the meeting cap 2
Part
2
Statues and Comparisons
Riza
osservava alquanto contrariata il foglio bianco
davanti
a lei.
-
Ma padre, a me non piace disegnare! Non sono portata!
-
Sciocchezze! Ci vuole solo applicazione ed esercizio, come
in tutte le cose! Non è vero, Roy?
Il
ragazzo alzò la testa dal voluminoso libro di alchimia
che stava studiando, e osservò la scena. Riza, con tutto
l'occorrente per
disegnare su un ripiano accanto a lei, se ne stava con le braccia
incrociate e
un’espressione leggermente imbronciata dipinta sul volto, e
fissava il
pavimento come a volerlo incenerire. Il padre, in piedi davanti a lei,
la
sovrastava di parecchio, e la guardava con fare intimidatorio.
-
Fallo e basta.
Roy
riportò la sua attenzione alla lettura. In fondo gli
dispiaceva un po’ per quella ragazzina dal carattere
così indipendente, che
aveva un padre forse troppo severo ed autoritario per lei. Dopotutto,
anche il
ragazzo odiava disegnare, e questo lo portava a schierarsi
inconsciamente dalla
parte di Riza.
Dopo
qualche momento di tentennamento, Riza rilassò le
braccia, portandole accanto ai fianchi, sospirando. Prese il materiale
da
disegno e sparì.
Il
padre ritornò alla sua scrivania, continuando a scrivere
appunti, mentre il ragazzo cercava di imprimersi in mente il concetto
del
Sulphur et Mercurius.
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-
Come vanno gli studi?
-
Abbastanza bene, maestro.
L’uomo
fissò con aria critica il ragazzo.
-
Roy, ripetimi ancora una volta perché hai scelto di
studiare l’alchimia, per favore.
Il
ragazzo trasalì. Il maestro a volte usava un tono di voce
particolare, capace di fargli venire i brividi.
-
Be’, perché mi sarà utile in futuro,
credo.
-
E quell’utile, cosa comprende? Uccidere la gente?
Distruggere i sogni di pace per questo povero paese, già
tanto provato?
Roy
rimase a bocca aperta.
-
Cosa le viene in mente? Di certo non sono un assassino, e
non intendo diventarlo neanche negli anni a venire! Un alchimista
è qualcuno
che esiste per aiutare la gente, che senso ha ucciderla?
L’uomo
lo fissò con acuta attenzione, ma Roy era troppo
sconcertato per sentirsi a disagio.
-
Bene, Roy. Che ne dici di andare un po’ fuori adesso,
così
puoi anche controllare cosa mi combina quella scimmia. Un po’
di aria pulita ti
servirà, sono due settimane che non fai altro che studiare.
Non ho mai visto un
ragazzo così diligente.
Il
ragazzo si alzò dalla sedia e appoggiò il libro
sull’altra scrivania della stanza. Aveva avvertito la sottile
ironia nel tono
dell’uomo, ed ancora una volta era scosso dal cambiamento
improvviso nei suoi
modi.
Uscì
dallo studio, e mentre percorreva il lungo corridoio
per andare in camera sua, pensò che tuttavia
l’essere un po’ matti era
caratteristico delle grandi menti, ed ogni alchimista era un genio, nel
suo
piccolo. Sorrise con soddisfazione mentre un’immagine si
faceva largo tra i
suoi pensieri. Lui, in un salotto, attorniato da quattro – ma
sì, facciamo
anche una decina – di donne – tutte belle e
prosperose, naturalmente – che
ridevano con amabilità alle sue battute argute e sagaci.
Ancora mezzo inebetito
da quella specie di visione miracolosa, prese soprapensiero il
soprabito
appoggiato ad una sedia in camera, e quando uscì, rimase
leggermente abbagliato
dalla scarsa luce che perdurava in quella grigia giornata. Spiazzato da
quella momentanea cecità, si appoggiò al muro
della casa e chiuse
gli occhi. Li riaprì poco dopo, essendosi ora abituato al
freddo che lo sfiorava
fin dove la sua pelle era scoperta, che gli faceva dolere perfino le
orecchie,
e alla luce biancastra del sole coperto dalle nuvole. Si
guardò intorno,
leggermente spaesato, e decise di farsi una passeggiata per il
giardino. Era
sicuro di riuscire a trovare la ragazzina, prima o poi.
Inspirò
a fondo l’aria gelida, che bruciava nei polmoni come
alcool su una ferita aperta, e che tuttavia lo fece sentire meglio.
Erano giorni
che si era praticamente barricato in casa Hawkeye, e non era mai uscito
dallo
studio del maestro se non per i pasti e per riposare. Si era ripetuto
che una
volta raggiunta il suo obiettivo, non avrebbe mai più
toccato un singolo foglio
di carta scritto. Era un ragazzo estremamente intelligente, ma la
voglia di
studiare era una dote di cui egli proprio difettava. Così,
il problema non era
tanto l’azione di capire un concetto, quanto il mettersi
seduto di fronte ad un
libro e rimanerci un tempo sufficientemente lungo per riuscire a
memorizzare
tutto. Tuttavia, facendo ricorso a tutte le sue scorte di buona
volontà
segregate in qualche parte del suo essere da molto tempo, era stato
all’altezza
delle proprie prerogative, e quella breve sferzata di ossigeno sulla
pelle
fungeva da tonico per la sua mente.
Prese
a girovagare senza una meta ben precisa, camminando
nell’erba piuttosto alta e decidendo, quasi colto da
ispirazione, di
addentrarsi nel boschetto di pioppi al limite del giardino. I rami
bianchi
protesi come braccia scheletriche verso l’alto, e il tappeto
di foglie cadute
tempo addietro, creavano un’atmosfera surreale, quasi da
romanzo. Fermandosi un
attimo per orientarsi meglio, intravide un piccolo spiazzo alla sua
destra. Vi
si diresse con fare sicuro, e trovò un piccolo gazebo di
pietra, con una statua
di un angelo vicino.
-
Riza…
Aveva
intravisto la piccola testa bionda dentro al gazebo.
Riza si voltò e lo fissò con i suoi grandi occhi
nocciola.
-
Tuo padre voleva solo sapere se andava tutto bene.
La
ragazzina si girò, e Roy si accorse che quello che stava
guardando con tanta concentrazione era proprio la scultura. Era di
grandezza
naturale, ma notò che il volto granitico aveva qualcosa di
particolare.
Osservandolo meglio, si accorse che aveva una strana espressione, ma
soprattutto assomigliava molto all’altra persona che lo stava
guardando.
-
Chi era?
La
bambina staccò di controvoglia lo sguardo dal viso di
marmo, e lo fissò su quello decisamente più vivo
del ragazzo.
-
Mia madre. Poco più in là
c’è la sua tomba.
Roy
tornò a guardare l’immagine scolpita della madre
di Riza.
Faceva uno strano effetto, a dirla tutta, vedere quel viso che tanto
somigliava
a quello della figlia. In più, la cosa che più lo
aveva colpito era stata
l’espressione: un angelo lo si immagina come una creatura
eterea e serafica,
piena di pace; quel volto invece era terribilmente umano. Comunicava
uno strano
miscuglio di emozioni: era delicato, quieto, ma aveva insieme
un’aria di
fierezza, compostezza e dava la sensazione di star proteggendo
qualcosa. Più
che un angelo custode, sembrava un angelo vendicatore, pronto a
scatenare la
sua ira su qualsiasi cosa lo avesse disturbato. O che avesse disturbato
quello che
proteggeva.
Roy
rabbrividì. Sembrava che dentro quella pietra vivesse
una persona, o che contenesse uno spirito immortale. Intanto si era
avvicinato
alle spalle di Riza, entrando anche lui nel gazebo. Gettò
un’occhiata al blocco
da disegno che l’altra teneva sulle ginocchia e ne rimase
sorpreso. Il ritratto
della statua era sicuramente incompleto, anzi, per tutto il tempo che
era stata
fuori, Roy si sarebbe aspettato che lo avesse perlomeno terminato, ma
il
tratteggio era incredibile. Ogni dettaglio, ogni singolo dettaglio era
stato
raffigurato con una precisione incredibile. Da quella distanza, Roy non
si era
nemmeno accorto della minuscola crepa che partiva
dall’estremo di un occhio e
percorreva la guancia, né delle minuscole macchie
più scure della pietra,
laddove era stata più colpita dal tempo, e dalle intemperie.
-
E’ davvero somigliante…
Riza
osservò il proprio disegno e alzò le spalle. Poi
si rizzò improvvisamente in piedi, richiudendo con un colpo
secco l’album.
-
Sarà… Purtroppo impiego troppo tempo a disegnare
tutto, e
riprodurre sulla carta quello che vedo non mi piace particolarmente.
Vorrei
solo fissare lo sguardo su qualcosa, e rimanere ad osservarlo senza il
timore
di non riuscire a finire un noioso disegno.
Come
avendo chiusa la questione, la ragazzina cominciò ad
andarsene.
-
Aspetta!
Riza
si voltò con aria interrogativa.
-
Posso sapere chi l’ha scolpita? La statua, intendo.
La
ragazzina rimase interdetta.
-
Non è stata scolpita. Mio padre, poco dopo la sua morte,
venne qui e trasmutò un’enorme roccia che era in
quel punto.
Roy
annuì. Nessuno scultore avrebbe mai potuto far sembrare
un blocco di pietra così vivo.
-
Ti accompagno a casa, aspettami.
La
ragazzina sorrise.
-
E’ un atto di galanteria oppure è la semplice
paura di
perdersi, una volta rimasto solo?
Il
giovane rimase momentaneamente spiazzato dalla domanda.
Non tanto perché in parte la ragazzina aveva indovinato i
suoi pensieri, ma
perché aveva confrontato naturalmente Riza ad una delle
tante ragazze che gli
morivano dietro, quando ancora non viveva lì. Lei sarebbe
arrossita e avrebbe
ringraziato imbarazzata, magari mettendo in mezzo alla sua
dimostrazione di gratitudine
qualche risolino, quando sarebbe sicuramente inciampata su una radice
visibilissima
da terra e facilmente
evitabile, sfruttando la scusa per
appoggiarsi al suo braccio. Va bene, la ragazzina aveva solamente
dodici anni,
ma vedersela lì davanti, che ridacchiava sotto i baffi per
quella proposta come
se fosse una cosa tremendamente buffa, lo lasciò
momentaneamente spiazzato.
“Non
ha peli sulla lingua, non c’è che
dire…”
Riza
tornò seria e disse:
-
Tutto bene?
Roy
si riscosse dai suoi pensieri e si affrettò a
raggiungerla.
“Che
strana ragazzina…”
-
Riza, la prossima volta cerca di tratteggiare meglio le
ombre. Vedi, qui, qui e qui… Nel complesso non è
male, ma devi impegnarti di
più.
-
Va bene, Padre.
Appena
la ragazzina se ne fu andata, il signor Hawkeye si
voltò verso l’allievo e disse, con
un’espressione orgogliosa sul volto:
-
Visto che razza di vista da falco ha mia figlia? Veramente
degna del cognome che porta! (*)
(*) Hawk: Falco (Lo
sapevate già, ne sono sicura, ma lo
metto per sicurezza ^^)
Il
paragone con Edward credo sia fondamentale… Credo che
anche Roy, inizialmente, credesse che gli alchimisti servono ad aiutare
la
gente, e conseguentemente ne è rimasto deluso, quando ha
visto cosa significa
veramente essere un cane dell’esercito. Comunque... Vi
è mai capitato che dopo ore e ore
rinchiusi in casa, all’uscire fuori, nonostante sia una
giornata dal cielo
plumbeo, abbiate avuto un attimo di smarrimento, di accecamento
parziale? E' una sensazione bellissima XD
L'idea della statua mi è venuta guardando un video delle
t.A.T.u., "Gomenasai", dove ogni tanto appare quest'angelo marmoreo...
Be', è stato quello che ha dato il via alla scrittura di
questo capitolo, anche perché non sono ben certa di come
continuare la storia. Be', in qualche modo mi arrangerò ^^
Mi scuso per la brevità del capitolo, ma credo di non
riuscire a fare di più. Credo di avere un blocco mentale per
i capitoli lunghi XD
Bene, passiamo ai ringraziamenti:
Kabubi:
Ti dico la
verità: neanche io so se il padre di Riza
è severo e minaccioso perché lo è
veramente, oppure finge!! XD XD Be’, credo
entrambi, dopotutto un adulto pare molto spesso minaccioso a un bambino
(ma
perché continuo a dire che Riza è una bambina?!
In fondo ha 12 anni, mica 6!!
XD XD Vabbé, ormai bimba è, bimba rimane! XD XD)
E poi non preoccuparti se ti
sei scordata cosa volevi dirmi, in fondo è capitato anche a
me un sacco di
volte! Ho una memoria di carpa tremenda, veramente! XD Grazie mille per
il
commento!! XD XD Ci risentiamo su msn!
Sisya: Mah,
probabilmente ho sempre amato il Royai, ma
adesso ho una crisi acuta, mi capita di fantasticarci sopra
praticamente
sempre!! XD XD Mi ha fatto troppo ridere una mia amica, quando le ho
detto che
stavo scrivendo una nuova ff, e lei mi ha risposto: “Su
cos’è… No, aspetta… Ci
arrivo da sola… Allora, un personaggio è biondo,
l’altro ha i capelli scuri…
C’è di mezzo un cane – eh, questo
no…
il
povero Black Hayate non era ancora nato! XD - … Queste due
persone hanno i nomi
che iniziano con le stesse vocali… Mah, chissà
chi sono, proprio non ci
arrivo…” Ed
io: “Caspita, che acume! Hai
indovinato, sono proprio Edward ed Envy!!” Dopo di che, ci
siamo messe a ridere
come due sceme… XD XD Sono diventata troppo prevedibile,
accidenti… La storia delle mail si è risolta da
tempo ^^ Grazie mille come sempre per i tuoi
commenti, li adoro!! XD
Shatzy: Noooooooo!!
Davvero avevi
avuto la stessa idea?!
Caspita, non sai quanto mi dispiace! ç___ç Ho
addirittura pensato di
cancellarla! Poi mi sono detta che era assurdo, possiamo pubblicarle
insieme,
che problema c’è? Alla fin fine, ognuno si
immagina quel periodo come vuole…
Fammi sapere cosa pensi, altrimenti la cancello davvero, non ci sono
problemi
ç____ç
Per la cronaca, quella che si appendeva agli oggetti non ero
io, ma la mia migliore amica (e la madre la chiamava veramente
“scimmia”, ma se
ci credi, mi è venuto in mente solo dopo averlo scritto XD)
invece io ho
veramente staccato il campanello di casa!! Oltre a quello elettrico,
abbiamo
accanto una specie di piccola campanella in miniatura, che sta
lì più che altro
a far scena , visto che non è nemmeno collegata
all’interno come i campanelli
di una volta XD Insomma, è successo che ho tirato la corda,
e la campana mi è
rimasta in mano!! XD XD Ho preso una paura pazzesca, e l’ho
lasciata lì
dov’era, accanto ai vasi di fiori… Tanto i miei se
ne sono accorti comunque, ma
speravo lo stesso di riuscire a farla franca! XD Il padre, certo,
l’ho creato
buono, ma più avanti le cose cambieranno (neanche a me sta
troppo simpatico ^^”)
Grazie mille per i tuoi commenti!! Sei troppo buona!
The_Dark_Side: No,
anche tu?!
ç___ç Ma cos’è, ci leggiamo
tutte nel pensiero?! Accidenti, questa ff comincia
male… Speriamo che non succeda più! Anche a me a
volte è capitato di trovare
qualche fanfiction che avevo in mente, ma che l’avessi
scritta io… No, questo
no! Ripeto, mi dispiace troppo!! Comunque ecco qui il secondo capitolo,
sappimi
dire se ti piace ancora! Il povero Roy… Eh già,
ho in mente di farlo lavorare
duro (penso che sia così sfaticato perché ha
già dato la sua parte in quegli
anni XD) Ti ringrazio per il commento, dimmi se anche questo capitolo
ti piace,
ok? XD XD
Piccola dea:
Ok,
spero che prima o poi passi a leggere questo secondo capitolo, visto
che il tuo computer è deceduto per l'ennesima volta XD Che
posso dirti? Grazie mille per passare sempre a lasciare un commentino,
ricordati di aggiornare una certa fiction di nostra conoscenza, o giuro
che è la volta buona che ti massacro! (Detto con la mia
migliore espressione passiva) Per il resto... Ci vediamo domani!
(Risposta al commento super breve, per una volta XD)
Grazie anche a chi legge e
basta…
Anche se non lo merito, ho copiato questo avviso:
Campagna di Promozione Sociale -
Messaggio No Profit:
Dona
l’8‰ del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai felice milioni di scrittori.
(Chiunque voglia aderire
al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)
P.S. Perché mi mettete tra
le
vostre ff preferite, se non le commentate neanche una volta? E non vale
solo
per me, ma anche per altre persone… Accidenti, è
un controsenso!! XD XD Vabbé,
persone non ignote, ma che non commentano, grazie comunque! XD XD XD
Kissoni a tutti, e
alla prossima!!
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