I'm yours

di TheirVoicesAreMyLife
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Il delicato oscillare dell’altalena mi cullava dolcemente, così chiusi gli occhi per godermi l’aria fresca che mi scompigliava i capelli, le voci confuse dei bambini che giocavano e il caldo dei raggi del sole che si posavano sulla mia bianca pelle. Per qualche attimo mi estraniai dal mondo, non ero più Claire, sedicenne londinese seduta su un’altalena ad Hyde Park, ero solamente una nuvola, un pensiero, una goccia, ero tutto ciò che volevo essere, e mi piaceva così; il vento era scomparso, il tepore del sole non scottava più il mio viso, e le voci dei bambini si erano affievolite lentamente, fino a svanire, ed io ero in un mondo tutto mio, dal quale non sarei voluta andare via per nulla al mondo.
Improvvisamente fui richiamata all’atmosfera di Hyde Park da una mano calda e avvolgente che sfiorò la mia coscia, e subito dopo da una voce profonda che mi disse sottovoce “ Ehi … scusa non voglio disturbarti, ma il parco sta per chiudere … non vorrai restare qui sola”. Prima di aprire gli occhi battei più volte le palpebre, e poi mi tolsi gli occhiali da sole, infastidita dal fatto che il mio sogno fosse stato interrotto; intorno a me era praticamente buio, solo qualche piccolo lampione illuminava la mia pelle biancastra. Davanti a me un ragazzo con i capelli rasati e una piccola cresta castana, due grandi occhi color nocciola e delle labbra carnose e grandi che decoravano quel bellissimo viso. Restai un attimo confusa, non sapevo bene cosa rispondere, a dire la verità non ricordavo neanche cosa mi avesse chiesto quel bellissimo ragazzo, perciò mi limitai a scendere dall’altalena appoggiandomi alla sua spalla e ad appoggiare le mie converse sulla soffice erba, cercando di restare in equilibrio. Naturalmente non ci riuscii, anzi, inciampai in un sasso che era a terra e caddi rovinosamente a terra, trascinando con me anche il ragazzo, e ritrovandomi sopra di lui. Sentii le mie guance diventare bollenti, e un sorrisetto ingenuo comparire sulle mie piccole labbra. Nessuno dei due si muoveva, i nostri occhi non volevano saperne di distogliere lo sguardo gli uni dagli altri, e la sua mano che nella caduta era andata a poggiarsi sulla mia schiena mi faceva sentire dei piccoli brividi per tutto il corpo. Situazione imbarazzante. 
Decisi di dire qualcosa per rompere il silenzio che si era formato, ma il ragazzo mi tolse le parole di bocca, e mentre mi alzavo dal suo corpo e mi sedevo di fianco a lui, disse con la sua splendida voce
“ Bene, non male come primo incontro. Io sono Liam” 
Mi voltai verso di lui, e incontrai i suoi occhi “ Claire” risposi. 
“Allora, vogliamo restare qui per tutta la notte?” la sua bocca si piegò in un grande sorriso, e rise delicatamente.
“Perché no? Hai forse paura?” lo sfidai.
“Io no di certo… e tu invece?” ribatté diverito.
“Ehm… no, no… non ho paura…” mentii spudoratamente, avevo sempre avuto paura del buio, ma non potevo certo confessarlo al primo sconosciuto, anche se Liam mi dava sicurezza, sentivo di potermi fidare di lui.
“ Perfetto. Per me possiamo anche restare qui, tu sei convinta di farcela?” rispose ammiccando con lo sguardo.
“Scommettiamo?” 
Sorridemmo entrambi divertiti, poi lui si alzò e da bravo gentiluomo mi tese la mano per aiutarmi, ma dopo pochi passi lo spinsi e lui cadde di nuovo. Tornai ad allungarmi a terra, chiusi gli occhi e sussurrai un “Buonanotte”.
Liam mi rispose senza alzare troppo la voce: “ Buonanotte Claire” e poi aggiunse a voce ancora più bassa “ Domani te la farò pagare, nessuno mi ha mai spinto e fatto cadere”.
Alzai lo sguardo verso di lui ma non risposi. Poi mi avvicinai ancora un po’, indossavo solamente un paio di shorts a vita alta e una canotta, e il freddo stava iniziando a pervadere tutto il mio corpo. Liam si accorse dei miei brividi, perciò si tolse la felpa e me la avvolse sulle spalle; io gli feci una carezza per ringraziarlo e lui con una mano accompagnò il mio viso verso il suo petto, dove lo fece appoggiare piano, e poi iniziò ad accarezzare i miei capelli castani.
Nel mio cervello si affollarono di colpo mille pensieri. Avrei passato la notte con un ragazzo che conoscevo da dieci minuti. Avevo la testa poggiata sul suo petto. Mi stava accarezzando i capelli. Si, era piacevole, e Liam sembrava un bravo ragazzo, ma perché avrei dovuto fidarmi di lui? Per un momento pensai di chiederglielo, ero sicura che fosse ancora sveglio perché la sua mano delicata continuava a scorrere tra i miei capelli, ma non ero sicura se fosse la scelta giusta quella di parlare in quel momento.
Aprii la bocca, mi feci coraggio e domandai “ Perché dovrei fidarmi di te?”
“In realtà non lo so. Perché non dovresti?” Fui sollevata dal fatto che avesse risposto tranquillamente.
Non dissi nulla, cosa avrei dovuto dire? Non c’era un motivo per non fidarmi di lui.
“Vedi? Non lo sai nemmeno tu. Tanto vale fidarti, e nel migliore dei casi domani mattina ci sveglieremo qui e avrai solamente passato una nottata all’aria aperta con un bellissimo ragazzo”
“Aah bene modesto il ragazzo! Va bene, mi hai convinto, mi fiderò di te. Ritieniti fortunato, è una cortesia che riservo a pochi ahah”
“Mi ritengo già fortunato per aver incontrato te”
Adesso potevo davvero dormire in pace, Liam era al mio fianco e mi avrebbe protetta. Era realmente la prima volta che mi fidavo così ciecamente di qualcuno, era una bella sensazione, rilassante direi; chiusi gli occhi e lasciai che il sonno si impossessasse di me, cullata dai sogni come dall’altalena poche ore prima. 

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Capitolo 3
*** capitolo 2 ***


I primi raggi del sole attraversarono le mie palpebre, svegliandomi con calma, ma i miei occhi non erano ancora pronti per aprirsi. Il pensiero di aver dormito con Liam mi aveva tormentato per tutta la notte, mi sentivo in colpa per aver passato una notte fuori casa; Amy, la ragazza che viveva con me, era sicuramente preoccupata per non avermi vista tornare, e poi avevo passato ore a pensare cosa avrei dovuto dire a quel bellissimo ragazzo al nostro risveglio. Decisi finalmente di arrendermi al sole, che aveva deciso di svegliarmi a tutti i costi, aprii gli occhi e vidi davanti ad essi un grande prato verde e fiorito, illuminato dai primi raggi del giorno, qua e là scivoli e altalene che aspettavano l'apertura del parco per far divertire i bambini...ma non vidi Liam. Mi alzai bruscamente, strofinandomi la faccia con le mani, e mi guardai un po' intorno per cercare il ragazzo che mi aveva incantato la seta prima, ma di lui non c'era l'ombra. Andavo avanti e indietro per Hyde Park, alla ricerca di Liam, ma era come se fosse scomparso; un forte senso di tristezza mi attraversò il corpo, non ero mai stata una di quelle ragazze che piacciono a tutti, a dire la verità nei miei sedici anni ero stata con un solo ragazzo, ma era durata veramente poco, e la sera precedente ero stata quasi lusingata di aver ricevuto attenzioni da un ragazzo così perfetto. Per un attimo avevo anche pensato che finalmente fosse arrivato anche il mio momento, che la ruota stava girando e ora fosse il mio turno, ma non trovare Liam al mio risveglio mi aveva fatto capire che era solo uno dei miei ennesimi sogni, e che avrei dovuto immaginare che sarebbe andata così, perché era troppo bello per essere vero. Accesi il telefono, ormai rassegnata e delusa dal fatto che Liam non sarebbe tornato, e la suoneria del mio cellulare cominciò a squillare all'impazzata, messaggi e chiamate perse arrivavano una dopo l'altra, e i miei occhi si spostavano velocemente da una parte all'altra del display per cercare di capire chi mi avesse cercato. Come avevo immaginato erano tutti di Amy, e anche le chiamate erano tutte sue, e così feci per richiamarla, quando mi cadde l'occhio sull'avviso di un messaggio in segreteria da parte di un numero sconosciuto. Cominciò a battermi forte il cuore, mi feci coraggio e ascoltai il messaggio trattenendo il respiro: "Ciao bellissima... Lo so che ora ti stai guardando intorno per cercarmi, ma non posso renderti le cose così facili. Beh ora hai il mio numero, perciò... Fanne buon uso! Spero di rivederti presto... Ciao Claire." riconobbi subito la sua voce profonda, con un tono scherzoso, quasi di sfida. Stavo tremando, sentirlo parlare mi faceva sentire come non mi ero mai sentita, avevo un sorriso enorme sulle labbra, gli occhi spalancati e le guance rosse come peperoni, non ci potevo credere, allora Liam era davvero il ragazzo sincero che mi era sembrato ieri sera. In fondo però ero anche un po' arrabbiata con lui, mi aveva pur sempre lasciata da sola in un parco, di notte, dopo avermi fatto credere che sarebbe stato lì al mio risveglio, e facendo rinascere in me complessi del tipo "nessuno mi ama" oppure "che vivo a fare", e per questo gliela avrei fatta pagare al più presto. In quel momento, però, dovevo fare una cosa molto più urgente : dovevo uscire dal parco prima dell' apertura, assolutamente! Il custode non ci aveva visti rimanere ad Hyde Park la sera prima, e quello che avevamo fatto era illegale, perciò se mi avessero vista avrei passato dei guai seri. Raccolsi la mi borsa da terra, e iniziai a correre verso l'uscita; impiegai poco tempo a trovare il cancello, ma naturalmente quest'ultimo era chiuso, e così mi guardai intorno per assicurarmi che nessuno mi vedesse e poi cercai di scavalcarlo, ottenendo come risultato una rovinosa caduta dall'altra parte del cancello, un ginocchio sbucciato e i miei occhiali rotti a terra... Beh se non altro ero riuscita ad uscire dal parco. Saltai sul primo autobus che vidi, per tornare subito a casa e raccontare tutto ad Amy. PART OF LIAM Non riuscivo a togliermi dalla testa la voce di Claire, dolce e leggermente roca, ieri era riuscita a incasinarmi la mente, e poi i suoi occhi, di quel verde scuro così attraente, io la desideravo, sentivo di aver bisogno di lei, nel profondo del cuore. Avevo le farfalle nello stomaco ogni volta che riguardavo la foto che le avevo rubato mentre dormiva, il viso rilassato e disteso, un accenno di sorriso sulle labbra, e delicate ciocche bionde che le cadevano sugli occhi. Erano passate solo poche ore dall'ultima volta che l'avevo vista ma già mi mancava, e fissavo lo schermo del telefono in attesa della sua chiamata. PART OF CLAIRE Prima di tornare da Amy, volevo parlare con Liam, non volevo che Amy ascoltasse la nostra conversazione, in realtà mi vergognavo anche un poco, e allora appena arrivata davanti al portone di casa mi inginocchiai con la schiena appoggiata al legno e presi il telefono in mano, cacciandolo velocemente dalla borsa e lasciando la mia Prada cadere sugli scalini. Aprii la rubrica e inziai con il dito tremante a scorrere i nomi della rubrica, uno dopo l'altro, fino ad arrivare alla L. Alla vista del suo nome le mie labbra si seccarono, le dita iniziarono a tremare, e strinsi il mio labbro inferiore tra i denti, piegando le labbra in un timidio sorriso. Contai fino a tre, e poi senza pensarci due volte sfiorai la cornetta verde che compariva al fianco del nome, e portai il telefono all'orecchio. Uno squillo... Avevo in mente milioni di frasi con cui iniziare un discorso, e le eliminavo una ad una, troppo banali o troppo impostate, avevo bisogno di qualcosa di spontaneo e divertente... Due squilli... Alle frasi e le parole si affiancarono mille domande. E se non avesse risposto? Avrei fatto la figura della stupida, cosa avrebbe pensato?... Tre squilli... Le speranze erano sempre più sottili, stavano quasi scomparendo, quando gli squilli si interruppero bruscamente, e una voce profonda e per niente assonnata rispose dall'altra parte del telefono. "Buongiorno bellissima, dormito bene?" Era ironico, mi stava prendendo in giro, ma non glielo avrei permesso, sorrisi alla parola "bellissima" e poi raccolsi la sfida. "Non c'è stato male. Certo, se stamattina non mi fossi svegliata da sola in un parco chiuso sarebbe andata sicuramente meglio." Il mio tono era tanto provocatorio quanto il suo, fu in quel momento che mi resi conto di poter reggere benissimo quella conversazione. "Ah si? Beh e ora cosa intendi farmi per averti lasciata in balia degli scoiattoli?" Rideva sotto i baffi, sperando che non lo sentissi, ma io sentivo tutto, e la sua profonda risata mi provocò un vuoto allo stomaco, emanava vibrazioni che mi scuotevano tutto il corpo. "Si, si, molto divertente. Guarda che avrebbero anche potuto uccidermi. E comunque tornando a noi, penso che dovrai sopportare di rivedermi ancora per permettermi di fartela pagare". Avevo ammiccato spudoratamente, ma non riuscivo a non farlo, cresceva in me una voglia matta di sfidarlo. "Direi che oggi pomeriggio avrei voglia di sopportare la tua visione, diciamo alle quattro davanti all'ingresso di Hyde Park". Era deciso e fiero della sua risposta, che non ammetteva nessuna replica, perciò fui costretta ad accettare la sua proposta, non proprio di malavoglia. "Forse. Non lo so ancora. Dopo pranzo ti mando un messaggio per farti sapere... A dopo Liam" "A dopo Claire". Aspettai che fosse lui a chiudere la chiamata, dopodichè tirai un sospiro di sollievo, reclinai la testa all'indietro poggiandola pesantemente sulla porta di legno, e comparbe sul mio viso un sorriso enorme. Chiusi gli occhi, immaginando il suo viso così dolce e morbido, e mi resi conto di essere arrossita solo al suo pensiero. Quando riaprii gli occhi Amy era in piedi davanti a me, con le mani sui fianchi e un sorrisetto furbo che mi fece sogghingnare con la bocca coperta dalla Miano. Mi tese la mano e mi aiutò a rialzarmi, senza staccare gli occhi dai miei e aspettando le mie spiegazioni, che naturalmente le dovevo. Lasciai però che la curiosità salisse sempre di più nei pensieri di Amy, tenendo le labbra serrate e continuando a guardarla insistentemente, finché non entrammo in casa, chiudendo la porta d'ingresso e quella sul retro da dove era uscita Amy; a quel punto smisi di fare la misteriosa, aprii la bocca e iniziai a raccontare.

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