Make me live my life

di S p e n c e r
(/viewuser.php?uid=314776)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter one ***
Capitolo 2: *** Chapter two ***



Capitolo 1
*** Chapter one ***


                                       Make me live my life


                                     1. Chapter One



Non mi era mai piaciuta la mia vita. Era tutto cambiato dalla morte dei miei genitori. Greg mi aveva portata con se nel grande campo d'addestramento segreto, nei sobborghi di Londra.
Da allora ero stata costretta a togliere vite innocenti a persone che Greg voleva eliminare per scopi personali. Lo odiavo profondamente. Se mi fossi opposta, però, mi aspettavano tantissime torture. Una volta avevo provato a scappare dalla WKP ('we kill people'), ma me ne ero pentita subito dopo, quando le guardie si erano accorte della mia assenza e mi hanno trovata in lacrime vicino a un lago.
 Non hanno avuto pietà di me, al contrario, mi hanno colpita alla testa con il fucile e, dopo essermi svegliata in una stanza piena di fruste e oggetti assurdi, ho subito le pene  dell'inferno.
Ho dimostrato la mia fedeltà alla WKP uccidendo la famiglia dell'amante dell'ex moglie di Greg. Ora stavo aspettando un nuovo incarico. Speravo con tutto il cuore che per svolgere il mio compito sarei dovuta uscire. Era deprimente restare nel campo d'addestramento ventiquattro ore su ventiquattro.
Mi sentii una bastarda quando realizzai che avrei preferito uccidere invece che restare lì dentro.

Erano le cinque del mattino ed ero seduta all' interno dell'ufficio del boss, Greg, e questo era di fronte a me, leggendo documenti vari e non degnandomi di uno sguardo. Persino quando svolgeva azioni umane sembrava un mostro.
«Allora, Amber, prima di parlarti mi voglio assicurare della tua fedeltà. Proverai a scappare, se ti lascio uscire? Posso fidarmi davvero di te?» chiese stringendo gli occhi a due fessure con fare minaccioso.
Annuii nervosamente. Non sarei scappata. Avevo troppa paura per farlo.
«Lo giuro. Non scapperò, vi do la mia parola.» confermai supplicandolo con gli occhi.
«Bene. Mi fido di te, allora. Il tuo prossimo compito è iscriverti alla London High School. Il preside è una mia vecchia conoscenza. Mi serve che tu lo porti qui. Quel bastardo la deve pagare...»
mi ordinò.
«Ho fatto portare in camera tua delle valigie. Metti la tua roba lì dentro. Ti trasferirai nei dormitori della scuola fino quando non avrò avuto la mia vendetta. Josh ti porterà a scuola oggi stesso, e farà in modo che tu possa frequentarla. Puoi andare.» mi congedò e corsi  in camera per fare quanto richiesto.
Seduta sul letto a castello c'era Luz, la mia migliore amica, ormai, che mi fissava con sguardo indagatorio. Le valigie erano affianco a lei. Sicuramente sospettava qualcosa.
«Uscirò di qui, Luz. Sono felicissima!» esclamai e una lacrima di gioia mi bagnò la guancia. Tutto questo stava succedendo realmente?
La mora corse verso di me e mi abbracciò forte. Sapevo che provava un pizzico di invidia, le si poteva leggerlo negli occhi, ma ero sicura che fosse felice per me, nonostante lei sarebbe dovuta rimanere qui da sola.
«Quando devi andare?» chiese sorridendo.
«Tra qualche ora Josh mi porta a scuola. Devo fare le valigie proprio ora, mi aiuti?» le domandai con un filo di tristezza. Per un po' non l'avrei vista. Mi sarebbe mancata, lo sapevo già. Le volevo un bene dell'anima.
«Certo» sorrise con la mia stessa malinconia nella voce.
Finite le valigie, erano le otto, e da un minuto all'altro una guardia sarebbe venuta ad avvertirmi che Josh mi stava aspettando. Salutai Luz e le lasciai un bacio sulla guancia.
Non sarei uscita dal campo per divertirmi, ma per ottenere una vendetta che non mi riguardava affatto, ma non potevo deludere Greg. Avevo per lui più paura che odio.

Io e Josh eravamo in presidenza con la vicepreside. Sembrava che non ci fosse posto per un'altra alunna, nè nei dormitori, nè per i vari corsi.
«Perché non controlla meglio?» la prese per il collo Josh. I gemiti strozzati della vicepreside mi erano indifferenti ormai. Niente mi faceva impressione, dopo quello che avevo fatto io negli ultimi anni.  
I piedi dell'anziana donna sfioravano il pavimento; Josh la rimise giù e la signora si massaggiò il collo dolorante.
«La stanza 314 è libera» disse impaurita. Il mio accompagnatore sorrise soddisfatto.
Mi recai nella stanza in cui avrei dormito per un po' e buttai le valigie sul letto. 
La porta si spalancò ed entrò una ragazza alta e magra. Lineamenti del viso perfetti. Occhi azzurri, capelli color bronzo e tante lentiggini sul viso.
«Ciao» salutai facendola spaventare.
«Santi numi, ma chi sei?» chiese mettendosi una mano sul petto.
«Amber. Amber Lynn. Sono nuova.» sorrisi porgendole una mano.
«Sono Rachel... Ma che ti è successo al braccio?» chiese toccando una cicatrice. La manica si era alzata e era ben visibile. Era il marchio del campo d'addestramento.  Tutti quelli che ne facevano parte ne avevano una simile; ovviamente non potevo spiegare la storia di quel segno indelebile.
«Qualche anno fa mi sono arrampicata su un albero, e sono caduta.» spiegai tentando di essere convincente.
Annuì.
«Che lezione hai?» domandò indicando il foglio con gli orari che avevo posato sul letto.
«Tra due minuti devo essere nell'aula di... scienze.» controllai.
«Ah... Non siamo insieme, mi dispiace. Se vuoi ti posso accompagnare, così vedi dove si trova» si offrì.
Accettai e uscimmo dal dormitorio con i libri in mano.

«Devi entrare qui» si fermò davanti a una classe. La porta era aperta. Un ragazzo con i capelli ricci mi fissava. Quattro ragazzi erano accanto a lui.
Rachel notò dove si era spostata la mia attenzione.
«E devi stare lontana da quei cinque. Sono pericolosi, dico sul serio» mi disse mettendomi una mano sulla spalla.



Ciao a tutte, ecco qui la mia nuova storia!
E' un po' diversa dalle storie che di solito scrivo
ma era tanto per cambiare!
Mi annoio a scrivere sempre le stesse cose u.u
Sotto ho messo la trama dell'altra mia storia, leggetala, se vi interessa cliccate
QUI
(
dove sta scritto 'QUI' xD)

'Samantha Roberts: o Sam, una ragazza scontrosa. E' la figlia adottiva di una coppia gay. E' bella e provocante. Non crede nell'amore, forse... 
Alan Walsh: Diventerà il migliore amico di Sam. E' attraente e spiritoso. Sa essere molto di conforto. 
Jessica Walsh: Jess. Sorella di Alan. Diventerà presto una delle poche amiche femmine di Sam. Gira voce che sia lesbica.
Teri Miller: E' nel gruppetto di Malik, Styles, Horan, Payne e Tomlinson. Nessuno sa cosa ci sia nella sua testa.
Britney Johnson: Capo cheerleader. Non è mai stata carina con Sam. Completamente rifatta.
Zayn Malik: Capo della squadra di rugby. Rubacuori. Ha tradito Britney almeno un centinaio di volte. Lei, pur sapendolo, non lo lascierà.
Harry Styles: Non si innamorerà mai. 'Solo sesso'
Louis Tomlinson: Migliore amico di Harry. Presto i due scopriranno qualcosa di inaspettato su di loro.
Liam Payne: Stronzo patentato, migliore amico di Zayn. Ama far soffrire le ragazze. Lo diverte.
Niall Horan: Lui ci è diventato stronzo, a causa di una lite con Jess. Ha ancora speranze di cambiare, forse.'


Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Chapter two ***


                                  Make me live my life

                                          

                                                    2. Chapter two



«Devi entrare qui» si fermò davanti a una classe. La porta era aperta. Un ragazzo con i capelli ricci mi fissava. Quattro ragazzi erano accanto a lui.
Rachel notò dove si era spostata la mia attenzione.
«E devi stare lontana da quei cinque. Sono pericolosi, dico sul serio» mi disse mettendomi una mano sulla spalla.
«Vai, so badare a me stessa, tranquilla Rachel» dissi sicura.
Entrai in classe mormorando un 'Buongiorno' alquanto inespressivo. Il professore si accorse della mia scarsa stima della scuola, ma d'altronde cosa potevo farci io se ero cresciuta in un campo d'addestramento e non in una famiglia intellettuale? Tossì per attirare la mia attenzione e fece scendere i sottili occhiali sulla punta del naso per osservarmi meglio.
«Lei chi è?» chiese senza fare giri di parole.
«Amber» dissi alzando le spalle. I ragazzi da Rachel considerati pericolosi sussurravano frasi incomprensibili alle mie spalle.
«Non mi avevano avvisato di un nuovo arrivo. Allora, Amber...»
«Amber Lynn»
«Bene, signorina Lynn, si sieda al primo banco.» feci come ordinò il giovane uomo e mi misi comoda sulla sedia.
Spero non sia noioso. Ho sempre odiato la scienza.
«Signorina Lynn, è imparentata con un certo Tyler Lynn?» rabbrividii a quella domanda. Come poteva conoscere mio padre?
«No, mai sentito prima» mentii. Era più prudente tenere riservate certe informazioni. Se c'è una cosa che avevo imparato nel campo d'addestramento era che non ci si
può mai, in alcun caso, fidare di nessuno. Anche l'essere più innocuo su questo pianeta non è da sottovalutare. Niente è come sembra.

Seguii la lezione con la massima tranquillità e poi mi diressi verso i dormitori per prendere qualche soldo con cui comprare il pranzo alla mensa. Mancavano ancora un paio d'ore alla pausa pranzo, ma Rachel mi aveva avvertita che dalle 12.30 alle 14.30 non si poteva accedere alle camere perché il personale era in giro per la città, perciò mi affrettai.
Entrai nella stanza 314 e presi il portafoglio dalla valigia. Sentivo il rumore dell'acqua scorrere, non ci misi tanto a capire che quel suono proveniva dalla doccia della mia stanza. Aprii di poco la porta del bagno.
«Rachel?» chiamai la mia coinquilina. Nessuna risposta. Spalancai la porta. Nessuno era in bagno; aprii la tenda della doccia.
L'acqua stava quasi per uscire dal bordo. Sul fondo della vasca-doccia c'erano dei sassi color sangue. Formavano delle lettere. Formavano delle parole.

'I know who you are, bitch.' -'So chi sei, stronzetta.'

Feci svuotare la vasca e mi sbarazzai dei sassi. Qualcuno conosceva la mia storia, non solo il nome.
Se avessero saputo perché ero qui sarebbe finita male. Molto molto male.
Uscii dai dormitori guardandomi intorno. Chi poteva essere entrato nella mia stanza? Solo Rachel, no? Come è possibile, però, che una ragazza tanto pura sia a conoscenza di certe cose?
Arrivai nel corridoio con il foglio delle classi in mano. L'aula di geografìa era al secondo piano.
Davanti alla classe un viso conosciuto attirò la mia attenzione.
«Josh, perché sei ancora qui?» chiesi. Greg non si fidava abbastanza di me?
«L'informatico del WKP ha rilevato presenze dell'altra organizzazione qui.»
«Vuoi dire che dei membri dell'altro campo d'addestramento sono in questa scuola proprio ora?» domandai accigliata. L'altra organizzazione si occupava di eliminare le persone che lavoravano per il WKP. Erano quelli buoni, in teoria. Avrei preferito stare con loro alla morte dei miei genitori, almeno avrei dovuto uccidere per delle giuste cause.
«Proprio così. Ci vedremo più spesso, biondina.» disse facendomi l'occhiolino. Risi spontaneamente, anche se ero molto preoccupata. Josh mi era sempre andato a genio, nonostante fosse un po' strano. A differenza mia, lui amava essere dalla parte dei cattivi. Certo, se Greg mi assegnava qualcuno da ammazzare o da torturare, non mi tiravo mai indietro, e mi veniva al quanto bene, ma certo non era un piacere.
Entrai in classe e mi sedetti all'ultimo banco, almeno non avrei attirato attenzione.
La professoressa era abbastanza giovane, la sua voce era gradevole, peccato che insegnasse geografìa, materia della quale non avevo mai capito una virgola. Ma tanto, non ero in quella scuola per impegnarmi nelle materie.
«Posso sedermi qui?» chiese un ragazzo. Era il ragazzo riccio che avevo visto prima di entrare nell'aula di scienze.
«Certo» dissi sorridendo. Il riccio si abbassò per posare lo zaino ai piedi della sedia e una catenina gli penzolò dal collo. Erano incise su di essa delle iniziali.
S...S...P...
Oh, non mi dire... S.S.P. Still saving people. L'altra organizzazione.
«Oh merda» sussurrai spalancando gli occhi.
«Cosa?» disse il riccio guardandomi.
«Io... Niente, non ho detto niente» scossi la testa tentando di essere convincente.
Avevo appena trovato uno dei nostri nemici.




Ciao a tutti i lettori afukher, ci ho messo un secolo
per aggiornare, vi chiedo scuuuuusa! Sto facendo le
ultime verifiche a scuola
e non ho avuto tempo!
Spero che vi piaccia comunque ahaha Vi lascio delle  gif di
Amber! Me la immagino come Sasha Pieterse :Q_ Quant'è figa!



Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1833950