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Sartorius arriva all’Accademia, Chazz cerca
vendetta per la sorte di Eilen.
E il Cuore di Neos deciderà con chi
schierarsi…
Prima di iniziare l’atteso seguito di “Il cuore & il
destino” devo fare un gigantesco saluto a ISI e ringraziarla per avermi fatto
fare pace con l’odiato HTML!
E ora vi lascio alla lettura!
Cap.
I°
La matricola
Un mese.
Un mese esatto era
trascorso da quella maledetta sera che aveva cambiato ogni cosa.
Era a questo che
pensava Jaden guardando il calendario: un mese e le ferite non si erano ancora
chiuse. Soprattutto quelle di Chazz. Uscendo sulla terrazza, gettò un’occhiata
al super appartamento che l’amico si era fatto costruire al momento del trasferimento
nel dormitorio Slyfer: era diventato la sua gabbia dorata, in cui sfogava il
suo dolore. Poteva solo immaginare la sua sofferenza, le lacrime che versava
continuamente nel ricordo della sua amata Eilen.
Un tempo era solito
intervallare la giornata con le sue acide battute, mentre ora era chiuso dietro
un muro di silenzio e tristezza. e al brunetto faceva veramente male vederlo
così e non poter far niente per aiutarlo.
L’unica
consolazione, sua e degli amici, era che avesse ripreso a mangiare e a dormire,
restituendo un minimo di colore e di sostanza a un viso che diveniva ogni
giorno più pallido e scarno.
-Muoviti, Jaden!
Siamo in ritardo!- esclamò Syrus, distogliendolo dalle sue riflessioni.
-Arrivo!- rispose,
scendendo le scale e raggiungendo il ragazzino con gli occhiali.
-Capo…stai facendo
tardi- lo avvertì “Ojama giallo”.
Il giovane dai
capelli corvini non ribatté, rimanendo sdraiato sul divano a fissare il
soffitto.
Eilen…quanto gli
mancava. Un mese, e il ricordo di lei non accennava a sbiadire.
Se solo quella
dannata sera non si fosse addormentato, forse sarebbe riuscito a fermarla, a
impedirle di affrontare Sartorius.
Già, Sartorius…gira
e rigira il discorso finiva sempre lì, sul responsabile di quanto era accaduto.
Chazz avrebbe dato tutto ciò che possedeva pur di poter stringere il suo collo
fra le mani e premere fino a quando non esalava il suo ultimo respiro. Anzi,
era meglio una lunga tortura, una lenta agonia che lo facesse soffrire almeno
quanto stava soffrendo lui.
Ma erano destinate a
rimanere semplici immagini di vendetta impossibili da portare a termine. Quel
pazzo se ne stava ben arroccato nel suo palazzo, nascosto chissà dove…
Maledetto: aveva
giocato con le sue debolezze, con il suo desiderio di sconfiggere Jaden…e
l’aveva ingannato, facendogli credere di aver scelto liberamente la luce…se non
si fosse lasciato convincere da quel bugiardo, Eilen non sarebbe stata
costretta a rivelare la sua posizione per liberarlo.
Era anche colpa sua
se lei era svanita, rinchiusa in una carta da gioco.
-Eilen…
Si voltò su un
fianco, il viso nascosto fra le braccia, il corpo scosso dai singhiozzi. Si
sentiva perso senza la ragazza, senza l’opportunità di vendicarla…
I suoi mostri lo
guardarono, tristi e preoccupati. Quando l’abbraccio di Morfeo accolse il
ragazzo, lo coprirono con una coperta, restando a vegliarlo. Non sembrava più
lui e gli “Ojama” non sapevano come convincerlo a reagire: più che stargli
acanto, combattere e portarlo alla vittoria, non potevano fare altro. La sola
cosa che gli avrebbe dato un motivo per lottare sarebbe stato uno scontro con
Sartorius.
Sebbene gli spiriti
ne temessero il risultato.
-Non vedo Chazz…
-Non credo che
verrà, Alexis- replicò Jaden, sedendosi.
-Non pensavo potesse
ridursi così per una ragazza.
Il compagno annuì
distrattamente, spostando l’attenzione su Andros: come Chazz, anche il bambino
si era chiuso a guscio, facendosi triste e silenzioso.
-Ragazzi, fate
silenzio!- intervenne il cancelliere Krauler, entrando in aula. –Devo fare un
annuncio!
-Non vorrà aumentarci
i compiti, spero…- iniziò il bruno.
-O distruggere il
nostro dormitorio- completò Syrus.
-Sapete che
solitamente l’Accademia non accetta iscrizioni a metà anno, tranne in caso di
studenti di eccezionale talento- continuò Krauler. –Infatti la nuova matricola
si è dimostrata un duellante molto promettente, tanto da accedere
immediatamente agli Obelisc Blu…
Jaden lo ascoltava
attentamente: era lo stesso discorso che aveva recitato all’arrivo di Eilen…
-Accogliamo con un
caldo benvenuto il nuovo allievo: il signor Sartorius!
Tutti sgranarono gli
occhi: l’agente di Aster Finix aveva deciso di frequentare l’Accademia del
Duellante?!
Un sorriso
d’innocenza apparve sul volto di Sartorius, un sorriso che fece rivoltare lo
stomaco a Jaden: viscido serpente…quali erano le sue intenzioni? Non aveva già
causato abbastanza male?
Poi quello sguardo
glaciale si posò su di lui, raggelandolo nel profondo, facendogli intuire il
suo scopo: era lì per il Cuore di Neos, per Andros! Voleva distruggere l’unica
arma in grado di sconfiggerlo, oppure volgerla dalla sua parte.
Ma l’espressione
dura che gli restituì l’eletto non aveva bisogno d’essere accompagnata dalle
parole: Jaden non gli avrebbe permesso di trovare la chiave, l’avrebbe
ostacolato in ogni modo.
La loro battaglia
iniziava in quel momento, ma Sartorius ne conosceva già la fina.
-Chazz…Chazz…
Di chi era quella
voce dolcissima e suadente che lo chiamava? Di certo non erano gli “Ojama”, con
la loro vocetta stridula e impertinente…
Gli sembrava quella
di…ma era impossibile.
-Chazz…
Il ragazzo si trovò
improvvisamente in uno strano luogo, una sorta di bosco delle favole. Intorno a
lui non c’erano che alberi dalle bizzarre forme…si aspettava di veder saltar
fuori il Coniglio Bianco di Alice!
E, in effetti,
quello che ne uscì era bianco. Solo che non era un coniglio, ma una tunica con
ricami d’oro. Chazz alzò lo sguardo e gli occhi plumbei si spalancarono. Quei
capelli ramati, quelle iridi color del mare… era proprio lei.
Senza pensarci due
volte, le corse incontro con la chiara intenzione di abbracciarla. Invece le
passò attraverso come se non fosse altro che uno spettro. Si girò sconvolto,
fissandola.
-Mi dispiace, Chazz.
Questo è ciò che rimane di me: uno spirito. Purtroppo non uno spirito dei
duelli: la mia esistenza è incatenata a questo luogo.
-Eilen…
-Non sai quanto mi
manchi, quanto mi costa star qui, senza sapere niente di te...
-Manchi da morire
anche a me.
Eilen gli sorrise
come solo lei sapeva fare, con quella luce di gioia negli occhi che lo aveva
fatto innamorare. Quel sorriso che riusciva a sciogliere anche il più gelido
inverno.
Ma un’ombra di
preoccupazione lo incrinò, cancellandone la gioia.
-Chazz, questo
incontro non mi è stato concesso per buon cuore dei saggi, ma per affidarti un
compito importante.
-Di cosa si tratta?-
Il suo tono era brusco e freddo e la fanciulla non poteva fargliene una colpa:
anche lei avrebbe desiderato solotrovare rifugio fra le sue braccia, baciare quelle labbra che le avevano
trasmesso tanto amore…
-Di Sartorius.
A quel nome si
riaccese l’interesse di lui: Sartorius, il responsabile di tutto. Doveva forse
sfidarlo e distruggerlo?
-È arrivato
all’Accademia del Duellante con l’intenzione di soggiogare le menti degli
studenti. Il tuo compito è salvarli, come io ho fatto con te- continuò. –Il suo
potere diminuirà se avrà meno sottoposti e la vittoria sarà più facile.
-Come devo fare?
-Con questo-
rispose, sfilandosi la catenina che aveva al collo. Un medaglione con
incastonata una pietra viola vi era infilato. –Però devi stare attento: non sei
un neo-spaziale, quindi il ciondolo dovrà attingere direttamente alle tue
energie. Non strafare: se usato in modo eccessivo, può rivelarsi un oggetto
molto pericoloso, addirittura mortale.
Il duellante rigirò
il medaglione fra le mani, con in testa solo un pensiero: Sartorius era uscito
dal suo nascondiglio. La vendetta era a pochi passi da lui: se allungava un
braccio, poteva sfiorarla con la punta delle dita.
Si sarebbe ripreso
la vita che gli era stata strappata.
-Chazz…giurami che
farai attenzione…
La voce rotta di
Eilen lo costrinse a mettere da parte quei propositi: non doveva farla
preoccupare. Probabilmente aveva intuito le sue intenzioni. Anzi, poteva
togliere il probabilmente e sostituirlo con sicuramente.
Infatti la giovane
lo scrutava con ansia, spaventata da ciò che il suo ragazzo aveva in mente.
Conosceva il suo desiderio di vendetta, lo leggeva nel fuoco dei suoi occhi, un
fuoco molto diverso da quello che ardeva un mese prima. Non voleva che mettesse
a rischio la sua vita per lei, non voleva che commettesse delle follie.
-Ti prego…
-Te lo prometto,
Eilen. Cercherò di non cacciarmi nei guai.
-Sul serio, Chazz:
non sottovalutare Sartorius. È un cialtrone, un bugiardo ma manipola la mente e
sa usare il suo deck con una precisione spiazzante.
-Questo non posso
assicurartelo…non dopo quello che ti ha fatto.
Eilen gli sfiorò una
guancia con le sue dita evanescenti: costretta in quel luogo, a combattere
contro il tempo tiranno, lontana da colui che amava…non esisteva punizione
peggiore.
-Capo!- Gli “Ojama”
erano accorsi, spaventati dal suo risveglio. –Va tutto bene?
-Sì…è stato solo…un
sogno…
-Capo, ma quello non
è…- iniziò il mostriciattolo verde, indicando la coperta. C’era qualcosa
appoggiato sul tessuto: il ciondolo di Eilen. Il moretto lo prese in mano,
stringendolo nel pugno e portandolo all’altezza del cuore.
Allora non era stato
un sogno…
-Capo, che
significa?
Ma il ragazzo non li
stava ascoltando: si alzò in fretta e afferrò la giacca, infilando il
medaglione in tasca.
-Io vado in
Accademia- li informò.
-Aspettaci! Veniamo
con te!
Jaden lasciò l’aula
con addosso una strana sensazione: la presenza di Sartorius non gli piaceva per
niente.
Aveva visto
l’effetto che il potere della Luce aveva sulle menti delle persone: Chazz non
era uno dal carattere fragile, eppure era riuscito a piegarlo in un niente.
E lo Slyfer era
convinto che il lavaggio del cervello fatto all’amico fosse ancora poca cosa:
no, Sartorius era capace di ben altro. E se il Cuore di Neos fosse finito nelle
sue mani…
Non voleva
immaginare le conseguenze.
Con un sospiro
stanco, il duellante dovette però ammettere che la sua preoccupazione
principale era un’altra e non aveva niente a che fare con Andros. Il suo
pensiero era Chazz: prima o poi sarebbe certo venuto a sapere l’identità della
nuova matricola e, furente com’era, c’era solo da aspettarsi il peggio.
-Ehi, Jaden!
Il brunetto si
voltò, fermandosi ad attendere i compagni. Ultimamente le sue nere riflessioni
lo isolavano spesso dal resto del mondo, costringendolo ad escludere i
componenti del gruppo. Erano ignari del pericolo che correvano, ignari della
minaccia che, come una nube di tempesta, incombeva sulla scuola.
-Cosa c’è?
-Dovremmo essere noi
a chiedertelo- rispose Alexis. –Te ne sei andato senza dire niente…
-Scusatemi, ragazzi.
Ero un po’ scombussolato dalla presentazione di Krauler.
-Ne parla già
l’intera Accademia- continuò Syrus. –Il manager di Aster Finix…magari è qui per
scoprire nuovi professionisti.
-Come vorrei che
fosse così- pensò tristemente Jaden.
Poi sentirono
improvvisamente un forte rumore, seguito dalla voce di Chazz.
Passi sicuri,
decisi.
Passi di chi sa qual
è il suo compito e non è disposto a cedere il passo.
Passi rabbiosi, che
come un orologio di morte, scandivano il tempo che restava prima della discesa
della falce.
Passi di chi cerca
vendetta.
Un angelo vendicatore,
che si imbatté inaspettatamente nella sua vittima.
Sartorius non provò
nemmeno a reagire: si trovò sbattuto al muro da un Chazz visibilmente furioso.
Gli occhi plumbei
mandavano scintille e non promettevano niente di buono.
-Chazz…è così che
saluti un vecchio amico?- domandò con una calma irreale.
-Noi non siamo mai
stati amici- ringhiò l’altro.
-Davvero? Eppure ero
certo che in passato ci fossimo trovati d’accordo su parecchie cose.
-Mi hai
manipolato…mi hai usato per i tuoi sporchi comodi…per scoprire la vera identità
di Eilen…
-Era scritto nel
destino- ribatté l’uomo.
-Smettila! Non
esiste il destino!- esclamò.
-Ne sei sicuro?
La pazienza di Chazz
si era del tutto esaurita. Un braccio si alzò, pronto a sferrare un destro ben
piantato sulla faccia di quel burattinaio da strapazzo.
Ma qualcosa, o
meglio qualcuno, lo trattenne, separandolo da Sartorius. Il veggente gli
rivolse un ultimo sorrisetto, poi si allontanò lungo il corridoio.
-Chazz, si può
sapere che ti è preso?!
-Lasciami, Bastion!
-No, finché non
sarai tornato in te- replicò il Ra Giallo. –Azzuffarsi con una persona come
Sartorius…cose da pazzi! Potrebbe anche denunciarti, lo sai?
-È solo uno schifoso
bugiardo!- urlò il giovane, liberandosi dalla stretta dell’amico. Sentì una
mano posarsi sulla spalla e non ebbe bisogno di alzare lo sguardo per sapere di
chi si trattasse.
Si fece largo fra i
ragazzi, prendendo la via per l’uscita, seguito solo dai loro sguardi.
Jaden lo fissò
tristemente: aveva ragione, non poteva realmente capire il suo dolore. Ma non
poteva nemmeno abbandonarlo al suo destino.
Solo che il moro non
gli lasciava nemmeno un varco per lanciargli una corda e tirarlo fuori dalla
depressione in cui era caduto e che, come un gorgo, lo trascinava sempre più a
fondo, nelle acque più scure e inespugnabili.
Il vento freddo
della scogliera gli sferzava violentemente il viso, come pugnali acuminati e
taglienti.
I capelli neri si
agitavano frenetici come l’orlo della giacca, al contrario della sua persona,
immobile come una statua. Nemmeno le palpebre accennavano ad un movimento.
Forse, quel preludio
di tempesta, era meno cupo e impetuoso dei sentimenti che animavano il
solitario duellante.
Trovarsi davanti
quel viscido verme aveva fatto riemergere ogni dettagli di quella terribile
sera in cui aveva perso l’unica cosa che contasse nella sua vita. Maledetto il
giorno in cui era entrato nelle loro vite.
La sua mano strinse
spasmodica il ciondolo nascosto nel fondo di una tasca e un sorriso cattivo gli
incurvò le labbra: avrebbe fatto passare il sonno a Sartorius.
Chazz Princeton
sarebbe diventato presto la sua spina nel fianco.
-Gioco “Capitano
saccheggiatore” in posizione d’attacco!
-E io svelo la mia
trappola- ribatté Sartorius. –Hai perso. Preparati a vedere la Luce.
-Aaaaahhhhh!!!
-Chazz, non vieni a
lezione?- chiese Jaden, al di là della porta chiusa.
-No, ho da fare.
-Come vuoi- si
arrese. –Syrus ti presterà i suoi appunti. Ci vediamo più tardi.
-Ok…
Il brunetto si
allontanò abbattuto: erano due giorni che Chazz non metteva il naso fuori dalla
sua stanza, precisamente dall’incontro con Sartorius. A sentire gli “Ojama” era
impegnato nella preparazione di un deck imbattibile, ma questa spiegazione
lasciava piuttosto perplesso il ragazzo: l’amico duellava con qualsiasi mazzo,
anche composto da carte deboli o imbastito con quelle che trovava al momento.
Non era da lui…
Non era come
Bastion, che allestiva deck a suo dire perfetti, trascorrendo ore e ore a fare
calcoli. No, doveva esserci sotto qualcos’altro.
-Jaden! Jaden!
Il problema era che
nemmeno gli “Ojama” sapevano esattamente cosa stesse facendo il loro
proprietario.
Seduto alla
scrivania, il moretto fissava le sue carte disposte in file ordinate sul piano
del tavolo…
“Ojamandala”,
“Sventura silenziosa”, “Drago armato”, “Re Ojama”…ognuna aveva un valore
particolare.
“Ojama giallo”, il
ricordo del suo periodo all’Accademia del Nord; “Ojama verde” e “Ojama nero”,
il duelo contro suo fratello; “Drago armato”, con lui da sempre…
Quei mostri gli
avevano sempre dato molto più di quanto meritasse, gli erano rimasti accanto in
ogni istante della sua vita, nelle vittorie e nelle sconfitte. Ora, chiedeva
silenziosamente loro un ultimo grande favore: aiutarlo a smantellare il potere
di Sartorius e a vendicare Eilen.
Insieme avrebbero
vinto quell’ultima battaglia. Già, perché se le cose andavano come credeva, non
ci sarebbe stato un dopo alla fine della sua missione.
Compose il suo deck,
salutando ogni creatura e pose in cima i suoi preferiti, i suoi assi nel mazzo.
-Capo, che fai?
-Ora sono pronto-
rispose il giovane dagli occhi grigi. Il ciondolo viola brillava, avvertendolo
che era tempo d’agire. Inserì il deck nel diulin disk e prese un profondo
respiro: il primo atto di quello spettacolo stava per cominciare.
-Cosa?! Stanno
dipingendo di bianco il dormitorio Obelisc?!
-Sì, sembrano tutti
impazziti- replicò Alexis.
-Sono tutti vestiti
di bianco e blaterano di una misteriosa Società della Luce- aggiunse Syrus.
-Un momento: anche
Chazz non parlava di questa organizzazione?- chiese Bastion.
Jaden strinse
furente i pugni: in due giorni Sartorius aveva assoggettato al suo potere mezza
Accademia. E lo aveva fatto sotto il suo naso! Che razza di difensore era se
non si accorgeva delle mosse del suo avversario numero uno?!
E dov’era Andros?
Si guardò intorno
preoccupato, domandando poi notizie alla bionda.
-È con Atticus. Ha
deciso di provare a tirargli su il morale con una serie di sue canzoni- spiegò
la giovane ben poco convinta delle azioni del fratello. Secondo lei il cugino
si sarebbe ulteriormente depresso ad ascoltarlo…
-Bisogna avvertire
Krauler!
-Troppo tardi: il
cancelliere e Bonaparte sono già sul posto…
-…a fermarli,
immagino- buttò lì lo Slyfer speranzoso.
-No, a coordinare e
dirigere i lavori.
Maledizione, era
riuscito a tirare dalla sua parte anche quei due.
-Allora andremo noi
a interrompere questa follia dilagante.
Il dormitorio
Obelisc, affacciato sulla riva del fiume, aveva perso la sua aria sognante e
fiabesca. Completamente tinto di bianco, pareva un luogo spettrale e
decisamente inquietante.
Per non parlare di
tutti quegli studenti nelle loro divise candide: una massa di pecoroni
immacolati che venerava Sartorius come se fosse un dio.
C’era decisamente
troppo bianco. E il troppo stroppia.
I ragazzi giravano
fra gli amici di ieri, confusi e disorientati. Era successo tutto talmente in
fretta…e, a parte Jaden, nessuno capiva cosa fosse accaduto esattamente. Erano
persone normali (Sì, insomma…si fa per dire… -___-‘ NdA), e ora sembravano
tanti fantasmi psicopatici.
-Jenny- esclamò
Alexis, prendendo per le spalle la compagna. –Che ti prende?
-Ho visto la Luce,
Lexi…la Luce è la risposta a tutto…
-Ma cosa…
-Sì, la risposta ad
un mare di bugie- intervenne una voce.
In tanti si volsero
nella sua direzione: Chazz era arrivato nel cortile del suo ex-dormitorio.
Aveva un’aria incredibilmente seria e il diulin disk al braccio. Jaden lo
interrogò con lo sguardo, non ricevendo però alcuna risposta.
-Chi vuole battersi
con me, sciocchi creduloni?- li aizzò, imperterrito di fronte alle occhiate
feroci che gli regalarono gli interessati. –È tempo di aprire gli occhi.
-Una volta eri uno
di noi, Princeton!- ribatté un ragazzo, facendosi strada. L’interlocutore
ricordava vagamente la sua faccia: un Obelisc, gli pareva. –Ora sei solo uno
sporco traditore! Un infedele che ha abbandonato la Luce!
Chazz rimase
indifferente a quelle affermazioni, irritando ulteriormente l’altro.
-Bene. Se è un
duello che vuoi…sarai accontentato! Non avrò alcuna pietà!
-Finalmente parli la
mia lingua.
-Chazz…ma cosa…
-Stanne fuori,
Jaden!- replicò il moretto. –È una questione che riguarda soltanto me!
-Se hai finito di
fare conversazione, possiamo cominciare. Tanto non sarà una cosa lunga.
-Pensa…stavo per
dire lo stesso.
Il giovane in bianco
digrignò i denti: quel gradasso stava decisamente esagerando.
-Inizio giocando
“Capitano saccheggiatore” in posizione d’attacco. Poi metto sul terreno una
carta coperta. Ho finito.
Alcuni minuti dopo…
I life-points si
esaurirono in poche mosse e Chazz si aggiudicò il duello.
Mise una mano in
tasca, stringendo il ciondolo: la pietra scottava sul suo palmo e un brivido di
apprensione gli attraversò il corpo: cosa sarebbe accaduto? Scosse però la
testa, scacciando i dubbi: da quando Chazz Princeton aveva paura?
-Fa il tuo lavoro-
pensò. Quasi immediatamente avvertì una sorta di scossa, che assorbì l’aria
contenuta nei suoi polmoni. Si trovò boccheggiante, come se dita invisibili gli
avessero stretto la gola. Durò solo un istante ma per il ragazzo fu lungo una
vita. Pallido, gli occhi sgranati, il respiro affannato…
-Capo, che succede?-
domandarono gli “Ojama” allarmati.
-Niente, sto bene-
rispose, recuperando un minimo di calma. Avvertiva ancora il battito accelerato
del suo cuore e si portò una mano al petto nella speranza di rallentare quella
folle corsa.
Il suo avversario,
intanto, si era rialzato da terra on un’espressione confusa.
-Ma…dove sono? E
cos’è questa divisa bianca?
Un sorriso sfiorò le
labbra del duellante dalle iridi plumbee, subito cancellato dal pensiero della
sua missione.
-Allora, non c’è
nessun’altro con abbastanza fegato da battersi con me?
Nel frattempo, anche
nel Neo-spazio seguivano le prodezze dell’umano.
I saggi, riuniti in
consiglio, visionavano l’andamento della battaglia, senza però mostrare alcuna
preoccupazione per le condizioni del loro aiutante.
-C’è da dire che è
coraggioso.
-O molto stupido- commentò
il secondo. –Pensa di eliminare i sottoposti di Sartorius in un giorno solo?
La loro discussione
venne interrotta dall’ingresso dell’ospite d’onore.
-Mi avete fatta
chiamare?- si annunciò Eilen.
-Oh, imperatrice…
-A quanto pare il
suo protetto si sta dando da fare.
Gli occhi cerulei si
spalancarono preoccupati. La fanciulla coprì in pochi passi la distanza che la
separava dal monitor.
-Chazz…- sussurrò
nel vederlo. Mosse il capo lentamente, quasi volesse convincersi che non era
vero. Stava esagerando, stava rischiando la vita…
Possibile che non se
ne rendesse conto?
Eppure le aveva
fatto una promessa.
Un giustiziere
implacabile, ma ormai giunto allo stremo delle forze. Si rivolse disperata ai
saggi, nella speranza che la lasciassero andare. Purtroppo, si scontrava con un
muro impossibile da abbattere.
-Imperatrice…sapete
anche voi che la priorità è preparare la strada all’eletto…
-Sì, ma se continua
così morirà!- urlò, ormai in lacrime. Non riusciva a stare a guardarlo senza
far nulla, vedere la vita abbandonarlo a poco a poco e restare impassibile. Non
poteva.
Forse aveva passato
troppo tempo sulla Terra…forse la sua essenza immutabile si era incrinata…o,
semplicemente, lo amava e questo metteva in secondo piano qualsiasi altra cosa.
Lui era più importante del Neo-spazio, della distruzione di Sartorius, della
battaglia finale…già, era di questo che avrebbe dovuto crucciarsi, invece era
in pena per uno scorbutico terrestre, acido e sarcastico.
-Mi dispiace,
imperatrice…è sacrificabile alla causa.
-No…non è
possibile…no!
Chazz barcollò sulle
gambe: iniziavano a non reggerlo più e anche la vista si faceva più appannata.
Aveva due avversari di fronte e un’ultima mossa da compiere per vincere il
venticinquesimo duello di fila.
-Gioco…”Tornado
Ojama”…- mormorò.
I suoi mostri,
intuendo la sua stanchezza, agirono senza bisogno di ordini, distruggendo le
creature nemiche e mettendo fine all’incontro.
La
luce invadeva la stanza, posandosi prepotente su un viso pallido e provato. Due
cerchi grigio fumo si aprirono lentamente, quasi che le palpebre fossero
incredibilmente pesanti e difficili da sollevare.
Quel luogo gli era
famigliare…era…era la sua camera. Ma come ci era arrivato? Non ricordava di esserci
entrato, quindi ce lo aveva portato qualcuno. A dire la verità ricordava ben
poco.
Si alzò a fatica dal
letto: ogni movimento era uno sforzo indicibile. Aveva esagerato con l’energia
da dare al medaglione e, per fortuna, era svenuto prima di lasciarci la pelle.
Fortuna…forse non
era la parola esatta, ma al momento non gliene sovvenivano altre.
Che giorno era?
Gli sembrava di aver
dormito per secoli.
Sbadigliando, si
trascinò fino al piano di sotto, fermandosi però sugli ultimi gradini, stupito
da ciò che si trovò di fronte. Jaden dormiva sul divano, con i tre “Ojama”
intorno, anche loro addormentati.
Chazz non riuscì a
trattenere un sorriso: i suoi amici…
Cosa avrebbe mai
fatto senza di loro? Non dimostrava mai quanto fosse grato della loro presenza,
non era nel suo carattere, ma sperava che comunque sapessero d’essere
importanti.
Uscì in silenzio,
attento a non svegliarli: non aveva voglia di affrontarli di prima mattina. Una
volta fuori, si concesse un lungo sospiro: sapeva di aver sbagliato, di aver
permesso alla rabbia e all’odio di prendere possesso della sua mente e di
dominare le sue azioni…insomma, era consapevole di non meritare altro che una
ramanzina in piena regola.
-Ciao, Chazz.
Il giovane si volse
verso la voce, scoprendo Andros, seduto sui gradini del dormitorio.
-Andros…cosa ci fai
qui?
-Io più sonno.
Chazz lo fissò un
istante, poi gli si avvicinò, tendendogli una mano. Il bambino sollevò i suoi
occhi castani, incuriosito da quel gesto insolito per il duellante.
-Sto andando al
dormitorio abbandonato…- spiegò. –Vuoi farmi compagnia?
Forse non era il
posto più adatto per un bambino, ma solo lì Chazz riusciva a sentirsi vicino ad
Eilen e sperava che per il piccolo fosse lo stesso. Non sapeva niente del Cuore
di Neos, l’incredibile forza racchiusa all’interno di quel corpicino…lo
avvertiva semplicemente simile a sé.
Anche Andros si era
affezionato ad Eilen e, come lui, ora soffriva immensamente per la sua assenza.
Per il poco che
l’aveva conosciuto, il moretto lo considerava un bimbo molto introverso e
silenzioso: solo con la fanciulla era più solare ed espansivo. Da quando Eilen
era scomparsa, pareva che un macigno di tristezza gravasse su quelle esili
spalle.
-Chazz?- ruppe
infine il silenzio il timbro cristallino di Andros.
-Sì?
-Dov’è Eilen?
Bella domanda. Come
poteva spiegargli che era una carta da gioco? Che il suo spirito era richiuso
nel Neo-spazio?
Era complicato e, a
guardar bene, anche inutile: non era quella conoscenza che avrebbe alleviato il
vuoto che aveva lasciato nei loro cuori. Ma era normale che Andros cercasse una
risposta.
Il ragazzo osservò a
lungo la costruzione diroccata. Quante cose aveva visto quel posto…
-È lontana da qui-
disse. Si girò, abbassandosi fino all’altezza del suo viso. –Ma sono sicuro che
ti pensa…sempre. Perché ti vuole bene.
-Mi manca…
-Lo so, Andros. E
non posso prometterti che tornerà un giorno.- Non voleva mentirgli, non era
giusto nei suoi confronti. –L’unica cosa che so è che farò di tutto perché
torni con noi.
C’era un’incredibile
dolcezza nella sua voce, proprio lui che non era mai stato capace di parlare
con i bambini. E Andros lo ricompensò con un sorriso radioso e sincero, che
Chazz ricambiò, scompigliandogli i capelli e rialzandosi.
-Chazz?
-Dimmi.
-Eilen vuole bene
anche a te- concluse, prendendolo per mano e attraversando il bosco.
Un Jaden abbastanza
nervoso li attendeva.
-Si può sapere
dov’eri finito?!- gridò al compagno, accorgendosi solo dopo della presenza di
Andro. Che ci faceva lì il custode del Cuore di Neos?
-Abbiamo fatto una
passeggiata- rispose Chazz, intuendo il motivo dell’interruzione della
sfuriata. –Ora torna da Alexis…sarà in pensiero.
Una volta sparito il
bambino, lo Slyfer riacquistò la lucidità, riprendendo la discussione. Ma anche
stavolta venne interrotto.
-Capo! Capo, ti sei
ripreso!
Gli “Ojama”
saltarono al collo del loro proprietario, entusiasti di rivederlo in piedi.
-Eravamo
preoccupati: sei stato a letto tre giorni…
-Tre giorni?!-
ripeté il giovane stupito. Stupito e allarmato: cosa poteva aver mai fatto
Sartorius in quel tempo?
-Sì, tre giorni- si
intromise Jaden. –E adesso pretendiamo una spiegazione.
-È giusto. Ma è
meglio se entriamo.
-E questo è tutto-
terminò Chazz.
Jaden non ribatté:
ora anche l’amico era coinvolto in quella storia. A quel punto, tanto valeva che
conoscesse anche il resto.
-Bene, ora è il mio
turno.
Il duellante dagli
occhi color piombo lo guardò: cosa doveva mai rivelargli che già non sapesse?
La fanciulla non
alzò gli occhi al richiamo. Nascosta al centro del suo bosco, versava
ininterrotti fiumi di lacrime, appoggiata ad un ceppo.
Piangeva per Chazz,
che aveva condannato con le sue mani, per la sua segregazione, che le aveva
impedito di salvarlo…piangeva perché lo credeva morto.
Quando lo aveva
visto crollare al suolo, aveva avvertito chiaramente il suo cuore infrangersi e
svanire come sabbia al vento: ogni frammento era precipitato in un abisso di
oscura disperazione.
Il suo amore…l’unico
che avesse mai amato…
Sentì qualcosa
posarsi sulla sua spalla…una zampa. Si voltò, trovandosi davanti “Kuriboh”.
-“Kuriboh”!- esclamò
sorpresa. –Che ci fai qui?
La creatura svolazzò
felice intorno ad Eilen.
-Cosa?! È vivo?-
Prese la palla di pelo fra le mani, gli occhi luccicanti ed increduli. –Chazz…è
vivo?
Il mostro annuì, sorridente,
lasciandosi stringere e abbracciare dalla giovane.
-“Kuriboh”…è la
notizia più bella che potessi ricevere! Grazie! Grazie! Come? Sì, hai
ragione…tornerò ad occuparmi del Neo-spazio- rispose la rossa, asciugando le
lacrime. –È difficile non preoccuparsi, amico…lo so che Jaden non gli
permetterà di fare altre sciocchezze…solo che stare qui senza poter far nulla
mi snerva.
Costretta in quel
luogo anche se non desiderava altro che la libertà. Sulla Terra si era lasciata
tentare da sogni e illusioni su un futuro con la persona che possedeva il suo
cuore. Tutte cose che a lei non erano consentite: non all’imperatrice dei
Neo-spaziali. Non con un umano. Non con Sartorius ancora a piede libero.
Ma l’amore non
ascolta priorità e doveri.
-Chazz…- sussurrò,
guardando il cielo.
Sulla Terra, anche
un’altra persona aveva gli occhi in alto.
Andros…quel bambino
era custode della chiave per sconfiggere Sartorius. Era la ragione dell’arrivo
di Eilen sulla Terra e all’Accademia del Duellante. Era…incredibile.
Per ora era l’unica
definizione che riusciva a concepire. Ancora non era certo dell’effetto che
quella rivelazione aveva provocato in lui: forse gli serviva più tempo per
digerirla…in fondo, aveva sempre sospettato che ci fosse sotto qualcosa.
Eppure una parte di
lui era ferita: perché Eilen non gliene aveva mai parlato? D’accordo, Jaden era
il duellante eletto…sì, meno persone lo sapevano e meglio era…ma lui…lui…
Lui un bel niente.
La verità era che non aveva mai voluto conoscere i segreti di lei, per paura di
perderla, di allontanarla da sé. Chazz la amava per ciò che era come persona,
il resto non aveva importanza.
Ed ora era inutile
lamentarsi o cercare colpevoli inesistenti: doveva solo aiutare Jaden e fermare
la Società della Luce, non crogiolarsi in rimpianti o rancori. Non aveva né
tempo né motivo per farlo.
Ma per il giovane
dai capelli scuri, quel giorno riservava altre sorprese.
E la prima aveva la
forma di una palla di pelo marrone, con due piccole ali sulla schiena.
-“Kuriboh”- sospirò
il duellante. Come se non bastassero le apparizioni dei suoi mostri, adesso
anche gli spiriti degli altri lo disturbavano. –Cosa vuoi?
In quel preciso
istante comparvero anche gli “Ojama”.
-Ecco, ora siamo al
completo- pensò tristemente. –Allora…sto aspettando.
-Dice che ha un
messaggio per te da parte di Eilen- tradusse il mostro giallo.
-Eilen?! L’hai
vista? Come sta?- lo aggredì il ragazzo.
-Ha sofferto molto
perché ti credeva morto…nessuno le aveva comunicato il tuo risveglio- continuò
“Ojama”. –Ti chiede perdono per averti messo in pericolo e…
La creatura si fermò
di colpo, arrossendo, mentre l’altro, terminato il suo compito, svaniva
rapidamente.
-E?
-E ti ricorda che ti
ama…tantissimo…
Chazz nascose gli
occhi sotto la frangia, sorridendo lievemente. Anche lui l’amava e sperava che
i suoi sentimenti valicassero spazio e tempo, giungendo a lei.
Ma uno strano vento
gli scompigliò i capelli: un’aria bizzarra che portava con sé il segno
dell’avvenire e l’odore di battaglia.
La sfida decisiva si
stava avvicinando.
Un bagliore
improvviso, un fascio di luce bianca, si alzò dall’Accademia, allargandosi poi
fino a coprire tutta l’isola.
Il ragazzo non ebbe
nemmeno il tempo di chiedersi cosa fosse, che la luce lo investì.
Jaden
correva per i sentieri di un’isola che non riconosceva più: tutto era avvolto
da uno strato di cristallo bianco. Cose, persone, piante…il cristallo aveva
preso tutti nella sua morsa, senza risparmiare nessuno. Ma dov’erano i suoi
amici? Dov’era Andros?
Doveva certo esserci
di mezzo Sartorius. Se quel folle aveva fatto loro del male, lui…
“Kuriboh alato”
apparve al suo fianco per fargli coraggio e comunicargli qualcosa di
importante.
-Cosa? Senti la
presenza degli “Ojama”?- ribatté il duellante. –Allora Chazz è qui da qualche parte…
-Jaden…finalmente è
arrivato il momento della verità. Sarai più forte del destino?
Il brunetto si volse
di scatto nell’udire quella voce. Sartorius stava uscendo dall’Accademia, il
diulin disk al braccio e un’espressione che non prometteva nulla di buono.
L’espressione di chi sa di aver vinto ancora prima di combattere.
E questo faceva
innervosire non poco lo Slyfer: non l’avrebbe mai data vinta a quello
psicopatico.
-Vai a cercare Chazz
e Andros, “Kuriboh”- ordinò al suo mostro. –Non preoccuparti per me, non mi
succederà niente. Vai…- Poi si rivolse al veggente: -A noi due.
-Che aria
combattiva…sai, mi dispiace, ma le carte mi annunciano la tua sconfitta. Puoi
anche arrenderti subito e sottometterti alla Luce.
-Mai!
-Allora preparati a
soffrire.
-Io mi domando
perché sto seguendo uno sgorbio sciocco e incapace…- brontolò Chazz, avanzando
nella foresta di cristallo. Era incredibile: il fascio di luce lo aveva
attraversato, congelando tutto ciò che gli stava intorno, lui escluso.
Ma che diavolo era
accaduto? Era certo opera di Sartorius: il ciondolo pareva incandescente.
E che ne era dei
suoi compagni? Del piccolo Andros? Del Neo-spazio e di Eilen?
-Buone notizie,
capo! Sento la presenza di un altro mostro- annunciò “Ojama giallo”. –E sembra
si diriga verso di noi!
Ma un pianto catturò
la sua attenzione: sembrava provenire da destra e il giovane si diresse in
quella direzione, ignorando bellamente quanto il suo compagno aveva appena
detto. Un pianto significava la presenza di un altro essere umano oltre a lui.
-Lexi…- udì chiamare
da una vocina singhiozzante. –Atti…
Il duellante moro si
fece largo fra quelli che fino a pochi istanti prima erano stati alberi,
giungendo…
…giungendo davanti
all’ex-dormitorio Obelisc. E nel cortile, fra i tanti corpi cristallizzati,
riconobbe Atticus: in piedi a braccia spalancate, in una posa spavalda da eroe,
aveva inutilmente tentato di proteggere la sorella, la quale, china alle sue
spalle, aveva fatto da scudo al cuginetto.
-Lexi…Atti…-
singhiozzava disperato il bambino, cercando di risvegliarli.
Chazz si sentì
mancare il fiato di fronte a quella scena straziante. Gli si avvicinò,
posandogli le mani sulle spalle e allontanandolo con dolcezza.
-Coraggio,
Andros…vedrai che presto torneranno come prima…
Ma le lacrime del
piccolo non accennavano a smettere e il ragazzo non aveva la minima idea di
come consolarlo.
Si fermò di colpo e
fece qualcosa che stupì lui stesso: lo prese in braccio e lo tenne stretto a
sé, cullandolo finché non si fu calmato. Una volta sceso il silenzio, si
accorse che Andros si era addormentato.
Un sorriso di pura
dolcezza rischiarò il suo viso severo, in un raro, anzi unico, momento di
tenerezza (Un Kodak moment, insomma… ^-^ NdA).
-Capo…
-Andiamo a prendere
quel verme, ragazzi- esclamò risoluto.
Jaden era
inginocchiato al suolo, piegato da quell’ultimo attacco che aveva portato i
suoi life-points pericolosamente vicini allo zero. Ok, aveva sottovalutato il
suo avversario: Sartorius ci sapeva fare… purtroppo.
Cominciava a
sospettare che vedesse davvero il futuro: come si spiegava altrimenti la sua
abilità nell’indovinare le carte? A meno che…
No, era troppo
assurdo anche il solo pensiero embrionale, figuriamoci trasformarlo in una vera
e propria riflessione…
Eppure quell’idea
stava germogliando e crescendo sempre più con il passare dei secondi.
-Allora, duellante
eletto, hai forse deciso di arrenderti? Sarebbe la cosa migliore e mi
dimostrerei clemente nei tuoi confronti.
Il bruno non lo
stava neppure ascoltando, troppo preso da quella nuova consapevolezza che
acquisiva sostanza a poco a poco.
-Devo prendere forse
il tuo silenzio per un sì?
Sartorius…Sartorius
poteva plasmare il destino a suo piacere…
Ma dov’era finito il
Cuore di Neos? Dov’era Andros?
Aveva bisogno di lui
per sconfiggere quello psicopatico…e se Sartorius avesse scoperto tutto e si
fosse…
No, era un pazzo,
d’accordo, ma Jaden non riteneva possibile fosse un assassino di bambini. Però
lì non si parlava solo di morte…poteva averlo inserito nelle sue file di
pecoroni vestiti di bianco…oppure… oppure…
Più ci pensava e più
formulava ipotesi agghiaccianti: Andros stava bene. Doveva solo portare
pazienza e stringere i denti fino al suo arrivo.
Era o no il
duellante eletto?
I Neo-spaziali non
l’avevano scelto perché si arrendesse alla prima difficoltà. Il duello non era
ancora finito.
Con un sorriso
sprezzante sulle labbra, il giovane si rialzò e guardò in faccia il suo
avversario: non c’era alcuna traccia di timore sul suo viso, non il minimo
accenno di una resa.
“Ojama giallo” aveva
ritrovato la pista e Chazz lo seguiva con Andros addormentato fra le braccia.
Il boschetto che aveva attraversato innumerevoli volte pareva sterminato, una
distesa infinita di cristallo biancastro.
-Siamo vicinissimi,
capo. Si dirige verso…- La frase fu interrotta da una cozzata contro la testa
del mostro di cui “Ojama” sentiva la presenza. –Ahia! “Kuriboh alato”! E
guardare dove vai?!
La creatura pelosa
si agitò nervosamente, fra lo spaventato, l’ansioso e il preoccupato.
-Cosa? Jaden sta
affrontando Sartorius?!
Il moro sgranò gli
occhi a quella rivelazione: l’ora della battaglia finale era dunque arrivata. E
Andros non era là! Doveva assolutamente raggiungere Jaden: non poteva farcela
senza il Cuore di Neos…
-Dov’è “Kuriboh”?
Mostraci la via!- intervenne. –Resisti, amico. Sto arrivando.
Ma Jaden, in quel
momento, aveva ben poco a cui attaccarsi per tenere duro. Sartorius aveva
ordito una strategia praticamente perfetta bloccando ogni suo tentativo di
contrattacco: mostri che non potevano essere distrutti in battaglia, non poteva
giocare carte trappola e magia, non poteva schierare i suoi mostri da fusione…
In poche parole
aveva le mani legate. Sentiva una corda stringersi sempre di più attorno al suo
collo.
Nemmeno le sue frasi
incoraggianti, o la fiducia nel cuore delle carte gli venivano in aiuto: la
fine si avvicinava a grandi balzi, come un felino in corsa. E attendeva solo di
chiudere le sue fauci intorno alla preda.
In quel caso, si
trattava di lui.
Perché “Kuriboh” non
tornava? Possibile che Chazz fosse così lontano?
-Mi deludi, Jaden.
Credevo fossi migliore di quanto ti sei rivelato. Speravo in un duello più
avvincente.
-La partita non è
ancora terminata, razza di psicopatico!- ribatté una voce dal nulla.
Entrambi i contendenti
si voltarono verso colui che aveva appena parlato: Chazz era apparso dalla
foresta di cristallo, nera figura di tenebra sul paesaggio candido. E con
un’aria tremendamente sicura di sé dipinta sul bel volto. Una sicurezza che
fece vacillare per un secondo Sartorius.
-Tu…tu…non dovresti
essere qui!- esclamò il veggente. –Il tuo destino…
-Nessuno da ordini a
Chazz Princeton- replicò il giovane. –Nemmeno il destino.
Jaden lo studiò con
attenzione: l’amico ostentava una determinazione impressionate, tale quasi da
riempire l’aria che lo circondava. E fu in quel preciso istante che il bruno
capì: il Cuore di Neos non si sarebbe schierato dalla sua parte, nonostante
fosse il duellante eletto. E non avrebbe sostenuto nemmeno Sartorius.
No, ora aveva
compreso ogni cosa.
Con un sorriso
incassò l’ultimo attacco della Luce e un sorriso rivolse a Chazz, prima che il
cristallo lo ricoprisse.
-Ho vinto, com’era
previsto. E ora, correggiamo questa piccola svista, sempre che tu non abbia
troppa paura.
-Comincia a tremare,
Sartorius, perché sari sconfitto- annunciò il ragazzo dalle iridi plumbee,
chiamando a sé i suoi mostri più fidati.
Mescolò il deck ed
estrasse dalla tasca il suo tesoro più prezioso: la carta dell’Imperatrice. La
fissò un lungo attimo, poi, prima di poterci ripensare, la unì alle altre.
Eilen gli sarebbe
stata accanto in quello scontro decisivo.
Avrebbe vinto,
perché in lui erano riposte le speranze di due interi mondi.
E perché la disfatta
della Luce gli avrebbe forse restituito colei che amava.
Peccato che tutte
quelle belle prospettive non fossero resistite al deck di Sartorius.
Tutti i suoi
propositi si stavano rapidamente infrangendo insieme ai suoi life-points,
distrutti da quei mostri che parevano intoccabili.
-Arrenditi, Chazz.
Ormai è finita…non puoi sperare di vincere.
Il ragazzo strinse i
denti, cercando disperatamente una soluzione: Sartorius aveva maledettamente
ragione. Non poteva competere con lui.
-No, non è vero- si
riscosse improvvisamente. –Che diavolo sto dicendo?! Non mi sono mai arreso e
non ho certo intenzione di farlo adesso e darla vinta a quel pazzo in bianco.
Com’è quella stupida frase che Jaden ripete ogni tre secondi? Aiuto, devo
proprio essere messo male per farmi coraggio con le uscite di quell’imbranato…ah,
sì…un duello non è finito finché non si gioca l’ultima carta!
Già, poteva ancora
vincere. Bastava che avesse fiducia nelle sue capacità e nei suoi mostri.
Ritrovata la grinta,
il giovane pescò una carta e la voltò, spalancando gli occhi: forse era un
segno…forse il destino stava cambiando. E girava dalla sua parte.
-Mi dispiace,
ragazzi- disse ai due “Ojama” superstiti. –Ci vediamo più tardi.
-Fai pure, capo.
-Sacrifico i miei
mostri in gioco per poter evocare lei…”Imperatrice Neo-spaziale”!
Chazz sentiva il
proprio cuore lacerarsi mentre quella visione prendeva forma: la sua Eilen,
bellissima come quand’era una ragazza in carne e ossa. Quella che lui aveva
amato e amava ancora.
E accadde qualcosa.
Andros, nascosto fra
i cristalli, spalancò gli occhi e il mondo cambiò aspetto. Chazz si ritrovò a
galleggiare in uno spazio indefinito e in costante mutamento: a volte assumeva
i tratti del cosmo, altre di un fondale marino…
-Chazz…
Di chi era la voce
che lo chiamava?
-Chazz…
Non vedeva nessuno,
a parte…
A parte una
fiammella rossa che si muoveva davanti a lui con fare divertito.
-Ciao, Chazz.
Finalmente ci conosciamo di persona- continuò la voce. –Non vedevo l’ora di
poter dare un’occhiata a colui per il quale sospira la mia signora. E devo
ammettere che non sei niente male…per essere un umano!
Il moro era confuso:
chi era quella strana presenza? Cosa voleva? E dov’era finita la Terra,
l’Accademia, Andros e Sartorius?
-Chi sei?- si
azzardò a chiedere.
-Non mi hai
riconosciuto?! Io sono il Cuore di Neos.
-Il Cuore di Neos?!
Ma io credevo che…
-Dovessi aiutare il
duellante eletto? Sì, il piano era questo, ma è successo qualcosa che ha
cambiato tutto… ho scoperto che Jaden, pur essendo l’eletto, non aveva il
potere di superare il destino.
-Allora la Terra è
spacciata!
L’entità esplose in
un risata cristallina che lasciò Chazz del tutto spiazzato.
-No, duellante. Il
tuo mondo e il mio sono affidati a te- spiegò. –Tu hai la forza di modificare
ciò che è già stato scritto e per questo ti offro il mio aiuto: insieme
sconfiggeremo Sartorius e la Società della Luce.
-E…una volta
scomparsa la Luce, trionferà il bene, giusto?
-Chazz, questo non è
uno scontro fra il bene e il male: così come la Società della Luce, siamo anche
noi entrambe le cose. La lotta che conduciamo serve a ristabilire l’equilibrio.
-L’equilibrio?
-Sì, fra luce e
oscurità. Ora vai, Chazz. E vinci.
Lentamente, tutto
iniziò a dissolversi, ma il giovane aveva ancora un dubbio.
-Che ne sarà di
Eilen? Tornerà sulla Terra?
-Questa è una
domanda a cui non so rispondere. Solo il tempo deciderà il futuro della mia
signora.
Improvvisamente
ricomparve il cortile dell’Accademia, i mostri di Sartorius e la sua
“Imperatrice” che attendeva un comando.
E, nella sua mano,
una carta era cambiata. Chazz esitò un attimo, indeciso sul da farsi.
-Io sono con te,
duellante- intervenne il Cuore di Neos.
-Allora, Chazz…è
tutta qui la tua ultima mossa?- domandò ironico Sartorius.
-Siamo d’accordo:
questa sarà la mia ultima mossa- ribatté l’altro, alzando lo sguardo e fissando
il suo avversario negli occhi. Uno sguardo deciso e imperscrutabile che incrinò
la sicurezza del veggente. –La mossa che mi porterà alla vittoria. Gioco la
carta magia “Cuore di Neos”!
-No! Non è
possibile! STAI MENTENDO!- esclamò, mentre i suoi mostri si dissolvevano.
-Tu dici? Perché non
guardi con i tuoi occhi…stai per assaggiare la sconfitta. Vai “Imperatrice”!
Attacca i suoi life-points!
Non
c’era nessuno nel giardino, almeno all’apparenza. In realtà, fra i rigogliosi
alberi, le siepi finemente modellate e le maestose fontane, qualcuno muoveva
passi furtivi in direzione di un’antica breccia nella muraglia. Si fermò solo
un istante per osservare la statua dell’eroe che gli scultori stavano
terminando: a suo parere non gli rendeva merito. L’originale era meglio.
Tutti erano in pausa
e questo le offriva l’occasione per fuggire da lì.
Aveva già una gamba
all’esterno quando…
-Mia signora!
Eilen si voltò di
scatto, spaventata. Avevano scoperto il suo tentativo di fuga: adesso la
attendeva una sorveglianza serrata e costante. Ma non erano i saggi a
richiamarla: la fanciulla si trovò infatti davanti una faccia amica e tirò un
sospiro.
-Neos, sei tu…
-Cosa sta facendo?
-Non si vede?-
replicò con ironia. Le sembrava palese il suo progetto di scappare. –E poi
smettila con questo lei…ci conosciamo da quand’eravamo bambini…
-Credi sia questa la
soluzione migliore?
-no, ma non riesco a
pensarne altre- rispose, improvvisamente triste e sconsolata. –Questo posto
pullula di gente che si sente in diritto di decidere della mia vita. E io non
lo accetto.
-Ma se scappi farai
preoccupare tutti: il popolo, i saggi, i tuoi genitori…Chazz- continuò l’altro.
–L’Accademia sarà il primo posto in cui verranno a cercarti.
-Lo so, Neos, ma
cos’altro dovrei fare?! I saggi vogliono che sposi Chazz e lo costringa a
diventare imperatore, i miei genitori vogliono che pensi alla dinastia e sposi
un neo-spaziale…tutti mi comunicano le loro decisioni su di me, ma nessuno mi
chiede cosa voglio io.
-Cosa faresti se
fossi libera?
-Tornerei fra
braccia di colui che amo, senza obblighi o doveri…stare con lui come una
ragazza qualunque. Ma tutto questo non è possibile: le persone come noi non
possono sognare.
Gli occhi cerulei si
abbassarono arrendevoli: da un mese a quella parte non si parlava che di Chazz
e di come li avesse salvati da Sartorius. Un eroe, lo definivano. E lo era, lei
ne era convinta. Ma non per questo poteva imporgli un futuro da reggente che
non gli apparteneva.
-Eilen, hai fatto
tanto per tutti noi. Forse è ora che tu pensi alla tua felicità.
-Non è così
semplice…
-Se il Cuore di Neos
avesse rispettato quant’era scritto, avresti sposato Jaden?- le domandò
schietto. –Avresti tutti questi dubbi?
-No, certo che no. e
so che per lui sarebbe stato lo stesso.
-Invece Chazz…
-Lui…mi ama e io lo
amo…ma…non posso costringerlo a lasciare tutto per me e per un mondo che non
conosce.
-Eilen, siete
entrambi troppo giovani per un passo del genere. Non hai fretta di decidere-
proseguì Neos. -È tutta la vita che ti vedo eclissare te stessa per il regno.
-Io amo il mio
regno!
-Lo so, ma non
adesso che ti si stringe intorno.- Rimasero entrambi in silenzio, consci della
verità contenuta in quell’affermazione. –Torna da lui, sulla Terra e il giorno
in cui deciderai di tornare sarà perché finalmente hai preso una decisione sul
tuo futuro. I tuoi genitori sono in ottima salute e possono prendere il tuo
posto e il popolo sarà felice di vederti di nuovo sorridere.
-Neos…
-Vivi la tua vita.
-Grazie, Neos. Senza
di te avrei commesso una sciocchezza.
-Vai dai saggi e dai
tuoi genitori. Parla loro sinceramente. Poi sii felice, amica mia.
Un mese.
Un mese esatto era
trascorso dalla sua vittoria contro Sartorius.
Un mese e non era
accaduto nulla.
Forse, anzi
certamente, si era illuso. In fondo nessuno gli aveva garantito che
sconfiggendo la Luce, Eilen sarebbe tornata. Era una cosa che si era messo in
testa lui.
Ma quanto faceva
male la realtà.
L’Accademia si
apriva davanti ai suoi occhi, ma quel giorno Chazz non aveva alcuna voglia di
andarvi: Jaden disputava un duello dimostrativo contro uno del primo anno. Una
noia mortale, insomma.
No, non era giornata
da chiudersi in aula.
-Ehi, capo…ma…dove
vai?- gli chiese “Ojama giallo”.
-Non sono affari che
ti riguardano.
-Uffa, capo.
Il moretto ignorò i
lamenti del suo mostro impiccione e proseguì per la scogliera. Lì era
cominciata la sua storia con Eilen e lì si recava nella vana speranza di
poterla rivedere.
Anche solo per un
attimo.
Ma i suoi desideri
non erano mai esauditi.
Accarezzato dalla
brezza, il suo viso era rivolto all’orizzonte vasto, quasi a cercarvi una
breccia per raggiungere il Neo-spazio. Era stato tutto…rapido e quasi
impercettibile: quando i life-points di Sartorius si erano azzerati, una luce
rossa aveva avvolto tutto…e Chazz si era risvegliato nel suo letto, stringendo
in una mano il deck e nell’altra il ciondolo. Il cristallo era svanito e tutti,
tranne lui e Jaden, avevano dimenticato l’accaduto.
La carta
dell’imperatrice e quella del Cuore di Neos erano scomparse, Andros era tornato
a casa ed ogni cosa pareva scorrere tranquillamente come sempre.
Tranne che per lui:
tutto ciò che aveva avuto un senso era svanito e non gli rimaneva che il sapore
amaro del ricordo, qualcosa che non ti sfama, ma ti lascia un aroma secco e
acre in bocca. Una sensazione che non gli piaceva per niente.
Aveva vinto,
maledizione. Possibile che non ci fosse alcun premio? Aveva solo salvato la
Terra e il Neo-spazio, una cosetta da niente…
-Ripensarci e
tormentarmi non serve proprio a niente- pensò, osservando la pietra sul
ciondolo brillare al sole. –E non cambia nulla. Forse dovrei arrendermi
all’evidenza…
Strinse il
medaglione e si preparò a lanciarlo: doveva chiudere con il passato. Non c’era
altro modo. Non poteva continuare ad essere schiavo dei ricordi.
Se voleva tornare a
vivere doveva tagliare ogni legame che lo teneva incatenato alla memoria. Era
pronto a donarlo al mare, quando una voce lo bloccò. Una voce che sembrava
arrivare direttamente da quel passato che voleva cancellare.
-Chazz.
Il duellante
spalancò gli occhi plumbei, voltandosi lentamente.
Era…era mai
possibile?
-Eilen…- sussurrò,
incredulo e sconvolto allo stesso tempo. Era un sogno, non poteva essere vero.
Una visione…
Ma lei gli si
avvicinò, sfiorandogli una guancia con dita reali, in carne e ossa. E gli
sorrise. Un sorriso in cui era contenuta la risposta a tutte le sue domande.
-Sono tornata. E
stavolta non sparirò nel nulla- disse dolcemente.
-Eilen…- mormorò
ancora, prima di stringerla a sé in un abbraccio che agognava da troppo tempo.
Sentì qualcosa di umido scorrergli lungo le gote, ma non si diede la pena di
asciugarle: l’aveva di nuovo tra le braccia e questa era la sola cosa
importante. –Credevo non ti avrei mai più rivista…
-Ci sono stati
momenti in cui l’ho creduto anch’io. Ora non ti lascerò mai più.
-Ma…il Neo-spazio…il
tuo regno…- aggiunse, separandosi da lei.
Eilen gli raccontò
ogni cosa, dalle decisioni dei saggi riguardo il suo matrimonio, al consenso
dei suoi seppur riluttanti genitori a trasferirsi sulla Terra.
-Ti amo, Chazz e
voglio stare con te, ma non posso costringerti a fare qualcosa che non
desideri.
Il giovane era
piuttosto confuso, sebbene avesse capito a grandi linee la situazione: nel
Neo-spazio lo consideravano un eroe e volevano che diventasse il loro
imperatore…il solo pensiero lo faceva diventare rosso dalla testa ai piedi.
Amava
Eilen…però…ecco…non aveva mai riflettuto sul matrimonio…era qualcosa di
lontano…
-Io…non so cosa
dire…mi cogli impreparato…
Eilen scoppiò a
ridere, lasciando il ragazzo ancora più perplesso.
-Chazz! Non dobbiamo
sposarci…non ora almeno- spiegò fra le risate. –Abbiamo un sacco di anni per
decidere!
Chazz tirò un
sospiro di sollievo, passandole le braccia attorno alla vita e attirandola a
sé.
-Ti amo.
-Ti amo anch’io…mio
eroe.
E un tanto sognato
bacio riunì ciò che il destino aveva voluto separare.
FINE
Hello!! ^^
Come vedete sono
finalmente tornata con il seguito de “Il cuore & il destino” che ha
ricevuto un sacco di commenti positivi…quindi un super mega GRAZIE a chi ha commentato
ma anche a chi ha letto soltanto! Spero di non aver deluso le vostre
aspettative con questa fic…che è solo l’inizio delle tante che ho scritto
quest’estate…
Insomma, per farla
breve, anche voi fan di “Yu-Gi-Oh!” mi dovrete sopportare ancora per un po’!
Se qualcuno segue
anche le ff su “Beyblade” ne approfitto per salutarlo e annunciare le novità
sulle mie storie.