Mardrömmar

di Flick Ic
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tunga och blod; ***
Capitolo 2: *** Howard Street; ***
Capitolo 3: *** Det är inte viktigt; ***
Capitolo 4: *** Farhågor. ***



Capitolo 1
*** Tunga och blod; ***


  
 
Fu uno di quei crepuscoli, pensò Marie,
che nel momento esatto in cui ti incammini
vorresti che qualcuno ti seguisse per dirti
di non girare le spalle così in fretta, di non
farti prendere dal panico. Si sentiva come
le foglie d’alloro nel giorno della festa,
e subito dopo come se avesse ingoiato
tutte le parole che non volevano uscire,
asciugate sulla sua lingua una ad una.
E su quei pensieri, sorti e uccisi troppo in
fretta, aveva avuto dei rimpianti grandi come
l’angoscia che le schiacciava le ossa e le
riduceva in piccoli frammenti, tanto che
a pronunciarlo, il suo nome, si divideva
in due sillabe per mancanza di sangue.
Sì, non era l’aria che mancava, di quella
ne aveva in abbondanza; aveva respirato
aria e solitudine per tutti quegli anni, ma
mai sangue.Respirare sangue era vita.
Se ne accorse quando si mise a correre
cercando di scacciarle via: le ossa, i pensieri
e le parole e la lingua. Ma non si rese
conto che avrebbe dovuto fermarsi e
lasciare che la terra la inghiottisse, perché
una volta caduti ti si pongono davanti due
scelte, la vita o la morte. Mentre, chi corre
in eterno, finisce sempre per inciampare.
 

 
Note dell’autore: In realtà non credo ci sia granché da commentare a proposito di questo primo capitolo. E’ tutto qui, nero su bianco, pronto alla lettura.
Immagino che, giunti a questo punto, vi chiediate cosa significhi tutto ciò, quale sia il filo logico che accompagna questo testo, a cosa pensavo mentre l’ho scritto.
Non sarò così stolta dal rivelarlo, preferirei che rimanesse come una sorta di alone offuscante che impedisca il totale assorbimento e recepimento della trama.
Detto questo, posso solo augurarmi che questo mardröm ­– in svedese, incubo – possa essere degno di lettura.

--Flick 

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Capitolo 2
*** Howard Street; ***


 
Succedono cose brutte ad Howard Street,
la gente che passa lo sa.
Sa cosa succede
all’interno dei muri, sa delle grida e
conosce gli occhi. Gli occhi appaiono dalle
finestre, scrutano, penetrano il tuo corpo.
Sono bianchi come la malattia e
sanno di paura, di mezzanotte, di gelo e
di ubriachi. Gli occhi plasmano l'inquietudine,
 gli occhi creano la morte.
Succedono
cose brutte ad Howard Street, fatti inspiegabili,
fuori dal comune. Si muore, si perde la
ragione ma si preferisce non dir niente.
Succedono cose brutte ad Howard Street,
e la gente che passa, lo sa.


 

Note dell’autore: Secondo mardröm, credo quello a cui sono più legata. Howard Street esiste davvero, è una via affollata, senza nulla di lugubre. Ma, il più delle volte, sono i luoghi conosciuti e celebri a nascondere segreti viscidi e striscianti, maledizioni che farebbero rabbrividire vecchie chiese diroccate nelle campagne inglesi.
Chi ha letto Crouch End di Stephen King, sa di cosa parlo; questa Howard Street non esiste, è il sogno notturno di trovarsi in un luogo in cui si vive, ma di non riconoscerlo.
Howard Street è qualcosa insito all’interno di ognuno di noi, durante il corso della nostra vita chiunque si ritroverà a sognarla, con i suoi ciottoli, le macchine, la folla, gli occhi.
--Flick 

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Capitolo 3
*** Det är inte viktigt; ***


Pensava che dopo la morte le acque si
sarebbero acquietate, e tutto sarebbe
tornato al regolare respiro.
Invece no.
Sentiva che dopo Lei c’era qualcosa di
peggio. C’erano piedi e gambe che
calciavano quel corpo lacerato a brandelli,
che ferivano e aprivano nuovi tagli non
ancora chiusi e vi buttavano sale sopra;
e lei guardò quel corpo,
e non poté fare
a meno di pensare che non ci sarebbe
mai stata umiliazione più grande di quella:
di vedere il guscio che aveva contenuto
tutto quello che
un tempo le era sembrato
bello, ora martoriato e mangiato dai topi
che arrivavano ovunque, da ogni direzione
che poteva scorgere e immaginare.
Che quello che aveva così tanto amato
non solo
l’avesse portata alla morte ma
che stesse disturbando anche il poco che
aveva risparmiato. E l’odio,
non forte
abbastanza da additare la causa, si ritorceva
alla fonte, dilaniando il nulla e il tutto in un
forte vento.
Nero, come la discordia.
Bianco, come l’eccessiva fiducia.
Rosso, come la morte.
Giallo, come la pazzia.
E dopo arrivò la sabbia che le coprì gli occhi e,
con un respiro di sollievo,
non vide più niente.
 

 
 
Note dell’autore:Terzo mardröm, il più visivo. Questo incubo è dilaniante dal punto di vista fisico, si distacca dagli altri forse per questo motivo.
Nulla in più da aggiungere. Solamente, curatevi dopo un dolore, dopo una fine, dopo una notte, o Det är inte viktigt sarà per voi.
--Flick
 
 
 

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Capitolo 4
*** Farhågor. ***


 
Era un grido di bambola quello che sentì.
Forte e stridulo, e la porta si chiuse.
 
Morire è una gran bella cosa, almeno così
la pensava Marie Portrait. Per questo motivo
decise che si sarebbe tolta la vita. Ma non
l’avrebbe fatto da sola, oh no. Avrebbe
portato qualcuno con sé da qualsiasi parte
si andasse dopo la morte. Fatto per cui,
nei giorni successivi alla sua decisione,
si dedicò attentamente ad osservare le
persone che passeggiavano ignare davanti
alla sua finestra, e decise chi l’avrebbe
accompagnata all’inferno.
 
Lei non credeva a questo, gli psicopatici
erano frutto della loro immaginazione. L’unica
cosa che esisteva realmente erano i muri. File
e file di muri candidi e schifosamente duri e
lucidi che sovrastavano qualsiasi pensiero le
sorgesse. Vogliamo romperli questi muri, Marie?
No, i muri sono sicuri. Sono bianchi, e sono
sempre nella medesima posizione, in qualsiasi
stagione ed anno.
In una notte di tempesta i muri cedono, come le
querce. Sembrano solidi, ma cadono.
Via, i muri. Via da tutto.
Buonanotte mia bambina.
 
 
Con la terra sopra il volto, gli occhi chiusi, otto
metri sotto terra, sussurra.
Buonanotte, mamma.

 

Note dell’autore: Ultimo mardröm, la conclusione. A dir la verità mi dispiace abbandonare questa piccola raccolta; sono passati pochi giorni, ma mi ero affezionata. Che poi, non so come io faccia ad affezionarmi a qualcosa di così intangibile come degli incubi, ma questo è un altro discorso. Marie con Farhågor finisce di sognare. Spiega il suo punto di vista, le sue intenzioni, i suoi fini; e quale conclusione migliore per un incubo dello stadio finale della paura, ovvero la morte?
--Flick

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