Soul meets soul on lovers' lips.

di mokuyobitenshi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tabella ***
Capitolo 2: *** [01.Un bacio al sapore di whisky] Il sogno é il tentato appagamento di un desiderio. ***
Capitolo 3: *** [02. Un bacio sussurrato] When darkness comes you know I’m never far. ***



Capitolo 1
*** Tabella ***


Finalmente mi sono decisa a pubblicare... il tutto grazie all'incoraggiamento delle fantastiche ragazze che ho conosciuto alla JibCon :D e anche grazie a Ayrwin la creatrice della challenge :)
Non so con che frequenza pubblicherò.. per ora ho scritto le prime due :)

Riporto qui la tabella della challenge :)
30 volte il primo Bacio
1 2 3 4 5
Un bacio al sapore di whisky Un bacio sussurrato Un bacio pieno di odio Un bacio al cinema Un bacio e poi addio
6 7 8 9 10
Un bacio fasullo Un bacio al ballo scolastico Un bacio sotto la pioggia Un bacio a tradimento La promessa di un bacio
11 12 13 14 15
Un bacio che vale più di mille parole Un bacio alla sposa Un bacio non voluto Un bacio che uccide Un bacio alla morte
16 17 18 19 20
Un bacio in trincea Un bacio superfluo Un bacio a Dio Un bacio sulla strada di casa Un bacio sotto i fuochi artificiali
21 22 23 24 25
Un bacio senza senso Un bacio alla fine del mondo Un bacio alla persona sbagliata Un bacio da far tremare il mondo Un bacio incestuoso
26 27 28 29 30
Un bacio che mi ricorda la mamma Un bacio che mi ricorda mio padre Un bacio che vorrei dimenticare Un bacio indecente Un bacio dato per 30 volte

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Capitolo 2
*** [01.Un bacio al sapore di whisky] Il sogno é il tentato appagamento di un desiderio. ***


Personaggi: Dean, Castiel
Pairing: Dean/Castiel
Raiting: giallo
Genere: introspettivo, sentimentale, angst
Prompt: day 1. Un bacio al sapore di whisky
Avvertimenti: slash, lime, one-shot, spoiler 7ma stagione
Disclaimer: Supernatural non mi appartiene, ma un giorno sarà mio! (Una fan può pure sognare, giusto?!)

 

[01.Un bacio al sapore di whisky] Il sogno é il tentato appagamento di un desiderio.

 

Il cielo scuro preannuncia tempesta, non vi è anima viva per le strade, l’unico rumore udibile è il crepitio di una malconcia insegna al neon che segnala la presenza di un bar con biliardo, una vecchia bettola che ha visto di certo giorni migliori.
 
Un uomo è seduto al bancone, lo sguardo triste, perso nel vuoto, quasi non sembra rendersi conto di essere in un bar pieno di gente, i suoi occhi si alzano solo quando porta il bicchiere alle labbra e comunque rimangono socchiusi e persi, il whisky è la sua unica compagnia.
 
Il bicchiere viene svuotato- una, due, quattro volte - l’uomo sospira e alza ancora la mano per attirare l’attenzione del barista, ecco, un nuovo bicchiere di liquido ambrato compare nella sua mano e anche questo segue la sorte dei precedenti.
 
Le ore passano e sempre più alcool entra in circolo nel corpo dell’uomo, ormai è talmente ubriaco che quando si alza dal suo sgabello ondeggia, fa fatica a mantenere l’equilibrio, ma chissà per quale miracolo riesce ad arrivare alla sua macchina, estrae le chiavi e a tentoni cerca la serratura, ma la sua presa è così debole che il mazzo gli sfugge e cade in terra.
 
Si piega per raccoglierlo, il suo equilibrio sempre più precario, allungando la mano sfiora il metallo delle chiavi quando all’improvviso una forza sconosciuta lo spinge indietro, si sente sollevare di peso, istintivamente chiude gli occhi e così com’è comparsa la sensazione svanisce.
 
Si ritrova seduto per terra in un sudicio vicolo di mattoni, la schiena appoggiata al muro e la testa che gli pulsa, apre finalmente gli occhi e osserva ciò che lo circonda, vede la luce emanata dai lampioni della strada principale, con uno sforzo immane si rialza e barcollando cerca di avvicinarsi a quella luce.
 
Lentamente sta avanzando, con la mano destra si sostiene al muro, ha la sensazione di essere già stato in quel posto, ma non ricorda quando, ne come, poi la folgorazione, come un flash che gli chiarisce tutto, è già stato lì, in quel vicolo ha pagato col sangue una scelta sbagliata che stava per compiere; una morsa gli attanaglia lo stomaco e ancora ricorda le parole d’astio dell’uomo che gli ha fatto capire la grande cazzata che stava per fare, ogni singolo pugno e calcio, tutto il dolore che ha provato in quel momento, ma che di fondo è nulla rispetto a quello che stringe il suo cuore adesso.
 
Il suo respiro accelera, la testa gira sempre più veloce, è costretto ad appoggiarsi al muro con le spalle ed è allora che lo vede: l’uomo del suo ricordo che lentamente avanza verso di lui.
 
-Dean- esordisce questi inclinando la testa su un lato e scrutandolo attentamente.
 
-Cass- risponde l’uomo appoggiato al muro, nella sua voce traspare la sorpresa, nella sua mente il pensiero fisso di stare sognando.
 
-Dean- ripete l’altro avvicinandosi di un passo.
 
-Tu, non è possibile- biascica Dean portandosi una mano alla testa, il dolore aumenta sempre più –tu sei morto, io ti ho visto sparire in quel lago, tu non puoi essere reale- continua, in realtà più parlando tra sé e sé che con l’altro individuo.
 
-Io…- inizia la frase Cass –io non capisco cosa stia succedendo-
 
Dean non sa cosa accadde poi, le motivazioni e le dinamiche non gli importano, nulla gli importa, sa solo che le sue labbra sono su quelle di Cass, la sua schiena è spalmata contro il muro, esattamente come l’altra volta gli verrebbe da pensare, se solo la sua mente non fosse totalmente in black out.
 
Il bacio non è dolce, è tutto labbra, lingua e denti, una lotta tra dominatori: nessuno dei due vuole arrendersi all’altro, e continuano questo scontro ancestrale, invertendo più volte le posizioni, fino a quando l’ossigeno viene a mancare.
 
Dean ha ancora gli occhi chiusi quando di nuovo una forza invisibile spinge indietro il suo corpo, la sua mente non riesce a registrare più niente.
 
Quando si risveglia si ritrova seduto nell’abitacolo della sua macchina al posto del guidatore, la testa gli pulsa, ma quelli sono solo i famigliari sintomi della sbronza, quello che non capisce è come ha fatto ad entrare in macchina, ricorda solo le chiavi che cadevano e poi niente, prova a pensare ma il dolore è troppo forte ha bisogno di un’aspirina e di una bella dose di caffè nero.
 
Appena mette in moto la macchina ricorda del vicolo, di Cass, del loro bacio.
Si autoconvince di aver sognato, di essersi addormentato ubriaco in auto e di aver fatto un bel viaggio nel mondo onirico.
Ma è davvero convinto che sia stato tutto un sogno? Non lo sa neppure lui.
 
*°*°*°*
 
In un’altra città, in un altro stato, un uomo dorme scomposto su un divano color crema, il suo sonno è profondo e agitato, continua a ripetere il solito nome, “Dean”, eppure non si sveglia.
 
-Emanuel- una donna si avvicina e lo scuote leggermente per destarlo, una nota di preoccupazione nella voce –tesoro, svegliati, stai solo avendo un brutto sogno- aggiunge appoggiandogli le mani sulle spalle.
 
L’uomo apre gli occhi, il suo sguardo è spaesato, sembra sconvolto se non addirittura spaventato; la donna lo abbraccia e lo stringe a sé –Emanuel, era solo un sogno- lo rassicura.
 
Eppure lui non ne è sicuro, deve ancora tornare alla realtà, ora è troppo sconvolto, sa solo che sente un sapore di whisky sulla lingua.
 
FINE










Angolino autrice:
Questa è la prima volta in assoluto che pubblico qualcosa su Supernatural, e come al solito sono sempre molto insicura quando si tratta di qualcosa di nuovo... dunque fatemi sapere che ne pensate... mi basta anche un "bella" o un "ritirati che è meglio" XD
Baci Baci 

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Capitolo 3
*** [02. Un bacio sussurrato] When darkness comes you know I’m never far. ***


Personaggi: Dean, Castiel
Pairing: Dean/Castiel
Raiting: giallo
Genere: introspettivo, sentimentale, angst, what if?, missing moments
Prompt: day 2. Un bacio sussurrato
Avvertimenti: slash, one-shot, spoiler 7ma stagione, what if?
Note: Ho scritto questa shot praticamente il giorno dopo che è finita la 7ma stagione.. ma non l’avevo mai pubblicata… le cose come sappiamo, sono andate diversamente..  
Per ora non ne ho scritte altre.. ma mi sto mettendo all'opera.. ispirazione permettendo... XD 
Disclaimer: Supernatural non mi appartiene, ma un giorno sarà mio! (Una fan può pure sognare, giusto?!)

 

[02. Un bacio sussurrato] When darkness comes you know I’m never far.

 
Sei rimasto da solo, il buio ti circonda e puoi solo che sentirti osservato scrutando nell’oscurità decine, forse centinaia di occhi rossi che ti fissano; non sai che fine abbia fatto Castiel, è sparito lasciandoti al centro di quella radura in balia di te stesso e di quei mostri, eppure per un attimo ti sembrava tornato “normale”, sempre se di normalità si può parlare riguardo a Cass.
 
Ti guardi intorno, cerchi di percepire la provenienza dei rumori, ti tieni pronto per un attacco che sai che può giungere in qualunque momento e da ogni direzione, sei disarmato, hai solo le tue mani per difenderti.
 
Il silenzio è carico di tensione, un ululato si distingue in lontananza -ci mancherebbe solo un lupo mannaro a coronare questo momento- il tuo cuore batte velocemente, puoi contare i tuoi battiti attraverso le palpitazioni, non eri così spaventato fin da quando avevi preso la “febbre da fantasma”.
 
Eccolo, il rumore che attendevi, qualcuno che avanza verso di te, alzi le braccia pronto a difenderti, serri i pugni e apri gli occhi il più possibile, non vedi niente, i tuoi sensi non sono mai stati così recettivi, strane cose fa il corpo umano quando si sente minacciato, è questo quello che chiamano istinto di sopravvivenza.
 
Ecco li vedi, un paio di occhi rossi che dall’alto si avventano su di te, ti prepari al peggio, sai di non avere la forza di combattere quella creatura disarmato: tieni comunque gli occhi aperti, se devi morire lo farai guardando in faccia il tuo assassino.
 
Un fruscio d’ali, uno spostamento d’aria ed un tonfo, sai d’essere salvo: Cass è tornato da te.
 
L’angelo si gira, il suo respiro è affannato, come se avesse corso per chilometri o come se la paura lo stesse sopraffacendo, nei suoi occhi blu puoi vedere decine di emozioni e pensieri affollarsi, non lo hai mai visto così sconvolto.
 
Senza una parola ti mette due dita sulla fronte e in un fruscio d’ali sparite.
 
-
 
Quando ricomparite siete ancora immersi nella semioscurità, ma nel giro di pochi secondi i tuoi occhi si abituano al buio ti rendi conto di essere in una grotta, una di quelle scavate nella roccia dove l’umidità ti mette brividi che senti persino nelle ossa: sei in piedi, fermo come una statua e tremi per il freddo e per l’improvviso calo di adrenalina nel tuo sistema.
 
Cass ti osserva con la sua solita espressione da “cado dalle nuvole”, sembra essersi calmato; solo in quel momento riconnetti il cervello e ti rendi conto di essere arrabbiato con lui che senza una parola ti ha lasciato da solo, di nuovo.
 
-Cass, ma dove cazzo eri sparito?- gli soffi contro.
 
Lui continua a guardarti perplesso, dopo tutti gli anni trascorsi insieme ancora fa fatica a comprendere le emozioni umane e cosa le scatena.
 
-Stavo cercando un rifugio e ho trovato questa grotta, poi sono venuto a riprenderti, dobbiamo trovare dei ripari sicuri se vogliamo uscire vivi di qui- ti spiega con fare pragmatico; non ti eri sbagliato: la sua pazzia sembra essersi ridimensionata,  sta tornando ad essere Cass.
 
-Ciò non toglie che sei sparito senza dire una parola e mi ha lasciato da solo in balia di quei mostri- gli rispondi sentendoti molto una dama in difficoltà abbandonata da quello che dovrebbe essere il suo cavaliere; nel parlare ti rendi conto di come la tua voce si stia abbassando e stia iniziando a tremare, il freddo e l’umido di quel luogo ti stanno indebolendo.
 
-Non ti abbandonerei mai senza difese- ti dice lui mentre si sfila il trench e te lo porge –indossalo, questo ambiente è nocivo per un essere umano-.
 
Allunghi le mani e recuperi quel maledetto impermeabile beige che da solo rappresenta il “tuo angelo”, già, nella tua mente ti ostini a chiamarlo così, nonostante tu non sia più sicuro che sia un angelo e men che meno che sia ancora tuo, -come se lo fosse mai stato- ti ammonisci mentalmente.
 
Indossi il trench e nonostante non tenga molto caldo ti senti meglio: immediatamente una sensazione di familiarità e calore ti avvolge insieme con il pungente odore di incenso che hai imparato ad associare a Castiel e quello dolce del miele.
 
Cercando di non farti notare inali una boccata di quel profumo così buono –quasi meglio della torta di mele appena sfornata- pensi involontariamente.
 
-Dobbiamo cercare un luogo dove tu possa riposare, ma dobbiamo muoverci spesso, non siamo al sicuro da nessuna parte- ti dice l’angelo distogliendoti dai tuoi pensieri, –dobbiamo accendere un fuoco e tu hai bisogno di mangiare- continua mentre si aggira per la grotta e tracciando con un bastoncino dei simboli enochiani sulla terra, -questi dovrebbero proteggerci per un po’, comunque, guarda nelle tasche c’è del miele dovrebbe bastarti per stasera- ti dice.
 
Come in trance metti le mani nelle tasche del trench alla ricerca delle buste del miele, tasti il contenuto e infine trovi qualcosa di plastica morbido al tatto, lo estrai e lo osservi, ti sembra di esserti trasformato in Castiel, -deve essere questo maledetto impermeabile- pensi risvegliandoti dalla trance.
 
Castiel nel frattempo è sparito di nuovo, ma prima che tu possa rendertene conto avverti il fruscio d’ali che preannuncia il suo arrivo, ed infatti eccolo con le braccia cariche di legna che accatasta in un angolo della grotta pronta per essere arsa, ti avvicini e ti siedi a terra rannicchiandoti nel tentativo di mantenere un po’ del calore corporeo che ti è rimasto, adesso avverti di nuovo il freddo nelle ossa.
 
Lo osservi mentre crea un cerchio di pietre per arginare il falò e posiziona la legna, il suo volto è concentrato, come se cercasse di seguire una procedura alla lettera, nel frattempo inserisci la mano nella tasca della tua giacca ed estrai l’inseparabile zippo, sicuro che l’angelo non abbia la più pallida idea di come accendere il fuoco dato che sta strusciando due legnetti uno sull’altro.
 
-Giovane marmotta- lo chiami, sforzando la tua voce ormai roca –prendi- gli dici appena si volta e prima di lanciarli lo zippo.
 
Cass lo afferra al volo, se lo rigira in mano e lo osserva con fare perplesso –Dean- alza lo sguardo verso di te –cosa ci dovrei fare con questo?- ti chiede poi.
 
Con uno sforzo che ti pare sovrumano, dato il freddo che ti sta consumando, ti alzi e ti avvicini all’angelo prendendogli l’accendino dalle mani e facendo scattare la fiamma –accendere il fuoco naturalmente- dici dando fuoco ad un legnetto e buttandolo sugli altri, poi ti volti e torni a sederti.
 
Dopo pochi attimi l’angelo ti raggiunge e si siede al tuo fianco, come al solito senza degnare della minima attenzione la “questione dello spazio personale” come ami chiamarla: le vostre braccia quasi si sfiorano mentre state seduti con la schiena appoggiata alla parete della grotta.
 
Ti osserva mentre con i denti strappi un pezzo del sacchetto di plastica che contiene il miele e inizi a succhiarne il contenuto, -fortuna che mi piacciono le cose dolci- ti ritrovi a pensare.
 
Nonostante la fiamma ormai ardente il freddo non accenna a calare e mentre succhi dal sacchettino di miele i brividi scuotono il tuo corpo, e subito dopo i tuoi occhi incontrano quelli di Cass: uno scambio di occhiate, verde che si perde nel blu, emozioni e paura che si mescolano.
 
È questione di un attimo, nel giro di un millesimo di secondo ti ritrovi tra le braccia di Cass, la testa appoggiata sul suo petto, alzi lo sguardo su di lui e provi a chiedergli cosa sta succedendo, ma dalla tua gola esce solo un rantolo, la tua voce se ne è andata per il troppo freddo; provi e riprovi a raschiarti la gola e parlare ma non funziona.
 
-Va tutto bene Dean- cerca di calmarti Cass mentre ti agiti nel tentativo di provare a parlare e di capire cosa stia succedendo –cerco di unire il mio calore corporeo al tuo per tenerti più al caldo- ti dice poi stringendoti a sé.
 
Ti calmi, o almeno ci provi, trovi quella posizione alquanto imbarazzante, però dopo pochi minuti cedi e ti rilassi cullato dal calore del corpo del tuo angelo, ancora quell’aggettivo a insinuarsi nei tuoi pensieri, ma non t’importa.
 
Rimanete così per un periodo che sembra infinito, pian piano le mani di Cass si sono spostate tra i tuoi capelli, è stato un gesto automatico e tu non te la sei sentita di impedirlo, ti stai lasciando andare completamente: il suo calore, il suo profumo, il battito ritmico del suo cuore, hanno la capacità di calmarti e di farti sentire a casa.
 
-Scusami Dean- ti dice tutto d’un tratto –scusami per tutto, per averti tradito, per averti fatto soffrire- aggiunge, e mentre lo dice ti sembra così umano, fragile.
 
Provi a rispondergli, a dirgli che di fondo nel tuo cuore lo hai già perdonato, ma dalla tua bocca non esce un suono; il fatto di non riuscire a parlare ti sta rendendo sempre più isterico, la calma di poco fa si è del tutto dissipata.
 
Cass continua a scusarsi: non sai cosa fare, come spiegargli che nel periodo in cui lo credevi morto non hai fatto altro soffrire e che quando lo hai rivisto ai piedi di quella scalinata il tuo cuore ha fatto una capriola, non sai come fargli capire che tutto è cambiato, che solo a causa della tua mania di sacrificarti per tutto e per tutti non gli ancora permesso di tornare al suo posto, al tuo fianco; ma adesso siete soli in un posto dimenticato da Dio dove ogni anima è un mostro e dove potete contare solo uno sull’altro e non ti importa più di nulla.
 
Ti muovi velocemente: ti liberi dalle sue braccia, ti posizioni rivolto verso di lui: Cass continua a blaterare scuse e spiegazioni, non sai neanche se siano di senso compiuto sai solo che sono inutili e che vuoi farlo smettere, fai in modo che i vostri sguardi si incontrino fermandogli la testa tra le mani, Cass ti chiede che cosa stia succedendo, non gli dai tempo di parlare: appoggi le tue labbra sulle sue.
 
Non ti sai spiegare il tuo gesto, tutta la scena ti pare un cliché, ma non ne hai potuto fare a meno, hai messo da parte le tue convinzioni da un pezzo oramai: Cass è nel corpo di un uomo, e con questo?
 
All’inizio Castiel pare quasi spaventato dalla presenza delle tue labbra sulle sue, ma appena lo stringi maggiormente a te inizia a ricambiare il bacio e il tutto rischia di sfuggirvi di mano -altro che aver avuto come maestro il “fattorino della pizza”- ti viene da pensare mentre approfondisce il bacio facendo scontrare le vostre lingue.
 
Poi la tua mente si disconnette, non pensi più ai problemi che ci sono e che ci saranno, è il momento di lasciarsi andare a quel bacio incredibile che ti sta togliendo il fiato, ma a cosa serve l’ossigeno se hai il “tuo” angelo a darti una botta di vita?
 
Dopo un tempo che ti pare infinito vi staccate appena, i vostri sguardi si incontrano, le labbra arrossate e umide percepiscono ancora il calore di quelle dell’altro.
 
-Io ti perdono- sforzandoti riesci a sussurrare sulle sue labbra prima di essere trascinato in un altro bacio da togliere il respiro.

FINE









Note d'Autrice:
Grazie mille per le recensioni alla prima shot :)
Spero che anche questa vi sia piaciuta.. in caso fatemelo sapere!
Baciiii

P.S. Cercasi una beta reader... qualcuno si offre? 

 

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