei doppi-giochi portano a chi ne è la vittima designata.
Forse le Norne per una buona volta volevano aiutarmi, mandarmi Emilie come una manna dal cielo, farmi riscoprire il buono che c'è nelle persone che mi circondano, e che risiede anche e ancora in me, sepolto sotto strati e strati di odio.
Più ubriaco che lucido, ero uscito da quel bar, probabilmente senza pagare, perchè qualcuno mi colpì alle spalle e venni preso a calci e pugni. Quando mi lasciarono inerme disteso in quel vicolo sudicio e puzzolente, caddi privo di sensi per un tempo a me impossibile da definire. Tornato in me, strisciai fino all'angolo con una strada un po' più trafficata e mi accasciai contro lo spigolo formato da un edificio, il berretto calcato sul volto tumefatto. Avevo fame ma soprattutto sete, e qualcuno iniziò a lasciar cadere delle monetine davanti a me, come avevo visto fare coi barboni nei miei svariati viaggi su questo Mondo. Mossi a pietà, degli sconosciuti mi lanciarono spiccioli, probabilmente sperando che li avrei usati per mettere un tozzo di pane sotto i denti.
Appena ebbi le forze, infilai tutto in tasca e iniziai a vagare per allontanarmi da quel bar della sera precedente. Entrai in un altro e presi dell'acqua, una bottiglietta che scolai in meno di un istante donando piacere a quella mia bocca fattasi arida. Ringraziai e ne presi altre coi soldi che mi rimanevano. Il digiuno non mi preoccupava, ma la mancanza d'acqua dopo la sbronza mi aveva steso. Capii di essere in una zona della città non troppo allegra, e trovai rifugio in un altro vicolo sozzo e impregnato dell'odore di piscio. Stesi un cartone in terra e mi ci sedetti sopra, cadendo di nuovo preda del sonno.
Quando finii le scorte d'acqua, ormai avevo perso la voglia di consegnarmi a Thanos, accantonando quell'idea che ora consideravo priva di qualsiasi senso. Volevo solo tornare alla base e riabbracciare Emy, che aveva lasciato dentro di me un forte desiderio. Volevo stringerla fra le braccia con l'ardore e la passione che avevo provato qualche sera prima, in risposta a quel bacio che aveva avuto il coraggio di darmi. Forse non mi sentivo pronto per stare con lei, ma necessitavo inspiegabilmente della sua presenza, e quella sensazione a me estranea prese possesso della mia mente e non voleva proprio saperne di uscire.
Sfruttai la giornata calda per darmi una mezza ripulita, immergendomi nell'acqua di un fosso che sembrava abbastanza limpido e lasciando i vestiti ad asciugare ai caldi raggi del sole. Rubai in qualche negozio il minimo indispensabile per mettere a tacere i morsi della fame e la sera, col favore del buio, tornai alla base.


Ero lì a rimuginare su tutto ciò, quando Emy posò la mano sulla mia spalla, distogliendomi dalle mie riflessioni. Mi voltai verso di lei, perdendomi nuovamente in quei suoi occhi chiari in cui riuscivo a specchiarmi. Le sorrisi ma non ricambiò, e mi si dipinse in volto un'espressione a metà fra il dispiaciuto e l'interrogativo.

- Va tutto bene Emy? È per quello che è successo stanotte? Ho forse..-

- No, Loki. Non è questo.- mi interruppe. - E' solo che vorrei sapere cosa nascondi sotto quest'espressione serena, forse perchè essendo una spia vedo maschere dipinte sul volto di chiunque.- sorrise abbassando lo sguardo e le alzai il mento con due dita, in modo che potesse guardarmi negli occhi.

- Sono felice della scelta che ho fatto. Rimango dell'idea di non poterti dare quello che cerchi, di non poter essere per te una presenza fissa e certa, ma ti resterò vicino finchè ne avrai bisogno.-

Le posai un delicato bacio a fior di labbra, ridonandole la serenità che per un attimo aveva perduto.

- D'accordo.- prese un sospiro e poco dopo mi chiese: - Cosa facciamo ora? Con gli altri intendo.-

- Prima o poi dovranno saperlo che sono tornato. E tu dovresti essere ad allenarti, come mai te la stai prendendo comoda? Non vorrai mica che sc...-

- Non mi sto allenando.- confessò tutto d'un fiato. Mi fermò con un gesto prima che potessi chiederle altro. - Il giorno che te ne sei andato, sono rimasta chiusa qua dentro per tutto il tempo, non volevo vedere nessuno, stavo troppo male. Gli altri hanno continuato comunque con le simulazioni, ovviamente, e al mio posto è entrata in gioco una versione di me stessa proveniente dalla realtà virtuale. Evidentemente in un altro Universo un'altra me si è innamorata del Loki di quella dimensione e ha dedicato il colpo di grazia a lui. Ebbene sì, in un'esercitazione sono riusciti a intrappolarlo e sconfiggerlo. Quel mio doppio s'è lasciato sfuggire un simpatico “Io lo amavo” prima di scoccare una freccia e Thor, a cui ho detto tutto, lo so sono un'idiota non guardarmi in quel modo, ma era l'unico con cui potessi sfogarmi, ha reagito nel modo sbagliato..-

- Tipico di Thor, ma come hai pot...-

- .. tutti hanno scoperto come stanno le cose e Fury mi ha fatta uscire dal progetto. Dovrò dare una mano comunque, il giorno in cui Thanos verrà a farci il culo, gli servirà ogni aiuto possibile contro quel mostro, però al momento sono esclusa dalle simulazioni.-

Mi presi un attimo per elaborare le informazioni e come queste mi fecero reagire. - Mi dispiace.- fu l'unica cosa che riuscii a risponderle.

- Nah, non ti preoccupare. Mi sto allenando a modo mio in palestra e al poligono di tiro, Fury ha deciso che per un po' sarò fuori anche da altre missioni. È una fortuna, dato che sei tornato giusto ieri, avresti potuto scoprire che non c'ero... per quanto riguarda Thor, credo avesse già capito di suo, ormai, non eccelle in intelligenza ma ti conosce abbastanza da aver fiutato qualcosa. In realtà, penso che anche altri l'avessero immaginato. E ora hanno avuto conferma di come stanno le cose. Oh, quasi dimenticavo. Dato che le nostre richieste d'aiuto sono state declinate da tutti, a quanto pare Thanos non è l'unico supercattivo che dà rogne in questo periodo, Thor è andato ad Asgard a chiedere a Odino di farci affiancare da Sif, Volstagg, Fandral e Hogun. Sono qui anche loro.-

- Fantastico..- no, non lo era per niente, avevo utilizzato un tono ironico e per nulla contento. - Comunque prima ascolta cosa mi è successo, poi decideremo come agire con mio fratello e gli altri Vendicatori.- Aspettai che annuisse prima di raccontarle tutto.



N.d.A.
Eccomi finalmente ad aggiornare :D Prima di Natale scusate ma non ho davvero avuto tempo, fra la corsa agli ultimissimi regali, i preparativi per il pranzo, il cenone della Vigilia.. In più la domenica ho fatto una garetta sociale al maneggio in pratico equitazione (anche se non vi interessava ve lo dico comunque XD), quindi non era per nulla proponibile nemmeno l'opzione di aggiornare anticipatamente, perchè sì insomma il capitolo era pronto, il problema tecnico-pratico era la totale mancanza di tempo!
La strofa in corsivo che trovate a inizio capitolo è tratta dalla canzone "Poison" di Alice Cooper. Mi rimpallava in testa e scrivendo l'ho trovata adatta al capitolo e a quei due XD
Che dire, non so ancora quando aggiornerò la FF perchè fra una palla e l'altra non ho avuto nemmeno tempo di continuare a scriverla, anche se più o meno ho una mezza vaga idea di cosa buttar giù per il capitolo 27 XD
Baci e buon anno, si lo so che oggi è il 27 Dicembre ma prima di Capodanno non sperate di trovare un altro aggiornamento (XD), quindi beccatevi i miei auguri in anticipo U_U
Baci,
Flam. Ps: con questo capitolo la storia entra in Rating Arancio.

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 - Ritorno. ***


CAPITOLO 27 - RITORNO.


(Emilie)

Il racconto di Loki era da poco finito, entrambi stavamo vagando con lo sguardo sul panorama che ci offriva la base dello S.H.I.E.L.D.: edifici tutti uguali e campi di addestramento, e più in là, all'orizzonte, una piccola città, quando qualcuno bussò alla porta, distogliendomi dalle riflessioni in merito a quanto appena sentito.

- Chi è? - chiesi imprecando mentalmente.

- Sono Lady Sif. Thor mi aveva detto che ti avrebbe fatto piacere confrontarti con me in duello. - rispose la voce decisa della guerriera dall'altro lato della porta.

Merda!

- Nasconditi in bagno. Non muoverti da lì e non fare rumore. - bisbigliai a Loki.

- Un attimo! - Urlai invece rivolta a Sif.

Aprii la porta in pigiama, dopo essermi scompigliata i capelli, per dare l'impressione di una che si è appena alzata dal letto.

Stropicciai gli occhi e chiesi: - Quando vorresti iniziare? -

- Pensavo subito. - rispose sorridendo, apparentemente senza fare caso a come fossi conciata.

Mi girai a controllare l'ora. Le undici e un quarto. Tornai a rivolgere l'attenzione all'Asgardiana. - Ma non ci sono le simulazioni a quest'ora? -

- Abbiamo finito prima. Ormai la strategia è ben definita e sembra funzionare. -

E' quel sembra che mi rende scettica...” mi guardai bene dall'esprimere la mia opinione e decisi così su due piedi che dovevo agire come se Loki non fosse tornato. Così mi chiesi cosa avrebbe fatto Emilie Barton se la proposta fosse arrivata solo il giorno precedente. - Capito. Comunque dammi un attimo, stamattina il letto non voleva lasciarmi alzare. -

- Ti ha causato problemi? - Chiese mettendo mano all'elsa della sua spada.

- No! No, è solo un modo di dire che abbiamo qui sulla Terra, niente letti indemoniati che danno problemi o cose simili. - mi ricordò molto Thor, una sua versione più intelligente, certo, ma comunque estranea agli usi del nostro Mondo.

- Oh.. scusa. Ti aspetto qui fuori. -

- Arrivo in cinque minuti. - e chiusi la porta.

Mi diressi verso il bagno, aprii l'acqua e ragguagliai il mio Dio degli Inganni preferito su quanto appena accaduto, anche se avevo il vago sospetto che avesse origliato. Poco ci mancò che mi urlasse dietro, non era esattamente d'accordo riguardo la mia scelta.

- Senti, metterò un cartello con scritto “Sono in palestra con Lady Sif, torno più tardi”, contento? -

Sbuffò ma quantomeno annuì in risposta a quel compromesso. A preoccuparmi, però, rimaneva il fatto che non avesse mangiato praticamente nulla in tutti quei giorni.

- Quando ho finito ti porto da mangiare. -

- Gr..okay. -

- Stavi per caso per dire grazie? - sorrisi.

- No. E tu sei in ritardo, muoviti o si insospettirà. - svicolò spingendomi fuori dal bagno e chiudendo la porta dall'interno.

Il Dio più capriccioso di tutto il Pantheon nordico mi dovevo scegliere?!” aprii l'armadio e presi una delle mie uniformi, la indossai al volo e mi sistemai quel groviglio di ricci meglio che potei, utilizzando la finestra come specchio. Il chè è tutto un dire!

- Eccomi. Pensavo di usare i bastoni al posto della spada, e poi di passare ad un corpo a corpo, che ne dici? -

- Come vuoi. -

Attaccai un post-it alla porta per avvisare della mia assenza e la chiusi prima di incamminarmi. Feci strada a Sif lungo il dedalo di corridoi della base, giungendo ad un edificio attiguo in cui vi erano diversi campi di addestramento coperti. Cercai un campo vuoto e agguantai un paio di bastoni dalla rastrelliera.

- La spada puoi lasciarla lì se vuoi. Non credo verrà qualcun altro. -

Dopo aver sganciato il cinturone e riposto la sua arma, Sif accettò il bastone che le stavo porgendo e si portò verso l'arena roteandolo, saggiandone il peso e il bilanciamento.

- Non ti aspettare chissà che cosa, servono per l'addestramento. Al giorno d'oggi nessuno usa più le spade, ma qualcuno pratica scherma. Io ho imparato a maneggiare qualche arma, domani potremmo duellare più seriamente, che ne pensi? -

- Penso che questi bastoni dureranno poco. -

Il ghigno che le apparve in volto mi fece sorridere a mia volta, sarebbe stato davvero interessante. E probabilmente avremmo spaccato qualche bastone. Si prospettava decisamente un'esperienza entusiasmante. Carica di adrenalina, assunsi la posizione di difesa di fronte a Sif e il duello iniziò.



Tornai in stanza portando qualcosa da mangiare per Loki. Il dio se ne stava placidamente sdraiato sul letto a fissare il vuoto sopra di lui.

- Era ora che tornassi! - esordì senza nemmeno salutare. - Mi annoio. -

- Bentornata Emy, come è andata? - lo canzonai. - Tutto bene Loki, eccoti il pranzo! Io ho già mangiato. Vado a farmi una doccia. -

E senza dargli il tempo di ribattere, appoggiai il vassoio sulla scrivania e mi infilai in bagno, attenta a non camminare troppo in fretta.
Come aveva previsto Sif, i bastoni si erano spezzati, a un certo punto dell'intenso duello. Era iniziato piano, per riscaldarci, o per permettermi di riscaldarmi, non saprei dirlo con precisione: quella donna è una guerriera con qualche millennio di esperienza alle spalle, pronta a menar la spada anche nel sonno se ne necessario, ci scommetto. Dopo esserci studiate un po', avevo deciso io di passare a qualcosa di più simile ad uno scontro vero e proprio, rincarando le dosi di forza e velocità. E così aveva fatto anche Sif. Solo che dopo dieci minuti di affondi, stoccate, parate e attacchi vari, fra botte e schivate alla Matrix, Sif aveva preso molto slancio per un salto, attaccandomi dall'alto. Inutile dire che il mio bastone si frantumò nel mezzo, caddi e rotolai via sottraendomi per miracolo al suo colpo, che fin' contro il pavimento e mandò anche l'altro bastone in pezzi.
Non avevo voglia di duellare a quel modo, in verità, così passammo subito a un po' di lotta corpo a corpo. Anche qui, il ritmo fu molto blando inizialmente, ogni colpo veniva parato con facilità da entrambe. A un certo punto però, la rabbia che avevo represso esplose tutta assieme e presi a sfogarmi su Sif, che dal canto suo, a parte una mezza esclamazione di sorpresa per il repentino aumento di violenza da parte mia, si adattò subito al ritmo della lotta e riuscì anche a buttarmi a terra. La trascinai con me e ribaltai la situazione. Non ce l'avevo con lei in particolare, ma sferrai un pugno che le avrebbe sfondato il naso se non si fosse riparata un istante prima che andasse a segno. Mi torse il polso con incredibile forza, sentii un crick mica troppo piacevole, e scattai via reprimendo il dolore. Continuammo ancora per poco, ormai la mia mano sinistra era inutilizzabile. Ci stavamo avvicinando al muro inconsapevolmente, almeno fino a quando Sif non mi ci spinse contro con un calcio rotante da far invidia a Chuck Norris.
Mi tolse il fiato ed alzai le mani. Per me poteva bastare. - Okay, stop. Magari domani prenotiamo il campo di scherma, eh?-

- D'accordo.- mi diede una mano per aiutarmi ad alzarmi e tornammo indietro. Ci dividemmo appena tornate all'edificio in cui alloggiamo, e si diresse nella sua stanza mentre io andavo a saccheggiare la mensa per Loki.

Sentii parecchio la botta dovuta all'impatto col muro, ma da spia mi hanno addestrata a non far trapelare il dolore, che sia esso fisico o sentimentale. Solo che in uno scontro contro il muro, quest'ultimo non poteva che vincere. Per quello camminai piano fino alla mensa e da lì alla mia stanza. E sempre per lo stesso motivo, non volevo che Loki vedesse che mi ero fatta male.

Ma il polso devo fasciarlo. Di sicuro me l'ha slogato.”

Riflettei un istante sulla forza posseduta dagli Asgardiani, poi mi abbandonai sotto il getto di acqua appena appena tiepida della doccia.


(Thor)

Finimmo anche quell'ennesima esercitazione, conclusasi con una vittoria da parte nostra. La strategia sembrava ormai ultimata, ma qualcosa in fondo al mio animo di guerriero mi diceva che non sarebbe bastato contro il vero Thanos. Sentivo che avevamo bisogno di Loki.
Rimasi affascinato come sempre dalla magia midgardiana, che su questo pianeta chiamano tecnologia, in grado di creare una così reale copia della città di New York all'interno di una stanzetta relativamente piccola. Guardai la figura di Emily scomparire lentamente, quasi volesse restare in questo Mondo. Di nuovo, mio fratello non era comparso. Ormai lo consideravano un fuggitivo, un uomo che avrebbe fatto bene a restare dov'era perchè di certo la punizione che gli avrebbero riservato non sarebbe stata delle più clementi. Nemmeno Padre aveva mostrato pietà, e solo il mio intervento gli aveva impedito di condannarlo a morte.

Ci tenevo che riacquistasse i poteri, ma forse..forse ora l'ha combinata davvero grossa. Se solo mi avesse permesso di aiutarlo, se solo si fosse confidato con me.”

Non volevo credere che fosse scappato via così, lasciando cadere sulle nostre spalle anche il fardello delle sue ricerche. Perchè delle ricerche sono in corso, alcuni agenti sono stati mandati sulle sue esigue tracce. È passata una settimana, e ancora nulla. E Heimdall non può vederlo.
Era quella la cosa strana, ciò che più mi preoccupava. Heimdall, sebbene mi abbia giurato che Loki non ha riacquistato i poteri, non riesce a scorgerlo. E non saprei davvero come prendere questa notizia, l'angoscia mi pervade e a stento sento Sif che mi dice qualcosa.

- Thor?-

- Mh? Sì, sì va bene, ci vediamo più tardi.- le rispondo a caso, non ho realmente ascoltato cosa volesse. Le volto le spalle e mi incammino nella stanza che mi hanno riservato.

Non è minimamente paragonabile nemmeno alla più modesta delle camere del Palazzo d'Oro, ma almeno ha acqua calda in bagno e un letto sufficientemente comodo.
Mi concedo una doccia, ripensando a quel pazzo di Loki.

Avrà sicuramente un piano, ne sono sicuro.”

- E poi la ama. Ora lo so. Tornerà.-



Era da poco passata l'ora di cena, e decisi di fare visita ad Emilie. A quanto pare Fury aveva cambiato idea riguardo al suo congedo, e volevo essere io a darle la buona notizia. Sua madre sembrava non volerle ancora rivolgere la parola, anche se sospetto che sotto sotto abbia dato retta a Occhio di Falco quando le ha spiegato che fra loro era successa la stessa cosa, anche se non conosco il loro passato credo fossero nemici. Clint vorrebbe fare visita alla figlia, ma ha paura di trovarsi la porta sbattuta in faccia. Così, fuori dalla sala simulazioni gli ho chiesto se preferiva che fossi io a darle la notizia. Mi ha sorriso, mi ha dato una pacca sulla spalla e mi ha ringraziato.
Bussai alla porta di Emy.

- Si? -

- Sono Thor, apri. -

Sentii uno strano brusio,come di voci, e il rumore di due oggetti che sbattevano. Spalancai la porta con una spallata, allarmato, e rimasi a bocca aperta davanti alla scena che si palesò davanti ai miei occhi.
In quella stanza c'era Loki. Magro, con più occhiaie del solito, a torso nudo e schiacciato fra la scrivania, la cui sedia giaceva a terra (ecco la fonte del rumore di poco prima), e il corpo di Emilie, che gli teneva un braccio in una posizione dolorosa dietro la schiena.
Si girò senza far trapelare emozioni e fece fare lo stesso anche Loki. Non mi guardò in faccia che per un secondo, in cui scorsi la paura nei suoi occhi. I capelli gli velarono il volto.

- Per favore chiudi la porta. - mi chiese Emy tranquilla.

Meccanicamente eseguii e abbandonai le braccia lungo i fianchi.

- Fr..fratello..! - calde lacrime di gioia mi riempirono gli occhi.

La ragazza lo lasciò andare, lui si sedette sul letto e alzò di nuovo il volto. Ora sorrideva.

- Ciao, Thor. Per favore, evita di sbandierare il mio ritorno ai quattro venti. Non sono ancora pronto per i miei fans. -



N.d.A.
Scusate, scusate, SCUSATE!
Bene, se sono ancora viva vuol dire che il malocchio e le maledizioni da voi lanciatemi non hanno funzionato XD
Lo so, non aggiorno da una vita, è che mi era passata un attimo l'ispirazione per vari motivi che non sto a spiegarvi per evitare di tediarvi oltre XD
Che dire, chi meglio di Thor poteva irrompere in quel modo elefantesco scoprendo che Loki era segretamente tornato? Ecco, appunto: nessuno! XD
Se c'è ancora qualcuno così gentile da lasciare una recensione dopo tutto questo tempo (ehi voi followers, vi ricordate di me?), allora vi ringrazio in anticipo.
Spero di proseguire un po' più in fretta con gli aggiornamente, anche se non ho ancora nulla di pronto.
Buona settimana,
Baci,
Flam.

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 - Poteri. ***


CAPITOLO 28 - POTERI.
 
(Loki)
 
Salutai Thor con un sorrisetto furbo, chiedendomi cosa diamine volesse da Emilie a quell'ora.
- Loki! Non oserei mai svelare il segreto. Dovresti, anzi, essere tu a spiegarci dove eri finito! Padre è fuori di sè, Heimdall non ti trovava, come è possibile? Quando sei tornato? -
Si asciugò gli occhi e si sedette di fianco a me, scrutandomi.
- Idiota, non ho intenzione di spiegare alcunchè! -
- LOKI! - le loro voci urlarono all'unisono il mio nome, e quella di Thor per poco non mi perforò il timpano destro.
- Dannazione, ma perchè voi esseri inferiori dovete sbraitare a questo modo? Vi avrà sentiti tutta la base! -
- Essere inferiore un corno! - esclamò Emilie piccata, avvicinandosi per tirarmi uno schiaffo. La fermai con un gesto secco del braccio. - Ce l'avevo con Thor, mi ha tirato sordo.. - "E comunque resti pur sempre un'umana, quindi inferiore, purtroppo."
- Come vuoi, in ogni caso credo che Thor meriti di essere messo a conoscenza dei fatti, almeno in parte. - osservò Emy.
Roteai gli occhi e decisi di assecondarla. Liquidai il discorso in poche frasi concise, tralasciando lo stato pietoso in cui avevo passato quei giorni di solitudine.
- E questo è quanto. Ora, diamo una sveglia a quei deficienti dei vostri alleati. E con 'ora' intendo domattina. Dubito che Thor riuscirà a trattenersi davvero, giusto fratello? - sbottai. Avrei preferito recuperare le forze con più calma, la privazione mi aveva fiaccato, un po' troppo e in un momento per nulla opportuno. Sentivo Thanos avvicinarsi, non avevamo più molto tempo.
- E cosa pensi di fare? Presentarti agli allenamenti domattina come se non fosse successo nulla? - mi chiese Emy.
- Niente affatto. Thor, siete giunti a qualcosa durante la mia assenza? Avete ottenuto dei risultati concreti?-
Il biondone tutto muscoli alla mia destra annuì. - Se gli aiuti promessi arriveranno, sì, abbiamo la strategia. Noi non bastiamo. Senza i tuoi poteri...- lasciò la frase in sospeso e abbassò gli occhi.
"Vedo che anche tu stai dalla mia parte. Bene,  ottimo!" Restavano da convincere gli altri Vendicatori, ma col Bestione Verde e Thor dalla mia parte, oltre alla giovane Emilie, forse sarebbe stato più facile.
Thor sobbalzò all'improvviso scuotendo il letto peggio di un terremoto. - I tuoi poteri! Heimdall e Padre hanno affermato più volte che non ne sei ancora in possesso, ma allora dimmi, Loki, come hai potuto nasconderti agli occhi del Guerriero d'Ebano?-
- Credo, ed è solo una mia supposizione, che pian piano stia iniziando a meritarmi i poteri perduti. Un po' come quando ti sei quasi suicidato per salvare quella midgardiana. Francamente: in quel caso ti comportasti da mero imbecille.- conclusi.
- Farò finta di non aver udito quest'ultima frase, fratello. Comunque credo sia una bella notizia. -
- Davvero? Ma se non sa ancora fare il più banale degli incantesimi, a cosa serve che sia in grado di celare la propria presenza? - chiese Emilie. Lasciai rispondere Thor, fremente di dare spiegazioni.
- Lo so, ma fra non molto sarà di nuovo in possesso delle sue facoltà, e allora potremo attuare il vostro piano! So che mio fratello ha capito cosa deve fare per riacquistare i suoi poteri, e so che non c'è niente di meglio, perchè significa che finalmente ha messo da parte tutto l'astio e il rancore che gli annebbiavano la mente con progetti di conquista e morte. - Sorrise e mi strinse la spalla.
"Sei sempre il solito sentimentale, Thor. Ma questa volta hai ragione, e se sono arrivato fin qui è merito del più insperato degli esseri viventi: una giovane terrestre appena sbocciata e non ancora una vera e propria donna. Chi l'avrebbe mai detto?"
Vidi Emy assumere l'espressione che indicava quanto fosse concentrata su quanto appena ascoltato.
- E tu credi che per domani ce la farai a riacquistare i tuoi poteri? Entro domattina? -
- Non lo so, ma spero vivamente di sì. Molto dipende da quanto riuscirò a dimostrare ai Vendicatori, da quanto saprò essere credibile. Mi spiccheranno la testa dal collo se non ci riuscirò, e sarebbe davvero un peccato, uno spreco! -

 
(Emilie)
 
"Qualcuno è poco pieno di sè devo dire."
Dimostrava tanta fiducia in sè stesso, eppure io vedevo solo un uomo che tentava di arrampicarsi sugli specchi a mani nude. Forse avevo intuito qualcosa, ovvero che la chiave del suo successo risiedesse nei suoi sentimenti; ma come poteva sperare che una notte bastasse?
Loki e Thor si alzarono.
- Vedi di tenere la bocca chiusa, altrimenti il primo incantesimo che scaglierò ti priverà della parola. -
- E' un piacere anche per me, Loki, averti rivisto.- lo canzonò il Dio del Tuono.
Mi scappò un risolino: nonostante tutto, sotto sotto Loki gli voleva bene, ne ero certa.
Poi Thor fece qualcosa di inaspettato, almeno per me: abbracciò Loki sollevandolo da terra di qualche spanna. - E' bello saperti sano e salvo, fratello. Non potevi essertene andato lasciando Emilie da sola. Temevo che ti fosse accaduto qualcosa di brutto.-
- Mettimi giù Thor. Subito!- sibilò il Dio dell'Inganno, paonazzo in volto per l'imbarazzo e con tono indispettito.
Thor lo rimise a terra, strofinandosi una mano dietro la nuca e sorridendo.
- A proposito di abbandonarmi tutta sola, come mai eri qui prima? Dovevi dirmi qualcosa? - chiesi.
- Ero venuto a dirti che c'era ancora speranza. Ma quando ho visto Loki di spalle, ho capito che non ce ne era bisogno. Buonanotte Emy. Buonanotte Loki.-
Uscì col sorriso in volto senza nemmeno darmi il tempo di ringraziarlo; era stato molto dolce e premuroso.
Quando mi voltai, Loki si stava già scivolando sotto le lenzuola.
- Devo dormire e recuperare un po' delle mie forze, i giorni a digiuno non mi hanno fatto bene nonostante io sia un dio. E Thanos è più vicino di quanto sperassi. -
Annuii semplicemente a quella constatazione, infilandomi poi in bagno per lavarmi i denti. Lo specchio rimandava l'immagine di una ragazza che dimostrava più anni di quanti realmente ne avesse, cosa che si era rivelata particolarmente utile in più di un'occasione; eppure non mi sentivo così adulta in quel momento,anzi: all'idea di Thanos dietro l'angolo avrei voluto nascondermi dentro un armadio o sotto il letto, come se realmente servisse a proteggermi dal pericolo imminente. Mi chiesi come sperasse Loki di riottenere i poteri quella notte, dato che era chiaro che volesse dormire. Uscii dal bagno dopo diversi minuti, trovando Loki beatamente fra le Braccia di Morfeo, un'espressione angelica dipinta in volto. Sembrava finalmente sereno, almeno nel sonno.
Facendo attenzione a non svegliarlo, mi sdraiai di fianco a lui e per un attimo lasciai vagare lo sguardo sul suo volto: la linea sottile della bocca, il naso ben definito, le lunghe ciglia e i capelli corvini. Mi accoccolai appiccicata al suo fianco facendo aderire il mio corpo al suo, la testa posata fra spalla e clavicola, un braccio a cingergli l'addome. Chiusi gli occhi, senza però riuscire a prender sonno in tempi celeri.
Qualche minuto dopo, o forse di più, la sua mano mi percorse il braccio fino alla spalla e poi scese giù, lungo il fianco.
- Grazie Emy- il suo fiato caldo soffiò quelle parole fra i miei capelli.
Non capii perchè mi stesse ringraziando,  ero già mezza addormentata ormai. Tuttavia sorrisi e mi strinsi ancor più a Loki. Poco dopo, mi abbandonai completamente all'incoscienza.
 
 
(Loki)
 
Non dormivo così bene da molto, anzi troppo, tempo. Sorrisi ancora intontito dalle prime luci del mattino. Emilie era sdraiata in posizione fetale e mi dava le spalle. Sgusciai fuori dal letto e mi diedi una rinfrescata per svegliarmi completamente. Mi sentivo rigenerato e provavo una sensazione di completezza che negli ultimi mesi mi aveva abbandonato. Sentivo di nuovo scorrere la magia attraverso le membra, come il sangue scorre nelle vene. Provai un trucchetto abbastanza semplice: creai una copia. Il mio volto mi sorrideva complice e furbo davanti ai miei stessi occhi. Oh sì, ero tornato in possesso dei miei poteri. "Finalmente...!"
Ero di ottimo umore quando svegliai Emilie, pochi minuti dopo.
- Buongiorno! -
- 'Giorno. Come siamo raggianti stamattina. Deduco che il sonno ti abbia fatto bene.- sorrise.
- Ebbene sì. Ma sappi che non mi sono limitato a dormire: ho deciso di cadere in uno stato di trance meditativa. Oltre a ripristinare le mie energie più velocemente, ho raggiunto il mio io interiore e preso piena consapevolezza di me stesso e del mio subconscio. In sostanza, ho velocizzato il meccanismo che già si era innescato quando sono sceso a patti coi miei sentimenti, accettandoli.-
- Per questo mi hai ringraziata ieri sera? -
- Sì. E' merito tuo se ho recuperato i miei poteri.-
- Su, non fare il modesto. Non è stato solo merito mio: hai fatto la tua parte, anzi il grosso si può dire che l'abbia fatto proprio tu. Se non fossi cambiato, io sarei stata solo l'ennesima mortale da disprezzare, odiare o quello che è.- Enfatizzò il tutto con un gesto vago della mano.
Mi stupì con quel commento, ma non potei darle torto. Se non avessi accettato la mia condizione, sarei rimasto con un pugno di mosche, nient'altro.
- In ogni caso, goditi il tuo momento di gloria: non sono solito dispensare ringraziamenti, dovresti sentirti onorata.-
Un sorrisetto furbo le illuminò il volto e gli occhi chiari.  - Quale onore, mio Signore! O dovrei rivolgermi a lei come il dio norreno che in effetti è?-
Mi abbandonai per un attimo al suo sarcasmo, che io stesso avevo suscitato con quell'aria saccente, la baciai di slancio e tornai subito serio, mentre la sorpresa le tingeva il volto di un leggero rossore. "Anche le spie, allora, si lasciano cogliere inaspettatamente da gesti inaspettati."
- Dobbiamo dare il lieto annuncio in mattinata, purtroppo, quindi sistemati e inizia a scendere per la colazione. Ti raggiungerò nella sala degli addestramenti, previo utilizzo di una barriera magica che mi difenda da eventuali scoppi d'ira indesiderati ed inutili. Il cannone al plasma dell'Uomo di Latta è fastidioso.- storsi il naso.
- Oh, certo, non vorrei ti si scompigliasse quella chioma sexy.- mi canzonò lei.


N.d.A.
Scusate, scusate, scusate....! Chiedo umilmente perdono in ginocchio sui chiodi sotto la grandine a torso nudo ma purtroppo sto periodo è stato un simil casino.
In primis, mancava l'ispirazione per continuare la Long. Solo per continuarla, perchè in realtà non ne ho iniziata un'altra, ma ben due, e la mia vena creativa si era pure espansa.
Ma tornando a noi..come dicevo, mi ero ritrovata a un punto morto: avevo scritto il mese scorso l'inizio del sovrapubblicato capitolo 28, e fintanto che avevo iniziato mi ero detta "bella! Dai che aggiorno in tempi celeri!". Tempi celeri un par di balle, perchè proprio nel bel mezzo della prima pagina e mezza BOM addio ispirazione-.- E la fetente è tornata giusto ieri. Mentre ero al lavoro. Un classico.
Ebbene sì, perchè l'altro motivo del mio ritardo è il lavoro, che purtroppo con un lasso di tempo che parte dalle 6:30 del mattino quando mi alzo e finisce alle 19:20 quando torno a casa, capirete che tempo ne ho poco per qualsiasi cosa. Cara grazia che non lavoro di sabato D:
By the way, sto tergiversando. Di nuovo. E dovrei chiedervi enne-miliardi di volte scusa per il ritardo nell'aggiornamento, che ridendo e scherzando fra ispirazione in vacanza e la sottoscritta al lavoro, vi ha lasciati a bocca asciutta e magari sulle spine (?) per ben due mesi.
Che dire, per chi si ricorda di me dopo tutto questo tempo, sappiate che vi dedicherò una statua XD Ringrazio le anime pie che recensiranno o anche solo leggeranno questo capitolo, e anche coloro che hanno inserito la storia nelle seguite/preferite/ricordate. (Non preoccupatevi, non sarà il sito buggato o impazzito quando vi segnalerà l'aggiornamento, e nemmeno un virus! Sarà semplicemente la mia testolina bacata che finalmente ha completato il capitolo xD - scusate ma lavoro in HP, queste nerdate da virus e bug credo siano un effetto collaterale XDXD).
La smetto di tediarvi e vi ringrazio chiedendovi scusa di nuovo.
Baci, alla prossima!
Flam.

 

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 - Rinforzi. ***


Nota di inizio capitolo: Se questo capitolo non riceverà altre recensioni la pubblicazione verrà sospesa. Non è per cattiveria, ma dato che già faccio fatica ad aggiornare e a trovare il tempo per scrivere, se solo una persona o due recensisce nonostante il grande lasso di tempo che passa fra un capitolo e l'altro, evito di pubblicare. Ripeto, non è per cattiveria, e col lavoro di mezzo ho poco tempo, ma vedere che solo una persona su 50 (fra preferite, seguite e ricordate), lascia il proprio parere, mi sconforta un po'. Ricordate che senza le vostre recensioni non posso sapere cosa ne pensate nè se sto prendendo una strada sbagliata nella narrazione. Detto ciò, vi lascio alla lettura, dato che ho già tolto sufficiente spazio al capitolo.


CAPITOLO 29 - RINFORZI
 

(Emilie)
 
Incontrai Thor in fondo al corridoio, come gli avevo chiesto.
-Buongiorno!- salutò raggiante.
Il ritorno del fratello lo aveva reso enormemente allegro, e il suo sorriso a trentadue denti era contagioso.
-Ciao Thor.- Lo affiancai e ci avviammo alla sala allenamenti.
-Volevo confermarti che arriverà in mattinata.- Iniziai. Si girò con sguardo attento, annuendo. Continuai:  -Teme che gli altri possano attaccarlo, e francamente non è che abbia tutti i torti. Insomma a parte te e Banner, che siete dalla nostra parte, e mio padre che mi è sembrato abbastanza indifferente, si ritroverebbe addosso Hulk, che già l’ha sfasciato di botte in passato, Tony, Steve e mia madre. E fidati, mia madre fa paura quando è incazzata.-
-Oh lo so bene quanto timore incute Natasha.- Commentò.
-Ecco appunto. E poi c’è Fury. Lui è imprevedibile. Davvero. Ad ogni modo.. stavo pensando di avvisarli durante la simulazione che Loki è tornato.-
-Vuoi tentare il suicidio Emy?- chiese perplesso, fermandosi di botto.
Mi girai piantandogli addosso uno sguardo deciso e al tempo stesso risentito. -Certo che no! Vorrei solo che sbollissero parte della rabbia prima che arrivi tuo fratello e non addosso a lui. Loki lo attaccherebbero senza perder troppo tempo a rifletterci. Io corro meno pericoli.- Spiegai seria.
Il Dio del Tuono, turbato e iperprotettivo come sempre, si prese del tempo ma alla fine annuì poco convinto. Riprendemmo a camminare e in poco tempo arrivammo alla spoglia stanza per un’ennesima simulazione. Prima di entrare Thor mi afferrò per una spalla.
-Grazie. Per quello che stai facendo per lui.-
 
 
(Thor)
 
Emilie mi rispose con uno sguardo stupito, dovevo averla presa in contropiede. Poi sorrise e disse: -Figurati. Credo se lo meriti dopo tutto quello che ha passato.-
Entrammo e davanti a noi si parò uno scenario strano. Un tizio interamente coperto da una tutina aderente blu e rossa, col disegno di un ragno, mi dava le spalle e gesticolava concitato, apparentemente immerso in un’interessantissima conversazione con Stark e un energumeno fatto di.. roccia? Non riuscivo a capire. Notai che aveva solo quattro dita alle mani ed era apparentemente privo di orecchie.
-Emy, chi sono quei due? No anzi. Cosa è quello?-
In qualche modo a me sconosciuto, la mia reazione dovette risultare divertente ad Emilie, che si portò svelta una mano a coprire la risata spontanea.
I tre smisero di parlare e ci fissarono. Tony sorrideva, felice come un bambino con la sua spada di legno di nuova.
-Bene arrivati! Aspettavamo giusto voi.- Esordì con un gesto plateale indicando gli altri nostri compagni.
-Agente Barton, Thor. È mio piacere informarvi che il signor Grimm e il signor Parker..-
-A che serve il costume se poi sbandiera il mio nome in giro?- espresse il suo disappunto Spiderman.
-..si sono uniti a noi questa mattina.- Prese la parola Fury. -Più noti come La Cosa e Spiderman, per ora resteranno a guardare per studiare la tattica messa a punto in queste settimane. Il signor Grimm è stato mandato come portavoce dei Fantastici Quattro: pare che il signor Richards non sia al momento disponibile e abbia mandato Ben in sua vece.-
Il bestione annuì di conferma.
-Peter, puoi anche levarti quella maschera. Conoscono tutti la tua identità qui dentro. Beh, a parte Thor forse.- Aggiunse con un’alzata di sopracciglia.
-Thor? Come il dio del Tuono?- chiese il tizio in tutina, Peter, togliendosi la maschera. Il suo era il volto di un comune essere umano, i capelli castani spettinati e un’evidente espressione di perplessità dipinta in volto.
-IL Dio del Tuono.- Risposi facendo un passo in sua direzione e posando la mano vicino al martello.
-Wow!- mi si avvicinò squadrandomi da capo a piedi. Non sembrava completamente convinto, anche se l’emozione traspariva dal suo atteggiamento. -Dimostramelo.-
Alzai un sopracciglio, perplesso. Mi girai a chiedere aiuto ad Emy e lei indicò Mjolnir.
-Reggimi un attimo il martello.- Gli dissi spingendoglielo contro il petto.
Nel momento esatto in cui mollai la presa, il ragazzo cadde schiacciato dal peso di Mjolnir. Sorrisi trionfante, recuperai la mia arma e gli porsi la mano. Gli altri erano scoppiati a ridere, Peter compreso, che si stringeva il petto, massaggiandolo.
-Okay, ti credo! Non che avessi dubitato granchè in realtà. Sei accompagnato dalla tua consorte?- chiese.
-No, Jane è a casa. Per la sua sicurezza.-
-Jane? Mi riferivo a..- venne interrotto da Tony prima che finisse la frase.
-Peter, perché non mi segui così ti mostro da dove puoi assistere? Ben, vieni anche tu ovviamente!-
I tre si incamminarono e lanciai uno sguardo perplesso ad Emilie.
-Secondo la mitologia norrena il dio del Tuono, Thor, era sposato con Lady Sif.- Spiegò lei.
-Ah. Mmmh… io..-
-Tranquillo, sono solo leggende.- Fece lei con un gesto vago della mano, raggiungendo gli altri. Notai solo in quel momento che dei miei amici non c’era ancora traccia.
-Dove sono Volstagg, Fandral, Hogun e Lady Sif?- chiesi.
-Ad allenarsi per fatti loro. Ci raggiungeranno dopo pranzo.- Rispose Steve.
Annuii e una volta tornato Tony presi posizione ed iniziammo la simulazione.
 
 
(Emilie)
 
La tattica non prevedeva l’entrata in scena di Loki. La parte dell’agnello sacrificale sarebbe toccata a me.
Dovevo attirare l’attenzione di Thanos mentre l’Uomo Ragno e la Donna Invisibile pensavano ad immobilizzarlo. Quindi, Mr Fantastic avrebbe allungato un braccio sfilandogli il Guanto dell’Infinito per rivoltarglielo contro.
-Come sappiamo che Reed Richards sarà in grado di utilizzare il Guanto? Non metto in dubbio il suo genio, sia chiaro, ma è un oggetto così…-
-Potente?- completò mio padre.
-Anche. Ma pensavo ad un aggettivo tipo mistico, o qualcosa del genere.- Feci con una scrollata di spalle.
Gli occhi di ghiaccio di mio padre si piantarono nei miei. Eravamo appostati sul tetto di un edificio in attesa dell’arrivo di Thanos, pronti a far fuoco sui Chitauri.
-Direi che mistico può andare. Ad ogni modo, Ben ci ha riferito che Reed e il Dottor Strange sono riusciti a mettersi in contatto per breve tempo. Sta studiando i file che gli ha mandato in modo da essere pronto.-
-Bene.-
Colsi un movimento con la coda dell’occhio e colpii un Chitauro in mezzo agli occhi, uccidendolo all’istante. Dietro di lui ne arrivano a decine, e mio padre ed io passammo alle frecce esplosive. Pochi dardi, e tornò la calma.
-Ti vedo distratta.- Osservò Clint.
-Non mi pare di aver mancato i bersagli.- Risposi con una punta di nervosismo nella voce.
Mio padre alzò un sopracciglio e aprì la bocca, ma proprio in quel momento Tony ci avvisò tramite gli auricolari che “avevamo visite”.
Era il segnale, dovevo attirare l’attenzione del Titano più pericoloso dell’Universo su di me.
-Scusa papà, il dovere mi chiama. Magari ne riparliamo dopo, okay?-
-Sei come tua madre!- mi urlò mentre mi lanciavo nel vuoto appesa ad una corda.
Corsi fino al punto di Central Park in cui erano nascosti Peter e Susan, non molto distante dal palazzo dove eravamo appostati io e mio padre. Tony sfrecciò sopra la mia testa; subito dopo vidi Bruce, trasformato in Hulk, spiccare un balzo e superarmi di qualche decina di metri per poi allontanarsi. E poi eccolo: Thanos si palesò, inseguendo i miei compagni, che già si erano defilati prendendo posizione.
-Guarda chi si vede. La piccola Emilie. Sei cresciuta.- Scoppiò a ridere, schernendomi.
-Oh, puoi ben dirlo!- risposi alla provocazione. -E ti dirò di più, ho un bel regalino per te.- Presi l’arco da dietro le spalle e incoccai una delle frecce speciali ideati da Tony. -Ti piace?- chiesi con un sorriso sadico stampato in volto.
Thanos assunse un’espressione degna di uno psicopatico. Non aveva paura, anzi: si prese gioco di me.
-Forza dolcezza, scocca quella dannata freccia.- Mi intimò Tony.
Presi la mira e tirai. Come previsto Thanos erse uno scudo davanti a sé, per bloccare il colpo. Ma la sua risata si interruppe quando venne raggiunto da una ragnatela e le sue braccia vennero immobilizzate da un campo di forza. Sue apparve dal nulla in mezzo a Central Park e Spiderman fece la sua entrata appeso ad una ragnatela. In men che non si dica, sfruttando il momentaneo smarrimento del Titano, Peter lo avvolse più che poteva in un bozzolo bianco, e la Donna Invisibile rafforzò ed ingrandì il campo di forza. Tony tornò a sorvolare il parco e Reed allungò un braccio ad afferrare il Guanto dell’Infinito dalla mano tesa di Thanos.
Accadde tutto all’improvviso. Lo scudo cedette sotto la potenza del Titano, che allo stesso tempo si liberò delle ragnatele e spedì lontani i due supereroi.
-Ora mi occuperò di te e poi sarà il turno di quello smidollato di Loki.- I suoi occhi fiammeggiarono, le pupille dilatate all’inverosimile per la rabbia.
Fu il tempestivo intervento di Hulk ad impedirmi di fare una fine deplorevole. Gli menò un montante, spedendolo schiena a terra.
-Cosa ci facevi lì immobile? Perché non sei scappata?-
Mi voltai verso quella voce. Era mia madre. -Ho esitato.- Abbassai lo sguardo, non volevo ammettere di aver avuto paura. Fissando quegli occhi folli mi erano affiorate alla mente molte immagini di tortura e morte orribile, lenta. Lo stesso tipo di punizioni che io stessa avevo inflitto ad altri, con la differenza che in quelle immagini ero io a subirle, tutte, una dopo l’altra.
Recuperai lucidità in una manciata di secondi, giusto in tempo per veder tornare Iron Man e Reed usare il Guanto contro Thanos.
Ci avvicinammo al corpo dell’Eterno. Non era morto ma incuteva comunque timore. Notai che era cosciente, ma la calma del dottor Richards mi fece comprendere che era tutto andato secondo i piani. In breve arrivarono tutti gli altri, Thor annunciò che i pochi Chitauri sopravvissuti avevano battuto in ritirata lasciando cadere le armi. Li avremmo cercati e uccisi una volta sistemato Thanos.
-Ultime volontà?- chiese Steve.
-Voglio vedere Loki.-
-Oh, credimi quando ti dico che devi metterti in fila: anche noi vorremmo delle spiegazioni da parte sua.- Ribattè Tony.
-Non c’è bisogno.- Le parole mi uscirono di bocca spontaneamente. Avevo rimuginato per tutto il tempo su come dare la notizia agli altri e quando, ma avevo raggiunto solo due possibili conclusioni: usare l’effetto sorpresa per spiazzare Thanos nel caso in cui avesse chiesto di lui non vedendolo, o aspettare la sua cattura e la fine della simulazione. Ovviamente, nel primo caso avrei fatto interrompere l’allenamento, e mi sarei ritrovata un Fury incazzato a urlarmi contro col suo peggior sguardo omicida, così capitolai sperando che Loki non decidesse di palesarsi prima che il mio piano fosse entrato in azione.
Direi che a conti fatti, avevo raggiunto la giusta via di mezzo. Gli alberi e i grattacieli dietro di essi sparirono e l’erba lasciò il passo al pavimento sterile e grigio della stanza. L’unica cosa a rimanere identica furono le occhiate che mi lanciarono tutti, Thor a parte.
Fury sembrò sbucare da sotto il pavimento, avvicinandosi alle mie spalle silenzioso: -Come sarebbe a dire?-
-Lo sapevo che mi nascondevi qualcosa!- esclamò mio padre, ma non sembrava arrabbiato.
-Che significa Clint?- chiese mia madre con voce volutamente calma e piatta.
Mentre gli altri si urlavano contro domande a vuoto, perdendo per un attimo il motivo della contesa, Thor mi si portò al fianco e Fury non spostò un attimo lo sguardo dal mio volto.
-Signori, ordine! Lasciatela rispondere.- Ordinò esasperato.
La stretta di Thor sulla mia spalla mi infuse il coraggio che pensavo di aver perso.
-Loki è tornato. Si è nascosto nella mia stanza e prima che possiate accusarlo di qualsiasi cosa, sappiate che è sempre stato fedele alla nostra causa. Voleva consegnarsi per salvarmi, ma ha capito che non sarebbe servito a niente, che mi avrebbe solo fatta soffrire. Così è tornato, circa una settimana dopo la sua scomparsa. Mi ha raccontato cosa gli è accaduto e perché Heimdall non riusciva a vederlo. Stanotte ha recuperato i suoi poteri.- Riassunsi senza essere interrotta e lasciandomi dietro un silenzio grave.
Guardai Thor e mi avvicinai a lui, come a cercare una protezione.
 
 
(Loki)
 
Nessuno si accorse della mia entrata, e scoprii ben presto il motivo: Emilie mi stava difendendo a spada tratta, riuscendo a mettere a tacere i dubbi e le incognite che trasparivano dagli sguardi dei Vendicatori. Fiero di lei, sorrisi commosso dalle sue parole, abbassando lo sguardo in un muto ringraziamento, consapevole che ancora non sapeva che mi trovassi lì.
Fu poi la volta di Thor, che confessò di sapere del mio ritorno e di essere complice del silenzio di Emy.
-Arriverà fra poco, vi chiedo solo di non aggredirlo.- A stento riuscii a sentirla.
“Si preoccupa per la mi incolumità. Piccola Emilie, non c’era bisogno.” Forte di quella sensazione che aveva iniziato a scaldarmi il cuore, mi schiarii la gola attirando l’attenzione su di me.
-In realtà sono già arrivato da un po’.- Confessai.
Fury fece un gesto eloquente: nessuno mi avrebbe attaccato, almeno per il momento.
-Verrai interrogato.- Fu tutto quello che disse.
-Come vuole. Se dovete punirmi in qualche modo, fate pure. Non userò i miei poteri contro di voi. Sono qui per aiutarvi e mettermi a vostra disposizione.- Alzai le mani nel gesto universale di resa e sottomissione.
-Davvero te ne sei andato per proteggerla?- la domanda della Vedova Nera mi stupì.
-Sì. Tengo a lei più che a me stesso, ma stavo per commettere un terribile errore. La mia morte l’avrebbe fatta soffrire, e il mio sacrificio sarebbe stato vano.-
Natasha annuì seccamente e se ne andò.
“Anche tu hai dei sentimenti, non puoi negarlo.”
Fu poi la volta di Barton, mi si avvicinò sussurrando: -Voleva ringraziarti.-
-Un tentativo maldestro- osservai.
-Goditi il tuo momento.- Fece due passi e mi si fermò alle spalle. -Grazie, Loki.- Poi anche lui se ne andò.
-Dovrebbe essere giustiziato.- Esordì il Capitano.
Non avevo dubbi che si sarebbe schierato contro di me, ma andiamo! Pensava davvero che mi sarei lasciato giustiziare tanto facilmente?
-Prima devi prendermi.- Lo provocai.
-Magari la tua esecuzione dissuaderebbe Thanos dall’attaccare la Terra.-
-Non ci giurerei. Vuole vendetta anche su di voi, se lo conosco bene.-
-Lo penso anche io.- Convenne Emy.
Steve fissò Fury, che scrollò le spalle e rispose: -Non ci ha traditi come temevamo. Il suo passato ci ha fuorviati. Verrà interrogato, puoi assistere e giudicare da te se ci stia ingannando o meno.-
-Come si può giudicare se il Dio degli Inganni sia sincero?-
La domanda del Capitano aleggiò nella stanza e anche lui se ne andò.
-Qui se ne vanno tutti. Io vengo a godermi lo spettacolo, datemi il tempo di riporre l’armatura.- Tony uscì facendomi l’occhiolino.
“Abbiamo un alleato.” Constatai soddisfatto.
-Sembra che siamo rimasti solo noi, Thor. E io posso solo ribadire la mia presa di posizione: credo che dovremmo dargli una possibilità. Soprattutto ora che sembra abbia scoperto di avere un cuore.-
-Solo io non ci sto capendo niente?- chiese l’energumeno di roccia che avevo notato entrando.
-No, amico. Anch’io mi sono perso qualcosa.- Ribattè il tizio con la tutina attillata.
-Peter, Ben. Se volete posso provare a spiegarvi in breve cosa è successo negli ultimi tempi.- Propose Banner.
Infine, rimasi solo con Fury, Emilie e Thor. Quest’ultimo se ne andò accampando una scusa e sorridendomi felice come non mai. Per una volta, ricambiai sinceramente quel gesto.
-Seguimi, vediamo di sbrigarci a concludere questa faccenda.- Fury uscì a passo di marcia, le vene che pulsavano sul collo. “Non gli va molto a genio aver scoperto che non li stavo tradendo.”
-Non badargli. Qui il più sospettoso è Steve, lo hai notato anche tu.-
Annuii. -Non dubito che mi credano, so essere convincente in qualsiasi situazione.-
-Anche quando non si tratta di menzogne?-
-Puoi starne certa.-
Sorrise e la baciai con trasporto, stringendola fra le braccia e perdendomi in quelle labbra morbide. Ricambiò abbandonandosi  a me e portando le mani dietro la mia nuca. Prima che potessi desiderare di più, mi staccai lentamente.
-Sarà meglio che andiamo.- Le presi la mano e seguimmo Fury.


N.d.A.
A riecchime, purtroppo dopo un altro mese. Davvero, non posso farcela a darmi una scadenza decente T_T
Capitolo un po' più lunghetto del solito, ma l'ispirazione è arrivata a frotte per una volta XD
Come avrete notato, ci avviamo alla fine, anche se questo vuol dire ben poco in reatà XD Non so fra quanti capitoli si porrà l'epilogo di questa storia, ma sta giungendo al termine.
Ringrazio chi mi segue, chi si ricorda di me e chi ha inserito la storia fra le preferite, nonchè le poche anime buone che recensiscono.
Baci,
Flam.

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Capitolo 31
*** Capitolo 30 - Assoluzione. ***


CAPITOLO 30 – ASSOLUZIONE.
 
(Loki)
 
Seguimmo Fury in una spoglia stanza per gli interrogatori, con uno specchio a parete dietro al quale potevano nascondersi alcuni osservatori. Mi separai da Emilie davanti alla porta, aspettai che varcasse la soglia della stanzetta adiacente, ed entrai. Fury era già seduto, le mani giunte tramite i polpastrelli, aveva lo sguardo vacuo di chi sta pensando.
-Siediti.- Ordinò senza guardarmi.
Obbedii con un certo disappunto. Mi misi più comodo che potei su quella rigida seggiola di metallo.
-L’agente Emilie Barton ha già preso le tue difese, ma non vorrei che, nonostante l’esperienza, si sia lasciata trasportare troppo dai sentimenti. Sappi che interrogherò anche lei.-
-Non vedo dove stia il problema.-
-Se il tuo racconto sarà soddisfacente, non si verrà a creare nessun problema. Volevo solo mettertene a conoscenza. Ora, raccontami cos’hai fatto in questi giorni; e vedi di essere esaustivo.-
Fury cambiò posizione, abbandonandosi contro lo schienale e mettendosi a braccia conserte.
Lanciai un’occhiata allo specchio e sorrisi. Poi presi a narrare nuovamente le vicende di quei giorni grigi: di come mi ero sbronzato manco fossi il peggior umano che non regge l’alcol, delle mie riflessioni riguardo le mie azioni passate e del legame che si era creato fra Emy e me; di come, dopo essermi ubriacato, fossi uscito dal locale probabilmente senza pagare il conto, e di come mi avessero preso a botte e lasciato sul marciapiede come un mendicante; ripercorsi con la mente le strade lungo cui avevo camminato in cerca d’acqua, pagata coi pochi soldi che i cittadini mi avevano dato in carità; e di nuovo, delle mie pessime condizioni, steso su quel pezzo di cartone a recuperare le forze; infine, confessai di aver rubato i vestiti con cui ero tornato alla base con il favore del buio. Conclusi con un breve riassunto della conversazione avuta con Emilie il mattino successivo al mio ritorno, tacendo quanto accaduto quella notte.
In tutto ciò, Fury non aveva fatto una piega: mantenne la posizione per tutta la durata del mio racconto e non intravvidi nemmeno l’ombra di un’espressione o di una reazione passare sul suo volto o scuotergli le membra.
-Svolegerò le dovute indagini, sia chiaro. Ad ogni modo..- sospirò passandosi una mano sul volto e prendendosi qualche istante di tempo. -Non pensavo che uno del tuo calibro potesse cambiare.-
Sbattei un paio di volte le palpebre e sorrisi sornione. -Mi ritrovo a stupirla, generale. Ho sentito dire che non è facile.-
Mi godetti l’espressione contrariata ed immaginai Emy, dall’altro lato del vetro a specchio, che sghignazzava in seguito a quella mia uscita.
-Resta qui. Voglio fare due chiacchiere con la Barton.- Uscì chiudendosi la porta alle spalle.
Decisi di sfruttare la solitudine per alzarmi e sgranchirmi le gambe indolenzite passeggiando su e giù per la piccola stanza. Quella sedia era davvero scomoda, per i Nove Regni!
 
 
(Emilie)
 
Non mi feci attendere: quando sentii Fury annunciare che avrebbe fatto due chiacchiere con me, sgattaiolai fuori dalla saletta, particolarmente affollata. Tony si era addirittura portato i pop corn per godersi l’interrogatorio.
-Generale. Sarò a vostra disposizione per qualsiasi domanda.- Lo precedetti.
Fury inarcò il sopracciglio.
-Bene. Mi garantisce che risponderà con assoluta verità alle domande che le verranno poste, agente Barton?- chiese.
-Sì, lo giuro.- Confermai.
-Ottimo. Conferma la versione di Loki? È questo ciò che le ha riferito il giorno del suo ritorno?-
-Veramente me lo ha riferito la mattina appena successiva, dato che è tornato di notte, ma sì, su per giù è quello che mi ha raccontato. È stato un poco più sintetico con me, penso perchè non volesse turbarmi troppo e in parte anche per orgoglio o qualcosa del genere. Tipico di voi uomini suppongo..-
Annuì sorvolando quell’ultima osservazione. -Gli credi?-
Ricambiai il suo sguardo penetrante. -Sì.-
-Te lo ripeto: gli credi? O è solo perché pensi di esserti innam..-
-Io non lo penso, generale Fury. Io lo sono. E no, non gli credo solo per questo motivo, se è ciò che pensa!- lo interruppi con foga. -Lei crede che io sia troppo coinvolta sentimentalmente, non è vero? Ebbene, chieda anche agli altri se gli credono, li giudicherà sicuramente più oggettivi di me! O mi sbaglio?- ormai stavo urlando, e sentii vagamente Tony esclamare qualcosa al di là della porta.
-Per una volta passerò sopra al suo atteggiamento indisciplinato nei confronti di un suo superiore, agente Barton, ma solo perchè ha ragione: l’ho giudicata troppo coinvolta. Tuttavia, sento che dovrò ricredermi e giungere alla conclusione che ha valutato la situazione in maniera oggettiva.- Capitolò.
Annuii seccamente. -Grazie, generale.-
-Mandami fuori il Capitano Rogers. Voglio sapere cosa ne pensa il più scettico del gruppo.-
 
 
(Loki)
 
Fury rientrò parecchio tempo dopo, ma dall’attutito trambusto che giungeva dalla stanza di fianco capii che stava scambiando un paio di parole un po’ con tutti i Vendicatori.
Rientrò almeno tre quarti d’ora dopo, la solita maschera inespressiva calata in volto.
Non si sprecò nemmeno a chiudere la porta e sedersi.
-Buone notizie, Loki.- Esordì. -Per ora, sei libero di tornare alla tua vita. Il fatto che tu abbia riacquistato i poteri inquieta solo il Capitano Rogers e me, ma il tuo racconto è stato giudicato sincero da tutti quanti. Persino Steve non si è dichiarato contrario e ha ammesso che secondo lui non stavi mentendo. Inutile specificare che gli sia costato un enorme sforzo di volontà.-
Mi concessi un sorriso di trionfo e mi spostai di fronte a Fury.
-Porta la Hill dove ti hanno massacrato di botte. Provvederà lei alle indagini. Solo dopo potrai dichiararti un uomo libero.-
Senza darmi il tempo di replicare, si voltò e se ne andò, il nero mantello che svolazzava dietro di lui.
“Vittoria!”
 
Rividi Emilie solo dopo aver condotto la Hill e una dozzina di altri agenti nei luoghi in cui ero stato. Quando infine tornai alla base dello S.H.I.E.L.D., la trovai ad attendermi nell’ingresso. Appena mi vide le si illuminò il volto incorniciato dai capelli mossi e corse ad abbracciarmi. Colto alla sprovvista, e non ancora abituato a quel genere di dimostrazioni d’affetto, rimasi rigido qualche istante prima di ricambiare. Sprofondai il naso in quella massa di ricci ribelli e la strinsi forte.
Ci incamminammo quindi verso quella che lei ormai definiva la nostra stanza, ed aggiornai Emilie sul lavoro svolto dalla squadra della Hill, rimasta sul posto per coordinare le indagini, e sulle impressioni di quest’ultima.
-Vedrai che andrà tutto bene. Ho sentito che anche Steve si è lasciato convincere.-
-Ne sono stato messo al corrente.- Risposi con aria fiera. Poi mi tornò in mente di quei due individui presenti agli allenamenti. -Mentre dei due nuovi Vendicatori che mi dici?- chiesi.
-Due nuovi…?- chiese confusa prima di scoppiare in una fragorosa risata.
“Che diamine le prende ora? Cos’avrò mai detto?” mi alterai non poco e la squadrai.
-Per i Nove Regni, vuoi piantarla? Mi sembri Thor..-
-Oddio, scusami Loki!- riprese fiato e un minimo di contegno. – Ti riferisci ai due uomini che visto stamattina, giusto?-
-Certo che mi riferisco a loro.- risposi con una nota di irritazione.
-Ovviamente, volevo solo essere sicura. Loro non sono Vendicatori. Fanno parte dei rinforzi che arriveranno a breve per la battaglia contro Thanos.-
-Capisco. Ad ogni modo non comprendo la tua ilarità: la mia era una lecita domanda, dopotutto.- puntualizzai.
-Dai, ti ho chiesto scusa. È che per me è così scontato il fatto che non appartengano ai Vendicatori, che la tua domanda mi ha fatto ridere, tutto qui.-
 
 
(Emilie)
 
Dovetti calmare Loki, a quanto pare l’aveva presa molto sul personale. Dopo dieci minuti buoni, ad ogni modo, era tornato docile come un agnellino. Mi ritrovai a pensare che probabilmente aveva una personalità per ogni fascia oraria e che le girava come si fa coi turni lavorativi.
Rabbonito Loki, mi feci una doccia, dato che ancora non ne avevo avuto l’occasione. Uscii con un asciugamano avvolto attorno al corpo, avvicinandomi di soppiatto al Dio dell’Inganno, che mi dava parzialmente le spalle ed era assorto nella lettura. Lo abbracciai appoggiandomi alla sua schiena e gli posai un bacio sulla guancia.
-Che libro è?- chiesi.
Lui si prese tutto il tempo di cui aveva bisogno, probabilmente per finire una frase o un paragrafo, prima di chiudere il libro tenendo il segno con un dito per farmi vedere la copertina.
-Ho scoperto l’esistenza della biblioteca della base e ho trovato questo.- Disse semplicemente.
Era una copia dell’Edda Poetica.
-Oh…-
Non l’avevo letta, ma sapevo come il dio Loki veniva presentato nella mitologia norrena, così come potevo essere assolutamente certa che quella versione non sarebbe piaciuta al Loki in carne ed ossa che avevo davanti.
-Già. So di non essere mai stato il tipo d’uomo da prendere a esempio per le generazioni future, ma questo libro mi dipinge come il peggiore degli stronzi. Mi piace!- esordì sorprendendomi.
-Ti..ti piace?- chiesi stupita.
-Ovviamente, possa io trasformarmi in uno stupido pentapalmo se dico il falso! Ho passato gran parte della mia esistenza a costruirmi un nome basato sulla violenza e la cattiveria, cosa ci trovi di strano?-
Forse mi ero illusa che fosse cambiato. Avevo iniziato a credere che la sua parte buona, ammettendo ne avesse una, fosse emersa prendendo il sopravvento. Mi sbagliavo.
Tuttavia, questo non cambiava i miei sentimenti. Se non fosse stato per il suo lato crudele e la sua innata propensione all’evasione delle regole, forse non mi sarei mai interessata a Loki. Quando realizzai la cosa, sorrisi e capii che mi ero preoccupata per niente, e che anzi avrei dovuto sospettare che la sua reazione sarebbe stata una certa soddisfazione per le malefatte da lui compiute e trascritte dai vichinghi.
-E dimmi, mio amato Dio del Caos, è tutto vero?- chiesi sorniona.
-Forse hanno cambiato qualcosa, ma ho creato talmente tanto scompiglio fra i Nove Regni, che pure io, dopo millenni di cattive azioni, inizio a non ricordare tutto perfettamente.- scherzò lui. – Posso raccontarti qualche impresa inedita, però. Mi risulta che manchino gli ultimi mille anni a questo manoscritto, sebbene si racconti di quello che accadrà alla fine dei tempi.-
-Il Rag…-
-Non dirlo!- esclamò allarmato Loki, balzando in piedi.
-Oh, ma dai! Primo: è solo una parola; secondo: sai già che accadrà; cosa c’è di male nel dire Rag..- ammetto che lo provocai.
Mi afferrò per la gola, sicuramente con l’intento di mettermi a tacere. Sbattei contro il muro, poco dietro di me, e subito dopo mi lasciò andare. Aveva avuto un ragionevole scatto d’ira, un po’ eccessivo, certo, ma ragionevole. Me l’ero cercata. Eppure intravidi nel suo sguardo dolore e senso di colpa, poco prima che lo indurisse e serrasse la mascella.
Si abbandonò sul letto, fissando il soffitto. Mi avvicinai a Loki e gli presi la mano che pochi istanti prima mi aveva schiacciato la trachea; ora giaceva abbandonata fra le mie mani.
-Non avrei dovuto. Perdonami.- mormorai.
Posò lo sguardo su di me, distogliendolo immediatamente. –Dovrei essere io a implorare il tuo perdono. Non era mia intenzione farti del male. Vedi, Emilie, è anche a questo che alludevo quando dicevo di non poterti dare ciò che cerchi.-
Cercai di sorridere rassicurante mentre ribattevo: -Senti, non mi importa dei tuoi scatti d’ira, se la rabbia scaturisce come ragionevole conseguenza ad un atto provocatorio. Non pensarci troppo, in fondo, sono stata io la prima a sbagliare.- ammisi.
Chiuse gli occhi e mi passò la mano libera sulla guancia. –Sei troppo buona con me, non me lo merito.-
-Piantala con queste assurdità. Non sembri nemmeno tu, ridotto in questo stato.- volevo tanto risollevarlo, ma sembrava che, per quanto mi sforzassi, cercasse di mandare in fumo ogni mio tentativo.
Quando Loki riaprì gli occhi, lo sguardo gli si era addolcito e quelle iridi smeraldo erano più brillanti del solito. Senza che quasi me ne accorgessi, si alzò a sedere con un movimento fluido e fulmineo e mi baciò.
Sentii l’asciugamano scivolare via, allentatosi probabilmente in seguito alla colluttazione, ma prima che Loki se ne accorgesse e che quel bacio rischiasse di sfociare in qualcos’altro, mi staccai lentamente da lui e gli chiesi se aveva voglia di cenare, anche perché iniziavo ad avere fame.
“Casomai riprenderemo dopo cena.”


N.d.A.
A rieccomi! Come specificato prima dell'inizio dello scorso capitolo, ho continuato solo raggiunto un certo numero di recensioni, cosa che continuerò a fare per gli stessi motivi.
Spero che il capitolo vi piaccia, scusate se vi lascio con delle note così corte ma non è un bel periodo, anzi.
Baci,
Flam.

 

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Capitolo 32
*** Capitolo 31 - Thanos. ***


Nota di inizio capitolo: Se questo capitolo non riceverà altre recensioni la pubblicazione verrà sospesa. Non è per cattiveria, ma dato che già faccio fatica ad aggiornare e a trovare il tempo per scrivere, se solo una persona o due recensisce nonostante il grande lasso di tempo che passa fra un capitolo e l'altro, evito di pubblicare. Ripeto, non è per cattiveria, e col lavoro di mezzo ho poco tempo, ma vedere che solo una persona su 50 (fra preferite, seguite e ricordate), lascia il proprio parere, mi sconforta un po'. Ricordate che senza le vostre recensioni non posso sapere cosa ne pensate nè se sto prendendo una strada sbagliata nella narrazione. Detto ciò, vi lascio alla lettura, dato che ho già tolto sufficiente spazio al capitolo. 

 
CAPITOLO 31 – THANOS
 
 
(Emilie)
 
- Domani è il gran giorno. -
Una risata feroce.
Il buio.
 
Mi svegliai di soprassalto, reprimendo un urlo di panico. “Cazzo, ma la pillola di Bruce l’ho presa, ne sono sicura!” Controllai per scaramanzia la scatolina: una, due, tre pillole erano rimaste al suo interno. Prima di andare a dormire erano quattro. Ne ero più che certa!

- L’hai sentito anche tu, vero? -

Mi girai di scatto, la flebile voce di Loki, in quell’attimo di panico, mi aveva spaventata. Annuii. Dunque ormai anche il rimedio del dottor Banner era diventato inutile. Thanos si stava avvicinando.
Ricaddi sul letto con un sospiro e cercai conforto fra le braccia di Loki, rintanando la testa nell’incavo della sua scapola, posandogli una mano sul freddo petto nudo e avvinghiandomi a lui con una gamba.

- La piccola spia impavida ha paura, vedo. - cercò di sdrammatizzare.

- Non fare lo stronzo e limitati ad abbracciarmi. – lo rimbeccai.

La sua stretta si fece più decisa, confortevole. Il malvagio Dio degli Inganni che consola un’agente dello S.H.I.E.L.D.: sembravamo la personificazione di un colmo.

- Dovremmo avvertire gli altri. – osservai.

Loki mi posò un bacio fra i capelli, era così tremendamente tenero quando voleva. Come era possibile che qualcuno gli avesse instillato una tale voglia di distruzione?
Evil isn’t born: it’s made. Quella citazione era praticamente cucita addosso a Loki.

- Gli altri possono aspettare ancora un po’. – esordì lui infine.

- Ma.. – provai a protestare.

Loki posò un dito sulle mie labbra per zittirmi. – Appena ti sarai ripresa andremo a svegliare quel simpaticone che vi coordina. Fino ad allora, non ti permetterò di schiodarti da qui. –
Mi accorsi solo in quel momento di stare tremando.
 
 
(Loki)
 
Ancora mi faceva strano prendermi cura di quella fragile creatura che era la figlia di Barton e della Romanoff. Ancora non riuscivo a credere che fosse in grado di tirare fuori il meglio di me, nascosto sotto infiniti strati di odio, rancore, dolore e desiderio di vendetta. Non capivo appieno cosa la spingesse e farmi dono della sua più totale fiducia, a me che più di tutti ero inaffidabile per ovvi motivi. Eppure eccola a rintanarsi nel mio abbraccio, per lei così confortevole.
Emilie mi stava cambiando. Anzi, lo aveva già fatto e quasi non me ne ero reso conto!
Sentii finalmente il suo corpo rilassarsi, smettere di tremare e infine abbandonarsi completamente a quella tranquillità appena riguadagnata.

- Direi che ora mi sono calmata a sufficienza. – esordì Emy.

La caparbietà era sicuramente uno dei punti forti del suo carattere indomito.
Fece per alzarsi ma la costrinsi a stare giù ancora un attimo, il tempo di farmi lanciare un’occhiata mezza minacciosa e mezza stupita, prima di baciarla.

- Ora possiamo andare. – mi sentii in dovere di puntualizzare.

Ci alzammo, indossammo i primi vestiti a caso e ci fiondammo nella stanza del monocolo.
Ovviamente non fu contento di vederci, c’era da aspettarselo. Alle tre passate del mattino, venir svegliati da un incessante bussare, aprire la porta e ritrovarsi davanti.. beh, me.. non avrei saputo discernere se quello più fortunato fossi io, ancora vivo, o lui, a cui non era preso un infarto.

- Avete una seppur minima idea di che ore siano per caso? – chiese con voce arrochita dal sonno.

- Generale, siamo in pericolo: Thanos arriverà fra molto poco. Oggi o domani. – rispose trafelata Emy.

- Di che diavolo sta parlando, agente Barton? – domandò con tono palesemente allarmato.

Emilie esitò un istante.

- Credo sia meglio chiamare tutti per metterli al corrente del problema. – proposi.

Ovviamente Fury mi fulminò con l’occhio sano. – Chiederò un tuo parere quando lo vorrò Loki. –

- Potrebbe essere un buon momento farlo: saprà di certo che Thanos può entrare nelle nostre menti. – cominciò titubante Emy indicando me e lei con un gesto della mano.

Fury si limitò ad alzare un sopracciglio, un muto gesto per invitarla a continuare.

- Poco fa lo ha fatto di nuovo. Diceva che domani sarebbe stato il gran giorno. E, generale, il dottor Banner mi fornisce una specie di medicina per contrastare la telepatia di Thanos, ma questa notte non ha funzionato. Non era mai successo, mai! E ha detto le stesse identiche cose anche a Loki. Ci siamo svegliati nel medesimo istante in effetti. – concluse con voce pensierosa.

- E’ vero, Loki? Ha parlato anche con te? – wow, me lo stava chiedendo davvero?

- Si. E mi ha riferito lo stesso messaggio. Se permette, suggerirei di essere celeri nel convocare una riunione di emergenza. –

Non rispose, ma il suo sguardo valeva mille parole. Chiuse la porta non prima di aver scandito due semplici parole: quindici minuti.
 

Fece in tempo a spuntare l’alba, e il sole descrisse un buon pezzo della sua traiettoria nel cielo, prima che quel branco di idioti si decidesse a stilare un piano. Emilie e Thor avevano continuato ad insistere fino allo sfinimento che io utilizzassi i miei poteri, così alla fine avevano ceduto praticamente tutti; se non altro per far smettere le loro lamentele e proteste.
Appurato quanto andava fatto, chiamammo a raccolta i pochi che ancora mancavano e decidemmo un punto di ritrovo in Central Park.
Giunti sul posto, ci disponemmo all’attesa.

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Capitolo 33
*** Capitolo 32 – Guerra. ***


CAPITOLO 31 – GUERRA
 
(Emilie)
 
Thanos non si fece vedere per tutto il giorno. All’ora di pranzo corremmo uno alla volta avanti e indietro dai vari venditori di panini, hot dog e cibi di strada vari per mettere qualcosa sotto i denti.
L’atmosfera si stava scaldando, e l’adrenalina, l’ansia o semplicemente la smania di combattere ci stava facendo perdere le staffe. Tony non teneva a freno la lingua e si tirava addosso insulti ormai da tutti; Bruce era stato tenuto a debita distanza, e sedeva in macchina con la Hill pronto ad intervenire quando fosse stato il suo momento; Loki se ne stava in disparte, e Thor continuava a lanciargli occhiate preoccupate. A un certo punto, scoppiò un gran baccano e toccò a Fury zittire tutti e richiamarli all’ordine.
Verso sera ci riunimmo tutti in un unico punto.
“E’ chiaro che Thanos per oggi non si è fatto vivo. Non ancora perlomeno. A scanso di equivoci, mettiamoci già tutti in posizione ed organizziamo turni di guardia per sventare eventuali attacchi notturni.”
“Non credo che Mr. Voce dal Buio si farà vedere mentre tutti dormiamo.” Si lagnò Tony.
“Tutto è possibile, Uomo di Latta.” Lo canzonò Loki, tornato finalmente a proferire parola.
“Non mi piace ammetterlo, ma Loki ha ragione: dobbiamo essere preparati ad un attacco notturno.” Gli diede appoggio Steve.
“Oh andiamo! Dovrà dormire pure lui, Eterno o meno che sia.” Ribattè Tony.
“Chi ti garantisce che non si sia preparato apposta per tenderci una simile imboscata?” tuonò Thor puntandogli addosso il martello con fare accusatorio.
Le voci si sovrapposero, sebbene alcuni si stessero astenendo dal metter becco nella conversazione. Io ci rinunciai in partenza, alzando gli occhi al cielo prima di focalizzare la mia attenzione su due singole persone: Loki e Fury. Il primo perché ero preoccupata per lui come ovvia conseguenza dei sentimenti che nutrivo nei suoi confronti; il secondo perché mi preoccupava la sua postura: labbra serrate, mascella contratta, l’occhio sano chiuso convulsamente e vene pulsanti. Qualcosa mi disse che stava per esplodere.
“STATE ZITTI!” Ecco appunto.
Tutti gli occhi, sbarrati, si puntarono su Fury. Vidi qualcuno sussultare, e il silenzio calò su Central Park.
“Se avete finito di battibeccare e litigare come bambini, vi suggerisco di prendere posizione senza discutere. Chiaro?” puntò uno sguardo accusatore su Tony che aprì e richiuse subito la bocca.
Ci dileguammo in silenzio annuendo con un cenno del capo.
Sul tetto del palazzo, con la sola compagnia di mio padre, osservai la situazione sottostante: Banner, Hill e Fury nel SUV nero dello S.H.I.E.L.D., Reeds che si fingeva un barbone sdraiato su una panchina con Sue invisibile al suo fianco; Ben e Peter appostati l’uno ai piedi e l’altro su un ramo di un albero; Thor e Loki stranamente tranquilli uno di fianco all’altro; infine mia madre che, con la sola presenza, teneva buono Tony in modo che non scasse le palle a Steve.
“Dovresti dormire.” Mi riscosse mio padre.
“Preferisco farlo io il primo turno di guardia, se non ti scoccia. Non ho sonno quindi non dormirei comunque.”
Dopo averci pensato su un attimo, Clint annuì e mi augurò la buona notte. Si infilò nel sacco a pelo posandovi di fianco la balestra coi dardi speciali di Tony e in poco tempo sentii il respiro farsi pesante.
La verità non detta era che, in quel momento, avevo paura e non ero nello stato d’animo giusto per dormire. Inoltre non mi piaceva prendere parte ad una missione di quel calibro senza prima aver dormito qualche ora, almeno quando era possibile farlo, il chè mi riusciva meglio se facevo il primo turno di guardia.
Ascoltai i rumori della notte e osservai Central Park sotto di me fino alle due del mattino, quando fui sufficientemente stanca da svegliare mio padre dal sonno leggero in cui era piombato.
 
Il mattino seguente mi accolse con la gracchiante voce di Tony, proveniente dagli auricolari, a farmi da sveglia. Mi scrollai di dosso gli ultimi residui di sonno e diedi un’occhiata al parco, diversi piani più sotto. La tensione era palpabile: nessuno riusciva a stare fermo, tranne forse mia madre, il cui sguardo glaciale sondava quanto la circondava.
“Scendo a fare colazione.” Avvisai mio padre prima di calarmi dalla scala di emergenza che correva all’esterno dell’edificio su cui eravamo appostati.
Presi una enorme tazza di caffè, una brioche alla crema e una scorta di bottigliette d’acqua. Allungai con nonchalance il giro, porgendo da bere ai miei compagni. Non rivolsi loro che poche parole di rito, ma quando arrivai da Thor e Loki, che avevo appositamente lasciato per ultimi, mi trattenni di più. Abbracciai il Dio del Tuono, amico di vecchia data, per poi farmi avvolgere da Loki, la testa poggiata sulla sporgente clavicola.
“Va tutto bene?” chiese sotto voce.
“Insomma, mica tanto. Basta guardarsi attorno per capire che sono tutti troppo nervosi. Se Thanos non si sbriga a farsi vedere, finiremo per il pestarci a vicenda.” Osservai.
“Concordo. Tuttavia non mi dispiacerebbe suonarle a qualcuno dei presenti.” Ghignò.
Gli tirai un pugno affettuoso e mi sforzai di sorridere. Poi baciai frettolosamente Loki, soffermandomi a guardarlo in quei suoi magnifici occhi verdi prima di correre sul tetto.
Una strana inquietudine mi aveva pervasa, e avevo intuito che anche Loki provava la stessa cosa.
“Ci siamo.” Mormorai.
Clint mi guardò con fare interrogativo, ma durò poco: una voce pervase le nostre menti, baritonale e minacciosa.
“Ebbene, Emilie Barton, fatti avanti lo so che sei qui. Voglio che tutti i tuoi compagni assistano alla tua dipartita.” Rise prima di continuare: “Dovresti saperlo che non mi si può cogliere di sorpresa. So che hai portato gli Avengers con te. Avanti, esci allo scoperto.”
Lanciai uno sguardo di intesa a mio padre, ma sapevo che la mia espressione calma era solo una maschera dietro la quale si nascondevano terrore e angoscia.
Mi ersi in tutta la mia statura, il mento alto in segno di sfida.
“Sono qui Thanos. Vieni pure a prendermi!”
Incoccai un dardo esplosivo e mi preparai alla battaglia.

N.d.A.
Saaaaalve! Sono tornata, incredibilmente ho scritto un altro capitolo!
Purtroppo non ho parole per scusarmi dell'esorbitante latenza, ma vorrei elemosinare qualche recensione (al solito, vorrei vederne qualcuna prima di continuare). Sicuramente passerà del tempo prima che io continui, perchè come già vi ho detto il lavoro mi porta via un sacco di tempo.
Ringrazio chi ancora seguirà la storia e lascerà una sua opinione in merito.
Baci, Flam

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