CONTRO OGNI DESTINO

di redeagle86
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La matricola ***
Capitolo 2: *** Quando domina la rabbia ***
Capitolo 3: *** Troppo bianco in Accademia ***
Capitolo 4: *** Un implacabile giustiziere ***
Capitolo 5: *** Andros ***
Capitolo 6: *** La Luce ***
Capitolo 7: *** Il duellante eletto ***
Capitolo 8: *** Rivelazioni ***
Capitolo 9: *** Il Cuore di Neos ***
Capitolo 10: *** Una ragazza qualunque ***



Capitolo 1
*** La matricola ***


CONTRO OGNI DESTINO

 

Sartorius arriva all’Accademia, Chazz cerca vendetta per la sorte di Eilen.

E il Cuore di Neos deciderà con chi schierarsi…

 

Prima di iniziare l’atteso seguito di “Il cuore & il destino” devo fare un gigantesco saluto a ISI e ringraziarla per avermi fatto fare pace con l’odiato HTML!

E ora vi lascio alla lettura!

 

Cap. I°
La matricola

 

Un mese.

Un mese esatto era trascorso da quella maledetta sera che aveva cambiato ogni cosa.

Era a questo che pensava Jaden guardando il calendario: un mese e le ferite non si erano ancora chiuse. Soprattutto quelle di Chazz. Uscendo sulla terrazza, gettò un’occhiata al super appartamento che l’amico si era fatto costruire al momento del trasferimento nel dormitorio Slyfer: era diventato la sua gabbia dorata, in cui sfogava il suo dolore. Poteva solo immaginare la sua sofferenza, le lacrime che versava continuamente nel ricordo della sua amata Eilen.

Un tempo era solito intervallare la giornata con le sue acide battute, mentre ora era chiuso dietro un muro di silenzio e tristezza. e al brunetto faceva veramente male vederlo così e non poter far niente per aiutarlo.

L’unica consolazione, sua e degli amici, era che avesse ripreso a mangiare e a dormire, restituendo un minimo di colore e di sostanza a un viso che diveniva ogni giorno più pallido e scarno.

-Muoviti, Jaden! Siamo in ritardo!- esclamò Syrus, distogliendolo dalle sue riflessioni.

-Arrivo!- rispose, scendendo le scale e raggiungendo il ragazzino con gli occhiali.

 

-Capo…stai facendo tardi- lo avvertì “Ojama giallo”.

Il giovane dai capelli corvini non ribatté, rimanendo sdraiato sul divano a fissare il soffitto.

Eilen…quanto gli mancava. Un mese, e il ricordo di lei non accennava a sbiadire.

Se solo quella dannata sera non si fosse addormentato, forse sarebbe riuscito a fermarla, a impedirle di affrontare Sartorius.

Già, Sartorius…gira e rigira il discorso finiva sempre lì, sul responsabile di quanto era accaduto. Chazz avrebbe dato tutto ciò che possedeva pur di poter stringere il suo collo fra le mani e premere fino a quando non esalava il suo ultimo respiro. Anzi, era meglio una lunga tortura, una lenta agonia che lo facesse soffrire almeno quanto stava soffrendo lui.

Ma erano destinate a rimanere semplici immagini di vendetta impossibili da portare a termine. Quel pazzo se ne stava ben arroccato nel suo palazzo, nascosto chissà dove…

Maledetto: aveva giocato con le sue debolezze, con il suo desiderio di sconfiggere Jaden…e l’aveva ingannato, facendogli credere di aver scelto liberamente la luce…se non si fosse lasciato convincere da quel bugiardo, Eilen non sarebbe stata costretta a rivelare la sua posizione per liberarlo.

Era anche colpa sua se lei era svanita, rinchiusa in una carta da gioco.

-Eilen…

Si voltò su un fianco, il viso nascosto fra le braccia, il corpo scosso dai singhiozzi. Si sentiva perso senza la ragazza, senza l’opportunità di vendicarla…

I suoi mostri lo guardarono, tristi e preoccupati. Quando l’abbraccio di Morfeo accolse il ragazzo, lo coprirono con una coperta, restando a vegliarlo. Non sembrava più lui e gli “Ojama” non sapevano come convincerlo a reagire: più che stargli acanto, combattere e portarlo alla vittoria, non potevano fare altro. La sola cosa che gli avrebbe dato un motivo per lottare sarebbe stato uno scontro con Sartorius.

Sebbene gli spiriti ne temessero il risultato.

 

-Non vedo Chazz…

-Non credo che verrà, Alexis- replicò Jaden, sedendosi.

-Non pensavo potesse ridursi così per una ragazza.

Il compagno annuì distrattamente, spostando l’attenzione su Andros: come Chazz, anche il bambino si era chiuso a guscio, facendosi triste e silenzioso.

-Ragazzi, fate silenzio!- intervenne il cancelliere Krauler, entrando in aula. –Devo fare un annuncio!

-Non vorrà aumentarci i compiti, spero…- iniziò il bruno.

-O distruggere il nostro dormitorio- completò Syrus.

-Sapete che solitamente l’Accademia non accetta iscrizioni a metà anno, tranne in caso di studenti di eccezionale talento- continuò Krauler. –Infatti la nuova matricola si è dimostrata un duellante molto promettente, tanto da accedere immediatamente agli Obelisc Blu…

Jaden lo ascoltava attentamente: era lo stesso discorso che aveva recitato all’arrivo di Eilen…

-Accogliamo con un caldo benvenuto il nuovo allievo: il signor Sartorius!

Tutti sgranarono gli occhi: l’agente di Aster Finix aveva deciso di frequentare l’Accademia del Duellante?!

Un sorriso d’innocenza apparve sul volto di Sartorius, un sorriso che fece rivoltare lo stomaco a Jaden: viscido serpente…quali erano le sue intenzioni? Non aveva già causato abbastanza male?

Poi quello sguardo glaciale si posò su di lui, raggelandolo nel profondo, facendogli intuire il suo scopo: era lì per il Cuore di Neos, per Andros! Voleva distruggere l’unica arma in grado di sconfiggerlo, oppure volgerla dalla sua parte.

Ma l’espressione dura che gli restituì l’eletto non aveva bisogno d’essere accompagnata dalle parole: Jaden non gli avrebbe permesso di trovare la chiave, l’avrebbe ostacolato in ogni modo.

La loro battaglia iniziava in quel momento, ma Sartorius ne conosceva già la fina.

 

-Chazz…Chazz…

Di chi era quella voce dolcissima e suadente che lo chiamava? Di certo non erano gli “Ojama”, con la loro vocetta stridula e impertinente…

Gli sembrava quella di…ma era impossibile.

-Chazz…

Il ragazzo si trovò improvvisamente in uno strano luogo, una sorta di bosco delle favole. Intorno a lui non c’erano che alberi dalle bizzarre forme…si aspettava di veder saltar fuori il Coniglio Bianco di Alice!

E, in effetti, quello che ne uscì era bianco. Solo che non era un coniglio, ma una tunica con ricami d’oro. Chazz alzò lo sguardo e gli occhi plumbei si spalancarono. Quei capelli ramati, quelle iridi color del mare… era proprio lei.

Senza pensarci due volte, le corse incontro con la chiara intenzione di abbracciarla. Invece le passò attraverso come se non fosse altro che uno spettro. Si girò sconvolto, fissandola.

-Mi dispiace, Chazz. Questo è ciò che rimane di me: uno spirito. Purtroppo non uno spirito dei duelli: la mia esistenza è incatenata a questo luogo.

-Eilen…

-Non sai quanto mi manchi, quanto mi costa star qui, senza sapere niente di te...

-Manchi da morire anche a me.

Eilen gli sorrise come solo lei sapeva fare, con quella luce di gioia negli occhi che lo aveva fatto innamorare. Quel sorriso che riusciva a sciogliere anche il più gelido inverno.

Ma un’ombra di preoccupazione lo incrinò, cancellandone la gioia.

-Chazz, questo incontro non mi è stato concesso per buon cuore dei saggi, ma per affidarti un compito importante.

-Di cosa si tratta?- Il suo tono era brusco e freddo e la fanciulla non poteva fargliene una colpa: anche lei avrebbe desiderato solo  trovare rifugio fra le sue braccia, baciare quelle labbra che le avevano trasmesso tanto amore…

-Di Sartorius.

A quel nome si riaccese l’interesse di lui: Sartorius, il responsabile di tutto. Doveva forse sfidarlo e distruggerlo?

-È arrivato all’Accademia del Duellante con l’intenzione di soggiogare le menti degli studenti. Il tuo compito è salvarli, come io ho fatto con te- continuò. –Il suo potere diminuirà se avrà meno sottoposti e la vittoria sarà più facile.

-Come devo fare?

-Con questo- rispose, sfilandosi la catenina che aveva al collo. Un medaglione con incastonata una pietra viola vi era infilato. –Però devi stare attento: non sei un neo-spaziale, quindi il ciondolo dovrà attingere direttamente alle tue energie. Non strafare: se usato in modo eccessivo, può rivelarsi un oggetto molto pericoloso, addirittura mortale.

Il duellante rigirò il medaglione fra le mani, con in testa solo un pensiero: Sartorius era uscito dal suo nascondiglio. La vendetta era a pochi passi da lui: se allungava un braccio, poteva sfiorarla con la punta delle dita.

Si sarebbe ripreso la vita che gli era stata strappata.

-Chazz…giurami che farai attenzione…

La voce rotta di Eilen lo costrinse a mettere da parte quei propositi: non doveva farla preoccupare. Probabilmente aveva intuito le sue intenzioni. Anzi, poteva togliere il probabilmente e sostituirlo con sicuramente.

Infatti la giovane lo scrutava con ansia, spaventata da ciò che il suo ragazzo aveva in mente. Conosceva il suo desiderio di vendetta, lo leggeva nel fuoco dei suoi occhi, un fuoco molto diverso da quello che ardeva un mese prima. Non voleva che mettesse a rischio la sua vita per lei, non voleva che commettesse delle follie.

-Ti prego…

-Te lo prometto, Eilen. Cercherò di non cacciarmi nei guai.

-Sul serio, Chazz: non sottovalutare Sartorius. È un cialtrone, un bugiardo ma manipola la mente e sa usare il suo deck con una precisione spiazzante.

-Questo non posso assicurartelo…non dopo quello che ti ha fatto.

Eilen gli sfiorò una guancia con le sue dita evanescenti: costretta in quel luogo, a combattere contro il tempo tiranno, lontana da colui che amava…non esisteva punizione peggiore.

-Ti amo. Addio, Chazz.

-Eilen, no! Eilen!!

 

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Capitolo 2
*** Quando domina la rabbia ***


Cap. II°

Quando domina la rabbia

 

-Eilen!- gridò Chazz, svegliandosi di colpo.

Era nella sua stanza.

Allora era stato soltanto un sogno…

-Capo!- Gli “Ojama” erano accorsi, spaventati dal suo risveglio. –Va tutto bene?

-Sì…è stato solo…un sogno…

-Capo, ma quello non è…- iniziò il mostriciattolo verde, indicando la coperta. C’era qualcosa appoggiato sul tessuto: il ciondolo di Eilen. Il moretto lo prese in mano, stringendolo nel pugno e portandolo all’altezza del cuore.

Allora non era stato un sogno…

-Capo, che significa?

Ma il ragazzo non li stava ascoltando: si alzò in fretta e afferrò la giacca, infilando il medaglione in tasca.

-Io vado in Accademia- li informò.

-Aspettaci! Veniamo con te!

 

Jaden lasciò l’aula con addosso una strana sensazione: la presenza di Sartorius non gli piaceva per niente.

Aveva visto l’effetto che il potere della Luce aveva sulle menti delle persone: Chazz non era uno dal carattere fragile, eppure era riuscito a piegarlo in un niente.

E lo Slyfer era convinto che il lavaggio del cervello fatto all’amico fosse ancora poca cosa: no, Sartorius era capace di ben altro. E se il Cuore di Neos fosse finito nelle sue mani…

Non voleva immaginare le conseguenze.

Con un sospiro stanco, il duellante dovette però ammettere che la sua preoccupazione principale era un’altra e non aveva niente a che fare con Andros. Il suo pensiero era Chazz: prima o poi sarebbe certo venuto a sapere l’identità della nuova matricola e, furente com’era, c’era solo da aspettarsi il peggio.

-Ehi, Jaden!

Il brunetto si voltò, fermandosi ad attendere i compagni. Ultimamente le sue nere riflessioni lo isolavano spesso dal resto del mondo, costringendolo ad escludere i componenti del gruppo. Erano ignari del pericolo che correvano, ignari della minaccia che, come una nube di tempesta, incombeva sulla scuola.

-Cosa c’è?

-Dovremmo essere noi a chiedertelo- rispose Alexis. –Te ne sei andato senza dire niente…

-Scusatemi, ragazzi. Ero un po’ scombussolato dalla presentazione di Krauler.

-Ne parla già l’intera Accademia- continuò Syrus. –Il manager di Aster Finix…magari è qui per scoprire nuovi professionisti.

-Come vorrei che fosse così- pensò tristemente Jaden.

Poi sentirono improvvisamente un forte rumore, seguito dalla voce di Chazz.

 

Passi sicuri, decisi.

Passi di chi sa qual è il suo compito e non è disposto a cedere il passo.

Passi rabbiosi, che come un orologio di morte, scandivano il tempo che restava prima della discesa della falce.

Passi di chi cerca vendetta.

Un angelo vendicatore, che si imbatté inaspettatamente nella sua vittima.

Sartorius non provò nemmeno a reagire: si trovò sbattuto al muro da un Chazz visibilmente furioso.

Gli occhi plumbei mandavano scintille e non promettevano niente di buono.

-Chazz…è così che saluti un vecchio amico?- domandò con una calma irreale.

-Noi non siamo mai stati amici- ringhiò l’altro.

-Davvero? Eppure ero certo che in passato ci fossimo trovati d’accordo su parecchie cose.

-Mi hai manipolato…mi hai usato per i tuoi sporchi comodi…per scoprire la vera identità di Eilen…

-Era scritto nel destino- ribatté l’uomo.

-Smettila! Non esiste il destino!- esclamò.

-Ne sei sicuro?

La pazienza di Chazz si era del tutto esaurita. Un braccio si alzò, pronto a sferrare un destro ben piantato sulla faccia di quel burattinaio da strapazzo.

Ma qualcosa, o meglio qualcuno, lo trattenne, separandolo da Sartorius. Il veggente gli rivolse un ultimo sorrisetto, poi si allontanò lungo il corridoio.

-Chazz, si può sapere che ti è preso?!

-Lasciami, Bastion!

-No, finché non sarai tornato in te- replicò il Ra Giallo. –Azzuffarsi con una persona come Sartorius…cose da pazzi! Potrebbe anche denunciarti, lo sai?

-È solo uno schifoso bugiardo!- urlò il giovane, liberandosi dalla stretta dell’amico. Sentì una mano posarsi sulla spalla e non ebbe bisogno di alzare lo sguardo per sapere di chi si trattasse.

-Chazz…

-Non puoi capire, Jaden- sussurrò, stringendo i pugni. –Non puoi capire.

Si fece largo fra i ragazzi, prendendo la via per l’uscita, seguito solo dai loro sguardi.

Jaden lo fissò tristemente: aveva ragione, non poteva realmente capire il suo dolore. Ma non poteva nemmeno abbandonarlo al suo destino.

Solo che il moro non gli lasciava nemmeno un varco per lanciargli una corda e tirarlo fuori dalla depressione in cui era caduto e che, come un gorgo, lo trascinava sempre più a fondo, nelle acque più scure e inespugnabili.

 

Il vento freddo della scogliera gli sferzava violentemente il viso, come pugnali acuminati e taglienti.

I capelli neri si agitavano frenetici come l’orlo della giacca, al contrario della sua persona, immobile come una statua. Nemmeno le palpebre accennavano ad un movimento.

Forse, quel preludio di tempesta, era meno cupo e impetuoso dei sentimenti che animavano il solitario duellante.

Trovarsi davanti quel viscido verme aveva fatto riemergere ogni dettagli di quella terribile sera in cui aveva perso l’unica cosa che contasse nella sua vita. Maledetto il giorno in cui era entrato nelle loro vite.

La sua mano strinse spasmodica il ciondolo nascosto nel fondo di una tasca e un sorriso cattivo gli incurvò le labbra: avrebbe fatto passare il sonno a Sartorius.

Chazz Princeton sarebbe diventato presto la sua spina nel fianco.

Era una promessa solenne.

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Capitolo 3
*** Troppo bianco in Accademia ***


Cap. III°

Troppo bianco in Accademia

 

-Gioco “Capitano saccheggiatore” in posizione d’attacco!

-E io svelo la mia trappola- ribatté Sartorius. –Hai perso. Preparati a vedere la Luce.

-Aaaaahhhhh!!!

 

-Chazz, non vieni a lezione?- chiese Jaden, al di là della porta chiusa.

-No, ho da fare.

-Come vuoi- si arrese. –Syrus ti presterà i suoi appunti. Ci vediamo più tardi.

-Ok…

Il brunetto si allontanò abbattuto: erano due giorni che Chazz non metteva il naso fuori dalla sua stanza, precisamente dall’incontro con Sartorius. A sentire gli “Ojama” era impegnato nella preparazione di un deck imbattibile, ma questa spiegazione lasciava piuttosto perplesso il ragazzo: l’amico duellava con qualsiasi mazzo, anche composto da carte deboli o imbastito con quelle che trovava al momento. Non era da lui…

Non era come Bastion, che allestiva deck a suo dire perfetti, trascorrendo ore e ore a fare calcoli. No, doveva esserci sotto qualcos’altro.

-Jaden! Jaden!

 

Il problema era che nemmeno gli “Ojama” sapevano esattamente cosa stesse facendo il loro proprietario.

Seduto alla scrivania, il moretto fissava le sue carte disposte in file ordinate sul piano del tavolo…

“Ojamandala”, “Sventura silenziosa”, “Drago armato”, “Re Ojama”…ognuna aveva un valore particolare.

“Ojama giallo”, il ricordo del suo periodo all’Accademia del Nord; “Ojama verde” e “Ojama nero”, il duelo contro suo fratello; “Drago armato”, con lui da sempre…

Quei mostri gli avevano sempre dato molto più di quanto meritasse, gli erano rimasti accanto in ogni istante della sua vita, nelle vittorie e nelle sconfitte. Ora, chiedeva silenziosamente loro un ultimo grande favore: aiutarlo a smantellare il potere di Sartorius e a vendicare Eilen.

Insieme avrebbero vinto quell’ultima battaglia. Già, perché se le cose andavano come credeva, non ci sarebbe stato un dopo alla fine della sua missione.

Compose il suo deck, salutando ogni creatura e pose in cima i suoi preferiti, i suoi assi nel mazzo.

-Capo, che fai?

-Ora sono pronto- rispose il giovane dagli occhi grigi. Il ciondolo viola brillava, avvertendolo che era tempo d’agire. Inserì il deck nel diulin disk e prese un profondo respiro: il primo atto di quello spettacolo stava per cominciare.

 

-Cosa?! Stanno dipingendo di bianco il dormitorio Obelisc?!

-Sì, sembrano tutti impazziti- replicò Alexis.

-Sono tutti vestiti di bianco e blaterano di una misteriosa Società della Luce- aggiunse Syrus.

-Un momento: anche Chazz non parlava di questa organizzazione?- chiese Bastion.

Jaden strinse furente i pugni: in due giorni Sartorius aveva assoggettato al suo potere mezza Accademia. E lo aveva fatto sotto il suo naso! Che razza di difensore era se non si accorgeva delle mosse del suo avversario numero uno?!

E dov’era Andros?

Si guardò intorno preoccupato, domandando poi notizie alla bionda.

-È con Atticus. Ha deciso di provare a tirargli su il morale con una serie di sue canzoni- spiegò la giovane ben poco convinta delle azioni del fratello. Secondo lei il cugino si sarebbe ulteriormente depresso ad ascoltarlo…

-Bisogna avvertire Krauler!

-Troppo tardi: il cancelliere e Bonaparte sono già sul posto…

-…a fermarli, immagino- buttò lì lo Slyfer speranzoso.

-No, a coordinare e dirigere i lavori.

Maledizione, era riuscito a tirare dalla sua parte anche quei due.

-Allora andremo noi a interrompere questa follia dilagante.

 

Il dormitorio Obelisc, affacciato sulla riva del fiume, aveva perso la sua aria sognante e fiabesca. Completamente tinto di bianco, pareva un luogo spettrale e decisamente inquietante.

Per non parlare di tutti quegli studenti nelle loro divise candide: una massa di pecoroni immacolati che venerava Sartorius come se fosse un dio.

C’era decisamente troppo bianco. E il troppo stroppia.

I ragazzi giravano fra gli amici di ieri, confusi e disorientati. Era successo tutto talmente in fretta…e, a parte Jaden, nessuno capiva cosa fosse accaduto esattamente. Erano persone normali (Sì, insomma…si fa per dire… -___-‘ NdA), e ora sembravano tanti fantasmi psicopatici.

-Jenny- esclamò Alexis, prendendo per le spalle la compagna. –Che ti prende?

-Ho visto la Luce, Lexi…la Luce è la risposta a tutto…

-Ma cosa…

-Sì, la risposta ad un mare di bugie- intervenne una voce.

In tanti si volsero nella sua direzione: Chazz era arrivato nel cortile del suo ex-dormitorio. Aveva un’aria incredibilmente seria e il diulin disk al braccio. Jaden lo interrogò con lo sguardo, non ricevendo però alcuna risposta.

-Chi vuole battersi con me, sciocchi creduloni?- li aizzò, imperterrito di fronte alle occhiate feroci che gli regalarono gli interessati. –È tempo di aprire gli occhi.

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Capitolo 4
*** Un implacabile giustiziere ***


Cap. IV°

Un implacabile giustiziere

 

-Una volta eri uno di noi, Princeton!- ribatté un ragazzo, facendosi strada. L’interlocutore ricordava vagamente la sua faccia: un Obelisc, gli pareva. –Ora sei solo uno sporco traditore! Un infedele che ha abbandonato la Luce!

Chazz rimase indifferente a quelle affermazioni, irritando ulteriormente l’altro.

-Bene. Se è un duello che vuoi…sarai accontentato! Non avrò alcuna pietà!

-Finalmente parli la mia lingua.

-Chazz…ma cosa…

-Stanne fuori, Jaden!- replicò il moretto. –È una questione che riguarda soltanto me!

-Se hai finito di fare conversazione, possiamo cominciare. Tanto non sarà una cosa lunga.

-Pensa…stavo per dire lo stesso.

Il giovane in bianco digrignò i denti: quel gradasso stava decisamente esagerando.

-Inizio giocando “Capitano saccheggiatore” in posizione d’attacco. Poi metto sul terreno una carta coperta. Ho finito.

 

Alcuni minuti dopo…

 

I life-points si esaurirono in poche mosse e Chazz si aggiudicò il duello.

Mise una mano in tasca, stringendo il ciondolo: la pietra scottava sul suo palmo e un brivido di apprensione gli attraversò il corpo: cosa sarebbe accaduto? Scosse però la testa, scacciando i dubbi: da quando Chazz Princeton aveva paura?

-Fa il tuo lavoro- pensò. Quasi immediatamente avvertì una sorta di scossa, che assorbì l’aria contenuta nei suoi polmoni. Si trovò boccheggiante, come se dita invisibili gli avessero stretto la gola. Durò solo un istante ma per il ragazzo fu lungo una vita. Pallido, gli occhi sgranati, il respiro affannato…

-Capo, che succede?- domandarono gli “Ojama” allarmati.

-Niente, sto bene- rispose, recuperando un minimo di calma. Avvertiva ancora il battito accelerato del suo cuore e si portò una mano al petto nella speranza di rallentare quella folle corsa.

Il suo avversario, intanto, si era rialzato da terra on un’espressione confusa.

-Ma…dove sono? E cos’è questa divisa bianca?

Un sorriso sfiorò le labbra del duellante dalle iridi plumbee, subito cancellato dal pensiero della sua missione.

-Allora, non c’è nessun’altro con abbastanza fegato da battersi con me?

 

Nel frattempo, anche nel Neo-spazio seguivano le prodezze dell’umano.

I saggi, riuniti in consiglio, visionavano l’andamento della battaglia, senza però mostrare alcuna preoccupazione per le condizioni del loro aiutante.

-C’è da dire che è coraggioso.

-O molto stupido- commentò il secondo. –Pensa di eliminare i sottoposti di Sartorius in un giorno solo?

La loro discussione venne interrotta dall’ingresso dell’ospite d’onore.

-Mi avete fatta chiamare?- si annunciò Eilen.

-Oh, imperatrice…

-A quanto pare il suo protetto si sta dando da fare.

Gli occhi cerulei si spalancarono preoccupati. La fanciulla coprì in pochi passi la distanza che la separava dal monitor.

-Chazz…- sussurrò nel vederlo. Mosse il capo lentamente, quasi volesse convincersi che non era vero. Stava esagerando, stava rischiando la vita…

Possibile che non se ne rendesse conto?

Eppure le aveva fatto una promessa.

Un giustiziere implacabile, ma ormai giunto allo stremo delle forze. Si rivolse disperata ai saggi, nella speranza che la lasciassero andare. Purtroppo, si scontrava con un muro impossibile da abbattere.

-Imperatrice…sapete anche voi che la priorità è preparare la strada all’eletto…

-Sì, ma se continua così morirà!- urlò, ormai in lacrime. Non riusciva a stare a guardarlo senza far nulla, vedere la vita abbandonarlo a poco a poco e restare impassibile. Non poteva.

Forse aveva passato troppo tempo sulla Terra…forse la sua essenza immutabile si era incrinata…o, semplicemente, lo amava e questo metteva in secondo piano qualsiasi altra cosa. Lui era più importante del Neo-spazio, della distruzione di Sartorius, della battaglia finale…già, era di questo che avrebbe dovuto crucciarsi, invece era in pena per uno scorbutico terrestre, acido e sarcastico.

-Mi dispiace, imperatrice…è sacrificabile alla causa.

-No…non è possibile…no!

 

Chazz barcollò sulle gambe: iniziavano a non reggerlo più e anche la vista si faceva più appannata. Aveva due avversari di fronte e un’ultima mossa da compiere per vincere il venticinquesimo duello di fila.

-Gioco…”Tornado Ojama”…- mormorò.

I suoi mostri, intuendo la sua stanchezza, agirono senza bisogno di ordini, distruggendo le creature nemiche e mettendo fine all’incontro.

Il moretto li vide esultare, poi solo le tenebre.

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Capitolo 5
*** Andros ***


Cap. V°

Andros

 

La luce invadeva la stanza, posandosi prepotente su un viso pallido e provato. Due cerchi grigio fumo si aprirono lentamente, quasi che le palpebre fossero incredibilmente pesanti e difficili da sollevare.

Quel luogo gli era famigliare…era…era la sua camera. Ma come ci era arrivato? Non ricordava di esserci entrato, quindi ce lo aveva portato qualcuno. A dire la verità ricordava ben poco.

Si alzò a fatica dal letto: ogni movimento era uno sforzo indicibile. Aveva esagerato con l’energia da dare al medaglione e, per fortuna, era svenuto prima di lasciarci la pelle.

Fortuna…forse non era la parola esatta, ma al momento non gliene sovvenivano altre.

Che giorno era?

Gli sembrava di aver dormito per secoli.

Sbadigliando, si trascinò fino al piano di sotto, fermandosi però sugli ultimi gradini, stupito da ciò che si trovò di fronte. Jaden dormiva sul divano, con i tre “Ojama” intorno, anche loro addormentati.

Chazz non riuscì a trattenere un sorriso: i suoi amici…

Cosa avrebbe mai fatto senza di loro? Non dimostrava mai quanto fosse grato della loro presenza, non era nel suo carattere, ma sperava che comunque sapessero d’essere importanti.

Uscì in silenzio, attento a non svegliarli: non aveva voglia di affrontarli di prima mattina. Una volta fuori, si concesse un lungo sospiro: sapeva di aver sbagliato, di aver permesso alla rabbia e all’odio di prendere possesso della sua mente e di dominare le sue azioni…insomma, era consapevole di non meritare altro che una ramanzina in piena regola.

-Ciao, Chazz.

Il giovane si volse verso la voce, scoprendo Andros, seduto sui gradini del dormitorio.

-Andros…cosa ci fai qui?

-Io più sonno.

Chazz lo fissò un istante, poi gli si avvicinò, tendendogli una mano. Il bambino sollevò i suoi occhi castani, incuriosito da quel gesto insolito per il duellante.

-Sto andando al dormitorio abbandonato…- spiegò. –Vuoi farmi compagnia?

 

Forse non era il posto più adatto per un bambino, ma solo lì Chazz riusciva a sentirsi vicino ad Eilen e sperava che per il piccolo fosse lo stesso. Non sapeva niente del Cuore di Neos, l’incredibile forza racchiusa all’interno di quel corpicino…lo avvertiva semplicemente simile a sé.

Anche Andros si era affezionato ad Eilen e, come lui, ora soffriva immensamente per la sua assenza.

Per il poco che l’aveva conosciuto, il moretto lo considerava un bimbo molto introverso e silenzioso: solo con la fanciulla era più solare ed espansivo. Da quando Eilen era scomparsa, pareva che un macigno di tristezza gravasse su quelle esili spalle.

-Chazz?- ruppe infine il silenzio il timbro cristallino di Andros.

-Sì?

-Dov’è Eilen?

Bella domanda. Come poteva spiegargli che era una carta da gioco? Che il suo spirito era richiuso nel Neo-spazio?

Era complicato e, a guardar bene, anche inutile: non era quella conoscenza che avrebbe alleviato il vuoto che aveva lasciato nei loro cuori. Ma era normale che Andros cercasse una risposta.

Il ragazzo osservò a lungo la costruzione diroccata. Quante cose aveva visto quel posto…

-È lontana da qui- disse. Si girò, abbassandosi fino all’altezza del suo viso. –Ma sono sicuro che ti pensa…sempre. Perché ti vuole bene.

-Mi manca…

-Lo so, Andros. E non posso prometterti che tornerà un giorno.- Non voleva mentirgli, non era giusto nei suoi confronti. –L’unica cosa che so è che farò di tutto perché torni con noi.

C’era un’incredibile dolcezza nella sua voce, proprio lui che non era mai stato capace di parlare con i bambini. E Andros lo ricompensò con un sorriso radioso e sincero, che Chazz ricambiò, scompigliandogli i capelli e rialzandosi.

-Chazz?

-Dimmi.

-Eilen vuole bene anche a te- concluse, prendendolo per mano e attraversando il bosco.

 

Un Jaden abbastanza nervoso li attendeva.

-Si può sapere dov’eri finito?!- gridò al compagno, accorgendosi solo dopo della presenza di Andro. Che ci faceva lì il custode del Cuore di Neos?

-Abbiamo fatto una passeggiata- rispose Chazz, intuendo il motivo dell’interruzione della sfuriata. –Ora torna da Alexis…sarà in pensiero.

Una volta sparito il bambino, lo Slyfer riacquistò la lucidità, riprendendo la discussione. Ma anche stavolta venne interrotto.

-Capo! Capo, ti sei ripreso!

Gli “Ojama” saltarono al collo del loro proprietario, entusiasti di rivederlo in piedi.

-Eravamo preoccupati: sei stato a letto tre giorni…

-Tre giorni?!- ripeté il giovane stupito. Stupito e allarmato: cosa poteva aver mai fatto Sartorius in quel tempo?

-Sì, tre giorni- si intromise Jaden. –E adesso pretendiamo una spiegazione.

-È giusto. Ma è meglio se entriamo.

 

-E questo è tutto- terminò Chazz.

Jaden non ribatté: ora anche l’amico era coinvolto in quella storia. A quel punto, tanto valeva che conoscesse anche il resto.

-Bene, ora è il mio turno.

Il duellante dagli occhi color piombo lo guardò: cosa doveva mai rivelargli che già non sapesse?

 

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Capitolo 6
*** La Luce ***


Cap. VI°
La Luce

 

-Imperatrice!

La fanciulla non alzò gli occhi al richiamo. Nascosta al centro del suo bosco, versava ininterrotti fiumi di lacrime, appoggiata ad un ceppo.

Piangeva per Chazz, che aveva condannato con le sue mani, per la sua segregazione, che le aveva impedito di salvarlo…piangeva perché lo credeva morto.

Quando lo aveva visto crollare al suolo, aveva avvertito chiaramente il suo cuore infrangersi e svanire come sabbia al vento: ogni frammento era precipitato in un abisso di oscura disperazione.

Il suo amore…l’unico che avesse mai amato…

Sentì qualcosa posarsi sulla sua spalla…una zampa. Si voltò, trovandosi davanti “Kuriboh”.

-“Kuriboh”!- esclamò sorpresa. –Che ci fai qui?

La creatura svolazzò felice intorno ad Eilen.

-Cosa?! È vivo?- Prese la palla di pelo fra le mani, gli occhi luccicanti ed increduli. –Chazz…è vivo?

Il mostro annuì, sorridente, lasciandosi stringere e abbracciare dalla giovane.

-“Kuriboh”…è la notizia più bella che potessi ricevere! Grazie! Grazie! Come? Sì, hai ragione…tornerò ad occuparmi del Neo-spazio- rispose la rossa, asciugando le lacrime. –È difficile non preoccuparsi, amico…lo so che Jaden non gli permetterà di fare altre sciocchezze…solo che stare qui senza poter far nulla mi snerva.

Costretta in quel luogo anche se non desiderava altro che la libertà. Sulla Terra si era lasciata tentare da sogni e illusioni su un futuro con la persona che possedeva il suo cuore. Tutte cose che a lei non erano consentite: non all’imperatrice dei Neo-spaziali. Non con un umano. Non con Sartorius ancora a piede libero.

Ma l’amore non ascolta priorità e doveri.

-Chazz…- sussurrò, guardando il cielo.

 

Sulla Terra, anche un’altra persona aveva gli occhi in alto.

Andros…quel bambino era custode della chiave per sconfiggere Sartorius. Era la ragione dell’arrivo di Eilen sulla Terra e all’Accademia del Duellante. Era…incredibile.

Per ora era l’unica definizione che riusciva a concepire. Ancora non era certo dell’effetto che quella rivelazione aveva provocato in lui: forse gli serviva più tempo per digerirla…in fondo, aveva sempre sospettato che ci fosse sotto qualcosa.

Eppure una parte di lui era ferita: perché Eilen non gliene aveva mai parlato? D’accordo, Jaden era il duellante eletto…sì, meno persone lo sapevano e meglio era…ma lui…lui…

Lui un bel niente. La verità era che non aveva mai voluto conoscere i segreti di lei, per paura di perderla, di allontanarla da sé. Chazz la amava per ciò che era come persona, il resto non aveva importanza.

Ed ora era inutile lamentarsi o cercare colpevoli inesistenti: doveva solo aiutare Jaden e fermare la Società della Luce, non crogiolarsi in rimpianti o rancori. Non aveva né tempo né motivo per farlo.

Ma per il giovane dai capelli scuri, quel giorno riservava altre sorprese.

E la prima aveva la forma di una palla di pelo marrone, con due piccole ali sulla schiena.

-“Kuriboh”- sospirò il duellante. Come se non bastassero le apparizioni dei suoi mostri, adesso anche gli spiriti degli altri lo disturbavano. –Cosa vuoi?

In quel preciso istante comparvero anche gli “Ojama”.

-Ecco, ora siamo al completo- pensò tristemente. –Allora…sto aspettando.

-Dice che ha un messaggio per te da parte di Eilen- tradusse il mostro giallo.

-Eilen?! L’hai vista? Come sta?- lo aggredì il ragazzo.

-Ha sofferto molto perché ti credeva morto…nessuno le aveva comunicato il tuo risveglio- continuò “Ojama”. –Ti chiede perdono per averti messo in pericolo e…

La creatura si fermò di colpo, arrossendo, mentre l’altro, terminato il suo compito, svaniva rapidamente.

-E?

-E ti ricorda che ti ama…tantissimo…

Chazz nascose gli occhi sotto la frangia, sorridendo lievemente. Anche lui l’amava e sperava che i suoi sentimenti valicassero spazio e tempo, giungendo a lei.

Ma uno strano vento gli scompigliò i capelli: un’aria bizzarra che portava con sé il segno dell’avvenire e l’odore di battaglia.

La sfida decisiva si stava avvicinando.

Un bagliore improvviso, un fascio di luce bianca, si alzò dall’Accademia, allargandosi poi fino a coprire tutta l’isola.

Il ragazzo non ebbe nemmeno il tempo di chiedersi cosa fosse, che la luce lo investì.

 

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Capitolo 7
*** Il duellante eletto ***


Cap. VII°

Il duellante eletto

 

Jaden correva per i sentieri di un’isola che non riconosceva più: tutto era avvolto da uno strato di cristallo bianco. Cose, persone, piante…il cristallo aveva preso tutti nella sua morsa, senza risparmiare nessuno. Ma dov’erano i suoi amici? Dov’era Andros?

Doveva certo esserci di mezzo Sartorius. Se quel folle aveva fatto loro del male, lui…

“Kuriboh alato” apparve al suo fianco per fargli coraggio e comunicargli qualcosa di importante.

-Cosa? Senti la presenza degli “Ojama”?- ribatté il duellante. –Allora Chazz è qui da qualche parte…

-Jaden…finalmente è arrivato il momento della verità. Sarai più forte del destino?

Il brunetto si volse di scatto nell’udire quella voce. Sartorius stava uscendo dall’Accademia, il diulin disk al braccio e un’espressione che non prometteva nulla di buono. L’espressione di chi sa di aver vinto ancora prima di combattere.

E questo faceva innervosire non poco lo Slyfer: non l’avrebbe mai data vinta a quello psicopatico.

-Vai a cercare Chazz e Andros, “Kuriboh”- ordinò al suo mostro. –Non preoccuparti per me, non mi succederà niente. Vai…- Poi si rivolse al veggente: -A noi due.

-Che aria combattiva…sai, mi dispiace, ma le carte mi annunciano la tua sconfitta. Puoi anche arrenderti subito e sottometterti alla Luce.

-Mai!

-Allora preparati a soffrire.

 

-Io mi domando perché sto seguendo uno sgorbio sciocco e incapace…- brontolò Chazz, avanzando nella foresta di cristallo. Era incredibile: il fascio di luce lo aveva attraversato, congelando tutto ciò che gli stava intorno, lui escluso.

Ma che diavolo era accaduto? Era certo opera di Sartorius: il ciondolo pareva incandescente.

E che ne era dei suoi compagni? Del piccolo Andros? Del Neo-spazio e di Eilen?

-Buone notizie, capo! Sento la presenza di un altro mostro- annunciò “Ojama giallo”. –E sembra si diriga verso di noi!

Ma un pianto catturò la sua attenzione: sembrava provenire da destra e il giovane si diresse in quella direzione, ignorando bellamente quanto il suo compagno aveva appena detto. Un pianto significava la presenza di un altro essere umano oltre a lui.

-Lexi…- udì chiamare da una vocina singhiozzante. –Atti…

Il duellante moro si fece largo fra quelli che fino a pochi istanti prima erano stati alberi, giungendo…

…giungendo davanti all’ex-dormitorio Obelisc. E nel cortile, fra i tanti corpi cristallizzati, riconobbe Atticus: in piedi a braccia spalancate, in una posa spavalda da eroe, aveva inutilmente tentato di proteggere la sorella, la quale, china alle sue spalle, aveva fatto da scudo al cuginetto.

-Lexi…Atti…- singhiozzava disperato il bambino, cercando di risvegliarli.

Chazz si sentì mancare il fiato di fronte a quella scena straziante. Gli si avvicinò, posandogli le mani sulle spalle e allontanandolo con dolcezza.

-Coraggio, Andros…vedrai che presto torneranno come prima…

Ma le lacrime del piccolo non accennavano a smettere e il ragazzo non aveva la minima idea di come consolarlo.

Si fermò di colpo e fece qualcosa che stupì lui stesso: lo prese in braccio e lo tenne stretto a sé, cullandolo finché non si fu calmato. Una volta sceso il silenzio, si accorse che Andros si era addormentato.

Un sorriso di pura dolcezza rischiarò il suo viso severo, in un raro, anzi unico, momento di tenerezza (Un Kodak moment, insomma… ^-^ NdA).

-Capo…

-Andiamo a prendere quel verme, ragazzi- esclamò risoluto.

 

Jaden era inginocchiato al suolo, piegato da quell’ultimo attacco che aveva portato i suoi life-points pericolosamente vicini allo zero. Ok, aveva sottovalutato il suo avversario: Sartorius ci sapeva fare… purtroppo.

Cominciava a sospettare che vedesse davvero il futuro: come si spiegava altrimenti la sua abilità nell’indovinare le carte? A meno che…

No, era troppo assurdo anche il solo pensiero embrionale, figuriamoci trasformarlo in una vera e propria riflessione…

Eppure quell’idea stava germogliando e crescendo sempre più con il passare dei secondi.

-Allora, duellante eletto, hai forse deciso di arrenderti? Sarebbe la cosa migliore e mi dimostrerei clemente nei tuoi confronti.

Il bruno non lo stava neppure ascoltando, troppo preso da quella nuova consapevolezza che acquisiva sostanza a poco a poco.

-Devo prendere forse il tuo silenzio per un sì?

Sartorius…Sartorius poteva plasmare il destino a suo piacere…

Ma dov’era finito il Cuore di Neos? Dov’era Andros?

Aveva bisogno di lui per sconfiggere quello psicopatico…e se Sartorius avesse scoperto tutto e si fosse…

No, era un pazzo, d’accordo, ma Jaden non riteneva possibile fosse un assassino di bambini. Però lì non si parlava solo di morte…poteva averlo inserito nelle sue file di pecoroni vestiti di bianco…oppure… oppure…

Più ci pensava e più formulava ipotesi agghiaccianti: Andros stava bene. Doveva solo portare pazienza e stringere i denti fino al suo arrivo.

Era o no il duellante eletto?

I Neo-spaziali non l’avevano scelto perché si arrendesse alla prima difficoltà. Il duello non era ancora finito.

Con un sorriso sprezzante sulle labbra, il giovane si rialzò e guardò in faccia il suo avversario: non c’era alcuna traccia di timore sul suo viso, non il minimo accenno di una resa.

Il volto del vincitore.

 

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Capitolo 8
*** Rivelazioni ***


Cap. VIII°

Rivelazioni

 

“Ojama giallo” aveva ritrovato la pista e Chazz lo seguiva con Andros addormentato fra le braccia. Il boschetto che aveva attraversato innumerevoli volte pareva sterminato, una distesa infinita di cristallo biancastro.

-Siamo vicinissimi, capo. Si dirige verso…- La frase fu interrotta da una cozzata contro la testa del mostro di cui “Ojama” sentiva la presenza. –Ahia! “Kuriboh alato”! E guardare dove vai?!

La creatura pelosa si agitò nervosamente, fra lo spaventato, l’ansioso e il preoccupato.

-Cosa? Jaden sta affrontando Sartorius?!

Il moro sgranò gli occhi a quella rivelazione: l’ora della battaglia finale era dunque arrivata. E Andros non era là! Doveva assolutamente raggiungere Jaden: non poteva farcela senza il Cuore di Neos…

-Dov’è “Kuriboh”? Mostraci la via!- intervenne. –Resisti, amico. Sto arrivando.

 

Ma Jaden, in quel momento, aveva ben poco a cui attaccarsi per tenere duro. Sartorius aveva ordito una strategia praticamente perfetta bloccando ogni suo tentativo di contrattacco: mostri che non potevano essere distrutti in battaglia, non poteva giocare carte trappola e magia, non poteva schierare i suoi mostri da fusione…

In poche parole aveva le mani legate. Sentiva una corda stringersi sempre di più attorno al suo collo.

Nemmeno le sue frasi incoraggianti, o la fiducia nel cuore delle carte gli venivano in aiuto: la fine si avvicinava a grandi balzi, come un felino in corsa. E attendeva solo di chiudere le sue fauci intorno alla preda.

In quel caso, si trattava di lui.

Perché “Kuriboh” non tornava? Possibile che Chazz fosse così lontano?

-Mi deludi, Jaden. Credevo fossi migliore di quanto ti sei rivelato. Speravo in un duello più avvincente.

-La partita non è ancora terminata, razza di psicopatico!- ribatté una voce dal nulla.

Entrambi i contendenti si voltarono verso colui che aveva appena parlato: Chazz era apparso dalla foresta di cristallo, nera figura di tenebra sul paesaggio candido. E con un’aria tremendamente sicura di sé dipinta sul bel volto. Una sicurezza che fece vacillare per un secondo Sartorius.

-Tu…tu…non dovresti essere qui!- esclamò il veggente. –Il tuo destino…

-Nessuno da ordini a Chazz Princeton- replicò il giovane. –Nemmeno il destino.

Jaden lo studiò con attenzione: l’amico ostentava una determinazione impressionate, tale quasi da riempire l’aria che lo circondava. E fu in quel preciso istante che il bruno capì: il Cuore di Neos non si sarebbe schierato dalla sua parte, nonostante fosse il duellante eletto. E non avrebbe sostenuto nemmeno Sartorius.

No, ora aveva compreso ogni cosa.

Con un sorriso incassò l’ultimo attacco della Luce e un sorriso rivolse a Chazz, prima che il cristallo lo ricoprisse.

-Ho vinto, com’era previsto. E ora, correggiamo questa piccola svista, sempre che tu non abbia troppa paura.

-Comincia a tremare, Sartorius, perché sari sconfitto- annunciò il ragazzo dalle iridi plumbee, chiamando a sé i suoi mostri più fidati.

Mescolò il deck ed estrasse dalla tasca il suo tesoro più prezioso: la carta dell’Imperatrice. La fissò un lungo attimo, poi, prima di poterci ripensare, la unì alle altre.

Eilen gli sarebbe stata accanto in quello scontro decisivo.

Avrebbe vinto, perché in lui erano riposte le speranze di due interi mondi.

E perché la disfatta della Luce gli avrebbe forse restituito colei che amava.

 

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Capitolo 9
*** Il Cuore di Neos ***


Cap. IX°
Il Cuore di Neos

 

Peccato che tutte quelle belle prospettive non fossero resistite al deck di Sartorius.

Tutti i suoi propositi si stavano rapidamente infrangendo insieme ai suoi life-points, distrutti da quei mostri che parevano intoccabili.

-Arrenditi, Chazz. Ormai è finita…non puoi sperare di vincere.

Il ragazzo strinse i denti, cercando disperatamente una soluzione: Sartorius aveva maledettamente ragione. Non poteva competere con lui.

-No, non è vero- si riscosse improvvisamente. –Che diavolo sto dicendo?! Non mi sono mai arreso e non ho certo intenzione di farlo adesso e darla vinta a quel pazzo in bianco. Com’è quella stupida frase che Jaden ripete ogni tre secondi? Aiuto, devo proprio essere messo male per farmi coraggio con le uscite di quell’imbranato…ah, sì…un duello non è finito finché non si gioca l’ultima carta!

Già, poteva ancora vincere. Bastava che avesse fiducia nelle sue capacità e nei suoi mostri.

Ritrovata la grinta, il giovane pescò una carta e la voltò, spalancando gli occhi: forse era un segno…forse il destino stava cambiando. E girava dalla sua parte.

-Mi dispiace, ragazzi- disse ai due “Ojama” superstiti. –Ci vediamo più tardi.

-Fai pure, capo.

-Sacrifico i miei mostri in gioco per poter evocare lei…”Imperatrice Neo-spaziale”!

Chazz sentiva il proprio cuore lacerarsi mentre quella visione prendeva forma: la sua Eilen, bellissima come quand’era una ragazza in carne e ossa. Quella che lui aveva amato e amava ancora.

E accadde qualcosa.

Andros, nascosto fra i cristalli, spalancò gli occhi e il mondo cambiò aspetto. Chazz si ritrovò a galleggiare in uno spazio indefinito e in costante mutamento: a volte assumeva i tratti del cosmo, altre di un fondale marino…

-Chazz…

Di chi era la voce che lo chiamava?

-Chazz…

Non vedeva nessuno, a parte…

A parte una fiammella rossa che si muoveva davanti a lui con fare divertito.

-Ciao, Chazz. Finalmente ci conosciamo di persona- continuò la voce. –Non vedevo l’ora di poter dare un’occhiata a colui per il quale sospira la mia signora. E devo ammettere che non sei niente male…per essere un umano!

Il moro era confuso: chi era quella strana presenza? Cosa voleva? E dov’era finita la Terra, l’Accademia, Andros e Sartorius?

-Chi sei?- si azzardò a chiedere.

-Non mi hai riconosciuto?! Io sono il Cuore di Neos.

-Il Cuore di Neos?! Ma io credevo che…

-Dovessi aiutare il duellante eletto? Sì, il piano era questo, ma è successo qualcosa che ha cambiato tutto… ho scoperto che Jaden, pur essendo l’eletto, non aveva il potere di superare il destino.

-Allora la Terra è spacciata!

L’entità esplose in un risata cristallina che lasciò Chazz del tutto spiazzato.

-No, duellante. Il tuo mondo e il mio sono affidati a te- spiegò. –Tu hai la forza di modificare ciò che è già stato scritto e per questo ti offro il mio aiuto: insieme sconfiggeremo Sartorius e la Società della Luce.

-E…una volta scomparsa la Luce, trionferà il bene, giusto?

-Chazz, questo non è uno scontro fra il bene e il male: così come la Società della Luce, siamo anche noi entrambe le cose. La lotta che conduciamo serve a ristabilire l’equilibrio.

-L’equilibrio?

-Sì, fra luce e oscurità. Ora vai, Chazz. E vinci.

Lentamente, tutto iniziò a dissolversi, ma il giovane aveva ancora un dubbio.

-Che ne sarà di Eilen? Tornerà sulla Terra?

-Questa è una domanda a cui non so rispondere. Solo il tempo deciderà il futuro della mia signora.

Improvvisamente ricomparve il cortile dell’Accademia, i mostri di Sartorius e la sua “Imperatrice” che attendeva un comando.

E, nella sua mano, una carta era cambiata. Chazz esitò un attimo, indeciso sul da farsi.

-Io sono con te, duellante- intervenne il Cuore di Neos.

-Allora, Chazz…è tutta qui la tua ultima mossa?- domandò ironico Sartorius.

-Siamo d’accordo: questa sarà la mia ultima mossa- ribatté l’altro, alzando lo sguardo e fissando il suo avversario negli occhi. Uno sguardo deciso e imperscrutabile che incrinò la sicurezza del veggente. –La mossa che mi porterà alla vittoria. Gioco la carta magia “Cuore di Neos”!

-No! Non è possibile! STAI MENTENDO!- esclamò, mentre i suoi mostri si dissolvevano.

-Tu dici? Perché non guardi con i tuoi occhi…stai per assaggiare la sconfitta. Vai “Imperatrice”! Attacca i suoi life-points!

 

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Capitolo 10
*** Una ragazza qualunque ***


Cap. X°

Una ragazza qualunque

 

Non c’era nessuno nel giardino, almeno all’apparenza. In realtà, fra i rigogliosi alberi, le siepi finemente modellate e le maestose fontane, qualcuno muoveva passi furtivi in direzione di un’antica breccia nella muraglia. Si fermò solo un istante per osservare la statua dell’eroe che gli scultori stavano terminando: a suo parere non gli rendeva merito. L’originale era meglio.

Tutti erano in pausa e questo le offriva l’occasione per fuggire da lì.

Aveva già una gamba all’esterno quando…

-Mia signora!

Eilen si voltò di scatto, spaventata. Avevano scoperto il suo tentativo di fuga: adesso la attendeva una sorveglianza serrata e costante. Ma non erano i saggi a richiamarla: la fanciulla si trovò infatti davanti una faccia amica e tirò un sospiro.

-Neos, sei tu…

-Cosa sta facendo?

-Non si vede?- replicò con ironia. Le sembrava palese il suo progetto di scappare. –E poi smettila con questo lei…ci conosciamo da quand’eravamo bambini…

-Credi sia questa la soluzione migliore?

-no, ma non riesco a pensarne altre- rispose, improvvisamente triste e sconsolata. –Questo posto pullula di gente che si sente in diritto di decidere della mia vita. E io non lo accetto.

-Ma se scappi farai preoccupare tutti: il popolo, i saggi, i tuoi genitori…Chazz- continuò l’altro. –L’Accademia sarà il primo posto in cui verranno a cercarti.

-Lo so, Neos, ma cos’altro dovrei fare?! I saggi vogliono che sposi Chazz e lo costringa a diventare imperatore, i miei genitori vogliono che pensi alla dinastia e sposi un neo-spaziale…tutti mi comunicano le loro decisioni su di me, ma nessuno mi chiede cosa voglio io.

-Cosa faresti se fossi libera?

-Tornerei fra braccia di colui che amo, senza obblighi o doveri…stare con lui come una ragazza qualunque. Ma tutto questo non è possibile: le persone come noi non possono sognare.

Gli occhi cerulei si abbassarono arrendevoli: da un mese a quella parte non si parlava che di Chazz e di come li avesse salvati da Sartorius. Un eroe, lo definivano. E lo era, lei ne era convinta. Ma non per questo poteva imporgli un futuro da reggente che non gli apparteneva.

-Eilen, hai fatto tanto per tutti noi. Forse è ora che tu pensi alla tua felicità.

-Non è così semplice…

-Se il Cuore di Neos avesse rispettato quant’era scritto, avresti sposato Jaden?- le domandò schietto. –Avresti tutti questi dubbi?

-No, certo che no. e so che per lui sarebbe stato lo stesso.

-Invece Chazz…

-Lui…mi ama e io lo amo…ma…non posso costringerlo a lasciare tutto per me e per un mondo che non conosce.

-Eilen, siete entrambi troppo giovani per un passo del genere. Non hai fretta di decidere- proseguì Neos. -È tutta la vita che ti vedo eclissare te stessa per il regno.

-Io amo il mio regno!

-Lo so, ma non adesso che ti si stringe intorno.- Rimasero entrambi in silenzio, consci della verità contenuta in quell’affermazione. –Torna da lui, sulla Terra e il giorno in cui deciderai di tornare sarà perché finalmente hai preso una decisione sul tuo futuro. I tuoi genitori sono in ottima salute e possono prendere il tuo posto e il popolo sarà felice di vederti di nuovo sorridere.

-Neos…

-Vivi la tua vita.

-Grazie, Neos. Senza di te avrei commesso una sciocchezza.

-Vai dai saggi e dai tuoi genitori. Parla loro sinceramente. Poi sii felice, amica mia.

 

Un mese.

Un mese esatto era trascorso dalla sua vittoria contro Sartorius.

Un mese e non era accaduto nulla.

Forse, anzi certamente, si era illuso. In fondo nessuno gli aveva garantito che sconfiggendo la Luce, Eilen sarebbe tornata. Era una cosa che si era messo in testa lui.

Ma quanto faceva male la realtà.

L’Accademia si apriva davanti ai suoi occhi, ma quel giorno Chazz non aveva alcuna voglia di andarvi: Jaden disputava un duello dimostrativo contro uno del primo anno. Una noia mortale, insomma.

No, non era giornata da chiudersi in aula.

-Ehi, capo…ma…dove vai?- gli chiese “Ojama giallo”.

-Non sono affari che ti riguardano.

-Uffa, capo.

Il moretto ignorò i lamenti del suo mostro impiccione e proseguì per la scogliera. Lì era cominciata la sua storia con Eilen e lì si recava nella vana speranza di poterla rivedere.

Anche solo per un attimo.

Ma i suoi desideri non erano mai esauditi.

Accarezzato dalla brezza, il suo viso era rivolto all’orizzonte vasto, quasi a cercarvi una breccia per raggiungere il Neo-spazio. Era stato tutto…rapido e quasi impercettibile: quando i life-points di Sartorius si erano azzerati, una luce rossa aveva avvolto tutto…e Chazz si era risvegliato nel suo letto, stringendo in una mano il deck e nell’altra il ciondolo. Il cristallo era svanito e tutti, tranne lui e Jaden, avevano dimenticato l’accaduto.

La carta dell’imperatrice e quella del Cuore di Neos erano scomparse, Andros era tornato a casa ed ogni cosa pareva scorrere tranquillamente come sempre.

Tranne che per lui: tutto ciò che aveva avuto un senso era svanito e non gli rimaneva che il sapore amaro del ricordo, qualcosa che non ti sfama, ma ti lascia un aroma secco e acre in bocca. Una sensazione che non gli piaceva per niente.

Aveva vinto, maledizione. Possibile che non ci fosse alcun premio? Aveva solo salvato la Terra e il Neo-spazio, una cosetta da niente…

-Ripensarci e tormentarmi non serve proprio a niente- pensò, osservando la pietra sul ciondolo brillare al sole. –E non cambia nulla. Forse dovrei arrendermi all’evidenza…

Strinse il medaglione e si preparò a lanciarlo: doveva chiudere con il passato. Non c’era altro modo. Non poteva continuare ad essere schiavo dei ricordi.

Se voleva tornare a vivere doveva tagliare ogni legame che lo teneva incatenato alla memoria. Era pronto a donarlo al mare, quando una voce lo bloccò. Una voce che sembrava arrivare direttamente da quel passato che voleva cancellare.

-Chazz.

Il duellante spalancò gli occhi plumbei, voltandosi lentamente.

Era…era mai possibile?

-Eilen…- sussurrò, incredulo e sconvolto allo stesso tempo. Era un sogno, non poteva essere vero. Una visione…

Ma lei gli si avvicinò, sfiorandogli una guancia con dita reali, in carne e ossa. E gli sorrise. Un sorriso in cui era contenuta la risposta a tutte le sue domande.

-Sono tornata. E stavolta non sparirò nel nulla- disse dolcemente.

-Eilen…- mormorò ancora, prima di stringerla a sé in un abbraccio che agognava da troppo tempo. Sentì qualcosa di umido scorrergli lungo le gote, ma non si diede la pena di asciugarle: l’aveva di nuovo tra le braccia e questa era la sola cosa importante. –Credevo non ti avrei mai più rivista…

-Ci sono stati momenti in cui l’ho creduto anch’io. Ora non ti lascerò mai più.

-Ma…il Neo-spazio…il tuo regno…- aggiunse, separandosi da lei.

Eilen gli raccontò ogni cosa, dalle decisioni dei saggi riguardo il suo matrimonio, al consenso dei suoi seppur riluttanti genitori a trasferirsi sulla Terra.

-Ti amo, Chazz e voglio stare con te, ma non posso costringerti a fare qualcosa che non desideri.

Il giovane era piuttosto confuso, sebbene avesse capito a grandi linee la situazione: nel Neo-spazio lo consideravano un eroe e volevano che diventasse il loro imperatore…il solo pensiero lo faceva diventare rosso dalla testa ai piedi.

Amava Eilen…però…ecco…non aveva mai riflettuto sul matrimonio…era qualcosa di lontano…

-Io…non so cosa dire…mi cogli impreparato…

Eilen scoppiò a ridere, lasciando il ragazzo ancora più perplesso.

-Chazz! Non dobbiamo sposarci…non ora almeno- spiegò fra le risate. –Abbiamo un sacco di anni per decidere!

Chazz tirò un sospiro di sollievo, passandole le braccia attorno alla vita e attirandola a sé.

-Ti amo.

-Ti amo anch’io…mio eroe.

E un tanto sognato bacio riunì ciò che il destino aveva voluto separare.

 

FINE

 

Hello!! ^^

Come vedete sono finalmente tornata con il seguito de “Il cuore & il destino” che ha ricevuto un sacco di commenti positivi…quindi un super mega GRAZIE a chi ha commentato ma anche a chi ha letto soltanto! Spero di non aver deluso le vostre aspettative con questa fic…che è solo l’inizio delle tante che ho scritto quest’estate…

Insomma, per farla breve, anche voi fan di “Yu-Gi-Oh!” mi dovrete sopportare ancora per un po’!

Se qualcuno segue anche le ff su “Beyblade” ne approfitto per salutarlo e annunciare le novità sulle mie storie.

Bacioni!!! ^^

Commentate mi raccomando.

 

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