1.Incontri
Odio questa città,la
odio,la detesto, come fanno tutti a viverci così bene? E’ un buco,
piove sempre…Io odio la poggia. Mi manca la mia città,mi manca la
mia Italia, invece sono costretta a vivere qui, a Forks…Ma siamo seri,
che razza di nome è Forks? Perché mio padre si è voluto
trasferire qui? Perché proprio quando le cose a casa sembravano andare
bene? Perché? C’è una spiegazione logica a tutto questo?
Non credo.
Mi stavo dirigendo verso la
mensa della scuola, pioveva, lungo il tragitto riuscii ad inzupparmi ancora di
più, i miei capelli corvini erano completamente bagnati e su quel
terreno scivoloso facevo fatica a non cadere. Ormai una sbucciatura in
più o una in meno non faceva la differenza.
Finalmente ero arrivata,
presi un vassoio e vi poggiai sopra una mela, non avevo per niente fame.
In pochi secondi raggiunsi un
tavolo vuoto a pochi metri da me, benché fossi sicura che nessuno mi
considerasse, mi sentivo tante paia di piccoli occhi addosso e non mi
capacitavo del perché.
“Ciao.” Una voce
posata,ma con un tono che nascondeva un velo di tristezza, parlò a pochi
centimetri dalle mie orecchie, ero convinta che chiunque fosse non ce
l’avesse con me. Mi rigirai la mia mela tra le mani per poi riposarla sul
vassoio…Non avevo proprio fame, per niente. Mentre ero totalmente assorta
nei miei pensieri sentii che qualcuno si stava schiarendo la voce, emettendo
dei suoni delicati e composti.
Alzai la testa e fui
letteralmente sorpresa quando davanti a me vidi qualcuno che non mi sarei
aspettata mai e poi mai di trovarmi lì vicino. Era uno dei Cullen,
almeno così avevo sentito dire…A quanto pare erano conosciuti per
la loro capacità di rimanere sempre in disparte…Cosa che a me non
succedeva mai, dato che un minimo di quattro volte su cinque ero quella che si
trovava distesa per terra dopo un’ imbarazzante caduta.
“Ciao.”Risposi a
mezza voce dopo aver capito che il saluto che avevo udito qualche istante fa
era riferito a me.
“Posso sedermi?”
Domandò il ragazzo increspando gli angoli della bocca in un sorriso…Accidenti,era
davvero molto bello, aveva gli occhi color dell’oro e i capelli color
bronzo, un fisico che sembrava quasi scolpito nella pietra e la carnagione
tremendamente pallida.
“Si.”
Risposi,senza aggiungere altro. Non feci quasi in tempo a rispondere che lui
era già seduto sulla sedia, davanti a me, cosicché fossi
costretta a guardarlo negli occhi.
“Attiri l’
attenzione.” Dissi quasi sbuffando, non mi piaceva che tutti avessero gli
occhi puntati su di me, ma che potevo farci se seduto davanti a me, c’era
quella bellezza così inumana che, sarebbe stata veramente difficile,se
non impossibile da non notare.
“Quella ragazzina
è stata avvicinata da un Cullen…Ma cosa ci trova di bello in
quella racchia?” Racchia eh? Allora era questo che le ragazzine della
scuola pensavano di me…Oh beh…Affari loro, quella cosa non mi
toccava minimamente e poi si sa che l’ invidia è una brutta
bestia.
“Mi dispiace che tutte
queste attenzioni da parte degli studenti della classe ti possano dare
fastidio, ma ho bisogno di parlarti…Erica.” Oh, non si doveva
assolutamente preoccupare di quello che stava accadendo nella mensa della
scuola. Quel ragazzo sembrava così ben educato da provenire quasi da un
altro secolo. La cosa che mi sconvolgeva di più, a parte quella sua
gentilezza fuori dal comune, era il fatto che conoscesse il mio nome mentre io
non conoscevo il suo. Credo avesse letto la confusione sul mio volto e forse
era per quello che un sorriso sghembo si era improvvisamente dipinto sul suo
volto.
“Certo che quel Edward
è davvero strano.” Un’ altra di quelle ochette stava
spettegolando all’orecchio di una sua compagna, sicuramente non erano
neanche amiche, ma erano lì a parlare tra loro solo perché
avevano trovato un argomento comune su cui sparlare. Però da una parte
mia avevano quasi aiutata, almeno avevo capito quale era il nome del
ragazzo…Edward…Non era di certo un nome comune e ne ero contenta,
quel così bel nome non faceva di certo onore a tutti quei ragazzi
così rozzi che popolavano quella dannata scuola.
“Parlare con me? Sei
sicuro di non aver sbagliato persona…Edward?” Chiesi guardandolo
negli occhi. Quel suo colore così vicino alla tonalità
dell’oro quasi mi ipnotizzava. Ma che razza di pensieri mi stavo facendo?
Non era da me fare quei paragoni tanto sdolcinati, non mi ero innamorata per 17
anni e non avrei di certo cominciato adesso. Gli uomini erano tutti meschini,
rozzi e insensibili, di questa cosa ne era più che sicura e nemmeno una
bellezza come quella di Edward mi avrebbe fatto cambiare idea.
“No. Sono sicuro che
sia tu la persona che cerco…Le somigli troppo.” Le somiglio troppo?
Ma cosa stava dicendo? A chi avrei mai potuto mai somigliare? Aprii la bocca
per porgli la domanda, ma come se mi avesse appena letto nel pensiero
-cosa del tutto impossibile, sia chiaro.- mi interruppe.
“Non credo che questo
sia il luogo adatto per darti delle spiegazioni valide, quindi, se a te non
dispiace, potresti saltare il resto delle lezioni e seguirmi, in modo che io
possa fornirti le risposte alle tue domande.” Sorrise di nuovo, questa
volta sembrava mascherare meglio il velo di tristezza che avevo scorto sul suo
volto la prima volta. Mi doveva delle spiegazioni, mi aveva chiesto gentilmente
di saltare le prossime due ore di lezione e per di più mi aveva anche chiesto
di seguirlo da qualche parte che non mi aveva ancora detto. Sorrisi, sembrava
il mio primo sorriso sincero da una settimana che ero lì, forse ero
davvero contenta. Non ti fare troppe illusioni Erica, quelle come te non
arrivano da nessuna parte! Era questo che la mia testa continuava a ripetermi e
le davo ascolto…Quelle come me non arrivano da nessuna parte e infatti,
io non volevo arrivare da nessuna parte.
“Okay...A dir la
verità sono piuttosto contenta di saltare le prossime ore.” Lui
annuì. Ripresi in mano la mela e gli diedi un morso, sentivo l’
oro liquido dei suoi occhi che mi stava osservando. Per una volta mi sembrava
di sentirmi quasi felice di essere arrivata a Forks.
Mentre la mia testa viaggiava
verso pensieri nati sul momento, la campanella che annunciava l’inizio
della prossima ora suonava composta producendo un suono
gradevole…Probabilmente era così gradevole perché non
l’avrei più sentita fino al giorno seguente.
Note
a fine capitolo:
- Vorrei ringraziare tutte
le persone che recensiscono e leggono questa storia. Spero continuiate a
seguirla anche nei prossimi capitoli.
Un
bacio, LittleSist3r.