Potere e Vendetta

di Laura_Massi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quando tutto ebbe inizio ***
Capitolo 2: *** Dolce inganno ***
Capitolo 3: *** La Fine che diede inizio a Tutto ***



Capitolo 1
*** Quando tutto ebbe inizio ***


Il corpo inerte, sporco di fuliggine e la pioggia che bagnava i loro stanchi volti. Jack era chino sul corpo del compagno di tante bevute; Tayler era lì, supino a terra, con gli occhi fissi al cielo ancora pieno di terrore. Il ragazzo stentava a riconoscerlo, poiché il suo perenne sorriso era scomparso lasciando il posto ad un ghigno di dolore, quei suoi capelli di un biondo immacolato erano impregnati del suo sangue e delle sue membra. Tutto bianco intorno a loro, solo il silenzio assordante del nulla. Jack si alzò lentamente e privo della consapevolezza di ciò che stava accadendo intorno a lui; il suo migliore amico, appena ventenne, giaceva lì, morto, senza essere ricordato. I pompieri e la polizia erano già arrivati ma non importava perché erano tutti morti tranne lui è il vecchio Sam. Si diresse verso una poliziotta e, stanco e affranto, le rilasció una deposizione su come l'esplosione fosse avvenuta in anticipo tanto da non permettere agli uomini di mettersi al riparo e che era tutto un mero e fottutissimo incidente. Camminando silenziosamente e con lo sguardo fisso nel vuoto, arrivò alla sua umile e decadente dimora. Sulla soglia, prima del tappeto, lo venne ad accogliere una ragazza magra, bassa, con gli stessi suoi occhi azzurri e i capelli lunghi del colore del caramello: quella era la piccola Amy. Gli corse incontro e lo abbracciò con foga intuendo il suo turbamento. Stretti una con l'altro davano origine con le loro teste ad un piacevole contrasto proprio come i loro caratteri: uno di un dolce miele scuro e l' altro di un nero avvolgente ed intrigante. Dopo essersi lavato, scese in cucina dove Amy aveva preparato la cena. Jack, desideroso di liberarsi dai pensieri di ciò che era appena accaduto disse: -Come è andata oggi a scuola?Preso qualche voto?- la sorella aspettò un po' prima di rispondere perché sapeva che il fratello, oramai diciottenne, aveva lasciato gli studi poco dopo la morte dei genitori per poter mandare avanti la famiglia e garantirle così un futuro dignitoso: -Bene, ho preso una B+ al compito di biologia ed oggi è venuto a parlarci un certo Gorson, uno di quei milionari che si vedono sui giornali. Sai, mi ha chiesto di andarlo a trovare nel suo ufficio uno di questi giorni insieme a Lizzy per discutere di questioni inerenti al programma scolastico svolto quest'anno.- Jack era un po' preoccupato poiché quel tipo di persone erano a lui molto note e temeva per sua sorella che al contrario suo era ingenua ed innocente. Così cercò di dissuaderla: -Amy, non voglio che tu vada perché questi uomini sono pericolosi e i loro "appetiti" sono stravaganti. Mi preoccupo per te.- Amy non sembrava convinta ma, non volendo far arrabbiare il fratello, gli disse: -Va bene, non ci andrò però devo assolutamente avvisare Lizzy. Sta sera dormirò a casa sua.- Jack rincuorato le prepara le cose affinché possa andare dalla sua amica. Amy, dopo dieci minuti di camminata con lo zaino in spalla, arriva a casa di Elizabeth; saluta la madre, si allontanò dal padre troppo ubriaco affinché tenesse le mani apposto e corse in camera dell'amica. Sedute sul letto, pettinandosi i capelli a vicenda, parlarono di ciò che avrebbero fatto l' indomani e prima di spegnere le luci per andare a dormire Amy sospirò: -Per fortuna che Jack mi ha dato il permesso di andare a far visita al signor Gorson domani. Penso proprio che sarà una giornata indimenticabile.

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Capitolo 2
*** Dolce inganno ***


Le due ragazze aspettavano in sala d'attesa, dove una bionda con l'accento russo stava parlando al telefono dietro ad una scrivania costosa. Dopo aver riagganciato, si alzò e le disse: -Prego, accomodatevi. Il signor Gorson arriverà a momenti.- Allora le due sedicenni si diressero verso l'ufficio e quando entrarono ne rimasero abbagliate: scrivania in mogano, poltrone e divani in pelle, finestre grandi che rendevano la stanza luminosa, libreria in cristallo con esposta la prima edizione di "Grandi speranze" di Charles Dickens. L'insieme esprimeva lusso e potere, oltre ai mobili costosi vi era un televisore al plasma e un computer di ultima generazione. Mentre Lizzy e Amy ammiravano la magnificenza di quella stanza, la porta di chiuse e un uomo sulla quarantina, alto, robusto, con i capelli castani striati prematuramente di grigio e gli occhi nocciola, si avvicinò a loro. -Salve signorine, come state? È stato difficile trovare il mio ufficio?- disse Gorson con un sorriso che mostrava i denti bianchi. -No, signore, è stato semplice trovarlo. D'altronde l'intero edificio è di sua propietá e al piano terra abbiamo detto che ci stava aspettando e ci hanno mostrato subito la direzione del suo ufficio.- disse Lizzy. Gorson mostrò la sua approvazione e compiacenza della sua "popolarità", con una risata che turbo leggermente Amy; ella disse, ricordandosi di quello che le aveva raccontato Jack: -Signor Gorson, scusi se le sembro arrogante, ma le posso chiedere il motivo di questo invito?- Lui allora si interruppe e andò al tavolo dei liquori dove verso una dose generosa di scotch in tre bicchieri: Lizzy lo accetto ma Amy, che si ricordava che il fratello le aveva detto di nn bere alcolici sino all'età di diciotto anni, disse: -Scusi, ma io non bevo alcolici. Sono minorenne.- Gorson sembrava a disagio, non si aspettava un rifiuto e decise di offrirle un succo di frutta dove mise una polverina bianca, mise il bicchiere nella mano della ragazza, che prima di portarlo alla bocca disse: -Signore, scusi, ma...come posso dire senza sembrare offensiva...ma cosa...?- Fu interrotta da lui che la rassicurò: -È solo zucchero, questi succhi sono molto acidi.- Allora lei è Lizzy bevvero le loro rispettive bevande e si sedettero su un divano e il signore di fronte a loro. Passarono all'incirca venti minuti nei quali parlarono del più e del meno. Ad un certo punto, alle due ragazze iniziò a girare la testa e decisero di tornare a casa, ma Gorson disse: -Aspettate dieci minuti e vedete che vi sentirete meglio.- Ma così non fu, perché passati pochi minuti si accasciarono a terra e, prima che il buio avvolgesse le loro membra, videro il ghigno soddisfatto dell'uomo.

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Capitolo 3
*** La Fine che diede inizio a Tutto ***


Ritornata a casa tutta dolorante, si sentiva come se fosse senz'anima, quello che le era appena successo era stata la cosa più umiliante e degradante che le fosse mai accaduta nella sua vita. Si chiuse a chiave in bagno e si controllò i polsi: vi erano dei lividi e delle escoriazioni lasciate dalle corde che l'avevano tenuta legata; si tolse la maglia e vide i segni delle mani che le scavavano sulla sua vita. Infine si sfilò i pantaloni e le mutande sulle quali notò del sangue oramai incrostato. Entrò in doccia e ci rimase finché l'acqua bollente non le arrosso la pelle delicata. Quando sentì la porta di casa che si apriva e si chiudeva capì che il fratello era ritornato a casa, stanco e affamato dopo una lunga giornata di lavoro; allora corse in camera sua, si mise una tuta con una felpa larga a maniche lunghe per nascondere e dimenticare il prima possibile l'accaduto. Jack la stava aspettando seduto in cucina e, immerso nei suoi pensieri, non si accorse di lei fin quando ella non mise i piatti fumanti di zuppa in tavola e si sedette di fronte a lui. Il ragazzo iniziò a mangiare e le chiese: - come è andata ieri sera a casa di Lizzy? E la scuola?- a quel punto la ragazza deglutì convulsamente e le iniziarono a bruciare gli occhi, che le divennero lucidi. -Cosa ti succede Amy?- chiese il fratello preoccupato vedendo che la sorella non rispondeva, si alzò, andò accanto a lei e l' abbracciò; allora lei si abbandonò a un pianto frustrato e triste, pieno di angoscia. Jack era confuso, non sapeva cosa fare,non aveva mai visto la sorella così afflitta. Allora andò fuori e ritorno cinque minuti dopo con un Bucaneve, fiore simbolo della consolazione, che le fece tornare, anche se per poco, il sorriso. Jack le chiese: -Cosa c'è Amy?perché sei così turbata?- Lei si asciugo le lacrime, gli fece un tremolo sorriso e si alzò dicendo: -Niente, non ti preoccupare è stata una giornata pesante e sono stanca. Puoi sparecchiare te oggi?- Lui annuì, lei gli diede un bacio e sali su in camera dove si abbandonò un sonno pieno di angoscia e di incubi. La situazione di Amy andò avanti così per due settimane, peggiorando sempre di più: piangeva ogni giorno, non mangiava più e prendeva sonniferi. Una sera Jack era ritornato più tardi del solito perché era andato a bere con gli amici; rientrato a casa chiamò la sorella, ma lei non rispose. Allora andò a cercarla in cucina, ma vi era solo la pentola sul fornello acceso e l'acqua stava fuoriuscendo da essa. Jack chiuse il fuoco e sali: prima andò a controllare la camera della sorella, ma lei non c'era. In seguito guardò nella sua camera e poi, con un brivido lungo la schiena che non riusciva a spiegarsi, entrò in bagno e rimase agghiacciato da ciò che vide: Il corpo privo di colore immerso nella vasca da bagno, con gli occhi chiusi come se stesse dormendo, le labbra socchiuse di un pallido immortale e l'acqua, nella quale era immersa, colorata di un rosso vermiglio. Jack non sentì più niente, o forse, come tutti i colori messi insieme formavano il bianco, lui sentiva tutto. Sua sorella si era uccisa, si era tagliata i polsi. Le guance di Jack divennero salate e silenziose, singhiozzi scuotevano il suo corpo muscoloso. Tiro fuori il corpo inerte della sorella e, dopo averlo pulito ed asciugato si girò verso lo specchio dove vide la sua immagine riflessa e,su di essa, vi era una busta di carta contenente era di Amy. "Caro Jack, se leggi questa lettera significa che io sarò morta e perciò non sono riuscita a superare ciò che mi fece il signor Gorson. Mi dispiace di non avercela fatta, ma tu, per favore, ti supplico di riuscirci al mio posto. Sei stato sempre il mio eroe e il mio fratello, non pensavo che disubbidendoti sarei andata incontro alla fine. Ti voglio bene, per sempre con te. Amy."

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