Belli siete!

di Giuliettaa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuova vita. ***
Capitolo 2: *** Primo giorno! ***



Capitolo 1
*** Nuova vita. ***


Siamo in sala, io e mia mamma. Lei è una donna sui quaranta, bassa, capelli neri a caschetto.
-Sai dove ti mando? Eh? Lo sai?- ecco, è di nuovo arrabbiata. Questa volta penso di averla fatta grossa, le ho tirato un calcio, nello stomaco, facendola finire addosso al muro. 
-Mh.. A fanculo, mamma?- e un altro schiaffo mi colpisce in faccia. Lo so, dovrei chiederle scusa, ma non ce la faccio. E' da troppo tempo che questa storia va avanti. Sono 11 anni, da quando mio padre morì, da quando lasciò me e lei da sole, col tempo siamo diventate come cane e gatto, non ci sopportiamo, ed entrambe non vediamo l'ora che io sia maggiorenne, ma il rapporto madre-figlia, anche se sottile, ci tiene sempre legate.
-No! Dal tuo morosino ti mando, dal tuo Riccardo! Poi vedi come ti mancherò io! Come rimpiangerai di avermi trattato così! Ah ah, in Puglia andrai!- dice stizzita.
-Seh.- dico molto scocciata. E' da un paio di anni che dice che mi manda dai nonni in Lombardia, o mi manda da qualche parte.
-Ora sbrigati! Vai a fare la valigia! La delega a Lorenzo è già arrivata.- dice sicura, mentre io abbasso gli occhi.
Come la delega è già arrivata a Lorenzo? Non ci posso credere... Ma allora fa sul serio... Alzo lo sguardo per cercare nel suo un po' di tristezza per la mia partenza, ma li vedo sorridenti, e questo mi fa stare anche peggio. Mi stringo nelle spalle e vado in camera. La valigia è già sul letto, con qualche vestito dentro. Prendo il resto dei miei vestiti dall'armadio, di malavoglia, e li butto nella valigia, disordinati.
-Mi.. Mi porti tu in stazione?- chiedo insicura.
-Ma figuriamoci! Muoviti che fra qualche minuto arriva il treno.- dice lei con cattiveria.
-Ah.. Ok.. Allora.. Ciao..- dico quasi sussurrando.
-Addio.- dice usando sempre quel tono cattivo.
Mi metto il giubbotto, prendo la valigia e vado verso il viale della stazione. Ho sempre sognato  il momento di andarmene via da casa, ma non pensavo fosse così. Non mi ha salutato come volevo, nessun abbraccio, nessuna lacrima, nessun 'fatti sentire', niente. Le lacrime iniziano a scendere mentre il treno apre le porte. Entro di malavoglia, e mi siedo sul primo posto libero, mi metto le cuffie e nascondo la faccia.
 
Eccomi qui, a Taranto. Dopo nove ore e mezza di viaggio e cinque cambi. Sono le otto di sera, fa freddo e sono stanca morta. Chiamo Riccardo, colui che sarebbe il mio 'morosino', ma che in realtà è una vecchia fiamma.
-Ue Giuliè, arrivata?-
-Si, sono in stazione.. Viene Lorenzo a prendermi?-
-Eh.. Ha la macchina...-
-E.. Tu non ci sei?-
-No amore, sto finendo di mettere a posto la tua stanza..-
-Ah... Okok. A dopo allora...- sorrido.
-Si.-
Esco dalla stazione... Mh, quindi viene Lorenzo a prendermi... Lorenzo... E chi se lo ricorda com'è?! Rido mentalmente. Mi guardo intorno. Ci sono varie coppie che si salutano, nonni con i nipotini a cui fanno sentire il rumore del treno, ragazzi che fumano... Fumano... Prendo il pacchetto e ne accendo una. Da come me lo ricordo, Lorenzo è alto, biondo e bello bello. Mentre penso e sbuffo una nuvola di fumo, un ragazzo alto, biondo e con gli occhiali da sole (nonostante sia sera) viene verso di me, mi osserva qualche secondo, si alza gli occhiali da sole e mi sorride...
-Giulièèè- mi abbraccia, e io ci provo, cercando di non bruciarlo.
-Oh Lorenzo!- ci stacchiamo, lui mi squadra per bene, sorridendo. E' qualche anno che non ci vediamo, e sono un po' (un bel po') cambiata. Due anni fa, quando li ho visti per la prima volta e conosciuti, ero grassoccia, non mi tenevo per niente, soprattutto i capelli, che sembravano pelo di cane. Ora sono dimagrita, cerco di curarmi al meglio, perché mi piaccio più così, e i capelli ora sono rossi.
Il suo sguardo di ferma sulla sigaretta. -Che è? Fumi?-
Guardo per terra, imbarazzata.  -Eh... Si..-
Lui fa una faccia un po' delusa, ma si trasforma subito in un sorriso:-Bella sei! Bona sei!- mi mette un braccio intorno alle spalle, mentre rido, poi prende la mia valigia e ci dirigiamo verso la sua macchina, la sua fantastica Panda Gialla. Butto il mozzicone e salgo. Il viaggio passa velocemente, anche perchè abita a cinque minuti dalla stazione, stesso numero di minuti di viaggio che separano casa loro alla nuova scuola a cui andrò... Arriviamo davanti a un condominio, entriamo in ascensore e saliamo al secondo piano. Suoniamo al campanello 'Petrachi'. Dopo qualche secondo la porta si apre, e sulla porta si affaccia il mio 'morosino', Riccardo. Mi abbraccia forte. Mi mancavano quelle braccia, quel profumo, quegli occhi verdiazzurri, quei capelli biondi...
-Vieni a vede la cameretta tua!-
Entriamo nella casa, e mi aspettavo di peggio ahaha. Il salotto è ben arredato, c'è una tv al plasma, un divano di pelle bianca e qualche poltrona. Sulla sinistra c'è una porta, la cucina, e dalla cucina si va sul balcone. C'è un minicorridoio superata la porta della cucina dove c'è un bagno e 'il ripostiglio'. Ci sono delle scale a chiocciola, di sopra c'è un altro bagno, la camera di Lorenzo, quella di Riccardo e un altro balcone.
Dopo questo giro turistico... -No beh si ragazzi, la casa è bellissima e tutto, ma... Dove dormo io?- siamo di fronte alla camera di Riccardo, tutti e tre.
-Beh, dormi qui con me, non vuoi?- mi affaccio sulla porta e c'è un letto sotto  la finestra e uno di fianco alla porta.
-Certo che voglio Richi!- Lo abbraccio forte, ma Lorenzo ci interrompe con un colpo di tosse e un -Oh dovrò stare attento di notte, guardate che se sento rumori strani vengo io a dormì con te, Riccà!-
Fortunatamente mi lasciano sola, mentre loro vanno a prendere la pizza. Mi stendo sul letto. Mi sento depressa così. Sono da sola. Beh, si, certo, abito con loro, due biondoni molto simpatici, ma mi manca mia mamma. Prendo il telefono e compongo il suo numero, ma squilla a vuoto. Perfetto. Prendo il pacchetto di Riccardo e mi affaccio alla finestra, mentre ne accendo una, ma mi sento al chiuso, allora esco nel balcone di sopra. Solo dopo qualche secondo mi accorgo del posto stupendo in cui mi trovo. Siamo quasi sul mare, e si vedono tutte le luci... i miei pensieri sono interrotti da un -PIZZAAA!- di Lorenzo e un -Giuli cazzo, le mie sigarette!- mi metto a ridere e vado giù, con la sigaretta in mano. -Vedo che ti abitui presto! Ahaha- dice Lorenzo mentre apparecchia velocemente. Io e Richi ci mettiamo a ridere e ci sediamo intorno al tavolo, mangiando in silenzio. Cerco di fare il più veloce possibile, sono stanca morta. Finisco la pizza in cinque minuti, chiedo in quale bagno è la doccia. Vado a far la doccia e poi corro in camera di Riccardo, ehm, camera mia. Mi vesto velocemente e mi infilo sotto le coperte, voglio addormentarmi subito. Dopo qualche minuto nel quale mi rigiro nel letto sento un 'toc,toc' e la porta si apre. Le due teste bionde si affacciano, per poi entrare. Mi danno la buonanotte, con un bacino sulla guancia, e poi tornano di sotto. Mi sento meglio, ma lo stesso triste. Domani devo iniziare una nuova vita qui, lontana da tutti e da tutto... E così mi addormento.



Angolo dell'autore!
Per prima cosa vorrei ringraziarti Monky, e sapere al più presto che cosa ne pensi. Ho trovato il modo di cambiare scrittura, etc, e vorrei chiederti cosa ne pensi. Qualche miglioria?
Grazie a chi ha letto e recensito, presto ci sarà il nuovo capitolo dove arriveranno i Nirkiop.. O forse no? Grazie!
Giulietta.
VOLEVO CHIEDERVI UN PARERE. SI, LO SO, PER ORA FA UN PO' SCHIFO. SI LO SO, NON SO SCRIVERE. MA AIUTATEMI NO? GRAZIE IN ANTICIPO A CHI MI FARA' SAPERE LA SUA! c:

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Capitolo 2
*** Primo giorno! ***


 
CAPITOLO 2

Mi sveglio di botto, dopo  un incubo. Entravo nella scuola, e il tempo passava, passava e passava. E io ero sempre sola. Sempre più sola, e vecchia, avevo le rughe, ero diventata magra da far paura, buchi nelle braccia, le narici rosse e un po' più larghe. Ok, non devo più pensarci, in fondo non è detto, era solo un sogno. Dicono che poi i sogni vanno all'incontrario... Guardo il cellulare, sono le sette e dieci. Nessun messaggio, nessuna chiamata... Grazie mamma... Prima che le lacrime ricomincino a scendere, guardo Riccardo. E' senza maglia e senza coperta. Messo così di lato gli addominali sono all'infuori, ed è difficile resistergli. Quindi... Si, meglio svegliarlo.. -Riccardo?- sussurro piano, dai, in fondo è mattina, la voce non è poi così calda.. Ma nulla. -Riccardo?- dico un po' più forte, come risposta un gemito e lui si volta dall'altra parte. Sbuffo, prendo un respiro e dico:-Ric..- Vengo interrotta da Lorenzo che entra urlando -CAZZO RICCARDO! GIA' LE SETTE STANNO! ALZA QUEL CULO E PREPARATI!-
Riccardo fa un salto e si mette seduto. La mattina è stupendo. Gli occhi socchiusi e un po' gonfi, i capelli scompigliati, la faccia proprio da ebete. Mi sorride, io di ricambio. Mi volto a guardare Lorenzo, un paio di jeans, giubbotto di pelle nero, profumo buonissimo, e una marlboro in mano.
-Giuliè, già sveglia!- gli sorrido. -Tieni va che vado a lavorare, fate veloce che è tardi, e se non andate a scuola mi chiamano eh!- Lorenzo mi da la sigaretta e va via.
E così siamo io e Riccardo, ci stiamo fissando. Metto la sigaretta vicino alla bocca, il primo tiro della mattina è il più soddisfacente. Lui intanto si alza, viene verso di me, lentamente. Il cuore inizia a battermi veloce, mi batte come quando ci siamo conosciuti, come quando è rimasto a dormire da me, come quando ci siamo baciati... Sbuffo il fumo, mentre lui sposta i miei capelli da un lato e inizia a baciarmi il collo. Dei baci piccoli, ma le sue labbra sono morbide, calde e... Oddio, è Riccardo, cazzo! Mi giro, ci fissiamo. E' così bello...
-Amore, a che ora inizia la scuola?- sussurro, vicinissima alle sue labbra.
-Sulle otto.- Oddio, ha la voce roca. Io AMO quando ha la voce roca, cè.
-Ci conviene muoverci o facciamo tardi.- sussurro ancora più piano.
-Possiamo anche fare tardi, sai?- si siede meglio, e mi accarezza la guancia.
-Richi... E' il mio primo giorno di scuola...- la mia voce quasi non si sente.
-E quindi?- sorride e si avvicina. Oddio, non ci credo. Mi sembra di essere catapultata in due anni fa. Era il mio ultimo giorno qua in Puglia, in macchina, io e lui...
-Cazzo Riccardo, muoviti.- me lo tolgo di dosso, prendo una sigaretta e scendo di sotto a fare colazione. Prendo una tazza, dei cereali e ci verso del latte, mischio un po' e mangio velocemente, appena  finito accendo la paglia e vado fuori. E' maggio, un mese che non piace per niente, non si capisce mai se fa freddo o caldo. Ma oggi si sta bene, il sole splende nonostante l'ora, l'aria è fresca, quella bella, quella in cui passeresti tutta la giornata.
Sento bussare, mi volto, Riccardo, mi rigiro, continuando a fumare. Sento dei passi, e le sue braccia forti mi avvolgono. Sorrido sentendo il suo profumo.
-Scusami per prima. E' che sono davvero troppo felice. Giuliè, sei qui. E' due anni che non ci vediamo. Finalmente. Ho bisogno di te, lo sai. Avevamo detto di rimanere amici, che anche se c'è qualcosa tra noi, siamo solo amici. E' facile farlo per telefono, sai? Ma tu sei qui, e io non riesco. Ho voglia di abbracciarti, di baciarti, di stringerti a me e non lasciarti mai più. Ma mi respingi, come sempre.-
Mi volto quasi con le lacrime agli occhi. E' sempre stato dolce. Ma averlo così vicino, sentirlo così vicino mentre pronuncia queste parole...
Mi volto, lo guardo negli occhi. -Riccardo, vedi, io a te ci tengo moltissimo, lo sai. Ma ora che abito qui, ora che siamo assieme, noi, beh, dovremmo vederci più come fratello e sorella che altro, non credi?-
-Hai ragione. Mi ci vorrà un po' di tempo..-
Lo so Riccardo, anche a me. Starti così vicino è incredibile per me. Con te provo emozioni che non ho mai provato con nessuno. E lo sai che sono stata con tanti tipi. Ma con te è sempre tutto diverso. Non posso dirtelo. Non posso dirti che ti amo ancora, non ora, non qui. Oh Riccardo, non dovevi farmi questo ora.
-Ne abbiamo di tempo.- prendo il cellulare, sono le sette e mezza, cazzo. -Non ora, però.- aggiungo.
Andiamo di sopra, Riccardo prende un paio di jeans scuri, la maglia con scritto 'ganja chanel' e va di sotto. Io apro la valigia, non l'ho ancora guardata da ieri sera, prendo un paio di panta con una fantasia, un maglia lunga con le c e le prime scarpe che vedo, vado nel bagno di sopra. Mi lavo, mi vesto e mi metto i piercing. Già, il bridge, il septum e il monroe. Riccardo non mi ha ancora visto coi piercing, sorrido all'idea. Torno in camera, Riccardo non c'è ancora. Prendo la borsa, ci metto dentro il diario e un quaderno. Oddio, sono spaventata e un po' eccitata all'idea di riniziare una scuola. Sarà sempre un Liceo Linguistico, però nuova classe... E la cosa che mi spaventa di più è la differenza di lingua. Cioè, io sono romagnola, e tutti qua sono pugliesi...
-Piccola, sono le otto e dieci, dobbiamo andare.- la voce di Riccardo mi risveglia. Mi giro guardando malissimo.
-Cioè, siamo già in ritardo di un quarto d'ora?!-
-Amore, scusa, dai tieni, andiamo- mi passa una giacca e corriamo di sotto ridendo. Saliamo sul motorino verde flash con la G (in mio onore) nera, e sfrecciamo verso la scuola.
 
 
Mentre  Riccardo lega il motorino guardo la scuola. E' enorme, dentro ci sono il liceo linguistico, sociopsicopedagogico e scientifico.
-Piccola, devi andare in presidenza.-
-Io, cosa, perché.-
-Perché hai fatto tardi.- si mette a ridere -dai, ti accompagno fino alle scale, poi io devo andare in classe.-
-Ma Riccardo! Ho paura!-
-Dai, vai tranquilla, andiamo!-
Entriamo nella scuola, dopo vari corridoi arriviamo davanti a una rampa di scale. -E ora?-
-Beh, la mia classe è qua. Sali le scale, giri a sinistra e c'è scritto PRESIDENZA, divertiti!- mi fa l'occhiolino, mi abbraccia e se ne va. Prendo dei grossi respiri e seguo le indicazioni di Riccardo. Busso alla porta. -N'attimo!- sento urlare con forte accento pugliese dall'altra parte. Mi allontano di qualche passo. La porta si apre, e sulla porta si staglia un ragazzo alto, magro, occhi azzurri e capelli scuri. E' stupendo.



Spazio dell'autrice c:
Allora, penso che questo capitolo non sia bello, personalmente non mi ispira, ma vorrei sapere voi cosa ne dite? Prometto che i prossimi saranno più belli, o almeno spero! Grazie in anticipo a chi mi darà un suo parere.

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